ALLEGATO A Elaborato QC_03 “Indagine Conoscitiva di livello comunale: Lettura del Contesto Locale”

Premessa Il presente Allegato riproduce i contenuti della “Sperimentazione” - condotta dal Settore Agricoltura della Provincia di Lodi - relativamente al PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEI COMUNI DI CERVIGNANO D’ADDA E MULAZZANO. La “Sperimentazione” fu redatto in attuazione del Protocollo di Intesa sottoscritto con i due Comuni in fase di redazione del PGT vigente (2009) e utilizzato come base, da parte dell’Ente, per la redazione del parere di competenza espresso rispetto al sopra richiamato strumento di governo del territorio.

‹‹ INTRODUZIONE

La presente relazione è stata redatta allo scopo di fornire all’Amministrazione provinciale uno strumento tecnico a supporto dell’attività istruttoria funzionale all’espressione del parere di competenza nell’ambito del processo di VAS del Piano di Governo del Territorio (PGT) dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano. Di seguito sono descritti in sintesi i contenuti della relazione presentata: A. Caratterizzazione del territorio dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano; B. Interpretazione degli elementi caratterizzanti il territorio comunale e applicazione della metodologia di analisi multicriteri per la valutazione del territorio; C. Caratterizzazione delle attività agricole insediate nei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano.

A. CARATTERIZZAZIONE DEL TERRITORIO DEI COMUNI DI CERVIGNANO D’ADDA E MULAZZANO

In questa sezione sono riportati i risultati della attività di ricognizione delle proprietà del territorio dei Comuni in esame, finalizzata a costruire un primo sistema della conoscenza di Cervignano d’Adda e Mulazzano. A tal fine sono state reperite e indagate le fonti informative disponibili all’interno del Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Lodi, con particolare riguardo alle basi di dati territoriali che più qualificano le aree destinate all’attività agricola. Gli strati informativi selezionati, riferiti a pedologia (fonte: ERSAL, Ente Regionale di Sviluppo Agricolo della Lombardia), idrografia (Base dati geografica della Regione Lombardia in scala 1:10000 e Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), vie di comunicazione (PTCP), ambiti ed elementi di rilevante valore ambientale (PTCP), geomorfologia (PTCP), rete ecologica (PTCP), zone vulnerabili (PTCP e SIT Agricoltura), destinazione funzionale del territorio (mosaico PRG), azzonamenti del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, uso del suolo agricolo (SIT Agricoltura), zootecnia (SIT Agricoltura), formazioni forestali (Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Lodi), sono riprodotti sottoforma cartografica per predisporre uno strumento di facile lettura nonché la base di riferimento utilizzata per le elaborazioni successive. Gli strati informativi di riferimento individuati per inquadrare e caratterizzare il territorio dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano sono raffigurati di seguito.

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Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 13 B. INTERPRETAZIONE DEGLI ELEMENTI CARATTERIZZANTI IL TERRITORIO COMUNALE E APPLICAZIONE DELLA METODOLOGIA DI ANALISI MULTICRITERI PER LA VALUTAZIONE DEL TERRITORIO

Gli strati informativi selezionati e raffigurati nelle pagine precedenti offrono una panoramica generale dei caratteri del territorio dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano. Il rilievo degli elementi territoriali più significativi ha rappresentato il primo passo per la caratterizzazione e la definizione delle proprietà degli ambiti comunali sottoposti a valutazione. La fase di lavoro successiva è consistita nell’applicazione dello schema metodologico implementato nel Sistema Informativo Territoriale Agricolo della Provincia di Lodi, finalizzata a costruire e derivare, secondo la logica delle analisi a molti criteri, nuove informazioni utili alla valutazione del territorio. Il metodo di valutazione implementato, di seguito descritto in dettaglio, con particolare riguardo alle aree destinate all’attività agricola ha consentito di interpretare i caratteri del territorio di Cervignano d’Adda e Mulazzano e, mediante un sistema di ponderazione, di combinare singole informazioni per ottenere una serie di indici multifattoriali sulla base dei quali esaminare i territori comunali a un livello di analisi più particolareggiato rispetto a una semplice lettura che scaturisca dalla sovrapposizione di strati informativi (confini comunali sovrapposti alle cartografie di base).

B.1 SCHEMA METODOLOGICO SVILUPPATO DALLA PROVINCIA DI LODI PER LA VALUTAZIONE DEL TERRITORIO BASATO SU ANALISI MULTICRITERI

Il Settore Agricoltura e Ambiente Rurale della Provincia di Lodi, con il supporto dell’Istituto di Ingegneria Agraria dell’Università degli Studi di Milano, ha messo a punto e implementato nel SIT uno schema metodologico per la valutazione e la classificazione del territorio lodigiano a livelli di dettaglio diversi, in funzione delle specifiche finalità delle elaborazioni di volta in volta predisposte. Le attività svolte in questa direzione possono riassumersi nel modo seguente: 1. costruzione di database numerici; 2. definizione dei criteri di interrogazione dei database numerici; 3. definizione delle procedure per lo sviluppo di analisi multicriteri.

1. Costruzione di database numerici Le informazioni disponibili sono state ordinate e organizzate per progettare una serie di banche dati numeriche. Nello specifico, le informazioni sono state ordinate in funzione del proprio livello di dettaglio e suddivise in tre categorie: A. cartografia (informazioni con dettaglio comunale o sovracomunale); B. allevamenti (informazioni con dettaglio aziendale); C. colture (informazioni con dettaglio particellare). Per ciascuna categoria è stato definito un percorso specifico per derivare un dato per ognuno dei tre livelli di analisi del territorio previsti (comunale, aziendale, particellare), sinteticamente descritti di seguito.

A.1 Costruzione del database cartografico comunale A livello comunale, il database cartografico è stato costruito per sovrapposizione di tematismi cartografici in ambiente GIS-arcview. L’incrocio tra il tematismo costituito dai confini comunali e i diversi strati cartografici selezionati ha consentito di derivare un’informazione numerica, per ognuna delle cartografie utilizzate, per tutti i comuni.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 14 Tra le cartografie utilizzate si ricordano la pedologia, il parco Adda sud, i PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale), la rete ecologica, le zone umide.

A.2 Costruzione del database cartografico aziendale A livello aziendale, le informazioni concernenti la cartografia sono derivate mediando le informazioni legate alle particelle catastali come descritto nel punto A.3, dal momento che per ogni azienda agricola sono note le particelle catastali possedute (di proprietà o in affitto).

A.3 Costruzione del database cartografico particellare Il database cartografico delle particelle catastali è stato costruito con lo stesso procedimento illustrato per i comuni: le informazioni ottenute in ambiente GIS, legate fisicamente ai poligoni catastali, consentono di qualificare ogni singola particella.

B.1 Costruzione del database allevamenti comunale Il database comunale relativo agli allevamenti zootecnici (informazioni relative al numero di capi per specie e categoria animale, al carico di peso vivo e al quantitativo di elementi nutritivi escreti dagli animali) è stato costruito a partire dai dati dei singoli allevamenti e aggregando i dati di tutti gli allevamenti situati in un determinato comune.

B.2 Costruzione del database allevamenti aziendale Le informazioni relative agli allevamenti zootecnici sono già organizzate su scala aziendale per cui, nel momento in cui si rendono disponibili dopo richiesta di scarico dati avanzata al S.I.A.R.L. (Sistema Informativo Agricolo Regione Lombardia), sono state strutturate sotto forma tabellare.

B.3 Costruzione del database allevamenti particellare Per costruire il database particellare riferito agli allevamenti zootecnici sono state utilizzate le informazioni disponibili a scala aziendale: il dato aziendale è stato ripartito fra le particelle catastali dell’azienda stessa, tenuto conto dell’estensione di ciascun mappale espressa come percentuale della superficie complessiva dell’allevamento.

C.1 Costruzione del database colture comunale La banca dati comunale relativa alle colture è stata progettata aggregando le informazioni di tutte le particelle catastali di un determinato comune. Le informazioni contenute nel database fanno riferimento al tipo di utilizzo del suolo: a ogni tipologia di utilizzo è associata la superficie investita.

C.2 Costruzione del database colture aziendale Il database aziendale delle colture è stato costruito con lo stesso metodo descritto per i comuni, ovvero aggregando le informazioni di tutte le particelle catastali di una data azienda.

C.3 Costruzione del database colture particellare Il database relativo alle colture, scaricato dal SIARL, è già organizzato su maglia particellare: la banca dati scaricata, infatti, contiene tutte le particelle agricole della Provincia di Lodi, ciascuna con il proprio utilizzo e la superficie utilizzata.

2. Definizione dei criteri di interrogazione dei database numerici Dopo aver predisposto i database numerici, ne sono stati definiti i criteri di interrogazione, allo scopo di derivare informazioni utili per la caratterizzazione e la valutazione del territorio lodigiano. Nello specifico sono stati definiti tre diversi criteri di interrogazione dei database costruiti, selezionabili dall’utente:

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 15 A. criterio della presenza; B. criterio della prevalenza; C. criterio del valore.

A. Criterio della presenza Il criterio della presenza è stato messo a punto per poter derivare un’informazione del tipo sì/no per una qualunque delle informazioni contenute nei database numerici. Per le informazioni interrogate (campi dei database), il sistema legge nel database i record del campo selezionato e associa il valore sì alla presenza di informazioni (record in cui è letto un valore), e il valore no all’assenza di informazioni (ovvero ai record con valore 0). Di seguito è riportato l’esempio dell’interrogazione del campo Superficie a parco del database comunale relativo alla cartografia (tabella 1); l’elaborazione delle informazioni del campo interrogato restituisce una tabella nella quale sono classificati come sì tutti i comuni con una parte di territorio all’interno del Parco Adda Sud, mentre come no i comuni senza superfici nel Parco (tabella 2).

Tabella 1. Database cartografico comunale.

Comune Superficie a parco (ha) COMUNE 1 367 COMUNE 2 1560 COMUNE 3 586 COMUNE 4 0 COMUNE 5 0 COMUNE 6 0 COMUNE 7 906 COMUNE 8 0 COMUNE 9 0 COMUNE 10 0

Tabella 2. Risultati dell’elaborazione delle informazioni del campo Superficie a parco con il criterio della presenza.

Comune Superficie a parco COMUNE 1 sì COMUNE 2 sì COMUNE 3 sì COMUNE 4 no COMUNE 5 no COMUNE 6 no COMUNE 7 sì COMUNE 8 no COMUNE 9 no COMUNE 10 no

B. Criterio della prevalenza Con il criterio della prevalenza viene valutato un insieme di informazioni, ovvero di campi, dei database numerici costruiti. Per il gruppo di campi selezionati, il sistema attribuisce a ogni comune, azienda o particella catastale l’informazione relativa al campo in cui legge il valore più alto o, in altri termini, l’informazione prevalente. Di seguito (tabelle 3 e 4) è riportato l’esempio dell’interrogazione dei campi relativi alla capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque profonde del database cartografico aziendale.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 16 Tabella 3. Database cartografico aziendale.

