Anno XV - Numero 17 - 17 marzo 2009

Questa edizione Un nuovo allestimento ispirato a quello della Scala del 2002 A Pag. 2

La storia dell'opera La prima opera parigina di Gluck che aprì la strada alla sua “Riforma” A Pag. 6

Riforma Gluckiana Le regole del Compositore contro gli abusi di cantanti e librettisti A Pag. 10

Goliardia Una dissacrante parodia divenuta un classico del repertorio goliardico A Pag. 14

IPHIGÉNIE en AULIDE di Christoph Willibald Gluck Iphigénie en Aulide 2 Il Giornale dei Grandi Eventi Un allestimento che riprende, con modifiche, quello del 2002 della Scala Il mare protagonista di questa Iphigénie Prossimi appuntamenti tre mesi dall’Otel- l’opera francese, gli ap- Kokkos non ha voluto lo, Riccardo Muti partengono pienamente. cercare una attualizzazio- Stagione 2009 - Teatro Costanzi torna sul podio Per questo allestimento ne, che considera essere del Teatro dell’Opera di tutto è stato inserito in una via troppo facile ed 19 - 27 Maggio PAGLIACCI ARoma per sette recite del- un’atmosfera completa- abusata. Anzi, ha cercato di Ruggero Leoncavallo l’Iphigénie en Aulide di mente marittima, in cui un approccio storico, Christoph Willibald predomina l’idea del consapevole della distan- 18 - 23 Giugno LE GRAND MACABRE Gluck. Lo fa affiancato da za temporale – oltre due di György Lieti Yannis Kokkos, che dello millenni – che separa il Stagione estiva - Terme di Caracalla spettacolo firma regista, Settecento di Gluck dal mito greco. La sua ricerca scene e costumi, con il 14 Luglio - 06 Agosto quale aveva già lavorato è piuttosto quella di riu- di Giacomo Puccini sullo stesso titolo nel 2002 scire a parlare al mondo per un allestimento rima- contemporaneo attraver- 29 Luglio - 09 Agosto sto famoso, se non altro so il mito antico, che in di Georges Bizet per essere stato quello fondo era anche quello d’inaugurazione della che facevano gli antichi 02 - 09 Ottobre PELLÉAS ET MÉLISANDE prima stagione del Teatro greci utilizzando i mede- di Claude Debussy Alla Scala fuori dalla sua simi miti. sede storica. Da quell’an- 29 - 06 Novembre TANNHÄUSER no – e fino al 2004 – gli Il finale di Wagner di Richard Wagner spettacoli furono spostati per i lavori di ristruttura- blocco della flotta greca. L’opera, andata in scena 18 - 31 Dicembre LA TRAVIATA zione del tempio della li- Diana, offesa da Aga- per la prima volta a Pari- di Giuseppe Verdi rica, nel nuovo e moder- mennone, impedisce alle gi presso l’Accadémie no Teatro degli Arcim- navi greche di partire. Royale de Musique il 19 ~ ~ La Locandina ~ ~ boldi. Questo aspetto è sottoli- aprile 1774, rappresenta Non sarà però il medesi- neato dalle polene raffi- uno spartiacque nel mon- Terme Costanzi, 17 - 29 marzo 2009 mo allestimento, anche se guranti proprio Diana do della musica. Fu la l’idea di massima rimane poste sulla prua delle na- prima opera francese di la stessa. Dello spettacolo vi, quasi a bloccare la par- Gluck e sopratutto la pri- IPHIGÉNIE en AULIDE Tragédie-opéra in tre atti milanese sono stati usati tenza. ma dopo l’elaborazione Altri aspetti che permea- della sua famosa “Rifor- Libretto Marie François Louis Gand Leblanc du Roullet solo la maggior parte dei dalla tragedia di J. Racine e dal dramma Iphigénie en Aulide costumi. La scenografia no regia e scenografia e ma” dell’opera seria, che pubblicato da Francesco Allegrotti ha dovuto essere rielabo- vengono continuamente dettò canoni più rigidi nel proprio Saggio sopra l’opera in musica rata completamente. Il sottolineati, sono il dram- per sottrarla ai vezzi di palco degli Arcimboldi è ma umano di Agamen- cantanti e librettisti. Musica di Christoph Willibald Gluck straordinariamente gran- none, ma anche di Ifige- Per questa edizione verrà Composizione: Vienna 1771-72 de e dunque tutto il pro- nia e Clitennestra ed il utilizzato il finale rielabo- Prima rappresentazione: Parigi, Accadémie Royale de Musique, 19. 4. 1774 getto è stato ricalibrato contrasto forte tra potere rato da Wagner nel 1847. Maestro concertatore Riccardo Muti per le più ridotte dimen- religioso e potere politi- Finale che ha avuto una e Direttore sioni del Costanzi. E’ sta- co, che si contrappongo- notevole fortuna nei tea- Regia, Scene e costumi Yannis Kokkos ta quindi modificata l’i- no duramente, senza che tri tedeschi e non solo, Finale nella rielaborazione di Richard Wagner dea dell’appartenenza di nessuno dei due accetti di eseguita normalmente in Prima rappresentazione: Dresda, 24.2.1847 Ifigenia e Clitennestra al- inginocchiarsi di fronte luogo della versione ori- Personaggi / Interpreti la terra, con le due figure all’altro. Su quell’ara la ginale francese fino ad che sarebbero poi andate giovane donna, la figlia, è anni recenti. Nel finale Diane (Artemide) (S) Beatriz Diaz / Giacinta Nicotra dissolvendosi verso la offerta per soddisfare va- wagneriano, Ifigenia vie- na gloria e cupidigia di ne presa con sé da Diana Agamemnon (B) Alexey Tikhomirov (17, 19, 21, 24, 26 29) / dimensione marina del- Luca Dall’Amico (28) potere, miste a fieri dove- che decide di farne una l’allestimento. Kokkos è Clytemnestre (S) Ekaterina Gubanova (17, 19, 21, 24, 26 29) / greco di origine e france- ri dettati dalla ragion di sacerdotessa, mentre in Barbara Di Castri (28) se di adozione e quindi i Stato, che per Re devono quello di Gluck la dea ac- Iphigénie (S) Krassimira Stoyanova (17,19, 21, 24, 26, 29) temi della tragedia greca superare affetti e debo- consentiva finalmente al- / Sophie Marin Degor (28) e del mare, ma anche del- lezze personali. le nozze di Ifigenia con Achille (T) Avi Klemberg / Piero Pretti Achille. Rimane, dunque, Patrocle (B) Mario Cassi / Vittorio Prato Il GiornaleG dei GrandiG EventiE il lieto fine, ma tutto è più Calchas (B) Maxim Kuzmin-Karavaev (17,19, 21, 24, 26, 29)/ Direttore responsabile magico e meno scontato. Riccardo Zanellato (28) Andrea Marini Si è voluto, però, conser- Arcas (B) Carlos Garcia-Ruiz vare il balletto della scena NUOVO ALLESTIMENTO Direzione Redazione ed Amministrazione delle nozze, trasforman- In lingua originale (francese) con sovratitoli in italiano Via Courmayeur, 79 - 00135 Roma e-mail: [email protected] dolo in una specie di mi- modramma, curato dallo ~ ~ La Copertina ~ ~ Editore A. M. spagnolo Marco Berriel, Stampa Tipografica Renzo Palozzi che racconta il prologo, Via Vecchia di Grottaferrata, 4 - 00047 Marino (Roma) Giambattista Tiepolo - Il Sacrificio di Ifigenia (Part.) ovvero i fatti - come il 1757 - , Villa Valmarana ai Nani Registrazione al Tribunale di Roma n. 277 del 31-5-1995 giudizio di Paride ed il © Tutto il contenuto del Giornale è coperto da diritto d’autore rapimento di Elena - che Visitate il nostro sito internet Le fotografie sono realizzate in digitale diedero origine alla guer- con fotocamera Kodak Easyshare V705 ra di Troia. www.giornalegrandieventi.it A. M. dove potrete leggere e scaricare i numeri del giornale Iphigénie en Aulide Il Giornale dei Grandi Eventi 3

orrebbe essere «un approccio del finale riscritto da Wagner nel rettore. Muti che dirige anche in Le Repliche storico consapevole della di- 1847. Finale che riporta il testo ad questa edizione, torna al Costanzi Giovedì 19 marzo, ore 20.30 stanza che separa il ‘700 di una maggiore aderenza al mito gre- tre mesi dopo il trionfale che Sabato 21 marzo, ore 18.00 Gluck dal mito greco», l’allestimento co della tragedia di Euripide, con ha segnato il suo esordio sul palco- Martedì 24 marzo, ore 20.30 Vdi questa Iphigénie en Aulide del il Diana che colpita dalla bontà e dal scenico romano per un ciclo di tre Giovedì 26 marzo, ore 20.30 regista, greco di nascita ma francese senso del dovere di Ifigenia e della opere in tre anni.. Pure parte degli Sabato 28 marzo, ore 18.00 d’adozione, Yannis Kokkos. Un’o- madre Clitemnestra, rinuncia al interpreti (i tre greci ed una greca) Domenica 29 marzo, ore 16.30 pera, l’Ifigenia di Christoph Willi- suo sacrificio e la vuole come sua sono gli stessi dell’edizione milane- bald Gluck, che torna sul palcosce- sacerdotessa. Questo nuovo allesti- se, anche se il grosso dei cantanti nico del Teatro Costanzi dopo 55 mento del Teatro dell’Opera di Ro- del primo cast sono giovani d’espe- L’intervento anni dall’unica edizione proposta, ma, si ispira all’edizione che inau- rienza, molti dell’est europeo, gui- quella del 1954, diretta da Gabriele gurò la stagione del Teatro alla Sca- dati dalla bulgara Krassimira Santini, con Boris Christoff, Franco la – allora “trasferita” al nuovo tea- Stoyanova (Sophie Marin Degor) Opera Corelli e Marcella Pobbe. Ma in tro degli Arcimboldi per i lavori di nel ruolo della protagonista, realtà è la prima volta che questo ti- ristrutturazione del vecchio tempio Alexey Tikhomirov (Luca Dell’A- tolo viene proposto in lingua origi- della lirica – sempre con Kokkos mico) in quello di Agamennone e la nuova nale – il francese con sovratitoli in autore di regia, scene e costumi e russa Ekaterina Gubanova (Barba- italiano – senza tagli e con la scelta Riccardo Muti sul podio come di- ra Di Castri) come Clytemnestre. di Umberto Croppi Assessore alle Una Ifigenia che guarda a Milano Politiche Culturali del Comune di Roma

er l’Ifigenia di Mu- ti si profila un nuovo successo dopo quello ottenuto Pdall’Otello nel dicembre scorso. Del resto anche l’Aida di Bob Wilson e The blue planet di Gree- naway (questo in prima mondiale al Teatro Na- zionale) hanno registra- to il tutto esaurito: la li- rica mostra così ancora d’essere una forma d’ar- te vitale e sostenuta da un forte consenso. Tuttavia non poche om- bre si addensano sugli enti lirici italiani, dovu- te alla diffusione di altre forme di spettacolo, che inevitabilmente distrag- gono da quelle tradizio- nali, all’avvento di tec- ATTO I – Nell’accampamento su quell’altare la vuole immo- nologie che consentono dei greci presso il poto di Aulide, La Trama lare a Diana. La rivelazione di ascoltare musica ad in Beozia. La flotta greca è in at- suscita la collera di Achille e elevatissima qualità e tesa dei venti favorevoli per Clitennestra contro Agamen- surrogano l’effetto salpare verso Troia. La bonaccia è causata dalla dea none, il quale, assalito dai rimorsi, decide di non ri- straordinario della ma- Diana che pretende da Agamennone il sacrificio spettare il giuramento. Presa la decisione, ordina gia di una messa in sce- della figlia Ifigenia, che lui le ha promesso. Il Re di ad Arcante di riaccompagnare a Micene la moglie e na. Soprattutto, però, Micene è angosciato e combattuto tra l’amore pa- la figlia nascondendo questa a tutti. sono i costi di tali istitu- terno ed il dovere di far muovere la flotta greca da zioni a non passare lui comandata. Progetta così di evitare l’arrivo in ATTO III – Sempre nel campo, all’interno di una inosservati in un mo- Aulide della figlia, facendole credere l’infedeltà del tenda. I greci radunati all’esterno non vogliono mento di grande diffi- promesso sposo Achille. Con il Gran Sacerdote permettere la fuga, perché timorosi della possibile coltà per la finanza pub- Calcante egli implora poi la divinità di scegliere ira della dea. Ifigenia si rassegna così al proprio do- blica. Dunque, inevita- un’altra vittima, ma si dice pronto, se Ifigenia giun- vere ed al proprio destino, mentre Achille tenta di bile interrogarsi sugli gerà, a sacrificarla sull’altare. Proprio in quel mo- dissuaderla, proponendole di fuggire con lui. I strumenti per ridefinire mento al campo arriva Clitennestra, moglie di Aga- Greci continuano ad invocare il sacrificio. Clitenne- la formazione dei costi mennone, con la figlia Ifigenia, la quale, alla notizia stra, udendo le richieste della folla, invoca per i dei teatri e su come dell’infedeltà del promesso, reagisce con rabbia e greci disumani la punizione di Giove. mantenere i propri im- dolore. Ma giunge Achille, che subito scioglie l’e- Sulla spiaggia dove è posto l’altare – Ifigenia è in pegni all’interno di bi- quivoco e l’atto si chiude con la riconciliazione sug- ginocchio sul gradino dell’ara. Achille irrompe in lanci fortemente ridi- gellata da un duetto. scena con i suoi guerrieri tessali, mentre i greci fug- mensionati. Nello speci- gono. Egli prende tra le braccia Ifigenia, ma questa fico del Teatro dell’Ope- ATTO II – Sempre nel campo. Le donne rassicura- continua a volersi offrire agli dei. Ma, annunciata ra di Roma si è poi do- no Ifigenia che Achille sarà suo sposo. Tutto è da un tuono, si mostra Diana, la quale dichiara di vuto prendere atto di pronto per le nozze. Mentre Achille invita Ifigenia non desiderare più il sacrificio. Piuttosto, colpita un dato negativo diffi- da andare con lui all’altare, dove li aspetta Aga- dal pianto di Clitennestra e dallo spirito sublime di cilmente aggirabile nel- mennone, l’araldo Arcante, preso dal rimorso li in- Ifigenia, vuole la ragazza come sua sacerdotessa, la chiusura del bilancio vita a non recarsi all’ara e svela ai due che il padre promettendo di sciogliere i venti verso Troia. Segue a pag. 4 Iphigénie en Aulide 4 Il Giornale dei Grandi Eventi La gestione del Teatro alla luce dei recenti avvenimenti Cosa succede all’Opera?

