VILLA CATTANEO

Moreno Baccichet, Giuseppe Bressa

L’edificio più cospicuo del comune di corrispondente all’attuale sedime della San Quirino è senza dubbio la villa-pa- villa. A quella data, infatti, il perito pub- lazzo costruita dalla pordenonese fami- blico Lorenzo Boschetti rilevava all’inter- glia Cattaneo nel centro del capoluogo. no dell’ambito della fortificazione rurale L’edificio segue l’espansione degli interes- una casa del «S. D. Cattaneo»1. La stessa si della famiglia di mercanti in un settore mappa descriveva anche la posizione del- fino allora caratterizzato a un tessuto so- le proprietà di altre famiglie pordenonesi: ciale rurale e omogeneo. L’interesse della quella di «Giacomo Antonio Melos» in famiglia verso queste terre magre, ma ben corrispondenza dell’attuale villa Catta- irrigate, è testimoniato da una girandola neo, e quella dei Battistini, pure interna di acquisti e permute mosse soprattutto alla cortina. All’esterno della fortificazio- dall’efficace attività di prestito che i Cat- ne rurale erano rintracciabili altre proprie- taneo avevano introdotto nel villaggio. tà di famiglie estranee al paese: le «fabri- che dell’Eminent. Sig. Cardinal Ottobon» e le terre del «N.H. Lorenzo Corer», poste 1. La villa e il suo recinto viste dal- nei pressi del «Molino della Commenda la piazza. di S.n Gio: dal tempio di Sacil». Sul finire del ’600 i Cattaneo preferi- vano reinvestire i proventi dei loro com- merci acquistando terreni, anche comu- nali, nella zona di Bannia, e Pasiano2, dove i prezzi erano più conte- nuti rispetto all’alta giurisdizione porde- nonese. Le loro proprietà a San Quirino non erano consistenti, quantunque in paese fosse possibile rintracciare un «Massaro delli sig.ri Catani di Porde- non»3 già nel 1698. La loro maggior at- tenzione ai terreni appartenuti alla com- menda di Malta coincise con la progres- siva liquidazione delle proprietà terriere Veniamo ora a definire lo sviluppo di una famiglia nobile pordenonese. L’in- della presenza dei nobili pordenonesi teresse che i Malossi avevano avuto per nelle terre un tempo templari. le loro tenute sanquirinesi si esaurì sul fi- Nel 1706 il notaio Girolamo Rossi sti- nire del ’600, quando i nobili - pulava un atto in «Casa Cattaneo a S. si si trovarono impegnati in una “giran- Quirino». Nonostante si tratti di una no- dola” di vendite4 che aprirono la porta al- ta molto generica, siamo portati a credere l’arrivo di nuovi imprenditori. I primi a che la casa citata fosse quel modesto edi- distinguersi in questi acquisti furono i ficio interno alla cortina e posseduto dai pordenonesi Battistini, anche se si trattò Cattaneo già da prima del 1703, ma non di un “fuoco di paglia”5.

485 Tra il 1703 e il 1709 anche ai Cattaneo nobili pordenonesi coincise anche con pervennero alcune proprietà dei Malossi: un più popolare progetto di ristruttura- tra queste, un’altra casa posta all’interno zione degli spazi comunitari nonché di della cortina. ridefinizione delle gerarchie familiari al- A seguito di questi acquisti, la fami- l’interno della vicinia. Sul finire del ’600 glia bergamasca si adoperò nell’organiz- il paese era in fermento e l’affermazione zazione di quell’azienda agricola che per economica di alcuni artigiani incrinò de- più di un secolo e mezzo continuò a cre- finitivamente quello spirito di collabora- scere e a svilupparsi, sovrapponendosi a zione tra vicini che aveva fatto di San macchia di leopardo ai segni dell’antico Quirino una comunità capace di eludere disegno agrario di San Quirino. il potere dei giurisdicenti. All’epoca, la cortina medievale, sep- Si trattava comunque di un fenomeno pure aggredita da molti edifici sorti in che coinvolgeva tutta l’alta pianura por- aderenza, era ancora riconoscibile. La denonese e i comuni, incapaci di gestire chiesa e il suo recinto cimiteriale erano le vecchie consuetudini, si videro costret- raggiungibili attraverso due sottoportici, ti a delegare quanti più compiti possibili. uno dei quali era aderente alle case pos- Anche l’approvvigionamento idrico fu sedute dai Malossi. Il nuovo campanile, messo in crisi dalla indisponibilità dei vi- eretto da Orazio d’Agostin (1697)6, nella cini a sottoporsi ai tradizionali pioveghi. mappa del Boschetti svetta proprio di Una cronaca del tempo ricorda come fos- fronte a questo «sotto portico», che una se tradizione «che li Communi qui di S. successiva mappa (1718) definisce: «stra- Focca, e di S. Quirino unitamente soglio- da tende alla chiesa». Non va esclusa l’i- no una volta all’anno, et all’occorrenza potesi che proprio in questo arco di tem- portarsi all’aggiustamento dell’Alveo del- po il comune avesse compiuto le prime l’acqua della Roja dal Partitore sino al demolizioni del vecchio recinto con il fi- Troiato per il necessario bisogno dell’ac- ne di aprire la chiesa e il sagrato verso il qua, che serve ad essi due Communi»8. resto del paese. Fu l’incapacità di vivere senza contrasti Prima di discutere più attentamente la l’ascesa sociale degli artigiani del paese costituzione dell’azienda agricola dei che spinse i comuni a invitare li «detti Cattaneo, vorrei sottolineare un impor- monari di S. Quirino, e S.ta Focca ritro- tante elemento economico del contesto var co propria borsa gente che accudisca, urbano evidenziato nel disegno: la loca- e supplisca alli bisogni d’essa Roia»9. L’o- lizzazione delle principali proprietà dei nere delle manutenzioni veniva quindi forestieri. Infatti, sommando tra loro le scaricato su chi traeva dall’uso dell’acqua diverse informazioni sulle proprietà pre- il maggior utile, mentre il controllo del senti al centro del paese all’inizio del deflusso dell’acqua da San Quirino a ’700, scopriamo che tutte le famiglie por- e Roveredo rimaneva ufficial- denonesi, e non solo, avevano individua- mente di competenza del comune10. La to il centro di raccolta delle loro entrate successiva investitura ai veneziani Correr sanquirinesi nei pressi della cortina. di quasi tutti i diritti sulle rogge dell’alta Questo fenomeno, rintracciabile ora pianura pordenonese tolse completa- solo attraverso gli edifici padronali dei mente alle comunità rurali il controllo su Cattaneo e dei Gregoris7 in via San Rocco, questo bene primario, provocando non favorì uno sviluppo disordinato delle resi- pochi contrasti dovuti a un diffuso utiliz- denze contadine all’esterno del nucleo zo abusivo dell’acqua11. storico giustificandone la conservazione Proprio in questo periodo di conflitti, dello stesso fino a Settecento inoltrato. crisi e trasformazioni del tessuto sociale del paese, i Cattaneo acquisirono il pri- mo consistente nucleo di proprietà a San L’acquisto dell’azienda Rossi (1709) Quirino. Si trattava di un’azienda agrico- la vera e propria che fino a quel momen- E’ fuor di dubbio che l’intervento dei to era appartenuta alla famiglia pordeno-

