Galà di scherma delle Tre Capitali

Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri Patrocinio del Comune di Firenze

����������������������� �������������������������������� ��������� Comitato d’Onore

Presidente Giunta Regionale Toscana Prefetto di Firenze Enrico ROSSI Sindaco di Firenze Paolo PADOIN Presidente Amministrazione Provinciale di Firenze Matteo RENZI Comandante Comando Militare Esercito Toscana Andrea BARDUCCI Comandante dell’Istituto Geogra�ico Militare Gen.C.A.Marco BERTOLINI Comandante Istituto di Scienze Militari Aeronautiche Gen. D. Antonio DE VITA Comandante della legione Carabinieri di Firenze Gen. B.A. Claudio SALERNO Questore di Firenze Gen.B. Giovanni NISTRI Presidente Nazionale Federazione Italiana Scherma Francesco ZONNO Presidente CONI Provinciale di Firenze Giorgio SCARSO Assessore allo Sport del Comune di Firenze Eugenio GIANI Assessore allo Sport della Provincia di Firenze Dario NARDELLA Avvocato distrettuale dello Stato Sonia SPACCHINI Provveditore OOPP Toscana e Umbria Maurizio RAUGEI Presidente Comitato Regionale Toscano Federazione Italiana Scherma Ciriaco D’ALESSIO Comandante Scuola Militare Aeronautica “G.Douhet” Edoardo MORINI Presidente Consiglio del Quartiere n°5 Col. A.A.r.a.n. Giorgio BALDACCIPresidente Commissione Sport del Quartiere n°5 Federico GIANNASSI Carlo BENCINI Il saluto di Dario Nardella Vicesindaco Comune di Firenze

ono particolarmente orgoglioso che a Firenze anche lo sport senta il bisogno di celebrare un evento importante per la storia del nostro Paese come i 150 anni dell’Unità d’Italia. Dopo il torneo giovanile di calcio dello scorso 17 marzo, giornata di grandi celebrazioni, stavolta sale alla ribalta una disciplina storica e nobile come la scherma che racchiude in sé valori e signi�icati. SPer questo un doveroso ringraziamento va al circolo Raggetti e al suo presidente Umberto Cellino che hanno ideato e fortemente voluto questo appuntamento che vedrà impegnati atleti di Torino, Firenze e Roma, in epoche diverse le tre capitali d’Italia. Ad accrescere il signi�icato e la spettacolarità di questo evento va sottolineata la presenza della campionessa olimpica Giovanna Trillini e il luogo d’eccezione dove si svolge. Il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio rappresenta la massima espressione civile della nostra città e ai tempi di Firenze Capitale è stato sede del Parlamento nazionale. Firenze e la Toscana possono vantare una grande tradizione schermistica che ha espresso campioni e un gran numero di tesserati in questo sport che merita di essere sostenuto e valorizzato perché esalta qualità e regole fondamentali per le nuove generazioni di sportivi e di cittadini. Sono certo che l’atmosfera magica e solenne del Salone dei Cinquecento con gli affreschi del Vasari e le performance degli atleti impegnati nella competizione, sapranno far vivere agli appassionati di scherma e agli sportivi momenti di grande emozione, uniti all’alto signi�icato storico per il quale l’evento è stato promosso.

Il saluto di Giorgio Scarso Presidente Federazione Italiana Scherma

’ con sincero compiacimento che saluto questa manifestazione che riesce a fondere insieme storia, cultura, arte e sport. L’iniziativa, lodevole di per sé, viene ancor più nobilitata dal magni�ico salone che l’accoglie. La Federazione Italiana Scherma, che mi onoro di presiedere, non può dunque non vivereE con orgoglio e con reale coinvolgimento, questa iniziativa che ne mette in luce la grande tradizione ed il ruolo avuto nella crescita sportiva dell’Italia unita. Le tre Capitali d’Italia, Torino, Firenze e Roma, sono anche tre “capitali” della scherma italiana, in quanto in queste città la scherma è stata tra le prime espressioni sportive a sorgere, dando un importante contributo alla costituzione dei primi nuclei di società sportiva. Apprendere poi che la scherma è stata scelta quale una delle testimonial dei 150 anni dell’Unità d’Italia, come testimonia questa iniziativa, è un ulteriore motivo d’orgoglio per il nostro mondo che, quest’anno, festeggia anche il 150esimo anniversario della nascita dell’Accademia di scherma di Napoli, a testimonianza di un parallelo percorso di crescita con il Paese e la sua storia sportiva. All’amministrazione comunale di Firenze ed al Circolo Scherma Firenze Raggetti, va il ringraziamento non solo a nome della scherma italiana ma anche a nome degli atleti che potranno vivere, in un ambiente straordinario quale il salone dei Cinquecento, un momento sportivo del tutto unico, festeggiando quindi nel migliore dei modi il “compleanno” dell’Italia unita. Il saluto di Eugenio Giani Presidente provinciale Coni Firenze

’occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia rappresenta anche il modo per ripercorrere la storia dello sport moderno che vede le prime società sportive e federazioni nazionali costituirsi in coincidenza con il sorgere del giovane stato italiano. Ecco che il Galà di Scherma organizzato in Palazzo Vecchio da Ferdinando Cigna e dagli amici del Circolo Scherma Firenze Raggetti viene ad essere espressione diL un rapporto fra storia civile e sport simbolico per tutto il movimento sportivo �iorentino. La scherma ha sempre rappresentato per il suo codice etico, i valori, il senso di rispetto dell’avversario e di regole di combattimento una disciplina sportiva di particolare signi�icato ed a Firenze ed in Toscana vi sono state scuole di assoluto rilievo internazionale. Negli ultimi anni molti giovani si sono avvicinati alla scherma nonostante l’uso dell’arma non abbia più come in passato alcun riferimento ad attività militari, ma sia sempre più solo attrezzo per una competizione sportiva. Vivere il Galà di Schema nel Salone dei 500 signi�ica porre al centro dell’ambiente più rappresentativo della città questa disciplina sportiva a cui il Coni in Italia deve moltissimo per i numerosi successi raggiunti dai suoi atleti nel corso della storia. Io ritengo che poche discipline sportive come la scherma riescano ad esaltare reattività, ri�lessi, concentrazione, doti particolarmente importanti per i giovani nella vita di oggi, ma contemporaneamente anche lealtà, rispetto delle regole, coraggio, valori universali per la formazione delle nuove generazioni. Bene quindi questa esperienza animata dal Circolo Scherma Firenze Raggetti nel comune impegno di una valorizzazione e promozione di una disciplina storica, quanto moderna per la diffusione della pratica sportiva fra i giovani. Il saluto di Andrea Bencini Presidente Commissione Sport Quartiere 5

a scherma trova le sue origini nella notte dei tempi, ma solo con le Olimpiadi ha ricevuto il giusto riconoscimento come disciplina sportiva. La Scuola di Scherma Raggetti inizia la sua attività nel 1906 a Firenze, offrendo alla cittadinanza la possibilità di avere un luogo dove poter effettuare la preparazione sportiva per partecipare alle numerose gare che si svolgevano. La validità del suo insegnamentoL è sottolineata dalle numerose medaglie conquistate alcune delle quali di grande prestigio. Vorrei, però, sottolineare in particolar modo il suo presente, facendo i miei complimenti all’attuale dirigenza che ha saputo interpretare il ruolo sociale dello sport, aprendo l’impianto veramente a tutta la cittadinaza ed offrendo a tutti i ragazzi delle scuole elementari la possibilità di poter provare a tirare di scherma. Considerato il Vostro appassionato impegno nel seguire i ragazzi in questa affascinate attività sportiva, che toni�ica sia il corpo che la mente, Vi invio un sincero augurio di poter, molto presto, riuscire ad incremetare il Vostro Medagliere. Il programma della giornata

Dimostrazioni di antichi duelli di scherma

Incontri di scherma fra le rappresentative delle tre città capitali

Incontro Accademico tra la pluricampionessa Olimpica Giovanna Trillini e Alice Cigna, atleta del Circolo Scherma Firenze Raggetti

