De Luca, sanità: «Non vogliono far sapere il miracolo fatto»

“Lo scopo del Movimento Cinque Stelle è quello di non far sapere ai cittadini quale straordinario lavoro è stato fatto per la sanità campana”. A sostenerlo è stato il presidente della regione , . Nel corso del suo intervento settimanale alla trasmissione di Lira Tv, commenta il “caso” che lo riguarda direttamente con la Lega che vorrebbe consentire alla Campania di uscire dal commissariamento della sanità e il Movimento Cinque Stelle che spinge per il mantenimento della situazione di emergenza e per il cambio del commissario, incarico, quest’ultimo, oggi ricoperto dallo stesso De Luca. “Apriamo un commissariato di polizia, allora”, ironizza il governatore che poi spiega: “I Cinque Stelle hanno l’obiettivo di impedire ai cittadini campani di venire a conoscenza del miracolo che abbiamo fatto, anche a costo di danneggiarli”. “Tutta Italia sa il lavoro straordinario che abbiamo fatto per la sanità di questa regione”. Prosegue il governatore che successivamente dice la sua in merito alla querelle tra Lega e Movimento CinqueStelle sulla prosecuzione del commissariamento campano: “Una situazione che nasce da 9 miliardi di euro didebiti maturati negli anni 2000 e un livello di prestazioni sanitarie bassissimo. Oggi abbiamo il bilancio inattivo e i dati ci dicono che abbiamo raggiunto la soglia dei livelli minimi di assistenza. Anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze ci dice che non c’è neanche l’ombra di un motivo per mantenere il commissariamento”. Poi l’annuncio: “Inviterò Zaia alla mostra di Canova”. “Lo inviterò qui a Napoli per fargli vedere un’altra immagine della città e della regione. Continueremo anche un discorso tra noi, facendogli capire che se la sfida è quella dell’efficienza, quella della sburocratizzazione, allora noi siamo in prima linea. Iltutto, però, a tre condizioni: l’unitarietà della scuola pubblica, che dovrà rimanere nazionale o regionale; un servizio sanitario che sia universale per tutti i cittadini; un fondo di perequazione che possa sostenere la ripresa del Sud e il recupero nei confronti del Nord. Così potremo fare insieme la battaglia per avere più autonomia”. “Spero che Zaia accetti l’invito – ha concluso De Luca – così gli farò gustare la gastronomia della Campania che non ha competitori”.

Europee, Pd, tutto come previsto: ecco Roberti, Petrone e gli uscenti. Paolucci torna alla casa madre, Conte pronto a seguirlo di Andrea Pellegrino

E’ pronta la lista del Partito democratico per la circoscrizione meridionale (che raggruppa le regioni Campania,Puglia, Abruzzo, Basilicata e Molise) per le Europee del 26 maggio. Sono stati definiti i diciotto candidati del Pd. Capolista, così come annunciato da , sarà l’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, attuale assessore regionale alla sicurezza della giunta De Luca. Segue Pina Picierno, renziana, eurodeputata uscente. Così come Andrea Cozzolino che tenta di restare a Bruxelles. Tra i campani confermato Giosi Ferrandino, uscente e già sindaco di Ischia. E’ subentrato al Parlamento Europeo a Gianni Pittella, eletto in Senato. Stessa conferma per Nicola Caputo, casertano e sostenuto dalla pattuglia deluchiana. Unica salernitana, così come annunciato nei giorni scorsi, è Anna Petrone, già consigliere regionale del Partito Democratico. C’è anche Massimo Paolucci, uscente, transitato in Mdp all’epoca della scissione con . Una presenza che avrebbe fatto storcere il naso all’ex premier e al gruppo renziano che si sono astenuti sulle liste. Paolucci che tra l’altro sarà lunedì (ore 17,30 al bar Moka) a per presentare il suo libro “Un sognodi sinistra. Tra Europa e Mezzogiorno”. Con lui ci saranno il consigliere comunale di Salerno, Antonio D’Alessio, il professore Carmine Pinto e l’ex ministro Carmelo Conte. A coordinare i lavori sarà invece la deputata di Leu, Michela Rostan. Tra l’altro, la presenza di Paolucci apre la strada di ritorno al Pd anche al deputato salernitano di Leu Federico Conte, promotore dell’iniziativa di lunedì alla sala Moka di Salerno. Astensione del gruppo Lotti – Guerini e Giachetti (di cui fa parte anche il salernitano Piero De Luca) alle liste proposte da Nicola Zingaretti che non ha incassato, però, nessun voto contrario. «Pieno sostegno a Zingaretti – dice Tino Iannuzzi, membro della direzione nazionale del Pd – per il suo stile di dialogo e confronto, rispetto per tutte le posizioni dentro il partito, per lo sforzo di ricostruire una comunità. Le liste sono qualificate ed aperte e vanno nella giusta direzione di costruire uno schieramento aperto ed inclusivo, capace di dare voce ad esperienze e sensibilità diverse, con capilista autorevoli. Occorre prestare grande attenzione al mondo delle partite Iva, del lavoro autonomo, dei giovani professionisti, al mondo cattolico, ai temi della sostenibilità ambientale e della Green economy, del Mezzogiorno con la difesa ferma dell’unità nazionale e la giusta opposizione a scellerati disegni di regionalismo differenziato». ha scelto il candidato Ilardi pronto a volare a Strasburgo di Andrea Pellegrino