486 nese Rossi. Girolamo Rossi, notaio di fi- dente. Inoltre, la maggior parte dei terreni ducia dei Cattaneo, era morto da poco e dei Rossi non solo confinava con altret- i suoi figli decisero di alienare i loro be- tante proprietà dei Cattaneo, ma il nucleo ni agli amici12. centrale dell’azienda era adiacente alla lo- Questo nucleo di proprietà rimarrà ro residenza sanquirinese. Ciò induce a sempre evidente come il fulcro dell’a- supporre che la detta vendita dei Rossi si zienda agricola che i Cattaneo andarono sia configurata come un favore tra amici, a organizzare di lì a poco. Ancora nel forse, lautamente ricompensato18. 1732 le proprietà affittate coincidevano sostanzialmente con quelle acquisite dai Rossi13; tra i beni acquistati comparivano Il feudo di Sedrano case, cortili, teze, campi arati, pecore14 e utensili. I terreni furono valutati 8.809 li- Analizzando la crescita dell’azienda re, mentre gli edifici 3.521 lire. dei Cattaneo non va sottovalutato il de- La stima dettagliata degli immobili dalo di rapporti e di amicizie che legava- dell’azienda ci permette di ricostruirne la no alcune famiglie forestiere, poi aggre- consistenza e la posizione all’interno del gatesi al consiglio di Pordenone, ai Catta- tessuto urbano di San Quirino. Gli edifi- neo. Ancora sul finire del ’600 Giovanni ci principali infatti, confinavano con «a Antonio Badini aveva sposato Laura Cat- sera la stradda publica app.o il molin de taneo. I loro figli, quasi contemporanea- sotto mediante la Roia [e] a monte strad- mente ai cugini, ottennero l’investitura da publica tendente a S. Focca»15. (1710) del contado di Bellasio e di Ro- La posizione del complesso è chiara e veredo di Corte a Cordenons, dove poi si riferisce a quell’area posta a Nord delle edificarono una residenza agricola. Que- barchesse della villa, giusto in faccia al sto dimostra come l’intricato e inesplora- vecchio molino della mason. L’ordinata to sistema di strategie familiari, interno stima precisò la consistenza del «cortivo alla società pordenonese, portasse di fat- Case, et altri beni»16 posseduti all’epoca to a soluzioni simili, nelle quali il riscat- dai Rossi, identificando diversi edifici e to da un’immagine imprenditoriale con- funzioni. Le cucine erano più d’una, se- solidata non passava solo ed esclusiva- gno della compresenza di più famiglie di mente attraverso l’inserimento della fa- fittavoli, e anche i fabbricati minori si dif- miglia nella vita amministrativa della cit- ferenziavano in stalle, lobie, teze, caneve, tà, ma anche attraverso l’acquisto di un un «Polinaro» e uno «staoletto», raccolti titolo comitale e dei gravami giurisdizio- attorno a un cortile cinto da un «muro da nali che erano retaggio di un medioevo stroppa». Quest’ultimo, come d’abitudi- fantastico e favoleggiato. ne, separava nettamente l’ambito pubbli- Del resto, proprio qui in Friuli il parti- co da quello privato, pur essendo ornato, colare carattere feudale del sistema ammi- sulla strada, con «tre vide in pergola». Al nistrativo nel Settecento veniva idealizza- complesso si accedeva attraverso il «por- to, caricando una struttura amministrati- tel verso il molin», mentre verso i campi va obsoleta e inutile come il parlamento, rintracciamo una semplice «pallada di di importanti contenuti simbolici. La Pic- Canna»17. cola Patria, all’interno della più grande e Nonostante in quest’atto non si citi perfetta Repubblica di Venezia, mantene- mai la villa oggetto di questo studio, l’in- va il suo originario sistema di governo, ventario ci fornisce alcuni importanti in- non per compromesso ma come garanzia dizi temporali. Innanzitutto l’acquisto di stabilità politica. In qualche modo della tenuta agricola dei Rossi doveva es- quella scatola vuota che era il Parlamento sere di poco successivo all’acquisto del Friulano garantiva uno status sociale idea- palazzetto dai Malossi: la volontà di ac- le, di tradizione medievale, e il benessere quistare una proprietà strategica per l’eco- della regione. Per Giorgio di nomia dei Cattaneo, e così vicina alla re- queste antiche forme di governo autono- sidenza suburbana della famiglia, è evi- mistico, e l’esclusiva partecipazione alle

487 stesse, erano una garanzia di stabilità una completa riqualificazione dell’imma- temporale, ambita da una classe sociale gine familiare. Ora in città vantava titoli di che gestiva il Friuli da moltissimi secoli. nobiltà di pari grado ai più antichi casati Entrare all’interno di questa classe feuda- feudali, riuscendo così a distinguersi dalle le, composta da nobili avvezzi più ai tito- altre famiglie abbienti ma popolari. li e alle rendite di posizione che al lavoro E’ in questo clima di riconoscimenti e e alla gestione delle proprie risorse, era il di grandi investimenti che Francesco Cat- sogno di ogni borghese. Se i consigli cit- taneo maturò l’idea di costruire un edifi- tadini, a immagine di quello maggiore cio che fosse all’altezza del nuovo status veneziano, garantivano uno status di pre- della famiglia. Il progetto elaborato, così stigio, l’ingresso nel parlamento friulano come si dipana ai nostri occhi , era ambi- poteva catapultare una famiglia mercanti- ziosissimo. Ai Cattaneo non bastava co- le al centro della più antica storia regio- struire un edificio qualsiasi all’altezza dei nale, lì dove l’aquila friulana sembrava nuovi titoli nobiliari e alla fortuna eco- non aver retratto gli artigli. nomica della famiglia. La soluzione for- Sedrano non era un borgo diverso da male avrebbe dovuto tener conto dei molti altri, se non per il fatto che una sto- “miti” feudali che i due fratelli avevano ria travagliata di diritti antichi aveva acquistato. Per questo motivo i Cattaneo scomposto la giurisdizione del feudo in rinunciarono a caratterizzare la loro im- tre carati. Sbrogliare l’intera matassa rela- presa edilizia con due modelli tipologici tiva ai diritti giurisdizionali a questo feu- considerati inadeguati: il palazzo urbano do non è impresa di poco conto e, tanto e la villa suburbana. più, esula dagli obiettivi di questo studio. Il primo venne considerato, da Fran- Per ora ci è sufficiente ricordare come il cesco e dal fratello Giovanni Pietro, trop- “carato” di giurisdizione acquisito dai po legato alla tradizione urbana e quindi Cattaneo, in antico, fosse stato dei signo- mercantile dalla quale i Cattaneo stavano ri di Varmo. Il 6 gennaio del 1329 i Popai- cercando di asservirsi. La costruzione di te di Pordenone acquistavano quella giu- una villa alla veneta si rifaceva per contro risdizione, mentre ai di Prata subentraro- a quelle tipologie e tradizioni lagunari no i Bariani19 di il 9 luglio del che non affascinavano i due fratelli. Per 135320. Alcuni diritti del carato ex-Varmo contro quel Friuli feudale e arcaico, me- per via femminile passarono dai Popaite dievale e fantastico, fatto di titolati e con- ai Mantica e ai Ricchieri. Quest’ultimi tadini, accattivava l’immaginazione dei concentrarono nelle loro mani i diritti dei Cattaneo. Ma l’acquisizione del titolo e di Porcia, dei Mantica e dei Popaite e nel di una modesta parte di un condominio 1627 erano cointestatari nella «Investitura giurisdizionale non era sufficiente, per della Giurisdizione Civile e Criminale questo i due fratelli bergamaschi si pro- per la Villa di Sedrano»21, appunto con i posero di reinvestire tutte le loro fortune Bariani. Questi ultimi si dileguarono dal- nella costituzione di un feudo “di fatto” la scena sacilese sul finire del XVII secolo e di un palazzo castellano adiacente alla e Venezia pensò bene di porre in vendita vera giurisdizione. quel quarto di feudalità, accontentando A cavallo del 1718 i due nobili inizia- la vanità di qualche famiglia borghese in rono a predisporre il progetto di un edi- cerca di una patente di nobiltà. ficio e di un’azienda agraricola assoluta- Il 6 settembre del 1717 i Cattaneo si ag- mente anomala. giudicarono il quarto vacante della giuri- sdizione di Sedrano, devolvendo 600 du- cati alla Serenissima e promettendone al- La mappa del 29 marzo 171822 trettanti pur di potersi fregiare anche del titolo di conte. La famiglia di mercanti La mappa del 1718 è di fondamentale bergamaschi provenienti da Vertona, arric- importanza per riuscire a capire quale chitasi in poco tempo a Pordenone, aveva fosse la consistenza e il carattere formale compiuto un primo passo sulla strada di del fabbricato che fu ristrutturato per dar