itoli di giornali, pacifiche dimostrazioni di piazza, voci che rincorrono l Teatro dell’Opera di Roma, come se stesse, dichiarazioni e smentite a distanza di poche ore. L’ultimo tutte le altre Fondazioni lirico-sin- mese per il Teatro dell’Opera di Roma sono state giornate di grande foniche, si trova in evidente crisi di fermento. Il nuovo Sindaco di Roma Gianni Alemanno, per statuto presi- carattere economico-finanziario, sia Tdente della Fondazione nella quale il teatro è inserito, fin dai primi giorni del per i tagli su parte del finanziamento suo mandato ha espresso chiaramente la volontà di rimettere ordine in que- I statale (F.U.S.) che a causa della grave sta importantissima istituzione che però per tanti anni è stato solo un mar- recessione economica non è facile sos- toriato, marginale frammento della vita della Città. Il neo Sindaco ne vuole tituire con sponsorizzazioni private, ricreare il prestigio, l’importanza, non solo sotto l’aspetto storico-culturale, sia per l’esigenza di riordinare l’at- ma anche di alta rappresentanza per il ruolo che Roma svolge come Capita- tuale disciplina legislativa e regola- le d’Italia. Per questo si è voluto rendere conto di persona delle problemati- mentare del settore, ricercando modal- che, ha affrontato le diverse visioni incontrando non solo i vertici, ma anche ità che liberino lo Stato di corresponsabilità finanziarie, dirette o in- i rappresentanti delle maestranze, dei tanti lavoratori di ogni settore. E que- dirette, al di là dei limiti e dei modi di erogazione dell’ammontare del ste sono ore decisive per il futuro del teatro e forse quando il lettore avrà fra finanziamento stabilito per legge. le mani questo giornale qualcosa sarà cambiato. Il primo cittadino si è im- Quanto sopra porterebbe a superare anche false immagini che ven- battuto anche nei bilanci, che a causa dei tagli del FUS (Fondo Unico dello gono fatte circolare sugli storici Teatri d’Opera, date da una serie di Spettacolo) presentano un deficit di 8 milioni di euro sia per il 2008 che di valori contradditori che rendono possibili giudizi di affidabilità ed il previsione per il 2009. Purtroppo però, L’Opera di Roma, a differenza della loro contrario. Scala di Milano – che anch’essa soffre – gioca un po’ di rincorsa per una se- All’attuale crisi finanziaria, il Teatro dell’Opera di Roma, con le sue rie di motivi che, è il caso di dire, si mordono la coda: una ancora scarsa im- componenti artistiche e tecniche, che costituiscono essenziali “sog- magine dovuta alle agitazioni ed alla conseguente inaffidabilità accumulata getti d’istituto” nell’attività dello spettacolo dal vivo, intende rispon- negli anni passati che ha portato difficoltà nel reperimento degli sponsor pri- dere senza ridurre il proprio impegno nel perseguire le funzioni di vati. Sponsor che certo sono più presenti e disponibili in una realtà econo- carattere culturale, svolte a profitto della comunità. mico-produttiva come Milano e che da qualche anno le leggi fiscali certo non Così il cartellone principale del 2009 al Teatro Costanzi ed alle Terme invogliano ad investire. Purtroppo poi un legge del governo Dini – il mini- di Caracalla contiene tutti gli aspetti di sviluppo e di crescita del be- stro dei Beni Culturali era Walter Veltroni – che nel 1996 volle trasformare ne culturale “opera” che continua a difendere l’identità italiana e la le istituzioni liriche in Fondazioni fu fatta male e di corsa. Troppo brevi i sua lingua. tempi di transizione, di abbandono a se stesse di istituzioni fino allora prati- Al Sindaco di Roma, infine, ho confermato la mia disponibilità per la camente statali, le quali, quasi dall’oggi al domani, si sono trovate a con- nomina del mio successore, come avviene nei più importanti Teatri frontarsi con il mercato, ad autofinanziarsi. E’ vero, alla fine, l’Opera di Ro- del mondo, anche in data anticipata alla scadenza del mio contratto. ma qualcosa in più ha avuto, stanziato di anno in anno come contributo ad Lavorare da subito sui programmi 2010-2012, in competizione con i hoc per il suo ruolo di rappresentanza per la Capitale. Ma è stato poca cosa. principali Teatri sul piano internazionale, consentirebbe la realizza- In tutto questo tempo è mancata una sicurezza di bilancio che potesse far zione di progetti che sono sempre influenzati dalle capacità degli au- programmare a lungo termine, che permettesse di impegnarsi con i cantan- tori e degli interpreti, di un maggiore standard di qualità. ti, magari a tre anni di distanza, come sono di solito “prenotati” gli impegni Penso che basterebbe la comprensione per l’alto compito della musi- degli artisti, con il risultato di doversi ancora oggi accontentare di quello che ca e della danza e molta fede nelle non ancora spente forze creative resta. Non dimentichiamo il Centenario di Tosca, organizzato in fretta e fu- ed esecutive italiane per impedire che la nostra Nazione, madre di ria, in forma semiscenica, con una sola recita il 14 gennaio del 2000. Forse immortali Maestri e di grandissimi Artisti, sia portata nel campo del un’opera così importante, ad un secolo esatto dalla sua prima rappresenta- teatro lirico e della danza, ad un inaccettabile decadimento. zione, nella sua città e nel suo teatro avrebbe meritato di più. Francesco Ernani Andrea Marini Sovrintendente al Teatro dell’Opera di Roma

Continua “L’intervento” da pag. 3 il suo rapporto dalla crisi e verso una nuova stagione di suc- con la Città si è, cessi. I prossimi mesi dovranno vederci tut- della Fondazione per il 2008 e di un disa- in qualche mo- ti insieme, Comune, direzioni, maestranze, vanzo ancora più marcato nella previsione mento, affievo- per fare in modo che l’alto livello della pro- per il 2009, situazione che ha determinato la lito; che la base posta, unito a percorsi forse trascurati ed ad necessità di un energico intervento sulla ge- “popolare” del- azioni dirette a rinsaldare il rapporto tra il stione. la lirica è sem- Teatro e la Città, facciano vincere questa Per la Capitale il Teatro dell’Opera rappre- brata perdere scommessa. Azioni che aumentino la cono- senta una delle istituzioni più antiche, pre- quell’energia scenza sulla vasta offerta del “sistema” Tea- stigiose e significative ed è un elemento co- che nel nostro tro dell’Opera, capaci di avvicinare i giova- stitutivo della sua stessa immagine interna- Paese ha rap- ni, di favorire l’accesso e magari una prima zionale, oltre che un fondamentale segmen- presentato uno conoscenza a tutti i romani, riportando pure to dell’offerta culturale della Città. Quasi su- dei principali in platea quanti in almeno una stagione del- perfluo ricordare che in questo teatro il 14 fattori di auto- la loro vita l’opera l’hanno amata come arte gennaio del 1900 debuttò Tosca, l’opera ro- percezione. viva. mana per eccellenza, che di questa città è Qui è il vero Un invito, quindi, a chi nell’Opera lavora, a stata - e continua ad essere - straordinaria punto che bisogna mettere al centro della ri- mettere il proprio entusiasmo a disposizio- ambasciatrice in ogni angolo della Terra. Il flessione sul futuro dell’Opera: l’impiego di ne di questa sfida; agli sponsor per prose- Costanzi è stato anche luogo di sperimenta- risorse destinate a questo settore della cultu- guire la propria indispensabile, generosa zione e di formazione ed ora continua ad es- ra dovrà essere misurato non sul semplice azione ed ai romani per informarsi, chiede- sere il perno di una eccezionale tradizione di conto economico, ma sulla forza espressiva re, stimolare, proporre, perché questi sono alto artigianato e di specializzazione: sceno- che questa forma italianissima d’arte saprà gli ingredienti di cui abbiamo bisogno per grafia, costumi, impianti scenici, oltre che – ancora sviluppare e sul rapporto che essa sa- sostenere un impegno che riteniamo dove- naturalmente – musica, canto, ballo. prà avere con il pubblico ed il territorio. roso ma che, per la sua entità, ha bisogno di Sarebbe un errore negare che il nostro Tea- L’amministrazione capitolina è fattivamente consenso e verifiche costanti. tro ha passato anche momenti difficili e che impegnata a portare il “suo” Teatro fuori Umberto Croppi Iphigénie en Aulide Il Giornale dei Grandi Eventi 5 Alexey Tikhomirov e Luca Dell’Amico Krassimira Stoyanova e Sophie Marin-Degor Agamennone, Iphigénie, padre e Re combattuto figlia rassegnata al dovere del sacrificio I Bassi Luca Alexey Tikhomirov (17, 19, 21, 24, 26, 29) e Luca Dell’Amico (28/3) si alterneranno nel ruolo del Re Agamennone. I Soprano Krassimira Stoyanova (17, 19, 21, 24, 26, 29/3) e Sophie Marin- lexey Tikhomirov Nato nel 1979 in Kazan si è laureato nel 2003 Degor (28/ 3) daranno voce alla protagonista. al Kazan Musical College e Kazan Art Institute, dove ha conti- nuato gli studi vocali fino al 2006. Tra il 2004 e il 2006 ha studia- rassimira Stoyanova è nata in Bulgaria e ha studiato canto e vio- to all’Opera Centre, con il quale continua ora a collaborare. Dal 2005 è lino al Conservatorio di Plodiv e violino al Conservatorio Russe. Asolista al Musical Theatre Gelikon-Opera di Mosca. Nel 2006 viene scrit- Ha debuttato all'Opera Nazionale di Sofia nel 1995. Ha inizio una turato come Sparafucile con Leo Nucci in una produzione di Rigoletto rapida carriera che l’ha vista giovane soprano ospite di rinomati teatri della Fondazione Toscanini. Il suo repertorio comprende Rospolone in Ktra i quali: , Nationaloper Helsinki, Carnegie Hall, La molinara di Paisiello, Zaroastro nel Flauto magico di Mozart, Leporello Hamburgische Staatsoper, Royal Opera House Covent Garden ed al nel Don Giovanni di Mozart, il ruolo del titolo nel Festival di Ravenna con la Nona sinfonia di Beethoven sotto la direzione Don Pasquale di Donizetti, Basilio ne Il barbiere di Si- di Riccardo Muti. Dal 1998 in poi è strettamente legata al Wiener Staat- viglia di Rossini, Re Filippo nel Don Carlos di Verdi, soper dove nel 2004 ha partecipato tra le altre ad una nuova produzione Monterone e Sparafucile nel Rigoletto di Verdi e di- del Falstaff di Verdi (Alice), seguita da Le nozze di Figaro, Don Giovanni, versi ruoli di opere russe. Vasto è anche il suo re- Turandot, Pagliacci e Anna Bolena al Carnegie Hall di New York e dal Te pertorio di musica da camera. Deum di Bruckner al Musikverein di Vienna. Nel 2005 è stata ospite Luca Dell’Amico è nato a Vicenza nel 1978. Si è di- come Anna in Le Villi di Puccini alla Wiener Staatsoper, dove è tornata plomato con il massimo dei voti in trombone, orga- in Falstaff, un ruolo che interpreterà anche a Dresda. Nel 2007 e ancora a no e composizione organistica al Conservatorio del- Vienna con Otello (Desdemona) e con Pagliacci (Nedda) e La Traviata al la sua città. Prosegue attualmente gli studi in canto Metropolitan di New York e di nuovo Pagliacci alla Deutsche Oper di Alexey Tikhomirov lirico perfezionandosi sotto la guida di Sherman Berlino. Richiesta da Placido Domingo, ha partecipato al concerto di Lowe. Ha debuttato nel 2003 in Carmen all’Arena di gala in per il suo anniversario a Vienna il 19 maggio 2007. Per l’apertu- Verona, sotto la direzione di Alain Lombard, in Madama Butterfly (Zio ra della stagione 2007/08 ha cantato in Simone Boccanegra e Otello alla Bonzo) e Le nozze di Figaro (Figaro). Nel 2004 ha interpretato il ruolo di Staatsoper di Vienna e La Boheme alla Staatsoper di Monaco e Dresda. Don Prudenzio ne Il viaggio a Reims al Rossini Opera Festival di . Nel 2008 è torna al Metropolitan con Les contes d’Hoffmann e Don Gio- Nel 2006 è alla Fenice di Venezia per Die Zauberflöte e in numerosi teatri vanni ed a Vienna con Otello e Falstaff. italiani per La forza del destino, poi, nell’ottobre, ha preso parte alla Sophie Marin-Degor, studente e solista al Maîtrise de Radio-France, tournée in Cina del Teatro La Fenice con La Traviata. Ha vinto il terzo attualmente si perfeziona con Nicole Fallien e divide il suo tempo tra premio al Concorso Adami - Corradetti di Padova. Il suo repertorio com- musica, teatro e danza. La sua esperienza teatrale e operistica è inizia- prende Requiem di Mozart, Messa da Requiem di Verdi, Petite Messe Solen- ta da adolescente. La sua partecipazione all’Orpheus di Gluck con Mar- nelle e Stabat Mater di Rossini e di Dvorák. ilyn Horne, diretto da Sir C. Mackerras al Théâtre des Champs Elysées, le ha aperto la porta al repertorio classico. Ha cantato ruoli operistici e Ekaterina Gubanova e Barbara Di Castri di oratorio barocco (Haendel, Lully, ecc.) così come Mozart, in cui più tardi si è specializzata. E’ stata invitata a Weisbaden nel 2004/2005 per Clytemmnestre, madre interpretare il ruolo di Armide di Glück. Per la stagione 2007/08 ha in- terpretato Michaela in Bremen and Melisande a Mosca. Ha registrato piangente ma devota agli dei Ezio di Gluck al Ludwigsburg festival. Avi Klemberg e Piero Pretti Le voci di Mezzosoprano Ekaterina Gubanova (17, 19, 21, 24, 26, 29) e Barba- ra Di Castri (28) si alterneranno nel ruolo di Clytemnestre. Achille, sposo promesso katerina Gubanova è nata in Russia nel 1979. A 23 anni è divenu- piegato al volere della Dea ta membro del Young Artists Programme alla Royal Opera House, Covent Garden, dove ha cantato ruoli quali Suzuki in Madama But- terfly e la Terza Dama in Die Zauberflöte. Il suo de- I tenori Avi Klemberg (17, 19, 24 e 29) e Piero Pretti (21, 26, 28) saranno Achille. butto giapponese è avvenuto con il Requiem di Ver- E vi Klemberg di diretto da Muti all’Opera di Tokyo. Ha debutta- dopo gli studi generali entra nella classe di to al Metropolitan Opera di New York nel 2007 co- Maurice Maievsky al Conservatorio de la Ville di Paris. Nel me Hélène Bezukhova in Guerra e Pace di 2002 è ammesso al Conservatorio Nazionale Superiore e nel Prokof’ev. Al Salzburg Festival è apparsa come 2003 vince il Primo Premio al Concorso Nazionale di Béziers. Tra le Terza Dama (Die Zauberflöte – Muti/2005), Flosshil- Asue interpretazioni Camille Roussillon in La vedova allegra a Espace de (Das Rheingold /2006) e Olga (Eugene Onegin Reuilly, Beppe nella Rita di Donizetti, Piquillo ne La Périchole. In con- /2007) e in concerto nella Missa solemnis di Beetho- certo ha cantato nella Messa di Gloria di Puccini, nel Padre Nostro di Janacek e nel di Gounod, nella Sinfonia n.9 di Beethoven al Cir- ven. Nel 2008 è stata Neris (Medée) in una nuova Ekaterina Gubanova produzione a Bruxelles ed ha cantato nel Requiem que d'Hiver Bouglione. La sua interpretazione di Achille in Iphigénie di Verdi a Madrid con l’Orchestra National Spagnola diretta da Muti. In en Aulide all’Opéra du Rhin gli è valsa critiche tra le più lusinghiere. autunno è tornata a Parigi per interpretare Brangäne. Piero Pretti è nato a Nuoro dove ha iniziato giovanissimo lo studio Barbara Di Castri ha interpretato il ruolo di Mother Goose all’Accade- del canto lirico sotto la guida del soprano Antonietta Chironi. Suc- mia Nazionale di Santa Cecilia nell’opera The Rake’s Progress ed a Parigi cessivamente si è iscritto al Conservatorio Pierluigi da Palestrina di è stata Arsace nella Semiramide al Théâtre des Champs Elysées. Ha colla- Cagliari. Ha partecipato a vari master di perfezionamento con Re- borato con direttori quali Gelmetti, che l’ha condotta nella Petite Messe nata Scotto, Gianni Raimondi, Giusy Devinu, Claude Tiolass e Gian- Solennelle di Rossini; Campanella, Curtis, Gatti con il quale ha collabora- ni Mastino. Ha debuttato nel 2000 nel repertorio di lirico leggero to alla produzione di Rigoletto e Boris Godunov al Comunale di . (Don Pasquale, Elisir d’Amore, Don Giovanni) per poi indirizzarsi ver- Nel 2008 ha cantato Italiana in Algeri al Sao Carlos di Lisbona, successi- so quello lirico (Jerusalem, Werther, Faust, Rigoletto, Lucia di La- vamente è stata Lola in Cavalleria Rusticana al San Carlo di Napoli, mermoor, La Bohème e Butterfly) cantando in varie città europee. Alexander Nevskij di Prokof’ev al Comunale di Bologna e Bradamante Svolge un’intensa attività concertistica, sia in Italia che all’estero. nell’Orlando furioso di Vivaldi al Festival di Edimburgo. Sempre lo scor- so anno ha cantato nell’Otello al Festival di Salisburgo diretta da Muti. Pagina a cura di Francesco Piccolo – Foto: Corrado M. Falsini Iphigénie en Aulide 6 Il Giornale dei Grandi Eventi La genesi dell’opera E Gluck conquistò Parigi...

