n°21

Mensile dedicato alla cultura, storia, all’ambiente, al territorio e alle sue risorse - n° 21 aprile 2015 € 2,00 English supplement

Medio Novarese, tra Agogna e Colline Nord Orientali Cusio e Lago d’Orta - Colli Novaresi -

ommario n° aprile 2015s21 In copertina:

il Portale flash pag. 23 pag. 3-7 Andar per borghi Orta San Giulio Personaggi illustri di Loredana Lionetti Alessandro Antonelli a Ghemme pag. 14 di redazione Sguardi verso il futuro pag. I vigneti di Briga 8 di Loredana Lionetti Attraverso il tempo Momo, immagine dal passato pag. 19 di redazione

Luoghi di culto Marzalesco e la chiesa della Amministratori pag. 20 Madonna della Neve di redazione pag. 10 10 domande al sindaco di... di Loredana Lionetti

Storie da raccontare Hemingway e i suoi amori per i pag. 22 nostri laghi di Gianfranco Capra

Scuola e territorio a Novara... Sacro Monte Orta-Cappella VII Terre d’Acqua di Lorena Baron pag. pag. 30 15 di Francesca Grisoni

Eventi Un Paese a Sei Corde - al via la pag. 32 decima edizione di redazione

www.lasestacorda.it www.unpaeseaseicorde.it il Portale: ricchezze di un territorio tra passato, presente e futuro pubblicazione mensile delle: Terre di Mezzo del Medio Novarese, ditoriale Colli Novaresi, Cusio e lago d’Orta, Novara. di Loredana Lionetti n° Editore: aprile Associazione “aquario 2012” aps E201521 Direttore responsabile: Maurizio Ferlaino

Direttore editoriale: Loredana Lionetti

Redazione di Novara: Francesca Grisoni In questo periodo dell’anno in cui tutto si risveglia, in questa stagione che ci regala giornate splendide e il profumo dolce delle robinie per Hanno collaborato a questo numero: le vie dei paesi, è stato entusiasmante andare alla scoperta di borghi antichi e Francesca Grisoni, Lorena Baron, nuove realtà. Carla Biscuola, Gianfranco Capra, Giovanni Uglietti, Lidia Robba, Yoan Leonardi, Drive56 Siamo stati per voi nel cuore di Orta San Giulio, ovviamente cono- sciuta dai più, ma l’abbiamo fatto con un occhio particolarmente attento ai suoi Illustrazioni: dettagli che l’avvicinano all’arte e al mistero. Abbiamo percorso il cuore della Loredana Lionetti città capoluogo della Riviera per donarla anche agli stranieri in visita, con una Traduzioni: speciale versione in inglese. Loredana Lionetti L’incontro con il sindaco di Gozzano ci ha aperto gli occhi su molti Fotografie: Redazione, Loredana Lionetti, Drive56, aspetti di questo importante centro che spesso rimangono nell’ombra, o più Francesca Grisoni, Roberto Aquari, semplicemente ci ha fornito notizie sulle prospettive future. Un modo per Archivio Iconografico del lago d’Orta apprezzare la ricchezza storica, sociale e culturale di Gozzano. (www.accendiamolamemoria.it) Nel risveglio primaverile e nell’avvertire la tendenza al riutilizzo dei Sede legale: “aquario 2012“ aps corsi d’acqua quali vie di comunicazione navigabili, l’articolo di Novara vuole Via Madonna del Boggio 3/B mettere il punto sul Canale Cavour, la sua storia e il suo percorso attorno alla 28024 Gozzano (No) città. Un viaggio davvero coinvolgente.

Redazione: “aquario 2012” aps unità locale 1 multimedia Molti e diversi sono i punti toccati in questo numero, alcuni riguar- Via Vittorio Emanuele 27 - 28010 Barengo (No) dano fatti storici importanti oppure ricordi di vita quotidiana di un tempo, altri riflettono realtà in divenire legate alla tradizione. Grafica e impaginazione: “aquario 2012” aps unità locale 1 multimedia Via Vittorio Emanuele 27 - 28010 Barengo (No) Continua la nostra ricerca di nuove attività agricole e abbiamo sco- perto un vero interesse crescente in questo settore. Vi riportiamo un toccante Tel. 0322.060284 - Fax 0321.030718 esempio che concerne la viticoltura sulle colline di Briga Novarese. E-mail: associazione: [email protected] redazione: [email protected] Le nostre brevi notizie riguardano molti comuni e sono a corollario di direttore resp.: [email protected] un lavoro intriso di passione per il territorio e di attenzione alle tendenze che www.ilportale-rivista.it ne possono determinare il futuro. www.aquario2012.eu

Distribuzione: Abbonamento, associazioni culturali, scuole, Vi auguro buona lettura. comuni, “punti magazine” provincia di Novara

Ctp e stampa: Press Up s.r.l. - Roma Registro stampa periodica Tribunale di Novara n° 564 del 28 giugno 2013 il Portale flash

Bogogno Suno, tra Ottocento e Novecento luoghi scomparsi

Quando ancora l’economia del paese gnesi che, a cavallo fra i due secoli, emer- di Bogogno si basava prevalentemente sero per merito e professionalità: nel 1875 sull’agricoltura e l’allevamento, venne nacque il pittore Giuseppe Gugliemetti, le istituita nel 1844 la prima condotta me- cui opere decorano la chiesa parrocchiale dica, che serviva anche i paesi di Veruno di Sant’Agnese ma anche molte altre chie- e Revislate. Il medico chiamato a presi- se in Liguria, dove si trasferì; il dottore diare questa realtà fu il dottore e chirurgo Orazio Palumbo che esercitò la professio- Giuseppe Perio. A seguito dell’interesse ne medica a Bogogno per oltre trent’anni sanitario che si andava consolidando, nel ed a cui è dedicata la piazza dove oggi si Nel 1840 fu demolito a Suno l’antico bat- 1863 venne aperta anche la prima farma- trova la sede del Comune; infine il poeta tistero della chiesa romanica di San Gene- cia, gestita dal dottore farmacista Valenti- Giuseppe Rigotti, che morì quasi centena- sio, una parte allora già fatiscente. Il fonte no Prandina. rio nel 1997 e fu amico del grande poeta battesimale si trovava nella chiesa di S. rosminiano Clemente Rebora. Giovanni, raggiungibile attraverso un Ma vogliamo anche ricordare altri tre bogo- portico subito fuori S. Genesio, dove solo il pievano poteva battezzare. Il pievano di S. Genesio aveva il diritto di convocare i Fontaneto d’Agogna parroci del vicariato alla benedizione del anni più tardi verrà allestita la prima stra- sacro fonte battesimale nel giorno del sa- da per Cavaglio d’Agogna sulla riva destra bato santo. del torrente; mentre il ponte in muratura ad un arco fu opera dell’ingegner Giuseppe Circa trent’anni dopo, precisamente nel Prato che lo fece costruire nel 1842. 1872, Giuseppe Ravizza allestì un mu- seo nella chiesa di San Michele in Castro Nell’Ottocento i fontanetesi usavano ce- (Sancti Michaelis in castro Xuno). La lebrare la festa di San Rocco accendendo cappella di S. Michele è segnalata per la i candelini e giocando alla riffa che met- prima volta nel 1037, all’interno del ca- teva in palio fazzoletti e cappello, oggetti stello dei da Suno. utilissimi per ripararsi dal sole durante il lavoro nei campi. Ricordiamo che nel Il buon Giuseppe Ravizza dunque al- 1861 venne realizzata l’intera illumina- lestì all’interno di questa chiesetta il zione della facciata della chiesa di San “Museo Patrio” dove si custodirono Rocco con lumini di cera, in occasione diverse are romano-celtiche, accom- della celebrazione della resa di Gaeta e pagnate da una pubblicazione che illu- della proclamazione di Vittorio Emanuele strava la sua fondazione. come re d’Italia. Di queste tre presenze si ha oggi forse Tra il 1868 e il 1870, la necessità di irri- solo un vago ricordo, travolte dagli eventi gare le terre al di là dell’Agogna, spinse del Novecento e dai cambiamenti di stile il conte Vitaliano Borromeo ad aprire una di vita del secolo scorso. L’Ottocento portò a Fontaneto d’Agogna nuova testa di fontana: nacque così il cavo diverse novità. Ad esempio il primo ponte Borromeo, che ancora oggi scorre nella di legno sul Sizzone fu realizzato nel 1820 campagna attorno a Fontaneto, insieme su volontà dell’arciprete don Ferrini e tre agli altri diversi fontanili. 3 il Portale flash

Cavaglio d’Agogna

Tra Ottocento e Novecento molte furono le novità nel paese di Cavaglio d’Agogna. La struttura urbanistica, pur ampliandosi, rimase sempre la stessa del nucleo più an- tico con le vie e i vicoli interni che si in- tersecano e le diramazioni esterne verso i paesi vicini.

Nel XIX secolo il paese dunque si ampliò, estendendosi verso la pianura che accoglie l’Agogna, e a inizio Novecento finalmente venne costruito il ponte sul torrente, mentre prima per superare l’Agogna i cavagliettesi dovevano guadarlo o utilizzare i ponti di Fontaneto o Cavaglietto.

A cavallo fra i due secoli sorsero diverse at- anche in funzione due sale cinematografi- a vigneto ed erano soprattutto ricchi di ci- tività, a partire dalla prima fabbrica tessile, a che, una della parrocchia e l’altra privata, liegi che col loro raccolto davano vita ad cui seguirono attività industriali, artigianali luoghi di aggregazione che cessarono l’at- un importante mercato annuale di grande e commerciali, la maggior parte delle quali tività dopo l’evento della televisione. richiamo anche per i paesi vicini. Terre at- ha chiuso i battenti negli ultimi decenni. tualmente lasciate incolte. Dopo la seconda guerra mondiale erano I terreni collinari venivano allora coltivati

Barengo, frammento d’affresco Briona dalle origini ai Tornielli

Il territorio di Briona con le sue fra- zioni venne prescelto, sin dai tempi più antichi per l’insediamento umano. Nella zona collinare alcune ricerche archeologiche hanno evidenziato una grande disponibilità di selce di buona qualità, come dimostrato dalla presen- za di numerose e ricche officine liti- che, riferibili soprattutto all’Eneolitico.

Molte altre testimonianze di frequen- tazione sono riscontrabili dai numerosi reperti archeologici affioranti a San Ber- nardino di Briona (necropoli con ricchi corredi funerari, ceramiche, bronzi, ferri) Nel cortile della chiesa parrocchiale di ponente della bottega dei Cagnola, che e tracce significative di scambi e vitalità Barengo dedicata a Santa Maria Assun- operarono a Barengo nel primo quarto del del territorio sono riscontrabili anche dal ta, si trova, sul retro in corrispondenza XVI secolo. rinvenimento di bellissimi elmi in bron- della cappella di San Luigi, un lacerto di E possibile ritenere che questo sia uno zo di produzione vicina a quella etrusca. affresco dove è visibile il volto della Ma- stacco d’affresco proveniente dall’antica donna e parte di quello del Bambino, la chiesa di Santa Maria in castrum, l’anti- Il nome di Briona deriva da Breòn, Bre- cui iconografia ricorda la Madonna delle ca chiesa che si trovava all’interno delle gundum o Brigodunum, che significa Grazie. mura del castello, ancora presente nel- luogo fortificato in alto - rocca dell’al- Sicuramente l’esposizione alle intemperie l’Ottocento, quando venne demolita dai tura, toponimo di chiara derivazione e alla luce ne ha sbiadito fortemente i co- lavori voluti dall’ultimo discendente della celtica. In epoca romana il territorio fu lori, ma lo stile pittorico che si intravede è famiglia Mazza. L’architetto Nigra trove- interessato da diversi insediamenti agrari quasi certamente riferibile alla mano che rà in seguito le fondazioni della chiesa di che in età feudale assunsero le caratteri- dipinse anche le immagini sul lato destro Santa Maria in Castro durante gli inter- stiche di castello fortificato. E’ del 955 4dell’oratorio di San Rocco, cioè un com- venti di ricostruzione del castello. il primo documento scritto in cui si cita il nome di Briona ed anche Proh, le due località erano collocate nella zona di influenza dei Conti di Biandrate e nel 1140 furono al centro di una disputa tra il Conte Guido di Biandrate e l’Impera- tore Corrado III che confermerà poi i di- ritti feudali al potente signore novarese.