Forza Italia Salerno scioglie la sua riserva e piazza in lista per le Europee Antonio Ilardi. L’ingegnere, già amministratore dell’Aeroporto di Pontecagnano, scende così in campo sotto la bandiera di . Un passato da «governativo» alle spalle. Da imprenditore ha tentato prima la riqualificazione dell’exs tadio Vestuti, poi la creazionedi un porticciolo a Pastena, a pochi metri dal Polo Nautico. Progetti sostenuti da VincenzoDe Luca ma poi naufragati. Poi la nomina nel Cda dell’aeroporto di Pontecagnano Faiano, fino alle dimissioni e una ritrovata opposizione al sistema deluchiano, a partire dalla costituzione di un comitato civico a difesa di Sala Abbagnano. Ora Ilardi scende in campo, con tanto di placet dei vertici nazionali e provinciali. «Forza Italia continua nel processo d’inclusione di segmenti della società civile – ha spiega Enzo Fasano, coordinatore provinciale di Forza Italia – e la scelta di candidare l’amico Antonio Ilardi va in questa direzione. Un profilo importante che, anche grazie ai prestigiosi incarichi ricoperti, saprà rappresentare al meglio la provincia di Salerno in questa tornata elettorale per le Europee. In bocca al lupo ad Antonio Ilardi e a tutto il nostro partito che sarà impegnato nella sfida del 26 maggio». «Mi ha mosso, in questa scelta, la rinnovata e incondizionata condivisione dell’appello lanciato, esattamente cento anni fa, da Don Luigi Sturzo ai “liberi e forti”, i cui contenuti appaiono oggi di particolare e drammatica attualità – ha affermato l’ingegnere salernitano – Animati da quelle convinzioni, sosterremo insieme, con immutato slancio, gli ideali di giustizia, pace, libertà e prosperità di un’Europa popolare. Insieme difenderemo, in questa campagna elettorale, le ragioni di un’Europa unita, i diritti di un Sud troppo spesso mortificato dall’egoismo del Nord, la voglia di sviluppo e di riscatto dei nostri giovani. Insieme, insomma, lanceremo la sfida perché ogni comune della provincia di Salerno e ogni lembo del nostro Mezzogiorno ritorni a essere una priorità reale per la politica nazionale ed europea». NELLA LEGA C’E’ IL FIDANZATO DELLA LE PEN Sarà, almeno secondo indicazioni, catapultato nella circoscrizione meridionale Vincenzo Sofo, responsabile nazionale di Mille Patrie per l’Italia – Fronte Identitario e fidanzato di Marion Le Pen, nipote di Marine. Sofo potrebbe essere il candidato salernitano della Lega. La proposta sarebbe al vaglio già di . Per ora in campo, come salernitana doc, c’è solo Lucia Vuolo alle prese, tra l’altro, con il caso Baronissi. Qui cisono le elezioni amministrative ed il simbolo della Lega è conteso da Tony Siniscalco e Giovanni Moscatiello. Verso la candidatura anche Lettieri jr mentre calano vertiginosamente le quotazioni dell’ex sindaco di Pontecagnano Faiano, Ernesto Sica.

