L’IDEA DEL CAMMINO In diversi borghi del nostro appennino, i più anziani, narrano che nel mese di agosto di ogni anno era usanza recarsi in pellegrinaggio al Santuario di San Pellegrino inAlpe (Lucca), dove di sono contenute le spoglie dei Santi Pellegrino e Bianco (VII sec. Polisportiva Vezzano sul Cammino D.C.), che in questo luogo avevano posto dimora dopo lungo Montalto Crostolo San Pellegrino peregrinare. A partire dal dopoguerra, questa antica usanza è andata progressivamente scomparendo ed oggi la ritroviamo IL CAMMINO DI SAN PELLEGRINO saltuariamente presente solo nei paesi prossimali e più devoti. L’idea di recuperare l’antica tradizione, nasce a Montalto nel Sul Sentiero dei Pellegrini Comune di da Giuseppe Sassi, il quale, di da a San Pellegrino in Alpe ritorno dal Cammino di Santiago, espone il progetto ad un gruppo di amici della locale Polisportiva, con i quali condivide la stessa passione. La Polisportiva Dilettantistica Montalto, accoglie con Sospinto da un primordiale bisogno di conoscere e entusiasmo l’idea ed inizia a raccogliere informazioni dai più dare risposte ai grandi interrogativi della vita, il anziani, si studiano carte e si provano itinerari. Alla fine viene individuato un percorso che partendo dalla Chiesa di San Pellegrino, si libera, uno dopo l'altro, come nel lento Pellegrino di Reggio Emilia, raggiunge, in 5 tappe, dopo circa 120 susseguirsi dei suoi passi, dei pensieri che l'affliggono e, km, San Pellegrino in Alpe. nello spirito del libero vagabondare della mente, ritrova Dal 2010, la Polisportiva organizza, nel periodo estivo, mettendo se stesso e coglie l'essenza più vera del creato a disposizione propri accompagnatori ed il necessario supporto logistico, il pellegrinaggio rievocativo.

LA CREDENZIALE E IL PEREGRINUS Analogamente ad altri e più famosi Cammini, il Pellegrino può richiedere la C.S.P. Credenziale o Carta del Pellegrino. Essa Da Reggio Emilia a San Pellegrino in Alpe è un cartoncino ripiegato su cui apporre quotidianamente i timbri che attestano l’effettivo compimento del pellegrinaggio. Vera compagna di viaggio, perché ogni timbro è il ricordo di un momento particolare, di una visita ad una chiesa, di una pausa in un bar, del pernottamento nei posti tappa, ecc. Il Peregrinus rappresenta invece GR RE IN E U S l’attestato che viene rilasciato al I PA P O D RTE AT CIP ST AZ TE IO T N A E pellegrino che raggiunge la meta. In al Cammino di San Pellegrino - San Pell ilia egri Em no occasione del Cammino organizzato io in gg A e lp dalla Polisportiva Montalto, si svolge una R e piccola cerimonia di consegna degli attestati nel suggestivo locale adibito all’accoglienza dei pellegrini, presente In cammino verso il Santuario di San Pellegrino all’interno del complesso architettonico in Alpe attraverso antiche vie di pellegrinaggio, del Santuario. alla scoperta di un territorio affascinante, dove, in un ambiente naturale di rara bellezza, pievi, IL PERCORSO ospitali, castelli e borghi raccontano una storia millenaria L’itinerario è suddiviso in 5 tappe, con una percorrenza media di circa 20-25 km al giorno. Interessa i Comuni di Reggio Emilia, , Vezzano sul Crostolo, Viano, , Carpineti, Con il Patrocinio Toano, Villaminozzo, Frassinoro e Castiglione di Garfagnana. La lunghezza complessiva è di circa 120 km ed il relativo dislivello in salita è pari a circa 4000 m. Non presenta difficoltà tecniche di rilievo ed è stato studiato in modo da poter essere percorso quasi integralmente anche in MTB (ciclabilità95% ). Per buona parte si sviluppa