Milano, 1888 — Anno XXIII. Martedì 25 Settembre Supplemento al N. 8072,

LE CENTO CITTÀ-0—e£g>—°- D’ITALIA Supplemento mensile illustrato del SECOLO a Prezzo di ogni numero del Supplemento Cent. 1 0 in tu tti Italia t S erie IL - Disp.* 21.* ! Il presente Supplemento si dà gratis agli abbonati dei SECOLO

-o-Oj) E IL SUO LAGO Pompeo Strabono ebbe a ristorarla di una parte della presente provincia, su tutta la militare, Liceo, Scuola tecnica e magistrale, COMO colonia romana; poi Giulio Cesare vi con­ Valtellina e quasi tutto il Canton Ticino, Istituto professionale. dusse cinquemila coloni, fra i quali cinque­ abbracciando 509 parrocchie, di cui 321 in Sul pendìo del colle Baradello vedi la a i varchi che s’aprono cento nobilissimi Greci : donde la città ebbe Lombardia, 186 nel Cantone Ticino, 2 nel chiesa di San Carpoforo, sede dei vescovi fra i monti ond’è cinta nome di Nuovo-Corno. Di qui, durante l’im­ Grigione, contando sacerdoti 975 e 375,000 primitivi, che poi si trasportarono a quella in a nfltea tro, tardi a chi pero, frequenti passavano gli eserciti diretti anime. li vescovo, suffraganeo per un tempo di Sant’Abbondio, collocata a piè del monte vien da Milano si pre­ al di là delle Alpi. del patriarca d’Aquileja, ora fa omaggio al a sera della città; chiese ambedue notabili senta la città di Como, Scesi i barbari a inondare i nostri dolci metropolita di Milano. Nell’episcopio, oltre per le forme architettoniche lombarde e pei ma subito di giocondo campi, Como corse la misera sorte di quei l’archivio e un’antica cappella, son dipinti simboli onde vanno fregiate. Quest’ultima, diletto ti tocca quel tempi : ma quando le città lombarde si sve­ i ritratti di tutti i vescovi. a cinque navate e bello abside e torri mas­ lento declivio, che b’ al­ gliarono a libertà, fu delle prime a reg­ Como fu sempre capo del proprio conta lo ; sicce con decorazioni e pitture vetustissime, lunga verso di essa l’o­ gersi con governo municipale. Se non che poi del dipartimento del'Lario, ed ora di venne testé restaurata, restituendole il ca­ peroso tumulto de’suoi fra le ire onde l’una l’altra si nocevano le una provincia che contiene il fertile Vare­ rattere antico, e formandone uno dei mi­ sobborghi,-il grandeg­ repubbliche lombarde, ebbe a patire, no­ sotto, l’amenissima , il lago Lario, gliori tipi dello stile lombardo. Nel con­ giare delle massicce vella Troja, una decenne guerra, ella fine s’endendosi fino alle rive dei laghi Maggiore vento , già di Benedettini, è il Seminario torri che la fronteggia­ della quale venne distrutta dai Milanesi, ( Verbano) e di Lugano (Ceresio ; divisa in minore. no, la cupola del duomo, superba fra i minori congiurati con altri popoli lombardi (anno 26 distretti di 518 comuni, che occupano Poco discosto n’è il cimitero, cinto da por

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PANORAMA DELLA CITTÀ DI COMO edilìzi!. Già questa scena confusa t’ha allet- [ 1127). Risorta, s’agitò fra civili discordie, la superficie dì 2,472,288 pertiche metriche tico, le cui 248 campate si acquistano da tato a indugiarti in questa simpatica città, or retta a popolo, or dominata a vicenda o chilometri quadrati 2717, estimate lire privati per sepolture domestiche. La cap­ conoscerne le vicende, osservarne il bello. dai Rusconi e dai Vittani, capi delle sue 1,784,092 ; e sulle quali abitano 464,500 per­ pella, disegno di Luigi Tatti, ha una statua Roma non era per anco ; e già T anti­ fazioni, indebolita dalle quali, cadde in si­ sone. Appartiene tutta ali’ Vili clima, in di Luigi Agliati, comasco, di cui sono varii chissima gente degli Orobi avea fondato gnoria dei Visconti (anno 1335). Fu poi, in­ modo che il massimo caldo non eccede il de’ monumenti. Tra essi è quello del ge­ Como. Mentre i Romani sottomettevano al sieme col Milanese, dominata dagli Spa- 26° e il massimo freddo il — 5°. Eppure nerale Pino, troppo famoso nei disastri di loro dominio tutta l’Italia, i Comaschi uniti 1 gnuoli, ed allora perdette ogni passata quanta varietà di temperie, d’aspetto, di Milano dell’aprile 1814. agli Insubri difendevano con meravigliosa 1 grandezza: la Valtellina, i paesi che attra­ frutti ! La città presenta, come assai altre d’ori­ prodezza la loro indipendenza, finché, nel557 versa il Ticino, dal San Gottardo sino al La città è posta nella longitudine di gine romana, la figura d’un bisquadro, che di Roma, con sanguinose battaglie, il console Verbano, già tenuti a suo dominio, le fu­ 26° 44’ 47", latitudine 45° 48’ 27". chiude presso a poco la superficie di metri Marcello li soggiogò e ne menò uno dei più rono tolti : il commercio languì ; non le ri­ Sovrasta al livello del mare metri 202,50, quadrati 428,600. La mura venne fabbricata insigni trionfi. masero che le memorie e le speranze. di Milano 81,00. ai tempi di Federico Barbarossa. Verso Ma gl’indomiti Reti ad ora ad ora piom­ Testimonio dell’ antica grandezza è la sua Vi siedono: Tribunale e Corte d’Assise, mezzodì ha tre torri, fatte nel 1192; qua­ bavano a devastare Como ; sicché Gneo diocesi, la quale, sino a jeri, si stendea su Prefettura, Intendenza di finanza, Comando drata quella di mezzo e ai lati due penta- _ < 66 SUPPLEMENTO MENSILE ILLUSTRATO DEL SECOLO gone, colla faccia dl 8 metri e con ottusis­ L’interno del Duomo. Nella prima metà di questo secolo, quando esterna meridionale sopravvivono dipinti simi gli angoli della spalla e del fiancheg­ erano di moda i romanzi storici inventati del trecento. giato, poiché il primo è di circa 106 gradi, Entrando, sorprendono le grandiose pro­ sulle cantilene popolari e in quei tempi Sconsacrato, fu comprato dal vescovo il secondo di 137; avviamento ai bastioni porzioni del tempio, in tre navate, apren- erano indizio del ridestarsi della vita au­ Romano per porvi il seminario minore moderni. Un’altra torre rotonda stava dov’e tisi in croce latina. Sopra dieci pilastri iso­ tonoma nazionale) si scrisse un romanzo nel 1845. ora il teatro. lati e due ammezzati, poligonali, di marmo, sul Baradello, prendendo argomento dalla Al primo entrar in città per la porta in parte bianco di Musso, in parte nero di canzoncina: Olcio, rivestito di calce, voltano archi go­ La chiesa di San Carpoforo. Torre ti s’affaccia il Liceo costrutto nel Quest T è quel Gatt 1811 a disegno di Simone Cantoni. Le otto tici, e sovr’e3si finestre non illuminate. Ch'ha faa scappa quel Ratt colonne corintie di cipollino antico, che ne La crociera va ad archi tondi, con insigne Ch’ ha rosigaa la cordetta Le chiese di San Carpoforo,Sant’Abbondio sorreggono la fronte, doveano appartenere proporzione di spazio e d’altezza e con so- Della ciavetta e San Fedele si fanno rimontare ai primi brii ornamenti. I cappelloni presentano la Del porteli al tempio di Giove o al portico di Fàbato Del castell — del cont Baravell. secoli del cristianesimo. o ad altro degli insigni edifizj che adorna­ metà d’un dodecagono, corso da due terzi La prima di queste tre siede sul colle vano Como. di colonne striate composite, fra le quali Il romanzo intesseva le solite storie di Baradello e sebbene molto alterata, serba Ornano la fronte del Liceo i busti di in­ un finestrato con bei margini. Sopra del­ un feudatario prepotente che agognava signi uomini di questa città. Caio Plinio Se­ l’architrave e dello zoforo, un secondo corso alla mano di una nobile fanciulla e della condo, il Buffon dell’antichità, che, in un’o­ di colonne mettonsi i n mezzo altre finestre, liberazione di un conte Ratti che coi denti pera vasta al pari della natura, descrisse suddivise ciascuna in tre archetti. rosicchiò la funicella delle chiavi del ma­ quanto producono la terra, il cielo, l’acqua Da questo bel bramantesco distaccano i niero e si pose in salvo e fece punire il e l’arte dell’uomo: peri alla eruzione del farraginosi altari secentisti, e la cupola, prepotente. Vesuvio nel 79 di Cristo. Aveva egli adot­ tutta stucchi e ori, da cui restano immise­ Anche Alessandro Manzoni, nelle prime tato Caio Plinio Cecilio, il quale beneficò rite le proporzioni, confuso l’occhio, offesa sue poesie, quando forte ardeva la lotta senza fine questa sua patria. Son noti il l’imaginazione. fra classici e romantici, fa scendere Apollo suo panegirico a Trajano e le epistole, da Il resto della vòlta fu dipinto nel 1839 a sulla torre del Baradello: e di là dice che cui raccolgonsi molte particolarità intorno oro, colori e chiaroscuro da Francesco Gab- tendeva l’arco contro Milano per saettarlo. a questi paesi. Stanno insieme con loro betta e Carlo Fontana. Mosso da terrore pei Lari amati, Manzoni Caninio Rufo poeta, che cantò la guerra L’elegante battistero monoptero a otto lo supplica di frenare la sua ira, perchè dei Daei: un Cecilio, lodato da Catullo come colonne di marmo variegato, si pretende uno solo è il reo, mentre lui venerano tutti autore diversi sopra Cibele ; Paolo Giovio, disegno del Bramante, ma è certo poste­ i Milanesi del Cordusio e del Bottonuto: lo famoso per le poco sincere sue storie ; il riore; antica è la vasca di marmo con bas­ chiama con tutti i suoi epiteti, non obliando conte Gastone Rezzonico, pomposo autore sorilievi. quello di Sminteo, ricordo della vittoria di versi e prose, decantate nell’ultimo se­ Fra i quadri meritano attenzione il Pre­ sui topi della Misia : e invocando gli Dei colo; e i papi Innocenzo XI Odesealchi, che sepio e lo Sposalizio di Maria, il primo dei si protesta « umilissimo servo a tutti gravemente contese con Luigi XIV; e Cle­ quali è di Bernardino Luini, l’altro di Gau­ quanti. » Prega infine il Nume affinchè mente XIII Rezzonico. A tutti sovrasta il denzio Ferrari. Di questo è pure la Fuga in Egitto; di quello, i Santi Cristoforo e .... le misure energiche busto di Sant’Abbondio, primo vescovo e Sol contro l’empio schermidor sien prese. patrono della città. Le statue della Reli­ Sebastiano, V Adorazione dei Magi e lo stupendo San Girolamo. Apollo, gustando la proposta della par­ gione e della Filosofia grandeggiano sulla Sant’Abbondio. facciata, che l’architetto voleva rendere L’aìtar maggiore, disegnato a Urbino nel ziale vendetta, dichiara che per ridurre leggiera meglio che non sia riuscita. 