«No all’impianto di stoccaggio in via Irno» di Marcello D’ambrosio

Viabilità da realizzare per l’impianto privato di stoccaggio dell’Ecosider di Pagani che potrebbe essere ubicato in via Irno a Pontecagnano. Ne ha parlato il governatore Vincenzo De Luca nel consueto appuntamento su Lira Tv “Campania Regione Europea” di due settimane fa. Se n’è parlato ieri durante il consiglio comunale di Pontecagnano Faiano nella discussione della mozione co-firmata dai consiglieri comunali di minoranza Mazza e Pastore con la quale si chiedeva di dire, senza se e senza ma, sì o no alla realizzazione dell’impianto. La risposta del sindaco del comune picentino Lanzara è stata chiara: la mozione ha un valore politico ma potrebbe non incidere se non addirittura andare nel verso opposto al lavoro che stanno portando avanti gli uffici comunali preposti. Il primo cittadino ha sottolineato più volte che non si intende in nessuna maniera scoraggiare gli imprenditori ad investire nel territorio pontecagnanese, così come una eventuale richiesta di valutazione di impatto ambientale all’Arpac rappresenterebbe un implicito via libera all’impianto in via Irno. La mozione è stata integrata con il testo: «netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di realizzazione di impianti di trattamento e stoccaggio dei rifiuti in via Irno». Dopo le dichiarazioni dei capigruppo Ernesto Sica e Francesco Pastore e del sindaco Lanzara la mozione è stata votata con modalità nominale e approvata all’unanimità da parte dei consiglieri presenti. In riferimento al potenziale impianto di via Irno il sindaco Lanzara aveva fissato già da tempo un incontro con i cittadini per il 15 aprile. Tuttavia, come anticipato da questo giornale nei giorni scorsi, un gruppo di pontecagnanesi ha deciso in un’assemblea di fissare un evento che, come si apprende da Facebook, si terrà il 14 aprile in piazza Sabbato, è denominato “Gli impianti di rifiuti a Pontecagnano, tutti i motivi di un no!” e risulta organizzato da Federico Arcangelo Marra (Sinistra Italiana) e Matteo Zoccoli. E nello stesso giorno del consiglio comunale sull’eco distretto in fase di realizzazione da parte del comune di Giffoni Valle Piana e Pontecagnano Faiano arriva una nota del Movimento 5 Stelle: «Il fallimento delle politiche sui rifiuti della gestione De Luca si concretizza sistematicamente nella strategia impiantistica, l’unica che questo governo regionale è in grado di mettere in campo per evitare una nuova emergenza. A farne le spese saranno i comuni di Pontecagnano e Giffoni Valle Piana, individuati per ospitare nuovi impianti di smaltimento e stoccaggio grazie a un accordo tra i due sindaci. Territori che pagano le scelte di un’amministrazione regionale incapace, in quattro anni, di dar vita a un ciclo ottimale, con una riduzione a monte del rifiuto, un incremento significativo della raccolta differenziata, la realizzazione di impianti di compostaggio e politiche di riciclo e riuso della materia. Ed è paradossale che gli stessi amministratori dei due comuni interessati, componenti degli ambiti omogenei e che per questo dovrebbero pianificare l’impiantistica a livello provinciale, agiscano localmente. Un fallimento palese di una finta legge di riordino». E’ quanto denunciano il consigliere regionale M5S Michele Cammarano e la deputata M5S Anna Bilotti, anticipando il deposito di interrogazioni alla Camera e in Regione Campania. «Prevedere nuovi impianti senza realizzare alcuno studio su dimensionamenti, carichi ambientali e soprattutto senza chiarire a quale bacino territoriale faranno riferimento, è una strategia che nasconde troppe incognite per i cittadini dei comuni interessati. Parliamo di scelte che dovrebbero essere condivise a livello territoriale per una pianificazione complessiva provinciale e non relegate ad una dimensione comunale. E non è chiara la ragione per cui si farà sorgere un impianto compost da 30mila tonnellate a Pontecagnano, apochi chilometri dall’impianto di Salerno della stessa tipologia e da 65mila tonnellate».

