LA GRANDE SCOMMESSA Nella pagina accanto, Elisabetta Sgarbi e Umberto Eco nella sede della Nave di Teseo. EDITORI CHE LASCIANO IL SEGNO - 2

BREVE MA VERIDICA STORIA DI COME SI ARRIVÒ A FONDARE LA NAVE DI TESEO PERCHE ` NASCE UN EDITORE CIÒ CHE ACCADDE QUANDO RCS DECISE DI VENDERE (E GLI ALTRI SUOI MARCHI) A MONDADORI

di ELISABETTA SGARBI in collaborazione con EUGENIO LIO

a nave di Teseo nasce, ancora ignara del una manifestazione di interesse non vincolante suo nome e del suo destino, il 21 feb- per l’acquisizione dell’intera partecipazione de- braio 2015, all’indomani dell’annun- tenuta dalla società in Rcs Libri, pari al 99,99% cio della trattativa in esclusiva tra del capitale. Anche il ministro per i Beni cultura- RCS MediaGroup e Mondadori per li Dario Franceschini giovedì si è chiesto “come la vendita delle case editrici della RCS Libri, funzionerebbero le cose in un Paese con un’unica Ltrattativa che si avvia con due ipoteche decisive azienda che controlla la metà del mercato, con che segneranno il corso di questa storia: vendita l’altra metà frammentata in piccole e piccolissime in blocco di tutte le case editrici, e trattativa in case editrici”. Noi autori della casa editrice Bom- esclusiva con Mondadori. Il 21 febbraio apparve piani (insieme ad alcuni amici che pubblicano sulla prima pagina del l’ap- presso altri editori, intellettuali e artisti) manife- pello all’Antitrust di Umberto Eco, firmato da stiamo la nostra preoccupazione per il ventilato alcuni scrittori, della casa editrice Bompiani e acquisto della Rcs Libri (che comprende le case non, e conviene riportarlo per intero, perché que- editrici Adelphi, Archinto, Bompiani, Fabbri, Riz- sto appello sarà, anch’esso, decisivo per aprire il zoli, Bur, Lizard, Marsilio, Sonzogno) da parte cosiddetto “Caso Bompiani”; e incise sulle nostre della Mondadori. Pur rispettando l’attività edito- scelte future. riale della casa acquirente ci rendiamo conto che «Pubblichiamo un appello promosso da alcuni questa fusione darebbe vita a un colosso editoria- scrittori del marchio Bompiani e sottoscritto da le che non avrebbe pari in tutta Europa perché altri autori di case editrici diverse. Mercoledì scor- dominerebbe il mercato del libro in Italia per il so Mondadori ha sottoposto a Rcs MediaGroup 40%. Un colosso del genere avrebbe enorme po-

34 �P reText tere contrattuale nei confronti degli autori, domi- Michela Marzano, Laura Morante, Carmen Mo- nerebbe le librerie, ucciderebbe a poco a poco le ravia, Edoardo Nesi, Aldo Nove, Nuccio Ordine, piccole case editrici e (risultato marginale ma non Roberto Peregalli, Sergio Claudio Perroni, Aurelio del tutto trascurabile) renderebbe ridicolmente Picca, Thomas Piketty, Lidia Ravera, Antonio prevedibili quelle competizioni che si chiamano Scurati, Amina Sboui, Toni Servillo, Simona Spa- premi letterari. Non è un caso che condividano la raco, Susanna Tamaro, Chiara Valerio, Giorgio nostra preoccupazione autori di altre case: questo Van Straten, Sandro Veronesi, Drenka Willen». paventato evento rappresenterebbe una minaccia Io, Mario Andreose ed Eugenio Lio non potevamo anche per loro e, a lungo andare, per la libertà di firmare l’appello, lavorando dentro la casa editri- espressione. Non ci resta che confidare nell’An- ce oggetto della vendita e, sino alla tarda sera del titrust. 20, rimanemmo nella mia abitazione di Milano a Gli autori: Roberto Andò, Nanni Balestrini, Sergio ricevere telefonate degli autori, di Umberto Eco, Bambarén, Franco Battiato, Tahar Ben Jelloun, de la Repubblica, del Corriere della Sera. Ginevra Bompiani, Pietrangelo Buttafuoco, Ros- Ognuno di questi attori era animato dai più diver- sana Campo, Furio Colombo, Mauro Covacich, si sentimenti: c’erano autori convinti della batta- Michael Cunningham, Andrea De Carlo, Roberta glia da intraprendere, orgogliosi di essere chiama- De Falco, Paolo Di Stefano, Luca Doninelli, Mau- ti alle armi da Umberto Eco; c’erano intellettuali rizio Ferraris, Mario Fortunato, Fausta Garavini, timorosi di dire no a Eco ma anche di dire no alla Enrico Ghezzi, Paolo Giordano, Giulio Giorello, Mondadori; e autori che non avevano alcun desi- Hanif Kureishi, Raffaele La Capria, Silvana La derio di prendere posizione, preferendo rimanere Spina, Lia Levi, Dacia Maraini, Mario Martone, in attesa degli eventi. Il responsabile delle pagine