Successivamente con il rafforzarsi del- l’autorità comunale di Novara, Briona e la sua fortezza passarono sotto l’in- chese Giovanni del Monferrato e Ga- ai Castellani, mentre la frazione Proh fluenza delle importanti famiglie no- leazzo Visconti si contesero il castello. (Petrurium “luogo pietroso”, in una carta varesi e, con l’avvento dei Visconti di Nel 1449 Francesco Sforza lo infeudò ai del 949) era già passata nel 1572 dai Tor- Milano, il territorio entrò a far parte dei Tornelli che lo tennero con titolo comita- nielli ai Cattaneo. domini della stessa. Nel 1356 il Mar- le sino al 1739, vendendolo in tale anno

Sulle alture occidentali del bacino del lago d’Orta, su un leggero pendio che si allarga a ventaglio sovrastato dal monte Pizzo, si adagia Cèsara, con le sue frazio- ni di Egro, Grassona e Colma. La tradizio- ne vuole che questo piccolo centro abbia tratto il suo nome direttamente da Giulio Cesare, mentre il rigore storico ricorda come questo nome sia comparso per la prima volta in un documento del 1204.

Le vicende storiche ripercorrono com- pletamente quelle del feudo dell’Isola tro va sottolineato che, ad eccezione di dagli stabilimenti per la lavorazione dei di San Giulio che, dominio longobardo qualche impresa a carattere artigianale, metalli, la realizzazione di articoli casa- nell’alto medioevo, venne concesso nel non esistono grandi attività che operino linghi e dalle rubinetterie del Cusio, tra X secolo dall’imperatore Ottone al vesco- sul territorio comunale. La stragrande e San Maurizio d’Opaglio. vo di Novara a cui rimase fino al 1767. maggioranza della manodopera è attratta Per quando riguarda l’economia del cen-

Pella, le origini e il masso coppellato si può far risalire all’età del continuata fino in epoca recente. ferro (IV-I secolo a.C.), si- Il territorio restituì anche un piccolo se- tuato al confine del territorio polcreto con urne cinerarie e monete risa- comunale verso San Mau- lenti al III e IV secolo dopo Cristo. rizio d’Opaglio sull’antico percorso degli “scalpellini” Nel 957 l’antico castrum venne conqui- oggi itinerario turistico. Sul stato da Litolfo figlio dell’imperatore masso sono chiaramente vi- Ottone I chiamato dal padre a porre rior- sibili le coppelle e i canali dino nell’Italia settentrionale e opporsi di scolo del liquido verso il al dominio di Berengario II e Adalberto basso, alla base della collina signore dell’isola di San Giulio. ove è situato il masso ven- Nel 1529 con Orta e gli altri paesi della ri- nero ritrovati anche alcuni viera respinse l’invasione di Cesare Mag- manufatti in ceramica, da qui gio capitano di Carlo V. Non sono certe le origini del piccolo bor- l’ipotesi avanzata dallo studioso Del Duca Il borgo di Pella viene citato a partire dal go mancando notizie sicure relative agli che si tratti di un altare con valenza reli- 1039 e dal X secolo fu possedimento ve- insediamenti più antichi tranne un’impor- giosa come per gli analoghi ritrovamenti scovile assieme a Orta e Gozzano di cui tante testimonianza dovuta al recente ri- di Bugnate e Monte Zuoli in cui è confer- ne seguì le vicende fino al 1767. trovamento di un “masso coppellato” che mata una tradizione legata a riti di fertilità 5 il Portale flash

Omegna, cenni di storia recente L’industria omegnese mosse i primi passi dalla metà dell’800. Fu in quel periodo che si insediarono importanti fabbriche tra cui la “Ferriera” e il “Fabbricone” mentre da- gregazione di Omegna con le attuali frazio- trasformazioni economiche: si chiusero gli gli inizi del ‘900 si affacciarono sulla scena ni mentre l’anno successivo divenne città. stabilimenti tessili, il settore metallurgico famiglie che legarono i loro nomi all’indu- Durante l’ultima guerra mondiale la città venne notevolmente ridimensionato ma strializzazione della città tra le quali pos- diede un’importante contributo alla resi- nel contempo cominciò a crescere e a svi- siamo ricordare i Cane della Vallestrona e stenza novarese contro il nazi-fascismo che lupparsi il comparto del casalingo che fece i Lagostina di Pedemonte che trasforma- iniziò in quelle valli con la romantica figu- conoscere la piccola città al mondo intero rono il piccolo borgo lacustre in un ricco ra di Beltrami, resistenza che proseguì per con prodotti di alta qualità e inconfondibile e importante polo industriale. Nell 1913 molti mesi e grande tributo di sangue con design italiano, prodotti di successo come un’importante opera collegò Omegna con 60 caduti tra cui molti civili fino a giungere la Moka Express Bialetti, la pentola a pres- Pallanza; la tramvia elettrica (che abbiamo alla liberazione dell’Ossola nel settembre sione Lagostina, i piccoli elettrodomestici documentato con un articolo nello scorso del 1944. Dalla metà del secolo scorso Girmi e gli accessori Alessi apprezzati e numero de: il Portale), il 1928 vide l’ag- Omegna e tutto l’omegnese subì profonde rinomati su scala internazionale.

Camminata delle Domenica 14 giugno “Girolago Bimbi” “Colline in fiore” Girolago vuole essere un modo nuovo di scoprire il a Cavaglietto territorio partendo da quella rete di percorsi che nei secoli si è sviluppata sulle sponde del Lago d’Orta. Sentieri, mulattiere, strade che collegano centri abitati e nuclei rurali sparsi. Girolago non propone percorsi pedonali o ciclabili appositamente ristrutturati, ma una percorrenza alternativa all’automobile, da effettuarsi a piedi o in mountain bike, su strade in molti casi antiche di secoli.

Sul lago d’Orta, il più affascinante dei laghi, una passeggiata nella natura tutta dedicata ai bambini. “Girolago Bimbi” offre anche ai piccoli visitatori la possibilità di immergersi nella cultura e nell’ambiente di uno degli angoli più incantevoli del Piemonte. Il percorso è un anello di facile percorrenza lungo 4 km con attività ludiche e di scoperta della natura.

Molti saranno gli spunti e le curiosità che accompagneranno i piccoli escursionisti Il piccolo comune di Cavaglietto si prepa- nella scoperta del paesaggio. La passeggiata, che si snoderà attraverso i boschi ra alla seconda Camminata delle Colline e i campi sulle sponde del lago, sarà intervallata da sorprese e soste dedicate in Fiore. Una gara podistica non competi- tiva aperta a tutti che si svolgerà nel gior- all’intrattenimento, al gioco e alla narrazione. no di venerdì 16 giugno su un percorso di 6,5 km, valevole per la 18° prova della Mascotte dell’iniziativa sarà “Girolaghetto”, un cucciolo di drago ispirato alle Gamba d’Oro. Molti i premi in palio per antiche leggende, che popolavano il lago di misteriose creature. le diverse categorie o gruppi di 15 perso- ne. Il ritrovo per l’iscrizione dei concor- L’attività è proposta nel pomeriggio a partire dalle 15.30 ed è rivolta ai bambini a renti è alle ore 18 presso il Circolo U.S. partire dai 4 anni. Il ritrovo è a Lagna frazione di San Maurizio d’Opaglio presso Acli del paese, con partenza prevista alle Casa Brioschi in Via al Porto 3. ore 20.00. La gara, organizzata dalla Pro Loco, dal Comune di Cavaglietto e dal Il costo è di € 10,00 a bambino, (gratuito per gli adulti che li accompagnano) Circolo Acli rappresenta il 1° Memorial a Il percorso, in gran parte su sentieri campestri, non è adatto Giovanni Oioli, scomparso lo scorso anno a passeggini o carrozzine. a 81 anni. Giovanni Oioli fondò nel 1973 il noto caseificio Oioli che produce uno Necessaria la prenotazione allo 0323.89622 dei migliori gorgonzola del Piemonte. Per Saperne di più: Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone 6 Tel (+39) 0323.89622 - [email protected] www.lagodorta.net Romagnano “Voci della Grande Guerra” Novara: i giornali

d’epoca, i libri, le spiegazioni degli della Grande Guerra esperti e le interpretazioni teatrali. Una lente di ingrandimento sulla storia locale inserita nel contesto mondiale. Un’iniziativa pensata per i giovani, così che possano conoscere questo aspetto del conflitto, ma anche per chi, questi raccon- ti, li ha ascoltati dalla bocca dei nonni. Mettere in luce l’umanità in una fase Inaugurata sabato 9 maggio 2015 al Museo storica dove ciò che è prevalso è stato Storico Etnografico della Bassa Valsesia il disumano, per comprendere cosa ha Nel complesso monumentale del Brolet- di Villa Caccia in viale Antonelli 3 in realmente significato questa guerra, per to è stata inaugurata venerdì 15 maggio, cui è intervenuto il prof. Enrico Pagano chi l’ha vissuta e per tutti noi. alla presenza delle autorità cittadine e del Direttore dell’Istituto Storico della Resi- Le principali iniziative legate alla mo- curatore della stessa Alberto Toscano, la stenza di Biella, Vercelli e Valsesia resterà stra saranno: mostra “I giornali della Grande Guerra aperta fino al 12 luglio. Domenica 24 maggio ore 16:30 Lorenzo dal 1893 al 1919”. La mostra racconta una storia diversa del Boca presenta il suo volume “Male- da quella che i libri sono soliti scrivere. detta guerra. Le bugie, gli inganni e gli in- L’esposizione nata a Parigi su iniziativa Una sfida, per portare alla luce, trighi che hanno portato a morire i nostri di Alberto Toscano, giornalista e colle- non solo gli eventi, ma le perso- nonni”, sabato 13 giugno ore 21:00 “La zionista di giornali antichi, ripercorre at- ne, ciascuna con le sue debolez- Grande Guerra in 16 millimetri” brani di traverso la stampa dell’epoca il periodo ze, le sue emozioni ed i suoi sogni. film d’autore a cura di Adriano Bosco, relativo alla Prima Guerra Mondiale Dopo cento anni, queste voci torna- domenica 28 giugno ore 21:15 spettacolo no a farsi sentire attraverso le let- teatrale “Addio padre e madre addio” con Dopo Parigi all’Istituto Italiano di Cul- tere dei combattenti, gli oggetti Alessandro Orsi e Daniele Conserva tura e a Milano alla Biblioteca Sormani, dove ha riscosso un notevole successo di pubblico, l’esposizione è ora ospitata Borgomanero le iniziative in programma alla Galleria Giannoni di Novara grazie da maggio a agosto all’organizzazione da parte del Comune di Novara e dell’Associazione Cultura- mai tipico appuntamento con il mercatino le Piero Piazzano in collaborazione con: della Roba Vegia al Foro Boario mentre Biblioteca Negroni, Istituto Italiano di la sera del 31 ci sarà un concerto a cura di Cultura di Parigi, Comune di Milano, Emisferi Musicali nella Collegiata Biblioteca Sormani, Comitato Novarese I mesi estivi di giugno e luglio vedran- “Centenario della Prima Guerra Mondia- no poi la terza edizione della Festa del- le” e Fondazione Coccia Onlus. le Associazioni nel centro, il concerto dell’associazione BorgoMusica in Villa Un’esposizione in cui il pubblico potrà Marazza, la mostra del Fotoclub in piaz- ripercorrere il periodo storico/politi- za Martiri, i Giovedì in Shopping e Bor- co, militare e diplomatico della Grande gomanero a Km0, con l’esposizione dei Guerra attraverso preziosi cimeli giorna- produttori locali. Ancora in forse la Lunga listici di proprietà dello stesso Toscano notte dei Saldi, prevista per il primo sabato e a quelli reperiti negli archivi della Bi- Il mese di maggio proporrà temi variegati. di luglio, in attesa di un contributo, mentre blioteca Civica Negroni di Novara. Nel primo weekend, sabato 2 e domenica confermata la seconda edizione del Festi- Un itinerario di “lettura” che stimola, 3, è tornato l’ormai consolidato Mercati- val della birra artigianale, dopo il grande inoltre, il visitatore, a rivivere gli svi- no del Gusto nel centro storico, sarà poi successo dello scorso anno, prevista nel- luppi dell’informazione giornalistica sia la volta dell’aperitivo musicale inserito l’ultimo week end di luglio. italiana che europea negli anni in cui si nel programma del Novara Jazz Festival Quelli sopra descritti sono solo alcuni de- andava maggiormente affermando. in programma al circolo di Santa Croce gli eventi in programma, invitiamo i let- sabato 23, domenica 24 invece un Merca- tori a fare sempre riferimento al sito web La mostra rimarrà aperta, con ingresso to Straordinario animerà il centro storico. comunale, nello specifico alla newsletter gratuito, fino al 15 giugno con i seguenti Sabato 30, sempre nel centro, si svolge- “Cosa succede in città” che mensilmente orari: dal martedì al venerdi 9-12 e 14-19; rà un nuovo evento, la Fiera dei Motori, promuove tutti gli eventi cittadini, oltre al sabato e domenica 10-19 un’esposizione dedicata al mondo delle sito della Pro Loco. auto e non solo. Per chiudere il mese, l’or- 7 Sguardi verso il futuro

I ignetidi V Briga Stanno nascendo nuove realtà, iniziative rivolte al recupero del bene più prezioso: la terra.

