LE ORIGINI DELL’ARTIGIANATO ARTISTICO

ROSANNA SANTAGATA Quello degli artigiani artisti lucani col proprio territorio è un rapporto conflittuale. Al pari del rapporto di ogni buon figlio con i propri genitori, gli artigiani del nostro tempo alla strada tracciata dai padri prefe­ riscono nuovi percorsi; al recupero di lavorazioni tipiche, l’in- vestimento in forme e materiali moderni. Ciò fa dell’artigianato artistico una categoria a sè rispetto all’artigianato tradizionale con cui spesso si tende a confonderlo. Come scrive Ferdinando Mirizzi, professore dell’Universi- tà di (in “Le forme del tempo - catalogo della mostra dell’artigianato artistico di Basilicata”, ed. Pianeta Libro, 1999), dal Rinascimento in poi si determina la tendenza a separare “il concetto di produzione artigianale e quello di creazione ar­ tistica”, e quindi a distinguere “tra l’oggetto realizzato a mano e quello derivante dall’impiego della macchina, in una dimen­ sione sempre più industriale”. In quest’ultimo caso l’artigiano, da solo o in associazione con altri, dirige il suo lavoro verso un target di clientela medio alta, “guardando con attenzione al mercato turistico”. Mentre il rapporto commissionato dalla Regione mette in luce un rapporto non molto forte del comparto con le tradi­ zioni radicate sul territorio, l’antropologo, attento soprattut­ to ai segni lasciati dall’uomo nei secoli, in “Le forme del tem­ po”, parla comunque di una tendenza al rispetto dei modelli tipici “come segno distintivo di un’identità locale”. Lo studio­ so sottolinea che il valore del prodotto artigianale non è solo nell’abilità del suo produttore, ma anche nel senso di apparte­ nenza ad una comunità, ad un luogo ad esso intrinseco. E que­ sto vale anche per quelle produzioni “in cui si avverte il tenta­ tivo di innestare nuove concezioni stilistiche sulle antiche mo­ dalità espressive”. Dallo studio di Mirizzi, peraltro, si possono desumere alcu­ ne constatazioni circa lo stato dei diversi segmenti dell’artigia- nato. Quelli della ceramica e del ferro battuto emergono tra i più dinamici e in evoluzione. L’uso di questi materiali risente certamente degli influssi di tecniche e forme tradizionali. E pro­ babilmente non potrebbe che essere così, viste le tante testi­ LEONARDO NELLA monianze, ad esempio, della lavorazione di maioliche, =

44 LEONARDO NELLA OTTAVIO CHIARADIA LE INTERPRETAZIONI DEL PASSATO DEL INTERPRETAZIONI LE SPECIALE ARTIGIANATO ARTISTICO B M ASILIC NDO A T A

