C O M U N E D I M O N T E F R E D A N E PROVINCIA DI

Superficie territoriale: 9,45 kmq Popolazione: 2.256 abitanti (genn. 2015)

P.E.C. – PIANO DI EMERGENZA COMUNALE IN AMBITO DI PROTEZIONE CIVILE

DELIBERA C.C. N.______del______

Elaborato R 01 Data: dicembre 2015 OGGETTO : RELAZIONE DI PIANO

Il Responsabile Protezione Civile La Polizia Municipale

Il Sindaco Arch. Valentino Tropeano

Il Progettista Ing.Costantino Puorro

Via Piante n. 33 83030 (AV) 0825 672285 [email protected]

Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

INDICE

CAPITOLO I ...... 4

PREMESSE ...... 4 I. 1 - Finalità del Piano comunale di Protezione ...... 4 I. 2 - Principali Riferimenti Normativi Protezione Civile ...... 6

CAPITOLO II ...... 9

INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...... 9 II. 1 - Delimitazione territoriale e amministrativa ...... 9 II. 2 – Sintesi dei dati di base C.O.C...... 11 II. 3 - Sintesi dei dati di base C.O.M...... 12 II. 3 – Sintesi delle Festività: ...... 13

CAPITOLO III ...... 14

ANALISI DELLE INFRASTRUTTURE ...... 14 III. 1 - Viabilita’ ...... 14 III. 2 – Rete ferroviaria ...... 15 III. 3 – Reti di servizio ...... 15 III. 5 - Metanodotti ...... 16 III. 6 - Acquedotti ...... 17 III. 7 – Fognature e raccolta rifiuti ...... 17 III. 8 - Telefonia ...... 18

CAPITOLO IV ...... 19

ANALISI DEI RISCHI ...... 19 IV. 1 – I Rischi connessi al territorio comunale di Montefredane ...... 19 IV. 2 - Rischio meteorologico (Eventi meteorici intensi) ...... 21 IV. 3 - Rischio idrogeologico: ...... 26 IV. 3 - Rischio Sismico ...... 36 IV. 4 - Rischio Incendi ...... 53 IV. 5 - Rischio chimico e industriale ...... 55 IV. 6 - Rischio trasporti ...... 59 IV. 7 - Rischio Igienico Sanitario ...... 60 IV. 8 - Rischio prolungate di energia elettrica (black out)...... 61

CAPITOLO V ...... 63

CENSIMENTO DELLE RISORSE ...... 63 V. 1 – Censimento delle risorse ...... 63

CAPITOLO VI ...... 71 ing. Costantino Puorro - [email protected] 2

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LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE ...... 71 ORGANIZZAZIONE NELLA FASE OPERATIVA ...... 71 MODELLO D’INTERVENTO ...... 71 VI. 1 – Sistema di comando e controllo ...... 71 VI. 2 – Centro operativo comunale (C.O.C.) ...... 72 VI. 3 – Comitato di Protezione Civile ...... 73 VI. 4 – Funzioni di supporto...... 74 VI. 5 – Sala Operativa ...... 81 VI. 6 - Aree di emergenze ...... 81 VI.7 - Informazione alla popolazione ...... 84

CAPITOLO VII ...... 85

GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI EMERGENZA ...... 85 VII. 1 – Tipologia dell’evento ...... 85 VII. 2 – Procedure di allertamento ...... 87 VII. 3 - Attivazioni ...... 88

CAPITOLO IIX ...... 93

MODELLI DI INTERVENTO PER LE DIVERSE CATEGORIE DI RISCHIO ...... 93 IIX. 1 - Premessa ...... 93 IIX. 2 - Modello di intervento - Rischio sismico ...... 93 IIX. 3 - Modello di intervento - Rischio Idrogeologico (frane) ...... 94 IIX .4 - Modello d’intervento - Emergenza neve ...... 96 IIX. 5 - Modello di intervento - Rischio incendi ...... 98 IIX. 5.1 - Incendi di edifici ...... 98 IIX. 5.2 - Incendi boschivi ...... 99

CAPITOLO IX ...... 101

FORMAZIONE E INFORMAZIONE ...... 101 IX. 1 - Premessa ...... 101 IX. 2 - Operatori Istituzionali e del Volontariato ...... 101 IX. 3 - Ambito scolastico ...... 102 IX. 4 - Cittadinanza ...... 103

ing. Costantino Puorro - [email protected] 3

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Capitolo I PREMESSE I. 1 - Finalità del Piano comunale di Protezione Il presente Piano di Protezione Civile individua i rischi a cui è soggetto il territorio comunale, prendendo in esame le possibili conseguenze derivanti dal manifestarsi di eventi calamitosi, secondo un approccio cautelativo di massimo danno atteso. Oggi risulta di fondamentale importanza avere una comunità locale organizzata per affrontare un’emergenza, strutturata intorno ad un Piano di Protezione Civile, il quale può essere definito come una serie coordinata di procedure operative da affidare a preposte persone, poiché, la maggioranza delle emergenze deve essere affrontata nello spazio di poche ore; un tempo drammaticamente limitato, che con l'impegno in prima persona della stessa comunità colpita è senza dubbio indispensabile. Infatti, una volta ricostruito gli scenari di evento, il Piano indica sistemi e procedure di allertamento e di emergenza, definendo ruoli, compiti e responsabilità di tutti coloro, soggetti pubblici e privati, che concorrono al Sistema locale della Protezione Civile. Secondo la recente legislazione, riguardante l’organizzazione e la struttura di Protezione Civile comunale, il Sindaco riveste la qualifica di Autorità di Protezione Civile, comportando una grossa responsabilità in ordine all’organizzazione del servizio e la programmazione delle attività di, previsione, pianificazione, soccorso e superamento dell’emergenza. Il Sindaco deve predisporre tutti gli strumenti amministrativi, operativi e tecnici, in grado di soddisfare le esigenze connesse al contrasto delle situazioni di emergenza; questa attività si concretizza nella predisposizione del piano comunale di Protezione Civile e dell’apparato operativo. Aspetto primario sono le misure di pianificazione e prevenzione, organizzate secondo il Metodo Augustus, in modo da individuare i rischi presenti sul territorio, e predisporre una “struttura operativa” efficace in caso si verifichi un vento calamitoso riferito ai rischi individuati. Il Metodo Augustus non è altro che una Direttiva del Dipartimento della Protezione Civile che prevede l’organizzazione dell’emergenza attraverso il lavoro congiunto di persone competenti e ognuna delle quali diventa responsabile di un settore, andando così a costituire il Centro Operativo Comunale (C.O.C.), articolato in 9 funzioni di supporto. Il primo compito del Sindaco, al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio, è quello di convocare e presiedere il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), per dirigere gli interventi di soccorsi, gli interventi di assistenza alla popolazione colpita, fino alle finali attività di ritorno alle condizioni di normalità. Il Metodo Augustus ha previsto le seguenti funzioni di supporto: 1) Tecnica scientifica e di pianificazione; 2) Sanità, assistenza sociale e veterinaria; 3) Volontariato; ing. Costantino Puorro - [email protected] 4

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4) Materiali, mezzi e risorse umane; 5) Servizi essenziali ed attività scolastiche; 6) Censimento danni a persone e cose; 7) Strutture operative locali, viabilità; 8) Telecomunicazioni; 9) Assistenza alla popolazione; Il Piano comunale è corredato inoltre da elaborati cartografici disponibili in formato cartaceo e digitale. L’ istituzione di un Sistema locale di protezione civile, adeguato alle esigenze ambientali e socioeconomiche del territorio comunale, consente di perseguire i seguenti obiettivi prioritari: a) aumentare le conoscenze relative al territorio e promuoverne la comprensione nella sua complessità; b) recepire i concetti di previsione e prevenzione delle calamità nell’ attività quotidiana di governo e di programmazione territoriale; c) programmare e porre in atto interventi di prevenzione dei rischi; d) valorizzare il patrimonio umano, morale e culturale rappresentato dalle Organizzazioni del Volontariato, che è elemento essenziale affinché la protezione civile sia intesa come fattore di crescita civile, in spirito di reale cittadinanza attiva, riconoscendone ruolo ed importanza e favorendone la partecipazione ai vari livelli; e) curare la formazione permanente degli Operatori della protezione civile, mediante l’organizzazione di momenti di aggiornamento, da attuarsi in collaborazione con le altre Istituzioni a ciò preposte e con il volontariato; f) promuovere la formazione nella Cittadinanza di una moderna cultura della protezione civile, con una particolare attenzione verso le nuove generazioni.

L’ Amministrazione Comunale si prefigge la più ampia divulgazione dei contenuti sia del presente Piano, sia di eventuali futuri specifici piani di intervento, che potranno essere predisposti per fronteggiare ogni potenziale rischio e/o prevedibile calamità. All'interno del piano riveste particolare importanza il database contenente le informazioni relative alle risorse ed agli elementi ad elevata esposizione o particolarmente vulnerabili che possono essere coinvolti in caso di evento estremo. Il database è costituito da schede, differenziate per tipologie, predisposte dalla Provincia. Attraverso l’integrazione dei dati delle schede tecniche di censimento si perseguirà lo scopo di ottenere una visione sinottica completa e definita dei territori comunali consorziati, con una chiara esplicitazione dei punti di forza e dei punti di criticità degli stessi. Il fine ultimo sarà predisposizione di procedure operative standard relazionali, efficienti ed efficaci da porre in essere in maniera automatica ed in chiave mutualistica. ing. Costantino Puorro - [email protected] 5

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I. 2 - Principali Riferimenti Normativi Protezione Civile - Normativa nazionale - Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 istituente l’Agenzia della Protezione civile - Decreto 12 aprile 2002 istituente la Commissione Grandi Rischi - Decreto legge 7 settembre 2001, n. 343 "Disposizioni urgenti per assicurare il Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300 "Riforma dell'organizzazione del governo a norma dell'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59"coordinamento delle strutture preposte alle attività di Protezione civile" - Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59" - Legge 24 febbraio 1992, n. 225, Istituzione del servizio nazionale della protezione civile - Legge 9 novembre 2001, n. 401 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto- legge 7 settembre 2001, n. 343, recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile" - Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione - Testo coordinato del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343: "Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile". - Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 " Riforma dell'organizzazione del Governo, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n.59" - Decreto Legge 7 settembre 2001, n. 343 Soppressione Agenzia Protezione civile - D.P.C.M. 13 febbraio 1990, n. 112 , Regolamento concernente istituzione ed organizzazione del Dipartimento della protezione civile nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri - "Organizzazione del Dipartimento della protezione civile in caso di emergenza" 1 dicembre 1993 - Testo del regolamento di organizzazione degli uffici territoriali del governo approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri nella seduta del 2 maggio 2001 - Legge 8 dicembre 1970 n. 996 "Norme sul soccorso e l'assistenza alle popolazioni colpite da calamità Protezione civile" - Circolare 30 settembre 2002, n. 5114 della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della Protezione civile "Ripartizione delle competenze amministrative in materia di protezione civile" - Circolare Ministero dell'Interno Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile 08 maggio 2002 ing. Costantino Puorro - [email protected] 6

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- Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali - Legge 3 agosto 1999 n. 265 "Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali, nonché modifiche alla legge 8 giugno 1990, n. 142" - Parere del Garante per la protezione dei dati personali del 10/01/2000 “Piani di protezione civile e Privacy”: - Decreto-legge n. 59 del 15 maggio 2012: disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile; - Legge n. 100 del 12 luglio 2012 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 maggio 2012, n. 59, recante disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile; - Decreto-legge n. 95 del 6 luglio 2012 (decreto spending review) convertito con modificazioni nella legge 7 agosto 2012 n. 135 – modificazione legge n.100 del 12 luglio 2012.

- Normativa regionale - Giunta regione – Assesorato Lavori Pubblici e Protezione Civile – Pubblicazione di cui alla nota dell'8/03/200 “Schema delle azioni da intraprendere a livello comunale in emergenze di Protezione Civile” - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA - N. 299 DEL 30 GIUGNO 2005 -Protezione Civile - Il Sistema di Allertamento Regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile. Ruoli e compiti delle strutture regionali di protezione civile nell’ambito delle procedure di previsione e prevenzione del rischio idrogeologico per il territorio regionale. - REGIONE CAMPANIA - Giunta Regionale - Seduta del 16 giugno 2006 - Deliberazione N. 802 - Area Generale di Coordinamento N. 5 - Ecologia, Tutela dell’Ambiente, Disinquinamento, Protezione Civile – Attuazione misura 1.6, Azione C) del POR Campania 2000-2006. Programma della localizzazione delle nuove strutture di presidio comprensoriale provinciale e territoriale di protezione civile, del completamento del presidio territoriale per il monitoraggio del dissesto idrogeologico nel comune di Napoli. - Normativa Regionale in materia di mitigazione e controllo rischio incendi (PEC incendi di interfaccia) - Legge Regionale 11 agosto 2001, n. 10 - Art. 63 commi 1, 2 e 3; - Nota del 6 marzo 2002 prot. n. 291 S.P. dell'Assessore alla Protezione Civile della Regione Campa-nia, in attuazione delle delibere di Giunta Regionale nn.31, 6931 e 6940 del 21 dicembre 2001, ha attivato la "Sala Operativa Regionale Unificata di Protezione Civile"; - Delibera di Giunta Regionale n° 6932 del 21 dicembre 2002 – individuazione dei Settori ed Uffici Regionali attuatori del Sistema Regionale di Protezione Civile; ing. Costantino Puorro - [email protected] 7

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- Delibera di Giunta Regionale n° 854 del 7 marzo 20 03 – Procedure di attivazione delle situazioni di pre-emergenza ed emergenza e disposizioni per il concorso e coordinamento delle strutture regionali della Campania; - Delibera di Giunta Regionale n. 1094 del 22 giugno 2007- Piano Regionale per la Programmazione delle Attività di Previsione Prevenzione e Lotta Attiva contro gli Incendi Boschivi. - Delibera di Giunta Regionale n. 1124 del 4 luglio 2008 – Approvazione procedure per il contrasto agli incendi e pianificazione di Protezione Civile, attività di vigilanza e spegnimento ad opera del Corpo dei Vigili del Fuoco dei volontari; - Delibera della Giunta Regionale n. 146 del 27/05/2013 "PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI ED ANTROPICI". ATTIVITA' B DELL'O. O. 1.6 - SUPPORTO ALLE PROVINCE ED AI COMUNI PER LA PIANIFICAZIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE IN AREE TERRITORIALI VULNERABILI”. Linee Guida per la redazione dei Piani di Emergenza Comunale (febbraio 2013 – burc n. 29 del 3/06/2013)

- Riferimenti provinciali - Delibera della G.P. n. 259 del 24/08/2007 “Pianificazione comunale di emergenza – Contributo provinciale” - Provincia di Avellino – settore governo del territorio – servizio protezione civile – nota n° 61038 del 17/06/2008 “Pianificazione comunale di emergenza – sistema di riferimento dati” - Delibera della G. n. 65 del 02/10/2009 “Pianificazione comunale di emergenza – Contributo provinciale- scadenza termini presentazione piano comunale di emergenza”; - Deliberazione del Commissario Straordinario n. 158 del 21/06/2013 – Piano di emergenza Provinciale: “Stralcio Rischio Sismico” – Approvazione.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 8

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Capitolo II INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Inquadramento del territorio comunale

II. 1 - Delimitazione territoriale e amministrativa

Il Comune di Montefredane si estende su una superficie di 9,45 Km². Sotto il profilo amministrativo confina con i Comuni di: , Avellino, , Prata P.U., e . - Insediamenti abitativi e popolazione: Il Comune di Montefredane è suddiviso: . Montefredane Capoluogo . Frazioni, Località e Nuclei abitati: Arcella, Alimata, Bosco Magliano, Fratte, Perrizzoni, Rociole e S. Antonio è inoltre presente su tutto il territorio comunale un diffuso insediamento abitativo di residenze sparse.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 9

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- Inquadramento generale

COMUNE MONTEFREDANE PROVINCIA AVELLINO REGIONE CAMPANIA AUTORITA’ DI BACINO (L. 183/89) DEI FIUMI LIRI GARIGLIANO E VOLTURNO ESTENSIONE TERRITORIALE (km²) 9,45 n. Foglio I.G.M. (1:50.000) 449 n. Tavoletta I.G.M. (1:25.000) 185-I Sezione C.T.R. (1:5.000) 449022, 449021, 449033, e 449061 Avellino, Grottolella, Manocalzati, Prata P.U. e COMUNI CONFINANTI Pratola Serra INDIRIZZO SEDE MUNICIPALE Piazza Municipio, 6 N. TELEFONO 0825-672146; fax 0825-672280 Indirizzo sito Internet www.comune.montefredane.av.it

- Popolazione residente :

PopolazioneResidente (31/12/2012) 2.256

Popolazione maschile 1.087

Popolazione femminile 1.169

Nuclei familiari 889

Popolazione in età senile 236

Popolazione in età scolare 67

Popolazione forza lavoro 1121

- Altri dati:

ALTIMETRIA (metri s.l.m.) Coordinate WSG 84-UTM33 Altitudine Casa Comunale 593 Latitudine 40,959599 °N Minima 257 Longitudine 14,813997 °E

Massima 606 Gradi 40,9638° Decimali Escursione Altimetrica 349 14,8115° Zona Altimetrica collina interna

MORFOLOGIA IDROGRAFIA Porzione di territorio 13% Fiume prevalentemente pianeggiante Sabato Massima Porzione di territorio 77% Torrente prevalentemente collinare Cordogneto

ing. Costantino Puorro - [email protected] 10

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II. 2 – Sintesi dei dati di base C.O.C.

Comune di MONTEFREDANE Popolazione ( dati Istat al 01.01.2015) 2.256 CAP 83030 Codice Istat 64055 Superficie (km²) 9,45 Densità (abitanti/km²) 238,82

Istituzione Ente/società territorialmente competente Vigili del Fuoco DISTACCAMENTO DI AVELLINO Carabinieri COMPAGNIA DI AVELLINO (Compagnie, Stazione) STAZIONE DI MONTEFREDANE Polizia di Stato QUESTURA DI AVELLINO (Questura e Commissariato) Guardia di Finanza COMPAGNIA DI AVELLINO (Compagnia, Tenenza) Corpo Forestale dello Stato COMANDO DI AVELLINO

Tribunale TRIBUNALE DI AVELLINO ASL AV2 (Distretti Sanitari) DISTRETTO SANITARIO DI Distretti Sociali DISTRETTO DI ATRIPALDA Centri per l’impiego CENTRO PER L’IMPIEGO DI AVELLINO Autorità di Bacino DEI FIUMI LIRI GARGLIANO E VOLTURNO Genio Civile AVELLINO Autorità d’Ambito AMBITO TERRITORIALE 1 – CALORE IRPINO Gestione risorsa idrica ALTO CALORE SERVIZI Gestione adduzione e distribuzione ALTO CALORE SERVIZI Gestione depurazione COMUNE Distributore gas S.I.DI.GAS spa Centro Operativo Misto N. 03 - ATRIPALDA Diocesi DI AVELLINO

ing. Costantino Puorro - [email protected] 11

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II. 3 - Sintesi dei dati di base C.O.M.

C.O.M. n. 03 - ATRIPALDA Comuni sede di C.O.C. Atripalda Candida Manocalzati Montefredane Popolazione ( dati Istat 2007) 21.518 Superficie (km²) 52,69 Densità (pop./km²) 408,39

Istituzione Ente/società territorialmente competente Vigili del Fuoco DISTACCAMENTI DI AVELLINO COMPAGNIA DI AVELLINO, DI E Carabinieri DI (Compagnie, Stazione) STAZIONI DI ATRIPALDA, CHIUSANO S.D., MONTEFREDANE, SALZA IRPINA Polizia di Stato QUESTURA DI AVELLINO (Questura e Commissariato) Guardia di Finanza COMPAGNIA DI AVELLINO (Compagnia, Tenenza) Corpo Forestale dello Stato COMANDO DI AVELLINO (Comando e Stazioni Forestali) STAZIONE DI CHIUSANO S. DOMENICO Tribunale TRIBUNALE DI AVELLINO

ASL AV2 (Distretti Sanitari) AVELLINO E ATRIPALDA Ospedale AVELLINO - Atripalda (Misericordia) Ubicazione posazione 118 - Croce Rossa (sede di Parolise) - Gruppo Comunale – Atripalda Strutture di Volontariato di - Gruppo Comunale – Manocalzati Protezione Civile - Confraternita di Misericordia - Atripalda - Gruppo Comunale – Parolise

I dati relativi alla popolazione verranno aggiornati annualmente. In caso di necessità, i Servizi Demografici, statistici ed elettorale sono in grado di quantificare con rapidità e precisione il numero dei residenti nelle aree di interesse. ing. Costantino Puorro - [email protected] 12

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Per quanto concerne le tradizioni di Montefredane, si riportano gli eventi più significativi, che si svolgono ogni anno, e che comportano elevate concentrazioni di persone in varie aree del paese.

II. 3 – Sintesi delle Festività:

FESTIVITA’/EVENTI PERIODO LOCALITA’ - Festa Patronale della Parrocchia di S. 16 e 17 Luglio Piazza Municipio Maria del Carmine - Sagra del Fusillo e del Pezzente Fine giugno- inizio Luglio Pressi Scuola Media Centro storico - Fredane in Borgo Prima settimana di Agosto Montefredane - Festival Canoro per Voci Nuove mese di Agosto Montefredane

Gli eventi indicati richiamano generalmente molte persone anche provenienti dal territorio extracomunale ed implicano elevate concentrazioni di persone per cui una situazione di emergenza che dovesse instaurarsi in concomitanza di questi eventi determinerebbe uno scenario difficile, tra l’altro talvolta reso maggiormente complesso dalle modifiche alla viabilità che gli stessi comportano.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 13

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Capitolo III ANALISI DELLE INFRASTRUTTURE III. 1 - Viabilita’ Sotto il profilo della rete viaria, il territorio del Comune di Montefredane è attraversato e servito:  dalla Autostrada A16 “Napoli – Bari” per un tratto di circa 1,0 km.  dalla Strada Provinciale n° 185;  dalla Strada Provinciale n° 242;  dalla Strada Provinciale n° 270;  dalla Strada Provinciale n° 221 per un tratto di circa 0,5 km.  da circa 30 km. di strade comunali per la maggior parte asfaltate

- stralcio tavola viabilità provinciale - ing. Costantino Puorro - [email protected] 14

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Tale rete riveste un’importanza strategica, in quanto attualmente il sistema sociale ruota attorno alla viabilità e la semplice interruzione della circolazione, causata ad esempio da un incidente, la caduta di un albero, la rottura della rete fognaria, è talvolta sufficiente a creare disagi alla popolazione, superabili grazie a percorsi alternativi, come si può evincere dalla cartografia allegata e comunque utile per effettuare gli interventi di soccorso e/o di ricognizione del territorio. Nell’ insieme comunque è stata riscontrata una situazione soddisfacente, con discreta possibilità di attuare percorsi alternativi, anche in considerazione del fatto che il territorio comunale non è soggetto ad elevate concentrazioni di traffico veicolare pesante o a traffico veicolare da flussi turistici.