Giorgio e Marco Beffani ogliamo raccontarvi, quando le Abbiamo incontrato Giorgio, padre di Mar- incontriamo, queste antiche ma co Beffani e già nonno dei suoi bei nipotini, Vsempre nuove realtà che secondo tutti brighesi doc. Il suo racconto e la testi- noi stanno letteralmente riprendendo vita, monianza del figlio ci hanno emozionato. ora con maggiore consapevolezza. “Nel 1858 il mio bisnonno comperò un pezzo di terra e lo lavorò a vigneto. Sin da Siamo a Briga Novarese. Molti ricordano bambino mi è sempre piaciuto lavorare in le alture collinari dietro al paese ricoper- campagna, poi la vita mi portò ad occu- te di dolci vigneti e di gelsi. Il vino che si parmi di altro. Ora che sono in pensione, faceva a Briga era specialmente il bianco. un giorno mi è capitato di trovarmi su in Quasi tutte le famiglie producevano vino collina mentre stavano tagliando proprio per il proprio uso e per venderlo nelle oste- l’ultima vigna. Quando venni a casa lo rac- rie ma soprattutto era destinato alla diocesi contai a mio figlio Marco e lui mi suggerì di Novara. Il vino di Briga era infatti chia- di prenderla per riattivarla. Io però non ho mato “il bianco dei preti”, di un bellissimo esperienza di viticultura e ho subito detto color dorato, molto conosciuto anche dai che avrei avuto bisogno del suo aiuto. Al- ristoratori. Ci sono filmati interessanti de- lora siamo andati dal padrone della vigna, dicati alla viticoltura di Briga nel sito “Ac- Giuseppe, per chiedere se ce la dava in af- cendiamo la memoria” di Fabio Valeggia. fitto e così fu. L’anno scorso ci siamo mes- Era uno spettacolo vedere le vigne che ac- si subito a piantumarla con 125 piantine di cendevano di rosso le colline in autunno. sopra:Il vigneto visto dalla piazza della “polivalente” bianco o Erbaluce. Nel frattempo Giuseppe nella pagina a fianco: il Colle di San Colombano Le alture di Briga sono state piene di vi- ci ha segnalato un’altra vigna che stavano e i vigneti in una cartolina d’epoca gneti fino circa a trent’anni fa. Ancora negli anni ‘70, dopo il boom industriale, molte famiglie tenevano la mucca e con- tinuavano a curare la propria vigna, piano piano però l’attenzione e il tempo vennero meno. fino al totale abbandono che portò via questa lunga tradizione.

Il paesaggio collinare è ormai lasciato alla boscaglia incolta, ma qualcosa sem- 8bra cambiare. 9 glio, poi vedranno loro se saranno in gra- do di gestirla e portarla avanti come una vera azienda vitivinicola, ma è comunque una buona base da cui partire. Io sono sempre in vigna perché mi piace e spesso porto con me il nipote più grande che ha solo quattro anni e già non vede l’ora di andare in collina col nonno.”

Anche il figlio Marco ha voluto spiegarci da dove è nata la loro idea. “Non c’è più nessuno che coltiva la vite e ci dispiace, la nostra idea nasce dall’at- mosfera che si respira. Le fabbriche hanno chiuso, si parla tanto di enogastronomia e di territorio, quindi perché non provare a riprendere in mano questa attività? Io non vedrò forse mai la piena attività di un’azienda vitivinicola iniziandola ora, lasciando andare, erano 38 piedi di vitigno ma i miei figli sì. Provare è sempre una bianco che già produceva uva; abbiamo af- buona cosa, anche una microproduzione fittato anche quella ricavandone una prima potrà essere per me quasi una pensione ed produzione di 50 litri di vino nella scorsa un futuro per i miei figli o per i giovani di stagione. Poi abbiamo pensato di affittare Briga. Diciamo che è un’idea che a catena anche l’ultima vigna del prete di Briga, si potrebbe ripercuote anche in altre zone, piantata circa 30 anni fa e curata da Bep- guardando un po’ al futuro. La maggior pino Creola che è scomparso quest’anno ai parte delle fabbriche che esistevano da primi di gennaio. Briga Novarese fino a Borgomanero non A me è sempre piaciuto lavorare la terra, esistono più e anche se ne sorgeranno mio figlio mi ha dato lo slancio per farlo alcune non sarà mai più come prima, le ed io non mi sono tirato indietro. Alcune alternative sono quelle legate alla cultura settimane fa abbiamo piantato altre 225 del nostro territorio e delle nostre produ- piantine di bianco e quindi in totale ora zioni agricole. abbiamo circa 400 piedi di vite. Noi per ora coltiviamo a livello amatoria- Una volta la mia famiglia aveva una casa le e non abbiamo quote, poi con la nuova coloniale dove si lavorava e si vinificava Carta di Milano forse ci saranno nuove l’uva, ora questa operazione viene fatta misure più convenienti.” da un’azienda esterna. Ricordo che mio nonno andava verso la Valsesia, portava Attualmente la famiglia Beffani produ- le donne a lavorare a Borgosesia in tessi- ce vino a livello amatoriale. Per poterlo tura e insieme trasportava anche le dami- commercializzare e diventare produttori è giane di vino per andarle a vendere. Oltre necessario che ne facciano richiesta scrit- ai terreni in affitto ne abbiamo anche uno ta al comune ed in a seguito l’amministra- nostro che si chiama Pian dei Ronchi, era zione potrà fare domanda alla Regione di mio padre e degli zii, se vediamo che per rientrare nei territori coltivabili a vite l’attività procede bene pensiamo di colti- del Piemonte perché Briga Novarese era vare anche quello, che si trova in una bel- rimasta fuori da un censimento dei terre- la posizione agevole e soleggiata. Mentre ni coltivati a vite del 1982. Per questo il cresce la vite che abbiamo piantato, cre- comune ha già attivato l’iter di riconosci- scono anche i nipoti e fra qualche anno mento regionale. vedremo se avranno voglia di continuare su questa strada che abbiamo intrapreso. Giorgio, a settant’anni, ha avuto l’entu- Io ho piantato la vigna insieme a mio fi- siasmo di ricominciare una nuova attività, spinto dallo slancio del figlio Marco e dal pensiero di lasciare qualcosa di importan- te ai suoi nipoti.

Ora, dalla posizione del nuovo centro polifunzionale del paese, si può vedere il pendio collinare con la vigna che disegna nuovamente il terreno. Ritornare alla terra con un’altra mentalità 8 è un vero progresso. 9 10 &1domande Amministratori

Carla Biscuola Gozzano. La casa comunale

Al sindaco di Gozzano abbiamo chiesto... Mostra della Camelia Come descrive il suo borgo ai nostri lettori?

Gozzano ha una storia lunghissima che abbiamo cercato anche di riportare in maniera semplice per i bambini, con una trilogia che descrive dalle origini ad oggi il passato del nostro paese. E’ un borgo bellissimo perché siamo alle porte del lago d’Orta, caratte- ristica che adesso stiamo cercando di valorizzare, sebbene finora il paese, come molti altri, non abbia mai vissuto di turismo, aven- do avuto il distretto della rubinetteria e la ben nota Bemberg che davano lavoro a migliaia di persone. Abbiamo quindi questa perla che è la porta sud del Lago d’Orta, insieme all’area monumentale storica che è il vecchio castrum, di cui andiamo orgogliosissimi e che presentiamo sempre come uno dei valori aggiunti della vec- chia Gaudianum. Alle spalle quindi vi è obiettivamente una storia importante che può andare dal mercato alle aziende, alla ferrovia, come ad altre risorse peculiari del nostro paese. Gozzano è stato nei secoli un punto di riferimento importante per la zona sud cu- siana e nord Borgomanerese e stiamo cercando di riportarlo alle vecchie glorie.

Quali sono le principali attività culturali che si svolgono durante l’anno a Gozzano?

Alcune rassegne sono consolidate. Partiamo a primavera con la “Festa della Camelia” che è arrivata quest’anno alla 29° edizione, proseguiamo con la rassegna di poesie dialettali che interessano tutte le comunità del novarese oltre a quella locale, a settembre ospitiamo una tappa del Festival Internazionale del Lago d’Orta: bellissimo festival di musica classica nella conca cusiana, poi ab- biamo un momento dedicato alla “settimana del libro” a ottobre, infine la festa patronale di San Giuliano del 7 gennaio, importante per tutta la Riviera. Queste le iniziative fisse, poi abbiamo altre attività che di anno in anno vengono realizzate, come la Sagra Settembrina che quest’anno verrà presentata in forma diversa il 1020 di settembre. Complesso Monumentale del Castello

Ritiene sufficienti le strutture per accogliere le iniziative?

Assolutamente no. Purtroppo non abbia- mo strutture specifiche. Noi cerchiamo di sfruttare gli spazi all’interno del Comune, come la Sala degli Stemmi, molto bella ma che non contiene più di 60 posti e la sala consiliare. Poi abbiamo il salone del- la Società Operai della SOMSI, dove an- che lì vi è un limite massimo di 99 posti. Diventa quindi difficile gestire iniziative che richiamano numerose persone, tant’è che a fine marzo abbiamo organizzato un bellissimo evento teatrale, all’interno del mese dedicato alle donne, e ci siamo però dovuti organizzare al Teatro Rosmini di Borgomanero. Per quanto riguarda la par- rocchia è molto collaborativa, ci presta sempre la Basilica piuttosto che le chie- se delle frazioni per i concerti, come ad esempio quello del Festival Internaziona- le del Lago d’Orta, se il tempo lo permette viene eseguito nel parco comunale che ha un’acustica eccezionale, altrimenti utiliz- ziamo la Basilica di San Giuliano.

Come sono i rapporti con le associazioni del territorio?

Fortunatamente sono ottimi. Lo stanno dimostrando proprio ora con l’organizza- zione di questa festa denominata “Dolce Salato”, che verrà presentata a settembre e di cui il comune non si sta praticamente occupando, 11 perché stanno facendo tutto le associazioni referendo poi all’ammi- nistrazione comunale. Ottima collabora- zione quindi con tutti i gruppi e a Natale li abbiamo ringraziati con la consegna di una targa mirata per ciascuno proprio perché la collaborazione è invidiabile e io sono contenta di avere tutti questi gruppi sul mio territorio.

I giovani di Gozzano accolgono con favore le vostre iniziative e con quale assiduità vi partecipano?

