Appunti di storia monselicense, 8

Collana di storia locale, arte e letteratura

1 F. ROSSETTO, Giacomo Zanellato, 1986.

2 R. PONZIN, Monselice e il suo privilegio veneziano (1406), Monselice 1988.

3 F. ROSSETTO, Due santi per una città. San Sabino e santa ONSELICE ROMANA

Giustina, Monselice 1988. M

4 F. FERRARI - S. SALVATORI, Prospezioni archeologiche nella chiesa di San Paolo di Monselice, Monselice 1989.

5 C. CARTURAN, Memorie di storia monselicense. Dall’ Unificazione alla seconda guerra mondiale, Monselice 1990.

6 E. ANDREOTTI – R. GHIDOTTI – G.A. CIBOTTO, Monselice nel cuore del Giubileo. Guida del pellegrino al Santuario Giubilare delle Sette Chiese in Monselice, Monselice 1999.

7 C. CARENA - P.V. MENGALDO - G. PERON, Il Premio “Città di Monselice” per la traduzione. Storia e orientamenti, Monselice 2000. MONSELICE ROMANA

CITTA’ DI MONSELICE Assessorato alla Cultura

Biblioteca di Monselice (Padova) via del Santuario, 2 35043 MONSELICE (PD)

tel 0429 72628 - fax 0429 711498

www.provincia.padova.it/comuni/monselice

[email protected] Appunti di storia monselicense - 8 MONSELICE ROMANA

Testi di

Riccardo Ghidotti

Camillo Corrain

Enrico Zerbinati

Cinzia Tagliaferro

Fausta Piacentini

A cura di Flaviano Rossetto

Comune di Monselice Assessorato alla Cultura

2002 Staff editoriale e collaboratori Indice Fabio Conte, Sindaco Riccardo Ghidotti, Assessore alla Cultura Barbara Biagini, Dirigente Settore Servizi alla Persona Flaviano Rossetto, Direttore della Biblioteca 6 Presentazione Antonella Baraldo, Antonella Carpanese, Assistenti di Biblioteca Fabio Conte Hanno contribuito alla realizzazione dell’opera: Comitato di gestione della Biblioteca, Associazione Amici dei Musei, Fondazione “Ruzzante”. 7 Archeologia e didattica Si ringraziano: Mons. Ezio Andreotti, Vittorina Baveo, Simonetta Bonomi, Franco Colombara, nel progetto culturale della città Marco Franciosi, Cristina Libero, Giancarlo Merletti, Giuseppe Ruzzante, Willy Zangirolami. Riccardo Ghidotti

12 Il monselicense in età preromana Per la gentile concessione del materiale iconografico si ringrazia: Flaviano Rossetto - Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza per i Beni Archeologici del ; - Regione del Veneto per la catalogazione del lapidario romano realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto; - Assessorato alla Cultura del Comune di Padova; 17 Modifiche agrarie del territorio - I Musei citati nelle didascalie. della Bassa Padovana in età romana Camillo Corrain

Abbreviazioni: 25 Volumnii KMW = Kunsthistorisches Museum di Vienna Monumento funerario dei MANF = Museo Archeologico Nazionale di Firenze Cinzia Tagliaferro MAV = Museo Archeologico al Teatro Romano di Verona MCAP = Museo Civico Archeologico di Padova MCM = Museo Civico di Monselice 26 Archeologia e monumenti d’età romana a Monselice MNA = Museo Nazionale Atestino di Este Enrico Zerbinati MRB = Civico Museo Romano di Brescia 46 Raccolta numismatica romana di Monselice Progetto editoriale: Maurizio De Marco Stampa: Grafiche Violato Fausta Piacentini – Cinzia Tagliaferro Finito di stampare nel Settembre 2002 © 2002 Tutti i diritti sono riservati all'Amministrazione Comunale di Monselice 48 Anfore romane di Monselice Flaviano Rossetto In copertina: MNA, Bronzetto di Iside-Fortuna. I-II sec. d.C. 49 Due bronzetti romani a Monselice MCM, Stele funeraria con tre ritratti di personaggi dei quali sono andati perduti i nomi. Prima metà del I sec. d.C. Già reimpiegata nella Pieve di Santa Giustina Enrico Zerbinati Archeologia a scuola

Archeologia e didattica Presentazione nel progetto culturale della città

Arrivando a Monselice in una giornata serena e scorgendo da lon- tano le forme sinuose della Rocca – impreziosita, da un lato, dai Riccardo Ghidotti segni gentili dei Duodo e ferita,dall’altro,da una discutibile laborio- sità umana – il pensiero fa rivivere la storia antica della Bassa Padovana e con essa riscopre l’operosità della sua gente che ha A quasi dieci anni dalla pubblicazione Elementari di Monselice. Con metodi innova- del libro Monselice. Storia, cultura e arte di un saputo esaltare una spiccata vocazione agricola con la “costruzio- tivi e accattivanti,elaborati con gli insegnanti, centro minore del Veneto curato da Antonio ne” di una preziosa identità culturale, diventata oggi punto di riferi- sono stati presentati ai ragazzi i numerosi Rigon, sono stati avviati - negli anni scorsi ma reperti archeologici rinvenuti duranti gli scavi mento per la civiltà veneta. anche nel presente - numerosi laboratori o custoditi nei musei locali. Gli oggetti hanno Studiare la nostra storia significa riappropriaci di questo straordi- didattico-educativi sia di archeologia che di costituito il primo contatto con la storia e nario passato e favorire quel senso di appartenenza, quell’amore “avvicinamento” al lapidario romano del per le proprie radici che ci aiutano ad essere cittadini attenti e museo che hanno coinvolto quasi ottocento 1. Scavo archeologico effettuato in località responsabili. alunni delle classi terze e quarte delle scuole Vetta a Monselice, nell’agosto 2001. In questo contesto si colloca il presente studio della storia antica di Monselice che intende investigare sull’arrivo dei primi romani sul territorio padovano e di collocare nel loro contesto storico i nume- rosi reperti archeologici recuperati durante i lavori agricoli o frutto di specifiche ricerche di scavo nelle campagne vicine. Come Sindaco sono particolarmente felice di aver contribuito alla realizzazione di questo opuscolo che si prefigge di approfondire e di sviluppare la conoscenza della nostra eredità culturale, che noi amministratori abbiamo il dovere morale di tutelare e difendere. Il taglio divulgativo dei saggi presentati vuole, tra l’altro, invitare soprattutto i giovani ad avvicinarsi alla storia locale per far matura- re un sentimento cittadino ancora latente, ma diffuso tra la popola- zione,nella speranza che anche la Monselice del prossimo futuro sia una città orgogliosa e fiera delle proprie origini e sappia custodire e valorizzare un divenire storico lungo oltre quaranta secoli.

Fabio Conte Sindaco di Monselice

7 Riccardo Ghidotti Archeologia a scuola

rappresentato un “pretesto” per studiare gli mesi fa durante i lavori di scavo in località Naturalmente su questo argomento sono in Giuria dei Premi Brunacci. Questa manifesta- usi, i costumi e la religione dei popoli antichi Vetta,allorquando sono venute alla luce testi- corso studi e verifiche e non si esclude che a zione sorretta con competenza dal prof. (Veneti e Romani, soprattutto) con l’obietti- monianze minori, ma non per questo meno breve nuovi scavi archeologici possano far Antonio Rigon costituisce un punto di riferi- vo di creare un raccordo tra il mondo dei importanti, dei primi insediamenti umani sul emergere testimonianze significative di un mento per gli studi storici padovani e veneti e bambini e quello dell’ archeologia, per una territorio. Una opportuna campagna di scavi passato ancora per molti aspetti nascosto contribuisce, tra l’altro ma non solo, alla valo- programmazione integrata di interventi mirati eseguita dalla competente Soprintendenza sotto i nostri piedi. rizzazione di tutto il territorio della Bassa alla formazione dell’ individuo. Anche la ha permesso, tra l’altro, il ritrovamento di un I nuovi ritrovamenti – che saranno esposti Padovana. Regione Veneto, grazie alla sensibilità complesso di siti distribuiti sul territorio inte- nel museo civico di Monselice – amplieranno Il mio augurio è che il presente opuscolo dell’Assessore alle politiche culturali e l’iden- ressato dai lavori che coprono un arco cro- la conoscenza storica del nostro territorio e possa trovare spazio nello zaino degli studen- tità veneta,Ermanno Serrajotto,si sta muoven- nologico compreso tra l’età Neo-eneolitica e daranno una risposta concreta alle richieste ti monselicensi, magari tra il libro di gram- do in questo senso con un libro, curato dal quella romana. La quantità dei rinvenimenti, di risalire alle radici della nostra storia e,attra- matica e quello di matematica, nella speran- prof. Manlio Cortelazzo, intitolato Sussidiario distribuiti su un territorio relativamente limi- verso questa, di poter ricostruire una nostra za che lo studio del passato cittadino possa di cultura veneta e destinato a tutti gli alunni tato, ha costituito una importante scoperta precisa identità culturale e civile.Per questo,il diventare un atto d’amore per la nostra terra. delle scuole Elementari del Veneto.L’obiettivo archeologica che porterà in un prossimo presente opuscolo – che sarà distribuito agli comune è quello di valorizzare le “ricchezze” futuro a rivedere la storia antica della Bassa studenti - assume un particolare significato delle nostre comunità con una serie articola- Padovana. propedeutico,nella speranza di sensibilizzare ta di iniziative al fine di consegnare ai ragazzi Le testimonianze pervenute,tuttavia,sono le giovani generazione su questi temi. gli strumenti necessari per farli impadronire sufficienti a farci avvertire l’esigenza di capire Tra le novità di questa pubblicazione si della loro storia. meglio come vivessero i coloni romani che segnala la “proposta” di Camillo Corrain sulla La Città di Monselice da alcuni anni si sta quasi duemila anni fa suddivisero e misero a centuriazione nel territorio di Monselice. muovendo in questo senso,e purtroppo man- coltura i territori della Bassa Padovana. L’argomento è naturalmente di grande cano pubblicazioni agili e rigorose, che pos- interesse perché viene esaminato come “chia- sano raggiungere sia un vasto e variegato ve”per entrare nella storia antica del territorio pubblico di lettori interessati alla conoscenza veneto. Gli studi compiuti sulle antiche divi- storica della propria terra,sia i turisti che sem- sioni agrarie, hanno consentito di ritrovare pre più numerosi soggiornano e transitano addentellati significativi con altri pro-getti di sul territorio monselicense. 2. Laboratori scolastici di archeologia organizzati dal comune di Monselice per le classi Elementari bonifica romani,che in alcuni casi abbraccia- Questo studio vuole anche soddisfare le III e IV per promuovere e favorire la conoscenza no l’intera regione. Per questo motivo la numerose curiosità storiche emerse pochi dell’archeologia locale e del lapidario romano. prima parte del suo intervento ha assunto l’a- spetto di una presentazione generale della centuriazione e dei suoi problemi,adempien- do così alla duplice funzione di offrire il qua- dro entro cui la ricerca si svolge e di presen- tare alcuni spunti agli studiosi che approfon- diranno l’argomento. Un sincero ringraziamento va a quanti in questi anni hanno dedicato gratuitamente interesse,passione e tempo per la realizzazio- ne di questi studi e in modo particolare ai professori Enrico Zerbinati e Camillo Corrain 3. Chiesa di San Tommaso. Altare di epoca che da anni collaborano con l’Amministrazione romana in calcare bianco di Verona. comunale anche come componenti della Non vi è scolpita l’iscrizione.

9 Siti archeologici a Monselice

Principali siti archeologici nel territorio del Comune di Monselice Legenda: 1 Laghetto della Costa 2 Località Marendole 3 La Rocca 1 4 Località "Tre Scalini" 5 Monte Ricco - Monte Castello 6 Ca' Oddo 7 Via Pignara 8 Via (verso il confine 5 tra Monselice e Pernumia) 9 Via S. Pietro Viminario (pressi del casello dell'autostrada) 8 10 Via S. Pietro Viminario (area funeraria della gens Critonia) 11 Via Palazzetto (presso il cimitero) 7 12 Via Vanzo - Arzerdimezzo 3 13 Le Carrare di Marendole 14 Via dei Lovi 9 15 Via Ca' Bonetti - Ca' Sandri 4 16 Via Fragose 10 12 17 Località Vetta 13 11 18 Via Vetta - Ca' Bertin 19 San Bortolo - Le Muraglie 20 San Cosma (Stortola) 17 17 21 Via Granzette 2 14 22 Ca' Oddo - Moralediemo 15 17 18 20 Neo-eneolitico 17 Insediamenti abitativi 21 6 17 16 19 Età del Bronzo 22 Insediamenti abitativi

