I DUE IMPERI L’AQUIL A E IL DRAGONE I DUE IMPERI L’AQUIL A E IL DRAGONE

a cura di Stefano De Caro Maurizio Scarpari I DUE IMPERI L’AQUIL A Milano, Palazzo Reale E IL DRAGONE 15 aprile - 5 settembre 2010

Sindaco Ministero per i Beni Responsabile coordinamento Uffi cio stampa Comune di Milano Mostra di Mostra organizzata da Presidente Marketing e promozione Letizia Moratti e le Attività Culturali e gestione mostre Francesca Cassani State Administration of Cultural Zhang Yake Tomaso Radaelli Luca Spartera Ministro On.le Sandro Bondi Domenico Piraina Heritage of China Qian Wei Assessore alla Cultura Comunicazione visiva Peng Xiangwei Amministratore delegato Affari generali e legali Massimiliano Finazzer Flory Sottosegretario Coordinamento mostra Dalia Gallico Istituzione esecutiva Feng Xue Simone Todorow di San Giorgio Chiara Ferraro Francesco Maria Giro Luisella Angiari Art Lab Art Exhibitions China Shang Xiaoyun Direttore Centrale Cultura Haiyan Direttore generale Amministrazione Massimo Accarisi Segretario Generale Organizzazione Assistenza operativa Comitato scientifi co Zhang Huiliang Cristina Lenti e controllo di gestione Roberto Cecchi Giuliana Allievi Palma Di Giacomo Shan Jixiang Xie Hujun Monica Zdrilich Filomena Della Torre Maria Loglisci Zhang Bai Zhang Yufang Responsabile del progetto Segreteria Generale Direttore Generale per le Antichità Patrizia Lombardo Giuseppe Premoli Dong Baohua Davide De Luca Roberta Sturba Stefano De Caro Christina Schenk Tong Mingkang Mostra in Cina ospitata da Diego Sileo Servizio Custodia Liu Shuguang Beijing World Art Museum Rapporti internazionali Supporto e organizzazione Direttore Generale Giulia Sonnante Corpo di guardia Palazzo Reale Song Xinchao Museum Inés de Borbón Dos Sicilias Valentina Gazzotti per la valorizzazione Roberta Ziglioli Luo Bojian Azzurra La Rosa del patrimonio culturale Palazzo Reale Trasporto Relazioni istituzionali Federico Zanetti Mario Resca Coordinamento tecnico è stato restaurato grazie a Consulenti per la mostra Huaxie Int’l Fine Arts Freight Services Maria Grazia Benini Luciano Madeo Su Bai Co., Ltd. Direttore Generale Patrizia Lombardo Sun Ji Relazioni esterne per l’organizzazione, gli affari Annalisa Santaniello Yang Hong Broker uffi ciale di assicurazione Lola Geerts generali, l’innovazione, il bilancio Xu Pingfang PICC ed il personale Responsabile Amministrazione Sponsor tecnico Zhang Tinghao Uffi cio mostre nazionali Antonia Pasqua Recchia Renato Rossetti An Jiayao e internazionali Hang Kan Guglielmo Betti Direttore regionale per i beni culturali Amministrazione Marta Maggiano e paesaggistici della Lombardia Valeria Giannelli Mostra ideata da Ilaria Natalucci Caterina Bon Valsassina Laura Piermattei Liu Shuguang Claudia Paolelli Sonia Santagostino Song Xinchao Soprintendente speciale per i Beni Luisa Vitiello Luo Bojian Uffi cio stampa Archeologici di Roma Wang Limei Antonella Fiori Giuseppe Proietti Responsabile comunicazione Yang Yang Rossano Borraccini e promozione Wang Lilin Luciano Cantarutti Comunicazione Mostra realizzata da Federica Mariani Comunicazione e promozione Yin Jia Camilla Tomasino Francesca La Placa Feng Guangsheng Maria Trivisonno Mu Xiangqian Grafi ca e immagine coordinata Zhao Gushan Sebastian Nicosia Guo Yinqiang Li Wanhou Wang Xiu MOSTRA CATALOGO ALBO MUSEI PRESTATORI ITALIANI ALBO MUSEI PRESTATORI CINESI Changsha Museum of Wood Institute of Archeology of Xinjiang RINGRAZIAMENTI Con il supporto tecnico di and Bamboo Slip Inscriptions Uygur Autonomous Region Curatori Curatori Museo Nazionale Romano, Anhui Museum Liaoning Provincial Museum Cultural Property Preservation Questa mostra deve molto Stefano De Caro Stefano De Caro Terme di Diocleziano, Roma Tianchang Municipal Museum Institute of Archeology Committee of Fenghua County alla collaborazione e all’appoggio Xu Pingfang Maurizio Scarpari Museo Nazionale Romano, Fuyang Municipal Museum of Liaoning Province (Zhejiang Province) delle seguenti persone Palazzo Massimo alle Terme, Roma Chaohu Municipal Museum Nanjing Museum Yunnan Provincial Museum Barbara Alighiero Catalogo Progetto espositivo e direzione lavori Autori dei saggi Tenuta Redicicoli, arca 91, Maanshan Municipal Museum Xuzhou Museum Lijiashan Museum of Jiangchuan Irene Berlingò Paolo Capponcelli Stefano De Caro necropoli, Roma Three Gorge Museum Inner Mongolia Museum County (Yunnan Province) Rosanna Binacchi Cesare Mari Sun Ji Boscoreale Gansu Provincial Museum Cultural Property Preservation China Numismatic Museum Angelo Bottini Panstudio Architetti Associati Maurizio Scarpari Museo Archeologico, Napoli e Pompei Institute of Archeology Offi ce of Tongxin County Institute of Archeology of Chinese Umberto Broccoli Maria Antonietta Tomei Museo Nazionale, Napoli e Pompei of Gansu Province (Ningxia Autonomous Region) Academy of Social Sciences Stefania Celentino Progetto luci Anna Ceresa Mori Museo Archeologico Nazionale, Lanzhou Municipal Museum Institute of Archeology Art Exhibitions China Antonio D’Ambrosio A.J. Weissbard Angela Luppino depositi, Napoli e Pompei Guangzhou Museum of Province Tang Di Tiziana Lippiello Museo Archeologico Nazionale, Museum of Western Site Museum of the Capital Maria Teresa Di Dedda Progetto e grafi ca Riccardo Berriola depositi Affreschi, Napoli e Pompei Mausoleum of the Nanyue King of the Qi State Anna Maria Dolciotti della mostra e del catalogo Sabrina Rastelli Preparatory Offi ce of Museum Zibo Municipal Museum Valentina Di Lonardo Sebastiano Girardi Mariarosaria Borriello of Nanyue King Palace, Jinan Municipal Museum Rosanna Friggeri Antonio d’Ambrosio Institute of Archeology Museum of Changqing District Piero Guzzo Allestimento Ru Xin of Guangzhou Municipality (Jinan Municipality) Rita Paris Angelo Grassi & C. Institute of Cultural Property Shaanxi History Museum Claudio Parise Presicce Traduzioni dal cinese a cura di of province Institute of Archeology Francesca Rossi Revisione conservativa Attilio Andreini (Sun Ji) Hebei Provincial Museum of Shaanxi Province Elisabetta Roffi a delle opere in mostra e Fiorenzo Lafi renza (Ri Xin) Hebei Provincial Center of Cultural Museum of the Terracotta Warriors Mariarosaria Salvatore Studio Perticucci - Fiori Property Preservation and horses of Qin Shihuang Valeria Sanpaolo Traduzione dall’inglese a cura di Dingzhou Municipal Museum Xi’an Beilin Museum Grete Stefani Trasporto e movimentazione Arianna Ghilardotti (Shan Jixiang) Baoding Municipal Cultural Property Xi’an Museum Claudia Scardazza Arteria Preservation offi ce Hanyangling Museum Emilia Talamo Minguzzi Coordinamento editoriale Luquan Municipal Cultural Property Shanghai Museum Maria Antonietta Tomei Huaxie Giuseppe Scandiani Preservation Offi ce Sichuan Museum Lucrezia Ungano Institute of Archeology Yangshengan Museum of Xindu Antonio Varone Broker uffi ciale di assicurazione Redazione of Province District (Chengdu Municipality) Natalina Ventura Kuhn & Bulow Luca Albani Nanyang Museum of Han Dynasty Chengdu Museum Stone and Brick Relief Mianyang Municipal Museum Servizi di biglietteria e prevendita Impaginazione Shangcheng Museum in Yanshi Deyang Municipal Museum Mostrami Gianluca Turturo Xinye Museum of Han Dynasty Stone Guanghan Municipal Cultural and Brick Relief Properties Preservation offi ce Visite guidate e promozione Ricerca iconografi ca Jiaozuo Museum Dayi Cultural Property Ad Artem Alessandra Murolo Sanmenxia Museum Preservation offi ce Hubei Provincial Museum Xinjiang Uygur Autonomous Audioguide Fotolito Hunan Provincial Museum Region Museum Start Valter Montani I due imperi più compiuti e gloriosi della storia mondiale sono per la prima volta a confronto a Milano e successivamente a Roma. Un confronto inedito, proposto attraverso un importante progetto espositivo coordinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la State Administration of Cultural Heritage cinese. Un progetto che si realizza in un momento di grande sviluppo dei rapporti culturali fra Italia e Cina, con l’inaugurazione a Roma, presso il Colosseo e la Curia del Senato Roma- no – proprio con questa mostra – dell’Anno della Cina in Italia il prossimo ottobre 2010 e con la fi rma di accordi bilaterali di scambio di opere d’arte. La mostra I due imperi assume un particolare signifi cato di ponte interculturale, non solo fra Italia e Cina, ma fra Oriente e Occidente: le radici di entrambe le civiltà sono da rintracciarsi proprio nella storia ed evoluzione dei due straordinari imperi che, nonostante la lontananza geografi ca, si sono evoluti parallelamente e la cui grandezza ha infl uenzato il corso della storia del mondo. La Cina ha da sempre potuto vantare una sua identità specifi ca e una civiltà evoluta che proprio durante le dinastie Qin-Han ha sviluppato l’idea dell’unità politica contermine all’unità culturale; quell’idea dell’Impero che da allora restò acquisita in Cina. Contemporaneamente, agli antipodi dell’Eurasia, l’impero romano, rappresentava in assoluto la potenza dominante a livello poli- tico, economico e militare nel mondo civilizzato occidentale, divenendo epicentro, altresì, della produzione artistica e culturale. Questa esposizione avrà dunque il valore di porre il visitatore – attraverso lo strumento dell’arte e della cultura, da sempre specchio di civiltà – di fronte a un confronto immediato dove le affi nità e le differenze non fanno altro che incrementare il fascino e la seduzione di un racconto storico e artistico di inestimabile valore. Una mostra, quindi, per offrire a un pubblico vastissimo l’opportunità di una rifl essione organica sulla storia, l’arte e le peculiarità delle rispettivamente culture dell’Impero Romano e delle Dinastie Qin e Han. Si tratta di un viaggio culturale attraverso le testimonianze artistiche di due delle più grandi e signifi cative civiltà del mondo, il cui contributo umano, sociale e politico continua a rappresentare una ricca eredità per le civiltà d’Oriente e d’Occidente e infl uenzare fortemente la storia dei secoli successivi.

Sandro Bondi Ministro per i Beni e Attività Culturali Dopo diversi anni di preparazione, la mostra Qin-Han and Roman Empires si è felicemente conclusa a Pechino e a Luoyang, e ora sarà allestita a Milano e a Roma, nell’ambito dell’Anno Culturale Cinese in Italia. A nome della State Administration of Cultural Heritage of China, è con vivo piacere che auguro un grande successo alle tappe italiane di questo grandioso even- to, patrocinato congiuntamente dalla State Administration of Cultural Heritage of China e dal Ministero per i Beni e le At- tività Culturali della Repubblica Italiana. I 495 pezzi esposti, risalenti al periodo Qin-Han e all’epoca romana, sono tutti capolavori provenienti da sessantuno musei o istituzioni archeologiche di diciannove province e città cinesi e da dieci musei italiani con sede a Roma, Napoli e Pompei. Così come hanno affascinato i visitatori cinesi, questi antichi tesori di straordi- nario interesse sapranno sicuramente attrarre anche il pubblico europeo. In questa mostra è pienamente sviluppato il concetto fi losofi co di “unità nella diversità”. Nel III secolo a.C., Roma iniziò ad ampliare il proprio territorio; tale espansione portò alla nascita di un impero che avrebbe dominato il Mediterraneo per ol- tre quattro secoli. Oltre a rappresentare il momento di massimo rigoglio del mondo classico occidentale, la civiltà romana ha infl uenzato profondamente l’evoluzione dell’intero Occidente. Quasi nello stesso periodo storico, nell’antica Cina il Primo Imperatore unifi cò i cosiddetti regni combattenti e fondò un impero unitario a controllo centralizzato. La successiva dinastia Han consolidò il sistema politico della dinastia Qin e divenne un potente impero, economicamente prospero. In quell’epoca la civiltà cinese conobbe un notevole sviluppo, contribuendo in modo sostanziale all’evoluzione della civiltà orientale. La Via della Seta, aperta nel II secolo a.C., collegò i due grandi imperi, le cui civiltà poterono così cominciare a interrelarsi, eserci- tando un’infl uenza di vasta portata sul progresso della civiltà umana nella sua totalità. Oggi alcuni dei tesori che queste due grandi civiltà ci hanno lasciato vengono esposti fi anco a fi anco, per dare ai visitatori l’opportunità di assistere a un dialogo storico e di conoscere la formazione e l’evoluzione di due culture completamente diver- se, i vari modi in cui esse hanno interagito tra loro e gli scambi che hanno avuto nel corso della storia. Il pubblico di questa mostra avrà modo di comprendere la necessità di coltivare un atteggiamento aperto e ampiezza di vedute: solo così, infatti, la società potrà progredire e le nostre culture potranno coesistere, attingendo l’una dall’altra secondo il principio dell’”unità nella diversità”. Seguendo le orme della storia, stiamo ora proseguendo nel cammino della civiltà umana. Le grandiose imprese compiute nei tempi antichi dagli imperi Qin-Han e romano hanno avuto e stanno avendo tuttora un forte impatto sull’evoluzione della civiltà odierna. Mentre nell’antichità le due grandi civiltà hanno interagito strettamente, confi diamo che oggi le culture dell’Oriente e dell’Occidente possano collaborare secondo il principio dell’”unità nella diversità”, per facilitare insieme il cammino del- la pace e del progresso e creare un mondo migliore e più armonioso per tutto il genere umano. Per concludere, a nome della State Administration of Cultural Heritage of China, desidero esprimere i miei più sentiti ringraziamenti agli organizzatori italiani e cinesi e a tutti coloro che hanno lavorato con grande impegno per la riuscita di questo importante evento. Auguro alla mostra un grande successo in Italia!

Shan Jixiang Direttore Generale State Administration of Cultural Heritage Repubblica Popolare Cinese SCHEDE DELLE OPERE frangia, mostra l’imperatore a labbra serrate, lo sguardo assalito da un grifo e trattenuto da un cavaliere, entro una minora, premi militari concessi ai soldati semplici fi no al proiettato in lontananza, in atteggiamento grave. cornice di tralci vegetali con palmetta pendula; sul petto, grado di centurione. SCHEDE ROMANE Sulla base delle caratteristiche della capigliatura, le volto di Gorgone con i serpentelli annodati sotto il mento. Questa ricostruzione è stata eseguita in base al rilievo numerose immagini dell’imperatore Traiano che si sono Il bordo inferiore della corazza reca una doppia fi la di plac- presente sulla stele di Marco Celio, centurione della legio conservate dall’antichità sono state distinte in tipi ritrat- che decorate con soggetti simbolici comuni nelle corazze XVIII morto nella Selva di Teutoburgo e su quella di Q. tistici, infl uenzati da immagini uffi ciali ma legati anche imperiali a partire dall’imperatore Augusto, con evidente Sertorio Festo, centurione della legio XI Claudia. all’attività di specifi che botteghe artigiane; il ritratto dei funzione di propaganda, allusivi a vittorie e trionfi riportati: (A.M.L.) Musei Capitolini è stato inserito nel tipo denominato coppie di protomi di elefanti, protomi di arieti, testa di “Parigi 1250-Mariemont”. vecchio barbato; quelle della fi la inferiore sono ornate da (I.D.) fi ori e rosette. Al di sotto, pende una fi la di pteryges, lunghe 9. Legionario di età traianea strisce di cuoio terminanti a frangia. Il mantello, poggiato Gesso (?), h 113 cm, larghezza 45 cm, sulla spalla sinistra dove forma un grosso groppo di pieghe, profondità 26 cm 5. Busto loricato e paludato di Caracalla si avvolge sul braccio, ricadendo con un gruppo di pesanti 1930 circa Marmo lunense, h 68 cm pieghe. I piedi sono calzati con calzari legati da stringhe Roma, Museo della Civiltà Romana, inv. M.C.R. 851 209-217 d.C. fi n sul polpaccio. Il retro della statua è ben lavorato come 1. Rilievo con dromedario La mensola architettonica, scolpita su tre lati, termina Proveniente da Roma, dal Piano di Zona C21 Proveniente da Roma, Foro Romano, casa delle Vestali la parte anteriore. La rappresentazione del principe in abiti La ricostruzione, opera dello scultore C. Grossi, si riferisce Marmo, 25,5 x 25 cm, spessore max 5 cm in un blocco d’incasso appena sbozzato. Il lato frontale “Lunghezzina II”. Sito di villa, 2005 Roma, Museo Nazionale Romano, Terme militari, simbolo del valor militare e della vittoria, costituiva a un tipico legionario d’età traianea. In questo periodo III secolo d.C. presenta in altorilievo un’aquila eretta sugli artigli, con Roma, Museo Nazionale Romano, di Diocleziano, inv. 648 l’immagine pubblica dell’imperatore, quale simbolo della la legione è ancora quella di tipo augusteo e la sua unità Provenienza sconosciuta, dalla collezione le ali vigorosamente spiegate, dalla testa volta a destra Terme di Diocleziano, inv. 519961 legittimità imperiale e dell’ordine. base è la coorte. I legionari vengono tratti in gran numero di Stefano Borgia e protesa verso l’alto. Sui fi anchi la mensola è decorata Il busto è loricato e ha il paludamentum allacciato con (M.R.B.) anche dalle province e sono affi ancati da numerosi reparti Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6567 con volute dal profi lo a S, da cui nascono foglie e calici La scultura rappresenta un uomo giovane dai lineamenti una fi bula sulla spalla destra. La testa, impostata su un di auxilia. Contemporaneamente si assiste a un nuovo d’acanto. Un kyma lesbio continuo delimita i bordi distesi e l’espressione serena. Ha il viso ovale e la fronte collo robusto, è inclinata verso il basso e volta a sinistra. impiego della cavalleria e all’uso sempre maggiore di corpi Vi è rappresentato un dromedario rivolto verso sinistra, della decorazione. L’aquila, sacra a Giove e simbolo alta e spaziosa. Il naso è caratterizzato da un leggero L’ovale del volto è incorniciato da ricci corti, fi tti e poco 7. Piede destro colossale speciali, i numeri. con i fi nimenti sul capo e il vello reso a piccolissime cioc- delle più alte virtù dell’uomo, fu scelta come emblema rilievo sul dorso, la bocca è piccola, con labbra ben mo- voluminosi, che si dispongono sulla fronte in una fi la Marmo bianco a grana fine, h 19 cm, lunghezza 38 cm, Questo soldato presenta un elmo bronzeo a calotta rinforza- che epidermiche, che poggia le zampe su una piccolissima dell’esercito romano fi n dall’età repubblicana. Il volatile dellate e leggermente dischiuse che lasciano intravedere ordinata, dividendosi all’altezza delle tempie per formare larghezza 17 cm ta, sormontato da anello anch’esso di bronzo. La corazza è base quadrangolare, poggiata, a sua volta, su un corso era ritenuto simbolo di potenza e di giustizia, oltre che i denti; un solco sotto le arcate sopraccigliari rilevate le basette. Queste ultime si raccordano direttamente alla Prima età imperiale una lorica segmentata, del tipo “Corbridge A”. Costituita da d’acqua che scaturisce dalla bocca di una testa maschile di sapienza per la sua vista acutissima: secondo Plinio ombreggia le palpebre superiori, conferendo profondità barba, composta da riccioli quasi piatti, che acquistano Proveniente da Roma, via della Consolazione una serie di lamine metalliche orizzontali che si incernierano posta nell’angolo inferiore sinistro, connotata da occhi infatti era incolume ai fulmini e in grado di fi ssare il allo sguardo. La capigliatura a ciocche corte, che si diparte volume in corrispondenza delle mascelle e lasciano sco- Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, tra loro, racchiude il busto del legionario, proteggendone allungati, zigomi alti e capigliatura a corte ciocche corpose sole. Lo stesso autore latino riferisce che Caio Mario, al da un vortice sull’occipite, si dispone sulla fronte in un perti le guance e il mento. La fronte, bassa e aggrottata, è inv. AC 15678 anche le spalle. Questo ingegnoso sistema di lamine, anche terminanti a virgola sulla fronte. tempo del suo secondo consolato (103 a.C.), introdusse caratteristico motivo “a tenaglia”, nel quale due ciocche solcata da una coppia di lunghe rughe orizzontali, molto se complicato da numerose cerniere, consentiva una buona Questo rilievo fa pendant con un altro, in tutto simile e nell’insegna delle legioni l’aquila con le ali spiegate che divergenti sopra l’occhio sinistro seguono a una ciocca vicine tra loro, al di sotto delle quali sono due rughe Il frammento comprende un piede, conservato fi no sopra protezione e un’elevata mobilità. con uguale rappresentazione posta, però, in posizione stringe una folgore fra gli artigli. Riconoscendosi in che punta verso il basso tra altre due rivolte verso destra. più brevi. La radice del naso è segnata da due profondi alla caviglia, calzato con un sandalo che lascia scoperte le La lorica è completata dal cingulum, largo cinturone di speculare, nella quale il dromedario poggia direttamente questo emblema l’esercito si sentiva investito del potere L’identifi cazione con Augusto è suggerita dall’osservazio- solchi verticali e due larghi affossamenti divergenti, che dita; dai lati della suola partono stringhe incrociate che cuoio, recante nella parte frontale diverse fettucce con rin- sui fl utti che scaturiscono da un mascherone barbato. Non divino, come se attraverso la propria vittoria fosse il ne del profi lo e dallo schema della capigliatura. Proprio attraversano obliquamente la fronte. Le folte sopracciglia, terminano con occhielli nei quali si inseriscono i legacci forzi metallici, a difesa del basso ventre. Lo scudo, scutum, è chiaro il signifi cato del dromedario poggiante sulla base, padre degli dei a trionfare. Successivamente l’aquila in base a quest’ultimo, infatti, i circa 250 ritratti noti di arcuate e contratte, accompagnano gli occhi, grandi e di- che si incrociano sul dorso del piede e si annodano in di forma semicilindrica, tipico dell’età medio-imperiale, ma si è ritenuto che, nelle intenzioni dell’artigiano, volesse divenne simbolo dello stesso Impero, raffi gurata su Augusto sono stati classifi cati in tre tipi, realizzati in stanti tra loro, il cui taglio obliquo, tendente nell’estremità cima; la calzatura è completata da una fascia che copre è rinforzato con elementi in metallo identifi cativi del indicare la rappresentazione di una statua. Cammelli e monete, gemme (cfr. il cameo con aquila e la Gemma momenti diversi del principato. Nella testa in esame la esterna verso il basso, sembra distintivo della ritrattistica l’intreccio alla sommità del dorso. Il piede apparteneva reparto e contraddistingueva i legionari dagli ausiliari. dromedari compaiono in Europa sin dall’inizio dell’età Augustea, conservati a Vienna nel Kunsthistorisches disposizione delle ciocche sulla fronte ripete, in maniera di Caracalla. L’iride è delineata con profonde incisioni; la a una statua di dimensioni superiori al vero che rap- L’armamento offensivo è costituito dal gladio. imperiale, quando venivano utilizzati per le corse del Museum, Antikensammlung) e monumenti (cfr. i piuttosto schematica, quella del tipo denominato “For- pupilla è incavata; le sacche lacrimali sono leggermente presentava, verosimilmente, un personaggio imperiale Fonte principale per la realizzazione della scultura sono circo o per gli spettacoli di caccia negli anfi teatri. Sembra rilievi della Colonna Traiana, o quello della base della bes” da un ritratto conservato al Museum of Fine Arts di ingrossate. La bocca è serrata; il labbro superiore è sotto- o comunque un uomo illustre; costituisce un esempio stati i rilievi della Colonna Traiana. tuttavia che la rappresentazione su questo rilievo abbia, Colonna Antonina con l’apoteosi di Antonino e Fausti- Boston. Considerando i gradi di libertà con cui i singoli lineato dai baffi resi a incisione, mentre il labbro inferiore, di modalità di raffigurazione scultorea riservata, sin (A.M.L.) piuttosto, una valenza rituale o simbolica derivante dal na). Nell’Ara di Ostia, conservata nel Museo Nazionale scultori rendevano i dettagli fi sionomici, pur mantenendo più prominente e carnoso, è marcato dalla mosca. Due dall’antichità greca ed etrusca, agli dei, agli eroi ma anche mondo orientale preislamico, dove il cammello è legato Romano, l’aquila di Zeus è raffi gurata sulla sommità costanti i caratteri distintivi del volto dell’imperatore, si pieghe labionasali e una fossetta sul mento completano a personaggi storici di rilievo, che venne costantemente alla sfera funeraria. A tale aspetto, passato anche nel della grotta dove la lupa allatta Romolo e Remo. Sia la riscontrano in quest’opera elementi di originalità rispet- la resa realistica del volto. utilizzata anche a Roma. 10. Denario di Marco Antonio mondo greco e greco-occidentale, si aggiunge, in epoca rappresentazione dell’aquila che la modanatura dell’ara, to alla ritrattistica tradizionale di Augusto: orecchie e Il ritratto, che rende pienamente i tratti fi sionomici (I.D.) Argento, 3,57 g, ø 19 mm romana, anche quello che lo collega alla sfera della fer- databile tra l’età traianea e la prima età adrianea, mo- zigomi meno sporgenti e una sorta di scriminatura tra dell’imperatore rappresentato in età matura, in un 43 a.C. tilità e della natura, come attestano le rappresentazioni strano notevole affi nità con quelle della mensola in i capelli a destra. Inconsueto e degno di nota è inoltre atteggiamento pensoso e severo, fa parte di un tipo Zecca della Gallia Transalpina e Cisalpina su sarcofagi con temi dionisiaci, soprattutto quelli del esame. L’analisi dei motivi ornamentali della mensola un vago carattere “eroico”, ispirato a modelli di origine definito Vestalinnenhaustypus [H.B. Wiggers, Das 8. Centurione Proveniente da collezione trionfo indiano di Bacco. suggerisce in effetti una datazione compresa fra la ellenistica, conferito dallo sguardo profondo, dalla bocca römische Herrscherbild, Berlin 1971] dalla provenienza Gesso (?), h 112 cm, larghezza 45 cm, Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 3140 Quanto al significato e alla destinazione del rilievo, tarda età fl avia e l’età traianea: l’elegante incornicia- dischiusa e dalla rotazione del capo verso sinistra. Tale del principale rappresentante, il cui archetipo non è profondità 30 cm pur non potendo affermarlo con certezza, è possibile tura in kyma lesbio continuo, assimilabile alle cornici torsione, evidenziata dal trattamento dei fasci muscolari tuttavia inquadrato univocamente dagli studiosi nella 1930 circa Sul dritto: M ANTON IMP. Testa barbata di Marco Anto- riconoscervi una valenza ctonia con la simbologia della del Foro di Traiano, richiama la sobrietà e la chiarezza del collo, fa pensare all’originaria appartenenza della testa sequenza cronologica dei tipi iconografi ci di Caracalla Roma, Museo della Civiltà Romana, inv. M.C.R. 850 nio a destra; dietro: lituus; contorno perlinato. morte (dromedario) e il rinnovamento della vita (acqua di disegno tipiche dell’epoca traianea, mentre la resa a una statua intera. [B.M. Felletti Maj, Museo nazionale romano. I ritratti, Sul rovescio: CAESAR DIC. Testa laureata di Cesare a fl uente). La presenza di temi marini presenti su coperchi delle foglie d’acanto con l’uso del trapano, confrontabile (V.I.) Roma 1953: 214 d.C. circa; Seeberg 1973: 209-210 d.C.; La scultura rappresenta un centurione della prima età destra; dietro: brocca; contorno perlinato. di sarcofagi della tarda età imperiale, unitamente alle col fregio-architrave della Domus Flavia sul Palatino, Fittschen, Zanker 1983: 212-217 d.C.]. imperiale in uniforme da parata, opera dello scultore R. (T.G.) valenze simboliche, farebbe supporre che esso, assieme orienta per la tarda età fl avia. Si ricordano, anche (G.D.G.) Rosatelli. all’altro esemplare già ricordato, fosse utilizzato come se stilisticamente difformi dal nostro pezzo, alcune 4. Busto ritratto di Traiano I centurioni nell’esercito romano rappresentavano i quadri ornamento di un monumento funerario o del coperchio mensole raffi guranti aquile, riutilizzate nella facciata Marmo bianco, h testa 23 cm, h totale 68 cm intermedi della gerarchia militare, venivano nominati dai 11. Denario di P. Clodius di un sarcofago. architettonica della Natatio delle Terme di Diocleziano, Inizio del II secolo d.C. 6. Statua loricata di principe giulio-claudio tribuni ed erano 60 per ciascuna legione. Argento, 4,04 g, ø 20 mm (M.R.B.) con ogni probabilità pertinenti alle sostruzioni di età Proveniente dalla collezione Albani, acquisto Marmo bianco, h 215 cm, base 60 x 50 cm Il milite indossa l’elmo con la crista transversa propria del 42 a.C. fl avia dell’edifi cio [cfr. M. Serlorenzi, S. Laurenti, Terme Roma, Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, inv. MC 438 Prima metà del I secolo d.C. suo rango. Sulla corazza anatomica di cuoio una apposita Zecca di Roma di Diocleziano e S. Maria degli Angeli, Roma 2002, p. Proveniente da Minturno intelaiatura a strisce sorregge le decorazioni al valore, phale- Proveniente da collezione 2. Mensola lapidea con raffigurazione di un’aquila 62, fi gg. 78-80]. L’imperatore, in veste eroica, si presenta con gli attributi Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6046 rae. Queste ultime, in numero di cinque, si presentano come Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 3344 Marmo bianco, h 61,2 cm; larghezza 32,4 cm; (V.I.) dei militari d’alto rango, ossia il mantello, indossato dai grandi medaglioni ornati a rilievo, con soggetti ornamentali profondità 19,8 cm generali in battaglia (paludamentum), che copre la spalla La statua rappresenta un giovane principe della dinastia di signifi cato apotropaico, noti dagli esemplari in lamina Sul dritto: CAESAR IIIVIR R P C. Testa barbata di Ot- Età tardo fl avia-traianea (ultimo quarto del I secolo sinistra e parte del petto, e la cintura (balteo) cui era giulio-claudia, riconosciuto forse come Caligola, in abito d’argento rinvenuti a Lauersfort. Al collo, sospese a un collare taviano a destra; contorno perlinato. d.C. - primo quarto del II secolo d.C.) 3. Testa ritratto di Augusto appesa la spada, decorata con meandro continuo e stelle, militare. Appoggiato al sostegno troncoconico sulla destra, rigido, presenta due collane ritorte, torques, d’origine gallica. Sul rovescio: P CLODIVS M F. Marte nudo stante di fronte Provenienza sconosciuta Marmo bianco a grana media, h totale 29 cm, che solca la spalla destra, nuda. Il volto, leggermente il personaggio è rappresentato nell’atto di tenere lo scettro Con la mano destra impugna il bastone di comando, vitis, con la testa galeata volta a sinistra, regge con la destra una Roma, Museo Nazionale Romano, h mento-fronte 18 cm, h testa 25 cm inclinato verso sinistra, incorniciato dalla capigliatura a nella destra. Indossa una corta tunica quasi completamente simbolo del suo grado e delle sue funzioni disciplinari. lunga lancia e con la sinistra una spada; contorno perlinato. Terme di Diocleziano, inv. 551304 Seconda metà del I secolo a.C. ciocche leggermente rigonfi e che formano la caratteristica coperta dalla corazza riccamente ornata: al centro, cavallo Tutte le decorazioni descritte facevano parte dei dona (T.G.)

304 305 12. Denario di Augusto Sul rovescio: LIBERTAS AVGVSTA. La Libertas drappeg- 21. Dupondio di Tito per la figlia Giulia Sul dritto: SABINA AVGVSTA HADRIANI AVG P P. Bu- lancia e ha sulla destra protesa una piccola Vittoria che sinistra, regge con la destra una patera e con la sinistra Argento, 3,59 g, ø 20 mm giata stante a destra regge con la mano destra un pileo e Bronzo, 14,90 g, ø 28 mm sto drappeggiato di Sabina a destra; contorno perlinato. la incorona; al suo fi anco è poggiato lo scudo; ai lati: S C; una cornucopia; ai lati: S F; in esergo: II TR; contorno 19-18 a.C. ha il braccio sinistro proteso; ai lati: S C. 80-81 d.C. Sul rovescio: CONCORDIA AVG. La Concordia seduta a contorno perlinato. perlinato. Zecca di Spagna (T.G.) Zecca di Roma sinistra su un trono, regge con la destra protesa la patera (T.G.) (T.G.) Proveniente da collezione Proveniente da collezione e poggia il braccio sinistro su una piccola statua di Spes Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 3729 Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 6904 posta accanto al trono; in basso: cornucopia; in esergo: S 17. Sesterzio di Nerone C; contorno perlinato. 30. Asse di Settimio Severo 34. Follis di Costantino Sul dritto: CAESAR AVGVSTVS. Testa nuda di Augusto Bronzo, 28,42 g, ø 34 mm Sul dritto: IVLIA IMP T AVG F AVGVSTA. Busto drap- (T.G.) per la moglie Giulia Domna Bronzo, 5,25 g, ø 27 mm a destra; contorno perlinato. 65 d.C. peggiato di Giulia a destra; contorno perlinato. Bronzo, 11,69 g, ø 24 mm Proveniente da collezione Sul rovescio: scudo su cui è inciso: SPQR // CLV; contorno Zecca di Roma Sul rovescio: VESTA. La dea Vesta seduta a sinistra su 193-196 d.C. Cronologia: 307-308 d.C. perlinato. Proveniente da collezione un trono regge con la destra protesa il palladium e con la 26. Dupondio di Antonino Pio Zecca di Roma Zecca di Treviri (T.G.) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 4537 sinistra lo scettro; ai lati: S C; contorno perlinato. Bronzo, 10,48 g, ø 26 mm Proveniente da collezione Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 14064 (T.G.) 140-144 d.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 10346 Sul dritto: NERO CLAVD CAESAR AVG GER P M TR Zecca di Roma Sul dritto: IMP CONSTANTINVS P F AVG. Busto co- 13. Asse di Tiberio P IMP PP. Busto di Nerone a destra con egida sul collo e Proveniente da collezione razzato e drappeggiato di Diocleziano a destra con testa Bronzo, 9,88 g, ø 29 mm testa laureata; contorno perlinato. 22. Asse di Domiziano Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 8734 Sul dritto: IVLIA DOMNA AVG. Busto drappeggiato di laureata; contorno perlinato. 15-16 d.C. Sul rovescio: ROMA. La dea Roma, con testa elmata, Bronzo, 10,28 g, ø 29 mm Giulia Domna a destra. Sul rovescio: MARTI PATRI PROPVGNATORI. Marte Zecca di Roma seduta a sinistra su una corazza, regge con la destra 88-89 d.C. Sul rovescio: IVNO REGINA. Giunone stante a sinistra nudo, con testa galeata e clamide sulla spalla, gradiente Proveniente da collezione protesa una piccola Vittoria e con la sinistra il parazonio; Zecca di Roma Sul dritto: ANTONINVS AVG PIVS P P TR P COS III. regge con la destra protesa la patera e con la sinistra un a destra, impugna con la sinistra lo scudo e regge con la Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 3999 ai lati: S C. Proveniente da collezione Testa di Antonino Pio a destra con corona radiata; con- lungo scettro; in basso a sinistra: pavone; ai lati: S C; destra una lancia; ai lati: S A; in esergo: PTR; contorno (T.G.) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 7141 torno perlinato contorno perlinato. perlinato. Sul dritto: TI CAESAR DIVI AVG F AVGVST [IMP VII]. Sul rovescio: SALVS AVGVSTI. La Salus seduta a sinistra (T.G.) (T.G.) Testa nuda di Tiberio a destra; contorno perlinato. Sul dritto: IMP CAES DOMIT AVG GERM COS XIIII con patera nella destra protesa nell’atto di cibare il serpen- Sul rovescio: PONTIF MAXIM TRIBVN POTEST XVII. 18. Sesterzio di Galba CENS PER P P. Busto di Domiziano a destra con testa te arrotolato intorno a un’ara; in esergo: S C. Figura femminile velata e drappeggiata seduta su un trono Bronzo, 27,76 g, ø 36 mm laureata; contorno perlinato. (T.G.) 31. Denario di Eliogabalo per la madre Giulia Soemia 35. Decreto di Gneo Pompeo Strabone a destra, regge con la destra protesa una patera e con la 68 d.C. Sul rovescio: FORTVNAE AVGVSTI. La Fortuna stante Argento, 2,89 g, ø 18 mm Bronzo, h 29 cm, larghezza 52 cm sinistra un lungo scettro; ai lati: S C. Zecca di Roma a sinistra poggia la mano destra sull’aratro e regge con la Inizi III secolo d.C. 89 a.C.; forse copia del periodo di Vespasiano (T.G.) Proveniente da collezione sinistra la cornucopia; ai lati: S C; contorno perlinato. 27. Denario di Antonino Pio per la moglie Faustina Zecca di Roma (dopo il 70 d.C.) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 4952 (T.G.) Argento, 3,40 g, ø 19 mm Proveniente da collezione Provenienza ignota Post 141 d.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 10999 Roma, Musei Capitolini, inv. MC 2527, 14. Asse di Gaio Sul dritto: SER GALBA IMP CAES AVG TR P. Busto di Zecca: Roma inventario epigrafico NCE 2698 Bronzo, 11,39 g, ø 30 mm Galba a destra con testa laureata; contorno perlinato. 23. Denario di Traiano Proveniente da collezione Sul dritto: IVLIA SOAEMIAS AVG. Busto drappeggiato 37-38 d.C. Sul rovescio: ROMA. La dea Roma, con la testa elmata, Argento, 3,19 g, ø 17 mm Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 9034 di Giulia Soemia a destra; contorno perlinato. La lastra di bronzo è parzialmente ricomposta da due Zecca di Roma seduta a sinistra su una corazza, regge con la destra la 103-111 d.C. Sul rovescio: VENVS CAELESTIS. Venere diademata frammenti contigui acquistati dai Musei Capitolini tra Proveniente da collezione lancia e poggia la sinistra sullo scudo; a terra: due schinieri Zecca di Roma Sul dritto: DIVA FAVSTINA. Busto drappeggiato di Fau- stante a sinistra regge con la mano destra un pomo e con il 1908 e il 1910; non sono conservati i due angoli sul lato Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 4130 e un arco; ai lati: S C; contorno perlinato. Proveniente da collezione stina a destra con i capelli raccolti in crocchia e fermati la sinistra un lungo scettro; nel campo a destra: astro; sinistro e un frammento centrale; i tre fori circolari erano (T.G.) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 7487 da una benda; contorno perlinato. contorno perlinato. utilizzati per l’affi ssione del decreto con chiodi. Sul dritto: C CAESAR AVG GERMANICVS PON M TR Sul rovescio: AVGVSTA. Cerere velata stante a sinistra (T.G.) L’epigrafe, nota anche come “Bronzo di Ascoli”, riporta in POT. Testa nuda di Gaio a sinistra; contorno perlinato. Sul dritto: [IMP] TRAIANO AVG GER DAC P M TR P regge con la sinistra una lunga torcia e con la destra realtà due decreti; il decreto era la disposizione obbligato- Sul rovescio: VESTA. La dea Vesta velata e drappeggiata 19. Sesterzio di Vespasiano COS V P P. Busto di Traiano a destra con egida sul collo protesa due spighe; contorno perlinato. ria emanata in età romana dal magistrato con imperium, il seduta su un trono a sinistra, regge con la destra protesa Bronzo, 26,24 g, ø 33 mm e testa laureata; contorno perlinato. (T.G.) supremo comando militare unito a diverse facoltà relative una patera e con la sinistra un lungo scettro; ai lati: S C; 71 d.C. Sul rovescio: S P Q R OPTIMO PRINCIPI. La Pace stante 32. Sesterzio di Severo Alessandro all’amministrazione della giustizia ed alla possibilità di contorno perlinato. Zecca di Roma-Lugdunum-Tarraco a sinistra poggia il piede destro sul busto di un Dace e per la madre Giulia Mamea presentare proposte di legge. (T.G.) Proveniente da collezione regge con la destra protesa un ramoscello e con la sinistra 28. Sesterzio di Marco Aurelio per la figlia Lucilla Bronzo, 11,98 g, ø 29 mm Il primo decreto, che occupa la parte maggiore della Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 5316 una cornucopia; contorno perlinato. Bronzo, 28,41 g, ø 32 mm Prima metà III secolo d.C. lastra, testimonia la concessione della cittadinanza ro- (T.G.) Metà II secolo d.C. Zecca di Roma mana a uno squadrone di cavalieri spagnoli originari di 15. Denario di Claudio per la madre Antonia Sul dritto: IMP CAES VESPAS AVG P M TR P P P COS Zecca di Roma Proveniente da collezione Salduie (la città indigena poi divenuta Caesaraugusta ed Argento, 3,51 g, ø 18 mm III. Busto di Vespasiano a destra con testa laureata; con- Proveniente da collezione Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 11356 infi ne Saragozza), che avevano valorosamente combat- 41-45 d.C. torno perlinato. 24. Sesterzio di Adriano Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 9841 tuto a fi anco dei Romani nella battaglia di Ascoli (Italia Zecca di Roma Sul rovescio: AEQVITAS AVGVSTI. L’Aequitas stante Bronzo, 22,76 g, ø 33 mm Sul dritto: IVLIA MAMAEA AVGVSTA. Busto drap- centrale) contro la confederazione dei popoli italici. La Proveniente da collezione a sinistra regge con la destra protesa una bilancia e 125-128 d.C. Sul dritto: LVCILLA AVG ANTONINI AVG F. Busto peggiato di Giulia Mamea a destra con testa diademata; ribellione degli italici contro l’espansione romana nella Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 4288 con la sinistra una cornucopia; ai lati: S C; contorno Zecca: Roma drappeggiato di Lucilla a destra; contorno perlinato. contorno perlinato. penisola era iniziata nel 91 a.C. e durò fi no all’88 a.C.; perlinato. Proveniente da collezione Sul rovescio: PIETAS. La Pietas stante a sinistra presso Sul rovescio: FELICITAS PVBLICA. La Felicitas seduta a la battaglia di Ascoli si data all’89 a.C. e così questo Sul dritto: ANTONIA AVGVSTA. Busto drappeggiato con (T.G.) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 8091 un’ara accesa ha la mano destra protesa e regge con la sinistra regge con la mano destra un caduceo e con la sini- decreto, anche se è stato proposto che possa trattarsi testa laureata di Antonia a destra; contorno perlinato. sinistra un’acerra; ai lati: S C; contorno perlinato. stra una cornucopia; in esergo: S C; contorno perlinato. di una copia d’età vespasianea successiva all’incendio Sul rovescio: CONSTANTIAE AVGVSTI. Antonia stante Sul dritto: HADRIANVS AVGVSTVS. Busto di Adriano a de- (T.G.) (T.G.) del 70 d.C. [scheda di S. Castellani, in Supplemento di fronte regge con la mano destra una lunga torcia e con 20. Asse di Tito stra con egida sul collo e testa laureata; contorno perlinato. Italica 1999]. la sinistra una cornucopia; contorno perlinato. Bronzo, 10,32 g, ø 27 mm Sul rovescio: COS III. Nettuno stante a sinistra con il Nella prima riga del testo si legge il nome del console che (T.G.) 79 d.C. piede destro poggiato sulla prua di una nave, regge con 29. Sesterzio di Settimio Severo 33. Follis di Diocleziano fece emanare il decreto, Gneo Pompeo Strabone, capo Zecca di Roma la sinistra il tridente e con la destra l’acrostolium; ai lati: Bronzo, 23,46 g, ø 28 mm Bronzo, 9,39 g, ø 27 mm dell’esercito, padre del più noto Pompeo Magno, nemico Proveniente da collezione S C; contorno perlinato. 195 d.C. 302-303 d.C. di Cesare. Segue il motivo (virtutis caussa, “per il valore 16. Asse di Claudio Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 6804 (T.G.) Proveniente da collezione Zecca di Treviri dimostrato”) della concessione della più alta onorifi cenza Bronzo, 11,48 g, ø 30 mm Zecca: Roma Proveniente da collezione per uno straniero: la cittadinanza romana, conferita ai 50-54 d.C. Sul dritto: IMP T CAES VESP AVG P M TR P COS VII. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 10288 Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 13492 cavalieri, cittadini spagnoli (equites ispano ceives), il 17 Zecca di Roma Testa laureata di Tito a destra; contorno perlinato. 25. Sesterzio di Adriano per la moglie Sabina novembre dell’89 a.C. presso Ascoli. Nella terza riga si cita Proveniente da collezione Sul rovescio: VICTORIA AVGVST. La Vittoria gradiente Bronzo, 25,80 g, ø 32 mm Sul dritto: L SEPT SEV PERT AVG IMP V. Busto drap- Sul dritto: IMP DIOCLETIANVS P F AVG. Busto co- la legge romana (ex lege Iulia; si tratta della legge emanata Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 4215 a destra regge una corona con la destra sollevata e con 119-138 d.C. peggiato di Settimio Severo a destra con testa laureata; razzato e drappeggiato di Diocleziano a destra con testa da Giulio Cesare nel 90 a.C. che consentiva di concedere la sinistra un ramo di palma; ai lati: S C; contorno Zecca di Roma contorno perlinato. laureata; contorno perlinato. la cittadinanza romana agli alleati dei Romani e al popolo Sul dritto: TI CLAVDIVS CAESAR AVG P M TR P IMP perlinato. Proveniente da collezione Sul rovescio: ROMAE AETERNAE. La dea Roma, con Sul rovescio: GENIO POPVLI ROMANI. Il Genius stante dei Latini) in base alla quale il console Pompeo Strabone PP. Testa nuda di Claudio a sinistra; contorno perlinato. (T.G.) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Fr. 8526 la testa elmata, seduta a sinistra regge con la sinistra una a sinistra, con il modio sul capo e clamide sulla spalla poteva dare questa ricompensa straordinaria avendo con-

306 307 sultato la alta uffi cialità dell’esercito (in consilio); seguono 37. Elemento architettonico con testa di Medusa Proveniente da Ercolano (?) La testa di divinità barbata è rotta alla base del collo e La fi gura di Omphale, regina di Lidia, è legata nella mi- Proveniente da Roma, via Cassia, km 8, i nomi dei membri del consiglio. Pietra di Angera, h 52 cm, larghezza max 36 cm Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6283 presenta diverse scheggiature e abrasioni; sono di restauro tologia greca a Ercole, che, venduto a lei come schiavo, si località Acquatraversa Nelle tre colonne di testo che terminano il primo decre- Fine II - inizi III d.C. il naso, i baffi ai lati della bocca, la barba sul mento. trattenne alla sua corte per tre anni. Alla sottomissione Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 106473 to compaiono i nomi dei cavalieri destinati a diventare Proveniente da Milano, piazzetta Bossi La dea della bellezza, appena uscita dal bagno, è qui La lunga capigliatura, che presenta una anastolé sulla dell’eroe nei confronti della regina si ispirano le raffi gu- cittadini romani. Essi costituivano la turma salluitana Milano, Soprintendenza per i Beni Archeologici rappresentata nel gesto pudico di coprirsi il seno con la fronte, si sviluppa in morbide ciocche ricurve ai lati del razioni che ritraggono Omphale con la pelle di leone e la La statua, posta su doppia base, circolare e quadrata, (squadrone di Salduie-Saragozza); come ogni turma anche della Lombardia, inv. St 8623 destra e il pube con l’altra mano, mentre al suo fi anco è volto ed è trattenuta da un cercine nella parte posteriore. clava, attributi di Ercole e quest’ultimo in abiti femminili rappresenta Dioniso che versa il vino. È stata ricomposta la salluitana è composta da tre decurie di cavalieri, per poggiata una loutrophoros, vaso per le abluzioni rituali La barba è formata da riccioli corposi. Le superfi ci del viso nell’atto di fi lare, attività squisitamente femminile. Tale da oltre duecento frammenti e integrata in più parti: la un totale di 30 uomini, elencati qui con un unico nome Il frammento di elemento architettonico reca la raffi gu- spesso associato a questa divinità, in gran parte coperto sono mosse da zigomi sporgenti e da profonde rughe sulla tema iconografi co ha avuto particolare fortuna nella glit- parte inferiore delle gambe, i piedi e le due basi sono seguito da quello del padre, a differenza dei tre nomi che razione della Medusa secondo l’iconografi a tradizionale dall’asciugamani negligentemente posato su di esso. Il fronte; la bocca è dischiusa. tica e nella pittura di epoca ellenistica, più raramente si state ricostruite in marmo verde. Presenta scheggiature e normalmente compongono la formula onomastica del con i capelli scarmigliati e il fascio di serpentelli annodati capo è rivolto a sinistra; la lunga capigliatura, caratteri- Nella testa, di dimensioni superiori al naturale, è ricono- riconosce nella scultura. abrasioni in varie parti del corpo. Sul petto e sulla nebride cittadino romano. sotto la gola. I caratteri di terribilità del mostro mitolo- stica di questa divinità per l’età ellenistica, è acconciata scibile un’immagine di Giove, che trova i suoi modelli In quest’opera la fanciulla, nuda, è rappresentata nell’atto sono stati praticati fori di varia misura che conservano Sull’angolo inferiore destro della lastra appare il secondo gico sono attenuati in un’immagine che assume valore in due bande ricciute disposte ai lati del volto, annodate nelle raffi gurazioni di epoca ellenistica della divinità, della corsa, il volto girato come per guardare all’indietro, tracce di pasta vitrea. decreto con cui Gneo Pompeo Strabone, come imperator decorativo o simbolico. al sommo del capo in un grosso nodo che lascia libere come, ad esempio, lo Zeus di Otricoli, pur con alcune il corpo poggiante sulla punta del piede destro, la gamba Il dio è visto di prospetto, insiste sulla gamba destra, la (comandante supremo dell’esercito), conferisce nell’ac- Per caratteri stilistici e dettagli tecnici (incisione della pu- alcune ciocche, mentre sulla nuca due lunghi boccoli differenze. Il gusto per il chiaroscuro è assai accentuato, sinistra sollevata e piegata all’indietro, il braccio destro sinistra è fl essa al ginocchio e leggermente indietreggiata; campamento di Ascoli ai cavalieri spagnoli, sempre per pilla, uso del trapano nei capelli) la lastra trova datazione ricadono sulle spalle. non solo nella formulazione della folta chioma e della abbassato rivolto nella stessa direzione, mentre il sinistro, sotto il piede sollevato è stato inserito un sostegno. Il il valore dimostrato in battaglia, decorazioni militari: nella seconda metà del II secolo d.C. o nei primi decenni Questo tipo statuario, che deriva dall’Afrodite Cnidia barba, ma anche nella resa delle masse del volto. conservato fi no al gomito, è alzato in avanti. Intorno alle braccio sinistro abbassato lungo il fi anco regge un tirso un piccolo corno, un piatto, il torques, collare metallico del III. La qualità è decisamente buona e l’esecuzione opera di Prassitele, scultore greco della seconda metà L’opera è inquadrabile tra la fi ne del I e il II secolo d.C. ed spalle è annodata una pelle di leone che raggiunge terra che poggia sulla spalla e arriva fi n dietro l’orecchio. Tra usato in particolar modo dai popoli celtici, un bracciale tecnicamente accurata. del IV secolo a.C., ebbe grande fortuna per tutta l’età è probabilmente riferibile a una statua di culto. saldandosi a un basso tronco d’albero, nella mano destra il tirso e il ginocchio è posto un puntello orizzontale. (armilla) e le falere, placche metalliche d’ornamento dei Il frammento è stato rinvenuto (nel 1955) in condizioni ellenistica e romana, quando se ne produssero un gran Non è nota la provenienza precisa, ma probabilmente la testa un fuso di restauro ripropone verosimilmente l’oggetto Il braccio destro piegato al gomito e portato in fuori fi nimenti del cavallo da guerra. Da ultimo un premio, di reimpiego, come dimostrano le incrostazioni. È stato numero di copie o rielaborazioni destinate all’ornamento fu ritrovata nella zona del castello, a Porta Giovia, tra largo presente in origine; il volto, privo di espressione, con la regge un kantharos a doppia ansa privo del fondo. La forse concesso a vita, e sicuramente molto apprezzato: ipotizzato che il pezzo, per le sue dimensioni, il livello di terme, fontane e giardini. Cairoli e corso Magenta. Entrò nel museo civico nel 1866. bocca chiusa, è incorniciato dai capelli voluminosi, raccolti testa è leggermente rivolta a destra. Indossa alti calzari una doppia razione di frumento. artistico, la valenza simbolica dell’immagine, costituisse (M.R.B.) (R.I.) in una crocchia alla sommità del capo. L’opera, in origine formati da cinghie intrecciate. I capelli, scriminati al A differenza del primo decreto in questo secondo non l’ornamentazione di un edifi cio situato nel foro della città, policroma (resti di colore rosso dorato sono presenti sui centro, si dividono in due bande ondulate che scendono compaiono i nomi dei membri del consiglio, poiché il capo sulla base del confronto con l’apparato decorativo dei fori di capelli e sulla pelle di leone) rimanda a modelli ellenistici ai lati del volto e sulla nuca formano un doppio nodo. dell’esercito romano poteva prendere autonomamente le altri centri romani come, ad esempio, Pola o Aquileia. 40. Altare dedicato da Claudia Syntyche alla Magna 42. Statua di Ercole per la resa del mantello gonfi ato dal vento e per la torsione Lunghi boccoli scendono ai lati del collo e sulle spalle. decisioni di minor rilievo. (R.I.) Mater e a Navisalvia Marmo di Paro, h 98 cm del busto e del capo, motivi ben noti nell’arte romana. Sulla fronte ha una tenia, e sulla testa una corona con (D.V.) Marmo lunense, h 86 cm, larghezza 59 cm, Prima metà del II secolo d.C. Fu rinvenuta, insieme ad altre sculture e raffi gurazioni foglie d’edera e corimbi. Il volto è un ovale allungato, spessore 51 cm Proveniente dal Roma, santuario (cfr. invv. AC 9742 e 9778) nel santuario di Giove Doli- degli occhi resta la fessura: forse erano in pasta vitrea. Il 38. Statua di una Vestale Massima Prima metà del I secolo d.C. di Giove Dolicheno sull’Aventino cheno sull’Aventino. naso è dritto, la bocca piccola e carnosa. La testa mostra 36. Iscrizione elettorale dipinta Marmo greco, h 121 cm Proveniente da Roma, via Marmorata Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, (I.D.) tracce di rilavorazione, risalenti forse al III secolo d.C., e Intonaco dipinto, lunghezza 104 cm, h 70 cm Seconda metà del II secolo d.C. Roma, Musei Capitolini, Centrale Montemartini, inv. AC 9742 dovute al tentativo di applicare una corona [Gasparri, in Iscrizioni apposte tra il 76 e il 79 d.C. Proveniente da Roma, dal Foro Romano, inv. MC 321 bibliografi a]. Il dio è nudo, a eccezione di una nebride che Proveniente da Pompei, villa di Cicerone Casa delle Vestali La statua di Ercole, divinità di origine greca assorbita nel 44. Gruppo statuario di Artemide e Ifigenia scende trasversalmente dall’omero destro, coprendo parte Napoli, Museo Archeologico Nazionale, Roma, Museo Nazionale Romano, Tratto tipico della cultura di Roma, sin dall’età repubblica- pantheon latino e già nel IV secolo a.C. oggetto di partico- Marmo bianco, h 188 cm del petto e delle spalle, e le cui zampe caprine pendono deposito dei materiali archeologici, inv. 4714 Terme di Diocleziano, inv. 639 na, è l’interesse nei confronti dei culti stranieri con i quali i lare devozione da parte delle popolazioni italiche, mostra II secolo d.C. sulla coscia sinistra. Romani vennero in contatto grazie alle conquiste militari. l’eroe, in riposo, la mano destra appoggiata sulla clava, Proveniente da Roma, santuario La statua è riconducibile a un’iconografi a molto diffusa in Ogni anno nelle città del mondo romano si provvedeva La statua fu innalzata a una Vestale Massima nella Casa delle Numerose furono le divinità orientali accolte e onorate a la pelle di leone, che conserva tracce di colore, ripiegata di Giove Dolicheno sull’Aventino età romana con numerose varianti; l’archetipo, risalente a primavera all’elezione dei magistrati municipali, che Vestali a Roma. Il titolo di Vestale Massima spettava alla più Roma a partire dalla fi ne del III secolo a.C. e cui furono sull’avambraccio sinistro e poggiante su un sostegno a Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, probabilmente a Prassitele, si data al IV secolo a.C. avrebbero governato la città nell’anno successivo. A anziana tra le sacerdotesse di Vesta, divinità romana patrona dedicati importanti edifi ci templari: una delle prime fu la forma di tronco d’albero. inv. AC 9778 Alcuni frammenti della statua furono rinvenuti casual- Pompei, in quanto colonia romana, venivano eletti del focolare domestico. Scelte dal pontefi ce massimo in età dea Cibele, o Magna mater (“grande madre”), in origine Dell’eroe divinizzato presente nella mitologia greca, l’Ercole mente nell’estate del 1924, durante lavori agricoli; scavi annualmente due magistrati superiori, i duoviri iure dai 6 ai 10 anni, le vestali conservavano la verginità durante venerata in una regione dell’Anatolia, la Frigia. romano mantiene gli elementi qualifi canti: la grande forza e II gruppo statuario, proveniente, insieme a un folto gruppo successivi, intrapresi dalla Soprintendenza Archeologica, dicundo, che avevano i più ampi poteri di rappresentan- i 30 anni del loro sacerdozio, e avevano la responsabilità di Le fi gurazioni a bassorilievo di questo altare alludono alla l’ardimento che gli consentirono di compiere le dodici fatiche, di opere, dal santuario dedicato a Giove Dolicheno sull’Aven- portarono al recupero di ulteriori frammenti che permi- za della comunità e amministravano la giustizia, e due tenere costantemente acceso il fuoco sacro della città. leggenda collegata all’arrivo, nel 204 a.C., della nave che tra- prove di coraggio impostegli da Euristeo re dell’Argolide. tino (cfr. inv. AC 9770), raffi gura Artemide nell’atto in cui sero di ricostruire la statua [cfr. Morpurgo 1936, p. 288]. magistrati inferiori, gli aediles, che si preoccupavano La donna ritratta veste una tunica con maniche abbot- sportava a Roma la statua di questa divinità. Secondo il rac- Ercole viene qui raffi gurato nell’atto di mostrare il risultato sostituisce Ifi genia, fi glia del re acheo Agamennone e desti- Nella stessa area nel 1917 erano state rinvenute cinque della manutenzione delle strade e degli edifi ci pubblici, tonate cinta sotto il seno e un ricco mantello raccolto conto dello storico Livio, la nave si sarebbe arenata risalendo di una delle dodici fatiche: la mano sinistra, non conservata, nata al sacrifi cio, con una cerva che verrà uccisa al suo posto. statue, tre delle quali di Dioniso [cfr. G. Gatti, in Notizie nonché dell’annona e degli altri servizi. Tutti i cittadini sull’avambraccio sinistro. La chioma, divisa in sei trecce il Tevere e solo l’intervento di una matrona, Claudia Quinta, teneva infatti le mele d’oro che, protette da un serpente nel La dea, rappresentata in movimento, con la mano destra è degli scavi di antichità 1925, p. 390 sgg.]. Si ritiene che liberi, maschi ed emancipati erano chiamati a esprimere (sex crines) composte attorno alla fronte e tenute insieme avrebbe consentito alla nave di raggiungere Roma. giardino delle Esperidi, egli riuscì a rubare con l’aiuto di nell’atto di afferrare le corna della cerva, non conservate, tutti questi reperti siano pertinenti al sacrario di Liber il proprio voto e una furiosa propaganda elettorale ve- da bende (vittae), ricadenti a loro volta in due capi sul L’altare, di forma rettangolare, coronato da un cuscino, Atlante, il Titano costretto da Zeus a sostenere sulle spalle mentre al lato sinistro sovrasta la fi gura di Ifi genia a terra, la Pater, situato nei praedia Constantiorum, come si deduce niva effettuata anno dopo anno dipingendo manifesti petto da ciascun lato, è coperta dal velo quadrato (suffi - presenta decorazioni fi gurate sui quattro lati e un’epi- l’intera volta celeste. La statua, poggiante su un basamento mano destra rivolta verso l’alto in gesto di implorazione. da un’iscrizione del 222-235 d.C. (Museo Nazionale Ro- propugnanti l’elezione di questo o di quel candidato sui bulum) indossato durante i sacrifi ci, fermato sul petto con grafe che lo qualifi ca come ex voto offerto da una liberta, circolare, gravita sulla gamba destra mentre la sinistra è La dea è rappresentata frontalmente, il volto ovale incorni- mano, inv. 73951) e rimasto attivo fi no al IV secolo d.C. muri delle case e lungo le vie cittadine, molto spesso una fi bula a forma di rosetta. I capelli visibili sulla fronte Claudia Syntyche, alla Magna Mater e a Navis Salvia, portata leggermente in avanti, con il ginocchio piegato, ciato da capelli ondulati e raccolti alla sommità del capo, [cfr. Granino Cecere 2004]. accostando o sovrapponendo le nuove iscrizioni a quelle sono disposti in due bande leggermente rigonfi e con una temine di interpretazione dubbia (nome della nave che la mano destra appoggiata sulla clava rovesciata. Il volto indosso un corto chitonisco e un mantello sollevato che (S.B.) fatte in anni precedenti. lieve scriminatura centrale, mentre due ciocche a virgola trasportava la divinità o nome di una divinità protettrice rivolto verso sinistra, dal quale trapela il compiacimento lascia nuda la spalla destra, ai piedi calzari con fi niture Il manifesto che qui si presenta venne staccato dalle scendono ai lati delle orecchie. La statua drappeggiata della navigazione). per la riuscita dell’impresa, è incorniciato da una corta a forma di teste di felini. La fi accola, tenuta nella mano pareti della cosiddetta villa di Cicerone, poi ricoperta, discende dal tipo dell’Hera Barberini, un originale greco Nel lato frontale è rappresentata la nave, che procede capigliatura e dalla barba a ciocche rigonfi e. destra, e il mantello costituiscono simboli lunari: Artemide, 46. Rilievo votivo con raffigurazione il 6 settembre 1760 e contempla in effetti due testi della seconda metà del V secolo a.C. Il viso, leggermente verso destra, con il timone a poppa; al centro è collocato La statua fu rinvenuta sull’Aventino, nel santuario dea greca fi glia di Zeus, a Roma fu assimilata alla latina di Giunone Dolichena successivi scritti in anni diversi. rivolto a destra, è reso con il modellato classicheggiante il simulacro della dea, seduta in trono; oltre la prua, sul dedicato a Giove Dolicheno (cfr. il rilievo votivo con Diana e alla Luna. Il volto della divinità potrebbe invece Marmo lunense, h 84 cm; larghezza 55 cm, Il primo recita: Samellium | aed(ilem) o(ro) v(os) tipico dell’età adrianeo-antonina; un morbido chiaroscuro lato destro, una Vestale, su un piedistallo, cinge con una raffi gurazione di Giunone Dolichena, inv. AC 9770) e costituire il ritratto di una donna dell’aristocrazia romana, spessore 8 cm f(aciatis) iuvenem p(robum) (“Vi chiedo di votare ad rivela nei lineamenti i segni dell’età avanzata. Il verismo benda la prua della nave. Sugli altri lati sono raffi gurati testimonia dell’intensa rete di relazioni che intercorreva secondo un uso in voga in età imperiale. La giovane Ifi genia Seconda metà del II secolo d.C. edile Samellio, che è un giovane probo”). Le lettere e la forza espressiva con cui l’indole severa della sacerdo- oggetti collegati al culto della dea: sul lato destro un pe- tra i protagonisti del pantheon antico. indossa invece un lungo pelo che le lascia scoperto il seno Proveniente da Roma, santuario O V F sono legate tra loro in nesso, come la N e la E tessa è rappresentata, che compaiono nei ritratti femmi- do e i cembali, sul lato sinistro il caratteristico berretto (I.D.) destro, il volto incorniciato da una folta chioma fl uente. di Giove Dolicheno sull’Aventino di iuvenem. Sappiamo da altre iscrizioni che la candi- nili nell’età di Antonio Pio, e l’acconciatura che imita la (cosiddetto “berretto frigio”) e sul retro i fl auti. Il gruppo, collocato su plinto di forma irregolare, era in Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, datura all’edilità di M. Samellius Modestus va posta moda di Faustina Maggiore, suggeriscono una datazione (I.D.) origine dipinto, come indicano le numerose tracce di inv. AC 9770 proprio al 79 d.C. dell’opera alla seconda metà del II secolo d.C. 43. Statua di Omphale colore rosso conservate sulle vesti. Un po’ più antico è invece il testo scritto più in basso, (V.I.) Marmo di Paro, h 132 cm (I.D.) Il culto di Dolicheno, divinità originariamente venerata a che recita: L(ucium) Albucium aed(ilem), con nesso fi nale 41. Testa di Giove Proveniente da Roma, santuario Dolico in Commagene, nell’Anatolia meridionale, fu as- tra la M, la A, la E e la D, e propugna quindi l’elezione Marmo, h 71 cm, larghezza 53 cm di Giove Dolicheno sull’Aventino similato alla massima divinità del pantheon latino, Giove all’edilità per Lucius Albucius Celsus, la cui candidatura 39. Statua di “Venere pudica” Fine I - II secolo d.C. Prima metà del II secolo d.C. 45. Statua di Dioniso Ottimo Massimo. Giunone, sua sposa, viene raffi gurata è posta in un anno non precisabile tra il 76 e il 78 d.C. Marmo bianco, h 193 cm Proveniente da Milano, zona del castello Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, Basalto, h 107 cm, larghezza 48 cm, profondità 26 cm in questo rilievo, che in origine si associava a uno analogo (A.V.) I secolo a.C. - I secolo d.C. Milano, Civico Museo Archeologico, inv. A 1144 inv. AC 9752 II secolo d.C. raffi gurante Giove, con i simboli che la accompagnano