1723 e lavorato a Roma, ricco di preziosi alla disperazione il poeta che osa negarlo, l’abside rotonda, il campanile quadrato, la Inoltre qui o vicino nacquero Benedetto marmi e bronzi, manca di quella semplicità, gli torràla lira ebùrnea e il plettro aurato. confessione sotto l’altare al quale si ascende Giovio fratello di Paolo, non forse d’ingegno, da cui non vorrebbesi mai scompagnato il Atterrito alla feral sentenza del Nume del per due gradinate. certo di cuor migliore; il suo discendente bello. A tergo gli sta, bell’avanzo di scultura Baradello, È tradizione fosse tempio di Mercurio e antica, una Madonna fra due colonne so­ G. B. Giovio, autore di molti scritti ridon­ E sbigottito e pallido sienvi state riposte le reliquie di San Car­ danti di sentimento e d’affetto alla patria stenute da due gobbi, e che dev’essere Esclamai : « Santi Numi, egli è spacciato poforo e d’altri santi che credonsi marti­ del 1317. E come vuoi che senza queste cose e ai buoni studii: il padre Tatti, che scrisse Ei se la cavi ? — Come può, » rispose. rizzati là presso, imperando Massimiano gli Annali Sacri della città : i padri De Or Erculeo. chi e Venino, predicatori diversamente fa­ La porta della Cattedrale. mosi: Anton Gioseffo Rezzonico, che con La chiesa del Crocifisso. grave erudizione assicurò a Como la culla La facciata è compartita in tre campi da Porta Vittoria. di Plinio maggiore, contrastata dai Vero­ quattro lesene, che finiscono in acroterii Il santuario del Crocifisso attira una folla nesi : Francesco Rezzano, che di ricca veste piramidali; e sono ornate di statue, di di devoti e di curios1, massime il giovedì Accanto al liceo grandeggia la porta italiana adornò i sublimi lamenti di Giobbe ; emblemi, del ritratto di Cieco Simonetta, santo. Torre, aperta mezzo secolo fa sotto l’antica Ignazio Martignoni, che diede una buona sventur..to segretario del duca Galeazzo Nel 1529 durante le prepotenze solite dei torre quadrata. Dalla piazza della porta operetta di diritto ed altre minori di lette­ Sforza. Vaneggia nel mezzo un bellissimo governi militari, il comandante della piazza Torre, ora porta Vittoria, in memoria della ratura ; i fisici Gattoni e Mocchetti ; i cro­ occhio, goticamente ornato. Dai campi ag­ pretestando pericolo d’invasione nemica, vittoria riportata da Garibaldi a San1 Fermo nisti Ballarmi e Muralto ; Giuseppe Rovelli gettano in alto tre tabernacoletti colle figure non permise di levare la catena tesa al nel 1859, muove la via già Napoleone, ora che con fatica ed esattezza somma compilò dell’Annunziata, e abbasso due podii di ponte della , quindi la processione Camerlata, che traversando i borghi, sale una storia patria fino al 1802. A tutti sor- col crocifisso solita farsi il giovedì santo, alberata per le pendici del Baradello. vnla^AJqgganAro^z^la la. cui ni la. dischiuse rimaneva interrotta. Ma all’ appressarsi Questa Torre, antichissima come quella una nuova era a:7e selene« ‘uTJìKire-TÒ UiAhv. /magine, un crocifisso di cipresso, del Baradello, formava già un forte ba- che. Nel monumento erettogli, Pompeo Mar­ ecco la catena cadere 'Sì^S&ttave ffrgrtrhr 4sap4s-sos 4ae-alî£â-4e£4 .-ghutegaae-iiAs- chesi figurò il gran fisico in atto di dar di stupore e gli inni di ringraziamento ornano quella fronte del muro. ascolto all’impressione prodotta dalla pila echeggiarono nei luoghi più lontani. e vi ponemmo per iscrizione: A Volta la Questo santo Crocifìsso è posto nella Patria. chiesa di San Pietro, in una cappella, at­ Il porto di Como. C. Ca n t ò . torno alla quale crebbe un tempio che nel 1674 fu abbellito. Nel secolo passato si L’ora è scoccata. Dai battelli si è fatta pensò di rinnovarlo con stile da quel tempo, intendere la squilla ; e tutto è un moto, un La Cattedrale. e si eresse la cupola, bassa e leggiera, so­ brulichìo, un andarivieni di passeggeri, di pra otto gigantesche colonne d’un sol pezzo facchini, di battellieri, di cocchieri, di ba­ Il Duomo di Como è uno dei più insigni gagli, di merci. monumenti e rehitettonici di Lombardia. Di di marmo di Olcio e con brutti profeti di stucco del Salterio, formanti un insieme Là ove ora è la piazza del porto, fian­ cevasi di Santa Maria Maggiore ed esisteva cheggiata da grandi edifizii, era il vecchio fin dal 1013 : cadente per vecchiezza, fu rin­ inelegante, ma di effetto. All’antica facciata di granito, lavoro ba­ porto. Solo nel 1870 fu interrato, forman­ novato a stile lombardo nel 1396. done uno nuovo, l’attuale, chiuso da una Pare ne fosse architetto Lorenzo degli rocco del Silva di Morbio fu surrogata una facciata di stile corretto del Canonica. diga di 310 metri coll’apertura di 150 metri Spazzi di Vallintelvi. verso il borgo di Sant’Agostino. Nel 1457 si posero le fondamenta della A destra e sinistra lunghesso le sponde facciata; nel 1485, tutto compito, fu dorato La chiesa di San Fedele. dell’incantevole bacino si stendono deliziose il globo della croce sul pinacolo di mezzo. ville e villette specchiantisi nel lago, se- Nel 1487 dirigeva la fabbrica Tommaso Ro­ San Fedele, dapprima Sant’Eufemia, venne minascoste_, fra i boschetti e i ridenti giar­ dar! di Maroggia, che eseguì la tribuna alla più d’una volta rimodernato e anche ulti­ dini, che ci invitano ad andare a visitarle. bramantesca, in disaccordo col manico della mamente con poco riguardo all’antichità ; Si salpa. Addio, lunata città del Lario croce, ma insigne per bellezza propria. La Porta della Cattedrale. ma non si toccò la parte posteriore, rotonda, amicai Addio, sobborgo incantevole della vòlta del cappellone fu imposta nel 1595; con finestre ovali e triforio superiore; e da metropoli lombarda. Il cielo che ti fu largo nei quindici anni dopo il 1027 fu terminato ricco e squisito stile, portanti le statue dei un lato una porticina colla particolarità di bell’orizzonte, di salubri aure, di fresche il cappellone della Madonna, disegno di due Plinii. del timpano fatto a triangolo, e con un fonti, ti tenga lontano i pericoli delle so- Francesco Righini; nel 1665, quello del Cro­ Una maraviglia sono le due porticine, con rozzo bassorilievo che mal si crede rappre­ verchianti piene del lago! cifisso, disegno di Antonio Donegani, en­ graziosissimo girare di fogliami, con fiori sentare Daniele nella fossa dei leoni; e ch’è trambi barocchi. La cupola, disegno di Fi­ e vilucchi e semi ed uccellini finiti e pa­ uno dei più vetusti monumenti di scultura ------—-i>38S<------lippo Juvara siciliano, tipo di gusto secen­ stosi che gli occhi non se ne stacchereb­ medioevale, come alcune bestie grottesca- tista, fu compiuta nel 1731. bero mai. In quella verso il Pretorio si ménte intrecciate nei capitelli, all’acquasan- ammira una rana, che per verità non è la tino e altrove. più bella fra gli animaletti misti ai fiorami. La cupola ottangolare fu ridipinta da Gu­ La fronte del Duomo. Si crede opera dei Rodari. glielmo Beltrami. Nelle'cappelle attirano l’occhio una Natività e i Re Magi di Ca­ o n giunto a Como da una gentile La facciata del Duomo, in stile romano­ millo Procaccinolo Sposalizio di Gaudenzio ] catena di ville e di odorosi giardini lombardo, promette meno che non mantenga. Castello Baradello. Ferrari, un Paradiso di Isidoro Bianchi. che lungo la bella strada carrozza- Sul basamento, a sinistra della porta, si La torre, che strapiomba di metri 1,30, bile si specchia nel lago, ecco il legge : « Anno MCCCCLVIII, 3 luglio — pensa La torre che dalla stazione vedete gigan­ ha gli angoli a tre spigoli e dentro una primo paesello della sponda occi­ al fine — respice finem » ed altri motti scrit­ teggiare sulle puddinghe del colle del Ba­ bella scala sostenuta ad archi. dentale: Cernobbio. Il suo nome ricorda che turali e simboli massonici. radello e domina l’ampia e ombreggiata quivi esisteva ab antiquo un cenobio, abi­ Le tre porte sono sproporzionatamente strada della Camerlata, chiamata già Via tato prima dai cluniacensi, poi da monache, piccole e la sinistra dà fuori del diritto Napoleone, è l’avanzo di un forte eretto La chiesa di Sant Abbondio. soppresse nello scorso secolo da Giuseppe II. mezzo ; gli stipiti ne sono formati di colonne forse al tempo delle guerre dei Galli, rin­ Cernobbio, che ormai conterà un migliaio ritorte con un inzeppamento di capitelli. Nei novato dal re goto Luitprando, diroccato La basilica di Sant’Abbondio è anch’essa d’abitanti, è un ameno paesello al quale il vani dei frontispizi sono scolpite tre storie, nella guerra dei dieci anni, ricostruito dal fuor delle mura, come solevano le prime soggiorno dei villeggianti ha impresso un non prive di grazia. Barbarossa e stendente le sue mura fino chiese, e meglio vi si può riconoscere il tipo aspetto signorile e civettuolo. Qui infatti, alla fortezza del piano, la quale dai merli antico. Dapprima era intitolata ai santi come alla prima stazione del lago, fanno ebbe il nome di Ca-merlata. Napoleone Pietro e Paolo: poi nel 469 al santo vescovo sosta, specialmente nei dì festivi, le allegre La parte posteriore del Duomo. della Torre, fatto prigioniero a Desio, quando che vi fu sepolto, e servì di cattedrale fino hrigate, mentre nelle ville sontuose Beiin- la