Attuazione dell'Art.11 della Legge 24 Giugno 2009, n. 77 Attivita' di Prevenzione del Rischio Sismico - Microzonazione Sismica del Territorio Regionale Progetto Cofinanziato con Fondi Comunitari POR-FESR - 2007-2013 Asse IV - Attivita' IV 3.1 MICROZONAZIONE SISMICA Relazione illustrativa

REGIONE ABRUZZO di Rocca San Giovanni (CH)

Validazione del Tavolo Tecnico MZS

Tecnico incaricato: Geol. Caterina Vellante Data

Collaboratore: Geol. Francesca Fonticoli Aprile 2015 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

INDICE

1. Introduzione pag. 1 2. Definizione della pericolosità di base e degli eventi di riferimento pag. 3 3. Assetto geologico e assetto geomorfologico dell’area pag. 13 3.1 Assetto geologico dell’area pag. 13 3.2 Assetto geomorfologico dell’area pag. 19 4. Dati geotecnici e geofisici pag. 27 5. Modello del sottosuolo pag. 33 6. Interpretazioni e incertezze pag. 36 7. Metodologie di elaborazione e risultati pag. 38 8. Elaborati cartografici pag. 65 8.1 Carta delle Indagini pag. 65 8.2 Carta Geologico-Tecnica pag. 66 8.3 Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica e delle Frequenze di Risonanza pag. 76 9. Confronto con la distribuzione dei danni degli eventi passati (cenni sulla storia urbanistica del territorio comunale di Rocca S.Giovanni) pag. 79 10. Analisi dei rapporti tra la carta delle M.O.P.S. e lo strumento urbanistico pag. 81 11. Bibliografia pag. 83

ALLEGATI

‹ Carta degli affioramenti - scala 1:10.000; ‹ Carta delle Indagini - scala 1: 5.000; ‹ Carta Geologico-Tecnica - scala 1: 5.000; ‹ Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica e delle Frequenze di Risonanza - scala 1: 5.000.

1 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1

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1. INTRODUZIONE

Nell’ambito del programma pluriennale (2010-2016) in materia di prevenzione del rischio sismico, all’interno del quale rientrano gli studi di microzonazione sismica (MZS) da effettuarsi sul territorio regionale, in base a quanto disposto dall’Ordinanza n. 3907 del 13.11.2010 e D.G.R. n. 474 del 24.06.2013, è stato affidato alla scrivente da parte dell’Amministrazione Comunale di Rocca San Giovanni (CH), l’incarico per lo studio di Microzonazione Sismica di livello 1, tramite il Disciplinare di Incarico Professionale stipulato tra il Comune, Ente Attuatore, e la sottoscritta, Soggetto Realizzatore, in data 28.02.2014. In qualità di collaboratrice, con anzianità inferiore a 5 anni di iscrizione all’Ordine dei Geologi della Regione Abruzzo al momento della stipula dell’incarico, figura la Dott.ssa Geol. Francesca Fonticoli - Via Dante 34, 65015 Montesilvano (PE). Lo studio di cui sopra, è stato realizzato, in accordo con l’A.C., in un’area che comprende il centro abitato del Capoluogo ed alcune frazioni o contrade, come Foce, Lappeto, Perazza, Piane Favaro, Puncichitti, San Giacomo, Santa Calcagna, Tagliaferri, Vallevò, Vetiche, per un territorio di circa 9 km2 su circa 21 km2 del territorio comunale totale, così come presentato nella relazione preliminare (Fig. 1.1). L’obiettivo è stato quello di redigere la Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (M.O.P.S.), ovvero di individuare e classificare, sulla base delle risultanze della Carta Geologico-Tecnica, le zone del territorio comunale che presentano caratteristiche geologiche predisponenti alle amplificazioni e alle instabilità sismiche; lo studio, di primo livello, che potrà essere utilizzato anche per indirizzare le future scelte pianificatorie, è stato realizzato rispettando quelli che sono i requisiti richiesti dalla Regione Abruzzo - Dip. Protezione Civile per gli studi di MZS: • “Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica” redatti dal Dipartimento della Protezione Civile ed approvati il 13 novembre 2008 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; • “Microzonazione sismica per la ricostruzione dell’area aquilana”, redatto dal D.P.C. e dalla Regione Abruzzo a seguito dell’evento sismico del 2009; • “Standard di rappresentazione cartografica e archiviazione informatica”- Specifiche tecniche per la redazione degli elaborati cartografici ed informatici relativi al livello 1 delle attività di microzonazione sismica - versione 1.2 - Regione 1 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Abruzzo - Gruppo di lavoro per le attività di microzonazione sismica (art. 5 comma 3 o.p.c.m. n. 3907/2010 e art. 6 comma 1 o.p.c.m. n. 4007/2012) - L’Aquila - 30 luglio 2012 (di seguito ”Linee guida”); • “Microzonazione sismica - Standard di rappresentazione e archiviazione

informatica” – Versione 3.0 - Commissione Tecnica per la microzonazione sismica (art. 5 comma 7 dell’OPCM 3907/2010) – Roma – Ottobre 2013.

Fig.1.1 Aree urbane/urbanizzabili oggetto di studio

Nell’ambito del presente studio sono stati prodotti i seguenti elaborati cartografici: - Carta degli affioramenti, in scala 1: 10.000; - Carta delle Indagini, in scala 1: 5.000; - Carta Geologico - Tecnica, in scala 1: 5.000; - Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS) e Frequenze di Risonanza, in scala 1: 5.000.

2 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

2. DEFINIZIONE DELLA PERICOLOSITA’ DI BASE E DEGLI EVENTI DI RIFERIMENTO

In riferimento alle nuove N.T.C. (Norme Tecniche per le Costruzioni, introdotte con il Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008), la sollecitazione sismica sulle costruzioni viene stimata a partire da una “pericolosità sismica di base” di un sito, definita dalla probabilità che, in un fissato lasso di tempo, in detto sito si verifichi un evento sismico di entità almeno pari ad un valore prefissato. Tale lasso di tempo, espresso in anni, è denominato “periodo di riferimento” VR e la probabilità è denominata “probabilità di eccedenza o di superamento nel periodo di riferimento” PVR. La pericolosità sismica viene definita in termini di accelerazione massima orizzontale attesa ag, in condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido (categoria A) con superficie topografica orizzontale (T1), e di ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad esso corrispondente Se(T), in determinato periodo di riferimento VR, con riferimento a prefissate probabilità di eccedenza PVR. Ai fini di questa normativa, le forme spettrali vengono definite sulla base dei valori dei seguenti parametri su sito di riferimento orizzontale:

• ag accelerazione orizzontale massima al sito;

• F0 valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale;

• Tc periodo di inizio del tratto a velocità costante nello spettro in accelerazione orizzontale.

I valori di accelerazione orizzontale massima ag e dei parametri che permettono di definire gli spettri di risposta ai sensi delle NTC, riferibili a condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale, possono essere calcolati genericamente per il territorio del comune di Rocca San Giovanni mediante il software “Spettri-NTC” messo a disposizione dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (tab. 2.1). Con l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 Marzo 2003 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’08 Maggio 2003), sono stati emanati criteri di nuova classificazione sismica, basati in particolare sull’analisi della probabilità che un determinato territorio venga interessato, in un certo intervallo di

3 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] tempo solitamente pari a 50 anni, da un evento sismico che superi una determinata soglia di intensità e/o magnitudo.

