2 I Tweet degli Italiani nel 2016

Cosa (e perché) hanno scritto gli italiani su Twitter nel 2016

Matteo G.P. Flora ii Indice

I Quaderni di The Fool v

1 Il Rapporto 1 1.1 I volumi ...... 2 1.2 Gli argomenti trattati ...... 4 1.3 Gli utenti più menzionati ...... 7 1.4 I tweet di maggiore impatto ...... 9 1.5 Dalle alpi alle piramidi? ...... 13 1.6 Uomini, donne, giovani...... 15 1.7 Buongiornissimo!!!! ...... 17

2 I contributi 19 2.1 Il contributo di Giuliano Ambrosio ...... 20 2.2 Il contributo di Giovanni Boccia Artieri ...... 22 2.3 Il contributo di Paola Bonini ...... 25 2.4 Il contributo di David Casalini ...... 28 2.5 Il contributo di Stefano Chiarazzo ...... 30 2.6 Il contributo di Daniele Chieffi ...... 34 2.7 Il contributo di Riccardo Luna ...... 36

3 Altre informazioni 39 3.1 Il Curatore: Matteo G.P. Flora ...... 40 3.2 The Fool srl ...... 41 3.3 Crimson Hexagon ...... 41

iii iv INDICE I Quaderni di The Fool

Nonostante le continue notizie che dipingono Twitter come una piattaforma sempre più in crisi pare che Twitter agli italiani continui a piacere, molto. In questo primo Quaderno di The Fool del 2017 parleremo proprio di cosa raccontano (e quanto) gli italiani su Twitter, grazie al Rapporto che ci è stato commissionato da AGI a fine 2016 e che è disponibile online1 in forma ridotta e qui nella sua completezza. E proprio da questo Report scopriamo che gli italiani continuano ad esse- re non solamente attivi, ma anche estremamente prolifici nella creazione dei contenuti. Proprio da Twitter e da una retrospettiva dell’anno passato abbiamo deciso di partire ad analizzare il nuovo anno, un anno che vede la nascita dei Quader- ni di The Fool: una collana di e-book organizzati in opere monografiche che accompagnano le nostre analisi di scenario ed i dati puntuali, che ci segue ha imparato ad apprezzare per la visione che offrono. Nei Quaderni trovere- te anche commenti e approfondimenti di scenario sull’analisi stessa da parte di esperti del settore ed esperti del panorama della comunicazione (digitale e non), del marketing, della sociologia e del business. Un lavoro corale che aggiunge all’analisi anche il respiro delle informazio- ni a corredo per comprendere, analizzare e creare prospettive di scenario su- gli argomenti di maggiore interesse, in una lettura completa che possa fornire strumenti ed opinioni per affrontare le sfide in modo nuovo. Con la speranza che queste pagine diventino un punto fisso di incontro e di confronto sempre costruttivo.

1Il rapporto è disponibile all’indirizzo http://go.thefool.it/2hmMfIu

v vi I QUADERNI DI THE FOOL Capitolo 1 Il Rapporto

A commentare il Rapporto Matteo Flora, Founder e Chairman di The Fool

Per meglio comprendere i temi ed i personaggi che hanno caratterizzato il 2016 degli Italiani su Twitter The Fool ha osservato il flusso di dati di Twitter utilizzando la piattaforma Crimson Hexagon Forsight™ dal 1 Gennaio 2016 al 25 Dicembre 2016.

1 2 CAPITOLO 1. IL RAPPORTO 1.1 I volumi

La rilevazione ha riguardato oltre 238.275.000 contenuti, tra tweet e re- tweet, identificati come in lingua italiana e creati da utenti presenti sul territorio nazionale1.

Figura 1.1: Andamento contenuti mensili.

Con una media di circa 20 milioni di contenuti al mese il numero di cinguet- tii generati dagli italiani non sembra avere una flessione importante nel corso dei mesi, salvo i cali (fisiologici nel digitale) relativi al periodo feriale quando il digitale viene accantonato parzialmente dagli utenti. Gennaio e Giugno 2016 rappresentano i momenti di maggiore attività del 2016 all’interno della piattaforma.

1L’orizzonte di analisi è da considerarsi un campione, poiché per meglio caratterizzare i temi italiani è stato impostato un doppio filtro per lingua “italiana” e per i contenuti degli utenti che Twitter individua come italiani o localizzati in Italia, siano essi geolocalizzati all’interno della nazione o abbiano dichiarato la nazionalità o posizione come Italiana. 1.1. I VOLUMI 3

Figura 1.2: Andamento contenuti orario.

L’andamento temporale complessivo dei tweet rivela i due principali mo- menti di uso della piattaforma in Italia, concentrati nell’intorno della pausa pranzo (orario tra le 12.00 e le 15.00) e nella fascia serale (tra le 21.00 e le 22.00), non a caso anche gli orari di punta delle trasmissioni televisive che, co- me vedremo, influenzano in modo significativo i temi trattati all’interno della piattaforma. Il momento “cieco”, ui cui l’engagement scende in modo rilevante, è rappre- sentato dalla tarda notte e dal primissimo mattino: la fascia oraria compresa tra l’1:00 del mattino e le 8:00 è una terra inesplorata dove l’ingaggio degli uten- ti vede una naturale riduzione. Una visione di Twitter, quindi, denotata quasi dalle medesime dinamiche a cui ci ha abituato la televisione generalista, con due “prime time” al giorno in cui il mezzo diviene attivo con un palinsesto più variegato ed un uditorio molto più corposo rispetto alla media della giornata. 4 CAPITOLO 1. IL RAPPORTO 1.2 Gli argomenti trattati

Figura 1.3: Classifica degli hashtag.

L’analisi degli HashTag più utilizzati mostra la vocazione “multipla” della piattaforma: se è vero che la prima posizione è occupata dal termine #news, usato prevalentemente - come il nome denota - per le notizie spesso in quasi tempo reale, è anche vero che a ruota segue la televisione in quella connotazio- ne di utilizzo come secondo schermo di commento ai contenuti televisivi “in onda” che abbiamo imparato a chiamare SocialTV. Una presenza importante dove spiccano anche numerosi titoli di trasmissioni e rassegne dall’amplissimo seguito come Il Festival di Sanremo (#Sanremo2016 in seconda posizione) gli MTV Awards (#MTVAwardsStar in quarta), il Grande Fratello nella edizione VIP (#GFVip in quinta posizione), la presenza immancabile di Maria de Filip- pi (#Amici15 e #Uominiedonne rispettivamente in sesta ed ottava posizione). Non manca nemmeno la terza vocazione di eccellenza di Twitter italiano: la politica. Quest’anno molto accesa sia per le modalità di comunicazione di ta- lune forze politiche che hanno fatto della disseminazione online dei contenuti la loro via preferita, sia per i temi caldi dell’anno politico segnato da due refe- 1.2. GLI ARGOMENTI TRATTATI 5 rendum importantissimi spesso combattuti a “colpi” di campagne Social. Nella Top Ten non mancano infatti sia il Premier uscente Matteo Renzi (#Renzi), sia la presenza del Movimento 5 Stelle (#M5S). Una politica che, molto spesso, si fa locale, con in posizione predominante gli HashTag geografici di grandi capo- luoghi come #Milano e #Roma, quest’ultima anche influenzata dalla omonima squadra calcistica.

