REGIONE

Provincia di

COMUNE DI BARAGIANO

PIANO DI ASSESTAMENTO FORESTALE

DEI BENI AGRO-SILVO PASTORALI

PERIODO DI VALIDITA’

(2012 – 2021)

Per l’associazione temporanea di professionisti:

Il Capogruppo Il Componente

Dott. For. Antonio Satriano Dott.ssa For. Anna Rita Mariano

Piano di Assestamento Forestale di primo impianto

dei beni agro-silvo-pastorali del Comune di

Baragiano -PZ-.

(D.G.R. N.613/’08 “L.R. 42/98 – Regolamento per la redazione e l’attuazione dei Piani di Assestamento Forestale.”)

Gruppo di lavoro:

 Dott. For. Le Marcantonio Giovanni (editing cartografia)  Dott. ssa For. Le Junior Ricci Catia (supporto ai rilievi dendrometrici in campo)

Baragiano, Dicembre 2012

Per l’associazione temporanea di professionisti:

Il Capogruppo Il Componente

Dott. For. Antonio Satriano Dott.ssa For. Anna Rita Mariano

Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Pagina 2 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Indice

1 PREMESSA...... 6

2 RELAZIONE TECNICA ...... 8

2.1 Obiettivi attesi ...... 8

2.2 Inquadramento geografico ...... 9

2.3 Caratteristiche geologiche e pedologiche ...... 19

2.4 Il clima ...... 30 2.4.1 Analisi delle precipitazioni ...... 30 2.4.2 Analisi delle temperature ...... 30 2.4.3 Analisi fitoclimatica ...... 32

2.5 Aspetti vegetazionali e faunistici ...... 33 2.5.1 Lo strato arboreo ...... 42 2.5.2 Lo strato arbustivo ...... 44 2.5.3 Lo strato erbaceo ...... 44

2.6 Usi civici, utilizzazioni legnose, fide pascolo e gestione trascorsa ...... 45

2.7 Elementi amministrativi e gestionali ...... 52 2.7.1 Vincoli e normativa specifica per le attività prevalenti nell’area ...... 53 2.7.2 Vincoli PAI ...... 53

3 LA COMPARTIMENTAZIONE DELLA FORESTA ...... 54

3.1 Definizione del particellare forestale ...... 54

3.2 La tracciatura a terra del particellare forestale...... 55

3.3 Il patrimonio forestale del comune di Baragiano...... 57 3.3.1 Individuazione delle particelle forestali ...... 57 3.3.2 Tipi forestali ...... 58 3.3.2.1 Fustaia ...... 58 3.3.2.2 Fustaia irregolare ...... 58

3.4 La compresa del cerro a scopo produttivo ...... 62 3.4.1 Generalità ...... 62 3.4.2 Obiettivi gestionali e interventi previsti ...... 64

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3.5 La compresa dei cedui di cerro ...... 66 3.5.1 Generalità ...... 66 3.5.2 Obiettivi gestionali e interventi previsti ...... 70

3.6 La compresa del cerro a scopo protettivo ...... 71 3.6.1 Generalità ...... 71 3.6.2 Obiettivi gestionali e interventi previsti ...... 73

3.7 La compresa rimboschimenti ...... 74 3.7.1 Generalità ...... 74 3.7.2 Obiettivi gestionali e interventi previsti ...... 74

3.8 Incluso turistico-ricreativo ...... 75 3.8.1 Generalità ...... 75 3.8.2 Obiettivi gestionali e interventi previsti ...... 75

4 IL RILIEVO TASSATORIO ...... 76

4.1 Individuazione delle Aree di Saggio e dei parametri rilevati ...... 76

4.2 Principali risultati delle Aree di Saggio di Simulazione ...... 77

5 IL CALCOLO E LA STIMA DELLA PROVVIGIONE LEGNOSA ...... 79

5.1 Metodiche di calcolo provvigionale adottate ...... 79 5.1.1 La tavola di cubatura adoperata ...... 79

5.2 La stima dell’accrescimento legnoso e dell’età ...... 82

6 L’ASSESTAMENTO DEL BOSCO ...... 83

6.1 Il metodo assestamentale adoperato ...... 83

6.2 Valori provvigionali e calcolo della ripresa ...... 84

6.3 Tasso di utilizzazione ...... 85

7 GLI INTERVENTI PREVISTI ...... 86

7.1 Il piano generale degli interventi ...... 86 7.1.1 Il piano dei tagli ...... 92

8 ALTRI INTERVENTI ...... 96

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8.1 Caratteristiche degli interventi alla rete viaria ...... 96

8.2 Caratteristiche degli interventi ad uso turistico-ricreativo ...... 96

8.3 Misure di salvaguardia della biodiversità ...... 96

9 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ...... 98

ALLEGATO 1 ...... 100

REGISTRO DI GESTIONE ...... 101

ALLEGATO 2 ...... 114

ALLEGATO 3 ...... 119

ALLEGATO 4 ...... 127

ALLEGATO 5 ...... 142

COMPRESA CERRO A SCOPO PRODUTTIVO ...... 143

COMPRESA CEDUI DI CERRO ...... 157

COMPRESA RIMBOSCHIMENTI ...... 171

COMPRESA CERRO A SCOPO PROTETTIVO ...... 175

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1 Premessa

Il piano di assestamento forestale dei beni agro-silvo-pastorali del comune di Baragiano rappresenta uno strumento indispensabile per una gestione razionale ed equilibrata di tutte le attività socio-economiche che interagiscono con questa risorsa.

In questa prima fase del lavoro si è concentrata l’attenzione sullo studio della vegetazione forestale in modo tale da avere ben chiara la situazione reale e quella che si otterrà a seguito della pianificazione.

Questo permette di indirizzare nuove indagini al fine di completare la fase conoscitiva e al contempo di individuare le linee programmatiche da seguire durante il periodo di validità del piano.

Il presente lavoro non può non tenere conto della programmazione regionale e nazionale in quanto il settore ha assunto un’importanza strategica per lo sviluppo delle aree montane.

Il Piano di Assestamento Forestale dei beni agro silvo pastorali del comune di Baragiano è stato redatto dai Dott. Antonio Satriano (capogruppo) con la collaborazione della Dott.ssa Anna Rita Mariano (componente) su incarico del Comune medesimo a seguito della gara pubblica esperita dal Comune dalla quale è stato determinato mediante verbale di gara prot. n. 3014 del 24/05/2010 l’esito finale. Successivamente, a seguito della comunicazione del contributo regionale concesso, è stato affidato l’incarico professionale con D.S.G. n. 259 del 31/08/2012. In data 19 Ottobre 2012 si è proceduto alla stipula della convenzione la quale fissa un tempo utile per la conclusione dei lavori pari ad un anno e comunque non oltre il tempo stabilito nella D.D. di finanziamento n° 1.349 del 22/10/2010 della Regione Basilicata.

Il presente lavoro è il primo strumento di pianificazione che interessa la proprietà ed è stato redatto secondo:

 R.D.L. 3267 del 30.12.1923 “Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani”;  R.D. 1126 del 16.05.1926 “Approvazione del regolamento per l'applicazione del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3267, concernente il riordinamento e la riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani;  L.R. n. 42 del 10 novembre 1998 “Norme in materia forestale”;

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 D.G.R n. 613 del 30 aprile 2008 “linee guida per la redazione dei Piani di Assestamento Forestale” (procedure di approvazione, cofinanziamento e attuazione), BUR n. 22 del 1 giugno 2008 pag. 3981-4000.

La cartografia è stata elaborata mediante software QUANTUM GIS OPEN SOURCE, mentre per gli archivi alfanumerici è stato utilizzato il software MICROSOFT OFFICE EXCEL 2010.

La superficie catastale complessiva è di Ha 397.08.82, costituita da boschi, pascoli, seminativi arborati, arbusteti ed aree aperte in genere.

Il Piano ha validità decennale, ovvero dal 2012 al 2021, quando s’imporrà la revisione o il suo adeguamento.

In itinere si stanno effettuando, da parte di tecnici specializzati, le affrancazioni dell’uso civico su parte della superficie comunale, ritenuta utile ai sensi della L.R. 57/2000; le procedure risultano essere lente e farraginose e per questa ragione le superfici oggetto delle trattive non sono state inserire nel presente Piano, anche in considerazione del fatto che rappresentano terreni a seminativo, a vigneto e a colture foraggere attualmente coltivati e gravati da uno o più “livelli”. Su parte della superficie dove non grava il livello, l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con tecnici demaniali incaricati, sta effettuando opportune valutazioni sulla possibilità di vendere le proprietà a favore dei cittadini che tuttora coltivano o conducono il fondo. La superficie di detto elenco è pari ad Ha 493.51.11. Tali superfici si suddividono tra allodio affrancabile ed usurpo non affrancabile.

Il presente lavoro ha un carattere non definitivo ma interlocutorio in modo tale da calibrare le prescrizioni del piano tenendo conto delle esigenze dell’ente proprietario.

Si è proceduto, contestualmente al rilievo generale su tutta la foresta, che ha permesso di suddividere il soprassuolo in aree costituite da popolamenti diversi, all’individuazione dei confini di proprietà; si è inoltre rilevata la viabilità esistente prevalentemente censita che rappresenta uno degli aspetti funzionali fondamentali del presente piano.

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2 Relazione tecnica

2.1 Obiettivi attesi

Fino ad oggi i piani di assestamento forestale a livello di impresa sono stati considerati dei veri e propri piani di gestione.

Piani e programmi di organizzazione delle aziende studiati in modo da realizzare dalla coltura arborea forestale, con la minima spesa e nel minor tempo possibile, il massimo utile sia diretto che indiretto, intendendo per utilità diretta tutte le finalità produttive, mentre per utilità indiretta l'esaltazione della funzione protettiva e di difesa idrogeologica, a cui si affianca il turismo, la caccia, le attività ricreative, la protezione della natura, la conservazione della biodiversità, la tutela e la difesa del paesaggio, gli insediamenti urbanistici, ecc..

I principali obiettivi dell'assestamento possono sintetizzarsi in: ricerca e definizione del trattamento selvicolturale che conservi e migliori la capacità produttiva del terreno ed assicuri redditi più elevati e durevoli; necessità di valorizzare al meglio i boschi preesistenti garantendo loro una gestione sostenibile anche in relazione alle altre risorse che compongono il sistema foresta determinando l’equilibrio con l'ambiente; raggiungimento di una produzione massima annua e possibilmente costante in termini dendrometrici.

In pratica il fine dei piani di Assestamento era ed è, tuttora, quello di mettere in equilibrato rapporto la ripresa con le possibilità incrementali del bosco e di migliorare la struttura necessaria a garantirne l’efficienza produttiva e protettiva. In altri termini, l'assestamento mira a portare il bosco ai massimi livelli di efficienza ecologica e produttiva e, quindi, ad utilizzare i prodotti senza intaccare la rigenerazione dei beni e dei servizi.

In riferimento a ciò, l’obiettivo strategico dell’Amministrazione di Baragiano è rivolto alla valorizzazione ed al miglioramento della foresta, la quale oggi è rappresentata prevalentemente da boschi cedui in buono stato vegetativo ad elevata redditività, prevalentemente già utilizzati grazie a tagli regolari costantemente eseguiti secondo le nome vigenti in materia forestale, nel rispetto ed ai sensi della D.G.R. 956/2000. Per la compresa del cerro a scopo produttivo garantire utilizzazioni regolari e costanti nel decennio di validità del piano che mirino all’esaltazione del patrimonio silvicolo selezionando soggetti in buono stato vegetativo attraverso utilizzazioni mirate nei confronti di soggetti compromessi dal punto di vista selvicolturale. In tal senso pianificare tagli selettivi dal basso in condizioni di xericità mentre tagli selettivi dall’alto in condizioni di umidità. Se ciò si raggiungesse sarebbe intrinseco esaltare anche aree a valenza turistico-ricreativa

Pagina 8 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 permettendo anche alle utenze turistiche rilassanti passeggiate ecologiche finalizzate alla raccolta dei frutti che le piante del luogo continuano a disseminare nel corso degli anni. In riferimento alle ATR ( aree turistiche ricreative) sono presenti nel complesso forestale di Baragiano due inclusi particellari turistici-ricreativi della superficie totale di Ha 0.44.93 parzialmente presenti per Ha 0.32.69 nella particella forestale 4 e per Ha 0.12.24 nella particella forestale 6. Queste ultime sono oggetto di progetto di riqualificazione ambientale avendo ottenuto un finanziamento sulla Misura 227 del P.S.R. Basilicata 2007 – 2013 denominata “Sostegno agli investimenti non produttivi: terreni forestali”. La progettazione intende ripristinare l’area rendendola molto più accogliente nei confronti delle utenze andando ad esaltare anche risorse idriche presenti attualmente in stato di abbandono. Tutto ciò, insieme a quanto descritto precedentemente, concorre ad esaltare il patrimonio agro-silvo-pastorale comunale. Nei confronti dei soprassuoli a valore di macchiatico negativo, caso tipico della particella forestale 16 appartenente alla compresa del cerro a scopo protettivo, l’Amministrazione e i tecnici redattori del Piano intendono intraprendere attività di contenimento del ceduo di carpinella nel piano dominato, capace di compromettere la rinnovazione di specie quercine, mediante ceduazione con rilascio di almeno due polloni per ceppaia in buone condizioni vegetative, anche attraverso la partecipazione ai bandi P.S.R. orientati al miglioramento dei terreni forestali, o mediante l’impiego delle maestranze impiegate negli Enti Delegati alla forestazione.

2.2 Inquadramento geografico

Il paese di Baragiano è situato nell’area nord-occidentale della Provincia di Potenza (625 m s.l.m.), e confina a Sud con (9 km), ad Est con (13 km), ad Sud-Ovest con e a Nord-Ovest con Bella (15 km). Rientra nel sub-appennino lucano, pur non avendo rilievi montuosi ma estese valli che si estendono da Picerno (Sud) a (Nord) e tra le fiumare di Tito e quella di . Quest’ultime si incrociano nei pressi di Baragiano Scalo. Baragiano dista 29 km da Potenza e 127 km dall'altro capoluogo di provincia lucano, Matera. Baragiano può essere considerato un perfetto connubio di attrattive naturali, quali l’acqua Rossa ed i boschi della località Isca della Botte (complesso forestale principale), e culturali, quali gli scavi archeologici dell’Archeoparco Basileus.

A valle invece si trova Baragiano Scalo divenuto, grazie alla presenza delle molteplici attività commerciali e dello scalo ferroviario, un punto di rilievo e di importanza strategica non solo per la comunità baragianese, ma anche per quelle limitrofe. Il territorio è bagnato dai fiumi Isca e

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Marmo che proprio alle pendici del massiccio roccioso ove sorge Baragiano formano il fiume Platano.

Le origini antiche del paese sono testimoniate dai reperti archeologici rinvenuti in contrada Braida e dai resti delle mura risalenti al VI-V secolo a.C. Nel centro storico è possibile ammirare i portali delle famiglie gentilizie, in particolare degni di nota sono il Palazzo Iura e il Palazzo Venetucci. Nella parte alta del paese vi è ciò che rimane dell'antico e monumentale castello, un tempo una delle regge più importanti della regione lucana, vero e proprio vanto d'orgoglio del paese. Interessante è la chiesa di S. Maria Assunta di origine rinascimentale, poi modificata e ristrutturata nel corso del tempo. La facciata è semplice e arricchita da tre stele in pietra, all'interno si possono ammirare la statua dell'Assunta, nella parte sinistra un crocifisso ligneo del XVII-XVIII sec., nella parte destra un'acquasantiera su un basamento in pietra e la statua lignea della Madonna del Carmine del XVI sec. Da visitare sono anche la Cappella di S. Rocco del XVI sec. e la chiesa dell'Annunziata del XV sec. Personalità illustre di Baragiano è Francesco Potenza (1956), meglio conosciuto come il collocatore, viene riconosciuto per le sue azioni umanitarie.

Dall’affascinante storia dei popoli che hanno vissuto nella Basilicata antica e lasciato sul territorio testimonianze straordinarie - ora riscoperte dagli scavi archeologici - nasce a Baragiano, su una collina nell'entroterra della Lucania, l'Archeoparco del Basileus. L'archeoparco del Basileus è un parco archeologico situato a Baragiano (PZ), in località Toppo Sant'Antonio. Proprio qui 2.500 anni fa - contemporaneo a Pitagora che ebbe la sua scuola a Metaponto, città sul mar Ionio - visse e fu sepolto con le armi e i simboli del potere un re dei Peuketiantes. L'Archeoparco del Basileus è una “porta d'ingresso” per un viaggio nella storia e nel mito attraverso l'archeologia lucana, un viaggio che si svolge per mezzo di postazioni scenografiche, in un percorso emozionale e trasversale nel tempo creato con l’obbiettivo di sorprendere, divertire e far apprendere attraverso oggetti, situazioni, giochi.

Il parco si estende su un'area archeologica sede di numerosi ritrovamenti tra cui la tomba del BASILEUS del VI secolo a.C., rinvenuta in località Santissima Concezione. L'Archeoparco del Basileus propone diverse chiavi di lettura culturale, scientifica, didattica e ludica per avvicinare il pubblico alla conoscenza dell'antichità e della storia. Al suo interno attraverso ricostruzioni scenografiche viene fornito uno spaccato della Basilicata che va dal VI al IV secolo a.C. L'antico centro abitato corrispondente all'odierna Baragiano si trovava su un pianoro tra due affluenti del fiume Platano, in posizione strategica tra i territori di diverse tribù lucane e alla confluenza di vie di traffico commerciali. Lungo le vallate fluviali si erano sviluppati i contatti con la costa ionica (Siris e Metaponto) e con le popolazioni greche ed etrusche della costa tirrenica.

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Il territorio del comune dal punto di vista altitudinale risulta compreso tra i 342 m s.l.m. nei pressi di Baragiano alla località Isca della Botte e gli 825 m s. l. m. nei pressi del centro abitato del Comune, nel vertice Nord-Orientale del limite amministrativo. Si estende su una superficie di 29,45 Km² e conta 2693 abitanti (fonte: http://www.tuttitalia.it/basilicata/65-baragiano/).

Figura 1 - Inquadramento geografico del comune di Baragiano e ubicazione delle aree boscate

Il territorio comunale può essere suddiviso in due aree: a Sud-Est prevalgono le aree boscate comunali insieme a terreni a vocazione agricola coltivati prevalentemente a seminativi e foraggere ubicati lungo la fiumara di Avigliano, a Nord-Ovest coltivi con un moderato grado di antropizzazione rappresentati da insediamenti zootecnici; il nucleo urbano, invece, sorge nell’area Meridionale.

Il territorio di Baragiano è prettamente agro-silvo-pastorale prioritariamente a notevole vocazione zootecnica per il considerevole numero di aziende detentrici di capi bovini, mantenuti a stabulazione fissa prevalentemente da latte; secondariamente a vocazione silvicola per la presenza di una buona superficie a boschi.

Il territorio è attraversato da due importanti infrastrutture viarie: la S.S. Appia che porta in direzione Ruoti a partire dal centro di Baragiano Scalo, e la S.P. 83 che scendendo dalla rotonda di Perolla () porta all’intersezione con l’Appia in prossimità dell’ingresso del centro

Pagina 11 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 di Baragiano Scalo. Meno importante, ma funzionale per il complesso forestale, è la strada comunale Isca della Botte in direzione Ruoti (Potenza), che costeggia in posizione Est il bosco comunale facilitandone l’accesso antropico anche con mezzi meccanici di grossa portata, tali da sfruttare le piste camionabili e trattorabili presenti.

Il demanio forestale del Comune di Baragiano è complessivamente di 344.26.12 ettari, che rappresentano l’ 11,69% dell’intera superficie comunale (2.945 ettari). La rimanente superficie è formata da pascoli, pascoli arborati, seminativi arborati, seminativi, vigneti, colture foraggere, ecc…..

Nella tabella successiva vengono riportate le diverse tipologie catastali con i relativi dati rinvenienti dalle visure catastali:

Superficie Titolarità del Comune Foglio Particella Sub Classamento Classe (m2) Proprieta' per 1000/1000 13 10 VIGNETO 2 1.200 Proprieta' per 1000/1000 13 10 PASCOLO 2 87.342 Proprieta' per 1000/1000 13 12 SEMINATIVO 4 7.900 Proprieta' per 1000/1000 13 12 PASCOLO ARB 2 2.086 Proprieta' per 1000/1000 13 23 PASCOLO 2 59.468 Proprieta' per 1000/1000 13 26 PASCOLO 2 3.673 Proprieta' per 1000/1000 13 3 SEMIN ARBOR 3 3.783 Proprieta' per 1000/1000 14 131 SEMINATIVO 4 21.216 Proprieta' per 1000/1000 14 2 PASC CESPUG U 20.142 Proprieta' per 1000/1000 14 7 SEMINATIVO 4 14.659 Proprieta' per 1000/1000 14 71 SEMINATIVO 2 4.700 Proprieta' per 1000/1000 14 71 SEMIN ARBOR 5 5.380 Proprieta' per 1000/1000 14 72 INCOLT PROD U 1.382 Proprieta' per 1000/1000 14 76 PASCOLO ARB 3 1.156 Proprieta' per 1000/1000 14 82 PASCOLO 1 13.082 Proprieta' per 1000/1000 15 288 SEMINATIVO 4 56.070

Pagina 12 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Superficie Titolarità del Comune Foglio Particella Sub Classamento Classe (m2) Proprieta' per 1000/1000 16 1 PASC CESPUG U 94.096 Proprieta' per 1000/1000 16 1 SEMINATIVO 4 12.000 Proprieta' per 1000/1000 21 33 PASCOLO 2 2.615 Proprieta' per 1000/1000 29 17 PASCOLO 2 10.823 Proprieta' per 1000/1000 29 33 PASCOLO 2 10.169 Proprieta' per 1000/1000 29 389 BOSCO ALTO U 3.442.612 Proprieta' per 1000/1000 29 39 SEMINATIVO 4 7.000 Proprieta' per 1000/1000 29 39 PASCOLO 2 7.160 Proprieta' per 1000/1000 29 4 SEMIN IRRIG 1 14.540 Proprieta' per 1000/1000 29 5 SEM ARB IRR 1 7.026 Proprieta' per 1000/1000 3 15 PASCOLO 2 3.579 Proprieta' per 1000/1000 3 4 PASCOLO 2 21.653 Proprieta' per 1000/1000 4 4 SEMINATIVO 4 3.954 Proprieta' per 1000/1000 4 4 PASCOLO ARB 2 30.416 TOTALE 3.970.882 Tabella 1 - Ripartizione superfici catastali delle particelle comunali rispetto alla qualità catastale riportata in visura catastale

I terreni presi in esame per la redazione del presente Piano di Assestamento sono compresi all’interno dei limiti amministrativi del Comune di Baragiano e occupano una superficie complessiva lorda pari a Ha 397.08.82.

Di seguito si riportano, attraverso un diagramma a torta, gli usi del suolo rinvenienti dalle visure catastali con i relativi valori in Ha:

Pagina 13 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Figura 2 - Diagramma a torta relativo alle tipologie catastali della proprietà comunale rinveniente dalle visure catastali

Di seguito si riportano attraverso una tabella pivot gli usi del suolo rinvenienti dalle visure catastali con i relativi valori in m²:

Somma di Superficie m2 Classamento Totale PASCOLO 219.564 VIGNETO 1.200 SEMINATIVO 127.499 PASCOLO ARB 33.658 PASC CESPUG 114.238 SEMIN ARBOR 9.163 SEMIN IRRIG 14.540 INCOLT PROD 1.382 SEM ARB IRR 7.026 BOSCO ALTO 3.442.612 Totale complessivo 3.970.882 Tabella 2 - Usi del suolo rinvenienti dalle visure catastali

La superficie assestata reale, quella catastale interessata e quella catastale totale, rispetto ai dati catastali generali viene di seguito riportata in tabella:

Pagina 14 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

particella particella Sup. catastale interessata Sup. catastale totale Superficie (ha) foglio forestale catastale (ha) (ha) 1 28,24 29 389 (ex 104) 28,24 344,2612 2 20,47 29 389 (ex 104) 20,47 344,2612 3 12,02 29 389 (ex 104) 12,02 344,2612 4 38,65 29 389 (ex 104) 38,65 344,2612 5 20,96 29 389 (ex 104) 20,96 344,2612 6 11,03 29 389 (ex 104) 11,03 344,2612 7 29,91 29 389 (ex 104) 29,91 344,2612 8 33,20 29 389 (ex 104) 33,20 344,2612 9 26,66 29 389 (ex 104) 26,66 344,2612 10 20,48 29 389 (ex 104) 20,48 344,2612 10 (incluso p.) 2,18 29 17 0,97 1,0823 10 (incluso p.) 2,18 29 39 1,21 1,4160 11 19,41 29 389 (ex 104) 19,41 344,2612 12 22,07 29 389 (ex 104) 22,07 344,2612 13 24,50 29 389 (ex 104) 24,50 344,2612 14 2,85 29 389 (ex 104) 2,29 344,2612 14 2,85 29 33 0,56 1,0169 15 23,91 29 389 (ex 104) 23,45 344,2612 15 23,91 29 33 0,46 1,0169 16 9,45 29 389 (ex 104) 9,45 344,2612 Tabella 3 – Suddivisione del particellare forestale rispetto ai dati catastali

La superficie assestamentale reale è Ha 343.86.64 e la ripartizione dell’uso reale del suolo viene di seguito riportata in tabella:

Totale comprese (m²) Cedui di cerro 1.215.904 Cerro a scopo produttivo 1.602.873 Cerro a scopo protettivo 591.339 Rimboschimenti 28.548 Totale complessivo 3.438.664 Tabella 4 - Ripartizione dell'effettivo uso del suolo del demanio comunale oggetto dell'assestamento forestale in m2

Dai dati riepilogativi sopra riportati in tabella si evince che esiste un discostamento tra superficie catastale totale e superficie reale totale, la quale corrisponde in termini percentuali all’1,15 %. Ciò è dipeso dal fatto che le superfici a seminativo irriguo, vigneto, seminativo arborato e seminativo non sono state assestate ma semplicemente inserite nella cartografia di base poiché proprietà comunali così come si evince dalla tabella 2, ma non pianificate.

Di seguito si riporta un grafico a torta rappresentativo dei dati rilevati, relativamente alle superfici assestamentali:

Pagina 15 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Figura 3 - Ripartizione reale dell’area assestata

La distribuzione spaziale dei terreni risulta aggregata in un unico complesso principale in agro del territorio del Comune di Baragiano.

Le proprietà studiate ricadono in n° 9 elementi della Carta Tecnica Regionale scala 1:5.000, di seguito elencate:

 469071 (Masseria Celentano);

 469072 (Stazione di Bella-Muro);

 469083 (Case Faraone);

 469082 (Avriola);

 469121 (Valle in Casa);

 469124 (Baragiano);

 469111 (Baragiano scalo);

 469123 (Masseria Padule);

 469122 (Masseria Curcio).

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Il Comune di Baragiano con il suo territorio rientra nell’ambito della ex Comunità Montana Marmo Platano che si sviluppa su una superficie territoriale di circa 454,94 Km² e si compone di 8 Comuni: Balvano, Ruoti, Muro Lucano, Castelgrande, , Bella.

L’ambito territoriale della ex Comunità Montana Marmo Platano si estende nella zona Nord- Occidentale della Basilicata definita dal corso del torrente Platano all’interno del bacino idrografico del fiume Tanagro in territorio campano il quale è un subaffluente del fiume Sele che a sua volta è tributario del Mar Tirreno.

Secondo i dati del 6° censimento sull’agricoltura in Basilicata del 2010 redatto dall’Istat in collaborazione con il Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Economia Montana della Regione Basilicata la superficie agricola totale (SAT) della ex Comunità Montana è di 27.050,65 Ha; la superficie agricola utilizzata (SAU) è di 19.676,16 Ha così ripartita: l’82% destinato ai seminativi, l’8% alle colture arboree e il 10% ai prati e pascoli; la SAU di Baragiano è pari ad Ha 1.329,76 (Fonte 6° Censimento in Agricoltura 2010), di seguito è riportata la popolazione residente nel corso degli anni.

Figura 4 - Trend demografico di Baragiano dal 1861 fino al 2001 (Fonte Wikipedia)

Le montagne di questo territorio appartengono all’Appennino meridionale e dal punto di vista estetico-percettivo offrono caratteristici paesaggi forestali composti prevalentemente da cerrete.

La zona meridionale del territorio è rappresentata da una grande superficie a bosco che rappresenta anche il popolamento più significativo nonché il complesso forestale principale della località Isca della Botte - Franciosa.

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Ritroviamo prevalentemente giovani fustaie a prevalenza di cerro con roverella subordinata, fustaia adulta di cerro, fustaie irregolari composte da individui di cerro con sottobosco a carpinella di origine agamica, fustaie irregolari composte da individui di cerro e roverelle, cedui a prevalenza di cerro con roverella subordinata, rimboschimento di pino nero.

Nell’area settentrionale, dove l’attività antropica è più evidente è possibile notare in prevalenza le colture a foraggio utilizzate per l’alimentazione animale, secondariamente l’orzo, il grano duro e fruttiferi. Nel resto dell’area Nord si osserva un mosaico di colture olivicole alternate sempre a seminativi a grano duro.

Il patrimonio silvo - pastorale del Comune di Baragiano è pari a circa 343.86.64 ettari di superficie in un unico corpo definito anche principale localizzato nella parte meridionale (Bosco Isca della Botte) del territorio comunale.

Il corpo unico principale ad andamento Est-Ovest occupa l’intero territorio comunale meridionale confinando con il limite amministrativo dei comuni di Picerno (PZ) ad Ovest e Ruoti (PZ) a Nord.

Considerando la direzione nord-sud, proseguendo lungo la strada comunale Isca della Botte in direzione Ruoti si costeggia il complesso forestale principale ed in particolar modo le seguenti particelle forestali: particella forestale 11, 10, 5, 2, 1 (Cartografia Allegata).

Figura 5 - Inquadramento su ortofoto

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Proseguendo sempre lungo la strada comunale Isca della Botte con orientamento nord-sud per circa 1.200 metri dal complesso forestale principale si raggiunge il centro di Baragiano dal quale si vedono le particelle della compresa del cerro a scopo produttivo tranne la particella forestale 8 e 9, la compresa dei cedui di cerro, l’incluso particellare della particella 10 e la compresa rimboschimento.

Da un punto di vista altimetrico il territorio in questione è compreso tra una quota minima di 415 m s.l.m. e una quota massima di 752 m s.l.m. ed è caratterizzato da una morfologia non esageratamente movimentata con pendenze che non superano il 35% tranne che nella parte meno in quota della particella forestale 9 dove le pendenze superano anche il 50% in corrispondenza del Fosso S. Giorgio a confine con il Comune di Ruoti.

2.3 Caratteristiche geologiche e pedologiche

La descrizione geopedologica dell’area è stata effettuata sulla base dei dati ricavati dallo studio della Carta Geologica d’Italia rappresentata dal quadrante sud-occidentale del F° 187 di in scala 1:100.000 e dal quadrante settentrionale del F° 199 di Potenza in scala 1:100.000.

Il territorio in cui ricade il bosco comunale di Baragiano dal punto di vista geologico è inserito nel contesto della catena subappenninica caratterizzata da una serie di unità stratigrafiche, originatesi a partire dall’Oligocene fino al Pliocene superiore, a seguito delle deformazioni e successivi spostamenti verso est. Tali unità strutturali sono costituite da terreni di piattaforma e di bacino. La catena appenninica ha visto la sua evoluzione tra l’Oligocene superiore ed il Pliocene superiore in un contesto geologico che ha portato all’accavallamento delle unità di catena e al loro spostamento sulle successioni plio-pleistoceniche di avanfossa depositate al di sopra della Piattaforma apula che diventa espressione dell’Avampaese autoctono dell’Appennino meridionale. Nel Pliocene la catena è stata interessata da una tettonica che ha determinato l'emersione di vaste aree caratterizzate da una sedimentazione terrigena. Tali aree sono riconducibili a bacini intrappenninici, che poggiano sui terreni meso-cenozoici. E proprio a partire dal Pliocene che scaturisce il nuovo assetto morfologico dell’Appennino meridionale dovuto essenzialmente all’azione di faglie verticali, che nel Pleistocene determinano l’attuale fisionomia della catena. Il territorio in esame è disposto lungo l’allineamento Avigliano - Ruoti – Bella - Muro Lucano ed è caratterizzato da depositi del Pliocene medio-inferiore (Carta Geologica d’Italia)

Pagina 19 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 circoscritto da faglie a direzione NW-SE. L’allineamento è costituito dal rilievo del Monte Marzano, composto da terreni carbonatici e dai rilievi di Muro Lucano, Bella e S. Fele, in cui affiorano i terreni della Piattaforma Campano-Lucana e del Bacino Lagonegrese. I terreni pliocenici, tipici dell’area in esame, si riscontrano a partire dai rilievi di circa 600 m s.l.m. fino ai fondovalle a quota di circa 300 m s.l.m. L’assetto attuale del territorio deriva da un antico bacino fluvio-lacustre in cui si sono depositati i terreni clastici sabbioso-arenacei e conglomeratici di età pliocenica. La parte bassa della successione è costituita dalle Argille Grigio Azzurre. Questi terreni poggiano su substrati litologici delle successioni pre-plioceniche. A seguire lo stralcio della Carta Geologica in scala 1:100.000:

Figura 6 - Stralcio carta geologica

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Nell’area del Bosco comunale della località Isca della Botte sono presenti due formazioni geologiche, l’una nella parte meno in quota avente cod. Ps interessante tutte le particelle forestali della compresa dei cedui di cerro, le particelle forestali 4 - 6 - 16 della compresa del cerro a scopo protettivo, la particella forestale 12 della compresa del cerro a scopo produttivo e parte delle particelle forestali 8-7-13-15 appartenenti alla compresa del cerro a scopo produttivo caratterizzata da sabbie giallastre in genere stratificate, arenarie giallastre, lenti, livelli di materiali argillo- marnosi, argillo-sabbiosi e ciottoloso-conglomeratici risalenti al Pliocene Medio-Inferiore nella quale si rinviene microfauna fossile a: Rotalia beccarii tepida, Globoquadrina altispira, Orbulina bilobata e microfossili di età più antica; l’altra nella parte più in quota avente cod. Pcg interessante parte delle particelle forestali 8-7-13-15-16 e tutta la particella forestale 9 appartenenti in parte alla compresa del cerro a scopo produttivo ed in parte alla compresa del cerro a scopo protettivo caratterizzate da conglomerati poligenici poco coerenti di colore giallastro con lenti argillose o sabbiose risalenti al Pliocene Medio-Inferiore.