Età del Ferro Aree Sepolcrali

Età romana Strutture abitative

Aree Sepolcrali elaborazione a cura di Maurizio De Marco e Riccardo Ghidotti Flaviano Rossetto l’età preromana

necessità. Sorgono in questo periodo i primi fino agli inizi dell’età del Ferro. Per quanto Cordenons e dall’Alfonsi, due famosi archeo- insediamenti stabili ad economia agricolo- molto sia stato compromesso dalle successi- logi padovani. Dai loro rilievi di scavo si nota pastorale. In ambito euganeo la maggiore ve strutture medievali,sembra ipotizzabile un che i pavimenti delle abitazioni erano costi- testimonianza di questo periodo proviene da grande insediamento, organizzato su terraz- tuiti da larghe tavole di rovere accostate su Le Basse di Valcalaona nel territorio di zamenti, che trovò la sua ragion d’essere pro- cui poggiavano i resti di focolari. ai piedi del versante occidentale dei Colli prio nella straordinaria posizione dominante Quest’ultimi, formati da scaglie di pietra e Il monselicense Euganei del colle. spalmature di argilla, avevano per lo più Nel territorio monselicense invece, le testi- forma rettangolare e recavano evidenti segni in età preromana monianze più antiche della presenza umana 1. L’ insediamento palafitticolo di successive rigenerazioni. Ad eccezione di che documentano,tra l’altro,l’inizio del popo- qualche palo verticale emergente dal tavola- Flaviano Rossetto lamento del versante orientale dei Colli, risal- del lago della Costa to, da ricondurre quasi sicuramente alle parti gono essenzialmente all’età del Bronzo (II elevate delle abitazioni, manca qualsiasi millennio a.C.). Gli insediamenti più antichi Nel laghetto della Costa, situato tra Arquà informazione circa le pareti e la copertura si disposero presso zone umide: il villaggio Petrarca e Monselice, è stato individuato tra delle stesse. palafitticolo sulle sponde del laghetto della fine ‘800 e primi ‘900 un insediamento palafit- Da quanto noto da altri insediamenti umidi Costa, abitato tra l’antica e la media età del tico risalente all’età del Bronzo (II millennio dell’arco alpino, abbiamo motivo di ritenere Bronzo, e l’esteso insediamento nella piana a.C.). Il sito fu oggetto di sistematiche indagi- che le abitazioni fossero costituite da pareti ni di scavo condotte in tempi diversi dal Attorno alla metà del V millennio a.C. acquitrinosa di Marendole, attivo nell’età del lignee intonacate con argilla e che il tetto a anche nella nostra regione avveniva una Bronzo recente. Allevamento e agricoltura doppio spiovente fosse ricoperto con frasche profonda trasformazione, nota come proces- rappresentavano le principali attività di sussi- 5. Rilievi effettuati durante gli scavi archeologici ed erbe palustri. Ben conservate risultavano so di neolitizzazione,durante la quale l’uomo stenza dei loro abitanti. nel laghetto della Costa, condotti da Andrea invece le possenti opere di consolidamento da cacciatore/raccoglitore si trasforma in E’di questi ultimi decenni la scoperta delle Moschetti e Federico Cordenons dal 18 Aprile delle abitazioni. Tali opere, costruite sulle allevatore/agricoltore, prende cioè possesso tracce di una consistente frequentazione all’8 maggio 1901. I disegni riportano uno strato sponde del laghetto, costituivano verosimil- della natura, ne capisce i ritmi produttivi e si preistorica della Rocca di Monselice,che dal- di assi di rovere utilizzati come pavimento per le mente una piattaforma sorretta da pali verti- palafitte. rende conto che può regolarla per le sue l’età del Bronzo medio-recente si sviluppò cali ben infissi sul limo lacustre al fine di costiparlo e disidratarlo, nonché da travi oriz- zontali, fascine, sfasciume ligneo e pietre. L’abitato fu definitivamente abbandonato nel corso della media età del Bronzo (XV-XIV sec. a.C.) forse per motivi climatici o storici. L’abbondante documentazione archeologi- ca pervenuta è costituita per lo più da vasel- lame ceramico, da strumenti in selce, osso, corno di cervo e pietra levigata,mentre relati- vamente scarsi sono gli oggetti in bronzo. I materiali rinvenuti hanno permesso di riferire l’abitato alla cultura di Polada (dal nome della stazione palafitticola presso Desenzano sul Garda) cioè alla cultura caratteristica del- l’antica età del Bronzo (XVIII-XVI sec.a.C.). L’economia si basava essenzialmente sul- l’agricoltura,sull’allevamento e la caccia e su forme artigianali quali la filatura e la tessitura, 4. MCM. Boccali monoansati a corpo globoso o piriforme. Due esemplari presentano una decorazione a graffito di motivi curvilinei e a zig-zag compresi tra sottili solcature orizzontali. XVIII sec. a. C. Dal laghetto la lavorazione dell’argilla, del bronzo, della della Costa. selce e dell’osso-corno.

12 13 Flaviano Rossetto l’età preromana

3. La Rocca di Monselice Tali testimonianze, tuttora in corso di stu- dio, attesterebbero pertanto una continuità Indagini di scavo condotte in anni recenti di frequentazione dell’area della Rocca di sulla sommità e sulle pendici settentrionali Monselice a partire da una fase avanzata del- della Rocca di Monselice, nonché nell’area l’età del Bronzo alla primissima età del Ferro, dell’antico palazzo comunale e della ex vale a dire dal XIV all’VIII secolo a.C., epoca chiesa di S. Biagio hanno consentito il recu- in cui comincia ad accentuarsi sempre di più pero, di frammenti ceramici riferibili all’età lo sviluppo di grandi insediamenti unitari preromana. La distruzione delle stratificazioni come Este e Padova - centri egemoni dei antiche della Rocca sarebbe avvenuta a segui- Veneti antichi - e si assiste ad un relativo to della costruzione del mastio di età medioe- abbandono dei Colli Euganei. Il periodo suc- vale, i cui lavori preparatori avrebbero com- cessivo è ancora piuttosto oscuro e dovette portato il livellamento della sommità fino alla essere nuovamente la pianura ad attirare gli roccia. La scarsa documentazione ceramica insediamenti.Non è un caso che il reperto più finora rinvenuta consentirebbe di datare importante di questo periodo provenga da all’età del Bronzo medio-recente (XVI-XII sec. Ca’ Oddo: si tratta di una stele funeraria (fig. a.C.) la più antica frequentazione di tale area. 8), databile tra la fine del V e gli inizi del IV Si segnala infine la recente individuazione sec. a.C., recante un’iscrizione venetica che di stratificazioni antropiche dell’età del bron- ne dichiara l’appartenenza ad una certa zo medio-recente e della primissima età del Fugia Andetina Fuginia (oggi conservata nella ferro nel centro storico di Monselice e pre- V sala del Museo Nazionale Atestino), proba- cisamente in via XXVIII Aprile, in località “Tre bilmente un’aristocratica di origine patavina, scalini”. proprietaria di fondi agricoli nella zona. 2. L’ insediamento 6. MCM. Fondi di vasetti e tazze provenienti da Marendole, rinvenuti durante le numerose di Marendole ricerche di superficie effettuate negli anni ’60 da appassionati locali. XIII sec. a.C. La seconda area archeologica di notevole 7. Zona archeologica di importanza è quella ubicata a sud-ovest del Marendole tra monte poggio di Marendole e ad ovest del Monte o taccheggiati. Le forme più rappresentate Fiorin e l’argine del Fiorin. Scoperte occasionali e ricerche effet- sono le tazze, le scodelle e le olle. In terracot- Vescovo nella quale, tuate nella seconda metà dell’Ottocento dal ta sono pure numerose fusaiole di forma durante le campagne di Cordenons e successivamente dall’Alfonsi, biconica, conica o sferoidale, da ricondurre scavo eseguite nella hanno documentato la frequentazione di tali all’ attività domestica della filatura e tessitura. seconda metà zone a partire dall’antica età del Bronzo Sono stati inoltre rinvenuti all’interno dell’a- dell’Ottocento dal (XVIII- XVI sec. a.C.) . rea abitata un pugnale e uno scalpello. Cordenons e successiva- mente dall’Alfonsi, sono La maggior parte della documentazione Per quanto riguarda gli aspetti strutturali stati rinvenuti numerosi archeologica si data però alla metà del dell’abitato di Marendole,Cordenons riferisce reperti risalenti all’età Bronzo recente (XIV-XIII sec. a.C.) ed è costi- di fondi di capanne costituiti da piani in terra del Bronzo. L’area, in tuita da materiale ceramico proveniente vero- battuta, di focolari e di fosse riempite da questi ultimi anni, è similmente da un unico, esteso abitato. Si trat- cocci e carboni.I dati acquisiti consentono di stata devastata da ta per lo più di vasellame molto frammenta- ipotizzare un’economia basata sull’agricoltu- numerose escavazioni di rio, che presenta impasti poco depurati di ra e sulle attività domestiche della filatura e materiale sassoso. colore rossastro, superfici sommariamente tessitura, molto simili a quelle già praticate lisciate e decorazione prevalentemente pla- dalle precedenti popolazioni del laghetto stica costituita da cordoni applicati, semplici della Costa.

14 15 modifiche agrarie

l’epoca romana e applicato,anche nel nostro 8. MNA. Stele funeraria in trachite con iscrizione territorio,a vaste aree abbandonate o coltiva- venetica che ricorda una donna veneta, Fugia te dagli antichi Veneti. Queste tecniche di Andetina Fuginia. Al centro si accompagna una bonifica agraria vengono identificate con il chiave di tipo celtico. Fine V - inizi IV sec. a.C. termine di centuriazione. Da Ca’ Oddo. Modifiche agrarie Negli spazi interessati gli agrimensori romani procedevano ad una precisa delimi- del territorio tazione e misurazione delle terre mediante della Bassa Padovana un regolare reticolato,formato da linee paral- 4. Le ultime scoperte lele e perpendicolari. Le due lineazioni prin- in età romana cipali del reticolato, solitamente due strade, Nuove conoscenze sulla storia antica mon- erano dette kardo maximus, che puntava da selicense arriveranno dallo studio dei reperti Camillo Corrain nord verso sud, e decumanus maximus, che rinvenuti la scorsa estate in località Vetta si dirigeva da est verso ovest. durante i lavori di sistemazione del canale Parallelamente a questi erano tracciati Destruro destinato a consentire la fitodepura- La pianura Padana è caratterizzata oggi da viottoli e fossati, che costituivano altrettanti zione delle acque provenienti dal depu- una regolare divisione di appezzamenti colti- cardini e decumani,in modo da ottenere una ratore. Al termine delle prime indagini vati, con strade che solcano fertili campagne maglia di quadrati di circa 710 m di lato, cor- archeologiche la competente e canali che regolano le acque tra frutteti e rispondente alla misura romana di 20 actus. Soprintendenza comunicava il ritro- vigneti. In ogni luogo si nota la laboriosa I decumani e i kardines, che definivano le vamento, in un’area di circa 4 km opera dell’uomo che ha saputo dare, nel larghe maglie centuriate, formavano anche quadrati, di insediamenti risalenti corso dei secoli, una razionale organizzazio- un fitto e regolare reticolo di strade e sentie- all’età del Neo-eneolitico (IV – III mil- ne al territorio. L’ordinata geometria campe- ri,dando così per la prima volta unità e omo- lennio a.C.), oltre a numerosi reperti stre attuale, in molti casi, corrisponde a un geneità ad un intero territorio composto di di epoca romana,con tutta probabilità preciso disegno agrario elaborato durante superfici uguali - centurie - entro le quali databili dal I sec.a.C.al II d.C. Nel detta- glio sono stati individuati: 2 insediamenti di età Neo-eneolitica; 3 insediamenti dell’età del Bronzo; un vasto insediamento dell’età Bibliografia di riferimento del Ferro e di altri due contesti insediativi 9. Con la groma gli agri- minori; 6 complessi rustici di età romana, A.ALFONSI,Arquà Petrarca. Scoperte acciden- mensori romani tracciavano tali sulle rive del laghetto della Costa,“Notizie linee rette sul terreno. Lo alcuni di grandi dimensioni; 2 necropoli di strumento era dotato di due età romana. Attualmente sono in corso ulte- degli scavi di antichità”, 1906. bracci a croce fissati con un riori investigazioni e non si escludono nuove E.BIANCHIN CITTON - E.ZERBINATI,Il territorio perno a un sostegno vertica- campagne di scavo. in età preromana e romana, in Monselice. le. All’estremità di ciascuno Nel territorio monselicense mancano pur- Storia, cultura e arte di un centro “minore”del dei bracci era appeso un filo a piombo. L’aiutante si pone- Veneto, a cura di A. RIGON, Monselice 1994. troppo altre importanti testimonianze archeo- va a una certa distanza con logiche fino all’epoca della romanizzazione, S. BONOMI,Il lapidario romano di Monselice, un paletto e lo piantava sul tra II e I sec. a.C, epoca a cui risale la necro- dattiloscritto 2000. terreno secondo le indicazio- poli scoperta nel 1938 tra Arquà e Monselice I Colli Euganei natura e civiltà,Padova 1989. ni del geometra, il quale tra- alle falde del Monte Ricco.Essa era relativa ad F. C ORDENONS, Le antichità primitive di guardava lungo uno dei bracci della groma. Con que- una comunità di origine celtica,che nel corso Marendole nei colli Euganei, “Bullettino di sto semplice strumento i di un secolo abbandonò progressivamente le Paletnologia Italiana”,23 (1897). romani formarono sui terri- sue caratteristiche originarie:i guerrieri diven- E. ZERBINATI, Edizione archeologica della tori da bonificare regolari nero agricoltori, che alla fine furono assorbiti Carta d’Italia al 100.000. Foglio 64. Rovigo, reticoli di strade e fossati (centuriazioni). dal modello culturale imposto dai Romani. Firenze 1982.

