Montagne360 La rivista del Club alpino italiano gennaio 2015 € 3,90

il piacere della neve del Club alpino italiano n. 28/2014. Poste Italiane Spa, sped. in abb. Post. - 45% 2 art. comma 20/b Post. - in legge 662/96 sped. Italiane abb. Filiale Spa, di Milano Poste del Club alpino italiano 28/2014. n. Itinerari invernali dalle Alpi al Meridione

3,90. Rivista mensile € 3,90. Un nuovo alpinismo in Himalaya? Intervista a Gnaro Mondinelli Portfolio Gli animali del Gran Paradiso Montagne360. Gennaio 2015, Gennaio 2015, Montagne360. Editoriale orizzonti e orientamenti

6b+ La montagna un tema cardine UPGRADE dell’Agenda per la riconversione ecologica YOUR presentata al Governo Una fortunata coincidenza ha fatto si che il mese scorso nella giornata inter- CLIMBING nazionale della montagna (11 dicembre) si sia svolto l’incontro tra le sedici maggiori associazioni ambientaliste del nostro Paese e il Sottosegretario alla PERFORMANCE Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. L’incontro è nato a seguito dell’in- vio al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di un documento congiunto in- titolato “Agenda ambientalista per la riconversione ecologica del Paese”, arti- asolo.com colato in cinquantacinque proposte che si basano su quindici linee tematiche per il rilancio del Paese. La montagna è una delle linee tematiche. L’Agenda è uno strumento permanente da aggiornare nel tempo anche attraverso il confronto con altri soggetti sociali e di volontariato. Al Governo tutti insieme abbiamo chiesto una strategia innovativa che tenga in giusta considerazione la dimensione ecologica nelle scelte di politica economica per far uscire l’Ita- lia dalla crisi. Nell’incontro, come CAI, abbiamo sottolineato la nostra natura di associazio- ne di protezione ambientale, e affermato che va riscritto il Patto tra il Paese e la Montagna. Le montagne rappresentano un grande serbatoio di natura, paesaggio e cultura per questo vi è la necessità di valorizzare e mettere in sicurezza la rete dei 1000 rifugi (tra CAI e privati) e i 65.000 km di sentieri. Tra le questioni presentate a Delrio anche la proposta di revisione del codice della strada al fine di definire cosa è strada e cosa non lo é, per fermare lo scorazzare di mezzi motorizzati su sentieri e mulattiere. Abbiamo riportato la necessità di destinare fondi europei, compresi quelli della Strategia macrore- gionale alpina, alle Terre alte per garantire una montagna abitata che è base per una frequentazione alpinistica e turistica consapevole. Abbiamo trovato un interlocutore attento. Dopo aver preso atto di tutti i temi di discussione, Delrio ha riconosciuto l’importanza della interlocuzione con le associazioni che hanno sottoscritto l’Agenda e ha affermato che il Governo è interessato a sviluppare un dialogo con la rete delle associazione e che que- sto primo incontro prelude altri incontri di merito e operativi. A nome pro- prio e del Presidente del Consiglio, il Sottosegretario si è detto disponibile a lavorare per rendere qualitativamente adeguati i Fondi comunitari per lo Svi- luppo e la Coesione (54 miliardi di euro per il periodo 2014-2020) progetti innovativi “di sistema” che valorizzino le risorse del territorio, dell’ambiente, del paesaggio e della cultura, progetti in grado di far colloquiare settori diver- si. Cosa questa che, a mio avviso, per la montagna è più facile rispetto a chi opera settorialmente nei propri ambiti. Infine Delrio, a nome del Governo, si è impegnato a dare una risposta della Presidenza del Consiglio alle richieste espresse nel nostro documento, che verrà inviato ai Ministeri competenti. Concludo condividendo con voi una piccola nota di orgoglio associativo, du- rante l’incontro il Sottosegretario Delrio ha dichiarato di essere socio CAI da Anatomia di un modello unico per innovazione e performance. Tecnologia Heel-Locking. tanti anni. Mi ha fatto piacere sentirglielo dire di fronte a tutti i presenti. Ciò Una tallonetta posteriore in gomma contiene e blocca il tallone; abbinata al bordone in valorizza ancora di più l’impegno di tutti i nostri Soci e ci stimola a continua- gomma perimetrale ed alla scocca laterale crea un vero e proprio guscio di protezione che re nella tutela e promozione della montagna. ® mantiene inalterata nel tempo la forma originale. Tomaia in tessuto K-TECH Schoeller con Umberto Martini fi bra di KEVLAR®. Fodera in GORE-TEX® Insulated Comfort Footwear: termica, impermeabile Presidente generale CAI e traspirante. Suola Vertical Vibram® con intersuola in TPU rigido per massimo supporto e stabilità torsionale. Adatta all’uso dei ramponi ad attacco rapido. Gennaio 2015 / Montagne360 / 1 Sommario Montagne360 La rivista del Club alpino italiano gennaio 2015 € 3,90 gennaio 2015 01 Editoriale 05 News 360

iL piaCere deLLa neve

del Club alpino italiano n. 28/2014. Poste Italiane Spa, sped. in abb. Post. - 45% 2 art. comma 20/b Post. - in legge 662/96 sped. Italiane abb. Filiale Spa, di Milano Poste del Club alpino italiano 28/2014. n. Con le ciaspole verso la vetta Itinerari invernali dalle Alpi 08 Le montagne dallo spazio al Meridione 3,90. Rivista mensile € 3,90. Un nUovo alpinisMo in HiMalaya? del Monte Sirino (Pz). Intervista a Gnaro Mondinelli portfolio Gli animali del Gran Paradiso Mario Vianelli Gennaio 2015, Montagne360. Foto Agostino Cavallo 10 Nel bianco dei monti 12 Con le ciaspole sui monti del sud Gianni Pofi 18 In Val di Zoldo, per uno scialpinismo diverso S. Burra e L. Pra Floriani 24 Con le ciaspole in Lombardia Paolo Reale Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis) Grand Fondation (archivio Calegari Re Massimo Foto 28 Alpinismo e aiuto umanitario nell’Hindukush pakistano 18 Tarcisio Bellò 32 Le acque del Caucaso tra Oriente e Occidente Angela Torri 36 Sui vulcani del Mediterraneo Rosella Chinellato 42 Continuano a chiamarlo Gustìn Roberto Mantovani 46 Gessi e Solfi della Romagna 50 Orientale G. Belvederi e M. L. Garberi 50 Il ritorno dell’aquila Francesco Mezzavilla 52 Pizzo Badile: leggenda di granito Carlo Caccia 56 Un nuovo alpinismo o un ritorno al passato? 52 56

Enrico Dalla Rosa 01. Editorial; 05. News 360; 01. Editorial; 05. 360 News; 01. Editorial; 05. News 360; 08. Mountains from space; 08. Les montagnes vues de 08. Berge vom All aus; 10. 62 Portfolio 10. Winter top itineraries; l’espace; 10. Les itinéraires Nicht verpassen: winterliche 12. Snowshoeing in the d’hiver à ne pas perdre; 12. Routen; 12. Mit Schneeschuhen southern mountains; 18. Les montagnes du sud en in den Bergen des Südens; Vita nella neve A different way of ski raquettes de neige; 18. Pour 18. Im Zoldotal, für eine in Val di un ski alpinisme different en andere Art von Skisport; 24. 70 Lettere Zoldo; 24. Snowshoeing in Val de Zoldo; 24. raquettes Mit Schneeschuhen in der Lombardia; 28. Climbing de neige en Lombardia; 28. Lombardei; 28. Bergsport 71 Salute in montagna and cooperation meet in Alpinisme et coopération dans und humanitäre Hilfe im ’s Hindukush; 32. l’Hindukush du Pakistan; 32. pakistanischen Hindukush; 32. 72 Cronaca extraeuropea Caucasus’s waters between Les eaux du Caucase entre Die Gewässer des Kaukasus East and West; 36. On the top orient et occident; 36. Sur les zwischen dem Orient und dem 74 Nuove ascensioni of Mediterannean’s volcanos; volcans de la Méditerranée; Westen; 36. Auf den Vulkanen 42. They keep calling him 42. On lui appelle toujours des Mittelmeerraums; 42. Sie 76 Libri di montagna “Gustìn”; 46. The gypsum “Gustìn”; 46. Gypse et soufre nennen ihn weiterhin Gustìn; ridge of eastern Romagna; dans la Romagna orientale; 50. 46. Kreide und Schwefel der 50. The eagle is back; 52. Le retour de l’aigle; 52. Pizza westlichen Romagna; 50. Die Pizzo Badile, a legend Badile, un légende de granit; Rückkehr des Adlers; 52. Pizzo made of rock; 56. Climbing 56. Un nouveau alpinisme ou le Badile: Legende des Granits; 56. Ogni giorno le notizie CAI su between past and innovation; retour au passé?; 62. Portfolio. Neuer Alpinismus oder zurück 62. Portfolio. Snowlife; 70. Vie dans la neige; 70. Lettres; in die Vergangenheit?; 62. www.loscarpone.cai.it Letters; 71. Health in the 71. Santé en montagne; Leben im Schnee; 70. Briefe; 71. Ci trovi anche su facebook  mountains; 72. International 72. News international; 74. Gesundheit in den Bergen; 74. news; 74. New ascents; 76. Nouvelles ascensions; 76. Neue Besteigungen; 76. Bücher twitter  e flickr  Books about mountain. Livres de montagne. über Berge

Gennaio 2015 / Montagne360 / 3 Sui vulcani del mediterraneo, p. 36 News 360 Foto Mario Vianelli XIII Conferenza delle Alpi per un futuro sostenibile delle Terre alte di Lorenzo Arduini le montagne”. In questo senso può essere vista anche la scelta della Convenzione delle Alpi di partecipare a EXPO 2015. La XIII Conferenza delle Alpi ha però lanciato un allarme sul tema spopola- mento nelle aree più remote delle re- gioni alpine, dato che i nuovi abitanti (che ci sono) si concentrano nelle zone maggiormente accessibili e più vicine ai centri urbani alpini. Uno dei prossimi obiettivi è invertire la tendenza anche nelle aree remote, per impedire che le loro località esistano solamente come meta turistica. «Un modo è sicuramen- te quello – ha sottolineato il Capodele- gazione francese – di rendere queste zone accessibili innanzitutto alle nuove tecnologie». Il Segretario Generale della Convenzio- ne delle Alpi Markus Reiterer ha chiu- so i lavori sostenendo che «le Alpi sono Sviluppo e turismo sostenibile, green promuovere le montagne e le peculia- uno spazio innovativo, specialmente nel economy, demografia, opportunità lavo- rità dei propri prodotti e della propria campo della green economy, e noi dob- rative per i giovani residenti nei territori agricoltura. biamo avvalerci di questa forza per ren- alpini. Questi i principali temi affrontati Il Ministro tedesco Barbara Hendricks derle un’area dove valga la pena vivere. dalla XIII Conferenza delle Alpi, che lo ha confermato come la sua presidenza Per questo la Stretegia Macroregionale scorso 21 novembre ha riunito al Museo partirà da quanto fatto dall’Italia: «La per le Alpi dell’UE (al momento in fase nazionale della montagna di Torino i green economy è un punto centrale del di elaborazione n.d.r.), per la quale la Ministri dell’Ambiente e i Capi delega- nostro programma, è un compito globa- Convenzione detiene lo status di osser- zione degli otto Paesi alpini che aderi- le e i territori alpini possono dare il pro- vatore, dovrà basarsi su ciò che già esi- scono alla Convenzione delle Alpi. prio contributo. Diminuire il consumo ste, bilanciando la tutela e lo sviluppo La Sottosegretaria al Ministero dell’Am- energetico aumentandone l’efficienza economico». biente italiano Barbara Degani ha pre- per noi è una priorità. Poi ci concentre- A Torino era presente il Presidente ge- sieduto i lavori, in quanto l’Italia sta remo sulla conservazione della biodiver- nerale del CAI Umberto Martini: «Ho chiudendo il biennio di presidenza della sità e la promozione dell’agricoltura di ringraziato i Ministri e le Delegazioni Convenzione, che passerà alla Germania montagna, con la collaborazione natu- che sono intervenuti per il lavoro svolto. per il 2015 e 2016. «In questi due anni ralmente degli abitanti delle Alpi». – ha dichiarato – Il Club alpino italiano abbiamo riservato particolare attenzio- Anche gli altri Ministri hanno posto l’ac- ha dato e continuerà a dare il proprio ne alla green economy, che può dare be- cento su queste tematiche, evidenziando contributo per assicurare un futuro di- nefici a tutta l’Italia, alle aree montane la necessità dello sviluppo di una mobi- gnitoso agli abitanti delle Alpi e per pro- come a quelle di pianura, e allo sviluppo lità sostenibile come mezzo per dimi- muovere un turismo che non rapini le di una forma di turismo sostenibile», nuire il conumo energetico (ad esempio montagne, bensì sia rispettoso dell’am- ha dichiarato a Degani in conferenza con la diffusione di mezzi elettrici). biente e dei popoli che vi risiedono. Ul- stampa. La valorizzazione dei prodotti alpini, tima, ma non ultima, la tutela dell’am- La Sottosegretaria ha annunciato an- puntando sulla qualità, può essere inol- biente montano e delle sue importanti che che la Convenzione delle Alpi sarà tre un modo per aumentare l’occupazio- risorse naturali – a partire dall’acqua – presente a EXPO 2015 con una “Setti- ne, dato che è in grado di promuovere che non devono essere depredate, ma mana della montagna”, che si svolge- forme di turismo lente e sostenibili, lon- devono restare, almeno in parte, a di- rà dal 4 all’11 giugno con l’obiettivo di tane dal turismo di massa che “consuma sposizione di chi vive nelle Terre alte».

Gennaio 2015 / Montagne360 / 5 6

/ Particolare di un cristalli di aragonite. Foto Andrea Maconi Montagne360 all Impor a cura diMassimo (Max)Goldoni Echi sotterranei Speleologia L’Abisso Renè ora ricerche. m, apre significative possibilità perle Una nuova viaalfondo, ferma a-1100 (LC) più profonda mis Speleologi int ervengono nei -1322 mdiprofondità. Brezno nelCaninsloveno, cheora è ha approfondito l’abisso Renejevo Un’immersione nelsifone terminale Slovenia Ottimi risul teorie formulate. contribuisce averificare sul campo le interesse scientifico. Laspeleologia ha creato estrema curiosità e di crateri nellapenisola di Yamal Nel 2014, l’apparizione improvvisa profonda grotta al mondonelsale. ha portato allascoperta della più e amicineldeserto di Atacama La settima spedizioneditriestini E ugenio B ’ teriosi cra abisso Wle Donne, Grigna t ante esplorazione / oegan inCile Gennaio 2015 t a cavità della ti perla teri siberiani

la seconda C.G.

Web &Blog Osservatorio ambiente U zafferano et d trso oo lr, pce nello specie altri, sono turismo di centi modellivinBisognaforzai direconche e a danno della tutela. tà,ovviamente finanziamentoa pubblico schemieconomici giàsuperati dalla real riproporsi di vuoto assistere al ad iamo gestione. Continu di piani loro Parchi e questione,casonelin scapitoa anchedi razioneimpianti,pistedie spesso, come modello turistico basato solo sulla prolife cretadi un rifiuto convinto e diffuso di un pianti di Serodoli: una testimonianza con Piùdi 5000 firme contro i prospettati im coltivazione di questa spezia “L’Oro Rosso delle Alpi”e analisiin formato riguardanti e-book. lo zafferano. A breve inoltre sarà scaricabilepresenti ilaree manuale con diinformazioni tecniche sulla coltivazione e altre con tesi, pubblicazioni ororossodellealpi.altervista.org n ’ al t ra

neve

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al uo t ro t a t a cura di CCTAM di cura a ------urismo mente cominciare a fare riferimento. l’offerta turistica invernale dovrebbe final pevolezzadiversa, esigenze diversecui a proprioilprofilo dei soci CAI! Una consa zionedell’ambiente (Limit). Guardacaso frui di limiti dei cosci ben (Learning) e muovono si cui conoscere realtà in di la desiderosi anche ma (Leisure), ligenza intel con divertirsi (Landscape), di gio ossiaquelligoderecapacipaesagdidel “modello” 4L, turisti dei è futuro il che convegnoil SAT novembre,21del diceci spaziomontano: ricerca,la ribaditohalo

sono Al suo interno sono montagna. dell’Università della all’interno del portale montagna”, contenuto coltivare lo zafferano in blog “Oro rosso delle Alpi: È questo l’obiettivo del agricola nelle Terre alte. zafferano in un’impresa la coltivazione dello che intendono approcciare Un supporto a tutti coloro

possibili ! - - - - -

Foto Igor Moschcowitz a “Matti perlaneve”, convegno interna- è parlato loscorso 2 dicembre a Trento e pericolo? Diquesto editanto altro si rischiare rimanendo sospesi tra rischio del limite? Ecome affrontare lalibertàdi scialpinisti, escursionisti unasana cultura Come riuscire afar accettare aalpinisti, nella valutazione delrischio valanghe? In chemodoinfluiscono glierrori cognitivi Incontro sulla percezione e prevenzione del pericolo valanghe per tutto il2015. Tenuti inconsiderazione visite guidate, progetti difilme concerti e Courmayeur inItaliacon conferenze, Grindelwald inSvizzera, Valtournenche Monte Bianco, chelauniràa Zermatt e anniversario dellaprimaascensione al ruolo innanzitutto ilcentocinquantesimo Nella scelta diChamonixhaavuto un protocolli della Convenzione delle Alpi. iniziative chedevono essere inlinea con i viene motivata dall’analisi diprogetti e dell’anno 2015. Come ogniannolascelta pendici delMonte Bianco, laCittàalpina Sarà Chamonix, lacittadinafrancese alle Chamonix Città alpina dell’anno 2015 avviate già sono si cui con italiano, alpino Club del speleogica realtà la con contatti dei «l’intensificazione segnalato ha SSI te presiden- neo il imminenti Traimpegni gli pugliese. Presidente della Federazione Speleologica l’attuale è Martimucci tracorso, appena triennio nel SSI Vicepresidente già (BA), 2015-2017.triennio il PuglieseAltamuradi per Italiana Speleologica Società della te Presidennuovo- il Martimucci VincenzoÈ Nuovo presidente per la Società Speleologica Italiana Vette in vista a Per approfondire: mattiperlaneve.com di valutazione delrischio. valanga attraverso unaprocedura pratica 3x3, utilearidurre i casi diincidente da e valanghe ideatore delfamoso metodo uno deimaggioriesperti mondialidineve altri, lapartecipazione di Werner Munter, Montagna del Trentino chehavisto, tra gli zionale organizzato dall’Accademia della l’avventura,torrentismol’alpinismo,il e con questaedizioneumbra.centrocittàdi Al la centro museale CAOS gennaio del al 25 al Zavka” e dal CAI Terni, è in programma dal 22 Vista, organizzato dall’Associazione “Stefano tentoedaccurato lavoro disquadra. Vettein esplorazioneat diun montagna fruttoedi edizionerassegnauna7ªcinemadi La di di l’aumento delleofferte diecoturismo. dere lamobilitàsostenibile nellavalle e del Monte Bianco), glisforzi perespan- nella gestione sostenibile delmassiccio snazionale diComuni chesono coinvolti per “l’Espace MontBlanc” tran (gruppo - l’implementazione diunanuova strategia denti. Nonsolo, sono stati premiati anche ed eventi turistici checoinvolgano iresi- Aree Naturali con programmi scientifici muovere unagestione partecipativa delle la produzione diCO2 el’intenzione dipro- tato perridurre ilconsumo energetico e il “Piano Territoriale ClimaEnergia” adot rica rivista “Speleologia”. divulgazione dei numeri arretrati della sto- la anche infine Importante speleologico. mondo del necessità e attività supportare e recepire per incontri l’organizzazionedi e grotte delle nazionale catasto il con tale scuole,costanteil por aggiornamentodel nelle speleologia della promozione la Poi sociazione guideturistiche. collaborazioni,Federparchicon l’As con e - e scambi interessanti anni tre ultimi negli T erni - - - - stimolati a disegnare la montagna. quellodedicatodibimbi delleelementari, ai corsoper opere video “ValentinoPaparelli” e Majura”(CAITerni), premiazionela con del “Terra coro l’esibizione inoltre delgramma generalete delCAIUmberto Martini. proIn Presidente dei Ragni di Lecco e del Presiden Palma, Fabio partecipazione di prevista la ambientale in Umbria Parchi e sentieri: il turismo naturalistici. la presenza dibeni storico-culturali e percorrenza elatipologiadifruizione, quali sono stati inseriti, oltre aitempi di sulla base di “schede catasto”, nelle è stata interamente riprogettata della segnaletica. Quest’ultima, inoltre, percorribilità, lasicurezza elostato nei Parchi Regionali, verificandone la ziazione deisentieri storici esistenti veduto allaricognizione egeoreferen- otto sezioni CAI umbre hannoprov Nell’ambito diquesta collaborazione le Federparchi Giampiero Sammuri. CAI Umberto MartinieilPresidente di tra gli altri, ilPresidente generale del tamento alqualesono stati invitati, – Località Pila–ore 9.00), unappun- sabato 24 gennaio 2015 (Villa Umbra turismo ambientale” siterrà aPerugia “Parchi eSentieri –Sviluppo diun caratteristiche ambientali. tutelandone contemporaneamente le numero divisitatori deiParchi umbri, sionismo, haaccresciuto fruibilitàe che, grazie allapromozione dell’escur Regione e Agenzia Forestale Regionale della collaborazione tra CAI Umbria, Un convegno che intende fare ilbilancio Gennaio 2015 News 360 / Montagne360 - - - - - /

7 Foto M. Biancarelli (concessione della Regione Umbria) Le montagne dallo spazio a cura di Mario Vianelli Mario di a cura 8 / Montagne360 Abu S viò inveceviòseguitosuocol lungo strada la av si Boadbil caduta. sua la dopotanto quando ottomesi,dall’inizio dell’assedio allacittà indossava da camicia che cambiare la te finalmen poté regina la Asturie; e nelle la così compiendo Granada, a entrati erano na e Castiglia di I gennaio1492 2 secolo. Il dall’VIII fin arabi dagli nata gover iberica terra ricca laal-Andalus, di sultano l’ultimo essere di sorte rata malaugu la ebbe Boabdil, come sciuto ierra ’ Abd

Reconquista vv fto oo i toglierla sol di voto fatto aveva Alla / Gennaio 2015 uamd pù cono Muhammad, più ¯h los Reyeslos

N ednno I d IIFerdinando nzaa eoi primi secoli iniziata evada

Católicos Isabella ’ Arago

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Spagna ------da uomo!” Frase entrata nella storia, difendere saputotanto hai non che ciòdonna sultana soltanto dalle aspre parole della madre, la piantoscoppiòun in sultanoSierraNevada.dellaAllorailste cre candide delle piedi ai creatura una come adagiata giardini, circondata da e meravigliosapiedila suoicittà ai e l’Alhambra volta l’ultima per vide sguardo, lo volgendo cavalcatura e, PadulsultanodettoEliltrattenne sua la co.Narra leggendala chegiunto passoal l’esiliocheavrebbelo condotto Marocin portavache allacosta,prima tappaverso ’A šh “o pagr cm una piangere come “Nonišah: a dirotto,interrotto , ricca di acquericcadi - - La Sierra Nevada è la montagnaSierralaNevadaLaalta più è antonomasia nell’immaginario spagnolo. SierraNevada, montagna lala innevata fondale: incomparabileper da fa le che pianta da Boabdil e alla grande montagna Matorniamo inAndalusia, alla città rim centrovicendedellemondiali.Spagnaal proiettato avrebbero Americhe delle scopertadelNuovo Mondo ricchezzele e nità e la storia cambiò corso: di lì a poco la Granadafesteggiatafu tuttain Cristiala di caduta della notizia fuga.La in efitto scon ormai secolare nemico spagnoli al sospiroMoro”,del poeticoomaggiodegli che da allora il valico è chiamato “L’ultimo

la - - - os ce ovre rso a cittadina di la converge presso che fossi nordovest. Asinistra l’ampio daventaglio di Nevada Sierra la angolazione,forte La foto La vallate più umide. forestelealloro dipermangonoche nelle la sopravvivenza di ecosistemi relitti come centinaiasità,conspecie endemichedi e ti siano una regione ad altissima biodiver fa si che il bacino e le montagne circostan MarMediterraneo, fraEuropae Africa,e posizioneloroOceanoAtlanticofraLa e tra la placca africana e quella euroasiatica. collisione dalla provocata Alpi, le anche rantefaseorogeneticala sollevatohache più elevata;più nevedella Sierra Nevada che neè la parte di coperta dorsale lunga alla fino Betica ibericaconmontagnele della Cordigliera costa la lungo prosegue cheGibilterra, africanoso parteèdelcosiddetto Arcodi primoin piano. vastoIl sistema montuo Rifmontidel costamarocchina ila ra, e Mediterraneo, lo con del occidentale più parte la d’Alborán, L’immaginein rata riserva della biosfera dall ParcoNazionale e nel 1996 è stata dichia 1989 dal è Nevada Sierra areale. La suo becco iberico, qui al limite meridionale stamdel popolazione nutritadi una anche umili pianticelle del piano nivale, ma resta nospecie relitte dell’era glaciale: perlopiù ne hanno fatto un’ L’isolamentodelmassiccio sualaquotae do dietro di sé una cinquantina di laghetti. ha modellato le creste e le vallate, lascian monianza del glacialismo quaternario che ghiacciodetritomorenico,e ultimatesti roccia,discura modesta massauna a to meridionale ridot d’Europa, oggi più io del Veleta, il finoquotaa 3367. Lassù sitrova ilCorral chilometrisaledai 640metri Granadadi vicino osservatorio astronomico, che in 38 struitaper servire gli impianti sciistici eil ca la strada asfaltata più alta d’Europa, co frequentatae anche (3392 m), sicuramente la cima più famosa (3478cénseguitom), Pico dalVeletadel metri.Lamassima elevazione ilèMulha sommitàpocomarcate superiori 3000ai ventinadiparallelauna concosta lealla inAndalusia, la Sierra èuna lunga dorsa delleAlpi.Situatalontano non mare,dal dell’interafuoriEuropaoccidentaledi al ma iberica, penisola della soltanto non in alto in

sono circo che ospitava il ghiaccia apertura a destra mostra, con una mostra,destracon a tuttirilieviformatidu “ isola” dove sopravvivo perché S rto i Gibilter ditretto riprendeMare il visiarrampi ’ UNESCO. ------Nell’immagine gione di canna da zucchero. pianta arabi, degli tempi dai finospita, Tropical Costa e conosciuto come è rale anchenei mesi invernali, tanto che il lito riparatedaiventi settentrionali assolatee zioneclimatica piuttostorigidi.situaDiversa,invece,la inverni semicontinentale, con e secco è versanteSierrainternodelladelclima il mare vicinanza del Nonostante la nada. del Guadalquivir che bagna la città di Gra Genil,importanteriocidenteaffluente il oc verso invece scende Sierra della alte affluentedel rio Guadiana; dalle cime più Guadixdanno origine al fiume omonimo,

dellependici n basso in i eoo gran vedono si rivoltea sud - - - - - , no sugli antichi terrazzamenti. plastica riparano orti e frutteti che cresco cittadinadiMotril, dove spesso telonii di anchelungol’imperviacostaattorno alla diffuse sono coltivazioni delle chiare ze coprono più di 20.000 ettari, ma le chiaz po de Dalìas è occupato dalle serre, che ri continuo.L’intero promontorio delCam ciclo a ortaggi di intensivacoltivazione la permette goccia, a gocciairrigazione soleggiatocapillareallaclimaemite e al grazie che plastica di serre grandi sotto coltivazione la plasticoltura,cosiddetta diffusa la cinquant’anni è ultimi negli si la regione costiera a ovest di Almeria. Qui massicciodelpartedellaSerraNevada e Gennaio 2015 / Montagne360 - - - - /

9 ISS Crew/Image Science & Analysis Laboratory, NASA Johnson Space Center (3) Giornata d’inverno

Cosa vuole questa luce strana? Nel bianco dei monti Il giorno è sotto stelle bianche. E i sogni germogliano sotto la luna.

