LA SOCIETÀ UNITARIA ITALIANA TERRA D'OTRA\10

Se è vero come lo è per noi, che la libertà si difende dovunque e comunque sui campi di battaglia o sulle barricate, meritevoli dellattributo di patriota sono tutti coloro che lottarono per conquistare la libertà e tutti coloro che, sprez- zanti di qualsiasi pericolo o rischio, la difesero amandola. In ogni caso è ferma e cosciente decisione di vincere senza superbia nella lotta contro la violenza e la smodata ambizione. In questa lotta, lopera più difficile non è mai scoperta, non è teatro di compiacenza. anche se virile; è invece sempre invisibile, nascosta, sottile, con- dotta con pazienza e con rassegnato fatalismo, lontana da speranze e da calcoli. Saggezza è il nuovo costume morale che nasce dalla rivoluzione e dal progresso difendendo luna e laltro; segreto di un equilibrio miracoloso che assicura fe- condità e vita al seme dellevoluzione di una civiltà che avanza sempre anche quando pare che si arresti. Alcune carte manoscritte ed altre a stampa favoriteci dalla famiglia Salomi di , ci hanno suggerito lutilità storica di trattare della « Società Unitaria Nazionale » in Terra d con particolare riguardo alla sua azione ; un altro piccolo contributo alla doverosa opera di ricerca e di scoperta, in un certo senso, della « nostra » partecipazione al Risorgimento e al- lunità dItalia. Nel contempo è, questa, buona occasione per completare lelen- co dei Comitati che operarono da noi, associando patrioti di ogni ceto. La loro costituzione non fu simultanea, ma si sviluppò dal 1860 al 1863; gli ultimi in ordine di tempo furono quelli del . Lazione di questi, forse perchè nati solo nel 63, si rivolse prevalentemente — come vedremo — alla difesa delle conquiste insurrezionali (prima fra tutte quella del Plebiscito del 61); in seguito si adoprarono per una migliore organizzazione pubblica e per un rapido progresso sociale. Ai plebisciti in genere, ed a quelli italiani in particolare, è necessario ri- cordare che si attribuiva grande importanza considerandoli vere e proprie conquiste della rivoluzione. Tra i plebisciti italiani comunque, ci interessa ricordare quelli meridionali: del 29 Gennaio 1849, concesso da Ferdinando H e del 21 Ottobre 1860, indetto dalla dittatura di Garibaldi sulla formula cc Il popolo vuole lItalia una e indi- visibile con. Vittorio Emanuele re costituzionale e i suoi legittimi discendenti ». Di essi gioverà ricordare che, a parte il carattere agli altri plebisciti italiani per quanto riguarda il diritto interno, lo scopo perseguito fu di eeeezio-

Provincia di - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce nale portata perchè al di là dellannessione allo Stato sardo. proponevano la fusione di questo con lo Stato delle due Sicilie, dando così origine al nuovo stato italiano, ingrandito successivamente ad opera degli altri plebisciti. Fu proprio col proposito di difendere la volontà espressa dal Plebiscito del 21 ottobre 1860 e le concessioni che ne erano venute ( 1) al popolo, che era sorta a Napoli lAssociazione Unitaria Nazionale con sede in Via Toledo n. 210 Pa- lazzo Barbaia, articolata in Comitati Comunali operanti un po dappertutto nel Meridione. Sorti in Puglia fin dal 1860, questi Comitati erano organizzati in due sezioni; una di consulenza ed una di azione; il primo a nascere fu quello di Altamura (2) che si trasferì a Bari il 9 Settembre 1860, dove si trasformò in Comitato del Governo provvisorio e proclamò la caduta del Borbone, inneggian- do quindi, il 7 settembre dello stesso anno, alla liberazione dItalia ed al Re Vittorio Emanuele II quando — si noti — Garibaldi non era ancora entrato in Napoli. Le finalità e le ideologie di siffatta organizzazione patriottica, a leggerne gli statuti nonostante i 100 anni trascorsi, ancora oggi riempiono lanimo di fre- miti e di entusiasmi (3). La loro rievocazione perciò non qui facciamo, ripresentando gli originali degli atti e dei documenti del polveroso secolare archivio del Comitato di Car- pignano Salentino. del quale questa, forse, è la prima notizia pubblica. In Napoli comunque, a distanza di pochi mesi dalla sua costituzione. lAs- sociazione contava già quattrocento soci oltre a molte centinaia di soci corri- spondenti, la qualcosa già prova quanto fermo, vivo ed universale fosse il propo- sito di « voler mantenere alta la Bandiera del Plebiscito contro le basse mene de partiti avversi; i quali, sebbene scarsi di proseliti, pure, giocando di audacia, vogliono non ismettere le mali arti, che si abbia in minore abbominazione il passato, o si vada fidenti innanzi ad una incognita futura ». Il discorso programmatico non si fermava qui perchè si spingeva alla de- nuncia dei denigratori per confermare il proposito di combatterli sino in fondo.