16 17 Camillo Corrain modifiche agrarie

andarono affiancandosi numerosi tracciati Nelle campagne resistettero piccoli nuclei stradali a partire dai primi interventi di Roma insediativi, aggrappati a ruderi di ville roma- nell’Italia nordorientale per favorire la per- ne, con blandi legami con i vecchi centri corribilità della Venetia.La prima via,che inte- amministrativi. Il bosco e lo sterpeto, con ressa il nostro territorio, risale al 175 a.C. ed è essenze predominanti di roveri, tigli, frassini, stata costruita dal console Marco Emilio presero il sopravvento nei terreni un tempo Lepido. La strada partiva da Bologna e per coltivati o regolati comunitariamente per lo Modena, Este, Monselice, Padova ed Altino sfruttamento a pascolo o a bosco, mentre le congiungeva la nuova colonia di Aquileia bassure divennero sede di acquitrini e paludi. con i restanti territori controllati dai romani. Le uniche vie di comunicazione erano gli Nel 131 a.C. al sistema viario esistente si argini,o meglio strade che percorrevano natu- aggiunge la via Annia, stesa a collegare Adria rali alti topografici (dossi), passando attraver- con Aquileia in proseguimento della via so la folta vegetazione, spesso agibili solo Popillia, proveniente da Rimini. La via Annia, d’inverno, quando si essiccava il canneto e il passando per , , e terreno, solitamente melmoso, si ghiacciava. Maserà si portava a Padova e da qui, seguen- Anche i resti dell’antica maglia centuriata do o ristrutturando il precedente percorso di romana venivano in parte riadattati o recupe- Lepido, ad Aquileia. A queste due strade, assi rati,ove possibile e dove gli insediamenti pre- portanti della penetrazione romana nei primi sentavano ancora valide ragioni di esistere.Si due secoli a.C., si aggiunse nel I sec. d.C., pro- utilizzavano così tratti di rettifili romani, tal- babilmente all’epoca dell’imperatore volta raccordandoli con altri,quando si trova- Claudio, una strada che collegava - costituen- vano su dossi, oppure rialzandoli con argina- do un più diretto proseguimento della ture. Solo l’attaccamento alle basi di sussi- Popillia - Ravenna ad Altino. stenza, fondata su un’economia silvo-pastora- Un così complesso sistema viario spiega il le, ha permesso agli agricoltori di aggregarsi sorgere di numerosi insediamenti,a loro volta in quei nuclei che saranno pionieri nel disso- collegati tra loro da strade minori. damento di nuove terre, approfittando del L’intervento di centuriazione nel territorio a nuovo cambiamento climatico, in senso Sud di Padova è interpretabile anche come 10. Schema delle strade romane della Venetia di rovinose esondazioni. Tale sistemazione caldo secco, che persisterà fino all’ulteriore dal II secolo a.C. all’età imperiale, tratto dal una operazione tesa a bonificare zone altri- fase umida,che si imporrà tra il 1200 e il 1300, saggio di L. Bosio, Dai Romani ai Longobardi, ambientale trovava poi il suo completamen- menti paludose per rendere sicuri i percorsi in Storia di Venezia, I, Roma 1992, pag.193. to nelle terre lavorate e coltivate con la viari. costringendo ancora ad un abbandono dei costruzione delle case dei coloni, che sorge- Nei secoli successivi però le cose peggiora- villaggi più isolati, divenuti periferici. vano sulle singole proprietà disseminate nel rono.Le accurate sistemazioni agrarie e parte La sistemazione della pianura con sovrap- vasto agro. delle vie principali, a causa della scarsa poste centuriazioni locali restò leggibile nel- Nel lento e graduale processo di romaniz- manutenzione, si degradarono rapidamente, l’area del monselicense, nonostante le avver- erano definiti i singoli lotti da assegnare ai zazione che interessò l’area veneta a partire conseguenza anche di un’idrografia di diffici- se condizioni climatiche e gli abbandoni veri- coloni. dai primi decenni del II sec.a.C.,alcuni inter- le controllo, effetto di una nuova fase climati- ficatisi dal tardo impero e all’alto Medioevo, Gli agrimensori di Roma produssero una venti specifici riguardarono l’area monseli- ca umida e piovosa che raggiunse il suo apice fino al XII secolo. Il nuovo radicale ordina- straordinaria bonifica agraria capillare e dif- cense. D’altra parte l’importanza della zona tra il 400 e il 700 d. C. Nella Bassa Padovana, mento del territorio iniziò con lo scavo del fusa sul territorio,spesso su scala gigantesca. nell’antichità era dovuta in particolare alla già nel tardo impero, si registrò un forte calo canale Bisatto che rappresentò l’espressione Grazie alla regolare lottizzazione del terre- sua felice posizione geografica che favoriva i demografico, accentuato da contagi di peste più concreta dei profondi mutamenti che la no, si moltiplicavano conseguentemente le collegamenti con le principali città romane bubbonica. Inutilmente gli imperatori rinascita dell’età comunale stava causando opere di controllo delle acque in modo da dell’Italia del Nord. Costantino, Teodosio e Valentiniano tentaro- anche a Monselice: diventata vera città raggiungere un equilibrio idraulico che, eli- Alle vie d’acqua, che continuarono per no di ripopolare la Valpadana deportandovi capace d’esprimere tra Due e Trecento il mas- minando le zone acquitrinose, era in grado secoli a svolgere il loro ruolo di primaria Sarmati,Alemanni e Goti,sconfitti nelle nume- simo del suo fulgore economico, civile, reli- di prevenire gli impaludamenti e il pericolo importanza per favorire i traffici e i trasporti, rose spedizioni militari. gioso e artistico.

18 19 Camillo Corrain l’agro atestino

romana nell’agro di Este. Tali affermazioni torio circostante. Sistema di divisione agraria (A) - segnato in 1. L’ agro atestino sono inoltre suffragate dal recupero in situ di Nel basso Veneto è comunque possibile rosso nelle cartine 12 e 13 - le cui lineazioni numerose stele funerarie di personaggi tra I distinguere due aree di influenza specifiche: presentano cardini orientati N-44° W.Questo sec. a.C. e II d.C. appartenenti alla tribú quella di Adria e quella di Este. Le lineazioni sistema centuriato interessa un’estesa area Sicuramente già in epoca paleoveneta, la Romilia, vale a dire della circoscrizione elet- nel territorio di Adria, che presentano un che si espande da fino a città di Este allargò la sua sfera di influenza torale ed amministrativa di Este, mentre i orientamento pressappoco N-S,possono esse- Cavarzere. anche sul territorio circostante. Non cono- patavini erano ascritti alla Fabia. re considerate le più antiche,seguite da quel- Sistema di divisione agraria (B) – segnato sciamo con sicurezza l’ampiezza e i limiti le con direzione dei cardini N-44° W. in blu nelle cartine 12 e 13 - presenta linea- dello spazio territoriale soggetto allora al 2. I sistemi di divisione agraria Dopo questo necessario preambolo,passia- zioni in due aree diverse e separate tra di loro. controllo dell’antica città, ma possiamo mo ad illustrare brevemente i sistemi centu- La prima insiste nel territorio di Monselice e tracciarne i confini grazie alla scoperta di della Bassa Padovana riati che interessano l’area del monselicense. la seconda è stata individuata tra Granze e alcuni cippi confinari, fatti porre da due Tuttavia data la complessità degli interventi è . Le lineazioni hanno orienta- proconsoli romani della Gallia Cisalpina, La tormentata morfologia superficiale, pla- molto probabile che nei prossimi anni con mento, sempre riferito ai cardini, N-12° W. chiamati a dirimere questioni di confine smata nei millenni dalla presenza di grandi l’aiuto di nuova documentazione si possa Del sistema agrario tipo (A), corrisponden- sorte fra Atestini da una parte e Patavini e fiumi e condizionata dallo sperone dei Colli definire ulteriormente ciò che ora è soltanto te probabilmente al primo intervento “azia- Vicentini dall’altra. Lucio Cecilio Metello su Euganei, ha impedito l’individuazione di un accennato. co”o di età augustea,rimangono i relitti su un incarico del Senato di Roma nel 141 a.C., - progetto di bonifica agraria romano ben defi- vasto territorio della Bassa Padovana. E’ pre- per la maggior parte degli studiosi - fissò il nito, anche perché spesso si sono verificate sumibile che il sistema centuriato abbia prin- limite tra i territori di Este e Padova, con la sovrapposizioni e compenetrazioni di vari cipio da un tratto viario che si stacca posa di cippi confinari a ,Galzignano e sistemi centuriati prevalenti ora l’uno ora l’al- 3. I sistemi centuriati sul Monte Venda; mentre Sesto Attilio tro, seguendo il criterio del più favorevole al dall’Adige, attraversando Agna - perciò si è Serrano nel 135 a.C., stabilì il confine tra deflusso delle acque. del monselicense supposto si tratti di uno spezzone della via Este e Vicenza a Lobia, con un cippo ora Dall’esame delle foto aeree risulta che Annia – per traguardare sul monte Venda. Le conservato al Museo Maffeiano di Verona. alcune strade sono segmenti di interventi di Dal ritrovamento di numerosi reperti centurie quadrate erano costituite con il Queste controversie confermano la pre- centuriazione e che le impostazioni urbani- archeologici si evince chiaramente che il ter- modulo classico romano di 710 m. circa di senza di precedenti sfere di influenza su ter- stiche di Adria, , Villa Estense, ritorio di Monselice risentiva degli usi e dei lato. ritori che questi tre centri dovevano ricono- Carmignano di Sant’Urbano, Masi, Este, Lozzo costumi dell’agglomerato protourbano di Le lineazioni - oltre ad apparire con una scere come propri: possiamo quindi,a buon e in parte Montagnana,ricalcano esattamente Este, uno dei due centri principali (l’altro è distribuzione e in un contesto che ne postu- diritto, inserire il monselicense in epoca uno dei reticolati romani prevalenti nel terri- Padova) da cui si era irradiata la cultura e la lano l’anteriorità rispetto agli altri sistemi - si civiltà degli antichi Veneti. La stessa influen- dispongono con un orientamento che ricalca za continuava anche in età romana, e in par- quello del centro storico di Este. ticolare tra la fine del I sec.a.C.e il I sec.d.C., Originariamente,questa centuriazione poteva durante la quale il monselicense rientrava comprendere una superficie di circa 400 sicuramente nella giurisdizione amministrati- kmq, per una lunghezza longitudinale di va di Ateste,dove dopo la battaglia di Azio del circa 55 Km. 31 a.C.venne dedotta una colonia di ex legio- E’ verosimile che proprio in ragione della nari.La deduzione della colonia comportò la sua grandiosità questa centuriazione abbia sistemazione agraria e la bonifica del territo- mostrato ben presto carenze funzionali in rio nel quale erano stati trasferiti i nuovi colo- varie zone e che perciò abbia subito degli ni. interventi mirati che si adattassero con mag- 11. Particolare dei muri Di questi lavori di riorganizzazione e divi- giore precisione e più sicura aderenza alla di fondazione di un sione delle campagne rimangono tracce in morfologia dei terreni, per favorire lo sgron- edificio romano numerose lineazioni (fossati, strade, carreg- do delle acque. Di qui la necessità di ulterio- rinvenuto durante giate, canali ecc.) visibili attraverso le foto ri sistemazioni del territorio con un diverso lavori di scavo in località aeree o recuperabili nei resti che hanno orientamento dei canali e dei fossati. Vetta, nell’estate 2001. lasciato nel disegno agrario moderno. Per quanto riguarda l’area del monselicen- Dall’esame del territorio è possibile distin- se, oggetto del presente lavoro, si notano i guere due sistemi di centuriazione. frammenti di un successivo intervento di

20 21 Camillo Corrain i sistemi centuriati sistemazione agraria che identifichiamo mente parte di un antico percorso pedecolli- come sistema (B) con un orientamento nare, che taglia con la stessa inclinazione la disposto a N-12° W. Esso si estende nei comu- valle tra monte Cecilia e monte Fiorin (forse ni di , , S. Pietro è l’antica strada che collegava Monselice a Viminario, Monselice, Solesino, Sant’Elena, Este). , e Granze. Il sistema Nuove e importanti indicazioni sono per- di divisione agraria tipo (B) interesserebbe, venutel’anno scorso durante gli scavi eseguiti pertanto, due aree diverse e separate tra loro. nell’area di via Vetta, nelle adiacenze del La prima corrisponde alla parte pedecollina- canale Destruro. re e meridionale del monselicense per una In particolare sono stati localizzati una superficie di circa 42 Kmq. Mentre la secon- quantità imprecisata di fossati agrari da si estende su buona parte del territorio comunale di Sant’Elena, Granze e parte di 12 - 13. Nel monselicense si notano i resti di due Villa Estense e presenta la stessa trama su altri centuriazioni romane. La prima (Sistema A, di colo- 25-30 Kmq. di superficie. re rosso) risale forse al primo periodo augusteo e presenta una inclinazione dei cardini di N-44˚ W. Tra l’altro segnaliamo due particolarità: a Successivamente si ipotizza una nuova nord di Vanzo, frazione di S. Pietro Viminario, sistemazione del terreno (Sistema B, di colore blu) al confine con Monselice, si rileva un tratto con lineazioni (fossati e strade) disposti a N-12˚W. viario che passa su un crocicchio che parte Probabilmente l’intervento è stato eseguito dalla Chiesa vecchia (frazione San Cosma), ai tempi dell’imperatore Claudio. Nei disegni con l’inclinazione dei decumani di tipo (B);il vengono riportati i particolari delle località secondo riguarda un altro rettifilo, probabil- Ca’ Oddo e Arzerdimezzo.

risalenti ad epoche diverse, dall’età del vento di sistemazione agraria di ampie Bronzo a quella romana,ed un corso d’acqua dimensioni, attribuibile ad un periodo intor- minore strutturato con massicciate spondali, no alla metà del I secolo d. C. databile al periodo della romanizzazione. La pietra porta segnate su facce opposte le sigle K e SDII ovvero: S(inistra) d(ecumanum) II K(ardo maximus?) 4. Il cippo gromatico di Tali scritte indicano che il cippo era posto all’incrocio fra un kardo ed un decumanus, che nel nostro caso sono il se-condo decu- Il territorio compreso tra Monselice, mano a sinistra del decumano massimo e Pernumia e San Pietro Viminario ha restituito forse il kardo massimo stesso.Il cippo è di par- negli anni scorsi, numerosi reperti di epoca ticolare importanza in quanto, permette di romana che confermano la frequentazione ipotizzare la presenza di una vasta centuria- della zona in epoca antica. D’altronde poco zione nella parte meridionale dell’agro pata- lontano passava la via Annia lungo la quale vino, che si inserisce nella cittadina di Piove sono stati realizzati alcuni interventi di bonifi- di Sacco per terminare ai margini della lagu- che agrarie. Oltre ad iscrizioni, resti di vasi e na veneta. Tracce di questo disegno agrario, numerose tombe, nel 1972, a San Pietro che aveva come umbilicus il centro di Viminario, in località il Cristo, venne alla Maseralino, sono ancora visibili sul terreno, luce un cippo gromatico (fig. 14), grazie al specialmente per quanto riguarda i decuma- quale,in un vasto territorio a sud di Padova si ni. può individuare in epoca romana un inter- Gli studiosi hanno verificato,per il ricorrere

