G.D.s. studio di geologia tecnica Geol. Dott. Gianpiero ABATE Via San Giovanni 1 - 84050 EREDITA C.to (SA) Tel e fax 0974833762 – cell. 3383093524 Email: [email protected] P.I. 02686460656 di Località PIANO PETRONE Provincia di

Relazione geologica a supporto della richiesta di Piano Urbanistico Attuativo ambito di trasformazione produttiva (D) del vigente P.U.C. ai sensi dell’art. 26 della L.R. n. 16 del 22.12.2004 e s.m.i.

Committente: Sig. ASTORE Adamo Foglio n. 31; part.lle nn. 232 - 234

MARZO 2017

Geologia applicata Indagini in situ ed in laboratorio Consulenze geo-ambientali

Ricerche, studi e progetti per il territorio G.D.s. geol.dr. G.ABATE, via San Giovanni 1 – 84050 EREDITA C.to (SA) / tel. 0974833762 ______

PREMESSA:

Per incarico del Sig. ASTORE ADAMO, abbiamo redatto la presente relazione geologica, idrogeologica, geotecnica e micro zonazione sismica a sostegno della richiesta di ambito di trasformazione produttiva “D” del vigente P.U.C. , ( ai sensi dell’art. 26 della L.R. n. 15 del 22.12.2004 e s.m.i. ), nell’ambito dell’attuale P.U.A ( Piano Urbanistico Attuativo ). Il sito è ubicato nel territorio comunale di PERITO, in provincia di Salerno, alla località PIANO PETRONE. Per l'espletamento dell'incarico sono stati eseguiti alcuni sopralluoghi nell'area in cui insiste il fabbricato, onde poter integrare con tali indagini di superficie, quelle che sono le conoscenze in termini di geologia dell’area in cui è compreso il sito di nostro interesse. Tali conoscenze si desumono, oltre che da notizie di carattere bibliografico anche da precedenti esperienze di lavoro, realizzate da questo studio in siti prossimi a quello investigato. Infatti, si è proceduto allo scavo di due trincee a differenti quote. Inoltre, è stato prelevato un campione indisturbato di terreno sul fondo dello scavo più a monte, il quale è stato, poi, sottoposto ad analisi di laboratorio, per la determinazione delle seguenti grandezze indici: analisi granulometrica, determinazione delle caratteristiche fisico – meccaniche; prova di taglio diretto, per la determinazione dei valori dell’ angolo di attrito interno (φ) e quello della coesione efficace (c); i risultati di tali prove, pertanto, vengono utilizzati per la caratterizzazione geotecnica dei terreni in un tratto significativo di versante assodato che, lungo il versante stesso, non sono stati rilevati punti di discontinuità fisica e dal punto di vista della caratterizzazione meccanica dei terreni. Inoltre, con il presente incarico è stata realizzata un’indagine geofisica mediante tecnica Masw (Multichannel Analysis of Surface Waves). Attraverso l’analisi dei risultati ottenuti, integrando questi ultimi con quelli già a disposizione e a cui si fa riferimento è stato possibile determinare la caratterizzazione sismica delle prime decine di metri del sottosuolo, al fine di ricavare il parametro

Vs30, utile, a sua volta, per la determinazione della categoria di sottosuolo di fondazione, così come previsto dalla Normativa vigente (O.P.C.M. n°3274 del 20/03/2003 e s.m.i., DM 14/01/2008 e s.m.i.) e per la determinazione della risposta sismica locale (micro zonazione sismica).

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Da quanto indagato, si ritiene che la richiesta di ambito di trasformazione produttiva “D” del vigente P.U.C. è, dal punto di vista dell’analisi geologica, idrogeologica, geotecnica e della micro zonazione sismica, assolutamente fattibile e non apporterà alcuna modifica alla naturale successione geolitologica e all’attuale conformazione geomorfologica del versante, così come ampiamente discusso più avanti nel presente elaborato. La caratterizzazione geo-morfologica del sito indagato, l'assoluta mancanza di indizi, che avrebbero potuto indurre a considerazioni negative riguardo la stabilità dei terreni, di qualsivoglia tipo, in atto o potenziali, fanno ritenere fattibile la richiesta anche dal punto di vista della tutela idrogeologica e dal rischio frana e alluvione così come, per altro, definito dal Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico (PSAI2012) redatto dall’Autorità di Bacino Regionale Sud ( ex Sinistra Sele ).

