. ABBAZIA DI SAN MAURO Gli affreschi sulla serra dell’Altolido presso Gallipoli

a cura di Sergio Ortese Comitato scientifco: Francesco Abbate, Paul Arthur, Marina Falla Castelfranchi, SOMMARIO Giuseppe M. Costantini, Linda Safran, Benedetto Vetere. Campagna fotografca: Michele Onorato. Altre referenze fotografche: la fg. 3 a p. 35 del cap. IV è di Photo©The Walters Art Mu- seum, Baltimore); le fgg. 5, 6, 7, 8 e 9 del cap. V sono dell’Archivio personale di Valentino Introduzione Pace; le foto del cap. VII sono del CNR-IBAM di ; le foto del cap. VIII e della relativa Sergio Ortese appendice, eccetto le maschere introduttive e le fgg.: 3, 4, 10, 14, la terza foto non nume- rata a pag. 98 e le fgg. centrali delle tavv. VI e VII sono dello Studio di Restauro Costanti- p. XIII ni. Dello stesso autore anche: fg. 2 a pag. 4 e le immagini del cap. IX salvo le fgg. 1, 3, 6, 7 e 8. I. La casa editrice si riserva di riconoscere eventuali diritti d’autore sul materiale fotografco. La fortuna critica Segreteria organizzativa: Associazione culturale De là da mar. Centro Studi sulle Arti Pugliesi Sergio Ortese Editing: Sergio Ortese. p. 1 Revisione testi: Linda Safran (University of Toronto). Revisione bibliografca: Dr. ssa Lorella Ingrosso (Bibl. Arcivesc. Innocenziana di Lecce) II. Progetto grafco e rilievi infografci: Paolo Guido. San Mauro: la storia e l’architettura Rilievi architettonici: fg. 4 a p. 4 di Arch. Silvia Scoditti e Geom. Teodoro De Luca; tavv. Mario Cazzato del cap. VI di Francesco Gabellone (CNR-IBAM di Lecce); tavv. del cap. VII di CNR- IBAM di Lecce; disegni di base del cap. VIII e relativa appendice di Studio di Restauro p. 5 Costantini; rilievi del cap. IX di Ritana Schirinzi. Glossario: le voci con la dicitura “nel restauro” sono di Giuseppe M. Costantini. III. Il programma iconografco di San Mauro Info visite guidate: Associazione culturale De là da mar. Centro Studi sulle Arti Pugliesi tel. 338.9276898 nuove acquisizioni Marina Falla Castelfranchi ISBN: 978-88-6667-085-8 p.15

COPYRIGHT: Lupo editore - 2012 IV. Il santorale di San Mauro Ricognizione iconografca e alcune precisazioni iconologiche

QUESTO VOLUME È PUBBLICATO CON IL CONTRIBUTO DI Manuela De Giorgi p. 31

V. San Mauro nell’agro di Gallipoli Pro Loco un monumento della transperiferia bizantina nel XIII secolo di Sannicola Lido Conchiglie-Sannicola Valentino Pace CON IL PATROCINIO DI p. 41

VI. Il rilievo tridimensionale della chiesa di San Mauro Francesco Gabellone p. 55 Regione Puglia Provincia di Lecce VII. I dipinti murali la diagnostica per la conoscenza e la conservazione Giovanni Quarta e Davide Melica p. 61

VIII. Il restauro degli affreschi intervento specialistico preliminare Giuseppe Maria Costantini p. 75

Appendice al capitolo VIII

Documentazione dell’intervento di indagine critico stratigrafca e Legenda generale Giuseppe Maria Costantini p. 101

IX. Breve analisi tecnologica della chiesa di San Salvatore M. Ritana Schirinzi e Giuseppe M. Costantini p. 111

Apparati Roberto Dibiase

Bibliografa p. 123

Indice dei nomi, dei luoghi e delle cose notevoli p. 129

Glossario p. 133 Marina Falla Castelfranchi

13 santi stanti fra cui l’immagine del santo titolare, che appare più volte reiterata nell’invaso, come indica, p.e., il celebre caso della cripta di San- ta Cristina a Carpignano 23: a ciò si aggiunga la presenza di iscrizioni votive che trasmettono il nome del committente, talvolta la loro carica, come pure il loro ritratto, e di tombe all’interno e all’esterno della cripta, sia ad arcosolio sia sca- vate nella roccia. Fra le novità da segnalare, v’è una iscrizione rubro picta, inedita, in lettere greche capitali, di- pinta alla base del primo pilastro a sinistra, sulla faccia di fronte alla parete settentrionale della chiesa, che ho individuato anni or sono, in ag- giunta ai citati dettagli di alcune scene emersi da un preliminare saggio di disvelamento e restauro dei dipinti murali. L’intervento di restauro, di cui si favoleggia da anni, alla luce di quanto si è evidenziato, appare improrogabile per ragioni di ordine conservati- vo e culturale, per una migliore conoscenza di una delle testimonianze più rilevanti, anche sot- to il proflo storico, della pittura bizantina della Terra d’.

Fig. 13 - Sannicola, chiesa di San Mauro, profeta Isaia.

23 Falla Castelfranchi 1991 e 2004.

30 31 IL SANTORALE DELLA CHIESA DI SAN MAURO: RICOGNIZIONE ICONOGRAFICA E ALCUNE PRECISAZIONI ICONOLOGICHE Manuela De Giorgi

Nonostante lo stato di conservazione frammentario, il ciclo pittorico Fig. 1 - Sannicola, chiesa di San Mauro, san Pie- di San Mauro si presenta come uno dei più signifcativi nell’ambito tro (in alto frammenti di san Marco). della pittura monumentale bizantina di Puglia1. La struttura composi- tiva perfettamente tripartita, già ad un primo e veloce sguardo, denota 1 Cfr. supra, il contributo di Marina Falla Ca- stelfranchi, con relativa bibliografa; ma già come l’idea concettuale alla base della decorazione del piccolo edifcio Falla Castelfranchi 1981, pp. 159-161 e sia stata ben programmata fn dall’inizio, con l’intento di dar vita ad un nota 7; Pace 1980, pp. 394-397; Pace 1982, specialmente pp. 476-89; Pace 1985b, pp. sistema chiaro di immagini che mettesse in forte risalto la sua funzione, 293-296; Falla Castelfranchi 1991, p. 177. in cui si fondono con tutta probabilità l’originaria destinazione mo- 2 Sulla storia del monastero, oltre alle note in questo volume, rimando a Falla Castel- nastica della chiesa e quella nuova, di cattedrale della vicina Gallipoli, franchi 1981, pp. 159-160 con bibliografa che la chiesa svolse a partire dalla seconda metà del XIII secolo, sullo precedente; e più di recente, ma senza una qualche aggiunta signifcativa, Giuri - Ca- 2 scorcio del quale si data generalmente il ciclo . Il programma si srotola scione - Penza 2002, pp. 33-34. In generale, sui monasteri bizantini in Italia meridionale, su tre livelli: le immagini iconiche campite sui pilastri e nei sottarchi cfr. Falla Castelfranchi 2009, specialmen- che separano le tre navate; il registro centrale, narrativo, che accoglie te pp. 235-236. il ciclo cristologico; e, da ultimo, le immagini coi profeti entro due f- 3 Cfr. supra, il contributo di Marina Falla Ca- stelfranchi. 3 lari di nove clipei ciascuno nella volta a botte della navata centrale . A 4 La presenza di un diffuso strato pittorico questi brani, si devono poi aggiungere gli affreschi dell’abside centrale, emerge chiaramente in più punti ed è altresì confermata dalle indagini critico-stratigraf- dove si riconoscono ancora almeno tre strati (i primi due certamente che eseguite nel corso del restauro prelimina- bizantini), e quelli delle due nicchie-absidiole oggi di diffcile lettura, di re dallo Studio Costantini (cfr. il contributo di Giuseppe Maria Costantini). cui però si riescono ancora a scorgere, in quella di sinistra, frammenti di una fgura acefala, a mezzo busto, raffgurata benedicente e con un cartiglio in mano. Altre tracce di materia pittorica sono ben visibili inoltre sulla parte alta della navatella meridionale e, con più fatica, su entrambi i muri laterali. Il ricco e variegato santorale di San Mauro, peculiare per talune scel- te sia iconografche sia di mise en page, costituisce una sorta di ‘qua- dreria’ di santi, per lo più bizantini, tipologicamente composita, in cui fgurano evangelisti, monaci, vescovi, eremiti, militari in un gioco di alternanze e corrispondenze iconologiche che si tenterà qui di indagare almeno in parte. Questa è l’idea che ci restituisce il portato pittorico attuale, potendo però ipotizzare che sequenze di santi stanti fossero raffgurate in origine anche lungo le pareti delle navate laterali, nella parte inferiore. Ciò resta al momento una valida ipotesi di lavoro, in attesa che un restauro completo ed oculato dell’edifcio e dell’intera decorazione possa portare defnitivamente alla luce il programma ico- nografco completo4. Il punto focale e d’osservazione privilegiata in relazione alla raffgu- razione dei santi sui pilastri si riconosce senza dubbio nella campata centrale del naos, e in particolar modo nella peculiare posizione dei quattro evangelisti (sebbene oggi ne sopravvivano interamente solo