EDITORI CHE LASCIANO IL SEGNO - 2 PreText � 35 � EDITORI CHE LASCIANO IL SEGNO - 2 culturali de la Repubblica aveva fiutato che l’ap- della complessa trattativa Mondadori-RCS. pello di Eco sarebbe uscito sul Corriere, e riven- L’incontro avvenne in una tarda mattinata di apri- dicava con veemenza uno ius primae noctis, data le, presso il bar dell’hotel Diana di Milano. Il di- la storica collaborazione a la Repubblica dello scorso fu più o meno il seguente: «Caro Ernesto, scrittore alessandrino. immagina che la Bompiani sia un corpo di ballo Umberto ci aggiornava sul numero degli arruola- prestigioso, che viene chiamato al Bolshoi, il ti e ci chiedeva i numeri di questo o di quello, o Gruppo Mondadori. E immagina che questo corpo di chiamare noi questo o quell’autore. Infine il di ballo, prima della prima, perda i suoi migliori Corriere ci rassicurava, certo dell’impatto della ballerini. Come si fa? Bisogna cercare di non far- iniziativa (non a torto, perché quell’appello fu ri- li andare via». Mauri mi ascoltava con interesse e preso immediatamente in Francia e Stati Uniti). continuai con la proposta che avevamo elaborato: Il mattino successivo l’appello era sulla prima «La Bompiani viene ritagliata dal gruppo delle pagina (anche la Repubblica uscì, riuscendo a non case editrici RCS – nella RCS Libri la casa editri- bucare la notizia, con le informazioni raccolte), e ce fondata da Valentino Bompiani nel 1929 non ci ritrovammo – io, Mario, Eugenio – in una riu- era una società ma un cosiddetto ramo di azienda nione con i vertici della RCS Libri, riunione già –. La Mondadori vi parteciperebbe al 49%, Um- in calendario e che nulla aveva a che fare con berto Eco e un azionista non ostile alla Mondado- quanto apparso sul Corriere. ri e non un editore, Francesco Micheli, avrebbero Fu la prima sensazione che la battaglia sarebbe il 51%. E la Bompiani rimarrebbe nel perimetro stata molto difficile. Nessuno fece parola dell’ap- commerciale della Mondadori». pello. Regnava il silenzio, come se, a firmarlo, La proposta mi pareva conveniente per entrambi, non fossero autori importanti della casa editrice e per diverse ragioni: la Bompiani avrebbe man- Bompiani che io e loro – nello specifico ruolo di tenuto la propria integrità, si sarebbe probabilmen- amministratori del gruppo che includeva la Bom- te avvantaggiata di una certa autonomia; la Mon- piani – rappresentavamo, ma un gruppo di letto- dadori avrebbe mantenuto una “proprietà” sulla ri anonimi. casa editrice: di diritto (una quota di maggioranza La riunione si svolse come se nulla fosse accadu- relativa al momento e una opzione in caso di ces- to, e solo al termine chiesi, con una certa sfronta- sione di quota da parte degli altri azionisti) e di tezza, se avessero letto l’appello di Eco. Mi venne fatto (tenendo le redini commerciali della “nuova” risposto laconicamente, con metodo tipicamente compagine). E questo avrebbe, forse, indotto l’An- aziendale, che sì, era stato letto. Iniziò così, lo titrust a maggiore clemenza. Dunque, nonostante ripeto, con questa lettera di Eco, il “Caso Bom- quanto spesso riportato, Umberto Eco, pur di ri- piani” e iniziò qui, con coerenza, il cammino, manere con la Bompiani e i suoi editori, era di- ancora del tutto nebuloso, della Nave di Teseo. sponibile a divenire socio della Mondadori e del- Il secondo momento cruciale dell’affaire Bompia- la sua proprietà, a patto che la Mondadori non ni fu il mio incontro con Ernesto Mauri, Ammini- avesse la maggioranza assoluta. Ci lasciammo, stratore delegato della Mondadori e responsabile ripromettendoci di aggiornarci reciprocamente, di

