Attilio BORDA BOSSANA, giornalista professionista; ATTILIO BORDA BOSSANA collabora con varie testate ed è Presidente del Collegio Un arcipelago di “schizzi”, aneddoti, storie, memorie Regionale dei Probiviri dell’Associazione Siciliana della e piccole curiosità, può contribuire a riaffermare che Stampa, ove è iscritto dal 1979. Messina, con il suo Territorio d’aMare, non può essere considerata solo un terminale marittimo, autostradale, Tra le sue pubblicazioni: ferroviario, o città di transito, ma deve riassumere la sua Ferry boats: 95 anni di servizio nello Stretto di Messina funzionalità di comunità cosmopolita che, riesaltando la (1994); Immagini di Messina dal 1908 al 1950 (1997); cultura, la capacità imprenditoriale, la tecnologia avan- “I Giorni del Terremoto”- Cronache e rievocazioni di una zata, l’attitudine commerciale e l’estro artigianale delle tragedia (1998); Palazzo Zanca (2005); Messina e le navi sue genti, si proponga attraverso il suo antico legame con della Marina Russa (2006); Grattacieli sulle onde (2008); il Mare Nostrum, per un grande dialogo di pacifico pro- Omaggio a Messina ed. Alinari (2008); Messina 1908: Il gresso con i paesi che vi si affacciano. Mondo e la Nazione di fronte al Cataclisma (2009); I pro- La Città dello Stretto deve recuperare la cognizione del- tagonisti del Palazzo di Città (2012); 150 anni di navi le proprie potenzialità, affidare le sue speranze ma so- passeggeri nel porto di Messina (2013); Saperi e…sapori prattutto le sue prospettive, alla riscoperta del suo ruolo della città di Messina (2014); Quattro fischi. Due barche strategico delle comunicazioni tra il Settentrione e il Me- (2015); Laghi di Ganzirri e Stretto di Messina: eredità di ridione, in un quadro di valorizzazione dei suoi inesti- sapori (2016); Omaggio a Orio Vergani (2017); Stretto di mabili talenti paesaggistici e culturali, delle sue naturali Messina. Traversata e collegamenti (2018). vocazioni turistiche. Territorio d’ Una città da amare, un territorio da incontrare, passa dalla consapevolezza di conoscerne aspetti caratteristici, storici e urbanistici che è poi la regola per dare più valore all’appartenenza; una formula di cui Messina necessita oggi più che mai! a

Attilio In copertina: Dettaglio del porto di Messina,1783 Borda Bossana Territorio d’a Tratto da un disegno del francese Louis François Cassas (Azay-le-Ferron 1756 -1827 Versailles) Met-Metropolitan Museum of Art di New York

La maestosa vista sul porto di Messina, venuta alla luce solo nel Rotary Club Messina 2013, raffigura la vivace attività sul molo, con la fitta presenza di Fondato nel 1928 navi, di marinai e il profilo curvo della imponente facciata della Palazzata, disegnata da Simone Gullì, nel 1622.

Attilio Borda Bossana

Territorio d’a

Rotary Club Messina Fondato nel 1928 Questo libro è nato durante una delle più dolorose pandemie della storia del Mondo, il Covid-19. Il 31 dicembre 2019, le autorità sanitarie cinesi avevano notificato un focolaio di casi di polmonite ad eziologia non nota nella città di Wuhan (pro- vincia dell’Hubei, Cina). Scenari non rassicuranti si delineavano, forse non adeguatamente avvertiti da tutti e dal febbraio 2020, l’Italia ha dovuto registrare sempre più stringenti misure per contenere il propagarsi del Coronavirus, obbligando l’intera popolazione a evitare tutte le uscite non necessarie. In tale clima, questo arcipelago di storie, ha vissuto la sua gestazione, la sua elaborazione e la sua definizione; il progetto grafico, la sua impostazione e la sua evoluzione, perché “si è scelto di non avere paura”, continuando a lavorare con la speranza di superare un periodo negativo della nostra storia, riflettendo, in un tempo “sospeso”, su fatti e avvenimenti del passato di Messina. Territorio d’aMare sarà anche un libro che ricorderà a tutti noi, tale momento. A.B.B.

Crediti:

Redazione e cura dei contenuti Attilio Borda Bossana

Sergio Spadaro (Direttore responsabile) Redazione: Giuseppe Spanò, Giusi Mangione, Gaetano Catanzaro Amministratore di sistema: Roberto Caracciolo Responsabile tecnico: Gaetano Catanzaro; Webmaster: T. Salvo Referenze fotografiche Giò Isolino, Luciano Grazioli, Federico Patellani, Rocco Papandrea, Giovanni Peditto, Mikail Trofimov, Willem Van de Poll, Michelangelo Vizzini e collezionisti privati

Progetto grafico, impaginazione e stampa Tipolitografia Stampa Open Srl Messina Piattaforma tecnologica Alessandro Bruscbetta e Daniele Lamparelli

© Progetto editoriale del Rotary Club Messina Maggio 2020 …sorvolando lo Stretto, il ricordo è andato soprattutto ai primi apostoli del Vangelo – a Paolo in particolare (cfr. At 28, 13) –, che hanno solcato queste acque, prima di arrivare sulle sponde italiche, mentre erano diretti a testimoniare il Cristo ed a portare l’insegnamento a Roma, nel cuore stesso dell’impero. Ho anche pensato all’innumerevole schiera di persone – intraprendenti navigatori o semplici turisti –, che di qui son passati, utilizzando un naturale e vantaggiosa rotta per raggiungere approdi di commercio, di studio o di svago. dal discorso di Giovanni Paolo II alla città Messina, 11 giugno 1988 Un ringraziamento particolare ai soci rotariani Gaetano Basile e Arcangelo Cordopatri

Con la partecipazione di Rotary Club Messina

n questi momenti particolarmente difficili stiamo tutti interrogandoci su quello che Ipotrà essere il nostro futuro, il nostro nuovo equilibrio. L’esperienza ci insegna che la lezione del passato è sempre di grande aiuto alla lettura degli avvenimenti dell’oggi ed alla progettazione attenta del domani. Il nostro Club ha dedicato negli anni grande attenzione al recupero ed alla valorizzazio- ne delle nostre tradizioni, dei nostri patrimoni nascosti o purtroppo scomparsi, dei quali abbiamo voluto mantenere viva la memoria. Numerosi incontri hanno riguardato queste tematiche attraverso testimonianze e rac- conti di appassionati e cultori, tra i quali l’indimenticato socio Giovanni Molonia. Nel solco di questa tradizione ci è sembrata meritevole di trovare una collocazione uni- taria e più definitiva una serie di frammenti di vicende collegate alla storia della nostra città, alcune inedite altre già pubblicate in una rubrica che aveva lo stesso titolo di questo libro, ed il cui autore Attilio Borda Bossana, ringrazio per l’opportunità che ci ha dato. Si tratta di vicende singolari, interessanti ed in qualche caso affascinanti, per la capacità di evocare una centralità del nostro territorio, che appartiene al nostro passato ma che ricorre spesso nei nostri sogni come auspicio per un futuro migliore, di spingerci al ricordo delle tragedie che hanno colpito la nostra città e dalle quali fummo capaci di risollevarci, di farci ricordare imprese epiche sia sportive che di guerra. Il titolo rispecchia nel gioco di parole su un territorio di mare e da amare, il destino ine- luttabile di noi messinesi, spesso costretti ad attraversare queste acque amate per andare lontano a trovare una nostra affermazione, ma sempre legati al ricordo di una terra che propone egregie memorie ed un futuro possibile, che continuiamo a sognare e per cui vale la pena di adoperarsi ed anche lottare senza esitazioni ogni volta che ne abbiamo l’occasione. Il Presidente Piero Maugeri

ROTARY INTERNATIONAL - DISTRETTO 2110 - SICILIA E 8 Territorio d’a TERRITORIO D’AMARE

“Se noi consideriamo lo stretto di Messina dal punto di vista della storia dell’u- manità e dell’evoluzione delle sue culture, esso ci appare prima di tutto come via di comunicazione marittima, come la via più breve per tutte le relazioni di diverso carattere che hanno collegato fra loro l’Oriente e l’Occidente mediterraneo, come una delle vie fondamentali, l’altra è il Canale di Sicilia, attraverso le quali si è dif- fusa la civiltà e si è determinato il suo progresso non solo sulle sponde di questo mare, ma anche al di là delle coste, nei vasti retroterra continentali, in tutta l’Eu- ropa Occidentale”. Così diceva Luigi Bernabò Brea (1910-1999), uno dei mag- giori archeologi del XX secolo, intervenendo, nell’ottobre 1986, al ventiseiesimo convegno di studi sulla Magna Grecia che si tenne a Taranto e a Reggio Calabria. Una considerazione sulla città di mare e sul mare che fatta da un appassionato scopritore e studioso delle testimonianze “sepolte”, non può che avvalorare, so- prattutto per Messina, il legame tra il territorio e lo Stretto, via di “comunicazione marittima” ma anche interfaccia culturale ed economica. Tucidide parlava dello Stretto di Messina chiamandolo ora porthmòs ora pòros, perché probabilmente voleva porre l’accento ora sull’idea del passaggio dall’Italia alla Sikelia (VI, 2, 4), ora su quella del passaggio dal mar Tirreno al mar Siculo (IV, 48). La funzione tradizionale di interrelazione dello Stretto ci ha stimolato a racco- gliere “briciole” di storia per un territorio di mare e da amare, nel volume Territorio d’aMare, promosso dal Rotary di Messina; frammenti di vicende umane che con- nettono luoghi e non luoghi: mare, navi, porto e città. Approfondimenti a volte poco conosciuti, molti dei quali ho proposto in un’omo- nima rubrica, tenuta negli ultimi tre anni sul sito Agorà metropolitana, testata online dalla Città Metropolitana di Messina, che si occupa di comunicazione istituzionale, cronaca, cultura, costume e attualità, con particolare riferimento al territorio. Le vicende vanno dalla fine dell’Ottocento alla storia attuale della città, e fo- calizzano il tema centrale per la cultura politica, del ruolo di Messina nel nuovo assetto geopolitico del Mediterraneo. Dopo un passato importante di “città-porto”, con la Palazzata e le banchine su cui le navi sbarcavano mercanzie provenienti da Occidente e Oriente, Messina è divenuta infatti, prima di essere nodo di transito tra nord e sud e quindi bari- 10 Territorio d’a Mauro Ledru, Fontana del Nettuno, 1885 ca. nell’originaria collocazione, nell’area prospiciente la Loggia Mercantile in via Vittorio Emanuele. centro di traffici mediterranei, terminale dei flussi migratori per le Americhe o Il Fonte realizzato da G.A. Montorsoli subì i primi gravi danni nel 1848, nel 1858 quindi venne sostituita la statua di Scilla con una scultura di L. l’Oceania; un processo che si è esaurito negli anni settanta e si rigenera in questi Subba. Nel 1888 anche la statua di Nettuno sarà sostituita con la versione anni, con i nuovi approdi delle navi da crociera. di G. Zappalà. Infine nel 1934 il complesso statuario venne trasferito, alla Un argomento che oggi, nel nuovo millennio, appare particolarmente impor- Piazza Unità d’Italia ove fu diversamente orientata verso il mare. tante perché legato alla complessità e gravità dei problemi – anche economici e soprattutto occupazionali - che attanagliano la città. Messina, “piccola città spiegata ad anfiteatro e posseduta dal mare”, la decifrava Guido Ghersi nel suo la Città e la selva, (Rizzoli, Milano, 1983), espressione oppor- tunamente ricordata da Giuseppe Campione in Messina... qui comincia la Sicilia «topografia della memoria», libro-saggio del 2015 (Edizioni Studium – Roma), in cui l’autore raccoglie i testi della sua pluriennale indagine sul “territorio” e il “paesaggio”. Con tali premesse è allora giustificato pensare che la Città dello Stretto debba recuperare la consapevolezza delle proprie potenzialità, affidare le sue speranze ma soprattutto le sue prospettive, alla riscoperta del suo ruolo strategico nodale nel sistema delle comunicazioni tra il Settentrione e il Meridione, in un quadro di va- lorizzazione dei suoi inestimabili talenti paesaggistici e culturali, delle sue naturali vocazioni turistiche. Anche questo arcipelago di “schizzi”, con aneddoti, storie, memorie e curiosità, può contribuire a riaffermare che Messina, con un Territorio d’aMare, non può essere considerata solo un terminale marittimo, autostradale, ferroviario, o città di transito, ma deve riassumere la sua funzionalità di comunità cosmopolita che, riesaltando la cultura, la capacità imprenditoriale, la tecnologia avanzata, l’attitu- dine commerciale e l’estro artigianale delle sue genti, si proponga attraverso il suo antico legame con il Mare Nostrum, per un grande dialogo di pacifico progresso con i paesi che vi si affacciano. “D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”, scriveva Italo Calvino, nel celebre libro Le città invisibili, pubblicato nel 1972. Una città da amare, un territorio da incontrare, passa quindi dalla consapevolezza di conoscerne aspetti caratteristici, storici e urbanistici che è poi la regola per dare più valore all’appartenenza; una formula di cui Messina necessita oggi più che mai! Attilio Borda Bossana Territorio d’a 11 Mauro Ledru, Fontana del Nettuno, 1885 ca. nell’originaria collocazione, nell’area prospiciente la Loggia Mercantile in via Vittorio Emanuele. Il Fonte realizzato da G.A. Montorsoli subì i primi gravi danni nel 1848, nel 1858 quindi venne sostituita la statua di Scilla con una scultura di L. Subba. Nel 1888 anche la statua di Nettuno sarà sostituita con la versione di G. Zappalà. Infine nel 1934 il complesso statuario venne trasferito, alla Piazza Unità d’Italia ove fu diversamente orientata verso il mare.

L’AVVIO DELL’ETÀ CONTEMPORANEA 1880-1907 NEL FEBBRAIO DEL 1880 FU RADIATA L’UNICA NAVE MILITARE CHE SI SIA MAI CHIAMATA MESSINA

Nel 1880, la prima e unica nave 600 HP nominali per una velocità di vale ing. Felice Mattei, per la sola pro- militare a portare il nome Messina, fu 12 nodi. Operò nelle acque di Civita- pulsione velica, con uno scafo di legno radiata dal quadro del Regio Naviglio. vecchia nel settembre del 1870, duran- corazzato con lastre di ferro. L’armatura Costruita nei cantieri navali di Castel- te la campagna di liberazione di Roma velica era di brigantino a palo, e fu de- lammare di Stabia, era stata varata il e quindi il 1 luglio 1877 fu riclassificata cisa la sua di motorizzazione intorno al 20 dicembre 1864, come pirofregata a fregata corazzata di 2a classe. Durante 1870. L’anno seguente, il 14 gennaio elica, della classe Principe di Carignano, i suoi sedici anni di vita fu impiegata 1871 si arenò sulla spiaggia della costa ma durante i lavori di applicazione di per il normale servizio della squadra laziale e fu rimorchiata in mare aperto piastre di ferro da 110 mm, fu classi- navale e a seguito della rapida evoluzio- dalla corvetta Caracciolo. ficata come pirofregata corazzata di 1° ne del naviglio corazzato, si considerò Nel secolo successivo in realtà altre ordine. Entrata in servizio nel febbra- non conveniente un ammodernamen- due navi non originariamente militari, io del 1867, aveva un dislocamento di to per prolungarne l’esistenza. Origi- denominate Città di Messina, furono 4313 tonnellate con sei caldaie cilindri- nariamente era stata, infatti, progettata requisite dalla , una svol- che che sviluppavano una potenza di dall’Ispettore Generale del Genio Na- se compiti bellici mantenendo il nome, l’altra mutandolo in Giuseppe Miraglia. Nel 1908 alle Ferrovie dello Stato erano stati affidati i collegamenti ma- rittimi del Paese e all’inizio della prima guerra mondiale all’atto dell’entrata in guerra, sei unità erano impiegate per il traghettamento nello stretto di Messi- na, le rimanenti navi per i collegamenti

a lato: un’immagine della pirofregata Messina e so- pra i piani della nave (1867-1880); nella pagina accanto: il piroscafo Città di Messina (1910) e sopra la nave trasformata in Regia nave Mi- raglia, in uscita dal mar piccolo a Taranto. Territorio d’a 15

NEL FEBBRAIO DEL 1880 FU RADIATA un’altra nave delle Ferrovie dello Stato, L’UNICA NAVE MILITARE CHE varata il 20 dicembre 1923, come po- stale, sempre con il nome di Città di SI SIA MAI CHIAMATA MESSINA Messina, fu incorporata nella Regia Ma- rina, quale nave appoggio idrovolanti; ibrida interpretazione di portaerei che mutò nome in Giuseppe Miraglia. La sua trasformazione in base aerea galleg- giante il 24 gennaio 1925, offrì suppor- to logistico alla componente aerea delle navi da battaglia e fu utilizzata anche per trasporto velivoli durante la conqui- sta dell’Abissinia e la guerra civile spa- gnola operando negli anni 1935 e 1936. Scampata all’incursione aerea alleata su Taranto, nella notte fra l’11-12 novem- bre 1940, dopo l’armistizio si consegnò alla Royal Navy e a Malta, fu impiegata con le isole e le nuove necessità com- stinato in Adriatico, il 23 giugno 1916, come base appoggio per i sommergibili- merciali. Tra questi, i piroscafi di nuo- uscendo dal porto di Valona per una sti italiani. Dopo la guerra fu destinata al va costruzione, di 3.495 tonn. e 110,8 missione congiunta con la torpediniera rimpatrio dei prigionieri italiani dall’E- metri di lunghezza, varati nel cantiere francese Fourche, fu silurato e affonda- gitto e dall’Algeria e dei civili, dalla Li- Odero di Sestri Ponente, Città di Sira- to dal sommergibile tedesco UC14, a bia e dalle isole del Dodecaneso. Quindi cusa, Città di Palermo, Città di Catania 20 miglia da Otranto; persero la vita a Taranto per essere utilizzata come nave e Città di Messina, che furono requisiti oltre trenta uomini di equipaggio, fra caserma per gli equipaggi di motosilu- e quindi iscritti nel naviglio di guerra cui quattro ferrovieri del reparto navi- ranti e in seguito come nave-officina poi come incrociatori ausiliari. Vita breve gazione. disarmata e radiata il 15 luglio 1950 per per il piroscafo Città di Messina che de- Nel secondo conflitto mondiale essere infine demolita. 18 MARZO 1885: “UN URAGANO DEVASTA IL PORTO DI MESSINA”

Mercoledì 18 marzo 1885 si è sca- ormeggiate nel porto peloritano. Dalle Barion, un piccolo postale della So- tenato sulla città di Messina un furioso sette alle otto del mattino, le raffiche cietà armatrice delle Puglie. La coraz- uragano, il quale ebbe gravi effetti nel di vento determinarono un forte scar- zata Duilio segnalò il pericolo ad altre porto, pei tremendi venti fortunali di roccio del vapore Ville de della due navi della Regia marina presenti ponente e libeccio. Così l’incipit di un Compagnie Générale Transatlantique, nel porto di Messina, la Dandolo e la articolo di stampa apparso sull’“Eco di società di trasporti marittimi francesi, Principe Amedeo, che misero in mare le Bergamo” che informava i lettori con una tra le più importanti del tempo. imbarcazioni di salvataggio per soccor- il titolo “Un urgano devasta il porto di La nave che era in procinto di salpare rere le navi in difficoltà. DallaVille de Messina”. per Palermo, per il forte vento fu spin- Rome erano stati fatti sbarcare, infatti, Al di là della titolazione d’effetto, ta sulla Regia corazzata Duilio, spero- per precauzione tutti i passeggeri. La la condizione meteorica quel giorno a nata a prora. Il Duilio a sua volta in Dandolo e il Principe Amedeo avevano Messina dovette essere particolarmen- una manovra di disimpegno finiva per registrato, per il forte vento, anche te critica a giudicare dagli effetti che entrare in collisione con il piroscafo qualche danno alle bitte di ormeggio. si produssero per le navi alla fonda o La Ville de Rome non subì danni irrepa- Territorio d’a 17

Messina era stata invece protagonista vette essere rimorchiata in acque più diretta di vari incidenti. profonde, senza subire danni. Al ritor- La notte del 25 luglio 1879, dinanzi no a Messina, l’unità, ormai vecchia, la costa di Riposto, entrò in collisione fu utilizzata per compiti secondari e con la Mediterraneo, nave della Società addestramento, sino al 1895, quando di Navigazione Florio; nel novembre fu radiata e in seguito demolita. 1881, all’ormeggio nel porto di Napo- Più fortunata la Caio Duilio, che li, si scontrò all’affiancata pirofregata progettata del Direttore del Genio rabili e in breve poté riprendere il suo Roma, che durante una forte burrasca, Navale Benedetto Brin, quando venne normale impiego anche se il suo desti- aveva rotto gli ormeggi. Il 19 genna- ultimata, insieme alla gemella Enrico no era già scritto. Tre anni dopo il 22 io 1885 poi, la Principe Amedeo salpò Dandolo, era considerata l’unità navale marzo 1898, durante la navigazione da da Napoli, come nave ammiraglia di più potente dell’epoca tanto da essere Marsiglia ad Algeri, affondò spinta dal squadra composta dalla pirofregata ritenuta in grado di contrastare l’intera vento sulle rocce di Capo Negro dell’I- Castelfidardo, dall’incrociatore Ameri- squadra navale francese del Mediterra- sola di Minorca. Era una nave di 1870 go Vespucci, dalla pirofregata Garibaldi neo. La nave tuttavia non fu mai im- tonnellate, varata nel 1881 dai cantieri e dagli avvisi Messaggiere e Vedetta, per piegata in operazioni belliche, ma svol- A. & J. Inglis Ltd., di Glasgow, per la trasportare a Massaua quattro compa- se diverse crociere ed esercitazioni nel compagnia di navigazione parigina. gnie di bersaglieri, una di artiglieria, Mediterraneo centrale e orientale. Dal Ma non fu la sola a essere “segnata” reparti del Genio e Sussistenza, per 1900 al 1906 fu impiegata come nave da quell’urgano; il piroscafo Barion, di un totale di 800 uomini. A Porto Said scuola timonieri e marò e come unità 1008 tonnellate, che prosegui la sua s’incagliò su un fondale sabbioso e do- per la difesa di basi navali. attività nei collegamenti in Adriatico fece annotare negli appositi registri oltre 16 “verbali di avarìa”, relativi agli anni 1889-1910. La Regia nave Principe Amedeo, unità che non prese mai parte ad azioni, ma fu prevalen- temente utilizzata nei servizi coloniali e occasionalmente nelle manovre della flotta, prima della vicenda nel porto di

a lato: la Regia corazzata Duilio nel 1903 e sopra il piroscafo La Ville del Rome in un’immagine del 1890; nella pagina accanto: le banchine del porto di Messina a fine ottocento e sopra il piroscafo Barion della società di navigazione Puglia. ... PER QUATTRO CESTE DI FRUTTA CHE PASSANO DA MESSINA A REGGIO… E IL FERRY BOAT DIVENTÒ SIMBOLO DELLO STRETTO

Nel lontano 1892, all’allora mini- sivi due redatti dallo stesso ingegnere, te nel Parlamento repubblicano, nella stro dei lavori pubblici Ascanio Branca, si accese un aspro dibattito politico, seduta del 27 febbraio 1950 per opera fu attribuita l’espressione “ma vuole che approdato nelle aule del Regio Parla- dell’on. Giovanni Battista Melis che la per quattro ceste di frutta che passano mento, ma di quella frase estempora- utilizzò, anche lui ispirato dalla spetta- da Messina a Reggio io debba far adot- nea, nei resoconti ufficiali d’Aula, non colare rimembranza, illustrando la sua tare il progetto Calabretta da lei pro- c’è alcuna traccia. Il ministro Branca interpellanza sui trasporti marittimi, pugnato?”. La frase sarebbe stata rivolta anzi fu prodigo di elogi per la Sicilia e i sull’unica linea di navigazione quoti- al deputato Giovanni Bettolo, ammira- siciliani, utilizzando un linguaggio più diana che collegava la Sardegna al con- glio sostenitore dell’idea progettuale aulico, lontano da quello d’effetto della tinente tra Olbia e Civitavecchia. che, nel 1881, l’ingegner Antonio Ca- frase attribuitagli, ormai storicizzata, e “Ricordo – disse il deputato del labretta aveva presentato per una nave, che oggi, sarebbe stata considerata una nuorese – che, quando in tempi lonta- ispirata ai «ferry boat», già in servizio fake news. Quell’espressione, divenuta ni si discuteva in questa Camera dell’i- nei Paesi dell’Europa settentrionale, in patrimonio dell’immaginario colletti- stituzione dei ferry-boats nello Stret- grado di trasportare carri ferroviari tra vo, comunque riecheggiò ufficialmen- to di Messina, il ministro di allora al le due sponde dello Stretto di Messina. proponente ammiraglio Bettolo rispose Attorno a quel progetto, e ai succes- che non riteneva per niente opportuno adottare il progetto della nave-traghet- Territorio d’a 19

to, per quattro ceste di frutta che passa- un errore il credere che la Sicilia abbia che, sin dal suo apparire sullo Stretto, vano da Messina a Reggio”. bisogno di sviluppo industriale, perché ha quindi guadagnato sempre più un Fu probabilmente quella attribuita è un paese che, fin dai tempi più remo- posto da protagonista nella riprodu- al ministro Branca, una frase mutuata ti, fu ricchissimo di prodotti agricoli, di zione sulle cartoline illustrate ove ha dal confronto parlamentare di fine ot- commerci e di navigazione. Ed anche assunto il ruolo di elemento caratteriz- tocento sul tema emergente dell’attra- in questo momento di crisi, sono lieto zante, insieme a monumenti come il versamento dello Stretto e in seguito di poter affermare che la sola rete ferro- Duomo o la Madonnina del porto di adottata, secondo le argomentazioni, viaria la quale è in continuo sviluppo è Messina ed anche di quelle realizzate, dai detrattori delle politiche verso il quella sicula e non per merito soltanto invero con una minore fantasia tipo- Mezzogiorno o dagli affiliati della com- della Società, ma molto più per l’intel- grafica, per Reggio Calabria e Villa S. miserazione meridionalistica. Anzi il ligenza e l’attività dei siciliani”. Giovanni. ministro Branca in quella seduta del E mentre le Aule parlamentari di 1892 ebbe a dire: “non ho bisogno di oggi risuonano dei discordi pareri dichiarare che se vi è in questo Parla- espressi dai membri del Governo, la mento uno che prenda vivo interesse memoria di quella “battuta” sulle quat- alla Sicilia e alla Sardegna e forse più alla tro ceste di frutta, è divenuta eredità Sardegna che alla Sicilia, sono proprio popolare. Così come, nell’immaginario io che ho l’onore di parlarvi. E questo collettivo, il ferry boat, argomento di interesse è anche più vivo per la Sar- quella seduta parlamentare del 1892, sopra: traghetto all’approdo di Reggio Calabria e degna perché più ha bisogno di aiuto, è finito per divenire stereotipo del vet- all’invasatura di Messina, primi Novecento. mentre la Sicilia è già uno dei paesi più tore imprescindibile per il viaggio da e nella pagina accanto: l’arrivo del ferry boat Scilla a Messina (1896) e sopra il Ministro dei lavori pubbli- colti, più civili e più prosperi d’Italia. È per la Sicilia. Rappresentazione navale ci Ascanio Branca (1840-1903). DUE SECOLI FA LA NOTIZIA DI UN NAUFRAGIO NELLO STRETTO FECE IL GIRO DEL MONDO

L’impulso sempre più crescente e il sinistro navale trovo spazio sulla siglia, proveniente da Odessa, con un nel corso del XIX secolo, delle attività Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia carico di 3600 montoni da sbarcare a commerciali legate al porto di Messina, nei numeri del 17 e 18 gennaio 1893 e Marsiglia. giustifica l’eco internazionale che una su testate nazionali come “la Gazzetta L’impatto delle due navi, che na- collisione nello Stretto registrò, no- Piemontese” o internazionali “Alexan- vigavano a tutto vapore, con un mare nostante il bilancio delle vittime fosse dria Gazette”, “The Tablet”, il “Cardiff agitato, fu avvertito dalla popolazione stato limitato a diciassette vittime. Ciò Evening Express” e l’agenzia “Reuters”. del villaggio rivierasco di Torre Faro. che colpì furono anche e soprattutto Il mattino del 16 gennaio 1893 nello Il capitano del S. Marco, - gli strascichi giudiziari che durarono stretto di Messina, il vapore S. Marco, sco De Grossi, comando l’arrestò della per oltre sei anni con pronunciamen- appartenente agli armatori Vìanello, nave osservando le manovre dell’Al- ti fatti propri dalla giurisprudenza in Moro e Scarpa di Venezia, provenien- gérien, da bordo del quale giungevano materia di diritto della navigazione e te da Savona, con un carico di rotaie, le grida dei marinai e i belati dei mon- sinistri marittimi. era in navigazione diretto a Siracusa. toni, mentre affondava rapidamente. Quella collisione di due secoli fa, Intorno alle 5 del mattino, dopo aver Dal S. Marco, che intanto imbarca- sulla prima pagina de “La Tribuna - passato Capo Peloro entrò in collisione va acqua, fu calata in mare una lancia, supplemento illustrato della Domeni- con un altro piroscafo, l’Algérien degli in soccorso dell’equipaggio dell’Alge- ca” del 29 gennaio 1893, fu evidenziata armatori Caìllot e Saint Pierre di Mar- rién portandone in salvo cinque, e fu come “un terribile disastro marittimo”, orientata la prora verso S. Raineri nel Territorio d’a 21 tentativo vano di arenare la nave sulla Il Messina salvò il cuoco dell’Algerien, spiaggia di Maregrosso. Messe in mare con un altro marinaio francese; altri tre imbarcazioni, nelle quali trovò po- due uomini furono salvati dalla Gerbe e sto tutto l’equipaggio, dopo che il ca- altri sette furono raccolti vicino a Scil- pitano sceso in sala macchine si accertò la. Complessivamente furono salvati che nessuno fosse rimasto a bordo, il nove francesi, mentre il bilancio finale S. Marco affondò. del naufragio fu di diciassette vittime. Delle tre barche, due approdarono Prima di arrivare al pronunciamento a Messina, la terza sulla sponda calabra che le controversie relative all’urto di opposta raggiunse Pizzo calabro, rac- una nave italiana con altra straniera in cogliendo nel tragitto altri due naufra- mare italiano dovevano essere regolate ghi del vapore francese. dalla legge italiana, cioè dalla cosiddet- Arab che mutò in Algerien nel 1880 Frattanto sull’Algerien tutto l’equi- ta lex loci delicti commissi, trascorsero quando fu acquisito dai francesi Cail- paggio, composto dì 26 persone ed un molti anni e numerose udienze culmi- lol & Saintpierre, di Marsiglia. viaggiatore russo, avevano preso posto nate con la decisione della Corte d’ap- Nelle acque dello Stretto fu il suo in una imbarcazione che per il sovrap- pello di Messina, del 23 giugno 1899 secondo affondamento, fatale dopo peso, si capovolse. (Pres. Di Marco, est. Ardizzone). quello del 10 marzo 1875 quando si Intanto giungevano i soccorsi con La San Marco era una nave di 1.309 incagliò e affondò a Burg Sirk Bay, du- una barca peschereccia, che trasse in tonnellate lorde di proprietà di Fra- rante un viaggio da Inverness in Sco- salvò altri naufraghi ed uno venne rac- telli, Vianello, Moro and Company, zia per Kronštadt in Russia, causato colto dal piroscafo Bagnara degli arma- di Venezia; varata nel 1870 per gli ar- dall’intercettazione che, a 20 miglia tori Florio e Rubattino, ma spirò appe- matori inglesi Head & C. con il nome dall’isola di Gotland, fece al cavo con na portato a bordo; il piroscafo inglese Stephensons che mantenne per un anno cui rimorchiava la draga Neva terza, Grebe di 1018 tonnellate, raccolse altri anche dal 1984 quando fu acquista lo schooner norvegese Sjogasten. Il 12 due naufragi aggrappati ad un rottame dalla G.E. Mc Carthy, di Newcast- dicembre 1876 fu recuperato, riparato di nave, in mezzo a centinaia di ovi- le. Fu ribattezzata Quinten Matsys dal e tornò a navigare per altri diciassette ni; molti dei montoni, grazie alla forte 1985 al 1889 navigando per la belga anni. corrente furono spinti sulla costa cala- J.P. Best & C°, e tornò a chiamarsi Ste- brese. phensons per i successivi dieci anni di Da Messina erano partite anche due servizio per la londinese R.L. Gillchest navi alla fonda in porto, il piroscafo & C°; dal 1989 sino al suo affonda- Messina di 1126 tonnellate di stazza, mento, si chiamò San Marco. Il cargo sopra: il piroscafo Bagnara degli armatori Florio e appartenente alla NGI e la Gerbe, del- Algerien di 1109 tonnellate di stazza, Rubattino; la londinese Steam Navigation Com- era stato varato nel 1975 nei cantieri nella pagina accanto: immagine panoramica del por- to di Messina a fine Ottocento esopra la collisione pany, che procedettero nello Stretto inglesi John Scott & Sons per l’arma- nello Stretto del San Marco coll’Algerien, nella notte alla ricerca di eventuali sopravvissuti. tore John Grant & Son con il nome del 16 gennaio 1893. LA GIRALDA NEL 1895 DA YACHT INGLESE, DIVENNE PANFILO REALE SPAGNOLO E RIPORTÒ A SIVIGLIA LE SPOGLE DI CRISTOFORO COLOMBO

Nel 1895, un viaggiatore fotogra- diterranean, pubblicato a Londra dalla le a Messina, ma che mai più sarebbe fo, Frederick Edward Gould Lambart, Sampson Low, Marston. Il racconto di ritornata, divenendo poi lo yacht reale nono conte di Cavan, nato il 21 otto- una crociera nel Mediterraneo alla fine spagnolo di Alfonso XIII. Era stato co- bre 1839 e deceduto il 14 luglio 1900, del 19° secolo, progettato per fornire al struito dai cantieri Fairfield Shipbuil- si regalò con la famiglia una crociera in navigatore velista una rappresentazione ding & Engineering Co. Ltd., Govan Mediterraneo a bordo del Roseneath, visiva dei porti e punti d’interesse, e varato il 28 agosto 1894, per il primo yacht goletta varato, il 5 ottobre 1857, attraverso fotografie di ottima qualità; proprietario il colonnello Harry L.B. dai cantieri Barclay & Curle, di Gla- un compromesso tra un portolano e un McCalmont, famoso politico, statista e sgow. Nave di 738 tonnellate era lunga manuale dell’ufficiale di rotta. sportivo di Londra. Nel 1895 il governo 187 piedi, larga 31.7, affondò nel 1899, Per la tappa a Messina l’autore in- giapponese tentò invano di acquistarlo nei pressi del porto di Portpatrick, dopo serì quattro immagini: lo Stretto, con e solo tre anni dopo, nel marzo 1898, il aver lasciato Dublino diretta a Glasgow. un brigantino invelato e sullo sfondo la Governo spagnolo riuscì ad acquisirlo Quattro anni prima nel novembre costa calabra; l’ingresso in porto, con per la flotta della Marina iberica come 1895, aveva fatto sosta nel porto di una veduta della Palazzata e tre barche “aviso de escuadra” per essere utilizzato Messina, dopo lo scalo di Gaeta, ri- a vela; una panoramica dalle colline, nella guerra ispano-americana. Era lun- passò poi dallo Stretto, il 24 febbraio con una visione portuale ricca di una go 289 metri e aveva una stazza lorda di dell’anno successivo, al rientro dalla quindicina di bastimenti all’ancora, e 1600 tonnellate e detenne il record per crociera in Mediterraneo. Di quell’e- una foto dall’interno del porto, con un la traversata dall’Inghilterra al Medi- sperienza, Lambart, irlandese, militare piroscafo che stava salpando. Quest’ul- terraneo, percorrendo le 1000 miglia, e politico liberale, scrisse un libro, With tima nave, era lo yacht Giralda, che sulla rotta da Darmouth a Gibilterra, the Yacht, Camera and Cycle in the Me- era arrivato nel suo viaggio inaugura- in sessantuno ore. Territorio d’a 23

Data l’imminenza della guerra tra la Spagna e gli Stati Uniti, la nave era sta- ta prima offerta al governo americano, e dopo il loro rifiuto fu quello spagno- lo, il 28 marzo 1898, a offrire sessanta mila sterline, pari a 2.250.000 pesetas, per il suo acquisto. La Giralda arrivò a Barcellona il 27 marzo 1898 e a essere nominato suo comandante il 1° aprile, fu il capitano di fregata Rafael Rodríguez de Vera, che dopo aver supervisionato i lavori per rinforzare il ponte di coper- ta per collocare i cannoni a tiro rapido; completato l’armamento d’artiglieria e il carico di carbone, salpò diretto a Cadice il 20 aprile. La Giralda ebbe un transitorio impiego durante il breve conflitto combattuto nel 1898 tra Stati ta María de la Antigua, nella chiesa di vrano spagnolo Alfonso XIII, che ospi- Uniti e Spagna, conclusosi il 12 agosto san Francesco, per essere poi traslato, tò spesso a bordo re, regine e capi di di quell’anno con i preliminari di pace due anni dopo, per desiderio del figlio stato, e partecipando anche alla rivista dopo la vittoria dei primi e l’indipen- Diego a Siviglia nella certosa di San- navale di Mounts Bay in Cornovaglia, denza di Cuba, che era in rivolta arma- ta María de las Cuevas, nella cappella nel 1910. Una vita avventurosa che si ta contro il governo coloniale spagnolo. di Santa Anna. Qui sarebbero rimaste completò nel 1918 quando la nave fu Tornato in Spagna, lo yacht ebbe un fino al 1541, quando furono trasferite impiegata per la formazione degli aspi- ruolo storico più importante della sua a Santo Domingo, dove si trovava la ranti ufficiali e poi nel 1920, passando partecipazione al conflitto, essendo sta- tomba del fratello Bartolomeo ed erano a compiti di nave idrografica della Ma- to delegato a riportare a Siviglia, il 19 stati portati i resti del figlio Diego e di rina reale spagnola, fino al 1934; quin- gennaio 1899, i resti di Cristoforo Co- altri membri della famiglia. Quando la di la radiazione e la sua demolizione lombo che erano stati sbarcati a Cadice Spagna consegnò alla Francia una parte qualche anno dopo. il 16 gennaio dall’incrociatore Conte di Santo Domingo, nel 1795, le urne de Venadito, a bordo del quale avevano di Colombo e dei famigliari furono viaggiato dall’Avana. Anche questa vi- trasferite nella cattedrale dell’Avana, a cenda contribuì ad avvolgere nel miste- Cuba, ritornando infine in Spagna, nel ro e nell’incertezza la vicenda delle spo- 1898, nella cattedrale di Siviglia, la cui sopra: membri della famiglia reale e ufficiali in coper- glie di Colombo, morto, il 20 maggio ta del Giralda. Foto Pascual Rey,1900. torre campanaria si chiama La Giralda. nella pagina accanto: il Giralda in porto a Messina del 1507 a Valladolid, in Castilla y a Sino al 1917 la Giralda svolse a pie- (1895) e sopra due dipinti che riproducono il Giral- Leon, e sepolto nella cappella di San- da con bandiera inglese (sopra) e quindi spagnola no il suo ruolo di Yacht Reale con il so- (sotto). UN PIROSCAFO CHE ORMEGGIÒ A MESSINA CON DUE NOMI

Un piroscafo italiano due secoli nazionali di Genova, , Napoli fece scalo nella città dello Stretto, il 4 fa ormeggiò alle banchine del porto e Messina. gennaio 1903 durante l’impiego sulla di Messina con due diverse denomi- Nel 1903, il piroscafo di 2847 tn., rotta Genova, Napoli, Messina, Cata- nazioni. Giunse nel porto peloritano lungo 106,67 metri, che imbarcava nia e Alessandria. Nel 1913 cambiò an- per la prima volta quando si chiama- complessivamente 626 passeggeri nelle cora armatore essendo stata ceduta alla va Gottardo, subito dopo il varo della tre classi, fu sottoposto a lavori di rimo- compagnia Sicilia Società di Navigazio- nave, il 18 settembre 1884, nei can- dernamento e ceduto alla Società Na- ne, Palermo. Il 29 settembre 1911 fu tieri Alexander Stephens & s., di Gla- zionale di Servizi Marittimi di Genova trasformata in un ospedale galleggian- sgow commissionato dalla NGI (Na- che le mutò nome in Memfi, riportato te, grazie alla disponibilità del Sotto vigazione Generale Italiana) che dal 7 poi erroneamente come Menfi in alcu- Comitato della Croce Rossa di Napoli, gennaio 1884 lo impiegò sulla rotta ne immagini d’epoca. Ma il nome del e operò per il trasporto feriti nella guer- da Genova per l’America. Tale servizio “vapore Memfi”, traeva origine da quel- ra italo turca conosciuta anche come prevedeva prima della traversata atlan- lo dell’antica città egiziana sorta all’in- guerra di Tripolitania. Per tale missione tica per New York e il sud dell’Ame- nesto della valle del Nilo con il Delta, ebbe a bordo come infermiera S.A.R. rica meridionale, gli scali di Palermo, come attestato da alcune immagini la Duchessa di Aosta Elena d’Orléans, Messina, Napoli. Dal 1890 la nave fu originali della poppa della nave e dal moglie di Emanuele Filiberto di Sa- impiegata anche per i collegamenti timbro postale di bordo riportato da voia duca Aosta, cugino di re Vittorio con il porto indiano di Bombay attra- una cartolina di saluti inviata proprio Emanuele III. Hélène Louise Françoise verso il canale di Suez, dopo gli scali dal porto di Messina. E come Memfi Territorio d’a 25

Henriette di Orléans, nata a Twi- ckenham, membro della famiglia reale degli Orléans, per matrimonio divenne Duchessa d’Aosta. In viaggio nel 1907, in Egitto e in oceano Indiano, era tor- nata in Italia accorrendo a Messina per prestare assistenza alle popolazio- ni colpite dal disastroso terremoto del 1908. Quell’esperienza tragica la spinse a Napoli, dal 1909, a seguire il corso di formazione come allieva infermiera della Croce Rossa Italiana, e sostenere l’esame finale nell’ottobre 1911 in tem- po per partire volontaria a coordinare sulla nave Memfi sino al marzo 1912, l’attività di diciassette nobili collabo- ratrici. A Lei e tutte le infermiere, ap- partenenti alla Croce Rossa e all’ordine di Malta nel 1913 furono consegnate a bordo del Dandolo, ancorato a Napoli riconoscimenti per l’opera prestata. Il cietà di Navigazione Italia, Palermo e esporre solo alcuni effetti personali e la piroscafo Memfi, fu militarizzato nel infine nel 1926 alla Citra compagnia divisa da tenente generale di Emanue- 1916, sfuggendo da nave da traspor- Italiana Transatlantica di Palermo, per le Filiberto di Savoia, marito di Elena to, nel febbraio 1918 all’attacco dello i suoi ultimi due anni di vita. Il 4 feb- d’Aosta, grazie al recupero di tre cas- SMU 23 all’uscita dallo sbarramento braio 1927 dopo aver lasciato Genova se dal relitto di nave Memfi, piroscafo di Otranto, grazie alle bombe di pro- con destinazione Cagliari s’incagliò che concluse la sua vita nella zona ove fondità lanciate dal cacciatorpediniere in Sardegna a capo Carbonara, vicino cinquant’anni dopo, nel 1978, un’altra italiano Airone che affondò battello l’isola dei Cavoli, riportando ingenti nave legata a Messina, il piroscafo Luigi della Kriegsmarine. Il 27 aprile 1919, danni. Andarono tra l’altro perse 200 Rizzo, sarebbe naufragato con il nome a Taranto imbarcò invece la Missione tonnellate di merci di espositori nazio- di Elba ferry. militare italiana, diretta a Batum, in nali, destinate a Tripoli per la prima Transcaucasia costituita da diciannove Fiera campionaria che dal 15 febbraio membri, tra cui il tenente di vascello si svolse nell’ex colonia italiana e trenta Aimone di Savoia Aosta. Il Memfi fu casse che contenevano la collezione dei poi impiegato sulla rotta Taranto-Co- reperti della Prima Guerra mondiale stantinopoli, Napoli-Palermo-Tunisi, della famiglia Villasanta, destinata al sopra: il piroscafo Gottardo (1887); nella pagina accanto: il porto di Messina a fine Ot- e Genova-Tunisi, cambiando ancora museo del Risorgimento del Castello tocento visto da San Raineri e il Gottardo della NGI armatore nel 1924 passando alla So- di Sanluri in Sardegna. Vi fu possibile (1883). INVENTÒ I VIAGGI DI PIACERE PER MARE E FINÌ COME NAVE OSPEDALE

I viaggi di piacere per mare furo- imprenditoriale per la quale, vista la a Messina il 25 febbraio 1905, per il no tenuti a battesimo dalla Hamburg richiesta del pubblico, aveva acquisito primo dei suoi “viaggi” di piacere che Amerika Linie nel 1896 registrando due piroscafi costruiti espressamente si protrassero per circa dieci anni, da subito un gradimento sempre crescen- per tale proposta, che rappresentò la gennaio a maggio in Mediterraneo, e te per via della lunga esperienza che la prima realizzazione di navi da crociera: negli altri mesi per tour nel nord Eu- compagnia aveva nel settore delle cro- il Prinzessin Victoria Luise ed il Mete- ropa. Con partenza da Genova toccava ciere e dalla scelta armatoriale di volere or. La prima venne a Messina una sola Villafranca, , Barcellona, Algeri, costantemente migliorare gli standard volta il 27 aprile 1906, perché affondò Tunisi, Palermo, Messina, Napoli e ri- di navigazione. La Hamburg Amerika il 16 dicembre di quello stesso anno, torno; o da Genova a Villafranca, Ajac- Linie, i suoi grandi e sontuosi transat- a cinque anni dal varo, in seguito ad cio, Algeri, Tunisi, Malta, Costantino- lantici che impiegava sulle rotte transo- un incidente nelle vicinanze del faro di poli, Smirne, Pireo, Siracusa, Messina, ceaniche, a volte li destinava ai cosid- Plumb Point, al largo della Giamaica. Palermo, Napoli; oppure da Genova detti “viaggi di piacere” per un turismo Il Meteor fece scalo per la prima volta via Villafranca, Ajaccio, Napoli, Paler- marittimo meno esclusivo. Una scelta mo, Messina, Corfù, Cattaro, Gravosa, Spalato, Abbazia, Trieste e Venezia; le tariffe erano per una crociera di venti- cinque giorni di tre mila lire a persona in cabina doppia sul ponte passeggiata, Territorio d’a 27

970 nel ponte superiore e 742 lire in Dopo aver lasciato Lisbona, continua dall’offerta di un’atmosfera esuberante quello coperto. I viaggi di piacere nel in un viaggio ininterrotto e rinfre- a bordo e affascinante turismo in mete Nord Europa le cosiddette Nordlan- scante a nord verso la città portuale di suggestive, si concluse durante la pri- dfahrten da Amburgo via Odde, Ber- Southampton, in Inghilterra, e dopo ma guerra mondiale. Nell’agosto 1914 gen, Gudvangen, Baiholmen, Molde, questo il Meteor si dirige verso la sua fu requisito dalla Kaiserliche Marine Naes, Drontheim, Merok, Hellesylt, città natale, Amburgo, dove il viaggio e utilizzato come nave alloggio per la Oie, Loen, Bergen; o oltre via Tromsö termina il 7 maggio”. scuola sommergibilisti di Eckernförde, e Hammerfest a Capo Nord e ritor- La Hamburg America Line tra i nel mar Baltico. Alla fine della guerra, no via Digermulen ecc. o anche più “viaggi di piacere” organizzava anche, nel maggio 1919, fu consegnato alla lontano a Spitsbergen, costavano per con un’altra sua nave, la Moltke, il Gran Bretagna, che lo affidò alla ge- passeggero da 318 lire in su a secon- “grande viaggio in Oriente”; 43 gior- stione della londinese Royal Mail Ste- do la sistemazione in cabina. L’ultima ni di navigazione che partendo il 20 am Packet Co. Ltd. Acquistato da Det crociera in Mediterraneo, quella per febbraio da Genova, toccava Messina, Bergenske Dampskibsselskab nel mar- “trascorrere i mesi invernali” in climi raggiungeva scali in Grecia, Palestina zo del 1921, registrato inizialmente in più temperati, fu raccontata da uno ed Egitto. La nave varata nel 1901, nei H. J. Jewell, a Londra, fu poi a Bergen dei giornali ungheresi più autorevoli il cantieri navali Blohm & Voss Shipbuil- in Norvegia dal giugno del 1922 per la “Pester Lloyd”, quotidiano liberale di ders di Amburgo, stazzava 12.335 ton- Det Bergenske. Il successivo proprieta- Budapest in lingua tedesca, fondato nel nellate, poteva trasportare fino a 2.102 rio fu la B & N Line Norwegian Royal, 1854, che annotava nell’edizione del 6 passeggeri e avviò il 2 marzo 1902 i che la usò come traghetto tra Newcast- aprile 1910: “Il Meteor è stato ancora collegamenti tra Amburgo Genova e le e Bergen. Sottoposta a lavori a Lak- una volta mandato a fare uno dei tour New York. Nel 1914, allo scoppio della sevåg nel 1935, la nave diminuì l’ospi- più popolari in Italia, nei punti più pa- prima guerra mondiale, ormeggiata nel talità a 250 passeggeri ma migliorando noramici e attraenti del Mare Adriati- porto ligure, venne requisita dal Go- il confort delle cabine dotate di acqua co e in Sicilia... Il 2 aprile, il piroscafo verno Italiano e ribattezzata Pesaro. Nel calda e fredda. salpò da Venezia e arriverà a Genova 1919 fu poi trasferita al Lloyd Sabaudo Il 7 maggio 1940 fu requisito a Ber- dopo aver visitato Abbazia, Gravosa, per collegare l’Italia con New York e il gen, dalla marina tedesca, rinominato Cattaro, Corfù, Siracusa, Messina, Pa- Sud America, sino alla radiazione e alla Rostock nel marzo del 1942, e trasfor- lermo e Napoli il 15 aprile. A Geno- demolizione in Italia nel 1925. mato in nave ospedale della Krieg- va, il piroscafo si ferma per una breve Il Meteor, stazzava 3613 tonnellate e smarine. Ridenominato Meteor II il 9 pausa e tornerà il 17 aprile in un’altra poteva imbarcare 283 passeggeri, fu va- marzo 1945 dopo un’incursione aerea, crociera da diporto, l’ultimo della sta- rato dai cantieri Blohm & Voss di Am- affondò nel porto di Pillau, nella Prus- gione mediterranea di quest’anno... burgo, il 15 marzo 1904, e fece il suo sia orientale. Lisbona, l’elegante capitale portoghese, viaggio inaugurale verso la Norvegia il è la prossima destinazione del Meteor. 3 giugno per la società Hapag. La storia nella pagina accanto: il porto di Messina in una car- Questa è l’ultima fermata del pirosca- frenetica del piccolo vapore durante la tolina inviata da bordo del Meteor il 4 aprile 1906; fo nelle zone dell’Europa meridionale. prima metà di secolo scorso, cadenzata sopra: immagine del Meteor (1904). Territorio d’a

LE CARTOLINE DI SALUTI DURANTE LE CROCIERE DELL’HAMBURG-AMERICAN LINE

Un sondaggio di Skyscannner, sito un luogo. Superata dalle nuove tecno- dell’arte e del Made in che svilup- leader nella ricerca di voli aerei, indi- logie, oggi, stagione di social network pano una soluzione innovativa e tecno- ca che solo un turista su venti invia a e connessioni fotografiche istantanee, logica per promuovere le realtà turisti- parenti e amici una cartolina dal luogo grazie a PEM – Pick the Emotion – che e ricettive grazie all’emozione del di vacanza. A sostituirla sono foto e nasce una app che promuove il settore marketing diretto. video spediti via mail o attraverso i turistico unendo vintage e digitale, una L’originale nuova tecnologica appli- social network. Fu il 1° ottobre 1869, cartolina totalmente personalizzata, sia cazione digitale, ha una storica intui- che la Correspondenz-Karte, prima per clienti che per strutture turistiche. zione risalente al 1907 quando appari- cartolina postale, vide la luce grazie Il turista scatta una foto o un self vano panorami internazionali, italiani all’idea di un professore austriaco di durante il suo soggiorno, modifican- e siciliani tra cui Messina. Quella pri- economia, Hermann Emmanuel. dola a piacimento ed usandola quindi mordiale “app” cartacea la si deve al Da cartoncino a stampa, sempre più come immagine di una reale cartolina marketing della Hamburg Amerika- ricco di disegni, marchi e immagini, cartacea, da personalizzare con testo e nische Paketfahrt Actien-Gesellschaft, sul finire dell’800, si trasformò in car- disegni e poi inviare ad amici e parenti. compagnia di spedizioni transatlanti- tolina illustrata prima con l’intuizione L’opportunità, creata il 14 agosto che sintetizzata nell’acronimo HAPAG del libraio francese Besrnardeau de Sil- 2017, nasce dall’esperienze di Elisa Hamburg America Line a volte definita lé-le-Guillaume e poi dal 1872, con l’i- De Filippi e Andrea Gambini, la pri- anche Hamburg-American Line, Ham- dea del tedesco Franz Borich abbinando ma esperta del coinvolgimento emoti- burg-Amerika Linie o Hamburg Line. immagini artistiche o panoramiche di vo da atleta e da trainer, l’altro amante Territorio d’a 29

settore a bordo delle navi della compa- gnia venivano distribuite ai passeggeri, cartoline prestampate con il disegno o l’immagine dei luoghi più significativi lungo l’itinerario, accompagnandola con una descrizione turistica e con la firma del capitano August Christian Friedrich Dempwolf, comandante di numerose navi della Hapag, conosciuto in tutto il mondo per i suoi “Twitter” con cui descriveva la rotta della crociera riferimento al sisma del 1908 e con una grazie a “ritratti” delle città in cui la nave immagine di una improbabile strada di faceva scalo. Tra le tante spedizioni una Messina. L’attenzione verso i passeggeri del 28 marzo 1907, parlava di Messi- prosegui da parte della compagnia sino na e delle sue suggestioni panoramiche al 1938, quando le mete crocieristiche ed artistiche. La compagnia prosegui non furono più scelte turistiche per le La compagnia tedesca fondata ad Am- questa usanza anche dopo la scomparsa vicende belliche della seconda guerra burgo, nel 1847, ben presto si sviluppò del cap. Dempwolf, utilizzando per il mondiale. divenendo la più grande compagnia di messaggio la formula “telegramma dal- navigazione, offrendo servizi al mer- la crociera”. E Messina tornò ad essere sopra: manifesto dell’Hapag e cartolina del passag- cato dall’immigrazione tedesca negli protagonista, il 22 marzo 1911, con la gio nello Stretto di Messina nel 1907, durante una Stati Uniti e successivamente a quello crociera dell’Hamburg Amerikanische Paketfahrt “cartolina” inviata durante la crociera dall’Europa orientale ma diversifican- Actien-Gesellschaft; sotto: veduta generale del porto della SMS Cleveland e poi il 29 marzo di Messina (1890); dosi anche come compagnia di crociere nella pagina accanto: immagine del capitano, August 1928 con la rotta d’Oriente della nave in Europa e in Mediterraneo. In tale Christian Friedrich Dempwolf, che “firmava” le car- Oceana, con una descrizione storica e il toline. LA REGIA CORAZZATA SARDEGNA INVIATA A MESSINA PER L’ORDINE PUBBLICO

Per eventi di ordine pubblico, una Giolitti. Proprio in quest’ultimo suo in- to parlamentare d’inchiesta di fronte al corazzata della Regia marina, il 21 lu- carico fu coinvolto in un lungo scandalo quale Nasi cercò invano di discolparsi e glio 1907, fu dislocata nel porto di politico-giudiziario, che ebbe vasta riso- nel maggio 1904, la magistratura otten- Messina ove sostò fino al 30 luglio e nanza non solo in Italia ma anche all’e- ne dalla Camera, l’autorizzazione all’ar- poi rientrare a Spezia. La decisione di stero. Scoppiò alla fine del 1903 per la resto di Nasi, che, intanto, era fuggito inviare la corazzata Sardegna nel porto denuncia di malversazioni nella gestione in Francia e quindi a Londra, iniziando peloritano, fu presa dal Governo nazio- di diversi capitoli di spesa della Pubbli- una latitanza di tre anni. Cadute le ac- nale in seguito ad agitazioni popolari in ca Istruzione avanzata sia dalla stampa cuse circa la distribuzione dei sussidi, favore dell’on. Nunzio Nasi di Trapani, conservatrice sia da esponenti del grup- l’8 maggio 1905 fu rinviato a giudizio che stavano degenerando in movimenti po parlamentare socialista. Il 22 marzo per falso in atto pubblico e peculato, autonomisti. L’on. Nasi, nato il 2 aprile 1904, fu presentato un dettagliato elen- per avere distratto 87.000 lire in viaggi 1850, appartenente a una famiglia della co di sprechi e abusi nella distribuzione e acquisti e per la sottrazione di diver- borghesia urbana era stato eletto per la dei sussidi e nelle missioni di viaggio, si oggetti. La difesa sostenne il profilo prima volta in Parlamento alle elezioni che fu pubblicato sul “Giornale d’Italia” ministeriale dei reati e quindi l’incom- politiche del 1886 e la sua ascesa politica prima che la Camera ne prendesse visio- petenza della giustizia ordinaria a favore lo portò, nel giugno 1898, a fare parte ne. Seguì la costituzione di un comita- del Senato costituito in Alta Corte. Il 7 del primo governo Pelloux (1898-1899) giugno 1906, la sentenza di rigetto del con l’incarico di ministro delle Poste e Telegrafi e successivamente di ministro della Pubblica Istruzione con il governo Territorio d’a 31

piego sperimentale di combustione mi- sta. L’armamento principale di 4 pezzi da 343/30, in complessi binati montati in barbetta e situati a circa 10 metri dal galleggiamento aveva largo campo di tiro. L’impiego più lusinghiero lo regi- strò nella guerra italo-turca del 1911-12 dove, inquadrata nella Divisione Navi Scuola, appoggiò lo sbarco a Tripoli e tutto il ciclo di operazioni lungo le coste primo ricorso fu contestata a Trapani libiche. con vivaci manifestazioni che portarono Il 24 febbraio 1908, la Corte emise a sostituire, nell’aula consiliare, il busto una sentenza di condanna per Nasi, ri- del re con quello di Nasi, in onore del conosciuto colpevole di peculato soltan- quale fu composto un inno cantato per to per i viaggi e gli acquisti, a 11 mesi e le strade. Il processo, apertosi a Roma 20 giorni di reclusione e all’interdizione in Corte d’Assise il 14 dicembre 1906, dai pubblici uffici per 4 anni e 2 mesi. fu segnato da continui colpi di scena, a Ma alla colpevolezza si contrappone- partire dall’eccezione di incompetenza va l’assoluzione politica del voto che lo sollevata dal pubblico ministero e ac- la decisione del Governo italiano di pro- portò del 1913 a riprendere il suo posto colta il 10 giugno 1907 dalla Cassazio- clamare lo stato d’assedio e inviare nel alla Camera e proseguire il suo percor- ne. Per effetto della sentenza, Nasi poté porto peloritano, “causa disordini a se- so anche con una sospetta parentesi di rientrare in Italia e perorare la propria guito del cosiddetto caso Nasi”, la co- sostegno al movimento di difesa costi- causa davanti alla Camera che, tuttavia, razzata Sardegna per esigenza di ordine tuzionale del “soldino” sviluppatosi a deliberò la sua messa in accusa. Il 15 lu- pubblico. La nave della Regia marina, Messina nel maggio 1923, e l’adesione glio 1907, Tancredi Canonico, presiden- apparteneva alla classe Re Umberto, co- nel giugno 1924 all’Aventino parlamen- te del Senato costituitosi in Alta Corte, struita su progetto elaborato dall’Ispet- tare. Il 9 novembre 1926 decaduto dal spiccò un mandato di cattura per Nasi, tore del Genio Navale Benedetto Brin, mandato parlamentare, si ritirò a vita che, dopo pochi giorni a Regina Coeli, sui medesimi principi costruttivi e d’im- privata. ottenne gli arresti domiciliari. In tutta piego della classe Italia. Il lungo periodo la Sicilia si scatenarono vivaci proteste di costruzione, però la rese superata, con e grandi manifestazioni di solidarietà si uno scafo piuttosto tozzo con prora ar- sopra: profilo della Regia corazzataSardegna e una let- tera manoscritta del deputato e ministro del Regno registrarono particolarmente a Trapani cuata a sperone e poppa curva. Fu tra d’Italia Nunzio Nasi (1901); e Messina, ove la protesta assunse una le prime navi da guerra ad essere fornita nella pagina accanto: la Regia corazzata Sardegna in- viata a Messina il 21 luglio 1907, e sopra il Ministro connotazione sicilianista che determinò di apparato telegrafico ebbe il primo im- delle poste, Nunzio Nasi (1850-1935). GLI AGRUMI SULLE BANCHINE DEL PORTO DI MESSINA

Le immagini del porto di Messina “giardini” del messinese. L’agrumicoltu- ve crisi si registrò tra il 1887 ed il 1893, sono state storicamente caratterizzate ra e la trasformazione agrumaria, sono per la contrazione dei prezzi ma ciò dalla presenza di navi che imbarcavano state strettamente connesse a Messina, nonostante, a sette anni dalla fine del gli emigranti siciliani diretti nel primo il cui porto registrò un traffico di navi secolo, si registrò un bilancio di oltre esodo verso gli Stati Uniti e poi in Au- e di movimentazione di merci che rag- 96 mila tonnellate di agrumi e deriva- stralia. Ma una costante nelle fotografie giunse il suo apice nel 1887, con qua- ti esportati. La coltura degli agrumi ri- del porto peloritano, certamente signi- si sessantamila tonnellate di agrumi e mase uno dei cardini dell’economia del ficativa dalla fine dell’ottocento sino derivati esportati. I prodotti venivano territorio superando la crisi anche con agli anni sessanta, è stata quella delle trasportati su carri, o su barconi che progressi tecnici come quelli realizzati operazioni di carico di arance e limoni collegavano i luoghi di produzione lun- con la produzione del verdello, limoni siciliani, e degli oli essenziali conservati go la riviera tirrenica o ionica, sino al forzati per fruttificare in primavera al in botti. Introdotto nel bacino del Me- punto d’imbarco al porto messinese, da fine di sfruttare il mercato estivo. Dal diterraneo ed in particolare in Sicilia, dove le navi raggiungevano i mercati di porto peloritano nell’ultimo decennio dagli Arabi, l’arancia ha sempre avuto Stati Uniti, Russia, Olanda o Austria. Il del secolo partì circa il cinquanta per una stretta correlazione con il mondo porto di Messina manterrà questo ege- cento dell’intera esportazione italiana economico e culturale dell’Isola. Un monico ruolo, per tutto l’Ottocento e di agrumi e la quasi totalità del comple- trattato di agrumicoltura scritto dal sino al terremoto del 1908, come evi- mentare commercio delle essenze specie siciliano, Antonio Venuto, intorno al denzia lo studioso Salvatore Lupo sulla destinata ai mercati degli Stati Uniti, 1510, fa proprio riferimento alla diffu- “Rivista Meridana”, approfondendo la Gran Bretagna, Inghilterra e Francia. Il sione della cultura dell’arancio amaro vicenda degli agrumi siciliani. Una bre- ruolo strategico dello scalo messinese si nelle terre siciliane ed in particolare nei Territorio d’a 33 mantenne per gli agrumi e soprattutto per le essenze che, tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, videro – come sottolinea il prof. Rosario Battaglia nei suoi studi sul porto – intensificarsi sia la produzione che la lavorazione dei derivati. L’attività portuale connessa al commercio degli agrumi e al settore industriale dei deri- vati agrumari determinerà lo sviluppo dell’attività armatoriali, con gli armatori Peirce e altri esponenti della borghesia imprenditoriale messinese che avviaro- no collegamenti stabili e continui dal porto di Messina con le Americhe e al- glese William Sanderson, ufficiale della der mondiale di tale prodotto. Nel 1935 tre aree del mondo. Il numero uno del Marina Britannica che, dopo essere ri- alla morte di Bosurgi, la moglie Adriana gennaio 1907 di “Lega Navale” organo masto ferito in Mediterraneo agli ordini Caneva di Rivarolo diresse l’azienda, ri- dell’omonima associazione, a proposito dell’ammiraglio Nelson, si stabilì a Mes- uscendo a dare una forte spinta produt- dello scalo di Messina scriveva: “…ed sina, suggestionato dalle ampie distese tiva e a superare anche il periodo della ormai con il grande spettacolo di impo- di giardini. Nel 1906 William Robert seconda guerra mondiale, e fondando nenti piroscafi che in tutti i giorni im- Sanderson, sciolse la società di famiglia, una fabbrica della Sanderson anche in boccano il porto falcato, sia per trovarci cedendo il marchio e l’opificio a Walter Argentina. Alla sua morte, nel 1963, un semplice punto di appoggio, sia per Oates e Giuseppe Bosurgi, ma il soprav- subentrarono i figli Leone ed Emilio ma il ricco commercio degli agrumi”. E da venuto sisma distrusse nel 1908, gran negli anni ’70 l’azienda non superò la tale settore emerse a Messina, un’eccel- parte degli impianti. Bosurgi, si dedicò recessione economica mondiale dovuta lenza internazionale dalla storica capa- alla loro ricostruzione ed al potenzia- alla crisi energetica, la concorrenza di al- cità imprenditoriale come la Sanderson, mento della produzione trasformando tri paesi che producevano a minor costi, una delle più antiche ditte agrumarie in l’azienda in una delle più progredite e venendo meno anche l’aggiornamento grado di creare una organizzazione pro- nel campo dei derivati agrumari. Fino degli impianti, nel 1982 fu dichiarato il duttiva moderna ed efficiente nel campo al 1967 fu l’unico stabilimento a pro- fallimento. dei derivati. Nel 1817 a Pistunina, uno durre in Italia acido citrico, ma anche dei villaggi della cintura urbana a sud acido solforico, venduto all’impresa del sopra: il porto di Messina con le botti piene di essen- di Messina, sorse una tra le più antiche gas che lo utilizzava per la fabbricazione ze negli anni Venti; imprese agrumarie del mondo e prima di solfato di ammoniaca. Tra il 1930 e il nella pagina accanto: nella seconda metà degli anni 1938 la produzione si specializzò nelle Trenta in banchina al lavoro per la spedizione degli moderna fabbrica per la produzione dei agrumi e dei derivati e sopra illustrazione della San- derivati agrumari. L’iniziativa fu dell’in- “pectine” degli agrumi, divenendo lea- derson (1910). IL GRANDE ED AMATO RE DEL SIAM NEL 1907 NELLO STRETTO DI MESSINA

Sua maestà Rama IX, Bhumibol nizzazione della Thailandia. Nel 1996, e per l’indipendenza mantenuta, nel pe- Adulyadej Ramadhibodi, re di Thai- in occasione della celebrazione del 50° riodo in cui gli stati del sudest asiatico landia, dal 9 giugno 1946 al 13 ottobre del Regno, coincidente con il centena- divennero colonie delle potenze euro- 2016, detiene un primato di longevità rio della prima visita in Europa di Rama pee. Fu chiamato Phra Piya Maharat, il sul trono, ponendosi al diciassettesimo V, re dell’allora Siam, Rama IX, volle un grande e amato re e il 23 ottobre, anni- posto tra i sovrani che nel mondo han- documentario su quel viaggio storico. versario della sua morte, divenne “gior- no regnato più a un lungo. Nel 2010 la Le relazioni tra Italia e Siam erano già no di Re Chulalongkorn” e festa nazio- rivista statunitense “Forbes” stimò in profonde grazie al Trattato di Amicizia nale. La televisione thailandese “Pacific 30 miliardi di dollari il suo patrimonio fra i due Paesi stipulato nel 1868, rinver- Intercommunication”, documentò, nel personale, ponendolo al primo posto dito da due visite, che il sovrano Rama maggio 1996 la sua visita, in Europa, e i dei reali più ricchi al mondo. Oltre a V, quinto monarca del Regno di Ratta- soggiorni a Napoli, Roma, Genova, San- tali primati gli attribuirono 96 consor- nakosin, della dinastia Chakri, fece in remo, Torino, Firenze, Palermo e anche ti e concubine, di cui 39 documentate, Italia nel 1897 e nel 1907. Dal 1868 al a Messina. Il 7 ottobre del 1907 aveva che gli diedero 77 figli, e fu ammirato 1910, anno della sua morte, fu alla guida assistito da bordo della regia nave Regina per il contributo che diede alla moder- del paese, ed è tuttora venerato dai thai- Elena con Vittorio Emanuele III e il Mi- landesi per la modernizzazione del Siam nistro della Regia Marina, l’ammiraglio Carlo Mirabello, a un’esercitazione ma- rittima nello Stretto, cui parteciparono le navi Dandolo, Stromboli, Vavese e An- Territorio d’a 35

drea Doria. L’evento navale si svolse nel canale di Sicilia, tra Siracusa e Augusta, suddiviso in quattro scenari: il primo fra siluranti e squadre; il secondo fra due squadre, una azzurra e una rossa, di cui l’azzurra divisa in due frazioni, doveva ricongiungersi attraversando lo stretto di Messina combattendo i rossi; il terzo fra la squadra azzurra tutta riunita e la rossa, protetta dalle batterie di Calabria e Sicilia; il quarto con esercitazioni tat- tiche fra le due squadre. La direzione di manovra fu affidata al duca di Genova, l’ammiraglio Tommaso di Savoia-Aosta e il capo di stato maggiore della Mari- na, viceammiraglio Giovanni Bettòlo, imbarcò sulla Lepanto; spettatori anche senatori e deputati del Regno, imbar- cati sulla regia nave Città di Milano. La parata in mare terminò con il passaggio in formazione di due unità della flotta, la Lepanto e l’Elba, dinanzi al faro di S. Raineri, ove erano i due sovrani. In oc- casione della presenza a Messina del re d’Italia, nei giorni precedenti l’avveni- mento, il 5 ottobre del 1907, il teatro Vittorio Emanuele propose una rappre- sentazione della Tosca di Giacomo Puc- cini, a beneficio della Croce Rossa.

a lato: disegno ed immagini del Re del Siam a bordo di navi per la Rivista Navale nello Stretto di Messina (1907), in suo onore; nella pagina accanto: le banchine del porto di Mes- sina a inizio Novecento e sopra: fotografato da Gia- como Brogi tra il 1890 e 1900, Chulalongkorn (1853-1910), Re del Siam con il nome di Rama V (1868-1910).

