COMUNE DI BOISSANO PROVINCIA DI

P.U.C. – PIANO URBANISTICO COMUNALE

DISCIPLINA PAESISTICA

NORME DI CONFORMITA’ E CONGRUENZA

DISCIPLINA PAESISTICA

Art. Oggetto Pag. Premessa 3 1 Rapporto Intervento - Paesaggio 3 2 Rapporto Intervento – Suolo 4 3 Rapporto Intervento - Strada (accessi) 6 4 Parcheggi 7 5 Spazi Pubblici 9 6 Caratteri costruttivi degli edifici 11 7 Edifici di interesse storico e/o ambientale 16 8 Modifiche volumetriche agli edifici esistenti 17 9 Edifici a carattere produttivo 18 10 Disciplina paesistica per il verde urbano ed ornamentale 18

NORME DI CONFORMITA’ E CONGRUENZA

CAP. I – GENERALITA’

Art. Oggetto Pag. 1 Generalità 27 2 Applicazioni: modalità di attuazione e contenuti del P.U.C 27 3 Definizione degli interventi 28 4 Concessioni e Strumenti Attuativi adottati prima del PUC 31 5 Cambiamento di destinazione d’uso 31 6 Disciplina relativa ai vincoli sul territorio 31 7 Parcheggi privati 32 8 Disciplina relativa alle destinazioni commerciali 33

CAP. II – DEFINIZIONE DI PARAMETRI URBANISTICI-EDILIZI

Art. Oggetto Pag. 9 Parametri tecnici 36 CAP. III - DISCIPLINA DEGLI AMBITI DI CONSERVAZIONE Art. Oggetto Pag. 10 Generalità Ambito di Conservazione delle Zone Edificate – 44 Nuclei Storici 11 Ambito di Conservazione delle Aree di Produzione Agricola 47 12 Ambito di Conservazione del territorio Non Insediabile Montano 52 13 Ambito di Conservazione del territorio Non Insediabile del Parco 60 Territoriale e Urbano della pineta Marini

CAP. IV – DISCIPLINA DEGLI AMBITI DI RIQUALIFICAZIONE Art. Oggetto Pag. 14 Ambito di riqualificazione della Zona Edificata Non storica – Via 63 Polenza 15 Ambito di riqualificazione della Zona Edificata Non storica – Via Marici 68 16 Ambito di riqualificazione della Zona Edificata Non storica – del Centro 72 17 Ambito di riqualificazione della Zona Edificata Non storica – 79 di Cappella Nuova 18 Ambito di riqualificazione della Zona Edificata Non storica – 84 Via Colle 19 Ambito di riqualificazione della Zona Edificata Non storica – Via 88 Castegnei 20 Ambito di riqualificazione della Zona Edificata Non storica – 91 Villaggio Losano 21 Ambito di riqualificazione della Zona Edificata Non storica – Loc. 93 Morteo 22 Ambito di riqualificazione della Zona Edificata Non storica – Rive 97 23 Ambito di riqualificazione del territorio di Presidio Ambientale 111

CAP. V – DISCIPLINA DEI DISTRETTI DI TRASFORMAZIONE Art. Oggetto Pag. 24 Distretto di Trasformazione del TRZ ex Cava Segiunà 116 25 Distretto di Trasformazione della Zona Artigianale D1 120

CAP. VI – DISCIPLINA DELLE INFRASTRUTTURE E DEI SERVIZI PUBBLICI E DI USO PUBBLICO Art. Oggetto Pag. 26 Zone di Interesse Comune – Zona IC 123 27 Attrezzature per l’Istruzione – Zona I 123 28 Aree per Spazi Pubblici Attrezzati a Parco e per il Gioco 123 e lo Sport – Aree F e Aree S 29 Parcheggi Pubblici – Aree P 124 30 Aree a Servizi di Interesse Generale – Area IG 124 31 Zona Cimiteriale 124 32 Viabilità 125 33 Percorsi escursionistici 126

2 COMUNE DI BOISSANO PROVINCIA DI SAVONA P.U.C. – PIANO URBANISTICO COMUNALE

DISCIPLINA PAESISTICA

Premessa

La disciplina paesisitica di livello puntule del P.T.C.P., è costituita:

- dalle analisi contenute nella descrizione fondativa che hanno condotto alla individuazione delle emergenze storico architettoniche, delle tipologie insediative e dei tipi edilizi; - dai criteri di indirizzo degli interventi contenuti nella Struttura di Piano. - dalle presenti norme paesistiche aventi valore generale per tutto il territorio comunale; - dalle indicazioni paesisitiche contenute all’interno delle norme di conformità relative a specifici ambiti o distretti che integrano e specificano i contenuti delle presenti norme.

La normativa ambientale da osservarsi per tutti gli interventi ammessi persegue le finalità di un corretto inserimento nel contesto degli interventi sull’esistente e quelli di nuova edificazione mediante il rispetto dei caratteri naturali, tipologici e insediativi.

Sono inoltre da considerarsi quali riferimenti, per un approccio sostenibile alle politiche di sviluppo turistico, alla progettazione edilizia, degli spazi aperti e delle infrastrutture viarie, le linee guida contenute negli Allegati al cap. 6 della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) inclusa nel PTC della Provincia di Savona.

1. – Rapporto Intervento - Paesaggio.

Ogni intervento dovrà relazionarsi con il contesto in cui è inserito nel rispetto dei valori paesaggistici con particolare riferimento a quelli posti in evidenza nella descrizione fondativa. La progettazione dovrà pertanto contenere documentazione grafica e/o descrittiva dell’analisi dello stato di fatto volta a definire l’estensione del contesto territoriale che deve essere caso per caso considerato per: - ottenere indicazioni sui caratteri paesaggistici da assumere come riferimento, - valutare le interferenze con le visuali panoramiche e con i valori paesistici, - evidenziare le connessioni funzionali e fisiche con l’intorno immediato. Ogni scelta progettuale dovrà quindi fornire adeguata giustificazione delle soluzioni adottate per garantire il miglior rapporto intervento-paesaggio ove queste non siano espressamente indicate e richieste nelle schede normative specifiche per ciascuna zona.

3 2 - Rapporto Intervento - Suolo

Il rapporto intervento-suolo deve tenere conto delle seguenti indicazioni:

2.1 - Posizionamento plano-altimetrico degli edifici Il posizionamento all’interno del lotto fondiario dovrà rispondere a criteri di minor alterazione possibile dell’andamento del terreno originario. Se in terreno acclive, gli edifici dovranno essere disposti secondo l’andamento delle curve di livello, adagiandosi su eventuali gradonature o terrazzamenti esistenti. I progetti dovranno sempre contenere elaborati con l’indicazione della linea del terreno originario al fine di consentire la corretta valutazione del rapporto edificio-suolo. Il progetto dovrà essere improntato alla massima semplicità compositiva facendo riferimento alla semplicità aggregativa degli organismi edilizi elementari. Sono da escludersi piante che presentino perimetri eccessivamente frastagliati, a tal fine si ritiene che, di norma, per ogni singolo fronte sia ammissibile un solo sfalsamento planimetrico.

2.2 - Uso e caratteristiche degli spazi edificati a contatto col terreno Per la realizzazione di box auto o di magazzini a piano interrato, seminterrato o terreno, si dovranno osservare le seguenti indicazioni: - i varchi di accesso ai box o ai magazzini suddetti, per forma, dimensione, e tipologia dei serramenti, dovranno integrarsi in modo armonico e proporzionato con il disegno dei prospetti dell’edificio; - al fine di contenere l’impatto sulla struttura geomorfologica dei luoghi, i locali interrati o seminterrati non possono avere superficie maggiore di quella risultante dalla proiezione sul piano orizzontale del solido geometrico dell’edificio fuori terra emergente dal suolo; per ogni edificio non può essere realizzato più di un piano interrato o seminterrato. Solo al fine di poter reperire adeguati standard per parcheggi, sono ammessi locali interrati di superficie maggiore e di più piani interrati.

2.3 - Sistemazione delle aree di pertinenza degli edifici Le sistemazioni esterne all’edificio incidono fortemente nel determinare il rapporto che l’intero intervento progettuale stabilisce con il suolo e contribuiscono ad armonizzarne l’inserimento nel contesto.

2.3.1 - Muri di contenimento In generale per tutto il territorio comunale i muri di contenimento (o altre opere di contenimento del terreno) non possono avere altezza (H) superiore a m. 2,00 per pendenze del terreno sino al 20%; per pendenze superiori detta altezza si determina sommando m. 1,50 a 2,5 volte la pendenza del terreno: H = 1,5 + 2,5 x p. [ es. con muro in terreno a pendenza 30% ( p=0,3 ) si avrà: 1,5+2,5x0,3 = 2,25 ]. In caso di necessità di opere di contenimento di altezza maggiore, la sostituzione può avvenire mediante interruzione del muro di contenimento e continuazione in posizione arretrata rispetto al tratto sottostante. La distanza tra i due muri sovrapposti deve essere superiore a m. 1,00 in modo da ottenere una sistemazione finale a gradoni, con interposta fascia a verde ricavata in appositi vasconi sommitali costituiti dalla parte più alta del muro a valle e con almeno 40 cm. di terra.

4 I muri di contenimento devono essere realizzati in pietra a spacco o in calcestruzzo armato rivestiti da contromuro in pietra. I conci in pietra devono essere posti in opera secondo le regoli tradizionali della muratura a secco, col lato maggiore disposto orizzontalmente; non devono essere evidenziati i giunti in malta. La muratura può essere finita a intonaco costituito prevalentemente a base di malte di calce e dunque ultimato in arenino alla genovese con finitura a frattazzo. I muri di cemento armato dovranno avere accorgimenti costruttivi tali da assicurare lo stesso drenaggio di un muro a secco di pari altezza.

2.3.2 - Scale e rampe esterne Le scale esterne devono essere aderenti ad un lato dell’edificio. In ogni caso devono essere realizzate con struttura di tipo murario e a parapetti pieni. Non sono ammessi elementi a sbalzo. Le scale esterne non possono essere a sbalzo ma devono essere appoggiate su muretto perimetrale che può costituire anche protezione laterale se innalzato in maniera completa o limitatamente a pilastrini ad opportuna altezza. Sono ammesse scale a sbalzo solo se funzionali a mantenere passaggi sottostanti esistenti. Le scale esterne devono preferibilmente essere collocate in aderenza ad un muro dell’edificio. Sono ammessi i materiali di rivestimento di tradizione locale quale l’ardesia, il marmo bianco, la pietra locale, l’arenaria; non sono consentiti rivestimenti in ceramica, in gres, o altri materiali artificiali.

2.3.3 - Pavimentazioni e sistemazioni esterne Si devono privilegiare quantitativamente e qualitativamente pavimentazioni che tengano conto della necessità di evitare eccessive impermeabilizzazioni del suolo. I materiali utilizzabili per i rivestimenti , le lastricature e la ultimazione delle sistemazioni esterne sono: ardesia, arenaria, cotto (mattonato), piastrelle di cemento, ciottoli, terreno naturale. I parapetti di scale esterne e terrazzi dovranno essere in muratura intonacati ed eventualmente protetti con lastre di ardesia, marmo o arenaria. Sono consentite ringhiere metalliche di disegno semplice per balconi e poggioli a sbalzo sulla facciata.

2.3.4 - Pergolati e tettoie esterne I pergolati possono essere consentiti se di dimensioni e forme compatibili con gli edifici e comunque da realizzarsi esclusivamente con strutture in legno o in metallo verniciato. Non sono consentiti tamponamenti verticali ne coperture orizzontali. Le tettoie esterne sono consentite se armonicamente inserite nel complesso dell'edificio.

2.3.5 - Logge e porticati I porticati non possono avere più di due campate consecutive sullo stesso lato e, complessivamente uno sviluppo non superiore a m. 10. Nel caso di porticati con elementi ad arco la larghezza dell’arco non può superare i 3/2 dell’altezza.

5 Non sono ammessi pilastri rastremati che ripropongano con materiali moderni la forma a contrafforte di quelli in pietra. I porticati e le logge ad arco devono essere sormontati da coperture a terrazzo praticabile o da un vano abitato. Non sono consentiti porticati e logge ad arco sormontate da coperture a falde.

3 - Rapporto Intervento - Strada (accessi)

L’apertura di nuove strade carrabili e/o pedonali e l’adeguamento di strade esistenti sono indicati nelle tavole e nelle schede normative. Ove non puntualmente specificato, ai fini di un adeguato inserimento paesaggistico per la nuova viabilità per la realizzazione degli interventi edilizi previsti dal PUC o per la modifica di quella esistente, devono essere osservate le seguenti indicazioni

3.1 - Caratteristiche dei tracciati viari La realizzazione di tracciati viari e allacci, dovrà darsi carico di un corretto inserimento ambientale, prevedendo tracciati aderenti alla conformazione morfologica dei luoghi, adeguata sistemazione dei bordi con siepi, recinzioni con piante rampicanti e alberature tipiche dei luoghi, movimenti di terra contenuti in modo da richiedere sostegni che non oltrepassino le dimensioni delle fasce circostanti, con muri di contenimento in pietra a faccia a vista. In particolare, il tracciato viario su terreni acclivi dovrà essere il più aderente possibile alle curve di livello, appoggiandosi, ove possibile, ai terrazzamenti esistenti. Tutti i tratti dovranno essere muniti di attrezzatura idonea alla raccolta e convogliamento delle acque piovane sino al più vicino rivo naturale o fognatura per acque bianche. In ogni caso non sono ammissibili interventi parziali e che, comunque, per il loro stato, provochino danni ecologici e paesistici all’ambiente circostante.

3.2 - Accessi alla proprietà Le aperture degli accessi non potranno avere dimensioni tali da alterare l’originale rapporto vuoto-pieno né snaturare il primitivo equilibrio dei fronti. Le nuove aperture o eventuali ampliamenti, dovranno mantenere gli allineamenti con le esistenti nel rispetto dei rapporti di simmetria della facciata. I portoni di ingresso ed eventuali accessi a box, magazzini, cantine, prospicienti spazi pubblici o comunque in vista, saranno in legno verniciato con colori non contrastanti e comunque armonizzati con i serramenti preesistenti nell’edificio e nel suo contesto urbano. Nei muri di fascia o di contenimento delle strade, anche quando consentito dalle disposizioni urbanistiche, non è permessa la realizzazione di più di tre aperture contigue di accesso ai box. Sarà da privilegiare una soluzione ad accesso unico con distribuzione interna.

3.3 - Recinzioni Le recinzioni costituiscono quegli elementi delle sistemazioni esterne poste in genere sul limite di proprietà ed in molti casi tra strada e lotto edificato. Pertanto possono avere un forte impatto visivo nell’ambito territoriale in cui sono inserite e

6 contribuire a caratterizzare l’ambito stesso. Dovranno pertanto essere previste negli elaborati progettuali per ed integrarsi ed armonizzarsi con l’intero intervento. Le recinzioni possono essere costituite interamente da muratura intonacata o in pietra a vista, con altezza non superiore a metri 2,20. La sommità potrà essere sagomata a displuvio e non rivestita se non a intonaco. È previsto il mantenimento ed il ripristino dei muri di crosa, ove presenti. Recinzioni con reti metalliche potranno essere realizzate solo se completamente nascoste da siepi arbustive costituite da essenze autoctone. Lungo le fasce perimetrali le proprietà potranno essere delimitate con muri trattati ad intonaco o in pietra a vista di altezza non superiore ad 0,60 metri, sormontati da inferriate verniciate a disegno verticale e/o da siepi vegetali, per una altezza complessiva di 1,80 m. Le inferriate dovranno essere dipinte in unico colore scuro, grigio o verde.

3.4 - Insegne e tende Le insegne devono essere dipinte direttamente sul muro o su pannelli e supporti (in legno, ardesia, ceramica. metallo) affissi agli stessi e comunque, se a bandiera, non sporgenti oltre cm 60 dal filo esterno delle murature. Si prevede il divieto di insegne scatolate a illuminazione diretta (fari, neon etc.). Le tende devono essere realizzate con tela di colore naturale, montate su strutture leggere e di limitata estensione. Le intelaiature non devono recare deturpamenti agli edifici e devono essere realizzate con materiali e tinte appropriati. Non sono consentiti pannelli verticali che precludano la percezione visiva degli spazi pubblici. Le tende frangisole che insistono sullo stesso fronte dovranno essere armonizzate tra di loro per forma, materiali, dimensione e colori in special modo quando appartengono allo stesso edificio. Le coperture di dehors o spazi aperti pubblici e privati dovranno essere in tessuto con tinte neutre o tenui. Le strutture di sostegno delle tende saranno in legno o ferro verniciato. Sono vietate soluzioni in alluminio anodizzato. I dehors avranno strutture in legno o ferro verniciato.

4 – Parcheggi

4.1 - Parcheggi a raso La realizzazione di scavi e reinterri non dovrà produrre muri di contenimento complessivamente di altezza maggiore di mt.3,00 e in ampiezza dovrà interessare, in area collinare, al massimo due diversi terrazzamenti di fascia contigui, non si dovrà alterare la linea di inviluppo della collina che risulta tracciata lungo la linea di maggior pendenza e tangente i terrazzamenti. Eventuali murature di sostegno devono essere realizzate con muri in pietra naturale o rivestiti in pietra a faccia a vista, disposta a corsi orizzontali senza stuccatura dei giunti, e l’altezza deve essere attenuata, per quanto possibile, con sistemazioni a scarpata con pendenza naturale stabile. Devono essere poste lungo il perimetro soluzioni architettoniche volte all’integrazione nel contesto: messa a dimora di siepi o alberature di alto fusto, muretti a secco o altri ad essi assimilabili, disegni di suolo ottenuti con variazioni di materiali e altezze.

7 Parcheggi custoditi o in proprietà ma di uso pubblico potranno essere delimitati con muri con paramenti lapidei visivamente assimilabili ai muri a secco e di altezza non superiore ad 1 metro, sormontati da inferriate verniciate in colore scuro, a disegno verticale e/o da siepi vegetali. Si dovrà rendere riconoscibile ed effettiva la continuità pedonale in corrispondenza delle fasce al margine del parcheggio. I parcheggi dovranno essere alberati o sistemati con siepi vegetali di separazione tra gruppi di stalli e di divisione con la viabilità ordinaria. Nel caso i parcheggi siano realizzati a confine con strade pubbliche e si trovino all'incirca alla stessa quota, è prescritta la messa a dimora di una siepe sempreverde di altezza 1,50 -2,00 metri, a divisione tra la parte pubblica e quella privata interessata all'intervento, nel rispetto dei limiti previsti dal Nuovo Codice della Strada nonchè dal Codice Civile. E' inoltre prescritta la messa a dimora di un numero di essenze locali di alto fusto sufficiente ad ombreggiare l'intero manufatto, nel rispetto delle distanze dai confini prescritte dal Codice Civile. Le essenze da porre a dimora dovranno essere scelte tra quelle indicate nell’abaco di cui all’art. 10 della presente Disciplina Paesistica.

4.2 - Parcheggi nel sottosuolo di aree destinate o da destinarsi a spazi pubblici I parcheggi in sottosuolo, il cui perimetro può spingersi fino ai limiti dell’area, devono prevedere, compatibilmente con la viabilità di superficie a servizio della mobilità sia veicolare che pedonale: a) copertura a giardino anche se l’utilizzo della copertura a parcheggio pubblico è sempre ammessa; b) nelle coperture a giardino, copertura in terra di almeno mt 0,40 di spessore, ove possa essere ricostruito il manto erboso e la vegetazione di basso e medio fusto con predisposizione di idonee vasche atte ad accogliere anche alberi di alto e medio fusto; c) rampe di accesso coordinate con lo spazio pubblico soprastante (in termini di inserimento ambientale e connessione con la viabilità esistente) e mantenimento delle caratteristiche della piazza originaria (attraversamenti pedonali, accessi carrabili, servizi esistenti); d) mantenimento (o sostituzione con essenze analoghe, tipiche del posto) degli alberi di alto fusto esistenti, con opportuni interventi di impianto (vasche con terreno vegetale di opportuna profondità); e) realizzazione accurata e coordinata con l’arredo urbano dello spazio pubblico delle prese d’aria e di ogni altro elemento necessario al corretto funzionamento della struttura.

4.3 - Box singoli interrati La realizzazione di box auto interrati è possibile, salvo casi particolari adeguatamente documentati, quando insistano su percorsi preesistenti veicolari e non comportino la creazione di nuovi raccordi interni alle aree di pertinenza di lunghezza maggiore di 15 mt. e pendenza maggiore dell’15%. La loro localizzazione dovrà essere tale da non interferire con la percezione del paesaggio; pertanto saranno preferibilmente collocati sul lato a monte del tracciato stradale.

8 Preferibilmente non siano abbattuti alberi di alto fusto, nel caso si proceda alla loro rimozione, essi dovranno essere spostati e trapiantati o sostituiti con nuovi esemplari tipici del luogo. Le rampe di accesso a box interrati non devono essere visibili dalla strada, ma chiuse da cancello opaco a filo strada. La costruzione dei box deve essere interrata rispetto alla condizione attuale del sito; lo scavo entro terra non dovrà comunque avere una profondità, misurata perpendicolarmente alle isoipse, maggiore di mt.5,00. Il muro sul lato libero dovrà presentare paramenti in pietra locale con conci a correre paralleli, su modello dei muri in pietra tradizionali. Dovrà comprendere un’unica apertura, con serramento in legno o ferro verniciato con cerniere verticali per apertura a libro, o basculante su asse orizzontale. La copertura dovrà essere reinverdita con la previsione di uno strato di terra di spessore minimo di cm 40 o pavimentata con lastre di ardesia, cotto o elementi lapidei locali.

5 - Spazi Pubblici

Nella realizzazione di spazi pubblici di fruizione pubblica dovranno seguirsi regole costruttive aderenti per quanto possibile alle tradizioni locali di origine storica e a tipologie ambientalmente significative e, ove non in contrasto con le presenti norme, in continuità con gli indirizzi già adottati dall’Amministrazione Comunale.

5.1 - Materiali e arredo urbano

5.1.1 - Pavimentazioni - Lastricato in pietra (forme rettangolari, diversa dimensione) - Composizioni geometriche con pietre diverse (anche marmi) - Lastricato con vegetazione - Lastricato in arenaria - Cotto e cotto misto con pietra - Porfido (cubetti) - Acciottolato (con policromia, preferibilmente bianco e nero) - Acciottolato con disegni geometrici in arenaria o travertino - Cubetti in pietra lavica

5.1.2 - Illuminazione pubblica Per quanto riguarda l’utilizzo di nuovi elementi, si prescrive che questi costituiscano non solo una componente funzionale dell’arredo urbano, ma diventino elementi caratterizzanti della scena urbana. Nelle zone pedonali la scelta del tipo di lampada da impiegare deve assicurare un’illuminazione omogenea e uniforme, tale da rendere confortevole e sicuro l’intero spazio fruibile, evitando allo stesso tempo lo spreco energetico e l’inquinamento luminoso.

5.1.3 - Vasche e fontane Nei progetti di sistemazione di spazi pubblici é possibile l’inserimento di vasche e fontane, purché sia data particolare cura all’inserimento di questi manufatti

9 nell’ambiente urbano, siano utilizzati per quanto possibile materiali tipici della tradizione locale, sia garantita una perfetta esecuzione delle opere idrauliche ed impiantistiche (in particolare: scarichi, colmatori, allacci al pubblico acquedotto, opere di impermeabilizzazione dei fondali, sistemi di pompaggio).

5.1.4 - Panche, panchine, sedili Panche e sedili giocano un ruolo fondamentale nella costituzione dell’immagine complessiva dello spazio pubblico attrezzato e perciò devono essere progettati e scelti con sensibilità ed attenzione rispetto al loro inserimento nel contesto urbano ed ambientale. La pietra é il materiale preferibile per panche e sedili, in ragione della sua durevolezza e delle sue qualità estetiche. Una maggiore qualità estetica può essere ottenuta accostando la panca a fioriere, a muretti di contenimento del terreno o ad altri elementi di arredo. Elementi come muretti di contenimento, muretti divisori o simili possono prestarsi ad essere utilizzati come sedili o come supporti di piani di posa. In questi casi, oltre alla pietra, si può fare ricorso ad elementi in laterizio o al cotto. E’ poi possibile l’utilizzazione di panche in legno o in metallo, preferendo in ogni caso il recupero di elementi tradizionali, opportunamente restaurati, all'impiego di elementi “a catalogo”.

5.1.5 - Sistemazione delle aree a verde pubblico Le aree a verde pubblico attrezzato vanno sistemate in funzione delle loro morfologie e ubicazioni, nonchè delle loro dimensioni e forme in modo da integrare il costruito con vegetazioni che provvedano a omogeneizzare e ricucire gli spazi liberi che connettono le edificazioni, attribuendo ad essi una più precisa identificazione nel contesto paesistico in cui ricadono. A tal fine occorre coordinare, fatta salva la possibilità di adottare lo stile di giardino di volta in volta ritenuto idoneo, le essenze vegetali da utilizzare in rapporto alla loro distribuzione ricorrente nel territorio, alla loro capacità di adattamento alle varie situazioni e agli effetti paesistici derivanti dalla percezione delle masse vegetali. Le essenze arboree ed arbustive che preferibilmente vanno usate per la piantumazione degli spazi privati sono da preferire tra i gruppi di seguito indicati e riferiti ad ambienti omogenei del territorio comunale. a) Zone riparie e di argine: ontano bianco e nero, biancospino, carpino nero, e altre essenze tipiche delle aree umide dell’entroterra ligure di ponente. b) Versanti interni e crinali: rovere, carpino bianco (in unione alla rovere), roverella (specie nei terreni aridi), cerro, leccio, castagno, nocciolo, quercia, cocifera, carpino bianco, ginepro, noce, frassino (sui versanti con notevoli apporti idrici), corbezzolo, acero, opale e orniello (anche in funzione ornamentale), acero campestre, maggiociondolo (in unione alla roverella, al carpino nero, all’orniello e al cerro), carrubo (sui pendii asciutti, anche in funzione ornamentale), melo e ciliegio selvatici, pioppo tremulo. Sono inoltre utilizzabili in tutto il territorio comunale i seguenti alberi ed arbusti: la palma da dattero, l’olivo, alloro, mimosa, magnolia, oleandri, fico, nespolo, arancio amaro, cedro, rosmarino, ginestra, mirto, cipressi, ippocastani, pini domestici.

10 5.2 - Interventi di adeguamento dei tracciati esistenti Sono ammessi interventi di adeguamento funzionale e di ridisegno paesaggistico volti a migliorare le condizioni di fruizione degli stessi e a migliorarne l’integrazione nel paesaggio. Si consiglia l’impiego di filari arborei per rendere riconoscibile ed evidenziare il tracciato dei percorsi principali, scegliendo tra le essenze comuni in zona. Si consiglia il ridisegno dei muri di sostegno con la posa in opera di paramenti lapidei costituiti da paramenti lapidei a conci a correre paralleli, su modello dei muri in pietra tradizionali, sia sul fronte che sulla testa del muro. E’ ammessa la realizzazione di aree di sosta al margine stradale quando queste non comportino la realizzazione di muri di contenimento di altezza superiore a mt.2.5; tali aree dovranno essere pavimentate con una soluzione o la composizione di più soluzioni scelte tra le seguenti: lastricato di arenaria, sistemi di “prato resistente” dato dalla posa in opera di elementi alveolati atti al conferimento di terreno vegetale, ghiaia, acciottolato, accoltellato di pietra. Le aree di sosta dovranno essere adeguatamente illuminate e, ove possibile, piantumate con elementi arborei e/o arbustivi

5.2.1 - Recupero e sistemazione di percorsi pedonali pubblici Sono da ripristinare o/e mantenersi le percorrenze pedonali pubbliche o semi- pubbliche nelle aree interessate da nuovi interventi o ristrutturazione urbanistica. I progetti di sistemazione e ripristino di tracciati pedonali esistenti devono, ove possibile: - recuperare le soluzioni costruttive originarie per quanto concerne larealizzazione delle pavimentazioni e dei margini (muri di crosa, muretti a secco, alberature); - renderne percepibili gli ingressi dai tracciati veicolari con la messa in opera di pavimentazioni, punti luce, insegne idonee; Si indica l'adozione di pavimentazioni in lastricato di arenaria, in accoltellato di mattoni misto a cordoli di arenaria, in acciottolato, in terra battura; sono da escludersi le soluzioni che prevedono l’impiego di calcestruzzi vibrocompressi, asfalti e porfidi; sono invece ammesse le soluzioni che prevedono l’inglobamento di ghiaia di diversa pezzatura successivamente lavata. Si consiglia il ridisegno dei muri di sostegno con la posa in opera di paramenti lapidei costituiti da conci a correre paralleli, su modello dei muri in pietra tradizionali, sia sul fronte che sulla testa del muro. Le visuali panoramiche esistenti vanno mantenute e valorizzate attraverso il disegno dello spazio all’intorno. I percorsi pedonali dovranno essere dotati di corrimano, di cestini portarifiuti, di segnaletica informativa.

6 - Caratteri costruttivi degli edifici

Le caratteristiche dell’edificio sono individuabili dai seguenti elementi: a) tipologici, intendendosi per tali quei caratteri architettonici e funzionali che ne consentono la qualificazione in base alle correnti tipologie edilizie (quali ad esempio edificio residenziale unifamiliare o plurifamiliare, fabbricato industriale, casa rurale);

11 b) formali, intendendosi per tali quei caratteri soprattutto architettonici che determinano l’immagine esterna dell’edificio ed in particolare la disposizione delle bucature e i materiali; c) strutturali, intendendosi per tali quei caratteri che compongono materialmente le parti strutturali, (portanti e non) dell’organismo edilizio, quali ad esempio strutture portanti in laterizi rispetto a quelle in cemento armato.

6.1 - Coperture Le coperture possono essere: - a terrazzo praticabile, - a giardino pensile, - a falda unica, - a due falde, - a falde raccordate. In generale il tetto deve essere corrispondente al perimetro del sottostante edificio. Nel caso di tetti a falde la linea del colmo deve essere sempre parallela al lato più lungo dell’edificio le due falde non possono avere sfalsamenti verticali. In generale ogni corpo di fabbrica deve avere un’autonoma copertura. Sono ammesse coperture di più corpi di fabbrica a più falde raccordate soltanto nel caso in cui la linea di gronda si sviluppi tutta alla stessa quota. In caso di coperture a più falde sfalsate devono essere significativi (nell’ordine di 1 m o più) i dislivelli tra le falde e limitato il numero di falde stesse (massimo 2 falde parallele sfalsate) La pendenza delle falde non può essere interrotta. L’inclinazione delle falde di uno steso corpo di fabbrica deve essere la stessa. La copertura di un corpo di fabbrica con una sola falda può avvenire soltanto qualora la falda medesima non superi 6 mt di lunghezza nel senso dello scarico delle acque con pendenza massima del 30%. E’ da preferire la soluzione costruttiva tradizionale, che prevede la sola sporgenza delle lastre di gronda oltre la muratura perimetrale. Sono espressamente vietati gli sporti di solette in c.a. In alcuni casi può essere ammessa la sporgenza minima di cornicioni stondati o sagomati, purché di dimensioni contenute, in ogni caso non superiori a 30-40 cm. e di proporzioni adeguate. La sporgenza delle falde dal filo dalla muratura perimetrale è ammessa soltanto nella direzione di scarico delle acque piovane, sugli altri lati la falda deve essere a filo con la parete ad eccezione di limitate sporgenze tecnologiche (massimo 10 cm). Nel caso di interventi sull’esistente sono fatte salve particolari sagomature e modanature preesistenti che dovranno essere riprese senza semplificazioni. I manti di copertura dei tetti a falde dovranno essere in ardesia naturale oppure in cotto. In caso di coperture piane, non sono ammesse sporgenze rispetto al perimetro degli edifici; eventuali cordoli o muretti connessi alle tecnologie di impermeabilizzazione adottate, dovranno essere complanari con la superficie dei prospetti. I manti di copertura dei tetti piani dovranno essere in cotto o in pietra naturale con esclusione di ogni materiale riflettente. In caso di interventi sull’esistente, l’inclinazione delle falde deve, in linea di massima, riprendere quella precedente. I manti delle coperture a falde devono essere eseguiti in lastre di ardesia o tegole in laterizio. Nel primo caso le lastre saranno posate mediante ganci o malta con sovrapposizione doppia o tripla.Sulle linee di colmo e all’intersezione di falda dovranno essere posti coppi in laterizio.Nel caso di copertura in

12 laterizio, è possibile eseguire in abbadini di ardesia la fascia di copertura attigua alla gronda per una profondità di 40 cm. Non sono consentite coperture in lastre ondulate (ondulux, lamiere ecc.), materiali plastici in genere, coppi alla francese, laterocemento e materiali simili. I canali di gronda ed i pluviali devono essere realizzati in rame o lamiera zincata e verniciata a sezione rotonda. Non sono consentiti canali o tubi di materiale plastico. E’ consentita, se in accordo con i caratteri tipologici e costruttivi dell’edificio, la sostituzione di coperture piane in coperture a falde con conseguente sostituzione del manto di copertura con lastre in ardesia o cotto. E’ consentito altresì il mantenimento di coperture piane laddove esistenti; in questo caso le protezioni perimetrali possono essere in muratura o in pilastrini in muratura e ringhiera metallica. In caso di coperture piane praticabili i parapetti devono essere in muratura piena, intonacati e tinteggiati come le parti sottostanti delle pareti verticali oppure costituiti da pilastrini in muratura collegati da ringhiere metalliche costituite preferibilmente da piattina metallica opportunamente sagomata secondo i modelli tradizionali. I camini e sfiati devono essere realizzati preferibilmente secondo i modelli tradizionali locali, a sezione quadrata in muratura intonacata e testa coperta in lastra di ardesia. E’ altresì consentita l’installazione di camini prefabbricati in cotto di sezione rotonda o la costruzione di camini in lastre di ardesia alla genovese.