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CENNI DI GEOLOGIA E DI MORFOLOGIA:

Il sito in esame è ubicato, come detto, nel territorio comunale di Perito, in provincia di Salerno, alla località Piano Petrone. La quota topografica è intorno ai m. 70 s.l.m., ed è segnato nel foglio di mappa n. 31 alle particelle nn. 232 - 234. Il sito di nostro interesse è parte del versante meridionale di un rilievo, che si allunga in direzione N– S e NW – SE verso la valle del torrente Fiumara della Selva dei Santi che, a sua volta, raccogliendo le acque di incisioni più piccole ed il cui corso si allunga in senso ortogonale al suo, come ad esempio il torrente vallone di , confluisce, poi, nel fiume , alla sua sinistra orografica. Tali incisioni, rappresentano gli spartiacque di piccoli rilievi, soprattutto in destra orografica del torrente Vallone della Selva dei Santi. Sui crinali di tali rilievi si sono sviluppati i centri abitati di Perito, Orria e della sua frazione e . Più limitati come percorso longitudinale e meno profondi sono le incisioni che solcano il versante in sinistra del torrente Vallone della Selva dei Santi e sul cui crinale si è sviluppato il centro abitato di Salento. Si tratta, quindi, di un’area abbastanza articolata con i rilievi collinari, di cui quello di nostro interesse è parte, che costituiscono quel complesso sistema di colline del cosiddetto “storico” ovvero quella parte del territorio cimentano che fanno da corona al monte Gelbison, ( m. 1708 s.l.m. ), che si rileva più verso sud est, e che rappresenta l’elemento dominante di questa parte del territorio della parte meridionale della provincia di Salerno. Le valli dei vari corsi d’acqua, come si diceva. sono di limitata estensione areale, andamento pressocchè rettilineo, e di limitato sviluppo orizzontale. I corsi d’acqua che le hanno originate sono di natura torrentizia; con frequenti periodi di magra o di secca, e brevi ma concentrati periodi di piena, in concomitanza con eventi meteorici molto intensi. I versanti, sia occidentali che orientali dei rilievi che fanno da spalle alle valli di cui si diceva, sono solcati a più altezze da incisioni di lunghezza e di profondità variabili, anche in funzione del grado di resistenza che i terreni offrono all’erosione. Infatti, laddove i terreni hanno offerto un buon grado di resistenza, la morfologia dei versanti si presenta addolcita, mentre dove il potere erosivo è stato più aggressivo la copertura superficiale è stata dilavata mettendo a giorno le formazioni rocciose del substrato. Lungo i versanti, comunque, si individuano in alcuni punti, laddove la morfologia è più acclive, dei gradoni di terreno protetti da semplici e rudimentali muretti a secco; tali strutture, realizzate soprattutto per contenere il terreno e quindi non scoprire le radici degli alberi, hanno contribuito all'equilibrio dei terreni agrari. Tale equilibrio, negli 3 Studi, ricerche e progetti per il territorio G.D.s. geol.dr. G.ABATE, via San Giovanni 1 – 84050 EREDITA C.to (SA) / tel. 0974833762 ______ultimi anni, è stato messo più volte a rischio. Infatti, con l’avvento di attrezzature e di macchine agricole, che fanno risparmiare tempo, si è via via realizzato un “livellamento” delle superfici agrarie individuando, spesso, pendenze non trascurabili, se non elevate. Inoltre, l’abbandono dei famosi “canali di scolo” o di solchi longitudinali che avevano il compito di “spezzare” il potere erosivo delle acque ruscellanti, hanno contribuito ad amplificare quei processi evolutivi superficiali e piuttosto lenti tipici, comunque, dell'intera area cilentana. Anche la mancata “pulizia dei fondi” ha contribuito a deviare i naturali percorsi di scolo, individuando nuovi e più delicati punti di cedimento dei terreni. D’altra parte, però, il versante si presenta mediamente esente da fenomeni gravitativi di dimensioni discrete e di profondità non superficiale. Nella parte più a monte dell’area di nostro interesse si rileva l’invaso artificiale di Piano Della Rocca, determinato dallo sbarramento in terra sul corso del fiume Alento. Più verso nord est, si innalzano i contrafforti rocciosi carbonatici appartenenti alla dorsale M.te Soprano – M. te Vesole - M. te Chianello. Dal punto di vista della geologia, il substrato del sito di cui ci stiamo occupando, come per quasi tutti i territori comunali dell’area in cui esso è inserito, è per la sua totalità rappresentato dai termini rocciosi appartenenti alla nota serie geologica del "Flysch del Cilento ". In quest'area le formazioni rocciose di tale serie geologica sono costituite da alternanze di marne e marne calcaree, generalmente scagliose di colore cinereo ( tipo fogliarina ), con intercalazioni di arenarie quarzoso-micacee in strati e banchi ed argille in livelli sottili, e sono coperti da livelli di suolo di natura detritico eluviale che, localmente raggiungono spessori maggiori, mentre in altre aree, soprattutto laddove i processi erosivi sono stati più intensi, la copertura si presenta estremamente ridotta. In letteratura, i terreni del Flysch si sono depositati in facies di bacino profondo; in fase di compressione orogenica appenninica miocenica, i terreni fliscioidi si andranno ad accavallare sui depositi, più distali ed appartenenti al dominio paleogeografico di piattaforma carbonatica, conosciuta in letteratura come Piattaforma Carbonatica Interna, o Alburno - Cervati. I depositi appartenenti a questa serie carbonatica costituiscono la dorsale monoclinalica rocciosa del sistema M.te Soprano – M.te Vesole – M.te Chianello.