22 23 i volumni di alcuni allineamenti a distanze multiple di l’agro patavino. m. 710 circa, la presenza del più comune La datazione proposta permette di colloca- Monumento funerario modulo di 20 x 20 actus, con un orientamen- re il cippo nel periodo immediatamente suc- dei Volumnii to declinante di 17° est rispetto al Nord geo- cessivo alle opere eseguite nella Venetia dal- grafico, che trova la sua ragione nell’esigenza l’imperatore Claudio (la fossa Clodia, il rias- Cinzia Tagliaferro di seguire la pendenza del terreno per favori- setto del porto di Aquileia, la via Claudia re il deflusso delle acque. Augusta), in un momento in cui, con buone Il monumento di età augustea fu rinve- Attraverso l’indagine cartografica e ispezio- probabilità, viene steso il prolungamento nuto nel 1879 in località Arzerdimezzo, a ni sul terreno,è già stata avanzata da molti stu- della Popillia lungo l’arco costiero della lagu- circa 1,50 m. di profondità. diosi un’affascinante proposta di ricostruzio- na. Possiamo supporre, ma non dimostrare, Su un alto basamento, su cui compare ne del sistema centuriato che aspetta ancora che con la costruzione della strada si sia resa l’iscrizione dedicatoria, si eleva un’edico- riscontri oggettivi. Semplificando, dati i limiti necessaria una bonifica interna del territorio, la, limitata agli angoli da 4 pilastrini corin- della presente pubblicazione,l’area interessa- con una regolazione delle acque tale da evi- zi su basi attiche e con capitelli a doppio ta sembra terminare a sud di tare impaludamenti. giro di foglie d’acanto e listello inferiore sul fiume Adige; a est terminava nella laguna decorato da astragali. Nel timpano, a bas- veneta, mentre a nord sembra congiungersi sorilievo,compare una quadriga con caval- con l’agro centuriato di Padova – Campo- Bibliografia di riferimento li in corsa verso sinistra,guidata da un auri- sampiero – . ga. Resta ora da chiarire quando questo inter- L. BOSIO, Capire la terra: la centuriazione Entro l’edicola sono otto ritratti di defun- vento di sistemazione agraria venne attuato e romana del veneto,in Misurare la terra: centu- ti (in origine erano dieci): i ritratti maschili i suoi rapporti con la storia di Padova e la riazione e coloni nel mondo romano. Il caso della parete destra sono identificabili dalle politica romana nel Veneto antico. La forma Veneto, Modena 1984. iscrizioni mentre di quelli femminili rima- quadrata del cippo gromatico di San Pietro L. BOSIO, L’agro atestino in età preromana e ne soltanto il nome di Volumnia Secunda. Viminario,ci informa Lazzaro,inizia ad essere romana, in Este antica: Dalla preistoria all’età I ritratti maschili della parete sinistra non appartengono alla famiglia dei Volumnii: usata a partire dall’età neroniana,in un perio- romana, Este 1992. C. CORRAIN, I mille anni della Vangadizza. uno è di M(arcus) Vettius P(ubli) f(ilius) do decisamente più tardo di quello a cui Inventario delle pergamene, Badia Polesine Rom(ilia) l’altro di C(aius) Planius C(ai) sono state attribuite le altre centuriazioni del- 1999. f(ilius) Rom(ilia) Balbus,forse mariti di due Le divisioni agrarie romane nel territorio delle donne raffigurate nel monumento. Le patavino. Testimonianze archeologiche, a cura acconciature dei ritratti rinviano all’epoca di L. BOSIO, Padova 1984. augustea. L’iscrizione sul basamento è la S. PESAVENTO MATTIOLI, La centuriazione del seguente: territorio a Sud di Padova come problema di P(ublius) (et) L(ucius) Volumni(i) C(ai) ricostruzione storico-ambientale,in Misurare la f(ilii) sibi et / suis vivi fecerunt / monimen- terra, cit. tum. / In fronte p(edes) XXXIII, / in agrum R.VALANDRO, Mons Silicis.Preistoria e storia p(edes) XXV. / H(oc) m(onumentum) antica di un territorio Euganeo, Este 1990. < h>e(redem) n(on) s(equetur). Traduzione: E. ZERBINATI, Scoperte archeologiche nel “Publio e Lucio Volumnii,figli di Caio, fece- comune di ... in, Ponso prima della ro il monumento da vivi per sé e per i pro- memoria e nella memoria, Ponso 1996. pri familiari. Sulla fronte piedi 33, in profondità piedi 25. Da questo monumen- to sono esclusi gli eredi”. Il monumento, che per la varietà delle 14. Soprintendenza per i Beni Archeologici del componenti formali e l’originalità delle Veneto (Padova). Cippo gromatico di San Pietro soluzioni adottate può essere assunto a Viminario, di forma parallelepipeda, che presenta simbolo del linguaggio artistico della incise sulla faccia superiore due linee tra loro Venetia romana, è oggi conservato nella ortogonali (decussis) indicanti le direzioni degli sala VIII del Museo Civico Archeologico di 15. MCAP. Edicola sepolcrale dei Volumni. allineamenti di una centuriazione. Padova. Età augustea. Dalla località Arzerdimezzo.

25 Enrico Zerbinati la romanizzazione

augustea (II sec. a.C. - fine I sec. a.C.). La località di rinvenimento è situata alle falde occidentali di monte Castello, in comune Archeologia di Arquà Petrarca, ma prossima al territorio e monumenti di Monselice. E tuttavia la crescente presenza e l’insi- d’età romana nuante influenza del potere romano in tutta la regione, il processo di omologazio- a Monselice ne alla cultura dominante (non imposta con la forza, ma introdottasi e infiltratasi Enrico Zerbinati con l’energia e il vigore della propria incontrastabile superiorità) non significa- 1. La romanizzazione no che il fenomeno sia stato del tutto indo- lore nel gioco degli equilibri politici ed Gli studiosi concordano nell’affermare amministrativi tra le comunità venete. La che il processo di romanizzazione nella pianificazione stradale messa in opera dai Venetia, a partire dalla fine del III sec. a.C. e romani e in particolare l’attraversamento in lungo il II e I sec.a.C.,sia avvenuto gradual- diagonale per le campagne venete della mente e senza eccessivi traumi per le popo- via Postumia nel 148 a.C. devono avere lazioni locali.E,in linea di massima,questo creato notevoli tensioni, non tanto con lo scenario corrisponde ai dati letterari e Stato romano e i suoi rappresentanti di cui archeologici che conosciamo e non abbia- si riconosceva l’autorità, quanto tra le stes- se comunità, la cui frammentazione era di 17. MCM. Lapidario romano di Monselice, col- mo ragioni di dubitare che esso non si sia locato provvisoriamenente a Villa Pisani. mediazione (il verbo iubeo lo sta ad indi- realizzato anche nell’areale monselicense, care) sul monte Venda, a Teolo e a da considerare una specie di periferia del fatto indotta dal riordino territoriale roma- Galzignano; la stessa procedura è seguita protourbano centro veneto di Este. no. nella seconda disputa che viene chiusa nel Dall’attuale territorio di Monselice, ad La spia dello stato di conflittualità e 135 a.C. dal proconsole Sesto Attilio illuminarci sulle tappe della romanizzazio- degli strascichi suscitati indirettamente Serrano come ci documenta il cippo confi- ne, ci è pervenuto soltanto un «piccolo dalla penetrante supremazia romana nario di Lobia. In ambedue le vertenze si frammento di ripostiglio» composto da potrebbe venirci confermata dalle discor- trova in causa e in primo piano la comu- quattro denari repubblicani, datati dal 157- die confinarie tra Este e Padova e tra Este e nità degli atestini, la quale, se “baruffa” e 156 a.C. al 46 a.C. Vicenza, risoltesi con l’intervento (un arbi- s’“azzuffa” con i propri vicini e se viene Ma proprio ad Este sono emersi esempi trato previsto da un foedus? un’interferenza contestata nei suoi diritti (reali o presunti), tra i più emblematici sulle fasi della assimi- oppure un’ingerenza unilaterale dei roma- sembra costituire, in quel periodo, l’anello lazione e della “progressione lenta e ordi- ni? un’azione sollecitata da ambedue o da debole del sistema tra i centri veneti meri- nata” verso i costumi e la cultura romana: una delle parti contendenti? una normale dionali.La riorganizzazione territoriale con iscrizioni graffite su vasi fittili appartenenti prassi in casi di tensioni confinarie?) di il conseguente quasi certo ridimensiona- a corredi funerari testimoniano la estesa e proconsoli romani. Nella prima contesa il mento della sfera d’influenza atestina prolungata evoluzione dell’alfabeto, della proconsole Lucio Cecilio (quasi certamen- allontana Este dal versante settentrionale morfologia e del formulario onomastico te Lucio Cecilio Metello Calvo nel 141 a.C. degli Euganei, che inglobava il “ricco” dal venetico al latino. piuttosto che Lucio Cecilio Metello distretto termale aponense, e circoscrive il Un altro bell’esempio della compresen- Diademato nel 116 a.C.) dispone – su deli- “peso”dell’antico centro all’area compresa za di tradizioni venete locali e di consuetu- berazione del senato romano – la sistema- tra le pendici meridionali dei Colli e il dini celtiche, mediate e assorbite da com- zione di cippi terminali con iscrizioni in corso dell’Adige. ponenti e modelli culturali romani,è riscon- 16. MCM. Stele funeraria di Quinto Vitonio latino (elemento altamente segnaletico Inoltre appare fondato supporre che trabile nella necropoli di monte Ricco, probabilmente patrono della liberta Vitonia Ifigenia. dell’egemonia in loco dei romani) dall’in- questi eventi abbiano provocato ricadute inquadrabile tra il periodo La Tène D e l’età Prima metà del I sec. d.C. Da Ca’ Oddo (via dei Lovi). tonazione perentoria che non implica non solo sull’organizzazione topografico-

26 27 Enrico Zerbinati le pietre romane amministrativa, ma anche sui modelli di un’iniziale fortuna,logicamente coinciden- monumenti più significativi,non tralascian- riferimento socio-linguistici e culturali di te con i tempi della deduzione e con quel- do di sottolineare che, eccettuati pochi Este e del settore a sud-est dei colli li successivi ad essa fino alla metà circa del frammenti epigrafici, niente è rimasto infis- Euganei. I sec. d.C., Este si incamminò già nel II sec. so negli edifici e molti reperti sono andati L’inserimento integrale nel mondo d.C. inesorabilmente verso la decadenza. perduti o hanno subito una diaspora in romano del comprensorio monselicense e diversificate collocazioni museali, tra cui il la sua appartenenza amministrativa all’a- Museo Nazionale Atestino di Este, il gro di Ateste si realizzano quando, tra il 49 2. “Pietre romane” di Monselice Kunsthistorisches Museum di Vienna ove è e il 42 a.C., ad Este viene concessa la citta- confluita la collezione archeologica già al dinanza romana con l’ascrizione alla tribù Le testimonianze delle fonti letterarie su Cataio di , il Museo Civico Romilia e quando,dopo la battaglia di Azio Monselice risalgono alla fine del VII e Archeologico di Padova, il Museo del 31 a.C., è dedotta nell’antico centro all’VIII sec. Riscontriamo il toponimo Archeologico al Teatro Romano di Verona, veneto una colonia di veterani aziaci, spe- Monssilicis e Mons Silicis nella cialmente (stando ai dati in nostro posses- il Civico Museo Romano di Brescia.Alcuni Cosmographia dell’Anonimo Ravennate so) delle legioni V (detta anche V Urbana), sono tuttora conservati a Monselice e costi- (IV, 31) e nell’Historia Langobardorum di XI (qualche soldato di questa legione è tuiscono il “nocciolo storico” del nuovo indicato con la denominazione di Paolo Diacono (II,14; IV,25),quest’ultimo a Lapidario Comunale (fig. 17). Actiacus), IV Macedonica; una deduzione proposito di avvenimenti del 569 e del 602 In generale si tratta di pregevoli manu- forse potenziata circa un quindicennio d.C. Ma l’eventualità dell’esistenza di un fatti di carattere funerario (stele, are, cippi, vicus a Monselice con datazione più alta, dopo. 19. MCAP. Stele funeraria con frontone ad arco ecc.) quasi tutti databili tra la fine del I sec. Ateste non è stata una grande e impor- nel cuore dell’età romana, non è da esclu- posta dalla liberta Calybe al figlio Primigenio di a.C.e il I sec.d.C.;in qualche caso ci si trova tante città del mondo antico e neppure dere a priori. Comunque stiano le cose, anni 19, schiavo di Publio Atidio Peregrino. I-II sec. di fronte a esemplari di alto interesse tipo- della Venetia,ma il suo copioso patrimonio possiamo constatare che l’altomedievale d.C. Rinvenuta presso la Pieve di S. Giustina. logico e a monumenti apprezzabili per lo epigrafico (ottocento testi), cui contribui- castrum di Monselice «nel corso degli anni studio dell’arte romana “periferica”. scono anche l’agro e,in modo determinan- aveva raccolto l’ultima eredità di Ateste» Un monumento a sé stante, che per la te, il circondario monselicense, le assegna (R. Cessi). città di Monselice ha assunto per vari moti- un’immagine postuma che l’avvicina a Il centro storico di Monselice ha restitui- vi (a torto o a ragione a seconda dei punti centri storicamente ben più rilevanti to in gran numero materiali marmorei e in di vista che qui non è possibile esaminare) dell’Italia antica e permette di annoverarla pietra reimpiegati in edifici medievali e un valore di simbolo, è da ritenere la gran- tra le colonie più popolose di età augustea. moderni: dalla Rocca alle chiese e ai com- de e spessa lastra (fig. 34) che nomina Tito Sono ben ventisette le epigrafi che riguar- plessi monastici,da edifici pubblici a palaz- Ennio Secondo (prima metà del I sec. dano direttamente coloni ex legionari, «un d.C.). Questi, cittadino romano di Padova numero straordinariamente alto» zi e ville patrizie. essendo iscritto alla tribù Fabia, fu un (H. Galsterer), se si valuta la generalizzata E’ probabile che una parte di tali reperti «notabile appartenente al facoltosissimo povertà di dati che affligge la storia delle sia confluita in città dalle campagne circo- città italiane per l’età romana. Con ogni stanti,ma molti di essi appaiono trasportati ceto equestre della città» (C. Compostella) probabilità a tale cifra vanno aggiunte le dalla vicina Este. Si possono paragonare ad e ricoprì nel centro patavino le cariche di tri- iscrizioni di tre pretoriani che «dovevano un “fondo archivistico”, la cui consultazio- buno militare, prefetto giusdicente, curatore far parte del primitivo contingente di colo- ne resta fondamentale da un lato per com- dell’erario.La pietra,correttamente espunta ni»(E. Buchi,1993).La deduzione voluta da prendere le dinamiche socio-economiche da Maria Silvia Bassignano dal corpus delle Ottaviano per rivitalizzare l’antico centro di Este romana e del suo agro,dall’altro per iscrizioni di Este, è originaria di Padova o veneto in piena decadenza e,forse,per con- intravedere i tortuosi ed imprevedibili per- dell’agro patavino: oltre alla tribù,la secon- trapporlo alla “repubblicana” Padova allora corsi del riuso di materiali antichi: un capi- da e la terza carica ricoperte da Tito Ennio in forte espansione fu l’episodio centrale tolo, a volte, non secondario della storia sono tipiche di Padova e non contemplate della lunga storia di Este antica. Il disegno urbanistica di piccoli e grandi centri di età a Este. Giunta a Monselice, come pare, già socio-politico e amministrativo di Augusto 18. Pieve di Santa Giustina. Cippo funerario cilindrico medievale e moderna. nel XV-XVI (ma alcuni autori estensi di que- non ebbe in questo caso successo. Dopo della schiava Modesta. Prima metà del I secolo d.C. In questa sede ci si limita a ricordare i sto periodo, per calcolo campanilistico, la

