CONCERTO PROKOFIEV STRAVINSKY CONCERTO PROKOFIEV STRAVINSKY

SOTTO UNA NUOVA LUCE NON VI LASCIAMO SENZA MUSICA Il Teatro Massimo per il progetto ANFOLS Aperti, nonostante tutto

31 gennaio 2021 T 20.00 - in diretta streaming CONCERTO PROKOFIEV-STRAVINSKY In occasione dei 50 anni dalla morte di Igor Stravinsky Concerto dedicato a Piero Farulli in occasione dei 100 anni dalla nascita

Direttore Gabriele Ferro Mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya Tenore Giulio Pelligra Basso Alexandros Stavrakakis

Sergej Prokofiev (1891-1953) Sinfonia n.1 in Re maggiore op. 25 Classica 1. Allegro 2. Larghetto 3. Gavotta. Non troppo allegro 4. Finale. Molto vivace

Igor Stravinsky (1882-1971) Pulcinella

Orchestra del Teatro Massimo

Regia sonora Manfredi Clemente

Ideazione e coordinamento televisivo Gery Palazzotto Regia televisiva Antonio Di Giovanni

In diretta streaming sulla WebTv del Teatro Massimo e dell’ANFOLS e sul canale YouTube della Fondazione

2 Il programma del concerto di oggi presenta due com- posizioni di autori russi scritte negli stessi anni e che entrambe si richiamano esplicitamente alla musica del Settecento. Nell’aprile 1918 a San Pietroburgo il giovane Sergej Prokofiev presentava al pubblico la sua prima sinfonia. L’ispirazione di Prokofiev era dichiaratamente il riferi- mento ad Haydn: «Credo che se Haydn fosse vissuto fino a oggi avrebbe mantenuto la sua scrittura arricchen- dola però di alcune novità, volevo dunque comporre una Sinfonia in questo genere, una Sinfonia in stile clas- sico.» A differenza di quello che invece farà Stravinsky per Pulcinella, Prokofiev non usa temi tratti da Haydn, ma mette a frutto lo stile classico assorbito durante gli studi in conservatorio, componendo in un linguaggio che è al tempo stesso quello di Haydn ma anche quel- lo della propria epoca. Si tratta di una sinfonia serena, senza ombre, nella tonalità di Re maggiore, d’altronde quella spesso utilizzata nel Settecento per le composi- zioni che impiegavano trombe e corni (entrambi pre- senti nell’organico di Prokofiev): talmente giocosa che anche il secondo movimento, un Larghetto, assume le forme danzanti di un minuetto, senza i languidi turba- menti notturni degli adagi mozartiani. La Sinfonia era stata composta, come ricorda lo stesso Prokofiev, du- rante l’estate 1917 «nella più completa solitudine nelle vicinanze di Pietroburgo»: «Leggevo Kant e lavoravo molto. Il pianoforte lo lasciai di proposito in città… Avevo l’intenzione di comporre un’opera sinfonica senza l’aiuto del pianoforte. In un’opera cosiffatta i timbri orchestrali avrebbero dovuto essere più puri. Ecco come nacque l’idea della Sinfonia nello stile di Haydn… Quando cominciò a prendere forma concreta la battezzai col nome di Sinfonia Classica». Una frase che evoca la famosa risposta di Nikolaj Rimskij Kor-

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sakov al suo allievo Stravinsky (“ci sono compositori che scrivono al pianoforte e altri che non lo fanno; voi fate parte dei primi”) e che rimanda ancora una volta al complesso rapporto di Prokofiev con Stravinsky, al tempo stesso ammirato e visto come un rivale, per cui le scelte del giovane Prokofiev, fin da questi primi anni in cui entrambi collaboravano con i Ballets Russes di Diaghilev, lasciano sempre il dubbio che, tra le tante motivazioni di Prokofiev, ci fosse anche quella di diffe- renziarsi dal più anziano e disinvolto Stravinsky. La Sinfonia classica osserva le forme e dimensioni del- le sinfonie haydniane: il primo movimento, Allegro, si apre con un veloce gesto ascendente. Staccato e con brio: sono le caratteristiche che Prokofiev mantiene in ogni movimento di questa composizione dalla grande omogeneità. Al primo movimento in forma sonata, con un secondo tema basato sul dialogo tra gli strumenti, segue un Larghetto dove emerge il canto dei violini e del flauto. È l’unico movimento in ritmo ternario e che si distacca dalla tonalità di Re maggiore, per passare in La maggiore. Trombe, corni e timpani intervengono con estrema parsimonia. Una danza è anche il terzo movimento, Gavotta, dove nuovamente il tema è carat- terizzato da salti (questa volta di ottava) e suoni spiccati. Infine il rondò finale, Molto vivace, è un moto perpetuo dove ancora una volta i due strumenti più acuti dei le- gni (flauto) e degli archi (violino) si confrontano.

