Sentieri d’autore l Escursioni tra Brenta e Paganella collanasentierid’autore 33

Camminate per tutti in Appennino Appennino piacentino, parmense e reggiano

idea Montagna 2 editoria e alpinismo Sentieri d’autore l Camminate per tutti in Appennino l Indice

INDICE TRE • APPENNINO REGGIANO 107 20 • Oasi del Bianello 108 21 • Rupe di Campotrera 114 • Introduzione 5 22 • Valle del Rio Tassaro 118 • Piccoli passi in Appennino 8 23 • Pietra di Bismantova 123 • Scoperte e avventure tra natura e storia 8 24 • Lago Calamone e Monte Ventasso 129 • Camminare nell’Appennino Emiliano 9 25 • Monte Piano 134 • Attrezzatura ed equipaggiamento 10 26 • Sorgenti del Secchia 137 • La scelta dei percorsi 10 27 • Monte Cavalbianco 142 • Gli itinerari 11 28 • Monte Bagioletto e Prati di Sara 146 • Informazioni utili 13 29 • Monte San Vitale 151 • Rifugi e punti d’appoggio 14 30 • Abetina Reale e Lago della Bargetana 155 • Ringraziamenti 15

UNO • APPENNINO PIACENTINO 17 1 • Pian Perduto e Groppo 18 S S 2 • Pietra Parcellara e Pietra Perduca 24

3 • Monte Alfeo 29 a i b S S

4 • Cascate del Perino 34 b

e

r ’ 5 • Monte Menegosa e Monte Lama 38 T N S 6 • Roccia Cinque Dita 43 7 • Lago Moo e Lago Bino 46 8 • Lago Nero 50 SS 9 • Valle Tribolata e Groppo Rosso 54 a rm DUE • APPENNINO PARMENSE 59 a P 10 • Val Pessola 60 11 • Valle del Rio Fontana 64 SSS 12 • La Nave, Monte Trevine e Lago del Monte Penna 68 S S ia 13 • Torrioni di Cumbratina e San Bernardo 73 ’ h cc e S 14 • Lago Bozzo e Pian della Capanna 77 S 15 • Prati di Monte Tavola 81 ’ DE 16 • Lago Santo Parmense e Vezzosa 86 17 • Capanne di Badignana e Monte Matto 92 SS 18 • Monte Navert 98 SS E 19 • Monte Malpasso 102 S S

6 7 Sentieri d’autore l Camminate per tutti in Appennino Appennino piacentino l Cascate del Perino

Nonostante le ferite inferte da allu- CASCATE DEL PERINO vioni e frane, la piccola valle del Tor- alenano Sotto Lo spettacolo dell’acqua rente Perino rimane uno scrigno di 63 bellezza, soprattutto grazie all’impe- tuoso torrente che forma numerose cascate e piscine naturali. La breve camminata descritta permette di osservare tre di questi salti d’acqua, oltre alle tante specie di alberi e fiori orrente erino presenti in questa piccola valle.

ACCESSO Da si risale la Val Trebbia (SS45) fino a Perino, per poi deviare sulla SP39 in direzione del Passo del Cerro e di , fino a raggiungere la deviazione per Calenzano. Seguen- ulino di i do la strada fino alla sua conclusione cascata si raggiunge la minuscola frazione per poi scendere fino all’attacco del cascata sentiero delle cascate. Si ricorda che il parcheggio dell’agriturismo sareb- be riservato ai clienti. Si consiglia quindi di chiedere il permesso ai gestori oppure, in alternativa, di lasciare l’auto ITINERARIO PARTENZA: Calenzano 631 m ACQUA: assente nel parcheggio situato nei pressi della chiesa di Dal parcheggio dell’agriturismo di Calenzano QUOTA MIN: 599 m PERIODO CONSIGLIATO: marzo-novembre Calenzano (soluzione consigliata nei fine setti- si seguono i segnavia bianchi e rossi (nessun QUOTA MAX: 645 m MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno mana di luglio e agosto). In questo caso occorre cartello) situati sul muretto che delimita la mu- DURATA: 1 h ETÀ CONSIGLIATA: >6 preventivare 30 minuti in più di cammino e ul- lattiera che si dirige a sinistra, in direzione della teriori 70 metri di dislivello positivo, LUNGHEZZA: 2,1 km CARTOGRAFIA: Appennino Piacentino, da compiere interamente al ritorno. Mulino di Riè Carta escursionistica 1:50.000 640 DISLIVELLO: +170 m Il punto di partenza è raggiungibile 630 DIFFICOLTÀ: E La prima cascata visitabile. anche salendo lungo la Mulino di Riè (SP654) e raggiungendo il medesi- 620 PUNTI D’APPOGGIO: nessuno mo bivio per Calenzano dopo aver 610 PUNTI DI RISTORO: Calenzano, Crocenito, superato il Passo del Cerro. Perino 600 004 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,1

