Carta Europea del Turismo Sostenibile Rapporto Diagnostico

Ruvo di Puglia (BA), settembre 2013

Indice

1 Un’introduzione al “Parco ” ...... 4 1.1 Il Territorio 4 1.2 Il Piano del Parco ...... Errore. Il segnalibro non è definito. 1.3 Gli organi e l’organigramma dell’Ente ...... 8 1.4 La popolazione 8 2 L’immagine e la marca del Parco ...... 12 2.1 Notorietà dei principali Parchi Naturali italiani ...... 12 2.2 Notorietà dei prodotti nel Parco ...... 13 2.3 Alcune considerazioni ...... 14 3 Il fenomeno turistico ...... 15 3.1 L’offerta turistica: le strutture ricettive ...... 15 3.2 La domanda turistica: gli arrivi e le presenze ...... 16 3.3 Alcuni indicatori di sintesi ...... 18 3.3.1. Indice di densità ricettiva ...... 18 3.3.2. Indice di ricettività ...... 18 3.3.3. Indice di intensità turistica ...... 19 3.3.4. Indice di utilizzo lordo delle strutture ricettive ...... 19 3.3.5. Indice di permanenza media nelle strutture ricettive ...... 20 4 Analisi SWOT ...... 21

1 Un’introduzione al “Parco ” Una “bellezza disarmante” così l’ho definita il Presidente Cesare Veronico. Questo l’aggettivo e l’avverbio che uniti insieme introducono con efficacia al Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Luoghi che l’erosione ha plasmato con la pazienza dei millenni. Un altopiano forte della sua solitudine e dei suoi silenzi. La presenza dell’uomo, ospite quasi casuale, che però ne ha segnato la storia e che ora, attraverso il Parco, cerca di preservarne il territorio. Di valorizzarlo per poter farlo conoscere ed apprezzare a quei viaggiatori che accettano la sfida di un incontro. Con la natura e con se stessi. In punta di piedi

1.1 Il Territorio Il territorio del Parco Nazionale s estende nella provincia di Barletta--Trani e nella provincia di Bari, sulla parte più elevata dell'Altopiano delle Murge di Nord-Ovest. Tra le principali attrazioni del parco va annoverato Castel del Monte, uno dei più famosi castelli dell'intero meridione italiano. Di particolare interesse naturalistico sono la Foresta Mercadante nel territorio di , il Pulo di , rappresentante la più grande dolina carsica del territorio nonché la valle dei dinosauri, sempre nel territorio altamurano. Altri luoghi d'interesse sono le Gravine, tipiche morfologie carsiche della Murgia ed il Bosco Difesa Grande nel territorio di Gravina di Puglia, una grossa massa forestale di oltre 3000 ettari e rappresentante uno dei complessi boschivi più importanti della Puglia. Particolari sono gli jazzi, costruzioni rupestri utilizzate durante i periodi di transumanza, frequenti soprattutto nel territorio di Andria, Ruvo, Minervino e Spinazzola.

Il territorio protetto del Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Il Parco, previsto dalla legge 9 dicembre 1998, n. 426, è stato istituito con il D.P.R. 10 marzo 2004 (G. U. N. 152 del 1° luglio 2004). Ha una superficie complessiva di 68.077 ettari e il suo territorio interessa la Regione Puglia, la Provincia di Bari e quella di Barletta, Andria e Trani, le Comunità montane della Murgia Nord Occidentale e della Murgia Sud Orientale, e 13 Comuni di seguito elencati:

Il territorio protetto del Parco Nazionale dell’Alta Murgia I Comuni Superficie Del Parco Nel Parco (ha) Altamura (BA) 12.660,0 Andria (BAT) 12.000,0 (BA) 9.949.5 (BA) 7.587,0 Minervino Murge (BAT) 7.481,0 Corato (BA) 5.411,0 Spinazzola (BAT) 3.944,0 Cassano delle Murge (BA) 3.206,0 Bitonto (BA) 1.959,0 Toritto (BA) 1.923,0 (BA) 864,0 Grumo Appula (BA) 27,0 Poggiorsini (BA) 127,5

1.2 La flora e la fauna La vegetazione dell' Alta Murgia cambia a seconda della zona. Quest' habitat è un susseguirsi di formazioni rocciose, fitti boschi e vaste distese steppiche. In queste praterie rocciose ritroviamo alberi tipici della vegetazione mediterranea quali il cipresso comune ed il pino silvestre, oltre ad aree più o meno estese di querceto. Nei boschi della murgia oggi si ritrovano perlopiù esemplari di roverella, frango la quercia spinosa, il leccio, il cerro e il farnetto. In compenso sono molto diffuse specie di erba bassa e media, come l'asfodelo e la ferula. Il sottobosco è ricco di piante come il caprifoglio, il biancospino, il pungitopo, il cisto e il mirto. Sulle rocce è facile trovare le piante di cappero, coi loro bei fiori, oltre a piante aromatiche quali la pianta del rosmarino e dell'origano. Nel parco crescono anche piante o arbusti ad interesse alimentare, come l'asparago, il noce, il fico,il mandorlo, il ramno, il nespolo,il prugnolo, il lampone e la mora selvatica. Numerose i fiori quali la clematide, il ciclamino, la rosa canina, il gigaro e la rosa di San Giovanni e la peonia. Tra le specie fungine troviamo il fungo carboncello e la gallinella, fungo commestibile dall'intenso colore giallo, oltre a numerose altre specie non commestibili. Nel parco nazionale alberga una buona varietà di fauna, soprattutto di piccole e medie dimensioni, che possono trovare una discreta gamma di alimenti in questo singolare e vasto ambiente, caratterizzato dall'alternarsi di vaste distese erbose, formazioni rocciose, campi coltivati e fitte selve. Altro fattore agevolante per gli animali è la presenza di numerose grotte, anfratti e formazioni rocciose, che offrono loro rifugio. E' da far notare la scarsezza di corsi d'acqua, almeno particolarmente significativi, d'altronde un po' tipica di tutta la Puglia. In passato era nota e attestata la presenza di lupi, generalmente provenienti dall'Abruzzo o dalla più vicina Lucania in cerca di greggi per sfamarsi, che in seguito al drastico aumento del numero di cinghiali, hanno ricominciato a riaffacciarsi nel parco, come attestano le documentazioni fotografiche nonché gli avvistamenti e i diversi ritrovamenti di resti di animali, caduti preda di questo cacciatore. Tra la popolazione di mammiferi si attestano le seguenti specie: donnole, faine, daini, istrici, lepri, scoiattoli, piccoli roditori (quali il moscardino, il ghiro ed il topo quercino) volpi e tassi. Di particolare interesse naturalistico risultano i grossi e schivi gatti selvatici. In anni recenti è stato drasticamente aumentato il numero dei cinghiali, con la liberazione di alcune coppie che si sono rapidamente moltiplicate, al punto da cominciare a costituire un potenziale pericolo per le attività agricole, oltre che causa concreta di sempre più numerosi incidenti stradali da essi provocati. Tra i rettili possiamo annoverare, oltre alla comunissima lucertola campestre ed alla testuggine comune la presenza del ramarro, del Geco di Kotschy e di vari serpenti, tra cui la vipera, il biacco, la biscia dal collare, l'aspide e, particolare, il colubro leopardino. Anche gli anfibi sono presenti, nonostante l'ambiente arido non lo farebbe supporre. Accanto ad alcune specie di anuri più comuni come rospi e rane, è stato rinvenuto in un unico sito, l'ululone dal ventre giallo e un unico urodelo, il Tritone italiano. Numerose sono invece le specie di uccelli presenti nel parco, alcune di notevolissima importanza conservazionistica quali la gallina prataiola. Si rinvengono poi varie specie di tordi, di merli, il culbianco, l'usignolo, l'allocco, il verzellino, il pettirosso ma anche corvidi come il corvo imperiale, la taccola e la cornacchia grigia o la gazza. È possibile anche ritrovare con una certa frequenza il picchio rosso e il picchio verde. Varie specie selvatiche di columbidi sono avvistabili, come il colombo selvatico o la tortora selvatica equella dal collare. Più notturni sono il barbagianni, la civetta, l'allocco,il gufo comune e l'assiolo .Inoltre si possono osservare anche il rigogolo, lo scricciolo, la capinera, la tottavilla, la cesena, lo strillozzo, la cinciallegra, la cinciarella, la cincia bigia, lo zigolo nero, il tordo bottaccio, il merlo, il fringuello, il pettazzurro, e l' allodola.