36 �P reText DOVE TUTTO COMINCIÒ Qui sotto, gennaio 2016: inaugurazione della sede di Via Jacini, 6; da sinistra, Jean-Claude Fasquelle, Elisabetta Sgarbi, Nicky Fasquelle, Sergio Claudio Perroni, Mario Andreose e Luca Garavoglia.

compiere ciascuno tato alla Bompiani i propri passi e per- due anni prima, e sino di annunciare rilanciato: Svetla- una operazione così na Aleksievič; ac- audace, ed estetica- colgo la notizia mente così elegante, con gioia, ma ci alla successiva Fie- volle poco a cam- ra di Francoforte. biare umore. Ri- I passi furono innu- cordo una conver- merevoli, ma più di sazione con il allontanamento, in direttore marke- realtà, che non di ting proprio quel avvicinamento reci- giorno, in cui chie- proco. Si arrivò a devo una pubblici- settembre. La Mon- tà in prima pagina dadori fece arrivare, per annunciare un tramite Francesco Micheli, una proposta: la Mon- evento importante, e in cui mi venne risposto che dadori avrebbe mantenuto il 51%, la maggioranza non era possibile perché dovevamo ridurre le assoluta dunque, Eco e Micheli in minoranza. spese per la finalizzazione dell’accordo con la Sapevo che questa proposta non sarebbe stata ac- Mondadori entro parametri accettabili dalla so- colta, ma tentai lo stesso: da Umberto arrivò un cietà acquirente. L’attenzione del gruppo edito- secco no: «Va bene tutto – disse – ma finanziare riale sembrava talmente rivolta alla vendita, che la Mondadori, no». A questo punto La nave di neppure un Nobel riusciva a distoglierla. Teseo cessò di essere una ipotesi della irrealtà e Alla Fiera del Libro di Francoforte non si parla- iniziò a concretizzarsi. va d’altro, ma nelle case editrici della RCS ser- Intanto, dopo diversi rinvii, domenica 4 ottobre peggiava un certo scoramento, visibile già dallo 2015, arriva l’ufficialità: «A seguito della relativa stand, enormemente più dimesso di quello della delibera unanime del Consiglio di Amministrazio- Mondadori acquirente. ne di RCS MediaGroup, riunitosi ieri sotto la pre- Venni invitata da Marina Berlusconi, ad Arcore, sidenza di Maurizio Costa, l’Amministratore De- per parlare del “Caso Bompiani”, pochi giorni legato Pietro Scott Jovane ha proceduto alla firma dopo il Nobel alla scrittrice russa, e le consegnai del contratto per la cessione dell’intera partecipa- una copia rivestita dalla prestigiosa fascetta. Ven- zione detenuta in RCS Libri S.p.A. ad Arnoldo ni accolta con cortesia da Marina e da suo padre, Mondadori Editore S.p.A.». Non restava che spe- ma non potei che ribadire la posizione degli au- rare nell’Antitrust, per dirla con Eco. tori di cui, ormai, ero la portavoce. Loro mi in- L’8 ottobre il premio Nobel per la Letteratura ven- vitarono a ripensarci, garantendomi la massima ne assegnato a un’autrice russa che avevamo por- autonomia. Io ribadii che non avevo mai dubita-

