Diocesi di da La Domenica del 14/12/2008 ______

Santa Maria a Monte ha ringraziato mons. Gori e ha accolto il nuovo parroco L’ingresso di don Marco Pupeschi

A MONSIGNOR GORI IL GRAZIE DELLA COMUNITA’. La comunità cristiana di Santa Maria a Monte ha vissuto il 7 ed 8 dicembre scorsi due giorni indimenticabili. Sono infatti coincisi con il saluto di ringraziamento a monsignor Alvaro Gori, che ha lasciato la responsabilità della parrocchia dopo ventisette anni, ed il benvenuto a don Marco Pupeschi che gli succede alla guida pastorale della comunità. Entrambi gli avvenimenti hanno avuto come culmine la Santa Messa. E’ stato così domenica 7 scorso, quando monsignor Gori ha celebrato solennemente la Santa Messa con la quale ha preso congedo come pastore, ma non come sacerdote, dai santamariammontesi. La Chiesa Collegiata era davvero ricolma di fedeli che intendevano così manifestargli l’apprezzamento ed il ringraziamento per questa sua non breve esperienza di parroco. Nel salutarlo a nome della comunità, Brunella Lazzeri ha sottolineato la fede “intramontabile” che ha contraddistinto monsignor Gori in questi anni. Anni di impegno, di cambiamenti, di sfide, nei quali si è speso avendo come riferimento il bene della comunità cristiana e civile di Santa Maria a Monte. Poi la rappresentante della comunità cristiana ha sottolineato il “privilegio” di averlo ancora in mezzo a noi come sacerdote e quindi come dono della Grazia del Signore. La comunità civile ha poi salutato il Proposto attraverso le parole del Sindaco David Turini. Il primo cittadino ha tratteggiato la personalità di don Gori cogliendo la sua capacità di “mettersi in gioco”, di adoperarsi per la promozione umana. Ha quindi concluso con un annuncio: si è completato l’iter autorizzativi per la costruzione del centro parrocchiale con annessa chiesa a Ponticelli. Anzi, ha invitato monsignor Gori ad apporre la sua firma di ricezione della comunicazione per dare formale avvio alla costruzione del complesso. Il proposto di buon grado lo ha fatto e l’applauso dei fedeli ha sottolineato la volontà di dare quanto prima un luogo di culto e di incontro sociale ad un’area in espansione quale quella di Ponticelli. Il diacono dottor Guido Belcari ha quindi dato lettura della missiva di monsignor Vescovo che dava atto a don Gori dell’opera portata avanti nel suo ministero di parroco e dei frutti fecondi che aveva assicurato, insieme ad alcune raccomandazioni per la sua vicenda di sacerdote in mezzo alla comunità che ha servito tanto a lungo. Nella sua omelia don Gori ha tratto un bilancio della sua esperienza a Santa Maria a Monte, ma anche confermato la sua disponibilità a servire la comunità come sacerdote. “La mia casa –ha concluso- sarà aperta per tutti coloro che riterranno di visitarmi e chiedermi consiglio”.