La montagna ha parole racchiuse dentro di sé ma il petto è rigido e la barba gelata. Il fiume risponde con brevi riflessi, si apre per un attimo breve, e i pini offrono un po’ di resina. Il regalo scuote la neve e il cavallo freme con il muso coperto di brina. La legna spreme fuori una crosta di grasso gelato, e il ghiaccio divora il taglio della scure.

Ma ora la vetta manda in mille pezzi il disco del sole, torce il suo sguardo furtivo verso un mondo lontano. Gli alti abeti candele sulle creste dei monti si spengono, e gli alberi si acquietano nel bosco per la notte. Il fiume sospira nella gola, condensa in ghiaccio la nostalgia di mare, e le pietre dormono sotto la neve con sogni verdi nel cuore.

Olav H. Hauge da “La terra azzurra”, traduzione di Fulvio Ferrari, Crocetti editore 2008

Grandi esemplari di pino loricato ai Piani di Pollino. Foto Gianni Pofi ncora poco battute d’inverno, alcune aree Cime affacciate su due mari, pianori montuose della Basilicata e Calabria si Con le ciaspole sui carsici e pini loricati: il fantastico mondo A prestano a compiere esaltanti escursioni su neve, quasi sempre nella solitudine più assoluta invernale dei monti del Meridione e con la certezza di godere di panorami unici. Fit- te faggete con esemplari che spesso superano i 30 di Gianni Pofi monti del sud metri d’altezza fanno da corona a crinali aperti e cime dalle quali lo sguardo spazia dal mar Ionio al Tirreno. Gli itinerari descritti si svolgono perlopiù all’interno di due Parchi Nazionali, quello del Pollino e Orso- marso e quello dell’Appennino Lucano, Val d’Agri- Lagonegrese, ma anche al di fuori di queste aree la natura e la grandiosità selvaggia del paesaggio sono garantiti. Caratteristici del massiccio del Pollino sono i pini lo- ricati ultrasecolari, monumenti arborei la cui strug- gente bellezza viene ancor più esaltata dalla presen- za di neve e ghiaccio. Non a caso la zona sommitale della Serra di Crispo, dove vegeta la più spettacolare concentrazione di questi patriarchi vegetali, viene chiamata Giardino degli Dei: mai un nome coniato dagli escursionisti fu più appropriato ed evocativo. Il vicino massiccio dell’Orsomarso è caratterizzato da un aspetto ancor più selvaggio, con profonde val- li boscose, scoscesi canaloni (Cozzo del Pellegrino) e pianori sommitali (Monte La Mula) dai quali lo sguardo spazia sino alle isole Eolie. Su questi monti non è raro incontrare piccoli branchi di caprioli sel- vatici e scorgere tracce di lupo. Una parete rocciosa di 900 metri punteggiata da ca- parbi esemplari di pino loricato abbarbicati su picco- le cenge e una cresta sommitale a schiena d’asino è quanto ci aspetta sul monte Alpi, ma non meno esal- tanti sono gli scenari offerti dal vicino monte Sirino, con il suo piccolo lago Laudemio, di origine glaciale. Su questi monti la stagione delle ciaspole inizia a metà dicembre e termina ad aprile inoltrato, ma il periodo migliore – per le condizioni d’innevamento e per la maggiore durata del giorno – va da febbraio a tutto marzo. Il grado di difficoltà degli itinerari non è mai ecces- sivo, ma sono comunque necessari una buona pre- parazione fisica e un’adeguata esperienza tecnica, unite a un’attenta valutazione del percorso: alcuni tratti più ripidi, l’assenza in qualche caso di segnale- tica adeguata, condizioni meteorologiche sfavorevo- li possono creare difficoltà ai meno esperti. Con l’uso di idonea cartografia IGM e si strumentazione GPS si può ovviare alla carenza di segnaletica. Talvolta il manto nevoso può compattarsi e ghiacciare, soprat- tutto al di sopra del limite dei boschi, rendendo pro- blematica la progressione su forti pendenze: i più esperti potranno ovviare portando con sé ramponi e Monte La Mula: piccozza. Per tutti questi motivi la difficoltà di alcuni i pianori di vetta itinerari è indicata prudenzialmente come E/EE. * L’autore è socio CAI, Sezione di Gioia del Colle (BA)

12 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 13 COZZO DEL PELLEGRINO MONTE LA MULA Itinerari Partenza: località Papanicola 1220 m Partenza: rifugio Piano di Lanzo 1351 m Arrivo: Cozzo del Pellegrino 1987 m Arrivo: Monte La Mula 1935 m 1. Cozzo del Pellegrino: Dislivello: 767 m Dislivello: 584 m vista dalla cresta est nei Difficoltà: E/EE Difficoltà: EE pressi della vetta Cartografia: IGM carta d’Italia scala 1:50.000 Cartografia: IGM carta d’Italia scala 1:50.000 fogli 2. Monte Alpi: con le ciaspole verso la vetta foglio 543 “Cassano allo Ionio” 542 “Verbicaro” e 543 “Cassano allo Ionio” 3. Monte Sirino: il tratto Tempo: 6 ore Tempo: 10 ore in forte pendenza Possibile appoggio: rifugio Piano di Lanzo, Possibile appoggio: rifugio Piano di Lanzo, all’uscita da Valle dei tel. 349 5025115 tel. 349 5025115 Porcili. Foto A.Cavallo Accesso: da San Donato di Ninea (CS) si prende la Accesso: da San Donato di Ninea (CS) si prende strada per il rifugio Piano di Lanzo, indicata dalla la strada per il rifugio Piano di Lanzo, indicata da segnaletica; dopo circa 4 km, all’altezza di una de- apposita segnaletica; l’auto si lascia nei pressi del cisa curva a sinistra si lascia l’auto, a pochi passi rifugio. dall’inizio di una pista sterrata sul lato destro della Questo itinerario è impegnativo per la sua lunghez- carreggiata. za, ma la maestosità dei pianori sommitali del Mon- Il Cozzo del Pellegrino è la cima più alta del massic- te La Mula e la vista sulla sottostante costa tirre- cio dell’Orsomarso. Dalla cresta sommitale si gode nica ripagano ampiamente dell’impegno richiesto. un panorama vastissimo in tutte le direzioni: la vista Dal rifugio Piano di Lanzo si prosegue lungo la pista spazia dal Mar Ionio al Tirreno. Lasciata l’auto circa semipianeggiante in direzione ovest; dopo aver at- 2 2 km prima del rifugio Piano di Lanzo, si imbocca traversato un valloncello la pista svolta decisamen- una pista che si inoltra nel bosco in direzione nord. te in direzione sud, costeggiando una recinzione in Dopo varie curve e tornanti si trova un bivio, dove filo spinato. Seguendo con attenzione la segnaleti- A parte le cime maggiori del massiccio del Pollino, Il Monte Alpi si distacca ripidamente dai pianori cir- bisogna prendere a sinistra proseguendo sempre ca si raggiunge il fosso e la sorgente Acqua di Frida questa è l’unica montagna appenninica che supera costanti: pareti rocciose e ripidi canaloni caratteriz- sulla pista sino alla località Cozzo del Mangano. Qui (1300 m), luogo suggestivo e sempre ricco d’acqua. i 2000 metri a sud del Matese. Antiche glaciazioni zano il versante meridionale, mentre un’imponente si trascura un sentiero a destra, in discesa, mentre La pista riprende verso sinistra risalendo il versan- hanno modellato la sua parte settentrionale cre- parete rocciosa di oltre 800 metri punteggiata di si continua ancora in salita sulla pista che volge a te del Monte La Mula fino a un bivio posto a quota ando il piccolissimo ma splendido bacino del Lago pini loricati costituisce il versante ovest. Le due vet- ovest risalendo Valle Lupa. Infine si esce dal bosco 1610 m: verso sinistra si arriva a Piano d’Annibale, Laudemio. Dalla vetta il panorama è molto ampio; te, Monte Santa Croce (1893 m) e Monte Alpi (1900 e si affronta il tratto con maggiore pendenza che aperto pianoro carsico detto anche “Il Campo”, magnifica la vista sul vicino Monte Alpi. m), sono disposte su una lunga e affilata cresta. precede la cresta sommitale: proseguendo diritto dove è ubicato un rifugio di fortuna; prendendo in- Il versante nord del Monte Sirino si presenta molto Un percorso di avvicinamento molto scenografico verso ovest si arriva al ciglio dei ripidissimi canaloni vece a destra si continua a salire fino a raggiungere ripido e poco praticabile con le ciaspole se affron- porta alla base della grande parete rocciosa occi- della parete occidentale del Cozzo del Pellegrino; prima la cresta meridionale del monte La Mula e poi tato direttamente. Si può ovviare risalendo una pic- dentale in corrispondenza di un ripido ghiaione, la cima è appena un po’ più avanti, a sud. In caso gli aperti pianori sommitali e la cima. cola valle laterale, coperta dal bosco e riparata dal facilmente risalibile su sentiero. Quando si entra di scarsa visibilità, è consigliabile invece, all’uscita Il ritorno avviene per la stessa via dell’andata. In vento fin quasi all’uscita a 1900 metri di quota. nel bosco, si continua a salire in direzione est fino a dal bosco, piegare a sinistra e raggiungere subito alternativa, con buone condizioni atmosferiche e Appena oltre un ponte in cemento armato, con cui uscire in un pianoro scoperto. Di qui si punta, risa- la cresta sommitale, percorrendo la quale si giunge di innevamento, dalla vetta i più esperti potranno la pista da sci scavalca la strada, inizia sulla destra lendo il ripido versante in diagonale, alla sella fra le ugualmente alla vetta. Il ritorno avviene per la stes- seguire la cresta della montagna in direzione nord un sentiero che, inoltrandosi verso ovest nella fag- due vette, che di qui possono essere entrambe rag- sa strada dell’andata. fino ad aggirare un ripido impluvio che scende ver- geta, conduce nella stretta Valle dei Porcili. Una giunte percorrendo la cresta. In quest’ultima parte so est, per poi ridiscendere il crinale di Pizzo Caval- volta raggiunto l’alveo del torrente, bisogna piegare lo. Con una ripida discesa nel bosco si ritorna nei a sud e risalirlo, mantenendosi prima sul lato sini- pressi della sorgente Acqua di Frida, dove si ripren- stro e poi sul fondo. Con un ultimo tratto molto ri- de il percorso dell’andata. pido si esce allo scoperto in cresta: seguendola, si raggiunge in breve la vetta. Il ritorno avviene per la MONTE SIRINO stessa via dell’andata. Partenza: località Lago Laudemio m 1544 Arrivo: Monte Sirino (monte del Papa) 2005 m MONTE ALPI Dislivello: 461 m Partenza: località Piede d’Alpi m 1051 Difficoltà: EE Arrivo: Monte Alpi 1900 m Cartografia: IGM carta d’Italia scala 1:50.000 Dislivello: 849 m foglio 521 “Lauria” Difficoltà: EE Tempo: 6 ore Cartografia: IGM carta d’Italia scala 1:50.000 Accesso: Il lago Laudemio si raggiunge dallo svinco- foglio 521 “Lauria” lo autostradale (A3) di Lagonegro Sud (PZ), seguen- Tempo: 6 ore do la segnaletica per il Monte Sirino, il lago Laude- Accesso: Da Castelsaraceno (PZ) si percorre la SP mio e le piste da sci, prima percorrendo la SP 26, 36 per alcuni km, fino all’incrocio con la SP 19; qui poi svoltando a destra ai vari bivi che si incontrano. si svolta a sinistra per una stradina che costeggia 1 3 L’auto si lascia nei pressi degli impianti sciistici. alcuni fabbricati rurali. Poco oltre si lascia l’auto.

14 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 15 4. Scendendo dai Piani versante sud, dove le pendenze sono minori e dove SERRA DI CRISPO di Pollino; sullo sfondo Serra del Prete (2180 m) è meno improbabile trovare condizioni favorevoli Partenza: località Acqua Tremola 1420 m 5. Scendendo da Serra per la progressione con le ciaspole. Lungo il per- Arrivo: Serra di Crispo 2053 m di Crispo; sullo sfondo, corso si incontrano punti molto panoramici e spet- Dislivello: 633 m da sinistra, Serra delle tacolari esemplari di pino loricato. Difficoltà: E Ciavole (2127 m) e Serra Da Colle d’Impiso si prende a destra il sentiero Cartografia: IGM carta d’Italia scala 1:50.000 foglio Dolcedorme (2267 m) 6. Serra di Crispo: a che porta ai Piani di Vacquarro Alto e prosegue 534 “Castrovillari” 2000 m di quota i grandi poi, piegando a sud, verso il Colle Gaudolino co- Tempo: 6 ore pini loricati sfidano gli steggiando la maestosa parete ovest del Pollino. Al Accesso: da Terranova del Pollino (PZ) si raggiunge e inverni margine del pianoro di Gaudolino, a quota 1690 m, si supera la frazione Casa del Conte, seguendo le indi- c’è un piccolo rifugio-bivacco, utilizzabile in caso cazioni per Mezzana e San Severino Lucano. Dopo un di necessità. Poco oltre, all’altezza di una fonte- tratto in una fitta faggeta si esce allo scoperto pres- abbeveratoio, si piega a sinistra per imboccare il so l’area pic-nic di Acqua Tremola, dove si parcheggia sentiero che sale, in lieve pendenza, nella fagge- l’auto. ta. Raggiunto lo spartiacque che divide il versante La Serra di Crispo è la più accessibile fra le vette ovest della montagna da quello sud, si abbandona principali del massiccio del Pollino, sia per la mino- il sentiero e si risale il crinale fino ad uscire dal bo- re altitudine, sia per le pendenze più moderate. Così sco, dopodiché si piega a destra per aggirare una l’ascensione può svolgersi lasciando tempo sufficien- grande dolina e raggiungere un’area in cui sono te per l’esplorazione del mitico Giardino degli Dei, un

4 sparsi splendidi esemplari di pino loricato. Di qui luogo veramente d’incanto. si affronta l’ultimo e più impegnativo tratto di sali- Lasciata l’auto, si prosegue sulla strada per circa 400 ta per raggiungere la vetta. Il ritorno avviene per la m, fino ad imboccare, a sinistra, una pista di servizio del percorso la presenza di ghiaccio rende spesso Si tratta dell’itinerario più classico e più sempli- stessa via dell’andata. sbarrata da una catena. Attraverso la faggeta frammi- indispensabile l’uso di ramponi e piccozza. Il ritor- ce per percorrere la zona interna del massiccio sta a notevoli esemplari di abete bianco, si raggiunge no avviene per la stessa via dell’andata. del Pollino, con splendida vista sulle cinque cime SERRA DELLE CIAVOLE il panoramico Piano Iannace (1650 m). Mantenendosi maggiori. Ai Piani di Pollino si incontrano stupendi Partenza: località Lago Duglia 1370 m in quota e piegando a sinistra si individua facilmente PIANI E GRANDE PORTA DEL POLLINO esemplari di pino loricato, che la neve e il ghiaccio Arrivo: Serra delle Ciavole 2127 m la prosecuzione del sentiero che rientra nella faggeta Partenza: località Colle d’Impiso 1550 m rendono ancora più suggestivi. Dislivello: 757 m e sale in direzione sud-est fino a uscire dal bosco al Arrivo: Grande Porta e Piani di Pollino 1950 m Da Colle d’Impiso si scende ai Piani di Vacquarro, Difficoltà: E/EE limite nord dei Piani di Pollino. Qui si può decidere se Dislivello: 400 m dopodiché si inizia a salire verso est attraversando Cartografia: IGM carta d’Italia scala 1:50.000 affrontare subito la salita che porta alla cresta e alla Difficoltà: E il bosco di Chiaromonte; la pista esce allo scoperto foglio 534 “Castrovillari” vetta della Serra di Crispo, oppure se continuare verso Cartografia: IGM carta d’Italia scala 1:50.000 all’inizio del Piano di Toscano e degli ampi Piani di Tempo: 7 ore la Grande Porta del Pollino, risalendo poi più gradual- foglio 534 “Castrovillari” Pollino. Di qui si può puntare dritto ai monumentali Accesso: da Terranova del Pollino (PZ) si raggiunge mente tutta la cresta. In ambedue i casi ci troveremo Tempo: 6 ore esemplari di pino loricato posti al centro dei Piani. la frazione Casa del Conte, seguendo poi le indica- in uno scenario di incomparabile bellezza e sugge- Accesso: da San Severino Lucano (PZ) si prosegue Proseguendo verso nord, alla sommità dei piano- zioni per Lago Duglia. Dopo una serie di tornanti, stione: al cospetto delle vette maggiori del massiccio verso Viggianello fino al bivio, segnalato, della stra- ri si arriva alla sella che divide Serra delle Ciavo- si lascia l’auto all’inizio di una pista di servizio a si stagliano contro il cielo gli innumerevoli pini loricati, da che porta sul Pollino. Seguendo quest’ultima si le da Serra di Crispo, la Grande Porta del Pollino. destra della carreggiata, con un (poco visibile) car- avvolti da ghiaccio e neve, del Giardino degli Dei. Il raggiunge Colle d’Impiso; qui si lascia l’auto. Da qui lo sguardo si affaccia sull’area di Terranova tello indicante “Lago Fondo”. ritorno avviene per la stessa via dell’andata. del Pollino, sulle imponenti pareti rocciose della Altro itinerario classico che, sul versante setten- Timpa Falconara e della Timpa di San Lorenzo, per trionale del massiccio del Pollino, conduce senza giungere fino al golfo di Taranto. Il ritorno avviene particolari difficoltà alla Grande Porta del Pollino; per la stessa via dell’andata. da lì si può proseguire fino alla vetta della Serra delle Ciavole, con stupendi panorami sulla valle in- MONTE POLLINO terna e su tutte le altre vette del massiccio. Partenza: località Colle d’Impiso 1550 m Il sentiero conduce prima al piccolissimo Lago Arrivo: Monte Pollino 2248 m Fondo (1508 m), d’inverno sempre ghiacciato, Dislivello: 698 m piegando a sinistra, a Pietra Castello (1650 m), Difficoltà: EE un panoramico spuntone roccioso. Più oltre, a Cartografia: IGM carta d’Italia scala 1:50.000 una diramazione segnalata, si prende a destra per foglio 534 “Castrovillari” raggiungere la sella denominata Grande Porta del Tempo: 7 ore Pollino (1950 m). Si procede sui pianori lungo il Accesso: come itinerario precedente. versante ovest della Serra delle Ciavole, popolato La vetta del monte Pollino non è facilmente acces- da grandi esemplari di pino loricato; dopo circa 1 sibile durante la stagione invernale perché oltre il km la pendenza del versante si addolcisce quel limite del bosco, a circa 2000 m di quota, i ripidi tanto che basta per risalirlo e raggiungere la pa- pendii ghiacciano e diventano praticabili soltanto noramica vetta. Il ritorno avviene per la stessa via 5 6 con ramponi e piccozza. Questo itinerario risale il dell’andata.