34 35 Sentieri d’autore l Camminate per tutti in Appennino Appennino piacentino l Cascate del Perino sponda sinistra (destra orografica) del Torren- in pochi istanti una prima cascata, spettacolare 1. La presenza di una gola incassata che fa- COSA LEGGERE te Perino. Perdendo qualche metro di quota salto che si tuffa in una rotonda piscina naturale. vorisce fenomeni di inversione termica, la pre- AA.VV., La natura tra Nure e Scrivia, Pavia 2003 si supera la possibile deviazione a sinistra per Ritornati sulla traccia principale si prosegue senza diffusa dell’acqua e la secolare presenza il Monte Osero e subito dopo si giunge a un per alcuni minuti in salita fino a raggiungere dell’uomo, consente la coesistenza di una gran- COSA VEDERE altro bivio. Questa volta si trascura la traccia una nuova deviazione a destra che consente de varietà di alberi nella valle del Torrente Pe- Alle rovine del castello d’Erbia, nei pressi di San che scende a destra, che conduceva alla prima di raggiungere la base di altre due cascate, la rino. Si va dalle specie che amano gli ambienti Boceto, non si può accedere, ma esse, anche cascata del Perino, ora non più raggiungibile più vicina di piccole dimensioni sovrastata da umidi come il pioppo nero (Populus nigra), il se osservate a distanza, non mancano di eser- perché il sentiero è interamente franato. Pro- un più impetuoso e grande salto. Questa disce- pioppo bianco(Populus alba), gli ontani (Alnus citare il loro fascino. La fortezza fu fondata dal seguendo diritto si giunge senza difficoltà alle sa richiede un po’ di attenzione, non solo per incana e Alnus glutinosa) e il salice rosso (Sa- giureconsulto Pietro Nicelli nel 1400 come pre- rovine del Mulino di Riè, che conserva ancora alcuni alberi crollati che ingombrano in parte il lix purpurea), a piante che prediligono invece sidio della direttrice che lungo la valle del Perino la sua grande ruota. sentiero ma anche per il fondo maggiormente ambienti più secchi come la roverella (Quercus portava in Val Nure, ma la struttura è in rovina Abbandonata la mulattiera che prosegue diritta scivoloso. pubescens) o l’orniello (Fraxinus ornus), ma almeno da due secoli. (che costituirà la rapida via di discesa), si se- Ritornati nuovamente sulla traccia principale si non mancano infine alberi che devono la loro guono le recinzioni in legno a destra (segnavia) incontra, poco dopo a destra, un’ultima devia- diffusione all’uomo (per antichi scopi alimen- ATTENZIONE A e si prosegue a mezzacosta sul margine della zione. Questa volta piegando a destra si può tari), come il castagno (Castanea sativa) e il • Gli alberi caduti gola scavata dal torrente fino a raggiungere un raggiungere un piccolo belvedere sulle cascate nocciolo (Corylus avellana). • Il fondo scivoloso bivio. Abbandonato momentaneamente il sen- ammirate poco prima dal basso (tavolo e pan- tiero principale si scende a destra raggiungendo che in legno). Riprendendo per l’ultima volta il sentiero, si ri- mette piede sulla mulattiera abbandonata pre- cedentemente nei pressi del mulino. Ignorata a destra la sua prosecuzione verso la testata della valle, si piega a sinistra e si segue la carrozza- bile fino a ritornare al Mulino di Riè. Da qui si ripercorre a ritroso la prima parte del cammino d’andata facendo ritorno al punto di partenza di Calenzano (1 h).