(1) Le concessioni in un primo momento si limitarono all'allargamento delle leggi sulla stampa, alla Guardia Civica, alla Consulta di Stato, alle rappresentanze municipali; in un secondo momento, quando le agitazioni divennero rivoluzioni, si arrivò agli statuti. (2) Al Comitato di Altamura già diretto da Luigi De Laurentiis e composta da Vincenzo Rogadeo, TobaMo 'Sorgente, Vincenzo Melodia, Pasquale Chiodi, Domenico Giannuzzi e Lo- renzo Recchia, col trasferimento a Bari si erano aggiunti: Liborio Romano da Patù (Lecce) in sostituzione del Sorgente, Flaminio Valente, Ottavio Serena, Angelo Recchia, Giuseppe Favia di Francesco Saverio e Nicola Guarnieri (questi due ultimi entrambi da Bari). (3) Paolo Emilio Imbriani - Senatore, Barone Francescantonio Mazziotti - Deputato, Aba- te Vito Fornari, Marchese Michele Avitabile, Giuseppe Mauro, Giuseppe Mininni, Fortunato Miletti, Achille De Donno, Francesco Giura e Giuseppe Tazzoli, componevano- nella sede centrale la Commissione incaricata a propagare l'idea nelle province e a fare l'esame preven- tivo di ammissione.

Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce « Fra i mezzi turpissimi, di che usano — avvertiva lAssociazione — vi ha quello di un latente ed incessato lavorio nelle popolazioni delle campagne e de piccoli comuni, discreditando la emanazione del Plebiscito. E dunque su quel terreno a doverli combattere a visiera alzata e con armi potenti e generose, qua- li sono quelle della ragione applicata però a fatti di utilità pratica ed incon- testata, a cui dà vita lunità della Patria. Ondè che, se lAssociazione centrale può indirizzare i mezzi a raggiungere un sì nobile e patriottico fine, luso di questi però rimarrebbe inane, ove mancasser altri generosi i quali, stando in perenne contatto con le masse popolari, facciano ad esse intendere la voce della verità. Ed è per questo occorrevole di avere nelle province altri socii corrispon- denti, i quali facciansi gli apostoli del Plebiscito ». A giustificare la popolarità del Plebiscito non era solo il nuovo sistema di consultazione adoperato per loccasione, ma i risultati stessi del Plebiscito che manifestavano la vera volontà del popolo espressa direttamente. Gioverà ricordare che solo in Puglia si erano avuti i seguenti risultati: 1) In Capitanata (Foggia) voti favorevoli 54.256 contro 996. 2) In Terra di Bari: voti favorevoli 127.000 contro 63. 3) In Terra dOtranto (Brindisi, Lecce e Taranto) voti favorevoli 94.570 contro 929. Invito a fare parte della nobile e patriottica Associazione, in qualità di socio corrispondente, venne dunque rivolto il 24 agosto 1863 dallo stesso Presidente dellAssociazione di Napoli, Luigi Settembrini, anche al Signor Salumi Liborio di Carpignano. Il Salomi accettò linvito. manifestando i suoi sentimenti ed i suoi pro-. politi in una nobile lettera che vale la pena di riportare: « Sig. Presidente, con animo vengo a ringraziarla della partecipazione fattami con la sua gradita nota del 24 p.p. Ag. di mia proclamazione a socio corrispondente. Mi studierò a non dimenticare lalto onore. Le accludo vaglia postale per L. 5 dentrata e un semestre. Le respingo il modulo per le azioni del Giornale da me sottoscritto. Avrò cura di proporre altri soci corrispondenti. Se non che mi piace andare adagio, riguardata limportanza della bisogna ». Diversi altri sono i documenti dellArchivio Salomi che provano lattività del Comitato di Carpignano; citeremo ancora una ricevuta di versamento in c/c postale n. 9, registrato al n. 109 ed emessa il 19 aprile 1864 dallUfficio postale dí , per deposito di danaro e precisamente di lire 43 che si inviavano ai Sig. Gagliani Giovanni di Napoli, tesoriere del Giornale « LItalia » (impor- to della 5a, 6 e 7 rata, scaduta al 31 Marzo, per azioni del Giornale sottoscritte). « LItalia » era il Giornale politico fondato in forza dellart. 16 dello Sta-. tuto della stessa Associazione Unitaria Costituzionale Italiana. Finanziariamente lorganizzazione del giornale era quella di una società in partecipazione il cui capitale sociale fissato dallart. 2, del Capitolato sottoscritto