6.2 - Prospetti Sono da preferire facciate semplici, con bucature di dimensioni contenute, secondo il modello dell’architettura rurale. Per gli edifici esistenti: il restauro o il ripristino delle facciate deve essere volto al rispetto e alla valorizzazione dell’edificio nella sua configurazione originaria, in coerenza con i caratteri della tradizione costruttiva locale e del contesto paesistico. E’ in generale da preferire il mantenimento dell’assetto esistente, senza significative modificazioni dei prospetti e senza la realizzazione di nuovi balconi, logge e portici, fatti salvi i casi di ampliamento consentiti e quelli comportanti la regolarizzazione e il riordino delle bucature secondo il modello compositivo della tradizione locale. Possono essere eccezionalmente ammessi anche portici, logge, o rientranze, purché di altezza massima di un piano e di dimensioni contenute, in ogni caso in armonia con la composizione generale dei prospetti.

6.3 - Balconi, logge, portici La formazione di balconi è ammessa a condizione che gli stessi siano posti ad almeno 60 cm. dagli spigoli dell’edificio, la loro lunghezza non dovrà superare la metà della lunghezza totale del fronte, ed ogni balcone non dovrà interessare più di due aperture. Possono essere eccezionalmente ammessi anche portici e logge, purché di altezza massima di un piano e di dimensioni contenute, in ogni caso in armonia con la composizione generale dei prospetti.

6.4 - Finiture e rivestimenti Le facciate devono essere finite in via generale in intonaco in arenino alla genovese; le facciate esposte a nord possono essere rivestite con lastre lapidee opportunamente graffate, secondo la tradizione costruttiva ligure.

13 E’ in ogni caso vietato l’uso di materiali ceramici, marmi, graniti e travertini e di rivestimenti ad opus incertum. Per gli edifici esistenti: le facciate devono essere finite in intonaco o pietra a vista senza stuccature dei giunti oppure in intonaco in arenino alla genovese; le facciate esposte a nord possono essere rivestite con lastre in ardesia opportunamente graffate, secondo la tradizione costruttiva ligure. Devono essere eliminati i rivestimenti e le finiture impropri. E’ in ogni caso vietato l’uso di materiali ceramici, marmi, graniti e travertini.

6.5 - Murature in pietra a vista Le murature esistenti esterne, se in pietra a vista o ad intonaco rustico, (malta grossolana e pietra a vista) devono essere conservate ed opportunamente ripulite e trattate. Nel caso in cui siano state originariamente intonacate, ed in seguito alla prolungata assenza di manutenzione risultino attualmente in pietra a vista, è consentito il ripristino della situazione originaria mediante intonacatura “rasapietra” . Il contorno delle bucature può comunque essere incorniciato mediante differente tinteggiatura (preferibilmente bianca) rispetto alle murature circostanti o nel caso di murature in pietra a vista può essere incorniciato da una striscia di circa cm 15 di intonaco. Le nuove murature in pietra potranno svolgere sia la funzione di muratura portante a vista, sia la funzione di contromuro a strutture portanti realizzate in materiale non lapideo. La pietra dovrà essere in conci in cui la dimensione orizzontale è maggiore di quella verticale e i giunti di malta non dovranno essere visibili.

6.6 - Intonaci o parti a vista di murature Di norma, per gli edifici esistenti, è da evitare la completa intonacatura privilegiando il ripristino parziale, con riprese che devono essere il più possibile simili all’originale. Possono essere utilizzati procedimenti di consolidamento mediante applicazione di impregnanti polimerici. Nel caso di rifacimenti totali, ovvero di nuove costruzioni, gli intonaci devono essere costituiti prevalentemente a base di malte di calce e ultimati in arenino alla genovese con finitura a frattazzo. Non sono consentiti rivestimenti in ceramica, in marmo, in mattoni, in pietra ad “opus incertum” o a giunti rilevati in cemento, nonché le zoccolature ad intonaco di cemento strollato (ad effetto rustico).

6.7 - Zoccolature La fascia basamentale può essere priva di trattamento evidenziato. In alternativa, per un’altezza non superiore a 100 cm circa, può eventualmente essere evidenziata con intonaco strollato alla genovese o con semplice tinteggiatura, oppure essere rivestita con zoccolatura in lastre di pietra. E’ vietato l’impiego di graniti e travertini, materiali ceramici e di rivestimenti ad opus incertum o altre tecniche analoghe in qualunque materiale lapideo. E’ inoltre ammessa, in corrispondenza della fascia basamentale, la conservazione o la creazione di un basamento, delle dimensioni di circa 50 cm in profondità e in altezza), in muratura intonacata o in pietra a vista, con copertina in ardesia, pietra grigia o pietra locale, con funzione anche di panca.

14 6.8 - Coloriture e decorazioni Le tinteggiature sono ammesse nei colori tradizionali realizzate con prodotti traspiranti non lucidi (silicati). Sono ammesse decorazioni pittoriche a disegno semplice, in particolare nella forma di riquadrature bianche delle aperture e di cornici marcapiano. Per gli edifici esistenti: devono essere mantenute e restaurate le quadrature dipinte e le decorazioni storiche. Le tinteggiature devono essere mantenute o rifatte nei colori originali, o comunque con colori tradizionali, con prodotti traspiranti non lucidi.

6.9 - Tinteggiature di edifici In caso di tinteggiatura degli edifici deve essere effettuata una campionatura dei colori da sottoporsi all’approvazione dell’Ufficio Tecnico Comunale. Le tinteggiature delle facciate degli edifici devono essere eseguite, preferibilmente a fresco, con pitture inorganiche al silicati di potassio o a calce. I colori preferibili, in armonia con gli edifici esistenti, e nelle tonalità del repertorio tradizionale, possono variare tra le gamme dei rosa, del giallo/rosso e delle terre in genere se di colore chiaro. i colori da usarsi devono essere riferiti al recupero (per quanto possibile) delle tracce di tinteggiatura reperibili sulle facciate. Per le facciate con decorazioni dipinte (marcapiani, comici di finestre e porte, cantonali) è indispensabile un ripristino senza semplificazioni di forme e colori o modifiche, a meno che queste ultime siano tese a recuperare le decorazioni originarie. Non sono consentite tinteggiature plastiche al quarzo, tinte epossidiche, spatolati, graffiati acrilici ed ogni altra pittura con effetti di rilievo, grane e corrugamenti artificiosi, e comunque qualsiasi altro genere di tinte impermeabili che non permettano la traspirazione del muro.

6.10 - Portoni Portoni e portoncini devono essere realizzati di preferenza in legno, con disegno semplice e lineare, a pannellatura liscia, o con cornice rettangolare in massello e traversa in corrispondenza della maniglia, oppure con l’evidenziazione di telaio, zoccolo e traversa, con o senza pannellature. Devono essere verniciati di preferenza in colore verde scuro, marrone scuro, o grigio. Sono vietati i portoncini in alluminio anodizzato o comunque in metallo lasciati a colore naturale. Il vano porta può presentare sopraluce e riquadratura in lastre lapidee con esclusione di graniti o travertino. Le pensiline sovraporta non devono sporgere oltre la misura di circa 1–1,20 m oltre la muratura perimetrale e possono essere realizzati in lastre di ardesia con supporti a mensola in ferro battuto a semplice disegno, di colore nero o verde scuro, oppure in legno.

6.11 - Bucature e serramenti Negli edifici esistenti le bucature devono mantenere i rapporti dimensionali presenti attualmente nell’edificio di appartenenza. In generale per le nuove costruzioni e per quelle esistenti, i contorni delle bucature devono seguire i seguenti casi: - i mezzanini di porte o finestre devono essere trattati ad intonaco o con lastra di materiale lapideo, di spessore limitato e non aggettante sulla facciata mentre per le finestre sono ammesse solo le soglie; - davanzali e soglie devono essere esclusivamente in marmo bianco o ardesia (salvo preesistenze storiche);

15 - gli stipiti delle finestre devono essere rifiniti ad intonaco; - stipiti e pilastrate delle porte devono essere trattati ad intonaco o con lastra di ardesia o marmo bianco non aggettante sulla facciata.

6.12 - Serramenti e infissi Per gli interventi costruttivi negli Ambiti di Conservazione e nell’Ambito di Riqualificazione del Presidio Ambientale le persiane devono essere dei tipo tradizionale alla genovese a stecca aperta, con voletto rialzabile, eseguite in legno, alluminio o PVC verniciati preferibilmente in colore verde scuro (verde imperiale). Non sono consentiti materiali quali alluminio anodizzato naturale o brunito. Negli Ambiti di Riqualificazione delle Zone Edificate non storiche e nei Distretti di Trasformazione è consentito l’utilizzo degli avvolgibili. In tutto il Territorio Comunale, per gli infissi esterni valgono le seguenti caratteristiche: - le finestre e porte-finestre devono essere dei tipo a telaio e contro telaio in legno (o alluminio, PVC, o similari) verniciato preferibilmente, negli edifici con finitura ad intonaco, di colore bianco; negli edifici in pietra a vista, possono essere in colore legno naturale. Le ante mobili vetrate devono rispettare le caratteristiche dei modelli tradizionali locali e preferibilmente non devono essere superiori al numero di due. I pannelli vetrati possono essere interrotti da traverse orizzontali, senza però quadretti “all’inglese”. - le porte tradizionali di accesso alle abitazioni sono previste in legno o metallo con verniciatura opaca o tinteggiate a smalto con i colori della tradizione locale (verde scuro, grigio o marrone). Non sono consentiti portoncini in alluminio anodizzato naturale o brunito ed in materiale plastico anche se ad imitazione del legno. - le porte di accesso a fondi, cantine, autorimesse sono ammesse in legno o rivestite in legno ad una o più ante. Sono consentite le porte ad apertura a bilico (basculanti). Non sono consentite porte metalliche a scorrimento tipo: saracinesche, cancelli estensibili etc. - le porte di accesso agli esercizi commerciali, sono ammesse in legno, ferro o alluminio colorato con l’inserimento di pannelli a vetri trasparenti. Tali serramenti potranno essere integrati da cancelli di ferro nelle forme e nel colori tradizionali locali posizionati sul filo esterno della muratura perimetrale. - Griglie ed inferriate devono essere in ferro verniciato, di colore nero o verde scuro, a semplice disegno. 6.13 - Antenne televisive

Le antenne devono essere centralizzate per ciascun edificio e i collegamenti devono essere realizzati sottotraccia.

7 - Edifici di interesse storico e/o ambientale

I manufatti architettonici sottoposti a vincolo di cui alla legge 1089/1939, ovvero classificati come Manufatti Emergenti dal P.T.C.P. , o che comunque presentino tecniche costruttive storiche quali muri perimetrali in pietra (o parti di essi non inferiori al 50% della loro superficie entro o fuori terra), coperture in struttura lignea, struttura voltata e elementi decorativi di pregio quali edicole votive, lapidi, iscrizioni o parti

16 decorate o quanto altro, a parere della Commissione Edilizia comunale, sia meritevole di salvaguardia, sono dichiarati edifici di interesse storico ambientale. Al fini dell’applicazione del presente articolo, ogni progetto relativo a interventi sul patrimonio edilizio esistente, dovrà essere corredato da dichiarazione del tecnico progettista relativo all’esistenza o meno dei requisiti sopra descritti e quindi della sussistenza o meno dell’interesse storico ambientale.

7.1 - Elementi costruttivi di particolare interesse storico-ambientale Sono così definiti quegli elementi costitutivi degli edifici (architravi, iscrizioni, edicole votive ecc.) o del contesto antropizzato (sentieri storici, seliciati, ponti, caselle ecc.) che presentano particolare interesse storico ambientale che, pertanto, meritano di essere conservati. Gli interventi su tali elementi dovranno garantire la loro permanenza e salvaguardia attraverso accurati restauri. Eventuali interventi su edifici che presentano elementi di particolare interesse architettonico e/o ambientale, qualora non debbano essere sottoposti preventivamente alla tutela della Soprintendenza ai beni Ambientali e Architettonici o altri Enti interessati, devono garantirne la conservazione nonché la loro valorizzazione mediante accurati restauri dell’intero organismo edilizio.

8 - Modifiche volumetriche agli edifici esistenti

Gli aumenti o le modifiche ai volumi esistenti, laddove concessi, non dovranno avere forma di superfetazioni o aggiunte non organiche, ma dovranno essere riconducibili ad uno dei criteri di seguito illustrati.

8.1 - Aggiunta seriale di cellule aggregative al corpo di fabbrica La linea di gronda dei nuovi volumi deve trovare precisi riscontri e rapporti planimetrici e altimetrici con quelli attigue. La copertura dei nuovi volumi deve rappresentare, di norma, la continuazione della copertura dell’edificio di appartenenza o non avere con essa una differenza di quota superiore a quella relativa ad un piano abitativo; salvo i casi di edifici su percorso in pendenza. La copertura dei nuovi volumi, ovvero di quelli ristrutturati, può essere rappresentata anche da terrazzo praticabile.

8.2 - Aumento o diminuzione della profondita’ delle cellule costituenti l’edificio mediante avanzamento o arretramento del fronte costruito L’intervento può riguardare una o più cellule e può interessare il suo o loro sviluppo verticale in maniera totale o parziale ma deve tendere alla regolarizzazione generale del fronte. A questo scopo occorre che i nuovi volumi presentino planimetricamente e altimetricamente allineamenti evidenti con le parti a loro attigue.

8.3 - Coperture L’eventuale nuova copertura deve rappresentare la continuazione della copertura del corpo di fabbrica di appartenenza; nel caso in cui proseguendo la falda inclinata non si riesca a mantenere un’altezza di piano sufficiente, la linea di gronda potrà essere alzata e con essa l’intera copertura, fatto salvo il rispetto dei limiti di aumento volumetrico e di compatibilità ambientale.

17 La copertura può essere anche a terrazzo praticabile se addossata in uno o più lati ad un corpo di fabbrica più alto di almeno un piano. La linea di gronda dei nuovi volumi deve trovare precisi riscontri e rapporti planimetrici e altimetrici con quelle attigue.

9 - Edifici a carattere produttivo

Gli edifici a destinazione produttiva o agricola e attività artigianali in generale devono integrarsi con il contesto ambientale ed il tessuto insediativo presente. In particolare eventuali depositi esterni non possono essere visibili dalla strada o da punti panoramici, ma devono essere previste sistemazioni vegetali o artificiali a schermo. Sono ammessi anche interventi di ridisegno e ridefinizione architettonica, sugli edifici esistenti qualora siano estesi all’intero edificio. Interventi su singole parti di edificio dovranno esse condotto in modo da conservare o ripristinare l'unitarietà delle caratteristiche architettoniche presenti nell'edificio In caso di interventi di restyling esteso all’intero edificio valgono le seguenti indicazioni: non è ammesso l’impiego di pareti vetrate riflettenti tipo courtain wall, i pannelli o le tinteggiature dovranno impiegare gamme cromatiche presenti nell’area, non è ammesso il colore bianco. Interventi su singole parti di edificio dovranno esse condotto in modo da conservare o ripristinare l'unitarietà delle caratteristiche architettoniche presenti nell'edificio. Sono ammesse ricomposizioni tese a ridurre l’impatto visivo dell’edificio: utilizzo di partiture, maggiori articolazioni di superfici opache e trasparenti.

9.1 - Volumi tecnici afferenti le attività agricole Sono unità edilizie minime, non residenziali, legate alle costruzioni in zona di Presidio Ambientale. Possono essere realizzate in muratura o legno e se realizzati in aree terrazzate, devono essere addossate ad un terrazzamento (muro di fascia). Hanno copertura a falda coperta con laterizio o pietra naturale. Non sono ammesse strutture metalliche in vista o in materie plastiche.

10 - Disciplina paesistica per il verde urbano ed ornamentale pubblico/privato (Abaco delle essenze; indicazioni per la redazione del Regolamento del verde urbano pubblico e privato; prescrizioni per le aree boscate, l’attività di pascolo e la “riduzione superficie boscata”)

10.1 - Disposizioni agro-forestali per la tutela del verde esistente sul territorio e redazione Abaco delle essenze arboree e arbustive Le norme del presente articolo sono finalizzate alla salvaguardia e al miglioramento della qualità del verde ornamentale del tessuto urbano comunale e ad esaltare le fondamentali funzioni ambientali/igieniche/paesaggistiche/estetiche che il verde pubblico e privato riveste. Tali prescrizioni si applicano in tutto il territorio di Boissano, in ottemperanza al P.T.C.P. (“Assetto vegetazionale”), alla L.R. n. 4 del 22.01.1999 (“ Legge forestale “), al

18 Regolamento Regionale n. 1 del 29.06.1999 (“ Norme di gestione delle aree boscate ”) e al Regolamento di Polizia forestale. Non sono disciplinate dalle presenti indicazioni normative le piante da frutto (con esclusione di olivo, noce, castagno, ciliegio) a fini produttivi, nonché le essenze, le colture e le attività forestali specificamente sottoposte alla legislazione regionale ovvero poste sotto il diretto controllo del Corpo Forestale dello Stato e/o del competente assessorato provinciale, le piante classificate come “infestanti”, gli alberi connessi con l’esercizio dell’attività agricola e gli alberi e piante spontanee radicate negli alvei o sulle sponde dei rivi e dei torrenti che possano costituire ostacolo al normale deflusso delle acque superficiali. Nello specifico, sono valide le seguenti disposizioni agro-forestali, al fine della tutela del verde esistente sul territorio (“disciplina per il verde urbano ed ornamentale”): • è consigliato l’abbattimento e la sostituzione delle essenze classificate come “infestanti” ( Robinia pseudoacacia ; Ailanthus altissima ; Amorpha fruticosa ) con le essenze di cui alla tabella successiva; • è vietato abbattere, danneggiare o modificare in modo radicale, senza specifica autorizzazione, la chioma, il tronco, le radici degli alberi; • è vietato, altresì, l'abbattimento o il danneggiamento degli alberi di alto fusto di pregio nonché degli impianti vegetazionali tipici del paesaggio agrario locale ed importanti per l'equilibrio ecologico/ambientale, quali filari arborei e siepi; • sono ammesse, senza necessità di alcuna autorizzazione, le normali cure manutentorie e conservative (potature regolari; eliminazione delle branche secche e/o di quelle pericolanti) purché eseguite a regola d’arte, in periodo di riposo vegetativo, con attrezzatura adeguata; • sono vietati gli interventi di danneggiamento dell’apparato radicale degli alberi, quali: effettuazione di ogni genere di scavo a distanza dal tronco inferiore a quella tollerabile per l’integrità dell’albero; taglio a raso; deposito o sversamento nel suolo/sottosuolo, nello spazio interessato dalle radici, di acidi, basi, oli, detersivi e qualsiasi altra sostanza tossica che possa provocare danno all’apparato radicale della specie vegetale; pavimentazione con materiali impermeabili; asporto di terriccio dalla zona interessata dalle radici, se non finalizzato alla sua sostituzione con altro più idoneo allo sviluppo della pianta; • l’uso improprio di diserbanti al fine di non danneggiare l’apparato radicale e/o le chiome degli alberi (nei casi in cui sia consentito l’impiego, i diserbanti dovranno comunque essere del tipo “non residuale” ed a rapida “inattivazione”, per evitare di inquinare le acque superficiali e di falda; • sono ammessi gli interventi in ambito urbano (quali, abbattimento per assestamento vegetale o interventi straordinari su singole alberature, pubbliche e/o private, necessari, ad esempio, per problemi sanitari e/o malattia della pianta), oggetto di dichiarazione di pubblica utilità, ovvero urgenti e necessari per la salvaguardia della pubblica incolumità, al fine di evitare pericoli imminenti o danni a persone e/o cose; in tale sede dovrà, inoltre, essere specificato se ed in quali termini si potrà procedere alla piantumazione di nuove essenze, impiegando le stesse specie soggette all’abbattimento/taglio o utilizzando altre specie già presenti sul territorio e caratteristiche di quel paesaggio, nel caso in cui non sia possibile l'uso degli stessi elementi; • l’interessato, che ha dichiarato l’esistenza del pericolo ed ha effettuato l’abbattimento della pianta per motivi di incolumità pubblica, previa autorizzazione rilasciata dal Comune, è tenuto a sostituire a proprie spese le piante eliminate,

19 nonché a mantenere le nuove essenze poste a dimora in numero adeguato e secondo le specie indicate, dietro presentazione di una perizia redatto da tecnico abilitato che abbia, effettivamente, dimostrato la necessità dell’abbattimento della pianta ed indicato le modalità della sostituzione delle essenze (tipologia di specie vegetale da utilizzare; numero di piante da sostituire; tempistica per effettuare la piantumazione); • in caso di “ferite” a radici, rami, o al tronco, deve essere avvisato immediatamente l’organo competente per concordare le cure necessarie; • le sistemazioni a verde nell’ambito di progetti edilizi che prevedano la realizzazione di nuove aree a verde o la ristrutturazione di aree verdi esistenti, pubbliche e/o private, devono essere oggetto di specifica progettazione, redatta a cura di un professionista abilitato, e da sottoporre, se necessario, all’esame della Commissione Edilizia (il progetto dovrà illustrare la sistemazione definitiva dell’area di progetto, le modalità di esecuzione dei lavori, l’elenco dettagliato e la consistenza numerica delle specie arboree ed arbustive che si intende introdurre, tenendo conto della coerenza degli interventi proposti rispetto alla loro compatibilità paesaggistico- ambientale e alle norme del Piano sulla vegetazione privata e pubblica); • in caso di interventi di sistemazione a verde accompagnati da un progetto edilizio, essa sarà autorizzata con il titolo abilitativo necessario per realizzare lo stesso intervento edilizio; nella progettazione dovranno essere tenute in considerazione la profondità del suolo disponibile per l’apparato radicale, il microclima stazionale e l’esposizione; inoltre, il terreno impiegato per nuove realizzazioni dovrà essere di buona qualità, le piante da porre a dimora dovranno essere esenti da malattie e parassiti, le distanze delle piante dalle costruzioni e tra loro non dovranno creare situazioni di danno/disagio/disturbo, garantendo negli anni una crescita e uno sviluppo equilibrati e rispettando le distanze dai confini ai sensi del codice stradale, dovrà essere evitato il danneggiamento alla vegetazione da parte di fonti luminose, sorgenti di calore ed emittenti di fumi o sostanze gassose concentrate; • la scelta delle essenze da mettere a dimora dovrà armonizzarsi dal punto di vista estetico ed ambientale con il verde pubblico/privato circostanti, evitando, prioritariamente, l’introduzione di specie esotiche o inadatte al clima/microclima della zona in cui vengono inserite nonché di specie invadenti o infestanti (“specie alloctone”), salvo i casi in cui non si intendano ricreare ambienti esotici di pregio estetico o di valore scientifico; pertanto, le essenze dovranno risultare a tipologia “autoctona”, ossia alberi ed arbusti vegetanti allo stato spontaneo sul nostro territorio; pertanto, sono consigliate tutte le essenze arboree ed arbustive che costituiscono le cenosi vegetazionali spontanee della fascia climatica dell'entroterra ligure; • nelle aree boscate, per effettuare interventi di ricostituzione del patrimonio boschivo e di consolidamento, valgono le normative generali previste nel già citato P.T.C.P. (“Assetto vegetazionale”), con l’introduzione di angiosperme termofile, quali Quercus ilex (leccio), Quercus pubescens (roverella), Quercus suber (quercia da sughero), Fraxinus ornus (orniello), Ostrja carpinifolia (carpino nero); contrariamente, è vietata la ripiantumazione del Pinastro o Pino Marittimo ( Pinus pinaster ) e sconsigliata quella di Robinie , Sophore e delle conifere ornamentali in genere; i soprasuoli boschivi ed arbustivi risultano, pertanto, sottoposti a tutela in quanto assolvono a funzioni naturalistiche di protezione idrogeologica, di valorizzazione ambientale e paesaggistica del territorio, nonché funzioni ecologiche, turistico-ricreative, climatiche e produttive;

20 • sono sottoposti a particolare tutela i singoli esemplari e le formazioni costituenti vegetazione spontanea ripariale: questa, data la sua importante funzione di difesa idrogeologica, dovrebbe essere protetta vietandone il taglio; si possono prevedere interventi di sfoltimento in modo tale da mantenere un'adeguata copertura vegetale che possa garantire una buona stabilità delle sponde che però non ostacoli il normale defluire delle acque, soprattutto nei momenti di massima piena. Si riporta un elenco delle specie vegetali (“ Abaco delle essenze arboree e arbustive ”) consigliate per il territorio comunale di Boissano, compatibili col paesaggio agricolo/forestale dell’area; vengono precisate, altresì, le funzioni specifiche per ogni tipologia di pianta/albero sulla base delle esigenze ornamentali in ambito comunale, benché tutte le essenze indicate siano suggerite per la messa a dimora nelle aree verdi, pubbliche e private (pur non essendo tutte tipiche della costa/entroterra ligure, ma integrate nel tempo nel paesaggio locale), la tipologia dell’essenza e un’indicazione della classificazione di alcune specie vegetali in funzione della capacità di assorbimento degli inquinanti atmosferici (vedere legenda tabella):

nome scientifico nome comune funzione specie vegetali tipologia essenza Acacia dealbata mimosa GC - U (parchi e giardini) arborea Acer campestre (2) acero campestre GC arborea Acer monspessulanum acero minore GC arbustiva Alnus glutinosa ontano nero U (parchi e giardini) arborea Arbutus unedo corbezzolo GC - EU - BA arbustiva Azalea spp. azalea GC arbustiva sempreverde Berberis spp. crespino GC arbustiva Brahea armata palma Buxus sempervirens (1) bosso GC - U - SA arbustiva Camellia spp. camelia GC arborea Castanea sativa castagno GC (parchi) arborea Ceanothus spp. ceanoto BA arbustiva Celtis australis bagolaro GC (parchi) arborea Ceratonia siliqua carrubo GC - U (parchi e giardini) arborea Cercis siliquastrum albero di Giuda U (parchi e giardini) arbustiva Chamaerops humilis palma nana GC - U arborea Cistus spp. cisto GC - EU arbustiva Citrus spp. e altri generi agrumi GC - U arborea Cornus mas corniolo GC (parchi e giardini) arbustiva Cornus sanguinea sanguinella GC (parchi e giardini) - SA arbustiva Corylus avellana nocciolo GC (parchi e giardini) - SA arborea Cotinus coggygria scotano EU arbustiva Cotoneaster spp. cotognastro GC - SA arbustiva Crataegus azarolus azzeruolo GC arbustiva Crataegus levigata biancospino GC - U (parchi, giardini, arbustiva viali) Crataegus monogyna biancospino GC - U (parchi, giardini, arbustiva viali) Crataegus x carrierei biancospino arbustiva cratego Cupressus sempervirens cipresso comune GC (parchi e giardini) - EU - arborea (1) SA Cycas revoluta palma GC Cytisus spp. ginestrino BA arbustiva Diospyros kaki kaki GC arborea Elaeagnus spp. eleagno GC - BA arbustiva

21 Elaeagnus x ebbingei eleagno GC - BA arbustiva sempreverde Erica spp. erica GC - EU arbustiva Eriobotrya japonica nespolo del GC arbustiva Giappone Eucalyptus globulus eucalipto GC (parchi) - U - EU arborea Euonymus europaeus cappello di GC arbustiva (2) prete/evonimo Fagus sylvatica (3) faggio comune GC (parchi e giardini) - SA arborea Ficus carica fico arbustiva Forsythia spp. forsizia GC - U - BA arbustiva Fraxinus excelsior frassino maggiore GC (parchi e giardini) arborea Fraxinus ornus orniello GC (parchi e giardini) - EU arborea Gardenia spp. gardenia GC arbustiva Genista spp. ginestra GC - U - EU - BA arbustiva Hybiscus spp. ibisco GC (parchi e giardini) - U - arbustiva BA Ilex aquifolium agrifoglio GC - SA arbustiva Ilex spp. agrifoglio GC arbustiva Jubaea chilensis palma (piede di elefante) Juglans regia noce GC (parchi) arborea Juniperus communis ginepro comune GC (parchi e giardini) - U arbustiva Juniperus spp. ginepri GC - U arbustiva Kerria japonica kerria del SA arbustiva Giappone Laburnum anagyroides maggiociondolo GC (viali) arborea Lagerstroemia indice lagestroemia U (parchi e giardini) arbustiva Laurus nobilis alloro GC - U - BA - SA arbustiva Ligustrum vulgaris (1) ligustro GC - U - BA - SA arbustiva Magnolia spp. magnolie da fiore GC (parchi e giardini) - U - arbustiva da fiore SA Morus alba e Morus gelso bianco e GC (parchi e giardini) arbustiva nigra gelso nero Myrtus spp. mirto GC - EU - BA arbustiva Nerium oleander oleandro GC - U - BA - SA arbustiva Officinali spp. piante officinali GC arborea/arbustiva Olea europea olivo GC - U arborea Ostrya carpinifolia carpino nero GC (parchi) - EU arborea Paliurus spina-christi marruca GC arbustiva Philyrea media fillirea GC arbustiva Phoenix canariensis palma da datteri GC - U delle Canarie Phoenix dactylifera palma da datteri GC - U Pinus halepensis pino d' Aleppo GC - U arborea Pinus pinea pino domestico GC (parchi e giardini) - U arborea (pino da pinoli) Pistacia lentiscus pistacchio/lentisco GC - EU - BA arbustiva Pittosporum tobira pittosporo GC - U - BA - SA arbustiva Platanus x acerifolia platano comune GC (parchi) arborea Plumbago spp. plumbago GC arbustiva Populus alba pioppo bianco GC (parchi) arborea Prunus avium ciliegio (dolce) GC (parchi e giardini) arborea Prunus laurocerasus lauroceraso BA - SA arbustiva spp. Prunus mahaleb magaleppo GC arborea (ciliegio di S. Lucia)

22 Punica granatum melograno GC - U - BA arbustiva Pyracantha spp. piracanta GC- SA arbustiva sempreverde Quercus coccifera quercia spinosa GC arbustiva Quercus ilex leccio GC (parchi e giardini) - U - arborea/arbustiva EU - SA Quercus peduncolata farnia GC (parchi e giardini) arborea Quercus pubescens roverella GC (parchi e giardini) - EU - arborea SA Quercus suber quercia da sughero GC - EU arborea Ramnus alaternus alaterno EU arbustiva Rosa spp. rosa GC arbustiva Rosmarinum officinalis rosmarino BA arbustiva Salix caprea salicone GC arbustiva Schinus molle albero del falso GC arbustiva pepe Sorbus aria sorbo montano GC (parchi e giardini) arborea Spartium junceum ginestra GC - U - EU - BA arbustiva Syringa vulgaris lillà GC - U - BA arbustiva Tamarix gallica tamerice GC (parchi e giardini) - U - arborea BA Taxus baccata (3) tasso GC (parchi e giardini) - SA arborea Teucrium fruticans camedrio arbustiva Tilia cordata tiglio selvatico GC (parchi) - U - SA arborea Trachycarpus fortunei palma Viburnum grandiflorum viburno BA arbustiva Viburnum lantana lentiggine SA arbustiva (lantana) Viburnum opulus pallon di maggio arbustiva Viburnum tinus viburno GC - BA - SA arbustiva Washingtonia filifera palma Washingtonia robusta palma Yucca spp. yucca (piante GC arborea/arbustiva ornam. semprev.)

legenda: GC generalmente consigliate U specie per ambiente urbano (nuclei storici; parchi e aree verdi urbane; giardini) EU specie per ambiente extra-urbano BA specie per la formazione di barriere antifaro SA specie per schermi antirumore (1) piante poco sensibili all’anidride solforosa (2) piante poco sensibili ai fluoruri (3) piante poco sensibili all’ossido di azoto

Per completezza, si riportano alcune indicazioni specifiche utili per una scelta più corretta ed adeguata dell’essenza vegetale: • nelle aree con più spiccati caratteri di pertinenza alle abitazioni, oltre a quelle indicate nella tabella precedente, vengono suggerite le seguenti specie: fico ( Ficus carica ); vite ( Vitis vinifera ); kaki ( Diospyros kaki ); albicocco ( Prunus armeniaca ); agrumi (genere Citrus ); ciliegio ( Prunus avium ); melograno ( Punica granatum ); nespolo ( Eriobotrya japonica ); • nella realizzazione di giardini e porzioni di aree verdi potranno essere ammessi assetti paesistici dedicati che propongano l’utilizzo delle seguenti specie: Phormium ; Agavi ; Aloe ; Cactus ; Cordyline ; Echinocactus ; Opunzia; palme ( Phoenix e

23 Washingtonia) e palmizi ( Cycas e Chamaerops ; quest’ultima, nella varietà “humilis”, è l’unico tipo di palma spontanea italiana); • nel caso di utilizzo di specie esotiche naturalizzate nel verde ornamentale sono segnalate le seguenti essenze: Camphora ; falso pepe; Buxus ; Catalpa ; carrubo; Gleditzia ; mimosa; Eucalyptus ; Jacaranda .