sulla rete dei sentieri CAI ed in particolare sul sentiero Spallanzani, sul sentiero Matilde e la via Bibulca. Il segnalamento, in corso di completamento, è realizzato con le tipiche frecce Diocesi di Reggio Emilia verniciate di colore giallo e relativo logo. L’intero itinerario è stato Provincia di e - Ufficio per i G.A.L. Antico Frignano Reggio Emilia Beni Culturali Ecclesiastici e Appennino Reggiano rilevato con ricevitore GPS ed è disponibile la relativa traccia. e Nuova Edilizia 1° tratto: dalla Chiesa di San Pellegrino in Attraversato l'antico borgo di Scarzola, in bella posizione Reggio Emilia a Montalto panoramica, con ampi scorci sulla valle del Rio Cesolla e su M.te Il Cammino di San Pellegrino Duro, alle cui pendici si trovano le sue sorgenti, si risale la (CSP) inizia dalla Chiesa carrozzabile che porta alle frazioni di Vronco, Vindé e al borgo di Parrocchiale di San Pellegrino Cavazzone. Il nucleo rurale, di origine seicentesca ed in buono a Reggio Emilia. Di antica stato di conservazione, è tra i più importanti di tutta la collina origine, fondata come oratorio emiliana. Un bellissimo porticato selciato, snodantesi nel 857, assume le sembianze trasversalmente all'interno della schiera edilizia, caratterizza in attuali alla fine del settecento. modo unico il caseggiato. Poco dopo, si guada il Rio Cesolla e con L'instancabile opera di una breve, ma impegnativa risalita, si raggiunge lo spartiacque accoglienza e assistenza ai tra le valli del Crostolo e del Tresinaro, in corrispondenza del poveri e bisognosi, giunti Chiesa di San Pellegrino borgo di San Giovanni di Querciola in Comune di Viano. Qua spesso da lontana via in cerca di miglior fortuna, praticata transita il Sentiero Spallanzani, che ci condurrà, senza mai dall'attuale parroco e dai suoi predecessori, invita a riflettere sugli abbandonarlo, al termine della tappa. insegnamenti del Santo che, “tanta parte della sua vita spese a Oltrepassato l'antico porticato del sollievo dei viandanti sperduti e nell'esercizio di tutte le opere di borgo di Prediera, abbandoniamo misericordia”, come recita un passo della preghiera che precede definitivamente la valle del Crostolo e la benedizione e la partenza dei pellegrini. proseguiamo, in comoda discesa, per Oltrepassato il torrente Crostolo, sul ponte detto di San Pellegrino, Cà de Pazzi, Surriva e il Lago Mulino fatto costruire dal duca Ercole III sul finire del settecento, si del Tasso, dove si pratica la pesca imbocca il percorso ciclo pedonale che, in adiacenza al torrente, sportiva. Il sentiero continua lungo il lo risale fino a Vezzano sul Crostolo, dapprima su fondo asfaltato e fianco orientale del M.te delle Ripe e, successivamente su carraie, tratturi e sentieri a fondo naturale. tra saliscendi, raggiunge Cà Mattioli e Poco prima di raggiungere Vezzano, a pochi passi dalla SS n. 63 Giandeto, dove si apre un bell'alto- del valico del Cerretto, importante arteria di comunicazione di piano in cui trovano collocazione la antica origine, si trovano segni evidenti della tradizione pellegrina Chiesa Parrocchiale della Conver- di dedizione al Santo nel piccolo e grazioso oratorio di San sione di San Paolo e l'antico Chiesa di Giandeto Pellegrino. Oltrepassato Vezzano, si raggiunge l’ecoparco della borgo di Croveglia. Proseguendo, si raggiunge il fondovalle Pinetina, dove si svolgono numerose attività dedicate alla Tresinaro in corrispondenza del borgo di Cerpiano, in cui è diffusione delle pratiche di sostenibilità e alla conoscenza e presente un bell'esempio di casa a