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Provincia di Lecce - Media teca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce il 13 agosto 1863 in Napoli, in L. 120.000 era diviso in 1000 azioni, ciascuna di L. 120, ed in due serie di cinquecento azioni ognuna (4). A questa prima rimessa, il Salomi ne faceva seguire altre, il che dice della forza raggiunta dal Comitato di Carpignano. Merita particolare menzione la lettera diretta dal Salomi alla Commissione di diffusione dellAssociazione Unitaria Costituzionale Italiana; è il ripetersi di una professione di patriottismo corale che alimenta lo slancio generoso dei migliori, in urto deciso, non solo con il Principe, ma anche e soprattutto con laltra parte del popolo, quella avversa, che, nonostante sia divenuta sempre più minoranza, resiste arroccata al conservatorismo per il privilegio. « Cittadini, con profonda riconoscenza ho letto la circolare, con la quale le SS. LL. invitano tutti i buoni cittadini, nel cui petto palpita unalma italiana a far parte della Associazione Unitaria Costituzionale. Lalto onore che mi largisce, allimmenso affetto risponde che per questa gloriosissima terra in cuore mi arde. Saperla Libera ed Una, mirarla trionfante dalle uggiose ed esiziali ubbie de dottrinari e dalle strane e sovversive utopie de moderni Catilina camuffati nel consolare paludamento di Fabrizio e di Cincinnato; vederla trascinar nel fango lingorda Lupa " che dopo il pasto ha più fame che pria " ed incedere difilata per porsi allo schermo del trono Sabaudo, solo posto di sicurezza e di gloria pe rigenerati nipoti del Vespro, di Legnano e di Gavinana. è tale gioia da non potersi esprimere con la plastica delle parole. Sì, cittadini, con orgoglio accetto un tanto onore: — umile ed ignorato israelita vo portare anchio la mia pietra per la ricostruzione di un tempio di gloria alla dilettissima patria mia — sostanze e vita. tutto alla patria sia sacro. Gradiscano intanto, o cittadini, le assicurazioni sincere della mia ricono- scente stima e devozione ». LAssociazione aveva visto giusto fin dal suo nascere; lo si rileva ancora oggi, a distanza di 100 anni, rileggendo il programma a stampa che nella pre- messa agli articoli dello statuto, non esitava a denunziare come primo elemento avverso alla causa della libertà dellUnità dItalia, che è la causa della libertà e della civiltà, lopera dei partiti (5) non « drizzata ad un medesimo fine. Im-

(4) La prima serie è già rappresentata dai segnatari del foglio delle suddette condizioni di maggio 1863; le 500 azioni della seconda serie saranno rappresentate da quei componenti l'Associazione Unitaria, che vorranno far parte della Società del Giornale, acquistando delle azioni. (5) I diversi partiti contro la cui opera disgregatrice è diretta l'azione della nostra Asso- ciazione, possono identificarsi in due ; il partito borbonico ed il partito murattiano. Il partito borbonico, nutrito di speranze, sostenuto moralmente ed aiutato materialmente da quanti sono legittimisti in tutta Europa ha per sé tutti coloro che per interessi personali .o comuni, per pregiudizi politici o religiosi, per procacciata ignoranza o per congenita barba

