ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di e Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° grado “Con l’Europa investiamo nel vostro futuro”

Modulo 4 - A. S. 2013/2014 APPRENDISTI SCRITTORI Scuola Primaria - Classi Quarta - Quinta - Martignano

Esperto: Ernesto Paladini Tutor: Maria Antonia Conte Maria Domenica Maschi

MARTIGNANO...IMMAGINI E PAROLE

Venite a conoscere il nostro paese!

ALUNNI

BRAY Chiara ROSATO Marta CALO' Francesco SALVATI Greta CRETI' Stefano SAZIO Giulia ... COSA SAPERE... GIANNONE Gioia SERGIO Matteo GIANNUZZI Linda Maria SERGIO Sara GRECO Marta TOMMASI Pierpaolo DOVE SIAMO LINCIANO Alice CALO' Eleonora LONGO Giorgio CRETI' Luca Pag. 4 ROSATO Elisa RIELLI Gaia ROSATO Francesca Anna RUGGERI Mattia NOTIZIE DI MARTIGNANO ROSATO Giulia

Pag. 5 Esperto: Ernesto Paladini Tutor: Maria Antonia Conte- Maria Domenica Maschi IL GRIKO DIRIGENTE SCOLASTICO: Prof.ssa Piera Ligori Pag. 6 ELABORAZIONE GRAFICA: Tutor Maria Domenica Maschi TRADIZIONI POPOLARI

Pag. 9 BIBLIOGRAFIA

MANIFESTAZIONI G.G. Chirizzi-A.Costatntini-V.Peluso, Guida di Martignano, Arte, cultura e territorio di un centro della Grecìa Salentina, Congedo editore, 1999 Pag. 12

SITOGRAFIA

LA MUSICA POPOLARE www.parcopalmieri.it

Pag. 14 www.wikipedia.org www.comune.martignano.le.it www.parrocchiamartignano.it www.araknemediterranea.com

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... COSA VISITARE...

CHIESE

“Santa Maria del Martiri”

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“ San Giovanni Battisti”

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PALAZZO PALMIERI

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FRANTOIO SEMI-IPOGEO

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POZZELLE

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DOVE SIAMO

MARTIGNANO e il ...

Il Salento è una regione peninsu- lare della Puglia sud-orientale che forma il tacco dello stivale ed è inserito tra due splendidi mari: lo Ionio (a Ovest) e l'Adriatico (a Est).

Fu terra di conquista con il pas- saggio di greci, bizantini, pirati barbareschi.

I primi abitanti del Salento furo- PALAZZO PALMIERI no i Messapi, famosi allevatori di cavalli, che arrivavano dalle coste Dott. Leo Rielli direttore del Parco turistico Giuseppe Palmieri. dell' Illiria.

Il Salento geografico corrisponde alla vecchia Terra d', comprende tutta la provincia di con i suoi 97 paesi e 39 piccole frazioni. Tutti i centri abitati sono immersi nel verde degli uliveti secolari, del tabacco e del- delle vigne, con le case bianche e le strade strette e tortuose, ognuno con un proprio dialetto e in alcuni paesi si parla ancora il greco.

Un altro aspetto peculiare del Salento è quello naturalistico, con ben 1390 specie diverse di piante da fiori.

Il Salento è un pezzo di terra ricco di storia e tradizioni, di bellezze natura- li e architettoniche e per la sua ospitalità e la sua atmosfera magica, costi- tuisce una meraviglia da scoprire.

Il suo sole caldo, il suo cielo blu, il suo mare cristallino, la sua costa da sogno sono i suoi punti di forza. 4 25

NOTIZIE di MARTIGNANO Le pozzelle Martignano si trova nel Salento, a 55 km da Brindisi, a 15 da Lecce, a 20 da Otranto, a 38 da Gallipoli, a 50 da S.M. di Leuca, a 15 da Torre dell'Orso, a 38 da .