L’ACCOGLIENZA DI DON PUPESCHI. E’ venuto poi il giorno di don Marco Pupeschi. Nella solennità dell’Immacolata concezione ha fatto il suo ingresso a Santa Maria a Monte. Lo ha salutato una giornata pungente, ma assolata, dopo il maltempo dei giorni precedenti. Il suo primo contatto con la realtà santamariammontese è avvenuto alle ore 15 precise, come prevedeva il protocollo, in piazza della Vittoria. Ad accoglierlo c’erano le autorità civili e militari e una grande folla. Nel suo indirizzo di saluto il sindaco di Santa Maria a Monte, David Turni, che aveva accanto il suo collega di D’Addona, si è così rivolto al nuovo parroco: “La riceviamo con affetto, convinti che sarà degno successore di chi lo ha preceduto”. Il sindaco ha quindi parlato della realtà di Santa Maria a Monte come quella di un territorio “complesso, complicato, ma comunque affascinante”, in cui esiste “un rapporto di collaborazione reciproco, pur nelle rispettive responsabilità” tra l’istituzione civile e quella religiosa. Turini ha poi volta del sindaco di Crespina il quale ha confessato: “Accompagno il mio parroco, non senza una punta di amarezza e di dispiacere dopo quattordici anni”. Nel prendere la parola, don Pupeschi ha rammentato quanto raccomanda San Paolo nel secondo capitolo della lettera a Timoteo: elevare suppliche per chi è al potere, affinché garantisca vita tranquilla ai suoi cittadini. Per questo don Marco ha invitato i presenti a pregare perché chi esercita il potere abbia la virtù della saggezza. Hai poi rilevato come i tempi che stiamo vivendo ci mettano davanti una sfida: instaurare un rapporto in cui io, tu, l’altro diventa “icona della Trinità”. Si è infine augurato che dopo l’attuale “vicenda triste della politica”, il bene comune ritorni ad essere l’epicentro dell’azione politica stessa. Accompagnato dalla Filarmonica “Giuseppe Verdi”, il corteo di accoglienza del nuovo parroco si è mosso verso la Collegiata, percorrendo via Carducci. A stento la chiesa ha contenuto i fedeli di Santa Maria a Monte, ma anche di , , Crespina e Monopoli, le comunità legate da affetto al nuovo proposto di Santa Maria a Monte. A salutarlo a nome del consiglio pastorale è stato Fausto Vanni, il quale ha ricordato come appena il giorno precedente la comunità di santa Maria a Monte aveva ringraziato monsignor Gori per la sua quotidiana testimonianza di ventisette anni di servizio pastorale. Il rappresentante del consiglio pastorale ha poi tratteggiato le caratteristiche della parrocchia: atipicità geografica, necessità di integrazione delle persone che decidono di vivere nel territorio di Santa Maria a Monte, la nuova chiesa di Ponticelli. Fausto Vanni, sempre rivolto a don Marco, si è augurato che “le famiglie possano crescere sotto la sua guida”. Ha quindi sottolineato alcune specificità tra cui il “gruppo giovani, vero fulcro della vita parrocchiale”, ma ha anche denunciato “l’onda grigia del relativismo che sta annacquando le coscienze” anche da queste parti. Si è perciò augurato che avvenga un “recupero alla speranza”. E’ stata poi la volta di monsignor Gori che ha salutato il suo successore raccomandandogli di essere “testimone di Cristo”, esercitando la “forza di non appartenersi, ma di appartenere”. E’ poi andato a quel 15 novembre 1981, quando egli stesso fece il suo ingresso a Santa