COSA CERCARE • Le differenti foglie degli alberi • Le fioriture del bosco Il delicato fiore bianco dell’anemone dei boschi.

CERCA LA FOGLIA La varietà di ambienti attraversati in questa escursione e la presenza di numerose specie vegetali permette di organizzare una “caccia alla foglia”. Basterà preparare alcuni fogli con le fotografie delle foglie degli alberi presenti oppure portare con sé questo libro e poi cercare sul posto le foglie rappresentate. Chi ne troverà il maggior numero alla fine dell’e- scursione sarà il vincitore… ma alla fine tutti avranno imparato divertendosi quanti alberi differenti sono presenti in questo piccolo angolo di Appennino, a testimonianza dell’alto Il secondo salto. grado di biodiversità presente.

36 37 Sentieri d’autore l Camminate per tutti in Appennino Appennino reggiano l Pietra di Bismantova si attraversa un prato (seguire con attenzione i COSA VEDERE segnavia e non farsi attrarre da una traccia che Proseguendo verso Vetto si può deviare, a valle PIETRA DI BISMANTOVA piega a sinistra in questo punto) per poi ripiom- del paese, in direzione di Scurano. Qui, nell’abi- La magnetica rupe cantata da Dante bare nel bosco e affrontare un breve tratto di tato di Mercato, si trova l’antica pieve romanica, ripida discesa (prestare attenzione in caso di dedicata ai Santi Ippolito e Cassiano, eretta qua- terreno bagnato). Superato un primo bivio con si sicuramente alla fine dell’XI secolo nell’ambi- il sentiero che scende da Scalucchia, si man- to delle fondazioni matildiche e modificata nel tiene la sinistra e subito dopo si raggiunge un XIII e nel XIV secolo e poi nuovamente nel XVIII altro crocevia. Trascurata la deviazione a destra e nel XIX secolo. L’interno dell’edificio conserva per la cascate, si svolta a sinistra e si fa ritorno numerose opere d’arte tra le quali la preziosa al ponticello sul Rio Tassaro, incontrato all’ini- pala d’altare dipinta da Pier Ilario e Michele zio dell’escursione (1,50 h). Da qui si percorre Mazzola nel 1514, raffigurante la Madonna col a ritroso la prima parte del percorso di andata Bambino in trono, Sant’Ilario e Sant’Antonio facendo ritorno al punto di partenza del Mulino Abate. Proseguendo sulla strada del Monte di Chichino (2 h). Fuso, meritano infine una sosta l’antico insedia- mento a corte di Bastia Fattori, risalente al tardo COSA CERCARE Medioevo e il Parco Faunistico, dove all’interno • Gli omini colorati delle orchidee di un grande recinto sono presenti cervi, daini, • La testa scolpita sotto la chiesa di San Giorgio caprioli e mufloni. • Le piccole creature nella sorgente di Crovara e nel Rio Tassaro ATTENZIONE A • Gli insetti nell’erba alta COSA LEGGERE • Il terreno scivoloso lungo la gola del Rio AA.VV., La collina reggiana. Ambiente naturale, Tassaro vicende storiche e patrimonio culturale del me- • I metri di sentiero per accedere alle cascate PARTENZA: Piazzale Dante 872 m ACQUA: assente dio Appennino reggiano, Cassa di Risparmio di Reggio Emilia 1992 QUOTA MIN: 784 m PERIODO CONSIGLIATO: marzo-novembre QUOTA MAX: 1041 m MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno DURATA: 2 h ETÀ CONSIGLIATA: >6 RITRARRE LA NATURA LUNGHEZZA: 4,6 km CARTOGRAFIA: Parco Nazionale Appennino I boschi della Val Tassaro e del medio Appennino reggiano divengono, in primavera e all’i- Tosco-Emiliano, Foglio Est, DISLIVELLO: +230 m nizio dell’estate, un libro di botanica su cui leggere e osservare all’aria aperta una grandis- Carta Escursionistica 1:25.000 sima quantità di fiori. Provate a preparare a casa una pagina con 8 foto a colori dei fiori DIFFICOLTÀ: E presenti in questo luogo. Poi cercateli lungo il cammino e una volta arrivati in cima vedete La Pietra dal sentiero che collega chi ne ha trovati di più! Attenti che le piante non fioriscono tutte nello stesso periodo, quindi PUNTI D’APPOGGIO: Rifugio della Pietra Piazzale Dante a Campo Pianelli. non preoccupatevi se non li trovate proprio tutti. Poi durante il percorso di discesa potreste PUNTI DI RISTORO: Piazzale Dante, anche provare a disegnare il fiore che vi è piaciuto di più e quello sarà un bellissimo ricordo Castenovo ne’ Monti, Ginepreto di una giornata in Appennino. Portatevi quindi nello zaino un po’ di colori e alcuni fogli bian- chi o ancora meglio un taccuino, un quaderno o un album da disegno. 023

