Così Roger Beve Nel Sacro Graal Ecco Come Federer È Riuscito a Migliorare Ancora E a Vincere Un 18° Slam Da Record
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Anno XIII - n.4 - 1 febbraio 2017 Argentina-Italia, c’è la Davis in Tv Gli azzurri a Buenos Aires contro i “Gauchos” senza Del Potro Pag.17 Così Roger beve nel Sacro Graal Ecco come Federer è riuscito a migliorare ancora e a vincere un 18° Slam da record Pag.3, 5 e 13 Ritorna il Williams Show Sport business: Serena a -1 dal mito la classifica dei brand Conquistando il 23° Slam è a un passo Come i costruttori in Formula Uno dal record assoluto di Margaret Court un ranking per racchette, scarpe e... Pag.9 Pag.26 Friuli, Marche, Abruzzo, GLI ALTRI CONTENUTI Prima pagina: il migliore migliorato Pag.3 Molise e Campania Focus Next Gen: Michael Mmoh Pag.11 Le notizie sportive regionali Numeri della settimana Pag.13 - Terza Pagina: Franco dalla 4a Categoria agli Open Davin Pag.15 - Pre-qualificazioni: Campionati Provinciali di Quarta Categoria Pag.18 - Personal coach: come si crea l’ambiente giusto Pag.24 - La regola del gioco: Pag.19 se cadono racchetta e giocatore... Pag.28 prima pagina Il migliore migliorato DI ENZO ANDERLONI - FOTO GETTY IMAGES opo le emozioni, le lacrime e l’esaurimento degli agget- tivi superlativi, dell’impresa Ddi Roger Federer restano i fatti: il capolavoro di quel 18° trofeo del Grande Slam alzato al cielo che sposta, una tacca più in su, l’asticel- la dei limiti da superare nel tennis. Della bellezza estetica del capolavoro hanno parlato già tutti, anche perché è la dimensione più evidente di quel- lo che il fuoriclasse svizzero esprime con le sue giocate sul campo. Meno ovvio è come il capolavoro sia stato costruito: perché questa è l’altra parte della grande bellezza. Non arri- va per caso, per puro genio e intuizio- ne divina sul momento. È il frutto di un lavoro di preparazione straordina- rio tanto quanto l’esibizione finale. Cambio di racchetta Tutto comincia con il cambio di rac- chetta. L’ultima volta che Federer e Nadal si erano incontrati in uno Slam, le semifinali degli Australian Open 2014, Roger aveva appena iniziato a utilizzare la nuova racchetta. Vinse lo spagnolo facilmente, in tre set, con lo svizzero che impugnava questo at- trezzo tutto nero che dopo 16 anni di professionismo avrebbe finalmente facilitato il suo modo di giocare. Dalla vecchia Wilson Pro Staff da 90 pollici quadrati, evoluzione (ma non troppo) In quel gennaio però aveva poco più re per batterlo? Pareva non riuscirci del telaio nato nel lontano 1983 con di un mese di allenamenti alle spalle: più nessuno. Ribatteva tutto più di cui Pete Sampras aveva conquista- troppo poco per capitalizzare i possi- Nadal, con meno rotazione e più ve- to 14 Slam negli Anni ’90, passava a bili vantaggi dell’attrezzo, che sarebbe locità. Serviva meglio, non sbagliava un piatto corde da 97 con un profilo diventato ufficiale, con una sua veste mai. Approfittando di una program- maggiorato. Una racchetta moderna, grafica definitiva, solo alla vigilia degli mazione sempre più diradata (quindi come quelle che i suoi grandi avver- Us Open di quell’anno. con più pause per allenarsi) e dei sug- sari (la Babolat Pure Aero da 100” di gerimenti di un attaccante nato come Nadal, la Head Speed Pro da 100” di E poi venne la SABR Stefan Edberg, Federer lavorò su una Djokovic, la Head Radical da 98” di Con la seconda parte del 2014 e l’in- nuova azione di gioco: la SABR (Snea- Murray) utilizzavano da un decennio. gresso nel 2015 si entrò nel pieno cky Attack By Roger). Uno schema per Una racchetta con più spinta, più tol- dell’Era Djokovic. Il dominio di un il quale ci volevano i suoi riflessi paz- leranza sui colpi decentrati rispetto uomo solo al comando. Il problema zeschi e tante prove in allenamento. a quella vecchia: questo gli avrebbe per Roger non era più Nadal (entra- Si trattava di avanzare all’improvviso permesso, come vedremo, giocate to in crisi di fiducia perché, oltre agli sulla risposta al servizio, andando a inedite. Giusto per capirci: i vincenti acciacchi fisici, sentiva di non riusci- impattare quasi a metà campo, per di rovescio piatto, di controbalzo, vi- re più a trovare il modo di sfondare poi seguire a rete e chiudere la volée. sti a Melbourne domenica scorsa con nel gruppetto dei più forti, ai quali “L’Attacco Subdolo alla Roger” funzio- la vecchia racchetta non sarebbero si era aggiunto Stan Wawrinka, che nò parecchie volte, lasciando tutti di stati possibili. Chi le ha provate en- l’aveva già battuto proprio a Melbou- stucco. A quello si aggiunse la nuova trambe può certificarlo. rne nel 2014) ma Djokovic. Come fa- efficacia, nelle sfide con Nole, del ro- 3 prima pagina vescio lungolinea giocato vincente, grazie al supporto di una racchetta finalmente aggiornata. Nell’anno in cui Djokovic perse solo 6 partite (vin- cendone 82), tre di quelle sconfitte furono per mano di Federer. Rubare il tempo senza