Premiazioni e consegna di riconoscimenti a tecnici e atleti del Raggetti

Comitato Organizzatore

Ferdinando CIGNA Alessandro BATTISTINI Gianni CORTIGIANI Donatella COZZOLINO Gabriele FREDIANELLI Alfonso GENTILE Massimo PRATELLESI Laura TEDESCO La scherma in Toscana: dalle origini ai primi del ‘900

d esclusione del periodo gladiatorio romano, ben poco si sa dell’insegnamento della scherma �ino al XV secolo, anche se si può supporre che nell’area toscana fossero presenti scuole o quantomeno Maestri d’arme per l’addestramento delle milizie cittadine �in dal XII secolo se non prima, come si può dedurre da alcune riferimenti ad addestramenti di armati in cronache e statuti di epoca comunale. La tradizionaleA propensione del popolo toscano alla pugna si manifesta in tutta una serie di ludi guerreschi, atti a tenere allenata la cittadinanza per l’eventuale guerra con i vicini. Fra questi il singolare Mazzascudo, il cui nome esplicativo ci illustra come erano soliti confrontarsi nel XIII e XIV secolo i giovani di Pisa, Firenze, Lucca e Siena, ove questo gioco militare, fatto di battaglie simulate fra squadre, prendeva il nome di Battaglia all’Elmora. Dal XV secolo solo 2 trattati d’arme manoscritti sono pervenuti �ino a noi: il famoso “Flos Duellatorum” del Maestro friulano Fiore dei Liberi (1409-10) e il “De Arte Gladiatoria Dimicandi” di Maestro Filippo Vadi (1482-86) che, pur operando alla corte di Urbino, speci�ica chiaramente di essere originario di Pisa, al tempo già sotto l’in�luenza �iorentina. Nel XVI secolo, grazie all’introduzione della stampa, comincia la vera diffusione dell’arte tramite i trattati di famosi maestri di scherma, gestori di vere e proprie sale d’armi per l’insegnamento e la pratica schermistica. Sebbene i primi trattati conosciuti siano di Maestri della rinomata scuola di scherma bolognese (Manciolino nel 1531 e il famosissimo Marozzo nel 1536), recentemente è stato riscoperto il trattato “Monomachia” del Maestro Francesco Altoni, operante a Firenze nella prima metà del ‘500. Sempre negli ultimi anni, almeno altri 2 trattati di scherma anonimi del XVI secolo sono stati attribuiti a Maestri d’Arme attivi nei territori di Firenze e Siena. Questo a dimostrare come Firenze, al pari di Bologna, fosse al tempo un punto di riferimento per la scherma in Italia e di conseguenza per l’intera Europa. La scuola �iorentina si differenzia da quella bolognese per la maggiore enfasi al gioco di punta, l’uso quasi esclusivo di guardie di piede destro avanzato, in considerazione soprattutto del gioco con spada sola e non accompagnata da arma ausiliaria come tipico della scherma bolognese di inizio ‘500. In pratica a Firenze si vede già l’ammodernamento della scherma nell’ottica delle nuove armi da gentiluomo che si stanno sviluppando e che andranno a essere corredo esclusivamente civile per le vertenze d’onore, mentre Bologna, pur producendo notevoli trattati per tutto il XVI secolo, forse per tradizionalismo rimane in parte ancorata a vecchi schemi di combattimento medievale. A conferma di ciò vediamo come il primo scritto conosciuto del XVII secolo sia “Trattato in materia di Scherma” del �iorentino Marco Docciolini (1601), il quale riapplica i concetti già introdotti dall’Altoni aggiornandoli all’arma del periodo: la spada da lato a striscia, ormai concentrata su un gioco preponderante della punta. Rimane poi rinomatissimo il trattato “Gran Simulacro dell’Arte e dell’Uso della Scherma” del marchigiano Ridolfo Capoferro (1610) che insegnava però a Siena, al tempo ormai inserita nel granducato di Toscana. Sempre nella Firenze del XVII secolo abbiamo il trattato anomalo “Opposizioni et Avvertimenti sopra la Scherma” del Maestro Iacopo Monesi (1640). Il Monesi, estremamente critico sulla fossilizzazione su schemi e concetti arcaici delle scuole di scherma sue contemporanee, cerca di rilanciare un insegnamento in cui l’allenamento pratico sia fondamentale. Il fatto che il Monesi si dichiari Maestro dei Granduchi di Toscana fa intuire l’importanza data alla disciplina alla corte granducale, nella quale appositi professionisti del settore erano assunti per l’educazione dei fanciulli. Senza contare come i regnanti di Toscana fossero i soggetti preferiti nelle dediche di opere schermistiche per quasi due secoli. Se la Francia è considerata da alcuni l’ispiratrice della scherma moderna, va ricordato come la scherma d’oltralpe si basi su concetti già perfettamente noti nella Firenze nel XVI secolo. Sono infatti due regine francesi di natali �iorentini (Caterina de Medici nel 1533 sposa il futuro re di Francia, Enrico II, così come Maria de Medici nel 1600 va in sposa al re Enrico IV) a