Canti Risorgimentali

E. A. MARIO gli avvenimenti che leggeva sui giornali, CANTI (al secolo Giovanni Ermete Gaeta) che sentiva in giro, che gli giungevano dai Pellezzano, 5 maggio 1884 bollettini di guerra. Gli stessi amici, milita- Napoli, 24 giugno 1961 ri al fronte, gli chiedevano canzoni da RISORGIMENTALI cantare per sopportare la durezza delle Nato a Napoli, nel rione Vicaria, nel 1884, lunghe ore in trincea, durante le poche creò la propria cultura leggendo di tutto notti di calma trascorse nel fango, con la E …NON SOLO un po’ in una edicola in Corso Garibaldi. paura del fuoco nemico, e l’aiuto a ricor- Amante di storia e di lingua italiana, il gio- dare la casa lontana, gli affetti familiari. vane Gaeta era appassionato di Giuseppe Nei suoi “fascicoli piedigrotteschi” divul- Parte seconda Mazzini e con un saggio su tale personag- gava le canzoni che avrebbero partecipa- gio iniziò la sua collaborazione a Il Lavoro to alla festa della Madonna di Piedigrotta, di Beppe V. Tommasiello di Genova, diretto da Alessandro Sacheri, un “festival” canoro napoletano. E. A. Socio di Roma con lo pseudonimo di Hermes (da Ermete, Mario era uomo di grande generosità, per suo secondo nome). Un po’ di tempo pri- La Leggenda del Piave non volle mai un ma aveva vinto un concorso alle Poste ed soldo per i diritti d’autore. Le prime cento iunse, quindi, la Grande Guerra, era stato inviato a Bergamo dove aveva medaglie d’oro che aveva ricevuto dai Co- evento storico di grande portata conosciuto una giornalista polacca che si muni del Piave, da associazioni combat- Gche consentì il completamento firmava con lo pseudonimo di Mario tentistiche e da privati, le donò “alla pa- dell’unificazione italiana. Clarvy. In questo modo definì il suo nome tria” - come si diceva allora - nel novem- I canti legati a questo momento d’arte: “E” da Ermete, “A” da Alessandro, bre del 1941, insieme con le “fedi” matri- drammatico sono condensabili direttore del Il Lavoro di Genova, “Mario” moniali sua e della moglie. Tutte le molte in due grandi repertori: quello da questa giornalista polacca. Giovanni altre medaglie d’oro e la commenda in oro interventista volto ad esaltare Gaeta aveva grande vena poetica e fan- che gli aveva personalmente consegnato il valore dei soldati e le giuste tasia musicale, si dice che abbia scritto Vittorio Emanuele III, insieme ad altri pre- ragioni della guerra contro più di duemila canzoni, oltre a molte poe- ziosi cimeli, furono rubati da ladri tredici l’oppressore austriaco e quello sie. E’ stato uno dei grandi esponenti del- anni dopo la sua morte, nel maggio 1974, delle canzoni di trincea la canzone napoletana nel primo Nove- in casa della figlia Vittoria. che descrivono la dura vita cento e una figura di spicco della canzo- del soldato. ne italiana fino agli anni Cinquanta. L’au- Il Piave mormorava calmo e placido tore, prima di questo inno, aveva già scrit- al passaggio dei primi fanti to canzoni patriottiche allo scoppio della il ventiquattro maggio; grande guerra.La figlia scriveva che era l’esercito marciava per raggiunger per lui naturale esprimere in musica tutti la frontiera per far contro il nemico una barriera! Muti passaron quella notte i fanti, Tra le più celebri canzoni patriottiche ri- Tra il 2 e il 6 luglio del 1918, si svolse, tra vanni Gaeta; di questo autore si ricorda- del Piave. Mentre stava salendo la gran- tacere bisognava e andare avanti. cordiamo: il Piave vecchio ed il