32 33 Manuela De Giorgi Il santorale della chiesa di San Mauro: ricognizione iconografica e alcune precisazioni iconologiche

Fig. 2 - Sannicola, chiesa di San Mauro, san 2 3 Fig. 3 - Baltimora, Walters Art Museum Ms. Matteo . W.524, foll. 6v e 89v, san Luca evangelista con san Paolo, san Marco evangelista con san Pietro, miniatura.

tre). Marina Falla aveva già posto in evidenza, a suo tempo, la scelta evangelisti del lato sud si presentano oggi in gran parte coperti da uno affatto casuale della loro collocazione: ovvero, nei quattro triangoli spesso strato di scialbo, che ne impedisce, allo stato attuale, una lettura di risulta che, due per lato, incorniciano i due arconi centrali della ed analisi coerenti7. Certamente meglio fruibile è la fgura di Marco di navata, secondo un sistema che evidentemente rifette la volontà di cui, di recente, ho potuto intravedere con maggiore nitidezza le fattezze adattare – centralizzandolo con forza – un ordine concepito per un e la composizione generale della fgurazione grazie ad un intervento di edifcio bizantino a pianta centrale con cupola ad un impianto longi- disinfestazione che ha momentaneamente alleggerito lo strato bianco tudinale; giacché, come si ritiene, nel momento in cui si procedette alla soprammesso8. Il dettaglio, quasi lacerto, che si vedeva fno a poco stesura delle pitture, l’edifcio era stato costruito da almeno un secolo e tempo fa dei soli piedi, si può oggi completare dell’intera fgura del mezzo5. Una tale interpretazione mi pare sia ulteriormente avvalorata santo: gli occhi grandi ed espressivi del giovane volto incorniciato da anche dal ‘modello’ iconografco adottato per gli evangelisti. Consueto una corta capigliatura scura; la poderosa corposità della fgura; l’archi- ma al contempo peculiare proprio della loro raffgurazione nei pennac- tettura alle spalle dell’evangelista ove spicca per eleganza e sinuosità un chi al di sotto di una cupola dell’edifcio medio-bizantino tipo: seduti drappo bianco con frangia che penzola, con puro intento ornamentale, sugli scranni e colti nell’atto di scrivere il testo evangelico, con a lato da una delle architetture alle spalle del santo, sulla destra dell’osserva- il leggìo sorretto da un sostegno bulbiforme. Si tratta di una impagi- tore sono tutti elementi che certamente non passano inosservati per la 7 Appare urgente e oramai non più procasti- nabile, anche per questo motivo oltre che per nazione nota e ben codifcata, completata, nei tre pannelli rimasti, da raffnata ricercatezza stilistica e formale di questo brano. Non solo la la sopravvivenza stessa dell’edifcio, il tanto atteso restauro. Ringrazio di cuore il collega eleganti quinte architettoniche che, su un piano otticamente arretrato, decorazione del suppedaneo, ma la posizione stessa dei piedi, disegnati e caro amico Sergio Ortese e Giuseppe Maria affancano gli attori principali di quegli spazi. Matteo e Luca sono a 90° e segnati da un forte intento prospettico, ammantati da un gioco Costantini che ha condotto il restauro, i quali mi hanno dato modo di poter visionare gli ancora ben leggibili sul lato settentrionale: il primo, con barba e folta di pieghe di alta qualità denotano la qualità stilistica della decorazione affreschi in questa particolare situazione di capigliatura bianche, siede su un trono dalla spalliera avvolgente, con e la capacità dei frescanti che operarono a San Mauro9. privilegio. 8 La disinfestazione rientra tra le azioni intra- una tunica cerulea e manto rosa pallido, e tiene il codice aperto tra le L’elemento forse più accattivante che caratterizza gli evangelisti di prese durante il restauro; eseguita utilizzando eleganti mani (fg. 2). San Luca, collocato verso il bema, è più giovane San Mauro è il ruolo simbolico ch’essi giocano. Posti in corrispondenza una soluzione liquida e umidifcando in ma- niera omogenea l’ambiente e la pellicola pitto- e con una barba scura; il sedile, anche in questo caso, avvolge quasi dei pilastri centrali sulle facce verso la navata principale, a sostenere, rica, e operando al contempo un piccolo sag- totalmente il busto del santo, e risalta in modo particolare la decora- otticamente oltre che concettualmente, il racconto evangelico del re- gio di disvelamento, essa ha consentito, seppur per un breve arco di tempo, di vedere le pitture zione a piccoli rombi che lo contraddistingue tanto all’interno quanto gistro mediano, palesano al contempo un legame iconografco diretto sottostanti con maggiore chiarezza. 6 9 5 all’esterno . Corrispondevano, sul lato meridionale, rispettivamente con i due santi ancora superstiti posti al di sotto dei triangoli di risul- Più diffcile risulta invece la lettura di san Falla Castelfranchi 1981, p. 163; Falla Giovanni: si vedono alcuni profli architetto- Castelfranchi 1991, p. 181; Falla Castel- Giovanni e Marco; di quest’ultimo sono chiaramente visibili i piedi ta. La presenza rispettivamente ai piedi di san Luca e di san Marco nici e un saggio di pulitura ha posto in evi- franchi 2009, p. 235. posati su un suppedaneo decorato con uno spiccato gusto miniaturi- dei corifei Paolo e Pietro non solo ricrea visivamente il legame con denza un occhio della fgura. Ma non è pos- 6 Cfr. fg. 11 del saggio di Marina Falla Ca- sibile attualmente spingersi oltre nell’analisi stelfranchi in questo volume. stico (fg. 1). A differenza di quanto accade sulla parete di fronte, gli le vicende biografche degli evangelisti (per cui Luca e Marco furono iconografca del brano.

34 35 Manuela De Giorgi Il santorale della chiesa di San Mauro: ricognizione iconografica e alcune precisazioni iconologiche