EDITORI CHE LASCIANO IL SEGNO - 2 PreText � 37 � EDITORI CHE LASCIANO IL SEGNO - 2 to che la Mondadori lasciasse autonomia e liber- editrice. Con la regia di Piergaetano Marchetti, tà agli autori e agli editori (ci mancherebbe), ma dovevamo creare un equilibrio, non semplice. che era una questione più complessa, legata a una Umberto Eco e Jean-Claude Fasquelle (leggen- quota di mercato enormemente superiore a qual- dario editore francese, già proprietario della Gras- siasi altro analogo nel mondo culturale europeo; set & Fasquelle, editore francese di Umberto, che questa posizione dominante non era gradita oltre che di García Márquez, tra innumerevoli ad autori centrali del catalogo della casa editrice, altri) avrebbero avuto la maggioranza. Un gruppo con cui ero cresciuta, che avevo sostenuto e se- di imprenditori, con capofila Luca Garavoglia, guito per tanti anni; e non era gradita a me, per avrebbero sostenuto la casa editrice in una situa- quello che poteva contare; e che, scommettevo, zione di presenza non invadente ma rigorosa, non sarebbe stata consentita dall’Antitrust. Ci orgogliosi di partecipare: Luca Garavoglia, ap- salutammo con cordialità, ma io ed Eugenio punto, Guido Brera (nella doppia veste di autore uscimmo da Arcore convinti che non ci sarebbe e imprenditore), Andrea Pignataro, la famiglia stato più nulla da fare. Pontecorvo, Piergaetano Marchetti. Era metà ottobre. Ci fu un’ultima coda, un tenta- Ad essi, in forma simbolica, nella compagine im- tivo estremo che Ernesto Mauri, invitandomi nel- maginata da Umberto Eco, alcuni editori e autori: la sua casa di Corso Venezia, mi illustrò. Era or- Sandro Veronesi, Edoardo Nesi, Sergio Claudio mai chiaro che saremmo usciti e Mauri mi Perroni, Furio Colombo, Mario Andreose, Euge- propose di fare entrare la Mondadori nella nuova nio Lio e me. Questi ultimi con un investimento realtà editoriale, una quota di minoranza, e che io minimo in termini finanziari, ma con una solida avrei mantenuto una presenza alla Bompiani, ol- rappresentanza nel consiglio di amministrazione. tre alla Direzione della nuova realtà. Ne avrebbe E si compose dunque il Consiglio di Amministra- parlato con la proprietà. Mi chiese cosa ne pen- zione: Umberto Eco, che aveva diritto a due posti, savo, risposi che era una proposta ardita, mi pa- scelse accanto a sé Furio Colombo (compagno, reva complessa, forse impossibile, ma ne avrei disse, di molti inizi di avventure), Jean-Claude e parlato a Eco, agli altri autori e a Mario Andreose. Nicky Fasquelle, un rappresentante degli impren- Ultimo atto, il più difficile e doloroso. Il 3 novem- ditori (individuato nel giovane Michele Pontecor- bre 2015. Mia madre stava morendo, e mentre vo), un rappresentante degli autori (individuato in accadeva, fuori dalla porta della sua camera di Edoardo Nesi), io in quanto Direttore generale, ospedale di Ferrara, vibrò il mio telefono, era Mario Andreose, indicato da Umberto come Pre- Mauri. Non risposi, ovviamente. Lo richiamai il sidente, Piergaetano Marchetti come regista e giorno successivo. Lui mi disse che la proprietà arbiter elegantiae, in qualità di vicepresidente con non aveva avallato quella sua ultima proposta, che la delega al rapporto con gli azionisti. dunque decadeva. Si incrociarono due adii, nelle Corremmo molto, in quei giorni. Gli azionisti stesse ore, a mia madre e alla casa editrice dove chiedevano dei business plan molto complessi, avevo lavorato per molti anni. pluriennali, con previsioni di spese mese per me- Ora, comunque, si trattava di costruire la casa se, anno per anno, flussi di cassa, che non erava-

