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EDITORIALE 4 ??????????????????????? - di Antonino La Spina Presidente UNPLI

ITINERARI DA SCOPRIRE FRIULI VENEZIA GIULIA 6 La Grande Guerra nelle Valli del Natisone - di Davide Francescutti TOSCANA 12 Il Cammino di San Bartolomeo - di Emanuela Olobardi

LA PRO LOCO DEL BORGO PIEMONTE 16 Il Ricetto di Candelo - di Riccardo 18 TESORI NASCOSTI CAMPANIA 20 Cimitile, sulle tracce di Maria Maddalena incoronata - di Giulia Nappi

DIARIO DI VIAGGIO SICILIA 24 Palermo, la mille e una notte - di Patrizia Forlani

PATRIMONIO IMMATERIALE

VENETO 28 , seguendo le orme dell’oca... - di Alessandra Tutino

CULTURA BASILICATA 32 La Valle più dipinta d’Italia - di Maria Martinelli

PERCORSO DEL GUSTO PUGLIA 36 Alla scoperta delle tipicità Pugliesi - di Luca Caroselli 37 Sannicandro di Bari 37 L’Olio Sannicandrese 38 Il Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari 38 L’Uva Pizzutella Adelfiese 39 Adelfia

SAPORI E TRADIZIONI PIEMONTE 40 Il profumo di menta di Piovà Massaia - di Riccardo Milan

IL BUON BERE 38 TRENTINO ALTO ADIGE 42 Sua maestà il Teroldego Rotaliano - di Oriana Bosco Foto di copertina Crediti Foto | fotografiassociati.com

Gli eventi nazionali delle Pro Loco d’Italia 2019

Arcobaleno d’Italia 2018 | n° 04 GIORNATA Testata di promozione turistica delle Pro Loco d’Italia. 17 gennaio NAZIONALE 1 47 Rivista a diffusione nazionale. DEL DIALETTO Redazione “PRO LOCO: ANTICHI MESTIERI Piazza Flavio Biondo, 13 2 TURISMO E SPORT” 00153 Roma 25-27 gennaio BOLBENO BASILICATA Tel. +39 06 9922 3348 46 L’arte zampognara di Terranova di Pollino Fax 06 581 2946 e-mail: [email protected] BORSA di Maria Martinelli Registrazione Tribunale 10-12 febbraio INTERNAZIONALE DEL 3 di Civitavecchia n°6/2004 TURISMO - MILANO del 09/06/2004 REPORTAGE Iscrizione al Registro degli Operatori AGRI TRAVEL & SLOW di Comunicazione numero 29296 4 TRAVEL EXPO MARCHE 15-17 febbraio FIERA DI BERGAMO 48 Candele sotto le stelle Direttore Responsabile Patrizia Forlani di Patrizia Forlani PREMIAZIONE “SALVA LA Editore 21 febbraio TUA LINGUA LOCALE” 5 Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (UNPLI), SEZ. SCUOLA DIALETTI E STORIE Piazza Flavio Biondo, 13 - 00153 Roma CARNEVALE TRENTINO ALTO ADIGE Progettazione grafica e impaginazione 6 4-5 marzo 52 Luserna, l’ultima isola linguistica del Cimbro Signorelli & Partners DI VENEZIA di Oriana Bosco Tel. +39 095 493 391 www.signorelli-partners.it SALONE DEL LIBRO 7 Stampa 10-14 maggio DI TORINO EVENTI E SAGRE Eurografica La Rocca S.S. 114 Orientale Sicula C.da Rovettazzo s.n. TRENTINO ALTO ADIGE SAPORI PRO LOCO 95018 Riposto (Ct) 8 PASSARIANO 54 Boldeno, Pro Loco tra turismo e sport www.eurograficalarocca.it 17-19 maggio di Oriana Bosco DI CODROIPO Abbonamenti e arretrati MOLISE Spedizione in abbonamento postale GIORNATA 56 La Sepino e la tradizione del Bufù Conto corrente postale 19592906 2 giugno NAZIONALE DELLE 9 PRO LOCO di Luciano Scarpitti Costo singolo numero € 5,00 (più spese spedizione) Costo copia arretrata € 5,50 (più spese spedizione) INFIORATA DELLE Abbonamento annuale (4 numeri): 10 PRO LOCO D’ITALIA DALLE REGIONI • Pro Loco associata UNPLI € 10,00 28-30 giugno • Possessore Tessera del Socio € 12,00 A ROMA CAMPANIA Non socio Pro Loco € 18,00 • PARTENZA STAFFETTA 58 Se Gesù fosse nato nel Regno di Napoli... e-mail: [email protected] “DA FRANCESCO A di Giulia Nappi 19 settembre Per la pubblicità su Arcobaleno d’Italia: FRANCESCO” - ROMA ABRUZZO F&B s.r.l. 60 Pollutri e le Fave di San Nicola Tel. +39 091 346 765 +39 091 626 2909 • 28 settembre PREMIO INTERNAZIONALE 11 di Gabriele Di Francesco e-mail: [email protected] 2 ottobre “F. DATTINI” ASSISI Hanno collaborato a questo numero: 62 Panevin, il fuoco benedetto Oriana Bosco, Francesco Brescia, Valerio Bruni, Va- ARRIVO STAFFETTA di Alessandro Tutino lentina Cariani, Luca Caroselli, Gabriele Di France- 4 ottobre “DA FRANCESCO A sco, Maria Martinelli, Davide Francescutti, Ludovico FRANCESCO” - ASSISI ABRUZZO Licciardello, Riccardo Milan, Giulia Nappi, Emanuela Olobardi, Stefania Pendezza, Silvia Pluchinotta, Elisa 64 Il Fuoco di Natale a Nerito di Crognaleto STATI GENERALI Zanolli, Luciano Scarpitti, Alessandra Tutino, Ilaria 12 di Gabriele Di Francesco Tucconi. 12-13 novembre DELLE PRO LOCO

I contenuti e le immagini inserite nella rivista PREMIAZIONE fanno parte dell’archivio UNPLI o sono pubblicate APPUNTAMENTI CONCORSO “SALVA 13 sotto la responsabilità dei singoli autori. 13 dicembre 66 I grandi eventi di questo trimestre LA TUA LINGUA LOCALE 63 Visita il sito www.unioneproloco.it di Patrizia Forlani Gli eventi nazionali delle Pro Loco d’Italia 2019

GIORNATA 17 gennaio NAZIONALE 1 DEL DIALETTO

“PRO LOCO: 2 25-27 gennaio TURISMO E SPORT” BOLBENO

BORSA 10-12 febbraio INTERNAZIONALE DEL 3 TURISMO - MILANO

AGRI TRAVEL & SLOW 4 15-17 febbraio TRAVEL EXPO FIERA DI BERGAMO PREMIAZIONE “SALVA LA TUA LINGUA LOCALE” 5 21 febbraio SEZ. SCUOLA

CARNEVALE 6 4-5 marzo DI VENEZIA

SALONE DEL LIBRO 10-14 maggio DI TORINO 7

SAPORI PRO LOCO 8 17-19 maggio PASSARIANO DI CODROIPO GIORNATA 2 giugno NAZIONALE DELLE 9 PRO LOCO INFIORATA DELLE 10 28-30 giugno PRO LOCO D’ITALIA A ROMA PARTENZA STAFFETTA 19 settembre “DA FRANCESCO A FRANCESCO” - ROMA

28 settembre PREMIO INTERNAZIONALE 11 2 ottobre “F. DATTINI” ASSISI ARRIVO STAFFETTA 4 ottobre “DA FRANCESCO A FRANCESCO” - ASSISI

STATI GENERALI 12 12-13 novembre DELLE PRO LOCO

PREMIAZIONE 13 dicembre CONCORSO “SALVA 13 LA TUA LINGUA LOCALE 3 E DI TO RIA LE

Fare rete e crescere tutti insieme di Antonino La Spina Presidente UNPLI

Fare rete, crescere tutti insieme, dare visibilità e peso alle nostre a vantaggio dei territori. Fattività. In un anno e mezzo abbiamo tutti insieme centrato significativi La prima edizione della “Festa delle Pro Loco” ha centrato in pieno traguardi, siglato prestigiose collaborazioni, stretto importanti l’obiettivo, scrivendo un’appassionante pagina della storia delle rapporti istituzionali, dimostrando che nulla è impossibile. nostre associazioni. “I Carnevali della tradizione”, “La Festa delle Pro Loco”, “L’Infiorata L’adesione e l’entusiasmo registrato rappresentano un punto delle Pro Loco d’Italia” sono solo alcuni dei punti cardine di una di partenza per un evento che è destinato a crescere sempre di strategia che, d’intesa con la giunta nazionale ed il consiglio più. Una festa durata dall’alba al tramonto che ha coinvolto nazionale, intende puntare sempre più in alto a tutto vantaggio l’intera penisola, offrendo a visitatori e turisti un ricco e variegato delle Pro Loco, del riconoscimento delle loro azioni e dei territori. cartellone di eventi. I 30mila eventi organizzati ogni anno sono un patrimonio La “Festa delle Pro Loco” ha costituito anche ulteriore importante inestimabile per i nostri borghi, per i nostri territori, per l’intera passo nel percorso di crescita che abbiamo avviato insieme per Italia (la stima è riferita agli eventi Pro Loco attestati da Siae). continuare ad arricchire il valore delle azioni svolte quotidianamente Un’ampia varietà di azioni che si concretano nella tutela del

4 Unesco Un momentodell’Assemblea generale di Parigi

patrimonio culturale, materiale e immateriale e nell’imprescindibile animazione turistica. Dalle rievocazioni storiche, alla tutela e valorizzazione di antichi mestieri e tradizioni; dall’esaltazione dei prodotti tipici, agli eventi per la salvaguardia dei dialetti e delle lingue locali. Un vero e proprio brulicare di iniziative che ogni anno coinvolgono un vasto pubblico, generando anche un importante ritorno economico. Un percorso virtuoso che ci ha visto partecipare alla settima sessione dell’Assemblea Generale degli Stati membri della Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, tenuta, ad inizio giugno, a Parigi. Con oltre 6200 sedi e 620mila volontari, in tutte le parti d’Italia, dalle Alpi alle isole minori, le Pro Loco garantiscono anche un servizio di informazione e promozione turistica gratuito e col sorriso fra le labbra. Con la voglia di fare rete, crescere tutti insieme, dare visibilità e peso alle nostre attività. A tutto vantaggio della nostra amata Italia.

Arcobaleno… il viaggio continua

In questo ultimo scorcio del 2018 prosegue il viaggio di dell’oca di Mirano, in Veneto, è al centro di Patrimonio Arcobaleno d’Italia alla scoperta dei luoghi più suggestivi Immateriale, mentre con la Cultura torniamo in Basilicata e sconosciuti della nostra bella penisola. con la “Valle più dipinta d’Italia”. Con Percorso del Gusto Iniziamo dal Friuli Venezia Giulia con l’itinerario nelle arriviamo in Puglia alla scoperta dell’uva pizzutella e valli del Nasone sui luoghi della Grande Guerra. dell’olivo, mentre Sapori e Tradizioni ci svela i segreti Arriviamo poi Toscana con il cammino di San Bartolomeo, della menta piemontese. oltre 100 chilometri lungo i sentieri dell’Appennino Sua maestà il Teroldego Rotaliano (Trentino alto Adige) Tosco Emiliano. Per la Pro Loco del Borgo approdiamo in è al centro del servizio su Il buon bere, mente in Piemonte tra le torri di avvistamenti e i ponti levatoi del antichi mestieri ci vengono spiegati i segreti dell’arte Ricetto di Candelo. Tesori nascosti ci porta in Campania zampognara della Basilicata. Candele sotto le stelle di e più precisamente a Cimitile con il magnifico affresco Pesaro (Marche) è al centro del Reportage (le 20.000 della Maddalena Incoronata. Il percorso arabo normanno candele sono state offerte dalla Pro Loco di Candelara). di Diario di Viaggio ci svela i segreti di una Palermo Per finire con Luserna (Trentino Alto Adige ), l’ultima isola capitale della cultura 2018, tutta da scoprire. Il gioco linguistica del cimbro. Patrizia Forlani Direttore Responsabile

5 ITI NER ARI DA SCO PRI RE

FRIULI VENEZIA GIULIA La Grande Guerra nelle Valli del Natisone di Davide Francescutti

Cento anni fa, l’11 novembre 1918, i cannoni guerra statica di trincea sia, dall’autunno del con i suoi uomini, intraprese nei primi giorni Csmisero di tuonare in tutta Europa: era la 1917, nella rotta di Caporetto, che proprio della battaglia di Caporetto, contribuendo fine della Grande Guerra, carneficina che qui vide l’inizio dell’arretramento delle alla conquista dei monti Kolovrat e Matajur, vide la morte tra militari e civili di oltre 24 truppe italiane. In particolare, l’associazione posizioni chiave per l’avanzata austro- milioni di persone, senza contare i feriti. con sede a San Pietro al Natisone, propone tedesca”. Il primo giorno di cammino, con A un secolo di distanza, ricordare quanto uno speciale itinerario di tre giorni sulle partenza dal rifugio Solarie sul citato passo accadde nel periodo tra il 1914 e il 1918 e le orme di Erwin Rommel: soprannominato la in Comune di Drenchia, prevede il cammino sofferenze patite da quegli uomini e donne Volpe del deserto nel corso della successiva fino nelle vicine località slovene di Volzana, permette di sperare in un avvenire senza Seconda guerra mondiale quando con il Foni e Passo Naverco, prima di tornare al conflitti e un’unità europea che continui a grado di generale combattè in Africa, nel rifugio per la cena e il pernottamento. essere salda. E la memoria si può tenere primo conflitto era un tenente alla guida In questi luoghi Rommel iniziò la sua viva anche…camminando, come propone la di un battaglione da montagna dell’Impero avanzata, anche se un battaglione della Pro Loco Nediške Doline - Valli del Natisone, tedesco in aiuto degli alleati austroungarici. brigata Napoli gli si oppose eroicamente. zona agli estremi orientali del Friuli Venezia Fu tra i protagonisti dell’avanzata degli La seconda giornata partenza per il monte Giulia che cento anni fa era proprio sulla Imperi centrali, visto che adoperando Kuk, sulla cui vetta viene consumato il linea del fronte e oggi si trova sul confine accorgimenti tattici innovativi riuscì a pranzo al sacco e dal quale si raggiunge poi tra Italia e Slovenia, punto d’incontro della incunearsi rapidamente nelle linee italiane, nel pomeriggio il rifugio Pelizzo per la cena cultura slava e latina, anche nella lingua partendo proprio dalle Valli del Natisone. e trascorrere la notte. Lungo la giornata si parlata. La Pro Loco, presieduta da Antonio “Il tutto - spiega il presidente della Pro potranno vedere le trincee recuperate dalle De Toni, lungo tutto il corso dell’anno Loco - all’interno del nostro progetto Grande autorità slovene e i luoghi in cui Rommel con propone itinerari con guide autorizzate alla Guerra Natisone, che permette ai visitatori, delle mitragliatrici tagliò definitivamente scoperta di quello che le valli, create dallo accompagnati da guide esperte in trekking le difese italiane. Ultima giornata con scorrere del fiume Natisone e dei suoi e da esperti storici, di compiere questi trasferimento in auto nella località slovena affluenti, offrono, dalle antiche tradizioni cammini costantemente seguiti. I nostri di Avsa, dalla quale ascendere al Matajur ai luoghi di culto, dai sapori tipici alle monti oltre a Rommel, videro combattere (vetta che Rommel conquistò il 26 ottobre formazioni geologiche, anche se gran parte altri soldati noti, come l’alpino udinese del 1917) e da lì raggiungere poi il rifugio delle escursioni proposte verte come tema Riccardo Giusto, primo caduto italiano della Pelizzo per concludere il trekking (dettagli, sul Primo conflitto mondiale, sia nelle sue Grande guerra il 24 maggio 1914 sul passo costi, date in cui viene proposto lungo fasi iniziali in cui Regno d’Italia e Impero Solarie. Nello specifico, l’itinerario dedicato l’anno il percorso su www.nediskedoline.it). Austro-Ungarico si fronteggiarono nella a Rommel ricalca la direttrice d’attacco che,

6 Valli del Natisone Passeggiata invernale

Alla scoperta dei luoghi di fede Non solo Grande Guerra: la Pro Loco Nediške Doline - Valli del Natisone propone anche una serie di itinerari alla scoperta delle chiesette votive del territorio, autentiche meraviglie che uniscono arte e fede. Sono 44, collocate principalmente sui fianchi e cime delle montagne, sul cui sfondo verde risaltano. Costruite principalmente tra il XII-XVI secolo, hanno al loro interno opere d’arte realizzate in pietra, legno e oro, per onorare la fede delle popolazioni slave più occidentali d’Europa, riconosciute e tutelate come minoranza dalla Costituzione italiana. “La visita a questi straordinari luoghi di spiritualità - sottolinea il presidente della Pro Loco Antonio De Toni - può disvelare un metallo ancor più prezioso, forgiato dai millenni: l’antica sapienza del saper vivere di un popolo al tempo stesso contadino e per questo profondamente radicato su una terra avara ma dalla quale sapeva trarre il meglio, ma pure guerriero poiché difendeva i confini della Serenissima Repubblica di Venezia in cambio di una larga autonomia ma anche, infine, aperto a mondi lontani attraverso i piccoli commerci, che seguivano il cammino dei Guziranje, venditori ambulanti che si spingevano a oriente fino agli estremi della Russia”. Quattro i diversi percorsi proposti con accompagnamento di guida. Il primo è nella valle del Natisone vera e propria. C’è poi quello alle pendici del monte Matajur, tra Alberone e Cosizza. Il terzo è dedicato alla val Cosizza mentre il quarto percorre la valle dello Judrio, altro fiume simbolo di questa terra. Dettagli, costi e date in cui viene proposto lungo l’anno il percorso si possono trovare su www.nediskedoline.it.

Crediti Foto | Pro Loco Nediške Doline Valli del Natisone

7 ITI Crediti Foto | Pro Loco Nediške Doline Valli del Natisone NER ARI DA SCO PRI RE

Sapori del territorio far conoscere la specificità culturale del prendono il nome di Tajadelle e la farina di territorio delle Valli del Natisone attraverso castagne dà loro un sapore unico. Zličnjaki Camminare fa venire fame e un buon la nostra cucina tipica”. Ed eccole alcune (gnocchi di acqua e farina) e i Bleki (in italiano boccone, prima, durante o dopo l’escursione, delle delizie, legate alla tradizione della noti come maltagliati) sono altri primi piatti è una delle “esperienze sensoriali” che la cucina slava, che si possono gustare. La tipici, come gli Zlikrofi, sorta di tortelli ripieni Pro Loco Nediške Doline - Valli del Natisone “Briza”, ovvero zuppa di zucca bianca locale di patate. La Batuda è un liquido ottenuto offre sempre ai partecipanti ai suoi trekking, con panna acida, come anche gli gnocchi inacidendo il latte, da accompagnare poi appoggiandosi a rifugi e trattorie del con pesto di aglio orsino, tipico della zona, e a castagne lesse o patate oppure con il territorio attraversato. ricotta affumicata di montagna. lardo fuso di maiale. Ovviamente da non Non solo: c’è anche un progetto specifico, Proseguite pure con bocconcini di carne dimenticare i vini autoctoni, autentiche denominato “Invito a pranzo nelle Valli del alle erbe e “stakanje” (piatto tradizionale meraviglie da sorseggiare a partire dal Natisone” che permette di degustare lungo di contorno che accompagna le carni) di celebre Schioppettino di Prepotto. Per la il corso dell’anno varie specialità tipiche verdure. E poi anche influenze delle zone frutta è tipica delle valli la mela Zeuka, dal nei ristoranti aderenti, riuniti nell’omonima contermini, come l’immancabile frico, profumo intenso e il color rosso vivo, anche associazione. “Organizziamo in autunno da simbolo culinario del Friuli, o lo strudel che se ne esiste anche una versione antica, ben 25 anni - raccontano - il nostro speciale richiama alla passata dominazione austriaca ormai rarissima, bianca che solo in pochi Invito a pranzo, con l’arrivo di numerosi della regione. coltivano ancora. visitatori. A esso si è recentemente Proseguendo ecco le palacinke, sorta di affiancata, con crescente successo, la omlette sia in versione dolce che salata manifestazione primaverile: noi ristoratori (da provare con radicchio e salsiccia) tipica delle Valli del Natisone possiamo portare della tradizione gastronomica slovena, o così in tavola sia le ricette tradizionali il dolce simbolo del Natisone, la Gubana della stagione autunnale, ricca di sapori dalla caratteristica forma a chioccola da e suggestioni, sia la possibilità di gustare gustare insieme alla grappa. La zuppa viene piatti tipici a base di erbe selvatiche. Le chiamata Zûpa e può essere fatta anche due rassegne si propongono l’obiettivo di con castagne e funghi, mentre le tagliatelle

8 Crediti Foto | Pro Loco Nediške Doline Valli del Natisone A sinistra La Briza, tradizionale zuppa, accanto uno scorcio dei boschi

In cammino con Calvino

La Pro Loco Nediške Doline - Valli del Natisone ama anche unire ispirazioni letterarie alla scoperta del territorio attraverso i suoi trekking con guida. Ne è interessante esempio “Il sentiero degli invisibili”, che trae origine dal libro ”Le città invisibili” di Italo Calvino. “I partecipanti - rivela il presidente della Pro Loco Antonio De Toni - potranno sentire parlare di figure magiche e di leggende, incontrare ostacoli da superare e le forze impari di una natura che, abbandonata, impedirà loro il ritorno anche se, forse, saranno loro stessi a volersi immergere in essa”. Davvero suggestivo il percorso, che parte da Osgnetto, frazione di San Leonardo al Natisone. Si visita come primo luogo la “Banca di Merso”, nome che designa la “repubblica” medievale che amministrava queste terre in autonomia e il cui parlamento si riuniva vicino alla chiesetta votiva di Sant’Antonio di Bergagna a Merso di Sopra. Si costeggia poi la sinistra orografica del torrente Cosizza per giungere al paese abbandonato di Cisgne. A Cravero, si entra in un vero gioiello delle Valli, la chiesetta votiva di Santa Lucia con un altare di legno ricco di colori e oro, sormontato da cicli di affreschi che lasciano a bocca aperta il visitatore. Sul dorso inclinato di un costone montuoso si sale poi la torre campanaria della chiesetta Votiva di Sant’Andrea. Dettagli, costi e date in cui viene proposto lungo l’anno il percorso si possono trovare su www.nediskedoline.it. Il percorso si snoda su sentieri e, strade interpoderali. Occorre abbigliamento da trekking, scarpe comode, pranzo al sacco da provvedere in proprio: ognuno deve portarsi acqua e cibo secondo le proprie esigenze. Crediti Foto | Pro Loco Nediške Doline Valli del Natisone Sono graditi gli amici a quattro zampe.

