PIANO URBANISTICO COMUNALE (PUC) RELAZIONE DI INQUADRAMENTO DOCUMENTO PRELIMINARE GEOLOGICO DI (AV)

Piano Urbanistico Comunale (PUC) Legge Regionale n. 16 del 2004 e s.m.i.

Relazione di Inquadramento Geologico

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COMUNE DI ZUNGOLI Via Provinciale,19 – Zungoli (AV) Tel. (+39) 0825 845037

Il Sindaco Paolo CARUSO

Il Responsabile del Procedimento Architetto Franco ARCHIDIACONO

GRUPPO DI LAVORO

Progettista Architetto Antonio OLIVIERO

Studio Geologico Tecnico Geologo Ciriaco BASSO

Studio Agropedologico Agronomo Rocco DE PAOLA

Valutazione Ambientale Strategica Architetto Luigi BELVEDERE

Zonizzazione Acustica Ingegnere Vincenzo FILOMENA

Contributi Specialistici Ingegnere Giacomo CARISTI

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INDICE

PREMESSA ______4

1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO GENERALE ____ 5

1.1. GEOMORFOLOGIA ______5

1.1. GEOLOGIA GENERALE ______6

1.1.1. EVOLUZIONE PALEOGEOGRAFICA______9

1.2. IDROGEOLOGIA ______10

1.3. INQUADRAMENTO SISMICO ______12

2. INQUADRAMENTO DELLA VINCOLISTICA GEOLOGICA GRAVANTE SUL SITO______15

2.1. RISCHIO IDROGEOLOGICO ______15

2.2. RISCHIO SISMICO ______17

3. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE LOCALI ______20

3.1. GEOLOGIA ______20

3.2. GEOMORFOLOGIA ______25

3.3. IDROGEOLOGIA ______27

CONCLUSIONI ______29

BIBLIOGRAFIA SOMMARIA______30

Allegati n. 2

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PREMESSA

Su incarico dell’Amministrazione Comunale di Zungoli (Determina UTC n.98 del 19/10/2017) sono in corso studi geologico-tecnici relativi all’intero territorio comunale a corredo dell’aggiornamento e della revi- sione del Piano Urbanistico Comunale (PUC). Nel rispetto di quanto previsto dalla L. R. 9/83 e s.m.i., L. R. 16/04 e s.m.i. e dal D.M. 14 gennaio 2008, l’indagine è articolata seguendo il seguente programma: a) ricerca e consultazione della bibliografia tecnico-scientifica esistente; b) rilevamento geologico-tecnico areale e di dettaglio; c) rilevamento geomorfologico ed idrogeologico applicativo; b) programmazione e realizzazione di indagini e prove geognostiche, geotecniche e geofisiche; d) analisi aerofotogrammetrica dell'area; e) elaborazione dati acquisiti e stesura della presente relazione e dei vari elaborati allegati. I rilevamenti in corso sono effettuati alla scala 1:5.000 per l’intero territorio comunale e consentiran- no la produzione delle relative carte tematiche. In particolare sono in corso di realizzazione la Carta Geoli- tologica, la Carta Idrogeologica, della Carta della Geomorfologica e della Stabilità, la Carta della Zonazione del territorio in prospettiva sismica, tutte in scala 1:5.000. Sulla base dei dati dei rilievi sul campo, integrati dall'analisi aerofotostereoscopica, e delle indagini e prove geognostiche, geotecniche e geofisiche eseguite in precedenza nel territorio comunale, (PRG, PdZ, PdR, PIP etc.), sarà effettuata una nuova campagna di indagini che consentirà di definire le condizioni lito- stratigrafiche, geomeccaniche, idrogeologiche e geofisiche locali (alla luce della nuova normativa sismica) nei settori di territorio di maggiore interesse urbanistico. In questa fase preliminare la geologia, la geomorfologia e l’idrogeologia del territorio comunale sono state inquadrate nel contesto geologico-strutturale, geolomorfologico e idrogeologico regionale e, alla luce della storia sismica regionale, è stata eseguita una prima analisi della sismicità storica di Zungoli e della relativa pericolosità di base. Sono stati inoltre individuati preliminarmente gli elementi geologici di vincolo gravanti nell’area in oggetto.

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1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO GENERALE

1.1. GEOMORFOLOGIA Il Comune di Zungoli (AV) è situato in settentrionale (Fig.1), nel quadrante NE del Foglio n.433 () della Carta Topografica d’Italia IGM 1:50.000. L’attuale assetto geomorfologico della zona è il retaggio di una serie di eventi verificatisi negli ultimi tre milioni di anni, a partire dall’emersione regionale di questa area nel Pliocene medio-superiore, con suc- cessivo sollevamento, avvenuto in più fasi nell’ultimo milione di anni, associato alla notevole influenza esercitata dalle variazioni climatiche quaternarie. L’area è attraversata dallo spartiacque principale appenninico, impostato su ZUNGOLI un lembo di superficie di spianamento sommItale con direzione prevalentemente appenninica. Il territorio co- munale risulta così inserito in due principali bacini idro- grafici: fiume , a con- fluenza tirrenica (80%) e torrente. Cervaro, a con- fluenza adriatica (20%). Da un punto di vista fisiografico

siamo di fronte ad un siste- Fig.1-Ubicazione geografica dell’area ma collinare-montuoso con quote altimetriche comprese tra 400 e 900 m s.l.m., con estese aree interessate da fenomeni morfoevoluti- vi localmente molto attivi, retaggio delle vicissitudini geo-strutturali della regione. I rilievi collinari sono costituiti da litologie terrigene, con morfologia più o meno contrastata in relazio- ne al grado di erodibilità dei terreni ed energie del rilievo in genere medie. I litotipi principali sono rappre- sentati da argille, arenarie, marne ed in subordine calcareniti, sabbie, conglomerati, evaporiti. Il reticolo idrografico è dendritico e subdendritico. I rilievi presentano sommità arrotondate e talora spianate e sub- pianeggianti, con versanti ad acclività generalmente media, valli a "V" o a fondo piatto con fenomeni di in- stabilità di versante e di erosione accelerata e calanchiva. Lungo i versanti e nei settori sommitali subpia- neggianti è diffusa la presenza di terreni di copertura detritica sia formati che in formazione.

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A più altezze si riconoscono lembi di superfici subpianeggianti che testimoniano fasi di stasi nell’evoluzione morfologica dell’area nel corso del Pleistocene, caratterizzata da variazioni del livello di ba- se dell’erosione in progressivo approfondimento, alternate a momenti di sovralluvionamento dei locali fon- dovalle. Durante tale periodo si è verificata una intensa attività tettonica di tipo surrettivo che ha generato lo smembramento ed il sollevamento a varie quote (anche fino a 1000 m s.l.m.) della paleosuperficie sommi- tale subpianeggiante. In gran parte l'attuale assetto morfologico dell'area si è originato durante queste fasi tettoniche del Pleistocene, con l'individuazione della valle del fiume Ufita e del suo bacino idrografico. I diffusi fenomeni di dissesto in atto interessano per lo più i terreni alterati superficiali e sono legati essenzialmente all'azione erosiva dei rami drenanti, sia principali che secondari, in approfondimento. Altri sistemi di dissesto più profondi sono connessi anche alla presenza di strutture tettoniche che caratterizza- no l’intera area.