308 309 nel mondo romano (pavone) insieme a quelli tipici delle La statua fu rinvenuta casualmente, insieme ad altri La scoperta della scultura avvenne in un ambiente con di individuare, tra le tante, quella interessata, in caso di 54. Cassetta di derivazione 57. Coppia di schinieri divinità celesti dell’area anatolica (specchio, scettro, oggetti, durante lavori agricoli nel 1937; scavi successivi copertura a volta collocato presso un piccolo edifi cio riparazioni. In base al diametro della tubatura si pagava Piombo e bronzo, 24,3 x 15,5 cm Lamina di bronzo, h 52 cm, larghezza 21,5 cm quadrupede). intrapresi dalla Soprintendenza Archeologica nel 1945 termale, area occupata dalla ricca proprietà del console il consumo dell’acqua, che poteva essere erogata anche I secolo d.C. Proveniente da Pompei, dalla Caserma dei Gladiatori La scena a rilievo, collocata in un riquadro rettangolare rimisero in luce strutture pertinenti a una domus, che, Lucius Aelius Lamia e successivamente entrata a far parte solo per alcune ore al giorno o in determinati periodi, a Proveniente da Pompei, località imprecisata I secolo d.C. che ha come base una lastra con iscrizione e sugli altri grazie a un’iscrizione trovata nel sito, si è potuta attri- del patrimonio imperiale. seconda del tipo di “contratto” di cui si fruiva. Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 56309 Napoli, Museo Archeologico Nazionale, tre è limitato da una cornice modanata, reca resti di co- buire alla famiglia degli Aradii [cfr. Guidobaldi 1995 (I.D.) Lo speco della tubatura non si presenta perfettamente invv. 5644 e 5648 lore che ne indicano l’originaria policromia; all’interno è pp. 36-37]. rotondo, ma a forma amigdaloide, cosa derivata dal fatto La cassetta, che permetteva l’affl usso dell’acqua a due rappresentata la dea, stante sul dorso di un daino, con le (S.B.) che per ottenere il tubo veniva piegata su se stessa una distinte derivazioni, è di forma cilindrica. Sulla parete Gli schinieri, destinati a riparare la gamba, erano parte braccia nude, lo specchio nella mano destra e lo scettro 50. Pompa idraulica lastra di piombo, poi saldata al margine di giuntura. laterale sono inserite le due valvole di arresto che risultano dell’armamento di una particolare categoria di gladiatori. con il pavone alla sommità nella sinistra. Giunone indossa Bronzo fuso, 55 x 66,5 cm Il reperto in questione venne rinvenuto insieme ad costituite da tre parti: il corpo con i due elementi laterali Questi due esemplari non decorati, mostrano semplice- un peplo con larghe pieghe fermato da una sottile cintura 48. Sistro Età imperiale altri simili nel 1893 nella pianura cumana. L’iscrizione saldati alla cassetta e al tubo in piombo; il maschio, cilin- mente una evidente costolatura al di sopra del ginocchio, subito al di sotto dei seni, la testa, leggermente rivolta Bronzo, lunghezza 20,6 cm, larghezza 12,6 cm Provenienza sconosciuta. Acquisto dall’antiquario apposta su di essa L(uci) Acili Strabonis ne riporta l’uso dretto con foro passante centrale, che si inseriva dall’alto nel punto in cui si allarga per riparare anche la coscia. Essi verso destra, è coronata con un alto diadema poggiante I secolo d.C. Ernesto Magnani nel marzo 1888 a una proprietà del console dell’anno 71 d.C., inviato nel corpo e ruotando, mediante l’uso di una chiave a venivano fi ssati alla gamba mediante legacci in cuoio, o sulla morbida capigliatura che incornicia il volto e scende, Proveniente da Pompei (?) Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, da Claudio a Cirene dopo aver rivestito la pretura e, sezione quadrata inserita nell’apertura sulla sua sommità, in altro materiale deperibile, che passavano negli anelletti spartita in due ciocche, fi n sulle spalle. La femmina di Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 76944 invv. AC 31035, 31045, 31036, 31038 successivamente al consolato, comandante delle legioni determinava il passaggio o meno dell’acqua; il tappo che presenti lungo i bordi. daino che sorregge la dea è rappresentata in posizione della Germania inferior. Paribeni invece [Notizie degli sigillava ermeticamente il corpo alla base. (M.R.B.) stante, la testa volta verso l’alto, l’orecchio sinistro piegato Questo strumento è il simbolo del culto egiziano della Tra le realizzazioni idrauliche, nelle quali la tecnologia scavi di antichità 1902, p. 630], nel pubblicare un re- (E.D.C.) verso il basso, il destro verso l’alto. dea Iside, diffusosi a Roma dopo la conquista dell’Egitto romana si è espressa a livelli ancora oggi non superati, perto analogo al nostro, che si conservava a Pozzuoli in Il rilievo fu offerto alla dea, come indica l’iscrizione, da da parte di Augusto. Esso è composto da una larga fascia la pompa a pistoni è un esempio particolarmente com- una collezione privata, attribuì tale proprietà al fi glio 58. Lucerna monolichne L. Apronius Helius insieme a sua moglie e sua fi glia per di bronzo ripiegata ad arco, in cui sono inserite quattro plesso fi nalizzato al sollevamento dell’acqua. adottivo del console, di certa origine napoletana, che 55. Valvola idraulica Terracotta, eseguita a matrice, lunghezza 10 cm, h 3 cm mezzo del sacerdote Chaibio e fu rinvenuto nel santuario asticelle terminanti a gancio che, agitando lo strumento, Il tipo di pompa qui presentato, raramente conser- fu comandante della legione III Augusta di stanza a Bronzo, 24,3 x 15,5 cm I secolo d.C. (20-79 d.C.) dedicato a Giove Dolicheno sull’Aventino. Questo edifi cio producevano un forte strepito. Il manico, confi gurato, vato con esemplari integri, è a due opposti pistoni Lambaesis nel 116 d.C. Proveniente da Pompei, località imprecisata Proveniente da Pompei (?) era composto di tre vani, il centrale più ampio era destina- rappresenta la divinità egiziana Bes, sovrastato dalla testa che, tramite un perno metallico che scorreva entro (A.V.) Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 19321 Napoli, Museo Archeologico Nazionale, to alle attività di culto e ospitava le offerte e il banchetto di Hator, sua compagna, divinità della musica e dell’amo- una feritoia, si spostavano all’interno di un cilindro, I secolo d.C. inv. provvisorio 166/BA sacro, gli altri due, di minori dimensioni, erano collocati re, la cui presenza accresce la valenza apotropaica del alternativamente da un lato e dall’altro, provocando in asse col precedente, e almeno in un caso erano anch’essi sistro stesso. Sulla sommità della parte curvilinea, come l’apertura e la chiusura di due valvole poste in un altro 52. Bocca di fontana a testa di pantera Valvola di arresto/apertura del fl usso idraulico in una tuba- Sul disco di questa lucerna, con becco angolare a punta dedicati alle attività di culto. Numerose sono le statue di in altri analoghi esemplari, è rappresentata una gatta elemento cilindrico collegato al precedente. L’acqua, Bronzo fuso, h 16 cm, larghezza 10 cm, tura. La valvola è costituita da tre parti: il corpo con i due poco arrotondata e volute terminanti a bottoncino (tipo altre divinità presenti nel tempio, insieme alle raffi gura- semisdraiata, animale sacro nell’antico Egitto e simbolo che veniva pescata dentro un bacino in cui era immersa profondità 14 cm elementi laterali che venivano saldati ai tubi in piombo; “Loeschke I B”), è rappresentato il combattimento di zioni e alle dediche a Giove Dolicheno: oltre a Giunone, della dea-gatta Bastet, mentre in basso ai due lati è una la pompa stessa, veniva espulsa con forte pressione da Tarda età imperiale il maschio, cilindretto con foro passante centrale, che si una coppia di gladiatori: a sinistra, il gladiatore, armato Ercole, Onfale, Diana Iside, Serapide e altri, a testimonia- coppia di gattini seduti. un ugello orientabile congiunto a un tubo saldato, in Rinvenuta nel 1884 a Roma, via dello Statuto inseriva dall’alto nel corpo e ruotando, mediante l’uso di di corto pugnale e scudo rettangolare, è rappresentato re il valore sincretico di questo luogo di culto. (M.R.B.) senso ortogonale, all’elemento cilindrico ora descritto Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, una chiave a sezione quadrata inserita nell’apertura sulla in atto di attaccare l’altro gladiatore, probabilmente un (I.D.) anch’esso regolato da valvole. inv. AC 2146 sua sommità, determinava il passaggio o meno dell’acqua; trace, connotato dal piccolo scudo rettangolare e dall’elmo Di quest’oggetto composito si conservano, in parte, i il tappo che sigillava ermeticamente il corpo alla base. con cimiero. 49. Gruppo di Mitra che uccide il toro due cilindri orizzontali e il tubo terminale. I singoli Le fontane e i ninfei costituivano i punti terminali della (E.D.C.) Questa e le lucerne che seguono (Napoli, invv. 18976, 47. Statua di Iside Marmo di Synnada, h 91 cm; larghezza 80 cm, elementi, fusi con la tecnica della “cera persa”, sono complessa rete idrica che riforniva capillarmente Roma 20107 e Pompei, invv. 13065, 11729, 11033 b), accomunate Marmo bianco, h 120 cm, larghezza 40 cm, spessore 24 cm realizzati in una lega di bronzo a elevato tenore di ed erano presenti in gran numero sul colle dell’Esquilino, da rappresentazioni connesse a combattimenti gladiatori, profondità 30 cm III secolo d.C. piombo fi nalizzata a una buona resistenza nei con- punto di confl uenza della maggior parte degli acquedotti 56. Elmo gladiatorio che ricorrono con una certa ripetitività nella produzione Fine II secolo d.C. - inizio III secolo d.C. Proveniente da Roma, Esquilino fronti della pressione dell’acqua; successivamente le che giungevano nella città. Bronzo, h 32 cm, larghezza 34 cm delle lucerne in terracotta del I e II secolo d.C., sono la Proveniente da Roma, via di Porta Latina 11 Roma, Musei Capitolini, Centrale Montemartini, diverse parti sono state saldate tra loro con una lega di Il pezzo presentato proviene da una residenza di età Prima metà del I secolo d.C. testimonianza del grande favore che questo genere di (ex villa Grandi) inv. MC 915 piombo e stagno. tardo-imperiale (forse costantiniana) rinvenuta alla fi ne Proveniente da Pompei, dalla Caserma dei Gladiatori spettacoli suscitava presso i romani. Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 125412 La notevole potenza del getto d’acqua generata da que- dell’Ottocento in via dello Statuto; la bocca di fontana Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 5657 (M.R.B.) Il culto del dio Mitra, divinità celeste di origine iranica, si sto tipo di pompa ne ha fatto ipotizzare un uso da parte a testa di felino fa parte di un più complesso apparato La statua, posta su un plinto liscio, alto 6 cm, raffi gura diffuse dapprima nella penisola anatolica, quindi a Roma, dei pompieri, corpo di guardia presente in maniera decorativo che comprendeva altri elementi analoghi a Tra i numerosi esemplari restituiti dagli scavi di Pom- Iside nell’atto di incedere. È mutila delle dita della mano a partire dalla fi ne del I secolo d.C., e in tutto l’Occidente; organizzata nella città di Roma in età imperiale. guarnizione dell’abside maggiore di una parete semi- pei all’interno di un edifi cio destinato verosimilmente 59. Lucerna monolichne destra e presenta alcune scheggiature sul panneggio. Il i santuari a lui dedicati erano di norma sotterranei, ca- La ricostruzione della pompa idraulica (inv. AC 31045), circolare articolata in nicchie, originariamente rivestita agli allenamenti dei gladiatori, questo elmo per le sue Terracotta, eseguita con matrice, lunghezza 10,5 cm, braccio destro, fratturato in due punti e la mano sinistra vità naturali o ambienti artifi ciali ipogei che simulavano in dimensioni leggermente inferiori al vero, consente con marmi policromi, da cui zampillavano giuochi caratteristiche morfologiche si connota come apparte- ø 8,4 cm, h 2,8 cm erano già stati restaurati in antico. Tra il fi anco e la mano l’aspetto di una grotta, di dimensioni molto contenute. di apprezzare tutti gli elementi costruttivi di questo d’acqua. Di notevole eleganza nella resa realistica dei nente a una particolare categoria di gladiatori, quella dei I secolo d.C. (20-79 d.C.) sinistra è visibile un puntello orizzontale. All’interno era collocata l’immagine di culto, che poteva piccolo e complesso impianto, del quale sono conservati particolari anatomici, la testa del felino, decorata alla controretiarii o secutores. La forma a calotta arrotondata Proveniente da Pompei (?) La dea indossa un leggero chitone con corte maniche essere dipinta o, come nel caso qui presentato, scolpita, di in originale solo gli elementi cilindrici, offrendo anche sommità con tralci di edera e fi orami a leggero rilievo, e priva di sporgenze non consentiva alcun appiglio al Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 18976 e un mantello frangiato più pesante che gira intorno al fronte alla quale venivano eseguite cerimonie di carattere la possibilità di sperimentarne il funzionamento. presenta particolari resi volumetricamente e altri trami- suo avversario. Munito di una larga tesa che scendeva a corpo; le estremità si ricongiungono sul seno formando iniziatico che si concludevano con un banchetto. (I.D.) te incisioni: sottili quelle che indicano il pelame nelle protezione del collo, è completamente chiuso sul davanti La lucerna, con becco angolare e volute appena accennate il caratteristico nodo. Ai piedi calza sandali con suola Il gruppo scultoreo rappresenta il tema mitico, molto orecchie, più larghe e profonde quelle che rendono i con una visiera in cui due grate circolari mobili, chiuse (tipo “Loeschke I B”), reca sul disco l’immagine di un gla- sagomata. Nella mano destra, portata in avanti, reggeva diffuso nel mondo romano a partire dal I secolo d.C., che particolari degli occhi; i denti aguzzi che si saldano al da una placca traforata, riparavano gli occhi. Riccamente diatore caduto, con il capo chino, le braccia sulla schiena, probabilmente un sistro, secondo l’iconografi a usuale, simboleggia la morte generatrice di vita: Mitra, alleato 51. Fistula aquaria plumbea condotto di uscita dell’acqua sono invece resi con un ornato, mostra al centro della calotta un’aquila ad ali e lo scudo abbandonato posto presso la gamba destra. mente nella sinistra, che è abbassata, teneva una situla, del dio Sole, uccide il toro dal cui sangue scaturiscono Piombo, lunghezza 63 cm, ø max 7 cm circa rilievo ben modellato. Il tralcio che incorona la protome spiegate, simbolo della vittoria, recante nel becco la co- (M.R.B.) resa forse in metallo come sembrerebbe dedursi dalle spighe di grano, nonostante tre animali collegati a divi- Seconda metà del I secolo d.C. è chiara allusione al culto di Dioniso, divinità cui la rona del vincitore; la parte posteriore è occupata da una tracce di ruggine presenti sulla gamba. Il volto è un ovale nità negative, il cane, lo scorpione e il serpente, tentino Proveniente dall’agro di Cuma pantera era collegata. decorazione ad elementi vegetali e racemi nascenti da con lineamenti minuti, gli occhi hanno taglio allungato, di contrastarlo. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, (I.D.) un cespo d’acanto. Armi e strumenti relativi alle attività 60. Lucerna monolichne il naso è dritto e sottile, la bocca piccola e carnosa. I ca- Il dio è rappresentato nell’atto di trattenere il toro con deposito dei materiali archeologici, s.n. gladiatorie si dispongono lungo la tesa dell’elmo: una Terracotta, eseguita con matrice, pelli lunghi e scriminati al centro, sono divisi in boccoli il ginocchio sinistro, piegato, sul dorso dell’animale e la manica, uno schiniere, uno scudo e un maglio. Sulla lunghezza 10 cm, h 3 cm calamistrati, che incorniciano il volto e poi si sciolgono mano destra che afferra il corno sinistro; indossa abiti Le tubature di piombo servivano a convogliare l’ac- 53. Sifone visiera, a ciascun lato, i busti di due divinità: da un lato I secolo d.C. sulle spalle. La capigliatura conserva tracce di colore. Sul orientali, una corta tunica che copre in parte braghe qua dal più prossimo punto di smistamento di un Piombo, h 30 cm, ø 27 cm Ercole con i consueti attributi della clava e la spoglia di Proveniente da Pompei (?) capo è visibile il basileion, il simbolo di Iside costituito aderenti, in testa il “berretto frigio”, un copricapo di acquedotto a edifi ci pubblici o anche privati, come I secolo d.C. leone annodata sul collo, dall’altro Pan, la divinità agreste, Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 20107 da corna bovine con crescente lunare e disco solare; forma conica con l’estremità ricurva, il volto e lo sguardo verosimilmente in questo caso. L’impianto di adduzione Proveniente da Pompei, località imprecisata connotato dalle piccole corna e dalle orecchie appuntite. dietro quest’ultimo si conserva parzialmente un gruppo leggermente rivolti verso l’alto. L’aspetto ieratico del volto veniva costruito a spese dell’interessato, che in tal caso Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 56308 I due forellini posti sui due lati della calotta servivano a La lucerna, con becco angolare, punta arrotondata e volute di spighe o di piume. del dio contrasta con la resa dell’animale, con il muso provvedeva a far stampigliare sulla tubatura il proprio inserirvi ornamenti di piume. Sul lato posteriore della terminanti a bottoncino (tipo “Loeschke I B”), reca sul La statua è riconducibile a una iconografi a ben nota, leggermente rivolto verso l’alto, la bocca semi-aperta, in nome, in sovrapposizione, per non assottigliare il con- Il sifone, con due derivazioni, presenta una forma conica tesa è incisa la sigla MCP, presente anche su altre armi disco il momento fi nale di un combattimento: il gladiatore nella quale le caratteristiche egizie vengono rielaborate atteggiamento sofferente. Lungo il lato destro dell’anima- dotto stesso del tubo pregiudicandone la durata. Tale con base piatta; superiormente si restringe formando gladiatorie pompeiane: potrebbe riferirsi all’artigiano, o vittorioso, stante, con lo scudo sollevato, sovrasta la fi gura secondo i canoni del tardo ellenismo [per i confronti cfr. le si riconosce il serpente, unico conservato degli animali accorgimento permetteva, da un lato, di verifi care che una calotta. forse al proprietario dell’elmo. del perdente che giace riverso a terra. Candilio 2005, p. 10]. presenti nel mito. la conduttura fosse regolarmente autorizzata, dall’altro (E.D.C.) (M.R.B.) (M.R.B.)

310 311 61. Lucerna monolichne Nel rilievo è raffi gurata una venatio ambientata nel Circo chitetto Franco Gizdulich di Firenze, che ha proposto 69. Lucerna 72. Lucerna monolichne parti inferiori delle gambe e del plinto, del tronco con Terracotta, eseguita a matrice, lunghezza 11,6 cm, Massimo come dimostrano gli ovaria posti al centro, che una ricostruzione della metà sud del monumento, così Terracotta, eseguita con matrice, lunghezza 11,4 cm, Terracotta, eseguita a matrice, lunghezza 14 cm, h 3 cm l’arco e la faretra e del braccio sinistro, non ha attributi ø 8,9 cm, h 3 cm C. Fulvio Flacco e A. Postumio Albino avevano collocato come appariva quando erano in piedi i quattro piani ø 7,3 cm I secolo d.C. specifi ci di una divinità o di un personaggio mitologico, Seconda metà del I secolo d.C. presso le ultimae metae nel 174 a.C. per contare i giri dei con le ottanta arcate di blocchi di calcare, ornate verso Seconda metà del I secolo d.C. Proveniente da Pompei (?) e viene defi nita Adone, il bellissimo cacciatore amato Proveniente da Pompei carri. Sulla destra sopra una colonna corinzia su alto l’esterno da semicolonne tuscaniche, e le gradinate della Proveniente da Pompei, casa del Moralista (III, 7, 2) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, da Afrodite e morto dopo l’assalto di un cinghiale, per Pompei (magazzino archeologico), inv. P 13065 plinto si erge una statua femminile panneggiata, sulla cavea erano interrotte dalle scalette dei vomitoria fi no Pompei, inv. P 2588 inv. provvisorio 196/CZ l’avvenenza delle sue fattezze. sinistra un edifi cio a più piani dal quale si affacciano alla sommità, dove correva la galleria, ornata da colonne Propri del II secolo d.C., periodo al quale risale l’esecuzio- Il becco, arrotondato, è fi ancheggiato da volute allungate, due personaggi, forse una torre per gli spettatori illustri corinzie di cipollino, riservata alle donne. La metà nord La lucerna, monolicne a semivolute con becco tondo, Il becco, ad ogiva arrotondata, è fi ancheggiato da due ne della scultura, sono la resa morbida del modellato, la schematizzate; il forellino di sfi ato è posto ai margini del o per i venatores. è invece riprodotta nel suo stato attuale: con le strutture di un tipo in uso nel 79 d.C. nelle città vesuviane, ha il volute schematiche terminanti a bottoncino. Sul becco, trattazione in forme piene del busto dalle ampie propor- disco in corrispondenza del becco. Sul disco, al disopra di Tra questi monumenti si svolge la venatio che vede im- murarie, che sostengono la cavea, del tutto spogliate dei disco ornato con una maschera teatrale comica che, per tra le volute, è il forellino per lo sfi ato dell’aria. Sul disco zioni, il contrasto tra le superfi ci lisce del volto e la chioma una linea di esergo, scena di combattimento gladiatorio: pegnato un gladiatore con elmo, scudo e spada contro rivestimenti di intonaco e delle decorazioni in calcare e l’acconciatura e per l’espressione, si identifi ca con il per- è rappresentata una quadriga in corsa guidata dall’auriga, folta e ricciuta, elementi che tornano costantemente nelle a sinistra un trace con il capo coperto da elmo con grosso un leone e una pantera. Il leone è spinto con la lancia in bardiglio. Sul lato ovest esse sono distrutte fi n quasi sonaggio dello schiavo. Nel disco si apre il foro circolare vestito di corta tunica, che con la sinistra tiene le briglie, numerose raffi gurazioni di Antinoo, il giovane bitinio cimiero, scudo rettangolare sollevato e corto pugnale nella da un bestiarius e in primo piano vi è un venator caduto al piano di campagna e nel plastico è ben reso l’aspetto per l’immissione dell’olio. mentre la destra è sollevata nell’atto di sollecitare con il amato dell’imperatore Adriano (117-138 d.C.) che lo divi- destra, il braccio corrispondente riparato dalla manica, a terra. dell’opera laterizia; manca invece sul lato est, la ripro- (M.R.B.) frustino i quattro cavalli che corrono al galoppo. nizzò dopo la morte precoce (130 d.C.), provocando una attacca l’avversario che, quasi vinto, si sta accasciando al Il bordo inferiore termina con un listello, quello superiore duzione delle due chiavi d’arco in calcare, con busti di (M.R.B.) ricca produzione di statue che lo ritraggono in pose acco- suolo, avendo lasciato cadere il grande scudo rettangolare con un listello fasciato e una cornice a palmette. divinità a rilievo, ancora superstiti nell’unico tratto con- stabili a quella della statua capuana, con attributi relativi che lo connota come sannita. Con il termine venatio s’intende una serie di spettacoli servato per intero del primo livello. È reso con cura il piano 70. Statua di giovane pugilatore a Dioniso, Apollo, Osiride, Vertumno, Ganimede. (M.R.B.) quali: la caccia con bestie feroci, la lotta fra animali, l’esi- sottostante l’arena, caratterizzata dalle numerose botole Marmo greco insulare, forse di Thasos, h 180 cm 73. Gruppo di due figure (V.S.) bizione di animali esotici o ammaestrati, che si tenevano attraverso le quali venivano portati fuori dai sotterranei le Metà del I secolo a.C. (cosiddetto Oreste ed Elettra) durante la mattina del giorno dedicato ai giochi. scenografi e, i gladiatori e gli animali con l’aiuto di ascen- Proveniente da Sorrento, probabilmente dall’area Marmo, h 150 cm 62. Lucerna Le lastre “Campana”, così dette dal nome del marchese sori e piani inclinati; del complesso impianto fognario, che di una villa suburbana I secolo a.C. - I secolo d.C. 75. Statua di fanciullo togato Terracotta, eseguita con matrice, lunghezza 10 cm, Giovanni Pietro Campana che nell’Ottocento raccolse attraversa e circonda il monumento, è stato riprodotto il Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 119917 Proveniente da Pozzuoli, dal macellum Marmo greco, h 110 cm, larghezza 52 cm ø 8,2 cm un numero notevole di esemplari nella sua collezione, canale principale nord-sud, ancora percorribile, stando Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6006 Età giulio-claudia Seconda metà del I secolo d.C. costituiscono una classe di rilievi eseguiti a stampo con nel quale lo sguardo attraversa i 186 metri di lunghezza La statua rappresenta un giovane atleta, che la presenza Proveniente da Milano, via del Lauro Proveniente da Pompei raffi gurazioni di vario genere che si combinavano in fregi dell’asse maggiore dell’edifi cio. della corona di ulivo che cinge i capelli connota come Il gruppo, rinvenuto nel mercato (macellum) della città, Milano, Civico Museo Archeologico, inv. St 8626 Pompei, inv. P 11729 continui nella decorazione architettonica. Si è ipotizzato (V.S.) vincitore nella gara del pugilato, cui allude l’attributo del raffi gura un giovanetto nudo con la gamba destra appena che anche questo esemplare, che ha uno schema deco- cesto – l’equivalente del guantone nel moderno pugilato avanzata, con il braccio destro piegato in un gesto allocuto- La statua è acefala e priva degli avambracci, lavorati a Sul disco di questa lucerna monolicne, del tipo a semivo- rativo identico a un’altro conservato a Ginevra (Musée – formato da grosse strisce di cuoio, che copre parte della rio, il capo lievemente chino con lo sguardo rivolto in basso. parte e aggiunti. La fi gura è stante sulla gamba destra, lute, è raffi gurata una coppia di gladiatori: a destra, è il d’Art et d’Histoire, inv. MF 840), accostato ad altre lastre 67. Coppia di statuette di attori mano e l’avambraccio destro. Sul lato destro della fi gura La fi gura femminile al suo fi anco gli cinge le spalle con il mentre la sinistra piegata è leggermente avanzata. Veste gladiatore vinto, coperto dal solo perizoma, che, poggiato simili componesse una sorta di fregio continuo a tema Terracotta, eseguite con matrici diverse, h 111 cm funge da appoggio una piccola erma interpretata come braccio destro, volgendo il capo verso di lui, mentre il brac- una tunica, coperta da un’ampia toga solcata da fi tte pie- sullo scudo con il braccio sinistro protetto dalla manica, circense. (inv. 22248) e 115 cm (inv. 22249) quella del dio Hermes, avvolto strettamente nel manto. cio sinistro è poggiato sul fi anco; la giovane donna indossa ghe, gettata sulle spalle e trattenuta dal braccio sinistro. il capo coperto da elmo a falda larga, solleva il braccio (Mi.R.) I secolo d.C. L’iscrizione in lettere greche che si legge sulla faccia an- un chitone, trattenuto sul bacino da una cinta sottile, che Al collo è appesa la bulla. I piedi sono calzati dai calcei di destro verso il pubblico, in atto di chiedere grazia; l’altro, Proveniente da Pompei, Casa R. VIII, 2, 3 teriore della base – Aphrodisieus Koblanos eirgasato – dice scivolando dalla spalla sinistra la lascia scoperta e che, ade- morbida pelle. A lato della gamba destra è uno scrinium il vincitore, con il capo rivolto verso la stessa direzione, Napoli, Museo Archeologico Nazionale, che la statua è stata scolpita da Koblanos di Afrodisia. rendo al corpo, ne lascia vedere le forme; un mantello copre decorato da un festone. reca l’armatura tipica del trace: elmo sormontato da alto 65. Corno gladiatorio invv. 22248 e 22249 Infatti, ad Afrodisia, antica città dell’Asia Minore (attuale con un gruppo di pieghe la spalla destra, mentre un’altra Si tratta di una statua iconica, predisposta per l’inserzione cimiero, manica che copre il braccio destro sollevato, alti Lamina di bronzo, ø 110 cm Turchia) posta in prossimità di diverse cave di marmo, si parte del panneggio ricade dal braccio sinistro. Il richiamo della testa-ritratto, di buona qualità, senza dubbio di ca- gambali e elmo di forma quadrata, molto convesso. Sul di- I secolo d.C. Le due statuette, raffiguranti un attore e un’attrice, sviluppò dal I secolo a.C. una importante scuola di scul- allo “stile severo” della scultura greca è evidente dalla resa rattere onorario. È inquadrabile in età giulio-claudia per sco, presso la fi gura del vincitore, è l’iscrizione ALBIDVS, Proveniente da Pompei, dalla Caserma dei Gladiatori costituivano l’ornamento del giardino della casa, nel tori, tra i quali Koblanos, attiva fi no alla tarda antichità della capigliatura di entrambe le fi gure: trattenuta da una il trattamento del panneggio, che sottolinea i volumi del mentre scarsamente leggibile è l’iscrizione (ATELLIVS Napoli, Museo Archeologico Nazionale, s.n. quale l’arredo e l’apparato decorativo era frequentemente sotto la spinta dalla continua domanda di opere d’arte nel benda che lascia sfuggire una fi la di corti riccioli, quella del corpo, seguendone i movimenti. Le dimensioni e la pre- ?) posta presso l’altra fi gura. Sul fondo della lucerna, si rappresentato da soggetti attinenti al teatro o al mondo mondo romano occidentale. giovane; raccolta attorno a un cercine in un corposo rotolo senza della bulla qualifi cano il personaggio rappresentato leggono le lettere EVL. Questo strumento, oggi mancante del bocchello realiz- dionisiaco, come, ad esempio, dischi (oscilla) o rilievi (M.R.B.) in cui le singole ciocche sono schematicamente evidenziate, come un giovane, appartenente a una famiglia di rango. (M.R.B.) zato in osso, veniva suonato per annunciare l’inizio dei marmorei con maschere. L’attore, vestito di tunica e quella della fi gura femminile. La scultura è stata rinvenuta nel 1958 nello scavo di combattimenti nell’arena. Esso era dotato di un setto mantello, ha il volto coperto da una maschera tragica; la Questa scultura, che è stata attribuita allo scultore un’area con frequentazione dall’età repubblicana a quella diametrale, rigido che aveva sia la funzione di sostegno fi gura femminile, che indossa lunga tunica a fi tte pieghe 71. Mosaico con busto di atleta Stephanos, rientra in quel fi lone eclettico fi orito nel tardoantica, nella quale è stato messo in luce, fra l’altro, un 63. Lucerna che quella di assicurare la solidità dell’oggetto, realizzato e mantello frangiato poggiato sul braccio sinistro, ha sul Mosaico a tessere colorate, h 108 cm, lunghezza 96 cm corso del I secolo a.C. che dà vita a opere scultoree che edifi cio absidato, interpretato come aula per il culto im- Terracotta, eseguita con matrice, in sottile lamina di bronzo. volto la maschera che nella tragedia connota il personag- Seconda metà del III secolo d.C. si caratterizzano per la mescolanza di modelli risalenti periale. È stato, quindi, ipotizzato che la statua (insieme lunghezza 12 cm, ø 7,4 cm (M.R.B.) gio della cortigiana; i capelli sono trattenuti da una fascia Proveniente da Roma, Porta Maggiore (1879) a epoche diverse, ma soprattutto alla produzione greca a un altro togato frammentario trovato nella stessa zona) Seconda metà del I secolo d.C.Proveniente da Pompei, recante al centro piccoli fi ori. Della vivace policromia che Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, dall’età arcaica a quella classica (V secolo a.C.) fosse pertinente a tale edifi cio. II, 8, 5 doveva animare le due statue, restano solo tenui tracce di inv. AC 4492 (M.R.B.) (R.I.) Pompei, inv. P 11033b 66. Modello dell’Anfiteatro Campano colore bruno sui capelli e blu e rosso sugli abiti. Balza, truciolato, lunghezza 186 cm, (M.R.B.) Il pannello doveva far parte di una più ampia decorazione Lucerna monolicne a semivolute con becco tondo, larghezza 148 cm, h 38 cm pavimentale a mosaico con ritratti di vari atleti, pertinente 74. Statua di Adone 76. Salvadanaio recante al centro, tra le volute, un forellino sfi atatoio di Santa Maria Capua Vetere, Museo dei Gladiatori all’edifi cio termale noto come Terme Eleniane a Santa Marmo di Carrara, h 260 cm Terracotta; eseguito al tornio, h 15,3 cm forma allungata, mentre il foro circolare che si apre nel 68. Lucerna Croce in Gerusalemme, innalzato durante il regno di II secolo d.C. I secolo d.C. disco era destinato all’immissione dell’olio. Al centro L’Anfi teatro Campano è il monumento meglio conservato Terracotta, eseguita con matrice, lunghezza 11 cm, Settimio Severo. Proveniente da Santa Maria Capua Vetere Proveniente da Pompei del disco è rappresentato un elmo dalle caratteristiche dell’antica città di Capua, l’odierna Santa Maria Capua ø 6,6 cm Gli atleti famosi, prediletti dal pubblico e circondati da Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6016 Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 16805 che sembrano proprie del gladiatore trace, con alto Vetere, nonostante le gravi spoliazioni subite, dall’età I secolo d.C. una larghissima ammirazione, vengono spesso rappresen- cimiero ornato da piume, larga falda e, a protezione del medioevale fi no al XIX secolo, come cava di materiali per Proveniente da Pompei, insula occidentalis tati in ambienti termali a partire dal III secolo d.C., sia La statua fu rinvenuta, poco dopo il 1750, nell’area dell’An- Il salvadanaio ha la forma degli esemplari ancora in volto, lamina recante due fori a grata in corrispondenza la costruzione della nuova Capua e delle cittadine vicine. Pompei, inv. P 13545 con busto che a fi gura intera, esaltando, secondo modelli fi teatro Campano della cui decorazione della summa cavea uso fi no ad epoca recente, con una fessura nella parte degli occhi. Costruito tra la fi ne del I secolo d.C. e l’impero di Adriano, iconografi ci standardizzati, la forza fi sica, la minacciosità aveva fatto parte assieme ad altre famosissime sculture superiore per l’introduzione delle monete. Il gruzzolo in (M.R.B.) che provvide a completarne la decorazione con statue di Lucerna monolicne di un tipo in uso nel 79 d.C., con il del lottatore o l’espressione compiaciuta del vincitore. quali Afrodite che si specchia nello scudo di Marte (il cui esso contenuto poteva essere recuperato solo mediante la marmo e colonne, come il Colosseo era a quattro piani, più disco ornato da una maschera teatrale di personaggio Il pannello conserva su due lati una cornice a doppia tipo è defi nito “Capua” proprio da quell’esemplare) e la rottura del recipiente. un livello sotterraneo riservato ai macchinari per le sceno- femminile, propria delle rappresentazioni tragiche di treccia e da una fascia a dentelli, entro le quali è raffi - così detta Psiche, frammento di un’altra statua di Afrodite, (M.R.B.) 64. Lastra Campana con raffigurazione di venatio grafi e che, durante gli spettacoli, venivano issate sul piano epoca romana, caratterizzata dai grandi occhi spalancati gurato il busto di un atleta, leggermente volto a sinistra. molto rilavorato nel XVIII secolo. Terracotta, eseguita a stampo, h 42 cm, dell’arena per ambientare le diverse rappresentazioni di e dalla parrucca di folti e lunghi boccoli calamistrati, Il volto, contraddistinto dallo sguardo soddisfatto tipico Essa raffi gura un giovane nudo con il braccio destro sol- lunghezza 48 cm, spessore 2,5 cm cacce e combattimenti tra uomini e animali. Un ulteriore che, molto alti sulla fronte, ricadono paralleli ai lati del del vincitore, è squadrato, il naso è camuso e gli zigomi levato, la mano sinistra appoggiata a un tronco, il capo 77. Deposito di monete bronzee in un vaso fittile Età augustea livello sotterraneo era riservato alle canalizzazioni per lo volto. In basso, presso la maschera, è il foro circolare per alti, le orecchie evidenti, i capelli radi così come la leggera chino in avanti così che il corpo assume un andamento 192-193 d.C. Proveniente dall’ex Museo Kircheriano, 841 smaltimento delle acque di pulizia. l’immissione dell’olio, mentre il forellino al centro del barba; nel busto spiccano la muscolatura vigorosa, le spalle curvilineo, morbido e fl essuoso, che risente dei modelli Proveniente dalla tenuta Radicicoli Del Bene Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo Il plastico che riproduce in scala 1:100 l’Anfiteatro becco era destinato alla fuoriuscita dell’aria. larghe e il forte collo taurino. della scultura di tardo IV secolo a.C., di impostazione (territorio del municipium di Fidenae). Area 91 alle Terme, inv. 62660 Campano è stato realizzato tra il 1998 e il 2000 dall’ar- (M.R.B.) (F.C.) prassitelica. L’opera, integrata dal restauro moderno delle della proprietà Porta di Roma

312 313 Roma, Museo Nazionale Romano, invv. 463352 (vaso); La prima epoca imperiale rappresenta il periodo di mas- nessuna sepoltura rinvenuta; lo strato di macerie, in cui ziale all’interno del contenitore dei tipi di corrosione Anche in questo caso il corpo è pressoché ovoidale, con opposte impugnando ciascuno due bacchette incrociate. 463353 (coperchio); 517001-517144 (monete) simo utilizzo dell’area a scopo funerario: i recinti rinve- era deposta, risulta nella sequenza stratigrafi ca posteriore e dello stato di conservazione delle monete, si è con- un più accentuato rigonfi amento nella parte inferiore, Sulla sinistra resta una testa di asino mentre sulla destra nuti più a sud sono di età giulio-claudia e probabilmente alla struttura in cementizio, ancora in vista a quel tempo, fermata la relativa omogeneità microambientale del ugualmente terminante con una punta, in questo tipo è la parte superiore di un quadrupede. Al di sotto sem- Olletta biansata di ceramica comune (US 2834), inv. della stessa epoca dovevano essere quelli facenti parte del e oblitera la strada di servizio dell’area funeraria. contenitore. piuttosto alta. Sulla parte superiore del corpo poggiano brerebbe infi ne raffi gurato un pigmeo nell’atto di lavorare 463352, h 12 cm, ø 12 cm. Corpo ovoide irregolare con orlo nucleo in oggetto, di cui l’erosione ha risparmiato solo il Il gruppo di monete bronzee venne quindi deposto entro Il tipo e l’entità dei fenomeni corrosivi sono legati alla compo- le anse a nastro, piegate a gomito, che si innestano in alto e un telaio. estrofl esso con incavo per il coperchio. Ansette verticali perimetro murario in cementizio. un’olla fi ttile da cucina, priva di apparenti tracce di uso, sizione delle leghe: in generale monete con contenuti alti di sul collo verticale, lievemente svasato. La bocca è piuttosto Ad eccezione della scena dei due danzatori, legata forse non perfettamente contrapposte Dall’età fl avia il rito dell’incinerazione consente di gio- chiusa con il coperchio rovesciato e occultata entro uno zinco e bassi di piombo sono ben conservate; le segregazioni larga e sormontata da un orlo anch’esso svasato. a un ludo scenico osco, le altre raffi gurazioni sono rife- Stato di conservazione: ricomposta da vari frammenti; re- varsi della scarpata artifi ciale di tufo: la parete, che segna strato di obliterazione in un’area sepolcrale lungo una di piombo costituiscono discontinuità che accrescono la All’ambito commerciale anfore di questo tipo sono dop- ribili a insegne pubblicitarie di botteghe per la vendita o stauro Laboratorio Ceramica della Soprintedenza Speciale il limite occidentale dell’area, viene progressivamente strada. corrodibilità della lega. Tuttavia il contenuto elevato di zinco piamente legate, sia perché destinate al trasporto di der- fabbricazione di vasellame e tessuti. per i Beni Archeologici di Roma (S.S.B.A.R) colmata da depositi di argilla, corrispondenti a livelli di Il vaso, ripieno per circa tre quarti della sua capacità, ha non è da solo suffi ciente: è necessaria anche la presenza dello rate alimentari, in questo caso il garum, o salsa di pesce, (E.D.C.) Datazione: l’olletta, che conteneva il tesoretto di monete, frequentazione della necropoli, nei quali vengono ricavati restituito 144 monete; i nominali sono assi (24), dupondi stagno per inibire fenomeni di corrosione selettiva, come sia per il fatto che lo stesso contenitore, in questo caso, trova un confronto puntuale con una rinvenuta a Ostia in i ricettacoli per le urne con le ceneri dei morti. Nel giro di (13) e sesterzi (104), mentre tre monete sono da consi- la dezincifi cazione. Questo è confermato dall’osservazione come del resto anche il contenuto, erano prodotti in Spa- uno strato datato fra il 190 e il 225 d.C. circa (Ostia III, poche generazioni almeno tre livelli di deposizioni a cre- derarsi o assi o dupondi. In tutto il valore del ripostiglio che fra i due gruppi di monete con maggiore contenuto di gna, in una provincia quindi piuttosto lontana da Pompei, 82. Matrice di lucerna p. 76, tav. XIX, n. 80) mazione indiretta si concentrano in una fascia alquanto ammonta a circa 116 sesterzi. zinco, quello meglio conservato ha quantità non trascurabili luogo del suo rinvenimento. È interessante infi ne rilevare Polvere di marmo, 11,8 x 11,3 x 4 cm ristretta. I tipi di olle fi ttili, per la loro produzione seriale Le monete, studiate da Francesca Ceci, si datano tra l’età di stagno, mentre l’altro, corrispondente alle monete più il fatto che la bocca non a caso è ampia e svasata, proprio I secolo d.C. Coperchio di ceramica comune (US 2833), inv. 463353, h e il lungo utilizzo, non sono attribuibili ad momento fl avia e antonina e furono interrate in un momento con- antiche, ha quantità molto piccole di questo elemento. La perché l’anfora non conteneva liquido da versare, bensì Proveniente da Pompei, officina di lucerne (I, 20, 3) 3 cm; ø 11 cm. Coperchio troncoconico con tesa rialzata preciso. Tuttavia i dati provenienti dai materiali associati temporaneo o successivo al regno di Commodo (180-192 dezincifi cazione andrebbe osservata nelle sezioni, ma nel un materiale denso, che poteva essere così più facilmen- Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 12398C e presa irregolare a bottone agli strati di deposizione permettono di collocare le inci- d.C.), attestato da 59 esemplari; le monete emesse sotto nostro caso si sono escluse analisi distruttive. te versato all’interno, e prelevato attingendo all’interno Stato di conservazione: ricomposto da vari frammenti e nerazioni tra l’età fl avia e l’età antonina. Marco Aurelio sono 29, quelle di Antonino Pio 14. Adriano Nella conservazione delle monete le incrostazioni di presumibilmente mediante un ramaiolo. Matrice bivalve relativa a una lucerna a becco tondo raffi gu- mancante di parte della tesa; restauro Laboratorio Cera- Quasi tutte le cremazioni hanno il medesimo aspetto: è presente con 9 esemplari, Traiano 4, Nerva, Domizia- carbonati basici di rame hanno avuto un ruolo impor- (L.F.) rante un Amorino che regge sulle spalle un’asta dalla quale mica della S.S.B.A.R nel pozzetto, scavato in uno strato antropico di argilla, è no e Vespasiano con una moneta ciascuno. Il sesterzio tante; dove si sono formate, il sottostante fi lm di ossido pendono due recipienti. La matrice fu rinvenuta insieme ad Datazione: può essere inserito nel “Tipo 4” [Olcese, in alloggiato un primo contenitore, solitamente una pancia vespasianeo, emesso tra il 69 e il 79 d.C., è il nominale rameoso, che ora costituisce il livello della superfi cie altre 16 in una offi cina che produceva lucerne in terracotta bibliografi a, p. 91, tav. XX, 5], datato fra la fi ne del I e il d’anfora, sezionata all’altezza del collo e del puntale; al più antico del contesto. La forte usura delle monete più originale si è ben conservato; per contro, ciò ha causato la 80. Anfora per soddisfare le esigenze della clientela locale. II secolo d.C. suo interno è posta l’olla cineraria, di ceramica refrattaria antiche attesta la loro lunga circolazione. corrosione preferenziale delle aree non coperte da queste Argilla, h 98,5 cm, ø corpo 37,5 cm (E.D.C.) d’uso comune, chiusa da un coperchio di ceramica comu- Lo stato di conservazione delle monete di età antonina, incrostazioni, che sono risultate anodiche. Lo strato di I secolo d.C. Gruppo di 144 monete bronzee, invv. 517001-517144. ne, il più delle volte con la presa in basso, verso l’interno complessivamente 124, è da pessimo a buono; soltanto per ossido rameoso da solo invece non è stato suffi ciente- Proveniente da Pompei, località imprecisata Stato di conservazione: monete restaurate dal Laboratorio del cinerario. 4 monete non è stato possibile identifi care il tipo. Anche mente protettivo e non ha evitato che, attraverso di esso, Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 33137 83. Lucerna Bronzi della S.S.B.A.R. (M. Angelini, O. Colacicchi, Y. L’anfora con fondo resecato assolveva alla funzione di questi nominali dovettero circolare alquanto prima di continuasse la dissoluzione del rame dalla lega. Questo (già inv. 14194) Argilla, h 2,9 cm, lunghezza 10,3 cm, ø disco 7,8 cm Polakova, I.A. Rapinesi) contenitore esterno, ma poteva essere anche una sorta essere tesaurizzati. fenomeno corrosivo ha comportato per le monete di bron- I secolo d.C. Datazione: 69-69 d.C.-192 d.C. di segnacolo che sporgeva per una piccola parte sul Per identifi care i fruitori e i frequentatori di quest’area zo un arricchimento superfi ciale di stagno e piombo e la Questo tipo di anfora era destinato al trasporto dell’olio: Proveniente da Pompei, casa I, 14, 4, amb. 8 piano di calpestio, quale condotto di comunicazione per funeraria, occorre considerare che le proprietà terriere formazione dei prodotti di corrosione di questi elementi, anche in questo caso, nell’ambito commerciale rientrano Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 43960 Il contesto profusiones. contermini nella prima età imperiale dovevano avvalersi differenziando visibilmente il loro aspetto da quello delle sia il contenitore che il contenuto. L’anfora era infatti di Il rinvenimento è avvenuto in un’area funeraria di epoca I resti dell’ustrinum sono stati identifi cati in una grande di manodopera, schiavile e non, residente in zona; il vivace monete di oricalco. fabbricazione africana, più precisamente della Tripoli- Lucerna a becco tondo (tipo “Deneauve VII a”) con spalla romana (scavi 2000-01 e 2005) con sepolture ad inuma- fossa quadrangolare ricavata nei pressi della struttura di popolamento dell’area è attestato da tracce di impianti (F.d.G.) tania, dove l’olio veniva prodotto ed esportato in varie delimitata da nervature e ansa ad anello decorata da inci- zione e cremazione, attribuibile al territorio del municipio tufo, con un riempimento di terra bruciata mista a pic- agricoli, di edifi ci rustici e di ville. Le sepolture, a parte località dell’impero, ivi compresa l’area vesuviana, dove sioni. Il disco, con foro centrale per l’immissione dell’olio di Fidenae e posta circa m 2400 ad est del centro ammi- coli frammenti di ossa combuste, chiodi di ferro, residui il dispendioso ricorso alla cremazione, non offrono ele- veniva anche importato il più pregiato olio spagnolo della e un altro più piccolo per l’aereazione, è decorato da un nistrativo; vi sono attestate precedenti presenze dall’età metallici, frammenti ceramici. Sembra trattarsi di un menti che ne suggeriscano il livello socio-economico di 78. Anfora Betica. Il corpo del vaso presenta una caratteristica forma Amorino gradiente verso sinistra nell’atto di reggere sulle orientalizzante (VII secolo a.C.) al III secolo d.C. ustrinum per molteplici roghi funebri, evidentemente di pertinenza, poiché sono quasi totalmente assenti, forse Argilla, h 92 cm, ø corpo 30,8 cm cilindrica ma lievemente bombata, con piccolo piede spalle un’asta dalla quale pendono due recipienti. Di questo nucleo funerario, posto in prossimità di un uso comune, a servizio dell’intera area cimiteriale. per esigenze rituali, gli elementi di corredo; non si tratta I secolo d.C. a punta, spalla arrotondata, breve collo troncoconico e Le lucerne a becco tondo, diffuse dalla metà del I secolo incrocio stradale, e facente parte di una più grande area La sepoltura ad incinerazione più cospicua dell’area è in ogni caso di tombe ricche. Proveniente da Pompei, località imprecisata orlo modanato. Le piccole anse ricurve sono impostate d.C. fi no agli inizi del III secolo, sono largamente atte- sepolcrale, che occupa le zone di risulta degli incroci, sono costituita da un dado in cementizio composto da due L’area funeraria distava m 250 circa da un grande impian- Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 31049 al disotto dell’orlo e sulla spalla. state in area vesuviana.(E.D.C.) state scavate, fi no al 2005, 76 tombe e, nel suo ambito, è differenti gettate, posto nei pressi della strada di servi- to produttivo, che forse rientrava nel fundus che faceva (L.F.) stato trovato anche il gruppo di monete di bronzo con- zio del nucleo cimiteriale; la struttura quadrangolare capo a una villa individuata sulla sommità del poggio, e Questo tipo di anfora costituisce senza dubbio il più servato in una piccola olla fi ttile. presentava al centro una cavità circolare, nella quale era la viabilità esistente permetteva facili collegamenti tra le comune tra i contenitori da trasporto, appositamente 84. Coppa Il rinvenimento riferibile al momento più antico ha avuto alloggiata l’olla cineraria, inzeppata con frammenti di aree e le strutture funzionali. realizzati e utilizzati per il commercio di vino, olio o altri 81. Insegna di bottega (taberna vasaria) Argilla verniciata, h 4,5 cm, ø orlo 10,5 cm luogo in un settore centrale dello scavo: quattro vasi di tegole e sigillata da una seconda gettata di malta e tufi , tipi di derrate alimentari, quali ad esempio il garum, sorta Affresco, 138 x 59 cm I secolo d.C. (epoca neroniana-flavia) impasto di epoca “orientalizzante” (fase laziale “IVa”) che fungeva da coperchio. Conservazione e analisi tecniche di salsa di pesce utilizzata come condimento. I secolo d.C. Proveniente da Pompei, I, 11,14 giacevano al di sotto di una massicciata di tufo. Questa Tra la fi ne dell’epoca antonina e la prima metà del III L’intervento di Ida Anna Rapinesi e Olimpia Colacicchi L’anfora, di tipo “Dressel 2/4”, destinata al trasporto del Proveniente da Pompei, taberna vasaria (I, 8, 10) Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 12669B struttura venne poi sigillata da strati di macerie di età secolo d.C. (età severiana) la necropoli risulta utilizzata ha compreso il microscavo e il restauro e ha consentito vino, ha un corpo pressoché ovoidale, terminante inferior- Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 45622 romana e tagliata nella parte centrale da due tombe a fossa sporadicamente: in genere si camminava sulla via princi- lo studio dei processi di corrosione. mente a punta. La spalla obliqua è nettamente distinta La coppa, di piccole dimensioni, costituisce un interessan- con copertura di tegole disposte alla cappuccina. pale che passa a nord del nucleo cimiteriale. All’interno di È stata adottata una procedura di scavo che consentisse, dal corpo e dal collo cilindrico, terminante in alto con un Il dipinto rientra nella pittura popolare di area vesuviana te esemplare di una tipica ceramica da mensa, piuttosto I materiali di età orientalizzante sono: due anforette laziali uno degli strati di macerie che avevano ormai obliterato anche dopo la rimozione e il restauro delle monete, la orlo a sezione circolare. Le anse bifi de, piegate a gomito, e venne eseguito con pigmenti applicati a mezzo fresco diffusa nella prima metà del I secolo d.C., in quanto pro- ad anse pseudo-elicoidali di impasto bruno con bugne e la strada di servizio viene alloggiata, con ogni probabilità certezza della loro collocazione all’interno del contenitore. sono impostate subito sotto l’orlo e sulla spalla. su due stesure diverse di intonaco bianco dalla superfi cie dotto di ottima qualità, che nel contempo aveva un costo costolature sulla spalla, una tazza biansata di impasto intorno all’anno 193 d.C., l’olla con il gruzzolo di monete La documentazione è stata indirizzata a garantire la pos- A giudicare dalla capillare diffusione di contenitori di que- granulosa come è ben evidenziato dalla cesura verticale decisamente inferiore rispetto al più lussuoso vasellame in bruno e un’olla di impasto rosso; non sono associati in bronzo. Lo strato è databile in base ai materiali associati sibilità di ulteriori approfondimenti successivi al restauro sto tipo, offi cine di produzione dovevano essere presenti di separazione fra le due scene e dal diverso andamento argento. Si tratta di un esemplare di “ceramica sud-gallica” resti ossei. Si può pensare a una sepoltura danneggiata fi no alla prima metà del III secolo d.C. (il materiale più (esempio: modalità della deposizione). anche in area vesuviana, oltre che nel resto d’Italia. del festone che incornicia superiormente le raffi gurazioni liscia, fabbricata in una delle più note offi cine della Gallia già in antico o a una deposizione rituale, legata forse a recente è ceramica “sigillata africana” di tipo “A”). Considerando la giacitura primaria e le condizioni micro- (L.F.) [E. De Carolis, F. Esposito, D. Ferrara, Domus Sirici in meridionale, quella di La Grofesenque, specializzata nella un piccolo luogo sacro connesso all’incrocio viario, un ambientali relativamente omogenee, lo studio dei processi Pompei (VII, 1, 25.47): appunti sulla tecnica di esecuzione fabbricazione di un ceramica caratterizzata da particolari trivio, in corrispondenza del quale si può immaginare la Il ripostiglio monetale di corrosione è apparso di particolare interesse. degli apparati decorativi, in Ocnus. Quaderni della scuola venature sulla superfi cie, imitanti il marmo, e perciò detta persistenza di un sema. La piccola pignatta, rinvenuta in posizione verticale, era Con l’impiego di varie tecniche diagnostiche, si sono 79. Anfora di specializzazione in Archeologia 15, 2007, pp. 117-141]. “marmorizzata”. Il percorso stradale più importante, a nord, è usato per incassata nel terreno in posizione eretta e un coperchio studiate le relazioni tra i prodotti di corrosione, la compo- Argilla, h 105 cm, ø corpo 37 cm La prima composizione è relativa a una scena di offi cina La coppetta di forma cilindrica, a fondo piano, presenta tutto il periodo di tumulazione nell’area. I rimanenti due rovesciato ne chiudeva la bocca. Sia la pentola sia il sizione delle leghe delle monete, la giacitura all’interno del I secolo d.C. su due registri con, sulla sinistra, una fi gura di divinità di una bassa parete verticale, con orlo lievemente arroton- tracciati sono invece piccoli percorsi di servizio del nucleo coperchio appartengono alla classe della ceramica di contenitore da una parte ed i dati numismatici dall’altra Proveniente da Pompei, località imprecisata cui resta la parte inferiore del corpo. Lateralmente sono dato (tipo “Dragendorff 22”). La vernice che la riveste è funerario: il primo, proveniente da est, si ricongiunge uso comune, attestata dalla fi ne del I secolo d.C. in poi. [Plattner, in bibliografi a]. Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 31178 quattro operai su sedie dal piano circolare e tre gambe di colore giallo con striature rosse. all’altro percorso sotto un ciglio tufaceo; il secondo, a L’olletta biansata, con orlo a tesa, gradino interno per la Riassumendo le conclusioni di tale lavoro [Campanella et ricurve nell’atto di modellare dei vasi [De Carolis 2007, (L.F.) ridosso del ciglio artifi ciale di tufo, si riconnette alla posa del coperchio e piccole anse costolate impostate alii 2007], si sono osservate, per mezzo della fl uorescenza Il fatto che la forma di quest’anfora (tipo “Beltràn II B”) pp. 125-126, 181-182]. Vicino al personaggio seduto in viabilità principale, e fu presto abbandonato e colmato da subito sotto l’orlo – secondo l’analisi di Maria Cristina X, variazioni signifi cative della composizione delle leghe, sia nettamente diversa da quella precedente (inv. 31049) basso a destra è una fi gura femminile in piedi nell’atto depositi di terra, su cui insisteranno, nella successiva fase Leotta – trova confronti databili su base stratigrafi ca tra in particolare il passaggio dall’oricalco al bronzo, nel è prova del fatto che tali contenitori venivano realizzati di mostrare o esaminare due vasi. 85. Coppa fl avio-antonina, le olle cinerarie deposte negli accumuli la fi ne del II e la prima metà del III secolo d.C. periodo dal 69 d.C. al 192 d.C. in forme e tipi che non potevano prescindere dalla natura Nella seconda composizione due personaggi che portano Argilla verniciata, h 9,8 cm, ø orlo 19,4 cm addossati al fronte tufaceo. La pentola con il deposito di monete non è associabile a In base all’assenza di qualsiasi distribuzione preferen- del materiale da trasportare. un alto cappello conico (pilleus) si muovono in direzioni I secolo d.C. (epoca neroniano-flavia)

314 315 Proveniente da Pompei, insula occidentalis, 87. Rilievo di Diogenes Structor muratori serviva sia per stabilire correttamente una linea Anche questo attrezzo si presenta, come forma, in tutto L’orzo spezzettato veniva usato per le zuppe; con la farina, dizioni perché essi maturassero. Le varietà più pregiate casa di M. Fabius Rufus (VII, 16, 22) Tufo, h 34,2 cm, lunghezza 63,5 cm verticale sia, unito ad altri strumenti, per verifi care un simile a quelli moderni, con tipica lama trapezoidale, dai che veniva usata anche in medicina, si faceva un pane erano considerate quelle provenienti dalla Siria e dalla Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 17035 I secolo d.C. piano orizzontale. lati incurvati, e immanicatura circolare, che consentiva molto popolare. Persia (attuale Iran). Proveniente da Pompei, vicolo del Gallo, (E.D.C.) l’inserimento dell’asta del manico perpendicolarmente (A.C.) (A.C.) Ciò che soprattutto distingue questa coppa dalla prece- angolo nord-ovest del muro del muro perimetrale rispetto alla lama. La zappa veniva utilizzata durante le dente (inv. 12669B), oltre la forma, è la ricca decorazione dell’insula 15 della regio VII attività agricole per dissodare manualmente il terreno: le a rilievo, presente su tutto il corpo del vaso. La produ- Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 14210 91. Emblema musivo con frutta e uccelli dimensioni piuttosto ampie di questo esemplare consen- 97. Olive 100. Carrube in coppa acroma zione ceramica sud-gallica, proprio perché costituisce, Pietra calcarea bianca, marmo e pasta vitrea (solo nel tivano un più spedito svolgimento del lavoro. Frutti, mediamente 0,5 x 1 cm Parti di baccello, 5 x 1,5 cm per così dire, un surrogato del più prezioso vasellame Il rilievo raffi gura una serie di attrezzi utilizzati per registro superiore); restaurato in antico con integrazioni (L.F.). 79 d.C. 79 d.C. in argento, presenta una specifi ca tipologia a rilievo, lavori edili con in alto un fallo beneaugurante. Al di moderne, h 57 cm, larghezza 60; profondità 3,5 cm Provenienza sconosciuta Provenienza sconosciuta laddove le decorazioni, impresse a matrice, ricalcano sopra è incisa la scritta Diogenes structor. Gli attrezzi, I secolo d.C. Pompei, Laboratorio di Ricerche Applicate, inv. 18081 b Napoli, Museo Archeologico Nazionale, quelle eseguite a bulino sul metallo prezioso. resi con profonde incisioni nel tufo, si possono iden- Provenienza ignota; già nella collezione 94. Roncole senza numero di inventario La coppa, utilizzata nell’ambito del vasellame da mensa, tifi care partendo dalla sinistra con un fi lo a piombo, del Museo Kircheriano Ferro, lunghezza 25 e 51 cm L’olivo (Olea europea) rivestiva una enorme importanza presenta un basso piede, un’accentuata carenatura a una cazzuola, un archipendolo, una piccozza, uno Roma, Museo Nazionale Romano, I secolo d.C. (prima del 79 d.C.) nell’economia del tempo: i suoi frutti infatti erano uti- Il carrubo (Ceratonia siliqua) è un albero sempreverde metà del corpo, e un orlo lievemente svasato (forma scalpello e forse, in basso centralmente, un’anforetta Palazzo Massimo alle Terme, inv. 58596 Provenienti da Pompei lizzati quotidianamente in varia forma, anche perché si appartenente alla famiglia delle Leguminose, che predilige i “Dragendorff 29c”). Quest’ultimo è attraversato da e un fracasso. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, prestavano a essere conservati in vari modi. terreni calcarei e i luoghi caldi del Mediterraneo. I suoi lunghi una fascia a sottili righe parallele verticali, realizzata a A Pompei sono frequenti le tabelle, in tufo o terracot- Emblema centrale di pavimentazione a mosaico realizzato invv. 124402 e 264948 Le olive venivano consumate fresche, dopo averle addol- baccelli venivano utilizzati soprattutto per l’alimentazione rotella, mentre al di sotto di esso, prima della carena- ta, inserite lungo le vie nelle murature esterne degli con tessere di piccole dimensioni (opus reticulatum). La cite, o secche: le olive secche, in particolare, costituivano degli equini e, in medicina, come diuretici e astringenti. I tura, un’ampia fascia è riempita da pannelli geometrici edifi ci che ricordano il mestiere esercitato nei relativi raffi gurazione è delimitata da una cornice di tessere Dei due attrezzi agricoli si conserva la lama dalla caratte- una componente essenziale dell’alimentazione degli semi, contenuti nel baccello, tutti di eguale dimensioni, arricchiti da elementi a carattere realistico. Al di sotto ambienti. Nel nostro caso il rilievo pubblicizza l’attività nere e si sviluppa su tre riquadri rettangolari, separati ristica forma larga, incurvata quasi ad angolo retto. Essi schiavi e dei pastori per il loro alto potere energetico. venivano usati come unità di peso per le pietre preziose. della carenatura, lo spazio è occupato da tralci vegetali. del muratore Diogenes. da fi le di tessere di colore rosso scuro. Nel registro su- venivano usati per la potatura di piante ad alto fusto, Dalle olive, macinate e poi pressate, si ricavava l’olio, che I resti carbonizzati reperiti in area vesuviana provenivano Sul fondo interno è presente un bollo rettangolare, (E.D.C.) periore, mancante della parte sinistra, è rappresentata mentre esemplari di dimensioni minori erano destinate era necessario non solo per l’alimentazione quotidiana, probabilmente dalle pendici assolate dei vicini monti marchio del fabbricante, non chiaramente identifi cabile. una gallina faraona e si intravede un secondo soggetto per gli alberi da frutto o nei giardini. ma anche per la produzione di farmaci e profumi. Lattari. Sia la forma che la decorazione appartengono a un tipo presso il limite destro della lacuna. Il campo centrale è (M.R.B.) I residui della pressatura venivano utilizzati come mate- (A.C.) piuttosto comune nell’ambito della produzione sud- 88. Calibro interamente occupato da un cesto di vimini colmo di riale da combustione per le lucerne o, spalmati sull’in- gallica, caratterizzata tra l’altro da una vernice rossa e Bronzo, lunghezza 11,2 cm frutta, tra cui si riconoscono un limone o cedro, pesche, tonaco dei granai, per prevenire l’attacco del punteruolo piuttosto lucente, volutamente accentuata nell’intento I secolo d.C. mele e un probabile grappolo d’uva molto stilizzato. Nel 95. Fave del grano. 101. Mandorle in coppa acroma di meglio imitare il vasellame metallico. Estremamente Proveniente da Pompei, casa del Fabbro (I, 10, 7) riquadro inferiore sono rappresentati un gallo dal variegato Semi, 0,5 x 0,5 cm I resti carbonizzati reperiti in area vesuviana erano Parti di baccello, 0,5 x 1,5 cm interessante, nell’ambito delle attività commerciali di Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 5547 piumaggio e due pernici affi ancate, una delle quali reca 79 d.C. prodotti localmente, anche all’interno stesso della città, 79 d.C. epoca romana, è l’importazione di tale produzione, nel becco un ramoscello. Provenienti da Pompei, insula occidentalis come testimoniano reperti di natura diversa: pollini, parti Provenienza sconosciuta sia liscia che decorata, dalla Gallia meridionale, dove Calibro con bracci curvilinei terminanti a punta e uniti Il riquadro, con soggetti derivanti da modelli di tradizione Pompei, Laboratorio di Ricerche Applicate, inv. 14342 di pianta, eccetera. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, erano presenti le più importanti e qualifi cate offi cine: da un perno cilindrico. Veniva utilizzato per misurare gli ellenistica ben attestati in ambiente romano-campano, (A.C.) senza numero di inventario nel corso del I secolo d.C. è avvenuta una capillare dif- spessori degli oggetti e trova confronto con numerosi altri appartiene alla serie delle scene di genere con nature La fava (Vicia faba) è una specie erbacea appartenente fusione nell’ambito di tutto l’impero. Anche il territorio esemplari rinvenuti in area vesuviana [Homo faber 1999, morte e xenia, nelle quali erano rappresentate primizie alla famiglia delle Leguminose, coltivata da tempo im- Il mandorlo (Prunus dulcis) è un albero appartenente alla italiano è stato interessato dal fenomeno: a Pompei tale pp. 286-288, 308, n. 389]. e doni legati al cerimoniale dell’ospitalità conviviale. memorabile nel Mediterraneo: come nel caso dei cereali 98. Fichi famiglia delle Rosaceae, che cresce nei terreni sciolti del materiale perveniva tramite il porto di Puteoli, anch’esso Il reperto fu rinvenuto in un’abitazione dalla quale pro- Nell’esemplare in mostra l’artigiano non ha saputo ben (orzo, frumento) e di altre leguminose (ceci, lenticchie, Frutti, mediamente 1,5 x 2,5 cm Mediterraneo. tra l’altro importante centro di una produzione locale vengono numerosi altri strumenti tanto da far ipotizzare adattare i soggetti allo spazio tripartito, tanto da dover piselli) il suo ciclo di produzione annuale e la possibilità 79 d.C. I suoi frutti, costituiti da semi racchiusi in un guscio molto di “terra sigillata” di tipo cosiddetto italico, produzione che il proprietario fosse un fabbro. tagliare drasticamente il fondo della cesta e parte dei corpi di essiccarle faceva sì che fosse una specie determinante Provenienza sconosciuta resistente, avevano grande importanza nell’economia del da mensa meno raffi nata, più comune e di più lunga (E.D.C.) dei volatili; tale fenomeno può altresì essere imputato al per l’alimentazione sia umana che animale, per la quale Pompei, Laboratorio di Ricerche Applicate, inv. 18081 b tempo: essi, infatti, si conservavano molto a lungo ed durata, che continua a essere prodotta anche quando, restauro antico della cornice e di parte della scena, che di solito veniva usata la varietà minor. erano usati soprattutto in cucina. Dai suoi semi si rica- nell’ultimo quarto del secolo, la “sudgallica” subisce un causò probabilmente una riduzione dello spazio disponi- Le fave, infatti, soprattutto in età repubblicana, costituivano Il fi co (Ficus carica), come l’olivo e la vite, rivestiva una vava un olio molto prezioso per le sue proprietà lenitive certo declino. Alla fi ne del I secolo d.C., e più ancora 89. Compasso bile. I confronti stilistici e considerazioni tecniche quali il un alimento di uso quotidiano per tutte le classi sociali. enorme importanza nell’economia del bacino del Medi- soprattutto nelle malattie della pelle. nel II secolo d.C. entrambe saranno soppiantate dalle Bronzo, lunghezza 17,6 cm limitato uso della pasta vitrea fanno propendere per una La loro coltivazione avveniva in pieno campo in rota- terraneo: i suoi frutti infatti erano utilizzati quotidiana- I resti carbonizzati reperiti in area vesuviana provenivano produzioni africane. I secolo d.C. datazione entro il I secolo d.C. zione con i cereali: gli antichi, infatti, erano consapevoli mente in varia forma, anche perché si prestavano a essere probabilmente da colture locali. (L.F.) Proveniente da Pompei, casa II, 1, 6 (M.T.D.S.) dell’azione azotofi ssatrice delle radici, molto importante conservati a lungo una volta seccati: essi costituivano, (A.C.) Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 10792 per rigenerare i terreni sfruttati con altre colture. Venivano infatti, una componente essenziale dell’alimentazione coltivate anche negli orti: il terreno in questo caso, come degli schiavi per il loro alto potere energetico. 86. Piatto Compasso con aste piane dall’estremità appuntita e unite 92. Rastrello più generalmente nella coltura delle piante orticole, veniva Dai fi chi si ricavava, inoltre, il cosiddetto “miele di fi chi”, 102. Affresco con fauna marina Argilla verniciata, h 4 cm, ø orlo 14 cm da un perno con capocchie circolari. L’esemplare trova Ferro, 31,8 x 14 cm preparato lavorandolo con zappa e poi rastrellandolo. che sostituiva il miele prodotto dalle api, quando, ad Intonaco dipinto, 42 x 19 cm I secolo d.C. (epoca flavia) confronto con numerosi altri reperti rinvenuti in area I secolo d.C. I resti carbonizzati reperiti in area vesuviana erano pro- esempio, per una improvvisa moria, la produzione di Seconda metà del I secolo d.C. Proveniente da Pompei, I, 12,6 vesuviana [Homo faber 1999, scheda 88, pp. 286-288, 309, Proveniente da Pompei, casa del Menandro (I, 10,4) dotti localmente, in taluni casi anche negli orti all’interno queste ultime non era suffi ciente. Proveniente da Pompei Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 13279B n. 391] e utilizzati da diversi artigiani quali i pictores, i Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 20762 dell’antica Pompei, come testimoniano reperti di natura Erano, infi ne, usati anche in medicina come addolcenti Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 8633 falegnami e i muratori. diversa: pollini, parti di pianta, eccetera. per la gola o come eccipienti per i farmaci dal sapore Un altro tipo di vasellame oggetto di importazione ab- (E.D.C.) L’attrezzo rientra tra gli utensili più comunemente usati (A.C.) troppo amaro. In questo quadretto, che si accomuna alle numerose rap- bastanza diffusa nel I secolo d.C., e quindi legato agli in agricoltura in epoca romana per stendere e sbriciolare I resti carbonizzati reperiti in area vesuviana erano presentazioni di natura morta presenti nella decorazione scambi commerciali tra l’Italia e le province romane, il terreno. La forma è del tutto simile a quella di analoghi prodotti localmente, anche all’interno stesso della città, parietale del “Quarto stile”, sullo sfondo originariamente è quello appartenente alla categoria detta “terra sigil- 90. Peso per filo a piombo attrezzi usati ai nostri giorni e presenta sei denti di forma 96. Orzo come testimoniano reperti di natura diversa: pollini, parti verde simulante il colore dell’acqua, sono rappresentati tre lata orientale”, ceramica da mensa prodotta, appun- Bronzo, h 4 cm, ø 4,7 cm sottile e allungata, due dei quali sono spezzati. Tra i due Cariossidi, 0,2 x 0,3 cm di pianta, etc. pesci, dei quali si riconosce a destra un sarago e, al centro, to, nelle province orientali dell’impero, e che in molte I secolo d.C. denti centrali vi è il foro destinato all’immanicatura. 79 d.C. (A.C.) una grande triglia. forme imita, seppure con risultati piuttosto modesti, Proveniente da Pompei, casa I, 14, 5 L’esemplare è stato rinvenuto nella casa del Menandro, Provenienti da Pompei, VI, 15, 6 (M.R.B.) la “terra sigillata italica”. L’esemplare qui esaminato è Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 12306 assieme alla zappa (inv. 20761) e ad altri attrezzi agricoli Pompei, Laboratorio di Ricerche Applicate, inv. 18091 b un piatto in “terra sigillata orientale A”, di produzione e utensili di vario genere. 99. Datteri siro-palestinese, piuttosto diffusa a Pompei e in tutto Il peso è pertinente a un fi lo a piombo. Presenta una (L.F.) L’orzo (Hordeum vulgare) insieme al frumento è un cereale Frutti, mediamente 2,5 x 1 cm 103. Amo il territorio vesuviano. Di forma “Hayes Atlante 39”, forma conica terminante con un elemento cilindrico coltivato da tempo immemorabile nel Mediterraneo: il suo 79 d.C. Bronzo, lunghezza 4,8 cm il piatto presenta l’orlo verticale, la parete lievemen- forato per la sospensione. La base presenta una serie di ciclo di produzione annuale, la possibilità di essiccarlo e Provenienza sconosciuta I secolo d.C. te obliqua e il piede ad anello. L’argilla ha il caratteri- cerchi concentrici. Numerosi esemplari sono stati rinve- 93. Zappa di ridurlo in farina faceva sì che fosse una specie deter- Pompei, Laboratorio di Ricerche Applicate, inv. 18083 b Proveniente da Pompei I, 9, 5 stico colore giallo-beige, mentre la vernice è di colore nuti in area vesuviana con una forma conica più o meno Ferro, 37 x 31 cm minante per l’uomo del tempo. Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 8525 rosso cupo, piuttosto opaca e non del tutto omogenea allungata [Homo faber 1999, scheda 88, pp. 286-288, 305, I secolo d.C. La coltivazione avveniva a spaglio nel campo arato in I datteri, prodotti da una palma (Phoenix dactylifera), e uniforme. n. 381-383]. Proveniente da Pompei, casa del Menandro (I, 10,4) rotazione con le leguminose: una volta raccolto veniva reperiti in gran numero nelle aree vesuviane, erano frutti Amo da pesca, caratterizzato da un sottile corpo a sezione (L.F.) Strumento indispensabile per pictores, carpentieri e Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 20761 portato sull’aia per la trebbiatura. di importazione, perché localmente non vi erano le con- cilindrica, ripiegato a uncino e terminante con un dente