I corsi d'acqua sono impostati secondo un reticolo idrografico a graticcio, nel quale i bacini seguono l'andamento di valli susseguenti, incise negli strati di roccia più teneri. Si tratta comunque di corsi d'acqua di ordine inferiore, denominati con i termini impluvio, fosso o vallone a carattere prettamente torrentizio, con portate effimere nella stagione estiva e di piena occasionale nella stagione invernale i quali convogliano le proprie acque nella Fiumara di Avigliano situata ad est del complesso forestale assestamentale. La parte centrale del complesso forestale è delimitata dalla Valle delle Nocelle da cui si dipartono piccoli impluvi, mentre ad ovest è presente una sorgente denominata “F.te dei Palumi”.

Figura 7 - Il reticolo idrografico del territorio di Baragiano e le sorgenti più importanti

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Le pendenze sono variabili, e la loro frequenza si dispone rispetto alle classi individuate, secondo una curva quasi a campana, con una netta prevalenza della classe moderata, che da sola interessa oltre il 42% del territorio della provincia pedologica.

Figura 8 - Stralcio della carta delle pendenze

Per quanto riguarda le esposizioni, all'interno dello stralcio cartografico che segue si denota una netta prevalenza delle esposizioni Nord-Est, secondariamente quelle Sud ed Ovest:

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Figura 9 - Stralcio della carta delle altimetrie

Nel territorio comunale di Baragiano si rinvengono suoli appartenenti alla provincia pedologica 6: in particolare unità 6.9; suoli appartenenti alla provincia pedologica 7, in particolare l’unità 7.4.

Di seguito vengono descritte:

UNITÀ 7.4

Suoli dei rilievi dolcemente ondulati a substrato costituito prevalentemente da sabbie giallastre con livelli di materiali argillosi pliocenici, e presenza subordinata di conglomerati a matrice sabbiosa.

Le pendenze sono in prevalenza deboli o moderate, localmente acclivi. Sono anche presenti superfici sub-pianeggianti poste in posizione sommitale, in genere caratterizzate dalla presenza dei conglomerati. Le quote sono comprese tra i 250 e i 1.100 m s.l.m.

L'unità è costituita da 9 delineazioni, per una superficie complessiva di 22.170 ha. Si trova tra Potenza e Muro Lucano, e nella valle dell'Ofanto a nord di Melfi; una delineazione è in gran

Pagina 23 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 parte occupata dalla città di Potenza. L'uso del suolo è prevalentemente agricolo, con presenza di pascoli e boschi alle quote più elevate o nei versanti ripidi delle principali incisioni.

Figura 10 - Immagine tridimensionale di una porzione della carta pedologica regionale appartenente alla provincia pedologica 7

I suoli più diffusi sono moderatamente evoluti per brunificazione e rimozione dei carbonati (suoli Baragiano). Su materiali parentali più argillosi si sono sviluppati suoli con orizzonte calcico (suoli Dragonara).

Figura 11 - Paesaggio dell'unità cartografica 7.4 in località Dragonara

Tra i suoli subordinati, i suoli Piano del Mattino hanno profilo fortemente differenziato per rimozione dei carbonati, lisciviazione, melanizzazione, e hanno substrato conglomeratico. Caratterizzano paleo-superfici sub-pianeggianti, come ad esempio quella posta nella località che dà il nome alla tipologia, a nord-est della città di Potenza. Altri suoli fortemente evoluti sono talora presenti sulle superfici più stabili delle sabbie (suoli Molinelli).

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Suoli prevalenti Suoli Baragiano (BAG1)

Suoli molto profondi a tessitura franca, talora franco argillosa in superficie, e franco sabbiosa in profondità, con scheletro scarso o assente. Sono da non calcarei a moderatamente calcarei in superficie, fortemente calcarei in profondità, e presentano reazione alcalina. La permeabilità è moderatamente alta e il drenaggio buono.

Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, superactive, mesic.

Classificazione WRB: Eutric Cambisols.

Suoli Dragonara (DRA1)

Suoli molto profondi, caratterizzati dalla presenza di un orizzonte calcico generalmente ben sviluppato.

Privi di scheletro, presentano tessitura franco limoso argillosa. Sono da molto calcarei a fortemente calcarei e hanno reazione alcalina nell'orizzonte lavorato, molto alcalina negli orizzonti sottostanti. La loro permeabilità è moderatamente bassa e sono ben drenati.

Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerepts fine silty, mixed, active, mesic.

Classificazione WRB: Haplic Calcisols.

Suoli subordinati Suoli Piano Del Mattino (MAT1)

Suoli evoluti, caratterizzati da un orizzonte superficiale di colore scuro e con un moderato contenuto in sostanza organica, e da un orizzonte argillico in profondità. Sono profondi, limitati dal substrato estremamente scheletrico. Hanno tessitura argillosa, con scheletro scarso o comune fino a oltre 1 m di profondità. Sono privi di carbonati e a reazione neutra, mentre il substrato è moderatamente calcareo e a reazione subalcalina. Ben drenati, hanno bassa permeabilità.

Classificazione Soil Taxonomy: Typic Argixerolls fine, mixed, superactive, mesic.

Classificazione WRB: Luvic Phaeozems.

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Suoli Molinelli (MOL1)

Suoli molto profondi, evoluti, a tessitura franco sabbiosa in superficie, franco sabbioso argillosa in profondità, generalmente privi di scheletro. Il profilo è completamente decarbonatato, e la reazione alcalina. Sono ben drenati e a permeabilità moderatamente alta.

Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxeralfs fine loamy, mixed, active, mesic.

Classificazione WRB: Haplic Luvisols.

Figura 12 - Profilo rappresentativo dei suoli Dragonara

UNITÀ 6.9

Suoli dei bassi e medi versanti con substrato a sabbie argillose plioceniche, con presenza subordinata di conglomerati in genere cementati.

Hanno morfologia complessa, con pendenze molto variabili, in prevalenza da moderatamente a fortemente acclivi. Talora sono presenti paleo-superfici sub-pianeggianti. Le quote sono comprese tra i 300 e i 1.000 m s.l.m., con prevalenza della fascia altimetrica tra i 500 e gli 800 m s.l.m.

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L'unità è costituita da 14 delineazioni, per una superficie complessiva di 19.880 ha. L'uso del suolo è caratterizzato dall'alternanza di pascoli e coltivi, con boschi subordinati.

Figura 13 - Immagine tridimensionale di una porzione della carta pedologica regionale appartenente alla provincia pedologica 6

La tipologia più rappresentativa dell'unità è quella dei suoli Sant'Elia. Sulle paleo-superfici più conservate, in genere costituite da conglomerati, come ad esempio in località Verro Croce, a nord di , si sono formati suoli a profilo fortemente differenziato per lisciviazione e rubefazione (suoli Piano dei Campi).

Suoli prevalenti Suoli Sant’Elia (SEL1)

Sono suoli con orizzonte di accumulo secondario dei carbonati ben espresso, presente solitamente entro il metro di profondità; molto profondi, hanno tessitura da franco argillosa a franco sabbioso argillosa in superficie, franco sabbiosa o sabbioso franca nel substrato. Sono suoli con scheletro scarso o comune, a reazione alcalina, molto alcalina nel substrato, e caratterizzati da una parziale decarbonatazione superficiale: scarsamente calcarei in superficie, molto o fortemente calcarei in profondità. Hanno permeabilità moderatamente bassa e drenaggio buono.

Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerepts fine loamy, mixed, superactive, mesic.

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Classificazione WRB: Haplic Calcisols.

Suoli subordinati Suoli Piano Dei Campi (PCM1)

Suoli evoluti e molto profondi, caratterizzati da un potente e rubefatto orizzonte argillico. Hanno tessitura franca in superficie, franco argillosa in profondità, scheletro da frequente ad abbondante.

Hanno permeabilità moderatamente alta e drenaggio buono.

Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxeralfs loamy skeletal, mixed, active, mesic.

Classificazione WRB: Cutani-Chromic Luvisols.

Sulle scarpate più ripide sono presenti suoli poco evoluti a tessitura grossolana, da sabbiosa a franco sabbiosa.

Figura 14 - Profilo rappresentativo dei suoli Sant'Elia.

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Figura 15 - Profilo rappresentativo dei suoli Piano dei Campi.

Di seguito si riporta uno stralcio della carta pedologica:

Figura 16 - Stralcio della carta pedologica regionale (Fonte: http://www.basilicatanet.it/suoli/)

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Per un’analisi delle caratteristiche geologiche e pedologiche dei suoli presenti ci siamo avvalsi della documentazione in possesso della Regione Basilicata. La banca dati utilizzata è stata quella della Carta pedologica della regione (http://www.basilicatanet.it/suoli/) e della carta geologica d’Italia (fogli 187 e 199 S.G.I. 1971).

2.4 Il clima

L’inquadramento climatologico dell’area oggetto del presente studio è stato eseguito secondo la classificazione del PAVARI.

Il clima del territorio in esame si identifica con quello mediterraneo, caratterizzato da estati molto secche e precipitazioni per lo più concentrate durante il periodo autunno-invernale.

L’area è caratterizzata da clima temperato con inverno marcato (4–8 mesi con temperatura media superiore a 10 °C), ed estate temperata (Temperatura media del mese più caldo di 20-23 °C) e siccitosa, con piogge estive inferiori a 150 mm. (Tipologia climatica di De Philippis, 1937). Le caratteristiche climatiche della stazione sono indicate nel diagramma climatico elaborato secondo il metodo di Walter e Lieth riferito per la stazione pluviometrica del Comune di Picerno riportato di seguito nella figura 17.

2.4.1 Analisi delle precipitazioni

Secondo i dati forniti dalla stazione pluviometrica del Comune di Picerno, le precipitazioni annue si aggirano sui 765 mm in 91 giorni piovosi. La distribuzione delle precipitazioni è tipica del regime mediterraneo, con massimi nel periodo invernale (Novembre-Febbraio) e minimi nel periodo estivo (Luglio-Agosto). Nel periodo Novembre-Febbraio cadono mediamente 368 mm di pioggia in 39 giorni piovosi, mentre nel periodo Luglio-Agosto ne cadono solo 48 in sei giorni. Le nevicate sono frequenti nel periodo invernale, ma il manto nevoso non persiste mai a lungo sul terreno.

2.4.2 Analisi delle temperature

Dall’esame delle temperature fornite dalla stazione termometrica del Comune di Picerno si desume, per il territorio in esame, una temperatura media annua che si aggira sugli 11 °C. La

Pagina 30 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 temperatura media del mese più freddo si aggira sui 3°C, con minimi assoluti anche di alcuni gradi sotto lo zero (-10,4°). La temperatura media del mese più caldo si aggira sui 21 °C, con massimi assoluti anche superiori a 35 °C. La media delle minime si aggira sui –7,5 °C, mentre la media delle massime si colloca sui 32 °C.

L’elaborazione del diagramma di Bagnouls e Gaussen, relativo ai dati termo-pluviometrici, evidenzia un periodo di deficit idrico nel trimestre estivo.

L’analisi di Billaux sul pedoclima riporta un regime di umidità dei suoli di tipo xerico e un regime di temperatura di tipo mesico.

Di seguito si riporta il diagramma di Bagnouls e Gaussen per la stazione di Picerno:

Diagramma termo-udometrico Stazione di Picerno 728 m s.l.m. 100 50 90 45 80 40 70 35

60 30 C ° 50 25 40 20 piovosità 30 15 temperatura 20 10

mm pioggia mm 10 5 0 0 temperatura gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

Figura 17 - Diagramma termo-udometrico Di seguito si riportano le precipitazioni medie rispetto ai mesi dell’anno con le relative temperature:

Pagina 31 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

mesi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic anno P 83 81 69 61 52 42 22 24 57 70 99 105 765 (mm) T 3,9 4,6 7,1 10,3 14,4 18,6 21,4 21,6 18,2 13,1 9,1 5,3 12,3 (°C) Precipitazioni: medie di 49 anni nel periodo 1926-1975 Temperature: medie di 43 anni nel periodo 1926-1974 Mesi Stagioni Anno Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut Giorni di pioggia (≥ 1 10 7 9 8 6 6 3 2 5 8 12 14 31 23 11 25 90 mm) Eliofania assoluta (ore 2,8 3,9 4 5,2 7,3 8,4 9,7 9,1 6,6 5,5 3,8 3 3,2 5,5 9,1 5,3 5,8 al giorno) Figura 18 - Parametri valori termici inerenti le precipitazioni medie e le temperature medie

2.4.3 Analisi fitoclimatica

Per l’attribuzione della tipologia fitoclimatica si fa riferimento alla classificazione elaborata da Pavari. Dalla comparazione dei parametri termici e pluviometrici della stazione di Picerno e i parametri di riferimento proposti da Pavari (figura 19) si è potuto stabilire che il bosco di Baragiano ricade nella fascia fitoclimatica del Castanetum zottozona calda di 2° tipo (con siccità estiva) precisando, innanzitutto, che nella sottozona calda il Castanetum mantiene analogie con il Lauretum freddo, dal quale differisce in sostanza per gli inverni più freddi. Alla stessa latitudine, infatti, le due zone possono in parte sovrapporsi secondo le particolari condizioni microclimatiche.

Figura 19 - Classificazione fitoclimatica di Pavari - Sottozone del Castanetum

Il Castanetum interessa gran parte della fascia submontana dai 400-500 ai 600-800 m. di altitudine, occupata delle latifoglie eliofile; il bosco in esame ricade tra i 425 e i 700 m s.l.m.

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Secondo la classificazione di De Philippis i tipi colturali dei boschi fanno parte del piano del castagno e delle querce caducifoglie (Boschi della Zona del Castanetum). Secondo la classificazione biocenotica di Schimd la vegetazione della zona è da ascrivere al cingolo Q.T.A. (Quercus-Tilia-Acer) dominato dal Cerro (Quercus cerris L.) e dalla Roverella (Quercus pubescens Willd, 1805). Secondo la Carta della Vegetazione Potenziale del Tomaselli (1970) si tratta della formazione dell'Orizzonte Submediterraneo del Piano Basale, con prevalenza di querce mesofite, pertanto, le biocenosi forestali presenti sono caratterizzate prevalentemente da cerro (Quercus cerris L.), con presenza di roverella (Quercus pubescens Willd, 1805).

2.5 Aspetti vegetazionali e faunistici

L'orografia del territorio ha favorito lo sviluppo di cenosi forestali tipiche delle fasce vegetazionali sub-montane. Infatti i popolamenti forestali prevalenti rinvenibili nel territorio del Comune di Baragiano sono ascrivibili ai seguenti tipi forestali:

 Boschi misti di cerro e altre latifoglie meso-termofile ed eliofile.

La fisionomia del bosco comunale di Baragiano è quella tipica che intercorre tra il piano basale ed il primo livello del piano sub-montano ovvero il bosco con specie del genere Quercus (Bernetti). In questa fascia primeggiano le specie eliofile o solo moderatamente sciafile tant’è che viene, appunto, designata dal Negri come “Orizzonte delle latifoglie eliofile”. Questi boschi sono edificati essenzialmente dal cerro e in misura minore dalla roverella, associati ad altre latifoglie denominate “specie correlate alle querce”. La fitocenosi del cerro, di gran lunga più rappresentata, si presenta ben caratterizzata nella struttura vegetativa e nelle proprietà ecologiche e biologiche. La “Tipologia forestale” intesa come espressione che definisce i principali caratteri strutturali, ecologici, floristici, fitodinamici dei popolamenti forestali di un territorio, individuata per il bosco di Baragiano è quella della “cerreta meso-termofila”. La fitocenosi in esame si inserisce, secondo l’inquadramento fitogeografico elaborato dallo Schmid nel 1949, nella eterogenea fascia di vegetazione del Quercus-Tilia-Acer (Q.T.A.), alla cui formazione concorrono sostanzialmente le specie forestali dell’elemento borealterziario a carattere termo-xerofilo. Secondo la classificazione proposta dal Pignatti, basata sui gradienti climatici che vanno a caratterizzare le varie fasce di vegetazione, i querceti dell’Italia centromeridionale rimarcano i caratteri e gli aspetti delle fascia supramediterranea. Più a sud la fascia supramediterranea assume

Pagina 33 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 un carattere denominato “di tipo orientale” perché nella sua composizione specifica intervengono il cerro (Quercus cerris L.), il carpino orientale (Carpinus orientalis Mill.), l’orniello (Fraxinus ornus L.), il carpino nero (Ostrya carpinifolia) e il farnetto (Quercus frainetto Ten.) (Ozenda, 1985). Se poi a queste specie si aggiungono gli endemici acero di Lobelius e l’ontano napoletano possiamo parlare di “fascia medioeuropea”. La fitocenosi del cerro rientra nel gruppo delle fasce eurosiberiane-boreoamericane che, dopo le oscillazioni subite durante il periodo glaciale Wurmiano (fase ascendente della glaciazione, prima espansione Wurmiana, prima oscillazione temperata, ecc.) vede la sua affermazione nel postglaciale cioè a partire da 7000 a.C. Alla fine dell’epiglaciale (periodo anatermico continentale di Chiarugi) il Quercetum mixtum, nelle sue varie strutture, si spingeva fino alle stazioni montane dell’Appennino nel piano attualmente occupato dall’abete e dal faggio i quali occuparono in massa le porzioni più elevate sin dall’inizio del postglaciale; il picco di massima espansione del querceto misto si è verificato attorno al 5000 a.C. quando ci fu una generale risalita verso le quote di competenza del faggio (Chiarugi, 1936). La cerreta, in ragione delle utilizzazioni eseguite da lungo tempo, ha assunto una struttura di tipo coetaneiforme nella quale non sussiste la stratificazione su piani sovrapposti degli alberi, bensì uno strato medio, costituito esclusivamente da specie arbustive o da alberi di latifoglie di piccola taglia e uno strato inferiore costituito da elementi di tipo xero-termofilo e nelle stazioni più fresche da elementi di tipo oceanico. La cerreta dell’area indagata risulta essere una fitocenosi molto tipica appartenente all’espressione più termo-xerofila della fascia del QTA, diffusa nell’Appennino centro-meridionale. Anche se è lecito supporre che sia avvenuta nel tempo un’accentuazione in senso xerofilo rispetto ai consorzi originari provocata dalle perturbazioni praticate dall’uomo. Le azioni di sfruttamento hanno determinato il sopravvento degli elementi meno esigenti come appunto il cerro, a scapito di altri elementi sempre continentali ma più igrofili come l’acero, il tiglio, ecc. In altri termini, la cerreta quale oggi si osserva, assume, rispetto ad un originario consorzio vegetale, il valore di un paraclimax colturale, dominato dal cerro che ne è l’elemento più rustico e plastico e che ha rappresentato anche un certa convenienza economica per la produzione di legna e carbone. Pertanto, grazie alla sua indole continentale, assicura dal punto di vista ecologico-colturale una maggiore tranquillità, appunto perché meno delicato, di più facile propagazione, stabile e agevole da governare. Dai rilievi eseguiti, rispetto al comprensorio boschivo corrispondente al “Bosco Isca della Botte-Franciosa” (complesso forestale principale) si sono riscontrati i seguenti tipi forestali: fustaie irregolari (particella for. 4 alla località Vallone S. Giorgio – Valle delle Nocelle e particella for. 6

Pagina 34 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 alla località Bosco Comunale – Valle delle Nocelle) della compresa del cerro a scopo protettivo con individui di cerro isolati ed affrancati derivanti dalla vecchia ceduazione (taglio borbonico). Questa tipologia è occupata nel piano arboreo inferiore da soggetti da seme di carpinella che talvolta alle esposizioni sud-est si ritrovano in forma agamica con numerosi polloni per ceppaia ed è situata tra il confine comunale con Ruoti ed il limite superiore della compresa dei cedui di cerro; la fustaia di cerro della particella for. 8 alla località Valle delle Nocelle – Acqua dei Palumi della compresa del cerro a scopo produttivo; la particella for. 16 della località Franciosa della compresa del cerro a scopo protettivo, quest’ultima caratterizzata da una fustaia irregolare costituita da soggetti di cerro prevalenti ma radi con carpinella negli strati dominati e roverella nei versanti aridi; la giovane fustaia di cerro ricca di carpinella nello strato dominato (particella for. 7 alla località Valle delle Nocelle – Preda della Guardia, particella for. 12 alla località Bosco Comunale, particella for. 15 della località Bosco Comunale – Serra Candela) della compresa del cerro a scopo produttivo; la fustaia adulta di cerro dominante a cui si associano sporadicamente il faggio, il ciliegio selvatico e l’acero montano (particella for. 9 alla località Preda della Guardiola – Vallone Cupa) della compresa del cerro a scopo produttivo; la giovane fustaia di cerro con diffusa presenza di soggetti maturi radi con sottobosco a carpinella (particella for. 13 della località Bosco Comunale – Barronna) della compresa del cerro a scopo produttivo; cedui matricinati di cerro (particella for. 1 della località Vallone S. Giorgio – Masseria Braico) della compresa cedui di cerro; cedui matricinati di cerro prevalente con roverella subordinata (particella for. 2 della località Schia della Botte – Valle delle Nocelle, particella for. 3 della località Valle delle Nocelle, particella for. 5 della località Schia della Botte – Valle delle Nocelle, particella for. 10 della località Vallone dell’Ischia, particella for. 11 della località Vallone dell’Ischia – Bosco Comunale) anch’essi della compresa cedui di cerro; rimboschimento giovane a prevalenza di Pino nero (particella for. 14 della località Franciosa) della compresa rimboschimento.

Figura 20 – Incluso particellare all’interno della particella forestale 10 della compresa dei cedui di cerro

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Per il complesso trattasi di boschi presenti in tutte le aree indicativamente comprese tra 400 e 800 m s.l.m. e le cenosi arboree rinvenibili afferiscono agli ordini Quercetalia pubescenti-petrae, Quercion frainetto, Querco-Fagetaea, Fagetalia sylvaticae e Teucrio siculi-Quercion cerridis.

Nelle esposizioni nord del bosco, alle quote superiori le formazioni presenti possono essere incluse nella fascia montana e precisamente alla sottozona calda del Fagetum del Pavari, al cingolo “Fagus Abies” di Schmidt e alla fascia subatlantica del Pignatti dove pur non ritrovando il bosco puro di faggio ma semplicemente pochi elementi per particolari condizioni climatiche è presente il cerro accompagnato dalla carpinella, nocciolo, sorbi ed aceri. La testimonianza di quanto descritto sopra è rappresentata dalla particella forestale 9 prossima al confine comunale con Picerno all’interno della compresa del cerro a scopo produttivo.

Per quanto riguarda, invece, le aree boscate maggiormente antropizzate o caratterizzate da risorse naturali peculiari e per questo definite a vocazione turistico-ricreativa merita un cenno sia l’incluso della particella forestale 4 e sia l’incluso della particella forestale 6 che viene chiamato volgarmente dal nome dell’acqua ferruginosa che sgorga dalla sorgente convogliata in una piccola vasca presente nell’area (Incluso turistico-ricreativo “Acqua Rossa”). Trattasi di cerreta di cerro meso-termofila piuttosto rada in prossimità dell’area occidentale, avente rinnovazione disposta a margine in chiarie costituite da piante rade ben conformate con sporadica presenza di roverelle vetuste ma che data la presenza di infrastrutture e bellezza paesaggistica (vedi allegato fotografico) garantisce oggi attività ricreative estive finalizzate allo svago ed al tempo libero in generale.

Figura 21 - Struttura turistico-ricreativa denominata “Acqua Rossa” in stato di abbandono rappresentata in cartografia dall’ incluso turistico ricreativo all’interno delle particelle forestali 4 e 6 della compresa del cerro a scopo produttivo

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L’offerta ambientale in termini faunistici è rappresentata dalla tipologia delle fitocenosi presenti, che sono la risposta ad una serie di fenomeni ambientali e non (clima, suolo, esposizione, attività antropiche).

Ogni specie, infatti, è legata all’habitat, il luogo in cui può soddisfare le proprie esigenze trofiche, di riproduzione e di rifugio.

La variabilità del territorio caratterizzato da boschi a dominanza specifica e tipologia forestale diversa, pascoli e zone di margine comporta una notevole diversificazione dell’offerta.

La fauna è costituita dall’insieme di specie e di popolazioni di animali vertebrati ed invertebrati, residenti in un dato territorio, stanziali o di transito abituale, ed inserite nei suoi ecosistemi; essa comprende le specie autoctone e le specie immigrate divenute ormai indigene, come pure quelle specie introdotte dall’uomo o sfuggite ai suoi allevamenti ed andate incontro ad indigenazione perché inseritesi autonomamente in ecosistemi appropriati.

Il territorio del Comune di Baragiano è inserito nella porzione nord-occidentale dell’Appennino Lucano che rappresenta anche il proseguimento naturale di quello Campano. In questi ambienti i processi di orogenesi e i fenomeni erosivi hanno, nel corso dei millenni, modellato il territorio creando alvei e forre, monti, pianori e colline che si sono popolate di numerose specie animali.

I popolamenti faunistici dell’area di studio sono stati indagati sulla base dei dati bibliografici o dei dati rilevati in campo per avvistamento diretto, riconoscimento dei canti o dei segni lasciati durante le fasi di rilievo.

L’area di indagine è definibile a modesto valore faunistico in quanto presenta ecosistemi poco complessi, caratterizzati anche dalla vicinanza con ambiente agricolo, con un rilevante livello di antropizzazione; inoltre la zona non è interessata da divieto di caccia (neppure nelle immediate vicinanze).

Tuttavia il bosco comunale, specialmente quello di alto fusto, vede la presenza di piante di notevoli dimensioni e di differente età, di ambienti diversificati e di tipi vegetazionali differenti. Tutti questi elementi fanno dell’area in esame un territorio favorevole alla presenza e diffusione della fauna selvatica, sia vertebrata che invertebrata. Oltre più che il complesso forestale principale rappresenta un continuo con le foreste del Comune di Picerno poste a confine.

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Le categorie sistematiche prese in considerazione riguardano Mammiferi, Uccelli, Rettili e Anfibi, ecc.

Tra la fauna vertebrata quella di maggiore fascino è rappresentata dai grandi mammiferi (Artiodattili), in particolare dal Cinghiale (Sus scrofa Linnaeus, 1758) per il quale in questi anni è aumentata la disponibilità di habitat a causa dell’abbandono di molti coltivi, che sono in fase di ricolonizzazione da parte del bosco; sono presenti anche la Faina (Martes foina Erxleben, 1777), la Volpe rossa comune (Vulpes vulpes Linnaeus, 1758) che invece non risulta selettiva, il tasso (Meles meles Linnaeus, 1758) che predilige sia boschi di latifoglie che di conifere, il riccio (Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758), la donnola (Mustela nivalis Linnaeus, 1758), il moscardino (Muscardinus avellanarius, Linnaeus 1758), l’istrice (Hystrix cristata Linnaeus, 1758) abbastanza ubiquitaria in termini di offerta ambientale che sfrutta anche il livello arbustivo ed arboreo per rifugi estivi e per esigenze trofiche, il ghiro (Glis glis Linnaeus, 1766), la nutria (Myocastor coypus Molina, 1782), il topo di campagna (Mus musculus Linnaeus, 1758), il topo selvatico (Apodemus sylvaticus (L.)), ecc..

Tra i “Carnivori” potrebbe essere presente, ma non in forma stanziale il Lupo (Canis lupus Linnaeus 1758) che trova nel bosco di caducifoglie il suo habitat di elezione data l’individuazione di impronte compatibili, ma dubbie, nel periodo invernale e le segnalazioni di allevatori locali.

Gli estesi boschi d’altofusto consentono la presenza delle specie maggiormente specializzate e selettive, numerosi uccelli, infatti, utilizzano per la nidificazione le cavità dei tronchi di vecchi alberi.

Tra i più importanti uccelli predatori ritroviamo: il gheppio (Falco tinnunculus, Linnaeus 1758), la poiana (Buteo buteo Linnaeus, 1758), il nibbio bruno (Milvus migrans, Boddaert 1783), il nibbio reale (Milvus milvus - Linneo 1758), lo sparviere (Accipiter nisus, Linneo, 1758), il falco pellegrino (Falco peregrinus, Tunstall 1771), il falco lodolaio (Falco subbuteo, Linnaeus 1758), il gufo comune (Asio otus (Linnaeus, 1758)), la civetta (Athene noctua, Scopoli 1769), l’assiolo (Otus scops Linnaeus, 1758), il barbagianni (Tyto alba Scopoli, 1769) e l’allocco (Strix aluco, Linnaeus 1758). Altri uccelli sono rappresentati dal picchio rosso (Dendrocopos major Linnaeus, 1758), il picchio muratore (Sitta europaea, Linnaeus 1758), il merlo (Turdus merula Linnaeus, 1758), la coturnice (Alectoris graeca saxatilis), la ghiandaia (Garrulus glandarius, Linnaeus 1758), il colombaccio (Columba palumbus, Linnaeus 1758), il cuculo (Cuculus canorus Linnaeus, 1758).

Lungo i principali corsi d’acqua si riscontra la presenza dell’airone bianco (Ardea alba Linnaeus, 1758), l’airone cenerino (Ardea cinerea Linnaeus, 1758), l’airone guardabuoi (Bubulcus

Pagina 38 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 ibis (Linnaeus, 1758)), l’airone rosso (Ardea purpurea Linnaeus, 1766), il gabbiano reale (Larus michahellis Naumann, 1840), il cormorano (Phalacrocorax carbo), il tarabusino (Ixobrychus minutus, Linnaeus, 1766), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus (Linnaeus, 1758)), la quaglia (Coturnix coturnix (Linnaeus, 1758)), la starna (Perdix perdix (Linnaeus 1758)), il fagiano (Phasianus colchicus Linnaeus 1758), la beccaccia (Scolopax rusticola, Linnaeus 1758) e il beccaccino (Gallinago gallinago Linnaeus, 1758).

La consistenza delle specie è molto scarsa dato che questi uccelli per centinaia di anni sono stati cacciati perché ritenuti dannosi alla selvaggina e al bestiame.

Nella stagione calda entrano in scena gli animali eterotermi come i rettili, nello specifico gli Ofidi che sono privi di arti quindi striscianti. Quello più noto e più temuto è sicuramente la vipera o aspide (Vipera aspis, Linnaeus, 1758) che rappresenta un importante anello della catena alimentare che si trova anche in ambiente soleggiato e sassoso ma predilige l’ambiente fresco del sottobosco. Tra gli altri rettili troviamo, il biacco comune (Hierophis viridiflavus Lacépède, 1789) dal colore nero lucente che si trova in una grande varietà di ambienti preferendo boschi aperti, aree di margine o radure ed il cervone (Elaphe quatuorlineata Lacépède, 1789) dalla bellissima striatura marrone scuro su fondo marrone chiaro che si rinviene in diversi ambienti, dalle macchie cespugliose ai boschi fitti e si arrampica agilmente anche sugli alberi in cerca di nidi, prediligendo zone ecotonali, ombrose; presso i corsi d’acqua o i piccoli stagni troviamo la natrice dal collare (Natrix natrix Linnaeus, 1758) che risulta ubiquitaria, la natrice tassellata (Natrix tessellata), la natrice maura (Natrix maura (Linnaeus 1758)).

Tra i Sauri si rinvengono, nelle zone più soleggiate il Ramarro (Lacerta viridis Laurenti 1768) che vive sia sui muri delle case che in ambienti rocciosi e cespugliati, la lucertola campestre (Podarcis siculus Rafinesque, 1810), la lucertola muraiola (Podarcis muralis Laurenti 1768) rinvenibili soprattutto in aree rurali prossime ad abitati, arbusteti o margine del bosco, ovunque vi siano siti adatti al rifugio ed alla termoregolazione, il saettone comune (Elaphe longissima (Laurenti, 1768)), l’orbettino (Anguis fragilis Linnaeus, 1758), la luscengola (Chalcides chalcides Linnaeus, 1758).

Tra gli anfibi ricordiamo la Rana verde minore (Pelophylax esculentus (Linnaeus, 1758)) e la Rana agile (Rana dalmatina Fitzinger in Bonaparte, 1839) che prediligono boschi, boscaglie, arbusteti e vallecole fresche e passano parte del giorno in immersione, il Rospo comune (Bufo bufo Linnaeus, 1758) e il Rospo smeraldino (Bufo viridis, Laurenti, 1768) che conducono vita terrestre,

Pagina 39 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 trascorrendo le ore diurne ed i periodi freddi nascosti nel terreno da cui escono quando questo si ammorbidisce in seguito alle prime piogge primaverili e si riproducono in ambiente acquatico.

Ricchissima è anche l’entomofauna, specialmente quella sostenuta dal legno morto negli ambienti forestali, tra cui sono presenti molte specie, endemiche italiane e appenniniche, e molte specie relitte o isolate.

Figura 22 – Airone cenerino durante la caccia sulle acque del fiume

Figura 23 - Ghiandaia durante l’alimentazione

Altre specie che nidificano in cavità di alberi morti, sono la Cincia mora (Parus major Linnaeus 1758), specie esclusivamente forestale, la Cinciarella (Cyanistes caeruleus Linnaeus, 1758) che predilige querceti a prevalenza di cerro e roverella, il Rampichino (Certhia brachydactyla Brehm 1820) prevalente in boschi di latifoglie e che nidifica nelle fessure dei tronchi oppure dietro pezzi di corteccia.

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Stessa tipologia di habitat è scelta dalla Tortora (Streptopelia turtur Linnaeus, 1758) che nidifica ai margini del bosco, in piccole macchie, il Saltimpalo (Saxicola torquata) amante di boschi aperti su versanti soleggiati, l’Allodola (Alauda arvensis Linnaeus 1758) che predilige zone aperte in cui nidifica a terra, l’Upupa (Upupa epops Linnaeus, 1758) che nidifica anche in alberi secchi che può ritenersi ubiquitaria. Il Codirosso (Phoenicurus phoenicurus Linnaeus 1758) appare legato spesso ai centri abitati, ma, in montagna, predilige querceti o faggete mature.