Maria a Monte. Lo accompagnò un ammonimento:”Noi non predichiamo noi stessi, ma Cristo Signore”. Monsignor Vescovo nella sua omelia ha in primo luogo rivolto il pensiero a Maria, nella solennità dell’Immacolata. E’attraverso Lei che “siamo condotti a Dio”. Lei “creatura libera dal peccato, cosa preziosissima, bellissima, straordinaria”, è immagine di tutta la Chiesa. Ha poi chiesto ai presenti di essere testimoni del Vangelo e capaci di trasmettere la fede alle generazioni future. Poi rivolto ai numerosi sacerdoti presenti ha aggiunto: “Il sacerdote è immagine del Buon Pastore che guida un gregge non suo, ma del Signore, unico e vero Pastore”. Quindi richiamando la molteplicità dei carismi presenti nella Chiesa , ha rilevato che “tutti siamo uniti nella fede”. Quindi rivolto a monsignor Gori gli ha ricordato che “rimarrà sacerdote per sempre, anche se cambierà il modo di esserlo”. A don Marco invece, monsignor Fausto Tardelli ha raccomandato di seguire l’esempio di Maria, la quale si è affidata totalmente al Signore. Al termine della celebrazione della Santa Messa, don Marco indirizzando il suo saluto ed i ringraziamenti ha ricordato un Padre della Chiesa, San Gregorio di Nazianzio che ha rilevato come Dio avendo assunto la natura umana, in un certo senso l’ha completata, e con lui ha esclamato: “O sovrabbondante ricchezza della divina pietà !”. Si è quindi augurato che il nuovo popolo a lui affidato sia “popolo delle beatitudini” , affamati ed assetati della volontà di Dio, operatori di pace per vivere in questa terra come fratelli e figli di Dio. Di questo spirito delle beatitudini –ha rilevato don Marco- è testimone la Beata Diana, a cui ha chiesto di intercedere per la santità di vita e l’autentica carità pastorale. “Il cuore del prete è per tutti”, ha sentenziato il nuovo proposto, visibilmente emozionato. Ha poi ricordato che nelle sue vene scorre, per così dire, sangue santamariammontese, giacchè di Santa Maria a Monte era la nonna materna. Ha poi ricordato il suo rapporto con il canonico Lelio Mannari, prete schietto e di smisurata fede, e ha rivolto parole affettuose a monsignor Gori, ricordando il ruolo che questi ha avuto nel suo percorso di seminarista ed invitandolo ad essere presenza orante nella comunità santamariammontese. Ha quindi raccomandato alle preghiere di tutti Tommaso e Luca, i novelli seminaristi. Al termine della Santa Messa c’è stato poi l’omaggio dei vecchi e nuovi parrocchiani di don Marco. Infine una nota di fraternità: i partecipanti si sono spostati nei locali della Acli di piazza della Vittoria per un rinfresco e l’occasione per salutare don Marco. Prima di congedarsi però don Marco ha dettato una sorta di agenda: appuntamento nel corso della prima settimana per i membri del consiglio pastorale con l’obiettivo di pianificare le prime iniziative. L’Avvento costituisce un tempo favorevole a intraprendere un percorso di annuncio evangelico in un mondo in cui si è sempre più propensi a disperdere i valori cristiani per far posto agli idoli di turno. Per questo il Natale che sta per giungere, il primo di don Marco Pupeschi a Santa Maria a Monte, è urgente che si caratterizzi un rinnovato messaggio di speranza con cui ciascuno di noi sia protagonista di una storia della gente per la gente, in cui più del “pil” valga la dignità umana.