488 granaio illuminato da una teoria di fine- 2. Villa Cattaneo prima della ri- stre ovali e da un abbaino posto sul tetto. fabbrica in un disegno del 1718 Una scala esterna, addossata al muro, (ASVE, Rason Vecchie, b. 190, conduceva a una porta posta sul piane- dis. 699). rottolo della scala interna che metteva in comunicazione i due saloni principali. La mappa non descrive l’intorno, ma se la interpoliamo con quella del 1703 potremmo immaginare la cortina, seppu- re lesionata, ancora in gran parte esisten- te. L’apertura della residenza dei Malossi verso Via San Rocco era quindi un vero e proprio squarcio del recinto medievale che non poteva non solleticare la fantasia di Francesco e Giovanni Antonio Catta- neo. Quel modesto palazzetto, che sfon- vita alla nuova residenza della famiglia. dava il recinto medievale del paese, era L’occasione che vide nascere questo rilie- l’oggetto fisico indispensabile per fonde- vo è presto detta: i Cattaneo, desiderosi re il nuovo titolo comitale e il desiderio di ampliare l’area di pertinenza al palaz- di una tradizione feudale rappresentata zo, inoltrarono al magistrato delle Rason dall’antico recinto fortificato. Vecchie la richiesta per acquisire un «ter- ren vacuo» posto di fronte al fabbricato acquistato dai Malossi. 1718: i livelli dei Battistini e le nuove Ancora una volta inciampiamo nella acquisizioni famiglia Rossi. Infatti il disegno, del resto dettagliatissimo, è firmato dal perito pub- Tra il 1718 e il 1719 i Cattaneo conti- blico Antonio Rossi, figlio del notaio Gi- nuarono ad ampliare la loro tenuta san- rolamo e successivamente a sua volta no- quirinese assorbendo le proprietà di taio di fiducia della famiglia bergamasca. un’altra famiglia nobile di Pordenone: i Il «Cortivo e Casa degl’Ill.mi SS.ri Coo: Battistini. L’operazione fu portata a ter- Fratelli Cattanei» vengono rappresentati mine concedendo, a questi ultimi, pre- con estrema cura a conferma della co- stiti da coprire a garanzia con beni posti stante frequentazione di Antonio Rossi in posizioni strategiche. In particolare dai con San Quirino. La mappa ricostruisce Battistini, che solo pochi anni prima così l’ambito antistante la villa, descri- avevano acquistato anche alcune proprie- vendo tre strade: quella «della villa», asse tà dei Malossi24, i Cattaneo rilevarono a portante dello sviluppo insediativo san- livello «una braida murata posta in Villa quirinese, la strada che «tende a S. Foca» di S. Querin dirimpetto al Molino di S.E. e la strada della chiesa23. A est della villa, Correr»25. Si trattava dell’area posta a come in antico, scorreva la «Roia» diretta ovest del molino di sopra in corrispon- a Cordenons. Sul fronte un muro in mat- denza dell’attuale incrocio tra la strada toni, caratterizzato dalle tipiche merlatu- proveniente da San Foca e quella prove- re delle braide friulane, si apriva verso la niente da Sedrano26. strada proveniente da Pordenone con Il livello nascondeva di fatto una vendi- due pilastri bugnati . La cura con la qua- ta subordinata all’affitto delle vecchie pro- le il Rossi disegnò il prospetto del fabbri- prietà. Da questo gravame i Battistini deci- cato, frutto del ruolo di fiduciario che il deranno di sollevarsi solo nel 1753, cioè perito pubblico rivestiva presso la fami- quando le proprietà della famiglia conflui- glia Cattaneo, ci garantisce l’assoluta ri- rono per matrimonio in quelle dei Pera27, spondenza del disegno a quella che allo- provocando una completa riorganizzazio- ra era l’immagine del palazzetto. Un edi- ne degli investimenti dei due casati. ficio modesto che vantava due piani e un A poco a poco i Cattaneo assorbirono

489 la maggior parte delle proprietà delle fa- L’inizio dei lavori e l’ingresso nel Consi- miglie pordenonesi, non ultime, le po- glio di Pordenone che terre rimaste ai Malossi28, e quelle alienate dal Monastero degli Angeli di Contemporaneamente ai fatti già citati i Pordenone29. Cattaneo avevano già iniziato i lavori per la Altri indizi ci fanno credere che con- ristrutturazione del palazzo sanquirinese. temporaneamente la famiglia tentasse di Nel 1720 i lavori di ampliamento del- aggiudicarsi il maggior numero di terre la nuova residenza erano già quasi ulti- possibili provenienti dai vecchi benefici mati, mentre dovevano ancora essere della Commenda dei Cavalieri di Malta. completate le pertinenze. Il 7 giugno di Su questo fronte andrebbe senza dubbio quell’anno Francesco siglava un accordo studiata approfonditamente l’amicizia relativo alla dote che Anna, figlia di An- che i nobili pordenonesi nutrivano per i tonio Pasino Gamba da Conegliano, Trussardo, all’epoca grandi affittuari per avrebbe condotto in famiglia con il suo l’intero Friuli delle proprietà dei cavalieri matrimonio32. Il documento, rogato da Gerosolimitani30. Antonio Rossi, fu compilato «nella Villa Lentamente le proprietà poste in altre di S. Querin nel Palazzo degl’Ill.mi ss.ri località del pordenonese furono vendute Conti»33. L’atto non solo conferma che e i proventi rinvestiti a San Quirino, se- l’edificio era agibile e decoroso, ma ci tra- condo una volontà apparentemente illo- manda involontariamente il concetto che gica. Infatti, se i Cattaneo desideravano si trattava di un “palazzo” e non propria- assicurare i loro guadagni, provenienti mente di una villa. La scelta di compilare dall’attività mercantile, in terreni agricoli quest’atto, così importante, non nella re- di sicura rendita e commerciabilità, sidenza di Pordenone ma in quella di S. avrebbero dovuto continuare a investire Quirino, lascia trasparire il desiderio di al di sotto della linea delle risorgive, do- Francesco di stupire i suoi ospiti cone- ve i terreni erano più fertili e i raccolti glianesi con la sua opera. Un mese dopo più ricchi. Ma il progetto di possedere altri documenti notarili furono rogati quasi per intero un villaggio era l’obietti- «nel mezato»34 e «nella Salla degl’Ill.mi vo principale dei due fratelli. Assorbite le ss.ri Coo: Francesco, e Gio: Pietro Fratel- proprietà delle principali famiglie porde- li Cattanei»35 a San Quirino. Il 6 settem- nonesi non sarebbe stato difficile acqui- bre, a un altro atto sottoscritto «nella Sal- stare anche quelle dei contadini in crisi e la», partecipò come testimone anche un bisognosi di prestiti31. carpentiere, probabilmente impegnato In quegli anni, non a caso, la famiglia nei lavori di finitura36. integrò le sue attività commerciali con un Nel 1721 i lavori erano senza dubbio diffuso ricorso al credito nei confronti conclusi. Lo conferma una data inserita dei popolani sanquirinesi. Coloro che tra le decorazioni delle porte dipinte con non riuscivano poi a riscattare i terreni o soggetti orientali e collocate nella nuova gli edifici concessi in garanzia si vedeva- sala dei ricevimenti all’ultimo piano. no spogliare della proprietà dei beni per L’azione continua dei due fratelli, im- trasformarsi in semplici affittuari di terre pegnati a realizzare il programma abboz- un tempo loro. Non è però il caso di di- zato quattro anni prima, non si fermò al lungarsi ulteriormente su questa questio- solo intervento edilizio. Anzi, dilazionò ne. Per ora ci è sufficiente aver evidenzia- la sistemazione delle dipendenze in un ar- to come, in questo caso, il possesso di co di tempo relativamente lungo (entro il un’ampia proprietà terriera non era giu- 1732), per concentrare gli sforzi economi- stificato solo dalla necessità di reinvestire ci della famiglia sul fronte dell’immagine gli utili provenienti dall’attività commer- pubblica. Infatti se l’acquisto del titolo di ciale e di prestito, ma anche dal deside- conte garantiva ai Cattaneo una rendita rio di radicare il proprio prestigio familia- d’immagine sicura, per contro la famiglia re su di un territorio circoscritto: un “feu- rimaneva esclusa dalle principali cariche do di fatto” amministrative della città. Per questo