generare un �lusso di maestranze dalla Toscana alla Francia che in�luenzarono notevolmente le arti, tra cui la cucina e la scherma, in quella corte destinata a diventare dominante in Europa nel secolo XVIII. Se nel ‘700, l’Italia perde lentamente il predominio sulla scherma e non abbiamo più notizie di scuole o maestri di rilievo a Firenze, non possiamo non citare come il grande Maestro Angelo Domenico Maria Tremamondi Malevolti, rinomatissimo Maestro a Parigi e a Londra, tanto che dalla sua scuola nacquero le tavole illustrative della celeberrima Enciclopedia di Diderot e d’Alembert al titolo “Escrime”, fosse nato a Livorno nel 1717. È infatti a Livorno, principale porto del Granducato, ove la scherma toscana continua a pulsare anche nel XVIII secolo. Di particolare rilievo le attività del Maestro Andrea Gianfaldoni, di cui il Malevolti fu allievo, e dei suoi �igli Giuseppe Maria Gianfaldoni, dalla vita tanto movimentata da essere cantata da Gaetano Donizetti, e Michele Gianfaldoni, che prosegui gli insegnamenti del padre nella città labronica (dalla tradizione schermistica livornese presero vita altri noti schermidori dei secoli seguenti: Bertelli, Pini, Nadi, ecc.). Intanto nel XVIII secolo a Firenze la scherma langue, tanto che nel 1798 il �iorentino Michele Micheli compone il trattato moralistico “Trattato in lode della nobile, e cavalleresca arte della scherma diretto ai nobili, e cittadini toscani” ove incita i propri concittadini a ripercorrere i fasti del passato nell’arte delle armi. È solo col ritorno a Firenze, dopo studi a Livorno, del Maestro �iorentino e uf�iciale dell’impero napoleonico Alberto Marchionni che si può parlare di una ripresa della scherma a Firenze, per l’esattezza con la nascita della scuola “mista” italo/francese, che, esponendo un sistema di scherma nuova, vede il suo pieno compimento nel trattato del Marchionni “Trattato di Scherma sopra un nuovo sistema di Giuoco misto di Scuola italiana e francese” (1847) e che farà parlare di sé per tutto il XIX secolo. Praticante alla sala del Marchionni fu il celebre Maestro mantovano Cesare Enrichetti, allievo del Maestro bolognese Zangheri, che tenne scuola a Firenze tra il 1848 ed il 1860 circa, in Via de’ Leoni 2. Tale sala, come riporta il Gelli, “era frequentata, in quei momenti di risorgimento di tutto ciò che era italiano, dalla più distinta gioventù di Firenze”. Celebre fu il confronto dell’Enrichetti con il campione napoletano Achille Parise che confermò la superiorità dell’accademia di Firenze. Dopo il 1860, l’Enrichetti si trasferì a Modena per dirigere una delle prime scuole militari del neonato Regno d’Italia, poi a Parma nel 1868 e dare alla luce il proprio trattato “Trattato elementare teorico-pratico di scherma” nel 1871. In�ine, dall’Unità d’Italia (1860) all’apertura del circolo Raggetti a Firenze (1908), il nome più famoso e citato nella scherma italiana è quello di Ferdinando Masiello, a detta del Gelli: “prototipo dello schermidore che non teme rivali”. Il Masiello, successore dell’Enrichetti alla guida della scuola militare di Parma e poi a Milano, pur non essendone accertata esattamente la provenienza, viene citato ripetutamente “da Firenze”. Sicuramente a Firenze diede vita ai suoi famosi trattati “La Scherma italiana di spada e di sciabola” nel 1887 e “La scherma di sciabola” nel 1902. Certamente Firenze rivestiva una notevole importanza dal punta di vista schermistico nei primi decenni di vita del Regno d’Italia, se si considera che nel 1888 vi si forma la Corte d’Onore Permanente, designata a pronunciarsi sulle vertenze cavalleresche che potevano sfociare in duello d’onore fra gentiluomini (alla sciabola, alla spada o alla pistola). Promotore e presidente per vari anni della Corte d’Onore fu il maremmano Cavalier Jacopo Gelli, che, spadaccino ed noto studioso, fu apprezzato autore di numerose opere sulla scherma e in materia cavalleresca, suo è il più famoso Codice Cavalleresco Italiano (regole che un gentiluomo doveva osservare in caso di una vertenza d’onore e, se si giungeva a tanto, nel corso del duello che poteva seguirne) che alla sua prima edizione nel 1888 seguirono innumerevoli riedizioni a cavallo del XIX e XX secolo. Segue la lista dei Maestri di scherma operanti nella città di Firenze a inizio del XX secolo (fonte: “Indicatore della città e provincia di Firenze”, edizioni 1906 e 1910) Maestro Carovani Carlo - Militare; Maestro Ciullini Giovanni; Maestro Coda Benedetto; Maestro Masiello cav. Ferdinando; Maestro Piacenti Marco; Maestro Paoli prof. Foresto; Maestro Sanesi Giuseppe; Maestro Santucci Giuseppe Sala d’Arme Achille Marozzo Compagnia Giovanni delle Bande Nere

