Iniziative territoriali

11. INIZIATIVE TERRITORIALI Nella presente sezione sono riportate in sintesi alcune iniziative e strumenti di programmazione territoriale definiti o attivati negli ultimi anni che assumono una rilevanza territoriale e socioeconomica per la provincia.

11. 1 Un distretto culturale a Definizioni e applicazioni Un distretto culturale è un sistema, territorialmente delimitato, di relazioni, che integra il processo di valorizzazione delle dotazioni culturali, sia materiali che immateriali, con le infrastrutture e con gli altri settori produttivi che a quel processo sono connesse. La realizzazione di un distretto culturale, come ben descritta nel Rapporto 2002 del Consorzio Civita, ha l’obiettivo, da un lato, di rendere più efficiente ed efficace il processo di produzione di “cultura” e, dall’altro, di ottimizzare, a scala locale, i suoi impatti economici e sociali. Più specificamente, il distretto culturale può essere definito come un sistema reticolare, spazialmente delimitato, il cui nodo centrale è costituito dal processo di valorizzazione dell’assetto territoriale rappresentato dai beni culturali, mentre gli altri nodi sono rappresentati: dai processi di valorizzazione delle altre risorse del territorio (i beni ambientali, le manifestazioni culturali ed i prodotti della cultura materiale ed immateriale del territorio, ecc.); dalle infrastrutture territoriali (servizi di trasporto, per il tempo libero, ecc.); dai servizi di accoglienza e dall’insieme delle imprese la cui attività è direttamente collegata al processo di valorizzazione dei beni culturali. Nel caso della provincia di Viterbo, per gli elementi emersi dall’analisi territoriale, il distretto culturale deve essere calibrato su una realtà caratterizzata da forti omogeneità e, nello stesso tempo, da un sistema di dotazioni rilevanti (dai beni culturali alla cultura immateriale, dalle risorse naturalistiche ai prodotti tipici) che non verrebbe adeguatamente valorizzato attraverso un approccio esclusivamente complessivo, che risulterebbe troppo debole e troppo scarsamente caratterizzante. Si è scelta pertanto la strada della diversificazione, fondata, sia sulle dotazioni territoriali, sia sulle affinità comportamentali di area emerse dall’analisi Cluster, rafforzata da una serie di strategie complessive, con il risultato illustrato nella sezione che segue.

In base agli esiti delle analisi condotte, la specializzazione tipica del distretto culturale, nel territorio di Viterbo, va articolata in quattro diverse polarità, ognuna distinta da una propria specifica miscela di risorse culturali da valorizzare. Le quattro polarizzazioni, come si è detto, corrispondono in buona misura ad articolazioni spaziali: - l’ Alta Tuscia; - l’Area di Viterbo;

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- la Cintura del Sud; - il Sistema dei centri storici .

Gli elementi unificanti del distretto culturale di Viterbo Il distretto culturale di Viterbo offre la possibilità di una esperienza che consente di rilassarsi senza annoiarsi, visitare senza stressarsi, entrando in contatto con un territorio ricco di proposte culturali, naturalistiche, eno gastronomiche, termali e dalla elevata qualità ambientale. Il viterbese consente un turismo lento, che non richiede lunghi spostamenti, grandi spese, né il tipico stress delle città d’arte troppo congestionate e nello stesso tempo gode di una varietà di contesti (mare, montagna, campagna, lago) e di occasioni stimolanti. La provincia di Viterbo riesce a combinare benefici che, in altri contesti, sono spesso in alternativa: divertimento, cultura, sport, salute e relax. Una sorta di turismo sostenibile (per il turista). Perché questo sia possibile, occorre dare vita a una strategia complessiva, di distretto, il cui obiettivo è l’aumento della qualità territoriale e dei suoi fruitori, attraverso il rafforzamento degli attrattori deboli, che integri l’offerta turistica creando un sistema reticolare con una molteplicità di livelli di servizio: dalla comunicazione all’accessibilità, dalla ricettività alla ristorazione, dalla gestione dei beni culturali e delle aree archeologiche all’organizzazione dei parchi, dall’artigianato ai prodotti eno gastronomici. Allo stesso modo, strategie integrate e interconnessioni complessive saranno necessarie per valorizzare le potenzialità del territorio in relazione alla domanda complessa che emerge dal sistema metropolitano vasto nel quale Viterbo è inserito.

Le azioni di supporto al distretto culturale di Viterbo L’iniziativa distrettuale d’insieme dovrà affrontare tematiche generali, riguardanti i trasporti, il sistema di qualità, la messa in rete delle risorse culturali, le strategie di comunicazione, il coordinamento istituzionale. Sinteticamente le azioni principali da intraprendere allo scopo di costituire connettivamente il distretto culturale di Viterbo sono: · La creazione e la gestione di un sistema complessivo di qualità territoriale, che integri fra loro tutte le componenti eccellenti del distretto: dai beni culturali a quelli ambientali, dai prodotti tipici all’artigianato, anche in vista di efficaci azioni comunicative, fra cui l’ideazione di un vero e proprio marchio territoriale. · L’indispensabile messa in rete dei beni esistenti, allo scopo di operarne la trasformazione in risorse per lo sviluppo e di raggiungere la necessaria massa critica di utenti, locali ed extralocali. · La terza politica suggerita in questo studio affronta la questione cruciale della capacità della provincia di comunicare all’esterno se stessa in quanto distretto e di gestire in modo strategico la percezione della sua offerta complessiva. La valorizzazione dell’offerta culturale della provincia dovrà essere comunicata

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attraverso iniziative atte ad aumentare la visibilità dell’offerta attuale e futura del distretto e attività di comunicazione utili a migliorare la fruibilità dei beni/servizi culturali e ambientali della provincia, nonché a favorire ulteriori investimenti coerenti con il posizionamento. · La costituzione di un’ Agenzia di sviluppo come strumento che tratti l’aspetto istituzionale e gestionale del coordinamento degli interventi sul territorio, promuovendone la piena valorizzazione in una prospettiva di medio e lungo periodo. l’Agenzia come uno strumento agile ed efficace per la promozione delle risorse ambientali e culturali della provincia di Viterbo e dei suoi ambiti territoriali, i cui obiettivi specifici sono: sostenere su un piano tecnico e logistico i processi di concertazione fra partner ed attori locali impegnati nella gestione e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale; incrementare la capacità di attrazione del territorio provinciale e la conoscenza delle sue risorse; sostenere le funzioni di programmazione e progettazione locale nel campo della tutela, della valorizzazione e della fruizione sostenibile del patrimonio; dare impulso alle funzioni di attuazione degli interventi di tutela, restauro e valorizzazione del patrimonio, attraverso la consulenza e l’orientamento degli operatori locali; favorire la diffusione di modelli di gestione dei beni basati sulla sostenibilità, la qualità e l’innovazione; garantire la conoscenza l’integrazione, la sorveglianza e la valutazione degli interventi realizzati sul territorio provinciale nel campo dei beni culturali ed ambientali. Un tema di grande rilevanza da trattare ai fini del successo della proposta programmatica di distretto è quello della bassa accessibilità complessiva dell’area, dovuta, in via principale, alla sottoutilizzazione dei collegamenti ferroviari con la capitale e alla conseguenze predominanza delle modalità di trasporto private e su gomma. Le politiche distrettuali si qualificheranno per la loro capacità di fare convergere, accanto alle filiere produttive coinvolte primariamente nel sistema, tutti i settori produttivi esistenti.

I Distretti della Tuscia

A) Alta Tuscia Il distretto culturale dell’Alta Tuscia, in cui compaiono Comuni che condividono un livello, spesso grave, di ritardo di sviluppo, si impernia sulla valorizzazione di un sistema di produzioni eno-gastronomiche tipiche di alta qualità, sulla straordinaria dotazione di beni ambientali e sulla ricchezza dei centri storici.

Obiettivi Gli obiettivi delle politiche distrettuali per l’Alta Tuscia sono la crescita e lo sviluppo qualitativo dell’offerta culturale-ambientale ed enogastronomia e la crescita di fruibilità di un patrimonio territoriale diffuso.

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Target Il segmento di domanda di riferimento per quest’area è molto sedimentato, ed è composto da operatori locali nei settori agroalimentare e della ricettività, da estimatori (anche esteri) della qualità ambientale e dell’eno-gastronomia, ma anche da utenti giovani alla ricerca di esperienze naturalistiche ricche e stimolanti anche sotto il profilo formativo.

Programmi di azione e azioni Il conseguimento degli obiettivi per questo distretto è condizionato dalla realizzazione di un sistema integrato di offerta, non solo del patrimonio culturale e ambientalistico (messa in rete dei beni), ma anche dei prodotti tipici, che contribuiscono, per il loro radicamento nelle tradizioni del territorio, a creare il prodotto Alta Tuscia. Le filiere principali su cui costruire il distretto sono quelle della ricettività, alberghiera e alternativa, della produzione agroalimentare ed enologica, del recupero e della gestione delle risorse naturali e del benessere.

Progetti pilota A1 – Rete integrata dei musei e delle aree archeologiche dell’Alta Tuscia A2 – Casa dei Sapori A3 – Scuola sull’acqua

B) Area di Viterbo Il distretto culturale da costruire nell’area di Viterbo è caratterizzato dall’offerta di cultura intangibile, sia per la presenza dell’Università, sia per il ruolo di centro strutturato a forte sede di iniziative di comunicazione.

Obiettivi Rafforzamento della capacità di produrre e gestire cultura e di comunicare la valenza culturale dell’area, diversificando i prodotti in una complessiva strategia di promozione della qualità.

Target La domanda di riferimento è composta dai fruitori della produzione culturale, locali ed esterni, dal turismo culturale, dal turismo giovanile (e adulto) di formazione, anche internazionale, dai fruitori dei centri di benessere e cura, dagli operatori commerciali interni ed esterni, in particolare del settore agroalimentare ed eno gastronomico.

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Programmi di azione e azioni La strategia di rafforzamento della valenza culturale dell’area si articola in quattro linee principali: - Viterbo città d’arte; - Viterbo città universitaria; - Il sistema dell’ospitalità; - Viterbo come centro della rete culturale della Tuscia. Le filiere principali di questo distretto sono quelle della cultura, della scienza, della formazione (anche professionale), della gestione del patrimonio storico e artistico, del benessere termale, dei prodotti tipici, della ricettività alberghiera.