16 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 17 Salendo il Giaròn dantre i Spìz

In Val di Zoldo, per uno Tre belle escursioni con gli sci in un angolo solitario e appartato delle Dolomiti più autentiche scialpinismo diverso di Stefano Burra e Leonardo Pra Floriani

18 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 19 ttore Castiglioni, grande esploratore basata prevalentemente sull’emigrazione (legata In questa pagina: il dell’arco alpino e pioniere dell’alpinismo alla tradizionale produzione di gelato) ha contri- versante zoldano del E italiano del periodo prebellico, nella sua buito ad accentuare quel senso di wilderness che Civetta si prova appena si lascia la strada asfaltata per en- Guida Sciistica delle Dolomiti del 1942 così de- A fronte: salendo nel scriveva la Val di Zoldo: “Nella valle non vi sono trare nel prato o nel bosco che qui, a differenza di Valòn del Pelmo. Foto finora piste attrezzate, né impianti meccanici; quello rado e ben curato del vicino Trentino Alto Angelo Bon salvo per le mulattiere frequentate dai boscaioli Adige, spesso assume il carattere di foresta impe- ben rare piste solcano le distese nevose. Lo Zolda- netrabile. Salendo in Val Prampèr, a Zoppè o a Coi no si raccomanda perciò a chi ama la montagna si può ancora provare fin dai primi passi una sen- nella sua pace invernale e nei suoi silenzi, a chi sazione di distacco e d’immersione in un mondo a ama tracciare la propria pista sulla neve intatta tra parte, silenzioso, poco frequentato. boschi e prati fino al piede dei colossi dolomitici”. Ogni conquista ha il suo costo e qui il prezzo da Nei successivi settant’anni molte cose sono cam- pagare si traduce in fatica: la particolare morfo- biate, i paesi e gli uomini non sono più gli stessi, logia della valle non concede spesso un approccio lo sviluppo economico ha portato un benessere agevole allo scialpinista, che deve sovente fare i diffuso e nuove esigenze, e anche la montagna conti con un bosco fitto e ripido, spalleggiare gli ha dovuto adattarsi, mutare aspetto, rispondere sci nelle gite che partono a quote basse, seguire alle richieste del turismo montano. Come le altre lunghe piste forestali prima di incontrare pen- splendide vallate dolomitiche anche la Val di Zol- denze adeguate, destreggiarsi tra i pini mughi… do ha risposto al progresso con impianti e strut- Inoltre, molti itinerari comportano difficoltà ture, promuovendo da un lato il Comprensorio elevate e dislivelli importanti e quelli più lunghi Sciistico del Civetta, dall’altro le piste per lo sci mancano a volte di punti d’appoggio. Chi è abi- nordico (omologate a livello nazionale) e il cen- tuato alle ampie e solari valli dell’Alto Adige qui tro per il biathlon. Tuttavia, se le prime due righe troverà un ambiente completamente diverso, di Castiglioni sono state smentite dallo sviluppo che può far innamorare a prima vista, oppure re- economico e turistico, le altre sono rimaste sor- spingere, dipende da quello che si cerca. Pur non prendentemente attuali. È sufficiente allontanarsi mancando gli itinerari facili e frequentati, come dal colosso dolomitico del Civetta, scegliendo una quelli sotto le maestose pareti del Pelmo e del qualunque direzione, per poter tracciare la pro- Civetta, abbondano in questa valle quelli adatti pria pista sulla neve intatta tra boschi e prati, nel ad uno scialpinismo diverso, lontano dagli schia- silenzio e nella pace invernale della montagna. mazzi e dai comfort mondani, dove la cima o la In questa valle chiusa e un po’ defilata l’appas- forcella si conquistano faticosamente passo dopo sionato di scialpinismo ed escursionismo può passo, dove il silenzio regna ancora sovrano, dove immergersi ancora in un ambiente intatto, in- le uniche tracce che si incontrano sono quelle de- Chi è abituato alle contaminato e selvaggio. L’abbandono delle atti- gli animali, in un ambiente difficile ma inconta- ampie e solari valli vità agro-silvo-pastorali a favore di un’economia minato, unico, straordinario. dell’Alto Adige qui troverà un ambiente completamente diverso, che può far innamorare a prima vista, oppure respingere, dipende da quello che ciascuno cerca. Pur non mancando gli itinerari facili e frequentati, abbondano in questa Inquadramento geografico valle quelli adatti ad uno scialpinismo La Val di Zoldo, situata in posizione centra- ne e dell’avventura, allenati e preparati. La di difficoltà e impegno, ma in un ambiente diverso, lontano dagli le nella Provincia di Belluno, morfologica- parte centrale, dopo il bacino di Pontesèi, è maggiormente antropizzato. La relativa schiamazzi e dai mente presenta differenze sostanziali nei più accessibile, con itinerari molto diversi vicinanza alla pianura e l’abbondante inne- comfort mondani, tre segmenti in cui può essere suddivisa. La che vanno dalle coste boscose ai pendii più vamento che normalmente la caratterizza, dove la cima o la parte bassa della valle, il “Canal”, scavato in aperti, come la Val Prampèr o la Valle della rendono la Val di Zoldo molto adatta alla forcella si conquistano profonde forre con ripide pendici boscose Malisia. L’alta Val di Zoldo, infine, situata pratica dello scialpinismo, soprattutto a faticosamente e il che si innalzano per centinaia di metri, tra i grandi colossi dolomitici di Pelmo e quello che ricerca un contatto vero e pro- silenzio regna ancora concede poche possibilità di gite scialpini- Civetta, regala agli appassionati le gite più fondo con la natura. sovrano. stiche, riservate agli amanti dell’esplorazio- solari e conosciute, con una vasta gamma Cartografia: Tabacco 1:25.000 fg. 025 e 015

20 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 21 Itinerari

1. Salendo nel Valòn del Pelmo. Foto Angelo Bon 2. Pelmetto e Pelmo in prossimità della spianata de Le Màndre 3. Il gruppo del Bosconero 4. Il San Sebastiano e il Tamer Piccolo dal Tamer Grande 5. Nel Van delle Sasse. Foto Angelo Bon 6. La cengia d'accesso ai pendìi superiori della Busazza. Foto Angelo Bon

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Sass de Formedàl ai principianti e alle situazioni in cui l’elevato perico- (1457 m), che si raggiunge in circa 2 ore. Qui è presen- Castello della Busazza, con pendenze sempre più 1968 m lo di valanghe non permette di percorrere pendii più te un bivacco invernale che consente di pernottare. sostenute. Alla base di un canalino si nota sulla destra Punto di Partenza: Còi di Zoldo Alto 1500 m ripidi. Dal rifugio si sale in direzione est e usciti presto dal una breve cengia, non sempre innevata: percorrendola Dislivello: 470 m SALITA: da Còi di Zoldo si prende la stradina che si bosco si punta all’evidente sbocco del canalone che si perviene alla pala finale, ampia e non troppo ripida. Tempo di Salita: 2 ore alza in direzione nord tra due file di larici e raggiun- scende dalla forcella, alla base degli appicchi del Sas- Con un ultimo strappo, scegliendo il migliore passag- Difficoltà: MS S2 ge una casera con bell’abbeveratoio. Dopo circa 200 so di Bosconero e della Rocchetta Alta. Il canalone, gio tra le rocce, si arriva finalmente sulla vetta. Questo itinerario, facile e molto panoramico, è adatto m si stacca sulla destra (est, indicazione su tabella) nascosto fin qui allo sguardo, s’incunea a sud tra le DISCESA: si ripercorre il tracciato di salita. un sentiero che in breve porta a un costone boscoso scure e alte pareti con pendenza crescente, passan- e con direzione nord-est, in spazi sempre più aperti, do ora sotto la bellissima parete del Sasso di Toanèlla conduce alla bella sella prativa de I Làach. Da qui si e sbucando infine sul valico della Forcella di Toanèlla prosegue ancora a est, fino alla sommità del piccolo (2150 m). Colle Aerèze 2020 m. Il Sass de Formedàl, che pre- DISCESA: si ripercorre il tracciato di salita. senta una caratteristica parete rocciosa ben visibile dai paesi sottostanti, sorge poco più a sud, separato Cima della Busazza da una piccola sella. Si perdono pochi metri di dislivel- 2894 m lo e si percorre una breve e stretta cresta (che richie- Punto di Partenza: Pècol, piazzale impianti 1385 m de un po’ di attenzione) fino alla cima (1968 m). Dislivello: 1700 m DISCESA: si ripercorre il tracciato di salita risalendo Tempo di Salita: 5-6 ore verso i prati sommitali e traversando verso sinistra Difficoltà: OSA S5 (ovest) appena il terreno lo consente, cercando di non Attrezzatura: NDS più casco, piccozza e ramponi

2 perdere velocità nei tratti dove la pendenza è mode- Grandioso e impegnativo itinerario che porta a una 5 sta. delle cime più belle e importanti del gruppo del Civet- ta. Richiede nevi ben assestate ed è riservato a sciatori Forcella de la Toanella molto bravi ed esperti. 2150 m SALITA: dal piazzale della cabinovia si segue il sentiero Punto di Partenza: Pontesèi 825 m CAI 586 fino al Casòt di Pècol. Si prosegue tenendosi Dislivello: 1325 m alla destra dell’impianto, seguendo un avvallamento, Tempo di Salita: 4 ora fino a raggiungere la Forcella della Gràva 1784 m. Si Difficoltà: BSA S3 piega ora verso ovest fino alla baracca di partenza del- L’itinerario è di grande valore ambientale, adatto a chi la teleferica del rifugio Torrani, la si oltrepassa uscen- non si spaventa di dover camminare per lunghi tratti do dal bosco con una curva verso destra e si risale con gli sci in spalla per immergersi in un ambiente in- l’ampio vallone che scende dalla Forcella delle Sasse tatto e non antropizzato. fino al valico (2476 m, 3 h). Si scende a sud ovest nel SALITA: dal parcheggio di Pontesèi si sale al rifugio bellissimo Van delle Sasse fino alla base della Cima Bosconero lungo il sentiero CAI 490; la quota bas- della Busazza, perdendo un centinaio di metri di di-

3 sa solo raramente consente di calzare subito gli sci, slivello. Si supera la propaggine rocciosa che scende 6 normalmente vanno portati sullo zaino fino al rifugio verso est e si affronta il pendio tra quest’ultima e il

22 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 23 Con le ciaspole in Lombardia Quattro facili itinerari per scoprire le Alpi lombarde nello splendore dell’inverno

di Paolo Reale

Lombardia: regione di grandi laghi, lunghi fiumi e vaste pianure ma anche di maestose montagne che, d’inverno, sono ricoperte da metri di neve. Dai primi rilievi delle Prealpi, a due passi a una delle zone più urbanizzate d’Euro- pa, al cuore delle Orobie e fino ai crinali di confine con la Svizzera sono svariate le possibilità per ciaspolare con grande soddisfazione. I quattro itinerari proposti inseguono queste suggestioni: l’Alpe Lendine è un nucleo rurale che racconta di un passato di agricoltura e pastorizia, a due passi dai confini con la Svizzera. Il monte Gugliel- Alpi bresciane e consente di omaggiare Come sempre in montagna, ancor più mo, al contrario, è una sorta di sentinella la rocciosa grandezza del Pizzo Camino. durante l’inverno, si raccomandano pru- prealpina: dalla sua vetta si dominano il La ciaspolata ai piedi della Presolana, denza, attenzione a valutare le situazioni lago d’Iseo e la vasta pianura Padana. Il infine, consente di esplorare le pendici locali di pericolo, utilizzo della corretta monte Arano è una cima modesta che, più soleggiate di questa montagna, tanto attrezzatura di sicurezza e conoscenza tuttavia, regala una superba vista sulle amata dagli escursionisti orobici. dei bollettini nivometeorologici.

ALPE LENDINE Itinerari Partenza: Olmo, 1050 m. Alcuni posti auto disponi- dal numero civico 45 si gira a sinistra, in salita. bili in questa frazione di San Giacomo Filippo, quasi Fuori dal paese un cartello in legno marca un bivio: aggrappata alla montagna: vi si accede deviando si sale senza indugio verso l’Alpe Lendine, ignorando dalla statale che porta verso il passo dello Spluga e le indicazioni per l’Alpe Laguzzola. Un paio di tornan- percorrendo così una strada stretta, caratterizzata ti disegnati nella neve permettono di entrare tra le da venti tornanti. baite di Zecca: si passa tra queste costruzioni scu- Arrivo: Alpe Lendine, 1710 m re, di pietra locale, procedendo verso il lariceto che Tipo di percorso: traccia innevata. contraddistingue il pendio a monte dell’alpeggio e si Durata: poco meno di 2 ore da Olmo all’alpeggio. entra così nella valle del Drogo. In alta valle del Drogo si trova un pittoresco agglome- Il percorso si sovrappone al sentiero 26 e prosegue rato di baite, un tipico nucleo rurale della montagna per un buon tratto a mezza costa, in saliscendi, fino lombarda: l’Alpe Lendine. Durante l’inverno questo a un ponte che, a 1477 metri di quota, consente di villaggio dalla storia antica offre una visione incanta- cambiare versante orografico (prestare la massima ta, si potrebbe dire fiabesca. Senz’altro indimentica- attenzione camminando sul ponte, soprattutto in bile. caso di neve copiosa). La ciaspolata qui torna a farsi La ciaspolata per raggiungere l’alpeggio è piuttosto più faticosa: con una serie di tornanti si prende quo- In questa pagina e a lunga ma senza tratti impegnativi. Si inizia attraver- ta in un rado boschetto e in poche decine di minuti si fronte: un'incredibile coltre di neve ammanta sando il piccolo paese di Olmo, si lascia la chiesetta raggiunge lo scenografico alpeggio, il punto d’arrivo le baite dell'Alpe sulla sinistra seguendo le indicazioni del sentiero 26. dell’escursione. Lendine, nel cuore delle Non appena si passa oltre la casa contrassegnata La discesa avviene lungo lo stesso percorso di salita. Alpi della Val Chiavenna Gennaio 2015 / Montagne360 / 25 dulzio, cappella commemorativa delle vittime della si siano rifugiati alcuni Barbari (appunto, “pagani”) strage nazista che falcidiò Borno durante gli ultimi in fuga da una terribile battaglia. Nei mesi più fred- mesi dell’occupazione del Nord Italia. di, in questa grotta si possono ammirare stalattiti e Si costeggia il lago sulla destra orografica e poi si stalagmiti di ghiaccio, davvero particolari. torna a salire fino ad un primo punto panoramico: La partenza avviene dall’albergo Spampatti, a 1210 il Colle del Mignone, 1542 m. La prosecuzione verso m: alle sue spalle prende le mosse una pista fore- il Monte Arano pone alcuni dubbi: in assenza di una stale da seguire verso ovest per diverse centinaia di traccia ben marcata, l’escursionista meno esperto metri. Poco prima di una baita, seguendo la traccia deve accontentarsi di aver raggiunto questo colle. segnata 315-318, si passa attraverso una radura e si La traccia verso la vetta, quando marcata, si dipana torna poi nel bosco. Un po’ di “zig-zag” tra gli abeti e invece in un rado lariceto, si avvicina al crinale set- si torna su una forestale, a tratti abbastanza ripida, tentrionale del monte Arano e poi sbuca in campo che conduce fino ai 1522 metri di altitudine di Bai- aperto. Disegnando pochi tornanti ci si porta quindi ta Cassinelli. Qui termina l’escursione per i meno sulla vetta dove ci si può inchinare alla maestosità esperti e i meno allenati. del Pizzo Camino, un vero gigante. Chi invece se la sente può proseguire oltre: igno- rando le indicazioni del sentiero 315 – che porta ad BAITA CASSINELLI E GROTTA DEI PAGANI avvicinarsi a una zona esposta al rischio valanghe Partenza: albergo Spampatti (BG), 1210 m, poco a – si prosegue verso la Valle dell’Ombra. Si sale tra valle del passo della Presolana. Diverse possibilità rade conifere, a breve distanza da un ripido pendio,

1 2 di parcheggio data la vicinanza degli impianti di e in poche decine di minuti si entra nell’incantevo- risalita sull’altro versante. le valle dell’Ombra, proprio ai piedi della Presolana Arrivo: baita Cassinelli, a 1522 m, e Grotta dei e del Pizzo Corzene. Tenendosi sulla sinistra oro- MONTE GUGLIELMO volta può rivelarsi insidioso: è bene dunque presta- 1. Il Santuario del Pagani a 2200 m grafica della vallata, sfiorando senza raggiungerli Partenza: Pezzoro (BS), 911 m. Sono presenti re particolare attenzione. Redentore, simbolo del Durata: meno di 1 ora per Baita Cassinelli. Un paio il bivacco Clusone e la cappella Savina, si procede diversi posti auto in paese ma vista l’elevata Oramai si può intuire il tracciato che conduce alla monte Guglielmo. d’ore da Baita Cassinelli fino alla Grotta dei Pagani. in salita superando alcuni dossi. Giunti alla base di 2. Il maestoso profilo del frequentazione è bene arrivare nelle prime ore del vetta: si stagliano all’orizzonte, sempre più vicini, La Presolana è senz’altro la montagna simbolo del- un ripido pendio nevoso – da valutare con attenzio- Pizzo Camino domina mattino. la sagoma di un colossale monumento dedicato gli escursionisti che, le Orobie e delle Alpi bergamasche. Le sue pendici ne – si scorge la fessura che caratterizza la grot- Arrivo: vetta del monte Gugliemo, 1937 m al Cristo Redentore e una statua di Papa Paolo VI, armati di ciaspole, si sono frequentate da sci alpinisti e ciaspolatori d’in- ta dei Pagani: un faticoso zig-zag è l’ultimo sforzo Punti intermedi: rifugio Valtrompia (verificare un Pontefice bresciano che si spese per ricostruire apprestano a salire la verno come da biker ed escursionisti in estate. Alle da compiere per guadagnare la meta e godersi lo l’apertura, www.caivaltrompia.it) il monumento. La traccia prosegue lungo il crinale vetta del monte Arano. pendici di questa cima rocciosa si apre la curiosa spettacolo regalato dal ghiaccio. Discesa lungo il 3. Ciaspolatori e Durata: meno di 1 ora per raggiungere il rifugio e prende quota tra tratti ripidi e passaggi più rilas- grotta dei Pagani: una leggenda racconta come qui percorso di salita. scialpinisti nelle candide Valtrompia; 2 ore circa per la vetta. Discesa molto santi. Giunti in vetta si gode di un nuovo panorama nevi ai piedi della rapida per i ciaspolatori più esperti. che abbraccia, oltre alla pianura e a vasti setto- Presolana Monte Guglielmo è una rozza italianizzazione ri delle Prealpi bresciane, anche il lago d’Iseo e le dell’antico nome di questa montagna bresciana che Orobie bergamasche. Discesa lungo la via di salita. tutti hanno sempre chiamato “Golem”, una voce dia- lettale per indicare una sommità, una colma, quasi a MONTE ARANO sottolinearne il profilo tondeggiante. Vicinanza alla Partenza: località Navertino (Borno - BS), 1020 m. città, facilità d’accesso e relativa sicurezza dei pen- Le possibilità di parcheggio in loco sono scarse: dii sono alla base del successo del Guglielmo, che è sarà probabilmente necessario partire dalla vicina una cima tra le più frequentate delle Alpi. Borno salendo a piedi lungo la strada comunale. La salita parte con una serie di ripide rampe sulle Arrivo: Monte Arano, 1941 m tracce della mulattiera di servizio del rifugio Val- Durata: 2 ore/2 ore e 30 minuti per la salita e circa trompia, posto a 1250 metri di quota. Superato il un’ora di meno per la discesa. rifugio, si prosegue in direzione di un valico prativo Il Monte Arano è una modesta elevazione che, a di- e si continua a ciaspolare attraverso un boschetto spetto della quota inferiore ai duemila metri, offre che si apre soltanto una volta raggiunta malga Pon- una vastità di panorami davvero inaspettata. Nel togna, a quasi 1400 metri di altitudine. Si prosegue pieno del gruppo del Pizzo Camino, il monte Arano prendendo quota prima attraverso i pendii attorno permette di contemplare il profilo maestoso dello alla malga, poi nel bosco, poi di nuovo zigzagando stesso Pizzo Camino, un gigante di roccia che divide su un ripido pendio noto come “el ratù”. Ancora la val di Scalve dalla val Camonica. Più in lontanan- qualche albero, un nuovo pendio, un breve traver- za, la sagoma del Cornone di Blumone, il monte Fre- so e un’ultima salita prima di raggiungere la cresta rone e diverse altre cime del settore meridionale del sommitale, dove si trova malga Stalletti Alta: si apre gruppo dell’Adamello. così un’ampia vista sulla pianura, in inverno spes- Da Navertino si prende quota su una mulattiera che,

so nascosta da un mare di nebbia. Prima di questo snodandosi tra i boschi, sale ai 1299 m del Lago di 3 punto panoramico si affronta un traverso che tal- Lova. Commuove, lungo il cammino, la santella Se-

26 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 27 A fronte: Cristina e l’opera andrà a buon fine come tutti i aveva preso contatti con l’Aga Khan Foundation, Castagna Peak (5311 m) presupposti lasciano ben sperare, avre- un’organizzazione patrocinata dal capo religioso Alpinismo e aiuto umanitario cima dedicata all’amica mo una storia bellissima da raccontare degli ismailiti, molto attiva nel nord del Pakistan. scalatrice precipitata nel S luglio 2009 dal Broad ai nostri nipoti. Una storia dove passione per la In breve l’acquedotto è stato ampliato portando Peak montagna, fraterna amicizia tra popoli, speran- l’acqua in tutte le case e anche nei villaggi sot- za nel futuro, avvallo di autorità locali e nazio- tostanti. Uno storico passo avanti di moderniz- nell’Hindukush pakistano In questa pagina, da nali e condivisione di un’idea divenuta progetto zazione per la piccola comunità abituata a lavare sinistra: inaugurazione concreto, dovrebbero portare a sviluppi davvero panni e prelevare acqua dalle rogge, che scorren- dell’acquedotto con al impensabili. L’obiettivo è costruire una struttura do fra le case e i ricoveri degli animali aveva un Nel villaggio di Ghotolti, nel Pakistan settentrionale, centro T. Bellò, a destra Azraf Amman, a sinistra a ricordo delle giovane scalatrice vicentina Cristi- forte inquinamento batterico. sorgerà il centro di alpinismo dedicato all’alpinista Rasa Aman Sha, il na Castagna e consegnare una chiave utile per far È stato un po’ come ritornare a casa, fra cari ami- maestro del paese crescere economicamente un’area, un’intera val- ci. Tutti ci invitavano a bere e a mangiare con vicentina Cristina Castagna lata, puntando su turismo, trekking e alpinismo. grandissima e commovente ospitalità. Così, valu- Mirco Forte durante la Ma andiamo con ordine, facendo un breve passo tata la volontà a collaborare, dopo approfonditi di Tarcisio Bellò cavalcata della cresta Iskhoman a ritroso nel tempo. Nel 2009 a Ghotolti, a 2600 colloqui abbiamo riunito più volte i capifamiglia metri di quota nella valle di Ishkoman – nel di- del villaggio, formato un Comitato Progetto con stretto di Gakuch, a nord di Gilgit – era stata pro- undici membri, ricevuto l’offerta di otto donato- grammata la costruzione dell’acquedotto pubbli- ri di terreno, siglato un accordo ufficiale davanti co; ma il 18 luglio, durante il trasferimento per al magistrato locale per la donazione del terreno raggiungere il villaggio, giunse la tragica notizia scelto, la costruzione e la futura gestione della Una bella storia che Cristina Castagna era fatalmente caduta dal- struttura. Un lavoro preliminare indispensabi- dove passione la cima del , un ottomila pakistano. le per spianare ogni ostacolo lungo il percorso. per la montagna, Terminati i lavori e scalate varie montagne, tra Nel frattempo Federico Battaglin, Mirco Forte, amicizia tra popoli, cui una cima di 5311 metri battezzata Cristina Francesco Vitaliani, Davide Gobbo, Tarcisio ed speranza nel futuro e Castagna peak, venne spontaneo auspicare la Ettore Bellò hanno scalato il Galbat Peak (5120 condivisione di un’idea costruzione nello stesso luogo di un rifugio a lei m), sul fondo della valle Diran Gah, nonostante si sono concretizzate dedicato. le condizioni meteorologiche particolarmente in un progetto di ampio Ottenuta l’approvazione della famiglia e delle se- sfavorevoli. respiro. L’obiettivo è zioni locali del CAI, è iniziata la raccolta fondi e costruire una struttura per quattro anni si è lavorato per incrementare Prima della partenza abbiamo a ricordo delle giovane un piccolo patrimonio da investire nel progetto. anche valutato la possibilità di scalatrice vicentina Lo scorso anno, pur con tutti i dubbi che assil- sostituire il precario ponte di legno Cristina Castagna e lano chi si reca in Pakistan – un Paese segnato promuovere iniziative da profondi confitti – siamo tornati a Ghotol- Alla nostra partenza l’amicizia si era rafforza- di sviluppo economico ti ricevendo un’accoglienza calorosa e festosa. ta. La condivisione del progetto aveva sancito di un un’intera vallata, Il motivo è presto detto: dopo il nostro lavoro una cordata ideale, un’amicizia profonda e fra- puntando su turismo, sull’importanza dell’acqua pulita per l’igiene e terna fra noi scalatori italiani e il piccolo villag- trekking e alpinismo la prevenzione delle malattie, la gente del luogo gio di Ghotolti. L’accordo vede coinvolte anche

28 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 29 l’accoglienza ormai familiare, in due giorni sono state approntate le misure necessarie. Finalmen- te, il terzo giorno ci siamo incamminati lungo la Soot Gah, – ovvero “la valle buona per gli stam- becchi”, localmente detti mahor. Nel 2004 nella stessa valle il CAI di Montecchio Maggiore aveva compiuto una prima importante esplorazione, salendo alcune cime senza però toccare i rilievi principali. Dieci anni dopo ci siamo attendati nel- lo stesso luogo, ai Gashuki Lake, a 3850 metri di quota tra fiori multicolori e i gashu le ormai rare cipolle selvatiche che danno il nome a questa lo- calità. In tredici giorni sono state compiute due fantastiche ascensioni su cime inviolate. Così il 25 luglio è avvenuta la salita al Soot Gah Peak (5825 m) per il Grande Canalone Sud, mentre il 30 lu- glio salendo dal “canale a gomito” e traversata la Cresta dell’Amicizia sono stati toccati in serie i quattro rilievi Ishkoman (5642, 5711, 5740 e 5767 m) e poi la cima principale dell’Iqbal Peak a quota 5820. Entrambe le ascensioni hanno richiesto una ventina di ore di arrampicata, un viaggio straor- dinario a quote non altissime ma con una vastità di vedute da fare invidia ai più blasonati colossi himalayani. In tredici giorni sono state l’Associazione delle Sezioni Vicentine del CAI, dell’Hindukush. Una dozzina di incontri presso In questa pagina: scuola compiute due fantastiche varie sezioni CAI veronesi e venete, Adventure scuole, sezioni del CAI e di altre associazioni primaria di Ghotolti con ascensioni su cime inviolate Trekking Pakistan (ATP), la maggiore agenzia sono serviti a illustrare le finalità del progetto gli amici Davide Gobbo, Francesco Vitaliani e turistica nazionale con il suo fondatore Azraf Am- attraverso spettacolari immagini di vallate, alpeggi Mirco Forte Tornati a Ghotolti, è stata poi indetta una riunio- man, Focus Himalaya Travel di Milano, l’Asso- stagionali, picchi innevati e ritratti di persone. ne del Comitato Progetto con la partecipazione ciazione Onlus Montagne e Solidarietà di Avio e i Significative entrambe le testimonianze, sia quella A fronte, dall’alto: di gran parte degli abitanti del villaggio, per de- gruppi facebook “Escursioni Storico Umanitarie” e di Amin Sha, insegnante di scuola media che Galbat Peak 5120 m finire la tempistica dei lavori. L’aiuto finanziario “Vajo che passione” che radunano ormai migliaia ama definirsi the guide of Hindukush per la sua oltre Davide Gobbo, ammonta a circa cinquantamila euro, buona parte Francesco Vitaliani, di iscritti: tutti uniti dall’amore per la montagna e profonda conoscenza del territorio, sia quella di Mirco Forte e Federico dei quali è stata già raccolta e sarà resa disponibile dalla volontà di contribuire al progetto, che com- Sherbaz Khan, educatore d’insegnanti dalla vasta Battaglin, Tarcisio Bellò con l’avanzamento dei lavori. Non è una cifra mol- prende anche lo sviluppo del futuro Centro Alpi- e approfondita cultura. Gli incontri, oltre alla e il figlio quindicenne to grande, ma senz’altro significativa se rapportata nistico. Prima della partenza abbiamo anche va- raccolta di fondi, hanno sortito la collaborazione Ettore ai costi e al tenore di vita della regione. È una goc- lutato la possibilità di sostituire il precario ponte dell’Istituto Pasini di Schio nell’elaborazione di un cia in un mare di bisogni, ma come scrisse il grande Rilievi del ponte per la di legno, unica via di accesso al villaggio, con una progetto con insegnanti e studenti, futuri geometri costruzione della nuova poeta pakistano Mohammad Iqbal, la goccia non nuova, sicura e durevole struttura metallica. A set- fortemente motivati dalla supervisione dell’arch. struttura metallica si deve vergognare di essere piccola perché il vasto tembre il vecchio ponte è crollato ma, pur avendo Francesco Baggio di Bassano del Grappa, amico e oceano le risponderà che lei ha avuto la fortuna di trovato un partner industriale italiano per la sua appassionato sostenitore del progetto. Relazione ai capifamiglia viaggiare per pianure, vallate, altipiani, deserti e realizzazione in metallo, è stato impossibile agire di Ghotolti sulle catene di monti e porterà tutta la sua esperienza di In breve l’acquedotto è stato modalità di esecuzione immediatamente. Perciò il ponte è stato rifatto in e finanziamento del piccola ma assai preziosa goccia d’acqua. loco una prima volta; poi è crollato nuovamente ampliato portando l’acqua in tutte progetto umanitario Nel giugno 2015 è previsto il montaggio del ponte sotto il peso di un trattore (il conducente è uscito le case e nei villaggi sottostanti donato dalla Omba Impianti & Engineering SpA miracolosamente illeso da un volo di una decina di Torri di Quartesolo (VI) grazie alla generosa di metri) e quindi è stato ricostruito una seconda A luglio di quest’anno, per difficoltà concrete nel disponibilità della direzione, dell’ufficio progetta- volta, sempre in legno ma in modo più robusto e realizzare e montare il nuovo ponte, ho comun- zione e delle maestranze impegnate a realizzarlo. sicuro. que ritenuto opportuno tornare a Ghotolti, in A tale proposito si fa un appello per reperire un Nel gennaio 2014, come da accordi, una compagnia dell’amico Mirco Forte, per completa- generatore di 6-7 Kw/ora, un demolitore e tre o delegazione pakistana formata dagli amici re i rilievi per il ponte e del lotto di terreno dona- quattro carpentieri, meccanici o muratori per un Sherbaz Khan e Amin Sha è venuta in Italia per to per il Cristina Castagna Community Climbing aiuto nel montaggio. Dopo la posa del ponte ini- un ciclo di conferenze allo scopo di promuovere il Center, oltre che per mantenere gli indispensabili zieranno i lavori per il Cristina Castagna Commu- progetto e far conoscere le meravigliose montagne contatti e per tentare qualche ascensione. Dopo nity House Climbing Center.