10.2 - Indicazioni per la redazione del Regolamento del verde urbano pubblico e privato Al fine di concretizzare una gestione organica del verde cittadino emerge l’opportunità di redigere ed adottare un regolamento del verde urbano, inteso come uno strumento di pianificazione e gestione a livello comunale integrativo del piano urbanistico (PUC), poiché in grado di disciplinare e regolamentare i vari aspetti di salvaguardia, tutela ed utilizzo del verde urbano. La tutela del verde urbano è strettamente collegata alle diverse ed importanti funzioni ecologiche/ambientali, urbanistiche/architettoniche e sociali/ricreative che la vegetazione svolge sul territorio, nonché all’importante ruolo di educazione naturalistica e di miglioramento della qualità urbana che essa realizza. Per tale motivo la progettazione, la gestione e gli interventi di manutenzione delle aree verdi devono essere attuati in modo esemplare, nel rispetto delle piante e in conformità alle condizioni ambientali in cui queste si sviluppano. Per realizzare ciò sono necessarie indicazioni normative da includere in un apposito regolamento (“ Regolamento del verde urbano pubblico e privato ”) che preveda le seguenti prescrizioni/disposizioni agro-forestali: • indicazioni sulla manutenzione ordinaria/straordinaria delle piante (specificando le modalità di esecuzione e la programmazione degli interventi manutentivi); • modalità di impianto, mantenimento e difesa di aree verdi pubbliche e private esistenti; • censimento delle aree verdi urbane/periurbane (inteso, anche, come strumento “propedeutico” al regolamento del verde), ossia identificazione delle principali specie utilizzate, corredato di carta di rilievo del verde urbano, in cui siano riportate le principali rilevazioni tipologiche; • prescrizioni sulle difese fitosanitarie (al fine di garantire l’igiene pubblica/privata) e sugli interventi di lotta biologica; • disposizioni specifiche relative al verde pubblico/privato (in termini di abbattimenti, potature, sostituzioni, nuovi impianti, salvaguardia delle siepi, delle siepi alberate e degli arbusteti); • criteri di progettazione e realizzazione di nuove aree verdi pubbliche/private; • disposizioni relative alla tutela di alberi/impianti colturali aventi carattere “monumentale”/di pregio e alla salvaguardia di parchi e giardini di interesse storico, architettonico e paesaggistico-ambientale (interventi come l’abbattimento di alberi di alto fusto, la distruzione di siepi spontanee, qualsiasi modificazione di un impianto colturale con i succitati caratteri sono sottoposti ad autorizzazione e/o soggetti a particolari prescrizioni e limitazioni); • indicazioni per la fruizione di parchi e di giardini pubblici; • norme integrative per le aree forestali/boscate, gli orti urbani e per le aree agricole non interessate da coltivazioni; • controllo della vegetazione spontanea;

24 • norme per la progettazione del verde per nuovi interventi edilizi; • metodologie per la stima del valore ornamentale; • indicazioni relative a situazioni particolari, come, interventi di ingegneria naturalistica in aree degradate, protezione della vegetazione in aree di cantiere, difesa del suolo in ambito urbano; • elenco generale delle specie arboree/arbustive e delle tipologie dispositive suggerite per le diverse funzioni ornamentali (strade, parchi, giardini pubblici, ecc.) utilizzabili sul territorio comunale e nei Comuni limitrofi e dai diversi soggetti fruitori, nonché quelle consigliate per interventi di rinaturalizzazione, rimboschimento, arredo; • linee di intervento per i principali parassiti; • sanzioni e norme finanziarie. In tal senso, le prescrizione del regolamento del verde urbano - unitamente alla realizzazione di un censimento delle aree verdi, al fine di una migliore conoscenza del patrimonio vegetale presente sul territorio - consentirebbero di mettere in atto le modalità di tutela, di gestione e di intervento non solo della vegetazione naturale/forestale, ma anche di difesa e valorizzazione delle connotazioni paesaggistiche delle sistemazioni a verde delle abitazioni, parchi e giardini urbani, di progettazione di nuove aree a verde, con l’obiettivo della conservazione, riqualificazione e valorizzazione delle peculiarità naturalistiche/forestali e storico/paesistiche del territorio comunale, disciplinando, pertanto, sia gli interventi sul verde urbano pubblico che su quello privato. Non ultimo, il censimento e il regolamento del verde costituirebbero quella serie di passaggi ottimali e propedeutici per realizzare la successiva stesura di un Piano del verde, al fine di progettare il territorio comunale in modo ambientalmente sostenibile.

10.3 - Prescrizioni per le aree boscate, l’attività di pascolo e la “riduzione superficie boscata” Oltre al P.T.C.P. (“Assetto vegetazionale”) ed alle prescrizioni agro-forestali di cui al precedente paragrafo 1, le aree boscate e l’“eventuale” attività di pascolo (in corrispondenza degli ambiti di conservazione/riqualificazione a vocazione agricola/forestale e nei presidi ambientali di PUC), sono “direttamente” normate dalla L.R. n. 4 del 22.01.1999 ( “Norme in materia di foreste e di assetto idrogeologico” cosiddetta “ Legge forestale” ) e dal Regolamento Regionale n. 1 del 29.06.1999 (“Regolamento delle prescrizioni di massima e di polizia forestale” - “ Norme di gestione delle aree boscate ”). Nello specifico, le due disposizioni normative richiamate disciplinano gli interventi in materia forestale, attraverso azioni di conservazione, valorizzazione e sviluppo del patrimonio agro-silvo-pastorale, di difesa idrogeologica/forestale del territorio, di manutenzione/coltivazione del bosco e di disciplina dell’attività di pascolo, unitamente agli interventi vietati e quelli per cui è necessario il rilascio dell’autorizzazione da parte degli organi competenti. Per conseguire la tutela/naturalizzazione delle superfici boscate, sono, quindi, previsti interventi di rimboschimento e ricostituzione boschiva ed opere di sistemazione idraulico-forestale-agraria, finalizzate alla protezione dei boschi dagli incendi, al contenimento dei fenomeni di erosione, alla difesa fitosanitaria a tutela del patrimonio forestale, nonché per esigenze paesaggistiche.

25 Per quanto riguarda l’attività di pascolo - attualmente tralasciata sul territorio di Boissano in parallelo al progressivo abbandono dei campi - le due normative in questione riportano sia le indicazioni su quali terreni è consentita l’attività pascoliva senza particolari limitazioni, sia le modalità e le disposizioni di tutela da adottare durante l’esercizio del pascolo del bestiame nei boschi (in termini di numero di capi, custodia, turni di pascolamento, garanzia delle condizioni di stabilità e di copertura del terreno), anche al fine di incentivare la ripresa di tale attività nelle aree abbandonate e/o in quelle a ex coltivi. Si rimanda, quindi, alle due normative, relativamente alle indicazioni, cautele e modalità specifiche da osservare in caso di taglio, abbattimento, potatura di piante, arbusti e cespugli, di raccolta delle essenze, alle disposizioni da adottare per il governo e il trattamento dei boschi ad alto fusto (fustaie) e a ceduo, le azioni di difesa dai fenomeni fitopatologici e attacchi parassitari, la pulizia del sottobosco, la realizzazione dei viali tagliafuoco, le opere di manutenzione e bonifica montana, nonché alle norme per i boschi danneggiati dal fuoco, dal vento e da altre avversità meteoriche, per i movimenti di terreno, per le lavorazioni di sistemazione dei terreni, scarpate e pendii, per la realizzazione dei muretti a secco, per la disciplina delle acque di scolo, interventi realizzabili tramite l’applicazione dei piani di assestamento e di utilizzazione del patrimonio boschivo/silvo/pastorale e verificando, non ultimo, se i terreni interessati dai lavori sono sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici. Per favorire la ripresa dell'attività agricola, in corrispondenza degli appezzamenti di terreno a vocazione unicamente agricola, ma, oggigiorno, ricolonizzati dalla vegetazione forestale è ammessa la riduzione della superficie boscata, in quanto terreni abbandonati ed incolti e, quindi, assimilabili al bosco (previa presentazione di perizia abilitativa). Tale operazione, a carattere funzionale, è consentita nei casi in cui sia necessaria la realizzazione di opere pubbliche, di strade e piste forestali connesse all’attività selvi-colturale, alla protezione dei boschi dagli incendi e per il recupero agricolo del fondo. In quest’ultimo caso, a garanzia della corretta esecuzione dei lavori, occorre presentare perizia-progetto asseverata che dimostri chiaramente la compatibilità dell’intervento con le condizioni idrogeologiche del versante e la tipologia vegetazionale presente (es. presenza di terrazzamenti che testimoniano la pre-esistenza di attività agricola, assenza di piante arboree monumentali che verrebbero asportate ecc.); la perizia deve inoltre indicare le tipologie colturali che saranno poste in essere e la specie, il numero, la dimensione e la dislocazione delle piante da frutto che saranno messe a dimora. Conseguentemente, l’eliminazione della vegetazione erbacea, nonché la riduzione mirata di quella arbustiva e arborea - da cui si ottiene una superficie “trasformata” ad area agricola - fanno diminuire, da un lato, la possibilità di propagazione delle fiamme, dall’altro la minore predisposizione delle piante agli agenti patogeni ed infestanti. La riduzione di superficie boscata, che consiste, quindi, nell’estirpazione del bosco, con rimozione delle ceppaie, anche nelle zone non sottoposte a vincolo idrogeologico, così come i vari tipi di viabilità forestale, necessita di preventiva ed apposita autorizzazione. In tal senso, viene incentivato il ritorno del presidio dell’uomo tramite la ripresa dell’attività agricola, in corrispondenza di un’areale caratterizzato, così, da una superficie boscata minore, ma sicuramente meno esposto agli incendi, alle malattie e ai dissesti franosi e/o ideologici: ciò permette, quindi, la riqualificazione delle aree di terreno dismesse ed assicura la protezione offerta dal suolo, mantenendo vivo il rapporto uomo-ambiente e garantendo l’equilibrio delle risorse ambientali e territoriali.

26 COMUNE DI BOISSANO PROVINCIA DI SAVONA P.U.C. – PIANO URBANISTICO COMUNALE

NORME DI CONFORMITA’ E CONGRUENZA

Cap. I – GENERALITÀ

Art. 1. – Generalità

L’intero territorio comunale è suddiviso dal PUC nelle seguenti zone:

- Ambiti di conservazione delle Aree Edificate e Non; - Ambiti di riqualificazione delle Aree Edificate e Non; - Distretti di trasformazione;

Tali aree sono individuate nella cartografia di piano (Tav. n. 22, 23, 24 e 25 ) e nelle schede allegate alle presenti norme e sono suddivise ulteriormente nelle seguenti zone:

Ambiti di conservazione delle Aree Edificate e Non: - Ambito di conservazione delle zone edificate dei nuclei storici - Ambito di conservazione delle aree di produzione agricola - Ambito di conservazione del territorio non insediabile montano - Ambito di conservazione del territorio non insediabile del Parco Territoriale e urbano della Pineta Marini

Ambiti di riqualificazione delle Aree Edificate e Non; - Ambito di riqualificazione Via Polenza - Ambito di riqualificazione Via Marici - Ambito di riqualificazione del Centro - Ambito di riqualificazione Cappella Nuova - Ambito di riqualificazione Via Colle - Ambito di riqualificazione Via Castagnei - Ambito di riqualificazione Villaggio Losano - Ambito di riqualificazione del Morteo - Ambito di riqualificazione Via Rive - Ambito di riqualificazione del Territorio di Presidio Ambientale suddiviso in cinque sub-Ambiti.

Distretti di trasformazione - Distretto di Trasformazione del TRZ ex Cava Segiunà; - Distretto di Trasformazione Zona Artigianale D1;

Infrastrutture e servizi pubblici e di uso pubblico. - I – area per Istruzione

27 - IC – area di interesse comune - F – Area per verde pubblico attrezzato - S – Area per lo Sport - P – Area Parcheggi - IG – Aree per Servizi di Interesse Generale.

Art. 2. – Applicazioni. Modalità di attuazione e contenuti del PUC.

Il Presente Piano, redatto ai sensi del TU/2003 e succ. modificazioni ed integrazioni, nonché della Legge R.L. n. 36/97, disciplina l’assetto, l’incremento edilizio e lo sviluppo urbanistico dell’intero territorio del Comune di Boissano. Ogni attività di trasformazione urbanistica ed edilizia dovrà uniformarsi alle prescrizioni in esso contenute oltre che alle leggi nazionali e Regionali che normano l’attività edilizia ed urbanistica.

Il PUC viene aggiornato dalla normativa del Piano di Bacino vigente e dalle relative circolari applicative, che prevalgono sempre sulle Norme di Conformità e Congruenza.

Il PUC viene attuato ai sensi del T.U. (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamenta in materia Edilizia/2003) della Legge Regionale n. 36/67 attraverso SUA già adottati, Dichiarazioni di Inizio Attività, Permessi di Costruire e Permessi di Costruire Convenzionati.

Il Permesso di Costruire Convenzionato è prescritto per gli interventi di nuove costruzioni non inserite all’interno di strumenti urbanistici attuativi già adottati da Consiglio Comunale, al fine di assicurare l’urbanizzazione completa dell’area.

Ciò significa che il progetto dovrà essere corredato da un atto unilaterale d’obbligo che preveda, ai sensi della L. R. n. 36/97, Art. 49:

- a). - L’esecuzione diretta e/o monetizzazione: 1. – delle Opere di Urbanizzazione Primaria di pertinenza che si rendono necessarie. 2. – di alcune Opere di Urbanizzazione secondaria di fruizione collettiva - b). – La cessione delle opere delle urbanizzazioni secondarie o il loro vincolo ad uso pubblico, a scomputo degli oneri di urbanizzazione dovuti a norma della vigente legislazione in materia. - c). – Le garanzie finanziarie e i termini per l’adempimento dei relativi impegni.

Il Permesso di Costruire Convenzionato è prescritto anche per le costruzioni in Zona Agricola, secondo le modalità e i contenuti di cui all’Art. 35 comma 6 e 7 della L. Reg. n. 36/97.

Il Permesso di Costruire Convenzionato è prescritto per gli interventi consentiti nei sub-Ambiti dell’Ambito di Presidio Ambientale, ai sensi e nei modi previsti dall’Art. 36 comma 4 della L. reg. n. 36/97.

28

Sono elementi costitutivi del PUC i seguenti elaborati:

A. - DESCRIZIONE FONDATIVA B. - DOCUMENTO DEGLI OBBIETTIVI - STRUTTURA DEL PIANO - RELAZIONE DI INCIDENZA DEL SIC C. - DISCIPLINA PAESISTICA - NORME DI CONFORMITÀ E CONGRUENZA Allegate: Schede degli Ambiti e dei Distretti. D. - NORME GEOLOGICHE ATTUATIVE E. - RISPOSTA OSSERVAZIONI REGIONE Allegato tav. E.I – Edificazione in Ambito Presidio - scala 1:5000 Allegato tav. E.II – Modifiche al PTCP - scala 1:5000 F. - RISPOSTA OSSERVAZIONI PROVINCIA G. – ELENCO OSSERVAZIONI - SCHEDE OSSERVAZIONI E CONTRODEDUZIONI Allegato tav. G.I - localizzazione cartografica osservazioni su quadro di unione

Elaborati Grafici:

Tav. 1 CTR del territorio Comunale - scala 1:10000 Tav. 2 Quadro di Unione Catastale - Parte Montana – scala 1:5000 Tav. 3 Quadro di Unione Catastale - Parte Edificata - scala 1:5000 Tav. 4 Carta tecnica Regionale – scala 1:5000 Tav. 5 Sovrapposizione C.T.R. e Catastale – scala 1:2000 Tav. 6 Ortofoto Digitale con sovrapposizione CTR – scala 1:5000 Tav. 7 Ortofoto Digitale con sovrapposizione Catastali – scala 1:5000 Tav. 8 P.R.G. Vigente – scala 1:5000 Tav. 9 P.T.C.P. Regionale – Parte montana – scala 1:5000 Tav. 10 P.T.C.P. Regionale – Parte edificata – scala 1:5000 Tav. 11 Carta degli asservimenti – scala 1:5000 Tav. 12 Uso del suolo – scala 1:5000 Tav. 13.A Assetto Vegetazionale - Carta dei popolamenti forestali - scala 1:5000 Tav. 13.B Assetto Vegetazionale - Carta dei popolamenti forestali - scala 1:5000 Tav. 14 Assetto Vegetazionale – Carta dello stato vegetazionale –scala 1:10000 Tav. 15 Assetto Ecologico – Ambientale – Carta ecologico-ambientale - scala 1:10000 Tav. 16 Assetto Ecologico – Ambientale – Carta Bionaturalistica – parte uno – scala 1:10000 Tav. 17 Assetto Ecologico – Ambientale – Carta Bionaturalistica – parte due – scala 1:10000 Tav. 18 Assetto Ecologico – Ambientale – Carta dei vincoli territoriali ed ambientali scala 1:10000

29 Tav. 19 Rete Idrica - scala 1:2000 Tav. 20 Rete Fognaria – scala 1:2000 Tav. 21 Vincoli Territoriali – scala 1:5000 Tav. 22 Ambiti di Conservazione – scala 1:5000 Tav. 23 Ambiti di Riqualificazione Zone Edificate e Distretti di Trasformazione – scala 1:5000 Tav. 24 Ambito di Riqualificazione Presidio Ambientale – scala 1:5000 Tav. 23/24 PTCP approvato Tav. 25 Quadro di unione Ambiti e Distretti – scala 1:2000 Tav. 26.A Viabilità – scala 1:5000 Tav. 26.B Servizi – scala 1:5000 Tav. 27.A Cartografia Geologica – Carta dell’ Acclività – scala 1:5000 Tav. 27.B Cartografia Geologica – Carta dell’ Acclività – scala 1:5000 Tav. 28.A Cartografia Geologica – Carta Geologica –scala 1:5000 Tav. 28.B Cartografia Geologica – Carta Geologica –scala 1:5000 Tav. 29.A Cartografia Geologica – Carta Geomorfologia – scala 1:5000 Tav. 29.B Cartografia Geologica – Carta Geomorfologia – scala 1:5000 Tav. 30.A Cartografia Geologica – Carta Idrogeologica – scala 1:5000 Tav. 30:B Cartografia Geologica - Carta Idrogeologica – scala 1:5000 Tav. 31.A Cartografia Geologica – Suscettività al Dissesto Geomorfologico Aggiornata con piano di Bacino T. Varatella e T. Nimbalto - scala 1:5000 Tav. 31.B Cartografia Geologica – Suscettività al Dissesto Geomorfologico Aggiornata con piano di Bacino T. Varatella e T. Nimbalto - scala 1:5000 Tav. 32.A Cartografia Geologica - PTCP – Assetto Insediativo – scala 1:10000 Tav. 32.B Cartografia Geologica - PTCP – Assetto Geomorfologico – scala 1:10000 Tav. 32.C Cartografia Geologica - PTCP – Assetto Vegetazionale – scala 1:10000 Tav. 33.A Cartografia Geologica – Carta dei geotopi – scala 1:5.000 Tav. 33.B Cartografia Geologica – carta dei geotopi – scala 1:5.000

SCHEDE DEGLI AMBITI E DEI DISTRETTI :

Allegate alle Norme di Conformità e Congruenza

30 Art. 3. – Definizione degli Interventi.

La tipologia degli interventi per l’attuazione del Piano è quella definita dal titolo II, articoli 6, 7, 8, 9, 10, della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

Art. 4. – Concessioni e strumenti attuativi adottati prima del PUC.

Le concessioni e Autorizzazioni Edilizie concesse e rilasciate in data antecedente l’adozione del preliminare del PUC rimangono valide sino alle scadenze previste dalla vigente legislazione urbanistica. Decorsi i termini di cui sopra non è possibile richiedere nuova concessione o autorizzazione nel rispetto della precedente normativa se la stessa risulta in contrasto con il PUC. Il PUC recepisce gli strumenti Urbanistici Attuativi, adottati dalla Civica Amministrazione, che non hanno concluso il loro iter di approvazione, con i parametri edilizi contenuti nel Progetto adottato.

Art. 5. – Cambiamento di Destinazione d’uso.

Per ogni Ambito o Distretto viene indicata dal PUC la destinazione d’uso prevalente e le destinazioni a questa compatibili. E’ sempre possibile, per gli edifici esistenti, essere destinati, anche attraverso il cambio di destinazione d’uso agli usi ammessi nell’ambito di pertinenza.

Art. 6. – Disciplina relativa ai vincoli sul territorio.

I vincoli gravanti sul Territorio, previsti da Leggi Statali o Regionali, così come da provvedimenti provinciali nonché dal PUC, sono i seguenti: - Vincolo Idrogeologico - SIC - Area Protetta di interesse Comunitario - Rischio Idrogeologico – L.R. n. 9/93 – Piano di Bacino - Aree Protette Provinciali - Cimiteriale

Nel PUC si è tenuto conto dei seguenti tipi di vincolo: - Fascie di rispetto stradali esterne al perimetro delimitante i “Centri Abitati” (DPR n. 1404 del 1/4/68) - Fascia di rispetto Cimiteriali - Fascie di rispetto dei corso d’acqua ai sensi della L.R. n.9/93 – Piano di Bacino - Fascia di rispetto degli elettrodotti - trasporto di energia elettrica ai sensi del DPCM del 23/4/92

L’indice di edificabilità eventualmente presente all’interno delle fascie di rispetto potrà essere trasferito al di fuori nelle aree confinanti con la stessa normativa. I vincoli di carattere nazionale e provinciale vengono regolamentati dalle leggi istitutive e successive modificazioni.

31 Per le aree di rispetto individuate nel PUC valgono le seguenti specificazioni:

6.1. – Fascia di rispetto stradale. Tali fascie hanno l’obbiettivo di garantire la visibilità dell’intorno in prossimità degli incroci stradali e permettere ampliamenti delle corsie e nuovi allacciamenti. E’ possibile, all’interno di queste aree, mettere a dimora essenze arboree purché non compromettano la visibilità, mantenere o porre culture arboree agricole, realizzare parcheggi.

6.1.a – Fascia di rispetto autostradale La fascia di rispetto autostradale è fissata dal Nuovo Codice della Strada – D.Lgs. n. 285/1992, art. 2, 3, 16 e 18 nonché dal relativo Regolamento di Esecuzione n. 495/1992, artt. 26 (sostituito dall’art. 1 del D.P.R. 26.04.1933, n. 147) e art. 28, corrispondenti a ml. 30 dal ciglio autostradale all’interno dei centri abitati, a ml. 60 al di fuori dei centri abitati.

6.2. – Fascia di rispetto dei corsi d’acqua. Dovranno essere rispettate le limitazioni previste ai sensi dell’art. 8 DCP n. 17 del 29/03/2004. In particolare sono vietati i seguenti interventi: - Le nuove edificazioni ad una distanza inferiore a m. 20 all’interno dei centri urbano, e a m. 40 al di fuori di essi, dai corsi d’acqua pubblici a sponde naturali o protette, misurata dal piede della sponda e dall’opera di protezione, e comunque dal limite della proprietà demaniale. - L’autorità competente in materia di polizia idraulica può autorizzare deroghe alla distanza suddetta, comunque non inferiori a m. 3 e a m. 10 rispettivamente all’interno e all’esterno del perimetro dei centri urbani; tale deroga deve tenere conto del regolare deflusso, senza esondazioni ed erosioni.

6.3. – Fascia di rispetto degli Elettrodotti – Trasporto di energia. Ai sensi del DPCM 23/4/92 le distanze tra i conduttori delle linee elettriche aeree ei i fabbricati adibiti ad abitazioni o altra attività che comporti tempi di permanenza prolungata sono i seguenti: - nel raggio pari sa 28 metri dal conduttore di tensione 380KW; - nel raggio pari a 18 metri dal conduttore di tensione 220KW: - nel raggio pari a 10 metri dal conduttore di tensione 132KW. E’ possibile interrare o deviare i cavi delle linee di alta tensione, con conseguente ridefinizione dei vincoli di inedificabilità, pari a 2,50 metri dalla condotta. Per quanto riguarda gli edifici esistenti, in tale fascia è possibile intervenire con le sole opere di conservazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro.

6.4. – Fascia di rispetto cimiteriale. In questa fascia è ammesso solo l’uso agricolo del suolo, l’impianto di parcheggi in superficie e di verde sia pubblico che privato.

Art. 7. – Parcheggi Privati. Nelle nuove costruzioni e nelle aree di pertinenza delle stesse devono essere previsti locali spazi liberi destinati ad autorimessa o parcheggio nella porzione minima

32 di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008) e quindi da legarsi con vincolo di pertinenzialità all’edificio. Dovrà comunque essere soddisfatta e garantita la presenza minima di un posto auto per ogni unità abitativa. Al fine di eliminare i parcheggi sul suolo stradale, lungo il ciglio a monte di tutte le strade provinciali, comunali e private, ove lo consentano ragioni di visibilità (distanza dalle curve, dossi, ecc.) è consentita la costruzione di box interrati non pertinenziali ed in deroga ai parametri volumetrici ad uso autorimessa da ricavarsi nelle terrazze e interrati su tre lati. La realizzazione di detti box sarà soggetta al pagamento del contributo di costruzione. Il lato prospiciente la strada pubblica dovrà arretrarsi di m. 5 dal ciglio stradale in deroga alle distanze e l’altezza interna non potrà superare i m. 2,40. Le autorimesse di cui ai due punti precedenti sono realizzabili in qualsiasi zona del PUC, fatte salve le Zone Non Insediate, l’ambito di riqualificazione dei nuclei storici, le Zone Agricole, ed i Presidi Ambientali.

Art.8. – Disciplina relativa alle destinazioni commerciali .

Ai sensi della disciplina del Commercio di cui alla legge Regione 02.01.2007, n. 1 “Testo unico in materia di commercio (TUC), le tipologie di vendita alimentari e non alimentari risultano le seguenti:

Superficie netta di vendita La superficie netta di vendita (S.N.V.) di un esercizio commerciale è l’area destinata alla vendita, compresa quella occupata da banchi, scaffalature e simili, aree di esposizione se aperte al pubblico. Non costituisce superficie di vendita quella destinata a magazzini, depositi, locali di lavorazione, uffici, servizi e spazi collocati oltre le casse. La superficie di vendita di una aggregazione di esercizi singoli di un Centro Commerciale o di un Distretto Commerciale Tematico è pari alla somma delle superfici di vendita dei singoli esercizi commerciali al dettaglio in sede fissa che lo compongono.

Esercizi di vicinato Classificazione : alimentari (compresi articoli per igiene personale e pulizia della casa) non alimentari

Superficie di vendita massima attivabile sull’intero territorio comunale: - mq. 100 per gli esercizi alimentari - mq. 150 per gli esercizi non alimentari

Aggregazione di esercizi singoli Su tutto il territorio comunale, ad eccezione delle zone agricole, sono consentite aggregazioni di nuovi esercizi singoli, definiti come un insieme di nuovi esercizi che, per opportunità di natura edilizia sono organizzati in spazi dotati di infrastrutture o servizi comuni, pur mantenendo, ai fini amministrativi, il carattere di esercizi singoli.

33 Tali aggregazioni: - devono essere costituite esclusivamente da esercizi di vicinato singoli - non possono superare la superficie di vendita complessiva di mq. 1500 - possono essere realizzati soltanto nelle zone urbanistiche nelle quali il commercio sia compatibile od in quelle espressamente indicate dal piano commerciale comunale - devono sempre e comunque essere rispettosi di eventuali vincoli urbanistico/commerciali stabiliti dallo strumento urbanistico

Medie strutture di vendita Classificazione: alimentari (compresi articoli per igiene personale e pulizia della casa) – superficie di vendita superiore al 10% della superficie di vendita complessiva e comunque non inferiore a mq. 100. non alimentari – superficie di vendita di prodotti alimentari non superiore al 10% della superficie di Vendita complessiva e comunque non superiore a mq. 100. non alimentari speciali – che commercializzano esclusivamente una delle seguenti tipologie di prodotti : mobili con complementi di arredamento, prodotti per l’industria e l’agricoltura, mezzi di trasporto, macchinari.

Superficie di vendita massima attivabile sull’intero territorio comunale: - da mq. 101 a mq. 150 per il settore alimentari - da mq. 151 a mq. 600 per il settore non alimentari (compresi speciali)

Grandi strutture di vendita Non sono consentite nuove aperture sull’intero territorio comunale

8.1 - Dotazione minima di parcheggi pertinenziali e di spazi per la sosta e la movimentazione dei veicoli adibiti al rifornimento merci.

La dotazione di parcheggi pertinenziali di seguito riportata configura la soglia minima per le varie fattispecie ed è comprensiva delle superfici a parcheggio previste dalla legge 122/1989. Dette superfici di parcheggio, invece, non sono comprensive dei parcheggi pubblici previsti dal DM 2 aprile 1968, n. 1444 ed altri eventualmente previsti dalla strumento urbanistico vigente.

Gli spazi di parcheggio sono obbligatori tanto per gli esercizi di nuovo impianto quanto per quelli derivanti da ampliamento, accorpamento, concentrazione di esercizi già esistenti ovvero autorizzati. Essi comprendono sia le superfici destinate a parcheggio visitatori/utenti che quelle riservate al personale.

34 Il rapporto convenzionale tra la superficie netta di vendita (SN) e la definizione utilizzata dallo strumento urbanistico (Superficie Agibile, Superficie di Pavimento, Superficie Utile)è fissato n: SV/SA (o altre definizioni) : ……………………. 0,80

Valori di relazione convenzionale tra posto-auto e superficie reale di pavimento : - mq. 26/PA comprensivi della viabilità interna e di accesso per i parcheggi a raso - mq. 28/PA comprensivi della viabilità interna e di accesso per i parcheggi in struttura pluripiano

Su tutto il territorio comunale, nel caso di dimostrata impossibilità a reperire le aree a parcheggio come sopra definite per la mancanza di spazi, si consente la monetizzazione dell’infrastruttura mediante obbligo da parte del Concessionario di versare al Comune una somma equivalente al valore di mercato dei parcheggi pertinenziali da realizzare.

Per le MSV alimentari da mq. 151 a mq. 600 : SP = 1,60 x SV

Per le MSV non alimentari da mq. 151 a mq. 600 : SP = 0,75 x SV

Per le MSV di merci speciali SP = 0,40 x SV Non devono essere prodotte verifiche di impatto sulla viabilità

35 Cap. II – DEFINIZIONE DI PARAMETRI URBANISTICI – EDILIZI.

Art. 9. – Parametri Tecnici

Volume di un fabbricato.

Il Volume di un fabbricato è la somma dei prodotti della superficie lorda di ogni piano per la rispettiva altezza lorda. Il Volume interrato si considera tale solo se collocato sotto il profilo del terreno sistemato. Il profilo naturale originario (prima dell’intervento), dovrà essere documentato mediante un rilievo dei luoghi riferito ad un caposaldo inamovibile. La differenza tra il profilo naturale e quello sistemato non potrà essere comunque surperiore a m.l. 1,00 ed il terreno sistemato dovrà soddisfare la condizione di estendersi per almeno m.l. 4,00 dal perimetro dell’edificio. Se l’interrato fuoriesce anche solo parzialmente rispetto al profilo naturale del terreno il volume derivante si calcola moltiplicando la superficie coperta per l’altezza media ponderale dello sviluppo delle fronti fuori terra del detto piano. Per Altezza Media Ponderale deve intendersi il rapporto tra la superficie delle fronti fuori terra, considerata priva di eventuali sporgenze o arretramenti che non sorgano dal terreno, ed il perimetro della superficie coperta. Ai fini del calcolo del Volume non è computabile il dislivello tra interno ed esterno dell’edificio quando esso non superi i 20 cm. I Vani Sottotetto, non suscettibili di agibilità ed abitabilità, debbono avere le falde impostate all’estradosso dell’ultimo solaio piano e solo in tali condizioni possono essere esclusi dal computo del volume.

Volume virtuale

Si definisce volume virtuale, ai fini della valutazione di impatto ambientale o di altre prescrizioni di legge, il prodotto della S.A. per un’altezza virtuale di metri 3,50.

Altezza Lorda di Piano (HP)

Ai fini del volume di un fabbricato l’altezza lorda di piano è la distanza tra gli estradossi del solaio di calpestio e del solaio soprastante. La differenza di un gradino fra l’esterno e l’interno dell’edificio e comunque un dislivello di cm 20 non è computabile ai fini dell’altezza lorda di piano. Nel caso in cui il solaio soprastante o una sua porzione non sia orizzontale, per altezza lorda ad esso relativa è da intendersi la distanza tra il solaio di calpestio e il piano virtuale orizzontale passante sulla linea di gronda, in caso di tetto ad unica falda l’altezza va misurata tra il solaio di calpestio ed il piano virtuale orizzontale mediano del piano inclinato.

36 Superficie Lorda di Piano di un Fabbricato (SP)

Ai fini del calcolo del volume la superficie lorda di in piano è la somma di tutte le superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di quelli inclinati in esso compresi. Sono da escludere dal computo della superficie lorda i terrazzi scoperti, nonché i balconi e le logge e i loro porticati o loro porzioni, non sporgenti più di m. 2 dai muri perimetrali; le parti eccedenti tale limite sono invece da computare e comunque non possono superare un terzo della superficie del piano di riferimento. Al fine di incentivare l’applicazione delle norme sul risparmio energetico, è da escludere dal computo della superficie lorda l’aumento dello spessore dei muri perimetrali oltre i tradizionali cm 30, quando finalizzato al miglioramento delle prestazioni termiche dell’edificio. Le superfici dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di quelli inclinati, relativi a scale esterne (se diverse da quelle necessarie a collegare la quota del terreno sistemato circostante l’edificio ed il piano primo dell’edificio stesso, secondo fuori terra dell’edificio) e corridoi scoperti in aggetto per uso disimpegno o di comunicazione, anche non circoscritti su tutti i lati da muri perimetrali, vanno computate ai fini della determinazione dei volumi con le stesse modalità di cui al primo capoverso.