1.1. GEOLOGIA GENERALE

L’area in esame è ubicata nell’Appennino Irpino, una zona di transizione tra due archi minori dell’Appennino meridionale: il segmento molisano-sannitico a nord e il segmento campano-lucano a sud (PATACCA et alii, 1992). Questi due grandi elementi strutturali si congiungono a nord della sinforme dell’Ofanto; la linea di svincolo trasversale è costituita dalla linea -T.Calaggio, interpretata in passato come linea trascorrente sinistra, attiva tra il Pliocene ed il Pleistocene medio. La zona appenninica (cate- na) è il risultato di complesse fasi compressive e traslative avvenute fra il Tortoniano superiore ed il Pleistocene inferiore, con conse- guente ampliamento del bacino di retroarco tirrenico (Fig. 2). Il risul- tato attuale delle varie fasi tettoni- Fig.2- Inquadramento geologico (rettangolo rosso) che è schematizzabile in una pila di falde sovrapposte di terreni sedimentari, per lo più marini e di età compresa tra il Trias ed il Miocene me- dio, avanzate sul margine dell’avampaese apulo (MOSTARDINI & MERLIN, 1986).

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Zungoli

Fig.3 – Sezione geologico strutturale schematica. I corpi geologici affioranti sono strutturati in unità tettoniche disposte secondo fasce orientate in senso appenninico, con vergenza di accavallamento orientale (Fig.3), e derivano dalla deformazione di successioni bacinali ubicate lungo il margine continentale passivo della microzolla adriatico-apula. Nel settore in esame sono distinguibili le seguenti unità tettoniche e stratigrafiche: (Fig.4): - Unità tettonica di (DI NOCERA et alii, 2002), originariamente più interna, che occupa at- tualmente la posizione geometrica più elevata e comprende depositi riferibili alla Serie calcareo-silico mar- nosa (SCANDONE, 1967) del margine interno del Bacino lagonegrese-molisano; depositi calcareo-clastici, calcarei, marnosi e argillosi, per lo più torbiditici, di bacino e di rampa carbonatica di età compresa tra il Trias medio ed il Tortoniano; - Unità tettonica del Fortore (Dazzaro et alii, 1988; Pescatore et alii, 2000), originariamente interme- dia, che attualmente è in posizione geometrica elevata e comprende depositi della zona assiale del Bacino lagonegrese-molisano; è costituita da depositi fliscioidi di natura argilloso-marnosa e calcarea, con intervalli arenacei alla sommità, la cui età è compresa tra il Cretacico superiore ed il Langhiano; - l’Unità tettonica della Daunia (Dazzaro et alii, 1988) originariamente più esterna, che attualmente è in posizione geometrica inferiore e comprende depositi della zona più esterna del Bacino lagonegrese- molisano; è costituita da una successione di depositi calcareo-clastici, calcarei, marnosi e argillosi, per lo più torbiditici, di bacino e di rampa carbonatica, ed infine evaporitici e clastici, di età compresa tra l’Oligocene ed il Messiniano; - l’Unità tettonica del Vallone del Toro (Basso et alii, 2002) originariamente più esterna, che attual- mente è in posizione geometrica inferiore e comprende depositi della zona più del esterna del Bacino lago- negrese-molisano; è costituita da una successione bacinale di depositi marnosi e argillosi ed infine evapori- tici e clastici di età tortoniano-messiniana.

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Fig.4 –Schema tettonico dell’area in esame (fonte Ispra, modif.)

In discordanza sulle successioni preorogene e di avanfossa delle unità tettoniche appena descritte sono presenti depositi prevalentemente silico-clastici inquadrabili nelle seguenti unità:

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- il Supersintema di Ariano comprendente successioni clastiche clastici, depostisi in ambienti com- presi tra il marino prossimale, il costiero-lagunare e l’alluvionale del Pliocene, che poggiano mediante su- perfici di unconformity sul substrato, costituito dalle unità tettoniche di Frigento, del Fortore e della Daunia sul Supersintema di Altavilla. - il Supersintema di Altavilla comprendente successioni evaporitiche alla base e clastiche verso l’alto del Messiniano superiore post-evaporitico, che poggiano mediante superfici di unconformity sul sub- strato, costituito dalle unità tettoniche di Frigento, del Fortore e della Daunia. Questi depositi clastici sono sottoposti in discordanza ai depositi pliocenici del supersintema di Ariano Irpino; - le Unità stratigrafiche sinorogene del Miocene medio-superiore di natura silico-clastica rappresen- tate localmente da: Formazione di , discordante sull’Unità del Fortore; Formazione del V.ne Ponticello, discordante sull’Unità di Frigento.

1.1.1. EVOLUZIONE PALEOGEOGRAFICA

L'evoluzione paleogeografica dell'area è stata caratterizzata da un lungo periodo, compreso tra il Cretacico ed il Miocene inferiore-medio, in cui sono stati prevalenti i fenomeni sedimentari su quelli tettonici e con formazione di gran parte dei terreni di substrato nel bacino marino lagonegrese-molisano, situato tra le piattaforme carbonatiche appenninica ed apula. A partire dal Miocene inferiore-medio si assiste alla formazione di una serie di bacini di dimensioni ridotte rispetto al passato, ubicati sul dorso dei terreni deformati preesistenti (bacini di piggy-back o thrust- top), in cui la sedimentazione, alimentata dallo smantellamento rapido dei bordi tettonicamente attivi, risulta caratterizzata dalla formazione di potenti depositi silico-clastici. Nel Messiniano superiore, in concomitanza con un abbassamento generalizzato del livello del Medi- terraneo che porta alla formazione di depositi evaporitici diffusi in tutta la Penisola (Serie gessoso-solfifera Auct.), una fase tettonica di importanza regionale provoca, tra l'altro, il sovrascorrimento dei terreni dell’unità di Frigento su quelli dell’unità del Fortore (BASSO et alii, 2002). Successivamente a tale evento tettonico la sedimentazione è ripresa localmente in alcuni bacini di tipo piggy-back, dove si è sviluppato un ciclo sedimentario di età Messiniano superiore - Pliocene inferiore, con alla base depositi clastici grossolani di ambiente continentale con facies e faune di “lago mare” (CIAMPO et alii, 1986), rappresentati localmente dalle Molasse di Anzano. Alla costruzione del complesso quadro geologico-strutturale di questa porzione di Catena ha poi contribuito la successiva fase del Pliocene inferiore, anche essa a carattere traslativo; si instaurano in parte dell'area condizioni francamente marine con la formazione di potenti successioni terrigene clastiche (Su- persintema di Ariano). Nel corso del Pliocene l’attività tettonica sinsedimentaria ha fortemente influenzato

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l’evoluzione dei bacini intracatena ubicati sulle coltri (piggy-back basins), conferendo ad essi una articolata distribuzione ed estensione areale, cui si contrappone una forte analogia delle litofacies. In sintesi, dal Messiniano superiore e fino al Pleistocene superiore l'evoluzione geologica è caratte- rizzata da movimenti traslativi che, iniziati in precedenza nei settori di Catena più interna, si risentono an- che nell’area in esame generano una serie di raccorciamenti e sovrascorrimenti delle formazioni marine esistenti che assumono il carattere di coltri di ricoprimento (U. tettoniche) e, procedendo dal Tirreno verso l'Adriatico, danno origine all'attuale assetto strutturale per sovrapposizione dei terreni più interni (occidenta- li) su quelli più esterni.