28 29 Enrico Zerbinati le pietre romane

Primo (KMW), il cui busto è inserito in una nicchia quadrangolare superiormente cen- tinata; l’edicola presenta i fianchi ornati da eroti con grandi ali,con nella mano sinistra una fiaccola e il gomito destro appoggiato ad un cippo o pilastrino coperto da un drappo; il monumento è coronato da una cuspide a piramide tronca, affiancata da due leoncini quasi completamente andati perduti. Generalmente datata alla prima metà del I sec. d.C., secondo Carla Compostella può essere attribuita alla fine del I sec. a.C. Si trovava nel peristilio della Pieve di S. Giustina l’edicola (foto di copertina) rovi- nata nel coronamento (ad arco modanato o liscio; due sfere costituiscono gli acrote- 20. MCM. Elemento di monumento funerario Biagio di Monselice secondo la testimo- ri) che si scaricava su due pilastrini con decorato su tre lati; forse apparteneva a un nianza di Roberto Valandro. Come altri soldato. Sul lato frontale compaiono un cespo esempi di questo tipo (statua di Pra di Este capitello tuscanico; nella nicchia sono i MCM d’acanto e altre decorazioni vegetali; sul lato al MNA e statua da S. Pietro Viminario al busti-ritratto di tre personaggi ( ):al cen- sinistro una corazza e un guanto; sul lato destro tro figura di giovane donna che tiene nella 22. KMW. Stele funeraria con ritratti di Publio MCAP), la scultura si deve ad una «commit- Celio Apro e di Epidia Seconda. Prima metà del due scudi circolari sovrapposti a due lance tenza di rango elevato» (C. Compostella) ed mano destra un rotolo di pergamena; ai lati incrociate. Inizi del I secolo d.C. I sec. d.C. Da località imprecisata di Monselice. è da ascrivere ai primi decenni del I sec.d.C. due giovinetti con le destre stese sul petto. Un gruppo di monumenti, della prima I nomi dei defunti sono forse andati perdu- rivendicarono come esistente a Este),ebbe metà del I sec. d.C., appartiene al vasto e ti insieme alla base del monumento, sui a colpire – vuoi per l’iscrizione vuoi per la articolato repertorio delle stele ad edicola fianchi del quale sono scolpiti rami di fiori mole – l’immaginario degli abitanti di con ritratti o busti dei defunti. e foglie con uccellini affrontati. Monselice. Questi la chiamarono «la pria Si trovava nella chiesa di S. Paolo l’edi- Sono contemplate a Monselice altre biancha» e le trovarono una visibile e non cola (fig. 21) della liberta Cassia Auge classi di monumenti funerari. utilitaria sistemazione «extra portam S. (MCM). Essa termina superiormente con Ad esempio un’ara-ossuario (fig. 18) o Martini», come evidenzia chiaramente frontone decorato da due colombe che cippo cilindrico (serie di segnacoli pecu- anche una mappa settecentesca pubblica- bevono da un vaso; il busto della defunta è liare di Este) con fusto ornato da racemi è ta da Roberto Valandro; nel 1745 fu levata e scolpito entro una nicchia rettangolare. dedicato da Pollione e Aenio (forse due posta ad ornare il muro della loggia grande Il motivo delle due colombe che si abbe- schiavi) a Modesta schiava di Tito Sallonio in piazza; ora, dopo un provvisorio “par- verano ad un vaso ritorna nel timpano del- figlio di Gaio.Da datare alla prima metà del cheggio” in un cortiletto di Ca’ Marcello, l’edicola (fig. 22) di Publio Celio Apro, cit- I sec.d.C.Nella parte anteriore del cippo,in quasi a riproporne la presunta valenza civi- tadino romano di Este, e dell’ingenua età moderna, è stata ricavata una nicchia ca, è stata collocata nella piazzetta della Epidia Seconda, i cui ritratti sono raffigura- entro la quale è scolpita una figura di un loggia, davanti alla chiesa di S. Paolo. ti nella nicchia rettangolare; sui fianchi del- uomo seduto, interpretata come immagine Spettava ad un ragguardevole monu- l’edicola è modellato un cratere con pian- di S.Sabino.Già sulla facciata della Pieve di mento a edicola, chiusa posteriormente e ta a grandi foglie (KMW). Da località non S. Giustina, ora si trova all’interno dello impostata su un alto podio, la statua con precisata di Monselice. stesso edificio sacro. personaggio togato seduto (MNA), purtrop- E’ documentata già dal Seicento a 21. MCM. Stele funeraria della liberta Cassia Di indubbia rilevanza tipologica e di effi- po mal ridotta (è priva della testa e manca Monselice nella casa di Carlo Oddo l’edi- Auge. Prima metà del I sec.d.C. Dalla Chiesa di cace sintassi decorativa è il monumento di altre parti), proveniente dall’area di S. cola (fig. 23) del liberto Lucio Petronio S.Paolo in Monselice. parallelepipedo (fig. 20) – segnalato a 30 31 Enrico Zerbinati le pietre romane

petali “contenuto” nell’arco di una grossa re incisa l’iscrizione, sono scolpite una conoscere le divinità cui erano consacrate ghirlanda. I fianchi sono decorati da due rosetta,una ghirlanda d’alloro,una patera e due iscrizioni votive del I-II sec. d.C.: una è rosoni. Proviene da Monselice, ma non se delle tenie appese ad un fiocco.Sottostante l’ara in trachite (fig. 25) dedicata da un ne conosce l’originario luogo di scoperta. a questi motivi decorativi e simbolici è un Castricio di professione spongiarius (MCM), Databile alla prima metà del I sec. d.C. leprotto di profilo in atto di correre verso cioè venditore di spugne (a meno che il Risale alla stessa epoca del manufatto destra. Nel timpano è scolpito il motivo, già vocabolo non designi il cognome di precedente (ma forse la cronologia è da rilevato in altri monumenti, delle due Castricio); era nella chiesa di S.Tommaso;il anticipare al massimo ai primi decenni del colombe che bevono da un vaso. Era nella dedicante dell’altra – sulla scorta di una I sec. d.C.) la stele (fig. 24), già attestata chiesa di S. Giacomo. recente proposta di lettura di Maria Silvia sulla Rocca di Monselice, che Tiburzia Al I-II sec.d.C.va attribuita la stele funeraria Bassignano – è un personaggio cognomi- Quarta eresse per il figlio, il pretoriano con frontone ad arco di Primigenio di anni nato [R]estitutus; rimane problematica la Lucio Sincio Dracone della tribù Romilia, 19, schiavo di Publio Atidio Peregrino (fig. lettura del gentilizio; venne scoperta nel per la figlia Sincia e il fratello Gaio Tiburzio 19). La stele posta dalla madre, la liberta Clemente (MCM). Sincio Dracone militò per Calybe,anche per sé e per gli altri suoi figli soli quattro anni nella coorte V pretoria e è stata rinvenuta nel 1880 in una proprietà morì all’età di 29 anni. La stele presenta lo sita nei pressi della Pieve di S. Giustina, specchio epigrafico delimitato da paraste lungo la via che conduceva all’edificio scanalate e superiormente è desinente in sacro (MCAP). Nella stessa località e nello un frontone il cui timpano si fregia di uno stesso anno è stata recuperata l’ara funera- 23. KMW. Stele funeraria con ritratto del liberto scudo umbonato e sovrapposto a due ria pulvinata (fig. 29) che Quinto Tasatino Lucio Petronio Primo. Prima metà del I sec. d.C. lance incrociate; gli acroteri laterali sono Atimeto ha fatto erigere da vivo per sé e per Forse proveniente dalla zona di Ca’ Oddo. ornati a sinistra da un elmo con paranuca, il figlio sensibile e affettuoso (pientissimus) paragnatidi e crista, a destra da un gladio Quinto Tasatino Semplice. La sigla finale Monselice,ma senza precisa provenienza – (gladius) con cinturone (cingulum). esprime la volontà di escludere gli eredi che presenta sul lato principale un cespo Si richiama l’attenzione su una stele testamentari dal luogo del sepolcro e dal d’acanto da cui spuntano due steli con funeraria, contornata da cornice e listello, monumento funebre. Databile al I-II sec. volute spiraliformi e fiori a cinque petali.Al ricomposta da due frammenti epigrafici d.C. (MCAP). centro si innalza un altro fiore con piccoli (MCAP). L’origine monselicense in senso Un cippo rettangolare senza alcuna acini. Su un fianco sono raffigurati due stretto non è assodata; ma è quasi sicuro decorazione, sempre riferibile al I-II sec. scudi circolari con umbone sovrapposti a che la stele sia giunta nell’Ottocento nella d.C., tramanda la memoria dei liberti Tito due lance incrociate,sull’altro sono rappre- collezione dell’abate Stefano Piombin dal- Eiuleio Ilaro e di Pompeia Sura (KMW). Da sentate una lorica e una manica (MCM). Per l’area atestino-monselicense, “terreno di località imprecisata di Monselice. il pezzo monselicense si suggerisce un con- caccia”archeologica assai battuto dall’aba- Alcuni monumenti offrono uno squar- vincente confronto con un elemento di te. L’iscrizione ricorda che un Gaio cio sulla società, sugli usi e costumi, sull’e- monumento funerario rinvenuto presso Rubellio fece innalzare la stele per sé e per conomia della colonia atestina. Runzi (Rovigo), ora al Museo dei Grandi i suoi, cioè al padre Gaio Rubellio Orione In una stele funeraria rettangolare corni- Fiumi di Rovigo, e studiato dal compianto (?), alla madre Querennia Hostiala, al fra- ciata, già nella Pieve di S. Giustina e ora Fernando Rebecchi. Primi decenni del I tello Lucio Rubellio e alla concubina andata dispersa, ricorre la memoria di una sec. d.C. Personia Venusta. Da datare alla prima famil(ia) venatoria verosimilmente impe- Un Tito Livio ha fatto scolpire per Ottavia metà del I sec. d.C. gnata nella caccia o nella custodia di una Seconda l’ara funeraria quadrangolare con Tra I e II sec. d.C. si colloca l’elegante qualche riserva sui Colli Euganei per conto 24. MCM. Stele funeraria eretta da Tiburzia Quarta stele che il liberto Tito Pomponeno Grato del padrone,a meno che non si voglia pen- al figlio Lucio Sincio Dracone, soldato della guardia pulvino a volute e focus rialzato, decorato pretoriana al diretto servizio dell’imperatore, con un fiore (KMW).Ambedue i personaggi ha dedicato alla liberta Clodia Arche sare ad un gruppo di schiavi addestrati per che visse 29 anni e militò per 4 anni. sono di condizione libera.Sotto l’iscrizione (KMW). Nello specchio epigrafico, delimita- i giochi gladiatori. Prima metà del I secolo d.C. è scolpita la corolla di un fiore a cinque to da due paraste tuscaniche, oltre ad esse- La frattura delle pietre non consente di Già reimpiegata nel torrione della Rocca.

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1837 nei pressi di Monselice (MRB). È collocato sopra la porta della sacrestia I-II sec. d. C. La seconda “zona residenziale” inumazione del tipo “alla cappuccina” (v. Due frammenti epigrafici accennano a della Pieve di S. Giustina il frammento di è localizzabile a “le Muraglie”, presso S. infra). In chiara evidenza si propongono delle viae:uno è ancora infisso nel Torrione iscrizione di una Cornelia di condizione Bortolo; qui si sono scoperti, agli inizi del alcuni sepolcreti familiari (dei Volumnii, della Rocca e si data al I sec. d.C.; l’altro è libertina, mentre è infisso in una recinzio- nostro secolo, rovine di muri, frammenti di dei Talponii, dei Blattii). Tombe e monu- disperso; in altri tre frustoli di iscrizioni, ne nei pressi della stessa Pieve un cippo laterizi e di intonaci; tra i ruderi sono stati menti,in gran parte,sono databili tra gli ulti- non più rintracciabili,si riscontrano termini centinato con la parte iniziale della formu- raccolti oggetti in bronzo, tra cui un tintin- mi decenni del I sec.a.C.e il corso del I sec. che rimandano al contesto politico-ammi- la che demarca l’area sepolcrale. nabulum. d.C. nistrativo e al quadro socio-economico di Rispettivamente I sec.d.C.e prima metà del Alle Fragose (fondo affittato alla famiglia Nel tratteggiare l’antica topografia cimi- Ateste, quali praefectus praetorio (coman- I sec. d.C. Montecchio; v. anche più avanti),nel seco- teriale si procederà in senso orario,inizian- dante delle coorti pretorie); fabrum (un Dodici “schegge” marmoree, già riutiliz- lo scorso, è stato esplorato un pozzo do da nord. praefectus fabrum, cioè un ufficiale del zate nella Rocca di Monselice e pertinenti costruito con blocchi di trachite sagomati Poco a settentrione del centro cittadino, genio militare o civile?; oppure un colle- ad un’unica iscrizione non più ricomponi- ad arco, che denuncia la presenza nelle in via Pignara, alle falde del Monte Ricco, gium fabrum, un’associazione di artigiani bile, sono state recuperate nell’Ottocento. vicinanze di un edificio rurale. sono state scoperte nel 1966 due tombe ad che lavoravano il legno, i metalli e materia- Datazione: I-II sec. d.C. (MCAP). Sono strettamente connessi a questo inumazione scavate nella roccia,contraddi- li vari?); nautar(um?) (forse un collegium Verso il 1885 si è rinvenuta nella chieset- quadro del popolamento residenziale un’a- stinte da suppellettile povera (presumibile nautarum, cioè una corporazione di bar- ta di S. Martino in Monte, incorporata poi ra votiva (I-II sec.d.C.) e alcuni elementi di datazione al III-IV sec. d.C.). caioli che doveva svolgere la propria atti- nella Pieve di S. Giustina, la porzione infe- acquedotto in calcare: la prima, scoperta Su un frammento di cippo da via vità sui corsi d’acqua interni fino alle coste riore di una stele corniciata in cui si legge verso il 1880 in località Vetta (campagna Pernumia, al confine tra Monselice e dell’Adriatico). che una bambina (il nome è andato per- Tortorini), è stata consacrata dal liberto Pernumia, è inciso il nome dell’ingenua Di minore rilievo,ma pur sempre da non duto) è vissuta otto mesi e dodici giorni. II Manio Curio Ermerote a Fons, dio delle Prisca insieme alle misure dell’area sepol- omettere, sono altri brandelli lapidari. sec.d.C.(MCAP). fonti, delle sorgenti, delle scaturigini (MNA): crale; si data al I-II sec. d.C. (MCM). In uno,riadoperato in un edificio rustico il dedicante, sciogliendo un voto, attesta la di via Carrubbio,sono leggibili i cognomi di viva sensibilità cultuale nei confronti delle due personaggi, Diodoro e Greco; su base acque diffusa a livello popolare nel mondo paleografica la cronologia è riferibile al I 3. Topografia delle abitazioni e agreste;i secondi,scavati a notevole profon- sec. a.C. (MCM). dei sepolcreti di età romana dità a “le Carrare” di Marendole, per la loro portata dovevano convogliare in pianura le L’assetto insediativo d’epoca romana, acque refrigeranti e salubri delle non lon- che assume configurazione sparsa e spesso tane sorgive dei colli Euganei. si adatta all’andamento dei rilievi dossivi, La documentazione funeraria è più ricca appare dalla distribuzione dei resti di abi- e ampia di quella abitativa, sia per i mate- tazioni e di sepolcreti disseminati nella riali sia per il numero dei siti. fascia di terreni che circonda Monselice,in Però,ancora una volta, prevalgono lapidi particolare ad oriente e a meridione. e iscrizioni, mentre la suppellettile funera- Sono poveri i dati sulle strutture abitative, ria si è salvata in quantità esigua e senza finora emerse fortuitamente solo a sud di che fosse possibile salvaguardare l’unità e Monselice. Muovendo da est verso ovest, integrità dei corredi (con la sola eccezione dapprima incontriamo la località Ca’ di quello della liberta Blattia Facile),anche Bertin, in via Vetta,ove nel 1973 sono state perché l’acquisizione dei reperti è sempre rilevate le macerie di una villa rustica con stata il frutto di rinvenimenti casuali. Quasi tegole e coppi in frantumi, tessere musive tutte le tombe sono ad incinerazione con «a più colori e di varia grandezza», tratti di corredo protetto da tegoloni disposti “a cas- «pavimentazione in cubetti di cotto, coc- 26. MCM. Stele funeraria della famiglia Critonia. 25. MCM. Altare votivo di Castricio, venditore setta”o da un’anfora segata all’altezza della L’iscrizione ricorda la costruzione di un manufatto di spugne, che sciolse un voto ad una divinità. ciopesto e terra battuta»; per il complesso spalla e capovolta. adibito alla cremazione dei cadaveri (ustrinum). I -II secolo d.C. Dalla Chiesa di S. Tommaso. abitativo è stata proposta una datazione al Pare si siano riscontrati casi di tombe ad I secolo a.C. Da via S. Pietro Viminario.

