A31 A LA VALDASTICO

(secondo Fugatti)

Completamento in territorio della Valdastico Nord

18 marzo 2013 il CIPE ha approvato il progetto preliminare del 1° lotto, con stralcio del 2 Lotto,per la mancata intesa tra lo Stato e la Provincia autonoma di ,

6 agosto 2015 il CIPE ha costituito un Comitato paritetico fra lo Stato, la Regione del Veneto e la Provincia Autonoma di Trento,

9 febbraio 2016 il Comitato Paritetico ha riconosciuto che lo scenario di interesse consiste nel corridoio d’interconnessione infrastrutturale tra la Valle dell’Astico, la Valsugana e la Valle dell’Adige, che in territorio trentino si contestualizza anche come un collegamento tra viabilità ordinarie e, segnatamente, tra la SS 47 “della Valsugana” e la SS 12 “dell’Abetone e del Brennero” ,

15 ottobre 2018 si concludono i lavori del Gruppo tecnico di coordinamento con la predisposizione di un tracciato ,autostradale fino alla Valsugana,uno svincolo presso e una bretella di collegamento con la SS 47 della Valsugana e tre corridoi territoriali alternativi (superstrada senza pedaggi) che raggiungono la SS12 e la Valle dell’Adige;

aprile 2019 la Provincia Autonoma di Trento avanza, un’ulteriore ipotesi di tracciato per il completamento dell’Autostrada A31 e l’Autostrada A22 del Brennero presso lo svincolo di Rovereto Sud.

Ottobre 2019 la Società autostradale consegna lo studio di fattibilità.

● 6 inserire figura 14 studio fattibilità relazione tecnica 01.00.001.0101

OPERE PREVISTE

COSTO VALDASTICO

USCITA A 1.283.470.000 EURO

USCITA A ROVERETO SUD 3.345.834.000 EURO

“La componente di costo complessivo di investimento per la realizzazione della presente opera, in quanto conseguenza della combinazione degli elementi di rischio che la caratterizzano, è quindi soggetta ad un livello di variabilità non ordinario.”

CANTIERI

SCAVI PREVISTI con 3 frese 12 MILIONI di metri cubi di cui ESUBERI 7,7 MILIONI

AREA STOCCAGGIO ROVERETO 235.102 mq (più di 23 ettari) possibili area Alumetal, cava Pilcante e Isola della Scala distante 80 km !

SITI DEPOSITO a Levico, Pergine, Villa Agnedo, Besenello, , , , Ala, Mori, Rovereto, Dolcè

TEMPI REALIZZAZIONE VALDASTICO SENZA IMPREVISTI

USCITA A BESENELLO 6 ANNI DI CANTIERE E 3 PER AVVIO CANTIERI

USCITA A ROVERETO SUD 12 ANNI DI CANTIERE (4.336 giorni) PIU’ (?) PER AVVIO CANTIERI

RISCHI TEMPI E COSTI REALIZZAZIONE

..sussistono rischi legati alla fase di costruzione delle gallerie che potrebbe richiedere pre- rivestimenti potenziati e rischio di bloccaggio della macchine durante il passaggio attraverso le faglie...macchine che non hanno alcun elemento di flessibilità...

..svincolo di Rovereto in un contesto detritico con possibile presenza di grossi blocchi presenta il rischio di un incremento dei costi e dei tempi..

..la galleria per la discenderia presenta il rischio di infiltrazioni delle acque in quantitativi importanti..

..cantierizzazione all’imbocco Rovereto.. la criticità più rilevante per la pianificazione è relativa alla scarsa disponibilità di aree che vedrebbe un significativo e prolungato impatto su terreni attualmente occupati da vigneti di pregio..

RISCHI TENUTA E DURATA DELL'OPERA

..rischio di deformazione del rivestimento delle gallerie dovuto allo sviluppo di spostamenti di taglio, di entità limitata ma costanti nel tempo, lungo i piani di faglia, che potrebbero impattare sulla durabilità della vita dell’infrastruttura e potrebbero quindi richiedere opere di manutenzione straordinaria con chiusure prolungate dell’infrastruttura..

..rischio di danneggiamento dei conci durante le operazioni di avanzamento. Tali danneggiamenti non comportano rischi di natura strutturale ma di durabilità dell’opera anche in relazione all’efficacia del sistema di impermeabilizzazione e relativi costi di manutenzione che dovranno essere opportunamente stimati.

RISCHI AMBIENTALI indicati dallo studio

..possibilità di depauperamento e peggioramento qualitativo delle acque sorgive...

.. rischi di carattere idrogeologico in corrispondenza dei massicci carbonatici, quali ad esempio effetti sul campo di moto delle acque sotterranee indotte dal drenaggio esercitato dal tunnel e le variazioni della qualità delle acque sotterranee, causati principalmente dall’infiltrazione di sostanze potenzialmente contaminanti..