Con Pulcinella, creato a Parigi per i Ballets russes di Dia- ghilev, Stravinsky si avvia, nel 1920, su una nuova stra- da: «Pulcinella fu la mia scoperta del passato, l’epifania attraverso la quale tutto il mio lavoro ulteriore divenne possibile. Fu uno sguardo all’indietro – la prima di mol- te avventure amorose in quella direzione – ma fu anche uno sguardo allo specchio». Inizia così il secondo pe-

4 riodo di Stravinsky, quello neoclassico, con un omaggio all’opera napoletana del primo Settecento, identificata da Stravinsky (o meglio, da Diaghilev, che aveva dato al compositore la raccolta di musiche sulle quali basarsi) in Giovan Battista Pergolesi. In realtà molte delle pagi- ne attribuite a Pergolesi in Pulcinella sono in realtà di altri compositori di area napoletana dell’epoca, in parti- colare di Domenico Gallo, compositore nato a Venezia e appartenente alla generazione successiva a quella di Pergolesi. Il fatto che Pulcinella si presenti invece come un lavoro omogeneo è la dimostrazione di quanto sem- pre rivendicato da Stravinsky: che cioè, lungi dal fare la silloge di musiche per un balletto che Diaghilev gli aveva richiesto, avesse creato una composizione auto- noma, indipendente, stravinskiana: «Il mio lavoro sulla musica di Pergolesi – aveva risposto all’impresario – è organico: sto riscrivendo ogni pezzo e facendone un tutto grazie al timbro e alla modulazione (tonalità)». Pul- cinella infatti oggi vive soprattutto nelle sale da concer- to – anche nelle versioni puramente strumentali, come le due Suites italiennes – e quasi mai viene presentata in forma di balletto. I tre cantanti e l’orchestra, anch’essa in una formazione ridotta che rimanda agli usi del Sette- cento come nel caso della Sinfonia Classica, riprendo- no le pagine di Pergolesi e dei suoi contemporanei, in un percorso quindi che è all’opposto rispetto a quello di Prokofiev: ma i colori sono innegabilmente, incon- fondibilmente stravinskiani. Probabilmente non è del tutto per caso che Diaghilev e Stravinsky avessero scelto proprio Pergolesi che a Pa- rigi, alla metà del Settecento, era stato il protagonista (postumo, essendo morto prematuramente una quin- dicina d’anni prima) della Querelle des bouffons con la sua Serva padrona, punto di partenza di un dibattito filosofico che contrapponeva i sostenitori della musica

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italiana, più naturale ed espressiva, a quelli della più “intellettuale” musica francese (che però risaliva a sua volta a un italiano, Lully); in fondo, anche Stravinsky e Diaghilev, nel 1913, con Le sacre du printemps – che dura più o meno quanto l’intermezzo di Pergolesi – ave- vano di nuovo scosso dalle fondamenta il mondo mu- sicale parigino. Tra le pagine scelte per Pulcinella sono presenti arie, in italiano e in napoletano, provenienti da Adriano in Siria, Il Flaminio e Lo frate ‘nnamorato, ma non dalla troppo nota Serva padrona né dallo Stabat Mater, com- posizioni che Stravinsky conosceva ma non apprezzava, tanto che ricorda che della Serva padrona aveva visto da poco un’esecuzione a Barcellona, e Diaghilev sa- peva “che non ne ero rimasto per nulla eccitato”. Il se- greto probabilmente della scintilla di Pulcinella è tutto lì: nel fascino delle pagine che da un secolo e mezzo giacevano inascoltate e nell’eccitazione di riportare in vita del materiale «morto»: «Le guardai e me ne innamorai». Se a cinquant’anni dalla morte Igor Stravinsky continua ad essere non solo uno dei compositori del Novecen- to più amati dal pubblico, ma anche di quelli che han- no esercitato più influenza sugli altri compositori (The Stravinsky Legacy, “l’eredità di Stravinsky”, è un corpo- so studio di Jonathan Cross dedicato all’argomento), il merito è proprio nella sua capacità, sempre fresca, mantenuta fino alla fine, di guardare intorno a sé e di innamorarsi, e di permetterci di accompagnarlo nelle sue avventure amorose.

