Lavori di messa in sicurezza mediante ricostruzione delle opere di sostegno della sede stradale della SP 13 al Km 12+300 nel di Trentinara in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone "Corsole" a seguito del dissesto delle strutture in muratura PROGETTO DEFINITIVO ______Relazione paesaggistica

PROGETTO DEFINITIVO

LAVORI DI MESSA IN SICUREZZA MEDIANTE RICOSTRUZIONE DELLE OPERE DI SOSTEGNODELLA SEDE STRADALE DELLA SP 13 AL KM 12+300 NEL COMUNE DI TRENTINARA IN CORRISPONDENZA DELL'ATTRAVERSAMENTO DEL VALLONE "CORSOLE" A SEGUITO DEL DISSESTO DELLE STRUTTURE IN MURATURA

1. PREMESSA ...... 2 2. OBIETTIVI ...... 2 3. PROCEDIMENTO DI ANALISI ...... 2 3.1 Procedimento e criteri ...... 2 3.2 L’ambiente di riferimento ...... 3 4. ANALISI DELLO STATO DI FATTO ...... 3 4.1 Componente naturale ...... 4 4.1.1 Caratteri geomorfologici e idrologici ...... 4 4.1.2 Analisi della connotazione vegetazionale e faunistica ...... 4 4.1.3 Ambiti di paesaggio ...... 4 4.2 Componente antropica-culturale e paesaggistica ...... 4 La Terrazza del ...... 5 La Via dell'Amore e la Preta 'Ncatenata ...... 5 Chiesa di San Nicola ...... 5 Componente naturalistica ...... 5 4.3 Componente insediativo produttiva ...... 5 4.4 Componente percettiva ...... 5 4.4.1 Analisi di impatto visivo ...... 5 4.4.2 Analisi della qualità e criticità paesaggistica ...... 6 4.4.3 Analisi della vulnerabilità visiva ...... 6 4.4.4 Capacità di accoglienza del sito in esame ...... 7 5. ANALISI DEI VINCOLI ...... 7 5.1 Componente vincolistica generale ...... 7 6. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DEL SITO OGGETTO DI INTERVENTO ...... 10 7. ANALISI DELLO STATO DI PROGETTO ...... 13 7.1 Descrizione breve dell’intervento ...... 13 8. SIMULAZIONE DELLO STATO DEI LUOGHI PER EFFETTO DEL PROGETTO ...... 14 9. MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE ...... 16

______1 Lavori di messa in sicurezza mediante ricostruzione delle opere di sostegno della sede stradale della SP 13 al Km 12+300 nel Comune di Trentinara in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone "Corsole" a seguito del dissesto delle strutture in muratura PROGETTO DEFINITIVO ______Relazione paesaggistica

1. PREMESSA

L’intervento oggetto della presente progettazione è finalizzato alla realizzazione dei lavori di ricostruzione di un attraversamento del vallone “Corsole” e delle relative strutture d’ala di contenimento in muratura portante site al km 12+300 circa della S.P.13 nel Comune di Trentinara. L’area, sita al confine della perimetrazione del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano e nella fascia di 150 metri dalle sponde del succitato vallone, risulta gravata dal vincolo paesaggistico ai sensi degli art. 136 e 142 lett. c) ed f) del D.Lgs. 42/04. Lo studio paesaggistico analizza gli aspetti e i caratteri del paesaggio dell’area di progetto, in quanto espressione unica e irripetibile di una particolare evoluzione antropica e ambientale. Il paesaggio è un bene comune e un elemento chiave dell’identità culturale e del benessere, dove ogni intervento di trasformazione deve necessariamente tendere ad uno sviluppo sostenibile e ad una valorizzazione dell’esistente. L’obiettivo è di definire un quadro di misure di tutela e di valorizzazione per il raggiungimento di un equilibrato rapporto tra conservazione e ripristino dei valori espressi dai beni paesaggistici. Secondo il DPCM 12.12.2005, la relazione paesaggistica costituisce la base di riferimento essenziale per le valutazioni previste dall’art. 146 comma 5 del Codice dei beni culturali del paesaggio.

2. OBIETTIVI

I principi chiave ai quali si dovrà orientare ogni intervento sono il mantenimento, la riqualificazione e la conservazione del territorio e la sua possibile trasformazione in armonia con le strutture paesaggistiche esistenti. Tutti gli interventi devono avvenire nella consapevolezza che il territorio attuale rappresenta una risorsa il cui valore dovrà essere riconosciuto, tutelato e valorizzato dai futuri progetti di sviluppo. Le trasformazioni indotte da processi di sviluppo sociali, economici e ambientali dovranno orientarsi e armonizzarsi verso delle forme capaci di produrre nuovi valori, qualità e opportunità. Questo presuppone una corretta interpretazione del territorio per poi intervenire con azioni compatibili che devono risaltare la storia, il significato, l’immagine e i caratteri del territorio, ispirandosi ad essi e ponendo le trasformazioni contemporanee in sintonia con la specificità del contesto paesaggistico affinché le opere realizzate diventino esse stesse parti integranti di quel paesaggio che hanno contribuito a mutare.