Progetti pilota B1 – Fabbrica dell’arte a Valle Faul B2 – Enoteca provinciale B3 – Salone agroalimentare

C) La Cintura del Sud Questa parte della provincia di Viterbo trova la dominante del proprio distretto culturale nell’offerta di servizi metropolitani complementari rispetto alla capitale. In particolare, si tratta dell’offerta di risorse ambientali significative, non solo per l’ormai tradizionale turismo balneare, ma per nuove ed emergenti domande di sport, di educazione, di spazi congressuali residenziali. Inoltre, in questo distretto è necessario orientare e gestire in senso qualitativo la propensione all’escursionismo e alle permanenze brevi. Il distretto fa pertanto riferimento all’intera gamma delle filiere dei servizi, intesi in senso lato, particolarmente a quelli di supporto alla attività del tempo libero.

Obiettivi L’obiettivo a cui le strategie di sviluppo devono tendere per la Cintura del Sud è quello di sviluppare il settore dei servizi in un quadro di sistema metropolitano complessivo.

Target Gli interventi programmatici andranno organizzati in rapporto a una domanda composita di area, che ha il suo bacino di riferimento principale a Roma, di cui il turismo balneare e l’escursionismo sono solamente una componente, oggi più visibile, ma certamente non esclusiva.

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Programmi di azione e azioni L’action plan per la costruzione di questo distretto sotto sistemico comprende interventi di consolidamento e potenziamento delle località di accesso o aventi funzioni di gateway; raccordo sistematico fra attrattori forti, specie nell’ambito del patrimonio culturale, e attrattori deboli; orientamento del turismo escursionistico verso significati di valenza ambientalistica e culturale; destagionalizzazione dei flussi turistici; promozione di eventi e di attività culturali e promozionali.

Progetti pilota C1 – Scuola superiore di arti mestieri e design C2 – Le Saline di C3 – Convegnistica residenziale

D) Il Sistema dei Centri Storici L’asset principale sul quale si costruisce quest’ultimo distretto, che interseca geograficamente gli altri, è costituito dal sistema dei centri storici, in gran parte inalterati.

Obiettivi Obiettivo principale degli interventi da realizzare in quest’area è di rendere percepibile l’esistenza del sistema urbano diffuso, di orientare a tale sistema la programmazione economica e territoriale e di comunicarne i pregi in termini di residenzialità e fruizione complessiva.

Target La domanda di riferimento, in parte almeno, sarà originata all’interno stesso del territorio viterbese e in parte riguarderà soggetti interessati a investimenti immobiliari di grande interesse, anche storico, dotati di buona qualità ambientale e da un accettabile (anche se perfettibile) effetto-città diffusa. Parte della domanda riguarda quei segmenti turistici che ricercano un equilibrio fra cultura, natura e risorse eno- gastronomiche.

Programmi di azione e azioni La risorsa dei centri storici potrà essere valorizzata in termini di residenzialità o di ricettività alternativa, facendo leva sulle filiere produttive dell’edilizia, del restauro, della valorizzazione e gestione immobiliare. Sarà importante orientare gli interventi all’incremento dell’effetto-città complessivo del sistema, in termini di vivibilità, servizi e connettività, anche attraverso la specializzazione funzionale dei vari centri.

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Progetti pilota D1 – Paese albergo D2 – Il distretto equestre

11.2 Il Piano di Sviluppo Rurale La Regione attraverso il “Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2000 – 2006”, approvato con D.G.R 1727/2000 realizzato in attuazione del Reg. CE n.1257/99, si è dotata di uno strumento di indirizzo per il rilancio del sistema agro-industriale. Il Piano ha un approccio integrato per lo sviluppo del territorio e delle economie locali, che considera sia le dinamiche endogene alla regione, che i più vasti fenomeni di trasformazione e cambiamento sociale (quali lo spopolamento delle aree rurali, la senilizzazione dell’agricoltura ecc.), rapportandoli con le dinamiche dei mercati nazionali, europei ed internazionali. Il costo pubblico totale del programma ammonta a 585,36 milioni di Euro (costo totale: 849,23 milioni di Euro), con una partecipazione della Comunità europea pari a 255,39 milioni di Euro, provenienti dal Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia, Sezione Garanzia (FEAOG/ Garanzia). Esso definisce un itinerario che ha previsto procedure di consultazioni delle forze sociali ed una metodologia e tipologia di analisi, compiute principalmente tramite l’individuazione dei punti di forza e debolezza del sistema, arrivando a formulare gli obbiettivi strategici articolati in interventi per Assi prioritari, sotto-programmi e misure, così da avere un riferimento assimilabile a quello classico di un DOCUP, e che oggi di fatto corrisponde a quella che il nuovo Reg. (CE) 1257/99 ha voluto individuare come metodologia di programmazione degli interventi strutturali per lo Sviluppo Rurale 2000/2006. Il “programma Pluriennale di Sviluppo rurale ed agroindustriale, costituisce il punto di riferimento programmatico che contiene le coerenze, le unicità di orientamento e le certezze delle politiche che la regione Lazio si è voluta dare nel comparto agricolo, forestale ed agroindustriale, con definizione delle attenzioni da porre in essere rispetto ai temi agroambientali, di ecocompatibilità nonché di salvaguardia e sviluppo dell’ambiente rurale nel suo complesso, e che si trova perfettamente coerente con le impostazioni che stanno alla base dei compiti di programmazione che la regolamentazione comunitaria affida alle singole regioni. Il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Lazio incorpora nelle sue linee guida i principali obiettivi della Politica agricola . La strategia e gli interventi proposti nel PSR della Regione Lazio risultano coerenti con i suddetti obiettivi. In particolare, le principali direttrici di sviluppo enunciate nel Piano possono essere individuate nelle seguenti: - il sostegno alla funzione produttiva ed economica delle aziende agricole; -il rafforzamento e la razionalizzazione delle strutture di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli,

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- l'orientamento dei processi produttivi verso obiettivi di qualità e sostenibilità ambientale, - la valorizzazione e la difesa del patrimonio ambientale, - il rafforzamento dell’offerta di servizi nelle aree rurali - il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni rurali. Il sostegno alla funzione produttiva ed economica delle aziende agricole e il rafforzamento e la razionalizzazione delle strutture di trasformazione delle aziende agricole vengono perseguiti nell’ASSE I del PSR, coerentemente con gli obiettivi della PAC, al fine di: migliorare la competitività dell’agricoltura laziale, migliorare la qualità delle produzioni, intesa sia in termini di qualità differenziale (produzioni tipiche) sia come raggiungimento di standard qualitativi adeguati e di livelli igienico- sanitari in linea con le normative comunitarie in materia; garantire la stabilità dei redditi agricoli. L’ASSE II si ripropone di contribuire al miglioramento della qualità della vita delle popolazioni rurali attraverso la creazione di fonti di reddito e occupazione complementari o alternative per le popolazioni rurali al di fuori dell’azienda agricola. La difesa del patrimonio ambientale viene perseguita prioritariamente nell’ASSE III, in conformità agli indirizzi comunitari. Preso atto delle disparità in termini di sviluppo esistenti tra aree avanzate e aree rurali marginali in termini economici e talvolta, in relazione alle caratteristiche territoriali, fisici, la Regione indirizza alcuni interventi verso le aree rurali più interne e a minore sviluppo, individuate attraverso una zonizzazione del territorio regionale (effettuata dalla Regione) basata su una serie di indicatori socio-economici. Specificamente, le misure volte alla diversificazione economica e al miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali, contenute nell’ASSE II si rivolgono, in misura prevalente, ai comuni laziali più marginali individuati nella zonizzazione (definiti a “deficit P.S.R. Compatibilità e Coerenza di sviluppo” e a sviluppo contenuto”). L’obiettivo è quello recuperare il divario delle zone depresse rispetto alla situazione regionale. Nel PSR si riscontra il rispetto dei principi di pari opportunità. Esso si sostanzia sia nell'assenza di discriminazioni nei confronti delle donne che nel prevedere, nell’ambito di singoli interventi, talune priorità per l’accesso ai finanziamenti di iniziative proposte da donne o aventi per beneficiari donne Le misure del Piano, inoltre, risultano in generale coerenti rispetto ai criteri di ammissibilità fissati dal Reg. (CE) 1257/99. Il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Lazio aderisce, inoltre, a quelli che sono i principali indirizzi della politica agricola nazionale. Infatti, molta enfasi viene posta nel Piano sul consolidamento strutturale del settore agricolo, da realizzarsi attraverso la razionalizzazione delle strutture e dei processi produttivi, l’aumento del reddito aziendale, l’orientamento dei processi produttivi verso obiettivi di qualità (Asse I). La valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità viene inoltre perseguita a livello di sistema territoriale con interventi volti ad aumentare l’accesso al mercato delle produzioni tipiche locali. D’altro canto il Piano mira al rafforzamento del ruolo multifunzionale dell’agricoltura, perseguito

424 Relazione socioeconomica del PTPG Iniziative territoriali nell’Asse I, e al sostegno, realizzato principalmente attraverso le misure contenute nell’Asse II, delle aree rurali più marginali, da conseguirsi attraverso un processo di diversificazione produttiva che prenda le mosse dalla valorizzazione delle risorse endogene del territorio.