Azienda Capacità protettiva B (ha) Capacità protettiva E (ha) Capacità protettiva M (ha) AZIENDA 1 5,6 0 1,8 AZIENDA 2 3,4 1,6 14,3 AZIENDA 3 6,5 0 0,4 AZIENDA 4 3,9 6,8 10,6 AZIENDA 5 2,1 26 1,2 AZIENDA 6 2,6 5,3 8 AZIENDA 7 1,4 0 10,6 AZIENDA 8 17 0,7 6 AZIENDA 9 15,4 0 3 AZIENDA 10 0,7 3,6 9,5

Tabella 4. Risultati dell’elaborazione delle informazioni relative alla capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque profonde con il criterio della prevalenza.

Azienda Capacità protettiva AZIENDA 1 B AZIENDA 2 M AZIENDA 3 B AZIENDA 4 M AZIENDA 5 E AZIENDA 6 M AZIENDA 7 M AZIENDA 8 B AZIENDA 9 B AZIENDA 10 M

C. Criterio del valore Attraverso il criterio del valore, le informazioni contenute nei database vengono elaborate per derivare un indice numerico unico per comune, azienda o particella catastale. Il sistema traduce i valori numerici dell’informazione interrogata in indici, ponendo uguale a 100 il valore più alto registrato e calcolando gli altri indici attraverso una proporzione. In altre parole, il sistema assegna l’indice 100 al comune, all’azienda o alla particella col valore più alto per l’informazione selezionata, calcolando poi i restanti indici. Di seguito è presentato, a titolo dimostrativo, l’esempio riferito al database particellare relativo alle colture, interrogato sulla base della superficie a mais: in tabella 5 è illustrato il database costruito, mentre in tabella 6 sono riportati i risultati dell’elaborazione.

Tabella 5. Database colture particellare.

Particella Superficie a mais (ha) PARTICELLA 1 1,6 PARTICELLA 2 0,2 PARTICELLA 3 2,5 PARTICELLA 4 1 PARTICELLA 5 0 PARTICELLA 6 5,7 PARTICELLA 7 7 PARTICELLA 8 2,2 PARTICELLA 9 5 PARTICELLA 10 0

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 17 Tabella 6. Risultati dell’elaborazione delle informazioni relative alla superficie a mais con il criterio del valore.

Particella Superficie a mais PARTICELLA 1 (1,6/7)*100=23 PARTICELLA 2 (0,2/7)*100=3 PARTICELLA 3 (2,5/7)*100=36 PARTICELLA 4 (1/7)*100=14 PARTICELLA 5 (0/7)*100=0 PARTICELLA 6 (5,7/7)*100=81 PARTICELLA 7 100 PARTICELLA 8 (2,2/7)*100=31 PARTICELLA 9 (5/7)*100=71 PARTICELLA 10 (0/7)*100=0

3. Definizione delle procedure per lo sviluppo di analisi multicriteri I criteri di interrogazione dei database numerici messi a punto consentono di derivare un’informazione unica (per comune, azienda o particella catastale) per uno specifico set di dati selezionato. Per poter combinare informazioni di diverso tipo è stato implementato uno schema di analisi multicriteri per derivare degli indici multifattoriali. Lo schema di analisi adottato poggia su una metodologia basata sulla ponderazione e indicizzazione di una serie di informazioni per calcolare un indice per una data combinazione di fattori. Il sistema di ponderazione è stato introdotto per diversificare l’effetto delle singole informazioni all’interno di un’analisi multicriteri. In una combinazione di fattori, infatti, ogni fattore ha la propria importanza, esplicitata da un peso definito dall’utente. In particolare, il metodo adottato si basa sull’applicazione modificata dell’Analytic Hierarchy Process proposta da Belton & Gear nel 1983 e largamente utilizzata in applicazioni dell’analisi multicriteria. Nello specifico della metodica sviluppata è stato posto che il peso sia un numero con estremi 0 e 10. È evidente che un peso uguale a 10 viene assegnato al fattore (o ai fattori) giudicato di importanza massima dall’utente per l’analisi effettuata; viceversa, viene assegnato un peso basso, fino a un valore limite uguale a 0, ai fattori ritenuti di secondaria importanza. La definizione del valore dei pesi, in altri termini, è il risultato di una valutazione soggettiva compiuta dall’utente; i pesi sono definiti in relazione all’obiettivo dell’elaborazione richiesta, per cui allo stesso fattore possono essere assegnati pesi diversi. Una volta definiti i pesi, il software di calcolo, per ogni informazione, moltiplica il valore risultante dall’interrogazione del rispettivo database secondo uno dei criteri spiegati in precedenza per il peso e calcola un indice relativo. L’indice multifattoriale è il risultato della somma di tutti gli indici relativi; infine, gli indici multifattoriali sono normalizzati a 100. A titolo di esempio è proposto lo svolgimento di un’analisi multicriteri volta a valutare il territorio sulla base dell’esistenza di un’agricoltura di tipo intensivo in zone sensibili dal punto di vista ambientale; il livello di indagine scelto è quello comunale. Le informazioni selezionate per eseguire l’analisi fanno riferimento alla vulnerabilità degli acquiferi, alla capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque superficiali e alla superficie investita a mais. La vulnerabilità degli acquiferi e la capacità protettiva verso le acque superficiali sono state selezionate per descrivere la sensibilità ambientale del territorio, nella fattispecie la sensibilità dei corpi idrici sotterranei e di superficie. La superficie a mais è stata selezionata per esprimere il

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 18 carattere di intensività dell’agricoltura, dal momento che il mais è una delle colture che richiede il maggior utilizzo di mezzi tecnici. Scopo della valutazione è derivare un indice multifattoriale sulla base del quale classificare i comuni della provincia di Lodi: in particolare, gli indici più alti caratterizzeranno i comuni con superficie con vulnerabilità degli acquiferi elevata, con suoli con bassa capacità protettiva nei confronti delle acque superficiali e con elevate superfici destinate alla coltivazione di mais da granella. In altre parole gli indici più alti contraddistingueranno i comuni in cui l’attività agricola esercita il maggior impatto ambientale, ovvero i comuni in cui attendersi il maggior rischio di inquinamento delle acque causato dall’agricoltura. Nelle fasi preliminari dell’analisi è stato stabilito di interrogare il database cartografico comunale con il criterio della presenza per quanto riguarda la vulnerabilità degli acquiferi e con il criterio della prevalenza relativamente alla capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque superficiali, mentre il database colture è stato interrogato con il criterio del valore in relazione alla superficie coltivata a mais: i valori risultanti sono riportati in tabella 7.

Tabella 7. Risultati dell’interrogazione dei database comunali.

Comune Superficie a vulnerabilità acquiferi elevata Capacità protettiva acque superficiali Superficie a mais COMUNE 1 no M 100 COMUNE 2 sì B 15 COMUNE 3 sì M 87 COMUNE 4 sì M 46 COMUNE 5 no E 45 COMUNE 6 sì B 10 COMUNE 7 sì M 52 COMUNE 8 no M 70 COMUNE 9 no E 65 COMUNE 10 sì E 70

Per lo svolgimento dell’analisi sono stati definiti i seguenti pesi:

- vulnerabilità acquiferi elevata 3 - sì 1 - no 0 - capacità protettiva acque superficiali 6 - B 10 - M 5 - E 2 - superficie a mais 10

Relativamente alla vulnerabilità degli acquiferi e alla capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque superficiali è stato previsto un doppio livello di pesatura, il primo per tutti i valori verificati delle informazioni selezionate, il secondo per le informazioni vere e proprie (vulnerabilità, capacità protettiva); i singoli valori pesati, inoltre, sono stati indicizzati assegnando l’indice 100 al valore pesato più alto e calcolando l’indice di tutti gli altri valori attraverso una proporzione. Per quanto riguarda la superficie a mais è stata prevista un'unica ponderazione, dal momento che le informazioni sono già rapportate a 100, avendo stabilito di interrogare il database colture con il criterio del valore. I calcoli effettuati dal sistema sono riportati di seguito: nella tabella 8 sono riportati i valori, pesati e indicizzati, relativamente alla vulnerabilità degli acquiferi e alla capacità protettiva delle acque superficiali, mentre in tabella 9 sono riportati gli indici multifattoriali calcolati per i comuni.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 19 Tabella 8. Valori pesati e indicizzati relativi alla vulnerabilità degli acquiferi e alla capacità protettiva delle acque superficiali (primo livello di pesatura).

Comune Superficie a vulnerabilità acquiferi elevata Capacità protettiva acque superficiali valori pesati valori indicizzati valori pesati valori indicizzati COMUNE 1 0 0 5 50 COMUNE 2 1 100 10 100 COMUNE 3 1 100 5 50 COMUNE 4 1 100 5 50 COMUNE 5 0 0 2 20 COMUNE 6 1 100 10 100 COMUNE 7 1 100 5 50 COMUNE 8 0 0 5 50 COMUNE 9 0 0 2 20 COMUNE 10 1 100 2 20

Tabella 9. Indici comunali multifattoriali.

Comune Indice multifattoriale calcolato Indice multifattoriale normalizzato COMUNE 1 (0*3)+(50*6)+(100*10)=1300 (1300/1470)*100=88 COMUNE 2 (100*3)+(100*6)+(15*10)=1050 (1050/1470)*100=71 COMUNE 3 (100*3)+(50*6)+(87*10)=1470 100 COMUNE 4 (100*3)+(50*6)+(46*10)=1060 (1060/1470)*100=72 COMUNE 5 (0*3)+(20*6)+(45*10)=570 (570/1470)*100=39 COMUNE 6 (100*3)+(100*6)+(10*10)=1000 (1000/1470)*100=68 COMUNE 7 (100*3)+(50*6)+(52*10)=1120 (1120/1470)*100=76 COMUNE 8 (0*3)+(50*6)+(70*10)=1000 (1000/1470)*100=68 COMUNE 9 (0*3)+(20*6)+(65*10)=770 (770/1470)*100=52 COMUNE 10 (100*3)+(20*6)+(70*10)=1120 (1120/1470)*100=76

Lo schema metodologico sviluppato consente di elaborare la massa di dati raccolti allo scopo di derivare informazioni utili sia per una miglior conoscenza del territorio, sia come supporto all’attività pianificatoria e di programmazione dell’amministrazione provinciale. Relativamente all’analisi multicriteri proposta, infatti, sono stati individuati gli ambiti territoriali (comuni 3 e 1) a maggior rischio di inquinamento delle acque in cui potrebbero essere realizzati studi di maggior dettaglio per monitorare lo stato dei corpi idrici. L’efficacia del sistema di valutazione implementato nel SIT risiede in una struttura aperta che garantisce la massima flessibilità all’utente in relazione alla definizione delle elaborazioni ottenibili, alla individuazione delle informazioni disponibili e alla scelta dei criteri di ponderazione utilizzabili. In sintesi è riportato uno schema riassuntivo della sequenza di operazioni realizzabili dall’utente per eseguire un’analisi multicriteri allo scopo di ottenere informazioni derivate: 1. scelta dell’elaborazione da effettuare; 2. scelta della scala di dettaglio a cui svolgere l’elaborazione; 3. individuazione delle informazioni utili per lo svolgimento dell’elaborazione; 4. scelta del criterio di interrogazione dei database numerici; 5. definizione delle gerarchie tra le informazioni individuate; 6. definizione dei pesi delle informazioni selezionate. Il sistema di valutazione del territorio implementato nel SIT è schematizzato in figura 1.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 20 Database Database Database cartografia allevamenti colture

interrogazione

- presenza - prevalenza informazione A B C - valore valore comunale A1 B1 C1 valore aziendale A2 B2 C2 valore particellare A3 B3 C3 peso P1 P2 P3

valore x peso = indice relativo

Σ indici relativi

Indice multifattoriale

Figura 1. Schema del sistema di valutazione del territorio implementato nel Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Lodi.