L’EMERGENZA DEL NOVECENTO 1908-1919 IL CARGO PRODUGOL AFFONDATO NEL PORTO DI MESSINA NEL SISMA DEL 1908

Durante il sisma del 1908 che colpì tori della Marina Militare appartenenti E di Pollone (Mariupol, Russia) e ri- la città di Messina, tra le tante distru- al Nucleo SDAI di Augusta. Nel cor- battezzata Produgol. Il piroscafo, i cui zioni che si registrarono è da annotare so della campagna di immersioni sono acquirenti avevano sede a Mariupol cit- l’affondamento all’interno del porto state eseguite le misurazioni del relitto tà portuale sul mar di Azov, nell’attuale peloritano, del cargo Produgol, che al- e la documentazione video fotografi- Ucraina, prese il nome del sindacato cuni mesi prima era stata ribattezzato ca, ha evidenziato elementi che hanno russo delle grandi imprese carbonife- con tale nome dopo il cambio di ar- permesso l’identificazione della nave re del bacino del Donets, il Produgol matore, la compagnia russa Svorono a vapore di 90 metri di lunghezza, 12 per l’appunto (abbreviazione che sta- & E di Pollone (Mariupol), che aveva di larghezza e una stazza di 2392 ton- va per Società Russa per gli Scambi di definito l’acquisizione a luglio di quel nellate. Costruita nel 1890 a Middle- Combustibile Minerale del Bacino del tragico anno. sbrough da Sir Raylton Dixon & Co. Donets), fondato nei primi anni del Il relitto del Produgol è stato identi- per la compagnia Ruskin SS Co (A. Millenovecento. Il sindacato Produgol ficato, grazie alle immersioni effettuate Holland & Co) di Londra con il nome era una associazione di capitalisti mol- dal 22 al 26 gennaio del 2010 dai sub di Ruskin, nel 1901 passò alla Darwin to potente, che forniva il 60 per cento della cooperativa Ecosfera, insieme ai SS Co. Nel luglio del 1908 venne ven- di tutto il carbone del Donets, regio- tecnici della Soprintendenza del Mare duta alla compagnia russa Svorono & ne storica, economica e culturale allo- della Regione siciliana ed ai sommozza- Territorio d’a 39 ra appartenente all’Unione Sovietica, attualmente territorio ucraino. Dopo la diffusione della macchina a vapore, l’estrazione di carbone fossile era dive- nuta di essenziale importanza e la col- tivazione sistematica delle miniere di carbon fossile aveva creato un ingente sviluppo industriale delle regioni car- bonifere. Il nome Produgol passò in se- guito al mercantile che fu acquistato in sostituzione di quello perso a Messina. Si trattava della ex Beeforth, che F. C. Svorono & E. di Pollone comprarono dalla Newton, Appleton & Co, Hull (poi usata come Trasporto n. 54 dalla Marina Russa durante la prima guerra mondiale). Le immersioni all’interno della zona Militare del porto di Messi- na, che furono autorizzate dal Coman- stantine Doresa, incaricato dalle com- tura prodiera giacciono nei pressi del do Militare Marittimo Autonomo in pagnie assicurative per sovrintendere i secondo boccaporto della stiva di prua Sicilia, sono state state accompagnate lavori in bacino, e che insieme ad alcu- ed il carruggetto di dritta, che alloggia- da una ricerca storica del relitto, esegui- ni membri dell’equipaggio dello stesso va il relativo fanale di via, è distrutto, ta in collaborazione con l’associazione Produgol, si unirono agli altri equipaggi mentre quello di sinistra è integro. Nel “Nettuno”, attraverso il reperimento di di navi presenti in porto per il salva- Ponte di comando sono ancora visibili notizie giornalistiche che riportavano taggio dei superstiti del sisma. Il relit- i resti del timone ed in sala macchina notizie dell’affondamento. Poche setti- to, ritrovato dopo oltre cento anni, si il propulsore a vapore, a triplice espan- mane dopo il 28 dicembre del 1908, presenta integro per la maggior parte sione con le sottostanti caldaie. Otti- il “Victoria Daily Colonist” e l’austra- delle sue strutture, ed è insabbiato per mamente conservata la cucina con vari liano “The Mercury” riportarono il circa 3 metri, in tutta la sua lunghezza. utensili. tragico affondamento del mercantile La prua corrisponde nelle sue forme a Produgol che si trovava all’interno del quanto indicato nei disegni costruttivi bacino di carenaggio per riparazioni, mentre assenti sono ancore e le relative da cui venne spostato dalla potenza catene dagli occhi di cubia, e l’argano dell’onda del maremoto. Negli articoli salpa ancore non è più nella sua posi- nella pagina accanto: immagini del piroscafo Produ- gol, affondato a Messina nel 1908 e sopra il timone e vengono riportati i racconti di Con- zione originaria. Elementi dell’albera- l’elica della nave inabissata in porto. LE NAVI MERCANTILI IN SOCCORSO DI MESSINA DOPO IL SISMA

Il Porto di Messina, da sempre ele- marinai, soldati, operatori sanitari ed dalla fatidica notte tra il 27 e 28 di- mento territoriale protagonista della un consistente naviglio minore. Delle cembre, si trovavano, alcune unità storia della città, anche all’indomani oltre diciassette mila persone ritrovate della Regia Marina, l’incrociatore Pie- del Terremoto del 1908, con il movi- vive sotto le macerie, moltissime furo- monte, le torpediniere Serpente, Saffo, mento di numerose navi, battenti varie no salvate dalle marinerie giunte nello Sagittario, Scorpione e Spica; quest’ul- bandiere, fu al centro delle vicende dei Stretto all’indomani del 28 dicembre tima lanciò l’allarme a tutto il Paese, soccorsi che le Marine militari e mer- 1908. appoggiandosi all’ufficio telegrafico di cantili portarono alla popolazione. Un Più di 13 mila superstiti ricevette- Nicotera, in Calabria. porto, come scrisse Barzini sulle cro- ro aiuto dai militari italiani, 1300 da Con queste unità stazionavano in nache del “Corriere della sera” del 19 quelli russi, 1100 dagli inglesi e 900 porto i piroscafiMontebello e Scrivia gennaio 1909, ove alberature e cimi- dai tedeschi, ma furono anche consi- oltre a Loreto e Simeto della società Na- niere di navi si ergevano come “gigan- stenti le operazioni condotte da piro- vigazione Generale Italiana, ripartiti i tesche torri rotonde vicino ai tragici scafi della marina mercantile francese, primi due per Catania e gli altri due, avanzi dei palazzi decapitati”. statunitense, austro-ungarica, spagnola uno per Napoli e l’altro, il 30 dicem- In tutta l’area dello Stretto, si ri- e danese oltre che dal naviglio requisito bre, sempre per Catania, con un carico trovarono oltre a 43 navi della Regia per l’occasione dal Governo italiano. di mille persone tra feriti e scampati Marina, più di cento piroscafi, con Già ancorate nel porto di Messina al sisma. Il Montebello era una nave Territorio d’a 41

della squadra navale russa, l’incrocia- tore Makaroff, e le corazzata Slava e Tzésarévitch seguite dall’incrociatore Bogatyr, giunsero in soccorso dal por- to di Augusta, offrendo l’aiuto dei loro equipaggi alla popolazione terremota- ta, mentre altre navi mercantili faceva- no rotta su Messina. Una delle prime fu certamente la Washington, della compagnia La Velo- ce, che si trovava in navigazione nello Stretto già il 28 dicembre e che nella stessa giornata ripartì per Catania con 1000 profughi. Il 28 dicembre giunse anche da Napoli il piroscafo Colombo che ripartì il giorno dopo per il capo- luogo campano con a bordo alcuni fe- mercantile a vapore, considerata di di- ci provenienti dal ramo del Gange che riti e profughi. mensioni notevoli per quel tempo, con porta il nome di Hoogly, presso Cal- Dalla compagnia Ngi, il Governo i suoi 96 metri di lunghezza, e che nel- cutta. italiano noleggiò poi le navi Sardegna, le sue stive di prua e di poppa con un Sorpreso dal sisma ma soprattutto utilizzata come centro di comando sistema di cuccette montabili, poteva dalle onde del maremoto, fu il mercantile delle operazioni di soccorso, ed il pi- ospitare oltre mille emigranti nei col- Quirinale, protagonista di involontarie roscafo Savoia che dal gennaio 1909, legamenti tra la Sicilia e New Orleans. manovre cinematiche che lo portarono ormeggiarono a pontili d’emergenza Oltre ad agrumi ed emigranti siciliani, fuori dal porto, quindi a spiaggiarsi e poi attrezzati nel disastrato porto pelorita- nella rotta di ritorno dagli Stati Uniti riprendere il controllo della navigazio- no. Il Sardegna di 5 mila 525 tonnella- trasportava balle di cotone che da Pa- ne, ripartendo lo stesso 28 dicembre per te di stazza, varato nel 1902 per conto lermo venivano poi trasferite a Genova Palermo con 46 profughi a bordo. L’ Av- della Società di Navigazione Sitmar di dove si tesseva la stoffa jeans. Ma il pi- venire partì per Palermo imbarcando 24 Genova era impiegato per il trasporto roscafo legò il suo nome anche al fatto profughi, i britannici Ebro e Mariner con merci e passeggeri sulla linea Geno- che aveva trasferito parecchi musicisti il Salvador e Therapia, battenti bandiera va-New York. Passata alla Ngi, dal 1912 siciliani, futura primigenia del jazz tedesca e l’austro-ungarico Andrassy, col- al 1916, coprì la linea Genova-Buenos americano. Lo Scrivia, venticinque laborarono all’opera di trasporto dei so- Aires e successivamente, sino alla radia- anni prima del terremoto, aveva invece pravvissuti a Palermo e Napoli. zione nel 1928, garantì i collegamenti permesso la raccolta di campioni itti- All’indomani del sisma tre unità con Spagna, Grecia e Turchia. Il Savoia 42 Territorio d’a

per conto del Lloyd Italiano, la nave era impiegata per i collegamenti Ge- nova-Napoli-New York. L’Indiana che stazzava 4.996 tonnellate, ed imbarca- va oltre 1620 passeggeri, nel 1918 ven- ne ceduta alla Ngi e nel 1924 passò alla Sitmar Line, ribattezzata Romania. Impegnata a trasportare materiale di soccorso anche la Vincenzo Florio, nave mista vela-vapore, con tre alberi, costruita nel 1880 nei cantieri di Gla- sgow da A. Stephens & Figli. Con una stazza di 2840 tonnellate, per 116 me- tri e capacità di trasportare oltre 550 passeggeri in tre classi, aveva avviato i collegamenti con l’America il 22 mag- gio 1880, linea Catania, Messina, Pa- acquisito invece nel 1897 dalla Compa- Il Sardegna ripartì da Messina per lermo e New York. gnia La Veloce, fu trasformato da yacht Napoli con 108 superstiti il 3 gennaio. Ai soccorsi parteciparono anche la reale, costruito nel cantiere di Castel- Raggiunsero ancora Messina il 30 di- Lombardia della Ngi ed il grande pi- lammare di Stabia nel 1883, in nave cembre 1908, la Ionio, ex G.B. Lavarello, roscafo passeggeri Regina d’Italia che passeggeri per il Nord e Sud America, che trasportò uomini del 19° Fanteria e per due mesi fu impiegato come nave restando in servizio sino al 1923. Nei del 9° Bersaglieri, vettovagliamento an- alloggio e sul quale trovarono rifugio primi quattordici anni di vita il panfilo che per il personale delle Poste e generi i bambini sperduti e gli orfani. Per gli reale era stato utilizzato come nave di di soccorso, ed il piroscafo Solunto, di- orfani fu anche impegnata a Messina, rappresentanza e da diporto dei sovrani rottato dalla linea Napoli-Palermo per l’Opera Nazionale Marinaretti di Vene- d’Italia. Le due navi alloggio costituiro- prestare soccorsi e trasportare superstiti; zia, sorta nel 1906 e poi soppressa nel no il primo avamposto dei soccorsi, la mentre dal Verona, furono sbarcate nei 1923, per raccogliere sulla nave asilo cui gestione, nella catena di comando, primi giorni di gennaio 1909, legnami Scilla, gli orfani dei pescatori e mari- non mancò di suscitare lamentele per per costruire i primi ricoveri baraccati, nai del litorale adriatico e dar loro l’i- disfunzioni organizzative e ritardi nel- viveri e coperte. struzione elementare e successivamente la distribuzione di viveri, a fronte della Il 29 dicembre era partita da Ge- quella professionale ed avviare i più do- funzionalità che le squadre navali stra- nova, con viveri e materiali, l’Indiana, tati agli studi nautici medi e superiori. niere dimostrarono negli aiuti prestati costruita nel 1905 dalla Società Eser- A queste navi si era successivamen- direttamente. cizio Bacini di Riva Trigoso (Genova) te unita, sempre trasportando aiuti e Territorio d’a 43 soccorsi, la San Giovanni della Società Sicula Americana di Navigazione, vara- ta nel 1907, il piroscafo con stazza di oltre 6500 tonnellate fu impiegato sul- la rotta di collegamento con New York dai porti di Napoli e Palermo e quindi per i collegamenti con il Sud America. Ma anche la Regina Elena della Ngi, costruita nel 1907 dai Cantieri Liguria di Ancona, che poteva imbarcare 1125 passeggeri. Tra le navi attrezzate ad ospedale, operò a Messina anche il piroscafo Taor- mina, noleggiato per tale scopo e fatto salpare da Genova, nella mattinata del 1° gennaio 1909. Giunse nello Stretto dopo due giorni di navigazione ed ac- colse oltre 200 feriti di cui 10 poi sbar- di altri punti sanitari in città mentre Reggio Calabria, insieme ad unità delle cati a Napoli l’8 gennaio ed altri a Li- veniva utilizzato anche il piroscafo Le- Marine da guerra, furono concesse dal vorno. Anche l’Ancona che faceva parte timbro. Allo stesso scopo fu anche im- Re e dal Governo italiano, ricompense e dei sette piroscafi della Società Italia di pegnata la Regina Margherita, della Ngi, benemerenze per l’impegno umanitario Società di Navigazione a vapore, nata a che giunse a Messina con a bordo quat- dimostrato nelle operazioni di soccorso Genova, nel 1899, fu destinata al tra- tro medici, in un pomeriggio di pioggia e nell’opera assistenziale a favore delle sporto di materiale per la Croce Rossa torrenziale che ostacolò le operazioni di vittime di quell’immane tragedia. Italiana. Il 29 dicembre 1908 era stata sbarco delle scorte sanitarie, portate a dirottata a Messina la Birmania, in na- termine con l’ausilio di marinai inglesi. vigazione da Napoli a Siracusa e che il Il 2 gennaio era poi giunto da Napoli sopra: il grande piroscafo passeggeri Regina d’Italia, 31 rientrò a Napoli trasportando circa il Nord America, costruito nel 1882 dal progettato da G. Clark Ltd. per conto della Com- pagnia Britannica di Navigazione Prince Line con 1250 superstiti; a lei si aggiunse il 31 di- cantiere John Elder & Co. di Glasgow il nome di Sardinian Prince e costruito nel 1905 dal Tebe per conto della compagnia Thomas cantiere Sir J. Laing & Sons Ltd. di Sunderland, In- cembre, la messa a disposizione del ghilterra. Ancora in cantiere fu acquistato dal Lloyd Prefetto di Napoli come nave soccorso, Skinner & Co. fu utilizzato come nave Sabaudo e ribattezzato Regina d’Italia e per due mesi soccorso, ospitando i sopravvissuti del nel 1909, fu impiegato come nave alloggio e sul qua- che imbarcava 12 medici con una tenda le trovarono rifugio i bambini; ospedale. Altre tende e materiale sanita- terremoto di Messina, e trasportandone a lato: il piroscafo americano Celtic alla fonda nel porto di Messina (1909); rio sbarcato dalla nave Stura, insieme a molti a Napoli. Alle numerose navi mer- nelle pagine precedenti: profughi e navi nella Messina fanti e bersaglieri, permise la creazione cantili intervenute in aiuto di Messina e del dopo sisma. SISMA 1908: TESTIMONIANZE DAL MARE

Tra i tanti resoconti e le varie testi- prolungato, che sembrava venire dalle vimento di beccheggio. Ed ecco spe- monianze del terremoto di Messina che profondità del mare mi inchioda al mio gnersi successivamente sulle due rive i nel 1908 decimò la popolazione e di- posto. Poi, prima che io avessi potuto lumi di Villa, di Reggio e di Messina. strusse la città, sono particolari quelle fermare l’attenzione sul fenomeno in- Sospendo la manovra ed il Calabria di chi il sisma lo avvertì e lo visse men- solito, sento il Calabria colare a picco si ferma in mezzo allo Stretto. Spenti tre si trovava in mare, a bordo di una con rapidità spaventosa, mentre un i lumi della riva, ogni direzione è im- nave, nei pressi del porto o in naviga- urlo di terrore si levava dai passegge- possibile, nella terribile incertezza, mi zione nello Stretto. ri che erano sul ponte e nei saloni di decido ad attendere l’alba. Intuisco che Drammatica fu ad esempio la de- prima e di seconda classe. Distinguo qualche cosa di straordinario, di terri- scrizione, riportata dal giornale “Roma” nettamente illuminate dai bagliori fug- bile, si è compiuto laggiù, sulla costa del 22 gennaio 1909, del capitano Er- gevoli dei fari di bordo due muraglie di calabra e sulla sicula; ma invano scruto manno Falkenburg, comandante del- acqua scavare un baratro in cui il Ca- le tenebre col cannocchiale. Nel cielo, la nave traghetto Calabria, partita da labria si inabissa. Poi, con la stessa ful- intanto, dalle due rive, si innalzavano Messina verso Reggio Calabria, poco minea rapidità, si risale alla superficie. lentamente, sino a congiungersi, due dopo le cinque. “Dirigevo la manovra, Lunghissime ondulazioni imprimono nuvole nere come l’inchiostro, che quando ad un tratto un fragore cupo, al ferry boat un impressionante mo- spengono ad una ad una tutte le stelle, Territorio d’a 45 e dopo pochi minuti comincia a venire giù una pioggia sottilissima di sabbia, che acceca, che soffoca”. IlCalabria ri- uscì ad attraccare a Messina, e appena fu possibile i passeggeri scesero a terra per disperdersi tra le macerie alla ricer- ca dei propri cari. In tale scenario apocalittico, il mare dello Stretto offrì la narrazione del commissario di bordo del piroscafo po- stale francese Orenoque, pubblicata su “Le Petit Journal” e riportata da altri giornali: “Il 28 dicembre l’Orenoque, proveniente da Alessandria, si dirigeva su Messina. Noi ci trovavamo a due ore da questo porto. A un tratto una vio- Padre C., brigantino goletta di 72 ton- reggio, fu sbattuta dal mare e lasciata lenta scossa fece sussultare il piroscafo. nellate dell’armatore Cinollo di Spezia. con la poppa a secco; il Michele, carico Si credette da prima che avesse urtato Il 28 dicembre la sua nave si trovava di ferro, dapprima toccò il fondo e rup- una nave o si fosse arenato. La scossa ancorata nel porto di Reggio; “pochi se- pe il timone, poi fu portato fuori del durò una ventina di secondi, poi tutto condi dopo i l terremoto, il bastimento porto, mentre fu impossibile trattenere cessò e il piroscafo continuò la sua cor- dapprima toccò il fondo, e dopo, strap- la catena dell’ancora che si filava. sa. Alle ore 7 si giunse in vista di Mes- pati gli ormeggi di poppa, mentre le Il comandante della goletta Giusep- sina. Il mare era cosparso di travi, di ancore aravano, fu trascinato, fuori del pe Magiuto, di Torre del Greco, riferì barili e centinaia di barche...”. L’Oreno- porto, al largo, a circa 200 metri; quin- che la sua nave fu disormeggiata nono- que era transitato dalla Stretto con altre di fu spinto dal mare di nuovo entro stante avesse dato fondo con l’ancora di atmosfere, alle otto del mattino dell’11 il porto, e cosi alternativamente, due dritta e quella di sinistra; pochi secondi aprile 1874, in occasione della crociera volte. In questo andirivieni urtava altri dopo il terremoto, il maremoto e la go- che la “Revue Générale des Sciences” bastimenti e il piroscafo Quirinale, per letta strappò gli ormeggi di poppa e fu organizzò per i grandi siti dell’antica cui si produssero la rottura del timo- danneggiata dagli urti. Grecia, noleggiando per tre settimane ne e altre avarie”. Stimò 6 metri e più, Il capitano Vicari, comandante del il transatlantico della Messageries Ma- l’altezza dell’onda sul livello del mare piccolo piroscafo Quirinale ex Baron ritimes, ospitando 140 passeggeri. e narrò anche che il brigantino golet- Call, varato nel 1904, ebbe cura di Nel “Bollettino della Società Sismo- ta Adalgisa di Porto Maurizio di 260 pubblicare l’estratto del giornale nau- logica Italiana”, n. 13, del 1909, Gio- tonn., fu portato a secco, e poi, dopo tico del 28 dicembre quando, miglio- vanni Platania cita il ricordo di Cam- 10 minuti, fu ripreso dall’onda e trasci- rato il tempo, aveva ordinato la par- millo Branco, comandante dell’Angelo nato fuori del porto. L’ Assunta di Via- tenza: “Verso le 5 e 20, un violento e 46 Territorio d’a

netrata dall’osteriggio. Si attende con macchina adagio che faccia giorno, non esistendo più illuminazione nel- lo Stretto». Fattosi giorno il piroscafo diresse su Reggio, dove trovò il molo sprofondato, e trasportò quindi feriti da Messina a Milazzo e a Palermo. Platania, riporta anche la lettera del capitano F. Tamlin, comandante del pi- roscafo inglese Huelva, nave cisterna di 867 tonnellate della English & Ameri- can Shipping Co. Ltd., di Liverpool, che raccontò di trovarsi a 7 miglia dal Faro di Capo Peloro “...il tempo era bello e chiaro, le stelle brillavano e non spirava vento. A un tratto il piroscafo cominciò a scuotersi e a balzare, come se si tro- vasse sopra una secca rocciosa e si udiva un rombo intenso come se soffiasse un groppo di vento. La prima scossa fu in- tremendo maremoto si scatena. Sono treggiare prima e avanzare poi, buttan- torno alle ore 5,20 e durò da 15 a 20 se- state tre ondate di enorme altezza, dan- doci fuori dal porto da dove, la terza condi; una seconda scossa si avverti cir- do l’apparenza di vere montagne, che ondata ci fa rientrare, unendoci nello ca 3 minuti più tardi. La luce del faro e si precipitavano con grande velocità sul stesso vortice con i velieri esistenti in tutte le lampade elettriche della spiaggia piroscafo, investendolo. La prima sul porto, dove ci abbordiamo continua- si spensero alla prima scossa. Il mare di- fianco sinistro e si rompono gli ormeg- mente gli uni e gli altri. Proiettati sul- ventò molto agitato e all’alba una densa gi di terra, lasciandoci sulla costa che la costa di levante del porto, la nave si nebbia bianca copriva lo Stretto che alle non si tocca, perché respinti dalla stessa incaglia. Con l’aiuto delle macchine e ore 7,20, si diradò, e governai in modo ondata”. Volendo uscire dal porto non delle stesse onde che ci sollevano, si ri- da attraversare lo Stretto, e vi passai alle potendo salpare l’ancora di guardia, esce ad uscire dal porto, guidati da solo ore 8,30. L’acqua nello Stretto era lattigi- che era a dritta, ordinò, per la salvez- fanale rosso della testata, non curando nosa e molto agitata, come se bollisse, e za della nave, di filare per occhio. Ma- gli ostacoli che si potevano incontrare trasportava una quantità di battelli e og- novrò per uscire quando sopraggiunse di prua per l’oscurità. Appena liberi, getti naufragati. Attraversando lo Stretto la seconda ondata, alla quale presentò diedi ordine di sondare le sentine che avvertii parecchie scosse leggiere”. la prua. “Con la macchina tutta forza furono trovate asciutte, meno quella di Il comandante del Loreto, un vec- avanti, l’onda ci fa velocemente indie- macchina, piena d’acqua e sabbia pe- chio piroscafo da carico da 1055 ton- Territorio d’a 47

nellate, lungo 70 metri, raccontò alla comandante, capitano Ribaudo, narrò “Nature” del 7 gennaio 1909, secondo Capitaneria di Porto di Catania, ove al “Giornale dì Sicilia” del 29 dicem- cui attraversando lo Stretto con la nave, sbarcò i feriti messinesi, che il 28 di- bre 1908, che “alle ore 5,20 si avverti a “sembrò saltare in aria, come se una mi- cembre si trovava oltre il Faro, diretto a bordo uno scricchiolio di tutto il piro- niera fosse esplosa sotto di lei, e subito Messina: “A un tratto avverti un gran- scafo, sicché altri dubitò che questo si dopo una montagna d’acqua creatasi a de scotimento della nave, sì che cre- fosse arenato, altri che si fosse perduta dritta, si precipitò furiosamente verso dette di avere investito”; ma visto che l’elica. Contemporaneamente non si Messina, mentre le sonde del fondale il piroscafo governava, scese dal ponte vide più la lanterna del Faro, né la co- mostravano che il letto del mare era au- di comando e si affacciò all’osteriggio sta della Calabria, e una fitta nebbia si mentato di dieci piedi”. della sala macchine. Vide che tutto era distese intorno. Alle ore 5,26 si avvertì in ordine, e alla comunicazione di un una seconda scossa di 3 secondi, e poi sopra: lo stato maggiore dell’Orénoque in transito altro ufficiale che tutti i fanali di terra altre scosse più brevi. L’entrata nello nello Stretto nel 1908 e una xilografia del sisma si erano spenti, comprese che si trattava Stretto, alle ore 8,15 era quasi ostruita appartenente alla Kozàk Collection, Università di Berkeley; di terremoto e fece rotta su Messina. da barche, barcacce e legnami, botti e nella pagina accanto: navi in porto a Messina per In vicinanza di capo Peloro si trova- suppellettili, tutto in balìa delle acque”. portare i soccorsi; nelle pagine precedenti: ufficiali e passeggeri in una va anche il Washington, piroscafo della Altra narrazione quella del comandan- foto di Marcel Garcot e il piroscafo Orénoque; il fer- Navigazione Generale Italiana, il cui te dell’Hopewell, riportato dalla rivista ry boat Calabria, subito dopo il varo (1904). UNA “FALSA” CARTOLINA DEL 1909

La comunicazione visuale oggi, gra- su eventi o fatti risalenti a due secoli fa. no del tipo in uso durante le operazioni zie anche all’avvento dei social network, È il caso di quella che circolò negli Sta- di soccorso nel porto di Messina sia da è sempre più importante ma anche ti Uniti nel 1909 che riproduceva navi parte delle navi della flotta russa, ame- sempre più alto, il rischio che le imma- nel porto di Messina, con i soccorsi ricana e tedesca. La HMS Blake, secon- gini trasmettano informazioni e mes- alla popolazione terremotata. La nave, da unità a portare il nome del grande saggi errati, di non conoscenza o volu- ripresa in primo piano tra due mercan- ammiraglio britannico Robert Blake tamente sbagliati. Una considerazione tili non identificati, era la HMS Blake (la prima era stata varata nel 1808) fece questa che ha portato ultimamente il della Royal Navy; la didascalia specifica servizio come ammiraglia nelle stazio- disegnatore della Torino Fashion House che la “scena mostra il porto di Messi- ni americane e delle Indie Occidentali Matteo Enrico, a realizzare otto vedute na con navi e imbarcazioni americane e nel dicembre 1895 fu assegnata alla “impossibili” del capoluogo piemonte- e inglesi”, ma quello raffigurato non Flotta del Canale; quattro anni dopo, se, inserendo monumenti di altre città. è lo scalo peloritano e la nave inglese, nel 1889, fu inviata in Sierra Leone a Così sullo sfondo di Piazza Vittorio si l’incrociatore di I classe Blake, varato il favore delle azioni di soppressione della erge la Basilica di San Pietro, oppure 23 novembre 1889, mai approdò nella ribellione scoppiata nella colonia. Nel si può ammirare da Superga la vista di città siciliana. Le piccole imbarcazioni 1906 fu disarmata e nell’agosto 1907 Rio de Janeiro. Molto spesso le carto- di servizio delle unità alla fonda, alcune fu utilizzata come deposito mobile per line, specie quelle dell’inizio del No- battenti bandiera americana, non era- la 2ª Flottiglia Cacciatorpediniere del- vecento, hanno diffuso immagini che hanno trasmesso errate informazioni 49

la Grand Fleet e in seguito passò come Drake, Ebro, Mariner, Ophir e Vito. di Messina, nel giugno del 1859, navi di tender all’11ª Flottiglia Cacciatorpe- Il Sutley prima nave inglese ad arriva- Sua Maestà Britannica approdarono più diniere. Disarmata nel 1919, radiata re, trasportò anche medici, chirurghi, recentemente quando, dal 30 luglio al 6 definitivamente nel 1920, fu venduta carabinieri e soldati italiani, imbarcati agosto 1948, sostò nel porto una squa- per demolizione e infine smantellata il la sera del 29 dicembre a Siracusa. Le dra di caccia formata dalle navi Chevron 9 giugno 1922. Le navi della flotta del unità della US Navy che furono invia- e Chelain, al comando dell’ammiraglio Regno dirottate nell’area del disastro, te a Messina e a Reggio Calabria per Michael Mayward Denny, che ricevet- al comando dell’ammiraglio Sutton fornire assistenza umanitaria furono te accoglienze al civico palazzo e anche unito, ricevettero attestazioni e rico- quelle della Prima Divisione, le navi dall’allora arcivescovo Paino, che organiz- noscimenti pubblici, furono le navi da da battaglia Connecticut e Illinois, e la zò un concerto nella Basilica Cattedrale. battaglia Duncan ed Exmouth, gli in- nave rifornitrice Culgoa. Si tratta di tre Dodici anni più tardi, nel giugno 1960, crociatori leggeri Minerva e Philomel, delle sedici navi da guerra statuniten- entrò in porto la portaerei Hermes. gli incrociatori Euryalus, Lancaster e si salpate un anno prima dal porto di Sutlej, e la torpediniera Boxer. Gli equi- Hampton Roads, in Virginia, per una paggi della Royal Navy partecipano alle crociera intorno al mondo, che da poco sopra: Robert Blake (1599-1657) in un dipinto di operazioni di soccorso fornendo aiuto avevano fatto ingresso in Mediterraneo, Henry Perronet (1829) e l’equipaggio del caccia in- e assistenza a fianco di marinai delle attraverso il Canale di Suez. glese Duncan a Messina dopo il 1908; nella pagina accanto: la HMS Blake, e nella cartolina unità mercantili britanniche presenti A parte lo storico attraversamento riprodotta nel 1909 con l’indicazione errata di una o inviate Afonwen, Chesapeake, Cretic, della squadra navale inglese dello Stretto sua presenta nel porto di Messina per portare soccorsi. CIMELI DELLA CHIESA GRECA DI MESSINA DALLE ROVINE DEL TERREMOTO AL MUSEO BIZANTINO E CRISTIANO DI ATENE

Tra le navi che prestarono soccorso berarono dalle macerie la chiesa greca di le pagine dei giornali greci. Dalle rovine alla popolazione terremotata di Messi- Agios Nikolaos, edificio dedicato al culto vennero anche salvati calici sacri, oltre na, ci fu anche una unità militare gre- di San Nicolo dei Greci, ricostruito nel a candelabri, un’uniforme sacerdotale ca, la Sfacteria, che aveva fatto scalo a 1790 ed andato completamente distrut- ricamata con filo d’argento e una pesan- Catania, con un’altra nave della Flotta to il 28 dicembre del 1908. Sotto un te croce. I reperti imbarcati dal coman- reale ellenica, la Kriti, il 5 gennaio 1909, cumulo di rovine, alto più di otto me- dante della nave, il capitano Sophocles per sbarcare viveri, tende, un corredo tri, furono recuperate cinquanta icone Dousmanis che, rientrando il 20 genna- completo per allestire un ospedale, ed piccole e quindi grandi, tra cui quelle di io 1909 al porto del Pireo, consegnò i un gruppo di dodici sanitari tra medici Cristo Pantocratore, Panagia Odigitria e cimeli alla chiesa dell’Arsenale militare e infermieri. Quattro giorni dopo arrivò Santa Caterina, dipinte da Michele Da- di Salamina. Nel 1915 furono catalogati nella città dello Stretto, ove l’equipaggio maskinos il maggior esponente della pit- dal professor Adamantios Adamantiou, fu impegnato, dopo le intese con il ge- tura di icone cretese-veneziana del sec. direttore del Museo Bizantino fondato nerale Francesco Mazza, nominato co- 16º, che soggiornò a Messina dal 1569 in quello stesso anno, dopo la trasforma- mandante della Unità di coordinamen- al 1573. zione del Museo della Società Archeo- to dei soccorsi dopo il terremoto, per gli La Sfaktiria partita da Zacinto, aveva logica Cristiana che avrebbe conservato scavi tra le rovine del consolato greco a a bordo Vlasis Gavriilidis l’editore del la collezione di importanti icone, tra cui Messina e mettere in salvo l’archivio, poi quotidiano “Acropolis”, e il giornalista quelle di San Nicola di Messina. Oggi consegnato al console greco Stathopou- Thomas Sinadinòs che documentarono quest’ultime sono ospitate nel Museo los. Successivamente i marinai greci li- quegli interventi con i loro resoconti sul- Bizantino e Cristiano di Atene in una Territorio d’a 51

greca nel 1887 quale yacht reale per Re Giorgio, in alternativa del più vetusto Amfitrite. La nave Sfaktiria fu la prima unità greca ad avere generatori di elet- tricità, ma il suo impiego fu assi limitato e nello stesso anno passò agli armatori della Società Hellenic Shipping di Syros che la utilizzarono sino al 1893 quan- do fu ceduta alla New Hellenic Steam Navigation Society. Fu presto restituita alla Marina militare ellenica operando, come nave ausiliaria per trasporto trup- moderna sede a pochi metri dal Parla- lia acquisita alla guida illuminata dei re pe, fino al 1924 quando fu rivenduta alla mento greco. Dopo il 1908, quelle Ico- Normanni. compagnia di Commercio e industria ne bizantine, ritornarono per la prima A ricordare la presenza della chiesa di del Pireo di G. Strigos, G. Domestini & volta per alcuni mesi, nel 2013, trasfe- San Nicolò dei Greci, attiva nella Mes- Co., come nave da trasporto. Nel gen- rite in Sicilia per la mostra “Immagini e sina preterremoto tra la strada dei Tin- naio del 1927, la Sfaktiria, dopo aver Scritture. Presenza greca a Messina dal tori e quella delle Concerie, il 4 agosto caricato nel porto dell’isola di Oinous- Medioevo all’età Moderna”, allestita dal 2012 è stata inaugurata e benedetta ses, 60 mila barili di petrolio, preceden- 22 marzo al 26 maggio al Museo regio- un’edicola votiva di S. Nicola dei Gre- temente salvati dal cargo Free, partì per nale di Messina e dall’8 giugno presso le ci a cura della Comunità Ellenica dello Salonicco, rimorchiato dal Mimis, ma Sale duca di Montalto del Palazzo Reale Stretto, nella Villetta Micheli, sulla via il 19 gennaio incontrando condizioni di Palermo. Un patrimonio di 41 Ico- Garibaldi, che ricorda la chiesa edificata di mare agitato, durante la navigazione ne, alcune bifacciali, risalenti al periodo nel 1686, in posizione centrale sull’asse a nord-ovest dell’isola di Psara, affondò compreso tra il XIV ed il XIX secolo, dell’odierna via Garibaldi, distrutta dal nel mar Egeo. insieme a 9 icone dello stesso Museo sisma e mai ricostruita. Alle navi Sfacteria e Kriti ed ai loro di Messina ed a 16 preziosi manoscritti La nave Sfaktiria, di 831 tonnellate di comandanti, fu concessa la medaglia del periodo compreso tra il X ed il XVI stazza lorda, era stata varata il 15 marzo d’argento commemorativa istituita da secolo, messi a disposizione dalla Biblio- 1884 dai cantieri navali J&G. Thomp- Vittorio Emanuele II per l’opera soccor- teca Regionale Universitaria “Giacomo son, Clydebank del Regno Unito, con ritrice e delle azioni generose compiute Longo” di Messina che ha riannodato il nome di Buzzard e impiegata dalla so- a Messina. le fila di un’antica comunanza di senti- cietà armatrice G & J Burns di Glasgow re tra due comunità, quella messinese e nei collegamenti marittimi tra Ardros- sopra: l’allestimento della mostra sulle icone al Mu- quella greca, e tra due mondi culturali san in Scozia e Belfast. Successivamente seo regionale di Messina (2013); nella pagina accanto: il capitano Sophocles Dousma- del passato, confermando il rapporto tra la nave cambiandole il nome in Sfakti- nis sul ponte della Sfaktiria ed un’immagine della la cultura greca e bizantina e una Sici- ria, fu acquistata dalla Guardia costiera nave ex yacht Buzzard. IL TRANSATLANTICO CARPATHIA A MESSINA UN MESE PRIMA DI SALVARE I NAUFRAGHI DEL TITANIC E PER L’ULTIMA SUA CROCIERA NEL 1915

Due date significative caratteriz- bordo, ricevette la richiesta di soccorso rotta tra i ghiacci, alle ore 4.00 del 15 zano il rapporto tra la nave Carpathia del Titanic. Alle 23.40 il Titanic entrò aprile, un’ora e mezzo dopo l’affonda- ed il porto di Messina. L’undici marzo in rotta di collisione con un iceberg, mento del Titanic. Nel corso delle ore 1912 il transatlantico proveniente dal nell’Atlantico settentrionale ed il mar- successive l’equipaggio fece salire a bor- porto di Fiume faceva il suo primo sca- conista del Carpathia, Harold T. Cot- do i 705 superstiti del transatlantico lo peloritano per imbarcare emigranti tam ricevette un messaggio da Cape della White Star Line e partì per New diretti negli Stati Uniti, 36 passeggeri Race (Terranova), in cui si affermava York, dove giunse il 18 aprile. in seconda classe, uno in prima e 382 che la stazione aveva traffico privato dal Per l’aiuto prestato al Titanic, l’equi- tonnellate di carico. Dopo quella tappa Titanic. Collegandosi con il transatlan- paggio del Carpathia venne premiato a Messina fece rotta per New York da tico, il Carpathia ricevette invece il se- dai superstiti; i membri dell’equipag- dove sarebbe ripartito un mese dopo gnale di soccorso e il capitano Rostron, gio vennero insigniti con medaglie di per intraprendere il viaggio inverso, ordinò subito di raggiungere a velocità bronzo, gli ufficiali con medaglie d’ar- con destinazione Fiume. massima (17 nodi, corrispondenti a 31 gento; il capitano Rostron ricevette la Nella notte di domenica 14 apri- km/h) l’ultima posizione nota del Tita- medaglia d’oro e una coppa d’argento, le 1912, il Carpathia, piroscafo della nic, a circa 58 miglia (93 km). consegnata da Margaret Brown, una Cunard da 13.600 tonnellate, coman- Il Carpathia giunse sul luogo del di- delle superstiti del Titanic. Rostron fu dato da Arthur H. Rostron, diretto sastro, dopo aver percorso un’insidiosa successivamente ospite del Presidente in Mediterraneo con 735 passeggeri a Territorio d’a 53

degli Stati Uniti William Howard Taft di 541 piedi (165 m) e la sua larghezza militarizzata ed utilizzata come nave alla Casa Bianca, e ricevette la Medaglia di 64 (19,66 m). Il Carpathia effettuò per il trasporto in Europa delle truppe d’oro del Congresso, il più alto ricono- il suo primo viaggio il 5 maggio 1903 della Canadian Expeditionary Force, scimento civile conferito dal Congresso da Liverpool a Boston, e New York, durante la prima guerra mondiale. Fa- degli Stati Uniti d’America. Trieste, Fiume e altri porti del mar ceva parte di un convoglio quando fu Il transatlantico Carpathia era sta- Mediterraneo tra cui Messina che toc- silurato il 17 luglio 1918, al largo della to costruito in Inghilterra nel cantiere co il 13 aprile 1915. Fu quello l’ultimo costa orientale dell’Irlanda, 120 miglia Swan Hunter & Wigham Richardson, viaggio che fece come transatlantico ad ovest di Fastnet dal sommergibile a Newcastle Upon Tyne e varato il 6 sulla rotta Pireo, Messina, Palermo, tedesco U-55. L’esplosione uccise tre agosto 1902. Il suo dislocamento era di Napoli, Genova, Lisbona e New York. fuochisti e altre due membri dell’equi- 8.600 tonnellate, la sua lunghezza era Dal giugno di quell’anno fu infatti paggio nella sala macchine.

sopra: il “New York Times” con in prima pagina la tragedia del Titanic e l’equipaggio del Carpathia; a lato: un profilo del piroscafo della Cunard; nella pagina accanto: una cartolina del Carpathia che lascia Messina e il transatlantico, dopo il varo. IL BELVEDERE A MESSINA TRASPORTANDO TRUPPE DOPO LO SCALO INAUGURALE PER IMBARCARE EMIGRANTI

Nella storia della portualità di Mes- co di 8,76 metri e sviluppava una velo- espatriare negli Stati Uniti d’America. sina c’è una nave che si distinse per i cità di 12 nodi. L’attivazione di queste linee marittime suoi due unici scali peloritani, nel pri- L’Unione Austriaca di Navigazione mise la società in competizione con due mo decennio del novecento, traspor- S.A era un’importante Società di navi- straordinari concorrenti, il Norddeut- tando prima passeggeri e poi truppe. gazione con sede a Trieste, quando la scher Lloyd e la Hamburg-America-Li- Fu il Belvedere, un piroscafo misto di città era il principale porto dell’Impe- nie che sino a quel momento avevano 7166 tonnellate di stazza lorda, proget- ro Austro-Ungarico. Era stata fondata gestito la traversata degli emigranti dai tato espressamente per il servizio emi- nel 1895 dagli spedizionieri Gottfried territori della Monarchia asburgica. granti e merci fra l’Adriatico ed il Nord Schenker, August Schenker-Angerer e Benché progettato per la linea Trie- e/o Sud America, varato l’otto aprile William Burell, con lo scopo di realiz- ste-Buenos Aires il 31 agosto 1913, ef- 1913 per l’Unione Austriaca di Navi- zare un collegamento marittimo per il fettuò il viaggio inaugurale sulla linea gazione S.A.. Poteva imbarcare 12 pas- trasporto delle merci tra l’Austria-Un- Trieste, Patrasso, Messina, Palermo, seggeri in prima classe, 140 in seconda gheria ed il Nord America. Nel 1904 Algeri, New York, rimanendovi fino e 1274 in terza; prima e seconda classe con la flotta costituita da 19 navi, ven- al 20 giugno 1914. Quella di Messina erano sistemate nella zona del cassero nero proposti per la prima volta viag- fu l’unica tappa prima del suo disarmo centrale mentre la terza utilizzava il pri- gi per il trasporto dei passeggeri, per nel 1914 in Dalmazia, nel lago di Pro- mo ponte di stiva nelle zone di prora e lo più emigranti, che decidevano di cliano nei pressi del vallone di Sebenico di poppa. Era lungo fuori tutto 133,42 metri, con un’immersione a pieno cari- Territorio d’a 55

(odierna Šibenik). Il 4 marzo 1918 di- venne nuovamente sottoposto a lavori La dinamica della movimentazione venne nave caserma per le maestranze e trasformato in nave da carico generale storica del Belvedere a Messina richiama dell’Arsenale di Pola e successivamente con cabine per dodici passeggeri e rela- le vicende del piroscafo Thalia, varato nel novembre di quell’anno preda bel- tivi servizi. Durante la seconda guerra nel 1886 dal Lloyd Austriaco, nave con lica italiana nella città istroveneta. Il 10 mondiale il Belvedere venne requisito il la quale nel 1907 con la sua riconver- aprile 1919, requisito e con bandiera 6 giugno 1941 dalla U.S. Coast Guard sione, nacque a Trieste la moderna at- interalleata effettuò un viaggio con sole e con il nome di Audacious dalla U.S. tività crocieristica. Fu a Messina, il 1° truppe da Genova per Messina e New Maritime Commission, fu dato in ge- aprile 1909, quale scalo turistico di una York. stione prima alla United States Lines crociera in e a Marsiglia, prima Nei primi anni Venti fu sottoposto Co. di Panama e nel novembre del di essere trasformata in nave da carico a lavori di miglioria delle sistemazioni 1942 alla U.S. Navigation Co. e tornare a Messina nel 1917 in pieno passeggeri con relativa riduzione dei Nel giugno del 1944 salpò da Poo- conflitto mondiale. posti disponibili ma anche l’attivazione le Bay in convoglio per Omaha Beach dell’impianto frigorifero nelle stive per in Normandia e una settimana dopo il trasporto di carne congelata dall’Ar- fu autoaffondato davanti a Saint Lau- sopra: pubblicità del 1928 per la Cosulich di Trieste gentina. Le caldaie originarie a carbone rent-sur-Mer come parte del frangiflut- con i piroscafi Martha, Washington, Belvedere e At- furono pure trasformate, per la com- ti Gooseberry N.2 del porto artificiale lanta e gruppo di crocieristi sul piroscafo Thalia del- la Società di navigazione del Lloyd Austriaco, 1909; bustione a nafta. Nel 1936, essendo Mulberry per poi essere recuperato e nella pagina accanto: immagini del piroscafo Belvede- ormai superato per i servizi migratori, demolito dopo la guerra. re che nel 1919, ormeggiò a Messina. L’AFFONDAMENTO DEL CHAOUIA NELLO STRETTO A GUERRA FINITA

Lo Stretto di Messina, per il navi- urtò una mina posata dal sottomarino era, dalla aree direttamente legate alle gante di sempre, mare irto di difficoltà, tedesco UC-53. La nave esplose e af- operazioni militari. Lo Stretto era stato racchiude tra le sue memorie uno tra fondò nello Stretto di Messina in pie- sfiorato dai disastri della prima Guerra i disastri marittimi più pesante della na notte e in pochi minuti furono 476 mondiale precedentemente, con l’af- storia navale. Il 16 gennaio 1919, la i morti e solo 184 i sopravvissuti, 53 fondamento del traghetto Scilla, il 28 nave Chaouia, costruita nel 1896, dal membri dell’equipaggio e 131 passeg- agosto 1917, partito dal porto di Reg- cantiere olandese Koninklijke Maat- geri, la maggior parte salvati dal piro- gio Calabria, con seicento soldati, di- schappij “De Schelda” di Vlissingen, scafo britannico Daghestan. Fu uno dei retti a Messina e del piroscafo Verona, con il nome di Koningin Wilhelmina, disastri navali della prima guerra mon- il 12 maggio 1918, con a bordo tremila affondava, a tre miglia e mezzo dalla diale, che ironia della sorte si consumò militari, destinati a Tripoli. Bilanci di costa siciliana, proprio all’imboccatura dopo l’11 novembre 1918, a conflitto vittime limitati in quelle occasioni, ed nord dello Stretto, nei pressi di Capo concluso, e proprio alla vigilia della anche per gli altri undici siluramenti di Faro. La nave, un piroscafo passeggeri Conferenza di Pace di Parigi del 18 piccoli piroscafi e imbarcazioni che tra- francese di 4334 tonnellate di stazza, di gennaio del 1919. Fu una vicenda che sportarono, da aprile del 1917 all’otto proprietà della compagnia Navigation portò il “fronte” a Messina ed agli occhi giugno 1918, per lo più merci. A causa- Paquet N., salpata da Marsiglia con a di quella cittadinanza, lontana come bordo 660 passeggeri, di cui 401 mili- tari, trenta minuti dopo la mezzanotte Territorio d’a 57 re il naufragio del Chaouia fu una mina vagante, sganciatasi dal suo ancoraggio, che faceva parte delle ostruzioni che l’UC 53, comandato da Erich Gerth, aveva posizionato il 3 ottobre del 1908 a nord di Messina. Nove mine erano a nord est di Capo Peloro, (dal pun- to di coordinate 38°18’N - 15°41’E, direzione 50°) e nove a nord di Capo Rasolcolmo (da 38°20’N-15°33’E di- rezione 0°), tutte ad un intervallo di duecento metri. Dal febbraio del 1917, la Kaiserliche Marine aveva intensifi- cato l’azione sottomarina per rallen- tare i rifornimenti nemici e a causa di tale strategia bellica, il 14 settembre di quell’anno, con Regio Decreto, il terri- torio dei circondari di Messina e Reg- gio Calabria con lo Stretto, era stato di- avvenuta a prua, portò la nave ad una scacciati via dai marosi. Dopo una nuo- chiarato “in Stato di guerra”. I giornali deviazione violenta a dritta di circa 30 tata in mezzo ai detriti, vidi la sagoma internazionali del tempo, ma anche la gradi; ebbi l’impressione immediata della nave inabissarsi quasi in verticale. locale “Gazzetta di Messina e delle Ca- che la nave avesse colpito una mina. Poco dopo una nave che avevamo visto labrie”, nelle edizioni del 16 e 17 gen- Un enorme getto d’acqua si riversò sul all’orizzonte, doppiò capo Faro, e fece naio 1919, dettero un ampio resoconto ponte passeggeri e su quello delle im- rotta su di noi. Abbiamo saputo dopo del tragico naufragio del Chaouia, ma barcazioni, con detriti di ogni genere che era il piroscafo inglese Daghestan fu il racconto di Jean-Baptiste Calviès, in coperta. Mandai in sala macchina il al comando del capitano John Macfar- capitano della nave, quello che rese la timoniere per ordinare di evacuare im- lane, che manovrò per raggiungere le drammaticità dell’evento. “Ho lasciato mediatamente la nave; i radio segnali zattere sotto vento e facilitarne il re- Marsiglia il 13 gennaio - egli scrisse- di soccorso non poterono essere lancia- cupero. Una volta a bordo trovammo con un carico di merci per rifornimenti ti e le lance di salvataggio, non calate circa 180 superstiti, molti gravemente di guerra e commerciali, posta, pacchi in mare per l’inclinazione della nave, feriti; intorno alle otto del mattino, la e plichi diplomatici e 660 i passeggeri furono surrogate dalle zattere di lancio. nave giunse al porto di Messina, dove il di tutte le classi, tra cui 530 immigrati L’acqua entrò sul ponte rapidamente e rappresentante della Marina da guerra greci, per la maggior parte, per il Pi- il livello del mare arrivò quasi subito a francese, le autorità italiane e il Con- reo e Costantinopoli. Il 16 gennaio, a filo con le murate. Stetti sul ponte con sole di Francia avevano organizzato il mezzanotte, una violenta esplosione il mio secondo fino a quando fummo soccorso dei feriti e dei naufraghi”. Gli 58 Territorio d’a

ospedali della Croce Rossa, il territo- stiti molti diplomatici e alti dignitari M. de Deken, Console Generale di riale 97 denominato “Verona Trento”, che erano a bordo, in prima classe, tra Norvegia. C’era anche a bordo il rap- il Piemonte e gli alberghi della città cui: Osmin Laporte, console Genera- presentante della Compagnie Paquet, ricoverarono i superstiti; a coordina- le di Francia a Smirne ed il suo vice, signor Tachella con moglie e le tre fi- re l’intervento sanitario il colonnello Emile Guillouet; rappresentanti della glie, ed il corrispondente del “Daily medico prof. Sebastiano Tornarola ed missione russa; M. Weyl, consigliere Chronicle”, C.A. Brown. il maggiore dott. Giovanni Orioles, se- per l’Alto Commissariato a Costanti- gretario del Comitato di Messina della nopoli; diversi funzionari del Ministero Cri. Le vittime furono numerose tra della Guerra; M.Rey, Direttore Gene- cui anche un padre assunzionista, Ata- rale delle Ferrovie francesi; M.Hublin, nasio Vanhove, il quale, quando il Cha- direttore della Società Oxygène di Bu- ouia affondava con tre suore Oblate, e carest; M. Plesnila, diplomatico rume- cinque fratelli delle Scuole Cristiane, no; Mr. Kartamyschew, delegato russo sopra: il varo nel 1896 del Koningin Wilhelmina e l’equipaggio dell’U53; di cui due moriranno annegati, rifiutò alla Commissione del Danubio; M. nelle pagine precedenti: l’area dell’imboccatura dello qualsiasi soccorso umano rimanendo Pesson-Didion della Société Centrale Stretto dove avvenne il naufragio del Chaouïâ, ritrat- ta anche durante un trasporto truppe e alla fonda con gli ultimi sulla nave, e perendo, Industrie Electrique; M. Mandelorod, nella rada di Casablanca il 22 maggio 1916, in una vittima del suo ardimento. Tra i super- della propaganda francese in Romania, foto di Paul Queste. Territorio d’a 59