490 motivo nel 1721 Giovanni Pietro e Fran- rito Alberto Danella, «eletto dagl’Ill.mi cesco ottennero di essere aggregati al con- ss.ri Co: Cattaneo»39, rilevò un terreno siglio nobile di Pordenone rendendo su- della Chiesa sul quale insisteva un fabbri- bito evidente il loro desiderio di parteci- cato abitato un tempo da tale Cargnel e pazione attiva alla gestione della città. ora diventato di proprietà dei Cattaneo40. Quello stesso anno anche un’altra fa- A seguito dell’acquisto dell’orto (1721), miglia pordenonese ottenne il permesso gli edifici minori, adiacenti alla villa, fu- di entrare nella nobiltà cittadina porde- rono restaurati per garantire un numero nonese: i Malossi. Questo ci mostra una adeguato di stanze atte ad accogliere la volta di più lo stretto legame che correva servitù: i depositi e gli altri locali agricoli tra le famiglie emergenti dalla borghesia sarebbero stati localizzati al di là della di Pordenone. La pretesa di riscattare roggia e della strada. Questa seconda par- un’immagine poco più che popolare, per te dell’intervento cancellò quasi per inte- poter sedere a pieno titolo a fianco delle ro il vecchio muro della cortina, trasfor- più vecchie e nobili famiglie dell’aristo- mandolo nella facciata regolare e anoni- crazia cittadina, era comune a tutti i mer- ma delle case che ancor oggi riconoscia- canti della città. mo a fianco dell’edificio principale. Nonostante i migliori propositi la vil- la non divenne in questo periodo la prin- L’orto della chiesa nel 1721 cipale residenza dei Cattaneo. Tutti gli atti che il notaio Rossi rogava per gli ami- E’ del 1721 un importante documen- ci bergamaschi lo vedevano presente nel to che consiste nella «stima d’un orticel- palazzo urbano della famiglia. La villa era lo murato di ragione della Mansioneria stata realizzata più per vezzo che per ne- Colauzza posto in questa Villa in Corti- cessità. Infatti la vicinanza di San Quiri- na tra questi confini a mattina la Roia, a no a Pordenone consigliava di far conver- mezodi Ill.mi ss.ri Co: Cattaneo in loco gere la maggior parte dei raccolti presso il della V. Chiesa con casa fu del Cargnel, a centro portuale. Qui i magazzini si sareb- sera stradda pub.a, a monti li Fratelli bero aperti alle richieste del mercato41. Penz q. m.ro Osgualdo»37. L’atto ci per- Questa considerazione giustifica la mette di dipanare la matassa delle pro- modesta dimensione che le due barches- prietà di quest’ambito della cortina, con- se verranno ad assumere negli anni suc- traddicendo in parte la sequenza delle cessivi. Va infatti notato che i depositi, le particelle proposta successivamente dal cantine e le stalle che in molti progetti di Cabreo del 1792. ville, poste al centro di aziende agricole Per cominciare partendo da nord lun- anche più modeste, hanno una consisten- go la roggia, come precisa la mappa Bo- te rilevanza architettonica, qui quasi schetti del 1703, erano rintracciabili le scompaiono. La cantina e la stalla non si proprietà degli eredi del marangon integrano con il progetto della residenza Osvaldo Penz o Pens. In seguito i due fi- e sembrano scomparire al cospetto della gli divisero le proprietà e la bottega del stessa. Solo i grandi pilastri che segnano padre toccò a Sebastiano. Adiacente alle l’ingresso al brolo sembrano in grado di case dei Penz c’era l’orto della mansione- dialogare con l’edificio principale. ria Colauzza, che qui potremmo identifi- care con l’orto del cappellano citato dal Cabreo 1792, largo poco meno di otto Il brolo e l’orto metri e profondo circa quindici. L’orto era libero da edifici ma chiuso sulla pic- Entro il 1732 anche le dipendenze po- cola calle con un muro alto quasi tre me- ste al di là della roggia erano state comple- tri, mentre il «Muro da stroppa alla tate. Ce lo conferma il preciso contratto Roia»38, residuo della vecchia cortina, mi- d’affitto della gran parte delle proprietà surava poco più di quattro metri di altez- sanquirinesi dei Cattaneo affidate a Osval- za. Sul confine meridionale il notaio-pe- do Redivo di Roveredo. Nell’affittare i

491 trentaquattro campi coltivati e i ventuno La casa dei Penz: 1757 campi di prati le parti convenivano che i Redivo dovessero «condur insieme con li L’espansione delle proprietà, poste nei altri Coloni grassa nel suo brollo in S. pressi della villa, proseguì in seguito più Querin»42. lentamente. Ormai i Cattaneo erano più Il brolo corrispondeva a quell’ampio impegnati a consolidare le loro proprietà terreno cinto da un’alta recinzione in sas- nella cintura di campi esterna al villaggio, si che continuava l’aia sulla quale si affac- che ad accrescere una villa sovradimen- ciavano la cantina e la stalla. sionata nelle sue funzioni. L’anno successivo la famiglia porde- L’acquisizione della casa dei Penz, po- nonese provvedeva a regolarizzare il pe- sta a nord del giardino, impegnò i Catta- rimetro di quell’ambito acquistando o neo per circa vent’anni. All’inizio del permutando alcune proprietà dei Diana ’700 Osvaldo Penz possedeva quella por- poste «a mezzodi il Brollo murato»43. zione di cortina che si trovava di fronte Questi possedevano «una casa da muro al molino e che era raggiungibile dalla ricoperta di paglia con cortivo, orto e «contradella»47 posta tra la chiesa e la resi- campo annesso posta in questa villa denza dei Cattaneo. I suoi due figli, An- contigua al brollo di esso s.r Co: Catta- tonio e Sebastiano, si divisero le proprie- nio»44 e si prestarono a cederla. I conti- tà acquisendo un’abitazione ciascuno e nui accorpamenti e acquisti di case però lasciando al secondo la bottega di “ma- non sempre seguivano una logica distri- rangon”. I Penz lavoravano per la fami- butiva. I due fratelli erano più attenti al- glia Cattaneo e sicuramente avevano par- la forma degli edifici prossimi alla loro tecipato alla costruzione della villa e del- proprietà. Infatti nel 1738 accolsero con le dipendenze. A loro volta i Penz si ser- favore l’idea di Sebastiano Penz di ri- vivano dei Cattaneo per risolvere la cro- strutturare la sua vecchia casa aderente nica carenza di contante, usufruendo di a quella cortina ancor oggi riconoscibi- prestiti a breve termine. Successivamente le nel muro del piano terra. I conti di alla ricostruzione della casa dei due arti- Sedrano concordarono con i vicini i ter- giani, verso gli anni ’50, qualcosa comin- mini della sopraelevazione e sostanzial- ciò a incrinarsi nell’economia della fami- mente l’aspetto della nuova e dignitosa glia di marangoni. Sebastiano tra il 1751 casa padronale. L’accordo permetteva ai e il 1757 si trovò a dover chiedere ai con- Penz di «alzare il muro divisorio in fron- ti sei prestiti per complessivi 250 ducati tespizio tra l’orto dell’Ill.mo s.r Co: e, non potendo soddisfare i debiti nei Gio: Antonio Catanio di questa città, tempi stabiliti, si trovò a dover impegna- posto di sopra la sua Casa Dominicale re «la sua bottega da marangon posta in in S. Querin, e la casa di d.to Penz, per detta Villa con orto annesso». Ma questo uguagliar il colmo della stessa sua Casa, non era sufficiente e l’artigiano vendette e ridurlo collistesso ordine del coperto anche «la sua Casa d’abitazione confi- vecchio»45. I soli divieti riguardavano nante a mattina strada pub.ca med.te eventuali servitù di stillicidio, «anzi li re- Roia, a mezodi d.to S.r Co: Compratore, sta proibito il poter far linda di sorte al- a sera d. M.ro Iseppo Penz suo nipote»48. cuna fuori di detto frontispizio» e il «po- Di li a poco tutto quest’ambito della ter far alcun foro ne piccolo ne grande vecchia cortina sanquirinese si trovò nel- nel muro medesimo, ma bensì chabbia a le mani dei Cattaneo, che detenevano far smaltare dalla parte dell’orto». L’in- queste e altre proprietà, con il solo obbli- tenzione dei Cattaneo di garantirsi la go di pagare un modesto livello alla com- possibilità di rinunciare al loro orto per menda gerosolimitana. poter ampliare ulteriormente le stanze Riassumendo, abbiamo individuato le della servitù è evidente: «se detto S.r principali fasi temporali dell’evoluzione Co: Catanio, o suoi heredi volessero ap- della residenza settecentesca dei Cattaneo poggiare da terra sin ai coppi, possino li- a partire dai primi anni del XVIII secolo. beramente farlo»46. Nel 1709 fu acquistata la consistente