A conferenza sugli orrori sui bambini Shalom, compleanno numero 34

Lunedì 8 dicembre, all’interno della XXXIV edizione della Festa della Mondialità indetta dal Movimento Shalom, si è tenuta, di fronte ad oltre 200 partecipanti, l’attesa conferenza sul tema “Smascheriamo l’Orco: gli orrori sui bambini”. Ad introdurre il dibattito, il Presidente del Movimento Silvio della Maggiore, che ha lasciato poi la parola all’Arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto, che ha ricordato quanto sia importante non dimenticare certe tematiche e creare consapevolezza nella cittadinanza sui gravi episodi di violenza che accadono quotidianamente in diverse parti del mondo contro i bambini. A seguire, il Presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, ha ricordato il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ed accennato al Progetto Scream promosso dalla Provincia di Pisa, per la sensibilizzazione contro lo sfruttamento del lavoro minorile, chiudendo il suo intervento con una significativa frase di Martin Luther King: “Non dobbiamo avere paura della parole malvagie dei potenti, ma del silenzio degli onesti”. Anche l’Assessore alla Pace, all’Istruzione e Pari Opportunità e alla Cooperazione del Comune di Pisa Marilù Chiofalo, portando tra l’altro il saluto del Sindaco Marco Filippeschi, ha ricordato l’adesione del Comune al Progetto “Cento città per la pace”, che attraverso la Rete europea degli enti locali, mira a sensibilizzare la cittadinanza verso tutte le piccole azioni di pace che ogni cittadino può mettere in pratica ogni giorno. Ha fatto seguito l’intervento del presidente dell’Ordine degli Avvocati, di Pisa Avv. Rosa Capria, che ha espresso la vicinanza etica dell’avvocatura pisana nei confronti dell’attività di Shalom e verso le complesse questioni di diritto internazionale comparato che riguardano tali tematiche. Di forte impatto l’intervento di Patrizia Paletti, già membro della Commissione Parlamentare per l’infanzia della Camera dei Deputati, che ha trattato approfonditamente la questione degli abusi per sfruttamento sessuale sui minori, citando i numeri rilevati durante il recente Congresso di Rio de Janeiro, che indicano chiaramente l’aggravarsi della problematica nel mondo. Ammonterebbero infatti a 150 milioni le bambine e a 75 milioni i bambini che hanno avuto rapporti sessuali forzati, e ciò non è che la cima dell’iceberg di una realtà sempre più dilagante, che coinvolge numerosi Paesi cosiddetti “donatori di vittime”, come la Thailandia e il Brasile, e quelli “esportatori di carnefici”, tra cui l’Italia al quinto posto mondiale. Altro dato agghiacciante, il giro d’affari di 32 miliardi di dollari sullo sfruttamento sessuale a scopo di lucro. La dottoressa Paoletti ha ricordato anche il difficile problema del controllo sulla rete internet, veicolo sempre più frequente della stragrande maggioranza dei materiali pedopornografici in circolazione nel mondo, quello degli abusi in famiglia, nelle strutture istituzionali e quello delle torture nei Paesi in guerra. “Oggi assistiamo a una sorta di normalizzazione dell’orrore - ha concluso la dottoressa Paletti – ed ad una perdita del valore intrinseco del valore della vita dell’uomo, ecco perché esprimo la necessità di riportare al centro il valore della persona”. Simon Mbatshi Batshia, governatore del Bas-Congo, ha auspicato che tutte le autorità toscane sostengano fattivamente il Movimento Shalom che, nella sua regione è l’associazione che più si è adoperata negli ultimi anni per migliorare le condizioni di vita dei bambini. Ha concluso ringraziando Don Andrea Cristiani per il lavoro che sta compiendo e il Movimento Shalom per essere un movimento “… che ha la visione di amare”. A conclusione della conferenza, l’intervento dell’Assessore regionale Massimo Toschi, che ha ricordato quanto sia difficile proteggere i bambini anche qui da noi, sostenendo la necessità di dare una concreta risposta alla domanda di conversione che i bambini fanno oggi a noi adulti. Infine in chiusura l’intervento telefonico del CT della Nazionale italiana Marcello Lippi che, scusandosi per non essere stato presente a causa di un imprevisto, ha comunque ribadito il suo sostegno e la sua solidarietà alla causa oggetto della conferenza.

Fauglia - Presentato il libro ---- "Fauglia e la Comunità Cristiana dall’800 ad oggi"

Venerdì 28 Novembre 2008 alle ore 21.30 presso la Scuola Giovanni Paolo II si è tenuta la presentazione della pubblicazione di carattere storico "Fauglia e la comunità cristiana" realizzata dall'assessorato alla cultura del comune per la festa della Toscana 2008. Dopo un momento di preghiera comune in ricordo di mons. Edoardo Ricci scomparso nel pomeriggio, il Sindaco ha salutato tutti i presenti. Di seguito l'assessore Riccardo Novi ha illustrato l'opera a tutti i presenti. Di seguito l'avv. Andrea Gasperini ha presentato una riflessione sulla storia della Chiesa dal Concilio ad oggi. Infine, ha preso la parola S.E. Mons. Fausto Tardelli il quale ha voluto ringraziare per il lavoro svolto ed ha effettuato le sua considerazioni sull'importanza dell'attività della Comunità Cristiana nell'interesse ed al servizio dell'intera collettività. Alla serata ha preso parte una gran folla di gente, circa 200 persone. Oltre ai cittadini vi erano alcune religiose Figlie del Crocifisso che hanno prestato servizio a Fauglia, le suore Maestre Pie Venerini, le Figlie di S.Anna, i Salesiani, i Barnabiti ed altri sacerdoti diocesani (don Raffaele, Mons. Gori, il Parroco di Fauglia don Tommaso, il Parroco di Luciana Mons. Martelli, il Parroco di Collesalvetti ed altri) e rappresentanti di associazioni ed istituzioni cattoliche e molti interessati. La serata è stata accompagnata dai canti eseguiti dalla Corale delle Scuole Media di Fauglia e dalla Corale Parrocchiale S. Lorenzo Martire di Fauglia. L'opera , di particolare interesse culturale, ha una consistenza di 730 pagine divise in due volumi e varie sezioni che presentano in maniera precisa e dettagliata dall'800 ad oggi la storia delle comunità cristiane presenti ed operanti sul nostro territorio comunale. La pubblicazione ha richiesto circa un anno di lavoro e ricerca in numerosi archivi di enti religiosi e civili e delle stesse Congregazioni Vaticane.

