Martedì 15 novembre 1994 Sport ITnitài? pagina 11 Il «Leone delle Fiandre» si occupa ora di auto sportive. «Che fatica vincere con Bartali e Coppi!

Il campione decisionista

GINO SALA UANDO SCRIVO che nella tematica dei doveri e dei diritti i comdon dovrebbero essere parte dirigente di un ciclismo bisognoso di profonde correzioni, quanclqo vedo elementi di buon livello che cessando l'attività quandagonisticao , si accantonano pur avendo qualcosa di prezioso da trasmettere, il mio pensiero va a Fiorenzo Magni. Certo. non mi piacque il Magni incontrato in una domenica del no­ vembre 1956. Si stava disputando il , era­ no in fuga Coppi e Ronchini e io assaporavo il pezzo sulla probabile vittona del campionissimo Sembrava un risultato acquisito, strombazzavano auto e motociclette come se vo­ lessero annunciare il colpo d'ali di un personaggio tanto ca­ ro alle folle, ma quando mancavano pochi chilometri alla conclusione, nel gruppo degli inseguitori nasceva una ribel­ lione inaspettata, una caccia furiosa provocata da un gesto offensivo mdinzzato a Magni da una donna al seguito E per rispondere a Giulia Occhini ( la compagna di Coppi j lo stes­ so Magni organizzava l'inseguimento. Ingobbita sul manu­ Carta d'identità ragioni politiche (simpatizzante di brio, la pattuglia degli staccati passava così dalla rassegna­ destra), cui solo nel '47 potè riprendere a zione alla rabbia e i due fuggitivi venivano ripresi alle ixirte Fiorenzo Magni è nato II 7 dicembre 1920 correre con la grinta di sempre. Magni ha di Milano. Volata sul tondino del Vigorelli, primo il francesi' vinto tre Giri d'Italia (1948. '51, '55jetre a Vaiano Prato (Firenze). Passista veloce, Damgade, secondo Coppi che vedevo uscire dal velodromo discesista. Professionista dal 1941 al Giri delle Fiandre ('49,'50,'51). Inoltre 1956 nella sua carriera ha collezionato per tre volte è anche stato campione con le lacrime agli occhi Fausto non aveva mai pianto per 72 vittorie. Grazie al suo temperamento e d'Italia (1951, '53. '54). Tra le altre sue una sconfitta, ma quella classica di fine stagione che aveva alla sua eccezionale capacità di vittorie 7 tappe del Tour de Franco e 6 del vinto cinque volte gli stava particolarmente a cuore nel mo­ sacrificio. Magni, pur essendo Giro d'Italia. Poi Giro del Remonte (1942, mento in cui la sua carriera volgeva al termine e fu un brutto •soffocato- da Bartali e Coppi, è riuscito a '53, '56), (1947), colpo perdere in quel modo.. collezionare molte affermazioni Trefeo Baracchi (1949. '50, '51), Giro del prestigiose sia In Italia che all'estero. Veneto (1953), Giro di Romagna (1951e Piacere o non piacere. Magni era stato comunque un de­ Dava il meglio di so quando il tempo era '55), ( 1949 e 1954), Giro inclemente. Proprio per queste sue del lazlo(1951e '56), Milano-Torino cisionista, uno che mira dntto allo scopo, qualità che lo ha attitudini, e per le sue 3 vittorie In Belgio, ( 'SD, Milano-Modena (1954 e 1955), distinto nelle vesti di pedalatore e che lo ha portato ad inca­ è stato soprannominato -Leone delle Sassari-Cagliari (1953), Roma-Napoli- richi sempre più importanti, prima commissano tecnico de­ Fiandre». Coraggioso Ano alla Roma (1952 a 1953). Magni è stato gli azzurri, poi presidente dell'Associazione corridori e infine spericolatezza nelle discese. Magni si è commissario tecnico della nazionale, spesso infortunato (famosissima la presidente della Lega professionistica. Adesso Fiorenzo presidente della Lega e dell'Associazione (classe 1920) vive un po' appartato, ciclisticamente parlan­ frattura alla clavicola durante II Giro Italiana corridori. Attualmente è ancora d'Italia del '56, secondo dietro a Gaul). presidente dell'Associazione azzurri do, e io penso che il suo distacco sia in parte dovuto a disac­ Già in evidenza a 20 anni, la sua carriera è d'Italia. Abita a Monacello Brianza e cordi coi governanti di oggi. Diversa è la sua concezione, di­ stata Interrotta dalla guerra e poi, per lavora a Monza. Due