Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro - POSTE ITALIANE - Spedi- zione in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27.02-2004) Art. 1 Comma 2 CNS/CBPA - SUD/CS/39/2007 Valida dall' 11/04/2007

EPARCHIA DI LUNGRO DEGLI ITALO-ALBANESI DELL'ITALIA CONTINENTALE Amministrazione: Curia Vescovile - Corso Skanderbeg, 54 87010 LUNGRO (CS) - Tel. 0981-947234 Suppl. al Bollettino Ecclesiastico - reg. Trib. Castrovilari nr. 54 del 17.6.1948 A cura della Commissione Eparchiale per le Comunicazioni Sociali ANNO XX - Numero 2 - maggio-agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA L’ECUMENISMO UNA PRIORITÁ IN CALABRIA: TERRA DI INCONTRO CON I CRISTIANI D’ORIENTE (San Cosmo Albanese 27 agosto 2008) S.E. Mons. LUIGI RENZO Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea

Premessa introduttiva sto dello storcere il naso al possibilismo. Soprat- Quando si parla di Ecumenismo e di dialogo tutto nel rapporto con gli Ortodossi di Grecia la inter-religioso le reazioni variano: si passa dal ge- diffidenza è ricorrente. Nel maggio 2001, proprio in Grecia, Giovanni Paolo II incitava fedeli e vescovi a “purificare la memoria”, ad amare e collaborare con i vicini fratelli ortodossi. In particolare raccomandava ai vescovi cattolici un atteg- giamento pacifico e propositivo: “In questa ter- ra vivono fratelli e sorelle della Chiesa ortodossa, ai quali ci unisce un forte le- game di fede verso il comu- ne Signore. (…) Quanto so- gniamo che i Pastori di que- sta terra gloriosa, apparte- nenti sia alla Chiesa orto- dossa che a quella cattolica superando le difficoltà del S.E. Mons. Luigi Renzo, Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea passato e affrontando co- 2LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA raggiosamente le difficoltà del presente, si senta- dal titolo - è di natura storica più che teologica e no insieme responsabili dell’unica Chiesa di Cri- vuole essere un breve excursus storico a volo sto e della sua credibilità davanti al mondo”. d’uccello, una specie di lungometraggio attraver- La responsabilità principale della Chiesa è il so i secoli, da cui poter cogliere una Calabria ter- servizio alla verità: verità su Dio, verità sull’uo- ra di incontro con i cristiani d’Oriente; spazio e mo e sul suo destino misterioso, verità sul mon- crogiuolo di spiritualità diverse che do. Verità difficile che cerchiamo nella Parola di sincronicamente hanno convissuto in sintonia e Dio. (cf. PAOLO VI, Evangelii n untiandi, n. 78) quasi in perfetta integrazione e comunione, che Sulla stessa traiettoria di dialogo e di impegno mano mano si è andata chiarendosi e perfezio- ecumenico si sta muovendo anche Benedetto nando. Esempio, il nostro, di come anche oggi XVI, che non perde occasione per richiamare a possa essere realizzabile quel dialogo ecumenico questa comune responsabilità. auspicato e speriamo anche voluto e perseguito. Lo scorso 28 giugno nell’inaugurare l’anno Svilupperò allora il mio intervento su tre fasi Paolino, alla presenza del Patriarca di storiche: il primo millennio, il periodo dall’XI al Costantinopoli Bartolomeo I, ha ribadito come XIV secolo ed infine dal sec. XV ai nostri giorni. l’Apostolo “ci ricorda che la piena comunione tra tutti i cristiani trova il suo fondamento in lennio (Ef 4, 5). (…) Nel nostro mondo, in cui si va con- Il primo millennio è un periodo di sostanziale solidando il fenomeno della globalizzazione ma equilibrio durante il quale né l’iconoclastia che continuano ciononostante a persistere divisioni e coinvolse l’intero Oriente, né le altre tensioni e conflitti, l’uomo avverte un crescente bisogno di diatribe politiche e teologiche tra Costantinopoli certezze e di pace. Allo stesso tempo, però, egli e Roma provocano particolari sussulti nelle po- resta smarrito e quasi irretito da una certa cultura polazioni del Brutium, poi Calabria dal sec. VIII, edonistica e relativistica, che pone in dubbio l’esi- dopo la ristrutturazione territoriale operata dagli stenza stessa della verità. Le indicazioni dell’Apo- imperatori Giustiniano II e Leone III l’Isaurico. stolo sono, al riguardo, quanto mai propizie per Da questo momento la nuova Calabria divenne incoraggiare gli sforzi tesi alla ricerca della pie- ducato, dipendente dallo stratega di Sicilia e non na unità tra i cristiani, tanto necessaria per offrire più dall’esarca di Ravenna. agli uomini del terzo millennio una sempre più Soprattutto Leone III, in applicazione del can. luminosa testimonianza di Cristo Via, Verità e 38 del Concilio Trullano del 681, che aveva riba- Vita. Solo in Cristo e nel suo Vangelo l’umanità dito il principio che l’ordinamento ecclesiastico può trovare risposta alle sue più intime attese”. Il doveva conformarsi al quadro politico-ammini- Papa auspica che “l’Anno Paolino possa aiutare strativo dell’Impero, d’autorità subordinò le dio- il popolo cristiano a rinnovare l’impegno cesi di Calabria al Patriarca di Costantinopoli, ecumenico”, e ad intensificare “le iniziative co- imponendo il rito greco e vescovi bizantini. Anzi, muni nel cammino verso la comunione fra tutti i proprio da questo periodo cambia radicalmente discepoli di Cristo”. (BENEDETTO XVI, Salu- anche la geografia chiesastica per via della istitu- to al Patriarca Ecumenico Bartolomeo I in occa- zione di nuove sedi vescovili, tra cui, per esem- sione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e pio, in questa zona, Rossano, Cassano, Bisignano, Paolo e dell’apertura dell’Anno Paolino, Roma ritenute più rispondenti alle esigenze 28 giugno 2008) organizzative dello stesso Impero. Una premessa necessaria prima di entrare nel A fare da amalgama suturante in questa fase è il vivo del tema assegnatomi. monachesimo orientale che a più riprese si diffon- Il taglio della mia riflessione - come si evince de e facilita la piena coesione della regione per- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 3

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA meando le popolazioni di spiritualità orientale. la a Burtscheid, presso Aquisgrana. E soprattutto Il primo flusso di monaci verso la Calabria av- mi riferisco a S. Nilo, che alle porte di Roma fon- viene nel sec. VI al seguito delle truppe di Belisario da il monastero greco di Grottaferrata, dopo aver e Narsete, a cui si aggiunsero via via i monaci pro- vissuto per 15 anni accanto ai Benedettini di venienti dalla penisola balcanica, sconvolta dalle Montecassino. invasioni degli Avari. Entrambi Calabresi: in Calabria e fuori hanno Il flusso più consistente, comunque, si ha a coltivato l’incontro tra i popoli e l’intesa tra cul- partire dal sec. VIII per le persecuzioni ture e spiritualità diverse, modelli quindi di una iconoclaste e la lotta al culto delle icone, di cui i Calabria in cui lo spirito ecumenico e dell’acco- monaci erano i più convinti cultori e diffusori. I glienza è pienamente di casa. Non mancano esem- monaci si rifugiarono ai confini dell’Impero nel- pi di pacifica convivenza e di religioso rispetto la Calabria Settentrionale e nella Lucania dando anche nei confronti di Ebrei ed Arabi. vita nella zona del Pollino alle regioni monasti- che del Mercurion e del Latinianon. 2. Il periodo tra XI e XIV secolo. Testimonianze vive di questo monachesimo L’arco di tempo tra l’XI ed il XIV secolo deter- sono la molteplicità di santi che vi fiorirono, ai mina in Calabria ed in genere nel Meridione d’Ita- quali non mancò l’intuizione ispirata della neces- lia una trasformazione radicale, che fece rischia- sità di favorire l’incontro tra le due anime (i due re il crollo dei precedenti equilibri. In questo pe- polmoni) della Chiesa, quella Orientale e quella riodo, nel 1054, si consuma la definitiva rottura Occidentale, liberandosi dalle patoie del tra Oriente e Occidente ed è in questo periodo condizionamento politico. che con la conquista normanna si attiva il pro- Mi riferisco a S. Gregorio di Cassano, per esem- cesso di latinizzazione del rito e della cultura, che pio, che al tempo di Ottone III fonda in Germa- porta all’insanabile rottura con l’Oriente, con ri- nia il monastero greco di S. Apollinare e S. Nico- percussioni negative sullo stesso monachesimo

San Cosmo Albanese. Agosto 2008. Tavolo di presidenza 4LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA greco, fino ad allora ritenuto focolaio della civil- Vincenzo La Costa..), convissero pacificamente tà orientale e strumento di coesione tra la popo- con i locali fino al 1532, anno in cui aderirono lazione. I vescovi greci furono sostituiti con ve- pubblicamente al Calvinismo. L’atteggiamento scovi latini, il passaggio sotto la giurisdizione del cambiò culminando con l’occupazione di S. Sisto Papa, l’aver favorito le forme del monachesimo e l’uccisione nel 1560-61 di un centinaio scarso occidentale: sono stati tutti ingredienti per di uomini da parte dei signorotti locali. Pagina scardinare l’unità tra le chiese. In aggiunta furo- nera, questa, finita così per l’eccessivo fanatismo no create nuove diocesi, che rispondessero me- da una parte e dall’altra e che poteva concludersi glio al nuovo progetto latinizzante ed alla conse- in maniera più pacifica, se non fossero interve- guente soppressione di altre: vedi S. Marco nuti motivi più di natura politico-vendicativa, che Argentano, Martirano, Mileto (ottenuta quest’ul- non religiosa, come sostiene P. Russo nel suo Sto- tima dalla soppressione delle bizantine Taureana ria della Arcidiocesi di Cosenza, (Napoli 1957, e Vibona). Si avvia quel nuovo processo storico- p. 169). E che le cose fossero andate così si culturale che, a parte i casi di Reggio, Gerace e desume anche dal fatto che già nel 1562 i Valdesi Rossano, non trovò particolari resistenze altro- di S. Sisto e Guardia ritornarono ad abitare tran- ve, facilitando il compito ai Normanni. quillamente i loro Casali. Anche questo potremmo vederlo in quella conti- nuità eclettica e docile dell’animo calabrese, che sa 3. Dal XV secolo ai nostri giorni essere accogliente e sa arricchirsi delle nuove espe- Nel secondo Quattrocento in Calabria si veri- rienze. Un Ecumenismo innato, se vogliamo. E se fica un fenomeno singolarissimo, quasi a sottoli- si era consumato lo stacco da Costantinopoli ed il neare come l’identità storico-religiosa della no- passaggio sotto la giurisdizione di Roma, il perdu- stra regione non potesse prescindere e fare a meno rare in alcune zone della regione della spiritualità e della convivenza nel suo territorio della spiritua- del rito greco, ciò ha consentito di mantenere inal- lità occidentale ed orientale. terata in Calabria l’unità cattolica delle Chiese. Mentre ad opera dei rispettivi vescovi Matteo Altra testimonianza significativa di questa vo- Saraceno (1460-81) e Atanasio Calcheopulo lontà è la presenza dei monasteri greci, soprattut- (1461-97) veniva decisa la soppressione del rito to di quello di S. Maria del Patire di Rossano, greco a Rossano e a Gerace, ultimi baluardi ri- che non si distacca dalla spiritualità e dalla litur- masti in Calabria, quasi per una coincidenza for- gia bizantina. tuita o, chissà, per un oscuro disegno della Prov- Non sono mancate, inoltre, figure importanti e videnza, proprio nel territorio di Rossano, dopo di frontiera che hanno profuso le loro energie per la morte di Giorgio Castriota Scanderberg nel sanare l’unità lacerata tra le Chiese. Particolar- 1468, giungevano i primi esuli albanesi accolti mente intensa, per esempio, anche se inutile nei pacificamente dall’abate Paolo di S. Adriano, suc- fatti, è stata l’opera di Barlaam di Seminara, con- cessore di S. Nilo di Rossano. vinto assertore del dialogo tra le Chiese, e che In verità, già qualche decennio prima, intorno al con questa speranza presentò al Papa Clemente 1448, un primo nucleo di soldati albanesi, giunti VI un “Progetto di unione della Chiesa latina e di col capitano di ventura Demetrio Reres in soccor- quella greca”. Il “progetto” purtroppo restò sulla so del re Alfonso d’Aragona alle prese con le ri- carta e non se ne fece nulla. volte della Congiura dei Baroni capeggiate dal Un’altra pagina per così dire di incontro marchese Antonio Centelles, si era insediato nel ecumenico riguarda l’arrivo in Calabria dei Crotonese e nel Lametino (Amato, Andali, Aieta, Valdesi nella prima metà del sec. XIV. Integratisi Casalnuovo, Vena, Zagarona, Carafa, Carfizzi, perfettamente nel cosentino, nel territorio del duca Pallagorio, S. Nicola dell’Alto, Gizzeria). Ma il di Montalto (S. Sisto, Guardia Piemontese, S. flusso migratorio vero - calcolato intorno a 200 Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 5

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA mila albanesi soprattutto nella Sibaritide e nei ter- molestavano costringendoli perfino a ritori del principe Sanseverino - si ebbe appunto ribattezzarsi, privandoli dei loro benefici, gravan- dopo la morte di Scanderberg e per tutto lo scorcio doli di molti oneri e privandoli addirittura della del sec. XV. sepoltura religiosa. (cf. Il Rito greco in Italia. Le vicende storiche e religiose successive le Appunti di Segreteria, di Anonimo, Roma 1917, conoscete meglio di me, per cui mi limiterò a p. 63; citato da F. RUSSO, Storia della Chiesa in sottolineare alcuni aspetti e fenomeni intercorsi Calabria, p. 594; anche Regesto Vaticano, III, n. tra le due comunità (latina e albanese), caratte- 16265.) rizzati da alterne situazioni, che pur registrando Queste scaramucce evidenziano le difficoltà a difficoltà, hanno comunque portato ad un pro- trovare un’intesa, ma non ci fu un rifiuto cesso di integrazione, che è andato allargandosi pregiudiziale anche perché il Concilio di Firenze soprattutto nel territorio delle diocesi di Rossano, (1438-39) aveva riaperto il dialogo tra la Chiesa S. Marco Argentano, Cassano, Bisignano e d’Oriente e d’Occidente tanto che nel 1452 le Cosenza. deliberazioni conciliari erano state solennemen- Man mano che i rapporti andavano intensifi- te promulgate anche a Costantinopoli, nella chiesa candosi si colsero le sostanziali differenze non di S. Sofia, alla presenza dell’Imperatore e del solo nella lingua, ma nel culto e nelle usanze. I Senato. E se successivamente, nel 1484, il Con- vescovi delle diocesi citate se inizialmente si mo- cilio venne ripudiato, almeno formalmente le due strano benevoli, col tempo mutarono atteggia- Chiese erano tornate, sia pure momentaneamen- mento a causa dei disagi provocati dai fattori lin- te, all’unità e comunione, fattore che facilitò la guistici e di culto, ma soprattutto per la presenza nascita in Calabria della Chiesa italo-albanese. del clero coniugato, in evidente contrasto col clero E’ su questa base, come giustamente rileva latino celibe. Mons. Eleuterio Fortino (cf. La Chiesa bizantina Gli stessi abati di S. Adriano che negli Statuti Albanese in Calabria, Cosenza 1994, p. 11ss.), del 1471 avevano accolto gli Albanesi come “fi- che l’unione fiorentina consentì di ritenere i nuo- gli”, ora li trattano dal “vassalli” esigendo da loro vi arrivati albanesi non scismatici, ma in comu- i servizi più umili. nione con Roma. E fu questo che facilitò anche A questo riguardo, Pompilio Rodotà ricorda che la stipula di accordi con loro: così le Capitolazioni nel 1534 dovette intervenire il papa Paolo III, che di S. Demetrio Corone sottoscritte con ingiunse ai vescovi latini di Cosenza, Bisignano l’archimandrita di S. Adriano; quelle di Frascineto e Rossano di non molestare il clero albanese e di con il vescovo di Cassano; quelle di non impedire la pratica della liturgia greca, per- Acquaformosa con l’abate di S. Maria; ed altri. mettendo loro di mantenere “le consuetudini cir- Questo spiega anche l’atteggiamento compren- ca il fermentato, la comunione anche ai bambini, la forma del battesimo, il nella bolla Accepimus nuper (18 maggio 1521) matrimonio dei preti e l’uso di portare la barba”. prende le difese dei fedeli orientali e minaccia (Cf. P. RODOTA’, Sull’origine, progresso e stato censure contro chi osava disprezzare i loro riti, ri- presente del rito greco in Italia, Roma 1978, III, conosciuti come legittimi dal Concilio di Firenze. 158; anche F. RUSSO, Regesto Vaticano per la Calabria, III, n. 17400) Leone X (1514) In precedenza era dovuto intervenire anche Clemente VII (1531) Leone X, che aveva sollecitato il clero latino a Paolo III (1534) riconoscere e a rispettare le tradizioni del rito gre- Gli interventi di questi Papi sono tutti di mas- co. Addirittura gli italo-albanesi si erano giusta- sima benevolenza per la lingua ed il rito greco. mente lamentati perché alcuni ecclesiastici li 6LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA

Certo la promiscuità degli abitanti comportava conformi alle istituzioni canoniche. anche una promiscuità di rito, per cui il passag- Nel Sinodo di Cassano del 1591, celebrato dal gio da un rito all’altro avveniva con molta facili- vescovo Audoeno, il cap. 49 è dedicato anch’es- tà. Ciò portò al Breve “Providentia Romani so agli Albanesi. Tra l’altro si proibisce - in linea Pontificis” del 20 agosto 1546, con cui Pio IV con le norme di Pio IV del 1564 - che i chierici revocò l’Indulto concesso ai greci di officiare in albanesi si facciano ordinare da Vescovi greci rito latino e ai latini di officiare in greco al fine di senza le lettere dimissorie del proprio vescovo. ovviare alle commistioni che cominciavano spes- Qualcosa in più troviamo nel Sinodo di Mons. so a complicare i rapporti. Carafa del 1651, sempre a Cassano, dove agli Non per questo gli inconvenienti scomparve- Albanesi è riservato il cap. 21, in cui vi si ordina ai ro, anzi le lamentele andarono crescendo, per cui Parroci di osservare circa i matrimoni le disposi- nel 1593 venne costituita una speciale Commis- zioni tridentine e gli statuti particolari della dioce- sione presieduta dall’Arcivescovo di S. Severina, si; di rinnovare ogni otto giorni o, al massimo ogni Card. Santoro, e composta dai vescovi di quindici la SS. Eucaristia e di non amministrarla Monreale, Cassano e Anagni. Dai lavori della ai Latini, che venissero nelle loro chiese per devo- Commissione seguì il 23 agosto 1595 l’invio di zione o per voto, come pure di non ascoltare le una lettera ai Vescovi latini con presenza di greci confessioni dei latini se non in caso di necessità; o albanesi nelle loro diocesi, con cui si davano infine che, nei matrimoni misti, ciascuno dei co- direttive sul comportamento da tenere verso i loro niugi segua il proprio rito o, tutt’al più, il greco si riti e la professione di fede da richiedere a chi adatti al rito latino e non viceversa. (cf. F. RUS- passava al rito latino. Subito dopo Clemente VIII SO, Storia della diocesi di Cassano al Jonio, pp. con l’Istruzione “Dudum nomine Graecis” dava 85-86). Pur accettandosi, come si vede, ci si com- indicazioni agli albanesi sottoposti ai Vescovi la- porta in tante cose da separati in casa. tini, che, tra l’altro, prevedeva la presenza a Roma Analoga cosa troviamo nel Sinodo tenuto a di un Vescovo di rito greco ordinante per i chieri- Rossano dall’arcivescovo Lucio Sanseverino nel ci italo-greci con lettere dimissorie dei propri Or- 1594, con un capitolo “De Albanensibus”, in cui, dinari latini, il che “era reso necessario dopochè anche qui, sono regolamentate alcune usanze i Greci d’Italia erano stati sottoposti agli Ordina- albanesi. ri latini, per impedire che gli ecclesiastici del loro Dall’insieme si evince come, purtroppo e mal- rito passassero a ricevere gli ordini sacri in Gre- grado i buoni propositi, i rapporti tra le diverse cia da qualche vescovo scismatico”. (Cf. Il rito etnie non furono sempre idilliaci perché le ten- greco in Italia…, p. 66, citato in F. RUSSO, Sto- sioni - causa il doppio rito e la reciproca vicen- ria della diocesi di Cassano al Jonio, Napoli 1967, devole ignoranza delle tradizioni dell’altro - era- vol. II, pp. 84-85.) no insistenti e le relazioni che i Vescovi facevano Anche i Vescovi delle diocesi calabresi inte- alle Congregazioni romane non mancavano di ressate ebbero modo di intervenire nei rispettivi note fortemente negative. E’ noto, per esempio, Sinodi e Visite Pastorali soprattutto per correg- il provvedimento preso nel 1629 dal Visitatore gere abusi e quant’altro. Apostolico Mons. Andrea Perbenedetti, con cui Nel Sinodo Provinciale di Cosenza del 1579 vietò agli albanesi delle diocesi di Rossano e di (arcivescovo Mons. Fantino Petrignani) c’è un ca- Bisignano, da lui visitate, che il giorno di Pasqua pitolo dedicato agli Albanesi: “De reformatione si svolgessero le “Vallje”, balli festosi che ricor- Graecorum eorumque erroribus tollendis”. I Vescovi davano le vittorie di Scanderberg sui Turchi, ma della metropolia vennero sollecitati a visitare le co- che vennero interpretate come blasfeme. munità albanesi e ad assicurarsi che non professas- La soluzione dei problemi non era nemmeno sero dottrine ereticali e che gli Ordini sacri fossero facilitata dal governo di Napoli, che non accettava Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 7

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA di buon grado i rimedi suggeriti da Propaganda to di un dialogo ecumenico plurisecolare, che Fide. La stessa proposta circolata nel 1720 di no- negli anni si è sempre più intensificato a comune minare un Vescovo greco per le ordinazioni dei e reciproco arricchimento. chierici albanesi non passò perché gli stessi Ve- scovi non furono d’accordo. Si dichiarò favorevo- Conclusioni le l’Arcivescovo di Napoli, Card. Pignatelli; il ve- Il “Direttorio per l’applicazione dei principi e scovo di Bisignano, Mons. Sollazzi, vedeva bene delle norme sull’Ecumenismo” curato dal Pontifi- la nomina del vescovo greco, purchè fosse alle cio Consiglio per la promozione dell’Unità dei cri- dipendenze dei Vescovi latini e non conferisse gli stiani nel 1993, al n. 56 ricorda come Ordini sacri senza le loro dimissorie. Mons. Rocco “l’Ecumenismo esige un rinnovamento di atteg- di Cassano non vedeva la necessità di un vescovo giamento ed una certa duttilità nei metodi di ricer- greco. Di parere opposto fu Mons. Muscettola, ar- ca dell’unità”. Prima di concludere mi piace richia- civescovo di Rossano, che suggerì tra l’altro l’isti- mare una nota di attualità, da cui traspare più lim- tuzione di un Seminario-Collegio greco nell’ex pida che mai la duttilità e la vocazione ecumenica abbazia di S. Benedetto Ullano. Il progetto del della Calabria, a cui non fa problema - oggi come Collegio greco si realizzò nel 1732 per iniziativa ieri - offrirsi come terra di incontro e di confronto di Clemente XII, della famiglia Corsini, a cui ven- civile, culturale e religioso. E se nel passato non si ne poi intitolato come segno di gratitudine. A reg- è mai negata a nessuno, nemmeno ai conquistatori gerlo venne chiamato Felice Samuele Rodotà, ar- e predatori più feroci, oggi lo fa con disinvoltura, civescovo di Berea. Il Collegio nel 1794 venne tra- libertà e compiacimento anche con i monaci gre- sferito a S. Demetrio Corone nell’ex abbazia di S. co-ortodossi presenti in Calabria dal 1994 nella Adriano: le sue vicende sono egregiamente stu- vallata dello Stilaro, ribattezzata “Monte Athos del- diate di recente dall’Avv. Cassiani, a cui rimando. la Calabria”, nel territorio di Bivongi, Pazzano e Con tutti questi sforzi da entrambe le parti la Stilo in provincia di Reggio Calabria. convivenza andò avanti con alternanza di tolle- Un’esperienza ed una iniziativa che non ha ranza reciproca. Sono interessanti, per esempio, mancato di suscitare perplessità anche per il modo le disposizioni date in 20 articoli nel Sinodo del come è stata impiantata e condotta, ma che negli 1906 dall’arcivescovo di Rossano Orazio intenti di chi l’ha progettata vuole essere nuovo Mazzella. Tra l’altro è riconosciuta agli italo- tentativo di riannodare i rapporti culturali e reli- albanesi la libertà “ di esercitare il loro rito a pat- giosi con l’Oriente. to di studiarne le cerimonie”; “resta sospeso il A distanza di 14 anni la comunità monastica, per sacerdote che battezza un neonato nel rito latino, motivi interni, ha cambiato volto. Andata via la diverso da quello del padre”; “ognuno è tenuto a comunità del Monte Athos, da qualche mese l’an- osservare il rito nel quale è stato battezzato”; tico monastero di S. Giovanni Therestis è stato “dove sono in vigore i due riti, i matrimoni si ce- affidato ad una comunità monastica ortodossa ru- lebrano davanti al parroco dello sposo”; “i fedeli mena, che si spera possa creare le premesse per un possono comunicarsi nell’altro rito”, ecc. (cf. PP. dialogo vero, rispettoso ed ampio tra le due spiri- ACRI-S. BUGLIARO-P. DE MARCO, La chie- tualità e, chissà, possa rappresentare un seme get- sa matrice di S. Demetrio Corone. Storia Tradi- tato per la ricerca dell’unità più grande tra le due zioni Archivio, Mirto-Crosia 1996, pp. 24-25.) Chiese, dilacerata da quasi un millennio. Ormai, comunque, erano maturi i tempi per una La Calabria, ancora una volta, chissà che con presenza più identificativa ed omogenea. Il 13 la sua vocazione di apertura ecumenica non pos- febbraio 1919, infatti, con la bolla di Benedetto sa diventare un laboratorio di confronto, di dia- XV, “Catholici fideles greci ritus”, istituì e con- logo e di esperienza vissuta di unità ritrovata e sacrò l’Eparchia greca di Lungro, segno concre- pienamente ricucita. Quod est in votis! 8LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Lungro, 28 agosto 2008 L’ECUMENISMO: priorità nella Chiesa greco-cattolica ucraina “Impegno irrevocabile caratterizzato dal reciproco rispetto e dalla riconciliazione”

Mons. Iwan Dacko

Eccellenza Reverendissima, Reverendi Padri e Suore, Signore e Signori, il tema principale del mio intervento è: L’Ecumenismo: Priorità nella Chiesa Greco- Cattolica Ucraina; vorrei esprimere la mia gio- ia di poter parlare qui davanti a voi, in una eparchia di rito bizantino, sul territorio italiano, che nonostante diverse e non sempre facili vi- cissitudini storiche ha mantenuto la sua identità ecclesiale, teologica, liturgica e spirituale. La storia della vostra Chiesa è certamente di- versa da quella ucraina, ma principi e obbietivi sono identici: unità nella diversità, cattolicesi- mo e ortodossia intese come due elementi com- plementari e non contradicenti, e soprattutto la comunione con la Chiesa di Roma e con altre Chiese orientali ed occidentali salvaguardando tutti i diritti di una Chiesa sui iuris di rito bizan- tino. Non è qui il posto di entrare troppo nella sto- ria. Ma il fatto sta che quando il Gran Principe della Rus’ di Kyiv, Vladimiro il Grande (980- 1015) battezzò il suo popolo nel 988, la Chiesa Mons. Iwan Dacko era ancora una ed indivisa, e il cristianesimo ri- cevuto fu, come giustamente disse nel 1987 Papa metropoliti di Kyiv erano presenti ai concili di Giovanni Paolo II, era “…ortodosso nella fede Lione I (1245), Costanza (1417) e soprattutto è e, nello stesso tempo cattolico nella carità, poichè ben noto il ruolo del metropolita Isidoro nel con- era in piena comunione con la Sede Apostolica cilio di Firenze (1439). Siamo ormai in un peri- di Pietro, e con tutta la Chiesa”. (Litterae odo nel quale Mosca, benchè soggetta alla Nuntiae, 1987, p. 128). Dopo la separazione del Metropolia di Kyiv, sta prendendo sempre più 1054, o meglio ancora dopo la crociata e distru- forza. Essa non accettava l’unione proclamata a zione di Costantinopoli nel 1204 la Chiesa di Firenze, mentre quelle parti della metropolia di Kyiv, nonostante il fatto che fosse di rito bizan- Kyiv che comprendevano i territori dell’attuale tino, mantenne contatti con la Sede di Roma. I Ucraina e Bielorussia accettarono e promulga- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 9

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA rono le decisioni di questo concilio. L’unione, invece, diventa un ibrido, che Era proprio nello spirito di Firenze che 150 Korolevskij chiama uniatismo, quando i figli di anni più tardi, concretamente nel 1595/96 i ve- una Chiesa orientale perdono la propria identità scovi della provincia metropolitana di Kyiv, con ecclesiale, teologica, liturgica e spirituale accet- a capo il proprio metropolita Mykhajlo Rahoza tando e assumendo forme, tradizioni e costumi (1589-99) sottoscrissero la famosa Unione di della Chiesa Latina. Conseguentemente queste Brest, proclamando l’unione con la Sede di Chiese diventano un ibrido senza assumere in Roma, mantenendo però tutti i diritti e tradizio- pieno l’identità della Chiesa Latina, il che è un ni di una Chiesa sui iuris. vero spauracchio per gli Ortodossi. Quei tempi erano ben diversi dai nostri. Lo Sono molto forti queste espressioni e questi spirito della controriforma era ben presente nel- pensieri, ma sono, purtroppo, veri. Per di più, se la Chiesa. Esisteva infatti un forte esclusivismo si prende in considerazione che sotto il dominio soteriologico, che affermava che extra ecclesiam degli zar le Chiese orientali cattoliche subirono nulla salus, principio anche presente presso le persecuzioni molto dure, inclusa la liquidazio- Chiese ortodosse non unite. Purtroppo in quel ne, esse si rivelarono molto deboli e certamente periodo cominciò a svilupparsi sempre di più la non in una posizione tale di poter attirare gli or- comprensione che ortodossia e cattolicesimo todossi alla Chiesa cattolica. sono due confessioni diverse (inizio del Nella realtà ucraina lo scorso ventesimo seco- confessionalismo), e che chi è di rito latino è cat- lo, nonostante le sue guerre, carestie e nel caso tolico, chi invece di rito bizantino è ortodosso. della Chiesa Greco-Cattolica, la sua forzata li- Penso che voi qui a Lungro e a Piana degli quidazione negli anni 1946-89, questo periodo Albanesi siete ben consci di quello che sto di- è stato anche un tempo di una grande cendo. Se si pensa che nel secolo XVIII, si svi- purificazione e persino benedizione di Dio. Sia- luppò la tesi della praestantia ritus latini, ed ag- mo stati benedetti da un grande metropolita An- giungendo il fatto che la parte migliore del clero drea Szeptyckyj (1901-1944) e dai suoi due suc- unito orientale studiava nelle università romane cessori, i cardinali Josyf Slipyj (1944-84) e ed occidentali, e inoltre prendendo in atto che in Myroslav-Ivan Lubachivsky (1984-2000). Sen- quel periodo si sviluppava sempre di più la za dubbio posso anche affermare che questa be- latinazzione persino nei paesi cosidetti ortodos- nedizione sta continuando nel ministero del no- si, i cattolici di rito orientale caddero in una spe- stro attuale patriarca/arcivescovo maggiore, il cie di complesso di inferiorità pensando che con cardinale Lubomyr Husar, il quale assunse la l’assimilazione alla disciplina e vita liturgica la- guida della nostra Chiesa già nel 21° secolo, ed tina avrebbero mostrato la pienezza della pro- è ancora vivente e felicemente regnante. pria cattolicità. Szeptyckyj era di una antica famiglia nobile Nasce così, quello che poi, nel 1927, il famo- ruteno-ucraina che dal punto di vista religioso si so perito di allora della Congregazione per le è latinizzata (fu, infatti, battezzato in rito lati- Chiese Orientali, Francois Charon, o meglio noto no), e sul versante nazionale si è polonizzata. come Cyrille Korolevskij, chiamò l’uniatismo, Questa famiglia, però, viveva nelle terre ucraine: termine che oggi sentiamo spesso ricorrere nel fatto che ebbe un enorme ascendente sul giova- dialogo ecumenico con gli ortodossi. ne Szeptyckyj. Infatti, sin dalla sua infanzia e Cosa si intende sotto la parola uniatismo? poi giovinezza lui sentiva il vivo desiderio di Korolevskij è molto chiaro in merito: l’unione è tornare alla Chiesa e nazione dei suoi avi. Entra una cosa sacrosanta poichè significa unità con il nel monastero dei Padri Basiliani, diventa ve- Vescovo di Roma e con la Chiesa universale. scovo e metropolita, e convince persino il suo 10LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA fratello Casimiro-Clemente ad abbracciare il rito to insieme con gli altri suoi confratelli orientale. nell’episcopato. Ufficialmente la Chiesa Greco- Szeptyckyj prese le redini della sua Chiesa Cattolica dell’Ucraina fu liquidata e forzatamente quando questa era molto occidentalizzata e unita alla Chiesa Ortodossa Russa nel triste latinizzata, ma già dal 1907, con la sua lettera pseudo-sinodo di Leopoli dell’8-10 marzo 1946. pastorale I tempi si avvicinano, espone con chia- Ma la Provvidenza divina sempre trova vie rezza che la meta principale di questa Chiesa è nuove… Moltissimi fedeli, sacerdoti, religiosi, di lavorare per l’unità della Chiesa. Per lui era religiose e vescovi furono deportati dalle autori- evidente che non sarebbe cambiata facilmente tà sovietiche in diverse repubbliche della vasta la vecchia generazione. Conseguentemente rifor- URSS, particolarmente in Siberia, Russia e ma il seminario, dà inizio all’Accademia Teolo- Kazakhistan. Nello stesso tempo una considere- gica (1928/29), educa una nuova generazione di vole parte dei fedeli e sacerdoti ucraini di rito sacerdoti e laici altamente formati e zelanti, re- bizantino emigrarono o fuggirono dal regime so- staura l’antica regola monastica dei Monaci vietico e si trovarono all’estero, inizialmente in Studiti e sensibilizza il mondo occidentale lati- Germania ed Europa, per poi trasferirsi pratica- no e anche quello ortodosso al fatto che si può mente sull’intero emisfero del mondo occiden- essere perfettamente cattolici e di piena osser- tale. Così, dieci anni dopo la fine del secondo vanza orientale. Il lavoro verso l’unità della Chie- conflitto mondiale, più di un milione e mezzo di sa divenne il motor movens della sua vita. ucraini si trovò in paesi come Germania, Austria, Il già menzionato Korolevskij, - lui stesso di Svizzera, Italia, Gran Bretagna, Francia, Belgio, origine francese e latina, - diviene suo intimo Olanda, Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, amico, tanto che finisce di scrivere prima di mo- Venezuela, Paraguay, Australia e persino Nuova rire la più esauriente biografia del metropolita Zelanda. Questa Chiesa non si poteva ormai li- Szeptyckyj. mitare alle sue frontiere geografiche. Si creò una Sempre in brevi termini, nell’anno della sua nuova realtà: i fedeli, seppure ormai cittadini nei morte (1 novembre 1944) era già cresciuta una loro nuovi paesi, si sentirono figlie e figli del- generazione competamente nuova disposta a con- l’unica Chiesa ucraina. Per di più, gli ucraini del- tinuare, se non persino a concludere l’opera ini- la diaspora, della quale io sono figlio, erano gli ziata da questo grande Servo di Dio. unici portavoce di un popolo e Chiesa liberi che Non erano facili questi anni nella storia della volevano e vogliono professare Dio secondo le Chiesa ucraina. La seconda guerra mondiale si tradizioni della Chiesa madre di Kyiv. avvicinava al suo termine, l’armata rossa con- La Santa Sede, sensibile alle necessità pasto- quista non solo l’intera Ucraina, ma una grande rali di questi suoi figli, grazie soprattutto alla lun- parte dell’Europa orientale. Il regime era gimiranza dell’allora segretario (prefetto) della staliniano, totalitario, comunista ed ateo mise Congregazione per le Chiese Orientali, il cardi- come uno dei suoi primi compiti proprio la li- nale Eugene Tisserant, creò vari esarcati, quidazione della Chiesa Greco-Cattolica eparchie e poi metropolie per gli ucraini della Ucraina. diaspora. Il successore dello Szeptyckyj diventò Josyf Seguiva poi il pontificato di beato Giovanni Slipyj (1944-84) che da lunghi anni era suo col- XXIII, e lui che conosceva il metropolita Slipyj laboratore stretto, rettore del Seminario e del- ancora da giovane vescovo, lo volle vedere pre- l’Accademia Teologica di Lviv (Leopoli). Solo sente al Concilio Vaticano II da lui convocato. cinque mesi egli potè amministrare la sua Quaranta cinque anni fa, precisamente il 9 feb- arcieparchia, poichè l’11 aprile 1945 fu arresta- braio 1963, il metropolita Josyf Slipyj venne li- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 11

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA berato dopo 18 anni di gulag sovietico e, esiliato Sue sofferenze, in modo da potersi accogliere dall’URSS, si recò a Roma e rimase lì fino alla l’un l’altro con il bacio della pace e da potersi sua morte, il 7 settembre 1984. abbracciare con amore fraterno!... Seguite le Era Giovanni XXIII che aprì le porte della orme del servo di Dio Andrei, che diventò pre- Chiesa cattolica verso l’ecumenismo e che die- cursore e campione dell’unità della Chiesa Cri- de l’inizio al dialogo ecumenico nel significato stiana e che dedicò tutta la sua vita all’unità dei attuale, quello stesso significato che acquisì gran- cristiani! Alzatevi tutti per difendere i diritti della de vigore con il Vaticano II. Slipyj sentiva il bi- Chiesa cattolica ucraina, ma difendete anche i sogno di questa unità sulla propria pelle. Lui sa- diritti della Chiesa ortodossa ucraina, distrutta peva che questo era il compito della sua Chiesa. con altrettanta crudeltà dalle azioni violente Ma questa Chiesa proprio in quel periodo tra- dell’invasore straniero!... versava la più dura via crucis della sua storia… Più vicini a noi nel credo religioso e per lega- Questo grande confessore della fede conosce- mi di sangue sono i nostri fratelli ortodossi. Sia- va bene la sua Chiesa e le sue priorità. Libertà e mo legati dalle tradizioni della nostra cristiani- unità della Chiesa in patria e in diaspora. In con- tà natale, dalle usanze religiose e nazionali e da tinuazione con il suo successore fonda l’univer- una cultura che risale a duemila anni fa!... sità cattolica ucraina a Roma che, dopo la Perciò mi rivolgo a voi tutti: Pregate, lavora- rinconquistata libertà, riprenderà il suo lavoro te e lottate per la salvezza dell’anima Cristiana in patria, acquista un monastero per i Monaci di tutti coloro che appartengono al popolo Studiti nei Castelli Romani, costruisce il Sobor ucraino, e per l’intera nazione ucraina, e chie- – pro-cattedrale di Santa Sofia a Roma, visita dete a Dio onnipotente di aiutarci a esaudire il tutti i Paesi dove vivono gli ucraini all’estero. nostro vivo desiderio di unione e i nostri sforzi Mi ricordo il giorno di 28 settembre 1969 quan- per l’unità della Chiesa con la realizzazione del do fu consacrata la pro-cattedrale di Santa Sofia patriarcato della Chiesa ucraina!” (Litterae a Roma e quando Papa Paolo VI portò le reli- Nuntiae 1980-84, 277). quie di San Clemente Papa. Slipyj parlò dell’uni- Come si vede, per Slipyj, il lavoro ecumenico tà del popolo e della Chiesa ucraina. Slipyj, sa- volto verso l’unità della Chiesa è un compito non pendo che i fratelli ortodossi guardavano con par- solo ecclesiale, ma addirittura patriottico e na- ticolare attenzione come vengono rispettate le zionale. tradizioni e i diritti delle Chiese orientali cattoli- Se non è facile oggi rendere una testimonian- che, ripristinava il diritto ad una struttura sinodale za ecumenica essendo cattolico di rito orientale, e patriarcale della sua Chiesa, restaurava gli an- lo era ancora di più quando viveva Slipyj. Oltre tichi usi litiurgici, rivolgeva la sua attività verso alle solite accuse di uniatismo, proselitismo ed la futura unità. ibridismo, nei tempi di Slipyj la Chiesa Greco- Infatti in fin di vita scrisse il suo testamento Cattolica Ucraina in patria non esisteva pubbli- spirituale del quale citiamo alcuni passi: camente, anzi era ufficialmente liquidata e per- Alla lotta per la pienezza di vita della nostra seguitata. Non mancavano anche degli Chiesa sulla base dell’ordine patriarcale è stret- ecumenisti non solo da parte ortodossa, ma an- tamente legata la lotta per l’unità religiosa del che cattolica, che consideravano “gli uniati” popolo ucraino. Sento grande gioia nella mia come testi scomodi per lo svolgimento di un dia- anima quando vedo che, sebbene non ancora logo con gli ortodossi. uniti in una Chiesa unica, i figli e le figlie della Slipyj, da parte sua, rafforzò l’unità interna nazione ucraina, con le croci sulle spalle, sono della propria Chiesa, purificava il rito dai già uniti in Cristo, e si stanno avvicinando alle latinismi che erano entrati nel corso dei secoli, 12LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA creò una commissione per tradurre i testi liturgi- noto, inoltre, come coloro i quali, a Brest, fir- ci dal Paleo-Slavo Ecclesiastico/Greco in ucraino marono l’Unione non ebbero mai la percezione moderno. Slipyj certamente era per il dialogo di seguire, con tale atto, una rottura rispetto al ecumenico, ma nella carità e giustizia, e non a loro passato. Al contrario: l’unione con Roma costo delle tradizioni e diritti della Chiesa catto- rappresentava ai loro occhi il ripristino della si- lica, soprattutto delle Chiese orientali. tuazione ecclesiale dell’antica Chiesa di Kiev Il successore di Slipyj, il cardinale Myroslav- prima dell’infausta alienazione tra le Chiese Ivan Lubachivsky, non aveva praticamente altra d’oriente e d’occidente”. (Omelia di Papa Gio- scelta che seguire le orme dei suoi predecessori. vanni Paolo II, 10 luglio 1988). E lo fece in un modo tutto suo particolare, con Seguiva l’anno della svolta, il 1989, nel quale una umiltà e spirito di preghiera che lo crollò il muro di Berlino, i popoli dell’Est euro- contraddistinsero in modo speciale. E Dio gli ri- peo riconquistarono la propria libertà, il 1° di- servò la grazia di essere testimone e stare alla cembre 1989 Giovanni Paolo II ricevette guida della sua Chiesa in tempi veramente stori- Gorbaciov in udienza privata, e poche ore dopo ci. Quando Lubachivsky divenne arcivescovo questa udienza le agenzie di stampa del mondo maggiore/patriarca nel 1984, Giovanni Paolo II annunciarono che le comunità greco-cattoliche era già papa da più di sei anni, e la sua elezione dell’URSS avrebbero potuto registrarsi libera- causò un terremoto nel mondo comunista del- mente. l’Europa orientale. L’ascesa al potere di Mikhail I fatti seguirono con straordinaria velocità e il Gorbaciov (1985) con la sua politica di glasnost 30 marzo 1991 il Cardinale Lubachivsky, dopo e perestroika dava via libera al dissenso sovieti- più di cinquanta anni di esilio, tornò alla sua sede co e al ripristino dei diritti umani. La tragedia di di Lviv (Leopoli). Grande era la gioia del suo Chernobyl (1986) aveva scosso sia il popolo popolo. Il suo ritorno fu inteso come il ripristino ucraino, bielorusso e russo in modo anche trau- della verità e della giustizia. Poco dopo, il 24 matico. Il grande giubileo del millennio del bat- agosto 1991, fu proclamata l’indipendenza tesimo della Rus’ di Kyiv (1988), celebrato in dell’Ucraina confermata dal referendum popo- modo solenne non solo a Roma, ma soprattutto lare del 1° dicembre 1991, ma ancora più gran- nei paesi dell’URSS manifestava davanti a tutto de si fece la sfida per questo ormai anziano il mondo l’identità cristiana di quei Paesi. presule e i suoi collaboratori. Durante le celebrazioni romane di quel giubi- Oggi, guardando dalla prospettiva storica, ve- leo Papa Giovanni Paolo II il 10 luglio 1988 pro- ramente si può dire che quello che è accaduto nunciò queste memorabili parole nella basilica negli anni 1989/91 era la prova della grazia e di San Pietro che precisarono decisamente il vero forza divina che guida le persone anche tramite significato dell’Unione di Brest (1595/96) e la le vie più difficili e travagliate… Ma non tutti lo via da seguire: vedevano in questo modo. “La fine del secolo XVI fu per la Chiesa in Il mondo ortodosso, particolarmente quello Ucraina un periodo non facile. Dappertutto russo, si sentiva offeso. Il fatto era che, cresceva, largamente condiviso nei vari settori particolarmente in Ucraina Occidentale, le ecclesiali, un profondo desiderio di posizioni numeriche della Chiesa ortodossa del rinnovamento. patriarcato di Mosca si erano ridotte al minimo. In questa situazione, molti Vescovi e una par- Prendendo poi in considerazione che la Chiesa te del popolo videro nel ristabilimento della pie- ortodossa in Ucraina si è divisa in tre na comunione con la Chiesa di Roma, la possi- giurisdizioni, si indeboliva ancora di più la sua bilità pratica dell’auspicata ripresa. É a tutti presenza. Inoltre, pesava sempre l’atteggiamento Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 13

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA della Chiesa Ortodossa Russa assunto durante il va situazione europea. periodo sovietico, che praticamente dal 1943 era Oggi, più che mai, si è evidenziata non solo quello di collaborazione con il regime comunista. l’esistenza, ma la dinamicità di queste varie Chie- Nel frattempo la Chiesa Greco-Cattolica se greco-cattoliche sui iuris. Ucraina dimostrò tanta vivacità e dinamismo. Fu Anche questa circostanza, come altre, contri- messa in atto una nuova infrastruttura sinodale buirono al fatto che sotto la pressione delle Chie- della Chiesa, l’arcivescovo maggiore/patriarca se ortodosse la Commissione Mista Internazio- ritornò alla sua sede storica di Kyiv (2004/05), nale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cat- pur mantenendo il titolo di Halycz, fu rinnovata tolica e la Chiesa Ortodossa, dopo la riunione di l’attività dell’Università Cattolica Ucraina che Valamo del 1988, cominciò ad occuparsi quasi fondò un Istituto di Studi Ecumenici, si istaurò esclusivamente con la questione dell’uniatismo. un’attività ecumenica nel lavoro sociale e quello Anche se il Documento di Balamand – della Caritas. Grazie alle abbondanti vocazioni, L’uniatismo, metodo d’unione del passato, e la tanti nuovi sacerdoti e teologi laici riuscirono a ricerca attuale della piena comunione (1993)- specializzarsi a Roma e in altre università euro- era interamente dedicato a tale questione, il dia- pee e nell’America del Nord. Insomma, si è fatto logo non riprendeva facilmente e persino una riu- moltissimo in questi 17 anni di rinnovata libertà. nione intera, quella di Baltimora nel 2000, non Certamente ha contribuito a tale rafforzamento produsse nessun documento finale proprio a cau- anche il fatto che nel 2001 fu eletto arcivescovo sa di questa situazione. maggiore/patriarca il cardinale Lubomyr Husar, Le ferite erano profonde e bisognò aspettare che oltre a godere di una autorità morale altri sei anni, un nuovo papa, e la nomina di nuovi elevatissima, espressamente riafferma e prova nel membri, sia cattolici che ortodossi, della predet- suo magistero pastorale che il lavoro ecumenico ta commissione mista internazionale. è prioritario e di grande importanza. Questa Chiesa La svolta si è avuta nel mese di settembre 2006 ogni giorno si mostra sempre più efficace e si a Belgrado, dove questa Commissione si è riu- governa come una ecclesia sui iuris cercando di nita dopo sei anni di silenzio. rafforzare la sua comunione non solo con la Chiesa Per noi –figli della Chiesa cattolica di rito di Roma, ma con gli altri patriarcati dell’Oriente. orientale– era importante che in questa commis- Non è una esagerazione quando affermo che sione fossero nominati dei rappresentanti delle l’ascendente di questa Chiesa nella vita pubblica Chiese orientali cattoliche per sottolineare che della nazione ucraina sta continuamente crescen- essere cattolici non significa essere di tradizione do. latina, e che già oggi esiste nella Chiesa cattoli- Fino a un certo punto, penso, che si può parla- ca l’unità nella diversità. È vero che nella com- re similmente della Chiesa Greco-Cattolica in missione dei precedenti due decenni c’erano dei e negli altri paesi dell’Est europeo. Si membri cattolici di rito orientale, ma questo era è sentita la necessità di creare un’assemblea dei in virtù dei loro incarichi nei vari dicasteri della vescovi greco-cattolici in Europa (CHOCE) della Curia Romana. Adesso furono nominati quattro quale anche fanno parte integrale i vostri vesco- membri delle Chiese orientali cattoliche (S. E. vi di Lungro e di Piana degli Albanesi. Questi Mons. Florentin Crihalmeanu della Chiesa Gre- vescovi (ormai una quarantina) si riuniscono in co-Cattolica Romena, S. E. Mons. Paul Sayah diverse città d’Europa almeno una volta all’an- della Chiesa Maronita, il Mons. Dimitri Salachas no discutendo a scambiando le opinioni sui me- (ormai diventato vescovo in Grecia) e il sotto- todi di lavoro pastorale e sociale, ma soprattutto scritto (Mons. Iwan Dacko) della Chiesa Greco- sul ruolo ecumenico di queste Chiese nella nuo- Cattolica Ucraina). Se si aggiunge il fatto che 14LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA era membro, ormai dagli inizi, della Commis- Era e rimane una sfida di grande portata e im- sione Mons. Eleuterio Fortino, della vostra portanza ecumenica. eparchia, nella sua qualità di sotto-segretario del Certamente conoscete anche dalla stampa le Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Uni- difficoltà che sono sorte, sia a Belgrado che a tà dei Cristiani, questo significava che dei 29 Ravenna, con i rappresentanti del patriarcato di membri di parte cattolica della Commissione cin- Mosca. Essi, infatti, esigendo il consenso e l’una- que erano figli delle Chiese orientali cattoliche. nimità nelle conclusioni, non accettarono il pri- Un fatto di significato considerevole che aveva mato, inteso in modo diverso da quello del Ve- un peso notevole durante il percorso del dialo- scovo di Roma, del patriarcato ecumenico su tutte go. le altre Chiese ortodosse. Poi, a Ravenna, la pre- Questo dialogo, infatti, non è soltanto uno senza nelle riunioni dei rappresentanti della Chie- scambio di idee e conclusioni teologiche, ma an- sa Ortodossa di Estonia di dipendenza dal Pa- che e soprattutto una conoscenza reciproca. Uno triarca di Costantinopoli, non riconosciuta dalla si sente vicino all’altro, una parte conosce l’al- Chiesa Ortodossa Russa, ma accettata da tutte le tra, si diventa amici. E l’amicizia ha veramente altre Chiese ortodosse, finiva con l’uscita dei un grande valore ecumenico. Poichè, -oggi lo membri russi dalle riunioni. possiamo dire con molta franchezza- le divisio- Si sentiva fortemente una rivalità che esiste ni e gli scismi sono nati in primo luogo non per tutt’oggi tra Costantinopoli e Mosca che cer- motivi di fede e di teologia, ma frequentemente tamente non favorisce il dialogo. Ma trattan- per motivi personali, perchè l’una parte non co- dosi, almeno per ora, di un problema interno nosceva l’altra, o si tentava di imporre il proprio ortodosso, si nutre la speranza che con il buon punto di vista ecc. Adesso, incontrandosi ogni senso e particolarmente con il forte e sincero giorno durante una settimana, pregando insie- desiderio di arrivare alla koinonia-comunione me, lavorando, discutendo, ma anche conoscen- delle Chiese e all’unità desiderata, anche que- doci a vicenda si vede che questi “uniati” non sta difficoltà possa essere superata. sono così terribili come forse si immaginava pri- Comunque sia, in due anni –2006/2007– la ma. Tenendo anche conto che i rappresentanti di Commissione ha prodotto l’importante Docu- queste Chiese orientali cattoliche durante le di- mento di Ravenna (13 ottobre 2007) intitolato scussioni si esprimono spesso con la stessa o si- Le Conseguenze Ecclesiologiche e Canoniche mile argomentazione e logica dei fratelli orto- della Natura Sacramentale della Chiesa-Comu- dossi certamente fa riflettere gli Ortodossi sul nione Ecclesiale, Conciliarità e Autorità. loro posto nella futura Chiesa in piena comunio- Dopo una introduzione doxologica il documen- ne. to pone la domanda: “Poichè la Chiesa Una e Questo era e continua ad essere il grande valore Santa è realizzata in ciascuna Chiesa locale che della presenza dei membri cattolici di rito celebra l’Eucaristia e, allo stesso tempo, nella orientale nella predetta commissione. Non dico koinonia di tutte le Chiese, in che modo la vita che si sono risolti tutti i problemi, ma almeno delle Chiese manifesta tale struttura sacramen- certi pregiudizi sono caduti nel loro complesso. tale?” (n. 3). Nel 2006 a Belgrado ci siamo avviati verso la Si prosegue nell’analizzare i termini discussione delle questioni più difficili da risol- conciliarità – synodos in greco e concilium in vere, cioè della comunione ecclesiale, conciliarità latino, il vocabolo paleo-slavo è sobornost. Si e autorità nella Chiesa, che naturalmente inclu- afferma che l’eucaristia manifesta la koinonia de il ruolo del Vescovo di Roma e l’intera que- trinitaria attualizzata nei fedeli come un’unità stione dell’infallibilità del Romano Pontefice. organica di molteplici membri, che l’intera co- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 15