III. 2 – Rete ferroviaria Il territorio comunale é attraversato in senso Sud-Ovest/Nord-Est da un tratto di circa 1,600 Km della linea ferroviaria elettrificata ‘Avellino Benevento’ a singolo binario, con la presenza di una stazione in località Arcella.

III. 3 – Reti di servizio Nell’ ambito della protezione civile la continuità nella erogazione dei servizi essenziali acquisisce importanza fondamentale, soprattutto durante le situazioni di emergenza. D’altra parte l’interruzione prolungata nella fornitura dei servizi, può essere causa essa stessa del determinarsi di situazioni di emergenza (es. black out durante la stagione invernale). Il presente Piano attribuisce primaria importanza alle seguenti reti di servizio: a) acquedotto; b) metanodotti; c) elettrodotti; d) raccolta rifiuti, fognature; e) telefonia. La gestione dell’acquedotto comunale e la raccolta e depurazione delle acque reflue è affidata al Consorzio ALTO CALORE SERVIZI, la rete di distribuzione del gas metano alla Soc. SIDIGAS, la raccolta e il trattamento dei rifiuti e è affidata ad AMBIENTE, che ha anche la gestione del Centro di raccolta intercomunale R.A.E.E. sito in Via Toppole, loc. Sant’Andrea, mentre il servizio di distribuzione dell’elettricità è curato da ENEL Distribuzione SpA. La rete di trasporto nazionale dell’energia elettrica è gestita da TERNA Rete Elettrica Nazionale SpA, mentre la rete principale di trasporto del gas metano è gestita da SNAM RETE GAS SpA. Per quanto riguarda la telefonia, pur essendo cessato il regime di monopolio pubblico, le reti sono gestite da Telecom Italia.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 15

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III. 4 - Elettrodotti Il territorio comunale è attraversato da una fitta rete per la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica, che, nella quasi totalità della sua estensione, si sviluppa mediante linee aeree, mentre nel Capoluogo e nei principali centri abitati è prevalentemente costituita da linee in cavo interrato. La rete di distribuzione dell’energia elettrica a media e bassa tensione è gestita da ENEL Distribuzione SpA, mentre il trasporto ad alta tensione è garantito da TERNA Rete Elettrica Nazionale SpA. Per quanto concerne il Comune di Montefredane, le linee ad alta tensione, allo stato attuale, hanno un impatto territoriale pressoché limitato mentre è da tenere in debita considerazione l’elettrodotto da 380 Kv attualmente in costruzione. La tenuta e l’aggiornamento delle cartografie tecniche è curata dall’ Ufficio Tecnico Comunale, sulla base delle planimetrie fornite dagli Enti proprietari. Ai fini della protezione civile va ricordato che gli eventi calamitosi comportano spesso ripercussioni sul servizio elettrico, da cui possono scaturire situazioni di potenziale pericolo, così schematizzabili: a) interruzione nella distribuzione dell’energia elettrica e conseguenze relative; b) rischi di elettrocuzione e incendio. Nel primo caso si rende indispensabile poter disporre di sistemi per la produzione autonoma di energia elettrica (gruppi elettrogeni) in grado di garantire la continuità di servizi essenziali (Comune, servizi di pronto intervento, strutture pubbliche, ecc.). Il Comune Montefredane ha predisposto l’acquisto di un gruppo elettrogeno per la sede del Municipio. Nel secondo caso è necessario tenere presente che qualsiasi intervento di soccorso in luoghi in cui siano presenti impianti elettrici (linee e cabine) direttamente o indirettamente interessati da eventi calamitosi, deve essere preceduto dall’intervento del personale ENEL, che per capacità di valutazione dei rischi e corretta metodologia di intervento, è l’ unico abilitato ad intervenire su impianti elettrici pubblici. L’accesso agli altri soccorritori dovrà essere consentito unicamente dopo lì avvenuta disalimentazione degli impianti, la localizzazione dei guasti e la rimozione delle situazioni di pericolo.

III. 5 - Metanodotti Il territorio comunale è attraversato da una rete di gasdotti che consentono il trasporto e la distribuzione del gas metano all’interno dei centri abitati. Alla Snam Rete Gas SpA spetta la gestione dei metanodotti che assicurano il trasporto del gas metano sul territorio nazionale, sino alle cabine di consegna degli utenti pubblici e privati. Per quanto riguarda il Comune di Montefredane, il punto di consegna è ubicato in Località Rogliano (cabina principale), mentre una sottocabina è posizionata Via A. Moro. ing. Costantino Puorro - [email protected] 16

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Dal punto di consegna si diparte la rete di distribuzione gestita dalla SIDIGAS. La tenuta e l’aggiornamento delle cartografie tecniche di insieme e di dettaglio è curata direttamente da SIDIGAS, che provvede a fornire al Servizio comunale di Protezione Civile tutte le informazioni necessarie. Per quanto riguarda la Snam Rete Gas si è fatto riferimento alle strutture ed alle palinature presenti sul territorio. Qualsiasi intervento di soccorso in luoghi in cui siano presenti impianti per la distribuzione del gas (condutture, cabine, gruppi riduttori) direttamente o indirettamente interessati da eventi calamitosi, deve essere preceduto dall’intervento del personale addetto (a seconda della competenza sul tratto di tubazione), il quale, per capacità di valutazione dei rischi e corretta metodologia di intervento, è l’ unico abilitato ad intervenire su detti impianti. L’ accesso agli altri soccorritori dovrà essere consentito unicamente dopo l’avvenuta disalimentazione degli impianti, la localizzazione dei guasti e la rimozione delle situazioni di pericolo; nel frattempo si potranno attivare eventuali misure di precauzione, quali la delimitazione o l’ isolamento delle aree a rischio.

III. 6 - Acquedotti La rete dell’acquedotto a servizio del Comune di Montefredane è affidata al Consorzio ALTO CALORE SERVIZI, che fornisce acque potabili prelevate dalle sorgenti di (Av), attraverso i serbatoi di accumulo siti in:  Via Roma- Località S. Antonio;  Località “Cuosti” di via Cialdini;  Località S. Aniello – Via Prov. 185. Per quanto riguarda la protezione civile, l’importanza del buon funzionamento della rete è strettamente connessa agli usi potabili, igienico-sanitario e antincendio, che la disponibilità della risorsa acqua consente. La tenuta e l’aggiornamento delle cartografie tecniche di insieme e di dettaglio è curata direttamente da ALTO CALORE SERVIZI, la quale provvede a fornire al Servizio comunale di Protezione Civile copia delle cartografie schematiche generali ed al Sistema Informativo Territoriale del Comune i file necessari all’aggiornamento periodico necessario della cartografia a corredo del presente piano.

III. 7 – Fognature e raccolta rifiuti Il territorio comunale è servito da una rete di raccolta e collettamento degli scarichi civili e produttivi, realizzata allo scopo di restituire le acque reflue al sistema scolante, solo dopo aver eseguito un idoneo trattamento di depurazione. Gli scarichi idrici del Comune di Montefredane vengono convogliati negli impianto di depurazione consortile, gestito da ALTO CALORE SERVIZI, sito nel territorio del Comune di Manocalzati. ing. Costantino Puorro - [email protected] 17

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Sono presenti due impianti di sollevamento delle acque reflue siti sul territorio comunale, uno in località Alimata e l’altro all’interno nel nucleo industriale di Arcella. Il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti è affidato a IRPINIA AMBIENTE. Per l’esame in dettaglio delle specifiche cartografie, si rimanda a quanto in possesso dell’ Ufficio Tecnico Comunale.

III. 8 - Telefonia Le comunicazioni sono basilari per un’efficace gestione delle emergenze e pur disponendo di sistemi alternativi (radiocomunicazioni), di norma ci si avvale delle reti telefoniche di proprietà dei gestori dei servizi di telefonia fissa e mobile. In caso di situazioni di emergenza sia la rete fissa, che quella mobile, sono soggette a rischi di interruzione a causa di perturbazioni esterne (rottura cavi, allagamento impianti, ecc.) oppure a causa del sovraffollamento da parte degli utenti che cercano di comunicare. Il comune di Montefredane dispone Ricetrasmettitore CB, che grazie all’altitudine, di 593 m, dove è ubicata la Casa Comunale ha un ottimo segnale sia in ricezione che in trasmissione. Il Servizio comunale di Protezione Civile non è in possesso delle cartografie delle reti telefoniche, poiché le stesse sono particolarmente specialistiche e presentano modalità operative che si discostano dalle altre reti di servizio; E’ in corso di elaborazione la mappa dei siti di installazione degli impianti per la telefonia mobile e fissa (es. Antenne, armadi stradali). Individuazione dei rischi e rappresentazione cartografia Sulla base delle risultanze della ricerca bibliografica e documentale, del confronto con gli Enti competenti e delle verifiche sul campo, sono state esaminate le ipotesi calamitose che potrebbero interessare il territorio comunale. Tali ipotesi non debbono essere intese come eventi che certamente si verificheranno entro breve tempo, ma come eventi che, su base storica e statistica, hanno probabilità più o meno elevata di verificarsi in futuro.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 18

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Capitolo IV ANALISI DEI RISCHI IV. 1 – I Rischi connessi al territorio comunale di Montefredane Come detto in precedenza sono stati ricostruiti i prevedibili scenari calamitosi, che per esigenze di semplificazione ed immediata comprensione, sono stati sintetizzati in forma di schema, in cui vengono distinti: a) - gli effetti sul territorio dell'evento ipotizzato; b) - le procedure organizzative necessarie per un corretto approccio alla situazione di emergenza; c) - le operazioni di soccorso da attuare per il ritorno alla situazione di normalità; d) - le eventuali risorse necessarie da attivare. In Fig. 1 è stata rappresentata la sequenza logico-operativa, che dovrà essere seguita di fronte ad un evento calamitoso generico (terremoto, alluvione, ecc.), che abbia ad interessare una porzione o l’intero territorio comunale di Montefredane, soffermandosi in particolare sui soggetti che concorrono alle operazioni di soccorso. Successivamente si è entrati nel merito delle singole problematiche di rischio e per ciascuna delle seguenti ipotesi è stato realizzato il relativo scenario: . nubifragio e trombe d’aria; . nevicata di particolare intensità; . rischio idrogeologico: idraulico e frane; . rischio sismico . rischio incendio boschivo e di interfaccia . incidente con coinvolgimento di veicoli trasportanti sostanze pericolose; . rischio chimico ed industriale (Vedi Piano di Emergenza Esterno Stabilimento “ME.RES”); . rischio gas . rischio igienico sanitario . rischio interruzione prolungata energia elettrica; . rischio ceneri Vesuvio – DGRC n. 29 del 9/2/20415 allegato 3

Relativamente ad alcuni rischi la ricostruzione si é spinta oltre, producendo scenari particolareggiati. In tali schemi è stato dato particolare risalto al ruolo delle STRUTTURE DI SOCCORSO LOCALI (Comune, Carabinieri, Volontariato di Protezione Civile, ecc.), che in fase di allarme e in caso di emergenza devono essere in grado di dare risposte immediate ai bisogni della popolazione e del territorio, mentre in una fase successiva è ragionevole attendersi il concorso di strutture esterne.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 19

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IV. 2 - Rischio meteorologico (Eventi meteorici intensi) Con questa denominazione si intendono gli eventi atmosferici in grado di arrecare gravi danni alla collettività; in genere si caratterizzano per la brevità e la particolare intensità del fenomeno. Sebbene tali eventi avvengano con una frequenza elevata, le possibilità di previsione sono estremamente limitate a causa dell’indeterminatezza locale con cui i fenomeni si manifestano, pertanto la prevenzione deve essere basata soprattutto sulla manutenzione costante del territorio (rete scolante, fognature, ecc.), unitamente alla disponibilità immediata di attrezzature di pronto intervento (pompe, segnaletica stradale, ecc.). L’ intero il territorio comunale può essere coinvolto dagli eventi descritti. Di norma la raccomandazione corretta da dare ai cittadini è quella di restare in casa ed evitare di mettersi in viaggio, inoltre è indispensabile non stazionare nei locali sotto il livello del terreno.

- La disponibilità sul Web di siti metereologici, che consentono di prevedere in tempo reale la possibilità dell’intaurarsi di situazioni favorevoli al verificarsi di fenomeni metereologici violenti potrà essere sfruttata dagli operatori del Servizio comunale di Protezione civile, a seguito di preavvisi di condizioni meteo avverse, per verificare e valutare la situazione attesa e definire livelli di allertamento adeguati.

- NUBIFRAGI E TROMBE D’ARIA Si tratta di violenti rovesci temporaleschi, che in genere si manifestano nel periodo estivo o all’inizio dell’ autunno, in concomitanza di situazioni meteorologiche caratterizzate da elevata instabilità. Durante questi eventi, i problemi maggiori derivano dall’incapacità di smaltimento delle acque meteoriche da parte della rete scolante, talvolta impedita dalla presenza di opere (attraversamenti tombinati, discarica materiali, ecc.) che possono ridurre la sezione di deflusso. Talora anche le fognature manifestano limiti nel dimensionamento, spesso aggravato dall’intasamento delle bocchette di scolo o dall’ ostruzione dei collettori sotterranei ad opera di detriti, frammenti vegetali e rifiuti trascinati dalle acque all’ interno delle tubazioni. I nubifragi assumono rilievo a causa dell’esposizione al rischio di danneggiamento per i beni, le merci (magazzini, negozi, laboratori) e gli impianti tecnologici, che solitamente vengono collocati nei locali interrati e/o seminterrati dei fabbricati. La pericolosità per le persone è rappresentata dalla rapidità di formazione e deflusso delle piene torrentizie e dalla caduta al suolo di FULMINI. Viceversa le trombe d’aria, o più correttamente “tornado”, sono fenomeni il cui meccanismo di formazione non è ancora del tutto noto, ma sono anch’essi associati a situazioni meteorologiche instabili, in cui avviene lo scontro di massa d’aria calda e fredda, in presenza di elevati tassi di umidità, da cui si generano moti vorticosi d’aria, con particolare componente ascensionale. ing. Costantino Puorro - [email protected] 21

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La pericolosità dei tornado è certamente elevata, in quanto sono fenomeni che liberano notevole energia, in grado di danneggiare o distruggere in breve lasso di tempo le strutture che incontrano, con grave rischio per l’incolumità delle persone eventualmente presenti. Le problematiche e gli interventi conseguenti ai nubifragi sono stati schematizzati in Fig. 2.

fig. 2 ing. Costantino Puorro - [email protected] 22

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- GRANDINATE

Durante la stagione estiva i rovesci temporaleschi possono essere accompagnati da grandinate, talora di notevole intensità. Tali fenomeni possono essere fonte di grave danneggiamento delle colture, di fabbricati e di veicoli. In genere non sono pericolose per le persone e per animali, tuttavia dal momento che occasionalmente il peso dei singoli elementi di grandine può raggiungere e superare un kg, è opportuno raccomandare sempre la ricerca di ripari per coloro che si venissero a trovare all’aperto durante temporali di forte intensità. Similmente a quanto pianificato per le trombe d’aria, anche a seguito di grandinate intense è necessario verificare lo stato delle coperture dei fabbricati civili e produttivi, allo scopo di rimuovere eventuali strutture danneggiate ed evitare infiltrazioni d’acqua.

- NEVICATE

Di norma le nevicate recano problematiche di carattere ordinario, tuttavia qualora il fenomeno si manifesti con notevole intensità, possono crearsi condizioni che rientrano nell’ambito della protezione civile. In estrema sintesi si può affermare che nel Comune di Montefredane tali condizioni si raggiungono nel caso di: ● precipitazioni copiose (superiori a 25÷30 cm nelle 24 ore); ● precipitazioni nevose anche di minore intensità, ma in concomitanza di temperature notevolmente al di sotto dello zero. A ciò può eventualmente concorrere la presenza di vento gelido. Lo sgombero della neve sulle strade di competenza provinciale è garantito da mezzi della Provincia, mentre sulle strade comunali è a cura del Comune di Montefredane che provvederà con mezzi e uomini propri e mediante l’appalto di ditte locali attrezzate di idonei mezzi. Le basse temperature favoriscono la formazione di ghiaccio, particolarmente pericoloso sia per il traffico veicolare, che per quello pedonale. Di conseguenza in presenza di precipitazioni meteoriche e di temperature prossime allo 0 °C, si dovrà intervenire preventivamente mediante lo spargimento di sale o di soluzioni saline, che abbassando il punto di congelamento dell’acqua, impediscano il formarsi di lastre di ghiaccio. Nell’ impossibilità concreta di eseguire tali interventi su tutto il territorio comunale, dovrà essere privilegiato l’intervento nelle aree prospicienti servizi pubblici (scuole, uffici pubblici, servizi), negli incroci principali e lungo i tratti stradali con particolari esigenze: traffico intenso, pendenze accentuate, accesso a servizi importanti, ecc.. Inoltre dovranno essere compiute le seguenti azioni: ing. Costantino Puorro - [email protected] 23

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1. - A seguito di precipitazioni nevose abbondanti dovrà essere garantito nel più breve tempo possibile il raggiungimento dei servizi di pubblico interesse (municipio e scuole) e dei vari centri abitati da almeno una direttrice stradale. 2. - Qualora il manto nevoso raggiunga spessore elevati (>25÷30 cm) dovrà essere verificata la stabilità delle coperture dei fabbricati pubblici, provvedendo, se necessario, alla rimozione degli accumuli pericolosi. 3. - Laddove possono verificarsi cadute di ammassi nevosi o di lastre di ghiaccio dai tetti (in particolare nei centri abitati), si dovrà provvedere alla segnalazione del pericolo o al transennamento degli spazi prospicienti. 4. - Andrà valutata l’opportunità di chiudere temporaneamente le scuole; 5. Monitoraggio delle zone dove lo schianto di chiome arboree può avere gravi ripercussioni su carreggiate e marciapiedi. 6.- Qualora gli automobilisti si trovino bloccati sui propri veicoli, andrà predisposto un servizio di assistenza, con eventuale distribuzione di bevande calde e coperte. Similmente a quanto operato per i nubifragi, in Fig. 3 sono state schematizzate le problematiche e gli interventi da attuare in caso di nevicate di particolare intensi

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fig. 3 ing. Costantino Puorro - [email protected] 25

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IV. 3 - Rischio idrogeologico: - RISCHIO IDRAULICO Il rischio idrogeologico corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli pluviometrici critici lungo i versanti, dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua della rete idrografica minore e di smaltimento delle acque piovane. Il complesso assetto della rete idrografica naturale e la consistenza e distribuzione degli insediamenti, delle infrastrutture e delle attività produttive sono i fattori che concorrono a determinare le condizioni di rischio idraulico cui è esposto il territorio. In particolare, la presenza di corsi d’acqua e l’elevata escursione altimetrica, espone il territorio ad elevati livelli di RISCHIO IDRAULICO, che rappresenta una delle problematiche più significative in termini di protezione civile. Nel contesto in esame possiamo poi considerare quali situazioni di rischio idraulico specifiche, quelle dovute all’insufficienza di tratti delle reti fognarie che comportano l’allagamento locale di alcune aree urbanizzate, il cui aspetto viene esaminato nel successivo paragrafo. Lo scolo del territorio di pianura e pedecollinare è quasi interamente garantito da una complessa rete di fossi e canali artificiali. La sicurezza idraulica dei centri abitati di pianura e, in parte, di pedecollina dipende dalla capacità di smaltimento delle acque meteoriche e dal buon funzionamento della rete di scolo. I canali di pianura sono stati in larga parte dimensionati per apporti inferiori agli attuali, incrementatisi a causa del consistente aumento del territorio urbanizzato e delle superfici impermeabili che recapitano direttamente o indirettamente nella rete superficiale di scolo. Tale impermeabilizzazione, diminuendo i tempi di corrivazione, concentra i deflussi in un minor lasso di tempo, aumentando i colmi di piena. L’efficacia della rete di scolo viene messa in crisi in concomitanza con gli eventi di pioggia estremi, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici indotti dalle emissioni atmosferiche. Si sono così prodotte, col passare degli anni, condizioni di rischio idraulico sempre maggiori, che hanno condotto, a parità di portata, ad un accorciamento del tempo di ritorno e che hanno causato esondazioni per rottura o sormonto arginale e, in generale, una preoccupante riduzione dei franchi arginali.

ELENCO ACQUE PUBBLICHE: Fiume Sabato, Vallone Cordogneto

SORGENTI: Fontanelle; Pisciricolo; Magliano e Festola.

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FATTORI NATURALI DI RISCHIO

- Picchi di intensa piovosità nel periodo autunno-inverno CLIMATICI - Frequenza di temporali estivi -6 0% del territorio in collina/montagna. MORFOLOGICI - Elevate pendenze naturali dei versanti. - Elevata erodibilità dei suoli. - Struttura naturale dello strato superficiale del suolo caratterizzata da rapida PEDOLOGICI evoluzione. - Presenza di suoli con ridotta capacità d’infiltrazione e facilmente contattabili

- RISCHIO FRANE Il rischio idrogeologico corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli pluviometrici critici lungo i versanti, dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua della rete idrografica minore e di smaltimento delle acque piovane. Le caratteristiche geologiche, geomorfologiche e climatiche del territorio del Comune di Montefredane tendono a favorire il verificarsi di questo tipo di fenomeno. Nell’Elenco dei Comuni con indicazione delle relative Zone di Allerta e delle Classi di Rischio di Appartenenza, (DPGR n. 299 del 30 giugno 2005) il Comune di Montefredane risulta ricadere nella zona di allerta 4 (vedi Fig. 5). Quando si parla di frana si intende il “movimento di una massa di roccia, terra o detrito lungo un versante”. Le cause che predispongono e determinano questi processi di destabilizzazione sono molteplici, complesse e spesso combinate tra loro. Oltre alla quantità d’acqua, oppure di neve caduta, anche il disboscamento e gli incendi sono causa di frane: nei pendii boscati, infatti, le radici degli alberi consolidano il terreno e assorbono l’acqua in eccesso. I territori alpini ed appenninici del Paese, ma anche quelli costieri, sono generalmente esposti a rischio di movimenti franosi, a causa della natura delle rocce e della pendenza, che possono conferire al versante una certa instabilità. Inoltre, le caratteristiche climatiche e la distribuzione annuale delle precipitazioni contribuiscono ad aumentare la vulnerabilità del territorio. Anche l’azione dell’uomo sul territorio può provocare eventi franosi. L’intensa trasformazione dei territori operata dalle attività umane spesso senza criterio e rispetto dell’ambiente (costruzione di edifici o strade ai piedi di un pendio o a mezza costa, ecc.) può causare un cedimento del terreno. Le frane presentano condizioni di pericolosità diverse a seconda della massa e della velocità del corpo di frana: esistono, infatti, dissesti franosi a bassa pericolosità poiché sono caratterizzati da una massa ridotta e da velocità costante e ridotta su lunghi periodi; altri dissesti, invece, presentano una pericolosità più alta poiché aumentano repentinamente di velocità e sono caratterizzati da una massa cospicua.

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Ai fini della prevenzione, un problema di non semplice risoluzione è quello di definire i precursori e le soglie, intese sia come quantità di pioggia in grado di innescare il movimento franoso che come spostamenti/deformazioni del terreno, superati i quali si potrebbe avere il collasso delle masse instabili. Per un'efficace difesa dalle frane possono essere realizzati interventi non strutturali, quali norme di salvaguardia sulle aree a rischio, sistemi di monitoraggio e piani di emergenza e interventi strutturali, come muri di sostegno, ancoraggi, micropali, iniezioni di cemento, reti paramassi, strati di spritz-beton, etc.