La Chaouia era stata varata nel se UC II, costruito a Kiel nei cantieri Sunderland. Fu acquisita dal Gover- 1896, come Koningin Wilhelmina Krupp Germaniawerft nel corso del no italiano nel 1920 e rinominata per le Linee Nederland, che la im- 1916, e varato nel 1917. Era lungo Bainsizza, e quindi nel 1924 passò piegarono sulla rotta con le Indie; 49.35m con dislocamento di 417 alla Villain & Fassio, di Genova con lunga 116 metri e larga 13.76. La tonnellate; aveva una velocità massi- il nome di Alberto Fassio; nel 1928 nave con due fumaioli, sviluppava ma di 11.6 nodi; tre tubi lanciasiluri venduta alla Essex Transport & Tra- una velocità di 13,5 nodi di crocie- da 533mm, 18 mine, un cannone ding, di Londra e rinominata Essex ra, grazie ad una macchina alterna- da 88mm. L’UC-53 dopo l’impiego Judge, nel 1938 passò alla Londine- tiva a tripla espansione per l’unica nello Stretto, con l’affondamento di se P. Pandelis, con il nome di Thor- elica di cui disponeva. Nel 1912 53 navi in otto missioni, fu destina- pehaven. Ricondizionata nel 1939 era stata acquisita dal CNO per il to alla base di Pola, ma non soprav- dai danni di un bombardamento servizio del Marocco divenendo visse al naufragio postumo della sua aereo ad Alicante, nel 1941 con il Chaouia per inaugurare il servizio ultima preda, il Chaouia, e nel corso nome Castillo Guadalest fu utilizzata rapido, Marsiglia - Tangeri – Ca- dell’evacuazione della base, il 1 No- dall’Empresa Nacional Elcano de la sablanca. Nel febbraio del 1915 era vembre 1918, alla fine della Guerra, Marina Mercante, S.A., di Madrid stata requisita per trasporto truppe fu autoaffondato dall’equipaggio. sino a quando, per una falla aperta- e dopo la restituzione all’armatore Il cargo inglese Daghestan di si nello scafo mentre era in naviga- il 13 gennaio 1919, aveva iniziato i 3466 tonnellate, che salvò i nau- zione nel nord ovest dell’Atlantico, collegamenti da Marsiglia al Pireo e fraghi, era stato varato invece nel affondò il 25 agosto 1951. Il suo Costantinopoli. 1900 dai cantieri britannici Short equipaggio fu salvato dal Guardia L’UC-53 era un sommergibile Brothers Pallion, per la Hindustan costa americano, WHEC-378, Half posamine costiero tedesco della clas- Steam Shipping Co. Ltd. (Squance), Moon. AFFONDAMENTO DEL PIROSCAFO VERONA CHE NEL 1908 AVEVA PORTATO AIUTI ALLA POPOLAZIONE TERREMOTATA

Durante la Grande Guerra, lo Stret- primi giorni di gennaio 1909, legnami del tenente di vascello Hellmuth von to di Messina, visse uno dei bilanci più per costruire i primi ricoveri baraccati, Doemming. La nave affondò dopo tragici degli affondamenti registratisi viveri e coperte. Alle 12,25 il pirosca- quasi 25 minuti, a circa 2 miglia da durante il periodo bellico. Un migliaio fo Verona, comandato dal capitano di Torre Lupo, con un bilancio di circa di soldati italiani persero la vita nell’af- lungo corso cav. Simone Gulò e con il 880 vittime. Duemila uomini salvati fondamento del piroscafo Verona, comando militare affidato al capitano da navi italiane accorse e furono sbar- iscritto nei registri della Navigazione di corvetta cav. Luigi Granozio, salpò cati nel porto di Reggio Calabria, men- Generale Italiana di Genova, ma re- con rotta verso Tripoli con a bordo 167 tre 150 cadaveri vennero recuperati e quisito dalla Regia Marina quale nave uomini di equipaggio, dodici militari sepolti nel cimitero di Reggio Calabria. adibita al trasporto truppe, dopo il pri- della Regia Marina, sei addetti ai pezzi All’azione di soccorso parteciparono mo impiego militare nel 1912, per la e sei di scorta, 2890 soldati del 2° reg- anche una sessantina di barche reggine, conquista della Tripolitania e Cirenai- gimento Fanteria Speciale d’Istruzione, soprattutto di pescatori. Il fonogram- ca. Il piroscafo l’undici maggio 1918 per un totale di 3069 persone. Supera- ma trasmesso dai Carabinieri al prefet- si trovava a Messina, in quello stesso to S. Raineri, a 5 miglia Sud del faro, to di Messina il 12 maggio 1918, riferì porto ove 10 anni prima, subito dopo tra Calamizzi e Pellaro, la nave venne di circa 540 naufraghi sbarcati a Messi- il sisma del 1908, furono sbarcate nei colpita da un siluro lanciato dal som- na dal naviglio e navi inviate dalla Di- mergibile tedesco UC 52, al comando Territorio d’a 61

ultimo viaggio con questo armatore fu il 25 agosto 1911, partendo da Genova facendo scalo a Napoli, per poi appro- dare a New York e Philadelphia, per poi essere impiegata come trasporto truppe per la guerra di Libia. Nel 1913 fu trasferita alla Navigazione Generale Italiana, garantendo, unica nave con il piroscafo America della stessa compa- gnia, i collegamenti con New York, dal marzo 1913 al giugno 1914. L’U-boot 52 era un sommergibile tedesco varato nel marzo 1917; all’inizio delle ostilità della Grande guerra, la Kriegsmarine, per sopperire all’esiguo numero del- la sua componente sommergibilistica, dotata di solo quattro battelli piena- mente operativi, ottenne il supporto della Marina Imperiale Tedesca, che in- viò nello scacchiere del Mediterraneo e del Mar Nero 60 sommergibili di vario tipo, dal 1915 al 1918.

fesa Marittima peloritana. Il piroscafo cui 60 in prima classe e 2.500 in terza; Verona era stato costruito nei cantieri con motori a vapore a tripla espansio- navali Workman, Clark & Co. Ltd di ne ed una sola elica, raggiungeva una sopra: il piroscafo Verona, iscritto nei registri della Navigazione Generale Italiana di Genova e quando Belfast nel 1908 per la società di Na- velocità di 16 nodi. Aveva un solo fu- fu a Messina nel dopo sisma per portare soccorsi; vigazione Italia. Stazzava 8.240 tonnel- maiolo e due alberi ed era utilizzata per nella pagina accanto: il piroscafo requisito dalla Re- gia Marina per il trasporto truppe, e dopo il primo late, era lunga 147 metri e larga 18 e la rotta del nord Atlantico, nei colle- impiego militare nel 1912, per la conquista della imbarcava fino a 2.560 passeggeri, di gamenti tra l’Italia e New York. Il suo Tripolitania e Cirenaica. LUIGI RIZZO L’EROE MILAZZESE

Per l’ammiraglio Luigi Rizzo, il mi- dirigeva con la flotta austriaca verso lo seconda in configurazione GP, “Gene- litare più decorato della Storia d’Italia, stretto di Otranto per forzarne il blocco ral Purpose”, è stata progettata all’inse- il 2018 è stato l’anno per ricordarne degli alleati. La perdita della Santo Ste- gna dell’innovazione e della flessibilità, imprese eroiche e ricorrenze che hanno fano rappresentò un colpo troppo duro e può essere impiegata per missioni caratterizzato l’esistenza dell’Ufficiale per la Marina austro-ungarica, che da di assistenza umanitaria e soccorso in che meglio di tutti ha rappresentato quel momento sospese ogni azione sul caso di calamità naturali (funzione dual lo spirito ardimentoso della Marina mare; in onore di tale vittoria la Mari- use), grazie alla possibilità di condurre Militare nella Prima Guerra Mondia- na militare celebra la sua festa proprio interventi in telemedicina; evacuazione le dimostrando doti di coraggio, forza il 10 giugno. La città di Messina il 20 personale mediante elicotteri; fornitura spirituale e coerenza morale davvero giugno 1918 gli conferì la cittadinan- di acqua potabile; confezionamento di uniche. Nella notte tra il 10 ed 11 feb- za onoraria che gli fu consegnata il 21 pasti caldi; predisposizione per eroga- braio 1918, comandante del Mas 96 luglio 1918, nel corso di una solenne zione di corrente elettrica. Già la Frega- nella baia di Buccari si rese protagoni- cerimonia cui partecipò il ministro del- ta Luigi Rizzo (F 596) della classe Carlo sta della cosiddetta “beffa”, col poeta la marina del Regno d’Italia, Alberto Bergamini ha portato il nome del pluri- Gabriele D’Annunzio e altri trenta au- De Bono. L’otto ottobre 2018, nello decorato ufficiale che ha scritto alcune daci che parteciparono all’azione all’in- stesso giorno in cui a Milazzo, Luigi delle pagine più gloriose e significative terno del sistema difensivo austriaco, Rizzo nasceva nel 1887 è stata conse- della storia nazionale sui MAS duran- e che gli valse la sua quarta medaglia gnata la bandiera di combattimento te la Prima Guerra mondiale. Anche d‘argento. Il 10 giugno di quello stesso alla nuova unità della Marina milita- quell’unità navale, varata il 3 maggio anno, Rizzo riuscì a colpire e ad affon- re che porta il suo nome. Nave Luigi 1960 nel cantiere navale di Castellam- dare la corazzata Santo Stefano mentre Rizzo (F595), consegnata alla Marina mare di Stabia e posta in disarmo nel il 20 aprile 2017, sesta unità Fremm e 1980, ricevette a Milazzo, il primo apri- Territorio d’a 63 le 1962, la bandiera di combattimento militare, poi, trasferito a bordo della nel corso di una cerimonia militare che nuova componente navale dei MAS, fu promossa dal Gruppo “Luigi Rizzo” per la partecipazione ad audaci missio- di Messina dell’Associazione Nazionale ni di guerra per le quali gli furono con- Marinai d’Italia, allora presieduto dal cesse due medaglie d’oro al valor mili- comandante Gaspare Montalto. Testi- tare, quattro d’argento, la promozione moni del verbale di consegna furono a tenente di vascello e passaggio in Ser- i sindaci di Messina, Oscar Andò e di vizio permanente effettivo per meriti di Milazzo, Santi Recupero, insieme al guerra. Con l’azione, detta di Premuda, comandante di Marisicilia, ammiraglio nelle acque prospicienti quest’isola del- Luigi Gasparrini. La Rizzo arrivò nel la Dalmazia, fu insignito della seconda porto mamertino scortata dalle unità medaglia d’oro al valor militare. Finita della II Divisione Navale, il San Gior- la guerra, nel 1919 partecipò all’impre- gio, l’Indomito, il Centauro ed il Castore. sa di Fiume, ricoprendo anche la carica Il milazzese Luigi Rizzo, crebbe in di comandante della flotta del Quarna- una famiglia, dove il mare e l’amor di ro, e l’anno dopo lasciò il servizio attivo Patria erano elementi imprescindibili con il grado di capitano di fregata. Nel dell’educazione dei figli. Nipote, figlio 1929 l’ammiraglio Rizzo fu chiamato e fratello di marinai, si avviò fin da a presiedere la Società di Navigazione subito alla vita di mare imbarcandosi Nel 1912 lavorò per la Commissione Eolia di Messina che garantirà i servizi a otto anni sulla nave comandata dal europea del Danubio nel Mar Nero di collegamento con le Isole Eolie e che padre, dimostrando di possedere piede meritando una medaglia per il suo dedicherà all’eroe il piroscafo postale marino e ottima predisposizione. Nei eroismo per aver salvato, al comando Luigi Rizzo. Su quella nave la salma 1905, non ancora diciottenne, ottenne di una pilotina, un piroscafo da sicu- dell’Eroe, deceduto il 27 giugno 1951, la licenza d’onore all’Istituto Nautico ro affondamento. Nell’estate del 1914 rientrò a Milazzo dopo essere stata im- di Messina ovvero il diploma di aspi- rientrò in Italia perché richiamato alle barcata nel porto di Reggio Calabria, rante al comando di navi mercantili. armi prima alla Maddalena e poi, come ove era giunta in treno da Roma. Imbarcatosi come mozzo apprendista istruttore, a Venezia. Il precipitare degli sul veliero Speme sulla rotta Geno- eventi lo porta a richiedere di entrare in va-Buenos Aires, rischiò il naufragio azione ed è allora che iniziò la sua storia nelle vicinanze di Capo Hors. Dopo di “affondatore”, il soprannome con il successive esperienze a bordo della Sici- quale sarà maggiormente conosciuto. liano e della Livietta, nei primi mesi del Sin dallo scoppio della Prima Guer- sopra: l’ammiraglio Luigi Rizzo (Milazzo, 8 ottobre 1912 divenne capitano di lungo corso ra mondiale si distinse, infatti, prima 1887 – Roma, 27 giugno 1951); nella pagina accanto: il Mas 96 della beffa di Buccari e il 17 marzo assunse il grado di sotto- nella difesa marittima di Grado, otte- ed il veliero Speme ove Rizzo s’imbarcò come mozzo tenente di vascello nella Regia Marina. nendo una medaglia d’argento al valor per le sue prime esperienze sul mare. LA GIUSEPPINA ILARDI CARBONIERA “MESSINESE” CON LO SPIRITO DEGLI ARMATORI SICILIANI

Costruita alla fine della prima guerra mercio marittimo, esportando prodotti sito intermodale tra nord e sud e quin- mondiale, in Gran Bretagna, da Forth agrumari, essenze, olio etc. di baricentro di traffici mediterranei. Shipbuilding & Eng. Co. Ltd., Alloa, Condizione questa per mettere in Quella nave, piccola (1.306 tonnel- fu varata nell’agosto 1918 e consegnata luce il ruolo del porto di Messina, da late, lunga 90.50 m, larga 12.75 m.) a dicembre con il nome di War Platon, sempre elemento territoriale protago- ma coriacea, inconsciamente forte del alla The Shipping Controller, Londra. nista della storia della città. Un porto temperamento di quegli armatori, ma- La nave fu venduta quasi immediata- che usando le parole del giornalista nifestò sempre, attraverso l’operato del- mente all’armatore Ernesto Ilardi che la Barzini, tratte dalle sue corrisponden- le diverse compagnie, quello spirito im- ribattezzò Giuseppina Ilardi destinan- ze sul “Corriere della sera” del gennaio prenditoriale nei commerci marittimi. dola al trasporto di carbone inglese nel 1909, “doveva rinascere per ridare alla Riuscì a navigare per 42 anni, cam- porto di Messina. Dieci anni dopo, nel città il centro generatore delle sue ener- biando otto proprietari, sette nomi e 1928, cambiò armatore passando con gie... la ragione prima della sua esisten- battendo bandiera di cinque diverse il nome di Gorgona, alla Società Anoni- za”; tema quanto mai attuale anche a nazionalità; inglese, liberiana, svedese, ma di Navigazione Unione Italica. La distanza di oltre cento anni. per dieci anni italiana e per ventidue Giuseppina Ilardi fu una delle navi che Dopo un passato importante di “cit- francese. a Messina contribuì, dopo il 1908, alla tà-porto”, con la Palazzata e le banchi- La compagnia francese Consortium ripresa dell’economia della città grazie ne su cui le navi sbarcavano mercanzie Commercial De Transports Maritimes a piccoli armatori come gli Ilardi & provenienti da Occidente e Oriente, la acquistò nel 1930, ribattezzando- Figli, che cooperarono per sviluppare Messina nel secondo decennio del se- la Gabriel Guist’Hau, in onore di uno la vocazione marinara di un territorio colo breve era ridivenuta nodo di tran- dei fondatori e primo presidente della proiettato naturalmente verso il com- Territorio d’a 65

Società e Sottosegretario di Stato alla Marina mercantile e del Ministro del- la Marina (1921-1922). Fu impiegata nei trasporti in nord di legname. Nel 1934 passò all’Unione industriale e marittima di Rouen che dopo l’incaglio a Cardiff, sottopose la nave nel 1935 a lavori di ammodernamento strutturale. Nel 1936, la nave passa all’Union Ind. & Maritime Società Francese d’Ar- mamento di Rouen che ne mantenne la denominazione. Alla fine di agosto del 1939, il Gabriel Guist’Hau fa la sua “esperienza” di guerra con il giovane comandante Roger Mahe, salpando da Danzica, poche ore prima della dichia- razione di guerra, evacuando gli ultimi cittadini francesi, e tornare a Dunker- 13 novembre 1942, e dopo lo sbarco de- Nel giugno del 1954 la nave fu ac- que, evitando la cattura della marina gli Alleati nel Nord Africa, il Guist’Hau quisita dagli armatori greci N. & J. tedesca. Posto sotto l’agenzia governa- venne utilizzato per la rotta Nord Africa, Vlassopoulos, attraverso una società di tiva del Dipartimento dei trasporti ma- Marocco e Senegal. Nel 1946, cambiò Panama, mantenendo il nome sotto la rittimi (DTM), durante la guerra, non nome e divenne Boudjmel con l’armato- bandiera di convenienza della Liberia smise mai di navigare assicurando ri- re di Marsiglia, Léon Bérengier, affiliato Maritime Corporation di Monrovia. fornimenti di carbone alla Francia e nel dell’UIM e destinato a una linea con Ancora una vendita nel 1956, passando giugno del 1940, da Marsiglia fu inviata l’Algeria dai porti del sud della Francia. alla Compagnia di Navigazione Toza in Marocco e trascorse gran parte del A luglio dello stesso anno la nave fu SA di Monrovia e ribattezzata Myrto. conflitto a Dakar, sotto il comando di sottoposta a importanti trasformazioni Nel dicembre del 1960, dopo aver su- François Barbu. Nell’aprile del 1940, con la modifica dei ponti barca, garan- bito gravi danni per essersi arenata sulle subì danni durante una tempesta nella tendo l’operatività sino al suo ultimo coste greche, fu venduta e demolita al baia di Quiberon. Dopo l’armistizio del viaggio nell’aprile del 1951; nel giugno Pireo. 25 giugno sottoscritto tra il maresciallo successivo fu venduta all’armatore sve- Omer Pétain e Hitler, il Guist’Hau fu in- dese Majviken di Göteborg per 73 mila tegrato nella flotta mercantile del regime sterline e rinominata Calla ed impiegata sopra: navi ormeggiate in andana nel porto di Mes- di Vichy e destinato, dal giugno 1940 nei porti dell’Europa settentrionale o del sina (1925); nella pagina accanto: la Giuseppina Ilardi ormeggia- al febbraio 1941, a Bordeaux. Rientrato Mediterraneo per il trasporto di legna, ta nel porto di Messina e in navigazione nel 1951, in Africa, venne bloccato a Dakar, dal carbone baltico, fosfato e minerali. quando si chiamò Calla. UN SILURO CHIUSE LA BREVE VITA DEL PIROSCAFO SAN GUGLIELMO CHE NEL 1911 AVEVA INAUGURATO I VIAGGI PER NEW YORK

Una tra le navi più prestigiose che piccolo cabotaggio si era orientato al 1928. Dopo il terremoto del 1908, in sono state iscritte nel compartimento trasporto passeggeri tra Mediterraneo cui persero quasi tutta la sua famiglia, marittimo di Messina, è stato il piro- ed Atlantico, creando la “Sicula Ame- Guglielmo Peirce, pur profondamente scafo San Guglielmo, costruito a Gla- ricana” dal 1907 per i collegamenti da legato a Messina, ma nell’impossibilità sgow dalla D.W. Henderson nel 1911 Messina a New York aveva acquisito a proseguire sullo Stretto, trasferì il cen- per conto della compagnia di navi- le navi San Giorgio e la San Giovanni. tro dell’attività a Napoli, pur lasciando gazione Sicula Americana fondata a Costruite nei cantieri navali Sir James nel porto peloritano lo scalo per i suoi Messina il 31 ottobre 1906. La società Laing & Sons Ltd. di Sunderland, in piroscafi che collegavano con un servi- era di Guglielmo Peirce erede di una Inghilterra, potevano trasportare fino zio sia merci che passeggeri, New York famiglia inglese arrivata a inizio Otto- a 1.890 passeggeri, di cui 30 in prima dai porti migratori di Napoli, Messina cento dall’Inghilterra, durante le guerre classe, 60 in seconda e 1.800 in terza. La e Palermo. Con tale assetto gestionale, napoleoniche che avevano trasformato prima nel 1922 fu trasferita alla Navi- il capitale sociale della Sicula America- Messina in città sicura e con approdo gazione Generale Italiana e ribattezzata na nel 1911 fu aumentato a 6 milio- vantaggioso per il commercio britanni- Napoli e poi demolita nel 1926; l’altra ni interamente versati per consentire co. Guglielmo Peirce, fondatore della nel 1921 fu acquistata dalla Navigazio- l’acquisto del piroscafo San Guglielmo, Società di Navigazione Sicula-Ameri- ne Generale Italiana per essere utilizza- inaugurando il servizio con l’Ameri- cana e della Peirce Brothers con il fra- ta sulla stessa rotta Italia-New York e ca meridionale con un collegamento tello Giorgio, nel 1902 da armatore di ribattezzata Palermo e poi demolita nel Napoli, Montevideo e Buenos Aires. Territorio d’a 67

Il San Guglielmo, fra i più grandi e lus- suosi piroscafi dell’epoca, era allora la più grande unità mercantile dell’Italia. Costruito dai cantieri D.& W. Hen- derson di Glasgow nel marzo del 1911 aveva una stazza di 8341 tonnellate e poteva ospitare 2200 emigrati, più 50 passeggeri di prima classe e 75 di se- conda classe. Il San Guglielmo partì per il viaggio inaugurale da Messina il 31 ottobre del 1911, toccando Napoli e giungendo a New York, dopo dieci giorni di navigazione. Nel 1912 i tre piroscafi dei fratelli Peirce, San Gugliel- mo, San Giacomo e San Giorgio, ave- vano trasportato 16000 emigrati negli nuti per affondare, dopo avere avuto ra di ringraziamento della compagnia Stati Uniti. il tempo di sparare alcuni colpi con i Transoceanica, datata 31 gennaio 1918, La compagnia nel 1917 venne ac- due cannoni da 76 montati a poppa, indirizzata al sindaco di Loano con un quisita da Navigazione Generale Italia- nella direzione della scia dei siluri. Il allegato assegno di tremila lire di allora. na, dando vita alla nuova compagnia cacciatorpediniere Bersagliere che nel I pescatori loanesi conservarono in “Transoceanica Società Italiana di Na- 1908 era stato inviato a Messina per i ricordo il timone di una lancia di sal- vigazione”, la cui flotta sarebbe stata soccorsi post terremoto alla popolazio- vataggio, custodito nella “Casetta” sul assorbita poi nel 1921 dalla stessa “Na- ne calabro-sicula, al momento del silu- lungomare savonese assieme ad alcune vigazione Generale Italiana”. ramento navigava con rotta a zig- zag, fotografie dell’affondamento. Il San Guglielmo nel corso della I a proravia a sinistra del San Guglielmo, Il relitto del San Guglielmo giace, a Guerra Mondiale venne destinato al procedura standard per evitare i som- circa 30 metri di profondità, di fron- trasporto truppe e l’otto gennaio 1918, mergibili. Accorgendosi dell’attacco, te al porto di Loano, testimonianza mentre si dirigeva a Gibilterra insieme invertì subito la rotta e lanciò sette di uno dei transatlantici dell’era della al San Giovanni, sotto la scorta del cac- bombe di profondità nel tentativo di grande emigrazione verso le Americhe, ciatorpediniere Bersagliere, venne col- colpire il sottomarino. e in particolare verso gli Stati Uniti. pito da un siluro lanciato dal sommer- I pescatori loanesi accorsero con le gibile U 63 della Kaiserlische Marine loro barche a portare aiuto ai naufraghi tedesca, in agguato nel golfo ligure. ed ai feriti, portati all’Ospedale Civile di Il piroscafo, al traverso di Loano, Loano, ospitati presso l’ospizio Militare sopra: il San Giovanni in porto a Messina (1909); nel territorio di Savona, a circa 600 nella pagina accanto: il San Guglielmo e la notizia ap- o accolti in alcune abitazioni private. parsa sui giornali per il viaggio inaugurale da Messi- metri dalla spiaggia, impiegò pochi mi- I fatti sono documentati da una lette- na per New York (1911). IL NAUFRAGIO DEL CITTÀ DI MILANO LA POSACAVI CHE AVEVA RISTABILITO I COLLEGAMENTI TELEGRAFICI DOPO IL 1908

Il 16 giugno 1919, le acque delle Lipari -Vulcano, Lipari-Panarea e Pana- l’equipaggio fu autorizzato a fregiarsi Eolie furono teatro di una delle tante rea-Stromboli, e poi, dopo il maremoto della medaglia commemorativa. tragedie del mare consumatesi nell’Ar- del 1908, quando, con l’interruzione Il giorno del naufragio la Regia cipelago delle sette isole. dei collegamenti dei cavi telegrafici nel- nave Città di Milano, al comando del La nave posacavi Città di Milano lo Stretto di Messina, intervenne per capitano di corvetta Luigi Corneliani, che aveva superato indenne il conflitto le riparazioni già dai primi giorni del era salpata da Milazzo, facendo scalo italo-turco e la prima guerra mondiale, gennaio 1909. La nave vi era ritorna- a Salina per controlli nel collegamen- impiegata come Regia unità sussidiaria ta dopo lavori eseguiti quindici giorni to tra Messina e le Eolie e quindi per dal maggio 1915 al novembre 1918, prima, precedentemente al terremoto e le riparazioni sul cavo elettrico corroso naufragò al largo di Filicudi finendo il successivo rientro a Spezia. Durante del tratto di Filicudi, dirigendosi infine sullo scoglio di Seccavecchia. Un pun- le operazioni del dopo sisma fu anco- verso l’isola con rotta sud, per accerta- to meridionale della secca di Capo Gra- rata ad una boa al centro del porto, e re la tenuta della boa d’ormeggio. Du- ziano, con un fondale di due-tre me- l’equipaggio della nave si adoperò an- rante tale fase della navigazione, l’urto tri, con contiguo strapiombo di circa che per domare l’incendio su un grande della nave contro uno scoglio e il con- 75 metri di profondità che custodisce veliero e proteggere dalla minaccia del seguente squarcio nello scafo ne causò undici relitti di cui nove navi di epoca fuoco un bastimento in disarmo carico l’affondamento di prora. greco-romana inabissatesi. di profughi del sisma. A riconoscimen- La testimonianza diretta di quel La Città di Milano, soprannominata to dell’opera prestata, la Regia nave naufragio in cui perirono 26 uomini, “la nave dei miracoli”, molto legata alle Città di Milano ricevette dal Ministero è contenuta in due accurati resoconti vicende di Messina avendo operato alle dell’Interno la Menzione Onorevole, e Eolie per posare i cavi di collegamenti Territorio d’a 69 redatti nel 1919, il primo datato 18 ramente in acciaio costò 901.757 lire, giugno e il secondo 9 luglio in cui Er- che pagò la Pirelli in seguito ad una nesto Del Grande, il geometra esperto lunga contrattazione con il governo dei cavi, salvatosi con altri 75 supersti- italiano. Nei suoi 31 anni di servizio, ti, riferisce alla Pirelli. dal 1888 al 1919, condusse settantatré “Partiti da Milazzo lunedì 16 per campagne per interventi di posa di cir- constatare lo stato del cavo Salina-Fili- ca 6000 chilometri di cavi. La conven- cudi ed eventualmente eseguire qualche zione 1909 con la Pirelli e C. di Milano lavoro, si sarebbe poi andati all’altro per l’ampliamento e la manutenzione approdo di Filicudi per compiere la ri- di una rete di cavi sottomarini preve- parazione del cavo con Alicudi che sape- deva all’art. 2 di mantenere i quattro vamo rotto fra gli scogli all’atterraggio… vembre del 1885, a Roma, due conven- cavi multipli posati nel giugno 1908 Stavo scrivendo nel rapporto gli appunti zioni, una con la Direzione Generale nello Stretto di Messina, e quello a due circa la visita all’approdo, quando sentii dei Telegrafi per l’immersione, cura ed conduttori posato nel 1904 nello stesso la nave urtare due volte a breve distan- esercizio di dodici nuovi cavi sottoma- Stretto, tutti di proprietà dello Stato, za (ore 13,40). La prua incominciava rini, circa 800 km destinati a collegare con obbligo da parte dell’Amministra- già ad abbassare, mi precipitai a poppa le isole minori, e la manutenzione del zione dei telegrafi di fornire il cavo per dove ho il camerino per provvedermi di cavo borbonico fra Otranto e Valona; eventuali riparazioni. salvagente seguito dal comm. Brunelli… l’altra con il Ministero della Marina Prima nello Stretto di Messina non Il bastimento era già per metà sommer- per la costruzione, uso e manutenzione esistevano che due o tre cavi, poi fu- so intravidi la poppa che si alzava, vidi di un piroscafo cablografico. Secondo rono posati altri 8 cavi, aggiungendo qualcuno dei nostri buttarsi in acqua e ne la convenzione, dal 1888 la Città di così altre linee sussidiarie per le comu- seguii l’esempio nuotando disperatamen- Milano sarebbe stata di proprietà della nicazioni; così la Sicilia e il continente te. Intanto sopraggiungevano pescatori Pirelli per 20 anni e gestita dalla Regia avevano a quel tempo quindici linee ed abitanti di Filicudi che avevano visto Marina che, con equipaggio proprio e di comunicazioni costruite con fili di il disastro e si diedero a prestare soccor- spese di navigazione a proprio carico, bronzo allo scopo precipuo di attivare so...”. La Città di Milano come ricorda l’avrebbe impiegata per la posa dei cavi; su di essi apparati multipli celerissimi. anche in “Diacronie. Studi di storia con- dopo quel periodo la nave sarebbe stata temporanea: spazi, percorsi e memorie”, ceduta alla Regia Marina. Nel 1912 la la studiosa Elena Stefania Carnemol- Città di Milano posò un cavo militare la, era stata commissionata da Giovan tra la Sardegna e l’Italia, oltre ad altri Battista Pirelli, l’industriale della gom- 900 km di cavi con isole minori e poi sopra: Stato Maggiore della nave e personale tecnico della Pirelli nell’ultima spedizione di posa dei cavi te- ma e della guttaperca (l’isolante resi- la posa di cavi attraverso lo stretto di legrafici sottomarini prima del naufragio a Filicudi; stente all’acqua), ai cantieri britannici Messina, ed inoltre un cavo militare nella pagina accanto: Giovan Battista Pirelli a bordo del piroscafo Città di Milano con la moglie Maria Thompson & Sons di Southwick. La tra l’Italia e l’. La nave, varata Sormani (1887 - Archivio Storico Pirelli) e immagi- commessa dopo aver firmato, il 9 no- nel 1886 a Sunderland, costruita inte- ne della nave affondata a Filicudi, il 16 giugno 1919.

TRA TRANSIZIONI E CRISI 1920-1937 DALLO YACHT NARCISSUS SBARCÒ A MESSINA L’EX PRIMO MINISTRO GRECO ELEFTHERIOS VENIZELOS ESULE NEL 1920

Il 18 novembre 1920 la goletta a due ritorno sul trono di Costantino I, Ve- mazione nelle 14 cabine dello yacht, gli alberi Narcissus, scortata dal cacciator- nizelos e i suoi sostenitori più vicini uomini in coperta per i tre giorni della pediniere britannico HMS Centaur par- scelsero di abbandonare la Grecia e di traversata sino a Messina. tì da Atene, per attraversare lo Stretto partire in esilio a bordo dello yacht Nar- Lo yacht era stato noleggiato da He- di Messina. Aveva a bordo l’ex primo cissus. I rapporti ufficiali indicano che lo lena Stephanovich Schilizzi che Veni- ministro ellenico Eleftherios Venizelos, stesso fosse scampato alla cattura prima zelos poi sposò a Parigi, nel settembre uomo politico greco (Murnies, Canea, di imbarcarsi sul Narcissus, arrivando al 1921, ventisette anni dopo la morte 1864 - Parigi 1936), avvocato e giorna- porto ateniese dopo un inseguimento della prima moglie Maria Katelouzou. lista liberale, che era stato a capo della in auto. I caccia torpedinieri della Ma- Rientrato in Patria dopo l’esilio Veni- rivolta cretese contro la Turchia (1897). rina greca cercarono invano di impedire zelos divenne ancora primo ministro Da Primo ministro, guidò la Grecia nel- la partenza dello yacht che riuscì, grazie nel 1924, dal 1928 al 1932 e nel 1933. le guerre balcaniche (1912-13) e ne pro- anche alla protezione della Royal Navy, Nel 1935, ispiratore di un fallito golpe, mosse l’intervento a fianco dell’Intesa a seguire la rotta mediterranea e fare tornò esule in Francia in seguito al pro- nella prima guerra mondiale, ottenendo il suo primo scalo a Messina, da dove nunciamento repubblicano e democra- dalla pace di Versailles vantaggi territo- Venizelos a bordo di un treno speciale, tico di reparti dell’Esercito a lui fedeli; riali. Ma alle elezioni del 1° novembre si diresse a Nizza, invitato da Despina e a Parigi l’anno dopo morì. 1920, i venizelisti guadagnarono solo Zervoudakis. Il capitano del Narcissus Il Narcissus, che ormeggiò a Messina 118 seggi parlamentari su un totale di non era stato messo a conoscenza del solo per quell’unica occasione, era stato 369, con la Grecia che si confrontava numero dei passeggeri e della destina- costruito dai cantieri Fairfield Enginee- con la scelta del regime e dell’eventuale zione finale; le donne trovarono siste- ring Ltd, Glasgow e varato il 21 dicem- Territorio d’a 73 bre 1904. Aveva un dislocamento di 800 tonnellate, lunga 67 metri e larga 9 e superò durante le prove in mare, la velocità prevista di 14 nodi. Costruita come una goletta a due alberi e regi- strata a Southampton per E. Millar Munday, era uno dei primi yacht ad essere equipaggiato con turbine a vapo- re, fornite da Parsons Steam Turbines di Newcastle. Il 13 gennaio 1915, lo yacht fu requisito dall’Ammiragliato britannico per essere utilizzato come nave ausiliaria di pattuglia e riconver- tito come yacht armato. Nel settembre del 1915 lo yacht fu ribattezzato Narci- so II e comandato dal Capitano JP Rol- leston. Durante le vicende belliche, l’11 settembre 1917 lo yacht di scorta alla SS Mandalay, avvistò il sottomarino te- desco U-49, contro il quale fece fuoco con i due pezzi da 12 mm, con cui era uno stile perfetto dal cantiere Camper sciare l’ormeggio entrò in collisione stato armato il Narcissus. Il sommergi- & Nicholson di Southampton. con l’HMS Whitehall, e successivamen- bile colpito, fu in grado di immergersi, Nel settembre 1939 il Narciso II fu te, mentre lasciava il porto, colpì una e riuscì a raggiungere Cadice per le ri- nuovamente requisito dall’Ammira- mina che la fece affondare. Era coman- parazioni. Alla fine di febbraio 1919 la gliato come nave bersaglio della flot- data dal capitano Lionel John Oliver nave fu demilitarizzata dal servizio su ta aerea, quindi nel 1940 ribattezzata Lambart, che perì nel naufragio. disposizione dell’Ammiragliato britan- HMS Grive partecipò all’evacuazione nico e restituita al suo proprietario che di Dunkerque, con il suo primo viag- la cedette ai fratelli Embricos, famiglia gio, il 30 maggio, per imbarcare truppe di armatori greci di Atene. dalla spiaggia di Malo. Almeno 1.300 Durante il 1925 le turbine a vapore soldati sono stati salvati dall’HMS Gri- furono sostituite con due motori Sul- ve nei tre viaggi effettuati. Il 31 mag- sopra: il primo ministro greco Venizelos e la moglie, all’arrivo a Roma, posano all’ingresso della stazione zer e due anni dopo nel 1927 tornò a gio alle 19.10 circa, ormeggiato con i Termini con Grandi, Boncompagni, Ludovisi e altre battere bandiera britannica, essendo cacciatorpediniere Venemous, Whitehall personalità (1928); nella pagina accanto: il Narcissus a Cowes (1925) e stato acquistato dal capitano Charles e Winchelsea, fu sotto attacco di circa una foto dell’uomo politico greco, Eleuthèrios Ve- Oswald Liddell che lo fece restaurare in 60 aerei tedeschi. HMS Grive nel la- nizèlos (1864 - 1936). INIZIANO LE TRASMISSIONI RADIOFONICHE CON IN PORTO A MESSINA L’ELETTRA “CANDIDA NAVE CHE NAVIGHI NEL MIRACOLO E ANIMI I SILENZI”

Per legare il nome di Guglielmo Mar- Quel giorno del 1924 nasceva in Italia dei 500 megahertz, riuscendo a collegarsi coni alla città di Messina, l’immaginario la prima trasmissione radiofonica con un con l’analogo impianto installato sull’al- collettivo, corre inequivocabilmente al concerto di musica classica della durata tra sponda del Tirreno. Completato quel 1934, quando il 12 agosto di quell’an- di un’ora e mezza, cui seguì un bollettino positivo esperimento l’Elettra fece rotta no, con un sistema ad onde radio ultra- meteorologico e notizie di borsa. Quel- per la Sicilia con prove di propagazione, corte, ideato dallo scienziato bolognese, la trasmissione, il padre della telegrafia lungo le 330 miglia marine che separa- Papa Pio XI, poté attivare l’illuminazione senza fili, da cui poi si sviluppò la radio, no il Golfo degli Aranci dallo Stretto, della stele della Madonna del porto di- la televisione e ogni altro sistema di co- raggiungendo il porto di Messina il 14 rettamente da Castelgandolfo. Era stato municazione, la udì da Messina, a bor- agosto. l’arcivescovo mons. Angelo Paino, in un do dell’Elettra ancorata nel porto, e poi Marconi prediligeva la vita sul mare e messaggio del 31 luglio 1934, ad annun- ripartita per Napoli, ove dal 22 ottobre si dichiarava entusiasta dello stare a bor- ciare che durante le «grandiose feste di sostò in temporaneo disarmo. do “più igienico – diceva – il mare non mezzagosto» sarebbe stata inaugurata. Fu Il secondo appuntamento dell’Elet- da polvere,” e si meravigliava come fosse un avvenimento, di eccezionale portata tra con lo scalo peloritano, è successivo poco diffusa la vita a bordo di un pan- per Messina e per il mondo, se si pensa all’11 agosto del 1932, quando la nave filo, tra coloro che se lo potevano per- che nel 1934 la radiotecnica era ancora ai laboratorio navigava verso Golfo Aranci mettere. Il lavoro sull’Elettra non variava suoi albori. Marconi per quell’evento era e lo scienziato, già insignito del Premio molto alternando l’ancoraggio in porto, a Roma alle spalle del Pontefice, e non a Nobel nel 1909, diresse l’esperimento di alle crociere per lo studio della portata e Messina, che lo aveva visto in due mo- trasmissione radio ad onde ultracorte, le degli angoli di ricezione delle microonde, menti precedenti a bordo dell’Elettra an- cosiddette microonde, nella frequenza funzionando la nave da stazione ricevente corata in porto, il 6 ottobre 1924 e otto mobile, mentre la stazione fissa era quella anni più tardi, il 14 agosto 1932. Territorio d’a 75 dell’albergo Miramare a Santa Marghe- iscritta nel Registro Navale Italiano, il 27 getto di ricostruzione, ma la previsione di rita ligure. “Anche gli orari – ricordava ottobre 1921, con passaggio definitivo circa 7 miliardi di lire di lavori determinò Umberto Marconi, suo segretario dal sotto la bandiera italiana il 21 dicem- la decisione di demolire la nave. Il 18 1930 che dovette modificare l’omonimo bre successivo. Negli anni venti e trenta aprile 1977 lo scafo fu tagliato in bacino cognome col nomignolo Di Marco - era- l’Elettra solcò le acque di tutti i mari del e le varie parti assegnate a musei: a Trieste no sempre rispettati e davano tranquillità mondo fino a che, poco prima di mori- la prua all’Area Science Park a Padriciano a bordo”. L’Elettra, lungo 67,40 metri, re, nel 1937, Marconi, forse temendo per e altri resti al Civico Museo del Mare e al 232,18 tonnellate di stazza netta, era stata la conservazione della sua nave-laborato- Museo Postale e Telegrafico della Mitte- costruita in Inghilterra su progetto degli rio, la vendette al Ministero delle Poste leuropa; la poppa della nave è all’entrata ingegneri londinesi Cox e King. e varata e Telecomunicazioni per 820 mila lire. del Centro di telecomunicazioni di Tele- il 27 marzo del 1904, presso i cantieri Ra- Allo scoppio della seconda guerra mon- spazio, nel Fucino. mage and Fergurson Ldt, a Leith presso diale la nave venne trasferita nel porto Edimburgo. A commissionare lo yacht di Trieste, e dopo l’armistizio dell’8 set- era stato Carlo Stefano d’Austria, che lo tembre 1943 venne requisita dai tedeschi aveva denominato Rovenska, a ricordo ed armata con cinque mitragliere. Nella della località sull’isola di Lussino dove Kriegsmarine venne immessa in servizio l’arciduca aveva una villa in cui ama- prima con la sigla G 107, poi NA-6 ed va soggiornare. La nave issò la bandiera impiegata in compiti di pattugliamen- dell’Imperial Regia marina austro-unga- to; per una missione lungo le coste della rica fino al 1909; nel 1910 fu venduta Dalmazia il 28 dicembre 1943 partì da Questa la fine dell’Elettra, yacht che a Sir Maxim Waechter mantenendo lo Trieste ed il 21 gennaio 1944 giunse nel- d’Annunzio definì: “Candida nave che stesso nome, ma battendo bandiera del le acque di Diklo, vicino a Zara, dove la navighi nel miracolo e animi i silenzi”. Di Regno Unito e nel 1914 venne rivenduta mattina successiva venne individuata da Guglielmo Marconi nel porto di Messina all’industriale Gustav H.F. Pratt. Con lo alcuni cacciabombardieri alleati che la rimane la denominazione di una banchi- scoppio del primo conflitto mondiale la colpirono. A conclusione del conflitto il na, tra il molo Primo settembre e Peloro, nave, requisita dal governo britannico, fu relitto della nave divenne proprietà della mentre la Marina Militare ha battezza- impiegata come unità di pattugliamento ex Iugoslavia, e solo nel 1959 restituita to col nome Elettra, la nave polivalente e di scorta della Royal Navy nella Mani- all’Italia; nel 1962 venne riportata a gal- entrata in servizio il 2 aprile 2003, quale ca, tra l’Inghilterra ed i porti francesi di la e rimorchiata nel Cantiere S. Rocco di supporto elettronico di Comandi Com- Brest e Saint Malò. Lo yacht nel 1919 fu Muggia, a Trieste. Uno studio per la sua plessi e Multiforze con informazioni di infine acquistato per circa 21.000 sterli- ricostruzione prevedeva ingenti spese che carattere strategico-operativo. ne, da Guglielmo Marconi, quale “labo- ne imposero il rinvio; lavori, per i quali ratorio galleggiante”. La nave, salpata da dieci anni dopo, nel 1972, vennero stan- sopra: Guglielmo Marconi e la moglie a bordo Londra, giunse a Napoli nell’agosto 1919 ziati 2 miliardi e 400 milioni di lire. La dell’Elettra; nella pagina accanto: l’apparato radio a bordo dell’E- e quindi portata alla Spezia per i lavori di nave fu rimorchiata nel cantiere navale lettra e lo Yacht quando si chiamava Rowenska con trasformazione; ribattezzata Elettra venne San Marco di Trieste per un nuovo pro- bandiera del Regno Unito. BARBARA, LA NAVE ROTORE A MESSINA NEL 1926

Nel 1926, alla fine del mese di ot- come quello di Genova e Livorno per sua traiettoria si infila in porta, o che tobre, a Messina fece sosta una nave scaricare grano, non ebbe grande eco interrompe la traiettoria di una pallina che, per il breve tempo in cui ormeg- sui giornali locali e la notizia non fu da tennis o da ping pong, Gustav Ma- giò nelle banchine del porto, suscitò la ripresa dalla stampa nazionale. Su una gnus, nel 1852 spiegò tale fenomeno curiosità della cittadinanza che aveva testata australiana “The Argus” di Mel- risolvendo il problema della deviazio- paventato l’arrivo di un vascello extra- bourne apparve invece, nell’edizione ne dalla traiettoria per i proiettili lan- terrestre. Quella nave dall’aspetto in- del 22 ottobre 1926, il resoconto del ciati da armi a canna rigata, dovuta alla quietante si chiamava Barbara, nome viaggio da Sydney a Genova, compiuto dissimmetria che la rotazione di un ci- che già con la sua etimologia greca di a settembre e la descrizione di quella lindro porta su una corrente d’aria che bàrbaros intesa come “straniera”, ac- strana nave a rotore inventata dall’in- lo investa. Dove il verso di rotazione centuava le ansietà di quanti ne osser- gegnere Anton Flettner (1885 - 1961). coincide con il verso della corrente si varono prima la sagoma nello Stretto Quelle navi a motore avanzavano gra- ha una diminuzione della forza frenan- e poi l’inconsueta struttura una volta zie all’effetto aerodinamico di grossi ci- te esercitata dall’aria. Ideate da Flett- ormeggiata di poppa, alla banchi- lindri verticali rotanti; il cosiddetto ef- ner oltre novant’anni fa, le navi a vele na Colapesce. Nonostante tutto ciò, fetto Magnus e che più semplicemente rotanti utilizzavano torri a rotore come quel suo scalo nel porto peloritano, è quello che determina nel gioco del un sostituto per la propulsione ausi- calcio il pallonetto che deviando dalla Territorio d’a 77

liaria dei motori della nave e quindi teressante della fase di ricerca scientifi- ra cambiò nome divenendo, la nave da ottenere velocità più elevate. Ordinata ca legata ai fermenti tecnologici, dopo carico Birkenau sino al 1947, quando dalle autorità navali tedesche, Barbara la Grande guerra. Le torri dei rotori fu acquistata dagli armatori Ove Skou fu costruita a Brema. Era una nave di erano in lauta, una lega di alluminio e rinominata Else Skou. Rivenduta nel 2.077 tonnellate lorde e fu azionata da con la resistenza dell’acciaio. Ogni ro- 1963 alla Greek Lybian Lines fu chia- due motori diesel a sei cilindri; la su- tore era alto 55 piedi con un diametro mata Fotis P., passò poi nel 1967, alla perficie dell’aria del rotore era di 2.196 di circa 13 piedi, la parte rotante che compagnia Saudi-Arabia e rinominata piedi quadrati, che permisero alla nave pesava. Nel suo viaggio inaugurale la Star Of Riyadh, nome con quale fu af- una velocità di 6 nodi con soli rotori, Barbara ebbe però una quasi costante fondata dal suo equipaggio, nell’agosto 9 nodi solo con motori e 10 nodi con assenza di venti, e fu quasi impossibi- 1978, nella baia di Jeddah. entrambi. Più tardi i rotori sono stati le usare i rotori. Probabilmente quelle fatti per dare ai motori più assistenza, sperimentali rotonavi, al di là dei ri- portando la velocità della nave fino a sultati conseguiti, scontarono la con- 13 nodi. Le sperimentazioni erano ini- comitante crisi economica del 1929 ziate negli anni venti e poi verificate su che travolse i rotori come tante altre una nave più piccola la Buckau, di 455 innovazioni; tesi avvalorata anche da sopra: immagini della nave Barbara tipo Rotona- tonnellate lorde che era stata costrui- recenti studi condotti dall’Istituto di vi che ormeggiò nel porto di Messina nell’ottobre ta nel 1920 che successivamente mutò Ricerca dell’Università di Dayton che 1926; nella pagina accanto: immagini della nave Barbara nome in Baden-Baden, convertito in hanno confermato la validità della so- varata a Brema; nel 1933 i rotori Flettner le furo- uno schooner affondò durante una luzione del rotore come aggiunta ai no rimossi e la Barbara cambiò nome divenendo, tempesta nel 1931, ai Caraibi. La Bar- motori principali. Nel 1933 i rotori la nave da carico Birkenau sino al 1947, quando fu acquistata dagli armatori Ove Skou e rinominata bara fu certamente l’esperienza più in- Flettner le furono rimossi e la Barba- Else Skou. IL PIROSCAFO FRANCESCO CRISPI A MESSINA NEL VIAGGIO INAUGURALE E NEL 1939 PRIMA DEL SUO DISARMO

Il piroscafo passeggeri Francesco Cri- te, Mogadiscio, Chisimaio, Mombasa, migliaia di soldati italiani per la guerra spi, di 7600 tonnellate di stazza lorda, Zanzibar e Dar es Salaam, che manten- d’Etiopia, spedizioni scientifiche o mi- lungo 139,29 metri, fu una nave che toc- ne per i successivi tredici anni. litari, e migliaia di coloni che dall’Italia cò il porto di Messina in due momenti Per la partenza della crociera turistica si recavano a cercare una nuova vita in distinti della sua vita e della storia del della Compagnia Italiana Transatlantica Africa. Paese. Impostato nel 1920 nei cantieri nella più remota colonia italiana, il bi- Dal 1937 il piroscafo passò al Lloyd Ansaldo-San Giorgio del Muggiano, a glietto costava 10.425 lire in 1a classe, Triestino, mantenne i tradizionali scali, La Spezia per la Transatlantica Italiana 7.655 in 2a classe e 5.500 in 2a classe sino al porto di Chisimaio e il 7 marzo Società di Navigazione avrebbe dovuto economica. proveniente da Massaua sbarcò a Napoli, svolgere il servizio celere postale quindi- Sul finire del 1931 il piroscafo passò un primo pezzo dell’Obelisco di Axum, cinale tra l’Italia e le Americhe, ma per alla Florio Società Italiana di Naviga- risalente al IV secolo a.C., rinvenuto in i problemi finanziari della società arma- zione, fondendosi con la Citra e l’anno Etiopia nel 1935, evento recensito dal- trice il suo varo fu rinviato al 10 settem- successivo alla Tirrenia garantendo dal la rivista “L’Illustrazione Italiana” come bre 1926, dopo che la nave acquistata 1930 al 1932, i collegamenti dall’Italia «segno tangibili della vittoria conseguita l’anno prima dalla Compagnia Italiana all’Africa Orientale, con scali anche in dalle armi italiane”. La stele, ricomposta, Transatlantica (Citra), fu completata. Egitto e Yemen, e toccando sempre il fu collocata il 28 ottobre 1937 a Roma Compì il viaggio inaugurale sulla rotta porto di Messina. In quegli anni il Cri- in Piazza di Porta Capena, e vi restò fino Genova, Livorno, Napoli, Messina, Port spi trasferirà anche in Eritrea e Somalia, al 2005, quando fu restituita all’Etiopia. Said-Port Sudan, Massaua, Aden, Dan- Il 14 dicembre 1939 il piroscafo Cri- Territorio d’a 79 spi partirà da Messina per il suo ultimo ve Rossini e la scorta della torpediniera viaggio sulla linea dell’Africa Orientale, Giuseppe La Masa e dell’incrociatore au- imbarcando numerose famiglie di co- siliario Caralis. loni messinesi, lasciano la città dove si A metà della traversata il sommer- effettuavano le prove degli allarmi delle gibile britannico Saracen, in agguato a sirene per le incursioni aeree, alle 10 del ponente dell’Isola d’Elba, intercettò il mattino, alle 15.30 ed alle 19 e inizia- convoglio e lanciò sei siluri da una di- va la distribuzione delle carte annonarie stanza di 4570 metri; tre squarciarono per gli alimenti. Attraversò il Canale di lo scafo del Crispi che, in sedici minuti, Suez ed il Mar Rosso, il Crispi toccò Port sbarcare sulle coste maltesi con una flot- s’inabissò, a 18 miglia per 268° da Punta Said e Port Sudan, arrivando a Massaua tiglia di 65 motozattere, 100 motolan- Nera nell’Isola d’Elba. I soccorsi trassero il 24 dicembre 1939, attraccando alla ce, 24 vaporetti requisiti e due piccole in salvo 676 sopravvissuti, 606 sbarcati banchina Regina Elena. motonavi Altino ed Aquileia in servizio a , e 70 a Portoferraio e recupera- Nel 1940 il Crispi fu posto in disar- nella laguna di Venezia, i tre posamine rono 16 cadaveri. mo chiudendosi la sua parentesi mer- Durazzo, Buccari, Pelagosa, le quattro L’affondamento del Crispi fu una del- cantile; il 2 gennaio 1941, fu infatti re- motocisterne Sesia, Scrivia, Tirso, Gari- le più gravi tragedie italiane nel trasporto quisito a Genova dalla Regia Marina per gliano e i due ferry boat dello stretto di truppe della seconda guerra mondiale, essere impiegato nel trasporto di truppe, Messina, Aspromonte e Messina, per tra- dopo quelle del Conte Rosso (1297 vitti- ed il 6 febbraio 1941 compì la sua pri- sportare carri armati e mille tonnellate me), del Galilea (1050), dell’Aventino e ma missione di trasporto truppe dall’Ita- di materiali, insieme ai piroscafi costie- della Puccini (oltre 1500). lia all’Albania, partendo da Brindisi per ri Principessa Mafalda, Capitano Sauro, Il battello britannico Saracen, il 14 Valona, insieme al piroscafo Diana ed Tabarca e 50 motovelieri. agosto 1943, fu affondato dalle corvette alle motonavi Città di Marsala e Città di Il Crispi dal novembre 1942, muta la Minerva ed Euterpe a poche miglia dal Trapani. Sino a maggio del 1942 il suo zona ove operare, trasportando truppe punto in cui, due mesi prima, aveva si- teatro operativo sarebbe stato l’Adriatico in Corsica, occupata dalle forze italiane lurato il Crispi. e la Grecia. a seguito dell’operazione “Anton”, l’oc- La tragedia del Crispi fu attualizza- A giugno del 1942 il Crispi fu as- cupazione congiunta italo-tedesca della ta settantadue anni dopo, quando il 31 segnato alla Forza Navale Speciale per Francia di Vichy, seguita agli sbarchi maggio 2015 il relitto della nave fu lo- trasportare parte del corpo di sbarco angloamericani nel Nordafrica france- calizzato a ponente dell’Isola d’Elba, più destinato alla pianificata, rimandata, se. Dopo varie missioni andate a buon vicino alle coste della Corsica, in acque poi accantonata e mai attuata, invasione fine, il 19 aprile 1943 il Francesco Crispi, territoriali francesi. di Malta, la cosiddetta Operazione “C. con a bordo rinforzi per la guarnigione 3”. Il Crispi con le navi Milano, Rosan- italiana della Corsica, oltre mille uomi- dra, Italia, Viminale, Quirinale, Aven- ni appartenenti a reparti di granatieri sopra: i fumaioli del Crispi; tino, Donizetti, Calino e Città di Tunisi e artiglieri, partì da Livorno alla volta nella pagina accanto: il piroscafo Francesco Crispi in avrebbe dovuto imbarcare le truppe da di Bastia, in convoglio con la motona- banchina e quando lascia il porto di Messina. SCALO A MESSINA, DEL NEPTUNIA UNA DELLE PRIME NAVI ITALIANE PER LE CROCIERE IN MEDITERRANEO

I cataloghi di quasi tutte le compa- riportano a quelle che erano le peculia- Victoria, con cabine solo di prima clas- gnie di navigazione sono colmi, come rità delle crociere organizzate nell’ot- se per 241 passeggeri. Quell’epopea at- ultima tendenza del turismo sul mare, tocento dall’antesignano dei tour ope- tirò molti turisti dagli Stati Uniti verso di itinerari brevi anche solo di qualche rator, Thomas Cook, fautore anche di l’Europa e anche l’Italia guardò con giorno. Sono soprattutto mini crociere crociere sul Nilo, e dal tedesco Albert interesse a quelle iniziative imprendi- nel Mediterraneo, con tariffe più basse Ballin, con la sua compagnia di navi- toriali nel settore marittimo. destinate non solo a croceristi con bu- gazione Hapag Loyd, primo a realizza- La Sitmar, Società italiana di servizi dget limitati, ma anche a chi ha minore re navi esclusivamente per crociere. Il marittimi, che nel 1913 si era costitu- disponibilità di tempo o vuol tornare a viaggio di mare si mutò in crociera, dal ita per tale tipologia turistica, definì la ritmi meno veloci. 22 gennaio 1891, con la navigazione prima proposta di armamento di navi Entrambi questi stili di vita dei viag- per cinquantasette giorni, in Mediter- italiane, esclusivamente destinate alla giatori del terzo millennio, che potreb- raneo, del lussuoso piroscafo Augusta crocieristica. Scartata l’idea di proget- be essere la scelta del dopo pandemia, 81

sando la morte di oltre venti persone. Nei cantieri Viktor Schuppe di Stetti- no fu sottoposta a lavori di trasforma- zione in nave passeggeri e, nel 1923, fu rinominata Peer Gynt, dall’armatore tedesco Schuppe che la cedette alla Sit- mar, appena il piroscafo approdò per la prima volta nel porto di Genova, per un’esperienza mediterranea. Gli armatori italiani la ribattezzarono, nel tare e costruire una nave con tale fina- 1924, Neptunia scegliendo un nome lità, la società decise di acquisire la Peer che richiamasse mitologicamente il Gynt, nave di costruzione tedesca, ap- mare e che fosse facilmente pronun- partenente all’armatore Wiktor Schup- ciabile da italiani e stranieri. Rinviati pe di Berlino, che ne stava program- particolari interventi di restyling, evi- mando l’impiego per crociere in Me- denziando solo sui due fumaioli le stel- diterraneo. La nave (8800 tonnellate; le bianche del logo della compagnia, 150 metri di lunghezza e 18 di larghez- la nave fu pronta ad accogliere 380 za; macchina a vapore a tripla espan- passeggeri, in cabine a uno o due letti già con la prima crociera registran- sione con velocità di servizio di 13,5 matrimoniali, salotti e bagni, saloni da do quasi cento passeggeri, la maggior nodi) era stata varata, nel 1913, dai pranzo e da ballo, giardino d’inverno, parte tedeschi, svizzeri, austriaci, boe- cantieri Vulkan yard Vegesack, di Bre- ponti attrezzati per gli sport del tempo, mi, polacchi, belgi, spagnoli, inglesi e men con il nome di Sierra Salvada per come l’altalena, i pattini, la scherma, le americani. “Le vie d’Italia”, la rivista l’armatore Norddeutscher Lloyd. Fu piastrelle, le funi. Il 21 gennaio 1926 mensile del Touring Club Italiano, de- impiegata come nave passeggeri-cargo, salpò da Genova con rotta per Mona- dicò a quella prima crociera, un ampio sulle rotte Germania- America meri- co, Algeri, Alessandria d’Egitto, Napo- resoconto nel giugno 1926, firmato da dionale potendo accogliere 1650 pas- li per la prima vera rotta turistica me- Ulderico Tegani, con la considerazione seggeri, per lo più emigranti, 120 in diterranea, attraversando lo Stretto di finale che “un italiano parti sofferente prima classe, 80 in seconda e 1450 in Messina sia nella crociera inaugurale e e tornò guarito; così soddisfatto della terza. Il 12 novembre 1913 fece la sua in seguito, tra il 18 marzo e il 9 aprile, sua esperienza che salpò con la crociera prima traversata da Bremen a Buenos quando fu aggiunto lo scalo di Malta. successiva”. “Una cavalcata stupenda Aires e proseguì il servizio fino al 1917 Fu anche antesignana delle proposte di quando fu acquistata dal Lloyd Brasile- “escursioni a terra”, che per il territorio sopra: manifesto con l’indicazione del porto di Mes- ro che la ribattezzò Avare. La nave rien- italiano erano gestite dall’Enit e negli sina (1927) e il piroscafo Neptunia; trò in Europa nel 1922 e nel porto di scali esteri dall’agenzia Cook, con auto nella pagina accanto: operazioni di sbarco ed imbar- co nella crociera del 1927 con scalo a Messina e la Amburgo il 22 giugno, si ribaltò cau- e guide. Quest’offerta ebbe successo tessera di bordo di un passeggero (1927). 82 Territorio d’a

o forse un magico sogno…”, si legge do scali a Barcellona, Algeri, Tangeri, diterraneo, fu l’imbarco dell’orchestra, in quell’opuscolo che fa un ritratto per Cadice, Lisbona, e dopo Immingham diretta dal violinista Oreste Giacchino, una nave descritta come “un albergo approdare ad Amburgo il 19 giugno musicista siciliano trasferitosi a Mi- che naviga, un bastimento che fa del per l’inizio della crociera vera e pro- lano nel 1920, che dal 1932 al 1939 turismo, un piroscafo che compie delle pria. Ventidue giorni con destinazioni sarebbe stato il direttore dell’ensem- crociere”. Gudvagen, Molde, Narvik, Tromsò, ble musicale del Rex. Il successo dopo Nel 1926, dopo quelle tre crociere Lyngseidet, Hammerfest, Berort Cape, quella esperienza mediterranea e poi sperimentali in Mediterraneo, la nave, Advent Bay, Green Harbour, King’s nei mari del nord, fu tale che la Sitmar dal 28 aprile a fine maggio, fu sottopo- Bay, Cross Bay, Magadalene Bay, Tron- programmò per l’inizio dell’anno e la sta a interventi di riassetto nei cantieri dhjem, Merok, Loe, Bergen e arrivo primavera del 1927 sette altre crociere. di Marsiglia, per prepararla alla cam- ad Amburgo l’11 luglio e il tredici a La prima di 31 giorni dal 17 genna- pagna estiva di tre crociere nei mari del Immingham. Nelle crociere del nord, io al 17 febbraio, da Genova, Mona- nord. Per la prima la Neptunia partì oltre alle escursioni tra i fiordi, la novi- co, Barcellona, Palma, Algeri, Tunisi, da Genova il primo giugno, effettuan- tà a bordo rispetto alle crociere in Me- Tripoli, Alessandria, Caifa, Rodi, Co- Territorio d’a 83

stantinopoli, Pireo, Siracusa, Napoli, fu, infatti, requisita dalla Kriegsmari- quindi consegnata all’Unione Sovie- e Genova. La seconda, in tandem con ne, la marina da guerra del terzo Reich, tica, che la rinominò Sibir (Сибирь), il piroscafo Italia – il Grande espresso e usata come nave alloggi a Gdynia e impiegandola come nave deposito mi- Europa- Egitto- e quindi le altre sino a Stettino e poi nel maggio 1945, con- litare per la flotta sovietica del Pacifico, quella di tredici giorni, dal 13 maggio fiscata a Flensburg, quale bottino di fino alla sua radiazione e demolizione al 5 giugno, unica ed ultima, a toccare guerra, dagli alleati. Mentre compieva nel 1963 a Vladivostock. anche Messina, prima del rientro de- il rimpatrio in Germania d’internati finitivo, dopo Napoli, a Genova. La tedeschi, il 13 ottobre del 1945, nei nave, in quello steso anno, fu infatti pressi di Heligoland, subì danni dopo sopra: quando la nave di costruzione tedesca, si chia- mava Peer Gynt, e apparteneva all’armatore Wiktor veduta all’Hamburg America Line e l’urto in navigazione, con una mina e Schuppe di Berlino; al varo e nel 1913 con la deno- rinominata Oceana, per riprendere i fu trainata e quindi riparata nei can- minazione Oceana, quando per l’Hamburg America Line riprese i collegamenti marittimi tra la Ger- collegamenti marittimi tra la Germa- tieri di Amburgo. Nel 1946 le fu asse- mania e l’America, sino allo scoppio della seconda nia e l’America, sino allo scoppio della gnato il nominativo di Empire Tarne, Guerra mondiale; nella pagina accanto: il piroscafo Neptunia a Malta seconda Guerra mondiale. Nel 1940 con bandiera della Gran Bretagna. Fu per la Sitmar. LA “CROCIERA DELLA MAGNIFICENZA” NEGLI ANNI VENTI A MESSINA