Figura 1.4: Mappa dei termini.

Una tripla vocazione, quindi, di news, spettacolo (televisivo) e politica che sembra infiammare gli utenti italici nella produzione di cinguettii. Una condi- zione che vediamo chiara anche nella mappa delle associazioni di parole, che raccontano un social che parla, prepotentemente, di altri social network in mo- 6 CAPITOLO 1. IL RAPPORTO do molto autoreferenziale, cosa conosciuta, con ampi spazi dedicati a YouTube e Facebook. 1.3. GLI UTENTI PIÙ MENZIONATI 7 1.3 Gli utenti più menzionati

Figura 1.5: utenti più menzionati.

Per quanto riguarda invece gli utenti più citati nella classifica di The Fool dai cinguettii italici abbiamo invece in posizione dominante gli idoli dei ragaz- zini ad “eccitare” i cinguettii: il gruppo formato da Benji&Fede prende addirit- tura tre posti nella Top 10, in seconda, quarta e sesta posizione con gli account dei due cantanti e quello della band. In loro compagnia AlbericoYes, al secolo Alberico de Giglio, notissimo Youtuber che si propone a fan della medesima fascia di età. Non manca la politica, visto che il mondo politico è bene rappresentato nel- la classifica da centinaia di citazioni per l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi (in terza posizione) e Beppe Grillo (in nona posizione). La triade di spettacolo/politica/informazione è rispettata anche in questa classifica notando la presenza di ben tre testate di informazione: Repubblica, La Stampa, il Fatto Quotidiano nel novero degli utenti più citati. 8 CAPITOLO 1. IL RAPPORTO

Figura 1.6: Gli utenti che pubblicano più contenuti

Per quanto riguarda l’account di Repubblica c’è peraltro da sottolineare co- me la rappresentatività sia anche, probabilmente, data dalla importantissima massa di contenuti pubblicati (oltre 80.000) nel corso dell’anno, che sicura- mente avvantaggiano una grande citazione. Un piccolo “intruso algoritmico” nella classifica dei più menzionati: in pri- ma posizione abbiamo infatti l’account “ufficiale” di YouTube: che sia così citato da tutti? Non esattamente, visto che viene aggiunto “automaticamente” dalla piattaforma quando qualcuno condivide un filmato di YouTube cliccando sui pulsanti presenti sul sito. . . 1.4. I TWEET DI MAGGIORE IMPATTO 9 1.4 I tweet di maggiore impatto

Figura 1.7: Top 10, prima parte.

La vocazione spesso sociale dell’immediatezza della comunicazione di Twit- ter si nota andando a vedere quali siano stati i cinguettii che hanno ricevuto più attenzione e condivisioni2: in prima e decima posizione, simbolicamente ad aprire e chiudere la classifica, abbiamo la Croce Rossa che informa su cosa fa- re in caso di terremoto e fornisce i numeri utili da contattare: un meraviglioso

2Se si nota una differenza tra i numeri delle condivisioni in classifica e quelle presenti attualmente sulla piatta- forma si ricordi che l’analisi prende in esame solamente tweet e retweet nel perimetro di ricerca, e cioè classificati come provenienti da utenti dichiaratamente italiani, dall’Italia ed in lingua italiana, che costituiscono sicuramente una frazione, seppur significativa, del totale. 10 CAPITOLO 1. IL RAPPORTO esempio di come la tecnologia (e le condivisioni sociali) vengano incontro in uno stato di emergenza.

Figura 1.8: Croce Rossa e Benji e Fede.

Ed è proprio questo primo Tweet a donare un po’ di fiducia, in un perio- do caratterizzato dalla post-verità, alla possibilità dei mezzi di raggiungere la massima parte della popolazione con segnali utili ed informativi, anche se un commentatore cinico potrebbe trovare la motivazione della condivisione nella sola volontà buonista di essere partecipi di un gesto compassionevole. 1.4. I TWEET DI MAGGIORE IMPATTO 11

Figura 1.9: Top 10, seconda parte.

In seconda, terza, quarta e sesta posizione i fan italiani hanno rilancia- to i contenuti della Band forse più famosa al mondo: gli One Direction ed i suoi membri. D’altronde non è un segreto che la schiera dei e delle #Directio- ner, il nome in cui si auto-riconoscono i seguaci della band, sia una presenza estremamente attiva nel Twitter italiano. Ma forse la maggiore formazione che vanta il seguito più affiatato su Twit- ter è proprio quella di Benji&Fede, che riescono a conquistare ben due diffe- renti posizioni nella classifica grazie ad un pubblico che pare pendere dalle loro labbra per qualunque comunicazione: una condizione che ha sicuramente age- volato la loro carriera e, vale la pan ricordare, una scelta pianificata da giorno zero per una formazione che sui social network è nata. 12 CAPITOLO 1. IL RAPPORTO

Figura 1.10: Il Team Volley e Matteo Grandi.

Ironia e Sport trovano fortunatamente spazio in questa classifica con un post ironico (ma non troppo) di Matteo Grandi sui “nuovi detentori degli arsenali nucleari” e con il tweet pieno di gioia del Team Italiano di Volley che annuncia la partecipazione alla finale di Rio2016. 1.5. DALLE ALPI ALLE PIRAMIDI? 13 1.5 Dalle alpi alle piramidi?

Un utilizzo polarizzato appare anche quello geografico, con una distribuzio- ne legata principalmente alla popolazione residente, ma che riesce comunque a riservare qualche sorpresa.

Figura 1.11: Le regioni più attive.