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Fig.4 ing. Costantino Puorro - [email protected] 29

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- Riferimenti normativo – rischio frane L'intero territorio nazionale è suddiviso in bacini idrografici, che sono classificati di rilievo nazionale (organizzati in n. 6 Autorità di Bacino: 1 - Po; 2 - Tevere; 3 -Arno; 4 - Adige; 5 Volturno, Liri - Garigliano; 6 - Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta, Bacchiglione), di rilievo interregionale (in numero di 18: undici per il versante adriatico, due per il versante ionico e cinque per il versante tirrenico dell'Italia) e regionali. Per ogni bacino idrografico (regionale, interregionale o di interesse nazionale) è stato elaborato un piano di bacino che riguardi la difesa dalle acque, la conservazione, la difesa e la valorizzazione del suolo, la salvaguardia della qualità delle acque superficiali e sotterranee e il loro disinquinamento, la compatibilità ambientale dei sistemi produttivi, la salvaguardia dell'ambiente naturale, l'acquisizione e la diffusione dei dati fino all'informazione della pubblica opinione. I piani di bacino dunque, sono stati assunti alla base delle analisi per l’individuazione del rischio idrogeologico e idraulico nel territorio comunale. Il territorio del Comune di Montefredane ricade nel bacino n. 5 dei fiumi Liri, Garigliano e Volturno. Le autorità di bacino di rilievo nazionale e interregionale e le regioni per i restanti bacini adottano, ove non si sia già provveduto, piani stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico, redatti ai sensi del comma 6-ter dell'articolo 17 della legge 18 maggio 1989, n. 183, e successive modificazioni, che contengano in particolare l'individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, e la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia, nonché le misure medesime. Il successivo D. P. C. M 29/09/1998 ha approvato l’atto di indirizzo e coordinamento inteso a definire le attività previste dal D. L. 180/98 e, in riferimento ad esperienze di pianificazione già effettuate, ha definito quattro classi di rischio a gravosità crescente (1=moderato; 2=medio; 3=elevato; 4=molto elevato) a cui sono attribuite le seguenti definizioni:  Moderato R1: per il quale i danni sociali, economici ed al patrimonio ambientale sono marginali;  Medio R2: per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità del personale, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche;  Elevato R3: per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale;  Molto elevato R4: per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio-economiche. ing. Costantino Puorro - [email protected] 30

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In relazione alle misure di salvaguardia per il rischio idraulico nel citato DPCM sono stati indicati i seguenti indirizzi: 1. Aree a rischio molto elevato: in tali aree sono consentiti esclusivamente gli interventi idraulici volti alla messa in sicurezza delle aree a rischio, approvati dall’Autorità di Bacino competente, tali da migliorare significativamente le condizioni di funzionalità idraulica, da non aumentare il rischio di inondazione a valle e da non pregiudicare la possibile attuazione di una sistemazione idraulica definitiva. Sono altresì consentiti i seguenti interventi a condizione che essi non aumentino il livello di rischio comportando significativo ostacolo al deflusso o riduzione apprezzabile della capacità d’invaso delle aree stesse e non precludano la possibilità di eliminare le cause che determinano le condizioni di rischio: - Gli interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, così come definiti alle lettere a), b) e c) dell’art. 31 della L. 457/78 e senza aumento di superficie o volume, interventi volti a mitigare la vulnerabilità dell’edificio; - La manutenzione, l’ampliamento o la ristrutturazione delle infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico riferiti a servizi essenziali e non delocalizzabili, nonché la realizzazione di nuove infrastrutture parimenti essenziali, purché non concorrano ad incrementare il carico insediativo e non precludano la possibilità di attenuare o eliminare le cause che determinano le condizioni di rischio, e risultino essere comunque coerenti con la pianificazione degli interventi di emergenza di protezione civile. I progetti relativi agli interventi ed alle realizzazioni in queste aree dovranno essere corredati da un adeguato studio di compatibilità idraulica che dovrà ottenere l’approvazione dell’Autorità di bacino competente. 2. Aree ad elevato rischio: in tali aree sono consentiti esclusivamente: - interventi di cui alla precedente lettera a) nonché quelli di ristrutturazione edilizia, a condizione che gli stessi non aumentano il livello di rischio e non comportino significativo ostacolo o riduzione apprezzabile della capacità d’invaso delle aree stesse ovvero che le superfici destinate ad uso abitativo o comunque ad uso economicamente rilevante siano realizzate a quote compatibili con la piena di riferimento; - Interventi di ampliamento degli edifici esistenti unicamente per motivate necessità di adeguamento igienico-sanitario, purché siano compatibili con le

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condizioni di rischio che gravano sull’intera area. A tal fine i progetti dovranno essere corredati da un adeguato studio di compatibilità idraulica; - Manufatti che non siano qualificati quali volumi edilizi purché siano compatibili con le condizioni di rischio che gravano sull’area. A tal fine i progetti dovranno essere corredati da un adeguato studio di compatibilità idraulica;

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Fig. 5 - Carta degli scenari di rischio frane “Iffi Campania” Comune di Montefredane

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TIPOLOGIA DEI MOVIMENTI FRANOSI DEL TERRITORIO DI MONTEFREDANE

TIPO DISSESTO DESCRIZIONE Scorrimento improvviso e rapido di falde di terreno lungo superfici Scoscendimento solitamente arcuate costituenti, per lo più, piani di frattura , in parte preformati. Colate di fango argilloso misto a detrito, spesso provocate da Colamento imbibimento di terreni sullo strato argilloso ad opera dell’acqua.

Per far fronte alle ipotesi connesse con il rischio idraulico è stato predisposto lo schema riprodotto in fig. 6. A tale schema viene affidato il compito di agevolare l’azione di intervento iniziale, da parte del Servizio comunale di Protezione Civile, definendo la sequenza operativa ritenuta corretta, ma che potrà essere adattata in funzione delle variabili che entrano in ciascuna situazione d’emergenza. Tutti i provvedimenti adottati devono mirare prioritariamente alla messa in sicurezza delle persone e degli animali e, subordinatamente, alla tutela dei beni pubblici e privati. In particolare si dovrà garantire: a) l’allertamento degli insediamenti interni alle golene e nelle vicinanze dell’alveo attivo; b) le verifiche sull’eventuale presenza di persone in zone a rischio (ex. Attività produttive e/o ricreative, ecc.) e relativo sgombero; c) il presidio delle opere di attraversamento stradale e della viabilità perifluviale ed emanazione di eventuali provvedimenti di limitazione temporanea del transito.

Qualora lo scenario atteso possa coinvolgere anche il territorio extragolenale, si dovrà aver cura di informare con messaggi sintetici e precisi, la popolazione e le attività produttive interessate. Per quanto concerne il secondo grande ambito del rischio idrogeologico, il RISCHIO DA FRANA, la maggior parte della porzione collinare-montana del territorio del Comune di Montefredane risulta interessato da fenomeni di micro-colate di fango argilloso misto a detriti, spesso provocate da imbibimento di terreni sullo strato argilloso ad opera dell’acqua. Particolare attenzione al territorio dovrà essere posta nei periodi immediatamente successivi ad eventi piovosi intensi e/o prolungati, spesso causa di innesco o di riattivazione di movimenti franosi. In caso di segnalazione di fenomeni gravitativi andrà immediatamente verificata la presenza di elementi esposti al rischio (fabbricati, infrastrutture a rete e/o puntuali, corsi d’acqua a rischio di occlusione, ecc.). Un’ efficace attività di prevenzione potrebbe essere costituita da una ricognizione stagionale sul territorio, da effettuarsi a fine inverno e a fine estate, per individuare eventuali situazioni predisponenti al dissesto o fenomeni in atto sul nascere. L’attività potrebbe essere svolta in convenzione con le Organizzazioni del Volontariato e le risultanze potrebbero essere portate a conoscenza degli Enti a cui è deputata la Difesa del Suolo per i provvedimenti del caso. Infine si richiama l’attenzione sull’importanza della manutenzione della rete scolante, nel favorire la piantumazione e l’inerbimento delle superfici ad elevata pendenza, in particolare laddove queste sono prospicienti a fabbricati o a tratti stradali di importanza strategica per i collegamenti. Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

INTERVENTI DA ATTUARE COSA CHI 1 Attivazione Centro Operativo Comunale e collegamenti con Sindaco, Prefettura’ Regione, ecc Responsabile comunale Protezione Civile, radioamatori 2 Evacuazione di infermi, anziani, diversamente abili dall’area Volontari Protezione interessata dall’evento calamitoso Civile, 118 3 Richiesta collaborazione ai possessori di risorse ed effettuazione di Sindaco, requisizione di strutture, mezzi e materiali Responsabile Comunale di Protezione Civile 4 Interventi tecnici sulle reti di servizio, (acqua, luce, gas, ecc.) ACS, ENEL, SIDIGAS 5 Allestimento punti di raccolta e assistenza popolazione Volontari Protezione Civile C.O.C. 6 Attivazione servizio antisciacallaggio Forze di Polizia 7 Comunicati e avvisi alla popolazione Comune 8 Valutazione prima stima dei danni Ufficio Tecnico Comunale 9 Predisposizione accoglienza soccorsi esterni e verifica viabilità Comune Prefettura 10 Eventuale ricognizione aerea Vigili del Fuoco

fig. 6

ing. Costantino Puorro - [email protected] 35 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

IV. 3 - Rischio Sismico Il concetto di “rischio” nell’ambito della prevenzione. Dalla metà degli anni Ottanta ad oggi la frequenza degli eventi disastrosi nel mondo è quasi raddoppiata; nella seconda metà del XX secolo in Italia sono morte oltre 3.700 persone, vittime di eventi legati a fenomeni alluvionali o di dissesto idrogeologico ed all’incirca altrettante in conseguenza di sismi, senza contare i danni materiali ed i danni strutturali indotti dalla cosiddetta “economia della catastrofe” con sacche di residui di stanziamenti da una parte e forti pressioni per il rifinanziamento di diversi capitoli di spesa dall’altra ed il risultato di uno stravolgimento di fatto dell’assetto economico e sociale dell’area colpita. Oltre ciò bisogna considerare i cosiddetti “costi invisibili” legati all’effetto disgregante sul tessuto sociale, con lo insorgere spesso persino di patologie mediche o di emergenze psicologico - psichiatriche. Il carattere “naturale” di molti disastri è allo stato attuale in discussione: la vulnerabilità delle comunità e degli insediamenti umani sta essenzialmente, oggi come non mai, nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente, spesso luogo di rapina più che di conoscenza e di intelligente fungibilità. Parlare nel Duemila di protezione civile ha senso solo se si focalizzano i concetti di prevenzione e di programmazione, uniti indissolubilmente ad un’adeguata conoscenza del territorio e dei rischi che su di esso incombono. Tra i fattori culturali un ruolo importantissimo - sul versante politico e strutturale - è rivestito dalla percezione del rischio da parte della popolazione: è indubbio che l’informazione alla popolazione sia di importanza fondamentale, ma studi recenti hanno anche appurato come l’indice di conoscenza appaia più legato all’indice di danno rispetto all’indice di rischio, oltre che a stime di adeguamento legate all’utilità di convivenza con la pericolosità di determinati fenomeni (come accade per esempio nella conurbazione vesuviana e flegrea). Parrebbe pertanto che da tale background percettivo non possa prescindere ogni azione formativa/informativa intrapresa dalla Pubblica Amministrazione nei confronti dei propri cittadini. La mitigazione del rischio diviene quindi una sfida affascinante fra l’accettabilità sociale di una quota ineludibile da un lato e dall’altro una percezione del rischio che si avvalga di convincimenti sempre più fondati e fondanti per l’agire personale e comunitario. Infatti, un massiccio intervento di riduzione dello scarto fra pericolo e sicurezza richiede costi elevatissimi e si mostra applicabile su larga scala solo a fattori di rischio legati alla tecnologia (installazioni nucleari, voli ed impiantistica aerea, industrie di materie nocive, ecc.); per il resto la pianificazione appare la meno onerosa - in termini economici - e la più redditizia - in termini sociali - strategia di approccio alla gestione del rischio anche su scala territoriale ridotta. Parlare di pianificazione porta a discutere di conoscenza territoriale, di programmazione, di scenari, di procedure, di analisi decisionali. In una parola, di protezione civile.

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- Definizione del rischio Gran parte delle definizioni e dei relativi commenti che seguono sono tratti da pubblicazioni che il G.N.D.T. - Gruppo Nazionale Difesa Terremoti del Consiglio Nazionale delle Ricerche - ha edito sull’argomento, così come riportati negli studi dell’Ente. I terremoti sono eventi che ogni anno incidono sull’assetto della crosta terrestre. Questi movimenti, che sono fisiologici per la Terra, si registrano quotidianamente, con intensità diverse, in tutto il mondo. I movimenti che si possono registrare sono di varie tipologie e normalmente non sono distribuiti casualmente sul territorio, ma seguono delle zone ben definite tenute costantemente sotto controllo dai sismologhi. Per calcolare l’intensità del sisma si possono usare varie scale, come la Mercalli che si basa sull’osservazione degli effetti, o con grandezze derivate dal sismogramma come la Magnitudo. Quando questi eventi si verificano sui fondali marini, il movimento può causare delle onde che si riversano sulle coste: in tal caso si parla di maremoto. Questi eventi possono essere collegati anche all’attività vulcanica. Allo stato delle conoscenze attuali, derivate dagli indici sismologici e storici degli accadimenti dall’anno 0, la massima intensità macrosismica risentita in Italia è evidenziata dalla carta qui riportata:

ing. Costantino Puorro - [email protected] 37 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

fig. 7

Qualsiasi terremoto sufficientemente forte produce tre tipi di effetti principali: sul suolo, sugli edifici e sulle persone. Il rischio è pertanto dipendente, dato un evento sismico avente prefissate caratteristiche, dall’estensione e dalla tipologia della zona interessata dall’evento, dal valore dei beni esposti e dal numero di persone coinvolte.

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La penisola italiana, come tutto il bacino del Mediterraneo, e interessata da un'intensa Attività sismica che si verifica in aree che sono state identificate come sede di equilibri dinamici tra la placca Africana e quell’Eurasiatica. Lo studio della sismicità storica ha contribuito ad individuare le regioni della nostra penisola soggette ai terremoti più distruttivi. Tutto il territorio nazionale e interessato da effetti almeno del VI grado della scala Mercalli (MCS), tranne alcune zone delle Alpi Centrali e della Pianura Padana, parte della costa toscana, il Salento e la Sardegna. Le aree maggiormente colpite, in cui gli eventi hanno raggiunto il X e XI grado d'intensità, sono le Alpi Orientali, l'Appennino settentrionale, il promontorio del Gargano, l'Appennino centro meridionale, l'Arco Calabro e la Sicilia Orientale. E in queste zone, indicate dai ricercatori come principali aree sismo genetiche, che i terremoti tendono sistematicamente a ripetersi nel tempo. Gli attuali studi non consentono ancora, tuttavia, di stabilire quando un terremoto avrà luogo, attraverso l'ausilio di fenomeni precursori a medio - breve termine. I terremoti, quindi, sono eventi naturali che non possono essere evitati né previsti. Essi sono l'espressione dei processi tettonici che avvengono nel nostro pianeta e che non sono comparabili con la vita dell'uomo né su scala temporale né riguardo alle forze che mettono in gioco. Se non e possibile mettere in atto azioni per contrastare il fenomeno terremoto – come invece può essere fatto per altri rischi - si possono avviare strategie indirizzate alla mitigazione dei suoi effetti. Queste strategie consistono in un’ampia gamma di scelte da attuare sia in fase preventiva, in tempi di normalità, che in fase di emergenza post sismica. Le più efficaci sono certamente: - la conoscenza dei parametri del Rischio: Pericolosita1, Vulnerabilita 2 ed Esposizione; - l’adeguamento degli strumenti urbanistici ai sensi delle leggi regionali e nazionali al fine di operare un riassetto del territorio, che tenga conto sia del fenomeno sismico e dei suoi effetti locali, sia della pianificazione di emergenza relativa al rischio sismico; - la riduzione della vulnerabilità degli edifici esistenti, in particolare per l’edificato più antico e di interesse storico, per i centri storici nel loro complesso, per i beni architettonici e monumentali, dando soprattutto priorità all’adeguamento di edifici strategici; - la costruzione di edifici nel rispetto delle vigenti “norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”; - la formazione del personale dell’amministrazione comunale, delle altre amministrazioni pubbliche e delle associazioni di volontariato presenti sul territorio in materia di protezione civile; - la predisposizione di un piano comunale di emergenza, in linea con le direttive provinciali e regionali, al fine di gestire gli interventi di soccorso ed assistenza alla popolazione in caso di terremoto, utilizzando le risorse locali e coordinando le azioni con le strutture provinciali, regionali e nazionali di protezione civile nel caso di evento non gestibile localmente;

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- l’informazione alla popolazione sulle situazioni di rischio, sulle iniziative dell’amministrazione e sulle procedure di emergenza, fornendo le norme corrette di comportamento durante e dopo il terremoto; - l’organizzazione e la promozione di periodiche attività addestrative per sperimentare ed aggiornare il Piano e per verificare l'efficienza di tutte le Strutture coinvolte nella "macchina" dell'emergenza.

- CLASSIFICAZIONE SISMICA DEL TERRITORIO CAMPANO: CRONISTORIA LEGISLATIVA E NORME DERIVATE

Il principale moderno provvedimento normativo italiano sul problema del rischio sismico è nato con la legge n. 64 del 2 febbraio 1974 “Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche”. In tale legge si prevedeva l’aggiornamento periodico della classificazione e delle norme tecniche costruttive in funzione di nuove conoscenze sulla genesi e sull’azione dinamica esercitata sulle strutture dall’azione sismica. I comuni dichiarati sismici erano classificati mediante decreti legislativi e ad essi era assegnato un grado di sismicità (6,9,12) ed uno Spettro di Risposta in base a dati ricavati da studi sismologici. Fino ai primi anni ’80 quindi, si continuavano semplicemente ad inserire nuovi comuni colpiti da terremoti nell’elenco dei comuni sismici e veniva assegnati loro un grado di sismicità “S” a seconda dell’intensità macrosismica. Dal grado di sismicità S, successivamente si determinava semplicemente il coefficiente di intensità sismica “c”, inteso come percentuale dell’accelerazione di gravità g, mediante una banale formula (c = S-2 / 100). Gli studi di carattere sismologico e geofisico a seguito dei diversi terremoti avvenuti in Italia, contribuirono ad un importante incremento della comprensione del fenomeno sismico e ancor più della genesi dei terremoti. Questo porto ad una proposta di una nuova classificazione sismica introdotta dal CNR, tradotta in diversi decreti. L’intera normativa antisismica nazionale non prevedeva inizialmente l’esecuzione di studi ed indagini indirizzate alla zonazione sismica di territori ristretti in ambiti comunali ed intercomunali. Oltretutto lo spettro di risposta elastico veniva determinato senza tenere gran conto delle caratteristiche geologico - sismiche del sito in esame. Tutto ciò ha costituito inizialmente un problema per gli Enti locali in fase di programmazione del territorio. La sola Macrozonazione non era cioè sufficiente a discriminare le reali condizioni di pericolosità rispetto ai terremoti. Ed in effetti, il terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980, produsse la distruzione di interi centri abitati (, , Sant’Angelo dei Lombardi, , , S.Mango, ecc.), facendo apparire in tutta la loro evidenza le errate scelte urbanistiche fino ad allora operate in chiave di protezione sismica. Apparve tanto chiara la necessità di imporre norme più restrittive che lo Stato, con l’art. 20 della Legge n. 741 del 10-12-1981, delegò alle Regioni il compito di emanare le norme per l’adeguamento degli strumenti urbanistici generali e particolareggiati vigenti, nonché i criteri per la formazione degli strumenti urbanistici ai fini della prevenzione del rischio sismico. A questo punto molte regioni tra le quali una delle prime e stata la ing. Costantino Puorro - [email protected] 40 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Campania (legge 9/83), si dotarono di proprie normative che introducevano i criteri e le indagini per la redazione di mappe di Micro zonazione comunale, per le progettazioni urbanistiche a carattere generale, e di Caratterizzazione sismica dei siti, per le progettazioni esecutive, nei comuni dichiarati sismici. A seguito, purtroppo, di recenti catastrofi, il legislatore attraverso la consulenza dei vari Gruppi di lavori sul tema, ha emanato nel 2003 nuove norme antisismiche. Le nuove norme sono state introdotte con l’Ordinanza n. 3274 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 20 marzo 2003 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale in data 08/05/2003. L’Ordinanza, contiene modifiche sostanziali in termini di riclassificazione delle zone a rischio sismico e di criteri costruttivi. L’aggiornamento contiene non solo le mappe stilate con le modifiche riportate dai vari decreti succedutosi nel tempo, ma anche una rielaborazione basata su nuovi criteri dettati dalle Commissioni istituite ad hoc. Negli ultimi anni il punto di riferimento per la valutazione della pericolosità sismica nell’area italiana e stata la zonazione sismo genetica ZS4 (Meletti et al., 2000; Scandone e Stucchi, 2000).

Gli studi più recenti in materia di sismo genesi ne hanno pero evidenziato alcune incoerenze, e hanno verificato la sua scarsa compatibilità con il catalogo dei terremoti CTPI (GdL CPTI,1999). Da un sostanziale ripensamento della zonazione ZS4, e stata quindi sviluppata nel 2004 una nuova zonazione sismo genetica, denominata ZS9, alla luce delle nuove evidenze di tettonica attiva e delle valutazioni sul potenziale sismo genetico acquisite negli ultimi anni.

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Per quanto riguarda la Campania e più in generale, l’Appennino Meridionale (zone da 56 a 64 in ZS4 e zone da 924 a 928 in ZS9), si nota che la geometria delle sorgenti è stata notevolmente modificata rispetto a ZS4. La zona 927 (Sannio – Irpinia - Basilicata) comprende l’area caratterizzata dal massimo rilascio di energia legata alla distensione generalizzata che dà circa 0.7 ma sta interessando l’Appennino meridionale. Questa zona comprende tutte le precedenti zone localizzate lungo l’asse della catena, fino al massiccio del Pollino. Il meccanismo di fagliazione individuato per questa zona e normale e le profondità ipocentrali sono comprese tra gli 8 e 12 km. La zona 57 di ZS4, corrispondente alla costa tirrenica, e stata quasi integralmente cancellata, in quanto il GdL INGV (2004) ritiene che la sismicità di quest’area non sia tale da permettere una valutazione affidabile dei tassi di sismicità e, comunque, il contributo che verrebbe da tale zona sarebbe trascurabile rispetto agli effetti su questa stessa area delle sorgenti nella zona 927. La parte rimanente della zona 57, insieme alla zona 56 sono rappresentate dalla zona 928 (Ischia - Vesuvio), che include l’area vulcanica napoletana con profondità ipocentrali comprese nei primi 5 km. Per quanto riguarda la mappa di pericolosità sismica elaborata dall’INGV (AA.VV., 2004) nella nostra Regione sono presenti 8 classi di amax, con valori che variano gradualmente tra 0.075g lungo la costa a 0.275 nell’area dell’Irpinia, ad eccezione delle aree vulcaniche Vesuvio - Ischia - Campi Flegrei dove si hanno valori mediamente compresi tra 0.175g e 0.200g.

