II TAPPA KAYAK: LERICI – , circa 17 km

Itinerario molto bello e impegnativo consigliato solo a chi ha buona esperienza di navigazione, occorre prestare particolare attenzione soprattutto nelle zone di entrata ed uscita del traffico marittimo del Porto della Spezia, in corrispondenza delle due aperture nella diga foranea attraversate anche da navi di notevole stazza. Il Porto della Spezia è uno dei porti più importanti del Mediterraneo, vi fanno scalo navi portacontainer, navi militari e navi da crociera. Si parte da , costeggiando il promontorio di Punta Galera, si passa sotto il Castello, si oltrepassa la Baia Blu, e in corrispondenza della Scuola Vela Santa Teresa, si attraversa il varco che conduce alla diga foranea. Si raccomanda di attendere con pazienza il momento migliore, per evitare spiacevoli incontri con le navi in transito. Una volta raggiunta la diga iniziamo, prestando massima attenzione, l’attraversamento del Golfo , lasciando alle nostre spalle il promontorio di Montemarcello. Consigliamo di procedere paralleli alla diga lungo interno al golfo, ovvero costeggiando le coltivazioni di mitili, una realtà imprenditoriale che caratterizza fortemente la zona di . Giunti alla fine della diga, in corrispondenza del secondo ingresso del Porto dove occorre nuovamente prestare la massima attenzione nell'attraversamento dell'imboccatura tenendo la direzione verso l’abitato delle Grazie. Giunti sottocosta si prosegue in direzione sud-ovest, oltrepassata Punta Castagna, si entra entrare nella baia di Porto Venere che si apre allo sguardo con la chiesa di San Pietro, il borgo marinaro e le sue fantastiche isole. Giunti al piccolo porticciolo si può pranzare e riposare prima di intraprendere il giro delle isole. Dal 1997 Porto Venere e le sue isole, rientrano insieme alle all’interno dei beni tutelati dall’UNESCO nella lista mondiale, World Heritage List http://whc.unesco.org/en/list/826 Dopopranzo si riprende la navigazione e con il kayak percorriamo uno dei tratti più affascinanti della , il periplo delle isole Palmaria, Tino e Tinetto Attraversiamo davanti alla Chiesa di San Pietro il breve tratto di mare che divide la Palmaria dalla terraferma, ci spostiamo sulla costa sud dell'Isola sotto ad altissime falesie forate da grotte anche profonde. Con il mare calmo è possibile entrare, ma è necessaria una buona luce per vedere qualcosa perché alcuni ambienti sono ampi. L’isola deve il suo nome proprio alle numerose grotte presenti sulle sue coste rocciose, infatti, nel dialetto celtico-ligure, le cavità erano chiamate “balme” e da qui “Balmaria” poi divenuta, appunto, Palmaria. Le più note e degne d’interesse sono la Grotta Azzurra, e la Grotta dei Colombi, a sud. Dapprima si incontra la grotta azzurra, poi Punta Pittone, la Cala Grande e quindi la Grotta dei Colombi nella parte alta della falesia nell’estremità sudoccidentale dell’isola. Questa grotta conserva tracce del Paleolitico Superiore e del Neolitico. La morfologia del terreno e l'accessibilità dovevano essere differenti nel Paleolitico Superiore. A questo periodo risalgono le prime testimonianze di insediamento umano, come attesta il ritrovamento di raschiatoi e altre tracce di industria litica. Nel Neolitico, con il cambiamento delle esigenze e delle abitudini abitative, la grotta è stata riutilizzata come sepolcreto ad inumazione. Raggiunto il Capo dell'Isola, il punto più meridionale dell’isola Palmaria, attraversiamo verso l’Isola del Tino. Costeggiamo circumnavigando il Tino, dove vige il divieto di approdo. Il faro del Tino, inserito nell'ambiente naturale a macchia mediterranea risulta particolarmente suggestivo. Sul lato nordorientale dell’isola si trovano i resti del monastero di San Venerio (560-630), monaco eremita vissuto sull’isola . Il 13 settembre, giorno in cui si festeggia il santo, patrono del Golfo della Spezia e protettore dei fanalisti d’Italia, è l’unico giorno dell’anno in cui è possibile accedere all’Isola del Tino e visitare questo angolo di paradiso rimasto incontaminato. Il piccolo isolotto difronte al Tino è detto “Tinetto” lo costeggiamo e iniziamo il ritorno verso Porto Venere, costeggiando il lato est dell’isola del Tino e della Palmaria. Sulla punta meridionale della Palmaria osserviamo i resti delle cave di marmo portoro, un marmo nero con striature gialle, particolarmente pregiato già utilizzato in epoca romana. Tutta l'isola è cosparsa di installazioni militari, bunker, e forti anche imponenti; la zona del Pozzale è tutt’ora in concessione all’aeronautica. Proseguiamo verso Punta Mariella e lungo la cala della Fornace e giungiamo quindi nei pressi della Torre Corazzata Umberto I, conosciuta oggi anche come “Fortezza del Mare”, costruita a scopo difensivo sotto il Regno d’Italia, fra il 1887 e il 1890, e dotata di una batteria di cannoni che potevano sparare sulla linea del mare per fronteggiare un eventuale attacco. La struttura difensiva era particolarmente moderna per la sua epoca e ancora oggi viene considerata una delle più innovative strutture belliche del Novecento, con le sue enormi batterie mosse da macchine a vapore. Negli anni Trenta del secolo scorso la fortezza fu inizialmente potenziata nei suoi armamenti con una batteria aerea, negli anni Cinquanta divenne per un breve periodo un carcere militare. Recentemente, grazie alla concessione di fondi europei, la fortezza è stata ristrutturata dalla Provincia della Spezia, in accordo con il di Porto Venere. Attualmente è visitabile e svolge il ruolo di centro culturale dell’isola per la divulgazione dei valori storici e culturali. Al suo interno sono presenti spazi espositivi e congressuali. La costruzione fortificata di Forte Umberto I, ha un particolare valore architettonico anche per la sua eleganza dovuta al massiccio impiego di portoro, pietra calcarea nera di ottima qualità cavata direttamente sull’isola. I blocchi furono tagliati in modo tanto perfetto da rendere quasi inutile l’uso della malta, com’è possibile vedere anche all’interno dell’edificio. Giunti in località Terrizzo, possiamo sbarcare e concederci una breve escursione all’interno dell’isola. Per percorrere interamente il sentiero circolare dell’isola è necessario un tempo di circa tre ore e mezza. A Palmaria si trovano un ostello e piccole strutture ricettive, oltre ad alcuni ristoranti. Si può perciò scegliere di fermarsi a dormire nella pace dell’isola, oppure optate per il soggiorno a Porto Venere.