30 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 31 Le acque del Caucaso tra oriente e occidente

Si è svolta l’estate scorsa “Georgia Canyoning Expedition 2014”, prima ricognizione delle enormi possibilità esplorative offerte dalla repubblica caucasica di Angela Torri

utto è cominciato perché a Francesco, avere le caratteristiche giuste nelle montagne Umberto e Cristiano, istruttori di tor- caucasiche della Georgia. Il territorio è prevalen- T rentismo che hanno praticato questa temente montano, dominato dal Gran Caucaso e disciplina in mezzo mondo, è venuta voglia di dal Caucaso Minore; tra le due catene si aprono esplorare. le valli fluviali di Kura e Rioni degradanti ver- Se buona parte dei canyon più belli d’Europa si so la pianura costiera della Colchide. Dalle alte trova tra le Alpi e i Pirenei perché non andare a montagne che sovrastano questa regione “mito- cercarne di inesplorati in un’altra catena mon- logica” scendono molti canyon totalmente ine- tuosa che ha le stesse caratteristiche geomorfolo- splorati e particolarmente promettenti sembra- giche? Tra quelle montagne che segnano il con- no i monti della Mingrelia-Alta Svanezia, nella fine naturale tra occidente e oriente? Perché non parte nord occidentale del Paese. andare a cercare forre nel Caucaso? Nel mese di aprile 2014 Francesco volava a In breve i tre individuano una zona che sembra Monaco di Baviera per incontrare Mamuka Foto Francesco Radicchi Francesco Foto Pietrolungo Andrea Foto

32 / Montagne360 / Gennaio 2015 Nikoladze, presidente dell’Unione Speleologica Georgiana. A questo fruttuoso incontro, è segui- to l’invito ufficiale da parte del governo georgia- no per 8 torrentisti italiani (5 umbri, 2 abruzzesi, 1 marchigiano). Il governo della Georgia, paese dell’ex blocco sovietico, ha un chiaro programma di sviluppo turistico e la spedizione rappresenta un ottimo veicolo per esportare le qualità e il po- tenziale naturale, storico e umano del paese. Il progetto esplorativo ha anche un aspetto divul- gativo con il fine di trasmettere tecniche e ma- novre codificate per la pratica della disciplina. Il dipartimento del turismo georgiano finanzierà totalmente la spedizione. A casa intanto si coinvolgono altre realtà di settore, l’Associazione Italiana Canyoning e le sezioni del Club Alpino Italiano di Terni, Peru- gia e Pescara: nasce così la “Georgia Canyoning Expedition 2014”. L’itinerario della spedizione viene accuratamente preparato nei mesi che pre- cedono la partenza, la zona individuata si trova nei pressi della regione autonoma dell’Abhkazia, villaggio di Mukhuri, da cui i torrentisti si spo- steranno con mezzi 6x6 e cavalli, fin dove possi-

bile, per raggiungere l’ingresso dei canyon, tutti Berti Francesco Foto Pace Fabio Foto più o meno a quota 2000-3000 m. L’instabile si- tuazione politica della regione impone permessi sono lunghissimi a causa di vari imprevisti, in- giorno seguente per essere sostituita dall’altro, non sentiero di accesso a monte. È l’ultimo giorno nel e guide locali che conoscono le zone di confine convenienti tecnici e traffico locale, essendo meno sentito obiettivo della spedizione: la divul- Samegrelo Zemo Svaneti vogliono vedere le casca- non ancora bonificate dalle mine antiuomo. quella l’unica strada che risale la valle. Lungo gazione, il trasferimento delle competenze torren- te nella valle del Ghvedi e del Martvilli, ma il fur- I componenti della spedizione, Fabio Pace e An- il percorso alle falde del del pre-Caucaso (fiumi In breve viene tistiche agli appassionati locali. Il 9 giugno 2014 gone con tutta l’attrezzatura li lascia a piedi con un drea Pietrolungo del CAI di Pescara, gli umbri Khobistkali, Jvari, Ghvedi), i torrentisti notano individuata una zona prende il via ufficialmente il 1° Corso Internazio- ultimo sofferto spasmo. Irritati dagli inconvenien- Francesco Berti, Umberto Galli, Cristiano Mas- numerosi canyon che scendono a valle, molti dei che sembra avere nale di Canyoning in Georgia a cura dei parteci- ti, rientriamo alla base dove ci attende una grande soli, Francesco Radicchi, Marco Barbanera e il quali irraggiungibili per mancanza di vie di ac- le caratteristiche panti alla spedizione, che ha lo scopo di divulgare festa di arrivederci organizzata dall’Unione Speleo marchigiano Giacomo Berliocchi, partono da cesso, sebbene l’ostacolo maggiore che scoraggia interessanti le tecniche di progressione su corda a un gruppo Georgiana a base di piatti tipici e chacha, la grap- Roma il primo giugno con volo diretto per Tblisi. l’esplorazione sia la portata idrica del fiume che nelle montagne di allievi della Protezione Civile di Chorotsku. Le pa georgiana ad altissima gradazione alcolica. Ad attenderli all’aeroporto per una breve confe- ne impedisce l’attraversamento. caucasiche della lezioni si svolgono in una palestra di roccia presso renza stampa, il Presidente dell’Unione Speleo- Nei giorni seguenti il gruppo si divide per esplo- Georgia. Il territorio una cava sul fiume Khobistkali, dove si è cercato Il nuovo progetto prevede di logica Georgiana, Mamuka Nikoladze, la tv na- rare, scendere e mappare i canyon di Kirzala e è prevalentemente di ricreare tutte le possibili problematiche legate ampliare la conoscenza del zionale e l’interprete Ninisha Silagadze. Da qui Khunji nella valle del Khobistkali. Il 6 giugno montano, dominato all’attrezzamento di un canyon. Gli allievi hanno territorio fino alla regione del Racha inizia l’avventura, con i 450 km di strada fino al è tempo di impegni diplomatici, una parte del dal Gran Caucaso e dal poi messo in pratica le conoscenze acquisite effet- villaggio di Mukhuri, nella regione del Samegre- gruppo incontra il governatore della regione Sa- Caucaso Minore; tra le tuando la discesa in corda nel torrente Gvalasha- Il bilancio della spedizione è comunque positi- lo Zemo Svaneti. Il campo base è allestito in una megrelo Zemo Svaneti, finanziatore del proget- due catene si aprono ra e affrontando tuffi e toboga in totale sicurezza. vo, in nove giorni utili per l’esplorazione i tor- vecchia caserma militare russa dove il custode e to, mentre gli altri tentano il canyon Sakalma- le valli fluviali di Kura Alla fine del corso otto di loro ottengono l’attestato rentisti italiani sono riusciti a individuare 7 forre due cuoche si prenderanno cura dei torrentisti kho, ma la grande portata d’acqua non permette e Rioni degradanti di partecipazione allo stage, il tutto costantemente e censirne 4, in un territorio difficile dal punto con la gentilezza e l’innato senso di ospitalità di effettuare la discesa in sicurezza. L’8 giugno verso la pianura monitorato dalla tv georgiana che intervisterà poi di vista naturale e logistico; pare che il governo georgiano. riescono a percorrere il canyon Gvalashara Mdi- costiera della Colchide. istruttori e allievi. georgiano, soddisfatto dalla collaborazione, sia nare e successivamente si spostano verso Mestia Dalle montagne che Il giorno successivo si riesce a percorrere e map- intenzionato a finanziare una seconda spedizio- La Svanezia, è la regione abitata più nell’Alto-Svaneti. La Svanezia, regione storica sovrastano questa pare il canyon Otxi Mdinare, tappa successiva la ne nel 2015 per completare il monitoraggio dei alta d’Europa e vi si trovano alcune della Georgia circondata da picchi che vanno regione “mitologica” valle del Jvadi dove sono state individuate delle canyon nel Samegrelo Zemo Svaneti. Si parla del delle vette più elevate del Caucaso dai 3000 ai 5000 m, è la regione abitata più alta scendono canyon alte e bellissime cascate. Permane il problema de- mese di settembre perché la portata idrica infe- d’Europa e vi si trovano quattro delle vette più totalmente inesplorati; gli accessi ma un boscaiolo ha assicurato che esiste riore consentirebbe di accedere là dove a giugno Le prime ricognizioni del territorio iniziano già elevate del Caucaso (tra cui il monte Chkhara particolarmente un sentiero che risale la montagna per 500 metri. non è stato possibile. Il nuovo progetto prevede il giorno successivo, con la risalita della valle 5193 m, maggiore elevazione della Georgia). La promettenti sembrano Ci inerpichiamo in una fitta boscaglia cercando di di ampliare la conoscenza del territorio fino alla del fiume Khobistkali a bordo di un vecchio ca- zona di interesse torrentistico è la vallata che ter- i monti della Mingrelia- farsi strada a colpi di machete percorrendo 900 regione montana del Racha, situata nella valle mion militare russo 6x6 guidato da un funam- mina nel grande lago artificiale del fiume Jvadi, Alta Svanezia, nella metri in quattro ore. Arriviamo alla base delle im- dell’alto corso del fiume Rioni; e questa volta bolico autista, autore di pericolose manovre contornata da cascate e profondi canyon. parte nord occidentale pressionanti cascate di Sbockov Mdinare da cui non solo canyoning: i georgiani sembrano molto nei tratti più esposti. I tempi di trasferimento L’intensa attività esplorativa è interrotta il del Paese. inizia la febbrile ma inutile ricerca di un possibile interessati anche al rafting e all’hydrospeed.

34 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 35 Eruzione notturna sullo uando ho iniziato a pensare al trekking è fatta strada l’idea di portare i nostri giovani a Stromboli. internazionale UIAA 2014, nell’ambito scoprire l’affascinante mondo dei vulcani sicilia- Sui vulcani del Mediterraneo Foto Mario Vianelli Q dei Global Youth Summit, mi sono det- ni, sicuramente sconosciuto alla maggior parte di ta: “Proviamo a una cosa diversa dal solito… an- loro. Trekking UIAA: giovani alpinisti alla scoperta degli che i vulcani sono montagne, montagne vive, che L’idea si è concretizzata grazie al prezioso lavo- spettacolari vulcani del Mediterraneo cambiano continuamente il loro aspetto e quello ro organizzativo dei colleghi Accompagnatori di dell’ambiente circostante, che ne subisce le de- Alpinismo Giovanile delle Sezioni CAI dell’Et- di Rosella Chinellato vastazioni ma ne viene anche arricchito.” Così si na. Il gruppo era composto da dieci ragazzi ita- liani, provenienti da otto diverse regioni, e da sei ragazzi catalani più un adeguato numero di accompagnatori. La nostra avventura inizia dall’arcipelago delle Eolie con una tappa a Lipari per visitare il museo archeologico che espone preziose testimonianze dell’antica storia dell’isola. La presenza umana nell’arcipelago infatti risulta sin dalla notte dei tempi. Le genti preistoriche vennero sicuramente attratte dalla presenza di grandi quantità di ossi- diana, sostanza vetrosa di origine vulcanica, gra- zie alla quale le Eolie furono al centro di fiorenti rotte commerciali sin dalla più remota antichità. I primi insediamenti si ebbero già alcuni secoli prima del 4000 a.C., nell’età neolitica. L’ossidia- na, che a quei tempi era un materiale ricercatis- simo grazie al fatto di essere il più tagliente di cui l’uomo dell’epoca disponeva, generò traffici commerciali così intensi da conferire grande pro- sperità alle isole. A Lipari nacque così uno degli insediamenti più popolosi del Mediterraneo, e, a partire dal 3000 a.C. la ricchezza di Lipari si estese alle altre sei isole, che cominciarono ad popolarsi. Le isole furono colonizzate dai Greci intorno al 580 a.C. che le chiamarono “Eolie”, poi- ché ritenevano che fossero la dimora del dio dei venti, Eolo. Secondo la mitologia greca, Eolo ri- parò su queste isole e diede loro nome, grazie alla sua fama di domatore dei venti. Viveva a Lipari e riusciva a prevedere le condizioni del tempo os- servando la forma delle pennacchi di fumo di un vulcano attivo, probabilmente lo Stromboli. La nostra avventura inizia dall’arcipelago delle isole Eolie con una tappa a Lipari

Lasciata Lipari, ci spostiamo proprio a Strombo- li, dove in serata saliremo sul vulcano. L’isola è la più settentrionale delle Eolie e si estende su una superficie di 12,2 chilometri quadrati. È un vulca- no alto 926 metri che si eleva da una profondità di circa 1700 metri dal livello del mare. Stromboli è considerato uno dei vulcani più attivi del mondo ed è caratterizzato da persistente attività esplo- siva, chiamata appunto stromboliana. Tale atti- vità consiste in esplosioni intermittenti di media energia, della durata di pochi secondi, a intervalli di 10-20 minuti, durante le quali vengono emesse

36 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 37 piccole quantità di bombe di scorie incandescen- costruzione e distruzione iniziato circa 600.000 ti, lapilli, cenere. La sua attività “ordinaria” ha anni fa, nel Quaternario. Fu proprio il colossale luogo a una quota di 750 m dalle diverse bocche attrito tra le due zolle, africana ed euroasiatica, eruttive presenti nell’area del cratere. a dare origine alle prime eruzioni sottomarine di lava basaltica molto fluida. Le migliaia di co- I ragazzi sono affascinati dalle late di lava, le immense quantità di scorie, ghiaie, fumarole sulfuree che colorano le sabbie, ceneri, tufi emesse nel corso dell’inces- rocce di giallo sante attività vulcanica hanno distrutto, o sem- plicemente nascosto per sovrapposizione strati- Ci attrezziamo per la salita non senza una punta grafica, i resti dei vari centri eruttivi preesistenti. di delusione dovuta al divieto di raggiungere la Il vulcano attuale è costituito essenzialmente da cima, per ragioni di sicurezza, a causa dell’attività quattro crateri sommitali attivi: il cratere cen- eruttiva più intensa del solito. Ci dirigiamo così trale o Voragine, il cratere di nord est, la Bocca verso un punto di osservazione alla quota di 460 Nuova e il cratere subterminale di sud est. Vi metri, sul bordo della Sciara del Fuoco, dal qua- sono inoltre diverse bocche laterali sparse a va- le si ha un’ottima visuale sulla bocca esplosiva: rie altitudini. Con i suoi 3340 metri di altezza, ci godiamo l’infuocato tramonto sul mare, poi, è la cima più alta dell’Italia a sud delle Alpi. Il con l’avanzare del buio, lo spettacolo che ci offre 21 giugno 2013 l’ UNESCO ha insignito il Monte Stromboli è impagabile. Le esplosioni si susse- Etna del titolo di Patrimonio dell’Umanità. guono con regolarità; alcune, veramente notevoli La nostra base è una bella struttura nel Comu- per intensità, ci permettono di seguire la discesa ne di Bronte, all’interno del Parco dell’Etna, nel del materiale eruttivo lungo la Sciara del Fuoco versante occidentale del vulcano. Abbiamo tre fino in mare. giorni per esplorare questo territorio unico e sco- Il giorno successivo ci attende l’isola di Vulcano, prirne i segreti geologici e naturalistici. La zona la più meridionale dell’arcipelago. L’isola deve proprietà terapeutiche. Tramonto sulle isole I numerosi getti di dall’alternarsi degli strati rocciosi dalle tonalità è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti: la sua esistenza alla fusione di alcuni vulcani, il La brezza leggera che sale dal mare ci dà un Eolie, dalla cima di vapore sulfurei presenti rosate e grigie. Dopo una meritata sosta con un folti boschi, che conservano diverse specie bota- più grande dei quali, ora spento, è il Vulcano del- po’ di sollievo mentre saliamo sotto il sole co- Stromboli. sulla cresta sommitale rinfrescante bagno in mare, riprendiamo il tra- niche endemiche, si alternano ad aree desolate Foto Mario Vianelli testimoniano la vitalità la Fossa. Il cratere attivo è situato a nord ovest. cente; compiamo il periplo della caldera som- di Vulcano ghetto che ci riporterà in Sicilia per andare alla ricoperte da roccia vulcanica. La nostra prima Sebbene l’ultima eruzione sia avvenuta nel 1890, mitale, facendo scorrere lo sguardo all’azzurro Il gruppo in salita al scoperta del vulcano più grande d’Europa: l’Etna. escursione parte da Piano Provenzana: attra- il vulcano non ha mai cessato di dare prova della mare circostante: il grandioso panorama spazia Grande cratere di Giù a tutta velocità sulle Denominato anticamente Aìtnë, con i suoi 135 versiamo dapprima estesi campi di lava di una propria vitalità e ancora oggi si osservano dif- sull’intero arco delle isole Eolie. I ragazzi sono Vulcano sabbie laviche dei Monti km di perimetro, l’Etna, la mitica Fucina degli recente eruzione che ha lasciato come testimo- ferenti fenomeni: fumarole, getti di vapore, sia affascinati dalle fumarole sulfuree che danno alle Tre Frati Dei, è un vulcano composito assai complesso, for- ni, ai margini della colata, bianchi e scheletrici sulla cresta che sottomarini, fanghi sulfurei dalle rocce una colorazione giallo limone, ma anche matosi nel corso dei millenni con un processo di tronchi di pino laricio. Ci inoltriamo verso zone

38 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 39 di lave più antiche, dove osserviamo la caratteri- agenti atmosferici esterni. Siamo scesi a turno Le singolari In avvicinamento ai e sabbie nere. Dalla cima dei coni vulcanici i ra- alternano la betulla etnea, il pino laricio e il fag- stica “bottoniera”, frattura radiale sulla quale si nella grotta dove nessuno si aspettava, data la stratificazioni rosate e coni vulcanici dei Monti gazzi si divertono a scendere a tutta velocità sul gio, che qui trova il suo limite meridionale. Fac- aprono i coni eruttivi, bombe laviche di varie di- temperatura esterna di oltre 30°, di poter tro- grigie che caratterizzano Tre Frati nella zona ripido pendio: il divertimento è assicurato, tanto ciamo una pausa al Bivacco di Monte Scavo dove la grande caldera di occidentale del Parco mensioni e, tra la vegetazione tipica, i pulvini di vare il ghiaccio: invece abbiamo ammirato con Vulcano dell’Etna che ripetono salita e discesa una seconda volta! ci rinfreschiamo con l’acqua fresca del pozzo. Al saponaria, pianta colonizzatrice come il senecio. stupore le meravigliose colonne di ghiaccio che Il terzo giorno nel Parco prevede la salita ai cra- Piano dei Grilli si conclude questa lunga ma af- Nella zona di Monte dei Morti vediamo invece le scendevano dalla volta fino al suolo. teri sommitali, ma oggi l’Etna è un po’ più turbo- fascinante traversata. interessanti formazioni di lave cordate. Il giorno successivo partiamo da Piano dei Grilli lento del solito e ci è concesso di salire soltanto La nostra meta, la Grotta del Gelo, è situata a per raggiungere i Monti Tre Frati: la zona è ca- fino alla quota di 2900 metri. Da Piano Proven- In quota la vegetazione si dirada quota 2030 metri. Ha avuto origine in seguito ratterizzata da numerosi coni vulcanici di varie zana saliamo lungo la pista tracciata: l’ambiente e intorno a noi ora si stendono all’eruzione iniziata nel luglio 1614 e protrattasi epoche, sparsi in un contesto naturale ancora di alta quota del grande vulcano è caratterizza- soltanto lava, ceneri e sabbie nere per oltre dieci anni: era dapprima una galleria integro. Il primo tratto del sentiero è dominato to da formazioni pulviniformi di spino santo o di scorrimento della lava fluida, le cui pareti si dal colore giallo vivo della ginestra etnea a porta- astragalo, che offrono riparo ad altre piante della Questa è anche l’ultima giornata del trekking i sono andate via via consolidando al contatto con mento arboreo, una pianta endemica dell’Etna. Le isole furono montagna etnea come il senecio, la viola e il ce- ragazzi fanno festa per tutta la serata consoli- l’esterno e con la cessazione della colata. Anche Ci inoltriamo poi nel bosco di lecci e roverelle. colonizzate dai Greci rastio. Tra i 2450 ed i 3000 metri solo pochissi- dando la loro amicizia. nei periodi più caldi al suo interno la temperatu- Man mano che saliamo in quota, la vegetazione intorno al 580 a.C. che mi piante riescono a sopravvivere alle condizio- Con il trekking internazionale, che viene orga- ra non sale mai sopra i -6 °C, mentre quella più si dirada sempre più fino a scomparire completa- le chiamarono “Eolie”, ni ambientali dell’alta montagna etnea, mentre nizzato ogni estate, il Club alpino italiano vuole prossima all’imboccatura viene influenzata dagli mente: intorno a noi ora dominano ghiaie sottili poiché ritenevano al di sopra di queste quote si stende il deserto perseguire gli importanti obiettivi contenuti nel che fossero la dimora vulcanico dove nessuna forma vegetale riesce ad Progetto Educativo dell’Alpinismo Giovanile; L’UIAA e la sua Commissione Giovani del dio dei venti, Eolo. allignare. Arrivati nei pressi dell’Osservatorio abbiamo voluto dare a giovani provenienti da di- Secondo la mitologia vulcanologico, pieghiamo verso Punta Lucia: la versi paesi e culture l’opportunità di incontrarsi greca, Eolo riparò su cima del Mongibello, come viene chiamato lo- e condividere la comune passione per la monta- Fondata nel 1932, l’UIAA, Unione Inter- montagna; sostenere la partecipazio- queste isole e diede calmente, con la sua inarrestabile nube di gas, è gna. Vivere a stretto contatto per una settima- nazionale delle Associazioni Alpinisti- ne dei giovani e il movimento olimpico. loro nome, grazie così vicina, ma rimane il rammarico di non po- na, condividendo la fatica, ma anche momenti che, è presente in cinque continenti L’organizzazione opera attraverso il la- alla sua fama di terci salire. Iniziamo la discesa lungo il versante di gioia, favorisce il superamento delle barriere con 80 membri in rappresentanza di voro delle sue commissioni, tra cui c’è domatore dei venti. nord del vulcano utilizzando canaloni che, gra- culturali e sociali, sviluppa il rispetto reciproco, 50 paesi. Gli obiettivi dell’organizza- anche la Commissione Giovani (Youth Viveva a Lipari e zie all’accumulo di ghiaie e sabbie laviche, per- il senso del gruppo e la solidarietà. I ragazzi han- zione sono: promuovere la crescita Commission), la quale organizza ogni riusciva a prevedere le mettono di scendere in modo agile e veloce: è no potuto accrescere il proprio bagaglio di cono- dell’alpinismo e dell’arrampicata in anno una serie diversificata di attività, condizioni del tempo un grande divertimento per tutti. Attraversiamo scenze e fare tante nuove amicizie. Per ognuno tutto il mondo; promuovere un uso anche competitive, di arrampicata, ice osservando la forma alcune “dagale”, incredibili fasce di vegetazione di loro è stato un momento di crescita, di matu- etico e responsabile della montagna; climbing, trekking, ascensioni, corsi di pennacchi di fumo che sono rimaste imprigionate tra colate di lava, razione e, ne sono certa, anche una indimentica- favorire la cultura, la conservazione per youth leaders, aperti alla parteci- di un vulcano attivo, dove crescono felci di un verde intenso. Il rien- bile esperienza. delle tradizioni , la tutela dell’ambiente pazione di ragazzi e accompagnatori probabilmente tro nella zona boschiva ci dà un notevole sollievo * L’autrice è rappresentante UIAA - Youth Com- montano; promuovere la sicurezza in di tutto il mondo. www.theuiaa.com Stromboli. dalla calura: attraversiamo fitti boschi dove si mission. AAG - CAI