La SS Scythia è stata la nave da crocie- un vasto programma di ricostruzione dal stagione era arricchita spesso da prolun- ra più longeva del ventesimo secolo con i 1920 e la Scythia, varata nel 1921, fu la gamenti, toccando porti di Egitto e Pale- suoi 38 anni di attività, mantenendo tale prima di tre navi da 19.000 tonnellate stina. Comfort, benessere, sport, alta cu- primato sino al 4 settembre 2005, quan- costruite per raggiungere questo obietti- cina, intrattenimento, relax erano tipicità do fu superata dai 39 anni della Queen vo; le altre furono la Samaria e la Laconia, a bordo di quella nave, che a distanza di Elizabeth 2, sempre della Cunard-White e con tutte si sperimentò con successo cento anni, sono diventate un must del- Star Line, nave questa che fece il suo ulti- la formula della “crociera di lusso”. La le moderne crociere. Una tendenza degli mo scalo proprio a Messina il 2 novembre Scythia fece scalo a Messina nel febbraio ultimi anni, tornata di moda a bordo di 2008, prima di essere trasferita nel 2009 1927, per la quinta annuale crociera di molte delle attuali, più grandi e lussuose, Dubay, come albergo galleggiante. La lusso con 400 passeggeri a bordo partiti il regine del mare che salpano per indimen- Scythia nonostante la sua lunga attività, 26 gennaio 1927 da Madeira, dopo aver ticabili crociere che si sviluppano in viaggi non registrò particolari episodi che la fa- toccato i porti di Gibilterra, Algeri, Tunisi intono al mondo, alla scoperta dei cinque cessero ricordare nel tempo ma passò alla e Palermo. Dopo il porto di Messina, con continenti. storia del crocierismo perché, negli anni tappa a Taormina, la crociera proseguì nei La Scythia, nave di 9.730 tonnellate venti, fu la nave che offriva un’annuale porti di Siracusa, Malta, Costantinopoli, di stazza lorda, varata il 23 marzo 1920, crociera di lusso nel Mediterraneo. Per le Venezia, Napoli e Monte Carlo e quindi compì il suo viaggio inaugurale il 20 perdite subite dalla flotta durante la pri- rientrò in Inghilterra. La Crociera della agosto 1921, da Liverpool a New York ma guerra mondiale, la Cunard intraprese magnificenza in Mediterraneo, come era che segnò l’inizio di 18 anni di servizio chiamata, era divenuta un classico appun- su quella rotta. Il 30 settembre 1923, a tamento per molti appassionati ed in alta causa di una fitta nebbia, entrò in colli- sione con la Cedric, nave passeggeri della Territorio d’a 85

sul lato di dritta da un siluro. La nave, riuscì a raggiungere l’ormeggio ed evitare l’affondamento con i quattro mila soldati che aveva a bordo. Dopo le riparazioni prosegui nel trasporto truppe americane in Europa e una volta terminata la guerra, ne consenti il loro rimpatrio. Nell’ottobre 1948 quando tornò all’uso commerciale, fu noleggiata per più di un anno, dall’Or- ganizzazione internazionale dei rifugiati e dal Governo canadese per trasferire profu- ghi europei in Canada. Successivamente, dal novembre 1949, nei cantieri scozzesi John Brown & Co di Clydebanck la nave fu ricondizionata migliorando la sistema- zione passeggeri per ospitarne 248 in pri- ma classe e 630 in quella turistica, navi- White Star Line che dal 1903 al 1905 Dopo quell’apice di notorietà, la nave gando dal 17 agosto 1950 dal Québec a aveva fatto scalo a Messina lungo la rotta nell’aprile del 1928, subì la risistema- Londra. Dal porto inglese ripartirà il 15 di collegamento per New York; nessuna zione degli alloggi passeggeri in prima settembre 1951, garantendo collegamen- delle due navi fu comunque gravemente classe, nella turistica e terza classe, con la ti mercantili in Atlantico sino al 5 ottobre danneggiata. quale navigò sino all’ultimo viaggio del 1955, quando fu nuovamente noleggiata Il prestigio della Scythia, come nave 5 agosto 1939, tra Liverpool, Boston e dal Governo canadese per il rimpatrio di dalle raffinate atmosfere, aveva raggiun- New York. Nel novembre del 1939, poco truppe dall’Europa in Québec sino all’ul- to un tale notorietà internazionale che dopo lo scoppio della seconda guerra tima traversata da Halifax per Havre, nel marzo del 1928 la nave ospitò il re mondiale, la nave fu requisita dal gover- Rotterdam e Southampton nel dicembre dell’Afghanistan, Amānullāh Khān con no come trasporto di truppe e fu ricon- 1957. Venduta alla British Iron & Steel la moglie, quando visitò Liverpool, dopo vertita a Glasgow, per l’utilizzo militare. Corporation la nave il 23 gennaio 1958, la Francia e l’Italia ove a gennaio si era Ma fu anche impiegata nel 1940 per tra- fu destinata alla demolizione nei cantieri incontrato con Vittorio Emanuele III. In sferire bambini da Liverpool a New York, Thomas W Ward di Inverkiething, con- questo secolo, la principessa India d’Af- nell’ambito di un programma di evacua- cludendo i suoi 36 anni di servizio. ghanistan, figlia di re Amir, il primo ot- zione del Children’s Overseas Reception tobre 2007, fu ricevuta a palazzo Zanca, Board. Nel 1942 contribuì agli sbarchi sede civica di Messina, dal sindaco della sulla costa nordafricana e durante tale pe- sopra: la Scythia in banchina a Liverpool; nella pagina accanto: la nave da crociera Scythia e città, con il quale ricordò il viaggio del riodo, nei pressi dell’entrata meridionale l’avviso pubblicitario per la crociera di lusso del 26 padre che regnò, dal 1919 al 1929. del porto di Algeri, la Scythia fu colpita gennaio 1927. LA TORPEDINIERA PIEMONTE A MESSINA DURANTE IL SISMA, TRASFORMATA IN NAVE CISTERNA E DEMOLITA NEL 1932

Tra le tante navi che legarono il loro a bordo 268 uomini, furono attivati i agosto 1888. Giunto in Italia nell’otto- nome al territorio peloritano ed al suo primi interventi di soccorso e fu im- bre del 1889 fu assegnato a compiti di porto, sono significative le vicende e partito l’ordine, vista l’impossibilità di squadra. Nel luglio del 1894 fu dislo- il destino del Regio ariete torpedinie- effettuare comunicazioni telegrafiche cato in Mar Rosso e, successivamente re Piemonte, ormeggiato a Messina e telefoniche e l’inagibilità di strade e in Oceano Indiano per una campagna nel 1908. Alla fonda, in quella tragi- ferrovie, di inviare due unità navali il coloniale e da quel momento operò ca notte del sisma, si trovano invece Serpente e lo Spica, per raggiungere un esclusivamente oltremare. Dall’agosto le unità della squadriglia torpediniere posto telegrafico operativo per infor- 1898 al gennaio 1900 effettuò una cro- d’alto mare Spica, Saffo, Serpente, Scor- mare dell’accaduto e richiedere aiuti. ciera intorno al mondo e poi altre lun- pione e Sagittario e quelle della squa- Scafo con prua a sperone, poppa a ghe crociere sopratutto nei mari dell’A- driglia delle torpediniere da costa (90 incrociatore, timone compensato e alet- frica e nell’Estremo Oriente. Dopo la S, 106 S, 131 S, 138 S, 140 S e 151 S). te di rollio che si estendevano per circa vicenda del terremoto del 1908, par- Fu quello della Regia Marina il primo un terzo della lunghezza dello scafo, tecipò dal 1911 alla guerra italo-turca nucleo d’intervento, all’indomani del l’ariete torpediniere Piemonte, era stato operando inizialmente in appoggio agli terremoto che aveva sconvolto tragica- costruito dal cantiere Armstrong ad El- sbarchi in Libia e, successivamente, in mente la città. swick nel Regno Unito per conto della Mar Rosso, prendendo anche pate allo Proprio a bordo del Piemonte, con Regia Marina Italiana, e varato il 23 scontro di Kunfida. Territorio d’a 87

Durante la Prima Guerra Mon- diale, fu assegnato, con la squadra anglo-francese, alla base di Salonicco partecipando a varie missioni belliche, bombardando e appoggiando sbarchi sulle coste bulgare e turche. Al termine del conflitto fu messo in disarmo per poi essere radiato il 15 maggio 1920, ma la sua storia non finì. Fu infatti ceduta alla Petrolifera Ita- lo-Rumena S. A. di Milano, e comple- tamente trasformata in nave cisterna: smantellate strutture ed armamenti, svuotato lo scafo, per 3/4 della sua lun- ghezza venne diviso in quattro cisterne, mentre la parte poppiera fu adibita a sala macchine, sovrastata da una plan- cia con timoneria, sala comando, allog- gi, mensa, ecc. Dotata di due motrici con un carico di petrolio” e il punto di di Documentazione e una Rete delle a vapore a triplice espansione eroganti attracco al pontile N del porto di Bar- fonti per puntare al recupero del più 984 hp moventi due eliche, poteva svo- cellona. vario e ricco materiale d’archivio e la luppare una velocità di 9 nodi, con una Nel 1932 cessò infatti l’attività e sua messa in condivisione attraverso un stazza lorda di 1718 t, stazza netta di quella nave che per prima aveva pre- museo del terremoto. La sua istituzione 1218 t; lunghezza 95,08 m, larghezza stato aiuto alla Messina terremotata, fu avrebbe oggi la funzione del recupero 11,62, immersione 6,08 m. Fu varata demolita a Vado Ligure. di percorsi di approfondimento e me- un anno e mezzo dopo con il nome di Che opportunità sarebbe stata quel- moria; ma anche spazi di conosenza per Edda, nel 1925 l’unità venne ceduta la di trasformare quel relitto di nave, la Città perduta e la Città ricostruita. alla Compagnia di Navigazione Maris in scrigno di memorie del terremoto, S. A. di Genova e ribattezzata Mari- che raggiunse il 10° grado della scala sedda, venduto qualche anno dopo alla Mercalli, accompagnato da maremoto, Ditta Scopinich & Monta. e mise a soqquadro le coste calabro-si- Il quotidiano spagnolo “La Van- cule con numerose scosse devastanti. guardia” del 3 gennaio 1930, ne testi- Fu uno dei più grandi disastri naturali sopra: la torpediniera Piemonte divenuta Marisedda monia uno degli ultimi viaggi di questo della storia dell’umanità e per testimo- (1932); straordinario e storico scafo, con la no- niare tale memoria, sempre ricercata, nella pagina accanto: la torpediniera Piemonte in por- to a Messina durante il sisma del 1908 e il modellino tazione da “Costaninopoli a Barcellona non è mai stato realizzato un Centro della nave demolita nel 1932. UN MILAZZESE TRA L’EQUIPAGGIO DEL REX CHE CONQUISTÒ NEL 1933 IL NASTRO AZZURRO

La città di Genova ha intitolato i il collaboratore più importante del ne, di creare una linea di elettrodome- giardini di via Fausto Beretta (Bocca- direttore di macchine Risso che a sua stici con il nome Rex. Il trofeo che Sir dasse) a Francesco Tarabotto (1877– volta, nei cantieri dell’Ansaldo di Ge- Harold K. Hales, creò per premiare la 1969), comandante del transatlantico nova Sestri, fu assistente dell’ing. Lu- nave passeggeri in grado di attraversare Rex, vincitore del Nastro Azzurro nel igi Bozzo, nella progettazione dell’ap- l’Atlantico alla maggiore velocità, dise- 1933. A quella straordinaria impresa parato motore dell’Andrea Doria. Il gnato da Henry Pidduck e realizzato si legano anche il nome del diretto- 16 agosto del 1933, il Rex, conquistò dall’orafo James Dickson, venne con- re di macchina, Luigi Risso, e anche il Blue Ribbon, che premiava il record segnato al Rex a Genova, il 20 agosto del secondo macchinista, Salvatore nella traversata dell’Atlantico del nord, 1935. Dopo il Normandie ed essere sta- Milazzo (1896-1980), più conosciu- dimostrando così di essere la nave più to appannaggio di navi transatlantiche to come “Totò”, nato a Milazzo, che veloce del mondo. Il Rex, unica nave come il Queen Mary e la United States, come tutti i componenti l’equipaggio italiana a vincerlo, era un super-liner, in anni più recenti il trofeo più impor- ricevette riconoscimenti ufficiali per il il top del lusso e dell’eleganza, l’ammi- tante dell’Atlantico, conosciuto come primato conquistato. Il capitano Mi- raglia cui sarebbe spettato il ruolo di Hales Trophy, è passato ai “traghetti lazzo studiò al Regio istituto nautico portabandiera dell’Italia. Il Rex salpò superveloci”. Il Rex, il più affascinante di Palermo, diplomandosi nel 1915 e da Genova compiendo quella traversa- transatlantico italiano, leggenda da 50 nello stesso anno da Genova si avviò ta da record, che gli valse l’assegnazione mila tonnellate con dodici ponti, reso la sua carriera, imbarcandosi a bordo del titolo detenuto dalla nave tedesca ancora più popolare dal regista Fede- del piroscafo Stromboli della Naviga- Bremen. Il successo dell’impresa fu tale rico Fellini col film “Amarcord”, coprì zione Generale Italiana sulle rotte per che l’industria Zanussi chiese, e otten- la distanza da Gibilterra a New York, il Nord America. A bordo del Rex fu di 3.181 miglia, in 4 giorni, 13 ore e Territorio d’a 89

58 minuti, alla velocità media di 28,92 le classi passeggeri per 604 in prima, Capodistria ove colpita da aerosiluranti nodi. Il massimo percorso effettuato in 378 in speciale, 410 in turistica e 866 della RAF, prese fuoco adagiandosi su un giorno fu di 736 miglia alla velocità in terza classe. Gli arredi interni erano un fondale, sbandando a sinistra. Alla di 29,61. La più grande nave passeggeri particolarmente lussuosi e furono cu- fine della guerra confiscata dagli iugo- di linea italiana – fino al 1991 quando rati dal Vittorio Drucrot (1867-1942) slavi, fu sopposta, dall’estate del 1947, il primato passò alla Costa Classica – era industria palermitana specializzatasi a demolizione lasciando che una storia stata progettata e costruita nel cantiere negli allestimenti per grandi navi dopo di nave si traducesse in leggenda come navale Ansaldo di Genova Sestri Po- la prima guerra mondiale. Fu uno dei quella che viene raccontata per una nente e nello Stabilimento Meccanico primi piroscafi ad avere le piscine sul delle sue quattro eliche, forse ancora di Sampierdarena, nel 1931 e entrò in ponte. Il 30 aprile 1940, l’ultimo viag- nascosta tra i fondali a circa 300 metri servizio nel 1932. Il Rex aveva una staz- gio da Genova per New York e Napoli dalla linea di costa, davanti a Semedel- za lorda di 51.062 tonnellate ed una ed il 6 giugno, pochi giorni prima che la. Le altre tre eliche furono infatti re- lunghezza di 268,20 metri, una lar- l’Italia entrasse in guerra, il Rex fu tra- cuperate e fuse negli altiforni jugoslavi ghezza di 31 metri ed un pescaggio di sferito sotto scorta, da Genova nel Ca- e poi vendute sul mercato come “bron- 10,07 metri; 142.000 cavalli di potenza nale di Leme presso Pola. Mimetizzato zo Rex”. gli consentirono di sviluppare alle pro- raggiunse poi Triste ove trascorse i pri- ve di macchina una velocità massima di mi anni di guerra. Dopo l’8 settembre 29,5 nodi. Montava quattro turbine a 1943 i tedeschi sequestrarono la nave vapore a triplice espansione con mecca- trasferita il 3 marzo 1944 alla gestione sopra: il varo e un particolare della parte dei due fu- nica Parson Curtis ed ogni turbina era della Mittelmeer Reedwerei GMBH di maioli del Rex; collegata con un asse per ogni elica a Amburgo. Illesa dopo un primo bom- nella pagina accanto: il Rex ripreso da bordo del Conte di Savoia (25 marzo1933) e gli ufficiali del quattro pale del diametro di 5 metri e bardamento alleato su Trieste, il 10 Rex nella foto ricordo dopo la conquista del Nastro del peso di 16,25 tonnellate. Quattro luglio del 1944, fu ancorata vicino a Azzurro. DUE NAVI E TRE FOTOGRAFIE IN MOSTRA IN OLANDA

Non erano navi che mai avevano nave Dempo della Rotterdamsche Lloyd, glia. Navigando sulla parte destra dello toccato il porto di Messina o le isole nave di 16979 tonnellate di stazza lorda, Stretto, la Dempo passò a poca distanza Eolie, ma grazie ad alcune fotografie il varata nel luglio del 1929 e consegnata dalla penisola di San Raineri e il fotogra- loro nominativo si è legato al territorio a febbraio dell’anno successivo per l’atti- fo-artista poté immortalare una visione peloritano. Quelle immagini sono di- vità croceristica sulla rotta Slamat, Rot- particolare di Messina vista dal mare, venute mezzo di riproduzione storica terdam, Southampton, Lisbona, Tangier, con i passeggeri sulle chaise longue del di un luogo grazie alla maestria artistica Gibraltar, Marseille, Port Said, Suez, Co- ponte passeggiata, in piedi o appoggiati di Willem van de Poll (1895-1970), un lombo, Sabang, Belawan, Singapore e al corrimano in legno della battagliola, fotografo olandese tra i più importan- Batavia. Molti passeggeri preferivano ri- attenti ad ammirare il panorama di un ti della sua generazione. Aveva lavorato sparmiare una settimana di navigazione “territorio d’aMare”. La nave non entrò come fotoreporter per riviste olandesi e e soprattutto evitare i marosi del Golfo in porto proseguendo la sua rotta nello straniere, curato servizi di moda per “Vo- di Biscaglia, raggiungendo più como- Stretto in direzione sud. Poco prima, gue” e “Harper’s Bazaar”, ma era più co- damente in treno, i porti di Marsiglia o dopo aver superato la chiesa di Grotte, nosciuto nei Paesi Bassi come fotografo Genova. La Dempo, con de Poll a bor- sulla sponda siciliana, alla sinistra della personale della famiglia reale olandese. do, attraversò lo Stretto di Messina, nel nave aveva avuto un altro un incontro Per uno dei suoi reportage, nel giugno giugno 1935, proprio per raggiungere “particolare” da fotografare. Al centro del 1935, si trovò a bordo della moto- il Mediterraneo provenendo da Marsi- Territorio d’a 91

il Nord Africa, al comando del capitano W. Jansen, la nave fu silurata, tra Algeri e Philippeville, dal sottomarino tedesco U 371. I tentativi di arenare la Dempo fallirono e la nave affondò; perirono 498 soldati americani e 333 membri dell’e- quipaggio furono salvati. Quando l’Italia entrò in guerra, il 10 giugno 1940, la Recco, come la gemella Rapallo, era fuori dal bacino del Mediter- dello Stretto navigava sulla rotta oppo- Nel trentacinquesimo anniversario raneo, e trovò rifugio a Santa Cruz de Te- sta, la nave cisterna Recco che insieme della morte di Willem van de Poll, da nerife, nelle Canarie; tentando di forzare alla Rapallo, entrambe destinate al traf- novembre 2005 a febbraio del 2006, il il blocco navale contro i Paesi dell’Asse, fico per la Libia e l’Impero, fu la capo- National Archives of the Netherlands il 19 aprile 1941 la nave lasciò quel porto stipite della flotta, a quell’epoca, Agip e con l’Hague Museum of Photography diretta a Betasom, l’acronimo della base poi Snam, in qualità di società armatri- ha promosso al Fotomuseum di Den atlantica di sommergibili italiani a Bor- ce del gruppo Eni, sino al 30 settembre Haag nei Paesi Bassi, la mostra Retro- deaux. Il 3 maggio, a circa 400 miglia a 2003, quando, il comparto marittimo spectief, con esposta per la prima volta, nord delle Azzorre, la nave venne avvi- fu ceduto a Carbofin. Della nave Recco tutta la sua produzione artistica, con le stata dall’incrociatore ausiliario britan- nello Stretto non esistevano fotografie e foto della crociera a bordo del Dempo, le nico Hilary che manovrò per catturarla Willem van de Poll da bordo della Dem- immagini della vita di bordo, dei pas- con il suo prezioso carico di 8500 ton- po, la ritrasse con la quinta naturale della seggeri tra cui quelle del commediogra- nellate di combustibile. Il comandante costa calabra; immagine storica ed unica fo, attore e regista britannico Sir Noël della Recco, il quarantasettenne capitano del particolare periodo del trasporto pe- Coward, ed i “panorami” di Messina, di lungo corso Gottardo Castagnola, per trolifero e singolare per una nave cister- dello Stretto e dello Stromboli evitare l’abbordaggio, ordinò l’autoaf- na, tra l’altro mai ormeggiata al porto di La nave Dempo e la cisterna Recco svol- fondamento della nave. I trenta uomini Messina. Ma le straordinarie istantanee sero la loro attività sino al periodo bellico dell’equipaggio della Recco furono recu- del fotografo olandese non si erano limi- della seconda guerra mondiale, durante perati dall’Hilary e trasportati nell’Isola tate allo Stretto; prima di arrivare a capo il quale affondarono. La Dempo fu im- di Man, dove trascorsero in prigionia i Peloro, la Dempo proseguendo nella sua piegata per l’attività croceristica fino a successivi cinque anni, rimpatriando pa- rotta di trasferimento verso sud, era pas- quando il Ministero dei trasporti bellico recchi mesi la conclusione del conflitto. sata anche dalle isole Eolie e, complice britannico la noleggiò nel gennaio 1941 il comandante della nave, ci fu il tempo e convertita a Liverpool per trasporto di sopra: Ufficiale della Dempo ed un passeggero ammi- per immortalare lo Stromboli con la sua truppe. Durante una di queste missioni rano lo Stromboli (1935); sciara, a beneficio dei croceristi stupiti il 17 marzo 1944, navigando nel convo- nella pagina accanto: la nave cisterna Recco in navi- gazione nello Stretto di Messina nel 1935 e il faro di dalla suggestione del vulcano. glio SNF 17 con rotta da Napoli verso San Raineri fotografato da bordo della Dempo. IL PIROSCAFO PIEMONTE PER OLTRE SEI ANNI “COMPARSA” NELLO SCENARIO VISIVO DI MESSINA

Del piroscafo Piemonte gli abitanti suo impiego, il Minnedosa fu immesso e 1.241.224 tonnellate di materiali vari della città di Messina conservano un ri- in servizio di linea, fino al 1922, per la che determinò un totale di 1200 viag- cordo vivo, perché rimasto sotto i loro Canadian Pacific da Liverpool al Cana- gi. Per fronteggiare tale impegno l’Italia occhi per tanti anni. Fu infatti la nave da e successivamente sulla rotta Anver- ricorse quindi all’acquisto di navi sul che “risiedette” per il maggior periodo sa, Southampton sempre verso il nord mercato internazionale di nove transat- nel suo mare, essendo stata per oltre America. Il Minnedosa fu sottoposto ad lantici il Saarbrücken, e la gemella Co- sei anni, semisommersa nella rada San interventi di rinnovamento nel 1925, blenz, ribattezzate rispettivamente To- Francesco, sui bassi fondali del litorale presso il cantiere Hawthorne, Leslie scana e Sicilia; Werra che prese il nome nord della città, e da molti confusa con & Co. di Newcastle e rimesso in ser- Calabria; Melita quello di Liguria; Ri- il Principe di Piemonte. La nave della vizio da Anversa al Canada. Nel 1927 solute che si chiamò Lombardia; Gene- Canadian Pacific Line, costruita e va- tornò poi al porto di Liverpool per il ral Mitre, Sierra Ventana e Bahia Blan- rata con il nome Minnedosa, nel 1913, collegamento con gli scali canadesi e ca, a cui furono poste i nomi di Sannio, aveva una stazza di 13 mila tonnellate dopo aver compiuto 129 traversate, Sardegna ed Umbria e la Minnedosa che e navigò fino al 1931. Impostato nel nel 1931, fu messa in disarmo per rag- divenne Piemonte. Questa nove vecchie cantiere Barclay, Curle & Co. di Gla- giungere Genova quattro anni dopo, navi, le cosiddette unità della classe Re- sgow, era stato destinato per la linea per essere demolita. Ma non era an- gioni, furono gestite dalla società Italia Amburgo-America ma allo scoppio cora tempo per la sua fine, nel 1935, e successivamente nel 1936, dal Lloyd della prima guerra mondiale ne fu defi- fu infatti acquisita dal Governo italia- Triestino, ma mai impiegate per servi- nito l’allestimento come nave trasporto no, per essere trasformata in nave tra- zio passeggeri di linea, ritardando an- truppe. Entrò così in servizio il 5 di- sporto truppe e ribattezzata Piemonte. che i programmi di rimodernamento cembre 1918, con un viaggio da Liver- La campagna d’Etiopia richiese infat- della flotta mercantile italiana. Le navi pool a St. John, New Brunswick, aven- ti un flusso navale gravoso per il tra- passeggeri trasformate sommariamente do come passeggeri soldati canadesi che sporto a Massaua di 472.562 uomini e tornavano in patria. Terminato questo 122.842 a Mogadiscio; 16.496 veicoli Territorio d’a 93

Mosto, nella navigazione tra Patrasso e Bari. Il Piemonte, alle ore 13 del 18 no- vembre 1942, fu invece leggermente danneggiato da un siluro lanciato dal sommergibile inglese Umbra HMS P 35, comandato dal Lt. Stephen Lynch Conway Maydon, che colpi la nave a 4 miglia da Capo Rasocolmo, durante il suo trasferimento per unirsi in con- voglio al Sardegna, per il trasporto di truppe ed equipaggiamenti da Valona a Brindisi. L’equipaggio di 170 uomi- ni fu salvato e la nave spiaggiata nel- la zona di Spartà, perché sommersa a poppa. Successivamente trasferita per le avarie riportate, nel porto di Messina per trasporto truppe, effettuarono 63 partì segretamente da Napoli per Ged- non sfuggì, trovandosi alla fonda con viaggi per l’Africa Orientale nel pe- da. Imbarcò un drappello di militari in il Viminale, alle incursioni aeree che riodo febbraio-ottobre 1935 ed il Pie- abiti civili, con passaporti di copertu- dal maggio del 1943 operarono i B17 monte il 5 marzo e poi il 25 settembre ra in cui figuravano come dipendenti e B24, e gli aerei inglesi Stirling, Ha- 1935 partì da Messina, imbarcando della Fiat e dell’Ansaldo. Un autocarro lifax e Lancaster. Il Piemonte danneg- prima effettivi e materiali della Divi- con rimorchio, e tutto il materiale ri- giato, si salvò dall’affondamento per- sione “Peloritana” e poi reparti del 3° chiesto dai sauditi come campione (un ché dopo aver constato l’insufficienza Fanteria, destinati a rafforzare tempe- carro assalto veloce, un cannone, una delle pompe d’esaurimento dello scafo, stivamente le difese delle due Colonie. mitragliatrice pesante e due leggere, il suo comandante, il capitano Mattio- Proprio il Piemonte, quasi alla vigilia una stazione radio) giuse a destinazio- li di Recanati, dispose di arenarla nella dell’attacco all’Etiopia, fu protagonista ne mimetizzato in gigantesche casse. rada S. Francesco da dove, fu recupe- di una missione di spionaggio col tra- L’impegno militare della nave proseguì rato solo nel 1949, e il 27 aprile dello sporto a Gedda di un quantitativo di anche per le operazioni di occupazione stesso anno, trasferita alla Spezia per il armi, celate in casse con la scritta “dit- dell’Albania, e il 4 marzo 1942 sfuggì disarmo. ta Ansaldo”, senza destinatario. Dopo ad un attacco che il sottomarino greco uno scambio di comunicazioni fra il Proteus, a 27,2 miglia da Capo Dukato,

Ministero della Guerra, il Comando fece al convoglio di cui faceva parte con sopra: il Piemonte nel 1935 in banchina di poppa a superiore in Africa Orientale, il SIM il Galilea, Francesco Crispi, e Viminale Messina; Turbine nella pagina accanto: il Piemonte spiaggiato nella rada e la Legazione italiana a Gedda, il 22 scortato da incrociatore e dalle S. Francesco (agosto 1943) e la nave nel periodo di settembre 1935, il piroscafo Piemonte, torpediniere Carlo Montanari e Antonio impiego per trasporto truppe. I PICCOLI PIROSCAFI CHE DA MESSINA RIFORNIVANO L’AFRICA ORIENTALE

Dopo l’avventura coloniale italiana stazionamento esaltando il suo ruolo di attivato un servizio marittimo per l’E- nel Corno d’Africa, cominciata nel 1879 tappa di rifornimento di combustibili li- ritrea, riuscendo a tenere testa alle navi con l’acquisto di una base commerciale quidi e solidi, e di approvvigionamento del Lloyd Triestino e Achille Lauro. Da nella baia di Assab da parte della società per le navi in transito, movimentando una partenza mensile si passò presto a Italiana di navigazione Rubattino, i col- nel 1932, merci per 47 mila tonnellate una quattordicinale, arrivando a offrire legamenti tra l’Italia l’Africa orientale re- risultando al quarto posto del traffico na- il trasporto gratuito della posta, movi- gistrarono, alla fine degli anni Venti, un zionale, dopo Genova, Trieste e Napoli. mentando gratuitamente 50 mila colli notevole incremento. Gruppi armatoriali Per la sponda africana i servizi marit- di posta nei primi due anni e ampliando come la Società Tirrenia, la Navigazione timi e portuali assunsero uno sviluppo poi il servizio nel Mar Rosso, verso l’A- Libera Triestina, la Società Italia, il Lloyd importante registrando ad esempio per frica Orientale Italiana (Etiopia, Eritrea, Triestino, gestirono servizi di collega- il porto di Massaua, nel 1935, la punta Somalia). In quegli anni, la compagnia mento dai porti di Genova, Trieste, Fiu- massima di scarico con 5.500 tonnellate ottenne così di gestire nelle rotte con la me, Napoli, Siracusa, Palermo, Cagliari, giornaliere, dalle 500 dell’anno prece- Libia il trasporto postale non sovven- Civitavecchia, Trapani, Venezia, Bari, dente. Con la costa libica, il movimento zionato dallo Stato. I collegamenti sulla Brindisi, Rodi, Pantelleria verso gli scali marittimo nel 1935 registrò l’approdo linea per Tripoli erano assicurati con le di Tunisi, Sfax, Tripoli, Bengasi, Malta, di 2325 navi con 107549 passeggeri e navi Polinice, Ravenna, Polinnia e Pene- Tobruk, Alessandria, Porto Said, Suez, 45497 tonnellate di merci. Già dal 1929 lope che facevano scalo a Messina; e con Aden, Massaua, Mogadiscio. In tale qua- Messina era diventato scalo di picco- i piroscafi Sturla, Lido, Audace, Tenace dro, il porto di Messina a cavallo degli le navi da carico dell’armatore Ignazio e Multedo che raggiungevano Bengasi anni trenta, divenne scalo di servizio e Messina & Cie. di Genova che aveva dal porto peloritano. Quelle navi con il tradizionale fumaiolo nero con la stella Territorio d’a 95

divenuta Impero dell’Africa Orientale Italiana: la Goggian (ex Alga, costruito a Jutphaas nel 1922, 1993 tsl) e l’Ogaden (ex Naxos, costruito a Glasgow nel 1905, 4546 tls), che avevano sistemazioni per passeggeri sia nei casseri sia nei corridoi e poi il Semien (ex Fortunastar, costruito a Newcastle nel 1898, 5499 tsl); e il Te m - bien (ex Mauni, costruito a Bremerhaven nel 1914, 5128 tls). Tra il 1935 e il 1940 bianca sormontata da una striscia bian- ad Aberdeen nel 1884, 1187 tsl) che nel l’armatore Messina, contava 17 navi, tra ca, logo della compagnia, fecero giungere 1926 venne venduta all’armatore Gon- cui il nucleo originario della flotta, ini- numerosi e frequenti rifornimenti nelle taldi che la ribattezzò Tripoli. Nel 1931 la zialmente composto da piccole e vecchie Colonie e molte Amministrazioni statali flotta della Ignazio Messina & C ampliò navi di costruzione tedesca, ma la guerra, noleggiavano i piroscafi per assicurare la la propri flotta con i piroscafi Borzoli tranne per il piroscafo Lido, determinò regolarità nei trasporti. Nel 1921 la com- (ex Astero, costruito a Stettino nel 1884, la perdita di quasi tutte loro. Come ac- pagnia Giuseppe Messina Tabuso, con 1167 tsl); Multedo (ex Albarosa, costruito cadde, negli ultimi giorni del novembre sede Genova, aveva dato vita alla nuova a Stettino nel 1884, 1130 tsl), e nel 1932 1942, per l’Audace, partito da Messina e linea mercantile tra l’Italia e la Libia, ri- con i piroscafiAudace (ex Royal, varato diretto a Tunisi, con a bordo un carico convertendo sia il trasporto di vini sici- a Rostock nel 1892, 1146 tsl) e Tenace di carburante in fusti, aggregatasi ad un liani sfusi per tagliare quelli ottenuti nel (ex City of Hamburg, costruito a Sun- piccolo convoglio formato dal piroscafo Nord e viceversa, sulle rotte verso la Si- derland nel 1884, 1141 tsl) e nel 1933 Minerva, partito anch’esso da Messina cilia, per il trasferimento da Porto Mau- con le navi Ravenna (costruita a Leith nel per Tunisi con un carico di benzina, e rizio (Imperia) dell’olio d’oliva ligure. 1888, 1148 tsl) e Risveglio (ex Nikckerie, dalla torpediniera Orione che lo scortava. Nel 1929 la società era divenuta Ignazio varata a Copenaghen da Burmaister & Stessa sorte per il Multedo, che negli anni Messina & C. con la donazione da parte Wain, nel 1907, 2498 tsl). Nel 1934 si Trenta, da Messina raggiungeva, Malta, di Giuseppe Messina Tabuso ai propri fi- aggiunse il Progresso (ex St Thomas, co- Tripoli, Homs, Zliten, Misurata, Sirte, gli, delle quote sui piroscafi Lido, Sturla, struito a Copenaghen nel 1907, 2467 Bengasi, con occasionali scali a Sfax, Oreto e Foce. La flotta con partenze da tsl). Nel 1935 la Società riuscì a garantire Susa, e poi silurato dal sommergibile bri- Genova, con frequenze bi-trisettimanali, un servizio regolare per l’Eritrea, con una tannico Truant, a nordovest di Bengasi. seguiva la rotta: Livorno, Napoli, Mes- partenza quattordicinale, e il trasporto sina, Catania, Malta, Sliten, Misurata e gratuito della posta, puntando così alla Bengasi, e in quel primo decennio, era conquista del Mar Rosso, verso l’Africa composta dal Foce (ex Mirille, costruito Orientale Italiana (Etiopia, Eritrea, So- sopra: il porto di Massaua nel 1935, con i piccoli pi- a Rostock nel 1888, 879 tsl); dal Lido malia). Nel 1936 la Società acquisì al- roscafi che partivano con i rifornimenti da Messina; nella pagina accanto: il porto di Messina con unità (ex Mary, costruito a Stettino nel 1889), cuni piroscafi ai quali vennero imposti militari in primo piano e navi per l’Africa Orientale; dallo Sturla (ex F.G. Reinold, costruito i nomi di alcune regioni dell’Abissinia, il piroscafo Sturla. LA LUPA DELLO STRETTO FECE ARENARE LA NAVE CHE AVREBBE COSTITUITO L’EMBRIONE DELLA FLOTTA COMMERCIALE SVIZZERA

La nebbia non è un fenomeno con- Il 6 maggio 1876, il fenomeno si con l’arrivo del primo caldo di stagio- sueto nello Stretto di Messina ove di- registrò in maniera tanto anomala che ne si formò a pochi metri dal livello venta uno tra i pericoli naturali, anche l’ufficio centrale metereologico del del mare, disponendosi nel mezzo del- se episodica, che si verifica una o due Ministero della Marina pubblicò sulla lo Stretto; le nubi stratificate con base volte nell’arco dell’anno. Viene denomi- Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia di prossima al mare, tipo strati e strato- nata la “lupa”, fitta nebbia che si solleva sabato primo aprile l876, l’avviso che cumuli, furono sospinti fin verso le co- per contingenti condizioni meteoro- nella giornata si era registrata “una fitta ste dai venti dominanti, causando una logiche, collegate al vento di scirocco. nebbia nello stretto di Messina, dopo mancanza assoluta di visibilità. Quasi venti anni fa, il 17 maggio 2001 che nella serata si era avuto un vento Quella nebbia non preceduta da tale fenomeno naturale, alle 9,15 deter- di scirocco e levante di forte intensità”. foschia come accade sulla terraferma, minò una collisione tra due navi delle Ma quella volta non si registrarono in- poiché i nuclei di condensazione era- società private di auto traghettamento convenienti nella normale navigazione no particolarmente presenti sul mare nello Stretto, la Westfold e la Giano, che nello Stretto. e un vento tra 4 e 15 nodi ne favorì lo fortunatamente non ebbe conseguenze Il fenomeno assunse un carattere spessore, determinò che una nave bat- drammatiche. A mitigare tali pericoli, particolarmente intenso l’11 giugno tente bandiera inglese, si spiaggiasse offrendo maggiore sicurezza alla navi- 1937, quando produsse anche con- nella zona di San Raineri, e poi con gazione nello Stretto, da alcuni anni è seguenze a ben quattro piroscafi che l’ausilio di un rimorchiatore potesse entrato in esercizio il VTS, acronimo transitavano nello Stretto e che con- riprendere il mare. Era una piccola del Vessel Traffic Service, un centro di temporaneamente si arenarono sulla nave, la Highburg di 1755 tonnellate servizi d’informazioni e assistenza per costa siciliana. Il cordone nebbioso di stazza lorda, della società londinese garantire la sicurezza della navigazione. S.S. Co. Ltd. - J. Vassiliou, che sarebbe Territorio d’a 97 passata alla storia marittima, nel cor- Dockyard Co. Ltd con il nome di Wel- so del cambio di molteplici armatori e lpark per gli armatori britannici J. & denominazioni, come il piroscafo che J. Denholm Ltd., Greenock. Nel 1927, costituì, nell’aprile del 1941, con un’al- fu venduto alla compagnia belga So- tra piccola nave la Calanda, l’embrio- ciété d’ Expedition et de Navigation ne della flotta commerciale del Paese S.A., Antwerp, cambiandone la deno- senza mare, la Svizzera. minazione in Navex. Successivamente La Highburg era stata varata nel 1906 nel 1937 fu ceduta alla olandese Ne- nei cantieri Austin S. P. & Son Ltd., di derlandsch Bevrachtingskantoor, di Sunderland con il nome di Tosto per la Rotterdam che la denominò Prina. Pelton Steamship Co. Ltd. di Newca- Nel 1938, il piroscafo fu ceduto alla stle che fu modificato inPanis nel N.V. Europeesche Vrachtvaart Mij di 1932, navigando per l’armatore greco Amsterdam cambiandone il nome in Anastassatos A.P. di Cefalonia. L’anno Willy. Ricambiò bandiera nel 1939, dopo essersi arenata a Messsina, la Hi- passando agli armatori danesi T. Bas- ghbury mutò denominazione in Nora e se, di Copenaghen che la chiamarono nel 1940 in Maloja, per la compagnia ad una legge internazionale del 1925 Storaa. Mutò ancora nome in Saint Ed- svizzera Swiss Shipping Co. Ltd., di Ba- che assicurava il diritto ad ogni paese, mond nel 1940 quando a Casablanca, sile. Il piroscafo con la bandiera rossa anche a quelli senza confini sul mare, durante la guerra, passò alla gestione con la croce bianca al centro, il 7 set- di avere una propria marina. Al termi- del Governo francese di Vichy e infine tembre 1943, affondò con un carico di ne del conflitto mondiale la Confede- nel gennaio del 1943, fu requisito dal olio di cocco destinato alla Svizzera via razione elvetica decise, con la Legge Ministero britannico dei trasporti, tor- Genova, a 30 miglia a nord est del gol- federale sulla navigazione marittima nado a chiamarsi Storaa, nominativo fo di Calvi in Corsica, colpita da aerei del 1953, che la flotta passasse in mani con il quale il 3 novembre dello stesso inglesi che non l’avevano identificata. private. anno, affondò a circa 9 miglia al largo Quella nave era iscritta nel registro Altre due navi per la nebbia dello della costa dell’East Sussex vicino a delle navi elvetiche con il numero 2; Stretto rimaste intrappolate nel 1937, Hastings in Inghilterra, colpita dalla decisione presa dal Governo eleveti- all’imboccatura di Capo Peloro, po- motosilurante tedesca S138, mentre co, in piena seconda guerra mondiale, terono riprendere autonomamente la navigava con il convoglio CW221. per garantirsi approvvigionamenti, navigazione, mentre una quarta nave prima sodisfatti da altre navi e succes- la Prina, impiegò più tempo per via sivamente impedite dalle vicende bel- delle forti correnti lungo la riviera sopra: il capitano Klaas Heeres, comandante del Ma- liche, a poter entrare in Mediterraneo. nord di Messina. La Prina, pirosca- loja con la nave alle sue spalle; Il 9 aprile 1941, si creò infatti quel- fo dai sette nomi, di 1980 tonnellate nella pagina accanto: il piroscafo Tosto nel 1906, prima di chiamarsi Maloja, per la compagnia Swiss la flotta inconsueta per un Paese senza di stazza lorda, era stato costruito nel Shipping Co. Ltd; il fenomeno della “lupa” nello sbocchi marittimi, che si richiamava 1918 da Greenock & Grangemouth Stretto di Messina.

L’ECLISSI DELLA GUERRA 1938 - 1949 L’ULTIMA CROCIERA A MESSINA NEL 1938 E POI NAVE AL SERVIZIO DEL TERZO REICH

La Milwaukee, nave lunga 176 aumento della stazza con la trasfor- in Mediterraneo, il 14 settembre 1938 metri, di 16 mila 699 tonnellate di mazione delle cabine e degli ambien- con 700 croceristi, ormeggiando di stazza lorda, era stata varata il 20 ti per le diverse classi passeggeri, in fianco alla banchina. La prima volta febbraio 1929 da Blohm & Voss, Am- una classe standard per ospitare 559 si era invece ormeggiata in andana, burgo-Steinwerder, e completata l’11 crocieristi. Divenne una nave molto sempre al molo Luigi Rizzo dinanzi giugno 1929 per l’armatore Hapag, popolare per questo tipo di crociere e la Dogana ove, per tutto il 1935, la destinata ad essere impiegata sulla in tale sua nuova configurazione nel stessa banchina portuale fu utilizzata rotta del Nord America. La Milwaukee settembre 1935, fece scalo a Messina per le navi passeggeri trasformate in era la più grande nave della Germania durante la crociera Orientfarhrt, che unità trasporto truppe inviate in Afri- ed aveva lo scafo dipinto di nero con toccava la Grecia, la Turchia, il Liba- ca Orientale, facendo assumere al una sovrastruttura bianca. Effettuò il no e l’Egitto. Fece nuovamente tappa porto di Messina un ruolo strategico viaggio inaugurale il 18 giugno 1929 nella città dello Stretto il 13 settembre primario nelle operazioni militari da Amburgo per New York via Bou- 1937, con 304 turisti a bordo; quindi- Il 22 aprile 1937, la Milwaukee era logne sur Mer, rotta che segui fino ci giorni dopo attraccò anche a Messi- stato anche ormeggiata al ponte della al 1935 alternandola con occasionali na la nave General von Steuben della Marina Veneta nelle acque della lagu- brevi crociere nei mari del nord. Nel stessa compagnia tedesca, con a bor- na di Venezia e in occasione del Con- 1935 fu convertita da Blohm & Voss do 380 turisti. La Milwaukee riappro- vegno italo-austriaco a Venezia in cui in una nave da crociera, adottando la dò a Messina per l’ultimo suo viaggio si svolse l’incontro tra il cancelliere livrea bianca e attivando un leggero Territorio d’a 101

Schuschnigg e Mussolini, quest’ulti- 1946 ed ormai inutilizzabile fu rimor- mo si recò in visita a bordo del tran- chiata a Dalmuir il 26 gennaio 1947 e satlantico. demolita da W. H. Arnott Young, Co., La Milwaukee era molto conosciu- a partire dal febbraio 1947. Ciò che ta come nave da crociera e spesso rimaneva dello scafo fu rimorchiato il trasportava turisti che avevano acqui- 25 settembre 1947 a Troon per la de- stato un viaggio attraverso l’attività ri molizione finale a Dalmuir, in Scozia. ricreativa della Kraft durch Joy (KdF) Scompariva così una nave, che della Germania nazionalsocialista che ebbe una vita operativa di appena faceva parte del Deutsche Arbeitsfront diciotto anni, varata dall’Hapag in (Daf). L’organizzazione dei lavoratori un momento storico in cui il gruppo tedeschi, controllata dal governo, dal armatoriale tornava a porsi come uno 1933, promosse attività ricreative tra dei più importanti al mondo e che la cui le crociere a basso costo. In una crisi mondiale del 1929 aveva costret- di questi viaggi nel 1939, fu ospite a to a cedere il 20 per cento circa del na- bordo per una crociera nei fiordi della viglio. Le crociere della Milwaukee a Norvegia, Eva Braun che sarebbe di- La Milwaukee, nave gemella della metà degli anni trenta, coincisero col venuta moglie di Adolf Hitler, negli St. Louis, che imbarcò 930 rifugiati crescente impulso del settore, come ultimi giorni di vita del dittatore. ebrei in fuga dalle persecuzioni na- i variopinti manifesti dell’epoca evi- Lo scalo di Messina del 1938, fu ziste e che nessuno voleva far attrac- denziarono, e per i quali si parlò di l’ultima tappa della esperienza della care, alla fine del conflitto mondiale, uno stile Hapag, che testimonia ancor Milwaukee come nave passeggeri, quale bottino di guerra, fu assegnata oggi dell’età d’oro dei transatlanti- perché con lo scoppio della seconda alla Gran Bretagna. Il governo in- ci, quella che poi avrebbe portato la guerra mondiale il 1° settembre 1939, glese nell’ottobre 1945, affidò la sua mutazione dei piroscafi passeggeri in tutte le crociere furono cancellate e la gestione alla Cunard White Star Line, navi da crociera. nave fu posta in disarmo ad Amburgo. Mrgs, che la usò come trasporto trup- Nel 1940 la Milwaukee fu requisita pe con il nome di Empire Waveney. dalla Kriegsmarine e utilizzata come L’8 febbraio 1946 scoppiò un in- unità logistica per gli alloggi della 5a cendio durante i lavori di ristruttura- flottiglia degli U Boat di base a Kiel. zione a Liverpool, domato in breve Nel corso della guerra fu anche uti- ma il 2 marzo 1946 la nave prese di lizzata come nave ospedale nel porto nuovo fuoco uscendo dal bacino di ca- sopra: la MS Milwaukee attraccata nel porto di Mes- di capoluogo tedesco del Land dello renaggio. L’ Empire Waveney bruciò sina (1935); Schleswig-Holstein, ove subì alcuni per diversi giorni e fu completamente nella pagina accanto: la Milwaukee dell’Hapag, in danni durante le incursioni aeree de- sventrata, affondando in acque poco livrea bianca, a Messina (1937 e il berretto da ma- rinaio imbarcato sul transatlantico Milwaukee della gli alleati. profonde. Fu recuperata il 4 maggio HAPAG di Amburgo. A MESSINA LA STUBEN PER LA CROCIERA MEDITERRANEA DEL 1939

Venne a Messina con due delle sue diterranea autunnale, promossa dalla Brema-New York fino all’11 febbraio tre diverse denominazioni con cui era compagnia tedesca da Genova a Vene- 1930 quando, ancorata nel fiume Hud- stata caratterizzata nei ventitre anni di zia, in vista di un possibile sviluppo del son, un incendio nella stiva numero 6, navigazione, prima come München, crocierismo di bassa stagione, che fu carica di vernici, ne provocò l’affonda- quindi General von Steuben e infine rinviato dagli eventi bellici. mento. Fu riportato a galla e il 9 mag- Steuben. Proprio con i due ultimi no- Costruita nei cantieri della AG Vul- gio 1930 rientrò a Brema per essere sot- minativi, la nave della Norddeutscher can di Stettino, la nave venne varata toposta a lavori. Tornò in servizio nel Lloyd, prima dello scoppio della secon- il 25 novembre 1922 con il nome di gennaio del 1931 con il nuovo nome da guerra mondiale, celebrò l’inizio dei München, fu la prima nave passegge- di General von Steuben, in onore di Fri- viaggi nel bacino mediterraneo, facen- ri, dalla fine della prima guerra mon- edrich Wilhelm von Steuben, generale do sosta nel 1938 a Messina per la sua diale, costruita in Germania che il 23 prussiano che combatté a fianco degli prima crociera. La nave ritornò come giugno 1923 approdò a New York, statunitensi durante la guerra di indi- Steuben, l’undici marzo e il 17 maggio nel suo viaggio inaugurale negli Stati pendenza americana; gli americani fu- 1939, e per l’ultima volta, il 22 settem- Uniti d’America. Continuò con i col- rono sempre riconoscenti a quell’eroe bre dello stesso anno; quella sarebbe legamenti transatlantici lungo la rotta effigiandolo in monete e francobolli e divenuta la prima e unica crociera me- battezzando, nel 1919, Von Steuben una Territorio d’a 103

nave della USS Navy. Il nome della Ge- circa 300 sopravvissuti, con una stima (ma non venne mai a Messina) e nei neral von Steuben fu poi ulteriormente di vittime tra 3.000 e 4.000 persone. mari del Nord. Per la imminente fine cambiato in Steuben nel novembre del Fu uno dei più pesanti disastri navali della Germania nazista, alle 12,30 del 1938 e con lo scoppio della seconda della storia ed il relitto della Steuben fu 30 gennaio 1945, la nave da crociera guerra mondiale, venne requisita dal- localizzato, nel maggio del 2004 dal- Wilhelm Gustloff,lasciò il porto di Go- la Kriegsmarine come nave caserma a la nave idrografica della Marina mili- tenhafen-Oxhoeft (oggi Gdynia), nei Kiel e Danzica, per essere poi adibita al tare polacca ORP Arctowski, inclinato pressi di Danzica, stracolma di profu- trasporto truppe. Dal luglio del 1944, sul lato di babordo a una profondità ghi, oltre diecimila persone, di cui solo divenne nave ospedale ed il 9 febbra- di 70 metri ma ancora in gran parte 996 si salvarono. io 1945, con questa funzione, salpò da intatto. Il sottomarino sovietico S 13 Danzica diretta a Swinemünde, carica era lo stesso che la settimana prima, il di circa 2.800 soldati feriti, 100 altri 30 gennaio 1945, aveva affondato la militari, 270 membri del personale me- Wilhelm Gustloff, le cui vicende furono dico, 800 civili e 285 membri dell’equi- anche utilizzate per un film televisivo paggio, per un totale di 4.267 persone del 2008. Era il gioiello della tedesca imbarcate. Poco dopo la mezzanotte KdF (Kraft durch Freude), costruita del 10 febbraio, in navigazione nel mar dalla Blohm und Voss di Amburgo e sopra: la Steuben durante il nazismo nel porto di San- Baltico, fu colpita da due siluri lan- varata nel 1937; prima dello scoppio ta Cruz e lo sbarco di passeggeri poco prima della ciati dal sommergibile sovietico S-13, del conflitto ospitò la ricca borghesia seconda guerra mondiale; nella pagina accanto: la Steuben che prima si era chia- affondando nel giro di 20 minuti: la tedesca in diverse crociere nell’Ocea- mata München e poi General von Steuben, e il mani- torpediniera tedesca T-196 recuperò no Atlantico, nel Mar Mediterraneo festo della prima crociera autunnale (1939). MAI A MESSINA COME KAISER FRANZ JOSEF I MA DA NAVE ITALIANA FECE IL PRIMO SCALO

Era stata nel 1912 la più grande nave diale, fu posta in disarmo nel porto di ricostituita e registrata come compagnia mai varata in Mediterraneo, costruita Trieste. Per tutto questo primo breve italiana con il nome di Cosulich Line e dal cantiere navale triestino, di Monfal- periodo della sua vita la Kaiser Franz le sue navi batterono bandiera italia- cone, e il più grande piroscafo, in assolu- Josef I che issava la bandiera imperiale na. Il Kaiser Franz Josef I venne quindi to, della marina austro-ungarica, e fino austriaca, non fece mai scalo a Messina. chiamato Presidente Wilson e il 5 mag- all’entrata in servizio del Conte Rosso, il Nel porto peloritano approdò nel 1904, gio 1919 fece il primo viaggio per New 19 febbraio 1922, anche di quella ita- della stessa flotta “Vereinigte Österr- York imbarcando soldati americani che liana. Era il piroscafo passeggeri Kaiser eichische Schiffahrtsgesellschaften der rientravano negli Stati Uniti. Il 24 giu- Franz Josef I dell’Unione Austriaca - Au- Austro-Americana und der Gebrüder gno 1919, tornando alla sua attività di stro American Line di Trieste per la rot- Cosulich”, il piroscafo Gerty, Il 9 giugno nave passeggeri, partendo da Trieste fece ta con l’Argentina; stazzava 12 mila 567 di quell’anno con l’attivazione del servi- il primo approdo a Messina prima della tonnellate e scese in mare il 9 settembre zio di emigrazione, vennero organizza- traversata atlantica. Da quel momento 1911, alla presenza di Maria Gioseffa e ti viaggi per raggiungere gli Stati Uniti gli scali nel porto peloritano divennero Massimiliano d’Austria. Fece il viaggio d’America e il Gerty con 316 passeggeri consueti anche con le diverse denomi- inaugurale nel febbraio 1912 sulla rot- a bordo, fece scalo a Messina, per poi nazione che la nave ebbe e per i diversi ta Trieste - Buenos Aires che mantenne proseguire per Napoli, Palermo e New impieghi che svolse. sino al 13 giugno del 1914 quando per York. Nel 1919 con la cessione di Trie- Nel 1930 fu venduto al Lloyd Triesti- tutta la durata della prima guerra mon- ste all’Italia, l’Unione Austriaca venne no che lo ribattezzò Gange utilizzando- lo sulla linea Trieste - Estremo Oriente, Territorio d’a 105

ritrovo e da pranzo, spazi all’aperto ed un bar nella parte poppiera della nave; la terza classe era destinata ad emigran- ti alloggiati in cameroni che furono poi eliminati durante i radicali lavori dal gennaio all’aprile 1926, per ricavare sale da ritrovo e da pranzo. In quella fase di lavori, più della metà delle cabine di pri- ma classe furono dotate di servizi igie- nici indipendenti; oltre a mutarne la li- effettuando anche un viaggio da Trieste sita dalla Regia Marina che la impiego nea esterna accorciando i fumaioli, sulla per Shanghai l’otto gennaio 1933; dal in una prima missione, in convoglio da nave fu creata una piscina con annessa 2 gennaio 1935 fu noleggiato al Mini- Napoli via Messina, dirottato su Ben- zona lido e bar. Con tutte e quattro le stero della Marina che lo utilizzò come gasi da dove successivamente raggiunse sue denominazioni ed in tutti i diversi trasporto truppe per l’Africa Orientale. Tripoli. Dopo quarantuno traversate assetti operativi fu una nave dal grande Durante le successive missioni, dallo verso la Libia e otto collegamenti tra appeal per qualità delle sistemazioni, ar- scalo di Messina si imbarcarono, anche Bengasi e Tripoli, il 23 agosto 1941 ven- redi e servizi di bordo. sul Piemonte e Vulcania, contingenti di ne disarmata alla Spezia. Dopo l’Armi- Fu una nave di “classe”, nonostante militari destinati in Somalia e Abissinia, stizio dell’8 settembre 1943 la nave fu fosse stata superata per dimensioni e ve- facendo riassumere al porto un volto sequestrata dalle Forze di occupazione locità, dai più grandi e moderni transat- operativo adeguato al suo ruolo strategi- tedesche che il 12 maggio 1944, l’affon- lantici entrati in servizio negli anni venti co nel centro del Mediterraneo. darono all’imboccatura del porto della e trenta; fu un piroscafo su cui viaggia- A novembre del 1935 rientrò a Trie- Spezia per impedirne l’uso da parte degli vano emigranti e viaggiatori che sottoli- ste a fine noleggio e sottoposta a lavori Alleati. Fu recuperato a guerra termina- neavano le distanze e le pretese riprodu- di restyling; l’anno successivo venne ri- ta nel 1949 e l’anno successivo fu avvia- cendo su un guscio navigante, il mondo venduto alla Società Adriatica di Navi- to alla demolizione. sociale, con chi sognava e chi invece era gazione di Trieste che lo ribattezzò Mar- Il Kaiser Franz Josef I è stato il tipico oggetto del sogno, sul ponte più alto. co Polo utilizzandolo sulla rotta Trieste piroscafo dei primi anni del secolo; di- - Alessandria d’Egitto. Anche in questa sponeva nella parte centrale e nei ponti forma fu a Messina nel 1936 per gli scali di sovrastruttura, ottime sistemazioni delle crociere della cosiddetta Linea del per la prima classe, con cabine ad uno Levante, stretto di Messina e poi ad est o due letti, salone da pranzo, ampi ve- sopra: istruzioni all’equipaggio del Marco Polo sull’u- di Malta, e sulla linea circolare del Me- stiboli, sala da musica e da fumo, con so delle armi durante il periodo bellico; diterraneo orientale. A giugno del 1940 bar e servizi adeguati ed ampi spazi all’a- nella pagina accanto: il piroscafo Kaiser Franz Josef I, poi ribattezzato Gange e Marco Polo e la nave a venne adattato a Napoli per il trasporto perto. In seconda classe le cabine erano Messina ormeggiata in andana alla banchina alla fine di truppe e il 17 luglio la nave fu requi- a due o quattro letti e vi erano sale di del viale san Martino. LA LAMPADA VOTIVA ALLA MADONNA DELLA SACRA LETTERA E IL REGIO INCROCIATORE BOLZANO

Dal 3 dicembre 2019, la lampada ta in Duomo ed era visibile nell’Absi- del 1940, il Bolzano faceva parte della votiva del Regio incrociatore Bolzano diola sinistra, insieme ad altre lampade III Divisione Navale, insieme al Tren- è conservata nella chiesa dedicata alla votive a forma di vascello e poi con- to, ed al Trieste, con base a Messina. Lo Martire di Nicomedia, nella base na- servata in più periodi, tra la fine degli stesso 10 giugno, quando l’Italia entrò vale di Messina. L’iniziativa auspicata anni settanta e durante i lavori di re- in guerra, il Bolzano ed il Trento, insie- dall’Associazione nazionale marinai e stauro e abbellimento in occasione del me all’incrociatore pesante Pola, nave dal Gruppo Amni “Luigi Rizzo”, pre- Giubileo del 2000, voluti per iniziativa ammiraglia della 2a Squadra Navale ed sieduto dal capitano di vascello (CP) dell’arcivescovo Giovanni Marra. La alla XI Squadriglia cacciatorpedinieri c.a. Luciano Grazioli, si è concretizzata lampada originale era stata invece do- con le navi Aviere, Artigliere, Geniere in occasione della vigilia della Festa di nata dai marinai del Regio incrociatore e Camicia Nera, salparono da Messina Santa Barbara, Celeste Patrona di mari- Bolzano il 9 luglio 1941, offerta quale per fornire copertura alla X Squadriglia nai, artiglieri, genieri e vigili del fuoco. momento devozionale probabilmente dei cacciatorpedinieri Maestrale, Greca- La lampada votiva, era stata donata il ispirato l’anno prima quando la nave il le, Libeccio e Scirocco, in ricognizione 2 ottobre 1976, alla Madonna della sa- 9 luglio 1940, prese parte alla battaglia notturna tra Marettimo e Capo Bon. cra Lettera, dai reduci dell’incrociatore di Punta Stilo al largo di Crotone, in Grazie alla velocità che l’incrociatore Bolzano, in occasione del loro quarto Calabria, e fu colpita da tre proiettili da poteva sviluppare, potendo superare i raduno a Messina. La lampada fu con- 152 mm sparati dai cannoni dell’incro- 38 nodi, uscì indenne nelle battaglie di segnata all’arcivescovo mons. France- ciatore inglese Neptune. Dal 10 giugno Punta Stilo il 9 luglio 1940 e nel no- sco Fasola nel corso di un pontificale vembre successivo, in quella di Capo che si tenne in mattina nella Basilica Teulada. cattedrale. La lampada rimase custodi- Territorio d’a 107