316 317 rivolto verso il basso, che consentiva l’aggancio della Roma che in ambito italico e provinciale. L’esemplare in rio o decorati con agemine in argento, fanno pensare al cercine. Il gruppo è la trasposizione di una composizio- 114. Calamaio su due lati, trasformando la casa in una struttura a sé stan- preda. La parte superiore del corpo presenta un foro per mostra, di abile fattura, è connotato da una certa rigidità ruolo itinerante che nel mondo romano potevano avere ne creata in età ellenistica, quella di Eros e Psiche, nel Bronzo e argento, h 4,5 cm, ø 4 cm te, mentre essa è inserita in un isolato di cui costituisce l’inserimento della lenza. nella rappresentazione degli animali, e dall’assenza di il medico o il farmacista. simbolico abbraccio tra Amore e l’Anima (Psiche), che ha I secolo d.C. circa un quinto della superfi cie. Corrispondono quindi al Indubbiamente l’amo costituisce il principale e forse effetti chiaroscurali che caratterizzano lo sfondo di (M.R.B.) avuto fortuna anche in epoca romana, quando, perduto il Proveniente da Pompei vero il prospetto, che si apre sulla via delle Terme con il suo più importante accessorio utilizzato nella pesca, sia esemplari più complessi. Un emblema molto simile per signifi cato originario, andò accentuandosi, come in que- Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 75083 ingresso principale ornato dal famosissimo mosaico con la anticamente che in epoca moderna. Anche la forma, stile e composizione, datato a età adrianeo-antonina sto esemplare, il tono realistico. raffi gurazione di un cane da guardia e la scritta cave canem funzionale all’uso, si è mantenuta in pratica identica nel (117-192 d.C.), è presente nel pavimento composito della 110. Erma di Anacreonte (M.R.B.) Come la maggior parte dei calamai ascrivibili al I secolo (“attenti al cane”) e il lato sinistro, lungo il vicolo. Sono corso dei secoli. villa di Baccano, anch’esso proveniente dal Kircheriano Marmo pentelico, h 53 cm, larghezza 39 cm, d.C. di un tipo spesso riprodotto anche nella pittura invece di fantasia il prospetto posteriore, trasformato in (L.F.) e esposto a palazzo Massimo. profondità 26 cm parietale dell’epoca, ha corpo cilindrico in lamina di piccolo giardino con porticato e il lato destro, che erano (M.T.D.S.) Età adrianea 112. Affresco con strumenti scrittori bronzo, ornato con due semplici costolature orizzontali invece contigui ad altre abitazioni. Proveniente da Roma, Trastevere, horti di Cesare, 1884 Intonaco dipinto, lunghezza 88 cm, h 23,5 cm equidistanti ed è coperto da un coperchietto con presa La pianta dell’edifi cio rispecchia la forma canonica della 104. Amo Roma, Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Seconda metà del I secolo d.C. (“Quarto stile a disco, decorato da un elegante ornamento in agemina domus romana, articolata attorno all’atrio e al peristilio su Bronzo, lunghezza 12,1 cm 107. Astuccio con strumenti chirurgici inv. MC 838 pompeiano”) d’argento, consistente in un sinuoso tralcio di edera con cui si aprono le varie stanze da letto (cubicula), da soggior- I secolo d.C. Bronzo; astuccio, lunghezza 19,2 cm, ø 2 cm. Strumenti: Proveniente da Pompei (?) foglie e coppie di piccoli racemi a voluta. no e studio (alae, oeci, tablinum), da pranzo (triclinium) e Proveniente da Pompei, località imprecisata lunghezza 18,8, 15,6, 10, 9,8, 13,2, 16,3, 16,7 cm L’erma reca sulla fronte l’iscrizione con il nome del poeta Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 4668 (M.R.B.) gli ambienti di servizio (culina, latrina, corridoi). Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 20165 I secolo d.C. lirico Anacreonte, famoso nella Grecia classica e ancora Attraverso una parete mobile è possibile scorgere a sini- Provenienti da Pompei particolarmente popolare in età ellenistica. È raffi gurato L’affresco, ricomposto da diverse vignette, mostra una serie stra l’interno dell’abitazione, arricchita da alcuni arredi La forma dell’amo è in tutto simile a quella del preceden- Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 78158 in età matura, una folta barba incornicia il volto appena di oggetti alludenti alla scrittura, che trovano riscontro 115. Stili che in genere decoravano le case pompeiane, come un te, salvo che per una maggiore lunghezza, indicativa del (astuccio); invv. 116450, 78056, 77984, 77831, 77977, inclinato e rivolto verso l’alto, la bocca è dischiusa e lunghi con quelli realmente restituiti dagli scavi: a sinistra, due Bronzo, 11,6 cm (inv. 14486), 14,7 cm (inv. 14549), piccolo contenitore di terracotta per l’acqua (dolium) o fatto che esso veniva utilizzato per la cattura di pesci di 77720, 77722 (strumenti) baffi coprono quasi completamente il labbro superiore. manoscritti avvolti e disposti a croce, al centro un rotolo di 15,5 cm (inv. 14550) un’erma-ritratto, ora acefala, del proprietario della domus, più grandi dimensioni. Il ritratto è riconducibile a un tipo statuario al quale sono papiro aperto, che lascia vedere il testo scritto, e a destra un Età imperiale un piccolo larario in muratura nel peristilio per le cerimo- (L.F.) Si mostra qui un insieme-tipo dei principali strumenti, attribuiti almeno altri sette esemplari tra erme e ritratti e dittico, formato da tavolette di legno, sulla cui superfi cie, Provenienza sconosciuta nie religiose della famiglia, e le pitture che decoravano tra i numerosi restituiti dagli scavi in abitati di epoca che è stato individuato nella magnifi ca statua proveniente coperta di cera, si scriveva incidendo con lo stilo. Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, le pareti, conservate ora in parte al Museo Archeologico romana, usati nell’attività medica o farmaceutica. da Villa Borghese a Roma e conservata dal 1881 presso la (M.R.B.) invv. AC 14486, 14549, 14550 Nazionale di Napoli e in parte ancora in sito. 105. Forcina per reti Essi erano contenuti nell’astuccio cilindrico, che ne Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen. Analoga parete mobile consente di vedere l’interno di un Bronzo, lunghezza 10,8 cm consentiva anche il facile trasporto. Si tratta di alcuni Il modello originale può essere attribuito alla creatività Un tipo di strumento di scrittura impiegato nel mondo esercizio commerciale nell’angolo sud-est della casa, reso I secolo d.C. specilli (invv. 116450 e 78056) con la punta a uncino, di uno dei più grandi artisti attivi in Grecia intorno alla 113. Tavoletta cerata romano prevedeva l’uso di un’apposita asta per scrivere, come un antico bar (thermopolium). Proveniente da Pompei, località imprecisata utili per esplorare o ripulire ferite o cavità del corpo. metà del V secolo a.C., forse Fidia, e potrebbe essere Legno cosparso di cera, lunghezza 12,3 cm, h 9 cm realizzata in vario materiale tra cui il bronzo e chiamata Il modello venne realizzato, probabilmente agli inizi Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 20168 Analoga funzione potevano avere le spatoline (invv. identifi cato nella statua di Anacreonte che Pausania [I, 25, Intorno alla metà del I secolo d.C. stilus. del Novecento dall’artista Enrico Salfi , pittore di origini 77720 e 77722), oltre a quella di mescolare e spalmare 1] ricorda collocata sull’acropoli di Atene accanto a quella Proveniente da Pompei, hospitium suburbano Formato da un corpo a sezione circolare o quadrangolare, calabresi formatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Come al giorno d’oggi, anche nell’antichità la pesca poteva medicamenti fl uidi o in polvere. Le pinzette, della di Xanthippos, padre di Pericle e amico del poeta. in località Murecine lo stilus è caratterizzato da un’estremità appuntita con Napoli sotto la guida di Domenico Morelli. Questo artista essere effettuata con la canna o con le reti. Un attrezzo stessa forma di quelle che potevano essere destinate La descrizione di Pausania sembra adattarsi all’immagine Pompei, Deposito dei materiali archeologici, inv. 14346 la quale veniva incisa lo strato di cera delle tavolette su era particolarmente interessato all’archeologia e anche di fondamentale importanza per la pesca con le reti era a usi cosmetici, con le punte ripiegate verso l’interno, di Anacreonte così come appare nella statua di Copena- cui scrivere, e l’estremità opposta a spatola, con la quale nei suoi dipinti si ispira spesso a Pompei, dimostrando questo tipo di forcina, utilizzata per realizzarne i nodi. erano destinate ad allargare e trattenere i lembi delle ghen: l’espressione del volto, la gestualità estremamente Le tavolette cerate costituiscono il sistema normalmente si cancellava la scrittura precedente. Gli stili erano parte uno spiccato interesse alla rappresentazione della vita Questi ultimi venivano eseguiti mediante le crune aperte, ferite o a estrarre dalle ferite. naturale delle braccia, l’atteggiamento disinvolto di chi, usato nel mondo romano per stilare e conservare documen- del corredo degli scolari e usati per gli esercizi scolatici, quotidiana degli antichi. poste alle estremità di una sottile asticella, e costituite da (M.R.B.) in preda all’ebbrezza, canta l’amore e i piaceri della vita, ti. Erano formate da un supporto di legno sul quale veniva il cui carattere provvisorio richiedeva frequentemente (G.S.) due apici paralleli, rastremati e lievemente incurvati, uno rendono pienamente il temperamento emotivo e lo stile spalmata della cera o della gomma lacca, che veniva incisa cancellature. dei quali, nel presente esemplare, è spezzato. raffi nato del poeta amato e celebrato per molto tempo con uno strumento a punta sottilissima (stilo) in modo da (F.C.) (L.F.) 108. Speculum vaginale quadrivalve ancora dopo la sua morte. lasciare su di essa la scrittura. Le incisioni sovente arrivava- 118. Frammento di affresco Bronzo, lunghezza 31 cm, larghezza 13,5 cm (aperto) Il ritratto dei Musei Capitolini, nonostante la superfi cie no a intaccare anche il supporto di legno tenero, cosa che con prospettive architettoniche I secolo d.C. marmorea appaia molto rovinata, è ritenuto una delle ne ha resa possibile la lettura anche a noi moderni. 116. Stili Affresco, 74 x 29 cm 106. Emblema musivo con pesci Proveniente da Pompei, casa del Chirurgo (VIII, 5, 24) copie più fedeli all’originale; lo stile e l’esecuzione accu- Le tavolette erano sovente legate a due o a tre, sì da for- Osso, 10,4 cm (inv. 8087); 10,8 cm (inv. 10870); Fine del I secolo a.C. Pietra calcarea bianca e colorata, pasta vitrea, Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 113264 rata riconducono a una datazione inquadrabile durante mare dittici o trittici, che venivano poi chiusi e sigillati 15,7 cm (inv. 10871) Proveniente da Roma, Osteria del Curato IV, marmo grigio, verde antico, porta santa; restauro antico il regno di Adriano (117-138 d.C.) all’esterno con le fi rme di garanti e testimoni. Età imperiale via del Casale Ferranti, angolo via Casale Retori, della parte sinistra e della cornice con risarcimenti Questo strumento, che serviva a scopi ginecologici, è uno Il ritrovamento, avvenuto nel 1884 nella zona di Traste- L’esemplare qui presentato appartiene all’archivio dei Provenienza sconosciuta fra il VI e il VII miglio della via Latina (scavi 2001) moderni, h 56,5 cm, larghezza 52 cm, profondità 3,5 cm dei più splendidi e completi esemplari conosciuti pervenu- vere, tra i resti di una grande aula scandita da due fi le di Sulpicii, una famiglia puteolana che ebbe interessi anche Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, Roma, Museo Nazionale Romano, Terme I-II secolo d.C. tici dal mondo romano. È formato da due coppie di valve colonne e con pavimento in preziosi marmi colorati, la- a Pompei, e reca l’impegno da parte di L. Marius Florus invv. AC 8087, 10870, 10871 di Diocleziano, inv. 465186 Provenienza ignota; già nel Museo Kircheriano con le punte arrotondate, due inferiori e due superiori, scia supporre la sua appartenenza all’apparato decorativo a presentarsi il prossimo 13 gennaio alle ore 9 nel Foro di da data antecedente il 1875 che, se chiuse, assumono forma conica. Il movimento di un edifi cio sorto, probabilmente, in seguito alla gran- Pozzuoli, davanti l’altare di Augusto fatto edifi care dagli Gli stili, in osso, sono realizzati in tre varianti, caratteriz- Il frammento, rinvenuto fuori contesto in un’area fu- Roma, Museo Nazionale Romano, che consentiva di allargarle veniva impresso attraverso un de trasformazione urbanistica che a partire dal I secolo Hordionii, per essere sottoposto al giudizio del magistrato zati dalla punta per scrivere ma privi della spatoletta per neraria, è parte di una decorazione parietale fi gurata Palazzo Massimo alle Terme; inv. 1030 perno a vite fi lettata munito di impugnatura a T, collegato d.C. coinvolse l’enorme area dove nella tarda età repub- nel contenzioso in atto, a pena di pagare una somma di cancellare, qui sostituita da un appendice arrotondata. con architetture prospettiche. La scena sembra ritratta a una lamina mobile e alla vite principale. blicana sorgevano i grandiosi e celebri giardini di Giulio 840 e di 660 sesterzi a C. Sulpicius Cinnamus. (F.C.) dall’interno di un edifi cio: in primo piano, al termine In un campo quadrangolare delimitato da una cornice Lo strumento fu trovato, involto in un panno assieme a Cesare che il dittatore lasciò, alla sua morte, in eredità Si tratta, come si vede, di un vadimonium stragiudiziale, di una parete dipinta di rosso, è rappresentata una co- di tessere nere sono ritratte, su fondo chiaro, tre coppie molti altri strumenti medici ben conservati, nella casa che, al popolo romano. ossia una scrittura privata mediante la quale l’attore, C. lonna scanalata con capitello ionico, posta a lato di un di pesci (triglie, cefali e labridi), caratterizzati da una per questa ragione, fu denominata “del Chirurgo”. (M.B.) Sulpicius Cinnamus, rende il resistente, L. Marius Florus, 117. Modello della casa del Poeta tragico passaggio con soffi tto obliquo a cassettoni. All’esterno, vivace policromia e parzialmente allineati in senso (M.R.B.) obbligato a presentarsi in giudizio in qualità di convenuto Legno, gesso, tempera, h 53 cm, larghezza 91 cm, sullo sfondo azzurro del cielo, si intravedono uno o più diagonale; l’ambiente marino è suggerito dalla presenza per risolvere la lite patrimoniale in atto tra le due parti, lunghezza 160 cm edifi ci marmorei riccamente decorati, forse un portico delle alghe, realizzate con tessere di varie tonalità di 111. Coppia di fanciulli nel tipo dell’Eros e Psiche verosimilmente consistente in due distinte, ma connesse Anni Trenta del Novecento. con colonne doriche, trabeazione decorata con girali di verde. Il mosaico, realizzato su un mattone bipedale, 109. Cassettina per medicinali Terracotta, parte anteriore eseguita a matrice, azioni, alle quali si riportano le due cifre separate che per Boscoreale, senza numero di inventario acanto, antefi sse e tetto a spiovente. Tra le colonne, alle appartiene alla categoria degli emblemata policromi di Bronzo, 13,3 x 7,8 cm, h 2 cm h 14 cm, ø base 6,5 cm un totale di 1500 sesterzi l’obbligato dovrà dare all’attore, quali è appesa una ghirlanda con bucranio, si scorge in tradizione ellenistica, nei quali scene complesse o singoli I secolo d.C. I secolo d.C. qualora fosse contumace. La mancanza della scrittura Il modello rappresenta la ricostruzione in scala della casa ombra il soffi tto interno a travi lignee. soggetti erano riprodotti attraverso modelli (“cartoni”), Proveniente da Ercolano (?) Proveniente da Pompei sulla parte esterna della tavola e della seconda tavola che del Poeta tragico di Pompei, una delle più importanti L’affresco, caratterizzato da colori vividi e un delicato derivanti da prototipi alessandrini di III-II secolo a.C. e Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 78233 Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 20495 costituiva il dittico non rende possibile stabilire l’anno in abitazioni della città, resa famosa nell’Ottocento in effetto chiaroscurale, è ascrivibile, secondo la classifi ca- utilizzati anche per le decorazioni pittoriche. Realizzati cui il vadimonium è stato effettuato. quanto in essa venne ambientato il romanzo di George zione della pittura pompeiana di August Mau (1882), al con la tecnica dell’opus vermiculatum o micro-mosaico, Costruita in una sottile lamina di bronzo, la cassettina, Il gruppo rappresenta due fanciulli di sesso diverso, con Il testo recita: [V]adimonium factum | L(ucio) Mario Floro Bulwer-Lytton, Gli ultimi giorni di Pompei. cosiddetto “Secondo stile”, diffuso nel mondo romano nel gli emblemata erano posti in schemi o isolati al centro che veniva estratta dal suo contenitore grazie a una i volti accostati, in atto di abbracciarsi; il fanciullo è nu- in idus Ian(uarias) | primas Puteolis in foro ante | aram Il modello, a differenza di quanto eseguito in genere dalle I secolo a.C. e caratterizzato dall’inserimento dello scorcio di più ampi pavimenti, ed erano spesso reimpiegati in maniglia rigida di fi lo di bronzo, era adatta a contenere do, la fi gura femminile ha solo un drappo arrotolato sui Augusti Horionian|am hora tertia; HS DCCCXL | et HS maestranze degli Scavi di Pompei nella realizzazione di prospettico nelle architetture dipinte, con vedute di pae- eventuali restauri o in altri edifi ci. I mosaici con pesci, nei diversi scomparti medicamenti anche in forma di fi anchi e annodato sì da formare un gruppo di pieghe tra DCLX dari stipulatus | est C(aius) Sulpicius Cinnamus, analoghi manufatti, riproduce l’abitazione basandosi solo saggi o monumenti talora concatenati a creare nuovi piani soventemente utilizzati nei triclinia come allusione polvere. I numerosi esemplari ritrovati negli scavi, talvolta le gambe. I tratti dei volti sono rozzi e approssimativi; la | spopondit L(ucius) Marius Fl[o]rus. in parte sulla realtà archeologica, mentre ricostruisce fan- con un effetto trompe-l’oeil. Il confronto con pitture dello all’abbondanza del cibo, ebbero ampia fortuna sia a realizzati anche in materiali diversi come il legno o l’avo- capigliatura della fi gurina femminile è trattenuta da un (A.V.) tasiosamente la parte superiore dell’edifi cio e lo rielabora stesso periodo suggerisce che il frammento appartenesse

318 319 a una parete con decorazione tripartita, formata da zone nera abbassata, e un pilastro sacro sormontato da due giato sulla spalla sinistra, con il quale copre la mano 123. Calliope 125. Alessandro e Rossane buona permanenza degli avventori all’interno dell’osteria. laterali simmetriche a un ampio pannello centrale nel vasi, attorno a uno dei quali si avvolge un serpente. Sul che regge la cassetta, e di una sciarpa che gli scivola Intonaco dipinto, 49 x 46 cm Intonaco dipinto, 155 x 143 cm Se la Fenice di Euxinus costituisce un unicum nella pittura quale era rappresentato il soggetto principale, in questo pilastro sono appesi come ex voto un timone e uno scudo lungo le gambe. Metà del I secolo d.C. Seconda metà del I secolo d.C. parietale vesuviana, al contrario sotto forma di vignetta caso un paesaggio con architetture sacre. a pelta da amazzone. (V.S.) Proveniente da Pompei, caupona di Masculus (I, 7, 13) Proveniente da Pompei, insula occidentalis, monocroma risulta molto diffusa nelle decorazioni di In virtù dello stile accurato e del soggetto si ritiene che Le pareti laterali, simmetriche, presentano invece nella Pompei, deposito archeologico, inv. 20609 casa del Bracciale d’oro (VI, 17, 42) “Quarto stile pompeiano”. È probabile che la presenza la decorazione appartenesse a un edifi cio residenziale parte inferiore una parete rossa davanti alla quale sono Pompei, deposito archeologico, inv. 41657 delle fenici nella pittura sia da legare al mitico avvista- di alto livello, probabilmente localizzato nei pressi della tre sottili colonne con capitello ionico che sorreggono due 121. Medaglione con cervo Il quadretto era inserito in origine al centro di una parete mento del volatile nel 34 d.C. poi sfruttato da Claudio necropoli; la datazione può essere fi ssata al terzo quarto avancorpi, quello laterale solo parzialmente visibile, men- Affresco, h 25 cm, larghezza 26 cm a fondo rosso, e incorniciato in una serie di fi lettature, in Il grande quadro presentato, ricomposto da frammenti, nella propaganda imperiale mettendolo in coincidenza del I secolo a.C. tre sotto l’altro, concluso da un timpano triangolare con I secolo d.C. bianco e in ocra, che ne delimitano il campo fi gurativo. si trovava in origine al centro della parete meridionale con l’ottocentesimo anniversario della fondazione di (M.T.D.S.) fregio di amorini, si apre un cancello metallico che lascia Proveniente da Ercolano Al centro del fondo bianco campeggia la musa Calliope, della grande sala tricliniare, a fondo nero, di una delle più Roma. In questo caso, pertanto, un tema fi gurativo della intravedere un giardino contro il cielo e un evanescente Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 8809 protettrice della poesia, riconoscibile dall’attributo di un eleganti dimore pompeiane, la cosiddetta Casa del Brac- propaganda imperiale viene recepito nelle decorazioni colonnato che corre parallelo alla parete. volumen arrotolato, tenuto tra le mani e verso il quale volge ciale d’oro, edifi cata con vista sul mare lungo il costone private forse come auspicio di rinascita della città dopo 119. Pitture parietali di “Secondo stile pompeiano” La parte superiore presenta invece la veduta di un quadri- Sul fondo rosso di una parete dipinta in “Quarto stile vezzosamente il capo. La graziosa fi gura si appoggia col sud-occidentale della città. i disastrosi terremoti succedutisi a partire dal 62 d.C. in Intonaco affrescato su supporto moderno portico a pilastri rossi parzialmente celato da una tenda pompeiano”, come motivo accessorio della decorazione gomito sinistro a una bassa colonnina dipinta in azzurro, fl et- Delimitato da una cornice rosso-bruna, il quadro è occu- area vesuviana [D. Scagliarini Corlaita, Phoenix volavit, scura abbassata, e, in primo piano, una testa di antilope presente nella zona mediana, cioè all’altezza dell’osser- tendo leggermente il corrispondente ginocchio. Indossa un pato quasi totalmente dai personaggi della scena: i due in Iconografi a 2005. Immagini e immaginari dall’antichità a) parete laterale sinistra, h totale 270 cm, appesa da cui pendono due festoni. La parte superiore vatore, fu rappresentato un cervo in corsa; con l’aiuto del lungo chitone verde dall’ampia scollatura, che lascia scoperto protagonisti, che campeggiano in primo piano, e, imme- classica al mondo moderno, atti del Convegno Internazio- larghezza 127 cm, spessore 5 cm della parete è invece resa a fi lari di ortostati policromi, da compasso fu poi delineata una cornice, rifi nita con un l’omero sinistro; un corto mantello rosa scivola sui fi anchi diatamente alle loro spalle, due fi gure minori che hanno nale (Venezia 2005), a cura di I. Colpo, I. Favaretto, F. Ricomposta da tre pannelli un fregio rosso e bianco-grigio con grifi e girali sotto cui giro di foglioline verdi, in modo da costituire un meda- e si avvolge, arricchito da un velo azzurro, sull’avambraccio il ruolo di caratterizzare luogo (l’Oriente) e circostanza Ghedini, Roma 2006, pp. 145-154]. corre una serie di ovoli, e concluso in alto da un cassetto- glione al quale faceva contrapposto un altro simmetrico sinistro; ai piedi sono rossi calzari chiusi. La giovane donna è (lo sposalizio) dell’avvenimento rappresentato. Si tratta (E.D.C.) b) parete di fondo, h totale 270 cm, nato; in primo piano pendono in alto due festoni sorretti sull’opposto tratto di parete. Il cervo che ha la testa adorna di monili in oro ai polsi e al collo, così come è curata di Alessandro Magno, di tre quarti, in nudità eroica, con larghezza 236 cm, spessore 5 cm al centro da uno scudo circolare dorato. sollevata e le zampe piegate nella posa del galoppo, è nella sontuosa acconciatura, con crocchia sulla sommità del lancia, spada e rossa clamide annodata sul collo, che scende Ricomposta da quattro pannelli Le pitture, che possono essere datate al “Secondo stile tratto probabilmente da un modello utilizzato anche per capo, sostenuta da un doppio nastro annodato sul davanti. sul tergo incorniciando la posa statuaria della nobile fi gura; 127. Fregio con paesaggio pompeiano”, probabilmente in una fase piuttosto avanzata le raffi gurazioni di scene di caccia tra animali nelle quali Spesso rappresentata nel repertorio iconografi co pompeiano, la mossa capigliatura in particolare ricorda i numerosi ri- Affresco, lunghezza 217 cm, h 60 cm c) parete laterale destra, h totale 270 cm, verso la fi ne del I secolo d.C., trovano generici confronti, si rappresentavano questi animali inseguiti da cani o da le si attribuisce in particolare, come musa, la poesia lirica, tratti del celebre condottiero. Alle sue spalle è un guerriero, I secolo d.C. larghezza 140 cm, spessore 5 cm ma solo per singoli elementi decorativi, in altre pitture pa- felini. L’assenza di un piano orizzontale di riferimento talvolta resa nella raffi gurazione mediante l’attributo di un vestito all’orientale, con lancia e scudo. A destra della scena, Proveniente da Pompei, casa del Citarista (1859) Ricomposta da tre pannelli rietali pompeiane mentre si differenziano notevolmente trasferisce la fi gura in un’atmosfera irreale, trasformandola dittico aperto e di uno stilo. in posa simmetrica, è una fi gura femminile, regale per via Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 9496 da quelle più note, in particolare per la policromia molto in semplice elemento decorativo. (M.M.) del lungo scettro e del diadema aureo sul capo; è adorna I secolo a.C. accesa nei toni del rosso, per la qualità piuttosto scadente (V.S.) di orecchini di perle e di bracciali d’oro ai polsi; ai suoi Il fregio, delimitato da cornici di stucco modanate, de- Provenienza incerta della tecnica pittorica utilizzata come l’aggiunta di par- piedi sono un elmo con pennacchio, e un grande scudo corava l’epistilio esterno del peristilio di una delle case Boscoreale, s.n. ticolari resi a tempera, elementi che non consentono di 124. Alcesti e Admeto aureo, sostenuto da un amorino, posto in secondo piano, più grandi della parte meridionale di Pompei, ampliata attribuirle alle offi cine di pittori di quel periodo attestati 122. Atena, Pegaso e Bellerofonte Affresco, h 166 cm, larghezza 145 cm dietro la principessa. Alle spalle del gruppo è il padiglione a più riprese tra il III e il I secolo a.C. inglobando altre Le pitture parietali qui presentate appartenevano a un fi nora nell’area vesuviana e a cui si devono capolavori Intonaco dipinto, 48 x 55 cm I secolo d.C. delle nozze, mentre sullo sfondo si intravede un paesaggio costruzioni, e restaurata vistosamente dopo il terremoto unico ambiente di una villa del territorio vesuviano. quali i cicli pittorici della villa dei Misteri, della villa di Metà del I secolo d.C. Proveniente da Ercolano (1740) stagliato sul fondo azzurro del cielo. del 62 d.C. così che conservava decorazioni di diverse Raggiunte con cunicoli sotterranei da ignoti tombaroli Poppea ad Oplontis, della villa di Publius Fannius Synistor. Proveniente da Pompei, thermopolium (I, 8, 8) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 9027 Attraverso la trasposizione di alcuni elementi tipici del epoche e di diversi stili. sono state tagliate ed esportate clandestinamente in Tuttavia, anche nella loro singolarità e nella resa spesso Pompei, deposito archeologico, inv. 20878 racconto mitico della ierogamìa di Marte e Venere (le armi Risale all’ultimo periodo di vita della casa il fregio con la Svizzera, dove sono state individuate dagli investigatori poco felice degli espedienti per dare profondità alla rap- Admeto, re di Fere in Tessaglia, per intercessione di Apollo dismesse, il piccolo erote), il grande quadro, certamente veduta di un lungo tratto di costa con una cinta muraria italiani e recuperate. presentazione (griglie trasversali, mensole con scudi in Lo spazio fi gurativo del quadretto è occupato quasi total- che aveva ospitato alla sua corte per un intero anno, potrà riferibile a un prototipo opera di qualche celebre artista con merli, templi e ville colonnate e a più piani tra le quali Esse costituivano forse solo una porzione di una stanza prospettiva, cassettonati di scorcio), tali pitture mostrano mente dai personaggi della scena in primo piano, mentre rinviare la morte che lo attende, come punizione per non dell’antichità, riprende il tema delle nozze celebrate tra si aggirano viandanti. I colori naturali, tra i quali prevalgo- affrescata nel cosiddetto “Secondo stile pompeiano”, una varietà di motivi decorativi e una resa particolarmente solo in alto a sinistra si intravede sullo sfondo parte del aver sacrifi cato ad Artemide prima delle nozze, solo se due personaggi storici, Alessandro e Rossane, fi glia del no il verde e l’azzurro, i particolari realistici come la barca databile nella seconda metà del I secolo a.C. felice nella rappresentazione quasi onirica del giardino e paesaggio roccioso a strapiombo sulle acque di un fi ume, qualcuno dei suoi familiari ne prenderà il posto; nonostante Satrapo di Bactra, Oxyartes, avvenute nel 327 a.C. (per accostata alla riva, le statue, i boschetti di cipressi e pini, La parete principale, quella di fondo, presenta una ricca delle sue architetture e ornamenti. allusivo al luogo in cui, secondo il mito, si svolge l’azione. siano presenti anche gli anziani genitori, l’unica disposta a alcuni studiosi si tratta invece delle nozze successive con alberi tipici delle coste del Mediterraneo, permettevano quinta architettonica di colore rosso, scandita da quattro (G.S.) Sulla sinistra, in nudità eroica, coperto dal solo mantello sostituirsi al re è la giovane, bellissima sposa Alcesti. Statira, fi glia di Dario III, nel 324 a.C.). all’osservatore di riconoscere nella rappresentazione un pilastri gialli e inquadrata lateralmente in primo piano rosso, è il giovane eroe Bellerofonte, in atto di domare il Nel quadro, che è la replica meglio conservata tra quelle (M.M.) che di familiare, quasi lo stesso paesaggio che avrebbe da due pilastri chiari, sormontati da capitelli corinzi. In mitico cavallo alato Pegaso, al centro della scena. Sulla rinvenute nelle città vesuviane, è rappresentato il mo- potuto osservare guardando il golfo di Napoli tanto verso basso, al centro, è una scala di pochi gradini, mentre ai 120. Figura alata destra è l’imponente fi gura della dea Atena, appena mento in cui Apollo emette tale vaticinio. Un giovane Sorrento che verso Baia. lati sono due maschere, poste su piedistalli cubici. Al Affresco, h 24 cm, larghezza 20 cm giunta in soccorso dell’eroe, con lunga veste bianca, elmo sacerdote, visto di spalle, legge l’oracolo ad Admeto che 126. Fenice. Insegna di osteria (V.S.) centro della parete rossa è un medaglione con una testa I secolo d.C.Proveniente da Ercolano piumato, gorgoneion e lancia, confi gurata in tal modo e si porta la mano alla fronte in gesto di disperazione o Affresco, 123 x 124 cm femminile, probabilmente una dea con corona turrita Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 9328 in tale circostanza come Athena Hippia, cui si attribuiva di perplessità; Alcesti, coperta da un mantello bianco, I secolo d.C. sul capo. Ai lati si aprono invece due fi nestre per parte, l’invenzione delle redini, ovverosia la forza di Pegaso che conforta con gesto protettivo il marito, abbracciandone Proveniente da Pompei, caupona di Euxinus 128. Frammento di affresco dietro cui si intravedono rispettivamente un cavaliere e L’affresco, che raffi gura un erote in volo che regge tra le la dea sa imbrigliare e guidare. Generalmente raffi gurati le spalle. Sulla destra la coppia degli anziani genitori veste (I, 11, 10-11) con paesaggio e cerimonia sacra un personaggio stante, uno che reca un vassoio e l’altro mani una cassetta probabilmente di avorio, faceva parte alleati, fi n dal VI secolo a.C., mentre combattono contro gli abiti del lutto, soprattutto l’uomo dal manto grigio e Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 41671 Intonaco dipinto, h 28 cm, lunghezza 61 cm poco conservato. della decorazione di un cubiculum (camera da letto) o la Chimera, soprattutto nella produzione vascolare attica dai capelli e barba poco curati. Accanto a loro, verso il II secolo d.C. In alto la parete è scandita in primo piano da due grandi di un triclinium (sala da pranzo), eseguita nella seconda a fi gure nere e a fi gure rosse, Bellerofonte e Pegaso più centro si trova ancora una fi gura di donna, accostata al L’affresco rientra nel gruppo delle composizioni di pittura Proveniente da Roma erme femminili ammantate che concludono due dei metà del I secolo d.C. Si tratta di una “vignetta”, ossia raramente sono rappresentati in associazione ad Atena dio Apollo, che, più alta degli altri personaggi, nimbata e popolare e raffi gura su fondo bianco un volatile di profi lo Roma, Antiquarium Comunale, Celio, inv. AC 4803 quattro pilastri; sul fondo della parete è invece una balau- una raffi gurazione non delimitata da cornice, collocata nella scena dell’imbrigliamento. Bellerofonte che doma il con la faretra sulla spalla, presiede al vaticinio, sottolineato con ai lati due cespi di arbusti fi oriti con uccelli in volo stra sotto cui corre un fregio, probabilmente di tritoni e a sinistra del quadro che si trovava al centro della parete, cavallo alato richiama nello schema compositivo pirami- dal gesto della mano destra, e con il suo aspetto solenne o posati sui rami. Superiormente la raffi gurazione è in- Le case romane di maggior prestigio potevano essere ab- nereidi, e da cui si affacciano, a sinistra due piccole fi gure verso il quale sembra volare, in modo da contribuire dale il gruppo scultoreo del Toro Farnese, in particolare la e la posizione centrale domina la scena. Come in questa, quadrata da una ghirlanda fl oreale legata alle estremità bellite da affreschi parietali disposti spesso al centro delle e a destra una sola, che regge una ghirlanda; convergono a indirizzare verso di esso lo sguardo dell’osservatore. fi gura di Anfi one, a riprova di una frequente dipendenza anche in altre repliche è volutamente cercata la somiglian- e centralmente con nastri dalla forma sinuosa. Il volatile, pareti come se fossero dei quadretti. Queste immagini invece al centro due statue dorate di Vittoria alata che L’amorino che porta un oggetto evocante una delle divi- di raffi gurazioni pittoriche da modelli scultorei. L’aspetto za tra questa donna vicina al dio e Alcesti. In effetti la presentando sul capo la corona egizia a disco solare tra cor- sono rese con uno stile “popolare” basato su semplici e guida una biga, sormontate ciascuna da un candelabro nità maggiori (la brocca, la coppa, il cratere, il timpano trascendente e allusivo del mito, legato a una peculiare fi gura della giovane regina è duplicata secondo la tecnica ni, assume la forma della mitica Fenice, simbolo della vita sottili pennellate con cui le fi gure sono appena abbozzate. circolare pendente su cui è posta una statuetta di fi gura per Dioniso, la cetra, la lira, la maschera per Apollo, la concezione simbolica di Pegaso, quale confi gurazione della “narrazione continua” per presentare due momenti che risorge dopo la morte. Al di sotto è l’iscrizione dipinta: Le scene possono ispirarsi a momenti di vita quotidiana, alata. I pilastri centrali sorreggono invece un’edicola cassetta da toilette, il porta profumi, i nastri, le collane del più alto impulso poetico, è ripreso in epoca romana diversi indispensabili alla comprensione della vicenda: la PHOENIX.FELIX.ET.TU. La composizione si chiude in oppure riprodurre momenti religiosi ambientati spesso in conclusa ad arco sormontato da timpano triangolare per Afrodite) è estremamente diffuso e ricorrente e molte per rappresentare l’idea di immortalità dell’anima: le ali sofferta partecipazione alla lettura dell’oracolo cui assiste basso con due pavoni affrontati fra steli d’erba. luoghi di campagna, come quello qui esposto. rosso bordato di giallo, ornato al centro da una fi gura di volte gli attributi che regge, richiamati dal compagno che del mitico cavallo alludono infatti all’anima liberata dal con volto piangente e poi l’adesione alla volontà del dio L’affresco era collocato esternamente alla caupona di Nel paesaggio, su fondo bianco, è rappresentata una cerimo- prospetto tra girali e sormontato da una palmetta. gli fa pendant sull’altro tratto di parete, hanno un legame peso della materia e all’immortalità riservata allo spirito. verso cui guarda con rasserenata attesa. Il mito dell’amore Euxinus nella Regio I di Pompei. Questa osteria costitu- nia sacra: al centro si trova un semplice tempio e una statua La parte superiore della parete si apre invece su un con il soggetto del quadro principale. In origine il quadretto era collocato nella zona mediana coniugale, rappresentato anche da Euripide nell’omonimo isce uno dei numerosi ambienti adibiti alla ristorazione di divinità, appartenente al mondo dionisiaco e che regge giardino, di cui si intravedono, contro il cielo, le fronde L’erote qui dipinto sul fondo rosso cinabro, ha il capo di una parete laterale del triclinio del termopolio (I, 8, 8), dramma, si risolverà poi felicemente con il successivo disposti nelle vicinanze dell’Anfi teatro e della Grande due fi accole; davanti a un oggetto sacro, forse un altare, si degli alberi che lo abbellivano, rese in celeste più chiaro. coronato da una ghirlanda di edera, bracciali ai polsi e della quale costituiva l’edicola centrale, ed è inquadrabile intervento di Eracle che porterà la sposa innamorata e Palestra, mete molto frequentate dagli abitanti della città. inchinano alcune offerenti, mentre da destra sopraggiungono Al centro, al di sotto dell’edicola arcuata, si intravede il calza dei sandali. Il corpo – non più di infante – rimane stilisticamente nel “Terzo stile pompeiano” maturo. generosa fuori dall’Ade, restituendola al marito. L’iscrizione, traducibile in “La Fenice è felice [spero che lo altri personaggi accompagnati da un quadrupede. resto del giardino, parzialmente nascosto da una tenda scoperto nonostante la presenza di un manto appog- (M.M.) (V.S.) sia] anche tu”, si può interpretare come un augurio di una (F.C.)

320 321 129. Affresco con figura femminile danzante Proveniente da Pompei, casa degli Amorini il soggetto privilegiato per questo genere di oggetti, i quali Proveniente da Milano, via Nerino 12 138. Statuetta di vecchio Sileno la destra distesa e arretrata, la sinistra ripiegata sulla Frammento di affresco montato in pannello dorati (VI, 16, 7) erano tipici ornamenti del giardino romano che, come Milano, Civico Museo Archeologico, inv. St 7840 Marmo, h 70 cm, base 35 x 17,5 cm roccia, è rappresentato il rospo, con la bocca spalancata, con cornice metallica, 57 x 92 cm Pompei, deposito archeologico, inv. 20588 documentano numerose pitture, venivano appesi negli I secolo d.C. da cui in origine doveva fuoriuscire l’acqua. Tracce di Età antonina (138-180 d.C.) intercolumni dei peristili. Accanto agli esemplari a forma di La statua è acefala, priva delle braccia, della parte termi- Proveniente da Pompei policromia si conservano ancora su capelli, sopracciglia Proveniente da Ostia (già al Museo Kircheriano) Il piccolo esemplare di meridiana in marmo (la gran parte scudo circolare o a pelta (cfr. l’esemplare inv. 6664), decorati nale delle gambe e dei piedi. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6335 e occhi del fanciullo. Roma, Museo Nazionale Romano, Terme degli orologi solari pompeiani sono in tufo ricoperto di a rilievo su entrambe le facce con fi gure mitologiche, sono Il corpo è avvolto in un ampio panneggio che lascia La scultura si inserisce nel fi lone delle statuine da giardino di Diocleziano, inv. 1297 stucco) costituisce un raffi nato orologio solare da giardi- anche frequenti quelli a forma di maschera sia tragica che scoperto il torso. La gamba destra è fortemente avanzata Il vecchio Sileno è rappresentato in atteggiamento di utilizzate quali decorazioni di fontane, che numerose no, presente nella decorazione scultorea di una delle più comica. Il motivo derivava dagli scudi sospesi come trofei, con il ginocchio piegato; la gamba sinistra, arretrata e riposo, con la gamba destra stesa e la sinistra ripiegata su sono state ritrovate a Pompei. Esse, di chiara derivazione Decorazione ad affresco su intonaco a fondo bianco; eleganti case pompeiane, la cosiddetta Casa degli Amorini ma la decorazione, non più a carattere militare, privilegiava lievemente inclinata, si appoggia al sostegno conformato a di essa; ha l’avambraccio sinistro su un otre adagiato su un ellenistica, hanno come motivo frequente quello del rappresenta una fi gura femminile, vestita nel leggero dorati. La meridiana presentata conserva lo gnomone temi dionisiaci o naturalistici più consoni all’ambiente del tronco nodoso. Il corpo ha una netta torsione verso sinistra pilastrino, mentre il braccio destro è steso lungo i fi anchi. bambino, raffi gurato sia stante che accovacciato, con vari abito senza maniche tipico delle donne romane, chiamato in bronzo che fuoriesce dal foro meridiano superiore; il giardino cui erano destinati. che coinvolgeva probabilmente anche la testa. Il volto senile, con i lunghi baffi e la barba formata da nove attributi quali il vaso, la maschera, l’otre, la conchiglia, peplo. Il peplo, qui di colore azzurro, si stringe sotto il quadrante emisferico è segnato con linee orarie incise e (P.R.) Un forte dinamismo contrassegna la fi gura che in realtà è boccoli, presenta il naso largo e camuso e l’espressione il mantello pieno di frutta, o con vari animali come il seno e in vita, restando morbido e gonfi o intorno al bacino. sporge in avanti rispetto alla base, la quale si raccorda ferma: l’avanzamento della gamba destra serviva a soste- crucciata; il capo è calvo e porta la corona di foglie d’edera delfi no, la lepre, l’anatra, la colomba, il rospo, come in La fanciulla, a piedi nudi, con la testa volta verso destra, al tronco con zampe ferine; ai lati è una decorazione a nere un oggetto (come indica la traccia di un perno sulla e corimbi; il corpo, nudo e villoso, è raffi gurato tarchiato questo caso. Ricorrente e quindi tipica di questo genere sembra accennare un passo di danza. Con le braccia solle- bassorilievo con elementi vegetali. A Pompei sono stati 134. Oscillum a pelta coscia) che probabilmente aveva connessione con il balteo e adiposo. L’otre forato serviva per il getto d’acqua. era la sopradipintura. vate stringe una sottile ghirlanda di fi ori, e una ghirlanda rinvenuti circa trenta esemplari di meridiana. Marmo, lunghezza 28 cm, h 17,5 cm, spessore 2,7 cm posto a tracolla sul busto, al di sotto dello himation. Le prime raffi gurazioni di Sileni risalgono al V secolo a.C., (P.R.) fi orita le incorona anche la testa. (M.M.) I secolo d.C. La statua è stata variamente interpretata come Afrodite che ma è in età ellenistica che furono elaborate le numerose La fi gura, rappresentata con pochi, rapidi tratti, che le Proveniente da Pompei, casa del Citarista (I, 4, 5) si arma o come Musa che regge uno strumento musicale iconografi e, poi riprodotte e interpretate in età romana. conferiscono un aspetto quasi “impressionistico”, rientra Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6664 o come Artemide con l’arco e variamente attribuita alle I Sileni, quali seguaci di Dioniso, nella tradizione fi gurati- 141. Statuetta di Satiro perfettamente nell’ambito della pittura romana del medio 132. Oscillum con cervo diverse correnti artistiche dell’Ellenismo, da quella rodia va sono connessi al vino, anche se raramente sono raffi gu- Marmo, h 90 cm, base 34 x 26,5 cm impero, ed è databile nel pieno II secolo d.C. La moda Marmo bianco, ø 35 cm, spessore 2 cm L’oscillum, a forma di pelta, ha le estremità a testa di grifo a quella barocca a quella neoattica. Ritenuta da alcuni stu- rati nell’atto di bere. Più frequente, invece, è l’immagine I secolo d.C. dell’epoca suggeriva di decorare le pareti delle case – ma Prima metà del I secolo d.C. e al centro una palmetta; presenta una decorazione scolpi- diosi opera di scultore greco e da altri copia romana, viene del Sileno ebbro o stanco per le danze. In età romana Proveniente da Pompei anche degli edifi ci pubblici – mediante ampi pannelli Proveniente da Pompei, casa del Menandro (I, 10, 4) ta a rilievo molto basso su entrambi i lati, in un riquadro di conseguenza datata tra il II secolo a.C. e il I d.C. questo genere di statue più o meno grandi era utilizzato Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6346 quadrangolari, dallo sfondo generalmente bianco o rosso Pompei, deposito archeologico, inv. 20485 di forma ovale. Sul lato principale è raffi gurato un uccello Si tratta comunque del miglior esempio di scultura “colta” spesso come decorazione di fontane, in cui il getto d’acqua (più raramente giallo o nero) decorati al loro interno da di profi lo, con la testa rivolta all’indietro; a sinistra un restituito da Milano, espressione dell’eclettismo tardoel- voleva alludere probabilmente proprio al vino. È rappresentato un giovane nudo in piedi in atteggiamen- oggetti e fi gure animali e umane di diverso tipo: vasi L’oscillum costituisce un elemento decorativo diffuso grappolo d’uva, all’estremità del campo si intravede l’orlo lenistico apprezzabile soprattutto per il contrasto tra il (P.R.) to di spiccare un salto; il corpo, poggiato su un pilastrino di fi ori, candelabri, strumenti musicali, cervi, uccelli, nell’arredo scultoreo dei giardini romani, collocato gene- di un tympanon. Sul retro è raffi gurato un cesto di vimini, volume plastico del corpo nudo e il gioco chiaroscurale che gli fa da sostegno, è leggermente spostato all’indietro, giovani nudi, etc. [si confrontino, a titolo di esempio, ralmente negli intercolumni del peristilio, in più esemplari dal quale ricadono ai due lati grappoli d’uva; all’estremità del panneggio. in torsione verso destra; sul braccio sinistro è poggiato i ricchi ambienti di età antonina rinvenuti a Roma nel e spesso associato a oscilla a pelta o a forma di maschera. del campo l’orlo di un tympanon. La statua è stata rinvenuta (nel 1951) inglobata nelle 139. Statuetta di Pan il mantello; la capigliatura a grosse ciocche, le orecchie corso degli scavi presso la stazione ferroviaria di Roma L’oscillum presentato è un disco di marmo incorniciato da In questo caso il richiamo al mondo satiresco è meno espli- fondazioni di un muro tardoantico (insieme ad elementi Marmo bianco, h 60 cm, larghezza 30 cm appuntite, il viso pieno con le labbra atteggiate a sorriso Termini: Antiche Stanze. Un quartiere di Roma imperiale una fascia liscia e regolare, decorato a rilievo bassissimo sul cito rispetto all’esemplare precedente (inv. 6551): l’uccello architettonici), come la maggior parte degli elementi I secolo d.C. sono tutti elementi che lo connotano indiscutibilmente nella zona di Termini, catalogo della mostra (Roma 1996- lato principale, mentre il lato posteriore è liscio e conserva e la cesta piena di frutta sono infatti elementi decorativi scultorei trovati in città. Le mutilazioni apportate alla Proveniente da Pompei, casa dell’Efebo (I, 7, 11) come Satiro; egli rivolge lo sguardo in basso verso un 1997), a cura di M. Barbera, R. Paris, Roma 1996]. Queste tracce di una raffi gurazione dipinta. Il lato principale che rimandano direttamente alla natura, comunque a un figura (distacco dal basamento, taglio delle braccia) Pompei, deposito archeologico, inv. 3682 fanciullo ai suoi piedi che regge un’oca a cui egli porge rappresentazioni, pur presentando spesso un generico presenta la fi gura a tutto campo di un grande cervo dalle ambiente cui appartengono Satiri, Sileni e Menadi. indicano l’intenzione di eliminare le parti sporgenti per un grappolo d’uva. legame con la sfera religiosa – in particolare con quella imponenti corna ramifi cate, in atto di scalare un dirupo (P.R.) un reimpiego più “comodo”. La statuetta raffi gura il dio Pan, che incede nudo e sorreg- Le fi gure del Satiro e del Sileno nell’arte classica sono del dio Dioniso – svolgevano in realtà una funzione es- roccioso per raggiungere la chioma di un alberello, sul cui In origine era probabilmente collocata in una prestigiosa ge sull’omero sinistro, da cui discende la nebride, un cesto legate al corteggio di Dioniso e, infatti, come compagni senzialmente decorativa. tronco si avvolge un serpente. Le proporzioni gigantesche domus, con funzioni decorative. colmo di frutta. La mano destra trattiene la testa di un del dio sono frequentemente rappresentati su pitture (F.B.) dell’animale suggeriscono l’interpretazione della scena co- 135. Statua di Afrodite da Sinuessa (R.I.) capro, come sacrifi cio dovuto a Dioniso. Il volto, coperto vascolari e sarcofagi. Le loro rappresentazioni si diffon- me la raffi gurazione di una delle celebri fatiche di Eracle, Marmo, h 182 cm da una corta barba arruffata, ha un’espressione di astuzia dono soprattutto dall’età ellenistica in cui non è raro quella legata alla cattura della Cerva di Cerinea. Secondo Ultimo quarto del I secolo a.C. bestiale; sulla fronte spuntano due piccole corna, appena trovarli realizzati anche isolatamente sia con funzione 130. Lucerna marmorea polilicne una versione del racconto questa cerva, “dalle corna dorate Proveniente da Sinuessa (moderna Mondragone) 137. Statuetta di Diana visibili tra la movimentata chioma. Pan è generalmente architettonica che, come in questo caso, con funzione Marmo bianco a grana fine (pentelico?), h 8,5 cm, e più grossa di un toro”, consacrata alla dea Artemide, era Napoli, Museo Archeologico Nazionale, s.n. Marmo bianco, h 129 cm, base 66 x 36,5 cm rappresentato come un demone della natura mezzo uomo decorativa. Riprodotti frequentemente nelle case e nei larghezza max 31,2 cm, ø base 12,5 cm un animale gigantesco che devastava i raccolti; per ordine I secolo d.C. e mezzo animale: le membra inferiori sono quelle di un giardini romani sia a fi gura intera che sottoforma di erma I secolo a.C. di Era, trovò rifugio sul monte di Cerinea, perché servisse, La statua rientra in una delle molte rappresentazioni della Proveniente da Pompei (?) caprone. L’agilità prodigiosa attribuita a questa divinità o monopodio, presentano le caratteristiche ferine molto Provenienza sconosciuta più tardi, a una delle prove di Eracle. dea al bagno, con il manto che, lasciando scoperto il busto Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6279 ne fa il protettore dei pastori e delle greggi. Sulle pitture attenuate perché ne viene esaltato l’aspetto umano più Roma, Musei Capitolini, Magazzino Sculture, La resa formale della raffi gurazione richiama modelli di e il bacino, copre solo la parte inferiore della fi gura. Si può parietali o come decorazione scultorea dei giardini, che quello animalesco del personaggio mitico. inv. AC 15716 gusto neoattico databili agli inizi del I secolo d.C. supporre che essa, trovata priva del capo e delle braccia già La giovane dea cacciatrice è rappresentata, in rapido talvolta in gruppi erotico-dionisiaci in associazione a (P.R.) (M.M.) al momento dello scavo, portasse il braccio destro in basso movimento, con l’arco, perduto, nella sinistra, mentre Ninfe o Menadi, la fi gura di Pan è presente a Pompei in Gli edifi ci romani erano illuminati con numerose lu- a trattenere il panneggio, mentre il sinistro era sollevato con la destra sollevata doveva estrarre la freccia dalla numerose varianti. cerne realizzate in vario materiale e di molteplici forme a coprirsi il seno. Le parti mancanti sul gluteo sinistro e faretra che recava sulla spalla, la cui presenza è indicata La statuetta, che conservava al momento del ritrovamento 142. Erma di Dioniso e grandezze, in relazione agli ambienti che dovevano 133. Oscillum con satiri sulla scapola dovevano essere realizzate già in antico con dalla bandoliera che traversa il busto. Indossa il costume diffuse tracce di doratura, era destinata alla decorazione Marmo lunense, h 114 cm illuminare. Marmo, ø 42,5 cm, spessore 3,5 cm pezzi di marmo di riporto. Il panneggio, molto corposo che è consueto per questa divinità: il corto chitone senza del giardino di un’elegante abitazione pompeiana, la Seconda metà del I secolo d.C. Questa grande lucerna a sei becchi è realizzata tutta in I secolo d.C. e mosso da profonde pieghe nella parte anteriore, che maniche che lascia scoperto il seno destro, con il panneg- cosiddetta Casa dell’Efebo. Proveniente dalla collezione Albani (inv. C 28) marmo pieno e quindi non serviva per illuminare, ma Proveniente da Pompei, casa del Citarista (I, 4, 5) contrasta con la superfi cie levigata del nudo della fi gura, gio molto mosso dal vento, per il rapido movimento della (M.M.) Roma, Musei Capitolini, Centrale Montemartini, svolgeva una funzione puramente decorativa. Era infatti Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6551 è semplicemente abbozzato sul retro, dove, lasciando fi gura, e il mantelletto che, formando profonde pieghe, inv. MC 326 destinata a essere inserita, appesa, tra le colonne del scoperti i glutei, la resa plastica è del tutto assente e l’unica copre il braccio sinistro; ai piedi, alti calzari di pelle, portico di un giardino, come conferma il gancio in ferro L’oscillum, di forma circolare e scolpito su entrambe le notazione è un gruppo di solchi ad angolo acuto, schema- chiusi da stringhe. 140. Fanciullo con rospo, decorazione di fontana La testa dell’erma raffi gura Dioniso, il dio della vegetazio- ancora visibile nella parte superiore della lucerna. facce, presenta sul lato principale un giovane satiro con tici e poco profondi. Ciò induce a credere che la statua Il volto ha lineamenti delicati; la capigliatura, spartita Marmo, h 29 cm, larghezza base 24,5 cm ne, del vino e dell’ebbrezza orgiastica, identifi cato chia- Rivestita in basso da raffi nate foglie d’acanto, presenta pelle di pantera trattenuta dal braccio sinistro che, salendo dovesse essere inserita in una nicchia che ne privilegiava al centro si dispone in due bande fortemente ondulate I secolo d.C. ramente dal tipico attributo della ghirlanda di edera con tra i becchi sei testine umane a rilievo, da interpretarsi su una roccia a gradoni, alza il coperchio di una cista dalla la sola visione frontale. La statua, certamente opera di raccolte in alta crocchia sulla nuca, con una delicata Proveniente da Pompei, casa del Camillo (VII, 12, 2) corimbi e frutti. Il volto sorridente, dalle rigide fattezze come maschere teatrali pertinenti al “dramma satiresco”, quale fuoriesce un serpente. Sul retro è raffi gurato un età ellenistica derivante da un prototipo del III secolo ciocca a virgola davanti alle orecchie, con il lobo forato per Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 6537 arcaizzanti, è caratterizzato da baffi e folta barba, resi con ovvero una delle forme tipiche del teatro greco, dove la altro giovane satiro seduto sul bordo di una roccia sulla a.C., è stata variamente datata tra questo momento e il I l’inserimento di un orecchino, in materiale metallico, oggi sottili ciocche parallele incise. L’elaborata acconciatura, struttura della tragedia si rivestiva di caratteri tipicamente quale ha deposto la pelle di pantera e il pedum (bastone secolo a.C., ritenendo probabile, tuttavia, una datazione perduto. La dea è accompagnata dal cane, suo precipuo La statuina raffi gura un bambino seduto su una roccia che ispirata a modelli in voga nella Grecia di età arcaica, pre- comici. ricurvo), che trattiene tra le gambe; egli suona con la nell’ambito di quest’ultimo. attributo, rappresentato anch’esso in rapido movimento, si ritrae alla vista di un rospo posto sul terreno tra i suoi senta una doppia corona di riccioli “a chiocciola” intorno (F.C.) destra il fl auto davanti a un’erma di Priapo, mentre regge (M.R.B.) con le zampe anteriori poggiate su un rialzo roccioso e piedi. Il fanciullo, dai tratti paffuti tipici dell’infanzia, alla fronte e lunghi capelli che ricadono in una sorta di un altro fl auto nella sinistra. la bocca aperta. manifesta lo spavento attraverso il gesto della mano destra coda sul dorso e in bande nastriformi sulle spalle. Un Questo oscillum, forse opera di un’offi cina neoattica, per La statuetta riprende un modello della scultura greca del alzata e l’espressione degli occhi leggermente sbarrati, drappo avvolto attorno al fusto del pilastrino simboleggia 131. Meridiana l’alta qualità dell’esecuzione è forse tra i migliori rinvenuti 136. Statua femminile IV secolo a.C., diffusamente usato in età romana quale mentre con il braccio sinistro si poggia sulla roccia per forse le vesti del dio. Marmo bianco, h 31,5 cm, larghezza 35 x 15 cm a Pompei. Marmo pario, h 110 cm, larghezza 40 cm ornamento di spazi aperti e giardini. mantenere l’equilibrio. Ha i capelli scomposti in piccole Questi manufatti a forma di pilastro con coronamento a Prima metà del I secolo d.C. Il mondo satiresco, qui rappresentato su entrambi i lati, è II-I secolo a.C. (M.R.B.) ciocche e la bocca leggermente dischiusa. Tra le gambe, testa umana derivano la loro denominazione di “erme”