1.3 Le zone di protezione Il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco, con deliberazione n. 09/2010 del 31 maggio 2010, ha approvato le proposte di Piano per il Parco e di Regolamento del Parco. La proposta di Piano è stata inviata alla Comunità del Parco per il previsto parere ed è stata depositata presso la Regione Puglia per l’avvio del procedimento di adozione e di approvazione, previo espletamento della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.); il Regolamento è stato inviato alla stessa Comunità del Parco per il parere ed è inviato al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare per l’avvio del procedimento di approvazione d’intesa con la Regione Puglia. La classificazione in zone A, B, C, D, nonché la perimetrazione delle aree contigue, nasce da un’attenta analisi del territorio dell’Alta Murgia, caratterizzato dalla presenza di ambienti steppici ed a pascolo, elementi identitari del patrimonio naturale e paesaggistico murgiano, fortemente innestati con superfici ad uso agricolo, tanto da costituire un mosaico paesaggistico variegato. L’individuazione delle zone è stata dunque effettuata sulla base della rappresentatività degli ecosistemi più significativi del Parco, del grado di antropizzazione, del valore naturalistico e dell’individuazione dei confini della zonizzazione su elementi certi del terreno. Si descrivono di seguito i contenuti e le finalità di ciascuna zona.

La Zona A è destinata alla conservazione dell’ambiente naturale nella sua integrità in relazione anche al permanere di peculiari forme di uso delle risorse naturali e di attività umane tradizionali. Le zone di riserva integrale sono individuate tra quelle di valore naturalistico più elevato, tra quelle che più si avvicinano alle condizioni di equilibrio naturale ovvero tra quelle di eccezionale interesse biogeografico. Tra le aree classificate in zona A rientrano: - praterie aride mediterranee ad elevata sensibilità; - aree di vegetazione rupestre; - boschi di sclerofille sempreverdi; - laghetti carsici di elevata qualità ambientale; - grotte con presenza di specie di chirotteri di interesse conservazionistico; - geositi di elevata qualità paesaggistica. In totale la zona A occupa una superficie di 5.827 ettari. Nella Zona A è consentita la manutenzione ordinaria dei sentieri e degli itinerari esistenti o previsti dal Piano e l’inserimento da parte dell’Ente di impianti a tutela dei valori naturalistici presenti;è consentito il pascolo secondo le norme del Regolamento del Parco; è regolamentato l’accesso in funzione dei ritmi fenologici della fauna; è vietata la costruzione di nuovi manufatti ed il cambio di destinazione d’uso di quelli esistenti.

La Zona B è destinata alla protezione degli equilibri ecologici. Le zone di riserva generale orientata si collocano nelle parti di territorio i cui assetti ecologici e naturalistici risentono di pregresse attività di forestazione o di pregressi usi silvopastorali, ormai cessati, o praticati in forma fortemente estensiva, con modalità che contribuiscono al raggiungimento ed al mantenimento di un agro ecosistema di elevato valore naturalistico e paesaggistico. Tra le aree classificate in zona B rientrano: - praterie aride mediterranee; - boschi di latifoglie decidue e semidecidue; - boschi di conifere; - laghetti carsici; - grotte con presenza di specie di chirotteri di interesse conservazionistico; - lame di valore paesaggistico e naturalistico. In totale la zona B occupa una superficie di 24.642 ettari. In detta zona sono consentite le attività produttive tradizionali e la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie alle stesse, nonché gli interventi di gestione delle risorse naturali; sono consentiti gli interventi di selvicoltura naturalistica; è vietata la costruzione di nuovi manufatti e di nuovi insediamenti edilizi, nonché il cambio di destinazione d’uso di quelli esistenti.

La Zona C è destinata alla promozione delle attività agricole tradizionali, dell’agricoltura integrata, dell’allevamento zootecnico, delle attività agrosilvopastorali, di raccolta dei prodotti naturali e della produzione dell’artigianato tradizionale locale. Sono incentivate attività di assistenza sociale e cura in fattoria, di cura degli animali, di servizio turistico ed escursionistico, di didattica ed educazione ambientale, purché svolte in forma integrata e connesse alle attività primarie. Tra le aree classificate in zona C rientrano: - agroecosistemi; - insediamenti rurali e masserie. In totale la zona C occupa una superficie di 36.871 ettari. In zona C sono consentiti: la realizzazione delle infrastrutture e degli interventi di miglioramento fondiario necessarie alle stesse, nonché gli interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell’Ente; gli interventi di selvicoltura naturalistica, nonché la realizzazione di impianti per l’arboricoltura da legno sui terreni agricoli; la costruzione di nuovi insediamenti edilizi a carattere esclusivamente agricolo, nonché adibiti a servizi per la fruizione del Parco.