La Lega prova a salvare De Luca I Cinque Stelle: «Ecco l’inciucio» di Andrea Pellegrino

Si accende lo scontro tra Movimento 5 Stelle e Lega sul commissariamento della sanità in Campania. Dopo il nulla di fatto in Consiglio dei Ministri, le dichiarazioni del sottosegretario Garavaglia gettano benzina sul fuoco. La Lega, a quanto pare, vorrebbe la fuoriuscita dal commissariamento della Campania, salvando così Vincenzo De Lucae certificando il buon lavoro del governatore mentre i Cinque Stelle spingerebbero perla nomina di un nuovo commissario che sostituisca l’attuale presidente della giunta regionale alla guida della sanità. «Si prefigura un vergognoso inciucio», incalza Valeria Ciarambino, consigliere regionale del Movimento 5Stelle. Il caso sanità, per la Ciarambino potrebbe sancire «un possibile accordo in Campania tra il partito di Salvinie il governatore De Luca in vista delle regionali 2020». «La Regione – prosegue – è alle prese con una sanità da Terzo Mondo, con servizi inefficienti, ospedali che crollano, degenti ricoperti di formiche o curati sul pavimento e nosocomi insicuri che non hanno neppure l’autorizzazione all’esercizio né i certificati antincendio e che per questo andrebbero addirittura chiusi. E’ assurdo leggere che per il leghista Garavaglia, nelle sue dichiarazioni rese al Corrieredel Mezzogiorno, in linea con le affermazioni che De Luca ha rilasciato pubblicamente in quelle stesse ore, conta solo che le carte siano a posto. E non certo che nella nostra regione, grazie al governatoree commissario in carica, da anni non venga più garantito il sacrosanto diritto a un’assistenza degna di questo nome». «Delle due, l’una – incalza, invece, Maria Domenica Castellone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama – o Garavaglia non ha contezza dello stato in cui versa il settore in Campaniao o dalla Lega è partito l’ordine di scuderia di tendere una mano a De Luca. La situazione della sanità nella mia regione è sotto gli occhi di tutti: ospedali fatiscenti e pericolanti, condizioni igieniche pessime, interi nosocomi in fase di smantellamento se non addirittura sprovvisti di autorizzazione all’esercizio, reparti chiusi per i festini dei primari. Non ultimo, il crollo avvenuto agli Incurabili, effetto di una gestione incapace di spendere oltre un miliardo di risorse già appostate per l’edilizia sanitaria. Serve uncommissario alla sanità esterno, abbiamo votato un principio sacrosanto: i controllori non possono essere i controllati. Il cambiamento, purtroppo, non può passare avallando le scelte di chi ha gestito la sanità in Campania negli ultimi anni. Serve un cambio di rotta»

Franco Alfieri avvia la campagna elettorale e si dimette da capostaff in Regione

Andrea Pellegrino

Franco Alfieri da qualche giorno non è più capo della segreteria del presidente De Luca. Una scelta che sarebbe scaturita dopo la candidatura a sindaco nel comune di Capaccio Paestum. Resta però consigliere politico del presidente per l’agricoltura e la pesca. Insomma, De Luca perde nuovamente il suo capostaff. Una lunga scia di dimissioni partita con quelle di Nello Mastursi, passata per Alfonso Buonaiuto e per Alfieri ormai al suo secondo addio dagli uffici di Palazzo Santa Lucia. Lo scorso anno per la candidatura alla Camera dei Deputati, uscito sconfitto sull’uninominale del suo collegio, e ora per tentare la corsa a sindaco della città dei templi. E oggi inaugurerà il suo primo comitato a Ponte Barizzo, avviando così la campagna elettorale in un terra non proprio facile dal punto di vista politico. Sabato un ulteriore appuntamento a Capaccio. Per ora non ci sono simboli di partito, compreso quello del Partito democratico che con molta probabilità non sarà affidato a nessuno. Tanto meno ad Italo Voza, ex candidato sindaco del Pd, che all’indomani della sconfitta elettorale abbandonò anche i banchi consiliari, quasi in segno di protesta. Ora Voza tenta di ritornare a Palazzo di Città ma oltre gli altri sfidanti, dovrà superare anche l’ostacolo Alfieri. Intanto pare che abbia lasciato gli uffici di Palazzo Santa Lucia anche Assunta Tartaglione, ex segretaria regionale del Pd che, a dicembre, aveva accettato l’incarico di consigliere politico del presidente, sancendo così una sorte di pace politica con Vincenzo De Luca. Ma a quanto pare la presenza della Tartaglione sarebbe durata troppo poco.