40 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 41 Il diminutivo gli è rimasto appiccicato a parlata è fluente, senza ripensamenti. da quando era ragazzo, ma di anni, Ma se hai l’orecchio addestrato, sotto il Continuano a L suo italiano ritrovi la forma del piemon- Agostino Gazzera ne ha accumulati 87. tese, la sua sintassi, le sue allocuzioni. Ma non piemontese generico: torinese del centro città. Senza mai smettere di salire in montagna E non il dialetto un po’ lezioso del centro signo- chiamarlo Gustìn rile della città sabauda, ma quello più solido, di Roberto Mantovani concreto, diretto, della Torino operaia d’antan, delle maestranze Fiat: degli operai “di mestiere”, però, non degli addetti-macchina. E infatti Gu- stìn, Agostino Gázzera, classe 1927, nato a Bra in provincia di Cuneo ma emigrato a Torino in giovanissima età, arriva dall’organico della ma- nutenzione, non dalla produzione. Ed era anche bravo, ma ha sempre preferito l’attività manuale all’ufficio. Lavorare, ha sempre lavorato, fin da adolescente, perché a casa c’era bisogno di due braccia in più, per incrementare il reddito e riuscire a campare il mese intero. Anzi, per quello un lavoro solo non era sufficiente. E così, per anni, anche dopo l’as- sunzione alla Fiat, Gustìn è stato costretto ad ar- rotondare con un secondo lavoro in bóita, in una delle piccole officine meccaniche che costituiva- no il secondo nerbo economico della metropoli subalpina. Ma a quel punto la giornata lavorati- va si allungava di altre cinque, sei, qualche volta persino di sette ore. Senza contare che di tanto in tanto bisognava sacrificare pure la domenica, giorno obbligato per la manutenzione delle linee produttive, dal momento che la produzione si fermava. Fino al 1970, prima di andare a lavorare alle fon- derie Fiat di Carmagnola, Gustìn abitava in piaz- za Giulio, a due passi da Porta Palazzo e da Val- docco. È stato appena dopo la Liberazione che di là, nei giorni sereni, ha cominciato a incuriosirsi delle montagne. Le vedeva al fondo dei viali della città. Finché un giorno ci è andato sul serio, ver- so le montagne. In sella alla bicicletta che usava per andare al lavoro. Una bici ordinaria, tutt’altro che elegante, con tre modeste moltipliche dietro e nessun cambio davanti. Le sue mete, intorno alla città, erano le testate delle Valli di Lanzo, della Valle di Susa, della Val Chisone, della Val Pellice, della Val Po. Arrivava all’ultimo paese, chiedeva il permesso di parcheggiare il veloci- pede in qualche cortile, e poi continuava a piedi. I sentieri, qualche rifugio alpino, i primi timidi incontri con gli alpinisti, le chiacchiere per farsi raccontare cosa c’era più in alto, qualche puntata Un’ immagine recente di fino a lambire i nevai. Agostino Gazzera, classe La vocazione di Agostino è nata così, in biciclet- 1927, sotto la piramide ta, passando attraverso il filtro della fatica che gli del Monviso, sulla cui cima è salito un’infinità permetteva di arrivare ai piedi delle cime. Una fa- di volte tica che però lui non doveva patire molto, stando a quanto racconta chi lo ha conosciuto in quegli

42 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 43 anni lontani. Sui pedali, Gustìn era qualcuno. Ne Adora il ghiaccio, ma costato ad Agostino l’amputazione di entrambi gli avampie- sa qualcosa un amico ciclista con cui il nostro anche sulla roccia di. E però non gli ha mai fatto cambiare idea nei confronti aveva programmato una vacanza alpina, su e giù Gustìn non si fa mancare della montagna. Tant’è che la passione continua ancora oggi, nulla. per passi montani, tra Italia e Francia. Quello in nonostante gli acciacchi dell’età. E lui non si dà per vinto. sella a una bici da corsa e Gustìn con il suo trabic- Neanche d’inverno. Anzi, da quando ha scoperto le cascate colo. Col risultato che Gustìn sui valichi doveva di ghiaccio, non si perde una stagione. Il suo terreno di gioco aspettare il compagno di gita, che pretendeva di preferito è l’Anfiteatro di Pontechianale, in Valle Varaita. E nutrirsi a dovere e riposare per il tempo necessa- ci va spesso, il fine settimana, nei mesi più freddi, con gli rio. Due particolari a cui il giovane Gázzera sem- amici che la mattina di buon’ora passano a prenderlo sotto brava non badare troppo. casa. E poi continua a insegnare ai ragazzi cosa sono l’alpini- Ma si diceva della montagna a piedi. Visto che smo e l’arrampicata. D’altra parte è ancora attivo come aiuto l’appetito vien mangiando, presto nella vita di istruttore alla Scuola di alpinismo Alpi Ovest. Agostino sono arrivati la roccia e il ghiaccio. La sua prima cima, nel 1947, è stata il Monviso, se- guita da un’infinità di altre. Ad arrampicare ha cominciato da solo, per emulazione, guardando come facevano gli altri. Qualche vecchia foto in Un film da vedere bianco e nero ce lo mostra elegante e tranquil- lo, con la corda che gli sfila tra le gambe fino al primo chiodo, piuttosto lontano. Corda, chiodi, piccozza, ramponi e sci all’inizio erano proibitivi. Il Nostro si era scoperto bravino, possedeva qual- che chiodo ma non la corda, e così era obbligato a cercarsi un compagno più fornito. Ma a quei tem- pi non si andava tanto per il sottile. L’importante era andare, fare, trascorrere una giornata in un mondo diverso, lontano dalla fabbrica. Dare co- 1/2 v Cober lore e sostanza ai sogni coltivati a occhi aperti per tutta la settimana, davanti al tornio o alla fresa, di fronte alle grandi vetrate dell’officina, nelle narici è lì a due passi. Così decide di fermarsi. Si sdraia l’odore dell’olio emulsionato, del metallo, dei di- accanto alla carreggiata, al riparo da un balcone. cober_gennaio_15 schi abrasivi, del grasso delle macchine. Solo mezz’ora. Ma è troppo. Per un torinese, a quei tempi, le avventure alpini- Gustìn arriva a casa alle 6, si cambia al volo e stiche non erano tra le Dolomiti, quasi irraggiun- riprende la bici per andare al lavoro. Arriva con Quand’era giovane, gibili senza l’auto. Le più ambite si nascondevano venti minuti di ritardo. In fabbrica, fa finta di saliva in montagna con tra i “quattromila” della Valle d’Aosta. Tra tutte le niente, armeggia con gli attrezzi. Poco dopo sente la bicicletta. Arrivava scalate possibili, svettava un palmo sopra le altre una mano che gli si appoggia sulla spalla. È il ca- all’ultimo paese, il Cervino. poreparto: «Tutti uguali, voi giovani: la sera por- chiedeva il permesso La storia della sua prima scalata del Cervino, nel tate le ragazze a ballare, e poi la mattina rimanete di parcheggiare il 1949, a Gustìn l’abbiamo fatta raccontare un sac- addormentati. Ai miei tempi, si pensava solo al velocipede in qualche co di volte. La conosciamo parola per parola. Lui lavoro». E lui: «Ha ragione, farò il possibile per cortile, e poi continuava non la varia mai, nemmeno le pause. Non perché essere puntuale, non si ripeterà più». E via per a piedi. Le sue mete, è bravo a recitarla, ma perché ogni volta che ce l’intera giornata. Sino a fine turno, quando i patti intorno a Torino, erano la dice torna a vedersela davanti agli occhi come con il sonno cominciano a sfilacciarsi. Al punto le Valli di Lanzo, la Valle Per raccontare Gustìn anche con le immagini, due gio- in un film. La salita in bicicletta sino a Cervinia. che, durante il tragitto verso casa, il ciclista del di Susa, la Val Chisone, vani film-maker hanno deciso di dedicargli un video. Un L’avvio in piena notte verso la montagna. La ri- Cervino finisce sul carretto di un decoratore, tra la Val Pellice, la Val Po. bel lavoro, presentato in prima serata a Bra, nel dicem- cerca dell’itinerario, da solo, lo sbaglio di per- i contenitori del colore. Una lavata di capo sul Così per anni, su e bre scorso, che ha riscosso un grandissimo successo di corso, la discesa, la scoperta della via giusta, il posto, e un’altra a casa, stavolta sotto l’acqua per giù a pedalare per le pubblico. Dite che però là si giocava in casa? È vero, ma rifugio Luigi Amedeo di Savoia, il Mauvais Pas, eliminare i segni della biacca, concluderanno la montagne. Fin quando i non-piemontesi che hanno visto il film giurano che vale il Linceul, la cresta Tyndall, l’Enjambée, la Scala giornata. Senza nemmeno sedersi a tavola, per- ha acquistato la prima la pena di dargli un’occhiata. Anche perché di storie così Jordan… E il ritorno. Rocambolesco. In lotta con ché la stanchezza non ne vuol sapere del cibo. utilitaria. E oggi, a se ne incontrano poche. Ultima cosa, fondamentale però: l’orologio, in piena notte. Non tanto il rientro a Così per anni, su e giù a pedalare per le mon- smettere, Gustìn il titolo del video: L’alpinista. Il lavoro è firmato dai registi Cervinia, ma il tragitto in bici verso il fondovalle, tagne. Anche quando, con la motorizzazione di proprio non ci pensa. Giacomo Piumatti e Fabio Mancari. La casa di produzione Ivrea e Torino. Ché presto arrivano la stanchezza massa, Gustìn ha acquistato la prima utilitaria. Da quando ha scoperto è l’indipendente Stuffilm Creativeye di Bra (vichingodel- e il sonno, e tenere dritto il manubrio è proprio Con momenti esaltanti e con qualche disavven- le cascate di ghiaccio, lealpidoc.wordpress.com). Il documentario è sostenuto un’impresa. Agostino ha paura di finire fuoristra- tura. Come quel congelamento sullo Sperone poi, non si perde una dalla sezione del Cai di Bra, dalla Scuola di alpinismo Alpi da. La Dora, ribollente per il disgelo e la pioggia della Brenva al Monte Bianco, nel 1963, che è stagione. Ovest, da Slow Food e dal Centro storico Fiat.

44 / Montagne360 / Gennaio 2015 Il livello 0 della miniera: a Federazione Speleologica Regionale artificiali, un importante valore archeologico indu- i binari del carreggio dell’Emilia-Romagna (FSRER), ha vara- striale, storico e sociale per la presenza di nume- L to per il 2014-2015 un progetto di ricerca rosissime zone minerarie di estrazione dello zolfo. Gessi e Solfi dal titolo “Gessi e Solfi della Romagna orientale”. Il L’emergenza storicamente più interessante è sicu- progetto si prefigge di rilevare, documentare e stu- ramente quella di Perticara (Novafeltria), che fu la diare le cavità naturali e artificiali della Romagna miniera di zolfo, durante il suo massimo splendore, della Romagna Orientale orientale e si svolge in stretta collaborazione con gli più importante d’Europa. enti del territorio: la Regione Emilia-Romagna, le L’estrazione dello zolfo in Romagna e nelle Marche Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia, viene fatta risalire all’epoca etrusca o romana, ma i La complessa riscoperta esplorativa della miniera di Perticara il Museo Sulphur, l’Ente di Gestione per i Parchi e documenti più antichi sono della fine del XV secolo. la Biodiversità – Romagna e la Società di Ricerca e Innumerevoli proprietari hanno sfruttato la minie- di Giovanni Belvederi e Maria Luisa Garberi* - foto Giovanni Belvederi Studio della Romagna Mineraria. ra fino ad arrivare al 1917, quando la Montecatini La zona in esame ha, dal punto di vista delle cavità rilevò la gestione, potenziandola e razionalizzando i metodi di scavo e produzione, mantenendola fino alla chiusura nel 1964. Il giacimento di Perticara si sviluppa all’interno della formazione Gessoso Sol- fifera del Messiniano, che presenta localmente uno spessore di circa 120 metri. I lavori sotterranei del bacino di Perticara si estesero per circa 450 ettari con uno sviluppo totale di 50 km di gallerie, sette pozzi e quattro discenderie. L’ambiente delle gallerie della miniera di Pertica- ra è, in gran parte, a Carenza di Aria Respirabile (ACAR) per la mancanza di ossigeno consumato dall’ossidazione del kerogene contenuto nelle mar- ne, dall’ossidazione dell’ingente quantitativo di ma- teriale legnoso abbandonato nelle gallerie aeree e allagate, dall’ossidoriduzione dei solfati e dell’acido solfidrico presenti in atmosfera e disciolti in acqua. La situazione estremamente stabile del contatto tra aria e zone allagate e la presenza di pellicole di zolfo colloidale in superficie, rendono lentissima la diffusione dei gas disciolti. L’evento perturban- te dato dalla presenza degli speleologi, anche con la semplice vibrazione dei passi in prossimità del livello di falda, produce una improvvisa degassa- zione dell’acqua con una immediata immissione in aria di gas velenosi o esplodenti. Cessando i lavori di estrazione la Montecatini chiuse tutti gli ingressi (discenderie e pozzi di areazione), interrompendo la ventilazione forzata che permetteva la sopravvi- venza all’interno. L’accesso è molto pericoloso e non va assolutamen- te affrontato con leggerezza. Per percorrere in rela- tiva sicurezza la miniera è necessario utilizzare de- gli strumenti di autoprotezione per zone confinate e ACAR e dei misuratori di gas. Le attività di ri-esplo- razione, fino ad ora, hanno interessato le gallerie dette: Discenderia Fanante, Livello 0, Discenderia Ovest, Fondi Vecchi. La Discenderia Fanante è oggi l’unico accesso percorribile alla miniera, collega il Livello 0 con l’ esterno. Il Livello 0 è una galleria semiorizzontale di grandi dimensioni, attrezzata con rotaie, fino a tre linee; in un punto si riconosce l’officina di manutenzione locomotori con la fossa. Lungo il percorso sono presenti numerose por- te che avevano il duplice scopo di interrompere a

46 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 47 Galleria verso i Fondi Vecchi Tecniche di sopravvivenza

Per la riscoperta ed esplorazione di Perti- cara la FSRER ha acquistato 4 autorespi- ratori Dräger PSS 3000, equipaggiati con una bombola in acciaio da 6 l. caricata a 300 atm per un totale di 1.800 l. di aria, manometro, maschera facciale ed ero- gatore in sovrappressione che impedisce all’atmosfera della galleria di contaminare l’aria della maschera. L’autorespiratore completo pesa 14 Kg. Due misuratori di gas MSA: un Altair-4x multigas e un Altair Pro monogas completano la dotazione. I misuratori rilevano le percentuali di Ossi- geno, H2S, CO e gas esplodenti (princi- palmente metano). È necessario portare richiesta la corrente d’aria e, in emergenza, il fron- del sensore, l’ossigeno è passato al 16.7%, già ab- anche una bombola personale da 1 l. di te del fuoco. All’incrocio con le discenderie interne bondantemente sotto la soglia dell’ipossia. Scen- Ossigeno per intervenire eventualmente sono presenti le camere degli argani; quella che diamo due passi, chiedo a Marisa, che ci precede su un compagno in ipossia. Gli speleologi serviva la Discenderia Ovest è detta in gergo “Giro di qualche metro e che sta leggendo il misuratore si sono formati all’uso degli autorespira- Cavalli”. Durante le esplorazioni vengono effettuate multigas, quanto è la percentuale di O2… risponde: tori presso il GECAV 118 di Bologna. fotografie e riprese di filmati, che servono per docu- 0.1%! Sono le 12,02 minuti e 30 secondi. Abbiamo Gli speleologi si sono imposti delle proce- mentare lo stato e le caratteristiche della miniera. superato il confine del mondo morto. Ora la nostra dure da seguire durante la progressione, Il materiale prodotto è utilizzato per divulgare la vita è scandita dal conto alla rovescia di 25 minuti chi coordina la squadra in ACAR deve conoscenza della miniera e rinnovare la memoria e dal sibilo dell’erogatore che enfatizza ogni respiro. tenere sempre presente lo stato oggetti- sul territorio dell’attività estrattiva, che è stata l’uni- Entriamo in un buio vecchio di 50 anni che retro- vo dell’ambiente, valutare le percentuali ca realtà produttiva per molti secoli. Le immagini cede, sciabolato dai nostri led, faticosamente, lenta- dei gas presenti e lo stato psicologico serviranno anche per le pubblicazioni finali del pro- mente, denso, come attaccato alle pareti. dei compagni. Le procedure debbono getto “Gessi e Solfi della Romagna-Orientale”. Gli Sono le 12,05 minuti 30 secondi, O2 a -0.1%. essere rigidamente rispettate, ogni speleologi raccolgono anche campioni, destinati al Emergono dal buio le strutture della galleria, le cose componente ha ruoli precisi: in prima museo Sulphur, al fine di salvaguardare le testimo- abbandonate, proseguiamo verso il basso accompa- linea c’è chi porta il misuratore multigas, nianze del lavoro, delle persone e delle tecnologie gnati dal suono inquietante dell’allarme del senso- in avvicinamento e in zona ACAR legge a della miniera, oltre a fornire materiale di studio agli re. Scatto qualche foto. Cerco di analizzare il mio cadenze regolari la percentuale dell’os- accademici coinvolti nel progetto. stato psicologico: sono tranquillo? Sono cosciente L’estrazione dello sigeno, sia per informare i compagni sia La misurazione dei tenori dei gas, presenti nell’at- di quello che sto facendo? Mi sembra di sì: faccio zolfo in Romagna e per manifestare il suo stato psicofisico. mosfera della miniera, ha stimolato l’interesse per i conti del flash, cerco di inquadrare i compagni e nelle Marche viene In zona ACAR c’è chi controlla il tempo studiare e comprendere le condizioni di questi am- la galleria, sento Marisa che continua a scandire fatta risalire all’epoca e i manometri dei compagni e valuta bienti estremi. Le attività di ricerca proseguiranno le letture del misuratore. Sono solo istanti, come etrusca o romana, con il coordinatore quando tornare. La con il campionamento delle acque interne alle di- ho notato in altre occasioni, la consapevolezza del ma i documenti più squadra deve riconoscere il ruolo di ogni scenderie e la misurazione in continuo dell’aria del- pericolo ti mantiene lucido, l’adrenalina pompata antichi sono della componente e seguirne le decisioni. Non la Discenderia Ovest. nel sangue ti fa diventare una macchina: controllo fine del XV secolo. Il basta, le zone ACAR vanno affrontate con il consumo d’aria sul manometro, controllo Oscar giacimento di Perticara consapevolezza e determinazione ma Dal diario di Giovanni: campo speleo che tiene il tempo e guarda i nostri manometri, si sviluppa all’interno senza sottovalutarle, la “Overconfidence” del 25,26 e 27 Aprile 2014 controllo Marisa che continua le letture, nel ricordo della formazione (eccesso di confidenza…) è pericolosa «[…] Il Giro Cavalli è tranquillamente vivibile, l’os- la percezione dell’intorno è precisa tagliata con la Gessoso Solfifera quanto la carenza di ossigeno. sigeno rimane stabile sul 19.8%, ci aggiriamo nella scure. Stiamo andando bene, faccio qualche altra del Messiniano, che stanza raccogliendo e catalogando oggetti vari… ora foto aiutato da Marisa che tiene il secondo flash. presenta localmente però dobbiamo andare a tirare la coda al drago… Ci comportiamo come ci eravamo imposti di fare, uno spessore di circa Al fondo del “giro cavalli” c’è un portale, da dove mi nessuno di noi dimentica il proprio ruolo. Il pensie- 120 metri; i lavori trovo vedo il terreno sprofondare nel buio in forte ro che fuori dalla maschera c’è il drago in agguato sotterranei si estesero pendenza. Indossiamo gli autorespiratori in tre: non ci sfiora neppure…». Come diceva Oscar Wil- per circa 450 ettari Dall’alto: speleologi con Marisa, Oscar ed io, gli altri rimarranno in attesa de «L’esperienza è il tipo di insegnante più difficile. con uno sviluppo totale l’autorespiratore e il misuratore di gas pronti a un improbabile soccorso. Sono le 11,59 mi- Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione». di 50 km di gallerie, nuti e 30 secondi, passiamo la soglia ed entriamo * Gli autori fanno parte della Federazione sette pozzi e quattro Portale lungo la in un altro mondo. Dopo due metri, parte l’allarme Speleologica Regionale Emilia-Romagna discenderie. Discenderia Fanante

48 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 49 si sta assistendo a una lenta fase di recupero del- di sostentamento per i rapaci, anche se talvolta la popolazione italiana. Ma mentre le attività di può costituire un pericolo. Gli ungulati feriti dai monitoraggio hanno confermato un costante in- cacciatori e non recuperati, una volta deceduti Il ritorno dell’aquila cremento negli Appennini, sulle Alpi il processo hanno ancora nel corpo il piombo delle pallotto- sembra essersi fermato poiché la popolazione di le che qualora venga ingerito può portare a gravi di Francesco Mezzavilla* - foto Luigi Sebastiani aquile ha quasi raggiunto la massima diffusione intossicazioni. Tale causa di morte è stata ampia- consentita dalle risorse ambientali. Questi dati mente studiata in America, dove stava portando scaturiscono da una serie di studi presentati in all’estinzione l’avvoltoio della California; con la due convegni nazionali sugli uccelli rapaci orga- messa al bando del piombo e la sua sostituzione nizzati a Treviso nel 2002 e nel 2012 e da quel- con altri metalli, anche in Italia si sta cercando lo organizzato a Serra San Quirico (Ancona) nel di eliminare tale rischio. Naturalmente questo è 2004. Per la prima volta in questi incontri sono soltanto uno dei fattori noti, ma altri più subdoli stati pubblicati i dati relativi alla consistenza del- sono in fase di studio. Ad esempio si è visto che la popolazione italiana, che attualmente risulta un comune farmaco usato per curare le infiam- compresa tra 486 coppie effettivamente censite mazioni muscolari e articolari sia nell’uomo che e 574 coppie stimate. In particolare, il resocon- negli animali al pascolo, se viene ingerito dai ra- to redatto dagli ornitologi Paolo e Laura Fasce, paci che si alimentano delle spoglie di bovini e Fino all’inizio degli anni ha permesso di comprendere meglio lo status ovini abbandonate in natura può portare alla loro Ottanta, in Italia l’aquila dell’aquila reale in Italia, suddividendolo tra morte. reale era una specie le coppie presenti sulle Alpi (368-404), gli Ap- * L’autore è biologo-faunista, socio della Sezione ritenuta a rischio. Da pennini (62-73), la Sicilia (15-17) e la Sardegna CAI di Treviso allora sono cambiati (41-53). Dall’analisi di questi dati, e consideran- i comportamenti do che assieme alle coppie vivono anche un nu- di chi frequenta la mero imprecisato di giovani, l’intera popolazione montagna e la specie italiana dovrebbe superare ampiamente i mille non è più minacciata, individui. Consistenza che, secondo gli indirizzi se non in rari casi. formulati per la redazione delle Liste Rosse na- La popolazione è in zionali e consigliate dall’Unione Internazionale aumento, ma mentre per la Conservazione della Natura (IUCN), pone il monitoraggio la specie in un ambito compreso tra le categorie ha confermato un “quasi minacciato” (NT) e “a minor preoccupa- costante incremento zione” (LC). negli Appennini, nelle Fino all’inizio degli anni Ottanta invece, l’aqui- Alpi il processo sembra la reale era invece ritenuta una specie a rischio essersi fermato poiché in Italia. I segnali di ripresa sono evidenti anche la popolazione di aquile dalle ricerche sulla sua biologia riproduttiva. In ha quasi raggiunto la alcune aree delle Alpi, infatti, l’elevata presenza massima diffusione di coppie determina un restringimento dell’are- consentita dalle risorse ale a disposizione di ciascuna, che si traduce in ambientali. una minore possibilità di cacciare in territori adatti e in una forte competizione tra le diverse rrivava da lontano, tanto che si pote- pochi istanti per capire: avevo scoperto il mio coppie, con conseguente diminuzione del succes- va vedere a malapena senza l’aiuto del primo nido di aquila reale. Da allora sono stato so riproduttivo. Per contro, un fattore molto po- A binocolo. Nel volgere di pochi secondi, contagiato anch’io dal “mal d’aquila”, sindrome sitivo è dato dall’incremento delle risorse alimen- però, ebbi la netta sensazione che si stava diri- descritta in una pubblicazione dell’ornitologo tari. Una prova di ciò si è avuta nella primavera gendo verso la postazione dove ero nascosto tra Bernardino Ragni, che in passato aveva sedotto del 2014 sulle Alpi Orientali, dove a seguito delle le rocce dell’esile linea di cresta. Ci volle poco a molti giovani ricercatori. abbondanti nevicate e alla conseguente decima- comprendere che si trattava di un’aquila reale Sono trascorsi quasi tre decenni da quella prima zione di intere popolazioni di ungulati, l’aquila ha (Aquila chrysaetos). Mentre passava in scivolata osservazione e da allora ho trascorso lunghi ap- potuto usufruire di abbondanti risorse alimenta- d’ali sopra di me a un centinaio di metri di altez- postamenti in quel sito di nidificazione e in diver- ri, manifestando in alcune aree un miglior suc- za, mi accorsi che teneva qualcosa tra le zampe: si altri, scoprendo molti dati sul comportamento cesso riproduttivo. un piccolo ramo di abete che aveva strappato da di questo grande rapace che è il più autentico Gli ungulati infatti, assieme alla marmotta e ad qualche albero nel bosco di conifere a quasi un simbolo della fauna alpina. altre prede più comuni, possono rappresenta- chilometro di distanza. In breve il grande uccello In questo arco temporale sono cambiati i com- re un valido componente della dieta dell’aquila. superò la vallecola che mi separava da una pare- portamenti di chi frequenta la montagna. La spe- Pertanto il forte incremento registrato negli ulti- te posta a poche centinaia di metri, dove andò a cie non è più minacciata come nel passato, anche mi decenni dagli erbivori in tutte le aree montane posarsi. Appena estratto il binocolo mi ci vollero se qualche isolato caso di bracconaggio rimane, e italiane, ha rappresentato un fattore importante