9 PRIMO GIORNO SECONDO GIORNO

ITI NER ARI DA SCO PRI RE

La Grande Guerra nelle Valli del Natisone

Da Volzana a Rifugio Solarie Dal Monte Piatto Rifugio Pelizzo 1 Passo Zagradan 2 3 a Polava 4 Partendo da San Daniele (dove La prima notte si passa Vicino al rifugio Solarie Questo rifugio, dove gli passava la prima linea italiana al rifugio Solarie, posto troviamo i resti delle escursionisti trascorrono nell’ autunno del 1917), si nei pressi dell’omonimo fortificazioni del monte La la seconda notte, è posto attraversa il paesetto di Volzana passo sulla catena del Cima, dove resistette la sul versante sud del monte fino al borgo disabitato di Foni, monte Kolovrat (la cui vetta brigata Elba. Matajur, a 1320 metri sul passando accanto alle trincee di raggiunge i 1243 metri). Si risale poi al monumento a livello del mare. un secolo fa. Il rifugio è stato costruito a Riccardo Giusto, primo caduto La struttura è intitolata Si sale poi fino al passo quasi mille metri di altitudine italiano della guerra nel 1915. alla memoria di Guglielmo Zagradan dove era posizionata sul livello del mare. Si passa poi al monte Klabuk Pelizzo, sindaco di Cividale la terza linea di difesa presidiata Una struttura molto utilizzata le cui fortificazioni le autorità del Friuli e senatore della da due battaglioni della Brigata dai camminatori della zona, slovene hanno recuperato Repubblica Italiana. Molto Napoli che tentò di fermare, visto che è agevole da essa come museo a cielo aperto. utilizzato dai camminatori, è inutilmente, Rommel che stava partire per una serie di Qui Rommel compì diverse un punto di appoggio per il aggirando le difese nemiche con escursioni, compresa quella azioni fino a salire al monte sentiero Italia (che collega i suoi uomini. Il primo giorno di sul sentiero Italia. Kuk tagliando la ritirata ai tutta la Penisola e passa a percorso si conclude al rifugio Il vicino passo Solarie ha nemici. poca distanza dal rifugio). Solarie. un valico di confine con la Il percorso si conclude nel Anche esso, come il Repubblica slovena e collega paesino di Polava, con precedentemente citato la val Cosizza con l’abitato trasferimento grazie ai mezzi Solarie, si trova in una zona sloveno di Volzana e quindi messi a disposizione dalla Pro ricca di riferimenti storici alla con la valle dell’Isonzo. Loco al rifugio Pelizzo. Grande guerra.

10 TERZO GIORNO

IL PERCORSO Il percorso prevede la prima tappa di 12 km, seconda 13 km e la terza 12 km. Il dislivello è tra i 2 mila 300 e i 2 mila 500 metri sommando tutti e tre i giorni (circa mille il primo giorno, 300 il secondo, mille 100 il terzo). Il punto di partenza e arrivo intermedio è il Rifugio Solarie punto di arrivo finale è il Rifugio Pelizzo.

ATTREZZATURA Per effettuare questo percorso è necessaria una attrezzatura completa da trekking, Si consiglia di effettuare l’escursione tenendo conto della propria condizione fisica.

La presa del I luoghi di Tempo totale 5 Matajur 6 Rommel 3 giorni Il monte simbolo delle Valli Come detto, i luoghi del Natisone è al centro attraversati lungo il Lunghezza di questo ultimo giorno di viaggio a piedi di tre giorni 37 chilometri trekking. sono fortemente legati ATTENZIONE Da Avsa i partecipanti con la figura del militare Il percorso non è segnato in tutto il suo sviluppo e si snoda in parte per iniziano la loro ascesa che tedesco Erwin Rommel: sentieri appena accennati spesso Partenza porta fino in vetta, come fece soprannominato la Volpe interrotti da alberi caduti e con tratti Rommel il 26 ottobre 1917 del deserto nel corso della Rifugio Solarie impercorribili che bisogna superare salendo per il bosco. Quindi adatto dopo la resa degli ultimi 150 successiva Seconda guerra a escursionisti esperti e soprattutto valorosi difensori italiani. mondiale, nella Prima fu tra accompagnati dalle guide della Pro Loco Nediške doline - Valli del Arrivo Da qui, infine, si scende al i protagonisti dell’avanzata Natisone. rifugio Pelizzo per concludere degli Imperi centrali, visto Rifugio Pelizzo il trekking, dopo aver che adoperando accorgimenti vissuto tre giorni ricchi di tattici innovativi durante grandissime emozioni, in l’offensiva di Caporetto riuscì compagnia sia degli altri a incunearsi rapidamente alpinisti che di una natura nelle linee italiane, partendo ancora generosa e ricca di proprio dalle Valli del testimonianze storiche. Natisone.

11 ITI Crediti Foto | Beatrice Flore NER ARI DA SCO PRI RE

TOSCANA Il cammino di San Bartolomeo di Emanuela Olobardi

Il Cammino di San Bartolomeo è un havevamo in palazzo nove pifferi che antiche strade di valico appenninico. Ipercorso di 100 chilometri che si snoda mettevano a romore ciò che ci era: et si finiva Il progetto originale, promosso dal Gruppo di tra Toscana ed Emilia Romagna lungo i a mezzanotte, et spesso sino al dì. […]. (Da Studi Alta Val di Lima si articola, nel tratto sentieri dell’Appennino Tosco Emiliano, una lettera di Girolamo Roffia all’amico transappenninico, in 5 tappe, da Fiumalbo a congiungendo l’antico borgo di Fiumalbo Andrea Degli Agli, datata 29 agosto 1553. Pistoia, attraverso Cutigliano e Spedaletto, (MO) con la città di Pistoia. Biblioteca Ricciardiana Firenze, ms. 2240, con due varianti nel tratto centrale (via San Nasce da un’idea di Pietro Bresci di Rivoreta, c.55v), mentre a Fiumalbo nella vigilia del Marcello o via Piteglio). già professore nelle scuole dell’Appennino giorno del Santo, il paesino si accende È un sentiero percorribile a piedi e pistoiese e studioso di storia locale, a di tremolanti fiammelle, secondo l’antica permette di scoprire le bellezze delle alte conferma del rinnovato interesse per i tradizione della luminaria. valli dello Scoltenna, della Lima, del Reno cammini religiosi e unisce i luoghi di culto A Pistoia le celebrazioni del Santo protettore e dell’Ombrone, attraversando i comuni legati alla celebrazione di San Bartolomeo. dei bambini animano la città e ai fanciulli di Fiumalbo, Abetone, Cutigliano, San Questa celebrazione è storicamente sentita, vengono messe al collo le corone di biscotti Marcello, Piteglio e Pistoia. nel Cinquecento a Cutigliano si scriveva: [...] di pasta frolla chiamati “pippi”. Il suono della Il progetto, patrocinato da comuni et questa festa di San Bartolomeo, che è campana del Pratum Episcopi di Spedaletto, attraversati, dalla provincia di Pistoia e dalla la principale di questa terra, si è fatta così l’ospitale dedicato a San Bartolomeo, Regione Toscana, sta per essere inserito allegra quanto si possa desiderare. rinnova il ricordo di un tempo antico nel nell’Atlante dei Cammini d’Italia. È durata quattro giorni, dove né dì né quale i rintocchi risuonavano per tutta la notte mai si è fatto altro che ballare, ché notte, guidando pellegrini e viandanti sulle

12 Crediti Foto | Beatrice Flore

Le attrazioni del percorso Il passato della montagna pistoiese è caratterizzato dalla forte integrazione tra il territorio ed i suoi abitanti, che per secoli hanno trovato fonte di sostentamento sfruttando il freddo per la produzione del ghiaccio, l’energia idraulica per la lavorazione del ferro, il legname per la produzione del carbone di legna, oltre allo sfruttamento dei prodotti del sottobosco, la lavorazione Crediti Foto | Beatrice Flore della pietra, l’agricoltura e la pastorizia. La storia e la tradizione del territorio sono sempre ben Madonna del Latte all’interno Cosa mangiare visibili nei borghi attraversati da di un grande altare seicentesco. Il territorio offre un’ampia gamma Montagna Pistoiese attraverso questo itinerario. Ai margini del piccolo borgo, è di prelibatezze e prodotti tipici i segni che il rapporto fra uomo Quando giungiamo a Popiglio, presente una seconda chiesa: della montagna. Percorrendo e ambiente ha lasciato durante 533 mt s.l.m., troviamo un la pieve della Santissima l’itinerario da Fiumalbo possiamo secoli di storia. La maggior parte piccolo borgo di origine romana, Annunziata, che sembra essere gustarci delle buone tigelle di questi itinerari comprendono risalente probabilmente al stata fondata da Matilde di con pesto e lardo, i borlenghi i luoghi del nostro percorso II secolo a.C. Se ne trova Canossa, documentata già nel con parmigiano e pancetta, come l’Orto Botanico Forestale notizia nel “Liber Censum” di 1040. Le Piastre invece, luogo di il croccante del Frignano, per di Abetone che approfondisce Pistoia del 1382, con il nome produzione del ghiaccio grazie proseguire con i tortelli al ragù i vari aspetti naturalistici della di “Rocca Securana” da cui ha al passaggio del fiume Reno, di carne, le tagliatelle ai funghi Montagna Pistoiese. Al suo avuto origine una maestosa custodisce la Ghiacciaia della porcini, il cinghiale in umido con interno si organizzano esposizioni costruzione sul monte che lo Madonnina. Famoso anche le olive, i funghi, il formaggio temporanee e corsi formativi. sovrasta, della quale restano per essere “il paese dei 100 pecorino a latte crudo, i necci Sono inoltre a disposizione dei oggi due maestose torri. Il paese presepi” e per il “Campionato con la ricotta, il carcerato, i visitatori un erbario con essenze custodisce tesori come la chiesa Italiano della Bugia”. saporitissimi prodotti del locali, microscopi binoculari da di Santa Maria Assunta risalente A Gavinana vogliamo ricordare sottobosco freschi o in confettura, esercitazione e spazi mostra. al 1200 al cui interno è ospitato il Munap Museo naturalistico il miele in tante sue varianti ed i L’itinerario dell’arte sacra, invece, il museo di Arte Sacra, il Teatro della Montagna Pistoiese e celebri confetti di Pistoia. Non vi è ha il suo fulcro nella Pieve di Mascagni ed il medioevale ponte l’Osservatorio astronomico di già venuta fame? Popiglio, arricchita nel corso del di Campanelle detto anche “di Pian dei Termini. Baggio invece XVI e XVII secolo di preziose opere Castruccio Castracani”. Piteglio, si sviluppa lungo la via Baiana, d’arte barocca romana, donate invece, viene ricordato per la antico asse di collegamento fra come ex voto da una famiglia celebrazione di un antico culto Pistoia e il Cammino di Santiago Dove rilassarsi di popigliesi residenti a Roma, legato alla reliquia del sacro di Compostela. L’Ecomuseo della Montagna i Vannini. Inoltre è presente un latte della Madonna: tradizione Si possono visitare la chiesa di Pistoiese è un insieme di 6 organo realizzato nel XVII secolo vuole sia portato dalla Terrasanta S. Michele Arcangelo, l’antico itinerari all’aperto, musei, poli dall’organaro pontificio Giuseppe da un crociato, e ancora si tratto della via Baiana ed il didattici e manufatti storici che Testa. conserva nella cappella della Museo del Carbonaio. permettono di conoscere la http://www.ecomuseopt.it/it/

13 1 ITI NER ARI DA SCO PRI 2 RE

Il cammino di San Bartolomeo

1 Abetone 2 Cutigliano 3 Prataccio 4 Maresca

A 1388 metri s.l.m. da E’ uno dei borghi che E’ un piccolo borgo, a 900 E’una nota località turistica sempre luogo di valico e meglio ha conservato il suo mt di altitudine, che si lungo l’omonimo torrente, di confine dell’Appennino impianto originario. Oggi è affaccia sulla valle della ai piedi della Foresta del Tosco-Emiliano. Il nome una delle località più note Lima. Il toponimo deriva da Teso. All’inizio del 600 era deriva da un enorme abete della montagna pistoiese per una zona acquitrinosa, poi un centro industriale per abbattuto per consentire offerta turistica, con i suoi bonificata per ricavare campi la lavorazione del ferro la costruzione della SS12 678 metri di altitudine e le da coltivare. L’economia in che, estratto nelle miniere del Brennero, voluta numerose strutture ricettive. passato si è basata sulla dell’Isola d’Elba, veniva lì dal Granduca Leopoldo, Grazie ad una panoramica coltivazione di cereali e trasportato e trasformato progettata da Leonardo funivia si raggiunge castagne, sulla produzione in attrezzi per l’agricoltura Ximenes ed inaugurata nel velocemente La Doganaccia del ghiaccio e la lavorazione (zappe, vanghe, aratri) e per 1781, che collega Toscana e da cui nelle giornate limpide del legno. Oggi è una località l’attività boschiva (asce, pianura Padana. Località nota si può godere di una vista di villeggiatura ed ospita accette e soprattutto pennati) invernale, in estate, offre affascinante che si estende l’Oratorio ottocentesco della che venivano esportati anche molteplici attività sportive dal Mar Tirreno al Gran Sasso Madonna del Carmine. Per nelle regioni del Nord Italia. e ricreative. Meritano una d’Italia, passando per le Alpi. rilassarsi d’obbligo una Da non perdere la chiesa visita la Riserva naturale di Cutigliano ospita il Palazzo sosta al Parco della Faggeta di San Gregorio Magno, la Abetone, la Riserva naturale dei Capitani della Montagna (presenti area verde, bar, Ferriera Papini, la Foresta di Campolino, la Foresta di risalente al 300 e la chiesa zona pic-nic e impianti del Teso e la piscina de Le Boscolungo, la Val di Luce, il dedicata a San Bartolomeo. sportivi). Ginestre. Lago Nero.

14 IL PERCORSO Il Cammino di San Bartolomeo è un percorso di circa 100 chilometri che inizia a Fiumalbo e si conclude nella città di Pistoia, abbracciando due regioni, Emilia Romagna e Toscana. È un itinerario percorribile a piedi in 4 o 5 giorni, si snoda per lo più lungo sentieri o strade bianche, limitando al minimo i tratti asfaltati. Il percorso è quasi interamente segnalato, con segnavia giallo e logo del Cammino e 4 non presenta particolari difficoltà. Per maggiori informazioni 5 www.camminodisanbartolomeo.com

3 ATTREZZATURA Per affrontare un percorso come questo, anche se non presenta particolari difficoltà tecniche, è comunque necessario portare con sé scarpe robuste con suola in gomma, abbigliamento tecnico traspirante (visti i notevoli dislivelli del percorso) tenendo ben presenti i possibili cambiamenti climatici in montagna, uno zaino capiente, una mantella 6 impermeabile, un’immancabile borraccia d’acqua, bastoncini, cappellino, occhiali da sole e tanta voglia di scoprire panorami mozzafiato da nuove angolazioni.

Tempo totale COME MUOVERSI 5 Pontepetri 6 Pistoia 5 giorni IN AUTO Autostrada del Sole: uscita Modena Nord seguendo le indicazioni per Pavullo e proseguendo poi per Fiumalbo. Per chi proviene dalla Proseguendo incontriamo 90mila anime, 60 metri di Lunghezza Toscana, invece, dall’uscita di Pistoia il borgo di Pontepetri che altitudine e tre cerchia di mura 100 km dell’A11, Autostrada Firenze-Mare, si ospita il museo del ferro, a raccontare la sua storia. La prosegue verso nord attraversando il Passo dell’Abetone e seguendo gestito dall’Associazione prima risale alla dominazione quindi le indicazioni per Fiumalbo. Ecomuseo della Montagna, Longobarda e contiene al Partenza che propone documenti, centro la suggestiva piazza del IN TRENO Fiumalbo Fermata di Pistoia (53 km) o Modena filmati e attrezzi per lavorare Duomo da cui, nel Medioevo, (81 km) il ferro provenienti dalle partiva il ramo italiano del Giunti a Fiumalbo, l’intero percorso antiche ferriere locali. “Cammino di Santiago”. La Arrivo verrà affrontato a piedi. Nel giardino pubblico seconda al XII secolo e la terza In caso di necessità tutte le località Pistoia adiacente, è stato ricostruito venne costruita nel XIV secolo sono servite da mezzi pubblici di linea (www.copitspa.it) un comparto per l’uso dopo che nel 1306 i fiorentini dell’energia idraulica, con avevano vinto Pistoia e raso al canali e bottaccio: l’acqua suolo la seconda cinta. COORDINATE GPS del torrente Maresca mette Da non perdere: Palazzo di I41022 Fiumalbo MO, Italia in azione sotto gli occhi Giano, Palazzo dei Vescovi, il Latitudine: 44.177895 | Longitudine: 10.649536 degli spettatori due grandi Battistero, Piazza della Sala, ruote in legno e un maglio Palazzo Fabroni e il Museo 51100 Pistoia PT, Italia per riprodurre gli ambienti Marini. Latitudine: 43.930348 | Longitudine: 10.907859 della ferriera e del mulino da castagne.

15 LA PRO LO CO DEL BOR GO

PIEMONTE Il Ricetto di Candelo di Riccardo Milan

I ricetti o recetti sono un’interessante Itestimonianza di un’epoca, il basso medioevo (dopo l’anno Mille), in cui il Piemonte, soprattutto nella parte orientale, fu attraversato da scorrerie, guerre, rivalità. Da una parte i Savoia che spingevano per arrivare al Ticino, dall’altra i milanesi che non volevano e in mezzo i vari signori locali alleati una volta con uno e una volta coll’altro… E fra questi vasi di ferro, i vasi di coccio dei contadini, del popolo che per sfuggire alla fame costruì dei ricetti. Ovvero, dei castelli comunitari, dei borghi fortificati in cui ammassare i prodotti della terra e difendersi dalle ruberie. Si tratta di castelli non nobiliari, ma comunitari, dotati di mura (ovvio), torri di avvistamento, ponti levatoi, fossati… All’interno, poi, un’organizzazione degli spazi tesa all’immagazzinare, al conservare, al resistere… Nel medioevo piemontese se ne contano circa duecento, ma sono molto pochi quelli sopravvissuti alla fine dell’emergenza medioevale. Il più ben conservato dei quali è quello di Candelo. Un’attrazione visitata ogni anno da migliaia di persone e sede di numerose iniziative della Pro Loco cittadina. Si tende a collocare la sua costruzione, “su terreni –leggiamo- concessi dei Vialardi di Crediti foto | Pro Loco Candelo

16 Crediti foto | Pro Loco Candelo

La Pro Loco

Nata nell’estate del 1992, i volontari della Pro Loco di Candelo promuovono questo paese, nominato “Città” proprio Villanova”, tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, mentre “è certa l’esistenza nell’anno per meriti turistici, in collaborazione con 1374, quando la comunità di Candelo fece l’Amministrazione Comunale: un impegno atto di dedizione spontanea a casa Savoia”. quotidiano al servizio di tutto il territorio. La struttura è quasi interamente cinta da Sarebbero da ricordare tutti, ma limitiamoci mura, con torri cilindriche agli angoli; ad esclusione del lato meridionale, dove nel ai presidenti: Davide Felice Aondio, Mariella 1819 è stato costruito il palazzo comunale, Biollino, Gianni Pozzo, Stefano Leardi ed in stile neoclassico. Eugenio Guasco. L’unica possibilità di accesso era data da una massiccia torre a base rettangolare, Cosa fa la Pro Loco per Candelo e per in massi squadrati nella parte inferiore e il territorio? Servizi di accoglienza ed in mattoni nella parte superiore, con due informazione turistica; programmazione, aperture verso l’esterno: una più grande per organizzazione e promozione eventi; i carri e una più piccola per i pedoni, chiuse da altrettanti ponti levatoi. valorizzazione e comunicazione dei Ai primi del XVI secolo, “modificando e patrimoni turistico-culturali dei piccoli sopraelevando le cellule preesistenti, borghi. Infatti tutti sanno che c’è l’Italia Sebastiano Ferrero, feudatario del luogo dal 1496, su investitura del duca Filippo delle grandi città, dei famosi musei, dei beni II Senzaterra, fece costruire la propria apprezzati e conosciuti in tutto il mondo. E abitazione, di fatto una torre fortificata, che c’è l’Italia dei piccoli borghi, piccoli gioielli costituisce l’edificio più elevato del ricetto come Candelo. ed è comunemente nota come Casa del Principe”. Crediti foto | Pro Loco Candelo

17 La leggenda Secondo un’antica leggenda locale, in prossimità della torre angolare di sud- ovest si dipanava un tempo una galleria che conduceva in riva al torrente Cervo. Dal ricetto è veramente raggiungibile, lungo il prato che costeggia la torre di sud-ovest, la chiesa di Santa Maria. Il piccolo viottolo costeggia la roggia Marchesa, un canale che dal 1561 fornisce acqua alle campagne del biellese, fino alle risaie della provincia di Vercelli. Nonostante gli anni e le vicende vissute, il Ricetto di Candelo si presenta del tutto integro, questo perché è sempre stato utilizzato come magazzino e mai è stata concessa l’abitabilità: né ieri né oggi. Se si esclude la Casa del Principe in cui gli ultimi abitanti furono alcuni sfollati del Belice. Negli anni, dunque, lo sviluppo urbanistico si è avuto al suo esterno e la struttura sì è salvaguardata non integrandosi e sparendo nel paese. Oggi invece questa “Pompei medievale del Biellese” (senza eruzione) ospita tutto l’anno iniziative turistico-culturali, a partire da mostre temporanee, esposizioni e conferenze, passando per mercatini di prodotti enogastronomici e arrivando a eventi di grande richiamo regionale e nazionale. Fra le altre si segnalano Candelo in Fiore (che si alterna con cadenza biennale alla rassegna Sapor di Medioevo) e il concorso musicale internazionale Ricetto in Musica, nato nel 2003 ed intitolato al maestro Ernesto Falla. Non un semplice contenitore però: il borgo medievale del Ricetto è diventato un “luogo di eccellenza” culturale e turistica. In questa direzione Crediti foto | Pro Loco Candelo opera da anni la locale Pro Loco.