Tab. 2.1 Valori dei parametri ag, Fo, TC* per i periodi di ritorno TR di riferimento in un sito generico nel Comune di Rocca San Giovanni (fonte: Spettri-NTC da Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici). La classificazione sismica italiana, aggiornata al 2014, attribuisce a ciascun comune una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali l’intero territorio nazionale è stato riclassificato, e che sono (fig. 2.1): • ZONA 1 - zona più pericolosa, dove possono verificarsi forti terremoti; • ZONA 2 – zona in cui possono verificarsi terremoti abbastanza forti; • ZONA 3 – zona soggetta a scuotimenti modesti; • ZONA 4 – zona meno pericolosa, le possibilità di danni sismici sono basse. A ciascuna zona, inoltre, è stato attribuito un valore dell’azione sismica utile in chiave di progettazione, valore espresso in intervalli di accelerazione (ag), con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni: • ZONA 1 – ag < 0.25 • ZONA 2 – 0.15 < ag ≤ 0.25 • ZONA 3 – 0.05 < ag ≤ 0.15 • ZONA 4 – ag ≤ 0.05 Nel caso specifico, il Comune di Rocca San Giovanni rientra in zona 3 (zona soggetta a scuotimenti modesti), anche in base

Fig. 2.1 Classificazione simica italiana 2012 (Fonte: www.protezionecivile.gov.it) 4 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] all’ultimo aggiornamento del 2014. La permanenza nella suddetta categoria è riepilogata nella tabella seguente:

Categoria Categoria secondo la Zona ai Codice secondo la Classificazione classificazione sensi ISTAT Denominazione proposta del sismica comuni precedente dell’OPCM 2001 GdL del italiani (2014) (Decreti fino al 3274 (2003) 1998 1984) Rocca San 13069074 N.C. III 3 3 Giovanni

Gli studi di pericolosità vengono impiegati soprattutto nelle analisi territoriali e regionali finalizzate alle zonazioni (pericolosità di base per la classificazione sismica) o microzonazioni (pericolosità locale), ovvero a individuare le aree a scala comunale che, in occasione di scuotimenti sismici, possono essere soggette a fenomeni di amplificazione, e quindi fornire indicazioni utili per la pianificazione urbanistica. L’approccio alla valutazione della pericolosità può essere di due tipi: ‹ deterministico: studio dei danni osservati in occasione di eventi sismici che hanno interessato storicamente un sito, ricostruendo gli scenari di danno per andare a stabilire la frequenza con cui si sono ripetute nel tempo scosse di uguale intensità; ‹ probabilistico: probabilità che in un dato intervallo di tempo si verifichi un evento con assegnate caratteristiche; il metodo più utilizzato è quello di Cornell, che prevede di individuare nel territorio zone responsabili degli eventi sismici (zone sismogenetiche), di quantificare il loro grado di attività sismica e calcolare gli effetti provocati da tali zone sul territorio in relazione alla distanza dall’epicentro.

Per ricostruire la sismicità storica del territorio comunale sono stati reperiti gli eventi sismici dal Catalogo parametrico, il CPTI11, che comprende tutti i terremoti avvenuti tra l’anno 1000 ed il 2006 (fonte: http:// emidius. mi.ingv.it/CPTI11/).

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Nelle successive mappe vengono riportati tali eventi: nella prima a fianco quelli dal 1000 al 1899 (Fig. 2.2) e nell’altra gli eventi dal 1900 al 2006 (Fig. 2.3). Per il periodo successivo al 2006, le informazioni sono ricavabili dal catalogo di sismicità strumentale ISIDE (http://iside.rm.ingv.it/iside/standar d/index.jsp), nel quale sono stati ricercati gli eventi sismici avvenuti dal 2006 ad oggi, con Magnitudo maggiore di 2.5, ed epicentro ad una distanza massima di 100 km da Rocca San Giovanni. Fig. 2.2 Eventi sismici dal 1000 al 1899 tratti dal Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI11 (fonte: http://emidius.mi.ingv.it/CPTI11/), e riportati sulla mappa interattiva. In rosso il Comune di Rocca San Giovanni.

Tra questi terremoti sono presenti quelli relativi allo sciame sismico aquilano del 2009, ed inoltre si osserva come tali eventi sono prevalentemente superficiali, con profondità epicentrali inferiori ai 20 km e con distanze comunque superiori ai 40-50 km dal territorio comunale in studio (Fig. 2.4).

Fig. 2.3 Eventi sismici dal 1900 al 2006 tratti dal Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI11 (fonte: http://emidius.mi.ingv.it/CPTI11/), e riportati sulla mappa interattiva. In rosso il Comune di Rocca San Giovanni 6 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Fig. 2.4 Localizzazione eventi sismici dal 2006 ad oggi, con Magnitudo > 2.5 e distanza massima di 100 Km da Rocca San Giovanni, tratti dal catalogo di sismicità strumentale ISIDE (http://iside.rm.ingv.it/iside/standard/ index.jsp). Terremoti totali: 1369. Dal collegamento tra i precedenti Cataloghi, e soprattutto in relazione al CPTI11, è stato realizzato il DBMI11, Database Macrosismico Italiano versione 2011, contenente i dati di intensità relativi a 1681 terremoti che fanno parte di CPTI11. Da questo database (fonte: http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/), sono stati estrapolati, attraverso la consultazione per località, gli eventi sismici più significativi che hanno interessato il territorio del Comune di Rocca San Giovanni, caratterizzando quindi la sua storia

7 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] sismica; tali eventi sono riportati nella seguente tabella 2.2, con relativo diagramma di intensità.

Storia sismica di Rocca San Giovanni

[42.250, 14.466] Numero di eventi: 8

Effetti In occasione del terremoto del: I[M Data Ax N Mw 4-5 1984 05 07 17:49 Appennino abruzzese 9 5.89 ±0.09 4 1987 07 03 10:21 PORTO SAN GIORGIO 3 5.09 ±0.09 NF 1990 05 05 07:21 Potentino 1 5.80 ±0.09 3-4 1992 02 18 03:30 ABRUZZO COSTIERO 7 4.27 ±0.14 4 1997 09 26 09:40 Appennino umbro-marchigiano 8 6.01 ±0.09 4 2002 11 01 15:09 Subapp. Dauno 6 5.72 ±0.09 3-4 2003 06 01 15:45 Molise 5 4.50 ±0.09 NF 2006 05 29 02:20 Promontorio del Gargano 3 4.63 ±0.09

Tab. 2.2 Storia sismica di Rocca San Giovanni in tabella e in diagramma (fonte: http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/).

La figura 2.5 mostra la carta della pericolosità sismica del territorio nazionale espressa in termini di accelerazione massima del suolo, a partire da zone sismogenetiche note, che presentano valori di accelerazione maggiori (Fonte: INGV Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia).

8 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Per quanto riguarda la pericolosità sismica su reticolo di riferimento nell’intervallo di riferimento, viene fornita dai dati pubblicati sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (http://esse1.mi.ingv.it/). Il territorio del Comune di Rocca San Giovanni presenta valori di accelerazioni di picco orizzontali del suolo compreso tra 0,075 < ag < 0,100, come mostrato nella Fig. 2.6.

Fig. 2.5 Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale Fonte www.ingv.it

Fig. 2.6 Valori di pericolosità sismica espressi in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli rigidi di Categoria A (riferimento O.P.C.M. 3519 del 2006, All. 1b). Fonte: www.ingv.it. 9 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Inoltre, in base alla mappa di zonazione sismogenetica aggiornata ZS9 (Fig. 2.7), elaborata da un Gruppo di Lavoro I.N.G.V. per la redazione delle mappe di pericolosità sismica, come riferimento per la maggior parte delle valutazioni di pericolosità sismica dell’area italiana, che si basa sulle informazioni delle sorgenti sismogenetiche relative alle faglie attive italiane (a tale mappa vengono associate le probabilità di occorrenza dei terremoti per diverse magnitudo), il territorio del Comune di Rocca San Giovanni non ricade all’interno di nessuna delle Zone

Sismogenetiche che presentano una Fig. 2.7 Zonazione sismogenetica ZS9 (Fonte: http://zonesismiche.mi.ingv.it/). magnitudo caratteristica (Mwmax).

La disaggregazione della pericolosità sismica (es. McGuire, 1995; Bazzurro e Cornell, 1999) è un’operazione che consente di valutare i contributi di diverse sorgenti sismiche alla pericolosità di un sito. La forma più comune di disaggregazione è quella bidimensionale, espressa in magnitudo e distanza (M-R) che permette di definire il contributo di sorgenti sismogenetiche a distanza R capaci di generare terremoti di magnitudo M. Espresso in altri termini il processo di disaggregazione in M-R fornisce il terremoto che domina lo scenario di pericolosità (terremoto di scenario) inteso come l’evento di magnitudo M a distanza R dal sito oggetto di studio che contribuisce maggiormente alla pericolosità sismica del sito stesso. Analogamente alla disaggregazione in M-R è possibile definire la disaggregazione tridimensionale in M-R-ε dove ε rappresenta il numero di deviazioni standard per cui lo scuotimento (logaritmico) devia dal valore mediano predetto da una data legge di attenuazione dati M ed R (Spallarossa e Barani, 2007). In base alla disaggregazione dei valori di accelerazione orizzontale di picco su suolo rigido (ag) con probabilità di superamento del 10% in 50 anni (Spallarossa e Barani, 2007), sono stati ottenuti i valori medi e modali di magnitudo e di distanza per

10 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] ciascun comune, attribuendo i valori massimi dei punti della griglia che ricadono all'interno del territorio comunale, oppure i valori del punto della griglia più vicino al confine comunale, così come fornito dal sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (http://esse1.mi.ingv.it/) – v. Fig. 2.8.