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Un’elevata concentrazione di nuclei dell’area sepolcrale, della quale vengono necropoli di epoca augustea costituita da funerari è rilevabile ad oriente della città. indicate le misure. A breve distanza (mede- tombe protette da anfore segate e capovol- Essi si allineano nella fascia di terreni che, sima proprietà e stesse contingenze di ritro- te. a partire dai pressi del cimitero di vamento) doveva trovarsi la stele (fig. 27) Nell’estate 2001, in occasione della posa Monselice, è prospiciente alle due strade con ritratti (MCAP) di Aulo Lucano della di nuovi tubi del metanodotto in località che conducono a S. Pietro Viminario e a tribù Romilia e di una donna, forse la Vetta, su un’area di circa quattro chilome- Vanzo. moglie,non nominata nell’iscrizione.Prima tri quadrati, sono stati localizzati insedia- Da via Palazzetto (proprietà Albertin), metà del I sec. d.C. menti del Neo-eneolitico e del Bronzo, del- vicino al cimitero, proviene - la scoperta Leggermente più decentrata verso sud- l’età paleoveneta e dell’epoca romana. Per risale al 1950 - il cippo (fig.35) o stele supe- est è la frazione di San Cosma (Stortola) quest’ultima si sono messe a nudo le fon- riormente arrotondata di Quinto Satrio che,oltre ad alcuni reperti sporadici di sup- damenta in muratura di complessi abitativi figlio di Annio, su cui è pure specificata pellettile funeraria, ci ha “riconsegnato” fin rustici (figg. 1 e 11) del I-II sec. d.C., alcuni l’ampiezza del lo(cus) sepultur(ae) (MCM). dal sec. XVII la stele (fig. 28) con ritratti di modeste e altri di notevoli dimensioni, Prima metà del I sec. d.C. (MAV) che la liberta Fannia Festa fece erige- oltre a due necropoli con tombe distinte In alcune proprietà situate in via S.Pietro re per sé e per il proprio patrono Tito da varie modalità di deposizione. Le sco- Viminario sono state individuate delle pic- Fannio della tribù Romilia, milite della perte hanno confermato, almeno per la cole necropoli. Una di queste ha riportato coorte I pretoria. Prima metà del I sec. d.C. romanità, quanto ricerche e studi prece- a giorno (proprietà Parisen Toldin),verso il A sud della città si estende la località denti avevano messo in risalto per quest’a- 1935, un’interessante iscrizione (fig. 26) su Vetta, la cui fertilità archeologica è com- rea che in antico è stata indubbiamente pri- lastra di trachite (MCM),databile ancora al I provata da numerosi ritrovamenti, tra cui il vilegiata nelle scelte insediative. sec. a.C., in cui si menzionano personaggi sepolcreto della famiglia Talponia, effettua- Poco discosta da Vetta,verso occidente,è della gens Critonia e si fa cenno al loq(us) ti in contingenze e in proprietà diverse. ubicata la zona archeologica delle Fragose, ustrini, cioè al luogo adibito alla cremazio- 28. MAV. Stele funeraria della liberta Fannia dalla quale è “affiorato” il sepolcreto fami- ne dei cadaveri, che doveva trovarsi nelle Festa e del patrono Tito Fannio, milite della liare dei Blattii. Già dal sec. XVIII era cono- vicinanze del monumento e non è stato rin- coorte I pretoria. Prima metà del I sec. d.C. sciuta l’iscrizione, andata dispersa, che i Da San Cosma (Stortola). tracciato. Nei pressi del casello dell’auto- nipoti Lucio e Manio Blattio posero a strada Bologna-Padova, lavori di aratura Risale al 1822 il rinvenimento (allora cam- Quinto Terenzio e a Calvenzia Rufa. Nel hanno permesso il rinvenimento, nel 1970, pagna Duodo) del cippo (fig. 32) o ara- 1892 in una campagna delle Fragose,allora di una tomba a cremazione coperta da ossuario di Gaio Talponio figlio di Publio, condotta dalla famiglia Montecchio, si sca- anfora segata. della tribù Romilia,soldato della legione XI varono la stele ad edicola (fig.33) dalla sin- Nel 1879 in località Arzerdimezzo (età augustea), e del cippo di Lucio golare struttura a tempietto con pareti chiu- (fondo dei fratelli Trieste) è stata scoperta Talponio figlio di Gaio morto a 18 anni e di se – ornata da onorificenze militari, armi e la celeberrima edicola architettonica(fig. Lucio Talponio Fermo figlio di Gaio e nipo- da uno stelo d’acanto – di Lucio Blattio 15) dei Volumni (MCAP), di età augustea, te di Gaio morto a 14 mesi (primi decenni Vetere della tribù Romilia (età augustea), entro la quale sono scolpiti otto ritratti di del I sec. d. C.). E’ probabile che i due indi- centurio della legione IV Macedonica, defunti (originariamente erano dieci).Tra i vidui ricordati nel secondo cippo fossero adlect(us) decurio (cioè cooptato nell’ordi- ritratti “maschili” due si riferiscono ad indi- fratelli e che il milite della legione XI fosse ne dei decurioni, i “consiglieri comunali”) vidui non appartenenti alla gens Volumnia: il loro nonno (ambedue i cippi al MNA). della colonia atestina (MNA), e l’ara funera- uno è di Marco Vettio, l’altro di Gaio Planio Sempre a Vetta (proprietà Gallo), si sco- ria pulvinata (metà circa del I sec. d.C.) Balbo, ambedue cittadini romani di Este, persero nel 1881 la stele (fig. 31) di età eretta dalla madre Peta alla liberta Blattia forse mariti di due donne della famiglia augustea di Manio Cesio della tribù Facile (MNA), il cui patrono forse poteva Volumnia raffigurate nella stele. Sul basa- essere il centurione testé citato; alla base 27. MCAP. Stele funeraria con ritratti di Aulo Romilia (MNA), aquilifer della legione IV mento, oltre al nome dei committenti e Lucano e di una donna, forse la moglie, non Macedonica, dalla «raffinata decorazione dell’ara era contenuto il corredo (fig. 36) dedicanti, compare la dicitura della non menzionata nell’iscrizione. Prima metà del I sec. naturalistica nell’epistilio e nel timpano» che constava di un ossuario in vetro (si è trasmissibilità agli eredi del monumento e d.C. Dalla località Arzerdimezzo. (C. Compostella) e nel 1925 una piccola salvato il coperchio), di alcuni balsamari

36 37 Enrico Zerbinati abitazioni e sepolcreti pure in vetro (uno di questi è ovoidale Vitonia Ifigenia. La nicchia che accoglie i (MANF). In via Moralediemo, nel 1980, si allungato di colore viola amaranto e un busti dei defunti è delimitata da due pila- sono scoperti un cippo con centinatura altro sferoidale di colore blu),di un penda- strini con capitello tuscanico. Il frontone è superiore, della prima metà del I sec. d.C., glio in vetro blu di forma stellata a otto sormontato da acroteri laterali con leonci- che riporta le misure dell’area sepolcrale raggi con foro passante centrale, di una ni (rimane quello di destra). E’ da datare (MCM) e «una bella testa di medusa spezza- “gemma” ovale in vetro verdino, di uno alla prima metà del I sec. d.C. (MCM). ta, con altri pochi frammenti scolpiti» (R. specchio in bronzo e di altri oggetti (MNA). E’ conosciuta fin dal sec. XVIII come pro- Valandro). Nella stesse circostanze vennero in luce veniente da Ca’ Oddo - Moralediemo la Nel fondo “le Granzette”, situato in loca- nove tombe ordinatamente disposte in stele rettangolare (fig. 30) corniciata di lità Ca’ Oddo, nel 1897 si è messa in luce, un’unica fila, che venivano a confermare Quinto Celio figlio di Lucio, Actiacus, cioè insieme ad un rozzo cinerario fittile che l’esistenza di una necropoli,della quale nel combattente nella battaglia di Azio (31 andò distrutto,la stele superiormente centi- 1878 erano state individuate altre quattor- a.C.), signifer della legione XI. Età augustea nata (MNA) posta dalla liberta Mestria dici tombe con lo stesso orientamento, la Fortunata al marito Manio Ennio Critone e maggior parte a cremazione del tipo a cas- alla figlia (prima metà del I sec. d.C.). setta e alcune ad inumazione “alla cappuc- All’estremità occidentale del territorio cina” (così interpretiamo l’espressione «a comunale di Monselice, nella località tetto di capanna, sormontato da un corso Granzette, presso Schiavonia, fu recuperato di piccole tegole» della relazione di verso il 1875 un amphoriskos di vetro blu (MCAP); nel 1881 fu dissotterrato, con un ossuario fittile in frantumi, il cippo o stele centinata (MCAP) che definiva l’area sepol- crale del liberto (?) Tito Livio Leuga (prima metà del I sec. d.C.). In molte delle necropoli sopra ricordate 30. MANF. Cippo funerario di Quinto Celio che si sono messi allo scoperto cippi iscritti combatté ad Anzio (31 a.C.) con il grado di por- tainsegna. Età augustea. Già collezione dei conti (qualcuno è stato rammentato nella rasse- Oddo di Monselice. gna precedente), quasi tutti in trachite, superiormente centinati e databili alla prima metà del I sec.d.C.,che attraverso for- Alessandro Prosdocimi). Negli anni della mule costanti rese mediante varie abbre- seconda guerra mondiale, a Ca’ Sandri viazioni fissano le misure (espresse in (presso le Fragose e Ca’ Bonetti) si sterraro- piedi) dell’area sepolcrale rispetto al fronte no un cippo rettangolare con i limiti dell’a- stradale e verso la campagna (in fronte rea sepolcrale databile al I sec. d.C. (reim- pedes…, in agro pedes…;in fronte pedes…, piegato nella pavimentazione dell’aia), un retro pedes…) oppure le misure di un coperchio di ara-ossuario e una testa leoni- recinto funerario di superficie quadrata na probabile acroterio di un monumento (quoquoversus pedes…): in via Palazzetto- funerario; poco lontano, nel fondo detto “il proprietà Albertin (MCM), nel sepolcreto Selice”si trovò una tomba a cremazione. della gens Critonia (MCM), nei pressi della Verso il 1975, in località Lovi (Ca’ Oddo), stele di Aulo Lucano ad Arzerdimezzo nella zona industriale, si rinvenne una stele (MCAP), a Vetta (proprietà Gallo) a poca funeraria (fig. 16) assai mutila con ritratti distanza dalla stele di Manio Cesio (MNA), 29. MCAP. Ara funeraria con pulvini a volute di un uomo e di una donna; l’iscrizione, ancora a Vetta nel 1887 nella campagna che ricorda Quinto Tasatino Atimeto e il figlio 31. MNA. Stele funeraria di Manio Cesio, Quinto Tasatino Semplice. I-II sec. d.C. lacunosa, scolpita sul basamento ci notifi- aquilifero della legione IV Macedonica. allora di proprietà Tortorini (irreperibile), Rinvenuta presso la Pieve di S. Giustina. ca i loro nomi: Quinto Vitonio e la liberta Età augustea. Dalla località Vetta. in via Vetta qualche anno prima del 1968.