opo la rappre- nente principale Ra- del “Mercure de France”: elogi che egli mi fa». cessaria per ispirarmi del- sentazione a meau) contro i fautori «Potrei giustamente esse- Dopo aver lodato Cal- la buona musica». Vienna di Paride dell’opera italiana (rap- re rimproverato e dovrei zabigi, il suo primo, im- Il dibattito sul giornale e Elena (1770), accolta presentata dalla Serva rimproverarmi da me stes- portante collaboratore, suscitò naturalmente Dsenza particolari clamo- padrona di Pergolesi), so molto gravemente se Gluck criticò la lingua un notevole interesse. ri, Gluck sciolse il soda- du Roullet aveva difeso dopo aver letto la lettera italiana a vantaggio di Gluck in persona – tra- lizio con il letterato Ra- la lingua francese, quella francese e sferitosi a Parigi nel no- nieri de’ Calzabigi con ponendosi in pole- scrisse: «Questa è vembre 1773 - sovrinte- il quale, a partire dal- mica anche con la ragione perché io se alle prove scontran- l’Orfeo e Euridice (1762) Rousseau il quale non faccio uso dei dosi anche con le prote- e passando attraverso era schierato dalla trilli e dei passaggi ste dei cantanti irritati Alceste (1767), aveva da- parte dell’opera fioriti, né delle ca- dalla fatica delle lunghe to vita ad una riforma italiana. denze di cui gli Ita- sedute e non sempre dell’opera seria italiana. liani sono tanto convinti della loro par- Riforma fortissimamen- Guardando Parigi prodighi. Il loro te. Sophie Arnould, ad te voluta dai due artisti, idioma che si presta esempio, si lamentava ma destinata, almeno La conquista di volentieri a tutto continuamente che nel- sul momento, a rimane- Parigi fu pianifica- ciò, non mi offre al- la sua parte (Ifigenia) re più o meno lettera ta con particolare cun vantaggio sotto fossero troppi i recitati- morta per la diffidenza attenzione, av- questo punto di vi- vi in rapporto alle arie. dell’ambiente teatrale viando una mirata sta. Ne avrà senza italiano. Di tutto ciò era campagna stampa. dubbio degli altri e La “Prima” ben consapevole Gluck Du Roullet scrisse molti; ma, nato io che, alla soglia dei 60 ad uno dei diretto- in Germania, per La sera del 19 aprile anni ed ormai famoso ri dell’Opera di quanto abbia potuto 1774, quando l’opera di ed agiato, considerava Parigi, il cavaliere studiare l’italiano e Gluck e du Roullet de- ormai esaurita la pro- Antonio d’Auver- il francese non cre- buttò all’Accadémie pria azione a Vienna e gne una lettera Sophie Arnould, prima interprete di Iphigenie in do mi sia possibile Royal de Musique a Pa- guardava con interesse aperta (pubblicata un busto di Jean Antoine Houdon apprezzare le deli- rigi, c’era intorno all’e- a Parigi. il 1° ottobre 1772 cate distinzioni che vento un’enorme attesa. Per il suo trasferimento sul “Mercure de France”) inviata di qui ad uno dei possano rendere l’uno «Ma il pubblico – si legge nella capitale francese, in cui asseriva che direttori dell’Accademia preferibile all’altro e pen- sulla “Gazette de Politi- Gluck poté contare su Gluck era indignato per Reale di Musica il cui te- so che ogni straniero do- que et de Littérature” – ha alcuni appoggi influen- l’asserzione di un famo- ma è l’opera Iphigénie e vrebbe astenersi dal giu- mostrato più impazienza ti. Innanzitutto quello so letterato (Rousseau) che venne pubblicata nel dicare fra i due. Ma riten- per una novità; le prove di Maria Antonietta, a proposito della man- “Mercure de France” go debba essermi permes- sono state ricercate e se- ora regina, che era stata canza di musicalità del- dello scorso ottobre; se, di- so di dire che il linguag- guite con straordinaria sua allieva a Vienna e la lingua francese. co, dopo aver espresso al- gio che mi converrà di più sollecitudine; gli amatori che si adoperò per non Iphigénie en Aulide, so- l’autore di essa la mia gra- sarà quello in cui il poeta sono già divisi e il calore fargli mancare il favore steneva ancora du titudine per le lodi che mi è in grado di offrirmi i che accende prematura- della Corte. E poi fidato Roullet, sarebbe stata la ha prodigato, non mi af- mezzi più variati per mente i partiti sembrereb- collaboratore e “strate- risposta a questa accusa frettassi a dichiarare che esprimere le passioni. Ta- be annunciare il rinnovar- ga” fu l’addetto all’am- infondata. la sua amicizia ed una le è il vantaggio che mi si della piccola guerra mu- basciata francese a La lettera del collabora- prevenzione troppo bene- pare di aver trovato nelle sicale che i buffi italiani Vienna, Marie- tore spianò la strada a vola lo hanno fatto eccede- parole dell’opera Iphigé- sollevarono nel 1751». François-Louis Grand- Gluck che il 1° febbraio re ed io sono bel lungi dal- nie la cui poesia mi parve Fu un successo strepito- Leblanc du Roullet, un 1773 scrisse al direttore l’illudermi che merito gli avere tutta l’energia ne- so, come testimoniò nobile normanno, di una settimana dopo circa due anni più gio- Maria Antonietta in una vane del musicista. I lettera alla sorella Ma- due si erano incontrati ria Cristina Josepha: a Vienna nel 1772 pro- «…grande trionfo, mia babilmente in casa del- cara Cristina! Il 19 ebbi- l’ambasciatore inglese, mo la prima rappresenta- Lord Stormont; e da lì zione dell’Iphigènie. Ne aveva preso corpo il fui rapita e ormai non si progetto di una collabo- parla d’altro. Come ri- razione. Du Rollet sotto sultato di tale avveni- l’influenza di Diderot e mento, tutte le teste sono Algarotti che avevano in ebollizione; pare incre- segnalato la Iphigénie di dibile vi sono dissensi e Racine come un model- dispute, come si trattasse lo ideale per un’opera, di qualche controversia si era gettato nella ste- religiosa». Inizia così sura del libretto. per Gluck una stagione Qualche anno prima parigina destinata ad (1752) allo scoppio del- aver il suo culmine 5 la “querelle des buffons” anni dopo (1779) con che aveva opposto i l’Iphigénie en Tauride. fautori dell’opera fran- cese (di cui era espo- Gluck presenta a Maria Antonietta l’Iphigénie en Taurine Roberto Iovino Iphigénie en Aulide Il Giornale dei Grandi Eventi 7 L’analisi dell’opera Le tensioni preromantiche di Agamennone