B.2 APPLICAZIONE DELLO SCHEMA METODOLOGICO PER LA VALUTAZIONE DEL TERRITORIO DEI COMUNI DI CERVIGNANO D’ADDA E MULAZZANO

Come già esposto, la metodologia di analisi del territorio descritta in precedenza è stata applicata nel contesto di Cervignano d’Adda e Mulazzano per costruire una serie di indici utili alla classificazione e alla valutazione del territorio dei due Comuni. Di seguito sono riportate le elaborazioni effettuate. È opportuno precisare che per la costruzione degli indici, i territori di Cervignano d’Adda e Mulazzano sono stati riuniti e considerati come un unico ambito territoriale. Gli indici multifattoriali sono stati costruiti a scala di particella catastale. A supporto delle elaborazioni è stata progettata una banca dati in ambiente Access contenente tutte le particelle di Cervignano d’Adda e Mulazzano: le informazioni numeriche e cartografiche raccolte sono state organizzate in modo da derivare, per ogni poligono catastale, un valore per ciascuna informazione selezionata. Uno scorcio del database progettato è riportato in figura 2, mentre in tabella 10 sono riportati i campi e una sintetica descrizione degli stessi.

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Figura 2. Database particellare dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 22 Tabella 10. Campi del database particellare dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano: nome e descrizione.

NOME CAMPO DESCRIZIONE

ID codice identificativo della particella catastale (codice istat comune_foglio_mappale) 2 AREA superficie della particella catastale (m ) 2 Capacità d'uso classe 1 superficie della particella catastale adatta all'agricoltura con scarse o nulle limitazioni (m ) 2 Capacità d'uso classe 2 superficie della particella catastale adatta all'agricoltura con alcune lievi limitazioni (m ) 2 Capacità d'uso classe 3 superficie della particella catastale adatta all'agricoltura con severe limitazioni (m ) 2 Capacità d'uso classe 4 superficie della particella catastale adatta all'agricoltura con limitazioni molto forti (m ) 2 Capacità d'uso sottoclasse e superficie della particella catastale con rischio di erosione (m ) 2 Capacità d'uso sottoclasse es superficie della particella catastale con rischio di erosione e limitazioni pedologiche (m ) 2 Capacità d'uso sottoclasse s superficie della particella catastale con limitazioni pedologiche (m ) 2 Capacità d'uso sottoclasse s/w superficie della particella catastale con limitazioni pedologiche e eccesso idrico (m ) 2 Capacità d'uso sottoclasse w superficie della particella catastale con eccesso idrico (m ) 2 Capacità d'uso sottoclasse ws superficie della particella catastale con eccesso idrico e limitazioni pedologiche (m ) 2 Spandimento fanghi A superficie della particella catastale adatta allo spandimento dei fanghi di depurazione urbana (m ) 2 Spandimento fanghi M superficie della particella catastale moderatamente adatta allo spandimento dei fanghi di depurazione urbana (m ) 2 Spandimento fanghi N superficie della particella catastale non adatta allo spandimento dei fanghi di depurazione urbana (m ) 2 Spandimento fanghi P superficie della particella catastale poco adatta allo spandimento dei fanghi di depurazione urbana (m ) 2 Spandimento liquami A superficie della particella catastale adatta allo spandimento agronomico dei liquami zootecnici (m ) 2 Spandimento liquami M superficie della particella catastale moderatamente adatta allo spandimento agronomico dei liquami zootecnici (m ) 2 Spandimento liquami N superficie della particella catastale non adatta allo spandimento agronomico dei liquami zootecnici (m ) 2 Spandimento liquami P superficie della particella catastale poco adatta allo spandimento agronomico dei liquami zootecnici (m ) 2 Capacità protettiva acque profonde B superficie della particella catastale con capacità protettiva del suolo nei confronti delle acque profonde bassa (m ) 2 Capacità protettiva acque profonde E superficie della particella catastale con capacità protettiva del suolo nei confronti delle acque profonde elevata (m ) 2 Capacità protettiva acque profonde M superficie della particella catastale con capacità protettiva del suolo nei confronti delle acque profonde moderata (m ) 2 Capacità protettiva acque superficiali B superficie della particella catastale con capacità protettiva del suolo nei confronti delle acque superficiali bassa (m ) 2 Capacità protettiva acque superficiali E superficie della particella catastale con capacità protettiva del suolo nei confronti delle acque superficiali elevata (m ) 2 Capacità protettiva acque superficiali M superficie della particella catastale con capacità protettiva del suolo nei confronti delle acque superficiali moderata (m ) 2 Superficie in parco superficie della particella catastale nel Parco Adda Sud (m ) 2 Superficie fuori parco superficie della particella catastale fuori dal Parco Adda Sud (m ) 2 Superficie in sin superficie della particella catastale in siti di importanza nazionale (m ) 2 Superficie fuori sin superficie della particella catastale fuori da siti di importanza nazionale (m ) Distanza da corsi d'acqua distanza minima della particella catastale da un corso d'acqua (m) Distanza da fiumi principali distanza minima della particella catastale dai fiumi principali (Po, Adda, Lambro) (m) Distanza da canali di rilevante valore ambientale distanza minima della particella catastale da canali di rilevante valore ambientale (m) Distanza da corsi d'acqua storici distanza minima della particella catastale da corsi d'acqua storici (m) Distanza da argini distanza minima della particella catastale da argini (m) Distanza da strade distanza minima della particella catastale da strade (m) Distanza da ferrovia distanza minima della particella catastale dalla ferrovia (m) Distanza da zone residenziali distanza minima della particella catastale da zone residenziali (m) Distanza da zone produttive distanza minima della particella catastale da zone produttive (m) Distanza da percorsi ambientali distanza minima della particella catastale da piste e itinerari ciclabili (m) 2 Superficie nella rete ecologica superficie della particella catastale nella rete ecologica (m ) 2 Superficie fuori dalla rete ecologica superficie della particella catastale fuori dalla rete ecologica (m )

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 23 2 Superficie in zone umide superficie della particella catastale in zone umide (m ) 2 Superficie fuori zone umide superficie della particella catastale fuori da zone umide (m ) 2 Superficie con vulnerabilità acquiferi elevata superficie della particella catastale con vulnerabilità degli acquiferi elevata (m ) 2 Superficie senza vulnerabilità acquiferi elevata superficie della particella catastale senza vulnerabilità degli acquiferi elevata (m ) 2 Superficie in zona vulnerabile superficie della particella catastale in zone vulnerabili da nitrati ai sensi della direttiva 91/676 CE (m ) 2 Superficie in zona non vulnerabile superficie della particella catastale in zone non vulnerabili da nitrati ai sensi della direttiva 91/676 CE (m ) Distanza dal canale Muzza distanza minima della particella catastale dal canale Muzza (m) Distanza dalla roggia Muzzetta distanza minima della particella catastale dalla roggia Muzzetta (corso d'acqua vincolato ai sensi del D. Lgs 42/04 art. 142, comma1, lettera c) (m) Distanza da poli industriali distanza minima della particella catastale da poli industriali (m) Distanza dal PLIS dei Sillari distanza minima della particella catastale dal costituendo PLIS dei Sillari (m) Distanza dalla TEEM distanza minima della particella catastale dal tracciato della Tangenziale Est Esterna di Milano (m) Distanza da orli di terrazzo distanza minima della particella catastale dall'orlo di terrazzo (m) Distanza da SIN distanza minima della particella catastale da siti di importanza nazionale (m) 2 Superficie utilizzata totale superficie della particella catastale ad utilizzo agricolo (m ) 2 Altre coltivazioni e seminativi superficie della particella catastale utilizzata a altre coltivazioni e seminativi (m ) 2 Altro superficie della particella catastale utilizzata a altro (m ) 2 Arboricoltura da legno superficie della particella catastale utilizzata a arboricoltura da legno (m ) 2 Boschi superficie della particella catastale utilizzata a boschi (m ) 2 Cereali da granella superficie della particella catastale utilizzata a cereali da granella (m ) 2 Coltivazioni legnose agrarie superficie della particella catastale utilizzata a coltivazioni legnose agrarie (m ) 2 Fabbricati superficie della particella catastale utilizzata a fabbricati (m ) 2 Foraggere avvicendate superficie della particella catastale utilizzata a foraggere avvicendate (m ) 2 Orti familiari superficie della particella catastale utilizzata a orti familiari (m ) 2 Ortive superficie della particella catastale utilizzata a ortive (m ) 2 Piante industriali superficie della particella catastale utilizzata a piante industriali (m ) 2 Prati permanenti e pascoli superficie della particella catastale utilizzata a prati permanenti e pascoli (m ) 2 Tare e incolti superficie della particella catastale utilizzata a tare e incolti (m ) 2 Terreni a riposo superficie della particella catastale utilizzata a terreni a riposo (m ) 2 Altra superficie non utilizzata superficie della particella catastale utilizzata a altra superficie non utilizzata (terreni abbandonati, attività ricreative) (m ) 2 Altre foraggere superficie della particella catastale utilizzata a altre foraggere (m ) 2 Altre orticole superficie della particella catastale utilizzata a altre orticole (m ) 2 Altre piante arboree da legno superficie della particella catastale utilizzata a altre piante arboree da legno (m ) 2 Altri seminativi superficie della particella catastale utilizzata a altri seminativi (m ) 2 Bosco misto superficie della particella catastale utilizzata a bosco misto (m ) 2 Colza e ravizzone da granella superficie della particella catastale utilizzata a colza e ravizzone da granella (m ) 2 Erba medica superficie della particella catastale utilizzata a erba medica (m ) 2 Erbaio di graminacee superficie della particella catastale utilizzata a erbaio di graminacee (m ) 2 Erbaio misto superficie della particella catastale utilizzata a erbaio misto (m ) 2 Fabbricati agricoli superficie della particella catastale utilizzata a fabbricati agricoli (m ) 2 Frumento tenero superficie della particella catastale utilizzata a frumento tenero (m ) 2 Mais da granella superficie della particella catastale utilizzata a mais da granella (m ) 2 Orto familiare superficie della particella catastale utilizzata a orto familiare (m ) 2 Orzo superficie della particella catastale utilizzata a orzo (m ) 2 Piante orticole a pieno campo superficie della particella catastale utilizzata a piante orticole a pieno campo (m ) 2 Piante orticole protette in serra superficie della particella catastale utilizzata a piante orticole protette in serra (m ) 2 Pomodoro superficie della particella catastale utilizzata a pomodoro (m ) 2 Prato polifita da vicenda superficie della particella catastale utilizzata a prato polifita da vicenda (m )