3. PROCEDIMENTO DI ANALISI

31 Prcediet e criteri La base per la progettazione dei nuovi interventi si struttura a partire da un’analisi attenta e dettagliata del paesaggio circostante. Partendo dai modi attraverso cui può essere letto il paesaggio, possono conseguentemente essere progettate le trasformazioni a tutte le scale e per tutti i tipi d’interventi. Questo metodo tiene conto della necessità di progettare all’interno del contesto e non “sul contesto” con sovrapposizioni acritiche rispetto ai beni naturali e storici presenti sul territorio. L’analisi è affrontata secondo un approccio che parte da una lettura delle caratteristiche paesaggistiche per arrivare a delineare alcune indicazioni utili alla progettazione degli interventi di trasformazione. Il procedimento di analisi si sviluppa, generalmente, secondo tre fasi:

a) individuazione dei beni e degli ambiti paesaggistici di tutela; b) indicazione degli elementi da tutelare intorno degli ambiti e descrizione dei caratteri costruttivi; c) formulazione di indirizzi e prescrizioni.

mentre, i criteri di analisi si articolano come segue:

a) parametri di lettura della qualità e diversità paesaggistica: diversità, integrità, qualità visiva, rarità, degrado;

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b) parametri di lettura del rischio paesaggistico, antropico e ambientale: sensibilità, fragilità, capacità dell’inserimento visivo, stabilità, instabilità; c) modifiche che maggiormente possono incidere sui caratteri del paesaggio esistente: modificazioni della morfologia, dello skyline naturale o antropico, dell’assetto insediativo-storico, della compagine vegetale, dell’assetto percettivo, scenicopanoramico, della funzionalità ecologica nei suoi effetti sull’assetto paesaggistico, dei margini costruiti, dei caratteri materici, cromatici, costruttivi degli insediamenti, dei caratteri strutturanti de territorio agricolo; d) alterazioni che conducono alla perdita di qualità dei sistemi paesaggistici: intrusione, suddivisione, frammentazione, riduzione, eliminazione progressiva delle relazioni visive, storico-culturali, simboliche, concentrazione, interruzione, distruzione, deconnotazione di carattere distruttivo / reversibile / non reversibile e gli effetti nel tempo.

32 ’abiete di riferiet La redazione di uno studio ambientale paesaggistico, generalmente, fa riferimento ai seguenti tre concetti principali esistenti su questo tema e, in particolare:

 il paesaggio estetico , che fa riferimento alle armonie di combinazioni tra forme e colori del territorio;  il paesaggio come fatto culturale , l’uomo come agente modellatore dell’ambiente che lo circonda;  il passaggio come un elemento ecologico e geografico , intendendo lo studio dei sistemi naturali che lo compongono.

Inoltre, si fa presente che all’interno di un paesaggio possiamo distinguere tre componenti essenziali quali, lo spazio visivo, costituito da una porzione di suolo, la percezione del territorio da parte dell’uomo e l’interpretazione che questi ha di detta percezione. Il territorio è una componente del paesaggio in costante evoluzione, tanto nello spazio quanto nel tempo. La percezione è il processo per il quale l’organismo umano avverte questi cambiamenti e li interpreta assegnandogli un giudizio. La realtà fisica può essere considerata, pertanto, unica, ma i paesaggi sono innumerevoli, poiché, nonostante esistano visioni comuni, ogni territorio è diverso a seconda degli occhi che lo osservano. Comunque, pur riconoscendo l’importanza della componente soggettiva che pervade tutta la percezione, è possibile descrivere un paesaggio in termini oggettivi, se lo si intende come l’espressione spaziale e visiva dell’ambiente. Il paesaggio sarà, dunque, inteso come risorsa oggettiva valutabile attraverso valori estetici e ambientali.

4. ANALISI DELLO STATO DI FATTO

Lo stato attuale del paesaggio è esaminato attraverso un’analisi dettagliata dell’area di progetto secondo i procedimenti e i criteri di metodo descritti in precedenza. In particolare, le componenti del paesaggio analizzate possono essere distinte in quattro classi principali: componente naturale, componente antropica-culturale, componente insediativo produttiva e componente percettiva che, a loro volta, comprendono diversi aspetti ognuno afferente alla componente di riferimento così come evidenziato nel prospetto che segue.

ANALISI DEL PAESAGGIO

componente naturale componente componente componente percettiva antropica-culturale insediativo-produttiva

geomorfologica socio-culturale- infrastrutture visuale idrogeologica testimoniale-storico- attività produttive formale semiologica vegetazionale e faunistica architettonica servizi estetica