Valori medi

Magnitudo Distanza Epsilon

5.830 39.800 1.400

Fig. 2.8 Valori di pericolosità sismica espressi in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli rigidi di Categoria A (riferimento O.P.C.M. 3519 del 2006, All. 1b) e valori di PGA su griglie di disaggregazione della pericolosità. Fonte: www.ingv.it.

Per il Comune di Rocca San Giovanni si ottiene la griglia di disaggregazione M-R riportata nella sovrastante Fig. 2.8, in cui è mostrato anche il contributo percentuale alla pericolosità; da essa si evince che il contributo maggiore alla pericolosità sismica di questo territorio è dato da terremoti di magnitudo compresa tra 4.5 e 5.5 con epicentro atteso ad una distanza compresa tra 10 e 20 km; eventi con magnitudo maggiore sono attesi progressivamente a distanze maggiori e con contributi via via minori; nella tabella a destra è riportato il valore medio di magnitudo e distanza tra tutti quelli presenti nella griglia ed anche il relativo numero di deviazioni standard ε. A tal proposito, si introduce di seguito (Fig. 2.9) la Carta della sismicità e delle strutture attive alla base del Quaternario (Rif. Ispra, Carta geologica dei Mari italiani, Foglio NK 33-5 Pescara), in cui si evidenziano, attraverso i relativi meccanismi focali, le caratteristiche delle principali faglie attive nelle aree circostanti il territorio in studio, che presentano un orientamento prevalentemente NW-SE con tipologia inversa; d'altra parte si osservano, in particolare, due strutture in prossimità della linea di costa con orientamento e tipologia praticamente opposte alle precedenti descritte. 11 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Fig. 2.9 Carta della sismicità e delle strutture attive alla base del Quaternario, tratta dalla Carta geologica dei Mari italiani Foglio NK 33-5 Pescara. Fonte: ISPRA.

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3. ASSETTO GEOLOGICO E ASSETTO GEOMORFOLOGICO DELL’AREA

3.1 ASSETTO GEOLOGICO DELL’AREA

Il territorio comunale di Rocca San Giovanni (Fig. 3.1), esteso per circa 21 km2, è collocato nella fascia costiera abruzzese, con quote variabili da pochi metri s.l.m. a circa 200 m s.l.m.. E' delimitato a Nord dal F.sso San Tommaso, che segna il confine comunale con il territorio di San Vito Chietino, a Sud dal F.sso San Biagio, che lo separa dal territorio di , mentre ad Ovest confina con i Comuni di Treglio e di Lanciano. L’area oggetto di studio rientra nel Foglio Est della Carta Geologica dell’Abruzzo di Vezzani e Ghisetti, scala 1:100.000, e nei fogli 148 “Vasto” e 147 “Lanciano” del Sevizio Geologico d’Italia, scala 1:100.000.

Fig. 3.1: panoramica del centro abitato di Rocca San Giovanni dal versante Sud. Si tratta del settore geologico più esterno relativo all’evoluzione orogenica dell’Appennino Centrale, che si è prolungata fino a tempi molto recenti; la storia della sua tettogenesi è schematizzabile, da fine Miocene al Pleistocene superiore, da una sorta di ciclo tettonico cui partecipano quattro principali unità: margine tirrenico, catena, avanfossa, avampaese. La costruzione della catena è avvenuta, quindi, per accavallamenti successivi a vergenza prevalentemente orientale attraverso piani di scivolamento a basso e bassissimo angolo. La costante evoluzione neogenica con migrazione del sistema orogenico catena, avanfossa, avampaese è testimoniata anche 13 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] dai sedimenti torbiditici e silicoclastici di avanfossa che hanno età più recenti spostandosi verso la fascia adriatica. Con il termine avanfossa, si intende un bacino interposto tra una catena montuosa (gli Appennini nel nostro caso) e la piattaforma stabile dell’avanpaese (il Mare Adriatico centrale) dove la subsidenza è meno elevata rispetto a quella dell’avanfossa (Ori et alii, ibidem). Il territorio in esame comprende la successione plio-pleistocenica (Fig. 3.2) del bacino periadriatico ubicata pochi chilometri ad Est del fronte sepolto delle unità alloctone derivanti dal bacino lagonegrese-molisano (Mostardini & Melrini, 1986). A partire dal Pliocene medio la fascia compresa tra il bordo orientale della catena appenninica e la costa adriatica, soggetta in precedenza a subsidenza differenziata, subisce un sollevamento che risulta maggiore lungo il bordo appenninico, di circa 550 m, e minore verso la costa adriatica, compresa tra 130 e 30 m (Dramis,1992). Durante il sollevamento i depositi plio-pleistocenici vengono basculati sia verso Nord che verso ESE. Tutta la fascia costiera compresa tra Pescara e Casalbordino è stata soggetta a forte abbassamento durante il Pleistocene inferiore, mentre dal Pleistocene medio si è verificato un intenso sollevamento (Consiglio Nazionale delle Ricerche,1987). Le evidenze di questi movimenti sono testimoniate da elementi geologici e morfologici, come inclinazione ed immersione degli strati, asimmetria dei depostiti alluvionali lungo i corsi d'acqua, valli e reticoli fluviali asimmetrici, meandri abbandonati, terrazzi marini e fluviali, ecc.

Fig. 3.2: schema strutturale del settore esterno abruzzese; fonte: note illustrative foglio 361 “Chieti” CARG Carta Geologica d’Italia .

14 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Evidenze di una tettonica locale post-orogenica sono rappresentate da sistemi di faglie normali con andamento WSW-ENE, SW-NE e N-S, alcune ubicate in corrispondenza di alcuni corsi d'acqua principali. L’evoluzione pre-, sin- e tardo-orogenica termina con successioni conglomeratiche di transizione dal marino al continentale al tetto della successione marina plio- pleistocenica. In particolare, nel territorio in studio si riscontrano i sedimenti clastici del Pleistocene inferiore-medio, depositati con un trend generale shoaling upward; essi sono composti dal basso verso l'alto, da peliti, sabbie e ghiaie (Fig. 3.3). I depositi pelitici basali non si osservano mai in affioramento perché i versanti sono costantemente coperti da coperture e frane; inoltre dai sondaggi e dai lavori di scavo eseguiti durante la realizzazione del nuovo tracciato ferroviario tra Ortona e Casalbordino, si è dedotto che il passaggio dalle peliti basali alle sovrastanti sabbie avviene gradualmente attraverso una litofacies pelitico-sabbiosa, il cui spessore raggiunge il massimo di 80-90 m nei pressi della zona di F.sso San Giovanni (Chiocchini & Giorelli, 1994).

Fig. 3.3: schema della successione litostratigrafica del territorio in esame (a sinistra tratto da Chiocchini & Giorelli, 1994, a destra tratto da Chiocchini et alii, 2006). 15 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Fig. 3.4: tratto della sezione stratigrafica realizzata nell'area tra Ortona e la stazione ferroviaria di Casalbordino (Chiocchini et alii, 2006).