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA munità e ciascuna persona ha la “consapevolez- tà comprende la proclamazione e l’insegnamen- za della Chiesa” (ekklesiastikè syneidesis), ov- to del Vangelo, la santificazione attraverso i sa- vero il sensus fidelium secondo la terminologia cramenti, in particolare l’Eucaristia, e la guida latina, e che infine i vescovi, quali successori pastorale di coloro che credono (cfr. Lc 10, 16) degli Apostoli, sono responsabili della comunio- (n.12). Scopo dell’autorità nella Chiesa è radu- ne nella fede apostolica e della fedeltà alle esi- nare tutta l’umanità in Gesù Cristo (cfr. Ef 1,10; genze di una vita conforme al Vangelo (Valamo, Gv 11,52). L’autorità, connessa alla grazia rice- n. 40). (n. 5-8). vuta nell’ordinazione, non è possesso pivato di I concili costituiscono il principale modo di coloro che la ricevono nè è un qualcosa che la esercizio della comunione tra i vescovi (Valamo, comunità dà in delega. Invece è un dono dello n. 52), che essi formano un collegio radicato dallo Spirito Santo destinato al servizio (diakonia) Spirito Santo, il che significa che non soltanto della comunità e mai esercitato al di fuori di essa essi dovrebbero essere uniti tra loro nella fede, (n.13). Questa diakonia d’amore, in quanto espri- la carità, la missione, la riconciliazione, ma che me l’autorità divina, può sussistere nella Chiesa hanno in comune la stessa responsabilità e lo stes- soltanto nell’amore tra colui che esercita e colo- so servizio alla Chiesa (Monaco, III, 4). Infine, ro che sono soggetti ad essa, senza dominazione che la dimensione conciliare della vita della Chie- o coercizione, sia fisica o morale. Sebbene l’au- sa appartiene alla sua natura più profonda (n. 9). torità sia affidata a persone le quali –a causa del- Si prosegue affermando che tale dimensione la debolezza e del peccato– sono spesso tentate conciliare della Chiesa deve essere presente nei di abusarne, non di meno, per sua natura stessa tre livelli della comunione ecclesiale, locale, l’identificazione evangelica dell’aurotità con il regionale e universale. A livello locale della servizio costituisce una norma fondamentale per diocesi l’autorità è affidata al vescovo; a livello la Chiesa, poichè per i cristiani, governare equi- regionale di un insieme di Chiese locali con i vale a servire (n.14). loro vescovi che “riconoscono colui che è il Il Documento di Ravenna procede oltre, ana- primo tra loro” (Canone degli Apostoli, 34), ed lizza come l’autorità si attualizza a livello locale, a livello universale, coloro che sono i primi laddove vi è una comunità radunata dall’Eucari- (protoi) nelle varie regioni, insieme con tutti i stia, presieduta, direttamente o attraverso i suoi vescovi, collaborano per ciò che riguarda la presbiteri, da un vescovo legittimamente ordina- totalità della Chiesa. Inoltre a questo livello, i to nella successione apostolica (n.18), e che attra- protoi debbono riconoscere chi è il primo tra di verso la comunione, che pone tutti i membri a ser- loro (n.10). La Chiesa esiste in luoghi diversi, vizio gli uni degli altri, la Chiesa locale appare ciò manifesta la sua cattolicità. Ed essere già “sinodale” o “conciliare” nella sua struttura “cattolica” significa essere in comunione con (n.20). Questa “sinodalità” non risulta soltanto l’unica Chiesa di tutti i tempi e in ogni luogo. E nella relazione di solidarietà, nell’assistenza reci- per questo motivo, rompere la comunione proca e nella complementarità, ma essa, come lo eucaristica significa ferire una delle esige la comunione ecclesiale, riguarda anche tutti caratteristiche essenziali della Chiesa, la sua i membri della comunità nell’obbedienza al ve- cattolicità (n.11). scovo, il quale è il protos e il capo (kephale) della L’autorità (exousia) della Chiesa proviene dal Chiesa locale (n.20). suo Capo e Signore, Gesù Cristo. Questa autori- Poichè la Chiesa rivela la sua cattolicità nella tà fu trasmessa agli apostoli (Gv 20, 22). Attra- synaxis (adunanza) della Chiesa locale, tale verso di loro, essa è stata trasmessa ai vescovi e cattolicità deve effettivamente manifestarsi in ai loro successori, e l’esercizio di questa autori- comunione con le altre Chiese che professano la 16LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA stessa fede apostolica e condividono la stessa steri e alla loro relazione all’intera Chiesa, o alla struttura ecclesiale fondamentale. Questa comu- disciplina comune che la fedeltà al Vangelo esi- nione tra le Chiese è espressa nell’ordinazione ge– si è fatto ricorso ai Concili ecumenici. Tali dei vescovi per il tramite dell’imposizione delle Concili erano ecumenici non soltanto per il fatto mani nella successione apostolica (n.22), e “i che essi radunavano insieme i vescovi di tutte le vescovi di ciascuna nazione (ethnos) debbono regioni ed in particolare quelli delle cinque mag- riconoscere colui che è il primo (protos) tra di giori sedi secondo l’antico ordine (taxis): Roma, loro, e considerarlo il loro capo (kephale), e non Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e fare nulla di importante senza il suo consenso Gerusalemme, ma anche perchè le loro solenni (gnome); ciascun vescovo può soltanto fare ciò decisioni dottrinali e le loro comuni formulazioni che riguarda la sua diocesi (paroikia) ed i terri- di fede, specialmente su argomenti cruciali, era- tori che dipendono da essa. Ma il primo (protos) no vincolanti per tutte le Chiese e per tutti i fe- non può fare nulla senza il consenso di tutti. deli, per tutti i tempi e per tutti i luoghi. Tale è il Poichè in questo modo la concordia (homonoia) motivo per il quale le decisioni dei Concili prevarrà, e Dio sarà lodato per mezzo del Signo- ecumenici restano normative (n.35). re nello Spirito Santo” (Canone Apostolico 34), L’ecumenicità delle decisioni di un Concilio (n.24). è riconosciuta attraverso un processo di rice- Tale norma si applica a tutte le relazioni tra i zione di durata lunga o breve, per il cui tramite vescovi di una regione, sia quelli di una provin- il popolo di Dio nel suo insieme –attraverso la cia, che i vescovi di una metropolia, o di un pa- riflessione, il discernimento, il dibattito e la pre- triarcato. Il fatto che un sinodo regionale sia sem- ghiera– riconosce in tali decisioni l’unica fede pre composto essenzialmente di vescovi, rivela apostolica delle Chiese locali, che è stata sem- la natura dell’autorità sinodale. Soltanto i vescovi pre la stessa e di cui i vescovi sono i maestri hanno voce deliberativa. L’autorità di un sinodo (didaskaloi) ed i custodi (n.37). Pertanto la si basa sulla natura del ministero episcopale stes- conciliarità o sinodalità implica molto di più so e manifesta la natura collegiale dell’episcopato dei vescovi radunati in assemblea. Essa coin- a servizio della comunione delle Chiese (n.25). volge anche le loro Chiese. I primi sono i Un sinodo (o concilio) implica in sè la parteci- depositari della fede e danno voce alla fede delle pazione di tutti i vescovi di una regione. Esso è seconde. Le decisioni dei vescovi devono es- governato dal principio del consenso e della con- sere ricevute nella vita delle Chiese, special- cordia (homonoia), che è espressa dalla mente nella loro vita liturgica. Ciascun conci- concelebrazione eucaristica (n.26). lio ecumenico accettato come tale è di conse- Detto questo il Documento di Ravenna passa guenza una manifestazione della comunione di al livello universale della conciliarità e dell’au- tutta la Chiesa ed un servizio reso ad essa (n.38). torità. Dice esplicitamente che in ragione di co- Ed è qui che arriviamo al punto critico di di- munione “tutte le Chiese, per mezzo dei canoni, vergenza tra il Patriarcato di Mosca e del resto regolano tutto ciò che riguarda l’Eucaristia ed i del mondo ortodosso. Il Documento di Ravenna sacramenti, il ministero e l’ordinazione, la tra- dichiara: “…Un concilio ecumenico non è una smissione (paradosis) e l’insegnamento “istituzione” la cui frequenza può essere rego- (didaskalia) della fede” (n.34). lata da canoni; piuttosto esso è un “evento” un Nell’evolversi della storia, infatti, quando sono kairos, ispirato dallo Spirito Santo, che guida sorti seri problemi circa la comunione universa- la Chiesa affinchè essa generi al suo interno le le e la concordia tra le Chiese –a riguardo del- istituzioni di cui ha bisogno e che corrispondo- l’autentica interpretazione della fede, o ai mini- no alla sua natura. Tale armonia tra la Chiesa Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 17

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA ed i concili è cosi profonda da far sì che en- conciliarità a livello universale, esercitata nei con- trambe le Chiese –anche dopo la rottura tra cili ecumenici, implica un ruolo attivo del vescovo Oriente ed Occidente, che rendeva impossibile di Roma, quale protos tra i vescovi delle sedi mag- la convocazione di concili ecumenici nel senso giori. Inoltre, sebbene il vescovo di Roma non ab- stretto del termine– hanno continuato a tenere bia convocato i concili ecumenici nei primi secoli, dei concili ogni volta che insorgevano serie cri- e non li abbia mai presieduti, egli fu strettamente si. Tali concili radunavano i vescovi di chiese coinvolto nel loro processo decisionale (n. 42). locali in comunione con la Sede di Roma o, ri- Infine il Documento si riassume nei punti se- spettivamente, e sebbene compresi in modo di- guenti: verso, con la Sede di Costantinopoli. Nella Il primato e la conciliarità sono reciprocamente Chiesa cattolica romana, alcuni di tali concili interdipendenti. tenuti in Occidente erano considerati ecumenici. Il primato ai diversi livelli – locale, regionale Questa situazione, che ha costretto le due parti e universale – deve essere sempre considerato della cristianità a convocare concili propri a cia- nel contesto della conciliarità e, analogamente, scuna di esse, ha favorito i dissensi che hanno la conciliarità nel contesto del primato. contribuito al reciproco estraniamento. Debbo- Si afferma inoltre che: no essere ricercati i mezzi che permetteranno 1. Il primato, a tutti livelli, è una pratica fer- di ristabilire il consenso ecumenico” (n. 39). mamente fondata nella tradizione canonica del- Il Documento va oltre e dice che tra i vescovi la Chiesa; e i loro rispettivi protoi, e anche tra gli stessi 2. Mentre il fatto del primato a livello univer- protoi nell’ordine (taxis) canonico testimoniato sale è accettato dall’Oriente e dall’Occidente, dalla Chiesa antica, ha nutrito e consolidato la esistono delle differenze nel comprendere sia il comunione ecclesiale. La storia registra modo secondo il quale esso dovrebbe essere eser- consultazioni, lettere ed appelli alle principali citato, sia i suoi fondamenti scritturali e teologi- sedi, specialmente la sede di Roma, che ci (n. 43). esprimono palesemente la solidarietà creata dalla In conclusione il Documento di Ravenna pro- koinonia. Disposizioni canoniche quali pone due questioni da studiare profondamente l’inserimento nei dittici dei nomi dei vescovi nell’immediato futuro: delle sedi principali, e la comunicazione della 1.Quale è la funzione specifica del vescovo professione di fede agli altri patriarchi in della “prima sede” in una ecclesiologia di occasione di elezioni, erano espressioni concrete koinonia, in vista di quanto abbiamo affermato di koinonia (n. 40). nel presente testo circa la conciliarità e l’autori- Per la prima volta, dopo mille anni, gli Ortodos- tà?, si che hanno firmato il Documento di Ravenna di- 2. In che modo l’insegnamento sul primato cono che Roma, in quanto Chiesa che “presiede universale dei Concili Vaticano I e Vaticano II nella carità” (Sant’Ignazio d’Antiochia, Ai Roma- può essere compreso e vissuto alla luce della pra- ni, Prologo), occupava il primo posto nella taxis, e tica ecclesiale del primo millennio? che il vescovo di Roma è pertanto il protos tra i Tutti siamo stati d’accordo che bisogna stu- patriarchi. Tuttavia, si mette in risalto che non sono diare più profondamente il ruolo del Vescovo di d’accordo sull’interpretazione delle testimonianze Roma nel primo, e poi, nel secondo millennio. storiche di quest’epoca per ciò che riguarda le pre- Furono subito create due sottocommissioni (di rogative del vescovo di Roma in quanto protos, lingua inglese e quella di francese) con otto mem- questione compresa in modi diversi già nel primo bri ciascuna – quattro ortodossi e quattro catto- millennio (n. 41). Si prosegue dicendo che la lici; un totale di sedici teologi. 18LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Io divenni membro del gruppo inglese, e in due per preparare lo schema o l’instrumentum laboris riunioni a Roma, nei mesi di febbraio e giugno 2008, per la prossima plenaria della commissione ple- abbiamo preparato un documento nuovo sul ruolo naria che si terrà probabilmente a Cipro nella del Vescovo di Roma nel primo millennio. Io ho prima metà di ottobre 2009. analizzato in modo speciale il periodo dal Niceno II È veramente un onore e privilegio essere mem- (787) alla fine del nono secolo. Come è noto, questo bro di questa Commissione che potrebbe anche è il tempo del superamento dell’eresia iconoclasta, svolgere un ruolo profetico se ci sarà l’arduo desi- della incoronazione di Carlomagno (800), dei derio dell’adempimento del desiderio di Cristo “ut patriarchi Fozio (820, patriarca 856-867 e 877-886, omnes unum sint” (Gv. 17, 21). 893) e Ignazio (847-858 e 867-877), dei santi Cirillo Nello spirito di Ravenna si sviluppa in Ucraina, e Metodio, dei due concili di Costantinopoli, quello data anche la delicata situazione all’interno del- del 869/70 e quello di riconciliazione del 879/80, la Chiesa ortodossa ucraina, e il desiderio di ve- insomma un capitolo della storia piuttosto dere un ritorno verso il cristianesimo di San movimentata nel periodo dei pontificati dei papi Vladimiro quando la Chiesa era una e indivisa, Nicolò I (858-867), Adriano II (867-872) e Giovanni di trovare una soluzione veramente ecumenica VIII (872-882). Un simile lavoro dovrebbe essere di vivere e professare il Vangelo di Cristo in una stato fatto anche dalla sottocommissione francese. comunione simultanea con la Chiesa di Roma, I responsabili delle sottocommissioni hanno con quella di Costantinopoli e con tutte le Chie- consegnato in questo mese di agosto 2008 le con- se d’Oriente, conservando la propria identità clusioni dei loro lavori alla commissione coor- kyiviana nella universalità e unità. dinatrice che studierà la nostra documentazione Un traguardo non facile, ma con l’aiuto di Dio, a Creta nei giorni 27 settembre – 4 ottobre 2008 certamente possibile.

Estate ragazzi 2008 Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 19

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San Cosmo Albanese 29 agosto 2008 L’Ecumenismo: priorità nella Chiesa greco-cattolica romena “Comunione sempre più profonda per superare gli ostacoli che ancora rimangono”

S.E. Mons. Vescovo di Oradea (Romania)

Storia La fede del popolo romeno pare che sia di matrice apostolica perché si parla che l’apostolo Andrea pre- dicò il Vangelo sul Mar Nero in Dobrogea. Ciò che sotoricamente è verificato sta che, negli anni 104– 105, l’imperatore romano Traiano conquistò la Dacia. Dal miscuglio dei legionari romani con la popola- zione del posto nacque un nuovo popolo: il popolo romeno; nacque una nuova lingua: la lingua rome- na; ed ancora, questo popolo nac- que cristiano. Tutti i siti archeologici parlano di questa nuova realtà nata sul territorio dell’antica Dacia; poi nel tempo il paese prenderà il nome Romania. Con l’Impero Bizantino e con l’ar- S.E. Mons. Virgil Bercea rivo dei bulgari nelle nostre parti, nella Chiesa penetra il rito bizantino e la lingua paleoslava. “Lo spirito del dialogo richiede, (…), che “La Provvidenza divina ha disposto che, nel la (…) Chiesa «greco-cattolica romena» sco- tempo in cui la Santa Chiesa non aveva an- pra sempre di più con azione di grazie il vol- cora sperimentato al suo interno la grande di- to di Cristo Gesù, che lo Spirito Santo dipin- visione, voi raccoglieste, con l’eredità di ge nella Chiesa sorella ortodossa ed altret- Roma, anche quella di Bisanzio. I Romeni, tanto è da attendersi da quest’ultima nei vo- infatti, restando un popolo latino, si sono stri confronti. Darete così la testimonianza aperti ad accogliere i tesori della fede e della alla quale l’apostolo Paolo invita i cristiani cultura bizantina. Malgrado la ferita della di Roma (cfr Rm 12,9-13).” (Giovanni Pao- divisione, quest’eredità rimane condivisa lo II, Lettera Apostolica per il terzo centena- dalla Chiesa greco-cattolica e dalla Chiesa rio dell’Unione della Chiesa Greco-Cattoli- ortodossa di Romania” (Giovanni Paolo II, ca di Romania con Roma, 7 maggio 2000) Lettera Apostolica per il terzo centenario 20LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA dell’Unione della Chiesa Greco-Cattolica di coltivato dal regime comunista contro i no- Romania con Roma, 7 maggio 2000). stri fedeli, contro la Chiesa, contro Con il grande scisma del 1054, la Roma- l’intellettualità del paese. Il regime comuni- nia e la nostra Chiesa resta nell’influsso bi- sta cercò di distruggere la cultura, e la fede zantino e perde il legame con Roma. Da no- cattolica. La buia ora del Venerdì Santo per tare: i romeni sono molto fieri di avere radici la nostra Chiesa, come diceva il Vescovo Ioan latine, romane. Sappiamo che Roma ha sem- Suciu, morto nelle carceri di Sighet all’età di pre tentato di ricompre l’unità della Chiesa 46 anni, era arrivata. dopo il dramma della rottura del 1054,: tutti i papi hanno avuto questa spinta. “L’attuale L’ora della persecuzione (…) Successore si assume come impegno Nel 1948 nella notte del 28 ottobre, la no- primario quello di lavorare senza risparmio stra Chiesa vede arrestati tutti i suoi vescovi, di energie alla ricostituzione della piena e portati in un monastero ortodosso e spronati a visibile unità di tutti i seguaci di Cristo. Que- rinunciare alla loro fede. Tantissimi sacerdoti, sta è la sua ambizione, questo il suo impel- laici – uomini e donne, religiosi – suore e frati lente dovere. Egli è cosciente che per questo ebbero la stesa sorte: portati via con la famosa non bastano le manifestazioni di buoni senti- macchina nera ed incarcerati. Dei 12 vescovi menti. Occorrono gesti concreti che entrino nessuno ha tradito il Signore e la fede, nessu- negli animi e smuovano le coscienze, solle- no è diventato un Giuda. Tutti hanno fatto lun- citando ciascuno a quella conversione inte- ghi anni di carcere: sette di loro sono morti riore che è il presupposto di ogni progresso nelle carceri e le loro tombe non si conosco- sulla via dell’ecumenismo.” (Benedetto XVI, no. Questi santi martiri romeni del ventesimo Primo messaggio, 20 aprile 2005) secolo morivano nelle carceri di fame o di sete, Nel 1700, la Chiesa ortodossa della congelati dal freddo, senza nessuna assisten- Transilvania, che era sotto l’Impero za medica, mentre i loro persecutori li picchia- Habsburgico, fece l’unione con Roma e cosi vano e strappavano loro la barba – morti per nacque la Chiesa Romena Unita con Roma, l’amore di Cristo. Greco-Cattolica, una Chiesa piccola che ha dato Diceva il Papa Giovanni Paolo II: “In que- tanto al popolo romeno in un arco di tempo di sta “moltitudine immensa” (Ap 7,9) vestita 250 anni. Poi segue il periodo del comunismo di bianco (cfr Ap 7,13) di martiri e di confes- in Europa e così nel 1948, ad un ordine di Stalin, sori della vostra Chiesa, che sono passati at- la Chiesa Greco-Cattolica della Romania fu traverso la grande tribolazione e hanno lava- messa fuori legge: tutti i vescovi furono arre- to le loro vesti rendendole candide col san- stati. gue dell’Agnello (Ap 7,14) e che “stanno L’ora del martirio! L’odio portato da un re- davanti al trono di Dio” (Ap 7,15), risplen- gime ateo! L’odio della fede! Odio perché dono i nomi illustri di Vescovi come Vasile questa Chiesa ha lavorato per il bene di tutti, Aftenie, Ioan Balan, Valeriu Traian Frentiu, odio perché la vita della Chiesa era fiorente, , Tit Liviu Chinezu, Alexandru perché i laici erano presenti nella vita della Rusu e del Cardinale . Essi, come Chiesa, perché questa Chiesa non poteva es- gli oranti che “prestano servizio giorno e notte sere controllata dai comunisti. L’ora dell’odio nel santuario di Dio” (Ap 7,15), intercedono Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 21

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA insieme con gli altri martiri e confessori per lica dell’unità. Essa è diventata così in modo il loro popolo, godendo da parte di questo speciale la Chiesa dei testimoni dell’unità, una venerazione vera e profonda. La testi- della verità e dell’amore. Nonostante le nu- monianza del martirio e la professione di fede merose difficoltà incontrate, la Chiesa gre- nel Cristo e nell’unità della sua Chiesa sal- co-cattolica di Romania, di fronte all’intera gano come l’incenso del sacrificio vespertino ecumene cristiana, è apparsa sempre di più (cfr Sal 141,2) al trono di Dio nel nome di quale testimone singolare del valore irrinun- tutta la Chiesa, della quale godono la stima e ciabile dell’unità ecclesiale. Ma è soprattut- la devozione!” (Giovanni Paolo II, Lettera to nella seconda metà del ventesimo secolo, Apostolica per il terzo centenario dell’Unio- all’epoca del totalitarismo comunista, che la ne della Chiesa Greco-Cattolica di Romania vostra Chiesa ha dovuto subire una durissi- con Roma, 7 maggio 2000). ma prova, meritandosi giustamente il titolo I comunisti sono riusciti a trasformare la di Chiesa dei confessori e dei martiri” (Gio- Romania in una grande prigione. Così nelle vanni Paolo II, Lettera Apostolica per il ter- carceri si sono ritrovati greco-cattolici e or- zo centenario dell’Unione della Chiesa Gre- todossi, intellettuali e gente semplice uniti co-Cattolica di Romania con Roma, 7 mag- nella sofferenza e nella morte: “La morte” gio 2000). Qualsiasi altro commento è inuti- reitera Giovanni Paolo II, “ha unito questi le è superfluo. nostri fratelli di fede nell’eroica testimonian- za del martirio: essi ci lasciano un’indimen- Oggi, la nostra Chiesa ticabile lezione d’amore a Cristo ed alla sua Con la caduta del muro di Berlino e con la Chiesa” (Giovanni Paolo II, Discorso all’ae- sanguinosa rivoluzione del dicembre 1989 an- roporto di Bucarest, 7 maggio 1999). Là, che in Romania cade il comunismo e la Chie- nelle carceri si è vissuto un vero, sincero e sa Greco/Cattolica riacquista la sua libertà. profondo ecumenismo. Sono passati 18 anni: la vita della nostra Chiesa Scriveva il vescovo Suciu nel 1948 ai suoi entra lentamente nella normalità con più di fedeli: “State saldi e forti nella vostra fede 800.000 fedeli intorno a 900 sacerdoti, 150 quando sarete minacciati e picchiati: i vostri seminaristi, si sta riprendendo la vita mona- persecutori vi porteranno nei tribunali e da- stica e religiosa, funzionano le scuole e le as- vanti ai falsi giudici. Non abbiate paura, il sociazioni laicali più diverse. Se nel 1948 ave- Signore sarà sempre con voi. È arrivata l’ora vamo avuto 2588 chiese, oggi siamo riusciti a dell’eroismo cristiano sulle nostre terre. Non recuperare dai fratelli ortodossi intorno a 150 dobbiamo rifiutare al Signore questa gloria e siamo riusciti a costruire intorno a 250 chie- santa che ci offre, il sangue di Cristo vi chia- se nuove. Funzionano nuovamente le scuole ma, nessuno deve assentarsi, il Signore ci cattoliche, abbiamo una facoltà di Teologia chiama!” integrata nell’Università statale, la vita va “Il cammino della Chiesa greco-cattolica avanti. di Romania non fu mai facile, come dimo- strano le sue vicissitudini. Ad essa, nel corso Aspetto ecumenico dei secoli, fu chiesta una dolorosa e difficile Partiamo da una premessa: in Romania esi- testimonianza di fedeltà all’esigenza evange- ste un ecumenismo di base diffuso, naturale, 22LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA riconoscibile. Questo funziona nelle famiglie Chiesa cristiana. Nello stesso tempo nessun miste che vivono in pace e sereni: ortodossi chierico ortodosso non potrà concelebrare i e greco-cattolici, ortodossi e latini, cattolici sacramenti e le ierurgie con i sacerdoti di altri e protestanti, ortodossi e protestanti. I pro- Culti. Quelli che non si sottometteranno a que- blemi vengono dal mondo teologico e dalla sta decisione perdono la comunione con la gerarchia che talvolta prendono dimensioni Chiesa Ortodossa e verranno sanzionati fondamentaliste. Mi ricordo quando il nostro canonicamente con la scomunica per i chieri- cardinale Todea agli inizi degli anni 90 dis- ci e con l’interdizione di fare la comunione se: “se la Chiesa Ortodossa fosse disponibile per i laici”. In seguito a questo decreto i ve- a ricomporre l’unità con la Chiesa Cattolica scovi diocesani a loro volta hanno trasmesso romana, anche a prescindere da noi, che co- le stesse decisioni ai loro rispettivi sacerdoti. munque siamo già nella Chiesa Cattolica, tutti Niente si può fare più insieme: nè funerale, nè i vescovi greco-cattolici sarebbero pronti a “Te Deum”, nè benedizioni. lasciare le loro “sedie”. Purché l’unità si fac- Come sono belle le parole che Papa Gio- cia. I greco-cattolici dalla Romania si atten- vanni Paolo II aveva detto: “Lo spirito del gono all’insegnamento Conciliare, al dialogo richiede, (…), che la (…) Chiesa magisterio della Chiesa ed all’insegnamento «greco-cattolica romena» scopra sempre di dei papi riguardo l’impegno ecumenico e lo più con azione di grazie il volto di Cristo considerano come priorità della nostra Chie- Gesù, che lo Spirito Santo dipinge nella Chie- sa proprio per superare gli ostacoli che anco- sa sorella ortodossa ed altrettanto è da atten- ra rimangono”. dersi da quest’ultima nei vostri confronti. Darete così la testimonianza alla quale l’apo- La crisi stolo Paolo invita i cristiani di Roma (cfr Rm In Romania viviamo un momento molto de- 12,9-13)” (Giovanni Paolo II, Lettera Apo- licato per l’ecumenismo, siamo ritornati in stolica per il terzo centenario dell’Unione un certo qual modo al punto zero. Niente più della Chiesa Greco-Cattolica di Romania con ha valore: ne documento di Balamand, nè la Roma, 7 maggio 2000). visita del Papa in Romania, nè la Charta Come Chiesa greco-cattolica siamo total- Oecumenica. Tutto ciò che abbiamo costrui- mente aperti al dialogo in ogni circostanza, to fra la Chiesa Ortodossa e Greco-Cattolica speriamo che si potrà ritornare anche a cele- negli ultimi 18 anni con tanta fatica: incontri brare insieme per le feste nazionali o per la e discorsi, amicizie e rapporti a diversi livel- sepoltura dei fedeli che vivono in famiglie li, simposio e celebrazioni in comune, è crol- miste, o in altre occasioni. Per quanto riguar- lato nei ultimi mesi. da il patrimonio, cioè, le chiese che sono an- Il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Ro- cora nelle mani dei nostri fratelli, il nostro mena ha emesso il 18 luglio 2008 un decreto, punto di vista è: di restituirci le cattedrali; là il quale recita quanto segue: “il Santo Sinodo dove c’erano due chiese prima del 1948, che decide che non è permesso a nessun vescovo, ci sia restituita la nostra; là dove c’è soltanto sacerdote, diacono, monaco, monaca nemme- una chiesa, che ci permettano di celebrare al- no ai fedeli della Chiesa Ortodossa Romena ternativamente. Ma che dolore, quasi nessuno di fare la comunione eucaristica in un’altra ci ascolta. In certi posti i nostri fedeli hanno Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 23

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA intentato processo nel tribunale per poter en- 1948. Da questi due eventi, ripeto, un grup- trare e celebrare nella chiesa ed hanno vinto. po di fondamentalisti sostenuti dal Anche in questi posti non abbiamo cacciato Metropolita Bartolomeu di Cluj-Napoca, han- via i nostri fratelli, pur avendo la proprietà ab- no chiesto la scomunica di questi due vesco- biamo fatto un protocollo e nella stessa chiesa vi che hanno infranto i santi canoni ed hanno celebrano gli uni e gli altri, in ore diverse. celebrato con gli eretici cattolici. La batta- Noi greco-cattolici utilizziamo senza alcu- glia si è fatta nel mondo virtuale, su internet na riserva i libri ortodossi, poiché sono iden- e sui media ed il Santo sinodo ha emesso quel tici: se andate nelle nostre parrocchie su tutti decreto. gli altari troverete il Vangelo stampato a Dall’altra parte, questi fratelli Bucarest con la benedizione del Patriarca or- fondamentalisti mandano via la posta elettro- todosso. La Chiesa Ortodossa Romena ha dei nica, scrivono nei giornali e stampano dei li- valori di spiritualità incontestabile ed anche bri con testimonianze dalle grandi personalità noi, greco-catolici usufruiamo e cerchiamo ortodosse che parlano contro l’ecumenismo. di scoprire in questi doni proprio il volto di Vorrei presentarvi alcune: il canone 10 dei Cristo dipinto dallo Spirito Santo. Nel tem- Santi Apostoli “se qualcuno prega con uno po si sono create delle amicizie vere non sol- scomunicato, sarà anche lui scomunicato”; tanto nelle famiglie ma fra i nostri sacerdoti canone 45 dei Santi Apostoli “il vescovo, il e fra alcuni vescovi. Nell’Università statale sacerdote o il diacono che prega con gli ereti- di Cluj-Napoca funzionano quattro Facoltà ci sarà scomunicato; San Cipriano di Cartagine di Teologia: ortodossa, romano-cattolica, pro- “fuori della Chiesa non si ha salvezza”; testante e greco-cattolica. Gli studenti sono Sant’Efrem il Siro “guai a quelli che sporcano insieme in alcuni corsi, hanno una corale la santa fede con delle eresie”; Padre Adrian mista, fanno delle diverse attività, si trovano Fagetanu “l’ecumenismo è una eresia, l’ere- bene insieme. sia del XX secolo”; Padre Dumitru Staniloaie “io non sono per l’ecumenismo”; Padre Perché la crisi? Gheorghe Calciu Dumitreasa “io sono contro Ultimamente su internet sono apparse del- l’ecumenismo! Credo che è la più grande ere- le foto con il Metropolita ortodosso Corneanu sia del nostro secolo”; Padre Arsenie Papacioc di Timisoara, che ha fatto la comunione du- “sono contro! Che ecumenismo?”. rante una Divina Liturgia greco-cattolica. Purtroppo queste cose fanno notizia e cre- Non era la prima volta che succedeva qual- ano opinione. Purtroppo questa valanga di no- cosa del genere. Soltanto che un gruppo di tizie hanno determinato il Santo Sinodo a fondamentalisti ortodossi hanno scatenato il prendere questa decisione … antiecumenica. putiferio: un metropolita che fa la comunio- ne con gli eretici cattolici. A quel punto si Speranze? sono ricordati, gli stessi fondamentalisti, del Ripeto, siamo al punto zero, in Romania, fatto che per l’Epifania i due vescovi orto- per quanto riguarda i rapporti fra la Chiesa dosso e greco-cattolico, di Oradea, hanno Ortodossa e Cattolica. Non sappiamo come fatto la benedizione delle acque del fiume che andranno avanti le cose, ma non dobbiamo attraversa la città, come una volta prima del dimenticare la preghiera di Gesù “affinché 24LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA tutti siano uno come tu, Padre, in me ed io della Chiesa Greco-Cattolica di Romania in te, affinché il mondo creda che tu mi hai con Roma, 7 maggio 2000). mandato“ (Gv 17, 21). Il Papa Giovani Pa- Veramente dobbiamo sperare contro ogni olo II ci incoraggiava: “Le mutate circostan- speranza per poter ricomporre il cammino ze del presente richiedono, infatti, che si per- ecumenico in Romania. Dall’altro canto cre- segua l’unità in un orizzonte ecumenico più do che non mi sbaglio affermando che la largo, nel quale occorre rendersi disponibili Chiesa greco-cattolica è, al di là di tutti i pro- all’ascolto dello Spirito e ripensare con co- blemi che ci sono, un segno tangibile dell’uni- raggio i rapporti con le altre Chiese e con tà e della comunione: la comunione può esi- tutti i fratelli in Cristo nell’atteggiamento stere senza concorrenza o rivalità, con natu- di chi sa sperare contro ogni speranza”. (cfr ralezza, nella serenità, nella carità, nella Rm 4, 18) (Giovanni Paolo II, Lettera Apo- condivisione dei beni e nello scambio dei stolica per il terzo centenario dell’Unione doni.

DOCUMENTO FINALE

Nei giorni 27-28-29 agosto 2008, nella or- d’Oriente”, è stata tenuta con grande com- mai consueta ed accogliente cornice del San- petenza di storico ed apertura di visione con- tuario e della Casa del Pellegrino di S. Co- temporanea da Sua Ecc.za R.ma Mons. Lui- smo Albanese, si è svolta la XXI Assemblea gi Renzo, Vescovo di Mileto-Nicotera- Diocesana e Corso di aggiornamento teolo- Tropea. gico “L’Ecumenismo, una priorità nella La seconda relazione, L’ecumenismo: prio- Chiesa “. rità nella Chiesa greco-cattolica ucraina “im- In apertura di ciascuna giornata il Vesco- pegno irrevocabile caratterizzato dal recipro- vo Eparchiale, Mons. Ercole Lupinacci, ha co rispetto e dalla riconciliazione”, è stata trat- rivolto ai partecipanti la sua parola sapiente tata con viva passione dal Protopresbitero nell’omelia, che ha accompagnato le mitrato, Mons. Ivan Dacko, Presidente dell’ concelebrazioni della Divina Liturgia, e nel Istituto per gli studi ecumenici presso l’Uni- rivolgere il suo saluto all’Assemblea ed agli versità Cattolica Ucraina di Leopoli e Mem- illustri ospiti che l’hanno animata ed aggior- bro di nomina pontificia della commissione nata con le loro dotte relazioni. Mista Internazionale per il Dialogo teologico Infatti, il momento-chiave nei tre giorni tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa. assembleari è stato l’ascolto attento delle re- Egli ha offerto all’uditorio un quadro esaurien- lazioni programmate, seguite da dibattito in te sia delle vicissitudini, talvolta drammatiche, sala e, successivamente, dalle discussioni della Chiesa greco-cattolica di Ucraina nel nei Gruppi di studio. tempo, sia delle esperienze dirette dell’attuale La prima relazione, L’ecumenismo : prio- dialogo ecumenico fra le Chiese ortodossa e rità nella Chiesa in Calabria “terra di in- cattolica. contro e di dialogo con i fratelli cristiani Da ultimo, la terza relazione : Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 25

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA

L’ecumenismo: priorità nella Chiesa greco- rata nei Gruppi di studio, sono emerse cattolica romena “ comunione sempre più le seguenti indicazioni generali per un profonda per superare gli ostacoli che anco- cammino ecumenico da seguire e perfe- ra rimangono”, è stata offerta da Sua Ecc.za zionare nell’ Eparchia di Lungro, per sua Rev.ma Mons. Virgil Bercea, Vescovo di natura, origine e tradizione, già da sem- Oràdea, il quale non ha taciuto le difficoltà pre sensibile al dialogo ecumenico fra le che si sono incontrate in passato e che tuttora Chiese: permangono in Romania nel conseguimento 1. L’ecumenismo, come movimento di della piena comunione fra cattolici ed orto- conversione, deve interessare tutti, ciascu- dossi, ma ha pure sottolineato i progressi del no secondo il proprio ruolo nella Chiesa. dialogo ormai intrapreso ed irreversibile, so- . La nostra specificità di Chiesa cattoli- prattutto fra le giovani generazioni. ca di rito bizantino ci spinge ad una mag- giore vicinanza e facilità al dialogo ver- Dalle relazioni, così ricche e realistiche, so le Chiese ortodosse, rispetto a quelle dalle relative discussioni in Assemblea della Riforma, pure avvicinate soprattut- e, in particolare, dalla riflessione matu- to a livello regionale.

San Cosmo Albanese. XXI Assemblea Diocesana 26LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA

3. La nostra comunità valorizzi i mo- CONCLUSIONE GENERALE menti di preghiera ecumenica (v. Litur- Al termine delle tre giornate assemble- gia, Settimana di preghiera per l’unità dei ari il Vescovo, Mons. Ercole Lupinacci cristiani, ecc…), ma intensifichi incontri esprime ai relatori ai responsabili dei di formazione ed aggiornamento su do- Gruppi di studio, a tutti i partecipanti, il cumenti ed esperienze in atto nelle Chie- suo vivo compiacimento e la sua grati- se, per una sempre maggiore tudine per il contributo di ciascuno allo sensibilizzazione ecumenica del popolo svolgimento, ordinato e sentito, di tutti i di Dio in tutte le Parrocchie. momenti, di ascolto, di ricerca e di im- 4. I responsabili diocesani curino, in par- pegno, ai fini di una riuscita ottimale ticolare, la formazione ecumenica nel Se- della XXI Assemblea Diocesana, dedica- minario Maggiore Eparchiale, nell’Istitu- ta in questo anno paolino al tema to di Scienze religiose, tra gli insegnanti dell’ecumenismo, che è, nonostante le di religione e i catechisti, nonché nelle As- difficoltà presentate, riflessione e cammi- sociazioni Cattoliche e negli Organismi di no indispensabile per la realizzazione partecipazione diocesani e parrocchiali. della volontà di Dio, espressa in partico- 5. Si sottolinea in modo speciale il va- lare nel logo e nello spirito dell’Eparchia, lore ecumenico dell’amicizia: intensifica- “ut unum sint”, affinché tutti i fedeli di re i rapporti, sia a livello personale che Cristo siano una cosa sola”. istituzionale, con i fratelli e greco-catto- Dalle esperienze eparchiali e calabresi, lici ed ortodossi dell’Est europeo, anche ucraine e romene, evidenziate nel corso residenti in Diocesi soprattutto per mo- dell’Assemblea, la nostra Diocesi di tivi di lavoro, aiuta ad affrontare meglio Lungro, il suo Pastore, i sacerdoti, i reli- le difficoltà che sorgono nel dialogo giosi e le religiose, il popolo tutto, possa- ecumenico. no trarre ispirazione e slancio per realiz- 6. Si guardi infine alle comunità della zare il loro impegno concreto nel senso nostra diaspora , sia vicine che lontane, ecumenico più autentico e pieno, con come a veri e propri focolai ecumenici, l’aiuto del Signore Dio, Padre, Figlio e mantenendo con esse regolari ed intensi Spirito Santo e per l’intercessione della rapporti ecclesiali. Madre di Dio, la sempre Vergine Maria.