immagini di Fiorenzo Magni, campione degli Roto-Foto/United Press verso l'operato anche se devo ncordare che non sempre ho condiviso le sue impostazioni. Aveva il buon gusto di rispon­ dere per lettera alle mie osservazioni, ma al di là delle diffe­ renze capivo che il decisionista aveva le mani legate. Cosi ha rotto con le istituzioni ed è uscito dal palazzo. In punta di piedi, forse un pochino richiamato dagli affan personali, ma anche per non confondersi con metodi e comportamenti contran alla sua visuale. Un Magni che mai e poi mai avreb­ be approvato le idee e i fatti dell'olandese Verbruggen, per Magni, la bici spericolata intenderci, un Magni impossibilitato a confondere la com­ petenza con gli stravolgimenti del presidente dell'Uci. sa MQN&VUnbel raddoppio: da sulle strade della sua infanzia. Da moglie Liliana, di cui Magni è an­ Se poi sfogliamo gli almanacchi del ciclismo, devo dire 2 a 4 ruote. Auto sportive, familiari, Dalla, bici alle auto sportive: Fiorenzo Magni ieri una parte Vaiano Prato, dall'altra cora innamoratissimo come un ra­ berline, • fuonstrada. Dentro • alla Montcmurlo. Fioroni") è un ragaz­ gazzino. «Dire queste cose, in que­ che lo spazio a lui dedicato non rende giustizia ad una atleta concessionaria, anche tra gli uffici, ed oggi. Il «Leone delle Fiandre», grande corri­ zo e aspetta sui gradini di casa. La sti tempi, può sembrare strano» os­ del suo stampo. Ha vinto tre Gin d'Italia all'epoca dei Coppi tutto sa di macchine. Macchine sua bicicletta si nota subito perchè serva con una punta di ironia. «Ma e dei Banali, ha realizzato numerosi successi con l'arma del scintillanti, che emanano quella dore ai tempi di Bartali e Coppi, ora vive di mo­ non ha riè il carter né i parafanghi. io mi risposerei anche domani. coraggio e della sofferenza, s'è imposto tre volte nel Giro formidabile ebbrezza di motore «Cosi sembrava una da corsa. Forse siamo stati fortunati, ma ci delle Fiandre con un rapporto che oggi usano gli allievi, co­ pulito, vernice fresca e pneumatici Quando arrivava Aldo Bini, un cor­ siamo sempre voluti bene e, so­ sa che dovrebbe insegnare molto ai campioni dei nostn tori. Ma ogni tanto, con la sua macchina del ridore dell'epoca, m'infilavo un nuovi. Una miscela magica che ai prattutto, rispettati e aiutati recipro­ giorni, tutti alle prese con padelloni spezzagambe Mai do­ cultori da la vertigine come succe­ giornale sullo stomaco e via si par­ camente. Al sabato ci troviamo tut­ de ai bambini quando, a Natale, tempo, toma nei luoghi di antiche battaglie. tiva, lo avevo 15 anni e lui 21. ma a mo, mai arrendevole pur di fronte a rivali di grande valore. ti nella nostra casa di Monacello Nella mia memoria c'è ancora l'eco delle parole indirizzate scartano'!regali. • - quell'età sci anni sono tutto. Mi ha Bnanza. Ecco, l'età mi ha un po' fatto da nave-scuola insegnando­ a Saronni durante la presentazione di un Giro d'Italia. «Sono Questo è il regno di Fiorenzo DL NOSTRO INVIATO intenerito il cuore. Non sono più il Magni, classe 1920, toscano doc di mi a bere, a mangiare, condurre duro di una volta. Coi nipoti, faccio sorpreso e in netto contrastocon le dichiarazioni di Beppe. Il una vita da ciclista. I suoi consigli li Vaiano di Prato. Ai più giovani, DARIO CECCARELLI solo quello che vogliono loro. Che tracciato non è di suo gradimento e già s'include nell'elenco quelli che sgommano da una di­ seguo ancora adesso. Alla mattina dei battuti. Male, malissimo. Perché alzare bandiera bianca Come il vino, invecchiando ci ha muoversi, darsi da fare, essere là. bisogna bere. Tanta acqua natura­ stia diventando vecchio?» --• scoteca all'altra ascoltando -Sere­ guadagnato. A 74 anni dirige, in­ Un esempio? Il Giro d'Italia del '55. (4-CONTINUA) prima della battaglia?». nata rap» di Jovanofti, forse questo le, d'inverno anche calda. Poi cru­ sieme al genero e alla figlia Tizia­ A Trento, con Nencini in maglia ro­ sca e tanti prodotti naturali. Ogni nome dice poco o nulla. E in