Mentre crollano i consumi, aumenta la generosità. I dati in diocesi Colletta alimentare in controtendenza

I timori della vigilia sono stati spazzati via dal vento della generosità della gente, che ha donato più dell’anno scorso, nonostante la pesante crisi in atto renda incerto il futuro delle nostre famiglie. Anche quest’anno la popolazione della Diocesi ha dato un importante contributo alla Colletta Alimentare, che a livello nazionale ha visto donare negli oltre 7500 supermercati 8970 tonnellate di prodotti alimentari. Come ha ricordato nel comunicato finale Mons. Mauro Inzoli, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus, la vera protagonista è stata la carità, che ha animato gli oltre 100.000 volontari e gli oltre 5.000.000 di donatori. Tra loro i molti, tra cui numerosi giovani, che hanno operato e donato nel territorio della Diocesi di San Miniato: tutti hanno potuto sperimentare che il piccolo gesto di carità richiesto allarga all’infinito il cuore di chi lo fa. A loro ed ai supermercati resisi disponibili un grazie sincero. In attesa di ritrovarci il prossimo anno, pronti ad una nuova avventura di carità, possiamo prender visione dei risultati suddivisi per comune e punto vendita: Castelfranco di Sotto Conad kg. 434, Coop kg. 2003; Cerreto Guidi Coop kg. 501; Cerreto Guidi-Pieve a Ripoli Conad kg. 927; Crespina Ekom kg. 509; Fucecchio Coop kg. 3995; Montopoli in Val D’Arno Conad kg. 1453; Palaia- Sma kg. 898; Ponsaco Coop kg. 3303, Sma kg. 1086, LDL kg. 578, Penny Market kg. 469; San Miniato Basso Coop kg. 2673, Pam 1118; Santa Croce Sull’Arno Coop kg. 1717, Marzi e Fulignati kg. 793; Stabbia Coop kg. 520, Meta kg. 272. In totale sono stati raccolti kg. 23249 in 18 punti vendita.

Lari ---- Una strada alla Madre Vincenza Frangioni di Corinna Della Capanna

L’Amministrazione comunale ha ritenuto opportuno intitolare a Madre Vincenza Frangioni, Suora Domenicana di S. Caterina, una nuova strada, che è stata aperta nei pressi della Fondazione Casa di Riposo “Belvedere”, dove la Suore ha lavorato per 34 anni. La cerimonia si è svolta la domenica 23 novembre e si è articolata in tre momenti successivi: la commemorazione della Suore all’interno della Casa di Riposo, lo scoprimento della targa all’inizio della strada, la S. Messa nella Cappella dell’Istituto. Numerosi gli intervenuti: dalle Autorità alle Associazioni di volontariato, ai semplici cittadini, ai nuovi e vecchi dipendenti della Fondazione. Per l’occasione sono tornate a Lari anche numerose Suore Domenicane, che hanno svolto la loro opera a servizio degli ospiti accolti nell’Istituto. Particolarmente commovente è stato il loro incontro con coloro che ne avevano apprezzato la grande umanità e la competenza. Nella prima fase della cerimonia, gli interventi del Sindaco Ivan Mencacci, del Presidente della Casa di Riposo, di Madre Rosa, già Superiora e ultima Direttrice dell’Istituto, del Priore della Misericordia, hanno delineato la figura di Suor Vincenza, che è rimasta nella memoria e nel cuore dei Larigiani e di quanti l’hanno conosciuta.