Angela Fodale

6 Voglio dedicare questo concerto a Piero Farulli, grande in- terprete, anima, con la sua viola, del leggendario Quartetto Italiano conosciuto in tutto il mondo. Fondatore della Scuola di Musica di Fiesole, che negli anni è divenuta un modello formativo europeo privilegiando il far musica insieme come via regia nella formazione musicale e sociale. Sento per il suo generoso, instancabile impegno per portare la musica a tutti un profondo debito di riconoscenza. Gabriele Ferro

IL PROGETTO Il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Piero Farulli, presieduto da Gianni Letta, riunisce alcune fra le più illustri istituzioni musicali del nostro Paese (Accademia Musicale Chigiana, Accade- mia Nazionale di Santa Cecilia, Associazione Amici della Musica di Firenze, Associazione le Dimore del Quartetto, Conservatorio Luigi Cherubini, Fondazione Orchestra Regionale Toscana, Fondazione Scuola di Musica di Fie- sole, Società del Quartetto di Milano, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e Associazione Piero Farulli ONLUS) oltre che istituzioni ed enti d’eccellenza del territorio to- scano (Comune di Fiesole, Fondazione CR Firenze, LENS Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non Lineare, Scuo- la Normale Superiore). Il progetto “Farulli 100” nasce con l’aiuto di alcuni fra gli innumerevoli ed illustri allievi di Pie- ro Farulli per ricordare - in occasione dei cento anni dalla nascita - il dirompente messaggio culturale di un uomo che per anni ha operato gratuitamente all’interno delle istituzioni, convinto della capacità della grande musica di ispirare l’umanità, contribuendo a creare una società più solidale e armonica, lottando tutta la vita perché venisse insegnata e praticata attivamente nella Scuola fin dalla più tenera infanzia. www.farulli100.com

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Gabriele Ferro Si è diplomato in pianoforte e composizione presso il Conservatorio di Santa Cecilia. Nel 1970 ha vinto il con- corso RAI per giovani direttori d’orchestra. Ha diretto le orchestre RAI, di Santa Cecilia, della Scala di Milano, i Wiener Symphoniker, l’Orchestre de la Suisse Roman- de, l’Orchestre de Radio France, la BBC Symphony Or- chestra, la Gewandhaus di Lipsia, l’Orchestre National de France. È stato direttore stabile dell’Orchestra Sinfo- nica Siciliana, direttore principale dell’Orchestra Rai di Roma, Generalmusikdirektor dello Stuttgart Staatsthea- ter, direttore musicale del San Carlo di Napoli e diretto- re principale (2001-2006) e dal 2014 al 2019 direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo, del quale ora è direttore onorario a vita. Ha diretto in prima mondiale opere di Berio, Clementi, Maderna, Stockhausen, Ligeti, Nono. Ha collaborato con i più importanti teatri e festi- val (Fenice di Venezia, Scala di Milano, Opera di Roma, Comunale di Firenze, Bastille e Châtelet di Parigi, Mu- ziektheater di Amsterdam, Grand Théâtre di Ginevra, Bayerische Staatsoper, Chicago Opera, San Francisco Opera, Los Angeles Opera, Opera di Tel Aviv, Deutsche Oper di Berlino, Teatro Real di Madrid, Covent Garden ROH di Londra, Wiener Festwochen, Rossini Opera Fe- stival, Maggio Musicale Fiorentino e Biennale di Vene- zia). Per Elektra a Napoli ha ricevuto il premio Abbiati. È docente di Direzione alla Scuola di Musica di Fiesole e accademico di Santa Cecilia. Nel 2019 ha diretto Turan- dot per l’inaugurazione di stagione e Das Paradies und die Peri al Teatro Massimo e Madama Butterfly al Teatro San Carlo di Napoli.