492 to nel tentativo di aprire anche il salone 3. Veduta dalla strada del borgo di del piano terra verso il brolo, oppure il sotto dal salone del secondo piano. progetto originario prevedeva al primo Sullo sfondo il campanile della chie- piano un salone assolutamente ibrido, sa di San Rocco. disassato rispetto alla facciata e per di più dotato solo di finestre. Quest’ultima ipo- tesi mi sembra la più plausibile. Per Fran- cesco Cattaneo il salone principale era quello posto al secondo piano, perpendi- colare alla facciata, dotato di orchestra e ornato dalle bellissime porte decorate con motivi orientali. Solo con una suc- cessiva ristrutturazione si pervenne a no- bilitare il salone intermedio aprendo un elegante balcone verso la pregevole pro- spettiva del brolo. Contemporaneamente anche al piano terra fu aperto un portone che rese più funzionali i collegamenti tra la villa e le barchesse attraverso un ponti- cello sulla roggia. Datare questo nuovo e azienda dei Rossi, prima del 1718 la fami- ultimo intervento di ristrutturazione non glia entrò in possesso della casa dei Ma- ci è difficile. Le opere di demolizione dei lossi, nel 1719 iniziarono i lavori di ri- muri, le necessarie puntellazioni e il non strutturazione che sappiamo completati facile lavoro di posa in opera del materia- nel 1721. Nel 1732 veniva completato an- le lapideo costrinse i Cattaneo a sacrifica- che il grande brolo dotato di muro di cin- re il pavimento del primo piano e quello ta e di un monumentale ingresso dalla del piano terra per poi riformarli nel mo- strada, sul fronte della villa. do che ora conosciamo. Nel terrazzo alla All’epoca la villa si mostrava esatta- veneziana del salone del primo piano, di mente come oggi la conosciamo se non fronte alla scala, una iscrizione, collocan- per un dettaglio non insignificante. do temporalmente anche quella ristruttu- Se è plausibile che i pilastri bugnati razione, ricorda che l’intervento fu por- che aprono il recinto della villa abbiano tato a termine nel 1795. fattura decisamente diversa da quelli che 49 4. I pilastri dell’ingresso al brolo segnano l’ingresso al cortile delle stalle , inquadrano il balcone del salone del per contro non si spiega la diversità stili- piano nobile. stica che il portale posto verso il brolo esprime nei confronti delle decorazioni lapidee della facciata. Le opere in pietra precedenti al restau- ro datato 1719-1721 sono ancora ricono- scibili nella maggior parte dei davanzali del primo piano, ma la lavorazione e la pietra bianca di entrambi questi interven- ti non hanno nulla a che fare con que- st’ultimo portale che consideriamo senza dubbio tardo settecentesco. Confrontan- do la balaustra della facciata con la solu- zione scelta per quella del portale latera- le ci si accorge che i due interventi non sono contemporanei. Questo ci lascia so- lo due ipotesi plausibili: o l’originario balcone del primo piano è stato sostitui-

493 L’autore delle commesse provenienti da ambiti re- ligiosi. La facilità di ricostruire l’esperien- La dispersione dell’archivio dei Catta- ze scultoree di alcune botteghe impegna- neo non ci ha permesso di individuare il te nella costruzione di prestigiosi altari progettista di nessuna delle due ristruttu- non esaurisce però l’ambito di intervento razioni della residenza sanquirinese dei di questi artigiani. Sul fronte della com- Cattaneo. Nemmeno le recenti ricerche mittenza privata questi lapicidi erano in condotte presso gli archivi pubblici ci grado di intervenire con progetti anche hanno consentito di sciogliere i dubbi relativamente distanti dalla sede ufficiale che già nel 1988 avevamo espresso50. Ci è della bottega. L’elegante proporzione di dato di sapere che due sanquirinesi, il gran parte degli altari di produzione loca- marangone Sebastiano Penz e il murato- le, presenti in Friuli Occidentale, testi- re Osvaldo Marcolin51, contribuivano a monia la loro conoscenza delle principa- mantenere in efficienza gli immobili dei li norme della composizione e delle pro- conti, ma la loro presenza sul cantiere porzioni. La permeabilità di queste squa- della villa può essere solo dedotta e non dre di lapicidi a esperienze comuni con i provata. Del resto, anche nell’ipotesi che colleghi provenienti dall’ambiente vene- l’intervento fosse stato diretto da mae- ziano e comacino garantivano una certa stranze estranee all’ambiente friulano, modernità degli apparati compositivi. non si deve dimenticare che l’organizza- Credo che proprio in un ambito di re- zione di un cantiere presupponeva la pre- lazioni con l’ambiente comacino si sia senza anche di muratori e carpentieri lo- maturato il disegno della facciata princi- cali. A loro competeva non solo la realiz- pale della villa. Non parrebbe strano che zazione effettiva dell’opera, ma anche i bergamaschi Cattaneo avessero appro- l’onere di rifornire il cantiere del materia- fittato della presenza in zona di una le necessario alla costruzione. squadra di lapicidi lombardi. Non va pe- Non va quindi passata sotto silenzio rò nemmeno esclusa la pista di un coin- la presenza nel villaggio, in questi pochi volgimento nel cantiere di maestranze anni (1718-1732) di un consistente nu- presenti a . Infatti proprio in que- mero di muratori e carpentieri giustifica- gli anni sappiamo i Cattaneo impegnati bile solo con un’intensa attività edilizia nell’area pedemontana in un vertiginoso all’interno dell’ambito sanquirinese52. flusso di prestiti. A Budoia, Polcenigo e Anche il rapporto di stima e amicizia che si collocavano le tradizionali bot- legava alcune famiglie artigiane del por- teghe di lapicidi locali senz’altro all’altez- denonese non va passato sotto silenzio. I za di quest’opera54. Si tratta però di una Penz erano amici di mastro Sebastiano traccia tenue e tutta da verificare alla lu- Zampaner di Pordenone53 presente in ce di documenti originali. Lasciamo ad paese proprio in quegli anni. Sebastiano altri il compito di indagare in modo an- Penz inoltre aveva sposato Caterina, la fi- cor più approfondito l’ambiente del can- glia di “M.ro Antonio Rosa da Rorai tiere sanquirinese. grande”. In Friuli si è fatto molto poco per stu- diare in modo documentario l’architettu- La villa come allegoria del castello e l’a- ra del passato e la fitta rete di relazioni zienda agricola come un “feudo di fatto” che legava l’attività dei cantieri delle ope- re maggiori. Mentre la tradizione delle lo- A partire dal ’600, l’area delle cortine cali botteghe di pittura e la scultura sono dei villaggi dell’alta pianura pordenonese state degnamente indagate, ben poco si è diventò un luogo da riprogettare perché fatto sul fronte dell’architettura limitan- “vuoto”. Le funzioni residenziali si erano dosi a riversare all’interno della Piccola poco a poco portate all’esterno del recin- Patria nomi e autori di ambito venezia- to, mentre gli edifici sacri, al contrario, no. L’attività dei tagliapietra locali è stata avevano ampliato a dismisura le loro parzialmente riconosciuta a proposito strutture entrando in contrasto con l’im-

494 magine del luogo fortificato. Non a caso, piazza del villaggio. Ma questa “immagi- in quest’area, proprio gli ambiti centrali ne” non è la sola che può aver influenza- di , Arba e San Quirino furono to la famiglia bergamasca nella stesura quelli che subirono le più ampie ristrut- del suo programma edilizio. All’epoca la turazioni. vecchia nobiltà feudale aveva costruito Per i primi due villaggi il ridisegno ur- un numero consistente di palazzi all’in- bano settecentesco, così com’è documen- terno dei vecchi recinti del castello. A tato dai catasti ottocenteschi, spinse quel- questo proposito vale la pena ricordare le comunità a enfatizzare il ruolo della brevemente le esperienze edilizie dei di parrocchiale all’interno di una nuova Porcia a Porcia e , degli Spilim- piazza, progettata proprio con la distru- bergo a e a Cosa, dei Ridol- zione della cortina e la chiusura del fos- fi a . Il tema della villa-palaz- sato. Nel caso di San Quirino invece, gli zo all’interno del castello medievale fino elementi del nuovo progetto dello spazio a quel momento era stato patrimonio centrale del villaggio furono due: la chie- esclusivo delle vecchie famiglie feudali sa con il suo campanile, e la nuova villa saldamente ancorate a diritti e tradizioni. dei Cattaneo. Ma i Cattaneo non avevano tradizioni da A San Quirino la riforma del centro vantare e per questo, sul piano simboli- del villaggio non passò attraverso l’enfatiz- co, si impadronirono del medievale re- zazione della chiesa parrocchiale, vista co- cinto della cortina. Come nelle citate re- me immagine complessiva della comunità sidenze castellane, nel palazzo di San 5. Planimetria del settore centrale rurale. La chiesa non era il solo centro Quirino le buone regole della progetta- del villaggio con la giunta del com- simbolico e fisico del paese. A questa si zione architettonica furono abbandonate plesso dei Cattaneo successivo al re- contrapponeva una villa-palazzo dimen- per il rispetto di strutture più antiche. stauro (rilievo di Renato Puppi). sionalmente assai più grande e “preziosa”. Proprio nel momento in cui ad Arba e Vivaro si decideva di “pulire” l’intorno del- la chiesa da ogni edificio profano e si iden- tifica nel nuovo assetto spaziale una ideale e fittizia riconciliazione dei diversi strati so- ciali del villaggio, a San Quirino una ricca famiglia “foresta” vi si inseriva a forza. Proprio questa apparente “mancanza di tatto” dovrebbe farci riflettere sulle profonde motivazioni di una tale scelta insediativa. Nel 1718 i Cattaneo poteva- no anche pensare di edificare la loro villa all’esterno dell’ambito della cortina e del centro del villaggio. Questa “delicatezza” nei confronti della realtà urbana e socia- le degli insediamenti precostituiti è prin- cipio ispiratore di quasi tutte le grandi ville sorte in Veneto e in Friuli tra Seicen- to e Settecento. Solo in alcuni casi questa politica di concreto distacco del nuovo insediamento dalle strutture preesistenti sembra essere messa in crisi a favore di una presenza “urbana” della residenza. Per Villa Cattaneo, come per il palazzo dei conti -Attimis a Maniago, o dei conti di Polcenigo a , il luogo del confronto con una tradizio- ne insediativa precedente è quello della