l teatro di Gluck si in- sione librettistica, du perfetta coesione forma- garsi della serisce in quella cor- Rollet si concesse diver- le, incisivo utilizzo delle melodia, era rente “neoclassica” che se libertà. Eliminata la voci e dell’orchestra. L’e- stato antici- segnò profondamente figura di Ulisse, prese lemento più interessante pato proprio Il’intero melodramma del notevole spazio la folla è senza dubbio la fusio- in apertura secondo Settecento. Eroi (il coro). Abolì pure il ne tra lirismo italiano e della Sinfo- tratti dai grandi miti o personaggio di Eriphyle declamazione francese, nia. Ma di dalla storia antica ani- e inserì invece Calcante, esperimento che solo un brani inte- mano partiture nelle il rappresentante visibi- musicista con l’esperien- ressanti se quali, tuttavia, nell’o- le degli dei. Qualche cri- za di Gluck nel teatro ita- ne ritrovano stentare il rispetto per il tica ha invece ricevuto liano, poteva tentare. disseminati fato, tradiscono anche l’epilogo con un ina- La struttura prevede 17 molti altri, debolezze che li rendono spettato lieto fine: la re- arie contro 2 duetti, 1 ter- qua e là nella diversi, anticipatori, ma- voca del decreto di mor- zetto e 2 quartetti. La partitura. Si gari inconsapevoli, di te da parte della dea Ouverture è un gioiello. pensi al mo- una rivoluzione ormai Diana che nella stesura Tenendo fede a quanto nologo di prossima a consumarsi originaria viene comu- espresso nella prefazio- Clitennestra con il secolo nuovo. nicata da Calcante, men- ne all’Alceste («Ho imma- (Atto II) che Iphigénie en Aulide è un tre in una riedizione del ginato che la sinfonia debba in un cre- capolavoro drammatur- 1775 coinvolge Diana in prevenire gli spettatori del- scendo di gico e musicale perché persona. Non a caso l’azione…»), anche qui il emozioni riesce a combinare ma- quando a metà Ottocen- brano introduce nel passa da un gnificamente la tradizio- to Wagner revisionò l’o- dramma mescolando un canto quasi ne con l’esigenza di rin- pera, mutò il finale fa- tenue lirismo (Andante sussurrato, a iniziale) ad affermazioni infernali ac- più imponenti (Allegro cessi d’ira. Il maestoso). L’Ouverture quartetto dei mostra anche un aspetto protagonisti fondamentale dello stile si completa di Gluck: la sapiente or- con Ifigenia, Incisione per l’edizione di Iphigènie en Aulide chestrazione, la conce- colta dal mu- di Racine del 1768 zione di uno strumentale sicista nella impiegato con fini sua purezza e innocenza versificate. Lo troviamo espressivi, attraverso un più squisite, attraverso – quello dei greci -, im- acuto utilizzo degli im- un canto che ha sempre ponente e monolitico pasti timbrici. Agamen- un respiro morbido, “ita- (come in “Orfeo ed Euri- none è il vero, tragico liano” nella sua roton- dice”), ma lo ascoltiamo protagonista del dram- dità; e con Achille, teno- anche delicato, raffinato, ma. Da condottiero ha re dal timbro acuto, nella a creare atmosfere di accettato di sacrificare la tradizione francese preziosa suggestione: è il figlia agli dei; da padre è dell’”haute-contre”. caso dell’apertura del se- scosso dal dolore e dal condo atto affidato alla turbamento e vorrebbe Fusione di più forme sezione femminile. E poi contravvenire alla parola musicali il coro ha anche la poten- data. In questo suo atteg- za e la virilità dei soldati giamento sta principal- Come aveva fatto nelle che in ampi interventi di mente quella incrinatu- sue principali opere pre- carattere contrappunti- ra, quella debolezza cui cedenti, Gluck concepi- stico (vengono alla me- si accennava all’inizio. Il sce alcune scene di am- moria le Passioni bachia- dissidio fra ragion di sta- pio respiro creando ne) fanno sentire la loro to e sentimenti privati un’interessante interse- voce, accanto a quella entra sempre più nel tar- cazione di più forme dei protagonisti. do Settecento nel teatro musicali. Si può citare, Da segnalare infine il tri- musicale, incrinando ad esempio, il finale del buto pagato alla conven- Christoph Willibald Gluck certezze e caratteri mo- primo atto, incentrato zione francese che esige nolitici e mostrando sul grande duetto fra Ifi- la presenza di danze al- novamento. cendo rapire da Artemi- un’umanità più variega- genia e Achille. Gluck al- l’interno del teatro musi- Nel suo libretto in tre at- de (Diana) Ifigenia per ta, più reale. Le incertez- terna passi di recitativo, cale. Gluck inserì un di- ti («Divisione che mi pare- portarla in Tauride, ze di Agamennone apro- ad ariosi, a momenti so- vertissement all’inizio del va la più favorevole al gene- mantenendo così fede al no l’opera con la prima listici al duetto vero e secondo atto e un diver- re che esige una grande ra- mito originale. delle tre grandi arie affi- proprio ottenendo da tissement alla fine, una pidità d’azione», osservò dategli da Gluck: una una parte una notevole vera e propria festa tea- lo stesso librettista) du Partitura pagina di straordinaria varietà drammaturgica, trale. Non si tratta, però, Roullet si è ispirato alla di grande tensione bellezza per l’intensità dall’altra una efficace di “corpi estranei” calati tragedia di Racine a sua del canto e la sensibilità rappresentazione emoti- nell’azione in ossequio al- volta tratta dal mito nar- Al di là dei pregi e dei dello strumentale. L’av- va della situazione. le ferree regole parigine, rato da Euripide in due difetti del libretto, certo vio del suo lamento (Dia- Il Coro, si è detto, ha no- ma pur sempre di mo- grandi tragedie, Ifigenia è che Gluck ha lasciato ne Impitoyable) con quel tevole importanza nel- menti resi plausibili dal- in Aulide e Ifigenia in una partitura splendida salto ascendente di quin- l’opera. E Gluck lo tratta l’azione stessa. Tauride. Nella sua ver- per tensione interna, ta e il successivo ripie- con soluzioni molto di- Roberto Iovino Iphigénie en Aulide 8 Il Giornale dei Grandi Eventi Il rapporto tra il libretto e la tragedia greca Gluck, quasi duemila e duecento anni dopo Euripide

Iphigénie en Auli- le e il suo lieto fine. E ve- infine a far venire dello stesso Eu- de di Gluck, rap- diamo di precisare i con- la figlia da Argo in ripide. Gluck eb- presentata a Pari- torni di quest’originale. Aulide con il pre- be a dire una gi nel 1774, deriva alla E’ la tragedia di un testo di maritarla volta che prima L’sua prima origine da drammaturgo settanta- ad Achille. Ma di scrivere un’o- quella di Euripide, data- cinquenne. Le navi dei l’inganno viene pera tentava di ta al 405 a. C., greci sono radunate nel ben presto scoper- dimenticare di attraverso la mediazione piccolo golfo di Aulide, to e Agamennone essere un musi- della Iphigénie di Jean di fronte all’Eubea, è irremovibile: Ifi- cista, e questo si- Racine (1674: proprio pronte a salpare per genia lo supplica gnificava in fon- cent’anni prima di sbarcare dall’altra pare invano, ma poi, do che musicista Gluck) e nella rielabora- del Mare Egeo, attaccare sconcertando tutti, era e musicista si zione librettistica, sulla Troia e recuperare la bel- finisce per offrirsi sentiva, ma an- base di Racine, di Marie lissima Elena, che, sposa vittima al coltello che che sentiva Fr. Louis Gand Bailli du di Menelao (che è fratel- dell’infelice padre. crescere in sé la Roullet detto “Le lo di Agamennone, capo Ma, al momento sensibilità del- Blanc”. Ai quasi 2.200 della spedizione), è fug- della catastrofe, l’autore di tea- anni dopo Euripide (per gita con il principe Pari- interviene la dea tro. la precisione 2.179) van- de, figlio del re di Troia sottraendo la gio- Vista l’impor- no aggiunti i 235 che se- Priamo. La dea Artemi- vane, cui sostitui- tanza da lui data parano noi da Gluck: è de (dai latini chiamata sce una cerva e la agli affetti e al importante precisare Diana) impedisce la le- giovane viene da pathos (vicino questo, perché quanto vata dei venti, necessari lei trasportata sul- anche in questo dobbiamo fare adesso è per muovere la flotta, la sponda estrema al patetico Euri- semplicemente mettere perché è adirata con del Mar Nero, do- pide), non fa me- la tragedia di Euripide Agamennone che le ha ve fra i Tauri di- raviglia che fos- al fuoco del 1774, e non mancato di rispetto ucci- viene sacerdotessa se ammirato e al fuoco del nostro 2009, dendo alla caccia una della dea stessa. Iphigènie in un quadro di Anselm Feuerbach amato dai ro- che sarà compito dell’e- cerva a lei sacra: si pla- Ma questa è poi mantici sia della secuzione musicale e re- cherà solo con un sacrifi- l’altra tragedia euripi- cantata sulla scena e la prima sia dell’ultim’ora: gistica presentataci dal cio di sangue, la cui vit- dea, Iphigénie en Tauride, vuole emozionalmente Ermst Theodor Ama- Teatro dell’Opera di Ro- tima prescelta dovrà es- messa in musica anch’es- vivace, oltre che verosi- deus Hoffmann e Ri- ma. sere Ifigenia, figlia di sa da Gluck cinque anni mile. A questo proposito chard Wagner. C’è, piut- L’Iphigénie en Aulide è Agamennone stesso e di dopo (1779). vale la pena di leggere tosto, da aggiungere alla sembrata a molti l’opera Clitennestra. L’esercito quanto lui stesso scrive- vulgata critica su Gluck di Gluck che, attraverso scalpita e Agamenone, Tragedia non amata va nella Préface alla tra- un fatto raramente mes- la rielaborazione lettera- combattuto fra l’affetto da Aristotele gedia, criticando gli au- so in luce: la sua immer- ria moderna, rispetta paterno e il senso del do- tori greci che avevano sione nella cosiddetta maggiormente l’origina- vere militare, si decide Tutto il dramma, che scelto la versione luttuo- “teoria degli affetti” (Af- viene rappresentato po- sa, quella del vero sacri- fektenlehre), che era sta- stumo essendo della fine ficio della fanciulla (li ta già degli antichi (mol- della vita di Euripide, è elenca: Eschilo, Sofocle, to sensibili psicologica- ritmato da numerose Lucrezio, Orazio “e mol- mente alla loro musica e tempeste psicologiche, ti altri”) e anteponendo inclini a disciplinarne che portano i personaggi quelli del lieto fine: «Ho politicamente l’uso per a ricredersi continua- riconosciuto con piacere, l’effetto potentissimo mente con vigorosi effet- per l’effetto che ha prodotto sulla psicologia delle ti drammaturgici. Trage- sul nostro teatro tutto quel- masse) e si era poi tra- dia amatissima da tutti i lo che ho imitato o da Ome- sformata nei moderni, a pubblici, antichi e mo- ro o da Euripide, che il cominciare da Vincenzo derni, non piacque, qual- buon senso e la ragione era- Galilei (fra Cinquecento che decennio dopo, ad no gli stessi in ogni secolo. e Seicento), in un pron- Aristotele, che ebbe il Il gusto di Parigi si è ritro- tuario espressivo degli torto di applicare super- vato conforme a quello di affetti dell’animo: gioia, ficialmente il suo pur Atene» (Le ultime parole dolore, amore, odio, ecc. giusto criterio di coeren- sono, a mio parere, in- La teoria degli affetti za nel carattere dei per- cantevoli!...). Del resto la moderna arriva a lambi- sonaggi. definizione del teatro di re il primissimo romanti- Il fatto che la trama euri- Euripide come teatro cismo, che poi praticherà pidea piacesse a Gluck ‘borghese’ è uso costante l’espressione perenne per la ragione del lieto fi- della critica di noi mo- degli affetti con maggio- ne andava incontro al derni. re o minore spontaneità gusto borghese del pub- Va notato che le grandi senza bisogno di pastoie blico dell’opera, come ha linee della famosa rifor- teoriche. proposto con acume ma drammaturgica di Theodor W. Adorno in Gluck rientravano non Luigi Enrico Rossi un brillante scritto di più solo nella prospettiva Professore emerito di cinquant’anni fa: la della Camerata de’ Bardi di Letteratura greca borghesia ama rispec- fiorentina, ma anche nel- Università di Roma Euripide chiarsi nella vicenda la tessitura compositiva “La Sapienza” Iphigénie en Aulide Il Giornale dei Grandi Eventi 9 Tratti dei personaggi e differenze tra tragedia di Racine e libretto di Du Roullet I tre finali dell’Iphigénie di Gluck