Piave nuovo la bat- no Vipera, Le rose rosse, Santa Lucia de scalinata del monumento, Vittorio S’udiva intanto dalle amate sponde taglia, denominata del Solstizio, durante luntana, Profumi e balocchi. Emanuele lll domandò a chi gli stava vici- sommesso e lieve il tripudiar de l’onde. La leggenda del Piave la quale morirono più di 84.000 italiani e Vale la pena qui ricordare un aneddoto no:«Di chi è quest’aria?».Tutti conosceva- Era un presagio dolce e lusinghiero. circa 149.000 militari austriaci. raccontato dalla stessa figlia dell’autore, no l’«aria», ma nessuno dei presenti ne il Piave mormorò: Il brano fu scritto nel 1918 dal maestro Quando gli italiani lanciarono l’offensiva Vittoria, che è stata la sua biografa e col- conosceva l’autore! Finalmente il capo “Non passa lo straniero!” Giovanni Ermete Gaeta (noto con lo finale italiana (Battaglia di Vittorio Vene- laboratrice artistica. del personale delle Poste si avvicinò al Ma in una notte triste pseudonimo di E. A. Mario). to), nell’ottobre del 1918, il fronte del Pia- Nel 1921 Il convoglio che trasportava le ministro Giuffrida e gli mormorò qualcosa si parlò di tradimento I fatti d’arme che hanno ispirato l’autore ve fu nuovamente luogo di scontri tra spoglie del milite ignoto, dopo una sosta sottovoce.Il ministro riuscì ad arrivare a e il Piave udiva l’ira e lo sgomento. si ricollegano al giugno del 1918 quando l’Austria e l’Italia ma l’imperial regio notturna ad Arezzo, il 2 novembre arriva- fianco del re gli disse: «Maestà, questa Ahi, quanta gente ha visto venir giù, l’esercito austriaco decise di sferrare un esercito” si era già frantumato e gli Ita- va finalmente a Roma, dove c’erano ad at- musica è di un nostro impiegato». E il re: lasciare il tetto, grande attacco sul fronte del Piave per liani sfondarono le linee nemiche. tendere il feretro Vittorio Emanuele lll e le «Vorrei conoscerlo». Probabilmente que- per l’onta consumata a Caporetto. piegare definitivamente l’esercito italia- La leggenda del Piave fu composta nel più alte cariche dello Stato. Su un affusto sto breve scambio di battute tra il re e il Profughi ovunque dai lontani monti, no, umiliato dalla sconfitta di Caporetto. giugno 1918 subito dopo la battaglia del di cannone la bara veniva trasportata al suo Ministro delle Poste fu riferito dallo venivano a gremir tutti i ponti. l’”imperial regio esercito” si avvicinò Solstizio, e diffusa fra i soldati italiani dal tempio di Santa Maria degli Angeli, dove stesso Vittorio Emanuele lll a Giovanni S’udiva allor dalle violate sponde quindi alle località venete prossime al cantante Enrico Demma (Raffaele Gat- rimaneva esposta due giorni prima di es- Gaeta tre settimane dopo la grande mani- sommesso e triste il mormorio de l’onde. fiume ove fu costretto però ad arrestarsi tordo). Il testo e la musica, ideati per rea- sere tumulata sull’Altare della Patria. La festazione a Roma quando, il 25 novem- Come un singhiozzo in quell’autunno nero a causa della piena del Piave. iniziò così lizzare una canzone patriottica volta ad mattina del 4 novembre, sull’Altare della bre, l’autore de La Canzone del Piave ven- il Piave mormorò: “Ritorna lo straniero!” la resistenza delle Forze armate del Re- incitare alla battaglia, hanno le stesse Patria, alla presenza del re e di tutte le au- ne presentato al sovrano che lo insignì, al E ritornò il nemico per l’orgoglio gno d’Italia che costrinsero gli Austro- caratteristiche canore di altre canzoni torità, al momento della tumulazione, la termine dell’incontro, del titolo di Com- e per la fame ungarici a ripiegare. che già avevano fatto conoscere Gio- banda dei Carabinieri intonò La leggenda mendatore della Corona d’Italia. voleva sfogar tutte le sue brame,