La Formazione di Mutignano rappresenta la successione marina del Pliocene superiore-Pleistocene inferiore; i suoi termini sono riferibili ad ambienti che vanno dall'offshore allo shoreface e la loro organizzazione verticale individua un chiaro trend di progradazione degli ambienti deposizionali verso le aree bacinali, con tendenza al colmamento del depocentro plio-pleistocenico. Lo spessore affiorante della formazione, anche se non nel territorio in studio, è valutabile in almeno 200 m. Mostra al suo interno variazioni di facies e di spessore, discordanze angolari e lacune sedimentarie, legate essenzialmente alla tettonica sinsedimentaria. A partire dal basso verso l'alto (vedi Fig. 3.3) è costituita da depositi basali pelitici di ambiente da infraneritico ad epibatiale, entro cui sono intercalati, a varie altezze stratigrafiche, orizzonti sabbiosi, talora a geometria lenticolare, seguiti da depositi pelitico-sabbiosi di facies di transizione della sequenza denominata Qm in Fig. 3.3 (livello 7 nella sezione di Fig. 3.4), caratterizzati prevalentemente da limi argillosi e sabbie fini, che contengono resti vegetali con diverso grado di conservazione fino a 16 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] carbonioso, ed anche, in alcune zone, intercalazioni di corpi lenticolari di sabbie fini e limi grigi (livello 7a nella sezione di Fig. 3.4); a seguire verso l'alto si riscontrano i depositi sabbiosi della sequenza Qm1 in Fig. 3.3 (livelli 6 nella sezione di Fig. 3.4), costituite in prevalenza da sabbie gialle con una granulometria medio-fine, ben classate, in strati da medi a spessi, con lamine piane o incrociate a basso angolo oppure si presentano intensamente bioturbate. I depositi pelitico-sabbiosi della sequenza Qm possono essere riferiti ad un ambiente neritico di piattaforma la cui età dovrebbe essere compresa tra il Pliocene superiore sommitale e l'Emiliano (Cantalemessa et alii, 1986); il loro spessore non è stato valutato con esattezza perché non sono visibili in affioramento, ma in generale da dati di sottosuolo potrebbe, in alcuni punti, essere maggiore di 100 m (Chiocchini et alii, 2006). Sono separati dai sovrastanti depositi della sequenza Qm1 da una marcata superficie di discontinuità, che ha un andamento piuttosto articolato ma è seguibile per molti chilometri (almeno 29 km della sezione stratigrafica di Fig. 3.4); esiste inoltre una discordanza angolare di circa 7° tra i depositi Qm1 ed i sottostanti della sequenza Qm, dovuta probabilmente a episodi di tettonica sinsedimentaria, a loro volta collegati alle fasi tettoniche compressive ed al sollevamento delle strutture ubicate ad Ovest dell'area in esame (Chiocchini et alii, 2006). L'attività tettonica è continuata anche durante la deposizione della sequenza Qm1, come è testimoniato dalla presenza di una ulteriore discordanza angolare di circa 5° presente al suo interno tra le sabbie gialle e i depositi pelitico-sabbiosi intercalati (Bigi et alii, 1995). All'interno della sequenza Qm1 sono state individuate almeno sei superfici principali di unconformity, che sono ben evidenti dove sono associate ad un netto contrasto di facies, come nella zona tra il Torrente Feltrino e il F. Sangro, che comprende l'area in studio. Le sabbie gialle sono infatti associate a depositi di spiaggia, caratterizzate da facies di battigia alternate a facies di spiaggia sommersa, con presenza di conglomerati o di peliti verdastre di ambiente fluvio-deltizio. Lo spessore totale di questa sequenza è stimata tra 10 e 60 m e l'età è riferita al Pleistocene inferiore (Siciliano, da Chiocchini et alii, 2006). I depositi di chiusura del ciclo sedimentario presenti al tetto della successione danno origine a corpi tabulari debolmente immergenti verso E-NE, che sono costituiti prevalentemente da ghiaie e conglomerati riferibili ad un ambiente di transizione da 17 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] marino a continentale (CANTALAMESSA et alii, 1986; BIGI et alii, 1995; 1996). Tale successione è rappresentata dalla sequenza Qc in Fig. 3.3 (livelli 5 nella sezione di Fig. 3.4), costituiti dai sedimenti ruditici (ghiaie e ciottoli calcarei, con contenuto in matrice variabile); il contatto con le sottostanti sabbie è brusco secondo una superficie di unconformity che risulta fortemente ondulato (si rinviene a quota 90 m s.l.m. tra il T. Feltrino e Valle Grande, sale a quota 100 m s.l.m. fino al F.sso san Giovanni-F. Sangro, per poi scendere a 85-60 m s.l.m.). Lo spessore delle ghiaie e dei conglomerati varia da pochi metri a circa 35 m e l'ambiente di sedimentazione è fluvio-deltizio, l'età è Pleistocene medio-superiore (Bigi et alii, 1997). Le ghiaie sono costituite in prevalenza da ciottoli e ciottoli grossolani di calcari mesozoici con forme per lo più lamellari embriciate, sferiche e sferiche allungate; la matrice sabbiosa può essere scarsa e a luoghi sono presenti livelli cementati con litotipi conglomeratici o intercalazioni di corpi lenticolari di sabbie gialle o di arenarie medio-grossolane; inoltre dati del sottosuolo indicano che nelle ghiaie si intercalano corpi lenticolari di peliti di colore grigio-verde, che contengono resti vegetali carbonizzati, resti di paleosuoli rossastri e patine di ossidazione. Da una correlazione con le successioni stratigrafiche riportate sulle carte geologiche d'Italia del Progetto CARG, in particolare del vicino Foglio "Vasto" 372, le varie sequenze sopra descritte (Fig. 3.4) possono essere rapportate a specifiche formazioni, che ne rispecchiano le caratteristiche litostratigrafiche, di età e di ambiente deposizionale. La sequenza sommitale Qc può essere associata alla formazione delle “Argille e conglomerati di Ripa Teatina”, una successione di transizione che crea estesi plateau o può mostrarsi, localmente, con forme canalizzate e caoticizzate, la cui genesi è con molta probabilità da attribuire a slumpings sottomarini, testimonianze dell’approssimarsi della linea di costa. Le associazioni di cui si compone la Formazione di Mutignano corrispondono alle altre sequenze sopra descritte, in particolare l'associazione sabbioso-conglomeratica (FMTd) può essere correlata alla sequenza Qm1, mentre quella sabbioso-pelitica (FMTc) alla sequenza Qm dei depositi pelitico-sabbiosi di transizione; infine l'associazione pelitico-sabbiosa (FMTa) corrisponderebbe ai depositi pelitici basali (Fig. 3.3). 18 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Inoltre nel territorio sono presenti depositi olocenici che testimoniano una dinamica geologica molto attiva e sono caratterizzati da coltri di depositi di frana e di depositi eluvio-colluviali interessanti sia i versanti interni che la fascia costiera. L’assetto geologico e tettonico sopra descritto si esplica, a livello locale, con la presenza di terreni di età plio-pleistocenica e quaternaria, che vengono distinti in Unità Geologiche Marine – U.G.M. (depositi marini e di transizione) e Unità Geologiche Continentali – U.G.C. (depositi continentali). Tra le Unità Geologiche Marine, rilevate nel territorio in studio, sono presenti, quindi, la Formazione delle Argille e Conglomerati di Ripa Teatina (unità di transizione dal marino al continentale) e l'associazione sabbioso- conglomeratica (FMTd) della Formazione di Mutignano; le altre associazioni di quest'ultima, quelle sabbioso-pelitica (FMTc) e pelitico-sabbiosa (FMTa), non affiorano quasi mai nell'area in studio, ma sono state intercettate attraverso i sondaggi geognostici. Le Unità Geologiche Continentali presenti corrispondono a: • Depositi di frana (fra); • Depositi antropici (ant); • Coltre eluvio colluviale (col). Tutte le U.G.M. e le U.G.C. saranno dettagliatamente descritte al Cap. 8.2.

3.2 ASSETTO GEOMORFOLOGICO DELL’AREA

L’assetto geomorfologico del territorio comunale di Rocca San Giovanni è caratterizzato, in generale, da una serie di valli profonde e aree di cresta sub- pianeggianti, che si attenuano con l’avvicinarsi della linea di costa; in particolare, è stato possibile effettuare una ripartizione del territorio in aree che presentano caratteristiche morfologiche simili: • aree pianeggianti: comprendono tutte le aree sommitali e alle quote più elevate del territorio comunale (massima quota 210 m s.l.m.), che costituiscono ampi ripiani a sviluppo tabulare allungate secondo direzioni preferenziali NE-SW, delimitate dalle diverse incisioni, e la porzione terminale delle valli del fosso Valle Cupa, del fosso Valle Carburo e del Torrente Fontanelli. Queste zone si distinguono per le basse pendenze. Anche il centro abitato del capoluogo è

