Comune di

D.U.P. Documento Unico di Programmazione

2017-2019

INDICE

Premessa · L’armonizzazione dei sistemi e degli schemi contabili · Il documento unico di programmazione degli enti locali (DUP) · La composizione del DUP · Il nuovo ciclo della programmazione

Sezione Strategica (SeS) 2017-2019

1. LINEE PROGRAMMATICHE DI MANDATO

2. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 2.1 La legislazione europea 2.1.1 Patto di stabilità e crescita europeo, fiscal compact e pareggio di bilancio 2.1.2 Europa 2020 e fondi europei 2014-2020 2.2 La legislazione nazionale e gli obiettivi dell’azione di governo 2.2.1 Pareggio di bilancio nella Costituzione 2.2.2 Revisione della spesa pubblica 2.2.3 Il pagamento dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione 2.2.4 Delega fiscale 2.2.5 La revisione del prelievo locale 2.3 Il riordino istituzionale

3. ANALISTI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI ESTERNE 3.1 Il concorso delle autonomie locali agli obiettivi di governo 3.1.1 Rispetto dei vincoli di finanza pubblica 3.1.2 Il nuovo saldo di competenza finale (art. 9 della Legge n. 243/2012) 3.1.3 Le spese di personale 3.1.4 Le società partecipate 3.2 Situazione socio-economica del territorio 3.2.1 Il contesto territoriale 3.2.2 Struttura della popolazione e dinamiche demografiche 3.2.3 Contesto economico-sociale 3.2.4 Sistema infrastrutturale 3.3 Parametri economici essenziali

4. ANALISTI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE 4.1 Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali 4.2 Indirizzi generali sul ruolo degli enti ed organismi partecipati 4.2.1 Società ed enti partecipati 4.3 Risorse finanziarie 4.3.1 Indirizzi generali in materia di tributi e tariffe dei servizi pubblici 4.3.2 Spesa corrente per l’esercizio delle funzioni fondamentali 4.3.3 Indirizzi generali in materia di gestione del patrimonio 4.3.4 Il reperimento e l’impiego di risorse straordinarie ed in conto capitale 4.3.5 Indebitamento 4.4 Equilibri di parte corrente e generali di bilancio ed equilibri di cassa 4.4.1 Equilibri di parte corrente 4.4.2 Equilibrio finale 4.4.3 Equilibri di cassa 4.5 Risorse umane 4.5.1 Struttura organizzativa 4.5.2 Dotazione organica 4.6 Coerenza patto di stabilità e vincoli di finanza pubblica

5. LINEE DI MANDATO 5.1 Obiettivi strategici riclassificati per Missioni di Bilancio 5.2 Schede obiettivi Strategici

Sezione Operativa (SeO) 2017-2019

1. ENTRATA: FONTI DI FINANZIAMENTO 1.1 Quadro riassuntivo 1.2 Valutazione generale sui mezzi finanziari 1.3 Analisi delle risorse 1.3.1 Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa (titolo 1.00) 1.3.2 Trasferimenti correnti (titolo 2.00) 1.3.3 Entrate extratributarie (titolo 3.00) 1.3.4 Entrate in conto capitale (titolo 4.00) 1.3.5 Entrate da riduzioni di attività finanziarie (titolo 5.00) 1.3.6 Accensione di prestiti (titolo 6.00) 1.3.7 Anticipazioni da istituto tesoriere (titolo 7.00)

2. INDIRIZZI GENERALI IN MATERIA DI TRIBUTI E TARIFFE DEI SERVIZI

3. INDIRIZZI SUL RICORSO ALL’INDEBITAMENTO PER IL FINANZIAMENTO DEGLI INVESTIMENTI 3.1 Debito consolidato e capacità di indebitamento 3.2 Gli indirizzi in materia di indebitamento 3.3 La compatibilità con gli equilibri finanziari e con i vincoli di pareggio finanziario

4. SPESA: RIEPILOGO GENERALE DEGLI OBIETTIVI OPERATIVI PER MISSIONI E PROGRAMMI

5. ORGANISMI GESTIONALI ESTERNI 5.1 Situazione economico-finanziaria degli organismi partecipati

6. OBIETTIVI OPERATIVI

PREMESSA

L’armonizzazione dei sistemi e degli schemi contabili

Per armonizzazione contabile si intende il processo di riforma degli ordinamenti contabili pubblici diretto a rendere i bilanci delle amministrazioni pubbliche omogenei, confrontabili ed aggregabili ed è il cardine della riforma della contabilità pubblica (legge n. 196/2009) e della riforma federale prevista dalla legge n. 42/2009.

Nel 2015 la riforma è entrata in vigore in via generalizzata per tutti gli enti locali, pur con una disciplina transitoria graduale che si completerà nel 2017 e di conseguentemente anche il di Montiano è stato interessato da questo cambiamento.

Con questa riforma – meglio nota come “armonizzazione” – si è voluto perseguire lo scopo di:  consentire il controllo dei conti pubblici nazionali (tutela della finanza pubblica nazionale);  verificare la rispondenza dei conti pubblici alle condizioni dell’articolo 104 del Trattato istitutivo dell’Unione Europea;  favorire l’attuazione del federalismo fiscale.

Uno dei cardini della nuova contabilità è rappresentato dal principio della “competenza finanziaria potenziata”, il quale prevede che tutte le obbligazioni giuridicamente perfezionate, che danno luogo ad entrate e spese per l’ente, devono essere registrate in contabilità nel momento in cui sorgono, con imputazione all’esercizio in cui vengono a scadenza. E’ comunque fatta salva la piena copertura degli impegni a prescindere dall’esercizio in cui essi sono imputati, attraverso l’istituzione del Fondo pluriennale vincolato. La nuova configurazione del principio contabile della competenza finanziaria potenziata: a) impedisce l’accertamento di entrate future, rafforzando la valutazione preventiva e concomitante degli equilibri di bilancio; b) evita l’accertamento e l’impegno di obbligazioni inesistenti, riducendo in maniera consistente l’entità dei residui attivi e passivi; c) consente, attraverso i risultati contabili, la conoscenza dei debiti commerciali degli enti, che deriva dalla nuova definizione di residuo passivo conseguente all’applicazione del principio della competenza finanziaria potenziata; d) rafforza la funzione programmatoria del bilancio; e) favorisce la modulazione dei debiti finanziari secondo gli effettivi fabbisogni degli enti; f) avvicina la competenza finanziaria alla competenza economica; g) introduce una gestione responsabile delle movimentazioni di cassa, con avvicinamento della competenza finanziaria alla cassa (potenziamento della competenza finanziaria e valorizzazione della gestione di cassa); h) introduce con il fondo pluriennale vincolato uno strumento conoscitivo e programmatorio delle spese finanziate con entrate vincolate nella destinazione, compreso il ricorso al debito per gli investimenti.

L’avvio a regime della riforma degli enti territoriali, attuato anche per il Comune di Montiano a partire dal 1° gennaio 2015, secondo quanto disposto dal decreto legge 102/2013 (L. n. 124/2013), costituisce una tappa fondamentale nel percorso di risanamento della finanza pubblica e favorirà il coordinamento della stessa, il consolidamento dei conti delle Amministrazioni Pubbliche anche ai fini del rispetto delle regole comunitarie, le attività connesse alla revisione della spesa pubblica e alla determinazione dei fabbisogni e costi standard.

1 Il Comune di Montiano, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 118/2011 integrato dal D.Lgs. 126/14, ha introdotto gradualmente la riforma, adottando, per l’anno 2015, in parallelo, sia gli schemi di bilancio e di rendiconto di cui al DPR 194/1996 (autorizzatori) sia nuovi schemi di bilancio (con funzione meramente conoscitiva); mentre dall’anno 2016 l’Ente utilizza i nuovi schemi previsti dal D.lgs. 118/2011.

L'anno 20161, per la gran parte degli Enti Locali è l'anno della piena attuazione del principio contabile applicato concernente la contabilità economico-patrimoniale degli enti in contabilità finanziaria che, secondo le Linee guida Arconet, implica l'applicazione del: «[…]  piano dei conti integrato di cui all'allegato n. 6 al D.Lgs. n. 118/2011;  principio contabile generale n. 17 della competenza economica di cui all'allegato n. 1 al D.Lgs. n. 118/2011;  principio applicato della contabilità economico patrimoniale di cui all'allegato 4/3 al D.Lgs. n. 118/2011, con particolare riferimento al principio n. 9, concernente "L'avvio della contabilità economico patrimoniale armonizzata" […]».

In particolare i passi operativi necessari per la piena attuazione della messa a regime del sistema di reporting economico patrimoniale sono due così riassumibili: - «riclassificazione delle voci dello stato patrimoniale chiuso il 31 dicembre dell'anno precedente nel rispetto del DPR 194/1996, secondo l'articolazione prevista dallo stato patrimoniale» proprio del Dlgs 118/2011; - «applicazione dei criteri di valutazione dell'attivo e del passivo previsti dal principio applicato della contabilità economico patrimoniale all'inventario e allo stato patrimoniale riclassificato».

L’art. 232, comma 2 del D.Lgs. 267/200 da facoltà agli enti locali con popolazione inferiore ai 5.000 di non tenere la contabilità economico-patrimoniale fino all’esercizio 2017, il Consiglio Comunale di Montiano in sede di verifica degli equilibri di Bilancio per l’anno 2016 ha ritenuto opportuno, al fine di consentire l’implementazione dei necessari strumenti procedurali, operativi ed organizzativi finalizzati ad una corretta applicazione dei nuovi principi contabili, avvalersi delle possibilità offerte dalla normativa richiamata e pertanto rinviare al 2017: - l’adozione del piano dei conti integrato; - l’adozione dei principi applicati dalla contabilità economico – patrimoniale ed il conseguente affiancamento della contabilità economico patrimoniale alla contabilità finanziaria.

Il Documento unico di programmazione degli enti locali (DUP)

Il principio contabile della programmazione all. 4/1 al d.Lgs. n. 118/2011 prevede un nuovo documento unico di programmazione, il DUP, in sostituzione del Piano Generale di Sviluppo e della Relazione Previsionale e Programmatica. La programmazione nelle pubbliche Amministrazioni garantisce l’attuazione del principio costituzionale del buon andamento (art. 97) in quanto è diretta ad assicurare un ottimale impiego delle risorse pubbliche secondo i canoni della efficacia, efficienza ed economicità.

1 http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/art/fisco-e-contabilita/2016-01-15/il-patrimonio-enti-locali-sfida- 2016-183633.php?uuid=AByAp93

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La programmazione inoltre rende concreto il principio della democrazia partecipativa, in quanto fornisce gli strumenti per “valutare” l’operato dell’azione amministrativa conoscendo preventivamente gli obiettivi dichiarati e, successivamente, i risultati raggiunti. In sostanza, dunque, un corretto processo di programmazione è espressione di una amministrazione moderna che intende fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative ed anche finanziarie.

La riforma intende rafforzare il ruolo della programmazione attraverso:  l’anticipazione e l’autonomia del processo rispetto a quello di predisposizione del bilancio.

3 L’art. 170 del Tuel prevede che il DUP venga presentato al Consiglio entro il 31 luglio dell’anno precedente a valere per l’esercizio successivo. Questo evita di ricadere nell’errore di invertire il processo di programmazione ed appiattirlo su quello della predisposizione del bilancio, come accaduto in passato. Il DUP infatti non costituisce più un allegato al bilancio come la RPP - ma piuttosto costituisce la base di partenza per l’elaborazione delle previsioni di bilancio, da formularsi nei mesi successivi;  la riduzione dei documenti di programmazione, che da cinque diventano principalmente tre: il DUP, il bilancio di previsione ed il PEG. Il successo della riforma è tuttavia strettamente correlato ad un parallelo processo di riforma della finanza locale necessario per restituire certezza sulle risorse disponibili e garantire in questo modo efficacia ed efficienza del processo di programmazione.

PIANO RELAZIONE BILANCIO BILANCIO GENERALE DI PREVISIONALE ANNUALE PLURIENNALE SVILUPPO PROGRAMMATICA

DOCUMENTO UNICO BILANCIO di PREVISIONE FIANANZIARIO DI PROGRAMMAZIONE PREVISIONE FIANANZIARIO 3 anni (1° anno anche per cassa)

Parte strategica 5 anni

Parte operativa 3 anni

PEG/PIANO PERFORMANCE 3 anni (1° anno anche per cassa)

La composizione del DUP

Il DUP si compone di due sezioni: una Strategica (SeS) e una Operativa (SeO). La prima ha un orizzonte temporale di riferimento che coincide con quello del mandato amministrativo, la seconda pari a quello del bilancio di previsione.

La Sezione Strategica (SeS)

La Sezione Strategica sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato e indirizzi strategici dell’ente, in coerenza con la programmazione di Governo e con quella regionale.

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Tale processo è supportato da un’analisi strategica delle condizioni interne ed esterne all’ente, sia in termini attuali che prospettici, così che l’analisi degli scenari possa rilevarsi utile all’amministrazione nel compiere le scelte più urgenti e appropriate.

La Sezione Operativa (SeO)

La Sezione Operativa ha carattere generale, contenuto programmatico e costituisce lo strumento di supporto al processo di previsione di indirizzi e obiettivi previsti nella Sezione Strategica. Questa infatti, contiene la programmazione operativa dell’ente, avendo a riferimento un arco temporale triennale. Per ogni programma, e per tutto il periodo di riferimento del DUP, sono individuati gli obiettivi operativi annuali da raggiungere. I programmi rappresentano dunque il cardine della programmazione, in quanto, costituendo la base sulla quale implementare il processo di definizione degli indirizzi e delle scelte, sulla base di questi verrà predisposto il PEG e affidati obiettivi e risorse ai responsabili dei servizi. La Sezione Operativa infine comprende la programmazione in materia di lavori pubblici, personale e patrimonio.

5 Il nuovo ciclo di programmazione degli enti locali

Il nuovo ciclo di programmazione e rendicontazione disegnato dal principio all. 4/1 e dal nuovo Tuel, prevede, in particolare le seguenti attività e scadenze: a) entro il 31 luglio la presentazione per l’approvazione del DUP per il triennio successivo; b) entro il 15 novembre la nota di aggiornamento al DUP e l’approvazione dello schema di bilancio; c) entro il 31 dicembre l’approvazione del bilancio di previsione; d) entro 20 giorni dall’approvazione del bilancio l’approvazione del PEG; e) entro il 31 luglio la salvaguardia degli equilibri e l’assestamento generale di bilancio; f) entro il 30 aprile l’approvazione del rendiconto della gestione; g) entro il 30 settembre l’approvazione del bilancio consolidato.

6 Il DUP semplificato

Per quanto riguarda gli Enti locali con popolazione fino a 5000 abitanti, l’art.170 del TUEL prevede la predisposizione di un DUP semplificato ai sensi di quanto previsto dall’allegato 4/1 del D.Lgs 119/2011 e ss.mm.ii..

Il Documento unico di programmazione semplificato, predisposto dagli enti locali con popolazione fino a 5.000 abitanti, individua, in coerenza con il quadro normativo di riferimento e con gli obiettivi generali di finanza pubblica, tenendo conto della situazione socio economica del proprio territorio,le principali scelte che caratterizzano il programma dell’amministrazione da realizzare nel corso del mandato amministrativo e gli indirizzi generali di programmazione riferiti al periodo di mandato. Ogni anno sono verificati gli indirizzi generali e i contenuti della programmazione con particolare riferimento al reperimento e impiego delle risorse finanziarie e alla sostenibilità economico – finanziaria, come sopra esplicitati. A seguito della verifica è possibile operare motivatamente un aggiornamento degli indirizzi generali approvati. In considerazione degli indirizzi generali di programmazione al termine del mandato, l’amministrazione rende conto del proprio operato attraverso la relazione di fine mandato di cui all’art. 4 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, quale dichiarazione certificata delle iniziative intraprese, dell’attività amministrativa e normativa e dei risultati riferibili alla programmazione dell’ente e di bilancio durante il mandato. Il DUP semplificato, quale guida e vincolo ai processi di redazione dei documenti contabili di previsione dell’ente, indica, per ogni singola missione/programma del bilancio, gli obiettivi che 1 Paragrafo inserito dal decreto ministeriale 20 maggio 2015. Per ciascuna missione/programma gli enti possono indicare le relative previsioni di spesa in termini di competenza finanziaria. Per ogni singola missione/programma sono altresì indicati gli impegni pluriennali di spesa già assunti e le relative forme di finanziamento. Gli obiettivi individuati per ogni missione / programma rappresentano la declinazione annuale e pluriennale degli indirizzi generali e costituiscono indirizzo vincolante per i successivi atti di programmazione, in applicazione del principio della coerenza tra i documenti di programmazione. L’individuazione delle finalità e la fissazione degli obiettivi per ogni missione / programma deve “guidare”, negli altri strumenti di programmazione, l’individuazione dei progetti strumentali alla loro realizzazione e l’affidamento di obiettivi e risorse ai responsabili dei servizi. Gli obiettivi devono essere controllati annualmente a fine di verificarne il grado di raggiungimento e, laddove necessario, modificati, dandone adeguata giustificazione, per dare una rappresentazione veritiera e corretta dei futuri andamenti dell’ente e del processo di formulazione dei programmi all’interno delle missioni. Il DUP semplificato comprende inoltre, relativamente all'arco temporale di riferimento del bilancio di previsione : a) gli obiettivi degli organismi facenti parte del gruppo amministrazione pubblica; b) l’analisi della coerenza delle previsioni di bilancio con gli strumenti urbanistici vigenti; c) la programmazione dei lavori pubblici, d) la programmazione del fabbisogno di personale; e) la programmazione delle alienazioni e della valorizzazione dei beni patrimoniali. La realizzazione dei lavori pubblici degli enti locali deve essere svolta in conformità ad un programma triennale e ai suoi aggiornamenti annuali che sono ricompresi nel DUP. I lavori da realizzare nel primo anno del triennio sono compresi nell’elenco annuale che costituisce il documento di previsione per gli investimenti in lavori pubblici e il loro finanziamento. Infine, nel DUP devono essere inseriti tutti quegli ulteriori strumenti di programmazione relativi all’attività istituzionale dell’ente richiesti dal legislatore.

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DUP

Documento Unico di Programmazione

Sezione Strategica (SeS)

Periodo 2017-2019

8 1. LINEE PROGRAMMATICHE DI MANDATO

Di seguito sono riportate le linee programmatiche di mandato:

MONTIANO-COMUNITA’ VIVA Lo sviluppo del percorso di riordino istituzionale intrapreso nell’ultimo periodo non ha scalfito l’identità istituzionale e sociale del comune di Montiano che anzi, da tale progettualità, ha tratto nuova linfa per una ottimizzazione dei servizi resi alla collettività in un’ottica di specializzazione, professionalità e logica organizzativa. In tale contesto sono stati attivati specifici sportelli per il cittadino strutturati sulla base di programmi settimanali e destinati a creare un interfaccia diretto tra pubblica Amministrazione e utente rispetto alla totalità dei servizi posti in capo all’Ente in un’ottica di semplificazione. Verrà potenziato lo Sportello del Cittadino sul modello proficuamente adottato dal Comune di (Sportello Facile) in una logica di rete e di interazione tra i servizi dei predetti Enti. L’obiettivo prioritario di questa Amministrazione era e rimane l’attenzione ai cittadini e alle organizzazioni locali dagli stessi costituite in una logica di sussidiarietà fattiva ed effettiva a beneficio di una comunità che vuole essere sempre più viva e vitale.

SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE Gli obiettivi della missione rientrano nell'attività di funzionamento generale dell'Ente, e tengono conto dell’attuale assetto del Comune di Montiano, rispetto al quale gran parte dei servizi sono stati conferiti in Unione. A livello strategico, premesso che la maggior parte delle azioni da realizzare derivano dall'applicazione delle innovazioni di tipo legislativo che si susseguono a livello nazionale, si possono individuare i seguenti indirizzi, da sviluppare in piena sinergia con l’Unione: - organizzazione della struttura dell'Ente: riorganizzazione dei processi interni ed esterni; analisi dei servizi offerti con riqualificazione e/o ampliamento degli stessi; - attuazione dei principi di trasparenza, semplificazione e informatizzazione (gestione e sviluppo dei sistemi informativi al fine di semplificare l'attività amministrativa interna e migliorare la comunicazione di informazioni sia interna che esterna); - revisione della politica delle entrate cercando di non appesantire il prelievo tributario, perseguendo proventi da alienazione di beni patrimoniali, recupero dell'evasione sia tributaria che fiscale; rafforzamento del rapporto tra pubblico e privato al fine di ricercare intese, sinergie, cooperazione, cofinanziamenti, ecc.

SERVIZI SOCIALI – SOLIDARIETA’ Una comunità vera si caratterizza per una particolare attenzione verso i più deboli, gli anziani, i bambini, i giovani. Sarà necessario operare perché la nostra unione dei comuni possa portare risposte e soluzioni. Preziosa come sempre sarà la collaborazione con le associazioni di volontariato presenti nel territorio. In specifico l'Unione garantirà la continuità dei servizi sociali sul territorio del Comune di Montiano mediante: - Assistenti sociali dedicati alla presa in carico (e all'erogazione dei relativi servizi) delle diverse problematiche rappresentate dai cittadini di Montiano riguardanti anziani, persone con disabilità, famiglie in difficoltà, adulti in condizioni di marginalità sociale, tutela dei bambini e delle bambine, supporto alla genitorialità; - Gestione Accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica e relativa regolazione della permanenza; - Valorizzazione della collaborazione con le associazioni e i comitati locali per la realizzazione di attività utili alla collettività (vigilanza incroci, piccola manutenzione e pulizia aree verdi, apertura e chiusura dei locali del centro culturale).