38 �P reText mo abituati a preparare in prima persona. Dove- no a valanga ulteriori polemiche, paradossali vamo immaginare cosa servisse a una casa nella loro contemporaneità: con le cooperative e editrice che inizia da zero, per esistere. Furono con Marina Berlusconi. notti insonni, di traffici casalinghi, di Excel, te- Francesco Merlo riportò nel suo pezzo, attribuen- lefonate, accensioni improvvise, nervosismi e dola a me, una frase secondo cui tra me e Marina fogli, tanti fogli, stampati e ristampati continua- Berlusconi ci fosse una «incompatibilità antropo- mente, uniti dallo scotch per permettere una se- logica», espressione che suscitò risposte piccate quenza più visibile dei mesi. dalla Mondadori. In realtà, la frase uscì dalla boc- C’era qualcosa di eroico e di avventato, serpeg- ca di Umberto, più scherzosamente che altro, e giava un senso di insufficienza e di entusiasmo. comunque non come espressione di un suo pen- Eco aveva fissato l’annuncio il 16 novembre, e siero ma a sintesi di un discorso più ampio di aveva convocato la Repubblica e L’Espresso. Tahar Ben Jelloun. Insomma, lost in translation. La mattina del 16 novembre ci fu un imprevisto L’altro equivoco – umoristicamente speculare – amministrativo dalla parte francese, dovuto ai venne generato da Eugenio Lio che, nell’artico- versamenti. All’ultimo momento dovemmo ri- lare una risposta a Francesco Merlo che insinuava mandare. Tornammo a casa, anche sollevati. La un certo dubbio di velleitarismo nella intera im- rottura, benché irrimediabile, era rimandata. presa, fece scivolare la frase «non siamo una co- Il 23 novembre ci fu l’atto formale. Nello studio operativa», suscitando rimostranze piccate della del notaio Marchetti si apposero le firme. Prima categoria. io e poi Eugenio Lio inviammo, via mail, le let- Al di là dei fraintendimenti o delle battute, due tere di dimissioni con effetto immediato, per po- frasi di Umberto segnarono in modo lapidario il tere entrare e dare avvio alla nuova realtà. varo della Nave di Teseo, e le portiamo dentro di Alle 12, a casa mia, avvenne l’incontro con Wlo- noi, ripetendocele, talvolta: «Siamo pazzi» e «Lo dek Goldkorn per L’Espresso e Francesco Merlo faccio per i miei nipoti». per la Repubblica. Con noi una parte dei soci, la La stessa sera del 23 novembre io ed Eugenio Lio primissima compagine editoriale, alcuni autori ci recammo in casa editrice per consegnare per- non soci, ma amici e vicini a questa impresa, che sonalmente le nostre lettere di dimissioni a Laura nelle precedenti quarantotto ore avevo chiamato Donnini (Amministratore delegato della RCS e informato. Michael Cunningham in diretta Libri, oramai venduta), e a Massimo Turchetta Skype. La foto ufficiale – scattata quando già ave- (Direttore generale). vamo indossato i cappotti per salutarci – ci ritrae. Incrociammo nel nostro percorso a ritroso, verso Avevo chiamato il grande ristoratore di Collodi, casa: Oliviero Toscani, che ci avrebbe raggiunto Giacomo Bulleri, affinché offrisse un risotto e un a breve sulla Nave, Stefania Eusebio, due redat- bicchiere di vino per brindare alla nuova casa edi- trici Bompiani, Elena Rocco e Sergio Daniotti trice. colonne dell’ufficio tecnico, amici di tanti anni. In occasione della presentazione della casa edi- La notte fu insonne, la trascorsi a scrivere mail, trice, insorsero due fraintendimenti che generaro- compulsivamente, dal mio indirizzo privato, ad