19 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

collocato su uno stretto ripiano tabulare, a quota circa 155 m s.l.m., delimitato a Sud dal F.sso Valle Cupa e a Nord dal F.sso Rocca San Giovanni; • aree di impluvio: caratterizzate dalla presenza di torrenti e fossi che incidono profondamente i rilievi sommitali e comprendono le valli generate dai corsi d’acqua, a diverso grado di evoluzione, ed i versanti che li contraddistinguono, con pendenze e scarpate medio-alte, lungo le quali si sono instaurati i principali processi geomorfologici; • area costiera: comprende tutta la porzione di territorio che si identifica come la fascia costiera recente; infatti, è compresa tutta l’area che va dalle falesie poste a monte della S.S. Adriatica fino alla linea di costa. Nella porzione più interna del territorio comunale, l’elemento geomorfologico predominante è la scarpata, distinta tra scarpate di frana e scarpate di erosione fluviale, per lo più ad alto angolo, le quali delimitano le principali incisioni torrentizie e le aree di cresta pressoché sub-pianeggianti e si riscontrano, quindi, lungo la parte alta delle valli generate dai corsi d’acqua che incidono le litologie prevalentemente argilloso-sabbiose. L’erosione di tipo lineare costituisce, infatti, uno dei processi geomorfologici più attivi nel territorio comunale; a tale processo si associa l’evoluzione degli argini che, spesso, presentano angoli elevati (>60°-70°), pertanto vengono rilevati locali processi gravitativi che interessano limitate porzioni collocate in prossimità del ciglio o lunghi i fronti delle scarpate ad alto angolo; ciò determina l’evoluzione laterale del fosso e rappresenta una potenziale situazione di pericolo delle aree pianeggianti limitrofe. Sono assenti veri e propri corsi d’acqua, in quanto il reticolo idrografico è contraddistinto da fossi e torrenti, con incisione più o meno evoluta che, frequentemente, costituiscono delle vie di drenaggio in cui vengono convogliate le acque piovane provenienti dalle aree di cresta; il deflusso è tipicamente stagionale, con presenze idriche limitate a periodi distinti da particolare piovosità. Tra i principali corsi d’acqua si menzionano a partire da nord: Fosso S. Tommaso, Torrente Fontanelli, Fosso Valle Carburo, Fosso Valle Cupa e il Fosso S. Biagio, al limite comunale sud. All’interno del territorio comunale si individuano n.2 bacini idrografici principali, che confluiscono in un’unica ampia valle in prossimità della foce:

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• a nord il bacino Valle Grande, che comprende dall'interno F.sso Fontanelli, il F.sso Scarafaglie, il F.sso Novella, e numerose ramificazioni di limitata lunghezza; • a sud il bacino relativo al F.sso Valle Cupa, che comprende il F.sso Valle Carburo, il F.sso Rocca San Giovanni, il F.sso Callarone e varie piccole ramificazioni. Nel complesso il territorio di Rocca San Giovanni è caratterizzato da versanti interessati, diffusamente, dalla presenza di più o meno estesi fenomeni franosi. Dal punto di vista dell'evoluzione geomorfologica dell'area, la franosità rappresenta indubbiamente l'aspetto più importante perché i movimenti di versante sono numerosi, distinguibili in attuali o vecchi (paleofrane), presenti sia lungo i versanti prospicienti i corsi d'acqua, che, soprattutto, lungo la fascia costiera. Sono spesso il risultato dell'erosione delle sabbie e delle ghiaie sommitali, i cui prodotti formano lungo i versanti una copertura detritica che tende ad obliterare i depositi pelitici basali e localmente è soggetta a lenti movimenti verso il basso. Tale copertura risulta facilmente imbevuta di acqua con conseguente scadimento delle caratteristiche fisico-meccaniche, che la conducono ad uno stato precario, poco resistente agli effetti di eventuali opere ed interventi antropici. Gli aspetti morfologici di tali movimenti sono (Cancelli et alii, 1984), in prevalenza, i seguenti: le zone in frana mostrano una notevole estensione laterale, spesso risultante dalla coalescenza di più frane singole; le scarpate principali si presentano arcuate con pareti sub-verticali nelle sabbie e nelle ghiaie; le zone di accumulo si estendono fino al mare o invadono il letto dei corsi d'acqua. Gli aspetti cinematici generali di queste frane variano in base all'ubicazione delle stesse; lungo le incisioni dei fossi, infatti, il movimento è brusco perché connesso a repentini crolli a causa dell'erosione dei corsi d'acqua. I dissesti che si riscontrano lungo la fascia costiera, invece, sembrano dovuti ad un primo movimento che interessa le peliti basali, successivamente si vengono a sviluppare verso monte rotture progressive che provocano spostamenti anche nelle parti alte dei versanti; questi fenomeni causano lo scivolamento verso il basso di una parte dei ripiani sommitali delle colline, con formazione di strutture a graben, mentre la parete originaria si continua a muovere in maniera prevalentemente orizzontale; durante gli scivolamenti, il movimento del detrito 21 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] lungo il pendio causa instabilità e l'estendersi della rottura progressiva, determinando l'arretramento della parete e l'allargamento del graben (Chiocchini et alii, 2006). In merito alle problematiche relative ai movimenti franosi presenti sul territorio comunale, l'analisi viene intrapresa a partire dagli inquadramenti riportati sulle cartografie del Progetto IFFI (ISPRA-Regione Abruzzo) (Fig. 3.5) e su quelle del vigente Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico dei bacini regionali abruzzesi (P.A.I.) (Fig. 3.6).

Fig. 3.5: stralcio territorio in studio Progetto IFFI (ISPRA, Regione Abruzzo).

Nello specifico, i dissesti più estesi ed importanti si concentrano, come già indicato, lungo gli impluvi principali (Valle Grande), ma soprattutto lungo i versanti prospicienti la fascia costiera (Località Vallevò e zona di Punta Cavalluccio). Nella cartografia del progetto IFFI (Fig. 3.5) si osserva che quasi tutti i dissesti riscontrati sul territorio comunale, sia sulla costa che all'interno, sono classificati come scivolamenti rotazionali/traslativi; a Punta Cavalluccio si riporta, diversamente, un'ampia area soggetta a crolli e ribaltamenti. Nella carta geomorfologica P.A.I. (Fig. 3.6) gli 22 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] stessi dissesti, con perimetri leggermente diversi, sono classificati in varie tipologie di frana, da scorrimenti rotazionali o traslativi a versanti interessati da deformazioni superficiali lente o a frane complesse; lo stato di attività riportato è in prevalenza quiescente.

Fig. 3.6: stralcio Carta Geomorfologica P.A.I.- Fogli 362-o e 362-e (Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico dei bacini di rilievo regionale abruzzesi). 23 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

La zona di Punta Cavalluccio è caratterizzata dalla presenza di molte scarpate sia di frana che morfologiche, con pareti sub-verticali, caratterizzate da conglomerati e sabbie-arenarie, che possono dar luogo a fenomeni da crollo; ma sono anche presenti fenomeni di scorrimenti a valle delle stesse scarpate. Questa, così come le altre forme di instabilità geomorfologica di natura gravitativa presenti nel territorio comunale saranno descritte al Cap. 8.2 e sono le seguenti: • frane di scorrimento rotazionale (in stato quiescente, non attivo); • deformazioni superficiali lente (in stato attivo); • frane complesse (in stato quiescente, in stato attivo). Un maggiore approfondimento viene invece affrontato per quanto riguarda il movimento franoso o più esattamente i vari movimenti gravitativi di versante in atto lungo la costa in Località Vallevò. L'area in dissesto si colloca a valle del Piano dei Marchi, un esteso terrazzo marino, a luoghi profondamente inciso da corsi d'acqua a regime per lo più torrentizio, caratterizzato a livello stratigrafico da depositi ghiaiosi- conglomeratici sommitali poggianti su depositi sabbioso-arenacei; nella zona di valle il versante si presenta meno acclive e con morfologia più irregolare. L'area di Vallevò è interessata ed è stata interessata anche in tempi non recenti da vasti movimenti che hanno comportato vari problemi non solo al centro abitato presente lungo la costa ma anche alle strade principali e alla linea ferroviaria; alla luce dei rischi presenti nella zona è stato effettuato nel febbraio 2011 un sopralluogo da parte del CNR-IRPI, dal quale è derivata una relazione tecnica comprensiva di indagine foto- geologica e di una carta inventario degli elementi di dissesto riscontrati in quella fase (Fig. 3.7). L'indagine effettuata ha evidenziato l'esistenza di tre classi di frane, distinte sulla base della loro dimensione ed età relativa: frane presumibilmente molto antiche, frane presumibilmente antiche, frane attive e/o in evoluzione nel 1954. L'analisi della carta inventario (Fig. 3.7) permise di riscontrare l'esistenza in località Vallevò Prima, di un'estesa area in frana, con scarpate associate spesso a trincee e contropendenze, caratterizzata da uno scivolamento profondo di tipo rotazionale. Questo esteso movimento era interessato da un successivo scivolamento rotazionale retrogressivo il cui piede raggiungeva la S. S. n. 16 Adriatica. Sia nell'area di scarpata che nell'area di accumulo, il tratto di versante era interessato da frane superficiali di tipo colata o da scivolamenti superficiali in evoluzione nel 1954. 24 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Fig. 3.7: carta inventario di Loc. Vallevò - Allegato 2 alla Relazione tecnica del CNR-IRPI - febbraio 2011 (realizzata attraverso l'interpretazione visiva di fotografie aeree stereoscopiche riprese nel 1954).