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CONSIDERAZIONI TECNICHE:

Per l'espletamento dell'incarico affidatoci, sono stati eseguiti alcuni sopralluoghi sul sito oggetto del presente studio; tali indagini hanno integrato quelle che sono le conoscenze geologiche dell'area, desunte oltre che da notizie di carattere bibliografico anche da precedenti esperienze di lavoro, realizzate da questo studio in siti prossimi o simili a quello investigato. Inoltre, per la peculiarità dell’incarico ricevuto, sono stati consultati alcuni siti, fra cui quello dell’Autorità di Bacino Regionale Campania Sud ( già Sinistra Sele ), ed è stata realizzata una di indagine bibliografica che, come detto, ha integrato i risultati ottenuti “in situ”, dando come risultato una buon correlazione fra i dati di ricerca e quelli ottenuti dalle indagini in situ.

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GEOMORFOLOGIA:

Il sito di nostro interesse è ubicato, come detto, lungo il crinale di un piccolo rilievo che s’innalza a poca distanza dal letto del torrente Vallone della Selva dei Santi, in sinistra di questo ultimo, a poche centinaia di metri della confluenza di tale torrente con il fiume Alento, di cui è affluente in sinistra. Tale rilievo funge, come altri, numerosi in questa parte del territorio cilentano da spartiacque fra brevi e con profondità variabili incisioni. In queste incisioni scorrono corsi d’acqua tutti a carattere torrentizio, per cui durante il periodo di piovosità erodono con gradi discreti la copertura. In alcuni punti questa è molto ridotta mostrando a giorno le formazioni rocciose. Come si dirà, in latra parte del presente elaborato, nel sito di nostro interesse il substrato roccioso è stato rinvenuto a profondità non superiori a m. 3,00 dal p.c., mettendo a giorno formazioni arenaceo-marnose. In ultima analisi si tratta dell’area prossima al fondovalle dell’asta frenante principale, il torrente Vallone della Selva dei Santi che scorre con andamento pressappoco E – W , abbastanza rettilineo se si esclude l’ultima fase prima della sua confluenza con il fiume Alento che, a causa dell’immediata perdita di energia, da vita a frequenti episodi di meandri. In alcuni rilievi, prossimi all’area di nostro interesse sono stati rilevati piccoli episodi di “calanchismo”. “…I calanchi sono un fenomeno geomorfologico di erosione del terreno che si produce per l'effetto di dilavamento delle acque su rocce argillose degradate, con scarsa copertura vegetale e quindi poco protette dal ruscellamento …. i solchi che si formano all'interno del terreno si accentuano rapidamente, allungandosi e procedendo a ritroso, moltiplicandosi e ramificandosi. Tale processo si estende ad interi versanti, suddivisi da numerose vallecole separate a loro volta da strette creste con micro versanti nudi in rapida evoluzione. Le cause di innesco del processo che porta alla formazione dei calanchi sono molteplici e spesso concomitanti: in primis la presenza di un substrato argilloso con discreta componente sabbiosa; regime climatico caratterizzato da una lunga estate secca e piogge intense concentrate in determinati periodi dell'anno…” ( Wikipedia). Consultando, quindi gli elaborati cartografici messi a disposizione dal PSAI2012 ( Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, redatto dall’Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD ( ex Sinistra Sele ) abbiamo rilevato che l’area strettamente interessata dalla richiesta per la quale è stato redatto il presente elaborato, viene definita come sistema morfologico “SISTEMA SOMMITALE “ e SISTEMA DI VERSANTE”, come complesso morfologico “ CRINALI PRINCIPALI E SECONDARI” e “VERSANTE APERTO < 30°”. Come si evince dalla descrizione i crinali di rilievo sono generalmente generati da formazioni rocciose; consultando la carta delle curve di livello non si

6 Studi, ricerche e progetti per il territorio G.D.s. geol.dr. G.ABATE, via San Giovanni 1 – 84050 EREDITA C.to (SA) / tel. 0974833762 ______evidenziano elementi che avrebbero potuto indurre a considerazioni negative rispetto all’attuale equilibrio dei terreni e dei termini riferibili a questa unità morfologica. Per quanto riguarda l’altra unità morfologica si ritiene di analizzare quanto descritto qui di seguito:

( da P.Colombo “Elementi di geotecnica” Zanichelli, BO; 1984) che mette in relazione N ( sull’asse verticale ) fattore di stabilità, β angolo del pendio e φ, valore che dipende dall’obliquità rispetto alla tangente al cerchio di attrito. Il cerchio di attrito viene costruito, per grandi linee, in modo che esso sia uguale al rapporto fra i momenti resistenti e quelli che tendono alla rottura del pendio. Si tratta di un ragionamento teorico ma che con buon approssimazione tende alla realtà. In pratica, osserviamo che per pendii con β minore di 30 gradi, e con un φ intorno ai 5° , il fattore di stabilità è intorno ai valori massimi. .