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41 Cpete aturae 4.1.1 Caratteri geomorfologici e idrologici Il tratto della S.P.13 nei pressi del ponticello interessato in oggetto, si sviluppa su di un versante a modesta pendenza nei pressi dell’abitato di Trentinara ed in sinistra orografica del vallone S.Nicola ad una quota di circa 545 m s.l.m.. Il versante, attraversato dalla strada, e caratterizzato da pendenze via via piu acclivi, procedendo verso est, e cioe verso il Monte Vesole (q. 1210 m s.l.m.). Tale rilievo e caratterizzato dalla successione carbonatica del Unita Alburno-Cervati, e la stratificazione, in generale, ha un assetto per lo piu a reggipoggio interrotta da un fitto reticolo di dislocazioni dirette che localmente hanno determinato una stratificazione anche sub-verticale. Il paesaggio e comunque accidentato, infatti verso il crinale sono frequenti le scarpate subverticali non regolarizzate. Lungo le dislocazioni tettoniche si sono impostate dei solchi di drenaggio che per fenomeni di erosione lineare hanno generato dei valloni particolarmente evidenti. Alla base delle scarpate carbonatiche la presenza di detriti di falda e di conoidi evidenzia l'attivita di processi in corso di tipo gravitativo, che spaziano dai crolli al trasporto in massa di elementi lapidei e detriti; le fenomenologie di crollo e rotolamento di blocchi e massi calcarei rappresentano in generale la principale tipologia di dissesto presente lungo la S.P. 13. In particolare, nel tratto interessato dalle indagini, vista la discreta distanza dai rilievi carbonatici e la presenza di coperture flyschioidi argillose, la tipologia di dissesto e piu di tipo plastico .

4.1.2 Analisi della connotazione vegetazionale e faunistica L’area è praticamente priva di connotazioni vegetazionali di rilievo, con alberature e coltivazioni non di pregio poste a ridosso della sede stradale, che risulta soprelevata rispetto il circostante piano e sostenuta dalle opere murarie oggetto di sostituzione. Dal punto di vista faunistico, non si riscontra la presenza di particolari specie tipiche dei luoghi.

4.1.3 Ambiti di paesaggio Gli ambiti di paesaggio sono ambiti di dimensione discreta del territorio comunale dotati di una specifica e riconoscibile identità riconducibile alla peculiare compresenza di una o più componenti strutturali costitutive dei sistemi e delle reti e di specifiche relazioni storiche, culturali, ecologiche, percettive e funzionali fra tali componenti. L’interazione fra i suddetti componenti strutturali e loro relazioni conferisce un’immagine e una identità distinte e riconoscibili a ciascun ambito di paesaggio, in tal senso svolgono una funzione essenziale di regolazione e controllo gli strumenti urbanistici. Il paesaggio è generalmente caratterizzato da diversi fabbricati isolati ad uno/due piani di recente edificazione per la conduzione dei limitrofi fondi a prevalente destinazione residenziale/agricola o turistico/ricettiva. Inoltre l’ubicazione dell’intervento è posta a poche decine di metri dall’inizio del centro abitato di Trentinara, ambito completamente urbanizzato ed antropizzato.

42 Cpete atrpicacuturae e paesaggistica Cenni storici sul Comune di Trentinara e principali attrazioni Le origini di Trentinara si perdono nella notte dei tempi. Sorto come villaggio fortificato già nel II millennio a.C., venne utilizzato poi dai romani per ricavare le acque adoperate per dissetarsi e coltivare le celebri rose di . Il primo vero nucleo abitativo risale all’epoca delle invasioni saracene (800 d. C.) e dei relativi saccheggi di Paestum che provocarono la fuga dei suoi abitanti i quali si rifugiarono sui colli sovrastanti. Rilevante nella storia del paese è il 12 luglio del 1848 quando nell’abitato si svolse l’epilogo dei moti cilentani contro la monarchia borbonica, nel quale molte giovani vite vennero sacrificate per il raggiungimento della libertà. Il centro storico di Trentinara si estende su di un’area di circa 12 ettari ed è il risultato dell’evoluzione e delle sedimentazioni culturali che dal IX sec. d. C. in poi si sono susseguite nel paese. L’abitato originariamente presentava due porte di accesso: porta Soprana nella parte più alta verso est e porta Sottana nella parte bassa in direzione nord est. Il dedalo intricato di strade e vicoli, che ancora oggi si osserva, rispecchia la struttura urbana medievale. Una parte del centro storico conserva l’aspetto antico fatto di strade lastricate di vetusti vasoli ai lati dei quali si ergono silenziose case in pietra adornate da monumentali portali di eccezionale fattura risalenti al XVIII e XIX secolo, segno evidente di una presenza sul territorio di esperti ma-estri scalpellini. La pietra utilizzata è quella locale, che con immensi sforzi è stata adoperata per la costruzione delle strutture abitative. Da vedere le tre piazzette panoramiche, soprannominate Terrazze del Cilento, la preta ncatenata, la chiesa campestre della Madonna di Loreto, la chiesa dell’Assunta, la chiesa di San Nicola, in stile romanico, risalente all’XI secolo,