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PIANO SVILUPPO RURALE 2000/2006 (PSR). ASSI D'INTERVENTO MISURE, OBIETTIVI AMBITO TERRITORIALE SOGGETTI BENEFICIARI zonizzazione del PSR. SPECIFICI

ASSE I I.1 investimenti nelle aziende agricole zone 1,2,3,4,5 persone fisiche e giuridiche titolari di efficienza del sistema agricolo ed imprese agricole agroambientale I.2 insediamento dei giovani agricoltori zone 1,2,3,4,5 giovani compresi tra i 18 e i 40 anni che sono capi di azienda agricola I.3 formazione zone 1,2,3,4,5 imprenditori agricoli forestali giovani agricoltori I.4 miglioramento, trasformazione e zone 1,2,3,4,5 soggetti singoli o associati che operano commercializzazione dei prodotti nella trasformazione e commercial.ne

ASSE II diversificazione II.1diversificazione delle attività agricole zone 1,2,3,4,5 imprenditori agricoli, associazioni economica e qualità della vita nelle ed attività affini agriturustuche, comuni, comunità aree rurali. montane II.2 incentivazione delle attività turistiche zone 1,2 soggetti autorizzati ad esercitare tale ed artigianali attività. II.3 miglioramento commercializzazione zone 1,2,3,4,5 agricoltori associati, associazioni di dei prodotti agricoli di qualità produttori,cooperative agricole II.4 gestione delle risorse idriche zone 1,2 consorzi di bonifica, consorzi privati, imprenditori agricoli associati II.5 sviluppo e miglioramento infrastrutture zone 1,2 comuni, comunità montane connesse allo sviluppo agricolo

II.6 servizi essenziali per l'economia e la zone 1,2 comuni, comunità montane, associazioni popolazione rurale onlus, residenti II.7 rinnovamento e miglioramento villaggi zone 1,2 tip.I) comuni, comunità montane, protezione culturale patrimonio rurale università agrarie. Tip.II) privati, proprietari d'immobili II.8 miglioramento fondiario zone 1,2,3,4,5 comuni, università agrarie

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PIANO SVILUPPO RURALE 2000/2006 (PSR). ASSI D'INTERVENTO MISURE, OBIETTIVI AMBITO T ERRITORIALE SOGGETTI BENEFICIARI zonizzazione del PSR. SPECIFICI

ASSE III ambiente e III:1 misure agroambientali zone 1,2,3,4,5 tutela del territorio III.2 zone svantaggiate zone III.3 imboschimento delle superfici zone persone fisiche o giuridiche, comuni, agricole università agrarie III.4 altre misure forestali zone 1,2,3,4,5 imprese boschive, consorzi, cooperative, comuni, comunità montane

III.5 tutela dell'ambiente in relazione zone 1,2,3,4,5 comuni, associazioni di comuni,comunità all'agricoltura, alla selvicoltura, alla montane, enti gestori delle aree protette. conservazione delle risorse naturali e al benessere degli animali

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INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI COMUNI IN BASE AD UN INDICE FINALE SINTETICO. CLASSI DI COMUNI 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5 CLASSE

1 COMUNI CON DEFICIT DI SVILUPPO 2 COMUNI CON SVILUPPO CONTENUTO CAPRANICA 3 COMUNI CON SVILUPPO MEDIO CAPODIMONTE CASTIGLIONE IN TEVE.. TARQUINIA CIVITELLA D'AGLIANO 4 COMUNI CON SVILUPPO SOSTENUTO FARNESE CASTEL SANT'ELIA VITERBO 5 COMUNI CON SVILUPPO URBANO E CAPOLUOGHI MARTA MONTEROMANO V.S.GIOVANNI IN TUSCIA

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INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI COMUNI IN BASE AD UN INDICE FINALE SINTETICO

1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5 CLASSE

CELLERE ARLENA DI CASTRO ACQUAPENDENTE BLERA BASSANO ROMANO LATERA BARBARANO BAGNOREGIO BOMARZO MONTALTO DI ONANO ROMANO BASSANO IN CAPRANICA CASTRO CANEPINA TEVERINA CAPRAROLA MONTEFIASCONE CANINO BOLSENA CASTIGLIONE IN NEPI CAPODIMONTE CALCATA TEVE.. TARQUINIA CIVITELLA CARBOGNA NO CELLENO VETRALLA D'AGLIANO CASTEL SANT'ELIA CORCHIANO VITERBO FARNESE CIVITA CASTELLANA FALERIA GRADOLI FABRICA DI ROMA GRAFFIGNANO GROTTE DI CASTRO GALLESE MONTEROSI ISCHIA DI CASTRO MARTA ORTE LUBRIANO MONTEROMANO RONCIGLIONE PIANSANO ORIOLO ROMANO TUSCANIA PROCENO SORIANO NEL BLERA SAN LORENZO CIMINO BOMARZO NUOVO TESSENNANO CAPRANICA SUTRI VALENTANO CAPRAROLA V.S.GIOVANNI IN VALLERANO CASTIGLIONE IN TUSCIA VASANELLO TEVE.. VEJANO CELLENO VIGNANELLO CORCHIANO VITORCHIANO FALERIA GRAFFIGNANO MONTEROSI ORTE RONCIGLIONE TUSCANIA

CLASSE 1 COMUNI CON DEFICIT DI SVILUPPO CLASSE 2 COMUNI CON SVILUPPO CONTENUTO CLASSE 3 COMUNI CON SVILUPPO MEDIO CLASSE 4 COMUNI CON SVILUPPO SOSTENUTO CLASSE 5 COMUNI CON SVILUPPO URBANO E CAPOLUOGHI

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Iniziative territoriali

11.3 Programma Leader PLUS e PSL dei GAL degli Etruschi e dei Cimini LEADER PLUS 2000 / 2006 Con deliberazione n. 110 del 27 giugno 2002 la Regione Lazio ha recepito il Programma Comunitario Leader + 2000/2006, che promuove azioni di sviluppo integrate tra più settori pubblici e privati, attivando le sinergie necessarie per la crescita dell’area geografica interessata. Nella Regione Lazio la strategia di applicazione del programma Leader Plus è diretta alla valorizzazione dei sistemi territoriali attraverso percorsi di sviluppo sostenibile, che vedono come protagonisti gli attori del mondo agricolo e rurale. Gli obiettivi generali del Programma sono quelli di favorire lo sviluppo locale dei territori rurali attraverso la presa di coscienza delle potenzialità endogene dello stesso, sulla base di: · un potenziamento dell’ambiente economico, al fine di contribuire a creare posti di lavoro. · un miglioramento della capacità organizzativa delle rispettive comunità. · una valorizzazione del patrimonio naturale e culturale · Il consolidamento dei rapporti intra ed extra regionali per la creazione di una rete di scambio. · la piena sintonia tra obiettivi generali di sviluppo rurale, la realizzazione dei singoli Piani di sviluppo locale e gli effettivi risultati. Tali obiettivi vendono perseguiti attraverso obiettivi globali (Assi di intervento), e obiettivi specifici (Misure) riferibili a ciascun Asse. L’obiettivo globale è il seguente: Accrescere la competitività territoriale. Il Programma Leader Plus, prevede una serie di finanziamenti che verranno riparti tra i Gal (Associazioni riconosciute tra soggetti pubblici e privati di interesse collettivo) che avranno il compito di produrre e attuare i Piani di Sviluppo Locale (PSL). Gli obiettivi specifici, in relazione alle quattro misure del PSL previste, sono i seguenti: Misura 1 Obiettivo specifico: Accrescere la competitività sociale Misura 2 Obiettivo specifico: Accrescere la competitività ambientale-culturale Misura 3 Obiettivo specifico: Accrescere la competitività economica Misura 4 Obiettivo specifico: Favorire la realizzazione del PSL Con delibera della giunta regionale del 24 ottobre 2003, n. 1042, la Regione Lazio ha approvato le due proposte di Piano di Sviluppo Locale, presentate dall’Amministrazione Provinciale di Viterbo1 relativi uno all’area Nord-Ovest del

1 Le due proposte di Piano di Sviluppo Locale dei costituenti Gal, sono state promosse dalla Provincia di Viterbo in collaborazione con la Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura, ma la

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Iniziative territoriali territorio provinciale denominato “GAL DEGLI ETRUSCHI”, l’altro all’area Sud-Est del territorio provinciale, denominato “GAL DEI CIMINI”.

PSL GAL DEGLI ETRUSCHI Piano di Sviluppo Locale del GAL degli Etruschi Il presente PSL è stato progettato coerentemente con le seguenti indicazioni: · Il collegamento dei singoli interventi con il tema catalizzatore è stato curato nella selezione degli stessi e nell’inquadramento complessivo del programma. · Tutte le azioni del Piano concorrono alla definizione di una strategia pilota e trasferibile · Il Piano presenta azioni complementari a quelle previste dal PSR e dal Docup ob. 2 L’articolazione del Piano di Sviluppo Locale si è sviluppata intorno ad una strategia pilota orientata allo sviluppo integrato e sostenibile. Gli elementi che hanno guidato le scelte nel corso della definizione del PSL sono legati alla presenza di un partenariato rappresentativo che si è concretizzato attraverso la definizione di un tema catalizzatore che riassume i caratteri identificativi del territorio e che può essere ricondotto alla valorizzazione dei prodotti locali. Il G.A.L., pertanto, si fa interprete delle esigenze di un vasto comprensorio della Provincia di Viterbo sulla base delle quali ha elaborato una strategia di intervento che è contestualmente il risultato dell’attività di concertazione condotta tra i partners e il prodotto di un’attenta analisi del territorio in cui sono stati approfonditi gli aspetti territoriali, ambientali, le dinamiche demografiche ed economico produttive. I comuni aderenti al Gruppo di Azione Locale “degli Etruschi” sono situati al nord della Provincia di Viterbo, circondano l’intero Lago di Bolsena e comprendono i 27 seguenti comuni

presentazione delle proposte alla Regione Lazio è stata fatta dall’Amministrazione Provinciale di Viterbo in qualità di soggetto promotore (capofila), previo concordato con la Camera di commercio Industria Artigianato Agricoltura.(come previsto dall’art. 4, comma 3, del Bando per la predisposizione, presentazione e selezione delle proposte del Piano di Sviluppo Locale di cui al programma di iniziativa comunitaria Leader Plus, pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio n. 24, supplemento n. 6 del 30 agosto 2002.),

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Iniziative territoriali

Superficie Superficie Incidenza % N. Comune complessiva svantaggiata superficie svantag.

1 Acquapendente 130,28 73,00 56,0% 2 Arlena di Castro 22,32 0,0% 3 Bagnoregio 72,62 0,0% 4 Bolsena 63,92 0,0% 5 Bomarzo 39,89 0,0% 6 Canino 123,49 0,0% 7 Capodimonte 61,25 0,0% 8 19,96 0,0% 9 Celleno 24,59 0,0% 10 Cellere 37,16 37,16 100,0% 11 Civitella d’Agliano 32,89 0,0% 12 Farnese 52,95 52,95 100,0% 13 Gradoli 37,51 37,51 100,0% 14 Graffignano 29,12 0,0% 15 Grotte di Castro 39,29 39,29 100,0% 16 Ischia di Castro 104,73 0,0% 17 Latera 22,65 22,65 100,0% 18 Lubriano 16,56 0,0% 19 Marta 33,34 0,0% 20 Montefiascone 104,75 0,0% 21 Onano 24,63 24,63 100,0% 22 Piansano 26,45 0,0% 23 Proceno 41,87 41,87 100,0% 24 S. Lorenzo 28 0,0% 25 Tessennano 14,65 14,65 100,0% 26 Tuscania 208,04 0,0% 27 Valentano 43,29 3,09 7,1% TOTALE 1.456 347 23,82%

La superficie territoriale interessata dal PSL è complessivamente pari a kmq 1.456, di cui 346,8 Kq ricadente in area svantaggiata, pari al 23,82% del totale. Dei 27 comuni del Comprensorio dell’Alta Tuscia, 8 (Cellere, Farnese, Gradoli, Grotte di Castro, Latera, Onano, Proceno e Tessennano) sono interamente classificati come area svantaggiata, mentre per altri 2 l’incidenza è più ridotta, attestandosi nel caso di Acquapendente sul 56 % del territorio e sul 7,1% per Valentano.