fortuna dei Visconti prevalse a quella al 1013, quando il vescovo Alberico trasferì zaghi, Cima, Lazzaroni, Stefanina, Sollievo, La parte posteriore è di solido e maestoso dei Torriani, fu in quella torre tenuto a questo titolo nel duomo attuale e qui col­ Casazza, Cicogna, ecc., si dà convegno la stile romano, con iscrizione che esprime languire in una gabbia, finché disperato, locò i benedettini. La consacrò Urbano II più distinta società di Milano e di Como. come « Essendo questo tempio logoro per diè del capo nelle travi (anno 1278). Gli papa passando di qui nel recarsi al conci­ La montagna si svolge dietro il paese con vetustà, dal popolo comasco fu tòlto a rin­ spagnuoli, sotto Antonio De Leyva, capitano lio di Clermont nel 1093. dolce pendìo e la campagna è ridente di novare il 1396 : compiuti quasi i lati e la di Carlo V, smantellarono quel forte che Sant’Abbondio è a cinque navate, volte fertile vegetazione. Oltrepassati i villaggi facciata, di questa parte posteriore si get­ loro dava ombra, conservando solo la a oriente ; aveva la cripta, l’ambone e da­ di Casoredo, Piazza e Rovenna ci si avvia tarono le fondamenta il 1513. Faceva Tom­ torre. vanti un atrio; e due campanili. Le finestre alla vetta del noto Bisbino, alta 1339 metri maso de Rodari. » Alcuni derivano il name di Baradello dal sono a tutto sesto con colonne ed archetti sul livello del mare, e dalla quale, a cielo greco sbaru deile, torre d’occidente. e lussureggianti arabeschi ; e sulla parete limpido, si domina uno stupendo panorama. LE CENTO CITTA D’ITALIA 67

gliata, e ricca di statue, busti e bassori­ La conobbe Fernando, d d l’alto Nel tranquillo seno del lago fra Cernobbio Cader videla, e più non frenossi. LÀ e la punta detta del Pizzo, ecco la splendida lievi di pregio artistico. Gonfio è il lago — Che importa? d’un salto Villa d’Este. Il I Ruspini posseggono sulla punta di Torno Ei si lancia fra gorghi commossi, un’antica casa, cui è annesso un giardino E là drizza ove scossi dall’onde palazzo fu e- Mira i veli e le chiome sue bionde. retto già da con magnifica serra per gli agrumi. È poi NA gioconda aura, che spira im­ \ Tolomeo Gal- ornato il borgo di molte case civili, delle Il prole amante compie prodigi per sal­ balsamata dall’erhe e dai fiori, ondè nlioedultimato famiglie Caprera, Antonelli, Grasselli, Rus­ vare la bella: lotta con tutta la forza che ^ perennemente vestita la sponda, ti /poi dalla prin­ pini, Casartelli, Sala, Giulini, Tagliabue, e la passione gl’infonde : raggiunge quel ­ - avvisa che tu arrivi in Tremezzina. cipessa di Gal­ quella già dei conti Giovio. vero corpo sbattuto, tenta di riguadagnare O perpetuo paradiso, les che vi fece Sopra Torno, a mezza montagna, v’era la riva, stringendosi la sua L;nda al cuore, Fausta culla degli amor, lunga dimora. un chiostro di monache, le quali furono poi ma invano... Tremezzina, eterno riso trasferite alla Madonna del Monte presso Deh sfavilli su’ tuoi fior! Essa al nome Come il mite dell’alba respiro che prima a- Varese. 11 luogo è detto Monpiatto e vi si Appianò l’agitata laguna. Qui cento ville, a foggia d’un parco con­ veva di Gar- tiene una sagra assai frequentata la do­ Tutti afflitti sul lido rediro tinuato, s’abbellano al diporto di chi viene menica dopo il 2 luglio. Compatendo all’indegna fortuna, rovo sostituì Fur trovate le salme là dove a rintegrarvi la salute e l’allegria, od a 1’ attuale d i Singolarità di questo monte è la pietra L’aura i rami a quel salce commove. ristorarsi dalle occupazioni e dai gravi ozj Villa d’ Este. pendula, calcare di forma conica, sulla cui della città: qui i giardini sono ravvivati Dietro il pa­ punta smussata tiensi in bilico un masso --+S88*-- dal perpetuo verde degli agrumi, dalle più lazzo il cui granitico del tutto isolato ed informe, belle piante indigene e da quelle che, in­ stile è commi­ Superato il promontorio di Torno un’altra O A R A T E gannate dalla soavità del cielo, schiudono sto di roman­ scena si apre agli sguardi, non più ridente i fiori onde s’intreccia il crine la bella zesco e di mo­ ma severamente bella. Si distende qui il giapponese e l’innamorata della Nuovo- derno, si inal­ lago e forma un ampio seno, contornato landa: qui il Sol di décembre colorisce la zano sul mon­ da monti, che non concedono alla vista di IRIMPETTO alla melanconica Pli- primula e la mammoletta: insomma do­ te i vasti e spaziare lontano. niara ed al vicino villaggio alpestre vunque guardi, ti pare un riso délit natura. magnifici Dopo Torno cessa la bella strada carroz­ di Molina, celebre per il suo orrido e Che se t’avviene di fendere queste onde in giardini, nei zabile, ma non meno pittoresco è il sentiero per la sua colma d’onde si discende sull’ora che le campane dei villaggi « sem­ quali il gene­ che alle falde del monte conduce dalla villa al pian d’Erba, ecco sull’altra riva, brano il giorno pianger che si muore;» o rai Pino fece Matilde degli Java alla Plinianina dei Corti uniti fra loro dalle ville Urio, Carate, mentre, a) montanino orezzo della sera, una costrurre fin- e poscia alla celebre Pliniana, solitaria si­ e Torrìggia. C irate è il più elegante gondola di forosette varchi cantando un’aria Flora e Amore, nella villa d’Este. t e fortifica­ gnora di un bacino privo di sole. Fu eretta di questi paeselli : confa circa 800 abitanti vìlteresea; o l’eco risuoni al flauto di not­ zioni, allorché la villa appartenne alla di dal conte Giovanni Anguissola, uno di co­ e le sue ville Ripiego, Tarantola, Sangiu- turno amante, l’illusione è compita ; ti lui moglie. Il barone Ciani la convertì poi loro che levarono dal mondo l’osceno^Pier liani, ecc., sono fra le più vezzose di questo credi nel paese delle Esperidi o delle Fate. in stabilimento idroterapico e finalmente Luigi Farnese duca di Piacenza. Nel mezzo primo bacino del lago Laglio sorge sur un Questa è la scena che ti si porge appena il signor Alessandro Gianella nell’attuale del cortile sgorga la celebre fonte, che ebbe verdeggiante promontorio e sovra un’altra voltato il Dosso di Lavedo villa del cardi­ grandioso albergo, delizia dei ricchi. Dilla nome da Plinio il giovane, perchè ne fece punta è Torriggia, in posizione pittoresca nale Durini, ora Arconati. Dietro al quale Vili i d’Este, seguendo la comoda strada la descrizione, che leggesi in latino e in ove finisce per ora la strada carrozzabile sta in alta quiete , il cui nome, al lungo il lago, è breve il camminoal Pizzo,al­ italiano sotto il portico d’ordine dorico. La della riva occidentale. pari di , e. é Dario e Lemna e tro palazzo, circondato da giganteschi ci- fonte che ci dà in piccolo l’idea del flusso Nella montagna sovra Torriggia, fra il Palanza e Gaeta e Coionno e Corenno, ti press', fondato nel secolo deeimoquarto dal e riflusso del mare, come nota il Cantò, non verde di una natura selvaggia, si schiude richiama alla Grecia. Ivi è l’antichità d’un senatore milanese Giambattista Speciano, e è punto regolare ne’ suoi movimenti; varie un’ampia caverna detta il buco dell’orso, tempio con due ipogei, nell’uno de’ quali che fu poi dei conti Muggiasca e dell’arci­ cagioni si sono pensate di questo fenomeno: dalle ossa fossili di orso che vi furono sco­ colonne di marmo cipollino: nell’altro con­ duca Raineri. A due passi èMoltrasio, diviso se sia quella sorta di singniozzo che av­ perte dal dottor Casella, il primo che vi dotti di terra cotta nella parete, che servi­ in sette frazioni, ce'ebre per le sue cave di viene al rovesciare un fiasco pieno, di penetrò nel 1841 per circa 370 passi. La vano chi dice a mandar calore ne’ bagni, ardesia, di sassi di fabbrica e per i suoi erotti collo angusto: ola stessa causa della ma­ caverna ha l’atrio largo 14 metri, alto 2,70 chi a mentire oracoli. Nella base d’un pi­ o naturali cantine nei quali il vino si con­ rea : o consenso di questa : o una grotta profondo 10. Sono magnifiche le stalattiti lastro esterno della chiesa parrocchiale, è serva freschissimo. Intorno al paesello altre interna in cui si raccolga l’acqua, finché e le stalagmiti della grotta, che è meta di un’epigrafe romana. ville graziose ed eleganti com« i loro nomi : al colmarsi trabocchi, o i venti che operino geniali passeggiate dai diversi paesi del A fianco, a lago quieto, si avvisano nel- Pensiero, Minerva, Igea, Partenope, ecc. sopra un serbatojo posto in alto; o lo sfogo lago. ì’acqua rottami di colonne, che fecero ar­ Sovrasta all’eden della sponda di d’un sifone naturale. gomentare fosse posta quivi la villa di la cima severa del monte San Bernardo, Sorge il palazzo sopra uno scoglio ; dalla ------»538*------Plinio appellata Comedia. alta 1303 metri sul livello del mare. loggia dorica bellissima, il panorama è in­ Procedendo per quelle morene di antichi cantevole. A R G E G m O ghiacciaj, copertesi di lussureggiante ve­ Dall’erto monte, che a tergo grandeggia getazione, fanno di sé bella mostra dal si precipita spumeggiando il torrente fra curvo lido di , Azzano, Bolvedro, le brune selve, di cui i faggi, i pioppi e i i em pire sulla sponda occidentale, al- San Lorenzo, : sopra di loro l’Ac- T © cipressi fanno contrasto colle vigne, coi \ l’estremità della pittoresca valle d’In- quafredda, , Sani’Abbondio colla gelsi, cogli allori della riva. 4 tei vi e oltrepassato il solitario vii— più bella chiesa del contorno ; Bonzanico, Dal profugo conte Anguissola passò la Alaggio di , s’incontra il bel­ Viano, Balogno, Susino, Rògero. Ulla opposta sponda orientale, da Pliniana ai principi Pallavicini, al conte lissimo . Dietro le sue candide case Fra queste terre spiccano innumerevoli ÌComo, un grazioso sentiero, abbel­ Fabio Visconti Borromeo, al