8 Vasilisa Berzhanskaya È stata membro dal 2015 al 2017 del Youth Opera Pro- gram presso il Bol’šoj di Mosca e dal 2017 al 2019 è stata solista presso la Deutsche Oper Berlin. Nel 2016 ha partecipato all’Accademia Rossini Opera a Pesaro, sotto la direzione di Alberto Zedda: al ha cantato ne (Marche- sa Melibea). Sempre nel 2016 ha debuttato al Bol’šoj in Così fan tutte di Mozart e in Giovanna d’Arco di Rossini. Nel 2017 ha fatto parte del ’s Young Ar- tists Program. Tra gli impegni della stagione 2017-2018, al Teatro di Basilea, Il barbiere di Siviglia alla Deutsche Oper di Berlino e a San Pietroburgo, Siebel in Faust e Marchesa Melibea ne Il viaggio a Reims presso la Deutsche Oper di Berlino. Nella stagione 2018-2019 alla Deutsche Oper Berlin ha debuttato come Fenena in Nabucco e come Olga in Evgenij Onegin, alla Nationale Opera di Amsterdam in Juditha triumphans di Vivaldi e a Basilea e al Concertgebouw di Amsterdam ne L’Olimpia- de di Vivaldi. Ha cantato inoltre La Cenerentola e I Capu- leti e i Montecchi al Teatro dell’Opera di Roma, Diana in Orphée aux enfers al Festival di Salisbergo, L’italiana in Al- geri al Teatro Filarmonico di Verona ed è tornata al Teatro di Basilea e alla Deutsche Oper di Berlino come Rosina. Tra i suoi futuri impegni, Il barbiere di Siviglia a Berlino e Monaco di Baviera, Così fan tutte e La clemenza di Tito all’Opera di Firenze, entrambe dirette da Mehta, Moïse et Pharaon al Rossini Opera Festival e a Aix en Provence, Maometto II al San Carlo di Napoli, La Cenerentola alla Wiener Staatsoper di Vienna, Nabucco al Covent Garden di Londra. Ha lavorato con direttori quali Giampaolo Bi- santi, Vladimir Fedoseyev, Daniele Gatti, , Dmitri Jurowski, Vladimir Jurowski, Andrea Marcon, Enri- que Mazzola, Stefano Montanari, Donald Runnicles, Gia- como Sagripanti, Alexander Vedernikov e molti altri.

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Giulio Pelligra È uno dei più apprezzati tenori emergenti, che ha già avuto modo di calcare i palcoscenici di alcuni fra i più im- portanti teatri italiani e internazionali, collaborando con direttori d’orchestra come R. Abbado, Abel, Fisch, Oren, Palumbo, Ranzani, Renzetti, Frizza e Gatti. Fra i suoi successi si segnalano Maometto II, Linda di Cha- mounix, La bohème al Grand Théâtre di Ginevra e al Mag- gio Musicale Fiorentino; Don Pasquale al Teatro di Basi- lea; Nabucco al Teatro Massimo di Palermo, Theater Sankt Gallen e all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi; Fra Diavolo al Teatro Massimo di Palermo; L’elisir d’amore al Lande- stheater di Bregenz, Maggio Musicale Fiorentino, Thea- ter Sankt Gallen, Teatro Municipale di Piacenza e Teatro Municipale di Bolzano; Roméo et Juliette al Teatro Verdi di Pisa e al Teatro Alighieri di Ravenna; I puritani al Teatro Bellini di Catania; Anna Bolena al Teatro Regio di Parma, Teatro Bellini di Catania, Opera di Roma e a Karlsruhe; Je- rusalem (Gaston) al Theater Freiburg; La traviata all’Opera di Roma, Carlo Felice di Genova, Verdi di Trieste (anche in tour in Giappone) e al Regio di Torino; Les vêpres sici- liennes con Daniele Gatti all’Opera di Roma; Guglielmo Tell a Como, Cremona, Brescia, Pavia, Bergamo e Pisa; La sonnambula a Las Palmas e al Teatro Filarmonico di Vero- na; Rigoletto a Sassari; Die Zauberflöte all’Opera di Roma; Don Giovanni al Teatro Massimo di Palermo, all’Alighieri di Ravenna e al Teatro Municipale Verdi di Salerno; Ido- meneo al Teatro Massimo di Palermo; Maria Stuarda alla Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf, al Teatro Carlo Felice e al Prinzregententheater di Monaco; I Capuleti e i Montecchi (Tebaldo) con Daniele Gatti all’Opera di Roma. Tra i prossimi impegni Rigoletto al Teatro La Fenice di Ve- nezia e al San Carlo di Napoli, Nabucco all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi; Requiem di Verdi con l’Orchestra Verdi di Milano e in tournée a Barcellona e Amsterdam e Lucia di Lammermoor a Rennes e Nantes.