La Zona D è finalizzata al mantenimento e al rafforzamento del ruolo di connessione ambientale e paesaggistica, alla promozione del turismo, della fruizione pubblica e dell’identità culturale delle comunità locali, nonché allo sviluppo di attività economiche sostenibili. Comprende le aree più intensamente antropizzate del Parco, le aree interessate da previsioni di interventi per lo sviluppo sociale ed economico e le aree di recupero e di valorizzazione del sistema di beni culturali e ambientali. La Zona D è articolata nelle seguenti sottozone: - D1: aree di espansione dei piani urbanistici comunali; - D2: aree di recupero ambientale degli impianti estrattivi; - D3: impianti tecnologici; - D4: insediamenti rurali, turistici, sportivi, ricreativi; - D5: attrezzature per la fruizione del Parco e stazioni ferroviarie; - D6: aree di valorizzazione del patrimonio storico-archeologico e paleontologico dell’Alta Murgia: Castel del Monte e Cava dei Dinosauri; - D7: aree interessate da accordi di programma di cui all’art. 9 comma 1. dell’Allegato “A” (Disciplina di tutela) al D.P.R. 10/03/2004 di istituzione del Parco. In totale la zona D occupa una superficie di 742 ettari. Nella Zona D sono ammesse tutte le attività e le funzioni coerenti con le finalità del Piano e in esse l’Ente promuove interventi di sviluppo economico e sociale del territorio con particolare riferimento al turismo, alla valorizzazione delle risorse, delle tradizioni storiche e culturali e dei valori identitari delle comunità del Parco, alla valorizzazione delle produzione tipiche e tradizionali e dell’artigianato di qualità, alla ricerca scientifica connessa ai beni culturali e ambientali del Parco.

1.4 Gli organi e l’organigramma dell’Ente

PRESIDENTE DEL PARCO - Cesare Veronico

COMUNITÀ DEL PARCO Presidente: Prof. Francesco Schittulli (Presidente Provincia di Bari); Componenti: Sindaci dei Comuni del Parco (Altamura, Andria, Bitonto, Cassano Murge, Corato, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Minervino Murge, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Santeramo, Spinazzola, Toritto), Presidente della Regione Puglia.

COLLEGIO DEI REVISORI DEL CONTI Presidente: Dott. Giuseppe Mongelli; Componenti: Dott. Vincenzo Pesce, Dott. Fabio Diomede.

DIRETTORE F.F: Fabio Modesti

[inserire organigramma] a cura dell’Ente

1.5 La popolazione La popolazione residente nei comuni del Parco al 1° gennaio 2012 è di 411.208 unità (201.919 maschi e 209.289 femmine).

Bilancio demografico dei Comuni del Parco (2012) Maschi Femmine Popolazione al 1° gennaio 207.951 215.425 423.376 Nati 2.060 1.868 3.928 Morti 1.649 1.631 3.280 Saldo Naturale 411 237 648 Iscritti da altri comuni 1.717 1.701 3.418 Iscritti dall'estero 632 568 1.200 Altri iscritti 602 428 1.030 Cancellati per altri comuni 2.451 2.266 4.717 Cancellati per l'estero 198 156 354 Altri cancellati 279 215 494 Saldo Migratorio e per altri motivi 23 60 83 Popolazione residente in famiglia 207.953 215.078 423.031 Popolazione residente in convivenza 432 644 1.076 Unità in più/meno dovute a variazioni territoriali 0 0 0 Popolazione al 31 dicembre 208.385 215.722 424.107 Numero di Famiglie 148.329 Numero di Convivenze 122 Numero medio di componenti per famiglia 1,18 Fonte: elaborazione Agenda 21 consulting su dati demo.istat.it Nella tabella che segue si darà conto della situazione demografica di ciascuno dei 13 comuni del Parco. Di tratta di dati che sono poi serviti per il calcolo per il calcolo degli indicatori turistici. I dati sono quelli del Censimento Generale della popolazione del 2011 e, per questo motivo, differiscono (nel loro valore aggregato) leggermente da quelli della tabella precedente che fanno riferimento al 2013.

Popolazione residente nei 13 Comuni del Parco, superficie e densità abitativa (2011) Superficie totale Popolazione residente Densità abitativa Comune (Kmq) (Censimento 2011) (abitanti per Kmq) Altamura 431,38 69.529 161,18 Andria 402,89 100.052 248,34 Bitonto 174,34 56.258 322,69 Cassano delle Murge 90,20 14.270 158,21 Corato 169,35 48.072 283,87 Gravina in Puglia 384,74 43.614 113,36 Grumo Appula 81,30 12.940 159,16 Minervino Murge 257,41 9.333 36,26 Poggiorsini 43,44 1.418 32,64 Ruvo di Puglia 223,83 25.662 114,65 Santeramo in Colle 144,86 26.770 184,80 Spinazzola 184,01 6.755 36,71 Toritto 75,35 8.551 113,48 Totale 13 comuni 2.663,10 423.224 158,92 Fonte: XV Censimento generale della Popolazione - ISTAT

Le fluttuazioni demografiche nei 13 comuni sono raffigurate del diagramma che segue. Si nota, nel corso del XX secolo, che a fronte di un gruppo di comuni che mantiene, sostanzialmente, invariato il proprio peso demografico, ve ne sono altri il cui aumento è stato addirittura clamoroso (Andria ed Altamura) mentre Minervino Murgie e Spinazzola vedono diminuire il numero dei loro abitanti.

Popolazione nei 13 comuni del Parco nel corso del XX° secolo

120.000 ALTAMURA ANDRIA BITONTO CASSANO DELLE MURGE 100.000 CORATO GRAVINA IN PUGLIA GRUMO APPULA MINERVINO MURGE POGGIORSINI RUVO DI PUGLIA SANTERAMO IN COLLE SPINAZZOLA 80.000 TORITTO

60.000

40.000

20.000

-

1901 1911 1921 1931 1941 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

Fonte: elaborazione Agenda 21 consulting su dati demo.istat.it Tornando ad uno sguardo d’insieme dei 13 comuni del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, un ultima considerazione, che ha un peso importante sulle dinamiche di sostenibilità sociale di un territorio, va fatto in merito alla composizione per età degli oltre 400.000 residenti. Una tipica rappresentazione grafica, diffusa in demografia, è la “Piramide delle età”. Dalla sua forma si può “leggere” la storia demografica di circa tre quarti di secolo di una popolazione, e a seconda della forma si possono dedurre alcune previsioni per il futuro.