Analizzando i 139,7 milioni di contenuti di cui è possibile rilevare infor- mazioni geografiche possiamo notare come la prima posizione sia occupata dalla regione Lombardia, che con quasi trenta milioni di contenuti rappresenta il 19,8% della produzione. In seconda posizione, ma semplicemente ad una incollatura, abbiamo il La- zio, con 26 milioni di contenuti ed il 18,64% del totale mentre la terza posizione 14 CAPITOLO 1. IL RAPPORTO

è occupata dalla Campania, notevolmente distaccata a 14 milioni di contenuti e un 10,2% del totale. A seguire Sicilia (7,3%), Emilia Romagna (6,81%), Piemonte (6,5%), To- scana (6,4%) e Veneto (5,6) e Puglia (4,4%).

Figura 1.12: Le città più attive.

Prime posizioni invertite, invece, sul fronte delle città: su un panel di con- versazioni geolocalizzabili su base cittadina di 113 milioni circa primeggia Roma che guida con 24 milioni di conversazioni, seguita da Milano con 22 milioni. A ruota Napoli (11 M), Torino (6 M), Firenze (4,4 M), Bologna (3,2 M), Genova (2,9), Palermo (2,8 M), Modena (2,5 M) e Cagliari (2,1 M). 1.6. UOMINI, DONNE, GIOVANI.. . 15 1.6 Uomini, donne, giovani. . .

Twitter pare essere una piattaforma senza particolari bias di genere: la dif- ferenza tra i sessi pare essere irrisoria nei 120 milioni di contenuti pubblicati da utenti di cui si possiedono informazioni di genere, che versano in sostanziale parità.

Figura 1.13: Demografiche di genere.

E’ invece interessante notare come dei 39 milioni di contenuti di cui si dispone di informazioni demografiche il 25% (9,7 M) sia stato prodotto da utenti che si dichiarano al di sotto dei 17 anni di età. Se quindi gli utenti di Twitter rappresentano un pubblico variegato e con differenti interessi che coesistono e nonostante le statistiche parlino dei giovani 16 CAPITOLO 1. IL RAPPORTO digitali come più avvezzi ad altre piattaforme come SnapChat, l’analisi mostra senza ombra di dubbio un pesantissimo apporto dei più giovani nella presenza e generazione di contenuti all’interno di Twitter. 1.7. BUONGIORNISSIMO!!!! 17 1.7 Buongiornissimo!!!!

Per chiudere una nota di colore: il popolo del “Buongiorno”!

Figura 1.14: Tweet/Retweet contenenti la parola Buongiorno.

Un popolo, infine, molto educato: sono oltre due milioni e mezzo infatti i cinguettii che citano un “Buongiorno”: non è dato sapere si tratta della schiera dei “buongiornissimo” che secondo alcuni “ammorba” la rete o, semplicemen- te, un segno che anche nella rete continua a resistere uno zoccolo educato e gentile. Un solo dato, però, su cui riflettere: sono sicuramente in lieve ma costante diminuzione. 18 CAPITOLO 1. IL RAPPORTO Capitolo 2 I contributi

19 20 CAPITOLO 2. I CONTRIBUTI 2.1 Il contributo di Giuliano Ambrosio

Twitter è uno dei mondi dei Teenager

Che sia un momento delicato e difficile per Twitter come company, soprat- tutto in Italia, è cosa nota, ma non è indice di abbandono dello strumento tra i teenagers, anzi. Da ricerche e studi recenti, come quello di TechInsider - Luglio 20161, si è dimostrato come sia proprio Twitter il social media più utilizzato, insie- me all’emergente Snapchat, per trovare news di interesse e condividerle con i propri amici. In Italia gli adolescenti fra i 13 e i 18 anni (Generazione Z) passano diver- se ore al giorno sui mezzi di intrattenimento, tra cui Twitter, con lo scopo di seguire i propri idoli e amici. Uno dei momenti più attivi è proprio la mattina presto e la sera, il momento prima di entrare a scuola, per attingere alle ultime news dal Mondo o leggere gli ultimi tweets dei propri amici e celebrity. La sera, o comunque il tardo pomeriggio, diventa il livello temporale che assorbe maggiormente questa tipologia di audience nel guardare o condividere conte- nuti, raccontare in tempo reale le proprie impressioni su eventi accaduti o che stanno succedendo in quel momento. Pensiamo solo al fenomeno esploso nel Mondo e anche in Italia tra le fans di due noti personaggi musicali, da una parte il gruppo One Direction con la fazio- ne delle “#OneDirectioner” e dall’altra Justin Bieber con le “#Believer”. Guer- ra aperta a colpi di Tweet su Twitter tra le due community nate spontaneamente tra le fans dei cantanti che hanno portato molte volte topics in trending. In Italia un fenomeno più attuale, sempre in campo musicale, lo troviamo con i due nuovi idoli delle ragazzine Benji e Fede, su Twitter @BenjieFede con oltre 237.000 followers e insieme ai loro account Twitter personali, oltre 2.2 Milioni di menzioni nel 2016. Numeri che ci fanno capire che Twitter è ancora uno dei mondi dei Teenagers. Una delle caratteristiche di Twitter di grande successo è proprio quella di essere riuscito a posizionarsi come primo social media double screen, ovve- ro strumento utilizzato come secondo schermo per raccontare in tempo reale

1http://uk.businessinsider.com/how-do-teens-get-news-2016-6 2.1. IL CONTRIBUTO DI GIULIANO AMBROSIO 21 le proprie impressioni guardando il primo schermo con i contenuti principali, ovvero la Tv. Sono molti i programmi televisivi in Italia che sono seguitissimi dai teena- gers su Twitter, o che proprio grazie a questo fenomeno sono riusciti a rein- ventarsi o rinvigorire. Pensiamo solo ad AMICI di Maria De Filippi, MTVA- wards, Il Grande Fratello, Pechino Express, XFactor. Questi sono solo alcuni dei programmi televisivi più discussi su Twitter in tempo reale, ma in realtà oggi troviamo anche conversazioni su eventi di cronaca, gossip, sport e serie tv di successo. Twitter è diventato a tutti gli effetti parte di quella nuova comunicazione in tempo reale, attualmente non esiste altro player snello e focalizzato come Twitter che potrebbe sostituire l’uccellino azzurro.