Figura 24 – Rampichino durante la costruzione di una fessura dentro la corteccia per la deposizione delle uova

Tra gli “Insettivori” possiamo ritrovare la Talpa (Talpa europaea Linnaeus, 1758) che scava tane articolate nel terreno, il Riccio (Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758) che sfrutta il livello erbaceo come area di alimentazione, il Mustiolo (Suncus etruscus Savi 1822). Questi frequentemente si rifugiano in piccoli buchi che trovano tra le radici e nel terreno.

Tra i “Logomorfi” si rinviene la Lepre bruna (Lepus europaens Pallas, 1778) che predilige di norma le fasce ecotonali.

Gli ambienti umidi minori come le pozze d’acqua, i fontanili, gli stagni possono essere colonizzati da varie specie di Anfibi che si distinguono in Urodeli, dal corpo allungato e provvisti di coda ed Anuri, senza coda negli stadi adulti.

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. Figura 25 – Rana agile che cammina sopra e sotto le foglie secche di un bosco

Figura 26 - Podarcis muralis Laurenti 1768 Dal punto di vista vegetazionale la zona può essere inclusa nella fascia basale e più propriamente definita supramediterranea (Quezel) corrispondente alla sottozona fredda del Castanetum del Pavari e al cingolo Quercus pubescens dello Smith.

La fisionomia tipica è rappresentata dal bosco di querce caducifoglie con specie correlate e per questo è stata definita dal Negri “orizzonte delle latifoglie eliofile”.

2.5.1 Lo strato arboreo

Tra le latifoglie correlate alle querce ricordiamo il carpino orientale (Carpinus orientalis Mill.), l’orniello (Fraxinus ornus L.), l’olmo campestre (Ulmus minor Mill., 1768), l’acero campestre (Acer campestre L.), il pero selvatico (Pyrus pyraster Burgsd.), il melo selvatico (Malus sylvestris Mill., 1768), il sorbo torminale (Sorbus torminalis Crantz), il sorbo domestico (Sorbus

Pagina 42 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 domestica L. Sp. Pl. 1: 477. (1753)), l’acero minore (Acer monspessulanum L.), il nocciolo (Corylus avellana). Il carpino orientale (Carpinus orientalis Mill.) è la specie più largamente diffusa nello strato arboreo inferiore del bosco in esame. Si tratta di una specie termofila dotata di una buona ampiezza in senso xerico. È caratterizzata da una crescita rapida, si comporta da specie pioniera e per questo motivo risulta diffusa nei boschi giovani e sottoposti a ceduazione, mentre tende a scomparire nei boschi più maturi. Compete bene con i polloni di cerro, nonostante questi abbiano un rapidissimo sviluppo giovanile. Si comporta, quindi, da specie invasiva che ostacola la rinnovazione delle specie quercine e ciò è possibile data la sua semisciafilia e la sua precoce entrata in vegetazione. Riesce ad insediarsi anche nei popolamenti adulti di querce anche se col passare degli anni assume un aspetto filato. Per queste ragioni esso è favorito dalle manomissioni antropiche, in alcuni casi con i tagli può arrivare alla dominanza. Nelle ceduazioni spinte, per contro, quando il suolo si impoverisce, le querce riescono a conservare la loro consistenza grazie alla loro versatilità rispetto ai suoli. L’orniello (Fraxinus ornus L.) è un’oleacea considerata una specie pioniera tipica della fascia basale, infatti, ha comportamento frugale, una forte resistenza all’aridità, è molto eliofilo e termofilo. Proprio per le sue esigenze di luce, laddove si riscontra nel piano dominato, assume l’aspetto arbustivo; raggiunge la forma arborea nei tratti più aperti. Il sorbo torminale (Sorbus torminalis Crantz) è frequente nel querceto di cerro nelle porzioni più fertili e calde, grazie alla sua moderata sciafilia può essere riscontrato anche in forma arborea; esso tollera la copertura formando, per ampi tratti di bosco, un piano compatto e continuo lì dove la copertura delle querce si presenta più aperta. L’acero campestre (Acer campestre L.) si sviluppa soprattutto in posizione marginale o in corrispondenza dell’interruzione della copertura; è una specie mediamente termofila ed abbastanza eliofila (risente della presenza del carpino). In un’area piuttosto circoscritta si è osservata la presenza del faggio (particella forestale 9); l’eccezionale discesa del faggio si verifica in un ambiente di forra in prossimità dell’ impluvio (Vallone San Giorgio) a confine con il Comune di Ruoti in condizione di elevata umidità. Il faggio (Fagus sylvatica L.) si trova in mescolanza con l’acero di monte (Acer pseudoplatanus L., 1753), il ciliegio montano (Prunus avium L.), il carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.), l’agrifoglio (Ilex aquifolium L.) nello strato dominato e la laureola (Daphne laureola L.) nel sottobosco. Per la loro consistenza numerica a tutte queste specie viene attribuita l’importante funzione di efficacia paesaggistica e di crescita rispetto alla biodiversità del bosco. Lungo gli impluvi, i fossi e i torrenti, sono spesso presenti popolamenti irregolari, in genere si tratta di alberi isolati o di piccoli nuclei a pioppo nero (Populus nigra L.), salice bianco (Salix

Pagina 43 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 alba, Linneo 1753), robinia (Robinia pseudoacacia L.) ed altre specie ripariali. In qualche tratto è presente anche l'ontano nero (Alnus glutinosa (L.) Gaertn., 1790). Salici, pioppi e robinia sono frequenti anche nelle aree umide, dove c'è ristagno di acqua o la falda è più superficiale. Ai salici ed ai pioppi si associano spesso la robinia, che in certi casi diventa dominante, ed altri arbusti come il sambuco comune (Sambucus nigra L.), erbe igrofile come il farfaraccio maggiore (Petasites hybridus (L.) Gaertn. & al., 1801) e l’epilobio maggiore (Epilobium hirsutum L.).

2.5.2 Lo strato arbustivo

Nello strato arbustivo del querceto troviamo le specie tipiche dei pruneti con comportamento colonizzatore in quanto posseggono una elevata ampiezza termica, una moderata xerofilia. Per contro sono specie eliofile che eludono l’ombra delle querce con l’entrata in vegetazione precoce e si rifugiano ai margini quando la copertura del querceto si completa. Tra i più diffusi arbusti dei pruneti che assumono un ruolo importante nell’ecosistema, poiché l’abbondante fruttificazione rappresenta una preziosa fonte alimentare per la fauna, soprattutto ornitologica, ricordiamo il prugnolo (Prunus spinosa L.), il biancospino (Crataegus monogyna L.), le rose selvatiche (Rosa canina L.), il rovo (Rubus fruticosus L.), la sanguinella (Cornus sanguinea L.), il corniolo (Cornus mas L.), il ciliegio (Prunus avium L.). Altre specie arbustive molto diffuse nel sottobosco sono: il pungitopo (Ruscus aculeatus L.), l’erba laurina (Daphne laureola L.), berretta da prete (Euonymus europaeus L.).

2.5.3 Lo strato erbaceo

Lo strato erbaceo è costituito da specie indicatrici spinose quali: Prunus spinosae L. (prugnolo), Crataegus oxyacantha L. e Crataegus monogyna Jacq., 1775 (Biancospino), Pyrus pyraster (L.) Burgsd. (Pero selvatico), Rosa spp. (Rose selvatiche), Rubus spp. (Rovi), etc.. Le specie non spinose sono: Cornus sanguinea L. subsp. sanguinea (Sanguinella), Cornus mas L. (Corniolo), Cotoneaster integerrimus Medik. (Cotoneaster), Lonicera caprifolium L., 1753 (Caprifoglio), Euonymus europaeus L. (Evonimo), Berberis vulgaris (Crespino), Hedera helix L. (Edera), Clematis vitalba L. (Vitalba), Cyclamen hederifolium Aiton (Ciclamino), Primula vulgaris Huds., 1762 (Primula), Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv. (Brachipodio dei boschi), Potentilla micrantha Ramond (Fragola secca), Asparagus acutifolius L. (Asparago selvatico), Anemone apennina L., 1753 (Anemone dell’appennino), Scutellaria spp. (Scutella), Fragaria vesca L. (Fragola di bosco), Tamus communis L., 1753 (Tamaro), Helleborus bocconei Ten. (Elleboro di Boccone), Aremonia agrimonoides (L.) DC. subsp. agrimonoides. Prodr. (DC.) 2: 588.

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(1825) (Agrimonia), Viola reichenbachiana Boreau (Viola silvestre), Adoxa moschatellina L. subsp. moschatellina. Sp. Pl. 1: 367. (1753), (Erba fumaria).

2.6 Usi civici, utilizzazioni legnose, fide pascolo e gestione trascorsa

L’area del comune di Baragiano è interessata da attività agro-silvo-pastorali molto sviluppate, numerose sono le imprese boschive e i proprietari di boschi oltre alla vicinanza ad altri paesi ad elevata vocazione forestale quali Muro Lucano, Ruoti, Picerno (PZ).

Questa condizione ha fatto si che nel territorio si siano sempre registrate attività forestali e il riepilogo delle utilizzazioni boschive registrate sul territorio comunale ne sono la prova:

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Indicazione del bosco e della Prezzo di Data della Data scadenza Prezzo di stima Cognome e Nome dell’aggiudicatario sezione aggiudicazione consegna taglio Isca della Botte – Vallone S. Giorgio € 52.000,00 € 79.232,15 Santoro Giuseppe di Balvano 27/09/2006 11/03/2008 – LOTTO 1 Isca della Botte – Franciosa – € 62.436,00 € 65.910,97 Mangone Antonio di Muro Lucano 19/01/2009 31/03/2010 LOTTO 2 Isca della Botte – Franciosa – € 64.030,85 € 66.891,00 Mangone Antonio di Muro Lucano 15/10/2010 30/03/2012 LOTTO 3 Isca della Botte – Franciosa – € 107.687,00 € 107.687,00 Mangone Antonio di Muro Lucano 31/10/2011 31/03/2013 LOTTO 4 Isca della Botte – Franciosa – 24/11/2012* € 60.000,00 € 60.000,00 Losasso Carmela di Baragiano 30/09/2011 LOTTO 5 Richiesta proroga Isca della Botte – Franciosa – € 111.373,60 € 141.419,08 Losasso Carmela di Baragiano 10/09/2012 28/02/2014 LOTTO 6 Tabella 5 - Riepilogo utilizzazioni dal 1986 ad oggi (Fonte C.F.S. di Picerno (PZ) e Ufficio Tecnico Comune di Baragiano (PZ))

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Le utilizzazioni pregresse degli ultimi 7 anni hanno interessato parzialmente sei lotti boscati, di cui cinque governati a ceduo matricinato ed uno a fustaia di cerro subordinato ad altre latifoglie. Questi lotti sono numerati progressivamente dal n° 1 al n° 6 di cui il primo denominato lotto 1 alla località “Isca della Botte – Vallone S. Giorgio” il quale si estendeva per una superficie di Ha 14.00.00 circa, ricadente nel foglio 29 particella catastale 389 (ex 104) in parte racchiuso dai seguenti confini:

 a Nord con i terreni seminativi e tratturo comunale del bosco;

 ad Est con il Vallone S. Giorgio (limite con il Comune di Ruoti);

 a Sud con terreno boscato di proprietà della committenza governato ad alto fusto;

 ad Ovest con terreno boscato di proprietà della committenza governato a ceduo denominato lotto 2.

L’intervento adottato è stato il taglio raso con rilascio di matricine.

Tale lotto rientra totalmente nella particella forestale 1.

Allo stesso modo il lotto 2 alla località “Isca della Botte” il quale si estendeva per una superficie di Ha 15.00.00 circa, ricadente nel foglio 29 particella catastale 389 (ex 104) in parte racchiuso dai seguenti confini:

 a Nord con i terreni seminativi e tratturo comunale del bosco;

 ad Est con il lotto 1;

 a Sud con terreno boscato di proprietà della committenza governato ad alto fusto;

 ad Ovest con terreno boscato di proprietà della committenza governato a ceduo denominato lotto 3.

L’intervento adottato è stato il taglio raso con rilascio di matricine.

Tale lotto rientra totalmente nella particella forestale 1.

Allo stesso modo il lotto 3 alla località “Isca della Botte” il quale si estendeva per una superficie di Ha 19.00.00 circa, ricadente nel foglio 29 particella catastale 389 (ex 104) in parte racchiuso dai seguenti confini:

- a Nord con il lotto boschivo 2 già aggiudicato nell’anno 2008 di proprietà comunale;

- a Sud con una strada forestale a fondo migliorato che attraversa l’intero complesso boscato comunale da utilizzarsi anche come esbosco;

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- ad Est con proprietà boscate comunali governate a ceduo;

- ad Ovest con terreni di proprietà privata parzialmente affrancati poiché gravati da un livello.

Per questo lotto l’accesso era ed è garantito prevalentemente dalla “Strada Comunale dell’Isca della Botte”. Sono presenti all’interno del bosco delle piste secondarie che lo attraversano trasversalmente alcune delle quali si diramano a partire dalla suddetta strada comunale.

L’intervento adottato è stato il taglio raso con rilascio di matricine.

Tale lotto rientra totalmente nella particella forestale 2.

Allo stesso modo il lotto 4 alla località “Isca della Botte” il quale si estendeva per una superficie di Ha 19.00.00 circa, ricadente nel foglio 29 particella catastale 389 (ex 104) in parte racchiuso dai seguenti confini:

- a Nord con una strada forestale a fondo migliorato che attraversa l’intero complesso boscato comunale da utilizzarsi anche come esbosco;

- a Sud con il lotto boschivo 6 già aggiudicato nell’anno 2012 di proprietà comunale;

- ad Est con proprietà boscate comunali governate a ceduo ed a fustaia;

- ad Ovest con terreni di proprietà privata parzialmente affrancati poiché gravati da un livello.

L’intervento adottato è stato il taglio raso con rilascio di matricine.

Tale lotto rientra totalmente nella particella forestale 5.

Il lotto 5, invece, alla località “Isca della Botte” il quale si estendeva per una superficie di Ha 30.00.00 circa, ricadente nel foglio 29 particella catastale 389 (ex 104) in parte racchiuso dai seguenti confini:

- a Nord con i lotti 2-3-4 governati a ceduo;

- a Sud con proprietà boscate comunali governate a fustaia;

- ad Est con il Vallone S. Giorgio;

- ad Ovest con proprietà boscate comunali governate a fustaia.

L’intervento adottato è stato il taglio fitosanitario rivolto ai soggetti deperienti ed in cattivo stato fitosanitario.

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Tale lotto rientra totalmente nelle particelle forestali 4 e 6.

Il lotto 6 alla località “Isca della Botte - Franciosa” il quale si estende per una superficie di Ha 40.31.60 circa, ricadente nel foglio 29 particelle catastali 389 (ex 104)-33-39-17 in parte racchiuso dai seguenti confini:

- a Nord con un lotto boschivo denominato lotto 4 governato a ceduo e venduto nel 2011 di proprietà comunale;

- a Sud con il confine comunale rappresentato da pista forestale (loc. Franciosa e/o Vallone dell’Ischia);

- ad Est con terreni lavorativi e con pista forestale la quale costeggia la proprietà boscata di Baragiano;

- ad Ovest con il confine naturale con l’alto fusto.

L’intervento adottato è stato il taglio raso con rilascio di matricine.

Tale lotto rientra totalmente nelle particelle forestali 10 e 11.

Gli assortimenti ritraibili dalle varie utilizzazioni, negli ultimi ’20 anni nel complesso forestale principale sono stati principalmente legna da ardere. Rispetto all’utilizzazione avvenuta a partire dal 1986, che ha coinvolto l’intero complesso forestale principale, da indagini storiche effettuate in loco si è appurato che non sono mancati tronchi per traverse ferroviarie e le imprese boschive coinvolte erano regolarmente iscritte, per cui partecipavano al bando pubblico teso all’aggiudicazione. Da indagini storiche, alla località Isca della Botte le ultime ditte boschive che utilizzarono in maniera abbastanza omogenea l’intero complesso furono Pizzichillo Rocco di Tito insieme all’impresa boschiva Carleo di Picerno, oggi peraltro non più esistenti.

Per quanto riguarda le modalità d’intervento eseguite nel passato va evidenziato che per le fustaie, il trattamento prevalentemente adoperato era il diradamento generalmente a scopo fitosanitario, pertanto il taglio era prioritariamente a carico di piante deperienti e, in secondo luogo, riguardava piante soprannumerarie e/o dominate.

E’ indubbio che in un territorio collinare e montano come quello in esame le funzioni plurime esercitate dagli ecosistemi forestali hanno un incidenza notevole sulle possibilità e sulle forme di svolgimento delle attività sociali ed economiche.

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I proprietari di boschi ed in generale i residenti attribuiscono grande valore al bosco, in particolare per le funzioni di produzione di legna da ardere.

Per il complesso studiato gli aspetti economico-produttivi direttamente legati alle risorse silvo-pastorali risultano chiaramente subordinati a più ampie funzioni sociali ed ambientali peraltro comunque indirettamente connesse anche a tutte le attività legate al settore del turismo.

Un ruolo di grande rilevanza è definito dalle funzioni di protezione idrogeologica e della difesa e ricostituzione dei suoli, anche se i benefici diretti ed indiretti risultano difficilmente quantificabili dal punto di vista monetario.

I prodotti legnosi ricavati dalla foresta sono essenzialmente rappresentati dalla legna da ardere derivata dalle utilizzazioni.

Non è consuetudine per i boschi del Comune di Baragiano, non essendo gravati da diritti di uso civico di legnatico regolamentati e neppure dalla fida pascolo, la messa a disposizione di piccoli “lotti” di bosco, coincidenti con alcune particelle/sottoparticelle forestali al di fuori del piano dei tagli (particella forestale 16 della compresa del cerro a scopo protettivo oppure particella forestale 12 della compresa del cerro a scopo produttivo), oppure particelle/sottoparticelle forestali che pur essendo nel piano dei tagli perché produttive in termini di ripresa totale rappresentano superfici minime, ad esempio il rimboschimento di pino nero della particella forestale 14, che sortirebbe fabbisogno per consumi esclusivamente familiari legati all’indice di ricchezza delle famiglie meno abbienti, il tutto previa apposita richiesta.

Dalle poche informazioni reperite sono registrabili significativi movimentazioni commerciali legate al taglio dei boschi afferenti alle proprietà oggetto del presente Piano.

Rispetto agli interventi selvicolturali del pregresso si hanno a disposizione i dati dendrometrici degli ultimi sei interventi eseguiti a partire dal 2006 e fino al 2012 rispettivamente, per cui è possibile confrontare i dati di progetti passati corrispondenti a lotti rispetto ai rilievi eseguiti oggi nelle attuali particelle forestali per la redazione del PAF a valenza decennale. Pertanto in riferimento al complesso forestale principale di Bosco Isca della Botte – Vallone S. Giorgio, per il lotto 1 così denominato e governato a ceduo matricinato corrispondente a metà superficie dell’attuale particella forestale 1 del redigendo P.A.F. utilizzato dall’impresa boschiva Santoro Giuseppe di Balvano, Ditta Aggiudicataria a partire dal 2006 su di una superficie di circa 14.00.00 Ha si è calcolata una provvigione di 1.861,72 m3 con una ripresa di 1.631,80 m3 e un numero di piante contrassegnate di 1.763 (allievi più matricine).

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Per l’altra metà della superficie e precisamente Ha 15.00.00, denominato lotto 2 a partire dal 2008-2009 governato a ceduo matricinato corrispondente anch’esso all’attuale particella forestale 1 del redigendo P.A.F. utilizzato dall’impresa boschiva Mangone Antonio & Figli di Muro Lucano, Ditta Aggiudicataria si è calcolata una provvigione di 1.964,40 m3 con una ripresa di 1.734,35 m3, un numero di piante contrassegnate di 1.500 (allievi più matricine).

Dai rilievi eseguiti durante i lavori di assestamento forestale attraverso la materializzazione di n° 2 aree di saggio nella medesima particella si è ottenuta una provvigione totale di 249,29 m3 su di una superficie di Ha 28.23.92 con un’area basimetrica pari a m2 27,14 e una ripresa pari a 0 m3, difatti assestata ma fuori dal piano dei tagli per il presente decennio di validità del Piano.

In riferimento al lotto 3 così denominato corrispondente con l’attuale particella forestale 2 del redigendo P.A.F. utilizzato dall’impresa boschiva Mangone Antonio & Figli di Muro Lucano, Ditta Aggiudicataria su di una superficie di circa 19.00.00 Ha si è calcolata una provvigione di 1.912,60 m3 con una ripresa di 1.754,27 m3 ed un numero di piante contrassegnate di 1.900 (allievi più matricine).

Dai rilievi eseguiti durante i lavori di assestamento forestale attraverso la materializzazione di n° 2 aree di saggio nella medesima particella si è ottenuta una provvigione totale di 175,38 m3 su di una superficie di Ha 20.47.67 con un’area basimetrica pari a m2 19,28 e una ripresa pari a 0 m3, difatti assestata ma fuori dal piano dei tagli per il presente decennio di validità del Piano.

In riferimento al lotto 4 così denominato corrispondente con le attuali particelle forestali 4 e 6 del redigendo P.A.F. in utilizzazione dall’impresa boschiva Losasso Carmela di Baragiano, Ditta Aggiudicataria su di una superficie totale di 30.00.00 Ha si è calcolata una provvigione di 7.755 m3 con una ripresa di 1.677,29 m3 per cui in termini percentuali 21,63% di prelievo ed un numero di piante martellate di 3.654 di cui di diametro pari e/o superiore ai cm 17,5 in n° di 2.000, mentre di diametro inferiore ai cm 17,5 in n° di 1.654.

Dai rilievi eseguiti durante i lavori di assestamento forestale attraverso la materializzazione di n° 5 aree di saggio di cui n° 4 nella particella forestale 4 mentre n° 1 nella restante particella 6 si è ottenuta una provvigione totale quale sommatoria delle particelle forestali di 5.029,62 m3 su di una superficie di Ha 49.68.34 che non corrisponde con il lotto di cui sopra in quanto gran parte della superficie utile in sede di progetto di taglio fu eliminata causa versanti troppo acclivi o scarsamente produttivi; si è ottenuta un’area basimetrica pari a m2 618,06 e una ripresa pari a 416,90 m3, difatti assestata ma fuori dal piano dei tagli sia perché in fase di utilizzazione e sia perché fustaia

Pagina 51 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 irregolare con individui di cerro isolati ed affrancati derivanti dalla vecchia ceduazione (taglio borbonico).

In riferimento al lotto 5 così denominato corrispondente con l’attuale particella forestale 5 del redigendo P.A.F. in utilizzazione dall’impresa boschiva Mangone Antonio & Figli di Muro Lucano, Ditta Aggiudicataria su di una superficie di circa 19.00.00 Ha si è calcolata una provvigione di 3.356,87 m3 con una ripresa di 3.129,16 m3 ed un numero di piante contrassegnate di 1.900 (allievi più matricine).

Dai rilievi eseguiti durante i lavori di assestamento forestale attraverso la materializzazione di n° 4 aree di saggio nella medesima particella si è ottenuta una provvigione totale di 3.597,26 m3 su di una superficie di Ha 20.96.64 con un’area basimetrica pari a m2 348,32 e una ripresa pari a 0 m3, difatti assestata ma fuori dal piano dei tagli per il presente decennio di validità del Piano.

In riferimento al lotto 6 così denominato corrispondente con le attuali particelle forestali 10 e 11 del redigendo P.A.F. in utilizzazione dall’impresa boschiva Losasso Carmela di Baragiano, Ditta Aggiudicataria su di una superficie di circa 40.31.60 Ha si è calcolata una provvigione di 4.424,68 m3 con una ripresa di 4.349,75 m3 ed un numero di piante contrassegnate di 4.039 (allievi più matricine).

Dai rilievi eseguiti durante i lavori di assestamento forestale attraverso la materializzazione di n° 10 aree di saggio di cui n° 5 nella particella forestale 10 e n° 5 aree di saggio nella restante particella forestale 11 si è ottenuta una provvigione totale comprensiva di entrambe le particelle di 8.132,69 m3 su di una superficie totale netta di Ha 39.88.62 con un’area basimetrica pari a m2 865,32 e una ripresa pari a 0 m3, difatti assestata ma fuori dal piano dei tagli per il presente decennio di validità del Piano.

Per quanto concerne le fide pascolo attualmente sul territorio agro-silvo-pastorale del comune medesimo non sono presenti porzioni di territorio destinate al pascolo e per questo regolamentate.

2.7 Elementi amministrativi e gestionali

Nei paragrafi successivi si riporta il quadro normativo di riferimento inerente il Piano di Assestamento Forestale, i vincoli e le istituzioni presenti sul territorio.

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2.7.1 Vincoli e normativa specifica per le attività prevalenti nell’area

I vincoli presenti sul territorio ed interessanti il complesso assestamentale sono essenzialmente quello idrogeologico.

Il vincolo idrogeologico (R.D. 3267/23) si estende a tutto il territorio del complesso e la finalità di questo vincolo è quella di tutelare i territori di qualsiasi natura e destinazione da eventuali denudazioni e perdita di stabilità con l’imposizione di limitazioni d’uso e di destinazione, nonché con l’imposizione del sistema dell’autorizzazione per qualsiasi operazione di trasformazione, anche temporanea e dello stato dei luoghi. Con il R.D. 3267 del 1923 vengono disciplinati in pratica gli interventi sul territorio, compresi dunque anche quelli forestali, ai fini della difesa del suolo.

2.7.2 Vincoli PAI

Dall’elaborazione della carta stralcio della pericolosità da dissesto di versante non si rinviene rischio idrogeologico (PAI) dell’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Sele.

Di seguito lo stralcio cartografico che giustifica quanto appena detto:

Figura 27 - Carta della pericolosità da dissesto di versante

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3 La compartimentazione della foresta

3.1 Definizione del particellare forestale

Il patrimonio forestale di proprietà del comune di Baragiano ha un’estensione di 343.86.64 ettari, ripartiti in un unico corpo aziendale, situato a nord rispetto al centro abitato costituito da boschi, inclusi particellari a pascolo arborato, inclusi particellari turistici-ricreativi e rimboschimento. Il complesso boscato è rappresentato dal “Bosco dell’Isca della Botte” costituito, a partire da nord, dalle località: Vallone Cupa e/o Preda della Guardiola, Acqua dei Palumi e/o Valle delle Nocelle, Baronna, Preda della Guardia, Serra Candela, Bosco Comunale, il Vallone S. Giorgio, Mass.a Braico, Schia della Botte, Vallone dell’Ischia, Franciosa.

Ai fini delle valutazioni effettuate si è adottata quale definizione di bosco quanto riportato nell’art. 3 della D.G.R. 613/2008 “ai fini delle presenti linee guida, si definisce bosco l’area coperta da vegetazione arborea forestale, di origine naturale o artificiale con una superficie minima di m2 2000, una larghezza minima di m 20 e un’area di incidenza non inferiore al 20% come definito dalla D.G.R. 956/2000.

Per la redazione del presente Piano di Assestamento Forestale si è adottata quale unità colturale di riferimento la “particella forestale”. Tale unità è definita in base ad una stazione forestale che attribuisce una nomenclatura precisa, generalmente derivata da toponimi, ed è caratterizzata da un buon livello di omogeneità riguardo all’ambiente fisico ed ecologico.

Il patrimonio comunale è stato suddiviso in 16 particelle forestali, contraddistinte progressivamente dal numero 1 al numero 16 incluso in funzione dei caratteri bioecologici dei popolamenti forestali. La particella forestale di dimensioni maggiori è la numero 4, appartenente alla compresa del cerro a scopo protettivo, con una superficie pari a 38.64.91 ettari, mentre quella più piccola è la particella forestale 14 afferente alla compresa rimboschimento, di superficie pari a 2.85.48 ettari.

Le particelle sono raggruppate in quattro tipi differenti di comprese o classi colturali, ovvero:

I. compresa del cerro a scopo produttivo;

II. compresa del cerro a scopo protettivo;

III. compresa dei cedui di cerro;

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IV. compresa dei rimboschimenti

È necessario sottolineare che la funzione assegnata alle singole comprese va considerata come funzione prevalente e non esclusiva, restando intatte le altre funzioni attribuibili.

La definizione del particellare segue il principio del criterio fisiocratico, secondo il quale possono essere adoperati, quali confini delle particelle, linee naturali come fossi ed impluvi, spartiacque, strade o piste forestali, limite vegetazionale ceduo/alto fusto, ecc.…

Parte del patrimonio boschivo è stato oggetto di interventi realizzati negli ultimi anni, come descritto nel paragrafo 2.6, pertanto si è scelto di non prevedere interventi in tali particelle escludendole dal piano dei tagli, tuttalpiù inserendole in programmi finanziari comunitari finalizzati al miglioramento ed alla tutela della biodiversità. Per quanto riguarda le particelle afferenti alla compresa del cerro protettiva saranno compiuti eventuali interventi in economia diretta dall’Amministrazione mediante progetti volti alla richiesta di finanziamenti P.S.R. o mediante lavori organizzati dagli Enti Delegati alla Forestazione, allo scopo di controllare la carpinella presente in forma agamica nello strato dominato di questi boschi.

Per quanto riguarda le caratteristiche delle singole particelle si rimanda alle schede descrittive presenti nel registro particellare.

In ciascuna scheda vengono riportati gli stralci della carta I.G.M. e dell’aerofotogrammetria, le foto realizzate all’atto dei rilievi, le principali caratteristiche topografiche, i dati dendrometrici rilevati e la descrizione fisionomica, nonché la descrizione dell’intervento previsto con una simulazione del risultato atteso.

3.2 La tracciatura a terra del particellare forestale

Il particellare forestale, ovvero la divisione del soprassuolo nelle unità colturali fondamentali, è stato realizzato in forma preliminare a tavolino, in base alla sovrapposizione di strati cartografici, mediante l’uso di software GIS utilizzando ortofotocarta aggiornata, confini catastali, basi I.G.M. e C.T.R.

Questo particellare provvisorio ha necessitato inevitabilmente di piccole rettifiche all’atto della tracciatura a terra prima di potersi ritenere definitivo.

In particolare, per la materializzazione a terra delle linee individuate, si è proceduto con il caricamento dei confini particellari georiferiti su supporto digitale costituito da palmare – GPS

Pagina 55 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 cartografico. Mediante la consultazione incrociata del supporto digitale e delle carte realizzate quali bozza – verifica, gli operatori sono riusciti ad individuare i confini da materializzare con un buon grado di precisione. Le eventuali variazioni rispetto al particellare a tavolino sono individuate e georiferite, per poter essere restituite successivamente nella cartografia definitiva allegata al P.A.F.

I segni convenzionali, come definiti dalla D.G.R. 613/2008, sono realizzati con vernice indelebile di colore rosso ed apposti su fusti di piante o, in mancanza di alberi, su rocce o supporti inamovibili, a distanza tale che ciascuno sia visibile dal segno successivo e viceversa.

. Per il particellare forestale si sono riportati anelli doppi per i confini della proprietà comunale di colore rosso, mentre è presente un singolo anello per i confini tra particelle forestali all’altezza di circa 1,30 m da terra (“petto d’uomo”) (vedi figura 28). La segnatura è completata dalla realizzazione di bande verticali, ortogonali agli anelli, di lunghezza pari a circa 15-20 cm, atti a definire le direzioni in cui si sviluppano le linee di separazione tra particelle. Tra le bande tracciate sono presenti il/i numeri di particella forestale. Nei punti di incontro tra i vertici di diverse particelle (cosiddetti punti multipli) sono presenti più numeri in grado di rendere visibili i vertici delle particelle individuate.

Figura 28 - Segni convenzionali riportati per la materializzazione in bosco del particellare forestale

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3.3 Il patrimonio forestale del comune di Baragiano

I boschi menzionati fanno parte di una formazione forestale di grande interesse ecologico in quanto caratterizzata dalla massiccia presenza di specie appartenenti al contingente orientale sud- europeo tale da inquadrare l’area come appartenente alla fascia supramediterranea di tipo orientale.

3.3.1 Individuazione delle particelle forestali

Il bosco è stato suddiviso in unità di compartimentazione omogenee in funzione della forma di governo, condizioni vegetative, tipo di intervento attuabile.

Esse rappresentano il punto di partenza per la definizione delle comprese le quali rappresentano l’insieme di più unità omogenee corrispondenti alle particelle forestali all’interno delle quali saranno effettuate le misure dendro-auxometriche per il calcolo della provvigione, della massa reale, della ripresa annua, durante il periodo di validità del piano.

Per ciascuna sono stati rilevati dati quantitativi e descrittivi:

 misurazioni topografiche (superficie, esposizione, quota massima, quota minima e pendenza media);

 valutazione della viabilità e dell’accessibilità;

 descrizione dei caratteri stazionali (suolo, fertilità, ecc.,);

 descrizione vegetazionale per strati (tipo fisionomico e strutturale, forma di governo, grado di copertura, stato fitosanitario, densità, stadio evolutivo reale e potenziale);

 valutazione dell’incidenza del pascolo;

 censimento di infrastrutture varie (recinzioni, abbeveratoi, fonti, ecc..);

 individuazione interventi selvicolturali attuabili;

 misure dendrometriche guida con il metodo delle aree di saggio prevalentemente diametriche per calibrare le operazioni successive.

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3.3.2 Tipi forestali

3.3.2.1 Fustaia Il tipo forestale a fustaia rappresenta la forma di governo più estesa pari a 219.42.12 ettari corrispondenti al 63,81% dell’intera superficie assestata di proprietà del comune di Baragiano.

Di questi Ha 100.41.31 sono occupati dalla giovane fustaia, Ha 33.20.53 dalla fustaia, Ha 26.66.89 dalla fustaia adulta mentre Ha 59.13.39 da una fustaia irregolare composta da popolamenti di cerro prevalenti ma radi con roverella subordinata alle esposizioni sud (particella forestale 16) per Ha 9.45.05 e popolamenti di cerro isolati ed affrancati derivanti dalla vecchia ceduazione (taglio borbonico) per Ha 49.68.34.