I giovani cerchiamo sempre di coinvol- gerli. Con l’organizzazione delle feste e il gruppo dell’oratorio sono abbastanza atti- Chiesa di San Lorenzo vi, ma diventa difficile farli partecipare ad altri eventi che non trovano di loro interes- pensato di mostrare. La nostra vocazione se. Allora abbiamo pensato di organizzare non era certo turistica e lo sforzo che ora nel primo weekend di luglio una due giorni stiamo facendo di presentare questo paese di musica, il venerdì e il sabato, dalle ore sotto mille forme dal punto di vista cultu- 18 alle 24, dove ogni ora si esibirà a rota- rale, è anche per dimostrare la sua bellez- zione un gruppo diverso. Speriamo che si za. Ad esempio i Legionari di Cristo hanno interessino alla loro musica. comprato quello che fu l’Istituto Filippo Gentile delle Suore Giuseppine, che era Quali sono i principali siti artistici e le il nostro asilo quando eravamo piccoli, attrattive del borgo? completo di collegio. Adesso appunto è in mano ai Legionari di Cristo che sono una Ne abbiamo tanti a partire dal castrum e congregazione religiosa importante quasi dalla splendida Basilica, la chiesa di San quanto i Gesuiti e che hanno qua la scuo- Lorenzo, che fu il primo edificio ad ospi- la e il seminario. E’ forte l’impronta delle tare i resti di San Giuliano; la Madonna scuole religiose a Gozzano forse proprio di Luzzara, le frazioni di Auzate e Bugna- per la sua storia di enclave vescovile. At- te. Il nostro centro storico poi va visitato tualmente troviamo i Comboniani all’ex perché ci sono dei palazzi meravigliosi, Seminario, la Casa del Vescovo Conte, iniziando dallo stesso palazzo comunale sotto i Guanelliani ex Gesuiti dove vi fu Ferrari Ardicini, splendido esempio di anche Padre Pico, adesso riconvertito in pittura e architettura, dove ora vi è anche struttura sociale, l’istituto Gentile dei Le- la gipsoteca Peppino Sacchi che stiamo gionari di Cristo, abbiamo avuto qua fino facendo inserire nei musei piemontesi. allo scorso anno i Premostatensi che sono Della stessa proprietà Rastelli erano an- i preti bianchi; quindi c’è questa strana che il palazzo restaurato d’Albertas e di inclinazione che si è andata formando nel fronte il palazzo chiamato Farcito De tempo con le presenze religiose. Sarebbe Centro storico Vinea che contiene stupendi affreschi. interessante approfondire questo argo- All’interno poi del complesso monumen- mento. Ci sono degli angoli di Gozzano tale del castello vi è il palazzo vescovile. che sono sconosciuti ai più e che andreb- Come attrattive turistiche abbiamo natu- bero senz’altro fatti conoscere. ralmente il lago con il lido di Gozzano, la sua spiaggia e il punto di ristoro. Lei sarebbe favorevole ad un incremento del microturismo? Secondo Lei il patrimonio artistico e culturale di Gozzano è conosciuto Sì sarei favorevolissima. Proprio in questi dagli abitanti dei paesi vicini? giorni abbiamo portato avanti un discorso improntato ad Expo ma anche all’even- A volte non è conosciuto neanche dai tuale futuro su questo territorio, dove un gozzanesi stessi, si figuri da quelli degli turismo un po’ di nicchia può trovare lo altri paesi. Per me ad esempio è stata una spazio necessario per svilupparsi. L’acco- sorpresa scoprire gli splendidi cortili che glienza manca ma ci stiamo impegnando nascondono le case antiche, che in pas- in un progetto di iniziativa privata per lo 12sato forse per riservatezza non si era mai sviluppo di un albergo diffuso. a fianco: ingresso ad arco di un tipico cortile Pensa che uno sviluppo del microturismo sotto dall’alto possa aiutare l’economia? in basso:

Palazzo D’Albertas Tutto aiuta l’economia. Certamente più gente gira meglio è, specialmente in que- Villa Gentile sto momento particolare. Chiesa della Madonna di Secondo Lei che importanza riveste Luzzara l’ambiente naturale che vi circonda e come può influire sul benessere della popolazione?

Ieri sono andata a Novara, mi trovavo ver- so San Pietro Mosezzo, l’acqua iniziava a riempire le risaie e c’era il vento che la muoveva, sembrava un grande mare mera- viglioso. Tornando indietro l’ho notato an- cora di più e mi sono fermata a fotografare, perché c’era tutta la catena del Rosa lim- pidissima e tutta quest’acqua meravigliosa delle risaie, e allora mi sono detta “siamo fortunati, questo territorio è un territorio di pace, benessere e bellezza. Dove trovi un altro luogo dove ti fermi a guardare il riso e vedi la catena delle Alpi e poi arrivi al lago d’Orta che è un gioiello”.

Cosa farebbe se avesse più risorse da destinare alla cultura?

Se avessi più risorse da destinare la cul- tura, farei un grande seminario o un con- vegno specifici sul territorio. Se riesco almeno uno lo vorrei fare dal titolo “Goz- zano piccola capitale” ovviamente riferito ad un periodo storico diverso, ma vedre- mo. Vorrei fare un centro per la cultura, abbiamo tante aree comunali da poter utilizzare; ad esempio l’area della ex pe- troliera che c’è in direzione San Maurizio di 35000 mq., era l’ex deposito carburanti dell’esercito, ora di proprietà del comune di Gozzano. Un territorio vastissimo, ser- vita dal punto di vista idrico e con tutti i servizi che la rendono pressoché autosuf- ficiente. Lì avrei voluto fare un centro po- lifunzionale ma non solo per Gozzano, per tutto il territorio perché è in una posizione proprio baricentrica. Un polo culturale dove potrebbero trovare posto mostre di qualsiasi tipo e eventi di creatività, aperto a qualsiasi iniziativa culturale e artistica che porti aggregazione e interesse anche dei giovani. Ecco se avessi i soldi vorrei realizzare questo. 13 Personaggi illustri qui nacque

Alessandro Antonelli

e vi trovate a Ghemme ed avete ap- pena visitato la chiesa parrocchia- Sle, avrete senz’altro visto anche lo scurolo costruito su progetto dell’archi- tetto Alessandro Antonelli, dedicato ad accogliere le spoglie della Beata Panacea, patrona della città.

La chiesa parrocchiale si trova nella piaz- za intitolata al famoso architetto, appunto piazza Antonelli. Usciti dalla chiesa e su- perata la piazza sulla destra potete quindi incamminarvi per Via Novara. All’altezza dell’antica Casa Caccioni, si trova la dimo- ra natale di Alessandro Antonelli che qui venne alla luce il 14 luglio 1798, da Angela Bozzi, seconda moglie di Costanzo Anto- nelli, notaio e segretario comunale.

Sempre forte fu il legame fra la città natia e l’illustre architetto, sia per le opere svol- te, sia per la presenza affettiva di parenti Importantissimi per Ghemme sono il Ri- gio e da chi lo frequentò, rafforzando così e amici. A testimonianza di ciò fu posta la cetto e il suo vino Docg, così come forte è anche l’identità del luogo, puntando su lapide a ricordo su Casa Caccioni nel 1889, la presenza religiosa della Beata Panacea. cultura e punti di aggregazione. Una tale primo anniversario della morte, mentre operazione, peraltro non dispendiosa ma l’onore di avere la piazza a lui intitolata gli Vengono però in mente certi paesi o citta- soprattutto di studio della vita dell’archi- fu dato quando era ancora in vita. dine di altre nazioni, dove nacquero per- tetto e quindi di sviluppo di alcuni punti sonaggi, magari meno noti e importanti della città, a cui magari far seguire mostre Se non lo sapete la lapide passa quasi inos- del nostro Antonelli, ma alle cui figure e collezioni, sarebbe una buona cosa per servata, ma ad un occhio attento non può tutto è stato dedicato, con musei, mostre far conoscere ancora di più le ricchezze e sfuggire la delicatezza di questo ricordo che permanenti, monumenti o semplicemente le risorse umane del nostro territorio. 14si incontra quasi per caso in Via Novara. un percorso dei posti vissuti dal personag- a Novara...

Terre d’Acqua

’acqua è senza dubbio un elemento Ma ci sono anche torrenti, rogge e canali, qua di cui il nostro territorio ampiamente essenziale per il nostro territorio e che attraverso la sinuosità dei loro corsi dispone. Ldi certo anche molto affascinante. e quell’incessante incontrarsi e reciproco Il rapporto uomo – acqua è infatti ormai Le risaie, soprattutto in questo periodo alimentarsi, raccontano la storia di un’in- da molti anni un inscindibile legame dell’anno, la fanno da padrone: è bel- tricata rete idrica che è fonte inarrestabile che caratterizza la produttività delle no- lo ammirarle trasformate in incantevoli di energia e di vita. stre zone. E nel cuore della città ha sede specchi, in quella che è l’immagine tipica un’importante società che questo rappor- del paesaggio della bassa, fonte produtti- A piedi lungo gli argini o in bicicletta, to ha il compito di gestirlo, raccontarlo e va principale che, attraverso il lavoro pa- lungo le alzaie, è facile incontrare antichi continuare a tramandarlo. Anche noi ce ziente della preparazione dei campi, della mulini, ponti medievali, paratoie e dira- lo siamo fatti raccontare… semina e dell’attesa prima del raccolto, ci matori, tutte opere sapientemente costrui- In un soleggiato pomeriggio di primave- assicura sempre tanti piatti di paniscia fu- te dall’uomo nel corso degli anni proprio ra, siamo andati alla scoperta dell’Asso- manti alla fine della bella stagione! per sfruttare al meglio la ricchezza di ac- ciazione Irrigazione 15Est Sesia, principale Consorzio di irrigazione e bonifica ita- liano che raggruppa più di 25.000 utenti, individuati tra i proprietari e gli affittuari dei terreni posti fra i fiumi Sesia, Ticino e Po, irrigati o irrigabili con le acque in gestione al Consorzio. Tale associazione è nata negli anni venti del secolo scorso, nel periodo immediatamente successivo alla messa in funzione del Canale Cavour, principalmente ad opera dell’ingegnere novarese Giuseppe Garanzini, che ha ri- sposto alla crescente necessità di creare un ente unitario che provvedesse, nell’in- teresse generale, alla gestione dell’irriga- zione dei terreni compresi nel perimetro consorziale.

Torrente Agogna Appena varcata la soglia dell’ingresso principale di via Negroni 7, la nostra visi- ta entra subito nel vivo: ad introdurci, un enorme plastico ci mostra con chiarezza tutto il comprensorio occupato dalla pia- nura irrigua novarese-lomellina, del quale l’Associazione direttamente si occupa. Tale area ha una superficie complessiva di 209.986 ettari, di cui 87.232 in Piemonte e 122.754 in Lombardia ed è delimitata dai fiumi Sesia ad Ovest, Ticino ad Est, Po a Sud, e dalla linea che la separa dal- l’Alta Pianura Novarese (corrispondente per lo più alla zona intorno al Lago Mag- giore) a nord.

A partire dallo sfruttamento intelligente di queste fonti idriche naturali principa- li, a cui se ne aggiungono altre seconda- rie, come per esempio i Torrenti Agogna e Terdoppio, l’associazione si è dunque occupata di gestire un’imponente rete di canali artificiali, fortemente interconnes- sa, per garantire una costante ed unitaria irrigazione di tutto il territorio. Plastico della pianura irrigua Diramatore Quintino Sella

16 Canale Cavour

Tra questi canali, un posto d’onore è occupato senz’altro dal Canale Cavour: realizzato dal 1863 al 1866, deriva le sue acque dal Po a Chivasso e si getta nel Ticino nei pressi di Galliate, dopo ben 86 Km di percorso, con una portata massima all’imbocco di 110 m3/s. E’ l’unico a seguire una direzione Ovest-Est (anziché quella abituale Nord-Sud) e distribuisce le sue acque nel territorio grazie ai suoi di- ramatori: il Vigevano ed il Quintino Sella, i quali, grazie alla loro capacità di sfruttare la potenza derivata dai salti d’acqua, sono utilizzati oltre che per scopi irrigui, anche per la produzione di energia elettrica.

C’è poi il Canale Regina Elena il quale, derivato dal Ticino, sfruttando l’invaso del Lago Maggiore, le cui acque rappre- sentano la più sicura fonte di approvvigionamento idrico per l’intera rete, si immette nel Canale Cavour, del quale integra le carenze, specie nei periodi di siccità.