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CULTURA, POLITICHE GIOVANILI, SPORT E TEMPO LIBERO Andranno messe in atto specifiche attività di indirizzo, stimolo, coordinamento e sostegno allo sviluppo delle attività culturali, anche mediante la collaborazione con soggetti pubblici e privati. In particolare l'Ente si propone nel ruolo di promotore e coordinatore dei diversi eventi, al fine di programmare e valorizzare l'offerta culturale permanente e non. In particolare andranno sviluppate, in un’ottica sussidiaria e sinergica, rapporti che le organizzazione del terzo settore presenti ed operanti in ambito comunale. Si intende promuovere una collaborazione con la Soprintendenza Archeologica al fine di valorizzare il patrimonio recuperato nel territorio comunale, con l’istituzione di un'area espositiva che possa essere un luogo di incontro per la conoscenza e lo studio, e utilizzabile inoltre a scopi didattici. Andrà altresì potenziata l’attività della biblioteca con creazione di spazi di interscambio e nuovi allestimenti; costituzione di tavoli partecipati per la promozione delle attività culturali di base (coinvolgimento di associazioni culturali e scuole). Il Comune di Montiano esprime da sempre una grande vocazione e passione per lo sport, una missione che è soprattutto voglia dei cittadini di praticarlo, a tutti i livelli, a tutte le età, nelle varie forme possibili. L’ente potrà svolgere una funzione essenziale a sostegno dello sviluppo e del radicamento della pratica sportiva, che contribuisce anche al miglioramento della qualità della vita per tutti i cittadini. Lo sport deve essere visto anche come servizio sociale, come insieme di attività motorie finalizzate a facilitare processi di inclusione sociale, superamento di disagi, tutela della salute. Andranno in tal modo rafforzate le collaborazioni con la associazioni sportive presenti nel territorio e favoriti i progetti di sviluppo educativo in ambito scolastico.

LAVORI PUBBLICI Quelli passati sono stati anni nei quali l’ufficio tecnico ha lavorato con competenza e a pieno ritmo, completando progetti, concretizzando idee, ottenendo una notevole quantità di fondi pubblici. E’ la strada maestra che vogliamo seguire e potenziare. L’attività su cui l’Amministrazione si concentrerà riguarda principalmente gli edifici scolastici, nonché gli interventi manutentivi sugli stessi in un’ottica di massima fruibilità e funzionalità degli spazi a ciò dedicati, ed in particolare la realizzazione della nuova scuola materna di Montenovo; si procederà inoltre alla sistemazione della rete stradale e all’adeguamento sismico della sede del municipio. Va inoltre rilevato che alla scadenza della concessione ad HERA spa del servizio di illuminazione pubblica (5/8/2016), si è proceduto ad una proroga del servizio in questione alla medesima ditta, per un ulteriore anno. I rapporti tra le parti sono regolati secondo la convenzione scaduta per la gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria della rete di pubblica illuminazione Rep. 639 del 06/08/2001, in vista di procedere con azioni conseguenti, in un’ottica di massima economicità ed efficienza del servizio. Il servizio di gestione calore, invece, è stato affidato ad Energie per la Città spa, congiuntamente a quello del comune di , al fine di conseguire le necessarie sinergie. L'affidamento del servizio per un biennio, consente l’attuazione di un percorso personalizzato sulle esigenze e peculiarità di ogni ente pubblico, che può implementarsi con attività tecniche e gestionali quali: monitoraggio energetico, raccolta di dati per diagnosi energetiche, implementazione di sistemi per una gestione ottimizzata degli impianti, curriculum vitae delle azioni energeticamente efficienti, analisi e programmazione di nuovi interventi di efficienza energetica, ottimizzazione degli interventi per l’accesso a contributi e incentivi, sviluppo di un sistema di gestione dell’energia.

VALORIZZAZIONE E TUTELA DEL TERRITORIO Pur nella limitatezza dell’estensione territoriale, Montiano si connota per alcune specifiche realtà territoriali con proprie caratteristiche ed eccellenze: Badia, Case Francisconi, Montenovo. E’

10 intenzione dell’Amministrazione, come già avvenuto nel periodo pregresso, sviluppare azioni ed interventi volti a riqualificare le predette realtà territoriali, a partire dalle manutenzioni stradali e dalla cura di aree verdi.

ASSETTO DEL TERRITORIO E SVILUPPO SOSTENIBILE Il Comune di Montiano è dotato di Piano Regolatore Generale approvato ai sensi della Legge Regionale 47/78 la cui ultima variante è stata adottata nel corso del 2013 ed al momento non ancora conclusa . Il procedimento è allo stadio conclusivo in quanto sono stati acquisiti pareri previsti dalla norma richiamata ed il Consiglio deve definitivamente approvare contro deducendo alle osservazioni dei privati, recependo le prescrizioni cogenti degli Enti hanno espresso o contro deducendo alle stesse. In fase di approvazione le norme tecniche di attuazione saranno adeguate alla L.R. 15/2013 ed ai relativi atti di coordinamento tecnico. La rappresentazione cartografica verrà inoltre adeguata alle coordinate regionali . Va inoltre avviata la predisposizione degli elaborati preliminari alla redazione del nuovo piano urbanistico costituenti il quadro conoscitivo del territorio comunale. L’impostazione sarà coerente con quella utilizzata per la formazione del quadro conoscitivo del Comune di Cesena in modo da poter disporre di una banca dati omogenea. Per la elaborazione degli elaborati progettuali si dovrà invece attendere la approvazione della nuova legge urbanistica regionale, il cui iter è in corso. L’approvazione della norma costituirà inoltre il momento per eventualmente rivedere i contenuti della convenzione in essere per la gestione associata delle funzioni urbanistiche con il Comune di Cesena. Va in ultimo evidenziato che per il tramite dell’Unione è stato predisposto un unico piano di protezione civile ricomprendente anche il Comune di Montiano, a tal proposito sono stati individuati i referenti previsti per legge e svolta la relativa formazione. In prospettiva verrà coinvolta la cittadinanza con specifiche azioni ed iniziative di informazione e sensibilizzazione.

2. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

2.1 La legislazione europea

2.1.1 Patto di stabilita e crescita europea, fiscal compact e pareggio di bilancio

Con la stipula nel 1992 del Trattato di Maastricht la Comunità Europea ha gettato le basi per consentire, in un contesto stabile, la nascita dell’EURO e il passaggio da una unione economica ad una monetaria (1° Gennaio 1999). La convergenza degli stati verso il perseguimento di politiche rigorose in ambito monetario e fiscale era (ed è tuttora) considerata condizione essenziale per limitare il rischio di instabilità della nuova moneta unica. In quest'ottica, venivano fissati i due principali parametri di politica fiscale al rispetto dei quali era vincolata l'adesione all'unione monetaria. L’articolo 104 del Trattato prevede che gli stati membri debbano mantenere il proprio bilancio in una situazione di sostanziale pareggio, evitando disavanzi pubblici eccessivi (comma 1) e che il livello del debito pubblico deve essere consolidato entro un determinato valore di riferimento. Tali parametri, definiti periodicamente, prevedono: a) un deficit pubblico non superiore al 3% del Pil; b) un debito pubblico non superiore al 60% del Pil e comunque tendente al rientro;

11 L’esplodere nel 2010 della crisi della finanza pubblica e il baratro di un default a cui molti stati si sono avvicinati ha fatto emergere tutta la fragilità delle regole previste dal patto di stabilità e crescita europeo in assenza di una comune politica fiscale. E’ maturata di conseguenza la consapevolezza della necessità di giungere ad un “nuovo patto di bilancio”, preludio di un possibile avvio di una Unione di bilancio e fiscale. Il 2 marzo 2012 il Consiglio europeo ha firmato il cosiddetto Fiscal Compact (Trattato sulla stabilità, coordinamento e governante nell’unione economica e monetaria), tendente a “potenziare il coordinamento delle loro politiche economiche e a migliorare la governance della zona euro, sostenendo in tal modo il conseguimento degli obiettivi dell'Unione europea in materia di crescita sostenibile, occupazione, competitività e coesione sociale”. Il fiscal compact, entrato ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2013 a seguito della ratifica da parte di 12 stati membri (Italia, Germania, Spagna, Francia, Slovenia, Cipro, Grecia, Austria, Irlanda, Estonia, Portogallo e Finlandia), prevede:  l’inserimento del pareggio di bilancio (cioè un sostanziale equilibrio tra entrate e uscite) di ciascuno Stato in «disposizioni vincolanti e di natura permanente – preferibilmente costituzionale» (in Italia è stato inserito nella Costituzione con una modifica all’articolo 81 approvata nell’aprile del 2012);  il vincolo dello 0,5 di deficit “strutturale” – quindi non legato a emergenze – rispetto al PIL;  l’obbligo di mantenere al massimo al 3 per cento il rapporto tra deficit e PIL, già previsto da Maastricht;  per i paesi con un rapporto tra debito e PIL superiore al 60 per cento previsto da Maastricht, l’obbligo di ridurre il rapporto di almeno 1/20esimo all’anno, per raggiungere quel rapporto considerato “sano” del 60 per cento. I vincoli di bilancio derivanti dalle regole del patto di stabilità e crescita ed i conseguenti condizionamenti alle politiche economiche e finanziarie degli stati membri sono da tempo messi sotto accusa perché ritenuti inadeguati a far ripartire l’economia e a ridare slancio ai consumi, in un periodo di crisi economica mondiale come quello attuale, che – esplosa nel 2008 – interessa ancora molti paesi europei, in particolare l’Italia. Un giusto equilibrio tra il rigore e la crescita è sicuramente la chiave di svolta di questa situazione, che tuttavia stenta a trovare una sua composizione nell’ambito della politica europea. L’Italia sta chiedendo maggiore flessibilità sull’attuazione delle misure di rigore dei conti pubblici e di convergenza verso gli obiettivi strutturali (deficit debito), a condizione che venga dato corso alle riforme strutturali che da tempo la stessa Unione Europea ci chiede.

2.1.2 Europa 2020 e fondi europei 2014-2020

Nel 2010 l’Unione Europea ha elaborato “Europa 2020”, una strategia decennale per la crescita che non mira soltanto a uscire dalla crisi che continua ad affliggere l'economia di molti paesi, ma vuole anche colmare le lacune del nostro modello di crescita e creare le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico, più intelligente, sostenibile e solidale. Cinque sono le strategie e gli obiettivi di EU2020, da realizzare entro la fine del decennio. Riguardano l'occupazione, l'istruzione, la ricerca e l'innovazione, l'integrazione sociale e la riduzione della povertà, il clima e l'energia.

Le strategie di EU2020

N. Strategie Obiettivi 1 Occupazione innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni) 2 Ricerca e sviluppo aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE

12 3 Cambiamenti climatici  riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del e sostenibilità 30%, se le condizioni lopermettono) rispetto al 1990 energetica  20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili  aumento del 20% dell'efficienza energetica 4 Istruzione o Riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce al di sotto del 10% o aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria 5 Lotta alla povertà e almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed all'emarginazione emarginazione in meno

La strategia comporta anche sette iniziative prioritarie che tracciano un quadro entro il quale l'UE e i governi nazionali sostengono reciprocamente i loro sforzi per realizzare le priorità di Europa 2020, quali l'innovazione, l'economia digitale, l'occupazione, i giovani, la politica industriale, la povertà e l'uso efficiente delle risorse.

L'Unione Europea fornisce finanziamenti e sovvenzioni per un'ampia gamma di progetti e programmi nei settori più diversi (istruzione, salute, tutela dei consumatori, protezione dell'ambiente, aiuti umanitari). Tali fondi rappresentano la principale fonte di investimenti a livello di UE per aiutare gli Stati membri a ripristinare e incrementare la crescita e assicurare una ripresa che porti occupazione, garantendo al contempo lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di Europa 2020. Cinque sono i fondi gestiti dall’UE: • Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR); • Fondo sociale europeo (FSE); • Fondo di coesione; • Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) • Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

13 Nonostante la difficoltà dimostrata dall’Italia e da alcune regioni a spendere i fondi europei, i finanziamenti comunitari rappresentano una importantissima occasione di reperire le risorse necessarie per il territorio.

2.2 La legislazione nazionale e obiettivi dell’azione di governo

Il nostro paese ha attraversato un periodo di profonda crisi economica, con recessione del PIL e conseguente aumento della disoccupazione. Dal 2015 ci sono segnali di ripresa, il PIL è tornato a crescere, con aumento della domanda interna ed un tasso di inflazione non più negativo. Dopo una crisi molto grave e prolungata, nell’ultimo trimestre del 2014 l’economia italiana ha cominciato ad uscire dalla recessione. La forte, duratura flessione dei prezzi del petrolio favorisce il miglioramento delle ragioni di scambio, l’aumento del reddito disponibile delle famiglie e dei margini di profitto delle imprese. Ma al di là dell’evoluzione del mercato del petrolio è il clima in Europa a essere cambiato, crescita e occupazione sono stati posti al centro del dibattito europeo. Si è consolidata una convergenza su una strategia basata su i) una politica di responsabilità fiscale, attenta alla crescita pur nel rispetto della disciplina di bilancio; ii) la necessità di accelerare in tutti i paesi le riforme strutturali; iii) la priorità da dare al rilancio degli investimenti pubblici e privati. Da questo nuovo clima sono scaturiti nuovi impegni e iniziative, sia a livello nazionale che a livello europeo, con il lancio del Piano Juncker e con il Quantitative Easing della BCE. Il Quantitative Easing della BCE – che ha aggiunto gli acquisti del debito sovrano ai programmi di acquisto di attività del settore privato – consentirà una ripresa del credito grazie al mantenimento di condizioni finanziarie accomodanti. Garantendo l’ancoraggio delle aspettative d’inflazione su livelli compatibili con l’obiettivo della BCE, il programma conterrà l’aumento dei tassi d’interesse reali provocato da una debole dinamica dei prezzi. La fiducia di imprese e famiglie ne risulterà rafforzata, gli investimenti e il consumo supportati. Al contempo, la divergenza dei cicli economici tra le diverse aree valutarie si è associata a un forte deprezzamento dell’euro: la maggiore competitività delle aziende europee sui mercati globali sosterrà la domanda di esportazioni e la dinamica dei prezzi interni. La ripresa nell’area resta tuttavia diseguale ed esposta a numerosi rischi. Le tensioni geopolitiche, la decelerazione delle economie emergenti costituiscono elementi d’incertezza. Dal 2014 gli interventi di politica economica del Governo hanno mirato a rilanciare l’economia mediante azioni di sostegno dei redditi e di riduzione del carico fiscale, progredendo inoltre verso la soluzione al problema dei debiti arretrati delle Amministrazioni pubbliche. Per sostenere la ripresa nascente e l’occupazione il Governo intende i) perseguire una politica di bilancio di sostegno alla crescita, nel rispetto delle regole comuni adottate nell’Unione europea; ii) proseguire nel percorso di riforma strutturale del Paese per aumentarne significativamente le capacità competitive; iii) migliorare l’ambiente normativo delle imprese e le condizioni alla base delle decisioni d’investimento. Queste azioni si rafforzano a vicenda e tracciano una strategia coerente, in cui le riforme – nei mercati del lavoro, dei prodotti e dei servizi, in campo finanziario e fiscale – rilanciano la competitività e creano un clima più favorevole per le opportunità di investimento. Gli investimenti svolgono un ruolo centrale: nel breve periodo promuovono nuove opportunità di lavoro e sostengono la domanda, ponendo le basi per l’incremento del potenziale di crescita nel medio periodo; al tempo stesso consolidano l’attuazione e il dispiegarsi degli effetti delle riforme. La politica di bilancio presentata nel Documento di Economia e Finanza per il 2016 è volta a i) sostenere la ripresa economica, in primo luogo evitando qualsiasi aumento del prelievo fiscale, ma anche rilanciando gli investimenti – compresi quelli nell’edilizia scolastica; ii) collocare su un

14 sentiero di riduzione il rapporto tra il debito pubblico e il PIL, così rafforzando la fiducia dei mercati; iii) irrobustire la fase di ripresa dell’economia, che porterà con se un recupero dell’occupazione nel prossimo triennio. L'economia italiana2, invero, ha registrato una moderata ripresa nel corso del 2015, conseguendo un tasso di crescita dello 0,8 per cento. Tuttavia, la ripresa ha perso slancio durante la seconda metà dell'anno passato, in larga misura a causa del peggioramento del quadro internazionale. Hanno pesato dapprima il rallentamento della crescita, e in taluni casi l'entrata in recessione, di importanti Paesi emergenti, e quindi i danni economici e psicologici degli atti terroristici in Europa. A tutto ciò si sono aggiunti un'accresciuta turbolenza finanziaria e segnali di rallentamento dell'economia americana. Anche a causa dell'ulteriore forte discesa del prezzo del petrolio, il tasso di inflazione al consumo dell'Italia è recentemente risceso sotto lo zero. La bassa inflazione può essere di sostegno ai redditi reali delle famiglie. Tuttavia, se si ingenerano aspettative di ulteriore e persistente discesa dei prezzi, i consumatori possono essere indotti a posporre le loro decisioni di acquisto. Al contempo, vi è il rischio che l'incertezza economica e i segnali di peggioramento del quadro internazionale inducano le imprese a ritardare o cancellare i loro piani di investimento, anche a causa del rallentamento dei mercati d'esportazione. In considerazione di questi sviluppi e di questi rischi, il Governo ha abbassato le proiezioni di crescita per il triennio 2016-2018 ed in particolare la previsione di aumento del PIL reale nel 2016, che scende dall'1,6 all'1,2 per cento.

Va sottolineato che la revisione sull'anno in corso è dovuta per quasi due terzi ad un minore effetto di trascinamento dei dati 2015 sul 2016 e solo per il rimanente terzo al peggioramento delle prospettive internazionali e alle loro future ripercussioni sulla spesa d'investimento. La previsione continua perciò a basarsi su aspettative relativamente ottimistiche circa la domanda interna e la capacità delle imprese italiane di espandere le loro esportazioni in un quadro di accresciuta difficoltà, ed è pertanto soggetta anche a rischi al ribasso. Si deve inoltre ricordare che la ripresa della crescita che si sta registrando fa seguito ad un periodo recessivo senza precedenti. Il PIL è ancora al disotto dei livelli pre-crisi di quasi nove punti percentuali, e il gap di prodotto rispetto al trend pre-crisi, peraltro caratterizzato da tassi di crescita insoddisfacenti già prima del 2008, è di quasi venti punti percentuali.

Il quadro macroeconomico prefigurato nel DEF è in linea con quello prevalente tra i principali previsori nazionali e internazionali. Lo scenario programmatico segna il ritorno della crescita dopo un prolungato periodo di recessione. Vengono confermati gli obiettivi di indebitamento netto e si riduce la pressione fiscale. Viene scongiurata l’attivazione delle clausole di salvaguardia per il 2016 – volte a garantire il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica – che avrebbero prodotto aumenti del prelievo. Questo obiettivo viene raggiunto i) in parte grazie al miglioramento del quadro macroeconomico – che si riflette in un aumento del gettito – e alla flessione della spesa per interessi rispetto alle previsioni; ii) in parte per effetto delle misure di revisione della spesa. Al fine di facilitare il processo di ripresa economica, nel 2016 ci si intende avvalere della flessibilità delle finanze pubbliche connessa all’utilizzo della clausola europea sulle riforme; ne conseguirebbe un percorso di miglioramento del saldo strutturale più graduale, che contempla il raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale nel 2017.

Accanto alla dimensione quantitativa della programmazione economica, espressa dai saldi di bilancio, vi è una dimensione qualitativa, che attiene alla composizione delle entrate e delle uscite che determinano i saldi stessi, un fattore cruciale per promuovere la crescita. In tale ambito il

2 http://www.mef.gov.it/inevidenza/DEF_2016/documenti/W_-_Relazione_al_Parlamento.pdf

15 Governo ha già assunto misure in materia di revisione della spesa – che liberano risorse grazie alla maggiore efficienza nella produzione dei servizi ai cittadini e alle imprese – e di ricomposizione del prelievo. Con l’obiettivo di coniugare la spinta per la competitività con il risanamento della finanza pubblica, alla prosecuzione dell’incisivo processo di revisione della spesa si accompagna un programma per la valorizzazione e la dismissione del patrimonio pubblico. Nel Documento di Economia e Finanza approvato dal Governo: “Al fine di attivare in un’unica coordinata strategia interazioni positive con la politica di bilancio, il Governo sta realizzando un ampio programma di riforme strutturali, che si articola lungo tre direttrici fondamentali: i) l’innalzamento della produttività del sistema mediante la valorizzazione del capitale umano (Jobs Act, Buona Scuola, Programma Nazionale della Ricerca); ii) la diminuzione dei costi indiretti per le imprese connessi agli adempimenti burocratici e all’attività della Pubblica Amministrazione, mediante la semplificazione e la maggiore trasparenza delle burocrazie (riforma della Pubblica Amministrazione, interventi anti-corruzione, riforma fiscale); iii) la riduzione dei margini di incertezza dell'assetto giuridico per alcuni settori, sia dal punto di vista della disciplina generale, sia dal punto di vista degli strumenti che ne assicurano l'efficacia (nuova disciplina del licenziamento, riforma della giustizia civile). Gli effetti del programma risultano potenziati dagli interventi istituzionali volti a riformare la legge elettorale, differenziare le funzioni di Camera e Senato, accelerare il processo decisionale di approvazione delle leggi” (PNR Piano Nazionale delle Riforme 2015). Ricorda il Governo come “La strategia di riforma si incardina nel processo di consolidamento dei conti pubblici: per un Paese ad alto debito come l’Italia la stabilità di bilancio rappresenta infatti una condizione indispensabile per avviare un solido e duraturo percorso di sviluppo. Questa strategia richiede contemporaneità e complementarietà di azioni: il consolidamento fiscale e la riduzione del debito pubblico; il rilancio della crescita, per garantire la so sostenibilità delle finanze pubbliche; un ritorno alla normalità dei flussi di credito al sistema delle imprese e alle famiglie anche attraverso il rafforzamento dei sistemi alternativi al credito bancario e il pagamento dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione; l'adozione di riforme strutturali che rilancino la produttività e allentino i colli di bottiglia come la burocrazia, la giustizia inefficiente o i condizionamenti mafiosi e la corruzione. I notevoli sforzi profusi dal Paese nel controllo dei conti, premiati dai mercati finanziari, ci consegnano l’opportunità di uscire da una fase di severa austerità;ma qualsiasi scelta di politica economica non può derogare dalla stabilità di bilancio, cui guardano con attenzione i finanziatori del nostro debito.