«Non ci furono interferenze di De Luca» Crescent, le motivazioni dell’assoluzione

Trecentodiciassette pagine per motivare le ventidue assoluzioni, contenute nella sentenza dello scorso 28 settembre, del processo Crescent. Sono state depositate nella giornata di ieri e recano la firma dei giudici Vincenzo Siani, Antonio Cantillo ed Ennio Trivelli. Un lungo processo che ha visto imputate 22 persone: oltre al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dinanzi ai magistrati si sono presentati amministratori ed ex amministratori del Comune di Salerno (Eva Avossa, Gerardo Calabrese, Luca Cascone, Luciano Conforti, Domenico De Maio, Augusto De Pascale, Ermanno Guerra, Aniello Fiore, Vincenzo Maraio e Francesco Picarone); funzionari della Soprintendenza ed ex soprintendenti (Giovanni Villani, Giuseppe Zampino e Anna Maria Affanni); attuali ed ex dirigenti comunali (Lorenzo Criscuolo, Davide Pelosio, Matteo Basile, Nicola Massimo Gentile e Bianca De Roberto) e imprenditori (Eugenio Rainone, Maurizio Dattilo e Rocco Chechile). Nelle motivazioni, i giudici hanno sottolineato come non vi sia stata la prova che l’allora sindaco di Salerno, e ispiratore del condominio privato sul mare, Vincenzo De Luca abbia istigato a redigere atti illegittimi per la realizzazione del Crescent. Allo stesso modo, non sono stati raccolti – secondo il collegio giudicante – dati probatori utili alla contestazione del reato di abuso d’ufficio. Per lo stesso De Luca è andato in prescrizione il reato di falso. La posizione dell’ex primo cittadino di Salerno, secondo i tre giudici, non ha presentato alcuna anomalia: interessato sì ma non è stato messo in atto alcun comportamento volto a interferire con le decisioni della Soprintendenza. «Pur essendo emerso in modo chiaro il forte interesse dell’esponente politico all’approvazione del progetto di intervento edilizio, al quale assegnava un valore pregnante sotto il profilo politico tra gli obiettivi della sua stagione amministrativa – si legge ancora nel corposo testo – non c’è riscontro dell’intervento di De Luca come istigatore verso gli esponenti di vertice del Comune, ed ancor meno nell’incidere sull’operato di quelli della Soprintendenza, al fine di spingerli ad adottare atti». Nessun elemento per sostenere l’abuso di ufficio contestato, tra l’altro agli esponenti dell’ex giunta De Luca. «A parere del collegio non stati raccolti dati probatori bastevoli per consentire di affermare che i comportamenti illegittimi fossero finalizzati a far conseguire agli aggiudicatari dei diritti edificatori del Crescent un vantaggio patrimoniale». Non c’è distinzione tra interesse pubblico e quello politico: «E non necessariamente si pone in contrasto, non potendo considerare l’interesse politico in modo meccanicistico come un utile privato, volto ad un ritorno spicciolo di tipo elettoralistico». Prescrizione per il reato di falso anche per l’ex soprintendente Zampino e per il funzionario incaricato, Giovanni Villani; la loro posizione, però, sarebbe diversa perché – si legge nelle motivazioni – non sussistono «i presupposti per l’assoluzione, essendo stata raggiunta la prova positiva della loro colpevolezza». Nello specifico, il riferimento è al silenzio-assenso tramite il quale è stata rilasciata la prima autorizzazione paesaggistica, ritenuta poi illegittima e annullata dal Consiglio di Stato in seguito ai ricorsi di Italia Nostra e No Crescent. Un silenzio-assenso maturato in seguito alla scadenza dei termini di 60 giorni per gli eventuali riscontri da parte del comitato tecnico scientifico del Ministero. Un atto che per i giudici è «certamente ideologicamente falso, in quanto il comitato non aveva mai ricevuto la trasmissione degli atti».