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Classificazione sismica del territorio nazionale Anno 2003

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Dalla mappa della pericolosità si passerà alla definizione di nuove zone sismiche lasciando alle Regioni il compito di formare ed aggiornare gli elenchi dei Comuni classificati. In particolare, un criterio specificato dall’OPCM 3274 (Art 2. comma h), e quello di evitare disomogeneità nelle zone di confine tra i vari Comuni e, cosa di particolare rilevanza, quello di definire Sottozone nell’ambito dei territori comunali in relazione alla caratteristiche geolitologiche e geomorfologiche di dettaglio. Criterio quest’ultimo che e alla base della Micro zonazione del territorio comunale come gia era disposto dalle normative emanate dalla Regione Campania dalla L.R. 9/83. Una novità della classificazione sismica del 2003 consiste nella suddivisione del territorio nazionale in 4 zone omogenee cui corrisponde un’accelerazione di riferimento variabile da meno di 0,05 g nella quarta zona fino a 0,35 g nella prima zona. Come precedentemente accennato, la legislazione italiana precedente ripartiva il territorio nazionale in aree (Macrozone) Comunali sismiche di I, II e III categoria, alla quale veniva assegnato un “grado di sismicità S” pari, rispettivamente, a 12, 9 e 6. Il grado di sismicità consentiva di calcolare il “coefficiente di intensità sismica c”, con la semplice relazione: c = (S-2)/100. Questo coefficiente rappresentava la massima accelerazione (espressa in termini di accelerazione di gravita “g”) alla quale si vuole che i manufatti rispondano elasticamente. Le nuove iniziative legislative hanno non solo modificato l’assegnazione di categoria per i vari comuni ma anche i criteri di suddivisione della varie Macrozone nel territorio nazionale sia in termini di numero di zone che di accelerazione di picco al suolo per le singole zone. In realtà, come più volte sì e sottolineato, tutte tali disposizioni normative non possono però costituire ancora uno strumento di programmazione del territorio comunale in prospettiva di rischio sismico e non possono essere intese come strumento unico nella costruzione dello spettro di risposta elastico riferito al sito di dettaglio. Ad esempio, nel caso di programmazione territoriale, a livello comunale o intercomunale, e indispensabile tener conto della presenza di lineamenti strutturali attivi o attivabili dall’azione sismica (fratture, faglie) o di situazioni geomorfologiche o di altro tipo (instabilità dei versanti, fenomeni di liquefazione, particolari morfologie, ecc.) che, se gravi ed almeno in prima approssimazione, possono o no escludere un’area da destinazioni urbanistiche di tipo produttivo, residenziale, ecc.; tutte problematiche queste che vanno affrontate e valutate in sede di Micro zonazione del territorio comunale. Il territorio comunale di MONTEFREDANE (AV), a seguito della riclassificazione sismica del 2002 della Regione Campania, è classificato a Media sismicità – Zona 2.

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PARAMETRI SISMICI LOCALI Il sismostrato Il sismostrato Roccia di riferimento V 375 m/s V 1422 m/s V 3000 m/s H 1,2 m H 8,8 m

G 1,75 T/mc G 1,91 T/mc G 2,5 T/mc

Falda Pendenza versante

assente i 10 %

Rigidità Incrementi sismici Incremento sismico lito-idrologico Ro= 7500

nr= 0,806 n= 0,806

Rn= 2469 Incremento sismico morfologico

nv= 11,15

fig. 7 Classificazione sismica del 2002 dei Comuni della Regione Campania. Zona 1, valore di ag=0.35g - Zona 2, valore di ag=0.25g - Zona 3, valore di ag=0.15g.

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fig. 8 - LA VULNERABILITA’ DEGLI EDIFICI IN PROSPETTIVA SISMICA In merito alla Vulnerabilità degli edifici (pubblici, privati, strategici, monumentali, etc.) e delle infrastrutture, maggior elemento di concentrazione del rischio, dovrà essere valutata successivamente attraverso criteri con livelli di approfondimento differenti. Per quanto attiene agli edifici strategici, la valutazione delle prestazioni sotto sisma va comunque effettuata ed eventuali interventi di miglioramento/adeguamento vanno inseriti prioritariamente nei programmi ordinari o straordinari di intervento. Inoltre, un’indagine generale sulle condizioni di vulnerabilità dell’intero edificato e indispensabile ai fini della valutazione degli scenari di danno. Il livello di dettaglio di tali analisi deve essere coerente con il livello di conoscenza conseguito nelle stime degli altri parametri concorrenti. In ambito di Piano di Emergenza Comunale ci sì e limitati alla individuazione cartografica di tutti gli edifici comunali. Di seguito, vengono fornite indicazioni su alcuni degli strumenti attualmente disponibili per l'acquisizione e/o la raccolta di dati finalizzati alle analisi di vulnerabilità dell'edilizia ordinaria. Tali metodologie non sono da ritenersi esaustive e si riferiscono a livelli di conoscenza del patrimonio abitativo ricadente nel territorio comunale. Resta fermo che l’Ente Comune potrà scegliere gli strumenti che riterrà più idonei, in relazione alle risorse che intende mettere in campo ed all'accuratezza delle analisi che si prefigge.

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1. Utilizzo della base dati ISTAT attraverso opportune interpretazioni dei parametri in chiave di vulnerabilità sismica (analisi di questo tipo sono stati effettuati dal SSN); 2. Analisi speditive di vulnerabilità per comparti attraverso il "Protocollo Guidato d'Intervista" e/o altri strumenti speditivi (schede semplificate di vulnerabilità utilizzate nell'ambito di alcuni progetti LSU a cura del DPC/SSN/GNDT, analisi aerofotogrammetriche, etc.); 3. Analisi a tappeto dell'edificato attraverso l'utilizzo delle schede di 1° e di 2° livello GNDT per il rilevamento dell’esposizione e della vulnerabilità degli edifici; 4. Analisi strutturali vere e proprie sui singoli edifici. Indagini per il censimento delle reti viarie e tecnologiche, dei beni culturali (in particolare delle emergenze monumentali), delle infrastrutture produttive (in particolare degli impianti a rischio di incidente rilevante) possono essere avviate, provvedendo – qualora nell’immediato non siano possibili approfondimenti sulla vulnerabilità – almeno ad individuare i bacini di utenza e a valutare i disservizi possibili per aree di bacino riferite a rami di rete. Per tutti i sistemi a rete (elettricità, acqua, telefoni) vanno considerate almeno le interferenze con possibili frane e per le traverse interne della viabilità primaria, va tenuto conto dell’interferenza di possibili crolli di edifici prospettanti la sede viaria. In merito a quest’ultimo aspetto, dato il particolare tessuto urbano, va trattata con particolare attenzione la problematica della presenza di auto in sosta lungo le arterie stradali a sede ridotta, probabile ostacolo per il transito dei mezzi di soccorso in occasione di evento sismico. Queste possono diventare ostacoli insormontabili anche se danneggiate da eventuali crolli. Dovrà, quindi, essere garantita la viabilità in tutte le strade comunali, ed in particolare lungo la rete della Viabilità di Piano, arterie che assumeranno particolare ruolo in occasione di un evento calamitoso. Per la conoscenza in dettaglio dei possibili effetti conseguenti a tali eventi si rimanda all’esame di quanto riportato nelle Figg. 9 e 10. Per ciò che concerne la riduzione del rischio, attualmente la sismologia non è ancora grado di prevedere con sufficiente anticipo i terremoti e la previsione si fonda quasi esclusivamente su calcoli statistici; viceversa è possibile agire sotto il profilo della prevenzione, adeguando strutture e comportamenti al rischio che grava sull’area di vita abituale. In conseguenza della classificazione in 2^ zona sismica, dovranno essere eseguite verifiche sugli edifici strategici (municipio, scuole, strutture di affollamento pubblico, ecc..), al fine di accertarne la loro resistenza e quindi la capacità di garantire la continuità di servizio anche a fronte di eventi sismici di elevata intensità. Qualora vengano riscontrati limiti strutturali, dovranno essere individuate le risorse per provvedere agli interventi di adeguamento. Come per qualsiasi altro rischio, si dovrà intervenire nella formazione delle persone, insegnando i corretti comportamenti da tenere in caso di terremoto e soprattutto le principali norme di igiene abitativa, per salvaguardare l’incolumità di coloro che abitano i fabbricati (es. evitare la collocazione di mensole con oggetti pesanti sopra i letti oppure ostruire le vie di esodo).

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A seguito di eventi sismici di particolare intensità, tra le altre attività di carattere generale, è necessario:

a) procedere all’esecuzione di accurate verifiche tecniche circa la stabilità dei fabbricati destinati a pubblico affollamento, prima di riprenderne l’utilizzo; b) qualora si sospetti che l’evento sismico possa aver lesionato fabbricati prospicienti la rete viaria o manufatti stradali: attuazione di tutti i provvedimenti necessari ad assicurare la sicurezza della circolazione: chiusura ponti, deviazioni, ecc.; c) verifica delle condizioni di sicurezza per la ripresa della fornitura dei servizi di pubblico interesse alle utenze pubbliche e private: elettricità gas, acquedotto.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 49 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

fig. 9

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EVENTO SISMICO DI FORTE INTENSITA’

Effetti sul territorio e sulla popolazione:

1) elevato numero di lesioni nei fabbricati e crollo di comignoli e cornicioni; 2) alcuni feriti per traumi dovuti a crolli o conseguenti alla fuga precipitosa o per crisi cardiache; 3) sporadiche interruzioni stradali, elettriche e telefoniche a causa dei crolli; 4) incendi determinati da rotture delle condutture del gas o corto circuiti; 5) difficoltà nelle comunicazioni telefoniche per sovraffollamento chiamate; 6) popolazione in ricerca affannosa di congiunti; 7) formazione di accampamenti spontanei all’aperto o in automobili; 8) diffusione di notizie false ed allarmistiche; 9) prevedibile arrivo di soccorsi dall’esterno (con modalità e tempi variabili)

Interventi da attuare: COSA CHI A – attivazione Centro Operativo Comunale Servizio Comunale P.C. B – trasferimento della gestione dei servizi essenziali in strutture Enti vari sicure; C – Attivazione collegamenti con COM CCS SOP Regione ecc.; Servizio Comunale P.C. - Radioamatori D – presidio dei punti strategici della viabilità e regolazione del Polizia Municipale e Forze dell’ Ordine traffico; E – Allestimento dei punti di primo soccorso e assistenza medica; 118 – CRI – Associazioni di Volontariato F – soccorso ai feriti ed eventuale recupero di persone sotto le VV. F. 118 – CRI – Ass. di Volontariato macerie; G – spegnimento e/o circoscrizione degli incendi; Vigili del Fuoco H – richiesta di collaborazione ai possessori di risorse; Servizio Comunale P.C. I – rimozione delle macerie che ostacolano il transito dei veicoli; Comune – Ditte Private L – verifiche e transennamento delle zone e degli edifici pericolanti Ufficio Tecnico del Comune – Enti vari M – interventi tecnici sulle reti dei servizi (acqua – luce – gas – ecc.) Comune , Enel, ACS, Sidigas, Ditte Private N – allestimenti punti di raccolta e infopoint per la popolazione; Servizio Comunale P.C., CRI, Ass. Volont. O – requisizione di strutture, mezzi e materiali; Servizio Comunale P.C. P – attivazione servizio antisciacallaggio; Forze dell’ Ordine Q – emanazione di comunicati alla popolazione e ai mass media; Comune, Prefettura R – effettuazione di una prima stima dei danni; Ufficio Tecnico del Comune S – operazioni tese a favorire l’arrivo dei soccorsi; Comune, Provincia, Prefettura

Fig. 10

Il Servizio comunale di Protezione Civile dispone delle schede di censimento di danno a fabbricati, a seguito di eventi sismici, predisposte dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. L’ impiego di tali schede, da cui discendono le dichiarazioni di agibilità o inagibilità dei singoli aggregati strutturali, è comunque subordinato alla presenza del personale del Nucleo di ing. Costantino Puorro - [email protected] 51 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Valutazione Regionale - Servizio Sismico e del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, a cui spettano il coordinamento dell’attività. - Quadro di riferimento normativo nazionale - D.M. 14 gennaio 2008 "Norme tecniche per le costruzioni" - D.M. 14 settembre 2005 "Norme tecniche per le costruzioni" - Ordinanza n. 3467 del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 ottobre 2005 - Disposizioni urgenti di Protezione Civile in materia di norme tecniche per le costruzioni in zona sismica - Ordinanza n. 3431 del Presidente del Consiglio dei Ministri 3 maggio 2005 - Ulteriori modifiche ed integrazioni all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, recante «Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica». - Ordinanza n. 3429 del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 aprile2005 - Ordinanza n. 3316 del Presidente del Consiglio dei Ministri 2 ottobre 2004 Modifiche ed integrazioni all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, recante «Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica». - Ordinanza n. 3333 del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 gennaio 2004 Disposizioni urgenti di Protezione Civile - Ordinanza n. 3362 del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2004 Modalità di attivazione del Fondo per interventi straordinari della Presidenza del Consiglio dei Ministri, istituito ai sensi dell'art. 32-bis del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326. - Ordinanza n. 3379 del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 novembre 2004 Disposizioni urgenti di Protezione Civile - Decreto 21 ottobre 2003 Disposizioni attuative dell'art. 2, commi 2, 3 e 4, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, recante «Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica». - Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. (Testo A). - Ordinanza n. 3274 del 20/03/2003 - (G.U. n. 105 del 8/5/2003 - S.O. n. 72) "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica" - Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri 21 ottobre 2003 Dipartimento della protezione civile. Disposizioni attuative dell'art. 2, commi 2, 3 e 4, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, recante "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica" - Nota esplicativa dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20/03/2003, recante "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica" - Ordinanza n, 2788 del 12/06/1998 del Ministro dell'Interno delegato per il coordinamento della Protezione Civile: Individuazione delle zone ad elevato rischio sismico del territorio nazionale.

- Quadro di riferimento Normativo Regionale - Legge Regionale 7 Gennaio 1983, n.9 - Norme per l'esercizio delle funzioni regionali in materia di difesa del territorio dal rischio sismico. - Deliberazione di Giunta Regionale n° 5447 del 07/1 1/2002 - Aggiornamento della Classificazione Sismica dei Comuni della Campania. - Deliberazione di Giunta Regionale n° 248 del 24/1/2 003 - Circolare applicativa relativa alla strumentazione urbanistica. - Giunta Regionale della Campania, Prot. n. 1667/SP del 5/11/03 - Circolare esplicativa relativa alla disciplina sismica in vigore nella Regione Campania. ing. Costantino Puorro - [email protected] 52 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

- Deliberazione di Giunta Regionale n° 816 del 10/6/2 004 - D.G.R. n° 5447 del 7/11/2002 e D.G.R. n° 248 del 24/1/2003. Ulteriore circolare applicativa relativa alla strumentazione urbanistica - Approvazione Testo

IV. 4 - Rischio Incendi - PREMESSA Un incendio boschivo è un fuoco che si propaga provocando danni alla vegetazione e agli insediamenti umani. In quest’ultimo caso, quando il fuoco si trova vicino a case, edifici o luoghi frequentati da persone, si parla di incendi di interfaccia. Più propriamente, per interfaccia urbano- rurale si definiscono quelle zone, aree o fasce, nelle quali l’interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali è molto stretta: sono quei luoghi geografici dove il sistema urbano e naturale si incontrano e interagiscono. In questo ambito vengono presi in esame quei fenomeni di combustione che sviluppandosi in luoghi particolari (boschi, fabbricati, ecc.) possono, per intensità o estensione del fenomeno, costituire motivo di pericolosità per l’uomo e l’ambiente.

- Incendi boschivi

Le statistiche del Corpo Forestale dello Stato indicano che la maggior parte degli incendi boschivi è di origine colposa: pratiche agrarie errate (ex. bruciatura di stoppie che sfugge al controllo), abbandono di mozziconi di sigarette accesi, spesso favoriti dall’accumulo di materiale combustibile (erba, discariche, ecc.) e l’accensione di fuochi e barbecue da parte di turisti e gitanti. Un’ altra causa frequente di innesco di incendi boschivi è data dal transito ed alla sosta in aree verdi di autoveicoli, le cui marmitte catalitiche sviluppano elevate temperature, in grado di appiccare il fuoco alla vegetazione sottostante. In considerazione di quanto sopra va sottolineata l’importanza di adottare regolamenti e strumenti (sistemazione sbarre, ecc.) per impedire la circolazione dei veicoli non autorizzati in percorsi fuoristrada o nelle zone a rischio. Sul territorio comunale di Montefredane si evidenzia una suscettività agli incendi in genere moderata e ciò è testimoniato dal limitato numero di incendi registrati. I periodi di maggior pericolosità si registrano durante la stagione estiva. In tali periodi deve essere rafforzata l’azione di vigilanza sul territorio. Per far fronte agli incendi risulta ovviamente fondamentale disporre della risorsa acqua e di conseguenza in caso di emergenza si potrà far ricorso agli idranti stradali installati lungo la rete idropotabile. In tema di incendi boschivi un problema è rappresentato dalla presenza di linee elettriche; queste infatti costituiscono una causa di possibile innesco per la rottura di conduttori e di ostacolo nelle operazioni di spegnimento per il divieto di utilizzare acqua su cavi elettrici in tensione; d altra parte ing. Costantino Puorro - [email protected] 53 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

gli incendi boschivi possono essere causa di danneggiamento degli impianti. A tal proposito in caso di incendio boschivo che interessi zone attraversate da linee elettriche, è necessario avvisare l’ENEL allo scopo di valutare l’opportunità di disalimentare gli elettrodotti interessati. La prevenzione degli incendi nei fabbricati è demandata al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che provvede, laddove sono previste dalla normativa vigente, ad eseguire periodiche verifiche e a rilasciare le apposite certificazioni di nullaosta alla conduzione delle attività. Per quanto riguarda i fabbricati adibiti a civile abitazione, la gestione del rischio di incendio è comunque a carico dei proprietari e degli occupanti degli edifici e in tal senso dovrà indirizzarsi una specifica campagna di sensibilizzazione ed informazione della popolazione. Circa gli edifici pubblici, nel rispetto della normativa, è necessario che i responsabili delle attività facciano eseguire la periodica manutenzione di tutti i presidi antincendio (estintori, manichette, ecc) per garantirne l’efficienza nel tempo; inoltre si sottolinea l’ importanza del periodico addestramento antincendio del personale che vi opera. In caso di interventi di spegnimento incendi di particolare complessità (ex. incendi in centri abitati, incendi di sostanze pericolose, incendi boschivi, ) si dovrà aver cura di coinvolgere gli Enti necessari per compiere le seguenti azioni: a) Creare un cordone di sicurezza intorno all’area di intervento; b) Sgomberare la popolazione coinvolta ed allontanare i curiosi; c) Disalimentare linee ed impianti elettrici coinvolti; d) Agevolare i rifornimenti idrici e l'arrivo di eventuali rinforzi; e) Garantire un presidio sanitario sul posto, a tutela di soccorritori e cittadini.

- Il sistema di allertamento – rischio incendi In caso di incendio, intervengono le squadre di terra coordinate dalle Regioni e composte da personale regionale o, sulla base di specifici accordi di programma indicati nei piani regionali, da personale del Corpo Forestale dello Stato, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, delle Forze Armate, delle Forze di Polizia dello Stato e dai volontari antincendio boschivo. Se il fuoco è troppo esteso e il lavoro delle squadre a terra non è sufficiente, chi dirige le operazioni di spegnimento può chiedere l’intervento dei mezzi aerei in dotazione alle Regioni (soprattutto elicotteri). Se questi non sono a loro volta sufficienti, viene richiesto il concorso aereo della flotta antincendio dello Stato coordinata dal C.O.A.U. ( Centro Operativo Aereo Unificato). Il Centro Operativo Aereo Unificato pianifica e coordina le attività di volo sia in ambito nazionale che internazionale. Gli interventi all’estero della flotta antincendio dello Stato possono avvenire all’interno del Meccanismo Europeo di Protezione Civile oppure sulla base di specifici protocolli d’intesa per la cooperazione e lo sviluppo di progetti congiunti in materia di protezione civile.

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I paesi dell’Unione Europea possono avvalersi anche della cooperazione rafforzata, uno strumento che consente, anche ad un numero ristretto di Stati Membri, di presentare iniziative per approfondire e potenziare alcuni settori specifici di attività.

- Riferimenti normativi – rischio incendi La legge-quadro sugli incendi boschivi (Legge n. 353 del 2000) nasce dalla convinzione che l’approccio più adeguato per perseguire la conservazione del patrimonio boschivo sia quello di promuovere e incentivare le attività di previsione e prevenzione, anziché privilegiare la fase emergenziale legata allo spegnimento degli incendi. Le innovazioni prodotte dalla legge hanno quindi lo scopo di ridurre le cause di innesco d’incendio, utilizzando sia i sistemi di previsione per localizzare e studiare le caratteristiche del pericolo sia iniziative di prevenzione per realizzare un’organica gestione degli interventi e delle azioni mirate a ridurre le conseguenze degli incendi. La legge quadro sugli incendi boschivi affida alle regioni la competenza in materia di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi, mentre allo Stato compete una funzione di indirizzo e di coordinamento di tali attività. In particolare, al Dipartimento della Protezione civile, attraverso il C.O.A.U. - Centro Operativo Aereo Unificato, è affidato il coordinamento dei mezzi della flotta aerea antincendio dello Stato, alcuni di proprietà o noleggiati dal Dipartimento, altri resi disponibili dalle altre amministrazioni dello Stato (Esercito Italiano, Corpo Forestale dello Stato, Aeronautica Militare, Vigili del Fuoco, Marina Militare e Capitanerie di Porto). Alle Regioni compete, innanzitutto, l’attivazione delle sale operative per consentire il coordinamento dei diversi soggetti che concorrono alla lotta agli incendi e, nel caso, all’intervento di protezione civile. Spetta inoltre alle regioni attivare i piani regionali di previsione, prevenzione e d’intervento aggiornati ogni anno ed elaborati su base provinciale. Nei piani sono definite specifiche intese e accordi con il Corpo Forestale dello Stato e con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco su base locale, oltre che con la rete del volontariato.