La legge di stabilità 2016 (Legge n. 208/2015) prevede importanti novità per le amministrazioni territoriali. In primo luogo è da evidenziare la disapplicazione di tutte le norme concernenti il patto di stabilità interno e l’introduzione delle nuove regole sul pareggio di bilancio per le regioni e gli Enti Locali (anche per gli enti sotto i 1.000 abitanti, ad esclusione delle Unioni di comuni), in attuazione della legge costituzionale n. 243/2012. Si introduce uno dei saldi previsti dall’art. 9, comma 1 della legge costituzionale, ossia il saldo finale di competenza non negativo che, almeno in questa fase transitoria, non considera più tra gli aggregati rilevanti la cassa in conto capitale. Secondo le stime del Governo, le nuove regole dovrebbero consentire ai comuni che hanno risorse in cassa di impegnarle per investimenti per circa 1 miliardo nel 20163. Le nuove regole sono accompagnate dall’introduzione di un meccanismo di compensazione per la spesa in conto capitale, sia a livello regionale che a livello nazionale, alla stregua dei precedenti

3 Pasquale Piperissa – Maurizio Delfino n. 5, 27 gennaio 2016 Legge di stabilità 2016 (L. n. 208/2015): Commento delle disposizioni in materia di contabilità e bilancio

16 patti di solidarietà, oltre che da misure sanzionatorie. Sono inoltre individuate modalità e tempi per il monitoraggio e la certificazione dell’obiettivo di saldo. Specifiche esclusioni dal saldo di riferimento per il pareggio di bilancio sono previste per le spese sostenute dagli Enti Locali per interventi di edilizia scolastica e per interventi di bonifica ambientale.

2.2.1 Pareggio di bilancio nella Costituzione

La Legge Costituzionale n.1/2012 sull’’Introduzione del principio dell’equilibrio di bilancio nella Carta costituzionale’ e quella ‘rinforzata’ (L. n. 243/2012) hanno riformato la Costituzione introducendo e dettagliando il principio dell’equilibrio di bilancio in conformità con le regole europee. La nuova legislazione nazionale recepisce i principi del Patto di Stabilità e Crescita, modificato dal regolamento UE n. 1175/2011 (Six Pack), e sancisce che il pareggio di bilancio si ottiene qualora il saldo strutturale eguagli il livello dell’Obiettivo di Medio Periodo (MTO), la cui definizione viene rimandata ai criteri stabiliti dall’ordinamento dell’Unione Europea. A fronte della volontà di procedere al pagamento della componente residua dei debiti pregressi della P.A e di avviare un ambizioso programma di riforme strutturali, il Governo si impegna a rispettare il piano di rientro verso gli obiettivi programmatici coincidenti con il quadro di finanza pubblica delineato nel DEF. Il rallentamento del raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014 viene compensato dall’impegno del Governo, a partire dal 2015, ad attuare un piano di rientro che permetta di raggiungere pienamente l’obiettivo negli anni successivi. L’art. 3, comma 4 della L. n. 243/2012 e il regolamento UE n. 1175/2011, all’art. 5, prevedono esplicitamente una forma di flessibilità sul calendario di convergenza verso l’Obiettivo di medio periodo in presenza di riforme strutturali significative che producano un impatto positivo sul bilancio, anche attraverso un aumento della crescita potenziale, e quindi sulla sostenibilità di medio medio-lungo periodo delle finanze pubbliche. Tali riforme sono valutate dalla Commissione con riferimento alla loro coerenza con gli orientamenti europei di politica economica. La deviazione temporanea dal percorso di convergenza verso obiettivi di medio periodo è consentita a condizione che sia mantenuto un opportuno margine di sicurezza rispetto al valore di riferimento del rapporto deficit/PIL e che la posizione di bilancio ritorni all’Obiettivo di Medio Periodo entro il periodo coperto dal Programma di Stabilità.

2.2.2 Revisione della spesa pubblica

La revisione della spesa pubblica per il Governo costituisce una primaria riforma strutturale dei meccanismi di spesa e di allocazione delle risorse, da attuare attraverso una sistematica verifica e valutazione delle priorità dei programmi e d’incremento dell’efficienza del sistema pubblico. I principali interventi previsti nel DEF riguardano: a) i trasferimenti alle imprese; b) le retribuzioni della dirigenza pubblica, che appaiono elevate nel confronto con la media europea; c) la sanità, con una particolare attenzione agli elementi di spreco, nell’ambito del cosiddetto ‘Patto per la Salute’ con gli enti territoriali, e tramite l'assunzione di misure contro le spese che eccedono significativamente i costi standard; d) i ‘costi della politica’; e) le auto di servizio e i costi dei Gabinetti dei ministri e degli altri uffici di diretta collaborazione; f) gli stanziamenti per beni e servizi, attualmente molto consistenti, sui quali si rendono necessari rilevanti interventi di controllo (la presenza nel nostro Paese di circa 30 mila stazioni appaltanti

17 può dar luogo a evidenti inefficienze). A fronte di ciò, si devono concentrare gli appalti pubblici in capo alla CONSIP e ad alcune altre centrali di acquisto presso le Regioni e le Città Metropolitane consentendo di ottenere dei risparmi già nel medio periodo. Risparmi sono anche possibili a seguito del miglioramento nella puntualità dei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni, che dovrebbe avere un effetto favorevole sui prezzi di acquisto. g) la gestione degli immobili pubblici; h) la riduzione delle commissioni bancarie pagate dallo Stato per la riscossione dei tributi; i) il migliore coordinamento delle forze di polizia, evitando sovrapposizioni nei comparti di specialità; l) la razionalizzazione degli enti pubblici, e procedure di fatturazione e pagamento telematici e la concentrazione dei centri di elaborazione dati delle pubbliche amministrazioni; m) le numerose partecipate degli Enti Locali (a esclusione di quelle che erogano servizi fondamentali per la collettività, le cui tariffe debbono essere congrue) e andranno attentamente esaminate le loro funzioni con la prospettiva di una sostanziale riduzione o eliminazione delle stesse; n) revisione delle spese per la Difesa, anche considerando le eventuali conclusioni di un apposito ‘Libro Bianco’, nella consapevolezza che l’elevato debito pubblico consente all’Italia investimenti più limitati anche in questo settore; o) una mirata revisione dei costi di Autorità indipendenti e Camere di Commercio.

2.2.3 Il pagamento dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione

Dal 2013 il Governo si è impegnato a disporre gli strumenti necessari per assicurare un percorso di consenta di rispettare, a regime, la direttiva europea sui tempi di pagamento, che prevede pagamenti a 30 gg. I provvedimenti, a partire dal decreto legge n. 35/2013 (conv. in legge n. 64/2013), passando per il decreto legge n. 102/2013 (L. n. 124/2013), per arrivare al decreto legge n. 66/2014 (conv. in legge n. 89/2014), si muovo lungo tre direttrici: • completare il pagamento dei debiti commerciali residui; • favorire la cessione dei debiti commerciali certificati a intermediari finanziari e potenziare le vigenti modalità di compensazione con crediti tributari e contributivi; • potenziare il monitoraggio dei debiti e dei relativi tempi di estinzione, anche per assicurare il rispetto della direttiva europea sui termini di pagamento. Per affrontare strutturalmente la questione dei tempi di pagamento della P.A. è necessaria una adeguata attività di monitoraggio e la predisposizione di strumenti che consentano di rilevare l’effettiva consistenza ed evoluzione dell’ammontare dei debiti. Per questo è stato disposto: i) l’obbligo per le Amministrazioni di protocollare le fatture all’atto del ricevimento e di annotarle nel registro delle fatture; ii) l’obbligo di allegare alle relazioni ai bilanci consuntivi o di esercizio un prospetto che attesti l’importo dei pagamenti relativi a transazioni commerciali effettuate dopo la scadenza dei termini previsti dalla Direttiva europea in materia di tempi di pagamento, nonché il tempo medio dei pagamenti effettuati; iii) un meccanismo sanzionatorio per le Amministrazioni pubbliche che registrano ritardi oltre una certa soglia temporale nei pagamenti dei debiti. Contribuisce in maniera sostanziale, infine, la armonizzazione della contabilità e dei bilanci degli enti territoriali. Tali misure sono state inserite nel decreto-legge n. 66/2014 (L. n. 89/2014), il quale prevede: a) l’anticipo al 31 marzo 2015 della fatturazione elettronica per gli Enti Locali; b) l’obbligo, a partire dal 1° luglio 2014, di registrare le fatture sulla PCC e di gestire su tale piattaforma l’intero ciclo passivo (pagamenti, anticipazioni, certificazioni, ritardi);

18 c) l’obbligo di certificare i tempi medi di pagamento delle fatture in allegato al rendiconto; d) sanzioni per gli Enti Locali che registrano ritardi eccessivi nel pagamento delle fatture (90gg nel 2014 e 60gg dal 2015).

2.2.4 Delega fiscale

Con la legge 11 marzo 2014, n. 23 è stata approvata la legge delega recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. La delega fiscale è stata emanata con lo scopo di: _ semplificare il rapporto tra il fisco e i contribuenti; _ prevedere la revisione sistematica delle ‘spese fiscali’; _ rivedere l’imposizione sui redditi d’impresa e i regimi forfetari per i contribuenti di minori dimensioni; _ assicurare la stabilità delle regole fiscali e la certezza del diritto; _ riformare il catasto dei fabbricati per correggere le sperequazioni delle attuali rendite e ripristinare un sistema equo e trasparente di determinazione delle basi imponibili di natura catastale; _ migliorare il funzionamento del contenzioso e della riscossione dei tributi degli Enti Locali; _ tutelare l’ambiente attraverso nuove forme di fiscalità energetica e ambientale che possano consentire anche la riduzione del prelievo sui redditi; _ migliorare la trasparenza e l’accessibilità alle procedure fiscali attraverso la revisione delle norme in materia di tutoraggio e “cooperative compliance”.

Di particolare interesse per gli Enti Locali è la riforma della riscossione, da tempo attesa nel panorama normativo in quanto l’attuale sistema di riscossione alternativo ad Equitalia è fondato sul Regio Decreto del 1939, del tutto inadeguato a rispondere all’esigenza di garantire celerità, efficacia della riscossione e tutela del contribuente. L’improrogabilità e l’urgenza di un riordino della materia è tanto maggiore con l’entrata a regime della riforma dell’ordinamento contabile (cosiddetta “armonizzazione”), prevista dal d.Lgs. n. 118/2011, la quale limita la spendita di risorse degli Enti Locali a quelle che effettivamente vengono riscosse in un arco temporale di cinque anni. Migliorare la capacità di riscossione equivale quindi a garantire maggiori risorse ai bilanci comunali per assicurare lo svolgimento dei servizi cui sono preposti..

In quest’ottica sono stati emanati i seguenti Decreti:  D.Lgs. 128/2015 relativo alla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente;  D.Lgs. 156/2015 riguardo la revisione del contenzioso tributario e degli interpelli;  D.Lgs. 158/2015 circa la revisione sistema sanzionatorio;  D.Lgs. 159/2015 inerente la semplificazione della riscossione.  D.L. 193/2016 riguardante l’obbligo di versamenti diretti delle entrate comunali.

2.2.5. La revisione del prelievo locale

“Il prelievo sugli immobili è stato interessato negli ultimi anni da frequenti modifiche normative. La Legge di Stabilità per il 2014 ha introdotto una revisione della tassazione degli immobili finalizzata a rafforzare il legame fra l’onere dell’imposta e il corrispettivo ricevuto sotto forma di servizio locale. Il nuovo tributo IUC (Imposta Unica Comunale) si articola su una componente di natura patrimoniale (IMU- Imposta Municipale Propria) e una relativa ai servizi fruiti dal proprietario o dal possessore dell’immobile (TASI – Tributo per i Servizi Indivisibili e TARI – Tassa sui Rifiuti). Il quadro dei tributi locali sugli immobili si presenta quindi estremamente

19 articolato e prevede, oltre alle imposte sulle proprietà e sui servizi e a una addizionale comunale all’IRPEF, anche una serie di tributi minori e canoni sull’occupazione di spazi e aree pubbliche e sulla diffusione dei messaggi pubblicitari. A regime, le risorse a disposizione degli Enti Locali per il finanziamento della spesa non dipenderanno più dai costi effettivamente sostenuti, che possono inglobare inefficienze, ma da quelli che dovrebbero sostenere se si allineassero a un fabbisogno standard. I fabbisogni standard, assieme alle capacità fiscali (ovvero il gettito che ciascun ente potrebbe ottenere applicando un’aliquota standard alle proprie basi imponibili) rappresenteranno in prospettiva i cardini su cui costruire i nuovi meccanismi per la perequazione delle risorse – così come delineati dalla legge delega sul federalismo fiscale - per assicurare il finanziamento integrale delle funzioni fondamentali e dei livelli essenziali delle prestazioni inerenti i diritti civili e sociali. Dal 2015, il 20 per cento delle risorse agli Enti Locali sarà ripartito sulla base di capacità fiscali e fabbisogni standard, superando gradualmente il precedente criterio di riparto basato sulla spesa storica, fonte di distorsioni e inefficienze” (PNR 2015, pag. 18).4

Sul fronte della fiscalità locale, novità introdotta dalla Legge di stabilità 2016 (L. n. 208/2015) abolisce la Tasi sugli immobili residenziali adibiti ad abitazione principale, ad esclusione degli immobili di particolare pregio, ville e castelli. La Tasi viene abolita anche per gli inquilini che detengono un immobile adibito a prima casa. Si elimina l’IMU sui terreni agricoli e sui macchinari d’impresa cosiddetti ‘imbullonati’. Riduzione delle aliquote IMU e TASI sono previste per abitazioni locate a canone concordato.

A ristoro del mancato gettito derivante dalle esenzioni IMU/TASI si conferma l’assegnazione di 3.767,45 milioni di euro da ripartire stabilmente a titolo di ristoro – analogamente a quanto avvenuto nel 2016 – sulla base del gettito dell'IMU e della Tasi perduto per effetto delle agevolazioni ed esenzioni introdotte dalla legge di stabilità 2016 (abolizione Tasi abitazione principale, esenzione Imu terreni agricoli e ripristino vecchio regime di imponibilità terreni montani, esenzione Tasi inquilini abitazione principale, esenzione Imu immobili cooperative edilizie adibite ad abitazione principale da studenti universitari, agevolazioni su comodati e concordati).

Una quota del Fondo di solidarietà comunale, fino ad un massimo di 80 milioni di euro, sarà accantonata per essere ripartita ai Comuni che avevano deliberato nel 2015 regimi fiscali Tasi sull’abitazione principale inferiori all’aliquota base dell’1 per mille, fino all’ammontare del rispettivo gettito standard. Il contributo, di carattere strutturale, era stato disposto attraverso una riserva sul FSC dal comma 17, lett. f) della Legge di stabilità per il 2016.

Si attribuisce ai comuni, anche per l’anno 2016, un contributo di 390 milioni di euro, c.d. fondo compensativo IMU/TASI, che verrà ripartito in proporzione alle somme già attribuite per l’anno 2014 con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 6 novembre 2014, pari a 625 milioni di euro, ai sensi dell’art. 1, comma 731, della legge 147/2013. Le somme attribuite ai comuni a tale titolo non sono considerate tra le entrate finali valide ai fini del vincolo del pareggio di bilancio.

Analogamente al 2016, la quota comunale di alimentazione del Fondo è determinata in 2.768,8 milioni di euro ed assicurata attraverso il versamento del 22,43% dell’IMU standard di spettanza di ciascun Comune. Tale importo, risulta, comunque suscettibile di variazioni derivanti dalla

4 (PNR 2015).

20 regolazione dei rapporti finanziari connessi con la metodologia di riparto tra i comuni interessati del Fondo stesso

La Legge di stabilità 2017 (Legge 11 dicembre 2016, n.232) estende al 2017 il blocco degli aumenti dei tributi e delle addizionali delle regioni e degli enti locali. Come per il 2016, restano escluse dal blocco alcune fattispecie esplicitamente previste: la tassa sui rifiuti (TARI), le variazioni disposte dagli enti che deliberano il pre-dissesto o il dissesto. Non rientrano nel divieto di aumento tutte le entrate che hanno natura patrimoniale.

2.3 Il riordino istituzionale

Il percorso di riordino istituzionale che ha caratterizzato in maniera sostanziale e pregnante questa porzione di territorio nell’ultimo biennio ha avuto e sta avendo un importanza sostanziale anche per quanto riguarda le strategie politiche e conseguenti soluzioni organizzative del comune di Montiano. Giova a tal proposito ripercorrere brevemente le tappe sostanziali di tale importante iter di riordino.

L’Unione Valle Savio

Per questo territorio, l’ambito ottimale individuato con deliberazione della Giunta Regionale n. 286 del 18 marzo 2013 ai sensi della L.R. n. 21/2012 è stato individuato nell’ambito del distretto socio- sanitario Cesena – Valle Savio che ricomprende i seguenti sei comuni: , Cesena, , Montiano, e Verghereto, per una popolazione complessiva di circa 117.562 abitanti (al 31/12/2013) su un’estensione territoriale di 810,14 km2.

Sulla base di quanto previsto dall’articolo 14, commi 27 e 28, del decreto legge n. 78/2010 (convertito in legge n. 122/2010) in data 24 gennaio 2014 i Comuni di Bagno di Romagna, Cesena, Mercato Saraceno, Montiano, Sarsina e Verghereto hanno costituito l’Unione dei Comuni Valle del Savio mediante sottoscrizione del relativo atto costitutivo depositato alla raccolta n. 421 presso l’Ufficio Contratti del Comune di Cesena.

Con deliberazioni del Consiglio dell’Unione n. 5, 6, 7 e 8 del 31/03/2014 sono state approvate rispettivamente le convenzioni per il conferimento all’Unione, da parte di tutti i Comuni aderenti, delle funzioni di protezione civile, della gestione dei sistemi informatici e delle tecnologie dell’informazione, della funzione di progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni del cittadini e della funzione dello Sportello Unico Telematico delle Attività Produttive (SUAP). In un successivo periodo si è quindi proceduto al conferimento all’Unione anche della funzione di Statistica da parte di tutti i Comuni facenti parte della stessa, con la sola eccezione del Comune di Sarsina.

In adempimento di quanto previsto dall’art. 14, comma 27 del D.L. n. 78/2010 convertito con modificazioni dalla L. n. 122/2010, e successive modifiche ed integrazioni, i Comuni di Montiano e Verghereto hanno altresì conferito in Unione tutte le funzioni fondamentali di cui all’art. 14, comma 27, del Decreto Legge n. 78/2010 (ad eccezione della lettera l). Si è provveduto conseguentemente al trasferimento, a far data dal 01/01/2015, del personale individuato dalle singole amministrazioni all’Unione. Per quanto riguarda i Comuni di Montiano e Verghereto il trasferimento è stato complessivo.

21 Le disposizioni di cui alle precitate convenzioni, sotto un profilo organizzativo ed operativo, sono state declinate mediante la strutturazione di specifici progetti organizzativi approvati dalla Giunta dell’Unione e dalle Giunte degli enti conferenti. In tal senso è stata individuata una duplicità di modelli, a seconda delle caratteristiche e della tipologia del servizio in questione: modello “centralizzato” e modello “a poli”. La struttura centralizzata, in relazione a un basso livello di presenza sul territorio e un alto livello di competenza specialistica, coincide con la creazione di un’unica entità, logisticamente collocata presso la sede dell’Unione ma dimensionata in modo tale da fornire servizi a tutti gli altri (es. Sistemi informatici associati). Il modello organizzativo a poli, invece, in relazione ad un medio livello di presenza sul territorio e di competenza specialistica, prevede la creazione - per lo stesso ambito di attività - di più uffici (i «poli») in grado di fornire servizi solo ad alcuni soggetti facenti parte della rete (il bacino di utenza del polo) e non a tutti (es. SUAP). Nel quadro di questo nuovo contesto istituzionale, le amministrazioni interessate hanno poi rimarcato l’opportunità di improntare la gestione dell’ente costituito ad una razionalizzazione dell’impiego delle risorse umane e strumentali, limitando il ricorso a nuove assunzioni ed ottimizzando in maniera efficace le strutture esistenti, in un’ottica di crescente specializzazione del personale coinvolto. Si è quindi proceduto alla stipula di specifiche convenzioni, ex art. 30 comma 4, del D.Lgs. n. 267/2000, con il Comune di Cesena, quale ente di maggiori dimensioni nell’ambito di riferimento e dotato di unità organizzative strutturate nonché di personale specializzato, ciò al fine di garantire un servizio uniforme e qualificante per gli utenti/clienti interni ed esterni degli enti interessati, perseguendo l’obiettivo di realizzare economie di spesa e garantire in modo uniforme l’imparzialità, la trasparenza ed il buon andamento dell’azione amministrativa. Al momento attive le seguenti convenzioni con ente capofila il comune di Cesena: Servizio Segreteria Generale, Servizio Finanziario, Organizzazione e Personale; progettazione in ambito europeo, Tributi; Polizia Municipale, Patrimonio, Organizzazione e Gestione dei Servizi Scolastici, Raccolta e Smaltimenti rifiuti, Urbanistica ed Edilizia (Comune di Montiano) e Sismica. Nella progressiva elaborazione del percorso di riordino istituzionale locale, si è quindi provveduto a strutturare l’architettura organizzativa mediante il conferimento in Unione: a) delle funzioni di Stazione Unica Appaltante ai sensi dell’art. 33 comma 3 bis del D.Lgs. n°163/2006; b) dell’attività del servizio di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008); c) della progettazione in ambito europeo. In data 24/03/2015 i comuni dell’Unione hanno inoltre provveduto alla stipula di specifica convenzione per la gestione associata del Nucleo di Valutazione.

Il predetto percorso si è sviluppato sulla base di alcuni elementi chiave che costituiscono caratteristica specifica e sostanziale dell’architettura organizzativa così come delineata:

22 innovazione

Gli obiettivi della Regione Emilia Romagna

La Regione Emilia Romagna, con delibera G.R. n. 1016 del 28/06/2016, ha approvato il Documento di Economia e Finanza Regionale 2017 che delinea gli obiettivi strategici del governo regionale per il periodo 2017-2019 e per l’intera legislatura, articolati su cinque aree strategiche (Istituzionale, Economica, Sanità e Sociale, Culturale, Territoriale).

Particolarmente significativo, anche per l’impatto e le ricadute sul contesto locale, è il programma di riforma del sistema di governo regionale e locale in attuazione della Legge n. 56/2014 e della L.R. n. 13/2015. La riforma avviata dalla Regione punta su una nuova definizione di governance territoriale basata sul miglioramento dell’azione amministrativa di tutti i soggetti istituzionali coinvolti dal riordino. La Regione, attraverso le previsioni della L.R. n. 13/2015, inoltre intende proseguire nel sostegno e nella promozione di progetti di sperimentazione istituzionale fondate sulla creazione delle cosiddette “aree vaste funzionali”. Il risultato atteso per l‘intera legislatura regionale è il completamento del processo di riordino, anche in coerenza con la riforma costituzionale del Titolo V, parte II della Costituzione il cui iter di approvazione terminerà con il referendum costituzionale dell’ottobre 2016. Le fusioni di Comuni saranno oggetto di riflessione politica, partendo dall’assunto che la fusione deve essere intesa come un’opportunità strategica e come una azione finalizzata ad una ottimizzazione dei servizi nell’ambito territoriale di riferimento. In tale logica è stato avviato nel contesto dell’Unione un percorso volto a verificare le prospettive future x alcuni degli enti che della stessa fanno parte.