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Iniziative territoriali

Lo sviluppo dell’area dovrà mirare ad accrescere la competitività territoriale che rappresenta pertanto la chiave di lettura di un processo di crescita economica e sociale e la chiave di accesso del territorio nel mercato globale dei prodotti e dei servizi. Gli obiettivi settoriali perseguiti dal PSL riguardano in particolar modo: · il Settore Agroalimentare; · l’Artigianato,PMI; · le Risorse Naturali, Ambientali, Culturali, Storiche e Artistiche. Per il Settore agroalimentare: Il settore agroalimentare del comprensorio Leader si baserà sull’integrazione tra le produzioni tipiche, gli “itinerari” turistici ed enogastronomici finalizzati ad una fruibilità di alta qualità del territorio, dei suoi beni artistici e storici, delle sue produzioni alimentari nonché di quelle artigianali. Nel settore agricolo l’obiettivo specifico consiste nel migliorare l'efficienza produttiva sulla base di un programma di intervento diretto alle aziende agricole, sia singole che associate, caratterizzato da elementi innovativi, con particolare riferimento alle attività di commercializzazione. Tale linea d’azione si prefigge lo scopo di favorire la formazione di nuova mentalità manageriale, attenta alle problematiche del mercato, e di incrementare l'efficienza tecnico-economica nell'attività imprenditoriale agricola. Ci si propone inoltre l’integrazione nelle filiere produttive di maggior specializzazione del comparto agroalimentare dell'area, innalzando la qualità complessiva delle produzioni e dei processi produttivi. Particolare attenzione sarà rivolta alla tipicità ed alla qualità delle produzioni, attraverso la valorizzazione dei marchi di qualità esistenti (Dop, Doc, Igp, commerciali) ed alla eventuale realizzazione di nuovi. Tutti i marchi di qualità, confluiranno nel marchio ombrello Istituto dalla Camera di Commercio “ Tuscia Viterbese”.

Artigianato e PMI. In sintesi si intendono valorizzare le attività delle aziende artigiane e delle PMI esistenti nel comprensorio, cofinanziando investimenti innovativi nell'ambito delle imprese per accrescerne la competitività di mercato e migliorare la qualità dei prodotti e l'efficienza dei processi produttivi, favorendo l'accesso a servizi di consulenza, la redazione di studi di mercato, il trasferimento di tecnologie, l’innovazione, e infine contribuendo allo sviluppo di servizi zonali di affiancamento all'attività produttiva e commerciale delle imprese. Particolare attenzione sarà riservata al recupero del know how tradizionale, favorendo il recupero dei “vecchi mestieri” ad elevato contenuto artistico, in cui prevale la manualità sulla serialità. Una serie di Azioni saranno espressamente rivolte all’impresa con il fine di migliorare la qualità di prodotto e di processo, organizzando una rete di servizi a disposizione delle aziende, e migliorando l'efficienza del sistema attraverso la promozione dell'integrazione all'interno delle filiere.

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Iniziative territoriali

Risorse naturali, ambientali, culturali, storiche, artistiche. L'intervento Leader + vuole inoltre contribuire alla valorizzazione delle risorse naturali ed ambientali, culturali, storiche, artistiche ed al recupero dell’identità culturale dell’area, tramite azioni volte a promuovere la più adeguata "fruizione" del territorio a fini turistici, ricreativi e divulgativi. La promozione in chiave turistica delle attrattive ambientali deve mirare all’integrazione tra i sistemi dell’area media-alta collina (Teverina-Castrense-Aquesiano) e il territorio circumlacuale del Lago di Bolsena. Complementariamente promuovere le attività imprenditoriali ecocompatibili. In sintesi, si intendono realizzare interventi per la tutela dell'ambiente, interventi di riqualificazione e di promozione culturale, di recupero e valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche. Si intendono promuovere inoltre iniziative pubbliche- private ispirate ai principi dello “sviluppo sostenibile”, contenuti nella carta di “Aalborg” e di “agenda 21 locale”. Lo sviluppo sostenibile è un obiettivo generale deve essere perseguito per salvaguardare l’”unicità” di questo territorio, anche attraverso la presa di coscienza del patrimonio ambientale e culturale da parte delle popolazioni residenti.

PSL GAL DEI CIMINI Il PSL presentato dal GAL dei è caratterizzato da: a) collegamento azioni con tema centrale Tutte le azioni del piano sono perfettamente attinenti con il tema individuato ed ammissibili b) rispondenza azioni al carattere pilota e trasferibile Tutte le azioni del piano concorrono alla definizione di una strategia pilota e trasferibile c) complementarietà con PSR e Docup ob.2 Il piano non presenta azioni analoghe a quelle previste dal PSR e dal Docup ob. 2 d) corrispondenza con PLR Il piano descrive in modo ottimo gli elementi richiesti dal PLR e) massa critica Il Piano presenta una massa critica di 97,14 euro/abitante

Come il PSL proposto dal GAL degli Etruschi, il PSL dei Cimini, è strutturato intorno ad una strategia pilota di sviluppo integrata e sostenibile, basata su di un partenariato rappresentativo e imperniata su un tema catalizzatore caratteristico dell’identità del territorio: la valorizzazione dei prodotti locali. Il PSL risulta essere unitario ed omogeneo e formato da un insieme di interventi legati dalla naturale vocazione dell’area, volti alla realizzazione diretta o indiretta di un coerente sviluppo rurale. I comuni aderenti al Gruppo di Azione Locale “dei Cimini”, situati a sud del capoluogo provinciale, sono 12 per una superficie territoriale interessata pari a 616,05 Kmq. Nell’area oggetto del Piano di Sviluppo Locale non sono presenti zone montane, ossia superficie d’intervento ricadente in aree di cui alla Direttiva CEE 75/268 art. 3,

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Iniziative territoriali paragrafo 3, ed esistono delle zone svantaggiate localizzate in sei diversi comuni, pari al 22% del territorio, la cui superficie è stata dedotta secondo quanto disposto dalla Direttiva CEE 75/268 art. 3, paragrafi 4 e 5.

Superficie Superf. Incidenza % Comune N. svantaggiata Complessiva superf. svantag. 1 Canepina 20,96 20,96 100,0% 2 Capranica 40,74 0,0% 3 Caprarola 46,80 57,47 81,4% 4 Carbognano 17,25 0,0% 5 Monteromano 86,00 0,0% 6 Nepi 84,02 0,0% 7 Ronciglione 28,05 52,28 53,7% 8 Soriano nel Cimino 15,50 78,48 19,8% 9 Vallerano 15,48 0,0% 10 Vetralla 21,70 113,01 19,2% 11 Vignanello 20,53 0,0% 12 Vitorchiano 2,46 29,83 8,2% TOTALE 135,47 616,05 21,99% Nel caso di Canepina è l’intero territorio comunale ad essere considerato come zona svantaggiata.

Il PSL proposto dal GAL dei Cimini persegue l’obiettivo di promuovere lo sviluppo integrato del territorio di competenza, attraverso il coinvolgimento di più soggetti locali attuato fin dalla prima fase di progettazione, al fine di stimolare lo sviluppo dal basso dell’Iniziativa e la Progettualità espressa a livello locale (approccio bottom-up), con azioni che permettano di attivare le risorse economiche e culturali endogene e presentino un elevato grado di innovazione, dimostrabilità e trasferibilità. Nel Piano di Sviluppo Locale (PSL) 2000-2006 individuato per l’area del “GAL DEI CIMINI”, che designa le strategie d’intervento nel settore agricolo, agro-alimentare e agro-ambientale, vengono fissati diversi obiettivi. Si persegue un obiettivo generale che riguarda: · lo sviluppo integrato dell’economia rurale nel territorio e gli obiettivi specifici di: · rivitalizzazione delle aree interne · valorizzazione delle produzioni agroalimentari ed artigiane tipiche, tradizionali e di qualità

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Iniziative territoriali

· miglioramento della qualità dei prodotti e dei processi produttivi, anche introducendo tecnologie ed attrezzature innovative per il territorio · valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale (anche a fini di promozione turistica) Partendo dal “sistema di obiettivi” fissato dal PLR e dal Complemento di Programmazione regionali, il GAL dei Cimini, in considerazione delle specifiche vocazionalità territoriali (ruolo fondamentale delle produzioni agroalimentari ed artigianali tipiche e di qualità e del turismo, la loro compatibilità con il patrimonio naturale, culturale e storico-architettonico, e la capacità di realizzare uno sviluppo armonico, fondato su fattori endogeni e sul radicamento delle risorse umane e materiali, con effetti locali sulla disoccupazione e sulla capacità di innovazione, ha fissato nel PSL diversi obiettivi settoriali che riguardano il Settore agroalimentare, l’Artigianato, PMI e le Risorse Naturali, Ambientali, Culturali, Storiche e Artistiche. Per il Settore agroalimentare: Il settore agroalimentare del comprensorio Leader si baserà sull’integrazione tra le produzioni tipiche, gli “itinerari” turistici ed enogastronomici finalizzati ad una fruibilità di alta qualità del territorio, dei suoi beni artistici e storici, delle sue produzioni alimentari nonché di quelle artigianali. Nel settore agricolo l’obiettivo specifico consiste nel migliorare l'efficienza produttiva sulla base di un programma di intervento diretto alle aziende agricole, sia singole che associate, caratterizzato da elementi innovativi, con particolare riferimento alle attività di commercializzazione. Tale linea d’azione si prefigge lo scopo di favorire la formazione di nuova mentalità manageriale, attenta alle problematiche del mercato, e di incrementare l'efficienza tecnico-economica nell'attività imprenditoriale agricola. Ci si propone inoltre l’integrazione nelle filiere produttive di maggior specializzazione del comparto agroalimentare dell'area, innalzando la qualità complessiva delle produzioni e dei processi produttivi. Particolare attenzione sarà rivolta alla tipicità ed alla qualità delle produzioni, attraverso la valorizzazione dei marchi di qualità esistenti (Dop, Doc, Igp, commerciali) ed alla eventuale realizzazione di nuovi. Tutti i marchi di qualità, confluiranno nel marchio ombrello Istituto dalla Camera di Commercio “ Tuscia Viterbese”.