..il rischio di interferenze del tracciato con faglie importanti, definite capaci, con particolare riferimento al sistema dello Schio-Vicenza, che è un sistema sismogenetico composito, ancora attivo, cioè in grado di generare terremoti con magnitudo importante (anche superiore a 6) con associati importanti spostamenti di taglio, oltre ad essere inoltre sede di tassi di spostamento annui costanti..

..vista la carsificazione della formazione dei Calcari Grigi interessata dagli scavi, è probabile il rinvenimento di cavità carsiche di diverse dimensioni. Tale possibilità comporta rischi di incremento dei costi e allungamento dei tempi di costruzione.

Rischi idrogeologici.

“Per le sorgenti potenzialmente impattate dagli scavi che potrebbero indurre un forte drenaggio e parziale o totale disseccamento delle sorgenti. In tal caso gli effetti riguarderebbero la disponibilità idrica per l’approvvigionamento di pubblici acquedotti e il reticolo idrico naturale con habitat connessi.

E' ragionevole prevedere la possibilità di incorrere, in corrispondenza di settori tettonizzati e/o cavità carsiche a livello del tunnel, in afflussi idrici relativamente copiosi circolanti lungo i piani di taglio delle faglie. Tali fenomeni potrebbero indurre una diminuzione, anche drastica, delle portate delle sorgenti e, conseguentemente, ridurre fortemente l’approvvigionamento idrico degli acquedotti pubblici ad esse collegati.

Non è da escludersi l’intercettazione di cavità carsiche piene d’acqua, anche alla quota della galleria. Se in fase di scavo si dovessero realizzare le condizioni di cui sopra si potrebbero verificare venute d’acqua con portate elevate con conseguente parziale svuotamento dell’acquifero. Una simile evenienza potrebbe dar luogo a notevoli difficoltà tecniche e ritardi nei lavori nonché ad importanti effetti sul regime delle portate delle sorgenti captate.”

Galleria Pedemonte Terragnolo Sono presenti numerose sorgenti utilizzate sia ad uso idropotabile che non. Le sorgenti sono situate al di sopra della quota di sviluppo della galleria, in media ad una distanza verticale superiore ai 300 m, e perciò potenzialmente impattate dagli scavi. sebbene ubicata all’esterno del buffer di 1 km in località Sega di Terragnolo, si segnala che la sorgente denominata 4169, avente portata media Qmed ≈ 224l/s,risultaarischio 224 l/s, risulta a rischio.

Galleria Terragnolo entro 1 km sono presenti 7 sorgenti utilizzate non è da escludersi l’intercettazione di cavità carsiche piene d’acqua, anche alla quota della galleria.

Galleria Moscheri sono presenti sette sorgenti , si segnalano le sorgenti 4081, 4082 e 9816 afferenti al sistema sorgentizio Spino di . Questo sistema di sorgenti viene captato ad uso idropotabile per l’alimentazione dell’acquedotto di Rovereto. Il sistema ha portate elevate (600 ≤ Q Q≤2000l/s)e 2000 l/s) e risulta potenzialmente a rischio, in quanto la galleria si sviluppa alla medesima quota delle sorgenti ed a poche centinaia di metri a valle rispetto alle stesse. la realizzazione della galleria potrebbe drenare la parte delle acque seccando il sistema e comportando grossi rischi per l’approvvigionamento idrico di Rovereto.

Galleria Rovereto

Comprese all’interno di un buffer di 1 km sono presenti otto sorgenti, si segnala che le sorgenti ubicate in prossimità di faglie (3588, 3589 e 10163), il cui sviluppo raggiunge il piano della galleria, risultano fortemente a rischio .

Discenderia

Comprese all’interno di un buffer di 1 km sono presenti tredici sorgenti utilizzate sia ad uso idropotabile che non. si segnala che le sorgenti ubicate in prossimità di faglie (4164, 4165, 4166, 8161 e 4169) il cui sviluppo raggiunge il piano della galleria, risultano fortemente a rischio.

Bypass Piazza

sono presenti sei sorgenti utilizzate sia ad uso idropotabile che non.

Bypass Valduga

Comprese all’interno di un buffer di 1 km sono presenti sei sorgenti le sorgenti risultano potenzialmente impattate dagli scavi.. non è da escludersi l’intercettazione di cavità carsiche piene d’acqua, anche alla quota della galleria.