l soggetto di Ifigenia – nerezza, furore, malinco- sul personaggio di Aga- atteggiamento di sfida, nel 1775 questa soluzione soprattutto in Aulide - nia e tormento amoroso, mennone, tralasciando – giungendo ad essere ca- fu modificata: Du Roullet e aveva avuto nell’Euro- che si sciolgono poi solo come in tutti gli altri per- pace, nello sfogo del ri- Gluck fecero intervenire la pa del XVII e XVIII secolo nel suicidio. Questo per- sonaggi – l’interesse raci- sentimento verso quel- dea Diana, la quale, scen- Iuna larga fortuna con di- metteva a Racine di arric- niano per l’analisi psico- l’ordine così ingiusto, di dendo sulla terra, consacra verse opere in musica - chire il labirintico fluire logica dei sentimenti sfu- adirarsi sino alla bestem- l’amore tra Achille e Ifige- oltre trenta - dal Sing- mati, contradditto- mia. L’Agamennone di nia, conferendo all’ultima spiel di Johann Jakob ri, oscillanti tra Racine è un vinto, e cede scena un maggiore effetto Löwe von Eisenach (Wol- dubbi e palpitazio- con rammarico e soffe- spettacolare. fenbüttel, 1661), alle ope- ni, preferendo l’e- renza al volere degli dei; Ma la versione presentata re italiane di Agostino spressione di con- quello di Du Roullet mo- questa volta, adotta il fina- Bonifacio Coletti (Vene- flitti elementari, stra invece il suo carattere le rielaborato da Richard zia, 1707), Domenico tratteggiati con di nobile guerriero fino a Wagner a Dresda fra il di- Scarlatti (Roma,1713), chiarezza e vigoro- giunge ad insultare e sfi- cembre 1846 ed il febbraio Antonio Caldara (Vienna, sa semplicità. L’A- dare Diana, così come il 1847 su una versione tede- 1718), Pietro Alessandro gamennone di Ra- Prometeo dell’inno di sca del libretto del 1775. Guglielmi (Londra, 1768). cine è, infatti, molto Goethe - contemporaneo L’opera così rielaborata fu Così Marie François- più affine a un all’opera di Gluck - si ri- rappresentata per la prima Louis Gaud Leblanc du Cratere attico con il mito di Ifigenia eroe di Metastasio bella contro l’indifferenza volta a Dresda al Königlich Roullet per il suo libretto che al grande per- dei numi nei confronti Sächsisches Hoftheater il destinato all’amico dei sentimenti e placare sonaggio di Gluck: soffre, degli uomini. 24 febbraio 1847. Wagner Gluck, si rifece – affer- con il suicidio l’ira degli palpita, piange, ragiona per questa rielaborazione è mando di averla seguita dei per sbloccare la bo- sulla triste sorte dei re, I tre finali intervenuto nelle ultime «con la più scrupolosa at- naccia che impediva alle schiavi dei rigori della 113 battute: un tuono an- tenzione» all’Iphigénie di navi greche la partenza fortuna e dei discorsi de- Eliminando il personag- nuncia la discesa di Arte- Jean Racine rappresenta- per Troia (perché anche gli uomini. E’ in fondo un gio della figlia di Elena e mide (Diana) che appare in ta nel 1674. Ma in realtà, Ériphile si chiamava, in essere debole, che cerca Teseo, Du Roullet adotta scena dichiarando di ri- rispetto a questo testo, realtà, Ifigenia, ed era lei di sfuggire all’ordine de- un esito più vicino a quel- nunciare al sangue della Du Roullet elimina il per- la vittima designata), evi- gli dei, della cui barbarie lo dell’Ifigenia in Aulide di vittima, al fine di traspor- sonaggio di Ulisse e quel- tando così al poeta il ri- non è convinto, pensando Euripide: Calcante, ispi- tarla in una terra lontana lo di Ériphile, la rivale in corso all’espediente della che essi, ordinandogli di rato, rivela che gli dei, (Tauride) dove la giovane amore di Ifigenia, inna- metamorfosi di Ifigenia sacrificare la figlia, abbia- commossi dalla bontà di servirà come sacerdotessa morata anch’essa di in una cerva che, se credi- no voluto solamente met- Ifigenia, dal dolore di Cli- nel suo tempio. Così i ven- Achille. Un personaggio, bile ai tempi di Euripide, terlo alla prova. L’Aga- tennestra e dal valore di ti si levano ed i greci pos- Ériphile, si sarebbe presentata as- mennone di Du Roullet, Achille, hanno revocato il sono partire per un’impre- tipicamente raciniano, surda duemila anni dopo. invece, sin dalla prima decreto di morte, scio- sa che s’annuncia sotto i con forti impulsi alternati Ma Du Roullet nel suo li- scena assume, nei con- gliendo i venti. migliori auspici. e sovrapposti di odio, te- bretto interviene anche fronti della divinità, un Per la ripresa dell’opera A. M. d. S. L’autore greco di Ifigenia in Aulide Il solitario ed incompreso Euripide: primo drammaturgo intellettuale

uripide nacque probabilmente intorno al decen- re di cui sono protagonisti. Le trame stesse presentano nio 480-470 a.C., secondo alcune fonti a Salami- sviluppi inaspettati con l’utilizzo di inedite varianti na; i suoi genitori appartenevano alla classe me- del mito e si avvalgono di sorprendenti ed appassio- dia ateniese. Il padre, di nome Mnesarco (o Mnesar- nanti scene di riconoscimento. Sul palco spesso com- Echide), era proprietario terriero, mentre la madre, Cli- paiono personaggi di infimo livello sociale, ignoti alla to, si occupava probabilmente del commercio di or- tradizione, e viene utilizzata la soluzione del deus ex taggi, almeno in base alle maligne insinuazioni del machina, espediente escogitato per risolvere situazioni commediografo Aristofane. difficili, che diviene poi motivo di meraviglia e sor- Nell’Atene del V secolo, si interessò di filosofia e lette- presa per gli spettatori. ratura, ma della sua vasta produzione teatrale, che vie- La leggenda vuole che Euripide componesse i suoi ne fissata oggi su un totale di 92 opere, ne sono perve- drammi in una grotta di fronte al mare: essa sembra nute a noi solo 17, che diventano 18, se si considera eu- confermare il progressivo allontanamento dell’autore ripideo il Reso. dalla vita pubblica, a causa delle critiche malevole dei Vinse pochi agoni drammatici rispetto ai trionfi di contemporanei che non ne apprezzavano lo stile. Nel Eschilo e Sofocle, a dimostrazione di un difficile rap- 408 a.C. Euripide decise di abbandonare Atene e si sta- porto con il pubblico dell’epoca. I suoi lavori rivelano bilì, dopo alcuni viaggi, a Pella, in Macedonia, ospite un’educazione raffinata e una posizione scettica nei del re Archelao cui dedicò l’omonima tragedia in cui confronti della religione tradizionale. viene narrata la vicenda del personaggio mitico da cui Euripide, per primo, affronta tematiche come il ruolo il Re prendeva il nome. Morì nel 406, secondo alcuni, della donna ed i rapporti sociali tra i contemporanei. sbranato da cani vendicatori degli dèi offesi. Solo do- Euripide fu mosso dal continuo bisogno di sperimen- po la sua morte, la Grecia lo riconobbe in tutto il suo tazione, una tendenza crescente che lo portò a creare valore e le sue opere divennero famose. Nel 330 a.C., strutture drammaturgiche sempre più complesse ed gli venne dedicata dagli ateniesi una statua di bronzo elaborate; i suoi personaggi – anche se comuni - sono nel teatro di Dioniso. spesso forniti di identità differenziate nelle varie ope- Liv. Mag. Iphigénie en Aulide 10 Il Giornale dei Grandi Eventi La riforma Gluckiana Le regole del compositore contro gli abusi di cantanti e librettisti

l favore che all’inizio prezzati del suo tempo, quale vengono affermati siddetta Riforma Gluckia- simile all’aria. Il rischio del ‘700 l’opera ita- che ne Il teatro alla moda, alcuni dei caratteri prin- na, elaborata dal compo- di un’opera che procede liana godeva presso una sorta di manuale ad cipali che alcuni anni sitore tedesco insieme al a pezzi rigidamente il pubblico europeo non usum degli operatori del dopo animeranno la librettista italiano Ranie- chiusi viene scongiurato Iera condiviso dai filoso- settore, così raccoman- riforma operata da ri de’ Calzabigi. grazie alle scene più am- fi, scrittori e letterati. Es- dava: «Ai poeti: in primo Gluck e Calzabigi. Gluck, da buon raziona- pie, nelle quali si inte- si lamentavano che il luogo, non dovranno aver Anche in Francia il tema lista e naturalista, rifiu- grano più forme l’una rapporto tra la poesia e letto né leggere mai gli au- era così caldo da solle- tava il principio edoni- nell’altra, in quanto esse la musica fosse forte- tori antichi Latini e Greci, vare diverse dispute, di stico della musica e non faranno parte di un’uni- mente sbilanciato a fa- imperocché gli antichi cui si ricorda in partico- poteva concepire l’arte ca dimensione musicale, vore di quest’ultima. Greci e Latini non hanno lare quella tra buffonisti come un semplice svago costantemente espressi- Secondo lo spirito razio- mai letto i mo- dei sensi. Pur va e condizionata dalla nalistico della cultura derni». essendosi ade- parola. del tempo, l’arte e il sen- Oppure: «Ai guato per oltre L’azione non deve esse- timento rappresentava- musici. Non do- vent’anni di at- re interrotta ed il coro no solo forme inferiori vrà il virtuoso tività al costu- assumerà nuovamente di conoscenza e la su- moderno aver me melodram- una funzione di perso- premazia della poesia solfeggiato né matico impe- naggio, come nella tra- derivava dal presuppo- mai solfeggiare rante, egli giun- gedia greca; le danze sa- sto che essa fosse intesa per non cader se alla più com- ranno inserite solo nei come rivelazione della nel pericolo di piuta teorizza- casi in cui esse siano in- verità e non più come fermar la voce, zione di una dispensabili. raffinato esercizio intel- d’intonar giu- proposta di I mutamenti di scena lettuale, mentre, al con- sto, d’andare a riforma del me- devono essere limitati al tempo, si riteneva che la tempo, essendo lodramma. minimo e l’orchestra- musica si rivolgesse solo tali cose fuori La svolta decisi- zione assumerà una ai sensi ed all’udito in affatto dal mo- va è segnata funzione espressiva ed particolare. derno costume». dall’Orfeo ed Eu- indipendente dal ruolo Del resto, le vicende as- E via dicendo. ridice (1762), di accompagnamento surde e incoerenti pro- Ma la stilettata preceduto da del canto. Infine, la si- poste nei libretti di mol- più caustica si un importante tuazione scenica deve te opere, l’indifferenza deve a un let- balletto, Don rispondere a verosimi- propria di molti libretti- terato france- Giovanni del glianza con un’azione sti verso ogni credibilità se, Charles de 1761. I principi rapida e incisiva, senza drammatica, gli arbitrii Saint Evre- programmatici dispersioni. vocali e scenici dei can- mond: «Se vo- Sir Godfrey Kneller Charles de Marguetel de Saint Denis della riforma, La riforma, contraria ai tanti non divennero og- lete sapere cos’è de Saint Evremond volti a spogliare costumi dell’epoca, fu getto solo delle critiche un’opera, ebbene l’opera italiana accolta a seconda dei ca- degli scrittori, ma anche vi dirò che è uno strambo e antibuffonisti, fautori e dagli abusi con cui can- si con diffidenza, ranco- bersaglio delle ironie di lavoro nel quale si mesco- contrari all’opera buffa tanti e compositori l’a- re o indifferenza. un pubblico allargato, lano la poesia e la musica e italiana. vevano immiserita, ven- In Francia si scatenò che non era più solo dove il poeta e il composi- Dall’Inghilterra era in- nero poi ribaditi e per- un’accesa querelle fra i quello dei salotti aristo- tore, danneggiandosi a vi- vece sopraggiunto un fezionati nell’Alceste sostenitori di Gluck e cratici. cenda, si danno un gran altro aiuto verso la coe- (1767). Cardine della quelli dell’opposta fazio- Nacque addirittura un daffare per arrivare a cat- renza drammatica del riforma, che Gluck e ne, che si riconoscevano piccolo filone letterario tivi risultati». teatro, nella persona di Calzabigi impostarono in Piccinni, santo patro- satirico che si sviluppò un attore di prosa seguendo i canoni della no dell’opera buffa. fino ai primi decenni Coerenza shakespeariano, David tragedia greca, sarà l’u- Tuttavia bisognerà aspet- dell’Ottocento, uso a degli elementi Garrick. Egli aveva nitarietà del dramma, tare Cherubini, Spontini mettere alla berlina i ca- inaugurato un nuovo da raggiungersi tenen- e addirittura Berlioz per- pricci delle prime don- Nell’intenzione positiva stile, mirato a creare una do presenti alcuni capi- ché la lezione di Gluck ne, la stolida avarizia di porre un freno ai completa illusione saldi. sia compresa a fondo e degli impresari, la cras- guasti dell’opera, alcuni drammatica. Abbando- Innanzitutto, la sinfonia praticata. La sua riforma, sa ignoranza di poeta- scrittori della prima nando lo stile declama- d’apertura deve intro- al di là dell’aspetto musi- stri da strapazzo. Da al- metà del Settecento, torio in favore di una re- durre nell’atmosfera cale, è riflesso di un mu- cune di queste opere animati da uno spirito citazione molto più na- dell’azione; ai cantanti tamento di ordine filo- trassero ispirazione i costruttivo, proposero turalistica e calandosi non deve essere per- sofico. Come la tragedia compositori più autoiro- che la logica del dram- completamente nella messo ornare a piaci- greca, l’opera in musica nici per produrre altret- ma e la coerenza dei parte egli coinvolgeva mento le proprie arie; riformata tende a offrire tante opere buffe, come suoi elementi costituti- gli spettatori in una sce- deve scomparire il ta- al pubblico quella con- avvenne per L’impresario vi, dovessero porsi in na di vera vita vissuta. gliente divario fra reci- solazione purificatrice, in angustie di Cimarosa. primo piano. tativo e aria. La diffe- “catartica”, che scaturi- Uno degli autori mag- Il più efficace assertore La riforma gluckiana renza fra recitativo e sce soltanto da una par- giormente umoristici fu di questo indirizzo fu del melodramma aria viene fortemente tecipazione diretta all’a- il patrizio veneziano Be- Francesco Algarotti, au- attenuata grazie all’uti- zione drammatica. nedetto Marcello, com- tore del Saggio sopra l’o- In questo fermento cul- lizzo del recitativo ac- positore fra i più ap- pera in musica (1755), nel turale si inserisce la co- compagnato, molto più Andrea Cionci Iphigénie en Aulide Il Giornale dei Grandi Eventi 11 Il compositore nel contesto europeo Gluck, ritratto d’autore