IV. 5 - Rischio chimico e industriale Per rischio chimico si intende un’ immissione massiva incontrollata nell’ambiente di sostanze chimiche tossiche o nocive, tali da causare danni diretti o indiretti all‘ uomo, agli animali, alla vegetazione e alle cose. Il presente Piano suddivide ed analizza tre componenti di rischio: 1) il rischio chimico, connesso agli stabilimenti critici; 2) il rischio da trasporto merci pericolose su strada; 3) il rischio gas, connesso alla presenza delle infrastrutture di trasporto e distribuzione,

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- IL RISCHIO CHIMICO CONNESSO AGLI STABILIMENTI CRITICI Il rischio chimico (o chimico-industriale) deriva da attività industriali potenzialmente pericolose; si ha in presenza di attività come deposito, produzione, lavorazione o trasformazione di sostanze che per loro natura, quantità e modalità di lavorazione possono dar luogo allo sviluppo di incidenti con possibile coinvolgimento di popolazione e ambiente. Un incidente industriale è un avvenimento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione che risulta prodotto dallo sviluppo incontrollato nel corso di un’attività industriale e che comporta un pericolo per l’uomo immediato o differito, all’interno o all’esterno dello stabilimento e/o nell’ambiente, con coinvolgimento di una o più sostanze dannose. In particolare gli incidenti rilevanti sono classificati secondo le seguenti modalità di manifestazione:

• Esplosioni • Esplosione di vapori (Sfera di fuoco/BLEVE) • Incendi • Nubi di vapori infiammabili (Flash Fire) • Rilasci di sostanze tossiche

Si richiama l’attenzione sugli insediamenti industriali in cui sono presenti sostanze pericolose in quantitativi tali da poter determinare incidenti con effetti esterni o comunque potenzialmente interessanti l’ambito della protezione civile:

. Distributore carburanti In ogni caso il Servizio comunale di P.C. predisporrà uno specifico schema procedurale di attivazione in caso di emergenza, che coinvolga i Comuni limitrofi, l’Ente gestore ASI e le attività produttive potenzialmente inquinanti. - Il territorio comunale rientra nella Zona di Attenzione R=270 – R=550 dello stabilimento Meridionali Resine di Avellino, in via Pianodardine (al confine con il comune di Montefredane . Si rimanda al Piano di Emergenza Esterno Stabilimento “ME.RES” allegato.

- RISCHIO DA TRASPORTO MERCI PERICOLOSE SU STRADA Il trasporto delle merci pericolose su rete stradale e ferroviaria comporta, in generale, un rischio di incidenti; nel caso in cui le merci trasportate siano pericolose, accorre anche tener conto della possibilità di perdite o fuoriuscite di materiale con rischio di incendio, esplosioni, reazioni chimiche o danni ambientali. Il trasporto merci pericolose su strada o su ferro è regolato da accordi internazionali e direttive europee aggiornate ogni due anni, che devono essere recepite dai paesi membri. Il fenomeno del trasporto risulta molto difficile da controllare a causa dell’estrema variabilità del contesto e delle modalità in cui quest’attività si realizza, dal numero considerevole di trasporti effettuati ing. Costantino Puorro - [email protected] 56 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

giornalmente. Anche per questi motivi, oltre che per la mancanza di specifica normativa che ne imponga la raccolta, le informazioni eventualmente reperite risulteranno scarse, frammentarie e poco precise ed in conseguenza risulta difficile estendere un'indagine attendibile. Il problema principale è dunque, allo stato attuale, quello di conoscere effettivamente la distribuzione del traffico di merci pericolose (prodotti, flussi, direttrici e mezzi) nell’ottica di prevenzione e protezione e gestione delle emergenze.

- Trasporto merci pericolose su strada Gli incidenti stradali, coinvolgenti sostanze pericolose, si possono tecnicamente classificare in quattro categorie di gravità, in considerazione della tipologia dell’incidente e delle varie probabilità di evoluzione In generale, nell’ipotesi di incidente è importante riconoscere nel più breve tempo possibile la sostanza trasportata, mediante l’interpretazione dei pannelli esposti sui veicoli, ai sensi della normativa internazionale A.D.R. (pannelli rettangolari di colore arancione con numeri codificati e pannelli colorati a forma di rombo). Per ulteriori dettagli sulla problematica si veda lo schema di Fig. 11.

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Fig.11

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- ANALISI DEL RISCHIO GAS L’incidente da gas è un evento che coinvolge il gas distribuito a mezzo di reti, che interessi una qualsiasi parte dell’impianto di distribuzione e/o di impianti dei clienti finali, compresi gli apparecchi di utilizzazione, e che provochi il decesso o lesioni a persone o danni a cose. Come già descritto nel precedente punto “ Metanodotti” il territorio comunale è attraversato da una rete di gasdotti per la distribuzione ai centri abitati e agli insediamenti produttivi. Sulla base di considerazioni conseguenti a studi statistici effettuati dal Comitato Italiano Gas per conto dell’Autorità per Energia Elettrica e Gas, è stato rilevato che: • la condizione maggiormente verificatasi è il fuori servizio non programmato delle reti che provoca l’interruzione senza preavviso dell’erogazione del gas • la parte dell’impianto dove ha maggiormente l’origine l’emergenza è la parte interrata della rete di distribuzione • il tipo di evento più frequente è la rottura/danneggiamento della tubazione • le cause, più frequenti sono il danneggiamento da terzi, le calamità naturali e gli atti dolosi/volontari. E’ noto inoltre, che le condotte spesso passano in prossimità o parallelamente ai sistema fognario ed una perdita di gas può determinare la formazione di sacche nel sottosuolo che possono esplodere. Emergenze e incidenti possono pertanto verificarsi anche in situazioni apparentemente tranquille non connesse all’uso o alla presenza del gas, ma causate da infiltrazioni all’interno di locali posti al piano terra o ad abitazioni poste ai primi piani per risalita attraverso i servizi igienici. In caso di incidente rilevante si dovrà aver cura di informare l’eventuale popolazione residente sui comportamenti da assumere (in genere restare al chiuso, evitando la permanenza all’aperto sino al termine della situazione di emergenza).

IV. 6 - Rischio trasporti In questo ambito rientrano gli incidenti lungo la rete viaria , che non possono essere affrontati con le normali procedure di soccorso. Per quanto riguarda il coinvolgimento di veicoli trasportanti sostanze pericolose si rimanda a quanto descritto nel precedente Capitolo. Con l’entrata in vigore del numero unico nazionale le richieste per il soccorso sanitario vengono gestite e coordinate a livello provinciale dal personale della centrale operativa “118 - Soccorso”, che provvede ad inviare i mezzi ed il personale idoneo a far fronte alla situazione creatasi. Pertanto qualsiasi richiesta di soccorso sanitario a seguito di incidente, che dovesse pervenire a uno qualunque degli Enti operanti sul territorio comunale, dovrà essere immediatamente girata al 118.

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- Incidenti stradali rilevanti Di norma la collisione o l’uscita di strada di veicoli comporta l’ intervento congiunto di soccorso meccanico, personale sanitario, vigili del fuoco, forze di polizia, ecc. senza che per questo l’ evento rientri nell’ ambito della protezione civile. Viceversa può accadere che l’incidente abbia caratteristiche tali (ad es. numero di persone o di veicoli coinvolti, condizioni ambientali, ecc.), da rendere necessaria l’ attivazione di particolari procedure, proprie del sistema di protezione civile quali l’ assistenza alle persone bloccate, la deviazione del traffico su percorsi alternativi, ecc.. Di conseguenza nel caso che sul territorio comunale si abbiano a verificare incidenti stradali di particolare gravità (ex. tamponamenti a catena, coinvolgimento di pullman con passeggeri, ecc.) dovranno essere attivate le procedure di cui al successivo Capitolo. Al Comando della Polizia Municipale, di concerto con le altre Forze di Polizia, viene demandata la definizione dei percorsi opportuni da attivare, in riferimento allo scenario incidentale verificatosi, allo scopo di garantire prioritariamente il transito dei mezzi di soccorso e la deviazione del traffico. Ad integrazione del presente Piano, dovranno essere esaminate e pianificate le procedure da attuare, per ridurre al minimo le ripercussioni sulla transitabilità stradale, che possono derivare dal blocco della viabilità causata da gravi incidenti.

- Incidenti ferroviari Il territorio comunale é attraversato in senso Sud-Ovest/Nord-Est da un tratto di circa 1,600 Km della linea ferroviaria elettrificata ‘Avellino Benevento’ a singolo binario, con la presenza di una stazione in località Arcella.

IV. 7 - Rischio Igienico Sanitario In questa tipologia di rischio vengono fatte rientrare le problematiche conseguenti alla trasmissione di malattie infettive e diffusive nella popolazione umana e animale. Per quanto riguarda l’ambito umano va considerato il rischio dell’insorgenza di epidemie connesse al circuito oro-fecale (tifo, paratifo, salmonellosi, ecc.), che trovano veicolo di trasmissione nell’acqua e negli alimenti, in presenza di precarie condizioni igienico sanitarie. Di norma tali situazioni si riscontrano nei Paesi in via di sviluppo, ma possono determinarsi anche sul territorio italiano, a seguito di eventi calamitosi di altra natura (es. eventi alluvionali con contaminazione di suolo e/o acqua da parte di fanghi infetti o comunque inquinati). Sia le precarie condizioni igienico-sanitarie, sia la provenienza da zone affette da malattie non presenti nel nostro Paese, possono essere all’origine di focolai epidemici, che diventa indispensabile poter rilevare con tempestività. In considerazione del fatto che sono in costante aumento coloro che per vari motivi (turistici, lavorativo, ecc.) si recano in zone affette da malattie a carattere epidemico, si può ing. Costantino Puorro - [email protected] 60 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

realisticamente prevedere un incremento dei casi di persone presentanti sintomatologie da far ipotizzare un avvenuto contagio. Trattandosi di una problematica che supera le limitate competenze comunali in materia, si sottolinea l’esigenza di disporre sul territorio intercomunale di strutture sanitarie adeguate sia all’isolamento contumaciale e ove possibile al trattamento di persone affette da malattie infettive ad elevata contagiosità e virulenza, sia al contenimento degli agenti biologici responsabili della diffusione della malattia. Per quanto riguarda l’ambito animale, assume rilevanza di protezione civile l’ ipotesi dell’ insorgenza di focolai epidemici di malattie inserite nella lista “A” dell’ Organizzazione Internazionale Epizoozie (afta epizootica, pesti suine, influenza aviaria, ecc.), a motivo delle complesse problematiche di tipo igienicosanitarie ed economico che ne derivano. Le eventuali procedure operative devono essere sempre coordinate dal Servizio Veterinario dell’ASL. Tali piani, coordinati dal Comune, dovranno vedere il coinvolgimento delle Associazioni di Categoria e del Servizio Veterinario dell’ASL.

IV. 8 - Rischio prolungate di energia elettrica (black out) Se in passato le interruzioni nella fornitura di energia elettrica, provocavano limitate ripercussioni sul sistema antropico, oggi la maggior parte delle attività all’interno delle abitazioni private e dei luoghi pubblici viene inevitabilmente interrotta. Il grado di dipendenza dall’energia elettrica è stato recentemente toccato con mano da ampie zone del Paese durante il più grave black out della storia nazionale che si verificò 28.9.2003. La gravità della situazione che si determina è in genere dipendente dalla durata del black out, ma è immediato che le condizioni peggiori si hanno in orario notturno durante il periodo invernale, allorché la mancanza di energia elettrica, tra gli altri problemi, può determinare il mancato funzionamento degli impianti di riscaldamento. A titolo generale si può comunque ritenere che un’interruzione superiore alle 8÷10 ore continuative possa dar luogo a situazioni di emergenza. Si ricorda che in caso di black out prolungati è possibile che le reti di telefonia mobili abbiano dei malfunzionamenti, per il sovraccarico di chiamate oppure smettano di funzionare, a causa della mancanza di alimentazione dei ponti ripetitori. In funzione di quanto sopra risulta indispensabile che le strutture strategiche per il sistema di protezione civile, vengano dotate di generatori, in grado di garantire continuità operativa. In caso di black out prolungato il Sistema locale di P.C. dovrà compiere le seguenti azioni: ● controllo del buon funzionamento dei generatori a servizio degli edifici strategici e delle strutture di assistenza ad anziani e disabili; ● pattugliamento veicolare continuativo dei centri abitati; ● presidio della sede COC per fornire assistenza telefonica e diretta alla Cittadinanza; ing. Costantino Puorro - [email protected] 61 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

● assistenza a cittadini eventualmente assistiti a domicilio da apparecchiature mediche necessitanti di energia elettrica; ● (se necessario) richiesta di apertura ai fornitori di carburante, per garantire il rifornimento dei generatori. In caso di black out in orario serale o notturno: ● installazione di almeno un punto luce presidiato in ciascun centro abitato principale. In caso di black out durante la stagione invernale: ● eventuale trasferimento di persone ammalate o debilitate in strutture dotate di impianto di riscaldamento funzionante.

IV. 9 – Rischio ceneri Vesuvio – DGRC n. 29 del 9/2/20415 allegato 3 Il comune ricade tra la curva dei 200 kg/mq (20 cm di ceneri vulcaniche) e quella dei 100 kg/mq (10 cm di ceneri vulcaniche), o intersecati da quest'ultima riportato nell’elenco di cui alla DGRC n. 29 del 9/2/2015 allegato n. 3. In tale elenco sono riportati i comuni, esterni alla zona gialla, che possono essere interessati da ricadute significative di ceneri che possono provocare conseguenze rilevanti sui servizi e le reti (come l’intasamento delle fognature, la difficoltà di circolazione degli automezzi, l’interruzione di linee elettriche e di comunicazione). Sulla base delle curve di probabilità del 5% relative ai carichi di ceneri vulcaniche pari a 200, 100 e 50 kg/m2, sono quindi state individuate queste ulteriori aree, dove sono possibili cumuli di ceneri pari a 20, 10 e 5 cm. Il Comune dovrà prevedere a far fronte alle conseguenze provocate dall’accumulo di ceneri, con particolare riferimento alle misure necessarie a ripristinare la funzionalità di tutti i servizi essenziali.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 62 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Capitolo V CENSIMENTO DELLE RISORSE V. 1 – Censimento delle risorse La redazione del Piano di Protezione Civile Comunale, viene accompagnata dal censimento delle risorse umane, veicolari e materiali presenti sul territorio comunale ed extracomunale, in possesso di Enti Pubblici, Organizzazioni di Volontariato e Attività economiche private, di cui è stata accertata la disponibilità per concorrere ad azioni di soccorso, conseguenti ad eventi calamitosi. Tale censimento viene realizzato partendo dal presupposto che per risorsa viene inteso tutto ciò, che essendo presente sul territorio comunale, può concorrere alle fasi di previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza. Le risorse sono suddivise in:

 UMANE: personale comunale, volontariato, personale di altri enti, ecc.;  VEICOLARI: veicoli trasporto persone, trasporto animali, mezzi d opera, ecc.  MATERIALI ED ATTREZZATURE: tende, gruppi elettrogeni, motopompe, ecc.;  STRUTTURALI: fabbricati ed aree di interesse ai fini della protezione civile.

Il censimento delle risorse sarà ripetuto periodicamente, con cadenza almeno biennale. Di seguito viene fornito un riassunto schematico degli ambiti di censimento, rinviando all’esame delle singole schede per un maggior approfondimento dei dati. Prescindendo dal supporto che in situazioni di emergenza ciascun cittadino può e deve fornire in relazione alle proprie capacità, le RISORSE UMANE presenti sul territorio comunale ed immediatamente impiegabili in interventi di soccorso sono costituite da:

 Personale dipendente del Comune di Montefredane;  Personale di altri Enti Locali e Organismi pubblici (Carabinieri, Guardia di Finanza, ASL, ecc.);  Organizzazioni di Volontariato;

Per quanto riguarda le RISORSE VEICOLARI E MATERIALI, sono stati censiti tutti i veicoli in dotazione ai vari Servizi comunali, alle Strutture Operative Locali ed alle Organizzazioni di Volontariato. Similmente è stato eseguito il censimento delle attrezzature utili ai fini di protezione civile, di cui dispone il Comune, le Strutture Operative Locali e i Soggetti che già attualmente operano in regime di convenzione con il Comune di Montefredane (es. manutenzione verde pubblico, sgombero neve, ecc.) Relativamente alle RISORSE STRUTTURALI, ovvero ai fabbricati e alle aree di interesse ai fini della protezione civile, si è provveduto ad operare una distinzione tra:  EDIFICI STRATEGICI;  STRUTTURE RICETTIVE;  aree e strutture idonee alla creazione di AREE DI ATTESA PER LA POPOLAZIONE;  aree e strutture idonee alla creazione di STRUTTURE DI ASSISTENZA PER LA POPOLAZIONE; ing. Costantino Puorro - [email protected] 63 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

 AREE e strutture idonee alla realizzazione di strutture DI AMMASSAMENTO SOCCORSI;

Per EDIFICI STRATEGICI si intendono le sedi delle Strutture di Coordinamento e Pronto Intervento a cui è demandata l’ efficacia e la tempestività degli interventi di soccorso. Ovviamente è necessario che, qualora attualmente non lo siano, tutte le strutture esistenti siano poste nel più breve tempo possibile, nelle condizioni di poter assolvere pienamente ai loro compiti, anche a seguito di eventi calamitosi di rilevante intensità (adeguamenti strutturali, installazione gruppi elettrogeni, ecc.). Inoltre, si segnala l’opportunità di integrare gli edifici strategici con edifici di recente edificazione a destinazione sociale che certamente sotto il punto di vista strutturale sarebbero in condizioni di poter assolvere pienamente ai loro compiti. A tal proposito occorre valutare l’opportunità di stipulare delle convenzioni con i gestori di tali strutture che in caso di emergenza potrebbero assumere un carattere strategico. Per quanto concerne le STRUTTURE RICETTIVE, sul territorio comunale operano diverse strutture di differente natura e dimensioni, la cui disponibilità di posti letto, è variabile in funzione del periodo stagionale. Le disponibilità di posti letto di ogni singola struttura sono state riportate nelle schede allegate così da consentire adeguate valutazioni in caso di necessità. In caso di necessità è comunque possibile far riferimento anche alle strutture alberghiere di piccole e medie dimensioni ubicate nei Comuni vicini. Sono state prese in esame anche quelle strutture, che pur avendo un’ altra destinazione d’uso, presentano caratteristiche tali che, in caso di emergenza, possono essere utilizzate per l’ accoglienza di persone senzatetto. In particolare l’attenzione si è rivolta alle strutture scolastiche ed alle palestre di proprietà comunale. Circa le strutture scolastiche va ricordato che rappresentano contemporaneamente risorse, ma anche elementi esposti al rischio, in quanto l’elevata concentrazione di persone (alunni, insegnanti, personale ausiliario) fa sì che situazioni di emergenza che accadano in orario scolastico possano determinare scenari di evento particolarmente complessi. Per quanto riguarda le aree idonee ai fini di un loro utilizzo come AREE DI ATTESA e AREE DI

ACCOGLIENZA E RICOVERO PER LA POPOLAZIONE (1), si è cercato di individuarle in zone vicine alle aree residenziali, limitandone tuttavia il numero, per garantirne, in caso di necessità, un efficace e agevole presidio da parte di operatori di protezione civile. Inoltre sono stati ricercati i seguenti requisiti:  buoni collegamenti con la rete viaria principale e facile accessibilità da parte di mezzi pesanti;  servizi essenziali esistenti o facilmente allacciabili (acqua potabile, fognatura, energia elettrica, telefono);  adeguata estensione e vicinanza alla residenza abituale della popolazione da servire;  superficie pianeggiante e terreno drenato;  assenza situazioni di rischio incombente o quantomeno estremamente ridotte e limitate per tipologia;  proprietà pubblica e/o disponibilità immediata. ing. Costantino Puorro - [email protected] 64 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

______Note: (1) Le aree di attesa sono luoghi in cui deve confluire la popolazione a seguito di un evento calamitoso e dove troverà un punto informativo e di prima assistenza (bevande calde, coperte, ecc.), viceversa le aree di accoglienza e ricovero sono spazi in cui vengono allestite strutture ricettive di emergenza: tendopoli, roulottopoli, ecc.

Nelle fasi immediatamente seguenti ad un evento che determini l’evacuazione dei cittadini dai fabbricati in cui si trovano, potranno essere impiegati anche altri spazi all’aperto non attraversati da traffico veicolare, quali parcheggi, aree sportive, ecc.. Tutte le aree di attesa inserite nel Piano dovranno essere segnalate con apposita cartellonistica e tabellate in modo da favorirne l’immediata individuazione da parte della popolazione. Infine è stata valutata l’esigenza di individuare un’AREA SOCCORSI, ovvero un luogo dove far confluire personale e mezzi appartenenti ai vari Organismi di protezione civile (Vigili del Fuoco, C.R.I., Associazioni di Volontariato, Colonna mobile regionale, ecc.) e per impiegarlo come campo base delle operazioni di soccorso. In genere tale scelta assume valenza intercomunale e di conseguenza deve essere attentamente valutata e concordata con i livelli sovraordinati e con il territorio considerato. Sotto il profilo della proprietà, le aree individuate sono tutte appartenenti al Patrimonio Comunale e quindi immediatamente disponibili. Per ciascuna area è stata redatta una scheda specifica contenente i dati essenziali per il loro pronto impiego. È opportuno precisare che tutte queste aree sono in grado di ospitare strutture temporanee, quali tende, roulotte e quant’altro necessario all’ assistenza di persone evacuate, ma non necessariamente possono essere impiegate per il montaggio di moduli abitativi, in quanto tale utilizzo assume carattere di stabilità, con cambio della destinazione d’ uso delle aree stesse.