EDITORI CHE LASCIANO IL SEGNO - 2 PreText � 39 � EDITORI CHE LASCIANO IL SEGNO - 2 autori e agenti per spiegare che nasceva La nave l’unico caso su cui, grazie a lui e alla Nave di di Teseo e tentare di spiegare perché nasceva. Teseo, si erano accesi i riflettori. Il mattino il mio indirizzo di posta RCS smise di La nave di Teseo – appena nata, senza sede, ma funzionare e la posta mi venne oscurata. Qualche operante – viene convocata a Roma negli uffici settimana dopo, con meticolosità (forse) irrispet- dell’Antitrust in Piazza Verdi. E ora, nel mio ruo- tosa della mia dedizione alla causa per tanti anni, lo, potevo spiegare perché l’Antitrust doveva e anche del mio tentativo di dialogo e mediazione scorporare la Bompiani, potevo, idealmente, fir- con la Mondadori, mi venne comunicata la detra- mare e argomentare quell’appello di Eco da cui zione dal mio TFR dell’intero ammontare del mio tutto scaturì. Quello che la Mondadori non ci mancato preavviso. Molti soldi. A Eugenio Lio concesse, poteva ora concederlo l’autorità garan- arrivò l’ingiunzione di restituire 20.000 euro, non te della concorrenza e del mercato. avendo potuto detrargliele dal TFR. Ma lui non Mi è stato spesso rimproverato che, se fossimo diede corso, e, da che ne so, la questione è rimasta stati fermi, la Bompiani sarebbe stata scorporata sospesa. lo stesso e saremmo finiti altrove. Ma il mio, no- Ma si partì, intanto, perché si doveva cavalcare stro interesse – quello di Eco incluso – non era l’onda, l’entusiasmo. Si partì da casa mia, e sen- stare o non stare alla Mondadori o altrove, come za casa editrice, solo in due, al momento (gli testimonia la prima proposta fatta a Ernesto Mau- altri sarebbero arrivati a gennaio, alcuni a febbra- ri. La nostra posizione era legata alla concentra- io, altri a marzo, altri ad aprile). Iniziò la caccia zione editoriale che si stava creando. E, per ri- agli autori e alla organizzazione di tutto: compra- spondere a queste obiezioni, e non cadere nel re i computer, le stampanti, aprire i domini, ri- classico errore di prospettiva di giudicare il prima strutturare la sede, scegliere i mobili, aprire uten- alla luce del dopo, è bene riportare le sensazioni ze telefoniche, stipulare contratti, redigerli, di quei giorni. rispondere alle e-mail, scrivere compulsivamen- La Mondadori non credeva nella possibilità che te a tutti, rispondere a tutte le interviste possibili, l’Antitrust imponesse di scorporare la Bompiani, a tutti gli attacchi, a tutte le polemiche, accordi come era chiaro dai dialoghi che avemmo con i commerciali, considerare tutte le proposte, di più alti dirigenti, altrimenti avrebbe accolto la venditori di ogni genere, di prodotti di ogni ge- nostra proposta: meglio rimanere con una quota nere. Non mancai di stare vicino a mio padre (che di minoranza nella Bompiani e tenerla nel proprio seguiva con apprensione la mia vicenda), che perimetro commerciale e distributivo, piuttosto aveva perso la Rina, e di ringraziare Dio che sal- che perderla del tutto. vò la vita a mio fratello (che mi appoggiava per E fu la stessa Marina Berlusconi a ribadirlo, nella amore fraterno), nel mese di dicembre, lungo lettera di felicitazione a tutti i dipendenti, vecchi l’autostrada tra Mantova e Modena. e nuovi, Mondadori e Rizzoli, per la finalizzazio- Il 21 gennaio viene annunciata l’apertura dell’i- ne della acquisizione, il 15 aprile 2016. Marina struttoria da parte dell’Antitrust, in risposta parlò a proposito della ingiunzione di scorporare all’appello di Umberto Eco sul “Caso Bompiani”, Bompiani e la quota di Marsilio di «rinunce, tan-

40 �P reText A CACCIA DI AUTORI Qui sotto, Elisabetta Sgarbi ed Eugenio Lio con Guillaume Musso e Bernard Fixot a Parigi.

to pesanti quanto in- da Amazon e Alibaba giuste». bisognava costruire La politica non dava delle grandi aggrega- maggiore affidamen- zioni editoriali. to, anzi. L’Antitrust non mi Avevo, in fondo, la sembrò, a dire il vero, sensazione che la po- più informato e docu- litica non fosse inte- mentato di quanto non ressata alla questione, lo fossero gli esponen- nel senso che non fos- ti politici. se interessata ad aprire Sul tema della acqui- un dibattito serio sulle sizione da parte di questioni poste da Eco Mondadori delle case e dalla Nave di Teseo, editrici della RCS gli perché in fondo non altri grandi editori era- ha mai percepito il no preoccupati di non mondo del libro come apparire spaventati qualcosa di essenziale dalla aggregazione, alla vita pubblica, co- per non ingigantire, me accadde in Francia nella percezione co- in situazioni analoghe. Pier Luigi Bersani liquidò mune, il già grande gigante Mondadori e non il suo disappunto con una battuta su Twitter: «sa- generare pericolosi effetti collaterali negli autori. rebbe come se il comprasse l’Inter». Mat- Peraltro, Messaggerie e il gruppo Feltrinelli, era- teo Renzi – ostile al Corriere – disse che era di- no già passati, sostanzialmente indenni, l’anno spiaciuto ma era il mercato a decidere e non si prima, al vaglio dell’Antitrust per la fusione del- poteva non riconoscere che la gestione della RCS la macchina distributiva (sentenza del 5 dicembre era stata disastrosa. Romano Prodi – incontrato 2014). personalmente a una cena a casa Zanichelli, a L’Associazione Italiana Editori (Aie) non poteva Bologna – era preoccupato piuttosto da Amazon prendere una posizione netta e soprattutto non che non dall’operazione Mondadori, come se, per poteva mostrarsi contraria a una operazione con- evitare una concentrazione a livello distributivo, dotta dai propri azionisti di maggioranza. se ne dovesse operare una anche a livello edito- Insomma, la mia idea è che nessuno avrebbe posto riale. il tema della autonomia della Bompiani, se Eco Questo accadeva a sinistra. Nel centrodestra le non avesse condotto sin dall’inizio la sua battaglia; posizioni espresse da Umberto Eco e Sandro Ve- se non avesse posto pubblicamente il tema della ronesi, pubblicamente, venivano semplicemente concorrenza; se, coerentemente con queste pre- eluse, bollate come anacronistiche: per difendersi messe, e fallita la trattativa con Mondadori, non