38 39 Enrico Zerbinati le strutture territoriali

4. Aspetti socio-culturali 5. Cenni sulle strutture gnati dalla costruzione di strade, dallo territoriali scavo di canali e fossati, dal rafforzamento Pur nell’inevitabile incompletezza del di arginature – e l’esproprio di terre ai resi- quadro documentario sopra esposto, tra- La presenza di veterani della legione IV denti con l’assegnazione dei lotti di terreno spaiono dal rigido e ripetitivo formulario Macedonica,della legione XI e di un preto- ai nuovi coloni avranno prodotto profondi epigrafico vicende umane e affetti familiari riano della coorte I, ancor di più se acco- effetti sul piano delle trasformazioni i quali, a volte, sussistono per più genera- stata e correlata alla frequenza di tituli di ambientali e paesaggistiche, oltre che nel zioni; si intravede il caso – per altro non altri militi delle legioni V Urbana e XII pro- rapporto di interdipendenza tra città e infrequente – di una convivenza more uxo- venienti da Villa Estense, Vighizzolo, S. campagna; avranno obbligato a scelte rio di un patrono con la propria liberta (fig. innovative a livello di ristrutturazioni urba- 28); si intuiscono legami di solidarietà tra Elena, Solesino e Stanghella (per non par- lare delle testimonianze di veterani ricor- nistiche (lo si è appurato nel “quartiere liberti di patroni diversi. augusteo dell’Ospedale Civile” di Este); Ma soprattutto balza in evidenza lo spac- renti nel centro urbano e ad occidente di Este),ripropone il problema dell’individua- avranno indirizzato e condotto ad esiti di cato emblematico di una piccola e media positivo sviluppo i mutamenti di natura borghesia municipale che annoverava,tra i zione di divisioni agrarie nel territorio ate- demografica e sociale, sebbene dolorosi suoi esponenti più rappresentativi, membri stino. I lavori di centuriazione – accompa- per la popolazione locale. di famiglie abbienti (Volumni), ex ufficiali di grado intermedio e personaggi che rico- La foto aerea lascia filtrare dal terreno privano incarichi “comunali”(il centurione una fitta rete di lineazioni sepolte con e decurione Lucio Blattio Vetere), veterani diversificati orientamenti, forse spiegabili di cui alcuni già con funzioni di responsa- con più partizioni e interventi successivi, bilità nell’esercito (l’aquilifero Manio Cesio associati a fenomeni di sovrapposizione e e il portainsegna Quinto Celio), rampanti “adiacenza”, oltre che con differenziate liberti: tutti desiderosi di mostrare, all’inter- situazioni geomorfologiche superficiali.Tali no della compagine sociale atestina,meriti lineazioni, ad occidente e ad oriente della passati e presente prestigio,oltre che le pro- strada statale N. 16, investono principal- prie potenzialità economiche, visto che mente i settori meridionali dei comuni di potevano permettersi di erigere nei rispetti- Monselice (Cortazza, Carpanedo) e di vi possedimenti agricoli e presso le loro Pozzonovo (Tezon, Palazzetto) e il qua- ville monumenti sepolcrali in pietra di drante territoriale dei comuni di S. Elena, grande dignità e sicuro decoro formali, Solesino, Granze e Stanghella. La recente 33. MNA. Edicola di Lucio Blattio Vetere, centurio- quando addirittura non fossero committen- scoperta presso Granze di un terminus con ne della legione IV Macedonica. Prima metà del ti di opere – si pensi all’edicola dei Volumni decussis (due linee disposte a croce che I sec. d.C. Dalla località Fragose. (fig.15), il monumento sepolcrale maggior- segnavano la direzione dei limites di una mente simbolico di Este, al “tempietto” di centuriazione) scolpito nella faccia supe- Lucio Blattio Vetere (fig. 33), alle stele di alla verifica dell’estensione del reticolo dei Manio Cesio (fig. 31), di Aulo Lucano (fig. riore e senza altre indicazioni (cippo 27), del liberto Lucio Petronio Primo (fig. “muto”) viene a confermare l’esistenza di limites,all’esame delle seriazioni cronologi- 23), all’anonimo committente dell’edicola antiche sistemazioni dei terreni. che (visto che si è parlato di più suddivi- con statua di personaggio togato seduto, Ma il dibattito sulla centuriazione atesti- sioni anche sovrapposte) e al controllo di ecc. – che assommano influenze, tendenze na sia ad occidente che a meridione e ad eventuali connessioni con la limitatio a sud e suggestioni culturali diversificate a qua- oriente di Este, "riavviato" con nuove pro- di Padova. Solo a qualche chilometro da lità stilistiche e motivi tematici risultanti da poste per merito di Camillo Corrain, sta Monselice erano dislocati il cippo gromati- una mediazione e commistione tra arte facendo i primi passi e necessita di co (fig. 14) della località "il Cristo" di San aulica, ufficiale,“colta”e tradizioni dell’arti- 32. MNA. Cippo funerario di Gaio Talponio, soldato approfondimenti, di ulteriori riflessioni, di Pietro Viminario e il cippo di Maseralino di gianato locale. della legione XI. Età augustea. Dalla località Vetta. tentativi di "restauro" delle maglie insieme Pernumia,cippi da collegare - con tutta evi-

40 41 Enrico Zerbinati le strutture territoriali

viene in soccorso proprio per questo perio- do, fino all’età bizantina. A mo’di eloquente specimen,basterà qui sottoporre alle sollecitudini culturali del Aggiornamento lettore un medaglione bronzeo di Giulia bibliografico Domna datato al 217 e, proveniente dalla Rocca, un bronzo di Giustiniano della zecca di Antiochia e un antoniniano di Questa nota dipende strettamente dall’articolo Aureliano, recuperato nel 1988 in una di E. BIANCHIN CITTON,E.ZERBINATI, Il territorio in età costruzione del VI-VII secolo. preromana e romana,in Monselice. Storia, cultura e arte di un centro “minore” del Veneto, a cura di A. RIGON, Monselice 1994,pp.21- 45 (l’età preistorica si 35. MCM. Cippo funerario di Quinto Satrio figlio di Annio, in cui è indicata l’ampiezza del luogo deve ad Elodia Bianchin Citton,quella protostorica della sepoltura. Prima metà del I secolo d.C. Da e romana ad Enrico Zerbinati). via Palazzetto. Senza pretese di completezza, si offre all’atten- zione dei lettori un essenziale aggiornamento bibliografico di cui si è tenuto conto nel ripropor- re la panoramica dei monumenti romani connessi con la storia di Monselice. Nella lista si è inserito qualche titolo, ritenuto essenziale, già utilizzato nel nostro contributo del 1994. G. BANDELLI, La penetrazione romana e il control- lo del territorio,in G.SENA CHIESA,M.P.LAVIZZARI denza - alla centuriazione del settore meri- 34. Monselice, piazza San Paolo. Monumento PEDRAZZINI (a cura di), Tesori della Postumia. dionale dell’agro patavino.In questo modo funerario di Tito Ennio Secondo, cittadino roma- Archeologia e storia intorno a una grande strada le sparse tessere di un ampio e complesso no di Padova, che ricoprì le cariche di romana alle radici dell’Europa, catalogo della mosaico o, se si vuole, i vari pezzi di un tribuno militare, prefetto giusdicente e curatore mostra, Cremona, Santa Maria della Pietà 4 aprile - dell’erario. I sec. d.C. Già reimpiegato presso la 26 luglio 1998, Milano 1998, pp. 147-155. intricato puzzle forse riusciranno, se non a porta di S. Martino di Monselice. combaciare in toto, almeno a disporsi in un G. BANDELLI, Il nuovo quadro storico,in G.SENA impianto sufficientemente coerente. CHIESA,M.P.LAVIZZARI PEDRAZZINI (a cura di), Tesori Alcune lineazioni isolate appaiono confi- della Postumia, cit., pp. 156-162. gurarsi come vetusti relitti stradali. Si ricor- G. BANDELLI, Roma e la Venetia orientale dalla logici della romanità si fanno più carenti a derà che per il territorio monselicense guerra gallica (225-222 a.C.) alla guerra sociale partire dal II sec. d.C. e tendono a rarefarsi doveva passare un tratto del percorso che (91-87 a.C.),in G.CRESCI MARRONE e M.TIRELLI (a cura man mano che ci si inoltra nei secoli del- l’Itinerarium Antonini (III sec. d.C.) segnala- di),Vigilia di romanizzazione.Altino e il Veneto orien- l’impero.Questo non significa che vengano va tra Patavium e Ateste, lungo la via da tale tra II e I sec. a.C.,Atti del Convegno,Venezia,S. meno realtà insediative e attività produtti- Aquileia a Bologna. Sebastiano, 2-3 dicembre 1997, Roma 1999, pp. 285- ve. Senza voler neppure sfiorare in questa 301. sede le cause di un così complesso feno- M.S.BASSIGNANO,Supplementa Italica,nuova serie, 6. Il diradarsi della meno,di certo si constata l’estendersi di un 15: Regio X,Venetia et Histria, Ateste, presentazione documentazione archeologica contesto socio-economico in fase di con- di M. GUARDUCCI - S. PANCIERA, Roma 1997. trazione e involuzione,d’altronde riscontra- M. S. BASSIGNANO, Un nuovo centurione atestino,in A conclusione del presente contributo, bile per altre città e agri della Venetia. ’Eπιγραφαι. Miscellanea epigrafica in onore di Lidio non si può tralasciare un dato incontrover- Tuttavia la repertazione numismatica - sep- Gasperini, a cura di G. PACI,Tivoli (Roma) 2000, pp. tibile, anche se ostico: gli elementi archeo- pure limitata, sporadica e con forti iati - ci 63-69.

42 43 Enrico Zerbinati bibliografia

E. BUCHI, Venetorum angulus. Este da comunità PANCIERA,Roma 1997, “Quaderni di Archeologia del paleoveneta a colonia romana,Verona 1993. Veneto”,XIV,1998, pp. 188-192. E.BUCHI,Roma e la Venetia orientale dalla guerra J. GOMEZ-PANTOJA, Legio IIII Macedonica, in Y. LE sociale alla prima età augustea,in G.CRESCI MARRONE BOHEC eC.WOLFF (a cura di), Les légions de Rome e M. TIRELLI (a cura di), Vigilia di romanizzazione, sous le haut-empire,Actes du Congrès de Lyon,17-19 cit., pp. 303-326. septembre 1998 (Collection du Centre d’Études L. CAPUIS, I Veneti: territorio, società, cultura,in G. Romaines et Gallo-Romaines, n.s. 20), I, Lyon 2000, SENA CHIESA,M.P.LAVIZZARI PEDRAZZINI (a cura di), pp. 105-117. Tesori della Postumia, cit., pp. 100-104. FR.KRÄNZL,E.WEBER (a cura di), Die römerzeitli- M. CÉBEILLAC-GERVASONI (a cura di), Les élites chen Inschriften aus Rom und Italien in Österreich municipales de l’Italie péninsulaire de la mort de (Althistorisch-Epigraphische Studien, 4), Österrei- César à la mort de Domitien entre continuité et rup- chische Gesellschaft für Archäologie,Wien 1997. ture: classes sociales dirigeantes et pouvoir central, A. MARINETTI, La scrittura e la lingua,in G.SENA Actes du Colloque, Naples, 6-8 février 1997 CHIESA,M.P.LAVIZZARI PEDRAZZINI (a cura di), Tesori (Collection de l’ École Française de Rome, 271), della Postumia, cit., p. 105. Roma 2000. C.MENGOTTI,La viabilità romana nel territorio pata- R.CESSI,Da Roma a Bisanzio,in Storia di Venezia. vino: il problema della via Bologna-Aquileia e della I. Dalla preistoria alla storia,Venezia 1957, pp. 179- via Annia. Dagli studi del Fraccaro alle attuali cono- 401. scenze, “Athenaeum”, vol. LXXXIX, fasc. I, 2001, pp. C. COMPOSTELLA, I monumenti funerari di Este e di 107-120. Padova: immagini e committenti, in Monumenti C. MENGOTTI, Les centuriations du territoire de sepolcrali romani in Aquileia e nella Cisalpina,a Patavium,in Atlas historique des cadastres d’Europe, cura di M. MIRABELLA ROBERTI (Antichità II, Luxeuil-les-Bains, in corso di stampa. Altoadriatiche, XLIII),Trieste 1997, pp. 211-241. F. R EBECCHI, La scultura romana dei territori intor- C. CORRAIN, Lettura e ricerca delle modifiche agra- no a Ferrara.Pertinenze,tipologie,problemi,in Storia rie del territorio medio e basso atesino,in Ponso. di Ferrara, vol. III. L’età antica (II). IV a.C. - VI d.C., Prima della memoria e nella memoria, Ponso 1996, coordinamento scientifico di N. ALFIERI, tomo I, no, a una grande strada romana alle radici 36. MNA. Corredo funerario pp. 39-98. Ferrara 1989, pp. 309-404. dell’Europa, catalogo della mostra, Cremona, Santa della liberta Blattia Facile. C. CORRAIN, Il divenire del territorio, in Conselve G. ROSADA, La centuriazione di Padova Nord Maria della Pietà 4 aprile - 26 luglio 1998, Milano I sec. d.C. Dalla località Fragose. “luogo nobile”del Padovano, 2002, (-Bassano) come assetto territoriale e sfrut- 1998. pp. 33-41. tamento delle risorse. Una riflessione dallo studio di A. TONIOLO, Vetri antichi del Museo Archeologico C. CORRAIN,E.ZERBINATI, Il sostrato antico: aspetti Plinio Fraccaro, “Aquileia Nostra”, LXXI, 2000, coll. Nazionale di Este (Corpus delle collezioni archeo- della viabilità romana nella fascia territoriale 85-122. logiche del vetro nel Veneto, 6), Fiesso d’Artico dell’Adige tra basso Padovano e Polesine,in Per F. S ABBION, L’ attuazione dell’agro centuriato, in (Venezia) 2000. Sorgenti e acquedotti romani nel territorio dei Colli terre e per acque.Le vie di comunicazione nel Veneto Conselve, cit., pp. 25-31. M. TORELLI, La Gallia transpadana, laboratorio Euganei, Padova 1997. dal medioevo alla prima età moderna, Convegno A. SARTORI, Soldati in servizio nell’area transpa- della romanizzazione,in G.SENA CHIESA,M.P.LAVIZZARI E. ZERBINATI, Scoperte archeologiche nel comune nazionale,16 dicembre 2001,Monselice,in corso di dana, in Y. LE BOHEC eC.WOLFF (a cura di), Les PEDRAZZINI (a cura di),Tesori della Postumia,cit.,pp. di Ponso e qualche spunto di riflessione su resti di stampa. légions de Rome, cit., II, pp. 625-637. 27-33. divisioni agrarie d’età romana individuati nei territo- G. CRESCI MARRONE e M. TIRELLI (a cura di), Vigilia G. SENA CHIESA,E.A.ARSLAN (a cura di), Optima R. VALANDRO, Mons Silicis. Preistoria e storia anti- ri di Este e Adria, in Ponso. Prima della memoria e di romanizzazione.Altino e il Veneto orientale tra II e Via. Postumia. Storia e archeologia di una grande ca di un territorio euganeo, Este 1990. nella memoria, cit., pp. 99-109. I sec. a.C.,Atti del Convegno,Venezia,S. Sebastiano, strada romana alle radici dell’Europa, Atti del G. ZAMPIERI, Vetri antichi del Museo Civico E.ZERBINATI,Archeologia e collezionismo in Isidoro 2-3 dicembre 1997, Roma 1999. Convegno internazionale di studi, Cremona 13-15 Archeologico di Padova (Corpus delle collezioni Alessi, “Terra d’Este.Rivista di storia e cultura”,anno H. GALSTERER, Recensione di M. S. BASSIGNANO, giugno 1996, Cremona 1998. archeologiche del vetro nel Veneto, 3), Fiesso X, n. 19, gennaio-giugno 2000 (ed. 2001), pp. 65-98. Supplementa Italica,nuova serie,15: Regio X,Venetia G. SENA CHIESA,M.P.LAVIZZARI PEDRAZZINI (a cura d’Artico (Venezia) 1998. E.ZERBINATI, La documentazione archeologica nel et Histria, Ateste, presentazione di M. GUARDUCCI - S. di), Tesori della Postumia.Archeologia e storia intor- P.ZANOVELLO, Aqua Atestina, Aqua Patavina. comprensorio conselvano, in Conselve, cit., pp. 9-23.