Popolazione nei 13 comuni del Parco nel corso del XX° secolo

100 e più 95 90 85 80 75 70 65 60 Femmine 2033 55 Maschi 2033 50 Femmine 45 Maschi 2013 40 35 30 25 20 15 10 5 0 4.000 3.000 2.000 1.000 0 1.000 2.000 3.000 4.000

Fonte: elaborazione Agenda 21 consulting su dati demo.istat.it

Dalla forma della piramide si nota che la popolazione tra i 35 ed i 50 anni è quella più numerosa con tassi di natalità (parte base della piramide) che sempre più faticano a garantire la stessa forma della piramide. Guardando alla proiezione al 2033 si nota una popolazione che fa segnare tassi di longevità crescente a fronte di un livello di natalità (sempre basso) ma che va a stabilizzarsi. Le due tabelle successive gettano uno sguardo sulla presenza straniera.

Popolazione straniera nei 13 comuni del Parco Residenti al Stranieri al 1 gennaio censimento 2011 Altamura 69.529 3.287 4,7% Andria 100.052 1.222 1,2% Bitonto 56.258 968 1,7% Cassano delle Murge 14.270 748 5,2% Corato 48.072 1.092 2,3% Gravina in Puglia 43.614 1.343 3,1% Grumo Appula 12.940 116 0,9% Minervino Murge 9.333 115 1,2% Poggiorsini 1.418 52 3,7% Ruvo di Puglia 25.662 632 2,5% Santeramo in Colle 26.770 1.012 3,8% Spinazzola 6.755 167 2,5% Toritto 8.551 192 2,2% Totale 13 comuni 423.224 10.946 2,6% Provincia di Bari 124.7303 32.458 2,6% Regione Puglia 4.052.566 95.709 2,4% Italia 59433744 4570317 7,7% Fonte: dati ISTAT http://stra-dati.istat.it/

La presenza straniera è in linea con quella della provincia di Bari e della Regione Puglia (molto al di sotto della media nazionale) e si attesta attorno al 2,6% della popolazione italiana. I Comuni con un maggior tasso di residenti stranieri rispetto agli italiani sono Altamura – si noti dalla tabella che segue la consistenza della comunità albanese – e Cassano delle Murge con percentuali che si aggirano attorno al 5%.

Popolazione straniera suddivisa per nazionalità nei 13 comuni del Parco

nervino Murge

Altamura Andria Bitonto Cassano delle Murge Corato Gravina in Puglia Grumo Appula Mi Poggiorsini Ruvo di Puglia Santeramo in Colle Spinazzola Toritto Totale

Albania 2.333 33 239 384 238 538 18 11 15 144 560 5 72 4.590 Romania 250 824 188 123 233 212 19 61 5 226 117 97 59 2.414 Marocco 51 54 23 12 353 169 23 19 .. 131 173 9 .. 1.017 Tunisia 284 56 148 26 12 78 1 .. 27 4 6 14 1 657 Cina 18 59 27 16 17 99 4 2 .. 19 35 10 4 310 India 47 3 12 42 8 50 12 .. .. 4 34 1 17 230 Georgia 37 .. 9 8 62 52 15 .. .. 20 12 .. 7 222 Polonia 52 17 25 6 23 32 3 8 .. 12 5 9 .. 192 Algeria 23 56 29 .. 7 ...... 8 2 1 .. 126 Ucraina 41 30 12 4 9 4 .. 3 3 3 7 9 1 126 Bulgaria 16 15 8 .. 3 23 ...... 6 1 3 .. 75 Brasile 14 3 2 4 9 25 ...... 5 7 .. .. 69 Germania 6 3 12 5 3 .. .. 2 .. 6 8 1 3 49 Nigeria .. 1 8 2 14 .. 3 3 ...... 7 38 Cuba 3 4 5 3 10 2 1 .. 2 2 .. .. 3 35 Colombia 4 4 1 4 6 11 1 .. .. 2 .. .. 1 34 Venezuela 7 1 .. 5 11 3 .. 1 .. 4 1 .. .. 33 Ex Rep. di Jugoslava .. 5 .. .. 11 15 ...... 2 33 Croazia .. 1 28 1 .. .. 1 .. .. 1 ...... 32 Fonte: dati ISTAT http://stra-dati.istat.it/

La tabella elenca le principali nazionalità presenti sul territorio dei comuni del Parco. Gli albanesi rappresentano quasi la metà della popolazione straniera residente. Seguono, staccati, rumeni e marocchini.

2 L’immagine e la marca del Parco La marca è un piano di comunicazione privilegiato, un insieme di elementi riconoscibili e memorabili dell’identità di un luogo, di una destinazione o di un’area estesa. Elementi che devono non solo essere lo specchio della realtà come viene percepita da chi ci vive, ma che sono percepiti come tali anche dai potenziali turisti, “users”, potenziali imprenditori/investitori e potenziali cittadini/residenti, acquirenti di prodotti, ecc. La marca consente di individuare in modo chiaro ed inconfondibile un territorio rispetto agli altri, permette di parlarne in modo efficace, e rappresenta la base indispensabile su cui costruire e mettere in valore anche prodotti turistici. Gli elementi che costituiscono la marca territoriale del Parco dell’Alta Murgia possono essere di tipo prestazionale (le risorse ambientali, le aziende di servizi turistici, quelle della ricettività, della ristorazione e del trasporto, ecc), come pure di tipo emozionale (a solo titolo di esempio: i paesaggi, i colori, i profumi, i sapori, le atmosfere, ecc). Il connubio di questi elementi permetterà di arrivare ad un “unicum” molto più facilmente spendibile sul mercato della domanda turistica, e molto più forte sul mercato dell’offerta di Parchi naturali. Alla base dell’azione dell’Ente Parco come soggetto attivo di sviluppo sta quindi la comprensione e la quantificazione del proprio posizionamento sul mercato, indispensabile per comprendere il punto di partenza e valutare in momenti successivi i risultati delle azioni poste in essere: un “bilancio comunicativo” per molti versi analogo al “bilancio ambientale”). La selezione degli elementi della marca più efficaci a scopi turistici, passa attraverso un’analisi ampia dell’immaginario che si è costituito intorno al Parco e alla sue caratteristiche e relazioni territoriali. Per disporre degli opportuni strumenti di valutazione e di misurazione, è stata quindi realizzata una analisi di notorietà del Parco (“brand awareness”) e dei valori ad esso connessi (“brand values”), dei suoi luoghi (toponimi interni ed esterni, e logicamente collegati), delle sue rarità, dei suoi ambasciatori. Questa analisi è stata condotta sulle principali fonti di informazione online, ed è stata riferita ad un preciso momento (settembre 2012), prestandosi quindi anche a confronti temporali di evoluzione di verifica delle azioni intraprese e del relativo impatto.