Giuliano Ambrosio (@JuliusDesign) Torinese, 30 Anni, Giliano è un Creative Strategist Freelance con più di 7 anni d’esperienza in strategie digitali. Conosciuto in rete come Blogger e Imprenditore grazie al suo blog personale juliu- sdesign.net, attivo da oltre 10 anni e con una media di 6.000 let- tori al giorno. Co-Organizzatore del Mashable Social Media Day Italy 2016, Mentor del TEDxTorino 2017, Docente Ninja Acade- my e TAG Innovation School. Ha lavorato per diverse agenzie di- gitali creative italiane, attualmente Creative Strategist in AQuest, Agenzia Digitale Creativa con sede a Verona e Londra. 22 CAPITOLO 2. I CONTRIBUTI 2.2 Il contributo di Giovanni Boccia Artieri

La disintermediazione degli italiani su Twitter: fra social TV, micro celebrità e politica

Twitter costituisce un osservatorio privilegiato per cogliere quelle trasfor- mazioni strutturali che riguardano parte della nostra cultura digitale. E lo è in particolare per gli utenti italiani più giovani, se teniamo in conto che il 70% è costituito da 15-44 anni e, ancora di più, la metà degli utenti ha tra i 16 e i 34 anni. Infatti la piattaforma, tra microblogging e news media, rappresenta una palestra di socializzazione alle dinamiche di connessione e alle pratiche relative alla disintermediazione che Internet ha introdotto anche in Italia. Una dinami- ca di disintermediazione che si specifica attraverso diverse pratiche sociali e di comunicazione che trovano nella natura di aggregazione dell’hashtag un luogo espressivo e di testimonianza. La prima che emerge dai dati del report, è quella relativa alla Social TV, che si fonda sul doppio schermo e che lega le dinami- che dell’intrattenimento della diretta televisiva con il commento, in un flusso di Tweet che si associano attraverso gli hashtag relativi allo specifico program- ma. Si tratta di una pratica ormai consolidata e che oggi riguarda in particolare programmi nazional popolari in termini di audience raggiunte, come Sanremo, Amici e il Grande Fratello VIP: sono questi a caratterizzare il flusso emotivo dell’anno per le audience connesse. Accanto a questi troviamo un evento caratterizzato generazionalmente co- me gli MTVAwards, capaci di aggregare una fascia di utenti giovani che, come detto, è molto presente sul Twitter italiano a dispetto della visibilità che nel- la nostra esperienza media è dominata dai big – personalità politiche, dello spettacolo e dello sport, testate giornalistiche, brand, ecc. E sono proprio questi a delineare i confini di una seconda pratica di disin- termediazione che caratterizza il rapporto tra fan e (micro) celebrità. Accanto alle condivisioni musicali e alla produzione di hashtag celebrativi di teen band, come quelli prodotti dalle directioners – tribù di fan del gruppo degli One Di- rection – vediamo emergere nel 2016 la devozione connessa per le micro cele- brità. Si tratta di personalità che emergono per le loro capacità di produzione e diffusione online di contenuti, spesso definita “virale”, e che hanno una parti- 2.2. IL CONTRIBUTO DI GIOVANNI BOCCIA ARTIERI 23 colare vicinanza in termini di rete con la propria fan base: in fondo erano “uno di loro” fino a poco prima e hanno utilizzato gli stessi mezzi per emergere. Troviamo così tra gli account con il livello più elevato di engagement quelli del duo musicale Benji&Fede, incontratisi attraverso la Rete e che sono di- ventati noti per le loro cover su YouTube, e che ora arrivano alla produzione del primo album – ed è tra l’altro questo tweet promozionale ad essere tra i più condivisi nel 2016. Accanto a loro vediamo rilanciati i contenuti di Albe- ricoyes, altro YouTuber, che ha compiuto 18 anni nel 2016 e che lancia il suo primo libro “You Dream” in uscita nel 2017 con Mondadori, casa editrice che ha trovato nel filone YouTuber un modo per attrarre lettori più giovani. Nei due casi vediamo come Twitter si riveli un luogo utile alla contemporanea gestio- ne di rapporti disintermediati e di efficace promozione commerciale presso le proprie nicchie di pubblico. Twitter per gli italiani è anche il luogo della disintermediazione della poli- tica e della discussione sulla politica. L’anno è caratterizzato da un alto volume di contenuti che menzionano direttamente i politici e che si aggregano attorno ad hashtag che li citano. Innanzitutto dobbiamo confrontarci con la presenza di #Renzi che come capo del Governo e protagonista della campagna referendaria ha sviluppato livelli molto elevati di engagement. E poi con Beppe Grillo ed il MoVimento 5 Stelle che, in quanto realtà web based, ha su Twitter un livello naturale di aggregazione e ha sviluppato una comunità che diffonde in modo costante contenuti, generando anche discussioni polarizzate. Come vediamo nelle diverse classifiche di The Fool il coinvolgimento di massa su Twitter riguarda nel complesso temi e personaggi in qualche modo mainstreamizzati, spesso in forte risonanza e continuità con i media di mas- sa, con una perfetta sincronia temporale tra le due agende, come il commento serale alla programmazione televisiva ci racconta. L’effetto di disintermedia- zione, come rapporto diretto e orizzontale, si risolve attraverso forme reticolari che connettono forme di fandom ed appassionati grazie alle (micro)celebrità che funzionano da hub, aggregazioni che riproducono “dal basso” e con nuove forme le modalità che lungo il 900 hanno sviluppato i prodotti mediali nel ge- nerare e raccogliere attorno di sé le audience. E questa è la “foto panoramica” di una realtà che si sta affermando in Italia attorno ad informazione e intratte- nimento, entrando nella dieta mediale della audience della televisione e delle 24 CAPITOLO 2. I CONTRIBUTI news. L’informazione rappresenta infatti un basso continuo nella twittersfera e i principali quotidiani italiani li troviamo nella parte più alta della classifi- ca degli utenti più citati, indicando un livello di condivisione di contenuti ed engagement decisamente elevato. Se passiamo però ad una “fotografia macro”, entrando nei dettagli che van- no oltre la top ten, troviamo quegli hashtag che caratterizzano la nostra quo- tidianità come reti di nicchie di utenti, troviamo l’ancoraggio al flusso degli eventi in tempo reale che non sempre generano volumi così significativi ma che ci coinvolgono in appassionate conversazioni o condivisioni emotive, che ci portano a mettere in connessione esperienze ed umori, la nostra vita. La trac- cia più evidente, a livello di masse di utenti, la troviamo nel tweet più condiviso dell’anno che è quello della Croce Rossa che fornisce informazioni durante le giornate del terremoto che ha colpito il Centro Italia con epicentro nel comune di Accumoli. È un tweet che racconta di come Twitter sia uno strumento di reale supporto per le comunità, che mostra la sua utilità durante le emergen- ze, capace di raccontare la vita in tempo reale e di trasformarla in esperienza condivisa.