torre con annessa colombaia. conservazione della biodiversità. Sui versanti calanchivi più Risalendo il versante opposto della valle, con breve e meritevole meridionali vive una comunità di Mufloni che, con un pò di fortuna divagazione dall'itinerario principale, è possibile visitare, sulla e pazienza, è possibile osservare. Giunti in località Casoletta, si sommità del M.te Uccellara, le rovine dell'antico Castello di prosegue sul vecchio tracciato della SS63. Oltrepassata la Mandra, già possedimento matildico (1057) e l'antistante Oratorio statale, si continua a risalire il torrente Crostolo sul versante di Santa Liberata, ancora oggi, nelle domeniche di maggio, meta orografico destro per poi proseguire, alla confluenza, sul Rio di frequenti pellegrinaggi. Superati i borghi di Pianzano e Case Cesolla. Superato il rio su un ponte poco più a monte e Spadaccini, raggiungiamo, con ulteriore ultimo sforzo, oltrepassato il cimitero, si inizia a salire su pendii che in breve l'incantevole luogo in cui sorge la Pieve di San Vitale. conducono nel borgo di Casa Caprari e a Montalto, luogo di arrivo Nella restaurata canonica sette- della tappa. centesca, una struttura ricettiva con ostello e ristoro, accoglie i 2° tratto: da Montalto alla Pieve di San Vitale pellegrini. L'insediamento è fatto risalire al periodo Bizantino, Con la demolizione della vecchia chiesa, del borgo di Montalto è come testimonia la dedica a S. rimasta l’antica torre campanaria ed i pochi resti dell’antico Vitale, venerato nell'impero castello matildico. Il toponimo è, dai più, percepito come il luogo romano d'oriente. Dell'antica che raggruppa le frazioni di Casaratta, Vronco, Vindé e Scarzola. Pieve rimane visibile soltanto il L'antica Chiesa, demolita negli nartece ed un breve tratto del anni '50 a causa delle gravi lesioni San Vitale muro perimetrale, rivolto a sud. sopraggiunte nel periodo post- bellico, è stata ricostruita in località 3° tratto: dalla Pieve di San Vitale a Toano Casaratta. Il bel quadro, raffigu- rante i Santi Pellegrino e Bianco, Dalla Pieve di San Vitale, il contenuto al suo interno, fu sentiero dell'illustre scien- realizzato sul finire del '800 su ziato scandianese, proce- disposizioni del Parroco Don de senza indugio in Nizzoli Virgilio per consentire, a direzione del Castello di chi non era in grado di affrontare Carpineti, che appare l'impegnativo pellegrinaggio Quadro SS Pellegrino e Bianco all’improvviso poco prima all’Alpe, di assolvere comunque al rito della visita e venerazione di giungere al parcheggio Castello di Carpineti del Santo. D‘interesse anche la visita alla bella raccolta degli da cui vi si accede. oggetti d’epoca e alle opere artistiche del prof. Renato Valcavi. In questo tratto aereo, la zona presenta numerose e spettacolari forme di erosione, profonde cavità naturali, curiosi mammelloni 4° tratto: da Toano a Gazzano tondeggianti, gradonate, nicchie e guglie arrotondate e lo sguardo spazia dalla sottostante val Secchia fino alle cime di crinale più Lasciando la Pieve di Toano, collocata lontane, tra cui svettano gli inconfondibili profili del M.te Cimone e proprio sulla linea di spartiacque, del M.te Cusna. Abbandoniamo il sentiero Spallanzani e con esso abbandoniamo definitivamente la anche la val Tresinaro per proseguire il nostro cammino sul Valle del Secchia e scendiamo lungo il sentiero Matilde. Usciti dal bosco, dopo i borghi di San Pietro e versante sinistro della valle del Dolo, Savognatica, si gode di ampio panorama ed i torrioni e le possenti verso l’oratorio di