Madre Vincenza giunse a Lari il 1°. Aprile 1953. Animata da una profondissima fede, che illuminò tutta la sua vita, fu, come dice Giorgio Papasogli, “una vera mamma per gli ospiti della Casa di Riposo”. Spinta dall’amore di Cristo, fu creatrice instancabile di opere nuove e si profuse per le necessità e i bisogni d tutti, sia per gli ospiti della Casa che per gli altri. Per non far mancare il necessario “ai suoi bimbi” (così amava chiamare i buoni vecchietti) non conosceva stanchezza né vergogna: andava, chiedeva… e nessuno osava rifiutarsi. In modo particolare si prodigò per “rifondare" la Misericordia di Lari, insieme all’attuale Priore. Al momento commemorativo è seguita la vera e propria inaugurazione della strada: dopo la preghiera guidata dal Proposto di Lari e la benedizione, è stata scoperta la targa che porta la dicitura “Via Madre Vincenza Frangioni (Suora Domenicana)” al suono prolungato e intenso delle sirene dei vari automezzi della Misericordia, targa che servirà a ricordare alle generazioni presenti e future questo luminoso esempio di carità. La celebrazione della S. Messa che ne è seguita, ha coronato la cerimonia, tanto ricca di ricordi e di emozioni.

Cigoli, Santuario “Maria Madre dei bimbi” Tempo di Avvento e di presepi di don Giampiero Taddei, parroco

Come ogni anno, dal 1986 a oggi, nel Santuario di Cigoli il periodo dell’Avvento si apre con un evento ricco di significato per l’intera comunità parrocchiale e diocesana: la celebrazione dell’ anniversario della restituzione della sacra Immagine di Maria Madre dei Bimbi. La sera del 6 Dicembre del 1986 alle ore 19,45, qualcuno suonò alla porta della canonica lasciando un pacco con dentro, avvolta in un morbido velluto blu, completamente restaurata, l’immagine della Madonna. Da allora in poi, il rettore del Santuario Don Giampiero Taddei ha voluto dedicare al ricordo di quell’ avvenimento una celebrazione particolare nella vigilia della festa di Maria, che negli ultimi anni è divenuta anche occasione per celebrare l’amore coniugale.

Sabato 6 dicembre alle ore 21,15 S.E. Mons. Fausto Tardelli, ha celebrato la Santa Messa nel ricordo del XXII anniversario della restituzione della Immagine della Madonna.

Durante la celebrazione liturgica si è celebrato l’amore della famiglia, ricordando tutti i matrimoni, in particolare i coniugi che compiono 25,50, 60, anni di matrimonio. Alla fine della celebrazione ogni famiglia ha ricevuto dalle mani del nostro amato Vescovo una piccola icona della Sacra Famiglia con una meditazione sull’accoglienza dei piccoli, come suggerisce Mc 10,14 “Lasciate che vengano a me e non glielo impedite” . E’ seguita l’inaugurazione da parte di S.E. Mons. Tardelli del Presepe Artistico che già da diversi anni viene allestito a Cigoli dai “Giovani Presepisti”, sempre nuovo e diverso nella sua struttura, ma sempre intatto nella sua poesia e nel suo significato: recuperare il Mistero inaudito del Natale di Gesù, Dio fatto uomo per noi. La meraviglia del Mistero dell’Incarnazione trova infatti nel presepio un segno tangibile e concreto. Le celebrazioni di domenica 7 dicembre sono state dedicate alla famiglia : durante le sante messe si è pregato per le necessità spirituali e materiali che attanagliano la famiglia di oggi e le offerte raccolte sono state devolute a Don Anthony G. Kollamparampil per continuare in India la sua opera a favore dei bambini più poveri.

Lunedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, oltre alle Sante Messe festive, alle ore 16 c’è stata una celebrazione Mariana per tutti i bambini e ragazzi: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite” dice Gesù.