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 24 2 Prato polifita non avvicendato (prato stabile) superficie della particella catastale utilizzata a prato polifita non avvicendato (prato stabile) (m ) 2 Riposo - miscuglio per tutela della fauna (titoli da ritiro) superficie della particella catastale utilizzata a riposo - miscuglio di sorgo, granoturco e girasole per ragioni di tutela della fauna (titoli da ritiro) (m ) 2 Riposo - miscuglio per tutela della fauna (titoli ordinari) superficie della particella catastale utilizzata a riposo - miscuglio di sorgo, granoturco e girasole per ragioni di tutela della fauna (titoli ordinari) (m ) 2 Riposo - superfici ritirate dalla produzione - imboschimento superficie della particella catastale utilizzata a riposo - superfici ritirate dalla produzione ai sensi del Reg. CE n.1257/99 con domanda successiva al 28/06/1995 - imboschimento (titoli da ritiro) (m ) 2 Riposo - intenzione di semina dopo il 15 luglio superficie della particella catastale utilizzata a riposo - intenzione di semina dopo il 15 luglio (titoli da ritiro) (m ) 2 Riposo - pratiche agronomiche (titoli da ritiro) superficie della particella catastale utilizzata a riposo - pratiche agronomiche (titoli da ritiro) (m ) 2 Riposo - pratiche agronomiche (titoli ordinari) superficie della particella catastale utilizzata a riposo - pratiche agronomiche (titoli ordinari) (m ) 2 Riposo no food - alberi da bosco a breve rotazione superficie della particella catastale utilizzata a riposo no food - alberi da bosco a breve rotazione, con un periodo di coltivazione massimo di venti anni (m ) 2 Riso superficie della particella catastale utilizzata a riso (m ) 2 Seminativi ritirati dalla produzione per imboschimento superficie della particella catastale utilizzata a seminativi ritirati dalla produzione per imboschimento ex Reg. CEE 2080/92 (m ) 2 Silomais e mais ceroso superficie della particella catastale utilizzata a silomais e mais ceroso (m ) 2 Tare/incolti superficie della particella catastale utilizzata a tare e incolti (m ) 2 Vivaio floricoli e piante ornamentali superficie della particella catastale utilizzata a vivaio floricoli e piante ornamentali (m ) Copertura invernale presenza di copertura vegetale nei mesi invernali sulla superficie della particella catastale Doppia coltura presenza di due colture nel corso dell'anno sulla superficie della particella catastale Peso vivo/SAU peso vivo allevato/SAU (t/ha) (valore aziendale) Azoto organico/SAU azoto organico/SAU (kg/ha) (valore aziendale) 2 Superficie con boschi pif superficie della particella catastale con boschi (PIF) (m ) 2 Superficie senza boschi pif superficie della particella catastale senza boschi (PIF) (m ) 2 Superficie con boschi pif faunistico-venatori superficie della particella catastale con boschi ad attitudine funzionale faunistico-venatoria (PIF) (m ) 2 Superficie senza boschi pif faunistico-venatori superficie della particella catastale senza boschi ad attitudine funzionale faunistico-venatoria (PIF) (m ) 2 Superficie con boschi pif naturalistici superficie della particella catastale con boschi con attitudine funzionale naturalistica (PIF) (m ) 2 Superficie senza boschi pif naturalistici superficie della particella catastale senza boschi con attitudine funzionale naturalistica (PIF) (m ) 2 Superficie con boschi pif produttivi superficie della particella catastale con boschi ad attitudine funzionale produttiva (PIF) (m ) 2 Superficie senza boschi pif produttivi superficie della particella catastale senza boschi ad attitudine funzionale produttiva (PIF) (m ) 2 Superficie con boschi pif paesistici superficie della particella catastale con boschi ad attitudine funzionale paesistica (PIF) (m ) 2 Superficie senza boschi pif paesisitici superficie della particella catastale senza boschi ad attitudine funzionale paesistica (PIF) (m ) 2 Superfici con boschi pif turistico-ricreativi superficie della particella catastale con boschi ad attitudine funzionale turistico-ricreativa (PIF) (m ) 2 Superficie senza boschi pif turistico-ricreativi superficie della particella catastale senza boschi ad attitudine funzionale turistico-ricreativa (PIF) (m ) Lunghezza delle formazioni lineari pif lunghezza delle formazioni lineari (siepi e filari) presenti sulla superficie della particella catastale (PIF) (m)

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 25 1. Indice di valore ambientale Il primo indice costruito è l’indice di valore ambientale, definito per classificare il territorio comunale sotto il profilo del pregio e della qualità dell’ambiente. La ricognizione delle caratteristiche del territorio ha posto in evidenza la presenza di diversi elementi ambientali di un certo interesse, che sono stati combinati e aggregati in un indice multifattoriale. In primo luogo sono stati rilevati due corsi d’acqua di pregio, vale a dire il canale Muzza e la roggia Muzzetta. Il canale Muzza, che segna il confine tra i Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano, è contraddistinto da una rilevante valenza naturalistica e ambientale: lungo il suo corso, infatti, si presenta un ecosistema vario, diversificato, unito a un elevato grado di biodiversità. La roggia Muzzetta, che delimita l’estremo confine sud-orientale di Cervignano d’Adda, è stata individuata poiché si tratta di un corso d’acqua iscritto nel Sistema Informativo Beni Ambientali (S.I.B.A.) della Regione Lombardia, che cataloga i beni di interesse paesaggistico-ambientale sottoposti a tutela; in particolare, i corsi d’acqua e le relative sponde per una fascia di rispetto di 150 m ciascuna, sono soggetti a vincolo di tutela ai sensi del D. Lgs 42/04 art. 142, comma 1, lettera c). Per entrambi questi corsi d’acqua, è stata considerata la distanza delle particelle catastali, secondo la logica che quanto più una particella è vicina alla Muzza e alla Muzzetta, tanto più il suo valore ambientale aumenta. Secondo lo stesso criterio sono stati considerati i restanti corsi d’acqua, tutti di importanza secondaria (rogge, cavi), ma comunque significativi dal punto di vista della qualità dell’ambiente: a tali corpi idrici è stato attribuito un peso inferiore ai precedenti. Ai fini della costruzione del presente indice, sono poi stati ponderati il Parco Adda Sud e il Parco Locale di Interesse Sovracomunale dei Sillari, in via di costituzione, ovvero si è tenuto conto di due ambiti di interesse naturalistico già delimitati e perimetrati al cui interno ricadono porzioni del territorio di Cervignano d’Adda e Mulazzano: nello specifico, è stata considerata l’inclusione di una particella catastale nel perimetro del Parco Adda Sud e la vicinanza ai confini del PLIS quali requisiti per incrementare il valore ambientale di un’area. Due ulteriori elementi ambientali rilevati sul territorio sono il Sito di Importanza Nazionale (Alneto di Bolenzano) presente a Mulazzano e le zone umide poste lungo il corso del canale Muzza, due risorse ad elevata naturalità a cui sono riconosciute funzioni ecologiche e di tutela della biodiversità: l’indice è stato costruito tenendo conto della distanza dal SIN e della presenza di zone umide sulla superficie delle particelle catastali. In ultimo sono stati valutati gli elementi vegetazionali più significativi sotto il profilo del valore dell’ambiente, conseguentemente sono state prese in esame le formazioni forestali presenti sul territorio. Nella tabella riportata di seguito (tabella 11) sono indicate le informazioni, i criteri di interrogazione del database e i pesi utilizzati per costruire l’indice di valore ambientale.

Tabella 11. Informazioni utilizzate, criteri e pesi dell’indice di valore ambientale.

informazione criterio peso Distanza dal canale Muzza valore (decrescente) 10 Distanza dalla roggia Muzzetta valore (decrescente) 10 Distanza da corsi d'acqua valore (decrescente) 6 Superficie in parco presenza 8 Distanza dal PLIS dei Sillari valore (decrescente) 7 Distanza da SIN valore (decrescente) 9 Superficie in zone umide presenza 8 Superficie con boschi pif presenza 8

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 26 In figura 3 è riportata la rappresentazione sotto forma cartografica dell’indice costruito.

Figura 3. Rappresentazione cartografica dell’indice di valore ambientale.

Per produrre la cartografia riportata, gli indici numerici generati dal sofware di calcolo sono stati suddivisi in classi per consentire una comoda lettura dei risultati. L’elaborazione effettuata mette in evidenza una vasta parte del territorio con valore ambientale medio e alto (porzione centrale dell’area esaminata), mentre la parte restante è classificata con un indice basso o molto basso per la scarsa presenza di elementi di pregio, ad esclusione della estremità orientale (zona inclusa nel Parco Adda Sud e più prossima alla roggia Muzzetta). Appare evidente come la porzione di territorio con il più alto valore ambientale sia quella affacciata sul corso della Muzza. Tale zona è caratterizzata, oltre dalla vicinanza al corso d’acqua, dalla presenza di zone umide e boschi: ciò suggerisce di considerare l’intero ambito del canale Muzza come un sistema naturale da tutelare e valorizzare.