44 45 F. Piacentini - C. Tagliaferro le monete romane

La collezione numismatica comprende circa 180 pezzi che coprono un arco crono- logico che va dall’epoca romana imperiale al secolo scorso. Il medagliere annovera ben 32 esemplari di bronzi romano imperiali, cioè Raccolta emessi fra la salita al potere dell’imperatore Augusto (27 a.C.) e la caduta di Roma (476 d. numismatica C.) e coniati nella zecca di Roma. Il gruppo più antico di monete è composto romana da sette esemplari di età augustea tra cui si di Monselice segnalano due quinari d’argento,alcuni assi e un dupondio di bronzo, in cui compaiono i Fausta Piacentini – Cinzia Tagliaferro nomi dei tresviri monetales, i magistrati inca- ricati dal senato romano delle emissioni monetali. La collezione numismatica custodita nel Bene attestato appare il numerario di bron- museo di Monselice si è formata zo coniato sotto l’impero di Tiberio,Calligola, 38. MCM. Asse di bronzo di Augusto con anche a Monselice. Altri gruppi sono costitui- nell’Ottocento soprattutto grazie a casuali Claudio, Vespasiano, Tito e Domiziano (13 il nome del tresvir C. Cassius Celer. ti da 17 monete del Regno Pontificio, 42 del ritrovamenti e a lasciti di privati. Pur in assen- esemplari) mentre quantitativamente minori Zecca di Roma. 16 a.C. Regno Lombardo Veneto e da qualche mone- za di documentazione precisa circa la loro risultano invece le monete riferibili al II seco- ta del Regno d’Italia. Un nucleo a sé stante provenienza non si esclude che molte mone- lo d.C. (4 esemplari), al III secolo d.C. ( 2 infine è formato da 42 monete italiane e stra- te abbiano fatto parte della collezione dell’a- esemplari) e al IV secolo d.C. (3 esemplari). re eseguite da privati per verificare la “bontà” niere, dal XVI al XIX secolo, che contribuisco- bate Stefano Piombin e donate per disposi- Nel complesso questo gruppo non ha dell’argento, un asse Traiano e un dupondio no ad accrescere l’eterogeneità della colle- zioni testamentarie al Gabinetto di Lettura nel caratteristiche di rarità anche se si segnalano di Marco Aurelio che presentano invece una zione. 1870. alcuni esemplari dalle connotazioni partico- martellatura del bordo per renderle forse lari. Si tratta, nello specifico, di due quinari di pedine da gioco. Il foro su un asse infine ne Augusto, uniche monete d’argento tra quelle Bibliografia di riferimento segnala il “reimpiego” come pendaglio di romane della collezione,contrassegnate sia al 37. MCM. Quinario d’argento di Augusto. braccialetto o di collana secondo una moda Dritto che al Rovescio da alcune punzonatu- G.G. BELLONI, La moneta romana. Società, Zecca di Roma. 29-26 a.C. ancor oggi invalsa. politica, cultura, Roma 1993. Il precario stato di conservazione di molti A. BERNARDINELLI, Schede tecniche relative di questi esemplari depone a favore di una loro provenienza locale a testimonianza, in alla collezione numismatica di Monselice. particolare, della fase romana di Monselice: Dattiloscritto 1995. dalla fine della repubblica al tardo impero. E. BERNAREGGI, Istituzioni di numismatica Per completezza, anche se il periodo esula antica. Milano 1985. da questo contesto,è doveroso precisare che M.H. CRAWFORD, Numismatica in Le basi un altro gruppo omogeneo è costituito da 30 documentarie della storia antica. Bologna, esemplari di monete veneziane in argento e 1984. in rame e di provenienza verosimilmente G.GORINI, Monete antiche a Padova.Padova locale. Di essi si segnala un denaro d’argento 1972. del Doge Lorenzo Tiepolo e altri databili dal F. G NECCHI, Monete romane. Milano 1977. XV secolo agli ultimi anni della Serenissima, V. PICOZZI, La monetazione imperiale che documentano il circolante minuto in uso romana. Roma 1966.

46 47 anfore e bronzetti

nuca ricadono in lunghe ciocche sulle spalle; il capo è cinto da diadema e sormontato dal- l’acconciatura isiaca con disco solare e piume. La dea indossa un peplo leggero che Anfore romane Due bronzetti ricade con morbida levità sul corpo. Con la mano destra la dea teneva il timone, andato di Monselice romani a Monselice quasi completamente perduto; con il braccio e la mano sinistra sostiene la cornucopia Enrico Zerbinati Flaviano Rossetto* ricolma di frutti. La tipologia e lo schema figurativo riman- Nel museo Piombin sono conservate quat- La classe di materiali costituita dalla picco- dano a modelli della temperie artistica del- tro anfore romane. Manca purtroppo ogni la bronzistica provinciale romana di età l’ellenismo.La datazione può,latamente,esse- notizia riguardante il luogo di ritrovamento e imperiale,così ricca e copiosa per il numero re inquadrata al I-II sec. d.C. la giacitura di tali contenitori. Questi dati Il bronzetto, dall’evidente valenza votiva o sarebbero stati indispensabili per individuare di esemplari e varia per qualità tecniche e sti- listiche, ha da sempre rivestito una grande cultuale, poteva appartenere ad una stipe di il tipo di riutilizzo delle anfore praticato già in un sacello o santuario oppure, più probabil- età romana. Nella pianura Padana e in parti- importanza e richiamato l’interesse degli stu- diosi. Infatti le indagini e le analisi di questi mente, era collocato in un larario domestico, colare nella Venetia, le caratteristiche morfo- ove si veneravano le divinità del pantheon logiche del territorio pianeggiante, ma ricco prodotti,le cui ridotte dimensioni facilitavano greco nell’interpretatio romana (in particola- di dossi e bassure e attraversato da numerosi il trasporto,il traffico e una diffusione estesa e 39. MCM. Anfora romana tipo Lamboglia 2, priva re era frequente la presenza di Mercurio, corsi d’acqua,comportarono frequentemente capillare, consentono di individuare inclina- della parte terminale del puntale. Altezza totale Minerva,Venere,Fortuna e Iside-Fortuna,ecc.) la necessità di bonificare il terreno da acque cm. 82, diametro massimo cm. 33. Sull’orlo è zioni e linguaggi artistici, tendenze e correnti e i soliti Lari, Geni, Amorini. superficiali o stagnanti. Grandi quantità di impresso, entro un cartiglio rettangolare, il bollo della religiosità, mode e voghe devozionali, Iside-Fortuna o Isis-Tyche rappresenta una anfore,una volta svuotate del loro contenuto, ANTIO, riferibile ad un Antiocus. Il nome è preferenze nella scelta delle suppellettili e venivano appositamente sepolte, capovolte, di origine greca e quindi possiamo pensare che dell’arredo domestico,disponibilità economi- per drenare il terreno,al fine di renderlo pra- il personaggio in questione fosse di condizione che e rotte commerciali. In breve: nei bron- servile, cioè un lavorante artigiano. ticabile o edificabile. zetti si rispecchiano cultura e gusti della Da un primo esame si è appurato che le committenza residente nelle città, nei piccoli anfore monselicensi identificate con le sigle nevano vino ed il fatto che esse siano così centri e nei più diversi ambiti territoriali. diffuse nella pianura Padana fa pensare che 40. MNA. n.15/Z, n.16/Z e n. 17/Z appartengono al tipo Non va trascurato un altro aspetto: la pic- Bronzetto Lamboglia 2 (la quarta, n.14/Z, è di difficile questo contenitore potesse essere prodotto cola plastica bronzea, instaurando «un rap- che raffigura inquadramento). Questa forma è stata indi- anche in Italia settentrionale e che in questo porto immediato e… quasi familiare con lo Iside-Fortuna viduata da Lamboglia tra le anfore del relitto caso fosse utilizzato per il vino locale da spettatore» (L. Beschi), nel corso del tempo (alt. cm. 23). I-II sec. d.C. rinvenuto nelle acque di Albenga,ma ci sono smerciare in zona. ha attirato l’attenzione di collezionisti, anti- ancora dei problemi irrisolti riguardo ad Non convince l’ipotesi che le anfore quari, appassionati e, perciò, ha lasciato una essa. La maggiore concentrazione di conteni- Lamboglia 2 servissero per il commercio dell’ testimonianza rilevante nella storia del colle- tori di questo tipo si trova lungo le coste olio, sebbene la Venetia avesse un effettivo zionismo. orientali e occidentali dell’Adriatico, facen- bisogno di questo genere alimentare che Anche Monselice ha visto il “passaggio”col- do pensare a dei centri produttivi situati tra veniva prodotto localmente in quantità limi- lezionistico di statuette in bronzo antiche. Piceno e il Friuli. tata: proprio in molte delle anfore patavine, Due bronzetti, purtroppo di ignota prove- L’arco cronologico della loro produzione infatti, è stata riscontrata la presenza di nienza, erano di proprietà dell’avv.Canella di è compreso tra la fine del II secolo a. C. e gli pece che veniva applicata all’interno di Monselice e vennero acquisiti nel 1949 dalla ultimi decenni del I secolo a. C., quando contenitori che dovevano trasportare vino o Soprintendenza alle Antichità delle Venezie. vennero sostituite sul mercato dalle anfore garum, quindi prodotti soggetti ad invecchia- Sono ora conservati al MNA. Dressel 6A, che presentano una continuità mento, e non olio. Un bronzetto rappresenta Iside-Fortuna (fig. 40). La testa è leggermente rivolta a non solo morfologica, ma anche di centri di *La presente scheda è stata elaborata sui materiali predi- produzione. Le anfore di questo tipo conte- sposti da Stefania Mazzocchin nel 1994. destra; i capelli annodati sulle tempie e sulla

48 49 delle dimostrazioni più eloquenti del sincreti- smo religioso e figurativo molto popolare e diffuso in età imperiale romana. Nel nostro esemplare l’iconografia (per altro assai comune con moltissimi schemi e varianti in tutto l’impero) ci mostra l’unione e l’accosta- mento degli attributi propri di Iside (accon- ciatura isiaca che contempla numerosi sim- boli: sole, luna, corna, piume, modius, cioè il moggio sacro, recipiente per il grano tipico attributo anche di Demetra) con quelli più comuni della dea Fortuna (Tyche per i Greci), quali la cornucopia, simbolo pure 41.MNA. dell’Abbondanza e della prodigalità con cui Bronzetto che la dea dispensa i suoi doni,e il timone che sta rappresenta a significare la capacità di dominare e guida- una figura femminile. re il destino degli uomini nelle “tempeste”e I-II sec. d.C. negli eventi positivi e negativi della vita; il timone è anche attributo di Iside Pelagia; inol- tre Iside, in quanto Isis Pharia, era protettrice dei naviganti. La Fortuna godeva di grande venerazione e Plinio il Vecchio (Nat. hist., II, 22; vd. anche Bibliografia di riferimento Giovenale,Sat.,XIII,86 ss.) la ricorda come l’u- Per i bronzetti del nord-Italia e delle Venezie pro- nica divinità a cui tutto il mondo si rivolge. pongo due estremi bibliografici di sintesi: L.BESCHI, Il secondo bronzetto (fig. 41) rappresenta I bronzetti romani dell’Italia settentrionale,in Arte e una figura femminile. I capelli, ornati di dia- civiltà romana nell’Italia settentrionale dalla repub- dema,presentano una scriminatura sulla fron- blica alla tetrarchia, II, Bologna 1965, pp. 271-276; G. te, sono raccolti in una crocchia sulla nuca e BODON, Artigiani e committenti lungo la Postumia: i ricadono con boccoli ai lati del collo e sulle bronzetti,in G.SENA CHIESA,M.P.LAVIZZARI, PEDRAZ- spalle. Gli occhi con pupille incavate sono in ZINI (a cura di), Tesori della Postumia. Archeologia argento, mentre la bocca è fusa in rame. e storia intorno a una grande strada romana alle Delicato e ben modellato il volto.La dea veste radici dell’Europa, catalogo della mostra, Cremona, un mantello che l’avvolge completamente e Santa Maria della Pietà 4 aprile - 26 luglio 1998, copre il chitone. Il braccio e la mano destra Milano 1998, pp. 350-351. Per il culto della Fortuna sono rivolti verso il basso e forse sostenevano nell’area attorno a Monselice: E. BUCHI, Venetorum un oggetto; il braccio sinistro è piegato e la angulus. Este da comunità paleoveneta a colonia romana,Verona 1993, pp. 153-154 con note 659-660. mano sinistra aperta doveva reggere un altro In generale per i culti nella Venetia:M.S.BASSI- attributo. Il bronzetto, che appare rifarsi a GNANO, La religione: divinità, culti, sacerdozi, in Il modelli prassitelici di Kore, è databile al I-II Veneto nell’età romana,I,Storiografia, organizzazio- sec. d.C. ne del territorio, economia e religione, a cura di E. I due bronzetti, considerato il buon livello BUCHI, Verona 1987, pp. 311-376, 410-422; G. CRESCI tecnico e stilistico nell’impostazione dell’in- MARRONE,M.TIRELLI (a cura di),Orizzonti del sacro. sieme e di molti particolari, non sembrano Culti e santuari antichi in Altino e nel Veneto orienta- potersi ricondurre ad officine locali o a bot- le, Atti del Convegno, Venezia, 1-2 dicembre 1999, teghe periferiche. Roma 2001.