495 6. Ricostruzione grafica della qua- Questa esplicita volontà sottendeva lità ed estensione della proprietà una scelta di forte contrapposizione, e Cattaneo a San Quirino nel 1851. per certi versi di scontro, tra i ricchi por- denonesi e la comunità rurale e questo non poteva non essere stato ben valutato dai Cattaneo. Del resto la famiglia posse- deva molti terreni a San Quirino e alcuni di questi (per esempio la braida ex Batti- stini posta nei pressi del molino superio- re o l’area del brolo) si sarebbero di sicu- ro prestati molto meglio alla definizione di un vero progetto di “villa”. Il fenomeno delle ville del Friuli Oc- cidentale, per quanto a volte contraddit- torio, all’epoca non vantava sostanziali diversità da quello del resto della terrafer- ma veneziana. Di norma la villa si inse- diava al centro di una grande tenuta agri- cola costituita con l’acquisto o la ristrut- turazione di proprietà un tempo feudali o con la messa a coltura di terreni un L’acquisizione della villa e il suo restau- tempo comunali. L’edificio residenziale ro come nuova sede municipale era attorniato da tutti quegli edifici rurali ritenuti indispensabili per il perfetto fun- Con la scomparsa dell’ultima contes- zionamento dell’azienda agricola. L’insie- sina Cattaneo, Maria Natalina, avvenuta me di questi fabbricati era il centro delle il 17 dicembre 1980, la proprietà della principali funzioni necessarie a un ocula- villa con le pertinenze adiacenti, compre- to programma dell’attività agricola. Co- so il cosiddetto “brolo”, passava alla fa- me abbiamo già notato la villa dei Catta- miglia Bressani-Rossetto, famiglia non di neo mancava invece di adeguate “bar- origine sanquirinese, che abitò la villa fi- chesse” e la stessa posizione della residen- no all’autunno del 1989, data di acquisto za padronale non era funzionale a svolge- da parte del Comune di San Quirino. re una qualche forma di controllo sui rac- L’amministrazione comunale del sin- colti o sulle attività di trasformazione dei daco Delfino Bernardi aveva intuito la prodotti. Per contro la villa controllava il possibilità e soprattutto la necessità e paese forte della sua posizione baricentri- l’importanza che il complesso di villa ca e strategica. Cattaneo, una volta estinto l’ultimo ere- Questo emerge chiaramente dal dise- de, diventasse un bene pubblico, un be- gno che abbiamo elaborato e che descrive ne al servizio di tutti, rappresentando da per quantità e utilizzo le proprietà dei sempre un punto di riferimento storico Cattaneo a San Quirino nel 1851. La vil- che ha identificato per alcuni secoli il la è a tutti gli effetti una “architettura di paese di San Quirino. dominazione”. L’edificio e il tessuto di Il 10 agosto del 1988 fu sottoscritto proprietà che questo sottende ricorda l’or- un accordo con la famiglia Bressani-Ros- ganizzazione dei villaggi castellani, dove setto con il quale l’amministrazione co- la scarsa proprietà privata si contrappone- munale si impegnava ad acquisire quel va al potere politico ed economico della complesso immobiliare per il valore di famiglia giurisdicente. Insomma, l’imma- 1.150.000.000 lire. gine che compare dal quadro complessivo L’amministrazione comunale successi- della costruzione di villa Cattaneo è quel- va, guidata dal sindaco Liliana Belfi Ca- la di un “feudo di fatto” e di una villa che retta, perfezionò l’atto di acquisto, il 25 è l’allegoria di un castello. agosto del 1989, grazie all’assegnazione Moreno Baccichet di un contributo regionale. Il complesso

496 veniva quindi vincolato tra i beni storici DESCRIZIONE DEL PROGETTO DI RECUPE- ed artistici della regione Friuli Venezia RO DELLA VILLA (dalla relazione tecnica Giulia ed inserito, il primo luglio del del progetto) 1993, nell’elenco degli edifici danneggia- ti dagli eventi sismici e catalogato ai sen- Intervenire in un edificio di pregio architet- si dell’articolo 8 della legge regionale tonico ed artistico come villa Cattaneo, com- 20.06.1977, n. 30. porta un’attenta valutazione delle possibilità e L’amministrazione Belfi ha inoltre ini- dei limiti derivanti dal raccordo tra le esigenze ziato ad elaborare le prime ipotesi di ri- funzionali della nuova destinazione d’uso e le strutturazione e destinazione d’uso di caratteristiche particolari della villa. tutto il complesso, compreso quindi la La necessità di dover utilizzare un manu- “barchessa” adiacente, affidando la pro- fatto storico, adattandolo alle esigenze attuali, gettazione e la predisposizione di un ipo- comporta un esame approfondito delle varie tetico quadro economico all’ing. Carlo parti dell’edificio, finalizzato alla localizza- Gava di Pordenone. zione dei nuovi ambienti in coerenza con la ri- Il 10 dicembre 1997 la prima ammini- proposizione delle pre-esistenze, nonché alla strazione guidata dal sindaco Giuseppe scelta degli interventi di restauro, affinché le Bressa affidava ufficialmente l’incarico modificazioni siano limitate al minimo. professionale per la progettazione, dire- Divenendo la villa sede municipale, anche zione lavori e contabilità lavori all’ing. solo in parte operativa, si è dovuto prevedere Carlo Gava e all’arch. Renato Puppi e l’installazione di un ascensore utilizzabile an- con delibera giuntale del 29 giugno 1998 che da portatori di handicap, la scelta del po- approvava il progetto esecutivo, con un sizionamento è stata dettata dalla esigenza di quadro economico che prevedeva un im- penalizzare uno dei due vani che presentano pegno finanziario di L. 1.075.000.000 da caratteristiche meno rilevanti e dalla ricerca di parte del Comune e di L. 2.000.000.000 occupare il minor spazio possibile. con contributo regionale. Questi impe- Il vano sud-ovest, prescelto per l’ubicazio- gni presero forma grazie a un accordo di ne dell’ascensore, al piano terra era destinato a programma fra Regione e Comune, con cucina), ed era sicuramente uno tra i locali del- il quale si affidava alla Segreteria genera- l’edificio meno importanti pur offrendo il le straordinaria, con sede a Udine, l’ese- vantaggio di essere direttamente collegato sia cuzione dei lavori per recupero edilizio con il cortile esterno che con l’androne di in- di villa Cattaneo (20 gennaio 1999). I la- gresso verso la piazza principale. vori furono poi appaltati all’impresa Anche nella scelta della collocazione dei loca- Clocchiati di Udine e sono stati ultimati li da destinare a servizi igienici, si è optato per il 7 ottobre del 2003. l’altro vano di analoga rilevanza, situato in po-