2. Indice di rischio ambientale L’indice di rischio ambientale è stato costruito per classificare i Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano in relazione alla vulnerabilità del territorio e alla fragilità dell’ambiente, attraverso l’indagine e il rilevamento degli elementi di criticità territoriale e ambientale esistenti. Gli elementi individuati fanno riferimento alla pedologia, all’idrografia, alle zone vulnerabili e all’uso del suolo. Per quanto riguarda la pedologia, sono state prese in esame le caratteristiche dei suoli rilevate a Cervignano d’Adda e Mulazzano e le stesse sono state ordinate in funzione della loro criticità, ovvero sono stati attribuiti i pesi più alti alle proprietà più scadenti (suoli non adatti allo spandimento dei fanghi di depurazione urbana e dei liquami zootecnici, suoli con bassa capacità

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 27 protettiva nei confronti delle acque profonde e superficiali, suoli con rischio di erosione e limitazioni podologiche). Sotto il profilo dell’idrografia, i numerosi corsi d’acqua che solcano la superficie dei Comuni in esame sono stati considerati, oltre che beni a valenza ambientale, elementi che connotano un territorio vulnerabile, in quanto potenziali oggetto di inquinamento; in particolare, è stata giudicata la distanza rispetto a un corpo idrico come un fattore di rischio, adottando il criterio secondo cui più una particella catastale è vicina a un corso d’acqua, più il grado di rischio ambientale associabile a quella particella aumenta. Relativamente alle zone vulnerabili, si è fatto riferimento sia alla vulnerabilità degli acquiferi, sia alla vulnerabilità da nitrati, entrambe analizzate con il criterio della prevalenza per assegnare il livello di rischio ambientale più elevato alle particelle con la prevalenza della superficie in zona vulnerabile. Sul territorio del Comune di Mulazzano non sono state osservate zone vulnerabili, viceversa nel Comune di Cervignano d’Adda sono state rilevate sia zone con vulnerabilità degli acquiferi elevata, sia zone vulnerabili da nitrati (Cervignano d’Adda è classificato come comune parzialmente vulnerabile ai sensi della Dgr VIII/003297 dell’11 ottobre 2006 della Regione Lombardia), pressoché coincidenti e in ogni caso limitate a una porzione di territorio assai ridotta (inferiore al 2% dell’estensione comunale totale). L’uso del suolo è stato incluso nella costruzione dell’indice di rischio ambientale tenendo conto della copertura vegetale invernale del terreno, assicurata, nel contesto esaminato, da coltivazioni quali i cereali autunno-vernini (frumento, orzo), piante foraggere (prati e erbai), colza e ravizzone. In concreto, la presenza di una copertura del suolo nei mesi invernali è un elemento che mitiga il rischio ambientale, poiché è noto il ruolo giocato dalla vegetazione nell’intercettare e rallentare la caduta delle acque piovane e nel captare e trattenere le sostanze disciolte nelle acque di ruscellamento, motivo per cui ai fini della costruzione dell’indice è stata considerata l’assenza di copertura del suolo (l’assenza di copertura incrementa il rischio). All’uso del suolo è stato conferito il peso più basso per evidenziare come si tratti di un fattore su cui l’uomo può intervenire e che può essere modificato anche nel breve periodo, diversamente da tutti gli altri fattori esaminati. Le informazioni, i criteri e i pesi impiegati nella costruzione dell’indice di rischio ambientale sono riportati in tabella 12.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 28 Tabella 12. Informazioni utilizzate, criteri e pesi dell’indice di rischio ambientale.

informazione criterio set di dati peso set di dati peso Adatti 0 Attitudine dei suoli allo Moderatamente adatti 0 spandimento dei fanghi di prevalenza 6 Poco adatti 1 depurazione urbana Non adatti 3 Adatti 0 Attitudine dei suoli allo Moderatamente adatti 0 spandimento agronomico dei prevalenza 6 Poco adatti 1 liquami zootecnici Non adatti 3 Capacità protettiva dei suoli Bassa 4 nei confronti delle acque prevalenza Moderata 1 10 profonde Elevata 0 Capacità protettiva dei suoli Bassa 4 nei confronti delle acque prevalenza Moderata 1 10 superficiali Elevata 0 Distanza da corsi d'acqua valore (decrescente) / / 5 Vulnerabilità degli acquiferi Superficie vulnerabile 1 prevalenza 5 elevata Superficie non vulnerabile 0 Superficie vulnerabile 1 Vulnerabilità da nitrati prevalenza 8 Superficie non vulnerabile 0 Suoli con rischio di erosione presenza / / 6 e limitazioni pedologiche Copertura invernale presenza (assenza) / / 4

In figura 4 è riportata la rappresentazione in forma grafica dell’indice di rischio ambientale costruito.

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Figura 4. Rappresentazione cartografica dell’indice di rischio ambientale.

Il territorio dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano presenta una modesta fragilità. Il rischio ambientale risulta elevato in tre zone ben distinte (zone con gli indici più alti), che rappresentano una minima parte della superficie complessiva dei due Comuni. Le tre zone individuate sono situate in corrispondenza del paleoalveo del Cavo Sillaro (fascia meandriforme posta a ovest del territorio comunale di Mulazzano), lungo il corso della Muzza e in prossimità del confine orientale di Cervignano d’Adda, nelle vicinanze dell’orlo di terrazzo fluviale. Tutte le zone rilevate possiedono proprietà pedologiche particolarmente scadenti, ossia tessitura grossolana (scheletrico-sabbiosa), permeabilità elevata, drenaggio molto lento, inoltre si evidenzia un rischio di erosione in coincidenza dell’orlo di terrazzo.

3. Indice di valore paesistico Questo indice è stato costruito con l’obiettivo di valutare il territorio di Cervignano d’Adda e Mulazzano sotto il profilo della qualità del paesaggio, inteso come una risorsa fruibile dalla popolazione. A tal fine è stato effettuato uno screening dei beni paesaggistici esistenti entro i confini comunali, che ha consentito di individuare i seguenti elementi del paesaggio: corsi d’acqua (è stata attribuita la massima importanza dal punto di vista del valore paesistico a un fitto reticolo idrografico), tra cui alcuni corpi idrici di valore storico; formazioni forestali e lineari (siepi e filari); Sito di Importanza Nazionale (Alneto di Bolenzano); prati da vicenda e prati stabili; orlo di terrazzo fluviale. I beni paesistici rilevati sono stati combinati e aggregati nell’indice di valore paesistico come illustrato in tabella 13.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 30 Tabella 13 . Informazioni utilizzate, criteri e pesi dell’indice di valore paesistico.

informazione criterio peso Distanza da corsi d'acqua valore (decrescente) 10 Distanza da corsi d'acqua storici valore (decrescente) 8 Superficie con boschi pif presenza 6 Lunghezza delle formazioni lineari presenza 4 Superficie in SIN presenza 6 Prato polifita da vicenda presenza 5 Prato polifita non avvicendato (prato stabile) presenza 5 Distanza da orlo di terrazzo valore (decrescente) 7

La rappresentazione cartografica dell’indice del valore paesistico è riportata in figura 5.

Figura 5. Rappresentazione cartografica dell’indice di valore paesistico.

Dall’analisi della cartografia prodotta emerge come il paesaggio dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano si connoti per la diffusa presenza di elementi fruibili dalla popolazione. Nella costruzione dell’indice di valore paesistico si è tenuto conto del grado di soddisfazione e di godimento che l’uomo può trarre dalla vista del paesaggio: l’attribuzione dei pesi ai singoli fattori ha pertanto voluto privilegiare le risorse e i beni capaci di identificare un paesaggio variegato e diversificato. Il valore paesistico quantificato con il presente indice scaturisce dalla somma del valore paesistico riconosciuto a ciascuno degli elementi individuati (corsi d’acqua, impianti forestali, prati, elementi della geomorfologia), per cui si tratta di un valore paesistico teorico: per misurare il valore

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 31 paesistico reale, ovvero il valore del paesaggio effettivamente fruibile dall’uomo, andrebbero considerati, oltre ai punti di forza (valore intrinseco del paesaggio), anche gli elementi di criticità, intesi come quei fattori che determinano un declassamento del pregio e della fruibilità del paesaggio (elementi di disturbo).

4. Indice di intensità d’uso del suolo L’indice di intensità d’uso del suolo è stato costruito allo scopo di classificare le superfici agricole dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano sulla base del livello di sfruttamento del suolo e del grado di intensità delle pratiche agronomiche attuate. Le informazioni utilizzate sono state reperite dal SIARL, più precisamente si è fatto riferimento alle informazioni relative all’uso del suolo (colture praticate), organizzate su base catastale. Gli utilizzi codificati dal SIARL sono stati ordinati in funzione dell’intensità d’uso del suolo secondo lo schema riportato di seguito:

utilizzo codice intensità altro 1 terreni a riposo 1 coltivazioni arboree 2 piante industriali 3 colture foraggere 3 seminativi 4 doppia coltura 4

Per ogni particella catastale di Cervignano d’Adda e Mulazzano destinata all’attività agricola, noti l’utilizzo e la superficie occupata da ciascuna coltura, l’indice di intensità d’uso del suolo è stato calcolato mediante indicizzazione (rapporto a 100) dei codici numerici proposti; trattandosi di un indice monofattoriale, ai fini del calcolo non è stato necessario definire alcun peso. I risultati ottenuti sono riportati in figura 6.

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Figura 6. Rappresentazione cartografica dell’indice di intensità d’uso del suolo.

Dalla lettura della cartografia prodotta si intuisce lo spiccato carattere di intensività dell’agricoltura cervignanina e mulazzanese. Cereali e foraggere sono di gran lunga le coltivazioni più diffuse, viceversa colture a bassa o molto bassa intensità d’uso del suolo occupano un ruolo del tutto marginale.

5. Indice di pressione zootecnica L’indice di pressione zootecnica è stato definito per valutare l’impatto esercitato dall’attività di allevamento sul territorio. Per costruire l’indice sono stati elaborati i dati aziendali relativi alla consistenza numerica degli allevamenti zootecnici (numero di capi per specie e categoria animale) allo scopo di quantificare il peso vivo allevato e il carico di azoto organico prodotto. Per ciascuna azienda zootecnica, i dati globali (t di peso vivo; kg di azoto) sono stati rapportati alla superficie agricola utile (SAU) per determinare il quantitativo di peso vivo e di azoto escreto insistenti su una unità di superficie (ha di SAU): i dati aziendali (t/ha peso vivo; kg/ha azoto) sono stati infine attribuiti a tutte le particelle catastali condotte dalla medesima azienda. L’elaborazione, pertanto, è stata eseguita ipotizzando che tutto il carico zootecnico di una data impresa gravi sull’intera SAU dell’impresa stessa, non disponendo di informazioni più puntuali relative alle operazioni di spandimento dei reflui; allo stesso modo non sono state considerate le eventuali superfici disponibili per l’utilizzazione agronomica degli effluenti concesse in uso da terzi attraverso contratti di convenzione. In concreto, l’indice è stato costruito per le sole particelle catastali gestite da aziende ad indirizzo zootecnico per indicizzazione dei valori particellari del carico di azoto organico (kg di N/ha di SAU: attribuzione del valore 100 al valore particellare più alto e calcolo dei rimanenti valori

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 33 particellari attraverso una proporzione). Come per l’elaborazione precedente, anche in questo caso non è stato necessario stabilire alcun peso per poter generare l’indice, riprodotto in figura 7.

Figura 7. Rappresentazione cartografica dell’indice di pressione zootecnica.

L’impatto prodotto dalla zootecnia nei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano è contenuto. Le superfici su cui si suppone insistano quantità di azoto da reflui tali da generare criticità ambientali (particelle con indice di pressione zootecnica alto) sono limitate e distribuite in modo difforme sul territorio, per di più nelle immediate vicinanze si evidenziano zone in cui la pressione degli allevamenti è ridotta o, addirittura, nulla, per cui si può immaginare che le soluzioni alle situazioni problematiche di squilibrio territoriale emerse possano essere trovate a livello locale (ad esempio mediante la ricollocazione delle quantità di effluenti in esubero sulle superfici più ricettive). In termini di vulnerabilità da nitrati, il Comune di Mulazzano è classificato come non vulnerabile, mentre il Comune di Cervignano d’Adda è classificato come parzialmente vulnerabile, tuttavia nella porzione di territorio vulnerabile non si riscontra la presenza di alcuna attività di allevamento; nel Comune di Cervignano d’Adda, inoltre, si rileva una sola particella catastale con indice di pressione zootecnica alto. Le aree ad alto indice di pressione zootecnica evidenziate, in conclusione, possono essere ascritte a poche realtà aziendali che si contraddistinguono per una produzione di effluenti di allevamento eccedente la capacità ricettiva dei terreni condotti.