Quella lampada votiva, che poi mergibile britannico Unbroken, solo andò dispersa durante i quattro anni due andarono a segno e danneggiarono intercorsi tra i bombardamenti e l’in- gravemente il Bolzano, al comando del cendio che danneggiò la Cattedrale il capitano di vascello Mario Mezzadra, 3 giugno del 1943 e la sua riapertu- che evitò l’affondamento, incaglian- ra il 13 agosto 1947, potrebbe essere dosi con l’aiuto del cacciatorpediniere stata donata anche come segno di ri- Geniere, sui bassi fondali di punta Pep- conoscenza dopo il disastroso scontro pemaria nell’Isola Panarea. I successivi di Gaudo. Nell’ambito della battaglia lavori di messa in sicurezza con perso- di Capo Matapan, il 27 e il 28 marzo nale e attrezzature proveniente dall’ar- 1941, l’incrociatore Bolzano prese par- sto della III Divisione e ad altre unità, senale di Messina e da quelli di Taranto te agli scontri senza subire danni come per contrastare l’operazione britannica e Palermo, durarono fino al 15 settem- durante le numerose azioni cui parte- “Mincemeat” di minamento della zona bre quando il Bolzano poté lasciare Pa- cipò nei mesi precedenti l’offerta della di mare al largo di Livorno. L’incrocia- narea, rimorchiato sino a Napoli. Nei lampada. Il Bolzano il 27 maggio 1941 tore Bolzano rappresentava la punta di cantieri partenopei rimase per tre mesi insieme al Trieste scortò i piroscafi Espe- eccellenza della marina italiana, varato e mezzo, per eseguire gli interventi per ria, Victoria e Marco Polo di ritorno in nel 1932, apparteneva alla classe degli farlo navigare autonomamente fino alla Italia da Tripoli; l’8 giugno 1941 con il incrociatori pesanti “Trento”, di cui era Spezia ove giunse il 21 dicembre 1942. Trieste, insieme a Lanciere, Ascari e Co- una particolare evoluzione con speci- I lavori nella base spezzina si prolunga- razziere, era salpato da Messina quale fiche peculiarità di costruzione che ne rono sino all’ 8 settembre 1943, data scorta a distanza al convoglio «Esperia» fecero un unicum fra le navi italiane. dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati per un trasporto truppe a bordo delle Aveva un dislocamento a pieno carico che determinò l’abbandono del Bol- navi Esperia, Marco Polo e Victoria, con di oltre 13.000 tonnellate, una lun- zano, preda dei tedeschi. Ma il 22 giu- la scorta diretta dei cacciatorpediniere ghezza di 196 metri ed una larghezza gno 1944, con un’azione congiunta dei Freccia, Strale e Gioberti. Il 9 giugno massima di 20 metri. L’equipaggio era mezzi d’assalto italiani e degli incursori 1941 la III Divisone tornò a Messi- costituito da circa 700 marinai e 25 uf- inglesi il Bolzano fu minato e affonda- na alle sei del mattino e sicuramente ficiali, ispirati all’ardimento dal motto to; recuperato nell’aprile del 1945, fu il rientro sereno nel porto peloritano che contraddistingueva la nave “A ma- destinato alla demolizione. rinsaldò il legame dell’equipaggio alla gnanima impresa intenta ho l’alma”. Madonna della Lettera di Messina. Il Il legame del Bolzano con il territorio Bolzano riuscì a rientrare alla base di peloritano, si rinsaldò ulteriormen- Messina, danneggiato, anche la matti- te quando il 13 agosto 1942 il Regio na del 26 agosto 1941, dopo il silura- incrociatore venne silurato assieme al sopra: il Bolzano in porto a Messina la mattina del mento a nord dello Stretto, da parte del Muzio Attendolo nelle acque delle Eo- 26 agosto 1941, dopo il siluramento da parte del sommergibile inglese Triumph; sommergibile inglese Triumph. L’incro- lie, in prossimità dell’isola di Panarea. nella pagina accanto: l’incrociatore Bolzano e il dise- ciatore era uscito in mare assieme al re- Dei quattro siluri sganciati dal som- gno della Lampada votiva del 1941. L’EPICA IMPRESA DI MALTA 2 CON L’AMMIRAGLIO DELLO STRETTO FRANCO COSTA

La data del 26 luglio 1941 si lega a zo al valore militare, croce al merito di un’ora e mezza dopo avrebbe lanciato l’a- una delle epiche imprese della guerra guerra. zione dei dieci barchini, ritirandosi verso sul mare: l’azione che gli uomini d’assal- Le operazioni belliche tra giugno e nord in attesa del rientro dell’operazione to della Regia Marina compirono nella agosto 1941, a Malta erano molto più Malta 2. La nave Diana messo in mare i munita base navale di Malta. Un’azione tranquille rispetto ai primi mesi dell’an- “barchini” e poi, a cinque miglia dall’o- “valorosa” di cui fu ispiratore il pionie- no, quando gli Stuka, tedeschi avevano biettivo, i “maiali”, i siluri a lenta corsa. re dei mezzi d’assalto, la medaglia d’oro cominciato a bombardare il Grande Por- L’equipaggio di uno di essi era composto Teseo Tesei, affiancato dall’allora tenente to della Valletta. da Teseo Tesei e dal capo palombaro Al- di vascello, Franco Costa, calabrese, nato In tale scenario di guerra, l’even- cide Pedretti, il loro compito era di at- il 2 luglio 1912 a Gioia Tauro (Reggio to caratterizzante il secondo anno di taccare e fare saltare le reti metalliche di Calabria), ma radicato a Messina, con la conflitto fu l’operazione Malta 2 che protezione poste sotto il ponte S. Elmo, famiglia, nel villaggio di Paradiso. divenne nota come la Battaglia di Val- all’ingresso del porto di La Valletta, per Sommergibilista, operatore di mez- letta. In questo panorama la X Flotti- aprire un varco al passaggio dei “barchi- zi d’assalto subacquei, sommozzatore, glia MAS, l’unità d’elite della Regia ni”. Il secondo equipaggio era formato incursore si era arruolato volontario nel marina italiana, pianifica un attacco a dal tenente di vascello Franco Costa e 1931, aveva seguito all’Accademia Nava- sorpresa contro quelle navi in porto. Il dal sergente palombaro Luigi Barla che, le di Livorno, il corso allievi ufficiali di 25 luglio 1941, intorno alle 22.30 la con il loro SLC, dovevano invece attac- complemento. stazione radar della RAF AMES 502 in care i sommergibili ormeggiati nella baia All’ammiraglio Costa, fu assegnata la cima a Madliena rilevò un bersaglio a di Marsa Musetto, accanto al porto della medaglia d’argento al valore militare sul circa quarantacinque miglia nautiche a Valletta. Secondo il piano, gli altri mezzi campo per l’azione su Malta, dopo essere nord-nord-est di Malta. d’assalto sarebbero dovuti entrare in fun- stato già insignito di medaglia di bron- Era il Regio avvisatore Diana, che zione dopo che Tesei fosse riuscito a far Territorio d’a 109

saltare l’ostruzione del ponte. Alle quat- modo più temerario. Se affonderemo giore del Comando militare marittimo tro della notte, contemporaneamente, qualche nave, oppure no, non ha molta autonomo della Sicilia. Promosso con- le batterie dei tre forti posti a difesa del importanza. Quel che importa è che noi trammiraglio nel 1966, fu collocato in porto (S. Elmo, Ricasoli, Tigne) apriro- si sia capaci di arrivare sotto l’occhio del ausiliaria per limiti d’età nel 1970, ma no il fuoco, mentre i proiettori illumi- nemico”. continuo nella “sua” Messina a segui- navano la scena a giorno. Teseo Tesei e Alle 5.40 circa 30 aerei decollano re la passione per il mare con le regate Costa decisero comunque di continuare per attaccare i sopravvissuti; 16 italia- veliche, anche a bordo della sua Star e l’assalto. Pochi attimi dopo, uno scop- ni perdono la vita, 18 sono stati fatti del Soling, barche sulle quali trasmise pio; Teseo Tesei – si saprà dopo – ave- prigionieri e 11 riescono a tornare in a molti giovani messinesi le tecniche va sacrificato la sua vita per permettere Sicilia. Costa fu tra i prigionieri depor- dell’andar per mare. ai suoi compagni di portare a termine tati in Gran Bretagna e dopo negli Stati l’impresa. Purtroppo invano; l’esplosio- Uniti, fino alla fine della guerra. Rien- ne aveva provocato il parziale crollo del trato in Italia, fu destinato alle opera- ponte, senza aprire alcun varco. zioni di dragaggio, per l’eliminazione Teseo Tesei prima dell’eroica e sfortu- delle mine, specie in Sicilia. Capitano sopra: l’edizione del 27 luglio 1941 de “La Stampa” e nata impresa; aveva detto ai suoi uomini: di vascello nel 1959, fu comandan- uno dei barchini utilizzati per l’operazione Malta 2; nella pagina accanto: il MAS 452 catturato a Malta “Occorre che tutto il mondo sappia che te del Raggruppamento subacquei e e il C.V. Costa al tempo del comando della scuola vi sono italiani che si recano a Malta nel incursori e quindi capo di stato mag- incursori. DALL’ADRIATICO I PIROSCAFI VIOTTI, BAIAMONTE E SAN ROCCO DURANTE IL 1941 ASSICURARONO I COLLEGAMENTI NELLO STRETTO

Legami storici sono quelli tra vettori da proprietari slavi, del piccolo pirosca- anche nei collegamenti tra Messina e le marittimi impiegati nella costa dalma- fo Vis che le ferrovie impiegarono dal Isole Eolie. Nello stesso decreto fu pre- ta e quelli nelle acque dello Stretto di giugno 1894, per 18 mesi, nel servizio visto che altre navi fossero noleggiate Messina. Con l’ingresso della Croazia postale e passeggeri nello Stretto, uti- per i servizi marittimi come il pirosca- nell’Ue e l’apertura del mercato ad lizzo che non poche polemiche sollevò fo Limbara, inscritto Compartimento armatori esteri da Messina è giunto a in Parlamento per il nome che, nella marittimo di Genova che giunse a Mes- Fiume il traghetto Giuseppe Franza del- traduzione croata, evocava la sconfitta sina solo nel 1951; il piroscafo Nesan- la Caronte & Tourist che Il 15 luglio italiana di Lissa. zio, dell’armatrice Istria-Trieste Società del 2019 doveva collegare il capoluo- Quarantasei anni dopo un Regio anonima di Navigazione a vapore di go quarnerino con Faresina (Porozina) Decreto del 29 giugno 1940 aveva sta- Trieste e il piroscafo Pola, dell’armatri- sull’isola di Cherso (Cres). La nave bilito che il piroscafo Francesco Rismon- ce Società Fiumana di Navigazione con prima impiegata nello Stretto di Mes- do di stazza lorda tonnellate 220,05, sede a Fiume che furono impiegati per sina è rimasta ancorata al largo prima inscritto al Compartimento marittimo le Eolie rispettivamente nel 1948 e nel del superamento del blocco burocrati- di Zara, dell’armatrice Società Fiuma- 1946. E poi, l’Olbia ex Ipparco Baccich co delle autorità croate. Ma una prima na di Navigazione, fosse requisito per le della Società di Navigazione Costiera di relazione di tali rapporti risale al nolo esigenze delle Forze armate e come na- Fiume negli anni ’30 e poi della Fiuma- viglio ausiliario dello Stato, impiegato na di Navigazione sino al 1948, ceduta nel 1954 alla Navisarma di Messina, Territorio d’a 111 che la ribattezzò Panarea per i collega- menti tra il porto peloritano e le Eo- lie. Ma quelle che furono significative in questo fil rouge, (espressione quanto mai appropriata data la sua origine ma- rinaresca essendo attribuita al filo rosso per separare le gomene aggrovigliate), sono state tre navi, i piroscafi Ammi- raglio Viotti e Baiamonte e la motona- ve San Rocco che durante il 1941, uno dei periodi più bui nei collegamenti tra la sponda calabra e quella siciliana, assicurarono la connessione marittima nello Stretto. Requisite dal Governo italiano durante l’occupazione della ex Jugoslavia furono assegnate alla gestio- ne delle Ferrovie dello stato e proprio nelle acque dello Stretto, affondarono per via dei bombardamenti aerei ma successivamente al loro recupero, visse- ro un nuovo diverso impiego. La flotta FS dello Stretto aveva su- bito ingenti danni alle proprie navi; tra il 1942 e il 1943 furono affonda- te l’Aspromonte, la Scilla e la Reggio; l’Aspromonte il 2 dicembre 1942, nei pressi di capo Bon; la Scilla alle ore 12 del 9 maggio 1943, colpita all’ormeg- gio al molo Norimberga di Messina. La Reggio invece fu colpita nell’invasatura di Messina, alle ore 11, del 25 maggio 1943, danneggiata dalle bombe di un bimotore. La Viotti era una nave iugoslava co- struita nel 1914 a Lussinpiccolo come Lomnicz, ma consegnata solo nel 1922 112 Territorio d’a come Topola alla compagnia Jadranska Plovidba per navigare principalmente sulla rotta espressa Sušak - Rab ed effet- tuare escursioni turistiche. Fu confisca- ta dall’Italia nel 1941, come preda di Guerra ed utilizzata per l’internamen- to dei civili jugoslavi, facendo la spola tra l’isola di Molat e Trieste e il campo di concentramento italiano di Fertilia in Sardegna. Lo studioso Giovan Giu- seppe Mellusi analizzando i “Giornali Generali e di Contabilità” del traghetto Villa e del piroscafo Ammiraglio Viot- ti ritrovati nel 2000 presso la Direzio- ne Movimento Navigazione FF.SS. di Messina, ne evidenzia il breve periodo, del suo impiego nello Stretto, dal 4 giu- gno al 16 agosto 1943. Il Viotti, requisito il 4 giugno 1943, giunse a Messina da Fiume il 18 giu- era all’ancora davanti a Torre Faro, per eseguito nel tardo pomeriggio di sabato gno, ma iniziò il servizio solo dieci la forte corrente marina, fu investita 14 agosto 1943 dal cap. Amedeo Ca- giorni dopo, eseguendo in media tre dalla motozattera MZ 780, riportando listo, naufragando nello stesso giorno corse di traghetto al giorno tra Messi- ulteriori danni allo scafo e agli organi della Cariddi. na, Villa, Scilla e i villaggi della Riviera di governo. Infine, la notte del 9 ago- Per la Viotti, fu il suo secondo nau- Nord. L’attività del piroscafo e la sua sto, trovandosi alla fonda a Paradiso, fragio, ma questa volta fatale, dopo stessa sicurezza furono spesso messe a le schegge di alcune bombe scoppiate quello della notte del 6 maggio 1941, repentaglio dai numerosi casi di abban- nelle vicinanze, provocarono una serie nella baia di Silo, a Krk, quando si dono del personale di bordo, per paura di infiltrazioni d’acqua nello scafo che chiamava Topola, autoaffondata con al- dei bombardamenti. L’operatività del indussero il comandante ad incagliarla tre navi, per sfuggire alla cattura degli piroscafo fu anche compromessa da sul fondo sabbioso della rada, in atte- italiani. incidenti, come i leggeri danni duran- sa di ripararne sommariamente i dan- Decisamente più fortunate le vi- te il bombardamento del 14 luglio, o ni. Ma per l’imminente entrata delle cende del Baiamonti, piroscafo di 467 il giorno successivo, quando mano- truppe alleate in città e il verificarsi di tonnellate di stazza lorda, lungo 52.2 vrando nel porticciolo di Scilla, urtò altri danni durante l’incursione aerea metri, varato nel 1938 a Split per l’ar- con la poppa sul fondo, subendo gravi della notte del 12 agosto, il Comando matore Jadranska Plovidba, con il avarie al timone. Il 17 luglio, mentre Marina ne ordinò l’autoaffondamento, nome Sarajevo, e destinato alla linea Territorio d’a 113

San Rocco. Assegnata alle Ferrovie del- lo Stato per il servizio nello Stretto, il 20 luglio 1943 affondò a Messina, compromessa nell’esplosione del piro- scafo tedesco Patria, causata, in segui- to ad un bombardamento aereo, dalla deflagrazione delle munizioni che tra- sportava. Il San Rocco fu recuperato e sottoposto a lavori dalla Span, società partenopea che la rilevò per la propria sussidiaria Armanavi riprendendo a na- vigare nel Golfo di Napoli come Amalfi A nel 1953 e come Città di Amalfi, per gli stessi armatori. Nel 1976 subentrò la compagnia Bellantonio & Cocco di Napoli e nel 1983 cambiò denomina- zione in Marine Club per la Se.Re.Mar. Srl, S. Agnello di Sorrento e quindi nel 2002 nuovo cambio di proprietà con la Komiza - Spalato – Metkovic; requisi- di Dubrovnik, che nel cantiere navale Marine Club Srl, che la impiega ancora to dalla Regia Marina nel 1941 fu de- Shipbuilder a Korcula la riconvertì, nel oggi, come nave turistica per mini cro- nominato Baiamonti e poi impiegato 1967, in nave per escursioni turistiche ciere, dopo vari interventi strutturali nello Stretto di Messina ove il 14 ago- con il nome Antika. Dieci anni dopo che ne hanno modificato il suo origi- sto1943, alla fonda nella rada Paradiso nel 1977 fu decisa la sua radiazione e nale stile d’epoca. fu colpito in una incursione aerea; fu nel 1978 si consumò la demolizione a autoaffondato con bombe incendiarie Sveta Kaja vicino Split, dell’ultimo pi- nella tarda mattinata del 16 agosto, per roscafo passeggeri in servizio sulle coste evitarne l’utilizzo degli anglo-america- Jugoslave. ni ormai alle porte. Recuperato alla fine Una seconda vita “escursionistica” della Guerra fu ristrutturato a Spalato anche per la motonave ordinata nel sopra: il piroscafo San Rocco e nella pagina accanto, nei cantieri navali adriatici e assegnato 1940 ai Cantieri Navali Riuniti di An- il Sarajevo nel 1941 quando divenne il piroscafo ita- all’armatore Jadrolinija, nel 1947; i la- cona, dall’armatore portoghese Com- liano Baiamonte ; nelle pagine precedenti: il piroscafo Topola poi Am- vori furono completati solo nel 1950 e panha Bahiana de Navegacao, che si miraglio Viotti in servizio nello Stretto nel 1941 e prese il nuovo nome di Sinj. Fu poi ven- sarebbe dovuta chiamare Sao Roque, di prora la Senj rientrata in acque dalmate dopo la fine della guerra; panoramica di Messina negli anni duto a Brodospas per demolizione nel ma completata nel 1942 e requisita Quaranta e i loghi delle compagnie di navigazione 1966 ma poi rivenduto ad Atlas Tours dal governo italiano, fu ribattezzata della ex Jugoslavia. IL PIROSCAFO DAVIDE BIANCHI A MESSINA NEL 1942 PER L’ULTIMA SUA FOTO

Nel febbraio del 1942 fece scalo a ga 80.16 metri aveva la possibilità di minazione passò nel 1941 al gruppo Messina, la nave Davide Bianchi, ulti- imbarcare nelle sue stive oltre due mila armatoriale Tripcovich D. & Co. - Sa mo porto nazionale toccato prima di e 700 metri cubi di grano. Proprio per di Nav. Rimorchi e Salvataggi - Servizi essere impiegata nel trasporto di mate- queste sue caratteristiche fu impiegata Marittimi del Mediterraneo, di Trieste riali in Grecia e poi affondare tragica- nei suoi primi anni di vita dalla Ko- impiegata nei trasporti durante la “bat- mente, qualche mese dopo. Nella sua ninklijke Nederlandsche Stoomboot taglia dei convogli”, quell’insieme delle più che trentennale operatività la nave Maatschappij (KNSM) navigando tra operazioni aero-navali che, dal giugno aveva avuto un solo grave incidente il i porti del nord Europa e l’India oc- del 1940 al settembre del 1943, vide 9 novembre 1917, quando si chiamava cidentale, centrale e sud America. Nel confrontarsi nel Mediterraneo le uni- Uranus e si arenò su una scogliera vici- 1922 fu venduta alla compagnia tede- tà militari e mercantili italiane, impe- no alla costa norvegese. Grazie a quello sca Robert M. Sloman Jr. di Amburgo gnate a rifornire di uomini e materiali scalo peloritano del 1942 si conserva che la ribattezzò Siracusa e dieci anni i fronti d’oltremare. La Davide Bianchi l’ultima fotografia della nave, costruita dopo iniziò la sua parentesi italiana partecipò agli inizi dell’estate del 1942 dai cantieri olandesi Rijkee & Co. N. passando, nel 1933, all’Aurora SA di a quella che fu definita sino a novembre V. di Rotterdam e varata nel novembre Navigazione di Genova, con il nome la “seconda battaglia dei convogli”. 1906 con il nome di Uranus. Aveva una di Oriens e l’anno dopo cambiandolo Il 2 settembre 1942 partì infatti dal stazza lorda di 1582,67 tonnellate, lun- con Davide Bianchi. Con tale deno- Pireo un convoglio formato dai piroscafi Territorio d’a 115

Padenna, Davide Bianchi e Sportivo con qualche ora dopo anche la torpedinie- Regina Margherita; altri 105, giudicati un carico di carburante destinato a ri- ra Polluce venne centrata da un aereo e in buone condizioni fisiche, ospitati in fornire le truppe dell’Asse in Libia, alla affondata. alloggi del Corpo dei Regi Equipaggi vigilia della battaglia di El Alamein. Il Lo Sportivo, nave che aveva dato Marittimi e nove salme tumulate nel convoglio, scortato dalle torpediniere nome in codice al convoglio, fu l’unico Santuario del Cristo Re, con una lapide Lupo, Castore, Calliope e Polluce, il 3 dei tre mercantili a riuscire a raggiun- che ricorda tutti i numerosi caduti nel- settembre venne attaccato, senza subire gere Tobruk, alle ore 11 del 4 settembre la tragica battaglia. In seguito alcune di danni, da aerosiluranti inglesi decollati La Bianchi, con a bordo un carico esse vennero rimosse dalle famiglie per da Mariut nei pressi di Alessandria, e di barili di benzina, a circa 50 miglia sepoltura privata e oggi solo due mari- fatti fuggire dalla contraerea. Nella tar- a nord-nord-ovest di Tobruk, dopo nai vi rimangono tumulati. da serata, al convoglio fu ordinato da l’esplosione affondò intorno alle 2.50 Supermarina di dividersi in due grup- del 4 settembre; i trentatrè sopravvis- pi; il primo con i piroscafi Sportivo e suti del piroscafo, furono tratti in salvo Bianchi, scortato dal Polluce e Calliope, dalla Regia nave ospedale Gradisca. A mentre Castore e Lupo si separano insie- recuperarli fu quella stessa unità che me col Padenna. Dopo la mezzanotte, dopo l’affondamento del cacciatorpe- sopra: immagini della Davide Bianchi nel porto di la formazione venne nuovamente attac- diniere Carducci, il 28 marzo 1941 nei Messina e la Regia nave ospedale Gradisca che soc- cata dagli aerosiluranti inglesi e ameri- pressi Capo Matapan, aveva trasporta- corse i naufraghi della Bianchi (1942); nella pagina accanto: ultima foto della nave Davide cani Wellington e Liberators, dotati di to a Messina, il 7 aprile del 1941, 55 Bianchi nel porto di Messina, nel febbraio del 1942 radar, che colpirono il Davide Bianchi; naufraghi ricoverati poi all’ospedale e il Sacrario di Cristo Re in una immagine del 1935. RITROVATO VICINO STROMBOLI IL RELITTO DELL’INCROCIATORE LEGGERO GIOVANNI DELLE BANDE NERE

Il cacciamine Vieste della Marina de Nere è stato localizzato a circa 11 queo (Autonomous Underwater Vehi- Militare, durante un’attività di verifica miglia nautiche a sud dell’isola di cle – AUV) Hugin 1000, e il filoguida- tecnica e sorveglianza dei fondali nel Stromboli a una profondità compresa to Multipluto 03. Circoscritta l’area di Mar Tirreno presso l’isola di Strombo- tra i 1460 e i 1730 metri, in una ricerca in base alle presunte coordinate li, ha ritrovato il relitto dell’incrociato- posizione compatibile con quella del dell’affondamento, il cacciamine ha re leggero Giovanni Delle Bande Nere, suo affondamento avvenuto il 1 aprile proceduto a mappare il fondale sco- affondato nel 1942, esattamente undici del 1942, mentre era in trasferimento prendo più contatti correlabili con il anni dopo la sua entrata in servizio, il da Messina a La Spezia, per effettuare relitto, successivamente identificato fil- 1° aprile 1931. Lo stesso cacciamine alcune riparazioni in arsenale, scorta- mando anche le prime immagini della Vieste, cinque anni fa, nel 2014, aveva to dal cacciatorpediniere Aviere e dalla nave e rivelando i tre tronconi in cui si scoperto il relitto del piroscafo postale torpediniera Libra. Durante la naviga- spezzò nell’affondamento. Tripoli, affondato a largo del golfo di zione, alle 09.00 circa, fu colpito da L’incrociatore leggero Giovanni Del- Olbia, nella notte tra il 17 e il 18 mar- due siluri lanciati dal sommergibile le Bande Nere, della classe Condottieri zo 1918, in seguito al siluramento per britannico H.M.S. Urge. L’incrociato- tipo Alberico da Giussano, impostato mano di un sommergibile tedesco a 20 re, spezzato in più tronconi, affondò nei cantieri navali di Castellammare miglia da Capo Figari, adagiato su un rapidamente e si registrò un conside- di Stabia nel 1928, fu varato nel 1930 fondale di circa 1000 metri. A causa revole numero di predite tra l’equipag- e completato nel 1931. Lungo 169,3 dell’affondamento del piroscafo, in na- gio, 287 o 381 a seconda delle fonti. metri aveva un dislocamento di 6950 vigazione tra il golfo degli Aranci e Ci- La localizzazione è avvenuta grazie tonnellate a pieno carico. L’apparato di vitavecchia, perirono circa 300 perso- all’impiego dei veicoli subacquei propulsione era composto da 6 caldaie ne, tra cui parte della Brigata Sassari e imbarcati sul Vieste in grado di con- Ansaldo, che alimentavano 2 turbine, sei militari messinesi che erano a bordo durre ricerca e identificazione a quote per una potenza totale di 95000 cavalli Il relitto del Giovanni Delle Ban- profonde: il veicolo autonomo subac- vapore. La velocità massima era di 36 Territorio d’a 117 nodi; l’armamento era composto da 8 cannoni da 152/53, 6 cannoni da 100/47 per la difesa anti aerea e anti silurante e 2 mitragliere da 40/39. La nave era dotata anche di 8 mitragliere 13,2 mm e 4 tubi lanciasiluri da 533 mm. Inoltre imbarcava due ricognitori aerei Imam Ro 43, che lanciava grazie alla catapulta installata sulla prora. Il 9 luglio 1940, insieme al gemello Barto- lomeo Colleoni, aveva preso parte alla battaglia di Punta Stilo; inviato poi da Tripoli al mar Egeo insieme al Colleoni, venne attaccato dall’incrociatore au- straliano HMAS Sidney, nella battaglia conosciuta di Capo Spada ove le unità e quindi il 26 dicembre, ordine di im- ed Unione, cacciatorpediniere Ugolino italiane soccomberò barcare personale militare e materiali Vivaldi e la Lanzerotto Malocello, Nicolò Significativa la sua operatività dalla da trasportare a Tripoli, e in serata di- Zeno, Premuda, Strale e la torpediniera base navale di Messina, dal dicembre sposizione revocata. Pallade e l’altro da Corfù alle 13.30 con del 1941 quando il Bande Nere venne Il 31 gennaio 1942 a Messina, salì le motonavi Lerici e Monviso, la nave assegnato all’VIII Divisione Navale. a bordo del Bande Nere il principe ere- cisterna Giulio Giordani, il cacciatorpe- Dal febbraio 1941 al marzo del ditario Umberto di Savoia, in visita in diniere Antonio Pigafetta, le navi Ema- 1942 partecipò attivamente alle ope- Sicilia insieme al maresciallo Hermann nuele Pessagno, Antoniotto Usodimare, razioni di scorta ai convogli che tra- Göring, comandante della Luftwaffe. Maestrale e Scirocco e la torpediniera sportavano truppe e rifornimenti alle Un mese dopo il 21 febbraio 1942 il Circe. Oltre al “Gorizia”, il secondo truppe dell’Asse in Libia. Il 15 dicem- Bande Nere salpò sempre da Messi- gruppo di scorta, il “Duilio”, con l’o- bre 1941, dopo aver sbarcato benzina na precedendo gli incrociatori pesanti monima corazzata sulla quale issava le destinata ai rifornimenti in Libia, il Trento e Gorizia, sulla quale issava le in- insegne l’ammiraglio di squadra Carlo Bande Nere, lasciò Palermo con la scor- segne l’ammiraglio di divisione Angelo Bergamini, navigava insieme ai caccia- ta della torpediniera Climene, facendo Parona ed i cacciatorpediniere Alpino, torpediniere Aviere, Geniere, Ascari e rotta per Messina, ove giunse alle 8.24, Alfredo Oriani ed Antonio Da Noli, per Camicia Nera. Alle 23.15, i due con- ormeggiatosi e sbarcando il resto del formare il gruppo di scorta “Gorizia”. vogli si riunirono per proseguire per carico di provviste. Durante la sosta a L’operazione di trasferimento “K. 7” Tripoli. Messina due ordini furono impartiti e serviva all’invio in Libia di due convo- Il Bande Nere, rientrò a Messina il 24 poi revocati; il 21 dicembre 1941 pri- gli, uno salpato da Messina alle 17.30 febbraio 1942 per ripartire il 22 mar- ma l’imbarco di viveri e poi lo scarico con le motonavi Monginevro, Ravello zo al comando del capitano di vascello 118 Territorio d’a

Ludovico Sitta, aggregato alla III Divi- a oriente di Malta, e registrò una vitto- L’ordine di trasferimento era stato sione Navale con gli incrociatori pesanti ria della flotta italiana sul convoglio, poi trasmesso Il 28 marzo 1942, preveden- Trento e Gorizia, ed alla XIII squadriglia distrutto dall’aviazione dell’Asse. Alle do la scorta delle navi Aviere, Fuciliere cacciatorpediniere (Lanciere, Fucilie- navi italiane a corto di carburante, al so- e Diana, con copertura aerea durante re, Bersagliere, Alpino), per partecipare praggiungere della notte, Supermarina le ore diurne. La nave avrebbe dovuto all’intercettazione del convoglio bri- ordinò di tornare alle basi e dopo navi- lasciare Messina alle sette del mattino tannico “M.W. 10”, diretto a Malta. Il gazione notturna con mare formato, il del 31, passando al largo di Ponza al Bande Nere salpò da Messina con un’o- Bande Nere raggiunse Messina alle 13 tramonto dello stesso giorno e arrivare ra di ritardo avendo atteso la manovra con parecchie avarie. a La Spezia il mattino successivo. L’in- del Gorizia, ostacolata dal forte vento. Alle sei del mattino del 1° aprile crociatore avrebbe dovuto compiere la Quella cosiddetta seconda battaglia del- 1942 l’incrociatore, ripartì da Messi- navigazione di trasferimento ad una la Sirte, che si svolse nella terza decade na diretto a La Spezia, nel cui Arsenale velocità di 18 nodi, per transitare da di marzo 1942, fu uno scontro navale avrebbe dovuto essere sottoposto ad un Stromboli alle dieci del mattino del 31. tra il convoglio della Royal Navy e le periodo di lavori di grande manuten- Ma le avverse condizioni atmosfe- varie unità della Regia. L’azione bellica zione e di riparazione dei danni causati riche, fecero rinviare la partenza al 1° si sviluppò a nord del golfo della Sirte dalla tempesta. aprile, ed alle 6.36 l’incrociatore con la Territorio d’a 119

scorta superarono le ostruzioni portuali quota periscopica undici minuti dopo, Palermo. Morirono in 381: 16 ufficiali, di Messina; alle 6.41 la torpediniera Li- per avvistare le alberature di una nave 57 sottufficiali, 295 tra sottocapi e ma- bra comunicò di avere l’ecogoniometro da guerra. L’Urge manovrò per attacca- rinai, cinque militarizzati ed otto mi- guasto, il Fuciliere annunciò anomalie re, ed alle 8.54, in posizione 38°37’5” litari della Regia Aeronautica, addetti al motore di dritta. Il Libra fu quindi N e 15°22’ E, lanciò quattro siluri Mk agli idrovolanti di bordo. autorizzato a continuare la scorta sino VIII da una distanza di 4570 metri. a Ponza in sostituzione del Fuciliere Il Bande Nere venne colpito a centro che rientrò in porto a Messina. Alle nave, sul lato sinistro e successivamente 8.30 il sommergibile britannico Urge, da un secondo siluro, leggermente più al comando del capitano di corvetta a proravia, spezzando in due la nave. Il Edward Philip Tomkinson, in aggua- troncone di prua verticalmente, girato sopra: il varo dell’incrociatore Giovanni delle Bande to all’imboccatura settentrionale dello sulla sinistra, colò a picco, quasi con- Nere, e a lato: l’equipaggio della nave ormeggiata a Messina assiste ad uno spettacolo di pupi allestito ad Stretto, avvistò un idrovolante, prove- temporaneamente a quello di poppa. inizio 1942 sulla banchina di Marisicilia; niente da sud, intento a pattugliare la Complessivamente vennero tratti in nelle pagine precedenti: il Giovanni delle Bande Nere a Messina, il 23 marzo del 1943 al rientro dalla mis- rotta per Napoli. Il sommergibile scese salvo 391 dei 772 uomini che si trova- sione e verso e recto della Medaglia ricordo della a 26 metri di profondità, tornando a vano a bordo, poi sbarcati a Messina e nave. DOPO L’AFFONDAMENTO DEL CITTÀ DI GENOVA LA PRIMA NAVE A INTERVENIRE FU L’INCROCIATORE EOLO, IL POSTALE DELLE ISOLE EOLIE

All’inizio dell’ultimo anno del se- riuniti navali, per essere impiegata sul- lanciati contro la fiancata, dal sommer- condo conflitto mondiale, in Adriatico, la linea Palermo, Napoli, Tunisi, gesti- gibile inglese Tigres N63 classe T, al co- si consumò una delle tante tragedie del- ta dalla Navigazione Generale Italiana mando del Lt George Robson Colvin; la guerra sul mare: il drammatico silu- fino al 1940, quando fu inquadrata in pochi minuti la nave s’inabissò cau- ramento del Città di Genova. A portare come incrociatore ausiliario D4 della sando 173 vittime. Alle 22.30 di quello i primi soccorsi fu l’Eolo, il “postale” Regia marina militare, e utilizzata per il stesso giorno, dal Distaccamento della della flotta della società di navigazio- trasporto truppe. Portava il medesimo Regia Maria di Valona, il comandante ne Eolia con sede a Messina, che allora nome del transatlantico, sempre della dell’Eolo, il tenente del Crem, Salva- gestiva i servizi marittimi sovvenzionati Ngi, che sino al 1930 in servizio sulla tore Lucarini, in porto a Saseno, rice- con Lipari e le altre isole dell’arcipela- rotta per l’Australia, aveva trasportato vette verbalmente la comunicazione di go. La nave Città di Genova apparte- tanti emigranti, specie siciliani ed eo- accendere i motori e tenersi pronto a neva invece alla società di navigazione liani. La nave ausiliaria Città di Geno- muovere. Trenta minuti dopo da Su- Tirrenia, e il 21 gennaio del 1943 na- va, nel gennaio del 1943 era impegnata permarina a Roma, fu ordinato di mol- vigava nel mar Adriatico venticinque a trasportare 200 militari italiani e 158 lare gli ormeggi e dirigersi sul punto di miglia, a ovest dell’isola di Saseno, oggi greci, prigionieri di guerra da Patrasso affondamento. L’unità ausiliare italiana base navale albanese, all’imbocco della al porto di Bari. Alle tredici e quindici di 703.84 tonnellate, varata a Palermo baia di Valona. Era una nave di 5413 di quel 21 gennaio, due siluri le furono il 16 febbraio 1936, poteva trasportare tonnellate, varata nel 1930 dai Cantieri 129 passeggeri, e dal 10 ottobre 1940 al 3 aprile 1943 era stata gestita dalla Territorio d’a 121

l’Eolo fu requisito dalla Marina Britan- nica e con lo stesso equipaggio partito dalle isole Eolie, fu al servizio del Sea Transport Office di Haifa impiegato sino al maggio del 1947 nel servizio di collegamento con Cipro e per un breve periodo in mar Egeo per il trasporto di truppe e materiale dell’esercito inglese. I protagonisti di quella vicenda na- vale si legarono nuovamente alle isole Eolie, quando il sommergibile britan- nico HMS Tigris, che aveva silurato il Città di Genova, a sua volta, il 27 feb- braio 1943, fu affondato con i suoi cin- quantasei uomini di equipaggio, a nord 35° Flottiglia unità requisite di Valona Su segnalazione dei ricognitori aerei, ovest dell’isola di Stromboli, nell’arci- e in seguito dal 4 all11 aprile ’43 dal l’Eolo si diresse poi a sette miglia sul pelago eoliano, dalla corvetta tedesca Comando Marina di Trieste. rilevamento 110 di Saseno ove giunse UJ 2210, poi affondata dagli inglesi Venti minuti dopo aver lasciato gli alle 9.10, recuperando quindici salme e il 28 maggio del 1944 al largo di Dei- ormeggi, il piroscafo Eolo, a sette mi- rientrando infine in porto, dopo avere va Marina. L’Eolo, finita la guerra, fu glia a ovest di Saseno avvistò un’imbar- percorso 158,4 miglia. Il giorno dopo restituito alla società armatrice Eolia, cazione di salvataggio, raggiunta alle alle ore 04.30, l’Eolo lasciò il porto da e dopo la riclassificazione della nave, 23.45; l’equipaggio della nave si pro- Saseno, con il compito di perlustrare dal febbraio del 1948 fu rimpiegato digo nel trasbordo di tre ufficiali, due la zona dell’affondamento del Città di nei collegamenti Messina-Eolie-Napoli sottufficiali, ventuno marinai del Città Genova; rileverà solo macchie di nafta sino al suo disarmo e alla demolizione, di Genova e due prigionieri greci che e vari relitti alla deriva, ma nessun altro il 19 aprile 1978, dopo quarantadue furono medicati e rifocillati. La nave, superstite. La nave, rientrò definitiva- anni di servizio. a tutta forza, fece poi rotta verso Sase- mente dalla missione alle 17.30, dopo na ove giunse alle 0.35 del 22 gennaio; oltre dodici ore di moto e 138 miglia sbarcati superstiti e feriti, di cui uno percorse, lasciando il compito di pro- molto grave, l’Eolo riprese il largo alle seguire la perlustrazione della zona, 01.20, incrociando sino alle sette del prima a un aereo della Croce Rossa Ita- sopra: il piroscafo Città di Genova; mattino nella zona di affondamento, e liana e poi a un ricognitore della Regia nella pagina accanto: il postale Eolo a Messina, ricon- mantenendo però il contatto radiotele- Aereonautica, ma nessun altro supersti- segnato alla società Eolia nel 1947, per riprendere i collegamenti con le Isole Eolie, e lo stato maggio- fonico con il motopeschereccio R 58, te fu trovato. re civile e militare dell’Eolo, quando fu inquadrato che si era diretto sul luogo del disastro. Dopo l’otto settembre del 1943, come incrociatore ausiliario. UNA BARCA DA LAVORO COSTRUITA A MESSINA NEL 1944 PROMUVE I MUSEI DEL MARE E DELLA MARINERIA

Dopo 74 anni una barca da lavoro, Navigante. L’iniziativa è il simbolo di un pro- costruita nel 1944 a Messina, è tornata Nell’Anno Europeo del Patrimonio getto di cooperazione per far conoscere a solcare lo Stretto per approdare alla Culturale, l’iniziativa del Museo Navi- l’importanza del mare nella storia col- Base Navale di Marisicilia, come Mu- gante, ospitata a bordo dell’imbarca- lettiva passata e futura dell’Italia. E l’al- seo Navigante, iniziativa di promozio- zione d’epoca Oloferne, ha fatto rileva- chimia della trasmissione di tali memo- ne di Musei del mare e della marineria, re che il mare e la marineria sono un rie avviene a bordo di un’imbarcazione sotto il patrocinio del Ministero dei patrimonio culturale da far conoscere costruita in un cantiere messinese della Beni e delle Attività Culturali e del Tu- e valorizzare. E con quest’obiettivo, la riviera nord, ormai scomparso, dopo rismo. La goletta Oloferne, per la tappa goletta è partita il 9 gennaio 2017 da che tre generazioni di maestri d’ascia straordinaria a Messina, è stata ormeg- Cesenatico, per un viaggio di tre mesi, hanno onorato la tradizione cantieristi- giata, a febbraio 2018, a pochi passi da gennaio a marzo 2018, per 2000 ca peloritana. Fu, infatti, Nicola Russo, dal Forte San Salvatore, luogo storico miglia, da Cesenatico a Sète in Francia, maestro d’ascia nativo di Castellama- e sede di uno dei musei della Marina toccando 27 città italiane, tra cui Mes- re di Stabia (Na), trasferitosi in Sicilia Militare, partner del progetto di valo- sina, promuovendo insieme ai musei con moglie e cinque figli all’inizio degli rizzazione della cultura del mare. La incontri per far conoscere la cultura del anni venti, ha realizzarla nel cantiere Marina Militare, che nei suoi sette mu- mare e i luoghi che la custodiscono. che si trovava nella zona di Paradiso, sei e luoghi storici, conserva gran parte dopo il trasferimento dall’iniziale pic- del patrimonio marittimo e navale del Paese accompagna il viaggio del Museo Territorio d’a 123 cola sede nella zona fieristica, e dove il cantiere dal 1952 sarebbe tornato con il capannone e lo scivolo della rada S. Francesco per operare per due genera- zioni successive nella costruzione e ma- nutenzione d’imbarcazioni. Quella barca, varata nel 1944 con il nome originario di Giovanni primo, fino agli inizi dei sessanta trasportò per il proprietario usticese, Calogero Pi- truzzella, farina, vino, olio, agrumi e materiali da costruzione tra la Sicilia e l’isola di Ustica. Quindi nel 1967 passò a un medico di Palermo che la trasfor- mò in barca da diporto e in seguito, un comandante spezzino la rilevò per uti- la città ebraica di Betulia, accoglie gio- è l’inizio di un’ulteriore “traversata” di lizzarla nel golfo dei Poeti per brevi cro- vani allievi ai quali trasmette conoscen- esperienze: dal 1998 a oggi sono oltre ciere turistiche lungo costa, abitazione ze pratiche di marineria tradizionale seimila le persone che hanno navigato galleggiante e persino location cinema- Alla fine degli anni novanta il Mu- su Oloferne; ragazzi, diversamente abili, tografica. Nel 1975 divenne, infatti, il seo della Scienza e della tecnologia di detenuti, minori affidati alla Giustizia, set de Il conte di Montecristo, film di Da- Milano la individuò come possibile malati psichici, tossicodipendenti, o vid Greene con Tony Curtis, Richard barca-scuola nell’ambito del progetto semplicemente persone che per la prima Chamberlain e Taryn Power. Abban- di sviluppo del padiglione del mare e volta si sono volute avvicinare al mare. donata a Genova per oltre un triennio, ne affida la gestione alla Nave di Car- Oggi l’unità, che fa base a Fezzano di la goletta fu sottoposta a sostanziali re- ta, associazione costituita nel 1998 da Portovenere nel golfo spezzino, naviga stauri, effettuati al cantiere Navalmare un gruppo di appassionati di marineria ininterrottamente da marzo a settembre a La Spezia, dal 2006 al 2008, con lo tradizionale che promuovono progetti facendo scoprire la vela i settanta musei smantellamento completo della barca, di diffusione della cultura del mare e della rete Museo Navigante. tranne ossatura e fasciame, rimozione della navigazione come strumento edu- della vecchia tuga in ferro, sostituzione cativo e d’inclusione sociale. Ridimen- di quasi una trentina di quinti di ordi- sionamenti del Museo milanese porto- nata, circa 50 bagli in mogano, coperta no i soci alla decisione di continuare le e interni rifatti. Vennero mantenuti i attività direttamente destinandola alle sopra: una fase del restauro dell’Oloferne; due alberi in pitch pine e rifatta l’im- attività educative e di vela solidale e nella pagina accanto: l’Oloferne ormeggiato nel 2018 alla base della Marina militare di Messina e Nicola piantistica e oggi Oloferne, dal nome nel 2001 la barca diventa ufficialmen- Russo, titolare del cantiere messinese ove fu costruita del generale babilonese che conquistò te l’ammiraglia della Nave di Carta ed la goletta. IL TRANSATLANTICO CONTE BIANCAMANO ORMEGGIATO A MESSINA PER NOVE MESI

Una tra le navi più rappresenta- grandi turbonavi Conte Grande e Con- cantiere presso Bethlehem Steel’s e la- tive della marineria italiana, una di te Biancamano, quest’ultima del Lloyd sciò la California il 31 luglio con equi- quelle che hanno fatto la storia tra i Triestino ma noleggiata alla Società paggio americano per Newport News, transatlantici del secolo scorso, è stata Italia nel 1940, entrambe catturate nel dove il 18 agosto imbarcò l’equipag- ormeggiata al porto di Messina per più 1941 e incorporate come preda bellica gio italiano al comando del capitano di nove mesi, dal 30 agosto 1947 al 25 nella U.S. Navy con i nomi rispettiva- Angelo Capurno. All’arrivo in Italia marzo 1948. Il particolare record di mente di Monticello e Hermitage. Per le due navi furono disarmate mentre permanenza appartiene al transatlan- l’acquisto a prezzo simbolico delle due si discuteva sulla convenienza o meno tico Conte Biancamano, che aveva già unità fu costituita a Roma la Società della loro riparazione e parziale rico- fatto scalo a Messina per un giorno, il 9 Finanziari Marittima che le avrebbe struzione. Alla fine i lavori furono poi aprile 1935, nell’ambito di una crociera poi date in gestione all’Italia di Navi- assegnati all’O.A.R.N. di Genova per che da Genova raggiungeva la Grecia. gazione. Il Conte Grande fu restituito il il Conte Grande e ai Cantieri Riuniti La lunga e inconsueta sosta del transat- 29 maggio e lasciò gli Stati Uniti il 7 dell’Adriatico (C.R.D.A.) per il Conte lantico nel porto peloritano si registrò luglio dopo una breve ristrutturazione, Biancamano che lasciò Messina il 20 alla fine della seconda guerra mondiale arrivando a Genova il 23 dello stesso marzo 1948, per entrare in cantiere il in conseguenza delle determinazioni mese presso l’O.A.R.N. di Genova. Il giorno 27 a Monfalcone. Il 16 agosto post belliche del Governo di Washin- Conte Biancamano fu restituito a San 1960 il Conte Biancamano fece rotta gton. In base alla legge Truman gli Stati Francisco nel luglio 1947, entrò in per La Spezia per essere demolito ma Uniti decisero la restituzione delle due parte delle sovrastrutture furono salva- Territorio d’a 125

Nel 1934 per conto del Ministero della Marina trasportò in dieci viaggi truppe e materiali bellici nell’Africa Orientale. Nel 1937 fu ceduto al Loyd Triestino che lo impiegò nelle rotte verso il Medio Oriente. Il Conte Biancamano fu la prima nave passeggeri riallesti- ta dall’Italia nel dopoguerra, la prima unità della rinnovata flotta mercantile italiana. I concetti e gli studi applicati per il suo riallestimento servirono da esempio per le successive realizzazioni.

te e riassemblate al Museo della Scienza realizzazioni nel campo dell’arreda- e della Tecnica di Milano.Il ponte di mento navale dei primi decenni del se- sopra: l’ex Conte Biancamano, durante la guerra, de- comando del transatlantico, col grande colo. Nel 1932 passò sotto la bandiera nominato Hermitage per la U.S. Navy (1941) sotto: la vita dei passeggeri a bordo (1937); salone delle feste rappresenta uno dei della Navigazione generale Italiana e nella pagina accanto: il transatlantico Conte Bianca- pezzi più suggestivi del Museo, che fa fu adibito alle rotte del Sud America. mano ed il manifesto del suo primo viaggio (1925). tornare alla mente l’epoca gloriosa dei transatlantici di lusso che si contende- vano il Nastro Azzurro per la traversata più veloce. Costruito nei cantieri nava- li inglesi W. Beardmore di Dalmuir per conto del Lloyd sabaudo, il Conte Biancamano fu varato nel 1925 e fece il suo primo viaggio inaugurale verso il Nord America. Destinata alle linee del Nord America, la nave doveva ospitare una clientela ricca, avvezza a tutti gli agi e a tutte le raffinatezze. Gli arredi e le strutture interne rispondevano per- tanto al gusto sfarzoso dell’epoca. Essi rappresentavano una delle più tipiche

DALLA RINASCITA AI SOGNI 1950-1970 CYRENIA: NAVE DI SOGNI PER L’AUSTRALIA

Da Messina si sono imbarcati molti sognatori di avventure; come nave ospe- rappresentando tra l’altro una delle navi siciliani diretti in Australia e tra le tante dale accolse a bordo feriti di varie guerre; più redditizie per la società armatrice. navi che li hanno trasportati, c’è ne una imbarco truppe nei due conflitti mon- Finita la seconda guerra mondiale, la che può essere assunta come l’archeotipo diali, ex prigionieri liberati e poi emi- nave era stata restituita alla società d’ar- del “sogno” di mare e di nave di sogni. granti avvolti nella prospettiva di una mamento, ma con i suoi 35 di età, non Fu varata nel 1911 dai cantieri Fairfield’s vita migliore, agognata in una traversata fu ritenuto utile il suo rientro in servi- di Glasgow con il nome di Maunganui, di 23 giorni dall’Italia all’Oceania. Per zio, e fu avviata al disarmo. Aveva per- per l’Union SS Co. di New Zealand, che tutte tali occasioni, in ogni sua stagio- corso 2 milioni 184 mila 081 miglia e la impiegò sulla rotta da San Francisco ne, adottava il “dress code” appropriato, si pensava concluso il suo percorso, ma a Sidney. Il suo viaggio inaugurale fu la l’abito adeguato all’atmosfera; arredi di in Europa la guerra aveva determina- traversata del 15 febbraio 1912 da Wel- lusso o spartani; menù francesi, inglesi to una forte carenza di navi passeggeri lington, attraverso il sud della Nuova o essenziali zuppe, cabine prestigiose e sul mercato internazionale qualsiasi Zelanda, sino al porto di Melbourne, in o camerate di varia umanità. Affrontò nave era richiesta. Cancellata quindi il Australia. mari oceanici ed il Mediterraneo, pro- 10 febbraio del 1947, dal Registro na- Superata indenne la Grande guerra, ponendosi con un fascino particolare, vale della Nuova Zelanda, la nave, due fu impiegata durante il secondo conflit- che ben presto l’aveva resa la “favorita” giorni dopo, partì da Wellington sotto to mondiale, trasportando corrispon- per i sogni dei viaggiatori, ma anche per la bandiera panamense, venduta alla G denza, ospitando ricchi passeggeri e accogliere le aspettative degli emigranti, M Lykiardopulo, e quindi nel 1948 ri- nominata Cyrenia, fu sottoposta a lavori di completa ristrutturazione per ospitare Territorio d’a 129

sto autrice nel 2000, delle sue memorie su Auschwitz, pubblicate a 74 anni, in Australia ove era emigrata nel 1949 a bordo del Cyrenia. Restano le memorie del poeta greco Nikos Kavvadìas (1910- 1975), che pubblicò le sue prime opere con lo pseudonimo di Petros Valhàlas e che dal 1949 al 1955, sempre sul piro- scafo Cyrenia, era stato radiotelegrafista di bordo sulla rotta Genova – Australia. Testimonianze piene di significati come quelle degli esuli Chedva e Yacey Mar- 840 passeggeri e navigare per la Hel- mento per i migranti in l’Australia per galit che, il 28 dicembre del 1947, rag- lenic Mediterranean Lines, sulle rotte i sei successivi anni. Sempre nel 1950, giundo il porto di Haifa con il Cyrenia, da Genova, Malta e Pireo a Melbourne. il 16 agosto partito da Melbourne rag- in una lettera alla famiglia descrissero Passo poi alla Cia Naviera del Atlantico giunse Saigon per imbarcare i cittadini lo sbarco, per “l’ultima tappa del loro e nel 1949, alla greca Hellenic - Medi- francesi in fuga dalla guerra in Indoci- viaggio verso la Terra Promessa” in Pale- terranean Line. Anche in questa sua “se- na ed il 21 agosto arrivò a Fremantle. stina, “afferrando il parapetto della nave conda vita” si affermò presto come nave Il 18 maggio del 1952 la Cyrenia partì e cercare tra le pennellate pastello l’oriz- a vapore, affidabile e confortevole, no- ancora da Messina per arrivare in Au- zonte, per un assaggio di Eretz Yisrael”. nostante i 37 anni d’età. stralia, la notte dell’11 giugno per uno E anche con le paure di un emigrante Il 6 marzo 1949 da Genova parti per dei suoi ultimi viaggi della speranza in della provincia di Reggio Calabria che il suo primo viaggio in Australia, arri- Oceania; la diminuzione del numero di dopo la 2a guerra mondiale, imbarcatosi vando il 2 aprile a Fremantlee, sei gioni emigranti, determinò infatti, nel giugno a Messina, il 7 novembre 1949, verso “la dopo a Melbourne per il nuovo servizio del 1952, l’ormeggio stabile al Pireo. terra dei sogni”, viaggiando con lo zio e destinato all’emigrazione. Il primo giu- Due anni dopo rientrò però in servizio altri cinque compaesani, scrisse della sua gno del 1949, secondo viaggio da Ge- per riattivare i collegamenti dalla Grecia prima volta che si avventurava a più di nova, facendo per la prima volta scalo a con Melbourne ma vi fu unico approdo 90 km da casa, con “speranza e dispe- Messina e poi il 4 giugno a Malta per a Sydney nel dicembre 1955 e quindi razione”, affidate al mare su quella nave imbarcare altri emigranti per l’Australia; la chiusura del Canale di Suez nell’an- che navigò per 46 anni. il 7 novembre tornò ancora a Messina, no successivo, ne accelerò il tramonto. mantenendo tale itinerario sino agli Il primo novembre lasciò per l’ultima inizi degli anni cinquanta. Nel 1950 volta il porto di Melbourne per raggiun- sopra: il piroscafo Cyrenia a Melbourne il 16 gennaio 1952; la Hellenic Mediterranean Lines Com- gere il 6 febbraio 1957, Savona, ove nella pagina accanto: la nave quando si chiamava pany Ltd. acquistatò la nave a titolo de- fu demolita lasciando i ricordi di Olga Maunganui (1911) e il manifesto della Cyrenia per la Hellenic-Lines-P, nei collegamenti tra il Mediter- finitivo, mantenne l’attività di collega- Horak, una sopravvissuta dell’Olocau- raneo e l’Australia. 130

L’EVACUAZIONE DELLA POPOLAZIONE DI STROMBOLI NEL 1950 CON LA PANAREA

Recenti attività eruttive a Strombo- delle Secche di Lazzaro. Ginostra che dente storico del 22 maggio del 1919, li con violente esplosioni del vulcano sorge a poco più di 1 chilometro dal con maremoto, fuoriuscita di cenere e hanno paventato il rischio della eva- limite meridionale della Sciara del Fuo- lapilli, caduta di lava e quattro vittime cuazione. Solo un centinaio di persone co e a poco più di 1,5 chilometri dal- e numerosi feriti. Da quell’episodio del hanno lasciato l’isola volontariamente le bocche crateriche, è la frazione con 1930 si innescò il fenomeno dell’emi- per paura. Stromboli è un vulcano atti- il rischio vulcanico maggiore e per la grazione verso le Americhe e l’Austra- vo di dimensioni simili a quelle dell’E- quale si è sempre invocato un approdo lia riducendo a circa mille gli abitanti tna; si erge per novecento ventiquattro per traghetti e aliscafi per una eventua- di Stromboli. Un’evacuazione reale fu metri fuori dal mare, ma la base del le evacuazione in caso di ecceziona- invece attuata all’inizio degli anni cin- vulcano risulta almeno a 1.500 metri le attività vulcanica. E di pari passo è quanta dopo che il 20 ottobre del 1950 di profondità. È attivo da circa 2.000 stata la richiesta di riconoscere a tutta alle 11,10, si registrò un fortissimo bo- anni, ed ha un chimismo sostanzial- Stromboli la valenza di parco naziona- ato del vulcano con attività effusiva e mente basico, il magma resta fluido nel le, per la tutela e la fruizione del più cospicue colate laviche. A seguito di cratere e si ha la tipica attività di lancio straordinario “laboratorio vulcanico” quella fase effusiva, che si protrasse sino di brandelli di lava e di blocchi, con in- del Paese. La “fuga della popolazione” al 23 ottobre, fu uno dei vaporetti che tensa emissione fumarolica. Nel passa- e l’evacuazione dei residenti si registrò garantivamo i collegamenti con le isole to geologico di Stromboli si sono avuti l’11 settembre del 1930 dopo la forte Eolie ad assicurare l’evacuazione di ol- imponenti manifestazioni effusive ed esplosione dal cratere, posto a 750 me- tre trecento persone. esplosioni, come nel 1930, con eiezio- tri di altitudine, che ricordò il prece- La nave era la motonave Panarea ne di ceneri, lapilli e valanghe ardenti, della Navisarma, Compagnia di Na- i cui depositi si rinvengono nell’area Territorio d’a 131

ta principalmente a compiti di scorta convogli. Il 7 novembre 1941 entrò in collisione con il piroscafo Santa Chia- ra, riportando seri danni, ma dopo i lavori di riparazione, tornò a navigare sino alla proclamazione dell’armisti- zio. L’otto settembre 1943, il Baccich si autoaffondò nel porto della Spezia, per poi nell’ottobre 1946, essere recu- perato con la nuova denominazione di Lorenzo Marcello, assegnatale nel 1944. Nel 1948 passata alla proprietà vigazione di Messina che sino al 1966 nel 1922 il Governo italiano aveva de- della Tirrenia di Navigazione, con sede operò come postale per l’Arcipelago dai ciso di abolire le linee Ravenna-Fiume a Napoli, mutò il suo nome in Olbia porti di Messina, Milazzo e Napoli. La e Ravenna-Trieste, considerate impro- e svolse servizio di linea sulle tratte nave era stata varata dai cantieri Navali duttive, avviò infatti un servizio set- Genova-Porto Torres, Genova-Olbia del Carnaro di Fiume nel 1931, con il timanale Istria-Trieste-Ravenna (con e Livorno-Olbia-Porto Torres. L’Olbia nome di Ipparco Baccich, in memoria di scali a Fiume e Abbazia). Dal 1932 la fu quindi ceduta alla Navisarma, che un patriota fiumano, medaglia d’argen- società venne assorbita dalla Compa- la ribattezzò Panarea, iscrivendola con to al valor militare della prima guerra gnia Adriatica di Navigazione di Vene- matricola 72 al Compartimento marit- mondiale ed appartenente ad una dina- zia, la cui linea Venezia-Fiume-Dalma- timo di Messina. Posta in disarmo nel stia di armatori fiumani dell’Ottocen- zia-Bari faceva scalo anche a Ravenna. 1966, la nave postale delle Isole Eolie, to. Aveva un dislocamento di 1499 ton, Nel 1936 la Adriatica venne ceduta con fu infine venduta e demolita nell’otto- ed era lunga fuori tutto 62 metri; larga i suoi servizi alla neocostituita Fiumana bre dello stesso anno, a Savona. 9,24 m e aveva un pescaggio 4,472 m. S.A.N, che mantenne lo scalo del Can- La propulsione le era fornita da un mo- diano fino allo scoppio della guerra, tore diesel Fiat ad 8 cilindri a 2 tempi nel 1940. Il 26 giugno 1941, l’Ipparco della potenza 1200-1250 CV, che con Baccich fu requisita e iscritta nel ruolo l’unica elica, le consentiva di sviluppa- del Naviglio ausiliario dello Stato con re una velocità di crociera 11,5 nodi e contrassegno D 17, classificata come massima di 13-14 nodi. Consegnata incrociatore ausiliario. Armata con due nel giugno dello stesso anno fece il suo cannoni da 76/40 mm, due mitragliere viaggio inaugurale il 2 giugno 1931, da 13,2 mm e altrettanti lancia bom- con lo scalo nella Darsena di Ravenna. be di profondità antisom, la nave con sopra: la motonave Panarea; nella pagina accanto: immagini della motonave Pa- La società armatrice Costiera di Navi- equipaggio di 110 uomini, tra ufficia- narea della Navisarma a Stromboli con le barche gazione Marittima di Fiume, dopo che li, sottufficiali e comuni, fu destina- rollo, per l’imbarco sulla nave (1955). LA SECONDA NAVE PIÙ LONGEVA DEL MONDO, DETENTRICE DEL NASTRO AZZURRO NEL 1875, CONCLUSE LA SUA VITA A MESSINA NEL 1950

Con i suoi 75 anni di attività fu la per l’Impero ottomano, che la trasferì a Effettuò il suo primo viaggio dal por- seconda nave più longeva del mondo; la Istambul con il nome di Gulcemal, di- to di Liverpool a quello di New York, Gülcemal, dell’armatore Turkiye Seyri- venendo la prima nave mercantile con via Queenston, il 20 maggio 1875, sefain Idaresi di Costantinopoli, era l’ex bandiera turca a raggiungere l’America e compiendo la traversata di 5148 miglia transatlantico della White Star varato nel divenendo una protagonista nella storia nautiche verso ovest nel tempo record 7 1874, con il nome Germanic poi mutato del trasporto civile turco, tanto che nel giorni, 15 ore e 17 minuti alla velocità in Ottawa fino al 1911. Nel 1950, con il 2000 le poste della Turchia le dedicaro- di 15,79 nodi, e conquistando il prima- suo carico di storia e vicende umane, fu no un francobollo in una serie di quattro to del Nastro Azzurro. Riconoscimento rimorchiata in Italia e destinata al cantie- navi che avevano fatto la storia maritti- per la traversata più veloce che riottenne re di demolizione di Messina, esibendo ma del Paese. navigando anche sulla rotta verso est, ri- ancora la striscia dorata lungo le fianca- La Germanic, come la sua gemel- entrando in Europa, dal 5 al 13 febbraio. te del suo scafo. A comandarla era stato la Britannic, era una nave da crociera a Ventuno anni dopo il suo varo, nel anche il capitano Johm Edward Smith, vapore, costruita a Belfast dalla società 1895, la Germanic fu riammodernata che prima del pensionamento aveva Harland e Wolff per 200 mila sterline; con un nuovo propulsore che ne au- comandato il Titanic nella sua tragica considerata una meraviglia della tecnolo- mentò la velocità, fu aggiunto un altro traversata. Ma l’aspetto più leggendario gia del suo tempo, era lunga 142 metri, ponte e furono alzati i fumaioli. Il 13 di questa nave smantellata a Messina larga 14 con un ponte superiore aperto, febbraio 1899, per una forte tempesta di nella generale disattenzione, è legato al e quattro alberi. neve a New York, la nave si sovraccaricò periodo che dal 1911 la vide navigare di ghiaccio formatosi sulle fiancate semi Territorio d’a 133