Il riordino delle Province.

23

Alla luce di quanto espresso nel paragrafo precedente, la riforma costituzionale in continuità con quanto già previsto dalla legge 56/2014 “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle Unioni e fusioni di Comuni” diverrà un fattore determinante al fine del riordino territoriale. L’eventuale nuovo assetto istituzionale derivante dalla riforma del titolo V della Costituzione inciderà di conseguenza sul prospettato nuovo ruolo che gli enti territoriali verranno ad assumere, potendo gli stessi inglobare competenze già spettanti alle province. In tale logica dovrà essere svolto un percorso di analisi per comprendere le risorse a livello territoriale per la definizione di una nuova architettura organizzativa e istituzionale completamente rinnovata rispetto al previgente assetto.

3. ANALISTI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI ESTERNE

3.1 Il concorso delle autonomie locali agli obiettivi di governo

Gli Enti Locali sono chiamati direttamente a concorrere alla realizzazione degli obiettivi di governo principalmente attraverso: a) il rispetto dei vincoli finanza pubblica (es. pareggio di bilancio); b) i limiti in materia di spese di personale; c) i limiti in materia di società partecipate.

3.1.1 Rispetto dei vincoli di finanza pubblica

24 La legge di stabilità 2016 (Legge n. 208/2015) prevede importanti novità per le amministrazioni territoriali. In primo luogo è da evidenziare la disapplicazione di tutte le norme concernenti il patto di stabilità interno e l’introduzione delle nuove regole sul pareggio di bilancio per le regioni e gli Enti Locali (anche per gli enti sotto i 1.000 abitanti, ad esclusione delle Unioni di comuni), in attuazione della legge costituzionale n. 243/2012. Si introduce uno dei saldi previsti dall’art. 9, comma 1 della legge costituzionale, ossia il saldo finale di competenza non negativo che, almeno in questa fase transitoria, non considera più tra gli aggregati rilevanti la cassa in conto capitale. Secondo le stime del Governo, le nuove regole dovrebbero consentire ai comuni che hanno risorse in cassa di impegnarle per investimenti per circa 1 miliardo nel 2016. Le nuove regole sono accompagnate dall’introduzione di un meccanismo di compensazione per la spesa in conto capitale, sia a livello regionale che a livello nazionale, alla stregua dei precedenti patti di solidarietà, oltre che da misure sanzionatorie. Tali disposizioni sono finalizzate - nelle more dell’entrata in vigore della legge 24 dicembre 2012, n. 243, di attuazione del principio del pareggio di bilancio in coerenza con gli impegni europei - ad anticipare all’anno 2016 l’introduzione dell’obbligo per gli Enti Locali, in sostituzione delle regole del patto di stabilità interno, di assicurare l’equilibrio tra entrate e spese del bilancio e a ridefinire i vincoli di finanza pubblica per le regioni. Per l’anno 2017 sono confermati, gli adempimenti, disciplinati dalla Legge di Stabilità 2016, previsti per il monitoraggio e la certificazione del saldo finale di competenza 2016, nonché le disposizioni relative alle sanzioni in caso di mancato conseguimento del saldo 2016 e gli effetti connessi all’applicazione dei patti di solidarietà, nazionale e regionali, nel corso del 2016. La revisione delle sanzioni in caso di mancato rispetto del saldo 2017 rappresenterebbe quindi la prima applicazione dei criteri di proporzionalità espressamente richiamati dalla revisionata legge 243/2012. Nel triennio 2017-2019, con Legge di stabilità 2017, sono assegnati agli enti locali spazi finanziari pari a 700 milioni annui (di cui 300 annui per l’edilizia scolastica), a sostegno degli investimenti locali finanziati con avanzi di amministrazione degli esercizi precedenti e/o risorse da debito. Sono fatti salvi gli effetti connessi all'applicazione, nell’anno 2015, dei patti di solidarietà orizzontali, sia regionale che nazionale, la cui finalità era quella di rendere più sostenibili gli obiettivi individuali degli Enti Locali attraverso meccanismi di acquisizione e cessione di spazi finanziari per sostenere i pagamenti in conto capitale, evitando la possibile contrazione delle spese di investimento. Pertanto, bisognerà tenere in considerazione le c.d. code relative alla cessione/acquisizione degli spazi finanziari dell’anno 2015 nel calcolo del saldo del nuovo vincolo del pareggio di bilancio 2017. Gli enti che abbiano ceduto o acquisito spazi finanziari a valere sul patto di stabilità interno miglioreranno o peggioreranno il proprio saldo di un importo pari al 50% degli spazi ceduti o acquisiti nel 2015 per l’anno 2017.

3.1.2 Il nuovo saldo di competenza finale (art. 9 della Legge n. 243/2012)

La legge 243/2012, all’art. 9 stabilisce che i bilanci di regioni, comuni, province, città metropolitane e province autonome di Trento e di Bolzano si considerano in equilibrio quando, sia nella fase di previsione che di rendiconto, registrano: a) un saldo non negativo, in termini di competenza e di cassa, tra le entrate finali e le spese finali; b) un saldo non negativo, in termini di competenza e di cassa, tra le entrate correnti e le spese correnti, incluse le quote di capitale delle rate di ammortamento dei prestiti (la quota in conto

25 interessi è già inclusa nell’ambito delle spese correnti). Tale formula implica che le entrate correnti debbano assicurare risorse sufficienti per rimborsare i prestiti assunti. Il comma 4 dell’art. 9 della legge 243/2012 prevede che con legge dello Stato siano definiti i premi e le sanzioni da applicare agli enti nel caso di realizzato o mancato conseguimento dell’equilibrio gestionale sino al ripristino delle condizioni di equilibrio sia di competenza sia di cassa, da promuovere anche attraverso la previsione di specifici piani di rientro. Rilevante è la disposizione contenuta nel successivo comma 5, secondo cui, al fine di assicurare il rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea, la legge dello Stato, sulla base di criteri analoghi a quelli previsti per le amministrazioni statali e tenendo conto di parametri di virtuosità, può prevedere ulteriori obblighi a carico degli Enti Locali in materia di concorso al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica del complesso delle Amministrazioni Pubbliche.

A decorrere dall'anno 2016, al bilancio di previsione è allegato un prospetto obbligatorio contenente le previsioni di competenza triennali rilevanti in sede di rendiconto ai fini della verifica del rispetto del saldo di cui all’art. 9 della Legge n. 243/2012. A tal fine, il prospetto allegato al bilancio di previsione non considera gli stanziamenti del fondo crediti di dubbia esigibilità e dei fondi spese e rischi futuri concernenti accantonamenti destinati a confluire nel risultato di amministrazione. Il prospetto concernente il rispetto del predetto saldo è definito secondo le modalità previste dall'articolo 11, comma 11, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

Si rammenta che il Capo IV della legge 243/2012 reca disposizioni per assicurare l’equilibrio dei bilanci delle regioni e degli Enti Locali e il concorso dei medesimi enti alla sostenibilità del debito pubblico, dando così attuazione all'articolo 119, primo e sesto comma, della Costituzione, come riformulati dalla legge costituzionale n. 1 del 2012.

Secondo la nuova classificazione di bilancio elaborata dal D.lgs. 118/11 e successive modificazioni ed integrazioni, il saldo per la verifica del rispetto dei vincoli di finanza pubblica è ricavato dal confronto tra i seguenti aggregati:

Entrate finali: - Titolo I – Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa; - Titolo II - Trasferimenti correnti; - Titolo III - Entrate extra-tributarie; - Titolo IV - Entrate in conto capitale; - Titolo V - Entrate da riduzione di attività finanziarie;

Spese finali: - Titolo I – Spese correnti (al netto degli stanziamenti del fondo crediti di dubbia esigibilità e dei fondi spese e rischi futuri concernenti accantonamenti destinati a confluire nel risultato di amministrazione); - Titolo II – Spese in conto capitale; - Titolo III – Spese per incremento di attività finanziarie.

Nel nuovo saldo di competenza non sono computate quindi le spese per il rimborso delle quote capitale dei mutui (da classificare a titolo IV della spesa), alle quali occorre comunque dare copertura finanziaria con le entrate correnti, ai sensi dell’art. 162, comma 6 del TUEL.

26 Fino al 2019, nelle entrate e nelle spese finali in termini di competenza è considerato il fondo pluriennale vincolato, di entrata e di spesa, al netto della quota riveniente dal ricorso all'indebitamento. Il FPV (fondo pluriennale vincolato) applicato all’entrata è conteggiato con il segno (+), ovvero si somma alle altre entrate rilevante, mentre il FPV accantonato in spesa è conteggiato con il segno (-), ovvero si decurta dalle entrate rilevanti. Conseguenza logica del nuovo meccanismo è che si rende possibile finanziare spese rilevanti per il saldo con entrate non rilevanti - quali avanzo di amministrazione e accensioni di prestiti (iscritte al nuovo titolo 6 di entrata) - per un importo pari e non superiore al valore del titolo 4 di spesa (rimborso mutui), di tutte quelle spese che, secondo il principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria (allegato n. 4/2 al Dlgs 118/2011), devono essere iscritte in bilancio, ma non possono essere impegnate (quali appunto fondo crediti di dubbia esigibilità e altri fondi rischi, quota disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui). Gli enti dovranno allegare al bilancio di previsione un apposito prospetto contenente le previsioni di competenza triennali rilevanti ai fini della verifica del rispetto del nuovo saldo5.

5 Ai fini del rispetto del nuovo equilibrio finale di competenza, non sono computate le spese per il rimborso delle quote capitale mutui, gli stanziamenti del fondo crediti di dubbia esigibilità e dei fondi spese e rischi futuri (le cui economie confluiscono nel risultato di amministrazione), ai quali occorre comunque dare copertura finanziaria (articolo 162 comma 6 del TUEL).

27 3.1.3. Le spese di personale

Norma Misura di contenimento Validità temporale Art. 1, comma 557, Obbligo di riduzione della spesa di personale rispetto all’anno precedente con A regime L. n. 296/2006 azioni rivolte ai seguenti ambiti prioritari di intervento: a) (riduzione dell'incidenza percentuale delle spese di personale rispetto al complesso delle spese correnti, attraverso parziale reintegrazione dei cessati e contenimento della spesa per il lavoro flessibile;) lettera abrogata dall’art.16 del D.L.26/06/2016; b) razionalizzazione e snellimento delle strutture burocratico-amministrative, anche attraverso accorpamenti di uffici con l'obiettivo di ridurre l'incidenza percentuale delle posizioni dirigenziali in organici; c) contenimento delle dinamiche di crescita della contrattazione integrativa, tenuto anche conto delle corrispondenti disposizioni dettate per le amministrazioni statali. Art. 1, comma 557- Ai fini dell’applicazione del comma 557, costituiscono spese di personale anche bis, L. n. 296/2006 quelle sostenute per: - i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa; - la somministrazione di lavoro; - il personale di cui all’art. 110, del D.Lgs. 267/2000; - tutti i soggetti a vario titolo utilizzati, senza estinzione del rapporto di pubblico impiego, in strutture e organismi variamente denominati partecipati o comunque facenti capo all’ente.

Art. 1, comma 557- In caso di mancato rispetto del patto di stabilità si applica il divieto di procedere ter, L. n. 296/2006 ad assunzioni di personale a qualunque titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione continuata e continuativa e di somministrazione. Art. 1, c. 557-quater, Ai fini dell'applicazione del comma 557, a decorrere dall'anno 2014 gli enti Dal 2014 L. n. 296/2006 assicurano, nell'ambito della programmazione triennale dei fabbisogni di personale, il contenimento delle spese di personale con riferimento al valore medio del triennio precedente alla data di entrata in vigore della presente disposizione (2011-2013). Art. 9, comma 28, Tetto alla spesa sostenuta per forme flessibili di lavoro (tempi determinati, A regime D.L. n. 78/2010 co.co.co., comandi, tirocini formativi, ecc.), in misura pari al 50% della spesa (conv. con sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2009. modificazioni dalla A decorrere dal 2013 gli Enti Locali possono superare il predetto limite per le Legge n. 122/2010) assunzioni strettamente necessarie a garantire l'esercizio delle funzioni di polizia locale, di istruzione pubblica e del settore sociale nonché per le spese sostenute per lo svolgimento di attività sociali mediante forme di lavoro accessorio.

Gli Enti Locali in regola con l’obbligo di riduzione delle spese di personale di cui ai commi 557 e 562 dell’art. 1 della L. 296/2006 possono assumere con forme flessibili di lavoro nel limite del 100% della spesa sostenuta per le medesime finalità nell’anno 2009. Art. 3, comma 5, Le regioni e gli Enti Locali sottoposti al patto di stabilità interno procedono ad A regime D.L. n. 90/2014 assunzioni di personale a tempo indeterminato secondo i seguenti limiti di (conv. in L. n. risorse corrispondenti al personale cessato nell’esercizio precedente: 114/2014) ANNI 2014-2015: 60% spesa cessati ANNI 2016-2017: 80% spesa cessati DAL 2018: 100% spesa cessati Restano ferme le disposizioni previste dall'articolo 1, commi 557, 557-bis e 557- ter, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (art. modificato dal comma 228 della legge 208/2015 –legge di stabilità 2016, per gli anni 2016-2017-2018, per il personale di qualifica non dirigenziale).

A decorrere dall'anno 2014 è consentito il cumulo delle risorse destinate alle assunzioni per un arco temporale non superiore a tre anni, nel rispetto della programmazione del fabbisogno e di quella finanziaria e contabile; è altresì

28 consentito l'utilizzo dei residui ancora disponibili delle quote percentuali delle facoltà assunzionali riferite al triennio precedente. Art. 3, comma 5- L’art. 3, comma 5-quater, del D.L. n. 90/2014, convertito in Legge n. 114/2014 quater, D.L. 90/2014 e s.m.i., dispone che, fermi restando i vincoli generali sulla spesa di personale, gli Enti Locali, la cui incidenza delle spese di personale sulla spesa corrente è pari o inferiore al 25%, possono procedere ad assunzioni a tempo indeterminato, a decorrere dall’1/1/2014, nel limite dell’80% per cento della spesa relativa al personale di ruolo cessato dal servizio nell’anno precedente e nel limite del 100% a decorrere dall’anno 2015. Il comma è disapplicato, per gli anni 2017 e 2018, a norma del comma 228 della legge 208/2015 (stabilità 2016).

I limiti di cui all’art.3 non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette ai fini della copertura delle quote d'obbligo.

Abrogato l’articolo 76, comma 7, del decreto legge n. 112/2008 (conv. in legge n. 133/2008), che poneva il limite di incidenza delle spese di personale sulle spese correnti in misura pari al 50%, pena il divieto totale di assunzioni. Legge n. 190/2014 Le regioni e gli Enti Locali, per gli anni 2015 e 2016, destinano le risorse per le 2015-2016 (legge di stabilità assunzioni a tempo indeterminato, nelle percentuali stabilite dalla normativa 2015) vigente:  all'immissione nei ruoli dei vincitori di concorso pubblico collocati nelle proprie graduatorie vigenti o approvate alla data di entrata in vigore della presente legge;  alla ricollocazione nei propri ruoli delle unità soprannumerarie destinatarie dei processi di mobilità.

È fatta salva la possibilità di indire, nel rispetto delle limitazioni assunzionali e finanziarie vigenti, le procedure concorsuali per il reclutamento a tempo indeterminato di personale in possesso di titoli di studio specifici abilitanti o in possesso di abilitazioni professionali necessarie per lo svolgimento delle funzioni fondamentali relative all'organizzazione e gestione dei servizi educativi e scolastici, con esclusione del personale amministrativo, in caso di esaurimento delle graduatorie vigenti e di dimostrata assenza, tra le unità soprannumerarie di cui al precedente periodo, di figure professionali in grado di assolvere alle predette funzioni (inserito dall’art. 4, comma 2-bis, D.L. 78/2015 convertito con modificazioni dalla L. 125/2015).

Esclusivamente per le finalità di ricollocazione del personale in mobilità le regioni e gli Enti Locali destinano, altresì, la restante percentuale della spesa relativa al personale di ruolo cessato negli anni 2014 e 2015, salva la completa ricollocazione del personale soprannumerario. Fermi restando i vincoli del patto di stabilità interno e la sostenibilità finanziaria e di bilancio dell'ente, le spese per il personale ricollocato secondo il presente comma non si calcolano, al fine del rispetto del tetto di spesa di cui al comma 557 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

Per le Amministrazioni Pubbliche interessate ai processi di mobilità del personale provinciale, le ordinarie facoltà di assunzione sono ripristinate nel momento in cui, nel corrispondente ambito regionale, è stato ricollocato il personale interessato alla relativa mobilità, così come reso noto mediante comunicazione pubblicata nel portale mobilita.gov. (art. 1 comma 234 – legge 208/2015 – stabilità 2016) Legge n. 208/2015 Vincoli assunzionali 2017-2018 Art. 1 comma 228 Le amministrazioni di cui all’art. 3, comma 5, del D.L. 90/2014 (Regioni ed Enti Locali sottoposti al patto), possono procedere, per gli anni 2017 e 2018, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato di qualifica non dirigenziale nel limite di un contingente di personale corrispondente, per ciascuno dei predetti anni, ad una spesa pari al 25% di quella relativa al medesimo personale cessato nell’anno precedente. Legge 208/2015 – Fondo risorse decentrate Dal 2016

29 art. 1 comma 236 La legge di Stabilità 2016 ripropone i limiti ai fondi per le risorse decentrate, prevedendo che: “A decorrere dal 1º gennaio 2016, l'ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, di ciascuna delle Amministrazioni Pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, non può superare il corrispondente importo determinato per l’anno 2015 (ai sensi dell’articolo 9, comma 2-bis secondo periodo del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 e successive modificazioni) ed è, comunque, automaticamente ridotto in misura proporzionale alla riduzione del personale in servizio, tenendo conto del personale assumibile ai sensi della normativa vigente.

3.1.4 Le società partecipate

Il consolidamento dei conti

Gli enti territoriali devono garantire il rispetto degli equilibri di bilancio, in relazione al Patto di stabilità interno e ai vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea, tenendo anche conto dei risultati della gestione delle partecipazioni in società controllate. Di particolare rilievo sono le norme sul bilancio consolidato introdotte dal d.lgs. 10 agosto 2014, n. 126, integrativo del d.lgs. 23 giugno 2011, n. 118. Il bilancio consolidato consente di pervenire a un risultato economico unitario del gruppo ente locale, che tenga conto sia del risultato di amministrazione della P.A. sia dei profitti e delle perdite degli organismi partecipati. L’obbligo del consolidamento non è però ancora generalizzato: il Comune di Montiano in quanto ente non sperimentatore ha facoltà di rinviarne l’adozione redigendo il consolidato nel 2018, con riferimento all’esercizio 2017; in sede di verifica degli equilibri di Bilancio per l’anno 2016, il Consiglio Comunale si è avvalso di tale facoltà rinviando al 2018 l’adozione del bilancio consolidato. Nelle more della piena attuazione dei principi del consolidamento, gli enti locali devono prevedere la costituzione, a partire dal bilancio di previsione 2015, di un fondo vincolato in caso di perdite reiterate nelle aziende speciali, nelle istituzioni e nelle società partecipate ai sensi dell’ art. 1, commi 551 e 552, della L. n. 147/2013. Il presupposto di applicazione della norma è la presenza, nell’ultimo bilancio disponibile, di un risultato di esercizio o un saldo finanziario negativo, non immediatamente ripianato dall’ente partecipante (art. 1, co. 551,L. n. 147/2013). A regime, l’importo accantonato nel bilancio di previsione sarà equivalente al risultato negativo non immediatamente ripianato, in proporzione alla quota di partecipazione.

L’evoluzione normativa

Il nuovo testo unico in materia di società partecipate prevede una revisione straordinaria delle partecipazioni (art 25) e una razionalizzazione periodica annuale (art. 20). Entro 6 mesi dall’entrata in vigore della norma gli enti pubblici locali saranno chiamati ad effettuare una nuova ricognizione, da inviare alla Corte dei Conti, includendo anche le partecipazioni indirette, individuando quelle da dismettere.

30 La possibilità di detenere partecipazioni societarie è limitata ai sensi dell’art. 4 dell’emanando decreto, alla stretta necessità e indispensabilità per il perseguimento dei fini istituzionali e limitata ai seguenti casi: - servizi di interesse generale; - progettazione di opere pubbliche; - gestione servizi di interesse generale in partenariato con privato selezionato mediante procedure di evidenza pubblica; - società strumentali; - servizi di committenza.

Per valorizzare beni immobili facenti parte del proprio patrimonio è inoltre prevista la possibilità di acquisire partecipazioni tramite conferimento di beni immobili ( anche in deroga al principio della stretta necessità rispetto ai fini istituzionali) anche in società operanti nel libero mercato. La nuova normativa rafforza gli oneri motivazionali per il mantenimento di partecipazioni in società e specifica le analisi che devono essere esplicitate nell’atto di approvazione della ricognizione: - stretta necessità della società per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente; - verifica che la società sia riconducibile ad una delle categorie di cui all’art. 4, sopra elencate; - ragioni e finalità che giustificano la scelta sotto il profilo della convenienza economica e della - sostenibilità finanziaria; - valutazioni circa la possibilità di impiego alternativo delle risorse pubbliche impegnate; - valutazione make or buy (gestione diretta verso gestione esternalizzata) e costo/opportunità; - rispetto dei principi di efficienza efficacia ed economicità; - relazione circa compatibilità con la disciplina europea ed in particolare con la disciplina in materia di aiuti di stato. All’art. 20 sono stati introdotti inoltre nuovi limiti e condizioni per la costituzione e il mantenimento, occorrerà quindi verificare che le società non rientrino in alcuna delle seguenti tipologie: - società senza dipendenti o con un numero di dipendenti inferiore al numero di amministratori; - partecipazioni in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società; - partecipazioni che abbiamo un fatturato inferiore ad una determinata soglia, da stabilire; - partecipazioni che abbiamo conseguito perdite per 4 degli ultimi 5 esercizi precedenti; - necessità di contenimento dei costi di funzionamento; - necessità di aggregazione di società con oggetto consentito.