La capacità operativa di un sistema locale di protezione civile è funzione del rapporto tra:

Risorse disponibili e Esigenze operative realmente impiegabili del territorio

Il presidio del territorio comunale è garantito dai seguenti Soggetti:

 Comune di Montefredane: la fascia oraria in cui gli Uffici sono aperti ed il personale è immediatamente operativo è rappresentata dal mattino dei giorni feriali.  Polizia Municipale. L’ orario di servizio copre l’arco orario diurno (8.00-20.00).  Arma dei Carabinieri - Stazione di Montefredane. Il personale presta di norma servizio dalle ore 8.00 alle ore 20.00, ma in caso di emergenza può intervenire anche nel restante arco orario, a seguito di attivazione diretta o tramite il 112.  Organizzazioni di Volontariato locali. Non vi sono coperture di orario, ma vi è unicamente una pronta reperibilità, trattandosi di volontari che vivono sul territorio comunale o nelle immediate vicinanze.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 65 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Ad integrazione e supporto delle forze disponibili direttamente sul territorio comunale, va considerato il servizio continuativo H24 prestato dai servizi di pronto intervento ubicati ad Avellino, con i relativi tempi tecnici di intervento:

 CARABINIERI (112);  POLIZIA DI STATO (113) - Questura – Polizia stradale;  VIGILI DEL FUOCO (115);  C.O. 118 SOCCORSO (118). Per quanto riguarda la viabilità provinciale, il ricevimento delle segnalazioni e la risoluzione delle problematiche, avviene tramite il Servizio viabilità della Provincia di Avellino. La disponibilità di risorse umane è da ritenersi attualmente adeguata sia sotto il profilo numerico, sia della capacità operativa, anche in considerazione della rapida possibilità di mobilitazione di altre strutture presenti sul territorio provinciale. Sotto il profilo delle risorse strutturali (aree e superfici coperte), l’ elenco riportato nel capitolo precedente è in grado di soddisfare ampiamente le esigenze che dovessero emergere dal territorio, sia per quanto riguarda il Capoluogo, sia per le frazioni. Tuttavia si ravvisa l’esigenza di migliorare le modalità di collegamento operativo, mediante l’impiego di una rete di radiocomunicazioni, che raccordi l’azione dei vari soggetti che intervengono nella gestione dell’emergenza sul campo. Inoltre è certamente carente e inadeguata la disponibilità sul territorio comunale di impianti di illuminazione d’emergenza (fotoelettriche, torri faro, ecc.). Eventuali ulteriori carenze riguardo attrezzature impegnative sotto il profilo economico (sia di acquisto, che gestionale), che dovessero manifestarsi al completamento del censimento, potranno essere affrontate in un ottica più ampia a scala provinciale, con il concorso di tutti gli Enti preposti alla tutela del territorio e della incolumità dei cittadini.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 66 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

V. 2 - Elenco telefonico rapido dei numeri utili STRUTTURA COMUNALE QUALIFICA N. TEL./FAX CELLULARE Sindaco Arch. Valentino Tropeano 0825-672146 349-5497657 Fax 0825-672280 Segretario Dott. Magnatta M. Antonietta 0825-672146 348-2869063 Fax 0825-672280 Responsabile servizio Rag. Festa Ivo 0825-672146 348-2869062 finanziario Fax 0825-672280 Responsabile UTC Arch. Gargano Vincenzo 0825-672146 Fax 0825-672280 Responsabile Geom. Antonio Abbondandolo 0825-672146 348-2869068 protezione civile Fax 0825-672280 Responsabile Servizio Geom. Antonio Abbondandolo 0825-672146 348-2869068 Urbanistica Fax 0825-672280 Servizio ll.pp. Ing. Pasquale Pescatore 0825-672146 348-2869069 Fax 0825-672280 Polizia Municipale: Mar.llo Gaita Virgilio 0825-672146 348-2869065 Vigile Urbano Fax 0825-672280 Polizia Municipale: Mar.llo Quatrano Armando 0825-672146 348-2869066 Vigile Urbano Fax 0825-672280 Ufficio Anagrafe Sig.ra Festa Pierina 0825-672146 Fax 0825-672280 Servizio ll.pp. Ing. Pasquale Pescatore 0825-672146 348-2869069 Fax 0825-672280 Sig. Meola Romeo 0825-672146 348-4037900 Fax 0825-672280

ing. Costantino Puorro - [email protected] 67 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

ENTI LOCALI

CARABINIERI Stazione Montefredane 0825-672002 Poste e Telecomunicazioni Montefredane 0825-672109 Scuola Elementare e Media Montefredane 0825-672393 Scuola Primaria e Elementare Arcella 0825-607214 Scuola Primaria Montefredane 0825-973191 Farmacia Montefredane 0825-981452 Stazione Carburanti SHELL - Arcella Siniscalchi Alessandro 0825-607101

ENTI

Prefettura Centralino 0825 7981 Protezione Civile Avellino 0825 790440 Provincia Centralino 0825 7901 Ospedale Moscati 0825 203111 Questura Avellino 0825 206111 Irpinia Ambiente 0825 697711 ASL Avellino Centralino 0825 291111 ENEL Guasti 803 500 Procura della Rep. Avellino 0825 7971 Alto Calore Servizi Guasti 0825 7941 Guardia di Finanza Avellino 0825 32389 Sidigas Guasti 800011911 C. Forestale dello St. Avellino 0825 765501 Telecom 187 - 191 Snam 0824 835884

SERVIZI COMUNALI PRINCIPALI

SERVIZI RESPONSABILE N. TEL. / CELLULARE Medici di base Dott. Carmine Aquino 333-2430133 Dott. Ezio Gaita 348-5444079 Farmacia Flamma Dott. Flamma Ciriaco 0825-672516 347-5849771 Guardia Medica 0825- 292013 Piano di Zona Sociale Volontariato: - Protezione civile Moriano Luigi 347-4402719 Pubblica Illuminazione Sig. Pisano Oscarino 347-1596399 Servizio Cimitero Sig. Meola Romeo 348-4037900 Acquedotto pubblico”Alto Calore” Sig. Marano 348-6930057

ing. Costantino Puorro - [email protected] 68 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

MEZZI COMUNALI

Responsabile : geom. Antonio Abbondandolo 338-7347638 Deposito- Via Roma

DESCRIZIONE MARCA TARGA ANNO PANDA 4X4 FIAT DH670EP PORTER PIAGGIO DF141JD

ELENCO IMPRESE LOCALI

NOMINATIVO TITOLARE N. TEL. / CELLULARE La Sala Remigio 380-4514664 Iandiorio Sergio 389-4636009 Barile Franco 338-7646560 Fanciullo Antonio 349-3713689 Fanciullo Carmine 347-1743914 Giordano Antonio 347-1350445 Spagnuolo Gianluca 347-1644506

ing. Costantino Puorro - [email protected] 69 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

ELENCO MEDICI E INFERMIERI

NOMINATIVO PROFESSIONE N. TEL. / CELLULARE 1 Dott. Carmine Aquino Medico 333-2430133 2 Dott. Ezio Gaita Medico 348-5444079

ELENCO TECNICI LIBERI PROFESSIONISTI

NOMINATIVO PROFESSIONE N. TEL. / CELLULARE

ing. Costantino Puorro - [email protected] 70 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Capitolo VI LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE ORGANIZZAZIONE NELLA FASE OPERATIVA MODELLO D’INTERVENTO

VI. 1 – Sistema di comando e controllo Il Sindaco è Autorità locale di Protezione Civile (art. 15 L. 225/92), ed in tale veste è il responsabile del Centro Operativo comunale (C.O.C.). Coordina tutte le attività di Protezione Civile nelle fasi di prevenzione, pianificazione, soccorso, ricostruzione. Come già accennato, il ruolo e le competenze del Sindaco, quale Autorità di Protezione Civile, sono disciplinate dalla normativa vigente in materia (art. 15 comma 3 e 4 della Legge n. 225 del 24 Febbraio 1992 “competenze del Comune ed attribuzioni del Sindaco”). Il Sindaco, nell'ambito del proprio territorio comunale dirige e coordina i soccorsi e le operazioni di assistenza alla popolazione interessata da eventi calamitosi, provvede ad organizzare gli interventi necessari dandone immediatamente comunicazione al Prefetto e al Presidente della Giunta Regionale, inoltre provvede ad informare la popolazione sui rischi cui il territorio è esposto, sulle procedure previste dal piano d'emergenza e sulle attività in corso in caso di evento. Quando si verifica una situazione di emergenza, il Sindaco, tenendosi in continuo contatto con Regione, Prefettura, Provincia, Comunità Montana e Comuni limitrofi, deve comunque provvedere:  All’immediata attuazione delle procedure operative del Piano di Protezione Civile comunale, mediante l’impiego dei mezzi predesignati disponibili localmente per il soccorso immediato di eventuali vittime e per la raccolta e l’invio in ospedale dei feriti;  Ad urgenti accertamenti sullo stato della rete viaria;  Al trasferimento delle popolazioni colpite dalla calamità verso le Aree di Attesa dove verrà prestata assistenza alle persone evacuate;  Al prelevamento degli attrezzi, macchine, materiali e strumenti vari a disposizione del Comune e alla loro razionale distribuzione alle squadre di soccorso; A predisporre, d’intesa con le Autorità competenti e con gli organi della Polizia Municipale, dei Cancelli lungo le vie di accesso ai luoghi sinistrati e alla delimitazione di queste ultime;  All’immediata utilizzazione delle Aree di Ricovero da adibire a temporaneo ricovero di persone, provvedendo ad avviarvi i cittadini provenienti dalle zone colpite. Qualora le Aree di Ricovero risultino insufficienti, segnalerà alla Regione ed al Prefetto il fabbisogno di tende da campo e altre unità alloggiative di emergenza. ing. Costantino Puorro - [email protected] 71 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Al momento dell’emergenza, quando questa è fronteggiabile a livello comunale (art. 2, comma 1, lettera a, della L. 225/1992, art. 6 comma 1 lettera a L. R. 67/2003), il Sindaco, nell’ambito del proprio territorio, coadiuvato dal Servizio locale di Protezione Civile, attiva il Centro Operativo Comunale (C.O.C.). Qualora l’emergenza non possa essere fronteggiata mediante gli interventi attuabili dal Comune, il Sindaco richiede l’intervento del Prefetto e della Regione secondo i criteri di sussidiarietà ( art. 15, comma 4 L. 225/92). Il Prefetto a sua volta richiede l’intervento del Dipartimento di Protezione Civile che assume il controllo e la gestione dei soccorsi.

VI. 2 – Centro operativo comunale (C.O.C.) Il Sindaco si avvale del Centro Operativo Comunale per la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e d i assistenza alla popolazione colpita. Il Centro Operativo Comunale sarà ubicato nei locali della Scuola di via Roma. A seguito di un evento calamitoso o nell’incombenza del medesimo, il Sindaco provvede immediatamente a dare notizia dell’accaduto e dei provvedimenti assunti al Prefetto di Avellino, al Presidente della Provincia e al Presidente della Giunta Regionale della Campania. Per tutta la durata dello Stato di Emergenza, il Sindaco, o il suo delegato, dovrà essere presente nel C.O.C. o comunque essere immediatamente reperibile sul territorio comunale. Valutata la cessazione delle situazioni di rischio in atto o incombente, il Sindaco provvede a revocare l’ attivazione del Piano di Emergenza, dando immediata comunicazione del cessato allarme al Prefetto di Avellino, al Presidente della Provincia di Avellino e al Presidente della Giunta Regionale della Campania. Il Sindaco si avvale del Centro Operativo Comunale in particolare nel coordinamento delle seguenti operazioni: a) apprestamento dei servizi di controllo e monitoraggio del territorio con squadre miste (volontari, personale dipendente, ecc.), sotto il coordinamento delle Autorità competenti; b) diramazione di avvisi e di messaggi di allarme alla popolazione a mezzo di punti informativi fissi e mobili e pattuglie delle forze di polizia; c) delimitazione delle aree a rischio e istituzione dei cancelli (posti di blocco); d) in caso di rischio per la pubblica incolumità, verifica prioritaria delle condizioni delle persone necessitano di particolare assistenza: anziani soli, portatori di handicap, ecc.; e) controllo della rete viaria ed emanazione di ordinanze per la regolamentazione del traffico sulla viabilità pubblica e privata; f) allertamento dei possessori di risorse per la pronta disponibilità delle stesse; g) emanazione dei provvedimenti necessari per ottenere la disponibilità di aree e strutture da adibire all’ammassamento dei soccorritori e all’accoglienza di persone, animali e beni evacuati e loro predisposizione e allestimento; ing. Costantino Puorro - [email protected] 72 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

h) soddisfacimento delle esigenze di tipo sanitario, socio-assistenziale e igienico, mediante il coinvolgimento di strutture pubbliche e private; i) distribuzione di generi alimentari, acqua potabile, vestiario, coperte, ecc. alle persone sinistrate e garanzia di assistenza e segretariato sociale alle stesse; l) (se attivati) periodica informazione al CCS (Centro Coordinamento Soccorsi) e all’ eventuale COM (Centro Operativo Misto) capoarea, circa l’andamento della situazione e sui provvedimenti adottati o in via di adozione.

VI. 3 – Comitato di Protezione Civile

Presidente 0825-672146 SINDACO Arch. TROPEANO Valentino Responsabile ordine pubblico 349-5497657 Coordinamento funzioni Geom. ABBONDANDOLO 0825-672146 Responsabile protezione civile Antonio e Responsabile COC 348-2869068

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NOMINATIVO FUNZIONI STRUTTURA

Dott. MAGNATTA M. Antonietta Segretaria Comune Geom. ABBONDANDOLO Responsabile protezione Ufficio Tecnico Comunale Antonio civile Comandante Stazione Mar.llo GUARINO Francesco Arma Carabinieri Carabinieri Sig. QUATRANO Armando Ufficio Polizia Municipale Polizia Municipale Responsabile ASL Responsabile ASL ASL AV2 Responsabile Ufficio Rag. FESTA Ivo Finanziario, Anagrafe e stato Comune civile Geom. MAZZAROTTI Pellegrino Telecomunicazioni Geom. ABBONDANDOLO Antonio Logistica (materiali e mezzi) Ufficio Tecnico Comunale Ass.re AQUINO Marcello Assistenza alla popolazione Protezione Civile Volontariato - gruppi Sig. MORIANO Luigi Vol. Prot. Civ. comunali Servizi essenziali ed attività Sig. MEOLA Romeo Comune scolastica

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VI. 4 – Funzioni di supporto

L’ efficace svolgimento delle operazioni di cui sopra, é favorito dall’ istituzione delle seguenti funzioni di supporto, in accordo con il Metodo Augustus, ciascuna coordinata da uno specifico referente (Vedi Tabella) o suoi delegati: 1. Tecnico scientifica e pianificazione; 2. Sanità e Assistenza Sociale e veterinaria; 3. Volontariato; 4. Materiali e Mezzi; 5. Servizi essenziali ed attività scolastiche; 6. Censimento danni a persone e cose; 7. Strutture operative locali - Viabilità; 8. Comunicazioni; 9. Assistenza alla popolazione.

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- FUNZIONE 1: TECNICO-SCIENTIFICA E PIANIFICAZIONE

Tale funzione é coordinata da______dall’ Ufficio Tecnico Comunale e deve garantire il coordinamento tra le componenti tecniche e scientifiche, di carattere pubblico e/o libero professionale, coinvolte nella gestione della situazione di emergenza attesa o in atto. Gli interventi di soccorso tecnico urgente sono assicurati dai Vigili del Fuoco, in collaborazione con i tecnici del Comune e delle Aziende incaricate per gli interventi sulle reti di servizio. I compiti logistici relativi a questa funzione sono affidati prioritariamente al Personale del Comune, delle Organizzazioni di Volontariato ed eventualmente al Personale fornito da Ditte private. A questa funzione viene fatta riferire la problematica della tutela dei beni culturali (chiese, monumenti, ecc.), previo coinvolgimento delle Autorità preposte.

- FUNZIONE 2: SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA

Il coordinamento della funzione è affidato al Dott. AQUINO Carmine competente per i servizi sociali del Comune, in stretto raccordo con i Funzionari designati dall’Azienda Unità Sanitaria Locale. Le Associazioni del Volontariato Sanitario curano, in stretto coordinamento con la Centrale Operativa 118, il servizio di Pronto Soccorso e Assistenza Sanitaria, avvalendosi eventualmente del concorso del personale sanitario e sociale che opera sul territorio comunale. Inoltre provvedono a verificare lo stato di salute delle persone anziane sole o affette da gravi patologie. Gli operatori del servizio di assistenza sociale e assistenza domiciliare, coordinati dal Responsabile dei Servizi Sociali del Comune, provvedono a verificare le condizioni di salute delle persone assistite inserite in apposito elenco periodicamente aggiornato. Il Responsabile dei Servizi Sociali del Comune verifica la situazione nelle strutture comunitarie per anziani e disabili operanti sul territorio e ne accerta la piena funzionalità, recependo la segnalazione di eventuali problematiche conseguenti all’ emergenza. Tra i compiti della funzione vi è quello di assistere la popolazione sotto il profilo psicologico. A tal riguardo saranno impiegate le competenze specifiche di psicologi dell’ASL, assistenti sociali e operatori qualificati delle strutture per anziani, allo scopo di recuperare e mantenere l'equilibrio e la continuità psicologica della Comunità durante le situazioni di emergenza. Organizza il P.M.A. (Posto Medico Avanzato) per l’assistenza ai feriti gravi o comunque con necessità di urgenza medico-infermieristica, attivato all’interno del C.O.C. ed assicurato da Medici ed Infermieri professionali.

- FUNZIONE 3: VOLONTARIATO

Il coordinamento della funzione è affidato al sig. MORIANO Luigi ed alla persona del Comune, all’uopo incaricata dal Sindaco. ing. Costantino Puorro - [email protected] 76 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Il coordinamento sarà svolto sia nei confronti delle Organizzazioni locali, sia di eventuali Organizzazioni esterne al territorio comunale, che dovessero giungere in supporto alle operazioni di soccorso. I compiti delle Organizzazioni di Volontariato in emergenza, dovranno essere, per quanto possibile, preventivamente individuati in tempo di pace, in relazione alla natura e alle tipologie dei rischi da affrontare, ed alle caratteristiche operative e alle dotazioni strumentali a disposizione di ciascuna Organizzazione.

- FUNZIONE 4: MATERIALI E MEZZI

Il coordinamento della funzione viene affidato al Geom. ABBONDANDOLO Antonio dell’Ufficio Tecnico Comunale. Tale funzione deve essere supportata dal censimento delle attrezzature e dei veicoli in possesso del Comune, di Organizzazioni di Volontariato, di Circoli ricreativi, di Ditte, ecc. e che, in caso di emergenza, possono essere messe a disposizione del coordinamento locale di protezione civile. Il censimento in questione deve essere periodicamente aggiornato. Nel caso in cui la richiesta di attrezzature, veicoli e/o strutture non possa essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco rivolge specifica richiesta di supporto alla Prefettura e alla Regione.

- FUNZIONE 5: SERVIZI ESSENZIALI ED ATTIVITA’ SCOLASTICHE

Il coordinamento della funzione è affidato al Geom. MAZZAROTTI Pellegrino e al Geol. MAZZAROTTI Carmine. A questa funzione fanno riferimento i fornitori dei servizi essenziali erogati sul territorio comunale: elettricità, acqua, gas, telefonia, nettezza urbana, ecc.. L’impiego del personale addetto al ripristino delle linee e/o dei servizi è comunque coordinato dalle rispettive strutture di riferimento, eventualmente rappresentate all’interno del C.O.C. All’ occorrenza saranno stipulate con le stesse specifiche Convenzioni in materia di Protezione Civile. Coerentemente con le risposte assistenziali fornite alla popolazione, questa funzione, di concerto con le competenti Autorità, si occuperà delle modalità atte a garantire la ripresa e/o la continuità delle attività scolastiche. In caso di emergenze prolungate nel tempo dovranno essere garantite le condizioni e le strutture per lo svolgimento delle attività sociali di base per adulti e bambini: luoghi di aggregazione, spazi per l’ attività ricreativa e sportiva, luoghi per il culto, ecc., unitamente a servizi di animazione.

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- FUNZIONE 6: RILEVAMENTO DANNI

Il responsabile della funzione, individuato nel tecnico Geom. MAZZAROTTI Pellegrino, deve coordinare le operazioni di censimento dei danni a:

 persone (di concerto con la funzione Sanità e Assistenza Sociale);  edifici pubblici e infrastrutture pubbliche;  edifici privati;  attività produttive; servizi essenziali; opere di interesse culturale, storico, artistico;  agricoltura.

Per il rilevamento dei danni, il coordinatore della funzione si avvarrà del contributo diretto e delle relazioni predisposte da tecnici appartenenti a:  Ufficio Tecnico Comunale; Corpo Nazionale Vigili del Fuoco;  Tecnici qualificati appartenenti a Enti, Amministrazioni pubbliche, Organizzazioni di Categoria e Organizzazioni del Volontariato di Protezione Civile.

- FUNZIONE 7: STRUTTURE OPERATIVE LOCALI, S.A.R. – TRASPORTI, CIRCOLAZIONE E VIABILITA’

Il Coordinamento viene affidato al mar.llo QUATRANO Armando del Corpo di Polizia Municipale, il quale si rapporterà con il Comando Carabinieri competente per territorio e con le altre Forze dell’Ordine Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Provinciale, Corpo Forestale dello Stato. Le Forze dell’Ordine curano, con proprio personale, il mantenimento dell’ordine pubblico, il servizio di prevenzione antisciacallaggio e la disciplina del traffico, presidiando prioritariamente i nodi stradali strategici individuati nella pianificazione di dettaglio, al fine di garantire la percorribilità della rete viaria principale. Organizza il pronto intervento delle squadre S.A.R. (Search and Rescue), per la ricerca ed il soccorso dei dispersi, attivate all’interno del C.O.C. ed assicurato da Vigili del Fuoco, Personale Medico e Volontari.

- FUNZIONE 8: TELECOMUNICAZIONI

Il coordinamento della funzione è affidato al Geom. MAZZAROTTI Pellegrino in collaborazione con i radioamatori. Questa funzione ha lo scopo di garantire la continuità delle comunicazioni anche in caso di eventi calamitosi di notevole intensità. La rete si avvarrà prioritariamente di linee telefoniche (sistemi via cavo e cellulari) e frequenze radio. Nella funzione è previsto il concorso di volontari dell’ Associazione Carabinieri in Pensione (se presente sul territorio) e di eventuali altre Organizzazioni di

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radioamatori e di operatori dei vari Enti che interverranno nell’emergenza (Vigili del Fuoco, Carabinieri, ecc.). In particolare nell’ imminenza di situazioni di emergenza con preannuncio o durante un emergenza conclamata, in stretto raccordo con il Sindaco, verrà curata la gestione dei rapporti con gli organi di informazione: radio locali, televisioni, giornali. Nel contempo questa funzione dovrà assicurare l’ informazione diretta dei cittadini, mediante l’emanazione di comunicati e avvisi alla popolazione, a mezzo altoparlanti mobili, affissione di manifesti ed appelli attraverso emittenti radio televisive locali . Il contenuto delle informazioni dovrà consentire alla Cittadinanza di conoscere: a) quanto potrà accadere o quanto già accaduto; b) la probabile evoluzione della situazione; c) le norme di comportamento in termini di auto-protezione; d) le modalità da seguire per collaborare alle operazioni di soccorso.

A questo scopo i testi dovranno essere semplici, concisi e precisi, evitando di fornire indicazioni parziali o interpretabili soggettivamente, da cui potrebbero sorgere voci incontrollate e l’eventuale formazione di meccanismi di panico. A tal proposito potrà essere opportuna la collaborazione di uno psicologo esperto in psicologia dell’emergenza, operante presso una struttura sanitaria pubblica o aderente ad una Organizzazione di Volontariato specializzata nel settore.