122 123 Sentieri d’autore l Camminate per tutti in Appennino Appennino reggiano l Pietra di Bismantova

La Pietra di Bismantova è un’isola di roccia che (segnavia 697, cartelli). Dopo un breve tratto atelnovo domina le dolci alture circostanti esercitando nel bosco (che lambisce alcune vie di arram- ne onti da sempre un fascino magnetico, una potenza picata), si affronta un suggestivo traverso sot- ae avoni a del Lovatrel 697 evocativa, come dimostra anche la citazione to alle pareti (vista su Castelnovo e sulla Val ampo ianelli di Dante nel Canto IV del Purgatorio “montasi d’Enza). su Bismantova in cacume, con esso i piè ma qui convien ch’om voli”. Difficile, a tutte le età, 2. La Pietra è, dalla metà del XX secolo, una resistere al richiamo irresistibile di questa pic- delle “capitali” dell’arrampicata in Italia e nei cola montagna, per tutti semplicemente “LA fine settimana le sue pareti sono frequentatis- Saolungo

Pietra”, meta privilegiata per alpinisti, climbers, sime dagli appassionati. La storia alpinistica ietra di imantova 141 m escursionisti e turisti. Spesso però si raggiun- della montagna inizia nel 1922, quando Carlo 697 ge la sommità dal sentiero 697, trascurando Voltolini scalò in solitaria quella che fu chiama- ingiustamente gli altri interessanti sentieri che ta “Via degli Svizzeri”, perché un amico elvetico iugio remo si sviluppano sui fianchi e intorno alla Pietra. aveva accompagnato Voltolini sotto alla pare- della ietra Questo itinerario è proprio un invito a riscoprire te. Ora sono oltre 200 le vie di salita tracciate, iazzale Dante 872 m questo luogo percorrendo un breve ma entu- senza contare i boulders (cioè i grandi sassi). siasmante percorso ad anello. La quantità e la varietà delle salite, con difficol- tà (da 4a a 8c), lunghezze (monotiri e vie lun- panoramico dove alcuni tubi metallici posizio- ACCESSO ghe) e caratteristiche (vie classiche e sportive) nati su un palo permettono di individuare le Da Reggio Emilia si risale la SS63 del Passo del variabili, permettono di avere vie di salita adat- cime e i paesi circostanti. Sul sentiero per la vetta. Cerreto fino a raggiungere Castelnovo ne’ Mon- te a tutti, dagli arrampicatori più esperti come ti. Da qui si seguono le indicazioni per la Pietra dell’Appennino reggiano. A fianco dell’Eremo si ai bambini e ai ragazzi che vogliono provare 3. Da qui è infatti possibile