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la chiesa del Rosario di fondazione antica ammodernata nel 1747 e arricchita con alcune tele tra cui una pala d’altare della scuola di Francesco Solimena. La Terrazza del Cilento Tra le attrazioni turistiche del paese va ricordata la piazzetta panoramica, denominata la "Terrazza del Cilento", poiché è possibile godere di un favoloso panorama che abbraccia tutta la Piana del Sele, gli scavi archeologici di Paestum, tutto il Golfo di , dalla baia di alla costiera amalfitana, fino a vedere l'isola di Capri. La Via dell'Amore e la Preta 'Ncatenata Da visitare anche la Via dell'Amore, che dalla piazza principale conduce alla Terrazza del Cilento, lungo la quale si possono notare maioliche dipinte a mano dal prof. Sergio Vecchio e che riportano frasi celebri sull'Amore, selezionate dal giornalista di origini trentinaresi, prof. Giuseppe Liuccio. Alla fine del sentiero, la Preta 'Ncatenata, così chiamata in quanto consistente in due macigni incastonati tra di loro che rievoca l'abbraccio di due giovani - Saul e Isabella - i quali, secondo la leggenda, non potendo vivere pienamente il loro legame (figlia del marchese lei, capo brigante lui) si lanciarono nel vuoto dalla rupe in nome del loro amore contrastato. Chiesa di San Nicola Tra i vari luoghi caratteristici una menzione particolare spetta alla chiesa sconsacrata di San Nicola, risalente all'XI secolo e ancora intatta, adibita a museo dell'artigianato. Componente naturalistica Trentinara offre al visitatore un’elevata qualità paesaggistica e ambientale, un clima invidiabile con estati fresche e ventilate e tutta la genuinità dei prodotti alimentari, dal vino all’olio, dai fichi bianchi del Cilento alle castagne, ai formaggi e al pane, inseriti per la maggior parte nei prodotti DOC, DOP e IGP. Meta ideale per visite, sia lungo la costa che nell’interno, è adatta a qualsiasi tipo - logia di vacanza. A soli 13 km da Paestum e dal suo litorale sabbioso, è vicina ai borghi più caratteristici della costa e dell’interno, alle emergenze naturalistiche quali il monte Cervati, le grotte di e il fiume Calore dove è ancora possibile avvistare la lontra. Tra gli itinerari naturalistici si evidenzia quello della Cascata sul fiume Solofrone (Sentiero Tre Monti). Un percorso impegnativo, che regala emozioni continue a chi lo percorre. Seguendo il corso del fiume subito si mostrano gli antichi resti di un mulino, che domina fiero le acque placide. Una serie di vecchi ponti in pietra e di muri a secco testimoniano il lavoro dei pastori e dei contadini che fino a qualche tempo fa popolavano questa zona. Si segue il sentiero tracciato dal bestiame, in un paesaggio insolito, ricco di rocce affioranti e di ginepri che ci accompagnano fino alla fine del pianoro dove all’improvviso la terra precipita in uno strapiombo, panorama mozzafiato: alle spalle la montagna, a sinistra la rupe Cantenna sulla cui sommità si erge Trentinara e davanti la maestosità del mare. Si scende per un ripido pendio e ci si trova nell’immemorabile silenzio del Cilento pastorale.

43 Cpete isediativ prduttiva L’area ha una componente produttiva legata essenzialmente al settore primario e turistico.

44 Cpete percettiva La collocazione di nuovi interventi all’interno di una zona richiede analisi dettagliate sulla qualità e, soprattutto, sulla vulnerabilità degli elementi che costituiscono il paesaggio di fronte all’attuazione del progetto stesso. Il risultato delle analisi è sintetizzato in una variabile di più facile comprensione, detta capacità di accoglienza, che indica la capacità massima del territorio di tollerare, da un punto di vista paesaggistico, l’installazione prevista.

4.4.1 Analisi di impatto visivo L’analisi dell’impatto visivo della futura installazione costituisce un aspetto di particolare importanza all’interno dello studio paesaggistico a partire dalla qualità dell’ambiente e dalla fragilità intrinseca del paesaggio. L’analisi dell’impatto visivo del progetto tiene conto dell’equilibrio proprio del paesaggio in cui si colloca l’opera a farsi e dei possibili degradi e/o alterazioni del panorama in relazione ai diversi ambiti visivi. A tale proposito, in primo luogo, occorre descrivere le componenti visuali del paesaggio, intese come elementi fisici e di origine antropica che determinano le proprietà visuali intrinseche dello stesso, e, in secondo luogo, è opportuno elencare gli elementi visivi, ovvero le caratteristiche che si riferiscono alla percezione visiva oggettiva dello stesso.

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ANALISI DI IMPATTO VIS IVO

componente visive elementi visivi

rilievo forma acqua linea vegetazione colore e tessitura strutture artificiali scala e spazio

Per il sito di ubicazione della viabilità di progetto si fa osservare che la stessa presenta una orografia poco acclive, caratterizzato da elementi naturali di non elevato pregio. La zona, in sintesi, al fine di valutare l’incidenza visiva dell’opera progettuale, presenta un valore paesaggistico ediBassa

4.4.2 Analisi della qualità e criticità paesaggistica Per quanto concerne la qualità di un paesaggio, essa rappresenta una caratteristica intrinseca di grande importanza poiché la sua interazione con la vulnerabilità visiva dello stesso sarà decisiva in ambito di valutazione della capacità di accoglienza dell’ambiente. E’ opportuno precisare che, nonostante lo studio della qualità paesaggistica presupponga valutazioni assolutamente soggettive, esistono dei criteri, generalmente accettati, che si possono considerare sufficienti vista la scala del progetto ed il tipo di attuazione che si intende sviluppare sul sito. Da un punto di vista geomorfologico, un territorio risulta di maggiore qualità paesaggistica se presenta un rilievo pronunciato da cui possono costituirsi punti di vista panoramici e si facilita la distinzione di livelli ognuno con caratteristiche proprie differenti ed individuali: crinali, pendii, dirupi, pianure, etc. Da un punto di vista strutturale la qualità di un territorio sarà superiore quanto maggiore sarà la varietà significativa degli elementi che lo costituiscono, e il grado di integrazione armonica che li tiene insieme. Un territorio, quindi, si intende di maggiore qualità quando gli elementi antropici sono scarsi o ben integrati nel contesto ambientale. Sulla base di questi criteri e visto anche quanto riportato nel prospetto di analisi che segue la qualità visiva intrinseca dell‘area dove è prevista la realizzazione dell’intervento si può definire edia . E’ bene rilevare che non vi sono forme di superficie significative e la copertura del manto vegetale è assai scarsa e priva di caratteri particolari.