322 323 dal dio greco Hermes, che vi era in origine raffi gurato, Nonostante l’evidenza dei confronti antichi, R.M. Sch- 146. Lastra “Campana” con edificio rotondo 148. Bruciaprofumi bacini circolari, sono caratterizzati da una fi gura applicata di Lare, caratterizzato dal particolare disporsi degli con intento cultuale, in qualità di protettore dei vian- neider [Schneider 1986, tavv. 42, 3-4; 43, 3-4] ritiene la Terracotta, h 54 cm, lunghezza 42 cm Argilla, h all’orlo 10,5 cm, ø orlo 27 cm; su uno dei lati brevi, la cui differenziazione iconografi ca arti, dall’abbigliamento e dagli attributi (la patera è danti e della proprietà. In Grecia le erme erano infatti testa in esame copia di una scultura seicentesca di Ni- Prima metà del I secolo d.C. busto: h 15,8 cm, larghezza 8,9 cm (bustino di fanciullo con bulla, corpo di adulto, fi gura sostituita in alcuni esemplari dalla situla, in altri dalla collocate prevalentemente lungo le strade, presso i colas Cordier, conservata a Versailles [Pressouyre 1984, Proveniente da Roma, Esquilino I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. femminile seduta e panneggiata, testa senile barbata, ec- cornucopia). crocicchi, davanti alle porte e in corrispondenza dei fi g. 190 sgg.]. D’altra parte è possibile che Cordier abbia Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, Proveniente da Pompei, I, 13, 3 cetera) è espressione di un diverso signifi cato religioso che, La coppia di bronzetti fu rinvenuta il 26 settembre 1957 confi ni. Con il passare del tempo, la valenza cultuale e tratto ispirazione proprio dalla testa del Museo Nazio- inv. 3337 Pompei, depositi, inv. 36091 verosimilmente, doveva avere un riscontro nella funzione in un grande armadio dove era stata riposta insieme l’esclusivo collegamento di queste sculture con Hermes nale Romano. Secondo la Pressouyre, la testa di Cordier cultuale del tipo di bruciaofferte. Pertanto è ipotizzabile ad altri oggetti. Le statuine di Lari erano collocate nei venne progressivamente scemando ed esse furono uti- potrebbe essere una scultura antica rilavorata. Le lastre dette “Campana” sono dei rilievi architettonici Bacino di forma troncoconica, con fondo piano e orlo che il tipo in esame trovasse specifi co impiego proprio larari, di cui quelli rinvenuti nei siti vesuviani sono la lizzate per raffi gurare non solo altre divinità, ma anche (V.I.) in terracotta destinati a decorare edifi ci pubblici e privati, estrofl esso piatto sul quale è una coppia di fori circo- nella cerimonia di deposizione della bulla e della toga pra- più eloquente testimonianza della religione domestica uomini illustri, come fi losofi , poeti o strateghi. In età in uso a partire dalla seconda metà del I secolo a.C. sino lari passanti. Sulla parete interna è applicato un busto etexta, celebrata in occasione del passaggio del fanciullo romana. Essi, infatti, oltre ai bronzetti, ci hanno restituito romana le erme hanno ormai acquisito un carattere al II secolo a.C.; gli esemplari di maggior pregio artistico femminile che indossa una tunica smanicata con scollo all’età adulta, della quale un momento signifi cativo era numerose immagini dipinte di questi numi che affi ancano prevalentemente decorativo e sono assai diffuse nelle 144. Statua di pescatore negro si collocano in età augustea e giulio-claudia. a V, stretta sotto i seni da una fascia annodata. Il volto, rappresentato dalla dedica della bulla ai Lari. comunemente il Genio del paterfamilias e sono spesso dimore delle classi più abbienti, dove vengono molto Marmo, h 168 cm Il nome di questo particolare tipo di lastre deriva da quello dall’impianto ovale con tratti regolari, ormai scarsa- (C.C.) accompagnate anche da fi gure dipinte e/o bronzetti di apprezzate e ricercate soprattutto per l’abbellimento di Seconda metà del II secolo d.C. del marchese Giovanni Pietro Campana di Cavelli (1808- mente distinguibili, è incorniciato da una capigliatura divinità del pantheon greco-romano, nonché straniere, peristili, giardini, biblioteche: se ne conservano testimo- Proveniente da Napoli, dalla villa della Gaiola 1880), banchiere, studioso e collezionista che per primo con scriminatura centrale che si dispone sulle tempie in particolarmente venerate dalla famiglia. nianze particolarmente signifi cative nelle case signorili Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 120568 ne formò una ricca raccolta e ne curò la pubblicazione morbide ciocche ondulate, sulla quale è un alto diadema. 150. Arula (C.C.) di Pompei e di Ercolano. nel 1842. Di fronte è applicato un elemento a nastro e tra esso e Argilla, h 25,7 cm, base 21,9 x 18,4 cm, Nel caso della nostra scultura, la provenienza da collezione La fi gura, che con il braccio destro poggiava al puntello Fabbricate in serie mediante l’uso di matrici, esse rap- il bustino sono due piccole appliques di forma conica coronamento 19 x 15 cm non consente di avere dati sulla sua collocazione origi- accosto al fi anco, è coperto da una corta tunica cinta presentano solitamente scene figurate che risentono con quattro impressioni, interpretabili come probabili I secolo d.C. 152. Genio naria. È comunque assai probabile, visto il soggetto dio- poco più in basso della vita e rimboccata sul fi anco fortemente dell’infl usso artistico greco d’età classica, offerte: focacce o frutti. All’interno della vasca restano Proveniente da Pompei, I, 13, 2 Bronzo, h totale 31 cm, h base 8,7 cm nisiaco, che essa appartenesse all’apparato decorativo del destro, che lascia scoperta parte del petto; il braccio ispirate al mondo del mito e dionisiache, a scene di culto tracce di combustione. Il bustino, che conserva i caratteri Pompei, depositi, inv. 11669 I secolo d.C. giardino o del peristilio di una ricca residenza privata. sinistro doveva essere piegato. La testa è appena piegata o di carattere profano. Non mancano scene allegoriche della plastica medio italica, non è riconducibile a un tipo Proveniente da Pompei, I, 2, 5 Si tratta di un’opera arcaistica di media qualità che, in a sinistra; la bocca semiaperta e lo sguardo sembrano e immagini di carattere raffi natamente decorativo, con iconografi co defi nito. Corpo costituito da un parallelepipedo con base e coro- Pompei, depositi, inv.12839 base ai caratteri tecnico-stilistici, sembra databile nella indicare un’espressione di sofferenza. I tratti somati- fregi animali e naturalistici. Le lastre erano attaccate Il tipo di recipiente, peculiare dell’area di Pompei come namento modanati e aggettanti. La parte superiore del seconda metà del I secolo d.C. ci – la bocca, il naso camuso, la corta capigliatura a alle strutture architettoniche tramite dei grossi chiodi, quello a forma di culla – entrambi caratterizzati dalla corpo reca un fregio dorico con metope decorate alterna- Il bronzetto raffi gura il Genio, stante sulla gamba destra (M.G.B.) corti ricci – indicano che si tratta della raffi gurazione da inserirsi in appositi fori già realizzati nella argilla, in presenza di appliques fi gurate –, era utilizzato come tivamente da bucrani e patere. Il coronamento presenta con la sinistra leggermente fl essa. Indossa una tunica a di un negro. La grossa corda che sale lungo il tronco, modo tale da formare un lungo fregio fi gurato continuo, vaso per offerte durante i riti del culto domestico, cui un ornato a dentelli, su di esso s’imposta il pulvino le cui mezze maniche e sopra questa la toga tirata sul capo dal poggia all’altezza della vita e sale sulla spalla indica arricchito originariamente da una accesa policromia. erano collegati i larari. L’uso del tipo, risalente al I secolo volute, che delimitano il piano d’uso, sono evidenziate quale scende sulla spalla destra e avvolge la fi gura con 143. Testa di nero che la fi gura doveva recare un oggetto (scomparso), I rilievi potevano presentare la stessa immagine o con lievi a.C., fu progressivamente abbandonato nel corso del I solo sul lato anteriore. Alle estremità di ciascuna voluta, un ampio drappeggio, un lembo del quale è arrotolato Bigio morato, h 27,5 cm poggiante sul puntello della fi gura, che, sulla base di varianti, oppure soggetti diversi ma con lo stesso tema ispi- secolo d.C. sulla faccia superiore, è un forellino cieco, per infi larvi sul davanti e portato sulla stessa spalla. Il braccio destro II secolo d.C. (?), età moderna (?) confronti con statue simili, si ritiene verosimilmente ratore, o ancora interi cicli narrativi come quelli connessi L’unica testimonianza iconografi ca è la sua raffi gurazione fi ori o elementi vegetali. Sul piano d’uso restano tracce di scoperto è piegato in avanti e regge una patera ombelicata. Proveniente da Roma (?) una bisaccia da pescatore. La presenza della statua al mondo di Dioniso o alle imprese di Ercole. in una pittura di larario della stessa Pompei (I, 13, 2) datata combustione. Le arule fi ttili con pulvino e fregio dorico, Il braccio sinistro, disteso lungo il fi anco e coperto dalla Roma, Museo Nazionale Romano, di un pescatore è, peraltro, del tutto coerente con il La lastra dell’Antiquarium Comunale presenta un tempio alla prima età augustea, dove, in una scena di sacrifi cio ma con metope lisce, derivano da modelli greci e sono toga, regge una cornucopia. Il volto ha lineamenti ben Terme di Diocleziano, inv. 49596 contesto di provenienza, una delle ville marittime che rotondo centrale con cinque colonne ritorte a spirale con presso un’ara, un fanciullo porta un bacino uguale al attestate a Siracusa in contesti della prima età ellenistica. defi niti. Sulla fronte, fuoriescono dalla toga, che ricopre Ricomposto da più frammenti. La base del collo sin dalla prima età imperiale sorgevano tra il mare e la capitelli dorici, sormontate da un architrave con fregio di tipo in esame. A questo tipo di vasi fi ttili sembrano Il tipo, che è presente a Pompei anche con esemplari in il capo, le ciocche virgolate della capigliatura. La statuina è mutila. La superficie presenta qualche scheggiatura collina di Posillipo. metope e triglifi . Il tempio è affi ancato da un porticato corrispondere le sigillatae patellae menzionate da diversi tufo, vi è largamente attestato con varianti morfologiche e s’imposta su un’alta basetta parallelepipeda modanata. (M.R.B.) formato da colonne scanalate con capitelli corinzi. Gli autori antichi [Cic., Verr. II, 4, 46 e 4, 48; Ovid., Fast. 6, decorative per le quali si rimanda a D’Ambrosio, Borriello La fi gura del togato, velato capite, con la patera e la cor- La testa, leggermente volta a sinistra, con il volto ca- edifi ci poggiano su un fregio formato da tre alti archetti 310 e 2, 634; Mart. XIII, 81, 1] come recipienti, sui quali 2001, pp. 24-36. nucopia o l’acerra, la cassetta con l’incenso, rappresenta ratterizzato da fronte bassa lievemente corrugata, naso in cui sono inserite altrettante testine della gorgone erano applicate immagini di divinità, usati per l’offerta La funzione di questo utensile, che riproduce in miniatura l’iconografi a tipica del Genio del paterfamilias, nume camuso e labbra carnose dischiuse, ritrae un giovane di 145. Mosaico con Eracle e e amorini Medusa (gorgoneia). di cibo agli dei domestici: i Lari e Vesta. Ed è suggestivo la morfologia dell’altare, donde anche la defi nizione di tutelare della casa e della famiglia che insieme ai Penati origine africana. Gli antichi romani ritenevano, con Plinio Mosaico colorato, h 79 cm, larghezza 71,5 cm (F.C.) pensare che proprio questa divinità si possa riconoscere arula (diminutivo di ara) era strettamente connessa con i e ai Lari era oggetto di culto domestico, i cui riti si svol- e Vitruvio, che i caratteri fi sionomici fossero determinati Inizi del I secolo a.C. nei piccoli busti panneggiati applicati frequentemente su sacrifi ci e i riti del culto domestico rivolto a onorare i Lari gevano dinanzi ai larari. dall’ambiente, e attribuivano al calore ustionante del Proveniente da Porto d’Anzio, Selva Pamphilj (1749) questo tipo di contenitori. e le altre divinità protettrici della casa e della famiglia. (C.C.) sole la carnagione scura e i capelli crespi dei popoli vicini Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, 147. Lastra “Campana” di coronamento (C.C.) Le tracce di combustione rimaste sulla superfi cie d’uso all’equatore. Impiegato di frequente per la rappresenta- Palazzo Caffarelli, inv. SC 32361 con vendemmia attestano il loro impiego per bruciare offerte. zione di persone dalla pelle scura era il bigio morato, un Terracotta, eseguita a stampo, h 31 cm, (C.C.) 153. Serpenti agathodemoni marmo grigio a grana molto fi ne, utilizzato nella scultura I pavimenti delle più lussuose case romane erano dotati lunghezza 42 cm, spessore 2,5 cm 149. Bruciaprofumi Affresco, lunghezza 305 cm, h 73,5 cm soprattutto nel II secolo d.C. Gli occhi sono resi con un di una ricca decorazione in mosaico, particolarmente Inizi I secolo d.C. Argilla, h all’orlo 7 cm, larghezza 15,8 cm, Cronologia: I secolo d.C. intarsio di marmi di altro colore. I lobi delle orecchie raffi nata quando si trattava di ambienti destinati allo svol- Provenienza ignota lunghezza 21 cm; bustino, h 7,8 cm, larghezza 6 cm 151. Coppia di Lari Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 9693 sono forati per l’inserimento di orecchini. La capigliatu- gimento della vita pubblica del padrone di casa, si trattasse Roma, Museo Nazionale Romano, I secolo d.C. a) Pompei, depositi, inv. 11887 ra, composta da lunghi riccioli a spirale, incisi e marcati di discutere di affari o di intrattenere gli ospiti. Palazzo Massimo alle Terme, inv. 62665 Pompei, depositi, inv. 21338 Bronzo, h totale 11 cm, h base 2,6 cm Sul fondo bianco dell’intonaco sono dipinti due ser- alle estremità da fori di trapano, è raccolta nella parte Nel pavimento potevano disporsi, opportunamente cen- b) Pompei, depositi, inv. 11888 penti che strisciano tra le foglie ovali di bassi cespugli, posteriore del capo in una massa compatta e rigonfi a, trati, pannelli in mosaico, detti emblema, elegantemente Due satiri inginocchiati ai lati di una vite raccolgono i La vasca semicilindrica poggia su due piccoli setti trasver- Bronzo, h totale 11,7 cm, h base 2,8 cm aggrovigliandosi in una serie di nodi, probabilmente per lavorata a parte, che in passato suggerì un’identifi cazione decorati con scene ispirate al mondo del mito o con motivi grappoli d’uva, che lasciano cadere nel cesto già ricolmo sali ed è chiusa su uno dei lati brevi da una parete verticale I secolo d.C. raggiungere l’altare con le offerte di uova e frutta, dipinto femminile della testa. ornamentali. posto davanti a loro. Il satiro di sinistra giovane e sbarbato alla quale è applicato un bustino di fanciullo togato, fi nito Provenienti da Pompei, I, 16, 3 con ogni verisimiglianza sulla parete contigua, o realizzato Per il soggetto e per le caratteristiche tecniche il Paribeni L’emblema qui esposto raffi gurava originariamente una è seminudo tranne una pelle arrotolata alla vita, quello di all’altezza degli avambracci, con bulla sospesa al collo. Il in muratura. I due rettili si differenziano per la presenza, attribuì la scultura a una bottega alessandrina di età statua di Dioniso davanti a un santuario campestre, con destra più anziano ha la nebride allacciata sulle spalle. volto è di forma triangolare allungata con occhi di taglio La statuina (a), poggiante su una base parallelepipeda pe- in quello più in alto, di una sorta di cresta, che gli antichi adrianea, paragonandola, riguardo all’acconciatura, a amorini che ammansiscono un leone in primo piano. Il bordo inferiore della lastra termina con un listello, obliquo; la capigliatura è pettinata in corte ciocche a fi am- duncolata, raffi gura un Lare danzante con il braccio destro ritenevano effettivamente esistente nei maschi. Costante opere di età ellenistica come la statuetta bronzea della Dioniso fu poi tramutato nella fi gura di Ercole in atto di quello superiore con una cornice a palmette legate da ma, disposte sulla fronte. Sul bustino sono tracce di colore sollevato a reggere un corno potorio desinente a testa di nelle pitture di larario – il luogo della casa, ma anche dei Bibliothèque Nationale di Parigi. Al pezzo è stata anche fi lare con la conocchia e il fuso, trasformazione effettuata un nastro. rosso. La vasca, interamente ricoperta da ingabbiatura cigno (rhyton) e con il sinistro piegato in avanti a porgere quadrivi, riservato al culto in generale ma soprattutto accostata una testa al Brooklyn Museum di New York probabilmente in un restauro effettuato nel XVIII secolo La composizione simmetrica della scena ben si addice alla bianca, reca una decorazione suddipinta consistente in una patera ombelicata. Indossa una corta tunica, stretta alle divinità protettrici della stessa – è la fi gura di uno o [Kiang 1972, p. 4 sgg.]. Ulteriori confronti per la resa dei con chiaro riferimento al celebre episodio in cui Ercole, forma di questo tipo di lastre, per le quali sembra essere quattro foglie lanceolate, alternativamente di colore rosso in vita da un cinctus al quale sono fermate con due nodi le più serpenti, di grandi dimensioni e dai colori vivaci. Essi capelli si trovano in un’erma di fanciullo nero, probabil- innamoratosi della regina della Lidia Omphale, rimase stata creata appositamente, e poteva combinarsi con altre e azzurro, con elementi vegetali stilizzati di colore verde mappae svolazzanti, aderenti ai lembi laterali della tunica. rappresentano il genius e la iuno che tutelano la dimora e mente della metà del II secolo d.C., proveniente dalle schiavo presso di lei per tre anni sottomettendosi a tal scene relative alla pigiatura e alla torchiatura dell’uva. azzurro. Presso gli spigoli della vasca sono forellini ciechi, Ai piedi porta calzari alti e aperti con lunghi risvolti al i suoi abitanti. Per le caratteristiche dei loro ritmi vitali: il Terme di Antonino a Cartagine [A. Lézine, Les Thermes punto che fu obbligato a vestirsi da donna e a fi lare mentre La presenza dei satiri richiama il mondo mitologico della probabilmente per inserirvi fi ori o elementi vegetali. polpaccio (endromides). Il volto giovanile, paffuto e dai letargo cui segue il risveglio, parallelamente al succedersi d’Antonin a Carthage, s.l., 1969, p. 53, fi g. 23] e in una la regina indossò la pelle di leone dell’eroe. religione dionisiaca mentre la vite testimonia la presenza Si tratta del tipo più originale dei bruciaprofumi attestati tratti regolari, è incorniciato da una capigliatura a doppia delle stagioni, in una continua rinascita, accompagnata statuetta bronzea di lampadoforo da Tarragona della fi ne La sostituzione di Dioniso con Ercole aveva quindi l’in- dello stesso Dioniso, dio che muore e rinasce come l’uva nell’area vesuviana, che nell’ambito del culto domestico fi la di ciocche ondulate che formano sopra la fronte una dal mutare della pelle che costantemente si rinnova, sono del I secolo d.C. [Hispania Romana. Da terra di conquista a tento di celebrare la forza e la potenza della fi era e del che una volta distrutta rinasce sotto forma di vino, be- riservato ai Lari e ad altre divinità protettrici della casa e sorta di ciuffo rialzato (anastole). simbolo della forza vitale e generatrice della natura fi n provincia dell’impero, catalogo della mostra (Roma 1997), semidio, entrambi sottomessi dalla forza dell’amore. vanda sacra alla divinità. della famiglia come i Penati e il Genio, erano impiegati per Il bronzetto, che faceva coppia con un’altra statuetta dalle età più antiche. Milano 1997, p. 202, fi gg. 5 e 361, n. 105]. (F.C.) (Mi.R.) offrire loro sostanze odorose o piccole libagioni. Come i simile ma speculare (b), ripete un tipo assai diffuso (V.S.)

324 325 154. Sistro con gatti préliminaires aux religions orientales dans l’empire romain sostegno centrale talvolta fi gurato, più spesso in marmo, Il fulcrum, facente parte di un letto tricliniare con 165. Coppa biansata L’attingitoio è molto frequente nei servizi da mensa sia Bronzo, lunghezza 20,5 cm, larghezza 13 cm 27, Leyden 1972, pp. 98, 126]. erano collocati alle spalle dell’impluvio ed erano destinati struttura lignea e decorazioni applicate in bronzo, è Argento, h 6,2 cm, larghezza 15,5 cm in argento che bronzo.(E.D.C.) I secolo d.C. Secondo il Turcan, invece, il complesso pompeiano sareb- a sostenere il vasellame in bronzo della casa. ornato inferiormente da un busto di fanciullo con folta I secolo d.C. Proveniente da Pompei (?) be da identifi care con la sede in cui i sabaziasti praticavano (M.R.B.) capigliatura resa a ciocche. La terminazione superiore Proveniente da Pompei, casa di M. Epidius Primus Napoli, Museo Archeologico Nazionale, le cerimonie del culto, comprendenti la rievocazione della è costituita da una testa di mulo con collo inarcato sul (I, 8, 14) 169. Cratere senza numero di inventario nascita di Sabazio, sacrifi ci presso il suo altare, danze or- quale ricadono le folte chiome della criniera; il collo è Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 7484 Bronzo, h max 83,5 cm, ø orlo 39,4 cm, giastiche, banchetti e altre liturgie rumorose, richiamate 157. Sostegno di pentola ricoperto da un pettorale di stoffa con disegno a rete base 24 x 24,5 cm Il manico, confi gurato, mostra, su una basetta quadrata, dai simboli presenti sulle mani di bronzo, ma anche da Ferro, h 21 cm, larghezza 27 cm realizzato in agemina di argento. Il campo del fulcrum è Presenta una vasca emisferica con fondo ad anello. Le Fine del I secolo a.C. - I secolo d.C. la divinità egiziana Bes, sovrastato dalla testa di Hator, iscrizioni (la parola antrum, il nome di Sextilius Pyrricus, I secolo d.C. ornato da girali nascenti da un cespo di acanto realizzati anse a nastro sono impostate verticalmente sulla parete, Proveniente da Pompei. sua compagna, divinità della musica e dell’amore, la cui appartenente a un mimo danzatore) e dipinti parietali Proveniente da Pompei in agemina di argento e rame. con un attacco a testa di cigno, e all’altezza dell’orlo dove Napoli, Museo Archeologico Nazionale, presenza accresce la valenza apotropaica del sistro stesso. (la coppia Dioniso-Mercurio, la fi gura di un Priapo) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, s.n. (E.D.C.) risultano sovrapposte da una linguina piatta. La vasca è invv. 73098 e 116002 (sostegno) In alto, al centro della parte curvilinea, una gatta acco- presenti nell’edifi cio [R. Turcan, Sabazios à Pompéi, in decorata esternamente da baccellature mentre sotto l’orlo vacciata; in basso, gatto seduto. Ercolano 1738-1988. 250 anni di ricerca archeologica, atti Questo oggetto, poggiato sul focolare al disopra della è una fascia ornata internamente da cerchietti. Il cratere era il principale recipiente destinato al banchet- (M.R.B.) del Convegno Internazionale (1988), a cura di L. Franchi brace, era destinato a sostenere recipienti di terracotta 162. Piatto Sul fondo è l’iscrizione, resa a puntini, con il nome del to, nel quale il vino veniva mescolato con acqua. Questo dell’Orto, Roma 1993, pp. 499-512]. per la cottura degli alimenti. Argento, h 1,8 cm, ø 20 cm proprietario Blaesiae Primae seguito dal valore ponderale bell’esemplare, uno dei meglio conservati tra quelli rinvenuti L’identifi cazione sacrale del complesso sarebbe confortata (M.R.B.) I secolo d.C. della coppa. negli scavi di Pompei, poggia su una alto e articolato supporto 155. Mano liturgica di Sabazio dalla non canonicità della pianta dell’edifi cio come abita- Proveniente da Ercolano Questa coppa, come anche i successivi reperti (invv. 7477, cilindrico modanato, che sorge su una base quadrangolare Bronzo, h 18,5 cm zione e dagli oggetti ivi rinvenuti, ricollegabili a Sabazio Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 25292 7481, 7483), costituiscono parte di un elegante servizio da sorretta da zampe ferine. Il corpo liscio del cratere, alto e slan- I secolo d.C. [R. Pace, Il Complesso dei Riti Magici a Pompei, in Rivista 158. Pentola mensa in argento. ciato, deriva dalla forma della ceramica greca tardo-classica. Proveniente da Ercolano di studi pompeiani VIII, 1997, pp. 73-97]. Terracotta, h 12,7 cm, ø 25,3 cm Piatto circolare di medie dimensioni con bacino legger- (E.D.C.) L’orlo è ornato da una fi la di fogliette stilizzate delimitate da Napoli, Museo Archeologico Nazionale, L’ubicazione del santuario nel quartiere meridionale della I secolo d.C. mente concavo, piccolo piede e orlo estrofl esso elegante- un giro di piccolissime perle; sulla parte inferiore, una serie di depositi, inv. 5506 città, non lontano dall’anfi teatro e dalla Schola Armatura- Proveniente da Pompei, località imprecisata mente decorato con una serie di ovuli nel giro più interno baccellature epidermiche separate da un elemento a freccia. rum sarebbe inoltre giustifi cata dalla frequentazione dei Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 15270 e a kyma lesbio lungo la conferenza esterna; le due anse, 166. Brocca Le anse strigilate sono applicate alla vasca mediante appliques Mano con le dita piegate nel gesto della benedizione an- luoghi da parte dei gladiatori che erano tra i principali se- decorate con un motivo fl oreale, sono state fuse separa- Argento, h 16,8 cm, ø 11 cm confi gurate a testa di vecchio sileno barbato – personaggio cora in uso nel rito cristiano latino, poggiata su una base guaci di questo culto che, secondo il Turcan, sarebbe stato La pentola presenta un largo orlo a tesa appiattita con tamente e saldate all’orlo del piatto mediante due teste I secolo d.C. della mitologia greca connesso alla cerchia di Dioniso – che rettangolare cava, munita di quattro peducci. Modellata introdotto in Campania da Spartaco e dai suoi compagni. solcatura. La parete è dritta con vasca profonda e carenata. di oca rappresentate di profi lo e fi nemente cesellate per Proveniente da Pompei, casa di M. Epidius Primus allude appunto al mondo del vino e del banchetto, con barba fi no al polso è carica di simboli resi a rilievo. Reca in alto La sua posizione decentrata avrebbe, inoltre, risparmiato Si tratta di una forma utilizzata in cucina e largamente rendere con molta verosimiglianza il piumaggio e l’occhio (I, 8, 14) e capigliatura molto mosse, ma rese in maniera calligrafi ca. tra le dita il fulmine di Zeus già tenuto da un’aquila di cui ai sabaziasti controlli più frequenti da parte delle autorità diffusa in area vesuviana. dell’animale; la decorazione, pur nella sua semplicità, è di Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 7477 Non si ha la certezza che questo cratere fosse parte di un restano gli artigli, sul polso la fi gura di una donna recum- che uffi cialmente avevano vietato la partecipazione a un (E.D.C.) notevole effetto anche grazie all’uso della doratura, di cui servizio da tavola di una casa pompeiana o se costituisse bente con in grembo un bambino e accanto un animale culto considerato scandaloso. restano poche tracce, che mette in risalto i particolari. Brocca con collo troncoconico, spalla defi nita e corpo solo un elemento di arredo di un certo pregio. (gallo?), incorniciata da una volta di grotta. Al di sopra di Alla luce di tale interpretazione, le mani di bronzo Il piatto, insieme ad altri piatti, coppe e coppette di rastremato verso il fondo piatto. L’ansa verticale a nastro (M.R.B.) questa è una mensa con una pigna al centro, a destra è un avrebbero avuto, quindi, una funzione esclusivamente 159. Padella identica decorazione, faceva parte di un servizio da mensa ingrossato è impostata verticalmente all’altezza della vaso sormontato da un’ara con il fuoco acceso. Sul pollice liturgica: esse rappresentavano il dio stesso, la sua presenza Bronzo, lunghezza 48 cm, ø 28,3 cm, h 4 cm (argentum escarium) di un certo pregio proveniente da spalla e sull’orlo con due attacchi a forma di teste di gru è una pigna, sul dorso sono modellati un palmizio, una e onnipotenza e, come mostra la placca di Ampurias, I secolo d.C. Ercolano e andato in parte disperso. emergenti da un cespo d’acanto. 170. Mestolo testuggine, una lucertola, un caduceo, una bilancia (librae), venivano poggiate sull’altare posto nell’ampio peristilio, Proveniente da Pompei, casa dei Pittori (T.G.) (E.D.C.) Bronzo, lunghezza 39 cm, ø 8 cm una civetta, un serpente barbato e crestato che si allunga luogo di accoglienza dei fedeli, dal quale essi potevano (I, 12, 11), cucina I secolo d.C. sull’anulare e sul mignolo, rizzando la testa verso la mensa assistere anche alla rievocazione scenica della nascita di Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 13101 Proveniente da Pompei, officina del garum con due piatti e una pigna al centro, ora mancante. Seguono Sabazio che avveniva sul podio posto nell’ambiente 5, in 163. Mensula 167. Casseruola degli Umbricii, peristilio un paio di cembali, una focaccia o una patera, un ranocchio, posizione assiale rispetto all’altare. Presenta una vasca poco profonda e un orlo leggermente Argento, h 3 cm, ø 8 cm Argento, h 8 cm, lunghezza 29,5 cm, ø 16,8 cm Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 13095 una doppia tibia, un fl agellum, un sistro. (C.C.) estrofl esso. Il fondo è piatto; la parete è rettilinea con un I secolo a.C. - I secolo d.C. I secolo d.C. Nel palmo della mano è applicata una fi gura maschile piccolo beccuccio. Il lungo manico è a nastro appiattito Proveniente dall’area vesuviana Proveniente da Pompei, casa di M. Epidius Primus Presenta una vasca emisferica con orlo leggermente estro- barbata, vestita alla frigia, in posizione seduta, con i piedi con estremità circolare forata per la sospensione. La pa- Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 25546 (I, 8, 14) fl esso. Il manico è a nastro che si allarga verso l’estremità poggiati su una testa di montone e con le braccia alzate 156. Tavolo con sostegno configurato della rientra nel servizio da cucina della domus. Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 7481 formando un foro circolare per la sospensione. L’attacco nel gesto della benedizione latina, iconografi a nella quale Terracotta; parte figurata eseguita a stampo, (E.D.C.) Piccolo sostegno d’argento (mensula) di forma estre- del manico alla vasca è modanato con decorazione geome- si riconosce Sabazio, divinità traco-frigia della vegetazione h 89 cm, base 42 x 35 cm, piano 56 x 56 cm mamente semplice costituito da un piatto circolare La casseruola presenta una vasca emisferica e manico oriz- trica incisa. Il mestolo rientra come accessorio nel servizio già nota in Grecia nel V secolo a.C. e in età romana trapian- I secolo d.C. (prima del 79 d.C.). leggermente convesso sostenuto da tre piedini modellati zontale che si allarga all’altezza dell’orlo e alla estremità. da mensa e veniva utilizzato per versare liquidi. tata, come tanti altri culti orientali, nell’occidente latino Proveniente da Pompei, casa del Principe 160. Coppa a conchiglia a zampa di leone. L’orlo è arrotondato e leggermente estrofl esso. Il fondo è (E.D.C.) in assimilazione con altre divinità tra cui, le più comuni, di Montenegro (VII, 16, 10) Bronzo, h 6,5 cm, ø 19,2 cm Anche le mensulae facevano parte del servizio da mensa piatto. L’ansa presenta un motivo decorativo inciso con Zeus e Dioniso. Si conoscono circa cento esemplari di mano Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 126255 I secolo d.C. e venivano utilizzate come appoggio per piccole ciotole foglie d’edera e piccoli grappoli oltre a due tirsi contrappo- di questo tipo, la cui simbologia trova ampio riscontro in Proveniente da Pompei, insula occidentalis, adoperate per contenere salse o spezie. sti. Le casseruole, spesso impropriamente defi nite patere, 171. Askòs una lamina di bronzo rinvenuta in una necropoli presso Il piccolo tavolo, collocato presso l’impluvio nell’atrio di una casa di M. Fabius Rufus (VII, 16, 22) (T.G.) erano utilizzate nel servizio da mensa per i liquidi anche se Bronzo, h 14,5 cm, lunghezza 20 cm Ampurias, in Spagna [A. Garcia y Bellido, Una deidad grande casa riccamente decorata, è sorretto dalla possente Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 14007 non è da escludere un loro uso polifunzionale. Raramente I secolo a.C. - I secolo d.C. oriental en la Espagne romaine, in Revista de Arquelogia fi gura di Atlante, uno dei Titani che, secondo le più antiche realizzate in argento risultano molto più frequenti nel Proveniente da Ercolano 1, 3, 1952, pp. 345-361; R. Fellmann, Der Sabazios Kult, in narrazioni della mitologia greca, sosteneva sulle spalle il La coppa presenta la forma di una valva di conchiglia ed è 164. Cucchiaio vasellame bronzeo di area vesuviana. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 69167 Die orientalischen Religionen im römischen Reich, Etudes cielo e la terra. Tale iconografi a del gigante, inginocchiato e caratterizzata da una testina con le sembianze di un sacer- Argento, lunghezza 14,8 cm, ø vasca 3,7 cm (E.D.C.) préliminaires aux religions orientales dans l’empire romain con le braccia piegate in alto, è rimasta in uso, non soltanto dote isiaco. La nuca è forata per il passaggio di un anello I secolo a.C. - I secolo d.C. Questo vaso dalla raffi nata e complessa decorazione, destina- 93, Leyden 1981, p. 338, tav. IV], i cui simboli e personaggi in età romana ma anche in epoche successive, sia come mobile per la sospensione. Le coppe a conchiglia, tradizio- Proveniente dall’area vesuviana to a contenere e versare liquidi, la cui forma richiama quella riassumono tutta la teologia sabaziaca. sostegno di elementi architettonici che con funzione orna- nalmente identifi cate in area vesuviana come stampi da Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 25408 168. Simpulum dell’otre, è caratterizzato dal corpo a sacco compresso nella Il pezzo ercolanese, insieme alle due mani provenienti da mentale in elementi dell’arredo domestico. In questo modo pasticceria, erano in realtà utilizzate per le abluzioni o per Argento, h 10,4 cm, ø 6 cm parte inferiore, collo largo e ampia bocca ovale, con l’orlo Pompei (invv. 10485, 10486) e a un’altra mano trovata nei è rappresentato anche nel piccolo tavolo pompeiano, dove versare un liquido in particolare durante il banchetto. Il cucchiaio da zuppa (ligula) è costituito da un manico I secolo d.C. ornato da una fi la di ovoli. L’ansa, complessa e articolata, pressi di Napoli e conservata alla Biblioteca Nazionale di il corpo possente rappresentato nella tensione dello sforzo, (E.D.C.) rettilineo innestato a gomito con terminazione a pomello Proveniente da Pompei, casa di M. Epidius Primus ha la forma di un ramo stilizzato dall’andamento sinuoso, Parigi (inv. 1064), costituiscono un singolare documento mette in evidenza ogni muscolo; la testa è abbassata, e la e vasca di forma ovoidale. (I, 8, 14) reca nella parte superiore una grande foglia che si solleva a dell’infi ltrazione del culto orientale di Sabazio nella sfe- folta, lunga barba ondulata ricade sul petto. I consistenti Questo tipo di cucchiaio si trova ampiamente diffuso Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 7483 formare una voluta, mentre sull’orlo del vaso è affi ancata da ra religiosa del territorio vesuviano, dove il dio sarebbe resti di stucco di colore bianco diffusamente conservati 161. Fulcrum nei servizi da mensa (argentum escarium) provenienti due fi gure di capro accovacciato; l’innesto al corpo, invece, è stato particolarmente venerato come protettore delle fanno credere che alcuni particolari della fi gura potessero Bronzo con agemina di argento e di rame, h max 21 cm, dall’area vesuviana, se ne conoscono, infatti, molti L’attingitoio presenta una vasca emisferica con fondo sottolineato da una grande foglia originata da due altre foglie partorienti, identifi cabili con le fi gure di recumbenti essere resi con colori sovraddipinti. Il piano del tavolino, lunghezza max 32 cm esemplari pressoché simili per la forma della coppa ma piatto. L’orlo è arrotondato e defi nito da una solcatura. Il dalle quali nascono due brevi rami che terminano con una raffi gurate sulle mani, e a Pompei avrebbe avuto un’area lacunoso, è modanato nei bordi, dove recava un ornamento I secolo d.C. con numerose varianti nella conformazione del manico, manico verticale è a nastro modanato e si imposta diret- voluta a due foglie che, unendosi, formano una palmetta; di culto denominata Complesso dei Riti magici, da cui simulante un gocciolatoio a testa leonina su ciascun lato. Proveniente da Pompei, insula occidentalis, in particolare della parte terminale resa in modo più o tamente sull’orlo. Il lato esterno del manico è decorato tra esse è la fi gurina di un amorino che sembra tenere tra le provengono i due esemplari pompeiani [V. Tran Tam Secondo le testimonianze degli autori latini [Varr., De casa di M. Fabius Rufus (VII, 16, 22) meno elaborato. da motivi geometrici resi da corti tratti, corimbi e foglie braccia un piccolo animale. Tinh, Le culte des divinités orientales en Campanie, Etudes Lingua latina V, 125], tavoli di questo tipo con un unico Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 13114 (T.G.) d’edera. (M.R.B.)

326 327 172. Patera hanno fatto supporre una produzione locale), ma anche in 179. Sostegno di lucerna Proveniente da Pompei azzardo come i precedenti, che prevedevano l’uso di un 188. Pedina da gioco con ritratto femminile Bronzo e argento, lunghezza 35,2 cm, altre regioni dell’impero, come in Gallia e in Renania. Bronzo, h 14,4 cm, ø 12,8 cm Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 76892 piano da gioco e di pedine. Avorio, ø 2,8 cm, spessore 0,3 cm ø 22,2 cm, h 4,8 cm (M.R.B.) I secolo d.C. (M.R.B.) I secolo d.C. I secolo d.C. (prima del 79 d.C.) Proveniente da Pompei (?) Questo strumento a fi ato, restaurato e ricomposto nei Proveniente da Roma, Tevere Proveniente da Ercolano Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 72303 suoi singoli elementi su un supporto moderno, era forma- Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 73437 176. Bicchiere to da una canna di legno forata con un numero variabile 185. Dadi alle Terme, inv. 7839 Vetro soffiato a stampo, h 13,5 cm, ø 7 cm In questo esemplare, pregevole per la complessa ornamenta- di buchi, avvolta in lamine di bronzo, con il bocchello di Osso; inv. 519257: lunghezza 1,3 cm, larghezza 1,32 cm, Il recipiente, a vasca circolare con una zona rilevata al Seconda metà del I secolo d.C. zione “a giorno”, la parte superiore, destinata ad accogliere avorio. È questo uno dei pochi esemplari di tibia rinve- h 0,7 cm. Inv. 519258: lunghezza 1,2 cm, larghezza Pedina da gioco di forma circolare decorata sul dritto da centro, reca un manico rettilineo, cilindrico, scanalato che Proveniente da Pompei la lucerna, è lievemente svasata e ornata da semplici moda- nuti a Pompei, che serviva per accompagnare forme par- 1,2 cm, h 1,3 cm. Inv. 519259: lunghezza 1,3 cm, una fi gura femminile, piuttosto stilizzata, di profi lo verso termina con una bella testa di Medusa, essere mostruoso Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 111412 nature; essa poggia su tre piedi terminanti a zampa ferina, ticolari di recitazione. larghezza 1,2 cm, h 1,3 cm. Inv. 519260: lunghezza destra, raffi gurata fi no all’altezza del seno; sul retro è incisa della mitologia greca, caratterizzata da un groviglio di congiunti da un unico elemento a nastro disposto a stretto fe- (M.R.B.) 1,3 cm, larghezza 1,15 cm, h 1,2 cm. Inv. 519261: un’iscrizione: IIII/Δ. La fi gura femminile veste un chitone serpenti annodati sotto il mento; l’attacco tra la testa e Ad eccezione di una fascia non decorata, nella parte infe- stone, nel quale si inseriscono sottili racemi stilizzati a voluta, lunghezza 1,2 cm, larghezza 1,2 cm, h 1,3 cm fi ttamente pieghettato, chiuso sulla spalla, con scollatura a la parte rettilinea dell’ansa è evidenziato da un cordolo riore è completamente coperto da elementi ornamentali mentre negli spazi vuoti lungo il bordo superiore si inseriscono I secolo d.C. V. La donna ha un volto paffuto, evidenziato da pieghe di d’argento, mentre all’innesto con la vasca è una placchetta consistenti in elementi vegetali stilizzati disposti su più piccole volute con un elemento a foglia stilizzata. 183. Dadi in osso Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi adipe sul collo, fronte bassa, naso piuttosto lungo caratte- cuoriforme ornata con una coppia di sottili rami con registri, separati ciascuno da una fi la di punti a rilievo. Questo tipo di sostegno, che rappresentava un’alternativa Osso, 2,5 x 2,5 cm (18686); 2 x 2 cm (18691); 2 x 2 cm Roma, Museo Nazionale Romano, invv. 519257, 519258, rizzato da un’unica linea che ne collega il dorso alla fronte foglie terminanti ciascuno con un bottoncino a rilievo, Sotto l’orlo, coppia di sottili linee incise. più comoda e maneggevole al candelabro a stelo, sembra (18689); 2 x 2 cm (27353); 2 x 2 cm (27358); 1 x 1 cm 519259, 519260, 519261 e mento pronunciato; porta i capelli, lievemente ondulati, in argento. Si tratta di un tipo di recipiente molto diffuso Bicchieri di questo tipo, connotati da una certa varietà di aver avuto grande diffusione a partire dall’età augustea, (27323); 1 x 1 cm (27333) legati sulla nuca a formare uno chignon e indossa un lungo nel I secolo d.C., i cui esemplari si differenziano solo per elementi ornamentali, erano prodotti ancora nel 79 d.C., agli inizi del I secolo a.C., momento in cui sarebbero stati Età imperiale Numerosissimi ritrovamenti di dadi testimoniano l’amore orecchino a cerchio che giunge a toccare la spalla. Davanti le numerose varianti dell’ornamento dell’ansa. come attestano gli scavi delle città vesuviane. È possibile creati gli esemplari più eleganti e raffi nati. Provenienza sconosciuta dei romani per i giochi, specialmente per quelli da tavolo alla donna si trova un oggetto, terminante a punta, di (M.R.B.) che, oltre che nella stessa Campania, venissero prodotti (M.R.B.) Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, invv. e d’azzardo. In età imperiale era consuetudine giocare con incerta interpretazione. La fi gura femminile è uguale a anche nelle regioni del Mediterraneo orientale, come AC 18686, 18691, 18689, 27353, 27358, 27323, 27333 due o tre dadi: risultava vincitore colui che totalizzava il quella intagliata su un’altra pedina da gioco, conservata a indicherebbero alcuni rinvenimenti a Cipro e in Siria. punteggio più alto. La combinazione più fortunata era Parigi nel Cabinet des Médailles, interpretata da Alföldi [E. 173. Brocca (M.R.B.) 180. Lucerna monolichne Il gioco dei dadi, detti in latino tesserae, conobbe grande costituita dall’uscita di tre sei, e veniva chiamata Venus Alföldi Rosenbaum, The Muses on Roman Game Counters, Bronzo, h 17,9 cm, ø 12,9 cm Bronzo, lunghezza 16 cm, ø disco 7 cm, h 11,8 cm fortuna nel mondo romano ed è ampiamente attestato (il colpo di Venere), mentre quella più sfortunata (tre in Muse IX, 1975, p. 14, n. 8 e p. 16] come una Musa, in par- I secolo d.C. Seconda metà del I secolo d.C. dalle fonti letterarie e iconografi che. I passatempi in cui uno), canis. ticolare Erato, con raffi gurato dinanzi uno scrinium. Questa Proveniente da Pompei, casa del Menandro (I, 10, 4) 177. Braciere Proveniente da Pompei (?) i dadi erano utilizzati erano dei più vari, da quelli d’az- (G.B.) defi nizione, tuttavia, pone alcuni problemi, in quanto le Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 5017 Bronzo e ferro, h 21,5 cm, ø max 55 cm Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 72219 zardo in cui bisognava realizzare il punteggio più alto a tessere facenti parte della serie con rappresentazione delle I secolo a. C. - I secolo d.C. quelli relativi a giochi da tavolo. Gli stessi imperatori ne muse, recano sul dritto un loro ritratto e sul retro il nome Brocca trilobata con orlo arrotondato, collo cilindrico, Proveniente da Pompei La lucerna, con piede ad anello, poteva essere poggiata su erano spesso accaniti giocatori, come Augusto e Nerone, 186. Dado truccato corrispondente inciso, a differenza della pedina in esame. spalla alta decorata da cerchi concentrici e corpo glo- Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 73011 un candelabro del tipo di quello descritto sopra. Il lungo e vi scommettevano ingenti somme. Il gioco d’azzardo Osso, 2 x 2 cm Lo scrinium, inoltre, non è attestato come attributo delle bulare. Il fondo è piatto. L’ansa a nastro è sopraelevata e becco è affi ancato da due rosette con i petali ben distinti; con i dadi, largamente attestato, era di regola vietato, a I secolo d.C. muse, in particolare per Erato, sempre accompagnata dalla impostata verticalmente all’altezza della spalla e sull’orlo. È formato da un recipiente in ferro, destinato a contenere il serbatoio reca un coperchietto con presa formata da una eccezione del periodo festivo dei “Saturnali” nella seconda Proveniente da Pompei cetra. La fi gura femminile intagliata sulla pedina mostra, L’ansa, decorata da costolature di cui quella centrale as- la brace, che resta inserito entro la parte esterna, in bronzo. perlina, un dischetto e una perlina forata in cui è inserita metà di dicembre. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 119370 invece, alcune caratterizzazioni, quali il tipo di pettinatura sume la forma di una leontè, si innesta sull’orlo con una La parte superiore di essa termina con una dentellatura a la catenella che unisce il coperchio alla lucerna. La grande I dadi antichi, così come quelli moderni, hanno i numeri con chignon, il volto paffuto e le linee sul collo, che la protome leonina con alle estremità due rotelline perlinate. giorno, mentre due spesse modanature aggettanti, ornate ansa, a doppio bastoncello, termina con una foglia cuori- da uno a sei incisi su ciascun lato, disposti in modo tale Questo esemplare, a differenza degli altri, presenta un ac- fanno identifi care come un ritratto. Queste caratteristiche Sul corpo l’innesto presenta invece un elemento circolare da un delicato motivo a fogliette stilizzate, interrompono forme stilizzata che fungeva da rifl ettore. che il totale dei numeri su facce contrapposte sia sempre corgimento particolare: nella cavità che si vede sulla faccia sono state individuate [Caravale 1994, pp. 90-91, note 4-5] perlinato, sul quale poggia una zampa leonina, decorato il corpo liscio del braciere. Esso è sostenuto da tre piedi È uno dei tipi più diffusi nella seconda metà del I secolo eguale a sette. segnata da quattro cerchielli era stato inserito del materia- come tipiche dei ritratti di Arsinoe III Filopatore, moglie da girali e fi ori di loto. La brocca trilobata rientra nel a grossa zampa leonina, applicati al bordo inferiore me- d.C. Dei sette dadi qui presentati, quattro sembrerebbero le più pesante, come il piombo o la cera, che condizionava di Tolomeo IV, regina tolemaica, la cui immagine è nota servizio da mensa in bronzo. diante una palmetta nascente da girali che originano due (M.R.B.) far parte di due coppie mentre gli altri sono tutti diversi la caduta del dado sempre su una delle facce. da monete e sculture. È probabile che in questo caso gli (E.D.C.) palmette laterali, traforate, le cui foglie formano eleganti per misure e per modalità di realizzazione dei cerchiel- (M.R.B.) artigiani si siano ispirati in particolare a ritratti su monete volute stilizzate. Il braciere portatile, conosciuto nelle sue li indicanti i numeri. I cerchielli sono incisi o impressi a che, essendo resi di profi lo entro uno spazio circolare, diverse forme e varianti dai numerosi esemplari ritrovati 181. Lucerna bilichne doppio contorno in grandezza variabile e in varie fogge, potevano essere agevolmente riprodotti sulle pedine da 174. Imbuto soprattutto a Pompei, era non soltanto un elemento di Bronzo, lunghezza 13,2 cm, ø disco 5 cm, h 3,7 cm mentre un esemplare presenta degli incassi tondi entro 187. Pedine gioco. La raffi gurazione sulla pedina della regina egiziana Bronzo, h 23,8 cm, ø 15,5 cm arredo, ma costituiva il sistema di riscaldamento per Seconda metà del I secolo d.C. i quali, probabilmente, doveva esservi inserito un mate- Pasta vitrea nera (519262, 519265, 519266); pasta vitrea non deve, comunque, indurre a datare il manufatto in età I secolo d.C. singoli ambienti più diffuso nella casa romana. Proveniente da Pompei riale di diverso colore. bianca (519263, 519264, 519267); osso (519268, 519269) ellenistica, poiché sta a indicare solamente un rimpianto Proveniente da Pompei, casa I, 14, 12, amb. 2 (M.R.B.) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 72257 (F.C.) Dimensioni: inv. 519262: lunghezza 1,8 cm, per il periodo precedente alla conquista romana dell’Egitto Pompei, Magazzino Archeologico, inv. 43479 larghezza 1,7 cm, spessore 0,4 cm. Inv. 519263: e per i suoi regnanti. La lucerna, a due becchi e con piccolo piede ad anello, reca lunghezza 1,6 cm, larghezza 1,6 cm; spessore 0,35 cm. Queste pedine circolari in avorio e osso, di fattura molto Presenta una vasca a forma di calice decorata esterna- 178. Candelabro porta lucerna al centro della vasca una risega per l’inserimento del coper- 184. Due coppie di dadi da gioco Inv. 519264: lunghezza 1,8 cm, larghezza 1,7 cm, raffi nata, delle quali ancora non si conosce per quale tipo mente da sottili linee concentriche incise. L’orlo è forte- Bronzo, h 139,5 cm chietto, con superfi cie convessa e bordo concavo; ai lati dei Osso, 0,9 x 0,9 cm; pietra sovraddipinta, 1,8 x 1,8 cm spessore 0,35 cm. Inv. 519265: lunghezza 1,6 cm, di gioco fossero adoperate, ebbero un periodo di produ- mente svasato e arrotondato. Il cannello lungo e sottile Inizio del I secolo d.C. becchi, sulla vasca, sono due rosette stilizzate con petali dif- I secolo d.C. larghezza 1,6 cm, spessore 0,4 cm. Inv. 519266: zione dalla prima età augustea fi no all’epoca neroniana. è di forma troncoconica. Si tratta del tipo di imbuto più Proveniente da Pompei ferenziati. L’ansa a bastoncello a sezione quadrangolare, ter- Proveniente da Pompei lunghezza 1,4 cm, larghezza 1,3 cm, spessore 0,4 cm. È stato ipotizzato il loro uso per il gioco delle dodici li- attestato in area vesuviana e usato essenzialmente nel Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 73048 mina con una maschera di sileno – connotata dalle piccole Napoli, Museo Archeologico Nazionale, Inv. 519267: lunghezza 1,7 cm, larghezza 1,8 cm, nee oppure per quello dei latrunculi, o forse per un altro servizio da cucina. orecchie appuntite – di raffi natissima esecuzione, che nasce invv. ant. 4451 e 120001 spessore 0,4 cm. Inv. 519268: ø 2,81 cm, spessore di origine alessandrina ancora sconosciuto. Il principale (E.D.C.) Il candelabro ha un alto fusto rastremato che nasce da da un fi ore campanulato a quattro petali. Il volto, largo, si 0,2 cm. Inv. 519269: ø 1,62 cm, spessore 0,21 cm centro di fabbricazione di queste tessere fu sicuramente un calice a bocciolo, separato dalla parte inferiore da un caratterizza per gli zigomi ben evidenziati, con la fronte per- La prima coppia di dadi, ben conservati nella loro integri- I secolo d.C. Alessandria d’Egitto, da cui poi si diffusero in molte re- piattello aggettante; poggia su tre zampe feline, ciascuna corsa da una ruga curvilinea; la capigliatura, disposta sulla tà, reca su ciascun faccia i valori – da 1 a 6 – nitidamente Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi gioni dell’impero. Le pedine, di piccole dimensioni, sono 175. Brocca poggiata su un piccolo zoccolo modanato, tra le quali sono fronte in una doppia fi la di riccioli e ornata con una palmetta segnati con cerchielli incisi a doppio contorno. Roma, Museo Nazionale Romano, invv. 519262, 519263, ornate sul dritto da motivi propri del repertorio fi gura- Vetro soffiato incolore, con riflessi verdi, h 24 cm foglie di edera con nervature rilevate. La parte superiore, alla sommità, scende ai lati del volto formando un boccolo L’altra coppia è realizzata in una materia, come la pietra, 519264, 519265, 519266, 519267, 519268, 519269 tivo alessandrino, impiegati per decorazioni di mosaici, I secolo d.C. su cui era poggiata la lucerna, è raccordata al fusto me- ricurvo. Il volto è coperto da una folta barba appuntita, men- inconsueta per questo tipo di oggetti; in essi i cerchielli lucerne e monete; sul retro recano, invece, incisi su due Proveniente da Pompei (?) diante una base slargata e modanata; essa termina in for- tre nei baffi , lunghi e spioventi, un delicato lavoro a punta di indicanti i valori numerici sembrano realizzati in materia Le pedine, realizzate sia in pasta vitrea bianca o nera che righe, numerali da 1 a 15, resi in caratteri greci e romani, Napoli, Museo Archeologico Nazionale, ma di calice ornato con piatte foglie stilizzate nella parte bulino individua le singole ciocche sottili. Gli occhi, sotto diversa, forse osso. in osso, venivano impiegate nei giochi da tavolo, molti dei fra i quali si trova spesso un’iscrizione che consente di senza numero di inventario inferiore, e una fi la di fogliette stilizzate lungo l’orlo. l’ampia arcata sopracciliare aggettante, sono resi con molta I dadi erano utilizzati per diversi giochi, il più sempli- quali sono simili a quelli odierni, come il tris, il mulino riconoscere la raffi gurazione sulla faccia principale [cfr. Come altre suppellettili in bronzo, anche i candelabri en- cura: la pupilla è ben individuata e l’iride è forata. ce dei quali consisteva nel farli ricadere da un apposito (fi letto), l’alquerque e i latrunculi (questi ultimi molto Caravale 1994, pp. 88-89]. Questa grande brocca, dal corpo globoso schiacciato e piccolo trarono a far parte dell’arredo della casa romana quando, (M.R.B.) contenitore di forma troncoconica: il vincitore era colui simili alla nostra dama). (L.M.V.) piede ad anello, ha alto collo troncoconico, labbro estrofl esso dopo la conquista dell’Oriente e della Grecia, si venne a che realizzava il punteggio più alto; in un’altra variante La pedina in osso (inv. 519268), che reca incisa sul retro, appiattito; l’ansa, fortemente angolata, è costituita da un largo contatto con i prodotti di raffi nato artigianato di quelle del gioco – quello del “pari e dispari” – invece il vinci- su due righe, l’indicazione del numerale sette in caratte- nastro strigilato, lavorato separatamente. Questa forma ebbe civiltà, sicché dal I secolo dell’impero essi diventarono 182. Strumento musicale (tibia) tore era colui che, rispetto al numero risultato dal tiro, ri latini e greci, veniva impiegata nel gioco del duodecim 189. Pedine da gioco grande diffusione nel corso del I secolo d.C. non soltanto in elementi comunemente presenti nella casa. Bronzo e avorio, lunghezza 40,8 cm aveva puntato sul numero pari o dispari. Ma i dadi era- scripta, un’antica versione del backgammon. Osso, ø 3,1 cm; ø 3,5 cm Italia (i numerosi esemplari ritrovati a Pompei ed Ercolano (M.R.B.) I secolo d.C. no usati anche per altri giochi “da tavolo”, non di puro (G.B.) I secolo d.C.

328 329 Proveniente da Pompei, nel peristilio diffusione nel mondo romano. Il segno circolare centrale a camente piumata, con le zampe presso il bordo anulare. Proveniente da Milano, via del Mangano Questo ritratto, donato al Museo da papa Benedetto XIV che 205. Aghi crinali della casa V, 4, 1 (inv. 120299) volte impresso sui due lati delle pedine deriva dall’uso del Sul rovescio è inciso, in alto, il numero romano X (dieci) Milano, Civico Museo Archeologico, inv. A 1146 lo aveva acquistato, presenta la particolarità della capigliatura Osso, lunghezza 9,2 cm, lunghezza 11,3 cm, lunghezza Napoli, Museo Archeologico Nazionale, compasso usato nella delimitazione ad anello del bordo. e in basso Ι, il numerale corrispondente in greco. realizzata in marmo nero antico, acconciata secondo lo stile 10,5 cm, lunghezza 11,1 cm, lunghezza 14,3 cm invv. 119384 e 120299 Questo tipo di pedine decorate sono state ritrovate con (F.C.) La testa è troncata alla base del collo, con una frattura dell’imperatrice Faustina minore, che contrasta coloristica- I secolo d.C. frequenza in corredi funerari, anche di bambini. irregolare; il naso e il mento sono danneggiati. mente con il volto e il collo realizzati in marmo bianco. L’alta Proveniente da Pompei La prima di esse rappresenta la testa femminile di un In questo esemplare al dritto il bordo è sottolineato da L’immagine della donna, in età ancora giovanile, è ben carat- qualità di realizzazione del ritratto è esaltata dal busto in tas- Napoli, Museo Archeologico Nazionale, invv. 77441, personaggio in età matura, di profi lo, forse con intento un anello; nel campo è raffi gurato in rilievo un albero di 196. Pedina circolare con delfino terizzata nei tratti. La pettinatura si dispone sulla fronte in selli di marmo e di alabastro fi orito realizzato appositamente 119432, 77398, senza numero di inventario; Pompei, caricaturale: volto grasso e largo, naso piccolo e mento palma, stilizzato secondo un modello tipico del mondo Osso, ø 2,8 cm, spessore 0,3 cm una larga fascia formata da quattro fi le di riccioli a chiocciola, per accogliere il ritratto, sostenuto da una base di bronzo Magazzino Archeologico, invv. P12244, P55879 accentuato, con capigliatura acconciata in trecce avvolte egizio. Sul rovescio è inciso, in alto, il numero romano III Prima età imperiale forati al centro dal trapano, scende in due boccoli ai lati del dorato, anch’essa segno della particolare considerazione intorno al capo, e corta frangia che incornicia il volto. (tre) e in basso Γ, il numerale corrispondente in greco. Acquisto Pollak (1940) collo e pende in una grossa treccia, trattenuta da un nastro, accordata all’opera anche nel Settecento. L’ago crinale () era un oggetto molto usato nella toilette Sull’altro esemplare è rappresentata una testa maschile (F.C.) Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, sulla nuca (la parte posteriore non è rifi nita). (I.D.) femminile. Era un piccolo bastoncino – generalmente in con alto collo, corta capigliatura trattenuta da una benda inv. AC 18588 L’acconciatura richiama le immagini di Agrippina Mi- osso o avorio, ma poteva essere anche d’oro o d’argento sottile che lascia sfuggire una serie di ciocche compatte nore e di Poppea e i ritratti privati assegnabili al periodo o arricchito da gemme – con una estremità decorata e che sembrano terminare a ricciolo, identifi cata come il 192. Pedina circolare con busto femminile Sul dritto il bordo è sottolineato da un anello; al centro è claudio-neroniano. Il personaggio raffi gurato, una cittadi- 203. Specchio l’altra a punta. Era usato essenzialmente per fermare dio Hermes; sul rovescio, disposti su righi diversi, sono il Osso, ø 3 cm, spessore 0,2 cm raffi gurato in rilievo un delfi no. Sul rovescio è inciso, in na privata, vuole presentarsi perfettamente allineata alla Argento, lunghezza 22,4 cm, ø 13,4 cm la pettinatura o per dividere le ciocche dei capelli, ma numerale XIII, il nome Hermes, in caratteri greci, e due Prima età imperiale alto, il numero romano XI (undici) e in basso ΙΑ, il nu- moda del tempo, dettata dalle donne della casa imperiale. I secolo d.C. poteva essere adoperato anche come applicatore di lettere greche con valore di numerale. Acquisto Pollak (1940) merale corrispondente in greco. Anche il moderato realismo del ritratto corrisponde allo Proveniente da Pompei, I, 8, 14 cosmetici. Il forellino centrale presente in entrambi gli esemplari è la Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, (F.C.) stile dell’epoca. Pompei, Magazzino Archeologico, inv. P7480 Nei sei esemplari che qui si presentano simile è la forma traccia del compasso usato per la lavorazione del contorno. inv. AC 18584 Il ritratto è stato rinvenuto (nel 1888) fra i resti di un dell’ago, mentre varia è l’estremità decorata, che poteva Questo tipo di gettoni, recanti al diritto un ritratto, spesso edifi cio insieme ad una testa maschile, rappresentante un Lo specchio, di forma circolare, ha il manico – realizzato essere più o meno elaborata. Nel primo esemplare (inv. con intenti caricaturali, ispirato a personaggi della casa im- Sul dritto è raffi gurato in rilievo un busto femminile con 197. Pedina circolare privato con una pettinatura ispirata ai ritratti dell’impe- a parte e saldato – sagomato a forma di clava intorno alla 77441) è rappresentato, su una basetta, un volto femminile periale, e sul rovescio un numerale da I a XV, era usato in un panneggio e acconciatura con diadema, noto in numerosi Osso, ø 2,9 cm, spessore 0,3 cm ratore Claudio. Non è possibile dire se le due teste fossero cui parte superiore è avvolta la pelle di leone (leonté); con una doppia fi la di boccoli disposti a ventaglio sulla gioco da tavolo, del quale non si conoscono bene le regole, esemplari simili. La morbida pettinatura a ciocche ondulate e Prima età imperiale pertinenti allo stesso monumento o complesso (troppo quest’ultima, mediante le zampe anteriori costituisce fronte, mentre sul retro i capelli sono resi con semplici probabilmente inventato ad Alessandria d’Egitto dopo la nodo sulla nuca e i tratti del volto permettono di identifi care Provenienza sconosciuta scarse sono le notizie sul ritrovamento): nel caso si trat- l’innesto del manico allo specchio, mentre sulla faccia graffi ti e raccolti con un nodo dietro la nuca. Il tipo di conquista dell’Egitto da parte di Roma (30 a.C.). la testa come il ritratto di Livia, moglie di Augusto, identifi - Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, terebbe di una coppia di personaggi di rango della città opposta sono incrociate le zampe posteriori da cui fuo- pettinatura lo data all’età fl avia. La produzione è concentrata nella prima metà del I se- cata in questo caso con la divinità Salus. Il rovescio è liscio. inv. AC 18561 che ostentava l’adeguamento al gusto dell’epoca. riesce la coda. Il secondo esemplare (inv. 119432) presenta l’estremità colo d.C. e sembra concludersi con il regno di Nerone (F.C.) (R.I.) La clava e la leonté sono i caratteristici attributi di Ercole a forma di pigna, considerato simbolo di immortalità; il (54-68 d.C.). Il dritto è decorato da anelli concentrici. Sul rovescio è che richiamano il mito di Omphale, la regina che sedusse terzo una presa traforata (inv. 77398); il quarto (s.n.) un (M.R.B.) inciso, al centro, il numero romano VII. Il foro sul bordo l’eroe facendogli deporre le armi – la clava e la leonté ap- bustino femminile con copricapo frigio, dal quale spun- 193. Pedina circolare figurata con testa di Kronos serviva probabilmente per inserire la pedina, insieme alle 201. Busto femminile punto – con chiara allusione alla potenza della bellezza tano i capelli pettinati a riccioletti; il quinto (inv. P12244) Osso, ø 3,15 cm, spessore 0,3 cm altre, a un cordoncino o altro supporto.. Marmo bianco, h 58 cm, larghezza 44 cm, femminile. Si tratta di un tipo di grande eleganza assai termina con un bustino femminile dall’accurata pettina- 190. Lastra con tavole da gioco I-II secolo d.C. (F.C.) profondità 29 cm diffuso nella prima età imperiale. tura a melone, lacunoso sul retro e su basetta sagomata; il Marmo, h 48 cm, larghezza 80 cm, spessore 13 cm Acquisto Pollak (1940) II secolo d.C. (inizio) Lo specchio era uno degli strumenti più caratteristici sesto (inv. P55879), infi ne, presenta una fi gurina di Venere Età imperiale Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, Provenienza ignota (da Ufficio Esportazione. Roma) della toletta femminile. In uso sin dall’età del bronzo poggiata su una piccola base, che, nuda e con le braccia Provenienza sconosciuta inv. AC 18583 198. Pedina a forma di pesce Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 205116 presso tutte o quasi le culture mediterranee ed europee, sollevate, si acconcia o si strizza i capelli. È l’iconografi a Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, Osso, lunghezza 5,5 cm, h 1,5 cm forse originariamente con carattere rituale o magico per della dea che esce dal bagno (Venere Anadiomene), che inv. AC 11342 L’esemplare presenta sul lato principale due sottilissimi Età imperiale Il busto con testa ritratto è di proporzioni leggermente la sua connessione con il sole, di cui rifl ette i raggi, esso si ritrova frequentemente riprodotta in età romana con anelli concentrici sul bordo e, al centro, la testa di una Provenienza sconosciuta inferiori al vero; emerge da una foglia acantizzante, par- è un oggetto con una precisa connotazione culturale, funzione puramente decorativa. Base in marmo modanata forse riutilizzata come soglia; in divinità maschile, velata e con lunga barba raffi gurata a Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, zialmente conservata, secondo una tipologia diffusa in poiché è attributo esclusivo della donna. Vedere infatti (P.R.) questa fase venne incisa sulla lastra una grande damiera (8 rilievo. Sul rovescio è inciso, in alto, il numero romano inv. AC 18563 epoca fl avio-traianea [cfr. H. Sichtermann, in Eikones. la propria immagine rifl essa era considerato disdicevole x 8 caselle), ipoteticamente destinata a un gioco da tavolo XIII (tredici) e in basso ΙΓ, ovvero lo stesso numero espres- Studien zum griechischen und römischen Bildnis, a cura e segno di effeminatezza dagli uomini greci e romani detto ludus latrunculorum, che prevedeva l’uso di pedine so in lettere greche; al centro vi è il nome della divinità Questa pedina è realizzata a forma di pesce, i cui trat- di R.A. Stucky, I. Jucker, Bern 1980, pp. 168-172, tav. e ne veniva tollerato l’uso solo per i fi losofi dai quali 206. Bottiglie monoansate e aveva come fi ne la conquista delle pedine dell’avversa- sul dritto, Kronos. ti sono resi con sottili incisioni. Il numerale romano III 56 sgg.]. Indossa chitone e himation. La testa presenta lo specchio era ritenuto strumento per approfondire la Vetro verdastro, a stampo, h 29 e 24 cm, base 11,5 x 11,5 rio. Presso un lato corto della tavola fu inoltre intagliato un (F.C.) compare sul lato decorato. un’acconciatura piuttosto ricercata, con toupet di tipo conoscenza di sé. cm e 10 x 10 cm piccolo schema per un gioco simile al moderno “fi letto”, in (F.C.) fl avio, composto da ricciolini a chiocciola con forellino Di forma tradizionalmente rotonda sia in Egitto che in I secolo d.C. parte interrotto per la presenza di un grosso foro, probabil- centrale. Tra il toupet e la fronte sono visibili due strette Grecia che a Roma, a disco semplice con manico o con pie- Proveniente da Pompei mente pertinente a un’ulteriore riuso della base. 194. Pedina circolare con cesto bande simmetriche, leggermente ondulate. Nella parte de, in metallo più o meno prezioso, se ne diffonde anche Napoli, Museo Archeologico Nazionale, invv. 118107, (F.C.) Osso, ø 2,85 cm, spessore 0,2 cm 199. Lastrone su trapezoforo posteriore i capelli, suddivisi in treccioline, formano una la forma quadrangolare a partire dal periodo fi nale della 13137 Prima età imperiale Marmo bianco, h 47 cm, lunghezza 51 cm, grossa crocchia. Il volto è un ovale allungato, con arco civiltà etrusca e poi soprattutto in età romana. Acquisto Pollak (1940) spessore 45 cm sopraccigliare rilevato; gli occhi sono a mandorla, con (P.R.) Queste bottiglie, dal corpo cubico più o meno allungato, 191. Pedina circolare con albero di palma Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, Seconda metà del II secolo d.C. iride segnata e pupilla semilunata. Il naso, leggermente breve collo cilindrico e orlo estrofl esso appiattito, hanno Osso, ø 3,5 cm, spessore 0,2 cm inv. AC 18587 Proveniente da Roma, santuario di Giove Dolicheno aquilino, è stato integrato alla punta. La bocca è carnosa, una breve ansa molto angolata e costolata, lavorata sepa- Prima età imperiale sull’Aventino il mento è ben distinto. 204. Pettine ratamente. Trovate in gran numero in botteghe e in abi- Acquisto Pollak (1940) Sul dritto il bordo è sottolineato da un anello; nel campo Roma, Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, inv. MC 9774 L’acconciatura ricorda molto quella di Marciana, sorel- Osso, 6,6 x 7,5 cm tazioni delle antiche città vesuviane, ma diffuse in tutto il Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, è raffi gurato, leggermente decentrato e a rilievo, un cesto la di Traiano, ma i tratti del volto fanno propendere per I secolo d.C. mondo romano, erano destinate a contenere liquidi; tutta- inv. AC 18586 di vimini da cui fuoriescono degli elementi, forse vegetali. Il mobile, frammentario, è formato da una spessa lastra di un’identifi cazione con Vibia Sabina, moglie dell’impe- Proveniente da Pompei via, come dimostrano le dimensioni – diverse, ma costan- Sul rovescio è inciso, in alto, il numero romano I (uno) e marmo con profi lo sagomato che poggia su un sostegno ratore Adriano. Questa iconografi a, in particolare, sem- Pompei, Magazzino Archeologico, inv. P52760 ti – degli esemplari noti, è probabile che esse siano state La pedina fi gurata, insieme ad altre sei qui presentate, in basso Α, il numerale corrispondente in greco. (“trapezoforo”) decorato con una testa di leone stilizza- bra risalire al 121-125 d.C., quando l’imperatrice ripro- utilizzate anche come misure di capacità. Oltre che per la dovevano essere probabilmente utilizzate per un gioco di (F.C.) ta terminante a zampa di felino e doveva probabilmente duce acconciature di epoca fl avia [per un confronto cfr. Piccolo pettine di forma rettangolare, in parte lacunoso, a conservazione di liquidi, come olio o vino, questo tipo di cui non si conosce la modalità ma che doveva essere di fungere da panca o da basso tavolino. Sulla tavola venne A. Carandini, Vibia Sabina, Firenze 1969, p. 140, n. 7, doppia fi la di denti, una delle quali leggermente più fi tta. contenitore, grazie alla particolarità della forma, risulta- origine egiziana, segnatamente alessandrina, e importato incisa in una fase successiva alla realizzazione, una tavo- fi gg. 21-22]. Vari sono i pettini ritrovati a Pompei, per lo più in legno va specifi camente adatto al trasporto, il che non esclude, a Roma a seguito degli stretti contatti culturali e politici 195. Pedina circolare con uccello la da gioco (tabula lusoria) formata da elementi circolari (S.B.) o in osso, più raramente in argento e in oro. Erano piccoli tuttavia, un suo utilizzo nel servizio da mensa. instauratisi dapprima con Giulio Cesare e poi con la con- Osso, ø 3,15 cm, spessore 0,3 cm disposti su tre fi le e conservata per metà, il che lascia sup- e avevano, come in questo caso, una doppia fi la di den- (M.R.B.) quista del 30 a.C. Questi gettoni continuarono a essere Prima età imperiale porre che il mobile fosse in origine più lungo. ti. Insieme agli aghi crinali, rappresentano i tipici ogget- prodotti sino al regno di Nerone (54-68 d.C.) e presentano Acquisto Pollak (1940) (F.C.) 202. Ritratto femminile ti dell’acconciatura femminile, che, per le signore delle spesso sul lato principale dei ritratti, anche caricaturali, di Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, Marmo bianco e marmo nero antico, classi più elevate era affi data all’ornatrix, a conferma del 207. Bottiglia monoansata personaggi appartenenti alla cerchia imperiale. inv. AC 18585 alabastro fiorito, h 65,5 cm fatto che la cura dei capelli era una delle principali occu- Vetro verdastro, a stampo, h 29,5 cm, ø 10 cm La presenza sul rovescio di numerali, di regola da 1 a 15, re- 200. Ritratto femminile 160-180 d.C. pazioni nelle attività legate alla cura della bellezza per le I secolo d.C. si in latino e greco, la lingua parlata nell’Egitto tolemaico, Sul dritto il bordo è sottolineato da un sottile anello; nel Marmo, h 34 cm, larghezza 22 cm Acquistato nel 1750 donne di rango elevato. Proveniente da Pompei permette di classifi care questi oggetti come destinati alla campo è raffi gurato in rilievo un uccello, dalla coda ric- Metà del I secolo d.C. Roma, Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, inv. MC 469 (P.R.) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 124374