conte PirreJ vp. svolge sul monte lo stradale della valle gioconde ville, la cui varietà esterna è non lito dalle ville Castiglioni, Sessa, Per- Visconti, ai marchesi Canarisi, al principe-, •'ohe raggiunta la massima altezza a San meno mirabile delle interne comoaità;'5" Ptusati conduce a Geno, bellissimo Emilio Belgiojoso, e finalmente al mar­ Fedele, discende ad Osteno sul lago di quei giardini, che l’uno fa confine all’altro promontorio, su cui sorge la deliziosa villa chese Trotti. Lugano. hanno ciascuno qualche particolare bellezza dei marchesi Cornaggia, riedificita dal Taz- Non si saprebbe dire anche fuggevolmente Da Argegno, attraversando il largo bacino rialzata da artificiale originalità. zini, con affreschi di Bertini e Pagliano. di Torno senza ricordare la commovente si giunge a Nesso che rispecchia nel lago Dopo quelle del Litt a, del Barbavara, Sporgente com’è fra due bacini del lago, leggenda che ha inspirato all’ostro giovanile le sue case costrutte sui greppi, dall’aspetto del Rezia, ricca di peregrine curiosità, del fu forse antica villa e sepolcreto d’illustri di Cesare Cantò una delle più delicate com­ bellicoso. Il torrente che scende dai moliti Carmagnola, del Mangiagalli, nomineremo cristiani, come si può rilevare da un’iscri­ posizioni poetiche : forma il celebre orrido ed il villaggio ri­ a Bolvedro la grandiosa Quiete dei Busca, zione dell’anno 463, dissotterrata nel 1721, I MORTI DI TORNO. corda inoltre le gesta di Falco della rupe le ville dei Carli, degli Sforni, distinta da che ricorda la famiglia de’ Virj, quella di narrate dal Bazzoni., A chi ama le escur­ una prospettiva di Sanquir'co, del Mack, cui un maggior numero di lapidi comensi Naviganti che il lago fendete degli Scorpioni, e la Kramer, e la Visconti, Presso Torno sui far della sera, sioni in montagna sembrano invitare bian­ fa menzione dopo i Plinii. Quel ch’è certo Fermi, il remo su Fonde quiete, cheggiando tra il verde i villaggi di Lemna, così elegante in piccolo spazio, e quelle fu .casa degli Umiliati dal 1225 al 1516, e La devota dei morti preghiera di Palanzo, di Pognana, e più su, verso il Della Tela, ora De Welz, la De Orchi, e quindi lazzaretto degli appestati. Alternate con flebile voce tranquillo e romantico piano del Tivano, quella della vedova contessa Sommariva. Sopra i vicini poggi sono disposti i di­ Degli sposi davanti alla croce. quelli di Erno, di e di . Alla Suole il viaggiatore far posata alla Ca- versi casolari, detti le sette città di , L’aura udite che intorno le freme ? riva, non lungi da Nesso merita di .essere denabbia o alla Majolica od a Bellagio, bellissimo paese, che forma un di A lambirla vedete quel fuoco ? ove buoni alberghi, variata società, e « par Là due fidi riposano insieme ricordato il villaggio.di' Careno, ove il lago 850 abitanti, ricordato da Giulio Carcano Ne bramate la storia? per poco ha la massima profonlità di metri 414 e dirti il lago, Ove meglio ingannar ,potrai nella sua Angiola Maria. Date ascolto : la storia va al cuore presso il quale si apre la grotta di Masera, quest’ore ? » Fra quei casolari, fin verso Torno, sor*- Come i detti d'un padre che muore. che termina in una voragine. La _ Cadenabbia, stazione dei naviganti gono le ville Troubetzkoy, Mylius, Artaria Là in quel tetto di fianco alla torre Lasciando Nesso dal lato opposto si gira (Cadi-natilo), ebbe fin poco fa appena un Ricordi, Boearmé, Schuwaloff, ora degli Visse Linda, sospiro di mille : la punta della Cavagnola e si giunge a povero albergo, che a poco a poco crebbe eredi delia principessa Belgiojoso, Belvedere, Ma per lei non v’è gioia : ma scorre alla suntuosità presente, ove assunse il Sempre il pianto dall’egre pupille , comune fatto di parecchie frazioni Sparks, Taverna già Tanzi, e quelle delle Da quel di che un severo comando sparse sull’imponente masso prealpino cui nome di Bellavista, e apparecchiò la lau­ artiste famose Pasta e Taglioni. Le strappò dalle braccia Fernando, sovrasta la vetta del San Primo. tezza e i comodi più desiderabili. Nel vicino paesello di Per.lasca sulla re­ Alberghi minori gareggiano, e un fre­ cente e bellissima strada carrozzabile da II giovane amante è costretto a partire quentato caffè, e molti appartamenti d’ap­ Como a Torno eravi una villeggiatura de­ soldato : la separazione è crudele, l’ansia pigionare. Sarebbe un rites :er la storia di gli Odescalehi, in cui, come riferisce una dell’attesa angosciosa. La fanciulla lo segue mezzo secolo il noverare i personaggi in­ iscrizione, Benedetto Rezzonico ritemprò le tristamente, nei voli della fantasia : tutto Campo, Lenno e la Comacina signi, che vi dimorarono. Qui i medici man­ forze della mente e del corpo, per divenire sembra morto intorno a lei, come nel suo dano alla convalescenza o all’ultimo ri­ poscia pontefice, col nome di Innocenzo XI cuore è morta ogni gioia. Ma un giorno le medio i loro malat1. Dalla valanga degli l’avversario di Luigi XIV. viene recato un foglio del fido innamorato : RA Argegno e la Camogia, torrente affari e degli interessi qui cercano altri Ed ecco dopo la villa Tanzi co’ suoi giar­ egli sta per ritornare. Fra sette giorni lo ch’offre una bella cascata, s’aderge riposo, o la meditazione finché arrivi il dini incantevoli, tempietti, grotte, finti ca­ rivedrà. nudo, scabro, scosceso, dirupo; ma tempo dell’azione. Qualche studioso vi si j^-'poi principia la falda del monte ad stelli, ponti, capanne, ecc., lo storico borgo Del di settimo l’alba sen venne ; raccoglie a compiere un lavoro immortale di Torno, chiamato nelle carte antiche Tur- La trovò su le piume destata; ammantarsi di boschi e di oliveti, che vivrà un anno. Anime logore dai teatri, num o Turnium; nel secolo XIII, posse­ Ella è fuor; del desio su le penne e sul lido verdeggiante di lauri e mortelle sverginate dai romanzi, imbecillite dalle S’è tremando alla spiaggia recata, deva già due cospicue chiese, e s’ha me­ Donde il guardo sospinge bramoso s’incontrano i paeselli di Coionno, di Sala, gazzette, incomprese da’ loro vicini, ven­ moria di un collegio di religiosi degli Se discerna il tornante suo sposo. di Spurano, di Ospedaletto, di Balbiano di­ gono qui per mostrarsi nojate, disilluse, Umiliati, ivi stabilito nel 1226. Ricco, indu­ Ogni prora che avvisa lontano rimpetto all’. scoutente di tutto perchè scontente di sé. striale, commerciale, contò nel 1522, fino a « Egli è desso ! » e distinguer lo crede : In quest’isoletta nel medio evo eravi una Qui si ordiscono o si snodano amori e in­ 800 famiglie, e cioè quasi 5000 abitanti. Fu Ma la nave sul liquido piano cittadella provveduta di baluardi e di torri, trighi; qui si trasportano le fatuità citta­ Oltrepassa, e coll’aura procede nel medio evo, in causa forse delle sue ric­ Ecco un’altra dal fondo s’avanza; forte così che re e condottieri di eserciti, dine e le argute maldicenze. Beato chi vi chezze e della sua posizione, paese assai bel­ Trema il cor di novella speranza. vinti nelle pianure lombarde, quivi cercavan trova la serenità dell’animo, l’oblìo dei ligero. Un prezioso museo d’armi antiche Ma passò l’ansiosa mattina, lo scampo; l’isoletta poco si stacca dalla torti, il fratellevole affetto de’ compatrioti e altri oggetti trovansi in casa del parroco, Già le squille nunziar mezzogiorno ; spiaggia a cui più anticamente forse era e negli ameni passeggi e nella variabilità che li raccolse dall’escavazione del porto, Dietro ai monti il grand’astro declina, unita. Rovinata nel 1169 dalla vendetta de’ del lago quel consenso della natura, che Buffa il vento, s’annuvola intorno. intrapresa negli ultimi giorni di febbraio e Lo sapete voi pur, naviganti, Comaschi, l’isoletta rimase deserta; e solo pare anch’essa respirare, amare, soffrire. nei primi di marzo del 1870. Se a chi aspetta son tardi gl’istanti ! vi si celebra una festa nel giorno della Na­ Dirimpetto alla Tremezzina fa di sé pompa D’architettura gotico-lombarda la chiesa Ma il tuon s’ode : più l’aura crescendo tività di San Giovanni Battista. A ehi dal Bellagio. parrocchiale ha antiche «pitture degne di Dalla sponda il naviglio ricaccia, lido lpva gli occhi sulla montagna, che fron­ Tu sei al vertice d’un triangolo che pro­ osservazione e la chiesa di San Giovanni, Ella trepida, qua e là correndo, teggia l’isola, s’offre l’aspetto di un mozzi­ lunga il capo di dolomia cristallina a bipar­ L’occhio aguzza, protende le braccia bel monumento del secolo XII sopra stile « Lo vedrò da quel balzo più bene ; » cone di torre, che molti vanno a visitare. tire il Lario. Posare sul vertice di quello e lombardo, possiede una pila dell’acqua santa E alla cima del balzo sen viene. Di contro, sulla riva, si stende in una vedersi intorno tre laghi, ed un orizzonte che caratterizza il gusto e il disegno del­ Per la rupe dwmuschio coverta fertile bassura il villaggio di Campo e ol­ esteso quanto basta la veduta, e svariato dal l’epoca lombarda, antichi affreschi e varj E di foglie che l’olmo perde trepassato il dosso di Lavedo, il grazioso riso de’ giardini sempre fioriti sino all’auste­ Su su poggia : ma a mezzo dell’erta paesello di Lenno, del quale diamo il pa­ rità dell’Alpi, ispide il tergo e coperte di arazzi delle vecchie manifatture tornasche. Mal posato le sdrucciola il piè — Di questo tempio, è ammirata • anche una Vergiti santa! — Dall’ispida china norama fra ie nostre incisioni. ghiacci eterni... qual delizia ! e tu la provi magnifica porta in marmo finamente inta­ Capovolta ne’ flutti ruina. -■ * 58 &*- dalla villa Serbelloni. Una selvosa pendice 68 SUPPLEMENTO MENSILE ILLUSTRATO DEL SECOLO

Castello Baradello. Porta Vittoria. Il Duomo (veduto dalla parte posteriore).