18 SESTA EDIZIONE 2018

PREMIO LETTERARIO NAZIONALE per le opere in dialetto o lingua locale

CERIMONIA DI PREMIAZIONE 14 dicembre 2018 - ore 10.00 ROMA - Protomoteca del Campidoglio

Per informazioni e prenotazioni19 telefonare allo 06 99 22 33 48 TE SO RI NA SCO STI

CAMPANIA Cimitile, sulle tracce di Maria Maddalena incoronata di Giulia Nappi

Incoronata, come una regina bizantina, Iripresa a mezzo busto con il velo che le cinge il capo e un mantello scuro sulle spalle, reggendo tra le mani un vaso per oli profumati. Si capisce subito che non è una Madonna, e non potrebbe esserlo visto che ai lati della ingombrante corona si legge chiaramente il nome della Santa rappresentata. Maria Maddalena intriga sempre, dalle pagine dei vangeli come da una nicchia quasi nascosta di un antico mausoleo funerario, trasformato durante il X secolo in un luogo di culto. Il sito che custodisce questo piccolo affresco è una delle sette basiliche paleocristiane di Cimitile, nel Medioevo un santuario frequentato da pellegrini provenienti da ogni dove, oggi un parco archeologico di grande fascino. Il sito paleocristiano si è sviluppato intorno al III secolo d.C. su una necropoli pagana, posta fuori dalla città di Nola. Durante i primi secoli della cristianità da luogo di morte terrena si trasformò in luogo di ricerca della vita eterna. Fatale fu il passaggio, e soprattutto la sepoltura, del presbitero Felice, un personaggio vissuto a Nola tra II e III secolo, di cui i posteri celebrarono la santità e i numerosi prodigi compiuti in vita durante gli ultimi, feroci, anni dell’Impero Romano. Insieme a lui, che

20 Il Complesso delle Basiliche Paleocristiane è raggiungibile in automobile attraverso l’autostrada A1 Milano – Napoli con uscita a Nola, da cui dista la tradizione antica vuole morto per cause Santi Martiri. In particolare, si cominciò a circa 2 Km, oppure dalla naturali, tanti “unti” rischiarono e pagarono venerare una pietra, posta vicino a un pozzo, con la vita la scelta di aver abbracciato il che recava degli incavi rossastri e rotondi, di Stazione Centrale di Napoli nuovo, rivoluzionario credo cristiano; e lì, natura accidentale, sulla superficie levigata con treno EAV per Baiano, tra quei ruderi, anche loro trovarono riposo. e grigia: un miracolo provocato dal sangue fermata Cimitile. Il parco Fu così che il Coemeterium divenne casa di dei perseguitati per la fede. La memoria preghiera e di spiritualità. La Basilica che di popolare, riportata dalle fonti storiche del archeologico è in via lì a poco si sviluppò e le altre poi innalzate Coemeterium, infatti, riconduce il fenomeno Madonnelle ed è aperto tutti nei secoli dell’Alto Medioevo divennero alla consuetudine antica di intingere i giorni tranne la domenica meta di pellegrinaggio per onorare Felice e i crocifissi e rosari nelle acque del pozzo, dove pomeriggio. primi Santi Martiri che qui perirono durante furono gettati i resti dei martiri. Non acqua la persecuzione di Diocleziano. E a questo ma sangue gocciolò quel fatidico giorno in Per info e visite guidate: proposito, intorno al culto dei Martiri, si cui la pietra si incavò, offrendo un’ulteriore Pro Loco Cimitile Città delle insinua la presenza di Maria Maddalena. testimonianza della santità dei luoghi. La Basiliche L’affresco è datato tra il X e il XIII secolo e pietra è tuttora visibile all’interno della fu concepito in quella fase di espansione basilica e la sua presenza è sottolineata Vico G. Mautone – Cimitile, e abbellimento del complesso di Cimitile da un’epigrafe del XVII secolo posta Tel. +39 081.188.95.339 e voluta dal Vescovo Leone III che avviò il all’ingresso. Quella di Maria Maddalena, Pro Loco Nola Città d’Arte, recupero del sacello dei Santi Martiri. vera o presunta, è una storia di sangue. Corso T. Vitale 9 – Nola Posta sull’area di un antico mausoleo, la I vangeli canonici ci regalano con lei una struttura accolse sin dal II secolo una serie delle più belle immagini della misericordia Tel. +39 081.512.49.01. di sepolture cristiane, come testimoniano le di Cristo, la “peccatrice nota” versa lacrime superstiti tombe ad arcosolio figurate con di pentimento davanti a Gesù vivo e lacrime scene bibliche. Con lo sviluppo del santuario di disperazione dinanzi a Gesù crocifisso, al luogo si legò la memoria del sangue dei dinanzi al sangue versato per la salvezza

21 Crediti Foto | Olivo Scibelli

TE SO RI NA SCO STI

delle anime. Il Vangelo apocrifo di Filippo in un ciclo pittorico sulla Passione di Cristo. la vorrebbe unita al figlio di Dio più che da Il dipinto di Cimitile è considerato un unicum un semplice legame spirituale, dettaglio dalla critica storico-artistica, per l’arcaicità che ha generato nel corso dei secoli copiosi e per la presenza della preziosa corona sul racconti e interpretazioni che hanno avuto capo di Maria Maddalena. Un omaggio come centro di propagazione la Francia, alle origini nobili di Maria di Magdala, la terra che, secondo un’antica tradizione, come vorrebbe la Leggenda Aurea. O accolse Maddalena e altri discepoli di Gesù un’allusione, certo azzardata in un contesto dopo la sua ascesa al cielo. La Leggenda sacro medioevale, alla compagna del Re Aurea di Jacopo da Varagine (1260) riporta più famoso della storia. Il Sangue Reale, che a Marsiglia la Santa lega il suo nome o il Santo Graal della tradizione templare, alla miracolosa nascita del figlio del sarebbe il frutto dell’unione terrena tra principe e al ritorno in vita della sua sposa, Gesù e la Maddalena, in virtù della quale il morta per dare alla luce il bambino. Qualche posto della donna è al fianco di Gesù. Come secolo dopo un altro principe, il capostipite la vorrebbe Dan Brown, che ne ha fatto la della dinastia dei Merovingi, che precederà sua fortuna, e come la riconoscono molti la costituzione del Sacro Romano Impero, si appassionati dell’argomento in un’altra avvarrà dell’intercessione di Santa Maria raffigurazione nascosta a Nola, l’Ultima Maddalena, ormai morta, per assicurarsi Cena del Convento di Sant’Angelo in Palco. una discendenza. È la leggenda del Sangue Che siano prestigiose testimonianze del Reale, il sangue di un re con un progetto culto della Passione di Cristo o segni da costruito sul Cristianesimo, una dinastia decifrare di una storia scottante, entrambe storica o quella generata dal sangue versato le opere oggi rischiano di essere cancellate da Cristo al momento della Crocifissione che per sempre dalla memoria degli uomini ha assicurato ai cristiani la vita eterna. Un e dalle pareti che per secoli le hanno momento che Maria Maddalena ha visto custodite. Il Convento è disabitato e chiuso coi suoi occhi, ha vissuto dalla morte di ai fedeli da anni, la Basilica dei Santi Martiri, Gesù sul Golgota all’emozionante e inatteso invece, pur essendo regolarmente fruibile, incontro con lui Risorto. Maria Maddalena meriterebbe una manutenzione particolare. è la testimone del primo martirio della Una damnatio memoriae che solo la ricerca storia. Lo stesso martirio splendidamente di studiosi e visitatori può fermare. rappresentato sulla parete opposta agli altari

22 L’Ultima Cena di S. Angelo in Palco si trova a circa 2 Km dalla Basilica dei Santi Martiri di Cimitile ma un paio di secoli distanziano l’esecuzione della Maddalena Incoronata, la cui identificazione è data dal nome stesso dipinto, dall’affresco presente nel refettorio del Convento. Un apostolo dai tratti delicati è teneramente adagiato col capo sulla spalla di Gesù: la critica ortodossa riconosce Giovanni in quel tredicesimo commensale, i più fantasiosi intravedono una precoce copia del Cenacolo di Leonardo.

23 DI A RIO DI VIAG GIO

SICILIA Palermo, la mille e una notte di Patrizia Forlani

Palermo è la città che non ti portato moschee e agrumeti, Paspetti, un’esplosione di arte, i normanni, gli spagnoli e i di colori, di sapori e di profumi. Borboni. Tutti hanno lasciato Un incontro mediterraneo dove il loro segno indelebile, la storia si fonde con il territorio un incontro di culture così e ogni tessera è espressione di differenti che ha contribuito mondi diversi: Goethe diceva a creare qualcosa di unico e che chi ha visto il suo cielo irripetibile. anche solo una volta non potrà mai più dimenticarlo. Palermo, Itinerario Arabo nominata Capitale Italiana Normanno della Cultura 2018, è una città Visitare Palermo significa anche multiforme che regala palazzi immergersi un luogo magico dove e chiese con i tetti ricoperti da si sono fusi due mondi opposti: mosaici dorati accanto a palazzi quello arabo (musulmano) e quello nobiliari, chiese barocche e normanno (cattolico). E’ lo stile mercatini profumatissimi dove arabo-normanno, unico nel suo non è possibile non farsi tentare genere e caratteristico, oltre che dai tipici arancini o dal pane ca del capoluogo siciliano, di Cefalù e meusa (milza). Monreale tanto che il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco Zyz, il fiore ha dichiarato l’itinerario Arabo Zyz, fiore, così l’avevano Normanno “Patrimonio Mondiale chiamata i fenici, un nome con dell’Umanità”. I due secoli e un destino già segnato. Qui mezzo di dominazione araba sono passati i greci, i romani che (dall’827 alla fine del XI secolo) l’hanno fatta diventare porto resero Palermo una delle città più strategico del Mediterraneo, ricche ed importanti dell’epoca: Crediti Foto | fotografiassociati.com i bizantini, gli arabi che hanno qui vennero costruiti splendidi

24 Crediti Foto Matteo del Maso

Palermo nel 2018 rappresenta l’Italia come “Capitale Italiana della Cultura”. Il titolo è assegnato ogni anno da una commissione nominata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Questa iniziativa, ideata nel 2014, permette di valorizzare il patrimonio artistico e culturale della città designata, incrementando il turismo sia a livello nazionale che a livello europeo. Ogni città designata, organizza eventi e iniziative in occasione della nomina, motivando ulteriormente i turisti a visitarla e a soggiornarvi.

Crediti Foto | fotografiassociati.com palazzi, moschee, minareti, giardini Palazzo reale e la perdere quello ai piedi della reali in porfido rosso e la cappella e fontane. Oggi, purtroppo, Cappella Palatina cupola chiaramente di ispirazione con l’urna argentea di Santa questi monumenti, appartenenti bizantina). Il soffitto è a stalattiti, Rosalia, patrona di Palermo, che all’epoca musulmana, non Il nostro viaggio in questa con pitture di stile islamico con viene portata in processione ogni esistono più: i Normanni se ne Palermo tutta da scoprire parte due file di grandi cassoni a forma 15 luglio. Uno dei monumenti appropriarono portando il loro da Palazzo reale o dei Normanni, di stella a otto punte.. simbolo di Palermo è la Chiesa contributo artistico rendendo, oggi sede dell’Assemblea di S. Giovanni degli Eremiti, il di fatto, impossibile distinguere Regionale siciliana. Costruito La Cattedrale, il cui modulo costruttivo interno quella che era l’antica funzione. intorno al X secolo dagli emiri è dato da una struttura cubica Gli elementi tipici di questo arabi, sotto i Normanni divenne libro di storia di sormontata da una cupola. Un stile ci hanno regalato chiese, un palazzo di eccezionale bellezza Palermo modulo si ripete cinque volte: due sormontate da cupole, abbellite (furono utilizzate la padronanza E’ considerata il “libro di storia di nelle campate dell’unica navata, da mosaici bizantini realizzati da tecnica delle maestranze Palermo”, qui tutte le dominazioni tre nel transetto. L’accostamento artisti greci e con ornamenti arabi, musulmane facendo nascere che si sono succedute nel corso del quadrato, che rappresenta la palazzi immersi in grandi parchi così “l’arte araba-normanna”). Il dei secoli hanno lasciato traccia terra, al cerchio, che rappresenta con distese d’acqua e provviste gioiello del Palazzo dei Normanni del loro passaggio. Molto il cielo, ricorre sia nella cultura con all’interno l’iwan (sala a tre è sicuramente la Cappella suggestivi il bellissimo portico islamica fatimita sia in quella esedre) e il cortile all’aperto. Il Palatina, interamente coperta realizzato nel 1453 (un capolavoro bizantina. La Chiesa di Santa tutto circondato da portici con da una decorazione musiva in del gotico fiorito catalaneggiante) Maria dell’Ammiraglio è un fontane, con pavimenti decorati oro eseguita da maestranze e la balaustra in marmo che altro luogo da visitare, anche e pareti ricoperte da mosaici con bizantine che riporta temi circonda il piano della Cattedrale se le influenze normanne motivi arabizzanti e infine soffitti iconografici religiosi. La Cappella del 1574, realizzata da Vincenzo sono evidenti, gli elementi ed archi adorni di muqarnas ha tre navate separate da dieci Gagini e successivamente preponderanti sono bizantini e (decorazione ad alveoli o a colonne di granito egiziano, il ornata da statue di santi e sante barocchi come i preziosissimi stalattiti) scolpiti e dipinti. pavimento è di mosaico (da non siciliane. Da non perdere le tombe mosaici.

25 DI A RIO DI VIAG GIO

“Non si può esprimere a parole la nitidezza fuligginosa che aleggiava intorno alle coste, quando nel più bello dei pomeriggi ci siamo avvicinati a Palermo. La purezza dei contorni, la morbidezza dell’insieme, il divergere delle sfumature, l’armonia di cielo, mare e terra. Chi l’ha visto, lo tiene con sé per tutta la vita”.

J. W. Goethe, La Sicilia (da Il Viaggio in Italia)

26 San Cataldo e le cupole rosse Quella di San Cataldo è la chiesa delle Ruggero. Qui nella notte del 27 maggio cupole rosse, tre per l’esattezza. Costruita 1860, le truppe garibaldine sconfissero nel 1154 sotto il regno di Guglielmo I, in quelle borboniche che s’opponevano al origine era la cappella di un sontuoso loro ingresso in città. palazzo che oggi non esiste più. Costituisce l’esempio più peculiare della cultura architettonica araba al servizio dei sovrani normanni con le tipiche cupole rosse che la sovrastano e la sua forma di parallelepipedo che la caratterizzano. ‘U pani c’a meusa Il pane con la milza o ‘u pani c’a meusa è uno “Al-Aziz”, lo splendido dei cibi da strada siciliani per eccellenza. Un castello della Zisa panino morbido, ( vastella) spolverato di Il suo nome, Zisa, deriva dall’arabo “al- sesamo e imbottito con pezzetti di milza, Aziz”, ovvero “splendido” ed era la residenza polmone e, talvolta, trachea (scannaruzzatu) estiva preferita dai re e dalla sua corte. Qui di vitello. la matrice islamica è evidente e durante i L’origine di questo cibo sembra risalire al secoli ha subito diverse trasformazioni, la Medioevo quando macellai di origine ebrea più rilevante è sicuramente quella avvenuta si stanziarono a Palermo. Questi che per il nel 1635, dove vi furono apportate aggiunte loro credo religioso non potevano essere in stile barocco. pagati per la macellazione degli animali, Esternamente si presenta come un blocco quindi “trattenevano” le frattaglie come cristallino suddiviso in tre ordini orizzontali ricompensa. Bollivano e insaporivano la che corrispondono ai tre piani. Sulla milza, il polmone e lo scannarozzato (la facciata principale si apre il vestibolo, la trachea) nello strutto serviva da farcitura, “Sala della fontana”, attorno a cui ruotano insieme al formaggio, ai panini che gli appartamenti delle ali meridionali e vendevano alla gente del luogo. settentrionali. Sotto il dominio del Re Ferdinando il Sull’arco di ingresso, invece, si trova Cattolico, la comunità ebraica venne l’affresco barocco “diavoli della Zisa”: una espulsa, ma la tradizione rimase tra i serie di figure che secondo la tradizione è caciottari palermitani. impossibile contare per la loro disposizione A Palermo la sera precedente la sera in senso rotatorio. precedente la festa dell’Immacolata, il 7 Il nostro viaggio si conclude al Ponte dicembre, ‘u pani c’a meusa” è un must ma dell’Ammiraglio costruto il 1130 e il 1140 è tradizione consumarlo anche la mattina Crediti Foto | fotografiassociati.com da Giorgio d’Antiochia, ammiraglio di re della festa, come colazione ipercalorica.

27 PA TRI MO NIO IM MA TE RIA LE

VENETO Mirano, seguendo le orme dell’oca... di Alessandra Tutino

Crediti Foto Sebastiano Sechi Giungere a Mirano (VE) l’11 novembre, festa di al caso: oltrepassando i portali di via Barche LSan Martino, è come salire sulla macchina del e via XX Settembre che, come un sipario, tempo. Un’esperienza unica e indimenticabile, si aprono sulla scena, si entra in un paese resa possibile dalla Pro Loco locale e dai suoi di cento anni fa, dove lo strillone vende il infaticabili volontari capitanati dal presidente giornale, l’imbonitore propone i suoi intrugli, Roberto Gallorini che, per due giorni, riportano le servette chiacchierano nel giorno di riposo, la cittadina ai fasti della Belle Epoque. E l’artigiano impaglia sedie e gentili signore così ogni anno, nel weekend di novembre vendono prodotti gastronomici e oggetti d’uso che celebra San Martino de Tours, il comune quotidiano. di Mirano con tutti suoi abitanti, torna Un solo emblema è riconoscibile ovunque: magicamente agli inizi del secolo scorso... l’oca. Perché, sin dalla notte dei tempi, nelle campagne venete a San Martino si festeggiava L’epoca e la Piazza la chiusura dell’anno agrario. E poiché dal GL’ambientazione è quella del giorno di festa giorno seguente si sarebbe dovuto rispettare il per eccellenza: la fiera. periodo di penitenza che precedeva il Natale, la Il periodo storico non poteva che essere il Primo festa si trasformava in una sorta di “capodanno Novecento, quando la fiera rappresentava il contadino”, in cui il cibo prediletto era proprio momento più importante dell’anno, durante l’oca, le cui carni, a novembre ricche di grasso, i quali divertirsi ed acquistare cose semplici si “sciolgono in bocca”. ma necessarie e una grassa oca era un’ottima Una tradizione che in Veneto diviene gesto merce di scambio. Una scelta dettata dalla scaramantico, nel rispetto dell’antico proverbio volontà di riscoprire la semplice quotidianità e che ammonisce chi no magna oca a San Martin lo spirito conviviale che pervadevano le prime nol fa el beco de un quatrin (chi non mangia edizioni della festa paesana dedicata al santo. oca a San Martino non fa quattrini). Così, nella prima decade di novembre, a Nel 1986 a Mirano si decise di recuperare le Mirano scompaiono d’improvviso i simboli antiche usanze legate all’oca: un modo per far della contemporaneità, sostituiti da stendardi, innamorare i miranesi delle proprie radici. Tra banchi in legno, bacheche con avvisi, le grandi intuizioni ci fu quella di chiedere al manifesti con réclame. Nulla viene lasciato pittore Carlo Preti di creare “El Zogo de l’oca

28 Mirano Un momento del gioco dell’oca de Miran”, edizione riveduta e corretta del Il tradizionale gioco dell’Oca Zogo de l’Oc celebre gioco da tavola. Preti ridisegnò il È il gioco per antonomasia, progenitore dei de miran in piazza percorso a spirale illustrando le 63 caselle giochi di percorso, dove ci sposta lungo le Le squadre in gara con aneddoti, proverbi, luoghi e fatti della caselle con apposite pedine. Un gioco di Al “zogo” partecipano sei squadre in storia della città. Fu una vera ispirazione: nel fortuna di cui sono noti esempi risalenti al rappresentanza delle cinque frazioni di 1998 La Pro Loco decise di creare quella che 3° secolo a.C.. Nella forma oggi conosciuta Mirano (Ballò, Campocroce, Scaltenigo, oggi è la manifestazione più seguita in paese, appare, per la prima volta, all’epoca dei Vetrego, Zianigo) e del capoluogo stesso. capace di attirare visitatori da tutta Italia e Medici, verso il 1580, con il nome di “Nuovo I costumi dei componenti sono ispirati a dall’estero. e molto dilettevole giuoco dell’oca”, ma la più vecchie stampe d’epoca. Da allora a San Martino la piazza del paese antica stampa conosciuta del “gioco” risale al Tutti uguali nella foggia, si distinguono dal diventa un immenso gioco di società, con 1640, pubblicata a Venezia da Carlo Coriolani. diverso colore della fascia e delle calze: 63 grandi caselle di due metri per due, Al centro è raffigurata una famiglia seduta verde per la squadra di Zianigo, giallo per disposte a formare una passerella di 130 attorno ad una tavola imbandita con un’oca Campocroce, arancione per Scaltenigo, metri, con dadi e pedine giganti a dare vita a arrosto. Molto probabilmente da qui deriva il rosso per Ballò, blu per Vetrego e azzurro per inverosimili prove di abilità. Attorno all’ovale nome del passatempo, oppure dall’usanza di Mirano. Ogni squadra è composta da dieci costituito dalle caselle, vengono innalzate impiegare la vincita per comperare una bella elementi: il capitano che lancia i dadi, un ampie tribune ad anfiteatro, cui si accede oca. Un gioco molto antico che rappresenta il alfiere che sposta la pedina e otto giocatori attraversando tre grandi portoni simili ai concetto di bene (le oche) e male (gli ostacoli), che intervengono per superare le “prove” frontespizi delle giostre di una volta. formato da 63 caselle numerate disposte a richieste dalle caselle. A sfidarsi sono, ogni anno, le squadre del spirale. Si gioca con due dadi. Nel percorso La squadra più abile, e con un fortunato capoluogo e delle cinque frazioni di Mirano, si possono incontrare 13 caselle con il simbolo lanciatore di dadi, conquisterà il premio che si preparano con largo anticipo, provando dell’oca, vero portafortuna dove il giocatore “l’Oca dell’anno” ed una vincita in denaro giochi, preparando costumi e tecniche per raddoppia il valore ottenuto dai dadi e avanza; da devolvere in beneficenza. Risate e svago arrivare per primi alla tanto agognata casella sono invece 8 le caselle degli “accidenti”, sono assicurati, al pubblico solo il compito di 63. Anche se poi, alla fine, a farla da padrona, dove si sconta una penalità. Vince chi arriva divertirsi e di tifare per l’una o l’altra squadra. è sempre la fortuna. per primo al 63.

29 PA TRI Gioco MO I giudici a bordo campo. NIO IM MA Regolamento TE RIA Si sorteggia l’ordine di partenza con la Cuccagnata: la mattina LE della domenica i “Cuccagneri” si sfidano a salire un altissimo palo della Cuccagna, eretto nella piazza principale, in cima al quale sono appesi dei sacchetti tutti uguali. Ogni arrampicatore deve recuperare un sacchetto, che contiene un numero, corrispondente all’ordine di partenza della squadra abbinata al cuccagnere che l’ha conquistato; si gioca con due dadi, lanciandoli a turno; chi supera la casella 63 torna indietro di tante caselle quante ne rimangono da contare; se trova un’oca prosegue per tanti punti quanti ne segnano i dadi, non si riconta il 63; vince chi arriva esattamente alla casella 63; chi fa 2 al primo tiro va direttamente al 19; caselle con pegno: il ponte 6, l’osteria 19, il pozzo 31, il castello 42, la dogana 52, la morte 58; chi cade nelle caselle sopra indicate paga la cifra di 100 euro, da scalare dal monte premi. Il pagamento non è dovuto se si supera una prova di abilità.