330 331 Questo tipo di bottiglia, che si differenzia dalle preceden- Proveniente da Ercolano Proveniente da Roma, necropoli della via Labicana Proveniente da Roma, via dei Fori imperiali Orecchini a forma di rosetta, ornati al centro da una Un bracciale dello stesso tipo, datato intorno al 200 d.C. ti solo per la forma cilindrica del corpo, era meno diffusa Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 25041 (odierna Casilina), località Marranella. Scavi del 1919, (già via dell’Impero) perlina forata da un fi lo d’oro che la attraversa; sul retro circa, è presente nel Tesoro di Lione o dei Lazaristes [cfr. degli esemplari a base quadrata. È presente, tuttavia, sia in proprietà di Nazzareno Doddi e Augusto Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo il grano è chiuso da un elemento a X in oro, per impe- L’Oro dei Romani (op. cit., scheda 214), n. 196, fi g. 49, pp. in Italia che nelle regioni affacciate sul bacino del Me- Anello d’oro con verga sottile avvolta a spirale che si slarga Giovannelli; in una delle olle fittili di un colombario alle Terme, Medagliere, inv. 121668 dirne la caduta, su cui si impianta il gancio di chiusura, 259, 261]; una coppia di analoghi bracciali, ma con verga diterraneo occidentale, dove sono da localizzare i diversi a un’estremità per formare la testa del serpente e dall’altra Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo assottigliato a un’estremità. in lamina metallica cava più consistente, è conservata a centri di produzione. si assottiglia per rendere con grande verosimiglianza la alle Terme, Medagliere, corredo 10, inv. 77800 Collana formata da dodici maglie a cilindro con due La rosetta è prominente, bordata lungo la fascia esterna Berlino nello Staatliche Museen Preussischer Kulturbesiz, (M.R.B.) coda. Su tutto il corpo una serie di incisioni disegnano piccoli anelli alle estremità, ai quali si aggancia un fi lo da un fi lo perlinato. Un altro fi lo perlinato è disposto in- datata nella seconda metà del I secolo d.C. [cfr. R. Higgins, le scaglie della pelle; perdute le due piccole pietre inserite Piccolo pendente lavorato su entrambe le facce, con una sottile passante, in senso longitudinale, attraverso le sei torno alla perlina; tra questi due fi li perlati si dispongono, Greek and Roman Jewellery, (Second edition), London 1980, nelle orbite per rendere gli occhi. esecuzione a piani larghi e semplici, a causa della diffi cile perle e i sei prismi di smeraldo disposti alternativamente. lungo tutta la circonferenza, i petali della rosetta, resi p. 181, n. 3, tav. 62 C; L’Oro dei Romani (op. cit., scheda 208. Anforisco a bocca larga Questa tipologia di anelli, spesso realizzati anche in ar- lavorazione del materiale. Il rendimento accurato mette La chiusura, molto semplice, è costituita da un lungo accuratamente con sottile nervatura centrale, uniti nella 214), nn. 104-105, p. 245, fi gg. 152-153]. I bracciali in esame Vetro soffiato verde chiaro, h 27,5 cm, ø orlo 14,8 cm gento e bronzo, era molto diffusa in epoca romana poiché in risalto i particolari anatomici essenziali; sopra il taglio gancio ad anello. Questo tipo di collana è molto diffuso in parte superiore, mentre alle estremità sono intervallati da sono assegnabili, per il tipo di verga più sottile, nello stesso I secolo d.C. il serpente, legato ai culti egizi e orientali, aveva valore per la bocca è un forellino di sospensione trasversale. età imperiale romana, già dalla seconda metà del I secolo piccoli spazi vuoti, che conferiscono alla rosetta l’aspetto ambito cronologico del bracciale di Lione. Proveniente da Pompei (?) apotropaico ed era ritenuto portatore di fecondità; come Piccoli oggetti raffi guranti pesciolini o altri animali, quali d.C. e continua a essere adoperato nel corso di tutto il III di una lavorazione a giorno. (L.M.V.) Napoli, Museo Archeologico Nazionale, per le armillae dello stesso tipo si hanno numerose varian- anatre [cfr. ad esempio una piccola anatra in cristallo di secolo [cfr. Bordenache Battaglia 1983, pp. 141-142]. Gli orecchini, pur riproducendo nella struttura genera- senza numero di inventario ti: con due teste di serpente contrapposte, con la testa del rocca da Pompei, nel Museo Nazionale di Napoli, in Le Collane con lo stesso tipo di maglia di quella in esame e con le tipi ben noti [cfr. F.H. Marshall, Catalogue of the Je- rettile sollevata verticalmente, con le fauci aperte o chiuse, Collezioni del Museo Nazionale di Napoli, Roma 1989, p. alternanza di perle e smeraldi, datate al I secolo d.C., sono wellery, Greek, Etruscan and Roman in the Departments 219. Gemma con ritratto di Giulia Domna Il contenitore ha corpo conico arrotondato verso il fondo, con il corpo del serpente avvolto in più spirali. 226, n. 27], tartarughe e coniglietti, spesso in materiali conservate nel Museo Archeologico di Napoli [cfr. L. Pirzio of Antiquities British Museum, London 1911, n. 2396, p. montata a pendente dove termina con un bottone a globetto, imboccatura con (T.G.) preziosi, come il cristallo di rocca, la sardonica, l’avorio, Biroli Stefanelli, L’Oro dei Romani. Gioielli di età imperiale, 282, tav. LII], non trovano confronti puntuali per la loro Gemma in quarzo calcedonio verde scuro; montatura orlo svasato e due piccole anse ad anello impostate sotto l’ambra, ma anche in materiali più comuni, come l’osso o Roma 1992, p. 236, n. 42, fi gg. 79-80; n. 43, p. 236, fi g. 83]. forma particolare. in argento e diamanti di vecchio taglio, h totale 6,4 cm; l’orlo. Si è supposto che anforette di questo tipo, anche il vetro, sono stati frequentemente rinvenuti in sepolture Nel mondo romano sia le perle che gli smeraldi venivano (L.M.V.) gemma h 2 cm, larghezza 1,4 cm se lievemente diverse in alcuni particolari (anse, termina- 212. Anello con grande castone ovale e gemma incisa infantili. Tali manufatti sono spesso resi a tutto tondo e importati dall’Oriente. Le perle provenivano soprattutto Gemma di età severiana (inizio III secolo d.C.); zione a puntale) potessero far parte del servizio da mensa Oro, granato, ø castone 2,8 cm, lavorati accuratamente su entrambe le facce, ma a volte, dall’India e dall’Arabia, paesi nei quali si pescavano le montatura a pendente dei primi anni del Novecento ed essere utilizzate per il vino. ø gemma 1,7 cm, 26,34 g invece, la lavorazione è limitata a un solo lato, che viene ostriche perlifere [Plin., Nat. hist. IX, 106], e dalla costa 217. Pendente a forma di clava Proveniente dalla Leptis Magna (Siria), (M.R.B.) I secolo d.C. contrassegnato da un numero. Sembrerebbe certo l’uso egiziana del Mar Rosso. Plinio [Nat. hist. IX 112] parla Oro, battitura, h 3,2 cm, 1,27 g rinvenuta intorno al 1903, acquistata Proveniente da Larino (Larinum, nel Molise), di questi ultimi oggetti, caratterizzati dalla presenza di della grande richiesta di perle che si ebbe in seguito alla II secolo d.C. dalla signora Anna Farrugia in Ciacchi venduto al Ministero da Antonio Gioia. Restaurato un numero, come pedine da gioco. conquista romana dell’Egitto. Proveniente da Roma, via dei Fori imperiali Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo 209. Fusi Roma, Museo Nazionale Romano, Si segnalano analoghi pendenti a forma di pesciolini Per quanto riguarda gli smeraldi Plinio conosce l’esistenza (già via dell’Impero), da un colombario. alle Terme, Medagliere, inv. 124515 Osso, lunghezza 24,9 cm; rondella, ø 3,6 cm Palazzo Massimo alle Terme, Medagliere, inv. 34536 rinvenuti a Ercolano, anch’essi con indicate la pinna di numerose varietà, e cita l’India come luogo d’origine Entrato nelle collezioni del Museo nel 1939 (inv. P12503a); osso, lunghezza 20,5 cm; rondella, dorsale e le branchie e provvisti di forellino di sospen- [Plin., Nat. hist. IX, 37; 76-79]. Col termine smeraldo (di Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo Sulla gemma è accuratamente inciso, con minuzia di ø 3,9 cm (inv. P12245b) Anello d’oro con grande castone ovale che sorpassa il diame- sione fra i denti [cfr. L.A. Scatozza Höricht, I monili di origine greca, derivato dal persiano) nell’antichità veniva- alle Terme, Medagliere, inv. 121876 particolari soprattutto nel rendimento della capigliatura, I secolo d.C. tro dell’anello. Nella larga fascia d’oro del castone è inserita Ercolano, Roma 1989, p. 71, E 3102 C] e alcuni pesci in no chiamate tutte le pietre preziose di colore verde. il ritratto di Giulia Domna, seconda moglie di Settimio Provenienti da Pompei, I, 16, 5; Pompei, I, 14, 11.15 una gemma in granato, di taglio cabochon, con decorazio- cristallo di rocca, con simili caratteristiche, provenienti (L.M.V.) Il pendente a forma di clava, molto probabilmente di Severo di origine siriana, madre di Caracalla e Geta, Pompei, Magazzino Archeologico, inv. P12503a, ne incisa: una fi gura femminile stante, nuda, con volto di da Pompei [U. Pannuti, Museo Archeologico Nazionale di orecchino, è privo dell’alto gancio di sospensione. È re- imperatrice nel 193 d.C. [R. Calza, Giulia Domna, in inv. P12245b profi lo verso destra e corpo di tre quarti, regge con la mano Napoli. Catalogo della Collezione Glittica I, Roma 1983, so in foglia d’oro, con le nodosità della clava a forma di Enciclopedia dell’arte classica, antica e orientale III, 1960, destra una maschera scenica; ha il mantello avvolto sulle nn. 283-288, pp. 154-155]. Le rappresentazioni di pesci 215. Orecchino ad anello piccole protuberanze, ottenute mediante battitura [cfr. pp. 922-924]. In entrambi gli esemplari il fuso è formato da una asticella gambe, i capelli raccolti sulla nuca. Alle sue spalle è una sono comuni nei pendenti di età romana e compaiono Oro, ø 0,9 cm, 0,22 g E. Formigli, Tecniche dell’Orefi ceria Etrusca e Roma- L’imperatrice, raffi gurata di profi lo a sinistra con busto a sezione circolare con estremità arrotondata e con inserito colonna ionica eccessivamente rastremata verso l’alto. La anche sulle pietre degli anelli [I monili di Ercolano (op. Fine I - inizio II secolo d.C. na, Firenze 1985, pp. 104-106]. Nella parte inferiore la panneggiato, è caratterizzata da una pettinatura comples- un dischetto (girello) con il lato convesso decorato con fi gura, per la presenza della maschera scenica nella mano cit., supra), p. 68, E 3100 D, p. 80, nn. 169-173]. Il loro Proveniente da Roma, via dei Fori imperiali presenza di un foro dai margini irregolari, indica che la sa con capelli, bipartiti al centro della fronte, che scendono cerchi incisi. destra, è molto probabilmente identifi cabile con una Mu- valore di amuleti nasce nella cultura greca ed egiziana; i (già via dell’Impero), da un colombario clava era ornata da una pietra colorata o da una pasta ai lati del volto formando una serie di fi tte ondulazioni, Si tratta di uno strumento legato all’attività della fi latura, sa. L’incisione è piuttosto sommaria e non troppo accurata, pesci, inoltre, erano animali assai venerati da tutti i popoli Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo vitrea, attualmente mancante. Gli orecchini con pen- rese artifi ciosamente, che coprono le orecchie. Due trecce che veniva eseguita con fusi e contrappesi e che consisteva soprattutto nel rendimento plastico delle parti del corpo. orientali e soprattutto dagli Egiziani [cfr. O. Keller, Die alle Terme, Medagliere, inv. 121875 denti a clava, di forma variabile, sono un tipo piutto- seguono la linea delle bande laterali e si raccolgono in un nel confezionamento di gomitoli, con i quali si procedeva La posizione con il corpo inarcato, che trova sostegno ed antiken Tierwelt II, Leipzig 1913, p. 346]. sto diffuso; si possono citare a confronto un pendente nodo di forma appiattita sulla nuca. poi alla tessitura. equilibrio statico in un pilastrino o in una colonna, posti Nel mondo romano sia l’ambra, ma soprattutto il cristallo Orecchino ad anello di tipo molto semplice, costituito da di orecchino d’oro, dal mar Nero, nel British Museum, La pettinatura corrisponde alla foggia più tarda (accon- Oggetti di questo tipo sono stati rinvenuti molto frequen- sulla sinistra, è comune a una serie di fi gure femminili: di rocca, furono considerati materiali assai pregiati, co- un fi lo d’oro liscio, a sezione tonda, ripiegato a un’estre- datato al II secolo d.C. [cfr. Catalogue of the Jewellery ciatura di “secondo tipo”) adottata da Giulia Domna temente a Pompei in abitazioni e botteghe. soprattutto Afroditi, tipo Venus Victrix e Muse, che com- me afferma Plinio [Nat. hist., XXXVII, 11,30]; entrambi mità in modo da formare un anello, e dall’altra un gancio. (op. cit., scheda 216), n. 2412, p. 284, pl. LII] e un orec- che, nell’iconografi a uffi ciale, appare per la prima volta (P.R.) paiono nel repertorio della glittica di età ellenistica nel III, ebbero un grande successo a partire dalla prima età Questo tipo di orecchino, di derivazione ellenistica [cfr. chino a cerchio rigido con analogo pendente da Tortosa sull’arco di Settimio Severo a Leptis Magna (città da II secolo a.C. L’origine di tali raffi gurazioni va, probabil- augustea e si ha una persistenza del loro uso, anche se B. Pfeiler, Römische Goldschmuck des erstern und zwei- (Antaradus), Siria, anch’esso datato al II secolo d.C. [cfr. cui proviene la gemma in esame), datato tra il 203 e il mente, individuata non in tipi statuari o pittorici ben de- con una diffusione molto diradata, almeno fi no a tutta ten Jahrhunderts n. Chr. nach datierten Funden, Mainz L’Oro dei Romani (op. cit., scheda 214), p. 255, n. 156, 204 d.C. e nelle monete coniate nel 211 e nel 217 d.C., 210. Collana fi niti, ma piuttosto in una generica tipologia della fi gura la seconda metà del II secolo d.C. [cfr. Arte e Materia, 1970, p. 16, tipo 1], è molto diffuso in età imperiale ro- fi g. 208, con bibliografi a]. Due pendenti, di produzione o postume del 218 d.C. [cfr. F. Ghedini, Giulia Domna Oro e plasma di smeraldi, lunghezza 31 cm femminile stante, creata nel IV secolo a.C. e poi diffusa Studi sugli oggetti di ornamento di età romana, Acme 49, mana dal I al III secolo d.C., soprattutto in sepolture in- gallica, a forma di clava, forse per collana, fanno parte tra Oriente e Occidente. Le fonti archeologiche, Roma I secolo a.C. - I secolo d.C. nei secoli successivi [cfr. G. Sena Chiesa, Gemme del Mu- Milano 2001, p. 235, nota 11, pp. 239, 242]. fantili [Bordenache Battaglia 1983, pp. 114-115; Mistero del Tesoro di Thetford, datato alla seconda metà del IV 1984, p. 57 sgg.]. Un ritratto dell’imperatrice con busto Proveniente da Ercolano seo Nazionale di Aquileia, Padova 1966, pp. 117-118, tav. V, L’uso di piccoli oggetti in cristallo di rocca è attestato in di una fanciulla (op. cit., scheda 213), p. 81, n. 53; I monili secolo d.C. [cfr. L’Oro dei Romani, (op. cit., scheda 214), panneggiato e acconciatura resa con minuzia calligrafi ca, Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 24617 n. 88, pp. 118-119, n. 91]. L’anello, databile al I secolo d.C., ricchi corredi femminili di età imperiale romana, come ad di Ercolano (op. cit., scheda 213), pp. 46-47, nn. 42-43; A. p. 101, p. 273, n. 260, fi gg. 67, 287]. inciso su un berillo conservato al Metropolitan Museum, trova confronti con una gemma per anello conservata nel esempio il noto corredo di Vetralla, già datato nell’ambito D’Ambrosio, E. De Carolis, I Monili dell’Area Vesuviana, (L.M.V.) è molto simile al ritratto su gemma in esame [cfr. J.R. Collana di semplice fattura realizzata con maglie rita- Metropolitan Museum di New York, incisa sul lato conves- del I secolo d.C., ma successivamente collocato nella Roma 1997, pp. 31-32, n. 27, tav. II; in area romana dalla Mertens, The Metropolitan Museum of Art. Grece and gliate nella lamina a forma di otto, ripiegate a doppio le so, sulla quale è raffi gurata la Musa della Tragedia nuda, seconda metà del II secolo d.C. [cfr. Mistero di una fan- necropoli Collatina, cfr. S. Musco, in Roma. Memorie dal Rome, New York 1987, p. 142, fi g. 110]. Anche la bambola une nelle altre in modo da formare una catena; un cilin- con mantello avvolto sulle gambe, stante, volta verso sini- ciulla, catalogo della mostra (Roma, 1995-96), a cura di sottosuolo 2006, p. 289, II.394]. Spesso questi orecchini 218. Bracciale rigido a cerchio in avorio rinvenuta nel 1930 nel sarcofago della cosid- dretto di plasma di smeraldo, fi ssato con un fi lo d’oro, è stra, con una colonna alle sue spalle [cfr. G.M.A. Richter, A. Bedini, Roma 1995, pp. 89-97]. presentano un pendente in fi lo liscio, ornato da perlina, Oro, ø 5,1 cm, 25,05 g detta vestale Cossinia, a Tivoli, presenta un’acconciatura inserito a intervallo di ogni gruppo di tre maglie; la chiu- Catalogue of Engraved Gems Greek-Etruscan and Roman, Il pendente, rinvenuto nel 1919 entro un’olla fi ttile di o semplicemente perline infi late nel cerchietto. 200 d.C. circa che riprende quella di Giulia Domna, in questo caso, sura semplicissima è costituita da un piccolo gancio che Roma 1956, p. 71, n. 285, tav. XL] e con un analogo anello colombario, era l’unico elemento del corredo di una de- (L.M.V.) Proveniente da Roma, largo di Santa Susanna, però, di tipo giovanile [Bordenache Battaglia 1983, pp. si inserisce nell’ultima maglia impreziosita da una sfe- di buona fattura, della Collezione di Burton y Berry [cfr. posizione la cui datazione, da collocare probabilmente area del palazzo del Ministero dell’Agricoltura 133-134, fi gg. 8 a-c]. retta di smeraldo. Al centro è un piccolo pendente, un W. Rudolph, E. Rudolph, Ancient Jewelry from the Collec- nell’ambito della metà del I secolo d.C., non è stata sicu- Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo La gemma è stata inserita in un pendente databile, proba- crescente lunare (lunula) con le punte decorate da due tion of Burton y Berry, Indiana University 1973, p. 144, n. ramente accertata. 216. Orecchini a rosetta alle Terme, Medagliere, inv. 47265 bilmente, agli inizi del Novecento, con una elegante mon- minuscoli globetti. 118 c, tav. 118 con altri confronti]. (L.M.V.) Oro, perle, h 1,5 cm, ø rosetta 0,9 cm, 2,43 g tatura in argento, decorata da diamanti di vecchio taglio. (T.G.) (L.M.V.) II secolo d.C. Braccialetti rigidi a cerchio, modellati con un fi lo d’oro (L.M.V.) Proveniente da Roma, via dei Fori imperiali liscio a sezione circolare, con estremità assottigliate e 214. Collana d’oro con perle e smeraldi (già via dell’Impero), da un colombario. sovrapposte, avvolte l’una sull’altra a spirale, in modo da 211. Anello a corpo di serpente 213. Pendente a forma di pesce Oro fuso e battuto, perle, smeraldi, Entrato nelle collezioni del Museo nel 1939 formare un motivo decorativo. In origine le estremità dei 220. Anello con corniola Oro, ø 19 cm Cristallo di rocca, lunghezza 3,8 cm lunghezza 33 cm, 9,41 g Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo braccialetti avvolte a spirale erano mobili, per permetterne Oro, corniola, ø 1,4 x 0,8 cm, 3 g I secolo d.C. Metà del I secolo d.C. Fine I secolo d.C. alle Terme, Medagliere, inv. 121874 l’allargamento. IV secolo d.C.

332 333 Proveniente da Tivoli (Roma); 223. Amuleto a forma di Medusa 228. Amuleto a forma di ghianda La statua di fanciullo decorava una delle fastose ville Proveniente da Roma, dal Museo Kircheriano molto amato anche dalle fanciulle greche, non solo nel acquistato dal sig. A. Parmegiani Bronzo, lunghezza 2,7 cm, larghezza 1 cm, spessore 0,1 cm Faïence, lunghezza 2,3 cm, ø 0,7 cm urbane (horti) che caratterizzavano il paesaggio di varie Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo periodo dell’infanzia, ma fi no all’età del matrimonio. Le Roma, Museo Nazionale Romano, I secolo d.C. I secolo d.C. zone di Roma in età imperiale, con i loro giardini rigogliosi alle Terme, Medagliere, inv. 69771 bambole stesse erano defi nite spose: κορα, νυμφα [cfr. Palazzo Massimo alle Terme, Medagliere, inv. 77426 Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi e i lussuosi edifi ci immersi nel verde. Il luogo di ritrova- J. Dörig, Giocattolo, in EAA III, 1960, pp. 908-909; E. Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 519318 Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 519323 mento dell’opera ricade, infatti, nell’ambito dei confi ni Piccolo anello per bambino; la verga, cava, in lamina liscia, Salza Prina Ricotti, Giochi e giocattoli, Roma 1995, pp. Piccolo anello d’oro a nastro piatto con inserita, entro degli horti appartenuti originariamente alla ricca famiglia presenta il lato interno quasi piatto, mentre quello esterno 51-62]. Nel mondo greco le bambole non riproducevano castone ovale disposto orizzontalmente, una corniola Pendente a forma di maschera, probabile rappresentazione Pendente a forma di ghianda. Questo elemento vegetale degli Statili Tauri, passati già nella metà del I secolo d.C. è a profi lo convesso. Nella parte superiore dell’anello la bambini, bensì fanciulle pronte per il matrimonio e nel piana sulla quale è inciso un pesce di profi lo verso di Medusa, una delle tre Gorgoni, fi gura mitica che aveva viene frequentemente impiegato come pendente di colla- nel demanio imperiale. verga si allarga sensibilmente al centro in maniera conti- corso delle feste Dedalee, erano portate in processione sinistra e un’iscrizione in lettere greche, indicante il il potere di impietrire con il solo sguardo. Questo tipo ne e orecchini in quanto simbolo di longevità e virilità. Il bambino, provvisto di una faretra appesa al tronco di nua, in modo da formare un piccolo castone ovale, quasi bambole di legno vestite da spose. Le bambine greche simbolo cristiano: ΙΧΘΥς, la terza e la quarta lettera di rappresentazione era utilizzata a scopo intimidatorio (G.B.) un albero, è nudo, se si eccettua un mantello a larghe indistinto, che contiene un granato con taglio cabochon e romane giocavano con le bambole fi no alla vigilia del sono di dimensioni minori rispetto alle altre. La verga contro il male. pieghe avvolto attorno al collo e al braccio sinistro. Questi appuntito. La gemma è fermata nel castone da un sotti- matrimonio, quando, ponendo fi ne al periodo dell’in- è tutta ondulata e aperta nella parte interna. (G.B.) attributi, assieme ai sandali da cacciatore, lo identifi cano lissimo listello. fanzia per diventare spose e madri, offrivano i loro Le gemme di periodo paleocristiano, in genere di qua- 229. Amuleto a forma di crescente naturale come un piccolo arciere, rappresentato nel momento in cui Questo tipo di anello si diffuse ampiamente, con diverse giocattoli alla divinità. lità piuttosto scadente, presentano decorazioni incise Osso, lunghezza 5 cm, larghezza 1 cm, spessore 0,4 cm sta tendendo l’arco. Le gambe, fortemente divaricate e con varianti nella forma del castone, dall’età augustea al II I balocchi venivano donati ai bambini nel corso di con stile molto semplifi cato, ricollegabile per taluni 224. Amuleto a forma di animale I secolo d.C. il peso spostato sulla gamba destra, la leggera torsione del secolo d.C., ma la sua origine risale già alla prima metà del grandi festività sacre, avvalorando così il signifi cato aspetti, a quello della tarda età imperiale; i soggetti Ambra, lunghezza 2,2 cm, larghezza 2,1 cm, spessore Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi busto dai muscoli contratti, assieme alla posizione delle I secolo a.C. [cfr. F. Henkel, Die römischen Fingerringe der religioso di questi oggetti. In Grecia questo si verifi cava comprendono simboli cristiani come il pesce, l’ancora, 0,7 cm Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 519324 braccia, contribuiscono a rendere il movimento del fanciul- Rheinlandt und benachbarten Gebiete, Berlin 1913, n. 172, in occasione delle Antesterie, le feste in onore di Dio- la croce, l’agnello, spesso accompagnati da iscrizioni, I secolo d.C. lo elegante e non privo di ricercatezza. Questi caratteri sono p. 263, tav. IX; Gli Ori di Taranto in età ellenistica, catalogo niso, che si svolgevano gli ultimi tre giorni del mese di oppure solamente iscrizioni o monogrammi [cfr. P. Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi Pendente a forma di crescente lunare con un’estremità a forma ravvisabili anche nella resa del volto, di splendida fattura, della mostra (Milano 1984-85), Milano 1985, tipo XIX b, febbraio; a Roma durante i Saturnalia, l’antica festa in Zazoff, Die antike Gemmen. Handbuch der Archäologie, Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 519319 di fallo e l’altra a forma di mano stretta a pugno con il pollice dall’incarnato morbido e dal sorriso reso con naturalezza p. 265 sgg. e p. 301, n. 244; I Monili dell’Area Vesuviana onore di Saturno, celebrata intorno alla fi ne dell’anno. München 1983, pp. 374-376; A.R. Mandrioli Bizzarri, tra l’indice e il medio, conosciuta come “mano impudica” attraverso un leggero movimento delle guance e delle lab- (op. cit., scheda 215), n. 230, tav. XXIII, p. 72]. Durante questa ricorrenza, come buon augurio per il La Collezione di Gemme del Museo Civico Archeologico Pendente con foro centrale con probabile rappresenta- (manus obscena). In questo oggetto, alla valenza apotropaica bra. Gli occhi, ampi e dalle iridi incise, sono sovrastati da (L.M.V.) nuovo anno, si regalavano per lo più candele di cera di Bologna, Bologna 1987, p. 139]. zione di un animale, forse un ariete. Per le sue carat- del fallo si associano quella comica del gesto della manus leggere sopracciglia; la fronte è ornata da alcune ciocche (cerei) e bambole di terracotta (sigillaria) dedicate a La rappresentazione del pesce e di specie marine ha teristiche elettrostatiche e per il calore che emanava al obscena e il riferimento all’organo sessuale femminile, al quale di capelli dalla resa quasi metallica che fuoriescono con Mania, la madre dei Lari [cfr. sull’argomento Talamo nell’arte romana una tradizione di secoli; gli artisti tatto, l’ambra costituiva un materiale pregiato, e veniva allude la forma stessa a crescente lunare dell’amuleto. grazia dalla elaborata pettinatura. Questa, propria delle 235. Bambola 1997, pp. 161-162]. romani, infatti, ispirandosi ai modelli ellenistici, han- largamente impiegata nel mondo antico a scopo apotro- (G.B.) rappresentazioni di fanciulli e di eroti di età ellenistica, Avorio, h 22 cm, larghezza 3,5 cm Questi giocattoli erano di solito plasmati con l’argilla, no sempre illustrato la vita marina su pitture, mosaici paico e terapeutico. è costituita da una sottile treccia di capelli che parte dal Metà del III secolo d.C. mentre gli esemplari più raffi nati in osso o in avorio e vasi e, nella gioielleria, sia nei ciondoli, ma anche (G.B.) sommo della fronte e percorre la calotta fi no al vortice, dal Proveniente da Roma, via di Cervara, sarcofago D risalgono al periodo romano. Le bambole dalle artico- sulle pietre incastonate degli anelli [su composizioni 230. Amuleto a forma di manus obscena quale si diramano sinuose ondulazioni. Roma, Museo Nazionale Romano, lazioni snodate, realizzate in osso e avorio, sono state di varie specie di pesci cfr. ad esempio A. Furtwän- Faïence, lunghezza 1,9 cm, larghezza 0,9 cm, L’opera, forse rappresentante un erote privo delle ali, si Terme di Diocleziano, inv. 519960 rinvenute, in numero notevole, soprattutto in tombe gler, Königliche Museen zu Berlin. Beschreibung des 225. Amuleto a forma di goccia o piramide spessore 0,6 cm inserisce nella tradizione fi gurativa di età ellenistica, femminili della media e tarda età imperiale. Si tratta geschnittenen Steine im Antiquarium, Berlin 1896, Ambra, lunghezza 2,2 cm, larghezza 1,1 cm, I secolo d.C. dove, dall’inizio del III secolo a.C., si diffonde un nuovo La bambola, dall’aspetto di una giovane donna, risulta essenzialmente di sepolture entro sarcofagi di giovani nn. 7938-7941]. spessore 0,5 cm Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi stile decorativo defi nito “rococò”, nel quale i soggetti composta da più parti unite tra loro: la testa e il corpo donne, all’interno dei quali le bambole facevano parte La forma dell’anello a fascia, con parte superiore (ca- I secolo d.C. Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 519325 sono perlopiù bambini, intesi come simbolo della gioia di intagliati in un unico blocchetto, come di consueto in del corredo; numerose bambole sono state scoperte in ca- stone e spalla) allargata, la presenza dell’iscrizione in Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi vivere e di rinnovamento. Questa concezione ebbe grande questo tipo di manufatti, a cui si uniscono, mediante tacombe [cfr. Caravale 1994, pp. 93-94, con bibliografi a]. lettere greche con il simbolo paleocristiano del pesce, e Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 519320 Pendente a forma di manus obscena. seguito in età romana, quando i cicli fi gurativi costituiti perni, le gambe e le braccia, resi con elementi separati. La presenza di una pupa in corredi femminili, di ambito la fattura poco accurata, inducono a proporre una data- (G.B.) da fanciulli ed eroti sono diffusissimi. In particolare il La testa, dalla lavorazione molto precisa e dettagliata, romano, di defunte caratterizzate dalla giovane età, non zione in epoca tarda, nell’ambito del IV secolo d.C. Amuleto a forma di goccia o piramide. tema degli eroti cacciatori si trova nelle decorazioni ha il viso dall’ovale allungato, grandi occhi caratterizzati va interpretata solo come giocattolo a esse appartenuto, (L.M.V.) (G.B.) parietali, in pittura (alcuni celebri esempi provengono da palpebre e pupille incise, naso piuttosto lungo, largo ma si arricchisce anche di valenze simboliche, come 231. Statua di bambina con colomba da Pompei, dalla casa della Caccia e quella dei Vettii) e alla base, labbra carnose e piccolo mento. L’acconciatura ad esempio, secondo una recente interpretazione [L. Marmo lunense, h 92,5 cm negli stucchi. elaborata presenta capelli, con scriminatura centrale, Chioffi , Mummifi cazione e imbalsamazione a Roma ed 221. Amuleto a forma di fallo 226. Amuleto a forma di Bes II secolo d.C. (S.G.) suddivisi in fi tte ondulazioni che scendono ai lati del in altri luoghi del mondo romano, Opuscula Epigraphica Osso, lunghezza 5,5 cm, larghezza 1,9 cm, spessore 0,6 cm Faïence, lunghezza 1 cm, larghezza 1 cm, Proveniente probabilmente da Roma volto, lasciando scoperte le orecchie, fi no all’altezza 8, 1998, p. 28, con bibliografi a], forse un signifi cato di I secolo d.C. spessore 0,7 cm Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, inv. MC 738; delle spalle. I capelli nella parte posteriore del capo maternità negata, a causa della precoce interruzione Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi I secolo d.C. inventario Albani B 221 233. Bambolina giocattolo con arti snodabili sono raccolti in modo simile a uno Scheitelzopf, con della vita, in quanto non ci sono elementi per stabilire Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 519316 Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi Terracotta, h 16,8 cm motivo a spina di pesce, per poi essere riportati verso se si tratti pure di una scelta a carattere religioso. Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 519321 La statua rappresenta una bambina che protegge una I secolo a.C. - I secolo d.C. la sommità del capo dove sono fermati, in modo da (L.M.V.) Pendente a forma di fallo. Nel mondo romano il fallo colomba dall’attacco di un serpente, tipico esempio di Provenienza ignota essere visibili anche frontalmente. Il rendimento dei possedeva una forte valenza apotropaica ed era sim- Pendente frammentario con rappresentazione di Bes, composizione di genere in voga in età ellenistica, incen- Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. Sant. 244 particolari anatomici del torso risulta stilizzato e assai bolo di energia vitale e forza generatrice. Esso era un dio egizio della danza, della musica e del piacere. Rap- trato sulla rappresentazione di fanciulli e bambini colti meno accurato, probabilmente perché queste bamboline 236. Statua femminile funeraria attributo del dio italico Mutunus Tutunus, protettore presentato come nano, con le gambe arcuate, la lingua in momenti di gioco e di vita quotidiana. In questa fi gurina, realizzata evidente intento di giocat- indossavano vestiti realizzati in materiali deperibili, che Tufo, h 200 cm della fertilità, presso il cui sacello venivano portate esposta e gli attributi virili in evidenza, era considerato L’esemplare deriva da un originale greco in bronzo, tolo, gli arti, eseguiti separatamente, sono stati provvisti non si sono conservati. Sono evidenziati solo il seno, Seconda metà del I secolo a.C. le giovani spose; rappresentazioni del fallo venivano un potente amuleto contro il male già nell’antico Egitto, realizzato intorno alla seconda metà del III secolo a.C. di un foro alle estremità che ne permetteva il fi ssaggio al l’ombelico e il pube; sul retro sono indicate la linea della Proveniente da Pompei (?), necropoli di Porta Ercolano inoltre appese presso le statue delle divinità come ex e con la stessa accezione viene in seguito adottato nel in Asia Minore e oggi perduto; la fi gura di una fanciulla corpo mediante un fi lo. Il corpo è quello di una bambina schiena e del fondo schiena. All’altezza delle spalle è Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 243736 voto e scolpite sui muri di edifi ci pubblici e privati come mondo greco e romano. con la colomba in mano risale comunque ai rilievi di stele vestita di corta tunica stretta in vita da una cinta; il vol- un foro praticato per tutta la larghezza della bambola, segno di buon auspicio. (G.B.) funerarie greche di V e IV secolo a.C. to rotondo è incorniciato dalla capigliatura scriminata al dove si inserisce il perno al quale sono unite le parti La fi gura, avvolta nel mantello che copre il lungo chito- (G.B.) Numerose parti sono di restauro: la punta del naso, parte centro e trattenuta da una benda. Il foro presente al cen- snodate delle braccia. Lo stesso espediente tecnico è ne, con il braccio destro piegato e il sinistro sollevato a del braccio destro e del panneggio, la testa della colomba; tro del capo indica che essa poteva essere sospesa, sì da stato adottato nella parte inferiore del torso all’altezza trattenere il panneggio che sale a coprire il capo, mostra 227. Amuleto a forma di fallo completamente moderno è il serpente, aggiunto nel XIX consentire la mobilità degli arti. Figurine di questo tipo, del bacino, per permettere il collegamento degli arti il tipo iconografi co cosiddetto della pudicitia, allusiva al 222. Amuleto a forma di erote Faïence, lunghezza 1,8 cm, larghezza 1 cm, secolo al posto di un originale animale domestico man- realizzate anche in materiali più pregiati come l’avorio, inferiori. Anche le gambe sono congiunte al ginocchio pudore e alla decenza, qualità che nella società romana Faïence, lunghezza 2,3 cm, larghezza 1,2 cm, spessore 0,5 cm cante, un gatto o forse un cane. erano solitamente deposte nella sepoltura assieme ad altri mediante il sistema foro-perno. La bambola portava le dovevano connotare la donna. Il volto ovale dalle guance spessore 0,7 cm I secolo d.C. (F.C.) giocattoli e oggetti che avevano accompagnato la breve calzature come indicano le pieghe conservate all’altezza piene, con lo sguardo fi sso davanti a sé, mostra un’espres- I secolo d.C. Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi vita del piccolo defunto, come attestano diversi rinveni- della caviglia. L’acconciatura della pupa è confrontabile sione generica e alquanto severa. La disposizione della Proveniente da Roma, via Tevere. Scavo del villino Fassi Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 519322 menti di età imperiale romana. con quella di ritratti datati verso la metà del III secolo capigliatura, con i capelli ravviati che formano un alto Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 51937 232. Statua di fanciullo (M.R.B.) d.C., soprattutto quelli di Otacilia, moglie di Filippo boccolo al centro della fronte e ravviati in due bande Pendente a forma di fallo. In latino il fallo veniva chia- Marmo bianco a grana fine, h 104 cm l’Arabo, anche se differiscono le ciocche di capelli che piatte sulle tempie, indica che il modello cui si ispira è Figurina mancante della testa, probabile rappresentazione mato anche fascinus, ovvero con lo stesso termine usato Seconda metà del II secolo d.C. nella bambola giungono a toccare le spalle. l’acconciatura di Ottavia, sorella dell’imperatore Augu- di un erote seduto su un fallo; esempi di questo tipo di per gli incantesimi che doveva allontanare grazie al suo Rinvenuta a Roma sull’Esquilino, in via Ricasoli (1874) 234. Anello con cabochon di granato La bambola come giocattolo era conosciuta già nell’Egit- sto, che costituisce, pertanto, elemento per la datazione rappresentazione sono conosciuti a Pompei. potere apotropaico. Roma, Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Oro, granato, ø 1,2 cm, 2,41 g to faraonico, dove si sono rinvenuti alcuni esemplari dell’opera. Se da un lato è chiara la derivazione da modelli (G.B.) (G.B.) inv. MC 1108 I-II secolo d.C. databili al Medio Regno. Questo giocattolo è stato della statuaria ellenistica, d’altro lato l’uso stesso della

334 335 pietra di tufo e il tipo di lavorazione, oltre che gli stessi 239. Olla cineraria con coperchio spesso elegantemente decorati, usati per i personaggi più Si tratta di un’urna cineraria di forma parallelepipeda 245. Urna cineraria a vaso decorata con strigilature tionum Latinarum VI 30114, p. 3736 = Carmina Latina caratteri formali – come l’estremo allungamento e la Olla: vetro celeste trasparente, h 26,5 cm, facoltosi e importanti. Sull’urna poteva poi esserci uno con coperchio a doppio spiovente ornato da acroteri. La Marmo bianco a grana fine, h 39,5 cm, ø 30,5-17 cm Epigraphica 1114; Corpus inscriptionum Latinarum IX, sproporzione che connota la fi gura – rendono evidente che ø max 20,2 cm, ø bocca 14,4 cm; coperchio: spazio in cui era iscritto il nome del defunto. fronte della cassa è decorata ai lati da lesene con capitelli I secolo d.C. - primi decenni II secolo d.C. 02272 = Carmina Latina Epigraphica 01523] anche se, la statua è opera di offi cine locali. La circostanza che la argilla grigio scura con ingubbiatura beige, L’urna qui esposta è di forma cilindrica e richiusa da un corinzi, mentre una sorta di medaglione ovale, con una Proveniente da Roma, via Cassia, area sepolcrale in un caso, alle sorores è attribuito l’epiteto furibundae parte posteriore di questa statua sia stata lasciata grezza h 4,7 cm, ø 12,5 cm coperchio con presa a pomello, ricoperto da foglie piatte. testa di Gorgone tra due protomi di ariete, sormonta presso il poligono del Tiro a Segno alla Farnesina [Corpus inscriptionum Latinarum VI 11624, p. 3509 = indica che essa doveva essere collocata in una nicchia o, I secolo d.C. Su un lato spicca una tabella (tabula) rettangolare desti- la tabella recante l’iscrizione funeraria, incorniciata da Roma, Museo Nazionale Romano, Carmina Latina Epigraphica 494]. Anche l’espressione comunque, addossata alla parete. Provenienza incerta nata al nome, che però non è stata riempita. Al di sotto festoni di foglie di alloro. Sotto lo specchio epigrafi co Terme di Diocleziano, inv. 135977 fatis properantibus trova un interessante confronto in Essa fa parte di un gruppo di statue ritratto con destina- Pompei, invv. 12067 a, 12067 b della tabula si trova un calice d’acanto da cui parte una è raffi gurata la statua di una mucca, posta su una base un testo sepolcrale di un infans vissuto pochi mesi [H. zione funeraria: la volontà di perpetuare anche oltre la delicata, doppia decorazione a girali che ricopre tutta la rettangolare ornata da nastri, bucrani e ghirlande; sullo L’urna cineraria, provvista di coperchio conico, ha la for- Nesselhauf, H. Lieb, Dritter Nachtrag zu Corpus inscrip- morte il ricordo del defunto deriva da un aspetto molto Olla cineraria in vetro trasparente celeste, con fondo leg- superfi cie dell’urna. Sul lato opposto il decoro termina sfondo, a sinistra, un albero. ma di un vaso con basso collo cilindrico e corpo di for- tionum Latinarum XIII: Inschriften aus den germanischen peculiare della società romana, permeata da un profondo germente incavato, corpo ovoidale, larga imboccatura con con delle palmette, tra le quali trovano posto due graziosi Dall’iscrizione, contraddistinta da caratteri minuti e ma ovoidale piuttosto allungato che poggia su un basso Provinzen und dem Treverergebiet, Bericht der Römisch- attaccamento alla realtà della vita; ed è per questo che orlo ripiegato leggermente svasato. Il contenitore, ascri- uccellini che si toccano con le code. regolari, apprendiamo che l’urna venne dedicata da C. piede troncoconico. Le anse verticali, a sezione rettan- Germanischen Kommission 40, 1959, 152 = H. Castritius, statue di questo tipo, venivano collocate nei monumenti vibile alla forma “Isings 67 b”, è attestato anche in altri (F.C.) Volusius Secundus all’amata compagna di vita Claudia golare, sono impostate inferiormente sulla pancia e su- M. Clauss, L. Hefner, Die römischen Steininschriften des funerari, posti al di fuori della cinta muraria delle città, contesti pompeiani come vaso da dispensa; è probabile Primigenia. periormente, divise in due attacchi, sulla spalla convessa Odenwaldes, Rivista degli studi orientali, in Beiträge zur a perenne ricordo del defunto. che il suo utilizzo come olla cineraria sia un’eccezione, Interessante la decorazione fi gurata. L’immagine della e sull’orlo leggermente svasato. Il coperchio, il collo e il Erforschung des Odenwaldes und seiner Randlandschaften (M.R.B.) forse determinata dalla forma leggermente asimmetrica 242. Urna cineraria mucca che orna il lato principale dell’urna è stata infatti piede sono lisci, mentre il corpo è decorato da strigilatu- II, Breuberg-Neustadt 1977, 198]; il verbo properare è del del vaso, dovuta a errore di fabbricazione, che ne pregiu- Marmo lunense; cassa, h 23,5 cm, larghezza 38,5 cm, interpretata come riproduzione di una celebre opera re doppie a dorsi combacianti, il cui andamento irrego- resto utilizzato frequentemente in contesti sepolcrali an- dicava l’aspetto estetico e la stabilità. profondità 27 cm; coperchio, h max 10,5 cm, in bronzo realizzata nel V secolo a.C. dallo scultore lare, insieme alla scarsa profondità, non contribuiscono che in riferimento all’attività delle Parche [cfr. ad esempio 237. Unguentario fittile Ugualmente singolare è la presenza di un coperchio larghezza 37 cm, profondità 29 cm greco Mirone. La statua, che si trovava in origine ad a movimentare o ad arricchire di effetti chiaroscurali la L’A nn é e ép i g raphiq u e 1983, 0136]. Argilla beige, impasto non visibile; vernice rossa diluita, fi ttile, piuttosto rozzo e con pomello irregolare, peraltro Seconda metà del I secolo d.C. Atene, venne poi trasportata a Roma, dove è ricordata superfi cie del manufatto. (C.Ca.) con macchie più scure non descritto nel registro d’inventario, mentre di solito ai Appartenuta alla raccolta di Francesco Ficoroni. dalle fonti tra i capolavori d’arte esposti nel Tempio Il motivo delle strigilature, frequente nella decorazione I secolo a.C. - I secolo d.C. cinerari di vetro è associato un coperchio del medesimo Documentata nelle collezioni dei Musei Capitolini della Pace [Procopio, Bell. goth. IV, 21]. Vista la decisa delle urne cinerarie a cassa cilindrica e parallelepipeda Proveniente da scarichi antichi alla periferia materiale. fino dal 1775 connotazione architettonica della fronte dell’urna, prodotte tra la fi ne del II secolo e il III secolo d.C., in 247. Sarcofago strigilato a lenòs con Helios e Selene meridionale della città Il reperto è di provenienza imprecisata, forse dalla necro- Roma, Musei Capitolini, Centrale Montemartini, la grande minuzia con cui è rappresentata la statua concomitanza con la fortuna dei sarcofagi strigilati, ap- entro clipei Pompei, inv. 9818 poli di Porta Nocera. Contiene al suo interno i resti ossei inv. MC 151 dell’animale, la presenza dell’albero al suo fi anco (che pare invece meno documentato per i vasi che rivestiva- Marmo proconnesio, h 50,5 cm, lunghezza 52,5 cm, del defunto che, secondo l’uso dell’epoca, era stato sot- fa intuire l’ambientazione in uno spazio aperto), appare no una funzione sepolcrale, come l’esemplare in esame, spessore cm 7 cm Unguentario fi ttile dal corpo piriforme, lungo collo toposto al rito della cremazione. Si tratta di un’urna cineraria con cassa di forma parallelepi- convincente pensare che l’intera composizione non sia od ornamentale. III secolo d.C., primi decenni cilindrico e sottile, orlo rigonfi o, leggermente svasato, (G.S.) peda. Sul lato principale, la tabella recante l’iscrizione con casuale, ma che voglia alludere simbolicamente a un (G.D.G.) Proveniente da Roma, necropoli della via Portuense, fondo piano. Il collo e l’orlo sono ricoperti da vernice il nome del defunto, L. Terentius Maximus, è inquadrata luogo reale ben preciso, al Tempio della Pace appunto. angolo via Belluzzo, tomba D di colore rosso. tra due teste di Giove Ammone, dalle cui corna pende una Questo grandioso complesso monumentale, ornato da Roma, Museo Nazionale Romano, L’unguentario, che trova numerosi confronti tra gli esem- 240. Stele funeraria ghirlanda di foglie di edera. Nella lunetta sotto lo specchio portici, giardini e splendide opere d’arte, venne fatto 246. Mosaico pavimentale con iscrizione sepolcrale Terme di Diocleziano, inv. 361944 plari rinvenuti nelle necropoli di Pompei, rappresenta il Marmo grigio venato, h 124 cm, larghezza 80 cm epigrafi co sono raffi gurati due uccelli intenti a beccarsi, erigere a Roma dall’imperatore Vespasiano tra il 71 e il Tessere in marmo bianco, pietre dure e pasta vitrea, più semplice tra i contenitori di unguenti profumati che I secolo d.C.Proveniente da Milano, mentre due pavoni retrospicienti decorano gli angoli in- 75 d.C., a conclusione dei confl itti civili e della guerra lunghezza 165 cm circa Il sarcofago a lenòs, mancante del coperchio, è decorato venivano utilizzati per le cerimonie svolte in occasione via San Vito al Pasquirolo feriori della fronte. Su ciascuno dei lati brevi compare un giudaica, per celebrare l’inizio di una rinnovata era di Rinvenuto nella località Tor Carbone, sulla fronte e sui fi anchi da due serie contrapposte di della cremazione. Esemplari in ceramica e, più spesso in Milano, Soprintendenza per i Beni Archeologici uccello di grandi dimensioni (gru? airone?) con un serpente pace, concordia e prosperità per tutto il popolo romano. tra via Ardeatina e via di Grotta Perfetta strigilature doppie a dorsi combacianti, che formano vetro, di tale tipologia, dopo l’uso, venivano sepolti sotto della Lombardia, inv. St 11056 nel becco. Il lato posteriore è privo di decorazione. La stessa pace e la stessa beatitudine, sembra suggerire Roma, Museo Nazionale Romano, al centro della cassa una mandorla stretta e allungata, terra, dentro o accanto al cinerario in cui venivano ripo- Il coperchio, a doppio spiovente con acroteri angolari, il nostro artigiano, che si desiderava augurare al defunto Terme di Diocleziano, inv. 395439 e risparmiano il retro, lavorato a bocciarda. Il campo ste le ceneri del defunto. Si conserva solo la parte superiore, rotta irregolarmente non sembra pertinente alla cassa. Lo spazio centrale del nella sua esistenza ultraterrena. strigilato è delimitato in alto da un cavetto e da una gola (G.S.) alla base. frontone è occupato da una sfi nge accovacciata, che tiene L’urna appartiene tipologicamente a una classe ben Il mosaico, originariamente posto all’interno di una rovescia e in basso da uno zoccolo modanato leggermen- Nella stele è raffi gurata, a rilievo, un’edicola a quattro tra le zampe anteriori una testa di ariete; agli angoli com- attestata a Roma in età imperiale ed è databile alla fi ne camera sepolcrale, è composto da un fondo di tessere te aggettante. Alle due estremità della fronte, entro clipei colonne con un frontone, al centro del quale è una patera. paiono due maschere teatrali, una cesta di vimini colma del I secolo d.C. bianche, omogenee per forma e dimensioni; tra queste modanati, sono scolpiti il busto di Helios (a sinistra) e 238. Segnacolo funerario Ai lati del frontone sono ornamenti vegetali. Al di sotto di frutti e un altro piccolo canestro. (M.G.B.) sono disposte, in modo irregolare, alcune tessere di quello di Selene (a destra), ruotati in direzione simme- Marmo bianco a venature grigie, h 27,5 cm, larghezza del tempietto restano le lettere V(ivus) F(ecit), inizio L’urna rientra tipologicamente in una classe di manufatti minori dimensioni e di diversi colori (giallo, azzurro, tricamente opposta. Helios, rappresentato di tre quarti 14,8 cm, spessore 7 cm, ø foro passante 4 cm dell’iscrizione dedicatoria, in cui compariva il nome del molto bene attestata a Roma in età imperiale. Il repertorio verde e rosso). a sinistra, porta sul capo una corona radiata a cinque Età claudio-neroniana (41-68 d.C.) defunto. iconografi co utilizzato per la decorazione della cassa e del 244. Vaso decorato con motivo a baccellature e frecce Al centro è collocata l’iscrizione, distribuita su cinque punte e indossa una tunica manicata con spesse pieghe, Proveniente dalla necropoli del fondo Azzolini Si tratta di una stele funeraria piuttosto insolita nel pa- coperchio è abbastanza comune e presenta una serie di Alabastro egiziano, h 42 cm, ø 44-32 cm righe di scrittura, ciascuna caratterizzata da un colore fermata sulla spalla destra da una fi bbia a forma di fi ore Pompei, depositi dei materiali archeologici, inv. 20525 norama delle testimonianze milanesi di questo genere. A immagini collegate al tema della morte e della speranza I secolo d.C. - primi decenni II secolo d.C. diverso: a cinque petali; la mano sinistra sostiene l’estremità Milano predomina, infatti, la tipologia delle stele iconi- nella vita ultraterrena. Alla rappresentazione della testa Rinvenuto a Roma, provenienza ignota inferiore del fl agellum appoggiato alla spalla, mentre la Il segnacolo funerario si elevava al centro di un basso che, con i ritratti di uno o più personaggi, in linea peraltro di Giove Ammone viene infatti in genere attribuito Roma, Museo Nazionale Romano, Hic siti sunt duo fratres, mano destra, ingrandita nelle proporzioni, è aperta verso recinto in muratura di 56 x 87 cm, ancorato stabilmente con la documentazione dell’Italia settentrionale. valore di simbolo apotropaico, come pure alla sfi nge, Terme di Diocleziano, inv. 135978 Parthinopaeus et Aura, l’osservatore in atto di protezione e benedizione. Selene, alla terra da un asse ligneo fatto passare trasversalmente È stata rinvenuta anch’essa in reimpiego in un muro creatura mostruosa frequentemente connessa nel mondo fatis properantibus. rivolta di tre quarti a destra, ha un crescente lunare sulla nel foro ricavato al centro della base, pure interrata. Al moderno, durante i lavori di demolizione e ricostruzione greco-romano alla sfera funeraria. Altrettanto signifi ca- Il vaso, provvisto di coperchio, ha un corpo di forma Infantes, quibus teneris, sommità del capo e veste una leggera tunica, che scende di sotto di esso venne recuperato il cinerario fi ttile del della zona nel periodo postbellico (1949). tive appaiono le raffi gurazioni che alludono più o meno globulare piuttosto schiacciato e poggia su un basso ruperunt fi la sorores. con morbide pieghe ricurve sul petto; la mano sinistra defunto e accanto una semplice lucerna. (R.I.) direttamente al dio Dioniso e all’aspettativa di rinascita piede, quasi interamente di restauro. Le anse doppie, a trattiene un lembo del mantello, che si apre a nimbo Esso mostra di essere una contaminazione innovativa tra dopo la morte collegata al suo culto: le maschere teatrali, sezione circolare, presentano un corto profilo ricurvo («Qui sono posti due fratelli / Parthinopaeus et Aura / il intorno al busto, mentre la mano destra imbraccia una due tipi di segnacoli funerari in uso nell’area vesuviana: la ghirlanda di edera e il pavone, animale dalla carne e sono impostate sulla pancia e sulla spalla, che con destino affrettò la loro morte / a loro bambini in tenera fi accola accesa. la columella antropomorfa aniconica, generalmente 241. Urna cineraria ritenuta incorruttibile e quindi emblema per eccellenza la sua convessità riprende la curvatura del corpo. Il età / le Parche strapparono i fi li della vita»). L’associazione delle due divinità, frequente nell’arte fu- posta sull’urna, e l’erma busto, impiegata invece nei Marmo bianco a grana fine, h 43 cm, ø 26 cm di immortalità. coperchio, di forma emisferica, termina con una pre- neraria romana per simboleggiare la continuità della vita monumenti funerari. I secolo d.C. In base ai caratteri tecnico-stilistici l’urna appare databile sa a doppio bottone, poco pronunciata, ed è decorato L’iscrizione segnala la presenza dei corpi di due fratelli dopo la morte attraverso l’eterno e quotidiano ritorno della Il segnacolo reca nella parte superiore, su un busto del Proveniente da Roma, Sepolcreto Ostiense nella seconda metà del I secolo d.C. da baccellature con margini rilevati e frecce. Il moti- morti in tenera età; il termine impiegato, infans, indica luce (Helios) dopo le tenebre della notte (Selene), potrebbe tutto sommario, nel quale sono appena abbozzate cla- Roma, Musei Capitolini, Antiquarium Comunale, (M.G.B.) vo si ripete sul corpo, dove baccellature e frecce so- infatti frequentemente bambini piuttosto piccoli (sempre qui alludere anche alla breve esistenza della defunta, pari vicole e petto, e un collo innaturalmente largo, una te- inv. AC 6262 no disposte su due ordini contrapposti e separate da al di sotto dei dieci anni di età, ma spesso di pochi anni o, al volgere di un giorno (il sarcofago conteneva lo scheletro sta di giovinetto dai caratteri vivacemente espressivi e un listello liscio, che sottolinea il punto di maggiore addirittura, di pochi mesi). Nel breve testo, ad andamento di una bambina morta a circa dieci anni). dalle fattezze marcatissime. Si tratta non però di un Il rito funerario dell’incinerazione, con il quale il corpo 243. Urna cineraria espansione del vaso. metrico, si rinvengono alcuni formulari standardizzati (G.D.G.) ritratto, ma di un tipo generico, individualizzato nel del defunto veniva bruciato su un rogo appositamente Marmo lunense, h 64 cm, larghezza 39,5 cm, Tenendo conto che i vasi di varia forma in alabastro po- come il riferimento all’attività delle Parche, defi nite in cippo solo attraverso l’iscrizione, dal ductus molto re- preparato, prevedeva che le ceneri risultanti da questa profondità 33,5 cm tevano essere impiegati sia con funzione sepolcrale che modo essenziale sorores: l’espressione ruperunt fi la sorores golare, che recita: Terpnos ! vix(it) an(nis) VI. Il nome ci operazione venissero riposte entro un apposito contenitore Fine del I secolo d.C. decorativa, l’assenza dei dati relativi al contesto di rinve- trova infatti tre confronti, nella medesima struttura, in 248. Sarcofago con busti della coppia di defunti fa comprendere che questo bimbo, morto all’età di sei richiuso. Questo poteva essere un semplice vaso in ter- Rinvenuta a Roma, via Flaminia (1931) nimento non permette di stabilire a quale uso fosse adi- due iscrizioni urbane e in un’iscrizione dal territorio del Marmo, h 82 cm, lunghezza 215 cm, profondità 83 cm; anni, era uno schiavetto. racotta per le persone di condizione sociale più modesta Roma, Musei Capitolini, Centrale Montemartini, bito l’esemplare in esame. Sannio [Corpus inscriptionum Latinarum VI 11624, p. coperchio, h 16 cm (A.V.) oppure raffi nati contenitori in vetro, marmo o metallo, inv. MC 2826 (G.D.G.) 3509 = Carmina Latina Epigraphica 494; Corpus inscrip- Secondo venticinquennio del III secolo d.C.

336 337 Proveniente da Pozzuoli, da una delle necropoli romane 249. Rilievo con dedica agli dei Aglibôl e Malakbêl Roma, Museo Nazionale Romano, Napoli, Museo Archeologico Nazionale, invv. 6004 Marmo bianco, h 98 cm, larghezza 63 cm Terme di Diocleziano, inv. 500240 e 6005 (coperchio e cassa) 235-236 d.C. SCHEDE CINESI Proveniente da Roma, villa Massimo; Lamina plumbea integra, iscritta in caratteri latini su ambe- Il sarcofago, a cassa rettangolare, ha la fronte e le due ritrovato a Roma, Trastevere, orti Mattei due le facce, 35 righe sul recto e 32 sul verso. I margini sono facce laterali decorate. Sulla fronte, tre eroti sostengono Roma, Musei Capitolini, inv. MC 1206, consumati sui lati lunghi. Nella parte bassa del lato anteriore sulle spalle due pesanti ghirlande cariche di frutti e fo- inventario epigrafico NCE 2406 lungo il margine destro si conserva un tratto di una linea glie, terminanti alle estremità con una grande foglia di incisa in senso verticale che aveva lo scopo usualmente di vite e legati da eleganti bende che fl uttuano liberamente Il rilievo, donato dal papa Benedetto XIV (1740–1758) mettere in risalto le parti più signifi cative del testo, in genere nell’aria. Gli eroti, dalla fi gura allungata, hanno corpo ai Musei Capitolini, oggi esposto nella Galleria La- nomi propri, divinità, o l’atto della maledizione. Lungo il e volto infantile, con la capigliatura a riccioli mossi che pidaria, presenta la forma di un’edicola, un piccolo margine sinistro, si nota la presenza di segni, graffi ti, simili scende fi n sul collo e che forma un nodo al sommo del tempio con frontone decorato da una corona di foglie a segni diacritici, che distinguono i capoversi. capo. Nella lunetta al centro di ciascuna ghirlanda sono con bende alla base. Una nicchia, delimitata da pilastri L’iscrizione si presenta come una delle più estese e in- posti, in pieno prospetto, i busti della coppia di defunti. con scanalature e capitelli a foglie lisce, racchiude le teressanti defi xiones latine. La stesura in latino corretto, L’uomo, in età matura, ha la capigliatura a brevi e corpose fi gure di due divinità che si stringono la mano, divise la buona incisione, ma soprattutto la singolare struttura ciocche e la barba corta segnata solo con lievi tratti incisi, da un cipresso. Alla destra è Aglibôl, il dio lunare che del testo e il sapore letterario di alcune espressioni e dei 251. Statua raffigurante un ufficiale di alto rango Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta allacciato sotto al mento, dai fiocchi sul torace, che cor- così come i baffi e le sopracciglia, mentre negli occhi, impugna una lancia, vestito secondo l’abbigliamento termini divini l’assegnerebbero a un ambiente colto, al Terracotta, h 196 cm dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) rispondevano alle stellette dei nostri eserciti, e dal tipo secondo una convenzione presente nella ritrattistica di età romano, con corazza, mantello e calzari, mentre a si- quale era familiare la conoscenza dei miti omerici. Sulla Dinastia Qin di armatura detta “a grembiule”. La posizione delle ma- romana sin dalla metà del II secolo d.C., l’iride è resa con nistra Malakbêl, il dio solare, indossa tunica, mantello base delle scrittura in caratteri corsivi con caratteristiche Rinvenuta nella fossa n. 1, Lintong, Xi’an (Shaanxi) 260. Statua raffigurante un funzionario ni rivela che in origine l’ufficiale reggeva la lunga spada due forellini aderenti alla palpebra superiore e la pupilla è ed i tipici pantaloni orientali. comuni a quelli capitali, si è proposta la datazione del Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta Terracotta, h 185 cm rinvenuta poco distante. Al momento della scoperta, la individuata da un segno inciso; il personaggio indossa una Sotto le due fi gure sono incise un’iscrizione in lingua documento nel primo secolo dopo Cristo, per analogia con dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) Dinastia Qin statua si trovava in corrispondenza di un carro di legno, tunica stretta sul busto da un rotolo di pieghe. La donna, greca, la seconda lingua per importanza parlata nell’im- documenti coevi. La lamina iscritta fu trovata deposta sul Rinvenuta nella fossa K0006, Lintong, Xi’an (Shaanxi) di cui sono rimaste solo tracce, munito di un tamburo at- che indossa la tunica, morbidamente panneggiata, e un pero romano, e una nella lingua di Palmira, la città nella pavimento della tomba, aperta e non arrotolata e né pie- 252. Statua raffigurante un ufficiale corazzato Istituto di Archeologia dello Shaanxi traverso il quale l’ufficiale dirigeva le sue truppe. mantello che copre le spalle, ha il volto di un ovale pieno provincia romana della Siria da cui proveniva Caio Aurelio gata e né perforata secondo la più comune consuetudine. Terracotta, h 198 cm La foggia del copricapo “a tavoletta” permette di identifi- e rotondo, con la compatta capigliatura, spartita al centro, Eliodoro Adriano, che aveva dedicato questo rilievo e una L’incisione del testo sulla faccia posteriore venne realiz- Dinastia Qin L’esercito di terracotta del Primo Imperatore è la scoperta care anche la seconda statua come la raffigurazione di un che si articola in ondulazioni simmetriche. statuetta d’argento agli dei della sua terra d’origine per la zata in senso inverso rispetto a quella anteriore, secondo Rinvenuta nella fossa n. 1, Lintong, Xi’an (Shaanxi) archeologica cinese più celebre al mondo. Essa risale al ufficiale, sebbene di rango inferiore rispetto al precedente, Su ciascuno dei lati brevi la decorazione, a rilievo molto salvezza della sua famiglia. una delle varie tecniche del cosiddetto “rovesciamento”, Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta 1974, quando un contadino in cerca d’acqua per irriga- come si deduce dall’assenza dei fiocchi-stellette. In questo basso, consiste in una grossa ghirlanda di alloro dalle cui peculiare delle defi xiones. dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) re i campi incappò in una delle fosse scavate a circa 1,5 caso la corazza copre tutto il busto, mentre le spalle sono estremità pendono delle bende, mentre nella lunetta è Il testo in greco è il seguente: La defi xio si rivolge a una donna, Caecilia Prima, il cui km dalla porta orientale del parco funerario di Qin Shi lasciate libere, probabilmente per agevolare i movimenti. una grande rosetta stilizzata. «Agli dei patri Aglibôl e Malakbêl, Caios Aurelios Helio- nome viene pronunciato per ben ventisei volte, accusa- 253. Statua raffigurante un auriga Huangdi, per accogliere migliaia di statue raffiguranti La posizione della mano destra lascia presumere che im- Il coperchio, piano, ha nella faccia principale una breve doros Adrianos, fi glio di Antiochos, originario di Palmira, ta di turpidines, ma si può ritenere che, per il carattere Terracotta, h 189 cm soldati di ogni ordine e grado. pugnasse una spada, mentre il gesto della sinistra non è alzata terminante alle estremità con due maschere sti- dedicò a proprie spese (questo ex voto) e la statua di argento violento e aggressivo del documento e per la presenza Dinastia Qin Negli anni successivi alla scoperta accidentale, prospezio- chiaro. La statua è stata rinvenuta nel decimo corridoio lizzate a rilievo molto piatto e di esecuzione corsiva, così con ogni decorazione, per la sua salvezza, di sua moglie e di verbi formulari legati all’atto di bruciare (ardeo, uro, Rinvenuta nella fossa n. 2, Lintong, Xi’an (Shaanxi) ni e scavi hanno riportato alla luce quattro fosse ipogee della fossa n.1 dietro a un gruppo di arcieri. come il fregio – rappresentante mostri marini cavalcati dei suoi fi gli, nell’anno 547 (dell’era seleucidica; 235-236 peruro), il motivo della maledizione fosse di natura ero- Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta di forme e dimensioni diverse. La prima, 230 x 62 m, è Il personaggio con le braccia protese e le mani socchiuse da eroti – che si dispone sulla fronte, ai lati di una tabella d.C.), nel mese di Peritio (febbraio)». tica. Contro le regole della consueta omertà sulle iden- dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) la più grande, ripartita in nove corridoi paralleli da dieci è facilmente riconoscibile come un auriga ritratto mentre rettangolare centrale, dalla superfi cie semplicemente tità del committente, la defi xio menziona il suo nome: tramezzi in terra battuta e circondata da un corridoio più stringe le briglie dei quattro cavalli aggiogati al carro. Sopra sbozzata, destinata ad accogliere l’iscrizione funeraria, Questo il testo in palmireno: un tale Pappus, il quale prega e chiede a una pletora di 254. Statua raffigurante un milite di fanteria leggera stretto; il pavimento è piastrellato di mattoni e in origi- alla tunica, che copre le ginocchia, indossa una corazza che forse in lettere dipinte e, per questo, oggi svanita. Due «Agli (dei) Aglibôl e Malakbêl, Iarhai fi glio di Halîphî, divinità e fi gure infernali (vos precatur et petit, rogat bos, Terracotta, h 178 cm ne la struttura prevedeva una copertura piatta, fatta di gli protegge anche il collo, le braccia e le mani; dal fazzolet- coppie di incavi predisposti sui lati brevi della cassa e del fi glio di Iarhai, fi glio di Lišamš, fi glio di Šo‘adu, a sue spese numinia deum inferum, qui sopra scripti estis) di interve- Dinastia Qin tronchi, sorretti da divisori di terra battuta e da pilastri to annodato intorno al collo e dal copricapo “a tavoletta” si coperchio servivano per alloggiarvi le grappe per sigillare dedicò per la sua salvezza e dei suoi fi gli, una statua di ar- nire nei confronti della donna con un malefi cio che, non Rinvenuta nella fossa n. 1, Lintong, Xi’an (Shaanxi) di legno. Per sigillarla erano poi state deposte stuoie, terra evince che questo auriga era un ufficiale di medio livello. la cassa dopo la sepoltura del defunto. gento e ogni sua decorazione, nel mese di Sebat (febbraio) soltanto la conduca alla morte, ma tra funesti e dolori Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta e infine numerosi strati di terra battuta. La “formazione Le figure in catt. 255, 256 e 254 rappresentano due mi- Sia l’altezza della cassa, maggiore di quella dei sarcofagi dell’anno 547 (dell’era seleucidica; 235-236 d.C.)». dopo aver patito malanni e torture atroci (malisque do- dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) a rettangolo”, in cui sono schierate le truppe, si apre con liti di fanteria pesante, muniti di corazza con spallacci, del II secolo d.C., che la tipologia dei busti rappresentati loribus intereat). Il malefi cio richiesto viene minuziosa- tre file di arcieri, dietro ai quali, nei corridoi, si distinguo- e uno di fanteria leggera. I primi due si distinguono per – soprattutto quello femminile che si ispira ai ritratti uffi - Il rilievo è una delle diverse testimonianze archeologiche mente descritto nel suo graduale svolgimento, affi dato 255. Statua raffigurante un milite di fanteria pesante no drappelli di fanteria leggera, carri di comando trainati l’acconciatura dei capelli (una con scriminatura centrale, ciali delle principesse dell’età severiana – l’uso del trapano che confermano la presenza in età imperiale romana di alle singole entità infernali. Inoltre non mancano i tipici Terracotta, h 181 cm da quattro cavalli e infine reggimenti di fanteria pesan- l’altra con crocchia laterale), la foggia dei pantaloni lunghi ben evidente nella resa delle ghirlande, fanno datare il cittadini provenienti dalla Siria nell’antico quartiere della espedienti formulari dei sinilia sinilibus, le similitudi- Dinastia Qin te. I soldati guardano tutti a est, eccetto quelli nella fila e stretti alle caviglie del primo, corti nel secondo, e infine sarcofago alla media età severiana (220-230 d.C.). città di Roma situato oltre il fi ume Tevere e perciò chiama- ni per descrivere le sofferenze di Caecilia Prima. Due Rinvenuta nella fossa n. 1, Lintong, Xi’an (Shaanxi) esterna del corridoio perimetrale rivolti verso l’esterno per per la posizione delle mani: il primo stringeva una lancia Sarcofagi del tipo “a ghirlande”, prodotti da offi cine to Transtiberim (odierno Trastevere). Esso costituisce un esempi sono tratti dai famosi episodi dell’Odissea: le Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta proteggere i loro commilitoni. nel pugno destro, mentre il secondo era probabilmente romane, diventano comuni nell’età imperiale a partire esempio di come gli dei della religione romana siano stati terrifi canti sirene infl iggevano a lei le stesse disgrazie. dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) Anche la seconda fossa è suddivisa in corridoi, ma la sua armato di spada. Il fante leggero condivide l’acconciatura dall’età adrianea (117-138 d.C.), perdurando fi no alla affi ancati dalle divinità patrie degli stranieri che vivevano Ma è il corteo delle fi gure divine, dei ministri e del “per- forma è irregolare per ospitare “lo spiegamento concen- in cat. 256 e la stesssa posizione delle mani. seconda metà del III secolo d.C. nella capitale dell’impero, avendo la possibilità di mante- sonale di servizio” infernale (tra cui fi gurano i cani di 256. Statua raffigurante un milite di fanteria pesante trico”: un gruppo di balestrieri corazzati inginocchiati, La seconda fossa ha restituito centotrentadue statue raf- La rappresentazione dell’erote e della ghirlanda, della nere i propri culti e la propria lingua d’origine(D.V.) Orco, gli ustores inferi – “i crematori infernali” – le ossu Terracotta, h 190 cm circondati da arcieri privi di armatura e da lancieri; uno figuranti balestrieri inginocchiati fra i quali quello in maschera e dei motivi marini, è carica di signifi cati: al fragae, gli uccelli notturni), guidato da Plutone (Dispa- Dinastia Qin squadrone di cavalieri con i loro cavalli preceduti da carri mostra, caratterizzato da sguardo attento, mani spostate signifi cato funerario dell’erote si aggiunge, infatti, quello ter) e Proserpina, ad assumere il ruolo di protagonista Rinvenuta nella fossa n. 1, Lintong, Xi’an (Shaanxi) leggeri da battaglia trainati da una quadriga; un gruppo verso destra in una posizione che suggerisce che origi- dionisiaco della maschera e dell’alternarsi delle stagioni, 250. Tabula defixionis del testo, impegnato ad assolvere con cura meticolosa, Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta di carri pesanti misti a fanti corazzati e, infine, un bloc- nariamente stringessero una vera balestra, armatura che simboleggiate dai frutti della ghirlanda come offerte ai Piombo, larghezza 12,8 cm, h 17,5 cm; lettere, 4-2 mm espressa nell’iscrizione dell’uso differenziato e puntuale dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) co di carri leggeri. protegge anche le spalle, scarpe con la suola antiscivolo e defunti sulla morte. I secolo d.C. dei verbi, i compiti del malefi cio. La terza fossa, a forma di “U”, è la più piccola, dominata al capelli acconciati in un’elaborata crocchia sulla parte si- (M.R.B.) Proveniente da Roma, via Bompiani (A.D.) 257-258. Statue raffiguranti un cavaliere centro da un grande carro da comando trainato da quattro nistra del capo. Il corpo dei balestrieri era il più temuto e il suo cavallo bardato cavalli e seguito da un ufficiale di alto rango, più altri tre; del potente esercito Qin che reclutava solo gli uomini più Terracotta; cavaliere, h 180 cm; cavallo, h 174 cm, nel braccio settentrionale della “U”, i soldati si fronteg- forti, addestrati ad armare velocemente e a sopportare le lunghezza 243 cm giano su due file parallele, mentre in quello meridionale vibrazioni generate al momento dello scocco. Dinastia Qin seguono la formazione cosiddetta “a cortina”. I guerrieri Dalla seconda fossa provengono anche il cavaliere con il Rinvenute nella fossa n. 2, Lintong, Xi’an (Shaanxi) presenti in questo ambiente sono tutti ufficiali e il loro suo destriero bardato. Per non intralciare i movimenti, il Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta schieramento, volto a proteggere il carro di comando, in- cavaliere indossa una tunica corta, pantaloni stretti e una dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) duce a pensare che si trattasse di una guardia scelta. corazza “a corsetto” che termina in corrispondenza della La quarta fossa era vuota, presumibilmente perché al mo- cinta, mentre in testa porta una cuffia annodata sotto al 259. Statua raffigurante un balestriere inginocchiato mento dell’interruzione dei lavori, due anni dopo la morte di mento. Il cavallo è munito di una sella tenuta in posizione Terracotta, h 122 cm Qin Shi Huangdi, il suo corredo non era ancora pronto. da sottopancia e sottocoda, ma la mancanza delle staffe, Dinastia Qin La prima delle sculture in mostra raffigura un ufficiale non ancora inventate, rendeva la stabilità del soldato in Rinvenuta nella fossa n. 2, Lintong, Xi’an (Shaanxi) di rango elevato, come si evince dall’elaborato copricapo sella molto più precaria e faticosa.