OTTAVIO CHIARADIA OTTAVIO CHIARADIA 45

ARCHIVIO PUBLIFOTO - OLYCOM SPA =porcellane e ceramiche anche di pregio. Tutta la regione si fichi o asciugare la pasta di casa”, o di uso quotidiano in cucina è rivelata ricca di segni di un passato antichissimo. Dalle forna­ (posate decorate ad intaglio), non subisce evoluzione. E conti­ ci del VII secolo a.C. portate alla luce a , ai reperti rin­ nuano a richiamarsi alla tradizione gli ebanisti e i costruttori di venuti a Melfi (dove ancora ancora nel ‘700 si producevano botti. terrecotte per l’uso quotidiano, e “biscotti”, manufatti di prima Tanti i centri della Lucania, terra di boschi, che fin dal 1700 cottura smaltati poi dai “maiolicari” dei territori vicini), o nelle si sono distinti in questo campo: Vietri, Montescaglioso e Ma­ campagne di ed esposti nei più importanti musei eu­ tera per i mobili pregiati, e Rionero per i carri, Ruo­ ropei; passando per Anzi, , Roccanova, , ti per le sedie. E a Sant’Angelo Le Fratte erano i panieri e i ca­ fino alle colonie greche di Siris e Metaponto (VII secolo a.C.): nestri i manufatti tipici, a Calvello gli artigiani si erano specializ­ e poi Policoro, Pisticci (qui, presso l’Incoronata, è stato ritro­ zati in sedie di faggio, barili, tinozze, fiaschi e fischette. Mentre vato un vero e proprio deposito di grandi anfore greche, vasi oggetti molto particolari si realizzavano a Rionero e : pal­ indigeni decorati, piccoli vasi di importazione). le da gioco colorate e tabacchiere profumate ricavate dal cor­ Oggi si potrebbe dire che vecchio e nuovo convivono e niolo, dall’acero e dal tasso. costituiscono motivo di attrazione per turisti e appassionati di Alcuni materiali, invece, sembrerebbero essere sempre oggetti in terracotta: siano essi espressione di una cultura con­ meno usati. Così è per la latta (poche botteghe sopravvivono tadina (i fischietti materani, le stoviglie in materiale non cerami­ ad esempio a , e Castelluccio Superio­ cato ancora prodotti in regione), o invece figli di questo tempo re), e per il rame, nella cui lavorazione si distinguevano i “ma­ e di una capacità dell’artigiano di stare al passo con esso. Rifles­ stri” ramai di Matera e Tricarico, e in cui sono specializzati gli sioni simili per il ferro battuto, la cui lavorazione è molto diffu­ artigiani di . In passato le”ramiere” localizzate lungo il sa in Basilicata. corso del fiume Noce, sfruttavano le acque per realizzare se­ Paiono invece più legate al passato, annota ancora l’antro- milavorati da fornire agli artigiani, raggiungendo notevole pro­ pologo, le attività di intreccio e lavorazioni del legno: è qui che sperità quando la “strada delle Calabrie”, per volontà di Giu­ la “matrice pastorale” di manufatti realizzati “per far seccare i seppe Bonaparte, nel 1806 toccò Borgo, una frazione di Rivel- LEONARDO NELLA

Presepe in cartapesta realizzato da Nicoletti - Matera

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lo. Col tempo, l’incapacità dei mercati limitrofi ad assorbire i chi quali spole, rocche, telai a mano; consolidata la tessitura ar­ manufatti causò un pesante declino, ed una progressiva emigra­ tigianale dei tappeti (del tipo “annodato” in uso ad , e zione dei ramai e dei loro giovani apprendisti. E sempre meno a “kilim” di ). usati la pelle e il cuoio, tra i più lavorati dagli artigiani del Sette­ Rileva ancora, il ricercatore, una ripresa consistente nella cento viste le molteplici possibilità di impiego (dagli attrezzi di “lavorazione di oro e argento che, sulla scorta della consolida­ lavoro, alle calzature, ai cappelli, ai grembiuli che le contadine ta tradizione degli argentieri materani e degli orafi aviglianesi, adoperavano per le faccende domestiche). Esistevano concerie oggi offre interessanti produzioni di artigiani attenti alle forme a e a Montemurro, mentre assai rino­ peculiari dell’oreficeria e dell’argenteria lucana”. La lavorazione mati erano i calzolai di Avigliano che rifornivano anche Poten­ della cartapesta resta peculiare della città di Matera, indissolu­ za, come gli artigiani di , , . bilmente legata al Carro della Madonna della Bruna che viene Quanto a tessuti, ricami e merletti, pur essendo notevole distrutto ogni anno a conclusione della processione del 2 lu­ la produzione di corredi, arazzi, arredi per le chiese, manche­ glio. Interamente in cartapesta sono però anche i presepi, ori­ rebbe una lavorazione dai canoni peculiari, con oggetti destina­ ginali riproduzioni della natività ambientata nello scenario ino­ ti per lo più ad uso personale e familiare (e in effetti nel Rap­ slito e suggestivo dei Sassi Materani. porto di Regione e Unioncamere le imprese del settore sono Una menzione la meritano anche quelle figure che, nota in tutto 3, poco più del 2 per cento del totale). Eppure anche infine Mirizzi, sono del tutto scomparse: i costruttori di coltelli qui la tradizione ha un suo peso: famosi i costumi tradizionali (per cui era famosa Avigliano) e di cinti votivi, i fabbricanti di di Avigliano (leggenda vuole che ne sia stato confezionato uno arpe di Viggiano, e i liutai di Montalbano Ionico, mentre so­ addirittura per la Regina di Inghilterra) e quelli delle comunità pravvivono sul Pollino le produzioni di strumenti tipici come le albanesi del Pollino, dove ancora si lavora con strumenti anti- zampogne, le ciaramelle e le surduline. =