QUALITÀ E CRITICITÀ PAESAGGISTICA → MEDIA

qualità paesaggistica qualità di un territorio qualità ambientale

assenza di punti panoramici assenza di varietà specifiche territorio discretamente vicinanza alla linea costiera degli elementi costitutivi antropizzato

4.4.3 Analisi della vulnerabilità visiva Per vulnerabilità visiva di un paesaggio si intende la suscettibilità al cambiamento quando interviene dall’esterno un nuovo uso, ovvero il grado di deterioramento che subirà il paesaggio ancor prima dell’attuazione delle proposte progettuali. La sua conoscenza consente di definire le misure correttive pertinenti al fine di evitare o, quantomeno, minimizzare tale deterioramento. La vulnerabilità del paesaggio dipende, inizialmente, dal tipo di attività che si intende impiantare. Per tale motivo si analizzerà separatamente la vulnerabilità dell’ambiente in relazione ad ognuna delle strutture da realizzare che compongono la nuova infrastruttura. La vulnerabilità visiva intrinseca dipende dagli elementi e dai caratteri ambientali del sito e del suo intorno. Se ad essa si aggiunge l’ incidenza visiva , ossia la possibilità di intercettare visivamente le infrastrutture, si potrà conoscere la vulnerabilità acquisita . L’area in cui è prevista la realizzazione dell’opera di cui trattasi presenta una vulnerabilità visiva relativamente ediAta dovuta, principalmente, alla media urbanizzazione presente nella zona ed alla realizzazione dei nuovi muri in c.a. rivestiti a contenimento della carreggiata. Per quanto concerne la vulnerabilità nella fase di costruzione della nuova viabilità, così come nella realizzazione delle traiettorie di servizio, essa è da considerarsi Bassa , poiché risulta praticamente nulla l’alterazione della vegetazione esistente, priva di particolarità, singolarità e/o caratteristiche rilevanti. Considerando che la presente

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progettazione prevede essenzialmente la realizzazione di muri in c.a. rivestiti ad altezza variabile, la demolizione dell’attraversamento esistente e la costruzione di uno scatolare in c.a. con riproposizione dell’attuale arco e del sovrastante timpano, consentendo quindi di mantenere entro i limiti minimi possibili il valore dell’incidenza visiva, si può ritenere congruo assegnare alla vulnerabilità visiva dell’ambiente in esame una valore finale edia .

4.4.4 Capacità di accoglienza del sito in esame Visto quanto esposto in precedenza e visto quanto riportato in letteratura in merito alla valutazione della capacità di accoglienza di un sito, si può affermare che la capacità di accoglienza dell’area in esame prima della realizzazione dell’opera è da considerarsi edia .

5. ANALISI DEI VINCOLI

51 Cpete vicistica geerae Sull’area di cui trattasi si riscontra il vincolo paesaggistico derivante dalla perimetrazione del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Ricadendo l’area all’interno della perimetrazione del PNCVD (zona D in massima parte, zona C2 in minima parte), questa risulta assoggettata a tutela paesaggistica ai sensi del D.Lgs. 42/04 e s.m.i.. Secondo quanto indicato nelle Norme di Attuazione del Piano del Parco, le zone D- zone urbane o urbanizzabili, si riferiscono ad ambiti profondamente modificati dai processi di antropizzazione, destinati ad ospitare attività e servizi utili alla fruizione e alla valorizzazione del Parco e allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali, ivi comprese le attività residenziali, artigianali, commerciali, industriali, ricettive, turistiche e agrituristiche, ricreative e sportive, con le attrezzature e infrastrutture ad esse afferenti, come previste dagli strumenti urbanistici dei Comuni. Gli usi e le attività sono quelli generalmente urbani o specialistici, gli interventi sono volti alla riqualificazione delle aree urbanizzate e del patrimonio edificato, al recupero dei beni di interesse storico-culturale e alla trasformazione di aree edificate ed edificabili, al riordino urbanistico ed edilizio. La disciplina degli usi, delle attività e degli interventi nelle zone D è stabilita dagli strumenti urbanistici locali, sulla base dei seguenti indirizzi e compatibilmente con i criteri di difesa del suolo e gli altri vincoli o limitazioni: a) favorire lo sviluppo e la qualificazione dell'assetto urbanistico in modo che esso, oltre a rispondere ai bisogni e alle attese delle popolazioni locali, migliori la qualità dei servizi e arricchisca le opportunità di fruizione del Parco; b) favorire l'integrazione del Parco nel contesto ambientale e territoriale, controllandone l'accessibilità dalle aree urbane ed assicurando la massima possibile coerenza tra l'assetto urbanistico e gli spazi naturali e il sistema dei beni storico-culturali; c) eliminare o mitigare gli impatti negativi paesistici ed ambientali degli sviluppi urbanistici pregressi e in atto, contrastando in particolare le tendenze insediative critiche per la leggibilità, l'immagine e la funzionalità del Parco, con interventi per attrezzature e servizi di interesse del Parco che comportino anche il ridisegno dei margini, il riordino delle aree di frangia, la ricomposizione dei fronti urbani; d) contenere gli sviluppi infrastrutturali, in particolare viabilistici, che possono generare flussi di traffico o altri effetti indotti negativi per la tutela delle risorse e dell'immagine del Parco, in particolare negli accessi e ai bordi delle aree a maggiore concentrazione; e) indirizzare gli interventi verso il recupero del patrimonio edilizio esistente e la tutela dell’edificato storico incentivando la permanenza dei residenti. Nelle zone D (aree urbane o aree rurali compromesse) gli interventi dovranno essere rivolti a compattare e riqualificare l’edificato urbano, anche con funzioni di servizio per il sistema di centri ad essi afferenti: - la qualificazione degli spazi e delle attrezzature pubbliche, favorendo la riaggregazione, attorno ai nodi principali della struttura urbana (soprattutto quelli storicamente consolidati) delle attività sociali, commerciali, ricreative e culturali e la loro miglior connessione con le reti fruitive del Parco. - il riordino delle parti di recente espansione e in quelle di ulteriore espansione previste dagli strumenti urbanistici, attraverso la valorizzazione delle trame insediative delle parti di più antica formazione, dei segni storici sul territorio e dei fattori morfologici caratterizzanti; - riqualificare e ricompattare i margini urbani particolarmente degradati o non coerenti con la formazione di cortine alberate o con la ricostituzione di fronti edilizi; - nelle zone a carattere rurale, gli interventi dovranno mirare alla riqualificazione delle aree di nuova edificazione in termini di coerenza tipologica e morfologica, senza sostanziale aumento dei carichi urbanistici, riducendo al minimo il consumo di suolo agricolo, mantenendo le aree agricole interstiziali;

