Quinto rapporto sulla sicurezza nel 2003

PROVINCIA AUTONOMA DI PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO TRANSCRIME - UNIVERSITÀ DI TRENTO E UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino 2003

GIUNTA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO © Giunta della Provincia autonoma di Trento - Anno 2003

Testi a cura di: TRANSCRIME Università degli Studi di Trento - Università Cattolica del Sacro Cuore

Grafici: elaborazioni TRANSCRIME Università degli Studi di Trento - Università Cattolica del Sacro Cuore

Progetto grafico: Alfredo Gonella

Impaginazione e stampa: Lineagrafica Bertelli snc

Fotocomposizione grafica in copertina: Federico Malapelle

RAPPORTO sulla sicurezza nel Trentino. – 1 (1998)- . – Trento : Provincia au- tonoma di Trento. Giunta, 1999- . – v. : graf., tab. ; 30 cm Annuale In testa al front.: Provincia autonoma di Trento; Transcrime-Uni- versità degli Studi di Trento. – Tit. proprio preceduto dall’indicazione del numerale ordinale 1. Delinquenza - Trentino – Periodici 2. Incidenti stradali – Tren- tino – Periodici 3. Giustizia penale - Trentino – Periodici I. Trento (Provin- cia) II. Università degli Studi, Trento. Transcrime 364.945 385 05 PRESENTAZIONE È una domanda pacata, civile e legittima quella che i cittadini del nostro Trentino rivolgono ai loro amministratori. Una domanda di sicurezza A CURA DEL che ha sempre rifiutato, finora e per fortuna, facili scorciatoie. È una do- manda che da anni indica più nella prevenzione che nella repressione la PRESIDENTE strada maestra da seguire. A questa indicazione, a queste richieste la DELLA GIUNTA Provincia autonoma di Trento guarda con attenzione, da anni. È un im- pegno infatti ormai consolidato quello messo in campo attorno a un te- PROVINCIALE ma così delicato. Un impegno testimoniato anche da questo “Rapporto sulla sicurezza nel Trentino” che, al suo quinto appuntamento, confer- LORENZO DELLAI ma la bontà dell’alleanza stretta con Transcrime, struttura di eccellenza riconosciuta a livello internazionale.

Nel salutare questa ricerca, necessario punto di riferimento per quanti lavorano ogni giorno attorno a questo tema, occorre rammentare come il Piano per lo sviluppo di un Sistema integrato di sicurezza della pro- vincia di Trento rappresenti una proposta per un progetto di legislatura che la Provincia autonoma di Trento intende attivare proprio per rispon- dere alla domanda di sicurezza dei propri cittadini.

Si tratta di una proposta che intende camminare nel solco di quel per- corso intrapreso lo scorso anno con l’istituzione del Sistema integrato di sicurezza della provincia di Trento.

L’obiettivo è chiaro: vogliamo creare uno spazio per tutti gli operatori pubblici e privati della sicurezza. Vogliamo farlo per sviluppa- re in maniera integrata ed organica, nei cinque anni di legislatura che ci stanno davanti, tutti quegli interventi che, nell’ambito della competenza della Giunta provinciale, potranno essere attivati. Con un doppio obiet- tivo: da una parte accrescere i livelli di sicurezza della popolazione trentina, dall’altra ridurre il rischio devianza/criminalità.

Del resto è dal 1999 che sul tema della sicurezza la Provincia autonoma di Trento persegue un percorso di conoscenza e approfondimento pro- prio legato alla nostra realtà. Lo fa con la pubblicazione di rapporti an- nuali sulla sicurezza nel Trentino, realizzati in collaborazione con Trans- crime. È con il progetto “Osservatorio per la sicurezza nel Trentino” che abbiamo creato un laboratorio per la ricerca sui problemi della sicurez- za che riguardano la realtà trentina e sulle ipotesi di intervento per la loro soluzione.

Oggi, questo processo di ricerca e sviluppo è in continua evoluzione. Al necessario piano della riflessione intendiamo affiancare quello operati- vo dell’azione e dei progetti.

Va in questa direzione quanto fatto dal Servizio autonomie locali della Provincia autonoma di Trento che ha istituito, in collaborazione con il Centro Transcrime, il Sistema integrato di sicurezza nella primavera 2003 e ha già attivato due progetti strategici (“Alcol, giovani e incidenti stradali” e “Tecnologie per la sicurezza”). Occorre qui ricordare come il Sistema integrato di sicurezza (Sis) sia una iniziativa che fa riferimento ai contenuti del Documento di indirizzo sulla sicurezza urbana approva- to nel giugno 2002 dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome e dal Consiglio Nazionale ANCI. Un documento che segue le indicazioni in materia di sicurezza che si sono andate svilup- pando nell’ambito dell’Unione Europea.

Come intende muoversi la Provincia autonoma di Trento per assicurare una risposta coerente e convincente alla domanda di sicurezza che vie-

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 3 ne dai cittadini? Noi vogliamo individuare nel Sis un sistema di gover- nance della sicurezza a livello provinciale. Lo vogliamo fare con un’ar- chitettura di sistema che sia in grado di indicare tre obiettivi: in primo luogo supportare una pianificazione coerente degli interventi su scala quinquennale sull’intero territorio provinciale; in secondo luogo garanti- re la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti gli attori della sicurez- za attivi sul territorio provinciale (pubblico, privato, terzo settore); in terzo luogo infine incentivare l’azione di tutti gli attori della sicurezza attivi in Trentino.

Vediamo nel dettaglio questi obiettivi. Farlo qui ci sembra adeguato, nello spazio e nel momento della presentazione di un Rapporto che da anni è la necessaria bussola per comprendere (ed anticipare) quello che si muove in fatto di sicurezza.

La pianificazione. Per supportare una pianificazione coerente degli in- terventi in fatto di sicurezza, la Provincia autonoma di Trento si attiverà in due direzioni: • la presentazione di una proposta di Disegno di legge provinciale sulla sicurezza; • la presentazione di una proposta di struttura del Sistema integrato di sicurezza.

Il Disegno di legge, che sarà presentato per la discussione e l’approva- zione da parte del Consiglio provinciale, si ispirerà al già depositato Di- segno di legge 2 novembre 1999, n. 57 “Politiche provinciali per la sicu- rezza” e ne riprenderà gli elementi qualificanti. L’approvazione del Dise- gno di legge servirà per conferire rango istituzionale al Sistema integra- to di sicurezza e ai suoi organi. Fornirà nello stesso tempo un chiaro ri- ferimento normativo a livello provinciale per tutti coloro che operano attorno al tema della sicurezza.

Il Sistema integrato di sicurezza è strutturato per aree tematiche. Cia- scuna di queste aree tematiche può articolarsi in più obiettivi che si rea- lizzano attraverso l’attivazione di progetti. Le aree tematiche restano come struttura generale del sistema integrato mentre la scelta dei sin- goli obiettivi varia a seconda delle priorità annuali decise dalla Provin- cia autonoma di Trento e dagli organi che governano il Sistema integra- to di sicurezza. Le aree tematiche attorno alle quali intendiamo muoverci sono sette. •Riduzione degli eventi dannosi e delle opportunità criminali. Si vuole puntare a ridurre gli eventi dannosi prodotto di una responsabilità colposa degli individui (è il caso degli incidenti stradali) nonché la fre- quenza e la grandezza delle opportunità criminali che più facilmente portano a commettere dei reati. Vi rientrano dunque misure come la modifica della viabilità e dell’arredo urbano, gli impianti di videosor- veglianza, la vigilanza e la predisposizione di tecnologie antiscasso e antirapina. •Prevenzione psico-sociale della devianza minorile ed adulta. Com- prende quelle misure che hanno per obiettivo l’eliminazione, o la si- gnificativa riduzione, dei fattori criminogeni. Si interviene dunque su fattori sociali e individuali e riguarda i tre contesti della socializzazio- ne: quella primaria, della famiglia, quella secondaria, della scuola e quella terziaria, dei mezzi di comunicazione di massa. •Trattamento e rieducazione della criminalità minorile e adulta. Inten- diamo l’insieme dei programmi che tendono a rendere il reo responsa- bile e consapevole del significato del processo penale e della pena. Il trattamento del condannato è visto quale mezzo per il reinserimento

4 - Quinto rapporto sulla sicurezza in Trentino sociale. Si tratta di due percorsi diversi, a seconda che si riferiscano a minori o adulti. •Miglioramento dei livelli di integrazione sociale e culturale degli im- migrati. Intendiamo con questo gli interventi che vogliono favorire le forme di convivenza civile sviluppando la cultura del rispetto, l’assun- zione di valori universalmente condivisi, la reciproca conoscenza e la comunicazione fra le diverse identità religiose ed etniche. •Riduzione dei livelli di vittimizzazione e delle sue conseguenze psico- logiche economiche e sociali. Gli interventi in questo caso mirano a strutturare programmi di aiuto ed assistenza diretti alle vittime di un reato e a soddisfare i loro bisogni, siano essi di tipo psicologico, so- ciale ed economico. •Ottimizzazione del funzionamento della polizia municipale. Vuol dire creare un servizio di tipo “nuovo”, che associa una forma di controllo del territorio, orientato anche alla prevenzione dei reati, alla capacità di ascolto e di relazione con i cittadini. Si tratta di arrivare a una riorga- nizzazione del servizio attraverso il “Progetto sicurezza del territorio”, per garantire la completa copertura territoriale della funzione di polizia locale oltre e un maggior grado di specializzazione ed efficienza. • Formazione dei quadri per la progettazione ed amministrazione delle politiche della sicurezza per tutte quelle attività non previste nei pun- ti precedenti. Gli interventi mirano alla preparazione di specifici corsi di alta formazione e aggiornamento rivolti a tutte quelle figure pro- fessionali che promuovono e attuano politiche di sicurezza urbana.

La partecipazione. Il Sistema integrato mira a promuovere l’efficacia e l’efficienza della politiche di prevenzione, intese come tutte quelle azio- ni capaci di ridurre la criminalità e le sue conseguenze in un dato conte- sto di spazio e di tempo a costi minori, nel pieno rispetto dei diritti fon- damentali dei cittadini e delle competenze della Provincia autonoma di Trento. Per realizzare questo obiettivo, intendiamo avvalerci del contri- buto di tutti coloro che in Trentino si occupano dei problemi della de- vianza e della criminalità, a partire dalle amministrazioni locali.

Per garantire la partecipazione e il coinvolgimento di tutti gli attori che operano nel settore, il Sistema integrato di sicurezza prevede l’attiva- zione di organi istituzionali (organi formali) e di gruppi di lavoro infor- mali (organi informali).

Gli organi istituzionali che dovranno sovrintendere al funzionamento del sistema integrato di sicurezza sono la Conferenza provinciale per l’attuazione di politiche integrate sulla sicurezza e la Cabina provinciale di regia della sicurezza locale.

La prima avrà il compito di individuare i problemi e di collaborare alla loro soluzione istituzionale. Tali problemi verranno esaminati dalla Ca- bina provinciale di regia che, in collaborazione con Transcrime, propor- rà alla Provincia autonoma di Trento la pianificazione e la realizzazione degli interventi. La CabSic è dunque lo strumento operativo della Con- ferenza provinciale per l’attuazione di politiche integrate per la sicurez- za, che si aggiunge e collabora con le attuali competenze pubbliche nel settore.

Verrà inoltre istituito un Gruppo di lavoro, che avrà il compito di favori- re la comunicazione e il coordinamento degli interventi tra i Diparti- menti e i Servizi della Provincia autonoma di Trento, consentendo di mantenere un costante livello di comunicazione tra le strutture provin- ciali.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 5 Per ciascun progetto attivato sarà anche costituito un gruppo di lavoro informale, che avrà il compito di monitorare e relazionare sull’andamen- to del progetto finanziato.

Incentivare l’azione. La Provincia autonoma di Trento, per incentivare l’azione di tutti gli attori della sicurezza operanti sul territorio provin- ciale, si doterà di differenti modalità progettuali: progetti singoli, pro- getti strategici e progetti sperimentali. I progetti singoli saranno finanziati dal Sistema integrato di sicurezza su proposta di Comuni o Consorzio dei Comuni, categorie economiche, Terzo Settore o di altri soggetti ammessi. I progetti strategici saranno realizzati dalla PAT in base a obiettivi che, per il contenuto e per l’area dove vengono realizzati, hanno molte probabilità di ottenere risultati replicabili in altre aree del Trentino. Infine i progetti sperimentali che, per il loro contenuto innovativo, dovranno essere testati negli effetti prodotti.

Quanto fin qui elencato è ancora argomento di discussione, ma la pub- blica amministrazione sta lavorando e progettando in questa direzione. L’obiettivo è far sì che nessuno, tra le mura di casa o per le strade, per- cepisca la vita quotidiana come un rischio o un pericolo.

Ci stiamo impegnando fortemente per raggiungere questo traguardo, ma per raggiungerlo ci sarà bisogno dell’impegno, convinto, di molti.

Lorenzo Dellai Presidente della Provincia autonoma di Trento

6 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino HANNO COLLABORATO Questo rapporto è stato realizzato dall’Osservatorio sulla sicurezza in Trentino di TRANSCRIME, diretto da Ernesto U. Savona e composto da (in ordine alfabetico) Sabrina Adamoli, Cinzia Birolini, Stefano Caneppele, Andrea Di Nicola, Elisa Martini (da settembre 2003), Marco Serafini (da settembre 2003), Daniele Spizzichino (fino a luglio 2003), Alessandro Valluzzi (fino a luglio 2003), con la collaborazione amministrativa di Gianluca Belloni, Lorena Galante (fino a giugno 2003) e Miodrag Petrovic. Pur con molte revisioni, che hanno sfumato le diverse paternità e maternità, si possono fare le seguenti attribuzioni:

• l’introduzione è a cura di Ernesto U. Savona;

• la parte 1 è a cura di Cinzia Birolini (capitolo 1), Stefano Caneppele (capitolo 2 e 3) e Cleto Corposanto (supervisore);

• la parte 2 è a cura di Roberta Maggio (capitolo 4), Francesco Carrer (capitolo 5) e Lucia Savadori (capitolo 6);

• la parte 3 è a cura di Bruno Bertelli (capitolo 7).

Tutte le parti sono state discusse, riviste ed integrate da Ernesto U. Savona ed Andrea Di Nicola che hanno diretto il lavoro, dalla progettazione iniziale alla sua conclusione.

Molte altre persone hanno collaborato alla realizzazione di questo rapporto. Tra queste: Maria Chiara Weiss e, per l’elaborazione dati del capitolo 1, Elisa Martini e Marco Serafini e Sabrina Zanoni per l’elaborazione dati del capitolo 7.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 7

INDICE Presentazione a cura del Presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai ...... pag. 3

Hanno collaborato ...... pag. 7 Ringraziamenti ...... pag. 11 Introduzione...... pag. 13 Principali abbreviazioni ...... pag. 17

Parte Prima: La criminalità in Trentino e nei suoi comuni ...... pag. 19

1. La criminalità nei comuni del Trentino nel 2002...... pag. 21 2. Gli omicidi in Trentino tra statistica e cronaca...... pag. 61 3. Le vittime dei reati in Trentino ...... pag. 95

Parte Seconda: Il dibattito sulla polizia locale...... pag. 113

4. La prospettiva sovranazionale ...... pag. 115 5. La polizia locale nel panorama internazionale...... pag. 119 6. Le percezioni dei responsabili delle polizie municipali in Trentino ...... pag. 129

Parte Terza: Dieci anni di giustizia in Trentino ...... pag. 139

7. L’organizzazione e la produttività degli uffici giudiziari...... pag. 141 Bibliografia...... pag. 163

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 9

RINGRAZIAMENTI Questo rapporto è il risultato di un lavoro di ricerca che ha visto insieme accademici ed operatori. In questa sede vogliamo ringraziare tutti coloro che dall’esterno ne hanno reso possibile la sua realizzazione. Innanzitutto ringraziamo la Provincia autonoma di Trento, con il suo Presidente Lorenzo Dellai e il Segretario Generale della Giunta provinciale Paolo Duiella, che attraverso la convenzione stipulata con Transcrime ha affidato a questo Centro la realizzazione di questo Rapporto. Ringraziamo l’Assessore alle opere pubbliche, protezione civile e autonomie locali Silvano Grisenti, il Dirigente del Dipartimento Affari Istituzionali Gianfranco Postal, la responsabile del Servizio Autonomie locali Livia Ferrario e i funzionari di questo Servizio Tiziana Berlanda e Paola Trenti. Per il Servizio Statistica ringraziamo il responsabile Lorenzo Ziglio ed il funzionario responsabile per la diffusione dei dati Vincenzo Bertozzi. Tutte queste persone hanno contribuito, in diverse fasi, alla realizzazione di questo rapporto. Un sentito ringraziamento va anche all’Università di Trento con il suo Rettore Massimo Egidi e il Direttore Generale Marco Tomasi che hanno sostenuto questa iniziativa, dotando il Centro Transcrime dei mezzi necessari per svilupparla. La sicurezza dei cittadini è un’area nella quale le istituzioni centrali interagiscono con quelle locali. Ad ambedue ci siamo rivolti e da ambedue abbiamo ricevuto informazioni e supporto. A livello centrale siamo grati per il sostegno al Capo della Polizia Prefetto Gianni De Gennaro, al Vice Capo della Polizia con funzioni vicarie Prefetto Antonio Manganelli, al Vice Capo della Polizia e Direttore Centrale della Polizia Criminale Prefetto Giuseppe Fera, al Direttore di Seconda divisione del Servizio analisi Criminale Enzo Calabria. Ringraziamo inoltre per i dati forniti il Capo della Segreteria del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno Prefetto Giuseppe Pecoraro, il Direttore della Seconda Divisione, CED, Servizio III, Sistema informativo Interforze, Ufficio Coordinamento e Pianificazione Forze di Polizia Colonnello Alfio Rametta, Maurizio Cataldo e Renata Sciortino presso il CED. Un grazie va all’Istat ed in particolare al Servizio Giustizia nelle persone di Mario Greco, Responsabile, di Armando Caputo e Claudio Caterino che ci hanno aiutato ad aggiornare e a completare la banca dati dell’Osservatorio fornendoci altresì i dati per le analisi contenute in questo rapporto. Per la collaborazione a livello locale siamo grati al Commissario di Governo Prefetto Alberto De Muro. Per la Polizia di Stato, i nostri ringraziamenti vanno al Questore Antonio De Luca che, durante la sua permanenza a Trento, ha collaborato a questa iniziativa e al suo successore con il quale speriamo di continuare il nostro lavoro. Per il Comando dei Carabinieri, un ringraziamento va al Comandante Regionale Trentino Alto-Adige Generale Gianfranco Scanu, al Comandante Provinciale Tenente Colonnello Angelo Labianco e al Comandante del Reparto Operativo Comando Provinciale Maggiore Carmine Furioso. Per la Guardia di Finanza, siamo grati al Comandante Regionale Trentino Alto-Adige Generale Giulio Abbati, al Comandante del Nucleo Regionale Polizia Tributaria Trentino Alto-Adige Colonnello Attilio Iodice e al Comandante Provinciale per il Trentino Colonnello Murari Stefano. Vogliamo inoltre ringraziare, per la disponibilità e la collaborazione, il Procuratore Generale Stefano Diez, il Presidente del Tribunale Civile e Penale Battista Palestra, il Presidente della Corte d’Appello Marco Pradi, il Presidente del Tribunale per i Minorenni Carlo Alberto Agnoli, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza Mario Resta, il Procuratore

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 11 presso il Tribunale Stefano Dragone e il Procuratore presso il Tribunale per i Minorenni Giancristoforo Turri. Per il contributo dato alla parte riguardante il ruolo della polizia municipale e la partecipazione al focus group siamo grati ai Comandanti di Polizia Municipale Sergio Cappello, Stefania Corti, Lino Giacomoni, Francesco Giolo Cattaneo, Raffaello Gonzo Savio, Manfredo Stella, Franco Travaglia e Attilio Varesco. Un ringraziamento a Danilo Curti Responsabile commerciale de “L’Adige”, Giuliano Speri dell’Ufficio diffusione de “L’Adige”, Sergio Barberio Responsabile commerciale del “Trentino” e Franco Franzan dell’Ufficio diffusione del “Trentino” per i dati sulle vendite dei quotidiani locali analizzati nel capitolo riguardante gli omicidi. Ai molti che non abbiamo direttamente indicato va un sentito ringraziamento da parte di tutti i membri dell’Osservatorio sulla sicurezza per averci aiutato a svolgere questo lavoro.

12 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino INTRODUZIONE Questo Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino esce rinnovato nei contenuti e nella veste grafica, segnali dei cambiamenti che hanno ca- ratterizzato la collaborazione nel settore della sicurezza tra la Provincia autonoma di Trento e Transcrime. Le promesse annunciate nello scorso rapporto si sono realizzate: il sistema integrato di sicurezza nel Trenti- no è partito, sia nei contenuti sia nei suoi organi principali. Sono stati attivati due progetti strategici riguardanti rispettivamente gli incidenti stradali alcol correlati e le tecnologie per la sicurezza. È cambiato an- che Transcrime: dal 1 gennaio 2004 è diventato un Centro interuniver- sitario dell’Università di Trento e dell’Università Cattolica del S. Cuore di Milano. Unica filosofia di ricerca, unica direzione, sviluppo omogeneo in due Università italiane di prestigio. Un allargamento necessario per questo Centro che, con il suo direttore, è coordinatore di due progetti nel sesto Programma quadro della ricerca europea nel settore della pre- venzione della criminalità. Transcrime costituisce oggi una consolidata struttura di eccellenza nel mercato della ricerca internazionale. Le di- mensioni locali nelle quali alcune esperienze vengono condotte - il Trentino ne costituisce un esempio - sono il terreno privilegiato per l’applicazione di quanto sta maturando, per metodo e contenuti, nel settore della sicurezza a livello internazionale.

Si avverte una crescente necessità di disporre di dati disaggregati a li- vello locale. L’apporto innovativo di questo rapporto è la presentazione di un’analisi della distribuzione della criminalità in tutti i comuni del Trentino. Una radiografia che fornisce alle istituzioni provinciali e locali della politica e della sicurezza un quadro sia di dettaglio che d’insieme.

Questo Quinto rapporto sulla sicurezza, nei suoi contenuti e nella sua struttura, ha avviato un ragionamento altrettanto innovativo nella defi- nizione dei problemi della sicurezza e nella discussione delle politiche più adatte a farvi fronte. I prossimi rapporti annuali lo seguiranno. A questo ragionamento si ispira anche il Sistema integrato di sicurezza che la PAT sta realizzando insieme a Transcrime.

I fondamentali della sicurezza sono tre: l’andamento della criminalità, la percezione dell’insicurezza e l’efficacia dei rimedi per ridurre la cri- minalità. Il primo sembra avere un andamento abbastanza stabile in Trentino, in Italia, in Europa. La seconda, invece, aumenta leggermente. La percezione dell’insicurezza, infatti, è una variabile composita condi- zionata non solo dall’andamento della criminalità ma anche dalla scarsa fiducia negli strumenti del controllo sociale tradizionali (polizia e giu- stizia). Circa i rimedi per ridurre la criminalità, è aumentata la consape- volezza che gli spazi della sanzione penale sono sempre più limitati e quindi meno efficaci.

In che modo gli effetti combinati di cambiamenti nelle principali varia- bili demografiche, economiche e politiche potrebbero far crescere la criminalità di domani? E poi, le preoccupazioni per la sicurezza cresce- ranno in una società globalizzata, dove l’insicurezza in una zona del mondo si riversa sulle altre? Infine, i rimedi attuali sono adeguati a una criminalità che cambia, anche grazie all’uso delle tecnologie? Negli Stati Uniti si discute se l’aumento della disoccupazione giovanile, lo sposta- mento dell’attenzione sul terrorismo da parte delle agenzie di polizia, il ritorno della violenza nei mercati della droga, la diffusione delle armi da fuoco tra i giovani, la riduzione di entrate dei governi locali e quindi la riduzione degli attuali livelli di spesa sociale, il declino della percen- tuale di incarcerazione e una popolazione giovane conseguenza di alti tassi di natalità possano contribuire ad un aumento della criminalità.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 13 In Europa, la riduzione della criminalità dovuta alla crescita “zero” della natalità viene compensata dalla maggiore criminalità dell’immigrazione illegale: l’Italia segue l’Europa e la questione criminale dei prossimi anni sarà tutta giocata sulla capacità di risolvere la questione migratoria - ci si preoccupa della riduzione della spesa di welfare, della disoccupazio- ne crescente e delle possibili ripercussioni sulla sicurezza del processo dell’allargamento dell’Unione europea a 27 paesi - regolando gli accessi e investendo di più nell’integrazione sociale degli immigrati. Questo nella speranza che questione migratoria e questione “terrorismo” resti- no separate, evitando di fornire la prima alibi alla soluzione della se- conda.

Questo significa ragionare su un’efficiente politica di welfare in tempi di risorse scarse, monitorare i fenomeni criminali e la percezione di in- sicurezza della popolazione, guardare all’efficacia dei rimedi ragionan- do di controllo sociale formale ma anche informale. Questo ragiona- mento produce conseguenze sia per la ricerca e sia per le politiche di prevenzione. Le prime trovano nei Rapporti sulla sicurezza nel Trentino il contenitore annuale, le seconde vengono sviluppata dalla Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con Transcrime, nell’ambito del sistema integrato di sicurezza nel Trentino. Vediamo i punti principali di una possibile agenda di ricerca e di policy.

Questo Rapporto, dedicato al controllo formale, costituisce nella prima parte una fotografia della criminalità attuale nei comuni del Trentino. Continua il monitoraggio della situazione degli anni precedenti con un dettaglio importante: la disaggregazione dei dati a livello comunale ri- cavati dalle denunce dei reati per cui è iniziata l’azione penale. Si ag- giunge poi una prima riflessione sui dati della recente indagine Istat sulla vittimizzazione, dalla quale emergono alcune comparazioni con le altre realtà italiane. La seconda e la terza parte riguardano infine le isti- tuzioni del controllo sociale formale, attraverso una riflessione su due realtà in mutamento, come la polizia municipale e la giustizia. La poli- zia municipale in particolare costituisce un’area sulla quale occorre fare chiarezza in termini di legislazione nazionale, per poter ragionare in termini di competenze e funzioni.

Analizzando le prime mappe sulla distribuzione della criminalità nei co- muni del Trentino - riferite ai dati del 2002 e quindi sulle quali nessun ragionamento di tendenza poteva essere condotto - abbiamo provato ad incrociare variabili socio-demografiche, flussi turistici, la presenza di immigrati e molti altri fattori, ma nessuno di questi si è rilevato in gra- do di spiegare, in modo soddisfacente, la distribuzione della criminali- tà. Da queste analisi è emerso che la criminalità in Trentino nel 2002 non presenta segni particolari ma i dati della criminalità denunciata per cui è iniziata l’azione penale, disaggregati per comune e quelli della vit- timizzazione, aggregati per provincia, stanno in superficie e non colgo- no le dinamiche complesse dei malesseri dei giovani e le difficoltà degli immigrati, e neanche le paure e la loro localizzazione. Inoltre, non rile- vano adeguatamente il disordine fisico e sociale che caratterizza alcune zone del territorio trentino. Perché occuparsene allora, e come occupar- sene in riferimento alla sicurezza?

Perché i fenomeni di disordine urbano, sia fisico che sociale - come vandalismo, sporcizia, ubriachezza, prostituzione e spaccio di droghe, ecc. - possono costituire, come ci dicono le ricerche criminologiche, sia la porta d’ingresso sia il binario parallelo sul quale corrono i fenomeni

14 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino criminali. Questi processi possono essere combattuti alzando il livello del controllo sociale informale, inteso come la capacità di autoregola- zione di un determinato contesto sociale. Ma il grado di controllo socia- le informale varia da una comunità all’altra, da un contesto all’altro. Laddove le regole di comportamento non sono chiare ed è basso il li- vello dei rapporti di fiducia, gli abitanti non sono propensi ad agire contro criminalità e disordine. Al contrario, dove maggiore è la coesio- ne sociale e la reciproca comprensione tra gli abitanti, maggiori sono le probabilità che essi condividano la volontà di agire per il bene comune. Il collegamento tra coesione sociale e fiducia da una parte, e condivi- sione delle aspettative per intervenire a supporto del controllo sociale del vicinato/comunità dall’altra, viene definito come il processo di col- lective efficacy, cioè un processo che tende a costruire l’efficacia collet- tiva. Quando questa cresce, diminuiscono il disordine e la criminalità.

Il prossimo Rapporto si occuperà della relazione tra disordine urbano e controllo sociale informale, analizzando sia i fenomeni di disordine nel Trentino sia i fenomeni di efficacia collettiva. Sarà necessario individua- re indicatori e sistemi di rilevazione adeguati e procedere poi a una lo- ro mappatura sul territorio.

Come risponderà la politica? Le istituzioni politiche potranno fare molto nel favorire la costruzione di reti locali del controllo sociale, tenendo conto anche della presenza delle diverse etnie tra i residenti trentini. Sarà questo un contributo a sviluppare quell’efficacia collettiva che co- stituisce la più efficiente ed efficace protezione dal disordine e dalla cri- minalità. La polizia municipale, proprio per la sua articolazione e per le sue competenze, potrà essere un raccordo importante tra controllo for- male e controllo informale.

La scelta del tema, che caratterizza la giornata di presentazione di que- sto rapporto “Costruire sicurezza nei comuni del Trentino attraverso lo sviluppo delle reti di controllo sociale”, anticipa il lavoro del prossimo anno. È su questo tema che vogliamo ragionare di sicurezza con i sin- daci dei vari comuni del Trentino. Vogliamo parlare del controllo forma- le e della polizia municipale, ma anche di disordine urbano e delle ri- sposte che possono venire dal controllo sociale informale.

La ricerca può contribuire da un lato ad arricchire la visione politica del- la sicurezza e il quadro d’insieme e dall’altro a definire le priorità degli interventi di prevenzione della criminalità. Abbandonata la speranza che la sanzione penale eserciti una funzione deterrente, a meno di non scambiare più sicurezza per meno diritti, vale la pena ragionare su quei settori nei quali la prevenzione può produrre risultati efficaci a costi in- feriori: la prevenzione psico-sociale e quella situazionale. Il ragiona- mento è semplice. Considerato che i comportamenti criminali sono il ri- sultato di predisposizione e opportunità, vale la pena intervenire sulla predisposizione fin quando è possibile e concentrarsi in seguito sulle opportunità: il primo aspetto attiene all’ambito psico-sociale mentre il secondo all’ambito situazionale.

Per quanto riguarda la prevenzione psico-sociale, studi longitudinali sull’aggressione fisica ci dicono che questa appare già nei primi anni di età e che è proprio in questi anni che si manifesta con maggiore fre- quenza e non, come si crede comunemente, nell’adolescenza. Si po- trebbero ottenere ottimi risultati in termini di prevenzione accrescendo gli investimenti nella tutela del bambino nel suo contesto familiare, scolastico e sociale: seguendolo nel periodo che precede l’adolescenza

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 15 saremmo ancora in tempo per trasformare il disagio e la devianza in adattamento e legalità. Invece, quando le conseguenze del disadattamento si sono già tradotte in comportamenti criminali, l’unica risorsa possibile per la riduzione della criminalità è rappresentata dalla riduzione delle opportunità cri- minali (prevenzione situazionale). In altre parole, se dovessimo sceglie- re gli investimenti ottimali nella prevenzione in relazione alla loro effi- cacia in termini di riduzione della criminalità, la prevenzione psico-so- ciale e quella situazionale sono i due settori dove maggiori dovrebbero essere gli investimenti, perché maggiori sono i ritorni. Questo non esclude interventi diretti al trattamento e al recupero, ma dobbiamo es- sere consapevoli che la loro produttività in termini di riduzione della criminalità è molto bassa. Valgono di per sé, come investimenti per una maggiore dignità umana.

La prevenzione situazionale è ampiamente sperimentata nel settore della criminalità comune dove la modifica dell’arredo urbano e l’adozio- ne di interventi di controllo fisico, come le telecamere a circuito chiuso, possono, a certe condizioni e con certi limiti, contribuire alla riduzione di alcuni comportamenti criminali e/o dei loro effetti sulla paura dei cit- tadini. Proprio queste condizioni e questi limiti dovrebbero essere og- getto di ricerca e valutazione. È presente il rischio di un uso massiccio di questi strumenti, spinto sia dalla facilità della soluzione “situaziona- le” sia da esigenze commerciali, indipendentemente da un’accurata va- lutazione dei loro effetti.

Abbiamo parlato di visione della sicurezza, che caratterizza i grandi te- mi dell’agenda di ricerca e politica della sicurezza nel Trentino. Su que- sta base, la stessa ricerca permette oggi di individuare le aree dove più produttive possono essere le politiche di riduzione della criminalità. Questi risultati possono essere tradotti in priorità per lo sviluppo di un piano per la sicurezza nel Trentino che può accompagnare lo sviluppo di questa provincia nei prossimi anni.

Ernesto U. Savona Professore nell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore di TRANSCRIME Università degli Studi di Trento - Università Cattolica del Sacro Cuore

16 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino PRINCIPALI c.p.: Codice penale ABBREVIAZIONI CSSA: Centro di Servizio Sociale per Adulti

D.A.P.: Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

D.L.: Decreto Legge

D.Lgs.: Decreto Legislativo

D.P.R.: Decreto del Presidente della Repubblica

DDA: Direzione distrettuale antimafia

G.I.P.: Giudice per le indagini preliminari

G.U.P.: Giudice per l’udienza preliminare

IDA: Indice di attenzione

Istat: Istituto nazionale di statistica

L.: Legge

L.P.: Legge Provinciale

Re.Ge.: Registro Generale informatizzato penale

SDI: Sistema d’Indagine

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 17

PARTE PRIMA La criminalità in Trentino e nei suoi comuni

INTRODUZIONE le Forze dell’ordine all’Autorità giu- territoriale del reato e sulle carat- diziaria in provincia di Trento nel teristiche degli autori solo per l’an- C’è una novità fondamentale nella 2002. no 2002. È anche possibile che, vi- prima parte di questo rapporto Il primo capitolo di questa prima sti i numeri molto esigui di omicidi rispetto agli anni precedenti. I dati parte si apre con una nota meto- in Trentino, i dati statistici elabora- sulla delittuosità in Trentino nel dologica sulle fonti statistiche uti- ti a livello nazionale non rispecchi- 2002 sono presentati in modo lizzate. no i numeri reali. Abbiamo pertan- disaggregato per comune, e non to preferito condurre uno studio a più solo a livello provinciale. Segue, quindi, una sezione che sé, utilizzando un’ulteriore fonte Fornire un quadro sulla situazione prende in esame il totale dei reati, che, almeno per quanto riguarda criminale del proprio comune a i reati contro la persona ed i reati gli omicidi in una realtà relativa- ciascun sindaco trentino vuole contro il patrimonio in Trentino. mente piccola come quella trenti- essere un primo strumento per Per queste tre categorie viene ana- na, è molto attendibile: i giornali. l’elaborazione di strategie e lizzato prima l’andamento dei reati Il secondo capitolo diviene così politiche di prevenzione della denunciati dalle Forze dell’ordine anche un capitolo sulla rappresen- delinquenza più efficaci, ritagliate all’Autorità giudiziaria in provincia tazione degli omicidi da parte dei sulle varie realtà territoriali1. di Trento dal 1990 al 2002, foca- quotidiani trentini. Il capitolo è or- lizzando l’attenzione sull’ultimo ganizzato in due sezioni: Per raggiungere questo risultato si anno e poi, sempre per il 2002, la • la prima, dopo un confronto tra è faticato molto. Le opzioni erano distribuzione nei comuni trentini Italia e Trentino sull’andamento due: usare i dati del sistema SDI dei reati denunciati per cui è ini- temporale degli omicidi, si sof- del Ministero dell’Interno, relativi ai ziata l’azione penale. Per i reati ferma ad analizzare la situazione fatti di reato nel 20022, o i dati for- contro il patrimonio e per quelli provinciale, confrontando stati- niti dal Re.Ge., riguardanti i reati contro la persona il quadro è più stiche ufficiali e fonti giornalisti- denunciati per cui è iniziata l’azio- approfondito. Si entra infatti più che utilizzate e fornisce la map- ne penale nel 2002. Dopo avere nel dettaglio considerando alcune pa della distribuzione comunale valutato i vantaggi e gli svantaggi fattispecie di reato - lesioni, vio- degli omicidi commessi tra il di ciascun sistema, si è preferito lenza privata, percosse, ingiurie, 1990 e il 2002. Le informazioni servirsi dei dati Re.Ge. Questo per- rapine, furti, truffe, danni - per cui contenute sono il risultato di ché, se entrambi i sistemi presen- è iniziata l’azione penale in Trenti- una ricerca di archivio sulle noti- tano il vantaggio di una disaggre- no nel 2002, concentrandosi sulla zie riportate dalla stampa locale gazione comunale delle informa- loro distribuzione comunale e sul- (Alto Adige-Trentino3, l’Adige) zioni, lo SDI, a differenza del le caratteristiche dei loro autori. nei giorni successivi a quelli in Re.Ge., ha lo svantaggio di sotto- cui il delitto è stato commesso; stimare i reati in quanto la banca La prima parte contiene anche un dati non è ancora a regime. secondo capitolo sugli omicidi. L’o- • la seconda, sposta l’attenzione micidio rientra nei reati contro la sugli omicidi commessi in Trenti- Accanto alla disaggregazione co- persona ma, dato che solo quattro no nel 2002 ragionando sulla munale sono state però presenta- omicidi sono stati commessi in rappresentazione degli omicidi te, come nei precedenti rapporti, provincia di Trento nel 2002, non da parte dei quotidiani locali, in- anche informazioni sulla delittuo- sarebbe stato significativo svolge- dicatore indiretto ma importante sità aggregate a livello provinciale, re un’analisi, come quella condotta dell’interesse dei cittadini trenti- cioè relative ai reati denunciati dal- nel capitolo 1, sulla distribuzione ni alla notizia.

1 L’importanza del ruolo delle Amministrazioni locali nel prevenire la criminalità è sottolineata in Censis, Programma OISIN II, Progetto JU.M.P., Meglio Prima che mai “Amministrazioni locali e prevenzione della criminalità”, Roma, 17 dicembre 2002, reperibile all’indirizzo Internet http://www.censis.it/censis/jump/doc/it/index_4_it.html. 2 SDI è un nuovo modello di raccolta dati del Ministero dell’Interno usato dal 2001 il cui acronimo sta per Sistema d’Indagine. SDI è utilizzato per raccogliere in modo informatizzato i dati riguardanti un evento criminoso, nel momento in cui viene scoperto e si inizia ad indagare su di esso. 3 La testata giornalistica ha cambiato nome nel corso del 2002.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 19 In questa prima parte si è voluto precedente indagine del 1997- • conoscere quali strategie di di- dedicare un capitolo alla recente 1998. fesa e sistemi di protezione del- indagine di vittimizzazione Istat, Tre sono i principali punti di ana- l’abitazione sono più diffusi; condotta in Italia nel 2002 ed i lisi: cui risultati sono stati diffusi nel • conoscere la percezione di sicu- dicembre del 2003. Nel capitolo 3 • comprendere quale sia il livello rezza/insicurezza dei cittadini. ci si sofferma sulle informazioni di vittimizzazione per i reati relative al Trentino, confrontando contro gli individui e per i reati il dato del 2002 con quello della contro la famiglia;

20 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino CAPITOLO 1 La criminalità nei comuni del Trentino nel 2002

LA METODOLOGIA ziano per diversi motivi. in termini di contenuto, come Il modello 165 registra i reati de- abbiamo visto, sia di numerosità. In questo capitolo il lettore trove- nunciati dalla Forze dell’ordine al- Il confronto tra i due set di dati è rà risposta ad alcune domande: l’Autorità giudiziaria, mentre il quindi metodologicamente scor- qual è l’andamento della delittuo- Re.Ge. i reati per cui l’Autorità retto. È per questo motivo che, sità in Trentino dal 1990 al 2002? giudiziaria ha iniziato l’azione pe- in questo rapporto, sono state Qual è la situazione della delit- nale. usate entrambe le fonti, una ac- tuosità in provincia di Trento nel Il modello 165 è cartaceo, invece canto all’altra, a seconda del tipo 2002? Come si distribuiscono i il Re.Ge. raccoglie i dati in modo di informazioni che i ricercatori reati denunciati per comune tren- informatizzato. hanno voluto analizzare e pre- tino nel 2002 e, sempre per lo Il modello 165 presenta il dato sentare. Vediamo ora per quali stesso anno, quali sono le carat- aggregato a livello provinciale, informazioni, nelle diverse parti teristiche degli autori dei reati? mentre il Re.Ge. dà la possibilità di questo primo capitolo, è stato di conoscere il comune in cui è utilizzato il modello 165 e per Nel fornire risposte a questi in- avvenuto il reato per cui è iniziata quali il Re.Ge. terrogativi, questo capitolo pre- l’azione penale. senta, oltre alla statistica della Anche le aggregazioni e le fatti- Il modello 165 è stato utilizzato delittuosità, peraltro già ampia- specie utilizzate per registrare i per tracciare l’andamento del to- mente utilizzata nei precedenti reati da queste due fonti sono di- tale dei reati, dei reati contro il rapporti, informazioni contenute verse e non sovrapponibili. patrimonio e dei reati contro la in una banca dati chiamata Il modello 165 per alcuni reati persona denunciati in Trentino dal Re.Ge. La statistica della delit- presenta una disaggregazione 1990 al 2002, considerando i tas- tuosità indica il numero dei delit- maggiore rispetto al Re.Ge. (ad si ogni 100.000 abitanti. Inoltre, ti e delle persone denunciate dal- esempio, nel modello 165 si han- il modello 165 ha rappresentato le Forze dell’ordine all’Autorità no furti in appartamento, in nego- la fonte per operare il confronto giudiziaria, dati raccolti attraver- zio, ecc., mentre nel Re.Ge. esiste tra la situazione del 2002 e quella so il modello 165 e pubblicati solo la categoria generale furti). del 2001 e, sempre per questo dall’Istat sul proprio annuario di Il Re.Ge. rileva dati su alcune fat- biennio, per osservare le variazio- statistiche giudiziarie. Il Re.Ge., tispecie non presenti nel modello ni relative ad alcuni reati. Per al- Registro Generale informatizzato 165 (ad esempio: i danni, le vio- cune fattispecie di reato, il model- penale, è invece una banca dati lenze private, le percosse presen- lo 165 permette anche di ottene- informatizzata che permette alle ti nel Re.Ge. sono assenti nella re informazioni disaggregate per procure di registrare informazio- statistica della delittuosità in tipologia. È questo il caso del fur- ni riguardanti il procedimento quanto incluse nella categoria al- to e della rapina ed è per questo penale e da cui vengono poi tri delitti). che, nel rapporto, il dettaglio sui estratti, attraverso un apposito Il Re.Ge. registra diverse informa- tipi di furti e di rapine denunciati software elaborato dall’Istat, tut- zioni sugli autori di reato per cui nel 2002 in Trentino si basa sui ti i dati su reati e loro autori per è iniziata l’azione penale, come il dati del modello 165. cui è iniziata l’azione penale al genere, l’età, la nazionalità, men- fine di elaborare la statistica del- tre il modello 165 fornisce solo il Seguendo le categorie di reato la criminalità4. numero di persone denunciate. previste dal modello 165, abbia- mo considerato come reati contro La statistica della delittuosità-mo- Le due banche dati, quindi, of- la persona le seguenti fattispecie: dello 165 ed il Re.Ge. si differen- frono informazioni differenti, sia strage, totale omicidi dolosi con-

4 Le informazioni attualmente estraibili dal sistema informatizzato Re.Ge. riguardano tre aree di interesse: l’area delle statistiche sulla criminalità condotte dall’Istat, riguardanti i fatti costituenti violazioni delle leggi penali e le persone responsabili di tali violazioni, in specifico i delitti per i quali l’autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale; l’area delle statistiche processuali di titolarità del Ministero della Giustizia, riguardanti l’insieme di procedimenti attraverso i quali si svolge l’attività degli organi della giustizia penale, in specifico il movimento dei procedimenti sopravvenuti, esauriti e pendenti presso l’Autorità giudiziaria; l’area delle statistiche elaborate ad uso interno dagli uffici giudiziari, comprese le informazioni relative all’attività svolta dai magistrati.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 21 sumati5, infanticidi, omicidi prete- Come si può notare, le aggrega- minaccia, lesioni personali volon- rintenzionali, tentati omicidi, omi- zioni dei reati contro la persona e tarie, ingiurie e diffamazioni, per- cidi colposi, totale violenze ses- contro il patrimonio fornite dal cosse, rapine, furti, truffe, danni suali6, lesioni dolose7. Nella cate- Re.Ge. e quelle fornite dal model- a cose, animali, terreni. goria dei reati contro il patrimo- lo 165 non coincidono. È per que- nio abbiamo invece incluso le se- sto che, come si è già avuto mo- Per facilitare la lettura di questo guenti fattispecie: totale furti do di rilevare, nella nostra analisi capitolo, di seguito si indicano le semplici e aggravati8, totale rapi- le due banche dati sono state uti- modalità con cui sono stati elabo- ne9, estorsioni, sequestri di per- lizzate separatamente e per forni- rati i dati provenienti dal modello sona a scopo estorsivo, truffe10. re informazioni diverse e non 165 e dal Re.Ge. comparabili: il modello 165 per Si è fatto ricorso al Re.Ge., inve- profilare un’analisi temporale de- Come già precisato, il modello ce, per mappare la criminalità nei gli andamenti dal 1990 al 2002 e 165 ha permesso di calcolare l’an- comuni trentini nel 2002, cioè per degli ultimi due anni, il Re.Ge. per damento dei vari reati dal 1990 al analizzare la distribuzione comu- un’analisi della distribuzione geo- 2002. In particolare, sono stati nale dei reati per cui è iniziata l’a- grafica dei reati nei comuni e del- calcolati tassi ogni 100.000 abi- zione penale nel 2002 e per deli- le caratteristiche dell’autore. tanti in modo tale che, a parità di neare le caratteristiche socio-de- popolazione residente nel corso mografiche degli autori di questi Ci sono stati casi in cui il modello degli anni, si potesse procedere reati. 165 non forniva informazioni su ad un confronto temporale. Il uno specifico reato, non permet- computo dei tassi è stato esegui- Nei reati contro la persona il tendo di includerla nel calcolo to dividendo il numero dei reati Re.Ge. include: strage, omicidio dell’andamento dal 1990 al 2002 denunciati in provincia di Trento volontario consumato, infantici- (è il caso, ad esempio, dei “dan- in un determinato anno per la po- dio, omicidio preterintenzionale, ni”), mentre il Re.Ge. conteneva polazione residente13 in provincia omicidio colposo, omicidi volon- informazioni su quel reato. In nello stesso anno, moltiplicando tario tentato, lesioni personali vo- questo frangente abbiamo prefe- poi per 100.000. lontarie, lesioni personali colpo- rito comunque fornire al lettore i se, percosse, rissa e abbandono dati, di fonte Re.Ge., sulla distri- Il modello 165 è stato utilizzato d’incapace, violenza privata e mi- buzione comunale e sugli autori anche per elaborare le variazioni naccia, violenze sessuali, atti ses- di questo specifico reato. percentuali tra il 2001 e il 2002. suali con minorenne, corruzione Le variazioni sono state calcolate di minorenne, ingiurie e diffama- Con riferimento alla distribuzione facendo la differenza dei valori zioni, pornografia minorile11. nei comuni e alle caratteristiche assoluti dei reati al 2002 con Nei reati contro il patrimonio dell’autore delle fattispecie, inclu- quelli al 2001, dividendo il risulta- Re.Ge. include: furto, rapina, se nelle categorie reati contro la to ottenuto per il valore assoluto estorsione, sequestro di persona persona e reati contro il patrimo- al 2001 ed infine moltiplicando (a scopo di estorsione), danni a nio, è risultato più significativo, tutto per 100. cose, animali, terreni, truffa, ap- in termini di numerosità fornita propriazione indebita, ricettazio- dal Re.Ge., focalizzarsi sui se- L’incidenza percentuale delle di- ne, insolvenza fraudolenta12. guenti reati: violenza privata e verse fattispecie di reato all’inter-

5 Fanno parte del totale degli omicidi dolosi consumati gli omicidi a scopo di furto o rapina, gli omicidi per motivi di mafia, camorra o ’ndrangheta, gli omicidi per motivi di onore o passionali, gli omicidi a scopo terroristico, gli omicidi per altri motivi. 6 Fanno parte del totale delle violenze sessuali le violenze contro minori di 14 anni e le violenze sessuali contro maggiori di 14 anni. 7 Sia nel 2001 che nel 2002 in Trentino non è stata denunciata nessuna strage e nessun infanticidio. 8 Fanno parte del totale furti semplici e aggravati il borseggio, lo scippo, i furti in uffici pubblici, in negozi, in appartamenti, su auto in sosta, in ferrovia, di opere d’arte e materiale archeologico, di merci su autoveicoli pesanti, di autoveicoli e gli altri furti. 9 Fanno parte del totale delle rapine quelle in banche, in uffici postali, in gioiellerie e laboratori di preziosi, a rappresentanti di preziosi, a trasportatori di valori bancari, a trasportatori di valori postali, in danno di coppie o prostitute, di automezzi pesanti trasportanti merci con targa italiana, di automezzi pesanti trasportanti merci con targa straniera, altre rapine (abitazioni, negozi, ecc.). 10 Sia nel 2001 che nel 2002 in Trentino non è stato denunciato nessun sequestro di persona a scopo estorsivo. 11 Nel 2002 in Trentino l’azione penale non è stata iniziata per nessuna strage e infanticidio. 12 Nel 2002 in Trentino l’azione penale non è stata iniziata per nessun sequestro di persona a scopo estorsivo. 13 I dati utilizzati sulla popolazione residente in provincia di Trento dal 1990 al 2001 sono quelli pubblicati in Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento, Annuario Statistico anno 2001, Provincia autonoma di Trento, Trento 2002. Per l’anno 2002 è stato utilizzato il censimento Istat della popolazione italiana al 21 ottobre 2001 reperibile all’indirizzo Internet www.istat.it.