el suo lucido libro la conquista di Parigi lo fe- te insensibile alle nuove articolo), Gluck ha scritto “Gluck e Mozart” ce con la consapevolezza istanze che stavano ani- lettere ai giornali e lasciato (Einaudi, 1975), di rischiare una battaglia mando il mondo artistico e appassionate testimonian- Paolo Gallarati sostiene a sul campo nemico: non culturale. E’ innegabile che ze tese a spiegare le ragioni Nragione che la figura di portò l’opera italiana, co- la letteratura nel suo tem- delle sue scelte. Gluck deve ancora trovare me sarebbe stato lecito at- po stava imboccando stra- Un atteggiamento indipen- tendersi, ma si rifece alla de nuove, tese verso un ap- dente che lo ha portato ad nella storia della cultura mente capace di raccontare settecentesca una colloca- tradizione e alle regole profondimento dell’animo essere un rivoluzionario e, francesi. umano, scandagliato nelle insieme, un restauratore e emozionare. L’opera zione precisa. Grande pro- francese, tagonista del teatro, fu il Artista deciso, insomma, sue più profonde passioni. del teatro settecentesco. con le idee chiare e uno sti- Si fronteggiavano allora Il suo rapporto con l’opera al contrario, si era “rinsec- primo musicista ad affron- chita”, incapace nel tempo tare sia l’opera italiana che le che ancora oggi è diffici- correnti diverse. C’era sì lo italiana e con l’opera fran- le etichettare, oscillante fra Sturm und Drang che parla- cese, infatti, è stato di se- di liberarsi del declamato l’opera francese. E se è ve- di Lully, ancorata alla pa- ro che il teatro italiano era un intellettualistico illumi- va il linguaggio del cuore, gno quasi opposto. Quan- nismo e un passionale pre- ma era in auge il neoclassi- do a Vienna, con il fidato rola ed a consuetudini or- “internazionale” e aveva mai “retro”. E Gluck optò coinvolto firme straniere romanticismo, contamina- cismo che guardava con Calzabigi, mise mano al to dalle letture “Sturm und rinnovato spirito costrutti- teatro italiano, questo so- per una “cura ricostituen- (pensiamo ad Hasse, a te”, dando respiro alle li- Johann Christian Bach, a Drang”. vo alla cultura antica, spin- vrabbondava di barocchi- Nell’Ottocento ha prevalso to dalle teorie e dagli scritti smi, di eccessi virtuosistici, nee melodiche, immetten- Haendel); è anche vero che dovi quel che aveva appre- fino ad allora quello fran- naturalmente l’idea di un di Winkelmann. E Klo- di ornamenti che lo rende- Gluck anticipatore del ro- pstock era l’esponente della vano pesante e ridicolo. so nell’opera italiana, giu- cese aveva avuto un respi- stificando drammaturgica- ro strettamente nazionali- manticismo. Oggi questa corrente del pietismo, mo- Gluck lo sottopose dunque rilettura appare più discu- vimento di fede che punta- a una sorta di “cura dima- mente i balletti, riorganiz- stico, la tragédie-Lyrique zando coerentemente l’in- aveva costituito un genere tibile. Probabilmente va sull’emotività spirituale. grante” cercando di ricon- Gluck è stato un figlio del durlo all’antico rigoroso tersa struttura. limitato ai musicisti france- Il tutto con il coraggio di si, proprio per lo stretto le- suo tempo, è cresciuto in Le sue tante idee rapporto musica-testo pre- uno spirito razionalista, ha sul teatro dicato addirittura dai fio- un artista sempre pronto game con la lingua e con la ad andare contro corrente tragedia classica di Racine, guardato al teatro con at- rentini della Camerata Bar- teggiamento critico e la sua E’ interessante notare che di. Semplificazione della per conseguire i propri ob- Corneille, ecc. Altro sareb- biettivi: «E non v’è regola be accaduto con il grand- attività riformista è nata forse nessun musicista, pri- scrittura vocale, amplia- dall’esigenza di restituire ma di Wagner, ha lasciato mento del respiro delle sin- d’ordine – aveva scritto opéra, il primo autentico nella Prefazione all’”Alce- spettacolo europeo di mar- al teatro quella semplicità così tanti scritti per esporre gole scene e riduzione del di espressione e quella le proprie idee intorno al loro numero, maggiore in- ste” - ch’io non abbia cre- ca francese che, non a caso, duto doversi di buona vo- avrebbe coinvolto artisti di chiarezza formale che i ba- Teatro, come ha fatto tegrazione delle forme rocchismi avevano com- Gluck. A parte la nota Pre- chiuse. Ne sortì un teatro glia sacrificare in grazia ogni nazionalità (compresi dell’effetto....». Verdi e Wagner). promesso. Nello stesso fazione all’Alceste (della rinvigorito nei suoi aspetti Quando Gluck si decise al- tempo non fu naturalmen- quale si parla in un altro drammaturgici, nuova- Roberto Iovino Il luogo della prima esecuzione L’ Académie Royale de Musique ora Opéra National de Paris

a prima rappresenta- ma, sempre a Parigi, al Jeu Baptiste Lully (Firenze sue rappresentazioni l’A- Era abitualmente frequen- zione dell’ Iphigénie de Paume de la Bouteille - 1632 – Parigi 1687) – già dal cadémie d’opéra cambiò luo- tato dall’alta borghesia pa- en Aulide si tenne a musicato da Robert Cam- 1661 suo Sovrintendente di go ben tredici volte, soprat- rigina, che lì si incontrava Parigi il 19 aprile 1774 bert su libretto Pierre Per- Musica - il quale, fino alla tutto a causa dei numerosi per assistere alla grand opé- Lpresso l’ Académie Royale de rin, i quali insieme aveva- sua morte otterrà in quel incendi. Durante la Rivolu- ra, il tipico spettacolo lirico Musique, teatro che dopo la no ricevuto da Luigi zione fu trasformata francese, caratterizzato ristrutturazione ottocente- XIV il privilegio di in Theatre des arts. dalla grandiosità delle sce- sca ha assunto l’odierno allestire quello spa- Nel 1875 al suo posto ne, dal numero dei perso- nome di Opéra National. zio teatrale. venne inaugurata – naggi e dei professori d’or- Il primo teatro fu fondato Avendo come unica su progetto dell’ar- chestra. nel 1669 - in risposta all’ risorsa finanziaria i chitetto Gamier – la Oggi, posta sotto la tutela Académie Royale de Danse e proventi dei biglietti nuova Opera National del Ministero della cultura con il fine di rappresentare (a differenza della de Paris, voluta da francese, l’Opéra National opere composte su model- Comédie-Française o Napoleone III per ce- de Paris è un teatro pubbli- lo di quelle italiane - per del Théâtre de la lebrare la grandiosa co che ha lo scopo di divul- volere di Jean-Baptiste Col- Comédie Italienne che fastosità del Secondo gare e rendere accessibile il bert, primo ministro del Re godevano di sov- Impero. patrimonio lirico e coreo- Sole, il cui impegno fu, tra venzioni reali), l’Accadémie teatro grande successi. Il teatro mescola ora diver- grafico. Dispone di due sa- l’altro, dedicato ad accre- acquisì il privilegio in Incaricata di diffondere l’o- si stili architettonici, dal le, una per gli spettacoli di scere la ricchezza culturale esclusiva di rappresentare pera francese, non solo a classico al barocco, con una danza e l’altra per l’opera, della Francia, che faceva spettacoli d’opera in tutta Parigi ma attraverso la rea- facciata ricca di colonne, anche se dal 1991 vi si rap- del bello e dell’eleganza il la Francia. lizzazione di spettacoli iti- sculture e fregi. Qualcuno presentano essenzialmente proprio simbolo. Nel 1672, dopo il fallimen- neranti anche in altre città lo definisce una grossa tor- solo balletti, poiché il melo- Il teatro venne inaugurato to di Robert Cambert e di del Regno, l’istituzione ta nuziale, per via dell’o- dramma è in cartellone al nel 1672 con il pastorale in Pierre Perrin nella gestione prese, via via, nel linguag- pulenza della sua struttu- nuovo teatro dell’Opéra Ba- un prologo e 5 atti Pomone del teatro, Luigi XIV affidò gio comune, il nome di ra, della sua cupola, arric- stille, realizzato nel 1990 – opera che aveva debutta- la direzione al compositore Opéra. chite dallo sfarzo delle de- dall’architetto Ott. to il 3 marzo dell’anno pri- di origine italiana Jean- Tra il 1713 e il 1875, per le corazioni. L. Ma. Iphigénie en Aulide 12 Il Giornale dei Grandi Eventi Il Compositore Il Librettista Christoph Willibald Gluck, Marie-François Leblanc du Roullet musicista poliedrico e riformatore i famiglia nobile, diplomatico presso l’ambasciata francese a Vienna e uomo di grande cultura, il marchese Marie- luck in tedesco significa fortuna, sorte, prospettiva. Probabil- François-Louis Gand-Leblanc du Roullet nato a Normanvil- mente l’arte di Christoph Willibald Gluck, eclettico composi- le nel 1716, scrisse il libretto dell’Ifigenia in Aulide, lavorando sul te- tore nato nel 1714 a Erasbach, piccola cittadina della Baviera, Dsto della tragedia di Racine (il quale a sua volta lo aveva tratto da è stata in qualche modo influenzata e protetta dal positivo signifi- Euripide) e lo consegnò a Gluck nel 1772 affinché lo musicasse, es- cato del suo cognome, noto tra l’altro a molti non musicisti per es- sendo rimasto assai attratto dalle idee riformatrici del musicista te- G desco. Successivamente, sempre per Gluck elaborò il libretto di Al- sere a lui intitolata la via milanese alla quale Adriano Celentano de- dicò una celebre canzone. ceste (1776). Fin da piccolo portato verso la musica (imparò a suonare organo, Coetaneo di Gluck, Le Blanc Du Roullet, fu dapprima ufficiale del- violoncello, clavicembalo e violino presso il collegio dei Gesuiti), l’esercito francese e nell’Ordine di malta arrivò a rivestire il grado Gluck ricevette un’accurata istruzione prima a Komotau e poi a Pra- di balì conventuale. Uomo di carattere amabile e di grande spirito, ga, dove proseguì gli studi musicali e frequentò l’università. In que- lavorò a Vienna in qualità di Addetto all’Ambasciata di Francia, do- gli anni (1733-34) la musica era comunque il suo interesse principa- ve conobbe Gluck e lo incoraggiò a recarsi a Parigi. Aveva a lungo le e l’occupazione cui dedicava la maggior parte del suo tempo, an- frequentato la casa di Le Riche de La Pouplinière, un mecenate che che professionale: si impegnò infatti come maestro di canto, suona- aveva speso gran parte della sua ricchezza per la musica e le arti in tore di organo nelle chiese ed infine come musico da camera del genere. Insieme a lui si intrattenne con la creme della cultura pari- principe Lobkowitz a Vienna (1736), dove tra l’altro conobbe Fran- gina dell’epoca, tra cui numerosi filosofi, che spesso criticavano cesco Melzi d’Eril. Costui, che divenne ben presto suo amico e pro- aspramente la tradizione della tragedia lirica francese, sostenendo tettore, lo portò a Milano (1737 – 1740) e lo affidò alle cure musicali tra l’altro che il francese non fosse lingua adatta ad essere cantata del maestro Giovan Battista Sammartini, conosciuto soprattutto nel (posizione questa espressa più volte da Rousseau). Profondo cono- campo della musica strumentale. scitore di entrambi i punti di vista, Du Roullet scelse quindi di crea- Nel 1741 andò in scena a Milano la prima opera lirica del giovane re un libretto dall’Ifigenia in Aulide di Racine, sia per dimostrare che Gluck, Artaserse, su libretto di Metastasio che ebbe un buon succes- gli oppositori dell’opera lirica avevano torto quanto alla tradizione so di pubblico: a quest’ottimo esordio fecero se- francese, sia per rivitalizzare un filone artistico che in quegli anni guito circa una decina di successivi lavori, che non stava attraversando un momento facile. Altre sue opere sono: gli conferirono una discreta fama. Non altrettan- Les Effets du caractère, una commedia in versi ed in 5 atti rappresen- to fortunata fu la sua prima uscita teatrale a Lon- tata senza successo al Théâtre-Français e non andate alle stampe ed dra, dove si era trasferito nel 1745: qui infatti il anche Lettre sur les drames-opéras (Parigi 1776); l’opera Les Danaides suo La Caduta dei Giganti (1746), opera frettolosa- (1784) musicata da Salieri. Ha preso parte a Mèmoires pour servir à mente composta, ebbe scarso successo. Il perio- l’histoire de la révolution opérée dans la musique per Gluck (1781). Morì do trascorso nella capitale britannica fu, comun- a Parigi il 2 agosto 1786. que, molto importante per il compositore tede- sco: qui ebbe infatti la possibilità di conoscere L’autore della tragedia teatrale Haendel, da cui rimase assai colpito e influenza- Jean Racine to. Nel 1750, dopo il grande successo del suo Ezio a Praga, Gluck si sposò con Marianna Pergin, figlia di un ricco banchiere: un matri- monio che, liberandolo dalle preoccupazioni economiche, gli con- ei suoi sessant’anni di vita (La Fertè Milon, Valois 1639 – Pa- sentì di dedicarsi esclusivamente alla musica. rigi 1699) Jean Racine ebbe due grandi passioni: la fede reli- Nel 1752 Gluck tornò a Vienna, dove ricevette l’incarico di “maestro giosa giansenista, trasmessagli dalla famiglia e la cultura gre- di cappella” del teatro musicale di Corte e fu precettore della gio- ca antica, che apprese studiando - favorito dalla nonna - con eminen- vane Maria Antonietta, figlia dell’imperatrice Maria Teresa d’Au- Nti ellenisti. Il trasferimento a Parigi presso l’istituto religioso Port- stria e di Francesco Stefano di Lorena, che diverrà poi Regina di Royal per seguire studi filosofici, influì molto sul giovane Racine, che Francia. Qui conobbe Giacomo Durazzo, direttore di due teatri cit- nella capitale francese venne a contatto con il teatro, per allontanarlo tadini e personaggio noto ed apprezzato negli ambienti intellettuali dal quale, nel 1661, la sua famiglia gli impose di andare a studiare teo- ed operistici. In questi anni, per la rappresentazione di alcune sue logia ad Uzés. Qui completò la sua educazione ed iniziò a scrivere te- nuove opere, Gluck tornò in Italia, prima a Napoli per La clemenza sti. Strinse amicizia con La Fontane, Boileau, Molière. Nel 1664 que- di Tito (1752) e poi a Roma per l’Antigone (1756). Nella Città Eterna st’ultimo rappresentò la sua prima tragedia Tebaide o i fratelli nemici e il papa Benedetto XIV lo nominò, tra l’altro, cavaliere dello Speron l’anno seguente Alessandro il Grande. d’oro. La sua fama è dovuta principalmente alla compo- Tornato a Vienna, la sua opera si arricchì della produzione di alcu- sizione, per il teatro, di tragedie classiciste, con- ne opere comiche francesi - tra esse L’isle de Merlin e Le faune esclave, centrate sull’animo e sulle pulsioni dei pochi per- entrambe del 1758, l’Arbre enchantè (1759), L’ivrogne corrige (1760) e sonaggi in scena, le cui vicende sono quasi sempre Le cadi dupé (1761) - e della collaborazione con il ballerino e coreo- dominate dalle passioni e da un profondo pessi- grafo Gasparo Angiolini, con il quale firmò il balletto Don Juan mismo, espressi comunque in forma poeticamente (1761). Grazie a questo lavoro, Gluck conobbe il librettista Ranieri fluida e musicale, sempre nel rispetto di regole tea- de’ Calzabigi, con cui pose in essere la cosiddetta “riforma gluckia- trali e metriche proporzionate e severe. Fu anche na”, volta soprattutto a dare nel melodramma maggior rilievo e pre- dal 1677 storiografo ufficiale della corte francese cisione al testo, soprattutto quanto alla sua verosimiglianza, e al (incarico da cui si dovette dimettere – ritirandosi a vita privata – nel ruolo dell’orchestra, contenendo i vezzi dei cantanti. Negli anni suc- 1679 forse a causa di uno scandalo di corte) ed autore di opere didat- cessivi, sempre in collaborazione con Angiolini e Calzabigi, Gluck tico-religiose. Tra i suoi lavori più noti l’Ifigenia in Aulide (1674), dalla produsse in rapida successione Orfeo ed Euridice (1762), Alceste quale circa un secolo dopo Gluck e Leblanc Du Rollet trassero l’omo- (1767) e Paride ed Elena (1770). nima opera lirica. Nel 1691 scrisse e mandò in scena la sua ultima ope- L’amicizia con il marchese Francoise Le Blanc du Rollet, lo intro- ra, Atalia. In totale produsse 12 lavori teatrali, 11 tragedie ed una com- dusse in Francia dove mise in scena l’Ifigenia in Aulide (1774) su li- media Les Plaideurs, rappresentata nel 1668 ed ispirata alle Vespe di bretto di le Blanc tratto da un lavoro di Racine. Gluck ottenne un Aristofane enorme successo così come altrettanto apprezzati furono Alceste Gli ultimi anni di vita li trascorse, con la moglie e i figli, a Parigi, do- (1776) ed Ifigenia in Tauride (1779). Diversa fortuna toccò, però, poco ve morì il 21 aprile 1699. Per sua espressa volontà fu sepolto a Port- dopo all’Echo et Narcisse (1779). Sconfortato per questo insuccesso e Royal des Champ, antico convento cistercense a sud ovest di Parigi, colpito da un attacco apoplettico, Gluck tornò a Vienna dove, osse- famoso per la comunità religiosa di orientamento giansenista. quiato e continuamente visitato da principi ed artisti, trascorse gli ultimi anni della sua vita fino alla morte nel 1787. Pagina a cura di Cristina Di Giorgi Iphigénie en Aulide Il Giornale dei Grandi Eventi 13 Iphigénie ed il suo compositore protagonisti di una novella Hoffmann e il Cavaliere Gluck