Prevedelli. Di origine mura del Castello di Carpineti, che ben documentano la presenza seicentesca, isolato e con all’interno Matildica in questi luoghi, ci appaiono in tutta la loro magnificenza. una cella per eremiti, l’oratorio e il Oltrepassato il borgo di Coliolla, piccolo gioiello di architettura luogo invitano alla meditazione e al rurale, in bella posizione panoramica, il sentiero scende in modo misticismo. Raggiunto l’alveo del deciso fino a raggiungere il ponte sul Fiume Secchia, da cui si torrente Dolo, vale la pena far visita inizia la risalita dell’opposto versante vallivo verso la frazione alle antiche Fonti di Quara, già note in Oratorio di Prevedelli Cavola di Toano. Siamo nella terra natale dei F.lli Ceccati, epoca romana. architetti e maestri intagliatori lignei, le cui Non lontano, sulle Balze del Rio Malpasso, è presente un opere impreziosiscono numerose chiese, itinerario ferrato che le sovra-passa attraverso avventurosi ponti fra cui l’altare della Madonna della Neve Ponte sospeso sul Rio Malpasso sospesi con funi di acciaio che nell’omonimo oratorio e il ciborio della ricordano quelli tibetani di parrocchiale a Cavola. Da qui si raggiun- Indian Jones. Il Cammino di ge dapprima Stiano, dove, nella bella San Pellegrino, in questo casa a torre, i Ceccati avevano posto tratto, non richiede l’ardire del dimora e bottega e poi Corneto. Il bel famoso archeologo cinemato- campanile della Chiesa di San Martino grafico, in quanto passa a lato che si ammira è opera di Antonio Ceccati. delle Balze e della via ferrata, Nei sottostanti locali si trova il centro studi tuttavia occorre prestare “I Ceccati” e l’omonimo museo . Poco più Madonna della Neve attenzione soprattutto in pre- a monte si attraversa il borgo dall’aspetto senza di fondo bagnato. Sovrastando l’impressionante gola medioevale di Manno, impreziosito dalla bella Parrocchiale e intagliata nella montagna dall'azione erosiva delle impetuose dalla corte dei Baroni e dei Ghirardini. Si arriva infine alla acque del torrente, raggiungiamo il borgo di Cadignano, nonché Pieve di Santa Maria di Castello a l'omonimo e caratteristico ponte a “schiena d'asino” sul Dolo. Toano, una delle più antiche della Oltrepassato il ponte e percorso un breve tratto sul versante diocesi reggiana. Un'antica mensa modenese, un divertente guado ci riporta sulla sponda reggiana d'altare in arenaria monolitica, ora per poi risalire, sempre verso monte, fino all'abitato di Morsiano. sistemata nel presbiterio, reca incisa Ponte di Cadignano la data 1109, probabile anno di consacrazione della Pieve. La sua prima fondazione è molto più antica e verosimilmente risale all'Alto Medio Evo. Il primo riferimento certo si trova Campanile di Corneto in un diploma dell'imperatore Ottone II datato ottobre 980. Di stile romanico, l’edificio che oggi ammiriamo risale agli ultimi venti anni del secolo XII. Originariamente era inserita all’interno della cinta muraria del complesso difensivo distrutto nell’evento bellico Utilizzando il ponte della carrozzabile che conduce a Panigale, del 1269 durante le lotte tra Guelfi e Ghibellini e di cui oggi sono recentemente ricostruito dopo una rovinosa piena del Dolo, si visibili solo pochi resti rinvenibili alla base della torre campanaria. guadagna il versante modenese nei pressi del mulino di Morsiano per poi raggiungere il borgo di Panigale e, poco più a monte, la via del Tracciolino. Inizia ora un tratto praticamente pianeggiante molto suggestivo. La strada, realizzata per la costruzione delle opere idrauliche