22 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino no di una categoria (ad esempio: • in caso di delitti di autore igno- specie) per calcolare e presentare la percentuale di lesioni dolose al- to quando si dà luogo alla ru- le mappe sulla distribuzione co- l’interno della categoria reati con- bricazione del reato nel “Regi- munale dei reati denunciati per tro la persona) è il risultato del stro ignoti”. cui l’Autorità giudiziaria ha avvia- rapporto tra il valore assoluto di Sono esclusi dal Re.Ge. i dati rela- to l’azione penale. In cinque co- una fattispecie (ad esempio: nu- tivi ad indagati minorenni, per la muni trentini non vi è stato alcun mero di lesioni dolose) ed il valo- particolarità della materia penale reato denunciato per cui è iniziata re assoluto di una categoria (ad minorile. l’azione penale nel 2002: Brione, esempio: numero di reati contro Calliano, Cis, , Livo, Samo- la persona) moltiplicato per 100. Ovviamente, va tenuto conto del ne, Valda. fatto che, in seguito al successivo Al momento dell’estrazione dalla iter giudiziario, può essere accer- Per disegnare le mappe sulla di- banca dati Re.Ge. dei dati riguar- tata la non fondatezza della de- stribuzione comunale dei reati, danti i procedimenti per i delitti nuncia o la non colpevolezza de- innanzitutto, si è proceduto a cal- per cui c’è stato l’avvio dell’azione gli indagati. Sebbene questo sia colare il tasso per comune. Que- penale da parte dell’Autorità giu- un limite la rilevante quantità di sto tasso, per ciascuna fattispecie diziaria in Trentino nel 2002, si è informazioni contenute nel Re.Ge. considerata, è rappresentato dal proceduto alla validazione e alla e la scarsità di fonti alternative, e rapporto tra il numero dei reati correzione delle anomalie e/o de- di eguale precisione, non posso- compiuti nel comune per cui è gli errori di battitura attraverso il no che far protendere verso l’uti- iniziata l’azione penale nel 2002 programma di controllo elaborato lizzo degli stessi, seppur con tut- ed il numero degli abitanti di quel dall’Istat. I dati estratti per l’analisi te le cautele del caso. comune per lo stesso anno, molti- della criminalità in provincia di plicato per 10.00014. Trento si riferiscono ai procedi- Dopo l’estrazione e la validazione Il passo successivo è stato la crea- menti iscritti nell’anno 2002 pres- dei dati, si sono ritrovati per la zione delle cinque classi omoge- so le Procure della Repubblica di provincia di Trento, per il 2002, nee a cui ricondurre i valori del Trento e in seguito a de- 11.061 procedimenti iscritti e, da- tasso da rappresentare nelle map- nuncia delle Forze dell’ordine, di to che ad uno stesso procedimen- pe (alto, medio alto, medio, me- privati o avviati su iniziativa del to possono essere associati più dio basso, basso). A tale fine, è Pubblico Ministero. Sono stati delitti, 13.660 delitti per cui è stata seguita la seguente procedu- esclusi dall’estrazione, in quanto stata avviata l’azione penale. Tali ra per ogni reato: l’unità di analisi era il Trentino, i delitti sono stati ridotti a 13.513, delitti avvenuti in due comuni del- escludendo quelli iscritti in proce- • si sono calcolati i tassi di crimi- la provincia di Brescia che ricado- dimenti relativi a fatti avvenuti nalità ogni 10.000 per tutti i co- no sotto la competenza della Pro- fuori Provincia. Di questi 13.513, muni; cura di Trento. 9.607 sono delitti di autore igno- • sono stati individuati il tasso di to e 3.906 di autore noto. criminalità comunale minimo ed Per le caratteristiche della fonte, il tasso di criminalità comunale riguardante i delitti per cui è ini- LE MAPPE massimo; ziata l’azione penale nel 2002, i •è stato determinato l’intervallo fatti possono essere avvenuti an- Non per tutti i delitti avvenuti in di variazione, dato dalla diffe- che in anni precedenti al 2002. provincia di Trento si è reso dis- renza tra il tasso di criminalità ponibile il dato sul luogo esatto comunale minimo ed il tasso di Dal punto di vista tecnico occorre dove si sono verificati. Quest’in- criminalità comunale massimo. precisare che ai fini statistici l’a- formazione è mancata per 334 Tale intervallo è stato diviso per zione penale si intende avviata: delitti. Pertanto la somma dei de- cinque, in modo da ottenere un litti avvenuti nei singoli comuni è passo di variazione per creare • in caso di delitti di autore noto di 13.179 (13.660 meno i 147 cinque classi omogenee. quando si provvede ad imputa- reati avvenuti fuori Provincia, me- Le cinque classi finali sono state zione formale della persona no i 334 per cui non è stato pos- create, ad esempio, nel seguente sottoposta ad indagini prelimi- sibile individuare il comune). È modo: nari, ai sensi dell’art. 405 stato questo il dato di partenza Tasso di criminalità comunale mi- c.p.p.; (disaggregato per le diverse fatti- nimo = 50

14 Il dato della popolazione utilizzato per calcolare i tassi per l’anno 2002 si riferisce alla popolazione residente, censita dall’ultimo censimento Istat al 21 ottobre 2001.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 23 Tasso di criminalità comunale uno stesso delitto, possono esse- re imputata per più fatti nello massimo = 300 re imputate più persone. Inoltre, stesso procedimento. Intervallo di variazione = 250 una stessa persona può essere Il Re.Ge. permetterebbe, inoltre, Ampiezza di ciascuna classe = imputata più volte, o per delitti di di collegare l’autore al comune 250/5 = 50 diversa qualificazione giuridica dove è stato commesso il reato. Si otterranno quindi le seguenti nello stesso procedimento, o per Vista però la scarsa incidenza di cinque classi: delitti analoghi in procedimenti alcune tipologie di reati e l’eleva- diversi. to numero di reati di autore igno- • prima classe 50 -100 to per diverse fattispecie, si è • seconda classe 100-150 Quando in questo rapporto ci si preferito fornire i dati riguardanti • terza classe 150-200 riferisce agli autori noti, l’unità di l’autore aggregati a livello provin- • quarta classe 200-250 analisi è rappresentata dalle im- ciale. Una disaggregazione sul • quinta classe 250-300 putazioni. Una stessa persona è territorio comunale, infatti, sareb- Si intende che i valori di una quindi conteggiata nella banca be risultata forviante e poco si- classe sono maggiori-uguali dati tante volte quanti sono i reati gnificativa. Le caratteristiche del- dell’estremo inferiore e minori per cui risulta imputata, indipen- l’autore vengono fornite attraver- dell’estremo superiore. dentemente dal procedimento e so percentuali (percentuale dei dal tipo di reato. Questa opzione, delitti di autori noti e ignoti, per- GLI AUTORI nonostante abbia il difetto di far centuale di maschi e femmine sul perdere il riferimento ai singoli totale degli autori noti, ecc.) cal- I 3.906 delitti di autore noto individui, permette però di tenere colate sui rapporti tra i valori as- estratti dal Re.Ge. commessi in conto della reiterazione dello soluti delle variabili. Trentino si riferiscono a 5.277 im- stesso tipo di reato da parte di putazioni. Infatti, all’interno del una stessa persona e del fatto medesimo procedimento e per che una stessa persona può esse-

24 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino I REATI COMMESSI Fig. 1 - Reati denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria in NELLA PROVINCIA Trentino dal 1990 al 2002. Tassi ogni 100.000 abitanti. DI TRENTO 3000

Qual è l’andamento del totale dei 2500 reati denunciati dalle Forze del- l’ordine all’Autorità giudiziaria in 2000 Trentino dal 1990 al 2002? Nel 2002 sono aumentati o diminuiti 1500 rispetto al 2001? Come si distri- asso di reati buisce il totale dei reati per cui è T 1000 iniziata l’azione penale nel 2002 ogni 100.000 abitanti a livello comunale in Trentino? La 500 prima parte di questo capitolo vuole rispondere a queste do- 0 mande generali sulla situazione 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 della delittuosità in Trentino. Anno Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell'Interno

LA SITUAZIONE IN TRENTINO DAL 1990 AL 2002 Tab. 1 - Reati denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria Il totale dei reati denunciati, dopo in Trentino nel 2001 e nel 2002. Valori assoluti, tassi ogni 100.000 abitanti un periodo di stasi tra il 2000 e il e variazione percentuale. 2001, nel 2002 è leggermente au- Anno Variazione % mentato (Fig. 1). Osservando l’an- Reati damento dei tassi dal 1990 al 2001 2002 2001/2002 2002, si nota come il totale dei reati denunciati tenda ad una lie- Totale reati (v.a.) 10812 11470 6,1 ve crescita. Reati ogni 100.000 abitanti 2267 2405 6,1

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell’Interno ANNI 2001-2002: I REATI CRESCONO, ANCHE SE DI POCO debole incremento che va letto Ottenuta una prima indicazione Nel 2001 i reati denunciati dalle considerando l’andamento ciclico del livello di criminalità della pro- Forze dell’ordine all’Autorità giu- della criminalità. Infatti, l’anda- vincia attraverso l’osservazione diziaria sono stati 10.812, mentre mento della numerosità totale dei dell’andamento degli ultimi tredi- nel 2002 sono stati 11.470, con delitti in Trentino negli ultimi die- ci anni del numero dei reati, è im- un aumento del 6,1%. I reati de- ci anni ha visto crescite e succes- portante rispondere ad un’ulterio- nunciati ogni 100.000 abitanti so- sive diminuzioni. I prossimi anni re domanda: quali sono le tipolo- no stati, nel 2001, 2.267 contro i ci diranno se si tratta di un au- gie di reato più denunciate nel 2.405 del 2002, con un aumento mento occasionale oppure di una 2002 in Trentino? del 6,1% (Tab. 1). Si tratta di un tendenza.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 25 Nel 2002 (Fig. 2) i furti15 sono stati il 54,8% della totalità dei rea- Fig. 2 - Reati denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria in Trentino nel 2002. Incidenza percentuale delle diverse fattispecie di reato. ti denunciati. La situazione trenti- Lesioni dolose Violenze sessuali 2% na, per quanto riguarda i furti de- 0,2% Altri delitti nunciati al 2002, non si discosta 37,6% dalla composizione della crimina- lità italiana, nella quale il 58,5% Sfruttamento, dei reati è rappresentato dai fur- favoreggiamento, ecc. della prostituzione 16 ti . 0,1% Furti semplici e aggravati 54,8% I furti sono seguiti dagli altri Produzione, delitti17 (37,6%). Queste due fatti- commercio, ecc. di stupefacenti specie, furti e altri delitti, costitui- 1,6% scono oltre il 90% dei reati denun- ciati. A distanza da questi due rea- Truffe ti, con un’incidenza molto inferio- 2% Incendi dolosi re, si collocano le truffe e le lesioni 0,7% Estorsioni Associazione per 0,1% delinquere Rapine dolose (2%) e, a seguire, i reati 0,2% 0,7% connessi agli stupefacenti (1,6%), Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell'Interno le rapine18 e gli incendi dolosi (0,7%), le violenze sessuali e l’as- sociazione per delinquere (0,2%), i Tab. 2 - Reati denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria in Trentino reati connessi alla prostituzione e nel 2001 e nel 2002. Incidenza delle diverse fattispecie in valore assoluto e le estorsioni (0,1%). variazione percentuale. Reato Anno Variazione % Dal 2001 al 2002, i furti denun- ciati dalle Forze dell’ordine all’Au- 2001 2002 2001/2002 torità giudiziaria sono diminuiti leggermente passando da 6.959 a Lesioni dolose 231 225 -2,6 6.284 (-9,7%), mentre gli altri de- Violenze sessuali 10 21 110 litti sono aumentati passando da 2.990 a 4.309, (+44,1%). Gli altri Furti semplici e aggravati 6959 6284 -9,7 reati, che costituiscono solo il Rapine 75 86 14,7 10% dei reati denunciati, si atte- stano su valori più bassi. In que- Associazione per delinquere 6 19 216,7 sto caso, variazioni minime in va- Estorsioni 13 16 23,1 lore assoluto generano variazioni percentuali anche superiori al Incendi dolosi 43 86 100 50%. Ma questo non deve destare Truffe 229 225 -1,7 allarme proprio in ragione dei bassi numeri assoluti (Tab. 2). Produzione, commercio, ecc. di 239 185 -22,6 stupefacenti

Sfruttamento, favoreggiamento, ecc. 17 14 -17,6 della prostituzione

Altri delitti 2990 4309 44,1

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell’Interno

15 Nei furti semplici e aggravati sono incluse le categorie del modello 165 “abigeato”, “borseggio”, “scippo”, “furti in ufficio”, “furti in negozi”, “furti in appartamenti”, “furti su auto in sosta”, “furti in ferrovia”, “furti di opere d’arte e materiale archeologico”, “furti di merci su automezzi pesanti”, “furti di autoveicoli”, “altri furti”. 16 Ministero dell’Interno, Lo stato della sicurezza in Italia, reperibile all’indirizzo Internet http://www.mininterno.it/news/pages/2003/200308/news_000018667.htm, agosto 2003. 17 Nella categoria “altri delitti” sono incluse le categorie del modello 165 “strage”, totale omicidi dolosi consumati”, “infanticidi”, “omicidi preterintenzionali”, “tentati omicidi”, “omicidi colposi”, “totale sequestri di persona”, “associazione di stampo mafioso”, “attentati dinamitardi”, “contrabbando”, “altri delitti”. 18 Nelle “rapine” sono incluse le categorie del modello 165 “rapine in banche”, “rapine in uffici postali”, “rapine in gioiellerie e laboratori preziosi”, “rapine a rappresentanti di preziosi”, “rapine a trasportatori di valori bancari”, “rapine a trasportatori di valori postali”, “rapine in danno di coppie o prostitute”, “rapine di automezzi pesanti italiani trasportanti merci”, “rapine di automezzi pesanti stranieri trasportanti merci”, “altre rapine”.

26 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino COME SI DISTRIBUISCONO criminali e meno controllo socia- mo dalla figura 3 come i comuni I REATI SUL TERRITORIO le, sia formale (rapporto tra poli- maggiormente colpiti siano Anda- TRENTINO? zia e abitanti) che informale (lega- lo e Mezzana, con un tasso alto, mi sociali più rarefatti). Anche in , , , con un Perché certi reati avvengono in al- Trentino il comune capoluogo, tasso di livello medio alto, Nago- cuni comuni piuttosto che in altri? che ha più abitanti, vede più epi- Torbole, , Trento, Come confermato dalla letteratu- sodi criminosi denunciati20. , e Capitello di ra esistente19, la criminalità si Considerando il tasso totale dei Fassa, con un tasso di livello me- concentra negli aggregati urbani reati per cui è iniziata l’azione pe- dio. perché offrono più opportunità nale in Trentino nel 2002, vedia-

Fig. 3 - Totale dei reati denunciati per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti. CANAZEI CAVALESE MEZZANA TRENTO

SIROR DIMARO

PINZOLO

Totale reati tasso ogni 10.000 abitanti RIVA DEL GARDA alto (2) medio alto (3) medio (6) NAGO-TORBOLE medio basso (44) basso (168)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

19 G. Di Gennaro, F. Ferracuti, “Aree urbane e criminalità” in F. Ferracuti (a cura di), Trattato di criminologia, medicina criminologica e psichiatria forense, vol. 4, Giuffrè, Milano, 1987; M. Barbagli, A. Colombo, E. U. Savona, Sociologia della devianza, Il Mulino, Bologna, 2003, p. 161. 20 Il modello 165 per il 2002 indica che degli 11470 reati denunciati in Trentino, 3935, un terzo, sono avvenuti a Trento.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 27 I REATI CONTRO Fig. 4 - Reati contro la persona denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità LA PERSONA giudiziaria in Trentino dal 1990 al 2002. Tassi ogni 100.000 abitanti.

21 I reati contro la persona sono 100 quei reati che ledono la vita, 90 l’incolumità e la libertà 80 individuale (c.p. titolo XII – Dei 70 delitti contro la persona). 60

50 Di seguito, dopo aver esaminato 40 l’andamento dei reati contro la persona denunciati dalle Forze 30 ogni 100.000 abitanti

asso di reati contro la persona contro asso di reati 20 dell’ordine all’Autorità giudiziaria T dal 1990 al 2002, soffermandoci 10 poi sulla situazione dell’ultimo 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 anno, si forniscono dettagli sulla Anno distribuzione territoriale e sulle caratteristiche degli autori di Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell’Interno alcuni reati contro la persona per cui è iniziata l’azione penale in Trentino nel 2002. Si prendono in Tab. 3 - Reati contro la persona denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità considerazione, in particolare, la giudiziaria in Trentino nel 2001 e nel 2002. Valori assoluti, tassi ogni 100.000 violenza privata e minaccia, le abitanti e variazione percentuale. lesioni personali volontarie, le Reati contro la persona Anno Variazione % ingiurie e diffamazioni e le percosse. Anche l’omicidio rientra 2001 2002 2001/2002 tra i reati contro la persona ma, vista la scarsa frequenza di Totale reati (v.a.) 251 274 9,2 questo delitto sul territorio Reati ogni 100.000 abitanti 53 57 7,5 trentino, si è preferito svolgere un’analisi diversa, presentata nel Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell’Interno capitolo 2, utilizzando le informazioni provenienti dai quotidiani locali. strano una tendenza in aumento ANNI 2001-2002: (Fig. 4). Assumendo l’assenza di UN LEGGERO AUMENTO errori nella rilevazione per il LA SITUAZIONE IN TRENTINO Il numero assoluto dei reati con- DAL 1990 AL 2002 2000/2001, si può affermare che il dato del 2002 conferma questo tro la persona denunciati dalle I reati contro la persona denun- andamento, peraltro in sintonia Forze dell’ordine all’Autorità giu- ciati dalle Forze dell’ordine all’Au- con una tendenza generale all’au- diziaria è stato 251 nel 2001, torità giudiziaria in Trentino, do- mento dei reati di natura violenta mentre nel 2002 è stato 274, con po una fase più o meno stabile registrata in Europa. un aumento del 9,2%. Il tasso dei dal 1990 al 1998, dal 1999 regi- reati denunciati contro la persona ogni 100.000 abitanti è stato, nel 2001, 53, contro il 57 del 2002, con un aumento del 7,5% (Tab. 3).

21 “Costituiscono quell’insieme di comportamenti di natura fisica, sessuale o psicologica atti a provocare ad un’altra persona, ad un gruppo o ad una comunità, una ferita, la morte, un danno psicologico o una privazione”, World Health Organisation, 2002, op. cit. in M. Barbagli, A. Colombo, E. U. Savona, Sociologia della devianza, Il Mulino, Bologna, 2003, p. 173 e ss.

28 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino Nel 2002 (Fig. 5) le lesioni dolose hanno costituito l’82,1% dei reati Fig. 5 - Reati contro la persona denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria in Trentino nel 2002. Valori percentuali. contro la persona denunciati dalle Tentati omicidi Omicidi dolosi Forze dell’ordine all’Autorità giu- 3,6% consumati Omicidi colposi diziaria, seguite, con ampio stac- 1,5% 5,1% co, dalle violenze sessuali (7,7%), dagli omicidi colposi (5,1%), dai Violenze sessuali tentati omicidi (3,6%) e dagli omi- 7,7% cidi dolosi consumati (1,5%).

Dal 2001 al 2002 per tutti i reati appartenenti alla categoria reati Lesioni dolose contro la persona sono aumenta- 82,1% te le denunce, eccezion fatta per le lesioni dolose, le cui denunce sono diminuite del 2,6%. Ragio- nando sui numeri esigui del Tren- tino, le variazioni percentuali ri- Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell'Interno portate in tabella 4 non devono comunque destare allarme. Una minima variazione in valori asso- Tab. 4 - Reati contro la persona denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità luti, infatti, genera variazioni per- giudiziaria in Trentino nel 2001 e nel 2002. Incidenza delle diverse fattispecie in centuali superiori al 100%. valore assoluto e variazione percentuale. Reati Anno Variazione %

2001 2002 2001/2002

Omicidi dolosi consumati 1 4 300,0

Tentati omicidi 4 10 150,0

Omicidi colposi 5 14 180,0

Lesioni dolose 231 225 -2,6

Violenze sessuali 10 21 110

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell’Interno

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 29 COME SI DISTRIBUISCONO I ta l’azione penale in Trentino nel Mezzana, Terres, , Ca- REATI CONTRO LA PERSONA 2002. Lardaro, Pinzolo, Andalo, rano, Vigo di Fassa, Canazei, Tel- SUL TERRITORIO TRENTINO? Siror e hanno un tasso ve di Sopra e . Gli altri alto e medio alto di reati contro la comuni trentini si attestano su un La figura 6 illustra la distribuzio- persona per cui è iniziata l’azione tasso medio basso e, prevalente- ne comunale del totale dei reati penale. A livello medio troviamo i mente, basso. contro la persona per cui è inizia- comuni di , Cunevo,

Fig. 6 - Totale dei reati contro la persona denunciati per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti.

TERRES ANDALO VIGO DI FASSA MEZZANA VALFLORIANA CANAZEI

SIROR

CUNEVO TONADICO

PINZOLO

LARDARO

TELVE DI SOPRA

CALDONAZZO Totale reati contro la persona tasso ogni 10.000 abitanti alto (3) BONDONE medio alto (2) medio (10) medio basso (44) basso (164)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

30 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino VIOLENZE PRIVATE goria diversi reati22, tra cui: il se- private e minacce per cui è inizia- E MINACCE questro di persona, la tratta, le ta l’azione penale nel 2002, ogni violazioni della corrispondenza 10.000 abitanti, sono Lardaro, Bo- Il codice penale italiano definisce ed informatiche. Con riferimento cenago, , Valfloriana e la violenza privata e la minaccia alle denunce per questi reati per Tonadico. Nei comuni di , (art. 610 e seguenti) come il co- cui è iniziata l’azione penale in , Terres, Vigo di Fassa e Ci- stringere “attraverso violenza o Trentino nel 2002, vediamo dove mone il tasso è medio alto. Gli al- minaccia altri a fare, tollerare od e da chi sono stati compiuti. tri 213 comuni trentini raggiun- omettere qualche cosa, o minac- gono tassi che vanno dal basso al ciare un ingiusto danno”. Il Re.Ge. Dalla figura 7 si nota che i comu- medio. include all’interno di questa cate- ni con più alto tasso di violenze

Fig. 7 - Violenze private e minacce denunciate per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti.

VIGO DI FASSA CALDES CAVIZZANA TERRES

VALFLORIANA

TONADICO

BOCENAGO

LARDARO

BERSONE

CIMONE

Violenze private e minacce tasso ogni 10.000 abitanti alto (5) medio alto (5) medio (14) medio basso (35) basso (164)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

22 Violenza privata, Minaccia, Sequestro di persona, Violazione di domicilio, Riduzione in schiavitù, Tratta e commercio di schiavi, Alienazione e acquisto di schiavi, Arresto illegale, Indebita limitazione di libertà personale, Abuso di autorità contro arrestati o detenuti, Perquisizione e ispezione personali arbitrarie, Violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, Stato di incapacità procurato mediante violenza, Violazione di domicilio commessa da un pubblico ufficiale, Interferenze illecite nella vita privata, Accesso abusivo a sistemi informatici, Diffusione di programmi diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico, Violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, Cognizione, interruzione o impedimenti illeciti di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche, Installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche, Falsificazione, alterazione, soppressione del contenuto di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche, Intercettazione, interruzione o falsificazione di comunicazioni informatiche, Rivelazione del contenuto di corrispondenza, Violazione, sottrazione, soppressione di corrispondenza commessa da persona addetta al servizio delle poste, telegrafi o telefoni, Rivelazione del contenuto di corrispondenza commessa da persona addetta al servizio delle poste, telegrafi o telefoni, Rivelazione del contenuto di documenti segreti, Rivelazione di segreto professionale, Rivelazione di segreti scientifici o industriali, Comunicazioni e conversazioni non telegrafiche o telefoniche, Tratta e commercio di schiavi minori per indurli a prostituzione.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 31 L’80% DEI REATI Fig. 8 - Violenze private e minacce denunciate per cui l'Autorità giudiziaria È DI AUTORE NOTO ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. L’80,1% delle violenze private e Distribuzione per autori noti e ignoti. minacce denunciate per cui è ini- Ignoti 19,9% ziata l’azione penale è di autore noto (Fig. 8). Il 19,9% resta di au- tore ignoto. L’alto numero di au- tori noti caratterizza questo insie- me di reati che, come del resto la maggior parte dei reati contro la persona, prevede un’interazione tra la vittima e l’autore e, quindi, un riconoscimento e una cono- scenza del proprio offensore. Noti 80,1% PREVALGONO I MASCHI Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. Degli autori noti quasi il 90% è di sesso maschile e solo l’11,6% femminile (Fig. 9). La prevalenza degli autori maschi è dovuta pro- Fig. 9 - Autori noti denunciati per violenze private e minacce per cui babilmente alla natura del reato l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. che si configura come aggressivo Distribuzione per sesso. Femmina e psicologicamente violento. 11,6%

LA MAGGIOR PARTE HA DAI 30 AI 39 ANNI

L’età media degli autori noti di violenze private e minacce si ag- gira intorno ai 40 anni. Dalla figu- ra 10 si vede come la maggior parte degli autori di questi reati abbia dai 30 ai 39 anni (30,5%). A seguire si trovano i giovani dai 18 ai 29 anni (24,4%), gli ultra cin- Maschio quantenni (24,3%), ed infine colo- Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. 88,4% ro che hanno tra i 40 ed i 49 anni (20,8%).

Fig. 10 - Autori noti denunciati per violenze private e minacce per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per classe di età.

Maggiore di 50 18-29 anni 24,3% 24,4% Età media=39,90

40-49 anni 20,8%

30-39 anni 30,5%

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

32 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino QUASI TUTTI ITALIANI Fig. 11 - Autori noti denunciati per violenze private e minacce per cui Con riferimento alla nazionalità di l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per nazionalità. origine degli autori di violenze Tunisina Altra nazionalità Serbo 1,5% 4,4% private e minacce (Fig. 11), la montenegrina maggioranza è italiana (83,6%). A Rumena 1,1% seguire si trovano gli autori ma- 1,3% rocchini (4,4%), albanesi (2,6%), Marocchina 4,4% tunisini (1,5%), rumeni (1,3%), ci- Cinese nesi e serbomontenegrini (1,1%). 1,1%

Riguardo alla provincia di nascita Albanese di coloro che hanno commesso 2,6% Italiana reati di violenza privata e minac- 83,6% cia, il 53,5% è nato a Trento, il 3,1% a Bolzano, il 2,8% a Napoli, il 2% a Cesena, l’1,8% a Brescia e a Milano di seguito chi è nato nelle Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. altre province italiane (Fig. 12).

Fig. 12 - Autori noti denunciati per violenze private e minacce per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per provincia di nascita. Estera 16,4% Altre province italiane Cesena 18,6% 2%

Brescia 1,8%

Napoli 2,8%

Milano Trento 1,8% 53,5%

Bolzano 3,1%

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 33 LESIONI PERSONALI stituiscono, in Trentino, per il tarie denunciate per cui è iniziata VOLONTARIE 2002, il terzo reato per numerosi- l’azione penale. In particolare il tà di denunce dopo i furti e gli al- comune di Andalo ha un tasso al- Il codice penale italiano definisce tri delitti anche se, in questi due to ed i comuni di Bondone, Terres come lesioni personali (art. 582), ultimi due casi, il numero di reati e Carano medio alto. A , sinonimo di lesioni dolose (termi- denunciati è di gran lunga supe- , , Lona-Lases, Ca- nologia in uso nel modello 165) e riore. nazei, Tonadico, , Ron- di lesioni personali volontarie zo-Chienis e Nago-Torbole il nu- (terminologia in uso nel Re.Ge.), Come si distribuiscono le denun- mero di lesioni personali volonta- quelle lesioni da cui consegue ce per lesioni personali volontarie rie per cui è iniziata l’azione pe- una malattia del corpo e un dan- nei comuni trentini nel 2002? nale ogni 10.000 abitanti è me- no psicologico per la vittima del Nella figura 13, solo quattro co- dio. reato. muni presentano livelli alti o me- Le lesioni personali volontarie co- dio alti di lesioni personali volon-

Fig. 13 - Lesioni personali volontarie denunciate per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti.

CARANO TERRES ANDALO CANAZEI LONA-LASES

STREMBO

SPIAZZO

TONADICO

CONDINO

FRASSILONGO

BONDONE Lesioni personali volontarie tasso ogni 10.000 abitanti RONZO-CHIENIS NAGO-TORBOLE alto (1) medio alto (3) medio (8) medio basso (24) basso (187)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

34 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino ALTA LA PERCENTUALE Fig. 14 - Lesioni personali volontarie denunciate per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. DEI NOTI Distribuzione per autori noti e ignoti. Le lesioni dolose denunciate sono Ignoti 10,1% di autore noto nella quasi totalità dei casi. Solamente nel 10,1% del- le lesioni dolose denunciate, in- fatti, non si conosce l’autore, con- tro l’89,9% dei casi in cui l’autore è stato rintracciato (Fig. 14). Que- sto potrebbe essere dovuto alla necessaria interazione tra autore e vittima, che incrementa la pro- babilità che la vittima riconosca il proprio aggressore.

Noti 89,9% GLI AUTORI DELLE LESIONI Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. SONO PREVALENTEMENTE MASCHI

La maggioranza degli autori delle Fig. 15 - Autori noti denunciati per lesioni personali volontarie per cui lesioni è di sesso maschile l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. (89,3%) mentre il 10,7% degli au- Distribuzione per sesso. tori noti è rappresentato da don- Femmina 10,7% ne (Fig. 15). Questo risultato è in linea con quanto già scritto in merito alle violenze private.

ETÀ MEDIA DEGLI AUTORI: 36 ANNI

L’età media degli autori di lesioni volontarie personali denunciate per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale è di circa 36 anni (Fig. 16). Maschio 89,3% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. La maggior parte di coloro che commettono lesioni volontarie ri- entra nelle fasce d’età più giova- ni. Abbiamo, infatti, che il 65,2% Fig. 16 - Autori noti denunciati per lesioni personali volontarie per cui dei soggetti si trova in un’età l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. compresa tra i 18 e i 39 anni. In Distribuzione per classe di età. particolare il 34,6% di coloro che

Maggiore di 50 Età media=36,33 commettono lesioni rientrano nel- 16,5% la classe 18-29 anni. Percentuali

18-29 anni inferiori si trovano per le ultime 34,6% due classi d’età: il 18,3% delle le- sioni è commesso da persone tra i 40 e i 49 anni ed il 16,5% da 40-49 anni 18,3% persone con più di 50 anni.

30-39 anni 30,6% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 35 QUASI L’80% È DI Fig. 17 - Autori noti denunciati per lesioni personali volontarie per cui NAZIONALITÀ ITALIANA l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Il 78% delle persone note denun- Distribuzione per nazionalità. Altra nazionalità ciate per lesioni personali volon- Tunisina 10,1% tarie per cui l’Autorità giudiziaria Rumena 2,5% ha iniziato l’azione ha la naziona- 1,8% lità italiana come nazionalità ori- Albanese ginaria, il 5,8% proviene dal Ma- 1,8% rocco, il 2,5% dalla Tunisia e Marocchina l’1,8% dall’Albania e dalla Roma- 5,8% nia (Fig. 17).

Degli autori per cui è iniziata l’a- zione penale per lesioni personali volontarie, il 47,7% è nato a Tren- Italiana to, il 4% a Napoli, il 2,5% a Bari, il 78,0% 2,1% a Milano, l’1,5% a Brescia ed Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. ancora l’1,5% a Bolzano (Fig. 18).

Fig. 18 - Autori noti denunciati per lesioni personali volontarie per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per provincia di nascita. Bolzano Milano 1,5% Brescia 2,1% Napoli 1,5% 4,0% Estera 22,0%

Altre province italiane 18,7%

Trento 47,7%

Bari 2,5% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

36 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino INGIURIE E tazione altrui attraverso la comu- diffamazioni commesse sul suo DIFFAMAZIONI nicazione con più persone” (art. territorio. Segue Tonadico con un 595 c.p.). tasso medio alto. Con un tasso Le ingiurie sono definite dal no- medio ritroviamo altri otto comu- stro codice penale come “offese Siror è il comune che, in rapporto ni trentini: , Bolbeno, Pelu- all’onore o al decoro di una perso- alla popolazione residente, vede go, Pinzolo, Terres, Ruffrè, Cara- na” (art. 594 c.p.), mentre le diffa- più azioni penali iniziate nel 2002 no e (Fig. 19). mazioni come le “offese alla repu- per denunce relative ad ingiurie e

Fig. 19 - Ingiurie e diffamazioni denunciate per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti.

RUFFRE' PIEVE TESINO TERRES

CARANO

SIROR

PINZOLO TONADICO

PELUGO

BOLBENO

CIMEGO Ingiurie e diffamazioni tasso ogni 10.000 abitanti alto (1) medio alto (1) medio (8) medio basso (36) basso (177)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 37 SI SCOPRE L’AUTORE NELLA Fig. 20 - Ingiurie e diffamazioni denunciate per cui l'Autorità giudiziaria ha MAGGIOR PARTE DEI CASI iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Si individua l’autore delle ingiurie Distribuzione per autori noti e ignoti. Ignoti e diffamazioni denunciate 13,1% nell’86,9% dei casi. Solo il 13,1% delle denunce rimane di autore ignoto (Fig. 20).

LE DONNE SONO OLTRE IL 20%

Le ingiurie e le diffamazioni vedo- no una prevalenza di autori ma- schi (77,1%), mentre le autrici im- putate di questo reato sono il Noti 22,9% (Fig. 21). In questo caso si 86,9% può osservare come la percentua- Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. le di femmine sia più alta rispetto alle altre fattispecie di reati con- tro la persona considerate prima. Forse esiste una ragione semplice Fig. 21 - Autori noti denunciati per ingiurie e diffamazioni per cui l'Autorità e cioè che le ingiurie e le diffama- giudiziaria ha iniziato l'azione penale inTrentino nel 2002. zioni non richiedono forza fisica Distribuzione per sesso. per essere consumate. Femmina 22,9% INGIURIE E DIFFAMAZIONI A PIÙ DI 40 ANNI

43 anni circa è l’età media degli autori noti imputati di ingiurie e diffamazioni nel 2002 in Trentino (Fig. 22). La maggior parte degli autori, il 33,7% del totale, ha oltre 50 anni. Gli autori che hanno tra i

18 e i 29 anni sono il 22,4%, quel- Maschio li tra i 30 ed i 39 anni il 22,1%, 77,1% mentre quelli dai 40 ai 49 anni il Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. 21,8%. In questo caso l’età media dell’autore si alza rispetto alle al- tre fattispecie della categoria reati contro la persona, probabilmente Fig. 22 - Autori noti denunciati per ingiurie e diffamazioni per cui l'Autorità perché le ingiurie e le diffamazio- giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per classe di età. ni non richiedono forza fisica per 18-29 anni essere consumate e quindi posso- 22,4% no essere commesse anche dai Età media = 42,76 Maggiore di 50 meno giovani. 33,7%

30-39 anni 22,1%

40-49 anni 21,8% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

38 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino OLTRE IL 90% HA Fig. 23 - Autori noti denunciati per ingiurie e diffamazioni per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. NAZIONALITÀ ITALIANA Distribuzione per nazionalità. Oltre il 90% degli autori imputati Rumena Altra nazionalità 1,3% 4,1% per ingiurie e diffamazioni ha na- Marocchina zionalità italiana. Solo l’1,3% è di 1,3% nazionalità marocchina e l’1,3% rumena. Il restante degli autori è di altra nazionalità (Fig. 23). Si commette ingiuria o diffama- zione con la parola, scritta o par- lata che sia. Di solito l’autore, per compiere il reato, e la vittima, per rendersi conto di averlo subito,

Italiana devono condividere la stessa lin- 93,3% gua. Questo è il probabile motivo per cui, tra gli autori, troviamo Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. pochi stranieri.

Il 64,8% degli autori è trentino. Tra gli autori noti, quelli nati a Fig. 24 - Autori noti denunciati per ingiurie e diffamazioni per cui l'Autorità Bolzano sono il 4,9%, quelli nati a giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Napoli il 2,3%, quelli nati a Roma Distribuzione per provincia di nascita. l’1,8% e quelli nati a Milano l’1,5% Estera Altre province italiane 6,7% gli altri sono nati nelle restanti 18% province italiane.

Roma 1,8% Napoli 2,3% Milano 1,5%

Bolzano 4,9%

Trento 64,8% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 39 PERCOSSE Le azioni penali iniziate nel 2002 to un tasso di percosse medio al- per imputazioni di percosse sono to, mentre a San Michele all’Adi- L’art. 581 del codice penale defi- state più frequenti, a parità di ge, Vigo di Fassa, Ronzo-Chienis nisce le percosse come un parti- abitanti, nei comuni di Valfloria- e il tasso rientra nella colare tipo di lesioni che non na, Siror e di Sopra. media (Fig. 25). comportano una malattia nel cor- I comuni di Nago-Torbole, Mezza- po e della mente. na e Pieve Tesino hanno raggiun-

Fig. 25 - Percosse denunciate per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti.

SAN MICHELE ALL'ADIGE VIGO DI FASSA MEZZANA

VALFLORIANA

SIROR

PIEVE TESINO

TELVE DI SOPRA

RONZO-CHIENIS

Percosse tasso ogni 10.000 abitanti VALLARSA alto (3) medio alto (3) NAGO-TORBOLE medio (4) medio basso (7) basso (206)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

40 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino QUASI TUTTI GLI AUTORI Fig. 26 - Percosse denunciate per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato SONO NOTI l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per autori noti e ignoti. La quasi totalità delle percosse Ignoti denunciate sono di autore noto: 6,1% nel 93,9% delle percosse denun- ciate l’autore viene individuato, e solo nel 6,1% dei casi resta scono- sciuto (Fig. 26). Come per le le- sioni dolose, una percentuale così alta di reati di autore noto potreb- be essere dovuta al necessario contatto tra autore e vittima del reato e al conseguente riconosci- mento da parte della vittima. Noti 93,9% 8 AUTORI SU 10 SONO MASCHI Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Gli autori noti sono per l’80,7% maschi e per il 19,3% femmine (Fig. 27). Anche in questo caso la Fig. 27 - Autori noti denunciati per percosse per cui l'Autorità giudiziaria ha prevalenza di autori maschi è iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per sesso. ascrivibile alla natura fisica del Femmina reato. 19,3%

39 ANNI L’ETÀ MEDIA

L’età media degli autori noti di percosse si avvicina ai 39 anni. Il 33% ha tra i 30 e i 39 anni, il 25% tra i 18 e i 29 anni, il 22,7% tra i 40 e i 49 anni. Il 19,3% è compre- so nella fascia degli ultracinquan- tenni (Fig. 28). Maschio 80,7%

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Fig. 28 - Autori noti denunciati per percosse per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per classe di età.

Maggiore di 50 18-29 anni 19,3% 25% Età media=38,67

40-49 anni 22,7%

30-39 anni 33%

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 41 GLI AUTORI DI PERCOSSE Fig. 29 - Autori noti denunciati per percosse per cui l'Autorità giudiziaria ha HANNO NAZIONALITÀ iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per nazionalità. ITALIANA Altra nazionalità Francese 10,2% La nazionalità degli autori di per- 2,3% cosse per cui è iniziata l’azione Marocchina penale è, per l’85,2%, italiana, per 2,3% il 2,3%, marocchina e per il 2,3% francese (Fig. 29). Il restante 10,2% è composto da persone di nazionalità diverse da quelle menzionate.

Se il 14,8% degli autori è stranie- ro, l’85,2% degli italiani dove è nato? Il 56,8% a Trento, il 3,4% a Italiana Napoli, il 2,3% a Udine e, per la 85,2% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. stessa percentuale, a Lecce, Ca- tanzaro e Bari (Fig. 30).

Fig. 30 - Autori noti denunciati per percosse per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per provincia di nascita. Lecce Catanzaro 2,3% Udine 2,3% 2,3% Napoli Estera 3,4% 14,8%

Altre province italiane 15,9%

Bari 2,3%

Trento 56,8% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

42 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino I REATI CONTRO IL Venendo alle caratteristiche commettere questo tipo di reati. PATRIMONIO principali dei reati contro il “Un furto o una rapina sono il patrimonio, dobbiamo frutto non di una sola ma di un I reati contro il patrimonio innanzitutto dire che essi sono gran numero di decisioni”27. costituiscono la maggior parte reati di natura strumentale, L’insieme di stimoli e di occasioni della criminalità comune. Essi rappresentano, cioè, delle azioni che si presentano ad un individuo sono un insieme di azioni illecite per raggiungere un profitto per compiere un reato contro il condotte con l’uso della forza o economico. patrimonio, possono spiegare con l’inganno per impadronirsi perché nell’ultimo quarto di dei beni mobili altrui e Il numero dei reati contro il secolo vi sia stato in Italia un comportano un contatto fisico fra patrimonio denunciati, che per aumento di furti e rapine28. gli autori del reato e il bene circa un secolo in Italia è stato sottratto23. costante, nella prima metà degli Di seguito si osserva l’andamento anni ’70 ha registrato un notevole dei reati contro il patrimonio Questa tipologia di reati è incremento, raggiungendo livelli denunciati dalle Forze dell’ordine direttamente legata alla crescita mai toccati nel secolo precedente. all’Autorità giudiziaria dal 1990 al dell’allarme sociale e della Dopo questo picco, nei dieci anni 2002 in Trentino. In particolare, si domanda di sicurezza da parte successivi, fino alla prima metà confronta la situazione del 2002 dei cittadini. I reati contro il degli anni ’80, la crescita è con quella del 2001. Si passa poi patrimonio infatti, pur non rallentata per poi riprendere ai delitti denunciati per cui provocando di solito un danno all’inizio degli anni ’90. Nel corso l’Autorità giudiziaria ha iniziato economico elevato, colpiscono dell’ultimo decennio questi reati l’azione penale e si analizzano la direttamente la privacy (furti in hanno assunto un andamento distribuzione territoriale nei appartamento) e la persona ciclico. Il numero di reati comuni del Trentino e le (scippi e rapine)24. denunciati è cresciuto per alcune caratteristiche degli autori dei delle fattispecie incluse nella reati contro il patrimonio come La necessità di prestare categoria, mentre è diminuito per categoria, prima, e di alcune attenzione ai reati contro il altre26. La spiegazione di questo fattispecie particolari quali patrimonio è anche sottolineata, andamento non risiede in rapine, furti, truffe e danni, dopo. a partire dagli anni ’90, sfavorevoli condizioni dall’Unione europea25, che infatti economiche, dal momento che è mira a sviluppare politiche di avvenuto in anni di pieno prevenzione di tutte le forme di sviluppo per il nostro Paese, ma criminalità, inclusa la micro- piuttosto in un insieme di fattori criminalità. legati alle possibilità di

23 M. Barbagli, L’occasione e l’uomo ladro, furti e rapine in Italia, Il Mulino, Bologna, 1995, p. 8. 24 Censis, Le paure degli italiani: criminalità e offerta della sicurezza, Roma, 2000, reperibile all’indirizzo Internet http://www. Censis.it/censis/ricerche/2000/pauresvileg/le_paure_degli_italiani.htm. 25 Titolo VI (Disposizioni sulla Cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale) del Trattato di Amsterdam, entrato in vigore nel 1999, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea C340 del 10 novembre 1997 (artt. 29, 31, 40, 40a, 40b come modificati dal Trattato di Nizza, 2001). 26 M. Barbagli, op. cit. supra a nota 23, p. 44. 27 M. Barbagli, Ivi, p. 19. 28 M. Barbagli, Ivi, p. 8.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 43 LA SITUAZIONE IN TRENTINO Fig. 31 - Reati contro il patrimonio denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità DAL 1990 AL 2002 giudiziaria in Trentino dal 1990 al 2002. Tassi ogni 100.000 abitanti. I reati contro il patrimonio denun- 2000 ciati dalle Forze dell’ordine negli 1800 ultimi tredici anni in Trentino, do- 1600 po un lento aumento durato fino 1400 al 1996, dal 1997 ad oggi sono andati progressivamente dimi- 1200 nuendo (Fig. 31), raggiungendo, 1000 nel 2002, livelli prossimi a quelli 800

del 1990. ogni 100.000 abitanti 600

asso di reati contro il patrimonio contro asso di reati 400 T

ANNI 2001-2002: 200

FENOMENO IN CALO 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 I reati contro il patrimonio denun- Anno ciati nel 2002 sono stati 6.611, Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell'Interno 1.386 ogni 100.000 abitanti, ed hanno rappresentato oltre la metà del totale dei reati denunciati in provincia di Trento nell’anno. Ri- Tab. 5 - Reati contro il patrimonio denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità spetto al 2001, in cui ci sono stati giudiziaria in Trentino nel 2001 e nel 2002. Valori assoluti, tassi ogni 100.000 7.276 reati contro il patrimonio abitanti e variazione percentuale. denunciati, sono però diminuiti Reati contro il patrimonio Anno Variazione % (Tab. 5). 2001 2002 2001/2002

Totale reati (v.a.) 7276 6611 -9,1

Reati ogni 100.000 abitanti 1525 1386 -9,1

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell’Interno

44 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino Nel 2002 (Fig. 32) i furti denun- ciati dalle Forze dell’ordine sono Fig. 32 - Reati contro il patrimonio denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria in Trentino nel 2002. Valori percentuali. stati il 95% dei reati contro il pa- Estorsioni Truffe trimonio. Le truffe sono state il 0,3% 3,4% 3,4%, le rapine l’1,3% e le estor- Rapine sioni lo 0,3%. 1,3%

Dal 2001 al 2002, i furti sono di- minuiti del 9,7% e le truffe dell’1,7% mentre tutti gli altri reati che appartengono alla categoria reati contro il patrimonio sono aumentati. Tenendo conto che estorsioni e rapine costituiscono Furti semplici aggravati meno del 2% dei reati contro il pa- 95% trimonio, e che quindi ragioniamo su numeri piccolissimi, minime variazioni in valori assoluti porta- Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell'Interno no alle variazioni percentuali di tabella 6, che non devono però destare allarme. Tab. 6 - Reati contro il patrimonio denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria in Trentino nel 2001 e nel 2002. Incidenza delle diverse fattispecie in valore assoluto e variazione percentuale.

Reato Anno Variazione %

2001 2002 2001/2002

Furti semplici e aggravati 6959 6284 -9,7

Rapine 75 86 14,7

Estorsioni 13 16 23,1

Truffe 229 225 -1,7

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell’Interno

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 45 COME SI DISTRIBUISCONO I mo, tuttavia, più concretamente nio denunciati ogni 10.000 abi- REATI CONTRO IL quali sono le aree del Trentino in tanti (Fig. 33). PATRIMONIO SUL cui vi è stato nel 2002 un tasso Il fenomeno dei reati contro il pa- TERRITORIO TRENTINO? maggiore di reati denunciati per trimonio ha colpito principalmen- cui è iniziata l’azione penale. te la zona di Trento, la Val di Sole, I reati predatori hanno incidenza l’Alto Garda, la Val di Fassa. Si maggiore nei grandi centri Mezzana, Andalo e Canazei sono può ipotizzare che l’incidenza del abitati29. i comuni che hanno visto più reati fenomeno in queste aree, che so- Dato che in Trentino più della me- contro il patrimonio denunciati no principalmente turistiche e di tà dei comuni ha meno di 2.000 per cui è iniziata l’azione penale lavoro stagionale, sia dovuta ad abitanti, l’incidenza di questi reati nel 2002. Si attestano, infatti, su una carenza dei normali meccani- nei singoli comuni, a parte il ca- tassi di denunce ogni 10.000 abi- smi di controllo tra il vicinato o poluogo di provincia, non rag- tanti alti o medio alti. Pinzolo e ad un basso livello di integrazio- giunge i livelli di allarme dei co- Siror hanno raggiunto un tasso ne degli abitanti. muni italiani più popolosi. Vedia- medio di reati contro il patrimo-

Fig. 33 - Totale dei reati contro il patrimonio denunciati per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti.

ANDALO CANAZEI

MEZZANA

PINZOLO

SIROR

Totale reati contro il patrimonio tasso ogni 10.000 abitanti alto (2) medio alto (1) medio (2) medio basso (33) basso (185)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

29 Censis, Misurare l’insicurezza nella società italiana, Roma, 2001, reperibile all’indirizzo Internet http://www.censis.it/censis/ricerche/2001/martinoli/martinoli.doc

46 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino RAPINE Fig. 34 - Rapine denunciate dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria in La rapina è l’azione di chi si ap- Trentino nel 2002. Valori percentuali. propria con la forza o la minaccia 90 di qualcosa che non gli appartie- 82,6% ne, sottraendolo al legittimo pro- 80 prietario (art. 628 c.p.). Da un 70 punto di vista criminologico, la 60 rapina costituisce quindi un reato 50 sia contro la persona sia contro il 40 patrimonio. In questo rapporto la 30 rapina è stata inclusa nei reati contro il patrimonio, seguendo la 20 5,8% classificazione della banca dati 10 8,1% 2,3% 1,2% Re.Ge., qui utilizzata. 0 Altre rapine Rapine in uffici Rapine in banche Rapine in danno di Rapine a (abitazioni, negozi, postali coppie o prostitute trasportatori di In figura 34 si nota come la mag- ecc.) valori postali gior parte delle rapine denunciate Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell'Interno in provincia di Trento nel 2002 ri- entri nella fattispecie che il mo- dello 165 definisce “altre rapine”, sportatori di valori postali. Pare resto della penisola. È un tipo di cioè rapine in abitazioni, in nego- utile fare notare come all’interno rapina che suscita allarme socia- zi o in altro luogo. Si tratta della categoria “altre rapine” rien- le, soprattutto per le modalità dell’82,6% delle rapine denuncia- trano le rapine in abitazioni, che particolarmente violente con cui te, contro l’8,1% che viene com- costituiscono un fenomeno crimi- viene consumata e per l’aggres- messo in uffici postali, il 5,8% in nale sviluppatosi nell’ultimo de- sione alla propria domus30. banca, il 2,3% a danno di coppie o cennio nel nord est italiano ed an- prostitute, e l’1,2% a danno di tra- datosi poi via via diffondendo nel

30 Ministero dell’Interno, Lo stato della sicurezza in Italia, reperibile all’indirizzo Internet http://www.mininterno.it/news/pages/2003/200308/news_000018667.htm, agosto 2003.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 47 Passando alla distribuzione geo- bassissimo tasso di rapine tentate dio alto. Villa Rendena raggiunge grafica delle rapine perpetrate e e/o consumate per 10.000 abi- un tasso medio. La quasi totalità tentate nei comuni del Trentino tanti. Solo il comune di ha dei comuni trentini si attesta su per cui è iniziata l’azione penale un alto tasso di rapine commesse un tasso basso o medio basso. nel 2002, si evince dalla figura 35 e/o tentate denunciate. Nessun che i comuni trentini vedono un comune raggiunge un tasso me-

Fig. 35 - Rapine denunciate per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti.

TRENTO CEMBRA

SIROR

VILLA RENDENA

PREORE

Rapine tasso ogni 10.000 abitanti PIEVE DI BONO alto (1) medio alto (0) medio (1) medio basso (5) basso (216)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

48 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino UN RAPINATORE SU DUE Fig. 36 - Rapine denunciate per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione VIENE IDENTIFICATO penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per autori noti e ignoti. L’identità dell’autore delle rapine è nota in più della metà dei casi (52,4%, come si vede nella figura 36). Rispetto ai furti (si veda il prossimo paragrafo) è nettamente maggiore la percentuale di reati Noti di autori noti. Ciò può essere do- 47,6% Ignoti vuto alle modalità con cui questo 52,4% reato viene realizzato, in partico- lare all’interazione necessaria tra autore e vittima.

IL RAPINATORE È MASCHIO 9 VOLTE SU 10 Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. L’88,3% delle persone denunciate per rapine dalle forze di polizia nel 2002 è di sesso maschile. Il restante 11,7% di sesso femminile Fig. 37 - Autori noti denunciati per rapine per cui l'Autorità giudiziaria ha (Fig. 37). iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per sesso.

Femmina IL 70% DEI RAPINATORI HA 11,7% MENO DI 30 ANNI

Quasi il 70% degli autori di rapina ha tra i 18 e 29 anni, il 25% ha tra i 30 e i 39 anni, e solo il 5% più di 40 anni (Fig. 38). Gli autori hanno in media 26 anni. Un’età media così bassa, rispetto alle altre fatti- specie di reato analizzate, è ri- conducibile alle modalità di com- missione di questo reato che ri- Maschio chiedono maggiore propensione 88,3% al rischio e disponibilità di forza Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. fisica più frequenti tra i giovani. Una variabile che può fornire un’ulteriore chiave di lettura po- trebbe essere l’uso di droghe che, Fig. 38 - Autori noti denunciati per rapine per cui l'Autorità giudiziaria ha più diffuso tra i giovani, può spin- iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per classe di età. gerli a questo tipo di reato. Maggiore di 50 40-49 anni 3,3% 1,7%

Età media=26

30-39 anni 26,7%

18-29 anni 68,3%

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 49 IL 20% DEI RAPINATORI È DI Fig. 39 - Autori noti denunciati per rapine per cui l'Autorità giudiziaria ha NAZIONALITÀ MAROCCHINA iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per nazionalità.

Il 58,3% degli autori di rapine è Altre nazionalità 6,7% italiano. A seguire troviamo un’ampia percentuale di maroc- Tunisina Serbo Montenegrina 5% chini, che rappresentano il 20% 5% degli autori (Fig. 39). Operando un confronto con il totale dei reati Senegalese 5% contro la persona, nelle rapine si nota una percentuale maggiore di autori stranieri. Italiana 58,3% Marocchina Solo il 23,3% degli autori di rapi- 20% ne è nato a Trento. Una parte ab- bastanza consistente degli autori è nata a Brescia (8,3%) o a Milano Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. (6,7%) (Fig. 40). In questo caso, più che in altri, si assiste a per- centuali particolarmente significa- tive di persone denunciate nate in Fig. 40 - Autori noti denunciati per rapine per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato province limitrofe. Si potrebbe l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per provincia di nascita. ipotizzare, quindi, una tendenza Brescia 8,3% alla mobilità interprovinciale da Milano parte degli autori di questo reato. 6,7%

Roma 3,3%

Estera 41,7%

Trento 23,3%

Altre province italiane 16,7% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

50 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino FURTI Fig. 41 - Furti denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria in Secondo il codice penale italiano, Trentino nel 2002. Valori percentuali. furto è l’impossessarsi della cosa Scippo 0,4% mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profit- Furti in ferrovia 1% to per sé e/o per altri (art. 624 Furti in uffici pubblici 1,9% c.p.). Inoltre, nel 200131 è stato Furti di autoveicoli 3,9% introdotto nel codice l’articolo 624 bis, che disciplina due nuove Rurti in negozi 8,5% fattispecie: il furto in apparta- Furti in appartamenti 10,2% mento ed il furto con strappo. L’articolo 624 bis è stato la rispo- Borseggio 13,2% sta del legislatore all’allarme so- Turti su auto in sosta 25,1% ciale generato da questi tipi di Altri furti furto nel corso degli anni 35,8% Novanta32. Mentre il furto in ap- 0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 40.0 partamento non ha bisogno di Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Ministero dell'Interno chiarificazioni terminologiche, sembra invece utile definire lo scippo. Quest’ultimo, detto anche compiuto, ma non prevede l’uti- pubblici, furti su auto in sosta, furto con strappo, è quel furto lizzo della forza contro la vittima. furti in appartamenti, furti in fer- che viene commesso strappando rovia, furti di opere d’arte e mate- la cosa di mano o di dosso alla I furti sono la grande maggioran- riale archeologico, furti di merci persona. za dei reati che si compiono in su automezzi pesanti, furti di au- Italia33 ed in Trentino. to veicoli, ed altri furti. Un’altra tipologia di furto è il bor- seggio, che appartiene ai casi di Utilizzando la statistica della de- La figura 41 mostra come, a parte furto perpetrati senza che la vitti- littuosità possiamo sapere quali la categoria altri furti34 (35,8% del ma ne sia cosciente. Il borseggio tipi di furti sono stati maggior- totale), le fattispecie più numero- (riconducibile alla fattispecie di mente denunciati delle Forze del- se di furti denunciati nel 2002 so- cui all’art. 625 n. 4 c.p.) è definito l’ordine in provincia di Trento nel no state i furti su auto in sosta come un furto occultamente com- 2002. Il modello 165, infatti, rela- (25,1%), i borseggi (13,2%), i furti messo sulla persona. Esso richie- tivamente ai furti, distingue tra in appartamenti (10,2%), i furti in de destrezza e abilità per essere abigeato, borseggio, furti in uffici negozi (8,5%).

31 Legge 26 marzo 2001, n. 128, art. 2 c. 2. 32 M. Barbagli, A. Colombo, E.U. Savona, Sociologia della devianza, Il Mulino, Bologna, 2003, p. 139. 33 A. Colombo, “I furti”, in M. Barbagli, U. Gatti (a cura di), La criminalità in Italia, Il Mulino, Bologna, 2002, p. 137; Ministero dell’Interno, Lo stato della sicurezza in Italia, reperibile all’indirizzo Internet http://www.mininterno.it/news/pages/2003/200308/news_000018667.htm, agosto 2003. 34 La categoria altri furti include le categorie del modello 165 “altri furti”, “abigeato”, “furti di merci su automezzi pesanti”, “furti di opere d’arte e materiale archeologico”.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 51 Consideriamo i furti35 commessi no stati quelli di Mezzana ed An- precisamente Riva del Garda, Pin- nei comuni trentini per cui è ini- dalo con un tasso alto, e Canazei zolo, Dimaro, Campitello di Fassa ziata l’azione penale nel 2002. I con un tasso medio alto (Fig. 42). e Siror, hanno tassi medi. comuni maggiormente colpiti so- Altri cinque comuni trentini, e

Fig. 42 - Furti denunciati per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti.

CAMPITELLO DI FASSA

CANAZEI MEZZANA

ANDALO DIMARO

PINZOLO SIROR

RIVA DEL GARDA Furti tasso ogni 10.000 abitanti alto (2) medio alto (1) medio (5) medio basso (27) basso (188)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

35 Re.Ge. nella categoria furti include: Furti (art 624 e 625 c.p.), Furti punibili a querela dell’offeso, Sottrazione di cose comuni, Furto in depositi di armi ed esplosivi, Furto in abitazione e furto con strappo.

52 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino PIÙ DEL 90% RESTA IGNOTO Fig. 43 - Furti denunciati per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione Nel 2002 in Trentino, i furti de- penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per autori noti e ignoti. nunciati, per i quali è iniziata l’a- Noti zione penale, di autore noto sono 5,6% stati solo il 5,6% del totale (Fig. 43). L’assenza di interazione tra la vittima e l’autore (eccezion fatta per lo scippo) può spiegare per- ché la maggior parte dei furti re- sti senza un autore.

SOLO IN UN CASO SU CINQUE IL LADRO È DONNA Ignoti 94,4% Su dieci persone note denunciate per furto, otto sono uomini e due donne (Fig. 44). Più precisamente Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. le donne rappresentano il 20,7% del totale degli autori. Quest’alta percentuale di autori femmine, la più alta per i reati contro il patri- Fig. 44 - Autori noti denunciati per furti per cui l'Autorità giudiziaria ha monio considerati, potrebbe esse- iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per sesso. re dovuta al fatto che i furti non richiedono necessariamente con- Femmina tatto fisico e l’utilizzo della forza 20,7% per essere consumati.

OLTRE IL 50% DEI LADRI HA MENO DI 30 ANNI

Chi viene individuato per furto ha un’età media di 31 anni. Più dell’80% degli autori di furto ha un’età compresa tra i 18 e i 39 anni (Fig. 45). È importante rileva- Maschio 79,3% re che più della metà degli autori si colloca nella fascia di età più Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. bassa (quella che va dai 18 ai 29 anni). Nell’ultima classe d’età (50 anni e più) è presente solo il 5,1% dei denunciati. Fig. 45 - Autori noti denunciati per furti per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per classe di età.

Maggiore di 50 5,1%

40-49 anni Età media=31,08 14,9%

18-29 anni 51,6%

30-39 anni 28,4%

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 53 IL 60% DEI LADRI NOTI È DI Fig. 46 - Autori noti denunciati per furti per cui l'Autorità giudiziaria ha NAZIONALITÀ ITALIANA iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per nazionalità. Più del 60% degli autori noti di Albanese Altra nazionalità 4,7% Croata furti per cui è iniziata l’azione pe- 12,8% 2,9% nale è italiano (Fig. 46). A seguire Tunisini troviamo serbomontenegrini, al- 2,7% banesi, rumeni e marocchini, Serba-montenegrina croati che rappresentano anche i 6,0% gruppi di immigrati maggiormen- Rumena te presenti in Trentino36. 4,0%

Il 40% è straniero, 30% degli auto- Marocchini 4,0% ri è nato a Trento, l’altro 30% in altre province italiane (Fig. 47).

Italiana 62,9%

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Fig. 47 - Autori noti denunciati per furti per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per provincia di nascita.

Altre province italiane 20,2%

Estera Verona 37,1% 1,8% Napoli 2,7% Milano 2,9% Bolzano 3,1% Belluno 2%

Trento 30,2%

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

36 Si veda M. Ambrosini, P. Boccagni (a cura di), L’immigrazione in Trentino - Rapporto annuale 2002, Provincia autonoma di Trento, Collana infosociale 3, Assessorato alle politiche sociali e alla salute, Servizio Attività socio-assistenziali, 2002.

54 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino TRUFFE che (640 bis c.p.) e la frode infor- La figura 48 mostra come i comu- matica (640 ter c.p.). ni trentini in cui sono state de- L’articolo 640 del codice penale nunciate più truffe per cui è ini- italiano definisce come truffatore Come visto all’inizio di questa se- ziata l’azione penale ogni 10.000 chi “con artifizi o raggiri, inducen- zione, le truffe sono seconde solo abitanti sono Mezzana e San Mi- do taluno in errore, procura a sé ai furti per numero di denunce in chele all’Adige, il primo con un o ad altri un ingiusto profitto con Trentino. Vediamo ora la distribu- tasso medio alto, il secondo alto. altrui danno”. Il Re.Ge. all’interno zione geografica delle truffe per Altri sei comuni – Preore, Strem- della categoria “truffa” include an- cui è iniziata l’azione penale nel bo, Cunevo, , , Ca- che la truffa aggravata per il con- 2002 commesse nei comuni del nazei – raggiungono un tasso me- seguimento di erogazioni pubbli- Trentino. dio.

Fig. 48 - Truffe denunciate per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti.

MAZZIN CUNEVO DAMBEL DIMARO CANAZEI SAN MICHELE ALL'ADIGE

MEZZANA

STREMBO

PREORE

Truffe tasso ogni 10.000 abitanti alto (1) medio alto (1) medio (6) medio basso (11) basso (204)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 55 6 TRUFFATORI SU 10 Fig. 49 - Truffe denunciate per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione VENGONO IDENTIFICATI penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per autori noti e ignoti. L’identità dell’autore è nota in quasi il 60% delle truffe denuncia- te per cui è iniziata l’azione pena- le (Fig. 49). Ignoti 42,7% PIÙ TRUFFATORI CHE TRUFFATRICI Noti Di coloro che, noti, compiono 57,3% truffe, sono maschi l’86,7%; le donne sono solo il 13,3% (Fig. 50). Come accade negli altri reati, vi è una netta prevalenza del ses- so maschile. Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. TRUFFATORI AD OGNI ETÀ

Dalla figura 51 si nota una parti- colarità. Gli autori di truffe si dis- Fig. 50 - Autori noti denunciati per truffe per cui l'Autorità giudiziaria ha tribuiscono abbastanza uniforme- iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per sesso. mente nelle quattro classi di età. Femmina Ciascuna comprende circa un 13,3% quarto degli autori di truffa. L’età media è di 38 anni ed è quella più alta raggiunta tra tutti i reati con- tro il patrimonio. Ciò potrebbe es- sere dovuto al fatto che questo reato, per essere consumato, non necessita di particolare abilità e destrezza fisica, doti in possesso dei più giovani, ma piuttosto di competenze, esperienza ed affi- dabilità, qualità che, di solito in Maschio una persona, crescono coll’avan- 86,7% zare degli anni. Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Fig. 51 - Autori noti denunciati per truffe per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per classe di età.

