Cristiano Pesaresi

causa di condizionamenti geo- avvicinamento porterebbe al “salto del ta. Nella rappresentazione del Morozzo morfologici e della struttura a meandro” e alla conseguente formazio- (scelta per la sua valenza documenta- Apieghe parallele dell’Appennino, ne di un laghetto arcuato soggetto ad ria), il meandro in prossimità di Ponza- il Tevere scorre lungo solchi longitudi- evaporazione e ad interramento. no mostra una curvatura molto meno nali, alternando sezioni più ampie con Per effetto della forza centrifuga e dei pronunciata rispetto a quella odierna e tratti ristretti. Subito dopo Orte fa regi- processi erosivi sulla sponda concava le anse risultano pressappoco paralle- le. Il meandro, che attual- mente si presenta quasi “strozzato”, ha quindi su- bito evidenti mutamenti di forma a causa dell’azione Il letto meandriforme della corrente e dei pro- cessi erosivi, che assecon- dano l’accentuazione del- la curvatura ed il restringi- del Tevere tra Ponzano mento del lobo. Procedendo verso la foce, il Tevere supera la stretta di Torrita ed entra nella Romano e la foce Campagna Romana, ove viene alimentato da nu- merosi torrenti che vi af- strare una larghezza di 100-200 m ed (esterna), il meandro non solo si am- fluiscono soprattutto da sinistra: il Far- una profondità di 1-3 m; la valle divie- plia ma tende a migrare verso valle. In fa, il fosso Corese, il Moscio, il fosso ne piuttosto estesa e, a causa di pertur- particolare, il filo della corrente tocca, della Buffala e l’Ormeto. All’altezza di bazioni trasversali ed oscillazioni late- con la massima velocità e forza erosi- , il letto assume una sin- rali della corrente, la sinuosità del fiu- va, la sponda concava un po’ più a val- golare forma a tre punte, subito segui- me tende ad accentuarsi, fino a forma- le rispetto al massimo di curvatura, e ta da un nuovo meandro rivolto verso re meandri di notevoli dimensioni. Tra questa “sfasatura” determina cambia- . Le condizioni morfologico-li- Ponzano Romano e , l’alveo è menti di forme, dissimmetrie tra le an- tologiche continuano a favorire il corso largo quasi 2,5 km e l’aspetto mean- se ed un progressivo spostamento ver- ondulatorio del fiume, che in presenza driforme diviene sempre più caratteri- so valle. di meandri contigui origina fisionomie stico, con un singolare esempio, a for- Interessante è il confronto tra la Fig. simili a S sdraiate, in grado di influenza- 1 (foto scattata nel re l’espansione urbanistica di Roma. Al- 1991) e la carta rea- l’interno della città, il Tevere è cinto da lizzata nel 1791 da alti argini ed è attraversato da una serie Giuseppe Morozzo, di ponti, alcuni dei quali edificati nel II cartografo, scien- e nel I secolo a.C.: Ponte Milvio, Ponte ziato e scrittore, de- Fabricio e Ponte Cestio. signato da Pio VI co- Tra Val Melaina e Via del Foro Italico, il me vice legato a Bo- Tevere riceve il copioso contributo del- logna e governatore l’Aniene, l’ultimo grande affluente pri- a Perugia e a Civita- ma della foce, lungo il cui corso, appe- vecchia, oltre che na oltrepassato Tivoli, è possibile am- cardinale e vescovo mirare l’antico Ponte Lucano, risalente di Novara (Fig. 2). al I secolo d.C. È possibile, infat- Superati diversi ostacoli, gli ultimi dei ti, osservare l’evo- quali rappresentati dai rilievi dell’EUR luzione del mean- e del Trullo, l’aspetto ormai pianeggian- dro e i cambiamen- te e particolarmente allargato della valle ti subiti dalle anse a del Tevere può essere attribuito alla ten- duecento anni di di- denza del fiume a “divagare”, per il net- stanza. La carta, ac- to prevalere dei processi di deposito. canto ad una ricca In corrispondenza dell’uscita “Parco toponomastica, al- de’ Medici” del Grande Raccordo Anu- la rappresentazio- lare, in una zona di notevole interesse ma di “fiasco”, in prossimità del comu- ne orografica a monticelli prospettici e naturalistico conosciuta come “Drizza- ne di Ponzano Romano (Fig. 1). La cur- ad una minuziosa distinzione dei cen- gno di Spinaceto”, vi è la presenza di vatura è molto pronunciata e le due an- tri abitati (pianta munita di croce per le un “meandro abbandonato”, indotto da se talmente vicine da far presagire un città vescovili; con torre per i centri di una “rettificazione” artificiale compiuta loro futuro congiungimento, bloccato media importanza; semplice cerchiet- intorno al 1930. Quest’area, nota per in seguito ad azioni antropiche di ar- to per i centri minori), fornisce utilis- la sua ricchezza floro-faunistica, rientra ginatura; il lobo interposto tra di loro sime informazioni per ciò che concer- tra quelle ad “elevata qualità ambien- 28 è, infatti, così ristretto che un ulteriore ne l’idrografia, accuratamente raffigura- tale” contemplate nel Progetto Atlante Laboratorio didattico