Chiesa del Crocifisso. Monuménto Volta. Chiesa di San Fedele.

Chiesa di Sant’Ahbondio. Interno del Duomo.

li Duomo: facciata. Veduta del Porto.

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70 SUPPLEMENTO MENSILE ILLUSTRATO DEL SECOLO

di un verde oscuro t’empie di muti pensieri, fanno sempre più severe fino ad allacciarsi e ti stilla in cuore il diletto del meditare. IL LAGO SUPERIORE col masso del Legnone ai giganti alpini Arte squisita di giardinaggio, e spese in­ della Valtellina, e il lago assume colla mag­ genti a spianar viali, intrecciare rédole, giore ampiezza un aspetto di imponente aprire grotte, aggiunsero alla bellezza del JLl palazzo che si fabbricò presso la ITa l primo borgo del ramo superiore maestà. Il primo borgo non lungi da Bel­ sito. Giunto che sei al poggio aereo, ove Cadenabbia il lautissimo marchese Klv del lago, sulla sponda occidentale è lano é ; vi si ammirano gli avanzi sorgeva il diroccato castello che lu degli Clerici, appartenne poi a Giambat­ £*- , capoluogo di Mandamento, di un forte castello e frammenti di colonne Stanga, godi una scena, che ti richiama tista Sommariva, avvocato lodigiano, con tutti gli uffici pubblici resi ne- che accennano a sontuose costruzioni ro­ alla mente il promontorio di Miseno e lidi che nei rimescolamenti della repub­ cessarii dall’attività commerciale e mane. Vi approdano gli Alpinisti, per la incantati di Portiei e di Mergellina. blica cisalpina seppe salire ai primi posti industriale della popolatissima regione. Me­ faticosa, ma interessantissima gita al Le­ Queste piagge, nei tempi antichi piac­ e in gran ricchezza. Lui morto, fu acqui­ naggio è una grossa e pulita borgata, con gnone (metri 2617 sul livello del mare) che quero a Plinio minore; e nei recenti al stato dalla principessa Carlotta Marianna molte case signorili, ville elegantissime e si compie salendo al villaggio di Sueglio e Parini. Alberto di Prussia, dalla quale venne al sontuosi alberghi. Da qualche anno vi fa ai roccoli del signor Loria. Furori cortesi di lor ombre quete capo la ferrovia per Porlezza, sul lago di I paeselli che seguono sullo stradone na­ Qnarìd’ei, fabbro di numeri divini, Lugano, il che accresce assai il movimento zionale hanno nei loro nomi il ricordo di L’acre bde fe’ dolce, e la vestia Di tebani concenti e venosini. di passeggieri e di merci pel borgo. antichissime colonie greche : Corenno, Do- Di fronte a Menaggio sorgono in riva al rio, ecc. S’incontra poscia un solitario ba­ Dagli Sfondrati passò questa villa ai Ser- cino detto lago di Piona, nel quale si spec­ belloni, famiglia primaria fra le milanesi per lago e . Il primo, fra i più r r m Will* tepidi e ridenti villaggi del Lario, fu popo­ chia l’antica chiesa della badia di Piona. guerrieri e uomini di Stato. Estintasi, or IE® Ultimo paese del lago è , grossa bor- tutto fu preso a fìtto da un coraggiosissimo lato in antico dai profughi dell’isola Co- macina : dai terrazzi de’ suoi alberghi e gatacon 3229 abitanti sparsi in più frazioni. albergatore che ne fa alloggi degni di qua­ Giace alle falde del Legnone; è paese at­ lunque principe. delle sue ville si dominano i tre rami del lago e poco lungi il fiume Latte dalle miste­ tivissimo pel commercfo di transito, per Vi s’attiene la Sfondrata, assisa in tran ­ riose origini, si precipita in candida schiuma Chiavenna e quindi per lo Spluga nella vi­ quillissimo seno verso il ramo di . dal monte. Varenna è sul magnifico stra­ cina Svizzera, nella Germania quanto per Dal vicino Pescaù, si arriva alla villa dale militare che da Milano per Lecco e la Valtellina e lo Stelvio. Giulia, edificata da don Pietro Venini, che Colico è in parte circondato dal così detto senza risparmio, spendendo, apri un viale Colico conduce allo Stelvio, diramandosi Villa Carlotta. anche per Chiavenna allo Spluga: il borgo Pian di Spagna, che un tempo ne rendeva che sbocca sul ramo di Como, particolarità è animato da industrie fiorenti e dalle vi­ l’aria insalubre, e che ora, mediante l’in­ unica. La comperò Leopoldo I re del Belgio principe di Sax-Meiningen. Basterebbe esso cine cave si estraggono ottimi marmi. Di canalamento delle acque e per le pratica­ ed ora è delizia dell’opulento conte Blume solo a chiamare su questo lido il curioso, Varenna, per Esino e , è interessan tevi piantagioni, poco o nulla lascia a in­ Da Bellagio spiccasi una nuova strada, tanto, a tacere l’amenità del luogo, l’ador- vidiar per salute ad altri paesi circonvicini. più amena che agevole, la quale, attraverso narono le arti belle. Salita l’ampia scalea L’ ultima parte del lago è detta Lago di alla Val Assina, mena a stile francese, da Mezzola ed è assai pescoso. Qui deponeva I placidi a cercar poggi felici ciascun piano della in antico l’ la sua piena, ma nel 1500 Clie con dolce pendìo cingon le liete quale si diramano disalveata per mezzo alla pianura colle sue Dcll’Énpili lagune irrigatrici. viali sempre verdi torbide acque, si costruì la comunicazione Se fretta non ti caccia, mille altre cose di mirto e di agru- fra il lago di Como e quel di Mezzola. e particolarmente una inesauribile varietà mi, nella sala trovi '.■m Sorgeva poco lungi sovra un colle diruto di passeggiate (1) potranno intrattenerti il castellodi Fuentes,famoso nelleguerre dei sulle sponde., di questo secoli scorsi e del quale or non rimangono bel teatro verdeggiante e vago che le solitarie rovine. Di ville e piante,, e d’aurea luce e d’ombra Quasi di fronte a Colico è e più Sparso cosi che sembra opra di mago. indietro , grosso borgo, del quale Ma la campanella ci richiama al battello. diamo il disegno. Il borgo è diviso in due Addio, terre della salute e dei diletti, in­ parti, una delle quali dicesi riva, e l’altra vidiata Tremezzina,deliziosaBellagina. Qual castello. Un palazzo con quattro torri ai uomo vi vide e potè dimenticarvi ? L’amante Vetta della sopra Varese. lati e una grandiosa loggia sul lago si di­ esclama col pastore di Virgilio : stingue non solo fra i più bellièdifizi di Gra­ Qui boschi ombrosi e gelidi tissima l’ascensione alla nuda velia della vedona, ma altresì tra quelli del Lario; fu Rivi, qui prati e fiori: Grigna o Monte Codeno, alta 2403 metri sul inalzato dal cardinal Tolomeo Gallio su di­ Qui potess’io, Licori, livello del mare, presso la quale in fondo Vivere ognor con te! segno del Pellegrini. Gravedona possiede W r r i Vtmìke' D t alle crepe si ammira il più meridionale dei . pregevoli lavori d’arte nelle sue chiese e i Il cittadino, sazio dalle fulgide cure e dai ghiacciai prealpini. suoi abitanti sono occupatissimi nei diversi faticosi nulla della società, sospira di venire Marte e Venere. Sulla pendice vedonsi le terricciuole di opifici industriali del paese e del vicino ove « tra i libri e il sonno e le ore inerti, Cologna, Regolo e Perledo dall’antica chiesa borgo di Dongo. Questo è specialmente noto possa trovare giocondo oblìo dell’affannosa insigni pezzi di scoltu- X con buone pitture, e con la vecchia torre per i suoi stabilimenti metallurgici e se­ vita » Hor. ep.). Lo straniero, rapito al­ ra. Venere abbracciata ■ di Vezio , nella quale vuole la fama che rici ; altre filande s’incontrano a Musso, del l’innocente bello che natura vi largheggiò, a Marte, lavoro di Ac­ riposasse i giorni ultimi la pia regina Teo­ quisti, posa sur un plin- ì cui castello, famoso nelle guerre medicee, I a tornato alle nebbie de’ suoi paesi, al rug­ dolinda. Al luogo detto Malpensata comin­ non rimane più che la fiera memoria. gito do' suoi mari, quante volte ricorda con to di bel marmo verde ciano le gallerie, e fu un grande spavento Retrocedendo al sud da Musso si giunge desiderio il lene spiro delle vostre vivide di Varenna. La bellezza qui, quando la notte dal 3 ai A novembre per gli ameni ed operosi paesi di Pianello, aure, purgate dai venti e dai limpidi ru­ maschile e quieta èjjfSgj. 