1.2. IDROGEOLOGIA Per quel che riguarda le caratteristiche idrologiche generali, il comune di Zungoli rientra in una zona caratterizzata da un regime pluviometrico di tipo Appenninico (Sub-Litoraneo) con periodo piovoso com- preso tra ottobre e maggio (75%-80% del totale di pioggia annua). Vi sono due picchi di precipitazione massima mensile che si verificano mediamente nei mesi di Novembre (massimo assoluto) ed Aprile, men- tre i minimi si hanno in Luglio (minimo assoluto) e Febbraio-Marzo. L'indagine idrogeologica del territorio comunale, inquadrata nel contesto regionale (CELI- CO,1983; Aquino et al., 2006), ha consentito di definire i complessi idrogeologici presenti, di- stinti per differente comportamento rispetto alla circolazione idrica sotterranea, in funzione del tipo e del grado di permeabilità relativo. Con riferimento alla fig. 5, nell’ambito comunale sono distinguibili 5 complessi idrogeologi- ci, derivanti dall’associazione dei tipi litologici presenti in gruppi a comportamento sostanzial- mente identico nei confronti dell’infiltrazione e della circolazione idrica sotterranea: 1) Complesso alluvionale: composto da terreni quaternari ghiaioso-sabbiosi in matrice limoso- sabbiosa con lenti argillose, sciolti o poco cementati, con grado di permeabilità medio- elevato per porosità e fessurazione (Loc. il Vallone); 2) Complesso detritico eluviale: composto da terreni quaternari prevalentemente limoso- sabbiosi e ghiaiosi sciolti o poco cementati, con grado di permeabilità medio-elevato per porosità (Loc. Piano dell’Olmo); 3) Complesso sabbioso-arenaceo: composto da sabbie ed arenarie in strati con lenti conglo- meratiche e livelli argillosi, da poco cementati a cementati, con grado di permeabilità da medio-elevato a medio-basso per porosità e fessurazione (Loc.T.Cervaro); 4) Complesso arenaceo-argilloso-marnoso: composto da arenarie e quarzoareniti in strati e banchi con intercalazioni di argille, argille marnose e sabbie e di lenti conglomeratiche e blocchi calcarei, da poco cementati a cementati, con grado di permeabilità medio-basso per porosità e fratturazione (Centro storico, M.Molara, settore sud-ovest del territorio comuna- le);

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Fig.5- Stralcio della “Carta Idrogeologica della Provincia di ”(Aquino et alii, 2006, modif.)

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5) Complesso argilloso: composto da argille variegate con intercalazioni di calcareniti, calcilutiti e marne stratificate, con grado di permeabilità estremamente-basso per po- rosità (settore centrale del territorio comunale). Le caratteristiche litologiche dei complessi descritti, di natura per lo più terrigena, l’estensione in pianta limitata e le caratteristiche stratigrafico-strutturali dell’area non consentono il realizzarsi di strutture idrogeologiche con acquiferi a grande potenziale. Le emergenze sorgive infatti presentano per lo più regi- mi stagionali e portate non superiori al litro/secondo. Le falde si sviluppano essenzialmente nei primi quat- tro complessi idrogeologici e l’impermeabile locale è rappresentato dal complesso argilloso. Rispetto alla vulnerabilità all’inquinamento connesso con l’infiltrazione efficace diretta il territorio co- munale di Zungoli prenta per il 90% un grado da basso a molto basso e per il 10% un grado medio di vul- nerabilità (Fig. 6).

Fig. 6- Stralcio della “Carta Idrogeologica della Provincia di Avellino”(Aquino et alii, 2006, modif.)

1.3. INQUADRAMENTO SISMICO

L’area in esame è ubicata nell’Appennino Irpino, uno dei territori a più alto rischio sismico nazionale. Il sollevamento della catena appenninica, ancora in atto, i conseguenti assestamenti isostatici e la complessa storia tettogenetica, sono le cause dell'intensa attività tettonica riscontrabile nell'Appennino Campano-Lucano. La struttura sismogenetica appenninica principale è determinata da un insieme di faglie normali orientate in direzione NW-SE, estese per varie decine di Km, dislocate in senso antiappenninico da linee tettoniche trasversali a prevalente movimento trascorrente. I principali eventi sismici si concentrano di conseguenza lungo una dorsale sismogenetica che coin- cide con l’asse della catena, seguendo la direzione NO-SE, come confermato anche dall'ultimo grande evento sismico del 23 novembre 1980 (Ms = 6,9). Un'altra serie di eventi sismici, di intensità di solito mino-

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re rispetto ai precedenti, è connessa all'attività delle linee tettoniche trasversali a prevalente movimento trascorrente. Un tratto dell'insieme di faglie principali appenniniche (Fig. 7) passa in prossimità dell'area in esame e corrisponde all'incirca al corso del fiume Ufita; tale elemento rappresenta sicuramente una struttura si- smogenetica importante per la zona in studio e negli ultimi secoli ha fatto risentire la sua attività con alcuni forti sismi tra cui quello del 1732. La complessità della struttura geologica della zona appenninica e le attuali condi- zioni climatiche della regione (rapida obliterazione delle de- boli modificazioni topografi- che), determinano una scarsa evidenza superficiale delle fa- glie sismogenetiche attive che risultano individuabili solo in seguito ad eventi sismici cata- Fig. 7 – Ubicazione dei principali terremoti degli ultimi 1000 anni (il strofici. cerchio rosso indica il Comune di Zungoli).

Le principali strutture sismogeniche individuali e composite in grado di produrre eventi potenzialmen- te distruttivi (M>=6,0) prossime (in contesto regionale) all’area di interesse sono (Fig. 8): - Struttura della Valle dell’Ufita; - Struttura di ; - Struttura di Ariano Irpino; - Struttura di Miranda Apice; - Struttura di Castelluccio dei Sauri-Trani; - Struttura di Melfi; - Struttura di -Filano; - Struttura di Colliano (1980) Dai dati ricavabili dal Database Macrosismico Italiano 2015 (DBMS15), che fornisce un set omoge- neo di intensità macrosismiche provenienti da diverse fonti relativo ai terremoti con intensità massima e d'interesse per l'Italia nella finestra temporale 1000-2014, risulta che l’area in esame è stata interessata da circa 10 terremoti di intensità ≥ 5.

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Fig. 8 – Principali strutture sismogenetiche a scala regionale da http://diss.rm.ingv.it/dissGM/ (il cerchio rosso indica il Comune di Zungoli).

Per tale motivo, nell’ambito della classificazione sismica della (Fig,9) Il comune di Zungoli è inserito nella Zona 1 – Elevata Sismicità ( D.G.R. Campania n. 5447 del 07/11/2002).

Fig. 9 –Classificazione sismica

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2. INQUADRAMENTO DELLA VINCOLISTICA GEOLOGICA GRAVANTE SUL SITO

2.1. RISCHIO IDROGEOLOGICO

Sulla base dell’inquadramento geomorfologico del territorio comunale di Zungoli e dei dati derivanti dei Piani Stralcio per l'Assetto Idrogeologico dalle Autorità di Bacino competenti, si riportano di seguito i principali elementi di vincolo individuati per l’area in esame. Vincolo Idrogeologico (RDL 3267/23) In ambito comunale sono presenti zone sottoposte a vincolo per scopi idrogeologici ai sensi dell' ar- ticolo 7 del RD 3 dicembre 1923, n. 3267, la cui perimetrazione ufficiale è riportata in Fig.10. L’obiettivo del vincolo è quello del mantenimento delle condizioni di stabilità idrogeologica delle superfici interessate da interventi (movimento terra) che ne potrebbero stravolgere le caratteristiche.

Fig. 10 – Area sottoposta a vincolo Idrogeologico ai sensi del RDL 3267/23.

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Rischio Idraulico Per il territorio comunale di Zungoli non sono segnalati elementi in grado di generare situazioni parti- colari di rischio idraulico. Rischio di frana e pericolosità geomorfologica L’analisi della cartografia disponibile prodotta dalle Autorità di bacino competenti per il territorio in esame (AdB dei fiumi Liri, Garigliano e - AdB della Puglia) ha consentito una prima individuazione delle aree soggette a vincoli per rischio di frana e pericolosità geomorfologica. Nella fig. 11 è riportato uno stralcio del PTC della provincia di Avellino che rappresenta un inqua- dramento conoscitivo generale delle aree maggiormente esposte.