Età media=38,94 Maggiore di 50 21,4% 18-29 anni 29,1%

40-49 anni 24,3%

30-39 anni 25,2% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

56 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino TRUFFATORI GLI ITALIANI E Fig. 52 - Autori noti denunciati per truffe per cui l'Autorità giudiziaria ha GLI EUROPEI iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per nazionalità. Tedesca Altra nazionalità Algerina Più del 90% degli autori di truffe è 1,9% 2,9% 1,4% italiano. La nazionalità del restan- Francese Svizzera 1,4% te 10% è prevalentemente euro- 1,9% pea (Fig. 52). Ciò è probabilmente dovuto al fatto che chi truffa deve ottenere la fiducia della propria vittima. Ingenerare fiducia nella vittima italiana è più facile per un truffatore italiano o cittadino del- l’Unione europea, piuttosto che per uno extracomunitario. Secon- do stereotipi consolidati, ci si fida Italiana 90,5% infatti maggiormente di persone di nazionalità e cultura più vicine alla propria. Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Il 35,3% degli autori di truffe è na- to a Trento. Per questo reato si ri- Fig. 53 - Autori noti denunciati per truffe per cui l'Autorità giudiziaria ha leva una maggiore presenza di iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per provincia di nascita. autori nati a Padova, Milano, Na- Estera Brescia Milano poli e Brescia rispetto agli altri 9,5% 3,3% 4,3% reati contro il patrimonio (Fig. Napoli 4,3% 53).

Altre province italiane Trento 38,1% 35,3%

Padova Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. 5,2%

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 57 DANNI A COSE, ANIMALI terioramento di cose mobili o im- è iniziata l’azione penale in pro- E TERRENI mobili altrui, riconducibili preva- vincia di Trento nel 2002 si trova- lentemente agli articoli del nostro no a Mezzana, Don e Siror. Con All’interno della categoria danni a codice penale che vanno dal 631 un tasso medio di danni ogni cose, animali e terreni rientrano al 639. 10.000 abitanti, troviamo i comu- una serie di fattispecie37 del codi- ni di Lomaso, , Pinzo- ce penale, come danneggiamen- La figura 54 indica che i tassi più lo, Smarano, Palù del Fersina, Car- to, distruzione, dispersione o de- alti di denuncia per danni per cui zano e Vignola-Falesina.

Fig. 54 - Danni a cose, animali e terreni denunciati per cui l’Autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per comune. Tasso ogni 10.000 abitanti.

DON SMARANO

MEZZANA

SIROR

PINZOLO

MASSIMENO PALU' DEL FERSINA

CARZANO VIGNOLA-FALESINA

Danni a cose, animali, terreni tasso ogni 10.000 abitanti LOMASO alto (1) medio alto (2) medio (7) medio basso (28) basso (185)

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat e Re.Ge.

37 Invasione di terreni o edifici, Danneggiamento, Danneggiamento di sistemi informatici e telematici, Introduzione o abbandono di animali nel altrui e pascolo abusivo, Usurpazione, Deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, Turbativa violenta del possesso di cose immobili, Ingresso abusivo nel fondo altrui, Uccisione o danneggiamento di animali altrui, Deturpamento e imbrattamento di cose altrui.

58 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino L’80% DEI DANNI RESTA Fig. 55 - Danni a cose, animali e terreni denunciati per cui l'Autorità SENZA AUTORE giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Come chiarisce la figura 55, l’i- Distribuzione per autori noti e ignoti. Noti dentità dell’autore di danni è nota 16,2% solo nel 16,2% dei casi.

CHI COMPIE DANNI È MASCHIO

Di coloro che compiono danni l’83,9% è di sesso maschile ed il restante 16,2% di sesso femminile (Fig. 56).

IL 60% DEI DANNEGGIATORI Ignoti HA MENO DI 40 ANNI 83,8% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge. L’età media degli autori dei danni è 37 anni. Oltre il 40% degli autori di questo reato ha meno di 30 an- ni (Fig. 57). Fig. 56 - Autori noti denunciati per danni a cose, animali e terreni per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per sesso.

Femmina 16,1%

Maschio 83,9% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Fig. 57 - Autori noti denunciati per danni a cose, animali e terreni per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per classe di età.

Età media=37,31

Maggiore di 50 22,7% 18-29 anni 40,8%

40-49 anni 13,2%

30-39 anni 23,3% Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 59 QUASI IL 90% È ITALIANO Fig. 58 - Autori noti denunciati per danni a cose, animali e terreni per cui L’87,1% degli autori di danni è ita- l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. liano, il 4,6% marocchino, l’1,4% Distribuzione per nazionalità. Tedesca olandese, l’1% algerino, l’1% tede- 1,0% Marocchina Altra nazionalità sco (Fig. 58). 4,6% 4,9% Olandese 1,4%

Quasi il 50% degli autori di danni Algerina è nato a Trento, il 4,2% a Torino, il 1,0% 4,2% a Brescia, il 2,4% a Verona, il 2,4% a Milano il restante nelle al- tre province (Fig. 59).

Italiana 87,1%

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

Fig. 59 - Autori noti denunciati per danni a cose, animali e terreni per cui l'Autorità giudiziaria ha iniziato l'azione penale in Trentino nel 2002. Distribuzione per provincia di nascita. Brescia Milano 4,2% 2,4% Torino Estera 4,2% 12,9%

Altre province italiane 22,3%

Verona Trento 2,4% 49,5%

Venezia 2,1%

Fonte: elaborazione Transcrime di dati Re.Ge.

60 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino CAPITOLO 2 Gli omicidi in Trentino tra statistica e cronaca

Questo capitolo è interamente de- prima si comprende se si conside- le, fornendo il confronto tra stati- dicato all’omicidio volontario e si ra la scarsa incidenza degli omici- stiche ufficiali e fonti giornalisti- divide in due parti. Nella prima si di in Trentino nel 2002 (solo 4) che utilizzate e la mappa della riporta un’analisi relativa agli che avrebbe reso poco significati- distribuzione comunale degli omicidi1 commessi in Trentino va un’analisi della distribuzione omicidi commessi tra il 1990 e il nell’arco degli ultimi tredici anni, territoriale e delle caratteristiche 2002. L’analisi descrive il fenome- con un confronto tra statistiche dell’autore del reato. La scelta di no degli omicidi compiuti in Tren- ufficiali e fonti giornalistiche utilizzare come fonte la stampa tino negli ultimi tredici anni cer- (1990-2002). Nella seconda si locale, invece, si sposa con la cando di fornire risposta alle do- presenta uno studio condotto su- considerazione che le cronache mande che scaturiscono dalla gli omicidi commessi in Trentino giornalistiche permettono di at- commissione di un crimine: chi, nel 2002 che cerca di rispondere tingere ad una serie di informa- dove, quando, come e perché. Le a due domande: 1) quanto spazio zioni rilevanti, specie sugli autori informazioni sono il frutto di una hanno dedicato i quotidiani locali e sulle vittime del reato, che le ricerca di archivio sulle notizie ri- (l’Adige e Trentino) alla notizia fonti ufficiali non riportano intera- portate dalla stampa locale (Alto dell’omicidio?, e 2) quanto è sen- mente. Il bassissimo numero di Adige-Trentino3, l’Adige) nei gior- sibile l’opinione pubblica trentina omicidi in provincia di Trento, in- ni in cui il delitto è stato commes- ai fatti più eclatanti della cronaca fatti, trasforma il fatto criminale so. nera? in un avvenimento cui i giornali Nella seconda parte l’attenzione dedicano ampia attenzione. Ciò fa si sposta agli omicidi commessi Si è scelto, quindi, di non condur- sì che esista una tendenziale so- in Trentino nel 2002 ed al rappor- re un’analisi della distribuzione vrapposizione tra il numero “uffi- to esistente tra notizia dell’omici- territoriale e delle caratteristiche ciale” di omicidi e quello riportato dio, quotidiani locali (l’Adige, dell’autore del reato nel 2002, co- nelle cronache giornalistiche2. È Trentino) ed opinione pubblica. me quella svolta nel capitolo 1 at- inoltre importante, visto che l'o- Lo studio parte da una ricostru- traverso l’utilizzo delle statistiche micidio in Trentino diventa “even- zione dei quattro omicidi, così co- ufficiali. Si è preferito, diversa- to mass-mediatico”, comprendere me raccontata dalle cronache dei mente, analizzare gli omicidi, i lo- il modo in cui i giornali lo rappre- giornali e dall’individuazione dei ro autori e le vittime dal 1990 al sentano. temi dominanti intorno ai quali si 2002. Per raggiungere questo sono concentrate le attenzioni dei obiettivo si è scelto anche di uti- La prima parte di questo capitolo, media trentini. Utilizzando le tec- lizzare le notizie comparse sui dopo un confronto tra Italia e niche dell’analisi di contenuto de- quotidiani locali trentini come Trentino sull’andamento tempora- scrittiva (content analysis)4, ab- fonte principale delle informazio- le degli omicidi, si sofferma ad biamo fisicamente misurato gli ni. Perché queste due scelte? La analizzare la situazione provincia- spazi che entrambi i quotidiani

1 Per omicidi ci riferiamo di seguito agli omicidi volontari consumati (art. 575 c.p.) e non includiamo altre fattispecie di omicidio, in special modo non ci riferiamo agli omicidi colposi (art. 589 c.p.). 2 L’omicidio è universalmente ritenuto come il reato con più basso numero oscuro, dove cioè lo scarto tra dato reale e dato ufficiale è minimo. Nel nostro caso il dato statistico e quello giornalistico si sono rivelati assolutamente identici con l’unica eccezione riscontrata nel 1991 (8 omicidi statisticamente rilevati contro i 4 omicidi riportati dalle testate giornalistiche). Occorre precisare che quando parliamo di dato statistico ci riferiamo alla statistica della delittuosità, quella che ha cioè per oggetto i delitti e le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria dalla Polizia di Stato, dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza. L’altra fonte statistica ufficiale che riguarda i delitti e le persone denunciate per i quali l’Autorità Giudiziaria ha iniziato l’azione penale (statistica della criminalità) sovrastima il fenomeno, con valori che mediamente sono più del doppio del dato reale. “Può accadere, infatti, che un suicidio, o anche una morte accidentale, venga inizialmente rubricato come omicidio. Non è un errore, ma uno scrupolo del magistrato che, di fronte ad un dubbio anche minimo, in questo modo può compiere tutti gli accertamenti che ritiene necessari”. V. Bertozzi, “Le statistiche sulla criminalità”, in Transcrime (a cura di), Primo Rapporto sulla sicurezza nel Trentino, Giunta della Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1999, p. 20. 3 La testata giornalistica ha cambiato nome nel corso del 2002. 4 L’analisi di contenuto è un metodo di ricerca che si è sviluppato soprattutto a partire dagli anni ’50. Ha lo scopo di analizzare le caratteristiche dei messaggi che vengono trasmessi dai principali mezzi di comunicazione (un libro, un giornale, una rivista, una lettera, un discorso pubblico) e telecomunicazione (radio, cinema, televisione, internet). Berelson, già cinquant’anni fa, definiva la content analysis come un “metodo di ricerca per una descrizione oggettiva, sistematica e quantitativa dei contenuti evidenti della comunicazione”. B. Berelson, Content Analysis in Communication Research, Hafner, New York, 1952, p. 18.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 61 hanno riservato ai delitti nelle lo- divisi per titoli, immagini e testo, te dei quotidiani l’Adige e Trenti- ro prime pagine e nelle pagine in- di prima pagina e di pagine inter- no nei giorni degli omicidi per ca- terne di cronaca, nei sette giorni ne, sono serviti per calcolare l’in- pire se esista o meno un cosid- a partire dalla data della notizia dice di attenzione (IDA). L’indice detto effetto omicidio sulle vendi- in prima pagina del delitto. Lo di attenzione vuole calcolare, se- te. Se, cioè, la notizia dell’omici- strumento di rilevazione è stato condo parametri oggettivi, il gra- dio abbia attirato l’attenzione del- un semplice righello con il quale do di attenzione che ciascuno dei l’opinione pubblica aumentando il abbiamo misurato e calcolato le due quotidiani ha voluto dedica- numero dei lettori dei due quoti- aree in cm2 riservate dai giornali re, giorno per giorno, alla notizia diani nei giorni in cui la notizia ai titoli, alle immagini (inclusi dell’omicidio. Infine, abbiamo ri- dell’omicidio è stata riportata. eventuali grafici) e al testo5. I dati costruito l’andamento delle vendi-

5 Per convenzione si è stabilito rientrare nella categoria titoli tutto ciò che non può essere considerato testo. Nella categoria testo rientrano anche le didascalie a corredo delle immagini e la firma eventuale dell’autore dell’articolo. Nella categoria immagini rientrano le foto e le figure usate nelle schede illustrative delle dinamiche dell’omicidio. Le descrizioni delle dinamiche degli eventi inserite nelle schede con illustrazioni diverse dalle fotografie sono considerate testo.

62 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino GLI OMICIDI DAL 1990 Fig. 1 - Omicidi volontari consumati denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità AL 2002 giudiziaria in Trentino dal 1990 al 2002. Tassi ogni 100.000 abitanti.

3.5 CONFRONTO TRA ITALIA E TRENTINO 3.0

Prima di procedere all’esame det- 2.5 tagliato della fenomenologia degli Italia 2.0 omicidi su scala provinciale, con- frontiamo l’andamento degli omi- 1.5 asso di omicidi cidi in Italia e in Trentino tra il T 1990 e il 2002. La figura 1 illu- ogni 100.000 abitanti 1.0 Trentino stra il tasso di omicidi registrato 0.5 dalle statistiche ufficiali a livello nazionale e provinciale. Si può 0.0 1998 1991 1993 2000 2001 2002 1999 1994 1995 1996 1997 1992 notare come il dato italiano, dopo 1990 il picco registrato nel 1991, sia in Anno Fonte: elaborazione Transcrime dati Istat e Ministero dell’Interno continua diminuzione. Il dato trentino è sempre inferiore a quello nazionale, con l’unica ecce- zione del 1990. Il bassissimo nu- to del dato 2002 al dato naziona- so di omicidi su valori sempre in- mero di omicidi commessi sul ter- le non va pertanto inteso come feriori ad un omicidio ogni ritorio provinciale rende il valore un’inversione di tendenza. Possia- 100.000 abitanti. In valori assolu- del tasso “irrequieto” ed estrema- mo invece osservare come negli ti, negli ultimi sei anni, i casi di mente sensibile, anche agli sco- ultimi sei anni in Trentino vi sia omicidio sono stati solo 12. stamenti minimi. Il riavvicinamen- stata una stabilizzazione del tas-

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 63 IL CONFRONTO TRA FONTI Fig. 2 - Omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. Confronto UFFICIALI E FONTI tra fonti ufficiali e fonti giornalistiche. Valori assoluti. GIORNALISTICHE 9

Fonti ufficiali Le statistiche ufficiali riportano 44 8 Fonti giornalistiche casi di omicidio commessi in Tren- 7 tino negli ultimi tredici anni, le fonti giornalistiche ne indicano 6 40. La differenza di 4 casi, come 5 Numero di omicidi Numero si può vedere nella figura 2, è rife- 4 rita esclusivamente al 1991 (8 omicidi “ufficiali” contro i 4 omici- 3 di “di cronaca”), mentre per il re- 2 sto della serie storica presa in 1 esame non si registrano differen- 0 ze. La sovrastima del dato statisti- 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 co sembra essere la ragione più Anno Fonte: elaborazione Transcrime dati Istat, Ministero dell'Interno, articoli quotidiani Alto Adige-Trenti- logica, atteso che la seconda ipo- no e l'Adige tesi (mancata pubblicazione sulla stampa) pare decisamente meno plausibile6. casionale di questo tipo di reato sei anni ma, anche in questo ca- sul territorio provinciale. Ne con- so, i piccoli numeri non legittima- La media matematica dell’intera segue la difficoltà di operare con- no proiezioni sulle tendenze per serie storica supera di poco i tre fronti con i dati nazionali7 od ela- gli anni a venire8. omicidi all’anno. In un caso l’omi- borare previsioni di eventi che si cida ha commesso un triplice de- distribuiscono, nel tempo e nello Da questo punto in poi verranno litto, in tre casi si è verificato un spazio, assecondando più logiche presentate le elaborazioni riguar- duplice delitto, mentre il concor- di casualità che di causalità. I danti le informazioni tratte dalle so di più autori nello stesso delit- “picchi” di reato corrispondono fonti giornalistiche sugli omicidi to si ritrova in sette casi. In quat- agli anni 1990 (7 omicidi), 1991 commessi in Trentino tra il 1990 tro casi, infine, non è stato identi- (8 omicidi ”ufficiali” ma la cronaca e il 2002. Si può ritenere che esse ficato il colpevole. ne riporta la metà), 1994 (6 omi- forniscano, in modo affidabile, il cidi), 1996 (5 omicidi) e 2002 (4 dato reale sulla numerosità del fe- L’esiguità del dato totale descrive omicidi). Il dato 2002 risulta addi- nomeno nel periodo considerato. di per sé la natura limitata ed oc- rittura il più elevato degli ultimi

6 Nella ricerca di archivio le fonti giornalistiche del 1991 registrano, in aggiunta ai quattro casi riportati, tre casi di morti violente, concentrati nella zona dell’Alto Garda (due rapinatori uccisi dalle guardie giurate nel corso di un tentativo di rapina in banca ed un presunto ladro ucciso dalle Forze dell’ordine nel corso di un inseguimento). Il contesto in cui sono maturate queste uccisioni e l’esame delle fonti giornalistiche induce ad escludere che, nei casi citati, la denuncia all’Autorità giudiziaria sia stata riportata come omicidio volontario (solitamente, in questi casi, si configura la legittima difesa o l’eccesso colposo di difesa). 7 In valore assoluto, gli omicidi commessi in Italia nel 2002 sono stati 639. Di questi solo 4 sono stati commessi in Trentino, per un valore pari allo 0,63% del totale. Per il I semestre 2003 gli omicidi commessi in Trentino rappresentano lo 0,61% del totale (2 su 327). Ministero dell’Interno, Lo stato della sicurezza in Italia, reperibile all’indirizzo Internet http://www.mininterno.it/news/pages/2003/200308/news_000018667.htm, agosto 2003. 8 Né avrebbe senso indicare la variazione percentuale tra il dato 2002 e il dato 2001, od operare confronti percentuali tra altri anni. Lo scostamento di poche unità, infatti, genera variazioni che diventano percentualmente enormi. Ad esempio, nel 2001 si è consumato un unico omicidio, nel 2002 quattro. In percentuale il numero degli omicidi risulta cresciuto del 300% da un anno all’altro. Il dato numerico indica una fluttuazione fisiologica nel tempo, di limitato allarme. Il dato percentuale, se preso isolatamente, trasforma i 4 omicidi commessi quasi in una questione di ordine pubblico.

64 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino I COMUNI - IL 35% DEGLI Rovereto, Arco, Riva del Garda e abitanti, si ottiene che il 55% de- OMICIDI È STATO COMMESSO Mori). Nel comune di Trento è sta- gli omicidi è stato commesso nei A TRENTO to commesso il 35% del totale de- primi, contro il restante 45% dei gli omicidi e questo dato confer- delitti commessi nei secondi. Nella figura 3 si riporta la distri- ma un’ormai radicata teoria crimi- buzione territoriale, a livello co- nologica sul legame tra urbaniz- I delitti commessi in Trentino, tra munale, degli omicidi commessi zazione e criminalità9. il 1990 e il 2002, nei comuni con in provincia di Trento tra il 1990 e più di 10.000 abitanti sono etero- il 2002 sulla base delle informa- Operando invece una distinzione genei per caratteristiche dell’auto- zioni riportate sui giornali. I cin- tra comuni con popolazione supe- re e della vittima, per i moventi e que comuni che registrano più di riore ai 10.000 abitanti (Trento, per le dinamiche. È però possibile un caso di omicidio sono tra i pri- Rovereto, , Arco notare che: mi sei comuni del Trentino per e Riva del Garda) e comuni con a) tre dei quattro delitti rimasti numero di popolazione (Trento, popolazione inferiore ai 10.000 senza colpevole sono stati com-

Fig. 3 - Omicidi in Trentino dal 1990 al 2002. Distribuzione per comune.

MEZZOCORONA CAVALESE TRENTO

CAPRIANA GRAUNO

SIROR

TERLAGO

FRASSILONGO

CASTEL CONDINO CIMEGO

STORO PERGINE VALSUGANA Omicidi valori assoluti ROVERETO RIVA DEL GARDA 14 Omicidi (1) MORI ARCO 3 Omicidi (2) 2 Omicidi (2) 1 Omicidio (16) Nessun Omicidio (202)

Fonte: elaborazione Transcrime di quotidiani Alto Adige-Trentino e l’Adige

9 Il legame tra urbanizzazione e omicidio emerge chiaramente per il comune di Trento. Per gli altri comuni, i valori sono talmente bassi che non consentono di ricavare considerazioni scientifiche. “Rimane il fatto, su cui i criminologi sono pressoché concordi, dell’esistenza di uno stretto rapporto tra urbanizzazione e omicidio, fino al punto di osservare che la dimensione della città stessa è il fattore dominante nel caso dell’omicidio […] In generale i quozienti di criminalità più alti si sono sempre riscontrati negli insediamenti urbani, e tra questi nei capoluoghi, ed ancor più in quelli con popolazioni superiori ai 300.000 abitanti”. I. Merzagora Betsos, Lezioni di Criminologia. Soma, Psiche, polis, Cedam, Padova, 2001, p. 125. Vedi anche G. Chinnici, S. Mazzola, “Nuovi scenari della criminalità urbana”, in Annali della Facoltà di Economia dell’Università di Palermo, Anni L-LIII, 1996-1999, pp. 61 e ss.; A. Becchi, G. M. Rey, L’economia criminale, Laterza, Bari, 1994.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 65 messi nei centri urbani10; Per gli omicidi commessi nei co- do si verifica, avvenga tra fami- b) nei comuni con più di 10.000 muni con meno di 10.000 abitan- gliari13. abitanti, si registra, a partire dalla ti si può osservare che: seconda metà degli anni ’90, un a) autore e vittima sono accomu- Passiamo ora ad analizzare le ca- coinvolgimento, sia pur margina- nati da un legame famigliare, che ratteristiche degli autori e delle le, di immigrati extracomunitari, ricorre in oltre il 60% dei casi12; vittime degli omicidi accaduti in sia tra le vittime sia tra gli autori b) più piccolo è il comune più Trentino dal 1990 al 2002. degli omicidi11. probabile è che l’omicidio, quan-

10 Questo denota una maggiore difficoltà da parte degli investigatori nella risoluzione degli omicidi che sono avvenuti in un contesto urbano. Si noti come in tutti e tre i casi irrisolti ricorrano delle analogie: le vittime sono di sesso femminile, appartengono al cd. “mondo della notte” e sono state assassinate a coltellate nella loro abitazione da una persona che probabilmente conoscevano. Invece, i casi verificatisi nelle zone meno urbanizzate hanno spesso trovato facile risoluzione. Basti pensare che dei 18 omicidi verificatisi tra il 1990 e il 2002 nei comuni con meno di 10.000 abitanti, 15 si sono risolti a poche ore dalla scoperta dell’omicidio. 11 Il dato è abbastanza ovvio e deriva dalla naturale conseguenza del fatto che più grande è una città più opportunità (di aiuto, di lavoro, di relazione, di sussistenza) offre. Le opportunità di aiuto, di lavoro, di relazione, di sussistenza (legittime o illegittime) che un centro urbano può offrire sono direttamente proporzionali alla sua grandezza. Va comunque precisato che – come si vedrà in seguito - per i delitti commessi in Trentino tra il 1990 e il 2002 l’omicida è solitamente maschio, di nazionalità italiana e di età compresa tra i 30 ed i 40 anni. 12 In valore assoluto, 11 casi di omicidio sui 18 verificatisi sono stati commessi da un autore che aveva un rapporto di matrimonio o di parentela con la vittima. 13 Il dato a disposizione è numericamente ridotto e ciò impedisce di poter verificare con maggior fondatezza questa affermazione. Risulta tuttavia plausibile che più è di piccole dimensioni il centro urbano più è probabile che l’omicidio, quando si verifica, si consumi tra componenti di uno stesso nucleo famigliare.

66 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino AUTORI E VITTIME DEGLI Fig. 4 - Autori di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. OMICIDI IN TRENTINO DAL Distribuzione per sesso. 1990 AL 2002 Sconosciuto 8% Le statistiche ufficiali hanno sem- pre descritto la provincia di Tren- Femmina 8% to come una zona dai bassi livelli di criminalità. Il dato nasce anche dal fatto che l’omicidio, che di tutti i reati è quello più grave, in Trentino si verifica di rado e prati- camente non matura mai in am- bienti criminali14. Occorre allora porsi alcune domande sugli auto- Maschio 84% ri e sulle vittime di questi fatti cri- minosi, sulle loro caratteristiche e sul tipo di relazione che intratte- neva l’autore (o gli autori) con la Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige propria vittima. Chi sono stati gli autori degli omicidi in Trentino negli ultimi tredici anni? Chi le lo- ro vittime? Cercheremo di rispon- dere a queste domande esami- nando genere, nazionalità, età, stato civile e professione di autori e vittime dei fatti delittuosi acca- duti.

IL GENERE DELL’AUTORE - L’OMICIDA È MASCHIO

L’omicidio, così come per la quasi totalità dei reati, si conferma an- che in Trentino come un reato ti- picamente maschile. Gli autori de- gli omicidi, come evidenziato nel- la figura 4, sono di sesso maschi- le nell’84% dei casi, contro l’8% dei delitti compiuti da soggetti di sesso femminile15.

14 Un unico omicidio, commesso a Trento nel 1996, è imputabile al fenomeno della criminalità organizzata ed è legato allo spaccio di sostanze stupefacenti. Tutti gli altri omicidi non scaturiscono da situazioni criminali, semmai da situazioni criminogene legate a pulsioni emotive (passionalità, aggressività), a volte sublimate da sostanze alcoliche o stupefacenti, che il soggetto scarica attraverso il fatto delittuoso. Difficilmente, come si vedrà, il delitto è frutto di un’attività premeditata. 15 La probabilità che l’autore del delitto sia di sesso maschile è all’incirca di otto/nove volte superiore rispetto all’ipotesi che sia un soggetto di sesso femminile a commettere il fatto. Il dato è pressoché identico a livello nazionale ed internazionale. Ad esempio, una ricerca condotta dal Dipartimento di Giustizia americano sugli omicidi successi in USA tra il 1976 ed il 2000 riporta che ben il 90,2% degli omicidi è stato commesso da soggetti di sesso maschile contro il 9,8% di soggetti di sesso femminile. U.S. Department of Justice - Bureau of Justice Statistics, Office of Justice Programs, Contents of Homicide trends in the U.S., reperibile all’indirizzo Internet http://www.ojp.usdoj.gov/bjs. In Francia, un’altra ricerca condotta sui casi di omicidio esaminati dalla Corte d’Appello di Versailles tra il 1987 e il 1996 sottolinea come “circa l’85% degli imputati sono uomini, il 15% donne”. L. Mucchielli, “Recherche sur les homicides: auteurs et victimes”, in Questions Penale, Centre de Recherches Sociologiques sur le Droit et les institutions Penales, n. XV.1, gennaio 2002.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 67 IL GENERE DELLA VITTIMA - Fig. 5 - Vittime di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. È PARITÀ TRA I SESSI Distribuzione per sesso. Se l’autore dell’omicidio è solita- mente un maschio non altrettanto si può dire della vittima. La figura 5 evidenzia un assoluto equilibrio tra vittime di sesso maschile (50%) e femminile (50%). Nel dato trentino la presenza femminile tra Femmina Maschio le vittime risulta essere superiore 50% 50% in media del 15-20% rispetto ad altre ricerche condotte in Italia e all’estero16. Come si spiega que- sto dato? In parte può essere spiegato dal ridotto numero di ca- si a disposizione, in parte dalla si- tuazione trentina in cui l’omicidio Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige matura spesso in ambito famiglia- re, dove il numero delle vittime di sesso femminile è comunemente più elevato rispetto all’omicidio nella metà dei delitti si ritrovano Mentre per l’autore di sesso fem- legato a episodi di criminalità co- autori e vittime di sesso maschile minile resta un 8% dei delitti com- mune o organizzata. (52%). Le vittime di sesso femmi- plessivi, da ripartire equamente Se si confronta poi per ciascun nile uccise da autori di sesso ma- tra vittime di sesso maschile (4%) omicidio il rapporto di genere tra schile rappresentano una quota e vittime di sesso femminile autore e vittima se ne ricava che considerevole, il 40%. (4%)17.

16 Ecco i dati di altre ricerche condotte in Italia negli ultimi trent’anni sulla percentuale di vittime di sesso femminile: 29,7% a Genova (Bandini, Gatti e Traverso, periodo 1961-1975), 37,6% a Brescia (Antonietti e Romano, periodo 1976-1998), 37% a Roma (Merli, Anaclerio periodo 1966-1975), 22,5% a Milano (Merzagora, Gigli, Brini e Marchiori, periodo 1993-1999). L’Australia si avvicina di più con una percentuale 60,6% ed il 39,4%. Si veda T. Bandini, U. Gatti, G. B. Traverso, Omicidio e controllo sociale, Franco Angeli, Milano, 1983; M. Simondi, Dati su ottanta casi di omicidio, Dipartimento Statistico-Matematico, Università degli Studi di Firenze, Firenze, 1970; A. Antonietti, C. Romano, “Il fenomeno dell’omicidio nella città di Brescia (1976-1998)”, in Rassegna Italiana di Criminologia, 3-4, 1999, p. 359 e ss.; S. Merli, M. Anaclerio, “L’omicidio nella casistica dell’Istituto medico-legale romano dal 1966 al 1975”, in Zacchia, XIV, 1978, p. 73 e ss.; I. Merzagora Betsos, F. Gigli, F. Brini, A. Marchiori, “Gli stranieri come vittime di omicidio a Milano”, in Archivio di Medicina Legale e delle Assicurazioni, vol. III, settembre-dicembre 2000, p. 1 e ss. 17 Se anziché calcolare il rapporto di genere per gli omicidi commessi si orienta l’indagine sugli autori (calcolando tutti i soggetti accusati di concorso in omicidio) il rapporto di genere tra autore e vittima acquista un’ulteriore caratterizzazione verso la fattispecie dell’omicidio intra- gruppo che avviene cioè fra persone che hanno frequenti contatti, provenienza comune e caratteristiche simili. Calcolando il dato in questa seconda prospettiva, infatti, risulta che quasi il 70% degli omicidi è commesso da autori e vittime dello stesso sesso.

68 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino LA NAZIONALITÀ - Fig. 6 - Autori di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. L’OMICIDIO È INTRA-GRUPPO Distribuzione per nazionalità. ED È SOPRATTUTTO TRA ITALIANI Sconosciuta 8% Altra Passando in rassegna la naziona- 4% lità di autori e vittime degli omici- di commessi in Trentino tra il Albanese 1990 e il 2002, si conferma la 8% teoria criminologica che qualifica l’omicidio come un reato fonda- Tunisina 10% mentalmente intra-gruppo, che avviene cioè fra persone che han- Italiana no frequenti contatti, provenienza 70% comune e caratteristiche simili18.

In generale l’omicidio è commes- so in alta percentuale da soggetti Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige che appartengono allo stesso gruppo per quanto riguarda il luogo di nascita da cui provengo- no19. Questa considerazione Fig. 7 - Vittime di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. emerge in tutta la sua validità se Distribuzione per nazionalità. applicata al caso trentino. Dei 36 Altra delitti risolti, solo in quattro casi 18% autore e vittima non avevano la medesima nazionalità20. I dati presentati nelle figure 6 e 7 con- fermano tuttavia che in Trentino l’omicidio è commesso soprattut- to da e contro cittadini italiani. Non sussiste una perfetta corri- spondenza tra la nazionalità di Italiana autori e vittime (ad esempio per 82% la nazionalità italiana gli autori sono il 70% del totale, le vittime l’82%) semplicemente perché, nel computo degli autori, si sono Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige considerate le nazionalità di tutti i soggetti accusati di concorso in omicidio che sono in numero maggiore rispetto alle vittime. In pratica, se la percentuale di autori di nazionalità straniera è più ele- vata rispetto al dato delle vittime, significa che più persone hanno concorso nell’omicidio di un loro connazionale (Fig. 7).

18 I. Merzagora Betsos, op. cit. supra a nota 9, p. 86. A questo proposito scrivono Newman e Karunaratne circa la realtà americana: “Negri uccidono negri, bianchi uccidono altri banchi. Per l’omicidio volontario si verifica che, generalmente uomini uccidono altri uomini, donne uccidono donne, parenti uccidono parenti, e persone oltre i 25 anni uccidono soggetti della stessa età”. G. Newman, N. Karunaratne, “I reati violenti contro la persona”, in F. Ferracuti, (a cura di), in Trattato di Criminologia, Medicina Criminologia e Psichiatria Forense, vol. 7, “Criminologia dei reati omicidiari e del suicidio”, Giuffrè, Milano, 1988, p. 1 e ss. 19 T. Bandini, U. Gatti, G. B. Traverso, op. cit. supra a nota 16, p. 88. 20 Dei quattro casi indicati, due hanno avuto come autori soggetti di nazionalità italiana che hanno ucciso soggetti di nazionalità straniera (tedesca e rumena). In due casi si è registrato un omicidio commesso da un soggetto di nazionalità straniera (albanese e americana), peraltro in concorso con altri co-autori di nazionalità italiana, nei confronti di un cittadino italiano.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 69 L’ETÀ DELL’AUTORE - Fig. 8 - Autori di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. L’OMICIDA HA TRA I 21 ED I Distribuzione per classe di età. 40 ANNI

Più di 60 anni Nel tratteggiare le caratteristiche di autori e vittime degli omicidi 51-60 anni l’età ha sempre assunto un ruolo rilevante. Ciò perché la variabile 41-50 anni età incide significativamente sulla commissione del reato. Anche in Età 31-40 anni questo caso l’analisi, riportata 21-30 anni nella figura 8, si allinea ai tradi- zionali orientamenti criminologici 18-20 anni che indicano la fascia compresa tra i 21 ed i 40 anni di età come Meno di 18 anni quella a più probabile vocazione 02468101214 omicida. Nel caso trentino le due Numero autori fasce di età (21-30 e 31-40 anni) Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige concorrono, quasi in pari grado, a fornire ben oltre la metà degli au- tori del delitto (65%). In generale, in Trentino l’età media di chi com- l’età media si aggira sui 32 anni. anni, mentre gli autori di naziona- mette un omicidio è di oltre 31 Incrociando i dati anagrafici con lità straniera risultano possedere anni. Se l’autore è donna, l’età la nazionalità si ottiene tuttavia un’età media più giovane (28 anni media scende a poco più di 27 che l’età media dell’autore di na- e mezzo). anni. Se invece l’autore è uomo, zionalità italiana supera quota 32

70 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino L’ETÀ DELLE VITTIME - Fig. 9 - Vittime di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. QUELLE ITALIANE SONO Distribuzione per classe di età. SOPRATTUTTO DI MEZZA

ETÀ Più di 60 anni

Le vittime degli omicidi invece, 51-60 anni come si può vedere nella figura 9, si distribuiscono abbastanza 41-50 anni omogeneamente su gruppi di età più ampi, raggiungendo il picco Età 31-40 anni nella fascia compresa tra i 41 ed i 21-30 anni 50 anni (9 casi). L’età media delle vittime è poco meno di 41 anni. 18-20 anni Sotto il profilo del genere, non sussistono grandi differenze di Meno di 18 anni età tra la media delle vittime di 012345678910 sesso maschile (quasi 41 anni e Numero vittime mezzo) e quelle di sesso femmini- Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige le (40 anni e mezzo). La naziona- lità gioca invece un ruolo non in- differente rispetto all’età delle vit- tra invece nelle fasce inferiori ai compresi tra i 31 ed i 40 anni; time dei delitti. Infatti, scorporan- 30 anni di età21. Risulta un solo • gli omicidi sono prevalentemen- do il dato anagrafico per la nazio- minorenne tra le vittime degli te originati dal degenerarsi di nalità si ottiene che l’età media omicidi negli ultimi tredici anni. rapporti famigliari o di cono- delle vittime straniere è di appena scenza, che si sviluppano me- 26 anni e mezzo. Il dato per le Il dato trentino rivela un’anzianità diamente tra i 25 ed i 35 anni. vittime italiane è sensibilmente della vittima maggiore rispetto a Se solitamente l’evento omicida più alto (44 anni). quella riscontrata da altre indagi- colpisce in maniera inaspettata, ni condotte sul territorio italia- non altrettanto si può dire del Al di là della media matematica, no22. La relativa anzianità della processo degenerativo di cui l’indagine trentina indica che le vittima di nazionalità italiana in l’omicidio è l’esito. Possono tra- vittime italiane, in percentuale, si provincia di Trento è spiegabile scorrere svariati mesi o anni concentrano maggiormente nella sottolineando che: prima che il processo degenera- fascia di età compresa tra i 41 ed • la quasi totalità degli omicidi è tivo giunga al suo ultimo e più i 50 (24%). Seguono le fasce 31- estranea a contesti criminali, drammatico stadio. Per questa 40 (21% delle vittime), 51-60 che prevalentemente coinvolgo- ragione, autori e vittime non (18%) e oltre i 60 anni di età no vittime di età compresa tra i appartengono alle fasce più gio- (18%). Per i cittadini stranieri la 20 ed i 30 anni ed anche – sep- vani della popolazione. quasi totalità dei casi (86%) rien- pur in misura minore - soggetti

21 La più giovane età di autori e vittime straniere è spiegata anche dal fatto che il Trentino è stato interessato da una significativa ondata immigratoria (in prevalenza dalle regioni balcaniche) solo a partire dagli anni ’90. La popolazione immigrata ha in media una composizione anagraficamente molto più giovane di quella trentina. 22 Un’ampia ricerca condotta nel comune di Milano ha rilevato che per le vittime italiane la fascia di età maggiormente rappresentativa è quella compresa tra i 31 ed i 40 (27,5%), seguita da quella fra i 41 ed i 50 (21,5%). I. Merzagora Betsos, op. cit. supra a nota 9, p. 97.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 71 LO STATO CIVILE - CELIBI Fig. 10 - Autori di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. CONTRO CELIBI, CONIUGATI Distribuzione per stato civile. CONTRO CONIUGATI Separato/a Passando in rassegna lo stato ci- 7% vile di autori e vittime degli omi- cidi in Trentino tra il 1990 e il 2002, si può notare come nella Coniugato/a 30% maggior parte dei casi l’autore dell’omicidio sia celibe o nubile (63%), mentre il 30% è coniuga- Celibe/nubile to/a e il 7% separato/a (Fig. 10). 63% Tra le vittime, come si può osser- vare nella figura 11, il divario tra coniugati e non coniugati tende al riavvicinamento (50% i non coniu- gati, 35% i coniugati, 10% i sepa- rati, i 5% vedovi). Anche l’esame Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige dello stato civile di autore e vitti- ma tende a confermare la teoria dell’omicidio come reato intra- gruppo: sul totale degli omicidi Fig. 11 - Vittime di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. Distribuzione per stato civile. commessi, il 37% ha avuto autori Vedovo/a e vittime celibi o nubili, il 21% dei 5% casi ha avuto per protagonisti au- Separato/a tori coniugati e vittime coniugate. 10% È interessante notare che, per i delitti avvenuti tra soggetti coniu- gati, in quasi il 90% dei casi la vit- tima e l’autore dell’omicidio erano Celibe/nubile 50% marito e moglie. Coniugato/a 35%

Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige

72 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino LA PROFESSIONE DI AUTORI E Fig. 12 - Autori di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. VITTIME - DISOCCUPATI E Distribuzione per professione. CASALINGHE/PENSIONATI AL PRIMO POSTO Spacciatore 11% Lavoratore autonomo/ libero professionista Poiché gli omicidi in Trentino so- Altro 9% no in gran parte “omicidi in fami- 4% glia”, la professione non risulta un fattore decisivo per descrivere Casalinga/ pensionato 13% il fenomeno. Tuttavia è possibile Lavoratore dipendente esprimere alcune considerazioni. 26%

L’esame della professione svolta Disoccupato e/o lavori dall’autore e riportata nella figura saltuari 12 rileva che, in una percentuale 37% sensibile (37%), gli autori degli omicidi risultano essere disoccu- pati o senza un’occupazione sta- Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige bile. Dai casi esaminati non emer- ge tuttavia che gli omicidi com- messi da questa categoria di au- Fig. 13 - Vittime di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al tori siano dettati da un fine di 2002. Distribuzione per professione. profitto. Al secondo posto tra gli autori degli omicidi troviamo i Altro 10% Lavoratore autonomo/ soggetti che svolgono un lavoro libero professionista 20% dipendente (26%). L’11% degli omicidi volontari è ad opera di spacciatori.

Lavoratore dipendente Tra le vittime spiccano casalinghe 20% Casalinga/ pensionato e pensionati, che raggruppano il 33% 30% del totale (Fig. 13). I lavora- tori autonomi e liberi professioni- Disoccupato o sti rappresentano un quinto del lavoratore saltuario totale delle vittime (20%), ma gli 17% autori di questi omicidi non han- no mai agito sulla base di un mo- vente connesso alla professione Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige condotta dalla vittima. Dall’esame della professione svolta da autori e vittime è possibile ricavare alcu- ne considerazioni su altri due te in un settore di benessere possibile desumere che sia tra aspetti: il tenore di vita e la scola- che si può qualificare medio- gli autori che tra le vittime pre- rità. medio basso rispetto al resto valgano i soggetti con livelli di Per gli omicidi commessi in Tren- della popolazione trentina; scolarizzazione medio bassi (li- tino tra il 1990 e il 2002 si dedu- • sebbene non sia stato possibile cenza elementare, licenza me- ce che: indagare nel dettaglio il tasso di dia, scuole professionali). • il tenore di vita di autori e vitti- scolarizzazione di autori e vitti- me si concentra prevalentemen- me, dalla professione svolta è

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 73 LA RELAZIONE TRA AUTORI E VITTIME - L’OMICIDA? UN Fig. 14 - Omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. Distribuzione per omicidio in famiglia, tra conoscenti e sconosciuti. PARENTE O UN CONOSCENTE

Omicidio irrisolto In quasi l’80% degli omicidi verifi- 10% catisi in Trentino tra il 1990 ed il

2002 la vittima conosceva il pro- Omicidio nell'ambito prio assassino23. Solo in una per- della famiglia Omicidio tra 43% centuale minima (13%) la cono- sconosciuti scenza tra autori e vittime poteva 13% ritenersi scarsa o nulla. Il dato il- lustrato nella figura 14 non fa che confermare l’analisi già più volte ribadita in questi paragrafi: in Omicidio tra Trentino l’omicidio matura preva- conoscenti 34% lentemente in contesti famigliari o affini. Gli omicidi tra famigliari rappresentano il 43% del totale (di Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige questi il 37% è coinciso con un uxoricidio24), quelli tra conoscenti (vicini di casa, amanti, colleghi di lavoro, etc.) il 34%25.

Il dato trentino mostra un valore di omicidi in famiglia più alto ri- spetto alla generalità delle ricer- che condotte sul territorio nazio- nale26 e ciò può dipendere sia dal- l’esiguità del campione sia dalla pallida presenza di organizzazio- ni criminali sul territorio27.

23 “Uno dei luoghi comuni da confutare in materia di omicidio è quello secondo cui siamo in balia di assassini ignoti ed inattesi. Raramente è così, anche perché – e questo è il risvolto negativo della precedente rassicurazione – è semmai dai famigliari che occorre guardarsi”. I. Merzagora Betsos, op. cit. supra a nota 9, p. 68. Al dato dell’omicidio nell’ambito della famiglia e dell’omicidio tra conoscenti può essere aggiunto anche quello degli omicidi irrisolti in quanto, per le modalità del delitto e gli indizi desunti dalle indagini, si potrebbe dedurre un rapporto perlomeno di conoscenza tra autore e vittima. 24 Rispetto ad altre ricerche, il dato trentino sugli uxoricidi è solitamente inferiore di qualche punto percentuale. Ad esempio, nella ricerca milanese di Merzagora, Zoja, Gigli del 1995 è risultato che gli uxoricidi rappresentavano il 40,3% dell’intera categoria degli omicidi in famiglia. I. Merzagora Betsos, R. Zoja, F. Gigli, Vittime di omicidio, Giuffrè, Milano, 1995. 25 La tripartizione tra omicidi tra famigliari, omicidi tra conoscenti e omicidi tra sconosciuti è stata utilizzata anche dalla ricerca di Bandini, Gatti e Traverso del 1983. T. Bandini, U. Gatti, G. B. Traverso, op. cit. supra a nota 16. 26 Tra le numerose ricerche condotte in alcune città italiane, solo quella di Correra a Trieste (1981-1990), di Giusti a Latina e provincia (1949- 1994) e di Luzzago a Modena (1951-1983) mostrano valori pari o più elevati (a Trieste il dato raggiunge il 62,5%, a Modena il 49%, a Latina il 48%). Le altre indicano valori che solitamente non superano il 30%. I. Merzagora Betsos, op. cit. supra a nota 9, p. 75. 27 “Nel Nord Italia, l’omicidio in famiglia rappresenta la percentuale più alta su tutti gli omicidi, mentre nel Sud è secondo agli omicidi della criminalità organizzata”. G. Giusti, P. Enrico, “L’omicidio in famiglia: Italia 1998”, in Rivista Italiana di Medicina Legale, XXII 2000, p. 534.

74 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino LE ALTRE DOMANDE Fig. 15 - Omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. DELL’OMICIDIO: DOVE, Distribuzione per luogo del delitto. QUANDO, COME E PERCHÉ

Dopo aver cercato di rispondere Altro alla domanda sul chi sono stati 22% negli ultimi tredici anni in Trenti- no gli autori e le vittime degli omicidi, proveremo a dare rispo- sta alle altre domande che servo- Strade e parchi Abitazione vittima pubblici 52% no ad identificare il delitto: il do- 13% ve, il quando, il come ed il per- ché.

Luogo di lavoro vittima IL LUOGO DEL DELITTO - LA 13% VITTIMA MUORE IN CASA

Oltre la metà degli omicidi (52%) Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige si è consumata nell’abitazione della vittima. Il dato è la logica conseguenza del carattere fami- gliare degli omicidi e del rapporto Fig. 16 - Omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. di conoscenza e di fiducia solita- Distribuzione per mese. mente esistente tra autori e vitti- 10 me. I delitti commessi in strade e 9 parchi pubblici, tradizionalmente 8 connessi a fenomeni di criminali- 7 tà comune o organizzata, sono 6 presenti in una percentuale assai 5 ridotta (13%), come si evince dalla 4 figura 15. di omicidi Numero 3

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IL MESE, IL GIORNO E L’ORA 1

DEL DELITTO 0 La contestualizzazione temporale luglio aprile marzo agosto giugno ottobre maggio gennaio febbraio dell’omicidio è un altro elemento Mese dicembre novembre settembre che può risultare interessante ai Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige fini dello studio del fenomeno. Di seguito presentiamo i dati elabo- rati circa i mesi, i giorni e l’ora in cui sono stati commessi i delitti verificati nel periodo delle festivi- spetto al periodo del mese, i dati in provincia di Trento tra il 1990 e tà e neppure presentano una più hanno evidenziato che, in netta il 2002. alta incidenza di omicidi in fami- maggioranza, gli omicidi vengono glia rispetto alla media (solo in 3 commessi o nella prima (48% del I MESI - IN DICEMBRE PIÙ casi su 9 autore e vittima aveva- totale degli omicidi) o nella terza MORTI no un rapporto di parentela). decade del mese (32% del totale). L’esiguità del campione di riferi- In Trentino, negli ultimi tredici an- A parte questo picco, gli omicidi, mento impedisce tuttavia di com- ni, il mese con più omicidi è stato come si può notare dalla figura prendere se si tratti o meno di dicembre (9 casi). Contrariamente 16, si distribuiscono in maniera una semplice coincidenza. a quanto si possa pensare però che è possibile definire uniforme gli omicidi dicembrini non si sono lungo tutti i mesi dell’anno. Ri-

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 75 IL GIORNO - L’OMICIDA Fig. 17 - Omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. COLPISCE SOPRATTUTTO NEL Distribuzione per giorno. WEEK END 12 Anche l’analisi dei giorni della settimana mostra un unico e si- 10 gnificativo picco nella giornata di venerdì che con i suoi 11 casi 8 comprende quasi il 30% della to- talità dei delitti commessi in Tren- 6 tino negli ultimi tredici anni (Fig. 4

17). Se al dato del venerdì viene di omicidi Numero aggiunta la giornata di sabato (8 omicidi) si raggiunge quasi la me- 2 tà dei delitti commessi in Trentino tra il 1990 e il 2002. La concen- 0 lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica trazione degli omicidi nel fine set- Giorno timana può trovare spiegazioni Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige diverse. Ad esempio: l’omicidio viene compiuto sull’onda di un’aggressività accumulata nel corso della settimana, oppure è la Fig. 18 - Omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. stessa aggressività accumulata a Distribuzione per fascia oraria. scatenarsi a causa di una mal 15 sopportata convivenza con un fa- migliare, oppure è il tempo libero a disposizione ad aumentare le 12 opportunità di relazione ed anche le opportunità omicide o il rischio 9 dell’omicidio. O, infine, più sem- plicemente, potrebbe trattarsi di 6 una casualità statistica causata di omicidi Numero dall’esiguità dei casi analizzati28. 3

L’ORA DEL DELITTO - IL 0 PICCO È TRA LE 20 E LE 24 h 0-4 h 4-8 h 8-12 h 12-16 h 16-20 h 20-24 Fascia oraria Suddividendo la giornata per fa- Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige sce orarie di 4 ore ciascuna pos- siamo osservare, nella figura 18, la distribuzione degli omicidi commessi nell’arco della giornata. rapporto di famigliarità e di cono- meriggio con 8 casi. La fasce ora- L’analisi evidenzia come la fascia scenza sussistente tra autore e rie che registrano il minor nume- oraria di gran lunga più ricorrente vittima: l’omicidio si consuma la ro di omicidi sono quelle compre- sia quella compresa tra le 20 e le sera in casa della vittima. Signifi- se tra le 4 e le 8 e le 8 e le 12 del 24 (14 casi, 35% del totale). Ciò è cativa è anche la fascia che va da mattino (3 casi ciascuna). spiegabile ancora una volta dal mezzogiorno alle quattro del po-

28 Una recente ricerca australiana, condotta sugli omicidi commessi in Australia tra il 2000 ed il 2001, indica il venerdì quale giorno con il più alto numero di omicidi (il 20,6% del totale), mentre il sabato è addirittura sotto la media con il 12,4% dei delitti commessi. Anche in questo caso il dato è di difficile lettura. Si può ipotizzare che il maggior tempo libero a disposizione nei fine settimana, le maggiori occasioni di contatto con i famigliari e/o di divertimento portino a scaricare l’aggressività accumulata. Australian Institute of Criminology, Homicide in Australia: 2000-2001, National Homicide Monitoring Programme, Annual Report, Research and Public Policy Series, n. 40. reperibile all’indirizzo Internet http://www.aic.gov.au/publications/rpp/40/.

76 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino L’ARMA DEL DELITTO - IN 2 Fig. 19 - Omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. CASI SU 3 L’OMICIDA HA Distribuzione per tipo di arma. AGITO CON UN’ARMA DA

TAGLIO O DA FUOCO Nessuna 16% Le pistole ed i coltelli sono state le armi più usate dagli autori dei Altro Arma da fuoco 3% delitti commessi in Trentino negli 38% ultimi tredici anni. L’uso di armi da fuoco ricorre nel 39% dei casi Corpo contundente mentre quello delle armi da ta- 12% glio, nel 31% (Fig. 19). Rispetto al- la serie storica possiamo notare che gli omicidi commessi con ar- mi da fuoco (pistole e fucili) si Arma da taglio concentrano soprattutto nella pri- 31% ma metà degli anni ’90, mentre negli ultimi anni gli omicidi sono Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige stati prevalentemente commessi con armi da taglio, oggetti con- tundenti oppure a mani nude. Non sono emerse correlazioni ma era il figlio dell’autore). Inoltre dell’omicida, mentre l’impiego di particolari tra il tipo di arma uti- tutti e quattro i casi di omicidi armi da taglio si associa a delitti lizzata (da taglio o da fuoco) ed i plurimi (un triplice e tre duplici compiuti più sull’impeto delle cir- legami famigliari e professionali omicidi) avvenuti in Trentino negli costanze. Per l’omicidio commes- tra autori e vittime. Si è tuttavia ultimi tredici anni sono stati com- so a mani nude (16%), è invece riscontrato che, con l’esclusione messi con armi da fuoco di cui evidente come debba sussistere degli anni 1990 e 1991, l’omicida l’autore, nella maggioranza dei uno sbilanciamento di forze a fa- che utilizza armi da fuoco possie- casi, aveva regolarmente denun- vore dell’autore del delitto29. Tale de un’età sensibilmente superiore ciato il possesso. L’utilizzo di sbilanciamento o è già presente (oltre i 50 anni) alla media degli un’arma da fuoco nella commis- in natura (la vittima è donna o autori e ha sempre agito da solo sione di un delitto, oltre a facili- una persona più debole) oppure avendo per bersaglio vittime soli- tarne la commissione, è solita- viene creato attraverso un’azione tamente coetanee (ad eccezione mente indice di un’azione meno di gruppo nella commissione del degli unici due casi in cui la vitti- istintiva e più riflessiva da parte crimine.

29 Lo sbilanciamento di forze nell’omicidio a mani nude è condizione necessaria per il verificarsi dell’omicidio stesso. Non basta la volontà di uccidere, occorre essere nelle condizioni di poterlo fare.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 77 IL MOVENTE DEL DELITTO E Fig. 20 - Omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. LA PREMEDITAZIONE Distribuzione per motivazione. Il movente è spesso l’elemento Ignota 8% Appropriazione chiave per comprendere e risolve- 8% re l’omicidio. Insieme alla preme- ditazione, il movente è un ele- Ludismo o sessualità mento importante per valutare sia 8% la pericolosità sia il grado di col- Aggressività pevolezza dell’autore del delitto. 27%

IL MOVENTE - PREVALE QUELLO PASSIONALE

Passionalità Il movente (o motivo) dell’omici- 49% dio è la causa psichica che ha “mosso” il soggetto verso la com- missione dell’omicidio. Possiamo Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige classificare le motivazioni degli omicidi compiuti in Trentino se- condo quattro categorie30: ta a situazioni di tensione emo- Date queste premesse, il caso • omicidio per appropriazione: si tiva (litigi, gelosie, risse, ecc.), trentino tratteggia un quadro nel uccide per una motivazione di per l’incapacità del soggetto di quale gli omicidi negli ultimi tre- arricchimento economico. Rien- dominare le pulsioni violente; dici anni sono stati commessi so- trano in questa categoria anche prattutto per motivi passionali tutti quei delitti generati da • omicidio per passionalità: si uc- (49%). conflittualità insorta per ragioni cide in condizioni di grave coin- Al secondo posto, come si nota economiche (rivalità personali, volgimento emotivo (passione) dalla figura 20, stanno gli omicidi o tra gruppi, che portano a ven- che si ricollega ad un duraturo commessi per aggressività (28%), dette omicide). Gli omicidi per rapporto esistente tra autore e mentre sono marginali i restanti appropriazione si verificano più vittima. È proprio l’esistenza di due casi (appropriazione 8% e lu- di frequente in contesti di crimi- un rapporto pregresso e duratu- dismo 5%). Il dato sul movente di- nalità organizzata (es. omicidi ro di natura famigliare e/o sen- mostra come i motivi economici per il controllo del mercato del timentale tra autore e vittima a rivestano un ruolo assolutamente racket, degli stupefacenti etc.) differenziare quest’ultima cate- trascurabile nella commissione e/o comune (es. omicidio per goria da quella degli omicidi degli omicidi in Trentino. rapina), ma anche in contesti fa- per aggressività; L’omicidio, negli anni considerati, migliari (omicidio per ereditare i non è mai stato commesso a sco- beni di coniugi o parenti); • omicidio per ludismo: si uccide po di rapina. senza alcun movente concreto • omicidio per aggressività: si uc- e razionalmente comprensibile, cide per reazione sproporziona- ma per gioco.