1858, staccatosi di sopra ad esse un enorme di , di Rezzonico, d’Acquaseria, di scelli : e la dolce fragranza che inonda le raffigurata dal Canova macigno, precipitò nel lago, sollevandone Nobiallo e di Loveno a Menaggio, d’onde vostre piagge, vestite dal perpetuo verde nel Palamede, ,trovator |j a grande altezza le onde. abbiamo prese le mosse per questa rapi­ degli allori, dei mirti, dei cedri e degli ulivi ! dello scacchiere e delle i!w wwwimi Rymmsjlt- Un industriale coraggioso, il signor Ma­ dissima scorsa fra le maestose bellezze del­ C. Ca n t ò . lettere scolpite sulla glia, diede vita al vicino paesello di Rego- l’alto Lario. -»38£*- spada che recasi nella Amore innocente. ledo, fondandovi un grandioso Stabilimento destra. I più sottili os­ idroterapico, al quale aggiunse la comodità VILLA MELZI servatori ne appuntano di troppa gentilezza di potervi salire in carrozza. All’altezza di IL RAMO DI LECCO i fianchi e i glutei. Di maggior vita è il metri 427, di là si gode la più ampia esten­ VrlRvM I gruppo d'Amore e Psiche, con cui Canova sione di lago, respirandovi aria balsamica. ' RESso San Giovanni di Bellagio, Dopo il Lasso di Morcate, che ricorda una UEL ramo del lago di Como, che maestosa nel suo candore, tra il delle più patetiche scene del Marco Vi­ volge a mezzogiorno, tra due catene > verde de’ suoi profumati giardini, è \A\ sconti, ecco in vista a Bellano la patria di non interrotte di monti, tutto a seni ' la Villa Melzi fabbricata col di­ Tommaso Grossi, alla cui memoria fu eretta e a golfi, a seconda dello sporgere spendio forse di un milione di lire dal pa­ una statua, opera del Tantardini. e del rientrare di quelli, vien, quasi trizio che fu vice presidente nella Repub­ Gli stabilimenti d’industria serica dei Ga­ a un tratto, a restringersi, e a prendere blica Italiana. Vicino al lido sorge la cap­ vazzi, il cotonificio Cantoni, il lanificio Rossi corso e figura di fiume, tra un promontorio pella, abbellita da molti egregi artisti quali e la premiata conceria Ronchetti, fanno di a destra, e un’ampia costiera dall’altra Comolli, Monticelli, Bossi, Giovan Maria questo antico borgo di 3005 abitanti la parte ; e il ponte, che ivi congiunge le due Benzoni. Ammirabili il gruppo di Dante e Manchester del Lario. rive, par che renda ancor più sensibile al­ Beatrice, e il busto di Vittorio Alfieri, del Capoluogo di Mandamento, ha Pretura, l’occhio questa trasformazione, e segni il Comolli. Cassa di risparmio, brigata doganale, sta­ punto in cui il lago cessa, e l’Adda rinco­ Dal giardino, tutto sparso di rare piante zione di carabinieri, ponti di sbarco pei pi­ mincia, per ripigliare poi il nome di lago roscafi, uffizi postale e telegrafico. Hi parec­ dove le rive, allontanandosi di nuovo, la­ chie antiche chiese, tra cui la parrocchiale sciali T acqua distendersi e rallentarsi in costrutta nel 1348, essendo stata sette anni nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, prima distrutta nei piani di Cultonio l’an­ formata dal deposito di tre grossi torrenti, tica chiesa da una piena straordinaria del scende appoggiata a due monti contigui, torrente . Già corte degli arcive­ l’uno detto di San Martino, l’altro, con voce Amore e Psiche. scovi di Milano, v’era una casa degli Umi­ lombarda, il Resegone, dai molti suoi co­ liati , che durò fino alia soppressione del­ cuzzoli in fila, che in vero lo fanno somi­ rispose vittoriosamente a chi lo tacciava l’ordine, epoca in cui possedeva la quarta gliare a una sega ; talché non è chi, al primo di freddo e di accademico. Canova stesso parte del territorio del borgo. vederlo, purché sia di fronte, come, per lavorò pel Sommariva la Maddalena in Bellano vanta un Orrido frequentatissimo esempio, di su le mura di Milano che guar­ penitenza e la da chi ama la selvaggia maestà e il soli­ dano a settentrione, non lo discerna tosto Terpsicore, delle tario orrore del sito. Finora il borgo manca a un tal contrassegno, in quella lunga e quali qui vedonsi di una strada carrozzabile per la Valsas- vasta giogaja, dagli altri monti di nome i modelli, come T\ sina, di cui è il naturale emporio. più oscuro e di forma più comune. Per un pure d’alcuni bas­ Questa valle è assai conosciuta nella sto­ buon pezzo, la costa sale con un pendìo Villa Melzi a Bellagio. sorilievi dell’ ar­ ria d’Italia, per esser stata la culla de’ Tor- lento e continuo; poi si rompe in poggi e straniere, di odoriferi arbusti e di fiori di co del Sempione riani. La sua bellezza non è inferiore a in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo ogni maniera, si entra nel palazzo dove le a Milano. Un’ In­ quella delle valli più celebri della Svizzera, l’ossatura de’ due monti, e il lavoro del- arti hanno fatto prodigi. I disegni degli or­ nocenza di Bien- le sue miniere di ferro, ram e, argento, l’acque. Il lembo esterno, tagliato dalle foci nati sono tutti di mano di Giocondo Alber- aimé ed altre piombo, mercurio, formavano la ricchezza de’ torrenti, è quasi tutto ghiaja e ciottolini ; tolli ; Giuseppe Bossi disegnò le figure ; pa­ opere minori s’e­ : di quel popolo ; al presente, ad eccezione il resto, campi e vigne, sparse di terre, di recchi valenti pittori operarono seguendo i clissano a petto di quella d’oro in concessione alla Società ville, di casali ; in qualche parte boschi, che loro consigli. Quattro dipinti monocromati del bassorilievo, Virgiliana, non servono più che alla ricerca si prolungano su per la montagna. di Giuseppe Bossi ci rappresentano scene dov’ è raffigurata W\ e alla curiosità de’ geologi. Così, coll’insuperata felicità descrittiva del Leonardo da Yinci. Nobilissimo disegno l'Entrata d’Ales­ La varietà de’ suoi marmi e l’abbondante della sua prosa, il Manzoni descrive nelle del Bossi è pure il Parnaso che a modo di sandro Magno in sorgente di acque naturali minerali subaci- prime pagine del suo capolavoro quel ramo bassorilievo in bronzo fu dipinto dal Lavelli. Babilonia, segui­ dulo-salino-ferruginose nel prato di Tarta- del Lario che prende nome da Lecco, la to da’ suoi soldati, da’ prigionieri e dalle valle accrescono le risorse della pittoresca operosa e simpatica città posta là dove (1) Sono particolarmente a raccomandare quelle ai spoglie, e accolto con pompa e con doni vallata. l’Adda riprende il suo corso di fiume. poggi di Gitante, al[a chiesuola di San Martino, alla dalla vinta città. D ue vie cavalcabili mettono alla Madonna del Soccorso, agii Alpi di San Benedetto: e Alle falde del promontorio di Bellagio, sulla sinistra del lago, alla Madonna dei Ceppi, alla La villa è pure adorna di splendidi di­ Tuna sulla sinistra del fiume, e l’altra sulla quindi sulla sponda occidentale, il primo grotta dei Carpi, agli Alpi sovrastanti a Lezzeno e pinti del Landi, del Vicari, dell’Appiani, destra della Pioverna che vi scorre in paesello è Pescallo, reso amenissimo dalle al piano del Tivano. Did comoda è la gita per Menaggio dell’Hayez, del Marchesi e d’altri insigni. fondo. a fortezza, e di là pel lago di Lugano a Osteno d'onde ultime propaggini dei sontuosi giardini della per la vai Intelvi si torna ad Argegnosul lago di Como. Dopo Bellano, sulla sponda orientale, sono Villa Giulia e del palazzo Serbelloni. S’in­ ^ —E ----isS—<- meno frequenti i villaggi : le montagne si ------— ------— contrano poscia Limonta e Civenna, già ap-

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! IO LE CENTO CITTÀ D’ITALIA 71

all’Adda, il cui lido isterilisce in arido greto, partenenti all’alate di Sant’Ambrogio di Il Ponte. Le vallate del Lario od in trascurate pasture comunali. Un re­ Milano, la prima modesta terriceiuola resa La magnifica strada che per Monza e at­ cente scavo per oltre cento metri corresse poeticamente cara dal Grossi nel suo Marco traverso la ridente Brianza congiunge Mi­ i viziosi meandri del fiume. Eccoti Ardenno, Visconti, e procedendo ecco Vassena, fra lano a Lecco, fa capo al robusto ponte, L bel lago, solcato da veloci piro- Buglio, Postalesio in alto; sulla via San le cui selve la strada carrozzabile della fabbricato nel 1336 dà Azzone Visconti, sul- Wf\Il scafi, da pesanti combolli, da capaci Pietro con chiesa antica; gli sovrasta Po- valle Assina si ripiega più volte per supe­ l’Adda, là ov’essa ripiglia il suo corso di laggia; sotto questa Berdenno, poi Casti­ rare l’altura, Onno, grazioso paesello sotto |M §L battelli, da agili lance riflette l’ima- fiume per ampliarsi di nuovo in forma di Sine dell’attività agricola e indu­ glione: mentre a destra hai passato le Fu­ aspre roceie, dal quale per si sale sine, donde s’apre la valle Madrasca verso ad ed a in Vallassina, Parè, lago. r r striale delle sue rive e delle sue Il ponte visconteo era di otto poderosis­ vallate. Fra queste le principali sono la Bergamo ; la Colerina, ove fu assassinato emporio della calce che si lavora in parec­ simi archi: fu rafforzato nel 1450 da Fran­ fra Pagano da Lecco mentre veniva a sta­ chie vicine fornaci e più , nota Vallintelvi, la valle di Menaggio, la Valtel­ cesco Sforza che aumentò a diciotto il nu­ lina e la Valsassina. Abbiamo accennato bilir qui il tribunale dell’inquisizione; poi per l’attività dell’industria serica e final­ mero degli archi. Distrutto da Francesco II mente , pittoresco paese dirimpetto alla prima parlando di Argegno. Si schiude Cedrasco e Cajolo. Sur un promontorio fa Sforza, fu restaurato nel 1609 dal conte di fertile e verdeggiante fra questo paese del bella mostra di sè il santuario della Sas­ a Lecco, ricco di setifici, mossi da un ca­ Fuentes con undici archi, quanti ne ha oggi, nale pel quale il lago di Annone si scarica Lario e il lago di Lugano. Antonio Bal- sella, sostenuto da archi, e con dipinture misurando metri 130, colla luce di metri 104, biani,romanzieree pubblicista che ha scritto di buona maniera lombarda. Industria attraverso la Valmadrera. dei quali 27 occupati dalle robustissime pile. Sulla sponda orientale, procedendo dalla molto e con vero affetto del suo Lario na­ umana! il villano a gran fatica di scarpelli Tremezzina verso Lecco, merita d’essere ri­ tivo, ricorda che la Valtellina diede, in pas­ e di cunei forma un pianerottolo di poche cordato il , che dà lo stesso nome Gli edifici. sato, artisti non pochi, e martiri gloriosi spanne sul nudo sulfùreo scoglio, e dentro al vicino villaggio. 