338 339 La decima statua di terracotta, raffigurante un funziona- L’armatura (parzialmente ricostruita) a corsetto e grem- scoperto: le analisi metallografiche effettuate su alcu- desume il ruolo di funzionario rappresentato dalla scul- gno del Secondo Augusto Imperatore, cioè 209 a.C., è un 283. Moneta da otto zhu rio civile, proviene, al contrario delle precedenti, da una biale e l’elmo qui esposti provengono da una fossa (K9801) ni esemplari rivelano infatti la presenza di una piccola tura. Secondo gli archeologi cinesi, il funzionario era ar- editto imperiale emanato da quest’ultimo, che mantiene Bronzo, ø 3,1 cm, peso 4,75 g struttura ipogea (K0006) situata fra il tumulo e il recinto situata nei pressi dell’angolo sud-orientale del perimetro percentuale di cromo volontariamente aggiunta a rame, mato di spada, inserita nel piccolo foro fra il fianco e il il sistema del suo predecessore, ma abolisce il riferimento Dinastia Han Occidentale interno del parco funerario. La sua identificazione, come interno del parco funerario del Primo Imperatore. Lo scavo stagno e bronzo. braccio sinistro. a Qin Si Huangdi nelle iscrizioni. Il peso misura un jin di Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) quella delle altre sette sculture vicine, anch’esse ritratte parziale ha rivelato che ripartizioni interne suddividono Le armi di forma cilindrica con la punta triangolare, de- epoca Qin che corrisponde a 250 grammi. con le mani conserte appoggiate sul ventre e nascoste la struttura ipogea in corridoi all’interno dei quali erano nominate shu, sono punte di mazza, originariamente in- Il secondo peso è di ferro, mentre l’iscrizione è incisa su 284. Moneta da quattro zhu nelle ampie maniche della veste, è stata possibile in virtù custodite centocinquanta corazze e una cinquantina di nestate su aste di legno a sezione circolare, lunghe circa 269. Lasciapassare a forma di tigre una placca di bronzo “appesa” al manico ad arco. Il testo Bronzo, ø 2,4 cm, peso 2,4 g della cote e del coltellino appesi alla cintura: la prima ser- elmi costituiti da centinaia di tessere di pietra calcarea 90 cm, tracce delle quali sono state rilevate al momen- Bronzo e oro, lunghezza 19 cm, h 11,6 cm riporta un editto promulgato dal Secondo Augusto Im- Dinastia Han Occidentale viva ad affilare il secondo con il quale i burocrati addetti combusta cucite insieme con filo di metallo. La K9801 to dello scavo. Esse erano in uso fin dalla dinastia Zhou Dinastia Han Occidentale peratore nel 209 a.C. Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) alla redazione di documenti preparavano le tavolette di ha restituito anche un gruppo di placche trapezoidali (1045-221 a.C.) e molto probabilmente derivano da armi Rinvenuta nella tomba del Re di Nanyue a Xianggang, legno sulle quali scrivevano utilizzando un pennello in- molto più grandi appartenenti all’armatura di un caval- primitive, ma, non essendo letali, gli archeologi cinesi ri- Canton (Guangdong) 285. Moneta da cinque zhu tinto nell’inchiostro (cat. 294). lo: quest’ultimo ritrovamento è sensazionale, poiché pri- tengono che in epoca Qin fossero ormai divenute armi Museo del Re di Nanyue della Dinastia Han 272. Moneta a forma di vanga Bronzo, ø 2,55 cm, peso 3,56 g Sul volto di questa figura sono ancora evidenti tracce di ma del 1998 si riteneva che la bardatura catafratta fosse cerimoniali, simbolo di rango, impiegate durante parate Occidentale (Canton, Guangdong) con le estremità squadrate Dinastia Han Occidentale colore, a testimonianza che originariamente le sculture stata trasmessa alla Cina dai popoli nomadi delle steppe ufficiali. Sono emerse solo dalla fossa n. 3, interpretata Bronzo, lunghezza 4 cm, larghezza 2,7 cm, peso 5,76 g Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) erano dipinte, le uniformi addirittura con colori sgargian- orientali dopo la dissoluzione dell’impero Han, mentre come la sede della guardia scelta dell’esercito del Primo La pratica di servirsi di lasciapassare sia in ambito civile Periodo degli Stati Combattenti ti che purtroppo sono in larga misura svaniti al momento questa scoperta anticipa di molti secoli l’impiego della ca- Imperatore. sia militare risale al periodo precedente la fondazione Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) 286. Moneta da cinque zhu dello scavo. L’impatto visivo doveva perciò essere molto tafratta per cavalli. Come mostrano le sculture dell’eser- Prima della dinastia Qin, la spada a lama lunga era riser- dell’impero, quando il territorio cinese era dominato Bronzo, ø 2,6 cm, peso 3,68 g diverso da quello che percepiamo oggi, ma del resto anche cito di terracotta, i soldati Qin erano spesso protetti da vata esclusivamente agli aristocratici, ma, come hanno te- da numerosi regni e principati, spesso in lotta tra loro 273. Moneta a forma di vanga Dinastia Han Orientale la statuaria greca e romana era vistosamente colorata. armature di vario genere, fatte però di tessere di cuoio, stimoniato gli scavi archeologici presso il parco funerario per la supremazia. I lasciapassare consentivano il tran- con le estremità squadrate Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) La caratteristica che più colpisce l’osservatore è l’unicità più leggere e flessibili di quelle litiche: le corazze di pie- di Qin Shi Huangdi, quest’ultimo aveva dotato parte del sito di convogli di funzionari o aristocratici che avevano Bronzo, lunghezza 6,7 cm, larghezza 4 cm, peso 29,9 g dell’aspetto delle statue, tanto che è stato suggerito che tra emerse dalla fossa K9801 pesano infatti circa 18 kg e suo esercito di tale arma. Dalle indagini archeologiche si necessità di viaggiare all’interno del proprio stato, ma Periodo degli Stati Combattenti 287 Moneta rettangolare dello stato di Chu fossero una diversa dall’altra, ma in realtà le differenze so- comunque sarebbero state troppo fragili. Ciò significa è anche dedotto che i militari la portavano a tracolla in anche in stati diversi e il regolare proseguimento delle Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) Oro, lunghezza 2,1 cm, larghezza 1,6 cm, peso 18,73 g no solo illusorie e le figure non ritraggono singoli soldati che tali armature non erano destinate a veri soldati, ma un fodero di legno rivestito di garza laccata, di cui sono carovane di mercanti che trasportavano le loro derrate Periodo degli Stati Combattenti del vero esercito di Qin Shi Huangdi. L’apparente diversi- forse ad alcune delle tante statue fittili sepolte nel parco sopravvissuti alcuni resti. di villaggio in villaggio, di città in città e talvolta persi- 274. Moneta a forma di vanga Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) tà scaturisce dal fatto che le sculture sono il frutto della funerario. L’elmo è particolarmente interessante perché, La spada qui analizzata, tutt’ora perfettamente affilata e no di stato in stato. Esistevano due tipi di lasciapassare, con le estremità appuntite combinazione di elementi prodotti in serie, per ciascuno al contrario delle corazze, non compare mai nell’equipag- levigata, è caratterizzata da quattro fili di taglio e da una uno per coloro che viaggiavano per via di terra, chiamati Bronzo, lunghezza 14,2 cm, larghezza 6,5 cm, 288. Moneta a forma di zoccolo di cavallo dei quali esistevano alcune varianti. Le figure constano di giamento in dotazione ai soldati di terracotta. spina che corre lungo ciascuna delle due facce; sull’impu- “lasciapassare per carri o carrozze” e un altro tipo per le peso 34,29 g Oro, h 4,7 cm, lunghezza 5,8 cm solito di sette parti principali – base, piedi, gambe, corpo, gnatura sono visibili, ma non chiaramente leggibili a causa vie d’acqua, fiumi e canali, che venivano chiamati per Periodo degli Stati Combattenti Dinastia Han Occidentale braccia, mani e testa – modellate separatamente e poi as- della marcata abrasione, motivi decorativi incisi. l’appunto “lasciapassare per barche”. Poi vi erano i la- Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) Rinvenuta nella tomba M40 a Bajiaolang, semblate. Le componenti cilindriche, come braccia e gam- 263. Spada sciapassare militari, che dovevano garantire non solo il Dingxian (Hebei) be, erano realizzate avvolgendo lastre di impasto argilloso Bronzo, lunghezza 93,5 cm transito di uomini e convogli, ma anche dei corrieri che 275. Moneta a forma di coltello dello stato di Qi Istituto di Archeologia dello Hebei in tubi, o con il metodo a “colombino”, mentre la forma Dinastia Qin 267. Statuine raffiguranti guardie armate portavano gli ordini dal quartier generale alle guarni- Bronzo, lunghezza 18,3 cm, peso 48,17 g della testa, le orecchie e le mani, per esempio, erano ese- Rinvenuta nella fossa n. 1, Lintong, Xi’an (Shaanxi) Terracotta e pigmenti, h media 52 cm gioni poste in aree periferiche. I materiali impiegati per Periodo degli Stati Combattenti 289. Moneta circolare guiti utilizzando stampi doppi o singoli; l’acconciatura, i Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta Dinastia Han Occidentale realizzarli erano i più vari, dal bambù al bronzo. Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) Oro, h 6,3 cm, peso 246,9 g copricapo, i baffi, la barba, i dettagli dell’armatura e delle dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) Rinvenute nella tomba del Re di Chu L’esemplare in mostra, a forma di tigre, è particolarmen- Dinastia Han scarpe erano invece plasmati direttamente sulle figure da a Beidongshan, Xuzhou (Jiangsu) te bello: il felino è rappresentato con la testa alta e le fau- 276. Moneta a forma di coltello dello stato di Yan Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) maestri scultori. Dato il numero delle statue, non sarebbe 264-265. Frecce e scocco di balestra Museo di Xuzhou (Jiangsu) ci spalancate, la schiena arcuata, il corpo contratto e le Bronzo, lunghezza 14,4 cm, larghezza 2 cm, stato possibile altrimenti. Ciò non sminuisce l’ecceziona- Bronzo; frecce: lunghezza 16,5-20 cm, zampe raccolte come se avesse appena spiccato un gran- peso 15,94 g 290. Moneta a forma di coltello lità dell’armata eterna, che costituisce un trionfo della tec- scocco, lunghezza 16 cm 268. Statuina raffigurante un funzionario de balzo in avanti, trasmettendo l’impressione di dinami- Periodo degli Stati Combattenti Bronzo e oro, lunghezza 7,35 cm, larghezza 2,85 cm, nologia della ceramica e rivela la straordinaria capacità di Dinastia Qin con tavoletta cerimoniale smo e di vigore. Le striature sulla pelliccia dell’animale, Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) peso 31,28 g organizzare sia l’enorme numero di operai coinvolti (circa Rinvenuta nella fossa n. 2, Lintong, Xi’an (Shaanxi) Terracotta e pigmenti, h 52 cm ageminate in oro, rifiniscono e impreziosiscono l’oggetto. Dinastia Xin un migliaio), sia le fasi del processo di manifattura. Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta Dinastia Han Occidentale Su un fianco appare un’iscrizione che lo identifica come 277. Moneta a forma di cauro dello stato di Chu Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) A causa delle dimensioni delle sculture, modellarle e cuo- dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) Rinvenuta nella tomba del Re di Chu “lasciapassare per carri per ordine del re”. Bronzo, lunghezza 1,8 cm, larghezza 1,1 cm, peso 2,05 g cerle evitando fratture era un traguardo molto ambizioso, a Beidongshan, Xuzhou (Jiangsu) Periodo degli Stati Combattenti 291. Forziere mai tentato prima e mai più ripetuto. I problemi imme- 266. Punta di mazza shu Museo di Xuzhou (Jiangsu) Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) Terracotta invetriata, h 20,7 cm, lunghezza 27 cm, diati erano costituiti dalla contrazione durante l’essicca- Bronzo, lunghezza 10,6-12 cm 270. Peso con inscrizioni larghezza 19,8 cm zione (cioè, prima di caricare le statue nella fornace), dai Dinastia Qin La pratica di seppellire statuine di terracotta o di legno in Bronzo, h 7 cm, ø base 5,2 cm, peso 250 g 278. Moneta a forma di cauro dello stato di Chu Dinastia Han Orientale fenomeni di espansione e contrazione durante la cottura Rinvenuta nella fossa n. 1, Lintong, Xi’an (Shaanxi) sostituzione di esseri umani si diffuse progressivamente Dinastia Qin Bronzo, lunghezza 1,7 cm, larghezza 1,1 cm, peso 1,79 g Trasferito dal Gruppo Operativo dei Beni Culturali e dal peso delle figure (150-200 kg) che doveva essere so- Museo dei Guerrieri e dei Cavalli di Terracotta sia al nord sia al sud a partire dal V secolo a.C. e fu man- Rinvenuto in una tomba a Shangyuanjia, Periodo degli Stati Combattenti di Sanmenxia (Henan) stenuto dalle gambe. Per ridurre al minimo gli effetti in- dell’Imperatore Qin Shi Huang (Shaanxi) tenuta anche durante la prima età imperiale. Qin’an (Gansu) Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) Museo di Sanmenxia (Henan) desiderati, che avrebbero messo a rischio la realizzazione Le prime cinque sculture di terracotta dipinta qui ana- Museo del Gansu dell’armata eterna, i ceramisti ricorsero ancora una volta In origine i soldati dell’armata eterna brandivano vere lizzate provengono dalle nicchie scavate nel corridoio 279. Moneta circolare con foro quadrato al centro Durante la dinastia Zhou Orientale (770-221 a.C.) circo- all’argilla locale, il löss, rimovendo le parti più fini, co- armi, il ritrovamento delle quali ha fornito informazioni di una tomba a Beidongshan, nei pressi di Xuzhou nella 271. Peso con inscrizione Bronzo, ø 3,1 cm, peso 7,33 g lavano in Cina quattro tipologie di monete: quelle cosid- me nel caso degli stampi per i bronzi rituali. Ciò ovviava preziosissime sulle tipologie e sulle tecniche allora in uso. provincia del Jiangsu. Quattro condividono la posizione, Bronzo e ferro, h 19 cm, ø base 25 cm, peso 31,6 kg Periodo degli Stati Combattenti dette “a coltello” e “a vanga”, dal nome degli utensili dai anche al problema del peso: durante la cottura, le gam- La balestra, di cui qui si può osservare lo scocco, era stata caratterizzata da mani chiuse e sovrapposte sul fianco Dinastia Qin Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) quali derivavano la loro sagoma, quelle circolari e, infine, be non avrebbero retto i circa 150 kg che le sovrastavano, inventata nel meridionale regno di Chu nel periodo degli destro, acconciatura con scriminatura centrale nascosta Rinvenuto in una tomba a Shangyuanjia, quelle tipo cauri – queste ultime definite yibi in cinese, ma facendole piene sarebbero esplose sotto la pressione Stati Combattenti (453-221) ed era diventata l’arma mi- da una cuffia allacciata sotto al mento, abito composto Qin’an (Gansu) 280. Moneta circolare con foro circolare al centro che alla lettera significa “naso di formica”. In base alle dell’acqua in evaporazione. L’impiego di löss adeguata- cidiale dell’esercito Qin: il corpo dei balestrieri, accurata- da una lunga tunica con incrocio laterale, ampi panta- Museo del Gansu Bronzo, ø 3,6 cm, peso 8,76 g caratteristiche morfologiche, i denari a coltello e a vanga mente preparato permetteva la realizzazione di gambe mente scelti e addestrati ad armare velocemente tirando loni e calzature squadrate; sul lato sinistro è dipinta una Periodo degli Stati Combattenti sono oggi ulteriormente classificati in “moneta a vanga molto spesse e allo stesso tempo porose, evitando così i la corda e mantenendo fermo l’arco con i piedi, nonché lunga spada, mentre la posizione delle mani suggerisce Uno dei provvedimenti fondamentali, adottati dal Pri- Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) con le estremità appuntite”, “moneta a vanga con le estre- rischi di cedimento e di esplosione. a tenere saldo il fusto al momento dello scocco per non che stringessero un’altra arma, realizzata in materia- mo Imperatore in seguito all’unificazione territoriale del mità squadrate”, “moneta a vanga con il piede arcuato” deviare il dardo letale, era infatti il più temuto. le deperibile. Si può perciò dedurre che si trattasse di paese, fu la standardizzazione di pesi, misure e valute (si 281. Moneta da mezzo liang dello stato di Qin e così via. Quelle a coltello si distinguono per la punta Le fosse dell’esercito di terracotta hanno restituito circa guardie armate. Se la postura è identica, il ceramista- veda catt. 272-290) per favorire gli scambi commerciali e Bronzo, ø 3,3 cm, peso 12,35 g curva, tipica dell’antico stato di Qi (nell’attuale provincia 261-262. Armatura (copia moderna) diecimila frecce costituite da punta e stelo saldato in una pittore che le ha decorate si è evidentemente sforzato riscuotere più agevolmente le tasse. Periodo Stati Combattenti dello Shandong), o dritta, caratteristica dello stato di Yan e elmo di uso funerario seconda fusione; lo stelo, lungo circa 70 cm, era poi ri- di individualizzarle nei volti, che mostrano caratteri ed Il primo dei due pesi a forma di campana sfaccettata Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) (nell’attuale provincia dello Hebei), ma anche in questo Calcare; armatura, h 95cm, larghezza 36 cm; vestito di bambù laccato di rosso. La faretra, contenente espressioni diversi. con piccola presa cilindrica reca due iscrizioni: la prima, caso le classificazioni moderne sono molto dettagliate. elmo: h 32 cm un centinaio di frecce, era legata ai due anelli che spes- La quinta statuina è simile alle precedenti, cambia la datata ventiseiesimo anno di regno di Qin Shi Huandi, 282. Moneta da mezzo liang Le iscrizioni che compaiono sui vari tagli si riferiscono Dinastia Qin so si notano sul dorso dei soldati dell’armata eterna. Le posizione delle mani: conserte sul ventre e nascoste nel- corrispondente al 221 a.C., anno di fondazione del primo Bronzo, ø 3,4 cm, peso 9,96 g di solito al luogo di provenienza e al peso. Rinvenuti nella fossa K9801, Lintong, Xi’an (Shaanxi) frecce sono in ottimo stato conservativo probabilmente le ampie maniche della veste, dove si nota un foro prati- impero, è l’editto con cui Qin Si Huangdi unificò le unità Dinastia Qin Nella prima metà del IV secolo a.C., comparvero le monete Istituto di Archeologia dello Shaanxi in virtù della cromatura che gli armaioli Qin avevano già cato per accogliere la tavoletta cerimoniale dalla quale si di misura dei pesi. La seconda, datata primo anno di re- Museo Nazionale di Numismatica (Pechino) circolari e nel 336 a.C. lo stato di Qin ne creò una da mez-

340 341 zo liang, in cui il liang, o tael, è l’unità monetaria relativa al Rinvenuto nella tomba M3 a Mawangdui, grazie alle crescenti relazioni che l’impero andava tessendo vedere appeso alla cintura del funzionario civile prove- Rinvenuta nella tomba M3 a Mawangdui, dello Yunnan, abitata da popolazioni di etnia non han (ci- peso, destinata a diventare la valuta di riferimento di tutto Changsha (Hunan) con i popoli dell’Asia Centrale. Il raffinato decoro contra- niente dalla fossa K0006 del parco funerario del Primo Changsha (Hunan) nese), e governata dal regno di Dian fino alla colonizza- l’impero dopo la sua unificazione, nel programma di stan- Museo dello Hunan sta con l’aspetto feroce dell’animale: tozzo, ben piantato Imperatore dei Qin, scoperto a Lintong, Xi’an (Shaanxi) Museo dello Hunan zione cinese avvenuta nel 109 a.C. Gli archeologi hanno dardizzazione di pesi (catt. 270-271), misure e valute attuato sulle quattro zampe, fauci spalancate, ali dorsali pronte a (cat. 260). La lunghezza delle listarelle era diversa a se- riportato alla luce alcune necropoli aristocratiche che hanno dal Primo Imperatore. Essa rimase in circolazione fino al 118 297. Manoscritto di argomento medico schiudersi, come se fosse in posizione di attacco, pronto a conda dei tempi e delle località. In epoca imperiale le più La cartina dipinta su legno è la più antica mappa finora restituito un’ingente quantità di reperti sorprendenti per a.C., quando l’imperatore Wu (140-86 a.C.) la sostituì con Inchiostro su listarelle e tavolette di legno, lunghezza balzare contro il proprio avversario. lunghe erano destinate alle opere importanti, mentre le scoperta in Cina. Essa risale alla fine del periodo degli la loro eccellente qualità e raffinatezza. Fra questi occu- la moneta da cinque zhu, in cui il zhu è un unità di misura listarelle 23-23,4, lunghezza tavolette 22,7-23,9 cm Secondo la tradizione cinese, la carta fu inventata da più corte venivano impiegate per le attività amministra- Stati Combattenti (453-221 a.C.) e proviene da una lo- pa una posizione preminente il tamburo, apparentemente di peso corrispondente a un ventiquattresimo di liang. Nei Dinastia Han Orientale Cai Lun, che nel 105 d.C. ne descrisse all’imperatore il tive o per le comunicazioni personali. calità nel regno di Qin, destinato, di lì a poco, a fondare al centro della vita religiosa e sociale di Dian. Quello qui secoli successivi il taglio cambiò molte volte, ma la morfolo- Rinvenuto a Hantanpo, Wuwei (Gansu) metodo di preparazione. In realtà fu introdotta intorno Tra i manoscritti su listarelle di legno esposti, di grande il primo impero. esposto è sormontato da quattro figure stanti che indos- gia, circolare con un foro quadrato al centro che permetteva Museo del Gansu al II secolo a.C. se non prima, come testimoniano diver- interesse è quello che riporta otto dei diciassette capitoli Il sito ha restituito complessivamente sette piante dipinte sano costumi, copricapi e ornamenti distinti, ma sempre di infilare i soldi in una corda, rimase invariata fino all’ini- se scoperte archeologiche avvenute nel secolo scorso. Di che compongono l’edizione tramandata dello Yili (Ceri- a inchiostro su quattro tavole di legno, tre delle quali sono molto elaborati; i corpi sono statici, ma dalla diversa posi- zio del XX secolo. I denari di questo tipo venivano fusi in 298. Documenti di vario genere recente, in una tomba a Fangmatan, nella provincia del moniale), opera nota nella tradizione confuciana come disegnate su ambo i lati, mentre la quarta su una faccia zione delle braccia e delle gambe si evince che raffigurano stampi bivalvi di ceramica, di pietra o di metallo che pote- Inchiostro su listarelle di legno, lunghezza 23,2-23,3 cm Gansu, è stata trovata una mappa su carta risalente al II uno dei Tredici Classici (cat. 295). Il manoscritto, risalen- sola. In base ai contenuti, si distinguono due carte ammi- danzatori durante una cerimonia rituale. vano produrne diverse decine contemporaneamente, perciò Dinastia Han Orientale secolo a.C. L’utilizzazione della carta si diffuse in modo te alla fine degli Han Occidentali, ma rinvenuto nel 1959 nistrative, due topografiche e due economiche relative alla Oltre ai tamburi, un’altra tipologia ritrovata di frequente il termine “coniare” è in realtà improprio. Rinvenuti in una tomba a Honghua, Hanzuo, graduale, una volta raggiunto un livello qualitativo ido- in una tomba dell’inizio degli Han Orientali a Wuwei, in stessa area che coincide con l’attuale città di Tianshui, nella nelle sepolture di Dian, e perciò centrale a quella cultura, Fino alla dinastia Han Occidentale, oltre a quelle di bron- Wuwei (Gansu) neo alle specifiche esigenze del sistema di scrittura. Di località Mozuizi (Gansu), nella sua interezza si compone regione del Gansu. L’esemplare qui esposto è una delle map- è il contenitore per cauri, questi ultimi utilizzati come mo- zo, circolavano anche monete d’oro multiformi, come Museo del Gansu grande interesse è dunque il ritaglio esposto (cat. 299), di tre versioni distinte dello stesso testo, due trascritte su pe amministrative sulla quale sono segnalati, con simboli neta negli scambi commerciali e sepolti a migliaia proprio quella rettangolare con iscrizione risalente al periodo degli proveniente da una lettera privata, utilizzato come cu- listarelle di legno, una su listarelle di bambù. Le dimen- grafici standardizzati, ventotto nomi di luogo, due catene all’interno di tali recipienti. Spesso il contenitore assume la Stati Combattenti, o quella circolare o a forma di zoccolo 299. Epistola scinetto per uno specchio e quindi ricavato nella forma sioni delle quattrocentonovantasei listarelle complessive montuose, dodici vallate, sei passi e un padiglione. Tutto forma di un tamburo, singolo o doppio, mentre il coperchio di cavallo databili alla dinastia Han Occidentale. Inchiostro su carta, ø 17 cm circolare tipica degli specchi di bronzo (catt. 406-407). variano da versione a versione, mediamente la loro lun- ciò testimonia l’importanza e lo sviluppo della cartografia ospita una scena narrativa tridimensionale. Sul primo reci- Nel 7 d.C., Wang Mang, che due anni dopo avrebbe fon- Dinastia Han Orientale Che il foglio sia stato ritagliato dopo esser stato scritto ghezza va dai 54 ai 58 cm., mentre la loro larghezza va già prima della nascita dell’impero unificato. piente, intorno ad un alto manico, un personaggio impor- dato l’effimera dinastia Xin (9-23), rintrodusse due tipi di Rinvenuta a Youlongping, Lanzhou (Gansu) e non prima è dimostrato dalla presenza, lungo il bordo, da 0,5 a 1 cm. Si tratta della più antica versione esistente Le mappe sono reperti estremamente rari e questo, dipin- tante, contraddistinto dalla superficie dorata e dal parasole moneta a coltello, uno dei quali è qui esposto: è definito Museo di Lanzhou (Gansu) di diversi caratteri incompleti. Il materiale impiegato per di questa opera. to su seta, è ancora più pregiato in virtù della deperibili- che lo sovrasta, è condotto in una portantina preceduto da Yi dao ping wuqian, o “un coltelle equivalente a cinque- preparare questo ritaglio di carta è la canapa, lavorata con Di notevole interesse per gli studiosi è anche il manoscrit- tà del materiale. Sulla sua superficie si distinguono nove due uomini a cavallo, fra una folla di persone intente in varie mila” e i caratteri Yi dao sono ageminati in oro. La scrittura cinese non è di tipo alfabetico, ma logogra- collanti in modo da garantirne la robustezza, ottenendo to su seta (cat. 296), rinvenuto nel 1973 nella tomba M3 aree, la difesa delle quali è affidata ad altrettante guar- attività: alcuni seminano, altri commerciano, uno porta sulla Il forziere qui analizzato è in realtà un oggetto funerario, fico, non usa lettere per scrivere le parole, ma segni, co- una superficie bianca e liscia, dimostrazione di una tec- della necropoli di Mawangdui. Si tratta di una versione nigioni; inoltre sono segnalati i mezzi militari a disposi- testa una fascina di legna, un altro regge fra le mani un’urna, fabbricato con l’unico scopo di seppellirlo insieme al defun- munemente detti “tratti”, che compongono degli insiemi nica di lavorazione già molto avanzata. dello Yijing (Classico dei mutamenti), noto anche come zione e i percorsi operativi. L’alto livello raggiunto dalla un altro un cesto, un altro ancora dei tessuti. to, evidentemente un signore molto legato al danaro. Nono- omogenei di grandezza regolare e costante chiamati “ca- Fino al III-IV secolo della nostra era, quando la carta di- Zhouyi (Classico dei mutamenti secondo la tradizione cartografia nel II secolo a.C. è ulteriormente testimoniato Una scena più semplice, ma altrettanto dinamica abbelli- stante sia una riproduzione non funzionale, è provvisto di ratteri” (talvolta impropriamente definiti “pittogrammi” o venne il supporto più comune, i materiali scrittori più fre- Zhou), la più importante opera di divinazione della tra- dalla cura con cui sono riportate catene montuose, fiumi sce il coperchio del secondo recipiente, a forma di doppio tutti i particolari, compreso lo sportello apribile in alto e il “ideogrammi”). I caratteri della scrittura cinese corrispon- quentemente impiegati erano tavolette di legno, listarelle dizione cinese, divenuta anch’essa, come lo Yili, uno dei e insediamenti abitativi. tamburo: si tratta di una battuta di caccia, in cui compare lucchetto. L’impressione che la cassaforte sia solida e sicu- dono a sillabe e sono unità di significato indipendenti che di bambù o di legno e tessuti di seta. Testi di particolare Tredici Classici. La versione ritrovata presenta consistenti Dopo un’attenta analisi, gli studiosi cinesi si sono convinti un cavaliere dorato accompagnato da un uomo a cavallo ra si avverte immediatamente dalla robustezza dei rivetti incorporano forma grafica, senso compiuto e suono. Una rilevanza e solennità venivano riportati su materiali meno diversità rispetto a quella tramandata e ciò spiega l’im- che la mappa descriva la zona compresa fra i monti Jiuyi e e uno a piedi fra due cervi, un felino e una lepre; il tema e dal colore dell’invetriatura al piombo: il verde originale, parola può essere composta da un solo carattere (parola soggetti all’usura del tempo, quali piastroni e carapaci di portanza del manoscritto non solo per l’esegesi dell’ope- la catena del Nanling, nell’attuale provincia dello Hunan della caccia è richiamato da quattro cervi e altrettanti bu- che nei lunghi secoli di interramento si è degradato, evoca monosillabica) o da due e talvolta più caratteri (parola tartaruga o ossa di animali nei periodi più antichi, me- ra, ma anche per la storia del pensiero nella Cina antica. meridionale. Negli ultimi anni di regno dell’imperatore fali in altorilievo distribuiti intorno al contenitore. infatti il bronzo, un materiale certamente più adeguato per bisillabica o polisillabica). Per via dei supporti di scrittu- talli e pietre dure in seguito. Anche se l’archeologia sino Il manoscritto venne redatto nel primo anno di regno Gaohou (187-179), il re dello stato di Nanyue, situato nella Il quarto recipiente è invece ornato da una scena tutta al la fabbricazione di un forziere, ma nell’aldilà era sufficiente ra più comunemente impiegati prima dell’impiego della ad oggi non è stata in grado di recuperare i testi riportati dell’imperatore Wen (180-157 a.C.). regione del Guangdong, lanciò un attacco contro il regno femminile: una donna rivestita d’oro, inginocchiata su un la semplice riproduzione della cassaforte. carta (listarelle di bambù o di legno), i caratteri venivano su materiali deperibili risalenti a periodi precedenti al IV Gli altri due manoscritti riguardano ambiti diversi, essen- di Changsha (l’impero Han era amministrativamente sud- grande tamburo, protetta da un parasole simile a quello tradizionalmente scritti a pennello dall’alto verso il bas- sec. a.C., siamo comunque certi della loro esistenza. L’uso do il primo di carattere medico (cat. 297), il secondo am- diviso in regni e governatorati), dove il padre del defunto che sovrasta il personaggio nella portantina sull’esemplare so, in colonne che da destra si susseguono verso sinistra. della scrittura a pennello è infatti documentato fin dal ministrativo (cat. 298). I materiali di argomento medico nella cui tomba è stata ritrovata la mappa serviva con il precedente, domina un gruppo di donne intente a filare e 292. Inchiostro e calamaio Oggi è ormai invalsa l’abitudine di scrivere in orizzonta- XII secolo a.C., essendosene trovata traccia su alcune ossa fanno parte di un corpus di settantotto listarelle (jian) titolo di “marchese”. Presumibilmente il figlio combatté tessere, un’attività evidentemente importante per i Dian, Inchiostro solido e pietra; inchiostro, h 5 cm, le, da sinistra verso destra. oracolari, sulle quali l’inchiostro era forse stato utilizza- e quattordici tavolette (du) che descrivono una trentina contro l’invasore ed è per questo motivo che la mappa era fonte probabilmente di grandi guadagni. larghezza 3,3 cm; calamaio, h 12,5 cm, ø 13,5 cm La lunghezza del pennello variava dai 20 ai 24 cm. Il ma- to per preparare il testo prima dell’effettiva trascrizione, di ricette e terapie, basate sull’utilizzazione di circa un stata inserita nel suo corredo funerario. Come dimostrano questi reperti, la cultura Dian possede- Dinastia Han Orientale nico era di bambù o di legno (sottili asticciole legate in- visto che le iscrizioni su ossa venivano sempre ottenute centinaio di piante medicinali. Vengono riportati minu- va caratteri ben distinti da quelli Han, con questa predi- Museo del Gansu sieme), la punta era costituita da setole di coniglio, cervo mediante procedimenti di incisione. ziosamente definizioni di malattie, sintomi, nomi di er- lezione per la narrazione, contrassegnata da un avanzato o capra legate con filo di seta al manico (secondo l’uso di Per essere in grado di assorbire facilmente l’inchiostro, il be e piante mediche, dosi e modalità d’impiego. Si trat- 302. Tamburo con figure di danzatori senso realistico e del movimento. 293. Calamaio a forma di animale fantastico Chu) o fissate con della lacca direttamente al suo inter- legno impiegato come supporto per la scrittura era dolce ta di una fonte importante per lo studio della medicina Bronzo, h 27,2 cm, ø base 20,1 cm Bronzo, oro e pietre semipreziose, h 10,5 cm, no (secondo l’uso di Qin). Un astuccio, costituito da un e leggero, venendo per lo più ricavato dal pioppo, dal sali- tradizionale cinese, in particolare per quanto riguarda la Dinastia Han Orientale lunghezza 25 cm, larghezza 14,8 cm sottile tubo di bambù, lo preservava da eventuali dan- ce, dal pino o dal tamarisco. Veniva preparato in tavolette storia della farmacopea e dell’erboristeria. I manoscritti Rinvenuto a Lijiashan, Jiangchuan (Yunnan) 306. Ornamento da cintura con decoro di cammelli Dinastia Han Orientale neggiamenti. L’esemplare qui esposto (cat. 294), recante rettangolari o quadrate (du) o in listarelle lunghe e sottili di carattere amministrativo, invece, trattano diverse que- Istituto di Archeologia dello Yunnan Bronzo, lunghezza 9,8 cm Rinvenuto in una tomba a Tushan, Xuzhou (Jiangsu) la scritta baima zuo “fatto da Bai Ma”, è stato trovato ac- (jian) di dimensioni variabili, la cui superficie era lisciata stioni. Il primo, costituito dalle listarelle nn. 1 e 2, hanno Dinastia Han Museo di Nanjing (Jiangsu) canto al capo del defunto, alla sua sinistra, testimoniando e accuratamente levigata. Il bambù richiedeva una lavo- per argomento il decreto di insediamento dell’imperatore 303. Contenitore per cauri con figure in processione Rinvenuto in una tomba Xiongnu a Daodunzi, della consuetudine, invalsa tra i funzionari Han e ripor- razione più complessa. Dal fusto cavo della pianta si reci- Cheng (33-7 a.C.), mentre quello compreso tra le listarelle Bronzo e oro, h 40 cm, ø base 33,3 cm Tongxin (Ningxia) 294. Pennello con iscrizione tata da alcune fonti d’epoca, di infilare il pennello tra i devano dei cilindri di diversa lunghezza (da una decina a nn. 3 e 8 riporta notizie di carattere amministrativo. Infi- Dinastia Han Orientale Istituto di Archeologia del Ningxia Bambù e setole, lunghezza complessiva 23,5 cm, capelli a mo’ di forcina. un’ottantina di centimetri), evitando accuratamente i no- ne, le listarelle nn. 9 e 10 si riferiscono all’assegnazione di Rinvenuto a Lijiashan, Jiangchuan (Yunnan) ø 0,6 cm, lunghezza delle setole 1,6 cm L’inchiostro era di colore nero (ricavato da legno di pino di; essi venivano quindi tagliati lungo il senso della fibra, un prestigioso riconoscimento e di una pensione annua Istituto di Archeologia dello Yunnan 307. Ornamento da cintura con decoro di buoi Dinastia Han Orientale carbonizzato, nerofumo e colla di pesce o estratto dal cuoio ottenendo così delle listarelle piatte e regolari di larghezza di 600 dan a un tale di nome You Bo in occasione del suo Bronzo, lunghezza 14,9 cm Rinvenuto in una tomba a Mozuizi, Wuwei (Gansu) bollito o da corna di cervo) o rosso (ricavato dal cinabro). variabile. La sottile corteccia verde veniva completamente settantesimo compleanno (siamo nel 72 d.C.). 304. Contenitore per cauri con scena di caccia Dinastia Han Occidentale Museo del Gansu Già in epoca Han l’inchiostro veniva prodotto in palline rimossa con un apposito raschietto. Entrambe le superfi- Bronzo e oro, h 65,8 cm, ø base 45,2 cm Rinvenuto in una tomba a Xichagou, Xifeng (Liaoning) o barrette solide che venivano poi sciolte con l’acqua in ci, interna ed esterna, venivano polite e le estremità sago- Dinastia Han Occidentale Museo del Liaoning 295. Manoscritto dello Yili (Cerimoniale) appositi calamai, prevalentemente di pietra o terracotta, mate di modo che la punta prendesse forma arrotondata, 301. Mappa amministrativa Rinvenuto a Shizhaishan, Jinning (Yunnan) Inchiostro su listarelle di legno, lunghezza 51-56 cm, consuetudine che rimarrà invariata per secoli. Il calamaio trapezoidale o rettilinea con un angolo di 45 gradi. Una Inchiostro su legno, lunghezza 26,8 cm, Istituto di Archeologia dello Yunnan 308. Ornamento da cintura con decoro di cavalli larghezza 0,5-0,8 cm in pietra qui esposto (cat. 292) ha una superficie piatta che volta preparate, le listarelle erano sottoposte al calore del larghezza 16,9 cm, spessore 1 cm Bronzo, lunghezza 12,2 cm Dinastia Han Orientale poggia su tre gambe a forma di zampa d’orso ed è muni- fuoco per aumentarne la robustezza senza compromet- Fine del periodo degli Stati Combattenti - Dinastia Qin 305. Contenitore per cauri con figure di tessitrici Dinastia Han Rinvenuto in una tomba a Mozuizi, Wuwei (Gansu) to di coperchio riccamente decorato con draghi e tigri. In terne la naturale elasticità e leggerezza. Rinvenute nel sito di Fangmatan, Tianshui (Gansu) Bronzo, h 47,5 cm, ø 25,1 cm Rinvenuto in una tomba Xiongnu a Daodunzi, Museo del Gansu più punti si notano segni d’uso, per cui non si tratta di un Di norma tavolette e listarelle recavano iscrizioni su un Istituto di Archeologia del Gansu Dinastia Han Orientale Tongxin (Ningxia) oggetto funerario, ma di impiego quotidiano. Lo stesso solo lato, anche se non mancano le eccezioni. In caso di Rinvenuto a Lijiashan, Jiangchuan (Yunnan) Istituto di Archeologia del Ningxia 296. Manoscritto del Zhouyi (Classico dei mutamenti dicasi per il calamaio in bronzo dorato, a forma di mostro necessità, tavolette e listarelle potevano essere raschiate 300. Mappa militare Istituto di Archeologia dello Yunnan secondo la tradizione Zhou) fantastico (cat. 293), finemente decorato con motivi a nu- per cancellare caratteri sbagliati, sostituire parti o persi- Inchiostro e pigmenti su seta, lunghezza 100 cm, 309. Ornamento da cintura con decoro di draghi Inchiostro su seta, lunghezza 30 cm, larghezza 21,5 cm vola, impreziosito da intarsi di corallo, turchesi e lapislaz- no eliminare la totalità del testo in previsione di essere larghezza 78 cm Questi quattro imponenti oggetti – un tamburo e tre con- Bronzo, lunghezza 12,2 cm Dinastia Han Occidentale zuli, pietre importate con ogni probabilità dalla Battriana nuovamente utilizzate. Un esempio di raschietto lo si può Dinastia Han Occidentale tenitori per cauri – provengono dalla regione meridionale Dinastia Han

342 343 Rinvenuto in una tomba Xiongnu a Daodunzi, 313. Mattonella raffigurante una carrozza Questo esemplare è eccezionale per il suo ottimo stato di 318. Lastra raffigurante una processione Rinvenuta in una tomba a Zengjiabao, Jinniu, finire le distanze è apprezzabile e in generale la scena ap- Tongxin (Ningxia) Terracotta, h 29 cm, lunghezza 50 cm, spessore 6 cm conservazione, le dimensioni e soprattutto il supporto: è di cavalli e carrozze Chengdu (Sichuan) pare piuttosto movimentata. Istituto di Archeologia del Ningxia Dinastia Han Orientale infatti di legno dipinto, un materiale altamente deperibile Pietra, lunghezza 272 cm, larghezza 42 cm Museo di Chengdu (Sichuan) La seconda mattonella descrive invece la cucina di una Rinvenuta a Pengzhou (Sichuan) e perciò raramente emerso dagli scavi; non a caso è stato Dinastia Han Orientale trattoria: a sinistra due uomini sono seduti a un banco- 310. Ornamento da cintura con decoro Museo di Yangsheng’an, Xindu (Sichuan) rinvenuto nella regione nord-occidentale del Gansu, che Rinvenuta a Qikongqiao, Nanyang (Henan) 321. Mattonella raffigurante la cucina di una trattoria ne, posto di scorcio per dare l’illusione della profondità, di guerrieri Xiongnu si contraddistingue per il suo clima arido. Museo delle Lastre e delle Mattonelle di Epoca Han, Terracotta, h 28 cm, lunghezza 50 cm intenti a preparare la carne appesa sopra le loro teste, Bronzo, lunghezza 10,7 cm Questo eccezionale frammento di pittura murale pro- La carrozza è aperta e leggera, tipo calesse, con due enor- Nanyang (Henan) Dinastia Han mentre una terza persona è inginocchiata di fronte ad Dinastia Han viene dalla tomba M1, situata al centro di una necropoli mi ruote e un parasole rafforzato con elementi di bronzo; Museo di Yangsheng’an, Xindu (Sichuan) un enorme calderone, dove presumibilmente si cuoce la Rinvenuto in una tomba Xiongnu a Daodunzi, di ventotto sepolcri databili alla dinastia Han Orientale, il cocchiere, che appare piccolissimo rispetto alle ruote 319. Lastra raffigurante scene di vario genere zuppa o lo stufato che sarà servito nelle scodelle sistema- Tongxin (Ningxia) recentemente scoperta (2003) a Dingbian, nella provin- e al cavallo, è realizzato in maniera semplice, con pochi Pietra, h 93 cm, larghezza 61 cm 322. Mattonella raffigurante la vendita di liquori te in bell’ordine sullo scaffale in fondo alla stanza – sug- Istituto di Archeologia del Ningxia cia dello Shaanxi. Questa sepoltura consta di una lunga colpi d’ascia, ma i colori contrastanti lo rendono comun- Dinastia Han Orientale Terracotta, lunghezza 43 cm, gerita, ma priva di pareti. I busti leggermente flessi e le rampa in pendenza e della camera funeraria di dimensioni que amabile. Rinvenuta a Sihong (Jiangsu) larghezza 24 cm, spessore 5,5 cm. vesti gonfie evocano invece i volumi dei corpi, alludendo 311. Ornamento da cintura con decoro di guerrieri ridotte, ma interamente affrescata a colori vivaci, come Il cavallo, costituito da testa, collo, corpo e zampe, ema- Museo di Nanjing (Jiangsu) Dinastia Han Orientale alla loro tridimensionalità. Bronzo, lunghezza 10,7 cm testimonia il frammento qui analizzato. Il defunto vie- na un certo vigore in virtù della testa alta e vicina al collo Rinvenuta a Pengzhou (Sichuan) La terza mattonella, purtroppo non molto ben conservata, Dinastia Han Occidentale ne trasportato su un calesse dalle ruote enormi, guidato e le zampe posteriori leggermente avanzate; per quanto Durante la dinastia Han Orientale, nell’area corrisponden- Museo di Yangsheng’an, Xindu (Sichuan) raffigura un rivenditore di alcolici nel suo negozio pieno Rinvenuto in una tomba a Xichagou, Xifeng (Liaoning) da un cocchiere e trainato da un baldanzoso cavallo baio riguarda l’aspetto artistico, la scultura risulta piuttosto te alle regioni dello Shaanxi, Henan, Shandong, Jiangsu e di vasi hu come quelli in catt. 392-393, 399-401; un’ac- Museo del Liaoning descritto con poche, ma efficaci linee che ne evidenziano cruda, con la base del collo esagerata e le zampe anterio- Sichuan, si diffuse la consuetudine di realizzare tombe a 323. Mattonella raffigurante uno spettacolo circense quirente attende di essere servito, un altro si allontana il vigore. Eccezion fatta per la presenza del personaggio ri che non rispettano il profilo del petto. pianta assiale utilizzando lastre di pietra scolpite in basso- Terracotta, lunghezza 48 cm., con un carretto carico, mentre due uomini in alto sem- Lo stile e il soggetto decorativo di queste placche di bron- stante, questo pannello sembra la trasposizione in pittura Lo stesso nerbo è espresso dai due cavalli di bronzo, uno rilievo in sostituzione o in combinazione con i più comuni larghezza 28,5 cm, spessore 6 cm brano in preda ai fumi dell’alcol. La vendita di bevande zo lavorate a traforo colpiscono per il loro gusto esotico, del calesse di legno in cat. 314, a testimonianza del fatto dei quali ha la testa piegata di lato, aumentando così il grandi mattoni cavi (catt. 341-342, 345-346). L’iconografia Dinastia Han Orientale alcoliche fatte con cereali fermentati era un’attività mol- molto diverso da quello predominante in Cina: esse sono che il tema della processione o del viaggio in carrozza era senso di potenza; anche le proporzioni sono le medesi- di queste lastre rivela la predilezione per soggetti profa- Rinvenuta a Taipingxiang, Pengzhou (Sichuan) to diffusa nel periodo Han; i cinesi dell’epoca ritenevano infatti ornamenti tipici dei popoli che abitavano le steppe molto sentito dai cinesi dell’epoca – esso è ripreso anche me, a testimonianza dell’esistenza di un canone di “bel- ni, come banchetti, sfilate di carrozze e cavalli e attività Museo del Sichuan che il consumo di “vino” avvicinasse alla condizione de- oltre i confini settentrionali dell’impero cinese. Sebbene dalla mattonella in esposizione, sulla quale la carrozza è lezza equina”, condiviso dagli scultori cinesi indipenden- mondane, storie di etica confuciana, divinità della reli- gli immortali e lo stato vi impose un lucroso monopolio politicamente e culturalmente meno avanzati dei loro vi- ritratta mentre attraversa un ponte seguita da un uomo temente dal materiale utilizzato e dalla loro posizione gione popolare, come la Regina Madre dell’Occidente (si 324. Mattonella raffigurante una scena tra il 98 e l’80 a.C. cini meridionali, o almeno così considerati da questi ul- a piedi. Tuttavia la libertà intrinseca al pennello è pale- geografica. Probabilmente tale unitarietà è da ricercarsi veda anche catt. 452-453, 455) e la coppia Fu Xi-Nü Wa di intrattenimento Nella scelta delle mattonelle che avrebbero adornato la timi, i pastori nomadi delle steppe, dediti all’allevamen- se: due delle quattro zampe del cavallo sono sollevate e la nella razza dei destrieri, che, come discusso nella scheda (si veda cat. 456), e creature apotropaiche. Terracotta, lunghezza 47,8 cm, dimora eterna, un posto speciale era riservato a quelle che to di equini, bovini e ovini e a una forma di agricoltura, anteriore sinistra è indietreggiata, una posizione inconce- 312, era allogena. Il primo dei tre esemplari qui analizzati raffigura il gio- larghezza 43,2 cm, spessore 5,6 cm ritraevano scene di intrattenimento, come testimoniano erano perfettamente in grado di rivaleggiare con il grande pibile in scultura, a detrimento della resa del movimento co dei dardi, un passatempo diffuso fra gli intellettuali Dinastia Han Orientale i numerosi ritrovamenti archeologici. impero Han, dopo l’unione delle numerose tribù noma- che qui invece è compiutamente espresso. confuciani, consistente nel centrare un recipiente con Rinvenuta nella tomba M10 a Yangzishan, Chengdu Nella prima delle due qui esposte, la narrazione è costruita di sotto l’egida dei Xiongnu. Già il primo sovrano Han, Per quanto concerne la tecnica, prima di stendere i co- 316. Guardia d’onore dei bastoncini I contendenti sono ritratti di trequarti e, (Sichuan) intorno a uno spazio centrale: alcune figure inginocchiate, dopo essere stato sconfitto nel 201 a.C., sottoscrisse una lori, la parete è stata preparata con un misto di argilla Bronzo; cavallo (a), h 39 cm, lunghezza 37 cm; cavallo per rispettare la specularità delle pose, quello a sinistra è Museo Nazionale delle Tre Gole (Chongqing) una delle quali suona una cetra da tavolo qin (si veda cat. politica “amichevole”, consistente nel pagare annualmen- e paglia coperto da uno strato di intonaco bianco, su (b): h 37,1 cm, lunghezza 36 cm; cavaliere, h 38,5 cm, mancino; le sagome sono interrotte da poche linee incise, 365), sono raggruppate nella parte superiore, mentre un te un ingente tributo (definito “dono” dalla parte cinese) quest’ultimo è stata poi applicata una mano di verde e la lunghezza 35 cm; cavaliere con lancia, h complessiva aumentando così la loro bidimensionalità. Nel corso degli ultimi cinquanta anni, gli archeologi han- giocoliere e una danzatrice definiscono il primo piano. Le in seta, oro, cereali e una principessa della famiglia impe- parete è stata suddivisa in sei riquadri tracciando strisce 55 cm, lunghezza 33 cm; carro (a), h 44 cm, lunghezza Il secondo reperto descrive una lunga processione di car- no riportato alla luce molte sepolture nella regione sud- stuoie leggermente in diagonale, ma soprattutto il lungo riale da dare in sposa al sovrano Xiongnu, in cambio del- color nocciola. 52 cm; carro (b), h 44 cm, lunghezza 56 cm rozze e cavalli che si conclude con due cavalieri che si di- occidentale del Sichuan, tipicamente a pianta assiale e qin in posizione obliqua forniscono la dimensione della pro- la promessa – spesso non mantenuta – di non aggredire Dinastia Han Orientale fendono con arco e frecce da un animale feroce. Manca struttura in mattoni solidi, appartenenti alle classi ab- fondità alla scena. Le figure ritratte di trequarti appaiono l’impero Han (si veda anche cat. 332). Rinvenuta in una tomba a Leitai, Wuwei (Gansu) ogni riferimento all’ambiente circostante, mentre la pro- bienti locali. Il programma iconografico di queste tombe come sagome definite da linee di contorno e dalle pieghe L’arte di questi popoli è dominata da temi quali la guerra, 314. Modello di carrozza Museo del Gansu fondità è accennata dalla disposizione sfalsata dei cavalli prevedeva l’inserimento nelle pareti di mattonelle pitto- in leggero rilievo nei personaggi in alto, mentre le silhou- la caccia e gli animali a loro cari, come i cavalli, i cammelli Legno, pigmenti e bronzo, lunghezza 120 cm e il senso del movimento è suggerito dalla posizione delle riche con soggetto impresso ed eventualmente dipinto ette di quelli in basso risultano meno dettagliate, ma più e i buoi ritratti in tre delle placche in questione; la sim- Dinastia Han Orientale Questo gruppo di sei elementi costituisce parte della zampe di questi ultimi e dalla postura dei busti dei cava- dopo la cottura; la ricorrenza di certi temi ha suggerito consistenti. Particolarmente ben riuscito è il ritratto del metria qui inflessibilmente osservata, ma mai statica, è Rinvenuto a Mozuizi, Wuwei (Gansu) guardia d’onore sepolta nella tomba del generale Zhang, lieri, rivolti uno verso l’altro come se stessero conversando. che tali mattonelle fossero prodotte in massa e che l’ac- giocoliere: dinamico, solido, con poche, ma efficaci linee mantenuta anche nel caso di creature fantastiche, come i Museo del Gansu governatore di Wuwei, nel Gansu. La città era allora un Il modellato è più morbido rispetto alla lastra precedente, quirente scegliesse i temi di suo gradimento, consapevole di dettaglio sulle maniche e sull’orlo della veste. Da notare, draghi, di evidente influenza cinese. Particolarmente inte- presidio lungo la Via della Seta, pertanto il governo della ma la bidimensionalità non è attenuata. che questi potessero comparire anche in altre tombe. Ciò infine, le lunghe maniche del costume della danzatrice che ressante è la placca ornata con una coppia di buoi: i corpi 315. Coppia di statue raffiguranti cavalli zona era affidato a un ufficiale militare di alto grado che, La superficie del terzo esemplare è suddivisa in quattro implica che le scene non fossero intimamente legate alla richiamano la statuetta cat. 364, il pendente cat. 430 e alcu- sono infatti ritratti di profilo, mentre le teste abbassate Bronzo, h 113-116 cm, lunghezza 70-66 cm quando usciva per svolgere incarichi ufficiali, era accom- registri, ognuno dedicato a un soggetto diverso: l’incontro vita del defunto, ma rappresentassero scene generiche di ni riquadri nei grandi mattoni cavi catt. 345-346: in effetti sono frontali, contribuendo a movimentare la composi- Dinastia Han Orientale pagnato dalla sua guardia d’onore. di personaggi altolocati, la tessitura, una cucina in pie- banchetti, concerti, danze, attività commerciali, agrico- esisteva un ballo intitolato “danza delle lunghe maniche”, zione e soprattutto a suggerire la terza dimensione; uno Rinvenute in una tomba a Fangling, Xushui (Hebei) Ogni elemento della processione rivela la maestria degli na attività e una cerimonia sacrificale. La seconda scena le, di allevamento e così via, sebbene si presuma che i te- ma tale abito veniva indossato anche per altre performan- scorcio simile è inesistente nell’arte cinese coeva. Amministrazione dei Beni Culturali artigiani coinvolti nell’esecuzione di questi modelli; i ca- è stata identificata dagli esperti cinesi con una storia di mi prescelti rispecchiassero in qualche modo le attività ce, come dimostra la mattonella successiva. Quando gli ornamenti ritraggono scene narrative, come di Baoding (Hebei) valli, in particolare i due privi di sella, dimostrano l’atten- sapore confuciano che racconta come la madre del filia- svolte in vita dal defunto. La seconda mattonella mostra in diagonale un giocolie- la cattura di prigionieri, la simmetria viene meno, e lo zione speciale dedicata alla realizzazione di questi anima- le Zeng Shen, udito per la terza volta che suo figlio ave- Queste mattonelle sono importanti per due aspetti: uno re, con i calzoni larghi e il ventre prominente, che evoca i stile che contraddistingue l’arte delle steppe è ancora più Un tema centrale nell’iconografia delle sepolture è quel- li: la testa nervosamente piegata da una parte, la bocca va ucciso un uomo, spaventata lasciò cadere la spoletta e intrinsecamente storico-artistico, poiché forniscono infor- cantastorie in catt. 360-361; egli è rivolto verso una balle- evidente. Nella placca rettangolare un guerriero Xiongnu lo della processione di carrozze. Carri e cavalli erano un aperta, le narici dilatate, una zampa anteriore sollevata, fuggì. In realtà Zeng Shen era un figlio devoto e virtuo- mazioni importanti sullo stile pittorico dell’epoca; l’altro rina che si esibisce nella danza dei tamburi, molto famosa a cavallo afferra per i capelli un demonio in lotta con simbolo di status sociale fin dall’antica epoca Shang (circa quelle posteriori spinte in avanti e la coda ritta esprimo- so, un omonimo si era macchiato dell’orrendo crimine, vicino alla cultura materiale in quanto mostrano spaccati durante la dinastia Han Orientale, celebrata anche nella un cane, mentre con l’altra mano brandisce un pugna- XVI secolo - 1045 a.C.), quando veri veicoli e veri equini no il fremito impaziente che li percorre. Effettivamente ma tre persone si erano precipitate a casa della signora della vita dell’epoca. Il primo reperto, per esempio, è estre- letteratura dell’epoca: la danzatrice saltella abilmente su le; alla sua sinistra un cane punta un uccello fra i rami venivano sepolti insieme al loro signore. Durante la suc- non si tratta di cavalli qualsiasi, ma di esemplari impor- Zeng per riferirle dell’assassinio, facendo crollare la fede mamente interessante poiché ritrae il processo di estra- tamburi grandi e piccoli che in questo modo emettono di un albero così rigoglioso da superare la cornice della cessiva dinastia Zhou (1045-221 a.C.), la pratica fu solo tati a caro prezzo dall’Asia Centrale per le loro qualità di della madre nel figlio. Per raccontare l’episodio, l’artista zione del sale: nell’angolo in basso a sinistra campeggia suoni ritmici. Nell’angolo superiore, un’acrobata è in equi- placca; il cane sembra appoggiato sulla copertura di un mantenuta e disciplinata secondo il codice rituale che velocità e resistenza, nonché per la loro bellezza. Gli altri ha scolpito a destra un uomo con una spada in mano, al una struttura a più piani costruita sul pozzo scavato in librio sulle mani appoggiate su una serie di tavolini bas- carro trainato da renne, regolarmente utilizzato dalle regolava la società dell’epoca, perciò nelle tombe di ari- cavalli esprimono meno irrequietezza, ma hanno comun- centro un altro inginocchiato e infine una donna dietro profondità per raggiungere le riserve di liquido salino di si (quelli alti non esistevano ancora in Cina), un numero popolazioni nomadi durante la transumanza. Le figure stocratici minori si seppellivano solo le finiture di bron- que il corpo compatto, le gambe sottili e il muso corto al telaio che si volta e getta la spoletta. Le quattro scene cui il Sichuan era ricco; la sostanza veniva portata in su- funambolesco molto in voga nel periodo Han. di guerrieri a cavallo sono compresse e leggermente di- zo del carro e la bardatura, sempre in bronzo, dei cavalli. tipici dei cavalli importati, mentre i carri riproducono fe- sono molto affollate e gli elementi che le compongono, perficie issando i recipienti per mezzo di una carrucola. storte per rispettare la forma entro la quale sono inseri- Nel parco funerario del Primo Imperatore è stata esplo- delmente quelli dell’epoca. sebbene accalcati sulla linea del primo piano, sono de- Nella sezione destra della mattonella si vede il processo te. Anche qui la simmetria è assente a vantaggio di un rata una fossa contenente i resti di un centinaio di equini scritti con dovizia di particolari, contribuendo a vivaciz- di evaporazione attraverso il quale si otteneva il sale. Le 325. Attrezzi agricoli accentuato dinamismo. e fra i reperti più eclatanti dell’intero sito si annoverano zarle e movimentarle. due sezioni sono collegate da un ponte faticosamente at- Ferro; vomere, lunghezza 14,5 cm, larghezza 13 cm; pala, i due eccezionali carri e cavalli di bronzo deposti in una 317. Lastra raffigurante giocatori di dardi traversato da due uomini che trasportano pesanti fardelli, lunghezza 13,6 cm, larghezza 11,5 cm; vanga, h 12 cm, fossa immediatamente a ovest del tumulo. Nel periodo Pietra, lunghezza 134 cm, larghezza 42 cm, contro uno sfondo di montagne abitate da animali di va- larghezza 13,2 cm, zappe, lunghezza: 8-11,3 cm, 312. Pittura raffigurante una carrozza in viaggio Han, il sacrificio dei cavalli fu abbandonato, forse perché spessore 11 cm 320. Mattonella raffigurante il processo rio genere, in un caso cacciati da due uomini armati. Le larghezza 2-10,5 cm; scure: h 14 cm, larghezza 8,6 cm Dipinto parietale, h 140 cm, lunghezza 180 cm gli equini di razza straniera erano troppo preziosi, ma la Dinastia Han Orientale di estrazione del sale sagome delle alture sono utilizzate per definire gli spazi Dinastia Han Dinastia Han Orientale loro rappresentazione, insieme a carri e carrozze, in ma- Rinvenuta a Shagangdian, Qiyi, Nanyang (Henan) Terracotta, lunghezza 47,5 cm, in cui si svolgono le singole scene; al centro, un monte Rinvenuti in un deposito sotterraneo nei pressi Rinvenuto in una tomba a Dingbian (Shaanxi) teriali e formati diversi, divenne una costante nelle dimo- Museo delle Lastre e delle Mattonelle di Epoca Han larghezza 39,5 cm, spessore 5,5 cm. più imponente sembra voler separare il primo piano dal della stazione ferroviaria di Mianchi (Henan) Istituto di Archeologia dello Shaanxi re eterne dell’epoca. di Nanyang (Henan) Dinastia Han terzo: sebbene senza grande successo, il tentativo di de- Istituto di Archeologia dello Henan