Alterazioni del regime idrico dei corsi d’acqua superficiali potenziale aumento della portata dei corsi d’acqua in corrispondenza degli imbocchi per drenaggio delle acque sotterranee da parte delle gallerie; alterazioni del deflusso dei corsi d’acqua, in particolare del Torrente Leno di Terragnolo; alterazioni del chimismo delle acque superficiali in corrispondenza degli imbocchi per apporto di acque di drenaggio con caratteristiche chimiche e termiche differenti da quelle attuali;

In caso di corsi d’acqua alimentati da sorgenti è possibile anche un’interferenza indiretta, legata a variazioni del regime delle portate sorgentizie in conseguenza di interazioni tra opere e le acque sotterranee, con conseguente minore portata dei corsi d’acqua superficiali. Questa riduzione di portata si manifesterebbe maggiormente nei periodi di magra,

per il Torrente Leno di Vallarsa e il Lago di San Colombano, potrebbe prodursi significativi effetti: allagamento di aree subpianeggianti limitrofe al torrente ed al lago, variazioni delle dimensioni di eventuali aree umide/lacustri , allargamento delle aree a rischio esondazione poste a valle. nonché all’innalzamento del livello medio del torrente e del lago.. possibili alterazioni alla stabilità delle sponde e, conseguentemente, anche sulla stabilità generale dei versanti.

Ulteriori rischi

L’attraversamento di aree caratterizzate da scadenti caratteristiche geomeccaniche della roccia in corrispondenza di faglie, sovrascorrimenti e cavità carsiche, potrebbero determinare crolli, cedimenti e produrre copiose e improvvise venute di acqua in corrispondenza del fronte di scavo difficilmente controllabili e potenzialmente rischiose per la stabilità dell’ammasso roccioso, in particolare laddove la copertura ha spessori inferiori ai 100/150 m.

Galleria Pedemonte Terragnolo

In corrispondenza dell’imbocco è presente un tratto a bassa copertura, lungo circa 1.275 m, che si imposta dentro ai depositi di origine glaciale (SGD) all’interno dei quali si prevede corra il piano di taglio basale di una Deformazione Gravitativa Profonda denominata DGPV di Terragnolo.

In questo settore,6t potrebbero occorrere fenomeni di subsidenza o formazione di locali depressioni indotte dalle attività di scavo e, con particolare riferimento al DGPV di Terragnolo e ai detriti di frana ad esso associati, attivazione di frane in roccia e/o di materiale sciolto.

Galleria Terragnolo a ca. 120 m in direzione sud dall’asse del tracciato della galleria Terragnolo è presente il centro abitato di San Nicolò i cui edifici potrebbero risentire di alterazioni strutturali a causa della perforazione della galleria legati all’esiguo spessore della copertura

Galleria Moscheri

per 200 mt corre al di sotto del centro abitato di ad una profondità pari a ca. 160 m . In questo tratto gli edifici del centro abitato potrebbero risentire di alterazioni strutturali a causa della perforazione della galleria legati all’esiguo spessore della copertura.

Bypass Piazza l’intera galleria è caratterizzata da uno spessore della copertura inferiore a 150 m e pertanto, sulla base delle conoscenze ad oggi a disposizione e casi di studio, potrebbero occorrere fenomeni subsidenza o formazione di locali depressioni indotte dalle attività di scavo.

Bypass Valduga

è presente l’omonimo centro abitato i cui edifici potrebbero risentire di alterazioni strutturali a causa della perforazione della galleria legati all’esiguo spessore della copertura

Svincolo Terragnolo + Interconnessione a S.P.2

Questo settore è caratterizzato, secondo quanto riportato nella cartografia a disposizione, da Depositi Glaciali (SDG) e depositi Fluvioglaciali ed Alluvionali Terrazzati (PTG) e, nei settori più alti, da affioramenti sparsi di Dolomia Principale (DPR). il versante risulta caratterizzato da numerose scarpate di erosione e orli di terrazzo in precario stato di stabilità. Inoltre la quasi totalità della bretella ricade nell’area di pertinenza del DGPV di Terragnolo.

Le informazioni a disposizione relative all’assetto geologico di questo settore della valle, caratterizzato da diffusi fenomeni di dissesto del versante, indicano scadenti caratteristiche geomeccaniche della roccia e instabilità diffusa dei depositi quaternari. In tale contesto non è da escludere la possibilità che si possano innescare, sia in fase di realizzazione che di esercizio dell’opera, crolli e/o franamenti di parte del versante che possono mettere a serio rischio sia la tenuta dell’opera stessa che l’incolumità della popolazione e/o degli edifici/viabilità (S.P.2) poste a monte della bretella di interconnessione.

Le aree di cantierizzazione esse riguardano essenzialmente:

lo svincolo di Rovereto, con tre ipotesi di cantierizzazione a differente peso che prevedono una occupazione di suolo tra i 46 ettari (la più estesa) e i 13 ettari (la più blanda); le aree tecniche di pertinenza del Viadotto San Colombano (2ha circa), con lo sviluppo di una viabilità di cantiere che caratterizza il Lago di San Colombano sia in sponda destra sia in sponda sinistra per una lunghezza totale di più di 4km; le aree tecniche di pertinenza del Terragnolo per una superficie complessiva di circa 10ha, con lo sviluppo di una viabilità di cantiere pari a circa 1km e del collegamento tra lo svincolo del Terragnolo e la SP2 pari a 3,6km circa