11 candido fiume sgorga in due rivoluzioni. Da San Sesino, quartier un muricciuolo getta una gerla di terra e da una caverna con grande impeto nel Lecco, tanto a chi giunge dal lago quanto generale della insurrezione, dettava Mazzini pianta la vite che poi gli rende il lodatis­ marzo, viene assottigliandosi all’avvicinarsi a chi le si appressa per le molte e comode i suoi proclami. Sulla via incontriamo Diz- simo vino della Sassella. Voltatone il capo dell’ inverno e nel dicembre scompare del vie del piano e del monte, appare bella e zasco con 616 abitanti; Castiglione con 650 vedi la città di Sondrio. tutto. sontuosa di svariati edifici.L’indole belligera abitanti, ufficio postale e telegrafico ; San La Valsassina, che è fra le più belle val­ , che s’incontra più avanti, è un e mercantile della vita leechese traverso i Fedele con 890 abitanti, all’altezza di 769 late delle nostre prealpi si stende da Bol­ bel paese di oltre mille abitanti, ove il secoli non ha concesso che l’arte stampasse metri sopra il livello del mare : Pellio (di­ lano a Lecco. Vendrogno, Taceno, Cortenova clima è dolcissimo anche d’inverno: alcuni orme profonde fra le sue mura: nondimeno viso in superiore ed inferiore), in tutto con Campiano, Priinaluna, Introbbio, Bajedo, derivano il suo nome da Hiberna, suppo­ sono parecchi gli edifici che per armonia abitanti 640, dove trovasi l’unica farmacia Barzio, Cremeno, Cantello, Cassina, Pasturo nendovi il soggiorno jemale di antiche le­ architettonica ed ottimo gusto le sono di della valle. Da qui si sale al Paradiso, dove Ballabio, ecc., sono altrettanti ricchi e po­ gioni. Cosi il vicino villaggio di Olcio era vero ornamento. Citeremo, fra gli altri, il i Barilani hanno aperto uno stabilimento polosi paesotti della vallata, poco lungi VAncium degli antichi: possiede ricche cave teatro, non vasto, ma elegantissimo, l’ospe­ idroterapico, avendovi scoperto nel 1863 una dalla Pioverna adagiati fra i castagni e i di marmo nero, lucentissimo così che po­ dale, l’unica chiesa parrocchiale, la stazione fonte d’acqua minerale di incontestata ri­ pascoli delle montagne. L’alta Valsassina, lito a dovere simula specchi di mirabile ferroviaria, ecc. nomanza salutare ; e quindi a Lanzo, pae­ volgendo ad oriente presso Introbbio, si effetto. sello di 598 abitanti. Un viale comodissimo svolge più angusta, pittoresca sempre sol­ Ultimi borghi, prima di Lecco, su questa I commerci e le industrie. conduce al belvedere, che rivaleggia per cata dallo spumoso Varrone, sino al Pizzo sponda, sono Mandello ed Abbadia. Man- panorama, per la salubrità dell’aria coi più dei Tre Signori e declina per un altro ramo dello ricorda le lotte del 1500 : si adagia su 11 commercio prosperava nell’attiva città famosi della Svizzera. al lago, sboccando col Varrone appunto a fertile pianura e ne’ monti vicini eranvi sin dai tempi de’ Carolingi, epoca dalla Da Lanzo si può scendere a Scaria, che Dervio. In questa parte della vallata sono proficue cave di piombo e di ferro. L’Ab­ quale data il suo rinomatissimo e frequen­ ha 363 abitanti, e possiede buone pitture gli alpestri e pur ricchi paesi di Promana badia aveva pure nel suo territorio cave tatissimo mercato. Nel nostro secolo poi dei Carloni ; a Ramponio, con 547 abitanti di Pagnona, di Introzzo, di Sueglio, eco., di piombo: ora gli abitanti si dedicano at­ può dirsi che Lecco siasi trasformato mercè e quindi ad Osteno sul lago di Lugano. A noti agli alpinisti lombardi. un impulso di febbrile attività, di produtti­ quest’ultimo paese, rinomato, pel suo orrido tivamente all’agricoltura e all’industria ------> ^ 33> -< ------serica. vità ammirabile. Dal 1800 al 1850 la sua si scende pure, per altra via carrozzabile, popolazione è raddoppiata ed ora oltrepassa da Pellio passando per . ------d’assai i settemila abitanti. La valle di Menaggio per una bella strada La natura s gli uomini della regione lariana Congiunta con Milano e Bergamo, Lecco, carrozzabile e colla ferrovia mette in co­ quanto prima, prolungherà la ferrovia fino municazione il lago di Como con quello di LECCO alla Valtellina, con la quale già è in comu­ Lugano. I paesi più importanti della valle .... Avrai osservato i filoni dell’una riva nicazione colla magnifica strada militare sono, Croce, da dove si può visitare una del lago correre più volte uniforme e per aperta da Francesco I col dispendio di fonte d’acqua minerale detta il fontanile materia e per giacitura a quelli dell’opposta 3,360,592 lire austriache, strada di prose­ della neve e discendere ai forni di ferro sponda. Meglio badando agli accidenti orogra­ ’ adda esce dal Lario e si fici, noterai roceie emersorie farsi strada fra restringe per formare poi guimento a quella che arriva da Milano. della ditta Rubini e Scalini. Le industrie della seta, la lavorazione La Valtellina fu popolata forse dagli Etru­ le sedimentarie, e la disposizione delle mon­ il lago di Pescarenico : ivi tagne scombussolata per l’incrociarsi di due sorge Lecco, che credesi del ferro, quella delle lane, la preparazione schi, che fuggivano innanzi alle spade dei dei rinomati latticinii, il commercio delle Galli invasori del comasco. Di sue vicende sistemi di sollevamento ; al nord prevale la fondato, al pari di Como, direzione degli Apennini : al sud sentesi l’in­ e di Bergamo, dagli Orobii, castagne e di tutte l’altre derrate fornite in antiche nulla sappiamo, e il nome stesso gran copia dal suo fertilissimo territorio, non si trova prima del quinto secolo. Corse fluenza del sollevamento delle Alpi orientali. di molto anteriori ai Ro­ Tutto accenna all’età glaciale, quando un mani. costituiscono importanti e intrinsiche ric­ le vicende della Lombardia ; fu soggetta a chezze per la città, che ne assicurano l’av­ Como durante il governo municipale; poi ai gran mare gelato ricopriva queste monta­ Erroneamente cred e s i gne, e dalle più alte delle Alpi valtellinesi da alcuni che quivi fosse venire, come l’arricchirono in passato, an­ Visconti di Milano; sempre agitata da guerre che se temporaneamente non ha potuto non interiori ed esterne, e spesso teatro di bat­ scivolavano i ghiacciai come è loro natura, l’antica Liciforum: la sua depponendo, grossi trovanti fin sulle cime situazione ,lo indica però avvertire gli effetti della generale sosta, taglie, fra cui è memorabile quella^oÿg. il negli aflSrl e nel tràffici. ~J celebre condottiero Picinnino ruppe i Vene- più elevate, e al piede formando una brec­ come luogo strategico importante e infatti ziani nel piano di Delebio, facendone/pri- cia tellurica in anfiteatri morenici di ciottoli Lecco ebbe parte nelle età di mezzo alle giohi i migliori generali. Nelle agitazioni fra 1 e cui roceie non si trovano in questi dintorni guerre civili che straziarono la Lombardia. I dintorni. le quali Italia perdeva la sua indipendenza, e che poi dissimulate dalla coltivazione e ri­ La città era allora cinta di mura e di torri vestite di terra vegetale, divennero le deli­ e sostenne in varie epoche lunghi assedii. L’amenissima e ubertosa campagna che l'invasero i Grigioni nel 1512, e se la fe­ intorno a Lecco si estende, sino a confon­ cero suddita. Al propagarsi delle novità re­ ziose pendici da cui ora siamo giocondati. Al terminare della guerra comense, nel 1125, Ove i monti dechinano al lago quelle mo­ il suo porto pre;entava lo spettacolo di una dersi coi pascoli ed i castagni delle