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vedeva il piano aprico di lassù: originaria di quelle terre di confine, orgo- Divenne famosissimo ed accanto a can- voleva ancora sfamarsi gliosa, per tutta la difficile vita, della sua zoni d’attualità - La sagra di Giarabub per e tripudiare come allora! italianità. la campagna d’Africa, La canzone dei No, disse il Piave, no, dissero i fanti, sommergibili, ecc. - scrisse anche famo- mai più il nemico faccia un passo avanti! Per le strade, per le vie di Trieste, sissime canzoni d’amore, come Serenata Si vide il Piave rigonfiar le sponde suona e chiama di San Giusto celeste, Villa triste, e la celeberrima Vec- e come i fanti combattevan l’onde. la campana. chia Roma, cantata da . Rosso del sangue del nemico altero, L’ora suona, l’ora suona non lontana, Nel secondo dopoguerra continuò l’atti- il Piave comandò: “Indietro va’, straniero!” che più schiava non sarà. vità di compositore partecipando al Fe- Indietreggiò il nemico fino a Trieste Le ragazze di Trieste stival di Sanremo giungendo una prima fino a Trento cantan tutte con ardore: volta quarto con Madonna delle rose e la Vittoria sciolse l’ali al vento! Oh Italia, oh Italia del mio cuore cantata da Carboni nel 1952, e vincendo Fu sacro il patto antico, tra le schiere Tu ci vieni a liberar. poi la competizione canora 1955 con L’ultimo nato: lo Scirè furon visti Le ragazze di Trieste Buongiorno tristezza cantata da Claudio risorgere Oberdan, Sauro e Battisti! cantan tutte con ardore: Villa e Tullio Pane. Rinnovò poi il succes- Infranse alfin l’italico valore Oh Italia, oh Italia del mio cuore so con Corde della mia chitarra nel 1957 1. Sfiorano l’onde nere nella fitta oscurità, le forche e l’armi dell’Impiccatore! Tu ci vieni a liberar. ancora interpretata da Villa in coppia dalle torrette fiere ogni sguardo Sicure l’Alpi, libere le sponde, Avrà baci, fiori e rose la marina, con . Giunse inoltre terzo nel attento sta. e tacque il Piave, si placaron l’onde. la campana perderà la nota mesta. 1954 con il brano E la barca tornò sola Taciti ed invisibili Sul patrio suol vinti i torvi Imperi, Su San Giusto sventolar vedremo a festa cantata da Gino Latilla. partono i sommergibili! la Pace non trovò né oppressi, il vessillo tricolor. Sue sono quindi e solo per ricordarne al- Cuori e motori né stranieri! Le ragazze di Trieste cune: Serenata a Maria, Vecchia Roma, d’assaltatori cantan tutte con ardore: grande novità è data dalla radio e dal ci- film come “Uomini sul fondo” (La canzo- Faccetta nera, La sagra di Giarabub, La contro l’immensità! Oh Italia, oh Italia del mio cuore nema. Il sonoro cinematografico fa cir- ne dei sommergibili di Ruccione e Zorro), canzone dei sommergibili, Yo te quiero, Refrain: Tu ci vieni a liberar! colare la canzone. Gli interpreti della “Giarabub” (La sagra di Giarabub parole Sotto il cielo dell’Avana, Villa triste, Se- Andar canzone commerciale conoscono negli di F .A. De Torres e A. Simeoni, musica di renata celeste, ...E la barca tornò sola, pel vasto mar Nel periodo tra le due guerre si assiste anni trenta il fenomeno del divismo: Na- M. Ruccione, famose furono anche Caro Buongiorno tristezza, Madonna