2.1 Notorietà dei principali Parchi Naturali italiani Il primo punto di analisi da cui partire per poter comprendere quale sia attualmente il grado di notorietà del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, è necessariamente quello di quantificare le occorrenze ottenute dalla ricerca su Google dei principali Parchi Nazionali italiani. I risultati sono stati ottenuti dal motore di ricerca inserendo nella barra di testo la stringa esatta relativa al nome istituzionale di ogni Parco analizzato. Nello specifico, sono stati inseriti tutti i 24 Parchi Nazionali italiani e il Parco Naturale dell’Adamello Brenta, per le dimensioni e il valore che esso rappresenta sul territorio italiano e per la sua indubbia eccellenza in ambito turistico, pur non essendo riconosciuto quale Parco Nazionale. Al primo posto sulla scala di valori ottenuta dalla ricerca, si posiziona il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano con 933.000 occorrenze. Segue, al secondo posto, il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise con 744.000 occorrenze. Al terzo posto si trova il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga con 737.000 occorrenze. Il Parco nazionale dell’Alta Murgia si posiziona al 18° posto su un totale di 25 parchi analizzati, preceduto anche da parchi di minore estensione territoriale, ma tutti di più antica istituzione. D’altra parte la correlazione tra “età” (anno di costituzione del Parco) e “notorietà” è molto debole: in pratica, non è automatico che i Parchi diventino famosi solo perché esistono. La “poca notorietà” del Parco è stata verificata anche in relazione ai principali toponimi della regione Puglia per i quali è stato usato lo stesso criterio di ricerca già evidenziato con la precedente analisi dei parchi nazionali. 2.2 Notorietà dei prodotti nel Parco Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, oltre a rappresentare una realtà territoriale e ad avere un’immagine definita di area naturale protetta, è anche in qualche modo un elemento di immagine del territorio. O, meglio, potrebbe costituirne una marca “corporate” o “a ombrello”, che attribuisce valore a quanto vi si identifica e vi si collega. Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, cioè, può essere considerato è una marca territoriale che racchiude in sé gli elementi tangibili (le risorse ambientali, le aziende di servizi turistici, quelle della ricettività, della ristorazione e del trasporto, ecc.) ed emozionali (i paesaggi, i colori, i profumi, i sapori, le atmosfere, ecc.) che rappresentano l’identità del luogo in cui si trova e che rappresenta.

Con tale accezione, la marca Parco Nazionale Alta Murgia può essere analizzata in qualità di elemento posizionabile sul mercato, e dunque confrontata con gli altri prodotti del territorio e dell’intera regione Puglia. (si veda il grafico precedente) Dall’analisi delle occorrenze totali risultanti su Google troviamo al primo posto le Orecchiette Pugliesi, al secondo il Vino Primitivo di Manduria DOCG, al terzo posto il Pane di Altamura DOP con 220.000 risultati e al quarto posto troviamo il Parco nazionale dell’Alta Murgia: un valore non strettamente comparabile con quello dei prodotti, ma comunque indicativo. Specificando l’analisi precedente, si è voluto evidenziare nel grafico che segue l’elenco dei soli prodotti riconducibili al territorio del Parco. Lo stesso Parco è posizionato al secondo posto dopo il famoso pane di Altamura DOP con 220.000 occorrenze, ma supera gli altri noti prodotti enogastronomici del luogo, lasciando intuire il potenziale valore commerciale della Marca “Parco Nazionale dell’Alta Murgia”, base indispensabile su cui costruire e valorizzare non solo i prodotti turistici da creare e proporre sul mercato, ma anche quelli agroalimentari.

2.3 Alcune considerazioni Pur essendo il penultimo nato, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia non è certo uno sconosciuto, nell’ambito dei Parchi Nazionali italiani. Questo è certamente il frutto di una capacità comunicativa che manca a molti altri Enti Parco. I Parchi, infatti, non nascono necessariamente famosi né tanto meno appetibili da un punto di vista turistico. E non lo diventano automaticamente solo con il passare del tempo. Possono essere in qualche modo facilitati per motivi “strutturali” e preesistenti all’istituzione del Parco stesso, come ad esempio:  la notorietà dei territori e dei toponimi in essi “contenuti”,  l’attinenza tra la denominazione del Parco ed una ”regione turistica” riconosciuta,  la presenza di grandi episodi geografici, Ma come noto, per molti anni ed in larga misura anche oggi, i Parchi si sono occupati essenzialmente di conservazione, di tutela, quasi di difesa. Passare alla promozione, alla comunicazione per attrarre visitatori, quasi all’attacco … è una questione che viene rimandata al Piano di Azione.

Infine - (guardando alla ricerca-azione “Programma di valorizzazione e promozione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia”, presentata nel Febbraio del 2013 in occasione del lancio pubblico della candidatura CETS del Parco Nazionale) - una considerazione conclusiva merita la constatazione che su Internet, il Parco, come prodotto turistico da acquistare è praticamente inesistente. Un dato soprattutto colpisce: la carenza tra i risultati non solo del Parco come attrattore turistico ma anche, in termini assoluti, di riferimenti a strutture ricettive o servizi turistici del territorio. Cliccando su google “proposte turistiche + comune ed Ente Parco” oppure “Turismo + comune ed Ente Parco” risultati ottenuti conducono a portali locali generalisti. Pagine molto spesso prive di contenuti, le pagine di destinazione spesso vuote: uno sforzo inutile e un risultato frustrante per chi è in cerca di informazioni.

3 Il fenomeno turistico L’osservazione del comparto turistico sul territorio dei comuni del Parco è stata condotta secondo una metodologia di analisi consolidata: innanzitutto si è guardato all’offerta disponibile sul territorio quindi alla domanda esercitata dai visitatori (arrivi, presenze e stagionalità) ed infine procedendo all’incrocio di domanda e offerta attraverso il popolamento di alcuni indicatori di sintesi.

3.1 L’offerta turistica: le strutture ricettive L’analisi sulle strutture ricettive presenti sul territorio di riferimento del Parco è stata condotta grazie ai dati messi a disposizione Pugliapromozione e gli Uffici Statistici delle Province di Bari e di Barletta Andria Trani (BAT). I dati, suddivisi per i 13 comuni, mettono in evidenza la diversa densità di infrastrutturazione turistica del territorio. Nel grafico a torta che segue che segue sono segnalati con il colore arancione gli esercizi ed i posti letto delle strutture alberghiere. In verde l’extralberghiero.