- FUNZIONE 9: ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE

La funzione è affidata all’assessore AQUINO Marcello, che dovrà provvedere all’assistenza delle persone anziane, bambini e soggetti portatori di Handicap, e, disporre del quadro delle disponibilità di alloggiamento e può supportare le Autorità competenti nell’emanazione degli atti necessari per la messa a disposizione degli immobili e/o delle aree. Per fronteggiare le esigenze della popolazione, a seguito di un evento calamitoso, devono essere valutate le risorse abitative e ricettive, unitamente all’ individuazione delle aree da impiegare per l’allestimento di strutture di emergenza (es. tendopoli, roulottopoli, ecc.). Inoltre dovranno essere trovate le soluzioni ottimali per assicurare il soddisfacimento dei bisogni elementari delle persone assistite: alimentazione, servizi igienici, ecc. All’ Ufficiale di Anagrafe è demandata la disponibilità di informazioni circa la popolazione residente e l’aggiornamento dello stato civile.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 79 0825-672146 RESPONSABILE DEL COC Geom. ABBONDANDOLO Ufficio Tecnico Comune di Montefredane 348-2869068 Antonio 0825-672280 fax STRUTTURA COMPITO FUNZIONI DI FUNZIONI DI SUPPORTO NOMINATIVO SUPPORTO - geom. Mazzarotti Pellegrino; Tecnico Scentifica, 1 Tecnico Scentifica, Pianificazione - geom. Abbondandolo 1 Antonio; Pianificazione - ing. Pescatore Pasquale di Montefredane 2 Sanità e assistenza sociale Dott. AQUINO Carmine 2 Sanità e assistenza sociale

Gruppo di Volontariato- gruppi 3 Volontariato- gruppi comunali Sig. MORIANO Luigi 3 volontariato locale comunali Comune di Geom. ABBONDANDOLO 4 Materiali e mezzi Montefredane 4 Materiali e mezzi Antonio

. Geom. MAZZAROTTI Servizi essenziali ed attività 5 Servizi essenziali ed attività scol. Pellegrino; 5 . Geol. MAZZAROTTI scol. Carmine Geom. MAZZAROTTI 6 Censimento danni Pellegrino; 6 Censimento danni

Polizia Municipale Strutture operative locali- Strutture operative locali- trasporti Sig. QUATRANO 7 7 trasporti circolazione e circolazione e viabiltà Armando viabiltà Geom. MAZZAROTTI 8 Telecomunicazioni Pellegrino; 8 Telecomunicazioni

Comune di 9 Assistenza alla popolazione Ass.re AQUINO Marcello 9 Assistenza alla popolazione Montefredane LA STRUTTURA DEL C.O.C. ED I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO VI. 5 – Sala Operativa

La Sala Operativa e la sede del COC sarà ubicata nei locali della Scuola di via Roma. Qualora la Sala operativa prefissata non fosse raggiungibile o utilizzabile, il coordinamento delle operazione di soccorso potrà essere trasferito presso altre strutture di pari funzionalità, ubicate nel Comune di Montefredane. In tal caso dovrà essere garantita la presenza di locali adiacenti, ma separati tra loro, in grado di ospitare riunioni di coordinamento, garantire la continuità dei collegamenti con l’esterno ed infine, consentire la gestione delle situazioni di emergenza. Nella sala operativa comunale dovranno essere presenti le seguenti dotazioni minime: a) adeguato numero di linee telefoniche e fax, oltre alla disponibilità di almeno tre telefoni cellulari operanti su diverse bande di trasmissione e possibilmente con differenti gestori di telefonia mobile; b) apparati radiotrasmittenti operanti sulle frequenze in concessione alla Polizia Municipale, e sulle frequenze assegnate all’attività di protezione civile; (Ricetrasmettitore CB, operante sul canale 7 con banda di frequenza di 27,035 mHz, con alimentatore di rete e batteria di Backup 12 V e 7,2 AH) da attivare. c) postazioni informatiche collegate tramite Internet e Intranet con gli Uffici comunali e con gli altri Soggetti che costituiscono il Sistema locale e regionale della Protezione Civile; d) apparecchiature da ufficio: fotocopiatrice, fax, scanner, ecc.; e) cartografia territoriale e di emergenza del Comune di Montefredane e dei territori limitrofi f) elenchi nominativi e telefonici (periodicamente aggiornati) di:  Struttura amministrativa;  Personale comunale;  Enti e strutture con cui coordinare gli interventi;  Cittadini e attività economiche situati in aree potenzialmente a rischio;  Strutture comunitarie e singole persone bisognose di particolare assistenza, cui assegnare priorità nelle operazioni di soccorso;  Possessori di risorse; g) modulistica di emergenza. La Sala Operativa deve essere in grado di garantire un continuo flusso di informazioni e notizie in entrata e in uscita, per tutta la durata dello stato di attivazione, a seguito di situazioni di emergenza. Il Comune provvederà a dotarsi di adeguati sistemi (generatore, batterie tampone, gruppo di continuità), per far fronte a carenze temporanee o prolungate della fornitura di energia elettrica nella Sede Municipale, nella Sala Operativa e nella rete dei ripetitori radio.

VI. 6 - Aree di emergenze Il Sindaco, in caso di evento calamitoso, quale autorità di Protezione Civile ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione. A tal proposito sono state individuate Aree di emergenza, a fini di Protezione Civile. Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Nel presente Piano sono individuate le Aree di emergenza e precisamente le Aree di Attesa e di Ricovero per la Popolazione, Aree di ammassamento dei soccorritori, le quali hanno le caratteristiche indicate di seguito.  Le Aree di Attesa per la popolazione sono luoghi di prima accoglienza, in esse, la popolazione, potrà essere tempestivamente assistita dalle strutture della Protezione Civile, ricevendo le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto, in attesa dell'allestimento delle Aree di Ricovero. Sono stati utilizzate piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici ritenuti idonei e non soggetti a rischio (frane, o crollo di strutture attigue, ecc.), raggiungibili attraverso un percorso possibilmente pedonale. Il numero delle Aree di Attesa è stato individuato in funzione della capacità ricettiva degli spazi disponibili e del numero degli abitanti presenti nel quartiere o frazione.

Le Aree di Ricovero per la popolazione individuano i luoghi in cui saranno allestite strutture

in grado di assicurare un ricovero temporaneo per coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. Hanno dimensioni sufficienti secondo le necessità e per poter eventualmente accogliere delle tendopoli e servizi campali. Sono state individuate aree non soggette a rischio (di frane, di eventuali crolli, ecc.), ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche e ricettive per lo smaltimento di acque reflue. Tali aree sono state poste, dove possibile, in prossimità di un nodo viario o comunque facilmente raggiungibile anche da mezzi di grandi dimensioni.

 Le Aree di ammassamento dei soccorritori sono aree di facile accesso, non soggette

all’evento in atto e sufficientemente ampie per l’ammassamento dei primi aiuti alla popolazione. Le Aree di ammassamento dei soccorritori sono state individuate sulla cartografia di piano, al fine di garantire uno spazio vitale per i soccorritori.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 82 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

AREE DI ATTESA PER LA POPOLAZIONE (Vedi TAV. allegate)

Colore verde

AREE DI ATTESA PER LA POPOLAZIONE NUMERO UBICAZIONE 1 P.zza Municipio 2 Piazzale Cimitero 3 Largo A. Iandiorio 4 Largo L. Amabile 5 Via P. Pio 6 Via Rociole 7 Via Roma (Località S. Antonio) 8 Piazzetta Perrizzoni 9 Area Villa Comunale Fraz.ne Arcella 10 P.zza Chiesa S. Lucia – Fraz.ne Arcella 11 Piazzetta Alimata

AREE DI RICOVERO PER LA POPOLAZIONE (Vedi TAV. allegate)

Colore rosso

AREE DI RICOVERO PER LA POPOLAZIONE NUMERO UBICAZIONE 1 CAMPO SPORTIVO 2 CAMPO CALCETTO ALIMATA 3 VILLA COMUNALE ARCELLA

ing. Costantino Puorro - [email protected] 83 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

AREE DI ATTESA, DEPOSITO E AMMASSAMENTO SOCCORRITORI E LOGISTICA COMUNALE (Vedi TAV. allegate)

Colore giallo – blu

Colore magenta

AREE DI AMMASSAMENTO SOCCORRITORI LIGISTICA COMUNALE COORDINATE WSG 84- UTM 33 NUMERO UBICAZIONE Lat. Nord Long. Et 1 Ex Scuola El.re via Roma 40,962344° 14,812136° 2 P.zza Cimitero 40,963037° 14,812081° 3 Campetto Calcetto via Roma 40,963037° 14,812081°

VI.7 - Informazione alla popolazione E’ fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate dall’evento conosca preventivamente:

Le caratteristiche essenziali del rischio esistente sul proprio territorio;

Il Piano Comunale di Protezione Civile;

Le norme di comportamento prima, durante e dopo l’evento: è importante conoscere la

localizzazione delle Aree di emergenza e i percorsi da seguire in caso di evento calamitoso. Ogni persona deve conoscere le aree di attesa dove recarsi subito dopo l’evento o con evento in atto, attraverso i percorsi indicati. Nelle Aree incontrerà personale della Protezione Civile a cui fare riferimento.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 84 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Capitolo VII GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI EMERGENZA

VII. 1 – Tipologia dell’evento - Evento localizzato Al verificarsi di una situazione di emergenza localizzata in un punto qualsiasi del territorio comunale (incidente stradale, incendio, ecc.), la notizia di norma perviene alle Centrali Operative provinciali del 112 (Carabinieri), 113 (Polizia di Stato), 115 (Vigili del Fuoco), 118 (Soccorso) o alla Centrale Operativa della Polizia Municipale, a seguito di telefonata da parte di uno o più cittadini testimoni diretti o indiretti dell’ evento. Come da procedure proprie definite da ciascun Ente, l’ operatore della Centrale Operativa che riceve la chiamata, avrà cura di raccogliere il maggior numero di informazioni utili, allo scopo di verificare l’ accaduto e ricostruire uno scenario completo e il più aderente possibile alla realtà. Contestualmente saranno avviate le attività di soccorso e ricognizione sul territorio.

- Evento diffuso Nell’ipotesi di un evento calamitoso ad ampia diffusione (terremoto, nubifragio, ecc.), verosimilmente esso verrà avvertito direttamente sia dal personale in servizio nelle varie Centrali Operative, sia da buona parte della popolazione, di conseguenza la segnalazione avviene in tempo reale. Pertanto dovrà essere immediatamente predisposto un servizio di ricognizione e monitoraggio coordinato del territorio da parte di tutte le Strutture operative (tra cui quelle del Comune), allo scopo di individuare la presenza di eventuali situazioni che necessitano di interventi di soccorso.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 85 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

ing. Costantino Puorro - [email protected] 86 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

VII. 2 – Procedure di allertamento - Allertamento da Centrale Operativa Una volta accertata la veridicità dell’ informazione, l’ operatore di centrale che ha ricevuto la segnalazione si troverà di fronte ad una situazione di emergenza che: a) può essere affrontata con le usuali procedure di soccorso; b) presenta caratteristiche di eccezionalità, che rendono necessario l’ attivazione di uno specifico coordinamento di protezione civile. Nella prima ipotesi (situazione di emergenza affrontabile con le normali procedure di soccorso) il Responsabile della C.O. procede come da protocolli operativi: invio ambulanza, richiesta disciplina traffico, ecc., coinvolgendo gli altri Enti a ciò preposti (118 VV.F., ecc.). Nella seconda ipotesi (situazione di emergenza non affrontabile con le normali procedure di soccorso), oltre ad inviare i primi soccorsi, il Responsabile della C.O., avverte immediatamente gli altri Enti preposti al soccorso e il Sindaco del Comune di Montefredane (o suo delegato), il quale darà le disposizioni per l’ avvio della sequenza di attivazione del Piano di emergenza.

- Allertamento da strutture operative del Comune Qualora uno degli Organi tecnici del Comune operante sul territorio (Polizia Municipale, Servizi Tecnici, ecc.) entri in possesso di informazioni dirette o indirette, riguardanti eventi calamitosi in atto o incombenti, è tenuto a diramare immediatamente l’ allarme agli Organismi tecnici competenti (Vigili del Fuoco, 118, ecc.). Contestualmente dovrà avvertire immediatamente della situazione il proprio Dirigente Responsabile, oppure contattare le strutture comunali al momento reperibili. Da questi verrà attivata la procedura di attivazione del Piano di emergenza. - Auto-allertamento Indipendentemente dal ricevimento di una telefonata di allertamento, chiunque, in forza alla Amministrazione Comunale (amministratori o personale dipendente), venga a conoscenza che sul territorio si è verificata una situazione di emergenza di particolare gravità, è tenuto a prendere contatto con i propri Dirigenti responsabili al fine di concordare eventuali modalità di attivazione. Inoltre, coloro che rivestono ruoli di responsabilità e/o coordinamento, sono tenuti a recarsi immediatamente o comunque nel più breve tempo possibile, presso la sede prescelta per l’ attivazione della Sala Operativa. Qualora appartenenti alle Organizzazioni di Volontariato si trovino sul luogo al momento del verificarsi di un evento calamitoso, nell’ assoluta impossibilità di avvisare le competenti pubbliche Autorità, possono intervenire per affrontare l'emergenza, fermo restando l’ obbligo di dare immediata notizia dei fatti e dell’ intervento alle Autorità di protezione civile cui spetta il coordinamento e la direzione degli interventi di soccorso.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 87 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

VII. 3 - Attivazioni Il Sindaco, o suo delegato, in base alla valutazione delle situazioni di rischio direttamente ravvisate o a seguito di specifica richiesta da parte dell’ U.T.G. Prefettura o della Regione, attiva il Piano di Emergenza e:

 assume il coordinamento delle attività di soccorso ed assistenza della popolazione in

ambito comunale;

 attiva il C.O.C., convocandone l’ area strategica e i referenti della sala operativa, secondo

criteri di gradualità, in relazione ai diversi livelli (fasi) di allertamento: ATTENZIONE, PREALLARME, ALLARME-EMERGENZA. Di seguito vengono illustrate le fasi e conseguentemente le azioni da svolgere, nell’ ipotesi di un evento generico caratterizzato da preannuncio.

 FASE DI NORMALITA’  FASE DI ATTENZIONE  FASE DI PREALLARME  FASE DI ALLARME - EMERGENZA FASE DI NORMALITA’

COMUNE - STRUTTURE OPERATIVE Gestione normale delle attività di ufficio.

STRUTTURE OPERATIVE LOCALI Gestione normale delle attività istituzionali e di volontariato.

FASE DI ATTENZIONE COMUNE Ricevuta dal Prefetto l'informazione dell'avvenuta attivazione della fase di attenzione (fax con Allerta di Protezione Civile): - Informa il Responsabile dell’ Ufficio Tecnico del Servizio Lavori Pubblici - Manutenzione e la Polizia Municipale - informa la Stazione Carabinieri e le Organizzazioni del Volontariato di Protezione Civile - Verifica la reperibilità dei componenti del COC - Predispone quanto previsto dal Piano comunale di Protezione Civile - Comunica ai cittadini residenti o che svolgono attività in aree a rischio, individuate negli strumenti di pianificazione di settore e nella pianificazione di emergenza locale, di mettere in atto le predefinite misure di autoprotezione

ing. Costantino Puorro - [email protected] 88 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

- Assicura un costante flusso di comunicazione con le strutture preposte al presidio territoriale (S.T.B., Bonifica, ecc.), adottando le necessarie azioni di tutela della salvaguardia pubblica e privata

FORZE DELL'ORDINE - Ricevute informazioni sulla situazione attesa dai propri Comandi e/o dal Comune - Predispongono attività di vigilanza e presidio sulla rete stradale e sul territorio - Informano il Sindaco di eventuali situazioni anomale di cui vengano a conoscenza

ORGANIZZAZIONI LOCALI DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Ricevuta comunicazione dell’ attivazione della fase di attenzione dalla Consulta del Volontariato e/o dal Comune: - Allertano il Personale disponibile per il periodo a rischio - Verificano la propria organizzazione interna per rispondere ad eventuali interventi urgenti connessi alla situazione attesa - Informano il Sindaco di eventuali situazioni anomale di cui vengano a conoscenza

FASE DI PREALLARME COMUNE Ricevuta dal Prefetto l'informazione dell'avvenuta attivazione della fase di preallarme o comunque in autonomia sulla base delle informazioni in possesso: - Attiva la Sala Operativa ed eventualmente il C.O.C., limitatamente alle Funzioni di supporto direttamente interessate allo scenario di evento atteso e partecipa all’Attività del C.O.M., se convocato - Avvisa e mantiene informati i responsabili delle altre funzioni di supporto del C.O.C. e ne verifica la reperibilità - Avvisa i referenti di Frazione - Attiva l’U.T.C. e la Polizia Municipale, avviando servizi di vigilanza sul territorio ed in particolare sulla rete stradale comunale e nelle aree a rischio - Collabora con il STB, Bonifica, ecc. nell’ organizzazione di un servizio continuo di monitoraggio - Effettua sopralluoghi al fine di verificare eventuali segnalazioni di dissesto e/o di rischio - Allerta, a ragion veduta, la Stazione Carabinieri e le Organizzazioni del Volontariato di Protezione Civile per le eventuali operazioni di soccorso - Avvisa la popolazione nell'eventualità di dover adottare provvedimenti di evacuazione - Verifica la disponibilità di impiego dell’ area di ammassamento dei soccorritori e delle risorse da attivare in caso di necessità - Informa il C.C.S. e il COR circa eventuali problemi insorti sul territorio

ing. Costantino Puorro - [email protected] 89 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

- Verifica che i cittadini residenti o che svolgono attività nelle aree a rischio, individuate negli strumenti di pianificazione di settore e nella pianificazione di emergenza locale, abbiano messo in atto le opportune misure di autoprotezione; - Adotta tutti i provvedimenti necessari a garantire l'incolumità dei cittadini e la salvaguardia pubblica e privata - Dispone l’ allertamento del personale impiegabile in caso di necessità valutando l’ opportunità di richiedere al responsabile del Personale comunale la revoca delle ferie programmate - Avvia le procedure di informazione e comunicazione con l’ U.T.G. - Prefettura e gli altri Organismi della Protezione Civile, verificando la possibilità di impiegare sistemi alternativi di comunicazione - Verifica e valuta l’ opportunità di svolgere eventuali manifestazioni che comportino una concentrazione elevata di popolazione nelle 24÷48 ore successive

FORZE DELL'ORDINE Ricevute informazioni sulla situazione attesa dai propri Comandi e/o dal Comune: - Dispongono il rafforzamento delle attività di vigilanza e presidio sulla rete stradale (prioritariamente quella provinciale) e sul territorio - Partecipano al COC

ORGANIZZAZIONI LOCALI DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Ricevuta comunicazione dell’ attivazione della fase di preallarme dalla Consulta del Volontariato e/o dal Comune: - Predispongono le azioni necessarie a garantire l’ intervento delle squadre specialistiche, coadiuvando le strutture preposte, per il presidio territoriale, la guardiania idraulica e l’esecuzione di opere provvisionali - Se richiesto, collaborano con Comuni, S.T.B., Bonifica e con altri Enti nello svolgimento di servizi di monitoraggio sul territorio - Partecipano al COC se attivata la funzione Volontariato

FASE DI ALLARME - EMERGENZA

COMUNE

Ricevuta dall'U.T.G. -Prefettura la comunicazione dell'avvenuta attivazione della fase di allarme o comunque in autonomia sulla base delle informazioni in possesso: - attiva il COC al completo e avvia contatti continuativi con i referenti di Frazione - convoca il personale per la gestione H24 della Sala Operativa, per seguire l’ evoluzione della situazione e fornire eventuali informazioni alla Cittadinanza; - dispone, attraverso il C.O.C. o il C.O.M. l'invio di: ing. Costantino Puorro - [email protected] 90 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

 squadre a presidio della viabilità e delle vie di fuga  personale nelle aree di attesa, nelle aree di ricovero o i centri di accoglienza della popolazione  uomini e mezzi per l'informazione alla popolazione - coordina tutte le operazioni di soccorso tramite le funzioni di supporto secondo quanto previsto dal Piano di emergenza comunale, avvalendosi anche del Volontariato di Protezione Civile - attiva aree di attesa, aree di accoglienza e centri di accoglienza per la popolazione, con particolare attenzione verso le persone evacuate o colpite dall'evento - se necessario, attiva l’area di ammassamento soccorsi - attiva, a ragion veduta, altre procedure ritenute utili per la sicurezza - informa continuativamente la popolazione sulla situazione in atto e sull’ evoluzione prevista - verifica la funzionalità della rete viaria di competenza, con particolare attenzione alle opere di attraversamento (ponti e viadotti) - informa C.O.M. e C.C.S. su eventuali problemi insorti sul territorio - dispone l'allontanamento della popolazione dalle aree a rischio secondo le modalità previste dalla pianificazione comunale di emergenza - verifica che i cittadini residenti o che svolgono attività nelle aree a rischio, individuate negli strumenti di pianificazione di settore e nella pianificazione di emergenza locale, abbiano messo in atto le opportune misure di autoprotezione - sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche (S.T.B., U.T.C., ecc.) emana tutti i provvedimenti atti a garantire l’ incolumità della popolazione e la salvaguardia dei loro beni: ordinanze d’evacuazione, sgombero di edifici a rischio, chiusura delle strade d’accesso all’ area perimetrata, ecc. e ad impedire fenomeni di sciacallaggio nelle aree evacuate - si mantiene in costante contatto con il CCS, la Provincia ed il COR per aggiornarli circa l’evoluzione del fenomeno, chiedendo eventualmente il concorso di ulteriore personale, mezzi e materiali e delle Strutture Operative - sospende eventuali svolgimenti di manifestazioni che comportino una concentrazione straordinaria di popolazione nelle 24÷48 ore successive - assicura un flusso costante di informazioni verso la APC-RER e il C.C.S. - cura, con il supporto della Provincia, l'attività di censimento dei danni, in corso di evento e nella fase post evento

FORZE DELL'ORDINE Ricevuta dai propri Comandi e/o dal Comune la comunicazione dell’ avvenuta attivazione della fase di allarme e in risposta alle richieste pervenute dal territorio: - Concorrono al servizio di regolazione e assistenza al traffico veicolare - Presidiano i cancelli eventualmente istituiti dal Sindaco e dai Centri Operativi - Svolgono il servizio di controllo del territorio e antisciacallaggio ing. Costantino Puorro - [email protected] 91 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

- Concorrono all’ informazione della popolazione e alla notifica dei provvedimenti adottati dalle Autorità - Segnalano al COC, al C.C.S. e alla APC-RER ogni problema o difficoltà, con particolare riferimento ad eventuali situazioni di pericolo incombente.

ORGANIZZAZIONI LOCALI DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Ricevuta comunicazione dell’ attivazione della fase di allarme dalla Consulta del Volontariato e/o dal Comune e sulla base delle richieste pervenute dalle Pubbliche Autorità: - Garantiscono con squadre specializzate il concorso operativo alle strutture istituzionali preposte agli interventi. In particolare svolge compiti di monitoraggio del territorio, assistenza alla popolazione, supporto all’ evacuazione - Coordinano l'attività del Volontariato presente in zona operativa se proveniente da altri territori

QUALORA L’EVENTO SI PRESENTI SENZA PREANNUNCIO (esempio TERREMOTO O INCENDIO)

LA STRUTTURA SI PORTERA’ IMMEDIATAMENTE AL LIVELLO ROSSO DI ALLARME

ing. Costantino Puorro - [email protected] 92 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Capitolo IIX MODELLI DI INTERVENTO PER LE DIVERSE CATEGORIE DI RISCHIO IIX. 1 - Premessa In definitiva le tipologie di rischio individuate per il territorio del Comune di Montefredane sono: 1. Rischio sismico 2. Rischio idrogeologico (frane) 3. Rischio incendi 4. Rischio neve e gelo Naturalmente i modelli di intervento devono essere necessariamente differenziati in funzione del tipo di rischio. Più in particolare, le procedure avranno un differente sviluppo a seconda se la situazione di emergenza vera e propria può essere preceduta o meno da uno stato di allerta. In altre parole, il rischio sismico e il rischio incendi, non possono essere preventivati, per cui la procedura di emergenza avverrà immediatamente quando l’evento sarà già accaduto, senza possibilità di avviso e/o allerta. I cosiddetti rischi prevedibili invece, riguardano quegli eventi per i quali è possibile individuare dei precursori di evento, cioè dei fenomeni che preludono al verificarsi dell’evento vero e proprio. Si tratta del rischio idrogeologico e del rischio neve, per essi possono essere individuate tre fasi successive di intervento.

IIX. 2 - Modello di intervento - Rischio sismico Poiché un terremoto è un fenomeno naturale per il quale non è stata ancora messa a punto una tecnica attendibile di previsione, l’intervento viene avviato soltanto al verificarsi di un evento sismico di intensità tale da richiedere l’attivazione del sistema di Protezione Civile. Il Sindaco deve:

 Istituire il presidio operativo continuativo (C.O.C.) (H24) presso la sala operativa istituita

presso ex Sede Comunale di via Roma.