Matteo Richetti sbarra le porte: «No a De Luca e ai figli di…»

Andrea Pellegrino

«Mentre nel Pd si minacciava il lanciafiamme si candidavano De Luca in Campania e Oliverio in Calabria». Matteo Richetti annuncia la sua corsa per la segreteria nazionale del Pd partendo proprio dal caso Campania. «Si predicava la rottamazione ma ci si affidava ai capibastone che sono in giro per l’Italia». A partire proprio da Vincenzo De Luca in Campania, dalla sua candidatura e di quella del figlio Piero, attuale deputato dem. «Un partito di figli di mi preoccupa», dice ancora Richetti: «In Campania se dovessi vincere io troverete quei giovani che si sono sempre battuti contro questo sistema». E Richetti parte proprio dai giovani e dall’ex segretaria regionale dei Gd, Francesca Scarpato. È lei una dei riferimenti della sua campagna congressuale del Partito democratico. Il tutto mentre lo sfidante Nicola Zingaretti blinda la ricandidatura di Vincenzo De Luca alle prossime regionali. Una posizione già annunciata diverse settimane fa, prima alla festa dell’Unità a Scafati e poi all’ultimo appuntamento a Pontecagnano Faiano, da Matteo Orfini, un tempo antideluchiano, oggi suo fan. Porte chiuse da Luigi de Magistris. Zingaretti, durante la visita a Napoli, aveva teso la mano anche al primo cittadino. «È un po’ confuso – la replica di de Magistris – deve scegliere con chi dialogare. Se c’è davvero la volontà di cambiare, in me avranno un interlocutore corretto e leale che non significa fare un’alleanza politica. Pensare di dialogare sia con me che con De Luca significa non conoscere cosa accade in Campania». «Con De Luca – ha detto il sindaco – è impossibile non solo il dialogo politico ma anche quello istituzionale. Se si pensa di dialogare con entrambi si vogliono mettere insieme due persone profondamente divise». Qualora da parte del Pd ci sia una reale consapevolezza di cambiamento, de Magistris ha sottolineato che «si può discutere per un’importante e rinnovata coalizione civica in vista delle regionali».

De Luca prepara bis, tutti convocati

Andrea Pellegrino Tutti convocati lunedì alle ore 18.30 all’Hotel Mediterranea. L’invito è di Vincenzo De Luca che incontrerà gli amministratori comunali del Pd per ufficializzare il nome del prossimo candidato alla presidenza della Provincia di Salerno. La candidatura dovrà essere presentata entro l’11 ottobre; le votazioni, invece, si terranno a fine mese. Ieri nuovo giro di consultazioni nella sede di via Manzo. I vertici del Pd provinciale hanno incontrato i rappresentanti territoriali di Cava de’ Tirreni, Vietri sul Mare e della Costiera Amalfitana. È uno degli ultimi incontri prima dell’appuntamento di lunedì e quindi del via libera al candidato presidente. Il criterio scelto è questo: il nome del candidato uscirà tra quelli dei consiglieri provinciali (sindaci) attualmente in carica. Tecnicamente in corsa c’è anche il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli che rivendica la candidatura. Ma gli ultimi fatti giudiziari e politici rallenterebbero la corsa del secondo sindaco della provincia di Salerno. Così in campo resterebbero Carmelo Stanziola (sindaco di Centola) e Michele Strianese (sindaco di San Valentino Torio). Nulla da fare, per una questione tecnica (il mandato è in scadenza), per il primo cittadino di Bellizzi Mimmo Volpe. Insomma, se dovessero essere confermate le prime indicazioni, la scelta dovrebbe ricadere su un sindaco del nord o del sud della provincia di Salerno. Ma lunedì all’ordine del giorno ci sarà anche il futuro del Pd. O meglio dei deluchiani. Incassata la sentenza positiva sul Crescent, il governatore ha già avviato la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali. Tra le prossime scadenze, oltre le Europee (che potrebbero interessare marginalmente De Luca), c’è sicuramente il congresso nazionale del Partito democratico. Al momento, la scelta sarebbe quasi obbligata per i deluchiani, dopo la chiusura netta di Richetti. Per loro non resterebbe che sostenere la candidatura del governatore del , Zingaretti. Ma novità in vista si intravedono anche a Palazzo di Città. In attesa di un prossimo Consiglio comunale si valuta un clamoroso ritorno: quello di Roberto De Luca, costretto alle dimissioni dopo la bufera giudiziaria napoletana. Una voce che inizia a circolare con insistenza al punto da preoccupare i componenti dell’esecutivo Napoli. Non fosse altro che, al momento, non si parlerebbe di un possibile addio di Luigi Della Greca. Anzi a quanto pare l’assessore al bilancio non si toccherebbe.