Artigianato e PMI. In sintesi si intendono valorizzare le attività delle aziende artigiane e delle PMI esistenti nel comprensorio, cofinanziando investimenti innovativi nell'ambito delle imprese per accrescerne la competitività di mercato e migliorare la qualità dei prodotti e l'efficienza dei processi produttivi, favorendo l'accesso a servizi di consulenza, la redazione di studi di mercato, il trasferimento di tecnologie, l’innovazione, e infine contribuendo allo sviluppo di servizi zonali di affiancamento all'attività produttiva e commerciale delle imprese. Particolare attenzione sarà riservata al recupero del know how tradizionale, favorendo il recupero dei “vecchi mestieri” ad elevato contenuto artistico, in cui prevale la manualità sulla serialità. Una serie di Azioni saranno espressamente rivolte all’impresa con il fine di migliorare la

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Iniziative territoriali qualità di prodotto e di processo, organizzando una rete di servizi a disposizione delle aziende, e migliorando l'efficienza del sistema attraverso la promozione dell'integrazione all'interno delle filiere.

Risorse naturali, ambientali, culturali, storiche, artistiche. L'intervento Leader + vuole inoltre contribuire alla valorizzazione delle risorse naturali ed ambientali, culturali, storiche, artistiche ed al recupero dell’identità culturale dell’area, tramite azioni volte a promuovere la più adeguata "fruizione" del territorio a fini turistici, ricreativi e divulgativi. La promozione in chiave turistica delle attrattive ambientali deve mirare all’integrazione tra i sistemi dell’area media-alta collina (Teverina-Castrense-Aquesiano) e il territorio circumlacuale del Lago di Bolsena. Complementariamente promuovere le attività imprenditoriali ecocompatibili. In sintesi, si intendono realizzare interventi per la tutela dell'ambiente, interventi di riqualificazione e di promozione culturale, di recupero e valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche. Si intendono promuovere inoltre iniziative pubbliche- private ispirate ai principi dello “sviluppo sostenibile”, contenuti nella carta di “Aalborg” e di “agenda 21 locale”. Lo sviluppo sostenibile è un obiettivo generale deve essere perseguito per salvaguardare l’”unicità” di questo territorio, anche attraverso la presa di coscienza del patrimonio ambientale e culturale da parte delle popolazioni residenti. In sintesi, il PSL, intende contribuire allo sviluppo del territorio locale, per renderlo un’area-sistema, intesa come sistema locale settorialmente specializzato nell’ambito delle vocazionalità di riferimento sviluppati dal LEADER +, secondo l’innovativa metodologia di sviluppo proposta dal GAL.

Strada dei Sapori della Tuscia Viterbese Tra le diverse iniziative di valorizzazione intraprese a livello locale circa la valorizzazione dei prodotti tipici e tradizionali2 del territorio viterbese, va sottolineata la realizzazione della Strada dei Sapori della Tuscia Viterbese, promossa dalla Provincia di Viterbo, in collaborazione con la CCIAA. La “Strada dei Sapori della Tuscia Viterbese”, sarà un itinerario unitario del territorio viterbese, in cui si distingueranno quattro “Strade locali”, peculiari per la caratterizzazione enogastronomia e per la tipicità dei prodotti, a costituire un circuito unico e coordinato delle singole strade locali. A livello Italiano, abbiamo Strade del Vino, Strade dei sapori, Strade del Vino e dell'Olio, Strade dei Vini e dei Sapori. In merito alla situazione nella Provincia di Viterbo, si sono attivate quattro realtà territoriali, che attraverso il supporto tecnico ed operativo della Provincia di Viterbo e della CCIAA di Viterbo, stanno definendo la procedura di riconoscimento previsto dalla recente normativa regionale.

2 L’alta qualità, la tipicità e il rispettosi alcune procedure di produzione sono gli elementi che contraddistinguono i prodotti cosiddetti “tipici” dagli altri e che consentono l’attribuzione di marchi certificati e riconosciuti dall’Unione Europea.

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Iniziative territoriali

Tali realtà sono: La Strada dell’Olio d’Oliva Canino DOP, relativa ai territori di Canino, Montalto di Castro, Tuscania, Farnese, Ischia di Castro, Cellere, Arlena di Castro, Tessennano.

La Strada del Vino della Teverina, relativa ai territori di Bagnoreggio, Bomarzo, Castiglione in Teverina, Celleno, Civitella di Agliano, Graffignano e Lubriano.

La Strada dei Sapori Etrusco Cimini (Castagne, Nocciole, Vino ed Olio d’oliva): relativa ai territori di Canepina, Capranica, Caprarola, Ronciglione, Soriano nel Cimino, Vallerano, Vetralla, Vignanello, Vitorchiano.

La Strada dell’Alta Tuscia e del Comprensorio del Lago di Bolsena. Realtà queste che stanno definendo le procedure di riconoscimento previste dalla recente normativa regionale. La realizzazione delle “strade è infatti disciplinata dalla L.R. 21/013, e relativo regolamento attuativo D.G.R. n° 1493 del 15/11/2002, che in armonia con gli obiettivi delle politiche di sviluppo rurale e al fine di valorizzare, attraverso l’organizzazione e la qualificazione di un’offerta turistica di tipo integrato promuove la costituzione delle “strade del vino”, delle “strade dell’olio” di oliva e delle strade dei prodotti agroalimentari tipici e tradizionali, di seguito denominate: Le “strade” sono percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i quali insistono valori naturali, culturali, ambientali, storici, caratterizzati dalla presenza di vigneti, cantine di aziende agricole singole o associate aperte al pubblico, ovvero di oliveti e frantoi, di aziende di produzione dei prodotti agroalimentari tipici e tradizionali regionali. Queste costituiscono quindi uno strumento attraverso il quale i territori coinvolti e le relative produzioni , possono essere divulgati, commercializzati, valorizzati e fruiti in forma di offerta turistica.

Attualmente lo stato dell’ arte è così rappresentabile: Strada delle Olio DOP di Canino La Strada dell'Olio DOP di Canino ha come obiettivo principale di valorizzare l’intera area attraverso l’organizzazione e la qualificazione di un’offerta turistica di tipo integrato, puntando sulla produzione DOP dell’Olio di Canino, come tema catalizzatore per la conoscenza e messa in rete delle risorse storiche, artistiche ed enogastronomiche dell’area interessata. A oggi, è stato costituito il Comitato Promotore, che sta predisponendo gli atti da inviare alla regione per il riconoscimento, entro il mese di novembre.

3 L.R. 21, del 03/08/01, “Disciplina delle Strade del vino, dell’olio di oliva e dei prodotti agroalimentari tipici e tradizionali”, e relativo regolamento attuativo, n. 4 del 20/12/02, pub. in B.U.R. Lazio N.1, del 10/01/03, Parte Prima.

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Iniziative territoriali

Strada del Vino della Teverina La Strada del Vino della Teverina ha come obiettivo di sviluppare le potenzialità presenti nelle realtà socio-economiche e culturali locali e di trasformare il fenomeno turistico del Comprensorio della Teverina da componente marginale di un settore tutto legato all’occasionalità, a un settore con una propria autorevole fisionomia e forte capacità di attrazione, migliorando soprattutto la conoscenza all’estero e in Italia sia delle attrattive turistiche del territorio in oggetto sia delle risorse enogastronomiche e produzioni tipiche di questo territorio legate al prodotto vino, grazie soprattutto ad una serie di offerte in grado di soddisfare anche la più esigente domanda turistica. Allo stato attuale per quanto riguarda questa Strada, successivamente alla costituzione del Comitato Promotore, è stata presentata alla Regione Lazio la documentazione relativa al riconoscimento della Strada stessa.

Strada dei Sapori Etrusco Cimini (Castagne, Nocciole, Vino e Olio di Oliva). In merito alla situazione della Strada dei Sapori Etrusco Cimini, che ha come obiettivo principale quello di dar vita ad un sistema di valorizzazione integrata (in un’ottica di offerta turistica) di tutte le risorse del territorio (Storiche, Culturali, Artistiche, Ambientali, Enogastronomiche e Produzioni Tipiche), sono previste una serie di iniziative che si riferiscono in modo alle risorse alimentari, enogastronomiche dei settori produttivi agricoli tipici del territorio dei Monti Cimini, tra cui in primis troviamo le castagne. Fino ad ora lo stato di avanzamento per il riconoscimento regionale di questa strada ha visto la costituzione in data 28 agosto 2003, presso la sede della Comunità Montana dei Cimini4, del Comitato Promotore della “Strada” stessa e l’adesione ad esso della Comunità Montana dei Cimini e la maggioranza degli operatori economici dei settori produttivi agricoli e delle attività imprenditoriali collegate: ristoranti, alberghi e aziende artigiane. Ad oggi, si sta procedendo all’individuazione di prodotti tipici catalizzatori della Strada stessa. Inoltre, è ipotizzabile la costituzione di una Strada relativa al territorio dell’Alta Tuscia e del comprensorio del Lago di Bolsena.

11.4 IL P.R.U.S.S.T. La Provincia di Viterbo partecipa come soggetto copromotore, insieme ad oltre cinquanta comuni della Tuscia, al programma di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile (P.R.U.S.S.T) denominato “Patrimonio di San Pietro in Tuscia ovvero il territorio degli Etruschi”.