Fra le località Vallevò Prima, a SE, e Vallevò,a NO, era stata individuata un'estesa area di frana molto antica che è stata interessata successivamente da scivolamenti rotazionali retrogressivi; alla base della cornice sommitale conglomeratica sono state mappate due frane in evoluzione nel 1954 del tipo scivolamento - colata e scivolamento superficiale. Inoltre lungo il tratto di versante sul quale si sviluppa l'abitato di Vallevò sono state identificate frane di tipo scivolamento, di varie dimensioni. Nella parte alta del versante è presente un impluvio impostato in una trincea, riconducibile al graben e alla scarpata di una frana molto antica. Verso valle sono state evidenziate scarpate e trincee meno pronunciate che corrispondono ad un'area in frana di tipo scivolamento multiplo (Relazione tecnica CNR-IRPI). In sintesi, l'area di Vallevò è stata sottoposta a successive fasi nell'ambito dell'evoluzione geomorfologica del versante; l'orlo del terrazzo su cui sorge località Piano dei Marchi è bordata da una profonda trincea che drena verso il mare le acque 25 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] provenienti dalla superficie del terrazzo; a valle di questa trincea sono presenti più generazioni di scarpate concave verso valle, a dimostrazione di un unico movimento pregresso nel tempo; inoltre si sono sviluppati in tempi più recenti movimenti franosi più superficiali di dimensioni ridotte e di vario tipo, come colate, scivolamenti traslativi o rotazionali, presenti più a valle e che lambiscono in alcuni casi la S.S. 16 Adriatica. Sono stati proposti negli anni vari tipi di interventi mirati a ridurre le condizioni di pericolosità locali e a mitigare il rischio da frana in C.da Vallevò, in considerazione del fatto che nell'area sono presenti edifici destinati a civile abitazione e a servizi, come ristoranti e trattorie, oltre ad arterie viarie importanti, come la nuova linea ferroviaria e la S.S. 16 Adriatica. Sono state previste e, solo in parte realizzate, opere di sostegno, quali palificate, finalizzate ad aumentare la resistenza locale al franamento, e varie tipologie di opere idrauliche per la regimazione delle acque superficiali, al fine di migliorare e controllare il deflusso e limitare lo sviluppo o la riattivazione di fenomeni erosivi locali.

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4. DATI GEOTECNICI E GEOFISICI

Per quanto riguarda le indagini geognostico-tecniche si fa riferimento agli studi messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, in particolare allo studio geologico realizzato nel 2009 dalla ditta Geoprogetti, a supporto dello strumento urbanistico vigente (Piano Regolatore Esecutivo), e da ulteriori altri lavori, realizzati da colleghi nell’ambito dell’attività edilizia privata e pubblica svolti all’interno del territorio comunale oggetto di studio di MZS di Livello 1. Nello specifico, le indagini geognostiche provengono anche dalla relazione geologica realizzata a supporto dei "Lavori di consolidamento del movimento franoso in C.da Vallevò" e dagli studi geologici eseguiti durante la realizzazione del nuovo tracciato ferroviario tra Ortona e Casalbordino (Chiocchini & Giorelli, 1994, Chiocchini et alii, 1994 per la galleria Moro). Nell’ambito dei dati geotecnici, gli elementi pregressi raccolti ed archiviati nel presente studio derivano da indagini geotecniche del tipo: - prove penetrometriche dinamiche superpesanti DPSH; - prove SPT in foro; - analisi di laboratorio su campioni indisturbati (solo nella fascia costiera). In primo luogo, dall’esame dei risultati dei sondaggi e dalla loro correlazione con i rilevamenti geologici, si ottiene la stratigrafia media geologico-tecnica del territorio comunale, che però viene distinta in due schemi stratigrafici differenti, riportati nelle tabelle di seguito 4.1 e 4.2, una rappresentativa della zona interna, che comprende il centro del capoluogo, Loc. Piano Favaro, l'area artigianale commerciale e la zona di nuova urbanizzazione ad Ovest, e l'altra rappresentativa della fascia costiera.

AREA INTERNA COMPRESO IL CAPOLUOGO SPESSORE SIGLE STRATO LITOLOGIA 1 2 (m) RA DPC Terreno vegetale o/e materiale di riporto PT/RI 1 - Copertura superficiale variabile e/o coltri eluvio-colluviali E6 SM 2 - Ghiaie e conglomerati Ghiaie e conglomerati, con clasti di piccolo clasto-sostenuti (Formazione e medio diametro, di colore biancastro da pochi metri C1 GR delle Argille e Conglomerati di giallino, non sempre ben cementate, a max 35 Ripa Teatina) moderatamente addensate 3 – Sabbie ed arenarie gialle Sabbie e sabbie limose debolmente medio-fini (Associazione cementate o arenarie deboli, di colore da 5-10 m ad un C3 GRS/ 27 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] sabbioso-conglomeratica giallastro, a grana medio-fine, addensate o massimo di 35- GR FMTd della F.ne Mutignano) molto addensate 40 m Tabella 4.1: stratigrafia schematica media geologico-tecnica del territorio interno di Rocca San Giovanni. (1 Codici di riferimento Linee Guida Regione Abruzzo.) (2 Codici di riferimento di MS2012 del Dipartimento Protezione Civile nazionale.)

FASCIA COSTIERA SPESSORE SIGLE STRATO LITOLOGIA 1 2 (m) RA DPC Terreno vegetale o/e Da 0,0 a circa 1 - Copertura superficiale PT/RI materiale di riporto 2,00 m Limi sabbiosi e sabbie limose alterate, scarsamente addensate e con incluso 2 - Coltri eluvio-colluviali ghiaietto sparso (costituiscono in da pochi metri F3 ML spesso alterati prevalenza i corpi di frana) oppure limi a max 10 m argillosi e sabbiosi poco consistenti 3 – Limi argillosi alternati a limi sabbiosi (Associazione Limi sabbiosi e sabbie limose e argillose, di da pochi metri a sabbioso-pelitica FMTc della colore nocciola, mediamente consistenti 30-70 m F.ne Mutignano) 4 – Argille limose Argille limose e sabbiose grigiatre, con (Associazione pelitico- intercalazioni sabbiose ed arenacee, da - sabbiosa FMTa della F.ne mediamente a molto consistenti. Mutignano) Tabella 4.2: stratigrafia schematica media geologico-tecnica della fascia costiera di Rocca San Giovanni. (1 Codici di riferimento Linee Guida Regione Abruzzo.) (2 Codici di riferimento di MS2012 del Dipartimento Protezione Civile nazionale.)

Durante la campagna di indagini per la realizzazione del nuovo tracciato della linea ferroviaria tra Ortona e Casalbordino, sono state eseguite quasi 70 perforazioni di sondaggio, in particolare per gli scavi delle gallerie, integrate con prove S.P.T. e con prelievo di campioni indisturbati su cui sono state effettuate analisi di laboratorio. Dai risultati delle prove S.P.T. realizzate su ghiaie e prevalentemente su sabbie (dai sondaggi per la galleria Moro realizzati a Nord dell'area in studio) si evince che si tratta di terreni molto addensati, con valori di N> 50. In tabella 4.3 si riportano i valori del numero di colpi N della prova S.P.T. nei fori di sondaggio, tratto dallo studio geologico di Chiocchini et alii, 1994.

28 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Tabella 4.3: valori del numero di colpi N della Standard Penetration Test (SPT) nei fori di sondaggio realizzati per lo studio geologico relativo allo scavo della galleria Moro (tratto da Chiocchini et alii, 1994). La elevata profondità di esecuzione di tali prove comporta di considerare i risultati con cautela.