Dalla divisione in macro aree sono stati individuati quattro tipi di popolamenti forestali:

1. Fustaia giovane;

2. Fustaia;

3. Fustaia adulta;

4. Fustaia irregolare.

3.3.2.2 Fustaia irregolare Il presente tipo forestale rappresenta una superficie minore rispetto alla precedente ed è il risultato di utilizzazioni pregresse troppo intense che non hanno permesso al bosco di rigenerarsi; essa si estende per Ha 59.13.39 corrispondenti al 17,20% dell’intera superficie assestata. Rientra nella compresa del cerro a scopo protettivo.

Essa riguarda le particelle forestali 4 della località Vallone S. Giorgio – Valle delle Nocelle, e 6 della località Bosco Comunale – Valle delle Nocelle per Ha 49.68.34 ove si riscontra una fustaia irregolare caratterizzata da individui di cerro isolati ed affrancati derivanti dalla vecchia ceduazione (taglio borbonico). Contestualmente nel piano sottostante si sono affermati soggetti da seme di carpinella che talvolta alle esposizioni sud-est si ritrovano in forma agamica con numerosi polloni per ceppaia. La densità non è colma pertanto l’unico intervento potenziale che si traduce in un macchiatico negativo, laddove si rinviene una forma di governo agamica è la ceduazione della carpinella che occupa il piano dominato con il rilascio del miglior tirasucchio, mentre laddove essa

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è rappresentata da individui da seme si opterebbe per il diradamento, al fine di limitare al meglio l’invasività dell’infestante.

Dal punto di vista dendrometrico si rilevano i seguenti parametri medi ottenuti nella fase di rilievo mediante ads diametriche: per la particella forestale 4 un’altezza media che si attesta intorno agli 8 metri, un diametro medio di 12 cm con una classe prevalente di 10 cm, un’area basimetrica media di 13,71 m2/Ha, una provvigione di 104,52 m3/Ha e una densità di piante pari a 1.163/Ha; per la particella forestale 6 un’altezza media che si attesta intorno ai 9,40 metri, un diametro medio di 17 cm con una classe prevalente di 10 cm, un’area basimetrica media di 11,16 m2/Ha, una provvigione di 89,71 m3/Ha, una densità di piante pari a 499/Ha con una ripresa ad ettaro di 8,97 m3.

Da tali parametri si evince come il popolamento rispecchia pienamente la ripresa utile per interventi di miglioramento forestale.

Per tali particelle le utilizzazioni essendo già state compiute gli unici interventi ammissibili sarebbero interventi di miglioramento forestale nei confronti del piano dominato arboreo e del piano arbustivo attraverso progetti con il Piano di Sviluppo Rurale vigente, oppure interventi mirati proposti alle Aree Programma attraverso la dotazione di operai forestali. Per quest’ultima l’intervento è commisurato oltre al taglio dei soggetti in cattivo stato sanitario anche alla carpinella con rilascio del miglior tirasucchio al fine di ridurre la sua capacità competitiva nei riguardi delle giovani piante d’avvenire.

Per quanto concerne i rimanenti Ha 9.45.05 della particella forestale 16, si ravvisa che trattasi di fustaia irregolare composta da popolamenti di cerro prevalenti ma radi dove alle esposizioni ovest nello strato dominato emerge un ottimo ceduo di carpinella mentre alle esposizioni più secche il cerro viene sostituito dalla roverella in una forma di governo più transitoria anziché da seme con un piano dominato occupato da carpinella ed orniello da seme piuttosto rado.

All’interno delle superfici interessate dal taglio dovrà necessariamente essere escluso il pascolo per tutto il periodo di rinnovazione in ottemperanza alla D.C.R. 1085/99.

3.3.2.2.1 Fustaia giovane La giovane fustaia è stata riscontrata nelle particelle forestali 7 della località Valle delle Nocelle – Preda della Guardia, nella 12 della località Bosco Comunale, nella 15 della località Bosco Comunale – Serra Candela e nella 13 della località Bosco Comunale – Barronna.

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Le piante presentano portamento colonnare prevalente, anche se in alcuni tratti sono numerose le piante che si presentano storte. L’inserzione dei rami risulta essere in alto per il cerro e più in basso per la roverella, con conseguenti chiome più espanse, quasi globose.

La composizione vede la prevalenza del cerro con strato dominato occupato da giovani polloni di carpinella e sporadica presenza di piante mature a densità disforme risultato delle precedenti utilizzazioni (taglio borbonico) oltre più compiute a zona e non in modo uniforme (part. for. 7 – part. for. 13). Le piante presentano portamento colonnare prevalente anche se in alcuni tratti sono numerose le piante che si presentano storte.

Giovani fustaie di cerro dominante con roverella subordinata e strato dominato a carpinella con orniello subordinato governato a ceduo (part. for. 12). Taluni casi si rinvengono sporadiche ceppaie di cerro per cui si può ritenere che il soprassuolo in essere abbia un origine agamica.

Fustaia giovane a prevalenza di cerro ricca di giovani polloni di carpinella nello strato dominato, mentre allo stadio arbustivo sporadici individui di biancospino, rovo, rosa canina ed asparago (particella for. 15).

La rinnovazione naturale non è affermata su tutte le particelle. Il sottobosco è abbondante ed è costituito prevalentemente da carpino orientale, rovo, rosa canina, biancospino, corniolo ecc. La componente arbustiva ed erbacea è rappresentata dal punto di vista botanico da specie tipiche del querceto.

Il suolo forestale ha uno spessore variabile caratterizzato da affioramenti di roccia lapidea ma fessurata di natura calcarea.

L’accessibilità per il complesso è ottima così come la viabilità in quanto la particelle forestali sono delimitate sul lato nord da una strada a fondo parzialmente migliorato che corre lungo il Vallone S. Giorgio e che permette di accedere sul lato nord della particella forestale 7 e che collega la strada comunale dell’Isca della Botte che porta al centro abitato di Ruoti. Per il resto la viabilità è garantita da una strada comunale a fondo parzialmente asfaltato che penetra in posizione centrale rispetto al complesso e che porta fino a raggiungere la parte sommitale del complesso in prossimità del Vallone dell’Ischia; da quest’ultima si diparte una viabilità secondaria che scendendo lungo il Vallone dell’Ischia, costeggiando le particelle forestali 13-12-15 fino alla compresa dei cedui di cerro uscendo alla località Franciosa fino a sbucare sulla strada comunale a fondo asfaltato dell’Isca della Botte. Da queste, a loro volta, internamente alle superfici si dipartono piste di esbosco a fondo naturale realizzate in occasione dei tagli passati.

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Non sono presenti chiarie causate da probabili schianti, tagli irrazionali o furtivi.

La rinnovazione è assente alle esposizioni xeriche mentre maggiormente affermata nelle esposizioni fresche: il sottobosco è costituito da un continuum di polloni di carpinella e le specie accessorie prevalenti risultano il corniolo, l’orniello, il cisto, il ciavardello, il biancospino e il pungitopo che a tratti forma dei macchioni.

3.3.2.2.2 Fustaia La fustaia è stata riscontrata nella particella forestale 8 della località Valle delle Nocelle – Acqua dei Palumi.

Le piante presentano un portamento colonnare prevalente con un fusto cormometrico di buona qualità tecnologica senza epicormie. L’inserzione dei rami risulta essere in alto per il cerro e più in basso per la roverella, con conseguenti chiome più affusolate che globose.

La composizione vede il cerro dominare con un piano dominato composto a tratti da carpinella in uno stadio agamico poco vigoroso; essa è situata tra il confine comunale con Ruoti ed il Vallone dell’Ischia di Baragiano ed è il risultato di tagli fitosanitari orientati nei confronti di soggetti deperienti, malformati, dominati e seccagginosi non scoprendo eccessivamente il piano dominante ed evitando il taglio totale della carpinella al fine del suo contenimento. Lo stato fitosanitario della particella vede nel piano dominato un cospicuo numero di soggetti in avanzato stato di deperimento caratterizzati dall’avere cancri sui rami (neoplasie dei tessuti) e fuoriuscita di liquido nerastro da lacerazioni presenti lungo il fusto o da troncature dei rami.

Sporadicamente si rinviene alle esposizioni più fresche, in uno stadio agamico, il nocciolo relegato alle depressioni a maggiore umidità.

3.3.2.2.3 Fustaia adulta La fustaia adulta è stata riscontrata nella particella forestale 9 in località Preda della Guardiola – Vallone Cupa.

Si rinvengono piante di cerro dominante con sporadici individui di faggio presenti sotto forma di necromassa in piedi, pochi individui di ciliegio selvatico ed acero montano presenti alle esposizioni fresche con fusti per lo più colonnari e chioma abbastanza stretta ed affusolata. La distribuzione delle piante nella particella è regolare. Assoluta protezione del faggio in buone

Pagina 61 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 condizioni vegetative data la sua presenza sporadica, allo stesso modo tutela e conservazione per il ciliegio selvatico e per l’acero montano. Le piante raggiungono altezze considerevoli con portamento colonnare, le chiome sono ben conformate e inserite in alto al fusto. La densità è discreta. Il suolo è bruno di buona fertilità con positivo bilancio idrico dovuto sia all’esposizione che alle condizioni microclimatiche di forra.

La rinnovazione è maggiormente affermata nelle esposizioni fresche.

3.4 La compresa del cerro a scopo produttivo

3.4.1 Generalità

Questa compresa è caratterizzata dalla presenza di cerro prevalente con roverella subordinata ed altre latifoglie secondarie, con uno strato dominato occupato in prevalenza dalla carpinella con orniello subordinato per una superficie complessiva di circa 160.28.73 ettari pari al 46,61% della superficie assestamentale totale.

Le particelle appartenenti a questa compresa riguardano la porzione aziendale del bosco Isca della Botte per le particelle forestali 7-8-9-12-13-15.

Si tratta complessivamente di fustaie giovani a prevalenza di cerro con roverella subordinata, fustaie e fustaie più adulte.

Il cerro (Quercus cerris L.), risulta essere la specie più diffusa e rappresentativa, subordinatamente la roverella (Quercus pubescens Willd.) ed altre specie secondarie quali il sorbo domestico (Sorbus domestiva L.), l’orniello (Fraxinus ornus L.), il melastro (Malus sylvestris L.), il perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.) quest’ultime prevalentemente in corrispondenza dei versanti xerici, mentre il faggio (Fagus sylvatica), l’acero montano (Acer pseudoplatanus L., 1753) , il ciliegio selvatico (Prunus avium), il carpino nero (Ostrya carpinifolia) e l’agrifoglio (Ilex aquifolium L.) in corrispondenza dei versanti freschi. Il tipo strutturale che maggiormente caratterizza la compresa colturale è la fustaia giovane di cerro, con prevalenza della classe d’età 55- 65 (particelle forestali 7-12-13-15) per una superficie utile di Ha 100.41.31, con roverella ed altre latifoglie subordinate che spesso e volentieri, alle esposizioni sud-est sono caratterizzate da un sottobosco a carpinella di origine agamica; secondariamente si rinviene un tipo strutturale rappresentato dalla tipologia fustaia di cerro (particella forestale 8) per una superficie di Ha 33.20.53 che risulta essere abbastanza similare alla precedente con la sola differenza dell’età e con fusti prevalentemente più sviluppati dal punto di vista ipso-diametrico in virtù di una classe di

Pagina 62 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 fertilità migliore attribuibile al cambio di versante a nord su parte della superficie, per cui una classe d’età 65-75; infine si rinviene un tipo strutturale rappresentato dalla tipologia fustaia adulta di cerro (particella forestale 9) per una superficie di Ha 26.66.89 con fusti prevalentemente più sviluppati dal punto di vista ipso-diametrico rispetto ai tipi strutturali precedenti in virtù di diametri ad 1,30 m. da terra fino a 60 cm con conseguenti classi di fertilità migliori attribuibili all’esposizione fresca, per cui una classe d’età 75-80. Quest’ultima, alle esposizioni più fresche vegeta in concomitanza con il ciliegio selvatico, faggio, carpino nero ed agrifoglio.

Per i tipi forestali descritti, si tratta di boschi con caratteristiche fisiche simili dal punto di vista orografico ed edafico; l’esposizione prevalente è senza dubbio quella nord per le particelle forestali 7, 8, 9 della località Preda della Guardia, Acqua dei Palumi, Vallone Cupa, mentre per le particelle forestali 12 e 15 l’esposizione prevalente è quella sud-est della località Valle delle Nocelle, Bosco Comunale e Serra Candela, nord-est, invece, per la particella forestale 13 della località Baronna.

Per la tipologia forestale fustaia si rilevano i seguenti parametri medi: un’altezza media di 10,90 metri, un diametro medio di 24 cm con una classe prevalente di 20 cm, un’area basimetrica media di 22 m2/Ha, una provvigione di 179,97 m3/Ha e una densità di piante pari a 470/Ha; per la tipologia forestale fustaia adulta si rinvengono un’altezza media di 11,80 metri, un diametro medio di 25 cm con una classe prevalente di 30 cm, un’area basimetrica media di 23,77 m2/Ha, una provvigione di 201,12 m3/Ha e una densità di piante pari a 338/Ha; per la tipologia forestale giovani fustaie, specificatamente per la particella forestale 7, un’altezza media di 10,10 metri, un diametro medio di 20 cm con una classe prevalente di 10 cm, un’area basimetrica media di 14,58 m2/Ha, una provvigione di 116,90 m3/Ha e una densità di piante pari a 452/Ha; per la particella forestale 12 si rinvengono un’altezza media di 10,50 metri, un diametro medio di 22 cm con una classe prevalente di 10 cm, un’area basimetrica media di 13,14 m2/Ha, una provvigione di 105,84 m3/Ha e una densità di piante pari a 362/Ha; per la particella forestale 13 si rinvengono un’altezza media di 10,30 metri, un diametro medio di 21 cm con una classe prevalente di 20 cm, un’area basimetrica media di 16,97 m2/Ha, una provvigione di 133,71 m3/Ha e una densità di piante pari a 490/Ha; infine per la particella forestale 15 si rinvengono un’altezza media di 9,40 metri, un diametro medio di 17 cm con una classe prevalente di 25 cm, un’area basimetrica media di 20,23 m2/Ha, una provvigione di 161,71 m3/Ha e una densità di piante pari a 444/Ha.

Quale indice di fertilità, si è riscontrato un’altezza dominante media di circa 17 m. nella particella forestale 9.

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La particella forestale 12 della località Isca della Botte risulta essere la meno produttiva poiché caratterizzata da un’area basimetrica media di 13,14 m2/Ha, una provvigione di 105,84 m3/Ha e una classe prevalente diametrica di 10 cm con una ripresa ad ettaro inferiore ai 10 m3/Ha.

Questa condizione è il risultato di passate utilizzazioni che hanno aperto troppo il soprassuolo e che non hanno rinnovato per niente il bosco.

Lo stato sanitario di questi boschi è variabile considerando che si passa da soprassuoli senza nessuna patologia forestale con fusti ben conformati, chioma espansa e ramosa e sottobosco privo di piante invasive con radicata presenza di novellame la cui altezza media si attesta intorno ai 2,00 metri, a boschi che pur avendo piante ben conformate con chioma ramosa ed espansa presentano sporadici marciumi radicali e sottobosco ricco di carpinella soprattutto nei versanti aridi, che ostacolano lo sviluppo seppur stentato della poca rinnovazione presente (particelle forestali 7-8-13- 15).

3.4.2 Obiettivi gestionali e interventi previsti

Le proposte d’intervento sono similari per i tipi forestali individuati.

Per ragioni selvicolturali connesse con valori di ripresa troppo bassi si ritiene intervenire nel decennio di validità del Piano nelle sole particelle forestali 13, 15, 7, 8, 9.

Ciò nonostante in essa si prevedono interventi selvicolturali modesti nelle particelle forestali 8 e 9 nei primi anni di validità del Piano. Si prevedono diradamenti selettivi nelle diverse classi diametriche dando precedenza alle piante deperienti e soprannumerarie avendo accortezza di tutelare conservando specie di latifoglie rare e necromassa in piedi, quest’ultima secondo quanto disposto dal regolamento di attuazione allegato al presente Piano.

Specificatamente per la particella forestale 12 gli unici interventi ammissibili sarebbero interventi di miglioramento forestale nei confronti del piano dominato arboreo e del piano arbustivo attraverso progetti con il Piano di Sviluppo Rurale vigente oppure interventi mirati proposti alle Aree Programma attraverso la dotazione di operai forestali. Per quest’ultima, l’intervento è commisurato oltre al taglio dei soggetti in cattivo stato sanitario prevalentemente dominati e/o malformati anche alla carpinella con rilascio del miglior tirasucchio al fine di ridurre la sua capacità competitiva nei riguardi delle giovani piante d’avvenire.

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Attualmente si prescrivono nel merito della particella forestale tuttalpiù interventi di miglioramento forestale atteso che i valori di ripresa risultano essere al di sotto dei 10 m3/Ha, per cui diradamenti rivolti a soggetti dominati e deperienti appartenenti alle specie forestali principali oltre che interventi di diradamento di individui da seme o ceduazione con rilascio del miglior pollone nei confronti della carpinella del sottobosco.

Gli interventi dovranno essere improntati nell’ottica di tutelare conservando specie di latifoglie rare e necromassa in piedi, quest’ultima secondo quanto disposto dal regolamento di attuazione.

All’interno delle superfici interessate dal taglio dovrà necessariamente essere escluso il pascolo per tutto il periodo di rinnovazione in ottemperanza alla D.C.R. 1085/99.

Figura 29 - Inquadramento 3d in giallo della compresa del cerro a scopo produttivo

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3.5 La compresa dei cedui di cerro

3.5.1 Generalità

Questa compresa è caratterizzata dalla presenza di cerro prevalente, con roverella subordinata, per una superficie complessiva di circa 121.59.04 ettari pari al 35,36% della superficie assestamentale totale.

Le particelle appartenenti a questa compresa riguardano la porzione aziendale di bosco Isca della Botte per le particelle forestali 1-2-3-5-10-11. Sono caratterizzate, nel complesso, dalla presenza di moderata provvigione e buone condizioni di utilizzazione.

Di seguito una tabella esplicativa che ripartisce le particelle forestali rispetto alla superficie totale e a quella netta:

Particella (PF) Sup. totale (ha) Sup. netta (ha)

1 28.23.92 28.23.92 2 20.47.67 20.47.67 3 12.02.19 12.02.19 5 20.96.64 20.96.64 10 22.66.00 20.48.00 11 19.40.62 19.40.62 123.77.04 121.59.04 Tabella 6 – Particelle forestali fisionomiche afferenti alla compresa

Dal punto di vista dendrometrico da tali boschi si rilevano i seguenti parametri medi: per il ceduo matricinato di cerro della particella forestale 1 già utilizzata circa 5 anni fa che rappresenta l’unità di compartimentazione media si rileva un’altezza media che si attesta intorno ai 10 metri, un diametro medio di 12 cm, un’area basimetrica media di 0,96 m2/Ha e una classe di provvigione di 8 – 10 m3/Ha; per il ceduo matricinato di cerro con roverella subordinata (particella forestale 3 non ancora utilizzata dell’età di 26 anni) si riscontra un’altezza media intorno ai 9,73 metri, un diametro medio intorno agli 11 cm, un’area basimetrica di circa 13,93 m2/Ha con una classe di provvigione di 110 – 120 m3/ha.

Le altre particelle presentano in media altezze che non superano i 10,93 metri (particella forestale 5) con diametri medi altrettanto contenuti che non superano i 14 cm (particella forestale 5).

Per quanto riguarda la ripresa, si riscontra una notevole produttività a carico della particella forestale trattata a ceduo matricinato “11” in corso di utilizzazione alla località Vallone dell’Ischia –

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Bosco Comunale, poiché caratterizzata da un’area basimetrica molto alta di 23,10 m2/Ha, un diametro medio di 13 cm, un’altezza media di 10,56 metri e una provvigione/Ha di 235,90 m3/Ha.

Lo stato sanitario di questi boschi è soddisfacente con buoni polloni svettanti, ben conformati, chioma regolare, ceppaie in media con tre polloni e distanza tra ceppaie nell’ordine dei 2 metri con una distribuzione di piante 2T moderata. Le altezze dominanti delle piante porta seme (matricine del doppio del turno definite 2T o del triplo del turno definite 3T) raggiungono altezze fino a 18 mt.

Nella fase di rilievo si sono contate circa tre matricine del doppio del turno (2T) per area di saggio. Assenza di matricine del doppio del turno a dote della particella 2 alla località Schia della Botte – Valle delle Nocelle, quest’ultima già utilizzata e collaudata nel Marzo del 2012.

L’età predominante dei cedui è mediamente 22 anni, intendendo per tale la media degli anni tra gli allievi e le matricine presenti in ciascuna delle particelle afferenti alla compresa, con un’età massima di 26 anni (particella forestale 3).

I cedui situati presso località Vallone S. Giorgio/Mass.a Braico sono puri di cerro, mentre nel resto si rinvengono popolamenti a prevalenza di cerro con roverella subordinata. Prevalentemente trattasi di stazioni xeriche data la loro esposizioni a sud-est per cui nel periodo estivo in considerazione dell’andamento orografico che le caratterizza sussistono condizioni di notevole umidità.

Le classi di fertilità rientrano in quelle media ed elevata; nello specifico la fertilità è media per le particelle 1-2-3 il cui parametro dell’altezza dominante si attesta tra gli 11 e i 12 metri, mentre è elevata per le particelle 5-10-11 la cui altezza dominante si attesta tra i 12 ed i 15 metri. Ciò e strettamente correlato con le forme di trattamento (la fertilità non è correlata con la forma di trattamento) in fase di adozione le quali sono il taglio matricinato con rilascio di 100 matricine ad ettaro per le particelle 10-11-5.

Complessivamente nei popolamenti in esame sono presenti anche matricine al terzo turno (3T) anche se i soprassuoli risultano decisamente caratterizzati da una matricinatura giovane (2T).

Nei cedui in riproduzione ovvero di recente utilizzazione, sono state asportate quasi tutte le vecchie matricine e rilasciati esclusivamente nuovi allievi che presentano diametri dagli 8 ai 18 cm, nelle località Vallone S. Giorgio-Mass.a Braico (particella forestale 1) e alla località Schia della Botte-Valle delle Nocelle (particella forestale 2).

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Lo strato vegetativo si presenta discreto. Per quanto riguarda la componente arbustiva le specie presenti in maniera diffusa sono la sanguinella (Cornus sanguinea L.), il corniolo (Cornus mas L.), la laureola (Daphne laureola L.), il biancospino (Crataegus monogyna Jacq., 1775), la rosa canina (Rosa canina L.), il rovo (Rubus spp.) e il prugnolo (Prunus spinosa L.).

Lo strato erbaceo è definito dalla presenza del ciclamino (Cyclamen L., 1753), l’elleboro puzzolente (Helleborus foetidus L., 1753), la festuca mediterranea (Festuca circummediterranea Patzke), la dattile (Dactylis glomerata L., 1753), l’aremonia delle faggete (Aremonia agrimonoides (L.) DC. subsp. Agrimonoides), la fragola di bosco (Fragaria vesca L.).

Si tratta di cedui a prevalenza di cerro con buona matricinatura di origine agamica sia da seme e sia attraverso polloni meglio affrancati che nella maggior parte dei casi concorrono a sostituire le matricine/allievi in uno stadio vegetativo vigoroso.

Nelle particelle a ceduo inutilizzate (particelle forestali 3, 5 in parte, 10 in parte, 11 in parte), il portamento dei polloni è slanciato con chiome inserite nella parte alta del fusto. Il numero di ceppaie per ettaro è pari in media a 509/Ha con un numero medio di polloni di 1.528/Ha. La densità e le condizioni fitosanitarie sono buone. Le piante da seme di grosse dimensioni stramature (matricine) presenti in maniera rada hanno un portamento abbastanza tozzo e chioma ramificata, distribuite uniformemente sulla superficie aventi l’età tripla o quadrupla rispetto al turno del ceduo. Il sottobosco è costituito dalle seguenti specie: orniello, biancospino, rosa canina, rovo, pungitopo e carpinella; gli ultimi due assumono carattere dominante nelle esposizioni dove è più marcata la xericità del suolo. Dove le condizioni di xericità si attenuano (lungo i fossi e all’esposizione nord) il soprassuolo si presenta più sviluppato ed il sottobosco è più rado.

Occorre considerare che la superficie corrispondente alla particella forestale 3 di Ha 12.02.19 nel presente Piano non sarà sottoposta ad interventi forestali pertanto sarà a discrezione del prossimo assestatore nel successivo decennio decidere sulle sue sorti. Attualmente essa è rappresentata da un ceduo di 26 anni con numerose piante da seme. Nel presente Piano si propone per tale particella nella prospettiva futura (2022) di rilasciare un significativo numero di matricine volte ad intensificare la superficie boscata (600 – 800/Ha) per l’avviamento all’alto fusto; ciò devirerebbe anche dal raggiungimento del turno minimo per i cedui.

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Ai margini della compresa dei cedui di cerro con roverella subordinata e precisamente a valle delle particelle forestali 10-11-3-2 sono presenti le vecchie buche realizzate durante la precedente utilizzazione per il caricamento della legna a favore dei mezzi meccanici adibiti per tale funzione.

Figura 30 - Vecchie buche fatte nella precedente utilizzazione del 1986

L’incluso particellare della particella forestale 10 presenta una superficie di Ha 2.18.00. Attualmente l’area ha assunto la fisionomia di pascolo arborato di scarso valore pabulare in considerazione del fatto che con il passare del tempo l’area si sta imboschendo sempre più. Il cotico erboso è infeltrito e il suolo è compattato dal passaggio di animali selvatici.

Il soprassuolo è costituito da sporadiche piante di cerro nelle esposizioni sud lungo il fronte sinistro della strada comunale “Franciosa” ed alle esposizioni nord lungo il fronte destro. Prevalentemente trattasi di piante di cerro pressoché storte e deperienti scarsamente utilizzate nel passato.

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La densità è rada, le piante hanno notevoli dimensioni diametriche, in condizioni di forra con uno sviluppo in altezza maggiore, sono per lo più malate e si presentano secche in parte o totalmente. Assenza di rinnovazione naturale.

3.5.2 Obiettivi gestionali e interventi previsti

Le proposte d’intervento riguardano eventuali interventi di spollonatura in ceppaia e/o ripulitura del cotico erboso nei confronti delle sole particelle forestali utilizzate da almeno 7 anni attraverso progetti di miglioramento forestale come ad esempio P.S.R. Basilicata oppure mediante interventi mirati a cadenza annuale da parte degli operai forestali impiegati nell’Ente Delegato alla Forestazione territorialmente competente. Per la sola particella forestale 3 attualmente dell’età di 26 anni si pianifica, avendo fissato il turno minimo pari a 30 anni un trattamento finalizzato all’avviamento del ceduo verso una forma transitoria composta sia da soggetti da seme che da materiale vegetativo agamico. Per tale ragione dovranno essere rilasciate almeno 600-800 allievi/matricine ad Ha, scelte in modo da garantire l’armonica presenza dei diametri rappresentativi. La coetaneità dei soprassuoli, la forma di governo, il tipo di trattamento, la funzione produttiva e l’attuale situazione selvicolturale dei boschi appartenenti a tale compresa darebbe luogo ad un’anticipazione delle particelle forestali che oggi sono state completamente utilizzate (partt. 1-2) o in parte (partt. 5-10-11) per cui il metodo è quello dell’anticipazione delle utilizzazioni a ceduo le quali adottando un turno minimo di 30 anni confermerebbe il medesimo trattamento tra tre decenni circa venendo meno il principio della normalizzazione. Alle eccessive utilizzazioni passate particolarmente nei cedui ne consegue che negli anni successivi le utilizzazioni nella compresa colturale saranno contenute e seguirà un andamento biennale al fine di poter raggiungere un eccellente equilibrio nei boschi oggetto dei tagli per le future utilizzazioni. Tale intervento oltretutto consegue a disetaneizzare il bosco seguendo i principi della selvicoltura sistemica.

Rispetto all’incluso particellare della particella forestale 10, solo nei casi limite come ad esempio piante pericolanti o in precario stato fitosanitario verso il fronte della strada comunale “Franciosa”, si potranno eseguire interventi di taglio e rimozione anche in economia diretta o mediante risorse attestate presso gli Enti Delegati alla Forestazione.

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Figura 31 - Inquadramento 3d in giallo della compresa dei cedui di cerro a valle del complesso forestale principale Isca della Botte

3.6 La compresa del cerro a scopo protettivo

3.6.1 Generalità

Questa compresa è rappresentata dalle particelle forestali 4, 6 e 16 per una superficie totale di Ha 59.13.39 pari al 17,20% della superficie assestamentale totale. Essa è caratterizzata prevalentemente da fustaie irregolari con individui di cerro isolati ed affrancati derivanti dalla vecchia ceduazione (taglio borbonico).

Nel piano sottostante si rinvengono soggetti da seme di carpinella che talvolta alle esposizioni sud-est si ritrovano in forma agamica con numerosi polloni per ceppaia. La densità non è colma ma piuttosto rada. Le specie accessorie al cerro presenti sono: il sorbo domestico (Sorbus domestica L.), l’ orniello (Fraxinus ornus L.) e il corniolo (Cornus mas L.). Lo strato arbustivo, invece, è rappresentato dal pungitopo (Ruscus aculeatus L.), dall’asparago (Asparagus officinalis L.) e dall’ orniello (Fraxinus ornus L.). Lo strato erbaceo è invece composto dalla pervinca minore (Vinca minor L.) e dal ciclamino (Cyclamen L., 1753).

Nello specifico, la particella forestale 16 è composta da popolamenti di cerro (Quercus cerris L.) prevalenti ma radi distanziati tra loro circa 8 – 10 metri dell’età di circa 60 anni. Nelle esposizioni ovest, nel piano inferiore si rinviene un ottimo ceduo di carpinella

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(Carpinus orientalis Mill.) con un numero medio di polloni pari a 6 per ceppaia e un diametro medio per pollone di 7 cm; alle esposizioni sud, invece, sono presenti in prevalenza soggetti di roverella (Quercus pubescens, Willd., 1805) in una forma piuttosto transitoria con un piano inferiore occupato dalla carpinella (Carpinus orientalis Mill.) e dall’ orniello (Carpinus orientalis Mill.) in forma agamica ed a densità rada. Le specie accessorie presenti sono: il perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.) e il sorbo domestico (Sorbus domestica L.). Lo strato arbustivo è rappresentata dalla rosa canina (Rosa canina L.), dall’asparago (Asparagus officinalis L.) e dal pungitopo (Ruscus aculeatus L.). Strato erbaceo caratterizzato da graminacee e vegetazione ripariale. La rinnovazione è sporadica e, ove presente, anche in considerazione dell’esposizione dei versanti viene soffocata (esposizioni sud-est) radicalmente dai polloni di carpinella che vanno a costituire uno strato compatto rendendo il soprassuolo inaccessibile; in altri casi (esposizioni ovest) il sottobosco è scarno sia di carpinella che di orniello.

All’interno delle particelle forestali 4 e 6 in prossimità della strada comunale del bosco è presente, sul lato destro e sinistro, salendo, un’area attrezzata munita di panchine, barbecue, tavolini, steccato in pali di castagno a mo’ di croce di sant’Andrea con all’interno una fontana denominata “Acqua Rossa” per una superficie totale di 0.44.93 Ha. Quest’area pur facendo parte delle particelle forestali costituisce un incluso particellare.

Va puntualizzato che tali particelle hanno un fondamentale ruolo in termini di protezione del soprassuolo, distinguibile in due tipi differenti:

1. Autoprotezione;

2. Idroprotezione.

In particolare la funzione di autoprotezione è importante per i soprassuoli che, per cause differenti, versano in condizioni precarie, quindi bisognose di garanzie ulteriori circa l’autoperpetuazione del bosco.

La funzione di idroprotezione è fondamentale in condizioni di presenza di sorgenti o zone di captazione, ove è prioritario assicurare l’approvvigionamento e l’integrità delle fonti idriche, particolarmente importanti per le particelle forestali 4 e 16 data l’attiguità ad un impluvio che rappresenta un corso d’acqua perenne.

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3.6.2 Obiettivi gestionali e interventi previsti

In questa compresa si è scelto di limitare al minimo gli interventi, lasciando solo la possibilità di eseguire lavori di miglioramento e di prevenzione del rischio incendi da parte di Enti Delegati alla forestazione, trattandosi di lavori economicamente svantaggiosi, sebbene di enorme validità tecnica.

Tale indicazione è avvalorata dalla letteratura, come indicato per i querceti mesofili e meso- xerofili appartenenti al demanio regionale, per i quali “la strategia gestionale di queste cenosi in molti casi farà riferimento all’opzione della libera evoluzione naturale, mirando comunque a un attento controllo del rischio d’incendio e alla regolamentazione dell’attività di pascolo”(BORGHETTI M., 2005).

Le particelle appartenenti a questa compresa sono caratterizzate, nel complesso, dalla presenza di scarsa provvigione e difficili condizioni di utilizzazione delle risorse forestali anche in considerazione che alcune di esse (particella forestale 16) sono prossime ad un impluvio che rappresenta anche il confine fisiocratico con il Comune di Picerno.

Figura 32 - Inquadramento 3d in giallo della compresa del cerro a scopo protettivo insieme agli inclusi particellari

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3.7 La compresa rimboschimenti

3.7.1 Generalità

La particella forestale 14 di Ha 2.85.48 pari allo 0,83% rispetto alla superficie assestamentale totale è situata in località “Franciosa” e deriva dall’attività di rimboschimento attuata in passato dal C.F.S. con la finalità di prevenire quella parte di territorio dal dissesto idrogeologico. Attualmente l’area ha assunto una fisionomia di bosco di conifere di scarso valore commerciale in considerazione del fatto che con il passare del tempo, il rapporto ipso-diametrico (h/d) troppo alto ha determinato uno sviluppo cormometrico dei fusti irregolare e disarmonico rispetto ai palchi fiorali.