4 ispirati da Paolo e Pietro durante la scrittura del Vangelo)10, ma con- no: san Macario nel primo sottarco (fg. 4); san Simeone Stilita (v. supra, 5 temporaneamente colloca i corifei in una posizione di privilegio e di p. 18 fg. 2) 16 e san Paolo di Tebe (di quest’ultimo, non si legge bene il ‘guardia’ dello spazio sacro del piccolo edifcio. Pietro e Paolo – non è nome a sinistra, ma a destra appare chiaramente QHBAI[oj])17 nel se- chiaro se in busto o a fgura intera – sono anch’essi di qualità eccezio- condo sottarco (fg. 5) 18; sant’Eumenio di Gortyna19 nel terzo sottarco nale, carattere che ancora traspare tra le numerose micro lacune che (fg. 6) insieme ad un altro santo dalla lunga barba bianca sfrangiata interessano lo strato pittorico: la postura fera, i toni caldi delle terre (fg. 7) che pare reggere un libro tra le mani (ma è diffcile dirlo con cer- e la forte caratterizzazione fsionomica dei volti solcati da una serie di tezza assoluta), fnora non identifcato, ma che si potrebbe riconoscere rughe – che meglio si colgono oggi nel viso emaciato di Paolo, più che ripulendo l’iscrizione esegetica sopra l’aureola di cui si intravedono con in quello di san Pietro – concorrono alla defnizione di due immagini fatica alcune lettere sparse 20. Sul lato nord, si susseguono dall’ingresso di straordinaria potenza espressiva e di forte impatto. Si deve tuttavia verso il bema: il santo militare san Teodoro Tirone (di cui resta solo segnalare con rammarico l’asportazione del cartiglio con il passo dalla l’aureola e la pronte del santo, ma si leggono ancora alcune lettere lettera ai Galati che originariamente san Paolo reggeva alla sua sinistra dell’iscrizione esegetica) 21 e san Luciano di Antiochia 22 nel primo sot- e che ne aveva permesso l’identifcazione11. Nella foto della Soprinten- tarco (fg. 8); san Gioannicio 23 e un san Clemente vescovo 24 in quello denza ai Monumenti e Gallerie di Bari che Marina Falla pubblicava nel centrale (fgg. 9 e 10); nell’ultimo sottarco infne, quello più prossimo suo saggio del 1981, infatti 12, il cartiglio con il passo dell’epistola di- al santuario, una coppia di santi non identifcati: uno a fgura intera sposta su due colonne e di cui ben si leggevano almeno i primi quattro con lunga barba scusa a punta e con un cartiglio in mano 25 e l’altro righi era quasi integro, incorniciato da una banda rosso mattone; oggi di cui resta solo parte della testa: qui sono andate perdute le iscrizioni purtroppo, solo parte di questa banda resta in situ, mentre al posto esegetiche. del cartiglio v’è una vistosa lacuna che sale fn quasi all’altezza della Alcune delle fgure identifcate meritano tuttavia qualche precisazio- spalla sinistra dell’apostolo e che lascia intravedere la picchiettatura di ne o annotazione di carattere iconografco. preparazione alla stesura dell’arriccio originale. Non difforme invece L’identifcazione di san Paolo di Tebe, caratterizzato dalla veste di dall’attuale stato di conservazione si presentava invece, nella stessa do- paglia intrecciata, la barba lunga ed il volto emaciato che lo con- cumentazione fotografca della Soprintendenza, la fgura di san Pietro. traddistinguono nell’iconografa bizantina più comune, appare forse Decisamente più guasta rispetto al suo pendant, il cartiglio nella mano la maggiore novità dalla rilettura del santorale di San Mauro. Ciò è sinistra risulta quasi del tutto illeggibile per le troppe lacune13 e non confortato anche, da un lato, dalla forte aderenza della fgura di San consente oggi come in passato di poter risalire alla fonte della citazione Mauro alla tipologia iconografca bizantina più diffusa del santo te- che il colto concepteur del programma di San Mauro aveva scelto. bano, e dall’altro dal fatto che si non tratta affatto di una immagine Fig. 4 - Sannicola, chiesa di San Mauro, san Fig. 5 - Sannicola, chiesa di San Mauro, san Macario, affresco. Tornando alla peculiare scelta di mise en page delle fgure degli evan- isolata nel panorama della pittura dell’Italia meridionale – come inve- Paolo di Tebe, affresco. gelisti, da questo punto di vista, quello di San Mauro rappresenta ad ce si registra per il vescovo di Gortyna o Giannicio – poiché già nota oggi, nella pittura monumentale bizantina, un hapax laddove invece in altri contesti. È celebre il ciclo campano del portico di Sant’Angelo 16 Probabilmente si tratta di Simeone il Vec- 26 10 Falla Castelfranchi 2009, p. 235. tale associazione ricorre spesso nella produzione miniata (in particolar in Formis, di epoca tardo-comnena ; il clipeo dell’eremita nel duomo chio (Kazhdan - Patterson Ševcenko 11 Falla Castelfranchi 1981, p. 162. modo nei Prefazi bizantini) e nelle arti applicate. A quanto in passato di Monreale della stessa epoca 27 e, in un contesto geografcamente più 1991a). 17 Non mi pare si possa trattare di sant’O- 12 Idem, tav. IV, fg. 4. L’asportazione del car- è già stato proposto in merito, mi piace qui segnalare l’esempio di due vicino a noi, in Terra d’Otranto, la raffgurazione nella grotta di San tiglio potrebbe essere avvenuta nel periodo di nofrio come fnora è stato proposto (Falla abbandono del monumento e prima dell’ac- belle miniature a piena pagina del Ms. W.524 al Walters Art Museum Leonardo presso Massafra, degli inizi del XIII secolo 28 e nella chiesa Castelfranchi 1981, p. 163; Giuri - Ca- quisizione dello stesso da parte del comune di scione - Penza 2002, p. 39); ed errata era Sannicola nel 2008. di Baltimora che in una veste ricca e ricercata ripropongono l’accosta- monastica di Santa Maria di Cerrate, dove Antonio Primo Eremita pure la mia prima ipotesi di identifcarlo con san Saba. Su san Paolo di Tebe, cfr. da ultimo 13 14 Con molta fatica e con non pochi dubbi, mento Marco-Pietro e Luca-Paolo (fg. 3) . e Paolo compaiono signifcativamente nel primo sottarco (quello più Tomekovic 2011. mi pare di poter leggervi solo alcune lettere 29 18 sparse: [...] AISH [...], ma – come dicevo – è L’idea degli evangelisti come sostegni fsici e concettuali del racconto prossimo al bema) . Cfr. fg. 2 del saggio di Marina Falla Ca- solo una prima proposta tutta da verifcare evangelico trova conferma anche in una visione più allargata dell’inter- Un’altra annotazione credo meriti anche la presenza di un non meglio stelfranchi in questo volume. Si tratta di con l’ausilio di un esperto. santi monaci orientali, tra i più noti nel pa- norama bizantino. Sull’iconografa monasti- 14 no della piccola chiesa. Entrando infatti (v. infra, p. 44 fg. 2), non sfug- identifcato vescovo Clemente. Alcun dubbio può sussistere sul nome Nelson 1980, pp. 75-91; Hunger - Wes- ca in Oriente, si vedano gli studi di una vita sel 1971. V. anche Mathews - Sanjian ge il ruolo predominante delle altre fgure di santi, tanto quelle poche, del santo raffgurato che si legge chiaramente nell’iscrizione esegetica. di Svetlana Tomekovic: Tomekovic 1989, 1991, pp. 177-182. Associazioni simili sem- 1993; e, postumo, Tomekovic 2011. brano trovarsi anche in Occidente, laddove molto guaste, che ancora s’intravedono sulle facce dei pilastri, quanto Qualche perplessità rimane su quale ‘Clemente’ possa essere. Inizial- 19 intervengano infuenze orientali (cfr. Netzer le coppie nei sottarchi meglio conservate. Le categorie del santorale, mente identifcato come Clemente di Ocrida 30, ritengo ci sia margine Eumenio di Gortyna non è certamente tra 1994, p. 238, nota 94). Quello dell’Evangela- i santi più rappresentati. Cito un altro caso a rio di Baltimora, costituisce un esempio rap- come detto, piuttosto variegato e composito, si spalmano senza un ap- per avanzare un’altra ipotesi, ovvero che possa trattarsi di Clemente I, me noto, cretese e comunque più tardo nella presentativo ai foll. 6v (con Luca e Paolo) e parente ordine di lettura; i santi paiono esser stati scelti piuttosto sulla papa di Roma. Tanto più che Clemente di Ocrida non fgura certamen- chiesa della Panaghia nel piccolo villaggio di 89v (con Matteo e Pietro). Oltre all’ambito Agios Mamas nei pressi di Rethymno, datata della miniature, l’associazione Luca-Paolo e scorta della notorietà (questo vale, p.e., per gli eremiti), della diffusio- te tra i santi più comuni nelle pittura bizantina tout court (con le dovu- al 1312-1320 (Spatharakis 2001, pp. 31-32. Marco-Pietro si recupera anche nella produ- Cfr. supra, saggio di Marina Falla Castelfran- zione eburnea (p.e., nella cattedra di Grado, ne del loro culto (la presenza di san Nicola in tal senso è sintomatica) te eccezioni di carattere regionale), e tanto meno nella pittura bizantina chi, p. 18). Falla Castelfranchi 2009, p. 236). e, in generale, per il loro legame con il monachesimo, sia cenobitico sia dell’Italia meridionale. La questione dovrebbe dunque, a mio avviso, 20 Per il tipo iconografco potrebbe forse trat- 15 Un utile strumento di lavoro per lo studio eremitico, con alcune scelte però del tutto desuete15. restare al momento aperta, con alcune precisazioni circa la possibilità tarsi di sant’Arsenio, ma è ipotesi tutta da iconografco dei santi nell’arte bizantina è il verifcare. recente Brodbeck 2010. Partendo dai sottarchi meridionali, dal ovest verso est, si riconosco- che di tratti del papa romano. Il tipo iconografco di San Mauro mi 21 Kazhdan - Patterson Ševcenko 1991b.