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GEOLITOLOGIA:

Dall’analisi della carta della geolitologia ( Aut. Di Bac. Reg. CAMPANIA SUD ) si rileva che i termini del substrato del sito di nostro interesse sono da riferirsi alle Unità Litostratigrafiche sin e post orogene, appartenenti al Gruppo del Cilento, Formazione di san Mauro, unità di Vallone Cugnulo Stretto. Si tratta di un’alternanza di arenarie litiche con grana da fine a media e siltiti grigio – giallastre in strati medi e sottili, alternati a peliti in strati da medi a sottili. Spesso frequenti intercalazioni di calcilutiti biancastre e marne calcaree. La datazione non è più antica del Langhiano ( Cammarosano et alii 2004 ). ( Note illustrative della Carta Geologica d’Italia a scala 1 : 50.000; foglio 504 ; ISPRA: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Università degli studi di Napoli “Federico II”, Polo di Scienza e Tecnologia - Dipartimento di Scienze della Terra; 2010 ). I termini che afferiscono alle unità geologiche come sopra descritte fanno rilevare un alto grado di termini litoidi, in strati da medi a sottili. La stratificazione, quindi, indica poca presenza di termini argillosi o sottili, i quli geometricamente possono indurre a evoluzioni che possono andare a modificare l’attuale equilibrio dei terreni interessati.

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IDROGEOLOGIA:

Il bacino del fiume Alento si presta ad interessanti analisi di tipo idrogeologico, in quanto è caratterizzato da una litologia che, per quanto concerne i risvolti relativi alle acque sotterranee, può essere considerata sufficientemente omogenea. Esso è infatti impostato, quasi esclusivamente sulla parte bassa della serie geologica del Flysch del Cilento, costituita da litotipi prevalentemente arenaceo – marnoso – argilloso. Tale successione, può essere distinta in tre parti come l’inseime di formazioni già appartenenti al Flysch del Cilento. Dalla più bassa alla più alta possiamo avere, quindi: a. livelli argilloso – siltosi - arenacei ( Formazioni di Crete Nere e di p.p. ) b. alternanze di livelli arenacei, arenaceo – calcarenitici, siltitici e argillosi – siltitici ( Formazioni di Pollica e di San Mauro p.p. ) c. livelli marnosi – arenacei con frequenti conglomerati a matrice prevalente ( Formazione di San Mauro p.p. e di Monte Sacro ).

Questi terreni si presentano piuttosto omogenei dal punto di vista idrogeologico, tanto da poter essere accorpati in un unico complesso idrogeologico arenaceo – marnoso – argilloso scarsamente permeabile ( Guida et alii, 1980 ). La circolazione idrica sotterranea è prevalentemente poco profonda e i recapiti delle acque di deflusso idrico sotterraneo sono quindi rappresentati dal corso del fiume Alento. Il bacino, quindi, presenta una risposta agli afflussi strettamente legata alle caratteristiche di scarsa permeabilità della litologia affiorante ( Celico et alii, in GEOLOGICA ROMANA 1994 ).

Dall’analisi, quindi, di questo lavoro si rileva che i terreni e le formazioni rocciose affioranti nel bacino del fiume Alento, sono caratterizzati da litotipi appartenenti ad una successione arenaceo – marnoso – argilloso, caratterizzata da scarsa permeabilità e quindi con aliquote di infiltrazione molto basse e ruscellamento superficiale marcato. Questo, inoltre viene confermato dalle forme erosive sui terreni argillosi ( calanchi ) e dalle frequenti incisioni che bordano i rilievi. Gli apporti, fra l’altro, come recapito nel corso dell’asta drenante principale, il fiume Alento non sono tali da poter far rientrare le aree di cui ci stiamo interessando all’interno delle fasce fluviali caratterizzate da alluvioni, come si evince dalla cartografia specifica in allegato.

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MICROZONAZIONE SISMICA:

Le Nuove Norme Tecniche per le costruzioni ( D.M. 14.01.2008 ), al paragrafo 3.2 prevedono: “ Le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto dei diversi stati limite considerati, si definiscono a partire dalla pericolosità sismica del sito di costruzione. Essa costituisce l’elemento di conoscenza primaria per la determinazione delle azioni sismiche. La pericolosità sismica

è definita in termini di accelerazione orizzontale massima attesa (ag)in condizioni di campo libero su un sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale ( categoria “A” quale definita al paragrafo 3.2.2 ), nonché di ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad esso corrispondente Se(T) con riferimento a prefissate probabilità di eccedenza PVR, come definito al paragrafo 3.2.1 nel periodo di riferimento VR come definito al paragrafo 2.4…..Ai fini dela presente normativa le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR,, a partire dai valori dei seguenti parametri su sito di riferimento rigido orizzontale:

ag: accelerazione orizzontale massima al sito;

FO: valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione massima;

T*C : periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione massima. ( Nuove Norme tecniche per le costruzioni – D.M. 14.01 2008 ).

La classificazione sismica ( Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003 – OPCM n. 3274 del 20 marzo 2003 ) ha suddiviso il territorio nazionale in 4 Zone: Zona 1 : è la più pericolosa dove possono verificarsi terremoti fortissimi; Zona 2 : in questa zona possono verificarsi terremoti forti; Zona 3 : in questa zona possono verificarsi forti terremoti, ma rari; Zona 4 : è la zona pericolosa. I terremoti sono rari.