Tradizione culinaria Nel rispetto della tradizione culinaria, al famoso pennuto i ristoratori di Mirano dedicano ricercati menu, facendo rinascere la cultura gastronomica locale con risotti e ravioli d’oca, pasta con ragù d’oca, prosciutto o salame d’oca, il rinomato fegato, senza contare antipasti e patè. Un aspetto gastronomico che vive anche fuori dal ristorante, con grigliate a base d’oca, con carne acquistata nelle macellerie e gastronomie di Mirano. Ma per rispettare il proverbio che chiama fortuna e denaro basta un semplice panino con salsiccia d’oca e un bicchiere di vin brulè servito dall’Osteria de l’Oca, tappa obbligatoria per tutti i visitatori. Una tradizione che non risparmia nemmeno il dessert: perfino il dolce tipico del periodo, il “San Martino” - pasta frolla che raffigura il santo a cavallo - per l’occasione acquista la forma del celebre pennuto da cortile.

Crediti Foto | Sarah Pinson

L’oca nel piatto

Affonda nella notte dei tempi la durante il quale si festeggiava. che la contenga e che sia adatta al minuti. Tagliarla e servirla calda, tradizione di mangiare l’oca nel Insomma l’oca era considerata il forno. Condire con sale, pepe, aglio, nappata con il fondo di cottura. giorno di San Martino. L’oca costituì maiale dei poveri. La ricetta titpica è rosmarino e salvia, quindi sfumare con la quale ha curato tutte le fasi del assieme al maiale la riserva di grassi l’ oca rosta. Ingredienti: 1 oca giovane il vino bianco e lasciare evaporare. processo di riconoscimento UNESCO e proteine durante l’inverno del (4Kg); rosmarino; aglio; salvia; pepe Coprire completamente l’oca con arrivato durante l’ottava sessione del contadino che mangiava quasi sempre e sale; 1 bicchiere di vino bianco; acqua e mezzo dado. Lasciarla bollire Comitato intergovernativo svoltasi solo cereali e polente. Il proverbio mezzo dado. Preparazione: Dopo lentamente. Dopo 1h 30’ infilarla in a Baku (Azerbaigian) nel 2013. Una “Chi no magna oca a S. Martin no’l fa averla fiammeggiata, pulire l’oca e forno caldo (180°). Cuocerla ancora candidatura ed un percorso che el beco de un quatrin” spiega perché insaporirne l’interno con sale, pepe, per 1h – 1h 30’ in forno, finché non sono presi ad esempio a livello la ricorrenza di San Martino fosse rosmarino e salvia. Rosolarla nell’olio si è rosolata e “caramellata”. Estrarla internazionale. una specie di capodanno contadino a fiamma vivace, in una casseruola dal forno e lasciarla riposare per 10

30 Myunpli.it, la piattaforma dedicata all’attività delle Pro Loco, raddoppia con un’area dedicata ai Soci in possesso della Tessera UNPLI. Con Myunpli le Pro Loco potranno pagare l’affiliazione e scaricare la propria tessera, pagare i diritti d’autore a SIAE e LEA, Acquistare le tessere Socio sia normali che con l’estensione “Blu”, Gestire gli elenchi dei propri soci, gestire il protocollo pratiche, scaricare “Arcobaleno d’Italia”, consultare le proprie polizze assicurative. Accedendo alll’area riservata, i soci in possesso della Tessera Unpli potranno scaricare “Arcobaleno d’Italia”, visualizzare la propria assicurazione infortuni e lo storico delle proprie affiliazioni.

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BASILICATA La Valle più dipinta d’Italia di Maria Martinelli

La “Valle più dipinta d’Italia” con oltre 400 intreccia la storia con la tradizione di questi stata rifiutata da un nobiluomo da lei invano Lmurales si trova in Basilicata, precisamente luoghi ricchi di cultura. corteggiato, poiché innamorato di un’altra in provincia di Potenza e comprende i comuni donna. Quest’ultima fu rinchiusa nella di Satriano di Lucania, Sant’Angelo Le Fratte Satriano di Lucania torre e bruciata. L’uomo tentò di salvare e Savoia di Lucania. Il viaggio alla scoperta della “Valle più la sua amata cavalcando tra le fiamme La Valle del Melandro prende il nome dipinta d’Italia” non poteva che partire da ed entrando con la forza nella torre. Nel dall’omonimo fiume che l’attraversa ed Satriano di Lucania, poiché qui risiedono momento di uscire, però, l’edificio crollò loro è una delle zone più suggestive e belle la maggior parte delle opere murali, non addosso. Oggi, si racconta che a mezzanotte dell’appennino meridionale. è un caso infatti che sia noto anche come e alle prime luci dell’alba sia possibile udire Il progetto della “Valle più dipinta d’Italia” il “Paese dei Murales”. I dipinti di grandi il rumore degli zoccoli del cavallo. è iniziato nel 1988, precisamente a Satriano dimensioni che arricchiscono le pareti delle L’incendio distrusse il borgo e costrinse di Lucania, quando l’artista Luciano La abitazioni trattano diversi filoni tematici: gli abitanti a rifugiarsi nei vicini paesi di Torre, presidente dell’Associazione artistica il culto dei santi, gli antichi mestieri e Tito, Sant’Angelo e Pietrafesa. È proprio culturale “Arte per la Valle”, insieme ad altri le antiche leggende locali. Tra i più noti in questo periodo che le sorti di Satriano artisti locali, ha iniziato a dipingere murales c’è il murale dedicato alla figura arborea si legano a quelle di Pietrafesa, cittadina sulle facciate delle case e degli edifici del Rumita, che insieme all’Orso e alla poco distante che prendeva il nome da del paese. Si è venuto a creare così un Quaresima, sono i tre personaggi principali una spaccatura nella roccia in un vicino importante patrimonio pittorico murale che del famosissimo Carnevale di Satriano. rilievo. Nel 1887 Pietrafesa mutò il proprio oggicoinvolge anche i paesi di Sant’Angelo Le origini di Satriano di Lucania risalirebbero toponimo in Satriano. Le Fratte e Savoia di Lucania. Questi all’età del Bronzo, ma dell’antico borgo Tra le strade e i vicoli del centro storico di murales raccontano per immagini la storia, fortificato di Satrianum oggi resta soltanto Satriano di Lucania è possibile ammirare le tradizioni, la religiosità e le leggende la Torre di Satriano, edificata dai Normanni i diversi palazzi gentilizi risalenti al ‘600- della cultura popolare del territorio della nel XII secolo e arroccata su un promontorio ’700, ma anche le numerose abitazioni, le valle. che sfiora i mille metri di altitudine. A questa cui facciate sono decorate con murales Il patrimonio muralistico e scultoreo della torre e al devastante incendio che distrusse raffiguranti tradizioni e scene di vita “Valle più dipinta d’Italia” rappresenta oggi completamente la città nel 1420 è legata quotidiana locale. un modello unico ed originale che ha reso una leggenda che ha come protagonista Oltre alla Chiesa Madre intitolata a San ancora più vive le vie cittadine, diventando Giovanna II. Si narra che la regina diede Pietro Apostolo, fra gli altri edifici sacri un’azione di promozione turistica locale che ordine d’incendiare il borgo dopo essere più belli vi è la Chiesa dell’Assunta, il cui

32 Info utili www.prolocosantangelolefratte.it [email protected] [email protected] [email protected]

nucleo originario risale al XII-XIII secolo. Al suo interno si possono ammirare alcune tele seicentesche del Pietrafesa, artista che nacque proprio in questo piccolo borgo. Da ammirare anche la cappella della Madonna della Rocca del ‘400, ricavata interamente dalla roccia e poco fuori dal centro storico Crediti Foto | Pietro Marino la cinquecentesca cappella di San Giovanni, decorata anch’essa dal Pietrafesa. Nel centro abitato inoltre sono da visitare la mostra permanente “Satriano le origini” che Satriano di Lucania espone reperti archeologici interessanti e il La città del peperoncino Museo della civiltà contadina, che espone oggetti e costumi originali dei contadini. sono le protagoniste di “Cantine aperte” una umanista e filosofo, che il 4 luglio 1657 fu delle manifestazioni di punta organizzate proclamato vescovo di Satriano e Campagna Sant’Angelo Le Fratte dalla locale Pro Loco. (SA) da Papa Alessandro VII. A Sant’Angelo Altro borgo impreziosito dai colori e dalle A fare da contrasto con l’antichità delle Le Fratte, Juan Caramuel Lobkowitz costruì storie per immaginiraccontate dei murales cantine ci sono le affascinanti sculture d’arte il palazzo episcopale sulla base di un suo è Sant’Angelo Le Fratte. contemporanea dell’artista Pier Francesco progetto, impiantandovi anche un’elegante Le prime notizie certe su questo paese che Mastroberti e i coloratissimi murales. tipografia. sorge ai piedi della montagna Carpineto, Questi originali dipinti oltre ad abbellire risalgono al secondo Medioevo (XI-XII le facciate delle abitazioni, sviluppano e Savoia di Lucania secolo). Sant’Angelo Le Fratte è conosciuto descrivono il tema del rapporto tra l’uomo, L’ultima tappa di questo tour alla scoperta anche come il “Paese delle cantine”, ce ne la roccia e la vita autoctona. Tra i murales dei colorati murales è Savoia di Lucania, sono oltre 100 nel borgo e sono scavate più affascinanti, ci sono anche quelli l’antica Salvia. direttamente nella roccia della montagna dedicati alla memoria di Juan Caramuel In questo caratteristico borgo, la maggior che lo sovrasta. Tuttora le cantine vengono Lobkowitz, personalità di rilievo vissuta a parte dei dipinti raccontano la storia di utilizzate per la conservazione di vini, Sant’Angelo Le Fratte. Egli fu un monaco Giovanni Passannante, l’attentatore di formaggi e deliziosi prodotti tipici localie benedettino, profondo teologo, matematico, Umberto I che qui vide i natali.

33 C U L T U R A

Cantine Aperte Pro Loco - ruota attorno alle figure dell’Orso, Sant’Angelo Le Fratte è conosciuto come il dell’Eremita e della Quaresima. L’Urs vestito “Paese delle cantine”, ce ne sono oltre 100 di pelli pregiate di pecora o capra, con nel borgo e sono scavate direttamente nella al piede una catena spezzata e in mano Crediti Foto | Rocco Manzella roccia della montagna Carpineto. i campanacci, è il simbolo della natura. Ogni anno, in paese, a preannunciare U’Rumit ha in mano un bastone decorato l’arrivo del ferragosto è “Cantine aperte”, con un ramo di pungitopo o di ginestra la manifestazione di grande successo ed è completamente ricoperto di edera al organizzata dalla Pro Loco di Sant’Angelo punto di essere irriconoscibile. Quare’s’ma, Le Fratte con il sostegno di centinaia di invece, è una donna vestita di nero, in volontari. Dal 12 al 15 agosto di ogni anno, le netto contrasto con la vivacità delle altre protagoniste indiscusse dell’evento sono le maschere, e trasporta in equilibrio sulla caratteristiche e antiche cantine, che ancora testa una culla di legno dove riposa il oggi vengono usate per la conservazione del Carnevale ormai finito. vino e dei gustosi prodotti locali. Nell’ultima domenica di Carnevale e nel Il suggestivo percorso enogastronomico giorno di Martedì Grasso, queste tre figure permette ai visitatori di riscoprire antichi sfilano tra le vie del paese insieme ad altre sapori e arcaiche tradizioni popolari, maschere e carri allegorici. divertirsi con spettacoli musicali e ammirare Durante la sfilata viene celebrato anche un la spettacolare natura delle cantine. singolare matrimonio (A Zita), ovvero una rivisitazione di quello che dovrebbe essere L’Urs, U’Rumit e A’ Quare’s’ma il giorno più bello per due innamorati, che Tra i carnevali più famosi della Basilicata sono protagonisti di un curioso e divertente rientra senza dubbio quello di Satriano scambio di ruoli: l’uomo veste i panni della di Lucania, che si inserisce anche nella sposa e la donna indossa quelli dello sposo. “Rete Carnevali e Maschere della Lucania Tutte le donne presenti ricevono in regalo il a valenza antropologica e culturale” che peperoncino, simbolo di fertilità, fortuna e coinvolge 8 comuni della Basilicata. forza. Il Carnevale di Satriano - organizzato dall’Associazione Al Parco e dalla locale Murales Uno scorcio di Sant’Angelo Le Fratte

34 FOTO DI MARTINO BALBO FOTO DI MARTINO FOTO DI SARA FABBRI FOTO DI RICCARDO DOGANA FOTO DI DARIO PACE FOTO DI GIANNI FERRARESE

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PUGLIA Alla scoperta delle tipicità Pugliesi di Luca Caroselli

Un viaggio di 5 giorni nell’entroterra barino, un percorso attraverso locali, esaltando le specificità di ogni paese coinvolto. L’obiettivo è Uquattro paesi e quattro tipicità dell’enogastronomia, alla scoperta di quindi quello di promuovere il turismo su questo territorio attraverso culture e colture che hanno forgiato e modellato questo territorio e le gli occhi di persone che non abitano questi luoghi e per questo più sue comunità.Stiamo parlando dell’educational ‘Coltour’, un circuito sensibili a tutte quelle peculiarità che definiscono questo angolo di organizzato dalla delegazione Unpli della Peucetia Sud e finanziato Puglia. In questo articolo ci concentreremo sulle prime due tappe del dall’agenzia Puglia Promozione, che ha come obiettivo quello di percorso, Sannicandro e Adelfia, con le loro rispettive tipicità: l’olio promuovere la destinazione Puglia, e nello specifico le eccellenze sannicandrese e l’uva pizzutella. Il racconto di questo tour proseguirà gastronomiche e culturali delle 4 realtà coinvolte: l’olio di Sannicandro, poi nel prossimo numero di Arcobaleno d’Italia in un nuovo percorso che l’uva pizzutella di Adelfia, il pane di Valenzano e la bastinaca di Polignano ci accompagnerà da Valenzano, con i festeggiamenti di Sant’Antonio a Mare. Il tour ha visto coinvolte in rete le 4 Pro Loco che hanno ospitato e i tradizionali altarini con l’offerta votiva del pane tipico, a Polignano un rappresentante dell’Unpli Nazionale e una giornalista russa esperta a Mare per conoscere la carota “bastinaca” e partecipare alla di turismo ed enogastronomia, Vitalina Sereda Malygina, come ‘trait sentitissima festa patronale di San Vito Martire. Partiamo quindi da d’union’ tra le tradizioni di questo territorio e la cultura russa. Sannicandro per descrivere questo circuito di sapori e di conoscenza Un itinerario per promuovere la Puglia nella sua interezza, dalle che ci rivelerà l’anima rurale e le radici orgogliose di questa terra e tradizioni ai beni culturali, dalle feste patronali alle peculiari colture dei suoi abitanti.

36 SANNICANDRO DI BARI

Si parte dalla visita al e che ci fa ripercorrere le gesta Castello ‘Normanno Svevo’ delle tante dominazioni che si di Sannicandro di Bari, un sono intrecciate nel corso dei vero gioiello incastonato nel secoli lungo questo territorio. centro storico del paese, in Ovviamente il territorio compagnia di Antonietta sannicandrese non è solo Racanelli, ideatrice del progetto castelli, vicoli e chiese Coltour e responsabile della ma anche, e soprattutto, delegazione delle Pro Loco uliveti a perdita d’occhio. In della Peucetia del sud, oltre che particolare la coltivazione di colonna portante della Pro Loco oliva coratina è, da secoli, la sannicandrese e inappuntabile principale fonte di economia alfiere dell’accoglienza turistica della comunità locale, nonché su questi territori. motivo di vanto in ambito Con l’occasione non può nazionale ed internazionale mancare una approfondita per l’eccelsa qualità del diretto visita guidata del castello derivato, l’apprezzatissimo olio accompagnati dal Prof. Nicola sannicandrese. Racanelli, autentico Cicerone che conosce il castello e la storia locale come le sue tasche

L’OLIO SANNICANDRESE

L’olio extravergine di oliva “Il L’olio sannicandrese ricavato Sannicandrese” è ottenuto da dalla premitura di olive un’accurata selezione delle varie “Coratina” e “Cima di Bitonto”, cultivar e grazie alla lavorazione a si presenta di colore giallo freddo, conserva inalterate tutte verdognolo, aroma fruttato, le caratteristiche organolettiche leggermente amaro per l’alta e chimiche per lungo tempo, concentrazione di oleuropeina e risultando facilmente digeribile. tipicamente piccante per l’alta Il contenuto di tocoferoli concentrazione di polifenoli. (Vitamina E), antiossidante per L’incontro con Michele Morgese, eccellenza, favorisce l’aumento Presidente dell’Oleificio del colesterolo “buono” HDL. Cooperativo “Coltivatori Diretti” L’elevato contenuto di acidi grassi che produce ‘Il Sannicandrese’, ci essenziali lo rende pregevole aiuta a capire approfonditamente dal punto di vista dietetico e le peculiarità di questo prodotto preventivo dell’aterosclerosi, che è diventato un simbolo di grazie alla presenza di acidi eccellenza della gastronomia grassi polinsaturi indispensabili pugliese. per il sistema nervoso, per il QR intervista olio cervello e per la prevenzione di www.youtube.com disturbi cardio-coronarici. watch?v=9vkNZBWuKmc

37 PER COR SO IL CASTELLO NORMANNO SVEVO DI DEL SANNICANDRO DI BARI GU STO Il castello ci racconta storie di riappropriandosi dei beni Templari e di Massoni, di Baroni paterni. Dal 1124 il Castello di e di Dame che si sono alternati San Nicandro entra nella sfera sul territorio dando vita ad un di dominio del futuro re, che mix di culture e di saperi che da lo affranca dalla forma della sempre caratterizza le comunità feudalità per proiettarlo verso italiane. Il castello Normanno- il sistema della demanialità. Si Svevo di Sannicandro di Bari realizza il “Palazzo”, un castello sorge nella zona medievale del a otto torri, quattro torri angolari paese, tra le caratteristiche e quattro rompi tratta, con ponte case a scalinata esterna. levatoio, portale e fossato. La sua storia si sviluppa nel Nel castello di San Nicandro i periodo più avvincente e Templari giungono sullo scorcio prospero per le vicende di Puglia del 1200, durante il papato e di tutto il meridione d’Italia. di Celestino III (1191/1198), Presenta la varietà di forme la minorità di Federico II e la tipica dei due momenti di reggenza di papa Innocenzo III. realizzazione: quella normanna I vicoli di pietra che si snodano e quella del periodo svevo. intorno al castello creano La vita documentale del maniero ancora oggi un’atmosfera inizia con la Cappella di San unica e antica, di quiete e di Nicola di Bari, quando nel pace, dando vita ad un revival 1119 Emma d’Altavilla dona di un’epoca ormai, purtroppo le decime del feudo di San scavalcata: un’epoca in cui le Nicandro all’Abate Guarino signore anziane si riunivano di San Michele arcangelo di per chiacchierare fino a tarda Montescaglioso, a condizione notte sull’uscio delle loro case, che si mandasse un cappellano rievocando i ricordi di quei a celebrare messa nel castello. tempi che quì sembrano non Alla morte di Emma d’Altavilla, essere passati mai. avvenuta nel 1124, suo fratello Ruggero conte di Sicilia ne rivendica la proprietà e “armata mano” giunge a Montescaglioso,

L’UVA PIZZUTELLA ADELFIESE

L’uva pizzutella è una delle acini allungata e conica, la uve da tavola italiane consistenza soda, i grappoli maggiormente apprezzate, di dimensioni medio-grandi. prodotta prevalentemente nelle E proprio dalla forma deriva il regioni del sud e in particolare suo nome: nonostante sia la considerata ‘l’oro bianco’ di Puglia la regione dove viene Puglia. Questo tipo di uva si maggiormente coltivata, è dal riconosce per la forma degli dialetto romanesco che deriva

38 ADELFIA

La seconda tappa del tour ci porta dalla cima della torre normanna ad Adelfia, una città particolare che sovrasta Adelfia, un edificio che mischia e fonde le storie di imponente e di rara bellezza, due comuni e di due comunità, inagibile da oltre 40 anni, che Montrone e Canneto di Bari, sta per essere restituito agli ritrovatesi improvvisamente adelfiesi dopo importanti lavori unite in un unico comune nel di salvaguardia e messa in nome della ‘fratellanza’ (dal sicurezza. E poi ancora una visita greco adelphòs, da cui il nome nella Chiesa della Madonna Adelfia) senza però esserlo della Stella a Canneto, dove storicamente e culturalmente. le statue raccontano la storia Una divisione che, sebbene secolare delle famiglie che hanno formalmente non esista più, è portato in auge questo territorio, rimasta scolpita nell’anima della seguita da una sbirciata alla comunità che ancora oggi non Chiesa madre di Montrone, riesce a prescindere dalle radici intitolata a San Nicola di Bari e a farsene una ragione: non è un e situata nella parte piu’ antica caso che ancora oggi ci siano 2 del borgo, nella quale risiede la uffici postali, 2 scuole elementari, statua del patrono di Montrone 2 santi protettori e addirittura e compatrono di Adelfia, San 2 cimiteri, anche perché, come Trifone martire, protagonista dice qualcuno, “i cannetani e i di una delle celebrazioni più montronesi non vogliono stare sentite e coinvolgenti di tutta ‘azziccati’ nemmeno da morti”... la Puglia. La nostra presenza Fortunatamente questa disputa ad Adelfia è però legata ad una non condiziona il borgo che tipicità dell’enogastronomia invece si rivela splendido nella che caratterizza la produzione sua particolarità. Passeggiando agricola di questo territorio: l’uva nel paese, in compagnia del pizzutella, una speciale qualità vulcanico Presidente della che nasce e cresce da secoli Pro Loco Vittoriano Mumolo, solo ed esclusivamente in questo abbiamo modo di goderci una territorio. splendida vista panoramica del paese e del territorio circostante

GUARDA LE VIDEO INTERVISTE SULL’UVA PIZZUTELLA

‘pizzuto’ ovvero ‘appuntito’. comunque tutti i benefici che le uve vengono raccolte in la sua azienda che oggi esporta Le bucce sono fini, una appartengono alla sua specie. ottobre, con rese regolari. Per in tutto il mondo alcune tra le caratteristica importante per Il suo sapore la rende quindi approfondire le caratteristiche più pregiate materie prime l’uva da tavola. Ha bei colori particolarmente apprezzata a di questo pregiato prodotto dell’agricoltura barina, tra cui gialli a sfumature verdi, una tavola, ma anche perfetta per della terra, ci affidiamo alle ovviamente la pizzutella. polpa dolce e fragrante e, dolci e dessert. Le raccolte al parole di Nicola Coniglio, un pur essendo più zuccherina sud sono settembrine, mentre imprenditore che ha valorizzato di altre varietà di uva, vanta quando coltivato al settentrione le tradizioni familiari attraverso

39 SA PO RI E TRA DI ZIO NI

PIEMONTE Il profumo di menta di Piovà Massaia di Riccardo Milan

In Piemonte la menta è sinonimo di Pancalieri I(To), comune, area, dove la sua coltivazione e trasformazione sono tradizionali. E la Pro Loco è in prima linea nella sua promozione. Però da alcuni anni un filo interrotto che da Pancalieri conduceva nell’astigiano è stato riannodato ed un comune con la sua Pro Loco è attivissimo nel recupero e valorizzazione di questa profumatissima coltivazione (e relativa trasformazione): si tratta d Piovà Massaia. Ma torniamo un po’ indietro nel tempo. La coltivazione della menta piperita fu introdotta in Italia dall’Inghilterra nel 1850 e si era poi diffusa astigiano, in particolare a Piovà, nel dettaglio in frazione Gallareto, dove vi erano terreni particolarmente adatti. Coltivare quest’erba medicinale, infatti, era facile ma richiedeva terre fertili e ricche di materia organica, oltre ad un grande quantitativo di manodopera. La menta si piantava in primavera, si sarchiava sovente; in estate fioriva e allora veniva raccolta in fascine e portata all’ingresso del paese. Qui sorgeva un grande alambicco, proprietà della famiglia Robba e De Vecchi, attraverso il quale veniva distillata, per essere venduta Crediti Foto | Pro Loco Piovà Massaia al paese di Pancalieri.