econdo il giudizio illumi- sco, emblema indiscusso del vante umanità, l’attimo nel mente un folle ossessionato nante del critico fiumano - classicismo, acquista tratti in- quale la perfezione aulica dei dalla musica del compositore e poi italiano - Ladislao quietanti e ultraterreni, venati valori classici cede il passo ad tedesco, non influiscono sul Mittner, eccelso germanista e da aspetti spiccatamente cari- un’idea nuova di teatro musi- valore ultimo del racconto. Sgrande conoscitore della cultu- caturali. Il misterioso perso- cale. I protagonisti dell’opera Una spiegazione univoca sa- ra mitteleuropea, Gluck è il naggio nasconde le proprie ve- mantengono la propria valenza rebbe del tutto fuorviante, es- primo ad infondere una voce sti all’antica sotto un mantello etica, ma le loro azioni sono sendo la narrativa di nella statua greca, il primo a dalla foggia moderna, per dis- percorse da una tensione inedi- Hoffmann giocata su un regi- trasformare la bellezza classica simulare la propria identità. La ta che conferisce da oggetto museale, perfetto sua condanna è quella di aggi- varietà al per- ed immutabile emblema del rarsi in un mondo non suo, la corso dramma- passato, in un qualcosa di vivo Berlino di Hoffmann, in un’e- turgico. L’in- e palpitante. Egli tratteggia i poca che non gli appartiene. flusso di Gluck propri personaggi con una ric- Egli, come l’Olandese volante, su Hoffmann chezza di sfumature inconsue- è un fantasma destinato a va- compositore è ta per l’epoca e, pur rispettan- gare in eterno in attesa della del resto evi- do sostanzialmente i canoni redenzione. La sua colpa risie- dente in alcune estetici razionalisti, porta sulla de nell’aver svelato agli uomi- pagine di Auro- scena in maniera semplice e di- ni i segreti dell’immaginazio- ra, singolare sin- retta la verità delle passioni ne, nell’aver profanato la pro- tesi fra il mondo umane. pria arte offrendola a chi non la arcadico di deri- Il carattere innovativo dell’e- poteva capire. La solitudine vazione sette- sperienza gluckiana non sfug- dell’artista, il contrasto fra il centesca ed i ge ad Ernst Theodor Wilhelm desiderio di essere accettato e nuovi impulsi Hoffmann (1776 – 1822) il qua- l’inevitabile incomprensione del romantici- le, nel suo tentativo di dar for- della società, è un tema che ri- smo, ad esem- ma all’opera romantica tede- troveremo pressante anche in pio nella densità sca, accanto al modello di Mo- Wagner. All’inizio del racconto contrappuntisti- zart, con particolare riferimen- l’apparizione improvvisa del ca modellata sui to alle atmosfere luciferine del cavaliere Gluck al Tiergarten cori dell’Iphigé- Don Giovanni, ha ben presente assume i caratteri del fantasti- nie. Tra appari- la lezione del compositore di co; egli si avvicina ai musicisti zioni e sparizio- Ernst Theodor Wilhelm Hoffmann Erasbach. Nella sua ottica, di un caffè e subito le note del- ni improvvise, il Gluck diviene quasi un pionie- l’ouverture dall’Iphigénie en misterioso cavaliere Gluck si stro volutamente ambiguo, un presenta di nuovo alla fine del labirinto di specchi nel quale il racconto; il suono della sua vo- lettore è destinato a perdersi. ce attrae quasi magicamente il Ciò che dal nostro punto di vi- narratore, distraendolo dal suo sta preme sottolineare è la forza proposito di assistere ad una esercitata dalla personalità di rappresentazione di Armide. Gluck nell’Ottocento, in un’epo- Dopo averlo condotto in un ap- ca in cui la sua opera è stata for- partamento dall’aspetto insoli- se più studiata che rappresenta- tamente vetusto, arredato se- ta, quello che preme sottolinea- condo la maniera antica, il biz- re è la sua modernità, il suo ruo- zarro personaggio esegue al lo imprescindibile negli svilup- pianoforte proprio l’ouverture pi successivi del teatro musica- dell’Armide, arricchendola di le. Se Hoffmann non è riuscito numerose variazioni che confe- pienamente a fondare la grande riscono alla musica un aspetto opera romantica, per la quale bi- rinnovato; in preda ad un’irre- sognerà aspettare l’apporto di frenabile esaltazione, questi Weber, ha però il merito non se- canta la scena finale con un’e- condario di averne individuato spressione tanto intensa da far le premesse, indicando la via da trasalire lo stupefatto ascolta- seguire. L’influsso dell’Iphigénie tore, lasciandolo incredulo di en Aulide, e del teatro gluckiano fronte all’affermazione che egli in generale, nell’ambito france- Nudo di donna e pianista di Johann Heinrich Fussli altri non è che il cavaliere se ed italiano quanto in quello Gluck in persona. La particola- tedesco, è indiscutibile e giun- re del sentire romantico, un Aulide risuonano nell’aria, pro- re sintesi fra realtà ed apparen- ge fino a Wagner. Il fatto che esempio sul quale basare il vocando nel misterioso perso- za, caratteristica dello stile quest’ultimo arrivò a rimaneg- proprio progetto di riforma de- naggio una sorta di trasfigura- hoffmanniano, trova qui la sua giarne la partitura in occasione gli schemi operistici tradizio- zione. più compiuta realizzazione. di un allestimento presentato a nali. Non è un caso che l’esor- Con grande arguzia e senso L’adesione al registro fantasti- Dresda nel 1847, non può che dio letterario di Hoffmann av- critico, Hoffmann individua co, secondo il quale il narratore confermare il ruolo predomi- venga proprio con il racconto quindi nell’Iphigénie un punto assiste davvero all’apparizione nante svolto da Gluck nella de- Ritter Gluck, a testimoniare di svolta nella produzione del del fantasma di Gluck, o al finizione dei caratteri dell’ope- un’ammirazione ed una stima compositore, il momento in cui contrario lo spostamento sul ra nel corso del diciannovesimo innegabili. Nelle sue pagine la le immagini scolpite nel mar- versante realistico, secondo cui secolo. figura del compositore tede- mo si colorano di un’accatti- lo strano personaggio è sola- Riccardo Cenci Iphigénie en Aulide 14 Il Giornale dei Grandi Eventi Un classico della letteratura goliardica L’Ifigonia in Culide, dissacrante parodia