Successivamente ( OPCM 3519/06 ) le zone sono state modificate e come parametro di riferimento è stata considerata l’accelerazione orizzontale massima (ag):

Zona 1 : (ag) > 0.25 ;

Zona 2 : 0.15 < (ag) < 0.25 ; 10 Studi, ricerche e progetti per il territorio G.D.s. geol.dr. G.ABATE, via San Giovanni 1 – 84050 EREDITA C.to (SA) / tel. 0974833762 ______

Zona 3 : 0.05 < (ag) < 0.15;

Zona 4 : (ag) < 0.05.

Quindi, la Normativa attuale abbandona il concetto di categoria per assumere quello di zona, sostituendo il concetto di “S”, coefficiente con quello di accelerazione orizzontale massima probabile

( ag ). Il territorio comunale di Perito è classificato, con la Nuova Normativa in: Zona Sismica 3

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Da questa mappa si evince che il territorio comunale di cui stiamo parlando è compreso soprattutto nella fascia di riferimento più bassa, come detto, zona 3.

In termini di risposta locale, l’effetto di maggiore considerazione, sono i fenomeni legati alla liquefazione ed all’addensamento. Pertanto, si riporta “INDIRIZZI E CRITERI PER LA MICROZONAZIONE SISMICA”( a cura di F.BRAMERINI, G. DI PASQUALE, G.NASO, M.SEVERINO ) Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della protezione civile 2008.

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È stata riportata integralmente la fonte. In conclusione, quindi, affinchè si generino fenomeni di liquefazione devono, necessariamente essere soddisfatte contemporaneamente le seguenti condizioni: 14 Studi, ricerche e progetti per il territorio G.D.s. geol.dr. G.ABATE, via San Giovanni 1 – 84050 EREDITA C.to (SA) / tel. 0974833762 ______

1. i terremoti dovrebbero avere ag (accelerazione orizzontale di picco ) > 0.15 2. la falda dovrebbe essere ad una profondità minore di 15 m. Al punto 1 si è già risposto; per quanto riguarda il punto 2 si irmanada al paragrafo IDROGEOLOGIA, da cui si evince che i terreni di nostro interesse avendo un coefficiente di permeabilità inferiore al 20 % sono ben lungi dall’essere saturi. Inoltre, i litotipi che si alternano ai termini arenacei, ovvero marnosi e argillosi, soddisfano in modo sufficiente la considerazione di terreni non saturi. Inoltre, poiché legato al fenomeno della liquefazione, è il fenomeno dell’addensamento riteniamo di riportare l’introduzione de “ IL MANUALE INTERNAZIONALE TC4 PER LA ZONAZIONE DEI RISCHI GEOTECNICI: UN ESEMPIO DI APPLICAZIONE AL CONTESTO ITALIANO” di CLAUDIA MADIAI – UNIVERSITÁ di FIRENZE – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE – FIRENZE 2007. “….In relazione al comportamento che i terreni di fondazione presentano in occasione di un determinato evento sismico, essi possono essere suddivisi, in prima approssimazione, in due grandi categorie: << terreni stabili >> e << terreni instabili >>. Alla seconda categoria a appartengono quei terreni in cui si manifestano, durante un terremoto, fenomeni di instabilità o deformazioni permanenti che, essendo associati a grandi movimenti, causano inevitabilmente il collasso delle opere sovrastanti. È questo il caso di movimenti franosi di varia natura, crolli di ammassi rocciosi, cedimenti legati alla presenza di cavità o causati di fenomeni di liquefazione di terreni saturi o di densificazione di terreni granulari sopra la falda, dislocazioni lungo faglie attive…

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Anche in questo caso, così come si era visto per il problema della liquefazione le condizioni essenziali sono : evento sismico con ag > 0.15 e falda superficiale. Nel caso dell’addensamento, poi, compare il termine “terreno granulare” evidentemente “saturo”.

Più avanti a pag. 39, la stessa Autrice afferma che : “…È stato infatti osservato che la composizione granulometrica e lo stato di addensamento sono due parametri molto influenti sulla suscettibilità alla liquefazione…”. Da ciò si evince che liquefazione ed addensamento sono fenomeni strettamente interdipendenti fra di loro. È ovvio, che, l’addensamento è un parametro fondamentalmente legato alla composizione granulometrica di un terreno che potrà essere definito sciolto o addensato in funzione del grado di addensamento. Infatti, in “VALUTAZIONE DEL POTENZIALE DI LIQUEFAZIONE – DOCENTI.UNINA” 2013 ( pag. 7 ) si legge: “…Fondamentale

è anche il grado di addensamento del terreno, esprimibile attraverso il parametro Dr % (densità relativa). I terreni molto addensati,se sollecitati, subiscono un aumento del volume con conseguente diminuzione di Dr. L’ aumento di volume ha come conseguenza, nei terreni saturi, un richiamo dell’acqua dall’esterno verso l’interno… L’esatto contrario avviene nei terreni poco addensati , dove una sollecitazione tende a produrre una diminuzione di volume con conseguente flusso idrico verso l’esterno…”. Pertanto, liquefazione e addensamento sono fenomeni strettamente legati fra loro.