30 La categorizzazione deriva da una rielaborazione di Mantovani. L’Autore introduce altre due categorie: i delinquenti per sessualità che commettono reati per soddisfare pulsioni libidiche e i delinquenti per ideologia che commettono reati per finalità ideologiche, (es. terrorismo politico e/o religioso). In realtà, tra gli omicidi irrisolti sembra potersi identificare un delitto a sfondo sessuale. Ovviamente la classificazione proposta è solo una delle tante possibili. F. Mantovani, Diritto Penale, CEDAM, Padova, 1992, pp. 629-630. Merzagora riporta una distinzione di massima per l’intera fenomenologia dell’omicidio. Gli omicidi vengono divisi in due gruppi: a) omicidio strumentale (“È spesso connesso alla delinquenza organizzata o all’ambiente della malavita e si verifica nell’ambito di regolamento di conti, o di eliminazioni di concorrenti nei mercati illeciti gestiti da organizzazioni criminali”); b) omicidio espressivo (“Si verifica tra persone legate da rapporti interpersonali, scaturisce per esempio in ambito famigliare o di stretta conoscenza ed è riconducibile, in senso lato, ad uno stato emotivo e passionale”). Applicando questa bipartizione alla casistica trentina ed intendendo l’omicidio espressivo in senso più lato di quanto riportato sopra (includendo cioè tutti quei delitti che non possono essere considerati strumentali) si ottiene la seguente percentuale: omicidio strumentale 8%, omicidio espressivo 92%. I. Merzagora Betsos, op. cit. supra a nota 9, p. 66. Si veda anche I. Merzagora Betsos, “Vent’anni di criminalità nel Trentino”, in E.U. Savona, Primo Rapporto sulla sicurezza nel Trentino, Giunta della Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1999, p. 22.

78 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino LA PREMEDITAZIONE - C’È IN Fig. 21 - Omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. UN CASO SU TRE Distribuzione per omicidio premeditato, non premeditato, irrisolto. Nel 25% dei casi il delitto è stato commesso dagli autori con pre- meditazione31. Il che significa che Omicidio irrisolto l’assassino, oltre a commettere 10% Omicidio premeditato volontariamente l’omicidio, l’ave- 25% va pianificato in precedenza, creando le condizioni perché que- sto avvenisse. L’intenzione di uc- cidere la vittima, in questi casi, Omicidio non matura anteriormente alla situa- premeditato zione in cui poi effettivamente il 65% delitto si consuma. I casi in cui si riscontra la premeditazione ri- guardano in maggioranza parenti, specie mogli e mariti. I casi in cui Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige l’omicidio si verifica in circostan- ze non premeditate rappresenta- no il 65% del totale (Fig. 21). Fig. 22 - Autori di omicidi volontari consumati in Trentino dal 1990 al 2002. Distribuzione per esito del delitto. L’AZIONE DELLE FORZE DELL’ORDINE - IL DESTINO Mai identificato Altro 8% DEGLI AUTORI DEGLI 8% OMICIDI Consegnatosi spontaneamente Arrestato dopo più di 8% Gli autori degli omicidi in Trentino 7 giorni tra il 1990 ed il 2002 sono stati 20% individuati ed arrestati dalle For- ze dell’ordine solitamente in bre- ve tempo. Non solo infatti le Arrestato nelle prime Arrestato entro 7 24 ore giorni agenzie investigative hanno indi- 36% viduato il colpevole nel 92% dei 20% casi, ma lo hanno fatto anche ra- pidamente, riuscendo ad assicu- rare alla giustizia gli autori degli omicidi in tempi decisamente ri- Fonte: elaborazione Transcrime di articoli quotidiani Alto Adige-Trentino e l'Adige stretti. Come si può vedere dalla figura 22, l’omicida viene fermato ed arrestato entro le 24 ore dalla scoperta del delitto nel 36% dei Trentino, negli ultimi tredici anni, capacità di individuare ed arresta- casi. Un altro 20% finisce tra le ben il 72% degli omicidi commes- re il colpevole in tempi rapidissi- maglie della giustizia entro 7 si è stato risolto in meno di 7 mi. Questo dato può essere spie- giorni dalla scoperta delitto. Se a giorni dalla scoperta del delitto. gato dal concorso di due diversi questi dati si aggiungono i casi in Rispetto all’efficacia dell’azione fattori: 1) un’aumentata efficienza cui l’omicida si suicida, si conse- repressiva delle Forze dell’ordine delle Forze dell’ordine; 2) una cre- gna spontaneamente o viene arre- si può notare che negli ultimi an- scente semplicità di risoluzione stato in flagranza ne deriva che in ni è ulteriormente migliorata la degli omicidi.

31 In ambito penalistico, la dottrina si dimostra rigorosa sui requisiti richiesti per configurare la premeditazione. È richiesto: “a) un intervallo temporale ampio tra l’insorgere e l’esecuzione del proposito criminoso, tale da consentire una ponderata riflessione; b) un consolidamento, mediante maturata riflessione di tale proposito, c) una persistenza, tenace ed ininterrotta, del medesimo”. F. Mantovani, op. cit. supra a nota 30, p. 334.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 79 GLI OMICIDI DEL 2002: Cavalese Trento I FATTI DI , (Lunedì 9 settembre 2002) (Mercoledì 6 novembre 2002) CAVALESE, CASTEL EVADE E STRANGOLA LA LA AMMAZZA DI BOTTE: CONDINO E TRENTO MOGLIE ARRESTATO

Spostando ora la nostra attenzio- “Ha ucciso, strangolandola, la “Lo cercavano da giorni, ****, 35 ne all’ultimo anno, prima di pro- moglie e poi è andato a confes- anni, camionista macedone resi- cedere all’illustrazione dei dati sarsi dal prete. ****, 46 anni, cuo- dente a Trento in via ****, padre raccolti attraverso la content co di Cavalese, ha realizzato quel- di quattro figli. È lui il presunto analysis,è opportuno ricostruire lo che non gli era riuscito un me- assassino della ragazza massa- gli avvenimenti da cui ricaviamo se e mezzo fa: uccidere ****, 48 crata di botte e trovata in un fos- le nostre analisi. Nel 2002 in anni, la donna che gli aveva dato so sopra il Brennero. **** e **** Trentino le cronache hanno ripor- una figlia. Per l’episodio del 27 lu- vivevano insieme da qualche tem- tato i resoconti di quattro omicidi glio si trovava agli arresti domici- po a Pergine, in via ****, ma non commessi a Storo, Cavalese, Ca- liari, nell’appartamento sopra era una facile convivenza: la don- stel Condino e Trento. Ecco come quello della vittima e ieri ha mes- na lo aveva già denunciato ai ca- sono stati raccontati i delitti sulle so in atto il suo folle proposito. Ai rabinieri per maltrattamenti. Nel- prime pagine dei giornali l’Adige carabinieri che lo stavano arre- la notte tra venerdì e sabato si è (omicidi di Cavalese e Castel Con- stando ha detto solo poche gelide consumato l’omicidio: l’assassino dino) e Trentino (omicidi di Storo parole: “Ora potete prendermi”. ha colpito ripetutamente la donna e Trento) nell’edizione che dava l’Adige, 10 settembre 2002 e poi l’ha gettata dall’auto in una per prima la notizia del delitto. A scarpata. La venticinquenne koso- fianco della località è indicata tra vara non riusciva a muoversi a parentesi la data effettiva della (Giovedì 26 settembre 2002) causa delle gravi lesioni interne commissione dell’omicidio che, a ed è morta assiderata nel fosso. volte, può non coincidere con Ieri i carabinieri hanno arrestato UCCIDE LA MOGLIE E SI quella della scoperta del reato. **** a Pergine e poi l’hanno inter- AMMAZZA rogato con l’accusa di omicidio. Storo “Tragedia della gelosia ieri pome- **** ha respinto ogni accusa: (Lunedì 27 maggio 2002) riggio a Castel Condino, ****, 26 “Quella donna la conoscevo ma anni operaio di Ponte Caffaro ha non sono mai stato il suo amante. UCCISO A BASTONATE IN ammazzato con nove coltellate la E io non l’ho uccisa”. Ora è in at- FABBRICA moglie ****, 19 anni, rumena e tesa dell’estradizione”. poi si è gettato dal terzo piano ri- Trentino, 22 novembre 2002 “Orribile delitto a Storo. Un ope- manendo ucciso sul colpo. La tra- raio di 36 anni, ****, sposato e gedia s’è consumata in casa di padre di due bambini, è stato uc- un’amica di ****, che ha assistito ciso a bastonate e poi gettato in all’uxoricidio-suicidio, dove i due un fusto dell’acido nella fabbrica si erano incontrati per un chiari- in cui lavorava, la ****. Arrestato mento. **** voleva divorziare e con l’accusa di omicidio volonta- **** in preda ad un raptus ha rio il suo datore di lavoro ****, 33 messo fine nel modo più terribile anni, anch’egli sposato, separato al loro breve matrimonio e alle lo- e padre di un figlio. La vittima ro giovani vite”. era scomparsa lunedì. Unica trac- l’Adige, 27 settembre 2002 cia una telefonata fatta dalla mo- glie sul suo cellulare. Qualcuno aveva risposto, ma senza parlare. Il delitto è stato scoperto dal pa- dre del presunto killer, ****, fon- datore dell’azienda, che ha con- fessato tutto ai carabinieri. L’ac- cusato è stato interrogato. Ma si è chiuso nel silenzio”. Trentino, 30 maggio 2002

80 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino I TEMI DOMINANTI DEGLI I temi dominanti unisce nel dolore) entrambe le OMICIDI DI STORO, dell’omicidio di Storo famiglie coinvolte nell’omicidio. CAVALESE, CASTEL CONDINO I titoli dei giornali: “Il papà, sì, è IL BIDONE E TRENTO stato mio figlio”, “Infanzia terri- •È il luogo dove viene nascosto il bile alle spalle e poi la felicità Ogni avvenimento ruota intorno corpo della vittima quand’era con ****” Trentino 30 maggio; ad alcuni temi dominanti che lo ancora in vita subito dopo l’ag- “Mio fratello, un uomo buono”, identificano agli occhi dell’opinio- gressione. Il fusto metallico di- l’Adige 30 maggio, “Ha ammaz- ne pubblica. Un tema dominante venta il simbolo di una morte zato, non potevo coprirlo. Il pa- è tale in quanto portatore di un atroce e violenta, che appare dre dell’omicida è disperato: Mi messaggio che “domina” sugli al- gratuita e ingiustificata (e per ha raccontato tutto tra le lacri- tri messaggi, imponendosi come questo colpisce) perché uccide me”, l’Adige 31 maggio; “Da noi tratto distintivo e simbolico di un una persona che tutti, come ri- era come in famiglia: Il padre: particolare fatto o evento per la porta la stampa, definivano mi- Erano amici, lo aveva aiutato”, sua straordinarietà, curiosità, tra- te e cordiale. I titoli dei giornali: Trentino 31 maggio, “La sorella: gicità, novità, bontà o efferatez- “Gettato in un fusto dell’acido: Voglio incontrare la vedova. za. In questo senso, possiamo de- arrestato il datore di lavoro”, Soffro per i bambini di **** li finire senza dubbio dominanti per Trentino 30 maggio; “Corpo si- aiuteremo”, Trentino 31 mag- l’attentato alle Twin Towers di gillato in un bidone, in gio, “La vedova incontra papà e New York i fotogrammi che im- fabbrica”, “Era un bravo ragaz- sorella del killer”, Trentino 1 mortalarono l’impatto del secon- zo, che fine pazzesca”, l’Adige giugno; “Papà **** incontra la do aereo dirottato contro i gratta- 30 maggio; “Dieci colpi, ma è vedova”, l’Adige 1 giugno; “Uniti cieli in fiamme o che il termine morto soffocato nel bidone”, l’A- nel dolore la vedova e il padre “mostro di Firenze” è il tema do- dige 31 maggio; “Sepolto nel bi- del killer”, “Due famiglie distrut- minante ed identificativo di una done quando era ancora vivo”, te”, Trentino 2 giugno. serie di delitti ancora per certi Trentino 31 maggio. versi misteriosi ed irrisolti com- I temi dominanti messi nella zona fiorentina nei IL MOVENTE dell’omicidio di Cavalese decenni dal 1960 al 1980. Allo • Rimane misterioso perché in- stesso modo anche la carta stam- quirenti e magistratura non cre- I GIUDICI pata, quando presenta una noti- dono alla versione fornita dal- •Vengono accusati da stampa, zia, cerca di farlo attraverso temi l’indagato. I titoli dei giornali: amministratori locali e opinione dominanti che, oltre a fornire una “L’ho ucciso per difesa”, l’Adige pubblica di avere una responsa- chiave di lettura al fatto, lo con- 31 maggio; “I famigliari non bilità indiretta nell’omicidio. So- notano e lo identificano di fronte credono alla versione del killer”, no stati i giudici a concedere al- all’opinione pubblica. L’identifica- Trentino 31 maggio; “Mi ha ag- l’omicida gli arresti domiciliari zione di temi dominanti per un gredito perché bestemmiavo. nello stesso edificio in cui vive- quotidiano diventa essenziale per Ma il gip non crede al racconto va la moglie che era stata vitti- trasmettere curiosità ed interesse e conferma il carcere”, Trentino ma, solo poche settimane pri- al lettore, per offrire spunti, per 1 giugno; “Ero in preda a un ma, di un tentato omicidio, rea- semplificare i messaggi. raptus”, “Ancora troppe con- to per il quale il marito era sta- traddizioni”, l’Adige 1 giugno, to messo agli arresti (domicilia- Data questa premessa cerchiamo “**** ha mentito, Storo il giudi- ri, appunto). I titoli dei giornali: ora di identificare tre possibili te- ce smonta la legittima difesa”, “Tragedie annunciate”, “L’uomo mi dominanti che i quotidiani l’A- Trentino 2 giugno. era agli arresti proprio nell’al- dige e Trentino hanno riportato loggio al piano superiore. Nello per ciascuno dei quattro delitti LAFAMIGLIA scorso luglio la prima aggres- commessi sul territorio provincia- • La famiglia è il fulcro intorno al sione”, “La famiglia: una morte le nel 2002. L’identificazione dei quale ruotano le notizie di annunciata. La rabbia di sei temi dominanti è utile per capire stampa che si concentrano sia fratelli: chi l’ha mandato a ca- quali motivi di interesse possa sui famigliari dell’autore (che sa, sarà contento”, “Domiciliari aver suscitato nell’opinione pub- hanno collaborato subito con le in casa, tragico assurdo”, “La blica la notizia dell’omicidio. Forze dell’ordine) sia sui fami- rabbia del sindaco e del parro- gliari della vittima (che, altro te- co. Gilmozzi e don Renzo non ma dominante, era testimone di hanno dubbi: delitto annuncia- Geova). L’omicidio di Storo vie- to”, l’Adige 10 settembre; “Do- ne presentato dalla stampa co- miciliari in casa uccide la mo- me un dramma che rovina (ma glie”, “Cavalese, il lutto e la rab-

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 81 bia: devono condannare il giudi- I temi dominanti I temi dominanti ce”, Trentino 10 settembre; “Ca- dell’omicidio dell’omicidio di Trento valese sotto choc: colpa dei giu- di Castel Condino dici. Tarfusser accusa la Procu- LA BRUTALITÀ ra di Trento”, “Granero: critiche LE DONNE DELL’EST • Stando alle cronache, l’omicida sorprendenti”, Trentino 11 set- • Da lì proveniva la vittima. Le ha reso agonizzante la vittima a tembre; “Cavalese contro i giu- donne dell’est vengono ritratte forza di calci e pugni, l’ha cari- dici”, “Spettava ad altri preveni- come persone più legate al be- cata sul camion per trasportarla re non ai giudici”, l’Adige 11 nessere degli alimenti che al be- oltre il Brennero per poi non settembre; “Scontro tra le pro- nessere degli affetti. I titoli dei esitare a disfarsene. I titoli dei cure”, l’Adige 12 settembre. giornali: “L’ha sposato per l’Ita- giornali: “La ammazza di botte: lia e per i soldi”, Trentino 27 arrestato”, Trentino 22 novem- ILMATRIMONIO settembre, “Coppie miste, non bre; “L’ha massacrata in via •L’immagine felice dell’uxoricida solo drammi”, Trentino 28 set- ****”, Trentino 23 novembre; con la moglie il giorno del loro tembre; “Solitudine e mogli eso- “L’ha uccisa in casa, davanti a matrimonio stride (e per questo tiche”, l’Adige 28 settembre; moglie e figli”, l’Adige 24 no- colpisce) con la realtà dell’omi- “Qui tanti italiani e tanti matri- vembre; “****, Tu mi dicevi che cidio e riporta in auge il tema moni”, l’Adige 29 settembre. la tua era una vita di vero infer- delle violenze in famiglia. I titoli no”, l’Adige 26 novembre. dei giornali: “Donne quante vit- GELOSIA E TRADIMENTI time”, “Una storia travagliata”, • Sono i moventi scatenanti de LA SCARPATA “Lasciato dalla prima moglie: delitto. I titoli dei giornali: “No- •È dove viene ritrovato dalla po- era violento”, l’Adige 10 settem- ve coltellate per gelosia, poi si lizia austriaca il corpo senza vi- bre; “Donne ancora poco protet- butta dal terzo piano”, “La rab- ta della giovane donna kosova- te”, “Dieci anni insieme: amore bia del fratello: lei lo tradiva”, ra. I titoli dei giornali: “Kosova- e inferno”, Trentino 10 settem- l’Adige 27 settembre; “L’ha ucci- ra massacrata e gettata dall’au- bre; “Lei si sentiva già morta sa perché lo tradiva”, “L’ultima to in una scarpata”, Trentino 22 Andarmene? Se vuole mi uccide- lettera di ****: uniti in cielo”, novembre. rà lo stesso”, Trentino 11 set- Trentino 28 settembre; “Sarai tembre; “Morta, mi crederan- mia o di nessun altro”, “Pensa- L’A LBANIA no”, l’Adige 11 settembre. vo: se lo lascia va fuori di te- • Sia l’autore dell’omicidio sia la sta”, l’Adige 28 settembre. sua vittima sono di nazionalità LA FIGLIA MINORENNE albanese. L’etnia, come si ve- •È la vittima incolpevole della LAPIETÀ drà, incide sia sull’attenzione tragedia. Ha perso due genitori •È quella che entrambi i giornali della stampa che sull’attenzione in una volta sola. I titoli dei riservano sia all’omicida che al- dell’opinione pubblica in manie- giornali: “La sua bimba è la se- la sua vittima per un amore non ra rilevante. I titoli dei giornali: conda vittima”, l’Adige 10 set- più ricambiato che era diventa- “Kosovara massacrata e gettata tembre; “La mamma non c’è più ta ossessione. I titoli dei giorna- dall’auto in una scarpata”, Tren- è già in cielo”, Trentino 11 set- li: “Le emozioni senza alfabeto”, tino 22 novembre; “Kosovara tembre; “Se la mamma è in l’Adige 27 settembre; “La lenta uccisa, fermato l’amante”, l’Adi- paradiso, voglio papà”, l’Adige morte di ****: così non è vita”, ge 22 novembre; “I famigliari di 11 settembre; “****: Penso solo Trentino 28 settembre; “La **** minacciati di morte”, “I pa- a mia figlia”, l’Adige 12 settem- mamma dell’assassino: Mio fi- renti della vittima si vogliono bre; “Il dramma del futuro di glio vittima di sé stesso”, “Trop- vendicare. Telefonate minatorie ****”, “La bambina è abbastan- po facile dire I love you”, l’Adige anche ai testimoni”. za serena: gioca e disegna a ca- 29 settembre; “Don Antonio Se- sa della sorella. Ieri ha chiesto bastiani: Hanno pagato le con- dei funerali della mamma”, traddizioni della nostra Passiamo ora ad analizzare più Trentino 12 settembre; “Da **** società”, l’Adige 30 settembre; nel dettaglio i dati raccolti attra- un disegno sulla bara. Commo- “La commozione degli amici: verso la content analysis, comin- vente visita della figlia: un ma- ora è inutile cercare colpe”, ciando dallo spazio che gli omici- re azzurro per la mamma”, Trentino 1 ottobre. di commessi in Trentino hanno Trentino 13 settembre; “Sepolta avuto sulle prime pagine dei gior- col disegno della sua piccola”, nali locali. l’Adige 14 settembre; “L’omicida perde i diritti di padre”, l’Adige 15 settembre.

82 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino L’OMICIDIO Fig. 23 - L'omicidio in prima pagina: spazio dedicato ai delitti dalle prime IN PRIMA PAGINA pagine del quotidiano l'Adige nei sette giorni che partono dal giorno della notizia dell'omicidio. I dati presentati in figura 23 e fi- 60% gura 24 si riferiscono allo spazio Storo di prima pagina che i quotidiani 50% locali, l’Adige e Trentino, hanno Cavalese Castel Condino riservato alla notizia degli omicidi 40% Trento nei sette giorni che partono dal giorno della notizia dell’omicidio 30% in prima pagina. I periodi analiz- 20% zati si riferiscono alla fascia 30 Spazio prima pagina maggio-5 giugno 2002 (Storo), 10 10% settembre-16 settembre 2002 (Cavalese), 27 settembre-3 otto- 0% bre 2002 (Castel Condino), 22 no- I giorno II giorno III giorno IV giorno V giorno VI giorno VII giorno vembre-29 novembre 2002 (Tren- Giorno di pubblicazione to). Fonte: elaborazione Transcrime

Nell’esaminare i dati sugli spazi ri- servati in prima pagina dobbiamo Fig. 24 - L'omicidio in prima pagina: spazio dedicato ai delitti dalle prime tenere conto di un’avvertenza: i pagine del quotidiano Trentino nei sette giorni che partono dal giorno della confronti tra i diversi omicidi van- notizia dell'omicidio. no svolti con cautela. I periodi di 60% riferimento sono, infatti, differenti Storo con la conseguenza che va prima 50% verificata l’esistenza di altre noti- Cavalese Castel Condino 40% zie rilevanti che possono “compri- Trento mere” lo spazio a disposizione nel- la prima pagina. Questo tipo di 30% problema non si pone invece se 20% intendiamo confrontare gli spazi Spazio prima pagina che le due testate locali hanno ri- 10% servato ad uno stesso omicidio.

0% Nel nostro caso, non registriamo I giorno II giorno III giorno IV giorno V giorno VI giorno VII giorno l’esistenza di notizie particolar- Giorno di pubblicazione mente eclatanti, tali da mettere in Fonte: elaborazione Transcrime discussione lo spazio riservato in prima pagina alla notizia dell’omi- cidio. Solo in occasione della ri- andamento abbastanza simile per del territorio provinciale fa di- correnza dell’11 settembre (omi- i delitti di Storo, Cavalese e Castel minuire l’interesse verso il delit- cidio di Cavalese) il quotidiano Condino. Per il caso di Trento in- to ed attenua il legame tra omi- Trentino, per scelta editoriale, ha vece lo spazio in prima pagina cidio e territorio; deciso di dedicare l’intera prima non raggiunge mai il 15%, neppu- pagina alla commemorazione del- re il primo giorno. Il quotidiano •la frammentarietà di informa- l’avvenimento (Fig. 24). Come si Trentino dedica invece ampio ri- zioni: il cronista ha difficoltà a può vedere in entrambe le figure, salto a tutti e quattro i delitti il raccogliere informazioni sul ter- lo spazio in prima pagina riserva- primo giorno (tra il 30 ed il 55%), ritorio. Già il 21 novembre l’Adi- to agli omicidi tende a calare pro- salvo poi eliminare riferimenti in ge pubblica la notizia del ritro- gressivamente salvo poi, in alcuni prima pagina al delitto di Trento vamento del cadavere, senza casi, aumentare nel giorno che ri- dopo il terzo giorno. Il minor ri- un’identificazione precisa della porta la cronaca dei funerali della salto dell’omicidio di Trento può vittima, ma non la riporta in pri- vittima. essere spiegato da una pluralità ma pagina. Rispetto agli altri di ragioni: omicidi minore spazio viene ri- Se analizziamo i dati relativi al servato ai famigliari dell’autore quotidiano l’Adige (Fig. 23) pos- • il corpo è stato rinvenuto in Au- e della vittima. La spiegazione, siamo notare come si registri un stria: il ritrovamento al di fuori come si evince anche dalla let-

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 83 tura delle cronache, è motivata l’omicidio riguardi esclusiva- mente: in questo caso, modalità dalla volontà dei famigliari di mente persone di etnia albane- e movente dell’omicidio non non avere contatti con la stam- se incide in maniera rilevante. creavano alcun allarme sociale. pa. I giornali, infatti, riportano Se consideriamo la prima pagi- Ben diversa eco avrebbe ad ben poche informazioni perso- na di un giornale come la vetri- esempio suscitato un omicidio nali sia sull’autore che sulla vit- na di un negozio che cerca di tra extracomunitari durante una tima e si limitano a seguire l’e- esporre i prodotti migliori per sparatoria o un accoltellamento voluzione investigativa sulle di- attirare la curiosità dei propri in strada, in una piazza o in un namiche del delitto e la posizio- clienti, ne dobbiamo dedurre locale pubblico. ne giudiziaria dell’indagato; che l’omicidio tra extracomuni- tari interessa meno di un omici- • omicida e vittima non sono di dio tra italiani. Non dobbiamo nazionalità italiana: il fatto che però generalizzare eccessiva-

84 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino L’OMICIDIO IN CRONACA Fig. 25 - L'omicidio in cronaca: pagine interne dedicate ai delitti dal I dati presentati in figura 25 e fi- quotidiano l'Adige nei sette giorni che partono dal giorno della notizia dell'omicidio. gura 26 si riferiscono allo spazio 6 interno di cronaca che i quotidia- ni locali, l’Adige e Trentino, hanno 5 Storo riservato alla notizia degli omicidi Cavalese Castel Condino nei sette giorni che partono dal 4 giorno della notizia dell’omicidio Trento in prima pagina. I periodi analiz- 3 zati si riferiscono alla fascia 30 maggio-5 giugno 2002 (Storo), 10 2 settembre-16 settembre 2002 Pagine intere dedicate (v.a.) Pagine intere (Cavalese), 27 settembre-3 otto- 1 bre 2002 (Castel Condino), 22 no- 0 vembre-29 novembre 2002 (Tren- I giorno II giorno III giorno IV giorno V giorno VI giorno VII giorno to). Giorno di pubblicazione Fonte: elaborazione Transcrime Come possiamo vedere dal con- fronto delle due figure, anche in questo caso notiamo una sostan- ziale omogeneità di trattamento Fig. 26 - L'omicidio in cronaca: pagine interne dedicate ai delitti dal riservato dalle due testate agli quotidiano Trentino nei sette giorni che partono dal giorno della notizia dell'omicidio. omicidi di Storo, Cavalese e Ca- 6 stel Condino. In particolare, il ca- so dell’omicidio di Cavalese, pro- 5 Storo prio per la specificità dei suoi te- Cavalese mi dominanti (in particolare, le 4 Castel Condino Trento critiche alla magistratura e il de- stino della figlia minorenne), oc- 3 cupa la prima posizione, in termi- 2 ni di spazio, in entrambe le testa- te. A rimanere in posizione defila- dedicate (v.a.) Pagine intere 1 ta, così come era stato per gli spazi in prima pagina, è l’omici- 0 dio di Trento a cui i giornali non I giorno II giorno III giorno IV giorno V giorno VI giorno VII giorno Giorno di pubblicazione dedicano mai più di una pagina (eccetto il quotidiano Trentino il Fonte: elaborazione Transcrime primo giorno della notizia).

Vediamo ora a quali conclusioni si giunge applicando l’indice di at- tenzione rispetto ai casi esamina- ti.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 85 L’INDICE DI ATTENZIONE Come è stato calcolato l’indice di attenzione L’indice di attenzione che abbia- L’indice di attenzione (IDA) si esprime con la formula: mo sviluppato vuole calcolare, se- condo parametri oggettivi, il gra- do di attenzione che ciascuno dei due quotidiani ha voluto dedica- IDAij = re, giorno per giorno, alla notizia dell’omicidio. L’andamento natu- rale è che la notizia dell’omicidio, dopo una prima fase di attenzio- Nella nostra formula i indica il quotidiano, j il giorno. ne molto alta o alta, riceva pro- 2 Aijl è l’area (in cm ) che il quotidiano i ha dedicato alla notizia del- gressivamente meno attenzione l’omicidio nel giorno j. da parte della stampa. Si è cerca- In particolare sono stati distinti 6 tipi di area, essendo: to di capire quanto questo pro- Aij1 Area titoli in prima pagina; cesso di attenuazione sia rapido e Aij2 Area immagini prima pagina; se sia tendenzialmente comune a Aij3 Area testi prima pagina; tutti e quattro i casi registrati. Aij4 Area titoli pagine interne; Aij5 Area immagini pagine interne; Aij6 Area testi pagine interne. P (peso) è una costante che indica l’importanza data a ciascuna delle aree. A ciascun peso è stato assegnato un valore diverso secondo que- st’ordine di priorità: spazio in prima pagina più importante di spa- zio in pagine interne, spazio titoli più importante di spazio imma- gini, spazio immagini più importante di spazio testo32. L’indice di attenzione di ciascun giorno è espresso in termini per- centuali perché è riferito al valore massimo raggiunto da ciascuno quotidiano in uno tra i ventotto giorni presi in esame (4 omicidi per 7 giorni). I due grafici ottenuti, uno per ogni quotidiano, sono stati divisi in cinque fasce di attenzione: attenzione molto alta (100%≤ IDA <80%), attenzione alta (80%≤ IDA <60%), attenzione media (60%≤ IDA <40%), attenzione bassa (40%≤ IDA <20%), attenzione molto bassa (20% ≤IDA ≤0%).

32 Nello specifico, per gli spazi in prima pagina ai P sono stati assegnati i seguenti valori: 15 per i titoli, 10 per le immagini, 3 per il testo. Per le pagine interne P è 3 per i titoli, 1,5 per le immagini e 1 per il testo.

86 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino Nelle figure 27 e 28 sono riportati gli andamenti degli indici di at- Fig. 27 - Indice di attenzione dedicato ai delitti dal quotidiano l'Adige nei sette giorni che partono dal giorno della notizia dell'omicidio. tenzione del quotidiano l’Adige e Trentino rispetto agli omicidi di Molto alto Storo, Cavalese, Castel Condino e Storo Trento nell’arco dei sette giorni Cavalese Alto Castel Condino decorrenti dalla data di prima Trento pubblicazione della notizia dell’o- micidio in prima pagina. Medio Come possiamo notare, l’anda-

Indice di attenzione Basso mento tracciato dal quotidiano l’Adige è meno smussato rispetto al quotidiano Trentino. Ciò signifi- Molto Basso ca che l’attenzione e lo spazio che il quotidiano l’Adige riserva I giorno II giorno III giorno V giorno nei giorni successivi alla cronaca IV giorno VI giorno VII giorno degli omicidi tende a diminuire Giorno di pubblicazione più rapidamente rispetto al quoti- Fonte: elaborazione Transcrime diano concorrente. Dall’analisi e dal confronto delle due figure emerge ancora una volta che il delitto di Cavalese è stato quello Fig. 28 - Indice di attenzione dedicato ai delitti dal quotidiano Trentino nei sette giorni che partono dal giorno della notizia dell'omicidio. che ha ricevuto il più alto indice di attenzione da parte delle due Molto alto testate. Sorte contraria si registra Storo invece per l’omicidio commesso a Cavalese Alto Trento, a cui entrambi i giornali Castel Condino hanno dedicato un’attenzione che Trento l’indice da noi elaborato qualifica Medio come “molto bassa”. Indice di attenzione Basso Nel paragrafo successivo si vedrà Molto basso se l’indice di attenzione dei gior- nali locali trova una corrispon- denza con l’attenzione dei lettori I giorno II giorno III giorno V giorno verso i fatti di cronaca nera narra- IV giorno VI giorno VII giorno ti. Si vedrà cioè come abbia reagi- Giorno di pubblicazione to l’opinione pubblica alle notizie Fonte: elaborazione Transcrime degli omicidi di Storo, Cavalese, Castel Condino e Trento attraver- so l’analisi dell’andamento delle vendite dei due quotidiani.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 87 L’OMICIDIO IN EDICOLA Fig. 29 - L'omicidio in edicola: omicidio di Storo. Andamento delle vendite Il dato più immediato per avere del quotidiano l'Adige nel periodo 23 maggio-12 giugno 2002. un riscontro in termini di atten- 27500 25351 zione da parte dell’opinione pub- 25161 25343 blica sugli omicidi di Storo, Cava- 25000 lese, Castel Condino e Trento è il Notizia livello delle vendite. La cronaca 22500 Omicidio 19434 nera, infatti, è considerata da sempre la sezione di cronaca che 20000 esercita la maggiore carica attrat- 18604 tiva verso i lettori di quotidiani. Il 17500 Numero copie vendute Numero nostro obiettivo è quindi sempli- 17338 15000 ce: vogliamo scoprire se effettiva- mente è così, se esiste, cioè, un 12500 cosiddetto effetto omicidio che 23-5 26-5 29-5 1-6 4-6 7-6 10-6 trascina le vendite dei giornali e Giorno e mese se gli omicidi che hanno avuto Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano l'Adige maggior attenzione nelle crona- che dei giornali hanno ricevuto la stessa attenzione dai lettori. Nel nostro caso la difficoltà risiede Fig. 30 - L'omicidio in edicola: omicidio di Storo. Andamento delle vendite nell’impossibilità di stabilire un del quotidiano Trentino nel periodo 23 maggio-12 giugno 2002. nesso causale assolutamente cer- 17500 to tra l’aumento delle vendite e la notizia dell’omicidio. Sembra tut- 15721 tavia innegabile che esista una 15119 15482 correlazione tra omicidio e vendi- 15000 te nel momento in cui si registri Notizia Omicidio 12728 un significativo aumento del ven- duto (superiore al 5-10%) rispetto 12500 ai giorni omologhi delle settima- copie vendute Numero ne che precedono e seguono l’o- 11745 micidio. 11335 Grazie ai dati forniti dal quotidia- 10000 no l’Adige e Trentino è possibile 23-5 26-5 29-5 1-6 4-6 7-6 10-6 visualizzare l’andamento delle Giorno e mese vendite per ciascuno degli omici- Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano Trentino di commessi in Trentino nel 2002. Il dato illustrato è relativo solo al venduto e non comprende le co- pie spedite in abbonamento che, L’omicidio di Storo cali che ben si stagliano dagli altri ovviamente, non sono influenzate dati giornalieri. In corrispondenza dalle vicende di cronaca. L’inter- La figura 29 e la figura 30 ci illu- della notizia dell’omicidio, come vallo temporale prescelto è quello strano l’andamento delle vendite evidenziato dal circoletto nella fi- che include la settimana del delit- dei quotidiani l’Adige e Trentino gura 29 e figura 30, registriamo to che decorre dalla notizia in pri- nel periodo 23 maggio-12 giugno un picco evidente di vendite ri- ma pagina dell’omicidio, la setti- 2003. Per entrambe le testate spetto ai giorni omologhi della mana precedente e quella succes- possiamo subito notare l’anda- settimana precedente e successi- siva. mento ciclico con i picchi domeni- va. Per il quotidiano l’Adige è

88 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino possibile intuire un aumento an- che il secondo giorno di pubblica- Fig. 31 – Differenza giornaliera di copie vendute dai quotidiani l'Adige e Trentino nella settimana dell'omicidio di Storo rispetto alla media calcolata zione dei reportage dell’omicidio sui giorni omologhi della settimana precedente e successiva. di Storo mentre non è così per il 25% quotidiano Trentino. La figura 31 misura invece la dif- 20% ferenza percentuale di copie ven- 15% dute nei giorni del delitto rispetto 10% alla media del venduto calcolata l'Adige sui due giorni omologhi del no- 5% stro periodo di riferimento. Dalla 0% figura 31 emerge in modo chiaro -5% Differenza % copie vendute Differenza come nei primi due giorni dell’o- Trentino -10% micidio di Storo, il quotidiano l’A- dige abbia aumentato significati- -15% vamente la schiera dei propri let- I giorno II giorno III giorno IV giorno V giorno VI giorno VII giorno Periodo di riferimento tori con un aumento del 21% il primo giorno e del 9,1% il secon- Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano l'Adige e Trentino do giorno. L’effetto omicidio sulle vendite sfuma definitivamente a partire dal quarto giorno dove l’andamento sembra essere del tutto indipendente dal fatto di cronaca di Storo. Per il quotidiano Trentino possiamo invece notare un picco il primo giorno in cui viene riportata la notizia dell’omi- cidio (+8,1%)33. Nel secondo, ter- zo e quarto giorno l’indice rimane positivo ma con variazioni mini- me (tra l’1,6% e il 2,7%) che è dif- ficile imputare al cosiddetto effet- to omicidio.

33 Per l’omicidio di Storo è possibile che, nel primo giorno di riferimento, il dato dell’aumento delle vendite possa essere in parte dipeso da altre notizie di cronaca nera riportate in prima pagina (due morti sul lavoro e un morto in un incidente motociclistico). Nonostante ciò il cd. effetto omicidio sembra essere comunque la ragione prevalente dell’aumento delle vendite.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 89 L’omicidio di Cavalese Fig. 32 - L'omicidio in edicola: omicidio di Cavalese. Andamento delle L’omicidio di Cavalese è stato vendite del quotidiano l'Adige nel periodo 3-23 settembre 2002. quello che, da parte della carta 27500 stampata, ha raccolto il maggior 24875 25000 grado di attenzione. Esaminando 23747 i dati riportati nella figura 32 e 23685 nella figura 33, riferiti al periodo 22500 Notizia 3 settembre-23 settembre 2002 Omicidio possiamo notare come l’attenzio- 20000 ne dimostrata dai lettori del quo- 16534 tidiano l’Adige al caso di Cavalese copie vendute Numero 17500 sia sensibilmente minore rispetto 15000 a quella manifestata nel caso di Storo. Il quotidiano Trentino, inve- 12500 ce, raggiunge il picco di vendite 3-9 6-9 9-9 12-9 15-9 18-9 21-9 (+9,5%) proprio in concomitanza Giorno e mese del primo giorno della notizia del- Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano l'Adige l’omicidio di Cavalese. Anche il caso di Cavalese dimostra l’esi- stenza di un cosiddetto effetto omicidio sulle vendite. Infatti, al- Fig. 33 - L'omicidio in edicola: omicidio di Cavalese. Andamento delle l’interno dei consueti ed elevati vendite del quotidiano Trentino nel periodo 3-23 settembre 2002. picchi domenicali, è contrasse- 17500 16643 gnabile un picco positivo minore 16029 in corrispondenza del giorno di 15914 pubblicazione della notizia dell’o- micidio. Come si vede nella figura 15000 Notizia 34, l’effetto omicidio sulle vendi- Omicidio te si aggira, per entrambi i quoti- diani intorno al 10% nel primo 12479 12500 giorno per poi sfumare rapida- copie vendute Numero mente. Se per il quotidiano l’Adi- ge notiamo ancora nel secondo giorno un valore positivo (+4,8%) 10000 che è presumibile ricondurre alla 3-9 6-9 9-9 12-9 15-9 18-9 21-9 notizia dell’omicidio, per il quoti- Giorno e mese diano Trentino il cosiddetto effet- Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano Trentino to omicidio risulta già esaurito (+0,2%). Anche in questo caso l’andamento delle vendite sembra essere assolutamente indipenden- Fig. 34 – Differenza giornaliera di copie vendute dai quotidiani l'Adige e te dalle notizie di cronaca riguar- Trentino nella settimana dell'omicidio di Cavalese rispetto alla media danti l’omicidio di Cavalese già a calcolata sui giorni omologhi della settimana precedente e successiva. partire dal terzo giorno. 25%

20%

15%

10% l'Adige

5%

0% Differenza % copie vendute Differenza -5% Trentino -10% I giorno II giorno III giorno IV giorno V giorno VI giorno VII giorno Periodo di riferimento

Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano l'Adige e Trentino

90 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino L’omicidio di Castel Condino Fig. 35 - L'omicidio in edicola: omicidio di Castel Condino. Andamento delle La figura 35 e la figura 36 ci illu- vendite del quotidiano l'Adige nel periodo 20 settembre-10 ottobre 2002. strano l’andamento delle vendi- 27500 te del quotidiano l’Adige e del quotidiano Trentino nel periodo 25000 24875 20 settembre-10 ottobre 2003. 24047 24146 Anche il caso di Castel Condino 22500 sembra aver prodotto un effetto 20000 omicidio sulle vendite, seppur Notizia di natura limitata, rispetto ai Omicidio 17500 due casi precedentemente esa- copie vendute Numero minati. Infatti, come vediamo 15000 16592 anche dalla figura 37, l’aumento delle vendite registrato il primo 12500 giorno dell’omicidio è del 10,7% 20-9 23-9 26-9 29-9 2-10 5-10 8-10 per il quotidiano l’Adige e del Giorno e mese 7% per il quotidiano Trentino. Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano l'Adige L’effetto omicidio sulle vendite sfuma già a partire dal secondo giorno (+1,3% l’Adige, vendite invariate per Trentino). Fig. 36 - L'omicidio in edicola: omicidio di Castel Condino. Andamento delle vendite del quotidiano Trentino nel periodo 20 settembre-10 ottobre 2002.

17500

16643 16110 15858

15000 Notizia Omicidio

12500 Numero copie vendute Numero

12301

10000 20-9 23-9 26-9 29-9 2-10 5-10 8-10 Giorno e mese

Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano Trentino

Fig. 37 – Differenza giornaliera di copie vendute dai quotidiani l'Adige e Trentino nella settimana dell'omicidio di Castel Condino rispetto alla media calcolata sui giorni omologhi della settimana precedente e successiva.

25%

20%

15% l'Adige 10%

5%

0% Differenza % copie vendute Differenza -5% Trentino

-10% I giorno II giorno III giorno IV giorno V giorno VI giorno VII giorno Periodo di riferimento Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano l'Adige e Trentino

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 91 L’omicidio di Trento Fig. 38 - L'omicidio in edicola: omicidio di Trento. Andamento delle vendite La figura 38 e la figura 39 ci illu- del quotidiano l'Adige nel periodo 15 novembre-5 dicembre 2002. strano l’andamento delle vendite 27500 del quotidiano l’Adige e del quoti- diano Trentino nel periodo 15 no- 25000 24839 vembre–5 dicembre 200334. Il da- 23913 to di Trento è l’unico in controten- 22500 denza rispetto a tutti gli altri tre casi esaminati. Mentre per gli 20000 Notizia omicidi di Storo, Cavalese e Ca- Omicidio stel Condino notiamo un effetto 17500 omicidio registrabile in via signifi- copie vendute Numero 15000 cativa almeno nel primo giorno in 15152 cui viene data la notizia del delit- 12500 to, il caso di Trento è differente. 15-11 18-11 21-11 24-11 27-11 30-11 3-12 Per il quotidiano l’Adige notiamo, Giorno e mese osservando la figura 38, solamen- Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano l'Adige te una variazione minima, ap- prezzabile nell’ordine dell’1% per il primo giorno in cui viene ripor- tata la notizia in prima pagina. Il Fig. 39 - L'omicidio in edicola: omicidio di Trento. Andamento delle vendite tasso di variazione è tuttavia tal- del quotidiano Trentino nel periodo 15 novembre-5 dicembre 2002. mente basso (in valore assoluto si 17500 tratta di uno scarto di circa 150 copie) da far dubitare circa l’esi- 16112 stenza di una correlazione causa- 15417 le tra l’omicidio in questione e le 15000 vendite, anche per il medio risal- to che la notizia ha avuto in pri- ma pagina. Per il quotidiano Tren- Notizia 12500 Omicidio tino, osserviamo nel primo giorno copie vendute Numero di pubblicazione addirittura un evidente calo delle vendite 10919

(-7,3%), nonostante la notizia del- 10000 l’omicidio fosse riportata con 15-11 18-11 21-11 24-11 27-11 30-11 3-12 grande evidenza in prima pagina. Giorno e mese Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano Trentino

34 Il 17 novembre i quotidiani non sono usciti a causa di uno sciopero di categoria. In questo caso la media di copie vendute, presentata nella figura 40, è stata calcolata solo sul giorno omologo della settimana successiva (30 novembre), escludendo la settimana precedente.

92 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino I picchi positivi di vendita regi- strati da entrambi i giornali il IV Fig. 40 – Differenza giornaliera di copie vendute dai quotidiani l'Adige e Trentino nella settimana dell'omicidio di Trento rispetto alla media calcolata ed il VI giorno dalla data della sui giorni omologhi della settimana precedente e successiva. pubblicazione in prima pagina della notizia (Fig. 40) sono del 25% tutto indipendenti dall’omicidio di 20% Trento, che risulta essere quindi 15% l’unico a non esercitare alcun ef- fetto sulle vendite. In que- 10% sto caso, l’attenzione riservata 5% dai due quotidiani locali all’omici- l'Adige 0% dio di Trento, che il nostro indice di attenzione ha definito “molto % copie vendute Differenza -5% Trentino bassa”, coincide con l’orientamen- -10% to assunto dai lettori e dall’opi- I giorno II giorno III giorno IV giorno V giorno VI giorno VII giorno nione pubblica che, stando ai dati Periodo di riferimento sulle vendite, non sembrano par- ticolarmente interessati a questo Fonte: elaborazione Transcrime dati quotidiano l'Adige e Trentino omicidio.

In conclusione, possiamo desu- Nonostante i casi esaminati siano delitto (es. la nazionalità) fanno sì mere che è molto probabile che la solamente quattro, riteniamo che che l’opinione pubblica trentina notizia di un omicidio in Trentino le conclusioni siano generalizza- percepisca il fatto omicidio come provochi un effetto positivo sulle bili: esiste cioè un’alta probabilità privo di un interesse, come un av- vendite dei quotidiani locali. Il co- che l’andamento delle vendite dei venimento estraneo da sé, dal siddetto effetto omicidio tende quotidiani locali risenta positiva- proprio territorio, dalla propria però a dileguarsi rapidamente, mente di un effetto omicidio sulle cultura e dalla propria comunità. nel giro di due o tre giorni al mas- vendite, seppur in misura limitata Parafrasando George Orwell po- simo, dopodiché l’andamento del- nel tempo. Vi sono tuttavia casi, tremmo dire che tutti gli omicidi le vendite non sembra più risenti- come quello di Trento, in cui par- sono uguali ma ve ne sono alcuni re della presenza del fatto di san- ticolari caratteristiche circa la di- che sono più uguali degli altri. gue in cronaca. namica, l’autore o la vittima del

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 93

CAPITOLO 3 Le vittime dei reati in Trentino

INTRODUZIONE regionali, su una base nazionale mizzazione in Trentino-Alto Adi- di 60.000 soggetti di 14 anni e ge per i reati contro gli indivi- Il 4 dicembre 2003 sono stati pre- più. dui e nelle due province di Bol- sentati i primi risultati della se- zano e Trento per i reati contro conda indagine Istat “La sicurezza I risultati di questa indagine per- la famiglia. I reati contro gli in- dei cittadini. Reati, vittime, perce- mettono non solo di conoscere il dividui rilevati da l’Istat includo- zione della sicurezza e sistemi di livello di sicurezza dei cittadini no i reati contro la proprietà in- 1 protezione” . L’indagine ha l’obiet- italiani nel 2002, ma anche di ca- dividuale (scippo e tentato scip- tivo di raccogliere informazioni ri- pire come è cambiata la situazio- po, borseggio, furto di oggetti guardanti la criminalità sommersa ne in Italia rispetto alla prima in- personali consumato e tentato) 2 (numero oscuro) , le modalità di dagine che l’Istat ha condotto, e i reati violenti (rapina e tenta- accadimento dei reati, l’identifica- con modalità analoghe, nel 1997- ta rapina, aggressione). I reati zione dei gruppi della popolazio- 19983. contro la famiglia rilevati dall’I- ne più a rischio, la ricostruzione stat comprendono furto di og- dei luoghi e dei modi in cui questi In questo capitolo si presta atten- getti esterni all’abitazione prin- gruppi hanno subito il fatto delit- zione alla situazione descritta cipale, furto e tentato furto in tuoso e la definizione del quadro dall’indagine Istat per la regione abitazione principale e secon- della percezione della sicurezza Trentino-Alto Adige e per le pro- daria, ingresso abusivo, atti di dei cittadini italiani. In che modo vince di Bolzano e Trento4. In par- vandalismo contro l’abitazione, si raccolgono questi dati? I dati ticolare, la nostra attenzione si furto e tentato furto di veicoli, sono stati raccolti somministran- focalizza su tre aspetti: furto di parti di veicoli, furto di do telefonicamente (CATI) un que- oggetti all’interno dei veicoli, stionario a un campione rappre- • comprendere quale sia, secon- atti di vandalismo contro i vei- sentativo di ciascuna delle realtà do l’indagine, il livello di vitti- coli In quest’ambito si opereran-

1 Istat, La sicurezza dei cittadini. Reati, vittime, percezione della sicurezza e sistemi di protezione, Indagini Multiscopo sulle famiglie “Sicurez- za dei cittadini” Anno 2002, Roma, 2003 reperibile all’indirizzo Internet http://www.istat.it. 2 Tentare di quantificare il numero oscuro, definito come il numero di reati che le fonti ufficiali non descrivono, è uno degli obiettivi prioritari di questo tipo di indagini, dette anche indagini di vittimizzazione. “Fino al 1997 l’unica fonte esistente di conoscenza della numerosità dei reati era, infatti, costituita dalle denunce fatte dai cittadini alla Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza riportate al Ministero dell’Interno, poi rielaborate dall’Istat, servizio delle Statistiche giudiziarie. Questa fonte riportava solo gli aspetti visibili del fenomeno, quindi una piccola parte di esso. La quota di sommerso è, infatti, molto ampia e varia a seconda del reato, della sua gravità, dei benefici che comporta la de- nuncia, in termini di conseguenze economiche e non, e di risolvibilità del caso. Essa inoltre varia all’interno del territorio e si differenzia an- che in base al rischio dei diversi segmenti della popolazione di subire i differenti tipi di reato”. Rispetto ai reati oggetto dell’indagine i ricerca- tori Istat sottolineano che “l’indagine raccoglie informazioni su un definito numero di reati. In particolare sono stati presi in considerazione: 1) i reati per i quali si possono individuare dei parametri oggettivi di rilevazione – ad esempio, è stato escluso il reato di truffa, dal momento che il percepirsi come vittima non necessariamente comporta l’esserlo stato effettivamente; 2) i reati che avevano come vittime prevalente- mente gli individui e le famiglie; 3) i reati adatti ad essere rilevati nel contesto di un’indagine orientata a rilevare gli individui in qualità di vit- time dei reati – quindi non l’usura, che in qualche modo può essere vissuta dalla persone con un coinvolgimento negativo di colpa. Per questi motivi l’attenzione è stata puntata sui seguenti reati: scippo, borseggio, furto di oggetti personali senza contatto, rapina, aggressione, furto in abitazione, ingresso abusivo, furto di veicoli, furto di parti e di oggetti posti all’interno dei veicoli, atti di vandalismo, molestie e violenze sessuali, ricatti sessuali sul posto di lavoro. L’analisi dei dati inerenti le molestie e le violenze sessuali e le relative vittime sarà oggetto di un approfondimento in una specifica futura pubblicazione”. Op. cit. supra a nota 1, pp. 9-10. 3 A partire dal dicembre 1993 l’Istat ha avviato il nuovo corso delle Indagini Multiscopo sulle famiglie. Il sistema di indagini Multiscopo pre- vede che ogni anno vengono rilevati gli aspetti fondamentali della vita quotidiana della popolazione nell’indagine “Aspetti della vita quotidia- na” e che a questa si affianchino altre indagini che approfondiscono tematiche particolari, alcune a cadenza quinquennale, come è il caso del- l’indagine “Sicurezza dei cittadini”. Rispetto al 2002, l’indagine 1997-1998 è stata condotta su un campione nazionale di 50.000 persone (an- ziché di 60.000). Istat, La sicurezza dei cittadini. Reati, vittime, percezione della sicurezza e sistemi di protezione, Indagini Multiscopo sulle famiglie “Sicurezza dei cittadini” Anno 1997-1998, Roma, 1999, p. 161. 4 I risultati dell’indagine Istat 1997-1998 relativi al Trentino-Alto Adige sono stati elaborati sulla base di un campione di 2911 intervistati (1393 della provincia di Bolzano, 1518 della provincia di Trento), op cit. supra a nota 3, p. 161. I risultati dell’indagine Istat 2002 relativi al Trentino-Alto Adige sono stati elaborati sulla base di un campione di 4848 intervistati (2434 della provincia di Bolzano, 2414 della provincia di Trento), op. cit. supra a nota 1, p. 140.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 95 no dei confronti tra il dato tren- Anche in quest’ambito si opere- Trento. Anche in quest’ambito tino e quello italiano e saranno ranno dei confronti tra i dati si opereranno dei confronti tra i comparati i risultati dell’indagi- provinciali e quelli nazionali per dati provinciali e quelli naziona- ne 2002 con quelli del 1997- il 2002 e saranno comparati li per il 2002 e saranno compa- 1998; questi risultati con quelli dell’in- rati questi risultati con quelli dagine 1997-1998; dell’indagine 1997-1998. • conoscere quali strategie di di- fesa e sistemi di protezione del- • conoscere la percezione di sicu- l’abitazione sono più diffusi nel- rezza/insicurezza dei cittadini le province di Bolzano e Trento. delle province di Bolzano e

96 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino LE VITTIME DI REATI IN Tab. 1 - Persone di 14 anni e più che hanno subito reati contro la proprietà individuale (a) e reati violenti (b), negli ultimi dodici mesi. Anno 2002, TRENTINO-ALTO ADIGE suddivisione per regione (per 100 persone della stessa zona). E IN ITALIA: I DATI DEL Ha subito Ha subito reati Ha subito reati 2002 REGIONI reati contro la contro gli violenti (b) proprietà (a) individui (c) Il confronto tra il dato nazionale e il dato regionale fornisce alcune indicazioni generali. Solitamente Piemonte 5,0 0,9 5,7 il Trentino-Alto Adige è considera- ta una zona a basso livello di cri- Valle d’Aosta 3,7 0,5 4,1 minalità rispetto ad altre realtà re- Lombardia 4,7 1,0 5,5 gionali. Gli esiti dell’indagine di Trentino-Alto Adige 3,0 1,0 3,9 vittimizzazione condotta dall’Istat Veneto 4,2 0,6 4,7 confermano solo in parte questa Friuli-Venezia Giulia 2,4 1,0 3,2 conclusione. Liguria 5,6 0,7 6,3 Emilia-Romagna 5,0 0,8 5,6 REATI CONTRO GLI INDIVIDUI: ALCUNI Toscana 4,2 0,5 4,7 CONFRONTI PROBLEMATICI Umbria 2,9 1,1 3,9 Marche 3,4 0,6 3,9 Meno scippi, borseggi e furti ma Lazio 5,8 1,2 6,9 un livello di rapine e di aggressio- ni superiore, seppur di poco, alla Abruzzo 4,2 0,3 4,5 media nazionale (Tab. 1). È que- Molise 2,8 0,5 3,3 sto il dato più sorprendente che Campania 5,5 2,2 7,2 emerge dall’indagine Istat. Per i Puglia 4,0 0,7 4,7 reati contro la proprietà indivi- duale quali scippi, borseggi e fur- Basilicata 2,3 0,6 2,9 ti di oggetti personali (consumati Calabria 2,7 0,8 3,4 e tentati), il Trentino-Alto Adige Sicilia 2,8 0,8 3,5 ha un tasso di vittimizzazione in- Sardegna 2,7 0,4 3,1 feriore alla media nazionale (3% Italia 4,4 0,9 5,2 contro il 4,4% italiano). Per i reati violenti, quali rapine, tentate rapi- (a) scippo e tentato scippo, borseggio, furto e tentato furto di oggetti personali. 5 ne ed aggressioni , l’1% degli in- (b) rapina e tentata rapina, aggressione. tervistati trentini e altoatesini ha (c) scippo e tentato scippo, borseggio, furto e tentato furto di oggetti personali, dichiarato di essere stato vittima rapina e tentata rapina, aggressione. di questi reati nei 12 mesi prece- Fonte: Istat denti l’intervista.