40 La Fiera “Profumata-menta” Fa parte del circuito “Ritorno alla Fiera” della Strada del Vino Monferrato Astigiano: riscoperta delle tradizioni e della propria identità, recupero di antiche fiere. Si tratta di un appuntamento ormai consolidato e di successo che attira numerosi visitatori, anche da lontano, con ottimi feedback, grazie al variegato programma culturale offerto e al particolare menù servito dalla Pro Loco. Permette a molti di trascorrere una o più giornate in un inconsueto Monferrato che integra ed arricchisce l’apprezzata, tradizionale, offerta di buon vino e ricca gastronomia.

Data la ricchezza del profumo, persino l’acqua di scarto della distillazione non veniva sprecata, ma riutilizzata per il lavaggio dei pavimenti. L’alambicco invece era un’irresistibile attrazione per bambini e ragazzi, che si radunavano ad osservare, incuriositi, la trasformazione delle piantine: gli stessi, ancora oggi, sebbene siano trascorsi tanti anni, ricordano vividamente l’intenso profumo che ne scaturiva. Poi la produzione fu abbandonata e solo di recente la Pro Loco si è posta l’obiettivo di recuperane sia la memoria sia la produzione: Crediti Foto | Pro Loco Piovà Massaia “dal 2012 si è scelto di riscoprire e festeggiare questa antica tradizione: è nata così Profumata-menta, una fiera unica nel e alle mostre allestite, vi sono stati eventi: teatro, concerti, corsi, beneficienza… suo genere”. spettacoli di teatro di strada e giocolieri, e poi c’è la Fiera. Si svolge fra maggio e giugno e in quei giorni esibizioni itineranti della Banda Musicale Quest’anno, durante tutta la manifestazione “le varie applicazioni della menta, in cucina, Aurora, giochi per bambini, gare di bocce, la Pro Loco proposto un menù interamente a erboristeria, medicina, estetica e così via… fattorie didattiche, conferenze tematiche, base di menta e presso la Bocciofila, proprio vengono riscoperte e applicate tutte, dando il tradizionale banco di beneficenza e molto dove un tempo sorgeva il famoso alambicco, origine ad una manifestazione che soddisfa altro. Per tutta la giornata sono rimasti si è tenuto il Mojito Party. le esigenze di un pubblico tra i più svariati, aperti e visitabili il Centro Didattico Polledro, come ha dimostrato il grande successo il Museo del Combattente e la Casa delle ottenuto nelle scorse edizioni”. Caramelle, uno spazio dove praticare yoga e Nell’edizione di quest’anno, che ha avuto biodanza tutto l’anno”. il suo fulcro domenica 3 giugno, oltre al La Pro Loco di Piovà è nata il 6 ottobre del mercatino dei prodotti tipici e dell’artigianato 1976: durante tutto l’anno organizza molti

41 IL BU ON BE RE

TRENTINO ALTO ADIGE Sua maestà il Teroldego Rotaliano di Oriana Bosco

Prima tra le DOC trentine (1971), il Piana Rotaliana. Solo qui, infatti, grazie sia giovane che maturo, però, questo vino PTeroldego Rotaliano DOC è il vino rosso più all’unione tra clima mite, garantito dalla corposo dal colore vellutato, che tende a rappresentativo della provincia di Trento, presenza di alte pareti a nord che la scurire con l’invecchiamento, si distingue non a caso è definito “il principe dei vini proteggono dai venti settentrionali, ed un per il suo carattere robusto ed intenso, trentini”. terreno alluvionale fertile e ricco di detriti, rotondo e poco tanninico, che lo rende Prodotto in quantità limitata (circa 6 milioni questo vitigno estremamente sensibile alle inconfondibile. di bottiglie l’anno), questo vitigno autoctono condizioni pedoclimatiche ha trovato le Uno tra i più antichi vini trentini, il Teroldego crescesu di una superficie di appena 486 condizioni ottimali per il suo sviluppo. si trova citato già in atti della metà del ettari (a fronte degli oltre 10.000 gli ettari Quattrocento, per poi trovare la sua vitati dell’intera provincia), in una fetta di Il vitigno consacrazione definitiva in occasione del Valle dell’Adige al confine tra il Trentino e Il vitigno del Teroldego produce un’uva Concilio di Trento (1545 - 1563), quando, l’Alto Adige definita già da Cesare Battisti estremamente eclettica, che viene utilizzata stando alle cronache, venne ampiamente “il giardino vitato più bello d’Europa”: la per vini molto diversi, dal novello al Riserva: apprezzato dai padri conciliari per il suo

42 carattere “potente”. Elogiato anche alla corte di Vienna, presso la quale veniva chiamato “Tiroler Gold” (oro del Tirolo), il Teroldego ha fatto molto discutere circa l’origine del suo nome, da alcuni fatta risalire appunto all’appellativo asburgico, da altri invece ritenuta strettamente locale, derivante dalla località Teroldeghe nel comune rotaliano di Mezzolombardo.

Un vigneto di origine mitica Non vi sono dubbi, invece, rispetto all’origine mitica del vigneto: narra la leggenda che le viti di Teroldego sarebbero germogliate da gocce di sangue di un basilisco, un famelico drago che terrorizzava la popolazione della Piana, che un nobile locale riuscì con l’inganno a trafiggere al cuore. Ancora oggi, infatti, in Piana Rotaliana il Teroldego conserva un nome fiabesco: Sangue di drago. In tutto il Trentino sono molto numerose le feste e gli eventi legati alla cultura enologica, qui il vino non è solo elemento identitario del territorio, ma, col passare degli anni, è diventato anche fattore di attrazione turistica.

Crediti Foto Andrea della Giovampaola

Così si festeggia il vino in Trentino

In alcune zone della provincia l’usanza sfilata dei carri allegorici. Tutta dedicata degustazioni alla musica, con la vini abbinati a piatti tipici. Non manca di celebrare la fine della vendemmia al Teroldego è poi la più grande festa partecipazione di decine di associazioni nemmeno l’opportunità di partecipare con riti e festeggiamenti, come in Val dell’autunno trentino, Settembre e produttori, oltre che di migliaia di direttamente alla vendemmia: da fine di Cembra, dove il terzo fine settimana Rotaliano (primo fine settimana di visitatori. La notte di San Lorenzo la Pro agosto a metà ottobre, il Consorzio di settembre la Pro Loco di Giovo settembre, www.settembrerotaliano.it), Loco di Mezzolombardo propone Calici turistico Piana Rotaliana Koenigsberg organizza la storica Festa dell’Uva realizzata dalla Pro Loco Mezzocorona: di Stelle (www.prolocomezzolombardo. (www.pianarotaliana.it) propone (www.festadelluva.it), la più antica tre giorni di immersione nel mondo it), evento di grande interesse per Vedemmiamo, un calendario giornaliero della regione con 61 edizioni alle spalle, del vino in ogni sua sfaccettatura, gli specialisti del settore, in cui tutti di attività in cantina e tra i vigneti in conosciuta per la sua spettacolare dall’enogastronomia alla storia, dalle i produttori locali propongono i loro compagnia dei viticoltori.

43 ancora oggi rintracciabili nell’economia e nella

IL società locale. Primo fra tutti, nella tradizione BU della viticoltura, che qui è particolarmente ON vivida e che può contare su giovani enologi BE RE e produttori che portano avanti il lavoro dei nonni: seppur sia un vino con un mercato crescente, infatti, esso viene ancora oggi prodotto, oltre che dalle locali cantine sociali e cooperative, da piccole cantine familiari che sono riuscite a conciliare notorietà nazionale e fedeltà ai processi produttivi tradizionali. La cultura enologica è così radicata in Piana Rotaliana che, non a caso, nel 1874 vi è stato fondato il prestigioso Istituto Agrario San Michele, oggi parte della Fondazione Edmund Mach, ente all’avanguardia nel campo dell’istruzione (dalla scuola secondaria all’università), della ricerca e sperimentazione nel settore enologico. Non solo attività produttiva e di ricerca: in Piana Rotaliana, il Teroldego è diventato anche elemento sociale e stimolo per l’organizzazione di numerosi eventi, come Settembre Rotaliano e Calici di Stelle, curati dalle locali Pro Loco, che sono riuscite a tradurre la passione e le tradizioni legate al vino in occasioni di divertimento, di divulgazione della cultura enologica e di valorizzazione del territorio.

Caratteristiche

COLORE Rosso rubino, di intensità crescente con gli anni di invecchiamento, con riflessi violacei.

GUSTO Corposo, possente, deciso, con struttura solida Crediti Foto | Archivio Strada Vino Sapori Trentino e e tannini molto delicati. Da giovane presenta marcati profumi di piccoli Il “principe dei vini frutti, mirtilli e lamponi; una volta invecchiato tende ad intensificare il profumo speziato. trentini” e la sua terra Tipico ed unico è il sentore di terra, cuoio e Tra i prodotti della tavola che meglio riescono Ed il vino, specialmente nelle valli, è parte tartufo nero, rintracciabili soprattutto nelle ad incarnare valori, saperi, caratteristiche di integrante della cultura locale, a cui sono selezioni destinate all’invecchiamento. un territorio, tanto da poter essere considerati legati ritmi di vita, tradizioni, usanze e mestieri. a tutti gli effetti elementi di cultura locale, c’è In questo senso il Teroldego Rotaliano DOC è un ACCOSTAMENTI GASTRONOMICI sicuramente il vino. caso emblematico. Coltivato in Trentino fin dal Si sposa perfettamente con piatti saporiti di In Trentino, dove la viticoltura è un’attività Medioevo, il Teroldego Rotaliano DOC già nel carne, formaggi stagionati, primi piatti della secolare in cui riecheggiano tradizioni nome sancisce il suo legame con la sua terra di tradizione trentina (canederli, polenta). In contadine tramandate da generazioni, produrre produzione, la Piana Rotaliana; ed allo stesso Trentino è il vino preferito per accompagnare il vino è prima di tutto passione ed amore modo, la Piana Rotaliana ha con il suo vino un la selvaggina. per la propria terra, e solo dopo professione. legame viscerale, che si traduce molti modi

44 PIANA ROTALIANA: UNA STORIA DI CONFINE Castelli medievali arroccati regni d’Italia e il Papato, portando sui versanti dei monti, palazzi al proliferare di palazzi nobiliari, rinascimentali con sale affrescate, tra cui spiccano Palazzo Firmian chiese e conventi tra le ampie e Palazzo Martini (Mezzocorona, distese di viti, siti archeologici visitabili su richiesta), il primo inaspettati: la Piana Rotaliana affrescato da uno dei più celebri è un territorio ricco di luoghi di artisti austriaci del Settecento, interesse storico ed artistico, Paul Troger. Interessanti anche tracce di un passato affascinante gli altri segni lasciati dai domini e complesso grazie alla sua delle giurisdizioni tirolesi, che posizione di cerniera tra nord e si ravvisano nelle architetture sud d’Europa. Luogo di transito gotiche dei castelli di Koenigsberg già in epoca romana, quando di – Monreale (Faedo) e della Torre qui passava la più importante (Mezzolombardo). La cultura arteria di comunicazione verso italiana è invece magistralmente le Alpi,la via Claudia Augusta, rappresentata dalla chiesa di San questa parte delle Valle dell’Adige Michele Arcangelo. è diventata tra il Cinquecento ed il Seicento punto di sosta favorito per le personalità che dagli imperi Crediti Foto | Albert Ceolan germanici si dirigevano verso i

DOVE SI DEGUSTA

Solo in Piana Rotaliana sono e vinificatori”. Merita una visita quasi 50 le cantine che producono la cantina Villa de Varda che, il Teroldego Rotaliano DOC. Una oltre a produrre vini e grappe, delle più rinomate è la Cantina ha allestito il museo “Cose di Foradori (Mezzolombardo), Casa”, che conserva oltre 1600 da sempre impegnata per la oggetti legati al mondo del vino, valorizzazione del Teroldego tra cui un alambicco del 1500 e a livello internazionale, che i carri usati anticamente nelle produce un piccolo quantitativo feste di fine vendemmia. Tra di vini biodinamici pluripremiati le cantine sociali spiccano la e ricercatissimi. Da assaggiare Cantina Rotari, specializzata anche le bottiglie di De Vescovi in spumante ma ideale per Ulzbach, famiglia che dal 1600 fare esperienza del mondo coltiva la vite a Mezzocorona della produzione del vino, e che sposa la filosofia della con le sue visite guidate e promozione del territorio prima degustazioni; e la Cantina che del prodotto da vendita. Rotaliana di Mezzolombardo, Premiati anche i pregiati storica istituzione impegnata vini della Cantina Dorigati nella tutela e qualificazione del

Crediti Foto | Albert Ceolan di Mezzocorona, che vanta lavoro dei viticoltori rotaliani. “cinque generazioni di viticoltori

45 AN TI CHI ME STI ERI

BASILICATA L’arte zampognara di Terranova di Pollino di Maria Martinelli

Nel cuore del Parco Nazionale un graduale abbandono dei riti Ndel Pollino, adagiatasulla e delle tradizioni della cultura verde valle del Sarmento sorge agro-pastorale dell’area, ha Terranova di Pollino, “Città contribuito a far conoscere al custode dell’arte zampognara”. mondo la bravura dei maestri Qui esiste una complessa e zampognari di Terranova di atavica cultura musicale basata Pollino. In questo modo, si è sulla zampogna a chiave e sulla avviato un importante processo surdulina, due antichi strumenti di rivitalizzazione dell’arte musicali che hanno destato zampognara, proprio negli anni l’interesse di molti studiosi di in cui rischiava di cadere in oblio. fama internazionale, che ne Il suono magico della zampogna hanno sottolineato l’unicità e richiama alla mente le tradizioni la rarità, contribuendo con le e i riti della cultura contadina, loro ricerche a divulgare questo porta con sé i profumi e i sapori importante patrimonio. Tra le di una terra incontaminata e pubblicazioni più importanti, racconta le storie delle diverse rientra “Le zampogne a comunità che popolano il Terranova di Pollino. Musiche massiccio del Pollino. Si tratta e contesti religiosi e profani” di popoli con storie e tradizioni a cura di Nicola Scaldaferri, antichissime, profondamente ricercatore e professore di legate al territorio e alle sue Etnomusicologia e Analisi caratteristiche naturali. Musicale presso l’Università Non è possibile parlare di degli Studi di Milano. Il volume, Terranova di Pollino senza fare

Crediti Foto | Antonio Di Taranto pubblicato in un periodo storico riferimento alla zampogna, è in cui si stava assistendo ad parte integrante del territorio

46 L’Amministrazione Comunale di Terranova di Pollino ha istituito la denominazione “Terranova di Pollino: città custode dell’arte zampognara”. Questo provvedimento ha rappresentato un passo fondamentale verso la riscoperta e la consapevolezza dell’esclusiva identità culturale e territoriale della comunità terranovese. Si tratta di un importante e doveroso riconoscimento ufficiale verso un patrimonio culturale ed etnoantropologico unico, ma e da tempo immemore la sua melodia anche un punto di partenza per una maggiore accompagna le tradizioni e i riti più valorizzazione e divulgazione dello stesso. importanti, sia religiosi sia pagani: dalla musica devozionale delle novene e delle processioni, alle pastorali e alle tarantelle quali si aggiungela sacca di alimentazione, tradizionali, è anche studioso delle tradizioni per il ballo. La zampogna è il risultato del realizzata con pelle di capretto ripulita e orali del Pollino. Con l’associazione culturale lavoro degli artigiani zampognari, i quali con lavorata appositamente. A questo punto, “Suoni”, un gruppo di musica popolare, abilità e maestria riescono a trasformare lo strumento così ottenuto va accordato ha come obiettivo quello di diffondere i un semplice pezzo di legno in un complesso con altrettanta minuziosità e pazienza. La suoni della tradizione zampognara. Pino strumento musicale.Il processo che porta tonalità della zampogna varia a seconda Salomone, anche lui suonatore, costruttore alla costruzione di una zampogna è molto della sua grandezza. Le tecniche di e studioso del ritmo e delle melodie tipiche lento e non conosce fretta. Si parte dalla costruzione ed esecuzione di questi antichi del territorio è membro dell’associazione scelta del legno - preferibilmente ulivo per strumenti musicali vengono trasmesse di culturale “Totarella” (il nome deriva dal le canne e acero per le campane -poi la padre in figlio e rientrano a pieno titolo nomignolo che veniva attribuito dalle tradizione vuole che il legno venga tagliato nell’insieme delle complesse tradizioni orali genti del Pollino all’oboe popolare, che nel periodo di “luna calante”, cioè quando del Pollino. Passione, umiltà e pazienza, accompagna abitualmente la zampogna a la linfa non è in circolo (da settembre a sono queste le caratteristiche principali chiave). La Pro Loco di Terranova di Pollino, dicembre). Una volta tagliato, il tronco che deve avere un costruttore di zampogne il Comune e le associazioni del territorio, va lasciato a riposo e lo si fa stagionare secondo Leonardo Riccardi e Pino Salomone, organizzano eventi, manifestazioni e per un periodo che può andare da un paio i due principali maestri artigiani e suonatori promuovono pubblicazioni e studi per d’anni fino a dieci.Trascorso questo lasso di zampogne di Terranova di Pollino. riscoprire, tutelare e valorizzare questa di tempo, si iniziano a realizzare tutti i vari Leonardo Riccardi oltre ad essere complessa e affascinante identità culturale elementi che compongono la zampogna (le costruttore, suonatore e insegnante delle e territoriale della comunità terranovese. canne, le campane, il ceppo, le ance, …), ai tecniche di fabbricazione degli strumenti

47 Crediti Foto | Ufficio stampa Comune di Pesaro di Comune stampa Ufficio | Foto Crediti RE PO RTA GE

MARCHE Candele sotto le stelle di Patrizia Forlani

L’atmosfera è quella suggestiva della sotto le stelle” ha fatto letteralmente ovviamente insieme agli amici, sotto L’spiaggia, gli occhi rivolti al cielo a guardare l’en plein: migliaia di persone, tutte l’ombrellone. In riva al mare tante anche le stelle, in sottofondo il rumore del mare. rigorosamente vestite di bianco, hanno le tavole allestite dove a rischiarare questa Poi le ventimila candele della Pro Loco di affollato la battigia pesarese per cenare in suggestiva notte pesarese sono state, Candelara, posizionate sulla terraferma e riva al mare e godersi uno spettacolo unico oltre alle fiammelle, i dress code di tutti i in acqua, sono state accese e si è compiuta e entrato ormai a far parte della tradizione. partecipanti, rigorosamente bianchi. la magia. Una festa pensata per grandi e piccini che Le ventimila candele sono rimaste accese La notte del 10 agosto, nel centro ha coinvolto anche gli stabilimenti balneari dalle 20 alle 24 con tanto spazio anche per marchigiano, quando anche i sogni possono e i ristoranti che hanno pensato un menù ad la musica con le due bande, di Candelara diventare realtà, oltre sette chilometri di hoc per questa serata magica. e Colombarone-Fiorenzuola di Focara, e la spiaggia, da Baia Flaminia a Fossosejore, Ma c’è stato anche chi non ha potuto pizzica, ovviamente, in bianco. sono stati illuminati solo dalla flebile luce staccarsi dalle tradizioni e ha preferito delle candele. Anche quest’anno “Candele cucinare un piatto tipico per poi gustarselo,

48 Il labirinto di candele La novità di questa edizione 2018 è stata sicuramente la performance in piazzale della Libertà, dove alle 20:30 un labirinto di candele elettriche ha preso forma in diretta sotto gli occhi estasiati degli spettatori. Un prodigio realizzato da 30 giovani provenienti dal Texas, selezionati da Grand Houston Opera in collaborazione con Sacred Sites Quest, per far parte di un progetto artistico ‘Seeking The Human Spirit’, che promuove il grande valore di arte e musica per la comunità texana.

Candele a Candelara A Candelara, il piccolo borgo medioevale che ha contribuito alla magia della notte del 10 agosto a Pesaro, dal 24 novembre al 16 dicembre (ogni sabato e domenica) torna la prima e unica festa italiana dedicata alle fiammelle di cera. Un’atmosfera unica e suggestiva grazie a due spegnimenti programmati dell’illuminazione elettrica di 15 minuti ciascuno (alle 17:30 e 18:30). Per mezz’ora ogni pomeriggio Candelara (che Crediti Foto | Ufficio stampa Comune di Pesaro deve il suo nome proprio alle candele), sarà completamente rischiarata dalla luce calda Officina di Babbo Natale Laboratorio di candeline e rassicurante delle candele. Durante i due in cera d’api suggestivi appuntamenti, sarà liberata in Anche quest’anno durante “Candele a cielo una cometa formata da tanti palloncini Candelara” sarà in funzione la gettonatissima Durante l’anno a Candelara, ad esclusione luminosi che rischiareranno magicamente Officina di Babbo Natale con i suoi laboratori dei mesi di novembre dicembre e gennaio, il cielo sopra il borgo. Da questa edizione, dove centinaia di bambini potranno lavorare è attivo il Laboratorio di candeline in cera inoltre, la festa porrà all’ingresso la Corona con diversi materiali (creta, cera, carta, legno) d’api per le scuole dalla materna alla media. dell’avvento formata da quattro candele e realizzare addobbi e figure legate al Natale. Ogni anno passano nella nostra sede della giganti che rappresenteranno ognuna un I bambini potranno incontrare Babbo Natale, Pro Loco, circa 1.500 ragazzi provenienti tema diverso legato alle domeniche che fare una foto e consegnare direttamente una principalmente dalle scuole di tutta la precedono il Natale. Come da tradizione letterina con espressi i propri desideri. Ci provincia, ma anche da altre regioni italiane. dei paesi del Nord Europa, fatta propria sarà anche un’intera banda musicale formata Su richiesta il laboratorio è attivo anche dalla Chiesa cattolica, ad ogni week-end da 35 Babbo Natale; oppure i tradizionali per gruppi di genitori che vogliono fare una della festa verrà accesa una candela che Babbo Natale con zampogne e cornamuse. speciale esperienza interattiva coi lori figli; rappresenta i temi dell’avvento. E così nel Completeranno il programma i canti natalizi o a gruppi che vogliono semplicemente primo week-end verrà accesa “La candela del Coro Polifonico Jubilate. conoscere il meraviglioso mondo delle api e del Profeta”; a seguire “La candela di “Candele a Candelara” oltre a ripetere la realizzare una candeline in vera cera d’api. Betlemme”; “La candela dei Pastori”; “La felice esperienza di “gemellaggio” con Info: www.candelara.com candela degli Angeli”. Da non perdere Pesaro, rinnova una collaborazione tesa [email protected] assolutamente gli otto giorni tra mercatini a promuovere il territorio della provincia natalizi, presepi, spettacoli, Il Villaggio con il “Natale che non ti aspetti” con le e l’Officina di Babbo Natale, gli artisti di manifestazioni limitrofe di Urbino, Gradara, strada e tante altre attrattive. Fano, Mombaroccio, Frontone.