a Sala d’Arme Achille Marozzo, così chiamata in onore del principale Maestro generale delle Armi del ‘500, è la principale associazione nazionale per lo studio e la pratica della scherma antica italiana. Lo scopo dei propri iscritti è quello di diffondere l’antica scienza del combattimento con armi bianche, una vera e propria arte marziale puramente italiana che, affondando le proprie radici nella storiaL stessa della penisola, dai romani, al medioevo e al rinascimento, non ha nulla da invidiare alle più conosciute arti marziali straniere. Sul territorio nazionale si contano una trentina di sedi attive. La sede di Firenze, nata come distaccamento della sede principale nel 1999, si uf�icializza nel 2002 e da allora diventa punto di riscoperta e diffusione della tradizione schermistica �iorentina del medioevo e del rinascimento, unica scuola di questo genere presente sul territorio. Proprio grazie agli studi della sede gigliata è stato possibile riportare alla giusta conoscenza gli insegnamenti degli antichi Maestri d’Arme del periodo comunale e granducale. Fulcro dell’educazione di qualsiasi cavaliere, nobile o gentiluomo, l’uso della spada, del pugnale, dello scudo, della cappa e delle armi inastate, può al giorno d’oggi essere riproposto come moderno sport attingendo direttamente dai trattati degli antichi Maestri. La Compagnia Giovanni delle Bande Nere è un’ associazione che mostra gli usi, costumi e tradizioni dell’epoca delle Bande Nere di Giovanni de’Medici, padre di Cosimo I granduca di toscana, il più famoso condottiero che l’Italia ricordi. Ciò viene realizzato mostrando gli abiti, rappresentando temporaneamente gli accampamenti ed i giochi d’arme e mettendo in risalto anche tutte le abitudini quotidiane del XVI secolo italiano. Particolare attenzione viene posta sulla riproposizione di combattimenti all’arma bianca, per i quali si avvale della collaborazione con la sede di Firenze della Sala d’Arme Achille Marozzo. Per qualsiasi informazione: www.achillemarozzo.it www.compagniabandenere.it Circolo Scherma Firenze Roberto Raggetti