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6 pare corrispondere maggiormente a quello noto dal duomo monrealese p.e.31, ma non si ritrova ugua- le il titulus che nell’ecumene bizantina prevedeva la specifcazione “di Roma”, elemento che però man- ca nell’affresco gallipolino e presente invece, p.e., in Cappadocia32. Infne una postilla sulla fgura ritenuta fnora di Antonio l’Eremita33. Il tipo iconografco non cor- risponde a quello maggiormente diffuso in Orien- te e nella provincia italo-meridionale dell’Impero34. Manca il cappuccio, l’attributo del bastone soprat- tutto la tipologia fsionomica appare piuttosto di- versa. Certamente l’iscrizione del cartiglio rimanda ad un orizzonte eremitico, ma credo sia prematuro assegnare con certezza ad Antonio questo pannello. Le fgure nei sottarchi sono il rifesso diretto della funzione monastica dell’edifcio, come accade in altre chiese monastiche del : è stato ipotizzato per 7 la vicina chiesa di Santa Marina a Muro Leccese35, è comprovato per la celebre abbazia bizantina di Santa Maria di Cerrate36. Fig. 6 - Sannicola, chiesa di San Mauro, E, a ben vedere, sono distribuiti in un ordine bilanciato di militari, monaci sant’Eumenio di Gortyna, affresco. Fig. 7 - Sannicola, chiesa di San Mauro, san- e vescovi, sebbene la mancata identifcazione di tutte le fgure impedisce to non identifcato, affresco. al momento di stabilire con esattezza la loro collocazione nello spazio liturgico della piccola chiesa monastica. In genere, è caratterizzato da una barba scura e appuntita. Cfr. Walter 2003, specialmente Completano poi il santorale di San Mauro alcune immagini iconiche pp. 55-64. di santi e una Vergine con Bambino sulle facce dei pilastri. Come detto, 22 Baldwin 1991. a questa altezza lo stato di conservazione è molto precario e la mag- 23 Kazhdan - Patterson Ševcenko 1991d. gior parte delle raffgurazioni o sono andate perdute interamente o si 24 Browning 1991. leggono molto male. Sul primo pilastro nord, sulla faccia verso l’ingres- 25 Improbabile che si tratti di sant’Anto- nio Primo Eremita, come già scritto (Giuri so, l’unico che si conservi – in realtà resta poco più di un’aureola – è - Cascione - Penza 2002, p. 39). Il cartiglio 37 aperto porta l’iscrizione H UPOMONH META stato dubbiosamente identifcato un san Niceta . In numero maggiore EGKRATEIAS UPOTASSH DEMON(AS) (con sono ancora sul flare meridionale. Da ovest verso est si susseguono: due errori ortografci: il doppio sigma in UPO- TASSH e DEMAS in luogo di DAIMAS); cioè sul primo pilastro, san Nicola (faccia ovest), un santo oramai illeggibile `H ØpomonÊ met¦ ™gkrate…a$ Øpot£ssei da…mona$, (faccia nord) e san Giacomo di Gerusalemme (faccia est)38; sull’ultimo ‘La determinazione unita all’autocontrollo sottomette i demoni’. Devo a Francesco Gian- pilastro invece, verso l’abside, resta un frammento di quella che doveva nachi che sta studiando il corpus epigrafco di San Mauro in vista di uno studio integrale, l’e- essere una bella immagine della Vergine con Bambino, di cui oggi si dizione critica e la traduzione dell’iscrizione. legge solo il brano relativo alle teste. M’è gradito con l’occasione ringraziarlo per il suo aiuto e la sua squisita disponibilità. Segnalo da ultimo, un frammento di quella che doveva essere la de- 26 Tomekovic 2011, pp. 142-143 e 306 e corazione del templon della chiesa emerso durante la fase di refertatu- fgg. 125-129. ra. In corrispondenza dell’ultimo pilastro di sinistra, in prossimità del 27 Brodbeck 2010, pp. 646-649. 28 Pace 1980, p. 400 e fg. 525; Falla Ca- piano rialzato del bema, si legge chiaramente sotto lo strato di calce, stelfranchi 1991, p. 153 e fg. 130. un drappo bianco decorato che corre a mo’ di velario nel registro più 29 Falla Castelfranchi 1990, p. 171; Fal- basso (l’unico rimasto) del pilastro stesso (v. infra, a p. 98). Una sorta la Castelfranchi 1991, pp. 133-135. 30 di gamba con un corto gonnellino di colore nero v’è soprammessa. Dif- Falla Castelfranchi 1981, pp. 163-164. 31 Brodbeck 2010, pp. 410-13. fcile stabilire se si tratti di una decorazione puramente ornamentale o 32 Nella Chiesa Nuova di Tokalı kilise, della se nell’elemento che interpreto come una gamba possa riconoscersi una metà del X secolo (Jolivet-Lévy 1991). Un altro papa romano, san Silvestro, col titulus qualche fgura umana. È importante e signifcativo tuttavia segnalare “di Roma” si ritrova in Georgia, nella chiesa la presenza di quello che, ad oggi, resta l’unico lacerto decorativo di di Kintsvisi, fondata agli inizi del XIII secolo dalla regina Tamar (Didebulidze 2007, pp. quella parte dell’edifcio. 69-70).

38 39 Manuela De Giorgi

Fig. 8 - Sannicola, chiesa di San Mauro, san Luciano di Antiochia, affresco. Fig. 9 - Sannicola, chiesa di San Mauro, san Gioannicio, affresco. Fig. 10 - Sannicola, chiesa di San Mauro, san Clemente vescovo, affresco.

8 9 10

Sebbene consueto per le chiese bizantine, la ricca – per quanto in parte perduta – raccolta (o ‘quadreria’) di santi di San Mauro conferma anche l’idea dell’edifcio come luogo edifcante sia per l’anima che per l’occhio del fedele, e ritrova nei ritratti ‘appesi’ alle pareti (o ai pilastri nel nostro caso) il fondamento della propria fede: esempi fgurati per avvicinarsi a Dio 39, attraverso cui anche il visitatore odierno ricostruisce il forte sentimento di devozione dei monaci italo-greci nel Salento. 33 V. supra, nota 25. L’identifcazione con Antonio Eremita è stata avanzata sulla scor- ta di Passarelli 1981, p. 25 e sul confron- to con una raffgurazione di questo santo accompagnato dalla stessa iscrizione nella cripta dei Santi Stefani a Vaste; il tipo ico- nografco però non corrisponde affatto. E d’altro canto – per citare Passarelli – “quel- lo di S. Mauro, in base ai dati iconografci, potrebbe essere s. Basilio” (ibidem). Anche questa proposta mi trova tuttavia un po’ scettica. 34 P.e., a Massafra (Brodbeck 2010, pp. 326- 329).