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L’ECUMENISMO: UNA PRIORITÀ NELLA CHIESA

XXI Assemblea Diocesana e Corso di aggiornamento teologico

di Giuseppe Cosmo Sposato

“L’Ecumenismo: priorità nella Chiesa”. È Ad essa sono stati invitati a partecipare tutte l’appello che Papa Benedetto XVI ha le componenti dell’Eparchia: i Sacerdoti, le riproposto con forza in questi anni di ponti- Religiose, i Catechisti, gli Studenti dell’Isti- ficato per l’unità di tutte le Chiese che invo- tuto di Scienze Religiose e tutti i laici impe- cano la Trinità e professano la fede in Gesù gnati nelle Parrocchie della diocesi. Cristo, ed è stato il tema centrale che il Ve- Il Vescovo, nel suo invito, ha ricordato che scovo -Monsignor Ercole Lupinacci- ha pro- un particolare compito spetta agli orientali posto quest’anno per la XXI Assemblea cattolici, quello di promuovere l’ecumenismo Diocesana e Corso di aggiornamento teolo- per come richiamato dal Concilio Vaticano gico che si è svolta presso la Casa del Pelle- II (Decr. OE 24): “Alle Chiese Orientali aven- grino di San Cosmo Albanese nei giorni dal te comunione con la Sede Apostolica roma- 27 al 29 agosto u.s. na, compete lo speciale ufficio di promuove-

San Cosmo Albanese. XXI Assemblea Diocesana 28LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA re l’unità di tutti i cristiani, specialmente Calabria - Terra di incontro e di dialogo con orientali, secondo i principi del decreto i fratelli cristiani d’Oriente”, di cui ha posto sull’Ecumenismo”. in evidenza, dopo ampio ed articolato Introducendo le prolusioni ed il dibattito, excursus storico, “la duttilità e la vocazione egli ha anche ricordato l’invito che S.S. Gio- ecumenica”, secondo le direttive del Pontifi- vanni Paolo II ha rivolto ai partecipanti al cio Consiglio per la promozione dell’Unità Sinodo intereparchiale delle Eparchie italo- dei cristiani, anche nell’esperienza e nell’ini- albanesi in Italia e del Monastero esarchico ziativa attuale di avere i monaci greco orto- di Grottaferrata, nell’Udienza che ha loro dossi in Calabria dal 1994 (nella vallata del- concesso in Vaticano l’11 gennaio 2005: “Vi lo Stilaro in provincia di Reggio Calabria) incoraggio poi a proseguire i contatti, grazie “che non ha mancato di suscitare perplessi- alla comune tradizione liturgica, con le Chiese tà..., ma che negli intenti di chi l’ha progetta- ortodosse desiderose anch’esse di rendere ta vuole essere nuovo tentativo di riannodare gloria all’unico Dio e Salvatore. Il Signore i rapporti culturali e religiosi con l’Oriente”. Onnipotente..... conceda a tutti i credenti in Il giorno 28 agosto la seconda relazione è Cristo di vivere appieno l’unità della mede- stata tenuta da Monsignor Ivan Dacko - sima fede. Per questo prego e domando al Protopresbitero mitrato, Direttore dell’Istituto Signore che il vostro Sinodo contribuisca a ecumenico dell’Università cattolica ucraina favorire un rinnovato annuncio dell’Evangelo di Leopoli e componente della Commissio- in ogni vostra Comunità come pure un vigo- ne mista cattolici-ortodossi - che ha trattato roso slancio ecumenico.” de “L’Ecumenismo: priorità nella Chiesa gre- Un “ardente auspicio”, quasi una missione co-cattolica ucraina - Impegno irrevocabile testamentaria! caratterizzato dal reciproco rispetto e dalla Salutando l’Assemblea ed introducendo i riconciliazione”. relatori Monsignor Ercole ha ricordato l’at- Egli ha fatto il punto sulle traversie stori- tività ecumenica dell’Eparchia di Lungro, che e sul ritorno alla Vita della Chiesa catto- dalla sua istituzione, nell’opera dei suoi Pa- lica Ucraina di rito bizantino, ma anche sulle stori e dei suoi Presbiteri ed il ruolo partico- aperture storiche e teologiche e le nuove re- lare che essa occupa, con riferimento lazioni ecumeniche scaturite nella Chiesa con all’Ecumenismo, nell’ambito della Conferen- la stesura del “Documento di Ravenna”, da za regionale dei Vescovi della Calabria, parte della Commissione mista cattolici-or- evidenziando l’opera sapiente, efficace e be- todossi, dell’ottobre 2007. nemerita dell’Archimandrita Monsignor Il giorno 29 agosto la terza relazione è sta- Eleuterio Francesco Fortino nel suo ruolo ta tenuta da Monsignor Virgil Bercea - Ve- speciale di Sottosegretario del Pontificio scovo di Oradea in Romania - che ha trattato Consiglio per l’unione dei cristiani. de “L’Ecumenismo: priorità nella Chiesa gre- Dopo il saluto del vescovo, l’Assemblea co-cattolica romena -Comunione sempre più ha ascoltato il giorno 27 agosto la relazione profonda per superare gli ostacoli che anco- di Monsignor Luigi Renzo - Vescovo di ra rimangono”. Mileto, Nicotera e Tropea - che ha trattato de Egli ha posto in evidenza le sofferenze della “L’Ecumenismo: priorità nella Chiesa in Chiesa romena nel periodo della dittatura Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 29

XXI ASSEMBLEA DIOCESANA

San Cosmo Albanese. XXI Assemblea Diocesana comunista; la fratellanza e la comunione con- mendo la carica emotiva di chi ha vissuto creta che si è sempre vissuta e si vive tra i sulla propria pelle anche i contrasti scaturiti fedeli della Chiesa cattolica bizantina e quella dalla mancanza di dialogo ecumenico. ortodossa in Romania, ma anche il contrasto Le prolusioni e le discussioni dei gruppi di di vertice delle due Chiese che ha fatto arre- studio hanno suscitato l’interesse della platea, trare il dialogo ecumenico, di recente e con più ampia ed articolata di altre analoghe occa- presa di posizione forte del Santo Sinodo sioni, che l’hanno vista ascoltare ed interloquire della Chiesa ortodossa romena. sempre attenta, curiosa ed interessata. Si è respirata un’aria nuova, quest’anno, È stato un evento speciale anche nel parti- all’Assemblea diocesana che vedeva la or- colare commiato, dopo la lettura degli atti mai consueta partecipazione della rappresen- conclusivi di questa tre giorni sancosmitana, tanza della comunità grecanica di Reggio quando qualcuno ha sentito il bisogno di rin- Calabria, ma anche una rappresentanza di graziare il Vescovo per l’organizzazione del fedeli dell’Eparchia di Piana degli Albanesi. Corso di formazione teologico della XXI È stato un evento speciale per il tema, per Assemblea, diventata un appuntamento an- il quale si percepisce sempre una particolare nuale di cui sicuramente non si potrà fare a sensibilità; per gli oratori che hanno intro- meno anche in futuro, e tutti gli si sono asso- dotto la discussione relazionando da un altro ciati spontaneamente cantando per lui il punto di vista e dando il carattere Polichrònion. dell’internazionalità all’evento, nonché espri- Is polla eti, Despota! 30LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

CRONACA

DIARIO DI UN PRIMO MAGGIO MISSIONARIO di Angela Castellano Marchiano Direttore dell’Ufficio Missionario

Per l’intera giornata del primo maggio u.s. si feriali e festivi; un cartellone con il saluto pa- è svolta a Rende, presso il Seminario Arcive- squale nelle nostre tre lingue, greca, con relati- scovile Cosentino, la manifestazione regionale va traslitterazione, utile ad aiutare la lettura di- dell’Infanzia Missionaria (I.M.) e del Movimen- retta dei visitatori, albanese e italiana; una ricca to Giovanile Missionario (M.G.M.) in occasio- serie di immagini-icone di Cristo, della Vergine ne della visita dei responabili del Tour missio- e dei Santi protettori delle nostre comunità italo- nario nazionale. albanesi; alcuni numeri del notiziario diocesano Accolti molto affettuosamente dall’organiz- Lajme; testi di alfabetizzazione arbereshe; il te- zazione congiunta dell’Azione Cattolica dei Ra- sto della Divina Liturgia di S. Giovanni gazzi e degli Scout delTArcidiocesi di Cosenza, Crisostomo; un piccolo tappeto proveniente dal- allegri gruppi parrocchiali e/o diocesani di ra- l’Albania, tessuto al telaio a mano, con i simbo- gazzi, educatori, giovani e adulti, sacerdoti e li della nazione albanese; ed altre cose ancora, religiose, delle dodici Diocesi della Calabria meno vistose, ma atte a presentare la nostra sto- hanno incominciato verso le dieci della mattina ria, lunga cinque secoli ed il legame sempre vivo ad invadere ogni spazio predisposto nell’ampio con quella Patria d’origine in cui operano in- giardino del Seminario per allestire i loro ‘labo- stancabilmente le nostre Suore, sia Basiliane che ratori’ missionari ed illustrarne reciprocamente Piccole Operaie dei Sacri Cuori, per un riscatto il significato a tutti i volenterosi visitatori. possibile di un popolo martoriato dalle più dure Ogni rappresentanza diocesana ha interpreta- esperienze storiche. to un aspetto delle missioni presenti nei cinque Mentre i giovani esponevano ed accoglieva- continenti: alla nostra piccola, ma volenterosa no cordialmente i visitatori, gli adulti sono stati rappresentanza, proveniente dalla Parrocchia di invitati ad ascoltare all’interno del Palazzo del- San Demetrio Megalomartire, era stato chiesto la Cultura, le molteplici esperienze e testimo- di illustrare, per il continente europeo, il rap- nianze missionarie dei responsabili nazionali del porto fraterno con il mondo albanese delle ori- “Missio Tour”, suffragate da materiali illustra- gini e la specificità di Chiesa di rito orientale tivi e stampa missionaria indirizzata a tutte le bizantino. età dei destinatari, dal Ponte d’oro, il mensile Pertanto, educatori e ragazzi dell’A.C.R. par- per ragazzi, ai sussidi per ragazzi, adolescenti e rocchiale, con l’appoggio di genitori e di qual- giovani, Ragazzi missionari in tutto il mondo, che membro dell’Ufficio Missionario Scoprirsi dono per l’umanità, ecc.. Diocesano, hanno allestito un laboratorio, mol- A coronamento di una mattinata cosi intensa, to visitato ed apprezzato nel corso della mani- è giunto l’Arcivescovo di Cosenza, Mons. Sal- festazione, in cui si poteva ammirare il costume vatore Nunnari per presiedere, nell’ampio femminile completo, elegantemente appoggia- Auditorium del Seminario, alla Concelebrazione to ad un manichino, illustrato sia dalla viva voce della Santa Messa e toccare nella sua omelia i degli ‘espositori’, sia da appositi testi illustrati punti-chiave dell’impegno missionario di tutta dedicati al tema del costume arberesh, per co- la Chiesa e di ogni fedele in essa incorporato. gliere il significato dei suoi colori e dei suoi usi, Il momento coinvolgente dell’offertorio è stato Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 31

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Laboratorio Arbëresh poi animato dalla presenza e dalla manifesta- S. Nicola di Mira, in Trebisacce (CS), il quale, zione di giubilo di gruppi di immigrati che han- costituito da più parrocchiani italiani, giovanis- no riscosso, da parte di tutta l’Assemblea, l’am- simi e meno giovani, e bene istruito dal Parro- mirazione e la condivisione piena delle loro cul- co, Padre Joseph, indiano, ha eseguito, indos- ture di adorazione e di offerta al Signore, com- sando pittoreschi costumi dell’India, un melo- mossa e commovente ad un tempo. dioso canto indù di lode al Signore, nella lingua E così pure, dopo un allegro ‘pranzo al sac- di quell’antico e nobile Paese, tanto amato da co’, scambiato e consumato negli spazi ombreg- Madre Teresa di Calcutta. giati del giardino, il pomeriggio è stato occupa- Paghi dell’apprezzamento del nostro ‘labora- to, di nuovo nell’Auditorium, da un ‘incontro- torio’ arberesh da parte dei visitatori, anche se festa’ animato sia dai responsabili nazionali sia il nostro gruppo non si è esibito in nessuna ulte- da brevi spettacoli preparati da alcune realtà riore forma di spettacolo, i partecipanti di S. diocesane o parrocchiali della Calabria in cui Demetrio, ragazzi, giovani, genitori, educatori l’immigrazione da più parti del mondo è parti- dell’A.C.R. ed insegnanti di religione, hanno colarmente presente e amorevolmente aiutata sinceramente goduto, sia dal punto di vista spi- dalla Chiesa locale, in particolare dalle religio- rituale che sociale, della partecipazione attiva e se, per un giusto processo di integrazione nella contemplativa di una bella giornata missiona- nostra società italiana, e specificamente ria, ricca di esperienze e di emozioni, di intenso calabrese. valore ecclesiale, di grande calore umano e pure Molto applaudita, in particolare, la suggesti- di un bellissimo cielo e sole primaverile. va esibizione canora del gruppo parrocchiale di 32LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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RICORDANDO IL PRESIDE PIERINO RISOLI

L’Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzio- contesto storico nazionale e locale, tratteggian- ne del Comune di Lungro, prof. Giovan Battista do con toccanti aneddoti, anche personali, gli Rennis, si è reso promotore di una delle più bel- aspetti umani e professionali del compianto pre- le iniziative da lui realizzate nel primo anno del side. suo mandato amministrativo: l’intitolazione della Il prof. Giuseppe Frega, decano Unical, nella “Sala dei Docenti” dell’Istituto Comprensivo di sua relazione conclusiva ha evidenziato l’impe- Lungro al prof. Pierino Risoli, una cerimonia so- gno cristiano del “fraterno amico Pierino”, non lenne svoltasi in due giornate commemorative dimenticando di sottolineare il suo amore per gli in cui sono stati coinvolti i docenti e gli alunni studi classici e biblici. delle Scuole di Lungro, Acquaformosa e Firmo. Sono seguiti interventi da parte del dirigente Venerdì 30 maggio, nella “Sala del Consiglio scolastico di Firmo, prof.ssa Giulia Pagliaro, del Comunale” si è svolto il Convegno “Ricordan- dirigente scolastico del Liceo Scientifico, prof. do il Prof. Pierino Risoli”, che ha visto la parte- Angelo Rennis, del Giudice di Pace, avv. Fran- cipazione di tanti docenti di diverse scuole, rap- cesco Damis, dei proff. Pasquale Pisarro e Attilio presentanti delle istituzioni politiche, religiose e Vaccaro, del dott. Franco Agrippino. militari, giovani e gente che lo ha conosciuto ed Tra una relazione e l’altra sono stati letti alcu- ha apprezzato le sue doti umane e intellettuali. ni brani che hanno riguardato le tappe più signi- Ha aperto la serata il Sindaco di Lungro, prof. ficative della vita del preside, presentati dal si- Giuseppino Santoianni, che ha messo in rilievo gnor Franco Parrotta e dalla studentessa Piera la forte personalità di Risoli e la sua capacità di De Marco. aver saputo interagire con gli alunni. L’asses- Infine il Sindaco ha consegnato al prof. Giu- sore, prof. Giovan Battista Rennis, nell’intro- seppe Rogati, già dirigente scolastico nelle scuole durre i lavori, ha letto l’indirizzo di saluto del secondarie di primo grado, una targa-ricordo Vicario Generale della diocesi, archim. Donato quale atto di gratitudine da parte della Comunità Oliverio, e, dopo aver presentato alcuni aspetti lungrese per la sua dedizione e il suo impegno peculiari della personalità di Pierino Risoli, ha in favore della Scuola. parlato delle sfide che attendono l’Istituto Com- Sabato 31 maggio, nell’atrio dell’Istituto Com- prensivo locale, a causa dell’edificio scolastico prensivo di Lungro ha avuto luogo la cerimonia fatiscente da anni e del numero degli alunni sem- di intitolazione della “Sala dei Docenti” al pre- pre più in diminuzione, e ha fatto appello al- side Risoli. Dopo un breve, ma significativo di- l’Ente Regione affinché i finanziamenti desti- scorso del dirigente scolastico attuale, prof. Fran- nati alla costruzione di un nuovo plesso non tar- cesco Sposato, ed un saluto da parte del sindaco dino ad arrivare. di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, l’asses- La prima relazione è stata tenuta dalla prof.ssa sore Rennis ha ricordato ai presenti le iniziative Amelia Gabriele, responsabile della Sezione del suo assessorato in favore della scuola nel- Staccata di Acquaformosa, che ha ricordato con l’arco dell’intero anno scolastico ormai al ter- commozione la statura morale di un preside sem- mine. Ha avuto quindi inizio un bellissimo omag- pre attento alle esigenze dei ragazzi più indifesi. gio di canti e poesie da parte degli alunni di La seconda relazione è stata presentata dal prof. Lungro e Acquaformosa, che si è concluso con Alessandro Rennis, già docente di Lettere Clas- la declamazione di una delle composizioni più siche, che ha inquadrato la figura di Risoli nel suggestive del poeta popolare arbéresh, Simeone Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 33

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Orazio Capparelli, declamata con grande enfasi giovani, e si è dedicato con spirito di abnegazio- dal prof. giornalista Pasquale Pisarro, emozio- ne alle diverse iniziative socio-culturali e religio- nando l’assemblea intera. Infine le autorità sco- se, senza mai trascurare gli studi classici, biblici lastiche e amministrative, con a capo i due sin- e la preghiera quotidiana, che lo ha accompagna- daci, di Lungro e di Acquaformosa, si sono re- to fino al momento della morte. cate davanti alla “Sala dei Docenti”, dove la prof.ssa Teresa Risoli, figlia del preside, ha sco- L’indirizzo di saluto del Vicario Generale, perto la targa di intitolazione tra scroscianti ap- archim. Donato Oliverio plausi dei presenti, molti dei quali, soprattutto docenti, non hanno nascosto la propria commo- Ill.mo Sig. Sindaco Prof. Giuseppino zione. Santoianni Ill.mo Assessore alla Cultura Prof. Giovan Bat- Breve Biografia tista Rennis Il Prof. Pierino Risoli nasce a Francavilla Ma- Alla Famiglia Risoli rittima l’8 febbraio 1922. In questa circostanza in cui l’Amministrazione Dopo aver frequentato la scuola elementare al Comunale di Lungro ha organizzato due giorna- paese natio, dove il padre era maestro e direttore, te commemorative per ricordare l’insigne figura intraprende gli studi liceali al seminario di del Prof. Pierino Risoli, a nome di S.E.R. Mons. Cassano allo Ionio e poi a Reggio Calabria. Otte- Ercole Lupinacci, Vescovo di Lungro degli italo- nuta la laurea in Lettere Classiche all’Università albanesi dell’Italia continentale, in questi giorni di Napoli, inizia a insegnare a Montalto Uffugo e a Roma per i lavori della Conferenza Episcopale a Castrovillari. Italiana, mi è particolarmente gradito esprimere Nel 1951 viene mandato a reggere la nascente un segno di stima verso la cara Persona del Prof. scuola media di Lungro, dove conosce Maria Pierino Risoli di felice memoria e di riconoscen- Martino, insegnante elementare, che sposerà due za per la sua intensa ed instancabile attività di anni più tardi. educatore, di docente e di Preside nella Scuola Dopo avere svolto il ruolo di preside nelle scuo- Media di Lungro e di Presidente del “Movimen- le medie di Castrovillari (“E. De Nicola” - “G. to Maestri” dell’Azione Cattolica Diocesana. Si Fortunato”) e Morano, nel 1974 viene trasferito è prodigato con dedizione e passione per la for- a Firmo e qualche anno più tardi a Lungro, dove mazione culturale dei giovani e per il bene e il nel 1986 cesserà anticipatamente la sua carriera progresso umano di questa nostra comunità professionale per motivi di salute. lungrese. Non sospenderà, invece, la sua attività di edu- Pierino Risoli, limpida figura concentrata sui catore e di docente, che continuerà a svolgere principi fondamentali della vocazione e della nella propria abitazione, diventata in quegli anni missione del fedele laico, incarnava un cristiane- punto di riferimento per tanti giovani. simo di convinzione, di riflessione, di scelta. Fa- Muore il 18 gennaio 1994 tra il compianto di ceva appello alla coscienza e all’interiorità, sem- tutti. pre nel segno della coerenza cristiana con animo Il Prof. Risoli ha vissuto una vita impregnata sereno e spirito costruttivo. di un profondo senso del dovere, corroborato da Una vita di impegno nella formazione dei gio- una forte responsabilità professionale. vani; anche dopo il pensionamento lo si trovava Confortato da una visione altamente cristiana sempre al lavoro. della società, che in quegli anni andava sempre Averlo conosciuto ed aver familiarizzato con più laicizzandosi, si è prodigato in tutti i modi in lui, è stato per noi un dono di Dio. favore della formazione culturale e umana dei Lungro 30 maggio 2008. 34LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Maria Franca Cucci Il Pontificio Collegio Corsini degli Albanesi di Calabria Evoluzione storica e processo di laicizzazione. Il dono di Clemente XII ai bizantini di Calabria di Eleuterio F. FORTINO

Una comunità minoritaria, e specialmente Evoluzione storica e processo di in diaspora, non può sopravvivere a lungo laicizzazione, Cosenza, Brenner; Editore, senza il solido supporto della propria cultura 2008, pp. 424). La pubblicazione, basata su che costituisce per essa il sicuro fondamento una documentazione, per la maggior parte, e il cemento della propria identità. A questo inedita, reperita negli archivi ecclesiastici scopo si indirizzano le istituzioni e gli stru- (Congregazione per l’Evangelizzazione dei menti che promuovono la dimensione cultu- Popoli-Propaganda Fide, Congregazione per rale. La Santa Sede nel secolo XVIII, in un le Chiese Orientali) e civili (Archivio cen- periodo di crisi, ha creato per gli albanesi di trale dello Stato, Archivio di Stato di Napoli, Calabria una struttura culturale-religiosa che Archivio storico-diplomatico del Ministero ha costituito il vero baluardo di salvaguardia degli Esteri, Archivio di Stato di Cosenza), è dall’omologazione. inserita nella specialistica collana «Bibliote- Gli albanesi di Calabria e dell’Italia conti- ca degli Albanesi d’Italia» dell’editore nentale, che per l’aspetto religioso vivevano Brenner di Cosenza e diretta da Italo C. nella tradizione liturgica bizantina, immigrati Fortino dell’Università degli Studi «L’Orien- in Italia -dall’Albania del sud, dall’Epiro e tale» di Napoli. dal Peloponneso- a varie riprese nei secoli Nella stessa collana, la pubblicazione è stata XV e XVI, hanno ricevuto questo essenziale preceduta dalla ristampa di due opere fonda- sostegno da un collegio appositamente crea- mentali sull’argomento: la Storia del Rito to per loro nel 1732 da Lorenzo Corsini, Papa Greco in Italia di Pietro Pompilio Rodotà, Clemente XII. Questa istituzione di forma- scriptor graecus della Biblioteca Apostolica zione culturale e teologica che poteva confe- Vaticana, in tre volumi, Roma 1758, 1760, rire anche la laurea in sacra teologia (Bolla 1763; e la Storia del Collegio Corsini di Praeclara Romanorum del 1739), assieme San Benedetto Ullano dello studioso alla connessa creazione di un vescovo or- calabrese Angelo Zavarroni, Napoli 1750. dinante per il rito greco, ha costituito l’asse Le ripubblicazioni hanno avuto luogo rispet- portante della vita della comunità cattolica tivamente nel 1984 e nel 2001. La storia del- bizantina in Calabria. Un accurato e docu- lo Zavarroni riguarda direttamente «L’erezio- mentato studio ora ricostruisce, con amore e ne del Pontificio Collegio Corsini Italo-Gre- acribia, la sua storia bicentenaria e descrive co di Ullano e l’Istituzione del vescovo tito- il suo vitale contributo culturale e spirituale lare di rito greco per l’istruzione degli Italo- (Maria Franca Cucci, Il Pontificio Collegio Albanesi del medesimo rito e per la promo- Corsini degli Albanesi di Calabria - zione ai Sacri Ordini». La sua ristampa è stata Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 35

CRONACA arricchita da una, prefazione dello storico la Chiesa latina circostante forgiando, non Francesco Russo e da una postfazione del sempre senza tensioni, una mentalità di reci- curatore Domenico Morelli. Anche alla ri- proca comprensione e di comunione nella stampa anastatica dei tre volumi di Pietro legittima varietà di tradizioni liturgiche e Pompilio Rodotà è stato premesso un ampio disciplinari. La presa di coscienza del prin- studio introduttivo di aggiornamento di Vit- cipio della legittima varietà, al di là della sem- torio Peri, pure egli scriptor graecus della plice disposizione alla tolleranza, ha costitu- Biblioteca Apostolica Vaticana, su «Pietro ito un elemento ecclesiologico importante. Lo Pompilio Rodotà e gli studi sulla Chiesa studio della Cucci, sulla base di una ampia bizantina in Italia» (vol. I, pp. 5-76). Il Peri documentazione, indaga le ragioni della fon- nella sezione sulla Chiesa italo-albanese os- dazione di una tale istituzione sintetizzate serva: «Una delle caratteristiche più salienti nell’espressione «per la salvaguardia della dell’immigrazione definitiva in Italia di in- Chiesa greca in Italia», quindi presenta la tere comunità albanesi (...) è rappresentata fondazione sulla base delle bolle pontificie, dalla conservazione da parte loro non solo le regole per la vita interna del collegio: del rito greco-bizantino nella liturgia, ma formativa, didattica, culturale e spirituale. In anche del proprio clero e della struttura gerar- seguito si ripercorre l’evoluzione del Colle- chica e della disciplina canonica proprie del- gio nelle sue due fasi in cui chiaramente si la Chiesa d’Oriente». Nello studio del Peri distingue: prima a San Benedetto Ullano sono presentati i nuovi contributi bibliografici (1732-1794) e quindi a San Demetrio Coro- sull’intera vicenda della Chiesa bizantina in ne dopo il trasferimento nell’antico monaste- Italia, tanto della fase italo-greca (secoli VI- ro basiliano di Sant’Adriano (1794-1923). XVI) quanto di quella italo-albanese (secoli In questa seconda fase particolare rilievo, XV-XX). viene dato all’analisi del risorgimento che La nuova ricerca della Cucci abbraccia l’in- registra un rifiorire degli studi classici e let- tera storia del collegio Corsini: la sua erezio- terari con una accentuazione dello spirito di ne (1732), la sua evoluzione, il decisivo ruo- azione politica che ha determinato, una mas- lo ecclesiale e culturale esercitato e, special- siccia partecipazione alle lotte mente dopo l’unità d’Italia, il progressivo antiborboniche e una aperta e attiva adesio- allontanamento dal suo scopo religioso ini- ne alla lotta di Giuseppe Garibaldi. Non sen- ziale fino alla completa laicizzazione, a cau- za l’influsso di questa temperie culturale sa di interferenze ideologiche risorgimentali maturò il gesto eversivo di Agesilao Milano, e massoniche, finendo per diventare un ge- ex alunno del collegio che tentò di uccidere nerico ginnasio-liceo statale (1923). È stata il re Ferdinando II di Napoli. comunque una storia nobile di una istituzione Viene poi attentamente analizzata ed espo- voluta dalla Santa Sede in favore di una sta la vicenda del collegio durante il Regno espressione ecclesiale bizantina nell’ambito d’Italia in cui si alternano tentativi di ridargli della Chiesa latina. Quella istituzione ha ga- il suo orientamento ispiratore e iniziale e rantito la sopravvivenza della comunità bi- tendenze alla sua laicizzazione. L’ultimo ca- zantino-albanese, quale presenza cultural- pitolo è dedicato alla creazione dell’eparchia mente dinamica in permanente contatto con di Lungro (1919) che può essere considerata 36LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

CRONACA come lo sbocco naturale e positivo dell’intera seppe Serembe, Francesco Santori, ecc. - ma an- vicenda del Pontificio Collegio Corsini e del- che giuristi e politici a livello nazionale come la presenza in esso sin dalla creazione di un Pasquale Scura, ministro degli affari ecclesiasti- vescovo ordinante quale presidente del colle- ci al tempo di Garibaldi, Domenico Mauro, gio stesso. Agli albanesi di Calabria di tradi- promotore dello spirito mazziniano della Gio- zione bizantina - fino a quel tempo dispersi in vane Italia in Calabria e Domenico Damis, ge- quattro diocesi latine - venivano riconosciuti i nerale dell’esercito regio. L’esposizione dei li- diritti di normale Chiesa particolare bizantina neamenti storici del collegio è rigorosamente nella comunione cattolica. In tutta questa vi- documentata in note di precisione certosina. Inol- cenda, durante i quasi due secoli di vita del tre più della metà del volume (pp. 185-424) con- collegio, l’appoggio della Santa Sede è stato tiene un’ampia selezione di documenti che rac- vigile e generoso. Alla conclusione del colle- chiudono gli elementi trattati nell’esposizione. gio come seminario, la Santa Sede ha creato Si tratta di centoventicinque testi, quasi tutti ine- per gli italo-albanesi di Calabria e di Sicilia il diti, che sorreggono l’esposizione storica e al Pontificio Seminario Benedetto XV a contempo aprono a nuove ricerche. Grottaferrata (1918), disponendo che gli studi Nella conclusione viene «giudicato in modo filosofici e teologici fossero compiuti negli decisamente positivo il contributo del Colle- atenei romani con residenza nel Pontificio gio alla storia degli Albanesi d’Italia», tanto Collegio Greco di Sant’Atanasio. La pubbli- per l’aspetto civile quanto per quello pecu- cazione viene strutturata sulla successione e liare religioso. Per l’aspetto culturale-civile sull’azione dei singoli vescovi presidenti, dal la Cucci osserva che, esaurita con il tempo la primo vescovo ordinante Felice Samuele sua funzione di seminario, il collegio «come Rodotà (1736) al primo vescovo ordinario Istituto laico aprì nuovi orizzonti al mondo della nuova eparchia di Lungro, e rettore di politico culturale italo-albanese ed albanese Sant’Adriano, Giovanni Mele (1919). stesso; maturò in quelle comunità una nuo- Emergono tutti i problemi affrontati e le va identità etnico-culturale in tutti i suoi va- soluzioni date per gli aspetti istituzionali, lori». Per l’aspetto formativo religioso in economici, strutturali, formativi e sociali. modo particolare, aspetto che costituiva il L’interesse prioritario dello studio è quello carattere specifico dell’istituzione, vengono ecclesiale, per cui si insiste particolarmente messi in rilievo i vari traguardi raggiunti e, sul suo ruolo a servizio della comunità nello stesso tempo, rilevate varie carenze per bizantina di Calabria - segnalando il servizio influssi esterni e per debolezze interne che reso, le esigenze e le carenze di formazione ebbero serie incidenze negative. liturgica, disciplinare e spirituale relative alla A questo proposito la Cucci scrive: «No- tradizione bizantina - e, insieme, sul contri- nostante la sua laicizzazione il Collegio ha buto alla formazione culturale albanese. richiamato con i mezzi di cui disponeva, Nell’istituto fu creata una cattedra di lingua e l’attenzione sulle esigenze spirituali degli letteratura albanese e da quel collegio, oltre al italo-albanesi, che, proprio in virtù di quel clero di rito greco, uscirono poeti, cultori delle Collegio, hanno potuto conservare la loro tra- tradizioni albanesi, scrittori in lingua albanese - dizione religiosa. In effetti fino all’ultimo, pur come Giulio Variboba, Girolamo De Rada, Giu- tra carenze, difficoltà e contrasti, ha con- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 37

CRONACA tinuato a formare il clero italo-greco di dizione locale, con l’adattamento del typikòn Calabria, il quale è stato sempre difensore comune bizantino, in aspetti liturgici - convinto dei valori spirituali e umani della paraliturgie, canto, ecc. - e disciplinari, di cui minoranza albanese in Italia». rimangono tuttora tracce consistenti, nono- L’istituto è stato una fucina di educazione stante la chiara prevalenza, nell’ultimo mez- culturale e religiosa. E anche luogo in cui la zo secolo, della tradizione neobizantina gre- tradizione bizantina non soltanto è stata con- ca nell’orbo liturgico, nel canto e servata, ma anche, con i pochi mezzi a nell’iconografia. disposizione, incarnata nella cultura del luo- Da L’Osservatore Romano go con il risultato della creazione di una tra- del 07 giugno 2008, pag. 5.

Dialogo coi giovani

Il 1 agosto presso la Casa del Pellegrino, l’Uf- del seminario italo-albanese di Cosenza, Papàs ficio pastorale giovanile della diocesi con la Pietro Minisci - parroco di S. Cosmo Albanese partecipazione dell’Azione Cattolica ha orga- e il Prof. Gianni Novello. La serata si è con- nizzato una giornata di “Dialogo coi giovani - clusa con un agape fraterna offerta generosa- Non dire sono giovane - Annuncia il vangelo mente dalla Signorina Sammaro Antonietta di nella vita quotidiana”. Hanno dialogato coi San Cosmo Abanese. giovani i relatori Papàs Pietro Lanza - Rettore P. Elia Hagi 38LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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VISITA PASTORALE DEL VESCOVO AGLI EMIGRATI IN GERMANIA di P. Pietro Minisci

Prosegue la visita pastorale di Mons. Ercole bilali della Diocesi di Essen, da cui dipende Lupinacci alle nostre comunità all’estero. Ludenscheid, per la ricorrenza del 50° anni- Dopo l’Argentina, dal 6 al 12 giugno 2008 è versario della sua istituzione. Per tale ragione, toccato alla Germania, la nazione dove nel Mons.Lupinacci nel pomeriggio di sabato 7 recente passato si è diretto e dimora un gran giugno e l’indomani, su invito del vescovo del numero di nostri emigrati. La ridente città di luogo, Mons. Felix Genn, ha preso parte alle Ludenscheid, in Vestfalia, è stata la principale manifestazioni commemorative nella città di tappa e la base per i successivi spostamenti in Essen, culminate con la solenne Messa giubi- programma, precedentemente concordati con lare, presenti anche tutti i Vescovi della regio- la Missione Cattolica Italiana e con le autorità ne conciliare della Vestfalia. Questo fuori-pro- religiose del posto. gramma si è rivelato una bella opportunità per Al suo arrivo all’aeroporto di Dusseldorf è apprezzare la perfetta macchina organizzativa, stato accolto dal diacono Giuseppe Damiano la composta religiosità, lo spirito di accoglien- Caracciolo, solerte collaboratore della Missio- za di quella Chiesa. Di tali qualità si è avuta ne e da lungo tempo inserito con compiti di conferma nei molteplici contatti intrattenuti responsabilità in vari uffici pastorali della dio- con le tante strutture operative diocesane. cesi di Essen. Il primo incontro ufficiale con gli emigrati A Ludenscheid il parroco dei SS.Giuseppe si è avuto la mattina di domenica 8 giugno, e Medardo, D.Giovanni Broxtermann, ha fat- durante la solenne Liturgia eucaristica in rito to gli onori di casa e ha dato ospitalità al Ve- bizantino nella chiesa parrocchiale di scovo e al suo accompagnatore nei sei giorni Ludenscheid. Nell’omelia, dopo il saluto alle della permanenza in Germania. Il P. autorità presenti, il Vescovo ha posto in evi- Broxtermann, decano della zona pastorale e denza i motivi della visita. Ha riaffermato la instancabile promotore di aiuto alle Chiese del vicinanza spirituale, la sollecitudine pastorale Terzo Mondo, parla correntemente l’italiano. verso questi nostri condiocesani, costretti dal- Conosce bene la nostra nazione e negli anni le ristrettezze economiche a cercare fortuna scorsi è venuto in visita anche in Diocesi. Ospi- all’estero. Si è felicitato con loro per le condi- ta nella sua casa un gruppo di giovani africani zioni economiche e sociali raggiunte dopo anni e centroamericani, che ha avviato agli studi e di sacrifici e di onorato lavoro, ed ha apprez- li ha inseriti nel mondo del lavoro e nelle atti- zato il loro impegno a mantenere stretti lega- vità parrocchiali. Il Vescovo era accompagna- mi ideali, culturali e religiosi con le comunità to dal parroco di S. Cosmo Albanese, luogo di origine, pur vivendo lontani dalla Calabria. d’origine del diacono Caracciolo. Ha avuto parole di plauso per fecondo lavo- La visita, per una felice coincidenza, è capi- ro svolto dai missionari italiani, verso i quali tata in concomitanza con le celebrazioni giu- l’Episcopato italiano esprime gratitudine per Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 39

CRONACA lo zelo, lo spirito di sacrificio, 1’aiuto che dan- concelebrazione eucaristica nella bella e anti- no a tutti gli emigrati. Le Missioni Cattoliche ca chiesa-santuario dei PP.Francescani. Poi, nel costituiscono un importante punto di collega- salone messo a disposizione dai religiosi, si è mento tra gli italiani residenti all’estero e le svolto il simpatico intrattenimento, preparato parrocchie di provenienza. dagli emigrati e prolungatosi fino a tarda ora. Un pensiero di riconoscenza, infine, è stato Al momento del brindisi, che ha concluso la rivolto alla Chiesa di Germania, che ha aiuta- festosa serata, il P.Missionario a nome dei par- to in tanti modi e ha facilitato l’integrazione tecipanti ha salutato e ringraziato l’ospite e ha degli emigrati nei nuovi luoghi di residenza. fatto un resoconto dell’attività dei missionari Un altro significativo contatto con i gruppi italiani; ha raccontato le proprie esperienze di di famiglie italo-albanesi si è avuto nella città vita e quelle degli emigrati, il difficile esordio di Wessel, martedì 10 giugno. Preparato dal negli anni del dopoguerra, i problemi legati diacono Caracciolo e dal missionario del po- alla ricerca del lavoro e l’impegno dei missio- sto, il P.Pierino Natali, il raduno si è svolto in nari per favorire la vita religiosa della comu- clima di grande cordialità e di sana allegria. nità italiana. Nella risposta al saluto del mis- Nonostante la giornata lavorativa, più di un sionario e di altri intervenuti, Mons. Lupinacci centinaio di persone si sono date appuntamento ha ringraziato tutti i presenti per la partecipa- a Werl ed hanno preso parte all’incontro. An- zione, per l’attaccamento che dimostrano ver- che in questa occasione, si è iniziato con la so la nostra terra e a tutti ha augurato ogni bene.

Germania. Celebrazione liturgica 40LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

CRONACA

Un terzo contatto con gli emigrati si è tenuto ne di ammirare i suoi molteplici monumenti mercoledì 11 giugno con la celebrazione artistici e storici: i modernissimi palazzi, eucaristica di commiato, durante la quale ha l’avveniristico Auditorium “Krupp”, dove la amministrato il Sacramento della Confermazione Municipalità ha organizzato i festeggiamenti a 15 adolescenti nostri connazionali. civili per la ricorrenza del cinquantenario del- Durante questo soggiorno, il Vescovo ha la diocesi, lo stupendo Duomo gotico, risalente avuto l’opportunità di cogliere uno spaccato al sec. XI, dedicato ai SS.Cosma e Damiano, delle attività sociali e pastorali della Chiesa di Patroni della città. Germania. La cortesia del Parroco ospitante e Diretti a Werl, accompagnati dal diacono la dedizione del diacono Caracciolo hanno Caracciolo, si è visitato e pregato nell’austero permesso di fare incontri con il personale e monastero benedettino di S.Maria ad Nives, con le strutture pastorali di Lùdenscheid e din- celebrato santuario mariano. torni: la Caritas con le sue ramificazioni, la A chiusura di queste note di viaggio, un affet- casa di ospitalità per anziani, il Centro emi- tuoso ringraziamento va al decano P.Giovanni grati, la Casa di assistenza per il ricupero dei Broxtermann, per l’ospitalità e per le attenzioni malati mentali, e così via. Alla vigilia della di cui ci ha circondati. Un grato ricordo è rivolto partenza si è incontrato con lo staff del Consi- anche al diacono Giuseppe Caracciolo, esempio glio pastorale e con i sacerdoti del decanato. di operosità, di vita cristiana e di perfetta inte- Il poco tempo a disposizione ci ha impedito grazione. Egli non ha risparmiato tempo e fatica di fare una visita alle moderne e belle località per rendere agevoli gli spostamenti durante la turistiche di cui è piena la Regione. La perma- visita pastorale e facilitarci il raggiungimento nenza nella città di Essen ha offerto l’occasio- dello scopo del viaggio.

XXXII Convegno di Caritas Italiana Amiamoci coi fatti e nella verità (1Gv 3,18) di Domenica Martino

Si è svolto il convegno annuale di Caritas Ita- diocesana diretta da papàs Antonio Trupo. liana: I volti, le opere, il bene comune, Santa Lunedì 23 giugno dopo la Celebrazione di aper- Maria degli Angeli, Assisi (Pg) 23-26 giugno tura Presieduta da S.E. Mons. Domenico 2008; 600 Convegnisti provenienti da 180 delle Sorrentino (arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera 220 Caritas diocesane: direttori e operatori delle Umbra-Gualdo Tadino) e i saluti delle autorità, c’è Caritas diocesane e operatori di Caritas Italiana stata la prolusione di S.E. Mons. Giuseppe Merisi si sono ritrovati a Santa Maria degli Angeli (Assisi (vesc. di Lodi, presidente della Commissione - Pg) per portare insieme a sintesi e compimento episcopale per il Servizio della carità e la salute e le riflessioni maturate durante l’anno sul tema presidente di Caritas It.) «Non solo politiche eco- «Animare al senso della carità attraverso le ope- nomiche e produttive - ha aggiunto il Presidente - re: conoscere, curare, tessere in rete», per la no- ma anche un’attenta gestione delle risorse, ambien- stra Eparchia hanno partecipato Kikina Martino tali, finanziarie e fiscali e delle politiche migratorie. e Lina Bavasso, operatrici pastorali della Caritas Questo pone, in modo esigente, il problema di una Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 41

CRONACA politica sempre più partecipativa. Nella consape- stimata - in maniera quotidiana - di oltre 600.000 volezza che la Società civile e la Chiesa, con colo- persone e sul piano occasionale di 6 milioni di ro che danno voce a chi non ha voce a livello loca- persone. Da poche centinaia di associazioni di le, sempre più sono chiamate ad agire in rete, nella volontariato si è arrivati a oltre 35.000 associa- ovvia distinzione di responsabilità e di competen- zioni e gruppi in Italia; come pure il mondo della ze, ma con un impegno comune di riflessione e di cooperazione sociale è esploso con migliaia di progettazione del futuro». Mons. Merisi ha poi cooperative sociali; per fermarci ai dati ecclesia- toccato varie questioni nodali: dalla lotta alla po- li, da un mondo di circa 5.000 opere caritative vertà all’immigrazione, dai temi della sicurezza d’ispirazione cristiana negli anni ‘70, a oltre sociale e dell’accoglienza, dalle nuove forme di 11.000 negli anni ‘90 censite dalla Consulta na- emarginazione ed esclusione in un’Europa che zionale degli organismi socio-assistenziali». Di cambia alla necessità di potenziare reti e alleanze fronte alla crescita delle opere della carità, c’è internazionali per continuare il cammino verso gli stata però una crisi della religiosità che deve far- obiettivi di sviluppo del millennio e far fronte ai ci interrogare sul reale peso delle opere di carità crescenti squilibri internazionali, quindi la relazio- nella vita della Chiesa. In altre parole è forse ne- ne L’uso dei beni e dei mezzi poveri nella Chiesa cessaria una «conversione delle opere», perché - tenuta da S.Em. Card. Attilio Nicora (presidente ha avvisato don Perego - «oggi esiste il rischio dell’Apsa, Patrimonio della Sede Apostolica). che le opere di carità indeboliscano il loro valore Martedì 24 giugno dopo La Preghiera di Lodi di segno, di sacramento nella Chiesa, il loro es- la Lectio divina, di Vittorio Viola, (custode della sere luogo storico che testimonia la verità e la Basilica di Santa Chiara in Assisi : «La colletta novità della Pasqua, di una storia nuova di liber- per la Chiesa di Gerusalemme», la relazione tà e di liberazione dell’uomo, per ridursi ad esse- «Bene comune e beni comuni: l’opera della poli- re semplicemente “funzioni” o “risposte” socia- tica» di Antonio Papisca (direttore del Centro di li». 12.30 Presentazione delle Assemblee ricerca e servizi sui diritti della persona e dei po- tematiche Nel pomeriggio 15.30 Assemblee poli (Università di Padova) e la Comunicazione tematiche Operare per i beni comuni: alleanze per a cura di Giancarlo Perego, (responsabile del una terra futura Ugo Biggeri, Zanfrini (pres. del- Centro documentazione Caritas Italiana- la Fondazione culturale Responsabilità etica Sfi- Migrantes) «Il valore dell’opera di carità... Pro- de e prospettive dell’integrazione), Laura Zanfrini vocazioni da un cammino fatto insieme» che ha (docente di Sociologia delle relazioni interetniche, posto l’accento sul valore educativo delle opere, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), ricordando la nascita, dopo il Concilio, di uno Giovanna Zincone (presidente del Forum inter- strumento nuovo della carità della Chiesa, la nazionale europeo di ricerche sull’immigrazio- Caritas, fortemente connotata da una funzione ne). Dal piano nazionale di contrasto alla povertà prevalentemente pedagogica. Nel contempo però alle politiche locali Massimo Campedelli (capo è cresciuto un impegno laicale sul piano della laboratorio Epidemiologia di cittadinanza, Con- solidarietà e della giustizia. «Da un mondo di sorzio «Mario Negri Sud»). Nel tardo pomerig- volontariato di poche migliaia di persone - ha ri- gio ci si è trasferiti nella cittadella per la Celebra- cordato don Perego - si è generato anche nel no- zione eucaristica nella Basilica di San Francesco stro mondo ecclesiale e parrocchiale, una stagio- in Assisi, presieduta da S.E. Mons. Domenico ne personale e associativa di volontariato oggi Sorrentino (arcivescovo-vescovo di Assisi- 42LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Nocera Umbra-Gualdo Tadino), dopo la cena nel non sempre si riscontra una crescita del senso di chiostro il suggestivo Concerto offerto dalla Co- carità nelle nostre comunità. In tal modo l’opera è rale del Sacro Convento di Assisi, in Basilica. troppo spesso semplice risposta e troppo poco cat- Mercoledì 25 giugno dopo la preghiera introdu- tedra. Dovrebbe invece essere più colta come oc- ce alla giornata la Lectio divina, «L’inno alla cari- casione di fare cultura, perché se ben utilizzata ha tà», a cura di Vittorio Viola (custode della Basilica una forte valenza educativa e aiuta le persone a di Santa Chiara in Assisi). Ci si è divisi per pren- crescere sulla stessa onda di attenzione e di dispo- dere parte alle tre Assemblee tematiche Opere e nibilità e a costruire comunità. Quindi il direttore sviluppo locale: Chiesa e Sud d’Italia», introdotta ha auspicato «sempre più Caritas spese non solo a da Tonino Perna (doc. di Sociologia economica, farsi carico, ma anche ad educare, con metodo e Università di Messina) e Gaetano Giunta (presi- progettualità, per conoscere, curare e tessere in dente dell’Istituto per l’economia sociale del Medi- rete». «L’attenzione sulle opere della Chiesa - ha terraneo, Ecosmed); Dare un futuro all’Europa: aggiunto Nozza - non vuol però dire disattenzione l’opera delle Chiese cristiane» introdotta da Aldo ai compiti dello Stato, che non deve abbandonare Giordano (segretario generale del Consiglio delle il territorio, ma dovrebbe avere il coraggio di ri- Conferenze episcopali d’Europa); Reti per schiare di perdere consensi momentanei per inci- globalizzare la solidarietà Gian Paolo Salvini in- dere in modo strutturale sui problemi delle perso- trodotta da (direttore de «La Civiltà Cattolica»). ne e dare risposte continuative nel tempo» [...] «Le Nel pomeriggio i Convegnisti si sono divisi per opere di misericordia: la ‘carità di popolo’, nel- visitare le Case della carità: La spiritualità delle l’oggi. La tradizione cristiana indica con la deno- opere, Casa II Germoglio meraviglioso (diocesi di minazione opere di misericordia alcuni gesti e azio- Foligno), Casa II Casolare (diocesi di Perugia-Città ni concrete che il cristiano è invitato a compiere a della Pieve), Casa Abbazia di Villa San Faustino favore del prossimo bisognoso nel corpo e nello (diocesi di Orvieto-Todi) celebrazione spirito. Sono notissime, a livello popolare, soprat- dell’eucaristia e La convivialità. tutto quelle corporali; un po’ meno quelle spiri- Giovedì 26 giugno la Celebrazione eucaristica tuali, tutt’altro che superflue però soprattutto nel- è presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli, la società attuale, dove alle povertà di carattere presiede S.E. Mons. Giuseppe Merisi, (vescovo di economico si sono aggiunte quelle immateriali, Lodi, presidente della Commissione episcopale per attinenti alla situazione spirituale delle persone il Servizio della carità e la salute e presidente di intesa nel senso più ampio del termine. Sono ope- Caritas Italiana). Di seguito Vittorio Nozza (diret- re, cioè azioni concrete in risposta a bisogni con- tore di Caritas Italiana): Prospettive di lavoro pa- creti, misurate su di essi, così come vengono colti storale, mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas nell’immediatezza dei rapporti quotidiani. Per Italiana, nel tracciare le prospettive pastorali - atti- compierle non serve l’organizzazione, basta la sen- vare opere che stiano in maniera radicata nel terri- sibilità personale. Sono i gesti di amore e bontà torio perché la gente che le frequenta riesca poi ad che rendono diversa la vita, riscattandola dal male essere presenza solidale anche altrove. «Nonostan- dell’indifferenza ed immettendovi quei germi di te però il moltiplicarsi di servizi attivati dalle Chiese bene che lo Spirito Santo suscita nell’animo uma- e promossi dalle Caritas diocesane che si fanno no, soprattutto a contatto con le situazioni di sof- carico di bisogni materiali, ma anche di apparte- ferenza. Va sottolineata l’importanza fondamen- nenza e relazione - ha messo in guardia Nozza - tale di una carità che permea di sé la vita quotidia- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 43

CRONACA na mediante l’esercizio delle opere di misericor- gogica. Bisogna dunque perseguirlo lasciando la dia. Esse hanno il vantaggio di essere accessibili strada della difesa ad oltranza delle nostre poche ai cristiani e agli uomini e alle donne di buona certezze, perché il nostro possa essere realmente il volontà di ogni condizione, non esclusi i poveri e tempo della fraternità universale. Don Luigi Ciotti, di privilegiare il rapporto interpersonale, sfuggen- ha esordito con le parole di don Tonino Bello augu- do così al pericolo di una carità anonima che la- rando a tutti di diventare sempre più gelosi dei po- scia indifferente sia chi la compie che colui che la veri e degli ultimi. Ha poi parlato dell’opera della riceve. La pratica delle opere di misericordia non legalità come esigenza fondamentale della vita so- giova solamente a coloro che ne sono destinatari ciale ed ha esortato a far emergere sempre più le immediati: essa promuove più di quanto si pensi - positività che pure esistono. Giovanni Maria Vian, soprattutto se diventa costume, stile, scelta di vita si è soffermato sull’opera della comunicazione, ap- - una nuova qualità di vita e di rinnovamento della profondendo il tema dell’informazione a partire dalla società dal di dentro. Ce lo ricorda il Concilio là pedagogia dei fatti. Ha messo infine in evidenza la dove afferma: Coloro che credono alla carità di- grande responsabilità di educare alla carità, non vina, sono da Cristo resi certi che la strada della perdendo mai di vista le persone, e infine il saluto carità è aperta a tutti gli uomini: Egli ammonisce con la Preghiera di chiusura. «All’ascolto della pa- a non camminare sulla strada della carità sola- rola di Dio segua un fare, noi diremmo oggi un ope- mente nelle grandi cose, bensì e soprattutto nelle rare evangelicamente ispirato». Così il Vescovo di circostanze ordinarie della vita (Gaudium et Lodi e presidente di Caritas Italiana, S.E. Mons. Giu- spes,38)». seppe Merisi, aveva detto nell’omelia, commentan- Al denso appassionato, impegnativo... interven- do il brano conclusivo del Discorso della monta- to conclusivo e propositivo di don Vittorio è se- gna, «Che cosa significhi per noi oggi l’amore per guita la Tavola rotonda su «La spiritualità delle il prossimo lo abbiamo sentito anche in questi gior- opere: L’opera della pace», S.E. Mons. Jean ni: significa innanzitutto liberare il cuore da ogni Benjamin Sleiman (arcivescovo di Baghdad dei forma di chiusura, di rivalità, di odio. Ma anche di Latini Iraq), «L’opera del dialogo» Lucia Fronza egoismo, di individualismo, di edonismo. Significa Crepaz, (Movimento dei Focolari, presidente del lottare contro la povertà, per la giustizia». Movimento Politico per l’Unità) «L’opera della Direttori e operatori Caritas di nove Paesi del- legalità» Luigi Ciotti, (presidente di Gruppo Abele l’Europa dell’Est al 32° Convegno nazionale e Libera), «L’opera della comunicazione», Gio- delle Caritas vanni Maria Vian, (direttore de «L’Osservatore I graditi ospiti hanno testimoniato come, in romano») Coordina: Stefano De Martis, un’area che continua a soffrire di sconvolgimenti condirettore di Sat2000. e contrapposizioni, è possibile condividere e col- S.E. Mons. Jean Benjamin Sleiman, ha sottoline- laborare. E hanno raccontato i progressi compiu- ato come la pace sia un dono di Dio, ma anche un ti negli ultimi anni, sul fronte della solidarietà bene da promuovere e da costruire. In Iraq quello praticata e dell’educazione alla pace e alla che oggi manca è proprio una cultura di pace. Lucia nonviolenza. I direttori di Caritas Serbia e Caritas Fronza Crepaz, ha parlato dell’opera del dialogo, Kosovo, seduti fianco a fianco, impegnati in un evidenziando come il dialogo serva per rispondere tranquillo e fitto dialogo. Mentre l’Europa orien- all’esigenza di far diventare sistema le buone prati- tale conosce rapidi mutamenti e continua a sof- che e sia anche indispensabile per la funzione peda- frire, in molti casi, degli esiti di traumatici 44LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

CRONACA sconvolgimenti e di laceranti contrapposizioni, gno al 6 luglio a Valona, in Albania), corsi di for- condividere e collaborare è tutt’altro che impos- mazione. Nel 2007, inoltre, è stata organizzata sibile. L’hanno testimoniato dieci tra direttori e negli otto paesi coinvolti la prima campagna re- operatori di nove Caritas nazionali dei paesi gionale ecclesiale per celebrare la Giornata mon- esteuropei. Ad Assisi don Vladislav Varga (diret- diale del volontariato che ha luogo il 5 dicembre. tore di Caritas Serbia), don Viktor Sopì e Pai La carità testimoniata e la solidarietà organizza- Baftjai (direttore e operatore di Caritas Kosovo), ta, insomma, riescono a ricondurre a unità le espe- don Albert Nikolla (direttore di Caritas Albania), rienze e le prospettive di chiese che appartengo- Suzana Borko (operatrice di Caritas Croazia), no a popoli in molti casi tra loro ancora ostili. Sanja Horvat (operatrice di Caritas Bosnia «Attraverso il Programma - conferma don Viktor Erzegovina), don Matej Kobal (operatore di Sopi (Kosovo) - si sono create relazioni dirette Caritas Slovenia), don Alexandru Cobzaru con le Caritas di altri paesi, che ci hanno confer- (vicepresidente di Caritas Romania), Marian mato nella convinzione che la Caritas è una gran- Subocz (direttore di Caritas Polonia) e Rinaldo de famiglia, a prescindere dalla provenienza di Mannara (direttore di Caritas Turchia) sono arri- ognuno di noi e dalle tensioni politiche che con- vati per ascoltare e documentarsi. Ma anche per trappongono i nostri paesi. Operare uniti per la testimoniare i progressi compiuti negli ultimi carità diventa un segno di pace». «Il nostro im- anni, sul fronte della solidarietà praticata e del- pegno è lavorare con le parrocchie e dare la pos- l’educazione alla pace e alla convivenza. Il con- sibilità a ognuno di vivere la carità, incomincian- solidamento delle Caritas dei paesi dell’Est è av- do dai volontari - fa eco padre Vladislav Varga venuto, dopo gli anni dei progetti di emergenza e (Serbia) -. Il programma ci ha dato la possibilità ricostruzione resi necessari dalle guerre nei di vivere e conoscere nuove esperienze parroc- Balcani, anche grazie all’impegno di Caritas Ita- chiali fuori dai soliti orizzonti; ci fa sentire non liana. Il «Programma regionale di sviluppo delle chiusi nelle piccole e minoritarie comunità catto- Caritas parrocchiali e del volontariato» è stato liche di alcuni paesi balcanici, ma aperti, in spiri- attivato nel 2005, dopo un primo incontro regio- to di universalità, a tutta la regione». «Lo scam- nale di tutti i direttori, svoltosi a Ohrid, in Mace- bio di esperienze e competenze si rivela fonda- donia, e ha coinvolto 8 Caritas nazionali mentale, per strutture che vogliono crescere nel- (Slovenia, Croazia, Bosnia e Erzegovina, Serbia la capacità educativa e di mobilitazione di risor- e Montenegro, Kosovo, Albania, Macedonia, se volontarie -osserva don Matej Kobal Bulgaria). Promosso insieme al Crs (la Caritas (Slovenia)- ed è significativo che la collabora- statunitense), il Programma ha consentito di for- zione coinvolga sia Caritas di paesi dell’Unione mare responsabili pastorali e operatori sociali, che di paesi esterni all’Ue. La Slovenia, in que- ramificare la struttura Caritas nei territori sto senso, ha una posizione specifica e una fun- diocesani, finanziare 64 progetti delle parrocchie zione di legame e di ponte». «Abbiamo una sto- per lo sviluppo delle Caritas locali e del ria comune e su questo dobbiamo fare leva per volontariato. Grazie al programma, ogni anno a costruire rapporti profondi» sintetizza Suzana livello regionale vengono realizzati scambi di Borko (Croazia), che evidenzia come il grande esperienze tra volontari, visite alle parrocchie che interesse sviluppatosi a livello diocesano e lo hanno avviato buone prassi, forum e scuole di scambio tra volontari sia la strada migliore per volontariato (la prossima si svolgerà, dal 30 giu- superare le divisioni del passato. Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 45