Altezza dei fabbricati

L’altezza dei fabbricati si calcola a partire dal punto più basso del perimetro dell’edificio sul terreno sistemato, intendendosi per tale il profilo preesistente con uno scostamento massimo di un metro, con esclusione delle aperture di accesso ai piani interrati, fino alla linea di gronda, ovvero, per gli edifici a copertura piana, fino all’estradosso dell’ultimo solaio, posto a copertura di vani abitabili o agibili. Al fine di agevolare l’attuazione delle norme sul risparmio energetico e per migliorare la qualità degli edifici, non vengono computati nell’altezza massima: a) i tamponamenti orizzontali di copertura e i solai intermedi che comportino spessori complessivi superiori a 30 centimetri, fino ad un massimo di 25 centimetri per i tamponamenti orizzontali di copertura e di 15 centimetri per i solai intermedi; b) i tamponamenti orizzontali di copertura funzionali alla realizzazione di manti di copertura vegetale con essenze di medio e alto fusto. Nel caso di edifici a gradoni non è consentita la misurazione per singoli corpi di fabbrica. Il regolamento edilizio può contenere una disposizione volta a dettare una specifica disciplina della misurazione dell’altezza per questi tipi di costruzione.

Altezza interna utile dei locali da destinare a residenza o a funzioni ad essa assimilabili, uffici e attività turistico-ricettive

L’altezza interna utile degli immobili destinati a residenza o a funzioni ad essa assimilabili, uffici e attività turistico-ricettive, non può essere inferiore a 2,70 metri per i locali abitabili riducibili a 2,40 metri per spazi accessori e di servizio. Per gli edifici posti a quota superiore a 1.000 metri sul livello del mare, tenuto conto delle condizioni climatiche e della tipologia edilizia ricorrente, possono essere consentite altezze per i

37 locali abitabili non inferiori a 2,55 metri, riducibili a 2,40 metri per spazi accessori e di servizio. Nel caso in cui si intervenga sul patrimonio edilizio esistente e l’immobile presenti caratteristiche tipologiche, strutturali ed architettoniche da salvaguardare oppure nel caso in cui la conformazione strutturale e formale dell’organismo edilizio non consenta senza alterazioni il raggiungimento delle soglie dimensionali fissate al primo comma, si potrà prescindere dal rispetto dei parametri dimensionali ivi indicati sempreché venga dimostrato e verificato l’effettivo miglioramento igienico e funzionale rispetto alla situazione in atto. A tal fine alla dichiarazione del progettista che attesti la conformità del progetto al regolamento edilizio e alle norme igienico-sanitarie dovrà essere allegato il parere della ASL competente. Negli interventi di nuova costruzione, laddove il solaio sovrastante l’ultimo piano dell’edificio o una sua porzione non sia orizzontale, l’altezza media interna netta - da intendersi come distanza tra il solaio di calpestio ed il piano virtuale orizzontale mediano tra il punto più alto e quello più basso dell’intradosso del solaio stesso - non può essere inferiore a 2,30 metri per i locali destinati ad abitazione, riducibili a 2,10 metri per i locali accessori e di servizio. L’altezza della parete minima non può essere inferiore a 1,50 metri per gli spazi ad uso abitazione e 1,30 metri per gli spazi accessori e di servizio. Per gli edifici posti a quota superiore a 1.000 metri sul livello del mare, tenuto conto delle condizioni climatiche e della tipologia edilizia ricorrente, l’altezza media interna netta può essere ridotta a 2,10 metri per gli spazi ad uso abitazione e a 2,00 metri per gli spazi accessori e di servizio. L’altezza della parete minima non può essere inferiore a 1,30 metri per gli spazi ad uso abitazione e a 1,10 metri per gli spazi accessori e di servizio. Il rapporto aeroilluminante deve essere pari o superiore a un sedicesimo. Le disposizioni di cui al presente art. non si applicano alle residenze di tipo specialistico e agli immobili i cui requisiti igienico-sanitari siano fissati da specifiche disposizioni di settore.

Corpo di Fabbrica

Ai fini della misurazione dell’altezza massima di un fabbricato, il corpo di fabbrica di una costruzione è una porzione della stessa compresa tra la quota di riferimento del fabbricato e la rispettiva copertura. Il corpo di fabbrica così individuato dovrà presentare, rispetto alla restante parte, una propria autonomia distributiva o funzionale.

Piano di spiccato di un Fabbricato

Il Piano di spiccato di un Fabbricato è il piano orizzontale di separazione tra le fondazioni, considerando in tal senso i locali totalmente interrati, con la sola eccezione dell’apertura di accesso, e la restante parte della costruzione.

Quota di riferimento di un corpo di fabbrica.

La quota di riferimento di un corpo di fabbrica è il punto più basso dell’estradosso del solaio posto al piano Terra sul perimetro della costruzione. La quota di riferimento deve essere documentata negli elaborati di progetto con atti aventi efficacia probatoria.

38

Copertura a Falde.

Nelle coperture a falde l’inclinazione elle stesse non dovrà essere inferiore a 23 gradi e non superare 30 gradi per uniformarsi alle tipologie dei tetti tradizionali.

Distanze

Le distanze di cui al presente art. sono misurate in metri e riferite al filo di fabbricazione della costruzione. Il filo di fabbricazione, ai fini della presente norma, è dato dal perimetro esterno delle pareti della costruzione, con esclusione degli elementi decorativi, dei cornicioni, delle pensiline, dei balconi e delle altre analoghe opere, aggettanti per non più di 1,50 metri; sono inclusi nel perimetro anzidetto i “bow window”, le verande, gli elementi portanti verticali in risalto, gli spazi porticati, i vani semiaperti di scale ed ascensori. La distanza è quella intercorrente fra: a) filo di fabbricazione di una costruzione e filo di fabbricazione di un’altra costruzione (D); b) filo di fabbricazione di una costruzione e linea di confine della proprietà (Dc); c) filo di fabbricazione di una costruzione e confine di una strada o, in assenza di questo, ciglio di una strada (Ds). Il ciglio della strada è quello definito dall’art. 2 del decreto ministeriale 1-4-1968, n. 1404 (Distanze minime a protezione del nastro stradale da osservarsi nella edificazione fuori del perimetro dei centri abitati, di cui all’art. 19 della legge 6-8-1967, n. 765); il confine della strada è quello definito dal decreto legislativo 30-4-1992, n. 285 (Nuovo codice della strada) e successive modifiche e integrazioni. Ai fini della determinazione della distanza non si computano gli elementi di cui all’art. 67, quinto comma, nei limiti dallo stesso indicati. Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente fino alla ristrutturazione edilizia, ivi compresi gli interventi di recupero dei sottotetti esistenti, possono essere realizzati nel rispetto dell’allineamento dell’edificio preesistente .

Superficie Territoriale (ST)

La Superficie Territoriale comprende tutto il territorio, riconducibile ai singoli ambiti e distretti ad eccezione delle aree interessate dalla rete principale della viabilità.

Superficie Fondiaria (SF)

La superficie Fondiaria comprende il territorio di riferimento con esclusione delle aree destinate alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, in misura non inferiore a quella stabilita dallo Strumento urbanistico generale e nei termini dallo stesso previsti, nonché con esclusione della rete principale della viabilità. Nella superficie fondiaria sono comprese le aree destinate alla viabilità al verde ed ai parcheggi di esclusivo uso privato.

39 Lotto Minimo.

La superficie Urbanistica del Lotto Minimo viene calcolata senza considerare eventuali interruzioni dovute a sentieri, canali, che non costituiscono a tal fine interruzione della proprietà.

Indice di utilizzazione insediativi

Si definisce indice di utilizzazione insediativa (I.U.I.) il rapporto fra la S.A. dei fabbricati realizzabili e il lotto asservibile. In caso di esistenza di fabbricati da conservare, la relativa S.A. deve essere detratta da quella complessiva.

Superficie coperta

Si definisce superficie coperta (S.C.) la proiezione orizzontale delle sole parti fuori terra dell’edificio, compresa la proiezione di tettoie e porticati. Non sono considerati ai fini del computo della superficie coperta gli elementi di cui all’art. 67, quinto comma L. R. 16/2008, nei limiti dallo stesso indicati.

Rapporto di copertura

Si definisce rapporto di copertura (R.C.) il rapporto tra superficie coperta e lotto asservibile.

Superficie asservita

Si definisce superficie asservita alle nuove costruzioni quella alla quale viene applicato l’I.U.I.. Per area di pertinenza fondiaria degli edifici esistenti si intende quella calcolata in base agli indici volumetrici o agli altri parametri edilizi vigenti al momento del rilascio del titolo abilitativo. Nel caso di edifici realizzati in precedenza per i quali non esista agli atti dell’ufficio tecnico comunale il progetto approvato, si intende asservita una fascia minima di metri 5,00 attorno al perimetro dell’edificio e, comunque, non oltre il confine di proprietà, da determinarsi con riferimento alla situazione catastale. L’asservimento dei terreni alle nuove costruzioni come individuati nell’estratto di mappa del nuovo catasto terreni consegue quale effetto naturale del rilascio del relativo titolo abilitativo o al decorso dei termini per l’inizio dei lavori di cui all’art. 26 nel caso di DIA. La Civica amministrazione può prevedere nel regolamento edilizio l’obbligo di subordinare il rilascio del titolo abilitativo al preventivo asservimento dei terreni a favore del comune mediante atto regolarmente trascritto nei registri immobiliari. In ogni caso tali asservimenti devono essere riportati in apposito repertorio, composto di planimetria e registro, tenuto dal comune.

40 Lotto asservibile

Si definisce lotto asservibile la porzione di terreno nella disponibilità del proponente destinata all’edificazione. Non è consentito l’asservimento di superfici già asservite a costruzioni, salvi i casi in cui il PUC attribuisca all’area un’edificabilità maggiore. Le fattispecie in cui è consentito l’asservimento di lotti non contigui o la traslazione dell’asservimento preesistente su altra area dovranno essere espressamente previste e disciplinate dal PUC.

Rapporto di incidenza volumetrica (RV)

Il rapporto di incidenza volumetrica esprime la relazione tra la superficie agibile possibile con un dato indice di edificabilità fondiaria e il volume vuoto per pieno effettivamente realizzabile, costituito dallo spazio propriamente abitativo (o agibile) e dallo spazio “accessorio”.

RV= VVPP/SA dove : RV > rapporto di incidenza volumetrica VVPP > volume vuoto per pieno (mc) SA > superficie agibile (mq)

Il rapporto RV costituisce quindi un modo per misurare l’incremento possibile del volume “urbanistico”, al fine di dotare la costruzione delle componenti indispensabili per la fruizione abitativa (il tetto, le scale di collegamento tra i piani, la centrale termica, ecc.) nonché delle componenti accessorie che rendono la casa più confortevole e prestigiosa (la lavanderia, la tavernetta, il garage, ecc.).

Ai fini della compatibilità paesistica, in presenza di regimi di “mantenimento” (- MA) del PTCP, per le costruzioni mono o bi-famigliari con copertura a falde inclinate, il rapporto RV non potrà comunque superare il valore 4,3. In presenza di regimi di minor tutela (consolidamento o modificabilità) lo stesso valore potrà essere incrementato fino ad un massimo di 4,6. Per la realizzazione di edifici plurifamigliari o condominiali il rapporto si aggira di norma intorno a 4,2-4,4.

Superficie agibile e superficie accessoria

Si definisce superficie agibile (S.A.) la superficie di solaio, misurata al filo interno dei muri perimetrali, comprensiva dei muri divisori fra unità immobiliari o interni ad esse. Non fanno parte della S.A.: a) le coperture piane, le scale, gli atri, i pianerottoli, le rampe, i sottorampa ed i passaggi di uso comune negli edifici a destinazione residenziale o ad essa assimilabile, ad uffici e ad attività turistico – ricettive;

41 b) i locali tecnici per impianti tecnologici quali ascensori, montacarichi, impianti termici, di climatizzazione, elettrici, idrici, e simili, nonché le intercapedini non eccedenti le dimensioni prescritte dalle pertinenti normative; c) i locali privi dei requisiti richiesti per l’agibilità, quali cantine e ripostigli, purché ricompresi entro il sedime della costruzione e non comportanti la realizzazione di più di un piano in sottosuolo o nel piano terra limitatamente agli edifici aventi destinazione residenziale e tipologia diversa da quella condominiale; d) i sottotetti a falda inclinata privi dei requisiti richiesti per l’agibilità aventi altezza all’intradosso del colmo non superiore a metri 2,10; e) le autorimesse private interrate e seminterrate con un solo lato fuori terra di cui all’articolo 19, quelle interrate o al piano terreno, di cui all’articolo 9, comma 1, della l. 122/1989 e successive modifiche ed integrazioni, nonché le autorimesse interrate, fuori terra o su coperture piane negli edifici a destinazione commerciale nelle quantità prescritte dalla vigente normativa in materia; f) i porticati e gli spazi ad uso pubblico. Costituiscono superficie accessoria (S Acc.) da non ricomprendere nella SA sempreché contenuta entro il limite massimo del 30 per cento della SA per edifici aventi SA non superiore a 160 metri quadrati ed entro il limite massimo del 20 per cento per la parte di SA eccedente la soglia di 160 metri quadrati e da misurarsi con le stesse modalità di cui al comma 1: a) i porticati, le tettoie, i poggioli, i terrazzi e le logge, se ad uso privato; b) i sottotetti a falda inclinata aventi altezza all’intradosso del colmo superiore a metri 2,10, ma privi dei requisiti richiesti per l’agibilità; c) i locali privi dei requisiti richiesti per l’agibilità non riconducibili nella fattispecie di cui al comma 2, lettera c); d) le autorimesse private fuori terra negli edifici a destinazione residenziale o ad essa assimilabile, ad uffici e ad attività turistico-ricettive realizzate ai sensi dell’articolo 19. Con riferimento agli strumenti urbanistici comunali vigenti, al fine di agevolare l'attuazione delle norme sul risparmio energetico e per migliorare la qualità degli edifici, non sono considerati nel computo per la determinazione dell’indice edificatorio: a) le strutture perimetrali portanti e non, che comportino spessori complessivi, sia per gli elementi strutturali che sovrastrutturali, superiori a 30 centimetri, per la sola parte eccedente i centimetri 30 e fino ad un massimo di ulteriori centimetri 25 per gli elementi verticali nonché i solai con struttura superiore a 30 centimetri per la sola parte eccedente i 30 centimetri fino ad un massimo di 25 centimetri per gli elementi di copertura e di 15 centimetri per quelli orizzontali intermedi, in quanto il maggiore spessore contribuisce al miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica e di inerzia termica; b) l’incremento di spessore fino a 15 centimetri dei muri divisori fra unità immobiliari finalizzato all’isolamento acustico. Negli interventi di ristrutturazione urbanistica aventi ad oggetto ambiti urbani da attuarsi mediante Progetto urbanistico operativo (PUO), Strumento urbanistico attuativo (SUA) o progetti ad essi equivalenti, il limite di cui al comma 3 relativo alla superficie accessoria può essere elevato fino al 30 per cento per motivate esigenze di qualità architettonica e di efficienza energetica degli edifici.”.

42

Volume vuoto per pieno (VVPP)

Si definisce Volume Vuoto Per Pieno quello dell’involucro esterno che contiene per intero il fabbricato a partire dal perimetro d’imposta sul terreno sistemato intendendosi per tale il profilo preesistente con uno scostamento massimo di m. 1,50. Nel volume vuoto per pieno sono compresi sia il volume dei locali agibili sia quello dei locali accessori come definiti nell’articolo precedente.

Linea di gronda Si definisce linea di gronda l’intersezione fra l’estradosso del piano di copertura, orizzontale o inclinato, posto al livello più alto ed il piano verticale di facciata.

Numero dei piani

Si definisce numero dei piani l’insieme dei piani di un edificio posti al di fuori del terreno, compresi quelli seminterrati che emergano per più di 1 metro rispetto al terreno naturale per almeno la metà del perimetro e con esclusione dei sottotetti non abitabili e dei locali tecnici posti in copertura.

Locali tecnici

Si definiscono locali tecnici tutti i locali funzionali a ospitare esclusivamente impianti di servizio del fabbricato o di reti tecnologiche, quali riscaldamento, illuminazione, acqua potabile, condizionamento, raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani.

Sagoma Si intende per sagoma il contorno della parte emergente di un edificio sia in pianta che in elevazione, comprensivo di tutti gli elementi aggettanti. La sagoma di un edificio è quindi costituita dai vari profili complessivi con i quali il medesimo può essere descritto.

Locali interrati

Si definiscono locali interrati quelli posti in sottosuolo, totalmente al di sotto del livello del terreno sistemato, come definito dall’art. 77 della L.R. 16/2008. Gli strumenti urbanistici generali disciplinano la possibilità di realizzare locali interrati, individuando i casi, le zone, le destinazioni d’uso e i relativi parametri.

43 Cap.III – DISCIPLINA DEGLI AMBITI DI CONSERVAZIONE.

Art. 10. – Ambito di Conservazione delle Zone Edificate - Nuclei Storici

10.1 – L’ambito comprende i seguenti nuclei storici e le aree a questo circostanti:

- nuclei Pogli e Molle - nuclei Cavi e Gandolfi - nuclei Gandarini e Berruti - nuclei Bosseri, Pozzo e Sottani - nucleo Baroni - nucleo Bonfanti

10.2 – La destinazione d’uso prevalente per gli edifici dell’ambito è residenziale, sono ammessi uffici e servizi, attività commerciali e botteghe di produzione artigianale con l’esclusione di attività rumorose, inquinanti, di deposito e/o lavorazioni di materiali odorosi, polverosi, infiammabili ed ogni tipo di allevamento di animali.

10.3 – All’interno di questo ambito sono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

10.4 – Gli interventi delle diverse categorie definiti al punto precedente devono essere finalizzati alla valorizzazione degli aspetti architettonici e del ripristino dei valori originari del nucleo. Sono consentite solo parziali modifiche ai prospetti, eventuali nuove bucature o allargamenti di quelle esistenti sono possibili solo se inserite in modo armonico con i prospetti preesistenti. Devono inoltre essere conservati gli elementi quali cornici, cornicioni e fregi di ogni genere. Si prescrive che gli infissi siano coerenti con la tradizione locale; non è ammesso l’inserimento di persiane esterne dove non presenti, così come non è ammessa la posa in opera di serrande avvolgibili o saracinesche. Gli infissi esistenti difformi con quanto sopra vanno sostituiti. Deve essere mantenuta la tipologia della copertura (tetto piano o a falde). Il rifacimento dei manti di copertura deve essere realizzato con materiali di tipo tradizionale, specificatamente con tegole alla marsigliese per i tetti a falda e nel caso di copertura piana con pavimentazione di elementi di laterizio, cotto, ardesia. I materiali diversi (plastica, lamiera, etc.) devono essere sostituiti. Non è ammessa la realizzazione di balconi e terrazzi a sporgere.

10.5 – Gli interventi di ristrutturazione edilizia (lettera d del TU 30/6/2003) devono tendere a mantenere gli elementi architettonici strutturali che definiscono la tipologia degli edifici (volte, sistema dei collegamenti verticali, etc.).

44 la sostituzione degli elementi originari deve avvenire solo per le parti non recuperabili e con l’inserimento di nuovi elementi che ripropongono i tipi edilizi dell’architettura semplice che caratterizzano i nuclei (scale a rampa unica, solai in legno, etc.). è ammessa la suddivisione in più unità abitative se compatibile con le caratteristiche architettoniche del fabbricato; ogni unità abitativa dovrà avere superficie non inferiore a mq 60. Ogni nuova unità dovrà reperire gli spazi per i parcheggi pertinenziali in misura non inferiore di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008); di versare al comune una somma equivalente al valore di mercato di detti parcheggi, quando sia dimostrata l’effettiva impossibilità di assolvere a tale obbligo per indisponibilità di spazi idonei.

10.6 – è consentita l’applicazione della LR n.24 del 6/8/2001 con le seguenti limitazioni e prescrizioni:

a) ogni modifica all’andamento delle falde, dell’altezza dei colmi così come l’imposta delle gronde dovrà risultare congruente con lo skyline originario del nucleo storico nel suo insieme attraverso dimostrazione grafica e fotografica con l’inserimento, attraverso fotomontaggi e rendering, delle modifiche che si intendono apportare.

b) La modifica dell’andamento delle falde del tetto non potrà comunque superare il 10% rispetto all’inclinazione originaria.

c) L’eventuale modifica delle altezze di gronda dovrà avvenire sulla proiezione dei muri perimetrali della costruzione sottostante.

d) In caso di modifica delle altezze di gronda dovranno essere demoliti eventuali cornicioni o marcapiano esistenti.

e) Non sono ammessi abbaini in quanto elementi architettonici non congrui con la tipologia di copertura dei nuclei storici che risulta essere composta da una o due falde cieche con manto di tegole marsigliesi.

10.7 – Le aree libere non edificate sono considerate asservite alle costruzioni esistenti e destinate a verde privato, ad eccezione di quelle espressamente indicate in cartografia di individuazione dell’ambito come aree destinate al soddisfacimento degli standards di cui al DM 2/04/1968.

10.8 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.6.1.1 – Nuclei Storici ed alla scheda relativa ( Scheda 1 ) relativa all’incrocio tra suscettibilità al dissesto geomorfologico e quadro d’unione ambiti e distretti.

45 SCHEDA Ambito di Conservazione delle Zone Edificate - Nuclei Storici

46 Art. 11. – Ambito di Conservazione delle Aree di produzione agricola

11.1 - L’ambito comprende le aree effettivamente destinate all’agricoltura produttiva e sono considerate all’interno del PUC come aree destinate ad attività di produzione.

11.2 – La destinazione d’uso prevalente è agricola, sono ammesse: la residenza connessa con lo svolgimento di una specifica e documentata attività agricola; i manufatti agricoli sempre connessi con lo svolgimento dell’attività agricola quali: impianti per l’immagazzinamento e confezionamento dei prodotti, la produzione artigianale di essenze, conserve, confetture, miscelati, etc; garages, magazzini, ricovero attrezzi agricoli, stalle, cantine, essiccatoi e similari, serre.

11.3 – All’interno di quest’ambito sugli edifici esistenti sono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 06.06.2008, n. 16 e ss. mm. e ii. mediante titolo diretto , Denuncia d’Inizio Attività o Permesso di Costruire così come previsti al titolo III artt. 21, 23, 24, della stessa legge. Sono inoltre consentiti gli interventi di nuova costruzione così come definiti all’art. 3 lettere e1), e2), e3), e7) del TU/2003 attraverso Permesso di Costruire Convenzionato. È prevista, per adeguamento igienico-sanitario, la possibilità di un aumento del 15% delle superfici lorde degli alloggi fino a mq 60, e un aumento del 10 % per gli alloggi oltre i mq 60.

11.4 – Le modalità di intervento prevedono sempre il rilascio del permesso di Costruire Convenzionato, prescritto anche per le costruzioni in zona agricola, secondo le modalità ed i contenuti di cui all’art. 35 comma 6 e 7 della LR n.36/97, che dovrà essere accompagnato da atto di Convenzione di approvazione della Giunta Comunale, contenente l’impegno del Concessionario e dei suoi aventi causa: - all’effettivo esercizio dell’attività agricola mediante l’attuazione di un piano aziendale redatto da tecnico del settore da allegare come parte integrante alla convenzione stessa; - alla conservazione della destinazione residenziale-agricola dell’edificio; - le relative modalità e garanzie per il puntuale adempimento egli impegni assunti.

11.5 - E’ ammesso il trasferimento dell’indice di utilizzazione insediativa anche tra lotti non contigui, ma facenti parte dello stesso ambito. E’ ammesso anche il trasferimento di indice in questo ambito dai sub-ambiti del Presidio Ambientale, mediante l’integrazione dei contenuti della Convenzione di cui all’articolo precedente con le prescrizioni delle convenzioni previste per le zone a presidio ambientale all’Art. 22.12 di queste Norme.

11.6 - All’interno del Piano Aziendale di cui al punto 11.4 di questo articolo dovranno essere elencati gli estremi catastali dei terreni asserviti componenti l’unità aziendale indicando per ciascuno di essi: fogli catastale, mappale, superficie, destinazione d’uso in atto. A tale elencazione dovrà seguire una breve relazione tecnico economica nella quale devono essere dettagliatamente descritti i seguenti elementi: - l’orientamento tecnico – economico che si vuole dare all’azienda, specificando le diverse attività produttive che si intendono avviare e/o confermare (tipi di

47 colture, conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli) definendo per ognuna di esse il reddito lordo ipotizzabile (rapporto tra raccolta/produzione e andamento dei prezzi e dei prodotti) - la dimensione economica dell’azienda che corrisponde all’ammontare del reddito lordo complessivo aziendale (ossia alla somma dei valori dei singoli redditi ottenuti moltiplicando il reddito unitario di ciascuna coltivazione per la relativa superficie di coltivo nell’azienda). In base alla dimensione economica aziendale vanno calcolati i giorni – lavoro necessari ad espletare tutte le operazioni indispensabili al conseguimento degli obbiettivi economici espressi. - il Piano Aziendale deve dimostrare tecnicamente ed illustrare, tenendo conto di tutti i parametri economici necessari, l’esigenza di risiedere sul fondo da parte del concessionario e/o dei suoi aventi causa in rapporto alla natura ed alle caratteristiche dell’attività stessa (art. 35 L.R. 36/97). Viene pertanto introdotta la disposizione che prevede che nel Piano Aziendale la comparazione tecnica tra i giorni – lavoro calcolati necessari per la conduzione dell’azienda esistente o a progetto, con la mano d’opera (famigliare o esterna) a disposizione del richiedente, in maniera che venga dimostrata inequivocabilmente l’esigenza di risiedere sul fondo in relazione alle caratteristiche economiche dell’azienda. - il tipo di conduzione agricola che si intende praticare (familiare o con apporto della manodopera). - La descrizione dei miglioramenti fondiari che si intendono introdurre in relazione ai sistemi di irrigazione e approvvigionamento idrico;ai sistemi di coltivazione, al miglioramento delle infrastrutture connesse alla produzione agricola (reti elettriche, fabbricati di servizio, fascie attrezzate) alle sistemazioni delle aree esterne in generale. - Una relazione tecnica relativa ai fabbricati di servizio alla produzione agricola che si in tendono eventualmente costruire contenente le motivazioni produttive della necessità delle superfici con descrizione dei nuovi fabbricati con riferimento alla tecnica costruttiva ed ai materiali impiegati; elaborati grafici di progetto (piante sezioni) in scala non inferiore a 1:100. - Planimetria in scala non inferiore ad 1:500 con indicazione dei lotti facenti parte dell’azienda, la destinazione agricola di ciascuno di essi, l’ubicazione dei nuovi fabbricati sia residenziali che di servizio, la accessibilità.

11.7 - In questo ambito è consentita l’edificazione delle serre, intese nei termini di cui all’art. 1 della L.R. n. 17/1976 con le seguenti prescrizioni: a). - L’edificazione è soggetta a permesso di costruire b).- La superficie coperta non potrà superare il 50% dell’area libera disponibile; c). – La superficie asservita può essere utilizzata nel computo degli indici di edificazione per altre costruzioni. d). – L’altezza massima consentita è di m. 6 al colmo; e). - La pendenza massima delle falde non potrà superare i 20 gradi. f). – Le sistemazioni del terreno preordinate alla realizzazione di serre non devono dare luogo a muri di sostegno di altezza superiore a m. 3,00 dal piano di campagna alla sommità del muro se la pendenza naturale del terreno è compresa tra zero gradi e venti gradi; di metri 2,50 se la pendenza naturale del terreno è compresa tra venti

48 e quaranta gradi; di metri 2,00 se la pendenza naturale del terreno è superiore a quaranta gradi. g). – Dovranno essere previsti lo scarico e l’incalanamento sia delle acque meteoriche che delle eventuali acque derivanti dall’esercizio dell’impianto. h). – Le distanze minime da rispettare sono: o m. 1,50 dai confini fatte salve le ipotesi di costruzioni in aderenza che sono ammesse con il consenso del vicino; o m. 3.00 dai fabbricati all’interno della stessa azienda; o m. 5.00 dai cigli stradali; o m.10.00 dai fabbricati residenziali esterni all’area di proprietà. i). - È d’obbligo, a cura del proprietario ed, in sua vece, del Comune, con diritto a rivalsa delle spese, la rimozione delle serre dismesse all’uso produttivo. l). - Non è ammesso il cambio di destinazione d’uso. m) - Il permesso di costruire dovrà essere accompagnata da un atto unilaterale d’obbligo, che preveda l’impegno del richiedente all’esercizio effettivo dell’attività agricola, alla conservazione della destinazione agricola delle strutture a serra, alle eventuali garanzie per il puntuale adempimento degli obblighi assunti, l’impegno della rimozione delle serre nel caso di dismissione dell’attività agricola.

11.8 - La tipologia insediativa prevede che le nuove edificazioni devono integrarsi alla struttura territoriale così come storicamente conformata, e adeguarsi all’andamento orografico, ai caratteri tipologici e morfologici riconoscibili nel contesto ambientale locale. Si prevedono edifici residenziali monofamiliari ad un piano, con altezza massima pari a m. 3.20, composta da un’unica unità immobiliare con superficie lorda minima di mq, 70, e manufatti connessi con lo svolgimento di attività agricole ad un piano ed altezza massima pari a m. 5. Deroghe all’altezza dei manufatti tecnici potranno essere assentite in sede di convenzione per esigenze connesse con l’attività produttiva. Tali manufatti dovranno essere distinti da quelli residenziali e non sottostanti. Dovrà essere assicurata una omogeneità tipologica di intervento idonea alla conservazione del paesaggio agrario. Sono ammessi volumi interrati sottostanti la residenza, limitati alla superficie dell’edificio soprastante, da destinare a locali accessori dell’abitazione e/o parcheggio privato.

11.9 - Parametri edilizi – Loc. Fornaci

Residenza. Indice di utilizzazione insediativa 0.01 mq/mq Numero Piani massimo n. 1 Altezza massima m. 3.20 Superficie massima per azienda mq. 70 RV < 4,3

Manufatti connessi con l’attività. Indice di utilizzazione insediativa 0.01 mq/mq Numero Piani massimo n. 1 Altezza massima m. 5.00

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Distanze. Distanza minima dai confini m. 5.00 Distanza minima dai fabbricati m. 10.00

11.10 - Parametri edilizi – Loc. Buragi

Residenza. Indice di utilizzazione insediativa 0.01 mq/mq Numero Piani massimo n. 1 Altezza massima m. 3.20 Superficie massima per azienda mq. 70 RV < 4,3

Manufatti connessi con l’attività. Indice di utilizzazione insediativa 0.01 mq/mq Numero Piani massimo n. 1 Altezza massima m. 5.00

Distanze. Distanza minima dai confini m. 5.00 Distanza minima dai fabbricati m. 10.00

11.11 - Parametri edilizi – Loc. Ginestre

Residenza. Indice di utilizzazione insediativa 0.01 mq/mq Numero Piani massimo n. 1 Altezza massima m. 3.20 Superficie massima per azienda mq. 70 RV < 4,6

Manufatti connessi con l’attività. Indice di utilizzazione insediativa 0.01 mq/mq Numero Piani massimo n. 1 Altezza massima m. 5.00

Distanze. Distanza minima dai confini m. 5.00 Distanza minima dai fabbricati m. 10.00

11.12 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.1 – Ambito di Conservazione delle Aree di produzione agricola, ed alla scheda relativa: “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e ambiti di conservazione delle aree di produzione agricola”.

50 SCHEDA Ambito di Conservazione delle Aree di produzione agricola

51 Art. 12. - Ambito di Conservazione del territorio Non Insediabile Montano.

12.1 - Fanno parte di questo Ambito le aree a monte dell’abitato, che costituiscono la parte montana del territorio comunale; lo spazio è caratterizzato da vaste aree boscate, intervallate da praterie talvolta arbustate o con presenza di uno strato erbaceo, in cui sopravvivono popolamenti di angiosperme e conifere, oltre che arbusteti, a carattere termofilo e/o mesofilo, in parte danneggiate dagli incendi boschivi. Le aree che lo compongono, per condizioni paesistico ambientali sono qualificate territorio Non Insediabile. Ai sensi della L.n. 991/1952, il Comune è classificato “interamente montano”.

12.2 - Tale Ambito include aree di particolare interesse bio-naturalistico e scientifico tutelate e salguardate/protette ai sensi di normative comunitarie, nazionali, regionali e provinciali; esse si individuano con: • il SIC “IT 1323112 - Monte Carmo-Monte Settepani” • il pSIC “IT 1324011 - Monte Ravinet-Rocca Barbena” • le due Aree Protette Provinciali (08-LO-Va “Alta Val Varatella (Rio della Valle)” e 09-LO-Ca “Carmo di ”) • l’Area Carsica SV-24 (“Monte Carmo di Loano”) che conferiscono all’intero territorio montano alta valenza ecologica per la presenza di numerose emergenze ambientali (biotiche e/o abiotiche). Insiste, inoltre, su questo Ambito, il vincolo idrogeologico e quello paesistico. La loro destinazione urbanistica è quindi di riserva naturalistica, con vincolo di inedificabilità; in conseguenza di ciò, l’obiettivo principale risulta essere sia la valorizzazione/protezione delle risorse paesistico-vegetazionali-faunistico presenti, mediante interventi di miglioramento e consolidamento forestale, sia la manutenzione di un unico sistema ecologico-ambientale, attraverso il potenziamento della fitta rete di sentieri a fini ricreativi-escursionistici-didattici (trekking a piedi e a cavallo, passeggiate in bicicletta, osservazione naturalistica). Questo ambito è privo di indice di fabbricabilità.