Il canale più antico è invece la Roggia Mora: costruita da Ludovico il Moro nella seconda metà del XV secolo, de- riva le sue acque dal fiume Sesia, in località Prato Sesia e termina il suo percorso in località Sforzesca, nei pressi di Vigevano, dove si dipartono alcune rogge che conflui- scono nel Ticino. La Mora rappresenta un perfetto esem- pio di interconnessione di fonti idriche diverse, in quanto, alimenta ed è a sua volta alimentata dalle acque di alcuni torrenti che interseca lungo il suo cammino: Strona, Ago- gna e Terdoppio.

Osservando con attenzione il grande plastico, ci rendiamo conto subito di quanta storia e di quanto lavoro ci sia die- tro questa intricata rete irrigua e comprendiamo, nel vero senso della parola, quanta acqua sia passata e continui a passare sotto i ponti! Sale dell’Archivio Storico

17 Riproduzione di una “groma”, strumento antico per tracciare i canali.

sotto: a destra: la derivazione del Canale Cavour dal Fiume Po a Chivasso a sinistra: sifone del Canale Cavour presso il Fiume Sesia

Ce lo dimostra anche la prosecuzione del suoi dettagli di gusto barocco lombardo, per la misura delle terre e delle acque e nostro tour che ci apre le porte ad una come dimostrano i soffitti a cassettoni in per il tracciamento dei canali. zona non sempre accessibile, quella di legno e le decorazioni dei soprapporta e Una tale mole di documentazione, che a certo più recondita e preziosa dell’Asso- delle pareti; le sale dell’Archivio ospitano prima vista può sembrare solo un insieme ciazione: quasi in punta di piedi, ci inol- anche una serie di tele facente parte del- di tanti reperti un po’ impolverati ed ingial- triamo infatti nelle stanze dell’Archivio la quadreria della Famiglia Caccia, che liti dal tempo, costituisce in realtà ancora Storico. conferiscono all’insieme un’impronta al- oggi il cardine da cui gli addetti ai lavori quanto nobile e altolocata. partono per la realizzazione di tutti gli in- Adibito in un edificio attiguo alla sede terventi di ammodernamento e di gestione principale, precisamente in via Avogadro Con meraviglia ammiriamo i numero- ordinaria dell’intera rete idrica del nostro 7, contiene tutte le fonti documentarie ed sissimi faldoni disposti con ordine sugli territorio. iconografiche relative alla costruzione ed scaffali protetti dai vetri, le carte e i dise- alla gestione dei canali, reperite nel corso gni tecnici antichi conservati nelle teche Sono di certo questi, i pensieri e le perce- degli anni e messe a disposizione degli e con cautela sfogliamo gli originali delle zioni che maggiormente ci rimangono im- studiosi, degli addetti ai lavori, o sempli- planimetrie delle opere idrauliche illu- pressi alla fine della nostra visita. cemente di tutti gli interessati che, come strate nei minimi dettagli ad acquerello e noi, desiderano scoprire qualcosa di più di china, come quelle inerenti al progetto del Come a dire: il passato davvero non queste straordinarie risorse idriche che il Canale Cavour o al percorso della Roggia muore mai, affinché tutti noi possiamo nostro territorio ci offre. Mora. L’archivio conserva inoltre nu- continuare a beneficiare anche in futuro Il contesto suggestivo nel quale ci muovia- merosi modelli in legno delle principali delle nostre risorse e delle nostre meravi- mo è quello di un ambiente borghese sei- opere di derivazione e d’attraversamento, gliose terre d’acqua. settecentesco, rimasto inalterato in alcuni così come esemplari di strumenti antichi

18 Attraverso il tempo Momo immagine dal passato mmaginatevi il tepore pomeridiano di una giornata di primavera, madre e fi- Iglia passeggiano sulla strada portando le oche al guado, dietro l’erba alta e sullo sfondo si staglia, libera nello spazio, la sa- goma della Torre di San Pietro di Momo.

Questa immagine bucolica si ritrova in una deliziosa cartolina d’inizio Novecento, ripresa dall’attuale strada regionale 229. Una semplice cartolina che pare quasi un disegno ma che in realtà ci rivela impor- tanti realtà storiche e la bellezza di certi aspetti della vita quotidiana di allora.

Le due figure femminili sono riprese men- tre accompagnano un gruppo di oche a ba- gnarsi nel cavo del Cid, una cura che si ri- servava spesso a questi animali da cortile, come ora portiamo a spasso i cagnolini.

Degno di nota è l’abbigliamento che par- rebbe tipico dei giorni di festa. La figlia indossa un’ampia gonna chiara con una sopragonna più corta guarnita da volant più scuro e una camicetta bianca a mez- ze maniche. I lunghi capelli sono raccolti dietro al capo. La madre veste un classico completo am- pio e lungo di colore scuro, con il corpet- to a blusa e maniche larghe a tre quarti, completato dall’immancabile grembiule a mezza tinta. La sua acconciatura è una vera testimonianza: si tratta di una crocchia fis- sata in alto da uno spillone, fermaglio o nascosta dalle costruzioni circostanti. In nastro colorato, tipica delle donne giovani, dialetto era affettuosamente chiamata che in dialetto veniva chiamata “ciucen”. “campanasc”, ovvero il vecchio campani- Per le signore più mature invece si usava le dell’antica chiesa di San Pietro, chiesa una crocchia raccolta sul basso della nuca, documentata in quel sito già dal 1200 e che era chiamata anche “ciucion”; meno presente ancora fino ai primi decenni del usate perché più laboriose erano le belle 1800. La sola torre invece è ancora più trecce, mentre tra alcune giovani si inizia- antica: risale al X secolo ed era in origi- va ad usare l’arricciacapelli riscaldato con ne una struttura di difesa e avvistamento, la fiamma del camino. un avamposto del primo “vicus” abitato di Momo. In questa immagine poetica la L’alta vegetazione dietro alle due figure Torre ha ancora una sua importanza, men- con le oche, è in realtà un campo di ca- tre se non si conosce il luogo esatto oggi napa, considerata per secoli il tesoro della non si riesce più né a vedere né a trovare, pianura padana e coltivata ancora, fino ai eppure esiste ancora. La base di una torre primi anni del Novecento, in prossimità simile è stata recentemente riscoperta a dei corsi d’acqua. Novara, vicino all’Angolo delle Ore: ade- guatamente restaurata e protetta, è stata Da questa fitta muraglia verde si erge la posta alla vista di tutti. Torre di San Pietro, oggi invece semi- (rif. Momo in Cartolina - Olegium) 19 Luoghi di culto

Marzalesco di Cureggio

Madonna della Neve a frazione di Marzalesco di Cureggio, da antico insedia- mento celtico a una delle prime “Social-Street” del nova- Lrese. Abbiamo incontrato il presidente dell’associazione di Marzalesco che ha creato la Social Street locale, il giovane Yoan Leonardi, che ci ha descritto questa esperienza che dal web porta fino alla condivisione della vita vera. L’iniziativa è nata a Bologna nel 2013 da un gruppo di persone abitanti nella stessa via. E’ strano pensare come, attraverso il web e gli scambi di informazioni su una pagina facebook, si siano riattivate e si vadano ricostruendo quelle relazioni sociali reali che si erano perse negli ultimi decenni. L’obiettivo della Social Street è in- fatti quello di socializzare con i vicini della propria strada di residenza al fine di instaurare un legame, condividere necessità, scambiarsi professionalità, conoscenze, portare avanti progetti collettivi di interesse comune e trarre quindi i benefici derivan- ti da una maggiore interazione sociale, il tutto assolutamente a costo zero. Un sistema che integra tutti e fa sentire bene anche chi non ha soldi. Rinasce una piccola comunità che si aiuta, qua- si un gruppo di acquisto di solidarietà e condivisione. Un’idea semplice ma rivoluzionaria al tempo stesso che, in poco tempo, ha varcato anche i confini oltreoceano, arrivando a creare solo in Italia più di 260 Social Streets.

Ecco, Marzalesco, la piccola frazione di Cureggio, è anche que- sto ma ovviamente ciò rappresenta solo l’ultima delle sue carat- teristiche in senso temporale.

Vogliamo ora soffermarci sulla sua pregevole chiesa della Ma- donna della Neve. In base alle caratteristiche dell’abside curvi- L’abside linea, decorata da archetti binati, si fa risalire la data dell’ori- con il Cristo ginale costruzione in un periodo compreso tra il 980 e il 1060. Pantocratore Inizialmente la chiesa, eretta dai feudatari di allora per incame- e gli Evangelisti rare le decime, fu intitolata a San Pietro, devozione molto dif- fusa nell’alto Medioevo e al tempo dei Longobardi. Si ricorda l’oratorio nei documenti pastorali della visita del Bascapè del 1597, quando il vescovo ordinò di mettervi nuove porte perché Affresco l’edificio era più modesto tanto che vi entravano i pastori con le raffigurante pecore durante la notte. Nella visita pastorale il Bascapè parlò la “Madonna della anche del ritrovamento di una stele romana con la dedicazione a Marte. Questo fece inizialmente supporre che il nome di Mar- zalesco derivasse dalla divinità romana. Invece Marzalesco è un villaggio di origine sicuramente celtica e il suo nome deriva da due parole celtiche che sono “mar” e “lec”: la prima significa palude o terra ricca di fontane, mentre il secondo termine vuol dire dirupo ed è riferito allo strapiombo dove la collina piomba letteralmente dentro al torrente Sizzone, particolarità che su tut- to il crinale morenico si trova solo a Marzalesco. pagina a destra: Durante gli scavi dell’ultimo restauro sono venuti alla luce lacerto con raffigurazione 20 dell’antica chiesa 21 dei blocchi enormi di sasso appartenuti ad affresco della Madonna con Bambino pre- Sant’Uguzzone, protettore dei pastori e dei un’ara celtica che dimostrano come la chie- sente sulla parete destra, attualmente vicino casari; la seconda è Santa Caterina protet- sa fosse stata costruita proprio su un tempio all’abside, che nel 1871 fu rimosso e collo- trice dei mugnai, a Marzalesco vi sono due dedicato al dio della guerra celtico, a cui cato come ancona di un altare che andava mulini e anche in Valsesia erano una presen- venne cambiato il nome dai romani. però a coprire la conca absidale e che quindi za molto ricorrente; il terzo è San Giovanni La chiesa della Madonna della Neve sorge fu eliminato con l’ultimo restauro. L’imma- con l’agnello, legato ai pastori; segue San in un luogo molto umido, tanto che quan- gine della Madonna della Neve, che ritornò Rocco protettore degli animali e delle pe- do iniziarono i lavori di restauro del 1996 le così sulla sua parete, è sempre stata molto stilenze; troviamo persino la raffigurazione mura interne erano ricoperte di muffa; per venerata, a lei si rivolgevano gli abitanti per della Beata Panacea di Ghemme; vi è poi asciugarle si è fece uno scavo perimetrale ogni problema o sventura, chiedendo la sua San Pietro a cui era originariamente intito- profondo due metri esterno ed interno che protezione. lata la chiesa. Il manto di San Pietro è giallo rimase aperto per sei mesi e poi si interven- e bianco come i colori che rappresentano ne sugli affreschi. Oggi la chiesa della Madonna della Neve Marzalesco. Ogni santo è riconoscibile si presenta monoabsidata, ad aula unica e anche dalle iscrizioni tardo gotiche che lo Il nome di Madonna della Neve venne attri- presbiterio, orientata secondo l’asse est- completa. buito alla chiesa solo nel 1857 e non prima ovest, con facciata a capanna intonacata. Nella calotta absidale troviamo un grande di aver edificato nella stessa frazione un al- La muratura è in ciottoli di fiume disposti Cristo pantocratore con i quattro evangelisti tro oratorio dedicato a San Pietro. La nuova in orizzontale, intercalati con pezzi in cot- ai lati, nella parete sottostante una interes- dedicazione venne suggerita dal delizioso to; nelle lesene sono anche presenti mattoni sante parte di affresco dove viene raffigurata