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É MORTO GIOVANNI LAVIOLA Un gigante della cultura meridionale (tratto da Prospettive Culturali, pag. 3) di Franco De Marco

Cultura calabrese a lutto per la scomparsa di tica, troppo spesso speciosa e vuota, che sarà re- Giovanni Laviola, storico e letterato insigne, nato sponsabile negli anni a venire dei drammatici ri- a Spezzano Albanese ma residente da più di mez- tardi del nostro sud, gli intellettuali potevano e zo secolo a Trebisacce, la cittadina jonica che ne dovevano contrapporre la forza dirompente del- ha seguito con puntuale attenzione la straordi- la cultura. Ed egli interpretò in modo magistrale naria vicenda culturale e che oggi lo piange e il suo ruolo; indicò la strada per il riscatto delle sente l’orgoglio per averlo avuto fra i suoi figli nostre popolazioni, che era, lo é oggi, lo sarà più illustri. sempre, quella dell’emancipazione e della presa La sua vita é stata tutta una grande lezione, da di coscienza dei propri diritti. Lui la chiamava cui hanno attinto a piene mani diverse genera- la strada maestra, l’unica veramente vincente; zioni di intellettuali - e non solo dell’Alto Jonio “La nostra terra si riscatta con la cultura, ini- e della Sibaritide - che sono stati, poi, i protago- ziando dalla scuola...beninteso, scuola seria”, mi nisti di quella Fioritura artistica e letteraria che ripeteva sempre. E sognava la sua Scuola Media ha saputo accendere quel corposo dibattito cul- a Trebisacce, si batté per realizzarla, riuscì a coin- turale permanente che ha sicuramente segnato volgere altri intellettuali e gli stessi politici loca- l’ultimo cinquantennio. Anche se da anni s’era li; infine la realizzò, ne divenne prima docente trincerato ermeticamente nel suo studio, non v’é di lettere, quindi Preside. Fu il Preside per ec- stata “terrazza culturale” a Trebisacce e nel cellenza. Ancora oggi, chi non lo conosce come comprensorio in cui non fosse presente la sua scrittore e storico, lo ricorda comunque, come ombra: un riferimento sicuro, un maestro, il Ma- Preside. estro. Come scrittore, la sua produzione é stata po- In questi ultimi cinquantanni la sua casa é sta- derosa. Decine di libri, dalla novellistica alla ta anche un’abitazione, in cui egli s’era ritaglia- storiografia, dalla saggistica alla pubblicistica e, to appena uno spazio privato ben delimitato per persino, alla poesia, anche se, per una sorta di sè, la moglie ed il figlio Donato; in realtà, era pudore, non ha pubblicato una sola silloge di li- una grande biblioteca pubblica, frequentata assi- riche. Giornali, riviste culturali specialistiche e duamente da ricercatori e studiosi i quali pote- scientifiche, anche periodici locali, hanno avuto vano accedere liberamente agli oltre cinquemila il privilegio di ospitare i suoi autorevoli inter- volumi, tanti dei quali rarissimi, segnatamente venti. L’ultima perla da lui firmata é quel Dizio- di cultura calabrese ed arbereshe, che egli aveva nario biobigliografico degli italo-albanesi, frutto caparbiamente, pazientemente, amorevolmente, di anni di lavoro, di ricerche metodiche, collezionato per tutta una vita. Una casa-biblio- certosine, rigorose. teca, un tesoro inestimabile. Nella ricerca storiografica lascia un metodo, Come intellettuale, la sua é stata una vita esem- il metodo Laviola, che non indulge ad plare, a servizio pieno della cultura. Aveva capi- estemporaneità di sorta e a generalizzazioni di to, già nei primi anni Cinquanta, quand’era gio- comodo. Che poi é, dovrebbe essere, anche un vane professore di lettere, che alla retorica poli- metodo di vita. 46LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Il gruppo della Pastorale Giovanile Calabra alla Giornata Mondiale della Gioventù World Youth Day- Sydney 2008

di Papàs Elia Hagi – Ufficio Pastorale Giovanile

Quando ho scritto queste righe (per il sito Si capiva: ognuno dava notizie di sé attra- Jemi) stavo a 200 metri da Sydney Opera verso la posta elettronica ai genitori preoc- House, a 20.000 kilometri dalla Calabria, se- cupati. Tutti avevano una sciarpa, un duto in un internet-point, divertito dal capellino, una felpa, un poncho come segno chiacchiericcio multilingue dei ragazzi tro- di appartenenza a un gruppo. Noi, abbiamo vati là per la Giornata Mondiale dei Giovani. aggiunto una sfumatura azzurra all’esplosio-

Il signor Gennaro Scura di Vaccarizzo Albanese (che vive e lavora a Sydney da 40 anni), Bianca Viteritti di San Demetrio Corone e P.Elia Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 47

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Il gruppo della Pastorale Giovanile Calabra a Sydney ne dei colori che ha invaso la città. Ho sco- tempo, libera le emozioni dalla gabbia del perto che, al di la dei contenuti forti di que- presente e le placa. La preghiera diventa com- sta GMG - desunti dai discorsi del Papa - le mozione e la commozione diventa la rugiada giornate si trascorrono con grande semplici- del nostro sentimento per la vita. Entrare tà e tanta amicizia. E’ quasi una liturgia del- fiduciosi nel mistero della fede vuol dire an- l’amicizia vedere vari giovani parlarsi, scam- che avere il cervello con le marce: è più faci- biarsi gadget tra di loro, abbracciarsi (ho no- le salire, qualunque sia la montagna. La cosa tato alcuni dietro un cartone con la scritta free elettrizzante è che “forse varrebbe la pena di hug / abbraccio gratuito). Ciò che ci impedi- dare la vita …”, questo è esattamente quello sce di vivere ogni istante della giornata é la che Dio ha fatto, attraverso Cristo. E la buo- presunzione di conoscere già la vita e la bel- na notizia è che con questo gesto di Dio ad lezza della fede tanto che non ne valga neppur ogni persona (che lo crede) viene restituito la pena di viverla o coltivare la propria inte- tutto ciò che all’umanità fu scippato in malo riorità. I grandi raduni che abbiamo fatto, modo. Il miglior progetto che sia mai esistito hanno lasciano i nostri ragazzi contenti. è il piano di Dio realizzato in Cristo. Quando si assiste a queste preghiere di mas- La Giornata Mondiale della Gioventù è un sa, ci si commuove, non solo perché “se due invito del Papa ai giovani del mondo a cele- o tre si riuniscono per invocare il mio nome, brare la loro fede raccolti attorno ad un uni- io sono in mezza a loro” (Mt.18,18-20) ma co tema. Il tema della GMG di Sydney 2008 anche perché si entra in contatto con una di- comunicato da Papa Benedetto XVI, era: mensione umana in cui meravigliosamente “Avrete forza dallo Spirito Santo che scen- si torna ad essere uniti. Vagare nell’infinito derà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8). della preghiera, senza il peso del corpo e del Questo dice Gesù ai suoi apostoli dopo la sua 48LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

CRONACA morte e resurrezione, prima dell’Ascensione arancio richiamano la Trinità e l’Unità di Dio. al Padre. È la nascita della Chiesa. Ricordano inoltre l’entroterra australiano. Il blu rappresenta gli oceani che circondano l’Australia, le acque del Battesimo, il mare dell’umanità e Maria, piena di grazia. L’Ope- ra House è il simbolo di Sydney, città che ha ospitato la GMG 2008. Qualche notizia di noi: il gruppo della PG Calabra a Sidney era alloggiato al quartiere di Liverpool a circa un’ora di treno dal cen- tro. Si dormiva sul pavimento di alcune aule di una scuola, avvolti nei sacchi a pelo per difenderci dall’inverno australiano che mite di giorno non tardava a farsi sentire dopo il tramonto. Abbiamo avuto il privilegio di sta- re in una barca che accompagnava il Papa alla sua prima uscita pubblica nella baia di Sydney. A Melbourne dove ci siamo sposta- ti nella seconda settimana, siamo stati accol- ti nelle famiglie di emigrati calabresi. I no- stri ragazzi erano contenti e hanno legittima- Qualche parola sul simbolo grafico (logo) mente preso possesso del mondo. Avverrà, scelto per l’evento di Sydney. Il logo rappre- com’è accaduto anche a me, che a forza di senta e contiene l’essenza del tema della dormire nei luoghi più remoti e incontrare GMG 2008 e sottolinea la promessa fatta da volti spesso sorridenti che ti offrono amici- Gesù di incendiare la terra con il potere del zia e ricordi, si stabilizzerà in loro come loro Suo Spirito, che ispira i pellegrini in viaggio dimora proprio il mondo, proprio quel mon- fino in Australia a credere in Lui e ad essere do di cui quasi tutti hanno paura perché lo Suoi testimoni. La Croce centrale che s’in- conoscono solo attraverso le descrizioni dei nalza vittoriosa rappresenta Cristo e la vita Tg, 1, 2, 3. E allora, anche se possederanno di testimonianza che lo Spirito Santo ci aiuta una casa, avranno il desiderio permanente di a condurre. È la passione del cuore di Gesù tenere la porta aperta, per non perdere il sen- versata dalla Croce sul mondo ad ardere nel so della vastità, sia del mondo che della vita. cuore dei giovani di Sydney, dell’Australia e Auguro a tutti i ragazzi di regalarsi un’ana- del mondo. Il bianco della Croce indica che loga esperienza. Gesù è la luce del mondo. Le fiamme evoca- no la Discesa in lingue di fuoco dello Spirito Santo nella Pentecoste. Esse rappresentano il Sacramento della Santa Cresima e i doni dello Spirito Santo. I colori rosso, giallo ed Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 49

CRONACA ESTATE RAGAZZI 2008 Parrocchia Ss.mo Salvatore di Lungro di Menina Pavone

Il periodo estivo non è soltanto mare e divertimento Atro momento comunitario importante è stata la ma anche e soprattutto incontro con Dio. È stato que- “giornata delle famiglie” trascorsa in montagna sto lo spirito che ha mosso più di trecento ragazzi e presso la chiesetta della Madonna del Monte, nel giovani di Lungro, Firmo ed Acquaformosa a parte- territorio di Acquaformosa. La giornata è stata cipare all’estate ragazzi 2008. concepita come un momento di incontro tra la L’estate ragazzi è una vacanza comunitaria che famiglia di ogni singolo ragazzo e le altre fami- per un mese ha unito i giovani delle tre comunità glie, come un momento di riflessione e ritrovo arbereshe congiungendo al divertimento la rifles- tra genitori e figli. Per tale motivo la giornata è sione spirituale e la preghiera. Senso spirituale ac- stata santificata con la celebrazione della S. Mes- colto anzitutto da mons. Ercole Lupinacci vesco- sa da parte del Vescovo. L’ esperienza dell’esta- vo della Diocesi di Lungro, e da padre Salvatore te ragazzi è stata fondamentale per gli iscritti che Sulla, unico sacerdote ad impegnarsi in prima per- per un mese hanno vissuto quasi l’intera giorna- sona nel progetto. ta con gli altri ragazzi alternando mare, piscina Padre Salvatore infatti, oltre a mettere a dispo- ed attività pomeridiane, imparando parole impor- sizione dei ragazzi l’intera struttura parrocchia- tanti come amore, rispetto e condivisione ed le, è stato il punto di riferimento spirituale e so- ugualmente importante per i giovani che hanno ciale per giovani e meno giovani impegnati in avuto il compito di educare e seguire i più picco- questa esperienza. Fondamentale in questo sen- li in questa esperienza. so è stata la S.Messa celebrata appunto nella Chiesa del SS. Salvatore a cui han- no partecipato tutti i ragazzi delle tre co- munità. Santa Mes- sa presenziata dal nostro amato vesco- vo mons. Ercole Lupinacci il quale ha detto delle bellis- sime parole di inco- raggiamento per i giovani e dato la Santa Benedizione per l’inizio del- l’estate ragazzi. 50LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Ufficio pastorale giovanile Lungro Agorà dei giovani del Mediterraneo di Paola Certomà

Dal 31 agosto al 7 settembre presso il Cen- l’Altare della Cattedra abbiamo assistito alla tro Giovanni Paolo II a Loreto si è svolta la celebrazione dell’Eucarestia presieduta dal VII edizione dell’Agorà dei giovani del Me- Card. Angelo Comastri. Ma raccontare diterraneo. Per i ragazzi stranieri dall’8 all’11 dettagliatamente tutte le attività e gli incon- settembre è seguita l’accoglienza in alcune tri che abbiamo vissuto sarebbe troppo lun- diocesi italiane. go e difficile da realizzare; nonostante ciò “Beati quelli che diffondono la pace: per- voglio però ricordare la presenza a Loreto al ché Dio li accoglierà come suoi figli”. Mt 5,9 Centro Giovanni Paolo II del gruppo Gen La settima beatitudine è stata al centro del Verde, oltre 30 donne che cantavano, balla- dibattito a cui hanno partecipato circa 100 vano, recitavano sulle note, da loro stesse ragazzi provenienti da 28 diverse nazioni. composte, di pace e d’amore. Queste perso- Tutta la settimana è stata ricca di incontri, ne ci hanno trasmesso un entusiasmo e una a Loreto, ma anche a Macerata e a Roma in carica inimmaginabili; loro, che trascorrono udienza da Papa Benedetto XVI. La sera di gran parte dell’anno insieme, ma lontane dalle lunedì 1 settembre a partire dalle ore 21 tutti proprie famiglie, ci hanno raccontato che, a insieme abbiamo pregato nella basilica di volte, è difficile trovare l’accordo su ogni Loreto e siamo entrati nella Santa Casa, che cosa ma che con l’amore per Dio e con la la tradizione e la fede considerano come la fede riescono a superare tutto. Sono capaci casa di Maria, il luogo nel quale si realizzò di coinvolgere con il loro carisma e la loro l’Annunciazione e l’Incarnazione del Verbo. grazia tutti gli spettatori e nessuno di noi è È una casa, portata in volo lì dagli angeli, stato capace di resistere alla forza del loro con tre mura, quindi aperta da un lato come spirito e dal loro messaggio di pace e amore. fosse un abbraccio; noi tutti abbiamo sentito Durante tutta la settimana, inoltre, si sono l’abbraccio della Madre, una stretta che ci ha succedute relazioni di carattere biblico, teo- avvolto togliendoci il respiro. logico e spirituale sulla pace; ogni illustre Mercoledì 3 settembre svegli di buon ora relatore che ha partecipato agli incontri ha siamo partiti invece alla volta di Roma per coinvolto fortemente l’auditorio di giovani e incontrare il Santo Padre. Lo abbiamo visto ogni ragazzo ha raccontato le esperienze di da vicino, due ragazzi, un israeliano e una pace e, quindi, di guerra, del proprio Paese. lituana hanno potuto anche stringergli la Per noi italiani che viviamo una realtà li- mano a nome di noi tutti ragazzi dall’Agorà. bera da conflitti, priva di cannoni e fucili E quando è stato fatto il nostro nome in sala, anche se spesso ricca di delusione e insod- abbiamo cominciato ad intonare una canzo- disfazione, ascoltare la voce di giovani lon- ne per il Papa, abbiamo tutti un po’ stonato, tani migliaia di chilometri da noi ma così ma l’emozione era tanta e l’entusiasmo era vicini nel pensiero e nello spirito, non ci ha troppo forte. Subito dopo in San Pietro, nel- lasciato per nulla indifferenti. Questa setti- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 51

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Loreto. Agorà dei giovani. 2008 mana ci ha cambiati. Noi viviamo in una so- si è poi mutata in felicità e letizia. cietà spesso insoddisfatta e scontenta, persa Ho scoperto, ascoltando le loro parole, che dietro a facezie varie e poco attenta alle re- per alcuni di loro è impossibile allontanarsi altà importanti della vita; risulta, perciò, dal proprio Paese, per altri poter un giorno vi- molto facile distrarsi e dimenticare che la sitare la Terra Santa è solo un sogno, per altri cosa più importante è proprio la vita stessa, ancora la propria fede cattolica è di ostacolo la possibilità di viverla e di trascorrerla tran- alla ricerca di un lavoro o di impedimento nel quillamente in un contesto di pace. Durante fare dei semplici acquisti in un negozio. Sono questa settimana mi sono trovata di fronte ragazzi giovanissimi posti di fronte a realtà ai racconti dei ragazzi palestinesi, israelia- che per me sono troppo grandi e difficili da ni, libanesi, turchi le cui parole non erano superare, loro, invece non perdono la speran- apertamente strazianti e cruente, ma che za e la fiducia nel futuro, e nell’amore di Dio! comunque sono riuscite a riempire il mio Sono ragazzi contenti con i quali è stato bel- cuore di una tristezza indicibile. La loro sof- lissimo condividere sette brevi giorni che non ferenza ed il loro dolore non è manifesto, è dimenticherò mai e oggi più che mai prego custodito nel cuore insieme però all’amore che il Buon Dio possa donare la Pace ai loro per Dio; è per questo che la mia malinco- territori! nia, grazie a loro entusiasmo e alla loro fede, Come ha ricordato Don Giacomo Martino 52LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

CRONACA durante la sua relazione, la guerra c’è perché nel genere umano è insito quel germe cattivo che è capace di de- generare e condurre alla guerra, ma è pur vero che un giorno “Misericordia e veri- tà si incontreranno e giusti- zia e pace si baceranno” sal- mo 84. Il nostro caro Papa Giovanni Paolo II diceva anche che gli operatori di pace sono spesso oggetto di scherno e che, quindi, la loro strada è irta di molti ostaco- li, ma, ha ricordato un altro eccellente oratore, Mons. Arrigo Miglio, è comunque necessario impegnarsi anche nel proprio piccolo ambien- te, lavorando per la pace; perché ogni piccolo contri- buto è come un chicco di sale di pace, e tanti piccoli chic- chi di sale possono rendere salato un oceano! È per que- sto che possiamo essere ope- ratori di pace cominciando da casa nostra, superando l’ostacolo della menzogna e del dramma del peccato, e diffondere la Pace così Dio ci accoglierà a braccia aper- te come un Padre accoglie i suoi amati figli! E noi gio- vani dell’Agorà non vedia- mo l’ora di poter abbraccia- re tutti i giovani del mondo e abbracciando loro stringe- re e essere stretti dalle brac- cia di Dio. Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 53

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SETTIMANA DI PREGHIRE PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI 18-25 GENNAIO 2009 “Che formino una cosa sola nella tua mano” (Ez 37,17) TESTO BIBLICO abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, attraverso i secoli; Mi fu rivolta questa parola del Si- Davide mio servo sarà loro re per sempre. gnore: “Figlio dell’uomo, prendi un legno e Farò con loro un’alleanza di pace, che sarà scrivici sopra: Giuda e gli Israeliti uniti a con loro un’alleanza eterna. Li stabilirò e li lui; poi prendi un altro legno e scrivici so- moltiplicherò e porrò il mio santuario in pra: Giuseppe, legno di Efraim e tutta la casa mezzo a loro per sempre. In mezzo a loro sarà d’Israele unita a lui, e accostali l’uno all’al- la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi tro in modo da fare un legno solo, che formi- saranno il mio popolo. Le genti sapranno che no una cosa sola nella tua mano. Quando i io sono il Signore che santifico Israele quan- figli del tuo popolo ti diranno: Ci vuoi spie- do il mio santuario sarà in mezzo a loro per gare che significa questo per te?, tu dirai sempre (Ezechiele 37, 15-28) loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io prendo il (Traduzione CEI) legno di Giuseppe, che è in mano d’Efraim e le tribù d’Israele unite a lui, e lo metto sul Presentazione legno di Giuda per farne un legno solo; di- di Eleuterio F. Fortino venteranno una cosa sola in mano mia. Il tema per la preghiera dell’unità dell’an- Tieni in mano sotto i loro occhi i le- no 2009 è stato proposto da un gruppo gni sui quali hai scritto e di’ loro: Così dice ecumenico della Corea, che partendo dallo il Signore Dio: Ecco, io prenderò gli Israeliti stato di divisione della loro patria e dalle di- dalle genti fra le quali sono andati e li radu- visioni tra cristiani ivi presenti, ha suggerito nerò da ogni parte e li ricondurrò nel loro come testo-base la visione simbolica di paese: farò di loro un solo popolo nella mia Ezechiele (Ez 37, 15-28). In seguito il Co- terra, sui monti d’Israele; un solo re regnerà mitato Misto Internazionale per la preghiera su tutti loro e non saranno più due popoli, né – composto da rappresentanti del Pontificio più saranno divisi in due regni. Non si con- Consiglio per la Promozione dell’Unità dei tamineranno più con i loro idoli, con i loro Cristiani e della Commissione Fede e Costi- abomini e con tutte le loro iniquità; li libere- tuzione del Consiglio Ecumenico delle Chie- rò da tutte le ribellioni con cui hanno pecca- se – ha riveduto il primo progetto e gli ha to; li purificherò e saranno il mio popolo e conferito le caratteristiche necessarie per una io sarò il loro Dio. Il mio servo Davide sarà divulgazione internazionale. Il Comitato si è su di loro e non vi sarà che un unico pastore incontrato a Marsiglia dove opera una inte- per tutti; seguiranno i miei comandamenti, ressante organizzazione con carattere osserveranno le mie leggi e le metteranno in ecumenico ed interreligioso nota come pratica. Abiteranno nella terra che ho dato Marseille Espérance. al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui 54LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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1. Nella visione profetica, il Signore chie- 2. Il tema si pone in una prospettiva di spe- de a Ezechiele di prendere due bastoni, in uno ranza. Dio non abbandona il suo popolo. scriverà il nome di Giuda e delle tribù unite a Anzi, nel tempo della distretta, prende l’ini- lui, nell’altro scriverà il nome di Giuseppe e ziativa per la sua liberazione e il suo raduno, di tutte le altre tribù d’Israele. Quindi gli or- nell’unità ristabilita, nella propria terra. At- dina: “Accostali l’uno all’altro in modo da traverso il suo inviato, Ezechiele, con un atto fare un legno solo, che formino una cosa sola simbolico che colpisce l’immaginazione, ri- nella tua mano”(Ez 37, 17). E quando i com- vela il suo piano di salvezza, e ravviva la spe- patrioti chiederanno il significato, Ezechiele, ranza nel suo popolo. Ne emerge una visione dovrà trasmettere ciò che il Signore gli ha di libertà (“Li libererò”, dice il Signore), di detto: “Ecco, io prendo il legno di Giuseppe rinnovamento (“Li purificherò”, aggiunge), e lo metto sul legno di Giuda per farne un di pacificazione (“Farò con loro un’alleanza legno solo; diventeranno una cosa sola in di pace”, assicura) e di comunione (“In mez- mano mia” (Ez 37). Il Signore ne dà una spie- zo a loro sarà la mia dimora”). gazione più precisa: “Ecco, io prenderò gli Una analoga prospettiva di speranza vuole Israeliti dalle genti fra le quali sono andati e suscitare il tema di questa settimana di pre- li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nel ghiera, cioè di rinnovata fiducia dei cristiani loro paese: farò di loro un solo popolo nella nel Signore che è venuto al mondo e che “do- mia terra” (Ez. 37,21). Il tema della disper- veva” morire sulla croce per radunare i figli sione e della riunione è trasparente. Ed è ap- dispersi. plicato analogicamente alla situazione dei Questa speranza si fonda su alcuni elemen- cristiani divisi che il Signore chiama e con- ti fondamentali. Innanzitutto sulla nascita duce all’unità. stessa del movimento ecumenico che è “sor- Viene aggiunto un altro elemento essenziale to per grazia dello Spirito Santo” e che di- per il movimento ecumenico. La dispersione venta “ogni giorno più ampio” (UR 1). In ha introdotto impurità, ha causato infedeltà, ha secondo luogo la speranza è sostenuta dalla generato imperfezioni, ha messo gli Israeliti a preghiera stessa di Gesù Cristo che rimane contatto con l’idolatria. Il Signore dice a l’ispirazione profonda di ogni preghiera per Ezechiele: “Li libererò da tutte le loro infedeltà l’unità dei cristiani. Il decreto di cui si sono resi colpevoli. Li purificherò. Essi sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II è saranno il mio popolo ed io sarò il loro Dio” stato esplicito. Il Santo Concilio si dichiara (Ez 37, 23). La profezia può quindi essere letta ben conscio che l’opera del ristabilimento in vista della ricomposizione dell’unità dei cri- della piena unità dei cristiani “supera le for- stiani. Il decreto sull’ecumenismo del Concilio ze e le doti umane”, ma afferma con vigore Vaticano II aveva chiaramente affermato: che “ripone tutta la sua speranza nell’ora- “Ecumenismo vero non c’è senza interiore con- zione di Cristo per la Chiesa, nell’amore del versione, perché il desiderio dell’unità nasce e Padre per noi e nella forza dello Spirito San- matura dal rinnovamento della mente, dall’ab- to” (UR 24). Il Concilio dichiara anche che negazione di se stesso e dal pieno esercizio del- non si tratta di un qualche evanescente otti- la carità” (UR, 7). mismo ma della certezza della fede: “La speranza non inganna” (Rom 5,5). Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 55

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Un’analisi sui frutti già raggiunti dal mo- 2007) impostando positivamente lo studio vimento ecumenico rafforza lo spirito positi- della questione cruciale del ruolo del vesco- vo con cui vanno affrontate le altre fasi, cer- vo di Roma nella Chiesa. Anche con le Anti- tamente più ardue. Per ora si può constatare che Chiese di Oriente o precalcedonesi si è che la situazione tra i cristiani è completa- potuto organizzare un dialogo fra la Chiesa mente diversa da quella che essi sperimenta- cattolica e tutte quelle Chiese insieme (copta, vano prima del Concilio Vaticano II con cui etiopica, sira, armena). la Chiesa cattolica si è ufficialmente impe- L’enciclica ha apprezzato anche il lavoro gnata nel movimento ecumenico conferen- svolto con le Chiese e Comunità ecclesiali di dogli un impulso decisivo, nelle relazioni, Occidente affermando che “il dialogo è stato nelle problematiche affrontate nei dialoghi ed è fecondo, ricco di promesse…La rifles- bilaterali e nei traguardi raggiunti tanto con sione dei vari dialoghi bilaterali, con una de- le Chiese d’Oriente quanto con le Comunità dizione che merita l’elogio di tutta la comu- ecclesiali di Occidente. Nell’enciclica sul- nità ecumenica, si è concentrata su molte l’impegno ecumenico Giovanni Paolo II ne questioni controverse quali il Battesimo, ha dato una lettura autorevole: “E’ la prima l’Eucaristia, il Ministero ordinato, la volta nella storia che l’azione in favore del- sacramentalità e l’autorità nella chiesa, la l’unità dei cristiani ha assunto proporzioni successione apostolica”. Non solo, ma que- così grandi e si è estesa ad un ambito così sti dialoghi hanno prodotto frutti positivi. vasto”. Ed ha aggiunto: “Uno sguardo d’in- L’enciclica dichiara: “Si sono delineate così sieme degli ultimi trent’anni fa meglio com- delle prospettive di soluzione insperate e nel prendere molti dei frutti di questa comune contempo si è compreso come fosse neces- conversione al Vangelo di cui lo Spirito di sario scandagliare più profondamente alcuni Dio ha fatto strumento il movimento argomenti” (Ut Unum Sint, 69). Dopo l’en- ecumenico” (Ut Unum Sint, 41). Egli, a con- ciclica i dialoghi sono continuati e hanno pro- ferma, annovera: la fraternità ritrovata, la dotto nuovi frutti come la dichiarazione co- solidarietà nel sevizio all’umanità, le mune sulla Giustificazione per fede con i convergenze nella Parola di Dio, la crescita Luterani, nuova pietra miliare nel dialogo con della comunione. Analizza quindi il dialogo i protestanti. In seguito Benedetto XVI non con le Chiese di Oriente e i suoi progressi ha mancato di incoraggiare tanto il dialogo (Ut Unum Sint, 50-63) e ugualmente quello della carità quanto il dialogo teologico. con le Chiese e Comunità ecclesiali di Occi- dente (Ut Unum Sint, 64-70). L’enciclica fa 3. Questi progressi vanno applicati e veri- affermazioni più dettagliate. Nel dialogo con ficati nella realtà concreta. L’indicazione le Chiese ortodosse afferma che “con spirito operativa che proviene dalla visione di positivo, basandoci su quanto abbiamo in Ezechiele è quella di “accostare l’uno all’al- comune, la commissione mista ha potuto pro- tro” in modo da fare “un legno solo”, e cioè gredire sostanzialmente” (Ut Unum Sint, 59). da formare “una cosa sola”.(Ez 37,17). I temi In seguito il dialogo ha ripreso l’avvio di una suggeriti per gli otto giorni si riferiscono ap- nuova fase di lavoro su “Collegialità e auto- punto all’azione comune tra i cristiani nella rità nella Chiesa” (Belgrado 2006 e Ravenna situazione concreta del mondo di oggi. 56LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Le problematiche trattate negli otto giorni mente quella unione che già vige tra di loro”. si possono sintetizzare in tre gruppi: la divi- Inoltre “da questa cooperazione i credenti in sione dei cristiani, le questioni sociali domi- Cristo possono facilmente imparare come si nanti, il contesto interreligioso. appiani la via verso l’unità” (UR 12). • a). La questione della divisione tra i • c). I cristiani di fronte alla pluralità cristiani viene affrontata in particolare nel delle religioni trovano un campo nuovo in primo giorno in cui si considerano “le comu- cui esplicare la loro testimonianza comune nità cristiane di fronte a vecchie e nuove di- di fede nella Trinità e in Gesù Cristo Signore visioni”. Il tema ovviamente trova risonanze e Salvatore del mondo. Le relazioni con le in tutti gli altri giorni. Sono note le grandi altre religioni sono avvertite come indispen- divisioni storiche, fra cattolici e ortodossi e sabili nel nostro tempo nel duplice scopo di fra cattolici e protestanti. Esse sono oggetto affermare valori comuni (trascendenza, prin- di dialogo e su molte di esse si sono trovate cipi di convivenza pacifica, opzioni fonda- positive convergenze. Ma permangono an- mentali di etica, ecc.) e, inoltre, di cercare cora i motivi di fondo delle divisioni. In più insieme come evitare quei conflitti che sor- la situazione attuale presenta “nuove divi- gono per altri interessi ma che strumentaliz- sioni” che si constatano tanto fra le Chiese zano le religioni per creare contrapposizioni ortodosse quanto nel mondo protestante, nuo- tra i popoli. I cristiani hanno un messaggio ve frammentazioni e emergenza di nuove comune specifico da presentare nel dialogo problematiche etiche con gravi dissensi. Il con le altre religioni. dialogo ecumenico ne deve tenere conto ap- 4. Infine l’ottavo giorno è quasi la sintesi profondendo la ricerca. dell’intera riflessione di quest’anno per la • b). Le questioni sociali dominanti preghiera per l’unità dei cristiani. Il tema del richiedono una cooperazione fattiva tra i cri- giorno presenta una formulazione sintomati- stiani mettendo insieme gli elementi comuni ca ed efficace: “Proclamazione cristiana del- per una testimonianza comune e un concor- la speranza in un mondo di separazione”. de annuncio del messaggio cristiano. L’am- Nel nostro mondo e nel nostro tempo, segna- pia problematica viene affrontata in cinque to da separazioni e conflitti, tra i cristiani, tra giorni, dal secondo al sesto giorno. le religioni, tra i popoli, i cristiani sono chia- L’impostazione è sempre la stessa per cia- mati a “proclamare” la speranza cristiana che scun giorno: come si situano i cristiani di il testo di Ezechiele ripropone ricordando che fronte ai vari problemi, di fronte alla guerra il Signore assicura: “Li libererò”, “Li purifi- e alla violenza, di fronte alle ingiustizie, di cherò”, “Li unirò”, “Stabilirò il mio santua- fronte alla crisi ecologica, di fronte alle rio in mezzo a loro per sempre”. discriminazioni e alla sofferenza. Il tutto è Il commento proposto per questo ultimo sempre, giorno per giorno, sotto lo slogan: giorno, riassumendo l’orientamento genera- “Essere riuniti nella tua mano”. La coopera- le, afferma: “Quando i cristiani si riuniscono zione tra i cristiani è stata proposta e per pregare per l’unità sono motivati e soste- ecumenicamente valorizzata dal decreto del nuti da questa speranza”. Concilio Vaticano II sull’ecumenismo: “La cooperazione di tutti i cristiani esprime viva- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 57

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LETTURE BIBLICHE E COMMENTO

PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA

PRIMO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” Le comunità cristiane di fronte a vecchie e nuove divisioni

Ezechiele 37, 15-19.22-24a Uno nella tua mano Salmo 103(102), 8-13 (o 8-18) Il Signore è bontà e misericordia; è paziente, costante nell’amore 1 Corinzi 3, 3-7.21-23 Le vostre discordie e le vostre divisioni [...] voi invece appartenete a Cristo Giovanni 17, 17-21 Fa’ che siano tutti una cosa sola [...] così il mondo crederà

SECONDO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte alla guerra e alla violenza

Isaia 2, 1-4 Cesseranno di prepararsi alla guerra Salmo 74(73), 18-23 Non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri 1 Pietro 2, 21-25 Le sue ferite sono state la vostra guarigione Matteo 5, 38-48 Pregate per quelli che vi perseguitano

TERZO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte all’ingiustizia economica e alla povertà

Levitico 25, 8-14 Il giubileo che libera Salmo 146(145), 1-10 Il Signore difende la causa dei perseguitati 1 Timoteo 6, 9-10 L’amore dei soldi è la radice di tutti i mali Luca 4, 16-21 Gesù e il giubileo come liberazione

QUARTO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte alla crisi ecologica

Genesi 1, 31 - 2, 3 E Dio vide che tutto quel che aveva fatto era davvero molto bello Salmo 148, 1-5 A un suo comando foste creati Romani 8, 18-23 La distruzione della creazione Matteo 13, 31-32 Il più piccolo di tutti i semi

QUINTO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte alla discriminazione e al pregiudizio sociale

Isaia 58, 6-12 Non abbandonare il proprio simile Salmo 133(132), 1-4 Come è bello e piacevole che i fratelli vivano insieme 58LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Galati 3, 26-29 Uniti a Gesù Cristo tutti voi siete diventati un solo uomo Luca 18, 9-14 Per alcuni che si ritenevano giusti

SESTO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte alla malattia e alla sofferenza

2 Re 20, 1-6 Ricordati di me, o Signore! Salmo 22(21), 1-12 Perché mi hai abbandonato? Giacomo 5, 13-15 Questa preghiera, fatta con fede, salverà il malato Marco 10, 46-52 Gesù gli domandò: Che cosa vuoi che io faccia per te?

SETTIMO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte alla pluralità delle religioni

Isaia 25, 6-9 Egli è il Signore! Abbiamo riposto in lui la nostra fiducia

Salmo 117(116), 1-2 Lodate il Signore, nazioni tutte! Romani 2, 12-16 Sono giusti non quelli che ascoltano la Legge, ma quelli che la mettono in pratica Marco 7, 24-30 Hai risposto bene. Torna a casa tua felice

OTTAVO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” Proclamazione cristiana della speranza in un mondo di separazione

Ezechiele 37, 1-14 Aprirò le vostre tombe Salmo 104(103), 24-34 Rinnovi la faccia della terra Apocalisse 21, 1-5a Ora faccio nuova ogni cosa Matteo 5, 1-12 Beati siete voi... Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 59

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Convegno dei delegati diocesani per l’ecumenismo e il dialogo della Calabria

Il 2 giugno presso il Seminario Teologico dell’Annunziata di Bonifati ,di suor Mirella regionale “S. Pio X” di Catanzaro si è svolto Muià della Piccola Famiglia dell’Unità di il consueto convegno dei delegati diocesani Gerace e di tre figure significative per l’ecumenismo e il dialogo della Calabria. dell’ecumenismo calabrese e reggino i coniu- Aperto a tutti coloro che, a vario titolo, sono gi Silvana e Domenico Minuto e Maria interessati al dialogo ecumenico nella regio- Mariotti . ne, l’incontro di questo anno ha avuto come La presenza attiva di molti seminaristi ,del tema “Ascolto della Parola e unità dei cri- rettore don Dino Piraino e del vice rettore don stiani”, relatore il pastore valdese Jens Giuseppe De Pace lascia ben sperare che fi- Hansen. I lavori sono stati introdotti da una nalmente nei seminari si cominci una auten- meditazione di suor Maria Benedetta Artioli, tica formazione al dialogo ecumenico. della Piccola Famiglia dell’Annunziata di La Parola unisce i cristiani di qualsiasi de- Bonifati, su Efesini 4,1-14 e il cui testo viene nominazione pur permanendo differenze a riportato dopo questa breve nota. livello teologico e dottrinale, su questa so- Questi incontri regionali, promossi dalla lida base, senza fare facili quanto sterili Commissione per l’ecumenismo e il dialogo irenismi, occorre saper ascoltare le ragioni della C.E.C. presieduta dal vescovo dell’altro e, dunque , dialogare senza pre- dell’Eparchia di Lungro mons. Ercole giudizio alcuno . Lupinacci, vogliono essere un momento di Nella nostra regione il dialogo ecumenico, confronto e di scambio di esperienze tra le come si è fatto cenno, è ulteriormente pre- Chiese della Calabria perché si possa conso- zioso per la sua valenza umana e sociale . lidare la via dell’ascolto e del dialogo tante La presenza di un forte potere mafioso sul volte esaltata ma poco praticata. territorio calabrese è indice di una In una regione come la Calabria, segnata relazionalità malata che non può essere cu- da conflitti, spesso sotterranei, a tutti i livel- rata né solo con interventi esterni né solo li, il dialogo ecumenico rappresentare una con provvedimenti di natura economica. Il testimonianza di fraternità. dialogo ecumenico dà forza In questi ultimi anni i convegni dei delega- all’evangelizzazione altrimenti devitalizzata ti si sono alternati agli Incontri Ecumenici dallo scandalo della divisione dei cristiani e Calabresi (lo scorso anno il IV I.E.C. si è svol- offre un modello di fraternità che supera l’in- to a Locri) organizzati congiuntamente dalle dividualismo esasperato in cui trova fertile Chiese cristiane presenti in regione. terreno la mentalità mafiosa . Il 2 giugno a Catanzaro erano presenti i de- Un lavoro, come è facile notare, a lungo legati delle diocesi di Crotone, Lungro, termine che solo la Speranza cristiana può so- Lamezia e Cosenza oltre ad un gruppo di stenere e mantenere. focolarini di Reggio Calabria, di religiosi e Salvatore Santoro religiose della Piccola Famiglia 60LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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ASCOLTO DELLA PAROLA E UNITA’ DEI CRISTIANI

di Suor Maria Benedetta Artioli

Catanzaro, 2 giugno 2008 rà la sua pienezza quando tutti ascolteranno la Meditazione (Ef 4,1-14) sua voce. Nessun’altra voce allora avrà autore- La Chiesa è per definizione ‘una’ in quanto ri- volezza, nessuna più potrà indurre in errore le flesso dell’unicità di Dio e dell’unità delle Per- pecore... La Parola di Dio sarà l’unità della Chie- sone nella vita trinitaria [unità: oggetto ultima e sa sulla terra... Tutte le divisioni tra i cristiani suprema preghiera del Signore al Padre: Gv 17]. avranno termine quando infine cadrà tutto ciò che La sua secolare divisione appare quindi all’ester- accanto a quest’unica voce vuole ancora essere no come un fallimento, una conseguenza del pec- ascoltato e reclamare attenzione”. cato che pare svuotarne lo scopo e la forza di Sappiamo bene quanto il Nuovo Testamento annuncio del Regno.. abbondi di richiami all’unità, e tra poco vedremo Il battesimo, inserendo ciascuno nella persona in particolare qualche versetto della Lettera agli gloriosa del Cristo vincitore, pur legando alla Efesini. Ma non è tanto per determinati brani par- propria Chiesa particolare, mette tuttavia il bat- ticolari che un ritorno alla Parola ci può aprire il tezzato in un ontologico rapporto di misteriosa cammino verso l’unità. Il motivo fondamentale è comunione con qualunque cristiano delle altre la forza di conversione che ha la Parola, tutta, Chiese sorelle e segna il principio fondamentale Nuovo come Antico Testamento. La Lettera agli di un segreto fluire dello Spirito. E questo soffio Ebrei lo dichiara con espressioni indimenticabi- dello Spirito creatore già prepara - pur nel dolo- li: La Parola di Dio è viva, efficace e più taglien- roso e scandaloso evento esterno della divisione, te di ogni spada a doppio taglio: essa penetra il ricupero dell’unità.. Ma da parte nostra dob- sino al punto di divisione dell’anima e dello spi- biamo in ogni modo collaborare con la grazia, rito, delle giunture e delle midolla e scruta i sen- cercare di togliere gli ostacoli. Consideriamo al- timenti e i pensieri del cuore (Eb 4,12). lora in primo luogo che noi leggiamo tutti un’uni- La Parola rivelata ha dunque questo potere di ca Parola di Dio, la Parola delle Scritture. E’ qui scrutarci, di discernere in noi come singoli e come che dobbiamo puntare: piegarci su di essa, con comunità ciò che è dalla verità e ciò che non lo è: animo aperto, senza pregiudizi né timori. Nell’in- è fondamentalmente in questo senso che l’ascol- contro che Benedetto XVI ha avuto a Colonia con to della Parola va collegato al recupero dell’uni- i rappresentanti delle altre confessioni cristiane, tà delle Chiese. D’altra parte è proprio di questa lasciato da parte il testo scritto che aveva, ha det- continua conversione al Signore soltanto che to che dobbiamo almeno per un poco prescinde- ognuno di noi ha bisogno, ma anche ognuna del- re dal problema delle nostre istituzioni ecclesiali le nostre Chiese. E questo non solo perché c’è per metterci tutti davanti alla Parola di Dio, alla stato tanto male tra di noi che ha scavato dei ba- sua lettura di fede, al suo studio. E realmente non ratri, ma anche proprio perché dobbiamo arriva- c’è dubbio che finché non spostiamo decisamen- re tutti ad un ascolto puro della Parola, libero da te l’asse del problema su questo Libro delle Scrit- ogni sovrastruttura anche teologica, un ascolto ture delle quali tutti ci nutriamo, ci perderemo in che chieda al Signore soltanto di farci penetrare un meandro di difficoltà. la sua Parola in tutta la sua limpida verità. Anche In una meditazione domenicale nel 1940, se, è ovvio, ciò dovrà essere unito, da chi ne ha la Bonhoeffer diceva: “La comunità di Gesù trove- competenza, a uno studio rigoroso e approfondi- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 61

ECUMENISMO to delle Scritture e di ciò che in esse non è inter- sua Parola e diveniamo un unico gregge da lui pretato nello stesso modo. condotto al Padre. Ma prima di soffermarci su Forse proprio oggi ci sono particolari condi- passi particolari bisognava premettere questo glo- zioni che ci sollecitano tutti, come Chiese, a que- bale valore della Parola in ordine ad un comune sto ritorno, e ce lo favoriscono. Infatti, tutte le volgerci verso l’unico Pastore. Adesso si può Chiese, almeno nel mondo occidentale, vivono vedere anche qualche versetto del testo che ho immerse in certe caratteristiche proprie della scelto: Ef 4,1-14, dove sono evidenziati alcuni mentalità post-moderna: la perdita di valori sino atteggiamenti fondamentali del nostro modo di a qualche tempo fa più o meno condivisi dall’am- rapportarci tra cristiani.. biente, l’incapacità di vivere scelte durature, so- Al v. 1 Paolo apre la sua esortazione definendo prattutto una sorta di perdita di identità. Ma non globalmente ciò che dirà come espressione del è possibile per dei cristiani e delle Chiese lasciar- modo di vivere degno della nostra vocazione cri- si prendere da questo senso di perdita di identi- stiana. E comincia esortando all’umiltà, alla man- tà.. Noi sappiamo bene che il Signore ci ha chia- suetudine e alla pazienza, alla vicendevole amo- mati come persone e comunità capaci di metter- rosa sopportazione. La storia ci mostra quanto, si, per sua grazia, in rapporto con lui, capaci di per es., i rapporti tra cristiani d’Oriente e di Oc- rispondere a Dio stesso con scelte e atteggiamenti cidente abbiano sempre gravemente mancato di veri, persone a cui lui stesso riconosce la loro queste virtù per tutto il tempo in cui ancora era- identità di sue creature, e insieme la conferma in vamo uniti.. In tante occasioni l’umiltà avrebbe modo eminente con la sua grazia. Noi sappiamo richiesto da entrambe le parti un riconoscimento che è venuto per “darci la vita e darcela in ab- più pronto e gioioso dei doni dell’altra Chiesa, bondanza” (cf. Gv 10,10). Eppure anche noi, benché diversi dai propri. Tanto più nelle attuali come singoli e come Chiese rischiamo a volte di condizioni di divisione ci diviene necessario sa- partecipare di questo vuoto di identità, di questa per riconoscere con amorosa prontezza i doni impressione che tutta la realtà oscilli. degli altri, saperne gioire e ammettere eventuali E allora, dove trovare l’identità, la verità su di carenze ciascuno in casa propria, per così dire. noi, sulla storia, sul mondo, sulla Chiesa, se non Invece, già nel passato, si pensava e agiva secon- nella Parola della rivelazione? Nella misura in do la propria mentalità (tanto diversa, come era cui ci curveremo con totale dedizione e fiducia, certo tra Oriente e Occidente) senza minimamente sulla Parola di Dio potremo ritrovare questa iden- cercare di comprendere e accogliere i doni degli tità e ritornare a quelle verità fontali che ci hanno altri. San Basilio stesso ebbe a lamentare amara- costituiti come Chiesa una. Questo ascolto ci può mente in certe circostanze l’atteggiamento dei realmente riportare all’unità.. Quando Dio incon- vescovi occidentali che procedevano secondo la tra al Sinai il popolo che ha liberato dalla schia- loro visuale, senza cercare di aprirsi con umiltà a vitù dell’Egitto, chiamandolo per stabilire con lui quella degli altri e, in quel caso, di portare l’aiuto l’alleanza, lo invita in questo modo: “Ascolta, da lui richiesto per una grave problematica con- Israele” (cf. Dt 6,4 ecc.). Se vorrete ascoltare la cernente l’unità interna delle Chiese d’Oriente, e mia voce, sarete per me la proprietà fra tutti i da loro vista spesso in modo legalista o sbrigati- popoli, perché mia è tutta la terra. Voi sarete un vo.. Atteggiamenti del genere hanno indubbia- regno di sacerdoti e una nazione santa. Tutto il mente preparato la divisione. popolo rispose insieme e disse: ‘Quanto il Signore Le contese e le discussioni dominate dalla ha detto, noi lo faremo’ “ (cf. Es 19,5-8). E’ così asprezza polemica hanno in altri tempi preso il che venne costituito il popolo nella sua unità. posto della mansuetudine e non possiamo dire che Sono tanti i passi biblici che mostrano la vo- questo non sia più vero anche se, grazie a Dio, i lontà del Signore che ci lasciamo guidare dalla rapporti tra le Chiese sono profondamente cam- 62LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

ECUMENISMO biati. Ci sono ancora problemi che tra le Chiese vere guerra ad alcun membro del corpo di Cristo, non sono affrontati con mitezza. Eppure la mi- di cui parla subito dopo. Ora, là dove esiste un tezza del cristiano resta valida a tutti i livelli, sia unico battesimo, come è per tutte le Chiese che interpersonali che interecclesiali. Si può e si deve lo praticano conforme al comando del Signore, essere chiari sul proprio credo, perché essere va- esiste già, per quanto ferito, l’unico corpo. In un ghi e nebulosi non serve ad affrontare i problemi unico corpo, il conflitto tra membra crea come con verità, tuttavia questo non va mai fatto con minimo uno stato di sofferenza generale, una asprezza: quello che non è cristiano, per nessuna impossibilità per il corpo intero di svolgere le confessione, non potrà mai aiutarci a ricomporre proprie normali operazioni, sicché va a totale l’unione tra noi. A livello di base, inoltre, c’è una danno di tutti gli altri membri, anche quando que- grande impreparazione all’incontro con altri cri- sti ritengano di esserne al riparo. stiani: si passa da un relativismo banale alla rigi- Il testo continua affermando come Cristo riem- dezza polemica. Mi è capitato anche personal- pia di sé tutte le cose, le racchiuda e ricapitoli in mente di ricevere da fratelli di altre Chiese affer- sé, perciò noi che aderiamo a lui per la fede e il mazioni trionfaliste relative anche a delle verità, battesimo, siamo per questo potenzialmente nel- ma dette in modo da ferire e falsate dall’assenza l’unità: la grazia attende l’adesione della libera della mitezza cristiana. volontà per ricomporre a tutti i livelli, nel Cristo Nel testo si parla poi di pazienza e di vicende- che pur già ci racchiude tutti, l’unità effettiva ed vole sopportazione. Non è certo una virtù apprez- efficace. zata al giorno d’oggi a nessun livello, purtroppo Paolo prosegue con il problema dei diversi nemmeno a quello della spiritualità. Eppure il carismi e ministeri. La Chiesa primitiva poteva Signore Gesù ne ha dato l’esempio estremo fa- chiedersi il senso di queste diversità nella sua cendosi Servo paziente per tutti noi. Dobbiamo assemblea di popolo regale e sacerdotale. Paolo sopportare i reciproci limiti ecclesiali piuttosto vede queste differenze nel loro carattere espres- che denunciarli con intolleranza, tanto più che samente funzionale: servono a portare la Chiesa, vanno messi in conto anche per il giorno felice in ciascuno in essa, alla pienezza della fede, a edifi- cui potremo vedere ricomposta l’unità: sono de- carla nella sua realtà di corpo di Cristo, fino a bolezze che esisteranno sempre.. Ogni Chiesa ha una piena maturità. Non potranno mai essere con- certi limiti dovuti alla mentalità di chi la compo- siderate dai cristiani differenziazioni sostanziali. ne, alla storia vissuta, alla società in cui si muo- Questo rischio è presente in un autore ad es. come ve. Anche questa tollerante sopportazione è gra- lo Pseudo-Dionigi, ma Paolo non considera nep- vemente mancata nel passato, al punto che ci si pure lontanamente la possibilità di articolazioni chiede come sia stato possibile chiudersi a tal del corpo di Cristo che non siano in funzione della punto da non capire che certi limiti di altri non sua stessa unità e compattezza. sono sempre gravi deviazioni da colpire con ver- Questo discorso naturalmente Paolo lo fa qui detti, ma limiti che tutti abbiamo. E questa acco- ad una Chiesa indivisa, non a Chiese già separate glienza, questa sopportazione, ci dice ancora Pa- e diversamente strutturate, per le quali il proble- olo deve provenire dall’amore, non deve essere ma dei ministeri va visto in tutt’altra sede, ben- mista a un sottile disprezzo e giudizio, ma franca ché resti ferma la valutazione che Paolo ne da e benevola. con tanta forza: sono cioè anche questi doni orien- Nel quarto versetto Paolo ci indica un aspetto tati a un unico scopo, il pieno e armonioso svi- importante per l’unità. Dice che il vincolo, cioè luppo del corpo di Cristo. quel legame che dà piena connessione all’unità, Per le nostre Chiese attualmente divise possia- è la pace. La pace è la decisione, che sta a monte mo pensare a tanti diversi carismi. I doni presenti di ogni altro atteggiamento positivo, di non muo- in ciascuna, a volte in modo tanto evidente, quasi Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 63