6. Indice di pressione agricola L’indice di pressione agricola rappresenta un esempio di elaborazione di secondo livello e assomma in un unico indice i risultati degli indici di intensità d’uso del suolo e di pressione agricola. L’indice della pressione agricola, in altri termini, è stato costruito tenendo conto, da una parte, del grado di intensività delle coltivazioni messe in atto e, dall’altra, del peso della zootecnia praticata,

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 34 con l’obiettivo di valutare la pressione procurata dall’attività agricola nei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano. Nello specifico, il nuovo indice è stato costruito, per tutte le particelle catastali ad uso agricolo, per combinazione e per ponderazione degli indici particellari di intensità d’uso del suolo e di pressione zootecnica calcolati in precedenza dal software di calcolo. Agli indici di primo livello è stato assegnato lo stesso peso, ma mentre l’intensità d’uso del suolo è stata valutata secondo il criterio del valore, la pressione zootecnica è stata analizzata con il criterio della presenza, dal momento che si presume che la pressione agricola sia proporzionale all’intensità di coltivazione dei terreni e incrementata dall’esistenza di una attività di allevamento di bestiame (tabella 14).

Tabella 14. Informazioni utilizzate, criteri e pesi dell’indice di pressione agricola.

informazione criterio peso intensità d'uso del suolo valore (crescente) 10 pressione zootecnica presenza 10

La figura 8 mostra la restituzione cartografica degli indici elaborati.

Figura 8. Rappresentazione cartografica dell’indice di pressione agricola.

Nei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano l’attività agricola ricopre un ruolo di primaria importanza: il rapporto tra SAT e superficie amministrativa, infatti, mette in luce come circa l’85% delle superfici comunali sia destinata all’agricoltura. La maggior parte delle aree occupate dall’agricoltura sono caratterizzate dalla compresenza dell’attività di coltivazione e dell’allevamento di bestiame (aree con indice di pressione agricola medio o alto): in particolare si evidenzia come la zootecnia più intensiva sia diffusa in ambiti a forte

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 35 intensità d’uso dei suoli, in presenza di coltivazioni cerealicole e foraggere, idonee a supportare una zootecnia ad alta produttività. Le aree in cui l’attività agricola esercita una pressione sul territorio bassa o molto bassa hanno un’estensione modesta e coincidono alle zone destinate alla coltivazione dei terreni ma non interessate da alcuna attività di allevamento.

7. Indice di rischio ambientale legato alla zootecnia L’indice di secondo livello del rischio ambientale legato alla zootecnia è stato definito per valutare la compatibilità, su scala comunale, tra territorio e attività zootecnica. L’attività di allevamento, di per sé, è fonte di potenziali impatti ambientali, legati al rilascio di elementi nutritivi (azoto e fosforo) nelle acque, nell’aria e nel suolo. Se gli allevamenti sono concentrati in territori vulnerabili, le perdite di nutrienti nell’ambiente sono più probabili e, conseguentemente, è maggiore il rischio di inquinamento. Alla luce di queste considerazioni, è stato costruito un nuovo indice per aggregazione dell’indice di rischio ambientale e dell’indice di pressione zootecnica al fine di disporre di una elaborazione utile a individuare le porzioni di territorio in cui attendersi le maggiori problematiche ambientali derivanti dalla attività di allevamento. Per la costruzione dell’indice, definito per le sole particelle catastali di Cervignano d’Adda e Mulazzano in gestione ad imprese dedite all’allevamento del bestiame, alla pressione zootecnica è stata riconosciuta una importanza superiore rispetto al rischio ambientale, esplicitata dall’attribuzione di un peso doppio, in ragione, appunto, della minaccia agli equilibri ecologici insita alla zootecnia (tabella 15): le situazioni di maggior criticità, in definitiva, risulteranno laddove l’attività zootecnica si svolge in un territorio ad elevata sensibilità.

Tabella 15. Informazioni utilizzate, criteri e pesi dell’indice di rischio ambientale legato alla zootecnia.

informazione criterio peso pressione zootecnica valore (crescente) 10 rischio ambientale valore (crescente) 5

La figura 9 presenta in forma cartografica i risultati ottenuti.

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Figura 9. Rappresentazione cartografica dell’indice di rischio ambientale legato alla zootecnia.

La valutazione della compatibilità tra attività zootecnica e territorio ha messo in evidenza come le situazioni in cui coesistono una elevata pressione zootecnica e un elevato rischio ambientale siano limitate a pochi terreni. L’attività zootecnica più impattante è esercitata in prevalenza in ambiti a modesta sensibilità ambientale (indice di rischio ambientale basso o medio), ovvero nelle aree più vulnerabili (rischio ambientale alto) è insediata una zootecnia a basso impatto, elemento che rivela l’equilibrio esistente tra attività di allevamento e territorio. Le situazioni di maggior criticità (aree con rischio ambientale legato alla zootecnia alto) risultanti appaiono piuttosto circoscritte e, in prevalenza, localizzate entro i confini di Mulazzano; a Cervignano d’Adda, invece, come già riscontrato, la zootecnia, diffusa su larga scala, è realizzata su un territorio a fragilità contenuta, ad eccezione di pochi suoli posti lungo il tratto del canale Muzza.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 37 C. CARATTERIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ AGRICOLE INSEDIATE NEI COMUNI DI CERVIGNANO D’ADDA E MULAZZANO

Questa sezione è dedicata allo studio delle aziende agricole che operano sul territorio dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano. Per definire il complesso delle aziende insediate sul territorio in esame sono state considerate le imprese con terreni e con allevamento a Cervignano d’Adda e Mulazzano come risultano dai dati archiviati nel SIARL. Dalla ricerca condotta sono state individuate 61 aziende che utilizzano terreni per scopi agricoli e 25 allevamenti zootecnici, tutti ricompresi tra le unità produttive con particelle catastali lavorate: in questo modo è stato creato un elenco di 61 aziende agricole che costituisce la base di riferimento per lo svolgimento dello studio. Preliminarmente alla caratterizzazione delle attività agricole comunali si è provveduto a localizzare sulla Carta Tecnica Regionale il centro aziendale (la sede produttiva) di tutte le imprese individuate. Esaminando le informazioni a disposizione è emerso che delle 61 aziende che compongono il campione di indagine, 9 sono ubicate a Cervignano d’Adda, 28 a Mulazzano e 13 in altri Comuni lodigiani (, , , Lodi, , , ), mentre le ultime 11 aziende sono situate al di fuori dei confini provinciali. Dalla banca dati SIARL sono state estratte tutte le particelle catastali a destinazione agricola dei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano; a ogni mappale è legato il nominativo dell’azienda che lo gestisce e ciò ha consentito di individuare le superfici utilizzate da ciascuna impresa. La figura 10 riporta, per l’appunto, di ciascuna azienda, il centro aziendale e i terreni condotti: per la produzione della cartografia, è stato impiegato un unico colore per indicare la sede produttiva e le particelle di una determinata azienda.

Figura 10. Aziende agricole e particelle catastali utilizzate.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 38 Una prima considerazione in merito alle caratteristiche delle attività agricole presenti sul territorio di Cervignano d’Adda e Mulazzano riguarda il grado di accorpamento dei terreni in uso: le particelle catastali condotte da una data azienda, in molti casi, costituiscono un corpo unico privo di interruzioni significative o di discontinuità, situazione favorevole ad un’efficace gestione delle principali operazioni colturali. Entrando nel dettaglio della caratterizzazione delle aziende agricole, sulla base dei dati disponibili è stato definito un elenco di parametri da rilevare e analizzare dai quali trarre elementi utili per la valutazione delle proprietà e delle potenzialità delle aziende medesime, come riportato: 1. indirizzo produttivo; 2. SAT; 3. SAU; 4. SAT in proprietà su SAT totale; 5. valore dei titoli PAC; 6. peso vivo totale; 7. azoto organico su SAU; 8. superficie a mais su SAT; 9. adesione alle misure del PSR 2000-2006; 10. multifunzionalità. La trattazione dei parametri indicati è riportata di seguito.

1. Indirizzo produttivo Il primo elemento di conoscenza delle realtà agricole insediate nei confini di Cervignano d’Adda e Mulazzano preso in considerazione è l’indirizzo produttivo: si tratta di una semplice informazione di carattere qualitativo necessaria per descrivere la vocazione produttiva delle imprese attive. Complessivamente sono state contate 26 aziende agronomiche, dedite cioè esclusivamente all’attività di coltivazione, e 35 aziende zootecniche: queste ultime comprendono, oltre alle 25 aziende con sede a Cervignano d’Adda e Mulazzano a cui si è già fatto riferimento, altri 10 allevamenti posti in altri Comuni ma con terreni a Cervignano d’Adda e Mulazzano. L’immagine della figura 11 dettaglia dal punto di vista cartografico quanto esposto.

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Figura 11. Aziende agricole e indirizzo produttivo.

Le aziende ad indirizzo zootecnico, in funzione della specie allevata, si distinguono in aziende bovine (23 allevamenti), aziende suinicole (4 allevamenti), aziende miste con bovini e suini (5 allevamenti) e aziende con altre specie (3 allevamenti: 2 allevamenti avicoli e 1 allevamento equino), come mostrato in figura 12.

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Figura 12. Aziende agricole ad indirizzo zootecnico.

2. SAT L’indicatore superficie agricola totale fornisce informazioni circa la dimensione fisica delle aziende e, indirettamente, riguardo le potenzialità produttive delle stesse. Per quanto attiene le 61 aziende esaminate, la SAT media risulta pari a 62,5 ha, con estremi pari a 0,8 ha e 295 ha. Il dato medio è di gran lunga superiore al valore medio provinciale di SAT rilevato nel 2006 (38,43 ha), tuttavia nel campione esaminato si scorgono notevoli differenze. Su 61 aziende, 13 hanno una superficie agricola totale inferiore a 10 ha (21% del totale): dette aziende risultano strutturalmente marginali e, probabilmente, anche economicamente irrilevanti. Rispetto al già richiamato dato provinciale, 35 aziende (57% del totale) presentano un valore di SAT superiore: tra queste, 28 (46% del totale) superano la soglia dei 50 ha, mentre 13 (21% del totale) oltrepassano il tetto dei 100 ha (figura 13).

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Figura 13. Aziende agricole e superficie agricola totale (SAT).