Punti di interesse storico culturale A Le Grazie, il sito archeologico della Villa Romana del Varagno A Porto Venere, borgo del XII secolo di struttura genovese, si suggerisce una visita al centro storico, lungo la via principale, via Capellini, costruita nel 1113, mentre la vicina torre è del 1161. La Chiesa di San Lorenzo fu eretta tra gli anni 1118 e 1130, quando Portovenere divenne parte della Repubblica di Genova. La chiesa ben conservata sorge vicino al Castello Doria. Il bellissimo castello sorge su un'altura in roccia fu costruito nei secoli XII-XIV. Il castello di proprietà della famiglia Doria è una delle attrattive più importanti di Portovenere. Il castello è accessibile per le visite turistiche. La chiesa di San Pietro è la prima cosa che vedono i turisti avvicinandosi a Porto Venere via mare. Prima sembra che sia un grande castello fortificato con torri e grandi muri antichi, ma in verità è una chiesa molto bella e antica. Si è conservata molto bene ed è completamente accessibile per le visite turistiche. Fu eretta nel 1198.

Principali aree naturali di interesse Il Parco Naturale Regionale di Porto Venere si estende per circa 400 ha, racchiudendo il promontorio omonimo, le isole Palmaria, Tino e Tinetto e l’area di tutela marina, come propaggine occidentale del Golfo della Spezia. La separazione, nel tardo Quaternario, delle isole dal promontorio non ha permesso una differenziazione a livello floristico e questo giustifica la presenza della medesima flora su isole e parte terrestre e di pochi, per questo importanti, endemismi. Inoltre le svariate specie mediterranee a gravitazione occidentale, che raggiungono su queste coste il loro limite nord-orientale di distribuzione, aumentano il pregio di tutto il complesso floristico. Per tali presenze l’intera area si sviluppa su tre zone SIC (Siti di Importanza Comunitaria SIC IT1345005 Porto Venere--San Benedetto; SIC IT1345103 Isola del Tino-Tinetto; SIC IT1345104 Isola Palmaria) Il territorio, tutelato dalla direttiva europea Habitat e dalla presenza del Parco, mantiene a tutt’oggi un forte carattere di naturalità, con la presenza di una rigogliosa macchia mediterranea che manifesta il suo continuo dinamismo a seconda dei microclimi presenti: si passa da una situazione di “gariga” ad una macchia dai molteplici aspetti sino ad arrivare a lembi di lecceta e pinete a Pino d’Aleppo frammisto a Pino marittimo ed altre Querce (Cerro e Roverella). Necessaria la menzione del Fiordaliso di Porto Venere e del Tarantolino . Il primo è una piccola pianta perenne, un endemismo esclusivo del promontorio omonimo e delle isole, appartenente alla famiglia delle Composite, con una vivace infiorescenza violetta e che forma un cespuglio abbarbicato sulle falesie tipiche della costa occidentale dell’Area Parco. Il secondo è il più piccolo geco europeo (8 cm coda compresa), un Rettile strettamente notturno caratterizzato da un areale frammentato e relittuale. Un altro fenomeno che merita una citazione è il carsismo : ampiamente presente in tutta l’Area Parco, trova le maggiori espressioni sull’isola Palmaria, caratterizzata da un substrato calcareo ricco di grotte, pozzi stretti e profondi, camini con andamento ascendente e da forme carsiche superficiali quali inghiottitoi, doline e campi solcati. raccordo con le tappe del Sentiero Liguria TAPPA 2, Lerici – La Spezia TAPPA 3, Porto Venere - Riomaggiore

Kayay e logistica www.parconaturaleportovenere.it/il-territorio-del-parco www.outdoorportofino.com/index.php/it/

Siti e info utili www.lamialiguria.it www.parcomagra.it www.parconaturaleportovenere.it www.prolocoportovenere.it http://whc.unesco.org/en/list/826 www.culturainliguria.it www.eventiportovenere.it/2017/san-venerio.html www.palmarianelcuore.it