PROSPEZIONE GEOFISICA MEDIANTE TECNICA MASW: METODOLOGIA ED

ACQUISIZIONE La metodologia MASW (Multichannel Analysis of Surfaces Waves) è una tecnica di indagine non invasiva basata sulla misura delle onde superficiali eseguita in corrispondenza di diversi sensori (nel nostro caso i geofoni) posizionati sulla superficie del suolo. La prova in questione rende possibile la determinazione del profilo di velocità delle onde di taglio (Vs) del sottosuolo investigato. I risultati e la descrizione dell’indagine MASW sono forniti in allegato, parte integrante del presente elaborato.

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L’indagine in questione, quindi, colloca il sottosuolo investigato in categoria B (O.P.C.M. n°3274 del 20/03/2003 e s.m.i. e D.M. 14/01/2008 e s.m.i.), con Vs30 622 m/s. Tale categoria di sottosuolo è stata ricavata, come da normativa citata in precedenza, dalla seguente relazione:

Con hi = spessore dello strato i-esimo; Vi = velocità delle onde di taglio dello strato i-esimo; N = numero degli strati nei primi 30 metri.

Categoria sottosuolo di fondazione Vs30 Nspt,30 - cu,30 A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi comprendenti in superficie uno strato di >800 m/s alterazione, con spessore massimo pari a 3m B Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 >360 m/s Nspt,30>50 m, caratterizzati da un graduale < 800 m/s Cu,30>250kPa miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità C Depositi di terreni a grana grossa mediamente > 180m/s 15800 m/s)

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GEOTECNICA:

Per la determinazione delle caratteristiche meccaniche del volume di sottosuolo direttamente interessato dalle strutture di fondazione, è stato prelevato un campione indisturbato ad una profondità intorno a m. 3.50. dal p.c.. Tale campione è stato sottoposto a prove di laboratorio per la determinazione delle caratteristiche fisiche generali, per la determinazione della granulometria, e di taglio diretto per la determinazione dei valori di resistenza alla rottura. . Dai risultati di tali prove sono emerse le seguenti caratteristiche:

1. Trattasi di un campione di limo sabbioso- ghiaioso; 2. le grandezze indici sono le seguenti:

 = peso di volume t/m3 = 1.9

φ = angolo di attrito interno ( gradi°) = 26

c = coesione efficace = Kg/cm2 0.10

Tali valori, in questa fase sono considerati in modo cautelativo e calcolati in modo empirico, rifacendosi a delle tabelle sperimentali. Pertanto, volendo calcolare in condizioni così come precedentemente definite, i valori dei parametri meccanici dei terreni di fondazione, compresi nel volume di sottosuolo significativo, ovvero, direttamente interessato dalle strutture di fondazione dell’intervento previsto in progetto, quindi dell’interazione terreno - fabbricato per una trave larga m. 1.00 e posta ad una profondità di circa m. 1.00 dal piano di sbancamento, adottando i parametri meccanici dedotti ed utilizzando la formula di Terzaghi per fondazioni superficiali si ottiene:

2 Qlim = c Nc +  H Nq + 1/2  B N = 5,665 Kg/cm 18 Studi, ricerche e progetti per il territorio G.D.s. geol.dr. G.ABATE, via San Giovanni 1 – 84050 EREDITA C.to (SA) / tel. 0974833762 ______con: c = coesione = 0.10 Kg/cm2  = peso di volume = 1. 9 t/m3 H = profondità della trave di fondazione = 1.0 m B = larghezza della trave di fondazione = 1.0 m Nc, Nq e N = fattori adimensionali che dipendono dall'angolo di attrito interno che per un valore pari a 26 gradi risultano essere: Nc = 22,25; Nq = 11,85 ; N = 12,54.

Applicando un coefficiente di sicurezza pari a 3, così come previsto dalla Normativa vigente, si ottiene: 2 Qamm (carico limite ammissibile in Kg/cm ) = 1.88 M (modulo di compressibilità edometrico in Kg/cm2) = 654

B (larghezza ipotetica della fondazione in m) = 1 K (costante di sottofondo pari a M/B in Kg/cm3) = 6.54

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AUTORITÀ di BACINO REGIONALE CAMPANIA SUD ( ex Autorità di Bacino Regionale Sinistra Sele ):

Il sito non è attualmente compreso in alcuna fascia definita dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PSAI 2012) redatto dall’Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD ( ex Sx Sele ), a rischio alluvione e a rischio frana.

A) RISCHIO FRANE

Si deve, però, far rilevare che lo stesso Piano individua nelle immediate vicinanze del sito di nostro interesse, delle fasce definite a pericolosità di ambito moderata (Pa1) e media (Pa2). All’art. 54 delle Norme di Attuazione e Prescrizioni di Piano (PSAI 2012):

1. Le aree di pericolosità da ambito da dissesti da versante sono qualificate dalla propensione moderata, media, elevata e molto elevata ad innescare fenomeni franosi come quelli dell’ambito di riferimento e sono rispettivamente individuate nelle cartografie di piano come Pa1, Pa2, Pa3 e Pa4.