12.3 - Gli interventi ammessi sono solo quelli previsti per i Siti di Interesse Comunitario, le Aree Protette Provinciali e l’Area Carsica e finalizzati alla conservazione/riqualificazione ambientale e alla fruizione delle aree collinari/montane, inserite in un ambito di territorio caratterizzato da elevati valori della biodiversità; in generale, essi consistono in:

• rinaturalizzazione delle aree e dei soprassuoli forestali, mediante azioni volte a facilitare la diffusione/rinnovo spontaneo delle essenze autoctone, ossia da parte della vegetazione locale, unitamente ad interventi di regolamentazione/programmazione del taglio delle essenze arbustive/arboree, finalizzata ad aumentare la possibilità di ospitare alcune specie e un numero elevato di piante e animali (anche attraverso la realizzazione di un’area faunistica utilizzata per l’acclimatazione delle specie e, successivamente, per la riproduzione delle stesse); in generale, avviare interventi di consolidamento delle formazioni arbustive/arboree e il recupero delle essenze abbandonate, atti a favorire il miglioramento quali-quantitativo delle specie vegetali sotto il profilo delle funzioni

52 ecologiche e della fruibilità ricreativa. La rinaturalizzazione intesa come “risanamento” ambientale è vista anche sotto il profilo del corretto uso del suolo/territorio, mediante azioni di difesa dei versanti, al fine di evitare fenomeni di dissesto idrogeologico e di erosione dei pendii e del suolo; è prevista, inoltre, la messa in opera di ricoveri per gli attrezzi e depositi in muratura, evitando tutti i materiali inerti non consoni all’ambiente e al paesaggio locale. Il progetto di rinaturalizzazione è realizzabile, oltre che con il “rinselvatichimento” spontaneo, pure attraverso l’introduzione e la messa a dimora di essenze/piante di specie tipiche di questi ambienti; • ripristino dei sentieri mediante il recupero dei camminamenti pedonali esistenti unitamente all’apertura di nuovi sentieri/percorsi (di collegamento fra aree non contigue ma facenti parte di un unico sistema naturalistico) e spazi di sosta, attrezzati con strutture in legno (panchine, tavoli, recinzioni, ecc), curando che le nuove realizzazioni e/o i ripristini vengano effettuati con materiale idoneo (pietre di recupero) ed attivando un’azione costante di consolidamento riguardo alle specie vegetali presenti, in termini di fruizione delle aree: in tal senso, evidenziare attentamente il tracciato con apposita segnaletica, in modo da evitare il calpestio al di fuori del percorso, dove sono presenti le essenze arbustive/arboree, talvolta a tipologia prioritaria; effettuare, quindi, la manutenzione ordinaria/straordinaria dei sentieri (con la costruzione di muretti a secco di sostegno, di piccoli terrapieni, di canalette di scolo), al fine di ridurre gli effetti erosivi sul terreno causati dagli agenti atmosferici (pioggia; neve; ecc). In generale, effettuare interventi selvi-colturali tendenti al miglioramento dei popolamenti forestali (deboli diradamenti; rinfoltimenti), sulla base delle norme previste nel P.T.C.P. (“Assetto vegetazionale”); recuperare, infine, lungo i percorsi della rete sentieristica, tramite opere di impermeabilizzazione, eventuali accumuli/pozzi d’acqua, onde determinare un punto permanente di sosta per gli uccelli migratori e mantenere nelle migliori condizioni funzionali la futura condotta di antincendio boschivo; • ripristino crolli e smottamenti tramite lavori di recupero delle fasce terrazzate senza l’utilizzo del cemento, ma realizzando muretti di sostegno in pietrame a secco, ed opere di bonifica montana (idraulica, geologica e pedologica); i lavori di contenimento devono essere caratterizzati dai requisiti dell’ingegneria naturalistica (rimboschimento dei pendii; palizzate in legno; scogliere con elementi lapidei; opere di sistemazione/regimentazione naturale dell'alveo e delle acque superficiali/meteoriche) • opere di prevenzione incendi mediante la ripulitura di sentieri, scarpate, bosco e sottobosco, la realizzazione di sentieri e/o viali tagliafuoco, strade forestali e stradelli di servizio, con preferenza per il recupero dei tracciati preesistenti piuttosto che per la creazione di nuove infrastrutture. Nel caso di nuova edificazione in aree in prossimità di zone boscate, viene subordinato il rilascio del permesso di costruire alla progettazione e successiva realizzazione di adeguate opere di difesa antincendio (es. idranti interrati, diradamento del bosco) a protezione de nuovo fabbricato. Occorre, inoltre, prevedere le attrezzature per la difesa del patrimonio selvi-colturale (condotte antincendio/prese d’acqua/serbatoi di accumulo acqua e una rete di adduzione idrica con sistema di idranti interrati), specie nel caso di nuovi insediamenti attigui alle zone boscate, più suscettibili e vulnerabili alla propagazione degli incendi, unitamente all’effettuazione della pulizia del bosco in modo programmato sia per evitare una maggiore espansione/diffusione della superficie boscata e, quindi, degli incendi, sia per mantenere le aree libere dagli agenti

53 infestanti e/o da individui faunistici dannosi per alle coltivazioni (caprioli; cinghiali); • rimozione rifiuti finalizzata ad evitare l’eventuale deposito e/o sversamento nel suolo/sottosuolo di sostanze tossico-nocive, sia per le specie vegetali che per quelle animali, e ad effettuare, in generale, qualsiasi tipologia di discarica di inerti; • eliminazione infestanti attraverso lotte biologiche antiparassitarie e/o interventi di taglio/abbattimento delle piante colpite da fisiopatie; • segnaletica e tabellazione didattica finalizzata alla divulgazione delle specie floristiche/faunistiche presenti sul territorio, considerata l’interessante prospettiva di fruizione del territorio sotto il profilo didattico-scientifico-naturalistico; • abbattimento rischi incolumità dei visitatori mediante la manutenzione ordinaria/straordinaria dei sentieri, con rilevamento ed intervento sui tratti particolarmente disastrati (erosione da acqua/neve; vegetazione infestante; passaggi di animali; ecc). Tali interventi, in linea con gli obiettivi di Piano, sono principalmente destinati a promuovere sul territorio la rete sentieristica che permetta la fruizione attiva e la miglior percezione del territorio, nonché la costituzione di veri e propri “ponti ecologici“ (corridoi ecologici; isole ecosistemiche) tra aree di alto valore naturalistico, finalizzati a potenziare i canali di scambio delle informazioni biologiche tra le differenti specie animali/vegetali e alla successiva salvaguardia delle specie stesse. Gli interventi proposti andranno realizzati, comunque, nel rispetto della vigente normativa forestale/ambientale ed in funzione della fattibilità e disponibilità delle risorse economiche dell’ente pubblico. Sotto il profilo strettamente ecologico-ambientale, è opportuno attuare/attivare azioni di tutela/valorizzazione delle specificità naturali presenti nei due Siti di Interesse Comunitario, finalizzate al mantenimento ed incremento della biodiversità sul territorio, ossia azioni funzionali alla conservazione dell'insieme degli habitat e delle specie che li caratterizzano. Per concretizzare ciò, si rimanda, principalmente, alle disposizioni normative previste: • dal P.T.C.P. (“Assetto vegetazionale”) , dalla L.R. n. 4 del 22.01.1999 (“ Legge forestale “), dal Regolamento Regionale n. 1 del 29.06.1999 (“ Norme di gestione delle aree boscate ”) e dal Regolamento di Polizia forestale per disciplinare le superfici boscate/forestali del territorio comunale; • dal Piano Provinciale delle Aree Protette , che regolamenta le porzioni di territorio ricadenti all’interno delle due aree protette di interesse provinciale e naturalistico, pertanto meritevoli di protezione e valorizzazione per la presenza di rilevanti risorse naturalistico/ambientali, attraverso azioni sia di promozione di processi economici sostenibili, salvaguardando l’ambiente e promuovendo il paesaggio, sia di conoscenza e fruizione delle aree protette (manutenzione di percorsi di interesse paesaggistico/ambientale; promozione di itinerari di interesse ambientale (grotte) e storico/locale (nuclei storici); attrezzatura per percorsi tematici; creazione di infrastrutture per il turismo naturalistico di collegamento con le realtà produttive e le tradizioni locali); • dalle Direttive 92/43/CEE “Habitat” (relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche) e 79/409/CEE "Uccelli" (concernente la conservazione degli uccelli selvatici), i cui allegati contengono le misure di conservazione relative alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali e delle specie animali/vegetali presenti nei siti; scopo principale della direttiva “Habitat” è promuovere il mantenimento e la salvaguardia della biodiversità

54 mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario, prioritarie e/o endemiche, e dei loro relativi habitat, nell’ambito della rete ecologica europea denominata Rete Natura 2000, individuata nei SIC e ZPS. La direttiva “Uccelli”, invece, si prefigge la protezione, la gestione e la regolazione delle specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico sul territorio, adottando le misure necessarie per preservare, mantenere e ripristinare i biotopi e la superficie di habitat, al fine di garantire la sopravvivenza e la riproduzione di dette specie nella propria area di distribuzione; • dalla legge regionale “ Norme per la protezione della flora spontanea ” (L.R. n. 9/1984) , che tutela il patrimonio floristico spontaneo per quanto riguarda sia le singole specie, sia le comunità vegetali, con particolare riferimento alle entità in pericolo di estinzione presenti sul territorio regionale; le norme, infatti, vietano espressamente la raccolta, l'asportazione, il danneggiamento e la detenzione delle specie di piante spontanee - da considerarsi molto rare in Liguria - nonché quelle floristiche protette, e disciplinano le modalità di raccolta per specie di piante spontanee soggette a progressiva rarefazione sul territorio ligure; • dalla legge nazionale “ Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio ” (L. n. 157/1992) , che disciplina le modalità di esercizio dell’attività venatoria, elenca le specie di mammiferi ed uccelli particolarmente protette (ossia la fauna selvatica oggetto di tutela dalla presente legge) ed in stato di naturale libertà sul territorio, nonché le specie cacciabili; • dalla legge regionale “ Tutela della fauna minore ” (L.R. n. 4/1992) , che ha come obiettivo quello della salvaguardia delle specie e dei loro habitat, al fine di conservare gli equilibri delle biocenosi naturali in quanto specie di eccezionale rilievo scientifico ed ecologico; • dalla legge regionale “ Norme per la tutela del patrimonio speleologico e delle aree carsiche e per lo sviluppo della speleologia ” (L.R. n. 14/1990) , che disciplina il patrimonio speleologico e le aree carsiche esistenti nel territorio, attraverso la promozione delle iniziative necessarie alla conoscenza, conservazione e valorizzazione dei fenomeni carsici (attività vietate; modalità di accesso alle grotte; ricerca scientifica e speleologica attraverso indagini geologiche, geografiche, idrogeologiche, chimiche, fisiche, biologiche, paletnologiche e storiche dei sistemi carsici), ed alle prescrizioni suggerite per le aree boscate, inclusi gli interventi previsti all’art. 12 (punto 12.3), finalizzati alla conservazione/riqualificazione ambientale e alla fruizione delle aree in ambito comunale. In generale, si propongono per le specie floristiche/faunistiche e i relativi habitat naturali, rilevati nell’ambito dei due Siti di Interesse Comunitario sul territorio comunale (come evidenziato dalle schede illustrative dei SIC e dalla Carta Bionaturalistica e descritto nella Descrizione Fondativa al capitolo 9), specifiche azioni di tutela/valorizzazione e suggerimenti gestionali operativi/realizzabili sul territorio “non insediabile” montano di Boissano, finalizzati a tutelare e massimizzare i valori della biodiversità e il suo mantenimento, grazie al ripristino di condizioni ambientali che favoriscano la presenza di specie autoctone, la sosta di specie migratorie e il ritorno di specie scomparse e/o vulnerabili, come di seguito riportati: • limitare le pressioni antropiche, al fine di evitare la dispersione sul territorio di rifiuti e/o sostanze tossico-nocive, con la conseguente contaminazione delle falde acquifere e diffusione/spandimento degli inquinanti nel delicatissimo reticolo idrico carsico, tipico di questi luoghi; disciplinare, invece, l’eventuale attività escursionistica con

55 apposito regolamento (modalità di accesso; norme comportamentali), purché compatibile con lo stato dei luoghi; • evitare qualsiasi tipologia di inquinamento per i corsi d’acqua (ad esempio apporto di sostanze azotate, pesticidi, insetticidi), con la successiva moria delle specie appartenenti alla vegetazione ripariale e della fauna acquatica; • evitare le forme di erosione, il dilavamento dei suoli e l’inaridimento dei suoli (ad esempio tramite l’apertura di strade/piste; scavi/sbancamenti; movimento terra); • evitare la distruzione, la modifica o la cementificazione dei muretti a secco, alterandone la struttura, in quanto costituiscono un elemento importante per l’eventuale conservazione di determinate specie; • evitare drastiche captazioni d’acqua in corrispondenza delle risorgive (razionalizzazione dell’utilizzo delle acque per i consumi umani, per fini irrigui, ricreativi, antincendio); • mantenere le aree umide per piccoli insetti, invertebrati ed uccelli migratori, attuando, talvolta, lavori manuali di scavo o arginatura di piccole pozze per migliorarne la capacità di invaso; • assicurare gli habitat naturali delle specie e la presenza delle aree ecotonali (zone di confine bosco/uliveti ed uliveti/seminativi), attuando interventi finalizzati, quindi, al mantenimento, conservazione e miglioramento dell’habitat con le caratteristiche ecologiche specifiche/idonee alla sopravvivenza della specie presente in un determinato sito (interventi selvi-colturali, quali taglio dei boschi con creazione di radure (“diradamenti”), conservando gli alberi maturi, le ceppaie e alcuni alberi al suolo; ripristino di un elevato grado di differenziazione strutturale delle formazioni forestali orientato a favorire l’aumento della diversità specifica delle essenze (“rinfoltimento”); creazione di piccoli stagni/pozze; conservazione della vegetazione erbacea circostante; impianto di essenze fruttifere); • evitare un eccessivo sviluppo o un disboscamento radicale della vegetazione arborea/arbustiva, programmando i cicli e le modalità di taglio/abbattimento delle piante, e l’alterazione del sottobosco; • conservare le specie del genere “ Quercus ”, in quanto risultante la migliore essenza arborea contro il fuoco, i cespuglieti di “ Juniperus communis” (ginepro comune) e i castagneti maturi, essendo queste ultime formazioni forestali adattate alle condizioni climatiche mediterranee/sub-mediterranee e a quelle a quote appena maggiori, a tipologia termofila e/o mesofila, conferendo al bosco una struttura aperta e ricreando, talvolta, quelle condizioni ambientali favorevoli per l’insediamento delle specie rare e/o minacciate e/o in via d’estinzione, in quanto garantiscono alto il livello di biodiversita’; • posizionare sistemi di prevenzione antincendio boschivo, al fine di evitare perdite di habitat e, necessariamente, di specie; • non introdurre specie alloctone (non introdurre sul territorio specie faunistiche estranee ai popolamenti locali); • controllare periodicamente i riproduttivi delle specie di maggiore interesse (ad esempio coordinare le attività di monitoraggio e controllo della fauna selvatica; garantire gli interventi di riequilibrio faunistico); • creare cavità artificiali/anfratti all’interno dei boschi, in corrispondenza dei tronchi degli alberi per “ospitare” le specie avifaunistiche;

56 • effettuare interventi per la messa in sicurezza delle linee elettriche aeree che costituiscono una delle cause di mortalità di rapaci diurni e notturni e grandi uccelli in generale (ad esempio l'aquila reale ( Aquila chrysaetos )); • controllare il disturbo antropico nelle grotte naturali realizzando sistemi di protezione della cavità che consentano il mantenimento delle caratteristiche microclimatiche. Si riportano, infine, alcuni indirizzi e misure di conservazione da adottare per la tutela delle aree protette provinciali e dell’area carsica, come evidenziato nelle rispettive schede descrittive delle aree e nella normativa regionale di salvaguardia del patrimonio speleologico: • Area Protetta Provinciale “Alta Val Varatella (Rio della Valle)” : conservare gli habitat (rupestri, prativi terofitici) e le specie (individuati nei pSIC/SIC trattati); promuovere, organizzare, sostenere attività di studio, ricerca, didattiche, scientifiche a fini di una fruizione didattica; gestire il pascolo domestico; pianificare le opere di prevenzione incendi; ripristinare i sentieri con l’apertura di nuovi tracciati e con l’abbattimento dei rischi per l’incolumità dei visitatori; effettuare interventi localizzati di riqualificazione ambientale (stabilità dei suoli; difesa contro le erosioni e frane); creare percorsi didattici attrezzati per attività educativo-ambientali; installare segnaletica e tabellazione didattica; • Area Protetta Provinciale “Carmo di Loano” : valgono le considerazioni segnalate per l’Area Protetta precedente; • Area Carsica SV-24 “ Monte Carmo di Loano” (tutelata e vincolata dalla L.R. n. 14/1990, che garantisce la salvaguardia del patrimonio speleologico, archeologico, botanico e geomorfologico e l’integrità del complesso idro-geologico, incluso il divieto di realizzare interventi che alterino l’assetto idrogeomorfologico): è vietata ogni alterazione e/o distruzione delle pietraie e delle piccole sorgenti carsiche; è vietato realizzare scavi, eseguire movimenti di terreno e/o asportazione del substrato, asportare e/o danneggiare rocce, fiori, piante, animali, reperti archeologici, concrezioni fossili, effettuare discariche di terra o di qualsiasi altro materiale (rifiuti) nonché qualsiasi forma di contaminazione inquinante dall’esterno, difficilmente controllabile in un regime idrico a carattere carsico; sono ammessi interventi diretti per i lavori di sistemazione ambientale connessi alla tutela e alla fruizione dell’area; è consentita la manutenzione e consolidamento delle specie animali e vegetali esistenti, e la fruizione a fini scientifici, culturali e didattici dei beni ambientali (itinerari/sentieri turistici; capannini per il “bird-watching”). Anche in questo caso, le azioni e gli interventi proposti andranno realizzati, comunque, nel rispetto dei piani e delle vigenti normative comunitarie, nazionale e regionali sopraccitati ed in funzione della fattibilità, della disponibilità delle risorse economiche e delle esigenze espresse dell’Amministrazione comunale, nel settore della tutela ambientale e della valorizzazione del territorio naturale.

12.5 - Per quanto riguarda, invece, l’aspetto più vegetazionale, sono previste in generale opere di sistemazione del patrimonio forestale per garantire la continuità ecologica tra le fasce boscate e gli ambienti prativi (dal momento che i boschi, tramite la loro copertura, esplicano un ruolo di protezione idrogeologica, di stabilizzatore dal punto di vista ecologico, nonché una funzione produttiva, turistica/ricreativa e didattica/naturalistica). Si rimanda alla Tavola n. 13 per la consultazione delle differenti tipologie di popolamenti forestali presenti nella porzione di territorio montano del Comune.

57 In tal caso, oltre alle disposizioni normative previste dal P.T.C.P. (“Assetto vegetazionale”), dalla L.R. n. 4 del 22.01.1999 (“ Legge forestale “), dal Regolamento Regionale n. 1 del 29.06.1999 (“ Norme di gestione delle aree boscate ”) e dal Regolamento di Polizia forestale, sono, in generale, consigliate le seguenti prescrizioni ed opere di difesa: • lavori di bonifica e di protezione dagli incendi (spazi tagliafuoco di crinale o lungo la viabilità sentieristica; posa di impianti antincendio come condotte e serbatoi); ripristino di sentieri e tracciati esistenti e/o abbandonati; esecuzione delle opere di ricostituzione dei boschi danneggiati dal fuoco (è consentita l’asportazione del legname delle piante morte a seguito di passaggio del fuoco o colpite da altre avversità meteoriche; nei boschi danneggiati dagli incendi è vietato il taglio delle essenze vegetali giovani); riqualificazione di eventuali oliveti abbandonati e consolidamento dei muri a secco; regimazione delle acque meteoriche/scoli; • sono vietati gli interventi sulla vegetazione esistente in grado di modificare la tipologia delle coperture vegetali locali; è vietato il pascolo libero; è necessario rinforzare a fini protettivi gli spazi di verde naturale esistenti, vietando il taglio di alberi e arbusti tipici della macchia e dell’areale collinare/sub-montano. Nei boschi in cui vale/vige il regime normativo di TRZ (ai sensi del P.T.C.P. “Assetto vegetazionale”) viene confermato l’obiettivo di intraprendere una graduale sostituzione del popolamento arboreo esistente secondo le specie forestali/vegetazionali prescritte dal P.T.C.P.: nello specifico, per le zone di prateria (arbusteti) e delle conifere termofile è previsto l’avvio di un processo evolutivo verso forme di popolamenti vegetali più stabili (ad esempio, tra le latifoglie termofile sono da preferire la roverella ( Quercus pubescens ), l’orniello ( Fraxinus ornus ) e il leccio ( Quercus ilex )). Inoltre, le praterie devono tendere a quei requisiti di equilibrio ecologico e stabilità dei versanti, sintomo di un miglior livello di fruibilità ricreativa.

58 SCHEDA Ambito di Conservazione del territorio Non Insediabile Montano

59 Art. 13 - Ambito di Conservazione del Territorio Non Insediabile del Parco Territoriale e Urbano della Pineta Marini.

13.1 - Questo Ambito è costituito dall’area situata in località Marini, e facenti parte del Parco Comunale denominato Pineta Marini, in parte danneggiata dagli incendi boschivi. Anche queste aree, per il loro valore paesistico e ambientale, sono qualificate Territorio Non Insediabile.

13.2 - La destinazione Urbanistica è di Parco Territoriale e Comunale, finalizzato all’escursionismo ed alla fruizione eco-turistica/ambientale del sito, tramite un accurato programma di mantenimento e cura delle specie vegetative presenti (soprattutto del Pino Marittimo o “Pinus pinaster ”). La porzione di Ambito in indagine risulta, infatti, interessata dal pSIC “Monte Ravinet-Rocca Barbena” ad elevato pregio ambientale e bionaturalistico; si segnala, nuovamente, che anche tale area è soggetta al vincolo idrogeologico. Questo ambito è privo di indice di fabbricabilità.

13.3 - Per gli edifici esistenti in questo ambito alla data di adozione del presente PUC sono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9 della Legge Regionale6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii..

13.4 - Gli interventi ammessi sono quelli volti a valorizzare le risorse naturali, ambientali e paesaggistiche del luogo, e consistono in: • ripristino dei sentieri mediante il recupero di quelli pedonali esistenti unitamente all’apertura di nuovi percorsi e/o spazi di sosta (aree a pic-nic; percorsi ginnici; aree di attendamento temporaneo), attrezzati con strutture in legno (panchine; tavoli; recinzioni; impianti e supporti per eseguire esercizi motori; ecc); • rinaturalizzazione delle aree e dei soprassuoli forestali mediante interventi di regolamentazione/programmazione del taglio (pulizia del bosco/sottobosco e della pineta), di consolidamento delle formazioni arbustive/arboree e di recupero delle essenze abbandonate; • ripristino crolli e smottamenti tramite lavori di recupero delle fasce terrazzate (realizzazione dei muretti di sostegno in pietrame a secco; opere di bonifica montana; regimentazione delle acque); • opere di prevenzione incendi mediante ripulitura di sentieri, scarpate, bosco e sottobosco, realizzazione di sentieri e/o viali tagliafuoco, strade forestali, insediamento di attrezzature per la difesa del patrimonio selvi-colturale (condotte antincendio/serbatoi di accumulo acqua); • rimozione dei rifiuti; • eliminazione infestanti; • segnaletica e tabellazione didattica/informativa; • abbattimento rischi incolumità dei visitatori. Per ulteriori dettagli, si rimanda alla descrizione specifica dei suddetti interventi all’art. 12 (punto 12.3).

13.5 - Riguardo l’assetto ecologico-ambientale, valgono le azioni ed interventi di tutela previsti nel precedente Ambito di Conservazione del territorio Non Insediabile Montano (vedasi art. 12 - punto 12.4), validi ed applicabili per i siti di interesse comunitario, al

60 fine della conservazione e salvaguardia degli habitat e delle specie floro/faunistiche che caratterizzano i siti. Per quanto concerne l’aspetto vegetazionale, l’Ambito di conservazione in questione (Parco della Pineta Marini) include alcune tipologie forestali, nello specifico una porzione di fustaia di Pino Marittimo (“ Pinus pinaster ”), una di vegetazione arbustiva e una di ceduo semplice misto con specie dominante “ Ostrya carpinifoglia ” (Carpino nero). In tutti gli spazi dove prevale la pineta pura (pineta a Pino Marittimo o “Pinus pinaster ”) sono previsti interventi mirati, innanzitutto, al miglioramento dei popolamenti forestali tramite diradamenti a carico delle resinose e/o le comuni operazioni di taglio (anche al fine di prevenire gli incendi boschivi, specialmente in queste zone dell’entroterra ligure dove il rischio di fuoco è maggiore e ha provocato danni ancora oggi visibili), unitamente all’abbattimento selettivo nel caso dei pini marittimi morti o danneggiati dalle fisiopatie. Anche in questo caso, per le tipologie di essenze forestali presenti in tale Ambito, si applicano le disposizioni normative previste dal P.T.C.P. (“Assetto vegetazionale”), dalla L.R. n. 4 del 22.01.1999 (“ Legge forestale “), dal Regolamento Regionale n. 1 del 29.06.1999 (“ Norme di gestione delle aree boscate ”) e dal Regolamento di Polizia forestale. In particolare, è necessario, inoltre, regimare le acque meteoriche; consolidare i muretti a secco, se presenti; recuperare gli oliveti abbandonati, nonché eseguire le sistemazioni agrarie storiche esistenti negli areali limitrofi; effettuare la pulizia del sottobosco e dei sentieri di collegamento all’interno del Parco, realizzando nuovi percorsi (alla stregua di “corridoi ecologici”, per favorire il collegamento delle specie animali, tra il confinante presidio ambientale con il territorio collinare/montano interno, e per consentire, in tal modo, uno scambio/passaggio di informazioni biologiche atte a mantenere elevata la biodiversità locale), luoghi di sosta e punti informativi sulle peculiarità naturali dei popolamenti di conifere ed angiosperme esistenti; installare opere di difesa antincendio; consolidare le specie animali e la generale copertura vegetale presente. E’ anche vietato realizzare scavi, eseguire movimenti di terreno e/o asportazione del substrato oltre che effettuare discariche di terra o di qualsiasi altro materiale. In tale Ambito vige il regime normativo di TRZ (ai sensi del P.T.C.P. “Assetto vegetazionale”), per cui è previsto l’obiettivo di avviare insediamenti di boschi di angiosperme termofile. Sostanzialmente, gli interventi autorizzati sono quelli volti a valorizzare queste aree a pineta e/o a latifoglie con destinazione d’uso a “parco urbano tematico”, tramite iniziative specifiche sulla conoscenza delle numerose emergenze ambientali insistenti sul territorio e la realizzazione di strutture che consentano di fruire le porzioni naturalistiche di Boissano, divenendo, in tal modo, la Pineta Marini un’attrattiva turistica a livello comunale.

61 SCHEDA Ambito di Conservazione del Territorio Non Insediabile del Parco Territoriale e Urbano della Pineta Marini

62 CAP. IV - DISCIPLINA DEGLI AMBITI DI RIQUALIFICAZIONE

Art. 14. - Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica – Via Polenza.

14.1 - L’Ambito è costituito dal nucleo edificato in località Polenza. Il tessuto urbano esistente è composto da edifici mono e bifamiliari di recente edificazione e da capannoni artigianali dimessi.

14.2 - La destinazione d’uso urbanistica prevalente è residenziale, sono ammesse le destinazioni compatibili con la residenza quali: uffici e servizi, attività commerciali, pubblici esercizi.

14.3 - L’area edificata è considerata satura, e non sono ammessi nuovi interventi edificatori. E’ previsto il recupero con cambio di destinazione dei capannoni dimessi. L’intervento di recupero è identificato nella cartografia e nella scheda allegata alla presenti norme da apposito segno grafico e dalla lettera B1. Questo ambito non è dotato di indice di edificabilità.

14.4 - All’interno di questo ambito, sugli edifici esistenti nel tessuto urbano saturo, suono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii È prevista, per adeguamento igienico-sanitario, la possibilità di un aumento del 15% delle superfici lorde degli alloggi fino a mq 60, e un aumento del 10 % per gli alloggi oltre i mq 60. Oltre agli interventi come sopra definiti, ai fini di una ricomposizione ambientale ed urbanistica dell’ambiente costruito, è anche consentita la demolizione completa, l’accorpamento e la ricollocazione all’interno del lotto di appartenenza e comunque all’interno della proprietà di appartenenza dei volumi esistenti con le seguenti prescrizioni esecutive:

- altezza alla gronda mt. 6.20 - numero massimo di piani n. 2 - distanza dai confini di proprietà e dalle strade mt. 5.00 - distanza minima dai fabbricati mt. 10.00 - RV - zona ID-CO di PTCP < 4,6 - RV - zona IS-MA di PTCP < 4,3

14.5 - Per gli interventi di ricostruzione di edifici che alla data di adozione del PUC risultano prospicienti la viabilità pubblica, ad una distanza inferiore a m. 5, in cui venga prevista la ricollocazione dei volumi all’interno della proprietà in modo da consentire l’allargamento della strada pubblica ed il rispetto della distanza di m. 5, è previsto un premio di superficie pari al 30% della Superficie Agibile (SA).

63 14.6 - Nell’Ambito è ammesso il mutamento di destinazione d’uso a favore della destinazione residenziale, purché siano rispettati i parametri relativi alla abitabilità, (altezze interne, dimensione dei vani).

14.7 - In tutti gli interventi comportanti aumento delle unità immobiliari è fatto obbligo ai soggetti attuatori di reperire un posto auto ogni nuova unità immobiliare aggiunta con possibilità di monetizzare tale onere nei casi in cui sia dimostrata l’impossibilità di ricavare spazi idonei in loco. La monetizzazione degli standards sarà destinata alla realizzazione delle aree a parcheggio pubblico previste nell’ambito di riferimento.

14.8 - In tutti i casi in cui si intervenga sul patrimonio edilizio esistente o ricostruito la superficie lorda minima degli alloggi (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’ intervento) non può essere comunque inferiore a mq. 60.00 lordi riferiti all’intervento.

14.9 - E’ consentita l’applicazione della L. R. n. 24 del 6/8/2001 con le seguenti prescrizioni:

a). – L’eventuale modifica dell’altezza di gronda dovrà avvenire sulla proiezione dei muri perimetrali della costruzione sottostante. b). – In caso di modifica delle altezze di gronda, dovranno essere demoliti eventuali cornicioni o marcapiano esistenti. c). – l’applicazione della legge deroga dai parametri di zona sulle altezze massime alla gronda.

14.10 - Gli interventi di cui ai punti precedenti del presente articolo sono assentibili con titolo diretto così come previsto dal titolo III articoli 21, 23, 24 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

14.11 - Il recupero dei capannoni, individuato nella cartografia e nella scheda allegata alla presente normativa da apposito segno grafico e dalla lettera B1.1 dovrà avvenire secondo le seguenti modalità:

a). – rilievo puntuale degli edifici esistenti e dimostrazione grafica del volume reale che in questa sede è stimato in mc. 1800. b). – completa demolizione e ricomposizione dei volumi esistenti. c). – la ricomposizione degli edifici è prevista secondo i seguenti parametri: altezza massima alla gronda m. 6.20 numero dei piani n. 2 distanza minima dalle strade m.5.00 distanza dai fabbricati m.10.00 d). – nella ricostruzione i volumi dovranno essere ricollocati in modo da consentire l’allargamento del sedime della viabilità pubblica, senza incremento di volume. e). – devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggi nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008).

64 In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree F.

14.12 - L’intervento di recupero definito al punto precedente è assentibile con permesso di costruire convenzionato; l’atto di convenzione, di approvazione della Giunta Comunale, dovrà contenere:

- la realizzazione contestuale delle aree a verde e a parcheggio, individuate nelle aree limitrofe all’intervento e riferite agli standards urbanistici di PUC indispensabili ad una riqualificazione del quartiere (area P1 di mq. 553 e area F1 di mq. 1.037 della scheda allegata alle presenti norme). - Può anche non essere prevista la realizzazione diretta delle opere di cui al punto precedente, nel qual caso devono essere monetizzati i costi relativi alla loro realizzazione. - Se dalla dimostrazione del volume esistente reale, prevista al punto 14.11 lettera a) di questo articolo, dovesse risultare un volume maggiore a mc. 1800, in aggiunta a quanto sopra stabilito dovrà essere prevista la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal comune pari a 11,5 mq/abitante ( assumendo mc. 80/abitante). Il margine di errore ammesso dell’effettivo volume e della possibilità di monetizzazione è del 15%. - Sia l’esecuzione diretta che la monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’Art. 8 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

14.13 - La tipologia insediativa degli interventi di ricostruzione previsti in questo articolo deve essere finalizzata alla riqualificazione dell’edilizia esistente, con interventi che mirino al miglioramento della qualità architettonica degli edifici con particolare attenzione all’inserimento nell’ambiente. I volumi degli edifici dovranno essere articolati in parti tali da seguire l’andamento del terreno, senza sensibili modifiche delle quote preesistenti, le altezze dei vari corpi di fabbrica dovranno essere variamente scomposti in modo da seguire ed interpretare i profili naturali. Dovranno essere utilizzati principi di composizione architettonica elementare derivanti dalla tradizione contadina tipica dei luoghi, con unità immobiliari su uno o due piani, collegamenti verticali con scale a rampa singola, copertura con tetto a falde in tegole marsigliesi e con l’utilizzo di materiali primari quali pietra, cotto, legno e intonaci a calce. L’obiettivo non deve essere la produzione di un modello acritico di architettura vernacolare, ma una reinterpretazione in chiave attuale dei canoni compostivi che hanno dato origine agli insediamenti residenziali nel territorio di riferimento. Particolare riguardo deve inoltre essere riposto nella sistemazione e nel riordino degli spazi di pertinenza degli edifici, che attualmente presentano in maniera diffusa e disordinata opere di varia natura (recinzioni, terrazzamenti, strade di servizio private, etc.)