35 Da ultimo (e con bibliografa precedente) Falla Castelfranchi 2004, specialmente pp. 200-202.

36 Da ultimo (e con bibliografa precedente) Pace 2008.

37 Giuri - Cascione - Penza 2002, p. 35. 38 Ibidem.

39 Su ‘ritratti’ di santi a Bisanzio, cfr. Ander- son 1995 e Peers 2004.

40 41 M. Ritana Schirinzi e Giuseppe M. Costantini

10 Occorre considerare che, sia la natura e lo stato delle superfci mu- rali interne, sia l’esito della recente ICS (indagine critico stratigrafca) condotta nella “vicina” abbazia di San Mauro fanno supporre che le superfci murali interne di San Salvatore conservino ancora, in quantità e in condizioni da verifcare, brani di testo pittorico superstite. Si tratta, infatti, di superfci murali pressoché interamente affrescate e successi- vamente celate da scialbature/tinteggiature/sottili intonaci (fg. 2, 6 e 7). In ogni caso, gli affreschi attualmente in luce nella chiesa di San Sal- vatore rappresentano un esatto complemento degli affreschi attualmen- te in luce in San Mauro: la zona absidale di San Mauro ha subito una completa ridipintura moderna (sec. XVI ?) e attualmente è ridotta a un palinsesto comprendente anche frammenti poco leggibili e marginali degli affreschi medievali; San Salvatore conserva in quantità e qualità notevole la partitura pittorica medievale della zona absidale. La qualità degli affreschi di San Salvatore è ottima, per materiali/tecni- ca/stesura, la loro stessa sopravvivenza in condizioni altamente inidonee, e innanzitutto estremamente incostanti, ne è indubbia prova. Nei dipinti murali in esame, come in tutta la pittura precedente al se- colo XX (compresa quella della penisola salentina), i materiali e le tec- niche adoperati, pure entro le regole più classiche e universali dell’arte pittorica, presentano caratteri specifci e non immediatamente sovrap- ponibili ai più noti trattati antichi e medievali. Gli autori dei dipinti di San Salvatore, come quelli di San Mauro, nei loro materiali/tecni- ca/stesura, dimostrano una solida proprietà sia delle regole universali Fig. 10 - Sannicola, chiesa di San Salvatore, parete sud, ingresso, particolare. dell’arte sia dei materiali e delle modalità esecutive tipiche della Puglia centro-meridionale. Lo stato di ammaloramento degli affreschi di San Salvatore, come già rilevabile da quanto esposto riguardo al loro supporto murario, è di estrema gravità. Tale condizione di gravità estrema è resa particolar- mente insopportabile, oltreché per le qualità e l’eccezionalità del testo architettonico-decorativo, dalla consapevolezza che intervenendo tem- pestivamente tutto quanto ci è pervenuto, ed è tantissimo (e non tutto già noto), si potrebbe ancora salvare, conoscere, valorizzare. Non sempre si considera con la dovuta attenzione che le parti deco- rative dell’architettura sono anche le parti più uniche, insostituibili e irripetibili, e inoltre che essendo la pelle dell’architettura stessa, anche quando molto semplici (come una campitura di fondo o una scompar- titura), ne sono anche l’autentica immagine, l’interfaccia con l’osserva- tore/fruitore. In questo caso più che mai, sarebbe indispensabile una strettissima cooperazione tra tutte le competenze tecnico-scientifche, architettoni- co-strutturali e quelle relative alle superfci decorate sino dalle prime fasi d’intervento, s’intende riferirsi persino alle fasi preliminari di valu- tazione di ogni qualsiasi azione materiale.