Per quanto riguarda le prove di laboratorio, esse sono state realizzate prevalentemente su campioni prelevati all'interno della sequenza caratterizzata dai depositi pelitico-sabbiosi (associazione sabbioso-pelitica FMTc); di seguito, in tabella 4.4, sono riportati i valori medi dei parametri geotecnici significativi (tratto dallo studio geologico di Chiocchini et alii, 1994).

Tabella 4.4: valori medi dei parametri geotecnici significativi; tra parentesi il numero di dati mediato per ogni parametro tra tutti quelli ottenuti dalle analisi di laboratorio realizzate sui campioni indisturbati prelevati nei fori di sondaggio per lo scavo della galleria Moro (tratto da Chiocchini et alii, 1994). 29 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Le analisi granulometriche indicano che si tratta di limi argillosi con contenuto in argilla variabile dal 25 al 67% ed in sabbia dal 4 al 40%. Analizzando nell'insieme tutti i dati a disposizione, anche i risultati delle varie prove penetrometriche dinamiche DPSH, delle altre prove S.P.T. in foro, variamente distribuite sul territorio comunale e delle analisi di laboratorio realizzate in particolare su campioni prelevati in Loc. Vallevò, si riportano di seguito (tabelle 4.5 - 4.6) i valori geotecnici mediati riferiti alle stratigrafie geologico-tecniche ricostruite e riportate nelle tabelle precedenti 4.1 - 4.2:

AREA INTERNA COMPRESO IL CAPOLUOGO STRATO Peso unitario di Fi (°) Cu (MPa) Dr (%)* volume (kN/m3) STRATO1 18 - 19 18 - 22 0,00 – 0,04 20 - 30 STRATO2 19 – 20 27 - 32 0,00 – 0,00 50 - 60 STRATO3 20,5 – 21 30 - 45 0,00 – 0,00 60 - 70

Tabella 4.5: range di parametri geotecnici relativi alla stratigrafia schematica media del territorio interno di Rocca San Giovanni riportato nella tabella 4.1. * Dato, riferito alla densità relativa, influenzato da valutazioni soggettive.

FASCIA COSTIERA STRATO Peso unitario di Fi (°)* C’ (MPa) Cu (MPa) volume (kN/m3) STRATO1 18 - 19 18 - 21 0,01 – 0,02 0,02 – 0,05 STRATO2 18 – 19 22 - 24 0,01 – 0,04 0,02 – 0,06 STRATO3 19 – 21 24 - 26 0,02 – 0,06 0,04 – 0,20 STRATO4 19 - 20 26 - 27 0,06 - 0,08 0,10 - 0,15

Tabella 4.6: range di parametri geotecnici relativi alla stratigrafia schematica media della fascia costiera di Rocca San Giovanni. riportato nella tabella 4.2.

Le caratteristiche idrogeologiche sono direttamente influenzate dall’assetto stratigrafico, ed in particolare la presenza di formazioni con alto grado di permeabilità, come i banchi di ghiaie ed arenarie e sabbie, interrotte da strati meno permeabili (sabbie limose o argillose addensate) favorisce il crearsi di possibili falde sospese la cui

30 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] entità dipende direttamente dalle precipitazioni. I livelli della falda, riscontrati in alcuni dei sondaggi a disposizione, presentano quote molto superficiali, anche di pochissimi metri dal piano campagna, tuttavia non si può essere certi, dato il numero esiguo di dati puntuali, che i livelli di acqua misurati corrispondano univocamente a vere e proprie falde freatiche, ma potrebbero essere temporanei accumuli al tetto di livelli meno permeabili. Per quanto riguarda la circolazione idrica sotterranea, in generale, la situazione idrogeologica è abbastanza semplice, dato che si riconosce un acquifero composto dalle ghiaie a permeabilità elevata e dalle sabbie a permeabilità medio-bassa; tale acquifero è sostenuto da un acquiclude costituito dai depositi pelitico-sabbiosi e dalle peliti basali; lo spessore del complesso ghiaie-sabbie e la configurazione morfologica dell'area non consentono l'accumulo di corpi idrici rilevanti. L'idrogeologia del sottosuolo diventa, talora, complessa all'interno dei depositi pelitico-sabbiosi e pelitici, che contengono livelli sabbiosi con presenza di corpi idrici, che possono dare origine a più falde sovrapposte (Chiocchini & Giorelli, 1994). Nell’ambito dei dati geofisici sono state acquisite le informazioni, di carattere puramente indicativo, contenute all'interno dello studio geologico-geotecnico, realizzato dalla ditta Geoprogetti ad integrazione del nuovo P.R.E., in cui vengono classificate sismicamente le diverse unità geologiche presenti come appartenenti tutte alla categoria di suolo C (in base ai valori generali degli NS.P.T., compresi tra 15 e 50), con

Vs30 compreso tra 180 e 360 m/s, tranne che i depositi colluviali, i quali avendo caratteristiche geomeccaniche più scadenti, ricadono in categoria di suolo D (con Vs30 < 180 m/s). Tra le indagini pregresse, si ha a disposizione un solo stendimento sismico di tipo M.A.S.W. realizzato in Loc. Vallevò (tratto dalla relazione geologica realizzata a supporto dei "Lavori di consolidamento del movimento franoso in C.da Vallevò"), il cui modello sismico del sottosuolo ottenuto, riportato di seguito (Fig. 4.1), evidenzia che le Vs dei diversi sismostrati raggiungono al massimo il valore di 330 m/s e che velocità >800 m/s vengono raggiunte in questo singolo caso oltre i 16 m di profondità dal p.c.. In base, quindi, ai seppur pochi dati sismici raccolti dagli studi geologici a diposizione, si evince che le unità di substrato geologico affioranti, presenti nel territorio

31 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] del Comune di Rocca San Giovanni, non hanno velocità delle onde sismiche di taglio tali da poter essere considerate anche substrato sismico (Vs > 800 m/s).

Fig. 4.1: modello sismico del sottosuolo, in cui si riportano i valori di Vs e densità e lo spessore di ogni sismostrato, ottenuti dall'indagine sismica tipo M.A.S.W. realizzata nell'ambito dello studio geologico a supporto dei "Lavori di consolidamento del movimento franoso in C.da Vallevò" di Geol. D. Pelliciotta e Ing. B. Bianco.

A supporto del presente studio, sono state effettuate n. 7 misurazioni HVSR, che hanno fornito valori delle frequenze di risonanza e delle relative ampiezze, indispensabili per la stesura della carta delle frequenze di risonanza. Per le metodologie di elaborazione e i relativi risultati si rimanda al capitolo 7.0.

32 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

5. MODELLO DEL SOTTOSUOLO

Nella ricostruzione del modello di sottosuolo, ci si è avvalsi dei dati di superficie dedotti durante il rilevamento geologico, integrati dalle informazioni stratigrafiche, e non, acquisite dalle indagini, principalmente di tipo geognostico, realizzate sul territorio comunale esaminato e riepilogate nell’allegata Carta delle Indagini. Le diverse unità litologiche che, in generale, rappresentano i litotipi di base dell’intero territorio comunale, fanno riferimento alle associazioni appartenenti alla Formazione di Mutignano e alla formazione delle Argille e conglomerati di Ripa Teatina, sovrapposte da unità litotecniche eluvio-colluviali, di riporto antropico, o di movimenti franosi. Le aree urbanizzate e/o urbanizzabili oggetto del presente studio di MZS sono caratterizzate in sostanza dalle stesse unità geologiche di substrato, con sovrastanti unità di copertura variabili sia in senso areale che in spessore. L’assetto litostratigrafico locale, schematizzato nelle tabelle 4.1-4.2 del precedente capitolo, dove si tiene conto della litologia e della distribuzione spaziale dei litotipi, viene rappresentato nelle seguenti sezioni geologiche, in cui si evidenziano anche i rapporti geometrici tra le diverse unità, in modo da meglio definire i modelli geologici di sottosuolo dell’area in studio.

I I’ SW NE II - II’ 300 300 275 275 250 Rocca San Giova 250 S3 nni 225 ant-G 225 S9 S8 200 S10 200 175 175 RPT-C1 150 FMTd-C3 150 125 125 FMTc m s.l.m. 100 FMTc/FMTa 100

Figura 5.1: sezione geologico-tecnica longitudinale, che attraversa il centro abitato di Rocca San Giovanni, da SW verso NE.