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14.14. - Margini di flessibilità. Il PUC stabilisce, ai sensi dell’Art. 27 comma 2 lett. E della LUR n.36/97, il grado di flessibilità delle indicazioni in esso contenute, congruenti con gli obbiettivi assunti senza ricorrere alle varianti. Nei margini di flessibilità per questo ambito è prevista la possibilità di recupero anche dei capannoni individuati nella cartografia e nella scheda allagata alla presente normativa con apposito segno grafico e la lettera B1.2, che attualmente sono ubicati in Zona Pg4 (frana Attiva) del Piano di Bacino - Stralcio sul Rischio Idrogeologico Provinciale, ma che, a seguito delle bonifiche in corso da parte della Comunità Montana Pollupice ed a interventi futuri, può essere declassata dall’attuale definizione di “Area a Suscettibilità al Dissesto Molto Elevata”. L’intervento di recupero dei capannoni artigianali è subordinato alla effettiva realizzazione degli interventi necessari ed alla positiva conclusione dell’iter amministrativo volto alla declassificazione dell’area. In caso di revisione del Piano di Bacino e di ammissibilità quindi da parte di questo strumento di interventi di demolizione e ricostruzione dei volumi esistenti, è possibile prevedere il recupero, con cambio di destinazione, dei capannoni in disuso che sono valutati in circa 3600mc. In caso di intervento di recupero di questi capannoni, le modalità saranno uguali a quelle previste al punto 14.11 di questo articolo. L’intervento così definito sarà assentito tramite permesso di costruire convenzionato, che dovrà prevedere la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie, che verranno realizzate dal comune pari a 11,5 mq/abitante (assumendo 80 mc/abitante). La monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’ art 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree F.

14.15 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.6 – Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate, ed alle schede relativa: scheda 1 e scheda 2 “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate”.

66 SCHEDA Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica – Via Polenza

67 Art. 15. - Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica –Via Marici

15.1 - L’ambito è costituito dal Nucleo edificato lungo Via Marici; il tessuto urbano è composto da edilizia eterogenea di edifici monofamiliari e di condomini.

15.2 - La destinazione d’uso urbanistica prevalente è residenziale, sono ammesse le destinazioni compatibili con la residenza quali: uffici e servizi, attività commerciali, pubblici esercizi.

15.3 - L’area edificata è considerata satura; questo ambito non è dotato di indice di edificabilità. È prevista, per adeguamento igienico-sanitario, la possibilità di un aumento del 15% delle superfici lorde degli alloggi fino a mq 60, e un aumento del 10 % per gli alloggi oltre i mq 60.

È previsto un unico intervento di nuova edificazione da realizzarsi attraverso il trasferimento di parte della cubatura derivante dalla demolizione e ricostruzione con cambiamento di destinazione d’uso del capannone ubicato nell’area B 7.1 di Via Colle. L’intervento di nuova edificazione individuato dalla lett. B 7.2 prevede la realizzazione di nuovi edifici secondo i seguenti parametri:

- estensione dell’area mq. 2240 - superficie agibile complessiva mq. 667 - altezza alla gronda m.6,20 - numero massimo di piani n. 2 - distanza dai confini di proprietà e dalle strade m. 5,00 - distanza minima dai fabbricati m.10,00 - RV < 4,3

Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggi nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree F. L’intervento è assentibile con permesso di costruire convenzionato; l’atto di convenzione, di approvazione della Giunta Comunale, dovrà contenere:

- La realizzazione del parcheggio individuato dalla lettera P8 e le opere necessarie e conseguenti alla sistemazione generale dell’area e del collegamento più opportuno dell’area edificabile con via Marici. L’esecuzione diretta delle opere è prevista come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

68 - la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal Comune pari a 11.5 mq/abitante (assumendo 80 mc/abitante)

Gli oneri stabiliti ai punti precedenti sono previsti come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

15.4 - All’interno di questo ambito, sugli edifici esistenti nel tessuto urbano saturo, sono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 06.06.2008, n. 16 e ss. mm. e ii Oltre agli interventi come sopra definiti, ai fini di una ricomposizione ambientale ed urbanistica dell’ambiente costruito, è anche consentita la demolizione completa, l’accorpamento e la ricollocazione all’interno del lotto di appartenenza e comunque all’interno della proprietà di appartenenza dei volumi esistenti con le seguenti prescrizioni esecutive:

- altezza alla gronda m.6,20 - numero massimo di piani n. 2 - distanza dai confini di proprietà e dalle strade m.5,00 - distanza minima dai fabbricati m..10,00 - RV < 4,3

15.5 - Per gli interventi di ricostruzione di edifici che alla data di adozione del PUC risultano prospicienti la viabilità pubblica, ad una distanza inferiore a m. 5, in cui venga prevista la ricollocazione dei volumi all’interno della proprietà in modo da consentire l’allargamento della strada pubblica ed il rispetto della distanza di m. 5, è previsto un premio di superficie pari al 30% della Superficie Agibile (SA)

15.6 - Nell’Ambito è ammesso il mutamento di destinazione d’uso a favore della destinazione residenziale, purché siano rispettati i parametri relativi alla abitabilità, (altezze interne, dimensione dei vani).

15.7 - In tutti gli interventi comportanti aumento delle unità immobiliari è fatto obbligo ai soggetti attuatori di reperire un posto auto ogni nuova unità immobiliare aggiunta con possibilità di monetizzare tale onere nei casi in cui sia dimostrata l’impossibilità di ricavare spazi idonei in loco. La monetizzazione degli standards sarà destinata alla realizzazione delle aree a parcheggio pubblico previste nell’ambito di riferimento.

15.8 - In tutti i casi in cui si intervenga sul patrimonio edilizio esistente o ricostruito la superficie lorda minima degli alloggi (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’ intervento) non può essere comunque inferiore a mq. 60.00 lordi riferiti all’intervento.

15.9 - E’ consentita l’applicazione della L.R. n. 24 del 6/8/2001 con le seguenti prescrizioni:

69

a). – L’eventuale modifica dell’altezza di gronda dovrà avvenire sulla proiezione dei muri perimetrali della costruzione sottostante. b). – In caso di modifica delle altezze di gronda, dovranno essere demoliti eventuali cornicioni o marcapiano esistenti. c). – l’applicazione della legge deroga dai parametri di zona sulle altezze massime alla gronda.

15.10 - Gli interventi di cui ai punti precedenti del presente articolo sono assentibili con titolo diretto così come previsto dal titolo III articoli 21, 23, 24 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

15.11 - La tipologia insediativa degli interventi di ricostruzione previsti in questo articolo deve essere finalizzata alla riqualificazione dell’edilizia esistente, con interventi che mirino al miglioramento della qualità architettonica degli edifici con particolare attenzione all’inserimento nell’ambiente. I volumi degli edifici dovranno essere articolati in parti tali da seguire l’andamento del terreno, senza sensibili modifiche delle quote preesistenti, le altezze dei vari corpi di fabbrica dovranno essere variamente scomposti in modo da seguire ed interpretare i profili naturali. Dovranno essere utilizzati principi di composizione architettonica elementare derivanti dalla tradizione contadina tipica dei luoghi, con unità immobiliari su uno o due piani, collegamenti verticali con scale a rampa singola, copertura con tetto a falde in tegole marsigliesi e con l’utilizzo di materiali primari quali pietra, cotto, legno e intonaci a calce. L’obiettivo non deve essere la produzione di un modello acritico di architettura vernacolare, ma una reinterpretazione in chiave attuale dei canoni compostivi che hanno dato origine agli insediamenti residenziali nel territorio di riferimento. Particolare riguardo deve inoltre essere riposto nella sistemazione e nel riordino degli spazi di pertinenza degli edifici, che attualmente presentano in maniera diffusa e disordinata opere di varia natura (recinzioni, terrazzamenti, strade di servizio private, etc.)

15.12 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.6 – Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate, ed alle schede relative: scheda 1 e scheda 2 “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate”.

70 SCHEDA Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica – Via Marici

71 Art. 16. - Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica del Centro

16.1. - L’Ambito è costituito dall’edificato sorto attorno ai nuclei storici che costituisce l’attuale “Centro” del Comune, e l’edificato fa riferimento a diverse epoche, ma prevalentemente agli anni ‘60 e ’70, completati dagli interventi di attuazione dell’ultimo PRG.

16.2. - La destinazione d’uso urbanistica prevalente è residenziale, sono ammesse le destinazioni compatibili con la residenza quali: uffici e servizi, attività commerciali, pubblici esercizi.

16.3. - L’area edificata è considerata satura. Sono previsti quattro interventi di completamento identificati nella cartografia e nella scheda allegata con apposito segno grafico che quantifica la loro estensione e con le lettere B2, B3, B4 e B19. I completamenti B3, B4 e B19 fanno riferimento a SUA adottati dal Consiglio Comunale e che non sono stati ancora approvati in sede definitiva. Per questi interventi il PUC recepisce la volontà amministrativa e ripropone i rispettivi parametri edilizi e le modalità insediative previste negli strumenti adottati per quelle parti di territorio.

16.4. - All’interno di questo ambito, sugli edifici esistenti nel tessuto urbano saturo, sono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 06.06.2008, n. 16 e ss. mm. e ii

È prevista, per adeguamento igienico-sanitario, la possibilità di un aumento del 15% delle superfici lorde degli alloggi fino a mq 60, e un aumento del 10 % per gli alloggi oltre i mq 60. Oltre agli interventi come sopra definiti, ai fini di una ricomposizione ambientale ed urbanistica dell’ambiente costruito, è anche consentita la demolizione completa, l’accorpamento e la ricollocazione all’interno del lotto di appartenenza e comunque all’interno della proprietà di appartenenza dei volumi esistenti con le seguenti prescrizioni esecutive:

- altezza alla gronda m. 9.20 - numero massimo di piani n. 3 - distanza dai confini di proprietà e dalle strade m. 5.00 - distanza minima dai fabbricati m. 10.00 - RV zona -CO di PTCP < 4,6 - RV zona –MA di PTCP < 4,3

16.5. - Nell’Ambito è ammesso il mutamento di destinazione d’uso a favore della destinazione residenziale, purché siano rispettati i parametri relativi alla abitabilità, (altezze interne, dimensione dei vani).

16.6. - In tutti gli interventi comportanti aumento delle unità immobiliari è fatto obbligo ai soggetti attuatori di reperire un posto auto ogni nuova unità immobiliare aggiunta con possibilità di monetizzare tale onere nei casi in cui sia dimostrata

72 l’impossibilità di ricavare spazi idonei in loco. La monetizzazione degli standards sarà destinata alla realizzazione delle aree a parcheggio pubblico previste nell’ambito di riferimento.

16.7. - In tutti i casi in cui si intervenga sul patrimonio edilizio esistente o ricostruito la superficie lorda minima degli alloggi (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’ intervento) non può essere comunque inferiore a mq. 60.00 lordi riferiti all’intervento.

16.8. - E’ consentita l’applicazione della L. R. n. 24 del 6/8/2001 con le seguenti prescrizioni: a). – L’eventuale modifica dell’altezza di gronda dovrà avvenire sulla proiezione dei muri perimetrali della costruzione sottostante. b). – In caso di modifica delle altezze di gronda, dovranno essere demoliti eventuali cornicioni o marcapiano esistenti. c). – l’applicazione della legge deroga dai parametri di zona sulle altezze massime alla gronda.

16.9. - Gli interventi di cui ai punti precedenti del presente articolo sono assentibili con titolo diretto così come previsto dal titolo III articoli 21, 23, 24 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

16.10. - L’intervento di completamento di Nuova Edificazione individuato dalla lettera B2 e collocato all’estremità del Centro sotto la Provinciale in direzione , prevede la realizzazione di nuovi edifici secondo i seguenti parametri:

- estensione dell’area: mq. 7.753 Indice di utilizzazione insediativa 0.23 mq/mq Superficie agibile complessiva mq. 1.783,20 - altezza alla gronda m. 9.20 - numero dei piani n. 3 - distanza dai confini e dalle strade m. 5.00 - distanza dai fabbricati m.10.00 - RV < 4,3

Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggio nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree F.

16.11. - L’intervento di cui al punto precedente è assentibile con Permesso di Costruire Convenzionato; l’Atto di Convenzione, di approvazione della Giunta Comunale, dovrà contenere:

73 - la cessione e la sistemazione dell’area a verde pubblico adiacente all’area di intervento, individuata in cartografia e nella scheda allegata alla presente normativa dalla Lettera F9, secondo un progetto esecutivo concordato con l’ente comunale. - La realizzazione del tracciato stradale previsto dal PUC come alternativa Viaria a Via Marici per il tratto interno alle aree dell’intervento. - Può anche non essere prevista la realizzazione diretta delle opere; nel qual caso devono essere monetizzati i costi relativi alla loro realizzazione. - Sia l’esecuzione diretta che la monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

16.12. - L’intervento di completamento di Nuova Edificazione, individuato da apposito segno grafico e dalla lettera B3 nella cartografia e nella scheda allegata alle presenti norme, è situato in località Bosseri e corrisponde alla zona C5 del PRG vigente, che in parte è oggetto di SUA adottato in Variante al PRG e viene interamente confermata con le seguenti modalità: a) – per le aree oggetto del SUA adottato dal Consiglio Comunale in variante al PRG, con delibera n. 28 del 28/08/2003, il PUC riconferma i parametri edilizi contenuti nello strumento attuativo e precisamente:

- superficie del SUA mq. 2.210 - Indice di utilizzazione insediativa mq/mq. 0,17 - altezza massima m. 6.50 - numero dei piani n. 2 - Superficie agibile complessiva mq. 375,70 - superficie a parcheggio 30% sup. agibile - distanza dai confini e dalle strade m. 5.00 - distanza dai fabbricati m. 10.00 - RV < 4,6

La convenzione con i contenuti della Bozza adottata resta valida unicamente se l’iter di approvazione risulterà positivo.

Se per qualunque motivo il SUA così come adottato non dovesse ottenere l’approvazione definitiva, e per l’attuazione dell’intervento si dovrà richiedere nuovo titolo, l’intervento stesso potrà essere concesso con Permesso di Costruire Convenzionato e l’Atto di Convenzione approvato dalla Giunta Comunale dovrà prevedere la monetizzazione dei costi relativi alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie, che verranno realizzate dal Comune, pari a 11,5 mq./abitante (assumendo 80 mc/ab.). Tale monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

b) – per le aree non comprese nel SUA adottato ma facenti parte della zona C5 del PRG, viene confermata la loro edificabilità con i seguenti parametri:

- superficie dell’area mq. 2.300 - indice di utilizzazione insediativa mq/mq. 0,17 - superficie agibile complessiva mq. 391

74 - altezza massima m. 6.20 - numero dei piani n. 2 - distanza dai confini e dalle strade m. 5.00 - distanza dai fabbricati m. 10.00 - RV < 4,6

L’intervento è assentibile con permesso di costruire convenzionato, e l’atto di convenzione, di approvazione della Giunta Comunale dovrà prevedere la monetizzazione dei costi relativi alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie, che verranno realizzate dal Comune, pari a 11,5 mq./abitante (assumendo 80 mc/abitante). Tale monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii. In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree F.

16.13. – L’ intervento di completamento, situato sotto la provinciale e individuato nella cartografia del PUC e nella scheda allegata alle presenti norme con appositi segno grafico e dalla lettera B4 , corrisponde alla Zona C4 del PRG vigente, che in parte è stata oggetto di SUA adottato in variante al PRG, e viene interamente confermata con le seguenti modalità:

a). – per le aree oggetto del SUA adottato dal Consiglio Comunale in Variante al PRG, con delibera n. 36 del 6/11/2003, il PUC riconferma i parametri edilizi contenuti nello strumento attuativo e precisamente:

- superficie del lotto: mq. 3.918 - rapporto di copertura: 20% - indice territoriale mc/mq. 0.30 - volume edificabile mc. 1.175 - altezza alla gronda m. 6.34 - distanza dai confini m. 5.00 - distanza tra i fabbricati m. 10.00 - parcheggi pubblici mq. 304 - verde attrezzato mq. 394 - RV < 4,6

La convenzione con i contenuti della Bozza adottata resta valida unicamente se l’iter di approvazione risulterà positivo. Se per qualunque motivo il SUA così come adottato non dovesse ottenere l’approvazione definitiva, e per l’attuazione dell’intervento si dovrà richiedere nuovo titolo, l’intervento stesso potrà essere concesso con Permesso di Costruire Convenzionato e l’Atto di Convenzione approvato dalla Giunta Comunale dovrà prevedere la monetizzazione dei costi relativi alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie, che verranno realizzate dal Comune, pari a 11,5 mq./abitante (assumendo 80 mc/ab.). Tale monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

75 In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree F.

b). - per le aree non comprese nel SUA adottato, ma facenti parte della zona C4 del PRG, viene confermata la loro edificabilità con i seguenti parametri:

- estensione dell’area mq. 1984 - Indice di utilizzazione insediativa mq/mq. 0,10 - superficie agibile complessiva mq. 198,40 - altezza alla gronda m. 6.20 - numero dei piani n.2 - distanza dai confini e dalle strade m. 5.00 - distanza dai fabbricati m. 10.00 - RV < 4,6

L’applicazione dell’indice è in aggiunta al volume esistente, che dovrà essere scorporato dalle aree con una pertinenza di m. 5.00 intorno al perimetro. L’intervento è assentibile con permesso di costruire convenzionato, e l’atto di convenzione, di approvazione della Giunta Comunale dovrà prevedere la monetizzazione dei costi relativi alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie, che verranno realizzate dal Comune, pari a 11,5 mq./abitante (assumendo 80 mc/abitante). Tale monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii. In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree F.

16.14 - L’intervento di completamento di Nuova Edificazione individuato dalla lettera B19 e collocato in loc. Gaitte, prevede la realizzazione di nuovo edificio secondo i seguenti parametri:

- estensione dell’area mq. 1155 - Indice di utilizzazione insediativa mq/mq. 0,17 - superficie agibile complessiva mq. 196.35 - altezza alla gronda m. 3.20 - numero dei piani n.1 - distanza dai confini e dalle strade m. 5.00 - distanza dai fabbricati m. 10.00 - RV < 4,3

16.15 - La tipologia insediativa degli interventi di ricostruzione previsti in questo articolo deve essere finalizzata alla riqualificazione dell’edilizia esistente, con interventi che mirino al miglioramento della qualità architettonica degli edifici con particolare attenzione all’inserimento nell’ambiente. I volumi degli edifici dovranno essere articolati in parti tali da seguire l’andamento del terreno, senza sensibili modifiche delle quote preesistenti, le altezze dei

76 vari corpi di fabbrica dovranno essere variamente scomposti in modo da seguire ed interpretare i profili naturali. Dovranno essere utilizzati principi di composizione architettonica elementare derivanti dalla tradizione contadina tipica dei luoghi, con unità immobiliari su uno o due piani, collegamenti verticali con scale a rampa singola, copertura con tetto a falde in tegole marsigliesi e con l’utilizzo di materiali primari quali pietra, cotto, legno e intonaci a calce. L’obiettivo non deve essere la produzione di un modello acritico di architettura vernacolare, ma una reinterpretazione in chiave attuale dei canoni compostivi che hanno dato origine agli insediamenti residenziali nel territorio di riferimento. Particolare riguardo deve inoltre essere riposto nella sistemazione e nel riordino degli spazi di pertinenza degli edifici, che attualmente presentano in maniera diffusa e disordinata opere di varia natura (recinzioni, terrazzamenti, strade di servizio private, etc.).

16.16 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.6 – Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate, ed alle schede relative: scheda 1 “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate”.

77 SCHEDA Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica - Centro

78 Art. 17. - Ambito di Riqualificazione della Zona Non Storica di Cappella Nuova.

17.1. - L’Ambito è costituito dal nucleo edificato in località Cappella Nuova. I tessuto urbano è costituito da edifici plurifamiliari realizzati dagli anni 60 ad oggi, e da un capannone artigianale dismesso.

17.2. - La destinazione d’uso urbanistica prevalente è residenziale, sono ammesse le destinazioni compatibili con la residenza quali: uffici e servizi, attività commerciali, pubblici esercizi.

17.3 - L’area edificata è considerata satura; è previsto il recupero con cambio di destinazione del capannone dismesso, individuato in cartografia e nella scheda del PUC con la lettera B6 ed un intervento di completamento di nuova edificazione, individuato nella cartografia del PUC e nella scheda allegata alla presente normativa da apposito segno grafico e dalla lettera B5.

17.4 - All’interno di questo ambito, sugli edifici esistenti nel tessuto urbano saturo, suono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

È prevista, per adeguamento igienico-sanitario, la possibilità di un aumento del 15% delle superfici lorde degli alloggi fino a mq 60, e un aumento del 10 % per gli alloggi oltre i mq 60. Oltre agli interventi come sopra definiti, ai fini di una ricomposizione ambientale ed urbanistica dell’ambiente costruito, è anche consentita la demolizione completa, l’accorpamento e la ricollocazione all’interno del lotto di appartenenza e comunque all’interno della proprietà di appartenenza dei volumi esistenti con le seguenti prescrizioni esecutive:

-altezza alla gronda m.6.20 - numero massimo di piani n. 2 - distanza dai confini di proprietà e dalle strade m.5.00 - distanza minima dai fabbricati m..10.00 - RV < 4,6

17.5. - Nell’Ambito è ammesso il mutamento di destinazione d’uso a favore della destinazione residenziale, purché siano rispettati i parametri relativi alla abitabilità, (altezze interne, dimensione dei vani).

17.6. - In tutti gli interventi comportanti aumento delle unità immobiliari è fatto obbligo ai soggetti attuatori di reperire un posto auto ogni nuova unità immobiliare aggiunta con possibilità di monetizzare tale onere nei casi in cui sia dimostrata l’impossibilità di ricavare spazi idonei in loco. La monetizzazione degli standards sarà destinata alla realizzazione delle aree a parcheggio pubblico previste nell’ambito di riferimento.

79 17.7. - In tutti i casi in cui si intervenga sul patrimonio edilizio esistente o ricostruito la superficie lorda minima degli alloggi (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’ intervento) non può essere comunque inferiore a mq. 60.00 lordi riferiti all’intervento.

17.8. - E’ consentita l’applicazione della L. R. n. 24 del 6/8/2001 con le seguenti prescrizioni:

a). – L’eventuale modifica dell’altezza di gronda dovrà avvenire sulla proiezione dei muri perimetrali della costruzione sottostante. b). – In caso di modifica delle altezze di gronda, dovranno essere demoliti eventuali cornicioni o marcapiano esistenti. c). – l’applicazione della legge deroga dai parametri di zona sulle altezze massime alla gronda.

17.9. - Gli interventi di cui ai punti precedenti del presente articolo sono assentibili con titolo diretto così come previsto dal titolo III articoli 21, 23, 24 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

17.10. - Il recupero del capannone, individuato nella cartografia e nella scheda allegata alla presente normativa da apposito segno grafico e dalla lettera B6 , dovrà avvenire secondo le seguenti modalità:

a). – rilievo puntuale dell’edificio esistenti e dimostrazione grafica del volume reale che in questa sede è stimato in mc. 5400 b). – completa demolizione e ricomposizione dei volumi esistenti. c). – la ricomposizione degli edifici è prevista secondo i seguenti parametri:

altezza massima alla gronda m. 9.20 numero dei piani n. 3 distanza minima dalle strade m.5.00 distanza dai fabbricati m.10.00 RV < 4,6

d). – nella ricostruzione i volumi dovranno essere ricollocati in modo da consentire l’allargamento del sedime della viabilità pubblica, senza incremento di volume. e). – devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggi nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

17.11. - L’intervento di recupero, definito al punto precedente, è assentibile con permesso di costruire convenzionato; l’atto di convenzione, di approvazione della Giunta Comunale, dovrà contenere:

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- quota parte della realizzazione della bretella viaria di collegamento della Via Castagnei con la Provinciale; - Può anche non essere prevista la realizzazione diretta delle opere di cui al punto precedente, nel qual caso devono essere monetizzati i costi relativi alla loro realizzazione. - Se dalla dimostrazione del volume esistente reale, prevista al punto 17.10 lettera a) di questo articolo, dovesse risultare un volume maggiore a mc. 5400, in aggiunta a quanto sopra stabilito dovrà essere prevista la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal comune pari a 11,5 mq/abitante ( assumendo mc. 80/abitante). Il margine di errore ammesso dell’effettivo volume e della possibilità di monetizzazione è del 15%. - Sia l’esecuzione diretta che la monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’Art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii

17.12. - L’intervento di completamento, individuato nella cartografia di PUC e nella scheda allegata alle presenti norme con apposito segno grafico e dalla lettera B5, prevede la realizzazione di un nuovo edificio secondo i seguenti parametri:

- area intervento mq. 1.411 - Indice di utilizzazione insediativa mq/mq. 0,10 - superficie agibile complessiva mq. 141 - altezza alla gronda m. 6.20 - numero dei piani n. 2 - distanza dai confini e dalle strade m. 5.00 - distanza dai fabbricati m. 10.00 - RV < 4,6

Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggi nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

17.13. - L’intervento di cui al punto precedente è assentibile con permesso di costruire convenzionato; l’atto di convenzione di approvazione della Giunta Comunale dovrà contenere:

- la cessione e la sistemazione di quota parte della bretella di collegamento della via Castagnei con la Provinciale; - Può anche non essere prevista la realizzazione diretta delle opere di cui al punto precedente, nel qual caso devono essere monetizzati i costi relativi alla loro realizzazione.

81 - Sia l’esecuzione diretta che la monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii

17.14. - La tipologia insediativa degli interventi di ricostruzione previsti in questo articolo deve essere finalizzata alla riqualificazione dell’edilizia esistente, con interventi che mirino al miglioramento della qualità architettonica degli edifici con particolare attenzione all’inserimento nell’ambiente. I volumi degli edifici dovranno essere articolati in parti tali da seguire l’andamento del terreno, senza sensibili modifiche delle quote preesistenti, le altezze dei vari corpi di fabbrica dovranno essere variamente scomposti in modo da seguire ed interpretare i profili naturali. Dovranno essere utilizzati principi di composizione architettonica elementare derivanti dalla tradizione contadina tipica dei luoghi, con unità immobiliari su uno o due piani, collegamenti verticali con scale a rampa singola, copertura con tetto a falde in tegole marsigliesi e con l’utilizzo di materiali primari quali pietra, cotto, legno e intonaci a calce. L’obiettivo non deve essere la produzione di un modello acritico di architettura vernacolare, ma una reinterpretazione in chiave attuale dei canoni compostivi che hanno dato origine agli insediamenti residenziali nel territorio di riferimento. Particolare riguardo deve inoltre essere riposto nella sistemazione e nel riordino degli spazi di pertinenza degli edifici, che attualmente presentano in maniera diffusa e disordinata opere di varia natura (recinzioni, terrazzamenti, strade di servizio private, etc.)

17.15 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.6 – Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate, ed alle schede relative: schede 1, 2 e 3 “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate”.

82 SCHEDA Ambito di Riqualificazione della Zona Non Storica - Cappella Nuova

83 Art. 18. – Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica Via Colle

18.1. - L’ambito è costituito dal nucleo edificato lungo Via Colle, il tessuto urbano esistente è composto da edifici mono e bi-familiari, di recente edificazione, e da un capannone artigianale in dismissione, identificato nella cartografia del UC e nella scheda allegata alle presenti norme da apposito segno grafico e dalla lettera B7.

18.2. - La destinazione d’uso urbanistica prevalente è residenziale, sono ammesse le destinazioni compatibili con la residenza quali: uffici e servizi, attività commerciali, pubblici esercizi.

18.3. - L’area edificata è considerata satura; è previsto il recupero con cambio di destinazione del capannone dismesso.

18.4. - All’interno di questo ambito, sugli edifici esistenti nel tessuto urbano saturo, suono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 06.06.2008, n. 16 e ss. mm. e ii

È prevista, per adeguamento igienico-sanitario, la possibilità di un aumento del 15% delle superfici lorde degli alloggi fino a mq 60, e un aumento del 10 % per gli alloggi oltre i mq 60. Oltre agli interventi come sopra definiti, ai fini di una ricomposizione ambientale ed urbanistica dell’ambiente costruito, è anche consentita la demolizione completa, l’accorpamento e la ricollocazione all’interno del lotto di appartenenza e comunque all’interno della proprietà di appartenenza dei volumi esistenti con le seguenti prescrizioni esecutive:

- altezza alla gronda m.6.20 - numero massimo di piani n. 2 - distanza dai confini di proprietà e dalle strade m.5.00 - distanza minima dai fabbricati m.10.00 - RV < 4,3

18.5. - Nell’Ambito è ammesso il mutamento di destinazione d’uso a favore della destinazione residenziale, purché siano rispettati i parametri relativi alla abitabilità, (altezze interne, dimensione dei vani).

18.6. - In tutti gli interventi comportanti aumento delle unità immobiliari è fatto obbligo ai soggetti attuatori di reperire un posto auto ogni nuova unità immobiliare aggiunta con possibilità di monetizzare tale onere nei casi in cui sia dimostrata l’impossibilità di ricavare spazi idonei in loco. La monetizzazione degli standards sarà destinata alla realizzazione delle aree a parcheggio pubblico previste nell’ambito di riferimento.

18.7. - In tutti i casi in cui si intervenga sul patrimonio edilizio esistente o ricostruito la superficie lorda minima degli alloggi (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’ intervento) non può essere comunque inferiore a mq. 60.00 lordi riferiti all’intervento.

84

18.8. - E’ consentita l’applicazione della L. R. n. 24 del 6/8/2001 con le seguenti prescrizioni:

a). – L’eventuale modifica dell’altezza di gronda dovrà avvenire sulla proiezione dei muri perimetrali della costruzione sottostante. b). – In caso di modifica delle altezze di gronda, dovranno essere demoliti eventuali cornicioni o marcapiano esistenti. c). – l’applicazione della legge deroga dai parametri di zona sulle altezze massime alla gronda.

18.9. - Gli interventi di cui ai punti precedenti del presente articolo sono assentibili con titolo diretto così come previsto dal titolo III articoli 21, 23, 24 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

18.10 - Il recupero del capannone, individuato nella cartografia e nella scheda allegata alla presente normativa da apposito segno grafico e dalla lettera B7.1 dovrà porre particolare attenzione all’impatto del volume residenziale che il piano ha inteso prevedere in luogo dei volumi a destinazione artigianale, mantenendo il più possibile inalterata la lettura del profilo di crinale sia da ponente che da levante, concentrando in un unico edificio il nuovo volume. L’intervento dovrà avvenire secondo le seguenti modalità: a). – rilievo puntuale degli edifici esistenti e dimostrazione grafica del volume reale che in questa sede è stimato in mc. 2.500. b). – completa demolizione e ricomposizione dei volumi esistenti. c). - il volume del capannone dovrà essere recuperato nella misura di 500 mc nell’area B7.1 e dei restanti 2000 mc nell’area B7.2 dell’Ambito di Riqualificazione di via Marici. d). – la ricomposizione dell’edificio è prevista secondo i seguenti parametri:

altezza massima alla gronda m. 3.20 numero dei piani n. 1 distanza minima dalle strade m.5.00 distanza dai fabbricati m.10.00 RV < 4,3

e). – nella ricostruzione il volume dovrà essere ricollocato in modo da consentire l’allargamento del sedime della viabilità pubblica. f). – devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggi nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008). In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

18.11 - L’intervento di recupero definito al punto precedente è assentibile con permesso di costruire convenzionato; l’atto di convenzione, di approvazione della Giunta Comunale, dovrà contenere:

85 - La monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal comune pari a 11,5 mq/abitante ( assumendo mc. 80/abitante) - Nel caso che dalla dimostrazione del volume esistente reale, prevista al punto 18.10 lettera a) di questo articolo, dovesse risultare un volume maggiore a mc. 2.500, anche per la porzione di volume eccedente dovrà essere prevista la monetizzazione di cui al punto precedente. Il margine di errore ammesso dell’effettivo volume e della possibilità di monetizzazione è del 15%.

La monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

18.12. - La tipologia insediativa dell’intervento di ricostruzione previsto in questo articolo deve essere finalizzata alla riqualificazione dell’edilizia esistente, con un intervento che mirino al miglioramento della qualità architettonica degli edifici con particolare attenzione all’inserimento nell’ambiente. Il volume degli edifici dovrà essere articolato in parti tali da seguire l’andamento del terreno, senza sensibili modifiche delle quote preesistenti, le altezze dei vari corpi di fabbrica dovranno essere variamente scomposti in modo da seguire ed interpretare i profili naturali. Dovranno essere utilizzati principi di composizione architettonica elementare derivanti dalla tradizione contadina tipica dei luoghi, con unità immobiliari su uno o due piani, collegamenti verticali con scale a rampa singola, copertura con tetto a falde in tegole marsigliesi e con l’utilizzo di materiali primari quali pietra, cotto, legno e intonaci a calce. L’obiettivo non deve essere la produzione di un modello acritico di architettura vernacolare, ma una reinterpretazione in chiave attuale dei canoni compostivi che hanno dato origine agli insediamenti residenziali nel territorio di riferimento. Particolare riguardo deve inoltre essere riposto nella sistemazione e nel riordino degli spazi di pertinenza degli edifici, che attualmente presentano in maniera diffusa e disordinata opere di varia natura (recinzioni, terrazzamenti, strade di servizio private, etc.)

18.13 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.6 – Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate, ed alle schede relative: scheda 2 “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate”.

86 SCHEDA Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica Via Colle

87 Art. 19. – Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica Castagnei

19.1. - L’ambito è costituito dal nucleo edificato in località Castagnei, il tessuto urbano è costituito da edifici di tipologia eterogenea, dalla casa monofamiliare al condominio di recente edificazione.

19.2. - La destinazione d’uso urbanistica prevalente è residenziale, sono ammesse le destinazioni compatibili con la residenza quali: uffici e servizi, attività commerciali, pubblici esercizi.

19.3. – L’area edificata è considerata satura e non sono ammessi nuovi interventi edificatori; questo ambito non è dotato di indice di edificabilità.

19.4. - All’interno di questo ambito, sugli edifici esistenti nel tessuto urbano saturo, suono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii. È prevista, per adeguamento igienico-sanitario, la possibilità di un aumento del 15% delle superfici lorde degli alloggi fino a mq 60, e un aumento del 10 % per gli alloggi oltre i mq 60. Oltre agli interventi come sopra definiti, ai fini di una ricomposizione ambientale ed urbanistica dell’ambiente costruito, è anche consentita la demolizione completa, l’accorpamento e la ricollocazione all’interno del lotto di appartenenza e comunque all’interno della proprietà di appartenenza dei volumi esistenti con le seguenti prescrizioni esecutive:

- altezza alla gronda m.6.20 - numero massimo di piani n. 2 - distanza dai confini di proprietà e dalle strade m.5.00 - distanza minima dai fabbricati m..10.00 - RV < 4.6

19.5. - Nell’Ambito è ammesso il mutamento di destinazione d’uso a favore della destinazione residenziale, purché siano rispettati i parametri relativi alla abitabilità, (altezze interne, dimensione dei vani).

19.6. - In tutti gli interventi comportanti aumento delle unità immobiliari è fatto obbligo ai soggetti attuatori di reperire un posto auto ogni nuova unità immobiliare aggiunta con possibilità di monetizzare tale onere nei casi in cui sia dimostrata l’impossibilità di ricavare spazi idonei in loco. La monetizzazione degli standards sarà destinata alla realizzazione delle aree a parcheggio pubblico previste nell’ambito di riferimento.

19.7. - In tutti i casi in cui si intervenga sul patrimonio edilizio esistente o ricostruito la superficie lorda minima degli alloggi (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’ intervento) non può essere comunque inferiore a mq. 60.00 lordi riferiti all’intervento.

88 19.8 - E’ consentita l’applicazione della L. R. n. 24 del 6/8/2001 con le seguenti prescrizioni:

a). – L’eventuale modifica dell’altezza di gronda dovrà avvenire sulla proiezione dei muri perimetrali della costruzione sottostante. b). – In caso di modifica delle altezze di gronda, dovranno essere demoliti eventuali cornicioni o marcapiano esistenti. c). – l’applicazione della legge deroga dai parametri di zona sulle altezze massime alla gronda.

19.9. - Gli interventi di cui ai punti precedenti del presente articolo sono assentibili con titolo diretto così come previsto dal titolo III articoli 21, 23, 24 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

19.10. - La tipologia insediativa degli interventi di ricostruzione previsti in questo articolo deve essere finalizzata alla riqualificazione dell’edilizia esistente, con interventi che mirino al miglioramento della qualità architettonica degli edifici con particolare attenzione all’inserimento nell’ambiente. I volumi degli edifici dovranno essere articolati in parti tali da seguire l’andamento del terreno, senza sensibili modifiche delle quote preesistenti, le altezze dei vari corpi di fabbrica dovranno essere variamente scomposti in modo da seguire ed interpretare i profili naturali. Dovranno essere utilizzati principi di composizione architettonica elementare derivanti dalla tradizione contadina tipica dei luoghi, con unità immobiliari su uno o due piani, collegamenti verticali con scale a rampa singola, copertura con tetto a falde in tegole marsigliesi e con l’utilizzo di materiali primari quali pietra, cotto, legno e intonaci a calce. L’obiettivo non deve essere la produzione di un modello acritico di architettura vernacolare, ma una reinterpretazione in chiave attuale dei canoni compostivi che hanno dato origine agli insediamenti residenziali nel territorio di riferimento. Particolare riguardo deve inoltre essere riposto nella sistemazione e nel riordino degli spazi di pertinenza degli edifici, che attualmente presentano in maniera diffusa e disordinata opere di varia natura (recinzioni, terrazzamenti, strade di servizio private, etc.).

19.11 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.6 – Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate, ed alla scheda relativa: scheda 3 “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate”.

89 SCHEDA Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica Castagnei

90 Art. 20. – Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica di Villaggio Losano

20.1. - L’ambito è costituito dal nucleo edificato denominato Villaggio Losano, con una tipologia di edifici monofamiliari; l’ambito è stato oggetto di Variante al PRG approvata con decreto del Presidente della Giunta Provinciale di Savona n. 28917 del 18 maggio 2000.

20.2. – L’edificazione nell’ambito di riqualificazione di Villaggio Losano è subordinata alla redazione di un unico PUO di iniziativa pubblica o privata che garantisca il controllo dell’aspetto paesistico in un contesto oggi estremamente disomogeneo.

20.3 - La destinazione d’uso urbanistica prevalente è residenziale, sono ammesse le destinazioni compatibili con la residenza quali: uffici e servizi, attività commerciali, pubblici esercizi.

20.4 - All’interno dell’Ambito è prevista la Zona a Destinazione Sportiva (Zona V4 del PRG) individuata all’interno del PUC da apposito segno grafico e dalla lettera S2. La struttura, di natura privata, che è destinata a maneggio, viene mantenuta con l’attuale destinazione e sono consentite solo opere di manutenzione dell’esistente.

20.5– Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.6 – Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate, ed alla scheda relativa: scheda 3 “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate”.

91 SCHEDA Ambito di Riqualificazione della Zona Edificata Non Storica Villaggio Losano

92 Art. 21 – Ambito di riqualificazione delle zone edificate non storiche in località Morteo.

21.1 - L’ambito comprende il nucleo edificato il località Morteo, ai confini col Comune di Loano, ed è costituito da un tessuto urbano eterogeneo con edifici monofamiliari ed edifici plurifamiliari realizzati dagli anni ’60 ad oggi.

21.2 - La destinazione d’uso urbanistica prevalente è residenziale, sono ammesse le destinazioni compatibili con la residenza quali: uffici e servizi, attività commerciali, pubblici esercizi.

21.3 – L’area edificata è considerata satura e su di essa non sono ammessi nuovi interventi edificatori. Vengono invece confermati, come edificabili di completamento i tre interventi già previsti dall’attuale PRG e non attuati.

21.4 - All’interno di questo ambito, sugli edifici esistenti nel tessuto urbano saturo, suono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 06.06.2008, n. 16 e ss. mm. e ii

È prevista, per adeguamento igienico-sanitario, la possibilità di un aumento del 15% delle superfici lorde degli alloggi fino a mq 60, e un aumento del 10 % per gli alloggi oltre i mq 60. Oltre agli interventi come sopra definiti, ai fini di una ricomposizione ambientale ed urbanistica dell’ambiente costruito, è anche consentita la demolizione completa, l’accorpamento e la ricollocazione all’interno del lotto di appartenenza e comunque all’interno della proprietà di appartenenza dei volumi esistenti con le seguenti prescrizioni esecutive:

- altezza alla gronda m.6.20 - numero massimo di piani n. 2 - distanza dai confini di proprietà e dalle strade m.5.00 - distanza minima dai fabbricati m..10.00 - RV < 4,6

21.5 - Nell’Ambito è ammesso il mutamento di destinazione d’uso a favore della destinazione residenziale, purché siano rispettati i parametri relativi alla abitabilità, (altezze interne, dimensione dei vani).

21.6 - In tutti gli interventi comportanti aumento delle unità immobiliari è fatto obbligo ai soggetti attuatori di reperire un posto auto ogni nuova unità immobiliare aggiunta con possibilità di monetizzare tale onere nei casi in cui sia dimostrata l’impossibilità di ricavare spazi idonei in loco. La monetizzazione degli standards sarà destinata alla realizzazione delle aree a parcheggio pubblico previste nell’ambito di riferimento.

21.7 - In tutti i casi in cui si intervenga sul patrimonio edilizio esistente o ricostruito la superficie lorda minima degli alloggi (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’ intervento) non può essere comunque inferiore a mq. 60.00 lordi riferiti all’intervento.

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21.8 - E’ consentita l’applicazione della L. R. n. 24 del 6/8/2001 con le seguenti prescrizioni: a). – L’eventuale modifica dell’altezza di gronda dovrà avvenire sulla proiezione dei muri perimetrali della costruzione sottostante. b). – In caso di modifica delle altezze di gronda, dovranno essere demoliti eventuali cornicioni o marcapiano esistenti. c). – l’applicazione della legge deroga dai parametri di zona sulle altezze massime alla gronda.

21.9 - Gli interventi di cui ai punti precedenti del presente articolo sono assentibili con titolo diretto così come previsto dal titolo III articoli 21, 23, 24 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

21.10 – I tre interventi di completamento individuati nella cartografia del PUC e nella scheda allegata alle presenti norme con apposito segno grafico e rispettivamente dalle lettere B.8 B.9 e B.10 prevede la realizzazione di nuovi edifici secondo i seguenti parametri: - intervento B. 8 estensione area mq. 683 - intervento B. 9 estensione area mq. 579 - intervento B.10 estensione area mq. 1.302 - indice fondiario mc./mq. 0.75 - indice di utilizzazione insediativa mq/mq. 0,25 - superficie agibile complessiva B.8 mq. 170,75 - superficie agibile complessiva B.9 mq. 144,75 - superficie agibile complessiva B.10 mq. 325,50 - numero dei piani n. 3 - altezza alla gronda m. 9.20 - distanza dai confini e dalle strade m. 5.00 - distanza dagli edifici m. 10.00 - RV < 4,6

La superficie lorda minima degli alloggi (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’intervento) non può essere comunque inferiore a mq 60.00 lordi.

Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggi nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

21.11 – Gli interventi di cui al punto precedente del presente articolo sono assentibili con Permesso di Costruire convenzionato; l’atto di convenzione di approvazione della Giunta comunale dovrà contenere:

94 - la monetizzazione dei costi relativi alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal Comune pari a 11.5 mq/abitante ( assumendo 80 mc/abitante). Tale monetizzazione è prevista come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

21.12 – la tipologia insediativi sia degli interventi di ricostruzione che per i nuovi edifici previsti in questo articolo deve essere finalizzata alla riqualificazione dell’edilizia esistente, con interventi che mirino al miglioramento della qualità architettonica degli edifici con particolare attenzione all’inserimento nell’ambiente. I volumi degli edifici dovranno essere articolati in parti tali da seguire l’andamento del terreno, senza sensibili modifiche delle quote preesistenti, le altezze dei vari corpi di fabbrica dovranno essere variamente scomposti in modo da seguire ed interpretare i profili naturali. Dovranno essere utilizzati principi di composizione architettonica elementare derivanti dalla tradizione contadina tipica dei luoghi, con unità immobiliari su uno o due piani, collegamenti verticali con scale a rampa singola, copertura con tetto a falde in tegole marsigliesi e con l’utilizzo di materiali primari quali pietra, cotto, legno e intonaci a calce. L’obiettivo non deve essere la produzione di un modello acritico di architettura vernacolare, ma una reinterpretazione in chiave attuale dei canoni compostivi che hanno dato origine agli insediamenti residenziali nel territorio di riferimento. Particolare riguardo deve inoltre essere riposto nella sistemazione e nel riordino degli spazi di pertinenza degli edifici, che attualmente presentano in maniera diffusa e disordinata opere di varia natura (recinzioni, terrazzamenti, strade di servizio private, etc.)

21.13 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.6 – Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate, ed alla scheda relativa: scheda 3 “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate”.

95 SCHEDA Ambito di riqualificazione delle zone edificate non storiche località Morteo

96 Art. 22 – Ambito di riqualificazione della zona edificata non storica di Loc. Rive

(Articolo modificato a seguito della variante al PUC approvata con deliberazione di C.C. n. 43 del 29.09.2008 – in vigore dal 06.05.2009)

22.1 – L’ambito è costituito dal nucleo edificato in località Rive ai confini con il Comune di Loano; il tessuto urbano esistente è costituito da edifici monofamigliari, bifamigliari e plurifamigliari realizzati dagli anni ’60 ad oggi. È il nucleo urbano più densamente edificato del territorio comunale.

22.2 – La destinazione d’uso urbanistica è residenziale e turistica, sono ammesse le destinazioni compatibili con la residenza quali: uffici e servizi, attività commerciali, pubblici esercizi.

22.3 – L’area edificata è considerata satura ed al suo interno non sono ammessi nuovi interventi edificatori. Sono previsti interventi di completamento di nuova edificazione individuati nella cartografia di PUC e nella scheda allegata alle presenti norme con apposito segno grafico e le lettere: B.11, B.12, B.13, B.14, B.15, B.16, B.17, B.18 , B.20. E’ stata prevista una riqualificazione della zona a valle del sottopasso autostradale, che costituisce l’accesso al paese, con un intervento sull’assetto viario ed infrastrutturale, attraverso una viabilità che razionalizza l’accesso ai lotti di intervento e confluisce in una rotatoria sulla SP25, riposizionando l’allacciamento tra la provinciale e la variante all’Aurelia prevista dal PTC provinciale nel Comune di Borghetto S.S. Al fine di una più chiara lettura della norma è stato predisposto uno schema di suddivisione in lotti indicati dalle lettere sopraelencate che consenta un riferimento chiaro della tipologia di intervento consentito per ogni lotto e le conseguenti opere di urbanizzazione a carico dei diversi interventi. Gli interventi di nuova edificazione concorreranno pro-quota a soddisfare l’esigenza di realizzazione delle opere infrastrutturali presenti nel progetto di riassetto complessivo dell’area. Le destinazioni d’uso previste per gli edifici dei singoli lotti sono vincolanti.

22.4 - All’interno di questo ambito, sugli edifici esistenti nel tessuto urbano saturo, suono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 06.06.2008, n. 16 e ss. mm. e ii

È prevista, per adeguamento igienico-sanitario, la possibilità di un aumento del 15% delle superfici lorde degli alloggi fino a mq 60, e un aumento del 10 % per gli alloggi oltre i mq 60. Oltre agli interventi come sopra definiti, ai fini di una ricomposizione ambientale ed urbanistica dell’ambiente costruito, è anche consentita la demolizione completa, l’accorpamento e la ricollocazione all’interno del lotto di appartenenza e comunque all’interno della proprietà di appartenenza dei volumi esistenti con le seguenti prescrizioni esecutive:

- altezza alla gronda m.9.20 - numero massimo di piani n. 3

97 - distanza dai confini di proprietà e dalle strade m.5.00 - distanza minima dai fabbricati m..10.00 - RV ( -MO) < 4,6 - RV ( -MA) < 4,3

A parziale deroga del comma precedente, ai fini della ricomposizione ambientale ed urbanistica dell’ambiente costruito è stata effettuata una diversa perimetrazione della zona satura individuando un nuovo lotto di trasformazione (denominato (B.20) atto alla demolizione e alla ricollocazione su una superficie più ampia di un edificio esistente, per il quale valgono le prescrizioni esecutive del comma precedente.

22.5 - Nell’Ambito è ammesso il mutamento di destinazione d’uso a favore della destinazione residenziale, purché siano rispettati i parametri relativi alla abitabilità, (altezze interne, dimensione dei vani).

22.6 - In tutti gli interventi comportanti aumento delle unità immobiliari è fatto obbligo ai soggetti attuatori di reperire un posto auto ogni nuova unità immobiliare aggiunta con possibilità di monetizzare tale onere nei casi in cui sia dimostrata l’impossibilità di ricavare spazi idonei in loco. La monetizzazione degli standards sarà destinata alla realizzazione delle aree a parcheggio pubblico previste nell’ambito di riferimento.

22.7 - In tutti i casi in cui si intervenga sul patrimonio edilizio esistente o ricostruito la superficie lorda minima degli alloggi (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’ intervento) non può essere comunque inferiore a mq. 60.00 lordi riferiti all’intervento.

22.8 - E’ consentita l’applicazione della L. R. n. 24 del 6/8/2001 con le seguenti prescrizioni:

a). – L’eventuale modifica dell’altezza di gronda dovrà avvenire sulla proiezione dei muri perimetrali della costruzione sottostante. b). – In caso di modifica delle altezze di gronda, dovranno essere demoliti eventuali cornicioni o marcapiano esistenti. c). – l’applicazione della legge deroga dai parametri di zona sulle altezze massime alla gronda.

Gli interventi di cui ai punti precedenti del presente articolo sono assentibili con titolo diretto così come previsto dal titolo III articoli 21, 23, 24 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

22.9 - Gli interventi di completamento si articolano nei lotti di intervento contraddistinti dalle lettere: B.11, B.12, B.13, B.14, B.15, B.16, B.17, B.18, B.20 e per ognuno di questi sono previsti i seguenti parametri e modalità operative:

98 LOTTO B.11

Intervento di completamento con nuovo edificio e recupero di struttura seminterrato sotto il livello stradale, in disuso. Per i nuovi edifici da realizzarsi in soprasuolo sono previsti i seguenti parametri: area del lotto mq. 4.836 superficie agibile complessiva mq. 1.360 altezza alla gronda m 6.20 numero dei piani n.2 distanza dai confini e dalle strade m 5.00 distanza dagli edifici m 10.00 RV < 4.6

La destinazione degli edifici in soprasuolo è residenziale e destinazioni a questa compatibili, mentre l’edificato esistente, in seminterrato, potrà avere destinazione ad autorimessa, magazzino o laboratorio artigiano per lavorazioni che non comportino attività rumorose o comunque moleste alla prevalente destinazione residenziale. La tipologia degli edifici è plurifamigliare e le unità immobiliari dei nuovi edifici dovranno avere la superficie lorda minima ( calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’intervento) non inferiore a mq 60.00 lordi. Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggi nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

L’intervento è assentibile con Permesso di Costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della Giunta Comunale dovrà contenere: - la realizzazione di una nuova strada di accesso alla parte alta del quartiere, da realizzare con lo spostamento dell’attuale viabilità, che sarà invece declassata e destinata a parcheggio (individuato dalla lettera P.40 all’interno del PUC) nella sistemazione finale;

- dovrà inoltre essere prevista la realizzazione del parcheggio lungo la provinciale e individuato nel PUC all’interno del lotto di intervento e dalla lettera P. 42

- Quota parte riferita alle volumetrie realizzate dei costi per la sistemazione con progetto di riqualificazione ambientale del sottopasso autostradale da concordare con la Civica Amministrazione.

Può anche non essere prevista la realizzazione diretta delle opere , nel qual caso devono essere monetizzati i costi relativi alla loro realizzazione. Sia l’esecuzione diretta che la monetizzazione sono previsti come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’Art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

99

LOTTO B.12

Intervento di completamento con nuovo edificio e recupero di struttura seminterrata sotto il livello stradale. Per l’edificio in soprasuolo sono previsti i seguenti parametri: area del lotto mq. 660 superficie agibile complessiva mq. 180 altezza alla gronda m. 6.20 numero dei piani n.2 distanza dai confini e dalle strade m 5.00 distanza dagli edifici m 10.00 RV <4,6

In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi. La destinazione degli edifici in soprasuolo è residenziale e destinazioni a questa compatibili, mentre l’edificato esistente, in seminterrato, potrà avere destinazione ad autorimessa, magazzino o laboratorio artigiano per lavorazioni che non comportino attività rumorose o comunque moleste alla prevalente destinazione residenziale. La tipologia degli edifici è plurifamigliare e le unità immobiliari dei nuovi edifici dovranno avere la superficie lorda minima ( calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’intervento) non inferiore a mq 60.00 lordi. Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggi nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

L’intervento è assentibile con Permesso di Costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della Giunta Comunale dovrà contenere:

- la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal Comune pari a 11.5 mq/abitante (assumendo 80 mc/abitante)

- quota parte riferita alle volumetrie realizzate dei costi per la sistemazione viaria e infrastrutturale delle aree a valle dell’autostrada, comprensivi della nuova viabilità di collegamento, della rotatoria e delle opere idrauliche di tombinatura necessarie.

Gli oneri stabiliti ai punti precedenti sono previsti come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

100 LOTTO B.13

Intervento di costruzione di nuovi edifici secondo i seguenti parametri: area del lotto mq 5.956 lotto minimo di intervento mq. 2.700 Indice di utilizzazione insediativa mq./mq 0,17 superficie agibile complessiva mq. 1.012 altezza alla gronda m 9.20 numero dei piani n.3 distanza dai confini e dalle strade m 5.00 distanza dagli edifici m 10.00 RV < 4,3

La destinazione del lotto è residenziale e destinazioni a questa compatibili. La tipologia degli edifici è plurifamigliare e le unità immobiliari dei nuovi edifici dovranno avere la sup. lorda minima (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati dall’intervento) non inferiore a mq 60 lordi. Devono inoltre essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggi parcheggi nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

L’intervento è assentibile con Permesso di Costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della Giunta Comunale dovrà contenere:

- la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal Comune pari a 11.5 mq/abitante (assumendo 80 mc/abitante)

- quota parte riferita alle volumetrie realizzate dei costi per la sistemazione viaria e infrastrutturale delle aree a valle dell’autostrada, comprensivi della nuova viabilità di collegamento, della rotatoria e delle opere idrauliche di tombinatura necessarie.

- La cessione ad uso pubblico e la sistemazione per il tratto di competenza del lotto della strada lungo il tracciato autostradale che collega la provinciale alle residenze esistenti nella zona agricola e di presidio ambientale in oggi prive di accessibilità da parte dei mezzi di soccorso.

- sistemazione ambientale dell’area a verde adiacente all’intervento ed identificata, nella scheda allegata alle presenti norme, dalla lettera F.27 attraverso la pulizia della zona boscata e la realizzazione di un sentiero di collegamento alla zona soprastante.

In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

101 LOTTO B.14

Intervento di completamento con la costruzione di un nuovo edificio con i seguenti parametri: area del lotto mq 2160 Indice di utilizzazione insediativa mq/mq 0,17 superficie agibile complessiva mq. 367 altezza alla gronda m 6,20 numero dei piani n. 2 distanza dai confini e dalle strade m 5,00 distanza dagli edifici m 10,00 RV <4,6

La destinazione del lotto è residenziale; la tipologia degli edifici è plurifamigliare e le unità immobiliari dei nuovi edifici dovranno avere la superficie lorda minima ( calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’intervento) non inferiore a mq 60.00 lordi. Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggio nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

L’intervento è assentibile con Permesso di Costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della Giunta Comunale dovrà contenere:

- la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal Comune pari a 11.5 mq/abitante (assumendo 80 mc/abitante)

- quota parte riferita alle volumetrie realizzate dei costi per la sistemazione viaria e infrastrutturale delle aree a valle dell’autostrada, comprensivi della nuova viabilità di collegamento, della rotatoria e delle opere idrauliche di tombinatura necessarie.

Gli oneri stabiliti ai punti precedenti sono previsti come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

102 LOTTO B.15

Intervento di completamento con la costruzione di un nuovo edificio con i seguenti parametri: area del lotto mq 1.637 Indice di utilizzazione insediativa mq/mq 0,17 superficie agibile complessiva mq 278 altezza alla gronda m 6,20 numero dei piani n. 2 distanza dai confini e dalle strade m 5,00 distanza dagli edifici m 10,00 RV < 4,3

La destinazione del lotto è residenziale; la tipologia degli edifici è plurifamigliare e le unità immobiliari dei nuovi edifici dovranno avere la superficie lorda minima (calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’intervento) non inferiore a mq 60.00 lordi.

Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggio nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

L’intervento è assentibile con Permesso di Costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della Giunta Comunale dovrà contenere: - la cessione e la sistemazione con caratteristiche di verde pubblico dell’area identificata dal PUC quale F30, derivante dalla copertura delle opere idrauliche di tombinatura del rio Casazza;

- il recupero delle volumetrie esistenti situate nella porzione di zona “B” satura, sarà attuato secondo modalità di accorpamento da concordarsi con la Pubblica Amministrazione. L’area identificata con al sigla “F30A”, sarà ceduta e sistemata con caratteristiche di verde pubblico a carico del soggetto proponente.

- quota parte riferita alle volumetrie realizzate dei costi per la sistemazione viaria e infrastrutturale delle aree a valle dell’autostrada, comprensivi della nuova viabilità di collegamento, della rotatoria e delle opere idrauliche di tombinatura necessarie.

- qualora non fosse possibile la realizzazione diretta delle opere, l’impegno a corrispondere, a semplice richiesta del Comune, la monetizzazione pro-quota dei costi previsti ai punti precedenti.

Gli oneri stabiliti ai punti precedenti sono previsti come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii. In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

103

LOTTO B.16

Intervento di costruzione di nuovi edifici secondo i seguenti parametri: area del lotto mq. 4.225 Indice di utilizzazione insediativa mq/mq 0,29 superficie agibile complessiva mq 1.225 altezza alla gronda m 9.20 numero dei piani n.3 distanza dai confini e dalle strade m 5.00 distanza dagli edifici m 10.00 RV < 4,6

La destinazione del lotto è turistica e prevede la realizzazione di una residenza turistico-alberghiera almeno a tre stelle. Tale destinazione è vincolante e non è ammessa la destinazione residenziale.

In base alla Legge Regionale n. 11/82 e successive integrazioni o modificazioni gli alberghi residenziali sono aziende turistiche che forniscono alloggio ai clienti in unità abitative costituite da una o più camere fornite di angolo cottura. L’albergo residenziale potrà essere aggregato secondo il tipo della residenza turistico-alberghiera ovvero disaggregato secondo il tipo del villaggio-albergo. I servizi comuni della residenza turistico alberghiera dovranno avere le caratteristiche dimensionali e qualitative di cui alla LR n. 11/1982. Nelle pertinenze esterne possono essere realizzate le seguenti attrezzature complementari: parcheggi all’aperto; piscina all’aperto; campi da tennis; altre attrezzature sportive. La dotazione minima di parcheggio da realizzarsi al coperto al coperto è di n. 1 posto auto per ogni camera maggiorata di n. 5 posti auto per il personale.

L’intervento è assentibile tramite permesso di costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della giunta comunale dovrà contenere:

- la cessione ad uso pubblico della strada di collegamento fra la provinciale e la variante all’Aurelia prevista dal PTR nel Comune di Borghetto S.S.. Comprensiva delle opere idrauliche di tombinatura e delle sistemazioni a verde pubblico (F.30) e parcheggio pubblico (P.44).

- la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal Comune pari a 11.5 mq/abitante (assumendo 80 mc/abitante)

- quota parte riferita alle volumetrie realizzate dei costi per la sistemazione viaria e infrastrutturale delle aree a valle dell’autostrada, comprensivi della nuova viabilità di collegamento, della rotatoria e delle opere idrauliche di tombinatura necessarie.

104 Gli oneri stabiliti ai punti precedenti sono previsti come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii. In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

A garanzia della puntuale e completa esecuzione delle opere di urbanizzazione che i soggetti attuatori si impegnano a realizzare, dovranno essere prodotte prima del rilascio del Permesso di Costruire, idonee garanzie cauzionali da prestarsi mediante fideiussioni. L’importo della garanzia sarà commisurato al costo delle opere di urbanizzazione, che i soggetti attuatori si impegnano a realizzare, quale risultante dai computi metrici e dagli elenchi dei materiali e dei prezzi allegati ai progetti esecutivi approvati dal Comune.

LOTTO B.17

Intervento di completamento con la costruzione di un nuovo edificio con i seguenti parametri: area del lotto mq 2.680 Indice di utilizzazione insediativa mq/mq 0,10 superficie agibile complessiva mq 268 altezza alla gronda m 6,20 numero dei piani n. 2 distanza dai confini e dalle strade m 5,00 distanza dagli edifici m 10,00 RV < 4,3

La destinazione del lotto è residenziale; la tipologia degli edifici è plurifamigliare e le unità immobiliari dei nuovi edifici dovranno avere la superficie lorda minima ( calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’intervento) non inferiore a mq 60.00 lordi. Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggio nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

L’intervento è assentibile con Permesso di Costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della Giunta Comunale dovrà contenere:

- la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal Comune pari a 11.5 mq/abitante (assumendo 80 mc/abitante)

- quota parte riferita alle volumetrie realizzate dei costi per la sistemazione viaria e infrastrutturale delle aree a valle dell’autostrada, comprensivi della nuova viabilità di collegamento, della rotatoria e delle opere idrauliche di tombinatura necessarie.

Gli oneri stabiliti ai punti precedenti sono previsti come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii. In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

106 LOTTO B.18

Intervento di completamento con la costruzione di un nuovo edificio con i seguenti parametri: area del lotto Indice di utilizzazione insediativa mq. 2.445 superficie agibile complessiva mq/mq 0,10 altezza alla gronda mq 244 numero dei piani m 6,20 distanza dai confini e dalle strade n. 2 distanza dagli edifici m 5,00 RV m 10,00 < 4,3

La destinazione del lotto è residenziale; la tipologia degli edifici è plurifamigliare e le unità immobiliari dei nuovi edifici dovranno avere la superficie lorda minima ( calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’intervento) non inferiore a mq 60.00 lordi. Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggio nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008)

L’intervento è assentibile con Permesso di Costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della Giunta Comunale dovrà contenere:

- la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal Comune pari a 11.5 mq/abitante (assumendo 80 mc/abitante)

- quota parte riferita alle volumetrie realizzate dei costi per la sistemazione viaria e infrastrutturale delle aree a valle dell’autostrada, comprensivi della nuova viabilità di collegamento, della rotatoria e delle opere idrauliche di tombinatura necessarie.

Gli oneri stabiliti ai punti precedenti sono previsti come quota aggiuntiva al contributo di costruzione di cui all’art. 38 della Legge Regionale 6 giugno 2008, n. 16 e ss. mm. e ii.

In fase progettuale saranno comunque ammesse modeste variazioni di perimetro delle aree di competenza se motivate da esigenze di accessibilità e coerenza distributiva, purchè non modifichino la superficie complessiva delle aree a servizi.

107 LOTTO B.20

Intervento di ricomposizione come definito dall’art. 22.4 comportante la demolizione completa e la ricollocazione all’interno della proprietà di appartenenza dei volumi esistenti con i seguenti parametri: area del lotto mq. 2.448 indice fondiario - volume realizzabile esistente altezza alla gronda mt. 9,20 numero dei piani n. 3 distanza dai confini e dalle strade mt. 5 distanza dagli edifici mt. 10 RV < 4,6

La destinazione del lotto è residenziale; la tipologia degli edifici è plurifamigliare e le unità immobiliari dei nuovi edifici dovranno avere la superficie lorda minima ( calcolata come media delle superfici di tutti gli alloggi interessati all’intervento) non inferiore a mq 60.00 lordi. Devono essere previsti locali e spazi liberi destinati ad autorimesse o parcheggio nella porzione minima di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008).

L’intervento è assentibile con Permesso di Costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della Giunta Comunale dovrà contenere:

- la monetizzazione relativa alla cessione e realizzazione di infrastrutture secondarie che verranno realizzate dal Comune pari a 11.5 mq/abitante (assumendo 80 mc/abitante)

- il mantenimento del passaggio pedonale per una larghezza pari ad almeno metri due, in prossimità del confine di levante verso Via Case Sparse.

22.10 – La tipologia insediativi tiene conto del carattere urbano del quartiere e la ricostruzione degli edifici, così come i nuovi insediamenti non hanno prescrizioni particolari rispetto ai materiali da utilizzare; deve però essere garantita la loro finalizzazione all’innalzamento della qualità architettonica e debbono avvenire all’insegna di composizioni volumetriche semplici. Particolare attenzione deve essere posta nella sistemazione delle aree libere che oggi presentano elementi di disordine ambientale diffuso, con aree marginali incolte, recinzioni, terrazzamenti, strade di servizio private, etc.

22.11 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.6 – Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate, ed alla scheda relativa: scheda 2 “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Ambito di Riqualificazione delle Aree Edificate”.

108 A garanzia della puntuale e completa esecuzione delle opere di urbanizzazione che i soggetti attuatori si impegnano a realizzare, dovranno essere prodotte prima del rilascio del Permesso di Costruire, idonee garanzie cauzionali da prestarsi mediante fideiussioni. L’importo della garanzia sarà commisurato al costo delle opere di urbanizzazione, che i soggetti attuatori si impegnano a realizzare, quale risultante dai computi metrici e dagli elenchi dei materiali e dei prezzi allegati ai progetti esecutivi approvati dal Comune.