4 La sede della Comunità Montana dei Monti Cimini è in Piazza Principe di Napoli n.1, 01037 Ronciglione (VT),

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Iniziative territoriali

I P.R.U.S.T.T. nascono con il D.M. del 8 ottobre 1998, sono programmi promossi dal Ministero dei Lavori Pubblici con l’obiettivo di realizzare, all’interno di quadri programmatrici organici, interventi orientati all’ampliamento e alla riqualificazione delle infrastrutture, del tessuto economico – produttivo, al recupero e alla riqualificazione dell’ambiente, dei tessuti urbani e sociali degli ambiti territoriali interessati. Con i P.R.U.S.S.T si cerca di mettere in connessione fra loro diversi “punti focali” di programmazione presenti in un medesimo ambito territoriale, ognuno con la propria dotazione di strumenti normativo- tecnico- finanziari, i quali, seppure finalizzati ai propri obiettivi, dovranno trovare ordine in un quadro organico e unitario tale da assicurare un governo efficace ed ordinato delle diverse iniziative che concorrono allo sviluppo di uno stesso territorio (vedi il caso della presenza di patti territoriali, contratti d’area ecc.). I fondamentali obiettivi del P.R.U.S.S.T. sono due: 1) la realizzazione, l’adeguamento, e il completamento di attrezzature sia a rete che puntuali, di livello territoriale e urbano, in grado di promuovere e di orientare occasioni di sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale e garantendo l’aumento di benessere della collettività. 2) la realizzazione di un sistema integrato di attività finalizzate all’ampliamento e alla realizzazione di insediamenti industriali, commerciali e artigianali, alla promozione turistico – ricettiva e alla riqualificazione di zone urbane centrali e periferiche interessate da fenomeni di degrado. I finanziamenti del Ministero dei Lavori Pubblici, Direzione Generale del coordinamento territoriale, sono finalizzati prioritariamente alla definizione della fattibilità del programma, alla fase di progettazione degli interventi, mentre la loro esecuzione dovrà necessariamente trovare supporto in altri strumenti finanziari come, ad esempio, i fondi strutturali, visto che i P.R.U.S.S.T. rappresentano una delle vie privilegiate per utilizzare le risorse comunitarie. Un elemento distintivo di questi programmi è la partnership tra finanza pubblica e risorse private in quanto quest’ultime devono rappresentare una quota d’investimento pari ad un terzo dell’ammontare complessivo: al finanziamento dei P.R.U.S.S.T, quindi, possono concorrere in prospettiva: · Le somme provenienti dai capitoli di bilancio del Ministero dei Lavori Pubblici, Direzione Generale delle Opere Marittime e Direzione Generale dell’Edilizia Statale, quando i Prusst comprendono interventi inseriti nella programmazione delle stesse Direzioni; · Le somme provenienti dal fondo di rotazione per la progettazione della Cassa Depositi e Prestiti; · I finanziamenti di altri Ministeri per la realizzazione delle opere di competenza già programmate; · I finanziamenti delle Aziende pubbliche nazionali e locali per la realizzazione delle opere infrastrutturali e dei pubblici servizi;

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Iniziative territoriali

· I finanziamenti europei del QCS 2000-2006 e dei prossimi fondi strutturali per le aree che ne possono beneficiare (Ob.1, Ob.2,ecc.); · I finanziamenti degli enti locali; · I finanziamenti privati da destinare alla realizzazione di quota parte delle opere pubbliche e alla realizzazione delle opere private; ulteriori risorse attivate con l’utilizzazione di prestiti del sistema bancario europeo ed, in particolare, con l’utilizzo di prestiti BEI finalizzati a questi scopi.

11.5 DOCUP Obiettivo 2 La strategia del DOCUP: dagli obiettivi generali agli obiettivi specifici L’obiettivo della programmazione regionale è aumentare la competitività del Sistema-Lazio, attraverso modelli di sviluppo sostenibile in grado di valorizzare, insieme, coesione sociale, robustezza della struttura economica e risorse ambientali e storico-culturali, in coerenza con i recenti indirizzi comunitari. In particolare, grande rilevanza viene attribuita alla valorizzazione delle risorse umane, così come alle PMI (artigianali, industriali, turistiche ed agricole), all’innovazione tecnologica, alla tutela dell’ambiente e dei beni storico-archeologico-artistici, e alla valorizzazione dei prodotti regionali. In questo senso, l’obiettivo globale del DOCUP è determinare una spinta di riconversione e sviluppo per realizzare la maggiore efficienza e competitività del sistema, nel rispetto dei principi di tutela e compatibilità ambientale, dell'eliminazione delle ineguaglianze e della promozione della parità tra uomini e donne.La strategia di sviluppo per le aree dell’Obiettivo 2, rispetto al contesto di riferimento emerso dalle analisi effettuate, si è concretizzata nell’individuazione di ambiti prioritari di intervento (gli “Assi”). Tali obiettivi "generali" esprimono quindi la strategia perseguita. Asse 1) garantire le condizioni essenziali di qualità ambientale, sicurezza fisica e agibilità del territorio, attraverso la tutela delle risorse non riproducibili e la messa sotto controllo dei fattori di rischio che possono pregiudicare o condizionare la realizzazione degli interventi programmati sia negli insediamenti che sulle reti; Asse 2) assicurare la realizzazione ed il funzionamento delle reti materiali ed immateriali (viabilità,acquedotti, trasporti, logistica, poli tecnologici, telecomunicazioni, marketing territoriale, ecc.) per creare le condizioni di connessione e "comunicazione" del sistema oggetto di intervento, oltre che con il resto della regione, con le reti ed i mercati nazionale ed europeo. Si tratta di un complesso di attività, volto a promuovere la competitività del sistema regionale, la cui regia deve essere affidata alla Regione, con l'essenziale coinvolgimento del capitale privato; Asse 3) promuovere lo sviluppo dei sistemi locali, attraverso l'implementazione di attività di programmazione "dal basso" ed il raggiungimento di intese tra le istituzioni locali. Tali attività possono includere: interventi in materia di opere pubbliche (anche con il coinvolgimento degli operatori privati),

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Iniziative territoriali

funzionalmente connessi alla valorizzazione delle risorse locali, ivi comprese quelle di particolare pregio ambientale ed interesse culturale; nonché al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, soprattutto nelle zone rurali ed in quelle a debole struttura insediativa, attraverso la qualificazione dell'offerta di servizi pubblici ed il recupero della qualità urbana nelle situazioni di particolare degrado; il completamento delle dotazioni infrastrutturali interne ed esterne alle aree attrezzate per adeguarne la funzionalità alle necessità degli insediamenti produttivi. Tali interventi devono consentire, all'interno di un'attività di programmazione negoziata (patti territoriali, intese ed accordi di programma, etc.) il raggiungimento di un obiettivo complessivo di sviluppo locale; Asse 4) migliorare la competitività del sistema delle imprese - sia favorendo lo sviluppo di quelle esistenti sia agevolando la nascita e/o la localizzazione di nuove imprese - attraverso un sistema articolato di sostegno ed incentivazione agli operatori economici, che privilegi la dimensione medio- piccola delle unità aziendali, con riguardo alla peculiarità ed alla qualificazione delle attività artigiane, che preveda spazi adeguati per l'espansione del cosiddetto "terzo settore" in particolare nell'economia sociale, e che garantisca la crescita dell'imprenditorialità femminile. Tali interventi dovranno riguardare in particolare l'accesso a servizi di trasferimento tecnologico,credito e incentivazione della finanza di progetto, qualificazione della produzione,commercializzazione, internazionalizzazione e gestione aziendale. In questo contesto va sottolineata anche la promozione e la diffusione della certificazione volontaria di processo e di REGIONE LAZIO COMPLEMENTO DI PROGRAMMAZIONE OBIETTIVO 2 2000-2006prodotto - EMAS, ECOLABEL, ISO 14000, ecc. - che costituisce oltre che uno strumento di sostenibilità anche un fattore di competitività per le imprese, e che sembra inizi a trovare a livello nazionale un crescente interesse da parte di queste ultime.

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Iniziative territoriali

DOCUP OB 2 ASSE III DEFINIZIONE E FINALITA' OBIETTIVI SPECIFICI AMBITO TERRITORIALE SOGGETTI BENEFICIARI Il DOCUP (Documento Unico di Programmazione) EL ENCO DELLE SOTTOMISURE. SISTEMA TERRITORIALE 1 Enti locali. del Lazio prevede diversi assi prioritari di 1.1; 1.2. intervento, tra questi c'e l'asse tre che persegue 1.1 Completamento, realizzazione e potenziamento di infrastruttu- Canino; Cellere; Montalto di Castro; Consorzi Industriali. la valorizzazione dei sistemi locali. re nelle aree attrezzate e di insediamento produttivo. ; Tarquinia; Tessennano. 1.1; 1.2. 1.2 Recupero e valorizzazione delle aree marginali e degradate. Consorzi di Imprese. 1 Riqualificazione delle aree di insediamento SISTEMA TERRITORIALE 2 1.1; 1.2. produttivo. 2.1 Recupero e valorizzazione delle aree e dei beni a fini Parchi tecnologici. turistici e ricettivi. Acquapendente; Arlena di Castro; Bagnoregio; 1.1; 1.2. 2 Recupero ambientale di aree degradate e/o 2.2 Sviluppo del patrimonio ricettivo pubblico in aree ad alta Barbarano Romano; Bassano Romano; Blera; BIC Lazio. dismesse. potenzialità turistica. Bolsena; Bomarzo; Canepina; Capranica; 1.1; 1.2. 2.3 Completamento della rete dei sistemi museali e valorizzazione Caprarola; Castiglione in Teverina; Celleno; Enti gestori delle 3 Migliorare la qualità dei servizi per le categorie dei teatri storici. Civitella d'Agliano; Farnese; Gradoli; aree protette regionali sociali disagiate e favorire le pari opportunità, 2.4 Valorizzazione dei centri storici minori e risanamento urbani- Graffignano; Grotte di Castro; Ischia di Castro; 1.1; 1.2; 3.1; 3.2. contrastando l'emarginazione e l'esclusione stico. Latera; Lubriano; Montefiascone; Onano; Comuni,Provincie e sociale. Piansano; Proceno; Ronciglione; Comunità Montane. 3.1 Completamento ed ottimizzazione del sistema di fruizione e San Lorenzo Nuovo; Soriano nel Cimino; 2.1; 2.2; 2.3; 2.4. 4 Promuovere l'attrattività dei differenti sistemi recettività nelle aree protette, nei SIC e nelle ZPS. Tuscania; Valentano; Vejano enclave; Regionale Lazio. locali a fini turistico-recettivi ed eliminare le 3.2 Sviluppo di attività sostenibili all'interno delle aree protette, Vejano altro; Vetralla; 3.1; 3.2. condizioni di degrado urbanistico. dei SIC e delle ZPS. Villa San Giovanni in Tuscia; Viterbo-parte; Sogetti pubblici locali. Vitorchiano; Trevignano Romano. 3.1; 3.2. 5 Migliorare i servizi delle aree protette e ARP Lazio. sviluppare l'educazione ambientale al fine di SISTEMA TERRITORIALE 3 3.1; 3.2. valorizzare le risorse naturali a fini turistici. Bassano in Teverina; Calcata; Carbognano; Castel Sant'Elia Civita Castellana; Corchiano; Fabrica di Roma; Faleria; Gallese; Monterosi; Nepi, Orte; Vallerano; Vasanello; Vignanello;