medievali e romani. Alla chiesa è annesso la chiesa stessa, a fianco vediamo una Ma- il campanile con tre piani di cornici e grossi donna con un uovo in mano, simbolo della blocchi di pietra squadrati negli spigoli. vita, e accanto un’altra raffigurazione di San L’interno della Madonna della Neve, che al- Pietro. Nell’abside viene inoltre riportata cuni ancora chiamano S. Pietro, è arricchito la data di esecuzione degli affreschi realiz- da pregevoli affreschi eseguiti a partire dai zati dalla scuola dei Cagnola: 18 dicembre primi anni del 1500. Nella parete sud del 1514. Quello fu un periodo difficile per tutto presbiterio, da sinistra verso destra, si trova il Novarese, colpito dalla peste e soggetto il riquadro della Vergine con l’offerente in- ai contrasti con i francesi e gli svizzeri. La ginocchiato presentato da un santo. decorazione della chiesa venne sostenuta in Il committente dei dipinti viene rivelato da quei tempi anche dai Visconti di Fontaneto, un’iscrizione col nome di Antonio de Viga- per riaffermare così il loro prestigio in tale nallo, frazione di Cellio, vicino a Valduggia. particolare periodo. E’ forte infatti il legame che esiste fra Mar- Altre modifiche strutturali furono poi appor- zalesco e la bassa Valsesia, uniti forse dallo tate tra il 1663 e il 1698, quando si sostituì scorrere del torrente Sizzone, che una volta la copertura in coppi con volte a crociera, doveva essere una via di comunicazione per dividendo lo spazio in due campate. Al- i pastori che scendevano nella pianura nova- l’esterno si eseguirono i lavori di consoli- rese e che qui facevano tappa. damento per supportare il peso delle volte, Nel medioevo un folto gruppo di valsesia- intervento che peraltro sacrificò alcuni brani ni arrivò in aiuto di Cureggio che era stato affrescati sulla parete sud. Nell’Ottocento assediato dal nemico. Questo antico legame venne costruita la sacrestia e nel 1960 la si ritrova anche in alcune parole del dialet- chiesa fu interamente intonacata. Fino agli to di Marzalesco e Cureggio, così come nei ultimi restauri che restituirono gli affreschi santi affrescati nella chiesa della Madonna al loro splendore. della Neve che ricordano la Valsesia o le attività legate alla pastorizia. lI primo dipin- La festa della Madonna della Neve si cele- 20 to subito dopo la Madonna col Bambino è bra il 5 agosto. 21 di Gianfranco Capra Storie da raccontare Hemingway e i suoi amori per i nostri laghi

Ricoverato in ospedale a Milano, si in- Le sue vicende italiane, opportunamente namorò della sua infermiera inglese, e romanzate (ma non troppo), fanno parte, ad un certo punto scappò con lei sul lago anzi hanno ispirato, il primo dei suoi cele- Maggiore, approdando proprio a Stresa, bri romanzi “Addio alle armi” (scritto nel al già famoso Hotel Regina Palace. Qui 1929), dove Hemingway -trasfigurando i i due amanti occuparono la camera 106, personaggi- racconta con il suo stile in- “suite presidenziale”. In dieci giorni di confondibile la sua avventura in Italia e permanenza a Stresa, Hemingway gioca nella Grande Guerra. molto al bigliardo nella saletta dell’Hotel des Iles Borromées e si concede anche Verrà spesso il celebre scrittore sui nostri una salita sul trenino giallo della ferro- laghi, amava anche il lago d’Orta, che gli via Stresa-Mottarone per ammirare dalla piacevano molto, e manterrà con Stresa e vetta l’incantevole visione dei sette laghi i grandi alberghi del lago Maggiore una sottostanti. particolare intensa “amicizia”.

Poi il giovane Ernest va alla ricerca di una barca, perché viene a conoscenza che è ri- cercato dalle autorità militari italiane. E’ scappato dall’ospedale militare di Milano inquantacinque anni fa, esatta- senza permesso e non è ancora completa- mente il 2 luglio del 1961, moriva mente guarito dalle ferite. Quindi è consi- Csuicida Ernest Hemingway. derato un “disertore”. Il grande scrittore americano, premio Nobel La barca c’è; un amico barman lo aiuta della letteratura nel 1954, aveva 62 anni. a manovrare la piccola imbarcazione ma la “fuga” nella neutrale Svizzera non si Protagonista di una vita avventurosa e an- concretizza. C’è troppo vento sul lago, la che dissipata (soprattutto alcool) è stato distanza con i parsi della Confederazione uno dei più famosi narratori del ‘900, gra- non sono vicini… zie ad uno stile personale, fitto di dialoghi La seconda visita dello scrittore america- e di sensazioni, attraverso i quali emergo- no avvenne il 1° ottobre del 1948 quando no i caratteri dei personaggi e si sviluppa- firmò il libro d’onore degli ospiti dell’Ho- no le storie senza un attimo di pausa. tel des Iles Borromées, scrivendo di suo pugno “an old client” (un vecchio cliente). Lo ricordiamo oggi perchè Hemingway visitò Stresa alcune volte. La prima volta quando aveva 19 anni approdò nella cit- tadina del lago Maggiore proveniente da Milano, dov’era stato ricoverato in ospe- dale per una ferita di guerra. Curiosa e interessante la vicenda legata allo scrittore che allora era un giovanissi- mo corrispondente e reporter di guerra del “Kansas City Star”.

Stanco di vivacchiare nelle retrovie, Hemin- gway ottenne di guidare le ambulanze della Croce rossa Italiana sul fronte della Grande Guerra. Poi il giovane giornalista volle pro- vare l’ebbrezza della prima linea del fuoco 22ma venne ferito piuttosto seriamente. 23 Andar per borghi

San OGiuliorta 22 23 na visita al borgo di Orta San Giu- lio è qualcosa che non vi aspettate, Uil suo fascino si rinnova ogni volta che vi tornate.

Scrivere di Orta non è semplice, su di essa si sono espressi grandi scrittori, noti autori e innumerevoli artisti, tutti innamorati di que- sto luogo incantevole. Noi ci limiteremo a darvi indicazioni per fa- cilitarne la visita e, attraverso alcune sensa- zioni, la comprensione della sua atmosfera.

Senz’altro annoverato tra uno dei borghi più belli d’Italia, ha mantenuto nel tempo le sue inconfondibili caratteristiche, forse per il lungo governo vescovile durato sette secoli, forse per essere rimasta pressoché inarriva- bile direttamente, tranne che dal lago.

Orta si raggiunge bene con il battello che approda proprio nella centrale Piazza Mot- Chiesa di San Bernardino ta, ma potete arrivarci anche in treno scen- Ora vi portiamo virtualmente a vedere i dendo alla piccola stazione di Orta-Miasi- punti più suggestivi e importanti della città no, nella frazione di Legro, paese dai muri di Orta San Giulio, capoluogo della Rivie- dipinti; da qui però la passeggiata è ancora ra del Cusio. piuttosto lunga, purché molto piacevole. In macchina potete, invece, trovare posto nel Scegliamo di arrivarci dalla Strada Provin- grande parcheggio al di sopra del paese, ciale 229: alla rotonda passiamo davanti per poi scendere a piedi nel centro storico. alla inconfondibile Villa Crespi, eretta da Benigno Crespi a fine Ottocento in stile Saranno i muri antichi di Orta, i suoi bal- arabo e oggi adibita a prestigioso Hotel. coni e i cancelli in ferro battuto che ornano Poco avanti prendiamo Via Gustavo Fon- gli stretti vicoli, le antiche pietre incise che tana Alpino, che termina proprio al grande ancora trasmettono il loro messaggio, le parcheggio dove lasciamo l’auto. Ci tro- piante e i fiori che profumano le vie a pri- viamo appena al di sopra del lago, accanto mavera, gli affreschi sulle case antiche e i ad alcuni noti alberghi e locali di ristoro, palazzi rinascimentali lungo la salita verso sul lato destro si vede anche un grazioso la luminosa chiesa parrocchiale, i lampioni campo da minigolf. Ma ciò che più attrae, all’imbrunire, la statua del pittore rivolta al proseguendo, è la vista dei tetti di Orta in lago, l’isola magica che si staglia di fronte. beola e cotto distesi sotto di noi e, al di so- Saranno tutte queste cose ma non solo, vi è pra di essi, l’isola immersa nel lago coro- qualcosa di intangibile che rimane nel cuo- nato da verdi montagne. re di chi ha la fortuna di vedere e conoscere Scendiamo lungo la stessa via e arriviamo questo luogo. in piazza S. Bernardino dove si trova una L’attuale “stretta del lupo”

visit to the village of Orta San Giulio stead by car you can find a place in the large car able Villa Crespi, erected by Benigno Crespi in Ais something you do not expect, its park above the town, and then descend on foot the late nineteenth century in Arabic style that charm gets new every time you go back. in the old village. now is a prestigious Hotel. Shortly before we take Via Gustavo Fontana Alpino, which ends Writing about Orta is not easy, great writers The ancient walls of Orta, its balconies and at the large parking lot where we leave the car. expressed their thoughts on it, as well as many wrought iron gates that adorn the narrow We are located just above the lake, next to some well-known authors and artists, all in love with streets, the ancient carved stones that still con- famous hotels and dining places, on the right this enchanting place. We shall only give you vey their message, the plants and flowers per- side you see a nice mini-golf course. But what directions to facilitate the visit and some hints fuming the streets in the spring, the frescoes mostly attracts, it is the view of the roofs of Orta to understand its atmosphere. on the old houses and Renaissance palaces on in gneiss and tiles lying below us and, above the climb towards the light parish church, the them, the island in the lake crowned by green It is certainly among the most beautiful street lamps at dusk, the statue of a painter mountains. towns in , since it has preserved dur- facing the lake, the magical island standing ing time its unique features, perhaps for the afore: all this creates a magical atmosphere. We descend along the same path and we ar- long episcopal government lasted many cen- But it’s not only this, there is something in- rive in Piazza San Bernardino where there is turies, or because it remained almost un- tangible that remains in the hearts of those one of the oldest and peculiar houses, called reachable directly, except from the lake. lucky enough to see and know this place. “the Enchantress House”, from the name of a typical shop of artistic ceramics. The house is Orta can be easily reached by the boats that Now we bring you virtually to see the most strik- part of the buildings that made up the com- dock in the central Piazza Motta, but you can ing and important places of Orta San Giulio, the plex of the church of San Bernardino, which also get there by train getting off at the small capital of the Cusio Riviera. is still present in the square that bears his station of Orta-, in Legro, a little coun- name. The first construction of this chapel try with painted walls: but the walk from here is We choose to get there from the Provincial Road dates back to the mid-1400s; it was later sold 24still quite long, even though very pleasant. In- 229: at the roundabout we pass the unmistak- to the Brotherhood of Barnabiti that in 1600 Guardando Casa Marangoni ci accorgiamo di trovarci nel mezzo della Salita Motta, proprio mentre la stanno allestendo con tantissimi vasi di fiori, per la festa annua- le di “Orta in fiore”. Guardiamo ammirati e decidiamo di proseguire verso l’alto per raggiungere la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, attratti dalla sua facciata il- luminata dal sole. Ma a Orta non si può fare un passo senza voltare lo sguardo per vedere cose grandi o piccoli particolari. La salita acciottolata af- fianca due splendidi palazzi d’epoca: sulla sinistra si trova il Palazzo neoclassico Pe- notti Ubertini, che spesso ospita importanti esposizioni; sulla destra si erge Palazzo Gemelli in stile tardorinascimentale, con il sottotetto affrescato da scene mitologiche dei Fiamminghini e alla base un esempio di giardino all’italiana. Casa Marangoni Pochi passi e raggiungiamo la chiesa par- delle case più antiche e particolari, chiama- lupo sbuca su Via Bersani, quella attuale rocchiale dedicata a Santa Maria Assunta, ta “casa della Maga”, dal nome di un ca- invece è un passaggio agevole e suggestivo edificata nel 1485 e ricostruita nel 1700. ratteristico negozio di ceramiche artistiche. che immette su Via Caire Albertoletti, nel- La facciata decorata con stucchi è opera La casa fa parte degli edifici che costitui- la parte conosciuta come Salita della Mot- dell’architetto Carlo Nigra. Il portale risale vano il complesso della chiesa di San Ber- ta. Uscendo dal sottopassaggio notiamo al XV secolo ed è realizzato in serpentino nardino, tuttora presente nella piazza che subito l’antica costruzione di fronte a noi, d’Oira come il prezioso ambone della Ba- porta il suo nome. La prima costruzione di si tratta di Casa Marangoni, il più vecchio silica di San Giulio sull’isola, ed è ornato questo oratorio risale alla metà del 1400; edificio di Orta risalente al 1300. Le pareti da delicate sculture floreali e simboliche. venne in seguito ceduto alla Confraternita sono deliziosamente affrescate con dipinti La base delle colonne del protiro di fronte dei Barnabiti che nel 1600 vi costruirono religiosi e le piccole finestre ci riportano al all’entrata hanno una particolarità: potrete accanto un piccolo collegio. E’ del 1939 il soprannome di “casa dei nani” che le viene notare alcuni tagli nella pietra, si dice che ritrovamento, durante lavori di scavo, di dato; sotto i suoi portici si svolgeva in pas- siano opera dei pescatori o dei contadini cinquanta resti dei confratelli posizionati a sato il mercato, una tradizione che ha luo- che, durante la messa, affilavano di nasco- raggiera. L’interno della chiesa di San Ber- go tuttora di mercoledì nell’ampia Piazza sto i loro strumenti sul marmo sacro per nardino è abbellito da affreschi eseguiti dal Motta e che risale al 1228. ingraziarsi un buon raccolto. Entriamo al- pittore ortese Luca Rossetti.