50 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 51 Pizzo Badile leggenda di granito

Il sovrano del Masino-Bregaglia. Alla scoperta di una montagna unica sulle tracce di chi ne ha creato il mito, dal reverendo William Coolidge a Rossano Libera di Carlo Caccia

A fronte: il Pizzo Badile assù, nel gruppo del Masino-Bregaglia, nubi sconvolte da cui emerge una massa livida e dalla val Bregaglia, con c’è una montagna “diversa”: una cima fradicia che pare nata da poco. Addirittura, per le pareti nordest (a che, tra sorelle meravigliose, riesce a di- lo scrittore Emil Zopfi, un «sauro che sfonda con sinistra) e nordovest L divise dalla linea stinguersi, ad essere unica. La quota non conta, impercettibile lentezza la mole di ghiaccio del perfetta dello spigolo visto che con i suoi 3308 metri non detiene il Quaternario» e ancora, per il disegnatore Mar- nord (foto di Carlo primato della famiglia. Si tratta, piuttosto, di una tial Leiter che lo conosce a memoria senza averlo Caccia). questione di forme: di linee imponenti e allo stes- mai toccato, un favoloso rinoceronte sdraiato: so tempo armoniose, inserite in un contesto idea- una «bestia primordiale, fatta di roccia primor- Marco Geronimi in azione sulle placche le, che hanno acceso la fantasia degli uomini dan- diale» (Marco Volken e Giuseppe Miotti, Badile. della parete nordovest, do così vita a storie vere che sanno di leggenda. Cattedrale di granito, Bellavite, Missaglia 2007). durante la prima Ci sono montagne e montagne, più o meno nobili, Tuttavia il Pizzo Badile, pilastro di confine tra la ascensione della via “Big ma pochissime vantano una dignità pari a quella Valtellina e la val Bregaglia, visibile e nascosto a Bang”. del Pizzo Badile: un sovrano per acclamazione, un tempo, è una montagna relativamente giovane Foto Andrea Mariani amato e celebrato, guardato con ammirazione e visto che i suoi 30 milioni di anni non sono gran temuto. Un monumento colossale, un paradiso di cosa se paragonati, ad esempio, ai circa 300 mi- roccia accarezzato dal sole, ma anche una visione lioni di anni dei graniti del Monte Bianco. Sono i infernale appena dopo il temporale della notte: tempi della terra, che sfuggono alla nostra com- una chiglia rovesciata che taglia una bolgia di prensione: noi, piccoli uomini, siamo spaventati

Canaloni e creste, lo spigolo nord, le pareti meridionali che dominano la val Porcellizzo e infine le lavagne settentrionali che precipitano verso la val Bondasca, dove le dimensioni raddoppiano: in 45 anni, dal 1892 al 1937, i “grandi problemi” del Badile vengono risolti con inconsapevole metodicità, in un crescendo di difficoltà culminante nelle prime ascensioni delle pareti nordest e nordovest, scalate a pochi giorni di distanza.

Gennaio 2015 / Montagne360 / 53 A lato: i giganti della Bondasca da Soglio a quando Hermann Buhl, il 6 luglio 1952, giunse in opere d’arte sui generis, conquiste dell’inutile fine inverno (31 marzo vetta dopo aver messo a segno in 4 ore e mezza la che si fa indispensabile, momenti di vita che chi 2013). Da sinistra i prima solitaria della Cassin, trovò una gran festa chiede “perché” – proprio per il fatto di porre la Gemelli, il Cengalo e il non organizzata (o forse il Badile aveva pensato domanda – mai potrà veramente capire. Badile. a tutto attirando in cima, proprio quel giorno, Foto Carlo Caccia Carlo Mauri e compagni lecchesi?). Il 19 marzo Il Pizzo Badile aveva fatto il suo 1970, invece, Gianni e Antonio Rusconi arriva- splendido debutto nella storia rono sul punto più alto dopo aver lottato per sei dell’alpinismo giorni: lassù regnava la bufera e quell’immagine di Antonio, irriconoscibile per il volto incrosta- Il Badile è un sogno e come tutti i sogni per molti to dal ghiaccio, oggi più di ieri tocca il cuore e è non esiste: è una montagna “lontana”, da avvici- un pugno nello stomaco a chi ha la pancia piena nare con pazienza, che a sud si nega agli sguar- e si lamenta di tutto. I due fratelli, all’ennesimo di distratti mentre a nord è una provocazione, tentativo, avevano completato il loro capolavoro: una scheggia della creazione che si fa beffe delle quella Via del Fratello – l’altro, Carlo, morto in agenzie pubblicitarie e degli operatori turistici Grignetta nel 1955 – lungo la quale percepirono che la vorrebbero più accomodante, più a misu- cose strane, come se con loro ci fosse un terzo ra di cartolina. Ma niente da fare: il sovrano del alpinista, invisibile ma ben presente, che li stava Masino-Bregaglia conserva i suoi fedelissimi, che guidando fino in cima. Storie del Badile, sempli- stravedono per lui, e non ha nessuna intenzione cemente: briciole umane sul gigante millenario, di tradirli. Ammette presenze discrete, come il bivacco fisso in cima, ma il suo spirito è sempre lo stesso. Così ci riesce difficile immaginare la sua dai secoli e ne bastano un paio per farci sentire nordovest, scalate a pochi giorni di distanza da gioia quando uno dei suoi devoti, il formidabile lontani e diversi da chi inventò l’alpinismo. Riccardo Cassin, Gino Esposito, Vittorio Rat- Rossano Libera da Novate Mezzola, dopo aver La lentezza dei ritmi della natura, sul finire del ti, Mario Molteni e Giuseppe Valsecchi (parete realizzato il suo ideale solitario e invernale (la Settecento, fece improvvisamente spazio alla fre- nordest, 14-16 luglio 1937) e da Vitale Bramani e parete nordest per la Cassin, tra il 22 e il 23 feb- nesia umana e tra la prima ascensione della più Ettore Castiglioni (parete nordovest, 27-28 luglio braio 2008), decise di non rinchiudersi in quel alta montagna delle Alpi, nel 1786, e la conquista 1937). In mezzo, tra queste imprese e la prima guscio artificiale ma di passare la notte all’aperto, del Pizzo Badile, nel 1867, passarono esattamente assoluta di Coolidge e compagni, brillano i suc- A lato: una foto che sa di per godere fino in fondo quell’avventura straor- 80 anni, 11 mesi e 18 giorni. Di quest’ultima im- cessi guidati dal formidabile Christian Klucker leggenda, con Antonio dinaria giunta al suo ultimo capitolo – dopo ten- presa, riuscita all’inglese William Augustus Bre- (Canalone del Cengalo, 1892; cresta est-sudest, Rusconi in vetta al Pizzo tativi su tentativi – sotto un cielo stellato senza voort Coolidge (all’epoca diciassettenne) con le 1893; Canalone del Badile, 1896; cresta ovest- Badile, il 19 marzo 1970, paragoni. Il freddo? Ecco la risposta di Rossano: al termine dell'odissea guide François e Henri Dévouassoud, possiamo sudovest, 1897), quello di Walter Risch e Alfred invernale della “Via del «Sì, si sentiva. Ma dormo al caldo tutto l’anno e la leggere qualche dettaglio sull’«Alpine Journal» Zürcher lungo lo spigolo nord (1923) e la dop- Fratello”. Foto Gianni Cassin da solo, in inverno, non la farò più». (1870): «Cima di Tschingel (così era indicato il pietta riuscita al forse troppo poco considerato «… seguimi ora sulle Rusconi Una grande montagna e i suoi grandi alpinisti, Badile sulla carta Dufour del 1852, ndr). Prima Mario Molteni che nel 1935, due anni prima della possenti strutture attratti da quelle pareti a tratti lisce e a tratti Sotto: ancora Antonio ascensione eseguita il 26 luglio dai Bagni di Ma- ricordata salita della parete nordest (che, come granitiche della incise da geometriche, titaniche spaccature: ab- sulla “Via del Fratello”, sino. Partiti alle 5.22 del mattino, raggiungemmo all’amico Valsecchi, gli costò la vita), tracciò una val Bondasca, e con la montagna in biamo cercato di raccontarla, di farvela capire e, la vetta alle 10.58 (con perdita di tempo a causa prima linea, oggi classicissima, sulla parete su- precisamente sull’aspra condizioni proibitive. giunti a questo punto, non possiamo non invitar- della nebbia) e tornammo ai Bagni alle 13.52. So- dest e una seconda, neppure un mese dopo, sulla cresta di confine che Foto Gianni Rusconi vi a contemplarla da vicino. Ma che parole usare ste: 1 ora e 45 minuti, inclusi 42 minuti in vetta». parete sudovest. si eleva tra il Passo per convincervi? Le abbiamo trovate – sobrie Quanti, oggi, sarebbero capaci di fare altrettan- di Bondo e il Passo di eppure calde, antiche e sempre attuali – nell’im- to? Perché i tempi di Coolidge e compagni sono Una cima che, tra sorelle Trubinasca, e separa la perdibile autobiografia di uno degli innamorati impressionanti: 5 ore e 36 minuti dai Bagni (1172 meravigliose, riesce a svizzera val Bondasca del Badile: «Caro lettore, seguimi ora da buon m) alla vetta e 2 ore e 12 minuti per il ritorno. Per distinguersi, ad essere unica dalle valli italiane di amico sulle possenti strutture granitiche del- la grande montagna, abituata ai milioni di anni, Porcellizzo e Codera. la val Bondasca, e precisamente innanzi tutto era davvero cominciata un’epoca nuova: il Pizzo Da quasi un secolo e mezzo il Pizzo Badile è un so- Ardite e magnifiche sull’aspra cresta di confine che si eleva tra il Pas- Badile aveva fatto il suo splendido debutto nella gno di granito: protagonista e teatro di storie fan- forme si innalzano so di Bondo a est e il Passo di Trubinasca a ovest, storia dell’alpinismo. tastiche, di danze giocose e di battaglie al limite (…) particolarmente e separa la svizzera val Bondasca dalle valli Canaloni e creste, lo spigolo nord, le pareti me- della resistenza fisica e psicologica. È una monta- impressionanti dal italiane di Porcellizzo e Codera. Ardite e ma- ridionali che dominano la val Porcellizzo e infine gna per alpinisti, certo: esigente – qualche volta versante svizzero. gnifiche forme si innalzano in questa parete di le lavagne settentrionali che precipitano verso la fin troppo, specialmente in inverno – ma anche Più di ogni altra, il confine, e sono particolarmente impressionanti val Bondasca, dove le dimensioni raddoppiano: generosa. Capace di lasciar correre un austriaco Pizzo Badile e il Pizzo dal versante svizzero. Più di ogni altra, il Pizzo in 45 anni, dal 1892 al 1937, i “grandi problemi” mingherlino, tutto solo, lungo le fessure e i die- Cengalo, per forma e Badile e il Pizzo Cengalo, per forma e possente del Badile vengono risolti con inconsapevole me- dri della parete nordest ma anche di far penare possente struttura, struttura, attirano lo sguardo dell’osservatore.» todicità, in un crescendo di difficoltà culminan- per giorni e giorni, in condizioni disumane, due attirano lo sguardo (Christian Klucker, Memorie di una guida alpi- te nelle prime ascensioni delle pareti nordest e fratelli dalla determinazione d’acciaio. Di più: dell’osservatore.» na, Tararà, Verbania 1999).

54 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 55 Un nuovo alpinismo o un ritorno al passato?

di Enrico Dalla Rosa

Tutti noi abbiamo negli occhi le foto di un Ottomila; è piuttosto la ricerca di un passione per la montagna, di sviluppa- Vittorio Sella, un’icona del nostro pas- nuovo approccio più vicino alle espe- re un format di spedizioni per alpinisti sato e del nostro futuro, esempio mai rienze originarie dell’esplorazione, della attenti allo sviluppo delle regioni mon- tramontato di alpinista esploratore che conoscenza e della scoperta: da sempre il tane meno battute dalle classiche spedi- dalle Alpi si è spinto su altri continen- CAI è legato a tutto il mondo che ruota zioni di cacciatori di Ottomila. Lo stes- ti “ai confini del mondo”. Ed è proprio attorno alla montagna, non solo all’al- so Governo Nepalese con le federazioni pensando ad una sorta di “ritorno al fu- pinismo, ma anche alla cura e rispetto alpinistiche e le guide locali, ha varato turo” che come CAI e UIAA, assieme alla del paesaggio naturale e storico, e di tut- un progetto per “aprire” nuove vallate grande famiglia degli alpinisti, stiamo ti i popoli di montagna. A noi interessa e montagne. C’è lì ad attenderci un im- elaborando qualcosa di nuovo rispetto l’alpinismo estremo, ma anche l’alpini- menso repertorio di cime inesplorate e di alla pratica dell’alpinismo. smo per gli scalatori “normali”. Perciò grande interesse per i “nuovi alpinisti”. Non è solo la pressione mediatica conse- abbiamo deciso di fare un esperimento: Ecco i primi risultati del progetto in una guente alla tragedia avvenuta la scorsa il CAI ha domandato a una coppia di chiacchierata che vede Enrico nei pan- primavera sull’Everest, causata dal bu- amici, detto Gnaro, ni dell’intervistatore e Silvio in quelli siness e dalla tecnologizzazione spinta che non ha bisogno di presentazioni, ed dell’intervistato. che sta rendendo “banale” un’esperienza Enrico Dalla Rosa, un docente che si oc- Pier Giorgio Oliveti di grande impegno come l’ascensione di cupa di organizzazione e ha una forte CAI-UIAA

Silvio Mondinelli mentre cerca il luogo più adatto per collocare le tende del campo base al Baruntse nella spedizione del 2008

Una suggestiva fotografia della vetta dell’Himlung. Foto Serge Bazin

Gennaio 2015 / Montagne360 / 57 Il sempre più numeroso sacco di cose, ma specialmente su due. per mappare le aree inesplorate o poco conosciute afflusso di trekker e La prima era che quando è iniziata la stagione delle di interesse alpinistico. Tutti con lo stesso obiettivo alpinisti sta generando grandi spedizioni himalayane, erano ancora vivi un che abbiamo noi: farci scoprire zone remote e bel- un vorticoso sviluppo forte spirito di avventura e il piacere della scoperta. lissime ritrovando il senso dell’avventura». economico delle vallate che portano Allora salire una vetta era la fase finale di un per- Ma non è difficile organizzare spedizioni in quel- alle montagne più corso di scoperta: molte volte gli alpinisti si inoltra- le aree? Come sono le capacità di accoglienza? conosciute. Qui uno vano in regioni dove raramente erano arrivati degli «Questo è il secondo punto su cui c’eravamo tro- sherpa sta lavorando Occidentali prima di loro. Ancora oggi ci sono alpi- vati d’accordo con Umberto. Certamente si tratta alla costruzione di un nisti che fanno spedizioni di questo tipo, ma sono di aree poco conosciute e quindi poco attrezzate lodge nella valle del Khumbu una minoranza. Con Umberto abbiamo convenuto per ricevere turisti. In generale, il è un Paese che sarebbe stato bello poter cercare di tornare a molto povero. Ci sono aree dove il turismo di massa quell’epoca. Certo, oggi le cose sono cambiate: zone ha portato un notevole sviluppo economico: io stes- inesplorate non ce ne sono più e ormai è facile re- so ho potuto vedere le velocissime trasformazioni stare in contatto con il resto del mondo ovunque, nelle zone più frequentate da trekker e alpinisti. però c’è ancora spazio per chi vuol ritrovare lo spi- Penso in particolare alla valle del Khumbu e alla re- rito d’avventura». gione dell’Annapurna. Qui l’arrivo degli “Occiden- Ti stai forse riferendo alla recente apertura, da tali” – anche se in realtà si tratta di abitanti di Paesi parte del Governo nepalese, di decine di nuove ricchi, e ci sono molti asiatici – non ha solo provo- cime che fino a oggi era impossibile salire? cato danni ambientali, ma ha anche drasticamente «Mi riferisco a questo, ma anche al fatto che nel- migliorato le condizioni di vita della popolazione le stesse zone recentemente aperte agli alpinisti ci locale, soprattutto riguardo a sanità e istruzione. sono parecchie montagne salite soltanto pochissi- Molti di noi hanno fatto la loro parte: io, con me volte e a malapena conosciute, trovandosi in re- l’Associazione Amici del Monte Rosa, ho dato gioni tagliate fuori dai normali circuiti di trekking. una mano a creare una scuola a Namche Bazar e Con Umberto abbiamo convenuto che sarebbe un presidio ospedaliero a Maleku. Ho visto con i stato bello organizzare spedizioni in queste zone, miei occhi quello che è possibile fare se persone di ritrovando in qualche modo lo spirito pionieristico. buona volontà si uniscono per raggiungere obiettivi È perciò che a fine ottobre tu e io siamo andati a concreti. Il problema è che questo benessere resta Kathmandu per mettere a punto il progetto e con- confinato a zone decisamente ristrette, mentre nel dividerlo con gli esponenti di associazioni più vici- resto del Paese le condizioni di vita sono molto Silvio, è vero che hai smesso di fare l’alpinista siamo ancora lontani da standard rigorosi come I climbing sherpa sono ne al nostro mondo: il CAI nepalese (NMA, Nepal disagiate. Perciò, se noi riusciamo a mettere in e che passi le giornate lavorando nei boschi e al quelli da rispettare su montagne come l’Aconca- compagni preziosissimi: «Mi ha colpito la Mountain Association), l’Associazione di Guide ne- moto un processo per cui gli alpinisti e i trekker senza il loro aiuto la tuo allevamento di vacche? gua o il McKinley. Gli ecosistemi di intere regioni quantità di persone palesi, l’Associazione di Istruttori Guide e un paio di capiscono che ci sono altre bellissime zone da maggior parte degli «Dopo 35 anni passati in Finanza a correre su e giù come il Khumbu sono stati profondamente alterati alpinisti non sarebbe in che affronta queste membri del team che il Governo nepalese ha creato scoprire in Nepal, potremmo riuscire a favorire il per il Monte Rosa con i miei colleghi del Soccorso dall’afflusso di tante persone». grado di salire le vette montagne e i campi Alpino e ad andare a caccia di Ottomila, ho scelto E la sicurezza? himalayane. Qui uno base sono affollatissimi. di tornare nella mia terra, tra la mia gente. Però la «Anche questo è un tema delicato: gli Ottomila sherpa sta raggiungendo Non ho niente in il campo 2 del Manaslu passione per le spedizioni è qualcosa che non passa sono, e resteranno, montagne intrinsecamente pe- contrario al condividere mai e avevo da tempo l’idea di fare qualcosa di di- ricolose. Ogni anno un gran numero di portatori gli spazi con altre verso: è arrivato il momento di iniziare». d’alta quota, climbing sherpa e alpinisti muoiono alpinisti, ma mi ha Qual è la tua idea? in incidenti, in parte derivanti dal fatto che a quelle impressionato l’impatto «Dopo il 2007, quando salendo il Broad Peak ho quote si viaggia sempre al limite, e in parte dovuti al sul territorio di tutta completato i 14 Ottomila senza ossigeno, ho fatto caso, come è accaduto anche a me nel 2012 quando questa gente. Le altre spedizioni sugli Ottomila più gettonati da chi ho rischiato di morire per una valanga al Manaslu. regole per controllare vuol misurarsi con sfide decisamente impegnative. Le difficoltà e i rischi sono sottolineati dal fatto che l’inquinamento stanno Ho in mente montagne come il Cho Oyu, il Mana- solo pochi scalatori riescono a raggiungere la vetta: diventando più efficaci, slu, lo stesso Everest. Senza la pressione di dover i dati di Miss Hawley, che da decenni redige le sta- ma in Himalaya siamo salire per forza – anche se naturalmente la cima ri- tistiche sulle spedizioni himalayane, dicono che su ancora lontani da mane la meta – ho avuto più tempo per guardarmi dieci scalatori che ci provano, mediamente soltanto standard rigorosi come intorno e riflettere su quello che vedevo. due riescono a raggiungere la vetta». quelli da rispettare La prima cosa che mi ha colpito è la quantità di E quindi qual è la tua idea? su altre montagne. persone che affronta queste montagne. I campi «Nel 2011 ero a Kathmandu, di ritorno da una spe- Gli ecosistemi di base sono affollatissimi. Io non ho niente in con- dizione, e ho incontrato Umberto Martini, il Pre- intere regioni come trario al condividere gli spazi con altri alpinisti, ma sidente del CAI. Mi sono trovato molto bene con il Khumbu sono stati mi ha colpito l’impatto sul territorio di tutta que- lui fin dal primo momento e abbiamo fatto una profondamente alterati sta gente. Le regole per controllare l’inquinamen- lunga chiacchierata su come si stava evolvendo l’al- dall’afflusso di tante to stanno diventando più efficaci, ma in Himalaya pinismo extraeuropeo, trovandoci d’accordo su un persone».