Martignano è il più piccolo paese della Grecìa Salentina, posto a 95 metri sul livello del mare, su serre ricche di ulivi. Conta una popolazione di 1700 abi- tanti circa e fa parte, insieme ad altri 10 comuni, dell'Unione dei Comuni del- Le pozzelle (in griko ta fréata) sono un raggruppamento di pic- la Grecìa Salentina. Il suo territorio, situato a sud est di Lecce, è caratte- coli serbatoi per la raccolta dell'acqua. Le pozzelle, scavate nel- rizzato da un patrimonio storico-linguistico testimonianza di popola- la roccia friabile in una naturale depressione del terreno, veni- zioni greco-bizantine. Segno più tangibile di tale tradizione è il "griko", un greco antico che ancora oggi gli anziani usano parlare. vano rivestite con pietre di calcare permeabile in modo tale da permettere alle acque piovane di filtrare. Martignano può contare su un ambiente ricco di iniziative culturali, ammini- Hanno una profondità variabile dai quattro ai sei metri e una strative, imprenditoriali. La Festa di San Pantaleo, poatrono del paese. il forma ad imbuto capovolto. Alla sommità presentano un grosso Carnevale Martignanese e della Grecìa Salentina, la "Morte te lu Paulinu", la blocco lapideo, forato al centro, da cui si prelevava l'acqua. Sagra dell'Insalata Grika e della Salsiccia, le rassegne culturali del Parco Turistico Palmieri riversano nella piccola cittadina migliaia di persone.

Le pozzelle di Marti- Di recente, è stato valorizzato il patrimonio culturale e artistico. E’ stata gnano, chiamate anche creata la zona artigianale, un Parco Turistico Culturale ed è stato rinforzato pozzi di San Pantaleo, il legame con il mondo del volontariato e dell'associazionismo. Aria pulita, una campagna verde, numerosi spazi pubblici, ricchi contenitori culturali ed innu- sono situate nella par- merevoli manifestazioni fanno di Martignano un ambiente vivace ed acco- te più bassa del paese, gliente. dove le acque piovane, per la particolare com- La sua posizione all'interno del Salento garantisce una facile comunicazione posizione del suolo, con i centri di maggiore interesse e ne fa un punto anch'esso di riferimento. Costituisce senza dubbio l'approdo ideale da cui ripartire ogni giorno verso i permangono a lungo luoghi e i sapori della Grecìa e del Salento. prima di scomparire nella falda.

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IL GRIKO INTERVISTA ALL’ ESPERTA Frantoio IN GRIKO semi Dott.ssa Lina Pascali ipogeo

Perché a Martignano si parla la lingua grika?

A Martignano si parla il griko, una lingua che deriva dal greco, Adiacente al palazzo è un grande frantoio semi-ipogeo. perché ci troviamo in un’area del Salento, la Grecìa Salentina, Il frantoio, da impianto ipogeo venne ampliato fino dove anticamente si stanziarono delle popolazioni provenien- ti dalla Grecia. all'attuale struttura, passando da una lavorazione ai Studiosi italiani e stranieri si sono occupati dell’origine di torchi alla calabrese ad una alla genovese. questa colonia. Sono state formulate diverse ipotesi. La prima fa risalire la nascita del griko all’ VIII e al VII secolo La macina, alla francese, presenta un'ampia vasca con a.C. quando nell’Italia Meridionale fiorì la Magna Grecia; l’altra due macine in pietra. Visibili all'interno la stalla, le va- ipotesi si ricollega all’arrivo nel Salento dei Bizantini tra il IV-V sche di raccolta dell'olio, le stanze di deposito (le sec d.C. (Medioevo). Di recente, è stato ipotizzato che l’immigrazione medievale po- sciave) e lu ciucciu, organo verticale utilizzato per trebbe aver rinforzato comunità ellenofone più antiche già moltiplicare la forza di pressione sull'impasto delle oli- presenti. ve. Queste popolazioni si sono stanziate nel nostro territorio la- sciandoci in dono la loro lingua, le loro culture e la loro religione, creando un’isola linguistica oggi chiamata Grecìa Salentina.

Quali sono gli altri Comuni della Grecia Salentina?

Fino ad alcuni secoli fa, la Grecìa Salentina comprendeva una vasta area del Salento che da Gallipoli ad Otranto parlava la lin- gua grika.