sforzo Poi ci fu il crack, al ginocchio: era il gennaio 2016, dopo la semifinale di Melbourne persa con Djokovic. L’o- perazione al menisco, il recupero. La semifinale a Wimbledon persa con Raonic. In mezzo partecipazioni ai tornei sempre in dubbio, per dolori dappertutto. Stava per compiere 35 anni, forse era il momento giusto per salutare definitivamente. Altro che Olimpiadi di Rio... E invece: Roger raduna tutte le per- sone di cui si fida, dalla moglie Mirka al manager Tony Godsick, dall’amico tecnico Severin Luthi al preparatore fisico Pierre Paganini, e poi quella testa fina del suo allenatore e amico Ivan Ljubicic, si fa visitare dai miglio- loce del solito e (non avendo rotazio- ri ortopedici e discute di un nuovo ne) difficile da controllare. Beninteso: progetto di crescita: come tornare a giocare il rovescio a una mano, piatto giocare forte come prima (o più for- di controbalzo, sul “frullone” di diritto te), senza dolore e con la prospetti- incrociato di Nadal è qualcosa che pro- va di durare altre due o tre stagioni babilmente può fare solo il Migliore di ad altissimo livello. La proposta è sempre. Resta il fatto che Roger si è shock: ti fermi subito, sei mesi. Lasci allenato a farlo (non è un caso che pro- agli infortuni il tempo di guarire con prio Ivan Ljubicic, con lui nella fo- le giuste fisioterapie. Poi riprendi ad to qui accanto, sia stato un maestro allenarti ma con una nuova prospetti- in questa esecuzione) ed è riuscito a va di gioco. Più veloce, più agile, più ripeterlo anche nei momenti di massi- aggressiva, meno faticosa. Sai fare ma tensione. Il che significa che è un cose estemporanee che nessun altro fenomeno ma anche che era talmen- è in grado di fare. Allenale. Rendile te ben allenato che tra il braccio e la una costante. Mentre il mondo diceva mente non ci sono state interferenze. che una pausa così lunga a 35 anni In quegli highlights della finale, che sarebbe stata fatale, Roger si regalava tutto i colpi da fondo giocati piatti, non smetteremo mai di rivedere, c’è quello che normalmente per i tennisti quasi di controbalzo, con il massimo il fantastico scambio da 26 colpi, di alto livello è l’unico lusso proibito: dell’anticipo possibile. Facendo così giocato sul 4-3 al quinto set e vinto un periodo nell’anno sufficientemen- meno fatica e contemporaneamen- da Federer con un surreale diritto di te lungo per provare a cambiare dav- te aumentando la velocità e rubando controbalzo in lungolinea. Si può os- vero qualcosa nel proprio gioco, per tempo all’avversario. In 34 sfide con servare come, un’istante dopo, Roger creare nuovi automatismi. Rafa, quante volte avevamo visto Ro- abbia fatto il pugno guardando fisso ger chiudere il punto in scioltezza con al suo box. Ljubicic era schizzato Risultato: il capolavoro il rovescio incrociato? Nell’incredibile in piedi applaudendo, fissandolo e Ecco quello che abbiamo visto a Mel- finale di domenica scorsa ci è riuscito poi battendosi tre volte il pugno sul bourne. Un giocatore fulmineo nella parecchie volte, con l’avversario spes- cuore. In quel momento entrambi combinazione attacco/discesa a re- so lasciato lontano dalla palla. Oppure avevano capito che il capolavoro era te. Con l’attacco che spesso parte già sulla palla, ma in difficoltà a gestirla pronto, era riuscito. Il Migliore era dalla risposta al servizio. E soprat- proprio perché più imprevedibile e ve- migliorato ancora. DIRETTORE COORDINAMENTO REDAZIONALE HANNO COLLABORATO REALIZZAZIONE E IMPAGINAZIONE Manoscritti e fotografie, anche se non Angelo Binaghi Angelo Mancuso Giovanni Di Natale, Max Fogazzi, GAME Comunicazione & Media S.r.l. pubblicati, non si restituiscono. SUPER TENNIS TEAM Andrea Nizzero, Gabriele Riva, COMITATO DI DIREZIONE Antonio Costantini (foto editor), Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, REDAZIONE E SEGRETERIA Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Amanda Lanari, Annamaria Pedani Piero Valesio Stadio Olimpico - Curva Nord Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, (grafica) Ingresso 44, Scala G La rivista è disponibile Massimo Verdina A CURA DI 00135 Roma in formato digitale sui siti www. FOTO Sportcast srl Info: [email protected] federtennis.it e www.supertennis.tv DIRETTORE RESPONSABILE Getty Images, Archivio FIT, Antonio Via Cesena, 58 - 00182 Roma Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 e spedita via newsletter. Per riceverla Enzo Anderloni Costantini, Angelo Tonelli [email protected] dell’ 8 gennaio 2004 scrivere a [email protected] 4 australian open Il signore degli Slam Roger Federer mette in bacheca il 18° titolo major nel modo più epico, battendo l’eterno rivale Rafael Nadal in una finale che ha catturato 350 milioni di telespettatori, monopolizzando prime pagine e social network DA MELBOURNE, ANGELO MANCUSO del tempo che ha riportato il tennis FOTO GETTY IMAGES indietro di una decina d’anni, visto quanto accaduto anche con la finale n privilegio.