Fig. 11 – Stralcio Vincoli geologici e ambientali del PTC (Av) per il Comune di Zungoli).

Nell’ allegato n.2 della presente relazione è riportata la mappatura completa in ambito comunale dei livelli di rischio, attenzione e pericolosità come definiti dalle Autorità di Bacino competenti, che verrà utiliz- zata come base di riferimento per la stesura della Carta della Stabilità allegata al Piano Urbanistico Comu- nale.

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2.2. RISCHIO SISMICO Il rischio sismico, determinato dalla combinazione della pericolosità, della vulnerabilità e dell’esposizione, è la misura dei danni attesi in un dato intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di re- sistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti). La pericolosità di base del territorio comunale di Zungoli, oggetto del presente studio, viene di segui- to definita sulla base dei dati di sismicità storica, dei parametri per la definizione delle forme spettrali previ- ste dalle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni e dalle mappe interattive di pericolosità sismica. Sismicità storica I dati di sismicità storica riguardanti l'area in esame sono stati reperiti dall'archivio DBMI15 (2016) prodotto recentemente dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (I.N.G.V). L'archivio contiene dati di eventi sismici al di sopra della soglia del danno, verificatisi in Italia nel periodo 1000 - 2014. Nella tabella 1 sono riportati gli eventi significativi relativi alla storia sismica del territorio di Zungoli. Per ogni evento si- smico, elencato per magnitudo decrescente, sono riportati: la data e l'ora di occorrenza, il valore di intensi- tà sismica raggiunto nel comune, il sito epicentrale e la relativa intensità sismica.

Tabella 1: Principali eventi sismici registrati nel comune di Zungoli.

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Nella seguente figura 12 è riportato invece il grafico anno/intensità per i principali eventi sismici indi- viduati nel territorio comunale di Zungoli (Av).

Figura 12: Grafico tempo/intensità per la storia sismica di Zungoli.

Mappe interattive di pericolosità sismica L'utilizzo delle Mappe interattive di pericolosità sismica consente, oltre a visualizzare la distribuzione spaziale dei parametri descritti al punto precedente (cfr. figura 2), di avere informazioni sui dati disaggregati di pericolosità sismica. In figura 13 è riportata la mappa dello scuotimento atteso in termini di accelerazione, con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni (tempo di ritorno pari a 475 anni).

Figura 13: Mappa dello scuotimento atteso in termini di accelerazione, con probabili- tà di eccedenza del 10% in 50 anni (tempo di ritorno pari a 475 anni).

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Forme spettrali previste dalle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni La sintesi dei parametri di pericolosità di base, elaborati per le Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/2008), è riportata in tabella 2 per il comune di Zungoli. La tabella riporta indicazioni per la de- terminazione delle forme spettrali da utilizzare nella progettazione e fornisce un'immediata quantificazione della pericolosità di base in termini di accelerazione massima su suolo rigido (substrato affiorante orizzon- tale con velocità delle onde di taglio maggiore di 800 m/s).

Tabella 2: Parametri per la definizione delle forme spettrali di progetto in base alle NTC (D.M. 14/01/08)

Per il territorio di Zungoli la massima accelerazione attesa su suolo rigido non supera 0,250 g per tempo di ritorno di 475 anni, periodo quest'ultimo di riferimento per i normali edifici residenziali.

Sulla base di questi dati è in corso di realizzazione la microzonazione sismica del territorio comunale che terrà conto, a partire dai dati di base sopra riportati, delle caratteristiche geologico-tecniche e stratigra- fico–strutturali delle litologie presenti e degli elementi geomorfologici del territorio, per una valutazione della pericolosità sismica locale attraverso l’individuazione di zone del territorio caratterizzate da comportamento sismico omogeneo.

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3. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE LOCALI

3.1. GEOLOGIA

Nel contesto geologico-strutturale definito in precedenza, il comune di Zungoli è situato in un settore di sovrapposizione di tre unità tettoniche che dal basso verso l'alto sono rappresentate dall'Unità Tettonica della Daunia, dall’Unità tettonica del Vallone del Toro, dall'Unità Tettonica del Fortore e dall'Unità Tettonica di Frigento, su cui si rinvengono in discordanza depositi silico-clastici più recenti. A partire dai termini sedimentari più antichi, nell’area del territorio comunale di Zungoli ed in quelle adiacenti, sono presenti i vari termini delle Unità Tettoniche citate, in massima parte fortemente smembrate e disarticolate a seguito delle fasi tettogenetiche da cui sono stati interessati. In contatto stratigrafico discordante sono presenti depositi più recenti, quali quelli arenaceo- marnoso-argillosi messiniani del Supersintema di Altavilla e del Supersintema di Ariano Irpino. Al di sopra di tutti i termini geologici citati si ritrovano inoltre depositi continentali quaternari molto dif- fusi arealmente, costituiti essenzialmente da depositi eluvio-colluviali, detrito di frana, depositi alluvionali. Con riferimento all'inquadramento geologico generale, i terreni affioranti nell'ambito del territorio comunale sono stati distinti e cartografati secondo i criteri CARG (Carta Geologica in scala 1:5.000). Nel prosieguo dell’indagine sarà posta particolare attenzione al rilevamento e alla cartografazione dei terreni quaternari che ai fini tecnici sono particolarmente significativi. Si descrivono di seguito, con riferimento alla Carta Geologica pre- liminare (Allegato n.1) le caratteristiche litostratigrafiche dei terreni affioranti distinti in unità del substrato e coperture quaternarie continentali. PREQUATERNARIO (Unità del substrato) SUPERSINTEMA DI ARIANO IRPINO Costituito da più formazioni di età Pliocene inferiore-medio, di cui nell’area in esame affiora la sola Formazione della Baronia. FORMAZIONE DELLA BARONIA I terreni della formazione della Baronia è suddivisa in più membri che rappresentano l’espressione di un unico ciclo sedimentario completo, del quale è ben sviluppata la porzione superiore regressiva. L’età è Pliocene inferiore. Nell’area in esame affiorano i termini conglomeratico-sabbiosi (BNA1) e pelitico-arenacei (BNA2) con spessori complessivi dell’ordine dei 200 m. Membro pelitico-arenaceo (BNA2) La serie è formata da argille siltoso-marnose e silt di colore grigiastro con abbondante frazione sab- biosa, intensamente bioturbati, con rari piccoli gusci di molluschi; gradualmente si passa a silt sabbiosi e sabbie a grana fine o molto fine a stratificazione assente o mal definita, con laminazione piano-parallela a scala millimetrica. L’ambiente è di piattaforma neritica.

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Membro conglomeratico-sabbioso (BNA1) Questo intervallo è formato da conglomerati arrossati massivi con ciottoli ben arrotondati e con fori di litodomi cui si intercalano lenti di arenarie e sabbie siltoso-marnose con laminazione piano-parallela ed in- crociata. L’ambiente è spiaggia.

SUPERSINTEMA DI ALTAVILLA Costituito da differenti successioni di età Messiniano superiore (post-gessi), è localmente rappresen- tato dalle Molasse di Anzano. MOLASSE DI ANZANO Formazione, divisa in due membri eteropici, formata da arenarie quarzo-feldspatiche, marne argillo- se e lenti di conglomerati, deposte da flussi gravitativi e correnti di torbida in ambiente subacqueo con ac- que ipoaline e dolci. Limite inferiore discordante su varie unità. Nell'area affiora il solo membro pelitico. (Messiniano superiore) Membro delle arenarie e siltiti (ANZ2) Arenarie quarzo-feldspatiche giallo-brune a grana media e fine, in strati sottili e medi, da poco a me- diamente cementate, alternate a siltiti e argille marnose grigiastre localmente ricche di frustoli carboniosi. Associazioni microfossilifere rimaneggiate del Messiniano inferiore. Potenza circa 250 m.