Va evidenziato che la possibilità di razionalizzare le proprie partecipazioni va oltre la volontà dei singoli Enti Locali, che dovranno ricercare intese con gli altri enti pubblici soci; altre misure, quali ad esempio le liquidazioni, sono condizionate dalle caratteristiche economiche delle società, oltre che dalla appetibilità del mercato. La diminuzione dei costi di funzionamento, relativi ad esempio agli organi amministrativi, già oggetto di precedenti interventi, può risultare inefficace, là dove gli spazi operativi siano oramai ridotti al minimo. Il nuovo Testo unico, inoltre, prevede inoltre all’art. 26 l’adeguamento degli statuti societari alle nuove norme e ciò imporrà una revisione complessiva degli stessi entro il 31/12/2016.

Il nuovo testo unico in materia di servizi pubblici locali definisce i servizi pubblici locali di interesse economico generale, quali “Le attività di produzione e fornitura di beni o servizi che non sarebbero altrimenti svolti dal mercato senza un intervento pubblico o sarebbero svolte a condizioni differenti in termini di accessibilità fisica ed economica, continuità, non

31 discriminazione, qualità e sicurezza, che le amministrazioni pubbliche, nell’ambito delle rispettive competenze, assumono come necessarie per assicurare la soddisfazione dei bisogni della collettività, così da garantire l’omogeneità dello sviluppo e la coesione sociale”. La nuova disciplina fissa i principi generali e prevede limiti e condizioni per l’assunzione, la gestione e la regolazione di servizi pubblici locali valorizzando il ruolo del mercato nella erogazione di tali servizi e limitando la possibilità di intervento pubblico ai casi di stretta necessità. Il decreto si pone come obiettivo la semplificazione delle regole vigenti, il riordino delle disposizioni nazionali e la creazione di una disciplina organica attraverso i seguenti principali interventi: - precisazione dell’ambito di applicazione della disciplina (sono fatte salve le normative speciali di settore riguardanti la gestione integrata dei rifiuti, il trasporto pubblico locale, il servizio di distribuzione del gas e del servizio farmaceutico); - indicazione dei principi generali per l’assunzione, la regolazione e la gestione dei Servizi Pubblici Locali di interesse economico generale; - previsione di condizioni e limiti per l’assunzione del servizio pubblico con indicazione delle concrete modalità di perseguimento degli obietti di interesse pubblico; - revisione delle discipline settoriali ai fini della loro armonizzazione e coordinamento con la disciplina generale in materia di modalità di affidamento dei servizi; - introduzione di specifiche e tassative modalità di gestione dei servizi (affidamento mediante procedura di evidenza pubblica, affidamento a società mista, gestione diretta o in house e gestione in economia mediante azienda speciale limitatamente ai servizi diversi da quelli a rete; - riordino della disciplina in materia di proprietà e gestione delle reti; - distinzione fra funzione di regolazione e di gestione; - aggiornamento della disciplina in materia di Trasporto Pubblico Locale.

Spesa per il personale delle società partecipate

Il nuovo decreto in materia di società partecipate prevede la normativa in tema di personale per le società partecipate agli articoli 19 e 26. La nuova normativa impegna l’ente a ricercare intese con gli altri enti pubblici soci per la definizione di obiettivi specifici annuali e pluriennali sulle spese per il personale delle società controllate, anche attraverso il contenimento degli oneri contrattuali e delle assunzioni, tenuto conto delle disposizioni che stabiliscono divieti o limitazioni alle assunzioni di personale a loro carico. Le società a controllo pubblico, dal canto loro, dovranno recepire con propri provvedimenti tali obiettivi nella contrattazione di secondo livello e pubblicare sul loro sito sia i provvedimento di recepimento adottati che i contratti. Inoltre, per favorire la mobilità fra il personale degli enti partecipati, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del nuovo decreto, le società a controllo pubblico devono effettuare una ricognizione del personale in servizio, per individuare eventuali eccedenze; l'elenco del personale eccedente, con la puntuale indicazione dei profili posseduti dovrà essere trasmesso alla Regione in cui ha sede la società. Nel caso di reinternalizzazione di servizi o funzioni, le pubbliche amministrazioni titolari di partecipazioni di controllo in società, , prima di poter effettuare nuove assunzioni, , devono riassorbire le unità di personale già dipendenti a tempo indeterminato e transitate alle dipendenze della società interessata dal processo di reinternalizzazione, mediante l'utilizzo delle procedure di mobilità e nel rispetto dei vincoli in materia di finanza pubblica e contenimento delle spese di personale, nei limiti dei posti vacanti nelle dotazioni organiche e nell'ambito delle facoltà assunzionali disponibili.

32 Composizione degli organi e limiti ai compensi degli amministratori

La nuova normativa in tema di società partecipate stabilisce che di norma per le società a controllo pubblico l’organo amministrativo sia costituito da un amministratore unico, salvo il caso in cui l’assemblea della società disponga diversamente per specifiche ragioni di adeguatezza amministrativa, sulla base di criteri da stabilirsi con apposito successivo decreto. Anche per i requisiti dei componenti degli organi di amministrativi si fa riferimento ad un decreto successivo, da emanarsi a cura del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze; è previsto comunque il divieto per i dipendenti di amministrazioni pubbliche di essere nominati quali amministratori. Sono fatti salvi i limiti posti dal decreto legislativo 39/2013 in tema di anticorruzione per inconferibilità e incompatibilità degli incarichi. Sulla base di appositi parametri, anch’essi da determinare con apposito decreto, saranno poi stabiliti nuovi limiti ai compensi degli amministratori , nonché criteri per la determinazione della parte variabile della remunerazione. I limiti stabiliti all’art. 1 commi da 725 a 730, 733,735 della Legge finanziaria 2007 (L 296/2006) dovrebbero invece essere abrogati. Per quanto concerne infine la revisione dei conti la nuova norma stabilisce all’art. 3 che nelle società a responsabilità limitata è obbligatoria la nomina di un revisore o dell’organo di controllo mentre nelle società per azioni a controllo pubblico la revisione legale dei conti non può essere affidata al collegio sindacale, con una inevitabile ripercussione sui costi di funzionamento delle società.

3.2 Situazione socio-economica del territorio

3.2.1 Il contesto territoriale

Il Comune di Montiano è un comune italiano di 1.718 abitanti della provincia di Forlì-Cesena. E’ un piccolo territorio posto sulle prime colline di Romagna ed è distante appena 10 Km da Cesena. E’ un territorio piccolo di circa 9,6 chilometri quadrati. Dalla prima pianura si allunga il crinale tra colline dolci, che danno l’idea di un grande giardino, ricco di frutteti. Due corsi d’acqua separano Montiano dai comuni di , e Cesena, e sono la Rigossa ed il Rubicone (Urgon). In base allo statuto comunale le frazioni ufficiali sono tre; ciascuna comprende vari nuclei abitativi:

 Montiano (il capoluogo)  Montenovo  Badia

Il clima è quello mediterraneo e della primissima collina, quella che come un grande terrazzo si affaccia sulla pianura; le estati sono calde e piene di sole , con temperature che a volte arrivano a sfiorare i 40° ; gli inverni sono rigidi con nebbie e piogge ed in alcuni anni nevicate.

Nel territorio comunale è presente una fitta rete di sentieri da percorrere a piedi o in mountain bike e la strada provinciale che attraversa il paese è meta di numerose gare ciclistiche che transitano e a volte partono o arrivano in paese.

33 3.2.2 Struttura della popolazione e dinamiche demografiche

34 3.2.3 Contesto economico-sociale

Il Comune di Montiano è situato in territorio collinare e la sua economia si basa in particolare sull’agricoltura e sull’artigianato. In particolare la tradizione della coltivazione della terra è conosciuta anche in altri territori; si coltivano alberi da frutto (albicocchi, prugni, ciliegi, peschi, kaki, kiwi). Si produce anche olio profumato e vini di alta qualità, in particolare l’ottimo vino rosso Sangiovese. Le poche attività artigiane sono legate alla falegnameria, all’edilizia, alla meccanica, alla produzione di girarrosti, di ringhiere e cancelli in ferro. Abbiamo anche una piccola rete commerciale, che resiste alle durezze di questi anni e che è in grado di soddisfare i bisogni degli abitanti. Esiste in tutto il nostro territorio una capacità imprenditoriale con ristoranti, agriturismi, cantine, aziende agricole con produzione di frutta e conserve biologiche . In conclusione nella nostra piccolezza desideriamo fare, operare, vivere per valorizzare al massimo ciò che abbiamo e dare dignità alla nostra vita.

3.2.4 Sistema infrastrutturale

Anno 2015/16 Anno 2016/17 Anno 2017/18 Anno 2018/19 Anno 2019/20

Scuole materne posti n. 80 posti n. 80 posti n. 80 posti n. 80 posti n. 80 n. 2

Scuole elementari posti n. 80 posti n. 80 posti n. 80 posti n. 80 posti n. 80 n. 1

Strutture residenziali per anziani posti n. 0 posti n. 0 posti n. 0 posti n. 0 posti n. 0

Farmacie Comunali n.° 1 n.° 1 n.° 1 n.° 1 n.° 1

3.3 Parametri economici essenziali

I parametri economici essenziali per la formulazione delle previsioni economico- finanziarie del bilancio comunale sono rappresentati da: o il tasso di inflazione programmata (TIP) che costituisce un parametro di riferimento per l’attualizzazione di poste di bilancio e di emolumenti fissati per legge, ad esempio appalti pubblici, affitti, assegni familiari, rette mense scolastiche, ecc.. Risulta, inoltre, alla base degli aggiornamenti delle tariffe idriche e dei rifiuti. o l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) E’ un indicatore che guida la dinamica degli adeguamenti salariali all’aumento del costo della vita, depurato dei prezzi dei beni energetici importati, assunto a seguito della definizione dell’Accordo Quadro sulla Riforma degli Assetti Contrattuali siglato da Governo e Parti Sociali. Altri indicatori significativi non tanto per l’attualizzazione delle poste di bilancio quanto piuttosto perché consentono di elaborare previsioni sulla possibile dinamica delle entrate (gettito dei tributi correlato alla capacità di assolvere agli obblighi di versamento delle tasse, proventi concessioni edilizie ecc..) e delle spese (domanda di sussidi e di servizi) sono rappresentati dal PIL e dal tasso di disoccupazione/occupazione.

35 Tali indicatori sono stati assunti dal DEF 2016, sez.I Programma di Stabilità dell’Italia deliberato dal Consiglio dei Ministri l’8 Aprile 2016 6.

6 http://www.dt.tesoro.it/modules/documenti_it/analisi_progammazione/documenti_programmatici/W- _DEF_2016_Sez_I_PdS_2016.pdf

36 4. ANALISTI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE

4.1 Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali

 Servizio di trasporto pubblico locale

L’art.19 della L.R. n. 30/1998, così come modificata e integrata dalla L.R. 13/12/2011 n.20 prevedeva, per ciascun ambito territoriale provinciale, la costituzione di un’agenzia locale per la mobilità e il trasporto pubblico locale alla quale la legge regionale affidava i seguenti compiti:  progettazione, organizzazione e promozione dei servizi locali di trasporto integrati tra loro e con la mobilità privata;  gestione della mobilità complessiva, progettazione e organizzazione dei servizi complementari per la mobilità, con particolare riguardo alla sosta, ai parcheggi, all'accesso ai centri urbani, ai relativi sistemi e tecnologie di informazione e controllo;  gestione delle procedure concorsuali per l'affidamento dei servizi;  controllo dell'attuazione dei contratti di servizio; Con deliberazione n. 70 del 29 Dicembre 2000, sono state conferite, conformemente all’art. 19 sopra richiamato, le funzioni di agenzia locale per la mobilità ed il trasporto pubblico locale al Consorzio ATR Agenzia per la mobilità Forlì - Cesena, costituito ai sensi dell’art. 31 del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, successivamente trasformato in ATR Srl consortile. La L.R. n.10 del 30/06/2008 “Misure per il riordino territoriale, l'autoriforma dell'amministrazione e la razionalizzazione delle funzioni”, ed in particolare l’art.25, prevede per le Agenzie lo scorporo delle attività gestionali non strettamente connesse con le funzioni proprie attribuite dalla legge regionale alle Agenzie stesse, con particolare riguardo alla gestione del trasporto pubblico locale, della sosta, dei parcheggi, dell'accesso ai centri urbani. Successivamente la Regione Emilia Romagna, con propria delibera n. 908 del 02.07.2012, ha individuato cinque ambiti ottimali per l’organizzazione del trasporto pubblico su gomma, fra cui l’ambito Romagna, cui confluiranno i bacini di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna e che procederà con il relativo affidamento; Con delibera di Consiglio Comunale n. 62 del 01.12.2014 sono stati approvati gli indirizzi per la costituzione di un’unica Agenzia risultante dall’aggregazione delle tre agenzie di TPL dei bacini di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, come previsto dalla normativa regionale, il processo aggregativo è tuttora in corso. Attualmente il Servizio di trasporto pubblico Locale è affidato dal Consorzio ATR, mediante gara ad evidenza pubblica, ad A.T.G. S.p.A. consortile, partecipata da START Romagna S.p.a., società interamente pubblica di cui fanno parte tutti i Comuni delle tre provincie di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna nonché TPER, società controllata dalla Regione Emilia Romagna e dai principali vettori privati locali. La nuova gara per i tre bacini sarà effettuata dalla Agenzia Unica.

 Servizio idrico Integrato

Attualmente è in corso una convenzione stipulata dall’ATO (autorità territoriale d’ambito) con Hera S.p.a., società già quotata in borsa alla data del 1 ottobre 2003, che scadrà il 31/12/2023. Con l’art. 2, comma 186-bis della Legge 23/12/2009, n. 191 (introdotto con l’art. 1, comma 1- quinquies del D.L. 25 gennaio 2010 n.2 conv. dalla l. 26 marzo 2010, n.42) è stata disposta: - la soppressione delle autorità d’ambito territoriale di cui all’art. 148 del D.Lgs 152/06 entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge;

37 - la nullità, decorso il predetto termine, di “ogni atto compiuto dalle autorità d’ambito territoriale”; - l’attribuzione ad altri enti delle funzioni già esercitate dalle autorità d’ambito, “nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza”, delegando le regioni all’emanazione di apposita legge per la regolazione a livello territoriale; La L.R. n.23 23/12/2011 recante “Norme di organizzazione territoriale delle funzioni relative ai servizi pubblici locali dell’ambiente” con decorrenza 1° gennaio 2012 ha previsto: - l’istituzione dell’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti (ATERSIR), alla quale partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni e le Province della regione, per l’esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione dei rifiuti urbani; - la soppressione e la messa in liquidazione delle forme di cooperazione di cui all’art.30 della L.R. 30/6/2008, n. 10 (Autorità d’Ambito), disponendo il subentro di ATERSIR in tutti i rapporti giuridici dalle stesse instaurati; - il trasferimento ad ATERSIR delle funzioni già attribuite alle suddette forme di cooperazione; Pertanto al momento della scadenza della convenzione sarà ATERSIR il soggetto deputato all’affidamento del servizio.

 Raccolta e smaltimento rifiuti

Il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani è disciplinato a livello nazionale dal già citato D.Lgs 152/2006, e a livello regionale dalla L.R. Emilia Romagna n.25 del 6/9/99. A decorrere dall’anno 2012 le funzioni svolte dalle ATO provinciali dell’Emilia Romagna sono confluite in ATERSIR in base alla L.R. n.23 del 23/12/2011. Il servizio è attualmente affidato ad Hera S.p.a. e il soggetto competente per l’affidamento futuro sarà ATERSIR sulla base della normativa sopra richiamata, è già stata deliberata la procedura di gara per l’affidamento del servizio.

 Distribuzione del gas naturale

Il servizio è affidato ad Hera S.p.a nelle more dell’espletamento delle procedure della nuova gara per l’affidamento del servizio di distribuzione gas, curate, in qualità di Stazione appaltante, ai sensi del D.M. 226/2011, dalla società Unica Reti S.p.a., società a totale ed esclusiva partecipazione pubblica locale, con la funzione di società patrimoniale pubblica per l’amministrazione della proprietà degli asset del ciclo idrico integrato (reti ed impianti acqua, fognatura e depurazione) e del gas (reti ed impianti di distribuzione). La procedura di gara è già stata definita da Unica Reti e si svolgerà presumibilmente entro l’anno in corso.

 Servizi Cimiteriali

I servizi cimiteriali sono gestiti dalla cooperativa C.I.L.S. di Cesena a cui il servizio è stato affidato fino al 31/07/2017, con determinazione del Responsabile di servizio n. 53 del 03/08/2016.

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 Impianti Sportivi

Il Campo sportivo “Canducci Casadei” di proprietà del Comune di Montiano è gestito direttamente dall’Amministrazione Comunale. In data 19/12/2016, con delibera di G.C. n. 50 l’Amministrazione ha concesso in uso il campo da calcio con patrocinio gratuito all’A.S. Montenovo Montiano, nella persona del referente Bartolini Massimo, quale società non riconosciuta affiliata al CSI di Cesena, per lo svolgimento dell’attività agonistica 2016/2017.

 Illuminazione votiva

Con determinazione del Responsabile dell'Ufficio Tecnico n. 28 del 02/05/2011 è stata indetta la procedura aperta per la concessione del servizio di illuminazione votiva nei cimiteri di Montiano e Montenovo. In esito alla gara tenutasi il giorno 30/06/2011 veniva data provvisoria aggiudicazione della concessione alla Ditta AMGA Energia Servizi SRL di e con successiva determinazione del Responsabile dell'Ufficio Tecnico n. 49 del 28/07/2011, è stata aggiudicata in via definitiva ed efficace, la concessione del Servizio in oggetto alla ditta AMGA Energia Servizi s.r.l. di San Mauro Pascoli. In data 16/04/2012 è stato sottoscritto con AMGA ENERGIA SERVIZI S.R.L. il contratto Repertorio N. 884, con decorrenza dall’1 gennaio 2012 fino al 31/12/2021.

 Refezione Scolastica

Dall’anno scolastico 2015/2016 la gestione del servizio di refezione scolastica del Comune di Montiano, è stata trasferita all’Unione Valle Savio e viene gestita con convenzione dal Comune di Cesena

 Servizi Sociali

La gestione dei servizi sociali è stata conferita all’Unione dei Comuni della Valle del Savio a decorrere dal 01.06.2014 secondo quanto riportato nel progetto organizzativo approvato con delibera di Giunta Unione n. 11 del 22.05.2014. L'Unione garantirà la continuità dei servizi sociali sul territorio del Comune di Montiano mediante: - Assistenti sociali dedicati alla presa in carico (e all'erogazione dei relativi servizi) delle diverse problematiche rappresentate dai cittadini di Montiano riguardanti anziani, persone con disabilità, famiglie in difficoltà, adulti in condizioni di marginalità sociale, tutela dei bambini e delle bambine, supporto alla genitorialità; - Gestione Accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica e relativa regolazione della permanenza; - Valorizzazione della collaborazione con le associazioni e i comitati locali per la realizzazione di attività utili alla collettività (vigilanza incroci, piccola manutenzione e pulizia aree verdi, apertura e chiusura dei locali del centro culturale).

 Manutenzione verde pubblico

Il servizio di manutenzione del verde pubblico viene svolto in forma diretta.

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 Illuminazione pubblica

Alla scadenza della concessione ad HERA spa del servizio di illuminazione pubblica, prevista per il 5/8/2016, si è proceduto ad una proroga del servizio in questione alla medesima ditta, per un ulteriore anno. I rapporti tra le parti sono regolati secondo la convenzione scaduta per la gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria della rete di pubblica illuminazione Rep. 639 del 06/08/2001. L’amministrazione sta procedendo alle necessarie valutazioni per l’affidamento del servizio alla scadenza sopra indicata.

 Gestione calore

Il servizio è stato affidato ad Energie per la Città spa, congiuntamente a quello del comune di Verghereto, al fine di conseguire le necessarie sinergie. L'affidamento del servizio per un biennio, consente l’attuazione di un percorso personalizzato sulle esigenze e peculiarità di ogni ente pubblico, che può implementarsi con attività tecniche e gestionali quali: monitoraggio energetico, raccolta di dati per diagnosi energetiche, implementazione di sistemi per una gestione ottimizzata degli impianti, curriculum vitae delle azioni energeticamente efficienti, analisi e programmazione di nuovi interventi di efficienza energetica, ottimizzazione degli interventi per l’accesso a contributi e incentivi, sviluppo di un sistema di gestione dell’energia.

4.2 Indirizzi generali sul ruolo degli enti ed organismi partecipati

Elenco partecipazioni

CODICE QUOTA % DI FISCALE PARTECIPAZIONE RAGIONE SOCIALE / DENOMINAZIONE SOCIETÀ DETENUTA PARTECIPATA DIRETTAMENTE 00358700391 ATR-SOCIETA CONSORTILE A RESPONSABILITA LIMITATA 0,011 00139940407 AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA DELLA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA 0,347 03803460405 AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA DEL DISTRETTO CESENA VALLE SAVIO 0,7 04245520376 HERA S.P.A. 0,00001672 02770891204 LEPIDA S.P.A. 0,00156 00337870406 ROMAGNA ACQUE - SOCIETA' DELLE FONTI S.P.A. 0,114869 03836450407 START ROMAGNA S.P.A. 0,00075 03249890405 UNICA RETI S.P.A. 0,18784

Il Piano di razionalizzazione del Comune di Montiano

Nel 2015, a seguito della ricognizione approvata con Delibera di Consiglio n. 9 del 30.03.2015 è stato presentato alla Corte dei Conti il Piano di razionalizzazione operativo di razionalizzazione delle società partecipate e delle partecipazioni societarie (art.1 comma 612 L. 190/2014) con il quale si è disposto il mantenimento delle partecipazioni detenute dal Comune nelle sotto riportate società, sussistendo i presupposti di cui al comma 27, art. 3 della legge 244/2007: • A.T.R. Srl Consortile

40 • HERA Spa; • Lepida S.p.A; • ROMAGNA ACQUE - Società delle fonti S.p.A.; • Start Romagna S.p.A.; • Unica reti S.p.a;

Il nuovo testo unico in materia di società partecipate, in corso di approvazione, richiede un forte coordinamento fra i diversi enti, non solo in relazione a linee strategiche di indirizzo, obiettivi e indicatori, ma anche rispetto alla gestione del personale, alla redazione del bilancio consolidato e alla razionalizzazione; il Comune di Montiano è pertanto impegnato in un processo volto a favorire un migliore coordinamento fra tutti i soci delle società partecipate. Per le società non soggette al controllo le proposte di obiettivi e indicatori saranno discusse con gli altri enti soci.