Giovanni Boccia Artieri (@gba_mm_) Giovanni Boccia Artieri è professore ordinario di Sociologia dei media digitali e Internet Studies all’Università di Urbino Carlo Bo e Presidente della Scuola di Scienze della Comunicazione. È vice- direttore del centro LaRiCA (Laboratorio di Ricerca sulla Comuni- cazione Avanzata). Si occupa delle trasformazioni sociali e cultura- li della social network society e di culture partecipative. È direttore di Mediascapes Journal. Cura dal 2004 il blog Mediamondo. 2.3. IL CONTRIBUTO DI PAOLA BONINI 25 2.3 Il contributo di Paola Bonini

Arrivo, arrivo: una parabola di governo (e comunicazione politica)

Con oltre 790mila occorrenze, #Renzi è fra i 10 hashtag più utilizzati da- gli italiani su Twitter nel 2016; l’account dell’ex Primo ministro è, inoltre, il terzo più menzionato del paese, oltre 840mila volte. (S)parlare di lui interessa, insomma; ma interessa parecchio anche (cercare di) parlare con lui. Una que- stione di esposizione del ruolo, probabilmente, oltre che di meri numeri (fra i Premier con più follower d’Europa, Matteo Renzi nello scorso anno è stato secondo solo a quello britannico, il cui account @Number10gov, però, è con- diviso, riferendosi non a una persona, ma a una carica); ma anche, forse, un caso di comunicazione di successo che consapevolmente o meno si colloca in un fenomeno più ampio. Per Renzi, il tweet più importante dell’anno è arrivato poco dopo la mez- zanotte del 5 dicembre, dopo la sconfitta al referendum costituzionale: Grazie a tutti, comunque. Tra qualche minuto sarò in diretta da Palazzo Chigi. Viva l’Italia! PS Arrivo, arrivo . L’annuncio di una conferenza stampa, per chi negli ultimi anni fosse rimasto completamente a digiuno di politica italiana; per tutti gli altri, la notifica dell’imminente apertura di una crisi di governo. Perché il post scriptum (che non a caso manca nel testo altrimenti identico apparso su Facebook) era inteso a creare una simmetria con il tweet del 21 febbraio 2014, quando le stesse parole (Arrivo, arrivo! #lavoltabuona) erano servite a placare l’attesa della lista dei ministri nella sala stampa del Quirinale: fra due tweet, uguali nella formula istituzionalmente irrituale e opposti nel significato, Renzi ha dunque racchiuso la parabola del suo migliaio di giorni al governo. L’annuncio inequivocabile delle dimissioni è arrivato poco dopo, in diretta televisiva. Ce le aspettavamo; i commentatori politici ne avevano probabilmen- te già avuto conferma nei corridoi; ma Renzi ha comunque bruciato la notizia anticipandola su Twitter, senza bisogno di formularla a chiare lettere. Affidan- dosi alla certezza del parallelo – tale era stato lo sconvolgimento che il tweet originario aveva generato nel linguaggio istituzionale –, in poche battute si è messo alla guida di una comunicazione che facilmente, altrimenti, gli sarebbe potuta scivolare via dalle mani; dimostrando per giunta una certa autoironia, 26 CAPITOLO 2. I CONTRIBUTI e, seppure in un momento politicamente difficile, anche positività (rafforzata da quel Viva l’Italia spesso presente nei suoi tweet, una concessione al pa- triottismo più tradizionale che ha l’effetto del tavolo della nonna in un loft in vetro e acciaio: il riconoscimento delle radici nobili e sentimentali). Un picco- lo capolavoro comunicativo, dal suo punto di vista, che in una prospettiva più ampia conferma una tendenza della comunicazione di settore: la prevalenza del politico sulla politica. Non è una novità: in fondo, piaccia o meno ammetterlo, l’uomo solo al comando – da venerare o attaccare – ha sempre funzionato. Ciò che è cambiato sono i metodi e gli strumenti a sua disposizione: se l’abilità di tenere il timone tessendo i fili del potere nella Prima Repubblica è stata spazzata via dalla più prosaica capacità berlusconiana di usare le sue risorse mediatiche per guidare il consenso, i politici di oggi possono permettersi di farlo anche usando mezzi non proprietari, gratuiti, e, per origine e percezione, popolari: i Social network. Funziona? Indubbiamente. Anche se i personalismi possono esplodere fra le mani (a Renzi è successo proprio con il referendum, che le campagne dei due schieramenti – e lui stesso - avevano trasformato in un plebiscito pro o contro di lui), l’ascesa di Grillo negli anni, il ritorno di Salvini o le presiden- ziali americane sono lì a testimoniare il successo della sostituzione del leader alla politica. Fa bene alla democrazia? Idealmente sì, per alcuni versi: andare incontro all’elettorato sulle piattaforme che frequenta potrebbe dare corpo alla rappresentanza e spazio all’ascolto, fra un’elezione e l’altra. Nella realtà, mol- to meno. Perché far prevalere la persona su idee e valori facilmente nasconde fantasie poco democratiche. Perché è un modello ad alto rischio di populismo: nei casi peggiori, asseconda e monta una fiducia nella (presunta) autenticità del capo tale da rendere accettabile e giustificata dall’elettorato qualunque sua con- traddizione o palese bugia (post-verità, d’altronde, per gli Oxford Dictionaries è la parola dell’anno: e no, non è colpa dei Social Network. È colpa di chi li usa o li subisce). E perché, in sintesi, è una modalità che lega il successo del poli- tico alla negazione della politica - che tanto non piace più a nessuno - invece che all’impegno di sottrarla a un destino linguistico di sinonimo del peggio per restituirle il significato e la dignità dell’attività di servizio. Un compito ben più impegnativo, che sarebbe bene imparare a pretendere: perché, fra non molto, si vota. 2.3. IL CONTRIBUTO DI PAOLA BONINI 27

Paola Bonini (@PaolaBonini) Si occupa di cultura e media digitali. Per l’agenzia Doing è stata responsabile dei progetti di comunicazione politica e istituzionale; negli ultimi cinque anni, in particolare, ha creato la strategia e di- retto il primo piano di presenza sui Social Network del Comune di Milano. Svolge regolarmente attività di formazione sugli scenari e gli strumenti del digitale dedicate a professionisti, aziende e atenei. 28 CAPITOLO 2. I CONTRIBUTI 2.4 Il contributo di David Casalini