Questa compresa, quindi, è caratterizzata da un rimboschimento giovane di pino nero dell’età di circa 37 anni con disposizione dei soggetti per filare. Nel piano dominato si riscontrano specie accessorie di latifoglie eliofile mentre la rinnovazione di cerro si sviluppa abbastanza uniformemente allo stadio di plantula.

Pur avendo una superficie non rappresentativa è stata materializzata comunque un’area di saggio circolare di m2 2.000 all’interno della quale sono stati rilevati i parametri dendrometrici fondamentali quali la provvigione totale (m3), la ripresa totale (m3), il diametro medio (cm), l’altezza media (m.), la provvigione per Ha (m3) e la ripresa per Ha (m3). Il motivo riguarda l’esigenza di intervenire attraverso un utilizzazione prettamente migliorativa dato che effettivamente sono numerosi i soggetti in precarie condizioni vegetative. I parametri rinvenuti che giustificano l’intervento di taglio a beneficio della rinnovazione di specie quercine presente, indicano una ripresa ad ettaro di 51,15 m3/Ha su di una provvigione di 274,44 m3/Ha con un’altezza media di 9,64 m. e un diametro medio di 18 cm.

3.7.2 Obiettivi gestionali e interventi previsti

In questa compresa si è scelto di concentrare gli interventi in primis alle sole piante storte e dominate, stroncate e capitozzate sull’intera superficie della particella forestale lasciando solo le conifere ben conformate e longilinee. Conseguentemente intervento forestale di rinaturalizzazione basato principalmente sul diradamento selettivo localizzato affinché il bosco venga aperto in maniera graduale laddove è presente la rinnovazione di specie quercine.

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Figura 33 - Inquadramento 3d in giallo della compresa dei rimboschimenti

3.8 Incluso turistico-ricreativo

3.8.1 Generalità

Le particelle forestali 4 e 6 della compresa del cerro a scopo protettivo racchiudono, a ridosso della strada comunale che attraversa il bosco, un’area turistico-ricreativa denominata “Acqua Rossa”, avente funzione prevalente turistico-ricreativa in quanto è un’area attrezzata provvista di panchine, barbecue, tavolini e fontana. L’area, opportunamente perimetrata da steccato in legno a mo’ di croce di Sant’Andrea, presenta una superficie complessiva di ha 0.44.93, distribuiti per ha 0.12.24 nella particella forestale 6 ed ha 0.32.69 nella 4. Il soprassuolo forestale è rappresentato da una fustaia irregolare occupata da individui di cerro isolati ed affrancati derivanti dalla vecchia ceduazione (taglio borbonico). Lo stato fitosanitario è nel complesso buono, tranne che per gli individui del vecchio ciclo ( senescenza avanzata ). Lo stato dell’area turistico-ricreativa ad oggi è pessimo a causa di mancata manutenzione nel corso degli anni.

3.8.2 Obiettivi gestionali e interventi previsti

All’interno di detto incluso si è scelto di limitare al minimo gli interventi forestali oltre più giustificati dalla presenza di piante di cerro abbastanza rade, lasciando solo la possibilità di poter

Pagina 75 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 eseguire interventi di ripristino e riqualificazione ambientale finalizzati alla valorizzazione dell’area ai fini turistici già in essere attraverso il finanziamento di una specifica Misura del PSR.

Per quanto attiene l’area boscata è consigliabile controllare stagione per stagione le specie invasive del piano dominato, tenere continuamente pulita l’area circostante.

4 Il rilievo tassatorio

4.1 Individuazione delle Aree di Saggio e dei parametri rilevati

I rilievi floristico-vegetativi e statistico-particellari hanno interessato le condizioni ecologiche e quelle del soprassuolo (composizione, struttura e densità dello strato arboreo, composizione e fisionomia degli strati inferiori).

Il rilievo tassatorio ha avuto lo scopo di rilevare i fattori che concorrono a definire la produzione legnosa e quindi lo stato reale delle particelle in ordine alle provvigioni e agli aspetti qualitativi (composizione, funzionalità) dei popolamenti forestali.

La classe di cavallettamento minima è stata la 10 cm per cui i diametri sono stati presi da 7,5 cm in su.

Sono state realizzate 46 aree di saggio fisiche di simulazione, di cui 25 all’interno della compresa del cerro a scopo produttivo, 20 nella compresa dei cedui di cerro ed 1 nella compresa rimboschimenti con una frequenza di un A.d.S. ogni 7,53 ettari.

In particolare si è proceduto nella costruzione delle aree di saggio diametriche alla contrassegnatura con vernice blu dei fusti rientranti nel perimetro dell’ A.d.S. materializzata sul territorio indicando con il pallino blu le piante da rilasciare e con la “x” le piante da utilizzare al fine di realizzare una simulazione quanto più attendibile. Al centro di ciascuna A.d.S. utilizzando della vernice gialla è stata anellata la pianta centrale e contrassegnato il numero di area di saggio all’altezza di circa 1,30 m da terra (“petto d’uomo”); similmente in corrispondenza dei limiti dell’area di saggio è stato posto un doppio anello di colore giallo indicante il limite dell’ A.d.S. Tale operazione garantisce maggiore visibilità e permanenza ai segni riportati.

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4.2 Principali risultati delle Aree di Saggio di Simulazione

I risultati ottenuti dalla realizzazione dei rilievi tassatori sono riportati nelle descrizioni dendrometriche riportate nell’ apposito allegato 5 “Registro particellare”. L’ubicazione delle A.d.S. è riportata sulla cartografia allegata (Tav. 05: Carta Bianca).

Gli stessi dati sono stati rielaborati per ciascuna particella forestale, in base alla rappresentatività delle singole aree rispetto alle superfici delle particelle forestali. I dati sono riassunti nel quadro sinottico degli interventi riportato successivamente.

Di seguito sono riportati due grafici sul rapporto di snellezza relativo alla forma di governo a ceduo della compresa cedui di cerro e della forma di governo a fustaia della compresa del cerro a scopo produttivo.

Nello specifico per la fustaia si denota un rapporto di snellezza normale poiché entro il coefficiente di riferimento 0,80 (figura 34); ciò vuol dire che non esistono rischi di schianto dato che i diametri sono proporzionati rispetto alle altezze.

Per la compresa dei cedui di cerro si denota un inversione di tendenza rispetto al precedente, ovvero rapporti h/d prevalentemente inferiori al coefficiente di riferimento 0,80 (figura 35); ciò significa che a diametri piccoli corrispondono altezze notevoli tali da causare probabili schianti.

Figura 34 - Rapporto di snellezza compresa del cerro a scopo produttivo

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Figura 35 - Rapporto di snellezza compresa dei cedui di cerro

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5 Il calcolo e la stima della provvigione legnosa

5.1 Metodiche di calcolo provvigionale adottate

5.1.1 La tavola di cubatura adoperata

La stima della provvigione è stata effettuata mediante l’utilizzo della tavola unica di cubatura, riportata di seguito, valida per tutte le specie quercine presenti. Questa tavola deriva dalla rielaborazione della “Tavola di cubatura del cerro della Regione Basilicata” approvata con D.G.R. 950 del 18.07.2012. Per il ceduo si è scelto di adoperare la tavola del Castellani, riportata nell’I.F.N.I., opportunamente rielaborata.

In coerenza con quanto indicato dalla legislazione regionale vigente (cfr. art. 26, D.G.R. 613/2008), si ritiene che la presente tavola di cubatura (cfr. tabella 8) dovrà essere adoperata per tutti i calcoli successivi in fase di esecutività del P.A.F., al fine di garantire l’utilizzo dello stesso parametro impiegato, e delle revisioni del presente piano. Va sottolineato che, all’atto della sola stima commerciale, i tecnici incaricati alla redazione dei progetti esecutivi potranno avvalersi di tavole o metodi di stima differenti, fermo restando l’utilizzo della tavola di cubatura del P.A.F. per la stima della massa assestamentale da asportare (ripresa) in conformità al presente elaborato.

Di seguito vengono riportate le curve ipsometriche di ciascuno dei due popolamenti principali (fustaia e ceduo):

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Figura 36 – Curva ipsometrica del popolamento governato a ceduo

Figura 37 – Curva ipsometrica del popolamento governato a fustaia

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A partire da queste curve ipsometriche, riportate nelle figure 36 e 37, si sono ottenute le tavole di cubatura.

Di seguito vengono riportate, dapprima la tavola di cubatura impiegata per la compresa dei cedui di cerro e successivamente la tavola di cubatura del cerro in fustaia compensata:

Tavola di cubatura del ceduo di Baragiano diametro a altezza petto d'uomo volume (m3) indicativa (m) (cm) 2 1,3 0,001 4 4,7 0,005 6 6,7 0,017 8 8,2 0,036 10 9,3 0,065 12 10,2 0,105 14 10,9 0,158 16 11,6 0,225 18 12,2 0,307 20 12,7 0,406 22 13,2 0,432 24 13,6 0,659 26 14,0 0,816 28 14,4 0,994 30 14,7 1,196 32 15,0 1,423 34 15,3 1,676 Tabella 7 – Tavola di cubatura del ceduo adottata derivante dall’I.F.N. “Castellani et al., 1984”

Tavola unica di cubatura di Baragiano diametro a altezza petto d'uomo volume (m3) indicativa (m) (cm) 10 7,11 0,0521 15 8,86 0,1273 20 10,10 0,2397 25 11,06 0,3911 30 11,85 0,5828 35 12,51 0,8160 40 13,09 1,0916 45 13,60 1,4104 50 14,05 1,7732 55 14,46 2,1805 60 14,84 2,6330 Tabella 8 - Tavola Assestamentale del Comune di Baragiano

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5.2 La stima dell’accrescimento legnoso e dell’età

Uno dei cardini fondamentali del metodo assestamentale “colturale incondizionato” adottato nel presente piano (cfr. cap. 6) è costituito dalla stima degli accrescimenti legnosi del popolamento in esame. Questo poiché solo conoscendo tale valore è possibile avere reale cognizione di quanta massa sia possibile asportare riuscendo a garantire, nel contempo, la presenza di una sufficiente provvigione dopo l’intervento.

Al fine di giungere a risultati affidabili si è scelto di procedere basando le osservazioni sulla conta e la misurazione degli anelli di accrescimento su una serie di rotelle.

Questo materiale è pervenuto da tagliate corrispondenti alle particelle forestali 4 (fustaia irregolare) e 11 (ceduo matricinato), ove l’utilizzazione è stata effettuata nel corso della stagione silvana 2011-2012 per il ceduo e stagione 2012 per la fustaia, ed è stato implementato con carotaggio, mediante l’uso di martello incrementale in alcune A.d.S., al fine di ampliare e verificare il ventaglio di dati ottenuti.

Il calcolo dell’incremento diametrico medio è derivato dall’applicazione della formula seguente:

im (mm/anno) = lunghezza campione (mm) / numero anelli individuati nel campione

Dagli incrementi diametrici si è risaliti alla determinazione dell'incremento volumetrico corrente e medio a livello di particella in modo da avere utili indicazioni circa i ritmi di accrescimento del soprassuolo.

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6 L’assestamento del bosco

6.1 Il metodo assestamentale adoperato

Il presente piano, come per la stragrande maggioranza in Basilicata, si configura come un Piano di primo impianto. Nel nostro caso si è scelto di impiegare il metodo assestamentale “colturale”. Per questo motivo non si è elaborato alcun modello normale e le prescrizioni colturali nei singoli popolamenti (o nelle singole particelle) sono state formulate, di caso in caso, con il solo fine di migliorare l’assetto e la funzionalità individuale dei singoli popolamenti.

La ripresa volumetrica, riportata nel piano dei tagli, viene elaborata in base al principio precauzionale. Nel particolare essa viene fissata a partire dai dati dendrometrici ottenuti nelle aree di saggio di simulazione effettuate, come precedentemente descritto (cfr. cap. 5), rielaborati secondo diverse tipologie di calcolo provvisionale (cfr. par. 6.1), e vede l’assegnazione di un limite massimo di ripresa tale da non superare il tasso di accrescimento stimato. In tale modo si riesce a salvaguardare il “capitale legnoso” presente.

Il metodo colturale è stato proposto agli inizi degli anni sessanta ad opera di M. CANTIANI, assertore del principio secondo il quale questo metodo riusciva a rappresentare la maggior parte dei boschi italiani, caratterizzati da una struttura eterogenea, da condizioni ecologiche variabili e da gestioni pregresse spesso irrazionali.

Tale metodo si contraddistingue dai metodi cosiddetti provvigionali, basati sull’individuazione di una ripresa detta appunto “provvigionale”, la quale andava, successivamente, distribuita sulle particelle nel piano dei tagli.

L’elemento centrale del metodo colturale consiste : (…) nel fissare la ripresa analiticamente particella per particella, secondo le particolari esigenze colturali del bosco. Questo metodo è indubbiamente semplice in quanto prescinde dallo studio del bosco normale e non richiede faticose e lunghe elaborazioni (M. CANTIANI, 1981).

Tale impostazione si ispira prevalentemente al metodo della selvicoltura naturalistica, spesso indicata come selvicoltura ‘prossima alla natura’. Questo approccio in Italia gode di lunga tradizione (Aldo PAVARI e Alessandro DE PHILIPPIS, per citare alcuni importanti selvicoltori), e di recente ha avuto interessanti sviluppi sia sul piano applicativo sia su quello dei principi, con l’enunciazione dell’approccio ‘sistemico’ (CIANCIO et al., 2002). Quest’ultimo approccio parte dal

Pagina 83 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 presupposto che sia necessario riconoscere al bosco lo status di sistema biologico complesso, con la necessità di delineare nuove finalità e nuovi limiti per la selvicoltura. In particolare le finalità sono:

 il mantenimento del sistema bosco in equilibrio con l’ambiente;

 la conservazione e l’aumento della biodiversità del sistema;

 la congruenza dell’attività colturale con gli altri sistemi con i quali il bosco interagisce.

I limiti sono:

 l’uso e il prelievo di legname non deve superare la velocità con la quale la risorsa bosco si

rigenera;

 l’uso e il prelievo di legname non devono intaccare le potenzialità evolutive del sistema;

 l’uso e il prelievo di legname non devono ridurre la biodiversità e la complessità del sistema.

L’adozione del metodo colturale che, come ribadito, ha caratteristiche precauzionali nella determinazione della ripresa, è particolarmente indicato nel nostro caso di Piano di Assestamento di primo impianto.

6.2 Valori provvigionali e calcolo della ripresa

I valori provvigionali ottenuti individuano la presenza di complessivi m3 43.391,99 per l’intero complesso assestamentale. Per quanto concerne la compresa di cerro a scopo produttivo otteniamo una stima di m3 21.980,43 come provvigione e di m3 4.279,78 come accrescimento complessivo nei dieci anni di validità del presente piano.

Con il metodo colturale la ripresa è stabilita analiticamente per ogni singola particella sulla base delle esigenze selvicolturali dei popolamenti. Per ogni particella è stato definito il tipo e il grado dell’intervento selvicolturale.

La ripresa colturale calcolata per il presente piano prende in considerazione sia la massa definita intercalare a partire però dalla soglia di cavallettamento di 10 cm a petto d’uomo fino alla classe diametrica di 15 cm e sia la massa cosiddetta matura (Ø > 17,5 cm).

A partire da queste valutazioni si è scelto di asportare una massa assestamentale pari a m3 3.434,32. Tale stima si è ottenuta mediante l’utilizzo della tavola di cubatura adottata (cfr. tab. 8),

Pagina 84 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 che dovrà servire anche in futuro per il calcolo della ripresa. Queste valutazioni mettono ancora una volta in risalto la scelta del principio precauzionale, come più volte ribadito.

Rispetto alla compresa rimboschimenti otteniamo una stima di m3 594,32 come provvigione e di m3 148,11 come accrescimento complessivo nei dieci anni di validità del presente piano.

Anche in questo caso adottando il metodo colturale la ripresa è stabilita analiticamente per ogni singola particella sulla base delle esigenze selvicolturali dei popolamenti. Per ogni particella è stato definito il tipo e il grado dell’intervento selvicolturale.

A partire da queste valutazioni si è scelto di asportare una massa assestamentale pari a m3 146,02.

È necessario rilevare, inoltre, che il metodo colturale non assicura la costanza della ripresa negli anni, variando da una particella all’altra in funzione delle proprie esigenze colturali, e non basando le scelte in funzione della produzione prevalente.

6.3 Tasso di utilizzazione

Al fine di valutare correttamente il tasso di utilizzazione è necessario fare riferimento ai dati provvigionali della compresa del cerro a scopo produttivo e della compresa rimboschimenti, entrambe interessate da prelievo, ove la ripresa adottata è di 3.580,34 m3 nel decennio di validità del piano. Questo valore di ripresa risulta prudenziale essendo al di sotto del tasso di accrescimento naturale del bosco ed appare conforme a quanto disposto dall’art. 13 della D.G.R. 613/2008.

Per la compresa del cerro a scopo produttivo l’incremento corrente, valutato in base alla rielaborazione dei dati ottenuti per le singole particelle, è stimato in media a 3,10 m3 ha-1 anno-1; viceversa per la compresa rimboschimenti l’incremento corrente, valutato in base alla rielaborazione dei dati ottenuti per le singole particelle, è stimato in media a 5,19 m3 ha-1 anno-1. Avendo una superficie interessata da interventi, appartenente alla compresa del cerro a scopo produttivo, pari a 138.21.17 Ha, si ottiene un incremento pari a 427,98 m3 anno-1. La ripresa media annua stimata per la compresa del cerro scopo produttivo è pari a 343,43 m3 anno-1, ottenendo in questo modo un tasso di utilizzazione pari all’ 80,24% dell’incremento stimato. Per la compresa dei rimboschimenti, relativamente alla superficie interessata dagli interventi, essa è pari ad Ha 2.85.48 per cui si ottiene un incremento pari a 14,81 m3 anno-1. La ripresa media annua stimata è pari a 14,60 m3 anno-1, ottenendo in questo modo un tasso di utilizzazione pari al 98,59% dell’incremento stimato.

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I valori di cui sopra vengono integralmente riportati nelle tabelle 9-10-11-12-13-14-15-16.

7 Gli interventi previsti

Nei paragrafi successivi si riporta la descrizione degli interventi selvicolturali ed agronomici; ciascun intervento è inquadrato in una “tipologia d’intervento” che definisce i principi e le modalità di realizzazione dell’intervento stesso. Viene in seguito definita una tempistica degli interventi selvicolturali ed agronomici. Infine vengono descritti una serie di interventi accessori alla buona ed ordinaria gestione della proprietà.

7.1 Il piano generale degli interventi

Nel seguente paragrafo si riporta l’elenco dettagliato delle principali tipologie d’ intervento predisposti per il piano di assestamento rispetto al piano dei tagli. Ogni tipologia presenta un livello di dettaglio descrittivo alquanto approfondito, al fine di differenziare il più possibile le tipologie di intervento per evidenziare processi gestionali e selvicolturali tarati su specifici soprassuoli e sulla base degli orientamenti prevalenti. Il grado di dettaglio con cui viene descritta ogni tipologia dovrebbe aiutare a comprendere meglio le caratteristiche e le finalità dell’intervento proposto e semplificarne l’esecuzione nella fase realizzativa. E’ chiaro che le situazioni sono così variegate e disformi anche per piccole superfici da rendere in alcuni casi difficile l’applicazione di un modello standard sull’intera formazione, pur tuttavia si ritiene che questa metodologia fornisca un valido aiuto nella fase applicativa indicando elementi chiari e definiti sugli scopi prevalenti e sui risultati attesi. Gli interventi forestali sono stati predisposti tenendo conto dei dati raccolti sulle aree dimostrative; si consiglia di visionare lo specifico elaborato che raccoglie tutte le aree dimostrative per comprendere meglio i dati legati alle riprese sia di tipo dendrometrico che strutturale e qualitativo. A tal fine su ciascuna tipologia d’intervento sono indicate le aree dimostrative più significative prese a riferimento. Rispetto al piano dei miglioramenti forestali di seguito viene tabellato ma non viene descritta nessuna tipologia d’intervento se non l’accortezza, nel caso in cui vengano attivati nel decennio di validità, di intervenire sul piano dominato occupato prevalentemente da specie accessorie di origine agamica quali la carpinella e l’orniello, operando tagli selettivi su ceppaia

Pagina 86 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 rilasciando almeno due polloni per ridurre la capacità pollonifera oppure diradare lievemente soggetti da seme appartenenti a queste stesse specie. Di seguito vengono riportate le tipologie per ciascuno dei due interventi programmati nel piano dei tagli:

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TIPOLOGIA N° 1 : TAGLIO SELETTIVO Categoria intervento: diradamento selettivo Soprassuoli interessati e caratteristiche fisionomiche: Popolamenti a prevalenza di Cerro già sottoposti a un intervento di avviamento e/o diradamento o comunque derivanti dall’invecchiamento del ceduo, in cui la fisionomia è assimilabile a quella della fustaia giovane per l’elevata frazione di fusti isolati. Età generalmente compresa tra 55 e 80 anni. Stadio evolutivo in fase di transizione tra la fustaia transitoria e la giovane fustaia (salvo eventuali porzioni molto localizzate) per effetto di interventi compiuti negli anni pregressi atti a regolarizzare la struttura del soprassuolo al fine di creare una struttura monoplana. Nelle aree a fertilità maggiore e dove sono stati eseguiti interventi più regolari, gran parte delle piante occupa posizioni sociali dominanti o codominanti, mentre nelle formazioni non diradate da diversi anni sono ancora frequenti i soggetti dominati. Struttura verticale generalmente monoplana a tratti biplana. Notevoli le specie accessorie. La componente erbacea del sottobosco, include in genere specie a foglia stretta e lunga (cerrete mesofile) e sia graminaceae con prevalenza dell’una o dell’altra in funzione delle condizioni stazionali. In prossimità dei crinali a maggiore pendenza lo sviluppo tende a ridursi, mentre il numero di piante aumenta. La rinnovazione è generalmente presente allo stadio di novellame, sotto copertura e distribuita a gruppi, di sviluppo tra 0,5 e 3 m. Obiettivi dell’intervento: Favorire l’evoluzione di alberi con caratteri superiori di vigoria e qualità destinando al taglio gli alberi che ostacolano la crescita di altri alberi dotati di caratteristiche di pregio. Il taglio riguarderà piante allo scopo di favorire il manifestarsi di caratteri positivi degli alberi scelti con la selezione e di ostacolare il manifestarsi di caratteri negativi, mediante la creazione di condizioni ambientali favorevoli. L’obiettivo si raggiunge favorendo la crescita di determinati alberi nel piano dominante sui quali si concentra l’intervento e si articola la struttura, mantenendo un soprassuolo accessorio il cui compito è quello di assicurare favorevoli condizioni ambientali. Nella prima fase di vita del bosco i tagli riguardano essenzialmente il piano dominante, ma successivamente vanno ad interessare una crescente porzione di alberi intermedi o dominati. E’ un diradamento di tipo socialmente libero. Descrizione dell’intervento: I caratteri sui quali operare il diradamento saranno la forma dei fusti, la nodosità, la regolarità dell’accrescimento diametrale, la presenza di danni al fusto, di rami epicornici ecc.. nonché elementi di tipo ecologico al fine di ricreare una struttura verticale e orizzontale coerente con gli obiettivi gestionali di tipo naturalistico. L’intervento dovrà favorire lo sviluppo e il consolidamento dei soggetti che presentano migliori caratteri qualitativi, in termini di sviluppo, portamento del fusto, forma della chioma, indipendentemente dalla posizione sociale, rilasciando nel piano dominato i soggetti che non esercitano ostacolo alle utilizzazioni. L’esecutività pratica, nel diradamento selettivo, avverrà anzitutto con l’individuazione delle piante da conservare (piante scelte) nel complesso di piante di buone caratteristiche (piante candidate). Successivamente si individuano gli alberi che esercitano una concorrenza nei riguardi delle piante scelte, e si tratta spesso di piante definite inizialmente candidate, ed infine si designa per l’abbattimento quell’albero (o alberi) che rappresenta il concorrente più dannoso alle piante scelte, il tutto in un’ottica produttiva o naturalistica. Con tale intervento si tenderà all’ottenimento di una struttura di tipo monoplano. Le altre latifoglie presenti diverse dal Cerro, in particolare Perastro, Sorbo domestico, Ciavardello, Acero campestre, Orniello, Olmo campestre, Agrifoglio, Biancospino andranno favorite, specialmente se si tratta di soggetti con discreto sviluppo e buone condizioni vegetative. Il taglio dovrà eseguirsi recidendo in prossimità del colletto, evitando danni alla ceppaia o ristagni idrici tali da non comprometterla determinandone il seccume. Il rotolamento, lo strascico ed il concentramento con mezzi idonei saranno consentiti solo dal letto di caduta alla strada più vicina, pista, condotta o canale di avvallamento; è vietato il transito ed il rotolamento nelle parti di bosco dove sia già insediata la rinnovazione di qualunque specie, salvo l’uso della viabilità che attraversi tali aree. Il rilascio in bosco della ramaglia e degli altri residui della lavorazione, sarà permesso tramite frazionamento e depezzatura al suolo nel rispetto delle prescrizioni previste all’interno del regolamento d’attuazione del presente Piano: siano distribuiti sul terreno depezzati, in modo da facilitare l’adesione al terreno stesso; siano collocati a distanza superiore a 15 metri da strade rotabili di uso pubblico, o da viali o fasce parafuoco; non siano collocati all’interno dell’alveo di massima piena di fiumi, fossi, torrenti. Al termine dei lavori di esbosco, la viabilità esistente utilizzata dovrà essere adeguatamente risistemata al fine di assicurare la corretta regimazione delle acque ed evitare i fenomeni di ristagno o di erosione. Nei casi in cui sia utilizzata viabilità pubblica o ad uso privato a fondo naturale non dovranno essere arrecati danni alla sede stradale e devono essere effettuati i lavori di manutenzione e ripristino necessari a mantenere le preesistenti condizioni di percorribilità e di regimazione delle acque. Restano fermi gli eventuali obblighi di rinsaldamento e ripristino. La viabilità di servizio, qualora necessario, sarà oggetto di manutenzione anche in assenza di interventi programmati. Rilasciare fascia di rispetto larga 10 metri lungo le strade comunali. Prelievo medio ordinario sul volume: 16% Aree dimostrative permanenti di riferimento: 7-8-9-10-27-14-15-28-29-30-31-32-33-34-35-36-37-38-39-40-41- 43-44-45-46

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TIPOLOGIA N° 2 : TAGLIO SELETTIVO Categoria intervento: diradamento selettivo (Rinaturalizzazione) Soprassuoli interessati e caratteristiche fisionomiche: Rimboschimento artificiale di conifere esotiche a prevalenza di pino nero, di origine gamica non sottoposto a intervento di diradamento o di miglioramento, in cui la fisionomia è assimilabile a quella della fustaia coetaneiforme per l’elevata frazione di fusti isolati. Età generalmente giovane, circa 37 anni. Stadio evolutivo in fase di transizione tra la giovane fustaia e la fustaia adulta (salvo eventuali porzioni molto localizzate rispetto a quest’ultima), per effetto di accrescimenti notevoli anche in virtu’ dell’ottima fertilità del terreno. Nella gran parte delle situazioni si rinvengono piante in posizioni sociali dominanti o codominanti. Struttura verticale generalmente monoplana. Composizione monospecifica. La componente erbacea del sottobosco e pressoché assente. La rinnovazione di specie quercine è generalmente presente allo stadio di plantula, sotto copertura e/o ai margini in modo disforme con sviluppo tra 0,1 e 0,5 m. Obiettivi dell’intervento: Favorire la prudente evoluzione della rinnovazione di specie quercine verso lo stadio di novellame asportando i soggetti mal conformati, deperienti, eccessivamente ramosi o in condizioni di autopotatura dei palchi fiorali. Descrizione dell’intervento: Diradamento colturale, volto a favorire lo sviluppo della rinnovazione di specie quercine, asportando i soggetti dominanti o codominanti in precarie condizioni vegetative o eccessivamente densi, rilasciando nel piano dominato i soggetti che non esercitano ostacolo alle utilizzazioni. Con tale intervento si tenderà all’ottenimento di una struttura sempre più monoplana. Le altre piante presenti diverse dal pino nero, andranno favorite, specialmente se si tratta di soggetti con discreto sviluppo e buone condizioni vegetative. Le eventuali specie non autoctone verranno tutte asportate. Il taglio dovrà eseguirsi recidendo in prossimità del colletto, evitando danni alla ceppaia o ristagni idrici tali da comprometterla determinandone il seccume. Il rotolamento, lo strascico ed il concentramento con mezzi idonei saranno consentiti solo dal letto di caduta alla strada più vicina, pista, condotta o canale di avvallamento; è vietato il transito ed il rotolamento nelle parti di bosco dove sia già insediata la rinnovazione di qualunque specie, salvo l’uso della viabilità che attraversi tali aree. Il rilascio in bosco della ramaglia e degli altri residui della lavorazione, sarà permesso tramite frazionamento e depezzatura al suolo nel rispetto delle prescrizioni contenute nel regolamento d’attuazione allegato al Piano. E’ fatto obbligo di distribuire sul terreno i residui depezzati, in modo da facilitare l’adesione al terreno stesso; siano collocati a distanza superiore a 15 metri da strade rotabili di uso pubblico, o da viali o fasce parafuoco; non siano collocati all’interno dell’alveo di massima piena di fiumi, fossi, torrenti. Al termine dei lavori di esbosco, la viabilità esistente utilizzata dovrà essere adeguatamente risistemata al fine di assicurare la corretta regimazione delle acque ed evitare i fenomeni di ristagno o di erosione. Nei casi in cui sia utilizzata viabilità pubblica o ad uso privato a fondo naturale non dovranno essere arrecati danni alla sede stradale e devono essere effettuati i lavori di manutenzione e ripristino necessari a mantenere le preesistenti condizioni di percorribilità e di regimazione delle acque. Restano fermi gli eventuali obblighi di rinsaldamento e ripristino. La viabilità di servizio, qualora necessario, sarà oggetto di manutenzione anche in assenza di interventi programmati. Prelievo medio ordinario sul volume: 19% Aree dimostrative permanenti di riferimento: 42

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La superficie da sottoporre ad interventi forestali nella compresa del cerro a scopo produttivo è pari ad Ha 138.21.17 mentre per la compresa rimboschimenti la superficie è pari ad Ha 2.85.48. A questi si aggiungono gli interventi di miglioramento forestale che per la compresa del cerro a scopo produttivo sono pari ad Ha 22.07.56. Nella pianificazione sono stati redatti come appena accennato anche programmi di miglioramento forestale che afferiscono a superfici forestali a macchiatico negativo anche nei confronti di particelle forestali afferenti alla compresa del cerro a scopo protettivo, pertanto utilizzabili anche dagli operai idraulici-forestali delle attuali Aree Programma che attraverso i programmi di forestazione annuali potrebbero inserire per il Comune di Baragiano dette superfici; altre possibilità sono quelle di fare utilizzare da cooperative agro-forestali con esperienza nel settore dette superfici oppure inserirle in appropriati bandi di finanziamento del P.S.R. Tale programmazione è inserita nel quadro sinottico. Si prevedono delle revisioni del programma degli interventi a cadenza quinquennale qualora eventi meteorici avversi, cause non prevedibili (incendi, calamità naturali ecc.) o comunque qualsiasi altro evento straordinario, possano alterare, anche in piccola parte, il suddetto piano degli interventi. Le modalità di ogni revisione avranno quindi lo scopo di verificare l’effettiva esecuzione degli interventi previsti dal Piano. Di seguito si riporta il quadro sinottico che indica nel periodo di validità del Piano quali sono gli interventi previsti annualmente. Per quanto riguarda le superfici di intervento, queste sono da considerarsi al netto di tare (strade e chiarie). Specificatamente gli interventi forestali nella compresa del cerro a scopo produttivo sono improntati prevalentemente per la fustaia giovane. Quali misure di salvaguardia della biodiversità, si dovranno risparmiare dal taglio tutte le piante di dimensioni considerevoli non irrimediabilmente compromesse in grado si assolvere ad una funzione ambientale e paesaggistica e quelle in grado di assolvere ancora appieno alla funzione di piante porta semi. Inoltre si dovranno risparmiare al taglio tutte le piante ricadenti all’interno di una fascia di rispetto non inferiore a 10 metri lungo la strada comunale; i soggetti radicati sulle linee displuviali e lungo i margini dei fossi costituenti l’idrografia interna, al fine di garantire la massima difesa dal dissesto idrogeologico; le piante di altra specie diversa dal cerro e roverella e le essenze arboree minori, al fine di favorire la biodiversità floristica della stazione; le piante in condizioni di avanzata senescenza e quelle in fase di decomposizione in numero di 4 piante/Ha per agevolare lo sviluppo e la presenza dell’avifauna; alcune piante fenotipicamente più appariscenti o a dicotomia particolare che costituiscono arricchimento del paesaggio naturale.

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Per le specie appartenenti alla famiglia citata e per altre di flora, di cui alla D.P.G.R n° 55/2005, le misure di salvaguardia della biodiversità imporranno accortezza e protezione.

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7.1.1 Il piano dei tagli

La programmazione degli interventi selvicolturali è stata impostata annualmente con verifica alla fine del primo quinquennio, quindi “in corso d’opera”, al fine di verificare le capacità di attuazione delle linee programmatiche esposte, predisporre eventuali aggiustamenti in aderenza alle esigenze, alle capacità economiche e tecnico-operative, in accordo sempre con la normativa vigente. Nella predisposizione del piano degli interventi si è cercato di avere riprese costanti ogni biennio.