5 La domande poste dall’intervistatore su rapina e aggressione erano le seguenti. Rapina: “Negli ultimi 12 mesi, qualcuno le ha fatto delle mi- nacce o l’ha aggredita con o senza un’arma per derubarla di denaro, gioielli o altri oggetti, sia in strada, che in casa o in automobile?”. Ag- gressione: “Negli ultimi 12 mesi le è mai capitato di essere assalito o aggredito in un modo che l’ha veramente spaventata, sia in casa che al- trove, per esempio in un locale pubblico, per strada, a scuola, sui mezzi di trasporto, allo stadio, al lavoro, escludendo le situazioni legate a furti o a molestie sessuali?”.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 97 Quest’ultimo dato è per certi versi que ipotizzare che i trentini siano e livelli bassi di criminalità e sorprendente, non solo perché meno propensi alla denuncia ri- disoccupazione. In questo con- superiore alla media nazionale spetto al resto della popolazione testo, episodi di devianza mar- (0,9%), ma anche perché colloca il italiana. Ipotesi che suona alquan- ginali possono essere percepiti Trentino-Alto Adige davanti a to anomala a chi conosce il forte come gravi atti di criminalità. I grandi regioni del nord (Veneto, senso civico dei trentini. Allora, risultati emersi dall’indagine in Emilia-Romagna, Piemonte) e del quali ipotesi alternative si posso- merito ai reati violenti possono, sud Italia (Puglia, Calabria, Sici- no formulare? Eccone alcune: quindi, essere il frutto di una lia), molte delle quali presentano maggiore sensibilità dei trentini tassi di reati denunciati maggiori •Errori di campionamento nell’in- verso episodi devianti rispetto di quelli del Trentino-Alto Adige. dagine. Una rilevazione campio- al resto d’Italia. L’indagine non Sarà, dunque, vero che in Trenti- naria poco rappresentativa può chiede, infatti, se la persona è no-Alto Adige ci sono più vittime aver distorto in maniera signifi- stata vittima di un reato di ag- di rapine, tentate rapine ed ag- cativa il dato regionale; gressione non denunciato, ma gressioni che nel resto d’Italia? se, negli ultimi 12 mesi, la per- Si possono avanzare in proposito • Maggiore spirito di collabora- sona sia stata assalita o aggre- alcune perplessità. Se si guarda zione dei trentini all’attività di dita in un modo che la abbia alle statistiche ufficiali, si nota co- indagine. La maggiore disponi- “veramente spaventata”. Viene me nel 2001, in Trentino-Alto Adi- bilità a collaborare degli intervi- quindi rilevata una percezione ge, le lesioni dolose denunciate, stati trentini rispetto a quelli soggettiva. E forse i trentini si reato che si configura come delle regioni meridionali potreb- spaventano per comportamenti un’aggressione, erano ad un livel- be aver determinato una mag- che percepiscono come aggres- lo superiore rispetto alla media giore propensione dei primi a sioni, anche se verbali, ma che nazionale6. Lo stesso però non dichiarare di essere rimasti vit- non sarebbero definiti tali dalla può dirsi per tutte le altre tipolo- time di reati (il che spieghereb- maggior parte della popolazio- gie di reati denunciati prese in be il dato delle regioni del sud ne italiana. Seguendo questa esame dall’indagine di vittimizza- ma non quelli del centro e del ipotesi, si spiegherebbe perché zione (come ad esempio scippo e nord Italia)7; altre due regioni con bassi indi- tentato scippo, borseggio, furto e ci di delittuosità, quali l’Umbria tentato furto, rapina e tentata ra- •L’influenza delle condizioni so- e il Friuli-Venezia Giulia, regi- pina). In considerazione dell’alto cio-economiche di contesto sul- strino per i reati violenti un numero di vittime trentine emer- la percezione di sicurezza. Gli quoziente di vittimizzazione so dall’indagine di vittimazione e abitanti del Trentino-Alto Adige pari o superiore a quello del del basso numero di denunce for- vivono in una regione caratte- Trentino-Alto Adige. nito dai dati ufficiali, si può dun- rizzata da un elevato benessere

6 Nella provincia di Bolzano il tasso di lesioni riferito all’anno 2001 era notevolmente superiore a quello italiano, mentre per il dato della pro- vincia di Trento si registrava un valore solo di poco inferiore alla media nazionale. Transcrime (a cura di), Quarto rapporto sulla sicurezza nel Trentino 2002, Giunta della Provincia autonoma di Trento, 2002, Trento, p. 47. 7 Considerando i dati sulla disponibilità dei cittadini durante l’intervista, Istat ha definito ottima la disponibilità del 64,1% degli intervistati del Nord-est contro il 53,7% degli intervistati del sud Italia. Op. cit. supra a nota 1, p. 162.

98 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino POCHE FAMIGLIE VITTIME DI Tab. 2 - Famiglie che hanno subito almeno un reato contro la famiglia REATO RISPETTO ALLA (a) negli ultimi 12 mesi. Anno 2002, suddivisione per regione MEDIA NAZIONALE (per 100 famiglie della stessa zona).

Per i reati contro la famiglia il da- REGIONI Almeno un reato contro la famiglia to trentino non presenta una si- tuazione anomala come quella Piemonte 17,8 per i reati violenti. Dalla tabella 2 si nota come le famiglie del Tren- Valle d’Aosta 13,1 tino-Alto Adige che hanno subito Lombardia 20,3 almeno un reato nei 12 mesi pre- Trentino-Alto Adige 12,6 cedenti l’intervista siano il 12,6% Bolzano 13,4 del campione (13,4% per Bolzano, 11,9% per Trento). Il dato è larga- Trento 11,9 mente sotto la media nazionale Veneto 16,4 (18,6%) ed è particolarmente feli- Friuli-Venezia Giulia 13,2 ce per la provincia di Trento che è Liguria 18,9 seconda solo al Molise nella clas- sifica delle famiglie meno vitti- Emilia-Romagna 18,9 mizzate. Toscana 18,8 Umbria 16,9 Marche 16,3 Lazio 22,3 Abruzzo 15,0 Molise 11,5 Campania 22,1 Puglia 19,8 Basilicata 12,7 Calabria 13,8 Sicilia 16,4 Sardegna 17,9 Italia 18,6

(a) furto di oggetti esterni all’abitazione principale, furto e tentato furto in abitazione principale e secondaria, ingresso abusivo, atti di vandalismo contro l’abitazione, furto e tentato furto di veicoli, furto di parti di veicoli, furto di oggetti all’interno dei veicoli, atti di vandalismo contro i veicoli.

Fonte: Istat

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 99 LE VITTIME DI REATI Fig. 1 - Persone di 14 anni o più che hanno subito reati contro la proprietà IN TRENTINO-ALTO individuale, reati violenti e reati contro l’individuo negli ultimi 12 mesi. Confronto ADIGE E IN ITALIA: anni 1997-1998 e 2002 tra regione Trentino-Alto Adige e Italia. Valori percentuali. 7,5 Italia COSA È CAMBIATO 7,0 1997-1998 DALL’INDAGINE 6,5 2002 6,0 Italia 1997-1998 5,5 5,0 Trentino- Alto Adige 4,5 Vediamo ora quali cambiamenti Trentino- sono intercorsi tra la prima inda- 4,0 Alto Adige gine di vittimizzazione del 1997- 3,5 3,0 alore percentuale alore 1998 e la seconda. V 2,5 Italia 2,0 Trentino- 1,5 Alto Adige I REATI CONTRO 1,0 L’INDIVIDUO: SONO 0,5 0,0 CRESCIUTE LE VITTIME Reati contro la proprietà individuale Reati violenti Reati contro l'individuo DI RAPINE E AGGRESSIONI Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat Per i reati contro l’individuo, rispetto a cinque anni fa, la situazione del Trentino-Alto Adige Fig. 2 - Famiglie che hanno subito almeno un reato contro la famiglia negli presenta dati contradditori. Se ultimi 12 mesi. Confronto anni 1997-1998 e 2002 tra provincia di Bolzano, infatti da un lato le vittime di provincia di Trento e Italia. Valori percentuali. reati contro la proprietà 25 individuale (scippi e tentati Italia 1997-1998 2002 scippi, borseggi e furti di oggetti personali consumati e tentati) 20 risultano in calo, in linea con la Trento media nazionale, passando dal 15 Bolzano 3,7% del 1997-1998 al 3% del

2002, dall’altro le vittime di reati 10 alore percentuale alore violenti (rapine e tentate rapine, V aggressioni) sono in aumento. Nel 1997-1998 i cittadini del 5 Trentino-Alto Adige che si erano dichiarati vittime di rapine 0 Reati contro la famiglia (consumate e tentate) e di Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat aggressioni nei 12 mesi precedenti l’intervista erano lo 0,8%. Nel 2002 i cittadini vittime per gli stessi reati sono l’1%. Il REATI CONTRO LA FAMIGLIA: per la media nazionale che scen- dato è in controtendenza rispetto DIMINUISCONO LE VITTIME de dal 22,5% al 18,6%. In contro- alla media nazionale che registra TRA LE FAMIGLIE TRENTINE tendenza negativa le famiglie del- una diminuzione delle vittime di la provincia di Bolzano: nel 1997- rapine e aggressioni del 43% (si Dal 1997-1998 al 2002 le fami- 1998 il 12% delle famiglie altoate- passa dall’1,6% del 1997-1998 glie della provincia di Trento han- sine aveva dichiarato di aver subi- allo 0,9% del 2002). no subito meno reati contro la fa- to un reato nei 12 mesi preceden- miglia, passando dal 17% della ti l’intervista, nel 2002 la percen- prima indagine all’11,9% (Fig. 2). tuale è salita al 13,4%. Il trend positivo si riscontra anche

100 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino STRATEGIE DI DIFESA STRATEGIE DI DIFESA sotto la media nazionale. Solo il E SISTEMI DI DELL’ABITAZIONE: LE 17,5% dei trentini e il 17,8% degli FAMIGLIE TRENTINE? altoatesini lascia le luci accese PROTEZIONE ASSICURATE quando esce di casa contro il DELL’ABITAZIONE 22,3% del dato italiano. Il 9,2% IN TRENTINO-ALTO Una famiglia trentina su quattro dei trentini e l’8% degli altoatesini ADIGE E IN ITALIA: sceglie di assicurarsi per tutelare possiede un’arma contro l’11,8% la sicurezza della propria abita- degli italiani. Segnali contrastanti I DATI DEL 2002 zione. È quanto emerge osservan- tra le due province invece per la do la tabella 3. Il 24,1% delle fa- vigilanza privata: a Trento la usa In questa sezione presentiamo i miglie trentine intervistate ha in- solo il 2,7%, a Bolzano il 4,4% risultati dell’indagine Istat sulle fatti dichiarato di possedere strategie di difesa e sui sistemi di un’assicurazione contro i furti (4,1% Italia). Infine sono in linea protezione dell’abitazione nell’abitazione. Il dato è sopra la con la media nazionale altre due raccolte nel 2002 attraverso le media nazionale, ferma al 15,6%. strategie di difesa: chiedere ai vi- interviste su un campione di Nel complesso delle strategie di cini di controllare (39,9% Trento, cittadini della provincia di Trento difesa dell’abitazione, tuttavia, le 44% Bolzano, 40% Italia) e posse- e di Bolzano, confrontato con i popolazioni trentine e altoatesine dere cani da guardia (13,1% Tren- dati del campione nazionale. non eccellono, risultando a volte to, 11,9% Bolzano, 11,8% Italia).

Tab. 3 - Famiglie per uso di strategie di difesa dell’abitazione. Anno 2002, suddivisione per regione (per 100 famiglie della stessa zona).

Lascia le luci Chiede ai Possiede cani È collegata Possiede una REGIONI accese quando vicini di da alla vigilanza Possiede armi assicurazione esce controllare guardia privata contro i furti

Piemonte 21,3 44,4 16,1 4,4 9,9 23,0 Valle d’Aosta 14,3 36,4 16,6 4,0 10,7 20,9 Lombardia 19,3 40,0 11,4 5,0 8,8 27,7 Trentino -Alto Adige 17,6 41,8 12,6 3,4 8,7 22,7 Bolzano 17,8 44,0 11,9 4,4 8,0 20,9 Trento 17,5 39,9 13,1 2,7 9,2 24,1 Veneto 31,8 42,9 14,5 4,7 11,9 20,2 Fruli-Venezia Giulia 25,9 40,1 14,4 4,0 9,2 23,2 Liguria 17,1 38,9 10,3 4,1 11,1 15,6 Emilia-Romagna 23,3 38,7 12,7 3,8 13,3 22,8 Toscana 20,2 39,3 10,8 4,6 19,1 19,1 Umbria 23,0 41,6 17,9 3,4 25,5 13,6 Marche 18,8 35,2 15,0 3,1 18,4 11,1 Lazio 19,9 38,7 10,8 3,4 11,2 8,7 Abruzzo 26,2 42,0 14,5 3,0 11,7 7,9 Molise 22,6 38,8 12,6 3,4 13,0 4,5 Campania 27,7 43,3 11,6 3,4 10,5 4,1 Puglia 24,4 40,9 7,4 6,6 8,6 5,9 Basilicata 22,5 43,2 10,9 3,2 13,6 4,7 Calabria 22,8 37,5 9,8 3,2 15,3 4,8 Sicilia 18,3 34,3 7,2 2,9 9,9 6,2 Sardegna 22,7 36,5 13,9 2,5 18,1 8,5 Italia 22,3 40,0 11,8 4,1 11,8 15,6

Fonte: Istat

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 101 L’ABITAZIONE? Italia), l’1,3% usufruisce di un por- come si vedrà confrontando le in- MENO SISTEMI DI SICUREZZA tierato condominiale (7,1% Italia), dagini 1997-1998 e 2002, sem- RISPETTO AL RESTO D’ITALIA l’11,8% possiede dispositivi di al- bra più spiegare lo ieri che l’oggi. larme (16% Italia) e il 14,7% pos- È vero cioè che in passato i bassi I trentini, ancor prima degli altoa- siede una cassaforte (13,5% Ita- livelli di vittimizzazione e un più tesini, dispongono di un numero lia). alto senso di sicurezza non spin- minore di sistemi di sicurezza per Cercando di trovare una chiave di gevano le famiglie trentine a do- proteggere la propria abitazione, lettura per i dati presentati, po- tarsi di sistemi di sicurezza. Negli se confrontato con il dato nazio- tremmo dire che la predisposizio- ultimi cinque anni la situazione è nale. Come si può vedere dalla ta- ne di particolari misure di sicu- cambiata: dal 1997-1998 ad oggi bella 4, il 36,1% (contro il 40,8% rezza a tutela della propria abita- le famiglie trentine e altoatesine dell’Italia) delle famiglie trentine zione non è avvertita come qual- hanno in proporzione aumentato dispone di porte blindate, il cosa di prioritario dalle famiglie i propri sistemi di sicurezza mol- 19,1% di sistemi di bloccaggio al- trentine, che hanno livelli di vitti- to più della media delle famiglie le finestre (26,4% Italia), il 12,5% mizzazione tra i più bassi in Ita- italiane. di inferriate alle finestre (21,4% lia. Questa osservazione, però,

Tab. 4 - Famiglie per dotazione di sistemi di sicurezza nell’abitazione. Anno 2002, suddivisione per regione (per 100 famiglie della stessa zona).

Usufruisce Dispone Dispone di Dispone di Possiede di portierato Possiede una REGIONI di porta/e bloccaggio alle inferriate a dispositivi di condomi- cassaforte blindata/e finestre porte/finestre allarme niale/custode

Piemonte 42,7 30,2 24,3 4,9 23,2 11,2 Valle d’Aosta 26,5 18,6 16,8 2,4 14,3 12,7 Lombardia 51,9 35,1 24,0 13,4 20,2 14,5 Trentino-Alto Adige 38,4 20,1 14,1 2,2 10,7 14,5 Bolzano 41,1 21,4 16,1 3,2 9,4 14,1 Trento 36,1 19,1 12,5 1,3 11,8 14,7 Veneto 31,8 30,1 19,9 2,5 18,8 12,1 Fruli-Venezia Giulia 27,9 18,3 15,3 2,7 13,1 9,3 Liguria 42,4 27,5 17,8 5,2 15,7 13,5 Emilia-Romagna 42,5 29,0 30,2 2,9 11,7 16,3 Toscana 36,8 25,1 19,3 2,8 15,6 19,7 Umbria 30,2 21,8 15,8 1,9 12,7 18,3 Marche 31,2 20,0 13,8 2,5 9,1 17,9 Lazio 53,2 27,9 28,9 16,9 15,6 13,4 Abruzzo 32,1 17,9 13,3 1,9 10,8 15,7 Molise 25,2 14,6 11,7 2,0 7,8 10,3 Campania 45,7 26,1 25,7 11,0 15,9 12,0 Puglia 39,0 23,2 19,3 3,3 19,0 10,8 Basilicata 27,0 16,2 14,5 2,6 8,1 11,0 Calabria 28,4 16,3 13,3 2,4 8,1 16,1 Sicilia 32,3 17,8 14,8 6,4 12,6 9,4 Sardegna 22,8 18,1 11,0 2,2 10,0 13,9 Italia 40,8 26,4 21,4 7,1 16,0 13,5

Fonte: Istat

102 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino STRATEGIE DI DIFESA Fig. 3 - Famiglie per uso di strategie di difesa dell’abitazione. Confronti anni E SISTEMI DI 1997 - 1998 e 2002 tra provincia di Bolzano, provincia di Trento e Italia (per PROTEZIONE 100 famiglie della stessa zona). Valori percentuali.

50 DELL’ABITAZIONE 1997-1998 Bolzano 45 Italia 2002 IN TRENTINO-ALTO Trento ADIGE E IN ITALIA: 40 35

COSA È CAMBIATO 30 Trento DALL’INDAGINE 25 Italia Bolzano Bolzano 1997-1998 20 Trento Italia Trento Bolzano Italia 15 Italia alore percentuale alore Vediamo ora quali cambiamenti V Trento 10 Bolzano sono intercorsi tra la prima inda- Italia 5 BolzanoTrento gine di vittimizzazione del 1997- 0 1998 e la seconda. Lascia le luci accese Chiede ai vicini di Possiede cani da È collegata alla Possiede armi Possiede una quando esce controllare guardia vigilanza privata assicurazione contro i furti STRATEGIE DI DIFESA: Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat PIÙ LUCI ACCESE E ASSICURAZIONI

Dalla figura 3 si evince che nel si esce e la stipula di assicurazio- una diminuzione nell’utilizzo dei corso degli ultimi 5 anni le fami- ni contro il furto (fenomeno, que- cani da guardia, sia in Trentino glie trentine non hanno accresciu- st’ultimo, che si registra anche in sia in Alto Adige, ed un aumento to particolarmente le proprie stra- provincia di Bolzano). Mentre il del ricorso alla vigilanza privata e tegie di difesa, fatta eccezione quadro complessivo rimane so- dei possessori di armi in provin- per il tenere le luci accese quando stanzialmente stabile, rileviamo cia di Bolzano.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 103 CRESCONO VISTOSAMENTE I Fig. 4 - Famiglie per dotazione di sistemi di sicurezza dell’abitazione. SISTEMI DI SICUREZZA Confronto anni 1997-1998 e 2002 tra provincia di Bolzano, provincia di DELL’ABITAZIONE Trento e Italia (per 100 famiglie della stessa zona). Valori percentuali.

45 Sia in provincia di Trento sia in Bolzano Italia 1997-1998 provincia di Bolzano negli ultimi 40 2002 Trento 5 anni il ricorso ai sistemi di sicu- 35 rezza per tutelare la propria abi- 30 tazione è cresciuto notevolmente, Italia 25 a un ritmo superiore rispetta alla Bolzano Italia Trento 20 media nazionale (Fig. 4). Eccezion Bolzano Italia Trento alore percentuale alore

V Bolzano Italia Trento fatta per i servizi di portierato, in 15 Trento Italia Bolzano calo anche nel resto d’Italia, l’im- 10 piego di sistemi di sicurezza ri- Bolzano 5 Trento spetto al dato del 1997-1998 ha 0 registrato in Trentino-Alto Adige Dispone di porta/e Dispone di Dispone di inferriate Usufruisce di Possiede dispositivi Possiede una blindata/e bloccaggio alle a porte/finestre portierato di allarme cassaforte una crescita media di circa il 40%, finestre condominiale/ custode con la provincia di Bolzano Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat (+50%) nettamente più dinamica della provincia di Trento (+33%) che comunque rimane ben sopra sistemi di sicurezza? Una spiega- fermata dalle statistiche ufficiali - la media nazionale (+24%). zione può essere trovata, almeno si può ipotizzare che la famiglia Gli incrementi maggiori si segna- in parte, nel clamore e nell’im- trentina abbia agito in modo ra- lano a Bolzano nei sistemi di bloc- pressione che ebbero su opinione zionale orientandosi prevalente- caggio delle finestre (+72,5%), pubblica e carta stampata una se- mente verso due tipi di soluzio- delle inferriate alle finestre (+69%) rie di furti in appartamento com- ne: e delle casseforti (+62%). La pro- piuti in Trentino nella primavera- vincia di Trento registra una cre- estate del 2001. Il gran caldo • controllare gli accessi all’abita- scita nel settore dei dispositivi di spingeva numerosi cittadini a la- zione installando dispositivi di allarme (+69,5%) e nelle casseforti sciare aperte le finestre la notte allarme per proteggere non solo (+41%). Queste ultime sono tra per far circolare l’aria. Un’occasio- la casa ma anche gli abitanti l’altro, l’unico sistema di sicurez- ne allettante per i “topi di appar- dell’appartamento, specialmen- za presente in provincia di Trento tamento” che, noncuranti dei pro- te in orario notturno; in quantità superiore alla media prietari dormienti in casa, pene- nazionale. travano nell’appartamento impos- • minimizzare il danno acqui- Perché le famiglie trentine hanno sessandosi di tutto ciò che era al- stando casseforti, per sottrarre fatto ricorso in misura così impor- la loro portata. dalla disponibilità del ladro gli tante ai dispositivi di allarme e al- Di fronte ad una situazione perce- oggetti di proprietà di maggior le casseforti, preferendoli ad altri pita di rischio - peraltro non con- valore.

104 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino IL SENSO DI SICUREZZA Tab. 5 - Persone di 14 anni e più per percezione della sicurezza di sera, per strada o in casa. Anno 2002, suddivisione per regione (per 100 persone RILEVATO IN TRENTINO- della stessa zona). ALTO ADIGE E IN ITALIA: Si sente poco o Prende Si sente poco o I DATI DEL 2002 per niente sicuro precauzioni per niente sicuro REGIONI camminando da camminando al In questa sezione illustriamo il li- da solo a casa solo per strada buio, evitando vello di sicurezza percipito degli la sera abitanti della provincia di Trento al buio strade e persone e di Bolzano secondo l’indagine Istat del 2002. Il dato, confronta- Piemonte 26,2 35,0 10,8 to con quello italiano, contiene principalmente informazioni sul Valle d’Aosta 12,8 22,4 7,5 senso di sicurezza in strada da Lombardia 28,7 38,0 12,1 soli la sera, sul senso di sicurezza Trentino-Alto Adige 15,4 25,3 7,4 da soli in casa la sera e sul senso Bolzano 14,8 22,1 6,1 di sicurezza nella zona in cui si Trento 15,9 28,0 8,4 vive. Veneto 28,1 36,7 15,4 I TRENTINI TRA I PIÙ SICURI Fruli-Venezia Giulia 19,8 30,2 10,9 IN ITALIA SE CAMMINANO Liguria 24,4 34,9 9,2 PER STRADA O STANNO IN Emilia-Romagna 25,6 34,7 12,7 CASA LA SERA DA SOLI Toscana 23,3 31,8 11,3 Il senso di sicurezza di sera, per Umbria 26,3 31,9 14,2 strada o in casa, dei cittadini del Marche 21,1 30,6 13,0 Trentino-Alto Adige è tra i più alti Lazio 30,8 40,0 11,9 d’Italia (Tab. 5). Gli intervistati Abruzzo 24,3 34,0 13,2 della provincia di Trento, tuttavia, si sentono un po’ meno sicuri dei Molise 19,7 30,9 11,5 loro cugini sudtirolesi. Cammi- Campania 38,9 52,6 15,3 nando da solo per strada al buio, Puglia 30,1 44,6 13,9 il 15,9% degli intervistati trentini Basilicata 18,2 34,0 11,4 ha dichiarato di sentirsi poco o per niente sicuro; il 28% evita Calabria 25,2 36,0 11,4 strade e persone. L’8,4% dichiara Sicilia 26,7 40,1 9,4 di sentirsi poco o per niente sicu- Sardegna 20,2 33,8 9,6 ro da solo a casa la sera. Questi Italia 27,6 38,1 12,2 dati, se confrontati con la media italiana, sono confortanti: sul to- Fonte: Istat tale dei 60.000 intervistati, infat- ti, il 27,6% dichiara di sentirsi po- co o per niente sicuro camminan- do da solo per strada la sera, il 38,1% evita strade e persone ed il 12,2% dice di sentirsi poco o per niente sicuro da solo a casa la se- ra.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 105 LA ZONA IN CUI SI VIVE? (contro il 21% del dato italiano). lore percentuale è assolutamente I TRENTINI PIÙ SICURI DELLA Tra i trentini, solo il 2,7% degli in- positivo se confrontato con gli al- MEDIA ITALIANA tervistati vede spesso persone tri dati regionali e con quello ita- che si drogano e l’1% vede spesso liano che si attesta sul 36,2%. Le tabelle 6 e 7 ci aiutano a capi- persone che spacciano droga. Il Sempre in riferimento al controllo re quale sia il senso di 5,1% vede spesso prostitute in del territorio da parte delle Forze sicurezza/insicurezza del campio- cerca di clienti ed il 3,4% vede dell’ordine, un trentino su tre di- ne intervistato. Il Trentino-Alto spesso atti di vandalismo contro chiara di essere stato fermato, a Adige si conferma, anche in que- il bene pubblico. piedi o in macchina, per un con- sto caso, regione tra le più virtuo- Il 20,7% delle persone intervistate trollo. Il dato (34,3%) è sostanzial- se. Per la provincia di Trento solo in provincia di Trento afferma che mente in linea con la media na- il 10,6% definisce la propria zona la polizia controlli poco o per zionale (36,1%). molto o abbastanza a rischio niente la zona di residenza. Il va-

Tab. 6 - Persone di 14 anni e più per percezione di fatti legati alla criminalità nella zona in cui vivono. Anno 2002, suddivisione per regione (per 100 persone della stessa zona).

Vede spesso La polizia È stato Definisce Vede spesso Vede spesso atti di controlla fermato in la sua zona Vede spesso persone che prostitute vandali- poco o per automobi- REGIONI molto o persone che spacciano in cerca di smo contro niente la le o a piedi abbastanza si drogano droga clienti il bene zona di per un a rischio pubblico residenza controllo

Piemonte 20,6 6,2 3,2 10,2 10,0 33,2 33,8 Valle d’Aosta 7,8 2,8 2,0 4,9 3,6 17,8 47,8 Lombardia 21,8 4,8 2,9 8,3 9,7 35,4 32,6 Trentino-Alto Adige 10,4 2,7 1,0 5,1 3,4 22,6 35,3 Bolzano 10,1 3,6 1,0 5,8 3,4 24,9 36,6 Trento 10,6 2,0 1,0 4,5 3,4 20,7 34,3 Veneto 21,1 3,9 2,2 6,6 6,1 36,7 35,6 Friuli-Venezia Giulia 14,5 2,4 1,0 2,1 4,3 25,5 38,5 Liguria 21,7 5,6 3,3 4,8 7,1 31,8 33,2 Emilia-Romagna 16,8 3,8 2,1 6,1 5,7 30,9 36,5 Toscana 16,9 5,3 2,9 7,0 6,8 31,4 37,7 Umbria 18,1 5,8 2,6 7,4 6,4 32,9 39,2 Marche 12,7 3,7 1,6 3,4 4,8 30,8 40,9 Lazio 29,0 7,2 4,2 6,4 12,7 41,5 36,1 Abruzzo 13,6 5,8 3,0 3,7 5,8 31,1 38,4 Molise 9,4 2,7 1,9 0,9 4,5 22,9 41,2 Campania 33,2 13,4 5,8 5,5 13,7 51,2 35,3 Puglia 21,1 4,8 3,0 1,8 9,2 39,9 36,1 Basilicata 11,3 3,5 1,8 0,7 6,1 27,4 39,6 Calabria 15,3 3,3 1,8 1,3 8,1 33,9 43,0 Sicilia 18,9 3,3 1,4 1,0 7,3 36,5 36,1 Sardegna 14,3 5,1 3,4 1,5 11,2 35,5 44,3 Italia 21,0 5,6 2,9 5,5 8,7 36,2 36,1

Fonte: Istat

106 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino TRENTINI MENO Fig. 5 - Persone di 14 anni e più molto o abbastanza preoccupate di subire PREOCCUPATI DEL RESTO alcuni tipi di reati. Anno 2002. Confronto tra provincia di Bolzano, provincia DEGLI ITALIANI di Trento e Italia (per 100 persone della stessa zona). Valori percentuali. DI SUBIRE UN REATO 70 Bolzano Trento Anche per quanto riguarda il livel- 60 Italia lo di preoccupazione di subire 50 furti, scippi, borseggi, rapine e violenze sessuali, il Trentino-Alto 40 Adige si mantiene nella fascia del- le regioni più tranquille. Nella fi- 30 gura 5 vediamo però come il dato 20 alore percentuale alore della provincia di Trento sia siste- V maticamente più elevato rispetto 10 a quello della provincia di Bolza- 0 no. Nel caso della paura di subire Molto/abbastanza Molto/abbastanza Molto/abbastanza Molto/abbastanza Molto/abbastanza preoccupato del preoccupato del preoccupato dello preoccupato della preoccupato della un furto in abitazione, i trentini furto automobile furto in abitazione scippo/borseggio aggressione/rapina violenza sessuale intervistati preoccupati sono oltre Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat la metà (51,5%) contro il 38,9% degli altoatesini (Tab. 7). Differen- za simile si ha per la paura di Bolzano) e, in misura minore, per Le differenze sono chiaramente subire un furto di automobile lo scippo/borseggio, l’aggressio- visibili osservando la figura 5. (31,4% Trento contro il 23,2% di ne/rapine e la violenza sessuale.

Tab. 7 - Persone di 14 anni e più molto o abbastanza preoccupate di subire alcuni tipi di reati. Anno 2002, suddivisione per regione (per 100 persone della stessa zona).

Molto/ Molto Molto/ Molto/ Molto/ abbastanza abbastanza abbastanza abbastanza abbastanza REGIONI preoccupato del preoccupato del preoccupato dello preoccupato della preoccupato della furto automobile furto in abitazione scippo/ borseggio aggressione/ rapina violenza sessuale

Piemonte 46,5 63,0 45,7 43,6 35,0 Valle d’Aosta 32,9 50,9 27,5 27,3 24,6 Lombardia 45,9 63,4 47,9 45,1 39,0 Trentino-Alto Adige 27,7 45,8 27,5 25,7 26,7 Bolzano 23,2 38,9 24,2 21,3 24,8 Trento 31,4 51,5 30,3 29,3 28,2 Veneto 44,7 63,2 40,6 40,9 36,1 Friuli-Venezia Giulia 35,2 53,9 33,1 32,3 27,5 Liguria 36,2 63,5 44,6 39,5 32,1 Emilia-Romagna 40,7 60,6 42,3 39,6 33,4 Toscana 39,9 60,9 38,3 36,2 31,1 Umbria 46,3 64,3 38,4 39,2 32,8 Marche 38,0 60,9 34,9 35,8 30,8 Lazio 49,7 62,8 47,4 45,7 39,7 Abruzzo 42,0 59,1 37,2 38,9 35,4 Molise 41,1 52,5 29,0 30,9 28,3 Campania 58,0 60,5 56,6 54,7 40,3 Puglia 57,4 65,5 49,7 49,0 41,2 Basilicata 42,7 53,5 31,7 35,3 32,4 Calabria 48,0 51,4 33,7 37,9 31,6 Sicilia 45,5 56,3 44,2 44,6 38,8 Sardegna 42,8 52,2 36,7 35,9 32,5 Italia 46,2 60,7 44,2 43,0 36,3 Fonte: Istat

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 107 IL SENSO DI SICUREZZA Fig. 6 - Persone di 14 anni e più per percezione della sicurezza di sera, per strada RILEVATO IN TRENTINO- o in casa, eventuali precauzioni prese in strada. Confronto anni 1997-1998 e ALTO ADIGE E IN ITALIA: 2002 tra provincia di Bolzano, provincia di Trento e Italia. Valori percentuali. 45 Italia 1997-1998 COSA È CAMBIATO 2002 40 DALL’INDAGINE 35

1997-1998 Italia Trento 30 Bolzano Vediamo ora quali cambiamenti 25 sono intercorsi nel senso di 20 Trento alore percentuale alore

V Bolzano sicurezza/insicurezza dei Italia cittadini tra la prima indagine del 15 Trento 1997-1998 e la seconda. 10 Bolzano

5

AUMENTA L’INSICUREZZA 0 Si sente poco o per niente sicuro Prende precauzioni camminando al buio, Si sente poco o per niente IN CASA camminando da solo per strada al buio evitando strade e persone sicuro da solo a casa la sera

Il Trentino-Alto Adige è tra le Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat regioni in cui il senso di sicurezza è maggiore. Tuttavia, negli ultimi 5 anni, una piccola porzione di Fig. 7 - Persone di 14 anni e più che vedono spesso nella zona in cui vivono questa sicurezza è stata sostituita persone che si drogano, persone che spacciano droga, prostitute in cerca di da un maggiore senso di clienti, atti di vandalismo contro il bene pubblico. Confronto anni 1997-1998 insicurezza, soprattutto per chi si e 2002 tra provincia di Bolzano, provincia di Trento e Italia (per 100 persone sente poco o per niente sicuro da della stessa zona). Valori percentuali. 16 solo in casa. 1997-1998 2002 14

Italia Mentre il dato nazionale ci dice 12 che gli italiani che si sentono 10 poco o per niente sicuri da soli in Italia 8 Italia casa sono passati dall’11,8% al Trento Bolzano Trento 12,2%, in provincia di Trento gli 6 Italia Bolzano

alore percentuale alore Bolzano Trento insicuri in casa sono passati dal V 4 6,5% del 1997-1998 all’8,4% del Bolzano Trento 2 2002 (Fig. 6). Una crescita di proporzioni simili si è registrata 0 Vede spesso persone che si Vede spesso persone che Vede spesso prostitute in cerca Vede spesso atti di vandalismo anche nella provincia di Bolzano, drogano spacciano droga di clienti contro il bene pubblico passata dal 4,1% al 6,1%. Tra il Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat campione altoatesino si registrano segnali contrastanti: aumenta chi si sente poco o per DIMINUISCONO LE prattutto a livello nazionale (Fig. niente sicuro la sera (da 11,3% a PERCEZIONI DEL DISAGIO 7). Tutti gli indicatori descritti in 14,8%) ma diminuisce chi la sera precedenza registrano una signifi- La presenza di tossicodipendenti, evita strade e persone (in calo dal cativa diminuzione nella provin- spacciatori, prostitute e la com- 25,2% al 22,1%). Sostanzialmente cia di Trento. Nella provincia di missione di atti di vandalismo so- stabile, invece, la realtà trentina a Bolzano, le diminuzioni sono in no indicatori di disordine sociale fronte di un percepibile aumento qualche caso meno evidenti e si che generano disagio e malessere del senso di sicurezza del nota anche un segnale di contro- tra i cittadini. Il confronto tra i da- campione nazionale. tendenza: aumentano, rispetto a ti 2002 e quelli di cinque anni fa cinque anni fa, le persone che ve- mette in evidenza come la situa- dono prostitute in cerca di clienti zione da questo punto di vista sia (dal 4% al 5,8%, dato superiore al- migliorata in modo evidente, so- la media nazionale).

108 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino MA CRESCE L’INSICUREZZA Fig. 8 - Persone di 14 anni e più che definiscono la zona in cui vivono molto NELLA ZONA IN CUI SI VIVE o abbastanza a rischio, che ritengono che la polizia controlli poco o per niente Nonostante gli indicatori sul la zona di residenza e che sono stati fermati in automobile o a piedi per un controllo. Confronto anni 1997-1998 e 2002 tra provincia di Bolzano, provincia disordine sociale siano di Trento e Italia (per 100 persone della stessa zona). Valori percentuali. confortanti, l’insicurezza in 50 1997-1998 45 provincia di Trento e di Bolzano Italia 2002 Bolzano 40 Italia cresce (Fig. 8). Tra gli intervistati Trento trentini di cinque anni fa, l’8,5% 35 definiva la zona in cui viveva 30 Bolzano 25 Italia molto o abbastanza a rischio. Trento Oggi, a quella stessa domanda 20 alore percentuale alore rispondono positivamente il V 15 Bolzano Trento 10,6% degli intervistati. Fatto 10 analogo accade per la provincia 5 di Bolzano che passa dall’8,8% del 0 Definisce la sua zona molto o La polizia controlla poco o per È stato fermato in automobile o a 1997-1998 al 10,1% del 2002. In abbastanza a rischio niente la zona di residenza piedi per un controllo percentuale, la crescita Fonte: elaborazione Transcrime di dati Istat dell’insicurezza nella zona in cui si vive è del 24% per il Trentino e del 14% in Alto Adige. Questi valori sono in altri comparti del Nord-Ovest, polizia. Se in Italia migliora il controtendenza con il dato Centro, Sud e Isole. Questo dato giudizio sulla capacità di nazionale, che registra invece una deve far riflettere senza allarmare controllo della polizia (gli riduzione dell’insicurezza che poiché il Trentino-Alto Adige, che insoddisfatti scendono dal 42,2% passa dal 23,2% al 21%. nel 1997-1998 si era piazzato al al 36,1%), ciò non accade in L’aumento del senso di primo posto per il senso di provincia di Bolzano dove gli insicurezza è un fenomeno che sicurezza nella zona in cui si vive, insoddisfatti per l’attività delle colpisce l’intero comparto delle rimane comunque tra le prime Forze dell’ordine crescono del regioni che l’Istat classifica di regioni d’Italia, secondo solo a 2,4% (passando dal 22,5% al Nord-est (Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Molise. 24,9%). In Trentino, il livello di Friuli-Venezia Giulia, Veneto, insoddisfazione rimane invece Emilia-Romagna). Il Nord-est è Il senso di insicurezza che cresce sostanzialmente lo stesso di l’unica ripartizione geografica a nel Trentino-Alto Adige cinque anni fa, attestandosi sul registrare un aumento condiziona in parte il giudizio 20,7% (contro il 21% del 1997- dell’insicurezza rispetto a tutti gli sull’attività di controllo della 1998).

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 109 RIEPILOGANDO •Nel 2002 il numero dei reati denunciati dalle Forze dell’ordine all’Au- torità giudiziaria in Trentino è leggermente aumentato rispetto all'an- no precedente. Si regista, infatti, una crescita del 6%, in accordo con il trend degli anni ’90.

• Nel 2002 la maggior parte dei reati denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria sono stati furti ed altri delitti. In confronto al 2001 sono diminuiti i furti, mentre sono aumentati gli altri delitti. Si attestano sugli stessi valori le altre fattispecie di reato.

• Dal 1990 al 2002 i reati contro la persona denunciati dalle Forze del- l’ordine all’Autorità giudiziaria sono progressivamente aumentati. Do- po una leggera flessione tra il 2000 ed il 2001, nel 2002 le denunce di reati contro la persona sono cresciute quasi del 10% rispetto all'an- no precedente. La maggior parte dei reati contro la persona denuncia- ti dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria nel 2002 è costituita da lesioni dolose (82,1%). Seguono, con molto distacco, le violenze sessuali (7,7%), gli omicidi colposi (5,1%), i tentati omicidi (3,6%) e gli omicidi dolosi consumati (1,5%). I comuni con più alto tasso di reati contro la persona per cui è iniziata l’azione penale nel 2002 sono Si- ror, Andalo e Lardaro.

•I comuni con più alto tasso di violenze private e minacce per cui è ini- ziata l’azione penale nel 2002 sono Lardaro, , Cavizzana, Valfloriana e Tonadico. Gli autori di violenze private e minacce sono noti nell’80,1% dei casi per cui è iniziata l’azione penale nel 2002. Gli autori noti sono quasi per il 90% di sesso maschile ed hanno un’età media prossima ai 40 anni. L’80% degli autori di violenze private e mi- nacce sono italiani.

•Tra i comuni del Trentino, Andalo ha un tasso alto di lesioni personali volontarie per cui è iniziata l’azione penale nel 2002. Gli autori di le- sioni sono individuati nell’80% dei casi e sono prevalentemente ma- schi con un’età media di 36 anni. Quasi l’80% degli autori di lesioni è italiano e, per la maggior parte, trentino.

•Tra i comuni del Trentino, Siror ha un tasso alto di ingiurie e diffama- zioni per cui è iniziata l’azione penale nel 2002. L’86,9% delle ingiurie e diffamazioni è di autore noto. Degli autori il 77,1% è maschio e l’età media è di quasi 43 anni. Il 93,3% degli autori è italiano.

• Le azioni penali iniziate nel 2002 per imputazioni di percosse sono state più frequenti, a parità di abitanti, nei comuni di Valfloriana, Siror e Telve di Sopra. Nel 93,9% delle percosse l’autore è individuato. È prevalentemente maschio ed ha età media di 39 anni. Gli autori stra- nieri sono il 14,8%.

• Dal 1990 al 2002 l’andamento dei reati contro il patrimonio denuncia- ti dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria ha visto una progres- siva crescita fino al 1996 e una diminuzione dal 1996 in poi. Dal 2001 al 2002, le denunce di reati contro il patrimonio sono diminuite del 9%. I furti rappresentano quasi il 95% dei reati contro il patrimonio denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria nel 2002. Se- guono truffe (3,6%), rapine (1,3%) ed estorsioni (0,2%). Tra i comuni del Trentino, Andalo, Mezzana, Canazei, Pinzolo e Siror sperimentano tassi medio, medio alti o alti di reati contro il patrimonio per cui è ini- ziata l’azione penale nel 2002.

110 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino •I comuni trentini vedono un bassissimo tasso di rapine tentate e/o consumate per cui è iniziata l’azione penale nel 2002. Solo il comune di Preore ha un livello alto di tasso di rapine commesse e/o tentate. L’autore è noto nel 47,3% delle rapine e, nella maggioranza dei casi, è maschio, giovane (26 anni di media) e italiano.

•In rapporto al numero di residenti, i comuni maggiormente colpiti dai furti sono quelli di Mezzana ed Andalo, con un tasso alto di furti per cui è iniziata l’azione penale nel 2002. Gli autori sono individuati nel 95% circa dei casi e sono quasi tutti maschi, con un’età media di 31 anni. Il 40% di questi è straniero. Il 50% degli autori italiani è nato a Trento.

•Tra i comuni del Trentino, Mezzana ha un tasso alto di truffe per cui è iniziata l’azione penale nel 2002. Di questi reati, il 57,3% è di autore noto. Gli autori noti sono, per l’86,7%, di sesso maschile ed hanno un’età media di 38 anni. Oltre il 90% è italiano.

•Tra i comuni del Trentino, Mezzana ha un tasso alto di danni per cui è iniziata l’azione penale nel 2002. Gli autori di questi danni sono noti nell’83,8% dei casi. Gli autori noti sono maschi per l’83,9%, hanno un’età media di 37 anni e sono per la maggior parte italiani.

• Analizzando gli omicidi compiuti dal 1990 al 2002, si rileva che in provincia di Trento l’omicidio ha avuto natura prevalentemente fami- gliare e passionale. Gli omicidi sono infatti avvenuti soprattutto in ca- sa, tra famigliari e tra conoscenti (77%) e sono stati commessi da ma- schi nell’84% dei casi. Si è registrata una netta prevalenza di autori (70%) e di vittime (82%) italiane. Nel mese di dicembre, nei fine setti- mana e nella fascia oraria 20-24 si è notata un’incidenza di omicidi più alta rispetto alla media. In più del 70% dei casi le Forze dell’ordine hanno individuato ed arrestato i colpevoli entro sette giorni dalla sco- perta del delitto.

• Nel 2002 in Trentino sono stati commessi quattro omicidi che i quoti- diani locali (l’Adige e l'Alto Adige-Trentino) hanno diffusamente ripor- tato. Analizzando le vendite dei quotidiani nel 2002, possiamo dire che esiste un cosiddetto effetto omicidio sulle vendite dei giornali. L’effetto omicidio provoca un aumento del venduto ma tende a dile- guarsi rapidamente, nel giro di due o tre giorni al massimo, dopodi- ché l’andamento delle vendite non sembra più risentire positivamente della presenza del fatto di sangue in cronaca. Vi sono, tuttavia, casi in cui le caratteristiche dell’autore, della vittima (es. la nazionalità) e le dinamiche del delitto fanno sì che l’opinione pubblica trentina perce- pisca il fatto omicidio come privo di un interesse che non sia quello ordinario di un avvenimento estraneo da sé, dal proprio territorio, dalla propria cultura e dalla propria comunità.

•L’indagine di vittimizzazione Istat del 2002 indica come in Trentino vi siano state, rispetto alla media nazionale, meno vittime di scippi, bor- seggi e furti e più vittime di rapine e di aggressioni. Per i reati contro la famiglia, il numero di vittime trentine è inferiore alla media italiana. Confrontando i dati dell’ultima indagine di vittimizzazione con quella precedente del 1997-1998, la situazione del Trentino-Alto Adige per i reati contro l’individuo presenta dati contradditori. Se infatti da un la- to le vittime di reati contro la proprietà individuale risultano in calo, in linea con la media nazionale, passando dal 3,7% del 1997-1998 al 3% del 2002, dall’altro le vittime di reati violenti sono in aumento. Dal

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 111 1997-1998 al 2002 le famiglie della provincia di Trento hanno subito meno reati contro la famiglia, passando dal 17% della prima indagine all’11,9%.

• Nel 2002 una famiglia trentina su quattro era assicurata contro i furti in appartamento. I trentini, ancor prima degli altoatesini, dispongono di un numero minore di sistemi di sicurezza per proteggere la propria abitazione, se confrontato con il dato nazionale. Nel corso degli ulti- mi 5 anni le famiglie trentine non hanno accresciuto particolarmente le proprie strategie di difesa, fatta eccezione per il tenere le luci acce- se quando si esce e la stipula di assicurazioni contro il furto. Il ricorso ai sistemi di sicurezza per tutelare la propria abitazione rispetto al 1997-1998 è cresciuto notevolmente.

• Il senso di sicurezza di sera, per strada o in casa, dei cittadini del Trentino-Alto Adige è tra i più alti d’Italia per il 2002. Gli intervistati della provincia di Trento, tuttavia, si sentono un po’ meno sicuri dei loro cugini sudtirolesi. Anche per quel che riguarda il livello di preoc- cupazione di subire furti, scippi, borseggi, rapine e violenze sessuali il Trentino-Alto Adige si mantiene nella fascia delle regioni italiane più tranquille. Tuttavia, negli ultimi 5 anni, una piccola porzione di que- sta sicurezza è stata sostituita da un maggiore senso di insicurezza, soprattutto per chi si sente poco o niente sicuro da solo in casa.

112 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino PARTE SECONDA

Il dibattito sulla polizia locale

INTRODUZIONE cittadini non siano a conoscenza cercare di avvicinare forze dell’or- di tutte le competenze della poli- dine e cittadinanza, in Italia si so- In Italia, la polizia locale è regola- zia locale, ritenendola responsa- no mutuate esperienze straniere, ta dalla Legge quadro del 19861. bile unicamente della gestione come quella inglese del commu- Secondo questa legge, i Comuni e del traffico stradale e che, dall'al- nity policing o quella francese le Province possono svolgere le tra, gli amministratori la vogliano della police de proximité, che ver- funzioni di polizia locale ed ema- coinvolgere in tutte le funzioni ranno analizzate in questa sede. nare regolamenti secondo le loro collegate al proprio mandato. A carattere sopranazionale, orga- competenze. Spetta alle Regioni Il dibattito sulla polizia locale si nismi quali il Consiglio d’Europa e invece il compito di indicare, con inserisce in un dibattito più am- l’Unione europea si sono occupati legge, le norme generali di orien- pio, che coinvolge le forze di poli- e si occupano di problematiche tamento e coordinamento delle zia nazionali e che riguarda la ge- relative alla sicurezza urbana. In- attività di polizia locale. Nel 2001 stione delle politiche di sicurezza fatti, come si vedrà nel prossimo tuttavia, la modifica del titolo V urbana e la fiducia dei cittadini capitolo, la gestione della sicurez- della Costituzione italiana2 ha as- nelle istituzioni. La percezione za e delle forze dell’ordine rien- segnato alle Regioni ed alle Pro- che i cittadini hanno dell’operato trano nel concetto più generale di vince autonome di Trento e di delle autorità e delle istituzioni “libertà, sicurezza e giustizia”, pi- Bolzano competenza esclusiva (siano esse enti locali o forze del- lastro dell’Unione europea. sulla materia. l’ordine) contribuisce infatti a svi- Gli organismi sovranazionali han- In questo contesto normativo si è luppare sentimenti di sicurezza o no però iniziato ad interessarsi di sviluppato, in Italia, il dibattito insicurezza. Per questo motivo, queste materie solo recentemen- sul ruolo e le funzioni della poli- negli ultimi anni, è maturato in te. Di contro i singoli stati, non zia locale. Questa si può definire Italia il principio della collabora- solo europei, le hanno affrontate come una forza di polizia legata zione di tutti gli attori presenti durante il processo di costruzione funzionalmente all’amministrazio- sul territorio allo svolgimento di del proprio sistema democratico. ne dalla quale dipende (Comune programmi ed attività in materia Per questo motivo, nel quarto ca- o Provincia) e che può agire solo di sicurezza e prevenzione della pitolo, verranno presentati i siste- all’interno del territorio e delle criminalità, con l’obiettivo di ac- mi di gestione della sicurezza ur- competenze dell’ente locale di ri- crescere il livello di fiducia della bana e gli assetti organizzativi ferimento. Si distingue in polizia cittadinanza nei confronti di forze delle forze dell’ordine di nove municipale e polizia provinciale, a dell’ordine ed istituzioni. È stato paesi stranieri (Francia, Spagna, seconda che dipenda da un Co- infatti dimostrato che l’insicurez- Germania, Belgio, Confederazione mune o da una Provincia. za diminuisce all'aumentare della Elvetica, Paesi Bassi, Regno Unito, Ad oggi, ruoli e funzioni della po- fiducia nelle forze dell’ordine3. Un Stati Uniti e Canada). Queste lizia locale non sono identificati indicatore della sfiducia dei citta- esperienze saranno confrontate in maniera univoca. Questo crea dini verso le forze dell’ordine è con la realtà italiana per eviden- problemi agli operatori nello svol- rappresentato dall’elevato nume- ziare similitudini e differenze. gimento delle loro attività quoti- ro dei reati non denunciati, o nu- Il dibattito, a livello nazionale ed diane e nei rapporti con i cittadini mero oscuro. In Italia, nel 1998, il internazionale, coinvolge anche la e gli amministratori locali. Può ac- numero oscuro era più alto rispet- Provincia autonoma di Trento, cadere così che, da una parte, i to agli altri Paesi europei4. Per con la propria polizia locale. Si è

1 Legge quadro sull’ordinamento della polizia municipale del 7 marzo 1986, n. 65 (Gazzetta Ufficiale n. 62 del 15 marzo 1986). Il testo è stato aggiornato con la legge del 15 maggio 1997, n. 127. 2 Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 – Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione (Gazzetta Ufficiale n. 248 del 24 ottobre 2001). Questa legge è entrata in vigore l’8 novembre 2001. 3 R. Cornelli, S. Castellan, “La percezione d’insicurezza: le preoccupazioni dei trentini”, in Transcrime (a cura di), Terzo rapporto sulla sicu- rezza nel Trentino 2000/2001, Giunta della Provincia autonoma di Trento, Trento, 2001; R. Cornelli, “La fiducia dei trentini nelle Forze dell’or- dine”, in Transcrime (a cura di), Quarto rapporto sulla sicurezza nel Trentino 2002, Giunta della Provincia autonoma di Trento, Trento, 2002. 4 A. Alvazzi del Frate, “Accesso alla giustizia e prevenzione della criminalità: l'indagine internazionale sulla vittimizzazione (ICVS)”, in Questione Giustizia, XVII:2, 1998, pp. 409-422.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 113 voluto perciò fornire degli spunti dei corpi di polizia municipale di luce della riforma costituzionale e di riflessione sulla situazione at- Trento, Rovereto, Alta Valsugana, del dibattito internazionale. I dati tuale del Trentino, dove la polizia Arco, Riva del Garda e Tenno, Avi- raccolti sono presentati nel quin- locale opera come polizia munici- sio, Bassa Valsugana, Fiemme e to capitolo. pale. Per questo sono stati invitati . Con loro si è discusso delle intorno a un tavolo i responsabili funzioni della polizia locale alla

114 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino CAPITOLO 4 La prospettiva sovranazionale

Il concetto di “libertà, sicurezza e interne e predisporre un regime volgimento. Ciononostante, si giustizia” si è sviluppato molto di libera circolazione delle perso- può ritenere estendibile l’applica- lentamente in ambito di Unione ne. Dall'applicazione concreta zione della norma in questione europea. Per più di quarant’anni i dell’Accordo7 deriva l'esigenza di anche alla polizia provinciale e trattati comunitari hanno ignorato prevenire e risolvere eventuali municipale, quando queste svol- le questioni di giustizia, sicurezza questioni di pubblica sicurezza, gono le funzioni di polizia giudi- e polizia, considerandole di com- attraverso la cooperazione tra le ziaria e per alcuni reati di loro petenza nazionale. Queste mate- forze di polizia e l'uniformazione competenza9. rie venivano trattate al di fuori dei Sistemi giudiziari degli Stati Infine, per agevolare la coopera- delle procedure comunitarie, con firmatari. zione tra le forze di polizia dei di- il metodo intergovernativo5. È L'Accordo di Schengen ha rappre- versi Paesi è stata prevista la co- stato necessario un lungo proces- sentato un’importante innovazio- stituzione del Sistema d’Informa- so, composto da numerosi atti, ne e ancora oggi è alla base delle zione Schengen (SIS)10, che per- per sedimentare quei principi in norme che regolano la coopera- mette lo scambio di informazioni materia di sicurezza e di coopera- zione tra le forze di polizia degli e segnalazioni riguardanti gli zione tra le forze dell’ordine che Stati membri dell’Unione europea. eventi di reato e i loro autori tra i sono oggi a fondamento dell'U- In particolare, viene riconosciuto diversi stati. nione europea e sembrano con- alle forze di polizia il diritto a in- Dello stesso periodo dell'Accordo quiste consolidate. seguire una persona colta in fla- di Schengen, è l’Atto Unico Eu- Il primo di questi atti è stato l'“Ac- granza di reato anche nel territo- ropeo11, che sancisce definitiva- cordo relativo all’eliminazione rio di un’altra parte contraente, mente il passaggio al mercato graduale dei controlli alle frontie- anche se solo per alcuni specifici unico europeo e la libera circola- re comuni”, detto Accordo di reati8. Tuttavia, si dovrebbe rite- zione di merci, servizi e capitali Schengen6. È il primo accordo in nere esclusa la polizia locale da all’interno degli Stati membri del- cui gli stati hanno accettato di ri- queste disposizioni. Infatti, la leg- l’Unione, attraverso l'istituziona- nunciare a parte della loro sovra- ge di ratifica ed esecuzione del- lizzazione della cooperazione po- nità, a favore dell’Unione euro- l’Accordo di Schengen da parte litica tra gli Stati e la creazione di pea, in materia di sicurezza inter- dell’Italia non la cita espressa- una zona dove i cittadini europei na. Si tratta di un insieme di nor- mente. Diversamente altri Stati, possono muoversi liberamente. me diretto ad abolire progressiva- come il Belgio e la Germania, ne La libertà dei cittadini di movi- mente il controllo alle frontiere prevedono esplicitamente il coin- mento in uno spazio comune crea

5 Il metodo intergovernativo si basa sulla negoziazione diplomatica come mezzo per trovare un accordo tra gli Stati. È caratterizzato dal diritto di iniziativa della Commissione limitato a determinati aspetti specifici, ovvero condiviso con gli Stati membri; dal ricorso generalizzato all'unanimità in sede di Consiglio; dal ruolo consultivo del Parlamento europeo e dal ruolo limitato della Corte di giustizia. 6 Firmato a Schengen, Lussemburgo, il 14 giugno 1985 tra il Belgio, la Francia, la Germania, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. L’Italia ha dato la propria adesione il 27 novembre 1990 e il Parlamento italiano ha approvato la legge di ratifica ed esecuzione n. 388 del 30 settembre 1993 (S.o. Gazzetta Ufficiale n. 232 del 2 ottobre1993). 7 La convenzione di Schengen è stata firmata dai cinque Stati summenzionati il 19 giugno 1990 ma è entrata in vigore solo nel 1995. La convenzione stabilisce le condizioni di applicazione e le garanzie inerenti all'attuazione della libera circolazione. L'Accordo e la convenzione, così come le regole adottate sulla base dei due testi e gli accordi connessi formano quello che viene definito l'acquis Schengen. 8 L’elenco di questi reati si trova all’articolo 41 comma quarto dell’Accordo di Schengen e comprende: omicidio, stupro, incendio doloso, moneta falsa, furto e ricettazione aggravati, estorsione, sequestro di persona e presa in ostaggio, tratta di persone, traffico illecito di stupe- facenti e sostanze psicotrope, infrazioni alle normative in materia di armi e esplosivi, distruzione mediante esplosivi, trasporto illecito di ri- fiuti tossici e nocivi, reato di fuga in seguito ad incidente che abbia causato morte o ferite gravi. 9 Infatti, è presumibile che se, per esempio, la polizia provinciale inizia l’inseguimento di una persona colta in flagranza di reato di incen- dio doloso boschivo, abbia la possibilità di continuare anche nel territorio di un'altra parte contraente. E lo stesso discorso può valere per la polizia municipale nel caso del reato di fuga in seguito ad incidente stradale che abbia causato morti o feriti gravi. 10 Titolo IV della Convenzione di Shengen, op. cit supra a nota 5. 11 Lussemburgo, 9 settembre 1985 – Bruxelles, 28 febbraio 1986. È entrato in vigore il primo luglio 1987 con la ratifica di tutti gli Stati membri (Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 169 del 29 giugno 1987).