Perché Twitter è il social network preferito dalle startup

Non è vero, non credo esista un social network “preferito” ma nonostante tutti i suoi problemi è indubbio che ogni startup abbia il proprio profilo Twit- ter. Mi capita spesso di partecipare ad eventi come startup weekend, dove dal venerdì alla domenica novelli fondatori del prossimo facebook partoriscono un’idea e ne sviluppano la MVP (versione minima del prodotto). Ecco quan- do iniziano a pensare il nome le prime due cose che vanno a vedere sono se è libero il dominio e se è libero l’account Twitter. Prima di tutto perché è lei stessa una startup e il non essere ancora uscita dalla “death valley” la fa risultare più simpatica ad altri fondatori in empatia con Jack Dorsey e soci. I 140 caratteri poi sono l’elevator pitch di uno status update, così come pre- sentare la tua idea in pochi secondi è sintomo di chiarezza, ridurre il messaggio in modo così ortodosso obbliga ad andare dritti al punto, così come quando si è davanti ad un VC (sarà per questo che in Italia Twitter stenta a decollare, abituati come siamo a lunghi giri di parole). Forse perché le sue conversazioni sono aperte a tutti: puoi seguire il tuo amico di scuola, Fiorello, Paul Graham o Peter Thiel, come se li conoscessi da una vita esattamente come nella Valley avresti l’opportunità di incontrarli (beh, Fiorello forse no). E come nella valley gli hashtag (gli argomenti di Twit- ter, preceduti da #) sono gli aggregatori di queste discussioni, l’equivalente di incubatori e coworking, ancora aperti a tutti. E’ vero che se guardiamo al panorama italiano, sul registro delle startup innovative meno di una startup su 10 ha un account Twitter (è anche vero che nonostante quasi il 90% abbia un sito web, solo il 30% sono siti web realmente attivi). Io personalmente me ne sono innamorato dal 2006, quando l’ho scoperta per caso al Mobile World Congress di Barcellona e l’immediatezza, la sempli- cità e la trasparenza con cui dal primo giorno potevi seguire e scrivere al suo fondatore mi hanno incantato. 2.4. IL CONTRIBUTO DI DAVID CASALINI 29

Oltretutto personalmente sono ancora d’accordo con quello che scriveva Paul Graham di Twitter nel 2009. Il vero valore della piattaforma non sono gli utenti ma il protocollo in sè. Come http e TCP o SMTP. Il fatto che ancora non sia stato ben monetizzato è solo la conferma della bontà dell’idea (di protocolli non si monetizzano). D’altronde ci sarà una ragione se @spacex, @tesla o la stessa @facebook sono su Twitter :).

David Casalini (@DavidCasalini) David Casalini è Cofondatore e Amministratore Delegato di RnD- lab, la società da cui sono nati CheFuturo!, StartupItalia! e decine di altri progetti che uniscono contenuti, social network e tecnolo- gia ad un approccio agile e creativo. Prima di allora ha lavorato in Dada, Buongiorno, Condé Nast. Insegna al Master in Social Network Influence Design del Politec- nico di Milano ed al corso di Mobile Marketing all’Accademia di Comunicazione di Milano ed è membro del Consiglio Esecutivo di Italia Startup. Da giugno 2016, come consulente per il Ministero della Funzio- ne Pubblica in materia di cittadinanza digitale e open government, ha contribuito a realizzare la piattaforma digitale http://open.gov.it Adora correre e viaggiare con la famiglia. A volte, spegnendo ogni device. 30 CAPITOLO 2. I CONTRIBUTI 2.5 Il contributo di Stefano Chiarazzo

Under 17, social TV e eventi sportivi tengono alta la bandiera di Twitter

E’ stato superato da Instagram come numero di utenti e unique audience mensile ma nel 2016 Twitter resta insieme a Facebook il media sociale più uti- lizzato dai personaggi famosi italiani. Tra i 600 vip dello spettacolo monitorati dal mio Osservatorio Social Vip e presenti su almeno uno dei tre social princi- pali, il 90% ha un account su Twitter, il 89% su Facebook mentre per ora “solo” il 78% è su Instagram. Il successo del social cinguettante è merito delle sue grandi potenzialità di ufficio stampa, di amplificazione dei contenuti da parte di fan e influencer ma anche dell’affinità con media tradizionali come TV e radio. Il tutto favorisce una comunicazione integrata che piace molto anche alle aziende, sempre più abituate a investire sui profili delle celebrità e a misurarne l’ROI sulla base di reach, engagement e affinità con il target. La popolarità dei vip italiani sui social è effettivamente un’opportunità di marketing alla quale è ormai difficile resistere. I più seguiti su Twitter ad esempio, Lorenzo Jovanot- ti e Laura Pausini, hanno un audience potenziale rispettivamente di 3,5 e 2,4 milioni di follower di entrambi i sessi e di tutte le età. Il report di The Fool dimostra però come nell’ultimo anno il 25% dei con- tenuti creati sul social sia venuto da autori con meno di 17 anni. Ecco dunque spiegato perché i profili di Benji & Fede (sia quello ufficiale che i due perso- nali) e dello YouTuber Alberico De Giglio siano tra i più menzionati del 2016 mentre #MTVAwardsStar è dietro di pochissimo a #Sanremo2016 tra gli hash- tag più utilizzati dagli italiani. E’ in Top 10 anche un altro programma molto amato dai giovani, #Amici15, a dimostrazione di come Maria De Filippi, pur non essendo ufficialmente sui social è stata social da sempre. La sua arte nel raccontare storie e abilità nel creare personaggi polarizzanti ha portato anche #uominiedonne tra i temi più discussi e due tronisti e corteggiatori come Giulia De Lellis e Andrea Damante tra i 50 profili con più seguaci su Instagram. Il “vip watching” è invece l’ingrediente base del successo di #GFvip. 2.5. IL CONTRIBUTO DI STEFANO CHIARAZZO 31

Figura 2.1: celebra i 2 milioni di follower con tanto di emoticons.

Figura 2.2: E’ un pensiero per i terremotati il terzo tweet più coinvolgente di Benji & Fede. 32 CAPITOLO 2. I CONTRIBUTI

Un Twitter molto giovane emerge chiaramente anche dalla mia analisi dei personaggi dello spettacolo che hanno accresciuto maggiormente il loro seguito nel 20162. Emma Marrone, riuscita di recente a superare i 2 milioni di follower e sovrastare due nomi da tempo sulle scene come Ligabue e Michelle Hunziker. e J Ax, con le loro collaborazioni discografiche sempre in vetta alle classifiche di vendita e il lancio di Fabio Rovazzi, nuovo idolo dei teenager con i suoi 100 milioni di visualizzazioni su YouTube di Andiamo a comandare. Infine la vera sorpresa del 2016, la star di Disney Channel Ruggero Pasquarelli, che con la serie Violetta prima e ora con la nuova telenovela ha un ampio fan club anche in America Latina. Tutti hanno pubblici giovanissimi, pronti a scatenare l’inferno per un semplice “buongiorno” o un selfie dei propri idoli.