Viaggio a Calcutta di don Romano Maltinti

Dal 5 al 13 novembre ho avuto l’opportunità di fare un viaggio a Calcutta in India. Non sono stato a trovare le bambine che la nostra parrocchia segue con le adozioni a distanza, perché queste sono a Madras nel sud dell’India, mentre Calcutta è al nord: l’India è molto grande, più grande dell’Europa. Il viaggio era organizzato dall’Associazione Bhalobasa e dal suo animatore don Armando Zappolini, parroco di . Lo scopo principale era quello di visitare i vari centri di assistenza che l’Associazione aiuta attraverso le adozioni a distanza ed altri numerosi progetti. Il gruppo era formato da 12 persone, tra cui don Armando ed il Vescovo Emerito di Pisa, Mons. Alessandro Plotti. L’esperienza, di cui ringrazio il Signore per l’opportunità datami, è stata molto dura sia per la difficoltà del lungo viaggio aereo sia per il soggiorno spartano, ma soprattutto per l’impatto con la povertà, che la città di Calcutta non riesce certo a nascondere. Davanti alle vetrine luccicanti dei negozi in stile europeo, famiglie intere vivono sul marciapiede perché senza casa: la sera devi stare attento a non pestare persone che dormono e la mattina presto incontri chi fa la doccia o si lava i denti da un’apertura della condotta idrica lungo la strada. In periferia poi lunghe file di baracche si alternano a grandi nuove costruzioni, mentre polli, capre e mucche si aggirano indisturbate. Di giorno le strade sono piene di risciò, di motocarri “ape”, trasformati per trasportare passeggeri, e di taxi; i marciapiedi poi sono piene di persone, tanto che sembra che i 5 milioni di abitanti della città siano sempre tutti in giro. Noi eravamo ospitati nella parrocchia cittadina di Cristo Re, dove è parroco Padre Orson che è stato per diversi anni a Perignano. Da lì poi ogni giorno ci spostavamo con delle macchine con autisti messeci a disposizione. Già il primo giorno abbiamo avuto un impatto deciso andando ad aiutare i volontari nel risciacquare i panni presso Prem Dam (la Casa dei moribondi). Ma il momento più significativo è stato nel primo mattino di venerdì quando abbiamo celebrato le Messa presso la Casa Madre delle Missionarie della Carità, dove c’è la tomba di Madre Teresa. Circa 150 suore tra professe e novizie, accovacciate sul pavimento, hanno pregato e cantato, coinvolgendoci in un clima di forte spiritualità anche se non comprendevamo la lingua. Ci siamo poi trattenuti con l’attuale superiora, Suor Nirmala, ed altre suore, tra cui una molto anziana che fu la prima a seguire Madre Teresa. Infine abbiamo visitato la cameretta della Beata e pregato presso la sua tomba. In quei giorni abbiamo visitato vari centri di accoglienza, tra cui il lebbrosario di Tittaghar, iniziato da Madre Teresa in alcune officine dismesse delle ferrovie, e il collegio per i figli dei lebbrosi della Fondazione di Dominique Lapierre. Siamo stati ospiti di due collegi delle Suore di Sant’Anna: uno in città nel quartiere Entalli, dove abbiamo incontrato due suore che hanno passato diversi anni nelle Case che l’Istituto ha qui da noi a San Miniato e Fauglia; l’altro in aperta campagna a Moropai, che abbiamo raggiunto con un’ora di treno ed altrettanto di barca lungo un canale. Nei due collegi le alunne ci hanno accolto come ospiti importanti secondo le loro usanze, lavandoci i piedi e mettendoci al collo una collana di fiori, poi hanno cantato e recitato per noi. Il giorno prima di partire abbiamo fatto un centinaio di Km al nord verso il confine fino a Burdwan, sede di una nuova Diocesi, dove abbiamo incontrato il Vescovo e Padre Wilson nella misera Casa Vescovile. Da lì siamo andati in vari centri fino ad arrivare nella zona delle tribù, dove abbiamo trovato famiglie molto povere in case di fango con tetto di paglia.: sono di una etnia originaria del centro dell’India, spostatasi là da diversi anni per lavorare nelle risaie; sono rimasti isolati, senza amalgamarsi con gli altri, perché non sono né musulmani né induisti, ma animisti. Ci ha ospitato un prete diocesano che vive da missionario in mezzo a loro, adeguandosi al loro stile di vita. Queste ed altre sono state le esperienze visitate in quegli otto giorni in cui siamo stati a Calcutta, anche perché i delegati di Bhalobasa avevano da verificare la realizzazione dei vari progetti in corso. Un’esperienza dura ma significativa: tanta povera gente che sopravvive con dignità, numerose strutture con tanti volontari che cercano di alleviare almeno un po’ la difficile situazione, una Chiesa cattolica piccola (solo 1/2% della popolazione) che vive la fede in profondità e partecipa numerosa alla liturgia e alle attività della parrocchia. Una Chiesa rispettata e ben voluta anche dalle altre esperienze religiose. Il Vescovo di Calcutta, che siamo andati a visitare, ci diceva che i problemi nati nell’altra regione di Orissa non sono, come è apparso da noi in Italia, legati ad un contrasto religioso, ma originati da alcuni gruppi estremisti che vogliono appropriarsi di un territorio ricco di minerali molto ricercati.