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Iniziative territoriali

11.6 Le Comunità Montane

ENTI SOVRACOMUNALI. COMUNITA' MONTANA "ALTA TUSCIA" AMBITO SOGGETTI DEFINIZIONE E FINALITA' OBIETTIVI SPECIFICI TERRITORIALE BENEFICIARI La legge istitutiva nazionale delle Comunità Montane è la 1102/1971. Acquapendente La Regione Lazio con la L.R.16/73 (Sviluppo dell'economia montana) recepisce quanto Gradoli previsto dall'istituto nazionale e delimita 17 aree omogenee, esplicitando in modo ancor più Grotte di Castro Latera deciso - all'art.1 - la funzione programmatoria dell'ente, pur prevedendo ambiti di Onano Proceno coordinamento a livelli superiori. Il piano di sviluppo socio-economico non può più essere San Lorenzo Nuovo un documento di sola lettura delle vocazioni del territorio e Valentano La Comunità Montana Alta Tuscia Laziale viene quindi formalmente istituita nel 1975 con delle aspirazioni della sua comunità civile, ma deve l'approvazione dello Statuto da parte del Consiglio Regionale del Lazio mediante la delibera diventare un vero e proprio piano d'azione aperto alle n° 411. Inizialmente comprendeva i Comuni di Acquapendente, Latera, Onano e Valentano opportunità che i canali di finanziamento regionali, con una popolazione di 11.751 abitanti ed una superficie di 22,086 Ha. Nel 1986, con alla nazionali e comunitari di volta in volta creano. I Progetti L.R. n°32 viene variata la I° zona omogenea, cosicché entrano a far parte della Comunità Speciali Integrati costituiscono la più importante forma di Montana anche i Comuni di Latera, Proceno, Gradoli e Grotte di Castro e l'intero territorio intervento diretto prevista dal Piano di Sviluppo socio- viene considerato comprensorio di bonifica montano ai sensi dell'art.14 della L.991/52. economico. Si tratta di cinque progetti finalizzati alla piena valorizzazione delle risorse dell'Alta Tuscia Laziale. I Progetti Integrati, che vengono qui proposti, presentano le seguenti caratteristiche generali: 1 Rispondono ad una Nel 1990 la legge 142 (Ordinamento delle autonomie locali) e le successive modifiche e integrazioni, D.Lgs.265/99, ridefiniscono istituzionalmente le Comunità Montane logica di tipo sistematico: sono ispirati, cioè, da un obiettivo di interesse ampio e collettivo, e però collocandole a pieno titolo nell'ordinamento delle autonomie locali e individuano nel piano interessano vari ambiti settoriali di intervento, tutti pluriennale di sviluppo socio-economico lo strumento attraverso il quale le comunità funzionali al raggiungimento dell'obiettivo posto. Ciò concorrono alla formazione del piano territoriale di coordinamento, nonché ai programmi annuali operativi di esecuzione del piano stesso. significa che ogni progetto integrato si articola in sotto- progetti attuabili come stralci funzionalmente autonomi, ma viene gestito nella sua globalità, senza mai La legge 97/1994 (Nuove disposizioni per le zone montane) precisa gli interventi e le perdere di vista l'obiettivo generale. 2 Sono costruiti sui agevolazioni dirette "allo sviluppo globale della montagna mediante la tutela e la principi cardine del partenariato attivo e della sussidiarietà valorizzazione delle qualità ambientali e delle potenzialità endogene proprie dell'habitat nel rapporto pubblico/privato: sono, cioè, attuati in una montano", con particolare riferimento agli aspetti territoriali, economici, sociali e culturali; logica collaborativa tra soggetti pubblici e privati. viene inoltre istituito un fondo speciale per la montagna presso il Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica. Nello stesso provvedimento viene riaffermata la competenza delle Comunità Montane nella gestione delle risorse agro-silvo-pastorali, nella conservazione dell'integrità dell'azienda agricola, anche mediante procedure di acquisto, e in materia di tutela ambientale, caccia pesca e gestione del patrimonio forestale; all'art.11 viene però introdotta per la prima volta la norma in base alla quale le Comunità Montane promuovono anche l'esercizio associato di funzioni e servizi comunali. Nel 2000 la Regione Lazio pubblica la L.R. n°9 con la quale si ridefiniscono le aree e si precisano i compiti ed i ruoli delle Comunità Montane, anche alla luce del processo di decentramento e delega intrapreso dall'ente regionale.

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Iniziative territoriali

ENTI SOVRACOMUNALI. COMUNITA' MONTANA "MONTI CIMINI" AMBITO SOGGETTI DEFINIZIONE E FINALITA' OBIETTIVI SPECIFICI TERRITORIALE BENEFICIARI La legge istitutiva nazionale delle Comunità Montane è la 1102/1971. La Regione Lazio con la L.R.16/73 (Sviluppo dell'economia montana) recepisce quanto previsto dall'istituto nazionale e delimita 17 aree omogenee, esplicitando in modo ancor più deciso - all'art.1 - la funzione programmatoria dell'ente, pur prevedendo ambiti di coordinamento a livelli superiori.

Nel 1990 la legge 142 (Ordinamento delle autonomie locali) e le successive modifiche e integrazioni, D.Lgs.265/99, ridefiniscono istituzionalmente le Comunità Montane Canepina collocandole a pieno titolo nell'ordinamento delle autonomie locali e individuano nel piano Capranica pluriennale di sviluppo socio-economico lo strumento attraverso il quale le comunità Gli obiettivi perseguiti dalla Comunità montana sono: Caprarola concorrono alla formazione del piano territoriale di coordinamento, nonché ai programmi 1 La promozione e salvaguardia del territorio montano Ronciglione annuali operativi di esecuzione del piano stesso. con particolare attenzione all'ambiente naturale; 2 La valorizzazione delle risorse umane e culturali; Soriano nel Cimino 3 La valorizzazione delle attività economiche; Vallerano 4 La conoscenza e fruizione del patrimonio montano Vetralla speleologico Vignanello La legge 97/1994 (Nuove disposizioni per le zone montane) precisa gli interventi e le Il Piano di sviluppo socio-economico deve: Viterbo agevolazioni dirette "allo sviluppo globale della montagna mediante la tutela e la 1 Indivuduare gli interventi relativi alla difesa del suolo e Vitorchiano valorizzazione delle qualità ambientali e delle potenzialità endogene proprie dell'habitat dell'ambiente; montano", con particolare riferimento agli aspetti territoriali, economici, sociali e culturali; 2 Promuovere lo sviluppo di attività economico viene inoltre istituito un fondo speciale per la montagna presso il Ministero del Bilancio e produttive presenti sul territorio; della Programmazione Economica. 3 Valorizzare le risorse endogene e tutelare le produzioni tipiche; 4 Tutelare e valorizzare le tradizioni locali; Nello stesso provvedimento viene riaffermata la competenza delle Comunità Montane nella 5 Impostare azioni di incremento della preparazione gestione delle risorse agro-silvo-pastorali, nella conservazione dell'integrità dell'azienda culturale e professionale. agricola, anche mediante procedure di acquisto, e in materia di tutela ambientale, caccia pesca e gestione del patrimonio forestale; all'art.11 viene però introdotta per la prima volta la norma in base alla quale le Comunità Montane promuovono anche l'esercizio associato di funzioni e servizi comunali. Nel 2000 la Regione Lazio pubblica la L.R. n°9 con la quale si ridefiniscono le aree e si precisano i compiti ed i ruoli delle Comunità Montane, anche alla luce del processo di decentramento e delega intrapreso dall'ente regionale.

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Iniziative territoriali

11.7 Distretto Industriale

DISTRETTO INDUSTRIALE (L.R. 36/2001). DEFINIZIONE E FINALITA' OBIETTIVI SPECIFICI AMBITO TERRITORIALE SOGGETTI BENEFICIARI Legge Regionale 36/2001: ELENCO DELLE SOTTOMISURE. Distretto di industriale di Soggetti Pubblici; Al fine di incrementare lo sviluppo economico, la Civita Castellana; Imprese commerciali; coesione sociale, l'occupazione ed in particolare Creazione delle condizioni che consentano la valorizzazione delle risorse e Imprese artigianali; di rafforzare la competitività del sistema produttivo, delle conoscenze umane tecniche e produttive esistenti e potenzialmente 1 Castel Sant'Elia (VT) Imprese di servizi; nonché di ricercare ed attivare nuove linee di inter- reperibili all'interno del Distretto Industriale. 2 Civita Castellana (VT) Associazioni Consortili; vento, disciplina le modalità di individuazione dei Sviluppo e consolidamento del tessuto imprenditorale minore e promozione del 3 Corchiano (VT) Consorzi ; sistemi produttivi locali, dei distretti industriali e delle rilancio dell'occupazone qualificata in attività innovative di ricerca, produzione 4 Fabrica di Roma (VT) Società Consortili; aree laziali di investimento. e servizi. 5 Faleria (VT) Società a capitale misto Trasformazione e sviluppo del territorio, anche attraverso l'aumento della dota- 6 Gallese (VT) pubblico o privato zione infrastrutturale e delle strutture di servizio del sistema produttivo, com- 7 Nepi (VT) prese quelle dirette allo sviluppo dell'organizzazione dei mercati locali del lavoro 8 Sant'Oreste (RM) e della subfornitura o alla realizzazione di poli tecnologici e di consorzi per la difesa e la promozione di prodotti tipici. Sviluppo delle imprese esistenti, anche attraverso il sostegno ai processi di internazionalizzazione delle stesse ed alla penetrazione di nuovi mercati. Promozione dei processi di riorganizzazione interna dei settori di specializza- zione produttivi, in particolare nella prospettiva di una integrazione di sistema e del consolidamento delle relazioni fra imprese. Miglioramento delle prestazioni operative dei sistemi produttivi specializzati con la sperimentazione e l'adozione di servizi innovativi mirati ad elevare il livello di qualità di processo, di prodotto e di strutture organizzative, per l'ottenimento della relativa certificazione di qualità. Supporto alla diversificazione ed alla riconversione delle strutture operanti in specializzazione produttive mature; Sostegno alla reindistralizzazione delle areeche evidenziano processi di declino Aumento del livello tecnologico e tutela della proprietà industriale. Valorizzazione delle risorse umane attraverso programmi di formazione. Tutela degli equilibri ambientali dei singoli sistemi territoriali

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Iniziative territoriali

11.8 Sistemi integrati SISTEMI INTEGRATI L.R. 40/1999. DEFINIZIONE E FINALITA' OBIETTIVI SPECIFICI AMBITO TERRITORIALE SOGGETTI BENEFICIARI Legge Regionale 40/1999: ELENCO DELLE SOTTOMISURE. Area integrata della via Amerina. Calcata, Castel S. Elia, Civita La Regione riconosce come obiettivo prioritario la Castellana, Corchiano, Faleria, valorizzazione ambientale, culturale e turistica del Fabrica di Roma, Gallese, Nepi, territorio, nel rispetto delle esigenze di tutela, per Orte, Vasanello. concorrere allo sviluppo economico, imprenditoriale Sistema Alta Tuscia (SAT) ed occupazionale delle comunità regionale. Comprensorio Aquesiano. Ai fini della programmazione e del razionale e coor- Acquapendente, Bolsena, dinato utilizzo delle risorse finanziarie locali, regio- Capodimonte, Gradoli, Grotte nali, nazionali e comunitarie all'interno di ambiti di Castro, Latera, Marta, territoriali sovracomunali, la Regione promuove e Montefiascone, Onano, Proceno favorisce la redazione e l'attuazione della program- San Lorenzo Nuovo. mazione integrata secondo gli obiettivi e l'articola- Comprensorio Castrense zione per azioni definiti nella deliberazione del Cellere, Farnese, Ischia di C. Consiglio regionale 7 maggio 1997, n 357. Valenteno Comprensorio Teverina Bagnoregio, Bassano in Teveri- na, Bomarzo, Casriglione in Teverina, Celleno, Civitella di Agliano, Graffignano, Lubriano, Vitorchiano. Sistema Etrusco Cimino Blera, Barbarano Romano, Bassano Romano, Canepina, Capranica, Caprarola, Carbogna no, Monte Romano, Monterosi, Oriolo Romano, Ronciglione Soriano nel Cimino, Sutri, Vallerano, Vejano, Vetralla, Vignanello, Villa S. G. in Tuscia. Comunità Montana Dei Cimini.