2. Fatta eccezione per gli interventi di cui al comma 1 lettera a), b) e c) dell’art. 3 del D.L.vo n. 380/2001, nelle aree classificate a pericolosità da ambito da dissesti da sono consentiti tutti gli interventi per i quali, a seguito di studi geologici ( per le aree classificate Pa1 e Pa2 ) e di studi di compatibilità idrogeologici ( per le aree classificate Pa3 e Pa4 ) venga dimostrato che gli stessi [ interventi ] non alterino l’equilibrio idrogeologico dell’area interessata e dell’ambito geomorfologico di riferimento.

N.B. Gli interventi di cui al comma 1 dell’art. 3 del D.L..vo n. 380/2001 lettere a, b e c sono:

- Interventi di manutenzione ordinaria ( interventi che riguardano opere di riparazione sostituzione e rinnovamento delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti );

- Interventi di manutenzione straordinaria ( le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d’uso );

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- Interventi di restauro conservativo ( gli interventi edilizi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze d’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio ).

B) RISCHIO IDRAULICO

Inoltre, pur non essendo direttamente interessata l’area di nostro interesse, nei pressi vengono individuate delle fasce fluviali B2, caratterizzate dal fatto di essere probabilmente interessate da piene con un’altezza della lamina d’acqua di cm 30 e con un tempo di ritorno T pari a 100 anni.

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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE:

Per incarico del Sig. ASTORE ADAMO, abbiamo redatto la presente relazione geologica, idrogeologica, geotecnica e micro zonazione sismica a sostegno della richiesta di ambito di trasformazione produttiva “D” del vigente P.U.C. , ( ai sensi dell’art. 26 della L.R. n. 15 del 22.12.2004 e s.m.i. ), nell’ambito dell’attuale P.U.A ( Piano Urbanistico Attuativo ). Il sito in esame è ubicato nel territorio comunale di Perito, in provincia di Salerno, alla località Piano Petrone. La quota topografica è intorno ai m. 70 s.l.m., ed è segnato nel foglio di mappa n. 31 alle particelle nn. 232 - 234. Per l'espletamento dell'incarico affidatoci, sono stati eseguiti alcuni sopralluoghi sul sito oggetto del presente studio; tali indagini hanno integrato quelle che sono le conoscenze geologiche dell'area, desunte oltre che da notizie di carattere bibliografico anche da precedenti esperienze di lavoro, realizzate da questo studio in siti prossimi o simili a quello investigato. Inoltre, si è proceduto alla realizzazione di due scavi, a diversa quota topografica, i quali hanno raggiunto mediamente la profondità intorno ai m. 3.00 – 3.50 dal p.c. È stato prelevato, poi, un campione indisturbato di terreno dal fondo scavo, e sottoposto ad analisi di laboratorio, fra cui quella per la determinazione delle caratteristiche fisiche, della granulometria e di taglio diretto. Infine, è stata condotta un’indagine sismica di tipo MASW. Da ciò che è emerso in fase di indagine, quindi, la richiesta di ambito di trasformazione produttiva “D” del vigente P.U.C. , ( ai sensi dell’art. 26 della L.R. n. 15 del 22.12.2004 e s.m.i. ), nell’ambito dell’attuale P.U.A ( Piano Urbanistico Attuativo ), viene considerata fattibile e compatibile con l’area in cui è inserito il sito con le modalità e con le prescrizioni che sono emerse dal presente elaborato. Questo è quanto per questa prima fase; ovviamente, si resta a disposizione per poter fornire successivamente tutta la necessaria, e per quanto di nostra competenza, assistenza. geol.dr. Gianpiero ABATE

______Ord. dei Geologi della Reg. Campania n. rif. 796

Eredita, marzo 2017 22 Studi, ricerche e progetti per il territorio G.D.s. geol.dr. G.ABATE, via San Giovanni 1 – 84050 EREDITA C.to (SA) / tel. 0974833762 ______