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce perocchè gli uni di essi sono animati dalla speranza di un ritorno possibile ad un passato barbaro e vergognoso ; gli altri, e questi sono il minor numero, dalla speranza di sostituire al presente un nuovo ordine di cose né voluto dal paese né desiderabile, il quale ci getterebbe in mortali agitazioni, e ci esporrebbe a rovine parte prevedibili, parte fuori di ogni previsione, per porci nelle mani di uno straniero a fin di soddisfare allambizione di un solo e alle passioni di pochi ». Ai partiti nemici dellunità, veniva accomunato il Clero per il quale le parole di condanna non erano meno roventi di quelle rivolte contro i partiti. « E come una pianta parassita che getta per tutto le sue radici, una casta nemica ed estranea alla società, che rabbiosa di governarla, non può vivere che della morte di quella, né può dominare senza lignoranza e la barbarie; e se ora mostrasi più tenero de Borboni che di altri, egli è perchè prevede e sa per esperienza che più intero il suo trionfo con quella dinastia che sulle medesime sue basi dellignoranza e della barbarie si può solo fondare ». Alle forze del Clero -- continuava a rivolgersi la sferza mentre tuonava lammonimento motivato contro i pericoli a cui ci si poteva esporre, commet- tendo lerrore di sottovalutare lopposizione, ritenendola impotente o facilmente pieghevole. « Di che pieghevolezza esso sia -- avvertivano i proclami — i fatti dogni maniera lo dimostrano ; e quanto alla sua efficacia basterà ricordare che esso solo (il Clero) finora ha avuto nelle mani quasi tutta listruzione e tutta leducazione del popolo, il quale ha appunto educato, come a lui meglio si con- veniva, allignoranza, a pregiudizi, alla superstizione. Il perchè è chiaro che gli debba riuscire agevole il farlo perseverare in quella medesima via per la

ria di animo, sognano il ripristinamento di una dinastia la cui caduta è stata il trionfo della civiltà. Il partito murattiano, invece, nel documento, dopo la dichiarazione che non esiste « pro- priamente fra noi » era così tratteggiato : « Con la fine del governo francese fu spenta ogni ricordanza della sua breve durata in un paese avvezzo a vederne frequentemente di nuovi e a dimenticarli facilmente tutti. Né sarebbe possibile di suscitarlo oggi perchè quella dinastia è la diretta negazione dei due prin- cipi informatori del presente rivolgimento italiano, la nazionalità cioè e con la nazionalità la libertà, a cui i primi esempi e le nuove esperienze non permettono dì nulla sperare da quella. Se non che, nonostante queste cose, non mancano coloro che, da qualche tempo, cercano di procacciare proseliti a un partito che ne' tempi della più sicura tirannide borbonica non ne avea. Sostenuti da colui che ha solo interesse di farlo trionfare, e lusingati di stolide pro- messe, procacciano seguaci fra coloro che non vedendo possibile il ritorno dei borboni o poco sperandone, non sanno levarsi con la mente al concetto dell'Unità Italiana ; fra coloro che per giudizi la credono o per malignità vogliono farla credere impossibile; fra coloro da ulti- mo che avendo dell'unità concepito false o esagerate speranze pe' loro privati fini, si pensano di poterli per altre vie e con altri uomini più facilmente conseguire a. Questi due partiti, si avvertiva, pur non avendo alcunchè in comune, si erano ora stretti con una tregua passeggera nel comune scopo di combattere a forze unite, con maggiore spe- ranza di successo, contro i difensori del Plebiscito.