G. M. C.

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128 129 K Rinaldi, S.: 74. Celsorizzo: 10, 50. INDICE Campata: 33, 118. Discesa al limbo in San Mauro a Sannicola: Ritzerfeld, R.: 43 n. 3; 49 n. 13. Conversano: 13. DELLE COSE NOTEVOLI Campionatura: 89, 90, 91, 92, 102. 27. Kazhdan, A. P.: 37 nn. 16, 21; 39 n. 23. Robinson, G.: 3 e n. 11; 4. Copertino: 10. Campitura: 122. Disinfezione, Disinferstazione: 17 n. 11; 35 Kitzinger, B.: 22 n. 14. Roccio, A.: 3 e n. 1. Costantinopoli: 18, 53 n. 18. Catino (absidale): 18, 19. e n. 8; 86, 89. Cattedrale: 9, 10, 17, 33, 48 n. 10; «di Mol- Distacco (degli affreschi): 50 n. 17; 57, 77, L S G fetta» 13; «di Otranto» 11; «di Monreale» 92. 37, 39; «di Verria» (Macedonia) v. anche Disvelamento (degli affreschi): 4, 17 e n. 1; Lolli, C.: 74. Safran, L.: 19 n. 12; 43 n. 4; 51 n. 18; 53 Gallipoli: XIII, XIV, 3 e n. 2; 7, 9, 10, 14, Metropoli di Verria 48. 24, 30, 35 n. 8; 77, 86, 88, 90, 91, 98, 99, Longo, A.: 17 n. 4. n. 19. 17, 33, 39, 43, 45 n. 6; 50, 51, 77, 113, 118 A Cattura di Cristo in San Mauro a Sannicola: 100, 104. Lorusso Romito, R. 43 n. 2. Salomone, signore di : 7. Galatina: 10. 45. Dodekaorton in San Mauro a Sannicola: Sanjian, A. K.: 36 n. 14. Georgia: 39 n. 32. Abbazia: XIII, 3 e n. 5; 7, 9 e n. 10; 11, 63, Chiesa: XIII, XIV, XV, XVI, 3, 7, 10, 11, 14, XIV, 25. M Schirinzi, R.: XV, 77 n. 4, 79 n. 7. Giurdignano: 13. 78, 81, 83, 86, 88, 102, 113, 115, 118 n. 5; 17, 19, 30, 33, 36, 39, 48, 50, 54, 71, 77, Duomo: v. “Cattedrale”. Schulz, H. W.: 3 e n. 7. Gracanica (Bosnia): 50 n. 16. 119, 121; «San Salvatore» (Sannicola): XIV, 78, 79, 80, 81, 115, 118, 119, 121; «San Maggiulli, P.: 3 e n. 13. Scrimieri, G.: 4 e n. 20; 9 n. 10; 14 n. 27. XV, 3. 4, 9 n. 13, 13, 17, 18, 19, 22, 24, 27, Salvatore» (Sanarica): XIV, 13, 17, 27; E Maguire, H.: 19 n. 11. Sigliuzzo, B.: 3 e n. 15. K 43, 46, 47, 49, 50 n. 17, 51, 54, 77, 79 n. 8, «San Procopio» (Aradeo): 9; «Santa Maria Maria, donatrice all’abbazia di San Mauro: Spagnolo, A.: 4 e n. 19. 81, 113, 115, 118, 119, 121, 122; «Santa di Cruciata» (): 9; «San Giovanni» Efforescenze saline: 89. 9. Spatharakis, I: 37 n. 19. Kurbinovo (Macedonia): 47 e n. 9. Maria delle Servine» (Altoldo, Gallipoli) 3; (Patù): 13; «San Salvatore» (Borgagne): 13; Evangelisti in San Mauro a Sannicola: 29, Mauro, santo: 3 n. 2; 5, 11, 14. «Santa Maria di Cerrate» (Lecce): 7, 37, 39. «Seppannibale» (Fasano): 13; «Niccolò dei 34, 36, 45, 47. Marti, P.: 3 e n. 12. T L Abside: XV, 4, 18, 19, 24, 33, 39, 43, 63, 66, Greci» (Lecce): 14; «San Lasi» (Salve): 19; Martin, J. M.: 11 e n. 17. 69, 72, 73, 77, 83 n. 12, 85, 102, 119. «San Giovanni Evangelista» (San Cesario F Massa, B.: 3 e n. 9. Teodata, donatrice all’abbazia di San Mau- Lecce: XV, 7, 14, 22, 24, 25, 57, 63. ACO (Archivio Com. di Ortelle): 81 n. 11. di Lecce): 23, 24, 25, 26, 27; «San Niccolò Mathews, T. F.: 36 n. 14. ro: 9. ACS (Archivio Com. di Sannicola): 118 n. 5. e Cataldo» (Lecce): 14; «Santa Maria del- Facciata: 13, 45, 78, 79. Medea, A.: 3 e n. 16; 43 n. 4. Todi, B.: 51 n. 17. M ADG (Archivio Dioc. di Gallipoli): 14 n. 28. la Croce» (Casaranello): 27; «Panaghia» Finitura: 86. Melica, D.: XV, 77 n. 4. Tomekovic, S.: 37 n. 17, 18. Altare: 11, 26, 43. (Aghios Mamos): 37 n. 19; «Santa Marina» Fissaggio: 92, 93, 98, 100. Mersch, M.: 43 n. 3; 49 n. 13. Trinchera, F.: 3 e n. 5; 7 e n. 6; 9 e n. 7, 10. Massafra: 26, 37, 40 n. 25. Aggregato: 65, 66, 73. (): 39; «Kintsvisi» (Georgia): Fotogrammetria: XV, 57. Micetti, L. A.: 3 n. 2. Triussi, G.: 77 n. 2. Molfetta: 13. Affresco: XIII, XIV, XV, XVI, 3, 4, 9, 10, 11, 39 n. 33; «Tokah kilise»: 39; «Centoporte» Fotomodellazione 3D: XV, 57. Milella, M. 43 n. 2. Tsigaridas, E.: 48 n. 10. N 13, 17, 25, 33, 35 n. 7, 39, 43, 45 n. 6, 46, (Giurdignano) 13; «Ognissanti» (Valen- Millet, G.: 50 n. 16. 48 n. 10, 50, 51 n. 17, 53 n. 20, 77, 78, 79 zano) 13; «San Benedetto» (Conversano) G Misgui, ?.: 47 n. 9. V Nardò: XIII n. 6, 80, 81 n. 11, 83, 86, 89, 113, 121, 122; 13; «San Benedetto» (Brindisi) 13; «Santa Mora, P.: 74. «di Celsorizzo» 10, 50 e n. 17. Maria della Lizza» (Alezio) 24; «Sant’A- Grotta: 3 n. 2; 11, 77, 80, 81, 88; «San Leo- Vendola, D.: 3 n. 5; 9 n. 13; 113 n. 1. O Anastasis: 45. driano» (San Demetrio Corone) 48, 49, 53; nardo» (Massafra) 37. N Vinogradova, E. A.: 51 n. 17. Annunciazione in San Mauro a Sannicola: «Santa Maria di Anglona» (presso Tursi) Von Falkenhausen, V.: 43 n. 2. Ocrida (Macedonia): 48. 22, 47. 48, 49; «Santa Sofa di Ocrida» 48 e n. 10; I Nelson, R. S.: 36 n. 14. Ortelle: 81 n. 11. Annuncio ai Pastori in San Mauro a Sanni- «Santi Apostoli» (Pe) 50 n. 16; «Kaftoun» Netzer, N.: 36 n. 14. W Otranto: 17, 18, 26, 29, 30, 37. cola: XIV, 25. (Libano) 48 n. 10; «Crocifsso dei Monti» IbamITLab: 57. Nocera, M.: 4 e n. 22. Otranto, Terra di: 11, 19, 36, 51, 53 nn. 18, Arcangeli in San Mauro a Sannicola: 47. (Sannicola) 119; «San Salvatore» (Sannico- Iconostasi: 43, 86, 98, 119. Walter, C.: 22 n. 13; 39 n. 21; 47 n. 9. 19; 81, 113 n. 1. Arcata: XIV, 3, 19, 29, 45. la) v. abbazia «San Salvatore». ICR-CNR: 74. O Wessel, K.: 36 n. 14. ARCHIMED: 57, 63. Clipeo: 19, 29, 33, 37, 45 e n. 8; 100. ICS (Indagine Critica Stratigrafca): XV, 3 n. P Architettura: 13 n. 21; 35, 78, 79, 118, 119, Cilindro (absidale): 4, 19. 17, 73, 77 e n. 2, 83, 89, 102, 104, 122. Onofrio, santo: 37 n. 17. 122. CNR Ibam: 63, 77 n. 4; 80 n. 10. Infltrazione: 92. Palermo: 24. Arriccio: 36, 66, 83. Condensa: 81 n. 11. Ingresso a Gerusalemme in San Mauro a P Patù: 13. Arrivo dei Magi in San Mauro a Sannicola: Conservazione: 18, 33, 36, 39, 45, 57, 63, Sannicola: 45. : 19. XIV, 25. 77 n. 1; 81 n. 11; 83, 86, 89, 90 e n. 21; 91, Intonaco: XV, 22, 49, 57, 63, 65, 66, 69, 71, Pace, V.: XIV, 4 e n. 26; 17 n. 3; 33 n. 1; 40 INDICE DEI LUOGHI Ascensione in San Mauro a Sannicola: 22, 102, 104, 115, 121. 72, 73, 83, 92. n. 37; 43 nn. 1, 4; 45 n. 7; 49 n. 14; 53 nn. R 47. Controfacciata: 46 n. 8; 86. Invaso: 29. 18, 21; 113 n. 2. Rethymno: 37 n. 19. ASLE (Archivio di Stato di Lecce): 14 nn. Cornice: 67. Iscrizione, greca: 22, 24, 25, 29, 30, 37, 39 e Panayotidi, M.: 19 n. 10. Roma: 3 n. 2, 37, 39, 45 n. 7. 30, 31. Costantini (Studio): XIII, 17 n. 1, 33 n. 4, n. 25; 40 n. 24; 46 n. 8; 87. Papazotos, Th.: 48 n. 10. 77 n. 2. Patterson Ševchenko, N.: 37 nn. 16, 21; 39 S B Cripta: 30; «San Michele Arcangelo» (Co- K n. 23. pertino) 10; «Sant’Angelo» (Casalrotto, Passarelli, ?.: 40 n. 34. A Salve: 19. Bacio di Giuda in San Mauro a Sannicola: Mottola) 18; «Santa Maria degli Angeli » Katholikon: 19, 50 n. 16 «Hilandor» (De- Pecchioni, E.: 74. : 23, 24, 25, 26, 27. 26, 27, 29, 49 n 13; 51 n. 17. (Poggiardo) 19; «Candelora» (Massafta) 26; cani) 50 n. 16. Peers, G.: 40 n. 40. Aleppo: 18. San Demetrio Corone (Cosenza): 48, 49, 53. Basilica: 3, 49. «Santa Cristina» (Carpignano) 30; «Santi Pensa, F.: 4 n 28; 33 n. 2; 37 n. 17; 39 n. 25; Alezio: 9, 24. Sannicola: XIII, 13, 36 n. 12, 43, 77 nn. 6, Battesimo di Cristo in San Mauro a Sanni- Stefani» (Vaste, Poggiardo) 40 n. 24; «della L 40 n. 38; 45 n. 7. Altolido (collina): XIII, 3 e n. 2, 77, 81. 7, 113, 119. cola: 22, 24, 25, 26, 45. cattedrale di Otranto» 81 n. 11; «Santa Ma- Philippot, ?.: 74. Anglona (Tursi): 48 n. 10; 49. Sanarica: XIV, 13, 17, 27. Battesimo di San Paolo nella cappella palati- ria della Grotta» (Ortelle) 81 n. 11. Lacuna: 36, 43, 45, 46, 83, 85, 86, 87, 90, Pindinelli, E.: 7 n. 4. Antiochia: 18. Sopocani (Serbia): 50 n. 16. na di Palermo: 24. Crocifssione in San Mauro a Sannicola: 26, 93, 104. Poso, C. D.: 3 e n. 3; 17 n. 3; 115 n. 3. Aradeo (Lecce): 7, 9. Bema: 34, 37, 39, 43, 46, 50, 51 e n. 18; 27, 29. Laser scanner: XV, 57. Prandi, A.: XIV, 4 e n. 25; 43 n. 4; 45 n. 7; T 119. Cupola: 13, 19, 34, 45, 47. Lavanda del Bambino in San Mauro in San- 51 n. 18, 54 n. 23. B Boiacca: 92. nicola: XIV, 24, 25. Previttero, S.: 3 n. 17; 13 n. 21. Trebisonda: 51 n. 17. ByHeriNet (Byzantine Heritage Network): D Legante: 65, 66, 71, 73. Borgagne (Lecce): 13. 57, 63. Loros: 17 n. 2; 46. Q Brindisi: 13. V Byzantion (rivista belga): XIV. Degrado: XV, 63, 65, 71, 73, 77, 80, 85, 87, 90. M Quarta, G.: XV, 77 n. 4. C Valenzano (Bari): 13. C Deésis: 18, 46, 50. Vaste (Poggiardo): 40 n. 24. Deposito: 3 n. 2; 91. Masseria: «San Salvatore» (Sannicola) v. R Carpignano: 30. Verria (Macedonia): 48. Calatafaggio: 92. Diakonikon: 119. anche abbazia «San Salvatore» (Sannicola) Casalrotto (Mottola): 18. Calotta, absidale: 46, 47, 49, 69. Diffrattometria di raggi X: 64, 71. XV, 14, 49, 81, 113, 115, 118, 121. Ravenna, B.: 3 e n. 2; 11 nn. 18, 19; 14 n. 29. Casaranello (): 27. Campanile (a vela): 13, 79. Diocesi (di Gallipoli): 10 n. 13. Microfora: 86.