degli Uccelli nidificanti a Roma (Cigni- ni, Zapparoli, 1996). A circa 6-7 km in linea retta dal ma- re, in corrispondenza di Capo Due Ra- mi, il Tevere si divide nelle diramazio- ni di e di Fiumara, che co- stituiscono l’attuale delta, sviluppato- si in maniera irregolare nel tempo per i differenti rapporti tra processi fluvia- li e marini. Con l’ausilio delle foto ae- ree (Fig. 3), lungo la ramificazione di Fiumara, in prossimità di Ostia Antica, si può scorgere un’altra forma di inte- resse geografico-archeologico: un tipi- co esempio di “meandro morto”, frut- to della disastrosa piena del settem- bre 1557, che determinò sensibili mo- dificazioni topografico-territoriali. Co- me testimoniato anche dalla cartogra- fia storica, la ramificazione di Fiumara, prima dell’inondazione, era caratteriz- zata dalla presenza di un meandro con le sponde allargate e con un lobo qua- si “strozzato”. Molto eloquente è la rap- presentazione di Eufrosino della Vol- paia, datata 1547 (dieci anni prima della piena), una delle documentazio- ni più complete ed attendibili del XVI secolo per ciò che concerne il territo- rio romano e i dintorni (Fig. 4). Questa rappresentazione, frutto di grande fati- ca e meticolosa dedizione, riporta con dovizia di particolari sia gli aspetti fisici sia quelli antropici, fornendo un ottimo quadro di insieme. Osservando la car- ta di Eufrosino della Volpaia e le recen- 1. (In alto) Il “fiasco” di Ponzano 3. (Sopra) Stralcio del F. 149, strisciata XLII, ti foto aeree è, quindi, possibile com- in una foto del 1991. fotogr. 6867, volo 1984. Fotografia aerea dell’Istituto Geografico Militare. prendere l’entità dell’evento del 1557, Fonte: Pasquinelli D’Allegra, 1993, p. 64. responsabile di un fenomeno di “rottu- 4. (In basso) Stralcio de Il Paese di Roma ra” naturale e di un netto cambiamen- 2. (Pagina di sinistra) Stralcio de (Foglio 6. Zona del Latio e privilegio) to nel corso del fiume, che da allora de- Il Patrimonio di S. Pietro (Foglio 2. Zona: di Eufrosino della Volpaia. scrive un gomito arcuato ma senza “di- Sutri, Nepi e Civitacastellana) di Giuseppe Fonte: Frutaz, 1972b, Tav. 30. vagare” a meandri. Morozzo. Fonte: Frutaz, 1972b, Tav. 212.

Roma, Dipartimento di Geografia Uma- na dell’Università “La Sapienza”; Sezio- ne Lazio.

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