344 345 326. Attrezzi agricoli Istituto di Archeologia dell’ Accademia Cinese il sud e la tartaruga per il nord. In questa veste sono noti 338 Modello di edificio a cinque piani l’altra per sostenere la struttura sovrastante in aggetto; il L’architettura sia civile, sia funeraria delle dinastie Qin Ferro; corona del vomere, h 14 cm, larghezza 25 cm; di Scienze Sociali come sishen, che alla lettera significa “quattro spiriti”, ma Terracotta e pigmenti, h 126 cm, lunghezza 83 cm, fatto che le mensole possano essere moltiplicate permet- e Han faceva ampio uso di mattoni di vario genere. La versoio, lunghezza 30 cm, larghezza 27 cm; vomere, che è meglio reso con “quattro divinità astrali”. Il loro nome larghezza 50,5 cm te loro di sopportare pesi progressivamente maggiori e maggior parte degli esemplari oggi conosciuti proviene lunghezza 28,7 cm, larghezza 26,5 cm 331. Finale di tegola con decoro di tartaruga e serpente e la loro posizione derivano infatti da schemi cosmologici: Dinastia Han Orientale quindi di realizzare fabbricati alti e complessi come quelli da sepolture, ma recenti scavi di edifici costruiti in su- Dinastia Han Terracotta, ø 16,5 cm all’epoca si riteneva che lo spazio celeste (come quello ter- Rinvenuto a Kuicheng, Jiaozuo (Henan) riprodotti dai modelli qui analizzati. Il secondo magazzi- perficie hanno restituito numerose tipologie di laterizi Rinvenuti in un deposito sotterraneo nei pressi Dinastia Han Occidentale restre) fosse diviso in quattro regioni (o “Palazzi”) denomi- Istituto di Archeologia dello Henan no è collegato a una torre attraverso un corridoio coperto praticamente identici per forma e decorazione a quelli della stazione ferroviaria di Mianchi (Henan) Rinvenuta nel sito della capitale Han Chang’an nate secondo i quattro animali simbolici che li rappresen- sospeso al quarto piano: si tratta di una struttura molto rinvenuti in ambienti funerari. Istituto di Archeologia dello Henan (Shaanxi) tavano e presiedevano: le costellazioni del settore orientale 339. Modello di edificio e torre annessa complessa che rivela quanto avanzate fossero le tecniche In questo gruppo si è riunito un grande mattone cavo, Istituto di Archeologia dell’ Accademia Cinese appartenevano al “Palazzo del Drago Verde”, quelle del set- Terracotta e pigmentim h 161 cm, lunghezza 144 cm, architettoniche dell’epoca. emerso dallo scavo di un palazzo Qin, decorato su quat- 327. Attrezzi di Scienze Sociali tore settentrionale al “Palazzo della Tartaruga” (nota come profondità 69 cm Il tocco finale, che rivela un certo umorismo, è l’aggiunta tro lati con il motivo della tartaruga e del serpente, una Legno e ferro, lunghezza max 30 cm, Xuanwu, Guerriero Scuro), quelle del settore occidentale al Dinastia Han Orientale di un cane a guardia del portone d’ingresso, di un uomo delle quattro divinità astrali analizzate in relazione ai fi- lunghezza min. 7 cm 332. Finale di tegola con inscrizione “Palazzo della Tigre Bianca” e infine quelle della regione Rinvenuto a Jiaozuo (Henan) con un sacco rigonfio sulle spalle nell’atto di varcare la nali di tegole in catt. 328-331. Il simbolo del nord è im- Dinastia Han Terracotta, ø 16,8 cm, spessore 1 cm meridionale al “Palazzo dell’Uccello Rosso. Museo di Jiaozuo (Henan) soglia e di un personaggio, forse il proprietario, affaccia- presso in bassorilievo su tre lati, mentre sul quarto solo Rinvenuti nella tomba M1 a Sanjiaowei, Dinastia Han Occidentale Le altre caratteristiche dei sishen, quali il colore e la to alla finestra. le linee di contorno e alcuni dettagli sono tracciati in ri- Tianchang (Anhui) Rinvenuta nel sito del palazzo del Re di Nanyue stagione, sono determinati dalla teoria delle cinque fa- 340. Modello di torre Il terzo modello rappresenta un grandioso esempio di edi- lievo. Sebbene con qualche minima variante nella posi- Museo di Tianchang (Anhui) a Canton (Guangdong) si, corrispondenti ad altrettanti elementi, ovvero legno, Terracotta invetriata, h 216 cm, lunghezza base 82,8 cm ficio a torre, in parte di legno in parte in muratura, realiz- zione delle teste degli animali, la composizione mantiene Museo del Palazzo del Re di Nanyue fuoco, terra, metallo e acqua. Secondo tale teoria, molto Dinastia Han Orientale zato grazie agli avanzati metodi costruttivi elaborati dagli sempre la simmetria e il fronteggiarsi sia delle tartarughe In epoca Han, l’impiego di attrezzi agricoli di ferro si dif- (Canton, Guangdong) diffusa in epoca Han, a ognuno dei cinque elementi cor- Rinvenuto in una tomba a Sangzhuang, architetti del periodo Han. Un portone sormontato da un sia dei serpenti. fuse ampiamente in tutto l’impero, permettendo di dis- rispondeva una stagione, un colore, un punto cardinale Fucheng (Hebei) tetto a due falde immette in un cortile al centro del qua- L’iconografia del secondo mattone tradisce il suo impie- sodare terreni prima considerati impossibili e miglioran- 333. Finale di tegola con iscrizione (il quinto coincideva con il centro), ecc.: pertanto, il dra- Istituto di Archeologia dello Hebei le si erge l’impressionante edificio a nove piani, suddivi- go in ambito funerario: il soggetto principale è costituito do l’efficienza dei metodi di coltivazione. Gli strumenti Terracotta, ø 15,5 cm go era associato al legno, corrispondente al colore verde so in quattro blocchi separati dagli spioventi di un falso da una coppia di draghi che si intrecciano passando at- ricorrenti erano la vanga, il badile, il piccone, la zappa e Dinastia Han e alla primavera, la tigre al metallo, che coincideva con La pratica di seppellire modelli architettonici risale al I tetto sopra al quale corre un balcone. Il piano superiore traverso un disco bi (catt. 434-436), proprio come si os- il vomere per dissodare e spianare la terra, mentre per la Rinvenuta in una tomba a Zhaowan, Baotou il bianco e l’autunno, l’uccello al fuoco, correlato al ros- secolo a.C. quando iniziarono a verificarsi alcuni cam- di ciascun blocco consiste in un mezzanino aggettante serva sul drappo funebre cat. 442, inoltre l’angolo in alto mietitura si usavano i falcetti; in alcune regioni, soprat- (Mongolia Interna) so e all’estate, e la tartaruga all’acqua, corrispondente al biamenti nella composizione del corredo funerario: agli sorretto da un complesso sistema di mensole a bracci; a sinistra accoglie la figura di un immortale inginocchia- tutto nel nord-est della Cina, sono stati ritrovati anche dei Museo della Mongolia Interna nero e all’inverno. oggetti personali si cominciarono a preferire riproduzioni le pareti reticolate (forse per alleggerire la struttura) so- to (si veda anche cat. 451) con in mano una pianta dai rastrelli a due o tre rebbi utilizzati per allentare la terra. L’immagine della tartaruga si discosta da quella degli altri miniaturizzate di case, granai, torri, stie, pollai, ovili, sta- no interrotte da aperture dietro alle quali si intravedono poteri sovrannaturali e sotto una tigre feroce che incede Una delle più importanti innovazioni di epoca 334. Finale di tegola con iscrizione sishen perché è accompagnata da un serpente: nell’antica gni, pozzi, forni e così via. Tale tendenza interessò prima delle guardie, mentre scudi e balestre sono appesi ai lati con passo sicuro. Dalla parte opposta fanno eco un orso l’adozione del vomere di ferro, in sostituzione di quello di Terracotta, ø 17,1 cm Cina si riteneva che non esistessero tartarughe maschi, il nord, ma si estese presto anche al sud, dove i grandi pro- delle finestre alte e strette del piano sottostante. Il nono esagitato e un poderoso bufalo nell’atto di caricare. La fi- legno con lama di metallo; inoltre furono creati modelli Dinastia Han per cui le femmine dovevano unirsi ai serpenti (la tarta- prietari terrieri godevano di maggiore autonomia; a questo livello, più stretto degli altri, ospita quattro enormi gong gura dell’orso allude forse all’esorcista chiamato ad espel- diversi di vomere in base al tipo di terreno da dissodare: Rinvenuta in una tomba a Zhaowan, Baotou ruga unita al serpente era denominata Guerriero Scuro), proposito, non è casuale che l’inclusione nel corredo fune- accanto ai quali siedono degli uomini pronti a suonarli lere dalla tomba influssi o spiriti nefasti, che per questo piccoli e leggeri per campi già coltivati, appuntiti e pesanti (Mongolia Interna) mentre un’altra leggenda narra che questi due animali rario di modelli di strutture presenti nelle tenute agricole con i martelli che tengono in mano. rito indossava una pelle d’orso ed era coadiuvato da do- per terreni incolti. Per preservare più a lungo il vomere, fu Museo della Mongolia Interna uscirono dalle viscere di Beidou, corrispettivo dell’Orsa si diffondesse proprio in concomitanza con lo sviluppo di Questa torre di guardia pesantemente fortificata rivela dici assistenti travestiti da animali per aiutare a scaccia- aggiunta sulla lama una sorta di corona che poteva essere Maggiore, per cui quando simboleggia il nord, la tarta- un’economia basata su vaste proprietà virtualmente au- l’incertezza dei tempi e la conseguente esigenza di proteg- re spiriti maligni in virtù della forza acquisita attraverso facilmente sostituita limitando i costi, ma la novità più 335. Tegola chiodata ruga è ritratta fra le spire di un serpente. tosufficienti e l’ascesa al potere dei loro signori. Questi gere le tenute agricole, nonché la potenza dei grandi pro- l’identificazione con l’animale prescelto. importante fu l’introduzione del versoio, che rovesciava Terracotta, lunghezza 22 cm, ø 20 cm Talvolta le antefisse, come quelle provenienti da una tom- possedimenti erano protetti da mura di cinta munite di prietari terrieri alla categoria dei quali doveva appartenere Il mattone di forma cubica decorato con un motivo ani- e frantumava la fetta di terreno tagliata dal vomere. Mol- Dinastia Han Occidentale ba di epoca Han scoperta in Mongolia Interna, recano, in torri di guardia e funzionavano come unità indipenden- il defunto proprietario della tomba da cui è emersa. male in rilievo è uno dei tanti che abbelliva il palazzo del te tombe di epoca Han hanno restituito scene dipinte su Rinvenuta nel sito del palazzo del Re di Nanyue sostituzione del decoro geometrico o figurativo, un’iscri- ti, difese da milizie private che vivevano all’interno delle re di Nanyue nella sua capitale, l’odierna Guangzhou, pareti, scolpite su lastre di pietra o impresse su mattoni, a Canton (Guangdong) zione: sulla tegola integra si legge chanyu tianxiang, in cui mura assieme a contadini, servi e schiavi dediti all’agri- mentre quello quadrato ornato con un motivo vagamen- che raffigurano un contadino mentre spinge un aratro a Museo del Palazzo del Re di Nanyue chanyu è il titolo conferito a certi capi Xiongnu e la scrit- coltura, all’allevamento del bestiame e alla produzione di 341. Mattone cavo raffigurante una tartaruga te romboidale, che richiama il decoro di molti tessuti staffa lunga trainato da due buoi. (Canton, Guangdong) ta inneggia a colui che ha respinto un attacco Xiongnu. attrezzi e oggetti di ogni sorta. e un serpente dell’epoca, era una piastrella per pavimenti. Oltre che per fabbricare attrezzi agricoli, il ferro era utiliz- L’altra è frammentaria, ma dal confronto con antefisse Per quanto diffusi, la maggior parte dei modelli finora rin- Terracotta, h 30 cm., lunghezza 100 cm, zato anche per realizzare strumenti da falegname: il grup- 336. Porzione di tubatura complete si evince che coincide con chanyu heqin, dove venuti sono di dimensioni contenute, perciò i tre reperti larghezza 20 cm po qui esposto, che include asce, ceselli, seghe e trapani, Terracotta, h 40,5 cm, lunghezza 67,5 cm, heqin indica la politica di “pace e parentela” (per mezzo qui esposti sono eccezionali con i loro 126, 161 e addi- Dinastia Han Occidentale 345. Grande mattone cavo raffigurante era in bell’ordine in una scatola di legno laccato deposta larghezza 37,5 cm. di matrimoni misti) adottata dall’impero Han e suggella- rittura 216 cm di altezza. Lo loro straordinarietà è ulte- Rinvenuto nel sito della capitale scene di vario genere all’interno di una tomba nella provincia dello Anhui. La Dinastia Han Occidentale ta da “doni” in oro, seta e cereali, oltre a una principessa riormente evidenziata dalla complessità delle strutture e della dinastia Han a Chang’an (Shaanxi) Terracotta, lunghezza 123 cm, larghezza 35 cm, sua scoperta ha gettato nuova luce sulla cultura materia- Rinvenuta nel Mausoleo Imperiale Yang della Dinastia imperiale per il gineceo dell’imperatore Xiongnu (si veda dalla dovizia di particolari presenti che hanno fornito in- Museo di Xi’an (Shaanxi) spessore 15 cm. le del periodo Han. Han (Xianyang, Shaanxi) anche catt. 306-311). formazioni impareggiabili sull’aspetto e sulle tecniche di Dinastia Han Museo del Mausoleo Imperiale Yang della Dinastia Han Anche il finale circolare proveniente dal sito residenziale costruzione dell’epoca. Gli esemplari venuti alla luce nello 342. Mattone cavo raffigurante simboli benaugurali Rinvenuto presso il sito della città di Epoca Shang (Xianyang, Shaanxi) del re di Nanyue, nell’estremo sud del paese (Guangdong) Henan rappresentano dei magazzini, mentre quello prove- Terracotta, lunghezza 59 cm, larghezza 45 cm a Zhengzhou (Henan) 328. Finale di tegola con decoro di tigre è ornato con due caratteri wan sui, “diecimila anni”, che niente dallo Hebei riproduce una torre fortificata. Dinastia Han Istituto di Archeologia dello Henan Terracotta, ø 18,6 cm 337. Finale di tegola con decoro di draghi evidentemente inneggiano alla longevità del regno e del La struttura del primo modello è sostanzialmente iden- Rinvenuto a Nanyang (Henan) Dinastia Han Occidentale Terracotta, h 37 cm, larghezza 52 cm, lunghezza 68 cm suo sovrano. tica a quella del corpo principale del secondo: i magaz- Museo dei Mattoni di Epoca Han di Xinye (Henan) 346. Grande mattone cavo raffigurante Rinvenuta nel sito della capitale Han Chang’an Dinastia Qin Dallo stesso sito è emersa la tegola con bugne piramidali, zini sono preceduti da un portone d’ingresso munito scene di vario genere (Shaanxi) Rinvenuta nel sito del Palazzo Jieshi a Suizhong caratterizzata da un’estremità sagomata in modo da po- di tettoia e fiancheggiato da due torrette con tetto a 343. Mattone cavo con decoro di orso Terracotta, h 110 cm, lunghezza 50 cm, spessore 15 cm Istituto di Archeologia dell’ Accademia Cinese (Liaoning) ter essere incastrata sotto a un segmento simile e rendere quattro falde. Oltre il portone, protetto da un cane, si Terracotta, h 26,5 cm, lunghezza 29 cm, Dinastia Han di Scienze Sociali Istituto di Archeologia del Liaoning perciò la struttura più stabile. estende un piccolo cortile prima di giungere all’edificio larghezza 29,5 cm, spessore 4,0 cm Rinvenuto presso il sito della città di Epoca Shang L’antefissa emisferica, di dimensioni straordinarie, rinve- vero e proprio, che si sviluppa su cinque livelli. Il pri- Dinastia Han Occidentale a Zhengzhou (Henan) 329. Finale di tegola con decoro di drago Dei sontuosi palazzi delle dinastie Qin e Han descritti nuta presso il sito del palazzo Jieshi di epoca Qin in Lia- mo e il secondo sono costituiti da un blocco unico con Rinvenuto nel sito del palazzo del Re di Nanyue Istituto di Archeologia dello Henan Terracotta, ø 18,2 cm nella letteratura cinese purtroppo rimangono solo spo- oning, è invece abbellita con un decoro simmetrico raf- quattro piccole aperture nella parte inferiore; il terzo e a Canton (Guangdong) Dinastia Han Occidentale radiche tracce che tuttavia, insieme ai numerosi ritrova- figurante due draghi kui estremamente stilizzati che si il quarto piano sono invertiti: nel primo modello il bal- Museo del Palazzo del Re di Nanyue Grandi mattoni cavi di questo genere componevano e de- Rinvenuta nel sito della capitale Han Chang’an menti di tombe, ci consentono almeno di immaginare la affrontano al centro; lo stesso motivo è applicato su finali cone appoggiato sugli spioventi del tetto sottostante si (Canton, Guangdong) coravano le superfici delle sepolture in epoca Han. En- (Shaanxi) grandiosità dell’architettura dell’epoca. altrettanto grandi scoperti presso il parco funerario del trova al quarto livello, mentre nell’altro è al terzo. Sulla trambi sono suddivisi in numerosi riquadri che celebrano Istituto di Archeologia dell’Accademia Cinese I resti che emergono più frequentemente da siti palaziali Primo Imperatore a Lintong, a dimostrazione delle pro- copertura a quattro falde del quarto piano si appoggia 344. Mattonella con decoro di losanghe temi ricorrenti in ambito funerario, ma di sapore tutto di Scienze Sociali sono i finali di tegole, di solito circolari, ma anche emisfe- porzioni monumentali di certa architettura Qin. l’ultimo livello del granaio: una sorta di torretta, forse Terracotta invetriata, lunghezza 34 cm, terreno: la coppia di torri che fiancheggiano un portale rici. Il gruppo rinvenuto nei pressi dell’antica capitale Han L’elemento di terracotta cavo a sezione pentagonale era una colombaia, con una piccola finestra e tetto pirami- larghezza 34,5 cm. simboleggia la proprietà; il calesse trainato dal cavallo è 330. Finale di tegola con decoro di uccello Occidentale è particolarmente interessante in quanto de- parte di una lunga tubatura scoperta a Yangling, dove è si- dale sormontato da un uccello. Dinastia Han Occidentale emblema dello status sociale del defunto; il cavaliere al ga- Terracotta, ø 18,5 cm corato con quattro animali specifici – il drago, la tigre, tuato il parco funerario dell’imperatore Jing (157-141 a.C.); Entrambi gli edifici mostrano chiaramente il sistema di Rinvenuta nel sito del palazzo del Re di Nanyue loppo pronto a scoccare una freccia dal suo arco rappresen- Dinastia Han Occidentale l’uccello e la tartaruga – che, almeno a partire dal II secolo oltre a questa tipologia, è emersa anche quella a sezione mensole a bracci (dougong) tipico dell’architettura cinese, a Canton (Guangdong) ta la caccia, uno dei passatempi prediletti dai ceti elevati; Rinvenuta nel sito della capitale Han Chang’an a.C., quando ricorrono assieme, simboleggiano le quattro circolare ed entrambe testimoniano quanto avanzato fosse che si diffuse proprio in quest’epoca. Esso consiste in una Museo del Palazzo del Re di Nanyue anche la danza era uno dei divertimenti che allietavano la (Shaanxi) direzioni: il drago per l’est, la tigre per l’ovest, l’uccello per il sistema di tubature che correva sotto ai palazzi. serie di mensole a bracci sporgenti incastrate una sopra (Canton, Guangdong) vita delle classi abbienti; si notano infine coppie di uomi-

346 347 ni inginocchiati che discutono animatamente. Emblema 351. Fiasca per alcolici con decoro “a nuvola” pantaloni rigonfi e il tacco delle scarpe. Le cinge i fianchi un grande copricapo ornato con un fiore di crisantemo cadenti e il ventre tanto prominente da lasciare l’ombe- maste solo tracce), sorvegliati da statuine raffiguranti apotropaico è invece il mascherone impresso al centro dei Terracotta e pigmenti, h 49,4 cm, ø bocca 18,5 cm, una cintura arancione come il bordo delle maniche della sulla fronte, indossa due vesti incrociate davanti, sopra a lico scoperto – la nudità è virtualmente inesistente nelle soldati armati, mentre la terza ospitava alcune serie di mattoni, che compare spesso come maniglia sulle porte e ø ventre 36 cm, ø base 19,2 cm seconda veste e il bordo del collo del terzo indumento. Il un indumento a collo alto, e ha un braccialetto ai polsi. raffigurazioni cinesi antiche –, le spalle sollevate attirano utensili da cucina in terracotta, ferro e rame, fra cui intorno ai sarcofagi, mentre la civetta è l’unico essere che Dinastia Han corpo e la testa sono stati realizzati per mezzo di stampi, Il volto è caratterizzato da zigomi alti, naso schiacciato e l’attenzione sul volto atteggiato in una risata genuina che spiccano strumenti per misurare e pesare, pronti per allude direttamente al rituale funerario. Rinvenuto a Tonghuagou, Jiyuan (Henan) ma il ceramista-pittore è riuscito a infondere grazia e se- labbra atteggiate in un sorriso, il braccio destro è solleva- gli disegna rughe profonde sulla fronte, gli fa socchiudere essere utilizzati dalle figure di inservienti di terracotta L’esecuzione di questi due reperti è piuttosto attenta, ma Istituto di Archeologia dello Henan renità a questa giovane donna. Il confronto con la statuina to, mentre un crostaceo le cammina sul sinistro. gli occhi e sottolinea gli zigomi; il gesto della mano destra qui deposte; l’intero ambiente era protetto da soldati non c’è una sequenza logica nella disposizione dei temi raffigurante una danzatrice in cat. 364 evidenzia la disu- Una seconda cuoca è ritratta mentre pulisce un pesce; il completa questo piccolo capolavoro. equipaggiati di armi a corto e lungo raggio disposti ai decorativi che appaiono totalmente slegati: i mattoni era- 352. Fiasca per alcolici con decoro “a nuvola” guaglianza nella resa della figura umana nelle due epoche suo copricapo è meno complesso di quello della sua “col- I pantaloni larghi e cadenti, il ventre prominente e il tor- quattro angoli della fossa. no prodotti in massa e ornati imprimendo sulla superficie Terracotta e pigmenti, h 26 cm, ø bocca 12 cm, Han: nella prima i volumi sono allungati e appiattiti, men- lega”, in compenso la veste superiore ha le maniche corte so nudo sembrano le caratteristiche essenziali dei canta- Questa grande struttura sotterranea mostra chiaramente ancora umida tamponi decorati con un motivo specifico, ø base 10,6 cm tre nella seconda diventano plastici e irregolari. abbellite da una gala increspata. Altre due statuine descri- storie: uno di quelli stanti è scalzo e addirittura fa la lin- l’intenzione di ricreare uno spazio definito e identificabi- ripetuti fino a coprire l’intera superficie. Dinastia Han vono personaggi seduti dietro a un tavolino: uno sta affet- guaccia! Il suo volto, incorniciato da un fazzoletto legato le: le sculture di figure umane e animali e i vari utensili Rinvenuto a Tonghuagou, Jiyuan (Henan) tando qualcosa, l’altro purtroppo è indecifrabile. sopra la testa e guarnito con un fiore, è meno preciso di sono miniaturizzati, ma i loro rapporti scalari sono fe- Istituto di Archeologia dello Henan 354. Statuina raffigurante una cuoca La quinta scultura raffigura una donna agghindata con quello della statuetta precedente, ma sta chiaramente delmente rispettati e la loro disposizione è sistematica, 347. Vaso con decoro applicato Terracotta, h 45 cm un copricapo di forma simile a quello della seconda statu- ridendo. Fa la linguaccia ed è scalzo anche il comme- strutturando così uno spazio coerente. La fossa n. 21 è un Grès con invetriatura verde, h 17,5 cm, ø 11,1 cm Il gruppo di cinque terrecotte variopinte, provenien- Dinastia Han Orientale ina, ma in più ornato con tre fiori di crisantemo; anch’es- diante seduto ritratto in maniera altrettanto esilarante. tableau vivant, il cui scopo è quello di forgiare un mon- Dinastia Han Orientale te da un unico sito, è costituito da una vaporiera yan, Rinvenuta nella tomba M1 a Jiangbei, Chongqing sa indossa una veste con le maniche corte vivacizzate da La figura del quarto intrattenitore è appena abbozzata: do in miniatura che non sia semplicemente un sostituto Rinvenuto in una tomba a Fenghua (Zhejiang) un recipiente a forma di bozzolo di baco da seta e da Museo Nazionale delle Tre Gole (Chongqing) una gala increspata. Ha il braccio destro piegato, ma pur- è evidente la giuntura laterale degli stampi con cui è sta- della realtà umana, ma piuttosto un mondo libero dalle Comitato Amministrativo per i Beni Culturali tre vasi hu. troppo non si riesce a distinguere che cosa tenga in mano, ta realizzata e soprattutto lo spazio fra le gambe è pieno, leggi umane e perciò eterno. di Fenghua (Zhejiang) La vaporiera imita un’antica forma in bronzo, spesso in- 355. Statuina raffigurante una cuoca mentre a sinistra si intravede una brocca. i piedi si intuiscono appena, tuttavia la smorfia in cui è Indipendentemente dalle fosse di provenienza, gli ani- clusa nelle serie rituali utilizzate dagli aristocratici e poi Terracotta, h 54 cm Chiude il gruppo la deliziosa rappresentazione di una don- atteggiato il volto e la posizione delle braccia la rendono mali sono plasmati osservando rigorosamente la natura: Il recipiente dalla bocca larga con orlo rovesciato, spalle sepolte come parte del loro corredo funerario; il conteni- Dinastia Han Orientale na che allatta amorevolmente un bambino: un atto impen- comunque godibile. le proporzioni fra i diversi volumi del corpo e i particola- cadenti e corpo affusolato, è decorato con un reticolo i tore ovoidale è invece una forma più recente, creata dai Rinvenuta a Xindu, Chengdu (Sichuan) sabile per le sculture del periodo Han Occidentale. Molto più sofisticata è la danzatrice ritratta con il braccio ri anatomici sono sempre accuratamente resi; inoltre gli cui punti di incontro sono sottolineati da bugne pira- vasai Qin alla fine del periodo degli Stati Combattenti Museo di Yangsheng’an, Xindu (Sichuan) destro sollevato, il sinistro appoggiato sul fianco, il peso scultori hanno aggiunto piccoli dettagli, come le rughe midali, ma l’aspetto più rilevante del reperto è il rivesti- (453-221 a.C.), e mantenuta in epoca Han, mentre i vasi del corpo sostenuto dalla gamba destra, mentre la sinistra intorno al naso dei buoi o i baffi dei cani, che rendono mento vetroso verde salvia che, oltre a renderlo esteti- hu con bocca aperta, collo lungo e ventre prominente de- 356. Statuina raffigurante un cuoco 360. Statuina raffigurante un commediante è leggermente alzata a rivelare il piede. Il costume che in- le statuine particolarmente realistiche e dimostrano la camente più piacevole, lo impermeabilizza. Questo tipo rivano da recipienti di bronzo impiegati ormai da secoli Terracotta, h 35 cm Terracotta, h 51,6 cm dossa prevede una veste con le maniche molto lunghe – si grande sensibilità artistica dei maestri. Per accrescere il di invetriatura, definita impropriamente in Occidente in ambito domestico (si veda cat. 393). Dinastia Han Orientale Dinastia Han Orientale noti la destra piegata su stessa – sopra alla quale ne por- naturalismo delle sculture, vere corna e code erano tal- con il termine francese céladon, è una delle grandi in- Se le forme (almeno dello yan e dei vasi hu) si ispirano a Rinvenuta a Mianyang (Sichuan) Rinvenuta in una tomba a Yangzishan, ta un’altra con le maniche corte e abbellite con una gala. volta inserite in appositi fori: le aperture circolari visibili venzioni dei vasai cinesi meridionali, risalente almeno prototipi di metallo, la decorazione che contraddistingue Museo di Mianyang (Sichuan) Chengdu (Sichuan) La sensibilità del ceramista è rivelata dalle linee tracciate sopra alle orecchie di alcuni dei bovini qui descritti ser- al XII secolo a.C. La sua eccezionalità è amplificata i cinque esemplari qui analizzati evoca invece altri mate- Museo Nazionale delle Tre Gole (Chongqing) sulla gamba sinistra per renderla più plastica e da quelle vivano proprio a questo scopo, ma, essendo di materiale dalla temperatura di cottura: circa 1200°C, contro i riali pregiati: la lacca e i tessuti. La vaporiera, il recipiente 357. Statuina raffigurante un cuoco che dipartono dalla mano rendendo il gesto di sollevare organico, la sostanza ossea non è sopravvissuta. Un altro 600°C sufficienti per le vetrine al piombo (come quel- a forma di bozzolo e il vaso hu con coperchio condividono Terracotta, h 46 cm 361. Statuina raffigurante un commediante la veste più realistico – il tocco da maestro è nello sfalsa- accorgimento che contribuisce al realismo delle figure è la che ricopre il forziere in cat. 291). L’anomalia cinese gli stessi motivi decorativi: volute di nuvole concatenate Dinastia Han Orientale Terracotta, h 58 cm mento delle due vesti. la raffigurazione di fasi diverse della vita degli animali: sta nel fatto che i suoi ceramisti inventarono la vetri- nei registri principali e più stilizzate in quelli secondari; Rinvenuta in una tomba rupestre a Dujiazui, Dinastia Han Orientale Fra gli intrattenitori non possono mancare i suonatori: il gruppo di quattro suini, per esempio, comprende due na cotta ad alta temperatura circa mille anni prima di anche la paletta dei colori è simile: verde e viola per riem- Lianshan, Guanghan (Sichuan) Rinvenuta a Mianyang (Sichuan) quello qui analizzato suona il qin, una sorta di cetra da scrofe, un maialino da latte e un maiale che ha già svilup- quella piombifera, sfruttata, invece, in Medio Oriente pire le nuvole, rosso per le linee di contorno e di divisione Amministrazione dei Beni Culturali di Guanghan Museo di Mianyang (Sichuan) tavolo (cat. 427). La posizione è statica, ma la simme- pato i caratteristici denti canini sporgenti. fin dal X secolo a.C. Dalla prima fabbricazione, i vasai dei registri e infine bianco per alcuni dettagli. I due vasi (Sichuan) tria è sfidata dal lieve spostamento della figura verso la cercarono di raffinare la ricetta dell’invetriatura verde, hu privi di coperchio mostrano invece un decoro più geo- 362. Statuina raffigurante un commediante sua sinistra. affinché risultasse uniforme per colore, brillantezza, metrico, mentre il motivo negli spazi triangolari sul collo 358. Statuina raffigurante un’inserviente Terracotta, h 30,5 cm 374. Modello di imbarcazione spessore e aderenza al corpo; esiti più che soddisfacenti è fondamentalmente lo stesso di quello osservabile sullo con in mano una brocca Dinastia Han Orientale Terracotta, h 8,8 cm, lunghezza 35,2 cm, furono raggiunti nel periodo degli Stati Combattenti hu coperto. Il confronto dell’ornamentazione con quella Terracotta, h 69 cm Rinvenuta in una tomba a Dujiazui, 366-373. Statuine raffiguranti animali larghezza 5,6-9,2 cm (453-221 a.C.), ma le guerre per l’unificazione del pae- visibile sul vasellame laccato catt. 398-400 o i tessuti cat. Dinastia Han Orientale Lianshan, Guanghan (Sichuan) Terracotta; buoi, h 38,7-39 cm, lunghezza 69-71,6 cm; Dinastia Han Orientale se nel III secolo a.C. annullarono i progressi compiuti. 414 dimostra chiaramente l’unitarietà del linguaggio deco- Rinvenuta a Xindu, Chengdu (Sichuan) Amministrazione dei Beni Culturali di Guanghan pecore, h 37 cm, lunghezza 43 cm; capre, h 32,7 cm, Rinvenuta a Canton (Guangdong) Fu solo alla fine della dinastia Han che gli alti livelli rativo in epoca Han Occidentale, indipendentemente dal Museo di Yangsheng’an, Xindu (Sichuan) lunghezza 39 cm; scrofe, h 22 cm, lunghezza 43 e 45 cm, Istituto di Archeologia di Canton qualitativi del periodo degli Stati Combattenti furo- materiale in questione. Imitazioni in terracotta di lacche 363. Statuina raffigurante un commediante larghezza 17,5 cm; cani domestici, h 20,6 cm, no recuperati e superati, come dimostra la perfetta in- pregiate erano di frequente inserite nei corredi funerari, 359. Statuina raffigurante una donna che allatta Terracotta, h 32 cm lunghezza 30,2-30,5 cm; cani selvatici, h 20-20,3 cm, La Cina, soprattutto quella meridionale, è solcata da vetriatura dell’esemplare in questione, emerso da una ma, mentre le lacche erano state precedentemente utiliz- Terracotta, h 21,5 cm Dinastia Han Orientale lunghezza 32 cm; maiale, h 24 cm, lunghezza 48 cm; un’infinità di corsi d’acqua che rendono le imbarcazio- tomba datata 175. zate, il vasellame di terracotta era appositamente fabbri- Dinastia Han Orientale Rinvenuta in una tomba a Wujiaba, maialino, h 6,7 cm, lunghezza 16,2 cm; cavallo, ni un mezzo di trasporto per persone e merci comodo e cato per essere sepolto, perciò appartiene alla categoria Rinvenuta a Deyang (Sichuan) Mianyang (Sichuan) h 61 cm, lunghezza 70 cm indispensabile. degli oggetti funerari. Museo di Deyang (Sichuan) Museo di Mianyang (Sichuan) Dinastia Han Occidentale Il modellino qui analizzato è caratterizzato da carena piat- 348. Vaporiera con decoro “a nuvola” Rinvenute nel Mausoleo Imperiale Yang ta, che la rende adatta a navigare su bassi fondali, prua Terracotta e pigmenti, h complessiva 22,6 cm, Le sepolture delle classi abbienti della regione sud-oc- 364. Statuina raffigurante una danzatrice della Dinastia Han (Xianyang, Shaanxi) e poppa squadrate, copertura a volta, in corrispondenza ø bocca 21,3 cm 353. Statuina raffigurante un’ancella cidentale del Sichuan sono famose non solo per le mat- Terracotta, h 53,8 cm Museo del Mausoleo Imperiale Yang della quale, su ambo i lati si notano due sporgenze calpe- Dinastia Han Terracotta e pigmenti, h 48 cm tonelle pittoriche (catt. 320-324) che le adornavano, ma Dinastia Han Orientale della Dinastia Han (Xianyang, Shaanxi) stabili, utili per spingere la barca con la pertica. Rinvenuta a Tonghuagou, Jiyuan (Henan) Dinastia Han Occidentale anche per le numerose statuine di terracotta raffigu- Rinvenuta a Mianyang (Sichuan) Canton, dove è stato rinvenuto questo reperto, era il Istituto di Archeologia dello Henan Rinvenuta nel nel Mausoleo Imperiale Yang ranti cuochi, inservienti, cantanti, acrobati, danzatori Museo di Mianyang (Sichuan) Le strutture ipogee disseminate nel parco funerario porto più importante dell’impero: qui arrivavano le navi della Dinastia Han (Xianyang, Shaanxi) e danzatrici, veggenti e cantastorie (catt. 354-365). La dell’imperatore Jing (157-141 a.C.) e di sua moglie, straniere cariche di beni esotici, che venivano scaricati 349. Vaso a forma di bozzolo con decoro “a nuvola” Museo del Mausoleo Imperiale Yang qualità non è sempre eccezionale, ma i ceramisti sono 365. Statuina raffigurante un suonatore l’imperatrice Wang (spirata nel 126 a.C.), hanno re- per essere ricaricati su imbarcazioni come quella raffi- Terracotta e pigmenti, h 30 cm, ø bocca 13 cm, della Dinastia Han (Xianyang, Shaanxi) comunque riusciti a imprimere alle sculture, che spesso Terracotta, h 38,4 cm stituito migliaia di statuine raffiguranti animali: ca- gurata dal modellino qui esposto, adatta a percorrere, a ø ventre 32 cm, ø base 9,7 cm accennano un sorriso, un’umanità che è invece assen- Dinastia Han Orientale ni, suini, bovini, equini, ovini e volatili da cortile. Fra remi o a vela, le vie fluviali che raggiungevano molte re- Dinastia Han Cura particolare è stata adottata per realizzare la statuina te nelle statuine del primo periodo Han. La differenza Rinvenuta a Mianyang (Sichuan) le fosse annesse al tumulo dell’imperatore, la K13, sul gioni dell’impero. Rinvenuto a Tonghuagou, Jiyuan (Henan) di donna emersa da una delle fosse di accompagnamen- sostanziale fra le figure Han Occidentali e quelle Han Museo di Mianyang (Sichuan) lato orientale, era occupata per almeno metà dei suoi Istituto di Archeologia dello Henan to scavate all’interno del parco funerario dell’imperatore Orientali sta nel trattamento dei volumi: allungati e 245 metri di lunghezza da centinaia di buoi, pecore, Jing (157-141), lo Yangling. La giovane donna ha i capelli appiattiti nel primo periodo (cat. 353), plastici e irre- Il tema dell’intrattenimento è soventemente celebrato nei capre, cani, maiali e polli, rigorosamente distribuiti 375. Insegna a forma di colomba 350. Fiasca per alcolici con decoro “a nuvola” raccolti in una coda avvolta su se stessa, il volto sereno golari nel secondo. decori delle sepolture cinesi, non solo sulle mattonelle pit- in file serrate all’interno di una struttura lignea. La Legno e pigmenti; asta, lunghezza 210 cm, ø 2,3 cm; Terracotta e pigmenti, h 35 cm, ø bocca 15,1 cm, è scandito da sottili sopracciglia, occhi a mandorla, na- In questa selezione di sei sculture si distinguono diversi toriche (catt. 323-324), ma anche nell’arte plastica. fossa n. 21, a sud della recinzione interna della tomba colomba, h 10 cm, lunghezza 20 cm, larghezza 0,8 cm ø base 19,6 cm so piccolo e labbra atteggiate in un lieve sorriso; il corpo soggetti: il più vivace è quello che raffigura una donna Ancora una volta è la regione del Sichuan a regalarci le dell’imperatore, era invece suddivisa in tre sezioni: la Dinastia Han Dinastia Han esile è nascosto dalle vesti che comprendono una tunica seduta dietro a un tavolino carico di vivande, fra cui una sculture più dinamiche e divertenti, come testimonia que- prima alloggiava sculture di animali domestici simili Rinvenuta in una tomba a Honghua, Hanzuo, Rinvenuto a Tonghuagou, Jiyuan (Henan) lunga fino ai piedi nella parte anteriore, ma sollevata in tartaruga, dei pesci e alcune teste di maiale, che essa si sta selezione di sei esemplari: la più famosa è quello che a quelli qui analizzati, la seconda custodiva conteni- Wuwei (Gansu) Istituto di Archeologia dello Henan quella posteriore per esporre una seconda tunica, ampi appresta a cucinare; la cuoca ha i capelli nascosti sotto a ritrae un commediante inginocchiato con i larghi calzoni tori di vario genere di legno laccato (di cui sono ri- Istituto di Archeologia del Gansu

348 349 Nella Cina antica, la tortora era l’animale simbolo delle 381. Pesi a forma di cammello fosse associata ad un secondo lume a forma di drago e sviluppano il collo flessuoso e la testa di un drago. Il 391. Gruppo di sette vasi rituali da cottura 395. Tazza con coperchio persone anziane che, proprio in virtù della loro veneranda Bronzo e oro, h 5,8 cm, lunghezza 8,8 cm, di tigre, simboli rispettivamente dell’est e dell’ovest. coperchio, interamente traforato, è un tour de force di Bronzo, h 16-26 cm, ø ventre 17-31 cm Legno laccato, h 18,5 cm, ø coperchio 21,2 cm età, meritavano profondo rispetto; in epoca Han il gover- larghezza 7 cm La splendida lampada a forma di oca, con il lungo col- elementi decorativi: al centro domina un grande uc- Dinastia Han Occidentale Dinastia Qin no le onorava conferendo loro un’insegna decorata con il Dinastia Han Orientale lo volto all’indietro per fermare con il becco la lanterna cello fantastico a tuttotondo dalla splendida coda che, Rinvenuto in una tomba a Yangguishan, Rinvenuta nella tomba M11 a Shuihudi, loro emblema. Da ciò si desume che il proprietario della Rinvenuti nella tomba M1 a Fangwanggang, a forma di pesce appoggiata sul dorso, è una splendida tenendo nel becco le mani di un essere sovrannatura- Xuzhou (Jiangsu) Yunmeng (Hubei) tomba nella quale è stata ritrovata questa insegna doveva Chaohu (Anhui) scultura in bronzo che rivela la sensibilità per raffigu- le, forma la presa del coperchio. Questa coppia è cir- Museo di Xuzhou (Jiangsu) Museo dello Hubei essere spirato in età molto avanzata. Museo di Chaohu (Anhui) razioni realistiche di animali veri in un ambiente che condata da quattro fiori, quattro uccelli immaginari e solitamente predilige un mondo in costante movimen- quattro esseri sovrannaturali, uno dei quali incompleto, 392. Fiasca per alcolici 396. Bacile con decoro di pesci e uccelli 382. Pesi raffiguranti dei giocatori to di volute ornamentali ed esseri immaginari. La pre- due con le mani giunte al petto e l’ultimo con la sini- Bronzo, h 40 cm, ø ventre 22 cm Legno laccato, h 8,8 cm, ø bocca 29 cm 376. Decorazione per paravento raffigurante Bronzo, h max 9,2 cm, larghezza max 9,7 cm senza di colori vivaci che descrivono il variopinto piu- stra al petto e la destra all’orecchio. L’intero oggetto è Dinastia Han Occidentale Dinastia Qin una maschera Dinastia Han maggio influenza positivamente la nostra percezione appoggiato su un piatto con il bordo rialzato necessario Rinvenuta in una tomba a Zaoyuan, Xi’an (Shaanxi) Rinvenuta nella tomba M11 a Shuihudi, Bronzo dorato, h 16,7 cm, larghezza 56,3 cm, Rinvenuti a Fujiagou, Lingtai (Gansu) della resa verista del volatile, senza nulla togliere alle a raccogliere le ceneri delle erbe aromatiche sistemate Museo di Xi’an (Shaanxi) Yunmeng (Hubei) spessore 4 cm Museo del Gansu qualità scultoree. nel braciere traforato. Museo dello Hubei Dinastia Han Occidentale Il lume di terracotta rinvenuto a Guangzhou è straordina- Il terzo bruciaprofumi, rinvenuto a Canton, è molto 393. Fiasca per alcolici Rinvenuta nella tomba del Re di Nanyue Questi due gruppi di piccole sculture in bronzo sono pe- rio per le sue fattezze: un uomo con i capelli raccolti sul semplice: a forma di coppa a sezione quadrata solleva- Bronzo, h 25,3 cm, ø bocca 8,2 cm, ø base 10 cm 397. Acquamanile a Xianggang, Canton (Guangdong) si. I cammelli sono ritratti tutti nella stessa posizione: capo, gli occhi grandi, il naso prominente, la barba folta ta su un piedistallo, le fessure sul coperchio seguono un Dinastia Han Occidentale Legno laccato, h 13,3 cm, lunghezza 14,8 cm, Museo del Re di Nanyue della Dinastia accucciati e avvolti su se stessi con il muso appoggia- e i capezzoli in evidenza, è seduto con le gambe rivolte andamento a rombi concentrici, mentre sul contenitore Rinvenuta nella tomba M1 presso una fabbrica larghezza 10,6 cm. Han Occidentale (Canton, Guangdong) to sul dorso e tre delle quattro zampe nascoste sotto al all’indietro e si sostiene con il braccio destro, mentre con elementi a “V” alternativamente rovesciati si susseguono di mattoni a Gaozhuang, Luquan (Hebei) Dinastia Qin corpo; il manto degli animali, essenziali per il trasporto il sinistro solleva la scodella per l’olio del lume. La scarsa in un’unica fascia. Istituto per la Conservazione dei Beni Culturali Rinvenuto nella tomba M9 a Shuihudi, 377. Decorazione per paravento raffigurante di merci di ogni sorta lungo le vie carovaniere, oggi no- qualità scultorea è compensata dall’esotismo e dall’iro- di Luquan (Hebei) Yunmeng (Hubei) un uccello te con il nome evocativo di Via della Seta, è abbellito nia dell’opera: uno straniero, probabilmente originario Museo dello Hubei Bronzo dorato, h 26,4 cm, larghezza 24,5 cm dall’agemina d’oro. dell’Asia Centrale, nudo e in una posizione improbabile 389. Scaldavivande I vasi ding sono calderoni tripodati con due manici Dinastia Han Occidentale Le quattro figure umane intente a giocare sono dei pic- guarda rapito la lampada che solleva. Bronzo, h 13 cm, lunghezza 22 cm, larghezza 10,5 cm impostati verticalmente sull’orlo della bocca, usati du- Questo gruppo di quattro oggetti di legno laccato è emer- Rinvenuta nella tomba del Re di Nanyue coli capolavori della scultura in bronzo: ritratte in posi- Le più antiche lampade a olio di bronzo finora rinvenu- Dinastia Han Occidentale rante le dinastie Shang (circa XVI secolo-1045 a.C.) e so da una necropoli scoperta nel 1975, databile tra la fine a Xianggang, Canton (Guangdong) zioni molto dinamiche, ognuna diversa dall’altra, e con te in Cina risalgono al periodo degli Stati Combattenti Rinvenuto nella tomba M1 presso una fabbrica Zhou Occidentale (1045-771 a.C.) per la cottura di car- del periodo degli Stati Combattenti (453-221 a.C.) e la Museo del Re di Nanyue della Dinastia volti espressivi di un’umanità assente nelle figure ieratiche (453-221 a.C.): due esemplari straordinari sono emersi dal- di mattoni a Gaozhuang, Luquan (Hebei) ni stufate da offrire agli antenati. I ding sono fra le più dinastia Qin. Il cimitero si trova a Shuihudi, nell’attuale Han Occidentale (Canton, Guangdong) del periodo Han Occidentale, sembra quasi di sentirle ri- la tomba del re Cuo di Zhongshan, nello Hebei, mentre Istituto per la Conservazione dei Beni Culturali antiche e prestigiose forme rituali forgiate in bronzo (e regione dello Hubei, in un’area originariamente dominata dere e schiamazzare. alcuni siti appartenenti allo stato di Chu hanno restituito di Luquan (Hebei) prima ancora in ceramica), simbolo della consacrazione dal potente regno di Chu, ma conquistata dal re Zhao di 378. Base per paravento raffigurante un uomo Si presume che piccoli pesi di questo genere, in voga so- lumi tenuti fra le mani di attendenti o di immortali. Come del potere regale e quindi del rango sociale: dalla metà Qin (306-251), nel 278 a.C.; le sepolture appartengono ai e un serpente prattutto durante la dinastia Han Occidentale, fossero im- funzionasse il sistema di illuminazione prima del IV se- Questo piccolo scaldavivande testimonia quanto sofisti- del IX secolo a.C., i calderoni ding e le ciotole rituali funzionari e agli ufficiali Qin inviati a governare i nuovi Bronzo dorato, h complessiva 31,5 cm, piegati nelle tombe per tenere ferme le maniche dell’abito colo a.C. non è chiaro, si presume che prima dell’introdu- cata fosse l’arte culinaria in Cina già in epoca Han. La gui (usate per presentare e consumare cibi cotti, pre- territori e la loro scoperta è di eccezionale rilevanza non lunghezza 15,8 cm del defunto o lo stendardo funebre che lo accompagnava; zione di elaborate lampade a olio di bronzo si utilizzassero parte inferiore del braciere, dove venivano sistemati i car- valentemente miglio) cominciarono ad essere prodotti solo per i numerosi manufatti laccati conservatisi in ottime Dinastia Han Occidentale alternativamente potevano essere collocate ai quattro an- forme più semplici (scodelle e calici) di ceramica. boni, è a sezione rettangolare, mentre quella superiore, in serie identiche destinate alle tombe. La serie di nove condizioni, ma soprattutto per la quantità e varietà di co- Rinvenuta nella tomba del Re di Nanyue goli di una stuoia. Il peso delle piccole sculture di bronzo decorata con una maschera lavorata a traforo, è ellittica; ding e otto gui era riservata al rango più elevato, cor- dici legislativi, giurisprudenziali, amministrativi, militari, a Xianggang, Canton (Guangdong) era adeguatamente incrementato inserendo un cilindro sulla sommità si trova una coppa ovale, contraddistinta rispondente al re, il gruppo di sette denotava il grado divinatori, farmacologici e filosofici, scritti a inchiostro su Museo del Re di Nanyue della Dinastia di piombo nella parte inferiore. 386. Bruciaprofumi a forma di drago munito di piatto da piccoli manici allungati e piatti posti a metà dei lati immediatamente successivo. La serie di calderoni qui listarelle di bambù, emersi da due tombe in particolare: la Han Occidentale (Canton, Guangdong) Bronzo, h 16,5 cm, ø bruciaprofumi 10,5 cm, lunghi, come quella in cat. 402, che conteneva la pietan- esposta risale alla dinastia Han Occidentale, quando il M7 databile al 256 a.C., e la M11 del 217 a.C. ø piatto 16,3 cm za da mantenere calda. Le coppe di questo tipo sono di vasellame rituale aveva perduto la sua funzione liturgi- Il primo reperto è una fiasca dal corpo schiacciato decora- 379. Base per paravento raffigurante dei serpenti 383. Lampada a forma di uccello fantastico Dinastia Han Orientale solito in legno laccato, ma già alla fine del periodo degli ca e i ding erano utilizzati come pentole nelle cucine ta su un lato con un bufalo e sull’altro con un cavallo che Bronzo dorato, lunghezza 46,5 cm, Bronzo, h 16,6 cm Rinvenuto in una tomba a Xianqiao, Stati Combattenti (453-221 a.C.) se ne fabbricavano di dei palazzi signorili. galoppa accompagnato da un airone in volo; sui lati brevi si larghezza 29,4 cm Dinastia Han Occidentale Dangtu (Anhui) bronzo per accompagnarle allo scaldavivande e durante Come i calderoni ding, anche i vasi hu, talvolta denomi- notano invece elementi geometrici che evocano quelli osser- Dinastia Han Occidentale Rinvenuta a Jizhuang, Tianchang (Anhui) Museo di Maanshan (Anhui) la dinastia Han i bracieri acquisirono un ruolo importante nati zhong (si veda catt. 399-400), avevano perduto da vati sulle fiasche di terracotta dipinta catt. 351-352. La tazza Rinvenuta nella tomba del Re di Nanyue Museo dello Anhui sulla tavola, tanto da meritare di essere decorati. tempo la loro funzione rituale per diventare contenitori con coperchio, realizzata intagliando un blocco di legno, si a Xianggang, Canton (Guangdong) 387. Bruciaprofumi con decoro di draghi per bevande alcoliche o, più raramente, per cereali sec- compone di due parti identiche, decorate con motivi orna- Museo del Re di Nanyue della Dinastia 384. Lampada sorretta da uno straniero inginocchiato Bronzo dorato, h 14,3 cm, ø bocca 9,2 cm chi; sia quelli a sezione circolare sia quelli a sezione qua- mentali geometrici o a volute. Il bacile mostra invece motivi Han Occidentale (Canton, Guangdong) Terracotta, h 20,5 cm Dinastia Han 390. Bacile drata sono molto frequenti nelle tombe Han e possono figurativi che si traducono in due pesci e un uccello fantastico Dinastia Han Orientale Rinvenuta nella tomba del Re dello Stato Argento, h 6,7 cm, ø bocca 26,2 cm, ø base 13,4 cm essere realizzati con materiali pregiati, come il bronzo e sul fondo, descritti in maniera piuttosto dettagliata con linee 380. Base per paravento raffigurante un drago Rinvenuta a Liuwangdian, Canton (Guangdong) di Qi a Zibo (Shandong) Dinastia Han Occidentale la lacca, o con materiali più economici come la terracot- fluide, mentre l’acquamanile assume esso stesso la forma di Bronzo dorato, h 33,5 cm, lunghezza 27,8 cm Museo di Canton (Guangdong) Museo di Zibo (Shandong) Rinvenuta nella tomba M1 presso una fabbrica ta (catt. 350-352). un uccello acquatico. Ad eccezione della bottiglia, gli altri Dinastia Han Occidentale di mattoni a Gaozhuang, Luquan (Hebei) L’esemplare a sezione circolare qui esposto è privo di de- tre esemplari riportano caratteri che possono indicare il no- Rinvenuta nella tomba del Re di Nanyue 385. Lampada a forma di oca 388. Bruciaprofumi a sezione quadrata Istituto per la Conservazione dei Beni Culturali corazione, fatta eccezione per la fascia che corre intorno me del laboratorio dove sono stati eseguiti, il nome del ma- a Xianggang, Canton (Guangdong) Bronzo e pigmenti, h 54,5 cm, lunghezza 33 cm Bronzo, h 17,5 cm di Luquan (Hebei) al ventre e le losanghe traforate che abbelliscono il coper- estro che li ha realizzati, o ancora il nome della persona alla Museo del Re di Nanyue della Dinastia Dinastia Han Dinastia Han Occidentale chio, al centro del quale si innalza una presa. La stessa quale erano destinati. Nel periodo degli Stati Combattenti, Han Occidentale (Canton, Guangdong) Rinvenuta a Shenmudian (Shaanxi) Rinvenuto a Huanghuagang, Canton (Guangdong) Oggetti d’oro o d’argento sono rari nella Cina antica, non sobrietà caratterizza il reperto a sezione quadrata, orna- il regno di Chu era stato il maggior produttore di lacche e, Museo di Storia dello Shaanxi Museo di Canton (Guangdong) perché questi metalli preziosi non fossero reperibili, ma to da quattro elementi a “S”, che si ergono in prossimità una volta conquistati i suoi territori, il governo Qin stabilì Lungo la parete orientale della camera funeraria del re piuttosto perché nella cultura cinese i materiali nobili degli spigoli del coperchio, e due maschere animali, dette manifatture reali controllate da funzionari statali. di Nanyue era stato sistemato un enorme paravento di Il grazioso lume a olio, scoperto nello Anhui, assume la Il bruciaprofumi di bronzo dorato è molto elegante nel- per eccellenza erano da sempre il bronzo e la giada. L’ar- pushou, con un anello nel becco che fanno da manici ap- Questi esemplari sono una piccola selezione dei numerosi legno laccato composto da cinque pannelli, il centrale forma di un grande uccello con il becco e le zampe di la sua forma tondeggiante slanciata da un piedistallo sa- gento era tuttavia riconosciuto come metallo pregiato e plicati sulle spalle del recipiente. La maschera pushou era oggetti che componevano i lussuosi corredi funerari dei dei quali raffigurante una porta. Della parte in legno rapace, la coda lunga che evoca quella del pavone e le gomato. Il coperchio è animato da due flessuosi draghi questo bacile, pur nella sua semplicità, era un oggetto di comparsa nel periodo Stati Combattenti, quando fungeva proprietari delle tombe; trattandosi di funzionari e ufficia- sono rimaste solo tracce, mentre sono sopravvissuti in- ali spiegate come se stesse per spiccare il volo dal dor- in rilievo che si inseguono lasciando delle aperture dalle lusso, paragonabile ai reperti in bronzo dorato, ageminato da presa su vasellame e sarcofagi o da maniglie sulle porte, li, ciò non dovrebbe costituire un’anomalia, se non fosse tegri i raccordi di bronzo dorato che lo rifinivano. Per so della tartaruga che lo sorregge; la scodella per l’olio quali fuoriusciva il profumo delle sostanze aromatiche o incastonato di pietre dure. All’esterno sono incisi due funzioni che mantenne anche nei secoli successivi. per il fatto che le sepolture equivalenti nello stato di Qin quanto riguarda la base, una coppia di draghi era posta da ardere è tenuta in equilibrio sulla testa del volatile. che ardevano nel braciere. Sulla coppa, decorata sempli- caratteri, wu guan, che in epoca Han Occidentale pote- finora scoperte hanno restituito corredi molto più sobri. all’estremità dei pannelli esterni, gli angoli erano sor- L’uccello fantastico, in questo caso con una perla nel cemente da una stretta fascia incavata leggermente in vano riferirsi alle concubine e alle dame di corte: erano Sembrerebbe perciò che la lontananza dal centro di po- retti dalle bizzarre figure umane che divorano serpenti becco, simbolo di saggezza, e la tartaruga sono due rilievo, due maschere animali pushou con un anello nelle previsti quattordici livelli di titoli per i ranghi femminili 394. Fiasca con corpo schiacciato tere e le peculiarità delle culture materiali locali abbiano e la porta era sostenuta da rettili aggrovigliati; la som- animali molto cari alla mitologia cinese: a partire dal fauci fungono da manici. e quello di wu guan coincideva con il dodicesimo. Alter- Legno laccato, h 22,8 cm, larghezza 24,2 cm, influenzato le sepolture e il loro contenuto. mità del paravento era invece decorata con tre masche- II secolo a.C., quando ricorrono insieme al drago e alla Il bruciaprofumi ritrovato in una tomba nello Anhui è nativamente i due caratteri potevano concernere i Cin- profondità 7,8 cm re animali e due uccelli con le ali spiegate. Il cilindro tigre, rappresentano le quattro direzioni (si veda anche molto peculiare: il braciere, sollevato su tre piedi, è de- que Ministri, o qualsiasi altra figura burocratica ammi- Dinastia Qin cavo sulla cima di alcuni di questi raccordi accoglieva catt. 328-331 e 341). La lampada qui analizzata incar- corato nella parte superiore da una stringa di elemen- nistrativa legata ai ministeri, o, infine, coloro che erano Rinvenuta nella tomba M4 a Shuihudi, 398. Vaso rituale da cottura con decoro “a nuvola” probabilmente piume di pavone che abbellivano ulte- nerebbe perciò il sud (l’uccello) e il nord (la tartaruga, ti circolari ripresi anche sul coperchio; questo è assi- associati agli uffici preposti alla stesura e alla determina- Yunmeng (Hubei) Legno laccato, h 24,3 cm, ø bocca 21,8 cm riormente l’insieme. sebbene priva del serpente) e non è da escludere che curato al recipiente da un cardine, opposto al quale si zione del calendario. Museo dello Hubei Dinastia Han Occidentale

350 351 Rinvenuto nella tomba M1 a Mawangdui, 402. Vasellame con decoro “a nuvola” L’astuccio cilindrico nasconde quattro piccoli cofanetti pendere lo specchio o di tenerlo in mano. La faccia ri- 410. Monile a forma di drago “compagni nella morte”, cioè i parenti di sangue, le con- Changsha (Hunan) Legno laccato; tavolo (copia moderna), h 5,5 cm, di forme diverse che conservavano cosmetici e unguenti. flettente era polita per servire lo scopo, mentre quella Oro e pietre semipreziose, h 1,2 cm, sorti, le guardie e gli inservienti immolati per accompa- Museo dello Hunan lunghezza 75 cm, larghezza 45,5 cm. Piatti, L’esterno delle scatole è laccato, ma il nucleo è costituito opposta era ornata. Dimensioni, soggetti decorativi e lunghezza 4,2 cm, peso 2,6 g gnare il loro signore nell’aldilà, da non confondersi con le h 2,7-3,1 cm, ø 18 cm. Tazze, h 8,4 cm, ø bocca 9 cm. da ramia, un tessuto ottenuto dalle fibre dell’omonima stili sono mutati nel tempo, mentre la struttura base è Dinastia Han Orientale “offerte umane”, che erano invece vere e proprie vittime 399. Fiasca per alcolici con decoro “a nuvola” Coppa, h 4,8 cm, lunghezza 16,7 cm, larghezza 2,4 cm pianta; strisce e sagome floreali d’argento rafforzano e rimasta essenzialmente inalterata nei secoli. Rinvenuto nella tomba di Liu Chang, re Mu sacrificali, al pari degli animali. Ciò si evince da alcuni in- Legno laccato, h 46 cm, ø bocca 18 cm Dinastia Han Occidentale impreziosiscono sia i contenitori sia i coperchi. I registri Il primo esemplare, rinvenuto nella tomba della mar- di Zhongshan a Beilingtoucun, Dingzhou (Hebei) ventari presenti nelle tombe che definiscono queste scul- Dinastia Han Occidentale Rinvenuto nella tomba M1 a Mawangdui, intermedi sono ornati con un motivo a nuvola, caratteri- chesa di Mawangdui, è caratterizzato da un orlo solle- Museo di Dingzhou (Hebei) ture come “inservienti del defunto”, stabilendo perciò in Rinvenuta nella tomba M1 a Mawangdui, Changsha (Hunan) stico del periodo (catt. 398-400), che si svolge in morbide vato che continua in un bordo liscio piuttosto ampio, maniera inequivocabile non solo la loro identità, ma anche Changsha (Hunan) Museo dello Hunan volute originariamente tracciate in oro su fondo nero. L’oro prima di giungere al registro decorativo principale. 411. Monile con figure di arieti la loro funzione. Le figurine meridionali erano di solito Museo dello Hunan purtroppo è degradato e appare ora grigio, ma l’effetto Questo è riempito da un susseguirsi ininterrotto di Oro e pietre semipreziose, h 1,3 cm, scolpite in legno con i dettagli del volto dipinti e gli abiti 403. Tavolo iniziale doveva essere assolutamente splendido. L’inter- volute derivanti dall’astrazione del motivo di draghi e lunghezza 3,6 cm, peso 5 g. di stoffa o scolpiti e dipinti, mentre quelle settentrionali 400. Fiasca per alcolici con decoro “a nuvola” Legno laccato, h 13,6 cm, lunghezza 78,8 cm, no delle scatole è di colore rosso-arancione con un decoro uccelli comparso nel IV secolo a.C.; il gioco di morbi- Dinastia Han Orientale erano modellate in argilla, incluse le vesti, e colorate in Legno laccato. h complessiva 52 cm larghezza 40 cm. dipinto di nero che corre intorno alla bocca. de spirali è ulteriormente vivacizzato da ramificazioni Rinvenuto nella tomba di Liu Chang, re Mu modo da rappresentare immediatamente non solo un es- Dinastia Han Occidentale Dinastia Han Occidentale Questo esemplare è stato rinvenuto in una tomba nella ed elementi spumeggianti che sembrano dimenticare di Zhongshan a Beilingtoucun, Dingzhou (Hebei) sere umano, ma anche il suo ruolo sociale. Tale ruolo era Rinvenuta nella tomba M1 a Mawangdui, Rinvenuto nella tomba M1 a Longqiaohe, provincia dello Anhui, ma altri astucci sono emersi dalla la simmetria, ma le quattro spirali squadrate “orienta- Museo di Dingzhou (Hebei) ulteriormente specificato da eventuali accessori e soprat- Changsha (Hunan) Jiangling (Hubei) necropoli di Mawangdui, a dimostrazione del fatto che no” il disegno. L’ornamentazione è in rilievo appiatti- tutto dagli oggetti che circondavano le sculture. Museo dello Hunan Museo dello Hubei all’epoca, non solo le donne, ma anche gli uomini dell’al- to, con i dettagli incisi, su uno sfondo minuziosamen- 412. Monili a forma di animali fantastici La tradizione fu mantenuta nella Cina imperiale: l’eser- ta società usavano belletti e profumi. te trattato con spirali delimitate da losanghe. Questo Oro e pietre semipreziose, h 3,5 cm, cito di terracotta del Primo Imperatore ne è l’espressione 401. Fiasca per alcolici Il gruppo di cinque piatti, due bicchieri e una coppa di decoro ricompare sulla fascia intorno alla presa dello lunghezza 5 cm, peso 50 g monumentale per quantità e dimensioni, ma altre nobili Terracotta laccata, h 47,4 cm legno laccato è stato ritrovato nello scomparto settentrio- specchio, racchiusa da un orlo che evoca un filo attor- Dinastia Han Orientale sepolture del periodo Han Occidentale hanno restituito Dinastia Han nale della tomba della marchesa di Dai; al momento della 405. Specchio rettangolare cigliato. Anche il registro liscio fra i due operati sem- Rinvenuto nella tomba di Liu Chang, re Mu centinaia di sostituti dei “compagni nella morte”. Rinvenuta a Haiqu, Rizhao (Shandong) scoperta, le stoviglie erano disposte su un grande vassoio Bronzo, h 115,1 cm, larghezza 57,7 cm, peso 56,5 kg bra “appoggiato” su uno sfondo che evoca un tessuto. di Zhongshan a Beilingtoucun, Dingzhou (Hebei) Questo gruppo di dieci è emerso dalla tomba della mar- Istituto di Archeologia dello Shandong rettangolare insieme a una coppia di bastoncini e conte- Dinastia Han L’effetto che si vuole raggiungere sembra proprio quel- Museo di Dingzhou (Hebei) chesa di Dai (come le sete catt. 414-419, 422, e le lacche nevano ancora del cibo. Ciò dimostra quanto seriamente Rinvenuto nella tomba del Re di Qi a Linzi, lo di un disco rivestito di stoffa operata, su cui sono catt. 398-400, 402), la sepoltura della quale ricalca quelle Il primo reperto qui analizzato è un ding, un calderone fosse presa in epoca Han la questione del prolungamento Zibo (Shandong) state applicate o ricamate fasce semplici o sagomate. In Occidente l’oro è sempre stato considerato il più pre- meridionali del periodo degli Stati Combattenti (453-221 tripodato con due manici impostati verticalmente sull’or- della vita dopo la morte, del nutrimento dell’anima cor- Museo di Zibo (Shandong) I tessuti di epoca Han sopravvissuti, alcuni dei quali zioso dei materiali, simbolo di ricchezza e potere, men- a.C.): a fossa verticale con struttura di legno suddivisa in lo della bocca, anticamente utilizzato per cuocere carni porea del defunto e dell’intrattenimento degli spiriti che in mostra (catt. 414, 417), ostentano spesso una lavo- tre in Cina i materiali nobili per eccellenza sono la giada scompartimenti, il più ampio dei quali accoglieva il fere- stufate (si veda anche cat. 391). In epoca Han, i ding ave- abitavano l’aldilà. 406. Specchio circolare con decoro di draghi e nuvole razione di questo tipo e lo stesso schema decorativo e il bronzo. Durante le dinastie Shang (circa XVI seco- tro, mentre negli altri era riposto il corredo. vano ormai perduto la loro funzione rituale, per diventare Al centro dei piatti compare, racchiusa in un cartiglio di Bronzo, ø 18,5 cm, spessore 0,5 cm appare sulle lacche (catt. 398-400) e sulle ceramiche lo-1045 a.C.) e Zhou Occidentale (1045-771 a.C.), questo Le sculture qui analizzate sono tutte atteggiate, acconcia- pentole usate quotidianamente nelle cucine dei palazzi; ciuffi stilizzati di nuvole, l’iscrizione jun xing shi, un’esor- Dinastia Han Occidentale coeve (catt. 348-352), a testimonianza dell’unitarietà metallo era utilizzato occasionalmente sottoforma di fo- te e abbigliate nello stesso modo, sebbene la loro qualità gli esemplari in legno laccato, però, non potevano essere tazione del signore, presumibilmente il marito della de- Rinvenuto nella tomba M1 a Mawangdui, del linguaggio ornamentale Han. glia d’oro per abbellire la superficie di oggetti soprattut- non sia identica. Le vesti bianche ornate in rosso e nero messi sul fuoco, perciò è probabile che fossero utilizza- funta, a mangiare; sull’esterno, interamente rivestito di Changsha (Hunan) Il secondo specchio è eccezionale per la forma rettan- to di bronzo. Per un suo impiego più consistente bisogna hanno la medesima foggia e fantasia decorativa del ma- ti per contenere cibi cotti pronti per essere serviti, come lacca nera, si legge un’altra breve iscrizione: yi sheng ban Museo dello Hunan golare e per le enormi dimensioni che permettevano di attendere l’epoca delle Primavere e Autunni (770-453 gnifico abito in cat. 414. si desume dalle fettine di radice di loto rinvenute nel re- sheng o “uno sheng e mezzo”, in cui sheng è un’antica specchiarsi interamente! Il decoro sul retro consiste in a.C.), quando fu utilizzato per fabbricare oggetti per uso perto in questione. unità di misura di capacità. 407. Specchio circolare con iscrizione un maestoso drago dal corpo sinuoso che con grande ele- personale e finiture di vario genere. Alla fine dello stes- Anche i vasi hu (spesso chiamati zhong in epoca Han) a I bicchieri cilindrici (zhi in cinese) con o senza manico, Bronzo, ø 16,3 cm ganza si snoda per tutta l’altezza dello specchio. Lo stile so periodo comparve anche la tecnica dell’ageminatura, 414. Veste ricamata sezione sia circolare si quadrata erano anticamente inclusi talvolta provvisti di coperchio, erano destinati al consumo Dinastia Han Occidentale è quello ornamentale dei decori “a nuvola” che di soven- che impreziosiva la decorazione della superficie, mentre Seta, lunghezza veste 150 cm nelle serie di strumenti rituali, ma già nel periodo degli di bevande alcoliche, mentre la coppa ovale, che si con- Rinvenuto nella tomba del Re di Qi a Linzi, te s’incontrano sulle lacche coeve (catt. 398-400, 402). i più antichi recipienti d’oro finora rinvenuti in Cina so- Dinastia Han Occidentale Stati Combattenti (453-221 a.C.) non avevano più valenza traddistingue per i piccoli manici allungati e piatti posti Zibo (Shandong) Uno specchio così grande e pesante 56,5 kg non poteva no quelli restituiti dalla tomba del marchese Yi di Zeng, Rinvenuta nella tomba M1 a Mawangdui, liturgica ed erano invece adoperati come contenitori per a metà dei lati lunghi (definita in cinese “coppa con le Istituto di Archeologia dello Shandong essere tenuto in mano come gli esemplari più piccoli e i datata 433 a.C. Changsha (Hunan) bevande alcoliche o cereali secchi. La capacità di entram- orecchie”), poteva essere impiegata sia per bere alcolici sia cinque anelli che interrompono l’ornamentazione servi- Questi quattro piccolissimi oggetti sono emersi, insieme Museo dello Hunan bi i vasi è annotata sulla base: il recipiente circolare ha la per gustare una zuppa di riso. L’esemplare qui esposto era 408. Stampo per specchio con decoro di draghi vano presumibilmente per spostarlo e fissarlo. al disco bi con draghi traforati (cat. 434) e al paravento capacità di uno shi, un’unità di misura per liquidi, mentre destinato al consumo di bevande, come si evince dall’iscri- Terracotta, lunghezza 14,2 cm Lo specchio circolare, anch’esso proveniente da una del- miniaturizzato (cat. 452), dalla tomba di Liu Chang, che 415. Guanti ricamati quello a sezione quadrata poteva contenere fino a quattro zione jun xing jiu che invita a bere, ma ne sono state rin- Dinastia Han le fosse della sepoltura del re di Qi, è interessante per regnò dal 141 al 174 come re Mu di Zhongshan. Tecni- Seta lunghezza 26,5 cm dou, un’unità di misura per cereali e farine. venute molte altre con l’esortazione a mangiare. Rinvenuto a Linzi, Zibo (Shandong) l’impianto decorativo: la presa centrale, circondata da camente sono stati realizzati piegando una lamina d’oro Dinastia Han Occidentale I tre reperti condividono gli stessi motivi decorativi che I motivi che ornano questi esemplari sono rappresenta- Museo della Capitale dello Stato di Qi piccoli dischi, domina una zona quadrata, suddivisa in e applicandovi poi minuscole sfere dello stesso metallo e Rinvenuti nella tomba M1 a Mawangdui, si traducono in due diverse declinazioni del medesimo tivi dello stile dell’epoca: sulla coppa, filiformi volute a (Zibo, Shandong) più fasce, una delle quali è occupata da un’iscrizione incastonando pietre semipreziose. La tecnica della filigra- Changsha (Hunan) ornamento a nuvola: sui registri principali e sul coper- “S” rafforzate da uncini e nuvole che derivano dai dra- che prevede tre caratteri per lato e un quadrato striato na fu introdotta in Cina nel III secolo a.C. dall’Asia oc- Museo dello Hunan chio del calderone si notano filiformi volute rafforzate ghi e dagli uccelli ancora leggibili sui reperti del IV e III 409. Stampo per specchio con iscrizione in corrispondenza degli spigoli. Il testo poetico, ri you cidentale attraverso la Via della Seta e le steppe del nord. da uncini e sbuffi che derivano dai draghi e dagli uc- secolo a.C., ma qui totalmente trasfigurati; sui fregi dei Terracotta, lunghezza 14,2 cm yi, de suo xi, chang fu gui, le wu shi, può essere reso co- Nonostante le minuscole dimensioni, gli orafi Han del II La seta è l’unico vero collegamento fra l’impero cinese e celli ancora leggibili sui reperti del IV e III secolo a.C., bicchieri una versione più geometrica del medesimo mo- Dinastia Han me segue: “Ogni giorno son questi i propositi che nutro: secolo avevano raggiunto una tal maestria da riuscire a quello romano, sebbene mediato dalle popolazioni che ma che qui risultano totalmente trasfigurati; le fasce tivo a nuvole e sui piatti decori astratti, oltre al cartiglio Rinvenuto a Linzi, Zibo (Shandong) ottenere ciò che più mi aggrada, godere a lungo di onori imprimere alle loro creazioni la stessa fierezza e la stessa commerciavano il pregiato tessuto da un estremo all’al- minori sono invece ornate da volute spiraleggianti e centrale già descritto. Museo della Capitale dello Stato di Qi e ricchezze, gioire libero da gravose incombenze”. eleganza che caratterizza oggetti ben più grandi, realizzati tro delle vie carovaniere – oggi note con il nome evoca- nastriformi, collegate da elementi diagonali che creano Sebbene proveniente da un’altra tomba, l’ultimo reper- (Zibo, Shandong) Oltre lo spazio quadrato, al centro di ciascun lato, si con altri materiali. Il fatto che l’oro non fosse stimato co- tivo di Via della Seta. Per i romani l’incantevole stoffa una sorta di festone. Entrambi i motivi sono tipici del to qui analizzato è un ottimo esempio di tavolo in legno nota una bugna sferica che, insieme alla presa centrale, me in Occidente non significa che oggetti simili non fos- era fabbricata dai Seres, una popolazione che viveva ai linguaggio artistico dell’epoca al quale aderiscono an- laccato sul quale venivano disposte le stoviglie con cibi Nell’antica Cina, gli specchi non erano solo oggetti da evoca le direzioni e la teoria delle cinque fasi (si veda sero altamente apprezzati: essi erano appannaggio esclu- confini della terra, mentre i cinesi avevano sentito no- che tessuti e bronzi. e bevande; la tavola così apparecchiata veniva posta di toeletta, ma anche, e soprattutto, strumenti rituali e catt. 328-331), molto diffusa in epoca Han Occidentale. sivo degli strati più elevati dell’aristocrazia Han, con ogni minare l’impero romano, a loro noto con il nome di Da Nella maggior parte dei casi gli oggetti laccati erano di fronte al commensale che, seduto sui talloni, consumava magici, proprio in virtù del loro potere riflettente. Gli Le bugne sono fiancheggiate da motivi astratti disposti probabilità eseguiti solo nei laboratori imperiali. Qin, tramite i contatti stabiliti con alcune popolazioni legno, ma alternativamente potevano essere di tessuto o il suo pasto. I motivi disegnati sulla superficie servivano specchi fecero la loro comparsa in Cina verso la metà in maniera simmetrica: un elemento striato a tre punte, stanziate oltre i confini occidentali dell’impero Han, e lo di terracotta, come in questo caso. La forma dello hu in probabilmente come guida per disporre il vasellame in del II millennio a.C., ma bisogna attendere il VII se- una “foglia” a ricciolo e, in corrispondenza degli spigo- immaginavano popolato da animali e piante esotici. Le questione è molto simile a quella dell’esemplare sopra- maniera corretta. colo a.C. per assistere a una loro diffusione significati- li, una “foglia” a cuore; infine il bordo dello specchio è 413. Statuine raffiguranti dame di corte sete che giungevano a Roma non partivano dalla Cina descritto (cat. 392), mentre la decorazione si ispira al ce- va. Le sepolture Han hanno restituito molti esemplari ornato con sedici smerli rotondeggianti. Legno e pigmenti, h 43-47,8 cm per raggiungere Da Qin, ma erano tributi pagati all’im- lebre vaso rinvenuto nella tomba della marchesa di Dai, dimostrando che all’epoca questi strumenti avevano Il retro degli specchi di bronzo era realizzato colan- Dinastia Han Occidentale pero Xiongnu per mantenere la pace lungo le frontiere ma è qui semplificata. La presenza di vasellame di terra- 404. Astuccio per cosmetici assunto un ruolo essenziale nelle credenze religiose e do il bronzo fuso in stampi come quelli qui esposti; il Rinvenute nella tomba M1 a Mawangdui, (si veda anche catt. 306-311), o doni diplomatici inviati cotta dipinta a imitazione di quello più pregiato in legno Ramia, lacca e argento; trousse, h complessiva 23,8 cm; nei riti. Dalla loro introduzione e per tutto il periodo secondo riporta il medesimo schema decorativo dello Changsha (Hunan) alle popolazioni che abitavano le Regioni Occidentali. laccato (catt. 348-352) è tutt’altro che eccezionale nelle coperchio, ø 15 cm. dinastico (221 a.C.-1911), la cultura cinese ha predilet- specchio appena descritto, ma le dimensioni minori Museo dello Hunan Il commercio dei preziosi tessuti cominciava da qui, e sepolture di epoca Han, la differenza sta nel fatto che Dinastia Han Occidentale to specchi circolari (ma ve ne sono anche di quadrati) denunciano che non è stato utilizzato per realizzare di mano in mano essi approdavano sulle coste dell’im- le terrecotte dipinte erano fabbricate per essere sepolte, Rinvenuta nella tomba M1 a Sanjiaowei, privi di manico, con una piccola presa al centro del re- l’esemplare qui esposto e rivelano altresì che lo stes- La pratica di seppellire statuette raffiguranti uomini e pero romano. mentre quelle laccate potevano prima essere utilizzate in Tianchang (Anhui) tro, attraverso la quale veniva fatto passare un nastro so ornamento veniva applicato su specchi di diame- donne dell’entourage del defunto risale al V secolo a.C., Secondo un racconto mitologico cinese, nel III millennio ambito domestico. Museo di Tianchang (Anhui) di stoffa (preferibilmente seta) che permetteva di ap- tro variabile. quando iniziarono gradualmente a sostituire i cosiddetti a.C. la moglie dell’Imperatore Giallo (uno dei cinque so-