EDITORI CHE LASCIANO IL SEGNO - 2 PreText � 41 � EDITORI CHE LASCIANO IL SEGNO - 2 avessimo fondato La nave di Teseo; se non aves- glia l’aveva vinta. Umberto Eco morì una setti- simo potuto spiegare direttamente le ragioni che mana dopo, il 19 febbraio. Aveva fatto in tempo ci avevano sospinto; e se non avessimo posto la a visitare la sede della Nave di Teseo, con sua centralità della questione della integrità del cata- moglie Renate, a vedere le copertine dei suoi ta- logo degli autori all’Antitrust. scabili, disegnate dall’amico Pierluigi Cerri, a E, infine, una nota personale: la mia, nostra fedel- correggere le bozze del suo ultimo libro, Pape tà alla casa editrice, era ed è sostanzialmente una Satàn Aleppe, a vederne la copertina. Alle 17 fedeltà agli autori. E se gli autori con cui avevamo circa del 19 febbraio Mario Andreose mi chiamò condiviso una intera vita ponevano in modo così per dirmi che non c’era più niente da fare. La coerente e deciso un tema, e noi lo condividevamo, sera stessa, intorno alle 21, mi comunicò la noti- non potevamo (e non volevamo) tirarci indietro. zia che scosse il mondo intero e che, per alcune Sta di fatto che, convocati io ed Eugenio Lio dal- ore ci gettò nello sconforto. la commissione Antitrust, ponemmo in modo Reagimmo, l’indomani, decidendo di anticipare diretto il seguente ordine di problemi: a) cosa e accelerare l’uscita di Pape Satàn Aleppe: con- poteva comportare per il sistema complessivo dei trastammo un imperscrutabile senso di mancanza libri una concentrazione come quella che si pro- lavorando freneticamente per rispondere a gior- filava nei singoli strati della vita del libro; b) nalisti che chiamavano da tutto il mondo, rispon- cosa poteva significare per il futuro (visto che dere ai lettori, sollecitare gli agenti di vendita cui l’Antitrust non deve solo fotografare l’esistente avevamo chiesto di raccogliere gli ordini del ma prevedere ed evitare disfunzioni future del nuovo libro di Umberto entro il lunedì successi- mercato); c) il tema della Bompiani, che si era vo, a negoziare con lo stampatore i tempi e le smembrata e cui andava restituita l’integrità del tirature. Nessuno di noi poneva agli altri la do- catalogo, affinché non si verificasse una ulteriore manda che attraversava i nostri pensieri: orfani anomalia: che promuovendo una novità dell’au- di Eco, cosa sarebbe cambiato? tore della Nave di Teseo non si promuovesse Umberto Eco aveva sulla casa editrice idee mol- contemporaneamente il suo catalogo o, vicever- to precise. Non voleva esserne l’editore, ma l’au- sa, promuovendolo, si recasse vantaggio a un tore, nel senso che, pur nella consapevolezza di concorrente; d) il tema dei tascabili, tema tuttora avere finanziato in larga parte questa iniziativa, vivo (come gli altri del resto). sapeva anche che la sua presenza, “ingombrante”, L’esito dell’istruttoria dell’Antitrust mi venne poteva suscitare sentimenti contrastanti negli au- anticipato come una reale possibilità il 12 feb- tori e avrebbe limitato la libertà di movimento braio. Con disappunto della Mondadori – come degli editori. In conseguenza di ciò non voleva ho anticipato – venne indicato di scorporare dal- che la casa editrice si identificasse con il suo no- la operazione di acquisizione la Bompiani e la me e, infatti, chiese che non fosse il suo il primo quota di Marsilio. Facemmo in tempo a dirlo a libro a essere pubblicato dalla Nave di Teseo. Umberto Eco che, vicino alla fine, accolse la no- Qualsiasi editore italiano e qualsiasi agente let- tizia con soddisfazione. Quest’ultima sua batta- terario nel mondo avrebbe accolto le opere di