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Iniziative territoriali

SISTEMI INTEGRATI L.R. 01/2001. DEFINIZIONE E FINALITA' OBIETTIVI SPECIFICI AMBITO TERRITORIALE SOGGETTI BENEFICIARI Legge Regionale 01/2001: ELENCO DELLE SOTTOMISURE. Tarquinia, Montalto di Castro. Provincie e altri enti locali in forma associata. La Regione, in conformità ai principi di cui agli articoli 1 Opere ed impianti per il recupero ed il risanamento di zone costiere 44 e 45 dello Statuto, promuove lo sviluppo economi- degradate, ivi compresi gli impianti di depurazionee riutilizzo delle Enti pubblici e le società co e sociale del litorale del Lazio. acque reflue. a partecipazione pubblica. Per i fini di cui al comma 1 sono concessi, nei limiti 2 Iniziative per la tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali, del "Fondo speciale per il litorale del Lazio" di cui storiche, artisitche, monumentali e delle aree naturali protette marine Le associazioni, all'articolo 22, finanziamenti regionali per l'attuazione e terrestri. le organizzazioni non di un programma integrato di interventi che consenta 3 Manifestazioni culturali, spettacolari, congressuali e di educazione lucrative sociali (ONLUS), no di valorizzare e salvaguardare le risorse struttu- ambientale, utili ai fini del prolungamento della stagione turistica, della le imprese e le cooperative rali ed ambientali, di diversificare e specializzare diversificazione e specializzazione dell'offerta turistica e della sociali private. l'offerta turistica e culturale, di potenziare le attività creazione di un immagine turistica qualificata. produttive marittime e di incrementare i livelli 4 Strutture destinate alle attività ricreative, sportive e di educazione occupazionali. ambientale, nonché strutture ricettive e di completamento della Nelle fasi di programmazione, attuazione e controllo ricettività, ivi comprese quelle della ristorazione e della balneazione delle politiche per il litorale ed il mare, la Regione 5 Sistemi organici di servizi pubblici connessi alla fruibilità e difesa promuove e favorisce la partecipazione attiva di del litorale, comprensivi di aree di parcheggio attrezzate. tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali interes 6 Potenziamneto delle infrastrutture viarie, ferroviarie e portuali e dei sati, secondo le modalità di cui ai successivi articoli. mezzi di trasporto che migliorino l'accesso al litorale del Lazio. La Regione, quale membro della Conferenza delle 7 Incremento delle attività produttive artigianali ed in particolare di Regioni periferiche marittime dell'Europa, promuove quelle connesse all'artigianato tipico ed artistico. e favorisce le relazioni interregionali e le politiche 8 Incremento delle attività produttive marittime ed in particolare della di partenariato fre le Regioni del Mediterraneo in cantieristica, delle pesca professionale e della pescaturismo, compa- sintonia con le finalità di cui alla presente legge. tibili con i valori ambientali tutelati. 9 Piani di riqualificazione urbana. 10 Promozione di studi, indagini ed attività conoscitive finalizzati alla fruibilità, valorizzazione e protezione delle coste e del litorale marino. 11 iniziative per la realizzazione di servizi telematici ai fini della valo- rizzazione turustuca e sociale delle risorse del territorio.

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Iniziative territoriali

11.9 Assetti sovracomunali COMUNI ENTI LOCALI DOCUP OB2 ASSE III LEADER+ CONTRATTO D'AREA SISTEMI SITEMI INTEGRATI PRUSST SOVRACOMUNALI INTEGRATI L.R 40/99 L.R 1/01 Acquapendente X X X X X Arlena di Castro X X X Bagnoregio X X X X Barbarano Romano X X X X Bassano in Teverina X X X Bassano Romano X X X X Blera X X X Bolsena X X X X Bomarzo X X X X Calcata X X X Canepina X X X X X Canino X X X Capodimonte X X X Capranica X X X X X Caprarola X X X X X Carbognano X X X X Castel S. Elia X X X X Castiglione in Teverina X X X X Celleno X X X X Cellere X X X X Civita Castellana X X X X Civitella d’Agliano X X X X Corchiano X X X X Fabrica di Roma X X X X Faleria X X X X Farnese X X X X Gallese X X X X Gradoli X X X X X Graffignano X X X X Grotte di Castro X X X X X Ischia di Castro X X X X Latera X X X X Lubriano X X X X Marta X X X Montalto di Castro X X X X Montefiascone X X X X Monteromano X X X X Monterosi X X

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Iniziative territoriali

Nepi X X X X X Onano X X X X X Oriolo Romano X X X Orte X X X Piansano X X X Proceno X X X X X Ronciglione X X X X X S. Lorenzo Nuovo X X X X X Soriano nel Cimino X X X X X Sutri X Tarquinia X X X X Tessennano X X X Tuscania X X X Valentano X X X X X Vallerano X X X X X Vasanello X X X Veiano X X X X Vetralla X X X X X Vignanello X X X X X Villa S.- Giovanni in T. X X X X Viterbo PARTE X Vitorchiano X X X X X

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11.10 Il Parco Storico Archeologico ambientale d'Europa Il Parco Storico archeologico e Ambientale d'Europa è un programma promosso e garantito dall'Amministrazione Provinciale di Viterbo ed è oggetto di una specifica legge regionale (L.R. n. 60/96). Le "Porte" del Parco Storico archeologico e Ambientale d'Europa sono attrezzate per dare informazioni aggiornate, per preparare itinerari, per assicurare la migliore accoglienza alberghiera e ristorativa ai visitatori, attraverso sistemi organizzativi che garantiscono massima efficienza. Il Parco è rappresentato dalla Provincia di Viterbo, l'antica Tuscia nell'interezza del suo territorio, culla primigenia della civiltà etrusca disseminata di rocche, castelli e centri storici del duecento e del trecento, ricca di ville e palazzi gentilizi rinascimentali e barocchi, di un patrimonio irripetibile di storia, di arte e di cultura in un ambiente naturale affascinante e pressoché intatto. È un programma di tutela, di conservazione e di valorizzazione dei beni culturali che incide positivamente sugli sbocchi occupazionali delle nuove generazioni e coinvolge le forze imprenditoriali in iniziative di innovazione e di gestione; È un sistema di accoglienza turistica che collega musei, siti monumentali, biblioteche, riserve naturali alle offerte ricettive e ristorative di un territorio di antiche tradizioni enogastronomiche; È un ventaglio di proposte personalizzate che rispondono alle moderne esigenze del turismo culturale, termale, sportivo, congressuale ed estivo, e consentono al visitatore di ripercorrere itinerari e di conoscere luoghi di grande attrattiva storica e ambientale; È una proposta innovativa per l'Europa che colloca la Tuscia all'avanguardia nel campo delle strategie di promozione turistica del territorio. L'attuazione del Parco Storico Archeologico e Ambientale d'Europa si concretizza attraverso: Microprogetti. interventi specifici localizzati per la salvaguardia d'urgenza e il rilancio di monumenti di particolare pregio; Pogetti pilota che riguardano aree comprensoriali e itinerari di grande rilievo storico, artistico e monumentale, recuperati attraverso provvedimenti globali di valorizzazione; Progetti di interesse provinciale inerenti le strategie di comunicazione e di promozione, con particolare riferimento all'apertura di "porte" (centri informazione), alla presentazione pubblica degli scopi e delle opportunità del Parco;

LE PORTE DEL PARCO VITERBO - Via M. Romiti - stazione ferroviaria BAGNOREGIO - P le Battaglini snc - 01022 Bagnoregio - Tel.0761.760053 BOLSENA - Piazza Matteotti - 01023 Bolsena - Tel. 0761.799923 CAPRANICA - Piazzale delle Rimembranze (S.S. Cassia) - 01012 Capranica - Tel. 0761.669364 CASTIGLIONE IN TEVERINA - Via Orvietana s.n.c - 01024 Castiglione in Teverina - Tel. 0761.947028 VETRALLA - Via Cassia Sutrina snc - 01019 Vetralla - Tel. 0761.460006 Fax: 0761.460475

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Iniziative territoriali

11.11 Contratto d’area Legge 23 dicembre 1996, n. 662 Misure di razionalizzazione delle finanza pubblica; Articolo 2 comma n. 203 sezione f) Contratto d'area. E’ uno strumento operativo, concordato tra amministrazioni, anche locali, rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro, nonché eventuali altri soggetti interessati, per la realizzazione delle azioni finalizzate ad nuova occupazione in territori circoscritti. Le aree interessate sono quelle in crisi indicate dal Presidente del Consiglio dei ministri e quelle di sviluppo industriale e i nuclei di industrializzazione situati nei territori di cui l'obiettivo 1 del regolamento CEE n. 2052/88. Possono rientrare anche le aree industrializzate realizzate a norma dell’articolo 32 della legge 14 maggio 1981, n. 219, che presentino requisiti di più rapida attivazione di investimenti di disponibilità di aree attrezzate e di risorse private o derivanti da interventi normativi. Nell'ambito dei contratti d'area dovranno essere garantiti ai lavoratori i trattamenti retributivi previsti dall’articolo 6, comma 9, lettera c), del decreto legge 9ottobre 1989, n 338, convertito, con modificazione ,dalla legge 7 dicembre 1989, n. 389. Nel territorio della provincia di Viterbo in territorio in cui opera il contratto corrisponde a quello dei comuni di Montalto di Castro e Tarquinia.

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