Distribuzione delle strutture ricettive e numero di posti letto per comune (2012)

Posti letto Esercizi

30 1.143

1.358 143

In

Strutture alberghiere Strutture complementari Totale n. esercizi n. posti letto n. esercizi n. posti letto n. esercizi n. posti letto Altamura 5 234 15 131 20 365 Andria 5 287 33 291 38 578 Bitonto 3 131 13 70 16 201 Cassano delle Murgie 1 23 15 188 16 211 Corato 7 389 13 123 20 512 Gravina in Puglia 5 185 10 173 15 358 Grumo Appula Minervino Murge - - 1 10 1 10 Poggiorsini - - 3 79 3 79 Ruvo di Puglia 2 106 29 199 31 305 Santeramo in Colle 2 88 6 45 8 133 Spinazzola Toritto - - 5 49 5 49 Totale 13 comuni 30 1443 143 1358 173 2801 Fonte: Elaborazione su dati Pugliapromozione - Uffici Statistici di Bari e BAT

I Dati della tabella sono visualizzati nel grafico che segue. Si segnala che i dati di Spinazzola non sono stati resi disponibili. Questo in ragione del Decreto Legislativo 6 settembre 1989, n. 322, e successive modificazioni ed integrazioni (art. 8 segreto d'ufficio degli addetti agli uffici di statistica, art 9 disposizioni per la tutela del segreto statistico) che dispone che non possano essere esternati dati in modo tale da permettere che si possano individuare i singoli dati immediatamente riferibili alle singole strutture ricettive.

Distribuzione per comune delle strutture alberghiere ed extralberghiere (2012)

Torritto Torritto 3 2

Spinazzola Spinazzola

Santeremo C 2 Santeremo C 6

1 stella Ruvo P 1 1 Ruvo P 7 22 2 stelle 3 stelle Poggiorsini 1 2 Poggiorsini Agriturismi 4 stelle Affittacamere Minervino M 5 stelle Minervino M 1 Alloggi Privati Grumo A Grumo A Casa per Ferie Casa Vacanze Gravina P 4 1 Gravina P 3 1 5 1

Corato 1 2 3 1 Corato 1 7 3 2

Cassano M 1 Cassano M 11 3 1

Bitonto 2 1 Bitonto 13

Andria 1 4 Andria 8 1 24

Altamura 1 4 Altamura 8 7

0 2 4 6 8 0 10 20 30 40

Fonte: Elaborazione su dati Pugliapromozione - Uffici Statistici di Bari e BAT

3.2 La domanda turistica: gli arrivi e le presenze La domanda turistica di una determinata località viene costantemente monitorata attraverso la registrazione di arrivi e presenze del numero di turisti. In particolare, le presenze misurano il numero di notti trascorse presso una determinata struttura ricettiva e, in un certo senso, esprimono il peso economico, ma anche sociale, del fenomeno turistico, mentre gli arrivi sono una misura del livello di attrattività di un territorio. Sia le presenze – dati in blu – che gli arrivi – dati in rosso – hanno fatto registrare un costante e significativo aumento nel corso del periodo considerato. Complessivamente, negli otto anni che vanno dal 2006 al 2012, la domanda di turismo nei comuni dell’alta Murgia è quasi raddoppiata (un incremento dell’80%). È possibile, però, che il dato non sia del tutto corrispondente alla realtà. Non è da escludere, infatti, che con il passare degli anni non siano “solo” aumentati i turisti, ma che anche siano aumentati quelli che venivano correttamente rilevati nelle strutture ricettive. Cioè che si sia assistito ad un emergere di un fenomeno turistico che prima, pur essendo presente, non veniva correttamente annotato e trasmesso agli uffici di analisi statistica.

Arrivi e presenze nei 13 comuni (2005 – 2012)

70.000 130.000

60.000 110.000 50.000

90.000 40.000

30.000 70.000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Presenze 68.983 82.681 94.399 107.098 105.080 118.911 128.489 123.790 Presenze stimate 70.946 85.034 97.086 109.961 108.071 122.295 132.146 127.313 Arrivi 35.501 43.690 49.953 53.149 54.681 59.612 67.192 62.026 Arrivi stimati 36.307 44.682 51.088 54.356 55.923 60.966 68.718 63.435

Fonte: Elaborazione su dati Pugliapromozione - Uffici Statistici di Bari e BAT In ogni caso il fenomeno è di grande interesse e si dimostra che, pur in presenza di un comparto turistico che certamente ha un’importanza relativa, si tratta di un settore non solo non ha conosciuto crisi, ma che anzi è uscito allo scoperto facendo segnare degli incrementi della domanda di rilievo. Si segnala, inoltre, che a causa del citato Decreto Legislativo 6 settembre 1989, n. 322, non è stato possibile disporre del dato relativo ad arrivi e presenze di quei turisti che hanno soggiornato su determinate strutture. Questo a tutela della privacy delle stesse imprese. In ogni caso ne è stata prodotta una stima (linee tratteggiate del grafico) che, come si può notare, non modifica la sostanza dell’analisi. Guardando, infine, alla provenienza della domanda turistica, si evidenzia immediatamente come gli stranieri rappresentino una quota che si aggira attorno al 20% della domanda complessiva. Per altro una quota abbastanza stabile.

Presenze di Italiani e stranieri (2006 - 2012)

PRESENZE Italiani 100.000 PRESENZE Stranieri

103.803 104.025

75.000 96.389

87.703

85.612

78.996

50.000 67.855

58.389

25.000

24.686 0 10.594 14.826 15.403 21.486 17.377 22.522 19.765 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Fonte: Elaborazione su dati Pugliapromozione - Uffici Statistici di Bari e BAT

I dati della tabella seguente completa e specifica il grafico precedente. Oltre alle presenze, infatti sono stati riportati i dati riferiti agli arrivi e quindi viene proposto immediatamente il calcolo della permanenza media (che verrà ripreso nel prossimo paragrafo)

Arrivi, presenze e permanenze di italiani e stranieri (2006 - 2012)

ARRIVI PRESENZE TOTALE Permanenza media

Italiani Stranieri Italiani Stranieri Arrivi Presenze TOTALE Italiani Stranieri 2005 31.060 4.441 58.389 10.594 35.501 68.983 1,94 1,88 2,39 2006 37.796 5.894 67.855 14.826 43.690 82.681 1,89 1,80 2,52 2007 42.965 6.988 78.996 15.403 49.953 94.399 1,89 1,84 2,20 2008 45.711 7.438 85.612 21.486 53.149 107.098 2,02 1,87 2,89 2009 47.546 7.135 87.703 17.377 54.681 105.080 1,92 1,84 2,44 2010 51.241 8.371 96.389 22.522 59.612 118.911 1,99 1,88 2,69 2011 56.339 10.853 103.803 24.686 67.192 128.489 1,91 1,84 2,27 2012 53.631 8.395 104.025 19.765 62.026 123.790 2,00 1,94 2,35 Fonte: Pugliapromozione - Uffici Statistici di Bari e BAT

Il fenomeno turistico, come evidenziato dai dati, ricopre un’importanza marginale (se comparato con quanto accade in altre aree protette del paese). Il dato è completato da quello sulla stagionalità delle presenze che come si vede dal grafico che segue non sono assolutamente accentuate.