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- nelle aree a bassa densità edilizia in fascia costiera, gli interventi dovranno mirare al recupero e al mantenimento delle componenti naturali, alla riqualificazione delle strutture edilizie e al recupero ambientale nelle situazioni di particolare degrado, senza sostanziale aumento dei carichi urbanistici. Le zone C, di protezione, si riferiscono ad ambiti caratterizzati dalla presenza di valori naturalistici ed ambientali inscindibilmente connessi con particolari forme colturali, produzioni agricole e modelli insediativi. Gli usi e le attività sono finalizzate alla manutenzione, il ripristino e la riqualificazione delle attività agricole e forestali, unitamente ai segni fondamentali del paesaggio naturale ed agrario, alla conservazione della biodiversità e delle componenti naturali in esse presenti. Sono ammessi gli usi e le attività agro-silvo-pastorali secondo le indicazioni delle presenti norme. Gli interventi tendono alla manutenzione e riqualificazione del territorio agricolo, e del patrimonio edilizio, al recupero delle aree degradate e alla conservazione delle risorse naturali. Compatibilmente con tali fini prioritari sono ammessi interventi che tendono a migliorare la fruibilità turistica, ricreativa, sportiva, didattica e culturale che richiedano al più modeste modificazioni del suolo. Per gli usi esistenti non conformi con quanto previsto dalla zona C sono ammessi esclusivamente interventi di manutenzione. Le zone C si distinguono in zone C1 (prossime ai centri abitati, interessate da sviluppi infrastrutturali a fini agricoli) e zone C2 (altre zone di protezione). Gli interventi ammessi nelle zone C2 sono soggetti alle seguenti limitazioni: a) è esclusa l'apertura di nuove strade, fatte salve quelle espressamente previste dal Piano o necessarie alla difesa del suolo e alla protezione civile o comunque di pubblica utilità previo parere obbligatorio dell’Ente Parco. L'ampliamento di quelle esistenti ad esclusivo uso agricolo o forestale, la cui necessità dovrà essere documentata da piani aziendali o da piani di assestamento forestale approvati dall'Ente Parco deve essere realizzato con sezione, comprensiva di cunette, non superiore a ml 3 e con andamento longitudinale tale da limitare al massimo sbancamenti e riporti, escludendo ogni pavimentazione impermeabilizzante; in tali percorsi potranno essere ubicate piazzole di passaggio della dimensione massima di mt 10,00 di lunghezza, parallela all’asse stradale, e m. 2,50 di larghezza, nel numero minimo sufficiente a consentire il passaggio di due automezzi; b) i tagli di alberature, siepi e filari lungo viali e strade, anche parziali, sono ammessi solo in quanto necessari al reimpianto anche su sedi diverse, nel rispetto della funzionalità ecologica e delle trame paesistiche, all’eliminazione di interferenze agronomiche con altre colture in atto e a diradamenti fitosanitari, diradamenti colturali, fatto salvo il parere del Settore Foreste della Regione ; c) gli interventi che modificano il regime delle acque sono ammessi solo se previsti in progetti approvati dall'Ente Parco finalizzati alla razionalizzazione dei prelievi e degli smaltimenti o alla messa in sicurezza delle situazioni di criticità idrogeologica, o alla prevenzione degli incendi; d) le recinzioni sono ammesse solo se realizzate in siepi vive, formazioni arbustive spinose o pietra naturale locale a secco, o in legno locale secondo le tipologie tradizionali, coerentemente inserite nella trama parcellare, tali da non modificare o essere di ostacolo allo scorrimento delle acque, o al movimento della fauna; e) il mutamento della destinazione d’uso degli immobili non più utilizzati per le attività agroforestali, ai fini di riutilizzi agrituristici, abitativi, artigianali per le produzioni locali tipiche, ricettivi o di servizio alle attività del Parco, potrà essere consentito soltanto se orientato al massimo rispetto delle tipologie edilizie caratteristiche delle località interessate e qualora non richieda modificazioni significative al sistema degli accessi e alle reti infrastrutturali, eccedenti quanto previsto al successivo punto; f) sono ammessi modesti interventi infrastrutturali, quali: piccole canalizzazioni per smaltimento reflui, allacciamenti ad acquedotti pubblici, linee telefoniche ed elettriche fuori terra a servizio delle attività ammesse dalle presenti norme, adeguamenti tecnologici di impianti ed infrastrutture esistenti, purchè compatibili con la conservazione delle risorse, nonché opere infrastrutturali per fonti energetiche rinnovabili non impattanti per uso proprio; g) nelle aree incendiate come per legge sono vietate le modificazioni d’uso del suolo, così come gli interventi di riforestazione, fatti salvi i progetti specificatamente previsti dall’Ente Parco anche d’intesa con le Comunità Montane; h) nelle aree collinari dovranno essere privilegiate le sistemazioni tradizionali su ciglioni o su terrazzi o lunette con muretti a secco e con il ricorso a pali in legno. Sono ammessi interventi di parziali modificazioni o ricostruzioni senza la sostanziale modificazione delle altezze e del passo dei terrazzamenti esistente: i) è esclusa l’installazione di serre sia fisse che mobili, fatte salve quelle temporanee, per le produzioni tradizionali, specificamente approvate dall’Ente Parco;