UNITA’ STRATIGRAFICHE SINOROGENE MIOCENICHE FORMAZIONE DI VILLANOVA DEL BATTISTA La formazione è divisa in tre membri, costituiti da depositi silico-clastici prevalentemente torbiditici e da emipelagiti. Limite inferiore discordante su AV. Nell'area rilevata affiorano i tre membri superiori in parte eteropici (Tortoniano medio-sup. - Messiniano inf.). I terreni in questione sono caratterizzati da un medio- basso grado di consistenza che aumenta in profondità ed è influenzato da condizioni di stress strutturali lo- calizzate Membro argilloso-marnoso-arenaceo (VBA3) Marne, argille marnose e siltiti micacee grigio-verdi e brune sottilmente laminate, arenarie di colore giallo-bruno a grana fine con laminazione piano-parallela e convoluta, controimpronte di fondo e gradazio- ne diretta (A/P da 2:1 a 1:2). Depositi torbiditici ed emipelagiti. Spessore circa 400 m. (Messiniano inf.). Membro arenaceo (VBA2) Arenarie quarzo-feldspatiche di colore giallo chiaro a grana media e grossa in strati e banchi, conte- nenti clay chips verdastri con sottili interstrati di marne e argille (A/P>1); intercalazioni di paraconglomerati malstratificati in banchi fino a 6 m di spessore. Torbiditi ed emipelagiti. Spessore circa 200 m. (Tortoniano medio-sup.). Affiorano estesamente nel centro storico di Zungoli dove è tra l’altro caratterizzato dalla pre- senza diffusa di cavità antropiche.

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Membro conglomeratico (VBA1) Il membro è costituito da conglomerati e paraconglomerati poligenici a ma-trice sabbiosa, in genere disorganizzati, mal stratificati o in banchi, con ciottoli eterometrici di dimensioni generalmente pluridecime- triche, da subarrotondati a spigolosi di natura cristallina, calcareo-marnosa e arenacea. Sono presenti rare intercalazioni lenticolari di sabbie quarzoso-feldspatiche e livelli centimetrici di argille marnose grigiastre. L’ambiente è di base della scarpata. Poco diffuso arealmente, il membro conglomeratico affiora essenzial- mente a sud-est di Zungoli, in località I Monticelli. Lo spessore del membro conglomeratico è dell’ordine dei 70 metri. La geo-metria d’insieme dei corpi conglomeratici è lenticolare.

FORMAZIONE DEL V.ne PONTICELLO (PCL) L’unità è costituita da alternanze di arenarie arcosiche medio-fini, marne (anche farinose) e marne calcaree biancastre, peliti giallo-brune laminate, organizzate in strati e straterelli, ed ancora sabbie quarzo- so-litiche ad elementi spesso angolosi, con sottili ed estese lenti di paraconglomerati poligenici a ciottoli sub-arrotondati raramente superiori al centimetro. Queste ultime litologie sono scarsamente cementate. Lo spessore è dell’ordine dei 100 m. (Serravalliano medio - Tortoniano medio superiore).

UNITA' TETTONICA DI FRIGENTO Nell'area rilevata di questa unità affiorano i soli termini più alti (Cretacico sup. - Miocene) rappresen- tati dalla formazione del Flysch Rosso. FLYSCH ROSSO (FYR) La formazione è suddivisa in tre membri, in parte eteropici, ed è costituita da sedimenti calcareo- clastici, marne e argille marnose, di ambiente marino di base scarpata-bacino, formata da depositi da flussi gravitativi e da emipelagiti di età Cretacico sup. - Burdigaliano sup. Nell'area in esame affiora il solo mem- bro superiore. Membro argilloso-marnoso-calcareo (FYR) La successione è costituita da argilliti marnose e marne policrome, calcilutiti bianche, livelli lenticolari di risedimenti bio-calciruditici e bio-calcarenitici di colore bianco, contenenti abbondanti resti di alveoline, nummuliti, orbitoidi e rudiste. È uno dei termini litostratigrafici più diffusi arealmente, con un assetto alquan- to articolato e complesso a causa delle vicissitudini tettoniche subite. Il membro in questione si rinviene a più altezze della successione lagonegrese, in eteropia con gli altri membri, il rapporto calcare/pelite << 1 e presenta un livello superficiale alterato di potenza variabile tra 1 mt. e 3 mt., caratterizzato da un basso grado di consistenza che aumenta in profondità. Lo spessore è circa 200 m. e l’età è Oligocene sup. - Bur- digaliano sup.

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Membro calcareo clastico (FYRa) La successione è costituita da alternanze di strati spessi e molto spessi di brecciole gradate e calca- reniti laminate a nummuliti ed alveoline, calcari marnosi bianco crema, calcilutiti e marne calcaree, argille marnose rosate e argilliti grigie e rosso scuro; il rapporto calcare/pelite è in genere molto maggiore di 1. Lo spessore in affioramento di questi livelli può raggiungere anche 300 m. (Oligocene - Burdigaliano)

UNITA' TETTONICA DEL FORTORE FLYSCH NUMIDICO Formazione suddivisa in membri formata da quarzareniti, vulcanoclastiti, calcareniti e argille. Sono depositi marini profondi da flussi gravitativi ed emipelagiti. Il limite inferiore è graduale su AVM e lo spesso- re eè di circa 400 m circa. (Burdigaliano sup.-Langhiano sup.?) Membro quarzoarenitico (FYN2) Quarzareniti a cemento siliceo di colore grigio o giallo arancio, con clasti di quarzo arrotondato a grana media e grossa, in strati medi e spessi talora gradati; rare intercalazioni di quarzosiltiti, argille mar- nose grigio-verdi, calcareniti grigie e siltiti rossastre. Nella parte alta sono presenti anche areniti ibride, marne e marne calcaree chiare. (Burdigaliano sup. – Langhiano) Membro Arenaceo e tufitico (FYN1) Alternanze di strati sottili di areniti ibride con clasti di quarzo arrotondato, calcareniti bioclastiche, arenarie vulcanoclastiche con matrice calcarea («tufiti»), marne e calcari marnosi, areniti micacee e siltiti brune. (Burdigaliano ?)

FORMAZIONE DI CORLETO PERTICARA (CPA) L’unità è costituita da calcilutiti e calcari marnosi di colore giallognolo con patine manganesifere ros- so scure e nerastre, talora silicizzati, in strati medi e spessi alternati a marne calcaree, marne argillose, ar- gilliti silicee e subordinate calcareniti, calcisiltiti e argille siltose grigio-verdi. Si tratta di depositi torbiditici ed emipelagiti che fanno Passaggio graduale latero-verticale ad AVM. Lo spessore è dell’ordine dei 300 m. (Eocene - Oligocene sup. – Burdigaliano?)

GRUPPO DELLE ARGILLE VARICOLORI (AV) Successione suddivisa in due membri, parzialmente eteropici, formata da torbiditi calcaree e depositi emipelagitici di ambiente di bacino e di scarpata. Nell'area rilevata affiora il solo membro Inferio- re.(Cretacico sup. - Burdigaliano ?)

Membro argilloso-marnoso (AV) Successione costituita da argille marnose ed argilliti grigie e varicolori a stratificazione indistinta o di- scontinua con intercalazioni lenticolari di marne calcaree, calcari marnosi e calcilutiti talora silicizzate (tipo

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"pietra paesina" e "alberese") e di risedimenti biocalciruditici e biocalcarenitici di colore bianco. Spessore circa 200 m. (Cretacico superiore - Burdigaliano ?). Tali litologie presentano generalmente una porzione superficiale molto alterata, in media hanno consistenza e caratteristiche di resistenza medie, variabili in funzione del rapporto tra strati lapidei e strati pelitici. Membro calcareo-marnoso (AVa) Depositi formati da calcari e calcari marnosi di colore grigio-verdognolo e avana, con subordinati li- velli di areniti tufitiche, quarzareniti e argilliti rossastre o policrome, calcareniti e brecciole calcare con sottili livelli di marne argillose verdi e giallastre.