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Oggi, parlando di Grecìa Salentina, facciamo riferimento ad L'imponente portale d'ingresso del Palazzo venne costruito ne- un’area formata da 9 paesi (Calimera, Castrignano dei Greci, Co- gli anni settanta del Settecento. Nello scudo coronato, colloca- rigliano d’Otranto, , Martignano, , , to sull'arco, è presente lo stemma dei Granafei, un leone con e ) dove però il griko è parlato solo da persone tre spighe di grano. che hanno una certa età, mentre è compreso da una fascia di persone molto più ampia. A partire dal 1990, il termine Grecìa è stato snaturato del suo significato originario diventando l’espressione di un Con- sorzio di Comuni che si è trasformato successivamente nell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina. Nel 2007, ai nove Comuni originari si sono aggiunti altri due non ellenofoni ( e ) che sono entrati a far par- te degli undici Comuni dell’Unione. I Comuni dell’Unione condividono non solo la cultura e la lingua, ma anche una serie di servizi. Il Parlamento Italiano con la legge 482/’99 ha riconosciuto la comunità greca del Salento come “Minoranza linguistica greca dell’etnia grico-salentina” ed ha permesso l’introduzione dello studio della lingua e cultura grika anche nelle scuole. Il Palazzo presenta due piani fuori terra, un cortile centrale pa- vimentato con conci di pietra dura dal quale, a destra e a sini- Che differenza c’è tra griko e greco moderno? stra, si sale ai piani superiori. Pregevole è l'elegante terrazza che si apre in alto a destra del prospetto. Il griko e il neogreco discendono senza dubbio dal greco classi- co. Così come in Grecia, il “greco” si è evoluto e modificato nei A Palazzo Palmieri ha sede il Parco Turistico Culturale Palmieri, secoli, nella Grecìa Salentina il “griko” si è, a sua volta, evoluto e Centro servizi al Turismo ed alla Cultura, gestito dall'Associa- modificato ed ha seguito un percorso diverso dalla lingua ma- zione Turistica Culturale Salento Griko in convenzione con il Co- dre. Oggi il griko è una forma di dialetto rispetto alla lingua mune di Martignano, proprietario dell'immobile. All'interno sono greca ufficiale. presenti i servizi gratuiti di front office turistico, mediateca e La lingua grika scritta in caratteri latini, presenta punti in co- biblioteca. Durante l'intero anno sono numerosi gli appuntamen- mune con il greco, scritto con i caratteri dell’alfabeto greco, e ti culturali (concerti, dibattiti, presentazioni libri, mostre, visi- nel frattempo arricchita da vocaboli che sono frutto di evidenti te, ecc.) che vi si svolgono. influenze del dialetto leccese e della lingua italiana. 22 7

Centinaia di vocaboli, specialmente quelli inerenti alla vita fami- liare, affettiva, al mondo agricolo-pastorale sono identici. In gran parte sono uguali la grammatica e la sintassi. Il griko non dispone però di vocaboli corrispondenti ad oggetti Palazzo e fenomeni nuovi, di un lessico aggiornato alle esigenze di un Palmieri mondo contemporaneo. E’ diventato così un misto di parole greche e parole italiane gre- cizzate che serve quasi da “ codice segreto” per non farsi capi- re da tutti coloro che questa lingua non conoscono e che, forse con un po’ di invidia, parlando della popolazione grecanica dico- no: Gente cu doi lingue, Palazzo Palmieri, di impianto cinquecentesco, venne costruito con gente cu doi facce! funzioni residenziali e difensive ed ampliato fino al XVIII seco- Gente cu doi lingue, lo. Diede i natali al più illustre cittadino martignanese, Giuseppe gente cu doi cori! Palmieri nato il 5 maggio 1721. Sulla facciata, scarsamente riconoscibili, sono rimaste due trac- Perché è importante che il griko continui a vivere? ce dell'uso difensivo: una feritoia rettangolare ed un'apertura sferica per la volata di una colubrina. Molto indicativo è il trisce- Il griko è stata la lingua delle generazioni che ci hanno precedu- le (dal greco triskeles, “tre gambe) sull'architrave della raffina- to e che l’hanno amata fino al punto da farne un uso prioritario ta (murata) porta a sinistra del portale d'ingresso, motivo icono- nella comunicazione accanto al dialetto. Purtroppo in nome del grafico di origine orientale, frequente nella monetazione greca e progresso è stato sostituito con l’italiano. romana, composto da bracci curvilinei che girano nella stessa di- Oggi, sono pochi quelli che comprendono il griko e ancora meno rezione, associati al dinamismo, al torcere, al ruotare. quelli che lo parlano. Se non è scomparso del tutto è merito di un territorio attento alle proprie tradizioni linguistiche. È necessario un rilancio della lingua grika e di tutto il suo patri- monio culturale perché rappresenta le radici profonde del no- stro territorio e ci consente di sapere chi siamo stati nel passa- to e perché oggi abbiamo certe abitudini, certe usanze. Purtroppo è una lingua che, come un fuoco che sta per spegner- si, è destinata a scomparire ed è un nostro dovere riaccendere quella scintilla che lo ha generato. 8 21