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA vistoso, non possono venir considerati motivo di ovviamente non intendo dire che non ci siano difficoltà, espressione di linee incompatibili, e non anche da risolvere nodi teologici non piccoli, ma confusi, come è anche accaduto, addirittura con questi risultano meno difficili se l’animo resta divergenze teologiche. E’ indispensabile che i aperto a questa parola del testo che stiamo consi- pastori per primi e poi ciascun membro delle sin- derando: Ascendendo in cielo ha distribuito doni gole Chiese vengano educati a un discernimento agli uomini.. in questo ambito. Sin dall’inizio le Chiese appar- Concludo con alcune righe stupende di S. tenenti, per esempio, a diverse aeree geografiche Ignazio di Antiochia, che sono come un inno al- hanno sviluppato liturgie notevolmente differen- l’unità delle Chiese: Nella vostra concordia e nel ti le une dalle altre; le stesse linee teologiche ac- consonante amore, Gesù Cristo è cantato. E voi, centuavano talvolta aspetti peculiari all’una o al- ciascuno per la sua parte, diventate coro, affin- l’altra Chiesa, e c’era ancora tanto altro che veni- ché, consoni nella concordia, prendendo il tono va a rendere variegata la veste delle Sposa di Cri- di Dio in unità, cantiamo in un’unica voce per sto. Ma anche oggi è così. mezzo di Gesù Cristo al Padre, perché vi ascolti L’unità infatti non possiamo in nessun modo e vi riconosca, per il bene che fate, quali mem- pensarla come un livellamento, ma al contrario bra del Figlio suo (Lettera agli Efesini, di Ignazio come una felice fruizione di tutti i doni diffusi di Antiochia. Ne esistono varie edizioni in lingua con tanta larghezza dallo Spirito, pur vivendo cia- italiana). scuno in una particolare tradizione. Con questo

INCONTRO DEL CHOCE 2008 A MÀRIAPÓCS (UNGHERIA)

Nei giorni 20, 21 e 22 maggio si sono riuniti sotto l’aspetto teologico, canonico e pastorale dai nella Casa eparchiale per gli esercizi spirituali quattro Relatori designati: archimandrita p. presso il Santuario mariano di Màriapócs Manuel Nin (OSB), Rettore del Pontificio Colle- nell’Eparchia di Hajdùdorog in Ungheria gli ade- gio Greco in Roma, p. Cyril Vasil’ (SJ), Rettore renti al Conventus Hierarcharum Orientalium del Pontificio Istituto Orientale in Roma, p. Janos Catholicorum Europae (CHOCE) per l’annuale Soltész e p. Istvàn Sesztàk; professori dell’Istitu- incontro. Erano presenti 22 Metropoliti, Arcive- to Teologico Sant’Atanasio in Nyìregyhàza. scovi e Vescovi e 6 Sacerdoti, di cui 1 Ammini- Come è avvenuto fin dagli inizi di questi in- stratore Apostolico, 1 Vescovo eletto, 1 Visitato- contri, tutto si è svolto nello stile del pellegrinag- re Apostolico, 1 Vicario Generale e 2 gio. Ogni mattina c’era mezz’ora di preghiera Archimandriti; in totale 28 Partecipanti prove- personale nella cappella, poi un’ora dedicata alle nienti dall’Ungheria, Bielorussia, Ucraina, Polo- relazioni, un’ora e mezzo di discussione comune nia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Italia, Bulga- ed un’ora di lavori di gruppo. Il pomeriggio del ria, Romania e Serbia-Montenegro. primo giorno ha registrato un’ora di relazione dei Il tema dell’incontro, “Il Sacramento della Ri- lavori di gruppo e, la sera dopo cena, un’ora di conciliazione e la prassi penitenziale nelle Chie- incontro sui problemi organizzativi. se Orientali” è stato affrontato nelle tre giornate Particolare cura è stata dedicata alla celebra- 64LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA zione della Divina Liturgia: il primo giorno in fraterna preghiera, di riflessione e di confronto lingua ucraina nella Basilica-Santuario di per elaborare linee comuni di insegnamento e di Màriapócs presieduta da S.E. Arcivescovo Ihor azione pastorale a beneficio delle Chiese a Voi (Vozniak) con la partecipazione del coro del se- affidate”. Ne consegue un deciso sostegno: “Il minario di L’viv e l’omelia tenuta da S.E. Vesco- Santo Padre incoraggia, pertanto, ad un rinnova- vo Ladislav (Huèko), il secondo giorno nella cat- to slancio pastorale volto a sostenere l’efficacia tedrale di Nyìregyhàza presieduta da S.E. Vesco- dell’appello alla conversione e la pratica del sa- vo Szilàrd (Keresztez) in lingua ungherese con il cramento della Riconciliazione”. coro del locale seminario e l’omelia tenuta da S. Stante l’organicità delle relazioni ed il loro va- Em. il Cardinale Peter Erdõ, il terzo giorno nella lore, è stata accolta con un applauso la proposta cattedrale di Hajdùdorog presieduta da S.E. Ve- avanzata da S.E. Vescovo Szilàrd (Keresztez) di scovo Milan (Šàšik) in lingua paleoslava eccle- pubblicarle tutte a breve scadenza su Folia siastica con il coro del seminario di Uzhhorod e Athanasiana insieme al messaggio del Santo Pa- l’omelia tenuta da S.E. Vescovo Virgil (Bercea). dre ed altri documenti significativi della riunio- Da rilevare il fatto che la riunione del CHOCE ne. È la prima volta che si provvede la pubblica- era stata annunciata a tutti i fedeli dell’Eparchia zione di quelli che possiamo considerare gli Atti ospitante, invitati a pregare per il felice esito del- dell’incontro, tanto che è stata avanzata la richie- l’evento, sì che si è registrato un alto livello di sta che anche i contributi dei precedenti incontri partecipazione alle celebrazioni. conservati nell’archivio siano messi a disposizio- L’organizzazione è stata perfetta in tutti i parti- ne tramite stampa. colari, sia nella prontezza della traduzione dei Il terzo giorno, la sessione di studio si è con- testi, che nel servizio di interpretariato, che in tutto clusa con una serie di decisioni. Anzitutto, la scelta quanto concerne l’impegnativo e lungo lavoro di della sede dell’incontro dell’anno prossimo: segreteria. Uzhhorod (Ucraina) nell’Eparchia di Mukachevo, Si è dovuta registrare l’improvvisa assenza di poi il tema. Si è optato per la continuità nel trat- Sua Beatitudine Lubomyr (Husar), Arcivescovo tare i Sacramenti per cui è stato scelto l’Ordine Maggiore di Kyiv-Halych, che ha inviato una si- sacro nella prospettiva dell’evangelizzazione e gnificativa lettera, nella quale, tra l’altro, si af- della catechesi, quindi sotto un profilo eminente- ferma: “I nostri incontri ci aiutano in modo sem- mente pastorale. pre migliore ad approfondire la coscienza di ave- Una osservazione: in questi anni il gruppo dei re questa vocazione da Dio stesso e capire come Partecipanti ha compiuto un cammino di cono- la si deve incarnare per la gloria di Dio e per l’uti- scenza reciproca e di maturazione nella comu- lità dei nostri fedeli”. nione fraterna, per cui è largamente maturata l’esi- Della riunione era stato preventivamente infor- genza di una maggiore stabilità o consistenza mato il Santo Padre che ha fatto pervenire, trami- strutturale del CHOCE, soprattutto al fine di ela- te l’Em.mo Segretario di Stato Card. Tarcisio borare strumenti che consentano un effettivo uti- Bertone, un messaggio di rilevante importanza. lizzo pastorale sulle Chiese locali, pur mantenen- In esso, richiamato il Santuario di Màriapócs che do ciascuna la libertà di adattamento alla propria rinvia “il pensiero al Cenacolo Gerosolimitano”, identità ed alle tradizioni particolari. Argomento, si afferma l’importanza dell’incontro: “Il vostro questo, che necessita di ulteriore definizione per convegno costituisce una proficua occasione di giungere ad una decisione da tutti condivisa. Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 65

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA

Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI

A Sua Beatitudine Eminentissima il Signor Cardinale LUBOMYR HUSAR Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica Ucraina

Dal Vaticano, 21 maggio 2008

Beatitudine Eminentissima, cuore compassionevole e ci riconcilia piena- il Santo Padre è particolarmente lieto di far mente a sé. I penitenti devono incontrare, giungere a Vostra Beatitudine e ai Venerati attraverso il ministero della Chiesa, il volto Fratelli partecipanti all’incontro dei Vescovi dell’Amore che sempre accoglie e rialza ad greco-cattolici d’Europa il più cordiale saluto una vita responsabile, suscitando il purifica- nel Signore Gesù, l’assicurazione della sua tore e salutare pentimento. costante preghiera e l’abbraccio della pace, con Il Santo Padre incoraggia, pertanto, ad un i quali il Successore di Pietro sempre accom- rinnovato slancio pastorale volto a sostenere pagna i Pastori delle Chiese locali nel solerte l’efficacia dell’appello alla conversione e la ministero ecclesiale. pratica del sacramento della Riconciliazio- Siete ospiti del Pastore dell’Eparchia ne. Nella sera del giorno di Pasqua, il Risor- bizantina di Hajdùdorog e riuniti, nel celebre to ha fatto dono della pace ai Suoi, conse- Santuario Mariano di Màriapócs. Il pensiero gnando agli Apostoli il ministero della remis- va al Cenacolo Gerosolimitano. Alla Madre sione dei peccati. È altissima responsabilità del Signore si affida la nostra fervente invo- episcopale rimanere fedeli a questo manda- cazione perché vi siano concessi in abbondan- to. za i doni dello Spirito Santo. Ci aiutino ì Santi Martiri, ì Confessori del- Il vostro convegno costituisce una profìcua la fede e i Santi pastori dell’Oriente cristia- occasione di fraterna preghiera, di riflessio- no. La Beata Vergine Maria, venerata nel ne e di confronto per elaborare linee comuni Santuario di Màriapócs nel segno di quelle di insegnamento e di azione pastorale a be- lacrime che chiamano al pentimento e al- neficio delle Chiese a Voi affidate. l’amore, ci ottenga l’apertura del cuore e della Il tema scelto riveste singolare importanza. “Sa- mente il coraggio della fedeltà e ravvivi in cramento della Penitenza e Riconciliazione”. noi la “grande speranza”. Con questi auspi- Venerati Fratelli, Sua Santità si rivolge a ci, Papa Benedetto XVI imparte di cuore la voi e ai sacerdoti vostri validi collaboratori, Benedizione Apostolica che volentieri esten- per esortare ad anteporre sempre nel servizio de alle vostre amate comunità. Il Signore è della riconciliazione con Dio e con la Chiesa risorto! É veramente Risorto! la riscoperta di Cristo come mysterium Tarcisio Card. Bertone pietatis. In Lui, Dio Padre ci mostra il suo Segretario di Stato 66LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA

Lettera di Sua Beatitudine Lubomyr Husar

Agli Eccellentissimi Vescovi radunatisi a Mariapocs per l’annuale incontro dei Gerarchi Orientali Cattolici d’Europa per il 2008

Eccellentissimi Gerarchi, Apostolica Romana e con il suo Vescovo non scrivo queste poche righe con il cuore pe- sempre è un grande onore, ma spesse volte sante e la tasca leggera. Questa è la seconda comporta una situazione di varie preoccupa- volta consecutiva che io non partecipo a que- zioni. Ma questo proviene, come tutta la natu- sti per me così cari incontri. La differenza fra ra della Chiesa di Cristo, dalla vocazione divi- quest’anno e l’anno scorso sta nel fatto che nel na. Noi abbiamo un compito dal Signore. 2007 i medici mi hanno avvertito in anticipo I nostri incontri ci aiutano in modo sempre di non fare le spese per il viaggio. Invece que- migliore ad approfondire la coscienza di avere st’anno la proibizione del mio medico arriva questa vocazione da Dio stesso e capire come alla vigilia del viaggio aereo (a Budapest) che si deve incarnare per la gloria di Dio e per l’uti- io ho già salatamente pagato. Mando queste lità dei nostri fedeli. Il mio desiderio per l’in- poche righe a Voi tramite S.E. Bohdan contro di quest’anno era quello di sottolineare Dzyurakh con il quale io avrei dovuto volare a quanto importante è la comunione con il Suc- Budapest, perché voglio così stare con Voi. cessore del Santo Apostolo Pietro e la sua Chie- Ogni anno sempre di più mi viene più chiaro sa, che presiede nella carità. Il mio secondo come preziosi sono questi incontri, come im- desiderio era di cominciare, o piuttosto di con- portanti essi siano per la Chiesa Universale. tinuare la discussione che è iniziata per ispira- Sono preziosi per noi perché noi in maniera zione del Cardinale Achille Silvestrini allora sempre migliore scopriamo quella Tradizione Prefetto della Congregazione per le Chiese della quale siamo stati chiamati ad essere por- Orientali nella non tanto distante da Mariapocs tatori per Divina Provvidenza. Di questa vo- Nyerigihaza, sul come stare e agire insieme, cazione bisogna essere coscienti. Abbiamo senza imporre niente a nessuno, ma impegnan- dalla nostra tradizione popolare una canzone doci ciascuno nella propria giurisdizione e tutti le cui parole così dicono: “Tutto si può sce- insieme durante gli incontri con i rappresen- gliere in questo mondo, figliolo, non si può tanti delle altre Tradizioni cristiane, orientali scegliere soltanto la patria”. Siamo nati come ed occidentali, adempiere alla nostra vocazio- cattolici nella Tradizione Orientale e la Santa ne. Abbiamo cominciato, per incarico del Car- Chiesa ci ha chiamati ad essere Vescovi-pa- dinale Silvestrini, e continuiamo ad elaborare stori dei cristiani cattolici nella Tradizione un progetto di statuto comune. Fra tutti i pre- Orientale. Questa realtà può essere trattata in senti oggi a Mariapocz il più informato di tut- maniera superficiale come un puro accidente, to questo è S.E. il Vescovo emerito Mons. ma personalmente io non convinto che questa Szilard Kerestesz. Il neo nominato vescovo è azione della Provvidenza Divina. Essere cri- Dimitrios Salachas, che fra qualche giorno di- stiani della Tradizione Orientale, veramente or- venterà uno di noi, potrebbe anche lui dirci todossa, in piena comunione con la Chiesa parecchie cose. La situazione di Nierigihaza Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 67

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA di oltre dieci anni e quella di oggi durante la nostra identità e la nostra dignità umana. Non quinta volta consecutiva dei nostri incontri è tutto qui è già pienamente e totalmente elabora- molto diversa. Allora tutto si prospettava in to. Il concetto della comunione (koinonia, modo molto freddo, formale, giuridico, elenco communio) non è ancora elaborato così come di diritti e doveri, un corpus legale al quale dovrebbe essere. Io ritengo che questo è uno tutti avremmo dovuto sottostare. Oggi, quan- dei nostri principali compiti per il bene comune do già per la quinta volta ci incontriamo in un della Chiesa di Cristo nella sua pastorale ed altro Paese e quando ci siamo riconosciuti re- ecumenica attività. Il nostro posto nella Chiesa ciprocamente come fratelli tale vincolo non è universale deve diventare chiaro per chiunque, più un formalismo, non è più la lettera morta anche per i cristiani medi. della legge che schiaccia e uccide, ma è una Cari Confratelli, la mia non presenza per me unione dei liberi e dei coscienti della propria costituisce una grande sofferenza, in più per il vocazione e della necessità di stare fianco a fatto che essa si ripete già per la seconda fianco per il servizio della chiesa universale. volt11a, ma per voi questa forse è una felice Tornando al mio primo desiderio - la nostra opportunità, perché così sarete preservati dal unità in comunione con il Successore di San Pie- parlare troppo. A meno che non abbiate anche tro - volevo attirare la nostra comune attenzio- voi gli stessi desideri e le stesse tentazioni che ne sull’importanza per noi di questo vincolo per ho avuto io. Vi auguro un piacevole e felice custodire la Tradizione autentica, e dall’altro lato incontro nel Signore. Spero che tornerete a casa evidenziare che tale unità ci aiuta a mantenere pieni del miglior desiderio di testimoniare Cri- la libertà delle nostre Chiese. La nostra libertà è sto e di servire la Santa Chiesa. un elemento molto importante per custodire la Vostro nel Cristo Signore Confratello + LUBOMYR

Pèter Erdó Omelia a Nyiregyhàza, il 21 maggio 2008 (Gv 10,9-16) Eminenza Cardinale, Eccellenze, carissimi fratelli in Cristo!

1. La parabola del Buon Pastore rispecchia chia- vita e il benessere per lui e per la sua famiglia. ramente la persona e la missione di Cristo. Que- Il pastore che dà la sua vita per le pecore: è st’immagine contiene dei dettagli, i quali sono questo il dettaglio che emerge dall’immagine con- presenti nella vita di ogni pastore. Ma ci sono sueta e che si riferisce particolarmente a Gesù. anche delle caratteristiche che si riferiscono sol- Un pastore qualsiasi non ha l’obbligo né di dare tanto a Gesù. Non ogni pastore dà la sua vita per la sua vita né di condurre nell’ovile delle pecore le sue pecore. Generalmente i pastori non sono che non appartengono al gregge. Anzi, sono del- obbligati a fare ciò. Non sono obbligati neanche le cose, che anche il pastore deve evitare. Ma la quelli che custodiscono le proprie pecore. Per loro realtà misteriosa, che il vangelo vuole esprimere, sta al primo posto la vita del pastore, il quale pren- oltrepassa i limiti della consueta immagine. Gesù de cura delle pecore, perchè esse assicurano la non è solo il Buon Pastore, ma anche la porta. È 68LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA lui che dà la vita, ma è lui stesso anche la via che Chiesa cattolica costituiscono il collegio dei ve- conduce alla vita. Nel Salmo 79 dell’Antico Te- scovi (LG 22a). Questa nostra convinzione di fede stamento, ma anche altrove, il Signore stesso è il forma il filo conduttore per il nostro servizio pa- Pastore del popolo eletto e pasce le tribù d’Israe- storale nella vita quotidiana. La comunione ge- le come gregge. Nel vangelo di San Giovanni rarchica vissuta con il successore di Pietro e con appare il Buon Pastore nella persona di Gesù e i gli altri vescovi è allo stesso tempo una comu- suoi seguaci formano la gregge. Il legame che sta nione nella fede e deve essere anche quella del- tra Gesù e i fedeli è lo stesso che sta tra Gesù e il l’amore. Questa verità fondamentale però vale per Padre. Nella comunione della Chiesa si apre per i seguaci di ogni rito, per i membri di ogni Chie- noi la via al Padre per Cristo nello Spirito. Gesù sa sui iuris, tenendo conto della loro uguale di- ha offerto la sua vita per amore: amore per i suoi gnità, infatti la dignità di un rito non può essere e amore particolare verso il Padre celeste. Anche né superiore né inferiore a quella degli altri. noi dobbiamo accogliere la volontà del Padre con 3. Questa comunione si manifesta in molte obbedienza e amore incondizionati. Secondo ciò forme nel campo sia dell’amministrazione dei dobbiamo condurre la nostra vita affinché siamo sacramenti, sia della teologia, sia della collabo- in comunione con Cristo durante la vita, nella razione di ogni giorno. È compito importante per morte e anche nella risurrezione. tutti noi di non cercare il bene soltanto di una o 2. Cristo dopo la sua risurrezione alla riva del dell’altra tradizione o di comunità, ma curando lago di Tiberiade dice a Pietro in maniera scon- con responsabilità i propri valori compiamo la volgente: “Pasci i miei agnelli, pasci le mie missione della Chiesa Madre una, santa, cattoli- pecorelle!”. Gli apostoli e i loro successori sono ca e apostolica e promuoviamo il bene di essa. partecipi e portatori della missione di Cristo come Per questo è importante che in ogni circostanza pastore. Il Concilio Vaticano II sottolinea parti- operiamo nello spirito della correttezza mutua e colarmente che questa partecipazione si riferisce dell’amore riguardo sia all’uso degli edifici sia ai non soltanto alla missione sacerdotale e profetica, beni materiali della Chiesa. ma si estende anche alla guida da pastore. La co- L’Europa è ricca delle tradizioni dei diversi riti munità cristiana ha vero bisogno di questa guida cristiani. In alcuni paesi del nostro continente vive affinché venga affermato in essa non soltanto lo un gran numero di fedeli cattolici di rito orienta- sforzo umano oppure la logica dell’organizzazio- le. La Santa Sede appoggia la sopravvivenza del- ne dei gruppi umani. l’eredità teologica, spirituale e disciplinare del San Pietro e i suoi successori di ogni tempo cristianesimo orientale promuovendo che stiano hanno la missione particolare di rafforzare i loro vescovi a capo anche delle comunità poco nume- fratelli. La missione da pastore del Pontefice rose. Dove gli statuti delle conferenze episcopali Romano implica il potere supremo, pieno e uni- permettono, anche gli ordinari di rito orientale versale. È lui il capo del collegio dei vescovi, il possono far parte delle conferenze da membri con vicario di Cristo e il pastore della Chiesa intera pieno diritto, (cf. ERDÕ P., A keleti rìtusù sulla terra, (universae Ecclesiae his in terris ordinàriusok részvétele a püspöki konferenciàn, Pastor; Lumen Gentium 18. 22b; Christus in Ua., Az élö Egyhàz joga, Budapest 2006, 177- Dominus 2; Conc. Lugdunen. II, Professio fidei 186). Nonostante il fatto che il Concilio Vaticano Michaelis Palaeologi imperatoris: DS 861; Conc. II, all’inizio menziona le conferenze episcopali Florentin., Decr. Pro Graecis: DS 1307; Conc. di cui fanno parte i vescovi di ogni rito (Christus Vat. I, Const. Pastor aeternus: DS 3050-3064), Dominus 38,2) poi queste conferenze sono state Nello stesso tempo ogni vescovo nella persona regolate piuttosto nel diritto canonico latino. In- di Cristo è il pastore della Chiesa particolare a lui vece per la maggior parte delle Chiese cattoliche affidata e i vescovi in piena comunione con la orientali sono caratteristiche le proprie forme Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 69

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA sinodali. tre consideriamo i martiri nostri intercessori ce- Le forme istituzionali che raggruppano i ve- lesti. Ringraziamo la Provvidenza, perchè le Chie- scovi di più paesi, particolarmente le “conferen- se cattoliche orientali oggi in Europa possono ze” continentali, come sul nostro continente il svolgere di nuovo liberamente la loro missione. Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa Rendiamo grazie a Dio per i 33 anni di ministero (CCEE), rendono possibile la rappresentanza di episcopale di Mons. Szilàrd Keresztes, e per i due ogni vescovo cattolico di qualsiasi rito. In questa decenni del suo ministero come vescovo prospettiva nella collaborazione fraterna dei ve- eparchiale, durante il quale la Chiesa greco-cat- scovi dei diversi continenti appare piuttosto l’uni- tolica in Ungheria si è tanto sviluppata e arric- versalità della Chiesa cattolica. chita nei suoi istituti, nella formazione teologica 4. Questa Santa Liturgia di oggi è una festa e nell’attività pastorale. grande, quando all’invito del Mons. Szilàrd Preghiamo la Beata Vergine Maria, Madre del- Keresztes si sono incontrati i vescovi di rito orien- la Chiesa, che viene venerata particolarmente a tale, provenienti da paesi diversi, qui, in Unghe- Màriapòcs, di appoggiare con il suo amore la vita ria. Molti dei presenti sono testimoni di tempi duri della Chiesa cattolica in Europa, di intercedere e di persecuzioni che hanno colpito la Chiesa per i nostri vescovi, affinché possano diventare cattolica in certe parti d’Europa, specialmente i buoni pastori secondo l’esempio di Cristo. Santa cattolici di rito orientale. Gli esempi della solida- Maria, prega per l’unità dei cristiani affinché tut- rietà e della testimonianza vissute in quel tempo ti siano un secondo la volontà del tuo Figlio. sono sorgenti di incoraggiamento per noi, men- Amen

San Cosmo Albanese. XXI Assemblea Diocesana 70LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Il sacramento della riconciliazione. Aspetti teologici e liturgici. del Prof. P. Manel Nin OSB Rettore del Pont. Collegio Greco di Roma

1. Introduzione. confessione, colui che ci collega con la co- Fare una presentazione, oppure pretendere di munità cristiana, con la Chiesa, e in più colui offrire, in un tempo breve, un approccio teo- che invoca lo Spirito, colui che fa l’epiclesi logico e liturgico al sacramento della peni- chiedendo il perdono, la misericordia di Dio. tenza è qualcosa di arduo se non veramente Il pericolo, un pericolo, è di far diventare il difficile. Parlando della celebrazione della confessore soltanto un rappresentante di Dio riconciliazione siamo di fronte a delle situa- e, quindi, la confessione tende a diventare zioni personali su cui è sempre difficile dare puramente auricolare, privata, perdendo la di- una trattazione di tipo generale; delle situa- mensione essenzialmente ecclesiale; può per- zioni forse simili ma sempre diverse e pro- dere il suo carattere originale di prie a ogni persona, a ogni uomo. In più, sia- exomologhesis, di confessione, dichiarazio- mo di fronte ad un sacramento costituito da ne, nel seno della comunità dei fedeli, per una forma chiaramente dialogica, sia per la prendere una forma segreta, quasi forma che per il contenuto. Una persona, il prettamente privata. penitente, parla a un’altra persona, il confes- Su che cosa versa la confessione, cioè che sore che gli risponde. Un dialogo segnato dal cosa confessiamo? Il peccato, senz’altro. Tutti livello dello scambio che dipende, anch’esso siamo peccatori, e l’esperienza di peccato si dalla maturità umana, spirituale, culturale di ripete nella nostra vita, nella vita dell’uomo. ambedue, così come anche della loro umiltà. Facciamo ricorso alla confessione, al sacra- Il senso intimo del penitente conta anche, mento della penitenza, benché giorno e notte dando al sacramento anche una dimensione chiediamo al Signore di rimettere i nostri soggettiva, possiamo dire doppiamente sog- peccati volontari e involontari. Qui sorge una gettiva. Tutto questo insieme di fattori, però, domanda: quali peccati confessare? In fondo alla presenza di Dio, l’Essere supremo che la domanda è sempre: cos’è il peccato? Co- va al di là dei soggettivismi e a cui ambedue, s’è la contrizione, il pentimento?1 Per molti confessore e penitente fanno riferimento, in cristiani, veramente sinceri, purtroppo il sa- tanto che Lui, Dio, costituisce il valore es- cramento della penitenza si è formalizzato e senziale del sacramento: il cristiano è al Si- ha preso una dimensione quasi prettamente gnore e Salvatore che si confessa. psicologica; esso serve a risolvere forse dei Nella tradizione bizantina, il ruolo del con- problemi personali, per poter accedere con fessore non è tanto -o soltanto- quello di rap- coscienza tranquilla alla comunione. presentante di Dio ma è soprattutto -come Invece, lo scopo della confessione è quello vedremo dalle preghiere della celebrazione di distruggere una certa auto compiacenza stessa- il testimone ecclesiale della nostra superficiale e mettere l’uomo, il peccatore, Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 71

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA di fronte alla santità e alla grandezza del di- della fede cristiana. Dio si è fatto uomo e ha segno di Dio per lui; di svegliare la sua co- preso su di se il peccato, ha subito la passio- scienza, dell’uomo, di fronte al fatto che tut- ne e la morte per poterlo vincere -il peccato, ta la vita è un combattimento, una lotta. Il il male-, per poter resuscitare e portare l’uo- cristianesimo è sempre, non dobbiamo di- mo alla salvezza nel rispetto, sempre, della menticarlo, la porta stretta2 ... senza capire sua libertà; Dio chiama l’uomo alla salvez- questo è molto difficile di capire, di za, non lo costringe. Senza la libertà non può evangelizzare la nostra vita ecclesiale. esserci l’amore. Il sacramento della penitenza comprende la In questo contesto c’è ancora un altro aspet- confessione e la remissione dei peccati. Cri- to paradossale se volete, a sottolineare, che sto, nella preghiera del Padrenostro ci ha detto tocca tutti i sacramenti cristiani, specialmen- di pregare il Padre di liberarci dal Maligno; te quello della penitenza. I sacramenti santi- il sacramento della penitenza, allora, dopo ficano, ma non per sempre, o non in modo quello del battesimo, ne diventa un mezzo definitivo. Costantemente il cristiano deve veramente efficace. Pure non dobbiamo di- ricominciare il suo cammino di menticare che, benché Satana ci spinga al santificazione, di conversione, di vita cristia- peccato, nessuna tentazione sorpassa la mi- na, in definitiva di rifare il suo rapporto libe- sura umana; l’Apostolo ci dice infatti che: ro ed amante con Dio; insisto su questi due Dio è fedele e non permetterà che siate ten- aspetti, cioè libero ed amante. Il peccato, lo tati oltre le forze, ma con la tentazione darà vediamo in tanti testi della Sacra Scrittura, anche il mezzo di sopportarla.3 Una affer- consiste a stimare, considerare sufficienti, mazione, questa, che dovrebbe infonderci auto sufficienti i desideri, la volontà dell’uo- coraggio e non paura. mo, mettendoli a confronto magari in oppo- sizione alla volontà di Dio. Peccato. La Sacra Scrittura, la Tradizione Il peccato, in più, non ha soltanto questa di- delle Chiese ne danno testimonianza. La na- mensione di opposizione e in conseguenza tura umana è debole, cade nel peccato, nelle di rottura della comunione con Dio, ma an- mancanze. Di questo, però, di questa situa- che distrugge la comunione con la Chiesa, zione, l’uomo può esserne liberato per mez- Corpo e Sposa di Cristo. La terminologia zo della preghiera, della liturgia e, in modo neotestamentaria per parlare del peccato ha speciale, per mezzo del sacramento della questo senso di privazione di qualcosa o di metanoia - del pentimento e della confessio- qualche scopo4 . All’uomo, al cristiano, allo- ne. Si tratta di un sacramento che non è defi- ra, bisogna la confessione, la riconoscenza nitivo, come lo è il battesimo, ma deve esse- di questo suo stato di mancanza di scopo, di re rinnovato. Senza entrare nella considera- sbaglio: O Dio, abbi pietà di me, peccatore5 . zione del problema del male e del peccato Questa invocazione contiene già, in se stes- dell’uomo, vorrei sottolineare che mai, come sa, tutto il senso del sacramento della con- cristiani, non possiamo dimenticare che la fessione e della conversione. Soltanto l’amore nostra fede ci fa professare che Dio è Crea- del Creatore e Salvatore può cancellare il tore ed anche Redentore; quindi la salvezza è peccato, il fatto di perdizione, soltanto Lui un elemento fondamentale della nostra fede, può rendere inesistente quello che una volta 72LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA ha esistito nella nostra vita. sette indica una quantità illimitata. Quindi se Pentimento / Conversione / Remissione. Il l’uomo è chiamato, incoraggiato a perdona- NT, parlando del peccato e delle sue conse- re sempre, lungo la sua vita, il perdono che guenze, parla anche della remissione, del viene da Dio è ancora più incommensurabile. perdono, sia quello fraterno, mutuo, sia quello Cos’è allora il pentimento? In primo luogo è che viene dalla misericordia, dalla bontà di la coscienza di un fatto, di una azione passati Dio. Cito soltanto alcuni dei passi e cattivi, di cui ognuno si riconosce l’autore, neotestamentari in questo senso: Infatti, se e che ci caricano, ci profanano12 e di cui cer- avrete rimesso agli uomini le loro mancan- chiamo di scaricarci per mezzo della confes- ze, rimetterà anche a voi il Padre vostro che sione. Quindi ne segue la conversione. Allo- è nei cieli. Qualora invece non rimetterete ra ci troviamo con un doppio movimento: da agli uomini, neppure il Padre vostro rimette- una parte memoria e contrizione; dall’altra rà le vostre mancanze6 . E ancora: Quando intenzione piena di speranza; si tratta in qual- poi state pregando, se avete qualcosa contro che modo del tema accennato dallo stesso san qualcuno, perdonate, affinché anche il Pa- Paolo a 2Co 7,10: La tristezza secondo Dio dre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vo- genera il pentimento che porta a salvezza e stri peccati.7 E ancora: Perdonate e vi sarà di cui non ci si pente; ma la tristezza del perdonato.8 Infine: Infatti con il giudizio con mondo genera la morte. Si tratta ancora del cui giudicate sarete giudicati; e con la misu- tema presentato pure da Clemente di Ales- ra con cui misurate vi sarà misurato.9 sandria: Fare penitenza significa soffrire a Perdono degli altri, quindi ben presente nel causa dei peccati passati e pregare Dio di NT10 , ma soprattutto peccato contro Dio e cancellarli dalla sua memoria, perché può quindi perdono da Dio, perdono che, per farlo soltanto Lui, nella sua misericordia, e mezzo di Gesù Cristo, Lui ci accorda nel suo fare in modo che le mancanze passate non grande amore. Qui è da proporre tutta una esistano più e, per la grazia dello Spirito, rilettura della lettera agli efesini: Ma Dio, che abolire i peccati della vita passata.13 è ricco di misericordia, per l’immenso amo- In secondo luogo bisogna distinguere tra pen- re col quale ci ha amati, per quanto morti in timento e rimorso. Quest’ultimo è forse sol- seguito ai traviamenti, ci ha fatto rivivere col tanto un tormento amaro a causa di un fatto Cristo, foste salvati gratuitamente!, e ci ha che ci morsica psicologicamente; si trasfor- risuscitati e insediati nella sommità dei cieli ma in pentimento soltanto se, a livello spiri- in Cristo Gesù, per dimostrare nei secoli fu- tuale, il suo oggetto viene riconosciuto come turi, con la sua bontà in Cristo Gesù verso di una mancanza di cui si sente e si riconosce noi, la traboccante ricchezza della sua gra- responsabile e che bisogna espiare, liberar- zia. Infatti siete salvi per la grazia, tramite sene. Il rimorso può rimanere al livello sol- la fede: ciò non proviene da voi, ma è dono tanto della tristezza secondo il mondo, ac- di Dio; non dalle opere, perché nessuno se cennata da Paolo a 2Co 7,10. ne vanti…11 Dio che ci accorda il suo perdono in Cristo. 2. Fondamento biblico del sacramento del- Ma quante volte? Ritroviamo la domanda di la riconciliazione. Pietro a Mt 18,21-22; la risposta settanta volte Nella Sacra Scrittura troviamo spesso il per- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 73

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA dono delle mancanze / peccati nel termine di sono fatto giudeo con i Giudei per guada- conversione, di ritomo a Dio. Ez 33,11 è mol- gnare i Giudei; sottomesso alla legge, pur to chiaro in questo senso e verrà ripreso nel non essendo sotto di essa, con quelli soggetti NT: Per la mia vita, oracolo del Signore Dio, alla legge, per guadagnare quelli che sono non mi compiaccio certo della morte dell’em- soggetti alla legge; senza legge, pur non es- pio ma della conversione dell’empio dalla sua sendo senza legge di Dio, ma nella legge di condotta, perché viva! Convertitevi, converti- Cristo, con quelli senza legge, per guadagna- tevi dalla vostra condotta cattiva, e allora re coloro che sono senza legge. Mi sono fat- perché mai dovreste morire, o casa d’Israe- to debole con i deboli, per guadagnare i de- le? E poi a Lc 15,7: Così, vi dico, ci sarà gioia boli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare in nel cielo più per un peccatore che si converte, ogni modo qualcuno. E tutto faccio per il che non per novantanove giusti che non han- vangelo, per diventarne partecipe con loro.15 no bisogno di conversione. Questo livello, che si potrebbe chiamare di 2.1. AT. Nell’AT il compito essenziale dei assimilazione, sarà uno dei grandi metodi profeti sarà quello di chiamare alla conver- nella paternità spirituale e nella confessione. sione: Am 4,6-13; Ger 31,15-20. Il perdono, Il testo di Matteo sopra citato viene ripreso la conversione nell’AT riguarda il popolo e da Luca: Se un tuo fratello pecca, tu rimpro- non solo il singolo israelita; spesso il cam- veralo; ma se poi si pente, perdonagli. E se mino di ritomo a Dio è un cammino di tutto anche ti offende sette volte al giorno e sette il popolo. Questa dimensione comunitaria volte al giorno torna da te a chiederti perdo- della conversione verrà segnata specialmen- no, tu perdonalo.16 te nel libro di Giona nella conversione di In secondo luogo, nell’impossibilità del per- Ninive. Anche: Ger 3,12; Os 14,2-3. Nell’AT dono personale, c’è il ricorso all’aiuto dei troviamo il movimento: allontanamento di fratelli: Se invece non ti ascolterà, prendi con Dio come azione umana -peccato-, e ritorno te una o due persone, affinché sulla bocca di a Dio come dono di Dio –remissione. La di- due o tre testimoni si stabilisca ogni cosa.17 mensione più personale del peccato, nel sen- In terzo luogo, se il fratello si ostina: Se non so più anche morale, verrà in un secondo li ascolta, allora parlane alla Chiesa.18 momento, nei testi più tardivi della Sacra La penitenza nel NT in qualche modo possia- Scrittura. mo dire che parte dal testo del Signore: «Non 2.2. NT. Nel perdono in rapporto ai fratelli, hanno bisogno del medico i sani, ma i malati. il NT ha una dimensione fortemente comu- Andate e imparate che cosa vuol dire: Miseri- nitaria. Ci sono in pratica tre momenti, tre cordia cerco e non sacrifìcio. Non sono venu- stadi nella correzione / perdono fraterno. to infatti a chiamare i giusti, ma i peccato- In primo luogo c’è la correzione fraterna: Se ri»19 , testo che viene dato dal Signore in ri- il tuo fratello pecca, va’, riprendilo fra te e sposta ai farisei che gli chiedevano la ragione lui solo; se ti ascolterà, avrai riacquistato il del suo mangiare con i peccatori. C’è nel NT tuo fratello.14 In questo primo momento, un punto importante da notare che è il penti- l’esempio può esssere di grande aiuto: Libe- mento; le persone che Gesù frequenta, con chi ro com’ero da tutti, mi sono fatto servo di lui ha contatto sono dei peccatori che all’udi- tutti per guadagnare il maggior numero: mi re la sua parola si convertono; infatti a Lc 5,32 74LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Gesù dice: Io non sono venuto a chiamare i tista, chi Elia, chi Geremia o uno dei profeti». giusti, ma i peccatori affinché si convertano. Dice loro: «Ma voi chi dite che io sia?». Pre- Il potere di rimettere i peccati, che Gesù di- se la parola Simon Pietro e disse: «Tu sei il chiara di avere sulla terra: Il Figlio dell’uo- Cristo, il Figlio del Dio vivente»... Ti darò le mo ha il potere sulla terra di rimettere i pec- chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che avrai cati20 lui lo concede sulla terra ai suoi disce- legato sulla terra resterà legato nei cieli e tut- poli, alla sua Chiesa. Una facoltà, un potere to ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciol- che soltanto lui ha, che è il suo; è nel suo to nei cieli». La potestà di legare e slegare la nome, per la sua forza, grazie al dono dello Chiesa la riceve a partire della professione di Spirito Santo che la Chiesa adopera questo fede in Cristo; quella è in funzione di questa. potere. Secondo Andronikof il vero ministro In terzo luogo Gv 20,19-23: La sera dì quel- del sacramento della penitenza è Dio; è lui lo stesso giorno, il primo della settimana, che dà, elargisce il suo Spirito Santo per mez- mentre le porte del luogo dove si trovavano i zo del sacerdote che lo invoca, che fa discepoli per paura dei Giudei erano chiuse, l’epiclesi sul penitente. venne Gesù, stette in mezzo a loro e disse: Il Signore, Verbo di Dio incarnato, ha confe- «Pace a voi!». E, detto questo, mostrò loro rito alla sua Chiesa questo potere di rimette- le mani e il fianco. Si rallegrarono i discepo- re i peccati. Tre testi del NT da sottolineare. li, vedendo il Signore. Poi disse di nuovo: In primo luogo Mt 18,18: In verità vi dico: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, tutto ciò che avrete legato sulla terra resterà così io mando voi». Detto ciò, soffiò su di legato nel cielo; e tutto ciò che avrete sciolto loro e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo: sulla terra resterà sciolto nel cielo. Gesù ha a chi rimettete i peccati, sono loro rimessi; a insegnato ai discepoli il modo primo perso- chi li ritenete, sono ritenuti». Contesto do- nale e poi ecclesiale di guadagnare un pecca- menicale, contesto di celebrazione comuni- tore. Il testo si trova in un contesto, in un taria della fede. Il Padre manda il Figlio; il insieme di testi sul perdono, sul ritrovare Figlio manda i suoi discepoli e comunica loro quello che era perso21 , e sulla gioia per il ri- lo Spirito Santo; questa è la fonte della forza torno, per il rinvenimento. Ancora di seguito e del valore dei sacramenti cristiani. troviamo la domanda di Pietro: Allora Pietro Dall’inizio della Chiesa, essa è cosciente di si fece avanti e gli domandò: «Signore, quan- questa missione liberatrice che Cristo gli ha af- te volte, se il mio fratello peccherà contro di fidato, missione di perdono, di misericordia me, dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». presso i suoi membri. Missione che la Chiesa Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette affida per primi ai vescovi. Essi sono coloro volte, ma fino a settanta volte sette»22 . Quin- che hanno cura della Chiesa di Dio: Bisogna di sottolineo la dimensione ecclesiale del infatti che il vescovo sia irreprensibile, marito perdono accordato da Dio. di una sola moglie, sobrio, prudente, dignito- In secondo luogo Mt 16,13-16: Giunto poi so, ospitale, adatto all’insegnamento... che sap- Gesù nella regione di Cesarea di Filippo, si pia ben governare la propria famiglia... poiché mise ad interrogare i suoi discepoli: «Chi dice se uno non sa governare la propria famiglia, la gente che sia il Figlio dell’uomo?». Essi come potrà aver cura della chiesa di Dio?23 risposero: «Chi dice che sia Giovanni il Bat- Essi, i vescovi, saranno coloro, e poi lo saranno Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 75

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA anche i presbiteri, che porteranno a termine sia guarigione... Ricordatevi che voi (vescovi) in la correzione fraterna sia l’incoraggiamento qualche modo siete nel posto di Dio e che avete all’autocritica e alla confessione da parte dei ricevuto il potere di rimettere i peccati; infatti cristiani. Non si tratta, nel NT riguardo al pec- a voi, vescovi, è stato detto tutto quello che cato e riguardo soprattutto al peccatore, di una legherete sulla terra... (Mt 18,18)27 . questione di giudizio ma di equilibrio tra con- Un autore di tradizione siriaca, Afraate (III- versione e correzione / guida fraterna. Questa IV sec) insisterà su questa dimensione medi- sarà la prassi che rimarrà nella tradizione orien- cinale della penitenza. In primo luogo il tem- tale, nella linea della stessa economia terrena po presente, la vita presente, come luogo, spa- di Cristo: Dio infatti non mandò il Figlio nel zio per la penitenza; infatti dopo questa vita mondo per condannare il mondo, ma perché il non è più possibile di far penitenza. Indiriz- mondo sia salvato per mezzo di lui.24 zandosi ai vescovi e ai capi delle comunità, Da quanto abbiamo accennato riguardo la Sa- insiste: Voi quindi, medici, che siete i discepo- cra Scrittura, specialmente il NT, il confesso- li del nostro grande Medico, non dovete rifiu- re deve essere essenzialmente un terapeuta, un tare le cure a coloro che ne hanno bisogno28 . medico delle anime (senza dimenticare anche Il vescovo, il confessore è soprattutto il testi- il corpo in cui esse sono incarnate). É chiama- mone del pentimento e della conversione del to a scrutare i disordini, le mancanze che limi- peccatore che cerca di essere guarito grazie tano l’uomo di essere in piena armonia con alla misericordia di Dio. Al di là di alcune pre- Dio. Il confessore non è un giudice; lui ha una scrizioni concrete che verranno fuori lungo i funzione di conciliazione, di riconciliazione secoli, per i Padri e per le tradizioni orientali con il Signore: E tutto è da Dio, il quale ci ha quello che è importante in primo luogo è l’at- riconciliati con sé mediante Cristo, e ha affi- teggiamento intimo, spirituale del penitente e dato a noi il ministero (diakonia) della ricon- del confessore stesso. Costui deve essere un ciliazione.25 In questo ministero il modello è vero padre spirituale, pieno dello Spirito di sempre Cristo Signore, Medico supremo come colui che è il Medico dei corpi e delle anime, lo chiama Origene26 ; non giudice ma medico cercando di esserne un vero specchio. che sana le ferite, che congiunge quello che è In questa stessa linea, Origene insisterà nel- in disarmonia. la saggezza medicinale necessaria al vesco- vo: I successori degli apostoli, sacerdoti se- 3. Padri. condo il Gran Sacerdote, avendo ricevuto la I principi accennati per quanto riguarda la pe- conoscenza della terapeutica divina, sanno, nitenza nel NT saranno quello che ispireran- istruiti dallo Spirito, come bisogna offrire il no la prassi delle Chiese cristiane. La sacrifìcio per i diversi peccati…29 . Trovia- Didascalia dei XII Apostoli (III-IV sec), par- mo nei Padri un rapporto stretto tra peccato e lando al vescovo insisterà nel fatto che Cristo rimedio; la confessione è vista soprattutto in guariva tutti come un medico saggio e com- vista al rimedio, alla guarigione. passionevole, e soprattutto coloro che Nei primi secoli l’assoluzione è allora il rito deambulavano nel peccato... anche te, vesco- di riconciliazione con Dio e di ritorno alla vo, tu sei stato costituito medico della Chiesa, comunità dei fedeli. Riconoscendo il penti- non devi quindi chiudere le medicine per la mento del peccatore, il vescovo benediva ed 76LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA imponeva le mani, sottolineando così il ca- della misericordia di Dio, benché Lui è allo- rattere ecclesiale e comunitario del sacramen- ra misericordioso e giusto. Un tema che Gio- to. Tante formule penitenziali e di assoluzio- vanni riprende spesso è il tema del pentimento ne sono venute fuori da un contesto liturgico e delle lacrime32 . Le lacrime del pentimento comunitario. uniscono più strettamente a Dio; paragona le Dalla confessione pubblica -exomologhesis- lacrime del pentimento alle acque del batte- alla confessione privata, o se si vuol dal ruo- simo e all’acqua della pioggia che purifica. lo episcopale nella penitenza al ruolo del con- La penitenza e la contrizione, allora, sono un fessore o padre spirituale, l’evoluzione è sta- lutto; il peccato porta alla perdita del Regno ta lenta. I primi testi patristici parlano della dei cieli, come la morte porta la perdita di un confessione delle mancanze e dei peccati, ma essere amato per cui si fa lutto. Chi pecca sono dei testi ricchi di esortazioni alla peni- deve confessare i peccati mentre è sulla ter- tenza, ma parchi nelle indicazioni di come ra; dopo non c’è più l’occasione di confessa- portarla a termine. Un Clemente Romano in- re né di fare penitenza33 . Il Crisostomo insi- dica che per alcuni peccati bisogna chiedere ste nel fatto che chi è in peccato non deve né la remissione, sottomettersi ai presbiteri30 e disperare della misericordia di Dio, neppure alla preghiera della comunità: Chiediamo che essere presuntuoso; ambedue i fatti, dispera- ci siano perdonate le mancanze e le azioni zione e presunzione costituiscono essi stessi ispirate dall’avversario... Per quelli che si un peccato. Dio è Padre, non è un Dio vendi- trovano in qualche peccato intercediamo cativo, perciò non c’è spazio alla disperazio- anche noi, perché siano loro concesse la ne. Giovanni Crisostomo dirà che il penti- mansuetudine e l’umiltà e cedano non a noi mento e la confessione spaventano il diavolo ma alla volontà di Dio... Voi che siete la cau- perché vede strappata da lui la sua preda: sa della sedizione sottomettetevi ai presbite- Cosa temi, o diavolo, mentre si innalzano le ri e correggetevi con ravvedimento piegan- lodi della penitenza? Perché piangi? Perché do le ginocchia del vostro cuore... Tu che sei rabbrividisci? Sì, risponde lui, ho tutte le fedele in tutte le generazioni... benevolo ver- ragioni per gemere e struggermi: questa pe- so quelli che confidano in te, misericordioso nitenza mi strappa tante prede. Quali? La e compassionevole, perdona le nostre iniquità meretrice, il ladrone, il pubblicano, il bestem- e ingiustizie, le cadute e le negligenze31 . miatore. La penitenza infatti gli strappa an- che le tante sue armi, e manomette persino S. Giovanni Crisostomo (IV sec). la sua roccaforte: perciò il demonio ritiene Per il grande predicatore antiocheno, il tema per sé letale la penitenza. Lo sai già, mio della penitenza va sempre collegato alla mi- caro, perché te lo ha dimostrato già la re- sericordia di Dio, di cui, però, nessuno può cente esperienza. Perché dunque non far te- approfittare per vivere continuamente nel soro di questa assemblea? Perché non ve- peccato. Occorre convertirci mentre c’è tem- niamo ogni giorno in chiesa per tenerci stretti po; questa sarà uno dei punti ricorrenti nella alla penitenza? Se sei peccatore, vieni in chie- teologia dei Padri. Giovanni Crisostomo parla sa per confessare le tue colpe, se sei giusto, di peccati gravi come il diffamare, l’adulte- vieni per non cadere nell’ingiustizia. La chie- rio, l’omicidio. Bisogna non disperare mai sa è infatti il porto dell’uno e dell’altro. Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 77