Festa dell’Unità senza De Luca Oggi il venerdì più lungo del Pd

È il venerdì più lungo per il Partito democratico della provincia di Salerno e della regione Campania. Occhi puntati verso Palazzo di Giustizia dove è attesa la sentenza a termine dell’ultima udienza del processo Crescent che vede tra gli imputati il governatore Vincenzo De Luca, con annesso rischio sospensione dalla carica per effetto della legge Severino. Ma sarà anche il giorno della Festa de L’Unità regionale che si terrà a partire dalle 17 all’ex tabacchificio Centola di Pontecagnano Faiano. Vincenzo De Luca non ci sarà. E questa è la prima notizia della due giorni dem. Le diplomazie sarebbero ancora al lavoro, per evitare crisi politiche sull’asse Salerno – Pontecagnano. Ma a quanto pare, per ora, il nome del governatore resta fuori scaletta. Ci sarà il figlio Piero, oltre i big Minniti, Rosato e Orfini.

Il programma

Si articola in una serie di convegni e dibattiti che avranno al centro il lavoro fatto dalla Regione. Si parte oggi alle 17 con i saluti del segretario Pd di Pontecagnano, Roberto Brusa, e dei segretari provinciale e regionale, Vincenzo Luciano e Assunta Tartaglione. Il pomeriggio proseguirà con nove tavoli, uno per ogni tematica individuata, durante i quali parlamentari, assessori e consiglieri regionali illustreranno le attività messe in campo nella prima parte della consiliatura e i risultati ottenuti. Alle 19 è prevista una sessione plenaria, con la senatrice Teresa Bellanova e il vicepresidente della Giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, che relazioneranno e faranno una sintesi su quanto emerso dai tavoli. A seguire, il vicepresidente del Pd alla Camera, Ettore Rosato si concentrerà sul ruolo di opposizione del partito e sulla creazione di un’alternativa al governo Lega- M5s. Domani, invece, dopo i saluti del sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, e del presidente della Provincia, Giuseppe Canfora, si rifletterà sulle esperienze positive di amministrazione degli enti locali, con la testimonianza di cinque sindaci del Pd, uno per ogni provincia. Alle 17,30 sarà la volta del presidente del Pd, Matteo Orfini, protagonista del panel dal titolo ‘Il nostro impegno per l’Italia’. Alle 18,30 si discuterà di Europa e Mezzogiorno, con un confronto tra gli europarlamentari Nicola Caputo, Andrea Cozzolino, Giosi Ferrandino e Pina Picierno. L’iniziativa si chiuderà con il dibattito su sicurezza e immigrazione, che vedrà sul palco Marco Minniti, deputato ed ex ministro dell’Interno, e il deputato Piero De Luca.

Le polemiche

Da giugno ormai non corre buon sangue tra l’amministrazione comunale di Pontecagnano Faiano (eletta appena a giugno) e la segreteria provinciale dem. Oltre all’assenza del governatore De Luca – che seguirebbe il mancato invito durante la campagna elettorale di Giuseppe Lanzara – i contrasti con i dirigenti provinciali del Partito democratico non sarebbero rientrati. Unica speranza che De Luca jr, nella due giorni picentina, butti acqua sul fuoco. Lanzara, dalla sua, cerca di mostrare i muscoli ed opzionare, semmai, la candidatura alla presidenza della Provincia di Salerno.