10 Alexandros Stavrakakis Il basso greco è il vincitore del primo premio del Con- corso Internazionale Čajkovskij 2019 ed è attualmente membro della Semperoper di Dresda, dove i suoi ruoli includono Colline, Commendatore, Marchese d’Obi- gny (La traviata), Sacerdote di Baal (Nabucco), Antonio (Le nozze di Figaro) e Don Basilio. Tra i ruoli futuri: Spa- rafucile, Timur, Fafner, Oroveso, Vodnik (Rusalka). Come solista ha eseguito la Messa da Requiem di Verdi alla Deutsche Oper di Berlino ed è apparso in produ- zioni operistiche della Greek National Opera e della Megaron Athens Concert Hall e in numerose trasmis- sioni radiofoniche e recital ad Atene, Salonicco, Ioan- nina, Syros (Apollo Theater), Corfù, Cefalonia, Delfi, Dresda, Berlino, Baden-Baden, Kaiserslautern, Landau, Bad Elster, Istanbul, collaborando con orchestre come l’Orchestra Sinfonica Greca ERT, l’Orchestra di Stato di Salonicco, la Deutsche Philarmonie Orchester SWR, la Staatskapelle di Dresda, con direttori tra cui Christian Thielemann, Ivan Repušić, Omer Meir Wellber, John Fiore, Andres Orozco-Estrada, Nikolaj Znaider, Jona- than Darlington e Mark Wigglesworth. In recital i suoi programmi spaziano da Schubert, Brahms e Schumann a Musorgsky, Rachmaninov e Čajkovskij. Ha iniziato lo studio del pianoforte con la madre. All’età di otto anni è entrato nel coro di voci bianche della ra- dio greca e due anni nel “Manolis Kalomiris Children Choir” del Conservatorio Nazionale, che gli ha permes- so di partecipare a numerose produzioni operistiche della Greek National Opera. Nel 2014 si laurea con lode e premio speciale e nello stesso anno vince la bor- sa di studio “Maria Callas”. Ha inoltre vinto il III Concor- so Internazionale Wagner a Lipsia ed è vincitore del se- condo premio e del premio del pubblico al prestigioso “Hans Gabor Belvedere Competition” (Riga, 2018).

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AREA ARTISTICA

Direttore artistico Marco Betta Direttore musicale Omer Meir Wellber Direttore onorario a vita Gabriele Ferro Maestro del Coro Ciro Visco Direttore del Corpo di ballo Davide Bombana Responsabile della programmazione opere, concerti e casting Alessandro Di Gloria Segretario artistico Fedora Sorrentino Direttore musicale di palcoscenico Danilo Lombardini Maestri collaboratori di sala e di palcoscenico Giuseppe Cinà, Giacomo Gati, Giorgio Mirandola, Steven Rizzo Maestro ai sopratitoli e responsabile archivio musicale Simone Piraino Direzione di produzione Direttore di produzione Paola Lazzari Assistente di produzione per il coordinamento operativo Vincenzo Vitale Responsabile tournée, coproduzioni, progetti speciali e assistente alle attività di produzione Chiara Zarcone Direttore di scena Ludovico Rajata

ORCHESTRA Violini primi Salvatore Greco*, Giacomo Mazzola, Patrizia Richichi, James Hutchings, Alessandro Bavetta, Rossana Rocca, Daniele Cappello, Laura Minella, Vincenzo Cecere, Francesco Palmisano Violini secondi Jeroen van der Wel**, Francesca Viscito, Alessandro Purpura, Maurizio Giordano, Luca Gira, Lorenzo Marcuccio, Alessandro Zambito, Ornella Mineo Viole Rosario D’Amato**, Matteo Giacosa, Francesco Biondo, Anna Schillaci, Rosalia Ballo, Andrea Bertucci, Francesco Chinnici, Salvatore D’Amato Violoncelli Aimon Mata**, Vincenzo Giuliani, Massimo Frangipane, Gabriele Battaglia, Alberto Baldo, Giuseppe D’Amato Contrabbassi Daniele Pisanelli**, Fausto Patassi, Giuseppe Blanco, Lamberto Nigro Flauti Rosolino Bisconti**, Cinzia Zucchi Oboi Cristina Monticoli**, Gerardo Bellarosa Clarinetti Alessio Vicario**, Vincenzo Davì Fagotti Giuseppe Davì**, Sandra Contin Corni Gianpiero Riccio**, Gianfranco Cappello Trombe Filippo D’Asta**, Davide Pezzino Trombone Michele De Luca** Timpani Fausto Alimeni**

* spalla ** prime parti

Coordinatore musicale e organizzativo dell’Orchestra Domenico Pirrone

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