effetti na, un gruppo di 40 persone. La sa, i giochi sono ormai fatti. Man­ non hanno tutti i torti: quando Fio­ tanto della carne, magari tacchino sua specialità sono le automobili cano due tappe prima di arrivare a o pollo, poi moltissima frutta e ver­ MVS\M.I\*-1 renzo Magni vinceva il suo primo che ha cominciato a vendere fin Milano, ma io non mi rassegno. Al­ Giro d'Italia (19-18), i loro padn. dura. Pochi dolci, alla larga dai dal 1956, suo ultimo anno di attivi­ la sera vado in camera di Martini e banchetti Solo per il pane, se è quelli fortunati, stavano seduti sui tà. Alle 6 è in piedi, allo 8 in ufficio. gli dico che, nella discesa dopo banchi di scuola. Erano gli anni del buono, faccio eccezione. Ho 74 Trento, io attacco, Alfredo scuote anni, ma posso lavorare anche 10 ACQUISTA dopoguerra, quando la gente an­ A denti stretti la testa. Se proprio ci tieni, provaci, dava a lavorare e a ballare in bici­ ore al giorno, lo ai miei lo dico Viene quasi il sospetto, veden­ è la sua risposta poco convinta. Be­ sempre: fino a 94 anni mi dovete cletta I più ricchi con 98mila lire dolo in una vecchia gigantografia ne, mi lancio. È una picchiata brut­ potevano comprarsi la mitica «Ve­ sopportare cosi. Dopo magari ral­ con Koblet, Bobet, Coppi, Kubler. ta, e solo Koblet mi sta dietro. An­ lentiamo il ritmo». spa», ma questo era un lusso da Van Steemberg, Banali e Nencini che in pianura continuiamo a tira­ sciùri. L'Italia si metteva in moto, e ' QUESTA PIANTA: (in maglia rosa;, che Magni tra tut­ re: solo che dopo un po' veniamo la bicicletta era il suo principale te queste automobili abbia anche ripresi da Coppi e Nencini. Si va Cos'è l'amicizia strumento di loco2Ìone e di riscat- • parcheggiato la sua personalizzata avanti, ma Nencini fora e deve fer­ L'amicizia e la famiglia. In bocca to. Bartali e Coppi, che al posto dei macchina del tempo. E che ogni marsi. A quel punto, faccio quello a qualcuno sono gusci vuoti, nelle pedali avevano le ali, erano i due tanto, quando ne ha voglia, ci fa un che avrebbe fatto chiunque: tiro parole di Fiorenzo Magni prendo­ I SUOI FRUTTI angeli che univano e dividevano giro per andare a trovare sul Bon- dritto e vinco il Giro. La vita è cosi. l'Italia sportiva. no subito sostanza. «L'amico è done e sull'lzoard i suoi vecchi av­ Direte: che fortuna. Ammetto, am­ amico perché sai che in qualsiasi versari. Tra i denti, avendo la clavi­ metto, però 11 dovevo esserci. Se momento della tua vita ti può aiu­ Il terzo uomo cola fratturata, tiene un nastro le­ non fossi andato in fuga, se insom­ tare, lo e Martini ci sentiamo quasi ma non avessi fatto una pazzia, COMBATTONO Poi c'era un terzo, robusto e pre­ gato al manubno per riuscire a far tutti i giorni Come quando corre­ non avrei mai vinto il Giro» cocemente stempiato, che nelle forza. vamo assieme. Una persona foto d'epoca pare sempre fare una , «Lo so che questa 0 ormai la mia Coppi, Bartali, ciclismo eroico: è straordinaria, di rara sensibilità. Il fatica da cani. Una volta si spacca immagine. Ma non mi dispiace facile, quando si entra in questi ciclismo italiano gli deve molto. il naso, un'altra la clavicola, un'al­ perchè io, nella vita, sono uno che amarcord, farsi irretire dalla vi­ Anche , pur parlando LA THALASSEMIA. tra si butta come un kamikaze giù stringe i denti per andare avanti. A schiosa ragnatela della rctonca. poco, era un uomo sul quale pote­ da una discesa pazzesca. Un testa- proposito di questo incidente, do­ Quasi che dopo, in bicicletta, si sia vi contare, lo sono stato il primo a matta insomma, che al Giro delle vete sapere che sono caduto a Vol­ solo scherzato o giocato a scopa. correre \xr uno sponsor. Ma a Fiandre, con la pioggia o con la ne­ terra, in una discesa stupida. Sulla Fiorenzo Magni non ama soffer­ molti dell'ambiente - le case cicli­ ve, lascia nel fango*le pellacce nor­ ghiaia picchio la spalla e i medici marsi troppo sul passato, o sull'e­ stiche e la Federazione - questa diche. Un cronista