rano probabilmen- per la trasgressione, la ri- volta alcuni, appreso ciò potentemente posto - e te i primissimi anni cerca dell’ironia e dello che volevano, se ne anda- con risultati molto meno Venti, quando un scherzo salace. vano, recandosi a piedi divertenti - l’impegno po- ignoto gruppo di studen- Il fenomeno ha ori- da Bologna a Salamanca, litico. Attualmente, le Eti appartenenti alla Go- gine antiche, da Parigi ad Heidelberg, maggiori - e in molti casi liardia si mise a tavolino addirittura me- Padova, ecc., ovunque vi meno sane - possibilità di e scrisse, in chissà quanti Cappello da goliardo dievali, e il suo fosse un maestro insigne. divertimento hanno fatto giorni di duro lavoro, la nome deriva Nei viaggi vivevano di decadere ancor più questa più dissacrante parodia mano della figlia. probabilmente dal fran- espedienti, talvolta can- tradizione. della tragedia greca di Tra questi, il Conte Uccel- cese goliard, ovvero se- tando, rubacchiando, im- La struttura della Goliar- Euripide. lone di Belmanico, Allah guace di Golia, sopranno- brogliando gli sciocchi. dia era ed è tuttora forte- Un lungo poema in tre at- Ben-Dhur, e Don Peder me del Diavolo od anche Erano i Clerici Vagantes e mente gerarchizzata, al- ti, steso in versi perfetta- Asta. E qui ci fermiamo. di Pietro Abelardo. Filo- provenendo dalle file ec- l’insegna dello sberleffo mente sillabati, la cui tra- Tra le severissime puni- sofo, teologo e composi- clesiastiche, i primi loro irriverente verso le istitu- ma si ispira, più che all’o- zioni cui sono sottoposti i tore, questo contradditto- canti nacquero dalla “con- zioni più antiche e nobili. riginale euripideo, piutto- pretendenti esclusi, non rio personaggio, avversa- trafatio”, dalla “revisione” Inni, stemmi, titoli ro- sto alla novella Turandot la decapitazione ma la rio intellettuale di San sacrilega, scurrile volga- boanti, papiri e pergame- di Carlo Gozzi. partecipazione - fin trop- Bernardo da Chiaravalle, re, dell’innologia sacra la- ne: tutto l’armamentario I termini scurrili e le po fisica - del Coro all’a- tina. Canti di antichi feudi, arcicon- esplicite allusioni sessuali zione o l’affidamento alle che, tra taver- fraternite, abbazie, è ripro- sono presenti in ogni sin- voglie amatorie dell’ele- ne, feste con- posto con toni altisonanti e golo esametro, (con una fante sacro “Bel Pistolio”! tadine e po- profanatorie citazioni, per fantasia stupefacente) ap- Del testo originale giunto striboli, esal- ogni città e regione. Così le pena interrotti dalle dida- per via orale, successiva- tavano i pia- compagnie, prendono no- scalie relative all’azione mente manoscritto con la- ceri della vita mi come Placido Ordine del- scenica, che invece sono cune e perdite, è stata re- e si trasfor- la Vacca Stupefatta, Sovrano assolutamente serie e cre- centemente eseguita mavano spes- Ordine Goliardico Clerici dibili. un’attenta esegesi che ha so in piccoli Vagantes, Fecondo e Calcino- Il contrasto crea inevita- preso in esame le varie spettacoli. so Ordine della Cazzuola, bilmente una tensione edizioni comparse. Il poe- Nelle univer- Ordine della Chiave. esilarante, che però può ma è un tripudio di gioio- sità italiane, la Sembra che la goliardia sa e ridanciana volgarità, facilmente scandalizzare i “Pietro Abelardo ed Eloisa sorpresi da Fulberto” Goliardia rag- sia frutto di una naturale lettori più pudibondi. che deve però essere letta in un quadro di Jean Vigaud (1819) giunse il suo reazione chimica, data Il titolo stesso fornisce e compresa nello spirito massimo dall’unione di diversi in- un’idea dell’alta densità goliardico. Infatti, nel suo visse nel XII secolo, e con- splendore nella prima gredienti: giovani appena derisoria del testo: Ifigonia genere, si tratta comun- ferì rango filosofico allo metà del Novecento emancipati dall’autorità in Culide. que di un capolavoro. stile di vita “da osteria”. (quando nacquero le pri- familiare, una cultura fre- La protagonista, stanca Erano tempi duri quelli e me congreghe goliardiche sca di studi, l’esigenza di della sua verginità, chiede La Goliardia molti spiriti liberi che con proprie canzoni e te- annegare nel divertimen- al padre, il Re di Corinto, agognavano apprendere sti, invadendo poi negli to le paure del futuro, di trovarle un marito. La Goliardia è stata, per avevano come unica via anni ’50 le città con man- l’euforia di trovarsi fra Sotto consiglio del Gran- secoli, molto popolare in quella di entrare in con- telli e berretti colorati a se- coetanei e, soprattutto, ab- de Sacerdote Enter O’ Cli- Italia, (ma anche in altre vento e prendere gli ordi- conda della facoltà), per bondanti quantità di vino. sma, il sovrano decide parti d’Europa), tra le ni minori al fine di impa- spegnersi alquanto duran- che i nobili pretendenti compagnie studentesche, rare a leggere e scrivere e te gli anni ‘60, dopo che Cesare Calamandrei dovranno risolvere un in- soprattutto universitarie, quindi poter accedere nell’immaginario colletti- Goliardo dovinello per ottenere la tutte animate dal gusto agli antichi testi. Ma tal- vo studentesco prese pre- e storico della Goliardia Il testo da cui fu tratto il libretto L’Ifigenia in Aulide di Jean Racine

Ifigenia in Aulide è una tra- samenti e discussioni, sceglie di ti e della cultura classica, pur gedia in cinque atti di Jean salvare la vita a Ifigenia, pro- adeguando il testo al suo Racine che riprende il mi- messa sposa di Achille. Il suo tempo si rifà a diverse versio- to della giovane figlia del re Aga- progetto viene però rivelato ni della storia di Ifigenia: le Lmennone.’ Un lavoro, ispirato al- pubblicamente dalla schiava due di Euripide (una dalla l’omonima tragedia da Euripide, Erifile, segretamente innamora- conclusione drammatica, in rappresentato per la prima volta a ta dell’eroe. Il sacrificio sembra cui la fanciulla viene sacrifi- Versailles il 18 agosto 1674. prossimo, ma c’è un colpo di cata e una dal finale lieto, in La scena si apre con la flotta gre- scena: l’oracolo chiarisce infatti cui Ifigenia viene salvata dal- ca che dovrebbe partire per che a morire non dovrà essere la dea Diana che la trasforma Troia, ma ne è impedita dalla Ifigenia ma Erifile, che in realtà in cervo) e quella assai meno bonaccia dei venti. La risposta è di stirpe reale in quanto figlia conosciuta di Stesicoro. Raci- dell’oracolo Calcante, apposita- illegittima di Elena e Teseo ed è ne sceglie per il finale que- mente interrogato, è drammati- stata dai suoi genitori segreta- st’ultima, sulla base di due ca: affinché le navi possano sal- mente chiamata come la giova- fondamentali regole del tea- re in scena il sacrificio di un’in- pare, è necessario sacrificare ne principessa greca. tro del tempo: la beiseance e la nocente e la non verosimiglian- agli dei la giovane figlia di Aga- Nello scrivere il dramma l’auto- vraisemblance, ovvero rispettiva- za della trasformazione di una mennone. Il re, dopo vari ripen- re, profondo conoscitore dei mi- mente l’inopportunità di mette- fanciulla in cervo. Dal mondo della Musica Il Giornale dei Grandi Eventi 15 Oltre 90 opere in cinquant’anni di carriera Giuseppe De Luca, baritono inimitabile Un volume rende merito al grande cantante romano

on molto alto, ro- senza cadute aneddotiche cessi che solitamente han- ci anni entrò nella classe […] La Radio propone indo- tondetto, biondo, e agiografiche, ripercorre no tanta parte nelle co- di canto del leggendario vinelli a tutto spiano e i ra- con due occhi az- la carriera incomparabile struzioni dei “miti”. maestro Venceslao Persi- gazzi abboccano. Ignorano zurri che brillavano di in- del baritono con una serie Nacque a Roma nel 1876 chini, lo stesso che trasmi- magari la storia Patria e la Ntelligenza ed arguzia; di saggi affidati ai miglio- ed a otto anni fu ammes- se la sua scienza anche a geografia dello Stivale ma questo, in due pennellate, ri esperti del settore come so alla schola cantorum di Checco Marconi, a Titta sciorinano cosa fece e quan- il ritratto di uno dei più Carlo Marinelli Roscioni, S. Salvatore in Lauro. Ruffo e a Mattia Battistini. do nacque un Presley qua- versatili e - artisticamen- Gianluca Tarquinio, An- Nel 1897 De Luca debut- lunque». te- longevi cantanti del dreina Manzo, Roberto tava come Valentin nel La carriera di De Luca, ‘900. Rupo. Faust allestito al Teatro adorna di un centinaio di Il ponderoso volume edi- Nell’epoca della specia- di Piacenza. Dopo il ruoli interpretati, si chiu- to da Ianieri, «Giuseppe De lizzazione imperante an- successo ottenuto, la sua se trionfalmente alla Luca, baritono inimitabile» che nel repertorio dei carriera prese il largo: Town Hall di New York di Francesco Sanvitale, cantanti lirici, l’esempio firmò subito contratti nel 1947, dopo esatta- con prefazione di Giorgio di De Luca dimostra co- per molte altre opere, tra mente 50 anni dall’esor- Gualerzi, raccoglie le note me il sapiente studio le quali figurava, nel ca- dio. «La sua straordinaria biografiche, artistiche, e possa avverare per le vo- st, anche Enrico Caruso. versatilità - sintetizza effi- la discografia di un artista ci maschili un sogno rite- Dopo aver calcato le sce- cacemente Giorgio Gua- la cui voce, riprodotta an- nuto quasi impossibile: ne dei più importanti lerzi - si rivelò l’arma vin- che tramite le incisioni passare da un repertorio teatri italiani e stranieri, cente grazie a un triplice so- più antiche, ci offre una all’altro, da una dram- nel 1915, De Luca ap- stegno: la duttilità dell’orga- lezione di stile lineare ed maturgia vocale ad una prodò al Metropolitan no vocale, tecnicamente ad- elegante, nonché di una apparentemente oppo- di New York, dove non destrato a superare qualsiasi tecnica vocale altissima. sta, senza rovinare la bel- è mai stato dimenticato, difficoltà di tessitura; l’im- L’incisività della purezza lezza e l’integrità della al contrario di quanto peccabile musicalità del fra- della dizione e l’ampiez- voce, fino alla soglia dei avvenne in Italia. seggio; la mobilità del tem- za delle sonorità, caratte- settanta, e oltre, anni Ostacolato dal padre, che A tal proposito Giacomo peramento, capace di calarsi ristiche comuni anche d’età. non vedeva di buon oc- Lauri Volpi, negli anni nell’acida petulanza di Beck- agli altri baritoni romani «Il più grande baritono del chio le sue propensioni ‘60, scriveva frasi di ta- messer, come nella brillante Battistini e Cotogni, si XX secolo», come è stato artistiche, il ragazzo ebbe gliente sarcasmo e forse ed estroversa cordialità di plasmavano nella voce - unanimemente definito la fortuna di incontrare il di una certa attualità: Figaro, nella eleganza cini- piuttosto chiara - di De dalla critica, era figlio di conte Enrico di San Marti- «Siamo facili a dimenticare camente sorniona del Mefi- Luca, alle più caleidosco- un fabbro ferraio traste- no Valperga, presidente oggi i veri eroi dell’arte. La stofele di Berlioz, come nella piche sfumature dell’in- verino. Ebbe una vita nor- dell’Accademia di Santa gente si appassiona più facil- profonda umanità di Rigo- tenzione. male e tranquilla, senza Cecilia, che gli offrì una mente alla mnemotecnica letto». Il volume di Sanvitale, quelle isterie e quegli ec- borsa di studio. A quindi- delle prodezze del calcio. Andrea Cionci Nelle sale cinematografiche le opere in diretta Un palco … al cinema

opo lo straordinario l’apertura del Teatro alla dovesse essere una sinergia tografiche tra cui: Le Tre successo di pubblico Scala di Milano, che il 7 di- tra tutte le arti derivata dal Scimmie di Nuri Bilge dello scorso anno, cembre ha proposto il Don progresso tecnologico: negli Ceylan, presentato al- con oltre 12mila biglietti ven- Carlo di Verdi. Stati Uniti la NBC l’ultimo Festival di duti, è in corso la 2° stagione Symphony Orchestra venne Cannes, Il Matrimonio di D Tutto partì dall’Opera lirica Microcinema Digital fondata perché fosse lo stes- Lorna dei fratelli Dar- di Roma Network – il primo network so Toscanini a dirigerla, uti- denne, Machan di Uber- digitale italiano - che propo- Con la prima proiezione “li- lizzando per la prima volta to Pasolini, film rivela- ne live la grande lirica.. Il car- ve”, avvenuta nell’aprile del in modo sistematico l’uso di zione di Venezia 65 e il tellone si è aperto il 16 set- 2007 in 22 sale cinematogra- radio e televisione per le tra- film d’animazione ame- tembre con la prima cinema- fiche italiane, de La Traviata smissioni radiofoniche e le ricano Piccolo grande tografica de L’Italiana ad Al- di Verdi nell’allestimento di registrazioni discografiche. eroe, per la regia di Ch- geri di Rossini per la regia di In questo modo milioni di ristopher Reeve. Franco Zeffirelli, trasmessa Alfredo Germont è interpre- Dario Fo. persone poterono ascoltare in diretta via satellitare dal La prossima opera tato da un giovane tenore di Il calendario degli appunta- la musica diretta da Toscani- Teatro dell’Opera di Roma, talento Saimir Pirgu che si è menti è proseguito poi con ni, che in breve divenne un ha preso il via una campagna Il 17 marzo 2009 alle 19,45 La esibito in importanti teatri importanti eventi live, fra i vero e proprio fenomeno per favorire la conversione al Traviata è in programma in europei tra cui Salisburgo, quali: La Sonnambula, di Bel- mediatico. digitale delle sale cinemato- diretta dall’Opéra Royal de Vienna, Roma, Londra, Ma- lini il 15 ottobre dal Lirico di grafiche italiane, che oggi so- Wallonie di Liegi in Belgio. drid e Berlino. I costumi so- Cagliari; la Carmen di Bizet Anche prime no oltre 70. Il passaggio al di- Una nuova produzione con no di una giovane stilista bel- con la regia di Dante Ferretti cinematografiche gitale, oltre ad incrementare la regia di Stefano Mazzonis ga Kaat Tilley. Nel cast anco- l’11 novembre dallo Sferiste- la qualità delle proiezioni e Oltre alla grande lirica diffu- di Pralafera e la direzione di ra Veronica Simeoni, Gio- rio di Macerata; l’Aida di dei contenuti, permette una sa via satellite in digitale e in Paolo Arrivabeni, da poco vanni Meoni, Cristiano Cre- Verdi il 3 dicembre dal Mas- drastica riduzione dei costi alta definizione, la stagione nominato Direttore Musicale monini. simo di e quindi, at- della filiera distributiva. cinematografica 2008 vanta dell’Opéra Royal de Wallo- Il calendario può essere consultato tesissima come ogni anno, Toscanini sosteneva che ci numerose esclusive cinema- nie. Violetta è Cinzia Forte. sul sito: www.micrcocinema.eu