Gli affreschi, databili tra il quinto e il sesto decennio del Sei- Quali sono le più importanti tradizioni della Grecìa e in cento, furono commissionati dal capitolo parrocchiale che li fe- particolare di Martignano? ce realizzare impiegandovi parte delle somme in denaro ricevute in eredità da Petronilla Giannuzzo. Probabilmente furono ese- Nella Grecìa Salentina sono vivi ancora oggi Tradizioni e Riti guiti in due fasi diverse, a breve distanza una dall'altra e da che conservano i caratteri e i segni dell’antica civiltà greca. pittori diversi. - L’anno si apre con il canto della Strina (la strenna). I cantori L'altare, il terzo ad essere stato realizzato nella cappella, è girano per i centri storici (una volta giravano per le masserie) ottocentesco e conserva una tela seicentesca che rappresenta e, alternandosi nel porgere le strofe, offrono un lungo canto San Giovanni Battista nell'atto di battezzare Gesù; ai lati dello augurale e coinvolgono i presenti che a fine rappresentazione stesso gli affreschi (successivi al 1726) con l'Annunciazione, offrono qualche spicciolo (una volta prodotti della masseria). sdoppiata in due riquadri, in uno dei quali, ai piedi della Madon- na, sono raffigurati i due committenti in preghiera. - Per i bambini, la notte di capodanno si preparava una sacchet- ta (punghedda) con dentro qualche spicciolo. Il giorno dopo il bambino girava per le case di parenti e amici e, recitando brevi versi, attendeva il compenso.

- Febbraio è soprattutto il mese del Carnevale che, da decenni, si celebra in maniera spettacolare a Martignano (quest’anno si è svolta la 28° edizione) e si conclude con la “Morte de lu Pauli- nu” (il Carnevale), una commedia che prende in giro i personaggi noti e meno noti del paese e i fatti più importanti che sono ac- caduti nel corso dell’anno.

- Per i bambini, il Carnevale un tempo si concludeva con il “cannarutu” (goloso): un uovo sodo sgusciato, legato ad un filo veniva fatto oscillare da un adulto ed i bambini a turno, con le mani dietro la schiena, dovevano cercare di addentarlo.

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- Tra le tradizioni legate al periodo di Pasqua, un posto di rilievo spetta alla “Quaremma” sia per la vastissima diffusione che questa ha avuto fino a qualche decennio fa in tutto il Salento, Cappella di San sia per la somma di significati che ad essa venivano attribuiti. Giovanni Battista

La voce Quaremma è l’equivalente del termine italiano Quaresi- ma, periodo di quaranta giorni, successivo al Carnevale, che pre- para l’avvento della Pasqua. In griko, questo periodo è indicato con il termine “Saracostì” e “Saracosteddha” è la Quaremma.

La Quaremma è un pupazzo raffigurante una vecchietta vestita La cappella di San Giovanni Battista, situata sul lato ovest di di nero che fila con fuso e canocchia e porta appesa alla cintola Piazza Palmieri, porta inciso sull'architrave della porta d'in- gresso la committenza e la data di costruzione: Con gratitudine un’arancia amara, simbolo del tempo del dolore. All’arancia sono Giannuzzo dedicò questo altare con la cappella, a Te precursore infilzate sette penne di gallina che vengono sfilate, una a setti- di Cristo 1621. Fu edificata dall'arcidiacono Giovanni Giannuzzo, mana, fino al Sabato Santo, quando si sfila l’ultima e cessa il come cappella privata, poco prima della morte avvenuta nel tempo del dolore. 1628. Da Giovanni l'edificio passò alla nipote Petronilla la quale, senza eredi, la lasciò, insieme ad altri cospicui beni, al Capitolo La Quaresima serviva per ricordare ai credenti che la Chiesa parrocchiale di Martignano. viveva un periodo di lutto, per cui le feste e i “godimenti” erano Costituita da un solo vano, presenta una copertura con volta a banditi e si dovevano affrontare giorni di sacrifici e rinunce. botte. L'interno è completamente affrescato. Le immagini sono Era necessario astenersi, per tutta la durata della Quaresima, divise su due cicli pittorici orizzontali: quello inferiore mostra dal mangiare carne, uova e formaggi, generi considerati di lusso. le immagini di Cristo con gli Apostoli e Santi; quello superiore è Per condire la pasta fatta in casa, si usava il pangrattato fritto diviso a sua volta in undici riquadri che illustrano la Vita di San in sostituzione del formaggio. Dopo tanta notorietà, la triste Giovanni Battista, sottolineando la funzione didattica verso un Quaremma veniva bruciata nel pomeriggio di Pasqua. popolo analfabeta.