sue ligiose di Lutero e di Calvino, i perseguitati pittoresche montagne, è quel caro ed indi­ in Italia trovarono rifugio in Valtellina ove rene sono vestite d’oliveti, di fichi, di gelsi numerosa fiotta armata, munita a foggia d’agrumi, di grani, di vigne, che danno delle marittime, per cui eransi chiamati menticabile paesaggio manzoniano, noto col favore de’ dominanti aumentavano i anche a chi non l’ha coi propri occhi am­ Riformati. Mal sa peano i Cattolici portarsi squisiti vini singolarmente a , a Bel- dalle ghibelline città di Genova e Pisa, in­ lagio, alle Trepievi; al mezzo sono a ca­ gegneri che provvedessero alla difesa contro mirato, dopo avervi a lungo vissuto, leg­ in pace il mutamento della religione, e fatta gendo le meste vicende dei Promessi sposi. una congiura, forse d’ intesa colla Spagna stani ; le alture a pascoli e prati, in gran i guelfi di Milano ed i confederati. La pace parte comunali. Lassù troverai da pascere conclusa in Lecco nel 1219 fra la plebe e i Sovra Lecco dopo la Valsassina ecco Ca­ e col Papa, scannarono tutti i protestanti stello, i cui abitanti, 2500 circa, si dedicano della valle nel 1620. Principio di lunghis­ la botanica curiosità con rarissime specie nobili di Milano, fruttò a Lecco non pochi alpine, la campanula spicata, bolognese e privilegi: ma per la parte che prese a fa­ attivamente alle fiorenti industrie metal­ sime sventure e d’una guerra durata fin lurgiche e seriche: sono celebri e degne quando, nel 1639, la Spagna che gli aveva glomerata: la centaurea splendente, jacea, vore de’ signori Della Torre, trasse l’arci­ paniculata, coriacea; il crisantemo corim- vescovo Ottone Visconti ad assediarlo e ad d’ammirarsi la fonderia in ferro e il cilin­ istigati alla rivolta, li restituì ai Grigioni. dro meccanico del Bordoni e la fabbrica Così stettero a malincuore, finché avendo boso, il trifoglio ibrido, la celte australe, impadronirsene nel 1277 e quindi Matteo di l’eleboro nero, la chironia ramosissima, la lui nipote ad ordinarne la distruzione, com­ d’armi di Michelini e Colombo. nel 1796 i Francesi chiamata a libertà la Risalendo la Fiumicella si trovano gran Lombardia, anche, i valtellinesi sorsero, e dora perfidiata, il citiso nereggiante, gli piuta in barbaro modo dal podestà di Mi­ adianti, i napelli, le ononidi, e la bellezza lano Zanazio Salimbeni nel 1296; gli abi­ numero di magli e ferriere, dove entra il sveltisi dai Grigioni, si unirono alla repub­ metallo greggio e ne esce foggiato in ogni blica Cisalpina, poi al regno d’Italia, indi delle dafni e dei rododendri. tanti ripararono, in quel triste frangente a Da quelle vette spicca il volo l’aquila Valmadrera, mentre il Salimbeni, come già guisa, più in su il paese di Rancio possiede nel congresso di Vienna chiesero d’essere vasti opifici per la seta e il cotone. aggiunti al regno Lombardo-Veneto. reale : sovente ne risuona il gemito del cu­ Barbarossa, pubblicò un editto perchè nes­ culo e il querulo stridio del gallo di mon­ suno più ardisse ricostruire sulle rovine Ecco il villaggio di Acquate, la parrocchia Dopo Colico incontri Piantedo, poi il di Don Abbondio e poco lungi al Pomerio, grosso Delebio e Rogolo, indi Cosio, e sulla tagna: e può farsi dilettosa ed utile caccia dell’abbattuta città. Con ciò si voleva dai sponda opposta dell’Adda vedi Dubino ov’è di coturnici, di lepri anche bianche, di mar­ Visconti togliere l’adito ai Torriani di rien­ ciò che resta del Palazzotto di Don Ro­ drigo: sul monte Magnodemo il castello un traghetto: e Traona importante paese motte, di tassi, di volpi. Rari s’incontrano trare nel milanese; ma nessun editto di cui gli allagamenti dell’Adda fanno l’aria i lupi, più rari gli orsi, se pur talvolta la potente può arrestare il destino delle città dell’ Innominato, e al basso lungo l’Adda, il povero paesello di Pescarenico, ov’era il insalubre, onde v’abbondano i gozzi e i cre­ fame non li caccia presso le man ire pa­ e Lecco risorse, in breve, più forte e più tini, specie degenerata che appena somi­ scenti. La lontra annida tra le fessure de­ bella. convento di fra Cristoforo e che fu tra i più maltrattati dalle piene di questo mese gliano ad uomini. gli scogli e le tòrte radici de’ salici e de’ di settembre. Morbegno, già terra forte, spesse volte pioppi : il ghiarolo (pavoncella tringa) sul Il Castello. Dietro la città si eleva nella sua tipica combattuta, è tuttavia ragguardevole borgo greto della riva : e tra le alghe i gabbiani e maestosa imponenza il Resegone che sul cogli uffizj della finanza provinciale, ospe­ (larus). Durante la dominazione degli imperatori fondo del cielo disegna la sua vetta sca­ dale, mercato settimanale e case ricche e La popolazione vi è bella, vivace, indu­ tedeschi, l’ampio e forte castello di Lecco, glionata , così diversa da ogni altra delle negozianti. V’ebbe i natali il professore Nani, striosa, di parlare nervoso ed atti risoluti fu sempre occupato dai conti rurali. Venne prealpi e alta 1879 metri sul livello del che dettò con bella lode il diritto criminale ma troppo avvezza a vivere sui forestieri ; assediato per quaranta giorni dai veneti, mare. Per chi s’invaghisce di tentarne la nell’università di Pavia. La chiesa è di e fra tanta acqua e tanto sole non rifugge comandati da Michele Attendolo: gli sfor­ ascensione e godere poi dello splendido pa­ buona architettura, con ragionevoli pitture dallo stivarsi in camere afose, buje, sudicie, zeschi vennero alle prese con Giangiacomo norama che di lì si gode, due sono le vie : del Ligario di Sondrio. Altri buoni dipinti sicché la gioventù n’è splendida ma breve. Medici e questi non potè averlo cne per una dallo sbocco deità Valsassina per Mon- visiterai nella Madonnina. Scorre per mezzo In paese coltiva il meglio che si possa i cessione dello spagnuolo Leiva, in nome di terone, l’altra dalla Val d’Erve per Calolzio al borgo il Bitto, che esce da una vallata campi: poi si spande a torme per l’Italia Carlo V. Allora, nel 1528, quel potente si­ ed Erve e lo scosceso Canalone. Di là si celebre per delicati formaggi dolci e dalla la Germania, la Francia, l’Inghilterra, ed gnore dichiarossi conte di Lecco, e fece co­ discende poi nella valle Juragna, una fra "quale per la Casa di San Marco, alta 1630 ora molto per l’America meridionale, ad niare monete apposite. Del castello egli fu le più pittoresche della Bergamasca. metri sopra Morbegno, si passa nella ber­ esercitar grosse o fine professioni, o cercare padrone però per soli quattro anni : lo ce­ Di contro a Lecco un altro monte dalla gamasca valle del Brembo. Dall’altra parte fortuna facendo da merciajo, da barome- dette insieme al dominio della città al duca sommità bizzarra si offre allo sguardo: di Morbegno, è sovrapposto all’Adda il bel trajo, da capomastro, nella qual professione Francesco II Sforza, dal quale ebbe in com­ quello detto dalla sua forma ponte di Ganda, dal quale può salirsi ai aveano grido i comaschi fin dai tempi lon­ penso il feudo di Melegnano. D’allora in poi e dal grosso Borgo della Vallassina che sorge paesi di Cino, Mello, Cercino, Monastero. gobardi. Le donne, « A cui sì vivo e il forte e la città furono sempre uniti alle a’ suoi piedi. Intorno a Lecco, nei vicini Nell’ uscir di Morbegno osserverai, sulla schietto aer ondeggiar fa il petto, » sve­ sorti di Milano, per divenir campo di tratto paesi di Calolzio, di Maggianico, di Olgi— sconsacrata chiesa de’ Domenicani, una lu­ gliate di mente e di cuore, tra timide e in tratto di sanguinosi conflitti, fra spagnuoli nate, ecc., sono frequenti le amene ville. Dopo netta che si attribuisce a Gaudenzio Fer­ baldanzose, portano la cortesia negli atti e francesi, fra questi e gli imperiali. In Olginate, giù verso Brivio, l’Adda riprende rari. Entrato poi sulla strada maestra, che il fior della salute in viso: bel fiore che tempi a noi più vicini, intorno al castello il corso fra le colline arenarie della bassa spiegasi in una lunghissima retta fin presso presto appassisce per le gravose opere in di Lecco il 26 d’aprile del 1799, francesi ed Brianza, recando il tesoro delle sue acque a Desco, vedi allato Talamona, indi il rui- che si stancano, anche allorquando la na­ austro-russi s’incontrarono a micidiale bat­ a Milano pei canali navigabili di Paderno noso torrente del Tartano, ed a mancina tura più esigerebbe riposo. taglia. e della Martesana. la valle che guida ai bagni del Masino. C. Cantò. ------La strada segue a lunghe rette in riva ------

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