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA

Giovanni Crisostomo accenna a diverse for- deprecatoria, che è la prassi più antica34 , le me di penitenza: Chiese di tradizione slava, per l’influsso di -In primo luogo la confessione dei peccati, Pietro Mohila e, quindi indirettamente per con l’esempio del doppio peccato di David. influsso latino, ha introdotto la formula -In secondo luogo le lacrime di pentimento. dichiarativa35 . -In terzo luogo l’umiltà, con l’esempio del Le Chiese orientali hanno conservato sempre, pubblicano. di fronte ad una dimensione più giuridica del -In quarto luogo l’elemosina che è come l’olio sacramento della penitenza in occidente, la delle lampade delle vergini sagge; per Gio- dimensione terapeutica della confessione; essa vanni la carità vale di più della verginità del è vista come un bagno spirituale che lava i corpo. peccati dell’anima, come un farmaco celeste -In quinto luogo la preghiera, con l’esempio che guarisce le ferite di essa. Il prete, come di Pietro dopo le negazioni. medico dell’ammalato, procura la guarigione -In sesto luogo il digiuno. Esso è visto come non soltanto procurando farmaci e terapie, ma un cammino verso il ritrovare la prima liber- in particolare offrendogli comprensione e mi- tà persa a causa del peccato. sericordia; in questo modo, del resto, Cristo ci ha donato la forza di superare i peccati: egli, il 4. Aspetti teologico-liturgici. medico più grande, per amore nostro ha preso Nella tradizione orientale, come in quelle su di se anche la morte in croce. anche occidentale, la confessione va legata Il sacerdote, peccatore pure lui, diventa, quin- alla ricezione della comunione eucaristica, e di, il testimone scelto dal peccatore davanti a legata anche alla paternità spirituale. Vorrei Dio. L’unico giudice è nostro Signore Gesù sottolineare quindi dall’inizio questa dimen- Cristo. La penitenza, e anche la soddisfazio- sione e comunitaria e personale che ha il sa- ne imposta al penitente, ha una funzione pe- cramento della riconciliazione. Mentre nella dagogica, terapeutica e paterna, e quindi prassi attuale delle Chiese orientali, il mini- salvifica; essa deve ridestare nel peccatore stro della penitenza è il vescovo o più abi- dolore e pentimento. Un canone del concilio tualmente il sacerdote, nella storia la confes- Trullano (692) evidenzia in modo profondo sione -oppure se si preferisce l’ascolto dei quello che cerchiamo di presentare: Chi ha peccati- va legata alla paternità spirituale o ricevuto da Dio il potere di sciogliere e lega- al ministero carismatico di un cristiano. La re, deve considerare la natura peculiare del teologia delle Chiese orientali oggi è quella peccato e la disponibilità del peccatore alla di sottolineare che, secondo le diverse for- conversione e così proporre congruamente mule di assoluzione, Gesù Cristo stesso o lo una terapia per la malattia, onde con una Spirito Santo rimette i peccati nel ministero azione inadeguata non si fallisca... nella sal- della penitenza, ma in terra fungono da orga- vezza di colui che soffre. Il peccato, infatti, ni visibili di questo potere, dopo gli apostoli, non è un morbo semplice... i vescovi e i presbiteri. In questo contesto teologico, vorrei trattenermi Nelle diverse Chiese bizantine la modalità di nel commento del rituale del sacramento della assoluzione è un pò varia. Mentre nella Chie- penitenza. I libri liturgici portano una celebra- se greca la modalità delle formule è zione assai completa -ed anche lunga- che ci 78LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA ricollega alla riconciliazione pubblica dei pri- bito al salmo 50, mentre che l’Eucologio ro- mi secoli delle Chiese cristiane. Attualmente le mano e quello di Atene portano la grande li- preghiere sono indirizzate al singolare, nomi- tania, con delle aggiunte, due, proprie del nando sempre il penitente, col titolo di “fratel- sacramento della riconciliazione: lo” oppure “figlio spirituale”, fatto che ci colle- Per la remissione dei peccati ed il perdono ga sicuramente ad ambienti in qualche modo delle colpe del servo di Dio N., perché gli sia segnati dal fenomeno monastico. perdonata ogni colpa volontaria ed involon- Per i testi seguo in questa presentazione sia taria, preghiamo il Signore. l’Eucologio di Roma del 1873, che il Picco- Affinché il Signore gli conceda il perdono dei lo Eucologio di Atene del 1988, ed anche peccati e un tempo di conversione, preghia- l'Aghiasmatarion di Roma del 1954 che in mo il Signore. qualche modo ha riordinato alcune delle par- b) Salmo 50. Salmo presentato come ti dell’ufficiatura. penitenziale, ma piuttosto è un salmo sì di La struttura del rito è come segue (vedere la pentimento ma soprattutto di richiesta e di fine di queste pagine). accoglienza e proclamazione del perdono di Confessore e penitente si collocano davanti Dio. Seguono i tropari, a sottolineare ancora all’icona di Cristo. Vorrei sottolineare la ru- il carattere liturgico del sacramento, e la re- brica che introduce la celebrazione: “Il pa- cita dei 40 Kyrie eleyson. dre spirituale indossa l’epitrachilion, invita c) Il penitente fa la sua domanda di perdono, quelli che si vogliono confessare, uno alla o l’apertura del suo cuore al Signore per chie- volta oppure tutti insieme, (a venire) davanti derne il perdono con due brevi invocazioni: all’icona di nostro Signore Gesù Cristo”. Non Signore, ho peccato, perdonami (3v), e quin- si tratta di una semplice rubrica o indicazio- di: Signore, abbi pietà di me peccatore (lv). ne, ma dà, a cominciare dal livello d) Preghiera che è stata chiamata anche “pre- prettamente architettonico e di più, il senso ghiera di accoglienza”, ma nel senso che il più profondo del sacramento stesso, cioè la sacerdote chiede l’accoglienza del peccatore sua centralità cristologica, che vedremo an- da parte di Dio: che nelle diverse preghiere. La struttura è Dio nostro Salvatore, che per mezzo del tuo quella di una vera e propria celebrazione li- profeta Natan hai concesso il perdono a Da- turgica e, quindi, ecclesiale. Anche se c’è un vide quando si pentiva dei suoi peccati e hai solo penitente, è sempre nel seno della co- accettato la preghiera di pentimento che ti munità ecclesiale che si invoca il perdono di indirizzava Manasse, ricevi anche tuo servo Dio e lo si riceve, lo si accoglie. N. che si pente delle mancanze che ha com- a) Le preghiere iniziali sono quelle di tutte le messo. Nel tuo amore per gli uomini che è ufficiature bizantine; quindi anche la celebra- proprio a te, accetta il suo pentimento, non zione della riconciliazione fa parte delle ce- guardare le sue azioni, tu che perdoni i pec- lebrazioni “normali” della Chiesa. Sono pre- cati e non consideri le iniquità. Te stesso, ghiere in cui si chiede il perdono del Signo- infatti, hai detto: non voglio la morte del pec- re, la remissione dei peccati, ma lo facciamo catore ma che si converta e viva. Tu hai an- all’inizio anche di tutte le celebrazioni litur- che detto che i peccati vengono perdonati giche, l’Aghiasmatarion del 1954 passa su- settanta volte sette. La tua grandezza è sen- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 79

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA za limiti e lo è anche la tua misericordia; amartàno, amartìa... - con voce gioiosa...- a perché se consideri le colpe, allora chi sus- sottolineare il ruolo di aiuto, di incoraggia- sisterà? Poiché tu sei il Dio di coloro che si mento fatto dal sacerdote verso il penitente pentono, e noi rendiamo gloria a te, Padre, che compie un atto umanamente e spiritual- Figlio e Spirito Santo, ora e sempre e nei mente non facile, o se non altro pesante. Il secoli dei secoli. Amin. sacerdote colloca al centro di nuovo Dio stes- Tutta la preghiera è un intreccio di riferimenti so, e lui si colloca come testimone della Chie- biblici impliciti ed espliciti, sia dell’AT che sa. È a Dio che si confessano i peccati. del NT. Davide, Manasse, il riferimento ad f) Poi il penitente confessa i suoi peccati. I Ezechiele, e le citazioni neotestamentarie. diversi rituali sopra indicati mettono la ru- Vorrei sottolineare anche la presenza dei tre brica che il sacerdote fa delle domande al verbi: ricevi, accetta, non guardare, con cui il penitente sui peccati commessi. Qui entria- sacerdote si rivolge al Signore. Si tratta di un mo un una dimensione allora delicata e testo in cui si implora la misericordia divina terapeutica ed in fondo anche maieutica, che affinché essa riceva il penitente. La seconda il padre spirituale deve avere. Cito qua un preghiera, di tradizione slava, aggiungerà de- testo di Nicodimo Aghiorita, monaco del gli elementi di tipo ecclesiale: il potere dato XVIII secolo, in un suo manuale sulla con- da Cristo ai discepoli di legare e sciogliere. fessione che dà in qualche modo la vera di- e) Segue poi una doppia preghiera/invoca- mensione di queste domande poste dal sa- zione, una fatta dal penitente chiedendo la cerdote al penitente: Sappi, figlio, che negli misericordia divina e la forza per non pecca- altri tribunali, colui che presenta se stesso re più, per essere rinnovato. Una sorta di con- come malfattore, viene punito; in questo fessione e supplica insieme: Padre, Signore tribunale della confessione, invece, chi ma- del cielo e della terra, ti confesso tutti i se- nifesta da se stesso il suo peccato è perdona- greti della mia anima e del mio cuore, e tutte to. Perciò non è necessario che il padre spi- le mancanze visibili che fin’ora ho commes- rituale interroghi il penitente su cosa ha fat- so. E ti chiedo perdono, a te che sei giudice to o non ha fatto... è lo stesso penitente che giusto e misericordioso, e ti chiedo anche la da se stesso deve confessare i suoi peccati grazia di non peccare più. Si tratta di una per ricevere il perdono... Se qualcuno però, preghiera che esprime quello che il penitente per ignoranza o per mancanza di formazio- in fondo fa, cioè confessare al Signore le sue ne o per vergogna non vuol dire per primo o mancanze passate, e chiedere da Lui la gra- da se stesso i suoi peccati, allora sei costret- zia di non peccare più. to a interrogarlo tu per primo...37 . Segue poi un’esortazione del sacerdote in cui g) Il sacerdote, dopo la confessione ammo- Dio viene messo al centro del sacramento; è nisce il fedele con la formula seguente, che lui a chi il peccatore si confessa36 : Fratello, sottolinea di nuovo la centralità di Dio e del- non ti vergognare di confessare quello per la sua misericordia; ed anche il ministero ri- cui sei venuto davanti a Dio e davanti a me; cevuto dai discepoli dato loro da Cristo ri- tu, infatti, non lo confessi a me ma a Dio alla sorto di rimettere i peccati: presenza di cui ti trovi. Vorrei far notare la Figlio mio spirituale, tu ti sei confessato alla rubrica che troviamo nell’eucologio: o mia umile persona; ed io, povero peccatore, 80LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA non posso perdonare i peccati sulla terra: Il ruolo del sacerdote è quello di mediatore soltanto Dio lo può. Ma in virtù della parola di dià emù tu amartolù ... indica il testo; lui divina che ha pronunciato dopo la sua risur- si riconosce anche peccatore. Colui che è il rezione, quando ha detto ai suoi apostoli: “A pastore della comunità ha anche bisogno del tutti coloro a chi rimetterete i peccati, saran- perdono del Signore, il riferimento. no loro rimessi, e a coloro a chi non li rimet- Riferimento anche al tribunale di Cristo, che terete, non saranno loro rimessi”. Noi an- troviamo anche nelle due litanie nella Divi- che, confidando in questa parola, diciamo: na Liturgia riferite alla “morte cristiana...”. tutto quello che tu hai confessato alla mia Vorrei sottolineare qualche aspetto anche povera persona, tutto quello che non mi hai della terza preghiera: detto per dimenticanza o per ignoranza, tut- Signore, Dio nostro, salvezza dei tuoi servi, tu to questo che Dio te lo perdoni in questo che sei tenerezza e misericordia, lento all’ira mondo e nell’altro. Amin. e grande nell’amore, che ci porti al pentimen- Il sacerdote indica al penitente un atto da to delle nostre mancanze e dei nostri peccati, compiere (digiuno, preghiere, elemosina), tu che per bocca di Ezechiele hai detto: Io non non tanto come prezzo da pagare bensì come voglio la morte del peccatore ma che si con- prolungamento dello spirito di conversione verta e che viva; tu stesso, Signore buono e e pedagogia al cambiamento di vita. Maestro amico degli uomini, vieni ancora in h) Il sacerdote infine impone l’epitrachilion aiuto del tuo servo N. e concedi a lui senti- sul capo del fedele e pronuncia una delle for- menti di pentimento e la remissione dei suoi mule di assoluzione. Mi soffermo un attimo peccati, e perdonalo, per mezzo di me, inde- nella prima e nella terza delle preghiere di gno servo tuo, ogni mancanza volontaria e assoluzione. involontaria. Tu infatti, Signore, hai detto ai Dio, che per mezzo del profeta Natan ha per- tuoi santi discepoli e apostoli: Ricevete lo Spi- donato Davide quando ha confessati i suoi rito Santo; a chi rimetterete i peccati, saran- peccati; Dio che ha perdonato Pietro quando no loro rimessi; a chi li riterrete, saranno ri- ha versato delle lacrime amare dopo il suo tenuti. E tutto ciò che scioglierete o legherete rinnegamento; Colui che ha perdonato la pec- sulla terra sarà sciolto o legato nel cielo. Si- catrice che piangeva ai suoi piedi; Colui che gnore, perdona anche al tuo servo N. per mez- ha perdonato il publicano e il figlio prodigo; zo della mia indegnità, tutte le mancanze che questo stesso Dio ti perdoni per mezzo di me, ha commesse; riconcilialo anche e riportalo peccatore, in questo mondo e nell’altro. Che alla tua santa Chiesa, in Gesù Cristo nostro lui non debba condannarti quando dovrai Signore, a cui appartengono la gloria, la po- comparire davanti al suo tribunale, Lui che è tenza e la maestà, ora e sempre e nei secoli benedetto nei secoli dei secoli. Amin. dei secoli. Amin. Notiamo i quattro esempi biblici di “pecca- -Sottolinea il tema della misericordia divina tori perdonati” oppure “peccatori pentiti” e e del pentimento come dono: Signore, Dio quindi perdonati uno dopo l’altro: Davide, nostro, salvezza dei tuoi servi, tu che sei te- Pietro, la peccatrice ed il pubblicano. L’in- nerezza e misericordia, lento all’ira e gran- vocazione è in terza persona; il Signore no- de nell’amore, che ci porti al pentimento delle stro Dio che ha perdonato... perdoni... nostre mancanze e dei nostri peccati... Signo- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 81

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA re buono e Maestro amico degli uomini, vie- tario, ecclesiale. La riconciliazione è sempre ni ancora in aiuto del tuo servo N. e concedi con Dio e con la Chiesa. a lui sentimenti di pentimento e la remissio- Nella celebrazione sacramentale è Cristo stes- ne dei suoi peccati... so che agisce, per mezzo del sacerdote, ma è -Presenza del tema del dono dello Spirito lui, il Signore che rimette, che perdona. Santo nella remissione dei peccati e della Giovanni Crisostomo, in una delle sue ome- mediazione della Chiesa, del sacerdote: Tu lie, indica: Sei peccatore? Vieni in Chiesa. infatti, Signore, hai detto ai tuoi santi disce- Troverai il perdono. La Chiesa è una casa di poli e apostoli: Ricevete lo Spirito Santo; a cura, non un tribunale. Qui non ti si chiede chi rimetterete i peccati, saranno loro rimes- conto dei peccati, ti si concede la remissione si; a chi li riterrete, saranno ritenuti. E tutto delle colpe. ciò che scioglierete o legherete sulla terra sarà sciolto o legato nel cielo. Signore, per- Celebrazione della penitenza nella tradi- dona anche al tuo servo N. per mezzo della zione bizantina mia indegnità... Preghiere iniziali. -Infine la dimensione ecclesiale dello stesso Sacerdote: Benedetto il nostro Dio, in ogni sacramento: riconcilialo anche e riportalo tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. alla tua santa Chiesa, in Gesù Cristo nostro Amin. Signore... Litania Diaconale Segue una breve litania e la formula di con- In pace, preghiamo il Signore, … gedo della liturgia bizantina, con l’aggiunta: Per la remissione dei peccati ed il perdono La grazia dello Spirito Santo, per il mio umile delle colpe del servo di Dio N., perché gli sia mezzo, ti ha assolto e perdonato. perdonata ogni colpa volontaria ed involon- taria, preghiamo il Signore. 5. Conclusione. Affinché il Signore gli conceda il perdono Paolo, nella 2Co 5,18, indica che il Signore dei peccati e un tempo di conversione, pre- ha affidato alla sua Chiesa il ministero della ghiamo il Signore. riconciliazione, per poter continuare nelle … generazioni dei cristiani il suo mistero di sal- Preghiamo il Signore vezza. D’altra parte la nostra esperienza quo- Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, tidiana ci fa vedere la realtà del peccato nella agnello e pastore, tu che togli il peccato del vita di ogni cristiano, costatazione però che mondo, tu che hai condonato il debito ai due non basta, ma che richiede una decisione di debitori e che hai dato la remissione dei pec- cambiamento, di rinnovamento della nostra cati alla donna peccatrice, [tu che hai donato vita, decisione che chiamiamo pentimento, la guarigione al paralitico insieme alla remis- che ha bisogno però del perdono che viene sione dei suoi peccati], tu, o Signore libera, soltanto da Dio stesso, da Dio nel seno della rimetti, perdona le iniquità, i peccati, gli erro- comunità cristiana, nella Chiesa. La confes- ri, quelli volontari e quelli involontari, quelli sione di fronte al sacerdote indica, manifesta in conoscenza e quelli in ignoranza, quelli il nostro rapporto con la Chiesa, sia il nostro avvenuti in trasgressione e in disobbedienza peccato prettamente personale o sia comuni- da parte di questi tuoi servi. E se come uomini 82LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA rivestiti di carne e dimoranti in questo mondo Venite, adoriamo e prostriamoci al Re Dio a causa del diavolo sono stati tratti in inganno nostro. o hanno trasgredito in parola o in opera, in Venite adoriamo e prostriamoci a Cristo Re e conoscenza o in ignoranza, oppure hanno di- nostro Dio. sprezzato una parola del sacerdote o sono fi- Venite adoriamo e prostriamoci a Cristo stes- niti sotto una maledizione o sono caduti nel so Re e nostro Dio. loro stesso anatema o in un giuramento, tu, Salmo 50. come Signore buono e filantropo e facile al Tropari. perdono, per la tua grande misericordia de- Abbi pietà di noi, o Signore, abbi pietà di gnati che essi siano sciolti dalla tua parola noi; privi di ogni giustificazione, noi pecca- perdonando ad essi anche il loro anatema e tori ti rivolgiamo, o nostro Sovrano, questa giuramento secondo la tua grande e ineffabile supplica: abbi pietà di noi. misericordia. Sì, Signore amico dell’uomo, Gloria al Padre... Signore Dio nostro, ascolta me che invoco la Signore, abbi pietà di noi: in te, infatti, ab- tua bontà per questi tuoi servi e non guardare biamo riposto la nostra fiducia; non ti adirare come ricco di misericordia a tutte le loro col- oltremodo con noi, né ricordare le nostre col- pe, liberali dalla dannazione eterna. Tu infatti pe; ma riguardaci anche ora, misericordioso Signore hai detto: “Quel che legherete sulla quale sei, e liberaci dai nostri nemici. Tu sei, terra sarà legato anche nei cieli; quel che scio- infatti, il nostro Dio e noi il tuo popolo; tutti glierete sulla terra sarà sciolto anche nei cie- siamo opera delle tue mani e abbiamo invo- li”. Poiché tu sei un Dio senza peccato e puoi cato il tuo nome. rimettere i peccati e a te è dovuta la gloria in- Ora e sempre... sieme al Padre senza principio e al tuo Spirito Aprici la porta della misericordia, o benedet- tutto santo e buono e vivificante ora e sempre ta Madre di Dio; fa che, sperando in te, non nei secoli dei secoli». veniamo delusi, ma siamo liberati per mezzo Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, tuo dalle avversità; tu, infatti, sei la salvezza abbi pietà di noi (3 v). del popolo cristiano. Santissima Trinità, abbi pietà di noi, Signore Signore, pietà (40v) purifica i nostri peccati, Sovrano perdona le Il penitente, a capo chino, dice: Signore, ho nostre colpe, Santo visita e guarisci le nostre peccato, perdonami (3v). infermità, per il tuo Nome. Il penitente, alzando il capo, dice: Signore, Signore pietà (3v). abbi pietà di me peccatore. Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito San- Sacerdote: Preghiamo il Signore. to, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin. Dio nostro Salvatore, che per mezzo del tuo Padre Nostro... profeta Natan hai concesso il perdono a Da- Poiché tuo è il Regno, la potenza e la gloria, vide quando si pentiva dei suoi peccati e hai Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre e accettato la preghiera di pentimento che ti nei secoli dei secoli. Amin. indirizzava Manasse, ricevi anche tuo servo Signore pietà (12v). N. che si pente delle mancanze che ha com- Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito San- messo. Nel tuo amore per gli uomini che è to, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin. proprio a te, accetta il suo pentimento, non Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 83

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA guardare le sue azioni, tu che perdoni i pec- giunge una delle preghiere di assoluzione. cati e non consideri le iniquità. Te stesso, in- Preghiere di assoluzione fatti, hai detto: non voglio la morte del pec- 1 catore ma che si converta e viva. Tu hai an- Dio, che per mezzo del profeta Natan ha per- che detto che i peccati vengono perdonati donato Davide quando ha confessati i suoi settanta volte sette. La tua grandezza è senza peccati; Dio che ha perdonato Pietro quando limiti e lo è anche la tua misericordia; perché ha versato delle lacrime amare dopo il suo se consideri le colpe, allora chi sussisterà? rinnegamento; Colui che ha perdonato la pec- Poiché tu sei il Dio di coloro che si pentono, catrice che piangeva ai suoi piedi; Colui che e noi rendiamo gloria a te, Padre, Figlio e ha perdonato il pubblicano e il figlio prodi- Spirito Santo, ora e sempre e nei secoli dei go; questo stesso Dio ti perdoni per mezzo di secoli. Amin. me, peccatore, in questo mondo e nell’altro. Il penitente, inginocchiato, dice: Padre, Si- Che lui non debba condannarti quando do- gnore del cielo e della terra, ti confesso tutti vrai comparire davanti al suo tribunale, Lui i segreti della mia anima e del mio cuore, e che è benedetto nei secoli dei secoli. Amin. tutte le mancanze visibili che fin’ora ho com- 2 messo. E ti chiedo perdono, a te che sei giu- Signore Dio nostro che hai concesso a Pietro dice giusto e misericordioso, e ti chiedo an- e alla peccatrice il perdono delle loro man- che la grazia di non peccare più. canze a causa delle loro lacrime, e che hai H sacerdote dice: Fratello, non ti vergognare giustificato il pubblicano che riconosceva le di confessare quello per cui sei venuto da- proprie mancanze, accetta anche la confes- vanti a Dio e davanti a me; tu, infatti, non lo sione del tuo servo N. e, nella tua bontà, per- confessi a me ma a Dio alla presenza di cui ti dona tutti i suoi peccati, volontari e involon- trovi. tari, commessi di parola, in opera, in pensie- Il sacerdote lo interroga sui peccati. ro, poiché soltanto tu hai il potere di rimette- Alla fine il sacerdote aggiunge: Figlio mio re i peccati. Poiché tu sei un Dio misericor- spirituale, tu ti sei confessato alla mia umile dioso, pieno di tenerezza e di amore per gli persona; ed io, povero peccatore, non posso uomini, e noi ti diamo gloria e anche al tuo perdonare i peccati sulla terra: soltanto Dio Padre eterno e al Santissimo, Buono e Vivi- lo può. Ma in virtù della parola divina che ha ficante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli pronunciato dopo la sua risurrezione, quan- dei secoli. Amin. do ha detto ai suoi apostoli: A tutti coloro a 3 cui rimetterete i peccati, saranno loro rimes- Signore, Dio nostro, salvezza dei tuoi servi, si, e a coloro a cui non li rimetterete, non sa- te che sei tenerezza e misericordia, lento al- ranno loro rimessi. Noi anche, confidando in l’ira e grande nell’amore, che ci porti al pen- questa parola, diciamo: tutto quello che tu hai timento delle nostre mancanze e dei nostri confessato alla mia povera persona, tutto peccati, te che per bocca di Ezechiele hai quello che non mi hai detto per dimenticanza detto: Io non voglio la morte del peccatore o per ignoranza, tutto questo che Dio te lo ma che si converta e che viva; tu stesso, Si- perdoni in questo mondo e nell’altro. Amin. gnore buono e Maestro amico degli uomini, Il sacerdote impone una penitenza. Poi ag- vieni ancora in aiuto del tuo servo N. e con- 84LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA cedi a lui sentimenti di pentimento e la re- di amore per gli uomini, e noi rendiamo glo- missione dei suoi peccati, e perdonalo, per ria a te, Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e mezzo di me, indegno servo tuo, ogni man- sempre e nei secoli dei secoli. Amin. canza volontaria e involontaria. Tu infatti, Congedo Signore, hai detto ai tuoi santi discepoli e Sacerdote: Gloria a te, o Cristo Dio, speran- apostoli: Ricevete lo Spirito Santo; a chi ri- za nostra, gloria a te. metterete i peccati, saranno loro rimessi; a Fedele: Gloria al Padre, al Figlio e allo Spi- chi li riterrete, saranno ritenuti. E tutto ciò rito Santo, ora e sempre e nei secoli dei seco- che scioglierete o legherete sulla terra sarà li. Amin. Signore, pietà (3v). Benedici, o pa- sciolto o legato nel cielo. Signore, perdona dre santo. anche al tuo servo N. per mezzo della mia Sacerdote: Cristo nostro vero Dio, per l’in- indegnità, tutte le mancanze che ha commes- tercessione della tuttasanta e immacolata sua se; riconcilialo anche e riportalo alla tua san- Madre, dei santi, gloriosi ed illustri apostoli, ta Chiesa, in Gesù Cristo nostro Signore, a dei nostri santi padri teofori e di tutti i santi, cui appartengono la gloria, la potenza e la abbia pietà di noi e ci salvi, poiché è buono e maestà, ora e sempre e nei secoli dei secoli. amico degli uomini. Amin. Per le preghiere dei nostri santi padri, Signo- 4 re Gesù Cristo, Dio nostro, abbi pietà e sal- Che Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio, vaci. Amin. che ha dato ai suoi santi apostoli e discepoli l’ordine di legare e sciogliere i peccati degli La grazia dello Spirito Santo, per il mio umi- uomini, volga il suo sguardo dai tuoi peccati le mezzo, ti ha assolto e perdonato. e mancanze. Ed io, indegno servo suo, che ho ricevuto il potere di fare la stessa cosa, ti ______assolvo da ogni scomunica in quanto posso farlo e in quanto ne hai necessità. Io ti assol- Bibliografìa. vo da tutti i peccati che hai confessato da- AA.VV., Liturgie et remission des pechès. Conférences Saint-Serge, XXe Semaine d’études liturgiques, Paris vanti a Dio e davanti alla mia indegnità, nel 2-5 juliet 1973. Bibliotheca «Ephemerides Liturgicae» nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Subsidia 3, Roma 1975. Santo. Amin. AA.VV., Reconciliación y penitencìa. V Simposio Il sacerdote recita questa litania: Internacional de teologia, Pamplona 1983. Abbi pietà di noi, o Dio, nella tua grande AMATO, A., Il sacramento della penitenza nella teolo- gia greco-ortodossa, Studi storico-dogmatici (sec. XVI- misericordia, noi ti preghiamo, ascolta ed abbi XX), Tessalonica 1982. pietà. ANDRONIKOF, C., La «Pre-Quarantaine» ou les Signore, pietà (3v). Semaines préparatoires au Carême. In Liturgie et Preghiamo ancora per il perdono dei peccati remission des pechès, pp 9-37. del servo di Dio N., affinché sia a lui perdo- ANDRONIKOF, C., Des mystères sacramentels, Cerf, Paris 1998. nata ogni mancanza volontaria e involonta- ARRANZ, M, La “Diataxis” dupatriarche Methode pour ria. la réconcìliation des apostats, in OCP 56 (1990) 283- Signore, pietà (3v). 332. Poiché tu sei un Dio pieno di misericordia e ARRANZ, M., Les formulaires de confession dans la Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 85

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA tradition byzantine, in OCP 58 (1992) 423-459. repentir et rèmission des péchés par la misericorde ARRANZ, M., Les prières pénitentielles de la tradition divine. In La Prière Liturgique. Conférences Saint- byzantine, in OCP 57 (1991) 87-143. 309-329,58 Serge. XLVII Semaine d’Études Liturgiques, Parìs (1992) 23-82. 2000, B.E.L. Subsidia 115, Ed. Liturgiche, Roma 2001, ARRANZ, M., Preghiere parapenitenziali di pp. 151-160. purificazione e di liberazione nella tradizione PALACHKOVSKY, V., La Pénitence dans le cicle bizantina, in OCP 61 (1995) 425-476. diurne de la Liturgie Byzantine. In Liturgie et rèmission BUNGE, G., Geistliche Vaterschaft. Christliche Gnosis des pechès, pp.197-209. bei Evagrios Pontikos, Studia Patristica et Liturgica PETRA, B., La penitenza nelle Chiese Ortodosse. 23, Kommissionsverlag Friedrich Pustet, Regensburg Aspetti storici e sacramentali, Nuovi Saggi Teologici 1988; trad italiana: La Paternità Spirituale, Edizioni 63, EDB, Bologna 2005. Qiqajon, Bose 1991. RENOUX, A., Eucharistie et rèmission des péchés CLEMENT, O., Le chant des larmes. Essai sur le repentir, dans les Anaphores arméniennes. In Liturgie et Deesclée de Brouwer, Paris 1982; (trad italiana: Il canto rèmission des péchés, pp. 211-224. delle lacrime). SPIDLIK, T.,La spiritualité de l’Orient Chrétien. CONCILIORUM OECUMENICORUM DECRETA, (edizione bilin- Manuel Systématique, OCA 206, Roma 1978. gue) EDB, Bologna 1991. VOGEL, C, La pécheur et la pénitence dans l’Eglise DE MEESTER, P., Studi sui sacramenti, Roma 1947. ancienne, Paris 1966. FELMY, K.C., La teologia ortodossa contemporanea. VOGEL, C, La pécheur et la pénitence au Moyen-âge, Una introduzione, Giornale di teologia, 264, Paris 1969. Queriniana, Brescia 1999. WINKLER, G., L’aspect pénitentiel dans les Offices FORTINO, E., La penitenza nella Chiesa Bizantina. du soir en Orient et en Occident. In Liturgie et Una catechesi sul perdono, Sussidi Catechetici 3, Besa, rèmission des péchés, pp. 273-293. Roma 1987. 1 Sul tema del peccato/pentimento, cf., CLÉMENT, GEEVARGHESE PANICKER, Prayer with Tears: A O., Le chant des larmes, e anche HAUSHERR, L, Great Feast of Repentance, in The Harp 4 (1991) 111- Pentos. 134. 2 Mt 7,13-14. GELSI, D., Il «mistero della conversione» come avve- 3 lCo 10,13. nimento liturgico nella tradizione orientale, in 4 I termini greci amartàno, amartìa, portano sempre Ephemerides Liturgicae 97 (1983) 329-346. l’alfa privativa e hanno proprio il significato di man- GETCHA, J., Une prière pour ceux qui se confessent canza nello scopo, sbaglio, non accertamento, man- d’un Euchologe slave pré-Moghilien: quelques canza. implications théologiques. In La Prière Liturgique. 5 Lc 18,13. Conférences Saint-Serge. XLVII Semaine d’Études 6 Mt 6, 14-15. Liturgiques, Paris 2000, B.E.L. Subsidia 115, Ed. Li- 7 Mc 11,25. turgiche, Roma 2001, pp. 137-150. 8 Lc 6,37. AUSHERR, I., Pentos, la doctrine de la componction 9 Mt 7,2. dans l’Orient Chrétien, Roma 1944. 10 Qui sarebbero da aggiungere i passi sui debitori op- KAPP, H., La penitenza. Fonti sulla penitenza nella pure sul re che chiede i conti ai suoi sudditi, cf., Mt Chiesa antica, Torino 1975. 18,23-35; la parabola dei talenti, cf., Mt 25,14-30. KOVALEVSKY, P., Le sacrement dela Pénitence 11 Ef 2,4-10. chaînon important dans la vie chrétienne. In Liturgie 12 Cf., ANDRONIKOF, C, Des mystères sacramentels, et remission des pechès, pp. 139-151. p.157; a partire del tema della presenza/azione divina LIGIER, L., Pénitence et Eucharistie en Orient: nell’anima del battezzato, del cristiano, Andronikof théologie sur une intérference de prières et de rites, userà questa immagine del peccato come profanazio- OCP 29 (1963) 5-78 ne. LIGIER, L., Le sacrement de pénitence selon la 13 CLEMENTE DI A LESSANDRIA, Quale ricco si salva?, PG tradition orientale, in NRTh 89 (1967). IX, 644-645. LOSSKY, A., Les prières byzantines de confession: 14 Mt 18,15. 86LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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15 1Co 9,19-23. 32 L’influsso di temi monastici nel pensiero del 16 Lc 17,3-4. Crisostomo è molto forte; lui avrà sempre una nostal- 17 Mt 18,16. gia della vita monastica e ne prende spesso spunto nel- 18 Mt 18,17. la sua predicazione. 19 Mt 9,11-12. 33 I Padri tornano spesso su questo tema della miseri- 20 Mt 9,6; Mc 2,10; Lc 5,24. cordia di Dio e della penitenza dell’uomo mentre è in 21 Il testo in questione si trova subito dopo la parabola questa terra; poi non c’è più spazio per la penitenza. della pecora smarrita. 34 Cf., infra. Rituale, formula 1. 22 Mt 18,21-22. 35 Cf., infra. Rituale, formula 4. 23 1 Tim 3,2-5. 36 Il rituale slavo porta un testo un pò più lungo di 24 Gv 3,17. quello greco, in cui si sottolinea il vero celebrante del- 25 2Co 5,18. la confessione, che è Cristo, di nuovo nella veste me- 26 Omelia sul salmo XXXVII, 1. dicinale: Ecco, figlio mio, Cristo è presente invisibil- 27 Didascalia Apostolorum II,18,2; ed. Funk, 64. mente qui e riceve la tua confessione. Non devi avere 28 AFRAATE, Demostrazioni VII; Patrologia Syriaca I, paura ne soggezione.. E dimmi senza paura tutto quel- 318. lo che hai fatto per ricevere da nostro Signore Gesù 29 ORIGENE, De Oratione. Cristo la remissione... Io sono soltanto un testimone 30 Clemente Romano nella sua Lettera ai Corinzi non che devo dare testimonianza davanti a lui di quanto tu accenna ancora alla presenza del vescovo nella comu- mi dirai... nità, e parla soltanto di presbiteri. 37 FORTINO, E., La penitenza nella Chiesa Bizantina, pp. 31 CLEMENTE ROMANO, Lettera ai Corinzi, LI,1; LVI,1; 22-23. LX 1-3.

San Cosmo Albanese. XXI Assemblea Diocesana Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 87

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Alcune questioni particolari connesse con il sacramento della penitenza nel CCEO e la loro rilevanza nella prassi delle Chiese orientali cattoliche

del Prof. P. Cyril Vasil, SJ

Fra diversi aspetti della vita sacramentale del- naria o delegata. Ordinaria è la giurisdizione la Chiesa, con particolare riferimento ad una dei vescovi, infatti si tratta della potestà unita al eventuale varietà disciplinare e canonica del- loro ufficio gerarchico, costituito da Cristo. Vi- l’Oriente cristiano, il sacramento della peniten- sto che i vescovi la esercitano in nome di Cristo, za è - a prima vista - un sacramento che suscita parliamo della potestà vicaria. Tale potestà, è meno questioni e nel quale vengono meno per- stata legata primariamente al territorio nel quale cepite le specificità orientali. il vescovo esercita il suo ufficio. Infatti ancora Dal punto di vista canonico, il tema del sacra- nel CIC’17 (c. 873) veniva riconosciuta la giuri- mento della penitenza viene trattato nel CCEO sdizione di ascoltare le confessioni “pro universa nei cc. 718-7361 , senza particolare suddivisione Ecclesia” oltre al Romano Pontefice, soltanto ai tematica del capitolo. Nella presente relazione cardinali, mentre altri Vescovi, resp. Ordinari del non è il nostro intento di fare un commento a luogo, avevano tale giurisdizione soltanto “pro tutti i canoni riguardanti la penitenza; vogliamo suo quisque territorio”. Con la lettera apostoli- piuttosto soffermarci su alcuni argomenti circa i ca Pastorale munus, del 30 novembre 1963 il quali, a nostro parere, sarebbe utile di fare un papa Paolo VI, in forma del privilegio, a tutti i maggiore approfondimento, oppure dove sareb- vescovi “dal momento in cui ricevono la notizia be auspicabile maggiore l’uniformità della pras- autentica della provvisione canonica” ha conces- si pastorale nelle nostre Chiese orientali. so la giurisdizione di “confessare i fedeli, anche Il sacramento della penitenza amministrato so- le religiose, ovunque, a meno che l’ordinario del lamente dal sacerdote (CCEO c. 722), che viene luogo non lo abbia espressamente proibito2 .” ammonito di ricordarsi che è stato costituito da Tale privilegio è stato successivamente recepito Dio ministro della divina giustizia e misericor- sia nel CIC (c. 967 §1) che nel CCEO (c. 722 dia e allo stesso tempo viene invitato di dare in §2). questa occasione i consigli opportuni perché cia- I presbiteri invece per confessare validamente scuno possa progredire nella sua vocazione alla nelle circostanze normali devono inoltre avere santità (CCEO c. 732). la facoltà di amministrare il sacramento del- Con il temine “sacerdote” si intende un ve- la penitenza3 , facoltà che viene conferita a loro scovo o un presbitero, e in seguito a tale distin- o dal diritto stesso o da una speciale concessio- zione anche il diritto canonico ha elaborato le ne fatta dall’autorità competente. (CCEO c. 722 norme che regolano l’esercizio del ministero del §3). sacerdote nella celebrazione del sacramento della Oltre al Gerarca del luogo, ha facoltà di am- penitenza. Oltre la potestà d’ordine, l’ammini- ministrare il sacramento della penitenza in virtù strazione della penitenza esige anche una giuri- dell’ufficio, ciascuno secondo il suo ambito, an- sdizione, che rende il sacerdote giudice nella Pe- che il parroco e un altro che fa le veci del parro- nitenza. Questa giurisdizione, può essere ordi- co (CCEO c. 723 §1). Secondo il CCEO c. 299 88LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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§1 è equiparato al parroco l’amministratore del- (presbyteris quibuscumque). Fra i due canoni la parrocchia - a meno che non sia stabilito di- sembra che esista una certa divergenza. Il c. 722 versamente dal vescovo eparchiale. Anche ogni §4 infatti mette come criterio della concessione Superiore di un istituto religioso o di una socie- della facoltà l’ascrizione o il domicilio in una tà di vita comune a guisa dei religiosi di diritto determinata eparchia, il c. 724 parla di qualun- pontificio o patriarcale, se è sacerdote, ha la fa- que presbitero, senza indicare il tipo del rappor- coltà di amministrare il sacramento della peni- to che costui abbia con l’eparchia dal Gerarca tenza in del luogo della quale chiede la concessione del- virtù dell’ufficio, nei confronti dei membri del la facoltà di amministrare la penitenza. prorpio istituto e anche di coloro che dimorano Teoricamente si potrebbe porre la questione: giorno e notte nella sua casa. (CCEO c. 723 §2). può un Gerarca del luogo concedere la facoltà Fra le persone che in forza dell’ufficio hanno di amministrare la penitenza ad un sacerdote che la facoltà di amministrare la penitenza, soltanto non è ascritto alla sua eparchia e non abita (non il Gerarca del luogo può conferirla - attraverso ha domicilio) in essa? La risposta - in virtù del una specifica concessione - a qualunque sacer- CCEO c. 724 §1 - sembra di sì, ma certamente dote, che in seguito può amministrare il sacra- nella concessione di tale facoltà il Gerarca del mento della penitenza a qualsiasi fedele cristia- luogo dovrebbe chiedersi perché un tale no. Il Superiore di un istituto di vita consacrata, presbitero si rivolge a lui e non al Gerarca del se ha la potestà esecutiva di governo, può confe- luogo della sua eparchia o dell’eparchia dove rire a qualsiasi sacerdote la facoltà di ammini- abita. Inoltre, nel CIC c. 971 è in ogni caso previ- strare la penitenza, ma in virtù di tale concessio- sto che il vescovo prima di dare la facoltà ad un ne il detto sacerdote la potrà esercitare soltanto presbitero che non è ascritto alla sua eparchia, nei confronti dei membri dello stesso istituto e deve ascoltare l’Ordinario del luogo di questo nei confronti di coloro che dimorano giorno e presbitero. Tale norma non si trova esplicitamen- notte nella casa dell’istituto. te nel nostro CCEO, ma la prudenza pastorale potrebbe suggerire la sua applicazione anche dai Concessione della facoltà di amministrare Gerarchi orientali - ciò può essere fatto come la penitenza una prassi, un uso non scritto, ma ciò si potreb- Questa concessione viene nel CCEO ricorda- be richiedere anche attraverso la norma specifi- ta nei cc. 722 §4 e 724 §1. ca di diritto particolare. Comunque, in un caso Il CCEO c. 722 §4 afferma che il presbitero di tale concessione si potrebbe asserire che la può avere la facoltà di confessare sulla base del- facoltà valesse soltanto nel territorio del Gerarca la concessione del Gerarca del luogo concedente, ma non in tutto il mondo, come lo dell’eparchia prevede il CCEO c. 722 §4. - alla quale il presbitero è ascritto - o nella quale ha il domicilio. Criteri nella concessione della facoltà di In questi casi il presbitero può amministrare amministrare la penitenza validamente il sacramento della penitenza in tutto A differenza del CIC c. 970 che stabilisce la il mondo a qualsiasi fedele cristiano, a meno che necessità dell’esame, attraverso il quale si attesti un Gerarca del luogo in un caso speciale non l’idoneità del sacerdote a ricevere la facoltà di l’abbia proibito espressamente. amministrare la penitenza, il CCEO non ha un Il CCEO c. 724§1 invece constata che il esplicito canone corrispondente. Anche in que- Gerarca del luogo è competente di concedere la sto campo ci sembra che l’apparente lacuna del facoltà di confessare a qualunque presbitero CCEO si può interpretare come un invito o come Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 89

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA una opportunità alla elaborazione delle norme che chiede la Facoltà di amministrare il sacra- del diritto particolare. Quali sono i criteri del- mento della penitenza. l’idoneità del sacerdote che un Gerarca deve cer- Il CCEO (c. 330 §2) prevede che le autorità care nei presbiteri ai quali vuole concedere la competenti delle singole Chiese preparino il pia- facoltà di amministrare la penitenza? no di formazione dei chierici. Data l’esistenza Come ricorda il papa Giovanni Paolo II nella dei seminari intereparchiali sarebbe bene che tale sua esortazione postsinodale Reconciliatio et piano di formazione fosse il risultato di un ac- paenitentia (n.29), “per l’efficace adempimento cordo fra i Gerarchi interessati. I Gerarchi han- di tale ministero, il confessore deve avere ne- no oltre il diritto anche il dovere di verificare la cessariamente qualità umane di prudenza, discre- sintonia dell’insegnamento offerto nei seminari zione, discernimento, fermezza temperata da con il magistero della Chiesa, anche in vista del- mansuetudine e bontà. Egli deve avere, altresì, la formazione dei futuri confessori, specialmen- una seria e accurata preparazione, non te in campo della morale. frammentaria ma integrale e armonica, nelle di- Per quanto riguarda la formazione di un verse branche della teologia, nella pedagogia e presbitero e confessore, questa non si deve fer- nella psicologia, nella metodologia del dialogo mare a livello della prima formazione e, soprattutto, nella conoscenza viva e comuni- seminaristica, ma continua anche dopo l’ordina- cativa della parola di Dio. Ma ancora più neces- zione. Il CCEO c. 372 raccomanda che i chieri- sario è che egli viva una vita spirituale intensa e ci, dopo aver completato la formazione richiesta genuina. Per condurre altri sulla via della perfe- per gli ordini sacri, non smettano applicarsi alle zione cristiana il ministro della penitenza deve scienze sacre, anzi si diano da fare per acquista- percorrere egli stesso, per primo, questa via e, re una conoscenza e una pratica più profonda e più con gli atti che con abbondanti discorsi, dar aggiornata delle stesse, per mezzo di corsi di prova di reale esperienza dell’orazione vissuta, formazione approvati dal proprio gerarca. Fre- di pratica delle virtù evangeliche teologali e quentino inoltre le conferenze che il Gerarca ha morali, di fedele obbedienza alla volontà di Dio, giudicato opportune per promuovere le scienze di amore alla Chiesa e di docilità al suo magiste- sacre e la pastorale. Non trascurino di procurar- ro.”4 si un tale corredo di scienze, anche profane, spe- Tale maturità umana, spirituale e pedagogica cialmente di quelle che sono più strettamente non si ottiene certamente solo attraverso un uni- congiunte con le scienze sacre, come conviene a co “esame”, per quanto fosse severo ed accura- persone colte. Per quanto riguarda le scienze to, ma d’altra parte un “esame”, o piuttosto una profane, la conoscenza delle quali risulta utile serie di accorgimenti da parte dei formatori nei anche ad un confessore, oltre la psicologia, già seminari e soprattutto da parte dei Vescovi pos- menzionata, il confessore dovrebbe avere le co- sono verificare la presenza o la mancanza delle noscenze anche nel campo di quelle scienze che virtù e delle capacità citate sopra. Spetterà ai sin- sono connesse con le problematiche morali e goli Vescovi o anche agli organi legislativi delle dottrinali tipiche della vita moderna e nelle qua- singole Chiese il compito di stabilire le modalità li il confessore dovrebbe essere in grado di dare concrete per portare avanti questo specifico per- “i consigli opportuni perché ciascuno possa pro- corso formativo e trovare la procedura della sua gredire nella sua vocazione alla santità” (CCEO verifica. Teologia, pedagogia e la psicologia, ma c. 732). Fra queste scienze oggi possiamo certa- soprattutto la rettitudine della vita personale nu- mente annoverare la bioetica, la psicologia e la trita dalla parola di Dio - questi sono gli elemen- dottrina sociale insegnata dalla Chiesa. Trattan- ti che il Gerarca deve valutare in un presbitero dosi in una parte delle scienze anche profane, 90LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA nell’organizzazione dei corsi e delle conferenze sono servire per chiarire le situazioni, impostare dell’aggiornamento non viene trascurato l’aiuto bene i problemi, persuadere gli ascoltatori o i che possono dare i fedeli laici. Questi infatti se- lettori a prendere risoluzioni concrete. condo il CCEO c. 15 §3 in ragione della scien- 2) Dai pastori della Chiesa si attende pure una za, della competenza e del prestigio di cui godo- catechesi sul pentimento. Sono questi, del re- no, hanno il diritto, e anzi talvolta il dovere, di sto, i due elementi fondamentali emergenti dalla manifestare ai Pastori della Chiesa il loro parere parabola del figlio perduto e ritrovato: il «rien- su ciò che riguarda il bene della Chiesa. trare in sé» e la decisione di tornare al padre. Mentre il canone richiama il dovere dei chie- Non ci può essere riconciliazione senza questi rici di formarsi, implicitamente con ciò si ricor- atteggiamenti primordiali della conversione, e la da anche ai Gerarchi il loro dovere di offrire i catechesi deve spiegarli con concetti e termini mezzi opportuni per una formazione continua. adatti alle varie età, alle diverse condizioni cul- Per quanto riguarda le eventuali conferenze turali, morali e sociali. formative, proposte dal Gerarca, spetta al 3) Un terzo valore è contenuto nella peniten- protopresbitero curare e controllare perché i chie- za, ed è il movimento per il quale i precedenti rici del distretto affidatogli le frequentino (CCEO atteggiamenti di conversione e di pentimento si c. 278 §2,1). manifestano all’esterno: è il fare penitenza. Fare Come abbiamo visto, da parte dei pastori esi- penitenza vuol dire, oltre tutto, ristabilire l’equi- ste il dovere di curare la formazione dei chierici, librio e l’armonia rotti dal peccato, cambiare di- futuri confessori e da parte dei presbiteri e con- rezione anche a costo di sacrificio. fessori esiste il dovere di continuare la propria formazione e approfondimento spirituale e teo- Proviamo adesso riassumere, insieme con la logico. Il loro compito non si esaurisce però sol- citata esortazione apostolica, quali siano i punti tanto nella formazione personale. Fa parte del catechistici, oggi particolarmente utili per la for- dovere dei pastori delle anime di provvedere an- mazione delle coscienze dei fedeli. che alla necessaria formazione dei fedeli riguar- •Sul senso del peccato, che si è non poco at- do il sacramento della penitenza. Questa tenuato nel nostro mondo. catechesi, secondo le raccomandazioni dell’esor- • Sulla tentazione e le tentazioni: lo stes- tazione apostolica Reconciliatio et paenitentia so Signore Gesù, Figlio di Dio, «provato in ogni si struttura sui seguenti presupposti, (cf. nr. 26) cosa, come noi, escluso il peccato» (Eb 4,15), 1) Dai pastori della Chiesa si attende, prima di volle esser tentato dal maligno, per indicare che, tutto, una catechesi sulla riconciliazione. Que- come lui, anche i suoi sarebbero sottoposti alla sta non può non fondarsi sull’insegnamento tentazione, nonché per mostrare come bisogna biblico, specialmente quello neotestamentario, comportarsi nella tentazione. circa la necessità di ricostituire l’alleanza con • Sul digiuno: che può praticarsi in forme Dio in Cristo redentore e riconciliatore e, alla antiche e nuove, come segno di conversione, di luce e come espansione di questa nuova comu- pentimento e di mortificazione personale e, al nione e amicizia, circa la necessità di riconci- tempo stesso, di unione con Cristo crocifisso e liarsi col fratello, a costo di dover interrompere di solidarietà con gli affamati e i sofferenti. l’offerta del sacrificio. Da questi dati biblici sul- • Sull’elemosina: che è mezzo per render la riconciliazione deriverà naturalmente una concreta la carità, condividendo ciò di cui si di- catechesi teologica, la quale integrerà nella sua spone con colui che soffre le conseguenze della sintesi anche gli elementi della psicologia, della povertà. sociologia e delle altre scienze umane, che pos- • Sul nesso intimo, che collega il Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 91