42 �P reText Umberto Eco. Invece, sapendo di non avere mol- dadori non contemplasse la possibilità che in to tempo, decise di rimanere fedele alla Bompia- questa complessa e convulsa operazione la spun- ni, non tradendola, ma fondando La nave di Teseo tassero, in fondo, degli editori e autori “ribelli”. con chi, nella Bompiani, aveva sempre lavorato Rimane, di quei mesi, la furia con cui cercai part- con lui, e cercando di recuperarla, alla fine di un ner e finanziamenti, tentando di convincerli del- percorso tortuoso (come lo definii parlando al suo la forza e dell’importanza del catalogo della funerale laico al Castello Sforzesco di Milano), Bompiani e del suo potenziale, ancora inespresso con l’aiuto dell’Antitrust. del tutto, soffocato da un gruppo farraginoso e Il nome de La nave di Teseo – scelto da Umber- per molti versi contraddittorio come quello della to dopo averne scartati molti – fa riferimento – o RCS. Il tempo ha dato e darà ragione a me, e almeno io questo ci ho sempre visto – alla fedel- torto agli scettici di quei giorni. tà a sé stessi in un mondo che pone situazioni Come accadde all’indomani della scomparsa di radicalmente nuove. È la stessa Nave, pur in for- Umberto, abbiamo reagito all’indomani della me nuove, con pezzi sempre nuovi, senza i qua- notizia della cessione della Bompiani a Giunti li semplicemente deperirebbe e sparirebbe. Cam- (29 settembre 2016). Tornammo all’Antitrust, che biare, dunque, per rimanere fedeli a sé stessi. comunque doveva approvare la cessione di Bom- Pape Satàn Aleppe di Umberto Eco – per una scel- piani, cercando di spiegare, ancora una volta, le ta obbligata dalle circostanze e per il senso di ragioni del catalogo degli autori. Ma il tempo era opportunità che fa parte della vita editoriale – fu cambiato: le questioni sollevate non erano state il primo libro a uscire della Nave di Teseo, ve- comprese allora, e, scomparso Eco, sembravano nerdì 26 febbraio 2016, con una prima tiratura di anestetizzate. 30.000 copie. La nave di Teseo debuttò prima in Nel 2017 La nave di Teseo salvò Baldini+Castoldi classifica, arrivammo in breve tempo a 100.000 dal fallimento, portandola in due anni al pareggio copie. La nave di Teseo nacque grande. di bilancio, ripianandone i debiti e restituendo, Il resto della storia è la cronaca della vita edito- così, uno storico editore, alla sua dignità. riale, di una crescita, di un consolidamento, di Nello stesso anno, avviò una casa editrice di sconfitte e vittorie. La sconfitta più bruciante fu graphic novel, Oblomov, e rilanciò un marchio perdere la Bompiani: la Mondadori scelse un so- soffocato dentro Baldini, a vocazione femminile lido gruppo editoriale come Giunti nonostante le e femminista, La Tartaruga, e risanò una rivista offerte fossero molto simili (15,5 mln di euro La mitica, Linus. E con Linus, torniamo a Eco, che, nave di Teseo e 16 mln di euro Giunti). nel 1965, lo battezzò. A nulla valse l’indicazione che avevamo dato Tutto quanto sin qui scritto è storia della Nave di sulla necessità di riunire il catalogo, che pure era Teseo, lacunosa ma non errata, della sua eccezio- stata la strada imboccata dall’Antitrust nella pri- nale fondazione. Da qui in poi la Nave di Teseo ma istruttoria che impose di scorporare dalla parlerà solo attraverso i suoi libri e i suoi autori. operazione Mondadori-Rizzoli la Bompiani. Elisabetta Sgarbi E fu evidente, in quel momento, quanto la Mon- in collaborazione con Eugenio Lio

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