UNITA' TETTONICA DELLA DAUNIA MARNE ARGILLOSE DEL TOPPO CAPUANA (TPC) La formazione è costituita da argille marnose e marne argillose, talora siltose, con rari e sottili inter- strati calcilutitici di ambiente neritico-epibatiale. Il limite inferiore è graduale latero-verticale con FAE. (Tor- toniano sup.- Mess. inf.)

FLYSCH DI FAETO La formazione è divisa in membri parzialmente eteropici costituiti da depositi torbiditici calcareocla- stici e da marne di età Burdigaliano sup. ? - Messiniano inferiore. Localmente, con potenza limitata, affio- rano i termini a prevanza marnosa (FAE2). Membro marnoso-calcareo argilloso (FAE2) Alternanze di calcari marnosi e marne chiare, e subordinate calcilutiti, calcareniti bioclastiche, marne argillose e argille verdine. (Serravalliano - Messiniano inf.)

UNITA' TETTONICA DEL VALLONE DEL TORO ARGILLITI CON GESSI DI MEZZANA DI FORTE (MZF) La serie è data da argilliti ed argille marnoso-siltose in prevalenza grigio-verdi e subordinatamente policrome con livelletti di cristalli di gesso di dimensioni del centimetro, lenti di sabbie fini bioclastiche e blocchi lapidei eterometrici di calcari marnosi, calcareniti, marne silicizzate, gesso selenitico. (Messiniano sup.) ARGILLITI POLICROME DEL CALAGGIO (APC) Formazione costituita da argilliti e marne policrome localmente silicizzate, argilliti marnoso-siltose sottilmente stratificate con sottili intercalazioni di torbiditi calcaree grigio chiare; calcilutiti e calcari marnosi grigi ricchi di noduli di pirite e hard ground, marne calcaree silicizzate e selci di colore rosa-violaceo. Verso l'alto sono presenti livelli di diatomiti nerastre fissili con nuclei sulfurei giallognoli e clasti di gesso cristallino. Ambiente marino da distale a euxinico. Potenza circa 150 m. (Tortoniano medio-superiore - Messiniano superiore).

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DEPOSITI CONTINENTALI QUATERNARI I depositi continentali, formati ed in formazione, sono stati distinti in depositi di origine vulcanica, de- positi detritici e depositi alluvionali. Alluvioni (b) Sono formate da ghiaie e ghiaie sabbiose con lenti di sabbie e di limi e rappresentrano depositi flu- viali in alveo e di golena, talora terrazzati, per lo più soggetti ad evoluzione per gli ordinari processi fluviali. Gli spessori sono variabili da qualche metro fino a 10 m. (Olocene – Attuale). Cumulo di frana in evoluzione (a1a) Costituito da detrito sciolto caotico eterogeneo ed eterometrico con evidenze di evoluzione in atto del movimento franoso; la natura dei blocchi, funzione del substrato locale, è prevalentemente calcareo- marnosa o arenacea e la matrice è pelitica. Litologicamente si tratta di terreni sciolti da argillosi a ciottolosi, a struttura caotica, alterati e scompaginati con perdita di gran parte delle caratteristiche di resistenza. So- no stati cartografati sotto tale simbolo i depositi di frana che si ritrovano diffusi in più punti del territorio co- munale, in corrispondenza delle aree interessate dai maggiori fenomeni franosi. Gli spessori sono variabili nell’ambito dei 10 m. Presentano in genere una bassa consistenza che migliora leggermente con la pro- fondità. (Attuale) Colluvioni ed eluvioni (b2) Limi e argille nerastre con frammenti di strato di natura calcareo-marnosa e arenacea dovuti a pro- cessi di alterazione in posto e con subordinata frazione piroclastica; localmente si rinvengono sabbie limo- se bruno-rossiccie talora con pomici e piroclastiti fini rimaneggiate e argillificate e con livelli di ghiaie arros- sate; si tratta di sedimenti mobilizzati dai processi di dilavamento e deposti lungo i versanti, sui ripiani mor- fologici e come riempimenti di paleoconche. Spessori variabili fino a 10-15 m. (Pleistocene sup. ? - Attua- le). Cumulo di frana senza indizi di evoluzione in atto a1b Costituito da Detrito caotico eterogeneo ed eterometrico, localmente pedogenizzato o cementato, senza evidenze di evoluzione in atto del movimento franoso; la natura dei blocchi e della matrice dipende dalla successione originaria coinvolta. Gli spessori sono variabili nell’ambito dei 20 m. (Pleistocene sup.? – Attuale) Piroclastiti (l) Depositi costituiti da pomici e ceneri incoerenti localmente rimaneggiate e pedogenizzate e rari ban- chi di tufo coerente. (Pleistocene medio ? - Olocene ?) 3.2. GEOMORFOLOGIA

Il territorio comunale si sviluppa in gran parte (80%) nell’ambito del bacino idrografico del torrente il Vallone tributario del T. Fiumarella (bacino del fiume Ufita), lungo i versanti di raccordo tra una superficie

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sommitale, attraversata dallo spartiacque principale appenninico, e il fondovalle. Il restante 20% ricade nel- la parte alta del T. Cervaro, a confluenza adriatica (fig.14). A più altezze, si riconoscono lembi di superfici subpianeggianti che, come detto in precedenza, testimoniano fasi di stasi nell’’evoluzione morfologica dell’area nel corso del Pleistocene.

. Fig. 14– Caratteri morfologici principali del territorio comunale In ambito comunale è possibile individuare le seguenti unità fisiografiche:

- la dorsale principale Costa Vaccaro – Piano dell’Olmo (750-870 m s.l.m.)

- la dorsale secondaria M.Molara – Mass. Raduazzo (550-940 m. s.l.m.)

- la dorsale secondaria Costa Vaccaro-Carpineto (550-790 m s.l.m.)

- la valle del T. il Vallone (460-560 m s.l.m.)

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In pianta il bacino del t. il Vallone, ad andamento antiappenninico, presenta una forte asimmetria con sviluppo maggiore della sinistra orografica (orientale) rispetto alla destra orografica (occidentale), a probabile testimonianza di una tendenza all’avanzamento verso NE dell’area drenante che in settori limitrofi ha già originato in passato fenomeni di cattura rispetto ai corsi d’acqua a confluenza adriatica. La rete drenante secondaria è articolata in un reticolo con corsi d’acqua mediamente o poco gerar- chizzati che defluiscono verso il locale fondovalle con andamento prevalentemente appenninico, innescando localmente lungo i versanti attraversati fenomeni di erosione lineare accentuata. I versanti di raccordo tra le dorsali ed il fondovalle sono impostati su litologie prevalentemente argilloso-marnose, con pendenze variabile tra il 15% ed il 20%.

Le forme deposizionali di versante individuate comprendono sia le vallette a fondo concavo che quelle di piedimonte, quali le conoidi alluvionali, detritico-alluvionali, colluviali e le falde detritiche. In partico- lare le vallette a fondo concavo (dellen) sono, in genere, aree di accumulo di materiale in settori apicali o mediani di versante o di testate di impluvio. Esse fungono da richiamo del deflusso meteorico di superficie e, in particolari condizioni, sono da considerare come zone di alimentazione e di ampliamento dei fenomeni franosi. I processi geomorfologici in atto sono dovuti per lo più alla presenza di diffuse coperture detritiche lungo i versanti con acclività talora accentuate e dall'azione erosiva dei corsi d'acqua che drenano l'area, in condizioni di non equilibrio a causa delle recenti variazioni del livello di base dell'erosione che ha determinato la formazione di tratti di territorio con elevata energia di rilievo e profili dei rami drenanti caratterizzati da pendenze alquanto accentuate. In tale contesto evolutivo sono inquadrabili i principali fenomeni di dissesto in atto sia profondi che superficiali rilevabili nell'area che risultano essere in massima parte del tipo colata e/o complessi.