Jorj Dedeoğlu dall’ottobre 1920 effettuò quattro traversate per New York, via Co- stanza, Istanbul, Napoli e Marsiglia, tra- sportando migranti. La Gülcemal continuò poi traspor- tando passeggeri nel Mar Nero, nell’E- geo e nel Mediterraneo facendo crescere l’attaccamento verso questa nave della popolazione turca che le attribuì anche poteri di guarigione, riservata a coloro che salendo a bordo effettuavano sette giri sui ponti. Operò sino al 1937 quan- do rimase ancorato nel cantiere navale sommergendosi in banchina. Secondo i acquistata, per 25 mila 100 lire turche, di Taşkızak a Haliç per lungo tempo. Il documenti di Ellis Island, la Germanic per costituire una flotta di trasporto di suo nome è stato incluso nei registri in- tra il 1875 e il 1904, trasportò, 66.378 cinque navi e chiamata Gul Djemal, de- ternazionali dei Lloyd’s sino al 1945. Nel immigrati in America; per la compagnia nominazione poi mutata dal 1928 in 1949, fu utilizzato come nave deposito White Star Line viaggiò fino al settembre Gülcemal, che significava “faccia di rosa, nel porto di Istambul e l’anno successivo 1903 con 211 traversate percorrendo 1,5 bella come la rosa”, in onore della madre venduta agli italiani come rottame. milioni di miglia nel Nord Atlantico. del Sultano V. Mehmet Reşat. Tra le curiosità storiche, nel 1893, Me- La nave fu poi noleggiata alla com- La nave fu impiegata per il traspor- Ubeydullah Efendi nel suo libro mories of America pagnia di spedizioni American Line con to di soldati nello Yemen, servizi postali nella descrizione della sede a Filadelfia nel settembre 1903, e per il Mar Nero e ancora trasferimento nave, citava anche un giardino, per col- iniziò i collegamenti tra Southampton, di truppe dell’Impero ottomano durante tivare a bordo i fiori ed ornare i tavoli Cherbourg e New York il 23 aprile 1904. la guerra dei Balcani. Durante la prima del salone ristorante; e lo scrittore Deniz Prima e dopo Il 2 ottobre dello stesso anno, fu venduta guerra mondiale, fu convertita in nave Eser Tutel che nel suo libro , alla compagnia canadese Dominian Li- ospedale e nel corso di un trasferimen- edito nel 1998, raccontò il viaggio del Gülcemal nes con sede a Liverpool che nel 1905 ne to da Gallipoli a Istambul fu silurato e in America, accompagnandolo cambiò la denominazione in Ottawa. Le colpito a prua dal sottomarino britan- con aneddoti e testimonianze. lussuose cabine della nave, furono con- nico E14. Durante la guerra di indipen- vertite in ampi dormitori per trasportare denza il Gülcemal ospitò a bordo molti immigranti tra i due continenti e le sfar- esponenti politici nei viaggi in Anatolia, sopra: la Gulcemal nave ospedale, durante la prima zose sale da pranzo in refettorio. La nave tra cui Kazım Karabekir, comandante guerra mondiale (1915): poté così imbarcare 250 passeggeri in 2a dell’esercito dell’Impero ottomano alla nella pagina accanto: quando si chiamava Germanic classe e 1500 passeggeri in 3a classe. La fine della prima guerra mondiale. Noleg- a New York nel 1904 e una modello della Gulcemal che da Istambul raggiunse Messina nel 1950, per es- Germanic dal 1911 batté bandiera turca, giato da un operatore commerciale greco sere demolita. I “BUS DEL MARE” NEL PORTO DI MESSINA

Lo sfruttamento delle vie del mare, dall’accosto al molo Vespri limitrofo alla meccanico, un marinaio attrezzista, un per una mobilità urbana più agevole, sede della Capitaneria di Porto, ove più sommozzatore e un palombaro. veloce, sicura e di minore impatto am- tardi fu realizzato l’approdo dei primi La Gis 498 fu attiva a Messina per ol- bientale è una strada che negli ultimi aliscafi, che la mobilità metropolitana tre un decennio, utilizzata anche in oc- anni viene perseguita, ove possibile, l’attuarono con la costa Calabra. casione di cerimonie religiose cittadine come scelta da prefiggersi. All’inizio de- Il vettore più usato, per quel servizio come il Corpus Domini, e poi affiancata gli anni cinquanta questa odierna ten- “urbano” via mare” tra il porto e la zona e quindi sostituita da un’altra unità con- denza, trovò reale applicazione con un falcata era la Gis 498, acronimo che la vertita in “bus di mare”, un vetusto mez- servizio che la Marina militare attuò per Marina usava per il Galleggiante Inse- zo da sbarco MTM che gli stessi operai trasportare maestranze civili dal porto di guimento Siluri, utilizzato dopo la fine dell’Arsenale di Messina, adattarono Messina, agli stabilimenti dell’Arsena- del secondo conflitto mondiale per il re- con una copertura telata per le intempe- le, agli uffici e strutture dei comandi di cupero di residui bellici. A conclusione rie, e paraspruzzi più alti sui passavanti Marisicilia, nella zona falcata, difronte delle operazioni di bonifica intorno al dell’imbarcazione. Oltre le riduzioni di le banchine commerciali. Un percorso 1950, e con l’istituzione del comando personale che l’Arsenale subì negli anni breve, protetto dalla falce portuale, che dragamine a Messina, il gruppo deno- e la eliminazione di molte strutture di permise, sino agli anni sessanta, a impie- minato “Recuperi Navali” fu sciolto e Marisicilia, si arrivò ad un decremento gati, tecnici ed operai oltre che militari l’unità fu reimpiegata per gli spostamen- dell’utenza anche per il miglioramen- di evitare di usare biciclette, autobus, e ti quotidiani delle maestranze, sul mez- to dei collegamenti pubblici via terra a quel tempo le ancora rare automobili, zo che imbarcava un equipaggio preva- e soprattutto per la diffusione dell’uso per raggiungere il posto di lavoro a circa lentemente non militare, composto da dell’auto privata in tutto il Paese. Veni- tre chilometri dal centro città. L’imbar- un padrone marittimo, un conduttore va anche impiegato il cosiddetto “lupo”, co, e il successivo sbarco pomeridiano, dopo la sirena del cessa lavori, avveniva Territorio d’a 135 un MCN 151, che effettuava corse “su Intuita l’importanza del porto di Mes- chiamata”, generalmente alla banchina sina per il teatro bellico, il 29 giugno della Capitaneria a mare e prima della 1940 il Comando Militare Marittimo cancellazione del servizio, fu anche uti- in Sicilia, venne elevato a Comando Au- lizzato un piccolo rimorchiatore della tonomo, che con lo sbarco degli Anglo Marina militare appartenente, come Americani in Sicilia, il 10 agosto 1943 tutti gli altri mezzi, al Grupnul, Grup- venne inizialmente spostato in Calabria po Navi Uso Locale, che gestiva le unità e soppresso il 12 agosto. Il primo aprile minori dipendenti, prima dal Comando 1944 venne istituito l’Ispettorato per i Marina (Comar) Messina e poi da Ma- Servizi della Marina in Sicilia, con sede risicilia. su nave Abbazia che aveva alle proprie L’Arsenale di Messina esteso su un’a- unità tipo Liberty, sulle quali eseguire lo dipendenze il Comando Gruppo Navi rea di 55 mila metri quadrati, di cui più sfilamento dei lunghi assi delle eliche e, di Augusta ed il ricostituito Comando di 24 mila coperti adibiti ad uffici, re- negli anni 1950/51 iniziarono i lavori di Marina di Trapani. Il 27 giugno 1944, parti e magazzini; dispone oggi di un prolungamento e allargamento del baci- l’Ispettorato, si trasferì da Taranto a bacino di carenaggio in muratura lungo no, completati nel 1954. Messina con la denominazione Marisi- 150 metri e uno galleggiante per una L’Arsenale ha poi subito un com- cilia, avendo giurisdizione sui Comandi portata di circa 850. Il complesso indu- plessivo riassetto da quando, la gestione Marina di Messina, Augusta e Trapani. striale operante nel settore della cantie- dello stabilimento, nel 2001, è stata tra- Il 15 Maggio 1945 venne riassunta la ristica navale dai circa mille dipendenti, sferita all’Agenzia Industrie Difesa, ente tradizionale denominazione di Coman- all’inizio del duemila ne contava 600 ed non economico governativo. Nel 2002, do Militare Marittimo Autonomo in ora 170. il polo operativo della Marina Militare Sicilia, ma il 1° novembre 2002 il Co- Costituito dopo l’Unità d’Italia, lo e del Comando Autonomo di Marisici- mando Militare Marittimo Autonomo stabilimento ha una consolidata tradi- lia è stato invece trasferito ad Augusta, in Sicilia fu riconfigurato e trasferito ad zione storica che risale alla seconda de- con l’assegnazione delle unità presenti a Augusta. Il 31 dicembre 2013 cessaro- cade del Cinquecento, sotto l’imperato- Messina e Trapani, chiudendo una fase no, le funzioni del Distaccamento della re Carlo V; con l’avvento delle navi in storica del rapporto del territorio pelori- Marina Militare di Messina trasformato ferro con propulsione a vapore il comu- tano con la Marina. in Comando Supporto logistico della ne di Messina affidò al Genio Civile la Era iniziato tutto il 10 giugno 1940, Marina militare Area Sicilia con l’acro- costruzione di un bacino di carenaggio quando, all’atto dell’entrata in guerra nimo Marisuplog Messina. in muratura gestito da un Consorzio cit- dell’Italia, il Comando Militare Maritti- tadino e nel 1932, l’Arsenale passò de- mo in Sicilia, con sede a Messina, era an- finitivamente alle dipendenze dell’allora cora alle dipendenze di Maridipart Na- sopra: la trasformazione dell’MTM in zattera, all’Ar- Regia Marina. Dopo la seconda Guerra poli e comprendeva i Comandi Settori senale di Messina negli anni ’60; Mondiale, per il bacino emerse la neces- Militari Marittimi di Augusta e di Tra- nella pagina accanto: la GIS 498 approda alla ban- china difronte al Municipio e accanto la Capitaneria sità di superare i limiti dei 104 metri di pani, ed i Comandi Marina di Catania, di porto, per sbarcare le maestrante e gli impiegati di lunghezza non sufficienti per ospitare Palermo, Porto Empedocle e Pantelleria. Marisicilia (1950). PER QUATTRO ANNI UN RELITTO GALLEGGIANTE DI FRONTE LA FONTANA DEL MONTORSOLI

Viaggiatori dei ferry boat o passeg- rivano discussioni con pareri, ipotesi, to, rimasto sino a marzo del 1954 nello geri affacciati dai ponti delle navi che congetture, false certezze e poche asser- specchio di mare ove oggi sorge il portic- entravano o lasciavano il porto a Mes- zioni manifestate pubblicamente; per ciolo Marina del Nettuno, era della nave sina, nel tratto di mare sotto la statua molti era un relitto di guerra, per altri rifornitore veloce Breconshire, affondata del Nettuno, a piazza del Governo, po- lo scafo del traghetto del Cariddi af- da bombardieri durante i raid aerei su tevano osservare lo scafo capovolto di fondato nel 1943 e poi recuperata nella Malta il 27 marzo 1942, nave che mai una nave. Accadeva nel 1950 e l’inso- rada Paradiso nel 1949; per quelli più aveva fatto scalo nel porto di Messina. lita veduta, che si protrasse nei succes- “avvertiti” era lo scafo della Regia tor- La Breconshire, costruita da Taikoo sivi quattro anni, era osservabile anche pediniera Groppo, affondata nel porto Docks a Hong Kong, e varata il 2 feb- dai tanti messinesi che si affacciavano della città il 25 maggio 1943 che an- braio 1939 per la Glen Line di Liver- alla balaustra della passeggiata a mare. cora oggi giace a circa 50 metri di pro- pool, 9.776 grt, fu requisita dalla Royal Un belvedere, di fronte la fontana del fondità poco distante dalle banchine Navy il 7 novembre dello stesso anno. Montorsoli, che dal 2009 è stato inti- della zona falcata, occupata dalle navi Da un primo ipotizzato impiego come tolato ai Marinai d’Italia, per comme- della Marina militare, o la nave cisterna nave per rifornimenti, l’unità fu utiliz- morare adeguatamente i marinai ed Tricolore, affondata all’interno del por- zata come fleet supply ship/store carrier, evidenziare la riconoscenza della co- to peloritano, nella notte del 19 giugno nave di rifornimento della flotta e de- munità messinese alle Marine che con 1943, durante uno dei bombardamenti posito navigante per l’approvvigiona- unità militari e mercantili, prestarono alleati sulla città mento di Malta. soccorso a Messina, dopo il 1908. Da Lo scavo capovolto, mai raddrizza- La Breconshire, al comando del ca- quelle molteplici osservazioni scatu- pitano di vascello Colin Alexander Territorio d’a 137

Hutchison, su disposizione dell’Ammi- ragliato britannico, il 23 marzo 1942, navigava in convoglio e in avvicina- mento a Malta, subì l’attacco di aerei nemici. Colpita, nell’impossibilità di manovrare fu quindi trainata dal ri- morchiatore navale britannico Ancient e ancorata alla boa del porto maltese a Marsa Xlokk, ma il 26 marzo fu nuo- vamente attaccata da aerei tedeschi. La nave affondò e si adagiò sul fondo su un to ancor oggi un esempio da manuale. nan Lines, società con sede a Limassol, fianco ove sarebbe rimasta fino alla fine Tra il 14 ed il 31 agosto 1950, le nella zona turca di Cipro, e colò a pic- della guerra. Il carico del Breconshire, lunghe operazioni di recupero si svol- co, mentre alla boa davanti al Nettuno, cinque mila tonnellate di olio combu- sero felicemente e la nave in assetto in attesa di lavori, subì un attentato stibile che aveva nei serbatori, era mol- sempre capovolto, fu trainata sino ai con lo scoppio di una carica esplosiva. to prezioso per l’approvvigionamento bassi fondali dell’antiporto di Messina, La probabile matrice terroristica non è di Malta e furono tre unità apposita- in attesa della decisione sul suo possi- stata completamente chiarita, anche se mente attrezzate, a cercare di salvar- bile raddrizzamento. Passarono quattro il “Time” di New York rivelò la radice lo. La nave RFA Dispenser con l’RFA anni e la Breconshire, immobile visione internazionale dell’attentato ipotizzan- Plumleaf e l’AFD 8 operò nonostante dei viaggiatori e dei messinesi, venne do collegamenti con la delicata situa- le continue incursioni aeree e Len Au- venduta per demolizione nel 1954. Fu zione politica mediorientale del tempo. stin, caposquadra del cantiere navale quindi rimorchiata, sempre capovolta L’aliscafo PT 50 Svalan, nome svedese maltese, riuscì sullo scavo capovolto, a al cantiere San Marco di Trieste ove che significa Rondine, era stato costru- trovare da solo una via di pompaggio arrivò il primo aprile 1954 ormeggia- ito nei Cantieri Navali Rodriquez di del carburante, facendo così recuperare ta al molo d’allestimento e poi nello Messina e varato il 20 Giugno 1965 il carico trasferito su due bettoline or- scalo tre, dove tra aprile e novembre di per la società armatrice Svenska Rederi meggiate a fianco del relitto. quell’anno la nave, scartata ormai qual- AB Oresund di Malmö per la quale na- A guerra finita fu deciso di mettere siasi ipotesi di recupero, fu smantellata. vigò sino al 1983, quando fu venduto in galleggiamento l’intero relitto man- Nello stesso punto del porto di agli armatori di Cipro. tenendolo sempre in posizione rove- Messina ove per quattro anni aveva sciata rispetto al suo assetto normale; le galleggiato il relitto della Breconshire, navi appoggio RFA Sea Salvor insieme trent’anni dopo, il 31 gennaio 1984, a RFA Dispenser e l’unità da salvatag- affondò l’aliscafo Svalan, tutt’ora som- sopra: lo Svalan in navigazione nel 1965 e l’aliscafo gio Retrieve intervennero in una opera- merso a circa trenta metri di profondi- affondato nello stesso punto ove per quattro anni zione complessa cui presero parte otto tà, proprio sotto il breakwater, il molo galleggiò lo scafo del Breconshire; nella pagina accanto: il piroscafo Breconshire (1942) operatori subacquei dell’Ammiragliato frangiflutti del Marina del Nettuno. e al largo di Piazza dell’Unità d’Italia, il relitto capo- britannico, per un recupero considera- L’imbarcazione apparteneva alla Tar- volto e semiaffondato (1954). UNA PETROLIERA FORZÒ IL BLOCCO DELLO STRETTO DI MESSINA E UNA NAVE RUPPE I CAVI DELL’ELETTRODOTTO SOSPESO

Il 24 luglio 1955 malgrado l’inter- to, dalla società appaltatrice dei lavori a esi alleati della NATO. La Polyclipper era dizione disposta, la petroliera norvegese garanzia di danni presunti. L’imprevista stata noleggiata per trasportare 272 mila Polyclipper, di 11 mila 737 tonnellate inosservanza che avrebbe potuto avere kilogrammi di petrolio dalla Unione So- di stazza, forzò il blocco dello Stretto di conseguenze più drammatiche, costrin- vietica a Cuba nel 1963. Solitamente ca- Messina, inibito per i lavori di tesatura se gli operai in servizio sulla sponda si- ricava il petrolio nei porti del Mar Nero dei cavi dell’elettrodotto. Il 27 luglio ciliana a mollare alcuni cavi per evitare di Batumi, Odessa, Sotsji e Tuapse e lo l’ordinanza della Capitaneria di porto l’urto con la petroliera norvegese. La trasportava attraverso l’Oceano Atlanti- aveva limitato quel divieto di transito nave che passò sopra i tiranti sommer- co in convoglio con navi sovietiche, in alle sole ore notturne. Quella straordi- si fu bloccata nella rada di Paradiso per diversi porti di Cuba. naria interruzione del traffico marittimo l’istruttoria sull’incidente da parte delle Il tentativo di attraversare lo Stretto il nello Stretto di Messina, dal 21 luglio al autorità marittime. La Polyclipper qual- 26 luglio fu impedito ad una altra nave, 2 agosto, era stata disposta l’8 luglio dal che anno dopo fu tra le navi che subi- il cargo Marilena, di 6854 tonnellate di Ministero della Difesa, perché potessero rono l’embargo americano per la crisi di stazza battente bandiera del Costarica che essere tesi i cavi dell’elettrodotto. Il non Cuba e nel giugno del 1962 l’unità patì proveniente da sud era stata bloccata da previsto transito causò apprensione tra la quarantena per un carico proveniente un rimorchiatore inviato sul posto dalla tecnici e maestranze della Sges impegna- dal porto sovietico di Odessa, non for- Capitaneria di porto. Marilena varata nel te nella costruzione dell’elettrodotto e si zando in quell’occasione, il blocco. La 1941 con il nome di Empire Moonrise, e definì con una sanzione di 40 mila lire petroliera fu registrata nella black list gestita durante il secondo conflitto mon- per la nave ed un deposito cauzionale di delle navi cui fu rifiutato l’ingresso negli 40 milioni di lire, richiesto ed ottenu- Stati Uniti e nella maggior parte dei pa- Territorio d’a 139 diale, dal Ministero dei trasporti di guer- lossale opera è contenuto nel libro “L’at- ra della Gran Bretagna. Nel 1945 era traversamento elettrico dello Stretto di divenuta Hartland Point, due anni dopo Messina”, edito nel 1958 per conto della Burmount; dopo la parentesi Marilena Società Generale Elettrica della Sicilia nel 1957 fu infine denominata Athamas, da Libreria Dedalo Editrice di Roma e sino alla rottamazione del 1966 in Cina. stampato in 1500 copie fuori commer- La MT Polyclipper era una nave ci- cio, ricco di fotografie e di indicazioni sterna costruita da Eriksbergs Mek - Ver- storiche e fisico-matematiche. Il lavoro kstads A / B a Göteborg in Svezia, nel fu eseguito in due fasi: in un primo tem- 1954 e consegnata alla compagnia di po è stato montato il fusto col metodo spedizioni Einar Rasmussen a Kristian- del falcone sospeso, in un secondo tem- sand nel novembre 1954. Dal 1972 al po sono state montate le mensole con 1975 mutò nome in Sunclipper e quindi un sistema di doppi falconi, che rappre- sino al 1977 in Sun Clipper, anno in cui sentava una assoluta novità nel campo fu demolita. Uno dei suoi viaggi più me- delle costruzioni metalliche. Anche le morabili fu quello lungo il fiume Ama- operazioni di tesatura dei cavi si svolse- zon a Manaus, 1500 km dall’Oceano ro in due tempi. Un primo mese, il giu- Atlantico. Sei anni dopo l’episodio della gno 1955, occorse per mettere a punto il Polyclipper, ad impianto già funzionan- macchinario, costruito dalla Agudio e un te, il 20 luglio 1961, la nave brasiliana secondo mese fu impegnato in una pri- Loide Argentina colpì con l’alberatura i ma serie di tentativi. Dopo un mese di cavi che erano stati abbassati sulla spon- sosta e di preparazione, venne effettuato da siciliana per sostituire due conduttori; il secondo tentativo che vide il successo le pesanti funi precipitarono a terra dan- finale appena 22 giorni dopo l’inizio, il neggiando alcune case di pescatori. Nave 22 settembre dello stesso anno. Il cavo di 5408 tonnellate, la Loide Argentina conduttore dell’elettrodotto, anch’esso faceva parte della classe di venti unità ge- costruito a Milano, misurava 3653 me- melle in servizio di linea fra il Brasile e il per la rottura di un tirante d’acciaio. Il tri e fu posto ad un’altezza minima di 70 Mediterraneo, il Nord Europa e la East collegamento elettrico nello Stretto, ap- metri per consentire il transito lungo lo Coast degli USA. Il suo varo nel settem- provato dal Consiglio Superiore dei Stretto di navi di grandi dimensioni. bre del 1947 era stato riportato anche sul Lavori Pubblici nel dicembre del 1951, New York Times; fu smantellata il 7 gen- venne completato con una tempistica naio 1970 a Cartagena in Spagna. tutto sommato celere, entrando in ser- sopra: una nave in transito nello Stretto dopo la fase di posizionamento dei cavi e il cargo frigorifero Loi- L’incidente più grave nella storia vizio il 27 dicembre 1955 e l’inaugura- de Argentina, che colpi i cavi nel 1961, durante una dell’elettrodotto sullo Stretto si verificò il zione ufficiale il 15 maggio dell’anno manutenzione dell’elettrodotto; nella pagina accanto: la fase di tesatura dei cavi elet- 7 luglio del 1970; quattro operai persero successivo. Un esame approfondito della trici dell’elettrodotto (1955) e la petroliera norvege- la vita, sempre nella zona di Torre Faro, progettazione e dell’esecuzione della co- se Plyclipper che forzò il blocco dello Stretto. GLI SCALI A MESSINA DELLA NAVE CHE LA SPERONÒ L’ANDREA DORIA

L’Andrea Doria, ammiraglia della spesso nel porto peloritano. Quattro di acquistarla due italiani, il finanziere flotta mercantile italiana, il 25 luglio anni dopo la tragedia, nell’estate del Eugenio Buontempo e l’armatore Sal- del 1956, che non fece mai scalo a 1960 fu a Messina, dopo essere passata vatore Pianura, che avevano dato vita Messina, affondò nell’oceano Atlantico nel 1965 ai sindacati metalmeccanici alla Starlauro. L’ex Stockholm viene al largo del Massachusetts, a 45 miglia della Germania Est che l’acquistarono ristrutturato non prima però di pas- a sud della nave faro di Nantucket, a un prezzo politico per navigare nel sare nelle mani di Gianluigi Aponte e entrando in collisione con il piroscafo Mare del Nord col nome di Volker- quindi di Vittorio Chiesa che fonda la svedese Stockolm. Negli anni sessanta la freundshaft (Amicizia del popolo) per Nina di Navigazione per armarla. Nel sua gemella Cristoforo Colombo appro- mini-crociere premio per gli operai; il 1992 la nave è della Dorking Interna- dò nella città dello Stretto sia con livrea 12 aprile 1977 riapprodò a Messina. tional, e dopo due anni di lavori rina- nera che con le fiancate tutte dipinte Nel 1986 un nuovo armatore norve- sce come Italia Prima. Nel 1995 viene di bianco, mentre lo Stockolm, l’affon- gese la ribattezzò Fridtjon Nansen e noleggiata da un tour operator tedesco, datore del transatlantico italiano, cam- ad Oslo la utilizza come ricovero per biando più volte nome, ha ormeggiato perseguitati politici. Nell’89 decidono Territorio d’a 141 e quattro anni dopo diventa Valtur Pri- ma, gestita dall’omonima compagnia turistica che la tiene a L’Avana e l’im- piega in crociere nei Caraibi. Ma dopo l’11 settembre 2001 le crociere frena- no e l’ex Stockholm resta all’ormeggio. Finché riparte, come Caribe al noleggio della Festival Cruises di George Pouli- des, che però poi fallisce. Ritornerà a Messina come Athena per la Trevelsco- pe, il 29 settembre 2005. Non venne come Azores, l’ultimo nome datole dalla portoghese Portuscale cruise che ha charterizzato con la compagnia bri- tannica Cruise&maritime voyages, ma tornerà con il nuovo nome di Astoria, per due scali che la compagnia Rivages du Monde le fece toccare il 9 settem- bre e il 28 ottobre 2016, nell’abito di monte Everest dei sub», costato la vita dosi l’appellativo di “Gran Dama del crociere mediterranee. La nave vara- a 15 ricercatori, protagonisti d’immer- mare”. Il 17 luglio 1956 l’Andrea Doria ta nel 1948, oggi ha 227 cabine, più sioni. L’Andrea Doria avrebbe dovuto partì dall’Italia per il suo centunesimo della metà con finestrature vista mare rappresentare la riconquista dell’Atlan- viaggio: l’ultimo. Otto giorni più tardi e oltre il 20 per cento di classe delu- tico da parte dell’Italia, che durante la entrò in collisione con la nave da cro- xe, incluse nove suite con balcone. Un seconda guerra mondiale aveva perso ciera svedese Stockholm lungo la rotta “monumento” in mare rimane invece le due navi “orgoglio” della sua flotta, per New York. Dopo 11 ore dal violento l’Andrea Doria, il cui l’affondamento, il Rex e il Conte di Savoia. Il transat- impatto la scomparve tra le onde, a cir- consumatosi 60 anni fa, resta la più lantico era senza dubbio la più grande, ca 73 metri di profondità. Solo 46 pas- grande tragedia della marineria italiana lussuosa, veloce e sicura delle navi da seggeri dei 1076 a bordo persero la vita, ma anche la più grande operazione di crociera del tempo. Era inoltre conside- principalmente a causa dell’impatto. soccorso della storia della navigazio- rato un vero “museo galleggiante”, per ne, il cui successo fu dovuto in gran via dell’enorme quantità di opere d’arte parte all’equipaggio del Doria e al suo che ne arricchivano gli interni. Fu vara- sopra: la Stockolm ormeggiata a Messina come Athe- comandante, Piero Calamai, rimasto to il 16 giugno del 1951 e dalla sua en- na (2005); in plancia fino all’ultimo. Il relitto del trata in servizio, nel gennaio 1953, per nella pagina accanto: la nave con il nome Astoria en- tra in porto a Messina (2016) e la copertina della transatlantico, disteso su un fondale a tre anni consecutivi attirò un numero “Domenica del Corriere” con l’immagine della col- 70 metri di profondità è chiamato «il straordinario di passeggeri, guadagnan- lisione con l’Andrea Doria (1956). 142

IL 19 FEBBRAIO 1959 LA CROCIERA DEI MILIARDARI

Il 19 febbraio 1959, la turbonave Halifax, New York. L’Olympia aveva fat- Angeles. L’incontro avvenne a bordo del- Olympia della Transatlantic Shipping to scalo per la prima volta a Messina nel la nave durante una festa alla quale par- Corporation, Monrovia - Greek Line, 1953 durante la traversata Haifa, Pireo, teciparono un folto gruppo d’invitati e le battente bandiera liberiana fece scalo a Messina, Napoli, Lisbona Halifax e New autorità cittadine. Ma quella crociera con Messina, per la cosiddetta crociera dei York. i seicento miliardari americani fu anche miliardari partita da New York che, du- Lo scalo a Messina per la crociera de ricordata perché nel viaggio la turbona- rante 55 giorni, avrebbe toccato 19 porti miliardari, oltre agli eventi che coinvol- ve Olympia, di proprietà greca, battente e percorso 13 mila 426 miglia nautiche. sero la città come le nozze d’oro con il bandiera liberiana, visitò l’allora Unione Proprio per le immense ricchezze dei pas- mare del comandante della nave Deme- Sovietica. Non tutti i passeggeri furono seggeri imbarcati in quel periodo, la nave trio Sigalas, celebrata con la consegna ammessi poiché il governo russo, tramite fu soprannominata The golden island, di una pergamena, registrò l’incontro la sua ambasciata in Turchia, durante lo l’isola d’oro. La Luxury Cruise Liner tra due bambini italiani e i loro genitori scalo di Istambul, fece sapere che a venti Olympia che in quella crociera, oltre al adottivi. Del gruppo di grandi industria- americani non sarebbe stato concesso il Mediterraneo, avrebbe raggiunto le isole li americani, facevano anche parte due visto perché ritenuti “indesiderabili”, e i greche e il mar Nero, era stata varata il 16 passeggeri che attraverso l’associazione venti esclusi dovettero sbarcare, e prende- aprile 1953 a Glagow (UK) dal cantiere «Foster Parents», avevano accolto l’undi- re un altro piroscafo per ritornare in pa- Alexander Stephens & Sons entrando cenne catanese Anna Napoli, adottata dal tria. Il viaggio di così autorevoli persona- in servizio nel novembre 1953. Sino a banchiere Robert Hemingway, fratello lità, un vero stato maggiore della finanza marzo 1955 fu impiegata sulla rotta Bre- del noto scrittore, e il piccolo napoletano del Nord America, nell’Unione Sovietica merhaven, Southampton, Cherbourg, Gaetano Esperito, di 10 anni, adottato aveva sollevato non poche critiche e riser- New York e poi da aprile 1955 a marzo dalla signora Florence Bateman, di Los ve in taluni ambienti cattolici americani. 1974 sulla rotta Pireo, Messina, Napoli, Una conseguenza di ciò si è ebbe quando Territorio d’a 143 gran parte dei crocieristi decise di chie- dere una «udienza speciale» al Papa. La crociera dei miliardari, cominciata il 17 gennaio, terminò il 9 marzo e prima di arrivare in America, la nave dopo Mes- sina, sostò anche a Napoli, Cannes, Bar- cellona, Malaga, Gibilterra e Lisbona. Il trattamento dei turisti fu principesco, e in onore degli eccezionali ospiti il capocuo- co, Johannes Zafflrakis, ideò nuovi piatti, destinati a rimanere nella gastronomia internazionale, come la clear real green tu- rile soup cherry wine, zuppa di tartarughe con vino di ciliege, molto apprezzata dei miliardari. La nave non tornò mai più a Messina dopo le trasformazioni che subì nel corso degli anni di attività. Nel 1982 Fu la prima e unica nave mai co- le consentivano una velocità di servizio divenne Caribe navigando per la com- struita da Alexander Stephen & Sons, di 21 nodi (23 nodi al massimo). pagnia greca Commodore Cruise Line sul fiume Clyde per la linea greca, oltre Tra le tante curiosità legate alla vita ltd, e nello stesso anno Caribe I passan- ad essere la più grande costruzione per di questa nave, nell’aprile del 1959 la do alla panamense Olympia Caribbean gli interessi armatoriali greci dell’epo- trionfale crociera nel Levante, di dieci Shipping Co. Inc. e infine dal 1993 fu ca. Olympia era stata progettata per ope- messaggere della moda italiana presen- ribattezzata Regal Empress, venduta all’e- rare regolari viaggi transatlantici, tra Pi- tate durante la navigazione con tappa a giziana Regal Cruises Ltd. di Nassau e reo e New York, ma divenne anche una Messina, al Pireo ed ha raggiunto Haifa utilizzata per crociere nei Caraibi. Il 23 nave da crociera stagionale nel 1961. e la nascita a bordo il 19 aprile 1960 pri- luglio 2009 l’ultimo scalo a Aliang per la L’ Olympia era stata costruita per ma del suo arrivo negli Stati Uniti d’A- demolizione della nave delle crociere, che ospitare in totale 1.356 passeggeri, la merica, di un bimbo cui fu dato il nome bene interpretò la diffusione della prima maggior parte in classe turistica, por- di Olympios Demetrios. forma di crocerismo meno selettivo, che tando solo un piccolo numero in pri- poi sarebbe sfociato, agli inizi degli anni ma classe. Aveva un numero di cabine ottanta, con lo sviluppo più popolare del intercambiabili per 146 passeggeri, per viaggio per mare. Ma in tutte le sue ver- rispondere a una richiesta di viaggi più sioni l’imbarcazione mantenne un fasci- economici nel dopoguerra. Olympia ave- no particolare e inalterato nonostante le va otto ponti per i passeggeri, e inizial- sopra: l’Olympia il 15 agosto 1955 a Messina; sue trasformazioni strutturali, tanto da mente poteva trasportare 138 passeggeri nella pagina accanto: l’Olympia lascia il porto di Mes- sina in cui farà scalo, da aprile 1955 a marzo 1974, rendere all’Olympia in 56 anni di mare, il nella prima classe e 1169 nella classe tu- sulla rotta Pireo, Halifax, New York e la locandina carisma di nave passeggeri per eccellenza. ristica. Le turbine Parsons di 25000 shp della Crociera dei miliardari. A MESSINA L’APPRODO DELLA POBEDA PRIMA NAVE SOVIETICA IN UN PORTO ITALIANO DOPO IL 1917

Il 1959 fu l’anno della vittoriosa ri- direttore della crociera, Ding Gurin e un discorso del 25 aprile 1953 del pre- voluzione a Cuba; della fuga romanze- l’addetto commerciale dell’Ambasciata sidente americano Eisenhower attraver- sca tra le montagne dell’Himalaya del sovietica in Italia, Giorgio Egorot, spe- so un editoriale di risposta pubblicato Dalai Lama esule in India e del premio cificarono che l’iniziativa era destinata a sulla “Pravda” e sull’“Izvestja”. Seguì il Nobel assegnato al siciliano, Salvato- scienziati, pittori, scultori, medici, ope- decreto del 28 maggio 1955 con l’aper- re Quasimodo. Ma fu anche un anno rai, tecnici, e rappresentanti delle fatto- tura dell’Urss verso il mondo esterno significativo per Messina che, inconsa- rie collettive. Una crociera organizzata e la visita del premier sovietico Nikita pevolmente per quel tempo, divenne per i lavoratori sovietici distintisi nelle Sergeevič Chruščëv negli Stati Uniti e un anello del processo di distensione varie attività lavorative, provenienti da l’incontro il 4 settembre 1959 a Wa- negli anni più cupi della “guerra fred- Mosca, Leningrado, dalle zone della shington. Fu il periodo, forse breve, del da”. Il 7 ottobre 1959, alle 7.45, entrò Siberia, caucasi, circassi, mongoli e da passaggio dal non riconoscimento alla nel porto per ormeggiarsi alla banchi- altri paesi dell’Asia centrale delle allora “coesistenza competitiva” e il confronto na Colapesce, la motonave sovietica Repubbliche Sovietiche Socialiste. Era si spostò su un piano più progettuale Pobeda, 9.700 tonnellate di stazza lor- il primo tentativo caldeggiato dal Pra- politico-economico e socio-culturale. da. Costruita in Germania nel 1928 esidium del Comitato centrale, sulla È questo fu certamente l’input dai cantieri navali Schichau (Danzig) base dell’indirizzo di politica estera so- del viaggio di quel transatlantico che come Magdalena, fu ribattezzata Ibe- vietica emerso nel decennio Chruscio- giunse a Messina, condiviso da altre ria, nel 1934; poi trasferita all’URSS viano, per l’apertura verso l’estero. navi passeggeri con il simbolo sovie- nel 1946, come riparazione economica Il concetto di “distensione” maturò tico, arrivate negli anni successivi nel dopo la Seconda guerra mondiale e de- nel dizionario diplomatico di quel porto peloritano: la Latvia nel 1962 e nominata Pobeda (Vittoria). Era la pri- tempo dopo la ripresa dallo shock del 1964; la Nadeshda Krupskaja (1966); ma nave con inciso sul fumaiolo la falce secondo conflitto mondiale e con le la Baltika (1971); la Shota Rustaveli e martello in campo rosso, che toccava aperture che seguirono alla morte di (1974); la Belorussiya e la Mikhail Kali- uno scalo italiano ed anche dell’Euro- Stalin. Razrjadka, distensione, fu la pa- nin (1975), l’Ivan Franco, la Kareliya e pa occidentale, dopo la rivoluzione del rola usata dai sovietici come sinonimo la Taras Schevchenko (1977); la Leonid 1917. La nave con a bordo 480 turisti dell’operazione con cui si toglie la cari- Sebinonv (1978); la Mikhail Lermontov Russi, compiva la prima “gita colletti- ca di un ordigno esplosivo. E fu la pri- (1979); l’Azerbaydzahn (1980); la Di- va”, come fu etichettata a Messina dal ma indicazione in politica estera che il mitry Shostakovich (1981); la Lev Tolstoj comandante della nave, Pis Menny. Il Governo di Mosca attivò proprio dopo (1982); e l’Estonia, la Mickhail Suslov, Territorio d’a 145

Kazakhistan e l’Odessa nel 1984. Pro- nia dell’est che dal 1976, avviò le sue di Ivanovich Nosenko, agente america- prio quest’ultima nave fu l’ispiratrice crociere per lavoratori, sotto gli occhi no, nome in codice Sammy, con epi- del dipinto “Nel porto di Messina”, che ispettivi della Stasi. sodi di controllo su interpreti dell’In- nel 1993, Piero Guccione realizzò inse- I quotidiani del tempo “La Gazzetta tourist, l’organizzazione sovietica di rendola nel paesaggio della Madonni- del sud” e “L’Ora” dedicarono ampio viaggi, proprio durante la crociera della na, con il simbolo della falce e martello spazio all’attracco della Pobeda e all’e- Pobeda in Italia. Prima dello smantel- posto sul fumaiolo della nave. Quello scursione a Taormina con i tredici pul- lamento nel 1977 a Gadani Beach in stesso quadro fu poi scelto per la co- lman organizzati dall’agenzia Lisciotto, Pakistan, la Pobeda, nel 1962 assolse pertina di un libro di Andrea Camilleri a quei primi turisti russi che scambia- anche il compito di essere impiegata che raccontò l’esperienza parlamentare rono sul molo d’imbarco, gadget sovie- nel ritiro delle truppe russe di stanza a di Leonardo Sciascia, tra il 15 dicembre tici del tempo, come il pin del Lunik Cuba; un altro segmento di storia dei 1979 e il 31 gennaio 1983. Gli appro- 2, la sonda spaziale sovietica lanciata rapporti Est-Ovest. di di navi sovietiche proseguirono fino il 12 settembre 1959, e caduta sulla al 1990 con la Gruziya (1985) e Fedor Luna dopo trentasei ore. Dalla nave in Dostoevskiy. Molte di quelle navi torna- partenza furono intonate canzoni della rono in anni successivi sotto bandiera tradizione russa e un accattivante “arri- Ucraina e altre approdarono a Messi- vederci Roma”. na con le nuove insegne della marine- La Pobeda fu certo simbolo e inter- ria russa e imbarcando i passeggeri dei prete di eventi legati a quegli anni diffi- mutati flussi turistici dall’est rispetto ai cili; e non mancarono i rapporti di Fbi primi viaggi nel Mediterraneo, di cui e Cia sulle sue crociere in Mediterra- sotto: la Pobeda in banchina; la Pobeda fu antesignana e che furono neo; uno del 1968, reso pubblico solo nella pagina accanto: croceristi della “gita collettiva” anche emulati dalla DDR, la Germa- da poco, fa cenno a un memorandum a bordo della Pobeda (1959). SLEIPNER, CAVALLO DI ODINO, A MESSINA CON LA FLOTTA IMPERIALE GERMANICA E CON GLI ALISCAFI RODRIQUEZ

Nel frasario tecnico navale di fine scorta, ancorandosi in porto, nello sca- miglia imperiale tedesca. Gli imperiali ottocento era indicata come begleschiff, lo del 23 aprile 1904. Fu una visita ra- restarono sempre sul grande ponte cen- nave da compagnia, oggi si direbbe pida perché nel pomeriggio dell’indo- trale della nave salutando i messinesi. support ship, nave appoggio di una uni- mani S. M. l’Imperatore di Germania L’S 97 era stato impostato nel can- tà maggiore. Con il nome di Sleipner, dovette raggiungere la rada di Bari ove tiere Schichau Elbing il 16 dicembre l’S 97 torpediniera delle Forze nava- lo yacht imperiale Hohenzollern gettò 1899, e consegnato alle forze impe- li imperiali della Germania, dal 1900 l’ancora con la corazzata Friedrick Karl. riali della Marina tedesca il 28 maggio al 1914, seguì quale nave appoggio, La torpediniera Sleipner entrò in porto 1900; aveva un dislocamento di 370 lo yacht imperiale Hohenzollern, con rispondendo alle salve di saluto della tonnellate; era lungo 63 metri e poteva a bordo il Kaiser Guglielmo II. Lo Regia nave italiana Archimede. Lo yacht sviluppare una velocità di 27 nodi; im- Sleipner non fu a Messina per la breve Hohenzollern, con l’Imperatore, scorta- barcava 57 uomini di equipaggio. Nel sosta dello yacht imperiale nell’aprile to dalla Sleipner, partì alle ore 15 per giugno 1902, insieme alla cannoniera del 1896, quando Guglielmo II e l’im- Venezia, da dove Guglielmo II tornò in Pantera, partecipò a una mostra indu- peratrice Augusta Vittoria insieme ai Germania in ferrovia, via Schlettstadt. striale e commerciale a Düsseldorf. loro figli Guglielmo e Eitel-Friedrich L’anno dopo il 26 maggio 1905, lo In seguito alla destinazione di sup- approdarono in Sicilia per visitare Pa- yacht imperiale abbassò la bandiera di porto per lo yacht imperiale Hohenzol- lermo, Agrigento, Siracusa, Taormina e poppa per salutare Messina che lo ac- lern, la nave subì alcuni interventi di Messina, né il 19 novembre del 1898, colse con la torpediniera Sleipner che le restyling con l’adozione di una livrea quando la famiglia reale fu accolta a si ormeggiò di poppa, verso la banchi- bianca e i fumaioli di colore giallo. villa Sanderson. Espletò il suo servizio na affollata di gente che salutava la fa- Rimase armato con un cannoncino a Territorio d’a 147 fuoco rapido da 52 mm L / 55 Krupp, Nel 1948 la trasformò nelle Industrie situata a poppa del cacciatorpediniere, meccaniche, con un nuovo grandioso armamento utilizzato dall’armamento stabilimento, modernamente attrezzato, per i colpi delle salve di saluto entrando per lavori di carpenteria e riparazioni di in porto. Il 4 settembre 1914, dopo lo navi e locomotive. La sua grande aspi- scoppio della prima guerra mondiale, razione fu però quella di poter perfezio- Sleipner fu ribattezzato T 97 e riclas- nare la costruzione di un battello ad ali, sificato anche come nave da difesa co- già tentata da altri. Con la consulenza stiera. Durante la guerra, il T 97 fece dell’ingegnere tedesco Federico Lobau, parte della flotta di pattuglia e scorta e riuscì a riattivare quella prima inven- a conclusione del conflitto, ormai ob- zione e, acquistatane la licenza, costruì soleto, fu messo in disarmo e nel 1921 in proprio battelli ad ali portanti per il fu demolito a Düsseldorf per il recupe- trasporto di persone ad elevata velocità. ro dei metalli. Fece varare nel ‘56, il primo esemplare, La torpediniera prendeva il nome da la Freccia del Sole, che collegò Messina “Sleipner” che nella mitologia norrena, con Reggio Calabria ed il 2 giugno 1956 nordica o mitologia tedesco-scandinava, arrivò anche la nomina di Cavaliere del è il cavallo a otto zampe di Odino, mito lavoro, mentre gli aliscafi, cominciarono appartenente alla religione tradizionale ad essere apprezzati anche all’estero. pre-cristiana dei popoli scandinavi, in- Dell’imprenditore e armatore mes- clusi quelli che colonizzarono l’Islanda sinese, Pro bono civitatis nel 1965, e le Færoer. E Sleipner, di color grigio, rimangono le idee e le strategie, l’im- dotato di otto zampe, il più veloce e pegno a superare le difficoltà e la vo- possente di tutti i cavalli, dopo 57 anni glia di scommettersi sempre, come fu “tornò” nel porto di Messina, essendo per il suo primo aliscafo utilizzato per stato scelto come denominazione dell’a- collegamenti marittimi in Italia, e per liscafo PT 60, che l’industria di Carlo tutti i “suoi” battelli volanti che na- Rodriquez, varò nei cantieri peloritani. del Marocco che lo utilizzò su varie vigano nei mari del Mondo, proprio L’aliscafo fu imbarcato a Messina nel rotte attraverso lo stretto di Gibilterra, come “Sleipnir”, il cavallo di Odino, 1961, su una nave da carico, con de- con collegamenti sino a settembre 1987 il più veloce, in grado di “cavalcare il stinazione la Norvegia impiegato dalla quando fu demolito, nel cantiere navale cielo e le acque”. società Stavangerske Dampskibsselskab di Crinavis. Carlo Rodriquez, messine- a/s, sino al 1972, nei collegamenti Sta- se morto nel 1992, all’ età di 82 anni, sopra: l’imbarco su un cargo nel porto di Messina vanger-Bergen. Quel mezzo dal 1974 nel 1940, era subentrato al padre Leo- (1961) dell’aliscafo norvegese Sleipner e rappresen- prese il nome di Queenfoil e impiegato poldo nella direzione della modesta of- tazione del cavallo a otto zampe di Odino; nella pagina accanto: l’alza bandiera a bordo dello tra la Spagna e le Canarie e poi passan- ficina per riparazioni navali, seriamente Spleipner ancorato a Messina (1905) e la torpedinie- do alla Transtour, operatore marittimo danneggiata dai bombardamenti bellici. ra tedesca in una cartolina commemorativa (1902). 148

LE NAVI…DI ANTONELLO DA MESSINA

L’onomastica navale o meglio l’an- sulle linee per Pantelleria e Lampedusa fu anche impiegata da Milazzo, dopo il troponimia, adottata da sempre per e Linosa-Porto Empedocle. L’Antonel- primo gennaio 1974, quando la società denominare qualsiasi tipo d’imbar- lo da Messina con una stazza di 1200 assunse anche la gestione dei servizi cazione si è sempre affidata a nomi di tonnellate sviluppava una velocità di con le Isole Eolie, rilevando la flotta personaggi legati alla storia, per identi- quattordici nodi e come la gemella ne- della Navisarma. Nel 1987 l’Antonello ficare le navi. Per rintracciare l’uso tra i gli anni settanta, per le mutate situazio- da Messina fu venduta e nel 1988 as- registri navali di una nave intestata ad ni commerciali del traffico mercantile, sunse la denominazione di Lanterna, Antonello da Messina, uno dei grandi fu trasformata in nave polivalente con modificata nel 1992, in un successivo maestri del Quattrocento e di tutta la la possibilità di imbarcare automezzi passaggio armatoriale, in Caterina S e storia dell’arte, occorre risalire a oltre da poppa, attraverso un ampio por- quindi nel 1994, passata a una compa- cinquanta anni fa. Tale tributo gli è tellone. La nave riprese il mare nella gnia greca in Alexandros, nome con il stato riconosciuto con la realizzazione primavera del 1972, divenendo però quale la nave fu demolita ad Aliaga, il presso i Cantieri Navale Apuania di meno elegante nella sua linea dopo il 24 giugno 1995. Una nuova nave chia- Marina di Carrara della motonave An- restyling necessario per imbarcare una mata Antonello da Messina, più gran- tonello da Messina, gemella della Vitto- quindicina di auto e cinque camion. Il de della precedente (1577 tonnellate re Carpaccio, entrambe commissionate 30 ottobre 1975 fu costituita a Palermo di stazza, velocità massima di sedici dalla Si.Re.Na, società costituita a Pa- la SI.Re.Mar-“Sicilia Regionale Marit- nodi per ospitare circa 700 passeggeri lermo il 24 settembre 1953. L’Antonello tima”- che assorbì la flotta Sirena in e settanta auto) fu poi realizzata, nei da Messina compì, infatti, il suo viaggio liquidazione, compresa l’Antonello che nuovi Cantieri Navali Apuania, dalla inaugurale nel novembre del 1963 ed compagnia regionale Siremar (control- entrò in servizio dall’1 gennaio 1964 lata della Tirrenia di Navigazione) nel Territorio d’a 149

1989, insieme all’unità gemella della stessa compagnia, il Filippo Lippi, e inizialmente utilizzata sulla rotta Mi- lazzo-Isole Eolie. Dal 7 gennaio 2011, il traghetto Antonello da Messina è stato operativo sulla tratta Palermo-Ustica lasciando la speranza per un ritorno di un’imbarcazione con tale nome nei mari peloritani ove, il 15 gennaio 1460, Antonello all’incirca trentenne, navigò a bordo di un brigantino che lo riportò nella città nativa, dal porto calabrese di Amantea, con famiglia e masserizia. E dire che Antonello fu autore, tra l’altro, del famoso dipinto “Ritratto d’uomo” più conosciuto come Sorriso dell’igno- to marinaio, oggi custodito nel museo Mandralisca di Cefalù, d’intuitiva as- sociazione alla navigazione marittima.

sopra: nave Antonello da Messina nella città dello Stretto; a lato: la prima Antonello da Messina all’ap- prodo a Santa Marina Salina, in servizio alle Eolie (1974) e la nuova Antonello da Messina ormeggiata nella zona falcata di Messina; nella pagina accanto: l’Antonello da Messina, fotogra- fata dopo la trasformazione con la rampa a poppa e il “Ritratto d’uomo” (1465-1476), anche conosciuto come il Sorriso dell’ignoto marinaio che Antonello da Messina dipinse nella seconda metà del Quattrocento. LA MALEDIZIONE DELLA “NAVE BLU” CHE RISCHIÒ LA COLLISIONE NELLO STRETTO DOPO IL SEQUESTRO DEI TERRORISTI

Ventiquattromila tonnellate di stazza, Spruance migliorato o il caccia della stessa mando terrorista. Pure questo episodio era stata a Messina il 12 luglio 1963 come classe, l’F 966 Hewitt. dell’Achille Lauro, contribuì ad alimentare Willdem Ruys poi come Achille Lauro nel A Messina la Lauro non si era fermata, quella sorta di maledizione per la “nave 1966 e poi il 2 aprile 1987, ma aveva pas- e non aveva dato fondo all’ ancora, come blu”, così comunemente identificata per sato lo Stretto il 5 ottobre 1985, senza fare previsto, nella rada Paradiso - per evitare, la colorazione delle sue fiancate, già inne- scalo, rischiando la collisione a capo Pe- che l’inchiesta fosse affidata per compe- scata nel 1971, con un primo incidente loro. Avvenne durante la manovra d’im- tenza alla magistratura di Siracusa - e di- quando la nave speronò un peschereccio. barco, dei magistrati incaricati dell’inchie- minuì soltanto la velocita di navigazione Impostata nei cantieri olandesi di Vlis- sta sul dirottamento dell’unità italiana. I per consentire alla pilotina e alle motove- singen nel 1939, a causa delle vicende giudici salirono a bordo della nave prove- dette di accostarsi. A Faro spirava un vento belliche della seconda Guerra mondiale, niente da Porto Said, in navigazione per di tramontana che rese difficile l’imbarco fu varata soltanto nel 1946 con il nome Genova, per raccogliere le varie testimo- del sostituto siracusano Ettore Costanzo di Willem Ruys, compiendo il suo viaggio nianze. La navigazione della motonave con il collega Dolcino Favi e i magistrati inaugurale nel dicembre del 1947 sulla fu messa a rischio da una unità militare genovesi Francesco Meloni e Luigi Car- linea di collegamento per l’Australia che americana in transito nello Stretto, che si li, degli uomini delle forze dell’Ordine e mantenne sino al 1963, quando fu im- presentò in rotta di collisione. Non se ne dell’avvocato Luigi Bonfiglio della flotta piegata per crociere nel Mediterraneo. La identificò il nome rimanendo controversa Lauro. Tutti a bordo anche per racco- nave lunga 192 metri, raggiungeva una ve- l’attribuzione del numero identificativo gliere le prime testimonianze sulla morte locità di 21 nodi grazie a otto motori Sul- che sarebbe stato rilevato, F96, apparte- del passeggero Leon Klinghoffer, il disa- zer, e 1964 fu acquisita dalla Flotta Lauro nente alla fregata Valdez, classe Knox; o bile cittadino americano ucciso dal com- e battezzata con il nome del proprietario, F 996 del Chandler ex Andurshirvan, tipo Territorio d’a 151

le vicende della crisi dei rapporti tra Stati Uniti ed Italia per l’affare della base mi- litare di Sigonella in Sicilia, dove il Boe- ing 737 egiziano che trasportava i quattro dirottatori fu costretto ad atterrare per le pressioni americane, dopo la scoperta dell’uccisione del passeggero americano. La “maledizione” della nave ebbe l’epilo- go il 30 novembre del 1994, durante la crociera di Natale nell’oceano Indiano, iniziata da Genova il 19 novembre e che si sarebbe dovuto concludere ventuno gior- ni dopo a Durban in Sud Africa. Davanti Achille Lauro, che aveva commissiona- navigazione nel Mediterraneo, a circa 10 alle coste della Somalia, 250 miglia a sud to ai Cantieri del Tirreno di Palermo un miglia delle coste egiziane, alle 13,25, due del Corno d’Africa, all’una e trenta scattò ammodernamento dell’unità, completato giovani palestinesi, Magied El Molqi e il primo allarme per il fuoco a bordo, ed nel 1966. Dal 1972 fu sottoposta ad un Al Asker Bassan, armati di fucile e bom- alle 5,54 la nave lancerà l’Sos. La petro- nuovo intervento di ammodernamento be a mano fecero irruzione sul ponte di liera panamense Havaiian King arriverà per trasformarla in vera e propria nave comando, bloccando il comandante, Ge- alle 9.20, sul luogo del disastro trovando da crociera, “un gioiello di famiglia” nelle rardo De Rosa. Altri due dirottatori con- l’Achille Lauro in fiamme e già inclinata di intenzioni del suo armatore, che avrebbe centrarono i passeggeri e l’equipaggio nel 20 gradi su un fianco. Alle 11 il coman- garantito un collegamento sicuro e veloce salone degli arazzi, sequestrando la nave dante Giuseppe Orsi, ordinò di abbando- con l’America, rinverdendo le atmosfere per quattro giorni. Si chiedeva la libera- nare la nave ed iniziarono le operazioni della belle époche. Tre anni dopo, nell’a- zione di 52 palestinesi prigionieri in Israe- di salvataggio dei 900 naufraghi fuggiti prile del 1975, la nave fu protagonista le; e mentre la Siria respingeva ogni forma dall’inferno di fuoco in abito da sera. Ac- dello speronamento di un cargo libanese di mediazione, l’otto ottobre venne ucciso corsero anche due navi della marina ame- lo Yousset, affondato nello Stretto dei Dar- un passeggero statunitense il cui corpo fu ricana l’incrociatore Gettysburg e la fregata danelli. Il 2 dicembre 1981, a Tenerife, in gettato in mare. Dopo aver fatto rotta per Hali Burton. Tre giorni dopo l’incendio, il sosta forzata per il crack economico del- la Libia la nave diresse per Port Said, ove il 2 dicembre 1994, la nave affondò proprio la Flotta Lauro, la nave subì un incendio commando si arrese al termine di intense mentre al Teatro Carlo Felice di Genova, che ne determinò il fermo. Trasferita dal trattative diplomatiche tra l’Egitto e l’Olp porto da cui era partita la nave, si provava 1982, al gruppo Lauro Line – Mediter- ma anche con l’Italia e gli Stati Uniti. il Vascello fantasma di Richard Wagner. ranean Shipping Company, nel 1985 Della vicenda fu tratto il copione de “Il registrò l’episodio più clamoroso quando viaggio del terrore: la vera storia dell’A- con i suoi 201 passeggeri e 344 uomini chille Lauro”. Il film, diretto nel 1990 dal sopra: la nave prima del varo, in fase di completa- mento con il nome di Willem Ruys (1940); di equipaggio, venne sequestrata da un regista Alberto Negrin con Burt Lancaster nella pagina accanto: l’Achille Lauro a Messina e logo commando palestinese. Il 7 ottobre, in protagonista, riportò sullo schermo anche della “nave blu”. DA NAVE DA GUERRA A “PALAZZO” GALLEGGIANTE

La rivista francese “Paris Match” i litorali calabrese e peloritano, specie to l’attenzione dei media; oltre a Maria nel 1959, quattro anni dopo l’acquisto dopo il duemila quando il Christina fu Callas e Jackie Kennedy Onassis, rispet- da parte del magnate greco Aristotele trasformato in nave da noleggiare a 65 tivamente compagna e moglie di Aristo- Onassis, di una nave da guerra canadese mila euro al giorno, per crociere nella tele Onassis, si sono avvicendati celebri- e la sua trasformazione in yacht di lus- “storia”, mantenendo al suo interno, og- tà, capi di stato, finanzieri, re, principi, so, dedicò al Christina un reportage da getti e fotografie originali delle cronache attori e attrici come re Faruk d’Egitto, Montecarlo. Lo yacht lungo 100 metri, internazionali degli anni passati. Marilyn Monroe, Greta Garbo, Ava fu definito “palais flottant”, un palazzo Il 29 luglio 2016, si ancorò in rada Gardner, Marlène Dietrich, John Way- galleggiate, ma a sfogliare il giornale di a Lipari e nel giugno 2017, si ormeggiò ne, Luchino Visconti, Gianni Agnelli, bordo, visti i porti toccati, gli ancoraggi nel porto del capoluogo eoliano; tornò Frank Sinatra, Liz Taylor e Richard Bur- registrati, i mari attraversati in sessan- in rada, al largo di Marina Corta nell’e- ton. Nel 1957 a bordo si svolse il primo tasei anni di attività diportistica, si po- state del 2018, dopo essere salpato da incontro tra l’ex primo ministro britan- trebbe parlare di un “palais itinérant”, Reggio Calabria, ove era stato alla fon- nico Winston Churchill e il futuro Pre- un palazzo viaggiante. In tale suo giro- da per qualche ora nella rada Pentime- sidente degli Stati Uniti John Kennedy. vagare solo una volta fu a Messina, nel le. Sono questi gli “avvistamenti” della Il mega panfilo era uno dei simbo- 1969, per fare rifornimento di carbu- più recente storia del Christina O. sem- li della potenza di Onassis; aveva bagni rante e poi proseguire per Montecarlo. pre segnalati dall’incipit “...è arrivato lo con rubinetti d’oro e maniglie d’avorio, Le immagini dell’ingresso in porto fu- Yacht che fu di Onassis”. Ben più ricca un caminetto extralarge tempestato di rono immortalate dal fotoreporter Mi- la cronologia di incontri, ospiti e visite pietre preziose, lavandini in lapislazzulo chelangelo Vizzini, che colse anche il a bordo di personaggi che hanno attira- e un bagno armatoriale di marmo, con particolare dell’idrovolante che lo yacht una vasca ispirata a quella del mitico imbarcava. Più frequenti sono stati i Minosse, re di Creta. passaggi nello Stretto e le soste lungo Territorio d’a 153

fu sottoposto a riparazioni nell’aprile 2016. Il mega panfilo, uno dei sim- boli della potenza di Onassis, aveva 18 cabine, tutte con nomi di isole greche, dotate di un letto matrimoniale o due letti singoli, con una superfice variabi- le da 16 a 26 metri quadrati potevano ospitare fino a 36 passeggeri; la suite ar- matoriale di Onassis, rivestita di stucchi veneziani, misurava 75 metri quadrati. Oggi lo yacht di lusso, noleggiabile tra 45mila e 65mila euro al giorno, può ospitare fino a 34 persone in 17 cabine doppie e dispone di 39 persone per ac- cogliere gli ospiti a bordo e far navigare il Cristina O. Gli alloggi sono collegati da una scala a chiocciola di marmo che dall’atrio arrivano sino alla sala da pran- Gli sgabelli del bar davanti alla ve- elegante e più tecnologico della propria zo. Il ponte a poppa dispone di una pi- trata panoramica, dove Onassis amava epoca. Alla morte di Aristotele Onassis, scina e ha una sala da pranzo al coperto offrire l’aperitivo, erano rivestiti in pelle il 15 maggio 1975, la figlia Christina assieme alla zona bar. Oltre a crociere ed di balena; stile Luigi XIV per gli arredi ereditò lo yacht, che nel 1978 fu dona- eventi lo yacht è utilizzato come loca- caratterizzati da sontuose decorazioni e to al governo greco quale yacht di rap- tion di nozze come ad agosto del 2019, quadri da museo, con opere di Rubens, presentanza. La nave, ribattezzata Argo, per la top model Heidi Klum e il musi- El Greco, Renoir. non ebbe alcun impiego e per la neces- cista Tom Kaulitz che dopo il rito civile Il Christina, uno dei più grandi e saria manutenzione e le gravose spese, celebrato a febbraio, hanno solennizzato lussuosi mega-yacht al mondo, era sta- lentamente venne lasciata deteriorarsi. il matrimonio, davanti la costa di Capri, to costruito nel 1943 come fregata della All’inizio degli anni novanta le autorità a bordo del Christina O che nello scorso Classe River per la Marina militare del elleniche la misero in vendita per una ci- secolo aveva ospitato matrimoni più ce- Canada con il nome HMCS Stormont e fra di 16 milioni di dollari, non trovan- lebrati: le nozze di Grace Kelly e Ranieri durante la seconda guerra mondiale pre- do però acquirenti. Lo yacht nel 1998 di Monaco e di Aristotele Onassis con se parte alla battaglia dell’Atlantico, allo venne poi acquistato dall’armatore greco Jacqueline Kennedy. sbarco del D-Day e al servizio scorta. A John Paul Papanicolaou, amico di fami- novembre del 1945, dopo il conflitto, la glia degli Onassis, ribattezzato Christina nave andò in disarmo e nel 1954 venne O con il nome originale aggiungendo la acquistata per 34 mila dollari dall’arma- “O” di Onassis, e restaurato completa- tore greco, per trasformarla in yacht di mente tra gennaio 1999 e aprile 2001, lusso, ribattezzandola con il nome del- nel cantiere Viktor Lenac di Martinšćica la propria figlia Christina. Il suo rialle- in Croazia, con una spesa di 50 milioni sopra: Aristotele Onassis a poppa del suo Christina; nella pagina accanto: Christina Onassis nel 1958 a stimento costò circa quattro milioni di di dollari. All’Ente Bacini di Genova il bordo dello yacht con il suo nome e il Christina en- dollari, realizzando lo yacht privato più leggendario yacht di Aristotele Onassis, tra in porto a Messina nel 1969.