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 115 numerose conseguenze, non solo zio di libertà, sicurezza e giusti- bano essere effettuate solo nelle economiche, ma anche sociali. Di- zia, sviluppando un'azione comu- grandi aree urbane e che, per venta, infatti, una priorità per la ne tra gli Stati membri nel settore combattere efficacemente la cri- Comunità europea sviluppare la della cooperazione di polizia e minalità, vadano anche sviluppati collaborazione tra gli Stati in ma- giudiziaria penale. Questo obietti- il senso civico e la responsabilità teria di giustizia e cooperazione vo è stato poi rinforzato dalle di tutta la cittadinanza, miglioran- tra le forze di polizia, al fine di conclusioni del Consiglio europeo do i rapporti con le forze dell’or- garantire lo stesso standard di si- di Tampere dell’ottobre del dine. In questo frangente la poli- curezza a tutti i cittadini. 199916. zia locale ha il compito di aiutare A questo proposito il Trattato di Una volta stabilito l’obiettivo, le a rinforzare il legame tra cittadi- Maastricht12, entrato in vigore attività dell’Unione europea si so- nanza ed istituzioni, facendosi nel 1993, riconosce formalmente no rivolte alla creazione concreta portavoce, da una parte, del dis- la giustizia e gli affari interni co- di questo spazio di libertà, sicu- agio e dei problemi della popola- me temi di interesse comune a rezza e giustizia. Infatti, senza un zione e, dall’altra, aiutando l’am- tutti gli Stati e che, per questo, quadro giudiziario solido e misu- ministrazione a condurre progetti devono essere trattati a livello co- re efficaci dirette a garantire il ri- integrati sul territorio. munitario. Inoltre sancisce la na- spetto della legge e la sicurezza, L’operato della polizia locale in scita di Europol13, un’organizza- il mercato unico non sarebbe in quest’ambito può essere ispirato zione europea che si occupa di in- grado di fornire ai cittadini dell’U- o al community policing o all’îlo- telligence criminale. Il fine è quel- nione tutti i vantaggi economici tage. Si tratta di due modalità di lo di migliorare la cooperazione auspicati. Inoltre, il concetto stes- intervento per la gestione dell’or- tra tutte le autorità degli Stati so di “reale cittadinanza europea” dine pubblico e del sentimento di membri che si occupano di appli- rimarrebbe lettera morta. Per que- insicurezza dei cittadini che mira- care la legge al fine di prevenire e sto motivo sono stati sviluppati no a coordinare gli interventi con combattere la criminalità transna- diversi programmi di intervento e le esigenze della comunità. Il pri- zionale. di azione. È stato, ad esempio, mo è tipico della realtà anglosas- Tuttavia è solo con il Trattato di previsto lo sviluppo di un piano sone, il secondo si è sviluppato in Amsterdam del 199714, e la con- di azione comune17 nel settore Francia18. seguente creazione dell’Unione della cooperazione giudiziaria in Anche il Consiglio d’Europa ha europea, che viene predisposto materia penale e di polizia, so- dedicato parte della sua attività a uno spazio di libertà, di sicurezza prattutto per contrastare la crimi- queste tematiche. e di giustizia per rendere effettiva nalità organizzata. Il principio sul All’inizio degli anni Ottanta il la libera circolazione delle perso- quale questo piano si basa è lo Consiglio d'Europa ha promosso ne e per combattere più efficace- sviluppo di una stretta collabora- la Campagna europea per la rina- mente il crimine organizzato e le zione tra tutte le forze di polizia scita della città19 al fine di sensi- frodi. L’articolo 2915, infatti, indi- dei diversi paesi, nella quale la bilizzare la cittadinanza e gli am- ca come obiettivo dell’Unione ga- polizia locale gioca un ruolo es- ministratori, nazionali e locali, sui rantire a tutti i cittadini un eleva- senziale. È espressamente stabili- possibili approcci per migliorare to livello di sicurezza in uno spa- to, infatti, che le attività non deb- la qualità della vita nelle città. Il

12 Firmato a Maastricht il 7 febbraio del 1992 (Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea C 191 del 29 luglio 1992). 13 È stata istituita con il Trattato di Maastricht del 1992. Ha iniziato la piena attività il 1° luglio 1999. 14 Trattato di Amsterdam che modifica il trattato sull’Unione europea, i trattati che istituiscono le comunità europee e alcuni atti connessi. È stato firmato ad Amsterdam il 2 ottobre 1997 ed è entrato in vigore il 1° maggio 1999 (Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea C 340 del 10 novembre 1997). 15 Articolo 29 - Fatte salve le competenze della Comunità europea, l'obiettivo che l'Unione si prefigge è fornire ai cittadini un livello eleva- to di sicurezza in uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, sviluppando tra gli Stati membri un'azione in comune nel settore della coopera- zione di polizia e giudiziaria in materia penale e prevenendo e reprimendo il razzismo e la xenofobia. Tale obiettivo è perseguito prevenendo e reprimendo la criminalità, organizzata o di altro tipo, in particolare il terrorismo, la tratta degli esseri umani ed i reati contro i minori, il traffico illecito di droga e di armi, la corruzione e la frode, mediante: - una più stretta cooperazione fra le forze di polizia, le autorità doganali e le altre autorità competenti degli Stati membri, sia direttamente che tramite l'Ufficio europeo di polizia (Europol), a norma degli articoli 30 e 32; - una più stretta cooperazione tra le autorità giudiziarie e altre autorità competenti degli Stati membri, a norma degli articoli 31, lettere a) - d), e 32; - il ravvicinamento, ove necessario, delle normative degli Stati membri in materia penale, a norma dell'articolo 31, lettera e). 16 Reperibile all’indirizzo Internet http://europa.eu.int/council/off/conclu/oct99/oct99_it.htm. 17 Questo piano d’azione è stato adottato dal Consiglio Europeo ad Amsterdam, 27-28 giugno 1997 (Gazzetta Ufficiale dell’Unione Euro- pea C 251 del 15 agosto 1997, p. 1). 18 Entrambi questi sistemi verranno analizzati in modo più approfondito nel Capitolo 5, nelle sezioni appositamente dedicate. 19 Campagne européenne pour la renaissance de la cité, lanciata dal Consiglio d’Europa tra il 1980 e il 1982. Dato il successo ottenuto, è stata prolungata fino al 1986 attraverso un programma sulle politiche urbane condotto da una commissione intergovernativa.

116 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino risultato è stata la stesura della cresciuti nella città in cui presta- possibilità di intervento nell’ambi- Charte Urbaine Européenne20 no servizio e possono, perciò, fa- to della sicurezza. In particolare (“Carta urbana europea”) precedu- re affidamento su una rete di con- possono: ta da una dichiarazione sui diritti tatti vasta che permette loro di in- della cittadinanza. Il testo della teragire quotidianamente con la • essere il punto di contatto tra la Carta individua una serie di prin- cittadinanza. cittadinanza e l’amministrazio- cipi generali per indirizzare la ge- Tuttavia, questi principi non sono ne; stione dell’ambiente urbano a li- stati recepiti totalmente dagli sta- vello locale. Questi principi sono ti europei. Ancora oggi la Carta è • partecipare alle riunioni di cir- direttamente applicabili all’inter- priva del valore di convenzione e coscrizione con gli altri opera- no degli stati europei, dove i pro- si limita a proporre degli enuncia- tori locali e contribuire ai pro- blemi delle città sono spesso di ti generali. grammi di prevenzione concer- natura ed ampiezza analoghe. Nel maggio del 2001, il Congres- nenti i giovani, i bambini e le Il primo principio sancito nella so delle autorità locali e regionali donne; Carta è il diritto dei cittadini euro- dell’Europa del Consiglio pei a vivere in una città sicura e d’Europa21 ha approvato un “Ma- • svolgere il ruolo dei mediatori, senza pericoli, il più possibile nuale sulle autonomie locali e ascoltare i cittadini, prendere protetta contro la criminalità, la la prevenzione della criminali- parte alle campagne delle diver- delinquenza e le aggressioni. Di tà urbana”22, dove viene preso se autorità locali; conseguenza, grande importanza in considerazione il legame tra rivestono le attività svolte dalle rapporti locali e prevenzione della • garantire la presenza di un autorità locali, che hanno la pos- criminalità urbana. agente in ciascun quartiere. sibilità di sviluppare programmi Un capitolo di questo manuale ri- d’azione direttamente applicabili guarda in particolare il rapporto Il testo di questo manuale contie- sul territorio e basati sulla parte- tra la polizia e le collettività loca- ne anche un elenco di raccoman- cipazione di tutti gli operatori so- li. Né l’una né le altre possono, in- dazioni per le amministrazioni lo- ciali. Infatti, nella Carta si eviden- fatti, condurre attività di preven- cali al fine di migliorare la qualità zia come la prevenzione della cri- zione della criminalità senza co- della vita nelle città. Questa quali- minalità riguarda tutti i membri operare. In alcuni paesi l’obbligo tà non è garantita laddove non della città, dal cittadino al sinda- di collaborazione è addirittura im- venga offerta sicurezza ai cittadi- co. La polizia deve essere in gra- posto per legge. Questa coopera- ni, riducendo la paura della crimi- do di costruire uno stretto dialo- zione può riguardare sia le deci- nalità. go sia con la cittadinanza sia con sioni in materia di polizia di pros- In particolare le autorità locali so- i suoi rappresentanti, in modo da simità, sia le modalità di informa- no invitate a: concertare insieme politiche di zione dei cittadini riguardo alla ri- prevenzione da applicare sul ter- duzione del rischio di diventare • eliminare tutti gli ostacoli buro- ritorio. vittima di reati. cratico-amministrativi che impe- Diventa quindi fondamentale il Nel manuale si afferma che le po- discono di fatto il coordinamen- ruolo di una forza di polizia radi- lizie locali sono le più adatte ad to nella lotta alla criminalità; cata sul territorio, che sia espres- ascoltare e capire i problemi dei sione dell’ente locale e punto di cittadini. Inoltre, avendo un’otti- • controllare affinché vengano riferimento per i cittadini. Il punto ma conoscenza del territorio, so- evitati conflitti tra le diverse di forza della polizia locale, nel no in grado di stabilire un rappor- istituzioni in materia di preven- campo della sicurezza, sta pro- to di fiducia con la cittadinanza zione della criminalità; prio nella conoscenza del territo- ed è, quindi, più facile per loro rio e delle sue problematiche. A far pervenire dei messaggi sulla • riconoscere che la visibilità del differenza degli agenti delle forze prevenzione della criminalità. pattugliamento da parte degli dell’ordine nazionali, spesso gli Secondo il documento citato, le agenti a piedi e in uniforme è operatori di polizia locale sono polizie locali hanno molteplici spesso percepita dal pubblico

20 Charte Urbaine Européenne, Conseil de pouvoirs locaux et régionaux de l’Europe-CPLRE, 1992. Reperibile all’indirizzo Internet http://www.coe.fr/cplre/fr/ftxt/fcharteurbaine.htm. 21 Si tratta di un organo consultivo del Consiglio d’Europa. È stato costituito nel 1994 con l’obiettivo di riunire i rappresentanti degli enti locali degli Stati europei. 22 “Manuel sur les pouvoirs locaux et la prévention de la criminalité urbaine”, presentato da Jan Mans durante l’VIII sessione del Congrès des pouvoirs locaux et régionaux de l’Europe – Chambre de pouvoirs locaux del Consiglio d’Europa, Strasburgo, 29-30 maggio 2001 (CPL (8) 2).

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 117 come il metodo di polizia mi- zionale e municipale, precisan- sti multiculturali o violenti; gliore per prevenire la criminali- do i loro ruoli complementari, tà locale, e il suo sviluppo può ma distinti. • la capacità della polizia locale favorire la cooperazione del di sviluppare progetti di preven- pubblico con la polizia, in vista Il Consiglio d’Europa è molto atti- zione della criminalità in part- di un miglioramento nella pre- vo su questi temi. Nel novembre nership con gli altri attori socia- venzione della delinquenza; del 2002 il Congresso delle auto- li. rità locali e regionali dell’Europa • incoraggiare le forze di polizia ha organizzato una tavola roton- Il risultato è stata la creazione, a rappresentare la struttura di- da23 per discutere a livello inter- nel marzo del 2003, di un Gruppo versificata della popolazione lo- nazionale delle funzioni e del ruo- di consulenti sulla polizia locale cale (sesso, razza, ecc.); lo della polizia locale. Infatti, an- (Groupe de consultants sur la po- che se nei diversi paesi la polizia lice municipale)24. Il Gruppo è co- • evitare la “giustizia fai-da-te” e locale ha strutture e competenze stituito da un numero ristretto di la proliferazione di corpi di si- differenti, svolge comunque un operatori ed esperti a livello inter- curezza indipendenti, che ope- ruolo rilevante non solo nell’am- nazionale di polizia locale. L’o- rano spesso al di fuori degli bito della sicurezza ma anche nel biettivo è scambiare esperienze schemi della democrazia; rafforzamento dello stato demo- tra i diversi stati al fine di produr- cratico. A questo incontro hanno re un rapporto e proporre un te- • concludere gli accordi necessari partecipato esperti scelti tra sin- sto per una risoluzione da sotto- con le istituzioni governative e daci e comandanti di polizia mu- porre all’approvazione dell’As- le autorità di polizia competenti nicipale, provenienti da paesi nei semblea generale del Congresso per portare allo sviluppo delle quali la polizia locale era già atti- dei poteri locali e regionali nel polizie municipali o, nel caso in va (come Italia, Belgio e Francia) o 2004. cui manchino, alla loro creazio- che avevano una seria intenzione È fondamentale, infatti, indirizza- ne; politica di attivarla (come Estonia, re le istituzioni a identificare ruoli Romania e la Federazione Russa). e funzioni delle polizie locali. Il • fare in modo che la polizia mu- I principali argomenti discussi so- dibattito è simile in tutti gli stati e nicipale, una volta costituita, no stati: si svolge tra coloro che vorrebbe- sia posta sotto l’autorità delle ro assimilare la polizia locale alle istituzioni locali e abbia respon- • il rapporto tra la polizia locale e polizie nazionali e chi invece le sabilità definite, mezzi umani e la polizia nazionale; vorrebbe ancor più legate alle au- materiali sufficienti, un equi- torità locali. paggiamento tecnico all’avan- • il rapporto tra la polizia locale e guardia e personale qualificato; gli amministratori locali;

•trovare una formula di coopera- • il ruolo della polizia locale sul zione tra le forze di polizia na- territorio, soprattutto nei conte-

23 Charleroi, 22-23 Novembre 2002. 24 Riunito per la prima volta a Strasburgo, 24-25 marzo 2003.

118 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino CAPITOLO 5 La polizia locale nel panorama internazionale

Tracciare un quadro della situa- nire, perdita dei rapporti di fidu- dine vengano chiamate dai citta- zione delle polizie locali in vari cia e di relazioni interpersonali. dini a risolvere problemi a tutto stati, non solo europei, non è fa- Fra il professionista e il suo campo, spesso in sostituzione di cile, sia per l’eterogeneità dei si- «cliente» permane il rapporto tipi- altri enti ed uffici. Data la loro ca- stemi sia per la difficoltà di otte- co fra chierico e laico, fra specia- pacità di rispondere alle chiamate nere informazioni aggiornate e lista e profano, fra competente e 24 ore su 24, agli agenti di poli- comparabili. Per raggiungere que- sprovveduto. Anche per questo, la zia può essere chiesto di affronta- sto risultato, l'analisi deve neces- distanza fra polizia e cittadini è re questioni non strettamente sariamente essere ricondotta ad aumentata e i rapporti si sono de- connesse alla repressione dei rea- una prospettiva più ampia, quella teriorati”25. ti27. delle forze di polizia a carattere L’organizzazione-polizia è il clas- Questa situazione si è verificata, nazionale. sico esempio in cui si scontrano in modo più o meno analogo, in Le forze di polizia dei vari paesi le contraddizioni fra l’accelerazio- quasi tutti gli stati. Inoltre su que- si possono distinguere per una ne del cambiamento e la lentezza sto concetto si è sviluppato il di- serie di caratteri: dipendenza po- di evoluzione delle istituzioni. Il battito sul ruolo e sulle funzioni litica, stato civile o militare, realtà carattere piramidale della struttu- della polizia locale. La necessità organizzative e modalità di impie- ra e l’eccessiva burocrazia del- delle amministrazioni di avvici- go, competenze e potestà giuridi- l’amministrazione spesso impedi- narsi alla cittadinanza e la richie- che, armamento, equipaggiamen- scono agli agenti di trasformarsi sta di quest'ultima di avere una to e retribuzione. Tuttavia, nella in attori e di vivere in rete. Di pronta risposta ai propri bisogni maggior parte dei casi, come si conseguenza non vi è altra scelta hanno favorito lo sviluppo di for- vedrà, vi è un elemento che acco- se non elaborare un nuovo con- ze di polizia connesse al territo- muna i diversi sistemi. Infatti, cetto di controllo sociale al fine di rio. “statali, regionali o municipali che avvicinare le forze dell’ordine alla Gli stati europei e non hanno dato siano, le polizie dei paesi occiden- realtà nella quale operano. Si è risposte diverse. In paesi come la tali affrontano in maniera simile sviluppato quindi il concetto di Francia e la Spagna si trovano si- problemi simili da un quarto di polizia di prossimità che vuole le tuazioni simili all’Italia, con la co- secolo. Quali che siano i modelli forze dell’ordine più vicine ai cit- esistenza di due corpi di polizia istituzionali e le norme ammini- tadini e al territorio. Questo nuo- nazionale a competenza generale strative, la modernizzazione tec- vo concetto richiede una trasfor- e corpi di polizia locale. In altri nica ha prodotto ovunque gli stes- mazione delle strutture organiz- Paesi, invece, non esiste una poli- si effetti: saturazione dei servizi a zative e del modo di funzionare zia nazionale ma sono presenti causa delle chiamate d’emergen- dell’istituzione-polizia. Infatti, polizie di contea, di regione, di za, abbandono della pattuglia ap- l’impianto e i valori della prossi- Land o di cantone e, solo in alcu- piedata e perdita di un servizio mità richiedono di superare il ni casi, polizie municipali. Questa permanente e della di-sponibilità concetto secondo il quale l’attivi- è la situazione nel Regno Unito, negli spazi pubblici, standardiz- tà di polizia si basa unicamente in Germania, in Olanda ed in Sviz- zazione degli interventi, burocra- sulla tutela dell’ordine per scon- zera. In Belgio, invece, una sola tizzazione dei rapporti fra denun- figgere la delinquenza26. polizia opera sia sul piano nazio- cianti, vittime e polizia, e, per fi- Capita infatti che le forze dell’or- nale sia sul piano locale.

25 D. Monjardet, “La police de proximité: ce qu’elle n’est pas”, in Revue Française de l’Administration Publique, n. 91, luglio-settembre 1997, p. 519 e ss. 26 M. Chalom, “L’organisation policière de proximité”, in Revue Internationale de Criminologie et de Police Technique, n. 47, 1994, p. 339 e ss. 27 R. Maggio (a cura di), La gestione dei conflitti (Atti del corso interforze), United Nations Interregional Crime and Justice Research Institu- te – UNICRI e Regione Piemonte, Torino, 2002.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 119 Alla luce di quanto detto, nel pale. Nei primi decenni del 1900, lo gruppi di dipendenti incaricati prossimo paragrafo si analizzerà poi, le polizie municipali furono di sanzionare la sosta scorretta e l’organizzazione delle forze di po- gradatamente statalizzate, e que- di collaborare con la polizia na- lizia di nove stati (Francia, Spa- sta modifica fu completata nell’a- zionale per la regolazione del gna, Germania, Belgio, Confede- prile 1941 con il passaggio allo traffico. A Parigi, infatti, la polizia razione Elvetica, Paesi Bassi, Re- Stato delle polizie municipali di nazionale è presente in forze con gno Unito, Stati Uniti e Canada) tutte le città con più di 10.000 un’altra specialità, la Police de la con particolare attenzione a quel- abitanti. Prefecture, una polizia urbana le a carattere locale. Verranno pri- Il Rapporto Clauzel29 del 1990 ha specializzata per le esigenze della ma presentati i sistemi più simili evidenziato che, in Francia, la co- città. a quello italiano (Francia e Spa- stituzione di un corpo di polizia L’îlotage, invece, viene considera- gna) e poi via via i sistemi che se municipale in ogni comune dipen- to come una tecnica di sorve- ne distaccano maggiormente. de dalla volontà del sindaco. Nel glianza della pubblica strada. L’o- 1984 il 49% delle municipalità era biettivo è assicurare una presen- I DIFFERENTI MODELLI dotata di una propria polizia mu- za regolare degli operatori di poli- nicipale, nel 1990 lo era il 74% e zia nei quartieri, al fine di inserir- DI POLIZIA LOCALE NEL nel 1993 il 79%. si nell’ambiente sociale ed effet- PANORAMA La crescita delle polizie municipa- tuare una migliore attività di pre- INTERNAZIONALE li si spiega con diverse motivazio- venzione dei reati. Si tratterebbe ni. Nel corso degli anni, la polizia di una figura rassicurante che agi- In Francia esistono la polizia na- nazionale e la gendarmeria, a sce sul sentimento di paura e di zionale, ad ordinamento civile, e causa della riduzione, relativa, isolamento della popolazione, in la gendarmeria, a ordinamento degli organici e dell’aumento dei grado di ridurre il distacco tra for- militare. In linea teorica, la prima compiti di controllo del territorio ze dell’ordine e cittadini. Questo è presente nelle grandi e medie legati all’incremento della crimi- metodo di lavoro si è evoluto in città, la seconda nelle realtà pic- nalità, hanno di fatto ridotto la un sistema definito di police de cole e nelle campagne. A queste, collaborazione con i sindaci, che proximité, caratterizzato da un in molti comuni, si aggiungono le si sono trovati nella necessità di aumento della presenza delle for- polizie municipali. disporre di un corpo di polizia ze dell’ordine nei luoghi pubblici, È necessario ricordare che la poli- che applicasse in maniera puntua- per poter collaborare quotidiana- zia nazionale possiede al suo in- le i loro decreti e le loro disposi- mente con i cittadini. Lo scopo è terno lo specifico servizio della zioni e che controllasse il territo- favorire il dialogo e i rapporti tra “sicurezza pubblica”, analogo ad rio secondo le esigenze e l’ottica l’istituzione e la popolazione. Le una “specialità” della Polizia di di un ente locale e non di un’am- forze dell’ordine iniziano a venire Stato italiana, che svolge la gran ministrazione centrale. A ciò si percepite non come un mezzo parte dei compiti garantiti in Italia sono aggiunte le sempre più nu- dello Stato per garantire la sicu- dalle polizie municipali: controllo merose richieste dei cittadini, an- rezza, ma come un servizio per i del traffico urbano, presidio da- che delle realtà medie e piccole, cittadini. vanti agli istituti scolastici, con- di vedere in mezzo a loro agenti Negli ultimi anni, un numero sem- trolli dei parchi eccetera. in uniforme. A questo proposito, pre più elevato di Comuni si sta Relativamente alle polizie munici- bisogna ricordare che l’îlotage e dotando di una polizia municipa- pali va rilevato che28, alla fine del la police de proximité sono stati le. Viene, però, denunciato il ri- 1800, esistevano numerose poli- attuati dalla polizia nazionale so- schio che si venga a costituire zie municipali, sottoposte alla lo nelle città di medie e grandi di- una polizia politica a disposizione legge del 1884, secondo cui il mensioni e che nelle realtà minori del Sindaco. Il problema si pone sindaco era depositario di un po- l’attività della gendarmeria è anche perché, nonostante il feno- tere regolamentare e di un potere spesso limitata al presidio delle meno abbia ormai preso piede, amministrativo e direttivo sul ser- proprie caserme ed a pattuglia- non è stato ancora chiaramente vizio municipale di polizia. Esiste- menti a bordo di automezzi. definito lo status giuridico degli va, quindi, una realtà in cui il nor- Questa situazione spiega perché, agenti delle polizie municipali. male quadro organizzativo delle ad oggi, Parigi non possieda una Secondo il decreto del 1994, gli polizie urbane era quello munici- propria polizia municipale, ma so- agenti delle polizie municipali so-

28 M. Vogel, “Des polices municipales à la Police Nationale: les limites d’une interprétation”, in Les Cahiers de la Sécurité Intérieure, n. 16, 1994, p. 82 e ss. 29 J. Clauzel, Rapport au ministre de l’Intérieur sur les polices municipales, Ministère de l’Intérieur, Service de l’information et des relations publiques, Paris, 1990.

120 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino no deputati “alla prevenzione ed re della polizia locale una copia, polizie municipali, e che stanno alla sorveglianza del buon ordine, bella o brutta che sia, delle poli- sostituendo le prime in molti set- della tranquillità, della sicurezza zie nazionali, con la stessa sotto- tori e collaborando con le secon- e della pubblica salubrità”30. Inol- cultura, lo stesso spirito, lo stes- de in altri. tre, è capitato che, in campagna so equipaggiamento e le stesse In questo paese, il concetto di elettorale, alcuni candidati alla ca- modalità operative e con attività Cuerpo de policia local, presente rica di Sindaco abbiano tentato di dominate dal contrasto alla delin- nei comuni con oltre 5.000 abi- screditare l’azione della polizia quenza. La seconda colloca la po- tanti, è piuttosto eterogeneo e nazionale, per sostenere l’idea lizia locale nell’ambito degli altri comprende realtà con un solo che solo le polizie municipali sia- servizi dell’ente locale, con cui agente e la polizia municipale di no interessate a risolvere i proble- collabora concretamente, e ne fo- Madrid, con oltre 6.000 persone mi quotidiani dei cittadini31. calizza l’attività al miglioramento in organico, per un totale di oltre Oltre allo stato giuridico, anche le della qualità della vita dei cittadi- 50.000 agenti. Nel complesso, modalità di arruolamento, forma- ni ed alla loro rassicurazione a questi corpi, diretti da un coman- zione e gestione dell’insieme del- tutto campo. Questo dualismo, dante e posti sotto l’autorità del le polizie municipali in Francia è molto presente in Francia, si tro- Sindaco, fanno riferimento a un considerato insoddisfacente ed va anche in altri paesi. territorio in cui vive l’87% della eterogeneo. In questo panorama La realtà francese della polizia popolazione. esistono, peraltro, realtà in cui, municipale è molto eterogenea, in La legge organica34 del 1968 as- grazie all’impegno ed alle scelte rapporto a parametri di tipo so- segna alle polizie municipali com- delle amministrazioni comunali, i cio-economico, geografico e de- piti di polizia amministrativa e corpi di polizia municipale non linquenziale, alla posizione politi- giudiziaria, di sicurezza urbana e hanno niente da invidiare alla po- ca ed alla volontà del Sindaco. In- di assistenza e collaborazione al- lizia nazionale. fatti, è costui che decide l’arma- le forze di polizia nazionali. Nella In Francia vi è stata un’approfon- mento degli agenti, le modalità e pratica, esistono situazioni etero- dita analisi32 sulla natura dei gli orari di servizio e la natura dei genee, che vanno da quelle in cui compiti, la complementarietà e la controlli da effettuare33. la polizia municipale ha la sola possibilità di integrazione della Ciò spiega il fatto, già ricordato, funzione di controllo del traffico polizia nazionale e delle polizie che esistano realtà in cui la poli- ad altre in cui concorre concreta- locali. Viene evidenziata l’esisten- zia locale è significativamente mente al controllo del territorio za di tre possibili modelli di poli- presente sul territorio con organi- ed al mantenimento della sicurez- zia municipale: una polizia di lot- ci, armamento, equipaggiamento za urbana. ta sociale, destinata a proteggere e modalità operative che nulla Anche la polizia municipale spa- i cittadini ed a ridurre la criminali- hanno ad invidiare a quelli della gnola si caratterizza per l’etero- tà; una polizia di pace sociale, fi- polizia nazionale. geneità del reclutamento e della nalizzata a prevedere gli episodi formazione. Malgrado gli sforzi di improvvisi di violenza e di esa- In Spagna operano il Cuerpo Na- omogeneizzazione, ad esempio, sperazione; una polizia di coesio- cional de Policia, ad ordinamento la durata della formazione iniziale ne e regolazione sociale, avente civile e la Guardia Civil, a ordina- è compreso fra i due mesi della lo scopo di rendere il tessuto so- mento militare, a cui si aggiungo- regione dell’Estremadura ai nove ciale meno criminogeno e meno no le polizie municipali. Questa della Catalogna, dove viene svol- ricettivo alla violenza. realtà è integrata, nelle regioni ta unitariamente al personale del- Esiste un dualismo, classico di autonome della Catalogna, del la polizia autonoma. molte forze di polizia, in partico- Paese Basco e della Navarra, da Collocandosi in una posizione lar modo di quelle a competenza polizie regionali autonome che, nuova rispetto alle altre realtà eu- locale, tra logica di polizia e logi- per competenze, si collocano fra i ropee, una particolare attenzione ca municipale. La prima mira a fa- due corpi di polizia nazionale e le merita l’istituzione delle polizie

30 J. Ferret, “Les polices municipales en France, une perspective socio-politique”, in Déviance et Société, n. 22, 1998, p. 363 e ss. 31 G. Kerbaol, “Le devenir des polices municipales en France”, in Revue Internationale de Criminologie et de Police Technique et Scientifi- que, n. 52, 1999, p. 1 e ss. 32 N. Chambron, Les polices municipales. Emergence, logique d’action et complémentarité avec les autres acteurs de la sécurité, IHESI, Pa- ris, 1993. 33 V. Malochet, “Les policiers municipaux entre hiérarchie municipale et partenaires locaux”, in Les Cahiers de la Sécurité Intérieure, n. 48, 2002, p. 103 e ss. 34 Legge organica sulle forze e i corpi di sicurezza, n. 2 del 13 marzo 1968.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 121 dipendenti dalle Regioni autono- e della BGS (Bundesgrenzschutz), Semplificando, si può ritenere me. Ciò non tanto sul piano legi- incaricati rispettivamente delle at- che, da parte dello Stato federale, slativo, per cui rappresentano in tività di polizia investigativa per i la preoccupazione dominante è ogni modo un’alternativa che po- reati di competenza federale e del rappresentata dal controllo socia- trebbe essere presa ad esempio, controllo delle frontiere. le, basato sul binomio tradiziona- ma, soprattutto, per l’appoggio A livello locale, ogni Land ha una le repressione-prevenzione di po- concreto che possono dare alla propria polizia che svolge parte lizia, anche se l’equilibrio si è in- maturazione delle polizie munici- dei compiti affidati altrove alle vertito a partire dal 1994, quando pali. Ci si riferisce soprattutto alla polizie a competenza nazionale e la prevenzione è diventata priori- Catalogna, dove, come detto, il gran parte dei compiti specifici taria, con la creazione del “Prae- sistema formativo è comune e ciò delle polizie municipali. In consi- ventionstag” e del Consiglio Na- consente di garantire al personale derazione dell’estrema autonomia zionale di Prevenzione. A livello delle polizie locali un apporto si- dei singoli Länder, che hanno un locale, la situazione osservata nei gnificativo e comune a quello dei proprio ministro dell’Interno e Länder e nei Comuni è caratteriz- colleghi della polizia autonoma, stabiliscono la propria politica zata da un controllo sociale de- con cui si troveranno a collabora- della sicurezza, non è possibile centrato e da una prevenzione re sul territorio. tracciare un quadro univoco della primaria e generale preventiva, A questo proposito, la polizia mu- realtà. cioè da interventi locali e/o regio- nicipale di Barcellona “si pone co- In alcuni casi, soprattutto nelle nali della polizia e controllo socia- me riferimento il modello di poli- grandi città, esiste anche una po- le in senso ampio e non limitato zia anglosassone, in quanto forni- lizia ausiliaria municipale (Städiti- al penale. Il cittadino è visto nello sce il maggior numero di opportu- sche Hilfpolizie), con organici li- stesso tempo come cliente di nità. Questo modello professiona- mitati, che dipende dal borgoma- un’offerta di sicurezza che tiene le si sta imponendo in altri paesi stro e la cui natura di vera e pro- conto del sentimento di insicurez- occidentali democratici, così come pria polizia non è ancora stata za, e come attore in un modello nei paesi nordici e in una società chiarita. A tutto ciò, si può ag- di realizzazione di una sicurezza, tradizionalista come quella giap- giungere che in alcuni Länder è nella cui valutazione i criteri sog- ponese, fornendo ispirazione per previsto l’impiego di cittadini vo- gettivi sono ormai altrettanto, se le nuove applicazioni della polizia lontari che, senza aver alcuna non più, importanti di quelli og- di prossimità. […] la polizia di qualifica particolare di polizia giu- gettivi, e che ricorre a pratiche di prossimità, o polizia comunitaria diziaria o di pubblica sicurezza, prevenzione essenzialmente di ti- che dir si voglia, è un concetto re- collaborano con la polizia garan- po sociale o economico37. lativamente nuovo che propone tendo una presenza visibile sul Pertanto, è stata sviluppata una un nuovo sistema filosofico, orga- territorio. “Questa forza, disar- forma di collaborazione finalizza- nizzativo ed operativo della poli- mata, effettua soprattutto compi- ta al mantenimento dell’ordine zia in ambito urbano, che sugge- ti di viabilità (controllo della sosta che vede il coinvolgimento non risce forme di collaborazione fra e della circolazione nei centri ur- solo della polizia e delle ammini- polizia e comunità per la soluzio- bani, sorveglianza dei parchi), li- strazioni locali, ma anche di tutti ne dei problemi di criminalità e di berando così la vera polizia per gli altri attori territoriali. Tuttavia, rapporti interpersonali”35. compiti più impegnativi. In via ac- in molti casi, “si tratta solo di for- cessoria, può intervenire nelle at- me di cooperazione fra le ammi- In Germania esiste un sistema di tività di prevenzione delle tossico- nistrazioni locali e la polizia”, polizia strutturato su due livelli: dipendenze e cooperare con la po- mentre “la partecipazione della federale e dei singoli Länder. A li- lizia del Land in occasione di ma- popolazione si limita all’inseri- vello federale esiste una situazio- nifestazioni caratterizzate da mento di rappresentanti dei grup- ne omogenea connessa alle attivi- grande presenza di pubblico co- pi d’interesse (commercianti locali tà della BKA (Bundeskriminalamt) me gli incontri di calcio”36. ecc.) nel processo di definizione e

35 T. Carrasco, La policia: el nuevo papel de la seguridad urbana: el model de la policia de proximidad, intervento al Master “La Ciudad: Politicas, Proyectos y Gestión”, Universidad de Barcelona, Barcelona, 2002. 36 C. Journés, “Collectivités territoriales et sécurité: une perspective européenne”, in Les Cahiers de la Sécurité Intérieure, n. 16, 1994, p. 90 e ss. 37 T. Gilly, “Il quadro istituzionale e normativo delle politiche di sicurezza. Una ricerca comparata. La Repubblica Federale Tedesca”, in Quaderni di Cittàsicure, vol. 24, 2002, p. 139 e ss.

122 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino di elaborazione delle misure, ma collaborazione con i servizi e gli a ridurre la burocrazia dell’orga- non della loro esecuzione”38. uffici delle municipalità. nizzazione ed a limitare le diffi- coltà di rapporto e di collabora- Il Belgio ha da poco completato Nella Confederazione Elvetica zione con i cittadini, in considera- una riforma epocale, resa possibi- esistono una polizia federale, 26 zione anche delle caratteristiche le da una serie di gravi episodi, il polizie cantonali con modelli or- della società olandese, fondata più recente dei quali è stato l’af- ganizzativi e regolamentari diver- sul pluralismo. A questo proposi- faire Dutroux (mostro di Marcinel- si fra loro, ed una serie di polizie to, è previsto ed attuato l’arruola- le), che ha consentito il coagularsi municipali. Anche per le polizie mento di agenti di polizia appar- di numerose forze politiche intor- municipali non esiste un unico tenenti alle minoranze etniche no ad un progetto di completo modello: la maggior parte dei co- presenti nel Paese. Anche in Olan- rinnovamento delle forze di poli- muni hanno una propria polizia da è contemplata l’organizzazio- zia: fino all’inizio degli anni ’90, municipale con ampie competen- ne di volontari - uomini, donne ed infatti, esistevano una gendarme- ze ed attribuzioni. In alcuni casi immigrati - che possono concor- ria militare, una polizia giudizia- però la polizia municipale manca rere ad integrare, in casi eccezio- ria, civile ed una serie di polizie oppure ha solo incarichi ammini- nali, il dispositivo della polizia municipali. strativi legati alla gestione della per il controllo del traffico o la Dopo la smilitarizzazione della sosta degli autoveicoli. Per cultu- gestione di particolari concentra- gendarmeria, nel 1999 i tre corpi ra ed organizzazione dello Stato, zioni di folla. di polizia sono stati sciolti, dan- le polizie municipali svolgono in do vita ad un’unica polizia belga, maniera considerata “naturale” at- Nel Regno Unito esiste una si- organizzata su due livelli: locale tività di prossimità e di polizia co- tuazione che, nel corso degli an- e federale. Il livello locale viene munitaria. ni, ha influenzato tutto il mondo assicurato dalla fusione delle bri- Le polizie cantonali e quelle mu- anglo-sassone e, più recentemen- gate della gendarmeria e delle nicipali non hanno modelli orga- te, anche l’Europa continentale. polizie municipali in 196 corpi di nizzativi, regolamenti e strutture Si può far risalire la nascita della polizia locale, che assicurano l’e- standard, e, di fatto, in Svizzera polizia inglese all’intuizione di Sir secuzione delle attività in tema di esistono ventisei organizzazioni Robert Peel che, all’inizio del polizia locale, con la messa in at- cantonali di polizia, con altrettan- 1800, ideò una polizia formata da to di polizia comunitaria, ed i te procedure penali e strutture agenti a status civile, disarmati, compiti previsti in tema di polizia giudiziarie, e numerose disparità impiegati nella gran parte a pattu- amministrativa e giudiziaria. Il li- anche sul piano municipale39. gliare a piedi le strade della zona vello federale è assicurato da una loro assegnata ed a organizzare polizia federale, formata dalla fu- Nei Paesi Bassi è stata attuata, a attività in collaborazione con i cit- sione degli uffici e delle unità metà degli anni ’90, una ristruttu- tadini, per dar loro “un’impressio- della gendarmeria e della polizia razione delle due strutture esi- ne positiva e benevola. [...] l'agen- giudiziaria, con compiti specializ- stenti: la polizia nazionale, orga- te deve essere civile e rispettoso zati ed appoggio alle polizie loca- nizzata in 17 distretti, ed i corpi verso la gente di ogni classe e li. di polizia municipale, presenti in condizione sociale [...] particolar- La filosofia operativa della polizia 148 comuni. Attualmente esisto- mente attento a non intervenire locale belga si basa su un ap- no 25 corpi di polizia regionali, maldestramente e senza necessi- proccio globale e integrato della costruiti su base territoriale dalla tà [...] deve ricordare che la sua sicurezza, fondato sulla più am- fusione di quelli sopra citati. An- qualità indispensabile é la perfet- pia visibilità, su attività focalizza- che la polizia olandese basa il ta capacità di mantenere il suo te su zone limitate del territorio proprio lavoro su attività di carat- sangue freddo”40. A partire da per facilitare al massimo il rap- tere preventivo, fondate su una fi- quell’idea ed attraverso una serie porto fra polizia e cittadini e sulla losofia di tipo comunitario diretta di rielaborazioni, nel corso degli

38 K. H. G. Groll, H. Reinke, “Diffusion de la sécurité à la société civile ou «policiarisation» du social ?”, in Les Cahiers de la Sécurité Inté- rieure, n. 39, 2000, p. 57 e ss. 39 P. H. Bolle, J. Knoepfler, “Polices de proximité en Suisse: cinq modèles pour une définition”, in Les Cahiers de la Sécurité Intérieure, n. 39, 2000, p. 103 e ss. 40 Sir Robert Peel (1788-1850) è considerato il padre spirituale della polizia moderna. I suoi “Nove Principi” (reperibili all’indirizzo Internet http://www.newwestpolice.org/peel.html) sono la base delle attività della polizia inglese. Nel 1822, in qualità di Home Secretary, ha intro- dotto il Constabulary Act che ha creato la London Metropolitan Police, tutt’ora esistente.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 123 anni è diventata una polizia basa- sferimento delle responsabilità di zi e di tempo, indicano la difficol- ta sul consenso da parte della po- comando ai gradi inferiori. tà di conciliare la lotta contro la polazione all’interno della quale Esistono oggi una cinquantina di criminalità e la messa in atto di opera (police by consent). corpi di polizia, per ogni contea e un modello di polizia “soft”, e ne I principi fondamentali su cui si per la città di Londra, che svolgo- contestano l’efficacia42. basa sono i seguenti: 1) la pre- no la quasi totalità dei compiti di A conferma di questa eterogenei- venzione della delinquenza deve polizia, sotto la direzione con- tà di interventi, infatti, è possibile venire esercitata dalla comunità giunta del ministero dell’Interno, evidenziare la coesistenza di ten- locale; 2) si deve provvedere al- del consiglio comunale e di magi- tativi di attuazione di forme di l’attuazione di servizi di preven- strati e del comandante della poli- polizia comunitaria e per contro zione che si contrappongano alle zia della contea (chief constable). di politiche di zero tolerance, cioè misure repressive; 3) i cittadini politiche più repressive che ne devono partecipare alla pianifica- Negli Stati Uniti convivono nu- rappresentano l’opposto. zione e al controllo delle attività merosi corpi di polizia operanti ai di polizia e 4) la responsabilità diversi livelli di suddivisione dei In Canada si trovano una polizia deve venire trasferita ai gradi di poteri - federale, statale, di con- federale, la Royal Canadian Moun- comando inferiori. È fondamenta- tea, di municipalità - non sempre ted Police, polizie provinciali negli le la partecipazione della colletti- coordinati e collaboranti fra loro. stati dell’Ontario e del Québec, vità alla risoluzione dei problemi Quelli, per molti aspetti, più assi- corpi di polizia municipale e corpi di carattere locale collegati alla milabili alle nostre polizie munici- di polizia intermunicipali; taluni delinquenza e al disagio sociale. pali sono i corpi di polizia munici- comuni, da parte loro, delegano i In questo modo i cittadini e le for- pale, dipendenti dalle amministra- compiti di polizia municipale di ze dell’ordine lavorano insieme zioni comunali. Questi corpi, pe- loro competenza alla Royal Cana- per lo sviluppo della sicurezza. raltro, svolgono compiti ed hanno dian Mounted Police. Nel comples- L’attività di polizia è incentrata su modalità di lavoro che riprendono so, la situazione è considerata iniziative messe in atto per i citta- gran parte di quanto, in Italia, è piuttosto eterogenea, complessa dini e con il loro consenso. I ser- svolto dalle forze di polizia nazio- e poco coordinata. Il servizio di vizi di polizia non rappresentano nali come, ad esempio, il control- polizia della comunità urbana di il braccio del governo centrale lo del territorio e la gestione del- Montréal (SPCUM) - una delle più ma, piuttosto, un servizio pubbli- l’ordine pubblico. importanti polizie canadesi, che co posto sotto il controllo e la re- I principi della polizia comunitaria raccoglie una trentina di comuni, sponsabilità delle comunità locali nord-americana - politica di pre- oltre 4.000 agenti ed una popola- di cui sono al servizio. Il coinvol- venzione, difesa dei valori d’im- zione di riferimento di quasi due gimento della comunità locale è presa, creazione di funzioni spe- milioni di abitanti - enuncia che fondamentale in ogni modello di cializzate in socio-prevenzione “l’approccio per la soluzione dei polizia comunitaria, anche perché nelle polizie urbane - non hanno problemi, la responsabilità territo- non esistono due comunità locali sostituito quelli della polizia di ti- riale, l’approccio-servizio, la colla- uguali, e quindi non ci sono due po tradizionale, caratterizzati dal- borazione con la comunità e la modi di far polizia che possano la lotta al crimine e dalla dicoto- valorizzazione del personale so- andare bene per le necessità della mia “culturale” fra polizia ammini- no le componenti interdipendenti stessa comunità locale41. strativa o urbana e polizia giudi- su cui basare il modello di lavoro. L’attività della polizia britannica si ziaria, considerata dai poliziotti La logica che sostiene questo basa sul community policing, una come la sola “vera polizia”. Ci si nuovo spiegamento si può così dottrina ed un modello organizza- trova piuttosto in una situazione definire: tutto ciò che nel Servizio tivo che si può considerare basa- in cui le organizzazioni di polizia è in diretta relazione con le richie- to sulla prevenzione della delin- vogliono solo dare l’impressione ste della popolazione viene de- quenza esercitata dalla collettività di aver scelto l’approccio comuni- moltiplicato e decentralizzato per locale, su servizi di prevenzione tario. Ciò anche perché la polizia quanto possibile in rapporto alla in contrapposizione a misure re- comunitaria non è riuscita a mo- domanda, mentre le altre attività - pressive di emergenza, sulla par- dificare l’identità professionale di sostegno o di iniziativa - sono, tecipazione dei cittadini alla pia- del poliziotto. Le segnalazioni e al contrario, raggruppate nei cen- nificazione ed alla supervisione le motivazioni addotte, relative tri di servizio a disposizione dei delle attività di polizia e sul tra- alla mancanza di effettivi, di mez- primi. Ci si aspetta quindi la mi-

41 F. Carrer, Sicurezza in città e qualità della vita, Liberetà, Roma, 2000. 42 M. Chalom, L. Léonard, Insécurité, Police de proximité et Gouvernance locale, L’Harmattan, Paris, 2001.

124 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino glior combinazione possibile del gere, al momento opportuno, in- sul livellamento della struttura rapporto disponibilità/adattamen- formatori, confidenti ed eventuali gerarchica; si tratta, cioè, di fon- to nei confronti del «cliente» loca- testimoni”44. dere le diverse polizie municipali le, realizzando economie di scala Il mandato della polizia canadese in un unico corpo di polizia mo- con il concentramento delle risor- è duplice. Come agente dello sta- derna, che fornisca nello stesso se tecniche interne”43. to deve mantenere l’ordine, e co- tempo i servizi di base e quelli Nell’ultimo decennio, a fronte di me rappresentante della comuni- specialistici a più municipalità47. una situazione di rapido degrado tà deve assicurare la stabilità del- sociale, le sole risposte politiche la società stessa, proteggendo i IL CONFRONTO da parte delle autorità si possono diritti dei cittadini senza, però, CON L’ITALIA riassumere nel classico trittico di porre ostacoli ai cambiamenti in incremento dei bilanci per le atti- atto. Si insiste sulle caratteristi- Com’è possibile osservare, non vità della sicurezza, aumento de- che di “generalista” dell’agente di esistono sistemi totalmente so- gli effettivi delle forze di polizia e polizia, primo attore sociale negli vrapponibili e comparabili, ma modernizzazione degli equipag- interventi di soluzione dei proble- realtà, almeno sul piano formale, giamenti. Malgrado questi sforzi, mi della società e dei suoi singoli diverse fra loro. Uno dei pochi solitamente, a ogni aumento di componenti45. soggetti che tende ad essere pre- questo genere corrispondono au- L’organizzazione-polizia deve ela- sente ovunque è rappresentato menti dei tassi di criminalità. borare un nuovo paradigma di dai corpi di polizia locale, con Questa situazione è superabile controllo sociale, un paradigma una posizione preminente di solo con forze di polizia più com- che non può economizzare sulla quelli a dipendenza municipale. petitive, mettendo mano a rifor- trasformazione delle strutture or- A dimostrazione della grande me di tipo organizzativo, struttu- ganizzative e sulle sue modalità complessità del fenomeno della rale e relative alle risorse umane. di funzionamento. Così, l’impian- criminalità urbana e della difficol- Una delle caratteristiche negative to e la sostanza della polizia di tà di trovare risposte adeguate al- del sistema canadese è legata al- prossimità richiedono che l’attivi- la domanda di sicurezza dei citta- l’estrema molteplicità dei corpi di tà di polizia non sia concepita so- dini, si può sottolineare che, negli polizia ed alla conseguente etero- lo in termini di rappresentanza ultimi anni, sta avvenendo un geneità organizzativa, cui segue dell’ordine contro la delinquenza, cambio di posizione rispetto ai un’elevata disparità dei servizi di ma che sia ridefinito il ruolo del- modelli appena ricordati. Infatti, polizia forniti agli abitanti. “Men- l’istituzione-polizia al fine di ade- le forze di polizia dell’Europa con- tre la polizia classica tende ad al- guare i suoi principi organizzativi tinentale stanno attuando modali- lontanarsi e separasi dalla socie- ai nuovi parametri emergenti46. tà di lavoro che ricalcano sempre tà da cui proviene, la polizia «co- Le sfide poste alla polizia canade- più il modello anglosassone, con munitaria» e quella «di prossimi- se sono almeno di quattro ordini, l’istituzione di attività comunita- tà» devono, al contrario, riavvici- e fanno riferimento all’organizza- rie e forme di polizia di prossimi- narsi e inserirsi all’interno della zione della polizia stessa, alla ri- tà. Da parte loro, le realtà anglo- comunità di riferimento, per com- strutturazione dei servizi offerti sassoni si stanno spostando ver- prendere meglio la natura delle al pubblico, alla gestione del per- so modelli basati su agenti di po- esigenze dei cittadini, conoscere sonale e alla sua formazione. Per lizia armati e sempre più specia- in maniera più approfondita le quanto riguarda i primi due, si lizzati nelle loro funzioni, quando persone e le strutture che sono iscrivono in un contesto globale non verso forme di zero chiamate a proteggere, identifica- d’instaurazione di innovazioni al- tolerance, come gli Stati Uniti, re i soggetti da sorvegliare, e far- l’interno di un universo noto per che si collocano agli antipodi ri- si apprezzare dai cittadini viven- la sua tradizionale resistenza al spetto alle attività di community do in mezzo a loro, anche per co- cambiamento. Una nuova orga- policing. struire una fondamentale rete re- nizzazione si deve basare sulla Nel complesso, la realtà italiana lazionale, da cui potranno emer- regionalizzazione, sulla fusione e non si discosta molto da quanto

43 Communauté Urbaine de Montréal, La police de quartier. Ensemble pour mieux servir, CUM - Police, Montréal, 1996. 44 A. Baccigalupo, “La police au Québec et au Canada: réformes pour le troisième millénaire”, in Revue Internationale de Criminologie et de Police Technique, n. 3, 1997, p. 322 e ss. 45 A. K. McDougall, Policing: the evolution of a mandate, Canadian Police College, Ottawa, 1988. 46 M. Chalom, op. cit. supra a nota 17. 47 M. E. Lebeuf, D. Szabo, “Centralisation et décentralisation de la gestion des services de police. Eléments de compréhension, l’expérien- ce canadienne”, in Revue Internationale de Criminologie et de Police Technique, n. 4, 1994, p. 476 e ss.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 125 descritto relativamente al panora- proprio spirito e la propria menta- nale eventualmente non più adat- ma europeo. Pur nell’ambito di un lità di servizio. Ciò sarà possibile to a svolgere attività di polizia, in diverso quadro istituzionale e anche grazie alla natura ed all’a- altri servizi dell’ente di apparte- giuridico, le forze di polizia locale pertura mentale che un corpo di nenza, senza vincoli burocratici e evidenziano le stesse problemati- polizia municipale saprà darsi, di trattamento economico. che. nel costante e non facile impegno Per una corretta applicazione di Nell’ambito di una sottocultura di di mettere in discussione il pro- queste modifiche, sarà necessario polizia, convivono un’anima “poli- prio operato, modificarlo, verifi- che venga attuato un effettivo co- ziesca” ed un’anima “sociale”. La carlo e modificarlo ancora, in un ordinamento fra le diverse forze prima immagina una polizia loca- divenire continuo. di polizia, a competenza naziona- le simile, per armamento, equi- Momento basilare di questo mo- le e locale, presenti sul territorio. paggiamento, poteri ed habitus do di lavorare sarà un chiarimen- Tutte le attività, comprese quelle mentale a Polizia di Stato e Cara- to formale delle competenze, una di carattere informativo, dovran- binieri. La seconda vede una poli- nuova organizzazione del corpo, no essere concordate in maniera zia locale disarmata, attenta alle che preveda eventuali specializ- strutturale, non solo per ottenere necessità quotidiane dei cittadini zazioni, attività formative, ade- una concreta suddivisione delle e sgravata da compiti di polizia guati equipaggiamenti e nuove fi- responsabilità e degli interventi giudiziaria. gure, quali personale amministra- ed una corretta razionalizzazione Anche sul piano operativo, la si- tivo e di supporto. Il tutto per delle risorse, ma anche per uni- tuazione varia dai corpi delle consentire agli agenti di essere formare la dignità e l’importanza grandi città, che contano migliaia realmente in strada, a diretto con- dei diversi corpi di polizia. di agenti, alle realtà minori, dove tatto con i cittadini. D’altra parte, se è vero che quan- i pochi agenti devono svolgere Nella definizione dei parametri to attuato in Italia ha risentito di numerosi incarichi nell’ambito del cittadini-agenti e degli organici un certo ritardo, giustificato an- comune, spesso non connessi al- dei corpi, sarà necessario non fa- che dal presentarsi dei problemi l’attività di polizia. re riferimento alla popolazione re- con un’intensità ed una gravità in- Per quanto riguarda l’addestra- sidente, ma piuttosto a quella “in- feriori rispetto a quelle che hanno mento e la formazione la situazio- sistente” su ogni realtà urbana, ai caratterizzato altre realtà euro- ne è varia. In alcune regioni ci so- city users, cioè ai reali fruitori pee, ciò ha permesso di raccoglie- no ottime scuole, in altre il neo (pendolari, studenti, turisti, ecc.) re e analizzare gli esempi altrui, assunto si vede affiancare per di ogni singola realtà, per ade- modificandoli, quando possibile e brevi periodi a colleghi più anzia- guare il numero degli agenti alle necessario, per adattarli alle no- ni. Lo stesso discorso vale sul reali esigenze operative. stre esigenze. piano dell’armamento e dell’equi- Bisognerà risolvere i problemi di Fatte le debite comparazioni con paggiamento: radio, centrale ope- carattere giuridico e contrattuale le altre realtà, è innegabile che in rativa e cellulare di servizio non specifici della categoria per per- Italia, più che altrove, le polizie sono a disposizione di tutti. mettere che il personale riceva un municipali nelle realtà urbane, e Esistono, naturalmente, realtà in adeguato trattamento economico. le polizie locali nel loro comples- cui la professionalità del coman- Non è accettabile che un agente so, possono vantare una storia, dante, l’organizzazione del corpo della polizia locale, impiegato sul- una tradizione, una professionali- e la volontà d’intenti dell’Ammini- la strada con tutti i rischi e le re- tà e una rete di rapporti con le co- strazione consentono la realizza- sponsabilità che ciò comporta, sia munità locali significative, che è zione di iniziative molto costrutti- retribuito come un pari livello che necessario non disperdere, ma, al ve. lavora a una scrivania o a uno contrario, migliorare e potenzia- Si ritiene48 che un corpo di polizia sportello, ancorché municipale. re. L’impiego primario di questi municipale sia particolarmente fa- Sarà opportuno anche che venga- corpi nell’ambito di particolari cilitato nell’attuazione di sistemi no abolite le assegnazioni ad altri settori è non solo doveroso, ma di polizia locale in ambito urbano incarichi, eliminando le situazioni anche logico e conveniente per in grado di delineare e gestire in cui persone impegnate in ogni tutti. Bisogna, però, riconoscere metodologie d’intervento capaci genere di lavoro, sono ancora in che il loro panorama è ancora di mediare fra le richieste dei cit- organico al corpo di polizia. A troppo vario nelle diverse realtà e tadini, le esigenze degli enti locali questo proposito, dovrà essere che si tratta di organizzazioni e la necessità di non snaturare il previsto il trasferimento di perso- non sempre all’altezza dei compi-

48 F. Carrer, La polizia di prossimità. La partecipazione del cittadino alla gestione della sicurezza nel panorama internazionale, Franco An- geli, Milano, 2003.