-La più bella tradizione del periodo di Pasqua, nei Comuni griki, riguarda la consuetudine, un tempo diffusissima, di ascoltare durante la Settima Santa la storia della passione di Cristo “I passiuna tu Cristu”.

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Si tratta di un canto religioso tramandato oralmente da padre COSA VISITARE in figlio, redatto in lingua greco-salentina, molto conosciuto e amato. Chiesa di Santa Maria dei Martiri Rito caratteristico della Settimana Santa è la visita ai Sepolcri “Sabburki”. I fedeli allestiscono, a mezzanotte del Giovedì San- to, il Santo Sepolcro per commemorare la sepoltura di Gesù Cri- sto.

Si tratta di un’usanza di origine pagana. I sepolcri venivano a- dornati con drappi di seta, fiori, candele e piatti di grano ger- La chiesa madre di Santa Maria dei Martiri risale alla prima me- mogliato detti coppe de lu sabburku. In mezzo a questi orna- tà del XVI secolo. Presenta una facciata molto semplice sor- menti deponevano il crocifisso. montata da una cuspide triangolare e impreziosita da archetti pensili a forma di conchiglia, tipicamente cinquecenteschi, che Le coppe de lu sabburku si preparavano circa un mese prima del- definiscono il contorno della chiesa anche sui lati. Sull'architra- la Pasqua. Erano piatti di graminacee o legumi fatti crescere al ve della porta maggiore è inciso un motto in latino con la data 1541. L'interno si presenta molto ricco, soprattutto se confron- buio in ciotole inumidite, così da presentarsi come un fitto stra- tato alla sobrietà esterna. Ospita alcuni altari barocchi, dei to di steli bianchi e delicati che venivano, e vengono ancora oggi, quali il maggiore e i laterali della Madonna del Rosario e di San posti ad ornamento della statua del Cristo morto il venerdì San- Pantaleone che furono scolpiti dall'artista leccese Giuseppe Ci- to (Mali Prassei). no. Numerose sono le tele di pittori salentini come la Madonna del Rosario, sull'omonimo altare, dipinta tra il 1788 e il 1789 da Le uova che erano state risparmiate nel periodo della Quaresi- Oronzo Tiso. Di particolare pregio artistico è la statua argente- ma ricomparivano durante la Settimana Santa nella preparazio- a di San Pantaleone, protettore del paese, festeggiato il 27 lu- ne dei dolci pasquali. glio. Il pavimento musivo fu realizzato nel 1876. Tra questi il più diffuso era la “Cuddhura”, un grosso pane di forma circolare con incorporate molte uova sode col guscio che le giovani donne regalavano ai fidanzati il giorno di Pasqua. Oltre alle cuddhure, di forma circolare, se ne preparavano altre più piccole, destinate ai ragazzi: lu campanaru con un uovo sodo all’interno, la pupa sulla pancia e persino lu gaddhuzzu aveva il suo uovo sodo. 18 11

- Il lunedì di Pasqua i fedeli martignanesi si recano in preghiera presso la piccola cappella della Madonna delle Grazie, detta del- la “Kuneddha”, dove viene celebrata una Messa.

- Con l’estate giunge il tempo delle feste patronali, degli incon- tri con i concittadini lontani ma è anche il tempo delle sagre.

A Martignano, da alcuni anni, si svolge la “Sagra della salsiccia e dell’insalata grika ”.

- La cittadina viene alla ribalta soprattutto per la festa patro- nale di San Pantaleo che ricorre il 27 luglio. Il culto per il Santo medico è molto sentito e molti fedeli giungono sia dai paesi vi- cini, a piedi, sia da lontano. Nella tradizione popolare il Santo ha protetto i suoi fedeli sal- vandoli dalla furia della natura.

Per questo motivo nel mese di novembre si svolge la “Festa dell’uragano” con l’accensione, il giorno precedente, della “Focara dell’uragano”, simbolo del fuoco purificatore.

- Nel mese di dicembre, un rito che si ripete è quello della “Pucceddha”, per la vigilia dell’Immacolata. Legata al digiuno, la tradizione prevede la consumazione di pucce ripiene di tonno.