Ufficio diocesano per la Pastorale familiare Avviso per parroci e per le coppie responsabili degli itinerari di preparazione al Matrimonio

Segnaliamo alle parrocchie e ai responsabili delle commissioni famiglia parrocchiali, in vista della predisposizione dei calendari per gli itinerari di preparazione al matrimonio, la possibilità di redigere un calendario diocesano di questi itinerari, da pubblicare sul sito web diocesano. Invitiamo pertanto i responsabili ad inviare appena possono alla mail dell'ufficio diocesano ([email protected]) il volantino con le date degli itinerari ed i recapiti (oltre a quelli del parroco, se vi sono) ai quali i fidanzati possono rivolgersi per informazioni. Precisiamo che ciò non rappresenta un obbligo, ma semplicemente la possibilità di dare rilevanza diocesana a tutti gli itinerari esistenti, sia che vengano fatti a livello parrocchiale, che vicariale o di unità pastorale. Cogliamo l'occasione per ricordare inoltre quanto auspicato dal vescovo nella sua lettera pastorale 2008- 2009, cioè l'invito ad "accogliere con disponibilità" ed a "prendere in seria considerazione gli orientamenti pastorali per la preparazione al matrimonio, presentati nel giugno scorso al convegno diocesano (F. Tardelli, Vivere e comunicare la Speranza in famiglia e con le famiglie. n. 15). Approfondimenti… Pubblicato il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2009 Combattere la povertà, costruire la pace

1. Anche all'inizio di questo nuovo anno desidero far giungere a tutti il mio augurio di pace ed invitare, con questo mio Messaggio, a riflettere sul tema: Combattere la povertà, costruire la pace. Già il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II, nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1993, aveva sottolineato le ripercussioni negative che la situazione di povertà di intere popolazioni finisce per avere sulla pace. Di fatto, la povertà risulta sovente tra i fattori che favoriscono o aggravano i conflitti, anche armati. A loro volta, questi ultimi alimentano tragiche situazioni di povertà. « S'afferma... e diventa sempre più grave nel mondo – scriveva Giovanni Paolo II – un'altra seria minaccia per la pace: molte persone, anzi, intere popolazioni vivono oggi in condizioni di estrema povertà. La disparità tra ricchi e poveri s'è fatta più evidente, anche nelle nazioni economicamente più sviluppate. Si tratta di un problema che s'impone alla coscienza dell'umanità, giacché le condizioni in cui versa un gran numero di persone sono tali da offenderne la nativa dignità e da compromettere, conseguentemente, l'autentico ed armonico progresso della comunità mondiale » [1].

2. In questo contesto, combattere la povertà implica un'attenta considerazione del complesso fenomeno della globalizzazione. Tale considerazione è importante già dal punto di vista metodologico, perché suggerisce di utilizzare il frutto delle ricerche condotte dagli economisti e sociologi su tanti aspetti della povertà. Il richiamo alla globalizzazione dovrebbe, però, rivestire anche un significato spirituale e morale, sollecitando a guardare ai poveri nella consapevole prospettiva di essere tutti partecipi di un unico progetto divino, quello della vocazione a costituire un'unica famiglia in cui tutti – individui, popoli e nazioni – regolino i loro comportamenti improntandoli ai principi di fraternità e di responsabilità. […]

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