126 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino ti che già loro si chiedono, e an- di quella municipale: “i poliziotti mentare, proprio perché le più cor più di quelli che, a buon tito- municipali, reclutati localmente e adatte a rispondere alle esigenze lo, rivendicano. che effettuano nello stesso posto dei pubblici amministratori locali, Oltre a trovare una soluzione al- tutta la loro carriera, sono senza ed ancor più alle richieste di ras- l’annoso problema del ruolo e dubbio meglio informati sul loro sicurazione degli abitanti delle delle funzioni dei corpi di polizia ambiente, conoscono - per consi- specifiche realtà di riferimento. locale, sarà fondamentale stabili- derare gli aspetti più semplici - Sarà quindi opportuno che tutti re percorsi ben precisi per quanto molto meglio la città in cui eserci- dimostrino maggior interesse per riguarda l’assunzione e la forma- tano che non i funzionari di pas- queste realtà, collaborando a zione del personale di ogni livel- saggio di una polizia nazionale, chiarirne la posizione giuridica e lo, al momento, nel complesso, non originari della città, formati le competenze ed a fornire quan- incompleta, disomogenea e defi- altrove e molto desiderosi di an- to potrà essere utile per miglio- citaria. darsene il più presto possibile”. rarne la professionalità e le capa- Anche Monjardet49 concorda sul- Le polizie locali rappresentano, cità d’intervento. l’estrema importanza rivestita da quindi, una ricchezza che è fon- una polizia con le caratteristiche damentale preservare ed imple-

49 D. Monjardet, “Du bon usage de la comparaison internationale”, prefazione a: M. Chalom, L. Léonard, Insécurité, Police de proximité et Gouvernance locale, L’Harmattan, Paris, 2001.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 127

CAPITOLO 6 Le percezioni dei responsabili delle polizie municipali in Trentino

I comandanti della polizia munici- provvisare ed approfondire argo- Trentino; pale trentini sono stati coinvolti menti non previsti nella scaletta 3. coinvolgere i responsabili dei per esaminare le loro percezioni iniziale di domande. Infine, i ri- corpi intercomunali di polizia in merito all'attività svolta dai sultati del focus group vengono municipale, aderenti al Proget- corpi che dirigono. Questo ha analizzati in maniera qualitativa. to “Sicurezza del territorio”1 permesso di indagare sui bisogni Il focus group intende favorire la promosso dalla Provincia auto- della popolazione, sul ruolo e le discussione e l’interazione tra i noma di Trento o, in alternati- funzioni che dovrebbero assolve- partecipanti. Per questo occorre va, i corpi di polizia municipa- re gli agenti delle polizie munici- che il numero dei partecipanti sia le a gestione intercomunale pali, sulle aspettative di ammini- limitato e quasi mai superiore alla e/o i servizi associati di poli- stratori, cittadini e polizie munici- decina. zia municipale comprendenti pali stesse. Le informazioni sono almeno quattro comuni; state raccolte tramite lo strumen- LA SELEZIONE DEI 4. coinvolgere almeno un re- to del focus group. PARTECIPANTI sponsabile di un corpo di poli- zia municipale di un comune CHE COS’È UN FOCUS Per lo svolgimento del focus trentino medio grande (tra i GROUP? group si è deciso di limitare a no- 5.000 ed i 10.000 abitanti); ve il numero dei partecipanti. La 5. coinvolgere corpi di polizia Il focus group consiste in una dis- composizione dei partecipanti del municipale distribuiti il più cussione attentamente pianificata focus group è stata costruita nel possibile sull’intero territorio con l'obiettivo di cogliere, in un rispetto di cinque priorità. Le trentino. ambiente permissivo e rassicu- priorità, elencate in ordine di im- I partecipanti selezionati secondo rante, le percezioni dei parteci- portanza, sono: i criteri sopra descritti sono stati: panti relativamente ad un'area de- finita di interesse. La raccolta dei 1. coinvolgere i responsabili di •i responsabili dei Corpi di Poli- dati tramite lo strumento del fo- corpi di polizia municipale che zia municipale dei cinque mag- cus group ha il vantaggio di non dispongano di una dotazione giori centri del Trentino (Trento, distorcere la realtà. Infatti, la dis- organica minima (identificata Rovereto, Pergine Valsugana2, cussione prevede domande aper- in 5 agenti di polizia munici- Arco, Riva del Garda3); te e mette le persone nel proprio pale); ambiente sociale naturale insieme 2. coinvolgere i responsabili dei •i responsabili dei Corpi di Poli- ad altre persone a loro simili. corpi di polizia municipale dei zia municipale a gestione inter- Inoltre, l’intervistatore può im- maggiori centri urbani del comunale (Lavis4, Borgo Valsu-

1 Il progetto “Sicurezza del territorio” è stato approvato dalla Giunta provinciale con deliberazione n. 2554 del 18 ottobre 2002 con l’o- biettivo di dare maggiori risposte alla crescente domanda di sicurezza da parte dei cittadini. Il progetto ha previsto un’organizzazione inter- comunale del servizio di polizia locale che consenta sia di rafforzare e diffondere in maniera capillare il servizio sul territorio, sia di raggiun- gere un maggior grado di specializzazione degli addetti attraverso una più attenta e costante formazione. Il progetto “Sicurezza del territo- rio” è stato concordato con i Comuni trentini e prevede la suddivisione del territorio provinciale in 20 ambiti, raggruppati a loro volta in di- stretti, all’interno dei quali le amministrazioni comunali potranno svolgere in forma associata le funzioni di competenza della polizia munici- pale. Per incentivare la riorganizzazione del servizio di polizia locale secondo quanto previsto dal progetto sicurezza, la Provincia provvede a mettere a disposizione le risorse finanziaria necessarie. 2 Il comune di Pergine Valsugana, dal marzo 2003, è diventato comune capofila del Corpo intercomunale di Polizia municipale Alta Valsu- gana, previsto dal progetto “Sicurezza del territorio”, assieme ai comuni Baselga di Pinè, , Caldonazzo, Levico Terme, Ten- na e Vigolo . 3 Corpo intercomunale di Polizia municipale Riva del Garda e Tenno. 4 Il comune di è il comune capofila del Corpo di Polizia municipale Avisio, assieme ai comuni di , , Grumes, Lisignago, . 5 Dal maggio 2002, attraverso una convenzione per le attività intercomunali, si è costituito il Corpo di Polizia municipale Bassa Valsugana, tra i comuni di Borgo (comune capofila), , Castelnuovo, , , Ospedaletto, Roncegno, , Strigno, Telve, Telve di Sopra.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 129 gana5) ed il responsabile di un LE OPINIONI SULLA che, alle indennità, a tante cose Servizio Associato di Polizia MODIFICA COSTITUZIONALE: che adesso non sono ancora municipale (Cavalese6); CAMBIAMENTO POSITIVO O passate perché ci sono resisten- • il responsabile di un Corpo di NEGATIVO? ze statali”; Polizia municipale di un comu- ne medio-grande (Cles) di area Le risposte date dai comandanti •Infine, alcuni affermano che la geografica diversa rispetto agli in merito alla modifica del titolo V modifica al titolo V pone dei ri- altri Corpi di Polizia municipale della Costituzione hanno fatto schi, ovvero, potrebbe compor- selezionati. emergere tre tipologie di opinio- tare conseguenze negative. Al- ni. cuni hanno fatto rilevare che L’invito a partecipare al focus “Non essendoci una norma di group richiedeva la personale • Per alcuni dei partecipanti al fo- Legge quadro, esiste il rischio presenza dei responsabili selezio- cus group, non si tratta un che ogni regione vada per la nati alla discussione, senza alcu- grande cambiamento rispetto sua strada”. Altre preoccupa- na possibilità di delega. Al focus alla situazione attuale. Viene zioni sono state rivolte alle dif- group, svoltosi venerdì 6 giugno sottolineato che, almeno per ficoltà di rapporti che si posso- 2003 presso Transcrime, hanno quanto riguarda il Trentino, “la no verificare con le altre forze partecipato otto responsabili dei Regione ha già fatto una legge di polizia dopo la regionalizza- corpi di polizia municipale7. delegando alle due Province au- zione della normativa. Le preoc- tonome una serie di compiti e di cupazioni fanno riferimento al attività specifiche per la polizia GLI ARGOMENTI fatto che se la struttura doves- municipale; prova ne è il pro- DEL FOCUS GROUP se diventare regionalizzata: getto sicurezza organizzato dal- “[…] dopo, cosa diventeremo? I principali argomenti trattati nel la provincia di Trento. […] Di Diventiamo una bella fotocopia focus group si riassumono nei se- fatto noi stiamo già facendo dei Carabinieri e della Polizia di guenti punti: quello che, dopo la riforma, do- Stato, oppure un’altra forza si- vrebbero poter fare anche nel mile a loro, rischiando di perde- • le opinioni sulla riforma norma- resto d’Italia”; re le nostre peculiarità specifi- tiva; che di polizia, di struttura vici- • Per altri, invece, è un cambia- na alle municipalità, vicina ai •i principali bisogni e le più si- mento in positivo rispetto alla comuni, vicina alle realtà della gnificative preoccupazioni della situazione attuale. Viene sottoli- gente”. A questo riguardo si è comunità; neato che la legge regionale e fatto l’esempio di una riforma la legge provinciale sono state che va già in questa direzione e •le funzioni della polizia munici- emanate nel ’92 e quindi “[…] che non ha suscitato particolare pale; era per forza una legislazione entusiasmo, ovvero, quella del concorrente che doveva unifor- poliziotto di prossimità, che • le aspettative dell’amministra- marsi ai principi fondamentali viene percepita come il tentati- zione nei confronti della polizia contenuti nella legge statale che vo di realizzare una figura con municipale; poi è la legge vetusta che nessu- funzioni simili a quelle già svol- no riesce a cambiare del 1986. te dalla polizia municipale: “[…] • le aspettative della polizia mu- Adesso, forse, con questa modi- lo Stato prova a inserirsi nelle nicipale nei confronti dell’ammi- fica del titolo V si apre una realtà locali con la polizia di nistrazione e dei cittadini. competenza non concorrente prossimità, che secondo me è ma esclusiva. Allora qui davve- una grossa scopiazzatura di ro le prospettive sono enormi, quello che già i vigili fanno da con una nuova legge provincia- decenni […]”. le. Potremo pensare alle qualifi-

6 Il comune di Cavalese, dal febbraio 2002, è diventato comune capofila del Servizio Associato di Polizia municipale Fiemme, assieme ai comuni di , Carano, Castello-Molina di Fiemme, , Tesero e Varena. 7 Il responsabile del Corpo di Polizia municipale di Rovereto, pur avendo manifestato la piena disponibilità a collaborare all’iniziativa, non ha potuto partecipare per inderogabili impegni istituzionali.

130 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino I BISOGNI E LE un piccolo deposito di legna sul- nuovo ineluttabile. È chiaro che PREOCCUPAZIONI DELLA la proprietà privata: allora si un’attività di mediazione di que- COMUNITÀ: LA RISPOSTA cerca di andare e di mettere sto tipo, oltre a richiedere una DELLA POLIZIA LOCALE d’accordo queste persone in mo- formazione specifica, domanda di do da limitare i danni”. Alcuni essere esercitata da persone co- Strettamente collegati all’attività vicini si fanno la guerra attra- nosciute, con cui sia stato possi- di polizia di prossimità sono i bi- verso la denuncia di abusivismo bile instaurare un rapporto di fi- sogni e le preoccupazioni dei cit- edilizio. Succede che “[…] co- ducia ed esista una certa omoge- tadini, così come vengono perce- minciano a farsi la spia l’uno neità culturale. piti dai partecipanti al gruppo. con l’altro. Quando comincia Dai loro interventi, è stato possi- uno, dopo c’è la segnalazione LE FUNZIONI: NON SOLO IL bile individuare cinque fattori che dell’altro. Poi si innesca un mec- CONTROLLO DEL TRAFFICO concorrono a delineare l’immagi- canismo che tutti controllano STRADALE ne che la polizia municipale ha tutti, e allora noi ci troviamo in dei propri concittadini e delle loro mezzo a dipanare queste situa- L’estrema complessità ed eteroge- esigenze: zioni”; neità delle funzioni svolte dal personale della polizia municipale • la sicurezza personale. In Tren- • la sicurezza stradale: “tanta è stata sottolineata nel corso del- tino, soprattutto in alcune loca- gente domanda i dossi artificiali la discussione: “[…] sono riuscito lità di piccole dimensioni, gli per la velocità e adesso tutti a contare 56 attività differenti al- abitanti, ed in particolar modo vorrebbero avere i dossi e i se- le quali noi dobbiamo dedicarci. gli anziani, hanno l’abitudine di mafori e che andassimo a san- Non ci credeva nessuno e l’ho al- tenere la porta aperta anche la zionare. Tutti sono d’accordo a legato al bilancio in modo che si sera: “[…] il fatto di poter man- sanzionare, però gli altri. Noi rendessero conto tutti quanti che tenere la tradizione di tenere andiamo a sanzionare qualcuno mole di lavoro dobbiamo svolge- questa porta aperta, di avere e ci sentiamo chiedere «perché re”. comunque l’idea che nessuno proprio me, ce ne sono altri Sempre a questo proposito, si è possa valicare il domicilio, la 100! »”; evidenziata la necessità di regola- domus, perché a casa propria mentare e ridurre il numero delle ci si dovrebbe sentire abbastan- • una certezza, un punto di riferi- funzioni: “Mi rendo conto che il vi- za sicuri. È una cosa assoluta- mento che dia sicurezza. Al di sto sulle vinacce dell’agraria chi lo mente comune, specialmente là dei singoli interventi “[…] è fa se non lo facciamo noi? Di que- nelle persone anziane”. Vicever- importante saper dare delle ste 56 funzioni, probabilmente sa, in altre località succede “[…] certezze. Quindi la riposta deve una dozzina possono essere tolte. che tutti chiudono la porta e essere certa e chiara. Se inco- Però se ne aggiungono altre, feste non aprono nemmeno al messo minciamo ad avere dubbi su co- paesane, eccetera, ogni sei mesi comunale, visto che ci sono tan- me rispondere ed agire diventa arrivano 4-5 norme nuove”. ti extracomunitari che girano un po’ un problema essere cre- Nell’insieme di tutte queste attivi- dalle nostre parti, slavi, albane- dibili”; “[…] la gente si orienta tà, ve ne sono alcune in cui la po- si, diciamo un po’ di tutto. Allo- su di noi se ha bisogno di una lizia municipale ha una funzione ra la gente è allarmata, ha pau- presenza davanti alle scuole. Se di eccellenza: edilizia, commer- ra e anche con noi, prima di esce il feretro da una chiesa, cio, igiene e sanità. Anche in que- aprire, si affaccia alla finestra, guai se manca il vigile, se han- sto settore, fra l’altro, si verifica- specialmente quando si arriva a no una processione, una mani- no gli interventi, peraltro legitti- casa in orari particolari”; festazione nelle frazioni, nelle mi, di altre forze di polizia meno parrocchie il vigile ci vuole […]”. specializzate. • l’insegnamento della sicurezza Un’ulteriore funzione importante, ai bambini nelle scuole: “ci do- La realtà trentina costituisce un già menzionata in precedenza, fa mandano di andare nelle classi insieme di agglomerati urbani di riferimento alla presenza sul terri- a insegnare a questi bambini il medie e piccole dimensioni, dove torio, all’essere un punto di riferi- codice della strada, come com- la tradizione della porta lasciata mento per la cittadinanza. La po- portarsi, andare a piedi, andare aperta si incontra con la presenza lizia municipale è chiamata ad es- in bici”; di flussi turistici e di nuovi immi- sere presente, vicina alla gente e grati in cerca di lavoro. Ciò fa sì disponibile alle sue esigenze. Per • la soluzione di piccoli conten- che l’agente della polizia munici- essere visibile, però, c’è bisogno ziosi tra cittadini: “Uno magari pale sia chiamato, anche e soprat- di un organico consistente, che a chiama perché il vicino gli ha tutto, a mediare fra diverse real- volte manca. A questo riguardo è tracciato il muro, o perché c’è tà, fra il vecchio rassicurante e il stato sottolineato che “[…] la gen-

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 131 te si orienta su di noi se ha biso- delle proprie funzioni. Nel com- unico, con pretesa di collabora- gno di una presenza davanti alle plesso, si può osservare come la zione e fornitura di informazioni, scuole, così come per gli interven- principale problematica eviden- senza alcuna contropartita, a sot- ti sui rumori molesti e sui control- ziata dai comandanti sia quella di tolineare la preminenza di alcune li agli orari dei pubblici esercizi. una rapida e chiara definizione polizie rispetto ad altre. Un cittadino non si sognerebbe della loro natura e delle loro com- Un altro suggerimento a questo mai di scomodare la volante della petenze. proposito, relativo alla modifica Questura o la radio mobile dei Tutti sono stati concordi nel so- delle funzioni della polizia muni- Carabinieri. Anche se forse il ca- stenere che la nuova normativa cipale, è stato quello di arrivare rabiniere ha motivo di rivendicare potrebbe essere l’occasione anche alla definizione di una competen- un passato in questo senso, per- per rafforzare la specificità del za esclusiva nei settori dell’edili- ché il carabiniere, come mare- corpo, cioè il fatto “[…] che noi zia, della sanità e del commercio sciallo, nei paesi ha sostituito o si conosciamo il territorio. A diffe- che sono “le attività prioritarie è affiancato alla figura del vigile, renza delle altre forze di polizia che da sempre svolgiamo con ec- ma la Questura no”. noi conosciamo il territorio, noi cellenza. Noi dobbiamo poter ave- Un’altra funzione rilevante fa rife- siamo quelli che entrano nelle ca- re competenza, non dico esclusiva rimento al controllo del traffico, se per gli accertamenti di residen- ma quasi, su queste materie per- che rappresenta un’attività positi- za, noi siamo quelli che andiamo ché ci rendiamo conto, e i magi- va e ben accetta finché l’agente di a bussare per andare a cercare il strati stessi e le autorità compe- polizia non si interessa dei pro- proprietario di un cane smarrito, tenti si rendono conto, che noi le blemi relativi alla sosta ed al par- noi siamo quelli che andiamo a gestiamo con eccellenza”. cheggio. In quel momento, nella cercare il figlio della vecchietta È stata suggerita la soluzione di percezione comune, si evidenzia- per andare a capire che problemi concentrare l’attività della polizia no gli aspetti vessatori e repressi- ha la vecchietta. Noi siamo quelli, municipale sulle violazioni che vi e l’agente di polizia locale di- a differenza delle altre forze di mettono maggiormente in discus- venta il nemico da combattere, polizia, che abbiamo la capacità sione la sicurezza stradale, quali i l’avversario da insultare, l’ostaco- di entrare in casa senza portare comportamenti di guida correlati lo da beffare. Se per il politico è brutte notizie, senza destare al- all’assunzione di alcool, l’eccesso normale che, talvolta con le debi- larme”. “[…] Noi siamo il punto di di velocità, l’assenza di cintura di te eccezioni, la somministrazione riferimento dei cittadini e i citta- sicurezza, riducendo l’attività di contravvenzioni serva a mante- dini questo vogliono da noi. Ma- connessa alle soste. Altre soluzio- nere un certo ordine nella viabili- gari anche facendoci perdere ni emerse durante la discussione tà cittadina, e soprattutto, a far tempo a raccontarci di cose che fanno riferimento alla separazio- cassa per la propria amministra- magari a noi non interessano, pe- ne delle competenze sul traffico: zione, per il personale delle poli- rò questo è. La gente si sfoga e “le migliaia di contravvenzioni le zie locali si tratta di un aspetto racconta tutto a noi. Questo fa fanno gli ausiliari del traffico, con negativo e vissuto in maniera par- comodo perché ci torna utile nella un’uniforme diversa dalla nostra ticolarmente negativa. Ciò non conoscenza del territorio. Sappia- e mi rendo conto che è molto più solo perché gli agenti, grazie an- mo chi ha il debito, chi magari facile per loro e meglio per noi. che all’abolizione del reato di ol- non riesce a pagarlo, chi sta an- Così i cittadini si confidano: «Cer- traggio a pubblico ufficiale perse- dando fuori dalla regola, però to che quelli che avete assunto guito d’ufficio, sono alla mercé non dobbiamo perdere questo ba- non sono come voi; non parlano, degli insulti e degli sproloqui di gaglio di esperienza […]”. L’impor- quelli scrivono»”. motociclisti ed automobilisti, ma tanza di questa specificità viene Nell’ambito della modifica della soprattutto perché la maggior sottolineata ricordando il rappor- normativa, un’ulteriore funzione parte di loro vive quest’aspetto to con altre forze di polizia, in che potrebbe essere ridefinita è sanzionatorio della propria attivi- particolare con l’Arma dei Carabi- quella relativa alle competenze di tà in maniera negativa e contrad- nieri, con cui si condivide la pre- polizia giudiziaria. Alcuni hanno dittoria, rispetto agli sforzi di co- senza nelle piccole realtà. Per sostenuto che, in determinati casi, struire un buon rapporto con i cit- qualcuno, “abbiamo un rapporto quali ad esempio quelli relativi ad tadini. quotidiano con i Carabinieri e la- episodi di omicidio passionale, ri- In quest’ambito, numerose sono voriamo fianco a fianco perché tenuti di semplice soluzione, po- le problematiche emerse dai risul- noi siamo utilizzati come fonte in- trebbero essere di competenza tati del focus group e numerosi formativa”. Altri hanno invece anche della stessa polizia munici- sono gli elementi sui quali la poli- sottolineato, e si tratta di un at- pale. Parere analogo viene espres- zia municipale ritiene necessario teggiamento generalizzato su tut- so per i casi in cui si abbia che fa- avviare un lavoro di riflessione e to il territorio nazionale, che trop- re con rei confessi “[…] situazioni ridefinizione dei propri compiti e po spesso è un rapporto a senso senza grandi possibilità di errore”.

132 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino La modifica della normativa è sta- te riportare un’esperienza signifi- polizie municipali di altre realtà ta vista in maniera positiva anche cativa, segnalata da uno dei par- italiane - è tutta a senso unico e, per la possibilità che può offrire tecipanti: “Mi trovavo dal giudice frequentemente viene ricordata per modificare l’attuale procedura di pace per una signora che ave- dagli amministratori politici ai lo- relativa al contrasto dell’immigra- va preso una contravvenzione. ro “sottoposti”. Alcuni comandan- zione irregolare, anche e soprat- Questa signora ha fatto una raffi- ti hanno parlato di mancanza di tutto in rapporto alle modalità di ca di raccomandate: al giornale, rispetto per loro e per la loro pro- collaborazione con le altre forze alle associazioni dei consumatori, fessionalità. A questo proposito, di polizia, che costringono spesso al consigliere comunale che cono- si ritiene utile evidenziare i com- la polizia municipale a distaccare sce, al giudice di pace come ricor- menti più significativi, emersi nel per ore proprio personale in atte- so, al comandante dei vigili. Ha corso del focus group. sa dell’esecuzione di procedure fatto una marea di raccomanda- “Noi siamo nominati dal Sindaco, che devono essere compiute da te, lamentandosi che noi doveva- in qualsiasi momento, motivando- altri. A questo proposito, è stato mo sgridarla perché era la prima lo o ad ogni cambio di ammini- sottolineato che “[…] la compe- volta che trasgrediva. E il vigile è strazione, il Sindaco prende un tenza in materia di stranieri, do- arrogante, altezzoso, si è compor- pari livello o anche un livello infe- ver procedere all’inserimento di tato in malo modo. Ho contato sei riore dal settimo in su e lo nomi- dati e fotografie, a controllare im- aggettivi negativi del vigile. Io di na comandante. Questo è il primo pronte digitali, ad effettuare per- fronte al giudice ho detto che, evi- aspetto: noi siamo nominati dal quisizioni personali, cose di que- dentemente, questa persona edu- Sindaco, il Sindaco ci deve dare sto tipo, secondo me, cominciano ca male i propri figli perché, se di gli indirizzi e le sue disposizioni e ad essere un po’ al di fuori di fronte al vigile si è lasciata anda- nel rispetto della legge noi dob- quello che ci dovrebbe essere re a queste considerazioni, vuol biamo svolgere queste funzioni”. chiesto dalla cittadinanza. Certo dire screditare la nostra attività. “Però in certe realtà, anche in che non possiamo esimerci dall’in- Noi che siamo giornalmente da- Trentino, ma anche fuori regione, tervenire con l’ubriaco straniero vanti alle scuole e controlliamo il penso che l’umore dell’ammini- che sta infastidendo tutti, perché settore dei bambini durante la ri- stratore e del segretario comuna- bisogna che lo carichiamo e lo creazione contro pedofili e tossi- le condizioni molto il servizio a portiamo via; sicuramente e pro- codipendenti facciamo un’attività scapito della qualità del servizio cediamo a norma di legge con le per la sua qualità della vita. Spie- stesso. Pertanto occorrerebbe uni- sanzioni”. gavo alla signora che lei, proba- formare comportamenti e indiriz- Un punto ritenuto problematico bilmente, non se lo immaginava zi ”. “[…] dobbiamo rapportarci dai partecipanti al focus group, neanche e noi siamo ripagati con con più comuni dove ogni sindaco ed a proposito del quale viene questa lettera che denigra la no- ha la sua esigenza […] bisogna ravvisata l’opportunità di un in- stra attività in maniera incredibi- sapere mediare per dare una ri- tervento significativo, è quello le- le. E ho detto: «signora, se quel vi- sposta soddisfacente a tutti”. gato all’immagine pubblica dell’a- gile invece che un vigile fosse sta- L’attenzione dei comandanti è sta- gente di polizia municipale ed al- to un carabiniere che avesse avu- ta posta anche su problematiche la necessità di agire per modifica- to lo stesso comportamento, lei si di carattere organizzativo. Fra re lo stereotipo negativo che ne sarebbe permessa di fare una let- queste, è stato considerato fon- ha il cittadino: “veniamo bollati tera del genere o anche di telefo- damentale trovare soluzioni alter- quasi sempre come coloro che nare ai Carabinieri?». Mi ha rispo- native alla gestione della mole di fanno le sanzioni più inutili, più sto «Eh no, ma i Carabinieri sono pratiche amministrative e di atti- sciocche e più vigliacche, quelle gentili»”. vità burocratica che incombe su- che servono a mantenerci lo sti- gli agenti di polizia municipale. pendio”. Al riguardo si fa anche I RAPPORTI CON Maggiore è il lavoro burocratico notare che “noi siamo bollati così L’AMMINISTRAZIONE: da svolgere, minore è il tempo perché le altre forze di polizia SVILUPPARE LA che l’agente riesce a stare sulla non ci aiutano in questo. Perché, COLLABORAZIONE strada. È stata evidenziata la ne- se un carabiniere di quartiere vie- cessità di risolvere un grave pro- ne avvicinato da un cittadino per Un ulteriore elemento problemati- blema, peraltro comune anche al- una sosta selvaggia chiama il vi- co, ritenuto bisognoso di una ri- le altre forze di polizia, ovvero il gile e non la fa lui anche se ha i definizione è rappresentato dai fatto che l’applicazione di una poteri per farla? Qualsiasi forza problemi collegati alla dipenden- norma non possa essere fatta ve- di polizia ha la competenza per za della polizia municipale dal- locemente sul campo, senza do- farlo. Il codice della strada lo pre- l’amministrazione comunale. Una ver rientrare in ufficio per compi- scrive”. dipendenza, che - il concetto è lare moduli, schede, verbali, noti- A questo proposito, è interessan- diffuso tra molti comandanti delle fiche, conferme ed affissioni al-

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 133 l’albo pretorio, perché questo sot- Un aspetto di particolare impor- lo. Un comandante ricorda che trae molto tempo al lavoro quoti- tanza, già preso in considerazio- “[…] quando X era sindaco, aveva diano, e, come detto, riduce la ne, è rappresentato dai rapporti instaurato un colloquio quotidia- presenza del personale sulla stra- fra la polizia locale, ed il suo co- no con il comandante. Tutti i gior- da, a contatto con i cittadini. A mandante in particolare, e gli am- ni costui passava a prendere il questo proposito, è stata suggeri- ministratori politici di riferimento. sindaco e, durante il tragitto casa ta la creazione di un ruolo per Dalla discussione con i coman- - Comune, discutevano della si- personale amministrativo nella danti sono emerse quelle che tuazione. Quotidianamente, o polizia municipale, come esiste vengono percepite come le richie- ogni 2 o 3 giorni, ci deve essere nella Polizia di Stato. Si trattereb- ste fatte loro dai Sindaci e le par- un momento di incontro tra sin- be di personale assunto con i vin- ticolari esigenze rappresentate. daco e comandante. In questo coli e le accortezze impiegate per Anche in quest’occasione, sono modo il sindaco può comunicare l’assunzione degli agenti, ma, pur affiorate le principali difficoltà e le proprie istruzioni e il coman- se dipendente della polizia muni- divergenze fra tecnici, spesso dante sa come gestire le proprie cipale, senza qualifiche di polizia molto qualificati, e politici, non risorse”. e non compreso negli organici de- sempre al corrente delle disposi- gli agenti, così da evitare di avere zioni di legge e dei limiti operati- I RAPPORTI CON I CITTADINI: agenti negli uffici. Un’altra solu- vi dei corpi e spinti soprattutto a ASPETTATIVE E DESIDERI zione suggerita è stata quella di mantenere, e possibilmente au- aumentare gli organici dei corpi. mentare, il consenso dei propri Importanti ai fini della ridefinizio- “Nella legge provinciale nuova si elettori. Se “rispettare il program- ne del loro ruolo sono le aspetta- dovrebbe prevedere che non può ma che si pone la giunta comuna- tive dei comandanti delle polizie esistere il corpo se non ha come le o un assessore” e “coordinare e municipali nei confronti dei citta- minimo 18-26 agenti. Il progetto sapere dare sicurezza ai cittadini dini. Secondo l’opinione dei co- sicurezza parla di 26 agenti. Ob- e garantire una distribuzione del- mandanti, il cittadino ideale è bligare, ma non so fino a che le risorse” rappresentano richie- quello che capisce le difficoltà punto si può obbligare i comuni ste corrette che un politico può e che una polizia municipale deve ad associarsi”. deve porre ai propri tecnici, “dare affrontare, ne razionalizza i limiti Alcuni dei partecipanti hanno sot- pochi problemi” e “non far perde- ed ha un buon senso civico, tale tolineato l’opportunità di creare re voti” sono due richieste che almeno da permettergli di com- un’ulteriore figura di agente di possono contenere aspetti delica- portarsi in modo educato e di for- polizia locale, da impiegare in ti e chiavi di lettura non partico- nire un’educazione adeguata ai quei compiti che non richiedono larmente lineari. propri figli. A tal proposito “ci so- un’elevata professionalità. In con- In questo gioco delle parti, e al fi- no situazioni disagiate perché ci siderazione del fatto che la figura ne di agevolare un miglior collo- sono genitori che non educano. Si dell’agente di polizia municipale quio, particolare interesse rive- incontrano signore anziane che prevista dal contratto è troppo stono le aspettative della polizia urlano e che offendono. È difficile qualificata per molti dei compiti municipale nei confronti della per noi gestire una signora di set- che gli vengono richiesti, è stata propria amministrazione. Secon- tanta anni. […] La nuova genera- evidenziata la necessità di poter do i comandanti, buoni ammini- zione è priva di educazione e diffi- disporre di una figura meno qua- stratori sono quelli che si inter- cile da gestire. È addirittura ne- lificata da impiegare per compiti facciano con il servizio, dialoga- cessario andare a cercare i ra- meno impegnativi. A titolo di no, si interessano anche quando gazzi che non vanno a scuola”. Il esempio, andare a fare un sopral- le cose vanno bene, si informano cittadino corretto, inoltre, cono- luogo al cassonetto delle immon- delle funzioni e delle competenze sce la normativa e le relative san- dizie e fotografare il problema degli agenti di polizia municipale. zioni, e capisce che la polizia mu- rappresentano un compito per cui Sono quelli che non intervengono nicipale applica quello che la nor- non è economico impiegare ma- in maniera eccessiva, non sono mativa prevede, a prescindere dal nodopera qualificata. “Bisogne- presuntuosi e, prima di prendere colore politico dell’amministrazio- rebbe pensare di creare un’altra decisioni, si consultano con i re- ne locale, e non la accusa di san- figura, una sorta di «categoria di sponsabili del corpo di polizia zionare i cittadini solo per pagare base»”, “abbiamo ufficiali e sot- municipale. Il modo migliore di i propri stipendi. toufficiali, manca l’agente di poli- lavorare come amministratori sa- L’ultima domanda, telegrafica e zia municipale e servono perché rebbe quello di indicare l’obietti- concisa nella forma e nella so- per molti impegni dobbiamo uti- vo a cui si vuole giungere e quin- stanza, che chiedeva di sintetiz- lizzare personale che altrimenti di di lasciare al comandante il zare in pochi secondi la proble- potremmo utilizzare per mansioni compito di proporre ed attuare le matica ritenuta attualmente prio- molto più complesse”. soluzioni migliori per conseguir- ritaria, ha ottenuto risposte altret-

134 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino tanto concise e telegrafiche, oltre per le quali, legittimamente, vie- zardone”, “cana”, “guardia” che che univoche. Tutti gli intervenuti ne rivendicata una priorità da par- dir si voglia - sono state sostituite hanno chiesto di “creare chiarez- te delle polizie locali, rientrano da agenti di polizia municipale, za nel nostro lavoro e nelle diver- perfettamente fra le competenze percepiti come meri esecutori del- se funzioni dei vari corpi di poli- dell’ente locale, e solo la legge le volontà impositive e antiliberali zia. Occorre fare semplificazione non ha ancora provveduto ad as- dei rispettivi sindaci ed assessori. e distinzione tra le competenze. segnarle in maniera univoca ed D’altra parte, bisogna riconoscere Se c’è certezza è più facile risolve- esclusiva, consentendo ancora si- che, a tutti i livelli, il lavoro degli re i problemi”. tuazioni d’intromissione e sovrap- agenti è sempre più difficile e fru- posizione. strante, compresso fra strumenti CONCLUSIONI Questo quadro è ulteriormente operativi insufficienti già a partire aggravato dall’estrema eteroge- dalla formazione, norme com- L’insieme delle risposte ricavate neità che si riscontra per quanto plesse e contraddittorie, incertez- nel corso del focus group con i riguarda l’organizzazione dei cor- za del diritto, richieste incalzanti comandanti delle polizie munici- pi, la formazione, l’equipaggia- e quotidianità stressante. pali trentine rappresenta una pre- mento e l’armamento, lo spirito e È fuor di dubbio che sia necessa- ziosa conferma a quanto delinea- la motivazione del personale e la rio un intervento legislativo chia- to nei capitoli precedenti relativa- capacità di risposta. Rispetto alle rificatore, che certo contribuirà a mente alle problematiche delle potenzialità di un corpo di poli- portare - in base alla diversa dina- polizie locali. zia, esistono realtà che nulla han- micità dei “governatori”, alla cul- Le polizie locali stanno attraver- no da invidiare a Polizia di Stato e tura, alle tradizioni ed alle dispo- sando da tempo una profonda cri- Carabinieri, ed altre in cui non nibilità finanziarie - alla struttura- si d’identità, che si può far risalire esistono i minimi presupposti per zione di polizie locali diverse, ol- all’aumento delle loro incomben- un confronto. Tutto ciò, natural- tre che, inevitabilmente, di diver- ze, derivate dalle sempre maggio- mente, in una situazione in cui se polizie locali. Infatti, esiste il ri richieste dei cittadini in tema di non è detto che questi presuppo- rischio dello strutturarsi di un si- sicurezza e di rassicurazione, ma sti debbano esistere. stema di polizie locali a pelle di ancor più dalle richieste degli am- Anche le attività di prossimità con leopardo che, d’altra parte, si ministratori politici, rafforzati nel- i cittadini sono considerate da adeguerà alla già esistente diver- la loro posizione dall’elezione di- molti agenti di polizia locale alla sa strutturazione nelle varie real- retta da parte dei cittadini, e da base del loro essere e del loro tà regionali dei differenti servizi quelle delle altre forze di polizia, operare. Spesso, infatti, le attività dipendenti da questi enti. In ogni felici di avere interlocutori in po- messe in atto in questo campo da caso, comunque, il diritto genera- sizione gregaria cui affidare parte parte delle forze di polizia nazio- le alla sicurezza - quello che i del proprio lavoro. In quest’ulti- nali vengono vissute come intru- francesi definiscono “il diritto re- mo caso, si tratta quasi sempre di sioni e copiature. Di contro, inve- pubblicano alla sicurezza” - sarà richieste a senso unico, tendenti ce, alcuni percepiscono queste at- garantito uniformemente su tutto a rafforzare, nell’ambito della sot- tività come secondarie e smi- il territorio nazionale dalla Polizia tocultura di polizia, il fatto che le nuenti rispetto a quelle che una di Stato e dall’Arma dei Carabinie- polizie locali siano di serie B ri- certa cultura di polizia considera ri. spetto alle altre. di “serie A”: inchieste di polizia Un chiarimento di questi aspetti Questa situazione è complicata giudiziaria, interventi antidroga potrà, senza dubbio, migliorare la dall’esistenza, già ricordata, di al- eccetera. situazione del personale delle po- meno due concezioni del proprio D’altra parte anche la magistratu- lizie locali, dei loro cittadini di ri- essere all’interno di questi corpi: ra, in molti casi, sembra ricono- ferimento e degli amministratori chi si ritiene polizia a tutti gli ef- scere alle polizie locali un buon li- politici, chiamati tutti, talora con- fetti, con tutto ciò che questo vello di preparazione, assegnan- trovoglia, a collaborare fra loro ed comporta, e chi preferisce sottoli- do alle loro sezioni di polizia giu- a conoscere e rispettare le recipro- neare la propria appartenenza al- diziaria indagini di cui, in altre che autonomie e prerogative. l’amministrazione comunale. Co- realtà, sarebbero state incaricate Una migliore informazione e co- me visto, si tratta di una proble- le forze di polizia nazionali. noscenza, una maggior formazio- matica comune ad altre realtà na- Anche la percezione degli agenti ne ed un incremento delle forme zionali, in cui convivono corpi di di polizia locale da parte dei citta- di collaborazione potranno contri- polizia a competenza e dipenden- dini non è particolarmente omo- buire a non disperdere quel patri- za nazionale ed altri a competen- genea, e, nel suo complesso, par- monio, ascrivibile a tutte le comu- za e dipendenza locale. A questo ticolarmente positiva. Le vecchie nità locali, costruito nel tempo e proposito, si può evidenziare che figure dell’iconografia popolare - rappresentato dalle polizie muni- talune specificità professionali, “vigile”, “ghisa”, “cantunè”, “piz- cipali.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 135 RIEPILOGANDO • La polizia locale si suddivide in polizia municipale e polizia provincia- le a seconda che dipenda da un Comune o da una Provincia. Si tratta di una forza di polizia strettamente legata all’amministrazione, dato che può agire solo all’interno del territorio e delle competenze dell’en- te locale di riferimento. Tuttavia, non esiste una chiara definizione di polizia locale che ne identifichi univocamente ruolo e funzioni. Que- sto crea dei problemi agli operatori sia nello svolgimento delle loro attività quotidiane sia nei rapporti con i cittadini e gli amministratori locali.

• In Italia, la polizia locale è regolata dalla Legge quadro del 1986. In base a questa legge, i Comuni e le Province possono svolgere le fun- zioni di polizia locale ed emanare regolamenti secondo le loro compe- tenze. Nel 2001, la modifica del titolo V della Costituzione italiana ha assegnato alle Regioni ed alle Province autonome di Trento e di Bolza- no la competenza esclusiva in materia di polizia locale. Il dibattito sulla polizia locale si inserisce in un dibattito più ampio che riguarda la gestione delle politiche della sicurezza urbana e che coinvolge an- che le forze di polizia nazionali. Infatti, la percezione che i cittadini hanno dell’operato delle autorità e delle istituzioni (enti locali e forze dell’ordine) contribuisce a sviluppare i sentimenti di sicurezza/insicu- rezza. I cittadini vogliono sentirsi protetti da parte delle forze dell’or- dine e parte integrante della comunità in cui vivono. In questo conte- sto è importante il ruolo di un ente decentrato nel promuovere strate- gie mirate alla sicurezza dell’ambiente sociale. In questo modo è pos- sibile coinvolgere l’intera comunità locale in iniziative tendenti a re- sponsabilizzare gli autori dei reati, sostenere le vittime e promuovere opportunità di riparazione.

• La questione non riguarda solo l’Italia. A carattere sovranazionale, or- ganismi quali il Consiglio d’Europa e l’Unione europea, si sono occu- pati e si occupano di queste problematiche. Infatti, la gestione della sicurezza e delle forze dell’ordine rientrano nel concetto più generale di “libertà, sicurezza e giustizia”, pilastro dell’Unione europea.

• Inoltre, i singoli stati, non solo europei, hanno affrontato questi pro- blemi durante il processo di costruzione del proprio sistema demo- cratico. Le risposte date dagli stati sono state diverse. Infatti, da un lato esistono situazioni, simili all’Italia, in cui coesistono due corpi di polizia nazionale a competenza generale e corpi di polizia locale, co- me nel caso della Francia e della Spagna. Dall’altro, in alcuni paesi non è presente una polizia nazionale ma polizie di contea, di regione, di land o di cantone e, solo in alcuni casi, polizie municipali. Questa è la situazione nel Regno Unito, in Germania, in Olanda ed in Svizzera. In Belgio, invece, una sola polizia opera sia sul piano nazionale sia sul piano locale. I corpi di polizia locale, con una posizione preminente per quelli a dipendenza municipale, sono presenti in quasi tutti gli stati.

•Tuttavia, statali, regionali o municipali che siano, le polizie dei paesi occidentali affrontano in maniera simile problemi simili da un quarto di secolo. Lo sviluppo del concetto di polizia di prossimità, che vuole le forze dell’ordine più vicine ai cittadini ed al territorio, ha richiesto una trasformazione delle proprie strutture organizzative e del modo di funzionare dell’istituzione-polizia. Infatti l’impianto e i valori della prossimità richiedono di superare il concetto che l’attività di polizia si basi unicamente sulla tutela dell’ordine per sconfiggere la delinquen- za.

136 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino • Il dibattito a livello nazionale ed internazionale coinvolge anche la Provincia autonoma di Trento, con la propria polizia locale che è di ti- po municipale. Per questo motivo si è voluto indagare la situazione attuale della polizia locale nel Trentino. È stato pertanto organizzato un focus group con un gruppo di comandanti delle polizie municipali della provincia di Trento (comuni di Arco, Borgo Valsugana - capofila, Cavalese - capofila, Cles, Lavis - capofila, Pergine Valsugana - capofila, Riva del Garda - capofila e Trento). L’obiettivo è stato indagare quale fosse la percezione dei comandanti in merito al ruolo e alle funzioni della polizia locale, alla luce della riforma costituzionale e del dibatti- to internazionale.

• Durante il focus group è emerso che:

- per quanto riguarda la riforma del titolo V della Costituzione, no- nostante non sia un grande cambiamento per la realtà trentina, le conseguenze sono positive in quanto la competenza in materia di polizia locale diventa esclusiva per la Provincia. Tuttavia manca una legge-quadro nazionale per orientare gli enti in materia;

-i principali bisogni e le più significative preoccupazioni della co- munità riguardano la sicurezza personale e stradale, la risoluzione dei contenziosi tra i cittadini e l’insegnamento della sicurezza ai bambini;

- le attività della polizia municipale sono molteplici e complesse. Tut- tavia la polizia municipale ha funzioni di eccellenza nell’edilizia, nel commercio, nell’igiene e nella sanità. Inoltre, essendo presente sul territorio può essere il punto di riferimento per la cittadinanza;

-è fondamentale agire per migliorare l’immagine pubblica della poli- zia municipale e modificare lo stereotipo negativo che ne ha il citta- dino;

- per quanto riguarda i rapporti con gli amministratori locali, secondo i comandanti, buoni amministratori sono quelli che si interfacciano con il servizio, dialogano, si interessano anche quando le cose van- no bene, si informano delle funzioni e delle competenze degli agen- ti di polizia municipale;

- molte sono le problematiche di carattere organizzativo. Fra queste, è stato considerato fondamentale trovare soluzioni alternative alla gestione della mole di pratiche amministrative e di attività burocra- tica che incombe sugli agenti di polizia municipale. Maggiore è il la- voro burocratico da svolgere, minore è il tempo che l’agente riesce a stare sulla strada.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 137

PARTE TERZA Dieci anni di giustizia in Trentino

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 139

CAPITOLO 7 L’organizzazione e la produttività degli uffici giudiziari

INTRODUZIONE dal 1993 al 2002. Si tratta di un accelerare i tempi della giustizia. decennio caratterizzato sia da A livello di giustizia minorile, In questa parte si affronta il fun- modalità nuove di fare giustizia, vengono ampliati gli spazi di ap- zionamento della giustizia penale sia dalla riorganizzazione degli plicazione per misure educative e (adulti e minori) in Trentino. In uffici giudiziari, con particolare ri- responsabilizzanti verso il minore particolare viene analizzata, alla ferimento alla soppressione delle che ha deviato, sospensive delle luce dei numerosi e significativi Preture, all’istituzione del Giudice fasi “ordinarie” dello stesso proce- cambiamenti normativi sopravve- unico di primo grado e all’istitu- dimento giudiziario (si veda la nuti nell’arco di un decennio, l’or- zione del Giudice di pace; figura, misura della “messa alla prova”) ganizzazione della giustizia tren- quest’ultima, cui vengono ricono- e/o incentivanti processi di conci- tina all’inizio del terzo millennio e sciute competenze anche in cam- liazione e riparazione fra autori e la sua capacità di risposta di fron- 1 po penale . vittime di reati (sperimentazione te all’evolversi dei fenomeni de- della mediazione penale). vianti e criminosi presenti sul ter- CRONOLOGIA DELLE ritorio. PRINCIPALI RIFORME NEL Oltre alle trasformazioni procedu- SETTORE GIUDIZIARIO DAL L’analisi sul funzionamento della rali e organizzative previste per 1991 AL 2001 giustizia penale in Trentino è con- l’intero contesto nazionale, a li- vello locale gli anni ’90 hanno dotta facendo riferimento a fonti Va sottolineato che l’inizio degli portato l’istituzione, a Bolzano, ufficiali quali: le Relazioni annuali anni ’90 rappresenta una sorta di della Sezione distaccata della Cor- per l’inaugurazione dell’anno giu- spartiacque per la giustizia italia- diziario del Distretto della Corte na. Si assiste, infatti, alla fase di te d’Appello di Trento, rendendo d’Appello di Trento; le statistiche avvio e di assestamento delle mo- così l’amministrazione della giu- giudiziarie dell’Istat; le statistiche dalità processuali scaturenti dal stizia sul territorio regionale più della Provincia autonoma di Tren- nuovo codice di procedura pena- funzionale e in sintonia con le ga- to; i dati del Ministero della Giu- le, sia per il settore degli adulti ranzie di pluralismo e bilinguismo stizia; i dati e la documentazione (D.P.R. 22 settembre 1988, n. presenti in Alto Adige. Al riguar- forniti da singoli uffici giudiziari e 447), sia per quello dei minori do, il dispositivo della legge 17 da servizi sociali e territoriali. (D.P.R. 22 settembre 1988, n. ottobre 1991, n. 335 ha trovato 448). Tali modalità, da un lato, in- concreta attuazione il 1° aprile In questo capitolo si esaminano novano il processo (da inquisito- 1996 con l’avvio effettivo, a Bol- prima le modifiche della normati- rio ad accusatorio), mettendo ac- zano, della Sezione distaccata va di riferimento e l’organizzazio- cusa e difesa su un piano tenden- della Corte d’Appello ed i connes- ne degli uffici giudiziari per pas- zialmente paritario e, dall’altro, si uffici dell’Avvocatura Generale, sare poi all’analisi della loro pro- prevedono riti speciali (abbrevia- del Tribunale e della Procura per i duttività. Il periodo preso in con- to, direttissimo, immediato, pat- Minorenni, del Tribunale di Sorve- siderazione è il decennio che va teggiamento della pena) al fine di glianza.

1 Sulla competenza penale del Giudice di pace, negli aspetti filosofici, ordinamentali e procedurali, si sono scritte numerose pagine, già a partire dagli anni ’80. Ora che tale competenza è definita per legge si segnalano due opere di commento sistematico della normativa e di orientamento per capire in concreto chi è, cosa e come decide il Giudice di pace in campo penale. Si tratta di: E. Aghina, P. Piccialli, Il Giudice di pace penale. Commento organico al D.Lgs. 28-8-2000, n. 274, Simone, Napoli, 2001; L. Tamburini, Il Giudice di pace penale. I Giudici di pa- ce - il procedimento - i reati, Hoepli, Milano, 2001.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 141 Per un quadro sintetico delle prin- presso i tribunali, nelle compo- disposizioni urgenti per l’effica- cipali riforme che hanno caratte- nenti materiali e personali, per cia e l’efficienza dell’Ammini- rizzato la giustizia italiana dall’i- dare vita al cosiddetto Giudice strazione della giustizia). Si nizio degli anni ’90 fino al 2001 unico di primo grado a preva- tratta di un provvedimento con si veda la cronologia che segue. lente struttura monocratica. il quale sono introdotte delle • La normativa sul giudice unico, modifiche soprattutto di ordine • Legge 21 novembre 1991, n. nel settore penale, è entrata de- processuale concernenti, in par- 374: Istituzione del Giudice di finitivamente in vigore il 2 gen- te, anche la disciplina peniten- pace. L’ufficio è ricoperto da un naio 2000 (D.L. 24 maggio ziaria. magistrato onorario apparte- 1999, n. 145 convertito in L. nente all’ordine giudiziario, il 22 luglio 1999, n. 234). Va peraltro sottolineato che, nel quale esercita la giurisdizione decennio in esame, sono state va- in materia civile e penale, anche • Legge costituzionale 23 no- rate leggi di rilevanza penale atte con funzioni conciliative, su vembre 1999, n. 2: intervento a disciplinare settori importanti un’area territoriale di riferimen- di riforma costituzionale del- della vita sociale, con ricadute si- to che, di norma, è il manda- l'art. 111 (principio del giusto gnificative sull’attività delle agen- mento. In realtà le funzioni del processo). Nel corso del 2000 è zie del controllo sociale (forze di Giudice di pace sono state eser- stata data attuazione alla fase polizia, magistratura, servizi so- citate, a partire dalla prima me- transitoria del principio del giu- ciali e del penitenziario). Fra le tà degli anni ’90, solo in mate- sto processo dettata transitoria- più rilevanti, con specifico riferi- ria civile. È passato, infatti, qua- mente con d.l. 2/2000 converti- mento alla materia disciplinata, si si un decennio prima dell’effet- to in legge n. 35/2000. segnalano: tiva definizione delle competen- • Legge 16 dicembre 1999, n. ze del Giudice di pace in campo 479 (cd. Legge Carotti): Intro- • Lotta alla droga e riabilitazione penale. duzione effettiva del giudice degli stati di tossicodipenden- unico monocratico nel settore za: D.P.R. 9 ottobre 1990 n. • Legge 20 gennaio 1992, n. penale. 309, integrato col D.P.R. 5 giu- 8: Istituzione della Direzione gno 1993, n. 171 -Testo Unico Nazionale Antimafia (DNA) e, • Legge 24 novembre 1999, n. delle leggi in materia di stupe- regionalmente, delle Direzioni 468 “Delega al Governo in ma- facenti; Distrettuali Antimafia (DDA) ai teria di competenza penale del • Custodia cautelare: Legge 8 fini di combattere, con maggior Giudice di pace”: Attribuzione agosto 1995, n. 332 di riforma specializzazione della magistra- della competenza penale al Giu- della custodia cautelare; tura ordinaria, la criminalità or- dice di pace (figura prevista dal- ganizzata e reati associativi la legge 374/91). In pratica è • Depenalizzazione dei reati mi- connessi alla mafia e alla droga. stata assegnata al Giudice di nori: Legge 25 giugno 1999, n. pace la competenza a trattare i 205 di delega al governo per la • Legge 7 agosto 1992, n. reati di minore gravità. Nelle in- depenalizzazione dei reati mi- 356: Modifiche al nuovo codice tenzioni del legislatore ciò do- nori e per modifiche al sistema di procedura penale in ordine vrebbe garantire una maggiore penale e tributario. La relativa soprattutto all’utilizzo degli ele- efficienza del processo penale, delega è stata esercitata con D. menti di prova raccolti dal Ma- poiché consente di riservare al Lgs. 30 dicembre 1999, n. 507; gistrato del Pubblico Ministero giudice togato la competenza a •Sistema penitenziario e misure nell’indagine preliminare. trattare fatti di maggiore rilievo. alternative alla detenzione: Col D.Lgs. 28 agosto 2000, D.P.R. 230/2000 concernente il • Legge 16 luglio 1997, n. n.274 “Disposizioni sulla com- regolamento di esecuzione del- 254: Delega al Governo per l’i- petenza penale del Giudice di le “Norme sull'ordinamento pe- stituzione del giudice unico di pace”, è stata fissata concreta- nitenziario e sulle misure priva- primo grado. In attuazione di mente la competenza penale e tive e limitative della libertà”; questa legge è stato emanato il la relativa disciplina processua- D.Lgs. 19 febbraio 1998, n. 51, le del Giudice di pace, le quali, • Reati contro la Pubblica Ammi- 2 giugno 1999 che prevede l’e- tuttavia, hanno iniziato ad esse- nistrazione: Legge n. 300/2000 liminazione dell’ufficio del pre- re applicate effettivamente solo con cui è stata autorizzata la ra- tore e dell’ufficio del P.M. presso a partire dal 2002. tifica di alcuni atti internaziona- la pretura circondariale dal pa- li e sono state introdotte nel no- norama degli uffici giudiziari, in • Legge 19 gennaio 2001, n. 4 stro codice penale specifiche quanto assorbiti rispettivamen- (conversione del D.L. 24 no- norme che hanno esteso la pu- te, dai tribunali e dalle procure vembre 2000, n. 341 recante nibilità dei funzionari delle Co-

142 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino munità Europee e hanno previ- zioni sportive: Legge 19 ottobre bre 2001, n. 374, recante dis- sto nuove figure in temi di reati 2001, n. 377 di conversione, posizioni urgenti per contrasta- contro la Pubblica Amministra- con modifiche, del D.L. 20 ago- re il terrorismo internazionale; zione; sto 2001, n. 336 concernente norme per contrastare i feno- •Immigrazione: Legge 7 giugno • Abuso e violenza in famiglia: 2002, n. 106 di conversione, Legge 4 aprile 2001, n. 154 sul- meni di violenza in occasione di con modifiche, del D.L. 4 aprile la tutela delle vittime di violen- manifestazioni sportive; 2002, n. 51, con cui sono state za avvenuta all'interno della fa- •Terrorismo: Legge 15 dicembre prese disposizioni urgenti di miglia; 2001, n .438 di conversione, contrasto all'immigrazione clan- •Violenza durante le manifesta- con modifica, del D.L. 18 otto- destina.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 143 ORGANIZZAZIONE A seguito delle riforme intervenu- Distretto) è articolata, in rapporto DEGLI UFFICI te, a partire dal 2002 la disposi- ai gradi di giudizio e alle compe- zione degli uffici giudiziari del Di- tenze per gravità del reato, se- GIUDIZIARI stretto della Corte d’Appello di condo i contenuti dello Schema A. Trento (come ogni altro analogo

Schema A

SEDI UFFICI DEL DISTRETTO DELLA FASI DEL ORGANI INQUIRENTI ORGANI GIUDICANTI TIPOLOGIA REATI CORTE D’APPELLO PROCEDIMENTO DI TRENTO*

Procura Generale della III Grado Repubblica presso Corte Suprema di Tutti i reati (Ricorso per questioni la Corte Suprema di Cassazione di legittimità) Cassazione

Corte d’Assise II Grado Procura Generale della Gravi d’Appello Trento (Impugnazione e Repubblica Medio-gravi Corte d’Appello appello)

Procura della I Grado Repubblica presso il Tribunale collegiale Medio-gravi Rovereto o II grado Tribunale Tribunale monocratico Medio-lievi Trento per appello da organi (con Direzione giudiziari inferiori distrettuale antimafia)

G.I.P. (Giudice per le I Grado Procura della indagini preliminari) Rovereto o citazione a giudizio Repubblica presso il Di diversa gravità G.U.P. Trento presso organi Tribunale (Giudice per l’udienza giudiziari superiori preliminare)

Borgo V. Cavalese Cles Fondo Procura della Malè Repubblica presso il Giudice di pace Lievi I Grado Tribunale Pergine V. Riva del Garda Rovereto Tione Trento

* Con esclusione della Sezione distaccata della Corte d’Appello di Bolzano.