3. SAU Per superficie agricola utile si intende la superficie fondiaria di un’azienda agricola depurata delle superfici boscate e delle tare improduttive. La SAU, che al pari della SAT dà la misura dell’estensione delle imprese agricole, è stata considerata principalmente per due ragioni: la prima è relativa alla valutazione del grado di intensivazione della coltivazione dei terreni, la seconda, specificamente riferita alle aziende zootecniche, è legata alla valutazione della compatibilità tra l’attività di allevamento e le superfici disponibili per l’utilizzazione dei reflui. In termini puramente dimensionali, le 61 aziende di Cervignano d’Adda e Mulazzano dispongono, mediamente, di una superficie agricola utile di 58,2 ha: anche per questo parametro, il dato rilevato sul territorio indagato è largamente superiore al dato medio delle aziende lodigiane che, per il 2006, equivale a 35 ha. Il rapporto tra SAU e SAT indica come le aziende in questione destinino alla coltivazione circa il 93% della superficie agricola complessiva. Così come riscontrato per la SAT, anche la SAU varia fortemente e oscilla tra i valori estremi di 0,8 ha e 275 ha: la figura 14 illustra, in maniera più esplicativa, la situazione osservata.

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Figura 14. Aziende agricole e superficie agricola utilizzata (SAU).

4. SAT in proprietà su SAT totale Una volta rilevata la superficie agricola totale delle singole unità produttive, è stata analizzata la forma di conduzione della stessa, sulla scorta delle informazioni reperite dal SIARL. In particolare, è stata determinata la quota di SAT condotta in proprietà rispetto ad altre forme di conduzione, allo scopo di disporre di un parametro utile a giudicare la propensione agli investimenti strutturali delle aziende. La cartografia riportata in figura 15 mostra, per ciascuna azienda, la percentuale di SAT in conduzione diretta rispetto alla SAT totale.

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Figura 15. Aziende agricole e SAT condotta in proprietà rispetto alla SAT totale.

All’interno del campione esaminato sono state individuate 15 aziende che conducono il 100% della superficie agricola totale in proprietà; di contro, 20 imprese non sono proprietarie di un solo ettaro di superficie. Tra le altre forme di conduzione della terra, l’affitto occupa una posizione di eccellenza (ben 43 imprese ricorrono all’affitto), mentre altre forme di utilizzo, non meglio codificate, rivestono un ruolo marginale (interessano 14 imprese). In riferimento alla SAT totale gestita dalle 61 aziende, il 28% è condotto in proprietà, il 66% è condotto in affitto e il rimanente 6% è condotto con altre forme.

5. Valore dei titoli PAC La quantificazione del valore dei titoli PAC posseduti dalle aziende in regime di pagamento unico è stata effettuata per ricavare un primo indicatore della dimensione economica delle imprese agricole cervignanine e mulazzanesi. Il valore monetario dei titoli PAC sicuramente non esaurisce la valutazione della redditività e della remuneratività delle attività agricole, basti pensare che gli allevamenti suinicoli non percepiscono alcun aiuto in relazione al regime di pagamento unico e che un elemento di grande importanza su cui poggia la vitalità delle imprese è la capacità imprenditoriale, difficilmente calcolabile, tuttavia il dato è da intendersi comunque rappresentativo della potenzialità economica di un’azienda. In figura 16 sono illustrati i valori aziendali dei titoli PAC.

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Figura 16. Aziende agricole e valore dei titoli PAC.

Tra le imprese insediate sul territorio di Cervignano d’Adda e Mulazzano, ve ne sono diverse con valori dei titoli PAC irrisori (22 imprese, ovvero più di un terzo del totale, non raggiungono i 10.000,00 €). Nel complesso si segnalano alcuni casi estremi, vale a dire 3 imprese senza titoli e 3 con titoli superiori a 100.000,00 €, con un valore massimo registrato pari a 318.000,00 €. I titoli PAC posseduti dalle 61 aziende in esame assommano a più di 2,2 milioni di euro.

6. Peso vivo totale Per le aziende ad indirizzo zootecnico sono stati valutati due ulteriori parametri, il peso vivo totale e il carico di azoto organico per unità di SAU (trattato al punto successivo). Il peso vivo allevato è stato quantificato a partire dai dati relativi alla consistenza degli allevamenti zootecnici (numero di capi per specie e categorie animali), moltiplicando il numero di capi per il peso unitario. I valori calcolati aggregati su scala aziendale sono illustrati in figura 17.

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Figura 17. Aziende zootecniche e peso vivo totale.

Dal punto di vista dimensionale, i 35 allevamenti rilevati sul territorio presentano una notevole variabilità. Pur in mancanza di valori soglia, appare chiaro come ci siano alcune aziende con un patrimonio zootecnico ragguardevole, sia in termini numerici, sia in termini di tonnellate di peso vivo allevato. È il caso, come mostrato dalla figura 17, di alcuni allevamenti intensivi con un peso vivo totale superiore a 200 t: si tratta di 3 allevamenti di bovini da latte con una consistenza di alcune centinaia di vacche in produzione, 2 allevamenti suini rispettivamente di 6300 e 2300 capi, 4 allevamenti misti di bovini e suini e 1 allevamento avicolo da 300.000 galline ovaiole. Di contro sono presenti alcuni allevamenti che si possono definire hobbistici, considerata l’esigua dotazione zootecnica che li caratterizza, tra cui 3 allevamenti bovini con meno di 20 capi, 1 allevamento suini di 15 capi e 1 allevamento equino con 4 cavalli. La quantificazione del peso vivo totale ha rappresentato il primo passo per la valutazione della pressione esercitata dalle aziende zootecniche sul territorio, ma qualsiasi considerazione in merito alla compatibilità tra le attività di allevamento insediate a Cervignano d’Adda e Mulazzano e il territorio circostante è rimandata alla valutazione dei carichi di azoto incidenti sull’unita di superficie agricola utilizzata, presentata nell’elaborazione successiva.

7. Azoto organico su SAU Il rapporto tra la quantità di azoto prodotto da un allevamento e la superficie agricola utilizzata aziendale consente di valutare con maggiore chiarezza l’equilibrio esistente tra attività zootecnica e territorio. La SAU, infatti, rappresenta la superficie effettivamente disponibile per la distribuzione dei reflui prodotti da un allevamento, pertanto un’impresa zootecnica risulta in equilibrio con il territorio

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 46 circostante solo se la superficie utile alla utilizzazione agronomica degli effluenti è sufficiente ad assorbire il quantitativo di azoto escreto. Per calcolare le produzioni di azoto delle aziende zootecniche sono stati utilizzati degli specifici coefficienti produttivi che consentono di determinare la quantità di azoto prodotto a partire dal numero di animali allevati: i coefficienti impiegati, in particolare, sono i coefficienti indicati dal Decreto 7 aprile 2006 del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, peraltro già adoperati in occasione dello svolgimento delle elaborazioni a scala di particella catastale. In figura 18 sono rappresentati i valori di azoto organico gravanti sulla SAU calcolati.

Figura 18. Aziende zootecniche e azoto organico su SAU.

Per determinare la compatibilità tra zootecnia e territorio, sono stati presi in considerazione i limiti allo spandimento stabiliti dalle norme vigenti in materia di nitrati di origine agricola, su tutti i vincoli posti dal Programma d’azione della Regione Lombardia per la tutela e risanamento delle acque dall’inquinamento causato da nitrati di origine agricola (Dgr VIII/005868 del 21 novembre 2007). Il Programma d’azione regionale disciplina l’utilizzo degli effluenti di allevamento e fissa le dosi massime di applicazione per le zone vulnerabili (170 kg di azoto per ettaro per anno) e per le zone non vulnerabili (340 kg di azoto per ettaro per anno). È opportuno precisare che per impresa agricola localizzata in zona vulnerabile si intende un’impresa i cui terreni in uso sono localizzati per più del 50% in zona vulnerabile, mentre è definita impresa agricola localizzata in zona non vulnerabile l’impresa i cui terreni in uso sono localizzati per più del 50% in zona non vulnerabile: in entrambi i casi, la dose massima di azoto da effluenti di allevamento applicabile è da intendersi come quantitativo medio aziendale. Alla luce di quanto esposto, si è proceduto a confrontare i carichi di azoto rapportati alla SAU delle aziende in esame con i limiti stabiliti dalla legislazione.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 47 È emerso che oltre un terzo delle aziende (13 su 35) presenta ad oggi un carico azotato per ettaro di SAU superiore a 340 kg, un valore che pone dette aziende al di fuori dei limiti consentiti dalla normativa, indipendentemente dalla localizzazione dei terreni rispetto alle zone vulnerabili. A queste si aggiungono altre 2 imprese vulnerabili che superano il tetto di 170 kg/ha di azoto prodotto, con valori prossimi a 300 kg/ha. Complessivamente risultano 15 aziende (43% del totale) con eccedenze di azoto, un dato sicuramente allarmante se confermato da indagini più accurate. Tale affermazione è motivata dal fatto che per eseguire l’elaborazione presentata si è tenuto conto unicamente della SAU condotta dalle imprese zootecniche, senza cioè considerare le eventuali superfici extra-aziendali che possono essere concesse in uso da altre aziende per lo smaltimento dei reflui; inoltre si è ipotizzato che tutti i reflui prodotti da un allevamento vengano distribuiti sui terreni dell’allevamento stesso o, in altre parole, che tutto il carico di azoto prodotto insista sui terreni annessi all’allevamento. In virtù di queste considerazioni, lo scenario illustrato descrive, probabilmente, una situazione più critica di quanto non sia la realtà, tuttavia il dato riscontrato mette in luce, per diverse unità produttive, un manifesto squilibrio tra intensità dell’attività zootecnica e capacità ricettiva delle superfici a disposizione. Per molte delle 15 aziende individuate, infatti, per raggiungere uno stato di equilibrio tra il carico zootecnico e la superficie utile si rende necessario prevedere una decisa riduzione delle produzioni azotate o, viceversa, un significativo incremento della dotazione di terreni. È evidente che la soluzione alle problematiche ambientali generate dall’attività zootecnica non può essere affrontata a scala di singola azienda, né individuata nella riduzione della consistenza degli allevamenti, piuttosto dovrà essere ricercata a livello di territorio. A questo proposito va rilevato come nei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano vi sono molte zone in cui la pressione esercitata dall’attività di allevamento è modesta e i carichi zootecnici risultano inferiori a quelli indicati dalla normativa, pertanto i surplus di azoto potrebbero essere ricollocati all’interno del medesimo territorio, negli ambiti più ricettivi, e trovare così a livello locale le soluzioni per ridurre o, quanto meno, mitigare, le situazioni di maggior criticità.