58 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 59 Alcuni campi base (o superdonne), ma persone che abbiano già fatto nostro mestiere. Inoltre, staremo attenti ai costi, sono decisamente qualche bella ascensione nelle Alpi o su montagne ma le nostre non saranno spedizioni dove la sicu- belli: qui siamo ai piedi equivalenti. Siamo anche attenti alla preparazione rezza è sacrificata al risparmio. Se alla fine dovesse del Baruntse. Notate fisica, perché salire un 7000 è comunque faticoso, avanzare un guadagno, la cifra verrà aggiunta alle le caratteristiche bandierine con le e prescriveremo a tutti una serie di esami medici. quote che ogni partecipante lascerà per finanziare preghiere che gli Prima della partenza ci troveremo almeno una vol- progetti di sviluppo economico del territorio. Que- sherpa posano quando ta per fare un’uscita su ghiacciaio in quota e per il sto è un particolare molto importante del progetto. costruiscono gli altari controllo del materiale. Infatti, mentre l’attrezza- Per ogni partecipante delle spedizioni verrà versata per la puja, la cerimonia tura logistica – cibo, cucina e lodge/tende – sarà una quota fissa, destinata a iniziative di sviluppo. propiziatoria che precede l’inizio di ogni a carico dell’organizzazione, ciascuno porterà il La gestione dei fondi raccolti sarà totalmente tra- attività alpinistica materiale individuale. Naturalmente forniremo un sparente, e manderemo newsletter periodiche per elenco delle cose indispensabili. La sicurezza sarà comunicare come vengono impiegati i fondi e con importantissima: anche per questo, per ogni due quali risultati. Da questo punto di vista abbiamo già partecipanti ci sarà un climbing sherpa. Chiedere- parecchie idee che stiamo discutendo anche con gli mo anche che ciascuno sia assicurato. Se uno ha già amici delle istituzioni nepalesi». assicurazioni personali va bene; altrimenti sugge- Ma è già deciso dove andare questa primavera? riremo soluzioni analoghe a quelle che usiamo noi “Abbiamo una bellissima montagna nel mirino. Si quando andiamo in spedizione». chiama Himlung, ed è nel distretto del Peri Himal. Chi darà una mano da un punto di vista Mi sembra che abbia tutte le carte in regola. È una logistico? montagna che ha solo un paio di passaggi tecnici; «Ci appoggeremo alle agenzie locali che nel lavoro per il resto Serge, l’amico francese che l’ha vista da di questi anni hanno dimostrato di essere le miglio- vicino, ha detto che è molto sicura: è stato al campo ri. Nella trasferta a Kathmandu di fine ottobre ab- base ed è salito fino alla zona del campo 1. Per ar- biamo incontrato i titolari di tre agenzie che cono- rivarci dovremo attraversare una zona molto bella. scevamo bene per presentare loro il progetto e per Abbiamo già dell’ottimo materiale fotografico e le capire se fossero interessati. Le risposte sono state carte della zona. molto positive». Ma com’è possibile partecipare se si è interessati Ma non stiamo forse organizzando spedizioni al progetto? commerciali? «È molto facile: basta scrivere all’indirizzo «Vorrei essere chiaro sulla natura di queste spe- [email protected] e verrete contattati. loro sviluppo economico, se possibile evitando gli requisito fondamentale è che le montagne devono Lo spettacolo che si dizioni: non sono commerciali. Giustamente una Ormai siamo in una fase avanzata della effetti collaterali negativi». essere “abbordabili”. Non sto pensando ad alpini- gode salendo molte spedizione commerciale ha lo scopo di far guada- progettazione della spedizione: contiamo di riuscire Ma non è una visione un po’ da sognatore? sti estremi, in grado di affrontare le imprese più delle vette himalayane gnare gli organizzatori, che vivono di questa at- a definire i partecipanti del primo gruppo entro la lascia letteralmente «Credo che ogni tanto nella vita si debba sognare. pericolose: penso invece ad alpinisti che hanno tività: questo guadagno non ci interessa, non è il fine di gennaio. E poi via!». senza fiato: è una delle Se non avessi sognato di salire tutti gli Ottomila una buona preparazione tecnica e fisica, in grado ricompense più belle senza ossigeno, non l’avrei mai fatto. Sono cer- di affrontare in sicurezza le mete che sceglieremo. della fatica del salire «Credo che ogni tanto to che da solo non potrei combinare nulla, ma ci Tra le montagne poco battute ce ne sono di molto nella vita si debba sono molte persone disponibili a condividere que- tecniche, ma fortunatamente ci sono anche quel- sognare. Se non avessi ste idee. Certo, il risultato non è mai garantito, ma le più facili e quindi più sicure. Tanto per capirci, sognato di salire tutti prendi l’esempio del nostro viaggio a Kathmandu montagne tra i 5000 e i 7500 di quota, altitudini gli Ottomila senza per organizzare questo progetto. Abbiamo incon- che consentono anche di ridurre i tempi, di accli- ossigeno, non l’avrei trato un paio di alpinisti che da qualche anno stan- matamento e salita, richiesti da montagne più alte. mai fatto. Sono certo no, anche loro, provando a battere vie alternative. Inoltre le quote più basse sono intrinsecamente più che da solo non potrei Mi ha molto confortato il fatto che sono stati capaci sicure. combinare nulla, di trovare persone che condividevano la loro visio- Vorrei formare un gruppo di alpinisti sufficiente ma ci sono molte ne, e sono già riusciti a organizzare qualche spedi- per organizzare le prime spedizioni, che ci servi- persone disponibili a zione in zone poco battute e conosciute». ranno per perfezionare l’esperienza. In ogni grup- condividere queste In concreto: che progetto hai? po ci sarà una Guida UIAA di provata esperienza. idee. A Kathmandu «La mia idea è molto semplice: continuare a mette- Ogni spedizione avrà un Sirdar, la classica figura abbiamo incontrato un re a disposizione la mia esperienza e le mie capacità locale che coordina tutto lo staff della spedizione. paio di alpinisti che da per organizzare spedizioni su montagne non famo- All’inizio parteciperò personalmente alle spedizio- qualche anno stanno se, ma belle e impegnative, cercando di aiutare, per ni, ma il progetto prevede che in futuro altre Gui- cercando di battere vie quanto possibile, la popolazione locale. Provate a de alpine facciamo parte dei team: siccome siamo alternative, e sono già immaginare un campo base di sole quattro o cin- ottimisti, pensiamo di poter organizzare più di riusciti a organizzare que tende! Con il mio team abbiamo identifica- una spedizione per stagione. Verificheremo che i qualche spedizione in to una serie di aree geografiche e di montagne su partecipanti siano abbastanza competenti, alpini- zone poco battute e cui vorremmo proporre spedizioni alpinistiche. Il sticamente parlando. Non cerchiamo superuomini conosciute».

60 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 61 Portfolio Vita nella neve

Foto Andrea Zanella (archivio Fondation Grand Paradis)

L’inverno è una stagione molto suggestiva per osservare la fauna nel proprio ambiente: questo portfolio fotografico è dedicato al meraviglioso mondo animale che abita il Parco Nazionale Gran Paradiso e il Parco Naturale Mont Avic. Le due aree protette sono unite dal progetto Giroparchi, che, attraverso una rete di otto percorsi di trekking, permette di immergersi nella natura e di scoprire le antiche tradizioni del territorio (www.giroparchi.it). Molte delle immagini sono state riprese nell’ambito dei concorsi fotografici che Fondation Grand Paradis propone abitualmente agli amanti delle aree protette, tutti accomunati dal tema della natura nelle sue diverse forme e aspetti (www.grand-paradis.it).

Foto Paolo Francesco Flamini (archivio Fondation Grand Paradis)

62 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 63 Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis)

Foto Andrea Zanella (archivio Fondation Grand Paradis)

Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis) Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis) Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis)

64 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 65 Foto Marco D'Alfonso (Guardaparco Parco Nazionale Gran Paradiso)

Foto Roberto Cilenti (archivio Fondation Grand Paradis) Foto Stefano Ferraris (archivio Fondation Grand Paradis)

66 / Montagne360 / DicembreGennaio 2015 2014 Gennaio 2015 / Montagne360 / 67 Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis)

Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis)

Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis) Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis) Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis)

68 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 69 70 / Montagne360 Foto Stefano Graziano (archivio Fondation Grand Paradis) Foto Massimo Re Calegari (archivio Fondation Grand Paradis) / Gennaio 2015

Foto CNSAS per sensibilizzare gli operatori sapere controllare lo stress. L’opera della CCM Nelle situazioni di emergenza èfondamentale Gestione dello stress in ambiente sportivo alpino te differenziate: di emergenza si succedono fasi situazioni sinteticamen- Nelle pericolo. di situazioni le fronteggiare nel l’efficacia aumentare e vulnerabilità la diminuire possono cedenti pre - esperienze le e ruoli dei definizione la motivazioni, le consapevolezza, la che ma conferletteraturamedia.si In alla rispetto alta più stress allo tolleranza di soglia una garantiscano che competenze e capacità possedereoccorre e inattese operazioni in coinvoltitalvolta è si montano ambiente In responsabilità debba conoscere e saper individuare situazioni di stress, con le relative di compiti abbia che alpinista un consiglio,che e ritiene informazione ogni per disponibile possono che ri, malo- o incidenti come emergenza, di situazioni nelle e sportivo-alpinistica pratica nella stress dello valutazione della sull’importanza lavoro di gruppo il sensibilizzato ha CCM, Centrale, Medica Commissione la volta prima la per alpinismo, sci di nazionali istruttori per aggiornamento di corso del contesto nel Padovana,Villafranca a ottobre scorso Lo nifestazioni eproblematiche.

verificarsi in ambiente alpino o comunque in ambiente difficile. La CCM, difficile. ambiente in comunque o alpino ambiente in verificarsi - 2) La “Fase di Mobilitazione”, che ha come Mobilitazione”,ha “Fasedi La che 2) ridotta). e comunicazione (efficienza portamentali, com- e paura)stordimento, (ansia, zionali emo- temporospaziale), (disorientamento cognitive,dispnea), arteriosa, pressione la del- cardiaca, frequenza della (alterazione fisiche, reazioni di sequenza una vivono Si smarrimento. e inadeguatezza di fantasie attiva e l’attenzione monopolizza critico: l’evento con contatto al alla o comunicazione avvia si che Allarme”, di “Fase La 1)

ma- Commissione Centrale CAI Italia Paolo DiBenedetto, psichiatra alpinismo, scialpinismo edescursionismo. di corsi nei particolare in in CAI, ambito ogni svolgere dovrebbe si che psicologico so indispensabileformativo ad orientamento psichiatrico/ quindi percor un e sensibilizzazione un’adeguata ritiene CCM La di rivivere l’esperienza). sensazione l’agitazione, emotivo, dimento to da Stress con sintomi dissociativi (ottun- l’eventoche Disturbo il e Acuriattualizzi si - a sogni, ricordi spiacevoli ricorrenti e timori associati libera ansia ottundimento, e/odi evitamento perturbanti, sintomi di senza compre- dalla caratterizzatoStress, da co Post-traumati dallo Disturbo - il due, sono stress generati post-traumatici disturbi I sottovalutati. vanno non supporto di e di comunicazione logistiche, carenze conflitti, lavoro, di ritmi organizzativi, fattori i Anche stress. lo fronteggiare per strategie di mancanza oggettivi, fattori e pregressi psicologici mi zione o distanziamento con la vittima, trau- identifica- soggettivi, rischio di fattori i no inadeguatezza. o delusione profonda o euforia tificazione, La “Fasedell’Azione”,3) provagra - si cui in la tensione. tempo nare i piani di intervento, e il trascorrere del coordi- per attuata l’interazione,L’azione, dell’azione. pianificazione la caratteristica Alla sofferenza post traumatica sofferenzapost Alla rare disuggestioni negative. riaffio- il e tristezza la nell’addormentarsi, o rilassarsi nel difficoltà la è comune più delusione)e sia solitudine.la e malessereIl nano: il carico emotivo (soddisfazione o an- alter si contenuti diversi soccorso.Due di mentano nel periodo finale delle operazioni speri- si vissutiche dei stituitadall’insieme co- è andare”Lasciarsiche La “Fase del 4)

aiutano in questa fase a dissolverea fase questa in aiutano Salute in montagna

Gennaio 2015 a cura di Luigi Festi Luigi di a cura / Montagne360

concorro- - -

/ 71 Cronaca extraeuropea a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica trascorso tre settimane organizzandosi in [email protected] due distinte cordate. Il gruppo Arosio-Costa- Vallata è tornato a casa con una bella linea KIRGHIZISTAN uso indiscriminato di spit, poi rimossi. E la parete inaspettatamente quello stesso sull’inviolata Ovest del Monte Quesillio 5600 Ak-Su Valley anche di bat-hook. Seguiamo questa linea giorno approfittando di una tregua nel m. Si chiama “El Malefico Sefkow”: 800 m, Nella valle di Ak-su (regione di Karavshin), in forzata fino a una zona completamente tempo. In sei ore di salita no stop giungeranno M5+/AI5/A1/ED2. Due giorni di salita. «Usciti Kirghizistan, la parola d’ordine è verticalità liscia, dove gli spit sono stati rimossi. Siamo alla cengia di metà via. Il giorno seguente sulla cresta, dove corre la normale, abbiamo su imponenti pareti e guglie granitiche, con costretti al dietro-front. Torneremo due si riprende. Schiera spiega: «Riesco a vista rinunciato alla vetta per enormi cornici roccia da favola. Ed è proprio in questa zona giorni dopo, scalando il più veloce possibile. anche sul tiro più difficile, ma sbaglio quello pericolose», ha spiegato Arosio. «Io e Saro che il Ragno di Lecco Luca Schiera e Matteo Con un traverso evitiamo la parte senza subito dopo in un diedrino proteggibile solo abbiamo anche tentato l’inviolata Est del De Zaiacomo hanno trovato pane per i loro appigli, e continuiamo lungo fessure appena con microfriend, che non ho portato. Voglio Tsacra Grande 5774 m. Superata la goulotte denti. Tra giugno e luglio scorsi i due alpinisti intuibili dal basso per altri tre tiri fino a una assolutamente salire la via in libera, ma sotto che caratterizzava la prima metà parete, con hanno firmato due nuove vie e tre belle nicchia. Inizia a nevicare. La parte più difficile di me una placca aspetta un mio errore, tratti di misto fino a M6 e ghiaccio di AI4+, ripetizioni. Sulla Sud di Ortotyubek o Central ce la siamo lasciata alle spalle. Abbiamo vacillo un po’, poi decido di appendermi. abbiamo desistito a 150 metri dalla vetta Pyramid 3895 m, i due apriranno “Atlantide”: scalato 6 ore ininterrotte e approfittiamo del Rifaccio il tiro in libera durante la discesa». per le condizioni di neve inconsistente e 700 m, 6c/7a max, 22 ore totali da campo brutto per riposarci un po’. Troviamo anche (800 m, 7a/b, 9 e 10 luglio 2014). pericolosa sotto la vetta». I tre hanno tentato base a campo base (26/6/2014). «Come il libro di via. La parete è completamente Infine, il 15 luglio, Luca Schiera partirà di ripetere “Noches de Juerga” sulla Siula tattica scegliamo di arrampicare entrambi e bagnata. Il cattivo tempo non smette. Dopo in solitario lungo l’avancorpo di Central Grande 6344 m, arrestati a 5700 m circa di tirare un sacco leggero – spiega Schiera. aver percorso 450 metri con difficoltà 7b, a Pyramid 3400 m, firmando “La Bolla”: 300 dai pericolosi crolli delle cornici sommitali. Partiamo sulla placca che porta al lungo arco malincuore buttiamo le doppie». (4 luglio metri su liscia placca con due piccoli tetti, Il giorno prima di smontare il campo base, sotto la fessura. La fessura è bellissima ma 2014). difficoltà 6b. veloce tentativo anche all’inviolata Ovest del più larga del previsto e finisce dopo cento Nonostante le piogge che imperverseranno Huaraca 5537 m: arrestato a metà parete metri. Quindi continuiamo lungo un diedro. la settimana successiva, Luca e Matteo PERÙ per il poco tempo a disposizione. La cordata Davide Cassol in scalata Poco sotto la cima inizia a grandinare. Veloci, ripeteranno a vista l’8 luglio su Petit Tour Cordillera Huayhuash Carlo Cosi e Davide Cassol ha invece salito sulla via Laurapaq, percorriamo la cresta verso il bordo della 3500 m la “French route”: «Trecento metri Si è conclusa a luglio scorso la spedizione ed aperto tre vie. “Laurapaq” di 800 metri, Nordovest del Jurauraju parete dove speriamo di trovare delle doppie caratterizzati da una lunga off-width ben di Tito Arosio, Saro Costa, Luca Vallata e sale lungo la Nordovest del Jurauraju 5330 5330 m. Perù. attrezzate. La discesa ci impegnerà otto visibile dal basso». Mentre dal 9 al 10 luglio, della cordata Carlo Cosi-Davide Cassol alla m, montagna affrontata dai due in prima Foto C. Cosi ore, rallentati anche da una corda rotta». Un su Pik Slesova 4240 m (Russian Tower), Cordillera di Huayhuash (Perù). Quattro assoluta il 5 giugno 2014. «Roccia fotonica solo chiodo lungo la via. Sempre su Central la cordata ripeterà in libera l’imponente le vie aperte in questa zona dal vasto su rigole di calcare incredibili con difficoltà Pyramid i due individuano una linea lungo lo “Perestroika Crack” «Ottocento metri di potenziale di nuove linee. Giunto il 1 giugno massime di V+. Essere stati i primi salitori ha spigolo Sudovest. La attaccheranno qualche fessura aperta da una cordata francese nel scorso al campo base vicino al Lago Jurau, reso il tutto davvero magico!», ha raccontato giorno dopo. «È bellissima, ma ci accorgiamo 1991 e liberata nel 1993», racconta Luca. il quintetto si è acclimatato con la salita Cosi. “La Siesta del Bodacious” è invece una subito che è già stata salita. Hanno fatto un Partiti il pomeriggio, i due attaccheranno del Cerro Gran Vista 5152 metri, poi ha linea su ghiaccio e sale lungo la Sudovest del Jurau 5674 m. «Diretta a sinistra della cima fino all’affilata cresta 80 metri sotto, per poi congiungersi, aggirata la cresta e nell’altro versante, alla East Ridge, una via aperta nel 1966», ha precisato ancora Cosi. Da qui i due alpinisti sono ridiscesi per le pericolose condizioni delle cornici molto precarie. Fallito un tentativo di via nuova alla Sud del Yerupaja Sur 6515 m per l’impossibilità di superare la crepaccia terminale, “La zuppa di Pio” è stata la terza via aperta dalla cordata Cosi-Cassol sempre sul Jurauraju 5330 m: «650 metri con roccia splendida su difficoltà massima di Baia di Blindtarmen, il suo obiettivo è stata Qui sopra: Ralph Villiger (sinistra) e Harald IV+» (20/06/2014). Kirken: una montagna di difficile accesso Fichtinger in vetta a Kirken, Groenlandia. Sullo sfondo, Storefjord a destra. Slien e mal segnata sulle cartine, di cui Villiger Fjord a sinistra. Foto H. Fichtinger GROENLANDIA disponeva solo un immagine. Approccio Kirken 1108 m/1209 m lungo ghiacciaio e cresta morenica per Lo svizzero skipper e climber Ralph Villiger raggiungere la vetta, il giorno successivo, Seydisfjördur, Islanda dell’est. Quindi, Ralph Luca Schiera in naviga da alcuni anni a bordo del suo 12 metri dopo il superamento di un ripido canalone ha continuato in solitaria fino alle Faroes e in arrampicata su Perestroika Crack, a vela in cerca di nuove mete e nuovi luoghi per su neve e 6 lunghezze su solido granito di 6b. Scozia. Pik Slesova 4240 m, scalare. Quest’anno, con l’austriaco Harald I due hanno misurato la cima a quota 1108 m Kirghizistan. Fichtinger, ha navigato da Isafjördur, Islanda, slm; ufficialmente la montagna appare nelle Per le relazioni e la personale collaborazione Foto M. De Zaiacomo fino a Liverpool Land, nella Groenlandia carte con una quota di 1209 m slm. Ralph ringraziamo: Carlo Cosi, Luca Schiera, Ralph dell’est. Dopo aver ormeggiato nella remota e Harald hanno poi navigato alla volta di Villiger.

72 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 73 Nuove Ascensioni a cura di Carlo Caccia I sogni di Baku: sul Corno Gioià per ricordare Rocco Belingheri

Dopo le avventure in Presolana e sul Pinnacolo di Maslana, dove le sue vie non si Placche del Crepuscolo: arrampicate “plaisir” contano, Gianni Tomasoni ha cercato la solitudine nelle valli dell’Adamello, «fuo- ri dal mondo e dove non si fa la fila» (parole sue). Così, dopo Gioià nell’anima al cospetto del grande Adamello aperta nel 2012 con Sibilla Bariani, il forte alpinista di Castione della Presolana è tornato sulla parete sudest del biforcuto Corno Gioià (3087 m) e il 2 e 13 agosto progressione si svolge su fantastici funghi 2013, con la stessa compagna, ha tracciato I sogni di Baku: un’impegnativa linea di granito. Più in generale, spiega Tomaso- di 300 metri (8 lunghezze di corda), con difficoltà di VII grado, attrezzata a chiodi ni, «le nuove vie della val Miller meritano e fix ma di carattere decisamente alpinistico. I sogni di Baku risolve il notevo- una ripetizione sia per la qualità dell’ar- le pilastro a destra del gran diedro, svolgendosi prima per placche compatte e rampicata sia per l’ambiente che le circon- poi lungo diedri e placche fessurate. La discesa si svolge in doppia lungo la via da: una angolo di paradiso che non richie- e per una ripetizione è indispensabile una serie completa di friend, dai micro al de di sfacchinare troppo. Fondamentale la Camalot n.3. E se Gioià nell’anima era stata aperta per Mario Merelli, grande vicinanza del rifugio Gnutti col suo gesto- degli Ottomila scomparso sulle sue Orobie il 18 gennaio 2012, I sogni di Baku è re Gianluca, che ringrazio per averci ospi- un omaggio a Rocco Belingheri, un altro protagonista dell’alpinismo bergamasco tati e sostenuti con entusiasmo». che ci ha lasciati per una fatalità il 20 luglio 2013. «Ho voluto ricordare Rocco per tutti i momenti vissuti insieme – spiega Tomasoni –, per tutte le volte che ci siamo incontrati in montagna e lui non finiva mai di raccontare». Il Corno Gioià si innalza nel settore settentrionale della catena del Salarno, tra la valle omonima e la val Adamè, e per raggiungerne il fianco orientale, seguendo proprio la val Adamè, occorrono ben 4 ore di cammino. La sua prima ascensione, del 1898, porta le firme di D. Prina e A. Bossi con le guide A. Marani e P. Tonsi, saliti per il non entusiasmante sperone sudovest. Decisamente più interessante, invece, la cresta nordest, con i suoi 300 metri di III e IV grado percorsi per la prima volta nel 1941 da Vitale Bramani ed Ettore Castiglioni. Dici Adamello e pensi al grande ghiaccia- dovuto alla loro forma. Il ciclo di aperture Dall’alto: Gianni Tomasoni in apertura su I sogni di Baku e il Corno Gioià (3087 m, val Adamè, Adamello), parete sudest, via “I sogni di Baku” io e alla guerra bianca. Oppure alla pare- è cominciato il 27 agosto 2014 con Cuore, Corno Gioià col tracciato della via. Foto Sibilla Barian. te nord con le sue splendide vie di misto, vento, cielo nel settore destro delle Placche (300 m, VII) – Prima ascensione: Gianni Tomasoni e Sibilla Bariani, 2 e 13 agosto Per le relazioni delle vie pubblicate in queste pagine è possibile come Senza chiedere permesso o Hello del Crepuscolo: la via si sviluppa per circa 2013 contattare Gianni Tomasoni all'indirizzo: [email protected] woman of my dreams. Ma l’Adamello è 200 metri con difficoltà che raggiungono anche e soprattutto roccia: un immenso il 5c+ (obbligatorio) lungo placche, lame batolite che quando si fa parete, cresta o e fessure di ottima roccia. E analoghe Placche del Crepuscolo, val Miller, Ada- Mille splendidi soli: placche da favola in val Adamè cima è da sempre gioia per gli alpinisti, caratteristiche presenta La chioma di Be- mello (qui sopra): da dx le vie “Cuore, dai pionieri ai moderni cacciatori dell’al- renice, aperta il 28 agosto a sinistra della vento, cielo” (200 m, 5c+), “La chioma di L'ultima creazione by Gianni Tomasoni e Sibilla Ba- ta difficoltà. Ma da qualche mese, grazie precedente. Due settimane più tardi, il 14 Berenice” (200 m, 5c+), “Scrigno di gioiel- riani in val Adamè si chiama Mille splendidi soli: una all’instancabile Gianni Tomasoni, il regno settembre, Tomasoni e Amadio sono di li” (190 m, 5c) e “Amanthea” (180 m, 6a). magnifica arrampicata sul Coster di Poia o Coster dell’Adamello ha aperto i confini anche a nuovo in zona: quando scendono a valle, a Prime ascensioni: Gianni Tomasoni e Pa- del Lupo (fianco destro idrografico della val Adamè, a chi non cerca a tutti i costi l’avventura ma sinistra de La chioma di Berenice brillano olo Amadio, agosto-settembre 2014 sud del Corno Gioià) esplorato fin dagli anni Novanta preferisce scalare senza eccessivi patemi i fix di Scrigno di gioielli che con i suoi 190 da Alberto Damioli. Mille splendidi soli è lunga 270 su gradi contenuti. Si chiama arrampicata metri e difficoltà di 5c è la più abbordabile metri (8 lunghezze di corda), con difficoltà fino al 7a plaisir e, senza essere un gioco, è un di- della famiglia. Fine delle danze? Nossi- (6a+ obbl.) e attrezzatura a fix che consente di ripete- vertimento unico: un movimento ritmico gnori. Il 24 settembre, spostandosi ancora re la salita portando con sé soltanto 13 rinvii. La prima e armonico, un innalzarsi da un appoggio più a sinistra, i nostri protagonisti creano ascensione in completa arrampicata libera è riuscita il all’altro, da un appiglio all’altro alla ri- Amanthea: 180 metri di divertimento con 22 settembre 2013, una settimana dopo l'apertura, allo cerca dell’equilibrio, in letterale contatto difficoltà fino al 6a (obbligatorio). Tutte le stesso Tomasoni e a Marco Maggioni (figlio di Sibilla con la natura che sembra fatta a misura vie presentano fix lungo i tiri e in sosta e Bariani). Un'occhiata alla parete, rivolta a sud-sudest, d’uomo, per consentire l’ascesa. Ma ora per una ripetizione, oltre a una decina di basta per capire che Mille splendidi soli è un viaggio in basta con la filosofia: saliamo al rifugio rinvii e corde da 60 metri, occorre una se- placca su roccia granitica (tonalite) di qualità eccellen- Gnutti, in val Miller, e andiamo a scoprire rie di friend fino al Camalot n.3 (le fessure te. L'arrampicata è tecnica, di movimento, prima lungo ne Alba polare (160 m, 6b e A0) e Specchio delle mie Marco Maggioni in azione le creazioni di Tomasoni. Le vie, tracciate sono da proteggere). Lo stesso materiale l'avancorpo da sinistra a destra (bellissimo diedro) e brame (140 m, 6a+) tracciate da Damioli e Ivan Zanini sulla sesta lunghezza (7a) di Mille splendidi soli. con Paolo Amadio, si trovano a non più di serve anche per salire Falce e mirtillo: la quindi sulla grande placca centrale che presenta i tiri rispettivamente nel 2000 e 1997. Foto Gianni Tomasoni mezz’ora di cammino dal rifugio: quattro bella via di 115 metri con difficoltà di 6a, più impegnativi. Per completezza ricordiamo che sul si sviluppano sulle Placche del Crepusco- esposta a sud e quindi percorribile anche Placche del Boomerang, val Miller, Ada- Coster di Poia, procedendo a sinistra da Mille splendidi Coster di Poia o Coster del Lupo (val Adamè, Adamello), lo, così chiamate perché al sole per tutta al mattino, tracciata il 7 settembre da To- mello (qui sopra): via “Falce e mirtillo” soli, si svolgono le vie Mai gridare al lupo (260 m, 6c+) via “Mille splendidi soli” (270 m, 7a, 6a+ obbl.) – Prima la seconda metà della giornata, e una sul- masoni e compagno sulle Placche del Bo- (115 m, 6a). Prima ascensione: Gianni To- di Damioli e compagni, Sensazioni Adamèlliche (220 ascensione: Gianni Tomasoni e Sibilla Bariani, settem- le Placche del Boomerang, il cui nome è omerang. Imperdibile il terzo tiro, dove la masoni e Paolo Amadio, 7 settembre 2014 m, 6b+) aperta da Tomasoni e Bariani nel 2012 e infi- bre 2013