352 353 vrani mitici, considerato il padre della civiltà cinese) in- osservati sulla veste in cat. 414 e i decori dipinti sul vasel- a maggior ragione la presenza dei caratteri rivelano che zione nella fossa è stato possibile desumere che i due 428. Bicchiere Rinvenuti nella tomba del Re di Nanyue segnò a coltivare i bachi da seta e a tessere il filamento lame di legno leccato (catt. 398-400, 402) e di terracotta il tessuto era di produzione cinese. gruppi di campane erano originariamente appesi alla Giada, bronzo e oro, h 8,1 cm, ø 4,9 cm, a Xianggang, Canton (Guangdong) che essi producevano. Attualmente non ci sono prove di dipinta (catt. 348-352), a dimostrazione dell’unitarietà del Gli altri reperti qui descritti provengono invece da una medesima struttura di legno (decomposta al momen- spessore 0,2 cm Museo del Re di Nanyue della Dinastia Han un’origine così remota per la produzione di seta, ma sap- linguaggio artistico in epoca Han Occidentale. tomba in una delle cinque necropoli scavate presso Niya, to dello scavo): le campane con manico ad ansa, det- Dinastia Han Occidentale Occidentale (Canton, Guangdong) piamo che in epoca Shang (circa XVI secolo-1045 a.C.) situata lungo la rotta meridionale della Via della Seta. te niu, pendevano dalla barra superiore, mentre quelle Rinvenuto in una tomba a Shigongshan, il baco era già stato addomesticato. I ritrovamenti ar- Scoperta da Aurel Stein nel 1901, in epoca Han la città con l’impugnatura cilindrica, dette yong, erano appese Woyang (Anhui) Questo elegante e prezioso ornamento composito è co- cheologici, soprattutto nell’area del florido stato di Chu, 418. Broccato con motivi di buon auspicio faceva parte dello stato indipendente di Jingjue, poi sot- al livello inferiore. Museo di Fuyang (Anhui) stituito da sette elementi, tutti squisitamente molati, dimostrano che grandi progressi nella manifattura tessi- Seta, lunghezza 37 cm, larghezza 22,5 cm tomesso dal regno di Shanshan, e mantenne sempre rap- presumibilmente uniti tramite un sistema di fili. I primi le furono compiuti nel periodo degli Stati Combattenti Dinastia Han Orientale porti frequenti con l’impero Han, come testimoniano i La tazza cilindrica di giada bianca tendente al verde con componenti sono due dischi yuan, lavorati a traforo, sui (453-221 a.C.); in epoca Han tali miglioramenti furono Rinvenuto nel sito dell’antica città di Loulan ritrovamenti: i guanti e le custodie per pettini sono di 425. Tubo sonoro per accordi tonali screziature brune, sorretta da tre piedini a forma di ma- quali si distinguono rispettivamente tre e quattro animali consolidati con il perfezionamento delle tecniche, che (Xinjiang) broccato di seta e mostrano decori molto simili a quelli Bronzo, lunghezza 7,8 cm, ø interno 0,577 cm, schera taotie (motivo simbolico mutuato dai bronzi anti- fantastici (draghi?) intrecciati nello stile puramente orna- permisero l’incremento della produzione e soprattutto Istituto di Archeologia del Xinjiang osservati sul frammento da Loulan, con animali mitici ø esterno 1,062 cm, peso 50 g chi), si presenta decorativamente fastosa. La superficie è mentale tipico del periodo Han Occidentale. una maggiore varietà delle armature. fra volute di nuvole; i guanti includono anche una frase Dinastia Xin infatti suddivisa in cinque registri, due dei quali trattati Segue la deliziosa figura di una danzatrice con un brac- La sepoltura della marchesa di Mawangdui rimane a 419. Guanti in cinese che augura longevità (yan nian yi shou). I calzi- Museo di Shanghai a piccole spirali a ricciolo in rilievo inserite in un reticola- cio sollevato sopra la testa e l’altro piegato in prossimi- tutt’oggi la fonte primaria di tessuti e abiti del periodo Broccato di seta, lunghezza 23-24 cm, ni si discostano per il decoro a losanghe, apparentemen- to inciso, mentre i due alle estremità mostrano maschere tà del ventre, il corpo leggermente flesso e rivolto alla Han: essa ha infatti restituito vesti imbottite e sfoderate, larghezza 14-17,8 cm. te più regolare e semplice, ma sul bordo del tessuto usa- 426. Strumento musicale a fiato taotie delineate in rilievo e quello centrale è ridotto a un sua destra; dalla cintura pendono due ornamenti simili gonne, guanti, scarpe, copricuscini, tende, quarantasei ro- Dinastia Han Orientale to per confezionarli, compare un carattere cinese, yang, Bronzo, lunghezza 64,8 cm motivo astratto a “C”. La già intensa ornamentazione è a quelli che compongono l’esemplare qui analizzato: un toli di stoffa e il famoso drappo di seta deposto sul sarcofa- Rinvenuti nella tomba M1 a Niya, Minfeng che indica il sole. Dinastia Han Occidentale schiacciata dall’imponente uccello fantastico in rilievo disco yuan e un arco heng. Sotto alla danzatrice, si trova- go interno, simile a quello rinvenuto nella tomba del figlio (Xinjiang) Da questi esemplari si evince che i soggetti decorativi sul- Rinvenuto nella tomba M113 a Yangputou, (quasi a tuttotondo) con il becco adunco dal quale pen- no infatti due pendenti semicircolari heng: il primo con che è eccezionalmente presente in mostra (cat. 442). Museo del Xinjiang le sete della dinastia Han Orientale sono ancora animali Kunming (Yunnan) de un anello, le ali spiegate e le lunghe zampe di rapace la superficie trattata a piccole spirali a ricciolo in rilievo, L’abito qui esposto è una veste imbottita a maniche lunghe mitici e nuvole, prediletti anche nel periodo precedente Museo dello Yunnan posate su un morbido drago sul quale è seduto anche un il secondo a forma di drago bicefalo con le scaglie del e strette con il lembo sinistro che diminuisce progressiva- 420. Pettine con custodia e condivisi da materiali diversi, ma il loro stile è muta- felino; da notare che solo la parte anteriore del maesto- corpo realizzate “incidendo” coppie di motivi a forma di mente in larghezza per sovrapporsi all’altro e avvolgere il Legno e broccato di seta. Custodia, lunghezza 18,5 cm, to: le figure sono ora più solide e ponderose. La presenza 427. Strumento musicale a cinque corde so volatile e del felino sono descritte, come se gli anima- “C”. In corrispondenza delle teste di drago sono aggiunti corpo, proprio come mostrano le statuine di legno dipinto larghezza 9 cm. Pettine, lunghezza 8 cm, di frasi in cinese aumentava l’esotismo di queste stoffe Legno, lunghezza 117,5 cm li fuoriuscissero dalla superficie della tazza. Dalla parte due sottili cilindri con la superficie trattata come quella in cat. 413, emerse dalla stessa tomba. Il tessuto con cui è larghezza 5,7 cm preziose e allo stesso tempo era un modo per affermare Dinastia Han Occidentale opposta, la presa ad anello è camuffata da un drago che del primo arco. confezionata la parte principale è garza di seta imprezio- Dinastia Han Orientale l’identità Han oltre i confini dell’impero. Rinvenuto in una tomba a Wangchengpo, si arrampica verso la bocca del recipiente. Questo complesso pendente è stato rinvenuto vicino al sita da ricami colorati che disegnano un motivo noto in Rinvenuto nella tomba M1, Niya, Minfeng Al momento della scoperta, i guanti proteggevano le Changsha (Hunan) Sebbene di dimensioni più contenute e aspetto meno sarcofago della “Signora di Destra”, una delle consorti di cinese come “rondine migratrice”, ma generalmente de- (Xinjiang) mani del proprietario della tomba sepolto insieme alla Museo delle Inscrizioni su Legno e Bambù appariscente della tazza, il piccolo bicchiere è altrettan- Zhao Mo, re di Nanyue, e sua “compagna nella morte” (si scritto come “motivo a nuvola”. Il collo, i polsini, il bor- Istituto di Archeologia del Xinjiang moglie, mentre la custodia a fondo rosso era collocata (Changsha, Hunan) to pregevole e molto più raffinato nella sua semplicità: la veda cat. 413); da questa dimora eterna sono venuti alla do e l’orlo sono di taffettà, mentre la fodera è di garza e dietro la testa. parte superiore cilindrica è di nefrite color verde molto luce ben dodici ornamenti simili. l’imbottitura di ovatta, entrambe di seta. 421. Coppia di pettini con custodia Il zhu è un antico strumento musicale a corde, cinque in pallido, quasi bianco, mosso da leggere striature ancora Gli ornamenti compositi come quello qui esposto non so- Il delizioso paio di guanti a manopola si compone di tre par- Legno e broccato di seta. Custodia, h 12 cm, questo caso, che non venivano pizzicate, bensì percosse. più chiare e da venature marroni che la rendono genui- no da considerarsi dei gioielli, ma piuttosto delle insegne ti: quella corrispondente al palmo della mano, rifinita con larghezza 10 cm. Pettine, lunghezza 7,7 cm, 423. Gruppo di cinque campane di tipo yong Il corpo, realizzato da un unico blocco di legno, è vuoto namente incantevole; la parte inferiore, con il profilo a di rango dell’aristocrazia Han, rigidamente gerarchizzata. dei nastri, è di seta damascata, mentre le sezioni che copro- larghezza 6,3 cm. Pettine a denti fini, Bronzo, h 50,8-58,8 cm all’interno; su di esso si innesta il manico. clessidra, è di bronzo ageminato in oro adornato con mo- Essi facevano parte dell’abito cerimoniale, appuntati sul no parte delle dita e il polso sono di seta non operata. lunghezza 7,1 cm, larghezza 5,8 cm Dinastia Han Lo sheng è uno strumento musicale a fiato di bronzo, tivi a volute fluttuanti. petto o pendenti dalla cintura, ma non è chiaro se quel- Dinastia Han Orientale Rinvenute a Luozhuang, Zhangqiu (Shandong) vagamente paragonabile a un organo a bocca; la forma Nonostante gli stili completamente diversi, entrambi gli li rinvenuti nelle tombe riflettessero scrupolosamente lo Rinvenuta nella tomba M1, Niya, Minfeng Museo di Zhangqiu (Shandong) della cassa di risonanza somigliante a una zucca tradi- esemplari erano beni di lusso, estremamente preziosi, riserva- status sociale di cui aveva goduto il defunto in vita, o se 416. Broccato con motivi a losanga (Xinjiang) sce le origini dello strumento. Cinque fori sul ventre ti agli strati più elevati dell’aristocrazia Han Occidentale. servissero a migliorare la posizione nella società ultrater- Seta, lunghezza 41 cm, larghezza 13 cm Istituto di Archeologia dello Xinjiang 424. Gruppo di quattordici campane di tipo niu rigonfio accolgono altrettante canne di varia lunghez- rena, o, ancora, se fossero adagiati sul corpo del defunto Dinastia Han Occidentale Bronzo, h 13,5-28,2 cm za, mentre l’aria veniva soffiata nella piccola canna sul- per preservarlo, considerata l’inalterabilità della giada e i Rinvenuta nella tomba M1 a Mawangdui, 422. Calzini Dinastia Han la parte ricurva della “zucca”. Questo reperto è stato 430. Pettorale pei poteri ad essa attribuiti. Changsha (Hunan) Broccato di seta. lunghezza 37,7-39,5 cm, Rinvenute a Luozhuang, Zhangqiu (Shandong) ritrovato in una tomba nella regione meridionale del- Giada; anelli, ø 7,4-9 cm, spessore 0,35-0,4 cm; Se accessori come questi erano indossati indistintamente Museo dello Hunan larghezza 15-15,7 cm. Museo di Zhangqiu (Shandong) lo Yunnan, appartenente alla cultura di Dian (si veda ballerina, h 4,9 cm, larghezza 1,8 cm, spessore 0,5 cm; da uomini e donne, la fibbia era prerogativa del vestiario Dinastia Han Orientale anche catt. 302-305), presso la quale era uno strumen- pendenti cerimoniali semicircolari, lunghezza maschile. Quella qui analizzata è singolare per la forma: 417. Seta ricamata con motivi Rinvenuti nella tomba M1 a Niya, Minfeng Introdotte nella Cina Shang (circa XVI secolo-1045 to musicale tipico, suonato sia “a solo” sia insieme ad 12,4-14,7 cm. larghezza 3-4,4 cm, spessore 0,4-0,5 cm; essa è infatti composta da un elemento di giada appiattito che simboleggiano la longevità (Xinjiang) a.C.) dalle regioni del medio corso del fiume Yangzi, altri strumenti. vaghi cilindrici, lunghezza 6-6,5 cm, ø 0,9-1,1 a forma di drago, che ricorre di frequente fra i pendenti, Seta, lunghezza 52 cm, larghezza 66 cm Museo del Xinjiang le campane divennero parte integrante delle serie di Il piccolo cilindro di bronzo è un tubo sonoro impiegato e 1-1,3 cm e da un gancio d’oro con le estremità a forma di testa di Dinastia Han Occidentale bronzi rituali durante la dinastia Zhou Occidentale per l’accordatura dell’undicesima seminota, detta wuyi, Dinastia Han Occidentale tigre. Le fibbie a forma di gancio non furono ideate in Rinvenuta nella tomba M1 a Mawangdui, Nessuna tomba della Cina centrale risalente alla dina- (1045-771 a.C.). Nel periodo successivo la fusione di della scala cromatica temperata cinese. Già all’epoca, in Rinvenuto nella tomba del Re di Nanyue Cina, ma vi furono introdotte dall’Asia Centrale nel VI Changsha (Hunan) stia Han Orientale ha restituito reperti di seta che però questi strumenti fu raffinata al punto che ciascun ele- Cina era stato teorizzato, almeno sulla carta, un siste- a Xianggang, Canton (Guangdong) secolo a.C., infatti i primi esemplari cinesi sono d’oro, Museo dello Hunan sono emersi da siti nella regione nord-occidentale del mento emetteva due note distinte, quando colpito al ma per ottenere dodici semitoni approssimativamente Museo del Re di Nanyue della Dinastia Han un materiale poco sfruttato in Cina. La moda si diffuse Xinjiang, attraversata dalle vie carovaniere che costitu- centro o lateralmente con un martelletto – al contra- corrispondenti agli intervalli cromatici occidentali. Da Occidentale (Canton, Guangdong) rapidamente e magnifici ganci di bronzo ageminato e/o Fra le numerose sete emerse dalla tomba della marchesa ivano la Via della Seta. Le rotte principali erano quelle rio delle nostre, le campane cinesi erano infatti prive un punto di vista formale, tale sistema non coincideva intarsiato furono prodotti in tutto il paese e sepolti con i di Mawangdui, vi erano anche questi due frammenti, il che da Dunhuang costeggiavano il deserto del Takla- di battaglio interno e venivano suonate percuotendole esattamente con l’ottava occidentale poiché la eccedeva 432. Ornamento a forma di drago con gancio loro proprietari come oggetti di lusso che attestavano la primo dei quali è un broccato di seta con un effetto vel- makan: quella settentrionale passava per Hami, Turfan, dall’esterno. In epoca Han avevano ormai perduto la leggermente, ma le imperfezioni furono emendate solo Oro e giada; gancio, peso 158 g; drago, ricchezza del defunto. lutato in corrispondenza dei motivi decorativi a losanghe Kucha, Kizil, Aksu e Kashgar, mentre quella meridionale valenza rituale e la loro presenza nei corredi funerari molti secoli dopo la realizzazione di questo esemplare, lunghezza 11,5 cm, spessore 0,5 cm; gancio, Questa fibbia fu usata da Zhao Mo prima di essere sepolta riempite da un elemento vagamente somigliante a un al- incontrava Lop Nor, Miran, Niya, Yoktan e Khotan; un era un’eccezione. Questi due gruppi sono stati scoperti che si presume fosse utilizzato a corte come diapason h 2,6 cm, lunghezza 5,9 cm. nella sua tomba, come tradisce la frattura della coda, ri- bero. La tecnica con cui è stato realizzato l’effetto vellu- terzo itinerario attraversava il deserto, via Loulan e Ka- in una fossa annessa a una tomba databile alla dinastia di riferimento per quella nota. Dinastia Han Occidentale parata passando un filo (di stoffa o di metallo) attraverso tato non è chiara: gli esperti cinesi ritengono che sia una rashahr, per ricongiungersi al percorso settentrionale (si Han Occidentale e interamente dedicata a strumenti L’iscrizione (incompleta, ma deducibile da altre simili) Rinvenuto nella tomba del Re di Nanyue i sei fori praticati sui due segmenti. forma di ricamo, ma potrebbe essere una nuova tecnica veda anche catt. 414-415). Il primo dei reperti qui ana- musicali: insieme alle campane sono infatti emersi al- rivela la funzione dello strumento e la data in cui fu rea- a Xianggang, Canton (Guangdong) La giada era impiegata anche per le finiture da spada degli tessile realizzata con il telaio a tensione, strutturalmente lizzati proviene dalla città di Loulan, scoperta da Sven tri centoventuno pezzi, fra i quali litofoni, tamburi e lizzato: il 9 d.C., che equivale al primo anno della dina- Museo del Re di Nanyue della Dinastia Han aristocratici: l’impugnatura era delimitata da un pomolo molto complesso, per il funzionamento del quale erano Hedin nel 1899 e nuovamente scavata da Aurel Stein nel una sorta di flauto di Pan. stia Xin, fondata da Wang Mang. Occidentale (Canton, Guangdong) circolare alla base e da un’elsa di varia forma per proteg- necessari due tessitori. L’esistenza di tale tipo di telaio è 1906 e nel 1914; in epoca Han era un’oasi continuamen- La forma e la decorazione dei due gruppi di campane è gere la mano, mentre il fodero era munito di fermo trape- attestata da una poesia del II secolo d.C., ma è molto pro- te contesa dall’impero cinese, che nel 91 d.C. ristabilì il molto simile, ciò che le differenzia, oltre alle dimensio- 431. Ornamenti per spada zoidale per evitare che la punta della lama fuoriuscisse e babile che fosse in uso già dal IV secolo a.C. suo dominio sulla zona. Il frammento in questione è un ni, è la forma del manico che determina il metodo di 429. Tazza con decoro in altorilievo Giada; pomolo, ø 6,7 cm, spessore 1,4 cm; elsa, di guida per legarlo alla cintura. Questo squisito gruppo Il secondo esemplare è tecnicamente più semplice, ma broccato di seta ornato con motivi di draghi, tigri uc- sospensione: il gruppo di cinque è munito di impugna- Giada, h 13,6 cm, ø 8 cm lunghezza 4,1 cm, larghezza 6,2 cm; spessore in giada verde pallido tendente al giallo è emerso dalla esteticamente altrettanto apprezzabile: la stoffa di fondo celli e animali apotropaici (si veda catt. 458-459) sepa- tura cilindrica con anello nella parte inferiore attraver- Dinastia Han Occidentale centrale 2,4 cm; guida, lunghezza 13,1 cm, larghezza dimora eterna di Zhao Mo, re dello stato meridionale di è di taffettà, ricamata con decori policromi, la combina- rati da decori a nuvola su fondo blu; a intervalli regolari so il quale le campane venivano appese ad una sbarra Rinvenuta nella tomba M1 a Beishantou, 2,3 cm; spessore 1,4 cm; punta, lunghezza 7,1 cm, Nanyue (Guangdong), spirato nel 113 a.C. Ben cinque zione dei quali è definita in cinese “motivo della longe- compaiono i caratteri changshou minghuang che signi- orizzontale, mentre la serie di quattordici elementi era Fangwanggang, Chaohu (Anhui) larghezza 6,4 cm, spessore 1,7 cm. spade erano sepolte vicino al fianco sinistro del defun- vità”. Sebbene più fitti, essi evocano comunque i ricami ficano “longevità e splendore”. Il soggetto decorativo e sospesa dal manico ad ansa squadrata. Dalla loro posi- Museo di Chaohu (Anhui) Dinastia Han Occidentale to, mentre una scatola ha restituito quarantatre elemen-

354 355 ti simili a questi. Il pomolo è decorato con un motivo di ricciolo in rilievo, mentre la cornice esterna prevede ma- 439. Poggiatesta cia, una per la testa, due per il torace, una ciascuna per le ma purtroppo il loro povero stato di conservazione non ha te e quella superiore è chiaramente sottolineata dalle quattro volute in rilievo circondato da un registro di pic- schere animali le cui corna si sviluppano in lunghe volute Giada, lunghezza 42,1 cm braccia, le mani, le gambe e i piedi; le varie componenti permesso di leggerli. Le tessere di giada, tagliate in varie teste dei draghi, accompagnatori dell’anima hun verso cole spirali a ricciolo sollevate, mentre l’elsa è abbellita da serpentine; nel bi del re di Nanyue, tale motivo è ripetuto Dinastia Han Occidentale sono bordate con un tessuto di seta arancione che con- sagome e da blocchi di diaspro di colori diversi per creare l’immortalità, e da una sorta di portale a forma di due fantastiche creature con la testa di rapace lavorate a trafo- nella fascia interna. Entrambi i motivi sul bordo affondano Rinvenuto a Shuangrushan, Changqing, trasta con le tinte verdi della giada. Sulla sommità della un magnifico effetto cromatico, sono invece sopravvissute “T” rovesciate sorvegliato da due uomini con coprica- ro che si fronteggiano rispetto ad una maschera centrale, le loro radici nell’iconografia dei bronzi cinesi: la masche- Jinan (Shandong) nuca, le tessere sono cucite intorno a un disco bi, il cui ed è proprio per questo motivo che sono state utilizzate: po rigido, riservato ai funzionari, come la tavoletta ce- detta taotie, motivo simbolico caro alla bronzistica cinese ra evoca il taotie, l’essere mitico che domina incontrasta- Museo di Changqing (Jinan, Shandong) tipico foro centrale si riteneva che fosse il foro d’uscita oltre a tutte le precauzioni adottate per ostacolare le de- rimoniale di giada che stringono tra le mano (cat. 263). antica. Sul fermo del fodero una cornice a decoro stiliz- to i bronzi di epoca Shang (circa XVI secolo-1045 a.C.) dell’anima. In corrispondenza degli occhi sono state in- composizione del corpo, un feretro ricoperto di giada sa- Si entra così nel mondo celeste, la destinazione fina- zato racchiude un’ampia area di piccole spirali a ricciolo e dell’inizio della dinastia Zhou Occidentale (1045-771 Questa maschera, costituita da diciotto elementi, era de- serite due tessere ovoidali. rebbe stato molto più efficace e avrebbe potuto svolgere le dell’anima hun. L’imponente ingresso nel segmento in rilievo che ricorrono anche sulla guida, regolarmente a.C.); la stilizzazione di animali (di solito draghi) risale stinata a coprire il volto del defunto. Tale usanza risale La veste di giada non è semplicemente un simbolo di ric- lo stesso ruolo di una veste di giada o rafforzarlo. verticale del dipinto è ulteriormente delimitato da una distribuite in gruppi di sei. invece alla fase media della dinastia Zhou Occidentale e all’epoca Zhou Occidentale (1045-771 a.C.) e le maschere chezza e di rango del defunto: fin dal tardo periodo neoli- splendida campana, tenuta sospesa sopra i funzionari da fu ulteriormente sviluppata dal periodo delle Primavere più eclatanti sono emerse da necropoli databili alla fine tico la giada era un materiale molto speciale associato al- due esseri ibridi che montano cavalli bianchi con testa e Autunni (770-453 a.C.), quando l’incrocio e l’intreccio di quel periodo e all’inizio del successivo, quando la con- la sfera rituale. Col passare del tempo le furono attribuiti 442. Drappo funerario di drago. Oltre si apre la sezione orizzontale del drappo, 433. Doppio disco bi di moduli ornamentali si imposero con i loro infiniti ef- suetudine prevedeva il rimpiego di ornamenti già in uso. poteri sovrannaturali e in epoca Han divenne simbolo Inchiostro e pigmenti su seta, lunghezza 234,6 cm, dominata dalla raffigurazione del sole e della luna, due Giada, h 7,6 cm, lunghezza 12,4 cm, fetti speciali. Fra il VI e il V secolo a.C., la combinazio- La tradizione di coprire il volto del defunto con una ma- dell’immortalità: la preservazione del corpo dei defunti larghezza max 141,6 cm magnifici draghi, una coppia di pesci non dissimili da ø dischi 6,2 cm, spessore 0,4 cm ne della maschera frontale con elementi serpentiformi schera di giada si affievolì nel tempo e durante la dinastia diventò un’esigenza primaria in quel periodo, ed essendo Dinastia Han Occidentale quelli osservati alla base del drappo, e da altre creature Dinastia Han Occidentale divenne un tema consolidato, ricorrente su manufatti di Han divenne rara: in una tomba nell’area di Xuzhou sono la giada incorruttibile, duratura ed esteticamente splen- Rinvenuto nella tomba M3 a Mawangdui, immaginarie. Nella mitologia cinese, il corvo è l’emble- Rinvenuto nella tomba del Re di Nanyue giada, bronzo e oro. stati rinvenuti trenta elementi che compongono però una dida, con le sue tonalità cromatiche sempre diverse e le Changsha (Hunan) ma del sole, mentre la luna è simboleggiata dal rospo e a Xianggang, Canton (Guangdong) Le scoperte archeologiche dimostrano che dischi caratte- copertura per la faccia, piuttosto che una maschera. venature che generano disegni naturali ed imprevedibili, Museo dello Hunan dalla lepre (si veda cat. 455). Museo del Re di Nanyue della Dinastia Han rizzati da questo schema decorativo erano molto frequen- L’esemplare qui analizzato è singolare poiché agli occhi si diffuse l’usanza di rivestire integralmente la salma con Oltre che per il contenuto così denso di significati, il Occidentale (Canton, Guangdong) ti in epoca Han, tanto da far supporre l’acquisizione di un e alla bocca non corrispondono degli ornamenti, bensì questo materiale in modo da evitare la corruzione del cor- Scoperto nel 1972 nella tomba M3 della necropoli di drappo è un capolavoro dell’arte pittorica per la sapiente loro ruolo specifico nei rituali e nelle sepolture. Tuttavia gli delle aperture definite dalla sagoma di due pezzi adia- po e garantire di conseguenza l’immortalità corporea. La Mawangdui, questo reperto è uno dei ritrovamenti più composizione dell’insieme. Le scene sono compiutamen- 435. Disco bi esemplari più antichi risalgono al periodo degli Stati Com- centi; inoltre il naso è costituito da un elemento lavora- giada era una pietra preziosa, pertanto le vesti di questo significativi nella storia dell’archeologia cinese, sia per la te descritte e la loro successione è chiaramente definita; Giada, ø 28,1 cm battenti, quando, però, ricorrevano raramente. La somiglian- to a traforo e perforato nella parte finale per rappresen- materiale erano una prerogativa esclusiva dell’aristocra- qualità artistica sia per i contenuti religiosi. l’andamento orizzontale dei singoli episodi è magistral- Dinastia Han Occidentale za comunque è tale da rendere problematica la datazione di tare le narici. zia. La quantità di oggetti presenti nella tomba era pro- In epoca Han, la teoria secondo la quale l’essere umano mente bilanciato dallo sviluppo verticale dei draghi, che Rinvenuto nella tomba del Re di Nanyue reperti non provenienti da un contesto archeologico. Il capo del defunto che indossava la maschera soprade- porzionale al rango del defunto, tuttavia sappiamo che era dotato di due anime, hun e po, la prima eterea che di rado sono ritratti in maniera così “reale”. Altro aspetto a Xianggang, Canton (Guangdong) Una variante rara del disco bi è rappresentata dall’esem- scritta era adagiato su questo poggiatesta, composto da anche i meno abbienti venivano sepolti con una piccola ascendeva al Cielo e l’altra corporea che rimaneva legata al eccezionale è il perfetto equilibrio fra linea e colori – spo- Museo del Re di Nanyue della Dinastia Han plare proveniente dalla tomba del re di Nanyue, caratte- una base rettangolare con decori incisi, sollevato su due scultura di giada raffigurante una cicala sistemata sotto corpo, era ormai saldamente affermata. Il viaggio dell’ani- radicamente raggiunto nelle pitture parietali – che, pure Occidentale (Canton, Guangdong) rizzato da due piccoli cerchi congiunti orizzontalmente. piedini lavorati a traforo e terminante in due teste ani- la lingua. Le uova di cicala vengono depositate sugli albe- ma hun verso il Cielo era tuttavia costellato di pericolosi in un universo fantastico, conferisce credibilità alle figu- La loro superficie è trattata con piccole spirali in rilievo, mali, e da un’altra sezione rettangolare scomponibile in ri, ma appena si schiudono, i nuovi insetti cadono a terra ostacoli che potevano comprometterne l’ascesa; era per- re. Ciò è reso possibile dal fatto che dopo aver tracciato 436. Disco bi mentre gli spazi intermedi sono riempiti da gentili volute. otto elementi. Poggiatesta più o meno elaborati comin- dove aprono una cavità; passano la maggior parte della ciò necessario fornirle delle guide che la scortassero fino a schizzo le figure e averle colorate, i contorni sono stati Giada, ø 19,5 cm Questo reperto era collocato ai piedi della veste di giada ciarono a diffondersi nelle tombe aristocratiche della di- loro esistenza sottoterra, finché scavano una galleria per alla destinazione finale: l’eccezionale drappo funerario, evidenziati con un inchiostro più scuro, applicato in li- Dinastia Han Occidentale che proteggeva il corpo del re e lo si può perciò considerare nastia Han Occidentale e continuarono ad essere impie- emergere in superficie e deporre altre uova. Per questo “stendardo con nome” (mingjing) in cinese, qui analiz- nee fluide e sottili sulle figure umane, spesse e modulate Rinvenuto in una tomba a Guanghua (Hubei) parte integrante del suo abbigliamento per l’aldilà. gati nelle epoche successive; ogni defunto sepolto in una motivo, per i cinesi la cicala incarnava perfettamente il zato può essere interpretato in tal senso. sugli altri elementi. Anche i colori sono talvolta sfumati Museo dello Hubei Il disco emerso dalla tomba di Liu Chang, re Mu (141-174) veste di giada era adagiato su un prezioso poggiatesta concetto secondo cui la morte era parte integrante di un I drappi funerari erano esposti accanto alla bara sigillata o sovrapposti per suggerire l’idea del rilievo. di Zhongshan, è ulteriormente abbellito da due piccoli dello stesso materiale, spesso rifinito in bronzo dorato, processo ciclico che si basava sull’alternanza continua e prima di essere deposti con la faccia dipinta verso il co- 434. Disco bi con decoro di draghi draghi dal corpo sinuoso che risalgono la circonferenza sempre nella convinzione dell’incorruttibilità di questa infinita di yin e yang. perchio del sarcofago che custodiva la salma (si veda il Giada, h 30 cm, ø 24,4 cm verso una coppia di draghi più grandi che si affrontano pietra speciale che garantiva l’immortalità a colui che ne saggio di Tiziana Lippiello in questo catalogo). Forse per 443. Drappi funerari con iscrizione Dinastia Han Orientale stringendo un anello tra le fauci. La presenza di questi fosse circondato e protetto. l’alto grado di deperibilità della seta, ne sono sopravvis- Inchiostro e pigmenti su seta. lunghezza 115-202 cm, Rinvenuto nella tomba di Liu Chang, Re Mu decori traforati interrompe la regolarità del cerchio, ma la Proprio in quest’ottica si devono osservare le piccole scul- 441. Sarcofago suti solo rari esemplari; il ritratto del defunto compare larghezza 40-47,3 cm di Zhongshan, a Beilingtou, Dingzhou (Hebei) loro forma e la maestria con cui sono eseguiti imprezio- ture, ricavate da un blocco di giada, raffiguranti due ma- Legno, lacca e giada, h 108 cm, lunghezza 280 cm, solo su cinque di essi e fra questi solo due, uno dei qua- Dinastia Han Museo di Dingzhou (Hebei) siscono ulteriormente l’oggetto. Il registro principale del ialini accosciati: durante la dinastia Han Orientale erano larghezza 110 cm. li in mostra, sono a forma di “T” e presentano un’ico- Rinvenuti nella tomba M22 a Mozuizi, Wuwei (Gansu) disco è ornato con piccole bugne circolari che si sollevano posti nelle mani del defunto e per questo in cinese vengo- Dinastia Han Occidentale nografia estremamente complessa. Da questo punto di Museo del Gansu I dischi bi erano strumenti rituali in uso in Cina fin da una superficie perfettamente liscia: questa è una delle no di solito definiti “scalda-mani”. L’origine di tale usan- Rinvenuto nella tomba del Re di Chu vista, il drappo qui analizzato si compone di tre sezioni dall’età neolitica. Durante la dinastia Han Occidenta- caratteristiche che permettono di distinguere i bi del pe- za non è chiara, ma poiché il maiale in Cina era onorato a Shizishan, Xuzhou (Jiangsu) principali, l’inferiore delle quali può essere a sua volta In alternativa a drappi funerari estremamente complessi le il numero di dischi inclusi nei corredi funerari superò riodo Han Orientale da quelli precedenti, sui quali le bu- fin dalla più remota antichità quale simbolo di fertilità e Museo di Xuzhou suddivisa in due parti: la prima, partendo dal basso, è e rari come quello in cat. 442, ne esistevano di più sem- quello degli ornamenti di giada e la pratica di collocarli gne sono spirali in rilievo accentuate da un segno inciso. Il ricchezza, è presumibile che fossero inclusi nella parure dominata da due grandi pesci intrecciati che sostengono plici nella forma e nei contenuti: i due qui analizzati ne sul corpo del defunto, inaugurata nel periodo degli Sta- colore tenue e la semitrasparenza della pietra infondono di giada come segni di buon auspicio. Questo sarcofago, recentemente restaurato, è impressio- un gigante seminudo il quale, a sua volta, sorregge ideal- sono un ottimo esempio. Entrambi hanno gli emblemi del ti Combattenti (453-221 a.C.), si diffuse ulteriormente. all’esemplare una luminosità soffusa che rende il manu- nante non tanto per le dimensioni, quanto per le 2095 tes- mente una piattaforma aggrappandosi alla coda di due sole con il corvo e della luna con il rospo dipinti in alto, Ciò è molto probabilmente legato alla valenza simbolica fatto ancor più pregevole per l’estetica cinese. sere di giada (diaspro verde) che lo ornano e lo rendono di quattro magnifici draghi che fiancheggiano e orien- e sotto a questi compare un’iscrizione nello stile del si- attribuita all’epoca alla giada: essendo essa incorruttibile Questa tipologia, che combina il consueto disco bi con 440. Veste funeraria un reperto unico nel suo genere. Il feretro di Dou Wan, tano la maggior parte del dipinto nella sezione verticale gillo (si veda catt. 292-295, 297-299), che riporta il nome e duratura, si riteneva che garantisse la preservazione del draghi lavorati a traforo, comparve nel periodo degli Stati Giada e oro, lunghezza 185 cm consorte di Liu Sheng, re Jing di Zhongshan, spirata nel del drappo. Il segmento appena descritto, animato da del defunto. Non a caso, la definizione cinese dei drappi corpo e l’immortalità. In realtà il termine giada, comu- Combattenti e si diffuse in epoca Han, quando divenne Dinastia Han Orientale 104 a.C. e sepolta in una tomba rupestre vicino a quel- una coppia di tartarughe e una di uccelli dalla coda di funerari è mingjing o “stendardo con nome”, che aveva nemente impiegato, è improprio: il minerale utilizzato in consueta nelle sepolture nobiliari. La sua funzione simbo- Tomba di Liu Yan, Re Jian di Zhongshan, la del marito, è descritto come una bara impreziosita da pavone, può essere interpretato come il mondo sotter- proprio la funzione di identificare il defunto nell’aldilà: Cina è la nefrite in tutte le sue varianti cromatiche, dal lica non è chiara: è troppo grande per essere un pendente, a Beizhuang, Dingzhou (Hebei) ventisei dischi bi di giada, ma l’esemplare qui esposto raneo, mentre la pedana, sulla quale otto figure umane all’epoca si riteneva infatti che, dopo la morte, l’uomo bianco al giallo al verde (la più pregiata) al bruno, ulte- ma la presenza dei draghi lo dissocia dai consueti bi. Centro per la Conservazione dei Beni Culturali è quasi interamente rivestito di giada. La tomba M1 di sono radunate intorno a enormi vasi hu (catt. 393, 399), non fosse più riconoscibile, pertanto i suoi cari realiz- riormente abbellita da striature; la giadeite, dal caratte- dello Hebei Mawangdui, dove riposava la marchesa di Dai, dimostra può rappresentare un rituale, probabilmente il funerale. zavano un drappo funebre, finemente decorato, che re- ristico colore verde, fu introdotta in Cina da Burma nel che grande attenzione era dedicata alla realizzazione dei La scena è chiusa in alto da un grande pendente heng cava il suo nome (a questo proposito, si veda il saggio di XVIII secolo. In cinese il carattere yu comprende una ca- 437. Maschera funeraria La tomba di Liu Yan, re Jian di Zhongshan, spirato fra sarcofagi, ma, essendo di solito di legno laccato, raramen- di giada e da grandi nastri fluttuanti sui quali si appog- Tiziana Lippiello in questo catalogo). Questo era inoltre tegoria ancora più ampia, includendo tutte le pietre che Giada, lunghezza 20 cm l’88 e il 90 d.C., è stata scavata dagli archeologi nel 1959, te hanno superato l’esame del tempo: solo i feretri della giano le zampe dei draghi che continuano a “risalire” il un modo per esprimere il loro amore nei suoi riguardi e possono essere levigate dall’intervento umano, e quindi Dinastia Han Occidentale dopo che era già stata violata dai ladri; ciò nonostante, tomba M1 si sono preservati in ottimo stato conservativo, dipinto. I loro corpi sinuosi conducono l’osservatore alla dimostrare di essere perfetti confuciani, rispettosi della anche agata, corniola e perfino il cristallo di rocca, men- Rinvenuta a Shuangrushan, Changqing, la sepoltura custodiva ancora molti reperti in bronzo, mentre quelli che custodivano il corpo del defunto della sezione successiva, dove i fantastici rettili si intrecciano virtù fondamentale della pietà filiale. tre zhenyu coincide con il nostro “nefrite”. La nefrite è Jinan (Shandong) terracotta, ferro e giada. Fra questi ultimi spiccano 5169 M3 si erano completamente decomposti. La salma della morbidamente in un disco bi che sostiene una predel- un materiale di grande durezza, 6-6,5 sulla scala di Mohs, Museo di Changqing (Jinan, Shandong) tessere, due terzi delle quali di giada e un terzo di pie- marchesa di Dai era sepolta all’interno di quattro bare di la, sulla quale si notano un uomo al centro, scortato da quindi è improprio parlare di “intaglio” o di “incisione”, tra, di forme diverse: rettangolari, quadrate, triangolari, legno laccato, due delle quali dipinte con immagini che, due servitori – uno tiene il parasole onorifico, l’altro è 444. Dipinto raffigurante delle divinità poiché queste tecniche non sono possibili nemmeno con 438. Coppia di sculture raffiguranti maiali a semicerchio, a disco bi e ad arco, tutte forate per essere insieme a quelle eseguite sul drappo funerario deposto armato -, seguito da quattro figure e rivolto verso altre Pigmenti e inchiostro su seta, lunghezza 43,5 cm, strumenti di acciaio. La lavorazione della giada avviene Giada, lunghezza 10,4 cm cucite insieme con del filo d’oro e formare così un abito sulla bara più interna, orientavano e proteggevano l’ani- due. La scena è incorniciata dalle superbe teste dei dra- larghezza 45 cm esclusivamente per abrasione o molatura, cioè per mezzo Dinastia Han Occidentale completo di giada con cui veniva vestito il defunto prima ma della defunta (a questo proposito, si veda il saggio di ghi con le fauci spalancate e da un uccello ad ali spiega- Dinastia Han Occidentale di polveri abrasive veicolate con appositi strumenti. Rinvenute a Shuangrushan, Changqing, di deporlo nel feretro. Tiziana Lippiello in questo catalogo). Secondo gli esperti te, che evoca un pipistrello o un gufo, sopra al quale è Rinvenuto nella tomba M3 a Mawangdui, Lo schema decorativo dei primi due dischi è molto simi- Jinan (Shandong) Probabilmente per facilitare la vestizione del corpo, l’abi- cinesi, i pannelli che si aprono nel rivestimento di giada sospeso un baldacchino su cui si sono posati due uccelli Changsha (Hunan) le: il registro principale è vivacizzato da piccole spirali a Museo di Changqing (Jinan, Shandong) to si componeva di dodici parti distinte: una per la fac- del sarcofago qui esposto erano originariamente dipinti, dalla magnifica coda. La cesura fra la parte sottostan- Museo dello Hunan

356 357 Questo drappo di seta riporta la più antica raffigurazione categorie, si compone il ciclo sessagesimale, unità di mi- il perimetro della scacchiera, in corrispondenza delle “T” che per la squisita manifattura, l’oggetto è interessante per ti da tre parti principali: il supporto, il tronco e i rami. associate ad essi. Il primo riferimento letterario si trova in di Taiyi, Supremo Uno, tra le più importanti divinità del sura fondamentale per la misurazione del tempo. si notano altri elementi a forma di “L”, mentre gli angoli il suo soggetto iconografico: la placca inferiore è infatti La base, solitamente in ceramica, talvolta invetriata, un’opera del III secolo d.C., il Sanguo zhi (Storia dei Tre periodo degli Stati Combattenti (453-221 a.C.), di cui ben Alla base di questo strumento vi era la convinzione che sono chiusi da segni a forma di “V” – in cinese l’insieme dominata dalla figura della Regina Madre dell’Occidente più raramente in pietra, può avere forme diverse e reca Regni), dove vengono chiamati shenshu, “alberi divini”. poco si conosceva fino a pochi anni fa. La scoperta recen- Cielo, Terra e uomo fossero indissolubilmente legati; l’im- di questi elementi è definito “dodici percorsi angolati”. (Xiwangmu), facilmente identificabile in virtù del partico- ricche ornamentazioni di norma raffiguranti divinità o Viene narrato che “una volta, mentre stava camminando, te di questo dipinto e di alcuni manoscritti su listarelle di peratore era considerato figlio del Cielo ed era perciò na- È opinione condivisa che tale tracciato avesse valenza co- lare copricapo sheng che la contraddistingue; la divinità, animali reali o fantastici (cat. 454). Quello qui esposto, a un tale trovò delle monete. Raccoltele, le appese ai rami bambù risalenti al IV e III secolo a.C. ne hanno delineato turale che quest’ultimo comunicasse attraverso le stelle, smologica con risvolti divinatori, astrologici e propiziato- assisa su un trono sotto a un baldacchino, è fiancheggiata forma di montagna sacra, è caratterizzato dalla presenza di un albero. Non solo nessuno se ne impossessò, ma un la figura e il ruolo con maggiore precisione, sottolinean- la luna, i movimenti dei pianeti, le eclissi e le comete. Di ri, tuttavia la metafora che esso racchiude è ancora una da due figure di immortali alati (simili a quello in cat. 451) di due animali muniti di corna, uno dei quali, dall’aria numero sempre maggiore di persone accorse ad appen- done le origini cosmiche e collocandolo in una posizione conseguenza lo studio di tali fenomeni era di fondamen- questione dibattuta. a loro volta seguiti da un animale – quello a sinistra (sulla piuttosto minacciosa, si sporge verso l’esterno. Un foro derne altre. Richiesti del perché agissero in quel modo, paragonabile a quella del dao, il principio assoluto da cui tale importanza e richiedeva esperti del settore che si av- L’esemplare qui analizzato è il più completo finora sco- piastra) riconoscibile come un orso. Sotto si distinguono nella sommità consente l’inserimento del tronco, co- costoro spiegarono che lo facevano perché si trattava di un l’universo intero e la miriade di creature che lo popola valevano di strumenti come quello qui analizzato. perto con una scacchiera, sei pedine bianche e sei nere, in posizione simmetrica due tartarughe accompagnate stituito da un’asta di bronzo lungo la quale si trovano albero divino (shengshu)”. Quindi non si sarebbe trattato traggono origine. Durante la dinastia Han Occidentale venti pedine piccole, trenta bastoncini segnapunti, dodici ciascuna da un serpente, simboli del nord (per gli animali cinque attacchi, ognuno formato da due anelli, da cui di una sorta di “alberi degli zecchini d’oro”, ma di altari Taiyi fu venerato come la massima divinità astrale, “la bastoncini lunghi , un coltello di avorio, un raschietto e delle quattro direzioni si veda catt. 328-331). in direzioni opposte dipartono le diverse ramificazioni. ai quali venivano recate offerte in denaro per invocare la maggior divinità dei Cieli, che ha nei Cinque Imperatori 446-447. Aghi per agopuntura un dado a diciotto facce, sedici delle quali numerate e le Sulla placca superiore campeggia invece il Re Padre Sulla cima campeggia un grande uccello dal ricco piu- benevolenza delle divinità. i suoi assistenti” recita un proclama del 133 a.C. che isti- Oro e argento; ago d’oro, lunghezza 6,55-6,9 cm; due situate ai poli opposti recanti caratteri cinesi. dell’Oriente (Dongwanggong), anch’egli seduto sotto a maggio, simile a un pavone: si tratta di un animale be- Il supporto in terracotta, catalogato come base per un al- tuì il culto di stato in onore di Taiyi. I Cinque Imperatori ago d’argento, lunghezza 5,4-5,8 cm un baldacchino, su un trono sostenuto da una coppia di naugurale, che nel becco tiene stretta una perla, simbolo bero delle monete, è importante per l’immagine del Bud- sono le divinità delle cinque direzioni, anch’essi oggetto Dinastia Han Occidentale uccelli dalle lunghe code; altri due uccelli fiancheggiano di saggezza. Accanto a lui si trovano un immortale che, dha, caratterizzata dai capelli raccolti in un alto chignon, di culto fin dai primi anni della dinastia. Rinvenuti nella tomba di Liu Sheng, Re Jing 451. Statuina raffigurante un immortale la divinità, mentre sotto si vedono due figure inginoc- con le braccia tese verso l’alto, regge un grande disco so- la veste che ricade in ampie pieghe e la posizione delle In epoca Han si riteneva che Taiyi dimorasse sulla stella di Zhongshan, a Mancheng (Hebei) Bronzo, h 15 cm chiate e a sinistra un animale. lare e alcune monete circolari con il tipico foro quadrato mani, che campeggia al centro. Il buddhismo, destinato polare, con cui veniva identificato. Nel dipinto egli appare Museo dello Hebei Dinastia Han Occidentale Come si evince dal nome stesso, la Regina Madre dell’Oc- al centro (catt. 279, 281-286, 290). I rami, anch’essi di a trasformare la civiltà cinese, iniziò a penetrare debol- al centro, ai suoi lati si distinguono altre divinità, tra cui Rinvenuta a Yufeng, Xi’an (Shaanxi) cidente risiede a ovest, sul monte Kunlun, considerato l’in- bronzo, sono riccamente lavorati: quelli del livello più mente nell’impero Han nel I secolo d.C. La leggenda nar- Leigong (Duca del Tuono) a sinistra e Yushi (Maestro del- 448-449. Strumento medico di forma conica a imbuto Museo di Xi’an (Shaanxi) gresso al Cielo; ella detiene l’elisir dell’immortalità, perciò basso sono lunghi e distesi, nei livelli soprastanti sono ra che, dopo aver sognato un uomo d’oro di dimensioni la Pioggia) a destra. Tre draghi si fronteggiano nella par- e contenitore a lungo versatoio per uso medicale non stupisce che il suo culto abbia raggiunto il massimo invece più corti e sinuosi. Sulla parte superiore di ogni imponenti, identificato con il Buddha, l’imperatore Ming te bassa del dipinto, due di essi sono identificabili come Argento; strumento conico, h 5,2 cm, ø 3,85 cm; Un soggetto ricorrente nell’arte di epoca Han è quello de- della diffusione nel periodo Han, quando la preoccupazio- ramo si susseguono, a guisa di foglie, immagini di divi- (58-75) inviò dei messi in India per ricercare le tecniche Qinglong (Drago Azzurro) a sinistra e Huanglong (Drago recipiente con beccuccio, h 3 cm, lunghezza 6,6 cm gli immortali, ritratti come esseri alati (yuren) realizzati a ne per il superamento della mortalità era centrale al dibat- nità e animali sacri: al centro troneggia Xiwangmu, Re- del Dao di questo nume. La realtà è molto più complessa, Giallo) a destra. I testi inseriti nel dipinto fanno riferimen- Dinastia Han Occidentale tuttotondo in bronzo, giada e ceramica, incisi o in rilievo tito filosofico-religioso. Il Re Padre dell’Oriente non è al- gina Madre dell’Occidente, la principale dea della tra- ma di certo giunsero in Cina traduttori stranieri e verso to all’influenza positiva che le divinità potevano esercita- Rinvenuti nella tomba di Liu Sheng, Re Jing nella decorazione di specchi di bronzo raffiguranti dia- trettanto celebrato, egli fu inventato semplicemente come dizione cinese, associata alla potenza yin dell’universo, la fine della dinastia comparvero raffigurazioni del Bud- re in ambito militare. Taiyi e i tre draghi rappresentano di Zhongshan, a Mancheng (Hebei) grammi cosmologici, o dipinti all’interno delle tombe o controparte di Xiwangmu che, rappresentando la forza yin alla luna, al mistero dell’immortalità, di cui detiene i dha (iconograficamente non troppo precise), non come una costellazione di cui Taiyi è la stella principale e i cui Museo dello Hebei su oggetti laccati e di ceramica. dell’universo, doveva essere riequilibrata dalla forza oppo- segreti. Abitualmente risiede sulle vette dei sacri mon- immagini singole, ma su oggetti impiegati in ambito fu- movimenti venivano calcolati attentamente dagli astro- In ambito daoista, gli immortali (xian) erano coloro che, sta, yang, che pertanto assumeva sembianze maschili. ti Kunlun, lungo la via che conduce ai cieli paradisia- nerario, proprio come il reperto in questione: intorno alla logi di corte nel tentativo di comprenderne la volontà e Questi quattro strumenti medici, due aghi, una sorta di attraverso l’autocoltivazione, si erano riuniti al dao, tra- Le immagini raffiguranti la Regina Madre dell’Occiden- ci, dimora degli immortali, di cui ella è l’incontrastata base un drago e una tigre, simboli rispettivamente dello di utilizzarne i magici poteri. Venivano compiuti calcoli imbuto e un recipiente con beccuccio, sono emersi dalla scendendo i vincoli imposti dallo yin e dallo yang; essi te sono piuttosto numerose in epoca Han e le si trovano sovrana (catt. 452-453). La si vede raffigurata sul suo yang e dello yin, si fronteggiano separati da un disco bi, complessi servendosi di cosmografi all’uopo creati (cat. tomba di Liu Sheng, re Jing di Zhongshan, spirato nel 113 abitavano su montagne sacre lontano dal mondo degli su materiali diversi, come, per esempio, sulla mattonella trono a baldacchino, sorretto da una tigre e da un dra- un’iconografia molto ricorrente nell’arte funeraria cinese, 445). Alcune fonti dell’epoca narrano di una cerimonia te- a.C. La sepoltura di Li Sheng è la più famosa e studiata esseri umani, oltre i limiti del tempo e dello spazio. Il rinvenuta nel Sichuan: qui il trono è costituito da una ti- go, simboli dello yin e dello yang, circondata da diverse mentre il Buddha è affiancato da due personaggi stanti nuta dall’imperatore Wu (141-87 a.C.) nel 122 a.C., poco tomba rupestre di epoca Han poiché, pur non essendo di Zhuangzi e il Liezi, due testi fondamentali della tradizio- gre e da un drago, che alludono rispettivamente allo yin creature celesti. Alla sua sinistra un primo inserviente, di origine straniera (come la divinità), a giudicare dai loro prima di sferrare un attacco decisivo al regno meridiona- enormi dimensioni, ad oggi è l’unica trovata intatta; ciò ne daoista, descrivono esseri dotati delle stesse caratteri- e allo yang; sotto si notano due simboli astrali: il corvo a personificazione della lepre, sta inginocchiato premen- abiti. Sembra perciò che nella sua fase iniziale, il buddhi- le di Yue, culminata con l’esposizione dell’immagine di ha permesso di esaminare un corredo reale integro e ve- stiche definendoli shenren, o “uomini divini”, e precisano tre zampe, che rappresenta il sole, e il rospo che simbo- do il pestello nel mortaio per preparare un elisir di lun- smo sia stato accolto come uno dei tanti culti presenti in Taiyi incisa su una lancia rituale che venne rivolta a sud dere da che cosa era composto. che sorbiscono il vento, bevono rugiada e non si nutrono leggia la luna (si veda anche catt. 415, 442). A sinistra di ga vita, alla sua destra si scorge un secondo inserviente, Cina e il Buddha fosse considerato un immortale. allo scopo di ottenere il consenso e l’aiuto della divinità La presenza di strumenti medici d’oro e d’argento denota dei cinque cereali. Xiwangmu si distinguono la volpe a nove code, creatu- personificazione del rospo, raffigurato nell’atto di offrire e indebolire così ogni forma di resistenza da parte degli l’importanza attribuita alla medicina e a tutte quelle pra- L’immortale in mostra ha sembianze umane, eccezion fat- ra di buon auspicio, e la lepre (inginocchiata) che regge funghi magici o pesche sacre, cibi di vita eterna. Il rospo eserciti nemici (Shiji 28). tiche che potevano ritardare la morte e, una volta sepolti, ta per le orecchie sproporzionate e le ali che si congiungo- il cosiddetto “albero delle tre perle”, associato all’elisir e la lepre sono animali lunari (a differenza del corvo a 456. Sarcofago decorato con scene narrative ostacolare la decomposizione del corpo. A partire dal III no dietro le spalle; anche i tratti del volto appaiono esage- dell’immortalità custodito dalla Regina Madre dell’Oc- tre zampe, simbolo del sole, espressione della potenza Pietra, h 59,5 cm, lunghezza 217 cm, larghezza 60 cm secolo a.C., quando si affermò una dottrina cosmologica rati, sebbene umani. Le braccia protese reggevano origina- cidente; a destra una figura armata protegge la dea. La yang dell’universo, raffigurato sia in cat. 453 che in cat. Dinastia Han Orientale 445. Cosmografo organica, la medicina cinese si legò ai concetti di energia riamente un doppio contenitore con una sezione circolare composizione è completata dalla scena alla base della 442). Secondo la tradizione il rospo rappresenterebbe lo Rinvenuto a Shaping, Chongqing Legno laccato, lunghezza 9 cm, spessore 1 cm vitale primordiale (qi) e di forze contrarie e complemen- e una rettangolare, tenuto in posizione dalle mani e dallo mattonella, dove si vede un uomo, probabilmente il de- yin, la lepre lo yang: “Sulla luna – recita il Taiping yulan Museo Nazionale delle Tre Gole (Chongqing) Dinastia Han tari yin-yang, nonché alla teoria delle cinque fasi; da qui spazio semicircolare ricavato fra le ginocchia; la funzione funto, prostrato di fronte a due membri della corte della (Enciclopedia imperiale del periodo Taiping) – il rospo Rinvenuto nella tomba M62 a Mozuizi, Wuwei (Gansu) vennero poi sviluppati il sistema delle corrispondenze, i di tale elemento non è ancora chiara. Indossa una tunica Regina, con i quali deve forse negoziare l’accesso alla dea e la lepre sono stabili: yin e yang si compenetrano cre- In epoca Han, i sarcofagi erano normalmente di legno Museo del Gansu meridiani e i punti dell’agopuntura. In epoca Han la far- incrociata davanti, chiusa da una cintura appoggiata sui e magari all’immortalità. ando un equilibro perfetto, lo yang luminoso restringe laccato, eventualmente impreziositi da pitture o altri macopea e l’erboristeria divennero vere e proprie scien- fianchi, e ornata con delicati motivi echeggianti il piu- lo yin, lo yin si appoggia allo yang”. La scena è anima- materiali pregiati, come il reperto in cat. 441, tuttavia Questo strumento astronomico di legno laccato, impiega- ze, come testimonia, fra gli altri, il testo rinvenuto nella maggio, mentre lunghe e morbide piume, che richiamano ta dalla presenza di suonatori, acrobati, danzatrici e il nel Sichuan la pietra era spesso preferita. L’esemplare to per la divinazione, si compone di due parti: una qua- tomba M3 della necropoli di Mawangdui (cat. 297) che quelle sulle ali, fluttuano intorno all’orlo. 454. Supporto per albero delle monete ramo termina con un grande cigno dall’aspetto regale. qui analizzato è estremamente prezioso per il suo pro- drata, che rappresenta la Terra, e una circolare, simbolo descrive una trentina di ricette e terapie, basate sull’uti- Terracotta, h 21,3 cm, larghezza 45 cm Nei rami più corti, intorno a Xiwangmu, oltre ai suona- gramma iconografico scolpito in bassorilievo: su uno del Cielo, che ruota intorno a un perno centrale fissato lizzazione di circa un centinaio di piante medicinali. Dinastia Han Orientale tori, si muovono creature celesti dalle forme umane e dei due lati brevi due imponenti torri simboleggiano alla parte sottostante. Il “Cielo” mostra al centro la co- 452. Paravento decorato con immagini del Re Padre Rinvenuto in una tomba a Pengshan (Sichuan) animali alati ricollegabili a motivi mitologici connessi un portone come quelli che introducevano nelle resi- stellazione dell’Orsa Maggiore, mentre i caratteri incisi dell’Oriente e della Regina Madre dell’Occidente Museo di Nanjing (Jiangsu) con il tema dell’immortalità. denze signorili e aprivano la Via dello Spirito, il sentie- sul bordo indicano i nomi dei dodici mesi lunari e, lungo 450. Gioco del Liubo Giada, h 16,9 cm, lunghezza 15,6 cm, larghezza 6,5 cm Nella parte inferiore dei rami le foglie assumono la forma ro sacro che conduceva al tumulo (si veda anche catt. la fascia più esterna, i nomi delle ventotto posizioni della Legno laccato, h 17 cm, lunghezza lati 45 cm Dinastia Han Orientale 455. Albero delle monete di monete circolari con il foro quadrato al centro, lungo 458-459); qui è interessante notare che le torri si ergono luna o “case”; si notano infine centocinquanta punti inci- Dinastia Han Occidentale Rinvenuto nella tomba di Liu Chang, Re Mu Terracotta e bronzo, h complessiva 105 cm i bordi del quale si dipartono dei “filamenti a raggio di in uno spazio assolutamente vuoto, a indicare l’ingresso si. Il perimetro della “Terra” è segnato da centottandue Rinvenuto nella tomba M3 a Mawangdui, di Zhongshan, a Beilingtou, Dingzhou (Hebei) Dinastia Han Orientale sole”, che fanno supporre un richiamo a quelle storie e in una nuova dimensione. Il fianco destro (guardando punti, seguono i nomi delle ventotto case lunari e infine Changsha (Hunan) Museo di Dingzhou (Hebei) Rinvenuto in una tomba a Pengshan (Sichuan) leggende che connettono i personaggi raffigurati con la le torri) è animato da una processione dominata da un i nomi dei dieci “tronchi celesti” e dei dodici “rami terre- Museo dello Hunan Museo del Sichuan potenza solare. La presenza di tali monete, più fitte nei carro coperto che molto probabilmente sta portando il stri”, alla base della definizione del sistema calendariale 453. Mattonella raffigurante la Regina Madre rami corti, ha contribuito a dare il nome a questi singolari defunto verso la sua dimora eterna. Dalla parte opposta a partire dal periodo Shang (circa XVI secolo-1045 a.C.). Il Liubo era un gioco da tavolo molto diffuso in epoca dell’Occidente I cosiddetti “alberi delle monete” sono caratteristici di oggetti, oggi comunemente chiamati, qianshu o yaoqian- il trapasso è simboleggiato dal cavallo sellato, ma non Tale sistema deriva dalla combinazione di due serie nume- Han scomparso bruscamente e inspiegabilmente nel III Terracotta, lunghezza 52,5 cm, larghezza 38 cm un’area geografica grosso modo compresa nell’attuale shu, “alberi delle monete”. In alcuni esemplari si trova- montato, appartenuto al defunto, di fronte alla sua di- rico-simboliche riconducibili una alla Terra, con i dodici secolo d.C. insieme alle regole che lo disciplinavano. Da Dinastia Han Orientale provincia del Sichuan, qualche ritrovamento sporadico è no rappresentati mucchi di monete ai piedi dell’albero o mora, presso la quale si sono recati alcuni personaggi a “rami terrestri”, che derivano a loro volta dalla divisione alcune immagini scolpite a tuttotondo in legno o ceramica Rinvenuta a Dayi (Sichuan) avvenuto in zone situate subito al di fuori dei suoi confini, persone che si allontanano con in spalla dei sacchi pieni, rendergli omaggio; da una finestra socchiusa nel bordo del cielo in dodici sezioni seguendo l’orbita di Giove, e e in bassorilievo su lastre pittoriche rinvenute all’interno Amministrazione dei Beni Culturali di Dayi (Sichuan) nelle province del Guizhou e dello Shaanxi, del Qinghai e elementi che sembrano indicare l’esistenza di una con- superiore del sarcofago si affaccia un uomo, presumi- l’altra al Cielo, con i dieci “tronchi celesti”, che riflettono di sepolture, si è dedotto che i giocatori tirassero il dado dello Yunnan. Gli oltre trenta esemplari conosciuti risalgo- nessione tra questi oggetti e la raccolta di denaro, augurio bilmente il defunto, che assiste all’intera scena. Sul se- la suddivisione della giornata in dieci periodi di circa due e muovessero le pedine sulla scacchiera caratterizzata da Questo delizioso reperto è un paravento in miniatura che no al periodo Han Orientale, sono stati quindi realizzati quindi di benessere e prosperità. Fin tutto il primo perio- condo lato breve, le due figure umane munite di code ore ciascuno. Dalla combinazione dei sessanta possibili un tracciato particolare: al centro un quadrato, su ciascun consta di due elementi vagamente semicircolari lavorati a nel corso di un arco temporale piuttosto definito. do imperiale, gli alberi delle monete non erano conosciuti avvinghiate sono identificabili con Fuxi e Nüwa. Nella accostamenti binari tra gli elementi appartenenti alle due lato del quale è disegnato un segno a forma di “T”; lungo traforo collegati da due sostegni a doppio cerchio. Oltre Di altezza variabile tra 90 cm e 2 m, essi sono costitui- con questo nome, né si trovano tracce di storie o leggende mitologia cinese, Fuxi è il primo dei tre sovrani mitici,

358 359 inventore degli otto trigrammi (terne di linee continue mento eccentrico, come rimanere su un albero di giug- Shenjiaqiao, Xianyang (Shaanxi) e interrotte che simboleggiano yin, yang e le fasi inter- giolo per tre anni, gli valse due convocazioni a corte nel Museo della Foresta di Stele di Xi’an (Shaanxi) medie del ciclo dallo yin allo yang e viceversa); Nüwa è 76 e nell’89, mentre per i suoi successi nel prevedere e la dea progenitrice dell’umanità e colei che riparò la vol- quindi evitare presagi infausti gli fu conferito un titolo Questa due monumentali sculture in pietra raffigurano ta celeste in seguito alla lotta fra due divinità. Insieme, ufficiale. Il contenuto della stele lo associa a un insigne due felini ruggenti. La posizione sfalsata delle zampe, la Fuxi e Nüwa, sono considerati i progenitori dell’umanità intellettuale, Yanzi, contemporaneo di Confucio, e a un schiena arcuata, il corpo sinuoso e la fauci spalancate con- e proprio in epoca Han la coppia assunse un’iconogra- mago daoista, il maestro Chisong. Intorno a Fei Zhi si feriscono vigore e dinamismo, alleggerendo così la mole fia precisa, secondo la quale i due personaggi erano ri- raccolsero alcuni discepoli, uno dei quali, Xu You, acquisì imponente della bestie, sebbene gli ampi volumi lisci at- tratti con la parte inferiore del corpo a forma di coda di status divino e incontrò la Regina Madre dell’Occidente tenuino il senso di forza e di impetuosità. serpente intrecciata l’una all’altra. I loro attributi sono (raffigurata in catt. 452-453, 455) sul monte Kunlun; Xu All’inizio del I secolo, l’imperatore Ming (58-75) della di- la squadra – simbolo della terra – e il copricapo da fun- You ebbe a sua volta cinque discepoli che lasciarono il nastia Han Orientale modificò il protocollo rituale trasfe- zionario Han per Fuxi, mentre Nüwa è identificata dal mondo dei comuni mortali come esseri trascendenti, in rendo la sede delle cerimonie all’interno dell’area sepol- compasso, emblema del Cielo, e dal cappello a cinque seguito all’ingestione di una pozione alchemica. Sem- crale. Tale pratica impose l’edificazione di una sala per i punte in voga fra le aristocratiche dell’epoca; talvolta pre dal testo sappiamo che fu il figlio di Xu You a fon- sacrifici (ce) e di un percorso cerimoniale che conduces- sono aggiunti anche i dischi solare e lunare, mentre in dare il culto dedicato a Fei Zhi nel 169, da cui si evince se al luogo di culto. Si sviluppò così la Via dello Spirito, alcuni casi vengono omessi la squadra e il compasso e che la stele non fu scolpita come monumento funebre aperta da due torri que, seguite da statue monumentali di compaiono soltanto le rappresentazioni del sole e della per Fei Zhi e che la tomba appartiene ad altri, forse ai pietra, raffiguranti uomini e/o animali, e conclusa da una luna, come sul sarcofago qui analizzato. L’aspetto curioso discepoli di Xu You. stele commemorativa. In breve tempo, la presenza della della raffigurazione su questo feretro sta nel fatto che, Stranamente né Fei Zhi né Xu You sono menzionati nei Via dello Spirito divenne una componente essenziale nello oltre alle code avviluppate l’una all’altra, i corpi delle documenti ufficiali di epoca Han, tuttavia esistono stele schema delle grandi sepolture, non solo mantenuta, ma due divinità sono completi delle gambe. simili che celebrano personaggi e culti ben noti in ambien- addirittura ampliata nei secoli successivi: particolarmen- te daoista, e questa è particolarmente importante perché te famosi sono i percorsi che conducono alle tombe Tang fa riferimento all’uomo perfetto, un termine che compare dell’imperatore Taizong (627-649) al Zhaoling, o dell’im- 457. Stele di Fei Zhi nel Zhuangzi (uno dei testi fondamentali della filosofia peratore Gaozong (650-683) e dell’imperatrice Wu Zetian Pietra, h 98 cm, l 48 cm daoista, compilato nel periodo degli Stati Combattenti) (690-705) al Qianling, nella provincia dello Shaanxi. Dinastia Han Orientale ed è poi molto frequente nel daoismo religioso. Le sculture che fiancheggiavano la Via dello Spirito ave- Rinvenuta in una tomba a Nancai, Yanshi Sulla base della stele sono scolpiti tre piatti e tre coppe vano la funzione di proteggere la tomba e di indicare l’alto (Henan) “con le orecchie” (si confronti con cat. 402) che presumi- status sociale del defunto; quelle raffiguranti animali (di Museo della Città di Epoca Shang di Yanshi (Henan) bilmente simboleggiano offerte di cibi e bevande. gran lunga più frequenti in epoca Han) erano considerate particolarmente adatte poiché, secondo il pensiero cine- Questa stele, rinvenuta in una tomba nella quale erano se antico, gli animali avevano la peculiarità di rivolgersi stati insolitamente deposti diversi corpi, è dedicata a 458-459. Animali fantastici: “Tianlu” e “Bixie” contemporaneamente al mondo terreno e all’aldilà. Ciò Fei Zhi, modello esemplare che incarna i valori daoisti, Pietra; Tianlu:, lunghezza 206 cm; era forse ancora più vero per gli animali fantastici come zhenren o “uomo perfetto”. Il lungo testo è una biogra- Bixie, lunghezza 216 cm quelli in mostra: un tianlu, alla lettera “dono celeste” e fia dettagliata delle gesta di Fei Zhi: il suo comporta- Dinastia Han Orientale un bixie, “colui che allontana influssi nefasti”.

360 361 APPARATI Cronologia

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Finito di stampare nel mese di aprile 2010 a cura di 24 ORE Cultura, Milano Printed in Italy