130 131 Microscopia: «ottica» 63; «elettronica» 65. Riconsolidamento: 91, 92, 98, 99, 100. Scialbo: v. “scialbatura”. GLOSSARIO Miniatura: XIV, 29, 36 e n. 14; 50 n. 16; Ridipintura: 73, 91, 122. Smontaggio: 90 e n. 21. «ms. W. 524, Walters Museum» (Baltimora) Rilievo tridimensionale: 57. Sottarchi: XIV, 13, 17, 18, 33, 37, 39, 63, 36; «Laur. VI. 23» 50 n. 16; «Tetraevangelo Rimozione: 79, 89, 90, 92 n. 24; 93. 66, 71, 87. A di Iviron» 50 n. 16. Rinzaffo: 66. Spolveratura: 89, 91. Abside – dal greco apsìs, apsìdos, latino absis, abdisis. Incavo semicircolare (cilindro), ma anche poli- Monachesimo: «italo-greco» 11, 119; «ce- Risanamento: 81, 89, 102. Strappo: 87. gonale o lobato, coperto da una semicupola (conca o catino absidale), con cui spesso termina la navata nobitico» 36; «eremitico» 36. Rito, greco: 3, 10, 47, 51. Superfcie: XV, 29, 57, 64, 66, 71, 72, 73, centrale di una chiesa. La destinazione originale dell’abside fu quella di contenere il trono vescovile Monastero: v. anche “abbazia” 3, 7, 9, 10 e Ritocco pittorico: 73, 98, 99, 100. 74, 77 n. 1.; 78, 80, 81 n. 11; 83, 85, 86, (cattedra), e successivamente il coro. n. 13; 17, 19, 33 n. 2; 81, 113. 87, 88, 89, 90, 91, 92 n. 24; 102, 104, 113, Monitoraggio ambientale: 90. S 118 n. 5; 122. Abbazia – (anche abazia o badia a seconda se diretta da un abate o da una badessa), è un particolare Supporto (murario): 63, 66, 71, 73, 77, 78, tipo di monastero, che per il diritto canonico è un ente autonomo. Il termine deriva dal tardo latino N Sant’Antonio primo eremita e Paolo di San- 79, 80, 87, 90, 92, 93, 104, 121, 122. abbata, appunto abate, che inizialmente si riferiva solo alla persona che reggeva l’edifcio, per poi as- ta Maria di Cerrate presso Lecce: 37, 39 e sumere il signifcato più esteso del complesso dei beni che erano a disposizione di tale carica religiosa. Naos: 33, 113. n. 25. T Infatti molto spesso per abbazia in toponomastica si intende non soltanto l’edifcio in sé, quanto anche Nascita di Alessandro Magno in un mosaico San Basilio in San Mauro a Sannicola: 7, 19, l’insediamento che si sviluppava intorno ad esso pavimentale del museo di Beirut: 24. 22, 40 n. 24; 46. Templon: 39. Affresco (o a fresco) – la più pregevole tra le tecniche di pittura murale, così chiamata perché eseguita Natività di Cristo in San Mauro a Sannico- San Clemente di Ocrida in San Mauro a Teotokos in San Mauro a Sannicola: v. an- su intonaco di calce ancora fresco. In generale: i pigmenti, stemperati in acqua, si fssano alla superfcie la: XIV. Sannicola: 18, 37, 45. che Madre di Dio 46, 47. mediante il processo di carbonatazione. In dettaglio: la tecnica pittorica dell’affresco prevede anche Navata, navatella: XV, 3, 13, 14, 22, 26, Sant’Eumenio di Gortyna in San Mauro a Tinteggiatura: 86, 91, 104, 122. fniture con altri leganti (tempere organiche e no). 33, 34, 35, 43, 45, 47, 49, 57, 63, 65, 66, Sannicola: 18, 37 e n. 19. Titulus: 39. 67, 72, 73, 77, 78, 83 e n. 12; 86, 87, 99, San Giacomo di Gerusalemme in San Mau- Trasfgurazione in San Salvatore a Sannico- Anastasis – Risurrezione 100, 118. ro a Sannicola: 39. la: 22, 50 e n. 16. Nicchia: 17, 33, 43. Santi Giacomo e Pietro in San Giovanni a Trasfgurazione in San Giovanni Evangelista Arriccio – fondamentale strato costitutivo di un intonaco, anche nella tecnica dell’affresco. Per quan- O Monterone di Matera: 53. a san Cesario di Lecce: 24. to il numero di strati e anche il loro carattere siano soggetti a infnite variazioni, l’arriccio si caratteriz- San Gioannicio (o Ioannikio) in San Mauro Trasfgurazione in San Mauro a Sannicola: za per essere il primo strato di “intonaco”, sovrapposto alla sbruffatura (o “rinzaffo”, strato presente Odigitria in San Mauro a Sannicola: 45. a Sannicola: 37, 45. 45. quando è necessario regolarizzare il muro). È proprio la superfcie dell’arriccio a ospitare la cosiddetta San Giovanni Battista in San Mauro a San- Trattamento: farmacologico 86, 89; genera- “sinopia”. P nicola: 26. lizzato 91; a registro 91; meccanico a secco San Giovanni Crisostomo in San Mauro a 92; cromatico 92. Padri della Chiesa in San Mauro a Sannico- Sannicola: 19, 22, 46. Tomba ad arcosolio: 30. B la: 47. San Giovanni Evangelista in San Mauro a Bema – Archit. Nella chiesa greca, presbiterio, luogo in cui si compiono i riti sacri. Palinsesto, pittorico: 83 n. 12; 85, 119, 122. Sannicola: 34, 49. U Pellicola pittorica: XV, 35 n. 8, 57, 63, 64, San Giuseppe in San Mauro a Sannicola: 25. Boiacca – nel restauro, tipo di malta di consistenza fuida, anche pennellabile. 83, 89, 90, 91, 92 e n. 24, 93. San Gregorio Nazianzeno in San Mauro a Ultima cena in San Mauro a Sannicola: 26, Pennacchi: XIV, 29, 34, 45, 47, 51 n. 18. Sannicola: 19. 45. Pie donne al Sepolcro in San Mauro a San- San Gregorio di Nissa in San Mauro a San- C nicola: 27, 29, 45. nicola: 19, 22. V Calafataggio – nel restauro, azione di chiusura anche temporanea di fori o fessure presenti in un’o- Pigmento: 67, 71, 73. San Luca in San Mauro a Sannicola: 27, 34, pera ammalorata, nonché di realizzare dei punti di fermatura, allo scopo di rendere possibili le succes- Pilastro: XIV, 3, 13, 14, 18, 30, 33, 35, 36, 35. Velinatura: 87, 92 n. 24. sive operazioni di riconsolidamento. 39, 40, 45, 48, 49, 50, 63, 65, 66, 67, 69, 72, San Luciano di Antiochia in San Mauro a Vergine con Bambino fra due angeli in San 73, 83, 87, 98, 118. Sannicola: 37, 45. Mauro a Sannicola: 18, 19, 39. Calotta – copertura semisferica di un ambiente che ha per superfcie una Pittura: XIV, 4, 14, 29, 30, 33, 36, 37, 45 n. San Macario in San Mauro a Sannicola: 37. Vergine che porge il Bambino al sommo sa- porzione di sfera ottenuta dall’incontro di questa con un piano secante. 5; 49, 50n. 16; 51 n. 18; 73, 122, «a secco» San Marco in San Mauro a Sannicola: 27, cerdote: v. “Presentazione al Tempio”. Campata – in architett., Spazio compreso tra due elementi portanti (pilastri, colonne) di una co- 73, 83; «a fresco» 14, 73, 83; «a mezzo fre- 35. Volta (a botte): 13, 19, 33, 45, 49, 57, 63, struzione. sco» 73; «a calce» 66, 69, 73. San Matteo in San Mauro a Sannicola: 34. 83, 87, 102. Presentazione al Tempio in San Mauro a San Mauro in San Mauro a Sannicola: 46, Catino – in architett., detta conca o catino absidale è la copertura a volta dell’abside, generalmente ha Sannicola: 22, 25, 45. 69. la forma di una semicupola (quarto di sfera). Profeta Isaia in San Mauro a Sannicola: 29, San Niceta in San Mauro a Sannicola: 39. Clipeo – nell’arte romana, il termine clipeus indicava un ritratto iscritto in uno spazio rotondo, per 45 n. 7. San Nicola in San Mauro a Sannicola: 36, poi assumere il signifcato più esteso di decorazione inserita entro tale forma. Profetessa Anna in San Mauro a Sannicola: 39. 25. San Paolo in San Mauro a Sannicola: 27, 36, Cilindro – v. abside. Prothesis: 119. 45, 69. Pulitura: 35 n. 9; 81, 83, 88, 91, 98, 99, 100. San Paolo di Tebe in San Mauro a Sannico- Cripta – dal greco “luogo nascosto e sotterraneo a carattere sacro e funerario”. Generalmente è sotto- la: XIV, 37 e n. 17. stante una chiesa in tutta la sua estensione o limitatamente al presbiterio, che risulta rialzato. Q San Pietro in San Mauro a Sannicola: 27, 36, 45, 69. Quadrettatura negativa: 90. San Pietro in Vaticano, basilica: 22. D San Saba e il Vecchio in San Mauro a San- Deésis – (supplica) raffgurazione di Cristo fancheggiato dalle fgure in genere di Maria SS.ma e R nicola: 17, 18. l’apostolo Giovanni o del Precursore o di altri santi. San Simeone Stilita in San Mauro a Sanni- Recupero: XIII, 57, 78, 80, 81, 86, 87, 88, cola: 17, 37, 67. Diakonikon – all’interno del Bema, piccolo altare sulla destra che serve ai celebranti per indossare i 90. San Teodoro Tirone in San Mauro a Sanni- paramenti. Restauro: XIII, XIV, XV, XVI, 3 n. 17, 17 e cola: 17, 37. Diffrattometria – a raggi X è uno strumento utile a determinare la composizione mineralogica delle nn. 1, 4, 79 nn. 6, 8, 81 e n. 11, 83, 85, 86, Santi Vescovi in San Mauro a Sannicola: 17, rocce sedimentarie. Si possono determinare, con questa metodologia, non solo le singole specie minerali 89, 90 n. 21, 91, 92 n. 24, 93, 98, 100, 102, 19, 46, 47 e n. 9; 50, 51. ma anche, in qualche caso, ottenere una determinazione semiquantitativa dei diversi minerali presenti. 104, 113, 118 e n. 5. Santorale: XIV, 33, 36, 37, 39, 45, 51, 53 Resurrezione in San Mauro a Sannicola: v. n. 20. Disinfestazione/disinfezione – nel restauro, insieme delle operazioni destinate alla eliminazione o anche Anastasis 45. Scialbatura: 3, 35, 66, 71, 72, 73, 74, 83, limitazione degli organismi infestanti di vario genere e natura. Ricarbonatazione: 86. 86, 91. Dodekaorton – le dodici festività più importanti dell’anno liturgico cristiano ortodosso.