delle ro- ridendo in faccia a monna Morte in Italia alla trasformazione della ro- talino Otto, Pippo Barzizza, il Trio Lesca- papà (1940), e la celeberrima Lilì Marleen se, Corde della mia chitarra. ed al Destino! manza in canzone commerciale. La no, Odoardo Spadaro; negli anni ‘40 or- (musica di Norbert Schultze, parole di Colpir e seppellir comparsa di nuovi mass-media porta al- chestre e interpreti che avranno fortuna Hans Leip) cantata e conosciuta da tutti ogni nemico che s’incontra sul cammino! la divulgazione di prodotti diversi, desti- anche nel secondo dopoguerra: Cinico gli eserciti belligeranti. È così che vive il marinar nati ad un pubblico e ad un mercato più Angelini, Alberto Rabagliati, il Quartetto Con la ‘liberazione’ si diffuse infine una nel profondo cuor propriamente nazionale. Spettacoli co- Cetra, Gorni Kramer. canzone allegra e speranzosa come Ro- Il primo del sonante mar! me il varietà, la rivista e l’operetta par- Il cinema italiano partecipa alla diffusione samunda cantata da Dea Garbaccio e in- sommergibile Del nemico e dell’avversità italiano: tecipano a questa diffusione, ma la della canzone italiana con “La canzone cisa dall’orchestra Angelini: si trattava di il Delfino se ne infischia perché sa dell’amore”, Alberto Rabagliati cantava una canzone nordamericana del 1939 che vincerà. Tu musica divina, Vittorio De Sica rende- (Beer Barrel Polka). va immortale Parlami d’amore Mariù nel 2. Giù sotto l’onda grigia di foschia film “Gli uomini che mascalzoni”. Ai nostri fini ricordiamo: nell’albeggiar Anche le orchestre, nel rifarsi a modelli una torretta bigia spia la preda nordamericani, danno un grosso impul- al suo passar! so alla canzone italiana, di questo gene- La Canzone dei Sommergibili Scatta dal sommergibile re ricordiamo Quel motivetto che mi pia- rapido ed infallibile ce tanto portato al successo dall’orche- Di Ruccione e Zorro dritto e sicuro stra Barzizza, Ho un sassolino nella batte il siluro scarpa cantato da Natalino Otto, allegro MARIO RUCCIONE schianta e sconvolge il mar! La campana di S. Giusto motivetto dixieland, ed ancora, anche Palermo, 18 ottobre 1908 Refrain: se di genere diverso, Tornerai (1937), Roma, 15 gennaio 1969 Musica di C. Arona e parole di G. Drovet- Maramao perché sei morto?, Il pinguino 3. Ora sull’onda azzurra ti (1918). innamorato interpretate dal Trio Lesca- Musicista, iniziò a comporre molto pre- nella luce mattinal Il 4 novembre 1918 segna la fine della pri- no; Ba-ba baciami piccina, Oi Marì can- sto, trasferitosi a Roma cominciò a fre- ogni motor sussurra ma guerra mondiale e vede finalmente il tate da Alberto Rabagliati. quentare l’ambiente teatrale e cinemato- come un canto trionfal! ritorno all’Italia di Trento e Trieste. In Durante la guerra la canzone commer- grafico ove si distinse per la composizio- Ai porti inaccessibili questi versi viene esaltata l’italianità e ciale è impegnata nello sforzo di propa- ne di colonne sonore, a tale attività af- tornano i sommergibili: l’amor di Patria del popolo triestino che ganda del regime. Si cantano gli slogan fiancò quella di compositore di canzoni, ogni bandiera l’autore di questo articolo può testimo- del regime ed ancora una volta, oltre la nel corso della sua carriera ne scrisse che batte fiera niare di persona per aver avuto la madre, radio, veicolo di diffusione è il cinema: ben 500 divenute tutte note. una vittoria val!

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