riconoscere facil- di Bismantova fino ad arrivare al parcheggio di trova anche un monumentale acero di monte. l’emozione del verticale, naturalmente accom- mente la lontana piramide del Monte Cimone, Piazzale Dante. pagnati e istruiti adeguatamente. la sagoma del “Gigante addormentato” del Dopo aver visitato l’Eremo, si ritorna davanti al Monte Cusna e la vicina sagoma appuntita del ITINERARIO Rifugio della Pietra, lo si supera e, poco dopo, Una breve ma ripida salita tra le rocce permette Monte Ventasso, ma anche le adiacenti vette Da Piazzale Dante si sale, con una ripida scali- si giunge a un bivio. Ignorata la possibile devia- di raggiungere il ripiano sommitale della mon- del Monte Cavalbianco e del Monte La Nuda nata, fino al Rifugio della Pietra, situato a pochi zione a sinistra (segnavia 697A), si mantiene la tagna (quota 999 m). Questo tratto presenta oppure l’allungato profilo del crinale parmense. metri dallo storico Eremo di Bismantova. destra in direzione della sommità della Pietra dei corrimano di canapa, che possono far vive- re, in tutta sicurezza, una minuscola avventura Seguendo, a debita distanza (non avvicinarsi al 1. Proprio sotto alle pareti meridio- ai camminatori più piccoli. Ignorato il sentiero bordo della rupe!!), il margine dell’altopiano, si 1000 nali della Pietra, si trova l’Eremo, 697 che prosegue diritto sui prati (fino alla piega a sinistra (nord-est) assecondando una fondato nel 1411 e consacrato nel 950 metà del XX secolo, questi erano campi colti- traccia senza segnavia ma assolutamente evi- 1422. L’adiacente monastero fu eret- 900 vati a patate e cereali poveri, come la segale), si dente. Senza alcun problema di orientamento to tra il 1616 e il 1625. Il luogo di culto 850 svolta a destra verso il punto più elevato della ci si innesta sulla traccia proveniente più diretta-

è ancora oggi un importante punto 800 Pietra (cartello). Dopo poche centinaia di metri mente dal bivio a quota 999 m e, proseguendo di riferimento religioso e devozio- si consiglia di girare a destra e uscire sui prati diritto, si raggiunge la massima elevazione della nale per gli abitanti di Castelnovo e 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,6 sommitali meridionali, raggiungendo un punto Pietra di Bismantova (1041 m, 0,40 h).

124 125 Sentieri d’autore l Camminate per tutti in Appennino Appennino reggiano l Pietra di Bismantova