144 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino In ogni Distretto di Corte d’Appel- strativa) per tutti i minori di anni autonoma, rispetto alla Giustizia lo è presente un Tribunale per i diciotto autori di reato. L’articola- ordinaria, ed è sintetizzata nello Minorenni che ha la competenza zione degli Uffici della Giustizia Schema B. penale (oltre che civile e ammini- minorile è analoga, ma del tutto

Schema B

ORGANI ORGANI TIPOLOGIA REATI SEDI UFFICI DEL FASI INQUIRENTI GIUDICANTI DISTRETTO DELLA DEL CORTE D’APPELLO PROCEDIMENTO DI TRENTO*

Procura Generale della III Grado Repubblica presso Corte Suprema di Tutti i reati (Ricorso per questioni la Corte Suprema di Cassazione di legittimità) Cassazione

II Grado Procura Generale Corte d’Appello - Gravi Trento (Impugnazione e della Repubblica Sezione Minorenni Medio-gravi appello)

I Grado Procura della Tribunale per i o II grado per Repubblica presso il Medio-gravi Trento Minorenni opposizione contro la Tribunale decisione dei giudici

G.I.P. Dichiarazione di (Giudice per le estinzione del reato Procura della indagini preliminari) I Grado con sanzioni Repubblica presso il G.U.P. Di diversa gravità Trento diverse dalla Tribunale (Giudice per l’udienza reclusione preliminare) Rinvio al giudizio del P.M.

*Con esclusione della Sezione distaccata della Corte d’Appello di Bolzano, la quale ha i medesimi uffici qui evidenziati per Trento.

Presso il Tribunale per i Minorenni strettuale di Servizio Sociale aiuto, controllo e sostegno al mi- è collocato un altro importante per i Minorenni (USSM). Gli nore entrato nel circuito giudizia- Ufficio, autonomo da un punto di operatori sociali che compongono rio al fine di favorirne il processo vista organizzativo ma funzional- tale ufficio svolgono compiti di di responsabilizzazione personale mente ad esso collegato, il quale inchiesta sociale in collaborazio- e sociale. non ha funzioni giudiziarie bensì ne con gli organi della Giustizia di assistenza sociale: l’Ufficio di- minorile e forniscono assistenza,

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 145 In ogni Distretto di Corte d’Appel- detenzione e decide in ordine amministrativo che fornisce at- lo è presente anche il giudice alla riabilitazione di chi ha avu- tività di sostegno, aiuto, con- competente per la fase dell’esecu- to problemi con la giustizia; trollo e assistenza nell’ambito zione delle pene e delle misure di dell’esecuzione delle misure al- sicurezza: il Tribunale di Sorve- • Il Magistrato di Sorveglianza ternative alla detenzione. Svol- glianza e l’Ufficio del Magi- è organo giudiziario monocrati- ge inchieste socio-familiari di strato di Sorveglianza. Ad essi co che concede permessi ai de- supporto alle decisioni della si collega funzionalmente il Cen- tenuti, licenze ai semiliberi e Magistratura di Sorveglianza e tro di Servizio Sociale per agli internati, riesamina le mi- ha responsabilità dirette nella Adulti (CSSA). sure di sicurezza, provvede alle gestione della misura dell’affi- Questi tre organi, con sede a modifiche relative all’andamen- damento in prova al servizio so- Trento, svolgono le seguenti fun- to delle misure alternative, de- ciale. zioni: cide sulla remissione del debito Per le decisioni (ordinanze) prese e, in generale, tutela la legalità dal Magistrato e dal Tribunale di •IlTribunale di Sorveglianza nel corso dell’esecuzione della Sorveglianza valgono le regole è organo giudiziario collegiale pena, sia essa carceraria che al- generali del procedimento giudi- (composto da due magistrati e ternativa; ziario per cui vi può essere impu- da due esperti) che, in via prin- gnazione, appello e ricorso in cipale, concede, sospende e re- • Il Centro di Servizio Sociale Cassazione. voca le misure alternative alla per Adulti (CSSA) è un organo

146 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino COMPOSIZIONE DEGLI La composizione del personale del 30 giugno 2000 e concerne UFFICI GIUDIZIARI che opera negli uffici giudiziari gli uffici giudiziari con sede nel del Distretto della Corte d’Appello Trentino (Tab. 1). di Trento fa riferimento alla data

Tab. 1 - Organico in servizio e posti vacanti. Valori assoluti.

FUNZIONARI DIRIGENTI MAGISTRATI IMPIEGATI TOTALE DIRETTIVI OPERATORI Organico Vacanti Organico Vacanti Organico Vacanti Organico Vacanti Corte d’Appello Trento 14 1 6 3 50 23 70 27

Procura Generale Trento 3 0 4 2 21 4 28 6

Tribunale Trento 21 0 14 9 75 8 110 17

Procura Trento 10 1 7 5 49 7 66 13

Tribunale Rovereto 9 0 5 3 34 2 48 5

Procura Rovereto 3 0 3 1 15 2 21 3

Tribunale Minorenni Trento 3 0 2 0 11 0 16 0

Procura Minori Trento 2 0 3 1 10 0 15 1

Tribunale Sorveglianza Trento 2 0 2 0 12 1 16 1

*Giudici di pace delle 12 sedi del 25 12 12** - 48** - 85 12 Trentino Totale 92 14 58 24 325 47 475 85

Fonte: Relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2001 * I dati relativi ai Giudici di pace si riferiscono al giugno 2003 e sono stati forniti dall’Assessorato della Regione Trentino-Alto Adige competente per la materia. ** Il personale amministrativo delle sedi degli Uffici del Giudice di pace è dipendente dell’Amministrazione regionale.

L’organico rispecchia in buona gliorare nel prossimo futuro an- passando da percentuali di va- parte il diverso carico di procedi- che per l’apertura concorsuale a canza stabilmente superiori al menti giudiziari presso gli uffici copertura dell’organico in relazio- 30% (riferito all’insieme dei ruoli sia di organi inquirenti, sia di or- ne alle competenze penali del in organico) fino al 1997 a per- gani giudicanti. Giudice di pace esercitate a parti- centuali calate al 22% nel 2000; L’organico risulta interamente co- re dal 2002 e che nel primo se- perto soltanto presso il Tribunale mestre dell’anno hanno portato • in particolare, è sceso il numero per i Minorenni. Una buona co- loro un carico di oltre 2000 pro- di posti vacanti dei magistrati e pertura esiste anche nell’ufficio cedimenti2. quello del personale impiegati- della Procura della Repubblica Se si considera la situazione di zio, mentre è rimasta stabil- presso il Tribunale per i Minoren- tutto il Distretto della Corte d’Ap- mente al di sopra del 50% la va- ni e nel Tribunale di Sorveglianza. pello di Trento (comprensivo della canza dei posti relativi ai ruoli Piuttosto preoccupante la situa- Sezione staccata della Corte d’Ap- direttivi; zione degli Uffici del Giudice di pello di Bolzano), con esclusione pace che risultano scoperti, nelle degli Uffici del Giudice di pace, si • la situazione del Distretto della funzioni del magistrato, per quasi rileva che: Corte d’Appello di Trento appa- il 50% dei posti in organico. Tale •è andata migliorando in genera- re in linea con i dati relativi alle situazione dovrebbe, tuttavia, mi- le la copertura dei posti vacanti coperture d’organico degli uffici

2 Esattamente 2.158 sono i procedimenti sopravvenuti, dal 2 gennaio al 30 giugno 2002 ai Giudici di pace del distretto della Corte d’Ap- pello di Trento. Di tali procedimenti 1.239 sono stati esauriti nel medesimo periodo (dati allegati alla Relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2003, tenuta dal Dott. Stefano Diez, Sostituto Procuratore Generale della Corte d’Appello di Trento, 18 gennaio 2003).

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 147 giudiziari dell’Italia settentrio- sede a Bolzano presenta problemi e conciliare esigenze indispensa- nale dove, nello stesso periodo, più rilevanti di carenza di organi- bili e fondamentali di garanzia si rileva una media di posti va- co, probabilmente anche in ragio- dei diritti con la “ragionevolezza” canti intorno al 25% e, relativa- ne dei requisiti connessi al bilin- dei tempi processuali, è necessa- mente ai magistrati, al di sotto guismo per chi opera nella pub- rio disporre di strutture, mezzi e del 10%3. blica amministrazione di questa personale adeguati. Oggi, pur- provincia. troppo, essi appaiono ancora ca- Se si considerano solamente gli Tutti i Procuratori Generali che renti in diversi uffici giudiziari i uffici giudiziari del Distretto di hanno tenuto le relazioni d’inau- quali, di conseguenza, faticano Corte d’Appello collocati nella gurazione dell’anno giudiziario nel garantire, in modo generaliz- provincia di Trento, la situazione degli anni ’90 e inizio 2000 han- zato, quei livelli di qualità nel Ser- della copertura dell’organico mi- no rimarcato la necessità di ade- vizio Giustizia che i cittadini si at- gliora ulteriormente. Infatti la per- guare gli organici, specie nei ruoli tendono. centuale di posti vacanti, rilevata amministrativi direttivi, per un nel 2000, diminuisce in modo corretto funzionamento di alcuni Pur in presenza di tali limiti, la sensibile. Se si passa dal riferi- importanti uffici giudiziari (Corti produttività degli uffici giudiziari mento all’intera area del Distretto d’Appello, Procure e Tribunali). del Distretto della Corte d’Appello alla realtà territoriale trentina di Trento si mantiene al di sopra (esclusi gli uffici del Giudice di La situazione, se letta nell’arco di della media nazionale, come si pace), la percentuale di posti non un decennio, sembra evidenziare evince dall’analisi che segue sui coperti in organico scende, in me- aspetti di cronicità ed i migliora- tassi di estinzione, di ricambio e dia, dal 22 al 19% e, in specifico: menti non sembrano portare ad di durata media dei procedimenti. una soluzione del problema. Ciò Questo anche grazie all’impegno • dal 10% al 3% per i magistrati; soprattutto in considerazione del del personale in servizio e ad una fatto che sempre più a livello di serie di fattori (tradizione di effi- • dal 58% al 52% per i dirigenti; valutazione dell’amministrazione cienza presente in tutto il conte- della giustizia, così come per altri sto socio-culturale; buona colla- • dal 20% al 17% per i funzionari servizi fondamentali, vengono borazione interistituzionale), che e gli impiegati. utilizzati criteri quali l’efficienza, più oltre verranno meglio esplici- l’efficacia, l’economicità, la pro- tati. Ciò significa che la Sezione dis- duttività, l’abbreviazione dei tem- taccata della Corte d’Appello con pi. Per rispondere a tali requisiti,

3 Elaborazione di dati Istat.

148 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino LA PRODUTTIVITÀ parte dell’arretrato che costante- procedimenti sopravvenuti (S) DEGLI UFFICI mente trascina nel tempo. Per da- nello stesso periodo, indica più re un’idea dei numeri dei procedi- direttamente la capacità dell’uffi- GIUDIZIARI menti penali pendenti nel distret- cio giudiziario di mantenere, mi- La produttività degli uffici giudi- to della Corte d’Appello di Trento gliorare o peggiorare il carico di ziari è qui analizzata attraverso basti ricordare che, al 2002, le lavoro. È evidente che più si in- alcuni indicatori, ormai ampia- Procure della Repubblica aveva- nalzano entrambi i tassi, quello di mente tenuti in considerazione no, più o meno costantemente, estinzione e quello di ricambio, anche a livello di rilevazione stati- pendenti circa 20.000 casi, i G.I.P. più l’ufficio giudiziario dimostra stica che permettono di compren- e i G.U.P. insieme circa 10.000 e di essere in grado di operare con dere, attraverso il flusso dei prov- gli organi giudicanti (Tribunali, maggior celerità. Ma sotto questo vedimenti che fanno capo a cia- Corte d’Appello, Corte d’Assise e profilo è possibile individuare un scun ufficio giudiziario, il grado e Corte d’Assise d’Appello) nell’in- altro indicatore che, seppur in i tempi di risoluzione delle proce- sieme avevano pendenti poco modo generico, fornisce la misu- dure. Sebbene debbano giusta- meno di 2800 casi. ra della durata media (D) dei mente essere considerati solo co- Il tasso di ricambio, calcolato procedimenti. Esso è calcolato me uno dei tanti aspetti che con- sul rapporto fra procedimenti rapportando i dati di stock a quel- notano la qualità della risposta esauriti (E) nel corso dell’anno e i li di flusso, mediante la formula: giudiziaria4, tali indicatori rappre- sentano anche un criterio comune per comparare l’attività degli uffi- Durata media dei procedimenti ci giudiziari. Il tasso di estinzione, calcolato (o per 183 se il periodo sul rapporto fra i procedimenti di riferimento è il semestre) esauriti (E) nel corso dell’anno e quelli effettivamente a carico (pendenti all’inizio dell’anno e so- dove D = durata media; pravvenuti nel corso dell’anno) è Pi = numero dei procedimenti all'inizio dell'anno o del semestre; un chiaro indicatore della possibi- Pf = numero dei procedimenti pendenti alla fine del periodo; lità che l’ufficio giudiziario ha di S = numero dei procedimenti sopravvenuti nel periodo; smaltire, nell’arco di un anno,

4 Equità della risposta, uguaglianza di trattamento, pieno esercizio dei diritti, proporzionalità fra offesa e sanzione sono alcuni altri im- portanti criteri per cercare di definire la qualità della risposta giudiziaria.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 149 E = numero dei procedimenti Tab. 2 - Tasso di estinzione. Confronto Italia e Distretto Corte d’Appello di esauriti nel periodo. Trento. Periodo 1 luglio 2001 - 30 giugno 2002. Applicando i tre indicatori alla Distretto Corte Italia realtà trentina e a quella naziona- Appello Trento le è possibile evincere quanto illu- Procure Tribunali* 47,5 68,4 strato di seguito. G.I.P. Tribunali 56,9 75,6 G.I.P – G.U.P. Tribunale Minorenni 59,7 82,6 GLI UFFICI GIUDIZIARI DEL TRENTINO? EFFICIENTI Tribunali 49,0 73,0 Tribunali Minorenni 55,1 85,7 Il Distretto della Corte d’Appello Corti Assise 53,8 50,0 di Trento presenta, per la quasi totalità degli uffici giudiziari, tas- Corti Appello 40,8 56,5 Sezioni Minorenni si di estinzione più elevati (anche 68,5 92,3 in maniera piuttosto marcata) ri- Corti Appello spetto alla media nazionale. Que- Corti Assise Appello 54,3 100,0 sto è vero sia con riferimento ai Fonte: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Relazioni di inaugurazione dell’anno giudiziario 2003 dati rilevati nel periodo 1 luglio *Il dato è comprensivo anche dell’attività delle Procure presso i Tribunali per i Minorenni 2001 – 30 giugno 2002 (Tab. 2) e sia con riguardo all’andamento dell’ultimo decennio (Fig. 1a e 1b). Si rileva, quindi, una buona Fig. 1a - Attività delle Procure della Repubblica. Confronto tra Italia e Distretto Corte d'Appello di Trento. Tassi di estinzione. efficienza da parte degli uffici 90 giudiziari del Trentino (specie de- gli organi inquirenti e giudicanti 80 dei Tribunali) nello smaltire in 70 tempi contenuti una consistente Trentino 60 parte dei procedimenti. Italia 50

40 asso di estinzione T 30

20

10

0 1992 1993Anno 1995 1997 Fonte: elaborazione di dati Istat. I dati si riferiscono al periodo 01/01-31/12 di ciascun anno

Fig. 1b - Attività delle Procure della Repubblica. Confronto tra Italia e Distretto Corte d'Appello di Trento. Tassi di estinzione.

80

70 Trentino 60

50 Italia 40

30 asso di estinzione T 20

10

0 Anno '98-'99 '99-'00 '00-'01 01-'02

Fonte: elaborazione di dati Ministero della Giustizia per l'Italia e delle Relazioni di inaugurazione dell'anno giudiziario per il Trentino. I dati si riferiscono al periodo 01/07-30/06 di ciascun anno.

150 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino Tab. 3 - Tasso di ricambio. Confronto Italia e Distretto Corte d’Appello di Trento. Anche il tasso di ricambio presen- Periodo 1 luglio 2001 – 30 giugno 2002. ta, nel Distretto della Corte d’Ap- Distretto Corte pello di Trento, valori tendenzial- Italia Appello Trento mente più elevati (Tab. 3) rispetto alla media nazionale. Il fatto che Procure Tribunali* 105,8 102,9 quasi tutti i valori siano superiori G.I.P. Tribunali 91,0 104,2 a 100 (con la comprensibile ecce- G.I.P – G.U.P. Tribunale Minorenni 108,9 103,5 zione dei Tribunali e della Corte Tribunali 86,9 92,2 d’Appello) sta a significare che, nell’arco dell’anno, i procedimenti Tribunali Minorenni 97,1 107,1 penali esauriti sono superiori a Corti Assise 136,9 200,0 quelli sopravvenuti. Su questo Corti Appello 92,5 94,8 piano va sottolineato come negli Sezioni Minorenni 101,9 171,4 ultimi anni sia migliorata anche la Corti Appello situazione italiana, dovuta al ten- Corti Assise Appello 94,7 100,0 denziale calo del numero dei pro- cedimenti penali giunti alle Procu- Fonte: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Relazioni di inaugurazione dell’anno giudiziario 2003 re presso i Tribunali e forse anche *Il dato è comprensivo anche dell’attività delle Procure presso i Tribunali per i Minorenni all’applicazione più estesa dei riti speciali previsti dal codice di pro- cedura penale, praticamente in vi- Fig. 2a - Attività delle Procure della Repubblica. Confronto fra Italia e gore dall’inizio degli anni ’90 (Fig. Distretto Corte d'Appello di Trento. Tassi di ricambio. 2a e 2b). Il rilievo che emerge sul tasso di ricambio applicato all’at- 110 tività delle Procure della Repub-

105 blica presso i Tribunali, relativa- mente agli anni dal ’99 al 2001, 100 secondo cui il tasso del Distretto Trentino di Trento figura più basso della 95 media italiana (Fig. 2b) è spiega-

asso di ricambio bile col fatto che, in controten- T 90 denza col dato nazionale, a Tren- Italia to si è verificato, in quel periodo, 85 un aumento dei procedimenti pe- nali sopravvenuti a carico delle 80 Anno Procure. E le Procure sono gli uffi- 1992 1993 1995 1997 ci giudiziari che ricevono e regi- Fonte: elaborazione di dati Istat. I dati si riferiscono al periodo 01/01-31/12 di ciascun anno strano le notizie di reato e che ne valutano, per primi, la consisten- za penale.

Fig. 2b - Attività delle Procure della Repubblica. Confronto fra Italia e Distretto Corte d'Appello di Trento. Tassi di ricambio. 120

100 Italia

80 Trentino

60 asso di ricambio

T 40

20

0 '98-'99 '99-'00Anno '00-'01 01-'02 Fonte: elaborazione di dati Ministero della Giustizia per l'Italia e delle Relazioni di inaugurazione dell'anno giudiziario per il Trentino. I dati si riferiscono al periodo 01/07-30/06 di ciascun anno.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 151 In linea generale l’articolazione piano nazionale (Tabb. 4 e 5). È crescita, soprattutto per gli orga- per ufficio giudiziario dell’anda- tendenzialmente stabile nel tem- ni inquirenti e quelli che applica- mento dei tassi di estinzione e di po, con qualche contingente no i riti abbreviati, il tasso di ri- ricambio, rilevabile nel Distretto oscillazione, il tasso di estinzione cambio. della Corte d’Appello di Trento, ri- rilevabile per tutti gli uffici giudi- specchia quanto si riscontra sul ziari presi in esame, mentre è in

Tab. 4 - Tasso di estinzione distinto per anno dei procedimenti. Italia*.

1993 1995 1997 1998–99 1999-00 2000–01 2001–02 Procure Tribunali 59,3 69,3 68,6 54,8 47,7 47,5 47,3

Procure Tribunali 74,0 64,7 68,0 73,7 71,5 67,1 68,6 Minorenni

G.I.P. Tribunali 65,8 65,9 66,4 75,7 71,0 62,6 56,9

G.I.P – G.U.P. Tribunali 61,0 62,8 56,5 57,9 58,3 54,6 59,7 Minorenni

Tribunali 52,4 40,1 39,8 54,1 57,3 53,8 49,0

Tribunali Minorenni 50,2 43,6 44,5 48,3 55,3 60,0 55,1

Corti Assise 54,3 51,2 45,6 48,3 50,9 49,8 53,8

Corti Appello 26,5 30,3 31,3 38,5 46,1 43,9 40,8

Sezioni Minorenni 57,1 54,4 50,0 69,3 70,7 67,6 68,5 Corti Appello

Corti Assise Appello 60,1 63,4 49,2 58,9 52,7 53,4 54,3

Corte Cassazione 70,7 81,1 67,4 66,7 68,6 63,2 60,9

Fonte: elaborazione su dati Istat e su dati del Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica *I dati relativi agli anni 1993, 1995, 1997 sono elaborati da fonte Istat e si riferiscono ai movimenti relativi al periodo 01 gennaio - 31 dicembre. I dati relativi agli anni successivi sono stati elaborati da fonte del Ministero della Giustizia e si riferiscono ai movimenti relativi al periodo 01 luglio - 30 giugno.

Tab. 5 - Tasso di ricambio distinto per anno dei procedimenti. Italia*.

1993 1995 1997 1998–99 1999-00 2000–01 2001–02

Procure Tribunali 84,3 97,7 102 93,5 95,4 102,8 105,8

Procure Tribunale 100 93,7 98,3 113,6 98,8 96,3 103,3 Minorenni

G.I.P. Tribunali 92,1 98,4 98,7 96,4 98,6 94,6 91,0

G.I.P – G.U.P. Tribunale 97,9 99,5 93,6 92,2 102,1 96,9 108,9 Minorenni

Tribunali 97,3 82,0 83,4 102,4 118 107,2 86,9

Tribunali Minorenni 88,1 87,7 98,1 102,8 112,8 112,7 97,1

Corti Assise 92,4 88,1 86,4 92,6 107,7 100,9 136,9

Corti Appello 66,0 88,6 85,0 104,4 84,2 109,6 92,5

Sezioni Minorenni 88,3 86,5 90,4 118,1 102,8 95,9 101,9 Corti Appello

Corti Assise Appello 115,0 114,0 88,3 96,9 85,1 88,9 94,7

Corte Cassazione 96,0 106,4 97,0 94,2 100,4 93,0 97,6

Fonte: elaborazione su dati Istat e su dati del Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica *I dati relativi agli anni 1993, 1995, 1997 sono elaborati da fonte Istat e si riferiscono ai movimenti relativi al periodo 01 gennaio - 31 dicembre. I dati relativi agli anni successivi sono stati elaborati da fonte del Ministero della Giustizia e si riferiscono ai movimenti relativi al periodo 01 luglio - 30 giugno.

152 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino Per quanto concerne infine la du- Tab. 6 - Durata media dei procedimenti distinta per anno rata media dei procedimenti, si e per grado di giudizio. Italia. possono sottolineare tre aspetti 1999 2000 2001 2002* di rilievo come segue. La generale diminuzione, negli ul- PRIMO GRADO timi anni e a livello nazionale, dei Procure Tribunali - 430 409 398 tempi di esaurimento dei procedi- menti penali, concernenti tutti gli Procure Tribunali Minorenni 148 177 190 182 uffici giudiziari (con l’eccezione G.I.P. - 204 225 268 del G.I.P. presso i Tribunali - Tab. 6). Evidentemente una serie di va- G.I.P. – G.U.P. Tribunali Minorenni 253 302 252 252 riabili connesse alle riforme attua- Tribunali 372 289 312 284 te, e forse anche alle minacce di sanzione che arrivano dalla Corte Tribunali Minorenni 393 358 290 263 Europea, hanno avuto l’effetto di Corti di Assise 380 392 367 361 accelerare i tempi processuali. GRADO DI APPELLO

Corti Appello 622 529 525 467

Sezioni Minorenni 197 183 177 155 Corti Appello

Corti Assise Appello 277 295 317 274

Fonte: Ministero della Giustizia - Direzione Generale Statistica * Dati riferiti al primo semestre.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 153 La durata è assai inferiore, rispet- Tab. 7 - Durata media dei procedimenti distinta per anno e per grado di giudizio. to alla media nazionale, dei pro- Distretto Corte d’Appello di Trento. cedimenti penali in atto nel Di- 1990-91* 2001-02 stretto della Corte d’Appello di Trento, con l’unica eccezione del- PRIMO GRADO la Corte di Assise, i cui casi sono, Procure presso i Tribunali** 139 176 comunque, numericamente assai esigui (Tab. 7). I tempi appaiono, G.I.P. Tribunali 60 128 per molti uffici giudiziari del Tren- G.I.P. – G.U.P. Tribunale Minorenni 43 85 tino, più che dimezzati rispetto Tribunali 303 130 alla durata media dei procedimen- ti penali a livello nazionale. Ciò Tribunale Minorenni 96 76 non può che deporre a favore di Corte di Assise 365 456 una maggior efficienza della giu- stizia penale trentina, correlata, GRADO DI APPELLO peraltro, a fenomeni devianti e Corte Appello 629 263 criminosi tendenzialmente meno allarmanti e diffusi rispetto ad al- Sezioni Minorenni 66 135 tre zone del Paese. Corti Appello Corte Assise Appello 73 - I tempi della “Giustizia trentina” Fonte: Relazioni d’inaugurazione dell’anno giudiziario 1992 e 2003 nell’arco dell’ultimo decennio si * Il periodo di riferimento va dall’1/07 al 30/06. sono ridotti, in maniera assai con- ** Il dato è comprensivo anche dell’attività svolta dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni sistente, solo per gli organi giudi- canti “tradizionali” (Tribunali e Corte d’Appello) mentre si sono tempi rimangono più lunghi), pello di Bolzano, effettiva dal innalzati, talora sensibilmente, quanto perché evidenzia una buo- 1996, insieme all’assimilazione, per gli altri organi (inquirenti e na efficienza della giustizia trenti- nella cultura e nell’operatività giu- dei riti abbreviati) (Tab. 7). Que- na già al momento dell’applica- diziaria, della nuova figura del sto dato, lungi dal creare allarmi- zione del nuovo codice di proce- processo penale accusatorio, han- smi, può essere letto in positivo, dura penale agli inizi degli anni no permesso di ridurre notevol- non tanto per il confronto vincen- ‘90. Inoltre, l’istituzione della Se- mente anche i tempi dei procedi- te col quadro nazionale (dove i zione staccata della Corte d’Ap- menti in fase di giudizio.

154 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino ASPETTI GENERALI della pena su richiesta delle parti le ottenere il consenso delle parti DELLA PRODUTTIVITÀ (cosiddetto patteggiamento), del (aspetto che sottolinea la necessi- giudizio direttissimo (flagranza di tà di ampliare la sensibilità cultu- GIUDIZIARIA: BUONA reato), del giudizio immediato rale verso processi conciliativi dei ASSIMILAZIONE DELLE (prova evidente), del procedimen- conflitti sociali) o è stata attuata RIFORME E CRIMINALITÀ to per decreto (per reati persegui- una mediazione indiretta, senza CONTENUTA bili d’ufficio e per pene pecunia- cioè il confronto diretto delle par- rie). Il carattere premiale di tali ri- ti5. Nel Distretto della Corte d’Appel- ti ha trovato buona applicazione lo di Trento, al di là delle rilevate nella realtà trentina e ha reso pos- B. Il livello e la tipologia delle for- carenze di organico, il livello di sibile, nel tempo, applicare in mo- me di criminalità presenti sul ter- “produttività” è costantemente e do sufficientemente adeguato le ritorio trentino appaiono ben con- significativamente superiore alla nuove procedure del processo ac- trollati sia sotto il profilo preven- media nazionale per indubbio cusatorio, del cosiddetto giusto tivo, sia sotto quello investigativo merito del personale in servizio. processo ai casi giunti al giudizio e giudiziario. Ma vi sono anche, come già ac- ordinario, ossia alla fase dibatti- Innanzitutto, in Trentino, il tasso cennato, una serie di fattori con- mentale (Tribunale e Corte d’Ap- di criminalità e l’incidenza delle vergenti che meritano di essere pello soprattutto). persone denunciate sul totale del- sottolineati. Fra essi si segnalano: la popolazione hanno una consi- A livello di giustizia minorile, le stenza decisamente più bassa A. la capacità di adattamento ai nuove norme del codice di proce- della media nazionale e delle re- cambiamenti interni al sistema dura penale hanno trovato pronta gioni limitrofe, con un andamento giustizia; la magistratura nell’affermazione pressoché stabile nel tempo. I cir- dei nuovi principi, fondati in par- ca 30.000 delitti e le oltre 10.000 B. l’attenta risposta alle esigenze ticolare sulla de-stigmatizzazione contravvenzioni penalmente rile- di giustizia di una società, del minore deviante e sulla sua vanti, introitati, nel periodo 1 lu- quella trentina, in cui la crimi- responsabilizzazione personale e glio 2001 – 30 giugno 2002, dalle nalità non presenta toni di sociale. Ampia e positiva applica- Procure della Repubblica operanti particolare allarmismo; zione ha trovato l’istituto della nel Distretto della Corte d’Appello messa alla prova (sospensivo del di Trento, rappresentano un dato C. l’apertura verso la collabora- procedimento penale). Inoltre, a in calo di oltre 3.000 reati (quelli zione interistituzionale fra si- partire dal 1999, a Trento, è stata per cui è iniziata l’azione penale), stema giustizia e sistema dei avviata la sperimentazione della rispetto alla media degli ultimi servizi. mediazione penale, con intenti di cinque anni6. conciliazione fra autore e vittima, Il fenomeno generale della crimi- A. Il funzionamento dell’apparato riparazione del danno e responsa- nalità, sostanzialmente contenuto giudiziario del Trentino evidenzia bilizzazione del minore. Il buon nell’area trentina, non deve tutta- la buona assimilazione sul piano esito dell’attività di mediazione, via far credere che non esistano, operativo dei rilevanti cambia- applicata prevalentemente su ri- anche su questo territorio, forme menti che, nel decennio 1990- chiesta del Pubblico Ministero di preoccupanti e allarmanti di cri- 2000, si sono verificati nell’ordi- fronte a fatti di lieve entità e com- mine. Infatti nell’area del Distretto namento, nelle procedure e nel- portamenti occasionali, è ben evi- (Trento e Bolzano) gli omicidi vo- l’organizzazione degli uffici giudi- denziato dalla relazione elaborata lontari registrati nel periodo 1 lu- ziari. In particolare, le nuove nor- dal Gruppo Tecnico di Mediazione glio 2001 – 30 giugno 2002, uni- me del codice di procedura pena- di Trento sui due anni di speri- tamente agli omicidi colposi (116 le hanno permesso una costante mentazione 1999-2000. Da essa per incidente stradale e 108 per crescita del numero di definizione emerge che i 22 casi trattati nel altri eventi) registrati nello stesso dei procedimenti coi cosiddetti ri- biennio hanno, per 11 situazioni arco di tempo mostrano una ten- ti alternativi, previsti come proce- (rapporto minore-vittima), fornito denza all’incremento, un dato dimenti speciali del giudizio ab- conclusione positiva, mentre ne- verso cui è necessario porre parti- breviato (udienza preliminare), gli altri casi o non è stato possibi- colare attenzione. Così pure gli

5 Sulla realtà della mediazione penale in Trentino, con attenzione ad altri contesti nazionali ed internazionali, si veda B. Bertelli, “Giustizia riparativa e mediazione penale. Principi e modelli operativi”, in Transcrime (a cura di), Terzo Rapporto sulla sicurezza nel Trentino 2000/2001, Giunta della Provincia autonoma di Trento, Trento, 2001, pp. 239-272. 6 Dati allegati alla Relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2003, tenuta dal Dott. Stefano Diez, Sostituto Procuratore Generale della Corte d’Appello di Trento, 18 gennaio 2003.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 155 oltre 1000 procedimenti penali, vista qualitativo implica elevati li- in causa. Il tessuto culturale, so- sopravvenuti nel medesimo perio- velli di collaborazione fra Magi- ciale, politico ed economico del do presso le Procure dei tribunali stratura e Polizia giudiziaria. In territorio trentino appare un so- del Distretto, concernenti viola- tal senso il lavoro svolto dalla strato di forte tenuta per il conte- zioni della Legge sugli stupefa- DDA risulta particolarmente pre- nimento e la prevenzione dei fe- centi, evidenziano un trend che gevole e testimonia la volontà di nomeni conflittuali e criminosi, ha portato al raddoppio dei casi contenere alla radice la possibile anche attraverso lo sviluppo di si- nell’arco di appena di tre anni. infiltrazione di organizzazioni cri- nergie e collaborazioni a diversi minose sul territorio del Trentino livelli, compreso quello giudizia- Il territorio trentino appare so- Alto-Adige. rio. Sono vari gli uffici giudiziari stanzialmente estraneo a radica- che, per le loro specifiche funzio- lizzazioni di fenomeni criminali di I procedimenti penali per delitti e ni, possono aprirsi alle istanze tipo organizzato. Le dimensioni contravvenzioni che sopraggiun- del sociale, intese come servizi e quantitative della criminalità or- gono innanzi alle Autorità giudi- collaborazioni esterne all’ambito ganizzata nell’area distrettuale ziarie del Trentino rispecchiano, strettamente giudiziario. Oltre al sono, infatti, contenute, ma biso- dunque, un prevalente fenomeno Tribunale per i Minorenni, anche il gna sottolineare il loro costante di criminalità comune, a sua volta Tribunale di Sorveglianza ha biso- aumento, come testimoniano i caratterizzato da una mole consi- gno della mobilitazione della rete dati relativi all’attività della Dire- derevole di fatti “bagatellari”, os- relazionale, informale e formale, zione Distrettuale Antimafia sia di lieve entità. Questo dato del condannato per dare contenu- (DDA) presso la Procura della Re- aiuta la giustizia trentina a man- ti riabilitativi all’esecuzione della pubblica del Tribunale di Trento. tenere buoni i livelli di efficienza pena. Pure il Giudice di pace, per Infatti i reati di criminalità orga- e produttività. Non bisogna tutta- il suo carattere di prossimità alla nizzata sono passati dagli 11 del via dimenticare che proprio la co- vita quotidiana dei cittadini e per 1995 ai 32 nel 1999, con un nu- siddetta “microcriminalità” fomen- la sua collocazione istituzionale mero di persone inquisite che da ta spesso paura e insicurezza nel- che richiede il supporto struttura- 47 del 1995 è passato a 221 nel la vita quotidiana del cittadino, il le e funzionale dell’Ente Regione, 1999. Si tratta, nella stragrande quale alimenta aspettative di tute- necessita di forti collaborazioni maggioranza dei casi, di reati la e sicurezza anche e soprattutto con le istanze sociali e territoriali. connessi al traffico di droga. Ma con riferimento all’operato degli Gli uffici “tradizionali” della Giu- nel 2000 l’attività dell’Ufficio della organi giudiziari7. stizia beneficiano, infine, sia con DDA ha portato alla scoperta e in- riferimento ai riti premiali che alle criminazione di un’organizzazio- C. Si è già in parte accennato, con procedure ordinarie, della capaci- ne internazionale di traffico di es- riferimento al settore della Giusti- tà che può avere il tessuto sociale seri umani (curdi e iracheni) dal zia minorile, come sia necessario, nell’integrare il soggetto deviante Medio-Oriente in Italia e dall’Italia per il suo realizzarsi in termini e nel prevenirne le ricadute nel alla Germania. Va sottolineato che sostanziali, che la giustizia for- reato. Sotto questo profilo la real- il fenomeno criminoso di tipo as- male (quella del codice) trovi ade- tà trentina, pur in presenza di sociativo richiede particolari tem- guati riscontri, sostegno e colla- aspetti non omogenei, può rap- pi e complesse capacità investiga- borazione, in servizi amministra- presentare, e in buon parte già lo tive. Pertanto, se da un punto di tivi, servizi sociali ed enti territo- fa, un incentivo alla produttività e vista quantitativo esso appare di riali, oltre che nelle disponibilità al buon funzionamento dell’intero ridotte dimensioni, dal punto di individuali di chi è direttamente apparato giudiziario8.

7 Ampi riferimenti alla problematica della paura e dell’insicurezza dei cittadini di fronte al crimine, con adeguati rinvii alla letteratura scientifica e a risultati di ricerca, sono presenti in R. Cornelli, S. Castellan, “La percezione della sicurezza: le preoccupazioni dei trentini”, in Transcrime (a cura di), Terzo Rapporto sulla sicurezza nel Trentino 2000/2001, Giunta della Provincia autonoma di Trento, Trento, 2001, pp. 45-100. 8 Per capire le possibilità di recupero sociale dei condannati si veda B. Bertelli, “Le misure alternative alla detenzione: gli adulti”, in Trans- crime (a cura di), Secondo rapporto sulla sicurezza nel Trentino 1999, Giunta della Provincia autonoma di Trento, Trento, 1999, pp. 167–182; B. Bertelli, “Il sistema penitenziario in Trentino”, in Transcrime (a cura di), Terzo Rapporto sulla sicurezza nel Trentino 2000/2001, Giunta del- la Provincia autonoma di Trento, Trento, 2001, pp. 181-216.

156 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino ASPETTI SPECIFICI Tab. 8 - Incidenza dei decreti di archiviazione. Percentuale sul totale dei procedimenti a carico dell’Ufficio. DELLA PRODUTTIVITÀ: Periodo 1 luglio 2001 – 30 giugno 2002. DALL’ARCHIVIAZIONE, Distretto Corte Appello di Italia ALLA CONDANNA, ALLA Trento MISURA ALTERNATIVA Uffici del G.I.P. presso il Tribunale 88,4 75,9 ALLA DETENZIONE Uffici del G.I.P. e del G.U.P. presso il 50,7 41,7 Entrando più direttamente nel Tribunale Minorenni merito dei provvedimenti all’at- Fonte: elaborazione propria da Relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’Appello di tenzione degli uffici giudiziari del Trento 2003 e da Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica Distretto della Corte d’Appello di Trento, va rilevato come la mag- gior parte di essi sia destinato ad Fig. 3 - Decreti di archiviazione. Procedimenti penali esauriti dal G.I.P. essere archiviato. Circa i 2/3 dei Tribunali del Distretto Corte d'Appello di Trento. procedimenti penali esauriti dai 50.000 Procuratori della Repubblica pres- 45.000 so i Tribunali del Distretto (poco 40.000 meno di 24.000 procedimenti su 36.000 nel periodo 1 luglio 2001 35.000 – 30 giugno 2002) riguardano ri- 30.000 chieste di archiviazione. I decreti 25.000 di archiviazione vengono emessi decreti Numero 20.000 dai G.I.P. presso i Tribunali. È be- 15.000 ne ricordare che l’archiviazione viene disposta per vari motivi, 10.000 concernenti prevalentemente i se- 5.000 guenti casi: 0 92-'93 93-'94 94-'95 95-'96 96-'97 97-'98 98-'99 99-'00 00-'01 01'02 Anno • la notizia di reato si rivela in- Fonte: Relazioni per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. (Fino al '99 i dati si riferiscono anche all'attività del G.I.P. presso la Pretura) fondata; • manca o viene meno una condi- zione di procedibilità (ritiro querela, morte reo, ecc..); Fig. 4 - Decreti di Archiviazione. Procedimenti penali esauriti dal G.I.P. a • il reato è estinto; carico di minorenni o dal Tribunale per i minorenni. Distretto Corte • il fatto non è previsto dalla leg- d'Appello di Trento. ge come reato; 300 • gli autori sono rimasti ignoti; • gli elementi acquisiti non sono 250 idonei a sostenere l’accusa in giudizio. 200 Fra questi motivi, una forte inci- denza ha la non individuazione 150 degli autori del reato. Secondo i decreti Numero dati Istat, relativi all’anno 2000, 100 circa il 70% delle denunce di delit- 50 ti in Italia è contro ignoti e tale percentuale supera il 95% se si 0 tratta di furti. Il Trentino su que- 92-'93 93-'94 94-'95 95-'96 96-'97 97-'98 98-'99 99-00 00-'01 01-'02 sto piano non fa eccezione, anche Anno Fonte: Relazioni per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. se presenta percentuali di qual- che punto inferiori alla media na- zionale. Nel Distretto della Corte d’Appello di Trento i decreti di ar- nazionale (Tab. 8), e ciò vale sia tro un calo negli ultimi anni (Fig. chiviazione emessi dal G.I.P pres- per l’ambito adulto sia per quello 3), ad eccezione del settore mino- so i Tribunali sono percentual- minorile. L’andamento dei decreti rile dove la tendenza è invece al- mente inferiori rispetto alla media di archiviazione evidenzia peral- l’aumento (Fig. 4).

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 157 Tab. 9 - Incidenza di diversi esiti dei procedimenti penali. Percentuale sul totale Nel Distretto di Trento risultano dei procedimenti a carico dell’Ufficio. più accentuate, rispetto al dato Periodo 1 luglio 2001 – 30 giugno 2002. nazionale, le percentuali concer- UFFICI DEL G.I.P. nenti i riti speciali e i decreti di PRESSO IL TRIBUNALE rinvio a giudizio (Tab. 9). Que- st’ultimi sono particolarmente si- Italia Trento gnificativi nell’ambito della Giusti- Decreto penale di condanna 2,7 16,7 zia minorile (a Trento il 20,4% contro il 6,7% dell’Italia) anche se Sentenza a seguito di giudizio abbreviato 0,5 0,7 un’elevata percentuale di procedi- Sentenza di applicazione della pena su 1,2 2,7 menti (circa il 38%), sia in Italia richiesta sia nel Distretto di Corte d’Appel- lo di Trento, viene esaurita in al- Sentenza di non luogo a procedere 0,4 2,1 tro modo, fra cui va sottolineata Decreto che dispone il giudizio ordinario 1,3 2,0 la sentenza di estinzione del rea- to per esito positivo della messa Fonte: elaborazione propria da Relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’Appello di Trento 2003 e da Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica alla prova.

I procedimenti che giungono al- l’attenzione degli organi giudican- Fig. 5 - Minori condannati per reato con sentenza definitiva in provincia di Trento. ti (Tribunali di 1° e 2° istanza, Tri- 16 bunale per i Minorenni, Corte d’Assise, Corte d’Appello, Sezione 14 Minorenni della Corte d’Appello,

12 Corte d’Assise di Appello) vengo- no in maggioranza esauriti con 10 una sentenza di condanna. Secon- do i dati forniti dal Ministero della 8 Giustizia per il periodo 1 luglio Numero condanne Numero 6 2001 – 30 giugno 2002, relativa- mente all’attività dei Tribunali ita- 4 liani, i casi di proscioglimento e

2 di assoluzione sono il 15,4% di tutti i procedimenti da essi esau- 0 riti. Questa percentuale sale al 1993 1995 1997 1999 2000 31% nelle sentenze emesse dai Anno Fonte: elaborazione di dati Istat Tribunali per i Minorenni, poiché quest’ultimi hanno possibilità più ampie di proscioglimento del mi- nore imputato (perdono giudizia- Fig. 6 - Minori condannati per reato con sentenza definitiva in Italia. le, non luogo a procedere, ecc). In Trentino le percentuali di sen- tenze di condanna pronunciate 5.000 dagli organi giudicanti, sulla tota- 4.500 lità dei casi a loro rimessi, risulta- 4.000 no più ridotte rispetto al quadro 3.500 nazionale e, in modo particolare, 3.000 nell’ambito della Giustizia minori- 2.500 le dove le condanne definitive per 2.000

Numero condanne Numero delitto appaiono numericamente Numero condanne Numero 1.500 molto esigue e in calo (Fig. 5). 1.000 Questo dato figura in controten- 500 denza rispetto al quadro naziona- 0 le, dove il numero dei minori con- 1993 1995 1997 1999 2000 2001 dannati con sentenza definitiva Anno appare in leggera crescita (Fig. 6). Fonte: elaborazione Ministero dell'Interno di dati Istat Analogo, seppur con toni meno accentuati, è il discorso che si

158 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino può fare per le condanne concer- nenti gli adulti. In Trentino queste Fig. 7 - Adulti condannati per reato con sentenza definitiva in provincia di Trento. sono in calo riscontrabile fino al 3.500 2000 (ultimo dato Istat disponibi- le) ed in controtendenza rispetto 3.000 alla situazione nazionale fino al 2.500 2000. Gli ultimi dati disponibili ri- guardanti l’Italia rilevano infatti 2.000 una inversione del trend di cresci- 1.500 ta, con un ritorno a livelli prossi- condanne Numero mi a quelli riscontrabili cinque an- 1.000 ni prima (Figg. 7 e 8). 500 Per quanto riguarda le pene com- minate, poco meno di 1/3 delle 0 condanne definitive per delitto 1993 1995 1997 1999 2000 (31,7% nel 2002), emesse dalla Anno giustizia italiana, e in modo pres- soché analogo dalla giustizia Fonte: elaborazione di dati Istat trentina, concerne il pagamento di una somma di denaro (multa), mentre i restanti 2/3 la perdita della libertà (pena della reclusio- Fig. 8 - Adulti condannati per reato con sentenza definitiva in Italia. ne). Le condanne definitive che 350.000 superano i tre anni di reclusione 300.000 sono circa il 4% del totale.

Questi dati, associati all’ammon- 250.000 tare dei delitti che vengono de- nunciati ogni anno, potrebbero, 200.000 ingannevolmente, far pensare che troppo poche persone finiscono condanne Numero 150.000 in carcere a seguito di reato. In 100.000 realtà, qui si tratta di condanne definitive che spesso arrivano do- 50.000 po le tre fasi giudiziarie classiche (primo grado, appello, ricorso) e 0 molti imputati, appellanti e ricor- 1993 1995 1997 1999 2000 2001 Anno renti, specie se rei di fatti di una certa gravità, già si trovano in Fonte: elaborazione Ministero dell'Interno di dati Istat stato di detenzione o comunque di restrizione della libertà (arresti domiciliari)9.

9 Gli imputati detenuti nelle carceri italiane superano, in modo abbastanza stabile nel tempo, 1/3 delle presenze complessive (http://www. giustizia.it).

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 159 Se si esamina la situazione carce- Tab. 10 - Detenuti presenti nelle Carceri del Trentino al 30 giugno 2003 suddivisi raria, sia nazionale che locale, an- per istituto. Comparazione con la capienza regolare e tollerabile. che solo da un punto di vista nu- DETENUTI merico, ci si trova di fronte ad CAPIENZA PRESENTI una realtà che è assai lontana dal- la rosea idea che le celle siano Regolare Tollerabile vuote. I 56.403 detenuti presenti Casa circondariale di Trento 100 125 145 nelle carceri italiane al 30 giugno 2003, di cui il 63,6% condannati in via definitiva e il 36,4% imputa- Casa circondariale di Rovereto 30 32 77 ti, rappresentano un dato al limite Sezione maschile della tollerabilità rispetto a strut- ture penitenziarie che ne dovreb- Casa circondariale di Rovereto 19 21 12 bero contenere, per garantire una Sezione Femminile vivibilità dignitosa, 15.000 in me- no. E sul piano del sovraffolla- Fonte: Ministero delle Giustizia - D.A.P. mento la situazione carceraria del Trentino non è certo da meno (Tab. 10 e 11) poiché, con l’unica eccezione della sezione femmini- Tab. 11 - Detenuti presenti nelle Carceri del Trentino al 30 giugno 2003 suddivisi per istituto e posizione giuridica. le del carcere di Rovereto, risulta abbondantemente sfondato quel POSIZIONE DETENUTI tetto numerico della capienza de- GIURIDICA PRESENTI finito tollerabile. Condannati Imputati Come da più parti ed in più occa- sioni sottolineato, il sovraffolla- Casa circondariale di Trento 87 58 145 mento, unito all’esistenza di strutture sorte più di un secolo fa Casa circondariale di 42 35 77 per altre funzioni, fa sì che le atti- Rovereto vità, previste dall’ordinamento al Sezione maschile fine di attivare percorsi di respon- sabilizzazione sociale del detenu- Casa circondariale di 6612 to, rimangano fortemente com- Rovereto promesse. E questa affermazione Sezione Femminile assume un particolare rilievo nel Fonte: Ministero delle Giustizia - D.A.P. Trentino per la presenza di tre fat- tori specifici. Da un lato: che riportano gli operatori del rebbe possibile migliorare mol- carcere a dover affrontare, te delle prestazioni e dei pro- • il forte impatto che droga e al- spesso con scarse risorse, la so- getti che faticosamente oggi cool producono sulla carcera- luzione di bisogni primari es- vengono proposti e solo par- zione. Al giugno 2002 il 66,4% senziali (comunicazione, alfabe- zialmente implementati. dei detenuti nelle carceri del tizzazione, igiene, sanità, Trentino (a fronte del 54,7% del- ecc.)11. La prospettata costruzione di una l’Italia) era implicato nella dro- nuova struttura carceraria a Tren- ga, o perché tossicodipendente Dall’altro: to può diventare risolutiva di al- (33,9%) o perché spacciatore cuni impellenti problemi, ma do- non tossicodipendente (26,4) o • la presenza qualificata sul terri- vrebbe divenire pure l’occasione perché alcolista (6,1)10; e torio di servizi socio-sanitari, di per aprire ad una maggiore e più associazioni di privato sociale, coordinata collaborazione fra Am- • la presenza massiccia di dete- di cooperative, di organizzazio- ministrazione penitenziaria, Enti nuti stranieri con problematiche ni di volontariato, con cui sa- locali e società civile, anche attra-

10 B. Bertelli, “La riabilitazione dei tossicodipendenti nel sistema penitenziario; riflessioni e proposte per la realtà trentina”, in AA.VV., Le tossicodipendenze in Trentino: tendenze e strategie, Documenti per la salute 14, P.A.T., Trento, 2003, pp. 89-114. 11 T. Amadei, “Il carcere fra sicurezza e rieducazione”, in B. Bertelli (a cura di), Oltre il muro, Colibrì, Trento, 1998, pp. 83-94.

160 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino verso nuove forme di regolazione chia le proporzioni sopra esposte, • commissione di reati durante la interistituzionale (protocolli, tavo- con una sensibile accentuazione misura; li di progettazione e di verifica). degli affidamenti per tossicodi- •irreperibilità del soggetto; Quest’ultima prospettiva appare pendenti e alcoldipendenti e delle congruente con riferimento a tut- semilibertà. Ciò è, in qualche mo- • altri motivi non legati alla vo- to il sistema penitenziario trenti- do, congruente con la realtà loca- lontà del soggetto (perdita lavo- no che comprende, oltre alle car- le, che è caratterizzata da una ro, ecc.). ceri, l’area dell’esecuzione penale presenza elevata di condannati In Trentino l’esito delle misure al- esterna, ossia delle misure alter- tossicodipendenti e alcoldipen- ternative alla detenzione è analo- native alla detenzione. Un’area denti, ma anche di strutture e ser- go al quadro nazionale, tenuto che ha raggiunto una consistenza vizi per il loro recupero e la loro conto che una delle misure più notevole se si pensa che nel 2002 riabilitazione sociale. Ed è pure “fragili” dal punto di vista della re- in Italia sono stati seguiti 45.224 congruente con un mercato del voca è l’affidamento in prova al soggetti in misura alternativa così lavoro che in forme libere, o par- servizio sociale per tossicodipen- distribuiti: zialmente protette (cooperative di denti, soprattutto quello conces- solidarietà sociale), permette di so dalla detenzione. Il percorso • 47,2% in regime di affidamento fornire occupazione ai condannati del tossicodipendente che è en- in prova al servizio sociale (dal- in semilibertà o in altra misura al- trato nel circuito della giustizia è la libertà e dalla detenzione nel ternativa. irto e difficoltoso perché costella- rapporto di circa 5 a 1); Le misure alternative concesse to da frequenti ricadute nel reato dal Tribunale di Sorveglianza di e nella droga. Lo si può recupera- • 28,6% in regime di detenzione Trento, sopra evidenziate, sono re con lunghi e difficili processi domiciliare (dalla libertà - assai andate aumentando nel tempo e terapeutici che richiedono anche prevalente - dal carcere e prov- riguardano ormai quasi 200 con- l’impiego di risorse materiali, visoria); dannati. Alla fine di giugno 2002, umane e professionali di elevato i Centri del Servizio sociale del spessore12. • 15,4% in affidamento in prova al Distretto della Corte d’Appello di Di fronte a questi problemi, che servizio sociale per tossicodi- Trento stavano seguendo in affi- rappresentano anche una sfida, vi pendenti e alcoldipendenti (dal- damento ordinario, in affidamen- sono ampie possibilità di azione. la libertà e dalla detenzione nel to per tossico ed alcoldipendenti In Trentino, meglio di altre realtà rapporto di circa 4 a 1); e in detenzione domiciliare un to- regionali, esistono concrete pos- tale di 230 soggetti. sibilità di proseguire verso un in- • 8,8% in regime di semilibertà L’esito delle misure alternative ap- nalzamento della qualità delle (dalla detenzione e dalla libertà pare ampiamente positivo. Solo prestazioni e del livello d’integra- nel rapporto di circa 5 a 1). una percentuale minima, che in zione di tutto il sistema dei servi- media si aggira intorno al 7% (an- zi sociali, assistenziali, sanitari, Anche in Trentino, seppur con no 2002 – Italia), viene revocata della sicurezza e della prevenzio- oscillazioni annue che, per i nu- per uno dei seguenti motivi: ne. È questa la prospettiva che meri esigui, hanno maggior peso può supportare al meglio anche la sul dato percentuale, l’andamento • andamento negativo (violazione funzione giudiziaria. delle misure alternative concesse delle prescrizioni); dal Tribunale di Sorveglianza, e seguite dal Centro di Servizio so- • nuova posizione giuridica che fa ciale per Adulti di Trento, rispec- venir meno i requisiti di legge;

12 Si veda B. Bertelli, “La riabilitazione dei tossicodipendenti nel sistema penitenziario: note dall’esperienza americana”, in Transcrime (a cura di), Quarto rapporto sulla sicurezza nel Trentino 2002, Giunta della Provincia autonoma di Trento, Trento, 2002, pp. 201-242.

Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino - 161 RIEPILOGANDO • Il periodo che va dagli anni ’90 sino ai nostri giorni è stato caratteriz- zato da rilevanti e ripetute innovazioni dell’intero sistema giudiziario, sia sul piano ordinamentale, che su quelli procedurale e organizzati- vo. A queste riforme si sono associate anche importanti leggi che hanno disciplinato in modo nuovo alcune materie di rilevanza penale. Un decennio di trasformazioni normative, talora anche contradditto- rie, che hanno messo a dura prova chi, in prima persona, è chiamato a gestire e far funzionare al meglio l’apparato giudiziario.

• Il motivo ricorrente di questo periodo storico è stato quello, da un la- to, di trovare le soluzioni per rendere più produttivo tutto l’apparato giudiziario, ossia velocizzare i tempi e smaltire gli arretrati e, dall’al- tro, di porre le garanzie per un processo giusto sul piano sostanziale e di diritto. Due esigenze non facilmente equilibrabili nel quadro della funzionalità degli organi giudiziari. Provvedimenti di depenalizzazio- ne dei reati minori, riconoscimento delle competenze penali al Giudi- ce di pace (per reati di microcriminalità), introduzione dei riti premia- li, hanno permesso di togliere carico agli organi giudicanti tradizionali per lasciare loro maggior possibilità di attuare, in fase dibattimentale, le procedure del nuovo processo.

•L’esame della produttività degli uffici giudiziari, attraverso i tassi di estinzione (procedimenti chiusi ogni anno), i tassi di ricambio (rap- porto tra i procedimenti esauriti e quelli sopravvenuti nell’anno) e la durata media dei procedimenti, ha permesso di appurare che gli uffici giudiziari del Distretto di Corte d’Appello di Trento sono, con riguardo al quadro nazionale, più efficienti pressoché su tutti i livelli delle fasi processuali e in tutto l’arco del decennio preso in esame.

• Le ragioni della maggior produttività, pur in presenza di carenze di organico, sono individuate, oltre che nell’impegno meritevole del per- sonale in servizio, nella capacità di adattamento ai cambiamenti inter- ni al sistema giustizia, in un’attenta risposta a fenomeni di devianza e di criminalità che, in Trentino, non sembrano presentare toni di parti- colare allarmismo, e nell’apertura verso la collaborazione interistitu- zionale fra sistema giustizia e sistema dei servizi.

• Uno dei punti critici dell’intero apparato giudiziario trentino è la situa- zione delle carceri, sia a Trento sia a Rovereto che pregiudica, per ra- gioni di sovraffollamento e di mancanza di spazi adeguati, gran parte dell’opera di riabilitazione sociale dei detenuti che potrebbe essere sviluppata in stretto rapporto con i servizi territoriali e la società esterna.

• In prospettiva, alla luce anche dei risultati positivi della sperimenta- zione in atto nel settore della Giustizia minorile trentina, si auspica l’ampliamento, di fatto, della mediazione penale in ambito adulto, già prevista dalla normativa riguardante le competenze del Giudice di pa- ce. Si ritiene che favorire un rapporto più diretto fra autore, vittima e apparato giudiziario, con intenti di sviluppare processi relazionali di riparazione, riconciliazione e risarcimento del danno, non significhi solo poter distogliere dai normali circuiti giudiziari molti casi, ma an- che realizzare quella giustizia di prossimità in grado di trasformare in positivo la conflittualità sociale.

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168 - Quinto rapporto sulla sicurezza nel Trentino

Finito di stampare nel mese di dicembre 2003 dalla Lineagrafica Bertelli snc - Trento ISBN 88-86602-83-9