Tra questi preliminarmente si segnala quello che borda il margine occidentale del crinale su cui si sviluppa l'abitato che è stato oggetto di interventi nella parte medio alta; il fenomeno è comunque attivo nel- la zona di distacco (testata in ampliamento a monte). Inoltre il centro urbano è bordato da altri fenomeni meno estesi con meccanismi di tipo colata e localmente crolli.

3.3. IDROGEOLOGIA

L'indagine idrogeologica del territorio comunale, inquadrata nel contesto regionale, consentirà di de- finire più nel dettaglio i complessi idrogeologici presenti, distinti per differente comportamento rispetto alla circolazione idrica sotterranea, in funzione del tipo e del grado di permeabilità relativo. L'analisi delle princi-

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pali emergenze idriche, inoltre consentirà di definire i principali schemi di circolazione idrica sotterranea con le possibili implicazioni connesse alla presenza della falda sul comportamento meccanico e sulla risposta sismica locale dei terreni affioranti. Il tutto sarà rappresentato in planimetria, secondo le indicazione valide a livello nazionale (SERVIZIO GEOLOGICO D’ITALIA, 1995), con la stesura della Carta Idrogeologica in scala 1:5.000, in cui saranno anche riportati i principali elementi che caratterizzano l'idrologia superficiale. Per quel che riguarda le caratteristiche idrologiche generali, il comune di Zungoli rientra in una zona caratterizzata da un regime pluviometrico di tipo Appenninico (Sub-Litoraneo) con periodo piovoso com- preso tra ottobre e maggio (75%-80% del totale di pioggia annua). Vi sono due picchi di precipitazione massima mensile che si verificano mediamente nei mesi di Novembre (massimo assoluto) ed Aprile, men- tre i minimi si hanno in Luglio (minimo assoluto) e Febbraio-Marzo. Nell'insieme il territorio comunale è caratterizzato in massima parte dalla presenza di terreni da scarsamente permeabili ad impermeabili e solo in settori limitati, con potenzialità idriche medio-basse, si riscontra la presenza di terreni con grado di permeabilità medio che danno origine a piccole sorgenti dove le condizioni stratigrafico-strutturali lo consentono. I termini stratigrafici prevalenti sono quelli pelitici (delle Unità di Frigento e del Fortore) e fungono da impermeabili relativi, mentre sono potenziali acquiferi soprattutto i termini arenaceo-marnoso- conglomeratici del Flysch Numidico, della Formazione di Villanova del Battista, della formazione del V.ne Ponticello ed i membri calcareo-marnosi della Formazione del Flysch Rosso, delle Argille Varicolori e della Formazione di Corleto Perticara. Ai fini tecnici è necessario infine sottolineare la presenza locale di falde stagionali poco profonde nei complessi limoso-ciottoloso-argillosi (terreni quaternari) e nel complessi prevalentemente argillosi, che per le loro caratteristiche tecniche sono condizionati dal contenuto d'acqua, con riduzioni di resistenza al taglio e incremento delle azioni sismiche locali nei casi di presenza di acqua.

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CONCLUSIONI

L'elaborazione di tutti i dati acquisiti fino ad ora ha consentito la stesura della presente relazione pre- liminare e dei vari elaborati preliminari allegati. Dal punto di vista geologico il comune di Zungoli è caratterizzato dall’affioramento di quattro princi- pali unità tettoniche disposte secondo fasce orientate in senso appenninico, con vergenza di accavalla- mento orientale, su cui si rinvengono in discordanza depositi clastici ed evaporitici mio-pliocenici e quater- nari. Va segnalata preliminarmente la presenza di 2 geositi di rilevanza regionale e di interesse scientifico (geologico e geomorfologico), didattico culturale e naturalistico: Geosito Zungoli e Geosito M. Molara (fonte APAT). La geomorfologia dell'area è caratterizzata da processi geomorfologici in atto determinati in massima parte dall'azione erosiva dei corsi d'acqua che drenano i versanti e sono in condizioni di non equilibrio a causa delle recenti variazioni del livello di base dell'erosione. Questa evoluzione recente ha determinato la formazione di tratti di territorio con rami drenanti caratterizzati da pendenze accentuate e in tale contesto evolutivo sono inquadrabili i principali fenomeni di dissesto in atto sia profondi che superficiali rilevabili nell'area. Nell'insieme il territorio comunale è caratterizzato in massima parte dalla presenza di terreni da poco permeabili ad impermeabili e solo in settori limitati, con potenzialità idriche medio-basse, si riscontra la pre- senza di terreni con grado di permeabilità medio che danno origine a piccole sorgenti dove le condizioni stratigrafico-strutturali lo consentono. Riguardo alla sismicità di base, valutata la serie storica degli eventi passati e la distribuzione areale delle principali sorgenti sismogenetiche, per il territorio di Zungoli la massima accelerazione attesa su suolo rigido non supera 0,250 g per tempo di ritorno di 475 anni. In questa fase sono stati inoltre individuati i principali elementi che danno origine alla vincolistica geologica di riferimento per il territorio comunale (rischio idrogeologico, rischio sismico). Sulla base di questi dati sono in corso di realizzazione i vari elaborati finali di corredo al Piano tra cui la carta della stabilità e quella di microzonazione sismica del territorio comunale, come da normativa vigen- te. , 11/01/2018 Dr.Geol. Ciriaco Basso

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525

500

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Masseria Lo Conte

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BATTISTA 625 ANZ2

Caputi

Masseria

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ARIANO IRPINO 725

Masseria Musciagna

500 750 775 a1b ANZ2 APC AV

b 500 AV b2 VBA3

VBA2 525 ANZ2

a1a 550 a1a b b2

Zungoli 575 PCL

ANZ2 600 ANZ2 VBA3 ANZ2 Casa Grande PCL PCL APC VBA3 Casa Rizzo FAE2 Casa Susanna Zungoli VBA3 VBA2 a1a FYR VBA3 AV VBA3

Grande Masseria 625 FYR

VBA3

700

a1a 650

AV 550

750

VBA1

AV 725

675

VBA3

575 575

I MONTICELLI

750

700 Casa Loconte a1b 600 Petruzzelli Masseria

AV

750

725 600 Casa Tisi FYR

Caruso Casa 625

625 750 AVa

750 650 AVa

CPA

650 675

Medico Casa 775 Rinaldo

a1a

Casa 675

Casa il Piesco 700 Della Vista

Casa b2

700

FYN1 725 CPA a1a a1a Staffiere

Casa 725 De Feo Casa FYRa MZF FYR Carletto

b2

Casa 750

750

800 775 Casa a1a Cammisa Masseria FYRa Gemma

APC

825 800 CPA

FAE2 775

825

850 FYN1 850 800 Susanna Casa

Masseria 875 AV a1a Raffa

Orlandella 875 Casa

800

750

750 900 AVa AV CPA

SAN SOSSIO BARONIA 925 CPA

900

750

800

775 825 850

900 875 925 925 750 MONTE b2 Procaccini Casa MOLARA

FYN1 775 FYN2

725 APC AVa Masseria Susanna Masseria Del Vecchio Masseria Susanna Casa

Contardo 725 BNA2 Cervaro Casa

775 b Casa Giso

750 825 Susanna

Casa 800 b2 a1a Pozzo Masseria

775

Nuovo 750 Masseria

Zungoli 750 Giso Masseria CPA Del Vecchio

Susanna Masseria 750 Masseria Nuova FYN1 TPC BNA2 Coppola Casa C ENTRO b MONTE LE FELCI VBA3 A BITATO l BNA2 Zungoli VBA2 Civita Superiore BNA1