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA superamento delle divisioni nel mondo alla co- non soltanto nei particolari tempi penitenziali, munione piena con Dio e fra gli uomini, scopo la possibilità di avvicinarsi al sacramento della escatologico della Chiesa. penitenza, come sottolinea il canone “nei giorni • Sulle circostanze concrete, in cui si deve e ore stabiliti per loro comodità” e non tanto per operare la riconciliazione (nella famiglia, nella la comodità dei confessori. La norma codiciale comunità civile, nelle strutture sociali) e, parti- è stata poi precisata nella lettera apostolica Mi- colarmente, sulle quattro riconciliazioni che ri- sericordia Dei su alcuni aspetti della celebrazione parano le quattro fratture fondamentali: riconci- del Sacramento della Penitenza (2 maggio 2002), liazione dell’uomo con Dio, con se stesso, con i dove leggiamo: “gli ordinari del luogo, nonché i fratelli, con tutto il creato. parroci e i rettori delle chiese e santuari, devono verificare periodicamente che di fatto esistano Per una sapiente catechesi sulla coscienza si le maggiori facilitazioni possibili per le confes- possono trovare indicazioni preziose sia nei dot- sione dei fedeli. In particolare si raccomanda la tori della Chiesa, sia nella teologia del Concilio presenza visibile dei confessori nei luoghi di Vaticano II e, specialmente, nei due documenti culto durante gli orari previsti, l’adeguamento sulla Chiesa nel mondo contemporaneo e sulla di questi orari alla situazione reale dei penitenti, libertà religiosa. e la speciale disponibilità per confessare prima delle messe e anche per venire incontro alla ne- Celebrazione del sacramento della peni- cessità dei fedeli durante la celebrazione delle tenza SS. Messe”. Il CCEO nel c. 735 §1 ricorda che tutti coloro ai quali è stata demandata per ufficio, la cura La facoltà di amministrare la penitenza a delle anime, hanno l’obbligo grave di provvede- tempo determinato, la perdita della facoltà re che il sacramento della penitenza sia ammini- Per quanto riguarda la possibilità della con- strato ai fedeli cristiani a loro affidati, che lo cessione della facoltà per il tempo determinato, richiedono a tempo opportuno, e che agli stessi come lo prevede il CIC c. 972, il nostro codice sia offerta l’occasione di accostarsi alla confes- non affronta l’argomento. Si può ragionevolmen- sione individuale in giorni e ore stabiliti per loro te presupporre che tale lacuna è volontaria - in- comodità. fatti la possibilità della concessione di una fa- In primo luogo, va ricordato, che dal punto di coltà a tempo determinato è del tutto possibile vista pastorale vanno bene rivalutati i tempi anche senza una precisa norma del codice, a con- penitenziali e di preparazione alle feste, con un dizione che dietro tale limitazione ci sono le giu- particolare invito al sacramento della penitenza. ste ragioni e non solo una arbitrarietà del Gerarca. In rito bizantino ricordiamo quattro tempi tradi- Oltre la possibilità tecnica si potrebbe chiede- zionali, come “tempi forti” per il sacramento del- re quale sarebbe la motivazione e lo scopo della la penitenza - preparazione a Natale (Filipovka), limitazione temporanea della facoltà. Dato che la Grande Quaresima, preparazione alla festa di nel sacramento della penitenza, il confessore trat- SS. Pietro e Paolo, e preparazione alla festa del- ta un materiale umano - la coscienza - più pre- l’Assunzione. Oggi sono anche le nostre chiese zioso, non sembra condivisibile la prassi riscon- orientali invitate a rivalutare dal punto di vista trata qualche volta, secondo la quale il Gerarca, della prassi penitenziale le possibilità che offre di fronte a un neo-presbitero, che non abbia su- la liturgia. perato l’esame previsto per la concessione della Dal punto di vista pratico esiste il dovere di facoltà, decide di concedergli la facoltà a tempo assicurare ai fedeli, nel corso di tutto l’anno e determinato, per obbligarlo a ritornare agli studi 92LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA e presentarsi al successivo esame. Per quanto tale poi lasciasse l’ufficio dell’esarca (per es. viene modo di procedere può risultare “pratico” o per- chiamato a fare il giudice in un tribunale, oppu- sino saggio, sarebbe difficile immaginarsi che la re torna al servizio pastorale non parrocchiale), compagnia aerea darebbe la possibilità di pilo- con la perdita dell’ufficio perderebbe ipso facto tare l’aereo a qualcuno che non abbia superato anche la facoltà e per poter amministrare di nuo- la prova per avere il brevetto, dicendogli che in- vo il sacramento de penitenza, dovrebbe chie- tanto può pilotare l’aereo (possibilmente con cau- derla di nuovo dal gerarca del luogo. tela) e poi dovrà ripresentarsi all’esame? Chi dei La perdita della facoltà a causa della per- passeggeri affiderebbe la sua vita e incolumità a dita dell’ascrizione può avvenire nel caso di un tale pilota? E che cosa si potrebbe pensare di passaggio e successiva iscrizione ad una nuova una compagnia aerea che permetterebbe ciò? eparchia. In tal caso, il gerarca del luogo della Credo che parimenti non si dovrebbe affidare la nuova iscrizione deve concedere al presbitero guida delle anime ad un presbitero che risulti non nuovamente la facoltà di amministrare la peni- preparato sufficientemente per condurli sicura- tenza, dato che la facoltà precedente si perde con mente dal punto di vista dottrinale, pedagogico, la perdita dell’ascrizione. Nel caso della ed anche psicologico. I danni che causa alle ani- trasmigrazione di un chierico, quello tecnicamen- me un confessore impreparato o inadatto sono te rimane iscritto alla sua eparchia d’origine e maggiori che possono risultare dalla mancanza perciò non ha bisogno della concessione della dei confessori. Nel caso della mancanza dei con- facoltà dal Gerarca del luogo nell’eparchia del fessori, il Signore può diffondere la sua grazia e quale svolge il servizio - tale dovere della nuova perdono alle persone anche in altre vie, non sa- richiesta però nasce nel momento quando la cramentali, ma un confessore che suscita lo scan- trasmigrazione temporanea dovrebbe cambiarsi dalo del penitente per la sua ignoranza, insensi- in un passaggio definitivo alla nuova eparchia. bilità o rozzezza o deviazione dottrinale o mora- Anche se tale passaggio dopo un quinquennio le, causa i danni permanenti alle anime e spesso può avvenire anche senza una esplicita lettera li dissuade dall’accostamento ai sacramenti. del nuovo Gerarca, (cf. CCEO c. 360 §2) per la La perdita della facoltà di amministrare la concessione della facoltà si richiede un atto espli- penitenza (oltre i casi della revoca previsti nel cito, scritto, o almeno orale, dato che nel CCEO CCEO c. 726 §2) avviene con la perdita d’uffi- - a differenza del CIC non esiste la richiesta espli- cio, dell’ascrizione all’eparchia o la perdita del cita di concedere la facoltà in forma scritta. domicilio. La perdita della facoltà a causa della per- La perdita della facoltà a causa della per- dita dell’ufficio è una cosa piuttosto rara, ma dita del domicilio. tecnicamente ciò può accadere nel caso in cui il Questo argomento riguarda in primo luogo i titolare ha ottenuto la facoltà esclusivamente in religiosi, in quanto è principale mette questo concomitanza con la presa dell’ufficio - di con- gruppo di presbiteri che ottiene normalmente la seguenza, perdendo l’ufficio si estingue anche facoltà di amministrare la penitenza a causa del la facoltà di amministrare la penitenza. Suppo- proprio domicilio. Infatti il religioso non è niamo che un presbitero viene nominato l’esarca ascritto all’eparchia, ma all’ordine o al mona- apostolico in un’esarcato differente dalla circo- stero. Il suo gerarca è il Superiore maggiore, ma scrizione in cui era ascritto prima e di conse- costui gli può conferire la facoltà di amministra- guenza cambia anche il domicilio. In questo mo- re la penitenza soltanto ai religiosi dello stesso mento, perde la facoltà precedentemente avuta e ordine e o alle persone che giorno e notte dimo- acquisisce la facoltà ratione uficii. Nel caso che rano nelle rispettive case religiose. Perché un Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 93

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA religioso possa confessare le persone esterne al Il gerarca del luogo - prima di concedere al proprio ordine ha bisogno della facoltà conces- presbitero religioso la facoltà - potrebbe richie- sa dal Gerarca del luogo. Normalmente dovreb- dere un esame o un’altra prova della sua idonei- be concederla il Gerarca di quel luogo dove il tà. Tale richiesta non dovrebbe essere mal vista religioso attualmente ha il domicilio. Dal CCEO dai religiosi come un sospetto nei loro confron- c. 913 sappiamo che i membri di istituti religiosi ti, ma piuttosto come una espressione della cura come pure delle società di vita consacrata a gui- del Gerarca, che nel territorio della sua giurisdi- sa dei religiosi acquistano il domicilio nel luogo zione è in primo luogo responsabile per la vita dove è situata la casa a cui sono ascritti. liturgica e per la pubblica amministrazione dei In questo contesto si deve avere massima at- sacramenti. Ai gerarchi si può solo suggerire di tenzione ed accortezza sia da parte dei superiori presentare tale richiesta di “esame” con saggez- religiosi sia dei Gerarchi del luogo. Talvolta si za e discrezione, senza ombra di arbitrarietà o presenta un rischio di negligenza nella richiesta discriminazione nella consapevolezza che i reli- della facoltà da parte dei religiosi, sia per la man- giosi sono suoi collaboratori nel servizio pasto- canza dell’attenzione sia per la presunzione di rale. una indipendenza dai Gerarchi del luogo. Oltre un aspetto strettamente giuridico, ai re- Immaginiamo la situazione che può presentarsi ligiosi va ricordato, che, oltre la dimensione stret- frequentemente. Alla fine dell’anno accademico tamente canonica, fa parte delle “buone manie- avvengono le ordinazioni dei nuovi presbiteri- re” di presentarsi al Gerarca del luogo del terri- religiosi. In seguito, ma mentre i nuovi presbite- torio al qual vengono assegnati. Tale incontro ri ancora dimorano nella casa formativa, può diventare una buona occasione per la richie- scolasticato ecc., si chiede per questi presbiteri sta della facoltà di amministrare la penitenza. dal Gerarca del luogo la facoltà di amministrare la penitenza. Questo la concede volentieri. Poco Peccati riservati dopo il nuovo religioso presbitero viene asse- Una delle questioni più di carattere canonico gnato alla sua prima missione pastorale che si è quella connessa con la possibilità di riservare trova però in un’altra eparchia. Facilmente si l’assoluzione di alcuni peccati ad una determi- “dimentica” il dovere di chiedere dal Gerarca del nata autorità. Il CCEO c. 727 prevede che ciò luogo la concessione della facoltà di amministra- potrebbe essere fatto in alcuni casi, per provve- re la penitenza - non rendendosi conto che la dere alla salvezza delle anime, con consenso del precedente facoltà si è estinta con la perdita del sinodo dei Vescovi della Chiesa patriarcale o del domicilio nella precedente casa religiosa e con Consiglio dei Gerarchi o della Sede Apostolica. l’acquisto del nuovo domicilio nella nuova casa Attualmente il CCEO c. 728 prevede due tipi religiosa. Questo pericolo esiste ovviamente non di riserve quella alla Sede Apostolica e quella al solo per i religiosi neo-presbiteri, ma ogni volta Vescovo eparchiale. Alla Sede apostolica è ri- quando membri di istituti religiosi come pure servata l’assoluzione del peccato di diretta vio- delle società di vita consacrata a guisa dei reli- lazione del sigillo sacramentale e di assoluzione giosi cambiano la casa. Ricordiamoci che la ne- del complice nel peccato contro la castità. È ri- gligenza in questo campo è una colpa gravissi- servato invece al vescovo eparchiale assolvere ma, in quanto comporta il pericolo della invali- dal peccato di aborto procurato, se ne segue l’ef- da amministrazione del sacramento della peni- fetto. tenza. Secondo il CCEO c. 772 §3 i presbiteri Qual è la prassi nelle nostre Chiese riguardo la per agire validamente devono avere la facoltà di questione del peccato riservato, ma molto frequen- amministrare il sacramento della penitenza. te, cioè quello dell’aborto? Anche qui rientriamo 94LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA nel campo della catechesi, della corretta informa- trebbero comunicare anche lo scioglimento del- zione e della giusta amministrazione. In primo la censura della scomunica, in cui il penitente è luogo è necessario che i fedeli siano informati della caduto. gravità di questo peccato. Ovviamente nel modo In ogni caso va ricordato anche che il pecca- di dare l’informazione circa la sua gravità deve tore che commette il peccato dell’aborto cade essere incluso anche l’incito al pentimento e alla (oltre il peccato) anche nella pena ecclesiastica, richiesta del perdono sacramentale. soltanto a condizione che è consapevole della I Gerarchi dovrebbero provvedere con le ne- esistenza di tale pena canonica. In questi casi si cessarie facoltà di assolvere da questo peccato può distinguere, perché molti che commettono le persone degne, stabilmente indicate, o stabili- il peccato, pur rendendosi conto che si tratta del re i tempi e i luoghi, ai quali concedono in for- peccato, sono del tutto ignari di una specifica ma stabile la sua facoltà di assolvere dal peccato pena canonica con la quale sono puniti i fedeli dell’aborto procurato. della Chiesa latina. Fuori da queste circostanze, i presbiteri con- fessori devono essere istruiti sulla necessità e sulle modalità nella richiesta di una facoltà ad 1 Il CIC tratta lo stesso argomento nei c. 959-997, hoc, quando gli si presenta il caso. dedicando i c. 992.997 alla materia delle indulgenze, Dal punto di vista canonico è più complesso il che non è stata inserita nel CCEO. 2 caso, quando si presenta al confessore orientale PAULUS pp. VI, Littterae apostolicae motu pro- il penitente latino che abbia commesso il pecca- prio datae Pastorale munus quibus facultates et privi- legia quaedam Episcopis conceduntur, 30 novembris to di aborto. Supponendo che il confessore orien- 1963, in AAS 56(1964)5-12. tale fosse munito della rispettiva facoltà dal suo 3 Abbiamo sottolineato che ciò si richiede in situa- Vescovo, rimane aperta la questione della cen- zioni normali, cioè fuori del pericolo della morte. Se sura, della pena ecclesiastica. Infatti, secondo il invece il penitente si trova in pericolo di morte può diritto canonico latino, il peccato dell’aborto essere assolto da ogni sacerdote validamente e lecita- comporta anche la pena latae sententiae della mente (cf. c. CCEO 725). 4 scomunica. Il CCEO non conosce il concetto IOANES PAULUS II, Adhortatio apostolica post Synodum episcoporum edita Reconciliatio et delle peene latae sententiae. È possibile distin- paenitentia ad sacrorum antistites, sacerdotes et guere due elementi: l’assoluzione e la liberazio- christifideles de reconciliatione et paenitentia in ne dalla censura della scomunica? Tecnicamen- hodiemo Eccleciae munere, 2 decembris 1984, in AAS te si può fare una tale distinzione, ma la sua rea- 77(1985)185-275. lizzazione a livello pratico potrebbe comportare diverse difficoltà al penitente. In pratica, il con- INVITO ALLA fessore dovrebbe rivolgersi all’ordinario latino COLLABORAZIONE con la richiesta della facoltà di scioglimento della censura che successivamente andrebbe comuni- Sacerdoti, suore, laici, che lavorano cato al penitente. nella nostra Eparchia, sono invitati a Una soluzione ideale sarebbe quella, che a li- spedire articoli, con fotografie, e note vello delle conferenze episcopali o altri organi di cronaca, dattiloscritti, da pubblica- della collaborazione fra la Chiesa latina e le Chie- re su "Lajme" se orientali, fosse stabilito un accordo previo a modo di una delega generale, secondo la quale i Inviare gli articoli tramite fax, confessori orientali, quando confessano dal pec- in Curia 0981-947234 cato dell’aborto e concedono l’assoluzione, po- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 95

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA

Aspetti spirituali e pastorali a proposito del sacramento della penitenza

del Prof. JÀNOS SOLTÉSZ

Introduzione sione è diventata solamente una consuetudine Il cristianesimo avendo come sua fonte il mi- piuttosto materiale, in cui l’aspetto pratico pren- stero pasquale è sempre la religione della gioia! deva il sopravvento, portando in tal modo ad un Non può essere altrimenti, dal momento che que- inevitabile impoverimento e “svuotamento” spi- sto euangelion neotestamentario, la buona novel- rituale. la, viene annunciata già nella prima frase del van- Per superare questa concezione sacramentale gelo secondo Marco: “Inizio del Vangelo di Gesù parziale, oggi, in modo particolare, si rende del Cristo, Figlio di Dio.” (1,1). tutto necessario sottolineare quella verità, sem- Il contenuto di questo concetto in poco tempo si pre insegnata dalla Chiesa, secondo la quale il amplia, e si riferirà a tutto ciò che si è realizzato in pentimento e la remissione dei peccati sono pos- Gesù Cristo. Il Salvatore nostro che ha sofferto sibili solo attraverso una conversione vera, reale per noi, ha vinto la morte e gli spiriti infernali, fa- e sincera del peccatore. cendo, in tal modo, partecipare nella gioia della Un primo elemento del rinnovamento, dunque, sua risurrezione i suoi apostoli ed anche noi. Fac- è la giusta re-interpretazione della conversione, ciamo esperienza di questa stessa gioia anche nel da intendere come punto di partenza di tutto un dono della rimessione dei peccati. Lui stesso ap- processo, tuttavia, sembra che questo in sé non piana il nostro cammino verso la gioia pasquale. sia sufficiente. Per quanto riguarda il sacramento della peni- Dobbiamo ripensare tutto il nostro pensiero tenza non è tanto facile ritrovare questa gioia, e teologico circa il concetto del sacramento della dimostrarla, infatti, nel corso della storia del cri- penitenza, a questo proposito, ritengo opportuno stianesimo, possiamo intravedere tutti i cambia- citare una frase di un noto teologo, con il quale menti, progressivi e regressivi, circa la presa di concordo pienamente: “il mondo soffre, da una coscienza dei fedeli nei confronti del peccato e parte, della mancanza di una coscienza del pec- l’esigenza del peccatore di liberarsi dal male com- cato, dall’altra parte - se ha coscienza del pec- messo deliberatamente. cato - non ha pentimento, ma se si pente non spe- Ci si domanda, allora, quale mai sia la causa di ra oppure non ritiene necessaria la remissione un tale processo negativo? Forse uno dei motivi dei peccati, e conseguentemente neppure di rial- è riconducibile al fatto che, negli ultimi secoli, zarsi dalla caduta”. per far fronte al protestantesimo, la catechesi cat- Il cammino da fare è veramente quello del pec- tolica ha fortemente sottolineato l’efficacia “au- cato, della consapevolezza e della conversione! tomatica” dei sacramenti, con l’intenzione di di- fendere i fedeli dagli scrupoli e da quel senso di 1. L’atteggiamento intransigente di Gesù mancanza che veniva dall’assenza delle espres- verso il peccato sioni affettive. Tuttavia, nonostante la buona fede, Il peccato è un grande mistero e certamente un questa maniera ha portato ad una concezione trop- dramma della vita dell’uomo. Anche se avessi- po parziale del modo di intendere il senso giusto mo voglia di negare o cambiare la realtà del pec- del sacramento. cato: esso esiste. Come conseguenza di ciò, per molti, la confes- La Sacra Scrittura non nasconde che il peccato 96LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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è universale. “Tutti hanno peccato e sono privi che spesso “questa verità si rivela” con un genio della gloria di Dio” (Rm. 3,23). Del fenomeno psicologico affascinante. del peccato possiamo dire, che esso qualche vol- La ricca descrizione degli elementi ta si scatena con una forza determinante come un antropomorfi narra che l’uomo e la donna dopo incendio ardente, ma molto più spesso si insinua aver compiuto il primo peccato, udendo i passi in maniera subdola, come l’epidemia oppure l’ac- di Dio, si nascosero dietro gli alberi del giardino quitrino del sottosuolo, e non sappiamo quando dell’Eden. ci coinvolgerà per farci sue vittime. L’uomo caduto risponde così a Dio che lo in- Non esiste nessuna perfezione umana che non terroga: “ho avuto paura, ... e mi sono nascosto” venga intaccata dal peccato, né bontà dietro la (Gen 3,10). Da quel tempo, la paura e la voglia di quale ci si possa mettere a riparo, né forza che nascondersi è insita nell’uomo peccatore, anche non venga fiaccata. Il modo della sua finezza, se non lo confessa, prova a fuggire dalla mentali- della sua destrezza e della sua astuzia è quasi tà mondana cercando di trovare un nascondiglio irraggiungibile. Lo scopo del peccato è di guada- “visibile”. gnare e di “mantenere sotto il suo dominio” le La “fuga” del peccatore “rifugiato” - e forse sue vittime. L’unica via di fuga è Gesù Cristo, ogni tipo di fuga - è un segno premonitore, che infatti, nessuno ha visto così chiaramente il pec- avverte e allerta l’uomo di dover svegliarsi, di cato stesso e l’ha sperimentato, come Lui. Ha vi- dover fermarsi, di essere più consapevole e di sto la sua origine ed anche la sua fine che parte dover cambiare. dalla forza del demonio e finisce nella perdizio- In questo contesto, s’inserisce la volontà del ne. Cristo ci ha sempre aiutati e continua a farlo, Creatore una nuova legge, che costituisca una facendoci vedere il peccato con gli occhi di Dio. nuova alleanza con l’umanità, per togliere la pa- Sostituendoci, ingaggiava la lotta contro la forza ura e l’istinto della creatura, caduta nel peccato, demoniaca per rompere il potere vincitore del di nascondersi. Proprio per questo, Egli in Gesù peccato. “Avendo privato della loro forza i Prin- ha preso la carne assumendosi in forma “piena e cipati e le Potestà ne ha fatto pubblico spettaco- totale” l’umanità, affinché potesse avvicinarsi ad lo dietro al corteo trionfale di Cristo” (Col. 2,15). essa in maniera silenziosa... Questa posizione di base, - cioè il riconoscere i In tal modo si riconosce la necessità, da parte pericoli del peccato e della sua conseguenza -, dell’uomo di una vera consapevolezza come una deve essere chiara per tutti i seguaci di Cristo. “coscienza di debito”. L’uomo che si rende con- Questo può essere il fondamento di un approfon- to di avere un debito, più grande di quello che dimento del vero significato della conversione. pensa, riconoscendosi, davanti a Dio, di essere La Conferenza Episcopale Ungherese, ha di- totalmente debitore, comincia a comportarsi come chiarato l’anno Ungheria come “Anno della Bib- un debitore “vero e reale”: rifugge dai creditori e bia”. Penso e spero che uno dei frutti - tra i più cerca di essere ovunque o introvabile. importanti - di una lettura sistematica e profonda Una tale soluzione però si rivela totalmente della Bibbia potrà essere proprio un tale “meto- insufficiente, una via senza uscita. Lo stesso Gesù, do”, che richiede più consapevolezza da parte dei almeno in due parabole, chiarisce la problematica fedeli. (cfr. i capp. 7 e 18 di Mt). In queste pericopi evan- geliche, che hanno come soggetto i debitori, nes- 2. La consapevolezza della propria colpa suno di essi riesce ad estinguere il debito contrat- La narrazione della storia della creazione, che to, ma la soluzione era sempre la stessa: “io ti ho potrebbe sembrare un po’ ingenua e puerile, si condonato tutto il debito perché mi hai pregato” riferisce alle tracce dell’animo peccatore etemo (Mt 18,32). ed interiore dell’uomo, e dobbiamo riconoscere Nella formazione della vera coscienza, dunque, Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 97

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA la consapevolezza della propria debolezza gioca luse quando siamo coscienti di essere gli ultimi. un ruolo non indifferente. Probabilmente, ci sono Una consapevolezza reale e sobria, dunque, è uomini che si sentono incapaci, perché hanno il primo passo verso la guarigione dello spirito. perso la speranza di ritrovare e riprendere il pro- Ha un carattere spesso indispensabile, come la prio cammino. In questo caso c’è il pericolo che febbre, e nella remissione-riconciliazione la gua- il fedele si abbandoni e soffochi la sua volontà di rigione sembra più sicura che in qualsiasi malat- migliorare se stesso. tia corporale. Tuttavia, questa maniera di vedere le cose tro- va pieno conforto nella figura di Cristo che re- 3. Il pentimento staura la condizione di chi è caduto nel peccato. I teologi - fin dai tempi dei Padri - parlando del Egli stesso, infatti, dichiara: “Non sono i sani che pentimento, usano sempre dei concetti molto pe- hanno bisogno del medico, ma i malati... Infatti, dagogici. Essi consideravano, come verità uni- non sono venuto a chiamare i giusti, ma i pecca- versale, che per l’abbandono dai peccati - quale tori” (Mt 9,12-13), e con ciò sottolinea la sua è la condizione dell’unione con Dio - è indispen- volontà divina di rimuovere la coscienza da un’in- sabile il pentimento, la conversione, la metanoia. capacità paralizzante, dimostrando che per Lui è La parola meta + noein significa il cambiamento importante la debolezza spaventosa del peccato- del pensare, una rivalutazione, una svolta inte- re, nella misura in cui questi voglia riscattarsi, e riore, un’innovazione nel cuore e nello spirito. proprio per questo lo incoraggia a rinnovarsi. L’effetto del pentimento è molto forte. Nel suo La coscienza di trovarsi nello “stato di perdizio- ruolo di predicatore, San Efrem il Siro affascina- ne”, con la grazia di Dio può diventare una possi- to del pentimento degli abitanti di Ninive, si espri- bilità promettente. L’uomo può cadere nel baratro meva in questi termini:: “Se cadono le lacrime dei suoi capricci e dei suoi vizi, come l’agnello su un morto, loro non lo risuscitano, ma caden- perduto della Bibbia, che non ha “chance” di sal- do su un’anima, la risuscitano, le danno nuova varsi, per andare a nozze, oppure come i ciechi, vita. gli zoppi, i lebbrosi, i sordi, i mendicanti che non Il peccato è per l’anima la morte clinica, ma a hanno una fissa dimora su questa terra. differenza di quest’ultima, per l’uomo caduto nel Ebbene, questa è un’occasione propizia per peccato vi è ancora la possibilità di riprendersi, rendersi conto della Bontà del nostro Dio. Lui è tornando a nuova vita. come quella donna che è partita per trovare la San Basilio il Grande per dimostrazione la con- sua dracma perduta. Il suo Figlio è Gesù, il Buon nessione tra peccato e pentimento usa il parago- Pastore, che accoglie il figlio perduto, il quale, ne di un altare con due battiporta, asserendo che rientrando in se stesso, prende coscienza che an- su un battente si potrebbe scrivere che tutti i pec- cora non tutto è perduto, c’è sempre la possibili- cati sono gravissimi, sull’altro però si annota che tà di risollevarsi e prendere il cammino che con- tutti i peccati vengono perdonati da Dio, se vi è duce alla casa del Padre. pentimento sincero e profondo. I suoi messaggeri sono già partiti con gli invi- Giovanni Climaco tenta di accentuare lo splen- tati alle nozze del Signore. L’uomo - anche se dore della vita nuova scrivendo che il pentimen- peccatore - non può sentirsi totalmente perduto. to rinnova il battesimo. Parimenti pensa anche Gesù afferma infatti: “I pubblicani e le prostitute San Gregorio Nazianzeno quando parla del bat- vi passano avanti nel regno di Dio.” (Mt 21,31). tesimo delle lacrime. Il nostro coraggio rafforzato anche dal versetto Nella teologia, molto spesso, viene espresso il che dice: “Molti dei primi saranno ultimi e gli pensiero, secondo il quale non esiste peccato, per ultimi i primi” (Mt 19,30). Secondo le parole di quanto grave esso sia, che non può essere can- Gesù le nostre speranze non possono essere de- cellato attraverso il pentimento. Tuttavia, a ben 98LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA considerare c’è peccato gravissimo, - che però assunto un’accezione negativa, dal momento che sembra togliere credibilità a questo pensiero si riteneva che questo ricordo non fosse determi- succitato - ed è la persistenza della contumacia nante e che non sempre avesse la forza di tratte- nel peccato, la definitiva mancanza del pentimen- nere l’uomo dal male. In ogni caso, questo “ri- to, cioè il peccato contro lo Spirito Santo. Natu- cordo del peccato” si avvicina in modo più reali- ralmente in questo caso non si tratta di Dio che stico al termine che nella lingua greca definisce non vuole perdonare qualsiasi peccato, quanto la parola pentimento, cioè penthos e preferito dai piuttosto del comportamento di colui che non Padri. vuole assolutamente accogliere la grazia di Dio, Benché quest’espressione letteralmente signi- usando la propria libertà per opporsi - sia pure fica “pianto costante”, tuttavia, non indica una definitivamente - al suo Creatore. Proprio per tristezza negativa, quanto piuttosto il sentimento questo Giovanni Crisostomo cerca di ammonire opposto, poiché contiene la consolazione che Dio i cristiani di ogni epoca che non sia mai libero di ci ama nella sua misericordia, ed anche se pecca- aumentare la colpevolezza di un peccatore. Que- tori, ci perdona e ci considera suoi figli. sto non si addice alla realtà di Dio, misericordio- Colui che sente la profondità di questo “con- so e filantropo, anche se la contumacia rimane cetto”, ricorderà sempre i propri peccati, - maga- sempre una possibilità reale della creatura. ri anche con il pianto, avendo ricevuto il “dono Crisostomo conclude una sua opera dicendo: delle lacrime” -, ma non si preoccupa, perché “Solo la speranza non la smarrire!” Ovviamen- riempito della dolcezza della grazia, presente nella te, secondo questo modo di pensare l’annuncio consolazione. del pentimento è vangelo, è la buona notizia dei Questo pensiero lo si ritrova anche nel sermo- cristiani. ne della montagna, quando si legge: “Beati quel- I Padri dicono molto spesso che l’effetto del li che piangono, perchè saranno consolati.” (Mt pentimento si presenta immediatamente, e l’uo- 5,4). mo viene liberato dal suo peccato. La forza consolatrice del pentimento cristiano La nostra conclusione, in base a quanto finora non può essere mai dimenticata, i psicologi do- affermato, è che nella vita spirituale il processo vrebbero scoprire la sua importanza, soprattutto di pentimento trae aiuto, innanzitutto, dallo stato nei tempi odierni, in cui il ruolo dei sentimenti e puro riacquisito, poiché scaturendo dal perdono, delle passioni è particolarmente accentuato. - inteso come dimenticanza di Dio dei nostri pec- cati - si nutre della gioia del pentimento. 4. La gioia del confessore Inoltre, i Padri affermano che l’uomo deve es- A volte, (anche se più raro), i confessori hanno sere sempre attento ai peccati. la gioia di sentirsi dire dai propri fedeli di essere A tale proposito, ci viene in mente il versetto del rimasti soddisfatti della confessione fatta, e dico- salmo 50: “il mio peccato mi sta sempre dinan- no apertamente: “Padre, sono contento per la mia zi...” (Sal 50,5) Perchè? La risposta sta ovviamen- confessione!”. Certamente i sacerdoti, possono e te nella conoscenza dell’uomo spirituale: la grazia devono lavorare molto per ottenere e mantenere di Dio è la realtà più grande ed inestimabile, poi- questo risultato positivo. ché oltrepassa tutto, e pertanto deve essere con- Nel 1976 la Conferenza Episcopale Cattolica servata con la massima consapevolezza. Ungherese in una pubblicazione, avente per tito- Potremmo, allora, affermare che il ricordo dei lo “Penitenza ed Eucaristia”, accentuò che: “La peccati stimola l’angoscia per la perdita della gra- Chiesa considera una questione che implica il zia, avendo in tal modo un effetto positivo? cuore il fatto di invitare i fedeli alla conversione Sicuramente, questo pensiero ha un ruolo im- continua e al rinnovamento spirituale”, per que- portante, anche se già qualche tempo fa aveva sto raccomanda ai sacerdoti che: “Dobbiamo Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 99

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA parlare frequentemente ai fedeli, specie in que- mentale, affinché possa trovare sempre la solu- sta situazione di secolarizzazione del nostro tem- zione cattolica per qualsiasi problema che emer- po, della colpevolezza e dell’importanza della ge. È suo compito, ancora, la facilitazione - in conversione continua, senza le quali non esiste quanto sia possibile - della confessione dei pec- vita cristiana secondo il Vangelo.” cati, mantenendo in misura adatta l’esigenza del- Il sacerdote, oltre a predicare e fomentare la la perfezione. Se invece a causa della sua limita- conversione dei fedeli, egli stesso deve rinnovar- tezza umana, o senza sua colpa non ha la cono- si praticando frequentemente la confessione. Il scenza adatta per risolvere il problema del peni- sacerdote deve trovare un grandissimo piacere tente, deve intervenire con umiltà e delicatezza, nella mediazione della penitenza. Purtroppo, esi- inviando colui che si confessa da un altro con- stono i sacerdoti capaci di far perdere l’abitudine fessore, oppure richiamandolo, in seguito, cerca della confessione dei fedeli, oltre a se stessi. di trovare qualche soluzione per la situazione Conosciamo bene che la mediazione del per- speciale. dono dei peccati è uno dei compiti più santi e Il Santo Padre fa attenzione anche di non con- importanti del sacerdote, e che una certa pratica fondere l’amministrazione del sacramento della ecclesiale è un dovere di qualsiasi cristiano, di penitenza con la psicoanalisi o con la psicotera- quest’argomento troviamo tante menzioni a par- pia. Ed alla fine fa un elenco di “dieci comanda- tire da Origene. menti”, o consigli utili per i confessori. Perdonare non è una cosa facile. Se qualcuno è “1. Segui Cristo, e fa filantropia! 2. Non sor- capace di perdonare, allora sperimenta la forza prenderti! 3. Non scandalizzarti! 4. Non incu- di Dio! Anche nella vita dei Santi possiamo leg- tere paura! 5. Non incuriosirti! 6. Non offen- gere dei grandi atti di perdono, quasi eroici, quan- dere! 7. Non essere impaziente! 8. Fa attenzio- do per esempio si perdonava ai nemici, e la quale ne del tempo! 9. Sii misericordioso. 10. Sia in cosa è sempre stata motivo di grande felicità. te sempre tanto più grande la misericordia, Secondo un noto confessore anche i sacerdoti quanto più grande la disgrazia del penitente! devono essere stimolati dal fatto che “la confes- La frase finale invece è questa: “Io vorrei che sione è il momento più felice nella loro vita sa- durante la confessione la prima parola fosse quel- cerdotale, poiché offrono il perdono in nome della la del cuore, che aspira ad assomigliare al cuore Chiesa.” mite ed umile di Cristo.” Il Pontefice Giovanni Paolo II, di beata memoria, Gli aspetti sopraelencati mettono in rilievo che nel 1993, in un discorso ai membri della la persona del confessore, la sua attitudine e la Penitenzieria Apostolica ed ai confessori delle Ba- sua preparazione sono certamente elementi mol- siliche romane, sottolineava che la santità della vita to importanti e determinanti per una buona cele- personale del sacerdote, la saggezza proveniente brazione del Sacramento della penitenza. dalla sua preparazione, i talenti psicologici ed uma- D’altra parte, se il confessore diventa capace di ni, danno un contributo rilevante a coloro che si esercitare il suo ministero con tutta la gioia del- confessano, poiché costoro, dopo l’assoluzione, l’uomo spirituale, non v’è dubbio, che promuove- sono riempiti di una pace sovrannaturale. rà più efficacemente la guarigione delle anime. Il confessore deve fare tutto il possibile per il penitente: deve incoraggiarlo alla gioia del 5. Le diverse forme della penitenza nella vita recupero della grazia, suscitare la gratitudine ed cristiana aiutare il riacquisto della rettitudine del giudizio. Il cristiano cerca di trovare diverse forme e Un dovere serio del confessore è quello di ap- possibilità per esprimere la sua contrizione inter- profondire le sue conoscenze in teologia morale, na e chiedere in questo modo la remissione dei in diritto canonico ed anche in teologia fonda- suoi peccati. Questo desiderio è in sintonia con 100LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA la Bibbia e la Tradizione. La Rivelazione e i Pa- amore verso Cristo e della volontà di condivide- dri della Chiesa considerano il digiuno, la pre- re la Sua sorte. Al di là di questo senso teologico, ghiera e l’elemosina come mezzi efficaci per ot- il digiuno può esprimere anche penitenza, espia- tenere la remissione dei peccati e la riconcilia- zione, conciliazione e solidarietà con i poveri. zione con Dio. Questo significa che il digiuno vero accresce nel credente l’agape, rendendolo capace di amare e a. Il digiuno di fare sacrifici, senza i quali non si può vivere. L’anno liturgico contiene giorni e periodi di pe- Nella nostra epoca, se da una parte assume nitenza. La Chiesa Cattolica ritiene molto impor- un’importanza sempre maggiore il ruolo degli tante la quaresima, soprattutto i venerdì, poiché in istinti e la loro soddisfazione, dall’altra l’impor- questi giorni si ricorda la morte del Signore. tanza del digiuno diventa sempre più grande. Le Chiese Orientali distinguono diversi modi Senza il digiuno è quasi impossibile mantenere di digiunare: digiuno severo, digiuno semplice, l’indipendenza evangelica dal “mondo” e dalle giorni di penitenza, e rispetto alla Chiesa Occi- “cose”, e vivere secondo la presenza del Regno dentale conta con più periodi in cui si attua il di- di Dio. giuno e la penitenza. Il significato e la spiritualità del digiuno assu- Nelle varie tradizioni ecclesiastiche, d’oriente e mono modalità molto più ampie rispetto a come d’occidente, così come anche nei diversi periodi lo si intendeva diversi decenni fa. Infatti, oltre storici, vi sono differenze nelle prescrizioni con- all’astensione di certi tipi di alimenti o bevande, suetudinarie alimentari. Queste diversità, a volte, al giorno d’oggi tra le forme di digiuno s’inclu- possono creare notevoli problemi, soprattutto quan- dono anche l’uso della televisione o dell’internet. do nello stesso nucleo familiare convivono mem- L’enorme quantità d’informazioni provenienti bri appartenenti alle diverse tradizioni. da questi mezzi di comunicazione, ed il loro con- Bisogna sottolineare e chiarire che la Chiesa tenuto, spesso peccaminoso, ha effetti assai gra- ha il diritto di definire e/o modificare la prassi vi soprattutto sui giovani, poiché agiscono in un del digiuno. Rispettare le prescrizioni antiche, più modo tanto invisibile e quasi impercettibile da esigenti sono certamente atti nobili e meritevoli, alterare la valutazione dei valori e distruggere un ma le prescrizioni della Chiesa, in primo luogo, sistema normativo etico, facendo prigioniero in servono come misura per la coscienza. Proprio questo modo la “persona”. per questo sarebbe opportuno far conoscere ai Bisogna però sottolineare che questi mezzi se fedeli gli insegnamenti della Chiesa e le direttive vengono utilizzati con consapevolezza e discipli- dei Pastori sul digiuno. na sono certamente molto utili. Sicuramente chi infrange le norme del digiuno È anche utile accennare, in questo contesto, al per disprezzo a Dio o verso la Chiesa commette digiuno dei pensieri e delle parole pronunciate. I peccato. sette vizi capitali indicano la direzione in cui dob- La Chiesa con la prassi del digiuno offre ai suoi biamo fortificare e ripristinare la spiritualità del membri un mezzo efficace e pedagogico per la digiuno, per poter diventare servi miti e docili loro autoformazione, in quanto si favorisce una secondo la volontà di Dio. certa “condizione sfavorevole” con lo scopo di Il digiuno è un mezzo molto utile per la vita raggiungere un “beneficio” maggiore. spirituale, porta in sé la possibilità del perdono Si tratta molto di più di una semplice rinuncia, dei peccati. Ci vuole però attenzione poiché sia o di un’astensione, oppure dell’osservanza “for- la rigorosità esagerata che la troppa indolenza zata” di certe prescrizioni. nella prassi del digiuno causa lo sbaglio dello Il digiuno, come atto di fede, assume il suo sen- scopo, Cristo. so pieno se viene praticato come espressione di Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 101

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b. La preghiera implorare la remissione dei peccati. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna: Le cose suddette verificano l’insegnamento del “La lettura della Sacra Scrittura, la preghiera Catechismo: “Eucaristia... per suo mezzo ven- della Liturgia delle Ore e del Padre Nostro, ogni gono nutriti e fortificati coloro che vivono della atto sincero di culto o di pietà ravviva in noi lo vita di Cristo; essa è come l’antidoto con cui es- spirito di conversione e di penitenza e contribui- sere liberati dalle colpe di ogni giorno e preser- sce al perdono dei nostri peccati.” vati dai peccati mortali”. Questo insegnamento del Catechismo può es- sere ulteriormente completato ed arricchito se si e. Elemosina tiene conto della tradizione delle Chiese orienta- Un’importante modalità di fare penitenza è li, nelle quali sono innumerevoli i riferimenti e le quella di realizzare atti di carità. Possiamo anche preghiere che sostengono che la riconciliazione affermare che la conversione si traduce in realtà e il perdono dei peccati avviene non soltanto nel- nella vita quotidiana attraverso la pratica della l’ambito sacramentale della celebrazione della carità che “copre tanti peccati”. Confessione. Ciò può assumere diversi significati come per A tale proposito, ritengo opportuno menziona- esempio l’adoperarsi con tutti i mezzi per far ri- re, a modo di esempio, qualche preghiera: “Ac- spettare il diritto e la giustizia in favore degli al- cogli le nostre preghiere serali Signore nostro tri, aiutare il prossimo, praticare gli atti corpora- Santo e concedi a noi il perdono dei nostri pec- li di misericordia (1. Dare cibo agli affamati; 2. cati”. Inoltre, il troparion del Santo Mandilion Dare da bere agli assetati; 3. Vestire gli ignudi; 4. recita così: “Davanti alla tua icona noi ci inchi- Dare alloggio ai forestieri; 5. Riscattare i prigio- niamo, o Benigno, chiedendo il perdono per i nieri; 6. Visitare gli ammalati; 7. Seppellire i nostri peccati a te Cristo Dio nostro”. morti) e degli atti spirituali di misericordia (1. La preghiera della comunità ecclesiale è sem- Ammonire i peccatori; 2. Insegnare agli ignoran- pre costante e risulta efficace, proprio perchè as- ti; 3. Dare buoni consigli a chi dubita; 4. Conso- sume la modalità di un accorato appello della lare gli afflitti; 5. Sopportare in pace le offese; 6. Chiesa ed esprime all’unisono l’armonia, la co- Rimettere i debiti ai nostri debitori; 7. Pregare munione ed il consenso di tutti i fedeli. per i vivi e per i defunti). Possiamo supporre che le invocazioni dei fe- È vero, comunque, che la via più “sicura” della deli siano ascoltate dal Misericordioso e sortisca- penitenza è quella del fedele, il quale ogni gior- no l’effetto desiderato. no prende la sua croce e segue Cristo. Gli atti Una delle preghiere liturgiche più importanti, menzionati corrispondono a questo requisito, e presa dalla Liturgia di San Giacomo, dice: “Can- tutti, anche gli atti corporali di misericordia pos- cella, allontana, perdona tutti i miei peccati vo- sono essere attualizzati alla vita odierna, secon- lontari e involontari”. do le necessità che si presentano, ed hanno un Secondo la mentalità squisitamente orientale, grande ruolo per la riconciliazione, poiché sono la partecipazione ai Sacri Misteri, in qualche conformi alla misura del giudizio finale. modo, rende possibile la liberazione dai peccati. Inoltre, nelle preghiere liturgiche sacerdotali si Conclusione trovano innumerevoli invocazioni per la libera- Circa il Sacramento della Penitenza abbiamo zione dai peccati del popolo santo di Dio. analizzato alcuni concetti fondamentali. É del Infine, possiamo fare riferimento alle preghie- tutto necessario riprendere e ripensare questi con- re che si recitano in ginocchio, durante il Vespro cetti, anche perchè nessuno (né confessori né della Domenica di Pentecoste, in cui spesso ci si penitenti) sono immuni dalle tentazioni del mali- rivolge alle Persone della Trinità per chiedere ed gno, ed in alcuni casi le seduzioni operate per far 102LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA cadere i confessori sono molto più gravi di quel- una cosa estremamente importante e necessaria! le sofferte dai fedeli. La gioia che ne deriva è una soddisfazione per il La tentazione causa l’ottundimento, la diminu- sacerdote, ed i dieci consigli dati dal Papa devo- zione dell’entusiasmo, oppure la manifestazione no essere incisi a chiare lettere nel cuore di ogni aperta o velata della vanagloria o del dominio. confessore. La risposta a questi “peccati” l’impegno per la L’uomo di oggi ha una grande esigenza per santità della vita, l’umiltà ed il desiderio conti- le vie specifiche di fare la penitenza. Ma non nuo di rinnovarsi in Cristo, e questa è la chiave dobbiamo avere timore dei concetti della tra- del sacerdozio felice. dizione ecclesiale, che a volte sembrano cose La metanoia continua ed il penthos costituisco- di altri tempi, poiché il fatto che essi siano an- no alcuni dei fondamenti su cui deve basarsi la cora validi, dimostra che il loro significato è vita di coloro che vivono la vocazione ecclesiale. sempre attuale e possono essere arricchiti di L’uomo della nostra epoca accetta soprattutto nuovi contenuti che rispondano alle esigenze quelle persone che sono portatrici di autenticità e del nostro tempo. coerenza, e l’esigenza di possedere questi requi- In tutto questo i Vescovi hanno un ruolo deci- siti - se così si possono chiamare - a maggior ra- sivo, con la loro predicazione ed il loro Magiste- gione, sono richiesti ai sacerdoti. Perciò, è molto ro, per suscitare la fede in un modo del tutto spe- importante il succitato messaggio del Papa Gio- ciale, e nel tenere desta l’indole sacerdotale. vanni Paolo II, indirizzato a tutti i sacerdoti, in Lo Spirito Santo ci dia forza e saggezza perché cui si elaborano tutti gli aspetti essenziali del possiamo essere di aiuto ai nostri Pastori e con- presbitero. Praticare la Confessione, dunque, è tribuire a diffondere il Regno di Dio.