 Preallertare e attivare la reperibilità delle strutture operative locali di Protezione Civile e dei

componenti il C.O.C. Il compito del C.O.C sarà quello di interagire e tenere costantemente informato il COM sull’evolversi della situazione e dovrà:

 Impostare la Pianificazione dell’Emergenza sulla base delle “Funzioni di Supporto” ritenute

opportune.

 Disporre le ricognizioni nelle zone maggiormente colpite da parte dei VV. F., delle Forze

dell’Ordine e del Volontariato avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione - Strutture Operative Locali e Viabilità. ing. Costantino Puorro - [email protected] 93 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

 Attivare le aree di emergenza, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione -

Assistenza alla popolazione.

 Se necessario, effettuare la stima del fabbisogno di personale e mezzi da inviare per rinforzo

nella zona a rischio, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione – Materiali, Mezzi e risorse umane.

 Attuare la messa in sicurezza delle persone disabili e/o non autosufficienti avvalendosi delle

relative schede allegate: Funzione - Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria.

 Disporre l’invio di squadre operative dei VV.F. per le operazioni di soccorso, avvalendosi

delle relative schede allegate: Funzione - : Strutture Operative Locali e Viabilità.

 Se necessario, coordinare l’impiego delle forze di volontariato avvalendosi delle relative

schede allegate: Funzione - Volontariato

 Effettuare un controllo immediato su scuole ed edifici pubblici per verificarne l’agibilità,

avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione - Censimento Danni.

 Attivare e mantenere costantemente in funzione, presso la sede del C.O.C., un ufficio

stampa o centro di informazione per la cittadinanza e per i mass media.

 Proseguire nell’opera di monitoraggio mobilitando, se necessario, il personale e le ditte per

gli interventi del caso, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione - Tecnica e Pianificazione.

 Disporre le attività di contrasto a possibili episodi di sciacallaggio nelle zone evacuate.

 Provvedere all’immediato censimento di eventuali morti e feriti, avvalendosi delle relative

schede allegate: Funzione - Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria.

 Aggiornare le richieste ed i conseguenti interventi di assistenza, di ordine pubblico, di

traffico delle strade, ecc, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione - Censimento Danni e della - Assistenza alla Popolazione.

 Mantenere costantemente informate la Prefettura e la Provincia avvalendosi delle relative

schede allegate: Funzione - Strutture Operative Locali e Viabilità.

IIX. 3 - Modello di intervento - Rischio Idrogeologico (frane) Fase 0: Condizione di Normalità In tale condizione sono compiute tutte quelle attività che non prevedono interazioni dirette con la popolazione e consistono principalmente in azioni di monitoraggio e raccolta dati poiché, per quanto ing. Costantino Puorro - [email protected] 94 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

concerne il rischio idrogeologico, l'azione di monitoraggio meteorologico impone di dedicare la massima attenzione alla gestione delle fasi che precedono il verificarsi dell'evento. Fase 1: Attenzione All’arrivo della comunicazione, il Sindaco deve: Valutare l’attendibilità della comunicazione in considerazione della sua gravità e delle conseguenze che l’evento franoso potrebbe avere sul territorio. Se lo ritiene opportuno organizza un sopralluogo con il personale comunale.

Situazione 1: Nel caso in cui la situazione sia fronteggiabile con i mezzi e le risorse a disposizione del Comune e si preveda un miglioramento delle condizioni generatrici di rischio, il Sindaco deve: Attendere conferma del miglioramento delle condizioni generatrici di rischio; Gestire il ritorno alle condizioni normali di vita; Si ritorna quindi alla “Fase 0: Condizioni di Pace”; Situazione 2: Qualora l’evento evolva pericolosamente il Sindaco dichiara il passaggio alla fase successiva di preallarme. Fase 2: Preallarme Il Sindaco deve:

Provvedere ad organizzare gli interventi necessari dandone immediatamente

comunicazione al Prefetto, al Presidente della Giunta Regionale ed al Presidente della Provincia;  Preallertare e attivare la reperibilità dei componenti il C.O.C.

 Impostare la Pianificazione dell’Emergenza sulla base delle “Funzioni di Supporto” ritenute opportune.  Mantenere sotto continuo monitoraggio l’evolversi del fenomeno, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione – Tecnico scientifica e Pianificazione.  Disporre le ricognizioni nelle zone potenzialmente a rischio da parte dei tecnici professionisti e delle Forze dell’Ordine, circoscrivere ed interdire alla popolazione, in via precauzionale, l’area coinvolta dall’evento, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione - Strutture Operative Locali, Viabilità.  Disporre l’allontanamento della popolazione dalle aree a rischio.

 Verificare la disponibilità e la funzionalità di Materiali e Mezzi avvisando gli operatori comunali e le eventuali ditte convenzionate, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione - Materiali, Mezzi e risorse umane.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 95 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

 Su segnalazione della Prefettura, adotta provvedimenti e misure atti a scongiurare l’insorgere di situazioni di pericolo per la pubblica incolumità, anche tramite ordinanze urgenti. Fase 3: Allarme Il Sindaco, deve completare l’attivazione del C.O.C., attivando le funzioni di supporto, sarà poi compito del C.O.C.:

Mantenere sotto continuo monitoraggio l’evolversi del fenomeno, avvalendosi delle

relative schede allegate: Funzione - Tecnica scientifica e Pianificazione.

Attivare le procedure per l’impiego delle risorse, avvalendosi delle relative schede

allegate: Funzione - Materiali, Mezzi e risorse umane.

Disporre le ricognizioni nelle zone a rischio a mezzo dei VV. F., delle Forze dell’Ordine e

del Volontariato.

Diramare l’allarme e le informazioni alla popolazione.

Individuare i materiali, i mezzi ed il personale necessario alla messa in sicurezza della rete

stradale e curare i rapporti con le ditte che eseguono i lavori; individuare i punti critici del sistema viario e predisporre gli interventi necessari al ripristino della viabilità.

Si accerta della possibilità di evacuazione delle persone non autosufficienti, avvalendosi

delle relative schede allegate: Funzione - Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria.

Accertare la disponibilità delle strutture di ricovero, avvalendosi delle relative schede

allegate: Funzione - Tecnica e Pianificazione e Assistenza alla popolazione.

Distribuire ai sinistrati i ricoveri provvisori, organizzando e provvedendo alla sistemazione

alloggiativa di eventuali sfollati, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione - Assistenza alla Popolazione. Qualora disponibili, coordinare l’impiego delle forze di volontariato avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione – Volontariato.

IIX .4 - Modello d’intervento - Emergenza neve Fase 0: Condizione di Normalità La Regione Campania ha il compito di diramare a mezzo Fax il “Preavviso di condizioni meteorologiche avverse”. A seguito della comunicazione ha inizio la Fase 1: Attenzione

ing. Costantino Puorro - [email protected] 96 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

E’ la fase di monitoraggio delle condizioni atmosferiche. Si attiva ogni volta che le previsioni meteo fornite dalle stazioni meteorologiche annunciano possibili nevicate e formazioni di ghiaccio sul manto stradale nel nostro territorio. In questa fase occorre dunque:

Effettuare un controllo delle strade vulnerabili attraverso pattugliamento da parte della

Polizia Municipale e di Tecnici Comunali.

Allertare il Servizio di Assistenza Sociale che con l’ausilio delle Associazioni di Volontariato

presenti sul territorio comunale avranno il compito di individuare le persone indigenti per essere ricoverate presso strutture a carattere umanitario o sedi alternative, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione - Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria. Nel caso in cui, le condizioni meteorologiche e le previsioni fornite dalla Regione Campania o dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Italiana, facessero pensare ad ulteriori peggioramenti delle condizioni meteorologiche o all’insorgere di situazioni potenzialmente critiche, si instaura la Fase 2: Preallarme È la fase in cui, raggiunta una quantità di neve, tanto da impedire il corretto transito degli autoveicoli, viene previsto lo stato di allerta del C.O.C.

Lo scopo principale di questa fase è di rendere il più possibile percorribile le strade e i

marciapiedi, liberandoli dalla neve e dal ghiaccio, richiedendo l’intervento delle squadre comunali munite dei mezzi idonei (Terna con lama sgombraneve e spargisale) individuati nelle relative schede allegate: Funzioni – Materiali, mezzi e risorse umane. Tali squadre hanno il compito di intervenire effettuando lo spargimento di sale antigelo sulle strade comunali, prioritariamente sulle arterie principali.

 I Vigili Urbani e i Tecnici dell’Ufficio Tecnico Comunale dovranno monitorare la gravità

del fenomeno al fine di individuare eventuali situazioni potenzialmente critiche. Nell’eventualità che il manto nevoso si rileva consistente da non essere sufficiente il sopraccitato intervento, si instaura la Fase 3: Allarme Tale fase prevede la completa attivazione del C.O.C. che può stabilire, oltre all’intervento delle squadre interne, l’intervento anche di Imprese esterne che hanno stipulato apposita convenzione con il Comune, ed hanno il compito di intervenire effettuando lo sgombero della neve e lo spargimento di sale antigelo sulle strade comunali. Ogni Impresa dovrà effettuare il servizio su zone assegnate in fase di affidamento ed utilizzare i mezzi a disposizione: Funzione – Materiali, mezzi e risorse umane.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 97 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Il Comune deve approvvigionarsi in tempo utile di sufficienti scorte di sale per gli interventi di disgelo delle arterie stradali e dei marciapiedi di competenza e di disporre i necessari interventi manutentivi dei mezzi a disposizione. Con Ordinanza Sindacale si provvede alla chiusura delle scuole, al fine di ridurre al massimo il carico del traffico automobilistico sulle strade cittadine per evitare possibili incidenti e per facilitare eventuali operazioni di soccorso o assistenza. Il tempo di tale chiusura verrà determinato sulla base delle condizioni meteorologiche e delle previsioni fornite dalla Regione Campania o Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Italiana. Disposizioni tecniche Le Imprese, così come innanzi specificato, dovranno intervenire, a norma di convenzione, per l’emergenza neve nelle zone che saranno indicate dal personale dell’Ufficio tecnico Comunale. Nell’eventualità che nell’arco della giornata si rendano necessari ulteriori interventi, l’Imprese convenzionata sono autorizzate ad intervenire solo su disposizione dei tecnici comunali. Le citate Imprese possono essere interessate, con lo stesso criterio, per altri interventi d’urgenza che si rendessero necessari al fine di prevenire od eliminare pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e dei privati cittadini.

IIX. 5 - Modello di intervento - Rischio incendi

Le situazioni d’emergenza dovute ad incendi possono essere ricondotte a due diverse tipologie: 1. Incendi di edifici; 2. Incendi boschivi. In entrambi i casi il Comune di Montefredane si avvale nelle attività di spegnimento incendi del Corpo Forestale dello Stato, dell’Ispettorato delle Foreste (servizio ABI) della Comunità Montana “Partenio-Valle ” e dei Vigili del Fuoco ai quali sono delegate le funzioni di spegnimento degli incendi boschivi, nonché dei volontari delle Associazioni di Volontariato presenti sul territorio comunale. Inoltre, nei periodi di particolare rischio, il Sindaco dovrà procedere con specifica Ordinanza, attraverso la quale verrà applicato il divieto di accensione di fuochi, al fine di prevenire gli incendi.

IIX. 5.1 - Incendi di edifici L’ente preposto al primo soccorso è il Comando Provinciale dei VV.F. che, contestualmente alle operazioni di spegnimento del rogo e di soccorso alla popolazione, allerta il Corpo di Polizia Municipale e le Forze dell’Ordine. Il Corpo di Polizia Municipale, sentito il parere dei Vigili del Fuoco, cui spetta valutare l’agibilità dell’edificio colpito dall’incendio, informa il Sindaco in qualità di responsabile dell’Ufficio Protezione Civile comunale. ing. Costantino Puorro - [email protected] 98 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

L’Ufficio Protezione Civile comunale o il reperibile di turno, recatosi sul luogo, procede alle seguenti operazioni:

 effettua un primo censimento delle famiglie evacuate valutando l’esatta composizione

dei nuclei familiari nonché la presenza di persone non autosufficienti;

 interroga i residenti sulla possibilità di essere ospitati da amici o parenti;  organizza, per le persone che non hanno possibilità di essere ospitate, il trasporto presso

Strutture di Prima Assistenza idonee ad ospitare nella fase di emergenza i gruppi familiari o i singoli;

 organizza, con la collaborazione delle Associazioni di Volontariato presenti sul territorio

comunale, il reperimento del materiale e delle attrezzature per allestire le strutture di accoglienza;

coordina il trasporto degli evacuati presso le strutture.

Nel post emergenza:

 avverte il Servizio Politiche Socio Sanitarie del Comune, nell’eventualità che tra gli

evacuati ci siano persone assistite dal servizio sociale;

 trasmette al Servizio Patrimonio l’elenco delle famiglie evacuate affinché abbiano una

sistemazione abitativa provvisoria successiva a quella di prima accoglienza;

 redige un rapporto dell’intervento.

Per quanto sopra descritto, per il reperimento dei dati, si fa riferimento alle relative schede allegate.

IIX. 5.2 - Incendi boschivi Il Sindaco, ricevuta la comunicazione dell’esistenza di un incendio boschivo nel proprio territorio, informa le strutture delegate sopra richiamate, nonché il Responsabile della Protezione Civile e il Responsabile del Centro Operativo Comunale (C.O.C.). Il Responsabile del C.O.C. convoca il Centro Operativo Comunale in riunione permanente. Sarà compito del C.O.C.:

 Tenersi in contatto con le strutture preposte al coordinamento dell’emergenza

spegnimento (SFR, CFS, VVF) e mantenere sotto continuo monitoraggio l’evolversi del fenomeno, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione - Tecnico scientifica e Pianificazione.

 Individuare i materiali, i mezzi ed il personale necessario alla messa in sicurezza della rete

stradale.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 99 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

 Individuare i punti critici del sistema viario e predisporre gli interventi necessari al ripristino

della viabilità.

 Attivare le procedure per l’impiego delle risorse, avvalendosi delle relative schede

allegate: Funzione - Materiali, Mezzi e Risorse Umane.

 Prepara il censimento della popolazione interessata dall’eventuale evacuazione.

 Concorre con le altre strutture all’individuazione delle attività di presidio delle vie di

comunicazione dai centri abitati interessati dall’eventuale evacuazione verso le Strutture di Prima Assistenza nonché delle vie di fuga.

 Concorre con le altre strutture all’attività di soccorso e di assistenza per il trasferimento di

persone non autosufficienti presso strutture protette, avvalendosi delle relative schede allegate: Funzione – Sanità, assistenza sociale e veterinaria.

 Su indicazione delle strutture preposte allo spegnimento informa la popolazione circa

l’evolversi della situazione facendo ricorso alle emittenti radio televisive locali e ad auto munite di altoparlanti.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 100 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Capitolo IX FORMAZIONE E INFORMAZIONE IX. 1 - Premessa La formazione e l’ informazione in materia di protezione civile rappresentano processi fondamentali per il perseguimento di una moderna CULTURA DELLA SICUREZZA. Curando attentamente gli aspetti formativi e comportamentali, è possibile offrire a ciascun cittadino gli elementi di conoscenza necessari, per renderlo parte integrante del Sistema locale di Protezione Civile, sia in termini di auto- protezione, che di soccorso agli altri. Viceversa una scarsa informazione circa i rischi collettivi ed individuali a cui ciascuno è esposto, possono mettere a repentaglio la salute degli operatori di soccorso e quella dei cittadini, altrettanto quanto una carente dotazione di mezzi e/o attrezzature.

IX. 2 - Operatori Istituzionali e del Volontariato Al Comitato comunale della Protezione Civile, congiuntamente al Servizio comunale di Protezione Civile, compete la programmazione di periodici momenti didattici ed addestrativi, allo scopo di innalzare il livello culturale e formativo del Personale, verificare la capacità operativa e favorire la conoscenza reciproca e la collaborazione tra Operatori istituzionali e Volontariato. In particolare il Comune di Montefredane si impegna, nella propria programmazione, ad organizzare specifici momenti di qualificazione ed aggiornamento in materia di protezione civile, rivolti sia al Personale comunale, sia agli appartenenti alle Organizzazioni di Volontariato. Inoltre saranno promosse, di concerto con gli altri soggetti che compongono il livello locale della protezione civile:

 simulazioni di emergenza “in bianco” (prove di attivazione ed intervento, senza movimento di

persone e/o mezzi);

 esercitazioni sul campo (con il coinvolgimento diretto di una parte più o meno ampia delle

strutture operative). Già da queste attività potrà essere previsto il coinvolgimento diretto della popolazione, a partire dalla popolazione scolastica, per poi giungere nel tempo al coinvolgimento dell’intera Cittadinanza. Dal momento che le manifestazioni pubbliche caratterizzate da grande afflusso di persone (es. Sagre) devono essere corredate da apposito piano di emergenza, considerate le importanti ricadute sotto il profilo della formazione, la loro stesura, verifica e aggiornamento avverrà con il coinvolgimento diretto dei rappresentanti del Sistema locale di Protezione Civile. Il Comune si costituirà organo di promozione e controllo affinché tutte le strutture di assistenza, comunali e private, operanti sul territorio, completino la redazione dei PIANI DI EMERGENZA INTERNI, curandone l’ aggiornamento e la verifica nel tempo, mediante specifiche e periodiche prove di evacuazione; le eventuali carenze strutturali che dovessero emergere su strutture comunali, saranno ing. Costantino Puorro - [email protected] 101 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

valutate prioritariamente nel quadro della programmazione degli interventi di ristrutturazione ed adeguamento. Tutte le proposte di cui sopra dovranno avere, tra gli altri obiettivi, la verifica del presente Piano comunale nella sua globalità o in alcune sue specifiche parti. Le risultanze delle esercitazioni saranno esaminate dal Comitato comunale della Protezione Civile, che ne trarrà spunti per iniziative di aggiornamento e adeguamento del Piano stesso.

IX. 3 - Ambito scolastico In considerazione della grande disponibilità e ricettività da parte di giovani e ragazzi ad affrontare i temi della sicurezza e del rischio, le iniziative a carattere formativo e informativo dovranno trovare un ambiente privilegiato nell’ ambito scolastico. Pertanto il Servizio comunale di Protezione Civile, anche avvalendosi dell’ apporto delle Organizzazioni del Volontariato, predisporrà specifici percorsi didattici rivolti alle scuole dell’ infanzia, alle scuole primarie e alla scuola secondaria di primo grado; tali proposte saranno messe in tempo utile a disposizione delle Autorità scolastiche, le quali, nel rispetto delle singole autonomie, potranno recepirle nella programmazione annuale dei singoli Istituti. Tra gli obiettivi prioritari vi sarà quello di far sì che ogni Istituto sia dotato del PIANO DI EMERGENZA SCOLASTICO; tale strumento dovrà agevolare gli approfondimenti circa la sicurezza dei fabbricati scolastici, consentire di assegnare le giuste priorità nel quadro della programmazione degli interventi di adeguamento e facilitare l’ acquisizione da parte degli alunni e del personale, dei corretti comportamenti da assumere durante eventuali situazioni di emergenza. Conseguentemente, sempre di concerto con le Autorità scolastiche e in collaborazione con altri Organismi della Protezione Civile, verranno promosse prove di evacuazione dei fabbricati scolastici, in modo da farle diventare consuetudine didattica. Già attualmente la normativa prevede che ogni Istituto svolga almeno due prove di evacuazione per ciascun Anno Scolastico. Tale obiettivo potrà essere facilmente raggiunto, in quanto le esperienze realizzate nel recente passato, hanno mostrato un buon grado di preparazione sia da parte del personale docente ed ausiliario, che degli alunni stessi ed inoltre il clima di serenità in cui si sono svolte, testimonia la validità della proposta. Il Comune di Montefredane, nell’ ambito degli interventi di ammodernamento dell’ edilizia scolastica, provvederà a studiare ed attuare tutte le soluzioni tecniche necessarie ad aumentare il grado di sicurezza dei fabbricati di sua competenza e, per i fabbricati di proprietà di altri Soggetti, si farà promotore di analoghe iniziative. In particolare verrà privilegiata la formazione dei docenti, circa la conoscenza dei pericoli presenti negli ambienti di vita quotidiani e dei corretti comportamenti da seguire ai fini della prevenzione degli infortuni e alla riduzione del rischio; a loro volta, gli insegnanti trasformeranno tali concetti in unità didattiche, per favorirne l’ apprendimento da parte di bambini/e e ragazzi/e.

ing. Costantino Puorro - [email protected] 102 Comune di Montefredane (Provincia di Avellino) Piano di emergenza comunale in ambito di protezione civile

Infine, in linea con quanto previsto dalla normativa di settore, il Comune di Montefredane svolgerà un ruolo di stimolo e supporto, affinché le Autorità Scolastiche proseguano l’ opera organica e continuativa di formazione del personale docente ed ausiliario in materia di sicurezza, prevenzione antincendio, prevenzione infortuni ed elementi di primo soccorso.

IX. 4 - Cittadinanza Per quanto riguarda la formazione e l’ informazione della Cittadinanza, il Comitato comunale della Protezione Civile verificherà le modalità opportune per raggiungere tutti gli ambienti di vita: luoghi di lavoro, sedi associative, luoghi di pubblica riunione, abitazioni, ecc.. Gli sforzi maggiori dovranno essere rivolti in particolare verso quelle fasce di popolazione più difficilmente raggiungibili, quali le casalinghe e gli anziani, eventualmente valutando l’ impiego di strumenti di comunicazione di massa: giornalino, sito web, radio, televisione, ecc.. L’ obiettivo principale è quello di portare alla conoscenza dei Cittadini il Piano Comunale di Protezione Civile, in particolare per quanto riguarda la conoscenza dei rischi gravanti sul territorio, i corretti comportamenti da assumere in caso di emergenza, la conoscenza delle aree di sicurezza inserite nella pianificazione e delle Strutture Operative e dei Soggetti istituzionali da attivare in caso di necessità. Sotto il profilo della partecipazione attiva dei cittadini al Sistema locale della protezione civile, si cercherà di far comprendere l’ importanza della rapida segnalazione delle situazioni di rischio agli Organismi competenti e verranno promosse campagne di sensibilizzazione sulla conoscenza dei numeri telefonici di emergenza e sulle modalità di attivazione delle strutture di soccorso. Infine verrà data continuità alla distribuzione di materiale informativo alla popolazione, in cui, vengano illustrate le finalità del Piano Comunale di Protezione Civile e le indicazioni utili per la Cittadinanza (ubicazione aree di accoglienza, numeri telefonici, ecc.). Tra i futuri obiettivi è prevista la realizzazione di un “manuale dell'emergenza” rivolto a tutti i Cittadini, in cui, oltre alla presentazione dei soggetti che concorrono alla struttura comunale di Protezione Civile, vengano illustrati i corretti comportamenti da seguire in presenza di situazioni di emergenza, quali terremoti, alluvioni, incendi, ecc. e soprattutto, i principi basilari di prevenzione degli infortuni. LE

ing. Costantino Puorro - [email protected] 103