4.2.1 Società ed enti partecipati

Sono società partecipate: - ATR - SOCIETA CONSORTILE A RESPONSABILITA LIMITATA - AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA DELLA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA - AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA DEL DISTRETTO CESENA VALLE SAVIO - HERA S.P.A. - LEPIDA S.P.A. - ROMAGNA ACQUE - SOCIETA' DELLE FONTI S.P.A. - START ROMAGNA S.P.A. - UNICA RETI S.P.A.

4.3 Risorse finanziarie

4.3.1 Indirizzi generali in materia di tributi e tariffe dei servizi pubblici In materia di tributi e di tariffe dei servizi pubblici si forniscono i seguenti indirizzi di carattere generale: · mantenimento delle tariffe dei servizi pubblici ed utilizzo di criteri di equità sociale nella distribuzione del carico tariffario (in ragione delle situazioni reddituali e patrimoniali dei nuclei familiari); · destinazione delle eventuali risorse disponibili per la riduzione della pressione fiscale; · sviluppo dell’azione di controllo dell’evasione dei tributi e delle tasse comunali e di recupero di basi imponibili non completamente dichiarate, in particolare per l’IMU, TASI e TARES/TARI; · sviluppo della collaborazione con l’Agenzia delle Entrate per attuare le azioni di contrasto all’evasione dei tributi erariali acquisendo in tal modo al Comune la quota destinata delle eventuali maggiori somme riscosse dall’Agenzia sulla base di accertamenti fiscali definitivi; · conferma del Protocollo con la Guardia di Finanza per il controllo delle dichiarazioni ISEE; · modalità di gestione TARI che consentano riduzione della tariffa agli utenti, anche in un’ottica di unica gestione con l’Unione dei Comuni Valle del Savio.

A seguito della programmazione assunta dal Consiglio dell’Unione, con propria deliberazione n. 39 del 22 dicembre 2014, è stata sottoscritta apposita Convenzione fra l’Unione Valle Savio ed il Comune di Cesena, per la gestione associata del Servizio Tributi per i Comuni di Montiano e Verghereto.

41 Pertanto, a decorrere dal 1°gennaio 2015 i Comuni di Montiano e Verghereto hanno conferito all'Unione dei Comuni Valle del Savio la gestione delle entrate tributarie e fiscali ai sensi dell’art. art. 14 comma 27 lettera a) del D.L. 78/2010. Tale nuovo assetto ha consentito ai tre Comuni di procedere insieme all’attivazione della procedura di gara ad evidenza pubblica, per l’affidamento del servizio di bollettazione TARI, nell’intento di internalizzare la riscossione del tributo sui rifiuti, nonché il servizio di supporto per la gestione diretta del tributo. L’affidamento dei predetti servizi è finalizzato a implementare banche dati bonificate ed aggiornate, utili per le attività dell’ufficio tributi e per l’attività di contrasto all’evasione, nell’ottica di intraprendere un percorso parallelo anche con gli altri Comuni dell’Unione. L’obiettivo principe è la realizzazione di un sistema unico ed armonizzato, in ambito di fiscalità locale, per i 6 comuni dell’Unione Valle Savio finale, con lo scopo di estendere la gestione associata dell’ufficio tributi, a tutti i 6 enti appartenenti all’Unione Valle Savio. L’intento delle diverse Amministrazioni è la promozione dell’integrazione dell’azione amministrativa fra i Comuni appartenenti allo stesso territorio, da realizzarsi mediante la progressiva unificazione delle funzioni e dei servizi comunali Questa direzione, tesa a garantire una sinergia fra gli uffici, attraverso un confronto diretto fra le professionalità presenti, è finalizzata non solo a razionalizzare le procedure di competenza dei vari uffici, ma anche ad ottimizzare l’incrocio delle banche dati di tutti i tributi comunali, con l’intento di realizzare un maggior controllo del territorio e di agevolare il contribuente negli adempimenti a suo carico, derivanti dalla fiscalità locale. L’intervento ha la duplice finalità di implementare il portale per il cittadino e di valorizzare l’integrazione delle banche dati, volta ad acquisire ed elaborare un maggiore numero di informazioni, utili per tutte le attività di verifica tributaria e di contrasto all’evasione fiscale, anche in termini di attività accertativa in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate. Il progetto di internalizzazione della TARI e la realizzazione della Banca dati Unica degli oggetti imponibili, ha preso avvio al 1° gennaio 2016, riferito ai 3 Comuni in gestione associata, con l’apertura dello sportello TARI, per la gestione ordinaria del prelievo sui rifiuti. Contestualmente si è proceduto ad indire una gara ad evidenza pubblica, attraverso la quale è stato affidato il servizio di postalizzazione della TARI, nonché l’implementazione della predetta Banca Dati Unica. Le attività programmate trovano il loro fondamento negli obiettivi qui di seguito descritti: - realizzazione di una banca dati degli immobili e dei soggetti passivi, costruita in maniera neutra, ossia con caratteristiche tali che possa essere utilizzata dai vari uffici comunali e non solo dall’ufficio tributi; - integrazione fra tutte le banche dati in possesso degli enti comunali, nell’intento di conseguire la perequazione fiscale in conformità al criterio della capacità contributiva sancita dall’art. 53 Cost., tesa ad una maggiore conoscenza del territorio, per controlli più efficaci ed efficienti; - ampliamento della base imponibile dei tributi locali, al fine di contenere la misura delle tariffe dei servizi pubblici, anche attraverso l’utilizzo di criteri di equità sociale per le entrate dove questo sia praticabile;, in modo da ridurre la pressione fiscale; - contrasto dell’evasione dei tributi e delle tasse comunali, finalizzata al di recupero di basi imponibili non completamente dichiarate, o totalmente omesse, in particolare per l’IMU, TASI e TARES/TARI; In ordine all’attività di contrasto dell’evasione tributaria ha programmato le seguenti azioni: - recupero TARES/TARI: o Comuni di Montiano e Verghereto: affidamento tramite MEPA per il periodo 2016- 2018; - Recupero IMU/TASI/ICI:

42 o Comuni di Montiano e Verghereto: gestione appalto affidato tramite MEPA per il periodo 2016-2018;

4.3.2 Spesa corrente per l’esercizio delle funzioni fondamentali

Le funzioni fondamentali dei comuni sono state individuate dall’articolo 14, comma 32, del D.L. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla legge n. 122/2010, come modificato dall’articolo 19, comma 1, del D.L. n. 95/2012 (L. n. 135/2012). Si tratta nello specifico delle funzioni di: a) organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo; b) organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale; c) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente; d) la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovracomunale; e) attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi; f) l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi; g) progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini; h) edilizia scolastica per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione e gestione dei servizi scolastici; i) polizia municipale e polizia amministrativa locale; l) tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi elettorali, nell'esercizio delle funzioni di competenza statale; l-bis) i servizi in materia statistica.

Con Delibera di Consiglio Comunale n. 59 del 01/12/2014 l’esercizio di tali funzioni viene conferito dal Comune di Montiano all’Unione dei Comuni Valle del Savio, la quale, a far dal 01.01.2015, in maniera graduale, si sta prendendo carico nel proprio Bilancio di tutti i relativi costi e ricavi.

Per quanto concerne l’esercizio 2017 è previsto che la spesa corrente per tali funzioni assorba il 89,91 % del totale (€ 1.134.817,28) e le previsioni sulla base del Bilancio 2017/2019 risultano % sul Miss. Progr. Descrizione Importo 2017 totale 1 1 Organi istituzionali € 15.000,00 1,47% 1 2 Segreteria generale € 10.100,00 0,99% Gestione economica, finanziaria, programmazione e 1 3 € 689.858,00 67,61% provveditorato 1 4 Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali € 16.800,00 1,65% 1 5 Gestione dei beni demaniali e patrimoniali € - 0,00% 1 6 Ufficio tecnico € - 0,00% Elezioni e consultazioni popolari - Anagrafe e stato 1 7 € 40.700,00 3,99% civile 1 8 Statistica e sistemi informativi € - 0,00% 1 10 Risorse umane € - 0,00% 1 11 Altri servizi generali € - 0,00% 3 1 Polizia locale e amministrativa € - 0,00% 4 ------Istruzione e diritto allo studio € 3.150,00 0,31% 9 3 Rifiuti € 165.255,00 16,20% 43 12 ------Diritti sociali, politiche sociali e famiglia € 79.504,00 7,79% tot. € 1.020.367,00 100,00% essere le seguenti:

4.3.3 Indirizzi generali in materia di gestione del patrimonio

Le innovazioni normative che hanno interessato gli enti locali nel corso degli anni recenti hanno comportato anche un cambiamento d’ottica nella valutazione del ruolo della gestione patrimoniale. E’ andata consolidandosi la consapevolezza che il patrimonio rappresenti non soltanto un bene statico da conservare ma anche uno strumento dinamico da utilizzare in maniera ottimale, per il migliore perseguimento delle finalità pubbliche, in quanto gran parte degli immobili sono infatti costituiti da beni potenzialmente produttivi di un reddito o appetibili in ipotesi di dismissione. Da ciò la necessità di rivisitare il concetto di gestione del patrimonio immobiliare, considerando la gestione economica anche come strumento di riequilibrio finanziario e di promozione economica e sociale della collettività di riferimento. Nel corso degli ultimi anni è andata affermandosi la necessità di razionalizzare il patrimonio immobiliare pubblico in funzione degli scopi istituzionali dell’Ente ad esempio dismettendo alloggi residenziali, terreni agricoli. Il Comune di Montiano è proprietario di diversi immobili alcuni dei quali versano in condizioni di degrado e richiedono interventi di restauro e manutenzione straordinaria con ingenti risorse finanziarie di difficile reperimento da parte dell’Amministrazione Comunale, ma che possono diventare una risorsa ed uno strumento per sviluppare progettualità. In conclusione le linee guida in cui ricondurre le attività si possono sintetizzare come segue: 1. grande attenzione allo stato degli immobili al fine di mantenerne la fruibilità e di conseguenza garantire interventi manutentivi che ne garantiscano l’utilizzo; 2. verifica delle condizioni di vendibilità degli immobili che non sono funzionali alle esigenze pubbliche e loro utilizzo per la realizzazione di progetti strategici a favore del territorio; 3. razionalizzare l’utilizzo degli immobili al fine di ridurre i costi delle locazioni passive per un utilizzo ottimale delle risorse;

4.3.4 Il reperimento e l’impiego di risorse straordinarie ed in conto capitale

La crisi economica che ha colpito il paese si avverte in maniera ancora più forte nel settore dell’edilizia, entrato in crisi nel 2007 e ad oggi ancora in fase di stagnazione. Le stime per una ripresa del mercato prevedono tempi lunghi prima di ritornare ai livelli pre-crisi, forse non più ripetibili. Questa situazione ha determinato una forte contrazione delle risorse a disposizione dei comuni per il finanziamento degli investimenti, connesse ai proventi dell’attività edilizia (permessi di costruire) e ai proventi delle alienazioni. Difficile, oggi, vendere beni patrimoniali disponibili e farlo può significare dover accettare valori di mercato attuali sicuramente inferiori rispetto a quelli ante 2007. Al di là di quanto già detto sopra, appare quindi evidente che per il finanziamento degli investimenti sarà necessario e fondamentale attivare canali alternativi quali: · finanziamenti regionali e statali finalizzati;

44 · indebitamento.

4.3.5 Indebitamento

L’indebitamento del Comune di Montiano presenta livelli molto bassi, frutto di una politica di autofinanziamento degli investimenti accompagnata da operazioni di estinzione anticipata dei mutui. L’ammontare degli oneri finanziari 2017 è stato determinato tenendo conto dell’andamento previsto dei tassi in vigore nella fase di predisposizione del Bilancio di Previsione 2017/2019.

Il trend dell’ammontare degli oneri finanziari registra una costante diminuzione dovuta sia alla politica di riduzione dell’indebitamento. Dal 2018 è previsto il rimborso all’Unione dei Comuni della Valle del Savio degli oneri finanziari sostenuti per l’assunzione del mutuo per la nuova scuola materna.

QUOTA QUOTA ANNO 2017 DEBITO RESIDUO INTERESSI TOTALE CAPITALE 2017 2017 Mutui in ammortamento all'01.01.2016 € 25.657,76

quote capitali da rimborsare nel 2016 € 9.544,21

mutui da contrarre nel 2016 € 0,00

Rata ammortamento 2017 € 8.056,72 € 200,00 € 8.256,72

DEBITO TOTALE AL 31.12.2016 € 16.113,55

4.4 Equilibri di parte corrente e generali di bilancio ed equilibri di cassa

4.4.1 Equilibri di parte corrente

L’art. 162, comma 6, del TUEL impone che il totale delle entrate correnti (i primi 3 titoli delle entrate, ovvero: tributarie, da trasferimenti correnti ed entrate extratributarie) sia almeno sufficiente a garantire la copertura delle spese correnti (titolo 1) e delle spese di rimborso della quota capitale dei mutui e dei prestiti contratti dall’Ente. Alle entrate correnti è necessario sommare anche l’eventuale fondo pluriennale vincolato di parte corrente stanziato in entrata nonché i contributi in conto interessi che ora vengono contabilizzati al Titolo 4.02.06. L’eventuale saldo positivo di parte corrente è destinato al finanziamento delle spese di investimento. All’equilibrio di parte corrente possono concorrere anche entrate diverse dalle entrate correnti (entrate straordinarie) nei soli casi espressamente previsti da specifiche norme di legge.

45

4.4.2 Equilibrio finale

L’equilibrio finale considera il totale delle entrate e delle spese, al netto delle anticipazioni di tesoreria e dei servizi per conto di terzi. In attuazione della legge n. 232/2016 l’equilibrio finale è garantito senza la gestione dell’indebitamento (assunzione prestiti e rimborso di prestiti).

46

TIT. ENTRATE TIT. SPESE I Entrate tributarie I Spese correnti II Entrate da trasferimenti correnti II Spese in c/capitale III Entrate extra-tributarie IV Entrate da alienazioni III Acquisizione attività finanziarie V Riduzione di attività finanziarie EQUILIBRIO DI LEGGE 232/2016 EQUILIBRIO DI LEGGE 232/2016 VI Accensione mutui IV Spese per rimborso prestiti TOTALE A PAREGGIO TOTALE A PAREGGIO

Coerentemente a quanto già esposto sopra a proposito dell’indebitamento, nel periodo 2017-2019 si prevede un equilibrio positivo, con la presenza di un saldo netto da impiegare dato dalla previsione di assunzione di mutui a fronte della loro riduzione per pagamento delle ordinarie quote di capitale ovvero della estinzione anticipata.

4.4.3 Equilibri di cassa Il Comune di Montiano già da diversi anni non fa ricorso all’anticipazione di tesoreria; la gestione attiva della liquidità è stata possibile grazie al mantenimento dei residui attivi effettivi e ad una politica di finanziamento delle spese nei limiti delle entrate effettivamente riscosse. Nel periodo 2017-2019 si intende proseguire nel mantenimento degli equilibri di cassa, grazie anche all’introduzione, con il nuovo ordinamento contabile, dell’obbligo di accantonare al Fondo crediti di dubbia e difficile esazione la percentuale delle entrate non riscosse negli ultimi cinque esercizi.

4.5 Risorse umane

4.5.1 Struttura organizzativa

47 4.5.2 Dotazione organica Con Deliberazione di Giunta Municipale n. 73 del 19.12.2014 il Comune di Montiano ha approvato il “Protocollo d’intesa nell’ambito dell’Unione di Comuni Valle del Savio” che contiene i criteri per il trasferimento del personale dei Comuni all’Unione a seguito del trasferimento di attività ex art. 31 D.Lgs 165/2001 a partire dall’01.01.2015. Attualmente il Comune non è dotato direttamente di personale dipendente, ma si avvale del personale trasferito dall’Unione.

4.6 Coerenza patto di stabilità e vincoli di finanza pubblica

La disciplina del patto di stabilità interno, contenuta nell’articolo 31 della legge n. 183/2011, è stata modificata dalla legge di stabilità 2016. Con la legge di stabilità 2016 il meccanismo dei saldi obiettivo così come definiti dalla legge n. 183/2011 e successive modificazioni viene superato e viene sostituito dall’obbligo del rispetto dell’equilibrio fra entrate e spese finali riportate nel bilancio, con l’aggiunta del Fondo Pluriennale Vincolato di Entrate e Spese.

SALDO FINALE DI COMPETENZA POTENZIATA

FPV ENTRATE (senza ENTRATE SPESE quote finanziate dal CORRENTI CORRENTI debito)

+ + - - + ≥ 0

FPV SPESE (senza ENTRATE SPESE quote finanziate dal C/CAPITALE C/CAPITALE debito)

Il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, non essendo considerato nei saldi validi ai fini dell’obbligo di cui sopra, assume quindi importanza anche per garantire il rispetto del patto nelle nuove modalità. Con l’entrata in vigore del nuovo ordinamento, infatti, il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) ha assunto valori ben più consistenti rispetto alla precedente disciplina e anche gli accantonamenti di bilancio a fine esercizio, non essendo impegnati, generano un avanzo. Per garantire il prioritario rispetto del patto si dovrà quindi provvedere: a) al mantenimento dell’equilibrio di parte corrente, il quale prevede il finanziamento della spesa per rimborso di prestiti mediante entrate correnti;

48 b) a creare un avanzo economico destinando entrate correnti a spese di investimenti; c) ad attivare gli investimenti nella misura consentita per garantire il rispetto del saldo tra entrate e spese finali; d) a realizzare operazioni di alienazione dei beni patrimoniali.

5. LINEE DI MANDATO 5.1 Obiettivi strategici riclassificati per Missioni di Bilancio

MISSIONE LINEE DI MANDATO OBIETTIVI STRATEGICI

2.3_Politiche tributarie ed equità 1. Servizi istituzionali, generali e di gestione 2_MONTIANO - COMUNITA' VIVA fiscale

2.4_Innovazione tecnologica e 1. Servizi istituzionali, generali e di gestione 2_MONTIANO - COMUNITA' VIVA accessibilità dei servizi

3.Ordine pubblico e sicurezza 2_MONTIANO - COMUNITA' VIVA 2.1_Sicurezza

3_ CULTURA, POLITICHE GIOVANILI, SPORT E 4. Istruzione e diritto allo studio 3.1_Istruzione TEMPO LIBERO

5. Tutela e valorizzazione dei beni e delle 3_ CULTURA, POLITICHE GIOVANILI, SPORT E 3.2_ Cultura attività culturali TEMPO LIBERO

4_LAVORI PUBBLICI 4.1_Territorio 8. Assetto del territorio ed edilizia abitativa 5_ASSETTO DEL TERRITORIO E SVILUPPO 5.1 Programmazione urbanistica SOSTENIBILE

9. Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e 2.2_Educazione ambientale e gestione 2_MONTIANO - COMUNITA' VIVA dell'ambiente rifiuti

10. Trasporti e diritti alla mobilità 4_LAVORI PUBBLICI 4.1_Territorio

11. Soccorso civile 2_MONTIANO - COMUNITA' VIVA 2.1_Sicurezza

1.1_Sostegno all'abitare

12. Diritti sociali, politiche sociali e famiglia 1_SERVIZI SOCIALI - SOLIDARIETA'

1.2_Sostegno alle famiglie

14. Sviluppo economico e competitività 2_MONTIANO - COMUNITA' VIVA 2.5_Sportello Unico Attività Produttive

49 5.2 Schede obiettivi Strategici

LINEE DI MANDATO OBIETTIVI STRATEGICI OBIETTIVI OPERATIVI

1.1_Sostegno all'abitare 1.1.1 Sostenere e garantire il diritto di accesso alla casa

1.2.1 Sostegno alle famiglie

1.2.2 Interventi a favore dell'infanzia e adolescenza

1.2.3 Interventi a favore dell'integrazione dei cittadini stranieri 1_SERVIZI SOCIALI - SOLIDARIETA' 1.2_Sostegno alle famiglie 1.2.4 Contrasto alla povertà e all'esclusione sociale

1.2.5 Sostegno agli anziani

1.2.6 Sostegno alle persone con disabilità

1.2.7 Programmazione e governo della rete

2.1.1 Corpo Intercomunale di Polizia Municipale

2.1.2 Sicurezza stradale e del territorio 2.1_Sicurezza

2.1.3 Pianificazione e gestione associata protezione civile

2.2_Educazione ambientale e 2.2.1 Incremento della raccolta differenziata e sensibilizzazione ambientale 2_MONTIANO - gestione rifiuti COMUNITA' VIVA

2.3.1 Recupero evasione tributi locali e gestione TARI 2.3_Politiche tributarie ed equità fiscale 2.3.2 Progettazione di una gestione TARI parzialmente internalizzata a livello di Unione

2.4_Innovazione tecnologica 2.4.1 Avvio sperimentale di un modello unico di relazione con i cittadini dell'Unione e accessibilità dei servizi

2.5.1 Gestione integrata dello sportello unico attività produttive

2.5_Sportello Unico Attività Produttive 2.5.2 Open data per lo sviluppo socio-economico

2.5.3 Interventi di manutenzione su viabilità e parcheggi

50 Servizi e interventi per favorire la frequenza alla scuola dell'infanzia di tutti i 3.1.1 bambini e bambine

3_ CULTURA, 3.1_Istruzione POLITICHE 3.1.2 Servizi e interventi a garanzia dell'istruzione nella scuola primaria GIOVANILI, SPORT E TEMPO LIBERO

3.2_ Cultura 3.2.1 Valorizzazione delle realtà associative locali

Razionalizzazione dei servizi di gestione calore e illuminazione pubblica anche 4.1.1 mediante ricorso ad operatori economici del settore

Opere pubbliche strategiche: realizzazione scuola materna Montenovo e 4.1.2 adeguamento strutturale edifici scolastici esistenti 4_LAVORI PUBBLICI 4.1_Territorio Pianificazione e riqualificazione urbanistica ed edilizia: Interventi sulla 4.1.3 strumentazione urbanistica (PRG - RUE - PSC)

4.1.4 Interventi di adeguamento sismico con particolare riferimento alla sede comunale

5_ASSETTO DEL TERRITORIO E 5.1_Programmazione Pianificazione e riqualificazione urbanistica ed edilizia: Interventi sulla SVILUPPO 5.1.1 urbanistica strumentazione urbanistica (PRG - RUE - PSC) SOSTENIBILE

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DUP

Documento Unico di Programmazione

Sezione Operativa (SeO)

Periodo 2017-2019

52 1. ENTRATA: FONTI DI FINANZIAMENTO

1.1 Quadro riassuntivo

53 1.2 Valutazione generale sui mezzi finanziari

Il quadro generale della finanza locale ha assunto, negli ultimi anni, un carattere particolare di forte instabilità, in conseguenza delle persistenti modifiche delle fonti di finanziamento decise a livello centrale. Sul fronte della tassazione immobiliare si è registrato, nel 2012 il debutto dell’IMU in luogo dell’ICI, suddivisa in quota comunale e quota statale; nel 2013 il riparto del gettito tra comuni e Stato si è modificato attraverso la devoluzione pressoché integrale del gettito IMU a favore dei comuni, fatta eccezione per gli immobili del gruppo “D”, accompagnata dalla introduzione del Fondo di Solidarietà Comunale quale strumento di compensazione delle sperequazioni a livello territoriale volto a superare il sistema dei trasferimenti erariali. Sempre nel 2013 si è assistito al graduale superamento dell’imposizione sulla prima casa e su altre fattispecie imponibili (fabbricati merce, fabbricati rurali strumentali, ecc.), il cui mancato gettito è stato sostituito dai trasferimenti compensativi statali. Sul fronte della tassazione sui rifiuti e sui servizi, sempre il 2013 ha visto – in attuazione del DL n. 2012/2011 -l’entrata in vigore della nuova TARES, composta dalla quota di prelievo sui rifiuti (sostitutiva della TARSU/TIA) e dalla quota sui servizi indivisibili dei comuni (pari a €. 0,30/mq), incassata direttamente dallo Stato. Arriviamo così al 2014, quando la legge n. 147/2013 ha introdotto la IUC, che include l’IMU, la TASI e la TARI. La Tasi, in particolare, sostituisce l’IMU sulla prima casa ed il tributo sui servizi indivisibili. La legge di stabilità 2016 prevede una nuova riforma della tassazione locale, all’insegna della semplificazione e riduzione delle tasse attraverso l’eliminazione della TASI sull’abitazione principale e la riduzione dell’IMU per alcune casistiche (es. comodati ai parenti, canoni locazione concordati, terreni agricoli, ecc…) con attribuzione ai comuni di risorse compensative di pari importo, confermate anche per l’anno 2017.