23 Studi, ricerche e progetti per il territorio G.d.s. Studio di geologia tecnica ALLEGATI AREA di STUDIO INQUADRAMENTO TERRITORIALE Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD (ex Sinistra Sele) Scala GENERALE Scala ESTRATTO dal PIANO STRALCIO per l’ASSETTO 1 : 5.000 Stralcio dalla Carta Geologica d’Italia 1 : 100.000 IDROGEOLOGICO 2012 Foglio n. 209 () RISCHIO FRANE Carta della PERICOLOSITÀ Comune di PERITO (SA) AREA di STUDIO INQUADRAMENTO TERRITORIALE Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD (ex Sinistra Sele) CARTOGRAFIA I.G.M. Scala ESTRATTO dal PIANO STRALCIO per l’ASSETTO Comune di PERITO (SA) 1 : 25.000 IDROGEOLOGICO 2012 Scala AREA di STUDIO RISCHIO FRANE 1 : 5.000 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Carta GEOMORFOLOGICA finalizzata alla pericolosità di versante AEREOFOTOGRAMMETRIA Scala e di fondovalle Comune di PERITO (SA) 1 : 5.000 Elemento n. 503102 località PIANO PETRONE Comune di PERITO (SA) AREA di STUDIO AREA di STUDIO Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD (ex Sinistra Sele) Scala (ex Sinistra Sele) Scala ESTRATTO dal PIANO STRALCIO per l’ASSETTO 1 : 5.000 ESTRATTO dal PIANO STRALCIO per 1 : 25.000 IDROGEOLOGICO 2012 l’ASSETTO IDROGEOLOGICO 2012 RISCHIO FRANE PIANO ALLUVIONI - Carta delle Fasce fluviali Carta GEOLITOLOGICA del substrato Comune di PERITO (SA) Elemento n. 503102 Comune di PERITO (SA) AREA di STUDIO Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD PLANIMETRIA CATASTALE Scala (ex Sinistra Sele) Comune di PERITO (SA) 1 : 2.000 ESTRATTO dal PIANO STRALCIO per Località PIANO PETRONE l’ASSETTO IDROGEOLOGICO 2012 Scala Foglio n. 31; part.lle nn. 232 - 234 RISCHIO FRANE 1 : 5.000 Carta del RISCHIO Comune di PERITO (SA) INQUADRAMENTOGENERALE

Stralcio dal F. n. 209 (Vallo della Lucania) della Carta Geologica d’Italia scala 1: 100.000 INQUADRAMENTO GENERALE. CARTOGRAFIA I.G.M. Comune di PERITO (SA) scala 1 : 25.000 AREA di STUDIO INQUADRAMENTO TERRITORIALE AEROFOTOGRAMMETRIA a curve di livello Comune di PERITO (SA) Località Piano PETRONE scala 1 : 5.000 AREA di STUDIO Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD ( ex Sinistra Sele ) ESTRATTO dal PIANO STRALCIO per l’ASSETTO IDROGEOLOGICO 2012 PIANO ALLUVIONI - Carta delle Fasce fluviali Comune di PERITO (SA) scala 1 : 25.000 Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD ( ex Sinistra Sele ) ESTRATTO dal PIANO STRALCIO per l’ASSETTO IDROGEOLOGICO 2012 PIANO ALLUVIONI - Carta delle Fasce fluviali Comune di PERITO (SA) scala 1 : 25.000

B2 : quella compresa fra il limite inferiore della B1 e la congiungente i punti in cui il livello d’acqua = 30 cm per piene con un periodo di ritorno T = 100 anni AREA di STUDIO Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD ( ex Sinistra Sele ) ESTRATTO dal PIANO STRALCIO per l’ASSETTO IDROGEOLOGICO 2012 RISCHIO FRANE - Carta del RISCHIO Comune di PERITO (SA) scala 1 : 5.000

LEGENDA

Aree classificate dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico 2012 a rischio MODERATO di dissesti da versante (R1)

Aree classificate dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico 2012 a rischio MEDIO di dissesti da versante (R2) AREA di STUDIO Autorità di Bacino Regionale CAMPANIA SUD ( ex Sinistra Sele ) ESTRATTO dal PIANO STRALCIO per l’ASSETTO IDROGEOLOGICO 2012 RISCHIO FRANE - Carta della PERICOLOSITÀ Comune di PERITO (SA) scala 1 : 5.000

LEGENDA

Aree classificate dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico 2012 a pericolosità MODERATA di ambito (Pa1)

Aree classificate dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico 2012 a pericolosità MEDIA di ambito (Pa2) AREA di STUDIO PLANIMETRIA CATASTALE Comune di PERITO (SA) Località Piano PETRONE Foglio n.31 - part.lle nn. 232 - 234 Scala1:2.000 AUTORITÀ DI BACINO REGIONALE CAMPANIA SUD (ex SINISTRA SELE ) CARTA GEOMORFOLOGICA finalizzata alla pericolosità di versante e di fondovalle Elemento n. 503102 Comune di PERITO (SA) Scala 1. 5.000 AUTORITÀ DI BACINO REGIONALE CAMPANIA SUD (ex SINISTRA SELE ) CARTA GEOMORFOLOGICA finalizzata alla pericolosità di versante e di fondovalle Scala 1. 5.000 AUTORITÀ DI BACINO REGIONALE CAMPANIA SUD (ex SINISTRA SELE ) CARTA GEOLITOLOGIA del SUBSTRATO Elemento n. 503102 Comune di PERITO (SA) Scala 1. 5.000 AUTORITÀ DI BACINO REGIONALE CAMPANIA SUD (ex SINISTRA SELE ) CARTA GEOLITOLOGIA del SUBSTRATO Elemento n. 503102 Scala 1. 5.000 G.d.s.

Studio di geologia tecnica

ALLEGATI TECNICI

• ANALISI DI LABORATORIO SU CAMPIONE di TERRENO

• INDAGINE MASW