’ il 1908 quando il maestro marchigiano Roberto Raggetti apre una piccola sala nel centro di Firenze, in Borgo Santi Apostoli: il Circolo Dilettanti di Scherma. Arrivato in città un ventennio prima dopo un periodo di studio schermistico a Londra, Raggetti non ha ancora quarant’anni. In breve tempo, da quel modesto circolo, verranno fuori alcuni tra i migliori �iorettisti e sciabolatori del periodo tra leE due guerre mondiali. Rodolfo Terlizzi, Giulio Rusconi e vincono un oro ad Anversa nel ‘20, un oro ad Amsterdam nel ‘28, un oro a Berlino nel ‘36. Gli atleti allenati da Raggetti raccolgono insieme 15 ori, 8 argenti e 3 bronzi tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei, oltre a cinque titoli italiani. , il più forte schermitore di tutti i tempi, ricorda il maestro Raggetti come l’“uomo che al mare tempestoso della scherma italiana ha portato il grande �iume della sua inestinguibile passione e della sua scon�inata onestà. Gli allievi lo rispettano e lo amano. Ne ha a mucchi e tutti bene impostati, tutti sullo stesso stampo, tutti curati nei più piccoli particolari che nella scherma hanno più importanza delle astruse teorie”. Nel 1950 Raggetti muore e il Circolo gli viene subito intitolato. La sede è passata nel frattempo prima alla Stazione, poi in Piazza Beccaria, dove ora sorge l’Archivio di Stato. Alla �ine degli anni ‘60 il Circolo conosce una nuova fuoritura, e dalla sua sala usciranno altri due campioni olimpici: a Monaco nel ‘72 Antonella Ragno e Cesare Salvatori vincono altri due ori, rispettivamente nel �ioretto e nella sciabola. Nel 1975 viene insignito dal CONI Nazionale di Stella d’Oro al Merito Sportivo e può �inalmente trasfersi nella nuova sede di Novoli, l’attuale, appena completata. Susanna Battazzi vince in quegli anni un altro Campionato Nazionale Assoluto e allora il Medagliere del glorioso Circolo, fra Olimpiadi e Campionati del Mondo Assoluti, conta complessivamente 10 medaglie d’oro, 3 d’argento e 3 di bronzo oltre a 6 Campionati Nazionali Assoluti. Nel 1982 avviene la fusione fra il Circolo Scherma Firenze e il “Raggetti”, e il vicepresidente Guido Vannucci af�ida la direzione tecnica del nuovo Circolo al M° Alfonso Gentile, emergente fra i maestri nazionali: sarà per oltre un decennio collaboratore designato dalla Federazione per le squadre nazionali di �ioretto e di spada; farà parte ininterrottamente dal 1983 del consiglio direttivo dell’Associazione Italiana Maestri di Scherma di cui oggi è il vice-presidente. Per l’elevata qualità del suo operato sarà insignito dal CONI, di Stella d’argento al merito sportivo nel 1994 e di quella d’oro nel 2007. I suoi collaboratori, in quel periodo, saranno per qualche tempo il M° Giorgio Scarso, attuale Presidente della Federazione Nazionale Scherma, poi il M° Luciano Pauselli e in�ine il M° Giovanni Abati. Gli anni dal 1982 al 2000 sono gloriosi e irripetibili per i risultati ottenuti dagli allievi che, sotto la guida di Gentile e dei suoi collaboratori, si distinguono in campo nazionale e internazionale per passione, dedizione ed entusiasmo centrando, in particolar modo nel �ioretto e nella spada, i più prestigiosi allori. Si distinguono in quel periodo tra gli uomini Lorenzo Taddei, i fratelli Umberto e Lorenzo Signorini, Luca e Gabriele Magni, Antonio e Dino Vannucci e ancora Alessandro Lenzi, Leonardo Mazzetti, Simone Berni, Gabriele Miceli, Filippo Cattaneo e tanti altri. Tra le donne, emergono: Cristina Baldi, Alice Cigna, Maria Luce Cioni, Elena Beccheroni. Il “Raggetti “ di quegli anni, acquisisce complessivamente le seguenti medaglie: ORI ARGENTI BRONZI OLIMPIADI - - 1 CAMPIONATI DEL MONDO MILITARI 1 - - CAMPIONATI DEL MONDO GIOVANI - - 1 CAMPIONATI EUROPEI GIOVANI 1 - - CAMPIONATI DEL MONDO CADETTI 2 1 - CAMPIONATI EUROPEI CADETTI 2 1 - COPPA DEL MONDO GIOVANI 2 - - PROVE DI COPPA DEL MONDO ASSOLUTI 2 3 6 PROVA DI COPPA DEL MONDO GIOVANI 7 5 3 CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI 2 - - CAMPIONATI ITALIANI 2 ^ CATEGORIA 2 1 - CAMPIONATI ITALIANI 3^ CATEGORIA 4 6 2 CAMPIONATI ITALIANI 4^CATEGORIA 2 1 - CAMPIONATI ITALIANI UNIVERSITARI 2 1 2 PROVE DI COPPA ITALIA/SENIORES/OPEN 4 3 7 CAMPIONATI NAZIONALI GIOVANI 4 2 3 CAMPIONATI NAZIONALI CADETTI 3 2 4 CAMPIONATI NAZIONALI GIOVANISSIMI 13 3 2 TROFEO TOPOLINO E GRAN PRIX 3 - - TOTALE 56 29 31