Questa ricostruzione è sufficiente a tratteggiare uno scenario caratterizzato da gravi incertezze sull’ammontare delle risorse disponibili, che mettono a rischio la programmazione volta a garantire efficacia ed efficienza nella gestione delle risorse e nella erogazione dei servizi ai cittadini ed aumenta i rischi di squilibri dei bilanci locali, anche a causa di una progressiva erosione di risorse disponibili per il finanziamento delle spese, sia correnti che di investimento. Tale erosione discende anche: · dalla trascinamento degli effetti della crisi economica che, da un lato, fa aumentare la domanda di servizi, in particolare per quanto riguarda gli aiuti agli indigenti e l’emergenza abitativa, dall’altro ha privato i comuni degli oneri di urbanizzazione, che per anni hanno costituito, per lo meno nella realtà emiliano-romagnola, la fonte privilegiata di finanziamento degli investimenti e spesso anche delle spese correnti; · dal taglio delle risorse garantite dallo Stato attraverso i trasferimenti o i fondi fiscalizzati (Fondo sperimentale di riequilibrio prima e Fondo di solidarietà comunale poi), non solo legati al processo di razionalizzazione della spesa pubblica (la cosiddetta spending review). Ai tagli già previsti dai DD.LL. 95/2012 e 66/2014, la legge di stabilità 2015 ha previsto un nuovo taglio di oltre 1,2 miliardi sul Fondo di solidarietà comunale che, dal 2015, non viene più alimentato da risorse statali bensì sono i comuni a cedere una quota di propria IMU allo Stato. Nei fatti quindi, ancora prima del completamento del processo di revisione della spesa attraverso i costi e fabbisogni standard, tutta la perequazione fiscale dei comuni viene finanziata dai comuni stessi attraverso il fondo di solidarietà comunale, che preleva una quota di gettito IMU perché venga ridistribuito in funzione della capacità fiscale; _ dalle riduzioni del gettito IMU derivanti da modifiche di legge che non vengono adeguatamente compensate dai trasferimenti compensativi, poiché si basano su stime mai supportate dagli effettivi incassi. Ultimo episodio è rappresentato dalla modifica dei criteri di esenzione dei terreni agricoli;

54 _ dalla riduzione del contributo compensativo IMU/TASI attribuito per il 2014, inizialmente non rifinanziato con la legge di stabilità 2015, è stato reintrodotto per il solo 2015 dal DL 78/2015. Dai 625 milioni del 2014 si è scesi a 530 milioni nel 2015, mentre nel 2016 il contributo previsto nella Legge di stabilità è di 390 milioni.

In prospettiva quindi, complici anche i vincoli di finanza pubblica, i comuni dovranno fare i conti con una certa e consistente riduzione di risorse a disposizione.

A fronte del taglio dei trasferimenti e della “naturale” espansione della spesa corrente connessa ai servizi a favore della collettività il mantenimento di un adeguato livello di risorse in entrata è legato alla capacità dell’ente di acquisire maggiori entrate proprie (ad esempio con attività di recupero evasione fiscale).

1.3 Analisi delle risorse

1.3.1 Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa (titolo 1.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

1° Anno 2° Anno 3° Anno ENTRATA Esercizio 2015 Esercizio 2016 (acc. Comp) (assestato) 2017 2018 2019

1 2 3 4 5

101 Imposte tasse e 866.737,38 674.920,80 667.717,00 673.439,43 673.439,43 proventi assimilati

301 Fondi perequativi da 141.226,67 349.783,46 356.223,00 356.223,00 356.223,00 Amministrazioni Centrali

TOT 1.007.964,05 1.024.704,26 1.023.940,00 1.029.662,43 1.029.662,43

55 Imposta unica comunale

Imposta unica comunale. La disciplina sulla tassazione degli immobili è stata rivista interamente dalla Legge di Stabilità 2014 che ha istituito l’imposta unica comunale (IUC). Tale imposta comprende: i) l’imposta municipale propria (IMU), di natura patrimoniale, dovuta dal possessore dell’immobile con esclusione delle abitazioni principali; ii) una componente riferita ai servizi, articolata in un tributo per i servizi indivisibili (TASI), a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile e una tassa sui rifiuti TARI) destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore.

La Legge n. 208/2015 (Legge di Stabilità per l’anno 2016) ha introdotto, tra le altre, le seguenti novità: - le abitazioni principali sono escluse dalla TASI purché non appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9; - i terreni agricoli posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola (già esclusi dalla TASI) sono esenti anche dall’IMU; - gli immobili locati a canone concordato godono della riduzione al 75% delle aliquote IMU e TASI stabilite dal Comune. Il testo della Legge di Stabilità 2016 permette di considerare interessate tre tipologie di contratti di locazione a questo sgravio: a) i contratti agevolati, della durata di 3 anni più 2 di rinnovo; b) i contratti per studenti universitari, di durata da 6 mesi a 3 anni; c) i contratti transitori (di durata da 1 a 18 mesi), se stipulati nei Comuni nei quali il canone deve essere stabilito dalle parti applicando gli Accordi territoriali); - gli immobili concessi a titolo di comodato gratuito ad un parente di primo grado in linea retta non possono più essere assimilati all’abitazione principale. Queste unità immobiliari sono ora soggette ad aliquota ordinaria, salvo godere di una riduzione al 50% della base imponibile se rispettate determinate condizioni (vedi “Specifiche USO GRATUITO”)

Dal 2016, quindi, l’abitazione principale non è più soggetta né a Tasi né ad Imu, salvo quelle di lusso, che continuano ad essere soggette ad Imu e per le quali spetta la detrazione di 200 euro. Le abitazioni di lusso continueranno ad essere assoggettate anche a Tasi, se già prevista nel 20157.

IMU. La Legge di Stabilità 2014 ha sancito l’entrata in vigore a regime dell’IMU e la fine della sua natura sperimentale attraverso l’abrogazione dell’IMU sugli immobili non di lusso (ossia iscritti in catasto in categorie diverse da A/1, A/8, A/9) adibiti ad abitazione principale e le relative pertinenze, nonché sulle unità immobiliari delle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibite ad abitazione principale dai soci assegnatari, degli alloggi sociali, ossia agli alloggi realizzati o recuperati da operatori pubblici o privati destinati prevalentemente alla locazione per individui e nuclei familiari svantaggiati, della casa coniugale assegnata all’ex coniuge, dell’unico immobile, posseduto e non locato, dal personale delle Forze armate e altre categorie di soggetti, pur in mancanza dei requisiti richiesti dalla legge per l’abitazione principale. Nel caso di immobili iscritti nelle categorie catastali A/1, A/8, A/9 e utilizzati come abitazione principale, si prevede l’applicazione dell’aliquota ridotta pari a 0,4 per cento (con facoltà per i Comuni di variarla in aumento o in diminuzione di 0,2 punti percentuali) e la detrazione annua pari a 200 euro. Tale detrazione per l’abitazione principale si applica anche agli alloggi assegnati dagli IACP e dagli altri Enti di edilizia residenziale pubblica aventi le stesse finalità degli IACP. Viene riconosciuta ai Comuni la facoltà di assimilare ad abitazione principale:

7 http://formazione.fondazioneifel.it/index.php/materiali-didattici/Materiali-didattici/Tributi-locali/orderby,3/

56 i) gli immobili, non locati, posseduti a titolo di proprietà o di usufrutto, da anziani o disabili ricoverati in istituti di ricovero permanente; ii) gli immobili, non locati, posseduti a titolo di proprietà o di usufrutto, da cittadini italiani residenti all’estero; iii) gli immobili concessi in comodato ai parenti in linea retta entro il primo grado che la utilizzano come abitazione principale. L’ente si è avvalso di tale facoltà limitatamente alla prima ipotesi ed ha previsto un’aliquota ridotta per la terza ipotesi.

Ad agosto 2013, con il D.L. 102/2013, il Governo stabilì che la prima rata dell’IMU, relativamente agli immobili oggetto di sospensione (abitazione principale, IACP, terreni agricoli e fabbricati rurali), non era dovuta per il 2013. Nello stesso provvedimento è stata prevista l’abolizione della seconda rata dell’IMU 2013 e, a regime, l’esenzione dal pagamento dell’IMU per i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati. A novembre 2013, con il D.L. 133/2013, il Governo ha sancito l’abolizione della seconda rata dell’IMU per quasi tutti gli immobili già beneficiati della sospensione della prima rata.

A decorrere dal 2015, sono esentati dall’imposta i terreni agricoli nonché quelli non coltivati, ubicati nei comuni classificati dall’Istat come totalmente montani. Per gli stessi terreni ubicati nei comuni classificati come parzialmente montani, l’esenzione è riconosciuta solo se gli stessi sono posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.

Tra le principali novità IMU del 2016:

- 1. Immobili in comodato- Dal 2016 nel caso in cui si conceda un immobile a titolo di comodato a un parente di primo grado in linea retta (quindi un genitore o un figlio) il comodante gode della riduzione della base imponibile dell'IMU al 50%. Le condizioni per usufruire di questi benefici sono:  L’immobile deve essere adibito ad abitazione principale  L’immobile non deve appartenere a una delle categorie catastali cd di lusso (A/1, A/8, A/9)  Il contratto di comodato deve essere regolarmente registrato  Il comodante: o deve possedere un solo immobile in Italia oltre all’abitazione principale non di lusso sita nel territorio in cui è ubicato l’immobile concesso in comodato; o deve risiedere e avere la sua dimora abituale nello stesso Comune in cui l’immobile è concesso in comodato; o deve presentare la dichiarazione IMU che attesti il possesso dei requisiti - 2. Esenzione IMU sui terreni agricoli- Modificando la normativa prevista per il 2015, dal 2016 per determinare i criteri dell’esenzione IMU per i terreni agricoli bisogna seguire la circolare ministeriale 9/1993. - 3. Immobili delle cooperative edilizie- La Legge di stabilità 2016 ha compreso nel novero degli immobili esenti da IMU le unità immobiliari di cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari, anche se destinate a studenti universitari soci assegnatari. - 4. Riduzione IMU per contratti a canone concordato- La legge di stabilità 2016 ha introdotto per gli immobili locati a canone concordato la riduzione al 75% dell’imposta dovuta in base all’aliquota comunale.

57

La valutazione del gettito è stata disposta considerando aliquote invariate e sulla base delle previsioni di bilancio 2017-2019:

con un gettito netto previsto per il 2017-2019 come segue:

descrizione 2017 2018 2019

GETTITO IMU 260.000,00 265.722,43 265.722,43 Ravvedimenti e 40.000,00 40.000,00 40.000,00 recupero IMU

TARI. La Legge di stabilità 2014 ha introdotto il tributo sulla componente relativa alla gestione dei rifiuti (TARI) in sostituzione della TARES. Il gettito TARI deve assicurare la copertura integrale dei costi d’investimento e di esercizio del servizio a esclusione del trattamento dei rifiuti speciali non assimilati o non assimilabili. La TARI è determinata per tutte le superfici, comprese le aree scoperte, in quanto suscettibili di produrre rifiuti. Ai Comuni è consentito introdurre riduzioni o esenzioni nei casi di unico occupante, locali tenuti a disposizione per utilizzo stagionale, soggetti residenti all’estero, fabbricati rurali a uso abitativo. Il Comune può deliberare, con proprio regolamento, ulteriori riduzioni e esenzioni. In questo caso la copertura deve essere assicurata attraverso il ricorso a risorse derivanti dalla fiscalità generale del Comune stesso, senza limiti percentuali.

58 Con l’introduzione della IUC viene contestualmente soppresso l’art. 14 del D.L. n. 201/2011 che ha introdotto, dal 2013, la disciplina TARES. In attesa di conoscere il PEF 2017 del servizio rifiuti sono stati mantenuti i valori del bilancio 2016- 2018 della SGRUA ed i valori legati al servizio TARI (ordinario e recupero evasione) al fine di determinare l’entrate complessiva da TARI, tale valore sarà poi rideterminato sulla base del PEF deliberato da Atersir.

TASI. La legge di Stabilità 2014 ha introdotto il tributo per i servizi indivisibili (TASI). E’ demandato al regolamento del consiglio comunale l’individuazione dei servizi indivisibili e l’indicazione analitica, per ciascuno di tali servizi, dei relativi costi alla cui copertura la TASI è diretta. Il presupposto impositivo della TASI è il possesso o la detenzione, a qualsiasi titolo, di fabbricati, ivi compresa l'abitazione principale, e di aree edificabili, come definiti ai sensi dell'IMU, a eccezione, in ogni caso, dei terreni agricoli. La base imponibile coincide con quella determinata ai fini IMU e l’aliquota è fissata in misura pari all’1 per mille, ferma restando la facoltà per i Comuni di ridurla fino ad azzerarla. Eventuali modifiche in aumento dell’aliquota sono ammesse purché la somma tra l’aliquota TASI e l’aliquota IMU non sia superiore alla misura massima consentita dalla legge in materia di IMU al 31 dicembre 2013 in relazione alle diverse tipologie di immobile. Tale aliquota massima è pari a 10,6 per mille. L’aliquota massima TASI non può eccedere la misura del 2,5 per mille. Le aliquote applicate nel 2017 nel Comune di Montiano, sono state le seguenti:

La legge di stabilità 2016 ha previsto l’abolizione della TASI sull’abitazione principale e relative pertinenze con attribuzione ai comuni di trasferimenti compensativi tramite il Fondo di Solidarietà Comunale.

Addizionale comunale IRPEF

L’addizionale comunale IRPEF è prevista dal D.Lgs. n. 360/1998, in base al quale i comuni possono variare l’aliquota fino ad un massimo dello 0,8 per cento, anche differenziata in funzione dei medesimi scaglioni di reddito IRPEF, nonché introdurre soglie di esenzione per particolari categorie di contribuenti. Le aliquote applicate dal Comune di Montiano sono:

- scaglione di reddito da € 8.000,00 a € 15.000,00 0,55 punti percentuali; - scaglione di reddito da € 15.000,01 a € 28.000,00 0,58 punti percentuali; - scaglione di reddito da € 28.000,01 a € 55.000,00 0,60 punti percentuali; - scaglione di reddito da € 55.000,01 a € 75.000,00 0,70 punti percentuali; - oltre € 75.000,00 0,80 punti percentuali.

59 In fase di predisposizione del bilancio 2017-2019 sono state inserite le seguenti previsioni:

2017 2018 2019

115.000,00 115.000,00 115.000,00

Il Fondo di solidarietà comunale

La legge di stabilità 2013 (legge n. 228/2012), nell’attribuire ai comuni la maggior parte del gettito IMU – ad eccezione degli immobili del gruppo D - ha sostituito al comma 380 il Fondo sperimentale di riequilibrio con il Fondo di solidarietà comunale, alimentato prevalentemente da una quota parte degli incassi IMU che vengono trattenuti dai comuni per poi essere ripartiti secondo criteri perequativi. Il Fondo di solidarietà comunale mantiene le stesse dinamiche del Fondo sperimentale di riequilibrio (e dei soppressi trasferimenti), nella misura in cui subisce variazioni connesse alle disposizioni di legge che impongono tagli ai comuni.

NOTA METODOLOGICA MEF DI RIPARTO DEL FSC

Le modalità di riparto del FSC tengono conto “della definizione di meccanismi perequativi che consentono il passaggio graduale dal criterio della distribuzione delle risorse in base alla spesa storica ad un criterio di distribuzione basato su fabbisogni e capacità fiscali (“risorse standard”). In linea con questa impostazione, negli anni recenti, la Legge ha previsto che una quota crescente del Fondo di Solidarietà Comunale venisse ripartito in base ai fabbisogni standard. Queste recenti evoluzioni normative sono in linea con i principi e criteri direttivi generali il superamento graduale, per tutti i livelli istituzionali, del criterio della spesa storica a favore del fabbisogno standard per il finanziamento delle funzioni fondamentali e della perequazione della capacità fiscale per le altre funzioni.

La Legge di stabilità 2017 prevede una revisione generale dei criteri di alimentazione e riparto del Fondo di Solidarietà Comunale e di attuazione della perequazione delle risorse avviata dal 2015, stabilisce che la disciplina vigente del Fondo di Solidarietà Comunale – recata dai commi da 380 a 380-octies dell’articolo 1 della legge di stabilità 2013 – si applica sino all’anno 2016. Da tale previsione sono escluse le disposizioni riguardanti le risorse destinate alle unioni e fusioni di comuni, che pertanto continueranno ad essere erogate secondo gli importi e le regole ora vigenti. Si tratta in particolare del contributo di 30 milioni annui spettante alle unioni di comuni ai sensi del comma 10 dell’articolo 53 della legge n.388/2000, che ne indica anche i criteri di ripartizione tra gli enti interessati, nonché del contributo di 30 milioni di cui all’articolo 20 del decreto-legge n.95/2012, spettante ai comuni istituiti a seguito di fusione. Il comma 447 della Legge di Stabilità 2017 modificando l’articolo 20, comma 1-bis del decreto- legge n.95/2012, eleva dal 40 al 50 per cento il parametro per il calcolo del contri buto ai Comuni che hanno dato luogo a fusioni. A decorrere dal 2017, pertanto, ai Comuni risultanti da fusione spetta un contributo pari al 50% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010. Si ricorda la stessa norma oggetto di integrazione (art.20, co.1-bis) dispone che il contributo è attribuito nel

60 limite degli stanziamenti finanziari previsti e comunque in misura non superiore a 2 milioni di euro per ciascun beneficiario. Il comma 448 definisce la dotazione complessiva del Fondo di Solidarietà Comunale a decorrere dal 2017 che è stabilita in 6.197,2 milioni. Analogamente al 2016, la quota comunale di alimentazione del Fondo è determinata in 2.768,8 milioni di euro ed assicurata attraverso il versamento del 22,43% dell’IMU standard di spettanza di ciascun Comune. Tale importo, risulta, comunque suscettibile di variazioni derivanti dalla regolazione dei rapporti finanziari connessi con la metodologia di riparto tra i comuni interessati del Fondo stesso. Nel bilancio 2017-2019 le previsioni potrebbero essere effettuate senza ulteriori tagli, se non derivanti da aggiustamenti, sulla base di quanto previsto nella legge di stabilità 2017 che prevede inoltre un aumento della quota ripartita in base ai fabbisogni standard e capacità fiscali dal 30% al 40%.

1.3.2 Trasferimenti correnti (titolo 2.00)

Triennio 2017-2019

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno ENTRATA 2015 2016 (acc. Comp) (assestato) 2017 2018 2019

1 2 3 4 5 101 Trasferimenti correnti da amministrazioni 65.640,06 67.390,90 64.674,00 77.571,00 77.571,00 pubbliche 103 Trasferimenti correnti 2.600,00 2.740,12 2.600,00 2.600,00 2.600,00 da imprese

105 Trasferimenti correnti dall’Unione Europea e dal 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Resto del Mondo

TOT 68.240,06 76.112,89 67.274,00 80.171,00 80.171,00

61 1.3.3 Entrate extratributarie (titolo 3.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno ENTRATA 2015 2016 (acc. Comp) (assestato) 2017 2018 2019

1 2 3 4 5

100 Vendita di beni e servizi e proventi derivanti 62.232,92 39.830,00 37.160,00 37.160,00 37.160,00 dalla gestione dei beni

200 Proventi derivanti dall'attività di controllo e 1.541,63 0,00 0,00 0,00 0,00 repressione delle irregolarità e degli illeciti

300 Interessi attivi 306,17 100,00 100,00 100,00 100,00

400 Altre entrate da redditi 12.497,73 12.400,00 12.400,00 5.000,00 5.000,00 da capitale 500 Rimborsi e altre entrate 11.974,53 24.050,00 32.000,00 32.000,00 32.000,00 correnti

TOT. 88.552,98 76.380,00 81.660,00 74.260,00 74.260,00

1.3.4 Entrate in conto capitale (titolo 4.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

1° Anno 2° Anno 3° Anno ENTRATA Esercizio Esercizio 2015 2016 (acc. Comp) (assestato) 2017 2018 2019

1 2 3 4 5

100 Tributi in c/capitale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

200 Contributi agli 102.900,00 1.560,00 0,00 0,00 0,00 investimenti 300 Altri trasferimenti in 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 c/capitale 400 Entrate da alienazione 0,00 18.500,00 0,00 0,00 0,00 di beni materiali e

62 immateriali

500 Altre entrate in 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 c/capitale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

TOT 102.900,00 20.060,00 0,00 0,00 0,00

1.3.5 Entrate da riduzioni di attività finanziarie (titolo 5.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno ENTRATA 2015 2016 (acc. Comp) (assestato) 2017 2018 2019

1 2 3 4 5

100 Alienazione di attività 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 finanziarie 300 Riscossione crediti di 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 medio-lungo termine

TOT 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

1.3.6 Accensione di prestiti (titolo 6.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno ENTRATA 2015 2016 (acc. Comp) (assestato) 2017 2018 2019

1 2 3 4 5

300 Accensione Mutui e altri finanziamenti a medio 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 lungo termine

63 1.3.7 Anticipazioni da istituto tesoriere (titolo 7.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno ENTRATA 2015 2016 (acc. Comp) (assestato) 2017 2018 2019

1 2 3 4 5

100 Anticipazioni da istituto 0,00 0,00 100.000,00 100.000,00 100.000,00 tesoriere/cassiere

Le giacenze di cassa dell’Ente fanno sì che non si preveda il ricorso ad anticipazioni di tesoreria nel periodo 2017-2019, previste a solo scopo prudenziale.