connesse all'invaso di Gazzano, è intagliata nelle pareti strapiombanti delle gole scavate dal torrente e supera profonde depressioni prodotte da due affluenti del Dolo con aerei e inusuali ponti. Giunti al Lago di Gazzano, formato a seguito dello sbarramento artificiale del torrente, utilizzando il camminamento presente sulla diga, in breve si raggiunge il paese di Gazzano. Prima di ripartire per la tappa successiva, è d’obbligo visitare l’esposizione permanete del presepista di fama internazionale Interno della Pieve di Toano Antonio Pigozzi che qui vive e lavora. 5° tratto: da Gazzano a San Pellegrino in Alpe Da Gazzano, attraverso il ponte della strada provinciale, situato a monte, si oltrepassa nuovamente il Dolo per giungere a Fontanaluccia in Comune di Frassinoro (MO). Proseguendo, per un breve tratto, sulla strada provinciale, si imbocca a destra la vecchia carrozzabileche conduceva a Madonna di Pietravolta . Sulla via sono visibili le stazioni della Via Crucis che si svolge nel periodo pasquale. Si racconta che il Santuario della Madonna di Pietravolta, dedicato a Santa Maria Beata Vergine della Neve, sia nato a seguito della venerazione di una immagine della Beata Partenza Vergine della "pierre qui vire", posta sul luogo da un gruppo di Reggio monaci francesi che facevano ritorno all’abazzia di Cluny, i quali, Emilia colti da una terribile tormenta di neve, si salvarono dopo aver invocato la Madonna venerata nella loro abbazia. Santuario Madonna di Pietravolta

Montalto

San Vitale

Km

Toano Profilo altimetrico

Il Santuario si trova sul ciglio dell’antica strada "Imperiale" o "Bibulca", ricordata più volte da diplomi imperiali del 900 e del Gazzano 1000 e naturale via di collegamento sui possedimenti matildici, tra la Lucchesia e il Reggiano. Proseguiamo dunque sull’antica via, così chiamata perché consentiva il transito di due buoi appaiati, Arrivo fino a giungere, mantenendo la linea di spartiacque tra le alte valli del Dolo e del Dragone, al passo di Roncadello. Si entra ora nel Parco del Frignano. Superato il Colle del Morto, così chiamato per San Pellegrino

il ritrovamento del corpo di un soldato napoleonico ucciso dalla in Alpe popolazione locale, si raggiungono i Prati Fiorentini e i Prati di San s.l.m. m Geminiano, dove il rinvenimento di una punta di freccia di selce risalente all'età neolitica documenta una frequentazione Informazioni antichissima di quest'area pianeggiante. Qui sorgeva, all’interno della Selva Romanesca, un ospitale per il ricovero e l’assistenza Polisportiva Montalto c/o: ai viandanti che transitavano lungo la Via Bibulca. A fianco del Giuseppe Sassi @mail “[email protected]”, cell. 340 5897892 vicino e più volte restaurato oratorio, troviamo invece Paolo Zanichelli @mail “[email protected]”, cell. 348 4438304 la leggendaria fontana Simone Sassi @mail “[email protected]”, cell. 333 3601573 di San Geminiano, la cui sorgente, dalle Con il Contributo acque miracolose, secondo la tradizione, seguì il Santo al Santuario di Cognento, dove oggi si trova. Poco oltre raggiungiamo il Passo delle Radici e San Pellegrino in Alpe, meta del cammino. Oratorio ai Prati di San Geminiano Al Santuario si accede da un voltone, sotto il quale transitava Realizzazione grafica, testi e adattamenti a cura di Paolo Zanichelli. l’antica via Bibulca. Sull’altro lato, si trova l’antico Ospitale, ora I loghi del Cammino di San Pellegrino, della Credenziale e del Peregrinus sono opera dell’artista e storico di Montalto prof. Renato Valcavi. adibito a museo etnografico.