L’attuale staff tecnico magistrale del “Raggetti” è costituito dai Maestri Alfonso Gentile, Giovanni Abati, Stefano Gardenti, Guido Prosperi e Jacopo Ballini e dalla Istruttrice Chiara Caparello. La preparazione atletica è af�idata per più piccoli alla Prof.ssa Daniela Assirelli e per gli adulti al Prof. Leonardo Mazzetti. Oggi, dopo i suoi primi 105 anni di vita, il circolo con presidente il dott. Umberto Cellino, conta circa 150 iscritti con i quali partecipa a tutta l’attività agonistica federale e in aderenza alle direttive del centro, effettua sul territorio un’intensa propaganda concertandola con scuola ed enti territoriali. Invia proprio personale ai corsi di formazione, organizza manifestazioni e gare a livello regionale e nazionale in stretto contatto con la Federazione Scherma e il Coni. Di tutto rilievo è in�ine l’attività di un crescente numero di atleti Master che partecipano attivamente alle previste competizioni. Club Scherma Roma

l Club Scherma Roma è nato nel 1961 dalla fusione di due prestigiose società: la Sala Pessina di Via Condotti, fondata dal Maestro Carlo Pessina, nella quale si allenavano Giuliano e Renzo Nostini, e la Società Sportiva Lazio – Sezione Scherma, dei Maestri Ugo Pignotti, vincitore di una medaglia d’oro e due d’argento nella scherma ai giochi olimpici e Umberto Di Paola. E’ una tra le prime Società Italiane per numero di iscritti e perI la serie in�inita di successi ad altissimo livello, che sottolineano la sua storia. Il Club ha visto come socio fondatore e arte�ice della fusione delle due società l’ingegner Renzo Nostini, collare d’oro al merito sportivo. L’ingegner Nostini ha vinto complessivamente 7 titoli mondiali tra il 1937 e il 1955, 4 medaglie d’argento ai Giochi Olimpici, oltre a 7 medaglie d’argento ai campionati mondiali, 2 medaglie d’oro, 1 d’argento e 1 di bronzo ai Campionati Mondiali Universitari e numerosi titoli di campione d’Italia a squadre nelle due armi. Nel 1961 è stato eletto per la prima volta Presidente della Federazione Scherma carica confermatagli per 32 anni (�ino al 1993). Il maestro nel 1966 propone al maestro Salvatore Di Naro di venire ad insegnare al Club Scherma Roma. Al Club il maestro Di Naro vede crescere il suo ruolo �ino a fargli ricoprire l’incarico di direttore tecnico e rimarrà al Club �ino al 1992. Oggi il Club ha come presidente l’avvocato Mario Tonucci e conta circa 500 iscritti suddivisi nelle diverse categorie, dalle prime lame agli assoluti, è presente una sezione Master che nell’anno agonistico 2008/2009 ha s�iorato il primo posto nel Gran Premio per società. Dal 2006 il Club ha costituito una sezione di scherma in carrozzina di livello olimpico, impegnandosi a fare promozione nelle scuole romane ove sono presenti disabili, istituendo per loro corsi gratuiti con il supporto della Fondazione Roma - Terzo Settore. Il Club Scherma Roma ha un passato luminoso in quanto ha totalizzato più successi di ogni altra Società italiana, raccogliendo 26 “Scudetti”, ultimo quello 2008/2009. Gli atleti che hanno realizzato tali risultati sono nella memoria non solo degli addetti ai lavori, ma di tutti. Chi non ricorda, oltre a Annapia Gandol�i, Michele Maffei, , Marco Arpino, Stefano Pantano, Carola Cicconetti, Lucia Traversa, Giovanni Scalzo, Roberto Ferrari, Pierluigi Chicca, Cristina Cascioli, Alfredo Rota, Gianmarco Amore, Diana Bianchedi, Giovanni Sirovich, e tanti altri ancora che sarebbe lungo elencare? Attualmente fanno parte del Club i campioni olimpici di sciabola Aldo Montano e Luigi Tarantino, la campionessa mondiale a squadre di spada Francesca Quondamcarlo, i campioni olimpici di spada Stefano Carozzo e Diego Confalonieri. Club Scherma Torino