7. Prospetto sud di villa Cattaneo (rilievo di Renato Puppi).

8. Prospetto est di villa Cattaneo (rilievo di Renato Puppi).

497 sizione simmetrica rispetto alle scale principali, DESCRIZIONE DEL PROGETTO DI RECUPE- a quello in cui è stato collocato l’ascensore. RO DELLA BARCHESSA L’intervento di inserimento dei nuovi ele- menti costruttivi è stato particolarmente valu- Il riuso, con il progetto di riqualificazione tato per consentire una eventuale, se necessa- funzionale a sede operativa degli uffici del co- ria, reversibilità dell’intervento senza pregiu- mune inseriti nella barchessa della villa Catta- dicare, ove possibile, l’esistente. neo,ha imposto una riproposizione generale La localizzazione raggruppata dei locali della disposizione dei locali. per l’ascensore e per i servizi igienici ha per- Per una corretta fruizione degli ambienti e messo un ripristino delle condizioni originarie per una maggiore regolarità del disegno delle negli ambienti più importanti interni della vil- fronti, si rende necessario anche un riordino la che erano state alterate dalla collocazione delle aperture sui prospetti sud e nord mante- disordinata, in tempi diversi, dei servizi igie- nendo inalterati i fori di riferimento a contor- nici e delle cucine così come risultati nella si- no dell’ingresso e della sovrastante meridiana tuazione di stato di fatto. del prospetto sud. Anche i locali dove insisteva la centrale Il muro in sassi, a lato del fronte ovest, vie- termica verranno ora adibiti a funzioni con- ne riproposto nella sua configurazione origi- nesse con sede municipale. La centrale termi- naria; parimenti viene restaurato il muro di ca sarà pertanto ricavata nell’ambito dei lo- recinzione a contorno dell’accesso alla barches- cali destinati a tale uso al piano interrato sa e al parco adiacente. della barchessa, sul lato opposto della strada, 9. Sezione della villa in corrispon- concentrando quindi in un unico locale gli denza dei tre saloni passanti (rilie- impianti termici. vo di Renato Puppi). Al primo piano, la riapertura del foro ad ar- co che era tamponato, si ritiene riporti alla origi- naria regolarità le aperture sul salone, mante- nendo la simmetria con gli archi di accesso alle scale e la distribuzione alle stanze laterali.

LAVORI DI RESTAURO CONSERVATIVO

Saranno realizzati i lavori di restauro conservativo riguardanti la scalinata princi- pale esterna, i soffitti lignei al piano terra e al primo piano, le porte settecentesche del sala consiliare, nonché il pavimento dell’androne Gli ampliamenti sul fronte nord, rispetto al piano terra e la meridiana posta sopra l’in- alla volumetria esistente, sono stati determi- gresso della barchessa. nati dalla necessità di introdurre nel vano sca- Si può affermare che le intenzioni proget- le il vano ascensore, e dall’esigenza di creare tuali e le attenzioni conservative siano state ri- vani accessori per posizionare i servizi igieni- spettate, a valle di una valutazione generale ci ed ulteriori locali necessari per raggiungere del bene in esame, riuscendo ad attuare la pro- la dotazione minima di ambienti accorpati posizione più importante della filosofia del re- per la funzionalità completa di tutti gli uffici. stauro, ossia che un edificio storico debba ne- cessariamente essere vissuto, continuamente utilizzato, perché possa così tramandarsi alle DESTINAZIONE D’USO generazioni future. La cura migliore che l’uomo, il progettista, La villa Cattaneo avrà questa destinazio- può dedicargli, adattandolo alle nuove esigen- ne: al piano terra, verranno insediati gli uffici ze, è quella del maggiore rispetto delle sue ca- della polizia municipale, compreso l’ufficio del ratteristiche, valutando obiettivamente e libe- comandante. ramente i limiti del suo intervento. L’androne passante avrà la funzione di

498 ingresso operativo e di transito pedonale tra la 7 - Begotti ha già pubblicato il disegno (1792) futura piazza e gli uffici comunali. del palazzo e degli annessi posseduti dai Gre- Il piano primo o piano nobile è adibito a sa- goris dall’inizio del settecento. Vedi P. C. BE- lone di rappresentanza e sale riunioni con la GOTTI, Templari e Giovanniti in Friuli. La mason possibilità di creare spazi da adibire a manife- di San Quirino, Pordenone, 1991, 98. stazioni a carattere rappresentativo e culturale.- 8 - ASPN, NA, b.1041, f.7180, s.n.: 3 agosto Il salone principale del secondo piano sarà 1709, S. Foca. la sede del Consiglio Comunale mentre nelle 9 - Ibidem. Contemporaneo al precedente è salette laterali troveranno posto i libri della anche l’atto relativo ai deliberati dei vicini di nostra biblioteca. «S. Leonardo de Campagna». Paolo Caterino Sarà così realizzato un complesso pubblico fu infatti incaricato a «invitare li Monari, e in ambito urbano, omogeneo ed integrato non- Communi di essi luochi, acciò si portino a far ché prestigioso per il paese di San Quirino, che la Rosta in Celina, secondo il praticato, e comprenderà, è bene ricordarlo, oltre alla sede consuetudine antica». municipale e le sue aree esterne limitrofe, anche 10 - Nel 1712 un agrimensore si recò a misu- il parco adiacente di villa Cattaneo, un’area rare «l’alveo del partidor della Roia» di Cor- verde di oltre dieci ettari, buona parte recinta- denons nei pressi della cortina sanquirinese. to da un bel muro originale di sasso.- «Ho misurato l’alveo stesso, e quello ho tro- vato di larghezza in loca piedi 4 1/4». Riscon- Il 18 aprile 2004, alla presenza delle trata una manomissione nella regolazione del massime autorità e di molti sanquirinesi, deflusso dell’acqua il perito ricordava di «ha- veniva ufficialmente inaugurato dal Sin- ver astretto, et agiustato le Pietre di detto Al- daco Giuseppe Bressa il complesso di vil- veo e restato in boca di largheza piedi 3». La la Cattaneo quale nuova sede municipa- cosa non andò giù ai sanquirinesi che proba- le del Comune di San Quirino. bilmente avevano modificato il sistema di re- Giuseppe Bressa golazione delle portate per meglio sfruttare le capacità irrigue di quell’acqua. Il paese insor- se contro i lavori dell’agrimensore reclaman- do «che non si dovessero mover le pietre an- Note tiche». Ibidem, b.258, f.2204, 96: 16 settembre 1712. 1 - Venezia, Archivio di Stato (d’ora in poi, 11 - Vedi i contrasti tra i Correr e alcuni abi- ASVE), Provveditori sopra Beni Inculti TV, tanti di Cordenons per alcune derivazioni 44/11. dalla «Roja Granda». M. ONGARO, M. DE 2 - Il 2 agosto del 1697 Francesco Cattaneo PIERO, Cordenons percorso storico e curiosità, creava Lucio Melchiori suo procuratore con il Cordenons, 1992, 156. compito di acquistare quarantanove campi di 12 - ASPN, NA, b.730, f. 5381: 19 febbraio terra comunale posti a Sant’Andrea di Pasia- 1709. no. Pordenone, Archivio di Stato, Notarile 13 - Il 13 luglio del 1732 i Cattaneo affittaro- Antico (d’ora in poi, ASPN, NA) b.728, no le loro terre di San Quirino a Osvaldo Re- f.5371, s.n. divo di Roveredo. Ibidem, b.751, f. 5495. 3 - Pordenone, Archivio Curia Vescovile, Ar- 14 - Vale la pena notare come a fianco di cin- chivio Parrocchiale San Quirino (d’ora in poi, que manzi tra gli animali dell’azienda venis- ACVPN, APSQ), b. S. Quirino. Registri di Na- sero contate «Pecore n.° 26 con suoi Agneli scita-Battesimo 1665-1835, f.1665-1714, 12 set- sotto sono n.° 17» nonché «un molton». Si tembre 1698. trattava di un gregge precedente all’acquisto 4 - ASPN, NA, b.728, f.5371, s.n.: 4 marzo dei Cattaneo e destinato a sfruttare quei ma- 1698. gredi che non era vantaggioso mettere a col- 5 - Ibidem, b.728, f.5370, s.n.: 9 maggio 1695. tura. Ibidem. 6 - La lapide posta sopra la porta del campa- 15 - Ibidem. nile riconduce quella costruzione alla volon- 16 - Ibidem. tà di don Antonio rettore della parrocchia e 17 - L’edificio si affacciava sulla strada: «faz- al 1696 l’inizio di quei lavori. zada sopra la strada». Ibidem.