Piegando a sinistra, si entra nel sottosante bo- rupe venne progressivamente abbandonato Ritornati sul sentiero, si ignora quasi immedia- normalmente dominanti (a quote differenti) sco e si raggiunge l’uscita della Ferrata degli Al- in favore del Castrum Novum, primo nucleo tamente il sentiero 699 che sale nuovamente nell’Appennino settentrionale, il castagno e il pini. Prima di scendere intuitivamente a sinistra dell’attuale Castelnovo, citato nel 1111. verso la sommità della Pietra e si mantiene la faggio. Spesso isolati nei prati si trovano mo- lungo un invitante pendio erboso, una breve sinistra in direzione di Piazzale Dante. Restando numentali esemplari di cerro, mentre la costan- deviazione a destra consente di raggiungere in Tornati sulla traccia principale, si perde qualche ai piedi della Pietra, si attraversa la caratteristica te frequentazione dell’uomo ha comportato la pochi istanti la ben visibile altura del Castelletto metro di quota, immettendosi sul sentiero 697. distesa franosa di Fontana Cornia, ammasso di presenza (anche sulla sommità della Pietra) (così denominata da Gaetano Chierici durante i Svoltando a destra in direzione di Castelno- blocchi di arenaria crollati dalla Pietra nel XVII anche di numerosi alberi da frutto (meli, peri, suoi scavi del XIX secolo). vo (cartelli), si raggiunge un bivio. Ignorato il secolo. Trascurata a sinistra una sterrata senza ciliegi) oltre che di una grande varietà di ar- sentiero 699 che gira a destra, si mantiene la segnavia che conduce a un gruppetto di case, busti e cespugli (sambuco, berretta da prete, sinistra e si perde quota sulla vecchia mulattie- si prosegue nel bosco in direzione di Piazzale biancospino, caprifoglio, prugnolo, rosa cani- ra che permetteva agli abitanti di Castelnovo di Dante. na). L’alternanza di praterie, zone alberate e raggiungere la sommità della Pietra. Senza diffi- fondo roccioso determina anche un’interes- coltà si giunge al crocevia situato nei pressi dei 6. La grande diversità di ambienti dell’area sante convivenza di fiori che normalmente non ruderi di Cà del Lovastrel (885 m, 1 h). della Pietra determina un’altrettanto consi- si trovano nello stesso luogo; dal semprevivo Ignorata la mulattiera che piega a sinistra verso derevole biodiversità, soprattutto delle specie al doronico, dalla sassifraga all’elicriso, dalla il Sassolungo (segnavia 697A) e anche il me- vegetali. Nelle zone più assolate e detritiche si primula all’anemone, dal geranio selvatico al desimo segnavia che scende verso Cà Pavoni e trovano la roverella, il maggiociondolo, l’orniel- giglio di San Giovanni. Castelnovo, si mantiene la destra in direzione di lo; nei boschi intorno alle pareti si alternano il Campo Pianelli (segnavia 697, indicazioni sem- carpino nero, l’acero campestre, l’acero mon- Costeggiando alcuni prati che riservano spetta- pre presenti). Contornando lo spigolo nord-o- tano, il nocciolo, il frassino e il corniolo men- colari visuali delle pareti meridionali della Pietra,

L’acero montano nei pressi dell’Eremo vest della Pietra, si superano in successione tre non mancano “intrusioni” dei due alberi si raggiunge l’ampio ripiano a valle della Fore- sotto le pareti della Pietra. due possibili deviazioni, la prima con il sentiero 697var che si dirige a nord-ovest verso Casa In cima. 4. Qui infatti sorgeva un castello di cui oggi Pattino e la seconda con il Sentiero Spallanza- si possono osservare solamente i basamenti ni che si dirige a nord-est verso Campolongo. murari di una torre e resti di murature in pie- Mantenendo sempre la destra, si giunge nei tra e laterizio. I Romani fortificarono con ogni pressi della breve scalinata che permette di sali- probabilità la rupe con una struttura difensi- re al ripiano di Campo Pianelli (1,20 h). va che costituì la base del Castrum bizantino (detto anticamente Kastron Bismanto oppure 5. L’aspetto piuttosto anonimo di questo ripia- Castrum Bismatum), che fu una delle princi- no erboso, non farebbe certo pensare che ci si pali roccaforti “greche” durante l’avanzata dei trovi davanti a uno dei più importanti siti ar- Longobardi. Anche quest’ultimi sfrutturano la cheologici dell’Appennino Tosco-Emiliano. Qui posizione strategica della Pietra facendone il infatti sono stati riportati in luce reperti dell’Età punto di controllo della Valle del Secchia, così del Bronzo, dell’Età del Ferro e dell’epoca etru- come fecero i Canossa (proprietari del castello sca e ligure. Un pannello presente ai piedi del dal 950) e successivamente i Dalli. Per le conti- sito permette di comprendere meglio la storia nue frane il castello eretto sulla sommità della di questo luogo.