l 1° maggio 1843 nasce a Torino la prima Società Ginnastica d’Italia. L’anno successivo si inaugura la prima palestra tra il Viale del Re e il Valentino. Nel 1879 prende il via l’attività della scherma af�idata al Conte Colli di Felizzano. Dal 1954 la scherma ritorna a Villa Glicini, all’interno del Parco del Valentino. Nel 1967 il Club Scherma Torino è stato insignito della Stella d’Oro al Merito Sportivo del Coni e Iil 17 dicembre 2008 è stato insignito del Collare d’Oro al Merito Sportivo. L’attuale Presidente è l’avvocato Mario Vecchione. Attualmente praticano la scherma presso il C.S.T. circa 300 Soci, si praticano le tre armi: �ioretto, spada, sciabola. I risultati ottenuti negli ultimi anni pongono il Club ai primi posti delle classi�iche nazionali Nel corso dei suoi 130 anni di vita molti sono gli allori raccolti dal Club di Scherma più prestigioso d’Europa e più titolato d’Italia: 37 medaglie olimpiche, 35 medaglie mondiali, 50 medaglie ai Campionati Italiani a squadreche eè 35stato medaglie anche Presidenteai Campionati del CircoloItaliani individuali. Il palmares vanta ben 7 titoli olimpici e 11 mondiali. Successi ottenuti da atleti del calibro di Giuseppe Del�ino, , di Giorgio Anglesio e di Cesare Salvadori. Si sono forgiati nel Club molti azzurri come Nicola Granieri, Mario Ravagnan, Roberto Chiari, Arturo Montorsi, Mario Vecchione, Carlo Calzia e Francesco Rossi, per citarne solo alcuni. In campo femminile spiccano tra gli altri, i nomi di Vannetta Masciotta, Consolata Collino e Laura Chiesa. Tutti questi campioni furono forgiati da �ior di maestri: negli anni Cinquanta, l’ungherese Bela Balogh, il “maestro” per antonomasia, insegnava con uguale bravura il �ioretto, la spada e la sciabola. Ungherese anche il maestro Janos Kevey, chiamato a Torino, insieme a Dario Mangiarotti, dal presidente Aldo Masciotta negli anni Sessanta per rinnovare i ranghi e dare un’impronta di modernità alla scuola. Polacco invece il maestro Egon Franke a cui è af�idato il settore del �ioretto. Oggi il Club Subalpino é presieduto dall’azzurro di sciabola Mario Vecchione, 15° presidente del Circolo, e può contare su maestri di assoluto livello accanto ai quali si va formando una valida pattuglia di istruttori giovani e promettenti, il tutto coadiuvato da un preparatore atletico professionale a disposizione degli atleti tutti i giorni dal lunedì al venerdì. TESTI: Alessandro Battistini e Gabriele Fredianelli con la collaborazione di Riccardo Rizzante PROGETTO GRAFICO: Gabriele Fredianelli