109 SCHEDA Ambito di riqualificazione della zona edificata non storica Loc. Rive

110 Art. 23 - Ambito di Riqualificazione del Territorio di Presidio Ambientale

23.1 – L’ambito è costituito da quella parte di territorio che si sviluppa come connettivo tra i diversi nuclei edificati. Le aree che ne fanno parte hanno mantenuto caratteristiche agrarie ed in alcune sue parti viene ancora svolta un’attività agricola marginale. È considerata area “strategica” per il mantenimento dei caratteri paesaggistici.

23.2 - Le destinazioni urbanistiche ammesse sono: la residenza ed i manufatti per ricovero attrezzi collegati al mantenimento delle colture.

23.3 – l’ambito è suddiviso in cinque sottoambiti che corrispondono a sistemi ambientali omogenei; per ogni sottoambito il PUC individua le aree insediabili e le aree non insediabili distinte nella cartografia e nella scheda allegata alle presenti norme con apposito segno grafico.

23.4 – Tutte le aree dell’ambito sia insediabili che non, sono previste con indice di edificabilità pari a mq/mq 0,01. E’ previsto il trasferimento dell’indice solo all’interno del sottoambito dalle aree non insediabili a quelle insediabili, con concentrazione minima di volume per intervento pari a mq. 70 e concentrazione massima di volume per intervento pari a mq. 140

23.5 – al fine di mantenere il carattere sparso degli interventi consentiti all’interno delle aree insediabili dei sottoambiti:

- per ogni intervento è richiesto un lotto minimo di aree contigue di mq 4000,

- la distanza minima dalle costruzioni esistenti e fra i nuovi interventi dovrà essere pari a m.l. 60

- si procederà alla revisione del PUC al raggiungimento del 50% del volume edificabile per ciascun Ambito di Presidio

23.6 – ogni intervento potrà realizzare un manufatto di servizio per ricovero attrezzi con superficie non superiore a mq 6,00 e con altezza alla linea di gronda di m 2.50. Tale manufatto non potrà essere contiguo né alla residenza né ad eventuali interrati.

23.7 – per la realizzazione degli edifici residenziali sono previsti i seguenti parametri: area minima del lotto mq. 4.000 Indice di utilizzazione insediativi mq/mq 0,01 superficie agibile complessiva mq. 140 altezza alla gronda m. 6.20 numero dei piani n. 2 distanza dai confini e dalle strade m. 10.00 distanza dagli edifici m. 60.00

111 RV zona –MA di PTCP < 4,3 RV altre zone di PTCP < 4,6

23.8 – la tipologia degli insediamenti è prevista con edifici mono e bi- famigliari ; la superficie lorda minima di ogni unità immobiliare non può essere inferiore a mq. 70 (calcolata come media delle superfici dei due alloggi interessati all’intervento).

23.9 – è ammessa la realizzazione di locali interrati, limitati alla superficie dell’edificio soprastante, da destinare a parcheggio e locali accessori alla residenza.

23.10 – gli interventi di nuova costruzione sono assentibili con permesso di costruire convenzionato; l’atto di convenzione di approvazione della giunta comunale dovrà contenere:

- la conservazione, il ripristino ed il mantenimento dei muri a secco di tutti i mappali asserviti - il mantenimento delle colture in atto su tutti i mappali asserviti - la pulizia e la coltivazione delle zone boscate esistenti - la regimentazione delle acque ed il mantenimento della viabilità rurale per l’accessibilità ai lotti asserviti - adeguate garanzie fideiussorie al mantenimento degli impegni assunti - la tipologia di interventi selvicolturali ammissibili per la coltivazione delle zone boscate esistenti.

23.11 – sugli edifici esistenti all’interno di tale ambito sono consentiti gli interventi previsti al titolo II artt. 6, 7, 8, 9, 10 della Legge Regionale 06.06.2008, n. 16 e ss. mm. e ii mediante titolo diretto sia di denuncia di inizio attività che di Permesso di Costruire così come previsto dalla stessa legge. È prevista, per adeguamento igienico-sanitario, la possibilità di un aumento del 15% delle superfici lorde degli alloggi fino a mq 60, e un aumento del 10 % per gli alloggi oltre i mq 60.

23.12 – i manufatti esistenti all’interno di questo ambito possono effettuare il cambio di destinazione a favore della destinazione dell’ambito stesso se soddisfano i parametri di zona e sottoscrivono la convenzione prevista per i nuovi interventi al punto 22.10 di questo articolo. In questo ambito è consentita l’edificazione delle serre, intese nei termini di cui all’art. 1 della L.R. n. 17/1976 con le prescrizioni di cui all’art. 11.7 delle presenti Norme (ambito di conservazione delle zone agricole)

23.13 – nel sub-ambito n.5 è consentita la realizzazione di un parco tematico finalizzato alla conoscenza degli animali da cortile di iniziativa privata, individuato nella cartografia di PUC e nella scheda allegata alle presenti norme da apposito segno grafico. All’interno dell’area oggetto del parco tematico è consentita la sola costruzione dei ripari per gli animali per una superficie pari al 20% dell’intera area e con manufatti di altezza massima alla gronda di m 2,50.

112 È consentita la realizzazione di un chiosco con annessi servizi igienici, della superficie massima di mq 20 ed altezza alla gronda di m 3,00. I manufatti dovranno essere realizzati in pietra o in legno. L’intervento è assentibile con Permesso di Costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della giunta comunale dovrà contenere: - il vincolo all’uso consentito dei manufatti - la demolizione dei manufatti stessi in caso di dismissione del parco con ripristino dei luoghi. La realizzazione delle previsioni non dovrà interessare le aree del SIC. Hanno altresì valore di prescrizioni le indicazioni di cui all’art.3.3 della valutazione di incidenza del SIC.

23.14 – la tipologia insediativa finalizzata al mantenimento delle caratteristiche rurali del territorio interessato deve prestare massima cura all’inserimento ambientale, devono essere realizzati edifici che si rifanno a principi di composizione architettonica elementari derivanti dalla tradizione contadina tipica di luoghi. I volumi degli edifici dovranno essere articolati in parti tali da seguire l’andamento del terreno, senza sensibili modifiche delle quote preesistenti, le altezze dei vari corpi di fabbrica dovranno essere variamente scomposti in modo da seguire ed interpretare i profili naturali. Dovranno essere utilizzati principi di composizione architettonica elementare derivanti dalla tradizione contadina tipica dei luoghi, con unità immobiliari su uno o due piani, collegamenti verticali con scale a rampa singola, copertura con tetto a falde in tegole marsigliesi e con l’utilizzo di materiali primari quali pietra, cotto, legno e intonaci a calce. L’obiettivo non deve essere la produzione di un modello acritico di architettura vernacolare, ma una reinterpretazione in chiave attuale dei canoni compostivi che hanno dato origine agli insediamenti residenziali nel territorio di riferimento. Particolare riguardo deve inoltre essere riposto nella sistemazione e nel riordino degli spazi di pertinenza degli edifici, che attualmente e presentano in maniera diffusa e disordinata opere di varia natura (recinzioni, terrazzamenti, strade di servizio private, etc.) 23.15 – L’Ambito in questione - caratterizzato da fenomeni di rinaturalizzazione spontanea e, conseguentemente, da aree che presentano sintomi di abbandono del tipo agro-silvo-pastorale nonché di marginalità - presenta tuttavia “parametri” indicativi di una futura riqualificazione del territorio locale sotto i diversi profili di tipo ecologico- ambientale, paesaggistico e turistico-economico, con riguardo anche alle attività agricole di carattere marginale. Infatti, tale Ambito, per le porzioni relative al sub- ambito n. 1 e n. 5 (rispettivamente confinanti con l’Ambito di conservazione del territorio non insediabile montano e con l’Ambito di conservazione del territorio non insediabile del Parco Territoriale e urbano della Pineta Marini), si sovrappone, appunto parzialmente, al pSIC “Monte Ravinet-Rocca Barbena”. La parte del sub-ambito n.1, ricadente sul pSIC (località Vallone fino al nucleo Berruti), risulta contraddistinto da aree a oliveto coltivato e da altri coltivi e , da oliveti abbandonati, da vegetazione arbustiva (specie dominante “Ae”: Altre eriche, quali Erica carnea , E. cinerea , E. scoparia , E. multiflora ), da ceduo semplice misto (specie dominante “Oc”: Ostrya carpinifoglia o Carpino nero) e da individui isolati di resinose (conifere); è soggetto, altresì, al vincolo idrogeologico, paesistico e a quello dell’area carsica.

113 Mentre, per il sub-ambito n.5 (in prossimità circa della vallata del rio Carre tra Losano e Morteo, località sempre ricadenti all’interno del suddetto pSIC) si individuano ancora oliveti coltivati ed abbandonati, vegetazione arbustiva e Ceduo semplice misto (specie dominante “Oc”: Ostrya carpinifoglia o Carpino nero e “Qc”: Quercus cerris o Cerro). In tal senso, per le indicazioni sotto il profilo ecologico-ambientale si rimanda alle azioni di tutela per gli habitat e specie esistenti descritte in occasione dell’Ambito di conservazione del territorio non insediabile montano (art. 12 - punto 12.4), ai fini della valorizzazione delle aree nel loro insieme (in linea con l’obiettivo di Piano). Invece, per quanto riguarda la disciplina dell’assetto vegetazionale, oltre alle indicazioni riportate all’art. 12 (punto 12.5), occorre avviare innanzitutto interventi mirati da un lato al ripristino/recupero delle aree agricole ora in evidente stato di abbandono (in particolar modo gli oliveti, ma anche gli ex coltivi di ogni tipologia) e colonizzati da parte della vegetazione autoctona (soprattutto di tipo arbustivo); dall’altro al potenziamento di quelle colture ancora esistenti, anche con colture alternative, a fini prettamente paesaggistici-ambientali (mantenimento di un equilibrio tra colline e nuclei abitati e valorizzazione della funzione paesistica dei terrazzamenti a oliveto che caratterizzano fortemente il paesaggio dell’immediato entroterra ligure) e per conseguire un livello migliore di fruizione in termini produttivi-economici. E’ necessario, quindi, provvedere: al recupero delle fasce terrazzate; al ripristino delle strade di accesso agli spazi agricoli; all’installazione di opere antincendio (fasce di protezione); alla regimazione delle acque meteoriche; alla realizzazione di capanni per gli attrezzi da lavoro (di cui all’art. 23.6) utilizzando materiali a scopo di tutela del territorio e consoni all’ambiente; al rifacimento dei muretti a secco; alla sistemazione sotto il profilo forestale/arbustivo (manutenzione della copertura vegetazionale esistente; interventi sulle aree percorse dal fuoco; regolamentazione del pascolo; regolamentazione del taglio degli arbusti tipici della macchia; potature ed innesti per gli oliveti; eliminazione delle specie vegetali infestanti); al riordinamento e pulizia dei sentieri agricoli/naturalistici di collegamento. Inoltre, per il sub-ambito n.5, su cui è prevista la realizzazione di un parco tematico a scopo didattico, è opportuno evitare l’inquinamento delle falde acquifere tramite prodotti e reflui zootecnici, con il conseguente sversamento di sostanze azotate nel suolo e sottosuolo. L’intervento edilizio dovrà essere effettuato con particolare cura, ai fini del proprio inserimento ambientale e paesaggistico sul territorio.

23.16 - Aggiornamento o variante di piano. Al raggiungimento del terzo anno dall’approvazione del PUC e comunque al raggiungimento del 50% della volumetria ammessa nell’ambito la Civica Amministrazione deve procedere ad una verifica delle norme di questo articolo ed agli effetti sul territorio da queste prodotte soprattutto sotto il profilo delle urbanizzazioni e degli effetti sul paesaggio mediante aggiornamento o variante di piano ex art. 43/44 della LR 36/97. La verifica potrà consentire di decidere se confermare l’applicazione delle norme qui previste o procedere a motivate modifiche ritenute migliorative per il mantenimento dei caratteri paesaggistici dell’ambito. 23.17 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.4 – Ambit1 di Riqualificazione del Territorio di Presidio Ambientale, ed alla scheda relativa: “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e ambiti Riqualificazione Presidio Ambientale ”.

114 SCHEDA Ambito di Riqualificazione del Territorio di Presidio Ambientale

115 Cap. V – DISCIPLINA DEI DISTRETTI DI TRASFORMAZIONE

Art. 24 – Distretto di trasformazione del TRZ ex cava Segiunà

24.1 -Dalla riperimetrazione delle aree classificate TRZ dal PTCP regionale e dall’attuale PRG, con l’esclusione delle aree coltivate ad olivi di grande pregio paesaggistico-ambientale, che sono state annesse al contiguo Ambito di Riqualificazione del Territorio non Insediabile di Presidio Ambientale. Il Distretto di Trasformazione così ridefinito comprende il sedime della ex cava Segiunà dismessa da oltre 20 anni. La variante del perimetro del TRZ è riportata nella cartografia del PUC e nella scheda allegata alle presenti norme. L’intera area si estende per circa 77.000 mq con proprietà sia di privati che della Civica Amministrazione.

24.2 – le destinazioni urbanistiche dell’area sono a parco urbano per la porzione interessata dalla ricomposizione del fronte cava e residenziale per il recupero dei volumi con sistemazioni di area ed aree a verde attrezzato ed a parcheggio per l’ex piazzale di cava.

24.3 – il distretto si attua attraverso un unico PUO (progetto urbanistico operativo) di iniziativa privata o pubblica o mista, ai sensi degli artt. 50 e 51 della Legge Urbanistica LR n. 36/97 .

Il PUO redatto secondo le indicazioni contenute nello studio di fattibilità redatto dalla civica amministrazione e confermato nelle presenti norme dovrà prevedere a carico dei soggetti attuatori:

1 – ricomposizione del fronte cava tramite colmata di inerti, e sistemazione a parco delle aree così ottenute. 2 – recupero dei volumi esistenti di mc 4700 con un aumento del 20% per un totale di mc 5640. il recupero può avvenire solo con la demolizione e ricostruzione dei volumi con tipologia a nucleo sul piazzale dell’ex cava. 3 – opere viarie: a) nuova accessibilità al nucleo Berruti, che oggi avviene attraverso l’innesto a gomito dalla viabilità principale pericoloso per la mancanza di visibilità e per raggio di sterzata insufficiente. b) Nuovo innesto con via S: Paolo che costituisce la strada a cornice, percorso storico e panoramico che oggi si innesta in curva con una stretta rampa a forte pendenza. c) Collegamento dell’attuale pista sterrata esistente con la previsione della nuova strada che dovrà essere realizzata per la sistemazione del fronte di cava. d) Collegamento del nuovo percorso con la viabilità sterrata esistente a mote della cava, costituita dai percorsi storici di fruibilità della zona montana.

116 4 – cessione e sistemazione a verde attrezzato ed a parcheggi delle aree in prossimità del nucleo storico della superficie minima di mq 700. 5 – in aggiunta alla previsione della dotazione di parcheggi privati minima, in misura di cui alla legge 122/89 e succ. mod. dovrà essere prevista nelle aree di pertinenza dei nuovi edifici un’area minima destinata a parcheggio di uso pubblico per una superficie totale minima di mq 500.

24.4 – Tale Distretto identifica un’area fortemente antropizzata per la cessata attività estrattiva della cava (classificata ai sensi della Carta dei popolamenti forestali “area nuda”), ossia un’area dequalificata sotto il profilo paesaggistico, ecologico, geomorfologico, idrogeologico e vegetazionale, che necessita di una opportuna riqualificazione per diminuire l’impatto visivo e per la realizzazione di attività eco- turistiche/ricettive. Tuttavia, il sito dismesso ricade all’interno dell’area a pSIC (“Monte Ravinet- Rocca Barbena”), per cui le operazioni di sistemazione e messa in sicurezza del fronte di cava (come previsto dal Piano) dovranno, in tal senso, “restituire” le ottimali condizioni per l’insediamento e la conservazione delle specie animali/vegetali e la riqualificazione degli habitat naturali, e riprendere quelle connessioni/relazioni ecologiche, utili per lo scambio di materiale genetico fra le diverse specie presenti all’interno di tutto il pSIC nonché nel SIC “Monte Carmo-Monte Settepani” (estesi, quindi, all’intero Ambito montano). Per la parte di ex cava inclusa nel pSIC (il fronte di cava), valgono – sotto l’aspetto ecologico-ambientale - le azioni previste nell’Ambito di conservazione del territorio non insediabile montano (art. 12 - punto 12.4), a tutela e salvaguardia delle emergenze faunistiche e floristiche rilevate in tale pSIC (strategia di conservazione mirata a popolazioni, biocenosi, ecosistemi e processi ecologici), azioni finalizzate sia a garantire la rigenerazione/ripresa ecologica e la riproduzione delle risorse ambientali, sia il risanamento paesaggistico-naturale del territorio boissanese. Circa gli interventi di carattere vegetazionale anche in tal caso, oltre a quelle riportate all’art. 12 (punto 12.5),, per realizzare il recupero dell’area vengono espresse le seguenti indicazioni: effettuare programmi di rimboschimento tramite l’individuazione di piante pioniere in grado di sopravvivere su terreni impoveriti (per gli usi antropici del suolo) ed esposti a forte irraggiamento solare dovuto alla scarsa copertura arborea, siccità prolungata nel periodo estivo, sbalzi di temperatura, chimismo alterato del suolo; coinvolgere, quindi, specie vegetazionali verso forme ecologicamente più adatte, più mature, facendo attenzione alle possibilità di rinnovamento di specie di particolare importanza; in tal modo, ricostituire gli habitat caratterizzati da un alto valore biologico (tramite specie arboree, erbacee ed arbustive tipiche del luogo e ad elevato valore eco- biologico); favorire tutti quegli interventi atti al recupero degli spazi incolti per ottenere migliori assetti paesaggistici e livelli di fruibilità ambientale; ripristinare le aree percorse dal fuoco e realizzare strutture di difesa antincendio; effettuare la regimazione delle acque, considerando che l’area è soggetta al vincolo carsico, per cui evitare fenomeni di inquinamento idrico e/o erosione (nell’ambito del progetto di sistemazione del fronte di cava); ripristinare e mantenere i percorsi di interesse paesaggistico- ambientale di collegamento (tramite la creazione della strada lungo la colmata in terra del fronte) e di integrazione con le aree circostanti contraddistinte da buoni valori territoriali (Ambito montano, Pineta Marini, presidi ambientali, trattati precedentemente), per sostenere gli itinerari di interesse bionaturalistico (conoscenza

117 delle emergenze e risorse ambientali; strada tematica del vino, dell’olio; promozione dei prodotti tipici locali) e storico-locale (nuclei storici, borgate). L’obiettivo prioritario – concretizzato tramite l’intervento di sistemazione della cava e della viabilità a valle del piazzale cava - diviene, quindi, il potenzaimento del recupero naturalistico spontaneamente avviato e il consolidamento di una buona qualità naturale-paesaggistica a partire da uno spazio degradato, poiché sul territorio è presente un ricco patrimonio floro-faunistico e bio-naturalistico (S.I.C.; area carsica) da valorizzare altresì a fini ricettivi-turistici, attraverso percorsi tematici, tracciati pedonali, MTB, cavallo ed infrastrutture/attrezzature specifiche per il turismo naturalistico e per ampliare le possibilità di fruizione del sistema ambientale nel suo complesso. Il progetto di riqualificazione dovrà essere sottoposto a valutazione d’incidenza accurata.

24.5 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.7 – Distretti di Trasformazione, ed alla scheda relativa: scheda “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Distretti di Trasformazione”.

118 SCHEDA Distretto di trasformazione del TRZ ex cava Segiunà

119 Art. 25 – Distretto di trasformazione Zona Artigianale D1

25.1 – Il distretto è costituito dalle aree classificate dal PRG vigente “D1 artigianale” interessato da SUA adottato e dalle aree sulle quali è previsto un nuovo intervento produttivo legato alla produzione e promozione dell’olio d’oliva. Territorialmente il Distretto è collocato ai confini con il Comune di Toirano in Località Marici.

25.2 – Le destinazioni urbanistiche ammesse sono: attrezzature per la produzione artigianale e della piccola industria, magazzini e depositi, uffici e laboratori, abitazioni del custode o proprietario, impianti tecnologici.

25.3 – Il PUC conferma i contenuti del SUA adottato con delibera n. 4 del 19/02/2004 e ripropone quindi i parametri in esso contenuti e precisamente: superficie totale delle aree mq. 12.700 superficie edificabile 1/3 area mq 4.233 volume abitazioni mc 1.417,97 altezza massima edifici m 10,00 distanza dai confini e dalle strade m 10,00 distanza tra i fabbricati m 20,00 distanza linee ad alta tensione m 10,00 distanza linea a servizio FFSS m 6,00 RV <4,6

- L’edificazione di alloggi è consentita per un massimo di 500 mc di edilizia residenziale per 1500 mq di superficie coperta edificata. Tali alloggi non potranno essere alienati separatamente dall’attività produttiva.

- È prevista la sistemazione delle aree attrezzate a parcheggi e aree verdi di cui all’art. 5 DM 1444/68 comma 1 (10% aree edificate) per una superficie minima di mq 427,2.

- Vengono anche confermati i contenuti della bozza di convenzione e le modalità per il rilascio dei permessi di costruire in essa contenuti.

- Nella stesura finale dell’atto convenzionale dovrà essere inserita la clausola di uso pubblico della viabilità di accesso all’area dalla nuova strada prevista in ingresso dal Comune di Toirano con la previsione della possibilità di innesto su tale tracciato della viabilità di servizio alla rimanente parte del distretto.

120 25.4 – l’intervento di nuova previsione individuato nella cartografia del PUC e nella scheda allegata alle presenti norme con apposito segno grafico ed alla lettera D1.2 e destinato alla produzione e divulgazione dell’olio d’oliva, è normato dai seguenti parametri: superficie dell’intervento mq. 10.660 superficie coperta per attività produttiva mq. 1.500 superficie destinata alla commercializzazione mq. 300 superficie residenziale abitazione custode mq. 60,00 altezza massima alla gronda mt. 7,00 distanza dai confini mt. 10,00 distanza dai fabbricati esterni al lotto mt. 10,00 RV < 4,60 nelle aree interessate devono essere reperiti gli spazi di cui al DM 1444/68 ( 10% delle aree di intervento) da destinare al area verde e parcheggi pubblici. In aggiunta, per le volumetrie commerciali e residenziali si dovranno prevedere i parcheggi privati di mq. 35 ogni 100 mq. di superficie agibile (SA) (comma 1 art. 19 L.R. 16/2008) ed i parametri di cui all’art. 8 e punto 8.1 delle presenti norme. - È consentita la realizzazione di volumi interrati rispetto agli edifici in soprassuolo per una eccedenza rispetto al loro perimetro di m 3. tali volumi saranno destinati a parcheggi e/o deposito con l’esclusione di qualunque attività che prevede la permanenza continuativa delle persone. - È consentita la realizzazione di tettoie a sbalzo aperte totalmente sui tre lati con sporgenza massima di m 1,50 a condizione che siano integrate alla tipologia architettonica. Le tettoie con sporgenza superiore a m 1,50 saranno conteggiati come superficie coperta e dovranno necessariamente essere indicati all’interno dell’ingombro planivolumetrico. - È consentita la realizzazione di due corpi di fabbrica, uno a destinazione produttiva e l’altro a destinazione commerciale e residenziale. - L’intervento è assentibile tramite Permesso di Costruire convenzionato e l’atto di convenzione di approvazione della giunta comunale dovrà contenere la realizzazione della viabilità di accesso all’area attraverso una nuova strada collegata alla viabilità del contiguo insediamento artigianale.

25.4 – Per quanto attiene le prescrizioni di carattere geologico inerenti l’area di intervento, si rimanda alle norme geologiche di attuazione, ed in particolare al capitolo B.7 – Distretti di Trasformazione, ed alla scheda relativa: scheda “Incrocio tavola suscettività al dissesto geomorfologico e Distretti di Trasformazione”.

121 SCHEDA Distretto di trasformazione Zona Artigianale D1

122 Cap. VI – DISCIPLINA DELLE INFRASTRUTTURE E DEI SERVIZI PUBBLICI E DI USO PUBBLICO

Art. 26 – Zone di interesse comune – zona IC

Le zone di interesse comune sono individuate nella cartografia di piano da apposito segno grafico e riguardano le attrezzature: religiose, amministrative, per pubblici servizi e gli spazi ad esse pertinenti. Per tali aree non sono previsti interventi di nuova realizzazione in quanto le strutture esistenti sono ritenute adeguate al fabbisogno.

Art 27 – Attrezzature per l’istruzione – zona I

Le zone destinate alle strutture scolastiche sono individuate nella cartografia del PUC da apposito segno grafico. Viene recepito per queste aree il progetto adottato con delibera del Consiglio Comunale n. 5 del 19/01/2004. Tale progetto, che costituisce variante al PRG vigente, sarà approvato con l’iter previsto dalle conferenze servizi il cui atto d’impulso è stabilito dalla sopraccitata delibera. Il progetto di cui sopra risponde adeguatamente sia al cresciuto fabbisogno scolastico che al fabbisogno di strutture sportive coperte prevedendo anche una palestra.

Art. 28 – Aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport – Aree F e Aree S

28.1 – Area destinata a pista di atletica in località Marici. Il completamento della struttura potrà realizzare solo i volumi strettamente connessi al suo uso. Particolare cura dovrà essere posta nella sistemazione delle aree circostanti con piantumazioni di essenze locali.

28.2 – Le aree a verde attrezzato sono individuate con apposito segno grafico nella cartografia del PUC e nelle singole schede dei diversi ambiti allegate alle presenti norme e dalla lettera F seguita dalla numerazione di individuazione delle singole aree. - Le zone a verde pubblico sono destinate alla conservazione ed alla creazione di giardini, di aree per attività di gioco per bambini e zone ludico-ricreative. - In tali aree dovrà essere posta particolare cura alla manutenzione ed al ripristino della vegetazione esistente, la messa a dimora di piantagioni conformi alle essenze esistenti nelle aree contermini; i passaggi pedonali e le aree di sosta con attrezzature minime da parco (panchine, spazi, giochi per bambini) verranno realizzati nel pieno rispetto della vegetazione e dell’ambiente. - In tali aree è consentita l’installazione di tensostrutture e/o manufatti anche prefabbricati di pertinenza dell’area.

123 - È consentita la costruzione di chioschi con annessi servizi igienici con le seguenti dimensioni: superficie massima mq 20 ed altezza alla gronda m 3,00. - I servizi di cui ai punti precedenti possono essere realizzati e gestiti dal Comune e /o dai privati mediante atto di convenzione con l’ente pubblico.

Art. 29 – Parcheggi pubblici - aree P

Il PUC individua con particolare segno grafico e con la lettera P, seguita da numerazione progressiva in tutti gli ambiti, i parcheggi pubblici. In tutte le aree così contraddistinte è possibile consentire la realizzazione di parcheggi privati interrati tramite convenzionamento che preveda la cessione e la sistemazione a parcheggio pubblico del soprasuolo.

Anteriormente all’attuazione di ogni singolo intervento, è necessario uno studio di assieme, concertato e ratificato dalla Provincia, che verifichi: - fabbisogni di sosta generali da soddisfare, - la quota di posti auto che devono necessariamente trovare accesso dalla viabilità provinciale, - le modalità di accesso a tali aree di nuova realizzazione.

Si precisa inoltre che tali aree per la sosta veicolare potranno interessare la viabilità provinciale solamente con limitati accessi puntuali ed attentamente disegnati in termini di geometria e comunque preventivamente concordati con l’Amministrazione Provinciale.

Art. 30 – Area a servizi di interesse generale – area IG

L’area a servizi di interesse generale è costituita dalle aree interessate dall’invaso irriguo per le quali il PUC prevede le opere di completamento contenute nel progetto di cui alla delibera n.40 del 05/05/2004 che ha ottenuto il nullaosta di legge per tali opere. Per queste aree con elaborato separato ed allegato alla presente normativa è stata redatta verifica di congruità con il SIC all’interno del quale ricade. Per quanto riguarda la realizzazione della rete di distribuzione dell’impianto irriguo, dovranno essere prodotti gli approfondimenti conoscitivi richiesti dall’Ufficio Tutela Biodiversità della Regione Liguria nelle osservazioni allegate al PUC, nella forma di una apposita valutazione di incidenza.

Art. 31 – Zona cimiteriale

31.1 – Nella zona cimiteriale valgono le norme vigenti in materia. La zona di rispetto attorno al cimitero è di 50 m salvo altro provvedimento formale della competente autorità, in particolare il TU Leggi Sanitarie n. 1265/1934 nonché DPR n. 285/90.

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31.2 – Interventi di ristrutturazione o di nuova costruzione delle tombe gentilizie e di famiglia: - la ristrutturazione delle tombe esistenti deve attenersi agli elementi architettonici preesistenti e garantire il mantenimento sia dei materiali che del disegno stilistico originario. Sono vietate sovrapposizioni con decori simbolici di fattura standardizzata. Eventuali opere decorative dovranno essere sottoposte al parere preventivo della commissione edilizia. - I nuovi interventi dovranno avere dimensioni tali da armonizzarsi con i manufatti esistenti ( altezza, rapporto di superficie coperta del lotto, volume). Il disegno architettonico dovrà essere semplice, senza paramenti particolari o forme stravaganti. Le distanze tra i vari manufatti dovranno essere concordate con l’amministrazione competente. - I materiali di rivestimento dovranno evitare marmi e graniti con colori riconducibili alla tradizione locale e le decorazioni dovranno essere essenziali.

Art. 32 – Viabilità

32.1 – le zone destinate alla viabilità comprendono sedimi di strade pubbliche e fasce di rispetto stradale. Le indicazioni del PUC relative alla definizione di tracciati e delle tipologie delle sedi stradali di progetto, ovvero delle sedi stradali esistenti da ampliare o modificare, hanno carattere sostanzialmente indicativo per cui, in sede di progettazione esecutiva, potranno subire modifiche tecniche, planimetriche ed altimetriche nell’ambito delle pertinenti fasce di rispetto.

Le fasce di rispetto delle strade esistenti e di progetto rappresentate negli elaborati di PUC possono essere oggetto di localizzazione di sedi viarie e loro pertinenze ed accessori senza necessità di modifica al Piano, né di attivazione delle procedure di cui al titolo II capo II del T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità (D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 e s.m.i.). Le fasce di rispetto sono individuate ai sensi del Codice della Strada e del relativo regolamento, ovvero, ove ancora applicabile, del D.M. n. 1404 del 1968, e delle pertinenti previsioni del P.U.C.. nel caso di fasce di rispetto relative a strade non ancora esistenti e di cui sia prevista la futura realizzazione anche la previsione di cui al precedente comma perde automaticamente efficacia trascorsi cinque anni dall’efficacia del PUC o di sua modifica che prevede la nuova sede viaria ai sensi e per gli effetti dell’art. 9, comma 2, del citato T.U. espropriazioni.

Si prescrive che tutti gli innesti della viabilità di progetto sulla S.P.25 non generino conflitti e condizioni d’insicurezza sulla strada provinciale, anzi debbano integrarsi funzionalmente con l’esistente sia dal punto di vista delle geometrie che dei parametri di visibilità. Si precisa inoltre che le caratteristiche tecniche e prestazionali delle intersezioni dovranno essere preventivamente concordate con l’Amministrazione Provinciale.

125 32.2 – Le larghezze delle sedi stradali dovranno essere comprese nei seguenti limiti: - strade comunali da m 4,50 a m 7,00 - strade interpoderali m 3,00 (si rimanda all’art. 14 della L.R. 4/1999 per le modalità di realizzazione e di manutenzione delle strade forestali).

32.3 – lungo i tracciati viari interpoderali e forestali possono essere previsti ad intervalli appositi spazi di manovra atti a consentire il transito dei veicoli nei due sensi di marcia opera una sezione massima comprensiva della strada pari a m 5,00 . il manto di copertura di tali strade salvo i casi giustificati dalla particolare conformazione del tracciato ( pendenza, tortuosità, etc.) non può essere di tipo cementizio o bituminoso continuo, ma deve limitarsi ad un trattamento superficiale antipolvere.

Art. 33 – Percorsi escursionistici

Si tratta di percorsi esistenti prevalentemente su antichi tracciato da salvaguardare e valorizzare. Tali percorsi dovranno essere valorizzati nel loro tracciato originario, conservati all’uso pedonale secondo i materiali tradizionali. Si prevede la loro conservazione nel rispetto dei valori tipologici originari e della continuità dell’itinerario. Per quanto riguarda i percorsi di interesse panoramico occorre tenere conto dell’esigenza di inserimento ambientale, evitando la messa in opera di soluzioni palesemente antiestetiche di confine stradale quali i guardrail sostituendoli con paletti in pietra, staccionate in legno o piantagione di siepi.

126 Piano Urbanistico Comunale

- approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 17 del 15.03.2007 e successiva deliberazione di C.C. n. 50 del 12.09.2007, assunta ai sensi del comma 7 art. 40 della L.R. 36/97, in vigore dal 14.11.2007.

- aggiornato con deliberazione di C.C. n. 71 del 19.12.2007 ai contenuti della legge regionale 02.01.2007, n. 2 “Testo unico in materia di commercio”.

- modificato con deliberazione di C.C. n. 43 del 29.09.2008 e successiva deliberazione di C.C. n. 04 del 02.02.2009 assunta ai del comma 7 art. 40 della L.R. 36/97, per variati all’”ambito di riqualificazione della zona edificata non storica di loc. Rive – art. 22 delle norme di Conformità e Congruenza”

- adeguato con deliberazione di C.C. n. 66 del 21.12.2009 ai contenuti della L.R. 06.06.2008, n. 16 e ss. Mm. e ii.

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