Da piazza San Bernardino ci attrae un pas- saggio a volta, si tratta dell’attuale Stretta del Lupo. Le strette erano angusti passaggi segreti che nel Medioevo immettevano nel borgo allora fortificato, da non oltrepassare in caso di pericolo. L’originale stretta del

built beside a small college. The find of 1939, the past the market, a tradition that still takes work of the architect Carlo Nigra. The portal during excavation, discovered the remains of place on Wednesday in the large Piazza Motta dates from the fifteenth century and is made fifty brethren positioned radially. The inte- and dates back to 1228. of Oira serpentine as the valuable pulpit in the rior of the church of San Bernardino is deco- Basilica of San Giulio island, and it is adorned rated with frescoes painted by Luca Rossetti Looking at Casa Marangoni we realize to be in with delicate floral and symbolic sculptures. of Orta. the middle of Salita della Motta, while they are The base of the columns of the porch in front setting it up with a lot of flower pots, for the of the entrance have a special feature: you can From Piazza San Bernardino we are attract- annual festival of “Orta in Fiore.” We admire see some cuts in the stone, it is said to be the ed by an archway, named Stretta del Lupo this scene and then decide to go up to reach work of the fishermen or farmers who, during (Wolf Narrow pass). The narrow ways were the parish church of Santa Maria Assunta, at- the Mass, secretly sharped their tools on the sa- cramped secret passages that led into the for- tracted by its façade illuminated by the sun. cred marble to ingratiate himself with a good tified village in the Middle Ages, it should In Orta you cannot take a step without turn- harvest. We go inside the church and admire not be crossed in case of danger. The original ing up to see big things or small details. The the paintings of the seventeenth and eighteenth Stretta del Lupo comes out on Via Bersani, climb cobbled alongside two beautiful historic century, carried out by Luca Rossetti, Giovanni the current one is instead a smooth transi- houses: on the left there is the neoclassical pal- Battista Cantalupi and Antonio Orgiazzi, there tion and suggestive inputting on Via Caire ace Penotti Ubertini, which often hosts major is also the precious presence of a painting of St. Albertoletti, in the part known as Salita della exhibitions; on the right stands Palazzo Gemelli Carlo Borromeo in Milan taking care of plague Motta. Leaving the subway we immediately in late Renaissance style, with the roof frescoed victims, a work by Giulio Procaccini. notice the old building in front of us, it’s with mythological scenes by Fiamminghini and Casa Marangoni, the oldest building in Orta completed with an example of Italian garden. Outside the church the sunlight catches us un- dating back to 1300. The walls are nicely prepared but then we see the panoramic view painted with religious pictures and small win- A few steps and we reach the parish church of stretching from the village of Orta to the is- dows take us back to the nickname of “Dwarf Santa Maria Assunta, built in 1485 and rebuilt land of San Giulio. On either side of the parish 24 House “; under its arcades was carried out in in 1700. The facade decorated with stucco is a church there are houses25 of particular architec- l’interno della chiesa e ammiriamone i di- pinti del Seicento e del Settecento, eseguiti da Luca Rossetti, Giovanni Battista Canta- lupi e Antonio Orgiazzi, preziosa inoltre la presenza di una tela raffigurante San Carlo Borromeo a Milano che si prende cura de- gli appestati, opera di Giulio Procaccini.

Fuori dalla chiesa la luce del sole ci coglie impreparati ma subito notiamo la vista pa- noramica che abbraccia il borgo di Orta e l’isola di San Giulio. Ai lati della parroc- chiale vi sono dimore dalle particolari ca- ratteristiche architettoniche, mentre sulla sinistra, superato palazzo Gemelli, la stra- da prosegue in direzione del . Riserva naturale e patrimonio del- l’Unesco, quale preziosa unione fra l’arte delle oltre venti cappelle dedicate alla vita di San Francesco e il paesaggio, è un patri- monio dell’umanità che unisce l’opera del- l’uomo alla natura; le cappelle del Sacro Monte vengono descritte in dettaglio dalla professoressa Lorena Baron, nella rubrica dedicata della nostra rivista.

Ridiscendiamo dalla Salita della Motta, gustandone ancora la vista, invece di per- correrla tutta, giriamo all’altezza di una piccola viuzza sulla destra, appena oltre Casa Marangoni. Si tratta di Via Bersani, una delle più antiche della città. Racchiusi sopra: la “Salita Motta” sotto: Palazzo Penotti Ubertini (a destra) e Palazzo Gemelli

tural features, while on the left, after the Gemelli the medieval village. The view is focused on era. Also via Olina is quite narrow but at times Palac,e the road continues in the direction of the the narrow perspective of Via Bersani, lit with opens on small streets leading to the lake, or on Sacred Mountain of Orta. Nature reserve and the soft light of the first streetlamps and by the inner courtyards enclosed by wrought iron lace, World Heritage Site, where precious union be- candles of a typical local; aside we see a low we see also the arches that connect the houses tween the art of over twenty chapels dedicated narrow pass: this was in fact the true “Stretta del and windows of Mediterranean style. Many to the life of St. Francis and the landscape, this Lupo”, that could not be passed over the ringing quaint shops where you can get lost and cafes to place is a World Heritage Site that combines the of vespers. stop for a break. Until the street name changes work of man to nature; the chapels of the Sa- into Via Bossi. In fact we arrive at the entrance cred Mount are described in detail by Professor We continue the way to the end and we arrive of the building of the Municipality, that is Villa Lorena Baron, in the section dedicated of our in a little cheerful tourist square, animated by Bossi. We enter and head to the garden on the magazine. many shops, bars, ice cream shops, cozy bench- lake, a figure seems to be intent on painting the es, but we feel always immersed in an atmos- landscape, we get closer and see that it is the We go back down the Salita della Motta, still en- phere of old times. statue of a painter, a symbol of all the artists that chanted by the view, but, rather than go straight, passed here. The view on the island, the garden we turn up a small alley on the right, just after From this small square departs Via Olina where and the simple beauty of Villa Bossi blend into Casa Marangoni. This is Via Bersani, one of the we continue our walk. This is the heart of the the landscape itself. We resume the way that oldest streets in the city. Enclosed in the nar- ancient village of Orta and all the details re- leads us to the church of San Rocco, built in row street, we can see incredible details on the call it. We find, for example, the “Stretta del 1631 by vote of the inhabitants freed from the walls of the houses, as the engraved stones of Bolzano”: another narrow pass where we see plague. On the façade it is represented the saint. the portals, some of which still remember when the oldest engraving on a lintel, depicting the From here the road continues as Via Motta. 26the lake water came to lap the first houses of island, the snake and the divisions of the Rivi- 27 Via Bersani nella stretta via, possiamo notare particola- no al lago, oppure su cortili interni racchiusi ri incredibili sulle mura delle case, come le da pizzi in ferro battuto, in alto notiamo ar- Architrave con pietre incise dei portali, alcune delle quali chi che collegano le case e finestre di gusto simboli arcaici in via Olina ancora ricordano quando l’acqua del lago mediterraneo. Molti i negozi caratteristici arrivava a lambire le prime case del bor- dove ci si può perdere e i locali tipici dove go medievale. La vista si concentra sulla fermarsi per una sosta. Finché la via cambia stretta prospettiva di Via Bersani, illumina- nome e diventa Via Bossi. Infatti arriviamo ta con la luce soffusa dei primi lampioni all’entrata del palazzo sede del Comune, ap- accesi e dalle candele di un caratteristico punto Villa Bossi. Entriamo e ci dirigiamo locale, a fianco notiamo una bassa strettoia verso il giardino sul lago, una figura pare es- che sale: questa era appunto la vera “stretta sere intenta a dipingere il paesaggio, ci avvi- del lupo”, da non oltrepassare oltre il rin- ciniamo e vediamo che si tratta della statua tocco del vespro. di un pittore, simbolo di tutti gli artisti pas- sati di qui. La vista sull’isola, il giardino e la Proseguiamo con incanto la via fino in sobria bellezza di Villa Bossi si fondono nel fondo e ci troviamo così su una piazzet- paesaggio stesso. Riprendiamo la Via che ta dal sapore turistico, allegra e animata ci porta alla chiesa di San Rocco edificata da tanti negozi, bar, gelaterie, accoglienti nel 1631 per voto degli ortesi liberati dalla panchine, sempre immersi in un’atmosfe- peste. Sulla facciata è rappresentato il santo. ra di altri tempi. Da qui la strada continua come Via Motta.

Dalla piccola piazza si diparte Via Olina, che Arriviamo al termine della via, superando iniziamo a percorrere. Questo è il cuore del la gradevole struttura dell’hotel San Roc- borgo antico di Orta e tutti i dettagli ce lo ri- co e raggiungiamo il piccolo sentiero che cordano. Troviamo ad esempio la Stretta del si snoda a pelo d’acqua per una rilassante Bolzano: su un muro si trova una architrave passeggiata. Il percorso passa davanti alle tra le più antiche dove le incisioni raffigu- belle ville signorili che si affacciano sul rano l’isola, il serpente e le divisioni della lungolago ma anche a piccole costruzio- Riviera. Anche Via Olina è piuttosto stretta ni dove si vive in tranquillità nel periodo Via Olina ma a tratti si apre su piccoli vicoli che porta- estivo; la quiete è rotta solo dal canto degli Casa Bossi We arrive at the end of the street, overcome the The other side of the square opens onto lovely Hotel San Rocco and reach the small the lake, facing the island of San Giulio, path that winds beside the water for a relaxing which seems so close to be touched; in walk. The path passes by the beautiful villas this little marina dock the boats of the that overlook the lake but also by small build- Navigation of as well as the ings where people live in peace during summer- private boats for passengers transport. time; the quiet is broken only by birdsong and the rustle of the trees and the reeds. In Piazza Motta stands the Palace of the Community, also called Palzzotto or Bro- Restored from this walk, we go back to finally letto which was the seat of the bishop’s arrive in the central Piazza Motta. The view estate of San Giulio, so it is the symbol opens on this large space enclosed on three of the long self-government that char- sides by old buildings and restaurants that stick acterized the community of the Riviera. out on the lake. The houses with delicate pastel The Broletto was built in 1582, after hav- colors have porches under which open bar with ing pulled down the walls that once sur- terrace that stretch in the square. At number 15 rounded the old medieval hamlet, with the of the porticoes of Piazza Motta, there is a portal remains of which was built the square and with the most recent and mysterious inscription, also the Community House. Its outside perhaps dating 1700 is written in greek and says walls are painted with the symbols of some “Entering this door you will see the future”, it bishops and the coat of arms of Orta, the 26 seems an esoteric sentence of good wishes. Hortus Conclusus: the enclosed garden. 27 a destra: rappresentazione dell’”Hortus Conclusus” sopra: Piazza Motta - sotto: “il Palazzotto” uccelli e dal fruscio delle fronde degli alberi e dei giunchi dei canneti. Ritemprati da questa camminata, tor- niamo indietro per arrivare finalmente nella centrale Piazza Motta. La vista si apre su questo ampio spazio racchiuso su tre lati da antiche costruzioni e dai ristoranti che si sporgono sul lago. Le case dai delicati colori pastello hanno portici sotto i quali si aprono bar coi dehors che si allungano nella piazza. Al numero civico 15 dei portici di Piazza Motta, si trova un portale con l’iscrizione più recente e misteriosa, forse del 1700: è scritta in greco e dice “Entrando da questa porta in- travedrai il futuro”, una frase augurale di tipo esoteri- co. L’altro lato della piazza si apre sul lago, rivolto all’isola di San Giulio, tanto vicina che sembra di poterla toccare; in questo porticciolo attraccano sia i battelli di linea della Navigazione del Lago d’Orta che i battelli privati per il trasporto passeggeri.