Figura 2.3: Top tweet di Fedez nel 2016: un selfie da 24.000 interazioni.

Ma il 2016 non è stato solo spettacolo. Se anche l’estate è stata così calda su Twitter è stato merito dei nostri atleti che hanno partecipato ai Giochi Olimpici

2http://www.pubblicodelirio.it/osservatorio-social-vip/ 2.5. IL CONTRIBUTO DI STEFANO CHIARAZZO 33 di Rio e agli Europei di calcio. Come rivela il report di The Fool è stata in par- ticolare la nazionale di pallavolo di Ivan Zaytzev a esaltare il tifo degli italiani, portando un tweet di Italia Team ad essere il settimo di maggiore impatto del 2016. Gigi Buffon, Capitano della spedizione italiana a Euro 2016, ha invece conquistato il terzo gradino del podio degli sportivi più seguiti su Twitter3 con 2,5 milioni di follower dietro gli irraggiungibili Valentino Rossi (4,8 milioni) e Mario Balotelli (3,8 milioni).

Stefano Chiarazzo, Osservatorio Social Vip (@PubblicoDelirio) Comunicatore di impresa, formatore e consulente aziendale, blog- ger. Ha fondato lOsservatorio Social Vip, che dal 2011 studia i personaggi italiani sui social media come fenomeno di comunica- zione e di costume, e il Social Radio Lab, progetto di ricerca e condivisione sullevoluzione della comunicazione radiofonica. Ha scritto Manuale per Vip su Twitter, guida pratica e ironica per im- parare il personal branding e il social media marketing dagli errori e successi dei Vip italiani.

3http://www.pubblicodelirio.it/osservatorio-social-vip-gli-sportivi-italiani-sui-social-media/ 34 CAPITOLO 2. I CONTRIBUTI 2.6 Il contributo di Daniele Chieffi

Twitter è morto, viva Twitter

Nel 2016 si è acceso un dibattito, piuttosto silenzioso ma intenso, fra i “So- cial qualcosa” delle aziende: Twitter è morto o è semplicemente in agonia?”. Dibattito silenzioso nel senso che non sono stati ancora “ufficializzati” in azien- da quesito e risposta da parte dei responsabili dei social media (farlo significhe- rebbe prendere una posizione strategica, allocare budget su altre piattaforme, riorganizzare team e se poi ci si sbaglia?) ma se ne parla e ci si pensa, tanto. Detta così sembrerebbe comunque una questione di tempo: o è morto già ora o sta per esalare l’ultimo respiro, comunque ha un destino segnato. Esiste però un terzo partito, al quale mi pregio di appartenere, che dice sostanzialmente: quel- lo che Twitter permette di fare, bisognerà comunque continuare a farlo, con o senza di esso e i numeri e i trend di questo rapporto lo dimostrano in maniera plastica. Ma cosa permette di fare Twitter alle aziende (e non solo ad esse)? Twitter permette di creare empatia attraverso modalità interattive visibili a tutti. Tut- ti elementi fondamentali questi nella costruzione e gestione della reputazione online. Se c’è una crisi, per esempio un incidente o comunque un evento trau- matico, Twitter permette a quanti stanno vivendo quell’incidente di raccontare ciò che vedono e le emozioni che stanno provando ma permette anche a chi l’incidente lo ha subito o lo sta gestendo, di interagire empaticamente e diret- tamente con quei racconti, quelle emozioni e con le persone che le provano. Così come in situazioni di customer care. In tutti i casi Twitter permette di ri- spondere ponendosi sullo stesso piano emozionale dell’interlocutore, creando così empatia, senso di appartenenza a una comunità, pilastri psicologici della costruzione reputazionale. Twitter permette quindi, come ma più di altre piattaforme Social, di comu- nicare attraverso il valore simbolico di ciò che scegliamo di fare o non fare. Il semplice rispondere o non rispondere a chi attacca (vedi il caso Eni vs Re- port), il rispondere o non rispondere a chi ingaggia chiedendo aiuto o pone un problema (la customer care), il gestire i flussi d’informazione durante una crisi (per esempio dare o non dare informazioni durante un incidente), l’entrare o 2.6. IL CONTRIBUTO DI DANIELE CHIEFFI 35 meno in una conversazione governata da un hashtag, rappresentano di per sé un messaggio: converso con te, condivido quel sistema emozionale, mi avvici- no empaticamente a te, sono parte della tua dimensione sociale. Ovviamente, oltre a quello simbolico, c’è anche l’aspetto qualitativo del “come” si decide di interagire e qui Twitter chiede uno sforzo importante ai social media manager. Scrivere un tweet è solo un po’ meno difficile di decidere se scriverlo o meno (questo grado di difficoltà, che frustra spesso gli sforzi, è un elemento che sta contribuendo alla crisi della piattaforma). Il risultato però è quello di riuscire a costruire una relazione diretta e calda con i propri interlocutori e di costruire empatia, attraverso il valore simbolico di ciò che decidi di fare o non fare. Si può dire che Twitter sia la migliore piat- taforma per raccontare e comunicare ai propri stakeholders la propria personale idea di comunicazione e di relazione, in ultima analisi, la piattaforma migliore per costruire empatia e senso di comunità. Twitter è morto? E’ in agonia? In ogni caso viva Twitter! Perché chi fa comunicazione si dovrà porre il problema di come continuare ad avere una co- municazione calda e diretta con i propri stakeholders. Di come e dove costruire strategie simboliche che permettano di costruire empatia e senso di comunità. Sembrerà banale ma se Twitter non ci fosse bisognerebbe inventarlo.

Daniele Chieffi (@DanieleChieffi) Daniele Chieffi, giornalista professionista, si occupa da sempre di comunicazione digitale. Attualmente è il responsabile del Social Media management e delle Digital PR di Eni. Dirige Neo, la pri- ma collana di saggista crossmediale, edita da Franco Angeli, che racconta l’innovazione digitale. Per oltre 15 anni ha lavorato a Re- pubblica prima di andare a dirigere la start up di Vivacity.it, catena di portali locali del Gruppo Espresso. Viene poi chiamato a fondare e gestire le relazioni del Gruppo UniCredit con i media on line. Ha pubblicato cinque libri per il Sole24Ore, Franco Angeli e Apogeo e insegna presso l’Università Cattolica di Milano, La Sapienza di Roma, il Cuoa di Vicenza e la Business School del Sole24Ore. Ha fondato e gestisce la community professionale www.olmr.it. 36 CAPITOLO 2. I CONTRIBUTI 2.7 Il contributo di Riccardo Luna