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce quale lo ha da prima indirizzato, o il richiamarlo quando mostri di allonta- narsene. Ed a questopera appunto con raddoppiata energia ora si è rimesso, aiutato come è dagli altri partiti, attori principali ciascuno e allo stesso tempo ausi- liarii luno dellaltro contro di noi ». I conservatori contro i quali lUnità conduceva le sue ultime azioni erano dunque i partiti ed il clero che ne primi tempi della rivoluzione « si tacquero, quando non fecero le viste di consentire, spaventati come essi furono dalla gran- dezza del movimento, atterriti per lunanimità dellopinione, incerti delle loro sorti. Ma poichè per le improvvide indulgenze furono rassicurati, ecco rifatti di ardire quasi apertamente ci sfidano, procacciando di staccar lopinione pubblica dalla nostra causa ». Quali i mezzi migliori per la lotta? Aspettare che il male diventasse incurabile e vedere se il tempo bastasse da se solo a guarirlo? Ovvero confidare nellazione del Governo e restare inoperosi? Questultima via che poteva parere a prima vista la sola pìù efficace « è respinta perchè considerata insufficiente ed anche perchè scopo dellAssocia- zione non è solo quello di contrastare il passo ai nemici (Partiti e Clero), bensì quello di dimostrare che è tutto il paese concorde a non volere il trionfo di quelli e ancora che è tutto il paese che difende gli animi dalle insidie di coloro che porterebbero Napoli nella posizione di chi sembri sopportare, più che vo- lere, la civiltà, ovvero di chi tutto aspetti dalla sola azione del Governo senza propria iniziativa quasi non trovi la forza di palesare quel che vuole, ovvero che, piuttosto di volere, tolleri quel che altri gli impone ». LAssociazione quindi provava che era interprete della maggioranza del paese e della parte intelligente di esso, per il quale con la cospirazione ancora perseguiva lintera unificazione dItalia con la dinastia dei Savoia e la completa attuazione della libertà costituzionale. Era lobiettivo più coraggioso e più realistico al quale si potesse mirare nel Momento. Si stroncava così ogni tentativo di separazione dimostrando che gli italiani, e solo essi, erano i veri autori delle sorti del loro Paese, smentendo chi avesse evoluto far credere che lUnità non era desiderata da tutte le provincie. Per quanto riguarda la lotta ai partiti reazionari ed al clero, ancora, la tat- tica dellAssociazione era quella di attirare dalla sua parte i capi più influenti e di maggior seguito nel popolo ai quali sarebbe stato se non facile almeno possibile illuminare, consigliare, strappare alla secolare superstizione e facilitare in ogni modo, con listruzione, il popolo stesso. Molto opportunamente non si dimenticarono gli studenti, forza determinante della pubblica opinione. che « per natura potrebbero divagare o dare in pericolosi eccessi e in lu singhiere esa- gerazioni ». Era questo un lavoro preparatorio alle elezioni che, sorvegliate, gli Asso-

Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce ciati speravano di indirizzare secondo convenienza nazionale anzichè secondo convenienza di partito. Per meglio raggiungere tutti i fini sin qui esposti poi, a Napoli veniva data vita — come abbiamo detto — ad un giornale filogovernativo, indipendente nel senso che la sua azione dal Governo dovesse incontrarsi solo per lidentità dello scopo e per lunità del sistema, per meglio assicurare il regolare svolgi- mento delle istituzioni e delle idee. La fierezza dei propositi, nonostante la moderazione del sistema di lotta, lAssociazione affidava alle ultime dichiarazioni della premessa al suo statuto che così suonavano per i nemici ai quali erano rivolte con indirizzo particolare: « se e ci lasciano un tratto seguire tranquillamente la nostra via, noi sapremo disprezzarli; ma se ancora osano dimpedirci il cammino, con raddoppiata ener- gia contro di essi ci adopereremo; e quando il bisogno venisse, sapremmo in tutti i modi mostrare per quali vie il sistema della moderazione sa volersi attua- re. Neppure allora non affideremo al solo Governo la difesa di noi stessi e de nostri principii, né lo lasceremo solo assaltar linimico. Acciocché gli stranieri e i venduti agli stranieri, e i nostri, peggiori di ogni straniero, non dicano che un Governo imposto con la violenza per la violenza si mantiene, e con la forza reprime le aspirazioni volontarie del paese, faremo che il paese stesso si mostri a difendere se medesimo e i suoi diritti, a spegnere, ad atterrire, a ridurre gli avversari allimpotenza; e poichè altri dallindulgenza ha preso ragione di spe- rare, faremo che per la nostra severità disperi. Le estreme pruove son talora a popoli necessari, e quel che le nostre parole non hanno ancora a molti persuaso, sarà mostrato dai nostri atti. In altre occasioni abbiam lasciato il Governo com- batter solo, imperocchè il paese se non era con coloro contro di cui lazione del Governo si rivolgea, era però con la loro idea ». Sin qui la storia del Comitato locale dellAssociazione Unitaria Costituzio nale a Carpignano Salentino, storia che ci ha dato la buona occasione di ricor- dare gli scopi statutari, le argomentazioni, i contrasti e le lotte che impegnarono lAssociazione. Completiamo largomento con il ricordo degli altri Comitati che in Terra dOtranto operarono attivamente, contribuendo a formare con lunità la più luminosa fra le nostre tradizioni di civiltà e di nazionalità. A Parabita il 5 novembre 1863, benemeriti cittadini davano vita allAsso- ciazione, forte di ben 1.04 componenti; lo statuto, avvertiva « Il Cittadino lecce- se » nei suo n. 42 del 12 dicembre 1863, è sul tipo di quella in Napoli da illu- stri e benemeriti cittadini modificata solo perchè fosse adatta alla nostra località e posizione. « La sua bandiera è la Patria, lo stemma è la Croce Sabauda. Scopi saranno: listruzione delle masse sui doveri del cittadino libero, affe- zionare lo stesso alle libere istituzioni dello Stato ed al Sovrano che per redi- merli ha messo a repentaglio Corona e vita ed ha fatto suoi i dolori di tutti gli italiani ». Vice Segretario Saverio Ferrari. Sottoscrittori: Raffaele Elia, Raf-

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce faele Caggiula Prete, Vincenzo Cataldi Sacerdote, Filippo Montuori, Cosimo Gatto, Gaetano Cartucci, Ruggero Provenzano, Saverio Ferrari, Raffaele Cataldí, Giuseppe Ferrari fu Vincenzo, Giovanni Ferrari fu Francesco, Gregorio Proven- zano, Luigi iCaggiula Sacerdote, Vincenzo Macrì, Luigi Russo Sacerdote. E sempre « Il Cittadino leccese », che il 19 Marzo 1864, nel n. 2 dellanno IV dà notizia della costituzione dellAssociazione a Lecce. Il periodico politico- letterario, nel pubblicare il programma e lo statuto, riporta il discorso inaugu- rale del Duca Sigismondo Castromediano, Presidente dellAssociazione. Sottoscrittori dellatto costitutivo a Lecce : Barletti Giuseppe, Barlettí Gae- tano, Barletti Nicola, Buja Antonio, Bruni Alessandro, Bernardini Oronzo, Con- te Domenico, Corallo Domenico, Castromediano Sigismondo, De Matteis Raffae- le, DArpe Achille, DArpe Errico, DArpe Carlo, De Donno Alessandro, De Lu- crezi Achille, Forleo Bonaventura, Forleo Alessandro, Gallucci Fortunato, Greco Sacerdote Gabriele, Grande Vincenzo, Grande Salvatore, Granafei Giuseppe, Gui- dotti Errico, Lupinacci Errico, Lupinacci Michele, Leggieri Luigi, Marzullo Pao- lo, Massa Cesare, Mancarella Benedetto, Migliardi Onofrio, Micali Donato, Mar- tini Tommaso, Madaro Gaetano, Molines Filantropo, Nitti Eduardo, Paladini Angelantonio, Paladini Cesare, Paladini Ignazio, Paladini Marco, Piccioli Oron- zo, Palmieri Gaetano, Pizzolante Vitantonio, Piccini Maestro, Panzera Antonio, Parodi Pietro, Pranzo Francesco, Pontari Salvatore, Rossi Beniamino, Sambiasi Luigi, Scarambone Augusto, Stampacchia Vito, ,Stampacchia Leonardo. Stampac- chia Giuseppe, Stampacchia Gioacchino, Staiani Giuseppe, Schipa Giuseppe, Tuzzo Leone, Tuzzo Giacomo, Zaccaria Francesco. A parte i mezzi atti al compimento degli scopi particolari indicati dallo statuto, lAssociazione leccese ribadisce chiaramente il proposito di fondo che « non può essere che uno, ed è il già formulato nel solenne Plebiscito del 21 ottobre 1860. LItalia, libera, una, indipendente sotto lo scettro costituzionale di Re Vittorio ,Emanuele, e suoi discendenti ». Ricordiamo a questo punto la particolare vitalità dimostrata dal Comitato leccese, che in nome della libertà e del buon esercizio dei diritti cittadini, spin- se il suo spirito di iniziativa in politica interna, fino ad occuparsi e ad agitare i più disparati problemi: dalla creazione di unAssociazione Agrofila in Terra dOtranto (riportata dal « Cittadino leccese » nel suo n. 6 della. IV del 16 aprile 1864) al problema delle alleanze italiane (trattate da Cesare Paladini, V. Presidente del Comitato leccese, nel suo discorso del 1° Giugno 1864, ripor- tato nel testo integrale, sempre dal « Cittadino leccese » n. 14 dell11-6-1863) e, infine, alla costruzione del tronco ferroviario Brindisi,Lecce. Il problema impostato dallAssociazione Agrofila, ancora oggi insoluto, ri- guardava lirrigazione dei terreni che avrebbe trasformato la nostra agricoltura e con essa lintera regione. Nel proposito dellAssociazione, a dirla col «Citta- dino leccese » del 16 aprile 1864, bastava che « si ponessero a profitto le acque che già esistono nella nostra Provincia, senza sobbarcarsi a più arditi tentativi ». Sarebbe bastato che quelle acque fossero attinte da piccole e medie pro-