- È ovviamente il Natale l’occasione in cui rivisitare le tradizio- ni più sentite del presepe e preparare i prodotti gastronomici della tradizione locale come pittule, porceddhuzzi, calangi. In lingua grìka viene cantata la “Ninna nanna” a Gesù Bambino: “Ninna Nanna Bambinuddhi”.

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La pizzica è ballata oltre i confini del Salento? La pizzica appartiene al genere delle tarantelle che sono ballate in altri luoghi, a Taranto si balla quella di Alfredo Maiorano. So- no famose le tarantelle ballate nel Gargano e a Montemarano in provincia di Avellino. In Campania si balla la Tamburriata, in A- bruzzo il Santariello, gli stornelli a Roma. Ogni anno, nel mese di dicembre, molte compagnie specializzate nelle danze folk si danno appuntamento a S.Agata di Puglia per una grande manife- stazione folkloristica. La Quaremma Lu Paulinu

Ci sono nuovi canti composti in lingua grìka? Si, esistono nuove composizioni in lingua grìka grazie all’impegno di alcune famiglie come la famiglia De Santis a Sternatia e la famiglia Montinaro a Calimera. Martignano nei suoi testi non ha molta grammatica in lingua grika, è la ragione per la quale si sta tentando di trasmettere alle nuove generazioni le canzoni in griko, è una soluzione per continuare a far vivere la lingua.

Carnevale 2014

Arakne Mediterranea e Cantori di Martignano e Processione in onore a San Pantaleo Calimera - festival Canti della Passione - Alcune Festa patronale 26-27 luglio strofe sono state eseguite dagli alunni dell’Istituto Comprensivo di Calimera. 16 13

LA MUSICA POPOLARE Quali sono le origini della pizzica? INTERVISTA A IMMA GIAN- L’origine della pizzica risale al XIV sec., la tradizione orale al XIX sec. La danza aveva una funzione terapeutica. Secondo la NUZZI ESPERTA IN MUSICA credenza popolare le persone che lavoravano in campagna e ve- POPOLARE E DIRETTORE AR- nivano pizzicate dal ragno (latrodectus, “vedova nera”) credeva- TISTICO DELLA COMPAGNIA no di guarire con la danza che provocava sudorazione e perciò l’espulsione di tossine e veleni iniettati con il morso del ragno. ARAKNE MEDITERRANEA Ora non si balla più per ragioni terapeutiche ma per mantenere la tradizione e la propria identità culturale. La pizzica si danza in occasione delle feste popolari. Arakne Mediterranea è un gruppo di musica popolare impegnato L’invenzione è perciò da attribuire al popolo che la utilizzava nella riscoperta e diffusione delle tradizioni, delle danze, dei per manifestare un disagio fisico. In epoca moderna, è diventa- canti, degli usi e costumi delle varie espressioni popolari salen- ta spettacolo e gioia. La danza si è evoluta nel tempo, da danza tine, come ad esempio la lingua grika. La compagnia Arakne Me- per la guarigione, a danza per il corteggiamento, a danza per la diterranea nasce nel 1993 a Martignano da un'idea di Giorgio Di festa. Lecce e Imma Giannuzzi. Il gruppo deve il suo nome ad una giovane principessa greca - Aracne appunto - che fu trasformata dalla dea Atena in ragno In quali luoghi si balla la pizzica? Per quali eventi? (secondo il mito descritto da Ovidio nella Metamorfosi). Il ra- La pizzica si balla nelle piazze del Salento in occasione delle fe- gno, o meglio la taranta, è oggi il simbolo per eccellenza della ste popolari e non più in campagna nello svolgimento dell’attività pizzica salentina. quotidiana. Fra gli eventi da ricordare: “Il Canto della Strinna” per portare la buona novella durante il Natale e il “Canto della Passione” nei Come è nata la sua passione per la “pizzica”? paesi della Grecìa salentina, in altri comuni il “Canto de lu Santu La passione per la pizzica mi è stata trasmessa dai nonni, dai Lazzaru”. cantori popolari. Quali strumenti musicali sono utilizzati per accompagnare la Perché il ballo si chiama pizzica? danza? Per il “pizzico” del ragno, per l’associazione al pizzico delle cor- Il tamburello, il violino, la chitarra classica, l’organetto e il flau- de degli strumenti musicali utilizzati o per il primo movimento to costituiscono l’orchestra tradizionale. dei piedi compiuto nella danza.

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