Stagionalità per italiani e stranieri a confronto (2012)

15.000

12.000

9.000

6.000

3.000

0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic ITALIANI 6.111 5.912 8.385 9.685 9.543 8.542 10.529 13.544 9.856 8.413 8.349 7.874 STRANIERI 698 648 1.212 1.521 2.267 1.933 2.338 4.126 2.101 1.874 1.311 541

3.3 Alcuni indicatori di sintesi Gli indicatori di sintesi riepilogano alcune considerazioni conclusive con riferimento al fenomeno turistico nel territorio dei Comuni del Parco. Detti indicatori permettono, inoltre, di operare dei raffronto con altre aree protette del nostro paese Si tratta però di indicatori i cui valori sono da leggere sempre con spirito critico, soprattutto se raffrontati ai valori che gli stessi indicatori assumono in altri parchi. L’area dei 13 comuni presenta una bipartizione netta: da un lato l’area protetta in senso stretto (poco densamente antropizzata, per lunghi tratti quasi completamente disabitata e quindi poco strutturata per accogliere turisti), e dall’altro dalla presenza di grandi aree urbane dei tre centri capoluogo della Provincia BAT con grande densità abitativa.

3.3.1. Indice di densità ricettiva Calcolo: [Posti letto/Kmq] 1,05 L’indicatore dà una misura del grado di offerta turistica disponibile sul territorio. Si calcola dividendo il numero totale dei posti letto (sommando quelli disponibili nelle strutture alberghiere a quelli nelle strutture complementari) per la superficie territoriale di riferimento espressa in Kmq. Esso esprime la capacità di ospitare turisti nel territorio in esame e, nel contempo, la potenziale pressione che l’attività turistica potrebbe esercitare sul territorio stesso. Indice di densità ricettiva 2012

Valore Indicatore Densità ricettiva alberghiera 0.54 Densità ricettiva complementare 0,51 Densità ricettiva (complessiva) 1.05 Fonte: elaborazione dati Agenda 21 Consulting Srl

3.3.2. Indice di ricettività Calcolo: [Posti letto/Abitanti] 0,007 Questo secondo indicatore dell’offerta turistica esprime la capacità potenziale di ospitare turisti in relazione al numero di residenti: valori pari a 1 indicano che la destinazione turistica è in grado di ospitare un turista per ogni abitante residente (sono escluse dal calcolo le seconde case). La tabella che segue riassume i diversi valori calcolati per l’indicatore. Oltre al valore complessivo per l’intero Parco (0,007), un valore estremamente basso. Indice di ricettività 2012

Totale Parco Ricettività alberghiera 0,003 Ricettività complementare 0,003 Ricettività (complessiva) 0,007 Fonte: elaborazione dati Agenda 21 Consulting Srl

3.3.3. Indice di intensità turistica Calcolo: [Presenze annuali/Abitanti] 0,29 Il numero di presenze turistiche rapportato agli abitanti è una misura delle opportunità e delle pressioni reali che il fenomeno turistico induce all'interno delle comunità, in termini di surplus di servizi e di infrastrutture (trasporti, approvvigionamento idrico e alimentare, smaltimento di acque reflue e di rifiuti, strutture per il tempo libero, ecc.) necessario a colmare la differenza tra il numero di residenti e la fluttuazione delle presenze turistiche.

Indice di intensità turistica 2012

Totale Parco Intensità 0,29 Fonte: elaborazione dati Agenda 21 Consulting Srl

Se si divide l’indice di intensità turistica complessivo per 365 giorni, si ottiene il numero giornaliero di turisti rispetto ad un residente. In questo caso abbiamo l’indice di intensità turistica giornaliera (detto altresì tasso di turisticità) che complessivamente è pari a 0,00079: ovvero sul territorio dei 13 Comuni del parco si registra la presenza media giornaliera di 79 turisti per ogni 100.000 residenti. (cioè poco meno di 8 turisti giornalieri per ogni 10.000 abitanti).

3.3.4. Indice di utilizzo lordo delle strutture ricettive Calcolo: [Presenze annuali/(Posti letto*365gg)] 12,11% L’indice è dato dal rapporto tra le presenze annuali registrate ed il numero di posti letto moltiplicati per 365 giorni. Si tratta di un indicatore che fornisce informazioni sulla probabilità che un posto letto possa essere occupato da un turista nell’anno di riferimento; in altre parole misura la capacità degli esercizi ricettivi di sfruttare al meglio i posti letto disponibili. L’indicatore dell’utilizzo lordo è di sicuro interesse anche se, naturalmente, è il suo valore “netto” che ci informerebbe più esattamente sulla probabilità che un posto letto possa essere veramente occupato da un turista [considerando cioè solo i giorni di apertura effettiva della struttura ricettiva (e non per tutti i 365 giorni dell’anno solare)]. Indice di utilizzo lordo delle strutture ricettive (2012)

Totale Parco Intensità 12,11% Fonte: elaborazione dati Agenda 21 Consulting Srl

3.3.5. Indice di permanenza media nelle strutture ricettive Calcolo: [Presenze/Arrivi] 2,00 gg L’indicatore – molto diffuso anche tra operatori non specializzati – è dato dal rapporto tra le presenze annuali (numero totale di giornate di pernottamento) e gli arrivi (numero di turisti pernottanti). Lo stesso indicatore segnala il “numero di giornate medie” trascorse da ciascun turista nella località in questione. Si tratta di un indicatore molto importante sia per una misurazione del grado di sostenibilità economica del comparto turistico e sia della sostenibilità ambientale: una diminuzione dei giorni di permanenza media, infatti, può essere ovviata dagli operatori turistici attraverso lo stimolo di nuovi arrivi. Questo rappresenta però un’operazione difficile sia in termini di nuove strategie imprenditoriali necessarie a stimolare detti “nuovi arrivi” (nuovi mercati, nuovi clienti da convincere e da conoscere) e sia dal punto di vista ambientale: arrivi sempre più frequenti e permanenze sempre più brevi, infatti, rappresentano un carico ambientale sul piano dei trasporti e delle conseguenti emissioni in atmosfera (solo per fare un primo esempio).