132 133 E Q Efflorescenze – nel restauro, depositi superfciali di sali solubili e no che si formano a seguito Quadrettatura negativa – nel restauro, azione di disvelamento avviata per fasce parallele, propor- dell’evaporazione dell’acqua nella quale è disciolta la loro materia prima. Nel caso in cui il feno- zionate alle dimensioni della parete operata, orizzontali e verticali; tali fasce di primo disvelamento, meno avvenga entro la materia di un dipinto murale, spesso sotto la pellicola pittorica, si parla di dapprima rade, s’intensifcano fno a liberare tutto lo strato originario superstite. Questa modalità di sub-forescenze. azione consente un maggiore controllo e riduce le sollecitazioni meccaniche.

F R Fotogrammetria – tecnica di rilievo che consente di acquisire dei dati metrici di un oggetto (forma e Ricarbonatazione – nel restauro, efforescenze caratterizzate dalla formazione di carbonato di calcio posizione) tramite l’acquisizione e l’analisi di una coppia di fotogrammi stereometrici. (o altri sali dall’aspetto e l’insolubilità analoga) sulla superfcie considerata. Fotomodellazione – è una tecnica che permette la restituzione di modelli metrici 3D per mezzo di fo- Riconsolidamento – nel restauro, ogni operazione indirizzata al ripristino di corrette caratteristiche tografe bidimensionali sfruttando i principi della fotogrammetria monoscopica digitale. Questa tecnica meccaniche di coesione o adesione di uno strato costitutivo il bene culturale. permette di ricostruire strutture architettoniche attraverso la proiezione, in uno spazio tridimensionale, di punti e linee generate dal calcolo dell’intersezione delle linee ottiche provenienti da ogni foto. Rinzaffo – (o sbruffatura) fondamentale strato costitutivo di un intonaco, anche nella tecnica dell’af- fresco. Si tratta dello strato adoperato direttamente sul muro per regolarizzarlo.

I S ICS (Indagine Critica Stratigrafica) – nel restauro, metodo d’indagine specialistica fnalizzata a Scialbatura – o “scialbo”, nel restauro, indica la presenza di strati di calce sovrammessi a una su- riconoscere e distinguere tutti gli strati che costituiscono la storia materiale di ogni singola superfcie perfcie o dipinto murale. La rimozione degli scialbi, detta Descialbo (o discialbo) – spesso usato murale, come pure di un ambiente o un intero edifcio. L’ICS, oltre a individuare la presenza di eventua- erroneamente come sinonimo di disvelamento, ne rappresenta in realtà un solo tipo. Infatti, il descial- li testi decorativi celati e a permettere il riconoscimento scientifco delle cromie individuate, consente bo è sì una serie di operazioni volte a rimettere in luce un dipinto prima celato da uno o più strati la scoperta di importanti caratteristiche morfologico-strutturali. sovrammessi (come il disvelamento), ma limitatamente alla presenza di scialbature, cioè strati di calce. Sottarchi – in architett., la superfcie di intradosso ovvero la faccia inferiore della struttura di un arco. K Strappo – nel restauro, una delle tecniche di distacco di un dipinto murale dalla sua naturale sede; Katholikòn – La chiesa centrale di un monastero, in genere posta al centro dello stesso complesso generalmente la più praticata da tombaroli, e più in generale nelle sottrazioni furtive, per la sua sem- monastico. È il luogo ove si raduna tutta intera la comunità monastica per la preghiera liturgica. plicità e per la leggerezza del dipinto così distaccato. Nello strappo l’asportazione è limitata alla sola pellicola pittorica, senza interessare neanche l’intonaco immediatamente sottostante (tanto che nel “mercato antiquariale” si trovano anche più strappi successivi dello stesso dipinto). Attualmente il di- L stacco di un dipinto murale dalla sua naturale sede è ammissibile solo in casi eccezionali, quali: edifci Loros – Lunga sciarpa con pietre preziose che nella tarda antichità e a Bisanzio si avvolgeva sugli che debbano essere necessariamente demoliti; palinsesti in cui si celino opere di particolare interesse; omeri per ricadere davanti con una banda, mentre l’altra dietro la vita era raccolta sull’avambraccio. per conservare una ridipintura. Tipico dell’imperatore e dell’imperatrice, al l. si attribuivano signifcati simbolici: indossato in occasio- ne della Pasqua, alludeva a Cristo nel giorno della Resurrezione. T M Templon – Architrave sorretto da colonne, forma primitiva di iconostasi. Microflora – nel restauro, vegetazione parassita responsabile di signifcativi fenomeni di degrado. Teotokos – Madre di Dio, appellativo conferito a Maria dal Concilio di Efeso nel 431 usato abitual- mente nella Chiesa bizantina. In genere accompagnato dall’attributo iperaghìa, santissima. Monitoraggio ambientale - nel restauro, prevalentemente, sistema di rilevamento dei fattori termo- igrometrici di un ambiente che costituisca e/o che contenga beni culturali. Si tratta di conoscere le Titulus – iscrizione esegetica che indica il soggetto rappresentato nell’opera d’arte. variazioni di temperatura, umidità assoluta e, soprattutto, umidità relativa e di poterle mettere in relazione sia ai normali cicli climatici giornalieri e stagionali, sia alle varianti determinate da “pecche” Tomba ad arcosolio – Tomba costituita da un’arca incassata nella parete e sormontata da un arco. insite nell’ambiente stesso e/o da cause antropiche. Più complessi i casi in cui il rilevamento debba Si trova spesso nei cimiteri cristiani. tenere conto anche dei fattori di inquinamento e del loro impatto sul bene culturale.

V N Velinatura – nel restauro, operazione, di carattere temporaneo, consistente nel fare aderire, a mezzo Navata – vano della chiesa suddivisa in senso longitudinale per mezzo di colonne e pilastri. Ogni di adesivi naturali o sintetici, uno o più strati di materiale cartaceo o tessile sulla superfcie pittorica/ chiesa può essere provvista da una o più navate. scultorea. La velinatura è generalmente fnalizzata alla protezione temporanea sia da sollecitazioni provenienti dall’esterno sia, più di frequente, da cadute di parti della pellicola pittorica e degli strati preparatori (soprattutto nei casi di crepe o fratture). O Odigitria - più correttamente Odegitria è la Madonna che mostra la direzione. Tale iconografa, diffusa in particolare nell’arte bizantina e russa del periodo medioevale, è costituita dalla Madonna a mezzo busto con in braccio il Bambino seduto in atto benedicente che tiene in mano una pergamena arrotolata, mentre la Vergine indica con la mano destra la via (da qui l’origine dell’epiteto).

P Pennacchi - Architett., elemento di raccordo fra l’imposta di una cupola e il suo sostegno, o anche quelle forme triangolari con i lati curvilinei che si interpongono fra un arco e l’altro e che hanno il vertice rivolto verso il basso. Prothesis - altarino del bema a sinistra dell’altare centrale, ricoperto da una tovaglia, su cui si svolge la cerimonia della Divina Liturgia e la preparazione del pane (posforà). Su quest’ultimo viene incisa una croce utilizzando un coltellino a forma di lancia, a evocare il colpo di lancia inferto al corpo di Cristo.

134 135 FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI DICEMBRE 2012