Il tweet dell’anno firmato dalla Croce Rossa è una vittoria an- che per Twitter

E’ stato un anno nero per Twitter. Il calo dei nuovi utenti, il crollo in Borsa, le trattative finite prima di iniziare con Google e Disney e l’ultimo schiaffo, da Donald Trump, che ha escluso il fondatore e amministratore di Twitter Jack Dorsey dalla tavolata con cui il presidente eletto degli Stati Uniti ha provato a far pace con la Silicon Valley: “Sono troppo piccoli”, la spiegazione ufficiale. Uno schiaffo, appunto. Eppure questo 2016 consacra Twitter come il luogo dove andare al volo per informarsi quando le cose succedono: che sia un terremoto, un attentato, una elezione, una partita di calcio o uno show tv da commentare in diretta. La conferma viene dallo studio realizzato per AGI da The Fool che ha analizzato 238 milioni di tweet per capire cosa twittano gli italiani. Tra gli argomenti, che su Twitter come è noto si indicano con il cancelletto # e si chiamano hashtag, vincono le news, le notizie, il che dimostra la vocazione di Twitter di diventare il sistema nervoso del pianeta dove i protagonisti spesso sono i giornalisti stessi ma con un ruolo importante degli utenti, siano essi testimoni oculari di un fatto o solo persone interessate a commentarlo. Le #news precedono tanta tv (Sanremo, Grande Fratello, Amici, Uomini e Donne, i programmi più commentati su Twitter); e la politica (con Matteo Renzi e M5S che staccano tutti gli altri). Ma la cosa più confortante, nell’anno delle false notizie che si diffondono sul web come dei virus, è il primo posto assoluto. Il tweet dell’anno. Quello che più persone hanno rilanciato. E’ quello della Croce Rossa, scritto il 24 agosto in occasione del tragico terremoto in Centro Italia. Dice “cosa fare in caso di ulteriori scosse”. Quel tweet batte di poco svariati messaggini dei fan degli One Direction e un paio di Benji e Fede. Dietro tutti gli altri. E’ un bel primo posto quello della Croce Rossa perché ci parla del grande cuore dell’Italia che nelle occasioni più tragiche sa ritrovarsi e dimostra di essere, nonostante tutto, un paese unito. E ci dice che Twitter sarà pure i crisi, se la misuriamo come una startup che deve produrre miliardi di dollari; ma è ormai diventata una parte 2.7. IL CONTRIBUTO DI RICCARDO LUNA 37 essenziale dell’ecosistema dell’informazione globale con cui fare i conti anche nel 2017.

Riccardo Luna (@RiccardoLuna) Romano, 51 anni, giornalista appassionato di innovazione, Riccar- do è Direttore di AGI. Fondatore di Campus, Il Romanista e Wired, per una quindicina di anni a Repubblica, ha fondato e diretto le testate online Chefutu- ro! e StartupItalia!, curato le prima quattro European Maker Faire, scritto il best seller “Cambiamo tutto!” (Laterza). 38 CAPITOLO 2. I CONTRIBUTI Capitolo 3 Altre informazioni

39 40 CAPITOLO 3. ALTRE INFORMAZIONI 3.1 Il Curatore: Matteo G.P. Flora

Esperto in Digital Reputation e Computer Forensics è Founder e Chairman di The Fool, la Digital Reputation Company italiana dedicata al Monitorag- gio, Analisi, Moderazione, Gestione e Tutela Legale della Reputazione e degli Asset Digitali. Ospite del Dipartimento di Stato Americano nell’ambito del progetto di cooperazione IVLP (International Visitors Leadership Program) che seleziona personaggi nel mondo che possono portare maggiore consapevolezza e coope- razione tra gli Stati Uniti e l’Italia, Dirige la Holding Tecnologica Samadhi, è mentor dell’Incubatore LUISS ENLABS. Socio co-fondatore del Centro Studi Hermes per la Trasparenza e Diritti Umani Digitali e membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Italiano Privacy e Sicurezza IT oltre che Professore a Contratto in Open Source Intelli- gence nell’ambito del Master di II livello in Intelligence Economico Finanziaria dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

Per contatti: http://mgpf.it - Twitter: @lastknight 3.2. THE FOOL SRL 41 3.2 The Fool srl

The Fool è la Digital Reputation Company che dal 2008 si occupa di Mo- nitoraggio, Analisi, Moderazione, Gestione e Tutela Legale della Reputazione e degli Asset Digitali. È riconosciuta Leader nella Tutela della Reputazione e del Diritto all’Oblio con strategie e tecnologie per monitoraggio ed analisi. Definita una della più importanti realtà europee per la protezione della Proprietà Intellettuale online, fornisce servizi e piattaforme di Misura ed analisi di Sentiment, Brand Reputa- tion, percezione della Reputazione del Brand, di Prodotti e Personal Reputation per clienti Bancari, Assicurativi, Editori, Corporate, Privati ed Enti Governativi con tecnologia proprietaria. Offre consulenza, piattaforme proprietarie e personale specializzato per la gestione, in un’unica interfaccia, dell’intero ciclo di vita delle informazioni su tutti i Social Network ed i siti e concorsi aziendali con soluzioni per la Gestione Social, i Servizi di Moderazione, piattaforme di SocialCaring sino all’affiancamento o gestione autonoma dei processi di SocialCRM ed escala- tion e, tramite consulenza strategica, metodologie e strumenti è in grado di Gestire e Creare una Reputazione Digitale di Brand, Personaggi, Prodotti, En- ti ed Iniziative in modo efficace grazie alla applicazione di metodologie di consolidata esperienza.

Per contatti: http://thefool.it - +39.02.00618826

3.3 Crimson Hexagon

Crimson Hexagon è leader globale nell’analisi e comprensione dei consu- matori a partire dai dati raccolti sui social media. Grazie a tecnologie brevet- tate e una libreria dati interna con più di mille miliardi di post, la piattaforma di Crimson Hexagon aiuta centinaia di brand e agenzie a far fronte a questio- ni critiche relative al business attraverso gli insight estratti dai social media. Tra i clienti vi sono organizzazioni leader a livello mondiale come General Mills, Starbucks, Paramount Pictures, Netflix e Twitter e agenzie di primo pia- 42 CAPITOLO 3. ALTRE INFORMAZIONI no nel panorama globale quali TBWA, VML, BBDO, Saatchi & Saatchi, Ogil- vy, Edelman and Digitas. Per approfondimenti http://www.crimsonhexagon.com, Twitter @crimsonhexagon e Tumblr http://crimsonhexagon.tumblr.com/

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