Indice permanenza media nelle strutture ricettive (2012)

Totale Parco Permanenza media 2,00 Permanenza media italiani 1,94 Permanenza media stranieri 2,35 Fonte: elaborazione dati Agenda 21 Consulting Srl

Il valore complessivo dell’indicatore, come dimostrato nel grafico che segue, è sostanzialmente stabile nel periodo considerato 2006-2012. D’altra parte è un valore molto basso (che ha pochi margini di ulteriore riduzione) e che indica la scarsa propensione da parte dei visitatori di voler approfondire la conoscenza dei luoghi e di trascorrevi del tempo. Permanenza media nei Comuni del Parco di turisti italiani e stranieri (2006 - 2012)

3,00

2,50

2,00

1,50 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Permanenza media Italiani 1,88 1,80 1,84 1,87 1,84 1,88 1,84 1,94 Permanenza media Stranieri 2,39 2,52 2,20 2,89 2,44 2,69 2,27 2,35

Fonte: Elaborazione su dati Pugliapromozione - Uffici Statistici di Bari e BAT

4 Analisi SWOT Punti di Forza Punti di Debolezza Consistente patrimonio di biodiversità, vegetale e animale, Scarsa attitudine all’associazionismo. in campo agricolo e forestale ed assoluta specificità delle risorse naturalistiche presenti sul territorio murgiano; unico caso di pseudosteppa in Europa, habitat rupestre, gravine e lame su poco meno di seimila ettari (zona A); Assoluta specificità delle risorse agro-silvopastorali, che Difficoltà di accesso ai mercati di caratterizzano la quasi totalità del paesaggio locale (tratturi approvvigionamento e di sbocco della transumanza, masserie, iazzi, ampia varietà di prodotti agricoli e zootecnici legati all'andamento delle stagioni) Presenza di numerosi prodotti agroalimentari tipici e di Scarsa valorizzazione e fruibilità del patrimonio qualità, derivanti dalla ricca tradizione locale, come, per naturalistico mero esempio:  agnello murgiano,  lenticchia,  olio,  vino,  prodotti da forno in generale,  prodotti caseari e presenza di numerose locande e trattorie che offrono pasti legati alla tradizione locale; Presenza del Parco dell’Alta Murgia quale soggetto in Scarsa presenza di segnaletica direzionale per i grado di tutelare ma anche di valorizzare e rendere fruibile siti da visitare le bellezze presenti nel Parco; Presenza nei centri storici di manufatti funzionalmente Scarsa fruibilità del patrimonio storico-culturale legati alla produzione agricola del territorio; e archeologico e difficoltà di controllo e gestione del patrimonio diffuso Presenza di attrattive turistiche culturali di Mancanza di interventi finalizzati a diversificare i grande pregio, quali ad esempio pacchetti di offerta turistica (turismo rurale, ambientale,  Orme dei dinosauri, culturale, naturalistico) e a promuoverli in modo  centri storici di Altamura e Santeramo, coordinato, integrato e selettivo rispetto agli utenti ed ai  insediamenti rupestri, mercati di riferimento  masserie storiche,  l’Uomo di Altamura,  tratturi e presenza della antica Via Appia,  Claustri del centro storico di Altamura,  musei statali,  archivi privati,  teatri storici Abbandono delle strutture rurali Scarsa rete ricettiva e di servizio e mancanza di un sistema di promozione sistematico e coordinato tra gli enti locali Insufficiente imprenditorialità e formazione professionale nel settore turistico e prevalenza di un tessuto Imprenditoriale di piccole e medie dimensioni, frammentato, tranne alcune eccezioni Bassa dotazione infrastrutturale del territorio

Fenomeni di disoccupazione giovanile e femminile, anche a seguito della crisi internazionale

Opportunità Minacce Crescente attenzione dei consumatori verso la tipicità, la Scarsa managerialità e formazione degli imprenditori salubrità, la qualità e l’eticità dei prodotti alimentari e agricoli ed agroindustriali crescente ascesa del turismo enogastronomico e naturale. Questo dato trova conferma nei recenti andamenti internazionali del setttore del turismo natura, che secondo i dati di The International Economic Society (TIES 2008) ha assorbito circa il 50% del totale di arrivi turistici mondiali, pari a 410 milioni, ed ha ampiamente superato la metà del fatturato turistico mondiale (350 MLD di dollari su un totale di 600 MLD di fatturato turistico globale) Caratterizzazione del territorio rurale e consolidamento Scarsa presenza dei giovani nelle attività primarie e scarsa delle potenzialità locali in termini di identificazione propensione alle pratiche di riconversione e diversificazione produttiva da parte delle imprese agricole Dedicare maggiore attenzione al mondo dei bambini, e dei Perdita della peculiarità dei luoghi, del patrimonio diversamente abili, anche attraverso la fruizione del verde immobiliare rurale tradizionale rurale Pane di Altamura DOP, che a tutt’oggi si rivela essere una Rischio di abbandono dei terreni agricoli meno produttivi grande opportunità di crescita ed elemento positivo per un con conseguente creazione di aree marginali degradate elevato sviluppo del territorio, ma che non decolla definitivamente per problemi di organizzazione, di partecipazione e democrazia collettiva, per mancanza di un vero e proprio Piano Strategico condiviso da tutti gli operatori privati e pubblici interessati che finalmente trasformi la DOP del Pane in un punto di forza per il Territorio Maggiore sensibilità della popolazione agli aspetti Perdita di competitività nei confronti dei paesi ambientali ed alla fruizione del territorio più attivi sul versante della valorizzazione dei circuiti turistici Elevata incidenza sul territorio di aree protette(SIC/ZPS) Isolamento del territorio, degrado estetico del paesaggio e che diventino motivo di interesse e fruizione ambientale e diminuzione non solo vincoli e limiti territoriali del presidio umano Crescente consapevolezza degli elementi identitari, della Identificazione delle Istituzioni Pubbliche come “serbatoi” ricchezza del patrimonio naturale, culturale di risorse finanziarie cui chiedere ed attingere, in una e storico logica di egoismo, invece di identificarle come partner con cui condividere insieme delle scelte progettuali e strategiche, e creare una rete socio - economica Sviluppo del turismo minore in modo diffuso collegato ad ambiente, cultura e prodotti tipici Possibilità di costruire un prodotto originale e competitivo puntando sull’identità e il paesaggio rurale Posizione baricentristica rispetto ai flussi turistici ed ai siti UNESCO (, Castel del Monte, Trulli di Alberobello) Espansione internazionale dei flussi turistici [Fonte SAC Alta Murgia]