S CALA DI ANZANO 1:2.000 N UNITA' TETTONICA DEL VALLONE TORO UNITA' TETTONICA DELLA DAUNIA UNITA' TETTONICA DEL FORTORE UNITA' TETTONICA DI FRIGENTO 81,7$¶675$7,*5$),&+(6,1252*(1(0,2&(1,&+( SUPERSINTEMA DI ALTAVILLA SUPERSINTEMA DI ARIANO IRPINO )/<6&+',)$(72 HWj%XUGLJDOLDQRVXS"0HVVLQLDQRLQIHULRUH GRUPPO DELLE ARGILLE VARICOLORI (AV) FLYSCH NUMIDICO (Burdigaliano sup.-Langhiano sup.?) FLYSCH ROSSO (Cretacico sup. - Miocene) FORMAZIONE DI VILLANOVA DEL BATTISTA MOLASSE DI ANZANO (Messiniano superiore) FORMAZIONE DELLA BARONIA (Pliocene inferiore) (Tortoniano medio-superiore - Messiniano superiore) ARGILLITI POLICROME DEL CALAGGIO (APC) (Messiniano sup.) ARGILLITI CON GESSI DI MEZZANA FORTE (MZF) Membro marnoso-calcareo argilloso (FAE2) Membro calcareo-marnoso (AVa) Membro argilloso-marnoso (AV) (RFHQH2OLJRFHQHVXS±%XUGLJDOLDQR" (RFHQH2OLJRFHQHVXS±%XUGLJDOLDQR" FORMAZIONE DI CORLETO PERTICARA (CPA) Membro Arenaceo e tufitico (FYN1) Membro quarzoarenitico (FYN2) Membro calcareo clastico (FYRa) Membro argilloso-marnoso-calcareo (FYR) FORMAZIONE DEL V.ne PONTICELLO (PCL) Membro conglomeratico (VBA1) Membro arenaceo (VBA2) Membro argilloso-marnoso-arenaceo (VBA3) Membro delle arenarie e siltiti (ANZ2) Membro conglomeratico-sabbioso (BNA1) Membro pelitico-arenaceo (BNA2) 35(48$7(51$5,2 8QLWjGHOVXEVWUDWR Piroclastiti (l) Cumulo di frana senza indizi evoluzione in atto (a1b) Colluvioni ed eluvioni (b2) Cumulo di frana in evoluzione (a1a) Alluvioni (b) DEPOSITI CONTINENTALI QUATERNARI GEOSITO Sorgente Cava inattiva Anticlinale Sinclinale Sovrascorrimento Faglia inversa CARTA GEOLOGIA PRELIMINARE Contatto stratigrafico Contatto stratigrafico Stratificazione B ASE CARTOGRAFICA P ROIEZIONE : UTM - Fuso 33: D : C ARTA T ECNICA ATUM R EGIONALE : WGS 84 2011

TAV. COMUNE DI ZUNGOLI (AV) X.X scala 1:6.000 E Gennaio 2018 - V1 LABORATO IANO RBANISTICO OMUNALE OCUMENTO RELIMINARE P U C (PUC) - D P Adozione Il Sindaco Progettista Contributi specialistici Studio Geologico Tecnico Valutazione Ambientale Strategica Paolo CARUSO Architetto Antonio OLIVIERO Ingegnere Giacomo CARISTI Geologo Ciriaco BASSO Architetto Luigi BEVERE XX XXX Approvazione Il Responsabile del Procedimento Studio Agropedologico Zonizzazione acustica legenda XXX Arch. Franco ARCHIDIACONO Agronomo Rocco DE PAOLA Ingegnere Vincenzo FILOMENA

525

500

450 475 575 del Guardaporte Masseria

Masseria Lo Conte

550

575 600

VILLANOVA DEL 600

BATTISTA 625

Caputi

Masseria

575

550

600 525

ARIANO IRPINO 725

Masseria Musciagna

500 750

775 500

FLUMERI

525 550

Zungoli

575 600 Casa Grande Casa Rizzo Casa Susanna Zungoli

Grande Masseria 625

700

650 550

750

725

675

575 575

I MONTICELLI

750

700 Casa Loconte

600 Petruzzelli Masseria

750

725 600 Casa Tisi

Caruso Casa 625

625 750

750

650

650 675

Medico Casa 775 Rinaldo

Casa 675

Casa il Piesco 700 Della Vista

Casa

700 725 Staffiere

Casa 725 De Feo Casa Carletto

Casa 750

750

800 775 Casa Cammisa Masseria

Gemma

825 800

775

825

850

850 800 Susanna Casa

Masseria 875 Raffa

Orlandella 875 Casa

800

750

750 900 MONTELEONE DI PUGLIA

SAN SOSSIO BARONIA 925

900

750

800

775 825 850

900 875 925 925 750 MONTE Procaccini Casa

MOLARA 775

725 Masseria Susanna Masseria Del Vecchio Masseria Susanna Casa

Contardo 725 Cervaro Casa

775 Casa Giso

750 825 Susanna

Casa 800 Pozzo Masseria

775

Nuovo 750 Masseria

Zungoli 750 Giso Masseria Del Vecchio

Susanna Masseria 750 Masseria Nuova Coppola Casa C ENTRO MONTE LE FELCI A BITATO VALLESACCARDA Zungoli Civita Superiore

S CALA ANZANO DI PUGLIA DI ANZANO 1:2.000 N CARTA DEL RISCHIO/PERICOLOSITA' PRELIMINARE 3*$UHDD3HULFRORVLWjPHGLDHPRGHUDWD 3*$UHDD3HULFRORVLWjHOHYDWDWD 3*$UHDD3HULFRORVLWj0ROWRHOHYDWDWD (PAI AdB Puglia) PERICOLOSITA' GEOMORFOLOGICA C1 - Area di possibile ampliamento fenomeni franosi A1 - Area di Moderata attenzione A2 - Area di Media attenzione A3 - Area di Medio-alta Attenzione A4 - Area di Alta Attenzione APa - Area di Attenzione Potenzialmente alta R1 - Area a Rischio Moderato R2 - Area a Rischio Medio R3 - Area a Rischio Elevato R4 - Area a Rischio Molto elevato (PSAI AdB Liri-Garigliano-Volturno) RISCHIO di FRANA B ASE CARTOGRAFICA P ROIEZIONE .\Mascherina.jpg : UTM - Fuso 33: D : C ARTA T ECNICA ATUM R EGIONALE : WGS 84 2011 TAV. COMUNE DI ZUNGOLI (AV) .\Zungoli.jpg .\borghi_logo.jpg X.X scala 1:6.000 E Gennaio 2018 - V1 LABORATO IANO RBANISTICO OMUNALE OCUMENTO RELIMINARE P U C (PUC) - D P Adozione Il Sindaco Progettista Contributi specialistici Studio Geologico Tecnico Valutazione Ambientale Strategica Paolo CARUSO Architetto Antonio OLIVIERO Ingegnere Giacomo CARISTI Geologo Ciriaco BASSO Architetto Luigi BEVERE XX XXX Approvazione Il Responsabile del Procedimento Studio Agropedologico Zonizzazione acustica legenda XXX Arch. Franco ARCHIDIACONO Agronomo Rocco DE PAOLA Ingegnere Vincenzo FILOMENA