PROSPETTIVE 1980-2020 MARINA DI LIPARI: TRAGHETTO SCANDINAVO IMPIEGATO, OTTANTASEI ANNI DOPO IL VARO, ALLE ISOLE EOLIE PER TRASPORTARE AUTOCISTERNE

I turisti che nel 1953, scelsero come to quello di un traghetto scandinavo che tile e rendere più sicuro lo sbarco dei metà delle loro vacanze le isole Eolie, fu- per essere utilizzato nei collegamenti mezzi con merci pericolose. rono novanta e già due anni dopo il loro con le Eolie, attese ottantasei anni dopo Quella nave dalle origine scandina- numero era divenuto prossimo ai due- il suo varo. ve, era giunta a Milazzo ottantasei anni mila; tra quei primi nuclei di visitatori Era il traghetto Marina di Lipari, dopo il suo varo, avvenuto nel 1884 molti furono gli scandinavi come atte- la più longeva nave mai impiegata nei nei Cantieri Dockyard di Copenaghen, sta il reportage pubblicato nel 1955, sul collegamenti tra la Sicilia e le Eolie, commissionata dalla Reale Marina Da- numero 21 della rivista “Vita Italiana”, che restò attiva sino a metà degli anni nese e denominata Minekrane IV, gru edita dall’Istituto Italiano d’Arti Grafi- settanta, per il trasporto combustibili e per mine numero 4, mezzo antesigna- che di Bergamo. Le immagini di allora, merci pericolose sulla tratta Milazzo-Li- no per posizionare in mare le mine, con raccolte dallo scrittore e giornalista to- pari, operando per la Società Navigazio- una argano a prua. Il “posamine” che scano Raffaele Brignetti, nativo dell’iso- ne Insulare S.p.A. di Messina che l’aveva aveva un equipaggio di venti uomini, di- la del Giglio, raccontano degli anni in acquistata nel 1970, dall’armatore mon- slocava 160 tns, lungo 26.25 metri, lar- cui le isole Eolie iniziavano ad aprirsi tese, Antonino Colandrea. go 5.65 metri, con un pescaggio di 1.80 all’industria del turismo internazionale, Fu il primo traghetto autorizzato al metri, e con la potenza motore di 160 favorita dagli echi delle produzioni cine- trasporto delle autocisterne per combu- hp raggiungeva la velocità di 8 nodi. matografiche. I viaggi di quei visitatori stibili, archiviando la stagione in cui il Nel 1930, radiato dalla marina danese, furono certamente lunghi per raggiun- carburante arrivava alle Eolie con i fusti. fu acquistato dalla AS Nordisk Rute & gere l’arcipelago eoliano, ma mai quan- Per agevolarne l’approdo a Vulcano fu Færgefart di Copenaghen, di proprietà necessario abbassare il fondale del pon- di Albert Jensen, e nella primavera del 1931 presso i cantieri Howaldswerken di Kiel, in Germania, trasformato in Territorio d’a 157

ra, il Mediterraneo occidentale ed il mar Tirreno. Ribattezzato, Città di Pozzuoli, fu adibito al collegamento marittimo tra Pozzuoli, Procida ed Ischia, acquisendo anche in quest’area, come nel 1931 nei collegamenti tra Helsingborg e Helsin- gor, il merito di essere stato il primo vero ferry nella storia dei collegamenti tra Ischia ed il continente. Quattro anni dopo, nel 1961 viene ceduto all’armato- re Nicola Monti di Casamicciola, per il traghetto. Il castello con sala comando e zo, riceve la sigla Vs403 battello avam- trasporto auto tra Pozzuoli e le isole Fle- timoneria, fu spostato a poppa in modo posto n. 403 della Flottiglia di guardia. gree. Nel 1970 fu venduto alla Società da ottenere oltre metà del ponte libero Concluse le vicende belliche, ritornò nel Navigazione Insulare S.p.A. di Messina, per l’imbarco e lo sbarco di circa dieci 1945 in Danimarca per riprendere i col- armatori poi ricostituitisi con la NGI, e veicoli, attraverso due rampe, una a prua legamenti sulla linea Helsingør – Hel- ribattezzato Marina di Lipari, per essere ed un’altra a poppa. L’unità fu dotata singborg; due anni dopo nel novembre impiegato per qualche anno per i colle- anche, sotto la plancia comando, di una 1947 fu venduto alla AS Rudkøbing gamenti tra Milazzo e le Isole Eolie, e sala da pranzo con sei tavoli, un locale - Vemmernæs Färgerute di Rudkøbing infine utilizzato per il trasporto combu- per non fumatori ed un chiosco. Il 12 che lo sottopose ad un nuovo più radi- stibili e merci pericolose sempre per le giugno 1931, il traghetto denominato cale restyling nel cantiere navale di Grås- rotte eoliane, con livrea blu e attrezza- Asa-Thor, partì per il suo viaggio inau- ten. Ribattezzato Siösund, il suo disloca- tura antincendio, sino al 1975, prima di gurale sulla linea Helsingborg (Svezia) mento passò a 176 tsl, la lunghezza a 35. essere disarmato a Messina e poi avviato – Helsingor (Danimarca); primo vero 96 metri, per poter imbarcare 18 auto alla demolizione nei cantieri di Palermo, traghetto su quella rotta. Fu operativo e 300 passeggeri. Operò, indicato con a novant’anni dal varo. sino al 1941 quando, con lo scoppio del l’appellativo comune di Lange Maren, secondo conflitto mondiale, fu requisi- lunga estate, per i collegamenti tra Ru- to dalla Kriegsmarine ed utilizzato per dkøbing, sull’isola di Langeland e Vem- trasportare truppe tedesche destinate in meraes, sull’isola di Tasinge. Nell’ottobre Finlandia. Nel luglio 1942 l’Asa Thor del 1957 il traghetto fu quindi venduto trasferito a Kiel (Germania) fu armato all’armatore campano, Antonino Co- con alcune mitragliere, ed attrezzato landrea, che lo trasferì dalla Danimarca come dragamine ausiliare, ricevendo la dopo una lunga e avventurosa traversa- sopra: il Marina di Lipari ormeggiato a Milazzo; sigla JBe03, battello n. 3 della flottiglia ta attraverso il canale di Kiev, il mar del nella pagina accanto: il traghetto prima di navigare alle Eolie si chiamò Città di Pozzuoli e fu impiegato per la protezione dei porti dello Jutland. Nord, la Manica, il Golfo di Biscaglia, in Campania; il servizio espletato alle isole Brygge, Nel gennaio 1944, per mutato riutiliz- l’Atlantico iberico, lo stretto di Gibilter- per la Nordisk Rute & Færgefart di Copenaghen. 158

LA PAOLUCCI DA IDROAMBULANZA DI STANZA A MESSINA A YACHT DI LUSSO

C’è stata una nave della Marina zo gli fu chiesto dalla Capitaneria di to nelle parti più caratteristiche come militare italiana, la Paolucci, che fu porto anche la documentazione. La lo scafo, le sovrastrutture e la coperta. assegnata al Comando di Marisicilia nave si diceva adottasse questo tipo di Adeguati e completamente riprogettati di Messina, ma sempre poco visibile mascheramento nel tentativo di spiare e rinnovati gli interni per ospitare fino dalla città, spesso avvolta dal mistero, i movimenti dell’allora flotta sovietica a dieci persone nelle tre cabine vip, in tanto da alimentare le più varie ipo- negli anni della guerra fredda. Ma nei quella armatoriale posizionata nell’un- tesi sull’impiego e sulle funzioni che fatti, l’intervento della nave-ambulan- der deck e nella cabina ospiti, oltre il l’unità svolse battendo la bandiera del- za Paolucci sull’isola di Lampedusa nel restyling dei locali dedicati all’equi- la Marina militare. La Paolucci, fu la 1990, consentì ad esempio la nascita di paggio e il refitting degli impianti di prima vera e propria idroambulanza in Paolina, neonata che senza la presenza bordo, di tutta la strumentazione elet- dotazione dal 1970 alla Forza armata, dell’unità della Marina militare avreb- tronica e di navigazione mentre nella andata in disarmo nel 2006; era uno be avuto sorte diversa. sala macchine è stato aggiunto il ter- yacht di circa 70 tonnellate utilizzato Lo yacht Paolucci lungo 30 metri, zo motore, consentendo allo yatch di per il soccorso in mare ed attrezzato realizzata interamente in legno dal raggiungere una velocità massima di quale ambulatorio medico. Era stata Cantiere Picchiotti di Viareggio, fu ac- 32 nodi e una velocità di crociera di utilizzata come yacht di rappresen- quistato nel 2006 dall’armatore Gior- 28 nodi. Dal giugno 2010 fu quindi tanza del Presidente della Repubblica dano Fabiani, che la fece restaurare, in impiegata per charter di lusso nel Me- italiana ma nei primi tempi batteva tre anni di lavoro, nei Cantieri Navali diterraneo, offrendo per 35 mila euro bandiera panamense nel vano tentati- del Tevere nel rispetto della conserva- la settimana in bassa stagione e 40 mila vo di mascherarsi e una volta a Milaz- zione dei materiali originali, soprattut- in alta, più le spese, chef stellato per la Territorio d’a 159 preparazione di cibi ricercati, maggior- tro una generica dizione di «motoscafo mente ha svolto un normale compito domo, personal trainer, hostess e baby per soccorso sanitario»”. I due depu- di addestramento nelle acque del sud sitter ed un equipaggio di alta profes- tati chiedevano anche di conoscere Tirreno e nel canale di Sicilia. L’unità sionalità. Nel settembre 2017 a seguito “esattamente quali siano le attrezzature è in piena efficienza, per cui si ritiene dei dissesti e del fallimento di Italtra- sanitarie di cui dispone il mezzo...”. Il che debba essere mantenuta in servi- ding, gruppo Fabiani, l’imbarcazione, 30 settembre 1980 il deputato Falco zio”. messa all’asta dalla società di leasing Accame torno sull’argomento con una Accame dichiarandosi insoddisfatto di una holding bancaria fu aggiudica- interrogazione al Ministro della difesa, della risposta replicò che dopo la sua ta ad una cordata di imprenditori. A “Per conoscere quale è l’attività svolta attività ispettiva “la nave fu mandata capitanarla il patron della squadra di dalla nave R. Paolucci, classificata uni- a Consubin, e lì mimetizzata, nel se- calcio dell’Atalanta, Antonio Percassi tà per operazioni di soccorso in mare, greto delle operazioni degli incurso- con l’obiettivo di sottoporla a un nuo- ambulanza veloce. Per conoscere, nel ri della Marina, e quindi sottratta ad vo restauro, tuttora in corso, per poi caso l’attività svolta non giustifichi il occhi indiscreti”. Anche quel fatto, rimetterla sul mercato. mantenimento in servizio di detta uni- poi, suscitò una polemica, perché la Il “mistero” del Paolucci sfiorò an- tà, se ritiene opportuno mantenerla nave era di base a Messina, e le fami- che le aule parlamentari l’otto luglio ancora in servizio. Lo stesso Accame glie dei marinai che vivevano a bordo 1971 con l’interrogazione dei deputa- pose il 7 luglio 1981 al Ministro del- protestarono, in quanto, essendo stati ti Franco Franchi e Giuseppe Nicco- la difesa un’altra interrogazione sul improvvisamente trasferiti a La Spezia lai, presentata ai Ministri della difesa Paolucci sull’opportunità di mante- avevano dovuto lasciare le famiglie nel- e dell’interno, per conoscere, “...se la nerla ancora in servizio e “per cono- la città dello Stretto. Marina militare” avesse fatto costruire scere quali programmi ha svolto nella Lo yacht, porta il nome del tenen- un “grosso e lussuoso motoscafo d’alto scorsa estate 1980”. In Parlamento gli te medico Raffaele Paolucci, medaglia mare il cui impiego e le cui caratteristi- rispose l’on. Bartolo Ciccardini, Sot- d’oro al Valor Militare, per avere du- che non ne giustificherebbero in alcun tosegretario di Stato per la difesa, che rante la prima Guerra mondiale, alle modo l’appartenenza al naviglio mili- confermò che nave R. Paolucci, “è un dipendenze del Comando del Dipar- tare”. Gli interroganti chiedevano se motoscafo adibito a soccorso sanitario, timento Marittimo di Venezia, par- il Paolucci, fosse “arredato con sfarzo, dotato di una sala di pronto soccorso tecipato alla preparazione dei mezzi dotato di tappeti e moquette, nonché per ammalati ed infortunati. L’unità d’assalto per l’azione di Pola del 1° no- di aria condizionata in tutti i locali, non ha capacità di ricovero, in quanto vembre 1918, con le mignatte portate di quadri e di vasellame di lusso, e nel non è una nave ospedale; può soltanto dal Mas 95, utilizzate per l’affonda- caso lo sia, quale scopo hanno tali at- trasportare feriti da unità in navigazio- mento della corazzata austriaca Viribus trezzature in un mezzo militare; se sia ne o da basi sprovviste di attrezzature Unitis. vero che l’unità fu costruita per uno sanitarie. L’unità, dal gennaio all’ago- scopo diverso da quello di realizzare sto del 1980, è stata in riparazione per nella pagina accanto: la Paolucci a Marisicilia alla fine un mezzo militare e che tale scopo non la sostituzione dei motori, che abbiso- degli anni settanta e lo yacht Picchiotti in versione è stato dichiarato, bensì occultato die- gnavano di manutenzione. Successiva- charter. NEL 1983 ENTRAVA IN FUNZIONE A MESSINA LA STAZIONE DI DEGASSIFICA PER NAVI CISTERNA, PRIMO IMPIANTO IN ITALIA

Il 15 novembre 1983, l’Ente au- gno 1975, prevedendo la costruzione, e navigò fino al novembre 1993 anno in tonomo portuale consegnava alla da parte dell’E.A.P.M., della stazione di cui fu portata alla demolizione, spiag- Smeb-Cantieri navali Spa, la stazio- degassificazione, dichiarata di pubblica giandola a Chittagong (Bangladesh). ne di bunkeraggio per navi petroliere, utilità, indifferibile e urgente, e il cui Le navi di questo tipo furono le prime prima a essere realizzata in Italia e una progetto prevedeva la sua realizzazione unità ad avere un sistema anticollisio- delle più avanzate del Mediterraneo. “all’esterno (verso lo Stretto) della co- ne e navigazione satellitare asservito a Serviva per il trattamento dei residui siddetta Zona Falcata di Messina, al di un elaboratore elettronico dell’IBM provenienti dallo stoccaggio di pro- fuori dell’ambito portuale”. (M.A.B.S.) Maritime application brid- dotti petroliferi e dal fondo di navi La prima nave a essere trattata fu ge system. cisterna, evitando che durante il la- l’Agip Lazio della Snam di 250 mila L’anno che approdò a Messina scari- vaggio delle stive, i residui del greggio tonnellate di portata, con una stazza cando, in meno di ventiquattro ore, 22 fossero scaricati in mare. La stazione di lorda 127 mila tonnellate; era una delle mila tonnellate di acqua, la Snam Spa, Messina nasceva, infatti, come centro sei super petroliere costruite per il tra- società del gruppo Eni, volle utilizza- di smaltimento delle scorie chimiche sporto petrolifero dal Golfo in Italia re, sin dall’inizio, i servizi della prima e industriali con il recapito finale dei insieme alle navi gemelle Agip Marche, stazione di degassificazione in Italia, residui tossici da navi. Dal punto di vi- Agip Campania e Agip Abruzzo. Varata per adeguarsi alle nuove regole della sta normativo l’impianto industriale fu il 14 ottobre 1975 nei cantieri di Mon- Marpol 73/78 relative all’inquinamen- autorizzato con la L.R. n.45 del 6 giu- falcone, la petroliera fu consegnata alla to marino ed ecologia. Dopo la dichia- Snam il 14 giugno dell’anno successivo Territorio d’a 161 razione di fallimento che il Tribunale, l’otto ottobre 2003, emise per debiti vicini ai 38 milioni di euro, l’impianto fu sottoposto a sequestro giudiziario e rimase fermo e inutilizzato per lungo tempo con tutti i problemi d’inqui- namento che ne derivarono. L’opera di bonifica dell’area fu rimandata per vari anni a causa di due inchieste; una relativa al fallimento dell’azienda e l’al- tra sull’inquinamento dell’area. Il 21 dicembre 2006, dopo settantadue ore, sulla nave danese Longobarda, furono caricate 7 tonnellate di rifiuti tossici prelevati dall’ex area Smeb a Messina, e destinati a raggiungere il porto di Pro- vesten, in Danimarca. Qui alcune delle sostanze reflue furono trasferite in un centro di smaltimento, altre in un im- pianto di termovalorizzazione, mentre, una parte degli oli fu impiegata per la produzione di energia elettrica. A gen- naio del 2004 la nave tornò in riva allo Stretto per lo smaltimento delle ac- que reflue. Per gli interventi di boni- fica dell’area la Regione Sicilia stanziò 14 milioni di euro, mentre la messa in sicurezza dell’area ebbe un costo di 5 milioni di euro. Nel giugno 2016 si avviarono i la- vori per la demolizione dell’ex stazio- ne di degassifica nell’area dei Cantieri SMEB Società messinese ente bacini. Fu il primo passaggio per la riconquista alla città della Zona Falcata della città, che identifica il sito su cui si è sviluppa- 162 Territorio d’a

to il primo nucleo stabilmente abitato della città e che ha dato origine alla sua antica denominazione (l’antico nome Zancle vuole dire falce da cui falcata). Il suo compendio si estende dall’at- tuale cavalcavia ferroviario, che sovra- sta il fascio dei binari della stazione marittima, fino all’estrema punta della falce, dove è ubicato il Forte di S. Sal- vatore. La sua area è stata oggetto di di- sputa sin quasi l’inizio dell’Unità d’Ita- lia, così che, in esecuzione del disposto dell’art.33 del regolamento, approvato con R.D. del 21 luglio 1911 n.1033, in attuazione all’art. 65 della legge n.466 del 13 luglio 1910, fu nominata una Commissione speciale per procede- re alla delimitazione delle aree di tale Zona. Fu indicato tra l’altro il sito da destinarsi al Deposito Franco, che in- nescò una querelle sull’attribuzione alla città di Messina di una zona di esenzio- ne doganale in cui attrarre imprendito- ria. La vicenda si trascinò sino alla legge statale n.191 del 15 marzo 1951 che ne delimitò specificatamente il perimetro, considerato al di fuori del territorio do- ganale dello Stato. Una controversia sul Punto Franco del Porto di Messina, in- cancrenitasi negli anni per mancanza di regolamenti attuativi, evoluzione della normativa, interpretazioni giuridiche e soprattutto disarmonie di obiettivi strategici. E cosi, a poco meno di un millen- nio dalla sua prima istituzione - maggio Territorio d’a 163 del 1197, quando Enrico VI e la mo- glie, Costanza d’Altavilla, assegnarono a Messina il titolo di Porto Franco - e dopo più di mezzo secolo dall’appro- vazione della legge di Stato che lo de- cretava, non ne resta che materia di confronti politici e dibattiti, tra storia e “mito”. Il primo marzo 2020, la regione ha approvato il piano di caratterizzazione della zona falcata presentato dal Co- mune e dalla Autorità di Sistema che lo finanzierà, propedeutico agli interventi di bonifica che dovranno essere attuati e poi il Consiglio di Giustizia Ammi- nistrativa per la Regione Siciliana, con sentenza n. 184 pubblicata il 18 marzo 2020, ha respinto il ricorso con il quale il curatore fallimentare di Eurobunker strumenti urbanistici e dal Piano Rego- la zona falcata e del water front e, con S.r.l. chiedeva la riforma della senten- latore del Porto si svilupperà verso sud esso, del corretto rapporto mare-città za TAR Catania 2898/2016 che aveva nelle aree di Maregrosso e verso nord all’insegna di uno sviluppo ecososteni- confermato la validità degli atti a suo in continuità con la fascia antistante le bile e della piena fruibilità delle risorse tempo emessi dall’Autorità Portuale e mura, fino alla Cittadella e oltre. Cer- eco ambientali e paesaggistiche. cioè il diniego di concessione e l’ordine tamente un’occasione importante di re- di sgombero delle aree. cupero dell’affaccio a mare e del pano- Recentemente vi è stato realizzato rama dello Stretto al centro della città, il parco Don Blasco, nell’area cernie- di rimodellamento di un tratto di costa ra tra la città e la lingua di terra che caratterizzata dalla inaccessibilità, e di delimita il porto, per decenni sede di riappropriazione di una porzione signi- un campo Rom. Il progetto di riqua- ficativa della penisola di San Raineri con l’affaccio verso testimonianze del sopra: l’area falcata di Messina; lificazione, commissionato dalla Elios nella pagina accanto: i silos della stazione di bunke- Petroli di Messina, è stato redatto da passato, quali le mura cinquecentesche raggio e visione generale dei cantieri e della stazione e il Bastione don Blasco, le strutture di degassifica; Elena La Spada e Olga Cannizzaro, nelle pagine precedenti: il varo dell’Agip Lazio (1975) ed ha permesso di realizzare un pri- della Cittadella, la Lanterna del Mon- e la nave Longobarda che nel 2006 prelevò 7 ton- torsoli. Importanti tappe tutte queste nellate di rifiuti tossici dall’ex area Smeb; veduta mo anello di un più complesso parco generale della stazione di degassifica e dei cantieri costiero che, così come previsto dagli per il recupero e la valorizzazione del- messinesi e il realizzato Parco Don Blasco. UN TRAGHETTO DELLO STRETTO DIVENUTO ATTRAZIONE TURISTICA PER IL DIVING IN SPAGNA

Osservando lo Stretto in molti, spes- re, lo scrittore scozzese Patrick Brydone center ove il particolare interesse su- so viaggiatori di un tempo e di oggi, si (1736-1818) nel 1773 nel suo Viaggio bacqueo e naturalistico è rappresentato chiedono come mai un talento naturale in Sicilia e Malta, annotò lusinghieri dallo scafo sommerso da esplorare. La così suggestivo non sia sfruttato per i ri- pareri come nel 1781 Déodat de Do- nave traghetto Reggio aveva compiuto svolti economici che iniziative impren- lomieu, studioso francese membro il suo viaggio inaugurale il 19 maggio ditoriali, legando territorio, mare e ini- dell’Accademia delle Scienze di Fran- 1960, in un momento storico in cui si ziative turistiche, potrebbero suscitare. cia, pioniere della moderna vulcanolo- pensava che il vettore delle Fs, andava Del mare dello Stretto di Messina nel gia e mineralogia, fece pubblicando nel incrementato in un quadro del poten- 1887, parlò l’inglese Karl Baedeker nel- 1783, “Voyage aux iles de Lipari fait en ziamento del trasporto ferroviario e dei la sua guida, Handbook for Travellers 1781, ou Notices sur les iles Eoliennes, collegamenti tra Sicilia e Continente. Third Part, dedicata al sud dell’Italia e pour servir a l’Histoire des Volcans”. Le aumentate esigenze del traffico alla Sicilia. Ma la suggestione del pae- E dal mare dello Stretto, attraverso le sullo Stretto determinarono infatti l’en- saggio e forse la gastronomia del luogo, navi simbolo del suo attraversamento, trata in linea di due navi tecnologica- influenzarono nel 1822 anche la scelta i ferry boat, in tempi più recenti arriva mente di nuova concezione, moderne e del nobile diplomatico russo, consiglie- una provocazione iberica su cui riflette- capienti. Il 3 giugno del 1960, entrò in re di Stato, Arseij Julinetz (1770-1849) re per promuovere una nuova modalità servizio una nave lunga 128,5 metri, per all’inizio del XIX secolo, che stabilì a di fruizione turistica del patrimonio. Il la prima volta dotata di quattro binari Messina la sede del consolato russo in vecchio traghetto Reggio, delle Ferrovie di carico, dalla linea elegante e velocità Sicilia. Prima di lui un altro viaggiato- dello Stato, trasformato in un diving Territorio d’a 165 di 17,7 nodi: era la Reggio, il cui nome riprese quello dell’omonima nave radia- ta nel 1950. Al porto di Villa San Gio- vanni fu realizzata la terza invasatura, e nel 1964, ultimata e attrezzata la quinta invasatura a Messina, entrò in servizio la San Francesco di Paola con caratteristi- che molto simili alla Reggio, che operò nello Stretto sino al 1986 quando andò in disarmo. Fu venduto il primo giu- gno 1989 alla impresa spagnola Jmenez Ballester di Cartagena per 600 milioni di lire che si proponeva di utilizzarla come nave multifunzione per le olim- piadi Barcellona 92. Il 15 gennaio 1990 fu trainata dai rimorchiatori Ecodelfino e Jupiter in Spagna, toccando prima il smo subacqueo. Fu cosi rimorchiato e di e alienato nel 1998 da un armatore porto di Genova ove le furono smonta- nuovo affondato nel 1992, sulla costa di dell’Honduras che le cambio nome in ti i motori. Il Reggio arrivò nella capi- Mongrí tra i porti di Estartit ed Escala, Princess Christine; tornò nel 1999 alla tale della Catalogna alla fine degli anni a circa 35 metri di profondità. Al largo precedente denominazione per esse- ‘90 e durante i lavori di adeguamento della Costa Brava lo scafo di 115 metri, re trasformata in nave da crociera a si svilupparono a bordo numerosi in- sbandato dal lato sinistro, affondando Ostenda, ma nel 2003 perse la “santità” cendi che non compromessero mai la si spezzò in tre tronconi, con la poppa con il nome Francesco di Paola e invia- galleggiabilità della nave. Evento che si orientata verso la punta del Castell. ta a Belize, a gennaio 2004, per essere verificò l’anno dopo, durante la forte Il relitto del Reggio da quel giorno demolita. pioggia caduta tra il 12 e il 13 dicem- ha arricchito e completato l’offerta per A Messina rimane dal 1991, abban- bre 1991, che fece imbarcare acqua dalle gli appassionati del turismo subacqueo donata dalla “sua” città, all’imbarco numerose aperture realizzate sui ponti. di fronte al paese de l’Estartit, ad un della rada San Francesco, il relitto se- Al molo di Barcellona il Reggio, imbar- solo miglio dal porticciolo le Isole Me- miaffondato della Cariddi. cò acqua sommergendosi sino al ponte des, piccolo arcipelago formato da sette passeggiata, e non fu più utilizzabile per piccoli isolotti, epicentro di una zona l’evento olimpico. Rimase semiaffonda- protetta, riserva marina e parco sotto- sopra: il traghetto Reggio in Spagna, prima dell’af- fondamento nella zona ove diventerà una metà del to fino a quando nel 1991 la Generali- marino. diving (1992); tat de Catalunya lo rilevò e recuperato La sua quasi gemella, il traghet- nella pagina accanto: l’arrivo a Messina del Reggio da una ditta canadese per l’impiego di (1960) e il piano di esplorazione del relitto del fer- to San Francesco di Paola, nel 1975 ry boat, sommerso nella zona della riserva marina scogliera artificiale e promuovere il turi- fu trasferito sulla rotta della Sardegna iberica. NAVI A VELA DI OGGI E LA CANTIERISTICA MESSINESE

Già nel Quattrocento nell’area dello cambiamenti degli scenari della cantie- lavori di manutenzione straordinaria, Stretto, era delineata una importante ristica mondiale si è sempre mantenuta e dopo importanti ammodernamenti attività cantieristica, ispirata ad una e se ne trova traccia oggi nelle realtà de- di tre anni fa, era in programma, tra il secolare tradizione degli arsenali mes- gli stabilimenti dell’Arsenale militare e marzo del 2020 e l’autunno del 2021, sinesi, culminata nella seconda metà dei cantieri navali peloritani. un giro del mondo per il veliero varato del XVI secolo con i due cantieri per Proprio per ricordare lavorazioni nel 1931, che l’emergenza coronavirus galee. Nel corso del Settecento, dopo che un tempo erano prerogativa delle ha bloccato fermando la programmata la demolizione nel 1615 dell’Arsenale antiche navi a vela, il riferimento non campagna “L’Italia a vele spiegate”. La- di Messina, si preferì la realizzazione può che andare al Vespucci, il veliero vori e interventi manutentivi su questa d’imbarcazioni fra le dieci e le cinquan- senza tempo della Marina ed ai tanti nave sono di grande rilievo e si volgono ta tonnellate, utili ad assicurare i traf- scali, ultimo nel 2016 e, insieme alla in cantieri particolarmente attrezzati fici tra la città dello Stretto e la costa gemella Cristoforo Colombo, nel 1934. e non sarebbero eseguibili a Messina, Calabra. L’esperienza e la tradizione dei Il Vespucci, ogni ventennio affronta tuttavia, nel maggio del 1979, si ricorse maestri d’ascia messinesi, pur mutuata allo stabilimento peloritano. Il Vespucci dalle trasformazioni del tempo e dai Territorio d’a 167 al comando dell’allora capitano di va- scello, Giovanni Iannucci, partito da Genova per la precrociera di maggio, durante la manovra di ancoraggio a Gaeta, la “macchina timone” si incastrò a fine corsa, permettendo di governare solo con le quattro ruote del timone a mano, manovra che necessita di otto nocchieri, e determina l’inevitabile ri- tardo nei tempi di risposta, anche nel dare solo 15 gradi di barra. Il Vespucci fece quindi rotta per Napoli, ove però non venivano garantiti interventi in tempi rapidi e allora fu scelto con non poche perplessità, l’Arsenale di Messi- na, L’agghiaccio timone smontato, fu riparato in pochi giorni dalle maestran- ze dell’Arsenale peloritano e il Vespucci nel corso degli anni, ha effettuato una Nel 1993, il capitano K.A. Kremljan- poté proseguire la sua precrociera con lunga sosta manutentiva presso l’Arse- skiy, comandante della Druzhba, portò rotta per Trapani e con la gratitudine nale di Messina, tra il 1984 e il 1985. alla cittadinanza messinese, incontran- del comandante Iannucci, regatante di Lunga e prolungata sosta nei cantieri do il sindaco il saluto ed il ringrazia- valore internazionale, che sarebbe poi della Smeb di Messina fu quella che nel mento degli uomini della nave il cui tornato a Messina dal 1989 al 1991, 1993, fece il tre alberi a vela ucraino nome “дружба”, significa “amicizia”. come ammiraglio, Comandante Mi- Druzhba, armato dalla Blach sea ship- L’unità utilizzata come nave scuola da- litare Marittimo Autonomo in Sicilia. ping company di Odessa, sottoposto a gli allievi della marina mercantile della La perizia delle maestranze messinese modifiche strutturali, per la realizzazio- Federazione Russa, dopo i lavori a Mes- si confermò poi, più volte, in lavori ne di 29 cabine passeggeri doppie, un sina salpò alla volta di Odessa dove fu sulla meno impegnativa ma altrettante ristorante con 75 posti, due bar prima presentata al Ministro dell’Educazione affascinante altra nave della Marina ita- per essere impiegata in alcuni periodi di Kiew e ai rappresentanti dell’Acca- liana, la Palinuro. Una delle ultime tall dell’anno anche come nave da crociera demia navale mercantile. ships, come vengono chiamate le navi in Mediterraneo con scali in Grecia o a vela con alti alberi, varata nel 1934 Turchia durante l’estate e in mar Rosso a Nantes con il nome di Commandant in inverno. Oltre ai locali equipaggio la Louis Richard, passò alla Marina mili- nave fu fornita di dodici ambienti plu- sopra: l’Arsenale di Messina alla fine dell’Ottocento; nella pagina accanto: la Druzhba attrezzata per le cro- tare nel 1951 come Palinuro, ed oltre a ricuccette per ospitare i frequentatori ciere turistiche e l’uscita dai cantieri Smeb a Messina approdi tecnici per riparazioni eseguite dei corsi di formazione pratica a bordo. dopo i lavori manutentivi (1984). 168 Territorio d’a

La Druzhba era stata varata a Danzi- ca, in Polonia, nel 1987 insieme a unità simili, sempre per l’addestramento na- vale degli equipaggi dell’allora URSS; erano la Mir, il Khersones, per la forma- zione in Mar Nero, la Dar Mlodzhei, la Pallada e la Nadezhda, per la scuola navale superiore intitolata a G.I. Ne- velsky. La nave Druzhba dopo la ri- strutturazione nel cantiere peloritano, utilizzata anche per attività turistiche, è da circa diciotto anni in disarmo. La mancanza di risorse economiche go- vernative l’hanno infatti costretta a un fermo in porto, ormeggiata a Odessa, in attese di finanziamenti necessari al suo mantenimento, alla manutenzione nei bacini di carenaggio, alla fornitura di nuove vele, un albero e sartiame. Per le strane causalità che riserva la vita sul mare, Vespucci, Palinuro e Druzhba, tutte e tre navi che avevano sperimentato la professionalità degli stabilimenti messinesi, si incontrarono in occasione del 150° anniversario della spedizione via mare di Garibaldi verso la Sicilia. Ripercorsero insieme la rotta che fecero i piroscafi Piemonte e Lom- bardo il 5 maggio 1860, con il consen- so di Giovan Battista Fauch, ammini- stratore della Raffaele Rubattino & C e all’insaputa dell’armatore della Società di Navigazione a Vapore Sarda. A quel- la Tall Ships Regatta, del 2010, da Ge- nova a Trapani, parteciparono le scuole di marina di tutto il mondo e tra le navi Territorio d’a 169 più rappresentative, vi erano il Vespucci, la Palinuro e la Druzhba, che fece la sua ultima apparizione nel panorama inter- nazionale. Tutte tre “regatarono” anche con l’Oloferne, goletta aurica varata nel 1944 nel cantiere Russo di Messi- na, con il nome di Giovanni primo, ex barca da lavoro impiegata per anni sul- la rotta Palermo Ustica, restaurata nel 1967 e sottoposta a restyling nel 2006. Per incentivare il patrimonio di esperienza e professionalità delle ma- estranze dei cantieri messinesi, e pro- muovere nei giovani la conoscenza e l’amore per il mare, nel maggio 1998, con il Comune di Messina, la Sta Italia, Sail Training Association, aveva defini- to una prima intesa per la costruzione e l’allestimento di una nave con il nome di Città di Messina. La nave lunga 30 metri, che sarebbe stata destinata all’e- ducazione marinaresca dei giovani, capace di imbarcare 27 persone, non prese mai il largo e il progetto per aiu- tare la cantieristica navale peloritana a superare la crisi, rimase un’idea da rea- lizzare.

a lato: la nave a vela Druzhba insieme alla Khersones, oggi entrambe in disarmo nel porto di Kerch in Cri- mea, e sopra: e le navi a vela della Marina Militare italiana Palinuro e Vespucci, sempre sottoposte a in- terventi manutentivi di rilievo; nella pagina accanto: l’Arsenale di Messina prima del 1908 e lo scafo di un veliero sottoposto al calafatag- gio nei cantieri della zona falcata del porto di Messi- na, nei primi del ’900. LO FARO E CAMARGUE NAVI DUE VOLTE “SCOMPARSE”

Erano lì a pochi metri dalla bat- Resti di una prua e di uno scafo, era della nave da carico Maddalena Lo tigia, nella zona falcata di Messina, relitti della nave Rigoletto e del cargo Faro, denominazione assunta nel 1968 pezzi di piroscafi spiaggiati accanto ai Camargue, “approdati“ rispettivamente passando all’armatore Lo Faro, di Na- resti dell’antica Cittadella, la comples- nel 1980 e alla fine degli anni novanta. poli, modificando il precedente nome sa struttura fortificatoria a stella, pro- Erano “compagni” visivi dello straor- di Rigoletto, quando fu varata il 24 gettata dal tedesco Carlo Nurembergh, dinario scenario dello Stretto, che dal marzo 1955 dai cantieri Kieler Howal- con funzioni repressive nei confronti 2020 sono scomparsi per l’erosione dtswerke e A.G., di Kiel per la Rederi della popolazione messinese ribelle al continua dei marosi, che ne ha causato A/B Soya, di Stockholm con la gemella dominio spagnolo. Erano lì sull’arenile, l’insabbiamento o l’immersione. Traviata. ai piedi di un inceneritore per i rifiuti Una silenziosa uscita di scena, in li- La nave di 1898 tonnellate di stazza, solidi urbani, oggi dismesso, realizzato nea con la distratta attenzione che que- lungo 78.6 metri, era un «cargo» ado- nel 1972 dall’Amministrazione Comu- sti due relitti hanno sempre registrato perato un tempo come traghetto e suc- nale, e divennero, uno dal 1980 l’altro per via della loro celata posizione nella cessivamente riadattato per il trasporto dal 1999, due succedanei di punti “co- penisola di San Raineri, sotto il bastio- di automobili; il primo luglio del 1980, spicui” della costa dello Stretto, poco ne Don Blasco. alle 8,52 a 30 miglia a Sud-Est da Capo visibili da terra, ma conosciuti dai navi- Il relitto più vecchio, che da oltre Spartivento, in Calabria scoppiò un ganti dello Stretto e dagli appassionati quarant’anni giaceva in quel punto, incendio a bordo. L’equipaggio fu co- di escursioni subacquee. Territorio d’a 171

merci. Nel 1994 con un carico di grano approdò nel porto di Milazzo ove, ri- mase abbandonata dall’equipaggio per molti anni, condividendo l’ormeggio al molo Marullo con la motonave Mise- no giunta nel porto mamertino l’anno prima con un carico di 3000 tonnellate di loppa di cemento, sequestrata e, an- stretto ad abbandonare la nave che tra- varata nel 1966 nei cantieri belgi Werf ch’essa al limite della galleggiabilità. La sportava un carico di auto usate, di cui S.A.B.A.R.N. di Bruges con il nome di Camargue finì per essere cancellata dai molte Mercedes da trasferire dal porto Roodebeek, per la Armement Schelderu- registri dei Lloyds nel maggio 1994, sia belga di Antwerp, a Beirut in Libano. pel S.A., Brussel. Nel 1969 fu venduta come nominativo che compagnia d’ar- I sedici membri dell’equipaggio, dopo all’armatore tedesco Reederei Flint & mamento. Ad aprile 1999 fu definitiva- aver lanciato il Sos, furono soccorsi Co. di Amburgo, che modificò il nome mente cancellata dai registri e la nave fu dalla nave danese Mercandiar Impor- in Liselotte Flint; quindi dal 1972 si spostata dal porto mamertino durante ted II. Verso la zona di mare indicata chiamò Turnberry per l’inglese Geraldo i lavori di ampliamento della banchina confluirono un elicottero della Marina Ltd., e nello stesso anno fu venduta alla del porto. Da lì a poco il relitto riap- militare ed uno dell’Enel (quest’ultimo Usborne & Sons di Londra. Nel 1979 parve a Messina, altrettanto misterio- impegnato nello Stretto di Messina per fu acquisita dalla flotta della Longha- samente, sulla spiaggia di San Rainieri, la manutenzione dei cavi dell’elettro- ven Carriers Ltd chiamandosi Rockha- soggetto cult insieme al Rigoletto, per dotto), il dragamine Gelso e due mo- ven e nel 1982 due anni dopo ribattez- fotografie artistiche. È fu il suo secon- tovedette. La nave con il rimorchiato- zata Stern dalla panamense North Sea do spiaggiamento, questa volta fatale, re d’alto mare Capo Passero giunto da Shipping & Trading Co.S.A.. Nel 1986 dopo quello di cui fu protagonista nel Messina e Mare Jonio di Augusta fu ancora un cambio di nome in Sea Eagle 1985, sulla costa di Great Yarmouth in trainata e ancorata nella rada Paradiso per gli armatori North Sea Shipping & Gran Bretagna. e lì ispezionata dell’ingegner Renato Trading Co.S.A. Kingstown, Vct. che Rainone capo dell’ispettorato regionale la vendettero nel 1990 alla North Sea della navigazione per la Sicilia orien- Shipping & Trading Co.S.A. King- tale. Il 5 luglio il relitto della nave fu stown, Vct. che ne mantenne la deno- sopra: la zona di San Raineri a Messina, ove Lo Faro quindi rimorchiato nella zona di San minazione. Nel 1991 passò alla Astrid e Camargue erano diventate parte integrante di un paesaggio, spettatore della loro triste “agonia” e della Raineri per la demolizione e recupe- Shipping & Trading Inc. Kingstown, loro decomposizione, durata quaranta anni per la ro delle lamiere con tracce di ciò sulla Vct. cambiando nome in Astrid ed infi- prima, un ventennio per l’altra; ma erano e “sono” anche relitti vivi, con il cambiamento e le mutazioni spiaggia e sul fondo, ad una profondità ne dal 6 dicembre 1992, Camargue con temporali, ora emersi da un mare tranquillo o tem- di circa 30 metri. l’ultima società armatrice la Sea River pestoso, parzialmente affioranti o sotto la sabbia; nella pagina accanto: immagine della Maddalena Lo L’altra nave, il cargo Camargue, di Shipping Ltd di Saint Vincent & Gre- Faro (26 giugno 1977) e ciò che resta insabbiato 393 tonnellate di stazza lorda, era stata nadines, che la utilizzò per trasporto dell’argano di prua del relitto del Camargue. ARENARSI NELLO STRETTO DI MESSINA

La Regola 30 del codice della Navi- l’undici gennaio del 2017, con la nave rimorchiatori portuali di stanza nel por- gazione marittima prevede che una nave porta container Gustav Maersk dell’ar- to peloritano, Grifone e Macistone, e uno incagliata deve mostrare i fanali prescrit- matore Maersk che dopo aver lasciato dal porto mamertino, Città di Milazzo e ti a proravia, un fanale bianco visibile su il pilota a completamento dell’attraver- la motovedetta CP 2088. La Capitane- tutto l’arco d’orizzonte oppure un pal- samento dello Stretto, sulla rotta sud- ria di porto di Reggio Calabria è inter- lone; a poppavia, un fanale bianco visi- nord, è andata a incagliarsi sulla sponda venuta in supporto con la motovedetta bile su tutto l’arco d’orizzonte e, inoltre, calabra, sotto Torre Cavallo sulla costa CP 801 ed è stata attivata l’unità antin- nel luogo più cospicuo: due fanali rossi Viola. La nave battente bandiera dane- quinamento d’altura del gruppo Casta- sovrapposti visibili su tutto l’arco d’o- se, lunga 366 metri, con un pescaggio lia Ievoli Red. Un evento, che verificatosi rizzonte e tre palloni sovrapposti. Una di 11 metri e un dislocamento di circa a cinque anni dall’incidente della Costa normativa che conferma come incagliar- 98000 tonnellate, è stata presto disinca- Concordia il 13 gennaio 2012, all’isola si in mare è un’eventualità tutt’altro che gliata grazie all’operatività della Guardia del Giglio, ha riproposto la frequenza rara e che in un punto della navigazione costiera di Messina – Autorità Maritti- di incidenti nello Stretto di Messina. difficile, come lo Stretto di Messina, è ma dello Stretto che aveva inviato due Un mare ove se ne sono registrati nu- un pericolo sempre presente per via di forti correnti, venti, e traffici marittimi intensi. Il tema è tornato di attualità Territorio d’a 173 merosi, e pure dolorosi come, quando il 15 gennaio 2007 si contarono quattro vittime e 90 feriti, dopo la collisione tra l’aliscafo Segesta Jet delle Ferrovie dello Stato, in servizio sulla rotta Reggio Ca- labria-Messina, e la nave portacontainer Susan Borchard. Quasi nella stessa zona ove, il 9 luglio 1988, si era registrato un incidente con un bilancio più lieve, quattordici feriti, a bordo della motonave Edra delle Fs, che urtò la nave portacontainer panamense, Cgm Languedoc. Uno degli ultimi, fu quello che coin- volse, a marzo del 2012, il cargo Hc Rubina, battente bandiera di Antigua e Barbuda, finì sugli scogli frangiflutti di Ganzirri, sulla costa siciliana dello Stret- alla morte di tre uomini dell’equipaggio, 1° Settembre dopo i lavori di controllo to. La nave proveniente dal porto turco registrò un cospicuo incendio che com- dei cavi dell’elettrodotto sottomarino. di Iskenderun e diretta a Marina di Car- promise il governo della nave. Ormai L’ Eugenio C. si arenò quindi sul basso rara nel pomeriggio fu disincagliata con alla deriva la corrente la trascinò fino fondale nei pressi dell’allora terminal l’aiuto dei rimorchiatori e ormeggiata a Torre Faro, incagliandosi a un centi- d’imbarco degli aliscafi; disincagliata, nel porto a Messina, per le ispezioni del- naio di metri dalla spiaggia. Alla fine di restò in porto a disposizione dell’Auto- la chiglia per segnalare eventuali danni. quell’anno, il 28 dicembre, era toccato rità Giudiziaria e della Capitaneria di Ma l’annus terribilis corso dalla co- alla nave cipriota Arko Glory che, dopo Porto che aprirono due inchieste paral- sta messinese, almeno per i pericoli da aver perso alcuni container nello stretto lele per fare luce sull’episodio e accertare inquinamento, fu il 1985; il 23 marzo, di Messina, si arenò a Contemplazione, eventuali responsabilità. Ancor prima, poco prima dell’alba, la nave cister- nella riviera nord di Messina e poi disin- con condizioni meteo marine avverse, il na Patmos, entrò in collisione con la cagliata con il motopontone Italmar. Il 6 dicembre 1979, la nave traghetto Tou- spagnola Castillo de monte de Aragona, 23 giugno 1986, fu poi la motonave da rist Ferry Boat I per un’avaria al timone, nello Stretto di Messina, a meno di un crociera Eugenio C. con 1068 passegge- poco dopo aver lasciato il porto di Vil- chilometro dalla costa calabrese La Ca- ri a bordo e 241 uomini d’equipaggio; la San Giovanni, si arenò sulla spiaggia stillo, 94 mila tonnellate e 34 uomini di lasciando il porto di Messina, venne di Torre Faro. Nella notte, con pioggia equipaggio, proseguì il suo viaggio con in collisione con il pontone Arabella. a dirotto e vento che soffiava a ottanta rotta per l’Egitto, senza pericolo, avendo L’imbarcazione, battente bandiera libe- chilometri l’ora, il portellone fu aperto anche le cisterne vuote. La Patmos oltre riana, era anch’essa ormeggiata al molo sbarcando i cento passeggeri; l’indoma- 174 Territorio d’a

mondiale e poi vendute a conflitto ul- timato. Nel 1942 si chiamò Ocean Val- ley; nel 1947 divenne MOT; nel 1949 Malmesbury, per l’armatore londinese Alexander Shipping Co, nel 1955 Gran- ny Suzanne, per gli inglesi della Trafal- gar SS CO (Tsavliris Ltd), e nel 1958 Free Enterprise, per la Nigean Shipping Co, Monrovia, prima di passare ai gre- ci come Alexander Tsavliris, quando fini sugli scogli di Messina. Storici gli affon- damenti della Bowesfield, nave a vapore dell’armatore inglese Binnington che il 22 maggio 1892, al comando del capita- no Bayley, proveniente dall’Inghilterra, con un carico di carbone, incagliatasi a punta Faro e del piroscafo Amerique del- la compagnia Frassenet, al comando del capitano Augusto Sanchè, proveniente ni il rimorchiatore Castor riuscì a disin- del cargo greco Alexandros Tsavliris, che da Marsiglia, che nel 1905, dopo la col- cagliare l’unità e trainarla fino all’im- dal 1959 era stato acquisito da armato- lisione nello Stretto col piroscafo della barcadero della società per sbarcare gli ri del Pireo. Nell’incidente di Messina Ngi Solferino, proveniente da Reggio automezzi che erano rimasti a bordo. Il non riportò danni tanto che prosegui Calabria, si spiaggiò a Torre Faro. Più 18 ottobre di quello stesso anno, la nave la sua attività e, nel 1964, fu venduta amplificati due eventi risalenti il primo Vega dell’armatore Rosalina Shipping agli inglesi della Trafalgar S.S.Co che la al 30 maggio 1956, con protagonista la Inc. ex Aries, costruita nel 1954 dai can- ribattezzarono Newdene. Divenne Free RMS Caronia, nave della Cunard Line tieri Weser Seebeck di Bremenhaven, si Navigator, nel 1965 per la Pancristo che aveva fatto il suo viaggio inaugura- era arenata a Torre Bianca, sul litorale Shipping Co, Panama e l’anno dopo le il 4 gennaio 1949 tra Southampton e tirrenico, ove rimase insabbiata fino alla Kantara per la cipriota Shipping Co, New York, guadagnandosi da subito la sua demolizione avvenuta in loco. Da Cyprus prima di essere demolita a Spe- reputazione di essere una delle navi più cronaca locale fu l’incidente nel 1962, zia nel 1969. La nave di circa sette mila lussuose ed eleganti. A Messina il tran- sugli scogli prospicenti il monumento tonnellate era stata varata nel 1942 nei satlantico inglese nell’entrare in porto, si alla Batteria Masotto, da registrare per la cantieri californiani della Permanente arenò sul fondale di Cantemplazione ove curiosità mostrata dai messinesi e per la Metals Corp di Richmond e faceva parte rimase fino a tarda notte, prima di esse- particolarità che fu una nave a cambiare delle sei classi Ocean dell’Empire Liber- re disincagliato, dai rimorchiatori e an- otto volte il proprio nome. Si trattava ty, realizzate durante la seconda guerra che con l’aiuto di navi traghetto. L’altro Territorio d’a 175 episodio accadde il 21 novembre 1913 e protagonista fu un incrociatore coraz- zato della Regia Marina, il San Giorgio, che partecipò prima alla guerra italo tur- ca e in seguito, alla prima e alla secon- da guerra mondiale e nel ruolo di nave ammiraglia, alla guerra civile spagnola. L’incrociatore corazzato, al comando del capitano di vascello Adolfo Cacace, battente l’insegna del comandante della 2a Divisione Navale, contrammiraglio Umberto Cagni, in trasferimento da Reggio Calabria a Napoli, per errore di navigazione si incagliò sulla spiaggia di S. Agata (Messina). Liberato dalla presa del fondo con l’aiuto di cilindri di spinta inviati da Napoli, il 10 dicembre l’unità entrò a Messina con i propri mezzi.

sopra: la nave passeggeri Mount Olympos della com- pagnia greca Typaldos Lines, spiaggiata nella rada San Francesco (dicembre 1967); a lato: la Regia nave S. Giorgio arenata a S. Agata, sul litorale nord di Messina (1913); nella pagina accanto: la RMS Caronia arenatasi a Messina e disincagliata nel 1956, anche con il sup- porto delle navi traghetto; nelle pagine precedenti: il cargo Rubina arenato a Ganzirri (2012) e la nave Alexandros Tsavliris a Mes- sina, sugli scogli della passeggiata a mare; il piroscafo Amerique a Capo Peloro. UN EROE MESSINESE: IL COMANDANTE SALVATORE TODARO

Il 16 settembre del 1908, tre mesi della morte, grazie al Comando Marit- pellini: “Sedici ottobre 1940 ho affonda- prima del terremoto di Messina, nella timo Sicilia, al Rotary Club Messina e to il piroscafo belga Kabalo; ho sbarcato città dello Stretto nasceva, Salvatore To- all’Istituto del Nastro Azzurro, che han- i naufraghi a Santa Maria delle Azzorre”. daro, capitano di corvetta della Mari- no dedicato una mostra documentaria, L’episodio del Cappellini, è legato al pe- na militare italiana, eroe della seconda una conferenza al Teatro Vittorio Ema- riodo in cui Todaro, operava alle dipen- guerra mondiale. Perì nel dicembre del nuele, e una targa apposta sulla sua casa denze di Betasom dalla Base Atlantica 1942, durante il rientro dalle operazioni natale. Nella ricorrenza del 75° anniver- di Bordeaux per bloccare le rotte marit- “BO.G.1” e “Beta”, dirette contro l’ae- sario, il 14 dicembre 2017, al forte San time tra gli Stati Uniti e la Gran Bre- roporto ed il porto di Bona, a La Galite Salvatore, nella base navale di Messina è tagna. È una della tante storie legate al (Tunisi), nel mitragliamento aereo della stato invece inaugurato un piccolo mu- comandante messinese, ma è quella che nave appoggio Cefalo, sulla quale si tro- seo dedicato a Todaro. La sintesi dello lo consacrò “eroe” non soltanto in Ita- vava imbarcato. Messina, nel dicembre spirito e dell’animo dell’eroe messinese è lia. Al largo dell’isola di Madera, il piro- 2015 ne ha ricordato il 73° anniversario contenuta in quel radiotelegramma che scafo Kabalo, di 5186 tonnellate, unità fece trasmettere dal sommergibile Cap- dispersa del convoglio Alleato QB223, subì l’attacco con il cannone di superfi- cie del sommergibile Cappellini e la nave in fiamme fu rapidamente abbandonata dall’equipaggio. Il comandante Todaro si occupò dei naufraghi; ne raccolse cin- que, ultimi ad aver abbandonato la nave, e poi, rintracciò una delle due scialuppe di salvataggio con a bordo ventuno ma- rinai; ne trasbordò a bordo due grave- mente feriti, andando alla ricerca della seconda scialuppa. Appreso dalla radio che la seconda imbarcazione era stata trovata dal piroscafo Panama, invertì la rotta e, tornato sul punto ove aveva la- Territorio d’a 177

intitolato il più moderno sommergibile della flotta della Marina Militare Italia- na, che per una strana coincidenza cento anni dopo il 1908, ne fece “risentire” il nome nello Stretto. Rientrando in Ita- lia, dopo sei mesi di attività addestrativa con la Marina statunitense, nelle acque dell’oceano Atlantico, approdò a Mes- sina per gli appuntamenti commemora- tivi del centenario del sisma. La Marina militare aveva già intitolato una delle quattro corvette antisommergibili della classe “De Cristofaro” all’eroe Todaro, varata il 24 ottobre 1964 ed assegnata sciato la prima scialuppa, la rimorchiò o del tutto ignorato. Solo dopo 10 anni al II Gruppo della II Divisione Navale. nella speranza di incontrare una nave venne alla luce, quando “La Gazette de Dopo il periodo di prove, collaudi, e ad- neutrale. Dopo la rottura del cavo di Bruxelles” pubblicò un minuzioso rac- destramento preliminare del personale, rimorchio e successivamente della stes- conto del tenente Gaudron e le testimo- l’unità raggiunse Messina, sua sede di sa scialuppa, Todaro decise di imbarcare nianze di altri superstiti del Kabalo che, assegnazione; la bandiera di combatti- tutti i naufraghi e di far rotta per l’isola a conoscenza della morte del coman- mento, donata dalla Sezione A.N.M.I. di Santa Maria delle Azzorre, raggiunta dante Todaro durante la guerra, vollero di Messina, le fu consegnata nel porto all’alba del 19 ottobre. Quel generoso onorarlo con quella narrazione. La sto- peloritano il 25 giugno 1967. Nel 1992 comportamento non venne apprezzato ria ebbe allora la giusta risonanza e in e fino al 1994 fu di base ad Augusta, per dal comandante in capo dei sommergi- seguito una ignota signora portoghese il servizio con la Scuola Comando e per bilisti tedeschi, l’ammiraglio Karl Dön- indirizzò alla Marina italiana una lettera eseguire crociere di vigilanza nel Canale itz, che commentò “mai un comandan- con le parole: “Fortunata la Nazione che di Sicilia. L’unità fu disarmata il 30 set- te tedesco avrebbe anteposto la sorte ha figli come questo. C’è un eroismo tembre 1995, per la successiva radiazio- dei naufraghi allo svolgimento della sua barbaro, ma ce ne è un altro davanti al ne, dal 30 aprile 1997. missione bellica”; Todaro gli rispose con quale le anime si inginocchiano: il suo. quelle parole ormai storiche per la Mari- Siate benedetto per la vostra bontà, che na italiana e non solo: “Un comandante fa di voi un eroe non solo dell’Italia, ma tedesco non ha, come me, duemila anni dell’umanità”. Al comandante Todaro, di civiltà sulle spalle”. Ma della vicenda decorato delle Medaglie d’Oro al Valor sopra: naufraghi del Kabalo a rimorchio del sommer- di quel salvataggio non si ebbe un’im- Militare, d’Argento al Valore Militare, gibile Cappellini; nella pagina accanto: il sommergibile Todaro in ban- mediata diffusione pubblica e anche in d’Argento al Valore Militare “sul cam- china a Messina (2008) e il comandante Salvatore Marina l’episodio fu presto dimenticato po” e di Bronzo al Valore Militare, è Todaro (1908-1942). IL FOTOGRAFO VENUTO DAL MARE CON LA FLOTTA RUSSA DOCUMENTÒ I DANNI DEL 1908

Molte delle fotografie che documen- Guerra civile del 1918-1921 ed all’as- terremoti della storia. Mikail Trofimov tarono il disastroso evento del 1908 sedio di Leningrado dal 1941 al 1944, tornò a Messina il 2 marzo 1911, a bor- furono scattate a Messina da Trafimov quando insieme a cinquantamila russi, do dell’incrociatore Aurora, per riceve- Mikail Vladimorovich, un russo, uffi- perse la vita la Olga, moglie dell’uffi- re insieme ad altri cinquanta marinai ciale superiore tecnico, allora imbarca- ciale-fotografo. Alcune immagini sono russi, reduci della missione del 1908, to sulla corazzata Tzésarévitch, una del- conosciute ma molte sono particolari e la civica medaglia in riconoscenza del- le sei navi russe della squadra imperiale certamente inedite e non viste in Ita- la solidarietà ricevuta. Sulla corazzata del mar Baltico giunte in soccorso della lia, come quelle della vita a bordo della Tzésarévitch insieme a Trofimof era im- popolazione all’indomani del sisma. nave russa durante la sosta a Messina. barcato un allora giovane guardiamari- Elena Neznaenko, nipote dell’ufficiale Oltre che ufficiale di macchina, faceva na, Nikolaj Rijbahov, che nel 1958, nel russo, donò nel 2014 copia di quelle parte del gruppo di quei marinai russi a cinquantenario del sisma, intervistato a immagini relative a quei drammatici cui era stato assegnato il compito di do- Mosca da “Realtà Sovietica”, raccontò eventi, agli archivi del Museo Regiona- cumentare visivamente le esercitazioni del dramma di quelle “barelle sui pon- le di Messina. Conservate gelosamente navali cui partecipavano le navi impe- ti della nave trasformata in ospedale” e dalla famiglia, quelle foto, sono scam- riali, nella baia di Augusta, e che finì grazie alle immagini di Mikail, se ne ha pate a tutti i “cataclismi” del Nove- poi per testimoniare uno dei più grandi di quelle parole, una visione più reale. cento, dalla rivoluzione del 1917, alla I russi, protagonisti di quella pagina di storia, erano poco più di tremila, tra uf- Territorio d’a 179 ficiali e marinai; erano imbarcati sulla col più generoso entusiasmo, per risponde- Makarov di 7835 tonnellate re all’appello della patria, siano di giusto di stazza; sul Bogatyr di 6550 tonnella- premio la lode di S.M. il Re ed il plauso te, incrociatori rispettivamente con un della Nazione, di cui fu autorevole inter- equipaggio di 570 e 593 uomini; sulla prete il Parlamento. Un esercito nel quale Slava,14 mila tonnellate e sulla Tzés- sono così profondamente radicati il senti- arévitch,13 mila tonnellate di disloca- mento della fratellanza nazionale ed una mento, che imbarcavano 825 e 778 uo- illimitata abnegazione nell’adempimento mini di equipaggio; oltre ai 20 ufficiali, del dovere, dà giusta ragione di una pie- 4 conduttori e 260 capi e comuni delle na fiducia nei destini avvenire d’Italia.” cannoniere Giljak e Koreec. Il 20 gennaio 1909, il Gabinetto del Le immagini arricchiscono il reper- Ministero della Marina precisando l’e- torio sulla Messina del dopo terremo- cercarono prima il loro comandante, satta didascalia di una foto pubblicata, to, che fotografi come Ludi, Focardi, Francesco Passino, deceduto nel crollo il 10 gennaio, dall’Illustrazione italiana, Rosselli, Sofia Moretti, Sergi, Barotta, della propria abitazione, e poi prestaro- in cui venivano ripresi marinai indicati Bruni, La Pera, Angelo Cairoli, Scar- no i primissimi soccorsi. L’allora Mini- come russi della Makaroff, ma che ap- pettini, Casati, Celso, Luca Comerio, stro della Guerra, sen. Severino Casana, partenevano alla Regia nave Regina Ele- James M.Dais, Vachier, A.F. de Doer, il 16 gennaio 1909, rientrando a Roma, na, sottolineò proprio l’impegno degli Gav A.Vasar, e tanti altri ignoti, hanno dopo essere stato nelle zone terremo- uomini della Regia marina. lasciato per documentare quella trage- tate, trasmise un messaggio ai militari All’indomani del sisma che distrus- dia. I primissimi aiuti giunsero invero impegnati nelle operazioni di soccorso: se Messina, le tre unità della squadra dai marinai delle navi della Regia Ma- “Al momento di lasciare questi luoghi ter- navale russa, offrirono l’aiuto dei loro rina ormeggiate nel porto di Messina, ribilmente provati dalla sventura, invio a equipaggi, già dall’alba di martedì 29 che proprio nel soccorso alle popola- tutti gli appartenenti all’esercito, che han- dicembre 1908, quando in città si regi- zioni, sperimentò la prima attività na- no qui dato il generoso concorso dell’ope- strarono 139 lievi scosse di terremoto. vale di protezione civile, messa in atto ra loro, il mio generoso saluto. A quanti, A quelle navi battenti la bandiera im- dal piroscafo Campania, inviato insie- superstiti al disastro, hanno concorso fino periale - croce di Sant’Andrea celeste su me alla Prima divisione navale, come dal primo momento e con sereno eroismo campo bianco- si unì anche il vascello nave ospedale. Sulla disastrata banchina alla grave e pietosa opera di soccorso, di- di linea della flotta del Baltico Gloria, del porto di Messina, sbarcarono an- mostrando all’evidenza che le più terribili che trasportò feriti e superstiti da Mes- che i marinai italiani dell’incrociatore prove non abbattono l’animo del soldato sina a Napoli. Piemonte, che era in porto con le altre italiano, non ne diminuiscono l’energia unità della prima squadriglia torpedi- e non gli tolgono la fede nell’avvenire, niere, Saffo, Serpente, Scorpione, e Spi- giunga il tributo della mia viva ammi- sopra e nella pagina accanto: l’ufficiale-fotografo, ca di stanza nella città. Da bordo del razione. Ad essi e a coloro che, inviati qui Trofimov Mikail e le navi russe ancorate a Messina Piemonte scesero a terra i marinai che da ogni parte d’Italia, hanno fatto a gara, all’indomani del sisma. L’ AURORA RESTAURATA PER IL CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE, CONSERVA MEMORIE DEL SISMA