49 RICONOSCIMENTO MIBAC UNPLI 2018 - UN ANNO PER LE PRO LOCO ANNO EUROPEO CULTURA

PREMIAZIONE GIORNATA PREMIAZIONE SALVA BORSA SALVA LA TUA NAZIONALE DEL LA TUA LINGUA INTERNAZIONALE LINGUA LOCALE DIALETTO E DELLE LOCALE - SEZ. SCUOLE DEL TURISMO ROMA - Protomoteca del ROMA - Protomoteca del MILANO Campidoglio LINGUE LOCALI Campidoglio

14 dicembre 2017 17 gennaio 02 febbraio 11 febbraio CARNEVALE DI VENEZIA VENEZIA

12

GIORNATA NAZIONALE SALONE TEMPO DI LIBRI febbraio DELLE PRO LOCO INTERNAZIONALE MILANO DEL LIBRO "Dialetti e lingue locali: TORINO identità e cultura del territorio"

AGRI & SLOW TRAVEL EXPO BERGAMO 16-18 febbraio

03 giugno 11 maggio 10 marzo ASSEMBLEA GENERALE UNESCO PARIGI 05 giugno INFIORATA DELLE PRESENTAZIONE PRESENTAZIONE FESTIVAL DELLE PRO LOCO PRO LOCO D’ITALIA STAFFETTA 2019 TESSERA SOCIO 2019 DEL VENETO ROMA ROMA - SALA SPADOLINI MATERA PIAZZOLA SUL (PD) MIBAC Fondazione Matera – Basilicata FESTA DELLA MUSICA 21 giugno 29 giugno 13 settembre 14 settembre 22-23 settembre RICONOSCIMENTO MIBAC UNPLI 2018 - UN ANNO PER LE PRO LOCO ANNO EUROPEO CULTURA

PREMIAZIONE GIORNATA PREMIAZIONE SALVA BORSA SALVA LA TUA NAZIONALE DEL LA TUA LINGUA INTERNAZIONALE LINGUA LOCALE DIALETTO E DELLE LOCALE - SEZ. SCUOLE DEL TURISMO ROMA - Protomoteca del ROMA - Protomoteca del MILANO Campidoglio LINGUE LOCALI Campidoglio

14 dicembre 2017 17 gennaio 02 febbraio 11 febbraio CARNEVALE DI VENEZIA VENEZIA

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GIORNATA NAZIONALE SALONE TEMPO DI LIBRI febbraio DELLE PRO LOCO INTERNAZIONALE MILANO DEL LIBRO "Dialetti e lingue locali: TORINO identità e cultura del territorio"

AGRI & SLOW TRAVEL EXPO BERGAMO 16-18 febbraio

03 giugno 11 maggio 10 marzo ASSEMBLEA GENERALE UNESCO PARIGI 05 giugno INFIORATA DELLE PRESENTAZIONE PRESENTAZIONE FESTIVAL DELLE PRO LOCO PRO LOCO D’ITALIA STAFFETTA 2019 TESSERA SOCIO 2019 DEL VENETO ROMA ROMA - SALA SPADOLINI MATERA PIAZZOLA SUL BRENTA (PD) MIBAC Fondazione Matera – Basilicata FESTA DELLA MUSICA 21 giugno 29 giugno 13 settembre 14 settembre 22-23 settembre DIA LET TI E STO RIE

TRENTINO ALTO ADIGE Luserna, l’ultima isola linguistica del Cimbro di Oriana Bosco

Nell’angolo più remoto del Trentino, a 1300 Nmetri d’altezza, in fondo ad una impervia strada senza uscita che solo da fine Ottocento la collega con il più vicino centro abitato, si trova il paese di Luserna. Proprio grazie a questo isolamento qui si è conservata nei secoli una lingua antichissima, il cimbro, che fino al Settecento veniva parlato in diverse aree tra Veneto, Trentino e Lombardia. Oggi infatti Luserna, con una popolazione per il 90% di lingua cimbra, costituisce l’unica isola linguistica di cimbro rimasta in Italia.

I “todeschi” del Trentino Chi arriva in paese e non conosce questa sua caratteristica rimarrà stupito nel leggere gli strani toponimi e gli incomprensibili cartelli stradali, ma soprattutto nell’ascoltare la parlata della gente, in cui non si riconosce una parola di italiano e i cui suoni ricordano invece quelli tipici delle lingue germaniche. Il cimbro viene infatti da un antico dialetto tedesco con influssi bavaresi, ed il termine stesso “cimbro” (rivolto sia alla popolazione che alla sua lingua) inizia ad essere usato solo nel XIV secolo, mentre prima di allora si parlava solo di “todesco” o “teutonico”. Come sia arrivata qui una lingua originaria Crediti Foto | Archivio APT Alpe Cimbra di migliaia di chilometri di distanza non è

52 Il paese delle fiabe Luserna è un borgo a cavallo tra passato e presente, avvolto tra fiabe e leggende, mestieri antichi e simboli atavici. Paese di scultori, scalpellini, poeti e cantastorie, oltre che di ristoratori, allevatori ed agricoltori, conserva un patrimonio di innumerevoli storie, che vengono fatte rivivere nei curiosi “sentieri dell’immaginario” che circondano il paese, dove si incontrano i personaggi misteriosi narrati nelle fiabe locali scolpiti nei tronchi degli abeti. Le tradizioni scandiscono ancora oggi la vita del paese: le processioni che riecheggiano riti antichi; la preziosa arte del merletto, praticata da quasi tutte le donne del paese; l’albero del tiglio, presente al centro della

Crediti Foto | Archivio APT Alpe Cimbra piazza principale di tutti i villaggi cimbri, sotto i cui rami fino all’Ottocento veniva amministrata la giustizia. La gente sfrutta al ancora oggi del tutto chiaro. C’è chi sostiene già esigua diffusione della lingua, di cui oggi massimo il suo territorio e le sue addirittura (e tra questi vi è il più celebre Luserna, con i suoi circa 200 abitanti, rimane risorse, ed i cimbri hanno fatto autore cimbro, Mario Rigoni Stern) che il l’ultimo baluardo. del “far da se” il proprio motto: popolo cimbro abbia origini gotiche, e discenda per questo qui l’associazionismo dall’omonima popolazione di origini danesi Cimbro: lo specchio della comunità è così importante, e lo scorso che si stanziò intorno alle Prealpi Venete nel L’isolamento geografico e le vicissitudini giugno la popolazione ha deciso II secolo a.C.; tesi che sarebbe confermata politiche, aggiunte all’orgoglio degli abitanti di costituire la Pro Loco, pensata, dalla toponomastica e dalle leggende locali, di Luserna, sono stati i fattori che hanno ci dice Lisa Nicolussi Baiz, la molto spesso legate alla mitologia vichinga. La permesso la conservazione di questa lingua presidente, “per riportare in vita le maggior parte degli studiosi concorda, però, nel arcaica in quest’area del Trentino. Una lingua tradizioni locali ma con uno spirito ritenere che i cimbri abbiano i loro antenati nei che è riuscita non solo a mantenere fino ad oggi d’avanguardia, per lanciare idee e coloni tedeschi chiamati, tra il X e il XII secolo, il suo carattere fortemente conservativo, ma progetti nuovi, con questo motto: a popolare l’Altopiano di Asiago per occuparsi che è lo specchio stesso della sua comunità, Be mearar bar soin, be pessar s’ di attività di disboscamento. Da questo primo di cui esprime in modo rilevante l’identità: lo is - In più siamo, meglio è”. insediamento ne sorsero poi altri, prima in dimostra la grande ricchezza di vocaboli molto INFO Lessinia e poi nella zona dell’Altopiano di specifici legati al legno e alla sua lavorazione, Pro Loco Luserna Vor’z Lånt Lusérn Folgaria e Lavarone, e di lì nella vicina Luserna. all’allevamento e all’agricoltura, tratti distintivi [email protected] Raggiunta la sua massima diffusione tra il della comunità cimbra. La lingua cimbra è Tel. +39 331 9221993 1500 e il 1700, quando contava oltre 20.000 tutelata come lingua minoritaria (Carta Europea parlanti, dall’Ottocento la lingua cimbra delle lingue regionali e minoritarie, 1998), ed è comincia a venire abbandonata, assorbita dai una delle tre minoranze linguistiche trentine dialetti locali. Lo spopolamento delle aree di insieme al ladino ed al mocheno; essa viene fa) e viene studiata e valorizzata dall’Istituto diffusione del cimbro durante la Prima Guerra oggi insegnata come materia facoltativa nelle Culturale cimbro e dal Centro Documentazione Mondiale e la sua messa al bando da parte del scuole elementari del paese di Lavarone (a cimbro, attivi a Luserna. governo fascista, diedero il colpo finale alla Luserna la scuola è stata chiusa qualche anno

53 E VE NTI E SA GRE

TRENTINO ALTO ADIGE Boldeno, Pro Loco tra turismo e sport di Oriana Bosco

Neve per tutti, paesaggi mozzafiato, incontri, idee e Nspunti, visite guidate e tanti amici da tutta Italia: è il Campionato nazionale di Sci Pro Loco Unpli, l’evento speciale a cui sono invitate tutte le Pro Loco d’Italia, che si terrà a Bolbeno-Borgo Lares (TN) il 25, 26 e 27 gennaio 2019.

UNPLI nazionale, in collaborazione con la Federazione Trentina delle Pro Loco e loro Consorzi – (Comitato Regionale UNPLI Trentino) ed i Comitati Regionali UNPLI di Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo, Puglia e Sicilia, offre quest’inverno ai soci Pro Loco e alle loro famiglie un’occasione per trascorrere tre giorni sulla neve in compagnia di chi quel posto lo vive, lo ama e con gioia lo vuole far scoprire ai tanti amici da ogni angolo del nostro Paese. Allo stesso tempo, l’intento è quello di dare alle Pro Loco l’opportunità di conoscere una realtà d’eccezione, una Pro Loco che gestisce un centro sciistico, che sarà lo stimolo per parlare di progettualità ed innovazione nel settore Pro Loco. Un ricco programma di tre giorni vedrà quindi

Crediti Foto Peppe Bianco intrecciarsi divertimento per grandi e piccoli, e momenti di approfondimento e confronto sul mondo Pro Loco, il tutto in una cornice affascinante: il borgo di Bolbeno- Borgo Lares, paese delle Valli Giudicarie a 40 km da Crediti Foto | Archivio Consorzio Turistico Giudicatarie Centrali Trento ai piedi del Parco Nazionale Adamello Brenta.

54 Venerdì 25 gennaio - Arrivi, sistemazione in hotel (consegna guest card); - Cena (proprio hotel/ristorante la Contea a bordo pista); - Sciata in notturna; - Brulé di benvenuto. Sabato 26 gennaio - Ulteriori arrivi e sistemazione in hotel; - ore 10/12 - visite guidate alla struttura sciistica da parte dei soci della Pro Loco di Bolbeno; - ore 10,30 - passeggiata con le ciaspole (racchette da neve) con accompagnatore; Crediti Foto | Archivio Consorzio Turistico Giudicatarie Centrali - ore 11,30/12 – ritiro pettorali (per i partecipanti alla gara di sci); Valli Giudicarie Centrali da fondo (oltre alla pista di di innevamento, noleggio - ore 12,30/14 gara di slalom, a seguire premiazione; Un ambiente alpino che unisce la Bolbeno-Borgo Lares, per i attrezzature e ristorante) gestita - Pasto veloce o completo, a rusticità dell’architettura locale più instancabili a meno di 20 da quasi 50 anni dalla Pro Loco scelta (possibilità di pranzare con la dolcezza di paesaggi non km c’è la Skiarea Campiglio di Bolbeno che si è rivelata un presso il ristorante e/o self service bordo pista); ancora di alta montagna, vicino Dolomiti, la più grande del caso di successo, sia dal punto - ore 18 – Tavola rotonda a cime maestose e scenari Trentino con 150 km di piste), di vista economico, che per le Pro Loco: il coraggio di fare incontaminati (Carè Alto, Val di mentre chi preferisce rimanere ricadute sul tessuto sociale scelte nuove ed impegnative, esperienze a confronto; Fumo, Cima Tosa, Gruppo del a valle può scegliere tra locale: ogni anno sono infatti - ore 20 – Cena di gala (presso Brenta) ma allo stesso tempo numerose attrattive di interesse 210 mila passaggi sull’impianto, ristorante La Contea). attrezzata di ogni servizio e culturale (Museo della guerra oltre 40 le persone occupate vicina alle zone turistiche più adamellina, Museo della malga, stagionalmente e quasi 700 Domenica rinomate del Trentino (Madonna chiesette affrescate) e centri i bambini che frequentano i di Campiglio, Riva del Garda): abitati ideali per lo shopping corsi di sci. Focus del progetto 27 gennaio le Valli Giudicarie, verde piana come Tione, Pinzolo e Madonna è proprio la scuola di sci, con PROPOSTE: - Lezioni di sci sulla pista di attraversata da due fiumi di Campiglio. corsi di avvicinamento a prezzi Bolbeno per grandi e piccini; e puntellata di incantevoli Per info: Consorzio per il Turismo contenuti e convenzioni con 41 - Attività sciistica a Bolbeno paesini, incastonata tra la Val Giudicarie Centrali comuni limitrofi per portare i più - Sciata a Pinzolo (trasferimento con ski buss gratuito per i Rendena, la Valle dei Laghi e www.visitgiudicarie.it piccoli sulla neve. Il segreto di possessori della trentino guest la Valle del Chiese, sono un questo successo? Ce lo spiega card); punto baricentrico per scoprire La Pro Loco il presidente della Pro Loco, - Visite alla Centrale elettrica le zone più belle del Trentino. Una Pro Loco volenterosa e Roberto Marchetti: “Si tratta di di Santa Massenza - Città di Trento con Muse e Castello del Nel periodo invernale la zona con piglio imprenditoriale, un progetto che non ha obiettivi di Buonconsiglio (ingressi permette di godere, nell’arco di Comune disposto a dare in business: per questo si è rivelato gratuiti); pochi chilometri, di opportunità gestione un centro sciistico, un sostenibile e capace di ottenere - Pomeriggio: partenze di svago sia per sportivi che obiettivo ambizioso: rendere risultati immateriali molto più INFO E PRENOTAZIONI: non: gli amanti della neve lo sci uno sport accessibile a significativi per il territorio di Federazione trentina Pro Loco hanno l’imbarazzo della scelta tutti. Questi gli ingredienti del quelli meramente economici, e loro Consorzi www.unplitrentino.it tra itinerari di scialpinismo, progetto del Centro Sci Borgo nel vero spirito di quello che è o presso i propri Comitati passeggiate con le racchette Lares, una realtà (che comprende fare Pro Loco”. Regionali. da neve, piste da discesa e impianto di risalita, impianto

55 E VE NTI E SA GRE

MOLISE La Sepino e la tradizione del Bufù di Luciano Scarpitti

A Sepino vive una originale e divertente Nelle bande musicali di questo tipo, infatti, del primo gennaio, suonano e cantano Ntradizione legata al bufù, uno strumento non può mancare l’organetto, che è stato il canzoni di buon augurio per l’anno appena musicale costituito da una grande botte di vivace anticipatore della fisarmonica e che è arrivato. Al termine del loro giro si ritrovano legno, privata dei due fondi circolari, ad una particolarmente adatto alle melodie popolari tutte nella piazza del paese, consueto punto apertura della quale viene applicata e tesa e di origine contadina. All’organetto viene di ritrovo, per dar vita ad una suggestiva perfettamente una pelle di capra, come si affidato il compito di eseguire i ritornelli dei gara di resistenza musicale. Si tratta di fa con le membrane dei tamburi. Al centro brani. È importante anche la presenza degli vera e propria resistenza, visto che il bufù è di questa pelle, però, viene praticato un foro zingareglie, che sono aste di legno alle quali strumento musicale impegnativo che richiede e applicata una lunga canna che, percorsa vengono applicati, con chiodi, dei dischetti notevole perizia e non di meno pre-stanza dall’alto in basso e viceversa con una mano di metallo; questi, quando le aste vengono fisica per trarne suoni soddisfacenti. umida, genera un suono profondo e cupo che scosse, si urtano ed emettono un suono acuto In quella occasione i musicisti indossano tutti va a costituire la base ritmica principale di e vibrante che si contrappone e si mescola il costu-me tradizionale e vengono guidati qualsiasi brano musicale. conil suono cupo del bufù. da un direttore d’orchestra che per essere Naturalmente il bufù è destinato a far parte ben riconoscibile è tenuto ad indossare un integrante di una banda musicale ed è facile Le serenate del 31 dicembre abbigliamento più stravagante degli altri immaginare quanto sia imponente quel Le bande musicali di Sepino per lunga e utilizza un mazzo di fiori come bacchetta suono quando tali strumenti sono numerosi tradizione attraversano le strade e le contrade per dirigere le varie esecuzioni. La parte ed accompagnano il suono altrettanto del paese e portano le serenate durante la melodica, ovviamente, viene affidata ad uno cadenzato dell’organetto e degli zingareglie. notte del 31 dicembre di ogni anno e, all’alba o più organetti e talvolta al flauto, strumenti

56 Dove Dove mangiare dormire

Porta Tammaro Antica Taverna del Principe Contrada Altilia - Sepino C.da Piana D’Olmo 3 - Sepino Tel. +39 328 5874181 Tel. +39 0874 79569 www.anticatavernadelprincipe.com con i quali suonatori abilissimi istriones, che si esibivano L’Isola Che Non C’e’ si cimentano in virtuosismi e indossando maschere, Contrada Guadocavalli - Sepino Le coccole funambolismi tecnici di grande tenevano i loro spettacoli Tel. +39 388 10387277 Contrada Riponi - Guardiaregia Tel. +39 340 4954937 effetto musicale che provocano nei cosiddetti fescennini ser- Ristorante Pizzeria www.agriturismolecoccole.com l’entusiasmo del pubblico pre- vendosi tra l’altro di strumenti da Mamma Roma sente che segue con entusiasmo arcaici come il bufù. Contrada Macchie - Sepino Il Palazzetto dei Briganti e passione. La vera forza di questa Tel. +39 0874 790493 Via Roma, 10 - Guardiaregia Il ritmo vibrante del bufù arriva tradizione, tuttavia, risiede La Locanda di Bernardo Campitello b&b lontano e insieme ai motti nel fatto che i giovani delle Contrada Cantoni - Sepino Contrada Cannete - Vinchiaturo vocali dello strillone che canta nuove generazioni hanno Tel. +39 334 9465474 Hotel Ruffirio ed augura il buon anno a tutti conservato intatto l’amore per Sapp Vinchiaturo in un dialetto arcaico pieno di le radici e i riti della loro terra, Piazza Della Liberta’ suoni acuti e sibilanti, richiama ed hanno forte il desiderio San Giuliano Del Sannio Villa Almelia Tel. +39 0874 797197 Vinchiaturo antiche funzioni apotropaiche che non vengano dimenticati. volte a scacciare il male e ad Proprio questi antichi riti, La Locanda Le Cupolette augurare la buona primavera alla infatti, riescono a trasmettere Località Codacchio Bojano Vinchiaturo popolazione di Sepino. i valori culturali profondi che Tel. +39 327 1592621 La tradizione dei bufù, inoltre, si conservano intatto il loro Da Netta ricollega anche all’epoca delle significato sociale e storico, pur Strada Comunale Coste battaglie fra Sanniti e Romani, se appartenenti ad una società Vinchiaturo Tel. +39 0874 34287 quando scandivano il ritmo ormai largamente superata. di marcia dei fanti insieme a Il Risveglio dei Sapori possen-ti tamburi di guerra per Contrada Colle - Vinchiaturo intimorire il nemico con una Tel.+39 335 6530511 sensazione di forza e potenza inarrestabile. Perfino gli antichi

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CAMPANIA Se Gesù fosse nato nel Regno di Napoli… di Giulia Nappi

C’è una gran confusione in un presepe C’napoletano! Mentre Gesù Bambino se ne sta sotto gli sguardi teneri e ancora stupiti di Maria e Giuseppe, uno sciame umano di mercanti, pastori, popolane e ambulanti recita la parte delle parti in quella favola antica e contemporanea che è la nascita di Gesù. In ogni chiesa, in ogni casa napoletana e campana, non bisogna aspettare dicembre per vedere allestito un presepe. Magari una miniatura, un presepe in ceramica o in argento o, a casa dei più fortunati, una di quelle scarabattole antiche in vetro con all’interno i pastori in terracotta e rivestiti con ricchi abiti cuciti a mano. Di quelli che si ammirano nella sezione presepiale del Museo di San Martino o nei laboratori dei presepisti di San Gregorio Armeno, la via dei pastori. Il presepe napoletano è sin dalla sua nascita, collocata tra i secoli 1600 e 1700, un’opera d’arte a tutti gli effetti. Un’opera d’arte complessa, sacra e profana insieme, costituita dalle meravigliose statuine di stoppa e fil di ferro e dalle espressive teste, mani e piedi di terracotta lavorata e dipinta a mano. Un lavoro artigianale su cui si sono cimentati anche gli scultori attivi a Napoli nel ‘700 nei più prestigiosi cantieri artistici: come Matteo Bottigliero,

58 La Via dei Pastori è un’attrazione a cielo aperto offerta ai turisti di Napoli in ogni momento dell’anno. Passeggiando per via San Gregorio Armeno, una stretta via che mette in collegamento gli antichi decumani di Spaccanapoli e di via Tribunali, ci si può perdere tra le centinaia di pastori, angeli, presepi prodotti ancora oggi dagli artigiani napoletani che si tramandano l’antica arte del presepio. Gli artisti delle vie del centro antico sono anche bravi a giocare con questa importante tradizione locale proponendo statuine con i volti dei personaggi del jet set. i fratelli Viva, Giuseppe Sanmartino, l’autore del Cristo Velato. Un’opera d’arte di materiali poveri, preferibilmente riciclati, come carta, cartone, frammenti di legno e sughero, seriale nel tema e nelle figure eppure originale di volta in volta, un’opera d’arte storica e contemporanea allo stesso tempo. La nascita di Cristo così come la si rappresenta a Napoli, infatti, non è ambientata nella Palestina romanizzata dell’anno zero ma nei budelli della Napoli settecentesca che ancora oggi, in certi viottoli, in certe corti antiche, sopravvivono. Maria e Giuseppe accolgono Gesù Bambino sotto l’alito caldo di un bue e di un asinello, in riferimento alla mangiatoia menzionata nel vangelo di Luca, ma tra le rovine di un tempio; è il messaggio di ogni presepe e in quello napoletano è gridato forte e chiaro: dopo la nascita di Cristo, niente sarà più come prima. La scena della Sacra Famiglia dell’indifferenza con cui fu inizialmente nessuno, nemmeno per il colore della pelle: non è completa senza l’arrivo dei pastori, accolta la nascita di Cristo, finito in un Gaspare, Melchiorre e Baldassare, i Magi, umili suonatori di zampogne e pecorari, i ricovero di fortuna con i suoi umili genitori. non rappresentano solo i sapienti che si primi che seguono l’annuncio degli angeli, Attorno alla taverna, tante scene di vita inchinano al Salvatore ma i tre continenti – che in folto gruppo scendono in volo sulla popolare quanto è grande l’intero scoglio Europa, Asia ed Africa – in cui si è affacciato mangiatoia; in antitesi a loro, con pecore – la rocca di sughero forgiata con ruscelli, il Cristianesimo. E poi c’è sempre un pastore e cani in terracotta al seguito, c’è la scena colline, piazzette e abitati dai presepisti che dorme, affettuosamente nominato della taverna. È questa una delle diverse napoletani – c’è la contadina con una cesta dalla tradizione popolare napoletana licenze poetiche del presepe napoletano, di primizie minuziosamente lavorate in cera, Benino: mentre tutti sono intenti nelle che inserisce una folklorica tavola, l’ambulante che vende il pesce, mercanti di loro occupazioni quotidiane o ad adorare il imbandita delle più gustose pietanze locali, merce varia. Tutti rigorosamente abbigliati Bambino Gesù, Benino dorme accanto alle alla quale siedono beoni e commensali alla moda del popolo del Regno di Napoli. sue pecore e quando si risveglierà anche lui, divertiti: la rappresentazione allegorica Un’umanità vasta e varia che non esclude pur ignaro di tutto, sarà un uomo nuovo.