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area Superficie Provv. ad piante ad diametro altezza rip. ad ettaro anno Part. For. Provv. m3 basimetrica m2 rip. totale m3 rip. % netta ha ettaro m3 ha-1 ettaro n ha-1 medio cm media m m3 ha-1 intervento ha-1

1 28,2392 246,29 8,72 81 0,96 12 10,17 0,00 0,00 0 / 2 20,4767 175,38 8,56 81 0,94 12 10,17 0,00 0,00 0 / 3 12,0219 1454,71 121,01 1412 13,93 11 9,73 0,00 0,00 0 / 5 20,9664 3597,26 171,57 1132 16,61 14 10,93 0,00 0,00 0 / 10 20,1243 3554,78 176,64 1945 20,68 12 10,17 0,00 0,00 0 / 11 19,4062 4577,91 235,90 1622 23,10 13 10,56 0,00 0,00 0 / tot/media 121,2347 13606,33 112,23 950,79 18,72 12 10,32 0,00 0,00 0 Tabella 9 - Quadro sinottico dei principali parametri dendrometrici delle particelle forestali della Compresa dei cedui di cerro

area rip. ad Superficie Provv. ad piante ad diametro altezza incr. corrente incr. per rip. anno Part. For. Provv. m3 basimetrica m2 ettaro m3 rip. % netta ha ettaro m3 ha-1 ettaro n ha-1 medio cm media m m3 ha-1 anno part m3 totale m3 intervento ha-1 ha-1

7 29,9191 3497,50 116,90 452 14,58 20 10,1 2,47 739,34 610,35 20,40 17 2021 8 33,2053 5975,80 179,97 470 22,00 24 10,9 3,46 1149,38 888,57 26,76 15 2015 9 26,6689 5363,59 201,12 338 23,77 25 11,8 3,57 952,77 843,00 31,61 16 2013 13 24,5056 3276,69 133,71 490 16,97 21 10,3 2,77 678,05 506,29 20,66 15 2017 15 23,9128 3866,85 161,71 444 20,23 24 9,4 3,18 760,23 586,10 24,51 15 2019 tot/media 138,2117 21980,43 159,03 440 19,54 23 10,53 3,10 4279,78 3434,32 24,85 16 Tabella 10 - Quadro sinottico dei principali parametri dendrometrici delle particelle forestali interessate da interventi – Compresa del cerro a scopo produttivo

saggio utilizzazione Rr Pr SU 343,4315821 21980,43 1,56244248 Tabella 11 - Dati dendrometrici sulla ripresa reale, provvigione reale e saggio di utilizzazione della compresa del cerro a scopo produttivo

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area rip. ad Superficie Provv. ad piante ad diametro altezza incr. corrente incr. per rip. anno Part. For. Provv. m3 basimetrica m2 ettaro m3 rip. % netta ha ettaro m3 ha-1 ettaro n ha-1 medio cm media m m3 ha-1 anno part m3 totale m3 intervento ha-1 ha-1

12 22,0756 2336,46 105,84 362 13,14 22 10,5 2,10 463,68 0,00 0,00 0 / 4 38,6491 3893,61 100,74 1163 13,71 12 7,9 2,54 980,66 0,00 0,00 0 / 6 11,0343 980,83 88,89 499 11,16 17 9,4 1,91 210,88 0,00 0,00 0 / 16 / tot/media 71,759 7210,908356 32,56 111 4,04 7 3,23 0,65 1655,22 0,00 0,00 0,00 Tabella 12 - Quadro sinottico dei principali parametri dendrometrici delle particelle forestali interessate dai soli interventi di miglioramento forestale

area rip. ad Superficie Provv. ad piante ad diametro altezza incr. corrente incr. per rip. anno Part. For. Provv. m3 basimetrica m2 ettaro m3 rip. % netta ha ettaro m3 ha-1 ettaro n ha-1 medio cm media m m3 ha-1 anno part m3 totale m3 intervento ha-1 ha-1

14 2,8548 594,32 274,44 1525 38,63 18 9,6 5,19 148,11 146,02 51,15 19 2017 tot/media 2,8548 594,32 274,44 1525 38,63 18 9,60 5,19 148,11 146,02 51,15 19 Tabella 13 – Quadro sinottico dei principali parametri dendrometrici della particella forestale interessata da interventi – Compresa dei rimboschimenti

saggio utilizzazione Rr Pr SU 14,602 594,32 2,45692239 Tabella 14 - Dati dendrometrici su ripresa reale, provvigione reale e saggio di utilizzazione per la compresa rimboschimenti

rapporto percentuale incremento e ripresa Rip. tot Inc. per tot % 3434,32 4279,78 80,24509167 Tabella 15 – Tasso di utilizzazione nella compresa del cerro a scopo produttivo

rapporto percentuale incremento e ripresa Rip. tot Inc. per tot % 146,02 148,11 98,58888664 Tabella 16 – Tasso di utilizzazione nella compresa dei rimboschimenti

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Di seguito si riporta il piano degli interventi selvicolturali con la relativa tipologia d’intervento, la superficie d’intervento, la ripresa totale, la località e l’anno di utilizzazione nel periodo di validità del Piano:

Anno Sottop./Par Sup. Netta Tipologia Ripresa intervento t. (Ha) Località d’intervento (m3) 2013 9 26.66.89 Preda della Guardiola-Vallone Cupa 1 843,00 2015 8 33.20.53 Valle delle Nocelle-Acqua dei Palumi 1 888,57 2017 13 24.50.56 Bosco Comunale-Baronna 1 506,29 2017 14 2.85.48 Franciosa 2 110,77 2019 15 23.91.28 Bosco Comunale-Serra Candela 1 586,10 Valle delle Nocelle-Preda della 610,35 2021 7 29.91.91 Guardiola 1 Tabella 17 - Quadro riepilogativo interventi forestali nel decennio di validità del Piano

Di seguito si riporta il piano dei miglioramenti forestali con la relativa superficie d’intervento e la località:

Sottop./Part. Sup. Netta (Ha) Località 12 22.07.56 Bosco Comunale 4 38.64.91 Vallone San Giorgio-Valle delle Nocelle 6 11.03.43 Bosco Comunale- Valle delle Nocelle 16 9.45.00 Preda della Guardiola-Vallone Cupa Tabella 18 - Quadro interventi miglioramenti forestali

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8 Altri interventi

Altre tipologie di intervento sono legate al mantenimento e/o alla realizzazione di opere importanti alla gestione della proprietà in un ottica più complessiva rispetto a quella esclusivamente di utilizzo forestale o zootecnico. Sono previsti quindi interventi:  alla rete viaria;  ad uso turistico-ricreativo.

8.1 Caratteristiche degli interventi alla rete viaria

Gli interventi sulla viabilità previsti per il periodo di validità del piano sono esclusivamente riconducibili ad interventi di manutenzione ordinaria da effettuarsi a cadenza periodica biennale in concomitanza delle utilizzazioni. Tale tipologia riguarderà nello specifico l’intero complesso forestale principale.

8.2 Caratteristiche degli interventi ad uso turistico-ricreativo

Si tratta di manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree ricettive all’interno dell’incluso particellare turistico-ricreativo della compresa del cerro a scopo protettivo. Eventualmente manutenzione ad eventi accidentali nei confronti delle piante che insistono nell’area turistico- ricreativa.

8.3 Misure di salvaguardia della biodiversità

Il “Bosco” occupa in agro del territorio di Baragiano una superficie di Ha 341.68.64 escluso il pascolo che rispetto alla superficie totale assestamentale di Ha 343.86.64 rappresenta lo 0,99 %.

Per quanto riguarda il turismo rurale esso non si ritiene impattante in considerazione del fatto che effettivamente rappresenta una percentuale esigua. La presenza di uno spazio ricreativo di proprietà comunale all’interno del bosco non gestito da privati, pur essendo aperto al pubblico senza limiti non determina un flusso consistente e disordinato di utenze.

Gli interventi forestali sono improntati verso una tipologia di trattamento selvicolturale naturalistico che garantisce il miglioramento delle condizioni del bosco, consentendo una più armoniosa crescita del popolamento. Inoltre il diradamento selettivo, dove è presente la

Pagina 96 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 rinnovazione, favorirebbe i fenotipi migliori in grado di produrre maggiore quantità di seme e di buona qualità. Per il rimboschimento di pino nero gli interventi forestali riguardano un taglio di diradamento selettivo prevalentemente dall’alto volto a favorire lo sviluppo della rinnovazione di specie quercine, asportando i soggetti dominanti o codominanti in precarie condizioni vegetative o eccessivamente densi, rilasciando nel piano dominato i soggetti che non esercitano ostacolo alle utilizzazioni; contestualmente favorire la prudente evoluzione della rinnovazione di specie quercine verso lo stadio di novellame asportando i soggetti mal conformati, deperienti, eccessivamente ramosi o in condizioni di autopotatura dei palchi fiorali. Inoltre si dovranno risparmiare al taglio tutte le piante ricadenti all’interno di una fascia di rispetto non inferiore a 10 metri lungo le strade comunali; i soggetti radicati sulle linee displuviali e lungo i margini dei fossi costituenti l’idrografia interna, al fine di garantire la massima difesa dal dissesto idrogeologico; le piante di altra specie diversa dal cerro, roverella e le essenze arboree minori, al fine di favorire la biodiversità floristica della stazione; le piante in condizioni di avanzata senescenza e quelle in fase di decomposizione in numero di 4 piante/Ha per agevolare lo sviluppo e la presenza dell’avifauna; alcune piante fenotipicamente più appariscenti o a dicotomia particolare che costituiscono arricchimento del paesaggio naturale.

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9 Riferimenti bibliografici

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6. CANTIANI M. (1981) – Appunti di assestamento forestale. Università degli Studi di Firenze.

7. CIANCIO O., CORONA P., MARCHETTI M. & NOCENTINI S. (2002) – Linee guida per la redazione ecosostenibile delle risorse forestali e pastorali nei parchi nazionali. Ministero dell’Ambiente, Servizio Conservazione della Natura, Accademia italiana di Scienze Forestali.

8. CORONA P. (2006) – La Carta forestale della Basilicata, Forest@ 3 (3): 325-326, [online] URL: http://www,sisef,it/,

9. COSTANTINI G., BELLOTTI A., MANCINO G., BORGHETTI M. & FERRARA A. (2006) – Carta Forestale della Basilicata. Atlante. Regione Basilicata, I.N.E.A., Potenza.

10. GIBBONS P., LINDENMAYER D.B. (1996) - A review of issues associated with the retention of trees with hollows in wood production forests of New South Wales. Forest Ecology and Management 83, 245 279.

11. HELLRIGL B., BERNETTI G., BAGNARESI U. & CANTIANI M. (1986) – Nuove metodologie nella elaborazione dei piani di assestamento dei boschi, I.S.E.A., Bologna.

12. LA MARCA O. (1999) – Elementi di dendrometria. Patron Editore.

13. PIGNATTI S. (1982) – Flora d’Italia. Edagricole.

14. PIUSSI P. (1984) – Selvicoltura generale, U.T.E.T., Torino.

15. POLUNIN O. (1977) – Guida agli alberi e arbusti d’Europa. Zanichelli.

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16. REGIONE BASILICATA (1998) - Legge Regionale n. 42 del 10 novembre 1998, Norme in materia forestale. N. 65 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA – 13.11. 1998.

17. REGIONE BASILICATA (2000) - Determinazione di Giunta Regionale n. 956 del 20 aprile 2000 “Modifiche da apportare al regolamento di attuazione recante le norme per il taglio dei boschi di cui alla D.G.R. 1734/99 e alla D.G.R. 2827/99”. Ufficio Foreste e Tutela del Territorio, N. 41 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA – 03.06.2000.

18. REGIONE BASILICATA (2008) - Determinazione di Giunta Regionale n. 613 del 30 aprile 2008. Linee guida per la redazione dei piani di assestamento forestale. Ufficio Foreste e Tutela del Territorio. N. 22 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA – 01.06.2008.

19. REGIONE BASILICATA (2012) - Determinazione di Giunta Regionale n. 950 del 18 luglio 2012. Tavole di cubatura del cerro della Regione Basilicata. Stima dei volumi dendrometrici in fustaie di cerro, popolamenti transitori a struttura coetaneiforme o irregolare. APPROVAZIONE. Ufficio Foreste e Tutela del Territorio. N. 23 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA – 01.08.2012.

20. Rassegna completa degli uccelli d'Europa, Rizzoli, Milano 1972;

21. Il mondo degli animali, Rizzoli, Milano 1970.

22. http://www.basilicatanet.it/suoli/

23. www.wikipedia.it

24. CASTELLANI C., SCRINZI G., TABACCHI G., TOSI V., 1984 – Inventario forestale nazionale. Tavole di cubatura a doppia entrata. Istituto Sperimentale per l’Assestamento forestale e per l’Alpicoltura – MAF, Trento.

25. www.provincia.bergamo.it/.../5_quaderno+interventi%20forestali.pdf

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ALLEGATO 1

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Registro di Gestione

Qui di seguito si riporta il modello relativo al Registro di gestione, ovvero l’ex libro economico (art. 19 “Linee guida per la redazione dei Piani di Assestamento Forestale” – Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata del 1-6-2008), che dovrà essere vidimato dal Comune di Baragiano. Tale elaborato dovrà essere presentato alla Regione unitamente alla proposta di PGF per l’approvazione. La conservazione ed aggiornamento del registro è di competenza dell’Ufficio Tecnico del Comune di Baragiano per mezzo del proprio responsabile.

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Registro degli interventi ed eventi

Particella Numero Data di Anno di forestale Compresa progressivo compilazione esecuzione interessata

Interventi eseguiti

Massa legnosa Descrizione dell'intervento ed estremi degli Superficie Rilasciata Utilizzata atti amministrativi adottati (ha) Piante Quantità Quantità Ricavi (n°) (m³/q.li) (m³/q.li) (Euro)

Registrazione di danni estesi al soprasuolo

Descrizione dell'intervento ed estremi degli atti Superficie Obiettivo amministrativi adottati (ha)

Il Responsabile

______

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Registro degli interventi ed eventi

Particella Numero Data di Anno di forestale Compresa progressivo compilazione esecuzione interessata

Interventi eseguiti

Massa legnosa Descrizione dell'intervento ed estremi degli Superficie Rilasciata Utilizzata atti amministrativi adottati (ha) Piante Quantità Quantità Ricavi (n°) (m³/q.li) (m³/q.li) (Euro)

Registrazione di danni estesi al soprasuolo

Descrizione dell'intervento ed estremi degli atti Superficie Obiettivo amministrativi adottati (ha)

Il Responsabile

______

Pagina 103 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Registro degli interventi ed eventi

Particella Numero Data di Anno di forestale Compresa progressivo compilazione esecuzione interessata

Interventi eseguiti

Massa legnosa Descrizione dell'intervento ed estremi degli Superficie Rilasciata Utilizzata atti amministrativi adottati (ha) Piante Quantità Quantità Ricavi (n°) (m³/q.li) (m³/q.li) (Euro)

Registrazione di danni estesi al soprasuolo

Descrizione dell'intervento ed estremi degli atti Superficie Obiettivo amministrativi adottati (ha)

Il Responsabile

______

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Registro degli interventi ed eventi

Particella Numero Data di Anno di forestale Compresa progressivo compilazione esecuzione interessata

Interventi eseguiti

Massa legnosa Descrizione dell'intervento ed estremi degli Superficie Rilasciata Utilizzata atti amministrativi adottati (ha) Piante Quantità Quantità Ricavi (n°) (m³/q.li) (m³/q.li) (Euro)

Registrazione di danni estesi al soprasuolo

Descrizione dell'intervento ed estremi degli atti Superficie Obiettivo amministrativi adottati (ha)

Il Responsabile

______

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Registro degli interventi ed eventi

Particella Numero Data di Anno di forestale Compresa progressivo compilazione esecuzione interessata

Interventi eseguiti

Massa legnosa Descrizione dell'intervento ed estremi degli Superficie Rilasciata Utilizzata atti amministrativi adottati (ha) Piante Quantità Quantità Ricavi (n°) (m³/q.li) (m³/q.li) (Euro)

Registrazione di danni estesi al soprasuolo

Descrizione dell'intervento ed estremi degli atti Superficie Obiettivo amministrativi adottati (ha)

Il Responsabile

______

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Particella Numero Data di Anno di forestale Compresa progressivo compilazione esecuzione interessata

Interventi eseguiti

Massa legnosa Descrizione dell'intervento ed estremi degli Superficie Rilasciata Utilizzata atti amministrativi adottati (ha) Piante Quantità Quantità Ricavi (n°) (m³/q.li) (m³/q.li) (Euro)

Registrazione di danni estesi al soprasuolo

Descrizione dell'intervento ed estremi degli atti Superficie Obiettivo amministrativi adottati (ha)

Il Responsabile

______

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Particella Numero Data di Anno di forestale Compresa progressivo compilazione esecuzione interessata

Interventi eseguiti

Massa legnosa Descrizione dell'intervento ed estremi degli Superficie Rilasciata Utilizzata atti amministrativi adottati (ha) Piante Quantità Quantità Ricavi (n°) (m³/q.li) (m³/q.li) (Euro)

Registrazione di danni estesi al soprasuolo

Descrizione dell'intervento ed estremi degli atti Superficie Obiettivo amministrativi adottati (ha)

Il Responsabile

______

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Interventi eseguiti

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Registrazione di danni estesi al soprasuolo

Descrizione dell'intervento ed estremi degli atti Superficie Obiettivo amministrativi adottati (ha)

Il Responsabile

______

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Interventi eseguiti

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Registrazione di danni estesi al soprasuolo

Descrizione dell'intervento ed estremi degli atti Superficie Obiettivo amministrativi adottati (ha)

Il Responsabile

______

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Interventi eseguiti

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Registrazione di danni estesi al soprasuolo

Descrizione dell'intervento ed estremi degli atti Superficie Obiettivo amministrativi adottati (ha)

Il Responsabile

______

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Il Responsabile

______

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Il Responsabile

______

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ALLEGATO 2

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Regolamento di attuazione

La superficie forestale del comune di Baragiano dovrà essere gestita secondo il Piano di Assestamento Forestale redatto in base a quanto previsto dalla vigente legislazione nazionale (R.D.L. 30/12/1923 n. 3267) e dal regolamento d’attuazione approvato con D.G.R. del 30 Aprile 2008 n. 613 in applicazione dell’articolo 12 della L.R. n. 42/98.

Il regolamento, relativamente al territorio assoggettato ad assestamento forestale, sostituisce per la parte amministrativa quello d’attuazione recante le norme per il taglio dei boschi di cui alla D.G.R. n. 1734/99 e s.m.i.

A norma dell’art. 130 del R.D.L. 30/12/1923 n. 3267, il regolamento è parificato a tutti gli effetti di legge alle prescrizioni di massima di cui all’art. 10 del citato R.D.L.

Non sono ammesse modifiche e variazioni alle prescrizioni se non per causa di forza maggiore.

Art. 1 Obiettivo del piano di assestamento forestale

Il Piano di Assestamento Forestale prevede una serie di misure tese al miglioramento e alla conservazione degli ecosistemi forestali. Le disposizioni si basano sullo studio delle singole componenti che costituiscono il sistema forestale, al fine di garantire l’uso ottimale delle risorse e indirizzare l’evoluzione del sistema verso condizioni di equilibrio. Per far questo bisogna eseguire correttamente quanto pianificato e relazionare dettagliatamente, sia dal punto di vista tecnico che amministrativo, le azioni eseguite annualmente.

Art. 2 Compilazione del libro economico

Il gestore della foresta dovrà programmare annualmente gli interventi e dirigere l’esecuzione tecnica degli stessi annotando in maniera dettagliata sul libro economico, oltre le informazioni richieste dalla diverse voci in base all’art. 19 della D.G.R. n. 613/08, le osservazioni tecniche e le difficoltà oggettive riscontrate durante l’esecuzione dei lavori.

Le prescrizioni del Piano in ordine alle entità del prelievo e alle prescrizioni tecniche in esso contenute non possono essere oggetto di variazioni discrezionali da parte dell’Ente proprietario né dell’Ente gestore.

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Art. 3 Ripresa e stima della massa

La ripresa deve essere calcolata utilizzando la tavola di cubatura utilizzata per implementazione rispetto alla foresta da assestare di cui alla D.G.R. 950 del 18 Luglio 2012 il cui valore di riferimento è quello cormometrico; la massa da utilizzare potrà essere calcolata adottando uno dei metodi noti di cubatura a discrezione del tecnico attuatore, il quale predisporrà il capitolato d’oneri, il verbale di assegno e stima e il relativo bando di gara.

Si dovrà rispettare, in tutte le particelle sottoposte ad utilizzazione, una fascia di protezione lungo le strade principali (strade asfaltate e a fondo migliorato) di larghezza pari a una volta l’altezza delle piante oppure pari a 10 metri; lungo tale fascia il bosco sarà lasciato alla sua libera evoluzione, fatti salvi gli interventi necessari ad assicurarne la stabilità delle piante.

Art. 4 Modalità di esecuzione delle utilizzazioni

Il taglio dei lotti boschivi previsto dal piano dei tagli nel decennio di validità, dovrà essere condotto nel rispetto del regolamento approvato con D.G.R. n. 1734/99 e successive modifiche ed integrazioni.

La durata delle utilizzazioni forestali di ciascun lotto è pari a due anni dalla comunicazione di taglio. Tale termine potrà essere prorogato per un ulteriore anno specificandone le motivazioni. Il collaudo dovrà essere effettuato entro sei mesi dalla comunicazione di avvenuta ultimazione dell’utilizzazione da parte della Stazione Appaltante.

Art. 5 Gestione residui vegetali rinvenienti dall’attività selvicolturale

I residui vegetali derivanti dall’attività selvicolturale ai sensi dell’art. 183 comma 1 lett. a), art. 184 comma 3 lett. a), art. 2135 del c.c., art. 185 comma 1 lett. f), art. 256 del D. Lgs. 152/2006 (T.U. Ambientale) dovranno essere esclusivamente trinciati e/o sminuzzati e distribuiti in modo omogeneo sulla superficie della tagliata a stretto contatto con il suolo evitando la formazione di cumuli anche al fine di favorirne la decomposizione e conservarne la fertilità del suolo.

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Art. 6 Usi civici

L’esercizio delle attività di uso civico è regolamentato dalla L.R. 57/2000.

Art. 7 Regolamentazione del pascolo

L’esercizio del pascolo è consentito su tutta la superficie di proprietà nel rispetto del D.C.R. n. 1085/99 e comunque secondo quanto disposto dal regolamento della fida pascolo che risulta essere parte integrante e sostanziale del presente Piano.

Art. 8 Obbligo di rilascio necromassa

Nelle particelle durante l’esecuzione della martellata bisogna rilasciare almeno 2 piante/Ha che pur essendo in piedi si ritrovano in condizioni di marciume radicale interessante parte del fusto o interamente tale da non costituire ostacolo in nessuna delle operazioni tecnico-forestali successive.

Art. 9 Prescrizioni ai fini della difesa contro gli incendi

Per tutte le particelle confinanti con seminativi di privati, siano essi esterni al perimetro ovvero inclusi:

1) notificare annualmente ai confinanti, da parte dell’Assessorato al Territorio competente per la gestione del complesso boscato, l’obbligo di realizzare le precese prima della pratica di bruciatura delle stoppie; realizzare decespugliamento perimetrale per una profondità di metri 5 (cinque) sul margine della zona boscata.

La realizzazione della precesa, secondo la normativa regionale (L.R. n. 28 del 11/06/1997) e della fascia decespugliata della larghezza indicata, equivale ad un viale parafuoco perimetrale della larghezza di metri 8 (otto) a confine con i seminativi.

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Art. 10 Informazioni e controllo

L’Ente proprietario deve promuovere campagne di sensibilizzazione e promozione di tutte le attività ed apporre, in prossimità degli accessi sulla viabilità principale, apposita cartellonistica che indichi il tipo e le motivazioni degli interventi. E’ necessario aumentare l’azione di controllo e di vigilanza su tutte le attività svolte all’interno del bosco.

Art. 11 Riferimenti legislativi

Per quanto non previsto dagli articoli del Regolamento di Attuazione, si rimanda alla normativa vigente in materia forestale ed ambientale.

Art. 12 Turno delle Comprese

Il tempo di ritorno (turno), valido indifferentemente per tutte le specie presenti, è stabilito in 10 anni.

Art. 13 Rilascio di piante

Nelle particelle durante l’esecuzione della martellata bisogna rilasciare almeno 2 piante vetuste o comunque corrispondenti alle caratteristiche delle piante Habitat, inoltre sono da riservarsi dal taglio tutte piante di ogni specie presente avente diametro a 1,30 metri da terra pari o superiore a 100 cm.

Art. 14 Interventi non rientranti nel piano dei tagli

Nelle particelle in cui sono previsti interventi ma non sono stati inseriti nel piano dei tagli, gli stessi possono essere fatti in amministrazione diretta dal Comune mediante l’impiego di cooperative agro-forestali aventi comprovata esperienza oppure svolti dagli Enti delegati alla Forestazione seguendo le caratteristiche dell’intervento prescritto.

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ALLEGATO 3

Pagina 119 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

BOZZA REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELL’USO CIVICO DI LEGNATICO

*******

CAPO I

NORME GENERALI

ART. 1

TITOLARI DEL DIRITTO

Sono titolari del diritto di uso civico, tutti i cittadini residenti ed abitanti nel Comune di Baragiano.

L’uso civico del nucleo familiare è rappresentato dal capofamiglia o dal convivente di maggiore età. In tali casi esso si fa garante del godimento del diritto di uso civico di tutti i propri familiari o conviventi.

ART. 2

DIRITTO DI USO CIVICO DI LEGNATICO

L’uso civico di legnatico a favore degli aventi diritto riguarda l’utilizzo di legna da ardere, ramaglia e legna morta.

ART. 3

PRINCIPIO DI GRATUITA’ E CORRISPETTIVO

L’esercizio dell’uso civico è per principio gratuito, fatta salva l’ipotesi prevista dall’art. 46 del Regolamento di esecuzione della L. 16/06/1927, R.D. 332 del 26/02/1928, ai sensi del quale è possibile imporre agli utenti un corrispettivo per l’esercizio degli usi civici consentiti secondo le norme vigenti.

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I proventi eventualmente introitati dal Comune sono destinati ad interventi volti all’incremento produttivo, al miglioramento ed alla valorizzazione ambientale delle terre, ovvero a favore della collettività di cittadini titolari di uso civico.

CAPO II

DIRITTO DI LEGNATICO

ART. 4

LIMITI DI RACCOLTA

Ciascun avente diritto potrà raccogliere per esigenze familiari, nei terreni demaniali del Comune, legna secca giacente sul suolo, divelta o stroncata dalle intemperie e dal vento, cimali e ramaglia, nonché i residui provenienti dalle ordinarie utilizzazioni boschive, per una quantità non superiore a 10 quintali l’anno per ogni componente del nucleo familiare e comunque non superiore, nel totale a 30 quintali per nucleo familiare nel complesso forestale principale.

L’asportazione delle piante secche in piedi o di monconi deve essere preventivamente autorizzata dall’ente.

ART. 5

MODALITA’ ED ORARIO DI RACCOLTA

La raccolta della legna come indicato nel precedente articolo potrà essere effettuata dagli aventi diritto nel periodo dal 01 maggio al 30 settembre, per un numero massimo di 7 giorni lavorativi e nell’orario dalle 07:00 alle 12:00.

L’uso civico della raccolta del materiale legnatico, previa autorizzazione del Comune, e preceduta da istanza dell’avente diritto (come da allegato A), da presentarsi entro il 31 dicembre dell’anno precedente, con l’indicazione dei giorni e dei luoghi in cui si intende esercitare l’uso civico. Sulla base di tale istanza saranno impartite dall’Ente eventuali prescrizioni.

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Per la eventuale depezzatura del materiale legnatico è consentito l’uso di soli attrezzi manuali (accetta, roncola e simili). E’ fatto assoluto divieto introdurre nel bosco attrezzi meccanici (motosega e simili).

Il legnatico, in tutti i casi in cui comporta il taglio di piante dovrà esercitarsi sempre sotto la vigilanza del Corpo Forestale dello Stato.

ART. 6

DIVIETO DI COMMERCIO

E’ proibito l’asporto fuori dal Comune di Baragiano della legna raccolta nei boschi comunali ed è vietato commercializzarla a qualsiasi titolo.

Nell’istanza l’avente diritto all’uso civico dovrà indicare il luogo di deposito e di utilizzo del materiale legnatico.

ART. 7

MATERIALE ASPORTABILE

E’ possibile raccogliere le piante verdi aventi un diametro superiore a 18 cm ad 1,30 m. da terra (petto d’uomo), cadute per calamità naturale, le quali sono ad esclusiva disposizione dell’Ente, in caso di mancata utilizzazione da parte dello stesso.

I titolari di uso civico potranno raccoglierla solo quando il materiale di cui al comma precedente risulta secco e comunque non prima che siano decorsi sei mesi, poiché durante tale periodo il Comune potrebbe ricavarvi un utile.

Qualora i titolari di uso civico volessero raccogliere il predetto legname prima che siano trascorsi sei mesi, dovranno pagare il prezzo di stima previo specifico provvedimento della pubblica amministrazione, rilasciato ogni qualvolta si verifichi tale circostanza.

Le piante secche di diametro inferiore ai 18 cm a metri 1,30 dal terreno divelte dalle intemperie, sono ad uso dei titolari di uso civico del Comune di Baragiano.

Pagina 122 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

ART. 8

MATERIALE DI ASSEGNAZIONE

Le piante verdi cadute per intemperie, per il vento ed altre cause e quelle secche in piedi di diametro superiore a 18 cm, potranno essere assegnate dal Comune, per quantitativi non superiori agli 80 quintali, a seguito di presentazione di domanda da parte degli aventi diritto redatta in carta semplice come da allegato B.

Il Comune rilascia l’autorizzazione di cui al comma precedente previa valutazione da parte degli Enti delegati per Territorio.

Le richieste verranno valutate in ordine cronologico di presentazione ed in caso di più richieste verrà data precedenza a chi, nel corso dell’anno solare, non abbia usufruito di tale beneficio.

Il Comune determina annualmente con delibera di Giunta il corrispettivo da pagare per il diritto di uso civico di legnatico.

E’ facoltà dell’Amministrazione, oltre ai casi di cui ai precedenti commi, affidare ad una ditta la raccolta e l’accumulo del materiale di cui all’art. 7 per la successiva distribuzione gratuita agli aventi diritto.

ART. 9

RACCOLTA DI RAMAGLIA E LEGNA MORTA

I titolari del diritto di uso civico, potranno usufruire gratuitamente della ramaglia costituita dai residui delle operazioni di allestimento del legname sul letto di caduta, nella misura massima di 20 quintali, previa comunicazione al Comune che provvederà ad avvisare la ditta utilizzatrice.

La legna morta è costituita dalle piante non ancora abbattute, ma deperienti e/o rinsecchite, comunque non atte al commercio, nonché dalle ceppaie sradicate nell’alto fusto.

Pagina 123 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

ART. 10

PRELIEVO E TRANSITO CON AUTOMEZZI

Per l’esercizio del diritto di legnatico gli utenti sono autorizzati al transito ed alla sosta con autoveicoli lungo le strade di accesso al bosco, in giornate non piovose e con la sede stradale idonea.

E’ assolutamente vietato il transito di mezzi cingolati e di qualsiasi altro mezzo fuori dalle strade e dalle piste di esbosco.

ART. 11

NORMA DI RINVIO

Per tutte le norme relative al legnatico non espressamente citate nel presente Regolamento si intendono richiamate tutte le disposizioni contenute nella L. 1766/1927 e R.D. n. 332/1928, Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale per la Provincia di Potenza e la L.R. n. 57 del 12/09/2000.

Pagina 124 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

ALLEGATO A

Al Sig. Sindaco del Comune di Baragiano

Oggetto: Raccolta di legnatico.

Il sottoscritto ______nato a ______il ______e residente a Baragiano alla via/viale/corso/C.da ______n. ______C.F. ______,

C O M U N I C A

che ai sensi dell’art. 5 del Regolamento comunale per la disciplina dell’uso civico di legnatico, intende esercitare il predetto uso civico nei giorni ______ed in località ______.

A tal fine dichiara, consapevole delle sanzioni penali previste in caso di dichiarazione mendace, così come stabilito dall’art. 76, nonché di quanto previsto dall’art. 75 del D.P.R. 445/2000, dichiara che:

 Il proprio nucleo familiare è composto da _____ persone;

 Per il trasporto del materiale legnatico utilizzerà ______;

 Il legnatico dopo la raccolta sarà depositato in via/viale/corso/C.da ______;

ed utilizzato in via/viale/corso/C.da ______.

Baragiano, ______

In fede

______

Pagina 125 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

ALLEGATO B

Al Sig. Sindaco del Comune di Baragiano

Oggetto: Richiesta di assegnazione piante ai sensi dell’art. 8 del Regolamento comunale per la disciplina dell’uso civico di legnatico.

Il sottoscritto ______nato a ______il ______e residente a Baragiano alla via/viale/corso/C.da ______n. ______C.F. ______,

C H I E D E

Di acquistare n. ______piante (specificare se piante verdi cadute per intemperie, piante secche o monconi di diametro superiore ai 18 cm o di altezza superiore ad 1,30 cm da terra) ______, in località______, ad uso esclusivo di legna da ardere.

A tal fine dichiara, consapevole delle sanzioni penali previste in caso di dichiarazione mendace, così come stabilito dall’art. 76, nonché di quanto previsto dall’art. 75 del D.P.R. 445/2000, dichiara che la raccolta avverrà conformemente alle disposizioni del Regolamento per la disciplina dell’uso civico del comune di Baragiano e nei seguenti periodi ed orari: da Maggio a Settembre dalle ore 7:00 alle ore 12:00.

Baragiano,______

In fede

______

Pagina 126 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

ALLEGATO 4

Pagina 127 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

COMUNE DI

BARAGIANO

Provincia di Potenza

REGOLAMENTO

PER LA FIDA PASCOLO

Pagina 128 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Art. 1

(Campo d’applicazione)

Il presente regolamento disciplina l’esercizio del pascolo nel demanio comunale con soprassuolo boschivo, arbustivo ed erbaceo, nel rispetto del regolamento per il pascolo sul demanio pubblico approvato dalla Regione Basilicata con deliberazione di C.R. n. 1085 del 23.03.1999.

Art. 2

(Zonizzazione dei comparti pascolativi)

Le proprietà comunali sulle quali è possibile effettuare il pascolo sono quelle indicate nella Tabella A allegata al presente Regolamento, sulle quali è possibile avviare al pascolo un numero di capi la cui consistenza sarà calcolata secondo le disposizioni di cui agli artt. 5 e 6 del regolamento approvato dal Consiglio regionale di Basilicata pubblicato sul Bur n. 29 del 16/5/99.