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce fondità non coi i mezzi adamitici fino ad allora adoperati, ma almeno con quelle macchine perfezionate dalla scienza, da essere ormai alla portata di ogni coltura e di ogni fortuna. Lattuazione rivolta al problema della ferrovia portò invece lAssociazione leccese a deliberare in data 21 luglio 1864, il seguente ordine del giorno: « LAssociazione, credendo conveniente di prendere interesse nella questione della ferrovia, che dovrebbe muovere da Brindisi per Lecce, delibera farsi peti- zione al Governo, perchè la ferrovia giunga e presto, non solo a Lecce, ma anche ad Otranto; e nello stesso tempo, perchè la stazione sia stabilita presso il Casino di , purchè tal punto non sia in opposizione della convenienza tecnica, nonchè della convenienza generale della ferrovia in rapporto agli altri paesi ». Ai fondatori del Comitato leccese, comunque, presto si affiancarono molti altri, richiamati forse dal desiderio di contribuire alla vittoria della lotta rivolta nella sua ultima fase al progresso civile. Il « Cittadino leccese » nel suo n. 76 del 15-6-1864 riportava una lunga lista di nuovi soci a firma dei segretario C. Massa. Ed ecco infine lordine del giorno votato allunanimità dal « nostro » Comi- tato nella sua tornata ai primi di luglio del 1864. « Generale! LAssociazione Unitaria Costituzionale di Lecce, in Terra dOtranto, si af- fretta a darvi il benvenuto in queste meridionali provincie. ed in ciò fare essa è cosciente, più che di far mostra di vano ossequio di forma, di ottemperare ad un sentimento di gratitudine e di amore profondo verso il Grande italiano che, or sono quattro anni, recava a queste contrade contristate da secolare tirannide, il crisma della Libertà, facendole risorgere a nuova vita di civil progresso dalla barbarie in cui giaceano. E voi. siam certi, o Generale. accoglierete amorevolmente questa semplice espressione di affetto, nonchè lardente augurio che laccompagna pel completo ricupero della vostra salute sì preziosa per lItalia ; affinchè, non appena soprav- vengono i tempi maturi, possa il vostro invincibile braccio dar di piglio novel- lamente a quella spada che fe scrollare il trono dei tiranni nostri e vinte le supreme battaglie, si possa alla per fine salutar con voi dal Campidoglio, e dalla Piazzetta di S. Marco su cui sventolerà il vessillo ove sta scritto Italia e Vittorio Emanuele, Falba foriera della integrale ricostituzione della nostra Patria diletta ».

MARIO MOSCARDINO

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