Per il centenario della Rivoluzione rivoluzione bolscevica, si continua ad comunque cinquanta dei marinai, che d’ottobre del 1917, il leggendario in- attribuirle la presenza, all’indomani del si erano resi protagonisti degli aiuti alla crociatore Aurora (Крейсер Аврора), sisma del 1908, tra le navi della flotta popolazione terremotata nel 1908. Tra cosi chiamato in onore dell’omonima imperiale russa, che portarono aiuto le navi russe che offrirono l’aiuto dei fregata che difese la città di Petropa- alla popolazione terremotata di Messi- loro equipaggi alla popolazione, l’Au- vlovsk-Kamchatski durante la Guerra na. L’Aurora non era in quell’occasio- rora non c’era! Il 3 marzo 1911, l’u- di Crimea (1853-1856), è tornato a ne a Messina, ma venne solo due anni nità della flotta del Baltico a Messina ormeggiarsi a San Pietroburgo. Negli dopo, ormeggiandosi, il 2 marzo 1911 ricevette le attestazioni di riconoscen- ultimi due anni la nave era stata sotto- nel porto peloritano, cooperando, tra za della città per gli aiuti che i mari- posta, nei cantieri navali di Kronshta- l’altro, alle operazioni di spegnimento nai russi avevano reso; il Comune di dt, a riparazioni e restauri per circa 12 di un incendio nella baracca realizza- Messina per l’occasione, fece coniare milioni di euro. A quella nave da cui, ta per il cinema Peloro, nei pressi del una medaglia, su disegno dello scultore alle 21.45, un secolo fa, partiva quel Dogana. Tra quell’equipaggio vi erano Donzelli, che fu consegnata, nel corso colpo di cannone che dette il via all’as- di una solenne cerimonia, allo Stato salto del Palazzo d’Inverno e innescò la maggiore dell’incrociatore, poi trasfor- Territorio d’a 181 mato in museo galleggiante nel porto di Leningrado ove tale oggetto d’oro fu conservato. In anni recenti, dopo varie visite di diplomatici e rappresentanti istituzionali russi, si apprese che di tale medaglia, in uno dei vari capovolgi- menti storico-politici del Paese, se ne erano perse le tracce. Nel giugno 2012, la Città e la Provincia di Messina do- narono la sua riproduzione, realizzata dall’orafo Francesco Cosio, in occasio- ne dell’inaugurazione del monumento dedicato ai Marinai russi. Tale opera, realizzata da Vassily Selivanon, ripren- de, il modello che, nel 1911, aveva ideato lo scultore Pietro Kufferle, che, come la medaglia, è oggi conservata a bordo della nave museo Aurora a S. Pietroburgo. L’Aurora era tornata sul Mar Baltico agli inizi del 1906, insieme a diverse al- tre navi, superstiti della disastrosa bat- taglia di Tsushima del 27-28 maggio 1905 inflitta dalla flotta giapponese. Danneggiata da un siluro lanciato da una corazzata nemica, l’Aurora fu una delle poche unità russe a poter riparare nel porto di Manila nelle Filippine. Al termine della guerra fu adibita a nave scuola dal 1907 portò a termine nu- merose crociere di addestramento. Nel marzo 1908 comandante dell’Aurora era divenuto il capitano del 1° rango, barone Vasili (Viliam) Nikolayevich Fersen (1858-1917) che sino al genna- io 1909 resto al comando della nave, 182 Territorio d’a di base a Petrograd. Durante una sosta Il rapporto ufficiale del vice-con- di bordo, Novikoff …la cerimonia è stata a Stoccolma il 19 giugno 1908, anco- sole della Russia a Messina trasmesso solenne, … la gente che si è ammassata ra una volta si erano manifestate avarie all’Ambasciata di Russia a Roma ne sulla banchina ha applaudito vivamente che costrinsero l’unità dal 13 agosto, a descrive in maniera incisiva la visita al suono dell’Inno Russo. La stessa sera ha lunghe riparazioni come lo smontaggio nella città dello Stretto:“ giunto il 1 di avuto luogo una serata di gala nel nuovo di diverse traverse; la revisione di tutte marzo dopo mezzogiorno... l’Incrociatore teatro, con l’intervento di tutte le auto- e tre le macchine, macchinari ausilia- è stato fatto attraccare alla banchina e le rità civili e militari. Sono stati invitati ri e caldaie, la sostituzione della parte cerimonie hanno avuto luogo sul ponte il comandante Leskoff, una ventina di anteriore di camini; la rimozione dei con l’intervento di tutte le Autorità ci- ufficiali e quasi un centinaio di marinai due cannoni da 75 millimetri; il mi- vili, militari, e religiose. La medaglia e dell’Incrociatore. Ha regnato grandissi- glioramento della protezione della tor- l’attestato sono stati portati dal Comitato mo entusiasmo e al suono alternati degli retta e piccole modifiche per il confort organizzatore (i membri della redazio- inni russo e italiano, sono stati lanciati ai abitativo a bordo. Nel 1909, tornato ne del giornale Nuovo Telefono) il cui coraggiosi marinai dei fiori e rivolte loro operativo l’incrociatore poté iniziare Presidente è il signor Migneco e il vice grida di evviva interminabili. L’indoma- l’attività delle campagne all’estero e suo Presidente, Anastasi. Sono stati pronun- ni, il 3 marzo, il comandante Leskoff è comandante divenne il capitano del 1° ciati dei brevi ma affettuosi discorsi dal stato invitato dal comm. Sofio, Presidente rango Peter N. Leskov che condusse Regio Commissario, cav. A. Salvadori, dell’orfanotrofio Regina Elena, accompa- poi la nave a Messina a ricevere i rico- dal Prefetto, comm. Gino Buganza, dal gnato dal comm. Makejeff, a visitare l’i- noscimenti per equipaggi e navi russe. Presidente della Deputazione provincia- stituto dove alcuni orfani hanno recitato Sino ad agosto 1912, con Diana e Bo- le, l’avv. Quattrocchi e da padre Calvi, dei versi toccanti. Il comandante ha poi gatyrëm, fu destinata alla formazione a nome di S.E. l’Arcivescovo, da uno visitato, diversi altri istituti di carità, pratica dei cadetti della Navale Facoltà studente dell’Università. Il comandante mostrando un tatto squisito e sentimenti di Ingegneria e dei sottufficiali. Leskoff ha risposto a tutti, con il dottore molto elevati. Dopo mezzogiorno il Co- mandante ha invitato tutte le autorità a Territorio d’a 183

bordo per un tè. Il giorno seguente, il Pre- sidente della Società Operaia, il comm. Paolo Savoca, col Consiglio di ammini- strazione, si è recato a bordo e ha fatto dono al Comandante Leskoff dei diplomi di membro onorario da trasmettere ai comandanti delle quattro navi, “Cesare- vitch”, “Slava”, “Makaroff” e “Bogatyr”. Egual diploma è stato donato al comm. Makajeff, anche lui presente a Messina nei giorni del disastro. Dopo mezzogior- no, alle ore 16, la nostra Municipalità ha invitato il comandante Leskoff e tutti gli Ufficiali per un vermut d’onore al Grand Hotel Pagliari. Qui, tutte le autorità, il comandante Leskoff e gli Ufficiali hanno preso congedo, esprimendo sentimenti di affettuosa fraternità”.

sopra: le targhe a bordo del “museo” Aurora e la lapi- de sulla facciata del palazzo Zanca, con i nomi delle navi russe; a lato: l’esodo dei superstiti della tragedia (1908); nella pagina accanto: l’imbarco sulle scialuppe russe nel porto di Messina (1908); nelle pagine precedenti: l’equipaggio dell’Aurora in gita ai colli S. Rizzo - Messina (1911) e navi alla fon- da nel porto della citta disastrata (1909); il restau- rato Aurora alla fonda nel porto di San Pietroburgo e le visite protocollari a bordo dell’Aurora, ormeg- giato Messina nel 1911, per ricevere riconoscimenti della Città. L’ Aurora fu varato nel maggio del 1900, completato nel 1902, entrò in servizio nel 1903 e partecipò alla guerra russo-giapponese (1904-1905). Affondata durante la seconda guerra mondiale, fu riportata a galla; nel 1957, trasformata in museo e negli anni ’80 sottoposta a grandi restauri. 184

MSC SEASIDE LA NAVE PIÙ GRANDE MAI COSTRUITA IN ITALIA, HA RINVERDITO LA TRADIZIONE DELLA MAIDEN CALL

La MSC Seaside, l’ultima ammi- prototipo progettato appositamente terno della crociera inaugurale testi- raglia della flotta di MSC Crociere, per gli amanti delle temperature più monia, ancora una volta, l’importanza uscita dai cantieri di Monfalcone il 29 calde che desiderano vivere da vicino che riveste questa città nelle strategie di novembre, ha fatto il suo primo scalo il mare e l’oceano, grazie a numerosi MSC Crociere”, rilevò Leonardo Mas- a Messina il 3 dicembre 2017. Con la ampi spazi all’aperto. sa, allora Country Manager di MSC sua stazza lorda di 154.000 tonnella- La crociera inaugurale, partita Crociere. te e una capacità di 5.179 passeggeri, da Trieste il 30 novembre, ha fatto A differenza di quanto ora disponi- MSC Seaside non è solo la nave più tappa a Messina e attraverso l’ocea- bile sul mercato delle crociere, MSC grande mai costruita in Italia, ma è no Atlantico terminò il 21 dicem- Seaside è stata la nuova stella di Mia- anche caratterizzata da un design in- bre a Miami dove ad attenderla c’e- mi, grazie a un design rivoluzionario novativo con una passeggiata ester- ra Sophia Loren, madrina di tutte le e ampiamente riconoscibile, ispirato na che mette i passeggeri a diretto unità della flotta di MSC Crociere. agli appartamenti che si affacciano contatto con il mare come nessuna “La scelta di inserire Messina all’in- sul litorale americano. Due esclusi- nave da crociera ha mai fatto pri- ve passerelle in vetro e un “Ponte dei ma. MSC Seaside è, infatti, un nuovo sospiri” a 40 metri di altezza offrono Territorio d’a 185 agli ospiti una vista sull’oceano che, prima d’ora, non era mai stata pos- sibile. Un pontile sul lungomare, il più ampio tra quelli realizzati su una nave, ruota tutt’intorno allo scafo, mentre gli ascensori panoramici col- legano i vari ponti esterni. Sviluppata per offrire la sistemazione perfetta per ogni tipo di ospite, la nave offre ca- bine modulari flessibili, che possono ospitare gruppi e famiglie fino a un massimo di dieci persone, esclusive suite angolari con splendida vista sul mare, cabine dotate di ampie terraz- ze private che affacciano sul pontile e lussuose suite con vasca idromassag- gio esterna. MSC Seaside dispone di una pista da bowling regolamentare, il cinema XD e la più lunga zip line sul mare, ma anche un aqua park in- terattivo con cinque scivoli acquatici; la prima nave da crociera con Slide- boarding™, ovvero scivoli lunghi 160 metri e spray area per bambini. MSC Seaside offre agli ospiti un’ampia scelta gastronomica all’in- terno e all’esterno della nave con un’invitante gamma di ristoranti in- ternazionali. Per il Grand Voyage transatlantico di posizionamento, della durata di 21 giorni, ha fatto uno scalo a Messina rinverdendo nel porto peloritano, la tradizione, avviata solo negli ultimi anni, di solennizzare l’inaugural call, cerimonia che la marineria celebra in 186 Territorio d’a

occasione del primo scalo di una nave marzo 2010 a bordo della MSC Ma- con l’ormeggio del 16 luglio 2009, in un nuovo porto. Prima di lei, per gnifica, undicesima nave della flotta, alla banchina Colapesce. Per la Splen- il suo viaggio inaugurale a Messina, la si tenne, la tradizionale cerimonia di dida, per la stagione 2009 ci furono cerimonia era stata fatta in occasione benvenuto. MSC Magnificaera par- 22 scali, con cadenza quasi settima- del primo approdo della nuovissima tita da Amburgo il 7 marzo per la nale, per un numero di croceristi che MSC Meraviglia. Prima ancora, la crociera di Vernissage, dopo il varo raggiunse le oltre 77 mila unità. La MSC Preziosa, tredicesima unità della approdando, undici giorni dopo, a MSC Poesia fu protagonista della ce- flotta, quarta appartenente alla Clas- Messina e quindi fare rotta verso Du- rimonia, il 17 aprile 2008 e analogo se Fantasia, da oltre 4000 passeggeri, brovnik, prima dell’arrivo a Venezia evento si svolse il 12 novembre 2004 che a Messina, il 25 marzo 2013, ce- per iniziare la programmazione estiva per la Costa Magica; il primo giugno lebrò il suo primo scalo inaugurale. Il per il 2010. Per la Costa Deliziosa il 2007 il benvenuto della città, fu dato 21 maggio 2011 era toccato all’am- primo approdò, fu invece il 24 set- invece alla Carnival Freedom, costru- miraglia della flotta della Carnival tembre 2010. Per l’allora ammira- ita dalla Fincantieri di Marghera, Cruise Lines, la più innovativa del- glia della flotta Msc Crociere, l’MSC battezzata il 4 marzo 2007 a Venezia. le fun ship, la Carnival Magic. Il 18 Splendida, l’occasione coincise invece Con le sue 130 mila tonnellate di Territorio d’a 187

stazza lorda era a quel tempo la più na Colapesce, per il suo primo scalo. 1997. Dal Mediterraneo al Mar Nero grande nave passeggeri mai realizzata E proprio a rendere omaggio allo sca- fino al Sud Africa, la nave ha regalato in Italia, oggi superata dalle 160 mila lo inaugurale della Msc Seaside, non si ai suoi ospiti crociere indimenticabili tonnellate della MSC Seaside; conse- può non ricordare, anche se non era lungo le rotte di tutto il mondo. gnata il 27 aprile 2011, era la cente- ancora seguita tale tradizione, ma che sima del gruppo Carnival. Navigator serve a rilevare l’attenzione dell’arma- of the Seas, la nave con le insegne di tore Msc verso Messina, l’arrivo della Royal Caribbean, ha invece operato Msc Melody, ex Atlantic, il 31 ottobre dal nuovo homeport di Messina dal 1997. Acquistata da MSC Crociere 30 aprile 2012. Il 29 maggio 2012, nel 1995, Melody, nave da 35.143 l’ultima nave da crociera della classe tonnellate, larga 27,35 metri e lun- sopra: la nave da crociera Navigator of the seas, al suo arrivo a Messina; lusso di MSC Crociere, Divina, 18 ga 204, in grado di ospitare poco più nella pagina accanto: la Costa Magica; ponti, una stazza di 137mila tonnel- 1.000 ospiti nelle sue 532 cabine, nelle pagine precedenti: arrivo nel porto pelorita- no della MSC Seaside (2017) e della MSC Opera; late, lunghezza di 333,3 metri e lar- dopo un restyling effettuò il suo pri- la Carnival Magic, ormeggiata nel porto messinese ghezza di 38, si ormeggiò alla banchi- mo viaggio inaugurale nel maggio del (2010) e la MSC Melody a Messina (1997). FUGACE APPRODO A MESSINA DI UNO STORICO YACHT

Il Delphine, storico yacht costruito Costruito in Michigan, è una del- li, alimentati da tre caldaie Babcock nel 1921, si è ormeggiato il 9 luglio le più grandi imbarcazioni degli anni e Wilcox1. Lo yacht ha cambiato il 2018 a Messina, passando inosservato ‘20 il cui primo proprietario fu Horace suo proprietario nel 1967 e nel 1968, nonostante sia considerato il più bel Dodge, cofondatore dell’omonima casa adottando il nome di Dauntless, e in- superyacht a vapore del mondo, e fa- automobilistica americana di Detroit, fine nel 1997 fu venduta per demo- cesse bella mostra di sé al molo Co- che ne disegnò personalmente i motori lizione all’imprenditore belga Jacques lapesce durante le brevi operazioni di ancora perfettamente funzionanti. Bruynooghe che dopo un restauro rifornimento in banchina. La nave a Di tutte le navi a vapore america- completo per oltre 40 milioni di euro, vapore è stata varata il 2 aprile 1921 ne costruite tra il 1893 e il 1930, la gli conferì l’aspetto originale del 1921, ed ha ospitato eventi storici come Delphine è la sola ancora in attività ad comprese le macchine motore e gli ar- l’incontro tra Winston Churchill e avere la sua configurazione originale, redi interni. La nave fu ribattezzata Franklin Roosevelt, che a bordo di compresi i due propulsori meccanici, Delphine dalla Principessa Stéphanie quell’imbarcazione prepararono la a quadrupla espansione di 1500 caval- di Monaco il 10 settembre 2003. In Conferenza di Yalta nel 1945. seguito messo all’asta, nel 2015 fu ac- Territorio d’a 189

quisito dall’attuale proprietario, un gli Stati Uniti sino all’11 maggio 1942 York City, e nel 1989 alla Sea Sun magnate russo che oltre ai 49.7 mi- come cannoniera PG-61 Dauntless. Fu Cruises franco-singaporese. Nel 1997 lioni di dollari di acquisto ne ha spe- nave comando dell’ammiraglio Ernest rivenduta come Delphine e rimorchia- si altri 10 per un fedele restauro. Ri- J. King, comandante in capo della ta a Bruges per un restauro durato dal spettato in tutto e per tutto i dettagli Flotta Usa e Capo delle Operazioni febbraio 1998 al luglio 2003, fu im- originali della struttura, compresi gli Navali, che issava le sue insegne sull’al- piegato come traghetto passeggeri Ss interni e gli originali motori a vapore, bero della nave verniciata in grigio ca- Delphine, operando da Monte Carlo. lo yacht è impiegato come charter di mouflage e munita di una contraerea. lusso dal porto di Monaco. Radiata il 5 giugno 1946, fu riacqui- Varato nel 1921, il SS Delphine, stata dalla vedova del primo proprie- una delle più grandi imbarcazioni co- tario, Anna Dodge Dillman di Grosse struite negli anni ’20, con i suoi 78,65 Pointe, Mich., riprendendo il nome metri e 1255 tonnellate, prese fuoco e Delphine. Nel 1950 passò a Horace A. affondò nel fiume Hudson nel 1926, Dodge, nel 1966 ad Anna Thomson ma recuperato dopo quattro mesi fu Dodge. Donata nel 1967 alla The Peo- restaurato con un costo di 750 mila ple to People Health Foundation, nel dollari; nel 1940 urta uno scoglio 1968 fu trasformata in nave scuola per sopra: Winston Churchill e Franklin Roosevelt, a a Manitoulin Island, Lago Huron, la Lundeberg Seamanship School di bordo dell’USS Dauntless (PG 619); la Delphine, du- Ontario, riportando solo danni lievi. Piney Point, Maryland, come Daunt- rante la guerra quando si chiamava USS Dauntless, Requisito dall’US Navy il 21 gennaio less. Nel 1986 divenne nave da cro- con la livrea di mimetizzazione; nella pagina accanto: lo yacht Delphine, ormeggiatosi 1942, presto servizio per la Marina de- ciera per la Travel Dynamics di New a Messina il 9 luglio 2018 ed un profilo della nave. IL VIAGGIO PER MARE E LE MIGRAZIONI

E mare, mare, mare. A momenti c’era rette del mare, cariche di migranti che tanti migranti o il loro rimpatrio. da immaginare che fossero scomparse le fanno rotta verso l’Italia, colmi di spe- Qualunque migrante guardando terra dalla superficie del globo, e che noi ranze e di paura, in una tragedia umani- indietro al viaggio per mare, in nave o navigassimo sull’oceano universale, senza taria che ogni “sbarco” comporta. barcone, ha certamente più incubi che approdare mai più. Ed il caldo cocente La migrazione di oggi, diversa per ricordi. Ma non è una risultante del non era il peggio: c’era un puzzo d’aria connotazioni ma non per motivazioni, fenomeno odierno dell’immigrazione fracida ed ammorbata, che dalla bocca- attraversa il Mediterraneo e raggiunge clandestina ma una costante nella sto- porta spalancata saliva su a zaffate sul l’Europa, registrando bilanci dramma- ria dell’emigrazione che aveva come co- cassero, un lezzume da metter pietà a con- tici. Il Canale di Sicilia, le coste sicilia- mune denominatore il mal di mare, la siderare che veniva da creature umane. ne, le isole di Lampedusa e Pantelleria qualità del cibo, la mancanza di privacy, Se non fosse per la prosa aulica, po- e Lampione, per molti sono diventati il la diffusione di malattie. Fino al 1850, trebbero essere le parole di quei migranti set naturale e vero, per reportage gior- la maggioranza degli emigranti imbar- che nel 1994, il film “Lamerica”, diretto nalistici, tristemente monocordi, ove cavano su navi a vela, con un viaggio dal regista Gianni Amelio, raccontava registrare immagini di innumerevoli della durata media di 43 giorni; succes- con i risvolti drammatici dell’immi- naufragi che hanno causato la morte di sivamente alla fine del 1870, le navi a grazione albanese. Una narrazione resa vapore, resero obsoleta l’epoca della vela attuale, oggi più di ieri, con quelle car- riducendo le traversate di 12-14 giorni. La propulsione a vapore già nel 1850 si Territorio d’a 191

espletarono a Ellis Island. La Registry room di Ellis Island permise di registra- re oltre 22 milioni di immigrati, oggi rintracciabili in un date base dell’A- merican Family Immigration History Center che anche attraverso un sito internet (www.ellisland.org) tiene viva la testimonianza della nascita di una popolazione multietnica. Una lista con i due milioni e 500 mila italiani che dal 1892 al 1897 e dal 1901 al 1937, crearono il mito degli italiani d’Ameri- diffondeva ma gli emigranti continua- ticolare nei primi anni del 1800 per la ca, divenuta icona con il regista Sergio rono a preferire i bastimenti a vela per le carenza di materiali e il ridotto livello Leone, autore di “C’era una volta l’A- più favorevoli e l’ultima nave a vela im- tecnologico delle navi; nel solo 1834, merica”. Dallo schermo alla realtà con piegata per le traversate oceaniche salpò diciassette naufragarono. Malattie come John Misso, un italiano giunto nel New dal porto di Amburgo nel 1879. tifo, colera e dissenteria furono alcune Jersey, nel 1961, che ha raccolto i figli, Le condizioni di vita a bordo erano delle più grandi minacce in mare e nel i nipoti, i parenti di quegli italiani in comunque sempre difficili, con siste- 1853, ad esempio il 10 per cento degli un’associazione dal nome pittoresco, mazioni in cuccette strette, ravvicina- emigrati irlandesi morirono in mare. Suns of Italy, i figli d’Italia. Sono oltre te, o in dormitori che si trovano sotto Poi con il progresso anche il “be- 600 mila riuniti in varie sezioni in più il ponte, con poca luce o aria fresca e nessere” di bordo, quello che oggi si Stati. Peter Galluzzo è uno di loro, im- soprattutto il cibo a bordo non varia- chiamerebbe qualità della vita, crebbe e prenditore del Massachusetts, che ogni va. Con l’avanzare del secolo, si avviò i viaggiatori trovarono spazi di socializ- estate torna nelle isole Eolie, a S. Mari- un processo di regolamentazione sia zazione per la musica e il ballo, scrivere na Salina da dove la madre, nel 1920, dell’alimentazione, con alcuni requisiti lettere a casa, o giocare. A volte si ce- emigrò per poi sposare negli Stati Uniti, minimi per il cibo a bordo delle navi lebravano matrimoni e si festeggiavano Vincenzo Galluzzo, della provincia di che includevano elementi quali biscotti, nascite a bordo. Agrigento. Americano di seconda ge- farina di frumento, farina d’avena, riso, Negli Stati Uniti, fino al 1890, gli nerazione ha avuto l’idea filantropica tè, zucchero e melassa. Doveva inoltre immigrati erano diretti a Castle Gar- di donare lo stabile materno, una casa essere garantito che ogni passeggero ri- dens, situato di fronte alla Statua della con dodici stanze, per realizzare la sede cevesse tre litri di acqua al giorno e ai Libertà su un’isola al largo della punta del museo dell’emigrazione a Salina. Un passeggeri era consigliato di portare con sud di Manhattan, per le prime pro- modo per contribuire a non disperdere sé caffè notevolmente preferibile al tè”. cedure d’immigrazione. In seguito dal la memoria di ciò che “noi siamo stati Quello che restò costante in quell’epo- 1890 fino al 1954, anno della sua di- e di ciò che siamo diventati”. Denomi- pea fu il pericolo di naufragio in par- smissione, le operazioni di ingresso si natore comune delle storie è il deside- 192 Territorio d’a rio di testimoniare anni di sacrifici, di Stati Uniti ove seguì le vicende del Pa- si imbarcarono per i paesi dell’Oceania impegno e l’orgoglio odierno di poter ese, attraverso la radio. All’ascolto delle con un picco di 6900 che si registrò nel menzionare le proprie origini italiane. notizie dall’Italia è riferito un aneddo- 1927. Scompaiono il senso di vergogna o di to che Mary lega alla promessa dell’ac- L’emigrazione dalle Isole Eolie fu rifiuto di integrazione con la comuni- quisto di un pianoforte. Lo strumento, rilevante nel primo triennio del Nove- tà di un tempo, per stereotipi cancellati uno Stainbeck, le sarebbe stato donato cento; si fermò quasi del tutto dal 1931 da nuova consapevolezza dell’italianità quando sarebbe stata capace di intonare al 1945, e riprese con ritmo sostenuto evidenziata dalle griffe nazionali che le note di “Giovinezza”. Mary ascolta- dal 1946 cessando, quasi completa- costellano la 5th Avenue di New York, va spesso la radio ed imparò quel ritor- mente, negli anni Sessanta. Dal 1901 al la strada più elegante della metropo- nello, ma una sera un poliziotto dalla 1914 dal porto di Messina transitarono li americana. Sono questi i sentimenti strada, sentì quelle note e sequestrò la 9916 eoliani di cui 6719 emigrarono che Grazia Genovese figlia di Giuseppe radio; ma il pianoforte le fu donato lo negli Stati Uniti, 2527 in Argentina e Genovese e Carmela Malvasio ha pro- stesso. Il padre messinese, ad otto anni, 670 in Australia. Negli anni cinquanta vato raccontando la sua storia. Il padre, era scampato al terremoto del 1908 e l’emigrazione eoliana sarà diretta in pre- nell’ottobre del 1921 sbarca dal Cristo- segui la famiglia a Mili S. Marco dove valenza verso l’Australia. foro Colombo, dopo un viaggio di due il datore di lavoro del padre, Munaò, Tra il 2010 ed il 2011, in 62 mila 083 settimane dall’Italia; il 18 gennaio del un operatore del settore agrumario, co- sono stati gli italiani sbarcati nel con- 1934 tornò in Italia per sposare la do- struì una villa. Nel 1966 volle tornare tinente oceanico, questa volta però da dicenne che aveva conosciuto in Sicilia in quella villa che aveva comprato nel un aereo con visto turistico o working durante l’infanzia e di cui era innamo- 1936, per essere sepolto nel cimitero holiday visa, che permette un soggior- rato. Fece fortuna, i figli si laureano ed del villaggio messinese come molti altri no di un anno. “Il mio primo viaggio uno, oggi scomparso, divenne deputato compaesani, Perrone, Lavalle, Romeo, per l’Australia – ricorda Giulio Scala, dello Stato di New York. In casa, Gra- Cirinna, Scoglio. ufficiale imbarcato su navi del Lloyd zia ha continuato a parlare un italiano Il porto di Messina rappresentò a ca- Triestino, nel suo “Memorie di un com- datato, ma comprensibilissimo. Nitidi vallo degli anni cinquanta, lo scalo prin- missario di bordo” – lo effettuai verso i ricordi di Mary Nasti, il cui padre fu cipale per l’emigrazione siciliana e me- il 1957 sulla motonave Neptunia, una commilitone di Mussolini nella Com- ridionale, soprattutto verso l’Oceania, nave da 11.000 tonnellate, che ospitava pagnia della morte, durante la Prima attraverso la rotta di Suez o attraversare circa 800 passeggeri; un numero molto guerra mondiale, mandato al fronte sul Gibilterra e circumnavigare l’Africa, ristretto in una prima classe ed il resto monte Grappa. Tornò a Mili San Marco attraverso il Capo di Buona Speranza. in “classe turistica” (così si chiamava, dai genitori prima di emigrare negli Sta- Non si può parlare di un’immigrazio- anche se quei disgraziati tutto erano, ti Uniti, nel 1921. Gli italiani che giun- ne italiana in senso stretto in Australia meno che turisti). I “turisti” dormivano sero in quel periodo in America, furono prima del 1870, ma già a partire dal in dormitori che si chiamavano “came- “trattati terribilmente”, e nel ’33 Nasti 1904 era consistente il flusso dai porti roni” con una cinquantina di posti in tornò in Italia in pieno regime fascista di Genova, Napoli, Palermo e Messina. letti “a castello”, un po’ come i trasporti per poi, subito dopo, rientrare negli Dal 1877 al 1939 oltre 67 mila italiani truppe dei soldati americani che veni- Territorio d’a 193 vano in Europa. La Neptunia non aveva aria condizionata e – attraversando il Mar Rosso – nei locali interni e nei “ca- meroni” la temperatura saliva a livelli molto alti, certamente ben oltre i 40-45 gradi centigradi. Le sale dormitorio da 50 letti erano ovviamente separate per uomini e per donne. I “locali”, adattati a dormitorio, non erano altro che stive di carico della nave; nel viaggio di ritor- no verso l’Italia, i letti venivano smon- tati e le stive riempite di balle di lana grezza, allora principale merce di espor- tazione australiana. I porti d’imbarco della Neptunia erano Genova, Napoli e Messina. Ci fu un ministro della Mari- na Mercantile, calabrese, che per motivi elettorali dichiarò che non poteva per- mettere che i poveri emigranti calabresi paese di accoglienza ma anche di nuove vissuto non sul mare, è di essere citta- dovessero recarsi sino a Messina per im- migrazioni di giovani, subì il fenomeno dini del Mondo. barcarsi per l’Australia, e fece fare scalo per guerre, fame e carestia che convin- Il viaggio è “una specie di porta, scri- una volta alla nave, oltre che a Messina, sero, negli anni, oltre 26 milioni di ita- veva Guy de Moaupassant, attraverso la anche a Reggio Calabria. Per un mira- liani a lasciare il Paese. Quelle necessità quale si esce dalla realtà come per pene- colo la Neptunia non si sfracellò sugli che oggi non hanno cambiato forma trare in una realtà inesplorata che sem- scogli”. per i migranti del Terzo Mondo, sostan- bra un sogno.” Quelle navi sono state lo strumen- zialmente si sono modificate per i gio- to di una migrazione straordinaria, in vani italiani del terzo millennio, che per cui si miscelava l’umanità più povera a rispondere alle loro aspettative lavorati- quella che trovava nel viaggio un risto- ve, invece della valigia di cartone, por- ro turistico-culturale. Navi che hanno tano il Pc ed un “pezzo di carta”; non si trasportato emigranti verso una vita imbarcano per un mese di navigazione migliore, e che racchiudevano in quei marittima ma per un quotidiano volo; sopra: l’emigrazione da Messina, con i bauli degli emi- granti in banchina, carichi di masserizie e ricordi per ponti, la forza di un sogno da inseguire non scrivono lettere ma si affidano ai non disperdere la memoria del proprio territorio; a tutti i costi e per i più ricchi l’idea di social, inviano mail o sms, dalle quali nelle pagine precedenti: la motonave Oceania in ban- china a Messina (1955); la Galileo Galilei del Lloyd una distinzione superiore non traspare, almeno apparentemente, Triestino nel porto peloritano (1964); e il saluto di L’Italia di emigranti, ora divenuta la speranza di tornare, il loro “sogno”, chi restava in banchina (1960). I “MARINAI” MESSINESI, GERACI E DOMINICI, E L’EPICA CIRCUMNAVIGAZIONE DEL GLOBO A BORDO DI UNA BARCA A VELA DI 10 METRI

Ottantacinque anni fa, nel giugno lunga 10 metri. L’allora ventiduenne Gibilterra, 27 giorni dopo, in Atlanti- del 1935, due messinesi, i “marinai” Dominici, nato a Paradiso, studente del co, con rotta per Tangeri incontrò l’A- Francesco Aurelio Geraci e Rosario locale Regio Istituto Nautico, come già merigo Vespucci e la Cristoforo Co- Dominici, a bordo di un’imbarcazione lo era stato Geraci, divenne coprotago- lombo che rientravano in Mediterraneo a vela, la goletta Mas (Memento Aude- nista dell’impresa nell’ottobre del 1933, nella loro seconda campagna d’istru- re Semper), conclusero la circumnavi- sostituendo nell’equipaggio, dopo l’in- zione al comando dell’amm. div. Ro- gazione del globo; l’epica impresa, per i fruttuoso tentativo di una prima par- meo Bernotti, comandante della Acca- tempi ed i mezzi usati dai due naviga- tenza, l’indisposto capitano spezzino demia navale negli anni 1932, 1933 e tori, fu patrocinata dalla Lega Navale Paolo David. La barca a vela, pontata, 1934. La goletta Mas, dopo aver attra- Italiana. Geraci, nativo di Giampileri, lunga appena dieci metri, fu costruita versato l’Oceano Atlantico, incappan- che fu anche ufficiale della Regia Mari- nel cantiere partenopeo Ciro Pellegrino do fra l’altro in mezzo a quella tempe- na, sacrificando tutti i risparmi del de- e partì il 18 agosto 1932, dal molo Pi- sta tropicale che causò molti danni cennale lavoro marittimo a bordo delle sacane di Napoli per “l’ardimentoso sulle coste di San Domingo, Cuba, etc. navi della Libera Navigazione Triestina, raid” marittimo di due anni. Passata a febbraio 1933, fu trasportata in Italia nel 1932, progettò la barca, una goletta a bordo del transatlantico Orazio della NGI, dopo l’interruzione del viaggio Territorio d’a 195

per il peggioramento delle condizioni approdò alla banchina del porto di to Colombia, Canale Di Panama, Ga- fisiche di Paolo David. L’avventura ri- Ripa Grande a Roma, dopo essere stata lapagos, isole Marchesi, atolli di Tonga- prese l’8 ottobre 1933, dal porto di festeggiata a Scaletta Zanclea, ove risie- reva e Manahiki, Samoa, Fiji, isole Puerto Columbia, dove si era interrot- devano i genitori del capitano Geraci. Banks, Port Moresby, stretto di Torres, ta, con la Mas, trasferita a bordo del L’edizione nazionale del “Corriere del Batavia, Aden, Massaua, Gedda, canale transatlantico Virgilio, con il nuovo pomeriggio”, venerdì 9 novembre 1934, di Suez, Messina, Napoli e Roma. Du- compagno Dominici. La barca fece in- titolò: Il giro del mondo di Geraci e Do- rante il lungo periodo di navigazione - fine ritorno in Italia nel maggio del minici, dando notizia dell’impresa dei si legge nel memorandum di Geraci e 1935, dopo avere percorso 27.775 mi- due messinesi. Sempre sul “Corriere nel diario di Dominici, oggi gelosa- glia in 399 giorni di navigazione. Du- della sera”, nell’edizione nazionale del mente custodito dagli eredi - si alterna- rante i lunghi giorni di navigazione le 27 giugno 1935, si leggeva del giro del vano ogni quattro ore nel turno di situazioni di pericolo e i momenti mondo in barca compiuto da due ita- guardia, quando il tempo lo consenti- drammatici non mancarono di certo, liani. L’itinerario prestabilito prevedeva va, altrimenti rimanevano svegli per ma il mattino del 7 giugno 1935 la go- soste a Napoli, Tangeri, Las Palmas, quanto necessario. Spesso, non dormi- letta, risalendo a vele spiegate il Tevere, Trinidad, Laguaira, Santa Marta, Puer- vano per più giorni e problemi si aveva- 196 Territorio d’a no per l’alimentazione, principalmente costituita da cibi in scatola, gallette, patate, cipolle e pesce fresco che pesca- vano in abbondanza specie nella traver- sata Panama - isole Galapagos. A se- conda delle traversate e delle possibilità di rifornimenti, avevano a bordo viveri per tre mesi e 600 litri d’acqua che usa- vamo solo per bere, per il caffè e per cucinare, quando era possibile. Per la- varsi usavamo acqua di mare e faceva- mo la doccia durante i forti e frequenti piovaschi tropicali. Anche in Oceano Pacifico, almeno per la metà occidenta- le, dalle isole Samoa allo Stretto di Tor- res fu una sequela di violenti fortunali. L’Oceano Indiano si rilevò relativa- mente tranquillo, anche perché l’im- barcazione riuscì ad evitare una forma- zione ciclonica a nord-est delle isole Seychelles. Il Mediterraneo, al ritorno, non macò invece di creare problemi a Geraci e Dominici, specie sotto Candia e nel tratto Golfo di Policastro-Napoli. Le traversate più lunghe del viaggio fu- rono da Las Palmas a Trinidad di 2980 pirati, incontrati durante la navigazio- della Patria”, attraverso gli Oceani ed i miglia superati in 34 giorni; da Panama ne, nel Mar dei Caraibi, ed una tribù di mari del mondo, in luoghi dove mai alle Isole Galapagos, circa 800 miglia in antropofagi all’isola di Gaua, a nord nessuno li aveva portati. Vorrei sperare rotta diretta, ma per via dei venti dive- delle Nuove Ebridi. La crociera com- – egli scrisse anni dopo- che il mio nuti, 2563, impiegando 62 giorni; dal- plessivamente fu di 399 giorni di effet- esempio, possa essere di sprone ai giovani le Galapagos alle Marchesi di 3100 mi- tiva navigazione con un percorso di colleghi per le maggiori glorie della Mari- glia, superati in 32 giorni; e la quarta 27775 miglia marine e di quel lungo neria Italiana, alla quale invio il mio da Batavia ad Aden lunga 5213 miglia viaggio Geraci conservò la personale affettuoso saluto. Dominici lasciò al ni- (quasi un quarto dell’equatore terrestre soddisfazione “di essere stato, l’unico pote un diario dattiloscritto in cui nar- compiuta in 72 giorni dei quali, ben 68 italiano che ha compiuto crociere del ra l’esperienza di portare a compimen- senza veder terra. E non mancarono i genere, portando con onore i colori to con ritorno a Roma via Ovest, una Territorio d’a 197 delle più ardite imprese marittime sino un pegno simbolico del loro sostegno, allora compiute dalle marine interna- una raccolta di firme degli italiani in zionali. La loro impresa, straordinaria Uruguay. Geraci dopo la l’avventura, per i tempi, per i mezzi nautici e per le tornò a navigare per la Marina mercan- attrezzature veliche, è semisconosciuta, tile e allo scoppio della seconda Guerra ricordata da pochi, rammentata da co- mondiale, fu richiamato per fare parte evi ritagli di giornali o più recentemen- della Forza Navale Speciale, agli ordini te da articoli apparsi su un numero del dell’ammiraglio Vittorio Tur. Conge- novembre 1982 della rivista della LNI dato con il grado di Capitano di Cor- e sul periodico “La Rassegna d’Ischia” vetta, comandò per lunghi anni il Li- nel 2015. A differenza di altri Paesi, per berty, Santa Rita. Dominici tornò i navigatori di anni precedenti ed a invece nella sua Messina ed operò a quelli che si sono succeduti in successi- terra di tradizione marittima, per per- bordo di piroscafi di piccolo cabotag- ve epoche, con ben più attrezzate im- sonaggi come Alberto De Albertis, fon- gio e poi sui primi traghetti privati che barcazioni, se ne perpetua la memoria datore nel 1879, a Genova dello Yacht collegarono la Sicilia al Continente; come è stato per Joshua Slocum, primo Club Italiano, che a bordo della mitica morì nel 1979, nell’anno in cui la Fast- uomo a fare il giro del mondo in solita- Violante, imbarcazione di 12 tonnella- net, divenne la regata più sfortunata rio tra il 1895 ed il 1898 o il francese te, lunga 12 metri, con una superficie della storia della vela da competizione, Alain Gerbault protagonista della cir- velica di circa 130 mq con randa, fioc- 15 morti e cinque barche colate a pic- cumnavigazione dal 1924 al 1929. A co e trinchettina, aumentabile a 189, co. Geraci mori più tardi, nel 1983, Geraci e Dominici non una targa nella con freccia e controfiocco, può a buon nell’anno in cui Azzurra era la prima sua città, una via, un francobollo com- ragione considerarsi il padre del dipor- barca a vela italiana della storia, a parte- memorativo o un museo che avesse tismo nelle Eolie. Sicuramente il primo cipare all’Americas Cup. conservato quella barca-cimelio. La go- italiano essendo stato preceduto dal letta Mas esposta infatti alle Fiera del conte Luigi di Neudorf, pseudonimo Levante del 1937, conclusa l’esposizio- dell’Arciduca Luigi Salvatore Asbur- ne in Puglia, fu lasciata morire nel por- go-Lorena “venuto lo scorso anno a Li- to di Bari nell’indifferenza collettiva, pari sul suo yacht Nix sotto bandiera come testimoniò, rammaricato in una austriaca.” Ma anche a Bagnara Cala- intervista, lo stesso Geraci. Un popolo bra che ricorda i suoi “marinai” come di navigatori gli italiani, forse, ma dalla il leggendario navigatore Vincenzo memoria labile e dal consolidato vezzo Fondacaro, che nel 1880/1881 insieme sopra: Geraci e Dominici a bordo della loro barca; a lato: la Lega navale di Messina premia i due “ma- di non custodire testimonianze e atti a Orlando Grassoni e Pietro Troccoli rinai” messinesi; che sono l’orgoglio di una nazione. con una piccola imbarcazione a vela nelle pagine precedenti: la rotta seguita dalla goletta Raro l’esempio del culto della memoria Mas, nel giro del Mondo; la barca a vela Mas, golet- il Leone di Caprera, attraversò l’Atlanti- ta di dieci metri e Geraci con Paolo David a bordo per stupendi marinai come in Liguria, co per portare all’eroe dei due mondi dell’imbarcazione. VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS

Una delle presenze architettoniche verso Roma, fece sosta a Messina, rac- La Stele votiva con la Statua della e monumentali più rappresentative e contando le opere di Gesù. Un gruppo Madonna benedicente, simbolo della rappresentate della città di Messina è di messinesi si convertì al Cristianesi- tradizione religiosa della città, legata al la stele con la Madonna della Lettera mo e inviò subito una rappresentanza culto della Sacra Lettera, fu realizzata all’ingresso del porto. Ma è anche l’e- in Terra Santa a rendere omaggio alla nell’ambito degli interventi promossi lemento che meglio rinsalda il territo- Madre Celeste, ancora vivente. Maria dall’Arcivescovo Mons. Angelo Paino, rio al suo mare, che unisce i viaggiatori incontrò l’Ambasceria il 3 giugno a durante gli anni fervidi della Ricostru- ai suoi abitanti con le parole “Vos et Gerusalemme e scrisse per l’intera po- zione. La Sacra Effige fu consacrata il 12 ipsam civitatem benedicimus”, ripor- polazione una lettera in ebraico, legata agosto 1934 ed illuminata da papa Pio tate sul bastione cinquecentesco del con una ciocca di capelli, oggi conser- XI che azionò dalla sua residenza roma- Forte del SS. Salvatore. Giungendo vati nel Duomo di Messina, con la frase na il delicato meccanismo radioelettrico via mare o partendo dalla città dello di benedizione perpetua sulla città. Da progettato da Guglielmo Marconi. Stretto, a bordo di ferry boat una volta, ciò derivò il forte culto mariano e la de- Il 13 agosto 1947 Pio XII ripete il di aliscafi e traghetti poi o di navi da vozione alla Madonna della Lettera che gesto del suo predecessore illuminan- crociera, quella frase riconduce al pri- viene ribadita il 3 giugno di ogni anno, do, per la seconda volta nella storia, la mo secolo d.C., all’anno 42, quando festa della patrona di Messina. stele da Roma, solennizzando la con- l’apostolo Paolo, durante il suo viaggio clusione dei lavori di riparazione per i Territorio d’a 199 danni che la statua della Madonnina, culminante nel capitello floreale sulla Il 3 agosto 2008 è stata rimontata, come i messinesi amano definirla, ave- base del quale poggia la statua svettante grazie all’intervento dell’Autorità por- va subito durante il secondo conflitto sul globo e rivolta verso l’abitato. tuale di Messina e la collaborazione della mondiale; una scheggia tra l’altro ne Il manufatto apicale, alto sette metri, ditta Schipani, la corona che cingeva la aveva danneggiato un braccio. Il Papa cavo e sostenuto da un traliccio inter- statua della Madonnina, da anni in di- volle ricordare il gesto con un radio- no ferroso, fu forgiato dalla ditta Cerri suso ed il cui circuito elettrico era stato messaggio e ribadendo che il risorgere di Milano che tradusse il bozzetto dello danneggiato nel settembre 2004, da un della stele è come una «promessa che si scultore Tore Calabrò, ispirato dal simu- fulmine. Vari interventi poi nel 2010 e rinnova», promessa a una città devota a lacro d’argento del 1902 di Letterio Gan- nel 2019 hanno permesso il ripristino di Maria nei secoli e promessa di un po- geri, custodito nel Tesoro del Duomo. alcune lettere mancanti, mentre ad ago- polo alla sua Madre e Regina. Queste È costituito da una serie di lamine sto 2019 è stata attivata l’illuminazione furono le sue parole: «In questa mistica di rame modellate a stampo e saldate della cortina muraria esterna del Forte sera, al cospetto del vostro mare azzur- l’una all’altra tramite perni rivettati, San Salvatore. La realizzazione si deve ro e della vostra terra incantata, torna dorate a foglia d’oro applicata su una ad un progetto commissionato dall’Isti- l’esultanza di tutto un popolo che in missione di olio di lino pigmentato, tuto Italiano dei Castelli, in collabora- questo momento appunta sulla colon- che il restauro del 1998 ha ripristina- zione con Marina Militare attraverso il na votiva i suoi sguardi e il suo pensiero to. A disporre l’intervento fu l’Ammi- Comando Marittimo Sicilia e, grazie ad e a Maria tutta l’anima [...]». nistrazione comunale che deliberò di un’ampia sinergia tra istituzioni locali, Venti anni dopo, il 16 settembre del affidare la doratura alla ditta Rosario forze sociali, culturali, imprenditoriali 1954 per commemorare l’anniversario Schillace di Acicatena, la stessa a cui il e religiose della città, con il duplice si- della partenza di Don Giovanni d’Au- Comune di Messina aveva precedente- gnificato di abbellire la fortificazione stria alla volta di Lepanto, la statua fu mente affidato i lavori di restauro della cinquecentesca e l’ingresso del porto, solennemente incoronata alla presenza statua e dell’armatura portante per un e di auspicio per Messina. E dalla città del cardinale di Palermo, mons. Erne- importo di 121 milioni di lire. dello Stretto, dal suo monumento sim- sto Ruffini, e impreziosita della Sacra Entrambi gli interventi di restauro, bolo, nei giorni difficili per l’Italia e per Lettera in bronzo dorato, nella mano furono portati avanti in intesa con la il mondo intero, la Marina Militare ha sinistra della Madonna. sezione Storico artistica della Soprinten- acceso il bastione del Forte San Salvato- L’imponente struttura si eleva fino a denza ai beni culturali di Messina, dopo re con le luci del tricolore, per ribadire la sessanta metri sul livello del mare, posta i lavori di somma urgenza per il consoli- speranza e il sentimento di appartenenza sulla terrazza circolare del Forte SS. Salva- damento della stele. Dal 24 aprile 1998 ad una Nazione, riscopertasi unita nella tore (XVI secolo), nel punto estremo del- al 29 giugno 2000, fu anche montato lotta contro il coronavirus. la Falce del Porto, delimitata dal bastione sulla stele un orologio elettronico, vo- che reca l’iscrizione di benedizione. luto dall’arcivescovo, mons. Giovanni È costituita dalla stele ottagonale Marra, posto alla base della statua, in prismatica rastremata, rivestita in pietra corrispondenza della sfera, perché se- nella pagina accanto: la Madonnina del Porto con il di Trapani, internamente praticabile, gnasse l’attesa e l’arrivo del Giubileo. Vespucci che lascia Messina e la statua benedicente. 200

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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5 INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE PIERO MAUGERI 54 IL BELVEDERE A MESSINA TRASPORTANDO TRUPPE DOPO LO SCALO INAUGURALE PER IMBARCARE EMIGRANTI 9 TERRITORIO D’AMARE 56 L’AFFONDAMENTO DEL CHAOUIA NELLO STRETTO A GUERRA FINITA 60 AFFONDAMENTO DEL PIROSCAFO VERONA CHE NEL 1908 AVEVA 11 L’AVVIO DELL’ETÀ CONTEMPORANEA 1880-1907 PORTATO AIUTI ALLA POPOLAZIONE TERREMOTATA 14 NEL FEBBRAIO DEL 1880 FU RADIATA L’UNICA NAVE MILITARE 62 LUIGI RIZZO L’EROE MILAZZESE CHE SI SIA MAI CHIAMATA MESSINA 64 LA GIUSEPPINA ILARDI CARBONIERA “MESSINESE” CON LO SPIRITO 16 18 MARZO 1885: “UN URAGANO DEVASTA IL PORTO DI MESSINA” DEGLI ARMATORI SICILIANI 18 ... PER QUATTRO CESTE DI FRUTTA CHE PASSANO DA MESSINA A 66 UN SILURO CHIUDEVA LA BREVE VITA DEL PIROSCAFO REGGIO… E IL FERRY BOAT DIVENTÒ SIMBOLO DELLO STRETTO SAN GUGLIELMO CHE NEL 1911 AVEVA INAUGURATO I VIAGGI PER NEW YORK 20 DUE SECOLI FA LA NOTIZIA DI UN NAUFRAGIO NELLO STRETTO FECE IL GIRO DEL MONDO 68 IL NAUFRAGIO DEL CITTÀ DI MILANO LA POSACAVI CHE AVEVA RISTABILITO I COLLEGAMENTI TELEGRAFICI DOPO IL 1908 22 LA GIRALDA NEL 1895 DA YACHT INGLESE, DIVENNE PANFILO REALE SPAGNOLO E RIPORTÒ A SIVIGLIA LE SPOGLE DI CRISTOFORO COLOMBO 71 TRA TRANSIZIONI E CRISI 1920-1937 24 UN PIROSCAFO CHE ORMEGGIÒ A MESSINA CON DUE NOMI 72 DALLO YACHT NARCISSUS SBARCÒ A MESSINA L’EX PRIMO MINISTRO GRECO ELEFTHERIOS VENIZELOS ESULE NEL 1920 26 INVENTÒ I VIAGGI DI PIACERE PER MARE E FINÌ COME NAVE OSPEDALE 74 INIZIANO LE TRASMISSIONI RADIOFONICHE CON IN PORTO A 28 LE CARTOLINE DI SALUTI MESSINA L’ELETTRA “CANDIDA NAVE CHE NAVIGHI NEL MIRACOLO E DURANTE LE CROCIERE DELL’HAMBURG-AMERICAN LINE ANIMI I SILENZI” 30 LA REGIA CORAZZATA SARDEGNA INVIATA A MESSINA 76 BARBARA: LA NAVE ROTORE A MESSINA NEL 1926 PER L’ORDINE PUBBLICO 78 IL PIROSCAFO FRANCESCO CRISPI A MESSINA NEL VIAGGIO 32 GLI AGRUMI SULLE BANCHINE DEL PORTO DI MESSINA INAUGURALE E NEL 1939 PRIMA DEL SUO DISARMO 34 IL GRANDE ED AMATO RE DEL SIAM NEL 1907 80 SCALO A MESSINA, DEL NEPTUNIA UNA DELLE PRIME NAVI ITALIANE NELLO STRETTO DI MESSINA PER LE CROCIERE IN MEDITERRANEO 84 LA “CROCIERA DELLA MAGNIFICENZA” NEGLI ANNI VENTI A MESSINA 37 L’EMERGENZA DEL NOVECENTO1908-1919 86 LA TORPEDINIERA PIEMONTE A MESSINA DURANTE IL SISMA, 38 IL CARGO PRODUGOL AFFONDATO NEL PORTO DI MESSINA NEL TRASFORMATA IN NAVE CISTERNA E DEMOLITA NEL 1932 SISMA DEL 1908 88 UN MILAZZESE TRA L’EQUIPAGGIO DEL REX 40 LE NAVI MERCANTILI IN SOCCORSO DI MESSINA CHE CONQUISTÒ NEL 1933 IL NASTRO AZZURRO DOPO IL SISMA 90 DUE NAVI E TRE FOTOGRAFIE IN MOSTRA IN OLANDA 44 SISMA 1908: TESTIMONIANZE DAL MARE 48 UNA “FALSA” CARTOLINA DEL 1909 92 IL PIROSCAFO PIEMONTE PER OLTRE SEI ANNI “COMPARSA” NELLO SCENARIO VISIVO DI MESSINA 50 CIMELI DELLA CHIESA GRECA DI MESSINA DALLE ROVINE DEL TERREMOTO AL MUSEO BIZANTINO E CRISTIANO DI ATENE 94 I PICCOLI PIROSCAFI CHE DA MESSINA RIFORNIVANO L’AFRICA ORIENTALE 52 IL TRANSATLANTICO CARPATHIA A MESSINA UN MESE PRIMA DI SALVARE I NAUFRAGHI DEL TITANIC E PER L’ULTIMA SUA CROCIERA 96 LA LUPA DELLO STRETTO FECE ARENARE LA NAVE CHE AVREBBE NEL 1915 COSTITUITO L’EMBRIONE DELLA FLOTTA COMMERCIALE SVIZZERA Territorio d’a 203

99 L’ECLISSI DELLA GUERRA 1938 - 1949 146 SLEIPNER, CAVALLO DI ODINO, A MESSINA CON LA FLOTTA IMPERIALE GERMANICA E CON GLI ALISCAFI RODRIQUEZ 100 L’ULTIMA CROCIERA A MESSINA NEL 1938 E POI NAVE AL SERVIZIO DEL TERZO REICH 148 LE NAVI…DI ANTONELLO DA MESSINA 102 A MESSINA LA STUBEN PER LA CROCIERA MEDITERRANEA DEL 1939 150 LA MALEDIZIONE DELLA “NAVE BLU” RISCHIÒ LA COLLISIONE NELLO STRETTO DOPO IL SEQUESTRO DEI TERRORISTI 104 MAI A MESSINA COME KAISER FRANZ JOSEF I MA DA NAVE ITALIANA FECE IL PRIMO SCALO 152 DA NAVE DA GUERRA A “PALAZZO” GALLEGGIANTE 106 LA LAMPADA VOTIVA ALLA MADONNA DELLA SACRA LETTERA E IL REGIO INCROCIATORE BOLZANO 155 PROSPETTIVE 1980-2020 108 SETTANTACINQUE ANNI FA L’EPICA IMPRESA DI MALTA 2 CON 156 MARINA DI LIPARI: TRAGHETTO SCANDINAVO IMPIEGATO, OTTANTASEI L’AMMIRAGLIO DELLO STRETTO, FRANCO COSTA ANNI DOPO IL VARO, ALLE ISOLE EOLIE PER TRASPORTARE AUTOCISTERNE 110 DALL’ADRIATICO I PIROSCAFI VIOTTI, BAIAMONTE E SAN ROCCO DURANTE IL 1941 ASSICURARONO I COLLEGAMENTI NELLO STRETTO 158 LA PAOLUCCI DA IDROAMBULANZA DI STANZA A MESSINA A YACHT DI LUSSO 114 IL PIROSCAFO DAVIDE BIANCHI A MESSINA NEL 1942 PER L’ULTIMA SUA FOTO 160 NEL 1983 ENTRAVA IN FUNZIONE LA STAZIONE DI DEGASSIFICA PER NAVI CISTERNA, PRIMO IMPIANTO IN ITALIA 116 RITROVATO VICINO STROMBOLI IL RELITTO DELL’INCROCIATORE LEGGERO GIOVANNI DELLE BANDE NERE 164 UN TRAGHETTO DELLO STRETTO DIVENUTO ATTRAZIONE TURISTICA PER IL DIVING IN SPAGNA 120 DOPO L’AFFONDAMENTO DEL CITTÀ DI GENOVA LA PRIMA NAVE A INTERVENIRE FU L’INCROCIATORE EOLO, 166 NAVI A VELA DI OGGI E LA CANTIERISTICA MESSINESE IL POSTALE DELLE ISOLE EOLIE 170 LO FARO E CAMARGUE NAVI DUE VOLTE “SCOMPARSE” 122 UNA BARCA DA LAVORO COSTRUITA A MESSINA NEL 1944, 172 ARENARSI NELLO STRETTO DI MESSINA PROMUOVE I MUSEI DEL MARE E DELLA MARINERIA 176 UN EROE MESSINESE: IL COMANDANTE SALVATORE TODARO 124 IL TRANSATLANTICO CONTE BIANCAMANO ORMEGGIATO A MESSINA PER NOVE MESI 178 IL FOTOGRAFO VENUTO DAL MARE CON LA FLOTTA RUSSA DOCUMENTÒ I DANNI DEL 1908 127 DALLA RINASCITA AI SOGNI 1950-1970 180 L’ AURORA RESTAURATA PER IL CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE, CONSERVA MEMORIE DEL SISMA 128 CYRENIA: NAVE DI SOGNI PER L’AUSTRALIA 184 MSC SEASIDE LA NAVE PIÙ GRANDE MAI COSTRUITA IN ITALIA, 130 L’EVACUAZIONE DELLA POPOLAZIONE DI STROMBOLI HA RINVERDITO LA TRADIZIONE DELLA MAIDEN CALL NEL 1950 CON LA PANAREA 188 FUGACE APPRODO A MESSINA DI UNO STORICO YACHT 132 LA SECONDA NAVE PIÙ LONGEVA DEL MONDO, DETENTRICE DEL NASTRO AZZURRO NEL 1875, CONCLUSE LA SUA VITA 190 IL VIAGGIO PER MARE E LE MIGRAZIONI A MESSINA NEL 1950 194 I “MARINAI” MESSINESI, GERACI E DOMINICI, E L’EPICA 134 I “BUS DEL MARE” NEL PORTO DI MESSINA CIRCUMNAVIGAZIONE DEL GLOBO A BORDO DI UNA BARCA A VELA DI 10 METRI 136 PER QUATTRO ANNI UN RELITTO GALLEGGIANTE DI FRONTE LA FONTANA DEL MONTORSOLI 198 VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS 138 UNA PETROLIERA FORZÒ IL BLOCCO DELLO STRETTO DI MESSINA E 200 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI UNA NAVE RUPPE I CAVI DELL’ELETTRODOTTO SOSPESO 140 GLI SCALI A MESSINA DELLA NAVE CHE LA SPERONÒ L’ANDREA DORIA 142 IL 19 FEBBRAIO 1959 LA CROCIERA DEI MILIARDARI 144 A MESSINA L’APPRODO DELLA POBEDA, PRIMA NAVE SOVIETICA IN UN PORTO ITALIANO DOPO IL 1917

Attilio BORDA BOSSANA, giornalista professionista; ATTILIO BORDA BOSSANA collabora con varie testate ed è Presidente del Collegio Un arcipelago di “schizzi”, aneddoti, storie, memorie Regionale dei Probiviri dell’Associazione Siciliana della e piccole curiosità, può contribuire a riaffermare che Stampa, ove è iscritto dal 1979. Messina, con il suo Territorio d’aMare, non può essere considerata solo un terminale marittimo, autostradale, Tra le sue pubblicazioni: ferroviario, o città di transito, ma deve riassumere la sua Ferry boats: 95 anni di servizio nello Stretto di Messina funzionalità di comunità cosmopolita che, riesaltando la (1994); Immagini di Messina dal 1908 al 1950 (1997); cultura, la capacità imprenditoriale, la tecnologia avan- “I Giorni del Terremoto”- Cronache e rievocazioni di una zata, l’attitudine commerciale e l’estro artigianale delle tragedia (1998); Palazzo Zanca (2005); Messina e le navi sue genti, si proponga attraverso il suo antico legame con della Marina Russa (2006); Grattacieli sulle onde (2008); il Mare Nostrum, per un grande dialogo di pacifico pro- Omaggio a Messina ed. Alinari (2008); Messina 1908: Il gresso con i paesi che vi si affacciano. Mondo e la Nazione di fronte al Cataclisma (2009); I pro- La Città dello Stretto deve recuperare la cognizione del- tagonisti del Palazzo di Città (2012); 150 anni di navi le proprie potenzialità, affidare le sue speranze ma so- passeggeri nel porto di Messina (2013); Saperi e…sapori prattutto le sue prospettive, alla riscoperta del suo ruolo della città di Messina (2014); Quattro fischi. Due barche strategico delle comunicazioni tra il Settentrione e il Me- (2015); Laghi di Ganzirri e Stretto di Messina: eredità di ridione, in un quadro di valorizzazione dei suoi inesti- sapori (2016); Omaggio a Orio Vergani (2017); Stretto di mabili talenti paesaggistici e culturali, delle sue naturali Messina. Traversata e collegamenti (2018). vocazioni turistiche. Territorio d’ Una città da amare, un territorio da incontrare, passa dalla consapevolezza di conoscerne aspetti caratteristici, storici e urbanistici che è poi la regola per dare più valore all’appartenenza; una formula di cui Messina necessita oggi più che mai! a

Attilio In copertina: Dettaglio del porto di Messina,1783 Borda Bossana Territorio d’a Tratto da un disegno del francese Louis François Cassas (Azay-le-Ferron 1756 -1827 Versailles) Met-Metropolitan Museum of Art di New York

La maestosa vista sul porto di Messina, venuta alla luce solo nel Rotary Club Messina 2013, raffigura la vivace attività sul molo, con la fitta presenza di Fondato nel 1928 navi, di marinai e il profilo curvo della imponente facciata della Palazzata, disegnata da Simone Gullì, nel 1622.