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Crediti Foto | Ludmila Ermakova

ABRUZZO Pollutri e le Fave di San Nicola di Gabriele Di Francesco

San Nicola di Bari, santo dei miracoli e dei dicembre, a memoria del suo dies natalis, il lancio augurale dal balcone di un palazzo Sdoni, protettore di bimbi e fanciulle, ha la giorno della morte, il 6 dicembre. Designati gentilizio, tradizione questa già riportata in Crediti Foto | Ludmila Ermakova sua casa a Pollutri, nell’Abruzzo teatino. annualmente, muniti di una tavoletta votiva un documento del 1591. Il culto del Santo è qui connaturato con le con i loro nomi e l’effigie del Santo - sacra Le celebrazioni iniziano 15 giorni prima del istituzioni, con l’ambiente e i suoi prodotti, alla maniera di un’icona orientale, essa 9 maggio, di domenica, con la sfilata delle dal vino Pollutro della cantina San Nicola alla stessa preghiera -, per antica tradizione some, corteo di trattori - un tempo di muli squisita ventricina dell’azienda Marcucci. raccolgono legna, grano e olio per le fave e -, che dal mulino portano la farina alla Casa Tutto sotto l’egida del Santo di Myra, le cui i cibi sacri. di San Nicola, dove si imbandisce il pranzo spoglie furono trafugate da mercanti baresi e Dalla metà di aprile le donne preparano delle some, rigorosamente riservato ai veneziani. Qualche osso del braccio è giunto le pupatte (realizzate in evidenti forme maschi. qui, a proteggere la comunità. Il patronato simboliche di fertilità femminile), i galletti La grande festa è il 6 dicembre, con la sui pollutresi ha almeno quattro secoli, dal o cavalletti (maschili e anch’essi molto distribuzione delle fave. I preparativi nella 1087, ed è più vivo che mai, con riti che elaborati, che, secondo una leggenda, Casa di San Nicola iniziano a novembre, con si sviluppano per tutto l’arco dell’anno, rappresenterebbero i compagni di Enea la preparazione degli alimenti, la novena e alimentando leggende, consuetudini e insediati in quel luogo popolato di puledri), l’elezione del priore e della priora, a capo celebrazioni che hanno in due periodi i loro le pizze arabesche (con una elaborata dei lavori. Il fuoco sarà sempre accesso nella momenti più alti: a maggio ricordando la decorazione di sapore arabo) e i taralli (quasi Casa in questi giorni. traslazione delle reliquie da Myra a Bari e a 15.000 nel 2018), intrecciati, offerti con il Si vagliano così a mano le fave da cuocere.

60 Fave, taralli e pupatte

Per la festa di San Nicola le fave vengono bollite in grandi caldaie, distribuite e mangiate insieme ai pani con lo stampo del Santo. Oltre il sacro, sembra trattarsi di un rito ancestrale, legato al ciclo della morte e della vita. Le fave simboleggiano i bambini maschi che nasceranno: nel folklore italiano sono un simbolo fallico. Distribuirle è benaugurante, una sorta di incantesimo che assicura lunga discendenza. Tale Crediti Foto | Ludmila Ermakova valenza è rafforzata dal lancio dei taralli e dalla concomitante offerta delle Con la benedizione di acqua, farina, sale, la priora e le donne del comitato incedono olio e legna, inizia la preparazione delle dalla Casa con il sale che, con il Segno della pupatte, delle panicelle a palate, coppie di pani sacri tondi uniti da Croce, gettano nell’acqua dei paioli. forma di losanga, chiari decorazione a laccio, portati al forno su Il 6 dicembre gli uomini consegnano le fave simboli della sessualità apposite spianate coperte da mantiglie, porta a porta e infine tornano nella Casa femminile. Mangiare fave recitando il Padre Nostro. Si predispongono pregando con devozione, procedendo in è in fondo stabilire un intanto i caldai per la cottura delle fave, la ginocchio. La festa chiude con la processione contatto con il Santo, è legna per l’accensione. Ė notte quando il 5 e la ricollocazione del busto del Santo nella impetrarlo per avere la dicembre, sul sagrato delle Chiesa, dopo casa di un notabile che la custodirà fino al la S.Messa e la benedizione, si accendono prossimo maggio. Si ringraziano Giuseppe sua protezione, per avere i fuochi delle callare piene di fave alla D’Attilio, presidente della Pro Loco di Pollutri futuro nei figli, per la vita presenza di una folla di devoti non soltanto per le notizie, il materiale e la squisita eterna. pollutresi. Ai ragazzi si affida il fuoco, a gara ospitalità e Ludmila Ermakova per la gentile di chi giunga primo alla bollitura, quando concessione delle foto.

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VENETO Panevin, il fuoco benedetto di Alessandra Tutino

Un rito celebrato fin dalle epoche più ingraziarsi la divinità e bruciavano fantocci da cui partono le staffette, moderni tedofori Uantiche che ha attraversato il tempo, rappresentanti il passato, intonando canti. che vanno ad accendere i 40 Panevin. I arrivando pressoché immutato fino ad oggi. Rimasto intatto come rituale da svolgersi canti tradizionali sono la colonna sonora È il Panevin, il falò di inizio anno che nel nella vigilia dell’Epifania, anche oggi la di tutta la celebrazione, sostituendo trevigiano mantiene intatto tutto il suo valore fiamma sprigionata dal Panevin accompagna petardi, fuochi d’artificio e altri diversivi simbolico. L’accensione della pira la sera del le silenziose ed intime preghiere dei diventati di gran moda negli ultimi anni 5 gennaio è, infatti, la festa della comunità, festanti, simboleggiando il ringraziamento ma per nulla in sintonia con lo spirito del autentica espressione di una cultura legata per ciò che si è ricevuto e la speranza di Panevin, che rappresenta il forte legame alla natura in cui il rogo assume il ruolo di lasciarsi alle spalle ciò che è stato. Una che unisce la comunità. Le campane, con talismano per l’anno appena cominciato. E tradizione antica e molto sentita che trova il suono prolungato dell’Ave Maria, sono il dalla direzione delle faville e del fumo che la sua massima espressione nella zona delle segnale tanto atteso, il momento in cui tutti si levano dal cumulo di sterpi e legno si colline trevigiane, dove il Consorzio Pro Loco i 40 Panevin si accendono in simultanea. Al traggono gli auspici per sapere ciò che riserva Quartier del Piave, insieme alle sue Pro Loco crepitio della legna che prende fuoco e alla il destino mentre, come vuole la tradizione, e a numerose altre associazioni, porta avanti fiamma che cresce, fanno eco le voci dei vengono distribuiti pinza (dolce di polenta) l’usanza nei 40 comuni del territorio. partecipanti che si levano insieme alle faville e vin brulé. Un’usanza che pare derivi dai Il rito del 5 gennaio inizia alle 18.00 con la sprigionate dal falò, la cui direzione svelerà riti propiziatori di epoca precristiana: già cerimonia di benedizione del Fuoco che, il futuro. La festa è cominciata e proseguirà i Celti accendevano fuochi invernali per ogni anno, si tiene in una diversa località fino a notte fonda, tra canti, balli e gustosi

62 Ingredienti: Farina di mais gialla 60 gr, acqua 250 gr, pane raffermo 250 gr, una mela, zucchero 100 gr, uvetta 80 gr, sale 10 gr, finocchio 5 gr, lievito in polvere 10 gr, farina tipo 00 250 gr, buccia di limone grattugiata, grappa. Preparazione: portare l’acqua a ebollizione, aggiungere la farina di mais, il sale e cuocere la polenta. Mettete a mollo il pane raffermo e fare macerare nella grappa i fichi secchi e l’uvetta. Tagliate a cubetti la mela. tranci di pinza accompagnata da caldissimo essere di due tipi: la pinza lievitata è tipica Mescolate polenta, pane vin brulé. della sinistra Piave e delle zone di Vittorio strizzato, fichi, uvetta, Veneto e Conegliano. Non lievitata è più mela, zucchero, semi di Informazioni: Pro Loco Quartier del Piave diffusa a e nella destra Piave. Ogni finocchio, lievito e farina Tel. +39 0438.980699 famiglia ha una propria ricetta “segreta” (con 00. Versare in una tortiera www.prolocoquartierdelpiave.it o senza mele, con o senza grappa, canditi sì imburrata e cuocere a 180° o canditi no...) e proprio da questo nasce la per circa 1 ora. La Pinza tradizione di dover assaggiare 7 tipi di pinza Dolce povero, sempre presente nelle feste diversi nella sera del Panevin per ingraziarsi dei Panevin, anticamente era preparato con la buona sorte. farine di frumento e granoturco, uva passa, fichi secchi, noci, semi di finocchio etc., avvolto in foglie di verza e cotto sotto la cenere del focolare. Questa torta rustica può

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Crediti Foto | Pro Loco Nerito

ABRUZZO Il Fuoco di Natale a Nerito di Crognaleto di Gabriele Di Francesco

Una comunità di montagna. Nerito raccoglie contesti non emerge, pur nella persistenza di sul rogo sfavillando per primo auguri al cielo. Dle sue case al freddo, alla neve che qui viene analoghi riti. Antica consuetudine nel volgere Un grande onore “piantare la stanga”, per copiosa, al ghiaccio. Un patrimonio di faggete, dell’anno, ritrovarsi la vigilia di Natale nella perpetuare l’esistenza storica della comunità. castagni e antichissimi riti a riscaldare inverni piazza di Nerito, la più importante frazione Come è un onore accendere l’enorme . Le narrazioni straordinarie dei pastori e dei del comune di Crognaleto, sull’Appennino mucchio di legname. Spettava alla persona boscaioli: storie, miti, leggende. teramano, per allestire lo spiazzo dove più anziana della comunità, affinché si Una religiosità profonda pervade l’anima andrà montata la gran catasta di tronchi e tramandasse il senso del rito dalle vecchie delle persone avvezze a condizioni estreme, rami e sarà alimentata la pira ogni giorno alle nuove generazioni. ad affrontare l’inverno con tenacia e e ogni notte fino al tramonto dell’Epifania, Dalla bocca di fuoco - un tempo alla base della perseveranza. In alto i Corni e le dolomie del il 6 gennaio. Alla costruzione della pira pira e dal 1966 aperta in alto - si infiamma un Gran Sasso s’adombrano del fumo chiaro contribuiscono tutti, unendo i tronchi a cono brivido di allegrezza, la festa pagana mutata della neve incipiente. Arriva il Natale: è tempo con la maestria dei legnaiuoli e dei carbonai. in simbolo del Natale, della vita nuova e dei di rinnovare l’antico rito solstiziale del fuoco. Ognuno dà la sua legna, i suoi alberi; tutti doni attesi dall’Epifania. Un rito unico non tanto per la rievocazione partecipano. Sono auguri e abbracci, brindisi, entusiasmi dell’attesa di nuove emergenze vitali, della che accendono i visi di paesani e turisti rigenerazione, ma per il sentimento di La “stanga” arrivati fin quassù per un tizzone di fuoco partecipazione collettiva, per quel senso Al centro del grande cono mani nodose che illumini la notte. Più di 200 quintali di appartenenza identitaria che in altri infilano la “stanga”, un albero che svetterà di legna arderanno ininterrottamente per

64 Ogni famiglia tradizionalmente contribuiva all’approvvigionamento del legname da ardere. Pur avendo smarrito le valenze originarie resta una consuetudine a cui l’abitato è molto legato, un rito con valore di ‘capodanno’, di rifondazione periodica del ciclo vitale come dell’esistenza degli uomini attraverso cui risancire i valori dell’esistenza storica della comunità. “Bruciare alberi” è un rituale di rigenerazione ed insieme di commemorazione dell’anno nuovo. Esprime il desiderio umano di abolire il tempo profano trascorso e di instaurare il “tempo nuovo”. Quello di Nerito è dunque un fuoco “vigiliare” che rientra nei riti di fondazione della stagione propizia o di espulsione di quella calamitosa. E’ legato ai riti solstiziali dalla finalità purificatrice e Crediti Foto | Pro Loco Nerito propiziatrice espressa dall’uso del fuoco, simbolo solare ed al contempo distruttore e dispensatore di vita.

15 giorni, raccogliendo speranze e voci, Un luogo tutto da vivere per un turismo della pietra. Qui si svolge anche un concorso bisbigli, chiacchiere e celie di chi viene e semplice e genuino, rispettoso della dedicato alla scultura in pietra. s’arresta al caldo passando la notte in veglia, montagna e del silenzio con cui la si ammira. raccontando dei fatti della vita e della morte. La ventricina di Crognaleto Sostando, si rompe il buio, si brinda all’anno Tottea, il paese di Pietra Un insaccato costituito da grasso suino che verrà saltando le braci ardenti in attesa A pochissimi chilometri da Nerito di mescolato con una bassa percentuale di di desideri esauditi, raccogliendo qualche Crognaleto si trova il paese Tottea, spalla o altra carne magra, tritati e conditi tizzone o i carboni da portare a casa, caratterizzato per la pietra arenaria sulla con spezie e peperoncino e insaccati nello protezione da ogni maleficio. quale sorge. L’arenaria è utilizzata per fare stomaco o nella vescica dell’animale. Nerito di Crognaleto, frazione di Crognaleto, sculture ed elementi architettonici. Dopo la maturazione, preferibilmente con sorge nella nella parte più alta della montagna Sono rinomati gli scalpellini di queste zone leggera affumicatura, e la stagionatura, si teramana, nella valle del Vomano, tra il Gran che da generazioni si tramandano l’arte. mangia spalmato sul pane. Sasso e i Monti della Laga. Il territorio offre A Tottea sta nascendo un Ecomuseo e un scorci di natura ancora incontaminata, nelle Centro di documentazione, presso la sede sue vicinanze pascoli, boschi e ruscelli. della locale Pro Loco, dedicati alla lavorazione

65 AP PUN TA MEN TI

I grandi eventi di questo trimestre di Patrizia Forlani

Gli antichi riti, le sagre, i convegni e le degustazioni Ggastronomiche che troverete nelle prossime pagine non sono che alcuni dei tantissimi eventi che si svolgono nella nostra penisola. Insomma una vera e propria goccia nel mare in grado però di dare una panoramica di quello che si svolgerà nei mesi da ottobre a dicembre. Per ogni regione, come nei numeri precedenti sono state selezionate una decina di manifestazioni, inserite in ordine temporale e suddivise per regione. Molto spazio è stato dato alle iniziative legate alle festività natalizie, ed ai riti affascinanti le cui origini si perdono nella notte dei tempi. In tutta Italia presepi, presepi viventi (a partire da quello più famoso e più antico al mondo come quello di Greccio) e mercatini di Natale Non mancano le sagre dedicate ai prodotti autunnali come Mostra del Radicchio a Rio San Martino in Veneto o la Festa della nocciola di Castellero in Piemonte, Tartufesta a Sasso Marconi in Emilia Romagna o la Fiera nazionale del tartufo bianco di Acqualagna nelle Marche. Tantissime le iniziative legate alle festività natalizie. In tutta Italia presepi, presepi viventi (a partire da quello più famoso e più antico al mondo come quello di Greccio) e mercatini di Natale. Moltissime le rivisitazioni di antichi riti legati alla festa dell’Immacolata. Con queste manifestazioni “Arcobaleno d’Italia” vi dà appuntamento al prossimo anno con la stessa e immutata voglia di emozionare alla scoperta dell’Italia più sconosciuta e più affascinante.

66 ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA

Sagra della Castagna Tumact Me Tulez Sagra del fungo porcino e Sagra dei Funghi, 40° edizione Civitella Roveto | ottobre Festival dell’Aglianico del dei prodotti della montagna Cusano Mutri | 1 - 7 ottobre www.civitellaroveto.org/feste-fiere- Vulture e Prodotti Tipici Mammola | ottobre e-mercati.html Barile (PZ) | 6 e7 ottobre Festa della Castagna, 43° Ocre | dal 21 al 22 ottobre Nel caratteristico centro storico Sagra del fungo edizione Sante Marie | 28 al 29 ottobre la sagra dei prodotti tipici per Camigliatello Silano Scala | 13, 14, 20 e 21 ottobre valorizzare il vino Aglianico e 12, 13, 14 ottobre Incontriamoci a Paterno tra il piatto tipico della tradizione Tre giorni a base di buon cibo, Sagra della Castagna e del arte, mestieri e sapori Arbereshe. folklore, musica, il tutto tra i Tartufo Nero, 41° edizione Paterno di Avezzano | 7 ottobre www.prolocobarile.it meraviglioso colori dell’autunno. Bagnoli Irpino Manifestazione fieristica a carattere 20, 21, 27 e 28 ottobre regionale. Sagra della castagna e Festa d’autunno cantine aperte San Donato di Ninea Luci d’Artista Festa della Castagna Rapolla (PZ) | 13 e 14 ottobre dal primo al 4 novembre Salerno | dal 3 Novembre 2018 al Tufo di Carsoli | 21 ottobre Viaggio nei sapori e colori del Vulture La festa è conosciuta anche come 13 gennaio 2019 Con accensione della rostera con degustazioni di prodotti tipici Sagra delle Castagne. Molto più che luminarie artistiche, gigante. lucani, musica e spettacoli itineranti un’attrazione consolidata del Natale nel borgo. Falò dell’Immacolata in Campania. Natale a Torricella Sicura Roggiano Gravina Torricella Sicura | dall’8 dicembre Sagra della Varola 7 dicembre Festa dei Cornuti all’Epifania Melfi | 20 e 21 Ottobre I falò vengono allestiti con “restigli e Ruviano | 11 novembre www.facebook.com/proloco. Celebra i sapori e la bontà del ginestre secche”. Una festa popolare goliardica che torricellasicura/ marroncino del Vulture. unisce sacro e profano www.prolocomelfi.it Falò dell’Immacolata Accensione del Fuoco di Fagnano Castello Palium Sancti Martini Natale Festa della Montagna 8 dicembre 21° edizione Nerito di Crognaleto | 24 dicembre Castelsaraceno | 27 e 28 ottobre Da tempo immemore si accende un Monteforte Irpino | 30 novembre, Dedicata alla valorizzazione della falò fatto di ginestre. 1 e 2 dicembre L’antico in piazza montagna. Rievocazione storica con cortei, Chieti Centro Storico | fino al 27 www.prolococastelsaraceno.it Presepe vivente giochi e figuranti in costume. gennaio Panettieri | festività natalizie Ogni quarto sabato e Sagra della Castagna Allestito nel centro storico di uno dei Il Presepe a Giffoni domenica del mese Munnaredda borghi più belli della Calabria. Giffoni (Sa) | dall’8 dicembre 2018 Tramutola | 27 e 28 ottobre al 7 gennaio 2019 Transiberiana d’Italia www.prolocotramutola.it Presepe vivente 24° edizione della Mostra Viaggi con i treni storici Luzzi | festività natalizie Internazionale di Arte Presepiale. in Abruzzo Il Re Bianco di Carbone: Ambientato nel centro storico.. I colori dell’autunno Tartufo Bianco Festa del torrone e del Sulmona - Castel di Sangro Carbone | 31 ottobre Presepe vivente croccantino, 18° edizione 4 novembre La Mostra Mercato arricchita da Morano Calabro | festività natalizie San Marco dei Cavoti (BN) passeggiatenaturalistiche alla Ambientato nel borgo antico. Solo 7, 8 e 9 dicembre Mercatini di Natale ricerca di tartufi, visite guidate, per la prima notte (il 24 dicembre) Sulmona - Roccaraso preparazione di piatti a base di si potrà far visita alla grotta della Armonia Celeste 1, 2, 7, 8 , 9, 15, 16 dicembre Tartufo bianco. natività, mentre il percorso completo Nola |15 e 16 dicembre www.comune.carbone.pz.it si potrà seguire nelle giornate Rievocazione in costume su Presepe vivente successive. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Sulmona - Carovilli | 26 dicembre Sapori d’Autunno www.lerotaie.com/www.lerotaie. Pietrapertosa (PZ) Presepe Vivente com/Treni_2018.html 31 ottobre e 1 novembre Cimitile | 26 e 27 dicembre www.prolocopietrapertosa.it Presepe vivente Presepe Vivente Pietrelcina Cerqueto - Parco Nazionale del Pietrelcina | 27, 28 e 29 dicembre Gran Sasso | 26 dicembre Presepe ambientato nel borgo natale di Padre Pio, prenotazione gruppi Rappresentazione obbligatoria. della natività Giulianova | festività natalizie