Il peccato - l’uomo all’ombra di Adamo - come mancanza di salvezza del Prof. ISTVÁN SESZTÁK Il tema di questa conferenza è il sacramento batte sempre e dappertutto. Un mistero che ha pro- della penitenza. vocato tantissime e diversissime interpretazioni da Il noto teologo ungherese, il p. Zoltàn Alszeghy parte della speculazione filosofica e teologica. In- - che ha insegnato per molti anni a Roma -, era vestigazioni che certamente possono essere utili, del parere che la Confessione fosse per sua natu- ma un cristiano, un seguace del Signore, deve an- ra un sacramento sempre in crisi. dare al di la e superare il modo di indagare sul Al considerare la situazione attuale, non do- peccato, cercando di trovare piuttosto delle rispo- vremmo sforzarci molto per ritenere valida tale ste concrete dalla rivelazione di Dio, dalla volontà affermazione. fatta carne, la quale ci mostra chiaramente che il Questa crisi d’identità richiama primariamen- peccato non può essere una realtà procedente dal- te alla necessità di dover considerare la natura la parola di Dio creatore e misericordioso. stessa del peccato, in quanto è una realtà concre- La rivelazione ci parla di un Dio che dona la ta di ogni cristiano. Ci si domanda allora cosa sia sua Parola come Vangelo, annuncio della salvez- il peccato, dal quale veniamo liberati mediante il za. Del peccato - per un cristiano che vive della sacramento e la forza della salvezza? rivelazione, anzi vive la Rivelazione - si parla per Il peccato è uno dei più grandi enigmi della sto- far comprendere la grandezza dell’amore miseri- ria umana, una realtà con la quale l’uomo si im- cordioso del Padre. Nel messaggio della salvez- Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 103

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA za, come volontà rivelata da Dio all’uomo, il pec- rabili trasformazioni della storia. cato non è uno dei concetti primordiali, ma solo Questa nuova visione dell’uomo e del mondo e sempre una categoria derivata. demistifica una concezione “sacrale” del pecca- to! E una vera conseguenza di questa interpreta- Tematica della mia relazione: zione è che per l’uomo di oggi, il peccato prima - la crisi del peccato nella società attuale di tutto viene ridotto ad un mero senso formale e - la risposta della teologia solo pratico di se stesso. In ultima analisi questo - il peccato e la giustizia cristiana, come vera concetto è in verità una semplificazione della risposta concezione stessa del peccato! Se le nostre società provano ad emarginare to- La crisi del peccato nella società attuale talmente Dio e la realtà mistica dalla vita, arri- Il peccato più grande del nostro tempo - come vando ad un’epoca senza religione, avremmo una tanti hanno avuto modo di constatare - consiste realtà, anche se la cosa potrebbe sembrare un pa- nello smarrimento del senso del peccato. Questo radosso, “senza peccati”. (Penso che già anche radicale mutamento della “coscienza del pecca- noi siamo quasi all’uscio di un’epoca simile). to” trova il suo substrato nel carattere troppo per- Tuttavia, questa nostra nuova realtà missivo della cultura caratterizzante la nostra so- secolarizzata, può essere anche un “segno dei tem- cietà contemporanea. pi”, che con le sue nuove sfide può aiutare a La teologia e la vita pastorale della Chiesa ha riscoprire e a sottolineare alcuni valori autentica- l’obbligo però di rispondere a questa domanda mente cristiani. Secondo il mio modesto parere, (realtà) cercando in tutti i modi di analizzare i penso che oggi il nostro compito consiste pro- motivi di questa alterazione. Alla radice della crisi prio in questo! del peccato, senza dubbio, c’è la situazione di Il mondo in quanto tale in cui ciascuno di noi grande e preoccupante secolarizzazione del no- vive, può servire a rendere più personale e più stro tempo, soprattutto in Europa. cosciente il rapporto del cristiano con il Dio del- Nella società, permeata di religiosità, di qual- la storia che si è rivelato in Gesù Cristo. In tal che secolo o decennio addietro, il riferimento a modo, la crisi della concezione del peccato può Dio era diretto, spontaneo e oserei dire naturale. contribuire efficacemente a purificare ed a rive- Il divino veniva coinvolto in tutte le manifesta- dere la nozione stessa che i nostri contemporanei zioni dell’esistenza umana. hanno del peccato, (più avanti avremo modo di In questo tipo di esperienza del mondo e del- esaminare questo punto). l’uomo, il peccato veniva percepito come qual- Il processo della secolarizzazione è un prodot- cosa che aveva un rapporto diretto con Dio e con to di un insieme di rapide e profonde trasforma- le leggi eterne che determinano la vita quotidia- zioni del mondo attuale. Prima di tutto vediamo na dei fedeli. gli esiti delle scienze umane che sono strettamente In una società secolarizzata, come l’attuale (o connesse con il tema del peccato. che diventa sempre più secolarizzata), la relazio- Tutti i campi del sapere antropologico (psico- ne con Dio è sempre meno evidente. Sembra che logia, biologia, sociologia e la stessa antropolo- viviamo in un mondo che si spiega da sé! Vedia- gia) contribuiscono a comprendere meglio l’uo- mo anche nel caso dei valori morali, che sembra- mo stesso, ma devono essere integrate con una vano reggere completamente la vita sociale, essi, visione teologica dell’uomo, che dal punto di vi- al giorno d’oggi non sono più concepiti come il sta cristiano si capisce solo in Dio (infatti per l’an- riflesso di un ordine eterno, e come tali conside- tropologia cristiana l’uomo ha il suo senso ulti- rati totalmente fissi ed immutabili, ma al contra- mo solo in Dio). rio, sono visti, vissuti e considerati come forte- Dall’altra parte, attraverso queste trasformazio- mente condizionati dal contesto socio-culturale, ni rapide, che determinano la vita dell’uomo, la e pertanto mutevoli secondo il ritmo delle ineso- nostra società diventa talmente aperta e dinami- 104LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA ca, che anche il problema del peccato assume una La categoria fondamentale che determina la no- profonda colorazione sociale e comunitaria. zione di peccato (e la distingue sia dall’impurità In tale modo, il senso del peccato, per l’uomo legale che dalla colpevolezza) - per un teologo - d’oggi - generalmente -, non si inserisce più in dunque è la categoria dell’essere “davanti a Dio”. un processo d’equilibrio del proprio io profondo Così il peccato, - ed ogni peccato - in qualche che deve camminare verso la propria perfezione, modo, è un’offesa fatta a Dio e una rottura del- ma viene piuttosto avvertito come grave respon- l’amicizia con Lui. sabilità nei confronti degli altri e della storia, in Tutta la storia della salvezza colloca, infatti, la altre parole come mancanza di solidarietà! realtà del peccato all’interno della grandiosa pro- Un altro fattore nell’analisi della crisi del pecca- spettiva dell’Alleanza di Dio con l’uomo. La vita to è la tentazione, che si chiama “mistica del pec- dell’uomo biblico è essenzialmente dialogo con cato”. Secondo questa concezione, per un fedele Dio. E l’uomo come creatura di Dio ha la possi- l’unico modo per essere cristiano è quello di sape- bilità (proprio perchè l’ha ricevuta come dono) re di essere peccatore e di riconoscerlo. Potremmo di avere una comunione vitale e personale con il chiamare questo atteggiamento come “fariseismo suo Creatore. moderno”, secondo il quale un credente, per ren- Il peccato in questa prospettiva è il rifiuto di dersi accessibile al dono di Dio, deve liberarsi dal- questo rapporto filiale con il Dio della creazione la sua morale, che è sempre un movimento e dell’alleanza e conseguentemente rappresenta antropocentrico ed egoista. In questo senso, il pec- il rinnegamento della propria vocazione e del si- cato viene spiegato come una necessità intrinseca gnificato della propria alleanza. dell’esistenza umana, senza la quale non può esi- Vedere prima di tutto questo aspetto del signi- stere la grazia redentrice di Cristo. Ma per un vero ficato del peccato, che lo colloca nella realtà del discepolo di Cristo non basta riconoscere la sua “Berit” della Sacra Scrittura, postula pertanto la forza, ma è necessario - almeno nell’intenzione di presa di coscienza che esso è un concetto religio- - evitare il peccato stesso. Un senso adulto del pec- so ed ha un contenuto primariamente teologico. cato - la scoperta di esso è il compito di ognuno di Dunque, si tratta di una “realtà grandezza teolo- noi - permette all’uomo di trovare il giusto equili- gica prima che etica”, cioè il peccato, non è, in brio tra l’accettazione della sua condizione di pec- primo luogo, la trasgressione di una regola astratta catore e la lotta contro il peccato. o di un valore, ma la rottura di un legame perso- L’analisi rapida della crisi del peccato nella no- nale che per l’uomo stesso significa la vera vita. stra società, dunque, prima di tutto mette allerta i La complessità del concetto cristiano di Dio, cristiani e i teologi, ma anche i vescovi, e li invita che emerge dalla storia della salvezza, ci aiuta a a scoprire l’autenticità del discorso religioso su cogliere la drammaticità del mistero del peccato. Dio e sull’uomo nella sua esistenza concreta. Dio è nello stesso tempo la santità assoluta, e perciò il Signore è giudice inesorabilmente seve- La risposta della teologia, ovverosia le dimen- ro, l’Amore assoluto, il Padre buono che ricono- sioni teologiche del peccato sce come figlio anche il peccatore più indurito e Per la riflessione teologica “il parlare del pec- lo riceve in grazia se si converte a Lui. cato” significa prima di tutto prendere in analisi La dimensione etica del peccato non viene però una realtà teologica. Il peccato, come tale, è sem- esclusa, ma inserita in un contesto più ampio, in- pre l’oggetto della Rivelazione, e solo alla luce fatti, anche l’alleanza, nella Bibbia è sempre in- di essa si trova il suo senso. Solamente Dio rive- serita nell’ambito dei rapporti concreti e la sua la l’esistenza del peccatore e l’attualità dei suoi attuazione diventa vita vissuta. peccati, e solo Lui fa scorgere che cosa è il pec- Peccato, conversione ed anche il sacramento che cato, la sua origine, il suo contenuto ed anche la da il senso ad entrambi, acquistano il loro vero sua vicenda. senso unicamente nella misura in cui vengono col- Rifiuto di Dio locati nella prospettiva globale della storia salvifica, Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 105

INCONTRO DEI GERARCHI ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA che è il dialogo di Dio con l’uomo e, perciò, la struzione del regno escatologico. chiamata che prospetta una libera risposta. Penso che le nostre realtà, che sono aperte alla Rottura della solidarietà umana e cosmica tradizione cristiana orientale, devono essere anco- La rottura della relazione dell’uomo con Dio - ra più attente a questo aspetto ecclesiologico del (come già precedentemente trattato) - porta con peccato ed anche alla dimensione ecclesiologica sé la rottura dei rapporti dell’uomo con i suoi si- del sacramento della riconciliazione. mili e con il mondo. Decisione personale Questa dimensione sociale e cosmica del pec- Nell’analisi del concetto del peccato, accanto cato è chiaramente evidenziata nella Rivelazio- alla dimensione religiosa e a quella sociale ed ec- ne, nella storia divina iscritta nel cuore dell’uo- clesiale, troviamo un altro aspetto che nella no- mo. È anche vero che la nostra mentalità con- stra epoca assume un significato rilevante, e che temporanea è fortemente caratterizzata da una possiamo chiamare “dimensione personale” del consapevolezza dell’unità e della solidarietà che peccato. esiste fra tutti gli uomini, segnando in tal modo il Il peccato è sempre un’azione umana in senso senso della responsabilità dell’uomo nei confronti proprio, in quanto esprime il modo di esistere, in di tutto il mondo creato. un momento determinato, di una persona che ha A tale proposito, mi sembra del tutto opportu- fatto una scelta in relazione all’autocostruzione no ricordare le parole di Mongillo: di se stessa. Il peccato, dunque, che è frutto della “Lo stato di peccato, di autosufficienza e di libera decisione dell’uomo, lo tocca nella sua in- chiusura autonoma a Dio non consegue gli atti, teriorità, o come la Sacra Scrittura lo descrive, si è piuttosto l’ambiente nel quale gli atti si situano trova dentro il cuore dell’uomo, dal quale “han- e dal quale traggono vita. Esiste un nesso stretto no origine i disegni perversi”. tra il peccato-situazione e i peccati-azione. Que- L’aspetto personale o esistenziale del peccato è sti costituiscono segno, espressione e in stretta connessione con il tema della libertà, che concretizzazione della fondamentale incapacità è il dono più grande che Dio ha dato all’uomo, ma e proclività, la quale si manifesta in sempre nuo- anche il più pericoloso, in quanto, l’uomo ha la ve forme e che diventa tanto più acuta quanto capacità di discernere, ma solo in maniera imper- meno è contraddetta. Si ha così un duplice grado fetta e comprende la possibilità del peccato. di peccato. Il peccato-incapacità personale e L’antropologia moderna - grazie ad essa - ha collettiva di apertura a Dio, di conoscere, amare notevolmente approfondito questa dimensione e attuare il bene, e il peccato-atti che l’uomo, nel dell’agire umano, rivalutando il concetto di per- corso della vita va compiendo e che rappresen- sona e la storicità dell’uomo. tano altrettante manifestazioni della situazione L’uomo è un essere in divenire e le sue azioni di peccatore” devono essere sempre in rapporto al progetto fon- Questa dimensione del mistero del peccato è damentale mediante il quale l’uomo intende co- in stretto legame con la sua portata ecclesiologica. struirsi e realizzare il suo futuro. (Il vero signifi- Il cristiano peccatore che rifiuta l’amore di Dio cato di questa dimensione sarà ancora più chiaro ferisce anche il Corpo di Cristo, la Chiesa. Il cre- nella terza parte di questa riflessione!) dente, che cade nel peccato, viene meno alla sua In questa prospettiva, dunque, il peccato appa- missione fondamentale ricevuta nel Battesimo, re come il realizzarsi della persona in contraddi- cioè quella di essere segno e testimone efficace zione con la sua struttura essenziale e il suo do- per il mondo dell’amore divino, dell’avvenuta ver essere fondamentale. Cioè il peccato è il ri- vittoria sul male e della trasfigurazione di tutti i fiuto del proprio io autentico, della propria per- valori umani nella morte-risurrezione di Cristo. sonalità profonda, dal momento che colui che Egli, si oppone dunque, al dinamismo salvifico vuole compiere la sua missione (la vita), è chia- della Chiesa e diminuisce la sua efficacia nel mato alla costruzione di sé nella comunione con mondo, di poter partecipare attivamente alla co- Dio e con gli altri. 106LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

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Il peccato però, in quanto rifiuto di questa co- razione delle proprie mancanze dinnanzi al cospet- munione, è una autodistruzione della libertà del- to della comunità ecclesiale e si constata ufficial- la persona, intesa come capacità di costruire re- mente la conversione avvenuta. sponsabilmente se stessi nell’apertura e nell’amo- D’altra parte, invece, la conoscenza della de- re verso Dio e verso gli altri. formazione ontologica operata dal peccato, ren- de chiara la necessità dell’intervento della divina Il peccato e il dono di Dio, ossia la giustizia onnipotenza per ridonare al peccatore la lumino- cristiana sità di Cristo. E poiché il sacramento è il mezzo Finora abbiamo visto la crisi del senso del pec- per cui Dio intende operare la risurrezione spiri- cato che in qualche maniera è anche la crisi del tuale del battezzato spiritualmente morto, la teo- cristianesimo odierno, la crisi del nostro mondo, logia del peccato appare la via per un’attenta e delle nostre società, le quali non riescono a com- corretta comprensione dell’indole sacramentale prendere sempre e pienamente la novità di Cristo della riconciliazione con il Signore. che ha vinto la morte e il peccato! La novità cristiana, che deve essere sempre il Conclusione motore della nostra vita (dei vescovi, dei teologi Con questa breve riflessione avevo intenzione ed anche dei semplici fedeli), è la possibilità di di dimostrare che la crisi del sacramento della pe- potersi inserire nella persona di Cristo, ossia la nitenza e la crisi del peccato nella nostra cultura, capacità di diventare partecipi della vita, della chiamata post-moderna, deve farci scoprire la morte e della risurrezione di Cristo, che non è sempre attuale novità di Cristo, il messaggio sem- solamente una imputazione dei meriti di Cristo, pre valido del cristianesimo. ma è una trasformazione vera e concreta della L’analisi teologica del tempo ci fa capire che la nostra realtà. Questa novità dunque, che dà sen- realtà del peccato serve solamente per compren- so anche al nostro essere peccatore, non richiede dere la forza della salvezza portata da Cristo che solamente una prassi di vita (direi una concezio- ci libera dal peccato. ne legalista della giustizia divina), in quanto in- Con il pensiero del professore Alszeghy, il quale clude anche una realtà ontologica, un modo di afferma che: essere, che rende possibile la stessa prassi e che “San Paolo descrive il peccato con tanta insi- anzi la esige! stenza, che alla fine esclama: ‘Sono uno sventu- L’interpretazione della giustizia divina nell’otti- rato! chi mi libererà da questo corpo di morte’? ca della novità cristiana come innovazione reale, (Rm 7,24). Ma questo grido di angoscia serve ontologica, non permette che il peccato sia conce- solamente per poter rispondere a se stesso con pito unicamente come un evento etico, per cui un maggiore forza: ‘Siano rese grazie a Dio per soggetto trasgredisce una regola morale. Il peccato mezzo di Gesù Cristo nostro Signore’” (Rm. (potrei dire molto di più) è la perdita della figliolan- 7,25), anche noi possiamo dire che la nostra esi- za divina, una dissacrazione del tempio dello Spiri- stenza cristiana, anche peccatrice, deve servire to, la separazione da Cristo, quindi una morte, una all’uomo per poter scoprire la presenza salvifica deformazione ontologica, un modo di essere diver- di Cristo che ci viene incontro nel Sacramento so da quello ricevuto nel battesimo. della Riconciliazione. Tutto ciò evidentemente implica una stretta con- Il superamento della crisi d’identità del Sacra- nessione per la comprensione del sacramento del- mento della Penitenza esige senza dubbio una la riconciliazione. Chi non ammette la corruzione teologia del peccato meglio elaborata e meglio ontologica, operata dal peccato, facilmente con- assimilata, affinché il dialogo tra penitente e con- cepisce la conversione come un semplice cambia- fessore possa arrivare a scoprire il punto esatto mento della condotta umana. In questo caso, si sarà in cui è stato turbato il dialogo filiale tra Dio e la propensi ad interpretare il senso del ricorso alla creatura, e a cui la conversione deve propriamente Chiesa, come un mero atto che implica la dichia- riferirsi. ODA E MIQVE

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ODA E MIQVE

DOKTORI i DUKAGJINIT Pal Duka-Gjini

N’nám e n’zâ ky për mjekí: Lypë e thirrë gjithkund n’Malcí... (Fishta: Lahuta, k. XXI, 360-361)

Ishte në të errun të natës. Njatëherë sa kishte farë miqësie, Pashka s’mujti me u ndalë pa e mê i mbrami jeh i kumbonës së akshamit. Frati pvetë Lulashin se çka e kishte qitë aq vonë asajt ishte mbrendë, në odë të vet, me kandil voj-guri e se ku ishte nisë me shkue në terr të natës. Kohët të ndezun, vjerrë në mur përballë tavolinës së ishin të turbullta më atë vjetë e nata s’ishte e shkrimit. Thonte me vemendje e kujdes pjesën sigurtë as për shtëpiakë bri votrës, e jo ma për e fundit të ofices së ditës: një ditë, si ishin gati shtegtarë. Pvetja e grues s’ishte e pavend. të gjitha të dielet aso heret te na, përplot me punë Kam punë te frati –tha Lulashi- dhe s’mund e takime me popull, ku meshtari kryen çka prita nesërm. Kam nevojë me u rrëfye – shtoi s’mund të bâjë tanë javën shtegtari - po thuej fratit, jo në Kishë të meshës, Shërbëtorja rahatonte lopën, e vetmja pasuní por diku njeti, ku mund t’i flas ndejshëm. Këto e famullitarit të maleve tona, mbasi i kishte fjalë e bânë me mendue Pashkën, mbasi në xjerrë gadi si me zort, tue ia marrë me të mirë Dukagjin vetëm “katilat” e koçakët, të cilët në gjitë, tue ia lagë, tue ia lëshue e tue ia largue ndeshje a rrethime vriten me qeveri, kishin doke viçin, atë pikë tambël, aq sa me i mjaftue mos me u rrëfye kurr në kishë të meshës e fort “zotnisë” për një fillxhan në darkë e një fillxhan rrallë ditën për dielli. Thojshin këta: gjaku e në nadje. gjaksori s’mund të hyjnë në shtëpi të Zotit pa u Nësa shërbëtorja merrte me ndrye derën e pastrue: kisha s’duron gjak. Çka në mende të ahrit, qe se nga shtegu i oborrit, më anë prej vet grueja nuk mujte me e kuptue, ishte pse Vizhnjes e Pejës, afrohet një si hije burri me Lulashi, i cili më kurrnjë mënyrë, as për natyrë, diçka si çantë lëkure, të lidhun krah e qafë. Nepër as për të bâme s’i përgitëte koçakëve e aq ma dritë në të shkimbun, hija dukej si të ishte e një pak katilave, lypte tashti me u rrëfye në odë të udhëtari çfaretdo, mbasi asajt bjen rruga e fratit e jo në kishë. Prejse ishte grue e pjekun e e madhe, xhadja, e cila prej Qafës së Pejës e urtë, Pashka s’i vû vesh kureshtës së femnave, Shtegut të Dhenëve, shkon për Shalë e Shosh e s’shtoi tjetër fjalë, por me njerëzi e buz në gaz e për Dukagjin tjetër. Çdo hap përpara e bânte ma përcuell të Plançorin në odë të zjarmit: oda e të qartë fëtyrën e shtegtarit, aq sa Pashka, - pritjes ndër famulli tona. I qiti stolin, çoi fitilin kështu quhej shërbëtorja e kishës, - u kujtue e kandilit të lanun paksa të ndezun për mos me tashma se kishte para vetit Lulash Pjetrën e djegë tepër voj, vendosi bishtukun mbi stoll, Planit. kusinë e tamblit në vargoi dhe, mbasi shpërlau S’ishte e para herë që po shifeshin Pashka e duert, vû xhezven në zjarm e shkoi me i lajmue Lulashi. Njifeshin mirë kah mot. Ishin pá e takue patër Dedës për mik të papritun. te qela e Thethit, ku gjindemi me kallëxim, e Patër Deda e njifte kah mot Lulashin. E njeti. çmonte si njeri të ndershëm e të krishtenë të U përshëndetën, prandej, si përshëndeten dy mirë. Përposë tjerash, mandej, e donte përse ky të njofshëm me fjalët e njerëzishme rituale të ishte baba i një frati. Njëmend, Lulashi kishte maleve tona. E prejsè ndërmjet tyne ishte një ndër françeskan djalin e parë, Ndokën, i cili ishte 108LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

ODA E MIQVE kah merrte meshët. Për françeskan në përgjithësi, mëkambsin e vet mbi tokë. I kallëxoi edhe se e e për ne në Shqipni posaçe, çdo prind frati, ishte vetmja gja, e cila duhet ta randojë në ndërgjegje, prind i tanë fretënve, prandej famullitari s’e la ishte sekreti i rrëfimit të grues e se për ketë gja me pritë gjatë, veç sa kohë iu desht atij me krye aty e mbrapa ai s’do të folte kurr me njeri të psalmin e fundit e Lulashit – me pi kafen e gjallë. përgatitun nëkambë e në dorë prej shërbëtores. Tana arsyet e Patër Dedës ishin me vend, E thirri në odë të vet plot gëzim se kështu po por Lulashi s’u paqtue deri sa s’xuer lêjen t’i kishte rasë të bisedojë atë natë me një njeri të thonte gjithçka. Vetëm mbasi hoq prej vetin. ndërgjegjes mëkatet e hueja, ra në fashë, u Për meshtarin e maleve tona vetmia ishte lehtësue në shpirt dhe i qeshi fëtyra. Tash, në vêmja që brente jetën. Sidomos në vjet e para, mende të tij, nusja e Këmendit mujte me hy në për të riun, të mësuem me jetue gjatë njëzet lumni. Pendesën, të cilën më të gjallë do ta kishte vjetëve në shoqni, në gëzim e argëtime, në bâ grueja, e muer mbi veti me e krye Lulashi zhurmë shokësh e në mjes librash, tashti me u me ande e me gëzim. gjetë i vetmuem, në mjes të një mali pa njeri të Si u krye rrëfimi, Lulashi u ngreh me dalë, gjallë që e kupton, pa kurrnjë takim me njerëz por famullitari e ndali gati si me zort të përbunte të gjendjes së tij kulturore, pa kurrnjë dëfrim të aty. Në nesre kishte kohë mjaft me u kapë në ligjshëm, nuk ishte punë e kollajtë as flije e lehtë. Shalë a kudo njeti e kishte qitë cekën me shkue. Ideali e ndjenjat e natyrshme e vêjshin Meshtarin Si ishte puna që ky njeri prej Planit, të në krizë të rrugës së marrun. gjindej në Qafë të Pejës, ndër tëbune të Malësisë Mbasi u pëshëndetën dhe mbasi burri i malit dhe aty të përcillte në atë jetë një grue të re, në i puthi fratit dorën me nderim e përkushti, të parën vjetë të nusnimit? Lulashi ra në gjuj, hoq me përvujtni qeleshen, Për Lulash Pjetrën e Planit s’ishte gja e re, dikur të bardhë, dhe: - Zotni, - i tha, - kan nevojë as e jashtzakonshme. Dukagjini mbarë e një me u rrëfye, por jo për veti, por për një nuse pjesë e mirë e Malësisë së Madhe, shefí me ne, malësore nga Këmendi, e cila para se të diste në Nikaj e Mërturë e Rranzat, e njihshin dhe e tëbune të Liqenit, në mungesë të meshtarit, më çmojshin si të vetmin “heqim”. E thirrshin ka ngarkue me t’i thanë mëkatet e veta, mëkate, këndej e andej, prej një skaji në tjetrin, më një të cilat ajo, me tanë pendimin e zemrës, m’i ka krahinë kaq të haptë, dhe katunde e bajrakë u rrëfye mue. Peshën e mëkateve të saja e kam interesojshin mos t’u dalë syshë, për me mujtë, tashti unë në shpirt dhe më duket si të kishem kështu, me e gjetë pa të vështirë në rasë nevoje. një gurë mullini në zemër, që më randon ma fort Ashtu si qitej zâni për dekë e për gjamë, për se malet që kemi për rreth. Due me u lirue prej darsëm e për kuvende fisesh, ashtu qitej zâni tij, mbasi edhe më gitet se shpirti i asaj grueje për të thirrë Lulashin te kryet e të sëmuetëve, te s’mund të hyjë në lumni pa i pasë zhgarkue unë të varruemët randë prej pushke, te të rrëxuemët fajet e saja. Desht me nisë rrëfimin, por patër mali, te të thyemët gjymtyrësh, te gratë me shtat Deda ia preu fjalën në gojë. I shpjegoi se rrëfimi xânë, te të xânum prej gjarpnit a të helmatisunit i së malësores ishte i vlefshëm përse i bâmë prej urit a prej qejve të tërbuem. Jo vetëm: përpara Zotit e se në rasë të mungesës së Lulashi – pa e dijtë se ku rrin me shtëpi veteri- meshtarit, pendimi i vërtetë plotëson gjithçkafen. naria – epte e përshkruente bare për lopë e qe Në fund të fundit s’asht meshtari, që në fuqi të kulari, për mushq e bagëti të imtë gjithfarësh. vet zgjidhë atê çka mund të bâjë vetëm Zoti, Flitej se në shum rasa të vështira kishte pështue por në emën të atij që i dha pushtetin, tue e bâ njerëz në fillë të dekës dhe kishte sherue Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 109

ODA E MIQVE sëmundje e varrë, të cilat as në Shkodër, as në ishte nevoja e ndihmës shëndetësore, për të cilën Cetinë, as në Beqë, as në Stambollë s’do të qeveritë e atëhershme s’kujdeseshin ma fort, se kishin mujtë me u shëndoshë. Posaçe i kishte për borë të kalueme. dalë zâni për të marrun gjak, për të thyem Kudo varrohej kush në luftë të fisit, në eshtënsh e për varrë pushke, sidomos kur plumbi ndeshje me koçakë e katila, kudo qitëte kush kishte mbetë në trup. Për të ngjitun të eshtënve, për gjak apo për t’i dalë zot vetit e mallit të vet, bje fjala, si në gjymtyrë njerëzish, ashtu edhe aty e thirrshin Lulashin. E vjetët e asajë kohe në kambë bagëtishë e merrte me kaull të paraqitshin aq shum rasa, sa dhetë Lulasha s’do shëndoshunt dhe të shumtën e herës zotohej me të kishin mjaftue me u dalë në krye kërkesave, jetë se varra s’do të lênte kurrfarë pasoje mbrapa. as me plotësue nevojët. Ku e kishte mësue Lulashi mjekinë? Ç’ Pushka në bajrakë të Dukagjinit, gjithmonë mjete përdoronte “heqimi” ynë në misionin mjerisht, por posaçe që prej 1900-ndës e deri në delikat, që ushtronte më një popullsi aq të formimin e qeverisë së rregullt në Shqipni, bâni madhe? ma dam se kolera e deri vonë kje plaga ma e Lulashi ishte analfabet: s’dinte me qitë as randë e vendit. Prej pushket u rrëzuen burrat ma emnin e vet. Gjithçka dinte rreth heqimisë, e të mirë të vëllaznive, vigajtë e këtyne viseve dinte prej squetsisë së natyrshme, prej çka kishte krenare; prej plumbit u shkretnuen troje dhe u ndigjue e marrë prej plakave e pleqve të moçëm, shkimbën hise; prej armësh u mbajtën ndezë dhe prejdoktorave ushtarakë të kujdo kishte kalue u ushqyen zjarmie ndërmjet fisit me fis, bajrakut nëpër Dukagjin, si fitues a si të mujtun, prej me bajrak, lagjes me lagje, fshatit me fshat. Më austriakëve e prej fretënve misionarë italianë a tjetrën anë, kur në këta bajrakë Kukelash vendesh të tjera. homerida, s’njifej kalemi as boja, ligji shtetnuer Si i ri, ishte kenë shërbëtuer ndër fretën, ma as mbrojtja ushtarake, pushka me gurëgacë apo vonë kishte pasë përcjellë ma se një herë ndër me barut të zi, mirë a keq, kryenaltësinë arbnore, male e bjeshkë tona mjekë e infermierë të Kryqit ruejti fizionominë iliriane, mbrojti lirinë dhe fitoi të Kuq ndërkombëtar. Këtyne u kishte kallëxue pamvarësinë e këtij populli trim, tue shkrue me rrugët e shtigjet, u kishte bajtë me mushk të vetin gjak e me gabime historinë e vet të lumnueshme për qar baret e ushqimet dhe prej tyne kishte e të trishtueshme. mësue, ma fort tue pa, se si lidhen varrët, se si I dukagjinasi, i cili si Lulashi ynë s’dinte as pastrohen e mbahen të sëmurët. Nga ata kishte të qesë emnin e vet në letër, dinte ta bâjë të trashigue do vegla, të cilat mbas sa vjetësh, prej padekshëm atë emën, tue e thadrue trimninë e përdorimit e prej kohës, s’njifeshin ma se për ç’ guximin e racës në rapsoditë e vendit, në kangët qëllim shërbejshin. Shkollën praktike, në se kreshnike të lahutës: i vetmi libër, që ruente në kështu mund ta quejmë periudhën e parë të zharg të vet e në qime të çimçakezueme kali veprimtarisë – Lulashi e bâni në kohën e kolerës. trimninë, nderën, burrëninë, mikpritjen e Atëherë kur kosa e pamëshirshme e dekës bâni bujarinë e çakçirbardhëve shtat-halë e zemër- kërdi në Veri të Shqipnisë e sidomos ndër bajrakë çelik, të atyne, due të thom, që dijshin me dekë të Dukagjinit, doktori ynë me aq sa mujti e dijti, e dijshin me këndue. u diftue njëmend i çmueshëm. S’u kursye ditën Te Lulash Pjetra trokllojshin familjarët e të as natën e, në pështoi ai vetë pa u përlye, kjo rrëxuemve shkambit, të llomitunve eshtënsh e ndodhi ma fort për mrekulli, se sa për kujdes e brijësh, barijtë e landatarët, të premë nga spata roje. Ndoshta qe shi vjeti 1916 ai që e bâni të në mal a këmesa në dushqe, nga kosa në livadhe njifej e të hatrohej, të lypej e të kërkohej kudo a nga qeseri në troje, nga drapni stomijesh apo 110LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

ODA E MIQVE të shtrimët në shtroje nga sëmundja, e cila të mbishkodre. shumtën shkon pendë me vorfni e padije. E Merret vesht se me ketë lloj harxhi mbrendë, thirrshin – thaçë, - doktorin shëtitës, mbasi ky çanta peshonte sa ‘i parë hebe dhe shpesh bâhej s’kishte te shtëpia, në fshat të vet, ashtu si ma e mërzitshme me u bajtë se barra e shtegtarit. s’kishte në mbarë Dukagjinin, spital as E pra Lulashi e bante krah e qafë a në shpinë, ambulancë, barnatore as shtrat pushimi, mjete por kurr s’udhëtonte pa tê as, zakonisht, s’ia sherimi as bare e vegla mjekimi, përveçse sa besonte kujë, sado mik e dashamirë ta kishte. bante në çantën e vet prej lëkure, të rjepun e të Pacientit, prekë nga sëmundjet e dalun boje, sa mos me u njoftë ma se a kishte pa mbrendëshme, apo nga rreziku, Lulashi i çonte kurr fabrikë me sy. Prej kohës së rinisë, kësajë shpresë, i epte zemër dhe e përgatitëte të bâhej çante i kishin mbetë vetëm shejet e atij kryqi, doktor i vetvetit. Ai mbetej shërbëtuer e kurrgja që dikur tregonte se kishte qenë pronë e Kryqit tjetër. Si i tillë, prandej, të varruemve nga pushka të Kuq. apo të shkallmuemve nga mali a landa, të Çka bante Lulashi më atë çantë? mërrimen te kryet, u lante me kujdes varrët me Nuk asht punë e lehtë me e dijtë, mbasi raki bashe apo, kur aty për aty mungonte kjo, Lulashi në tê ndrynte, bashkë me bare e mjete me ujë ma parë të vluem, e mandej niste shërimi, tanë mshehtësinë e mjeshtrisë së vet. operacionin: ndiqte me tel mashë drejtimin e Për ketë mshehtësi ai ishte aq xheloz, sa s’lejonte plumbit andej kah e kishte marrë trupin a që njeri i gjallë ta shtinte hundën në vizaret e gjymtyrën dhe, të ndeshmen në tê, me një tija. Çanta e Plançorit për të zon’ ishte ma shenjte praktikë që vetëm ai e kishte, shtrëngonte me se Arka e Ligjës së Mojzehit dhe s’guxonte kush mashë kokrrën dhe për të njëjtën rrugë e nxirrte me e prekë, as me e çilë e me pështue shëndosh kadalë-kadalë jashtë. Merrnie me mend forcën prej tij. Si për vendast tjerë thohej se grueja e dhe duresën e atyne, që i shtroheshin këtij pushka s’preken, ashtu edhe për Lulashin çanta operacioni pa bâ as êh as oh edhe pse, më këso e baret s’prekeshin. Më të vërtetën, s’kishte tjetër rasash e ndër tjera, edhe ma të randa, as i sëmueti armë, posë sajë. Gjithnjë, tue pa çka delte prej as doktori s’e dijshin se në botë ekziston sajë herëmbas heret si vjedhtas, duket se ma fort anestezia. se “ilaçe” ai mbante aty, pështjellë me do copa Sa herë i takonte me hjekë një ka një copa e bezje, jo përherë të dlirta, veglat e kirurgjisë. grimca eshtënsh të llomitun nga gjymtyrët e Kjo ishte dega e specialiteti i tij. E kirurgjinë thyeme; sa herë ndërhynte e gati gjithmonë ia doktori ynë e ushtronte me brisq rruesa, me tela delte, aty ku kirurgjia shkencore me mjetet ma çadre, me piskatore të vjetra, gjysë të nxime, moderne e kishte të vështirë t’ia mërrinte; sa herë me një si lloj gërshanësh, me çark, për të marrë shtuponte varrët e pushkëve, si shtupohen gjak e me lloj lloj femesh. Mandej shpatëza të shishet e kungujt e qumshtit me duqa duhani ndryshme, shirita shalli e rrypa, shishe të vogla apo me bar të shtypun, të cilin Lulashi e mblidhte e të mëdha, shpatuke si ato të rakisë me langje malit e livadhesh; sa herë mbyllte varrët me të mbylluna me boça kollomoqi dhe të pikuna rrëshinë kose, që ai me kujdes e kishte mbledhë me dyllë, një të katërt kulaçi me dyllë bletësh, në kohë të kositunit ndër bjeshkë e që tash e ushujza, gurë-kali, shap, një farë langu që ruente porsi ilaç të çmueshëm; sa herë vetëm zevendësonte tinturën e jodium-it, të nxjerrun me të fërkuem e me të ngrehun çonte në vend nga bimët, do rrajça të thata, ‘i grusht pambuk gjymtyrë e eshtën të dalun vendi dhe me anë të të përdoruem Zoti e di se sa herë, një qese me ‘i shpatëzave të punueme aty për aty i bânte të farë shkrumbi si hî i murrmë e një palë duhan ecshin në kambë të veta ata, të cilët specialistët Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 111

ODA E MIQVE e botës së gjytetnueme do t’u kishin këshillue kushtojshin dhe ai s’kishte kurrfarë autorizimi ndërhymjen kirurgjike pa siguri shërimi; sa nana të mbajë e të shpërndajë ilaçe nepër popull. pështoi e sa fëmijë ndihmoi të lindshin Njëmend autoritetet qeveritare të atëhershme shëndosh; sa vetë, mandej, libroi nga sëmundjet kujdeseshin ma fort për kual e për lopë, se për e lëkurës e nga lëngata ngjitëse, s’asht gojë me nerëz e sidomos në krahinën tonë, e prandej as e diftue. e bija e mendes s’u shkonte të kontrollojnë se Gjithkahë i kishte dalë zâni edhe për të kush diste as se kush u shëndoshte, se kush fërkueme e për të shkelun. Ishte aq dorë-lehtë e vuente as për çka vuente e aq ma pak këto aq kambë-bekuem, sa s’kishte të sëmuet, të cilin autoritete u interesojshn për veprimtarinë e e merrte në dorë për ta fërkue apo e ndênte në Lulashit e cila, e ligjshme a e paligjshme, ishte tokë për ta shkelë, që s’çohej i përmirësuem. gjithmonë në dobi e për të mirë të ndokujë, të Dinte aq me siguri me marrë me të mirë muskujt, lanun mbas doret e të harruem prej gjith botës. me lakue eshtënt, sa mbas dy a tri fërkimesh i Ilaçet që epte Lulashi, ishin të gjitha të piskuemi, i cili përpara mëzi çohej më kambë të nxjerruna nga natyra: lule bjeshke, gjeth, rrajë veta, mbrapa ecte e punonte si mos të ishte ankue të idhta, farë, qepë mali, hudra gjarpni, mullaga, kurr. ajkë, shkrumb leshi, e tjerë e tjerë. Për të gjith, mandej, ishte hijelehtë. Kudo Mbi të gjitha, doktori ynë përdoronte “të hynte ai, në kësollë të vorfën apo në kullë të marrunt gjak”. Ketë kurë e njifshin malet tona bajraktarit, në stan të bjeshkës apo në shtëpi të qysh kah mot, qysh se mbahej mend. Dy ishin ma të pasunit në vërri, aty hynte hija e të mënyrat me të cilat realizohej ky mjekim: me bekuemit, si hija e shenjtit – thoshin fshatarët. anën e ushujzave e nëpërmjet çarkut. Edhe kur Dhe me të vërtetë, diçka shenjtërsh kishte ushujzat mungojshin, apo s’u gjindshin në lagje Lulashi Pjetra. Bashkë me kujdesin e trupit, a fshat, Lulashit s’i mungonte çarku: një vegël Lulashi u kujdesonte shpirtënt. Të sëmuetve primitive, e përbâme prej një çarku të vërtetë randë u folte për mjekimet e fundit: për porsi ai i pushkëve të moçme me gurë-gacë. Në Sakramende kristiane e pajtim me Zotin; të të shkrepun, dora e mësueme shponte venën e shtruemve me shpresë pështimi, për jetë të krahit, të kambës apo të qafës a të kresë dhe krishtenë e braktisje vesesh e mbrapshtishë. lênte të derdhej aq gjak, sa mjeshtri i vizgatorit Një gja tjetër e dallonte Lulashin: ai s’ishte e shifte të arsyeshme. Mbasandej mbyllej varra krenar as s’iu zotnonte kurr një pune, e cila i me ‘i gjysë kokërr groshe. Tanë arti dhe kalonte fuqitë e tija aq të kufizueme, një kompetenca e atij, që përshtatëte ketë mjet, ndërmarrje, e cila lypte mjete e përgatitje, të cilat përmbahej në përdorimin e vizgatorit dhe në ai s’i kishte. Ku s’mërrinte të shohë qartë, ku nevojën e sasinë e gjakut të derdhun. përvoja e bâme s’e siguronte, Lulashi dinte me Lulashi ishte burrë i pjekun, babë fëmijësh thanë trup s’e s’ia hynte e shtonte si në tallje: dhe aq i ndërgjegjshëm dhe i ndershëm, sa askujë deri diku din Lulashi, tana punët i din vetëm s’i shkonte në mend se mund të shpërdoronte Zotit. Kjo asht edhe arsyeja kryesore, për të cilën në ushtrimin e zanatit të vet. Atij, prandej, iu të tanë e dojshin dhe të gjith e lypshin në nevojë lëshojshin në duer të rijtë e të rejat, nuset e gratë, me Zot e të Shën Gjon. nanat e motrat pa farë vesvesje. Përsa i përket sëmundjeve të mbrendshme, Me të gjith ishte babë i mirë. Edhe atëherë Lulash Pjetra ishte fort i matun. Ai s’i njifte – të kur përgatitja e tij mjekësore paraqitëte të meta thuesh, baret e fabrikueme, as s’kishte mundësi të randa, e s’ishte faj i tij, ai bihej me të gjith me me i pasë. Qytetet për tê ishin larg, baret aq vullnet të mirë e dashtënti, sa me plotësue 112LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

ODA E MIQVE

çdo mungesë. Tejet i urtë, s’pranonte kurr me në natyrë: me kollomoq, me bylmet, me lesh, vizitue gra të reja pa qenë të pranishëm robtë e me punëtorë, me gja të gjallë. E doktori ynë shtëpisë a burri i të sëmutes dhe, në këso rasash, kondenohej me kaq. të shumtën, kufizohej në çka i epshin me kuptue Jashta Planit kishte vendet e caktueme, te sytë, gjuha, ngjyra e fëtyrës, të rrahunt e dellit miqtë e dashamirët, te të cilët e grumbullonte dhe të marrunt frymë të pacientit. Matëte pak-ka-pak drithin, groshën, djathin, tëlyenin, zjerminë me dorë e presionin e gjakut me të leshin. Me kohë, mandej, simbas nevojës, ose i prekun të dellit: as s’kishte termometër, as tërhiqte e i çonte te shtëpia, apo i shitëte në vend s’dinte se çka asht sfigmomanometri, ashtu si dhe kështu plotësonte nevojët e robëve me pare. s’do të kishte dijtë të bânte një gjylpanë Lulashi punonte pak me krah, me parmendë e endovenoze, edhe po t’u varte jeta e fëmijëve të kosë, por jo me kambë, me mend e zotësi. Me tij prej atij injektimi. Me gjith ketë përfundimet këto i delte të mbajë familjen, porsi ndër ma të e tija në diagnozë empirike s’do të kishte mujtë mirat e Pultit. t’i qesë poshtë as ma i përmenduni profesor e Djel’t ishin kah i rriteshin e Shytanit e Kolës Vienës, as mjetet ma moderne të kohës. Lulashi u lênte trashigim ma fort se pasuni toke Lulash Pjetra nuk ishte i pasun. Jetonte ma fort e gjaje, mirësi, ndershmeni, fe e dashtëni. me çka i epte zanati, sesa me çka i prodhonte toka. Lulash Pjetra diq mbasi pau djalin e parë Në Plan, ku ai kishte familjen e ku kalonte meshtar, tjetrin të martuem e të tretin gati të pak muej në vjetë, ku kishte gjanë e gjallë e burrnuem. tokën, ishte gjysë i huej. Diq i qetë, si e qete ishte qenë tanë jeta e tij. I Prendreaj me vllazni e gjak, përposë trollit Diq buzë-qeshun, përse në jetë kishte bâ të të Parëve në shpat në anë prej kishës, kishte një buzëqeshëshin sa zemra në vaj. Diq përplot me copë tokë dhe një pullaz shtëpi andej lumit të shpresë, mund me siguri, përse në tanë jetën Kirit, në Lumaj, të rrethueme prej kështejash e “ilaçi” ma i zakonshëm që kishte shpërnda ndër arrash, prej lejthiash e thanash. njerëz të provuem, ishte kenë shpresa, mund Plani në përgjithësi ka pak tokë buket, edhe siguria në një jetë, e cila fillon me dekë. atê të xjerrun me zort nga mali e brijat. Gadi Në jetë Lulash Pjetra s’lëshoi reçeta, as tana rrypinat e arave janë të pështetuna mbi mure s’njofti çka janë kërkesat shëndetësore, s’dijti të thata e mbi stomije, në teh të cilave, mandej, të përdorojë pendë as letër, daltë as rrasë varen krevët e hardhiave. Ka shtëpi në Plan me mermeri, por ma mirë se çdo tjetër mërrijti të ‘i pëllambë tokë e ‘i përçik livadh, por s’gjenë thadrojë me vepra epitafin e vorrit të vet: njeri, shtëpi a kësollë pa rrajë rrushi e pjergulla “Pa qenë doktor shkolle, u mundova të jemë stomi; mandej kështeja, kështeja, kështeja... doktor njerëzish!”. Lulashi, për në vend ku jetonte, nuk ishte i patokë. Mund për aq’ e rob, ai kishte ara të mjaftueshme sa me ia qitë bukën e vjetit familjes e ndoshta edhe sa me i teprue ndonjë babune ODA E MIQVE drithë. E drithi njëmend i tepronte, e jo një cell. 3474776511 babune e vetme, por koshiqe e barrë. E kjo jo pse ai punonte fushën në Lumaj apo zagnat në ose pranë Episcopit Prenderaj, por pse drithin e fitonte me bare e mjeki. Në Dukagjin të atëhershëm, i rralli kishte tel. e faks 0981/947234 pare të vûme. Shitej e blehej, paguhej e ndërrohej Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 113

EROGAZIONI DELLE SOMME DERIVANTI DALL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF PER L’ESERCIZIO 2006

I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE

A Esercizio del culto: 1. Nuovi complessi parrocchiali 140.000,00 2. Conservazioni o restauro edifici di culto già esistenti o altri beni culturali ecclesiastici 15.000,00 3. Arredi sacri delle nuove parrocchie 10.000,00 4. Sussidi liturgici 10.000,00 175.000,00 B Esercizio e cura delle anime: 1. Attività pastorali straordinarie 10.000,00 2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 10.000,00 3. Mezzi di comunicazione sociale e finalità pastorale 10.000,00 4. Archivi e biblioteche di enti ecclesiastici 2.500,00 5. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali di ministero pastorale 10.000,00 42.500,00 C Formazione del clero: 1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 40.000,00 2. Rette di seminaristi e sacerdoti studenti a Roma o presso altre facoltà ecclesiastiche 1.500,00 41.500,00 D Scopi Missionari: 1. Cura pastorale emigrati 10.000,00 10.000,00 E Catechesi ed educazione cristiana: 1. Oratori e patronati per ragazzi e giovani 7.000,00 7.000,00 F Contributo al servizio diocesano per la promozione del Sostegno economico alla Chiesa 1.000,00 G Altre erogazioni: 1. Alle 29 Parrocchie 75.000,00 2. Assicurazione vita sacerdoti coniugati 20.490,00 3. Assegni nucleo familiare 33.048,00 128.538,00 a) TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NEL 2007 405.538,00

Riepilogo - TOTALE DELLE SOMME DA EROGARE PER L’ANNO 2007 (riportare la somma di cui al quadro I, lett. a) del rendiconto delle assegnazioni ) 408.719,61 114LAJME/NOTIZIE Maggio - Agosto 2008

- A DEDURRE TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NELL’ANNO 2007 (fino al 31 marzo 2008) (Riportare la somma di cui al rigo a) del presente rendiconto) 405.538,00 - DIFFERENZA 3.181,61 L’importo “differenza” è così suddiviso: - INTERESSI NETTI del 30/09/07, 31/12/07 e 31/03/08 07,55 SALDO CONTO CORRENTE E/O DEPOSITO TITOLI AL 31 MARZO 2008 3.189,16

II. PER INTERVENTI CARITATIVI

A Distribuzione a persone bisognose: 1. Da parte della diocesi 32.000,00 32.000,00 B Opere caritative diocesane: 1. In favore di extracomunitari 20.000,00 20.000,00 C Opere caritative parrocchiali: 1. In favore di altri bisognosi 40.000,00 40.000,00 E. Altre erogazioni: 1. Casa accoglienza – S. Basile 90.000,00 2. Centro socio-religioso, Argentina 45.000,00 3. Formazione personale Caritas 2.000,00 137.000,00 b) TOTALE DELLE EROGAZIONI 229.000,00 Riepilogo - TOTALE DELLE SOMME DA EROGARE PER L’ANNO 2007 (riportare la somma di cui al quadro II, lett. a) del rendiconto delle assegnazioni) 271.497,22 - A DEDURRE TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NELL’ANNO 2007 (fino al 31 marzo 2008) (Riportare la somma di cui al rigo b) del presente rendiconto) 229.000,00 - DIFFERENZA 3.247,22

- Somme impegnate per iniziative pluriennali negli esercizi precedenti 39.250,00 - Totale iniziative pluriennali 39.250,00

- INTERESSI NETTI del 30/09/07, 31/12/07 e 31/03/08 05,98

SALDO CONTO CORRENTE E/O DEPOSITO TITOLI AL 31 MARZO 2008 3.253,20

L’Economo Diocesano Il Vescovo Diocesano Archim. Donato Oliverio + Ercole Lupinacci Vescovo Maggio - Agosto 2008 LAJME/NOTIZIE 115 Sommario / Permabajtje

XX ASSEMBLEA DIOCESANA ECUMENISMO XXI Assemblea Diocesana Settimana di preghiere per l'unità dei L'ecumenismo una priorità in Calabria: terra di incon- Cristiani Pag. 53 tro con i cristiani di Oriente Convegno dei delegati diocesani per S.E. Mons. Luigi Renzo Pag. 1 l'ecumenismo e il dialogo della Calabria Pag. 59 L'ecumenismo: priorità nella Chiesa Ascolto della Parola e unità dei Cristiani greco-cattolica ucraina Suor Benedetta Artioli Pag. 60 Mons. Iwan Dacko Pag. 8 L'ecumenismo: priorità nella Chiesa INCONTRO DEI GERARCHI greco-cattolica romena ORIENTALI CATTOLICI D'EUROPA S.E. Mons. Virgil Oradea Pag. 19 Incontro del Choce 2008 a Màriaòcs Pag. 63 L'ecumenismo: una priorità nella Chiesa Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI Giuseppe Cosmo Sposato Pag. 27 Pag. 65 Lettera di Sua Beatitudine Lubomyr Husar CRONACA Pag. 66 Diario di un Primo Maggio missionario Omelia a Nyiregyhàza, il 21 maggio 2008 Angela Castellano Marchiano Pag. 30 Pèter Erdò Pag. 67 Pag. 31 Il sacramento della riconciliazione. Aspetti Ricordando il preside Pierino Risoli Pag. 32 teologici e liturgici Il Pontificio Collegio Corsini degli Albanesi Prof. P. Manel Nin, OSB Pag. 70 di Calabria - Maria Franca Cucci Alcune questioni particolari connesse con Il dono di Clemente XII ai bizantini di Ca- il sacramento della penitenza nel CCEO e la labria - Eleuterio F. Fortino Pag. 34 loro rilevanza nella prassi delle Chiese Visita pastorale del Vescovo agli emigrati orientali cattoliche - Prof. P. Cyril Vasil, SJ Pag. 87 in Germania - P. Pietro Minisci Pag. 38 Aspetti spirituali e pastorali a proposito XXXII Convegno di Caritas Italiana del sacramento della penitenza Domenica Martino Pag. 40 Prof. Jànos Soltész Pag. 95 E' morto Giovanni Laviola Il peccato - l'uomo all'ombra di Adamo - Franco De Marco Pag. 45 come mancanza di salvezza Il gruppo della Pastorale Giovanile Ca- Prof. Istavàn Sesztàk Pag. 102 labra alla Giornata della Gioventù, a Sydney Elia Hagi Pag. 46 ODA E MIQVE Estate ragazzi - Menina Pavone Pag. 49 Doctori i dukagjinit Duka-Gjini PAG. 107 Agorà dei giovani del Mediterraneo Paola Certomà Pag. 50

INVITO ALLA BOLLETTINO QUADRIMESTRALE COLLABORAZIONE EPARCHIA DI LUNGRO DEGLI ITALO-ALBANESI DELL'ITALIA CONTINENTALE Sacerdoti, suore, laici, che lavorano nella Anno XX N. 2, maggio/agosto 2008 nostra Eparchia, sono invitati a spedire Amministrazione: articoli, con fotografie, e note di crona- Curia Vescovile - Corso Skanderbeg, 54 ca, dattiloscritti, da pubblicare su 87010 LUNGRO (CS) Tel. e fax 0981/947234 "Lajme" Supplemento al Bollettino Ecclesiastico nr. 14/17del 2005 Inviare gli articoli tramite fax, Reg. Tribunale di Castrovillari al n. 1-48 del 17.6.1948 in Curia 0981-947234 Stampa: Tipografia Editrice MIT, Cosenza

copertina 4 Acquaformosa. Santuario Madonna del Monte.

San Cosmo Albanese. Casa del Pellegrino