2. INDIRIZZI GENERALI IN MATERIA DI TRIBUTI E TARIFFE DEI SERVIZI (a cura dell’ufficio bilancio)

Nel triennio considerato si perseguiranno i seguenti obiettivi: • invarianza di aliquote e di tariffe dei tributi e delle tasse comunali; • sviluppo dell’azione di controllo dell’evasione dei tributi e delle tasse comunali e di recupero di basi imponibili non completamente dichiarate, in particolare per l’ICI, l’IMU, la TASI e la TARES/TARI con appalto a Ditta esterna tramite l’Unione Valle del Savio; • verifica modalità di gestione imposta di pubblicità per eventuale affidamento esterno tramite Unione. Per quanto riguarda le aliquote e le tariffe dei tributi locali, nel 2017-2019 si prevede: a) invarianza delle aliquote IMU, tenendo conto delle modifiche apportate dalla legge di stabilità 2016; b) invarianza dell’addizionale comunale IRPEF con applicazione per scaglioni e una soglia di esenzione per redditi fino a 8.000 euro; c) per la TARI, conferma della piena copertura del costo del servizio, con un riparto degli oneri del Piano Finanziario tra utenze domestiche e non domestiche.

64 3. INDIRIZZI SUL RICORSO ALL’INDEBITAMENTO PER IL FINANZIAMENTO DEGLI INVESTIMENTI (a cura dell’ufficio bilancio)

3.1 Debito consolidato e capacità di indebitamento

Nel rinviare alla sezione strategica l’analisi dell’indebitamento del comune, si riporta di seguito il prospetto inerente la capacità di indebitamento dell’ente per gli anni 2017-2019:

3.2 Gli indirizzi in materia di indebitamento

È prevista l’assunzione di un mutuo tramite l’Unione dei Comuni della Valle del Savio per il finanziamento della nuova scuola materna, con rimborso, a partire dal 2018, degli oneri finanziari a carico del Comune.

65 3.3 La compatibilità con gli equilibri finanziari e con i vincoli di patto

66

67 Si riporta, di seguito, la tabella riassuntiva del rispetto degli obiettivi e dei vincoli di finanza pubblica per gli anni 2017-2019 sulla base della normativa vigente:

68 4. SPESA: RIEPILOGO GENERALE DEGLI OBIETTIVI OPERATIVI PER MISSIONI E PROGRAMMI (a cura dell’ufficio bilancio)

MISSIONE 1 Servizi istituzionali e generali e di gestione

MISSIONE 1 PROGRAMMA 1: Organi istituzionali Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 15.000,00 15.000,00 15.000,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 2: Segreteria generale Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 10.100,00 10.100,00 10.100,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 3: Gestione economica, finanziaria, programmazione e provveditorato Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 689.858,00 726.767,60 726.767,60 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale 30.000,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

69

MISSIONE 1 PROGRAMMA 4: Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 16.800,00 16.800,00 16.800,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 7: Elezioni e consultazioni popolari - Anagrafe e stato civile Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 40.700,00 40.200,00 40.200,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 11: Altri servizi generali Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 1.500,00 1.500,00 1.500,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

70 MISSIONE 4 Istruzione e diritto allo studio

MISSIONE 4 PROGRAMMA 1: Istruzione prescolastica Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 750,00 200,00 200,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 4 PROGRAMMA 2: Altri ordini di istruzione Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 900,00 200,00 200,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 4 PROGRAMMA 6: Servizi ausiliari all'istruzione Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 1.500,00 500,00 500,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

71

MISSIONE 5 Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali

MISSIONE 5 PROGRAMMA 2: Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 13.980,00 13.000,00 13.000,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 7 Turismo

MISSIONE 7 PROGRAMMA 1: Sviluppo e la valorizzazione del turismo Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 700,00 700,00 700,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 8 Assetto del territorio ed edilizia abitativa

MISSIONE 8 PROGRAMMA 1: Urbanistica e assetto del territorio Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 1.000,00 1.000,00 1.000,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

72 MISSIONE 9 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente

MISSIONE 9 PROGRAMMA 2: Tutela, valorizzazione e recupero ambientale Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 100,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale

Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 9 PROGRAMMA 3: Rifiuti Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 165.255,00 165.255,00 165.255,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale

Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 10 Trasporti e diritto alla mobilità

MISSIONE 10 PROGRAMMA 2: Trasporto pubblico locale Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 150,00 150,00 150,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

73 MISSIONE 10 PROGRAMMA 5: Viabilità e infrastrutture stradali Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 50.300,00 50.100,00 50.100,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale

Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia

MISSIONE 12 PROGRAMMA 5: Interventi per le famiglie Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 68.904,00 68.904,00 68.904,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 12 PROGRAMMA 9: Servizio necroscopico e cimiteriale Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 10.600,00 10.500,00 10.500,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale

Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

74 MISSIONE 20 Fondi e accantonamenti

MISSIONE 20 PROGRAMMA 1: Fondo di riserva Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 6.460,28 6.500,00 6.758,95 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 20 PROGRAMMA 2: Fondo svalutazione crediti Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 39.600,00 48.000,00 55.797,88 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 20 PROGRAMMA 3: Altri fondi Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 460,00 460,00 460,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

75 MISSIONE 50 Debito pubblico

MISSIONE 50 PROGRAMMA 1: Quota interessi ammortamento mutui e prestiti obbligazionari Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti 200,00 200,00 200,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 50 PROGRAMMA 2: Quota capitale ammortamento mutui e prestiti obbligazionari Tit. Descrizione 2017 2018 2019 I Spese correnti di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti 8.056,72 8.056,83 0,00 V Anticipazioni tesoriere

76 5. ORGANISMI GESTIONALI ESTERNI

QUOTA SOCIETÀ DI CAPITALI PARTECIPATE DIRETTAMENTE PARTECIPAZIONE (%)

UNICA RETI S.p.A. 0,18784

ATR Società Consortile a r.l. 0,011

START ROMAGNA S.p.A. 0,00075

ROMAGNA ACQUE - SOCIETA' DELLE FONTI S.p.A. 0,114869

HERA S.p.A. 0,00001672

LEPIDA S.p.A. 0,00156

QUOTA AZIENDE PUBBLICHE ED ENTI PARTECIPAZIONE (%) AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA DEL 0,700 DISTRETTO CESENA-VALLESAVIO ACER - AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA DELLA PROVINCIA DI 0,347 FORLI'-CESENA

5.1 Situazione economico-finanziaria degli organismi partecipati

UNICA RETI S.p.a. Funzioni attribuite e attività svolte in favore dell’Amministrazione Amministrazione delle reti e impianti del ciclo idrico integrato e della distribuzione del gas naturale. ai sensi dell'art.113 comma 13 del D. Lgs. 267/2000. Attribuzione del ruolo di stazione appaltante per le gare distribuzione del gas naturale per ATEM (Ambito Territoriale Minimo) della Provincia di Forlì-Cesena Tipologia della società 100% pubblica COMUNE DI MONTIANO 0,18784% Enti Locali Comune di Forlì 35,538% Comune di Cesena 32,32%

Comune di 3,0359% Comune di 2,5300% Comune di 2,4831% Comune di 2,4087% Comune di S. Mauro Pascoli 2,1478% Comune di 1,8602% Comune di 1,6689% Comune di 1,6463% Comune di Santa Sofia 1,4858% Comune di 1,3910%

77 Comune di Castrocaro T.e Terra del Sole 1,3695% Comune di 1,3437% Comune di Mercato Saraceno 1,1508% Comune di Sarsina 0,8885% Comune di 0,8414% Comune di 0,7556% Comune di Bagno di Romagna 0,7185% Comune di Longiano 0,6587% Comune di Verghereto 0,5595% Comune di 0,5390% Comune di Rocca S. Casciano 0,4818% Comune di 0,4426% Comune di 0,3719% Comune di Roncofreddo 0,3294% Comune di Portico e S. Benedetto 0,2889% Comune di 0,2793% Comune di 0,2761%

Parametri di riferimento Anno 2015 Anno 2014 Anno 2013 Patrimonio Netto 217.728.025 217.682.308 217.435.418 Capitale Sociale 70.373.150 70.373.150 70.373.150 Risultato d’esercizio 2.245.722 2.446.895 2.807.760 Utile netto incassato dall’Ente 711.134 711.134 711.132 Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato ----- 75.210 75.210

ATR Società Consortile a r.l. Funzioni attribuite e attività svolte in favore dell’Amministrazione Agenzia locale per la Mobilità e il Trasporto Pubblico Locale ai sensi dell¿art.19 della L.R. n. 30 del 2 ottobre 1998. Tipologia della società 100% pubblica COMUNE DI MONTIANO 0,011% Enti Locali Comune di Forlì 34,717% Provincia di Forlì-Cesena 24,914% Comune di Cesena 24,897% Comune di Cesenatico 2,13% Comune di Savignano sul Rubicone 2,057% Comune di Forlimpopoli 1,117% Comune di Bagno di Romagna 1,006% Comune di Meldola 0,924% Comune di Mercato Saraceno 0,913% Comune di San Mauro Pascoli 0,842% Comune di Predappio 0,831% Comune di Bertinoro 0,826% Comune di Santa Sofia 0,782% Comune di Gatteo 0,636% Comune di Sogliano al Rubicone 0,487% Comune di Gambettola 0,401% Comune di Catrocaro 0,381% Comune di Sarsina 0,339% Comune di Galeata 0,333% Comune di Longiano 0,322% Comune di Civitella di Romagna 0,305% Comune di Roncofreddo 0,217% Comune di Verghereto 0,163% Comune di 0,142% Comune di Dovadola 0,084% Comune di Borghi 0,083% Comune di Premilcuore 0,064% Comune di Portico San Benedetto 0,051% Comune di Modigliana 0,025% Comune di Montiano 0,011% Parametri di riferimento Anno 2015 Anno 2014 Anno 2013 Patrimonio Netto 26.781.337 12.925.737 14.549.373 Capitale Sociale 29.000.000 2.400.819 2.400.819 Risultato d’esercizio 495.238 0 51.778 Utile netto incassato dall’Ente ------== == Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato 383.590 2.683.402 2.762.789

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START ROMAGNA S.p.A. Funzioni attribuite e attività svolte in favore dell’Amministrazione Gestione del trasporto pubblico locale Tipologia della società Mista pubblico/privata COMUNE DI MONTIANO 0,001% Enti Locali Ravenna Holding S.p.a. 22,573% Rimini Holding S.p.A. 21,977% Livia Tellus Governance S.p.A. 17,061% Comune di Cesena 15,59% PROVINCIA DI RIMINI 2,488% PROVINCIA DI RAVENNA 1,756% PROVINCIA DI FORLI-CESENA 1,692% Comuni della Provincia di Rimini 1,382% Comuni della Provincia di Forlì-Cesena 1,016% Comuni della Provincia di Ravenna 0,671% Altri soci pubblici TPER Spa 13,794% Parametri di riferimento Anno 2015 Anno 2014 Anno 2013 Patrimonio Netto n.d 26.285.876 26.156.927 Capitale Sociale n.d 29.000.000 29.000.000 Risultato d’esercizio n.d 128.946 -298.860 Utile netto incassato dall’Ente n.d == == Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato n.d 334.337 348.136

ROMAGNA ACQUE - SOCIETA' DELLE FONTI S.p.A. Funzioni attribuite e attività svolte in favore dell’Amministrazione Gestione degli impianti, delle reti e dei serbatoi costituenti il complesso acquedotti stico denominato "ACQUEDOTTO DELLA ROMAGNA" che trae origine dalla derivazione di acque pubbliche presenti nel territorio, nonché di altre opere, infrastrutture, impianti, afferenti al servizio di captazione, adduzione e distribuzione primaria, quale fornitore all'ingrosso del servizio idrico integrato. Tipologia della società 100% pubblica COMUNE DI MONTIANO 0,114869% Enti Locali Provincia di Ravenna 5,192% Provincia di Forlì-Cesena 4,732% Provincia di Rimini 2,574% Comuni della Provincia di Forlì-Cesena 22,024% Comuni della Provincia di Ravenna 28,94% Comuni della Provincia di Rimini 22,531% Enti Pubblici Camera di Commercio Forlì-Cesena 0,275% Consorzio Bonifica Romagna Centrale 0,137% Altri soggetti pubblici UNICA RETI S.p.A. 0,365% Amir S.p.A. 0,994% S.I.S. S.p.A. 0,8% TE.AM. S.p.A. 0,461% Area Asset S.p.A. 1,695%

Parametri di riferimento Anno 2015 Anno 2014 Anno 2013 Patrimonio Netto 408.162.244 408.566.073 406.710.326 Capitale Sociale 375.422.521 375.422.521 375.422.521 Risultato d’esercizio 6.865.320 9.335.705 9.974.557 Utile netto incassato dall’Ente 674.150 694.318 425.093 Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato ----- == ==

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HERA S.p.A. Funzioni attribuite e attività svolte in favore dell’Amministrazione Gestione integrata delle risorse idriche; energetiche; gestione dei servizi ambientali. Tipologia della società Società quotata COMUNE DI MONTIANO 0,00001672% Enti Locali Comuni della Romagna 18,23840% Comuni della Prov.di 13,30000% Comuni della Prov.di Modena 9,50000% Comuni della Provincia di Padova 4,80000% Comuni della Provincia di Trieste 4,80000% Comuni della Prov. di Udine 3,20000% Comuni della Prov.di Ferrara 2,00000% Soci Privati Free float 34,60000% Patto Soci Privati 8,00000% Parametri di riferimento Anno 2015 Anno 2014 Anno 2013 Patrimonio Netto 2.260.919.117 2.208.386.106 2.083.891.931 Capitale Sociale 1.489.538.745 1.489.538.745 1.421.342.617 Risultato d’esercizio 171.977.932 134.514.196 143.647.034 Utile netto incassato dall’Ente 2.093.393 2.093.397 2.093.397 Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato 12856.306 17.956.116 16.883.319

LEPIDA S.p.A. Funzioni attribuite e attività svolte in favore dell’Amministrazione La società è strumento esecutivo e servizio tecnico per l'esercizio delle funzioni e dei compiti regionali e del sistema delle autonomie locali, diretti al perseguimento delle finalità indicate dalla legge regionale n. 11/2004 ed in particolare la società espleta il servizio pubblico d'interesse regionale e locale concernente l'impianto, lo sviluppo, la manutenzione e la gestione delle reti e dei sistemi a banda larga regionale delle pubbliche amministrazioni, nonché l'erogazione degli inerenti servizi alle amministrazioni pubbliche collegate alle reti stesse. Tipologia della società 100% pubblica COMUNE DI MONTIANO 0,00280462% Enti Locali Enti Locali 0,64100% Enti Pubblici Regione Emilia-Romagna 99,29500% Altri Enti Pubblici 0,05440% Altri Soggetti Lepida spa 0,01320% Parametri di riferimento Anno 2015 Anno 2014 Anno 2013 Patrimonio Netto 62.248.499 62.063.580 36.604.673 Capitale Sociale 60.713.000 60.713.000 35.594.000 Risultato d’esercizio 184.920 339.909 208.798 Utile netto incassato dall’Ente ---- == == Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato 28.598 71.669 108.648

80 AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA DEL DISTRETTO CESENA-VALLESAVIO Funzioni attribuite e attività svolte in favore dell’Amministrazione 1) Gestione in convenzione dei servizi culturali socio didattici educativi: "Istituto A. Corelli"; scuole comunali dell'infanzia "Case Finali", "Ippodromo", "Vigne c.s." e "Fiorita"; nido "Case Finali" e sezione "primavera" nido "San Mauro" 2) Attuazione e coordinamento di progetti e servizi nell'ambito delle politiche sociali, socio- sanitarie e socio-educative secondo le linee programmatiche definite nei Piano Distrettuale per la salute e il Benessere Sociale (PBS) per le aree d'intervento famiglia e minori; giovani; immigrazione. Tipologia Azienda 100% pubblica COMUNE DI MONTIANO 0,700% Enti Locali COMUNE DI CESENA 84,20000% Comune di Mercato Saraceno 9,60000% Comune di Bagno di Romagna 3,00000% Comune di Sarsina 1,60000% Comune di Verghereto 0,90000% Parametri di riferimento Anno 2015 Anno 2014 Anno 2013 Patrimonio Netto 13.760.958 14.343.660 15.173.162 Capitale Sociale 446.188 446.188 446.188 Risultato d’esercizio 19.634 21.359 12.196 Utile netto incassato dall’Ente ======Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato 1.177.061 3.578.811 2.412.034

ACER - AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA DELLA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA Funzioni attribuite e attività svolte in favore dell’Amministrazione Gestione in convenzione degli immobili E.R.P. (Edilizia Residenziale Pubblica) Tipologia Ente pubblico COMUNE DI MONTIANO 0,347% Enti Locali Comune di Forlì 34,717% Provincia di Forlì 24,914% Comune di Cesena 24,897% Comune di Cesenatico 2,13% Comune di Savignano sul Rubicone 2,057% Comune di Forlimpopoli 1,117% Comune di Bagno di Romagna 1,006% Comune di Meldola 0,924% Comune di Mercato Saraceno 0,913% Comune di San Mauro Pascoli 0,842% Comune di Predappio 0,831% Comune di Bertinoro 0,826% Comune di Santa Sofia 0,782% Comune di Gatteo 0,636% Comune di Sogliano al Rubicone 0,487% Comune di Gambettola 0,401% Comune di Catrocaro 0,381% Comune di Sarsina 0,339% Comune di Galeata 0,333% Comune di Longiano 0,322% Comune di Civitella di Romagna 0,305% Comune di Roncofreddo 0,217% Comune di Verghereto 0,163% Comune di Rocca San Casciano 0,142% Comune di Dovadola 0,084% Comune di Borghi 0,083% Comune di Premilcuore 0,064% Comune di Portico San Benedetto 0,051% Comune di Modigliana 0,025%

81 Parametri di riferimento Anno 2015 Anno 2014 Anno 2013 Patrimonio Netto 8.747.285 8.724.073 9.497.560 Capitale Sociale 4.412.295 4.412.295 4.412.295 Risultato d’esercizio 23.212 30.321 30.371 Utile netto incassato dall’Ente ----- == == Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato 1.092.295 1.879.699 647.931

6. OBIETTIVI OPERATIVI

MISSIONE PROGRAMMA CODICE OBIETTIVI OPERATIVI

2.3.1 Recupero evasione tributi locali e gestione TARI 1. Servizi istituzionali, generali e di 1.04 Gestione delle entrate tributarie e gestione servizi fiscali Progettazione di una gestione TARI 2.3.2 parzialmente internalizzata a livello di Unione

1. Servizi istituzionali, generali e di Avvio sperimentale di un modello unico di 1.08 Statistica e sistemi informativi 2.4.1 gestione relazione con i cittadini dell'Unione

2.1.1 Corpo Intercomunale di Polizia Municipale

3. Ordine pubblico e sicurezza 3.01 Polizia locale e amministrativa

2.1.2 Sicurezza stradale e del territorio

Servizi e interventi per favorire la frequenza alla 4.01 Istruzione prescolastica 3.1.1 scuola dell'infanzia di tutti i bambini e bambine 4. Istruzione e diritto allo studio 4.02 Altri ordini di istruzione non Servizi e interventi a garanzia dell'istruzione 3.1.2 universitaria nella scuola primaria

5. Tutela e valorizzazione dei beni e delle 5.02 Attività culturali e interventi 3.2.1 Valorizzazione delle realtà associative locali attività culturali diversi nel settore culturale

Pianificazione e riqualificazione urbanistica ed 8. Assetto del territorio ed edilizia abitativa 8.01 Urbanistica e assetto del territorio 5.1.1 edilizia: Interventi sulla strumentazione urbanistica (PRG - RUE - PSC)

Interventi di adeguamento sismico con 09.01 Difesa del suolo 4.1.4 particolare riferimento alla sede comunale 9. Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente Incremento della raccolta differenziata e 9.03 Rifiuti 2.2.1 sensibilizzazione ambientale

Razionalizzazione dei servizi di gestione calore e 4.1.1 illuminazione pubblica anche mediante ricorso ad operatori economici del settore 10. Trasporti e diritti alla mobilità 10.05 Viabilità e infrastrutture stradali Opere pubbliche strategiche: realizzazione 4.1.2 scuola materna Montenovo e adeguamento strutturale edifici scolastici esistenti

Pianificazione e gestione associata protezione 11. Soccorso civile 11.01 Sistema di protezione civile 2.1.3 civile

82 12.01 Interventi per l'infanzia e i 1.2.2 Interventi a favore dell'infanzia e adolescenza minori e per asili nido

12.02 Interventi per la disabilità 1.2.6 Sostegno alle persone con disabilità

12.03 Interventi per gli anziani 1.2.5 Sostegno agli anziani

1.2.4 Contrasto alla povertà e all'esclusione sociale 12. Diritti sociali, politiche sociali e 12.04 Interventi per i soggetti a rischio famiglia di esclusione sociale Interventi a favore dell'integrazione dei cittadini 1.2.3 stranieri

12.05 Interventi per le famiglie 1.2.1 Sostegno alle famiglie

Sostenere e garantire il diritto di accesso alla 12.06 Interventi per il diritto alla casa 1.1.1 casa

12.07 Programmazione e governo della rete dei servizi sociosanitari e 1.2.7 Programmazione e governo della rete sociali

Gestione integrata dello sportello unico attività 2.5.1 produttive

14.04 Reti e altri servizi di pubblica 14. Sviluppo economico e competitività 2.5.2 Open data per lo sviluppo socio-economico utilità

Interventi di manutenzione su viabilità e 2.5.3 parcheggi

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