8. Superficie a mais su SAT Per caratterizzare le imprese dal punto di vista dell’ordinamento produttivo, è stata considerata la presenza del mais negli avvicendamenti colturali aziendali, essendo nota la diffusione su larga scala sul territorio provinciale di detta coltivazione. Le aziende di Cervignano d’Adda e Mulazzano non si sottraggono a questa tendenza, tanto è vero che il mais, coltivato per la produzione di granella o destinato all’insilamento, è presente nell’ordinamento colturale di 49 unità produttive su 61 (80% del totale); considerando le sole aziende zootecniche, la percentuale di imprese maidicole aumenta (33 aziende su 35, pari al 94% del totale). Nel complesso, l’incidenza media del mais sulla SAT è pari al 52,5% (dato riferito alle 49 aziende con superfici investite a mais); globalmente si contano 26 aziende con un’incidenza della superficie coltivata a mais superiore al 50% e 6 aziende con un’incidenza maggiore del 75% ovvero orientate alla monocoltura. Una visione d’insieme delle aziende agricole e dell’incidenza della superficie a mais rispetto alla superficie agricola totale è offerta dalla figura 19.

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Figura 19. Aziende agricole e incidenza della superficie a mais sulla SAT.

9. Adesione alle misure del PSR 2000-2006 Sulla base dei documenti agli atti del Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi è stata valutata l’adesione delle aziende agricole alle misure di finanziamento del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia 2000-2006. Per il periodo di programmazione considerato, in particolare, sono state prese in esame la misura 1.1 (misura a), la misura 2.6 (misura f) e la misura 2.8 (misura h).

9.1 Adesione alla misura 1.1 (misura a) La misura 1.1 (misura a – Investimenti nelle aziende agricole) del PSR è nata per favorire il miglioramento dei redditi agricoli e delle condizioni di vita, di lavoro e di produzione nel settore primario. La misura a, in concreto, concedeva finanziamenti alle aziende agricole che effettuavano investimenti finalizzati alla realizzazione di opere o all’acquisto di dotazioni. La ricerca condotta ha messo in luce come il livello di adesione a tale strumento finanziario sia stato piuttosto modesto, considerato che delle 61 aziende prese in esame, una percentuale inferiore al 25% ha avuto accesso ai finanziamenti, precisamente 14 unità (23% del totale). Delle 14 imprese che hanno beneficiato dell’aiuto pubblico, 5 si sono viste finanziare due programmi di investimento, mentre le restanti 9 hanno goduto del finanziamento per un unico progetto. Vale la pena evidenziare come siano state rilevate 3 aziende che hanno presentato una domanda di finanziamento ciascuna senza però aver beneficiato di alcun aiuto, evidentemente per la mancanza dei requisiti necessari all’accoglimento della domanda o al finanziamento dell’intervento proposto.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 49 L’analisi incrociata del grado di adesione alla misura a e della forma di conduzione della SAT ha disatteso le aspettative: per tale strumento di finanziamento, infatti, era lecito attendersi un accesso privilegiato da parte delle imprese con un’elevata incidenza della SAT condotta in proprietà rispetto ad altre forme di conduzione, invece delle 14 imprese finanziate solamente 6 sono proprietarie di più della metà della superficie lavorata (nessuna raggiunge il 100% della SAT in proprietà), con un rapporto medio tra SAT in proprietà e SAT totale pari al 42%. Per le aziende di Cervignano d’Adda e Mulazzano, evidentemente, la proprietà del capitale terra non ha costituito uno sprone per presentare una domanda di finanziamento. La figura 20 riporta la localizzazione delle aziende agricole che hanno ottenuto finanziamenti.

Figura 20. Aziende agricole beneficiarie di contributi pubblici ai sensi della misura a (1.1) del PSR 2000-2006.

9.2 Adesione alla misura 2.6 (misura f) e alla misura 2.8 (misura h) L’adesione alla misura f e alla misura h è trattata congiuntamente poiché rientrano nel medesimo asse del Piano di Sviluppo Rurale regionale, vale a dire l’asse relativo alle politiche agroambientali. La misura f (Misure agroambientali) e la misura h (Imboschimento delle superfici agricole), nell’ideale della programmazione agricola lombarda, perseguono obiettivi analoghi, ossia la tutela dell’ambiente, la conservazione del paesaggio agrario e la salvaguardia del territorio. Per quanto concerne la misura f, 17 aziende su 61 (il 28% del totale) hanno aderito alle azioni attivate, dimostrando una forte preferenza per l’azione 3 – produzioni vegetali estensive e riconversione dei seminativi al regime sodivo, che si è concretizzata nella conversione dei seminativi annuali in prato permanente e nel mantenimento del prato permanente, seguita dall’azione 4 – miglioramento ambientale del territorio rurale, tradotta nella costituzione di nuovi filari e nel mantenimento di siepi e filari.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 50 Relativamente alla misura h è emerso che una sola azienda, nel settennio 2000-2006, ha messo a dimora un impianto arboreo: nella fattispecie si tratta di un impianto per la produzione di legno della superficie di 20 ha. Le figure che seguono (figura 21 e figura 22) mostrano le aziende che hanno aderito alla misura f e alla misura h e le relative superfici condotte.

Figura 21. Aziende agricole aderenti alla misura f (2.6) del PSR 2000-2006.

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Figura 22. Aziende agricole aderenti alla misura h (2.8) del PSR 2000-2006.

Le aziende identificate si possono intendere come le realtà agricole più attente ai temi ambientali e capaci di fornire un servizio al territorio, inoltre l’individuazione delle rispettive particelle catastali mette in risalto gli ambiti territoriali comunali nei quali l’attività agricola esercita funzioni diverse dalla mera produzione di beni, il tutto a vantaggio dell’ambiente: si ricorda a questo proposito che l’adesione alla misura f e alla misura h comporta l’assunzione, da parte degli imprenditori agricoli, di impegni pluriennali, che si protraggono dunque per più anni successivi all’anno in cui è stato concesso il contributo, ad esempio la corretta gestione della fertilizzazione nel rispetto dell’ambiente (misura f) o il mantenimento nelle migliori condizioni selvicolturali possibili di sviluppo e di crescita degli impianti realizzati (misura h).

10. Multifunzionalità L’ultimo parametro preso in esame per caratterizzare le aziende agricole insediate nei Comuni di Cervignano d’Adda e Mulazzano è l’attitudine alla multifunzionalità, intesa come la capacità di diversificare la produzione e, conseguentemente, le fonti di reddito. Sul territorio in questione è stato individuato un agriturismo con annessa fattoria didattica: si tratta dell’azienda agricola Virolo, localizzata a Mulazzano, dotata di strutture ricettive e capace di elaborare una serie di proposte formative indirizzate alle scolaresche. L’azienda agricola Virolo, inoltre, aderisce al marchio provinciale Lodigiano Terra Buona ed è certificata per la produzione del mais. In figura 23 sono indicate la sede e le particelle catastali di detta azienda.

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Figura 23. Agriturismi e fattorie didattiche.

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 53 INCIDENZA DEL PROGETTO T.E.E.M. (TANGENZIALE EST ESTERNA DI MILANO) SULLE ATTIVITA’ AGRICOLE INSEDIATE SUL TERRITORIO DEI COMUNI DI CERVIGNANO D’ADDA E MULAZZANO

Una volta messe a fuoco alcune delle principali proprietà delle imprese agrarie insediate a Cervignano d’Adda e Mulazzano e caratterizzato nei suoi tratti più importanti il sistema rurale preso in esame, di seguito viene indagato l’impatto del progetto TEEM sulle attività agricole locali. Nella fattispecie l’attenzione è stata rivolta alla porzione nord-occidentale del territorio del Comune di Mulazzano, attraversato dall’asse viario in progetto. Nella parte di territorio esaminata sono insediate 15 attività agricole: tale dato è riferito al numero di imprese con terreni situati nelle immediate vicinanze dell’opera (figura 24).

Figura 24. Localizzazione delle particelle catastali ad uso agricolo rispetto al tracciato della Tangenziale Est Esterna di Milano.

Il tracciato della tangenziale in progetto interseca i terreni di 9 aziende, mentre per le rimanenti 6 l’interferenza dell’infrastruttura è indiretta ed è dovuta alla vicinanza delle superfici utilizzate alla TEEM. Le 9 aziende di cui sopra sono: Agricola Virolo Società Agricola Semplice; Apostolo Giuseppe & Giulio S.S.; Garlappi Francesco e Figli S.S.; Cavagnera Luigi Maria; Ferrario Arturo; Galimberti Luigi; Golarsa Luca; Molteni Massimo; Mascheroni Giuseppe Angelo. Per quanto riguarda le 9 unità produttive direttamente interessate dalla realizzazione dell’opera, in 6 casi è previsto che la TEEM tagli in modo netto le superfici coltivate, con evidenti forti ripercussioni sull’assetto strutturale aziendale. Entrando nel dettaglio è stato osservato che delle 6 aziende individuate, 4 hanno SAT esclusivamente nel Comune di Mulazzano, mentre 2 lavorano terreni anche in altri Comuni e la

Documento Originale redatto nel 2009 dal Settore Agricoltura ed Ambiente Rurale della Provincia di Lodi 54 superficie agricola condotta a Mulazzano costituisce una piccola percentuale della superficie complessiva. Conseguentemente l’impatto più significativo si presume che possa essere subito dalle seguenti imprese: Agricola Virolo Società Agricola Semplice; Cavagnera Luigi Maria; Galimberti Luigi; Molteni Massimo. Le aziende Galimberti Luigi e Molteni Massimo sono realtà produttive ad indirizzo agronomico di piccole dimensioni, caratterizzate rispettivamente da una SAT pari a 1,03 ha e 6,80 ha e in possesso di titoli PAC per un valore di poche centinaia di euro. L’azienda Cavagnera Luigi Maria ha dimensioni strutturali e potenzialità economiche superiori, disponendo di una SAT pari a circa 23 ha e possedendo titoli PAC per un valore di poco superiore a 16.000,00 €. Annesso al fondo vi è un allevamento di bovini da latte, con una consistenza di 165 capi (85 vacche in produzione): il carico di azoto prodotto dai capi allevati risulta eccedente rispetto alla capacità ricettiva della superficie disponibile. L’Agricola Virolo Società Semplice esprime una spiccata vocazione alla multifunzionalità, che si concretizza nella presenza di un’attività agrituristica con annessa fattoria didattica, nella presenza di un piccolo allevamento di suini (15 capi) i cui prodotti sono destinati allo spaccio aziendale, nella adesione al marchio territoriale Lodigiano Terra Buona e nella adesione alla misura h del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 (Imboschimento delle superfici agricole): tali caratteristiche inducono a pensare che la sostenibilità di detta azienda sia assicurata anche in futuro benché interessata dalla realizzazione della TEEM. ››

Considerazione conclusiva

Sebbene redatto tra il 2008 e il 2009, e tenendo conto di alcune variazioni occorse per alcune delle A ziende Agricole insediate sul territorio (dimensione, consistenza delle produzioni, esistenza), si ritiene che il presente Studio possa costituire ancora un elemento importante per la valutazione dell a presente Variante di Documento di Piano, specialmente tenendo cont o del fatto che la suddetta tende ad una sostanziale conferma nella localizzazione della maggior parte degli Ambiti precedentemente individuati, nonché al mantenimento delle Previsioni Insediative precedentemente definite.

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