Art. 3

(Carico massimo ammissibile e unità di carico)

Il carico di bestiame possibile per ogni area deve tenere conto ai sensi della D.C.R. n. 1085 del 23.03.1999 dello stato ottimale della cotica erbosa pascolativa e non può essere inferiore ai seguenti limiti distinti per terreni il cui soprassuolo è:

1. Pascolo = 1 UBA ogni due Ha di superficie/annua;

2. Pascolo cespugliato ( pari al 30% della superficie) = 1 UBA ogni 2.5 Ha anno;

3. Pascolo fortemente cespugliato (pari al 60% di superficie) o boschi a scarsa densità

(pari al 30% del a superficie) 1 UBA ogni 3 Ha di superficie annua;

4. Bosco = 1 UBA ogni 3,5 Ha di superficie annua.

Pagina 129 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Qualora i terreni non dovessero essere soggetti a fida pascolo annuale i carichi di bestiame per unità di superficie foraggera sono stabiliti per stazioni di mesi rispetto a quelli definiti.

Il carico di bestiame va determinato in UBA (Unità Bestiame Adulto) tenuto conto dei seguenti indici di conversione:

1. Vacca (oltre i tre anni di età) =1 UBA;

2. Manza e manzetta ( tra i 12 e i 24 mesi) = 0,50 UBA;

3. Toro – Cavallo = 1 UBA;

4. Pecora – capra – ariete = 0.15 UBA;

5. Suino = 0.30 UBA.

Art. 4

(Autorizzazione durata e condizioni)

Il periodo di pascolamento è stabilito dal 1° gennaio al 31 dicembre per periodi mensili avendo accortezza di turnare il pascolo in modo da non superare il carico massimo ammissibile che risulta essere pari a 1 UBA ogni 2 ettari tra pascolo e bosco. Le domande per l’autorizzazione all’esercizio del pascolo devono essere inoltrate come da Modello A allegato, al Comune indicando esattamente la località e/o il comparto richiesto, il numero dei capi distinti per specie, età e sistemi di identificazione, le generalità e la residenza dell’allevatore richiedente e del custode. La domanda va presentata 30 giorni prima dell’inizio del periodo di fida pascolo. L’Ente, tenuto conto del carico massimo che le aree destinate a pascolo possono sopportare in ottemperanza al vigente Piano di Gestione, emette, qualora ne sussistano le condizioni, il relativo provvedimento autorizzativo.

La domanda di rinnovo di fida pascolo dovrà pervenire all’ufficio comunale preposto, entro i 30 giorni precedenti l’inizio della concessione, pena l’invalidità della richiesta. Ai fini delle assegnazioni costituiscono titoli prioritari:

1. Essere residenti nel Comune di Baragiano;

2. Essere imprenditore agricolo a titolo principale e/o coltivatore diretto con azienda ad indirizzo zootecnico iscritta all’ASL;

Pagina 130 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

3. Essere proprietari e/o conduttori di aziende zootecniche limitrofe alle aree chieste in concessione;

4. Non avere commesso e/o riportato condanne per i reati contro il patrimonio. L’esercizio del pascolo sulle aree di proprietà comunale viene consentito mediante l’autorizzazione conforme al Modello B allegato al presente Regolamento.

Art. 5

(Documentazione per l’istruttoria)

I fidatari devono presentare al responsabile del servizio e, sottoporre presso la sede comunale, dopo l’istruttoria, un fascicolo contenente:

1. Copia del registro di stalla per l’individuazione dei contrassegni auricolari dei capi adulti fidati o sottoscrizione del Modello 1 allegato al presente regolamento;

2. Un certificato veterinario da cui si evince che i capi da avviare al pascolo e l’allevamento da cui provengono sono indenni da malattie infettive;

3. Un certificato rilasciato dall’A.S.L. del territorio da cui gli animali provengono che attesti l’immunità da malattie infettive del territorio medesimo;

4. Comunicazione tempestiva e scritta all’Ufficio di Polizia Municipale indicante la data in cui intende immettere gli animali fidati nel pascolo;

Senza tali adempimenti la fida è illegale ed i trasgressori sono punibili a termine di legge.

Art. 6

(Aree destinate a pascolo)

Le aree destinate a pascolo sono determinate come risulta dall’elencazione della Tabella A unita al presente regolamento.

E’ assolutamente vietato il pascolo nelle aree limitrofe agli insediamenti turistici e di culto. In dette aree i fidatari dovranno garantire una fascia di rispetto di almeno 100 mt. I trasgressori saranno puniti con una sanzione amministrativa di € 20,66/capo.

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Art. 7

(Modalità di pascolamento ed obblighi)

L’esercizio del pascolo sui demani comunali va esercitato secondo le seguenti modalità:

1. Rilascio di apposita autorizzazione da parte del Comune proprietario;

2. Vigilanza continua degli animali da parte del proprietario o dell’affidatario;

3. Il bestiame autorizzato al pascolo deve essere sempre identificabile e le matricole auricolari dovranno essere corrispondenti e depositate presso l’apposito ufficio comunale;

4. Il fidatario non potrà esercitare alcuna azione di danni verso l’Ente concessionario nel caso avesse a subire morie di animali imputabili a malattie infettive e ciò anche quando si dimostri che gli animali hanno contratto le malattie nel fondo fidato;

5. Divieto perentorio di immettere nelle aree autorizzate un numero di capi superiore a quello autorizzato;

6. Obbligo tassativo di non fare uso di fuoco nelle aree autorizzate e di esercitare, per il periodo della fida, un’attenta sorveglianza, segnalando tempestivamente eventuali incendi e/o danneggiamenti;

7. Divieto di sbarrare con sistemi fissi, strade e viottoli nei terreni concessi a pascolo;

8. Obbligo di eseguire tutte le misure di profilassi suggerite dalle competenti autorità se durante il periodo di fida dovessero verificarsi malattie infettive oppure contagiose per il bestiame;

9. Il Comune declina ogni responsabilità per danni a terzi di qualsiasi natura.

Art. 8

(Divieti)

E’ fatto assoluto divieto di:

1. Cedere ad altri il diritto di fida;

2. Far custodire il bestiame da persona diversa da quella/e indicata/e nella domanda;

Pagina 132 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

3. Effettuare l’esercizio del pascolo per la specie caprina e equina se non nei pascoli nudi o cespugliati e nei boschi di alto fusto;

4. Effettuare l’esercizio del pascolo nei boschi di nuova formazione, in rinnovazione, allo stadio di novellame e nelle aree percorse da fuoco. In dette aree l’eventuale transito di animali deve avvenire utilizzando la viabilità preesistente;

5. Effettuare l’esercizio del pascolo nei terreni pascolativi percorsi da fuoco per almeno dieci anni dal verificarsi dell’evento (art. 10 legge n. 353 del 21/11/2000);

6. Effettuare l’esercizio del pascolo in tutte le circostanze in cui lo stesso è pregiudizievole per la pubblica incolumità;

7. Abbacchiare ghiande, utilizzare strumenti da taglio, corde, sacchi od altro che consenta di danneggiare piante e/o asportare prodotti;

8. Pascolare nelle zone affittate o vincolate.

Art. 9

(Canoni)

Il canone di fida, che il Comune fissa annualmente ai sensi dell’art.11 del Regolamento Regionale e del vigente Piano di Gestione approvato, dovrà essere corrisposto anticipatamente per ottenere il rilascio dell’autorizzazione.

Si applicano i seguenti canoni:

TIPOLOGIA ETÀ IMPORTO CANONE BOANVIMINIA LI OLTRE I 24 MESI €C A1.P03O C/MEAPOSE/M ESE BOVINI DA 12 A 24 MESI € 0.52 CAPO/MESE BOVINI DA 04 A 12 MESI € 0.26 CAPO/MESE OVINI/CAPRINI OLTRE 12 MESI € 0.15 CAPO/MESE OVINI/CAPRINI DA 04 A 12 MESI € 0.08 CAPO/MESE EQUINI OLTRE I 24 MESI € 1.55 CAPO/MESE EQUINI DA 12 A 24 MESI € 0.77 CAPO/MESE EQUINI DA 04 A 12 MESI € 0.41 CAPO/MESE SUINI OLTRE I 12 MESI € 0.26 CAPO/MESE SUINI DA 04 A 12 MESI € 0.13 CAPO/MESE

I canoni unitari per la fida pascolo richiesta da allevatori non residenti nel Comune di Baragiano, dovranno intendersi raddoppiati.

Pagina 133 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Art. 10

(Sanzioni)

Per le inosservanze di cui ai punti 1, 2, 3, 5, 6 dell’art. 7 ed ai punti 3, 4, 5 dell’art. 8 saranno applicate le seguenti sanzioni amministrative:

Riferimento Sanzione minima e massima articolo applicabile Importo in € Art. 7.1 5,17 - 51,65/capo Art. 7.2 103,29 - 309,88 Art. 7.3 103,29 - 309,88/capo Art. 7.5 25,82 - 51,65/capo Art. 7.6 129,12 - 774,69 Art. 8.3 5,17 - 51.65/capo Art. 8.4 5,17 - 51.65/capo Art. 8.5 5,17 – 51.65/capo

Inoltre, a discrezione dell’Amministrazione Comunale, potrà essere ritirata l’autorizzazione, senza che il fidatario abbia a pretendere restituzioni di quanto già pagato.

Tre sanzioni verbalizzate nel corso di uno stesso anno comportano la sospensione della fida per un minimo di tre anni.

Le modalità di calcolo ed il pagamento delle sanzioni saranno regolati dal già citato art. 12 del Regolamento Regionale n.1085 del 23/03/99.

Le somme andranno versate nelle casse dell’ente proprietario del Demanio su apposito c/c che sarà indicato dall’ufficio competente.

Art. 11

(Controlli)

Al controllo circa il rispetto delle presenti norme, sono demandati gli organi di Polizia Municipale, il Corpo Forestale dello Stato, le Guardie venatorie provinciali, le Guardie giurate in

Pagina 134 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 possesso di autorizzazione Prefettizia, oltre a tutti coloro in possesso dei requisiti di Polizia Giudiziaria.

Entro 20 giorni dall’immissione al pascolo il fidatario, se richiesto dall’Amministrazione, dovrà costruire nella località destinatagli un mandriolo in cui, a richiesta degli organi addetti al controllo, radunare il bestiame per le ispezioni.

Art. 12

(Regolamento di polizia forestale)

Per quanto non previsto si rimanda alle norme di Polizia Forestale contenute nel Regolamento Regionale in vigore e a tutte le leggi dello Stato in materia forestale e sanitaria.

Art.13

(Norme transitorie e finali)

Per l’anno 2012, il presente Regolamento fida pascolo nei terreni comunali, avrà decorrenza trascorsi i termini di pubblicazione.

Per quanto non previsto nel presente Regolamento si rimanda integralmente a quanto previsto dal Regolamento Regionale approvato con deliberazione di C.R. n. 1085 del 23.03.99.

Gli allegati: Tabella A, Modello 1, A e B, sono parte integrante del presente Regolamento.

Pagina 135 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

TABELLA A

Aree del demanio che potrebbero essere aperte al pascolo:

PART.FOR. ETTARI ARE DESCRIZIONE/QUALITA’ ANNOTAZIONI 1 28 24 BOSCO CEDUO MATRICINATO UTILIZZATO NEL 2006- COLLAUDATO 2 20 48 BOSCO CEDUO MATRICINATO UTILIZZATO NEL 2010 - COLLAUDATO 3 12 02 BOSCO CEDUO MATRICINATO NESSUNA UTILIZZAZIONE 4 38 65 BOSCO ALTO FUSTO IN CORSO DI UTILIZZAZIONE 5 20 97 BOSCO CEDUO MATRICINATO IND.G9956/2000 CORSO DI UTILIZZAZIONE 6 11 03 BOSCO ALTO FUSTO IN CORSO DI UTILIZZAZIONE 7 29 91 BOSCO ALTO FUSTO PIANO DEI TAGLI 8 33 21 BOSCO ALTO FUSTO PIANO DEI TAGLI 9 26 67 BOSCO ALTO FUSTO PIANO DEI TAGLI 10 20 48 BOSCO CEDUO MATRICINATO IN CORSO DI UTILIZZAZIONE 11 19 41 BOSCO CEDUO MATRICINATO IN CORSO DI UTILIZZAZIONE 12 22 07 BOSCO ALTO FUSTO MIGLIORAMENTO FORESTALE 13 24 50 BOSCO ALTO FUSTO PIANO956/2000 DEI TAGLI 14 2 85 BOSCO ALTO FUSTO PIANO DEI TAGLI – NESSUNA FIDA 15 23 91 BOSCO ALTO FUSTO PIANO DEI TAGLI 16 9 45 BOSCO ALTO FUSTO NESSUNA FIDA

La superficie totale disponibile per la fida pascolo è di Ha 230.46.00 dato che tiene conto delle utilizzazioni effettuate e di quelle programmate nell’immediato, pur considerando le utilizzazioni già compiute nelle particelle forestali 1 e 2 che essendo governate a ceduo presuppongono la possibilità di essere fidate per il solo pascolo di ovini, bovini ed equini, ad eccezione delle capre nel pieno rispetto dell’articolo 9 del vigente “Regolamento per il pascolo sul demanio pubblico”. Per le particelle forestali 5, 11 e 10 in corso di utilizzazione si ritiene opportuno precludere dal pascolo le superfici per almeno un triennio dato che il bosco non viene utilizzato un sola stagione silvana, ma più; per le particelle forestali 4 e 6 governate a fustaia in corso di utilizzazione, l’articolo 9 al punto b stabilisce soltanto il divieto assoluto di ogni forma di pascolo nei boschi deperienti o percorsi dal fuoco o in rinnovazione o di nuova formazione per cui dato che il trattamento è un taglio fitosanitario si ritiene opportuno permettere al bosco di migliorarsi precludendolo dal possibile pascolo per almeno 10 anni. Per le particele forestali 12 e 15 si osserverà quanto già riportato in conformità alla D.C.R. n° 1085 del 23/03/1999 con l’accortezza di seguire tale obbligo dalla data di collaudo delle tagliate.

Per la particella forestale 14 della compresa dei rimboschimenti, si ritiene opportuno precludere dal pascolo la superficie poiché è presente una promettente rinnovazione di specie

Pagina 136 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021 quercine a livello di plantula che sarebbe maggiormente valorizzata e preservata se dopo l’utilizzazione venisse fatta una recinzione.

Pagina 137 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

MODELLO 1

ALL’UFFICIO POLIZIA MUNICIPALE DEL COMUNE DI BARAGIANO C.SO GARIBALDI, 18 85050 BARAGIANO (PZ)

__l_ sottoscritt__ nat__ a ______il ______e residente a

______Via/C.da ______

CHIEDE

Alla S.V. ai sensi del Regolamento per il godimento in natura dei pascoli del Comune di Baragiano, la concessione di Fida Pascolo per gli animali così contraddistinti per matricola o marchio:

______

Per un totale di n. ______capi.

Dichiara che gli stessi saranno contestualmente custoditi dal Sig.:

______nato a ______il ______e residente a ______alla Via/C.da ______

______lì ______

Il Fidatario ______

Pagina 138 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

MODELLO A

ALL’UFFICIO POLIZIA MUNICIPALE DEL COMUNE DI BARAGIANO C.SO GARIBALDI, 18 85050 BARAGIANO (PZ)

__l__ sottoscritt__ nat__ a ______il ______e residente a ______Via/C.da ______titolare di azienda sita in ______Via/C.da ______consapevole del contenuto del Regolamento di Fida Pascolo del Comune di Baragiano, chiede l’autorizzazione alla Fida pascolo dal ______al ______in località ______e per gli animali così contraddistinti:

per n. ______BOVINI tra i 4 e 12 mesi di età per n. ______BOVINI tra i 12 e 24 mesi di età per n. ______BOVINI oltre i 24 mesi di età per n. ______OVINI tra i 4 e 12 mesi di età per n. ______OVINI oltre i 12 mesi di età; per n. ______CAPRINI tra i 4 e 12 mesi di età; per n. ______CAPRINI oltre i 12 mesi di età per n. ______EQUINI tra i 4 e 12 mesi di età per n. ______EQUINI tra i 12 e 24 mesi di età per n. ______EQUINI oltre i 24 mesi di età per n. ______SUINI tra i 4 e 12 mesi di età per n. ______SUINI oltre i 12 mesi di età

Per un totale di n. ______capi.

Dichiara che gli stessi saranno contestualmente custoditi dal Sig.: ______nato a ______il ______e residente a ______alla Via/C.da ______Si impegna a trasmettere a questo ufficio tempestivamente prima del rilascio dell’autorizzazione, la seguente documentazione:  Modello 1 compilato e firmato;  Certificato del Servizio Ufficio Veterinario comprovante la buona salute degli animali;  Fotocopia del documento di riconoscimento;  Ricevuta di versamento attestante il pagamento del canone Fida Pascolo. Si impegna, inoltre a comunicare tempestivamente la data in cui intende immettere gli animali fidati nel pascolo e a trasmettere il Certificato di transumanza.

______lì ______Il Dichiarante ______

Pagina 139 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

MODELLO B

Prot. n. COMUNE DI BARAGIANO Provincia di Potenza C.F. 80005000767 Tel. 0971/997071 – Fax 0971/997301 UFFICIO DI POLIZIA MUNICIPALE

Al/Alla Sig./Sig.ra ______Via ______

Oggetto: Autorizzazione Fida Pascolo sul territorio Comunale per il periodo dal_____ località______Particella forestale______.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO

VISTA l’istanza acquisita a questo Comune prot. n. ______del ______, del Sig. ______nat__ a ______il ______e residente in ______Via/C.da ______, con la quale chiede l’Autorizzazione per la Fida Pascolo sul territorio Comunale nella località in oggetto per il periodo ______; VISTO la deliberazione di C.C. n. ____ di approvazione del Piano di Assestamento Forestale nel quale è parte integrante il Regolamento per concessione fida pascolo nei terreni Comunali ai sensi della D.G.R. n° 613 del 30 Aprile 2008; VISTO il Regolamento per il pascolo su demanio pubblico della Regione Basilicata Dipartimento Agricoltura di cui alla D.C.R. n° 1085 del 23/03/1999; VISTO il certificato Veterinario rilasciato dall’ASL di ______dal quale si evince che l’allevamento è stato sottoposto ad accertamenti diagnostici; PREMESSO che il fidatario ha provveduto al versamento di € ______in data ______sul c/c ______intestato al Servizio Tesoreria del Comune Baragiano;

AUTORIZZA

Il Pascolo sul territorio Comunale, per n. ______capi, di cui n. ______di ______, n. ______di età ______e n. ______di età ______, per il periodo che va dal

Pagina 140 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

______al ______al Sig. ______in qualità di proprietario, precisando che gli animali saranno custoditi ______. Dichiara di aver preso visione del Regolamento Comunale di Fida Pascolo e di sottostare a tutte le sue condizioni e alle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale per i boschi e terreni sottoposti a vincolo della Provincia di Potenza del 4.10.69, tenendo presente il titolo III punto 66/2 che detta:”.....il pascolo nei terreni pascolivi ad altitudine compresa tra i 200 e gli 800 m s.l.m. può esercitarsi dal 1° ottobre al 30 aprile e ad altitudine superiore ai m. 800 dal 1° maggio al 30 novembre”. La presente Autorizzazione può essere revocata senza pretese di risarcimento, per i motivi espressi nel Regolamento di Fida Pascolo.

Baragiano, Lì ______

Il Fidatario Il Responsabile del Servizio

______

Pagina 141 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

ALLEGATO 5

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COMPRESA CERRO A SCOPO PRODUTTIVO

Pagina 143 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

PARTICELLA FORESTALE N° 7 Località Valle delle nocelle - Preda della Guardia

Localizzazione su I.G.M. 1:5.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:5.000

Descrizione fisionomica Giovane fustaia di cerro (Quercus cerris L.) dell’età di circa 65 anni. Lo strato dominato è occupato da carpinella (Carpinus orientalis Mill.) in forma agamica così come anche dal corniolo (Cornus mas L.) e dall’orniello (Fraxinus ornus L.). Si ritrovano fruttiferi a melastro (Malus sylvestris (L.)) e perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.) che rappresentano le specie accessorie. Lo strato arbustivo è occupato da pungitopo (Ruscus aculeatus L.), mentre quello erbaceo da ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton), felce (Pteridium aquilinum (L.) Kuhn), brachipodio dei boschi (Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv.) e pervinca minore (Vinca minor L.). Gli interventi selvicolturali effettuati nel passato non hanno investito la particella in maniera uniforme, ma a zone. Il risultato vede un bosco composto da piante con una prevalenza di classi diametriche piuttosto giovani (10 – 30 cm) con pochi soggetti diametricamente migliori se non quelli rinvenienti dall’ ads 30. Nelle restanti zone si denota la presenza della giovane fustaia a densità normale. Diffusa deperienza dovuta alla presenza di attacchi fungini.

Descrizione sintetica degli interventi previsti Diradamento selettivo nelle diverse classi diametriche.

Aree di Saggio di riferimento: n. 14, 30, 31 e 32. foto A.d.S. 14 foto A.d.S. 31

Pagina 144 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Particella Forestale N° 7 Località Valle delle nocelle - Preda della Guardia

superficie totale (ha) 29,9191 superficie produttiva (ha) 29,9191 altitudine minima (m s.l.m.) 557 altitudine massima (m s.l.m.) 641 area basimetrica per ettaro (m2) 14,58 diametro medio (cm) 20 età media (anni) 65 altezza media (m) 10,10 provvigione totale (m3) 3497,50 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 116,90 ripresa totale (m3) 610,35 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 20,40

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 10 154 4621 98 2932 0,052 8,04 240,68 5,10 152,70 15 91 2735 78 2334 0,127 11,64 348,21 9,93 297,08 20 111 3327 91 2723 0,240 26,66 797,55 21,81 652,65 25 48 1422 40 1197 0,391 18,59 556,17 15,64 468,05 30 19 567 15 449 0,583 11,05 330,49 8,74 261,56 35 7 212 6 180 0,816 5,78 172,82 4,90 146,49 40 4 127 3 90 1,092 4,62 138,27 3,27 97,98 45 3 93 2 60 1,410 4,39 131,20 2,82 84,40 50 12 347 10 299 1,773 20,59 615,94 17,73 530,52 55 3 76 3 90 2,181 5,55 166,16 6,54 195,72 60 0 0 0 0 2,633 0,00 0,00 0,00 0,00 452 13528 346 10352 TOTALE 116,90 3497,50 96,50 2887,15

Pagina 145 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

PARTICELLA FORESTALE N° 8 Località Valle delle nocelle - Acqua dei Palumi

Localizzazione su I.G.M. 1:4.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:4.000

Descrizione fisionomica Fustaia di cerro (Quercus cerris L.) dell’età di circa 75 anni. Presenza di specie accessorie quali il perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.) e il sorbo domestico (Sorbus domestica L.). Ceppaie di carpinella (Carpinus orientalis Mill.) nello strato dominato. Stato vegetativo buono. Strato arbustivo diffuso, con individui diffusi di pungitopo (Ruscus aculeatus L.). Strato erbaceo caratterizzato da edera (Hedera elix L., 1753), pervinca minore (Vinca minor L.) e brachipodio dei boschi (Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv.). Rinnovazione di specie quercine poco presente. Sporadica presenza di fenomeni di marcescenza sulle piante del piano dominato.

Descrizione sintetica degli interventi previsti Diradamento selettivo nelle diverse classi diametriche.

Aree di Saggio di riferimento: n. 33, 34, 36 e 44. foto A.d.S. 33 foto A.d.S. 36

Pagina 146 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Particella Forestale N° 8 Località Valle delle Nocelle - Acqua dei Palumi

superficie totale (ha) 33,2053 superficie produttiva (ha) 33,2053 altitudine minima (m s.l.m.) 570 altitudine massima (m s.l.m.) 780 area basimetrica per ettaro (m2) 22,00 diametro medio (cm) 24 età media (anni) 75 altezza media (m) 10,90 provvigione totale (m3) 5975,80 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 179,97 ripresa totale (m3) 888,58 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 26,76

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 10 105 3489 94 3121 0,052 5,47 181,73 4,90 162,56 15 42 1397 33 1096 0,127 5,36 177,85 4,20 139,49 20 111 3697 95 3155 0,240 26,69 886,32 22,77 756,17 25 68 2257 60 1992 0,391 26,58 882,56 23,47 779,19 30 67 2230 58 1926 0,583 39,15 1299,86 33,80 1122,47 35 45 1490 39 1295 0,816 36,62 1216,13 31,82 1056,75 40 24 786 21 697 1,092 25,85 858,30 22,92 761,19 45 2 64 1 33 1,410 2,73 90,57 1,41 46,83 50 3 83 2 66 1,773 4,44 147,57 3,55 117,76 55 3 108 2 66 2,181 7,07 234,92 4,36 144,81 60 0 0 0 0 2,633 0,00 0,00 0,00 0,00 470 15603 405 13448 TOTALE 179,97 5975,80 153,21 5087,22

Pagina 147 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

PARTICELLA FORESTALE N° 9 Località Preda della Guardiola - Vallone Cupa

Localizzazione su I.G.M. 1:4.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:4.000

Descrizione fisionomica Fustaia adulta a prevalenza di cerro (Quercus cerris L.) dell’età di circa 80 anni. Le specie accessorie presenti sono: il faggio (Fagus sylvatica L.) il quale è presente sotto forma di necromassa in piedi, l’acero montano (Acer pseudoplatanus L., 1753), il ciliegio selvatico (Prunus avium L.) ed il carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.) in ottimo stato vegetativo. Stazione fresca con buona vegetazione arbustiva ad agrifoglio (Ilex aquifolium L.). Si rinvengono numerose piante sradicate a causa di attacchi fungini. Scarsa presenza di ceppaie di carpinella (Carpinus orientalis Mill.) e corniolo (Cornus mas L.) nello strato dominato. Strato arbustivo con pungitopo (Ruscus aculeatus L.), agrifoglio (Ilex aquifolium L.), rosa canina (Rosa canina L.) ed orniello (Fraxinus ornus L.). Strato erbaceo caratterizzato dall’edera (Hedera elix L., 1753), ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton), brachipodio dei boschi (Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv.), la laureola (Daphne laureola L.), e diffusa rinnovazione di cerro (Quercus cerris L.) allo stadio di plantula.

Descrizione sintetica degli interventi previsti Diradamento selettivo nelle diverse classi diametriche. Assoluta protezione nei confronti delle latifoglie nobili in buone condizioni vegetative data la loro presenza sporadica, e nello specifico per il ciliegio selvatico (Prunus avium L.) e per l’acero montano (Acer pseudoplatanus L., 1753).

Aree di Saggio di riferimento: n. 35, 37, 38 e 39 foto A.d.S. 35 foto A.d.S. 38

Pagina 148 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Particella Forestale N° 9 Località Preda della Guardiola - Vallone Cupa

superficie totale (ha) 26,6689 superficie produttiva (ha) 26,6689 altitudine minima (m s.l.m.) 596 altitudine massima (m s.l.m.) 812 area basimetrica per ettaro (m2) 23,77 diametro medio (cm) 25 età media (anni) 80 altezza media (m) 11,8 provvigione totale (m3) 5363,59 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 201,12 ripresa totale (m3) 842,87 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 31,61

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 10 30 794 23 613 0,052 1,55 41,33 1,20 31,95 15 20 543 17 453 0,127 2,59 69,18 2,16 57,71 20 67 1780 54 1440 0,240 16,00 426,63 12,94 345,21 25 42 1118 35 933 0,391 16,39 437,11 13,69 365,05 30 94 2517 80 2134 0,583 55,00 1466,85 46,63 1243,47 35 33 875 27 720 0,816 26,77 713,91 22,03 587,58 40 24 635 19 507 1,092 25,99 693,15 20,74 553,13 45 6 149 5 133 1,410 7,89 210,42 7,05 188,07 50 9 233 8 213 1,773 15,49 413,17 14,19 378,31 55 7 178 6 160 2,181 14,56 388,20 13,08 348,91 60 7 191 6 160 2,633 18,88 503,64 15,80 421,32 338 9013 280 7467 TOTALE 201,12 5363,59 169,51 4520,72

Pagina 149 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

PARTICELLA FORESTALE N° 12 Località Bosco Comunale

Localizzazione su I.G.M. 1:3.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:3.000

Descrizione fisionomica Fustaia giovane a prevalenza di cerro (Quercus cerris L.) con roverella subordinata (Quercus pubescens Willd, 1805) dell’età di circa 55 anni. Raramente si rinvengono ceppaie di specie quercine per cui si può ritenere che strutturalmente il bosco abbia origine agamica. Condizioni vegetative buone. Lo strato dominato è occupato da una formazione arbustiva di carpinella (Carpinus orientalis Mill.) con orniello (Fraxinus ornus L.) subordinato e pungitopo (Ruscus aculeatus L.) e biancospino (Crataegus monogyna Jacq., 1775). Strato erbaceo caratterizzato dal ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton) e dal brachipodio dei boschi (Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv.).

Descrizione sintetica degli interventi previsti Non sono previste utilizzazioni nel decennio di attuazione del piano. Sarà tuttavia possibile ed auspicabile l'attuazione di interventi di miglioramento. Questi potranno essere eseguiti anche in economia diretta o mediante l'impiego di risorse attestate presso gli Enti delegati alla Forestazione.

Aree di Saggio di riferimento: n. 27 foto A.d.S. 27 foto A.d.S. 27

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Particella Forestale N° 12 Località Bosco Comunale

superficie totale (ha) 22,0756 superficie produttiva (ha) 22,0756 altitudine minima (m s.l.m.) 474 altitudine massima (m s.l.m.) 552 area basimetrica per ettaro (m2) 13,14 diametro medio (cm) 22 età media (anni) 55 altezza media (m) 10,50 provvigione totale (m3) 2336,46 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 105,84 ripresa totale (m3) 0,00 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 0,00

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 10 102 2250 0 0 0,052 5,31 117,17 0,00 0,00 15 46 1012 0 0 0,127 5,84 128,88 0,00 0,00 20 46 1012 0 0 0,240 10,99 242,68 0,00 0,00 25 66 1462 0 0 0,391 25,91 571,91 0,00 0,00 30 41 900 0 0 0,583 23,76 524,48 0,00 0,00 35 15 337 0 0 0,816 12,47 275,37 0,00 0,00 40 0 0 0 0 1,092 0,00 0,00 0,00 0,00 45 15 337 0 0 1,410 21,56 475,96 0,00 0,00 50 0 0 0 0 1,773 0,00 0,00 0,00 0,00 55 0 0 0 0 2,181 0,00 0,00 0,00 0,00 60 0 0 0 0 2,633 0,00 0,00 0,00 0,00 362 7312 0 0 TOTALE 105,84 2336,46 0,00 0,00

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PARTICELLA FORESTALE N° 13 Località Bosco Comunale – Barronna

Localizzazione su I.G.M. 1:4.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:4.000

Descrizione fisionomica Fustaia giovane di cerro (Quercus cerris L.) dell’età di circa 55 con diffusa presenza di soggetti maturi. Presenza di specie forestali secondarie quali il perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.), il sorbo domestico (Sorbus domestica L.) e l’acero campestre (Acer campestre L.). Ceppaie di carpinella (Carpinus orientalis Mill.) nello strato dominato. Scarsa presenza di orniello (Fraxinus ornus L.). Strato arbustivo con pungitopo (Ruscus aculeatus L.), biancospino (Crataegus monogyna Jacq., 1775), rosa canina (Rosa canina L.) e rovo (Rubus ulmifolius Schott, 1818). Strato erbaceo caratterizzato dal ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton), edera (Hedera elix L., 1753) e brachipodio dei boschi (Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv.).

Descrizione sintetica degli interventi previsti Diradamento selettivo nelle diverse classi diametriche con l’obiettivo di migliorare il bosco, favorendone la crescita dei soggetti maggiormente sviluppati dal punto di vista ipso-diametrico.

Aree di Saggio di riferimento: n. 29, 40, 41 e 45. foto A.d.S. 40 foto A.d.S. 45

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Particella Forestale N° 13 Località Bosco Comunale - Barronna

superficie totale (ha) 24,5056 superficie produttiva (ha) 24,5056 altitudine minima (m s.l.m.) 523 altitudine massima (m s.l.m.) 728 area basimetrica per ettaro (m2) 16,97 diametro medio (cm) 21 età media (anni) 55 altezza media (m) 10,30 provvigione totale (m3) 3276,69 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 133,71 ripresa totale (m3) 506,37 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 20,66

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 10 68 1661 45 1103 0,052 3,53 86,49 2,34 57,43 15 91 2223 81 1985 0,127 11,55 282,96 10,31 252,68 20 194 4743 160 3921 0,240 46,40 1136,95 38,35 939,89 25 75 1843 71 1740 0,391 29,41 720,62 27,77 680,47 30 50 1215 45 1103 0,583 28,89 707,96 26,23 642,71 35 1 17 1 25 0,816 0,58 14,14 0,82 20,00 40 4 109 3 74 1,092 4,87 119,23 3,27 80,25 45 0 0 0 0 1,410 0,00 0,00 0,00 0,00 50 2 50 1 25 1,773 3,64 89,20 1,77 43,45 55 2 55 1 25 2,181 4,86 119,14 2,18 53,43 60 0 0 0 0 2,633 0,00 0,00 0,00 0,00 490 11915 408 9998 TOTALE 133,71 3276,69 113,05 2770,32

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PARTICELLA FORESTALE N° 15 Località Bosco Comunale - Serra Candela

Localizzazione su I.G.M. 1:3.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:3.000

Descrizione fisionomica Fustaia giovane di cerro (Quercus cerris L.) dell’età di circa 65 anni. Presenza di perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.) e sorbo domestico (Sorbus domestica L.) quali specie accessorie. Ceppaie di carpinella (Carpinus orientalis Mill.) molto diffuse nel piano dominato allo stadio arbustivo di altezza media pari a 3-4 metri. Strato arbustivo con individui sporadici di biancospino (Crataegus monogyna Jacq., 1775), rovo (Rubus ulmifolius Schott, 1818), rosa canina (Rosa canina L.), asparago ( Asparagus officinalis L.), perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.), melastro (Malus sylvestris (L.)), orniello (Fraxinus ornus L.) e sorbo (Sorbus domestica L.). Lo strato erbaceo è composto da un tappeto di brachipodi di bosco (Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv.), ciclamini (Cyclamen hederifolium Aiton) e rinnovazione naturale di specie quercine allo stadio di plantula.