74 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 75 Libri di montagna a cura di Linda Cottino • Fosco Maraini, Topazia Alliata • Angelica Sella (a cura di) il collezionista a cura di Leonardo Bizzaro e Riccardo Love Holidays Vittorio Sella Decarli, Biblioteca della Montagna-Sat Quaderni d’amore e di viaggi Mountain Photographs 1879-1909 L’odore del freddo Rizzoli, 533 pp., 39,00 € Idea Books, 264 pp., 59,00 € L’inverno e i suoi elementi in alcune pregevoli (e utili) pubblicazioni

Ivo Ferrari (a cura di) Alpinismo d'inverno Alpine Studio, 243 pp., 19,00 € Chi di noi, a pronunciare il nome “La bibliotechina dei libri di montagna” «Giovani, innamorati e soprattut- di Vittorio Sella, non corre di Ettore Sobrero Matteo Giglio to instancabili viaggiatori, Fosco subito con la mente e gli occhi ai Il dilemma, quando si comincia una collezio- Effimeri Barbagli Maraini e Topazia Alliata sono bianco-neri nitidi e ammalianti ne, è capire che cosa cercare. Il primo libro si

Tipografia Valdostana, 475 pp., 40,00 € Gianni Pofi Foto poco più che ventenni quando dei paesaggi alpini e d’alta quota? acquista sul banco di un mercatino, ma poi? In iniziano a percorrere in lungo e in Sempre pervasi da quel senso questa e nelle prossime rubriche affronteremo Jérôme Blanc-Gras, Manu Ibarra cascate, con relative cartine e fotografie. sua storia e dei suoi protagonisti, a cui largo l’Italia dei primi anni Trenta. di calma e perfezione, che di lui il tema dei repertori, ossia quegli strumenti a L’arte del ghiaccio Un lavoro poderoso che ha un antenato il- auspichiamo possa essere dedicato più Non ancora marito e moglie, con tanto apprezzava un altro grande stampa o elettronici che ci permettono di sa- Versante Sud, 215 pp., 32,00 € lustre: il Giancarlo Grassi di Diamanti di spazio, magari in un prossimo volume. l’entusiasmo vorace degli spiriti della fotografia di natura, l’ameri- pere cosa è stato pubblicato e di costruire una cristallo, prima "bibbia" in cui grazie a un E arriviamo infine al volume pubblicato liberi, tra il 1934 e il 1935 attraver- cano Adams. Il poliedrico biellese, nostra piccola o grande raccolta. È noto che Commissione Naz. Scuole di alpinismo, sistematico lavoro di catalogazione figu- da Versante Sud, L’arte del ghiaccio, di sano città, campagne e panorami nipote di Quintino, è sicuramente una biblioteca senza catalogo è come un pozzo scialpinismo e arrampicata libera ravano quasi tutte le principali strutture Jérôme Blanc-Gras e Manu Ibarra. Un dal fascino ancora incontamina- il più famoso fotografo di mon- privo di secchio. Se vogliamo attingere all’enor- Arrampicata su ghiaccio verticale della Valle. Dopo la morte di Grassi la gui- bel manuale rivolto sia agli esperti che to». È questo l’incipit della quarta tagna di tutti i tempi. Al suo me patrimonio bibliografico sull’argomento Club alpino italiano, 367 pp., 22,00 € da fu completata da Aldo Cambiolo e uscì ai principianti, in cui accanto a tecniche di copertina, seduttiva quanto poi lavoro è dedicato un volume di montagna prodotto fino a oggi (50-60mila vo- nel 1994. Nei vent’anni trascorsi da allora, e materiali è raccontata la storia della si rivela l’interno del libro, il cui ti- grande formato e di straordinario lumi?) abbiamo bisogno di un secchio, meglio È dedicata a Marco Anghileri, all’amico anni strategici per l’affermazione di que- disciplina, dalle ascensioni alpinistiche tolo riprende quello scelto dai due fascino, pubblicato per i tipi di una bibliografia o un catalogo. Si può iniziare Marco, che aspettava di leggerla su car- sta disciplina, sono usciti solo aggiorna- al dry-tooling, con le testimonianze dei amanti per i cinque quaderni in Idea Books e mandato in libre- con i cataloghi di alcune biblioteche. La Biblio- ta questa raccolta di scritti, apparsa ini- menti parziali: sulle cascate della Valle di più forti interpreti internazionali, da cui raccolsero lettere, fotografie, ria nell’ultimo scorcio dell’anno teca nazionale del CAI ha pubblicato un primo zialmente sul blog di Ivo Ferrari ed edita Cogne e della Valdigne a opera di François Cecchinel a Mark Twight, da François disegni e materiali vari sui viaggi appena concluso. Questa sì, una catalogo a stampa nel 1968 a cura di Alfredo nell’aprile scorso. Abbiamo però aspettato Damilano e Godefroy Perroux nel 1999 e Marsigny a Pavel Shabalin, da Will Gadd che fecero per incontrarsi, e che strenna in piena regola. Presso la Richiello; un aggiornamento curato da Dome- l’inverno per darle il giusto risalto, perché sulle colate valdostane più ripetute per a Ueli Steck e molti altri. Inoltre, ed è li portarono da Firenze al Monte Fondazione Sella sono conservati nico Mottinelli è uscito nel 1985. Questi due è solo quando tutt’attorno le montagne si mano di Mario Sertori nel 2009. Manca- la prima volta che accade in un testo di Bianco, dalla Sicilia alle Dolomiti. 14.000 negativi originali in lastre strumenti hanno ormai solo un valore storico, ricoprono di neve e il ghiaccio si forma e si va insomma un repertorio completo e il questo tipo, viene presentato un metodo Luoghi e amici: scorrono i nomi di e pellicole, insieme ai documenti la ricerca ora avviene on-line. La Biblioteca del- trasforma, quando le ore di luce sono po- più possibile aggiornato, ed è esattamente per facilitare la valutazione dei rischi e dei personaggi che fecero la storia di personali, le lettere e i diari; un la Montagna-Sat ha un catalogo — il Catalogo che e le temperature straordinariamente il lavoro fatto da Giglio. Tutte le cascate pericoli. Questo libro, dicono gli autori, è quegli anni, in alpinismo Comici patrimonio inestimabile, che il Bibliografico Trentino, recentemente rinnovato basse, che possiamo assaporare in tutta sono descritte per vallata in ordine geo- il frutto di anni di lavoro e di riflessione o Tita Piaz. Chiusi in una scatola fotografo mise insieme nel corso — esclusivamente on-line: www.cbt.bibliote- la loro densità queste storie “all’ombra grafico in senso orario circolare, lo stesso «anche a partire dai numerosi incidenti e riemersi dopo più di mezzo di una vita e da cui è stato tratto il che.provincia.tn.it/oseegenius. Il Sistema Bi- di grandi pareti” che Ferrari ci propone. utilizzato all’interno di ogni valle; com- gravi che hanno coinvolto i nostri amici». secolo, i diari sono concepiti come materiale del libro. Immergersi in bliotecario Trentino dà anche l’opportunità di Così ci avventuriamo in un giro attraverso pletano il volume brevi capitoli sui gradi Ragione che li ha spinti a elaborare un un album – ciò che più li rende vi- queste immagini è come parti- accedere alla biblioteca digitale (trentino.me- le Alpi e fino al Gran Sasso nella stagione di difficoltà, il materiale e un glossario. metodo empirico «che consente agli sivamente straordinari – e hanno re per un grande viaggio: dalle dialibrary.it). Altre biblioteche del CAI possie- fredda, facendoci rapire dai racconti di Un po’ annegati in questa messe di infor- scalatori di identificare e valutare i pericoli la peculiarità di essere stati scritti Alpi, che Sella immortalò in ogni dono cataloghi in linea o locali, per farsi un’idea salite invernali che negli anni hanno fat- mazioni, spuntano tre interventi in "presa fornendo esempi concreti che possono insieme, con un lessico in cui recesso nel decennio 1878-89, è opportuno visitare www.bibliocai.it o cercare to «sognare, discutere e immaginare». I diretta": di Patrick Gabarrou, che parla aiutare a osservare, prendere decisioni e confluiscono inglese e fiorentino, al Caucaso – che nel corso di tre i documenti sul Metaopac: www.cai.it/index. capitoli hanno la brevità imposta dal sup- della "sua" Valle d’Aosta; di Giglio stesso, fare scelte con maggiore consapevolezza». siciliano e persino qualche parola spedizioni ritrasse anche nei suoi php?id=1120 L’accorto utente si accorgerà su- porto originario, il web, ed è forse anche che racconta della sua salita sul "Tubo" in E in tema di manuali di arrampicata su di spagnolo, e illustrati a turno con aspetti etnografici e antropologici bito dell’enorme patrimonio bibliografico con- grazie a questa concisione che riescono a Val di Rhêmes, nel 2005, a pochi giorni ghiaccio, merita una menzione il volume i loro disegni; che molti di questi immortalando i volti antichi dei servato dalle sezioni CAI Un ottimo esempio restituirci tutta l’intensità dell’azione. dalla morte su quella stessa cascata di Arrampicata su ghiaccio verticale della siano di Topazia non deve stupire, suoi abitanti – dalle montagne di valorizzazione è quello dato alle stampe nel Un’azione che dalle grandi pareti si spo- Massimo Farina, e infine di Elio Bonfanti Commissione nazionale delle scuole di vista la sua formazione artistica, extraeuropee dell’Africa, con il 1996 a cura di Leonello Birolini, Il camminalibro. sta sulle cascate di ghiaccio della Valle sulla ripetizione, vent’anni dopo, della ce- alpinismo, scialpinismo e arrampicata le fotografie sono invece perlopiù nebbioso, tropicale Ruwenzori, La Biblioteca della Fondazione “G. Angelini” di d’Aosta con Effimeri barbagli di Matteo lebre "Repentance Super" in Valnontey, libera del Cai, che benché uscito nel no- opera di Fosco. Un libro che fa all’asprezza artica del Sant’Elia, Belluno nel 1991 ha pubblicato un prezioso ca- Giglio. Qui la guida alpina valdostana aperta nel 1989 da Fulvio Conta, François vembre 2012 resta un riferimento impre- sognare, come doveva essere in Alaska, dalla grandiosità del talogo a stampa curato da Andrea Angelini; ora condensa il frutto di un’intera carriera Damilano e Giancarlo Grassi. Racconti scindibile per affrontare in sicurezza le questa coppia che pare uscita da Karakorum e del K2 al selvaggio è possibile consultare lo strumento aggiornato: di ghiacciatore, descrivendo più di 700 che danno il senso di questa attività, della effimere strutture ghiacciate. un romanzo del Novecento. Sikkim del Kangchenjunga. angelini-fondazione.it

76 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 77 Libri di montagna Titoli in libreria In collaborazione con la Libreria la Montagna, Sul prossimo numero in edicola dal 27 gennaio • Stefano Ardito • Toni Sanmarchi Torino, www.librerialamontagna.it Le grandi scalate che hanno Le Dolomiti di Auronzo cambiato la storia della 1874-2014 NARRATIVA montagna Cai Sezione Cadorina di Auronzo, • Nick Bullock, Arrampicare Libera Newton Compton, 384 pp., 9,90 € 351 pp., 24,00 € La dura strada di uno scalatore verso la libertà. Versante Sud, 261 pp., 19,00 €

• Alessandro Gogna, La pietra dei sogni Ritorno nel mezzogiorno d'Italia per con- tinuare il viaggio iniziato trent'anni fa. Versante Sud, 320 pp., 20,00 € Il giornalista romano, firma nota per chi si interessa di montagna, Un tributo alle Dolomiti cadorine • Mauro Corona, Una lacrima color con questo suo nuovo lavoro sce- per i 140 anni dalla fondazione del turchese glie di rivolgersi al vasto pubblico CAI di Auronzo. L’edizione riprende In un paesino di montagna, il giorno che dell’alpinismo pensa sia un’at- l’originale di Toni Sanmarchi, un di Natale le statuine di Gesù Bambino tività «strampalata e per pochi». cult per gli amanti di queste zone, scompaiono misteriosamente da tutti i Confeziona così un repertorio di e l’aggiorna sotto la supervisione presepi. storie ambientate sulle Alpi come di Bepi Pellegrinon, la cui mano di Mondadori, 92, 12,00 € in Himalaya o in Africa, dove si fine editore non passa inosservata. racconta di ascensioni e imprese Il libro è una miniera di informa- • Maurizio Giordani, Appigli sfuggenti i cui protagonisti si sono trovati a zioni: dalla geologia e l’ambiente Montagne, scalate, avventura, viaggi, tu per tu con la natura selvaggia. alla storia locale, dall’alpinismo di amicizia e condivisione. Un anno di anniversari per il Cervino Speciale rischio valanghe Quella stessa natura, per altri fine Ottocento alla Grande Guerra, Alpine Studio, 311 pp., 19,90 € Quest’anno si festeggiano i 150 anni della prima salita del Cer- Conoscere le trasformazioni del manto nevoso è indispensa- versi fragile, che proprio un’attività dalla ricostruzione nel secondo vino e i 50 anni dalla salita solitaria e invernale di Walter Bo- bile per affrontare in sicurezza la montagna invernale. come l’alpinismo ha contribuito a Novecento alla contemporaneità. FOTOGRAFICI natti per la parete nord. Carlo Crovella rivisita queste due sca- I consigli degli esperti per una corretta interpretazione dei preservare. Con bibliografia essenziale. • AA.VV., Walter Bonatti. Fotografie dai late storiche, tappe fondamentali nella storia dell’alpinismo. pericoli e come evitarli. grandi spazi • Guido Combi • Elio Bertolina Catalogo della mostra in corso a Milano Stefano Tirinzoni A guardàr indré par dal 13-11-2014 al 08-03-2015. Una vita per la montagna e per l’ambiente traguardàr inànt Contrasto, 191 pp., 35,00 € * Informazioni per Fondazione L.Bombardieri, 191 pp. Alpinia Editrice, 236 pp., 15,00 € l’inserimento degli annunci Piccoli annunci 335 5666370/0141 935258 • Aldo Audisio, Veronica Lisino, Annunci a pagamento Collezionisti di Montagne [email protected] Raccolte di documentazione del Museo Nazionale della Montagna a Torino dal Guide alpine Accompagnatori, • Sezione dell’Etna – Catania www.caicatania.it 1874. • www.lyskamm4000.com guide turistiche e T.O. Mongolia di Nord Ovest e Mosca. Dal 16 al Priuli & Verlucca, 271 pp., 35,00 € 346 8077337 - 347 2264381 • Naturaliter - trekking e ospitalità 31 agosto. [email protected] mediterranea Madagascar 16-30 ottobre- Spiagge e Quando accade che troppo presto • Diego Vaschetto, Treni di montagna Fuoripista, eliski, cascate, ciaspole, Trekking ed escursionismo nei Parchi parchi, in pulman e alberghi. scompaia un uomo versatile e Dopo La Val di Curcégl’, di cui ab- Le più belle ferrovie delle Alpi. giornate promozionali, corsi, uscite di e Riserve della Calabria, Sicilia, Puglia, Trekking dell’Etna in 5 gg. colto, con mille interessi e denso biamo dato conto alcuni mesi fa in Edizioni del Capricorno, 207 pp., 29,00 € gruppo Basilicata, Campania, Sardegna, Grecia Trekking delle Eolie in 7 gg. in ogni sua attività, il vuoto che questa rubrica, Bertolina prosegue Haute Route. e . Programmi personalizzati Trekking delle Egadi in 8 gg. lascia è grande e chi gli è stato nella sua narrazione antropologica • Marzia Verona, Pascolo vagante – Val Maira, Oztal, Silvretta, Formazza- per sezioni Cai, Cral aziendali, Circoli, Pantelleria a Settembre. accanto sente di doverlo colmare compiendo un ulteriore scavo nella Paturage nomade 2004-2014 Bedretto Associazioni e gruppi precostituiti. Chiedere depliants. in qualche modo. È questo il caso memoria della Valfurva. Gli avve- Dieci anni di pascolo vagante nelle alpi Chamonix-Zermatt, Mishabel, Monte Tel. +39 328 9094209 / +39 347 3046799 Foresteria in sede e pulmini a disposizione di Stefano Tirinzoni, appassionato nimenti peculiari che scandivano occidentali. Rosa, Ecrins, Oberland Email: [email protected] delle sezioni. di montagna, architetto, impe- in passato il tempo e la vita della L’Artistica Editrice, 239 pp., 40,00 € Nordend, Aletshorn www.naturaliterweb.it info: [email protected] gnato nella tutela del paesaggio e valle sono stati ricostruiti grazie a Scialpinismo Marocco, Turchia, Norvegia nell’educazione dei giovani, soprat- testi pressoché introvabili e su cui BAMBINI Sspedizioni C.B. K2, Perù • www.naturadavivere.it • www.naturaviaggi.org tutto con la Fondazione Bombar- l’autore ha lavorato sia sul piano • Enrico Brizzi, Milo e il segreto del dal 1985 tour di gruppo con guida dal 1989 produco e guido magnifici dieri, di cui è stato un presidente della lingua che dal punto di vista Karakorum Patagonia, Nuova Zelanda , Armenia e Overland naturalistici attento al rinnovamento e alle della ricerca, ispirata all’indirizzo La spedizione italiana sul Karakorum del Georgia, Vietnam Cambogia e Laos Islanda, Patagonia, Nepal, Namibia. novità. Il frutto della sua energia in dell’etnografia sociale degli anni 1909 narrata da un bambino. Costa Rica [email protected] questo affettuoso omaggio. Settanta del secolo scorso. Laterza, 59 pp. con disegni a col., 18,00 € Tel 0586 444407 [email protected] 0586 375161 - 347 5413197

78 / Montagne360 / Gennaio 2015 Gennaio 2015 / Montagne360 / 79 Montagne360 La rivista del Club Alpino Italiano Direttore Responsabile: Luca Calzolari Novità dalle aziende Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta a cura di Susanna Gazzola (GNP) Caporedattore: Stefano Mandelli Cervino Redazione: Lorenzo Arduini, Matilde Delfina Pescali, Chiara Borghesi Segreteria di redazione: Carla Falato Lowa A 150 anni dalla prima salita di Edward Whymper Tel. 051/8490100 - [email protected] finanzia una scuola in Nepal Hanno collaborato a questo numero: Carlo Caccia, Linda Cottino, Massimo Goldoni, Roberto Mantovani, Mario Vianelli LOWA, azienda ben nota agli appassio- A 50 dall’ultima impresa di Walter Bonatti Grafica e impaginazione: Francesca Massai nati di outdoor, trekking e alpinismo, ha Service editoriale: Cervelli In Azione srl - Bologna Tel. 051 8490100 - Fax. 051 8490103 finanziato la costruzione di una scuola nel CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, villaggio di Sangachok (950 anime), in Ne- Monte dei Cappuccini. pal. L'operazione è stata possibile grazie Sede Legale: Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano Cas. post. 10001- 20110 Milano - Tel. 02 a una serata di beneficenza organizzata 2057231 (ric.aut) - Fax 02 205723.201 - www. ad ottobre 2014 nel quartier generale di Jansewa Lower Secondary School”, dove CAI.it Jetzendorf, realizzata in collaborazione con attualmente 9 maestri insegnano a 170 Telegr. centralCAI Milano c/c post. 15200207 intestato a CAI Club Alpino Italiano, Servizio gli alpinisti Ralf Dujmovits e Gerlinde Kal- bambini in condizioni piuttosto primitive Tesoreria Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. tenbrunner, entrambi ambassador LOWA. I e in strutture fatiscenti. Il nuovo edificio Abbonamenti a Montagne 360. La rivista del fondi stanziati da LOWA saranno destinati scolastico, a due piani, sarà completato Club Alpino Italiano: 12 fascicoli del mensile: abb. Soci familiari: € 10; abb. Soci giovani: alla costruzione della nuova “Namuna entro l'estate del prossimo anno. Cervino - Matterhorn € 5; abb. sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10; abb. non Soci: € 24,00 + 2,10 (spedizione Carta1:25 000 postale); supplemento spese per recapito Con carta di dettaglio 1:15 000 all’estero: UE € 28,46 / Resto d’Europa e L’importanza dell’intimo Mediterraneo € 23,52 / Resto del mondo € 29,28. Fascicoli sciolti, comprese spese postali: per benessere e prestazioni ottimizzate Soci € 2,00, non Soci € 3,90. Per fascicoli arretrati dal 1882 al 1978: Studio Bibliografico

San Mamolo di Pierpaolo Bergonzoni & C. Nella nuova linea di abbigliamento intimo L’eccesso di ▲ Itinerari: escursionismo snc, Via XX Settembre, 42 - 40050 Dozza ciaspole, scialpinismo Energizer MK, le due lettere rappresentano umidità viene (BO) - Tel. e Fax 0542 679083. Segnalazioni ▲ Tutti i rifugi e i numeri utili di mancato ricevimento: indirizzate alla anni di scrupoloso lavoro e di test sul invece trasportato propria Sezione o alla Sede Centrale (tel. 02 prodotto, in linea con la filosofia di X-Bionic® all’esterno tramite Allegato a Meridiani Montagne N° 72 - Direttore Responsabile Marco Albino Ferrari - Errestampa (Orio al Serio - BG) 2057231). Indirizzare tutta la corrispondenza per il miglioramento delle prestazioni. il Transmission e il materiale a: Club Alpino Italiano Ufficio Redazione - via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. Il sistema 3D BionicSphere® è stato Layer. Sia in fase di IN ALLEGATO Originali e illustrazioni pervenuti di regola maggiorato, le camere di ventilazione riposo che in fase LA CARTINA INEDITA non si restituiscono. Le diapositive verranno sono più definite e il tutto garantisce una di attività, questa restituite, se richieste. È vietata la riproduzione anche parziale di migliore protezione sull’intera superficie tecnologia rivela tutta la sua importanza testi, fotografie, schizzi, figure, disegni senza corporea. I capi si differenziano per livello isolando e proteggendo dall’effetto esplicita autorizzazione dell’Editore. di compressione, capacità di isolamento, raffreddamento. La realizzazione dei capi Diffusione esclusiva per l’Italia: Pieroni Distribuzione s.r.l. - Viale C. Cazzaniga, 19 tipologia del materiale utilizzato, peso. La punta sul prestigio della tradizione tessile - 20132 Milano - Tel. 02 25823176 - Fax 02 caratteristica fondamentale – e comune a italiana; tutte le fasi della produzione Montagne 25823324 tutti i capi – è il cosiddetto Decision Layer, si svolgono nello stabilimento di Asola Servizio pubblicità: Outdoor G.N.P. srl - Susanna Gazzola che lascia sulla pelle un’impercettibile (Mantova). Per maggiori informazioni: via Montessori 15 - 14010 Cellarengo (At) pellicola di umidità utilizzata per rinfrescare. www.x-bionic.it tel. 0141 935258 - 335 5666370 [email protected] Fotolito e stampa: Officine Grafiche Novara 1901 spa - Novara Carta: carta gr. 75/mq. patinata lucida Blade Runner Sped. in abbon. post- 45% art. 2 comma 20/b dall’innovativa linea per l’ice climbing dedicata a Cassin legge 662/96 - Filiale di Milano Registrazione del Tribunale di Milano: n. 184 Un attrezzo di riferimento per le cascate di ghiaccio, il misto e l’alpinismo tecnico è il Blade del 2.7.1948- Iscrizione al Registro Nazionale Runner, che unisce la stabilità e l’efficacia dei ramponi a struttura verticale con la precisione, la della Stampa con il n.01188, vol. 12, foglio 697 Cervino, Valsesia in data 10.5.1984. versatilità e la facilità di regolazione di quelli a struttura oriz- Val d’Ossola, Val di Fiemme

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