In Piazza Motta si erge il Palazzo della Comuni- tà, detto Palazzotto o Broletto che fu sede del feu-

Passeggiata a lago verso la località “Bagnera” Under the arches of the palace the Hotel Villa Crespi where we started our tour. life of the community government One of the first houses aligned along the took place, as well as in the living large street displays a plaque that still testi- room on the first floor; above the fies the binding of Orta with the artists and entrance door you can see a pic- special people who stayed there. The plate ture of a woman representing the shows this particular sentence: “In this house Justice. at the edge of the charming Cusio spent summers in serenity Cesare Angelo Bruni, We carry now on the opposite side renowned anatomist and seeker of the un- of the square and take Via Giovan- known, 1884-1955 - Students and admirers” netti. Here, too, we are struck by the style of the buildings, from the Ba- We walk on a beautiful cobblestone alley with roque windows and wrought iron new trees and lime trees, next to the hill where balconies. We arrive at Vicolo Cap- overlook some important mansions. But our puccini, that once lead to the cem- eyes turn to the lake, we can sit on the comfort- etery of San Quirico. We see the able parapet and watch the color of the water Trinity Church, built in 1727 by the reflecting the island with his hermitage, the will of the inhabitants of the Con- monastery Mater Ecclesiae and the Basilica of trada Moccarolo, it holds paintings San Giulio, around stand the houses of the can- by the local painter Luca Rossetti. ons. Orta has always been linked to the fascinat- ing history and the fate of its island, a place that Continuing on Via Giovannetti seems to come out from a spell, which we tell and Via Fava we are on the lake- about and accompany you in the next issue of 28 front panorama that reaches the our magazine. 29 Verso il lungolago di via Fava e l’edificio con la targa

Via Giovannetti Lungolago di Via Fava

do vescovile del Capitolo di San Giulio, Una delle prime case che fiancheggiano dove si affacciano alcune importanti ville simbolo quindi del lungo autogoverno che la strada ampia e luminosa mostra una signorili. Ma il nostro sguardo è rivolto al caratterizzò la comunità della Riviera. La targa che testimonia ancora il legame di lago, ci possiamo sedere sul comodo para- costruzione risale al 1582, dopo che furo- Orta con gli artisti e persone speciali che petto e osservare il colore dell’acqua che no abbattute le mura medievali che cinge- vi soggiornarono. La targa riporta questa riflette l’isola con il suo eremo, il mona- vano l’antico borgo, con i cui resti venne particolare frase: “In questa casa a bordo stero Mater Ecclesiae e la basilica di San realizzata la piazza e appunto il Palazzo del Cusio ridente trascorse in serenità le Giulio, intorno le case dei canonici. Orta della Comunità. Sulle pareti del Broletto estati Angelo Cesare Bruni, insigne ana- è da sempre legata alla storia affascinante sono affrescati i simboli di alcuni vescovi tomico e cercatore di ignoto, 1884-1955 e al destino della sua isola, un luogo che e lo stemma di Orta, l’Hortus Conclusus: il – Allievi ed ammiratori” sembra uscire da un incantesimo, di cui vi giardino racchiuso. narreremo e in cui vi accompagneremo nel Camminiamo su un bel viale acciottolato prossimo numero de Il Portale. Sotto le arcate del Palazzo si svolgeva la con alberi nuovi e tigli, a fianco del rilievo vita governativa della comunità, cosi come nel salone del primo piano: sopra la porta di entrata è infatti dipinta una donna che raffigura la Giustizia.

Ci portiamo ora sulla parte opposta della piazza, imboccando Via Giovannetti. An- che qui ci colpisce lo stile delle costru- zioni, dalle finestre barocche e i balconi in ferro battuto. Arriviamo all’altezza di Vicolo Cappuccini, detta stretta dei morti perché conduce al cimitero di San Quirico, e vediamo la chiesa della Trinità. Edifica- ta nel 1727 per volontà degli abitanti della Contrada Moccarolo, custodisce anch’essa dipinti del pittore locale Luca Rossetti.

Proseguendo su Via Giovannetti e Via Fava ci troviamo sul lungolago panorami- co che arriva fino all’Hotel Villa Crespi 28 da cui siamo partiti. 29 Navigare l’ambiente Rubrica a cura degli studenti del Liceo Scientifico G.Galilei di Borgomanero

Scuole e territorio Viaggio al Sacro Monte di Orta San Giulio. Cappella VII

n questa cappella è rappresentato il gruppo dei dodici frati francescani I(chiaro riferimento al numero degli apostoli) che si reca a Roma nel 1210 (tre anni dopo la conversione di Francesco) davanti a papa Innocenzo III ‘signore e da lui ebbe/ primo sigillo a sua reli- zate per la prosecuzione dei lavori. della chiesa e del mondo’ per sottopor- gione.’ (Dante, Paradiso, XI, vv. 91-93) La cappella settima è un edificio a pianta gli la Regola ed averne l’approvazione. La cappella settima fu co- ottagonale compiutamente barocco in ogni Innocenzo III, dopo un po’ di riluttanza struita tra il 1619 e il 1623. sua parte. Non si conosce con precisione e dopo avere visto il Laterano caden- La cappella venne realizzata, come l’architetto che l’ha progettata. L’invaso, te sostenuto da Francesco la approva. le cappelle precedenti, con i proventi a pianta ellittica e coperto a cupola, è il- Questo avvenimento è anche ricorda- della fabbriceria, che anche su sugge- luminato dall’alto da una lanterna la cui to nel canto decimoprimo del Paradi- rimento del vescovo Taverna, andava base è ancora ellittica, ma con le aperture so, che così recita: ‘Ma regalmente sua investendo i propri fondi in beni im- singolarmente ruotate rispetto agli assi. 30dura intenzione/ ad Innocenzo aperse, mobili le cui rendite venivano utiliz- L’ordine delle lesene (elemento archi- 31 tettonico addossato a parete che consiste telli Giovanni e Melchiorre d’Enrico; feti; sulla volta varie scene bibliche allusi- in un fusto) è fuori scala per proporzio- invece le altre statue, barocche, poste at- ve all’approvazione della Regola; sotto il ni, con accentuazione voluta delle entasi torno alle prime, vennero realizzate suc- pronao due frati invitano all’approvazione (rigonfiamento del fusto della colonna a cessivamente (1662) da Dionigi Bussola. della Regola e, infine, sulla volta san Fran- circa un terzo della sua altezza), mentre Gli affreschi, realizzati da Antonio cesco spiega la via della perfezione ai frati. il porticato in facciata è sostenuto da co- Maria Crespi (detto il Bustino), furo- La cancellata in ferro invece fu iniziata lonne binate che recano capitelli ionici. no conclusi nel 1629. È presente in da Stefano Penaggio di Milano (1623) e Le sculture del papa e dei cardinali, quin- questa cappella la firma del pittore e conclusa da Giovanni Pietro Arbana in dici delle venti statue totali, sono posti l’anno di lavoro: 1629, 24 novembre . concomitanza con Giovanni Ambrogio 30 nell’abside (1634) e sono opera dei fra- Sui pilastri sono rappresentati Santi e Pro- nel 1634. 31 www.ilportaletv.it

Eventi

UnPaesea Al via SeiCorde la decima edizione

a rassegna vuole avvicinare il giovani chitarristi di sicuro avvenire già pubblico ai linguaggi musicali seguitissimi sulla Rete, da tutto il mon- Lcontemporanei per chitarra, a do. Da più anni le scelte dell’organizza- forme innovative non riconducibili a zione mirano a dare spazio e visibilità generi. E’ una proposta di “musica con- a giovani talenti (soprattutto italiani) temporanea per chitarra acustica”, che contando su una percentuale di under valorizza il movimento di ricerca, di as- 35 veramente alta. soluto livello, che si è costituito intorno La ormai consolidata sezione Chitar- a questo strumento. ra Femminile Singolare ospiterà il Per il 2015 la rassegna propone un vero duo Presti e Martina Barlotta, formi- “Padiglione Italia” . Il cartellone, infat- dabili interpreti del repertorio classi- ti, portando all’estremo le scelte fatte co, per proseguire con due specialiste negli anni passati, si configura come delle corde d’acciaio: Giulia Millanta una vetrina del mondo chitarristico e Illona Bolou (francese ma scoperta italiano. Con punti di forza di assolu- e prodotta dall’italianissimo Andrea to livello internazionale come Beppe Castelfranato). Gambetta, i “maestri” Giovanni Pelo- Liutai sul Lago che da 3 anni raccoglie si, Armando Corsi (per anni al fianco curiosi e appassionatissimi che voglio- di Ivano Fossati) e Fausto Mesolella no saperne di più sui segreti di grandi (Avion Travel), dei rappresentanti di artigiani e che ne vogliono provare le no l’azienda che produce amplificatori, una ricerca musicale particolarmente creazioni, ospiterà in questa edizione microfoni e ausili tecnici per la musica avanzata come Sergio Altamura e Da- i liutai Maurizio Cuzzolin da Trevi- acustica avrà l’occasione di presentare vide Sgorlon, e dei professionisti geniali so, Davide Serracini da Roma, Mauro la sua produzione in un evento europeo come il duo Bruskers o i poeticissimi Gaudenzi e Samuele Fabbri della Gf di forte richiamo. Verna & Bongianino e la formazione Guitars di Riccione, titolari di labora- La terza in settembre sarà lo “Chate- degli Officina Acustica Quartet. A chiu- tori innovativi, ai vertici della liuteria lier Day” programmato a Cressa dove, dere un ritorno che gli organizzatori internazionale. Novità assoluta saran- grazie alla collaborazione con l’Asso- hanno fortemente voluto: gli “oriundi” no le Giornate a tema. ciazione La Sesta Corda, verrà allesti- Dilene Ferraz e Sergio Fabian Lavia, La prima a luglio sarà il “Ramirez ta un’esposizione di strumenti e sarà sudamericani ormai “lombardizzati” Day” e si svolgerà presso la prestigiosa possibile assistere a dimostrazioni po- da un insediamento di lunga data sul Villa San Remigio di Verbania, con la meridiane e al concerto serale che ve- lago di Como. presenza della Signora Amalia Ramirez drà protagonisti numerosi chitarristi Unica concessione agli stranieri sarà la di Madrid, discendente di una dinastia testimonial. straordinaria presenza di Ian Melrose e di liutai che ha preparato strumenti per Manfred Leuchter, anglo-tedeschi, vir- i più grandi chitarristi classici del ‘900. Non perdete l’edizione del decennale. tuosi della chitarra e della fisarmonica, La giornata si concluderà con un pre- Per ogni informazione navigate sui imbattibili ambasciatori della musica stigioso concerto classico con interpreti siti e cercate su Facebook. in tutto il mondo. italiani di livello internazionale su chi- www.unpaeseaseicorde.it La sezione V.I.A.! (“Volare in Alto!”) tarre Ramirez. [email protected] darà spazio a Raf Qu, Antonello Fiam- La seconda ad agosto sarà lo “Schertler www.lafinestrasullago.it 32ma, Luca Stricagnoli e Andrea Baileni, Day”. Ospitata a Villa Nigra a Miasi- [email protected] Dal 6 maggio al 4 luglio 2015

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