Descrizione sintetica degli interventi previsti Diradamento selettivo nelle diverse classi diametriche.

Aree di Saggio di riferimento: n. 43 e 46 foto A.d.S. 43 foto A.d.S. 46

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Particella Forestale N° 15 Località Bosco Comunale - Serra Candela

superficie totale (ha) 23,9128 superficie produttiva (ha) 23,9128 altitudine minima (m s.l.m.) 550 altitudine massima (m s.l.m.) 675 area basimetrica per ettaro (m2) 20,23 diametro medio (cm) 17 età media (anni) 65 altezza media (m) 9,40 provvigione totale (m3) 3866,85 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 161,71 ripresa totale (m3) 586,13 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 24,51

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 10 9 218 4 96 0,052 0,48 11,37 0,21 4,98 15 33 789 22 526 0,127 4,20 100,39 2,80 66,97 20 149 3552 125 2989 0,240 35,61 851,51 29,96 716,52 25 161 3848 139 3324 0,391 62,94 1505,10 54,36 1299,96 30 84 2014 72 1722 0,583 49,08 1173,75 41,96 1003,46 35 5 129 4 96 0,816 4,39 104,96 3,26 78,05 40 1 32 1 24 1,092 1,47 35,10 1,09 26,10 45 0 0 0 0 1,410 0,00 0,00 0,00 0,00 50 0 0 0 0 1,773 0,00 0,00 0,00 0,00 55 0 0 0 0 2,181 0,00 0,00 0,00 0,00 60 1 32 1 32 2,633 3,54 84,67 3,54 84,67 444 10614 368 8808 TOTALE 161,71 3866,85 137,20 3280,72

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COMPRESA CEDUI DI CERRO

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PARTICELLA FORESTALE N° 1 Località V.ne San Giorgio - Mass.a Braico

Localizzazione su I.G.M. 1:3.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:3.000

Descrizione fisionomica Ceduo matricinato di cerro (Quercus cerris L.) dell’età di circa 18 anni. Lo stato delle matricine è buono dal punto di vista vegetativo. Sono presenti prevalentemente matricine di un turno. I ricacci di cerro (Quercus cerris L.) presentano un’altezza media di 2 metri. Le specie accessorie presenti sono: orniello (Fraxinus ornus L.), sanguinello (Cornus sanguinea L.), carpinella (Carpinus orientalis Mill.) e secondariamente perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.). Altre specie accessorie: il ciavardello (Sorbus torminalis L.), acero campestre (Acer campestre L.). Gli arbusti che si rinvengono sono: biancospino (Crataegus monogyna Jacq.,1775) e crespino (Berberis vulgaris L.). Tra le specie erbacee è presente la dattile (Dactylis glomerata L., 1753), la festuca (Festuca heterophylla Lam.), l’aspraggine (Picris hieracioides L., 1753), il pungitopo (Ruscus aculeatus L.), il ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton) e la nappola comune (Xanthium italicum Moretti, 1822).

Descrizione sintetica degli interventi previsti La particella è stata già utilizzata nel 2006 ed è stata conclusa nel 2008 con modalità di taglio matricinato, per tale ragione è fuori dagli interventi forestali nel decennio di validità del Piano.

Aree di Saggio di riferimento: n. 1 e 2 foto A.d.S. 1 foto A.d.S. 2

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Particella Forestale N° 1 Località V.ne San Giorgio - Mass.a Braico

superficie totale (ha) 28,2392 superficie produttiva (ha) 28,2392 altitudine minima (m s.l.m.) 427 altitudine massima (m s.l.m.) 539 area basimetrica per ettaro (m2) 0,96 diametro medio (cm) 12 età media allievi/matricine (anni) 18 altezza media (m) 9,26 provvigione totale (m3) 246,29 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 8,72 ripresa totale (m3) 0,00 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 0,00

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 6 0 0 0 0 0,02 0,00 0,00 0,00 0,00 8 19 527 0 0 0,04 0,67 18,98 0,00 0,00 10 19 527 0 0 0,07 1,22 34,33 0,00 0,00 12 19 527 0 0 0,11 1,97 55,57 0,00 0,00 14 19 527 0 0 0,16 2,95 83,43 0,00 0,00 16 0 0 0 0 0,23 0,00 0,00 0,00 0,00 18 6 176 0 0 0,31 1,91 53,97 0,00 0,00 20 0 0 0 0 0,41 0,00 0,00 0,00 0,00 22 0 0 0 0 0,43 0,00 0,00 0,00 0,00 24 0 0 0 0 0,66 0,00 0,00 0,00 0,00 26 0 0 0 0 0,82 0,00 0,00 0,00 0,00 28 0 0 0 0 0,99 0,00 0,00 0,00 0,00 30 0 0 0 0 1,20 0,00 0,00 0,00 0,00 32 0 0 0 0 1,42 0,00 0,00 0,00 0,00 34 0 0 0 0 1,68 0,00 0,00 0,00 0,00 81 2283 0 0 TOTALE 8,72 246,29 0,00 0,00

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PARTICELLA FORESTALE N° 2 Località Schia della Botte - Valle delle nocelle

Localizzazione su I.G.M. 1:3.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:3.000

Descrizione fisionomica Ceduo matricinato a prevalenza di cerro (Quercus cerris L.) con roverella (Quercus pubescens, Willd., 1805) subordinata dell’età di circa 19 anni. Diffusa presenza di matricine di un turno. Bosco utilizzato nel biennio 2010-2012. Altezza dei ricacci di cerro (Quercus cerris L.) mediamente di 1,20 metri, altri ricacci sono rappresentati dall’orniello (Fraxinus ornus L.) e dall’olmo campestre (Ulmus minor Mill., 1768). Le specie arbustive sono: biancospino (Crataegus monogyna Jacq., 1775), rosa canina (Rosa canina L.), pungitopo (Ruscus aculeatus L.), perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.) e il pruno selvatico (Prunus spinosa L.). Le specie erbacee presenti sono: l’erba di San Giovanni (Hypericum perforatum L.), la pervinca minore (Vinca minor L.), la dattile (Dactylis glomerata L., 1753), l’acetosa minore (Rumex acetosella L.), la minore (Genista tinctoria L.), il ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton), la nappola italiana (Xanthium italicum Moretti, 1822).

Descrizione sintetica degli interventi previsti Le utilizzazioni nella particella si sono completate nel Marzo del 2012 quando è stato espletato anche il collaudo. L’intervento di taglio effettuato è stato il taglio matricinato. Nessuna utilizzazione forestale nel decennio di validità del Piano.

Aree di Saggio di riferimento: n. 3 e 4 foto A.d.S. 3 foto A.d.S. 4

Pagina 160 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Particella Forestale N° 2 Località Schia della Botte - Valle delle nocelle

superficie totale (ha) 20,4767 superficie produttiva (ha) 20,4767 altitudine minima (m s.l.m.) 429 altitudine massima (m s.l.m.) 492 area basimetrica per ettaro (m2) 0,94 diametro medio (cm) 12 età media allievi/matricine (anni) 19 altezza media (m) 9,26 provvigione totale (m3) 175,38 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 8,56 ripresa totale (m3) 0,00 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 0,00

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 6 0 0 0 0 0,02 0,00 0,00 0,00 0,00 8 12 255 0 0 0,04 0,45 9,18 0,00 0,00 10 12 255 0 0 0,07 0,81 16,60 0,00 0,00 12 37 764 0 0 0,11 3,94 80,59 0,00 0,00 14 12 255 0 0 0,16 1,97 40,33 0,00 0,00 16 6 127 0 0 0,23 1,40 28,68 0,00 0,00 18 0 0 0 0 0,31 0,00 0,00 0,00 0,00 20 0 0 0 0 0,41 0,00 0,00 0,00 0,00 22 0 0 0 0 0,43 0,00 0,00 0,00 0,00 24 0 0 0 0 0,66 0,00 0,00 0,00 0,00 26 0 0 0 0 0,82 0,00 0,00 0,00 0,00 28 0 0 0 0 0,99 0,00 0,00 0,00 0,00 30 0 0 0 0 1,20 0,00 0,00 0,00 0,00 32 0 0 0 0 1,42 0,00 0,00 0,00 0,00 34 0 0 0 0 1,68 0,00 0,00 0,00 0,00 81 1656 0 0 TOTALE 8,56 175,38 0,00 0,00

Pagina 161 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

PARTICELLA FORESTALE N° 3 Località Valle delle nocelle

Localizzazione su I.G.M. 1:3.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:3.000

Descrizione fisionomica Ceduo matricinato a prevalenza di cerro (Quercus cerris L.) con roverella (Quercus pubescens, Willd., 1805) subordinata dell’età di circa 26 anni, caratterizzato da un sottobosco a carpinella (Carpinus orientalis Mill.) e sanguinella (Cornus sanguinea L.). Lo strato arbustivo è rappresentato dalle seguenti specie: il pungitopo (Ruscus aculeatus L.), il ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton), il brachipodio dei boschi (Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv.). Diffusa presenza di matricine dell’età del doppio del turno. Mediamente si riscontra un numero di ceppaie ad ettaro pari 130 con un numero di polloni per ceppaia pari a tre.

Descrizione sintetica degli interventi previsti Nessun intervento nel decennio di validità del Piano. Si provvederà nella revisione futura all’avviamento all’alto fusto.

Aree di Saggio di riferimento: n. 5 e 6 foto A.d.S. 5 foto A.d.S. 6

Pagina 162 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Particella Forestale N° 3 Località Valle delle nocelle

superficie totale (ha) 12,0219 superficie produttiva (ha) 12,0219 altitudine minima (m s.l.m.) 450 altitudine massima (m s.l.m.) 474 area basimetrica per ettaro (m2) 13,93 diametro medio (cm) 11 età media allievi/matricine (anni) 26 altezza media (m) 10,00 provvigione totale (m3) 1454,71 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 121,01 ripresa totale (m3) 0,00 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 0,00

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 6 243 2916 0 0 0,02 4,03 48,40 0,00 0,00 8 323 3888 0 0 0,04 11,65 140,06 0,00 0,00 10 330 3963 0 0 0,07 21,48 258,23 0,00 0,00 12 323 3888 0 0 0,11 34,11 410,08 0,00 0,00 14 50 598 0 0 0,16 7,88 94,72 0,00 0,00 16 75 897 0 0 0,23 16,81 202,04 0,00 0,00 18 44 523 0 0 0,31 13,38 160,84 0,00 0,00 20 19 224 0 0 0,41 7,58 91,08 0,00 0,00 22 0 0 0 0 0,43 0,00 0,00 0,00 0,00 24 6 75 0 0 0,66 4,10 49,27 0,00 0,00 26 0 0 0 0 0,82 0,00 0,00 0,00 0,00 28 0 0 0 0 0,99 0,00 0,00 0,00 0,00 30 0 0 0 0 1,20 0,00 0,00 0,00 0,00 32 0 0 0 0 1,42 0,00 0,00 0,00 0,00 34 0 0 0 0 1,68 0,00 0,00 0,00 0,00 1412 16975 0 0 TOTALE 121,01 1454,71 0,00 0,00

Pagina 163 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

PARTICELLA FORESTALE N° 5 Località Schia della Botte - Valle delle nocelle

Localizzazione su I.G.M. 1:3.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:3.000

Descrizione fisionomica Ceduo matricinato a prevalenza di cerro (Quercus cerris L.) con roverella (Quercus pubescens, Willd., 1805) subordinata dell’età di circa 22 anni, caratterizzato in media da ceppaie con circa 3 polloni. Sono presenti sporadiche matricine del doppio del turno. Specie accessorie: la carpinella (Carpinus orientalis Mill.) in forma agamica prostrata e piuttosto spinescente. Lo strato arbustivo è rappresentato dal pungitopo (Ruscus aculeatus L.), dal paleo silvestre (Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv.), dal biancospino (Crataegus monogyna Jacq., 1775). Lo strato erbaceo è composto dal ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton) e dall’ edera (Hedera elix L., 1753).

Descrizione sintetica degli interventi previsti La particella è oggetto di utilizzazione forestale a partire dal 05/11/2012 attraverso un intervento di taglio matricinato, pertanto fuori dal piano dei tagli. Ultima utilizzazione effettuata nel 1987. Il bosco è stato autorizzato al taglio con provvedimento prot. n. 1.890 del 30/07/2010 e prima proroga concessa che va dall’01/10/2011 al 31/03/2012 e successiva proroga concessa che va dall’ 01/10/2012 al 31/03/2013.

Aree di Saggio di riferimento: n. 11, 12 e 23 foto A.d.S. 11 foto A.d.S. 23

Pagina 164 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Particella Forestale N° 5 Località Schia della Botte - Valle delle nocelle

superficie totale (ha) 20,9664 superficie produttiva (ha) 20,9664 altitudine minima (m s.l.m.) 414 altitudine massima (m s.l.m.) 520 area basimetrica per ettaro (m2) 16,61 diametro medio (cm) 14 età media allievi/matricine (anni) 22 altezza media (m) 10,93 provvigione totale (m3) 3597,26 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 171,57 ripresa totale (m3) 0,00 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 0,00

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 6 87 1826 0 0 0,017 1,45 30,30 0,00 0,00 8 141 2956 0 0 0,036 5,08 106,48 0,00 0,00 10 203 4260 0 0 0,065 13,24 277,58 0,00 0,00 12 257 5390 0 0 0,105 27,11 568,48 0,00 0,00 14 124 2608 0 0 0,158 19,70 412,98 0,00 0,00 16 133 2782 0 0 0,225 29,88 626,40 0,00 0,00 18 95 2000 0 0 0,307 29,31 614,43 0,00 0,00 20 50 1043 0 0 0,406 20,20 423,61 0,00 0,00 22 29 609 0 0 0,432 12,55 263,10 0,00 0,00 24 4 87 0 0 0,659 2,73 57,28 0,00 0,00 26 4 87 0 0 0,816 3,38 70,91 0,00 0,00 28 0 0 0 0 0,994 0,00 0,00 0,00 0,00 30 0 0 0 0 1,196 0,00 0,00 0,00 0,00 32 0 0 0 0 1,423 0,00 0,00 0,00 0,00 34 4 87 0 0 1,676 6,95 145,71 0,00 0,00 1132 23735 0 0 TOTALE 171,57 3597,26 0,00 0,00

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PARTICELLA FORESTALE N° 10 Località Vallone dell'Ischia

Localizzazione su I.G.M. 1:3.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:3.000

Descrizione fisionomica Ceduo matricinato di cerro (Quercus cerris L.) con roverella (Quercus pubescens, Willd., 1805) subordinata dell’età di circa 21 anni di superficie utile pari ad Ha 20.48.00, composto da un sottobosco a carpinella (Carpinus orientalis Mill.) in forma agamica e da sorbi (Sorbus domestica L.) in forma gamica. Presenza di matricine prevalentemente dell’età del turno. Lo strato arbustivo è composto dal biancospino (Crataegus monogyna Jacq., 1775), melastro (Malus sylvestris (L.)), ginestrino di Montpellier (Cytisus monspessulanus L.), pungitopo (Ruscus aculeatus L.) e asparago ( Asparagus officinalis L.). Lo strato erbaceo è occupato dal ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton) e dalla pervinca minore (Vinca minor L.). Presenza diffusa di ceppaie e di polloni di piccolo diametro.

L’incluso particellare di superficie pari ad Ha 2.18.00 è caratterizzato da un pascolo arborato provvisto di piante di cerro (Quercus cerris L.) sporadiche nelle esposizioni sud lungo il fronte sinistro della strada comunale “Franciosa” mentre alle esposizioni nord lungo il fronte destro. Strato arbustivo rappresentato diffusamente dalla ginestra odorosa (Spartium junceum L.). Strato erbaceo caratterizzato da graminacee varie e vegetazione ripariale. Vicinanza ad un impluvio che costituisce anche il confine fisiocratico tra la proprietà comunale rispetto alla proprietà privata.

Descrizione sintetica degli interventi previsti La particella è oggetto di utilizzazione forestale a partire dal 01/10/2012 attraverso un intervento di taglio matricinato, pertanto fuori dalla piano dei tagli. Ultima utilizzazione nel 1989. Il bosco è stato autorizzato al taglio con provvedimento prot. n. 251 del 28/02/2012. Nell’incluso particellare non sono previsti interventi forestali o di miglioramento data l’acclività dei versanti che lo caratterizzano. Nei limiti del possibile e nei soli confronti di piante del piano dominante pericolanti o in precario stato fitosanitario potranno essere eseguiti anche in economia diretta o mediante l'impiego di risorse attestate presso gli Enti delegati alla Forestazione interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria in prossimità della strada “Franciosa”.

Aree di Saggio di riferimento: n. 18, 25 e 26 foto A.d.S. 26 foto A.d.S. 26

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Particella Forestale N° 10 Località Vallone dell'Ischia

superficie totale (ha) 22,6600 superficie produttiva (ha) 20,4800 altitudine minima (m s.l.m.) 408 altitudine massima (m s.l.m.) 516 area basimetrica per ettaro (m2) 20,68 diametro medio (cm) 12 età media allievi/matricine (anni) 21 altezza media (m) 10,17 provvigione totale (m3) 3554,78 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 173,57 ripresa totale (m3) 0,00 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 0,00

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 6 124 2504 0 0 0,017 2,06 41,55 0,00 0,00 8 489 9847 0 0 0,036 17,62 354,69 0,00 0,00 10 576 11600 0 0 0,065 37,56 755,79 0,00 0,00 12 473 9513 0 0 0,105 49,85 1003,29 0,00 0,00 14 145 2921 0 0 0,158 22,98 462,46 0,00 0,00 16 37 751 0 0 0,225 8,40 169,10 0,00 0,00 18 54 1085 0 0 0,307 16,56 333,34 0,00 0,00 20 25 501 0 0 0,406 10,10 203,30 0,00 0,00 22 12 250 0 0 0,432 5,38 108,23 0,00 0,00 24 4 83 0 0 0,659 2,73 54,98 0,00 0,00 26 4 83 0 0 0,816 3,38 68,06 0,00 0,00 28 0 0 0 0 0,994 0,00 0,00 0,00 0,00 30 0 0 0 0 1,196 0,00 0,00 0,00 0,00 32 0 0 0 0 1,423 0,00 0,00 0,00 0,00 34 0 0 0 0 1,676 0,00 0,00 0,00 0,00 1945 39138 0 0 TOTALE 176,64 3554,78 0,00 0,00

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PARTICELLA FORESTALE N° 11 Località Vallone dell'Ischia - Bosco Comunale

Localizzazione su I.G.M. 1:3.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:3.000

Descrizione fisionomica Ceduo matricinato a prevalenza di cerro (Quercus cerris L.) con roverella (Quercus pubescens, Willd., 1805) subordinata dell’età di circa 23 anni, caratterizzato da un sottobosco a carpinella (Carpinus orientalis Mill.), corniolo (Cornus mas L.), acero campestre (Acer campestre L.) e biancospino (Crataegus monogyna Jacq., 1775). Presenza di matricine del doppio del turno. Lo strato arbustivo è composto dal pungitopo (Ruscus aculeatus L.), mentre quello erbaceo è composto dall’ edera (Hedera elix L., 1753), dal ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton) e dalla pervinca minore (Vinca minor L.\). All’interno della particella si riscontra una pietrosità media. Si rinviene legname secco.

Descrizione sintetica degli interventi previsti La particella è oggetto di utilizzazioni a partire dal 01 ottobre 2012 attraverso un intervento di taglio matricinato, pertanto fuori dalla piano dei tagli. Ultima utilizzazione effettuata nel 1985. Il bosco è stato autorizzato al taglio con provvedimento prot. n. 251 del 28/02/2012.

Aree di Saggio di riferimento: n. 16, 17, 21, 22 e 24. foto A.d.S. 17 foto A.d.S. 24

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Particella Forestale N° 11 Località Vallone dell'Ischia - Bosco Comunale

superficie totale (ha) 19,4062 superficie produttiva (ha) 19,4062 altitudine minima (m s.l.m.) 414 altitudine massima (m s.l.m.) 516 area basimetrica per ettaro (m2) 23,10 diametro medio (cm) 12 età media allievi/matricine (anni) 23 altezza media (m) 10,56 provvigione totale (m3) 4577,91 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 235,90 ripresa totale (m3) 0,00 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 0,00

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 6 82 1593 0 0 0,017 1,36 26,45 0,00 0,00 8 219 4249 0 0 0,036 7,89 153,05 0,00 0,00 10 313 6084 0 0 0,065 20,43 396,40 0,00 0,00 12 366 7098 0 0 0,105 38,57 748,53 0,00 0,00 14 231 4490 0 0 0,158 36,64 710,98 0,00 0,00 16 199 3863 0 0 0,225 44,81 869,69 0,00 0,00 18 144 2800 0 0 0,307 44,34 860,48 0,00 0,00 20 40 773 0 0 0,406 16,16 313,67 0,00 0,00 22 5 97 0 0 0,432 2,15 41,75 0,00 0,00 24 2 48 0 0 0,659 1,64 31,81 0,00 0,00 26 10 193 0 0 0,816 8,12 157,51 0,00 0,00 28 2 48 0 0 0,994 2,47 48,01 0,00 0,00 30 2 48 0 0 1,196 2,98 57,76 0,00 0,00 32 0 0 0 0 1,423 0,00 0,00 0,00 0,00 34 5 97 0 0 1,676 8,34 161,84 0,00 0,00 1622 31481 0 0 TOTALE 235,90 4577,91 0,00 0,00

Pagina 169 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

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COMPRESA RIMBOSCHIMENTI

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PARTICELLA FORESTALE N° 14 Località Franciosa

Localizzazione su I.G.M. 1:2.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:2.000

Descrizione fisionomica Giovane rimboschimento di Pino nero (Pinus nigra J.F.Arnold, 1785) dell’età di circa 37 anni. Disposizione per filare; sesto d’impianto 2 m. * 0,70 m. Specie accessorie presenti: Sorbo domestico (Sorbus domestica L.), orniello (Fraxinus ornus L.), perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.). Strato arbustivo: biancospino (Crataegus monogyna Jacq., 1775). Strato erbaceo a macchie di leopardo composto da graminacee. E’ presente la rinnovazione di cerro (Quercus cerris L.) allo stadio di plantula. I parametri dendrometrici rilevati presentano la particella forestale in un buono stato provvigionale con un’altezza dominante pari a m. 16 ed un diametro medio pari a cm 19. Notevole presenza di seccumi a causa del sesto d’impianto troppo stretto che arreca fenomeni di autopotatura. Diffusa presenza di soggetti a forte instabilità meccanica.

Descrizione sintetica degli interventi previsti Intervento di taglio finalizzato all’eliminazione in primis delle piante storte e dominate, stroncate e capitozzate appartenenti alla famiglia delle conifere sull’intera superficie della particella forestale. Conseguentemente intervento forestale di rinaturalizzazione basato principalmente sul diradamento selettivo localizzato affinché il bosco venga aperto in maniera graduale laddove è presente la rinnovazione di specie quercine.

Aree di Saggio di riferimento: n. 42 foto A.d.S. 42 foto A.d.S. 42

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Particella Forestale N° 14 Località Franciosa

superficie totale (ha) 2,8548 superficie produttiva (ha) 2,8548 altitudine minima (m s.l.m.) 474 altitudine massima (m s.l.m.) 552 area basimetrica per ettaro (m2) 38,63 diametro medio (cm) 18 età media (anni) 37 altezza media (m) 9,64 provvigione totale (m3) 594,32 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 274,44 ripresa totale (m3) 110,76 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 51,15

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 10 420 910 390 845 0,051 21,46 46,48 19,93 43,16 15 390 845 310 671 0,119 46,41 100,51 36,89 79,89 20 500 1083 403 873 0,216 108,00 233,88 87,05 188,51 25 125 271 100 217 0,359 44,88 97,18 35,90 77,75 30 80 173 65 141 0,573 45,84 99,27 37,25 80,66 35 10 22 8 17 0,785 7,85 17,00 6,28 13,60 1525 3303 1276 2763 TOTALE 274,44 594,32 223,29 483,56

Pagina 173 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Pagina 174 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

COMPRESA CERRO A SCOPO PROTETTIVO

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PARTICELLA FORESTALE N° 4 Località Vallone San Giorgio - Valle delle nocelle

Localizzazione su I.G.M. 1:5.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:5.000

Descrizione fisionomica Fustaia irregolare rappresentata da individui di cerro isolati ed affrancati derivanti dalla vecchia ceduazione (taglio borbonico). Contestualmente nel piano sottostante si sono affermati soggetti da seme di carpinella che talvolta alle esposizioni sud-est si ritrovano in forma agamica con numerosi polloni per ceppaia. La densità non è colma ma piuttosto rada. Sono radicate prevalentemente piante di cerro (Quercus cerris L.), con a tratti piante di roverella (Quercus pubescens, Willd., 1805). Lo strato arbustivo è occupato da ceppaie di orniello (Fraxinus ornus L.) e carpinella (Carpinus orientalis Mill.). Inoltre si rinvengono piante di pungitopo (Ruscus aculeatus L.), asparago (Asparagus officinalis L.) e corniolo (Cornus mas L.). Lo strato erbaceo è formato dall’ edera (Hedera elix L., 1753), ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton), l’agrimonia delle faggete (Aremonia agrimonoides (L.) DC. subsp. agrimonoides. Prodr. (DC.) 2: 588. (1825)), il brachipodio dei boschi (Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv.). All’interno della particella forestale in prossimità della strada comunale del bosco è presente sul lato sinistro salendo un’area attrezzata munita di panchine, barbecue, tavolini, steccato in pali di castagno a mo’ di croce di sant’Andrea e una fontana denominata “Acqua Rossa” per 0.32.69 Ha. Per quest’area è stato ammesso un finanziamento PSR per la misura 227 che si configura attraverso un intervento di riqualificazione ambientale finalizzato alla valorizzazione dell’area ai fini turistici- ricreativi.

Descrizione sintetica degli interventi previsti La particella forestale è parzialmente interessata da utilizzazioni forestali a partire da gennaio 2012. Essa è stata autorizzata con provvedimento prot. n° 3455 del 24/11/2010 dall’ex Comunità Montana Marmo Platano. Gli interventi selvicolturali si protrarranno per circa due annualità data la notevole superficie anche in considerazione della validità dell’autorizzazione. Per il futuro è possibile effettuare miglioramenti forestali finalizzati ad una selvicoltura preventiva al rischio incendio.

Aree di Saggio di riferimento: n. 7, 8 e 9 foto A.d.S. 7 foto A.d.S. 9

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Particella Forestale N° 4 Località Vallone San Giorgio - Valle delle Nocelle

superficie totale (ha) 38,6491 superficie produttiva (ha) 38,6491 altitudine minima (m s.l.m.) 500 altitudine massima (m s.l.m.) 571 area basimetrica per ettaro (m2) 13,71 diametro medio (cm) 12 età media (anni) 75 altezza media (m) 7,90 provvigione totale (m3) 3893,61 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 100,74 ripresa totale (m3) 0,00 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 0,00

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 10 730 28211 0 0 0,052 38,01 1469,24 0,00 0,00 15 29 1104 0 0 0,127 3,64 140,59 0,00 0,00 20 29 1118 0 0 0,240 6,94 268,04 0,00 0,00 25 14 540 0 0 0,391 5,47 211,24 0,00 0,00 30 4 144 0 0 0,583 2,17 83,90 0,00 0,00 35 1 58 0 0 0,816 1,22 46,98 0,00 0,00 40 7 252 0 0 1,092 7,12 275,33 0,00 0,00 45 7 252 0 0 1,410 9,20 355,74 0,00 0,00 50 12 449 0 0 1,773 20,61 796,44 0,00 0,00 55 3 113 0 0 2,181 6,37 246,10 0,00 0,00 60 0 0 0 0 2,633 0,00 0,00 0,00 0,00 1163 32242 0 0 TOTALE 100,74 3893,61 0,00 0,00

Pagina 177 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

PARTICELLA FORESTALE N° 6 Località Bosco Comunale - Valle delle nocelle

Localizzazione su I.G.M. 1:3.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:3.000

Descrizione fisionomica Fustaia irregolare rappresentata da individui di cerro isolati ed affrancati derivanti dalla vecchia ceduazione (taglio borbonico). Contestualmente nel piano sottostante si sono affermati soggetti da seme di carpinella che talvolta alle esposizioni sud-est si ritrovano in forma agamica con numerosi polloni per ceppaia. La densità non è colma ma piuttosto rada. Il piano superiore è occupato in prevalenza dal cerro (Quercus cerris L.) mentre lo strato inferiore è occupato dal ceduo invecchiato di carpinella (Carpinus orientalis Mill.). Sporadicamente si riscontrano piante di sorbo domestico (Sorbus domestica L.), di orniello (Fraxinus ornus L.) e corniolo (Cornus mas L.). Lo strato arbustivo è composto dal pungitopo (Ruscus aculeatus L..), asparago (Asparagus officinalis L.) ed orniello (Fraxinus ornus L.). Lo strato erbaceo è invece composto dalla pervinca minore (Vinca minor L.) e dal ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton). All’interno della particella forestale in prossimità della strada comunale del bosco è presente sul lato destro salendo un’area attrezzata munita di panchine, barbecue, tavolini, steccato in pali di castagno a mo’ di croce di sant’Andrea e una fontana denominata “Acqua Rossa” per 0.12.24 Ha. Per quest’area è stato ammesso un finanziamento PSR per la misura 227 che si configura attraverso un intervento di riqualificazione ambientale finalizzato alla valorizzazione dell’area ai fini turistici- ricreativi.

Descrizione sintetica degli interventi previsti La particella forestale è parzialmente interessata da utilizzazioni forestali a partire da gennaio 2012. Essa è stata autorizzata con provvedimento prot. n° 3455 del 24/11/2010 dall’ex Comunità Montana Marmo Platano. Gli interventi selvicolturali si protrarranno per circa due annualità data la notevole superficie anche in considerazione della validità dell’autorizzazione. Per il futuro è possibile effettuare miglioramenti forestali finalizzati ad una selvicoltura preventiva al rischio incendio.

Aree di Saggio di riferimento: n. 15 e 28 foto A.d.S. 15 foto A.d.S. 28

Pagina 178 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

Particella Forestale N° 6 Località Bosco Comunale - Valle delle Nocelle

superficie totale (ha) 11,0343 superficie produttiva (ha) 11,0343 altitudine minima (m s.l.m.) 515 altitudine massima (m s.l.m.) 564 area basimetrica per ettaro (m2) 11,16 diametro medio (cm) 17 età media (anni) 75 altezza media (m) 9,40 provvigione totale (m3) 980,83 provvigione per ettaro (m3 ha-1) 88,89 ripresa totale (m3) 0,00 ripresa per ettaro (m3 ha-1) 0,00

Classe ALBERI numero VOLUME ASSESTAMENTALE m3 diam. Pre Intervento Post Intervento Volume Pre intervento Post Intervento Cm per ha totale per ha totale unitario per ha totale per ha totale 10 278 3064 0 0 0,052 14,46 159,59 0,00 0,00 15 48 534 0 0 0,127 6,16 68,00 0,00 0,00 20 48 534 0 0 0,240 11,60 128,04 0,00 0,00 25 18 197 0 0 0,391 6,97 76,96 0,00 0,00 30 3 28 0 0 0,583 1,48 16,38 0,00 0,00 35 0 0 0 0 0,816 0,00 0,00 0,00 0,00 40 10 112 0 0 1,092 11,12 122,75 0,00 0,00 45 13 141 0 0 1,410 17,97 198,26 0,00 0,00 50 8 84 0 0 1,773 13,55 149,55 0,00 0,00 55 3 28 0 0 2,181 5,56 61,30 0,00 0,00 60 0 0 0 0 2,633 0,00 0,00 0,00 0,00 499 4723 0 0 TOTALE 88,89 980,83 0,00 0,00

Pagina 179 Piano di Assestamento Forestale del Comune di Baragiano 2012 - 2021

PARTICELLA FORESTALE N° 16 Località Barronna - Serra Candela

Localizzazione su I.G.M. 1:2.000 Localizzazione su ortofotocarta 1:2.000

Descrizione fisionomica Fustaia irregolare composta da popolamenti di cerro (Quercus cerris L.) prevalenti ma radi dell’età di circa 60 anni nelle esposizioni ovest. Presenza di perastro (Pyrus amygdaliformis Vill.) e sorbo domestico (Sorbus domestica L.). Ottimo ceduo di carpinella (Carpinus orientalis Mill.) nello strato dominato ad elevata densità con un numero medio di polloni pari a 6 per ceppaia e un diametro medio per pollone di 7 cm; alle esposizioni sud, invece, sono presenti in prevalenza soggetti di roverella (Quercus pubescens, Willd., 1805) in una forma piuttosto transitoria mentre nel piano dominato presenza di carpinella (Carpinus orientalis Mill.) ed orniello (Carpinus orientalis Mill.) in forma agamica ed a densità rada. Nello strato arbustivo sono diffusi la rosa canina (Rosa canina L.), l’asparago (Asparagus officinalis L.) ed il pungitopo (Ruscus aculeatus L.). Strato erbaceo caratterizzato da graminacee e vegetazione ripariale. Vicinanza ad un impluvio che costituisce anche il confine fisiocratico con il Comune di Picerno. I parametri dendrometrici salienti sono: altezza dominate pari a m. 14 e diametro medio pari a cm 22 ad 1,30 cm da terra.

Descrizione sintetica degli interventi previsti Sono previsti possibili interventi di miglioramento forestale nei soli confronti del piano dominato, dunque interventi finalizzati alla selvicoltura preventiva al rischio incendio. Questi potranno essere eseguiti anche in economia diretta o mediante l'impiego di risorse attestate presso gli Enti delegati alla Forestazione.

Foto di riferimento foto foto

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