______8 Lavori di messa in sicurezza mediante ricostruzione delle opere di sostegno della sede stradale della SP 13 al Km 12+300 nel Comune di Trentinara in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone "Corsole" a seguito del dissesto delle strutture in muratura PROGETTO DEFINITIVO ______Relazione paesaggistica

j) sono ammessi interventi infrastrutturali a servizio delle attività ammesse dalle presenti norme, ed adeguamenti tecnologici di impianti e di infrastrutture esistenti, purché compatibili con la conservazione delle risorse. Per quanto innanzi descritto, l’intervento de quo è quindi compatibile con la specifica normativa dettata dalle

norme tecniche di attuazione del Piano del Parco.

– Stralcio zonizzazione del PNCVD –

______9 Lavori di messa in sicurezza mediante ricostruzione delle opere di sostegno della sede stradale della SP 13 al Km 12+300 nel Comune di Trentinara in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone "Corsole" a seguito del dissesto delle strutture in muratura PROGETTO DEFINITIVO ______Relazione paesaggistica

6. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DEL SITO OGGETTO DI INTERVENTO

– Stralcio di ortofoto con individuazione dell’area di intervento –

– Vista del disseto delle murature –

______10 Lavori di messa in sicurezza mediante ricostruzione delle opere di sostegno della sede stradale della SP 13 al Km 12+300 nel Comune di Trentinara in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone "Corsole" a seguito del dissesto delle strutture in muratura PROGETTO DEFINITIVO ______Relazione paesaggistica

– Vista del disseto delle murature –

– Vista del disseto delle murature –

______11 Lavori di messa in sicurezza mediante ricostruzione delle opere di sostegno della sede stradale della SP 13 al Km 12+300 nel Comune di Trentinara in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone "Corsole" a seguito del dissesto delle strutture in muratura PROGETTO DEFINITIVO ______Relazione paesaggistica

– Vista del disseto delle murature –

- Vista lato valle della strada –

______12 Lavori di messa in sicurezza mediante ricostruzione delle opere di sostegno della sede stradale della SP 13 al Km 12+300 nel Comune di Trentinara in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone "Corsole" a seguito del dissesto delle strutture in muratura PROGETTO DEFINITIVO ______Relazione paesaggistica