67 EMILIA ROMAGNA FRIULI VENEZIA GIULIA LAZIO LIGURIA

Sagra della salamina da sugo 5^ capitolo Sagra delle castagne In un passo dalle Alpi al cucchiaio Accademia dei Cjarsons Soriano del Cimino agli Appennini Madonna Boschi Forni Avoltri | 14 ottobre 2018 Nei primi tre fine settimana Quiliano | 6 ottobre 4 - 5 - 6 - 7-11-12-13-14 ottobre www.forniavoltri.eu di ottobre Escursione alla frazione di Cadibona www.prolocomadonnaboschi.it L’appuntamento più atteso è la in collaborazione con le associazioni 38a Festa delle Castagne e del Rievocazione Storica con una serie “Gruppo La Rocca” e “Aemilia Festa dei frutti dimenticati e Miele di Castagno di quadri scenici dei principali Scauri”. del marrone di Casola Valle di Soffumbergo | dal 6 al avvenimenti storici vissuti da Soriano Casola di Valserio 21 ottobre dal 1200 al 1489. Festa di Nostra Signora 7- 8 e 14 - 15 ottobre www.prolocovalledisoffumbergo.it www.sagradellecastagne.com del Rosario Favale di Malvaro | 6,7 e 8 ottobre Fiera nazionale del Sagra della Castagna Sagra della patata Festa in piazza con castagnata e fungo porcino Mezzomonte di Polcenigo Leonessa | 13 - 14 ottobre musica. Albareto | 5 - 6 - 7 ottobre dal 6 al 28 ottobre [email protected] Sagra della polenta Gara di zucche 26^ ed. Festa della Zucca Cassino | 13 - 14 ottobre Diano Borganzo | 21 ottobre Festa della castagna Venzone | 27 e 28 ottobre Sagra, tra arte, natura, cibo e Castagnata con stand gastronomici Marola | 7- 14 - 21 ottobre www.venzoneturismo.it divertimento e musica. Quinta edizione della Gara www.marola.it di zucche, otto categorie in gara. Castagnata Sotto il Campanile Sagra dell’olivo Premiazione a metà pomeriggio. Fiera e sagra del tartufo di Barcis | 4 novembre 2018 Canino – inizi dicembre Dovadola www.barcis.fvg.it Tra degustazioni, visite ai frantoi, Castagnata degli Alpini Dovadola | 21-22 ottobre convegni, rievocazioni storiche e Torriglia | 21 ottobre Tel. +39 0543933200 Purcit in Place mostre; e ancora conferenze a tema Dalle ore 14.00 pomeriggio danzante www.prolocodovadola.com Collerumiz di Tarcento | 18 novembre con orchestra, distribuzione Festa enogastronomica. Natale a Jenne caldarroste, frittelle e vin brulè. Autunno ducale [email protected] Jenne | festività natalizie Ferrara | 27-28 ottobre Cavalli e Castagne Tel. +39 3403894799 Presepi In Villa Presepe storico e presepe Garlenda | 21 ottobre www.prolocoferrara.it Villa Manin di Passariano vivente Manifestazione equestre con dal 1 dicembre al 6 gennaio Civita di Bagnoregio | 26, 29,30 passeggiate a cavallo e battesimo Tartufesta Rassegna dell’arte presepiale. dicembre, 1 e 5 e 6 gennaio della sella per i più piccoli. Sasso Marconi www.prolocoregionefvg.com L’antico borgo offre uno scenario 27 - 28 ottobre e 1- 3 - 4 novembre unico, passaggio obbligato un ponte E stradde de ‘na votta Tel. +39 3382897296 Festa di San Nicolò sospeso nel vuoto e circondato dal Sori | 14 ottobre Domenica 9 dicembre 2018 paesaggio della Valle dei Calanchi. Cioccolandia Poffabro (PN) Festa delle Babbacce Castel San Giovanni | 10 novembre www.prolocodolomitifriulanemagredi.it Presepe Vivente Rezzo | 27 ottobre Tel. +39 0523 882136 Ladispoli | periodo natalizio Attesissima feste delle zucche e www.prolococastello.com Festa di Santa Lucia 2018 Oltre un centinaio di figuranti fanno un itinerario gastronomico lungo i Caneva | 16 dicembre rivivere la Betlemme di oltre duemila caruggi. Dolce Europa [email protected] anni fa. Formigine | 10 e 11 novembre Magica vigilia di Natale Tel. +39 059556078 Lancio dasCidules sotto l’albero Avaglio, Lauco | 24 dicembre Plodio | 24 dicembre Fiera di San Martino Rotelle di legno di faggio infuocate San Martino in Rio | 11 novembre (lascidules) sono lanciate da dirupi e Natale a Pitelli www.prolocosanmartino.it pendii con grida propiziatorie. Pitelli | da inizio dicembre fino al Tel. +39 0433 74101 24 dicembre Il paese di Natale Mercatini natalizi e arrivo di Babbo Sant’Agata Feltria | 25 novembre Santa Messa di Natale Natale. 2-8-9-16 dicembre con presepe vivente www.prolocosantagatafeltria.com accompagnato dalle cornamuse friulane Barcis | 24 dicembre www.barcis.fvg.

68 LOMBARDIA MARCHE MOLISE PIEMONTE

Sagra del tortello e dei sapori Festa del miele Mostra Mercato del Tartufo Sagra della Polenta mantovani Belforte all’Isauro | secondo fine Bianco pregiato Cuzzego di Beura | 7 ottobre Rivarolo Mantovano | 27 e ottobre settimana di ottobre San Pietro Avellana Con farine locali. Festa popolare a carattere Per rivivere la cultura gastronomica 1, 4 e 5 novembre gastronomico. delle nonne che ci hanno tramandato Si potranno degustare le migliori Sagra della castagna e del [email protected] indimenticabili sapori. specialità a base di tartufo. fungo Rossana | 7 ottobre Tartufesta Festa della castagna Fagiolata di San Nicola Carbonara di Po | dal 31 ottobre Lunano | 19 - 20 e 21 ottobre Guardiaregia | 5 e 6 dicembre Fiera Città della Nocciola al 18 novembre Piatti tipici e dolci a base di castagne Castellero | dal 12 al 14 ottobre [email protected] e, da non perdere, tagliatelle e Mercatino di Natale polenta al cinghiale. Campobasso | 8 dicembre Festival dei Vini 2018 Festa delle olive www.festadellacastagnalunano.it 8 gennaio Vignale | 14 ottobre Toscolano Maderno | 9 novembre [email protected] Fiera nazionale del tartufo La Ndocciata 47mo Palio Ragliante bianco di Acqualagna Agnone | 8 e 24 dicembre Calliano Monferrato | 21 ottobre La purselada Acqualagna | 28 ottobre, 1, 2, 3, 4, Il più grande rito del fuoco del Nove i Rioni a contendersi il Drappo. Calvatone | 24 novembre 10 e 11 novembre mondo. Spettacolo con cucina tipica locale, Tra le novità “Il salotto da gustare” e Tuttomele 2018 in ricorrenza della tradizionale i Cooking show “Il Tartufo incontra Mercatino di Natale Cavour | dal 10 al 18 novembre macellazione del maiale. le Regioni Italiane”. Palata | 9 e 10 dicembre Mostra mercato Frutticoltura, [email protected] Vasta esposizione di idee regalo, Artigianato, Enogastronomia a Sagra della castagna prodotti artigianali, decorazioni in Cavour. Polentata in piazza Montemonaco | ultima domenica stoffa, candele. Tradate | 25 novembre di ottobre 39^ Fiera del Porro di Cervere [email protected] Stand gastronomici con specialità Mercatino di Natale Cervere | dal 10 al 25 novembre come castagnaccio, tronchetto, Toro | 16 e 17 dicembre Festa dell’osso ravioli fritti e spiedini di castagne. Mercatino di Natale Nizza è Bagna Cauda Castel d’Ario | dal 5 al 9 dicembre Nel centro storico stand Nizza Monferrato | 17 e 18 novembre Degustazione di piatti tipici a base di Sibillini in rosa gastronomici, manufatti di Con il cardo gobbo varietà spadone carne di maiale. Montedinove | inizi novembre artigianato e oggettistica. di Nizza Monferrato (AT). [email protected] Al centro della manifestazione la mela rosa dei Sibillini dal profumo La faglia Natale coi Fiocchi Campanari natalizi intenso e dalla polpa acidula e Oratino | 21 dicembre Galliate | dal 15 novembre Olginate | 16 dicembre zuccherina al tempo stesso. Gigantesca torcia, che raggiunge al 7 gennaio [email protected] l’altezza di 12 metri ed il diametro di Candele a Candelara due, ottenuta con canne. Il Borgo di Babbo Natale I presepi delle contrade Candelara | 24 e 25 novembre, 1, 2, Al Ricetto di Candelo | 2 dicembre Talamone | 22 dicembre 8,9,15, 15 dicembre Presepe Vivente [email protected] Otto giorni tra mercatini natalizi, Montenero di Bisaccia Fiera del Bue Grasso e del presepi, spettacoli, Il Villaggio e 24,25,26 dicembre/6,7 gennaio Manzo Mercatini di Natale l’Officina di Babbo Natale, artisti di La sacra rappresentazione si svolge Nizza Monferrato | 2 dicembre Ponti sul Mincio | 22 e 23 dicembre strada e tante altre attrattive. nella suggestiva cornice delle Grotte Zootecnia, enogastronomia. [email protected] www.candelara.com Arenarie. Fiera Regionale del Cappone Falò vigilia di Natale Presepe vivente Presepe vivente Morozzo | 16 dicembre Casalpusterlengo | 24 dicembre Genga | 26 dicembre, 6 gennaio Carovilli | 26 dicembre Avicoltura tradizionalee gastronomia. Copre una superficie di circa 30.000 In un piccolo villaggio di capanne di metri quadri all’interno della Gola di legno, realizzate dall’Associazione Frasassi. “Gli Amici della Storia e delle Tradizioni.

69 PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA

Cardoncello on the road Sagra della mela Oktoberfest Stefanese Festa d’Autunno Poggiorsini | 21 ottobre Ussussai | ottobre Santo Stefano di Camastra Abbadia San Salvatore Minervino Murge | 27 e 28 ottobre dal 4 al 7 ottobre 12/14 e 19/21 ottobre Spinazzola | 3 e 4 novembre ViviLimbara Evento dedicato alle birre artigianali Funghi e castagne i protagonisti Ruvo di Puglia | 10 e 11 novembre Berchidda | inizi ottobre e allo street food. della festa. Gravina in Puglia | 17 e 18 novembre Sport, musica ed enogastronomia [email protected] Cassano Murge | 24 e 25 novembre nel paesaggio incantevole del Monte Blue Sea Land Sapori, cultura e tradizioni dell’Alta Limbara Sud. Mazara del Vallo | dal 4 al 7 ottobre Festa della Biondina Murgia: ogni weekend un evento che Evento all’insegna delle primizie Cana | 19/20/21 ottobre rinnova. Sagra del pane alimentari di terra e mare del Festa dedicata alla castagna canese Villaurbana | ottobre Mediterraneo. www.quellidicana.it Novello in festa Pane al naturale che nelle pietanze Leverano | dal 3 al 5 novembre tipiche: zuppas, pani indorau, pani Ottobrata Sovicille delle Meraviglie frittu. Zafferana | dal 7 al 28 ottobre Sovicille | 20/21 ottobre Calici nel Borgo Antico (weekend) Alla scoperta del territorio Bisceglie | 9 e 10 novembre Sagra delle castagne e delle Protagonisti dell’evento sono i [email protected] Centro storico di Bisceglie nocciole prodotti tipici locali e il folklore. www.calicinelborgoantico.it Aritzo | ottobre Fucecchio Alto in festa Sagra del Ficodindia Fucecchio | 21 ottobre Sapori d’autunno Strade dello zafferano Belpasso | dal 21 al 28 ottobre Festa gastronomica e presentazione Ischitella (FG) | 11 novembre San Gavino Monreale | novembre Protagonista il ficodindia, l’evento del Ciaccino salato. Festa di San Martino prevede degustazioni, arte, cultura, [email protected] Porcino d’oro spettacoli. Novello in festa Arzana | novembre Festa del Buco Unto Noci | dal 10 al 12 novembre La notte di zucchero Civitella Marittima | 10 e11 novembre Vino novello e caldarroste in sagra Sapori in villa Festa di morti, pupi Degustazioni, stand gastronomici, Milis | novembre e grattugie mercatini. Palermo | 1 e 2 novembre [email protected] Festa de su binu nou Festa dei morti che fra i riti religiosi Sardara | inizi dicembre prevede musica, laboratori per Festa della Castagna Protagonista della festa il vino bambini. Cetica | 10 e 11 novembre novello dei produttori locali. Degustazioni, musica e canti. Sapori d’Alkantara: [email protected] Santa Lucia Piacedi Di...Vini Triei | 8 dicembre Gaggi | dal 18 al 19 novembre Sticciano Saliscendi Run Evento enogastronomico, promozione Sticciano Scalo | 11 novembre Aisettende Nadale dei prodotti tipici locali. Corsa podistica Ossi | periodo natalizio [email protected] Panettone festival Natale chin bois Cefalù | dal 30 novembre Mercatino di Natale Nuoro | periodo natalizio al 2 dicembre Montemulo Po – 2 dicembre Un ritorno alle tradizioni. Protagonista dell’iniziativa è il dolce Artigianato, enogastronomia natalizio per eccellenza. e prodotti tipici. [email protected] “U Triunfu” Ciminna | 8 dicembre Abbadia città delle Fiaccole Processione della festa Abbadia San Salvatore dell’Immacolata (“U triunfu”), dal 7 dicembre al 6 gennaio salsicciata e “nfriulata”. L’antica tradizione delle fiaccole con eventi, incontri, mercatini e attività. Festa del torrone [email protected] Caltanissetta | 8,9 e 10 dicembre L’evento prevede convegni, show Presepe Vivente cooking e “casa del gusto”. Rosignano Marittimo 24 e 26 dicembre [email protected]

70 TRENTINO ALTO ADIGE UMBRIA VALLE D’AOSTA VENETO

Ganzega d’autunno Festa di San Francesco Fëta di pomme 26^ Sagra dei Marroni Mori | 6 - 7 ottobre Patrono d’Italia Festa delle mele San Rocco di Piegara Costumi dell’epoca, antichi mestieri, Assisi | 4 ottobre Gressan | 7 ottobre 7-14-21 ottobre gastronomia e spettacoli per una Quest’anno renderà omaggio alla I festeggiamenti quest’anno Tel. +39 328 30627225 suggestiva immersione in uno regione Campania con la simbolica coincidono con la 4ª Désarpa, [email protected] spac-cato di Trentino tra Ottocento e offerta dell’olio per le lampade antica pratica dei allevatori che Novecento. votive. trasferiscono le mandrie dagli 10^ Festa del Fungo e prolocomorivaldigresta.com alpeggi d’alta quota alle stalle del 27^ Mostra Micologica Sagra della castagna paese. Baruchella | dal 12 al 16 ottobre Festa della patata e dei prodotti tipici www.prolocobaruchella.it Ronzone | 6 - 7 ottobre Piegaro | dal 5 al 14 ottobre Marché au Fort Festa d’autunno dove la protagonista Un’occasione unica anche per Rassegna enogastronomica Mele a mel è la tipica patata locale, che diventa assaggiare, oltre alle castagne, il Borgo di Bard | 14 ottobre Mel | dal 12 al 14 ottobre elemento base per gustosi piatti e mosto. La più importante e più grande Tel. +39 0437/5441 laboratori creativi. mostra-mercato dedicata www.unplitrentino.it Festa del marrone all’enogastronomia, alla [email protected] Strettura | dal 26 ottobre degustazione e alla vendita di Magnatonda de Caoriana al 4 novembre prodotti tipici della Valle d’Aosta. Rassegna teatrale 25° Trofeo Capriana | 7 ottobre ore 9.00 Castagne arrosto e mosto di vasca d’argento Camminata di 7 chilometri con Sagrantino novello. Sagra del miele Montecchio Maggiore assaggi di cucina territoriale e Châtillon | ultima domenica di 13 – 20 – 27 ottobre e degustazione finale con musica, Festa del vino e delle ottobre 3 – 10 novembre 2018 castagne e mosto. castagne La via centrale del borgo viene Tel. +39 0444.696546 – 340.0796224 Fb: @ProLocoCapriana Dal’Aves al Corn San Martino in Colle invasa dalle bancarelle dei produttori [email protected] inizi novembre locali di Miel du Val d’Aoste. [email protected] Formai dal mont www.prolocoaltemontecchio.it Tassullo | 20 - 21 ottobre La città in un presepe Marché vert Noel Una gara tra i migliori formaggi di Spoleto | dal 8 dicembre al 8 gennaio Aosta | dal 24 novembre al 6 gennaio Festa e Mostra del Radicchio malga del Trentino. Le produzioni artigianali esposte Rio San Martino | novembre www.prolocotassullo.it Presepe monumentale comprendono, tra gli altri prodotti, Pro Loco Scorzè Città della Pieve | dal 25 dicembre candele, saponi artigianali, ceramica, Tel. +39 041 446650 Sagra della Ciuìga al 6 gennaio oggettistica artigianale in legno. [email protected] San Lorenzo in Banale | 1 - 4 novembre La Basilica di Norcia e, quindi, www.prolocoscorze.it Goloso appuntamento dedicato alla l’Umbria martoriata dal terremoto, Festa del vischio Ciuìga del Banale, presidio Slow rivivrà nel presepe monumentale. Saint-Denis | 8 dicembre Fiori d’inverno Food, nella cornice di uno dei borghi Tra gli appuntamenti musiche Località varie tra le province di più pittoreschi del Trentino. Presepe vivente e danze della tradizione Treviso e Venezia | da novembre www.prolocosanlorenzoinbanale.it Greccio | periodo natalizio francoprovenzale, occitana e celtica 2018 a marzo 2019 Celebrazione storica del primo che culminano, dopo la premiazione fb: /fioridinverno. Fiera del Ciucioi presepe vivente del mondo. dei vischi più belli, in una fiaccolata radicchiotrevisoecastelfranco/ Lavis | 2 dicembre e nell’accensione del fuoco druidico. sito: www.fioridinverno.tv Storica mostra mercato enogastronomica. La via dei presepi Tel. +39 0438 893385 Fb: @prolocolavis Gubbio | periodo natalizio Festa della micòoula Nello storico quartiere San Martino Hone | 8 dicembre Festival della Dolcezza Il Villaggio di Natale viene allestito un presepe a Da gustare il panettone povero Pontelongo del Gigante grandezza naturale. valdostano preparato con farina di dal 25 novembre al 2 dicembre. Bezzecca | 8/9 - 23/24 - 29/30/31 segale arricchito con castagne, noci, [email protected] dicembre Il presepe della stella fichi secchi e uva passa. [email protected] Nel paese dove visse il mitico Passignano sul Trasimeno | periodo www.prolocopontelongo.it Gigante Gilli. natalizio Fb: @villaggiodelgigante http://www.presepedellastella.it/

Vite di luce Boschi a Natale Santa Massenza Evento regionale (località 7 - 8 - 9 - 15 - 16 - 22 - 23 dicembre varie) – 9 dicembre Nel periodo di Natale, il borgo di fb: /boschianatale Santa Massenza si riempie di luci, www.unpliveneto.it/boschianatale eventi e un caratteristico mercatino arti-gianale. @Facebook: vitediluce

Mercatini di Natale di Cimego 25 novembre | tutti i weekend di dicembre A Cimego, il “paese delle streghe”, che conserva il fascino del borgo medievale, si ritrova il Natale come era una volta, con le tradizioni ancora vive, gli avvolti scaldati dai fuochi, le polente fumanti sui 71 bracieri. www.visitchiese.it Comitati regionali

ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA EMILIA ROMAGNA

Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Presidente: Presidente: Presidente: Presidente e sede in via di Presidente: Sandro Di Addezio Rocco Franciosa Filippo Capellupo definizione alla data di stampa Stefano Ferrari Sede: Via Amilcare Ranbelli 3 Sede: Pro Loco Barile Piazza C.A. Sede: Viale della Libertà 1 della pubblicazione Sede: Via Europa 2 64100 Teramo Dalla Chiesa 85022 Barile (PZ) 88046 Lamezia Terme (CZ) www.unplicampania.net 44045 Cento (FE) Loc. Renazzo Tel.: +39 0861 212748 Tel.: +39 0972 770 771 Tel.: +39 393 992 2953 Tel.: +39 051 754678 [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] www.unpliabruzzo.it www.unplibasilicata.it www.prolocoemiliaromagna.it

FRIULI VENEZIA GIULIA LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE

Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Presidente: Presidente: Presidente: Presidente: Presidente: Valter Pezzarini Claudio Nardocci Bruna Terrile Pietro Segalini Mario Borroni Sede: Villa Manin di Passariano Sede: Piazza della Vittoria, 11 Sede: C/o Pro Loco Uscio Sede: Piazza Garibaldi, 10 Sede: Via Oberdan, 1 33033 Codroipo (UD) 00055 Ladispoli (RM) Via Roma, 8 20066 Melzo (MI) 63822 Porto San Giorgio (FM) Tel.: +39 0432 90 09 08 Tel.: +39 340 090 2676 16036 Uscio (GE) Tel.: +39 02 955 0677 Tel.: +39 0734 671708 [email protected] [email protected] Tel.: +39 0185 91 101 [email protected] [email protected] www.prolocoregionefvg.it www.unplilazio.it [email protected] www.lombardia.prolocoitalia.org www.unplimarche.info www.unpliliguria.it

MOLISE PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA

Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Presidente: Presidente: Presidente: Presidente: Presidente: Simone Di Paolo Giuliano Degiovanni Rocco Lauciello Raffaele Sestu Antonino La Spina Sede: Vico Gradini Mercato, 1 Sede: Via Buffa di Perrero, 1 Sede: Via V. Veneto, 40 Sede: Via Gavino Luigi Serra, 64/A Sede: Via Trainara, 45 86047 Santa Croce di Magliano 10061 Cavour (TO) 70037 Ruvo di Puglia (BA) 07045 Ossi (SS) 95010 Sant’Alfio (CT) (CB) Tel.: +39 0121 68 255 Tel.: +39 080 3615419 Tel.: +39 079 348 953 Tel.: +39 095 968 772 Tel.: +39 0874 729 157 [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] www.unplipiemonte.it www.prolocopuglia.it www.prolocosardegna.net www.unplisicilia.info www.unplimolise.it

TOSCANA TRENTINO ALTO ADIGE UMBRIA VALLE D’AOSTA VENETO

Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Comitato regionale UNPLI Toscana Trentino Alto Adige Umbria Valle d’Aosta Veneto Presidente: Presidente: Presidente: Presidente: Presidente: Mauro Giannarelli Enrico Faes Francesco Fiorelli Pericle Calgaro Giovanni Follador Sede: Via Giannotti, 26 Sede: Via Oss Mazzurana, 8 Sede: Via San Paolo, 21/A Sede: Fraz. Arensod, 32 Sede: Piazza Squillace, 4 55047 Querceta (LU) 38122 Trento (TN) Palazzo Sant’Ildebrando 11010 Sarre Aosta (AO) 31050 Miane (TV) Tel.: +39 0584 76 738 Tel.: +39 0461 239 006 06081 Assisi (PG) Tel.: +39 0165 257 096 Tel.: +39 0438 893 385 [email protected] [email protected] Tel.: +39 075 816 772 [email protected] [email protected] www.unplitoscana.it www.unplitrentino.it [email protected] www.prolocovalledaosta.it www.unpliveneto.it www.prolocoumbria.it

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