126 127 Sentieri d’autore l Camminate per tutti in Appennino Appennino reggiano l Lago Calamone e Monte Ventasso steria della Pietra. Svoltando a destra in pochi • Le cime delle montagne circostanti minuti si fa ritorno a Piazzale Dante (2 h). • Le rovine del Castelletto LAGO CALAMONE E M. VENTASSO • Le tante specie di alberi presenti L’emozione della vetta 7. Prima di ripartire ci si può fare un’ultima domanda. Come ha avuto origine questa stra- COSA LEGGERE ordinaria montagna? Questo altopiano quasi I pannelli esplicativi presenti lungo tutto il per- pianeggiante, delimitato da verticali pareti che corso. si elevano per circa trecento metri, è costituito da calcareniti sedimentarie stratificate sopra un COSA VEDERE livello di marne e argille, originatesi tra venti e Da Castelnovo si consiglia di scendere verso il quindici milioni di anni fa in un mare caldo, fondovalle del Fiume Secchia e raggiungere il più a ovest della posizione attuale, in corri- Ponte del Pianello, dove si possono ammirare spondenza dell’attuale Liguria dove esisteva, i Gessi Triassici (cartelli), candide pareti che si tra Giurassico superiore e Cretacico, un piccolo elevano per circa trecento metri dall’alveo del oceano (chiamato “Oceano Ligure”), dirama- fiume, create da antichissime rocce evaporitiche zione della grande Tetide, dalla cui chiusura si risalenti al Triassico superiore (200 milioni di è formato l’Appennino. Per questo motivo le anni fa). La solubilità di queste rocce determi- rocce della Pietra vengono chiamate Epiliguri na anche la presenza di grotte, cavità e doline, o Liguridi. La maggiore resistenza all’erosione mentre i sali disciolti dall’acqua riemergono nel- delle rocce epiliguri rispetto alle marne a alle le Fonti di Poiano, che si consiglia di raggiunge- argille su cui sono appoggiate ha determinato re, per compiere così un’ultima riposante sosta l’attuale aspetto della Pietra, facendola “emer- in questo ripiano erboso. gere” per centinaia di metri dai dolci pendii circostanti. ATTENZIONE A • Non avvicinarsi al bordo della rupe sommitale PARTENZA: Ventasso Laghi 1328 m ACQUA: Lago Calamone COSA CERCARE • Il sentiero di salita in caso di terreno bagnato • Le colorate sagome dei climbers sulle pareti QUOTA MIN: 1328 m PERIODO CONSIGLIATO: giugno-ottobre della Pietra QUOTA MAX: 1727 m MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno DURATA: 2,10 h ETÀ CONSIGLIATA: >6 (>0 Lago Calamone) LA TANA E I PREDATORI Piccoli anfratti, buchi nei tronchi degli alberi, rami intrecciati e muretti di sasso, sono rifugi LUNGHEZZA: 5,1 km CARTOGRAFIA: Parco Nazionale Appennino per gli abitanti del bosco. Basta una piccola palla per provare un gioco molto divertente. Tosco-Emiliano, Foglio Est, DISLIVELLO: +410 m Un giocatore, che impersona la preda, deve scegliere un nascondiglio sicuro per il suo Carta Escursionistica 1:25.000 nido. Senza che gli altri (i predatori) lo osservino (vietato barare…), nasconde il suo nido (la DIFFICOLTÀ: E piccola palla, meglio se di un colore “naturale”) all’interno di un’area di bosco precedente- Il Lago Calamone. mente delimitata. Magari prima di cominciare è meglio che gli adulti controllino quasi tutti PUNTI D’APPOGGIO: nessuno i possibili nascondigli per accertarsi che non vi siano realmente degli animali o dei possibili PUNTI DI RISTORO: Ventasso Laghi, Lago pericoli. A questo punto la preda si ritira dal campo e i predatori partono alla ricerca del Calamone, Ramiseto nido. Il primo che lo trova ha vinto e ha diritto di essere lui la preda nella manche successi- va, mettendo in difficoltà gli altri concorrenti. 024

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