The arti st i c craftsmanshi p in Bas ili cata has anci ent orig i ns. fore to di st i nguish “between the hand-made and the machi ne­ Origi ns that date back to i ts m ill enary h i story and to that coun­ made obj ects, in a more and more industri al d i mens i on”. Under try knowl edge that, once lost i ts contacts w i th the C l ass i cal wor ld this last ci rcumstance, the craftsman, al one or assoc i ated w i th and wi th the sp l endour of those ti mes, became si mp l e, often others, turns hi s work towards a medi um-high target of cli ente l e, poor, but al ways jea l ous of its traditi ons. “by carefull y look i ng at the tourist market”. The scholar’s anal ysis In our reg i on, the art i san trad iti on hands down, si nce gener­ ident i fies, anyway, a tendency towards the respect of traditi ona l ations, precision in the wood carving, ori ginality in the forge of models “as a di st i nct i ve mark of a local identi ty”. So, the sense of pottery and abili ty in the tanni ng of leather and pel t. It is made bel ong i ng to the communi ty, to the place it occupies, is not lost, up of dail y use ob j ects, made among lanes and hangi ng l i tt le but can be found agai n in the hand-made obj ect, and expresses streets, where, on the threshol d of houses smelli ng of firep l ac­ its va l ue, together wi th the va l ue conferred by its maker’s abili ty es, women were worki ng brooms to get fibre to weave, li ke in and taste. And this is true, Miri zzi guarantees, al so for those pro­ San Paol o and San Costanti no A l banese; or embroi dered laces ducti ons “where we catch the attempt to add new styl ist i c con­ and simi lar treasures for trousseaus and church vestments, like cepti ons to the anci ent express i ve modes”. in Avig li ano, Ferrand i na, Mo li terno and San Chiri co ; or, a l ong the Accordi ng to M iri zz i , among the most dynami c and evo lvi ng mul e tracks and pastures, where “the farmer, the herd keep­ sectors, there are those of pottery and wrought iron. The ol d and er and the shepherd - we can read on the si te of APT of Ba­ the new li ve together and have a strong attracti on for tourists silicata - spent their ti me cutt i ng, engrav i ng, carv i ng, scu lpti ng and peopl e fond of pottery: from the whistl es of Matera, to the fantasti c stor i es of brigands and hunti ng... wh il e th i nk i ng about dishes i n non-pottery material , up to modern-taste products. thei r women at home; they prepared stamps for bread, moul ds But basketworks and woodwork appear to be closer to the for cakes and butter..., they invented graceful ornaments for the past: it is here that the “shepherd matri x” of hand i crafts made handl es of forks, spoons and kni ves”. Desp i te of this, a research for dryi ng figs or desi ccate hand-made pasta, or of dail y-use carri ed out by Uni oncamere and the Regi on of Bas ili cata shows kitchen too l s (carved decorated cutl ery), has no evol ut i on at a ll. that the relati onsh i p of Lucan i an craftsmen wi th the i r own ter­ And the cabi net makers and the barrel manufacturers conti nue ritory is often a confli ctua l one. J ust li ke a relat i onsh i p that any to refer to the traditi on. good chil dren have w i th the i r fathers : they prefer new paths to Some material s are, on the contrary, less and less used. This the way opened by thei r fathers; instead of recoveri ng typica l happens for copper (typi cal of R i ve ll o) and t in (i n Caste ll ucc io techniques, they prefer investing in modern shapes and materi- Superi ore and Trecchi na ) ; and this happens for hi de and leath­ als. This makes the arti st i c craftsmanshi p an i ndependent group er, for the ri ver stone (for whi ch San Pao l o, Latron i co and Pesco- compared wi th the trad iti onal craftsmanship, wi th wh i ch we of­ pagano were known). Some artsans i have amost l compete­ l ten tend to confuse it. ly disappeared: kni fe manufacturers (Avigli ano was famous for As Ferdi nando M iri zz i , professor of the Uni vers i ty of Bas ili- them) and voti ve be l ts makers, harps makers of Vi gg i ano and cata, (i n Le forme del tempo) wri tes, from the Renaissance on­ lute makers of Montalbano Ionico, while, on the Mount Pollino, wards, the tendency to separate “the concept of arti san pro­ the production of typical musical instruments, such as bagpipes

ENGLISH ducti on and that of arti st i c product i on” deve l oped, and there­ (zampogne, ciaramelle and surduline) still survives. SPECIALE ARTIGIANATO ARTISTICO

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