7. ANALISI DELLO STATO DI PROGETTO

71 Descriie breve de’itervet L’intervento prevede essenzialmente la completa demolizione delle opere murarie, le quali riversano in una condizione tale da non consentirne più un recupero e risanamento tale da garantire i sovraccarichi stradali previsti dall’attuale normativa per le costruzioni. Inoltre, come desumibile dal rilievo topografico e dalla planimetria dello stato attuale, l’attraversamento rappresenta un punto di restringimento della carreggiata rispetto alla sezione stradale immediatamente prima e dopo, che passa da circa 7.50 metri ad appena 5.00 metri, con conseguenti pericoli per la circolazione stradale. Le opere di progetto, consistenti in muri in c.a. con fondazioni su pali o dirette, nonché in uno scatolare a completa sostituzione dell’attuale volta oramai degradata, saranno rivestite con la medesima tipologia di pietra costituente la muratura esistente al fine di garantire il massimo inserimento paesaggistico dell’intervento. Lo scatolare, analogamente, ripresenterà in facciata il medesimo arco e relativo timpano sovrastante così da riproporre il medesimo stato ante-operam. Contestualmente si opererà l’allargamento della sede stradale al fine di renderla conforme agli standard dimensionali e geometrici previsti per le strade di categoria C2-extraurbane secondarie come da D.M. 05/11/2001 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Inoltre si opererà anche un adeguamento dei dispositivi di sicurezza laterali (guard-rail). Gli interventi di progetto possono essere così sintetizzati: - Disfacimento della piattaforma stradale; - Demolizione delle murature ammalorate; - Demolizione dell’attraversamento; - Realizzazione di pali trivellati per fondazione opere in elevazione; - Realizzazione di muri in c.a. rivestiti in pietra; - Realizzazione dell’attraversamento in c.a. con riproposizione dell’arco e del timpano esistente: - Realizzazione di veletta rivestita a protezione della condotta fognaria esterna lato valle; - Ripristino della piattaforma stradale; - Posa in opera di guard-rail su ambo i margini della carreggiata.

______13 Lavori di messa in sicurezza mediante ricostruzione delle opere di sostegno della sede stradale della SP 13 al Km 12+300 nel Comune di Trentinara in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone "Corsole" a seguito del dissesto delle strutture in muratura PROGETTO DEFINITIVO ______Relazione paesaggistica

8. SIMULAZIONE DELLO STATO DEI LUOGHI PER EFFETTO DEL PROGETTO

- Vista lato monte della strada: stato di fatto

- Vista lato monte della strada: fotoinserimento

______14 Lavori di messa in sicurezza mediante ricostruzione delle opere di sostegno della sede stradale della SP 13 al Km 12+300 nel Comune di Trentinara in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone "Corsole" a seguito del dissesto delle strutture in muratura PROGETTO DEFINITIVO ______Relazione paesaggistica

Vista lato valle della strada: stato di fatto

- Vista lato valle della strada: fotoinserimento

______15 Lavori di messa in sicurezza mediante ricostruzione delle opere di sostegno della sede stradale della SP 13 al Km 12+300 nel Comune di Trentinara in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone "Corsole" a seguito del dissesto delle strutture in muratura PROGETTO DEFINITIVO ______Relazione paesaggistica

9. MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE

Le opere di mitigazione e compensazione si fondano sul principio che ogni intervento deve essere finalizzato ad un miglioramento della qualità paesaggistica complessiva dei luoghi o, quanto meno, deve garantire che non vi sia una diminuzione delle sue qualità, pur nelle trasformazioni. Le misure di mitigazione , in particolare, sono misure volte a ridurre o contenere gli impatti ambientali previsti, affinché l’entità di tali impatti si mantenga sempre al di sotto di determinate soglie di accettabilità e affinché sia sempre garantito il rispetto delle condizioni che hanno reso il progetto accettabile dal punto di vista del suo impatto sull’ambiente. In genere la valutazione delle misure di mitigazione più appropriate discende dalla contestuale valutazione dei risultati ottenuti nella quantificazione dell’impatto complessivo, con le considerazioni economiche, corrispondenti alle possibili opzioni delle misure di mitigazione stesse, nonché sulle ragioni di opportunità indotte dalla specifica caratterizzazione del sito oggetto dell’intervento. Le misure di compensazione , invece, sono misure volte a risarcire la perdita di un dato valore ambientale con azioni, per l’appunto compensative, che tendono a bilanciare un dato impatto negativo con un altrettanto beneficio per l’ambiente e la collettività. Nel caso di specie, dalle risultanze delle analisi effettuate si è avuto modo di stabilire come la componente più sollecitata, se pur molto limitatamente, in termini di impatto sia quella relativa all’uso del suolo e dell’inserimento paesaggistico dell’opera. In particolare, si è cercato di mitigare l’inserimento dell’opera ricorrendo all’impiego di materiali già utilizzati nello stato di fatto (pietra) e riproponendo le medesime peculiarità riscontrate sui manufatti oggetto di demolizione (arco e timpano dell’attraversamento). Inoltre si è cercato di porre “rimedio” alla tubazione in acciaio esistente sul fronte di valle, in corrispondenza dell’arco e su di esso staffato, mediante la realizzazione di una veletta rivestita anch’essa in pietra tipica locale. Valutati accuratamente tutti gli elementi necessari alla verifica della compatibilità ambientale dell’intervento, con specifica considerazione dei valori ambientali locali, in coerenza con gli obiettivi di conservazione, valorizzazione e riqualificazione paesaggistica in riferimento alle caratteristiche del paesaggio nel quale si inseriscono le opere previste, si può asserire che la presente progettazione con le relative scelte architettonico/strutturali di insieme, anche in riferimento ai materiali utilizzati scelti in modo da consentirne una valida integrazione architettonica nel rispetto delle normative vigenti in materia e di ridurre il possibile impatto, è stata effettuata in maniera tale da evitare qualsivoglia effetto di alterazione dei caratteri connotativi del sito e il degrado della qualità ambientale complessiva. Non si è ritenuto necessario, quindi, prevedere e/o introdurre elementi di mitigazione e compensazione in aggiunta a quelle opere parte integrante del lavoro di cui alla presente, individuate, analizzate, valutate e progettate contestualmente al progetto stesso.

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