499 18 - Nel 1733 i Cattaneo acquisiranno con un 30 - Ibidem, b.748, f. 5484: 27 maggio 1717. atto di permuta alcune proprietà dei Diana Emilio Trussardo delegò il fratello Gio: Do- adiacenti al loro «Brollo murato». La famiglia menico a stipulare con il «Commendator ge- sanquirinese ricevette dai conti «a titolo di re- rosolimitano» un atto con il quale «possi det- gallo» 20 ducati per il disturbo. Ibidem, 751, f. to signor suo procuratore accettare ad affitto 5496, 170v: 13 agosto 1733. semplice tutti li beni, case, fabbriche Domini- 19 - Sui Bariani si sa molto poco: vengono cali, e rurali, terre di qualsivoglia sorte di en- detti originari da Viterbo e sono riconosciuti trate, livelli, campi, ragioni et azioni, e tutto a Sacile a partire dal XVI secolo. Se sarà veri- ciò che spettar potesse a detto Ecc. Commen- ficata la data dell’investitura del feudo di Se- datore». I Trussardo avevano una loro abita- drano si sarà costretti ad anticipare la presen- zione pordenonese presso l’attuale piazza za della famiglia in Friuli, se non a Sacile. G. Ospedale Vecchio. Cfr. G.B. POMO, Comenta- MARCHESINI, Annali per la storia di Sacile anche ri Urbani (1728-1791), a cura di P. GOI, Fiume nei suoi rapporti con le Venezie, Sacile, 1957 Veneto (Pordenone) 1990, 252. (=1985), 661-662; N. ROMAN, Le famiglie del 31 - L’attività di prestatori era una delle prin- Consiglio nobile di Sacile (1481-1797), in Nobili cipali occupazioni dei Cattaneo. Non a caso di Sacile 1481-1797. Momenti di vita pubblica e quando si iniziò a definire il progetto di co- privata tratti da documenti d’archivio, Sacile, stituzione di una grande proprietà a S. Quiri- 1994, 135. no i due fratelli bergamaschi concessero pre- 20 - Traggo queste note da ASVE, Provvedito- stiti quasi esclusivamente ai popolani di quel ri sopra feudi, b.307, f.1. paese. Non sempre i beni ceduti a garanzia 21 - Pordenone, Biblioteca Civica, Archivio venivano riscattati e in questo modo, a mac- Della Torre, Catastico provvisionale, 101. chia di leopardo, le proprietà dei Cattaneo 22 - ASVE, Rason vecchie, b.109, ds.699. continuavano a crescere. La strategia di ac- 23 - Probabilmente, a questa data, il sottopor- quistare quante più proprietà fossero disponi- tico presente nella mappa del Boschetti (1703) bili in paese vale anche per i fabbricati urba- era già stato demolito, forse contemporanea- ni. Il 13 maggio del 1722 i conti acquistava- mente alla ristrutturazione della villa nel no da Antonio Madalena da un «Te- 1711. ASVE, Rason Vecchie, b.190, dis.699. zon di muro coperto di coppi» che seppur 24 - ASPN, NA, b.728, f.5370, s.n., 9 maggio «cadente» aveva il merito di confinare con al- 1695. cune proprietà dei Cattaneo. 25 - Ibidem, b.749, f.5486, 135: 27 settembre 1719. 32 - Questo documento è tutto da analizzare 26 - L’immagine di questa proprietà ex Batti- nei suoi contenuti genealogici. Infatti France- stini, presente nel dettagliato Cabreo del 1792, sco Cattaneo all’inizio del secolo aveva spo- è stata pubblicata da Pier Carlo Begotti, 1991, sato Cassandra Marini, dalla quale aveva avu- 82. Il complesso degli edifici sostanzialmente to un figlio cui aveva imposto il nome del pa- coincide con le mappe catastali austriache dre: Giovanni Antonio. Nel frattempo Cas- (1831), conservate presso l’ASPN, e non è sandra era morta e Francesco aveva predispo- molto diverso dall’attuale caseggiato. sto gli atti necessari per un suo secondo ma- 27 - Infatti con Girolamo Battistini si era trimonio. Cfr. Udine, Biblioteca Comunale, estinta questa casata pordenonese. Sua figlia Genealogie del Torso, famiglia Cattaneo, n.162. Lodovica sposò Zaccaria Pera, artefice primo 33 - ASPN, NA, b.742, f.5449, 37v. della decisione di «liberarsi degl’infrascritti li- 34 - Ibidem, 42v. velli incombenti». ASPN, NA, b.755, f.5514, 35 - Ibidem. 134: 14 settembre 1753. 36 - Ibidem, 52. Si trattava di «Osvaldo figlio 28 - Nel 1719 i Cattaneo ampliano le loro di M.o Alfonso Contin marangon». proprietà presso i «pradi mestici», acquistan- 37 - Ibidem, b.729, filza 5377: 20 agosto 1721. do altri terreni dai Malossi. L’atto fu stipulato 38 - Ibidem. a San Quirino«in Casa degl’Illustrissimi ss.ri 39 - Ibidem. Conti Cattanei». Ibidem, b.749, f.5486, 135: 40 - Il terreno della mansioneria confinava 27 settembre 1719. «con il Muro di frontizzo per mettà con la 29 - Ibidem, b.749, f. 5486, 134: 27 settembre Casa fu del Cargnel». Ibidem, b.729, f. 5377: 1719. 20 agosto 1721, stima di Alberto Danella.

500 41 - Non a caso nel 1722 quando i fratelli 51 - Il rapporto che intercorreva tra i Penz e i Cattaneo decideranno di affittare a Bartolo- Marcolin e la famiglia Cattaneo non era mol- meo Valle «la Casa di ragione di detti Ill.mi to diverso. Nonostante Osvaldo lavorasse per ss.ri Conti (...) posta qui in pordenon, dirim- i conti di Sedrano nel 1757 il muratore si vi- petto alla loggia fu Spelladi, e prima Cesena», de costretto a vendere a Gio: Antonio Catta- lo faranno ponendo quale condizione che neo una casa posta «in detta Villa dalla parte nell’affitto non fosse «compreso il Granaro di sopra nel Borgo d.to Candia”. ASPN, NA, Grande» che doveva rimanere in uso ai locata- b.755, f.5516, 95. ri. Ibidem, b.750, f.5489, 19v: 17 febbraio 1722. 52 - Vale la pena rilevare che il censimento 42 - Ibidem, b.751, f.5495, 93: 13 luglio 1732. del 1754 rintracciava a S. Quirino un solo ar- Osvaldo Redivo si impegnò a «far ogni anno tigiano, Antonio Cornachini, di professione piante da novo n°6 per esserli pagate quando «rodaro». Biblioteca Civica di Udine, Mano- saranno da frutto». L’affitto dei campi coltiva- scritti - Fondo Principale, n.1539, Catastico ti fu fissato in sedici stara di frumento all’an- Delle Persone tutte che esercitano arti libera- no, mentre per i prati gli affittuari erano tenu- li o meccaniche nella Patria del Friuli (...) ti a contribuire il compenso di un ducato al 1754. Cornachini era figlio del «Sig.r Gio: campo. Il vino sarebbe stato diviso a metà, Batta Cornachino della Parrocchia di Reana ma la manutenzione dei «brenti» fu lasciata a diocese d’Aquileia», giunto in paese all’inizio totale carico dei Cattaneo. Nel contratto era del secolo. ACVPN, APSQ. Registri di Nasci- inoltre previsto anche l’affitto di un gregge di ta - Battesimo 1665-1835, 20. trenta pecore sulle quali i conti si riservavano 53 - Ibidem, 51: 22 gennaio 1721, 67: 22 feb- metà della lana, dei maschi nati, delle pecore braio 1723. vecchie, nonché un po’ di formaggio «d’Ho- 54 - Infatti ne sappiamo troppo poco sulle noranza». botteghe di tagliapietra presenti in Friuli oc- 43 - Ibidem, f.5496, 170v: 13 agosto 1733. cidentale all’epoca della costruzione della vil- 44 - Ibidem, 168v: 13 agosto 1733. la dei Cattaneo. Nel 1754 un censimento re- 45 - Ibidem, b.752, f.5501, 73v: 20 aprile 1738. lativo a chi esercitava le «arti liberali o mecca- 46 - Ibidem. niche» individuava le seguenti botteghe di la- 47 - Ibidem, b.751, f.5495, 7: 25 gennaio 1732. picidi: 48 - Ibidem, b.755, f.5516, 101: 22 giugno 1757. Brugnera - Francesco e Pietro Cargnello; Lo- Vedi anche: Ibidem, f.5514, 3. renzo Corazza 49 - Il bugnato di quest’ultimi infatti è rego- Budoia - Osvaldo Scaizzuto lato da una maglia ortogonale ruotata di qua- Coltura - Gio: Maria e Osvaldo Bravin rantacinque gradi, mentre gli altri non pre- Dardago - Anzolo Antonelli; Anzolo Bozzo sentano “trame” geometriche. Mentre i pila- Giais - Pietro e Sebastian Pollo stri della villa sono stati realizzati nel 1721, Pinzano - Silvestro e Iseppo Comiz; Antonio quelli del brolo vanno invece posticipati al Scaton 1732. Polcenigo - Alvise Saltarielo 50 - M. BACCICHET, Dal villaggio alla Villa. Portogruaro - Gio: Batta Molinari; Pietro Balbi.

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