della -Gazzetta» mi dicono che è fratturata. Da riti­ pica del sacrificio. novità non piaceva. Come? Magni lo chiama -Leone delle Fiandre», e rarsi, quindi. Però a Livorno c'è un corre per un formaggio o una cre­ il gioco è fatto. giorno di riposo e allora, dopo aver Ciclista di Ieri ma? Non sia mai detto. Anche "Mica era -facile emergere in parlato con Alfredo Martini, il mio «lo non ho il mito di quegli anni. Goddet nel '54 non voleva che par­ quegli anni» osserva Magni. A parte grande amico, decido di ripartire. Sarà che li ho vissuti, e quindi dò tecipassi alla Pangi-Roubaixcon la Coppie Banali, in salita due diavoli, Le provo tutte: gommapiuma sul loro la giusta dimensione, però mi scritta Nìuea sulla maglia. Fausto c'erano tanti corridori di grande manubrio, fasciature elastiche e al- piace proiettarmi nel futuro, guar­ Coppi, che era sensibile alle pro­ statura. Dei nomi? Koblet. Bobet, ,tre diavolerie. Cado ancora a Ra­ dare avanti. Vogliamo anche dire blematiche dei corridori, è interve­ Kubler, Van Steemberg, Robic. pallo, un male che fa male solo a la verità? Ora è più difficile fare il ci­ nuto. Se non fate correre Magni sto Gente in gamba, che poteva vince­ pensarci. Ritirarmi? Quello era il clista. A Vaiano, quando io ero ra­ a casa anch'io. Così siamo andati mio ultimo anno di attività. No, va­ re in qualsiasi momento. Coppi e gazzo, c'era solo un cinema. Nien- tutti e due. Grande Coppi, l'unico do avanti, dico, cosi almeno lascio Banali, poi, erano due extraterre­ suo difetto, che a volte è un pregio, un buon ncordo. Arrivano le mon­ t'altro. Il primo film cominciava al­ stri, lo pesavo 72 chili, tanti in sali­ tagne, la durissima tappa del Bon- la sette di sera, lo restavo fino alle è che parlava poco. 11 contrario di ta, quindi dovevo inventare qual­ done sotto la neve. A poco a poco, nove. Se durava di più andavo a Bartali. uomo eccezionale per altri cosa. Uno può anche dimagrire, letto. In questo mestiere si fa così. versi. Andare in bicicletta, vedete, 1 si ritirano tutti. E io, dietro a Gaul, ma dopo chi ti dà la forza'! Per arrivo secondo. Una gara a climi- Non ci son storie. Ma adesso? Tv, serve a pensare. Che fa uno in bici­ crearmi un mio spazio, m'inserivo nazione, lo ho tenuto cluro, ma so­ cassette, computer, discoteche, cletta? Pedala e pensa. Pensando quando loro sbagliavano. Ma non no stati gli altri a tirarsi indietro». settimane bianche, tropici. Come pensando nel '46. mi è venuto in , ho mai avuto il complesso del ter­ fa un ragazzo a condurre una vita mente di fondare un'associazione zo incomodo, del Davide schiac­ È un uomo sereno, Magni. Che da ciclista. Ci vuole disciplina, vo­ che difendesse i diritti dei corridori. ciato dai due Golia. Sapevo che ' non lascia trasparire rancori e rim­ lontà di ferro, lo ho cinque nipoti, Cosi, facendo subito una battaglia 7 18 DICEMBRE 1994 per vincere bisognava lottare dura­ pianti. «E perché dovrei II ciclismo se uno diventasse un campione sa­ per le pensioni, è nata l'Associa- mente, ma questo mi dava ulteriori mi ha dato tanto. Ho vinto, ho per­ rei contento. Lo ammetto. Altri fan­ zionc dei corridori Abbiamo fatto 2* GIORNATA NAZIONALE DEL THALASSEMICO motivazioni per non mollare la so e sono felice d'aver fatto en­ no gli snob, dicono che per loro da apripista. I calciatori hanno poi PROMOSSA DALIA: FONDAZIONE ITALIANA "LEONARDO GUMBRONE* PER LA GUARIGIONE DALLA THALASSEMIA. presa». trambe le cose. Nella vita disgrazie non fa differenza. Che bugiardi. È copiato il nostro statuto». È in gran forma. Fiorenzo Magni. e fortune si bilanciano. Per il resto giusto voler trasmettere la tua pas­ il vecchio patriarca viene fuori IL NOSTRO IMPEGNO PER LA VITA. Asciuttò, vigoroso, una parlantina dipende da noi. Le occasioni biso­ sione a figli e nipoti». quando parla della sua tribù. Delle AMARO AVERNA sciolta che e un piacere ascoltarlo. gna saperle sfruttare. Però bisogna La scuola ciclistica. Magni, la fa due figlie, dei cinque nipoti, della