Dalla sezione sovrastante I-I’ (Fig. 5.1), che attraversa il centro abitato di Rocca San Giovanni in direzione NE–SO, si evidenzia che il substrato presente è appartenente alla Formazione di Mutignano, caratterizzato dall’associazione sabbioso- conglomeratica (FMTd), in assetto giaciturale monoclinalico, chiuso al tetto con contatto erosivo dalla Formazione delle “Argille e Conglomerati di Ripa Teatina” (RPT), una successione di transizione di cui rimangono i lembi estesi dei plateau sommitali.

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Le associazioni sabbioso-pelitica (FMTc) e pelitico-sabbiosa (FMTa) della F.ne Mutignano, pur non affioranti quasi mai nell’area studiata, vengono rappresentate al di sotto dell’associazione FMTd, così come riscontrato nei sondaggi geognostici (soprattutto quelli ubicati in prossimità o all’interno della fascia costiera, oltre che dai dati bibliografici (Chiocchini et alii, 2006)). Lo spessore che caratterizza la formazione delle Argille e Conglomerati di Ripa Teatina è modesto, al massimo di circa 30-35 m, mentre il membro sabbioso- conglomeratico FMTd varia da 5-10 m ad un massimo di 35-40 m; quello sabbioso- pelitico, da bibliografia, è compreso tra 30 e 70 m, mentre quello pelitico-sabbioso può raggiungere qualche centinaia di metri. Sulle suddette unità di substrato sono sovrapposte variamente materiali di copertura, in prevalenza coltri eluvio-colluviali, e in maniera subordinata, depositi antropici o derivanti dai movimenti gravitativi, che interessano vari versanti, per lo scivolamento di porzioni del membro sommitale della Formazione Mutignano. Lo spessore che caratterizza questi depositi di frana sono alquanto variabili, ma comunque piuttosto modesti. Lo stesso modello di sottosuolo viene rappresentato nelle sezioni II-II’, che attraversa il centro abitato di Rocca San Giovanni da NW a SE (Fig. 5.2), III-III’ che interessa la zona industriale/artigianale (Fig. 5.3), ed in parte nella IV-IV’(Fig. 5.4), che da Loc. Piano Favaro si estende fino alla linea di costa.

II I - I’ II’ NW SE Rocca San Giovanni 200 200 175 175 RPT-C1 Col-E6-II RPT-C1 RPT-C1 RPT-C1 150 Col-E6-II 150 FMTd-C3 Col-E6-II FMTd-C3 125 125 100 FMTc 100 75 75 m s.l.m. 50 50 Figura 5.2: sezione geologico-tecnica trasversale, che attraversa il centro abitato di Rocca San Giovanni.

III III’ NW Zona industriale/commerciale SE 200 200 RPT-C1 RPT-C1 175 175 150 FMTd-C3 FMTd-C3 150 fra Col-E6-II 125 FMTc 125 100 100 m s.l.m. 75 75 Figura 5.3: sezione geologico-tecnica trasversale, che attraversa la zona industriale commerciale. 34 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

IV IV’ SW NE 200 200 175 175 150 Loc. Piano Favaro S1 S7-S6 S5 150 Litorale 125 125 100 RPT-C1 100 FMTd-C3 75 75 50 fra 50 FMTc 25 25 m s.l.m. 0 FMTa 0

IV’ NE 200 175 S1 S7-S6 S5 150 Litorale 125 100 75 fra 50 25 FMTa 0 Figura 5.4. sopra: sezione geologico-tecnica longitudinale IV-IV', che attraversa Loc. Piano Favaro fino ad arrivare alla linea di costa; sotto: particolare della stessa sezione IV-IV' nel settore più orientale.

Le informazioni rilevanti che emergono dalle analisi dell'andamento del sottosuolo dell'area studiata, anche in base ai dati utili riportati nel precedente capitolo, riguardano ovviamente le caratteristiche del substrato geologico presente, che pur se spesso sub- affiorante e con buone proprietà geomeccaniche (vedi parametri geotecnici in tabelle 4.5 - 4.6), risulta essere quasi sempre non rigido, vale a dire con parametri sismici non altrettanto adeguati (Vs < 800 m/s); questo aspetto, associato ai diversi passaggi litostratigrafici (ghiaie-sabbie-peliti) a profondità variabili tra un'associazione e l'altra delle formazioni presenti all'interno del territorio comunale, inducono le stesse formazioni ad essere potenzialmente sottoposte a fenomeni di amplificazione di un eventuale moto sismico. Per quanto riguarda la fascia costiera, tale osservazione è invece concentrata sugli estesi fenomeni gravitativi, rappresentati, in particolare, nella parte più orientale della sezione geologico-tecnica della IV-IV’ (Fig. 5.4), e nella sezione V-V' (Fig. 5.5), dove si evidenziano gli estesi corpi di frana che si sviluppano fino alla linea di costa, e che sono sovrapposti, prevalentemente, ai membri inferiori della F.ne di Mutignano. Nello specifico, nella sezione V-V' (Fig. 5.5), l'imponente movimento franoso di Loc. Vallevò, costituito da più corpi di frana sviluppatisi in tempi e tipi differenti (vedi

35 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] cap. 3.2), viene rappresentato, nell'insieme, come un'ampia zona sottoposta a frana complessa profonda in stato quiescente (vedi anche Carta Geologico-Tecnica).

V V’ SE NW 200 200 175 175 150 Loc. Vallevò 150 125 Litorale 125 RPT-C1 100 100 75 FMTd-C3 S12 75

50 fra 50 FMTc 25 25 m s.l.m. 0 0

Figura 5.5: sezione geologico-tecnica V - V' rappresentativa del processo di instabilità in Loc. Vallevò .

6. INTERPRETAZIONI E INCERTEZZE

Nella realizzazione delle varie cartografie di cui si compone il presente studio di MZS, in particolare di quelle relative alle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica ed alle Frequenze di Risonanza, sono emerse talune incertezze per lo più dovute ad una carenza di dati ed al ridotto numero di indagini su tutto il territorio analizzato. In particolare, tutto il centro abitato del capoluogo, così come anche gran parte delle altre località abitate e la zona industriale commerciale, risultano impostate sull’unità conglomeratica delle Argille e Conglomerati di Ripa Teatina, riscontrata in vari affioramenti nei dintorni (vedi Carta degli Affioramenti in allegato) e, quindi, come tale riportata sub-affiorante nella Carta Geologico-Tecnica ed in quella delle M.O.P.S. rappresentata come zona stabile suscettibile di amplificazione locale, per le sue caratteristiche sismiche di “substrato non rigido”. Tuttavia le incertezze riguardano lo spessore della copertura presente, più esattamente di eventuali riporti, più o meno spessi, che variamente possono interessare tutta l’area urbanizzata, dei quali si hanno pochi dati geognostici.

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I limiti relativi all’estensione areale delle coltri e, soprattutto, i vari spessori che li contraddistinguono, fanno più riferimento al rilevamento geologico e geomorfologico che alle indagini acquisite, poiché assenti in molte zone. In più occasioni, considerando anche la difficoltà nel rilevare aree praticamente inaccessibili per la fitta vegetazione, si è dovuti ricorrere ad interpretazioni litostratigrafiche che ne definissero, all’incirca, la loro più attendibile estensione. Tutto ciò porta a ritenere che, in un momento successivo al presente, vadano approfondite le informazioni di carattere stratigrafico attraverso l’esecuzione di mirate indagini geognostiche, associate a quelle sismiche (sia di superficie, sia in foro), le quali opportunamente ubicate all’interno dell’area studiata, special modo i centri abitati, consentano di definire con sufficiente approssimazione l’estensione areale dei depositi di copertura in genere e, soprattutto, il loro spessore. Particolare attenzione dovrà essere rivolta, inoltre, nei confronti delle forme di instabilità geomorfologica di natura gravitativa rilevate nel territorio, in particolare degli estesi fenomeni gravitativi che interessano la fascia costiera, come Loc. Punta Cavalluccio e Loc. Vallevò; in questi casi sarà necessario osservare la loro potenziale evoluzione futura, attraverso monitoraggi in arco di tempo appropriato, per verificare lo spessore dei terreni coinvolti o profondità delle nicchie di distacco ed il loro effettivo stato di attività.

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7. METODOLOGIE DI ELABORAZIONE E RISULTATI

Nel presente capitolo saranno messe in evidenza la metodologia e l’elaborazione dei risultati delle indagini realizzate ex-novo, relative quindi alle misurazioni sismiche di tipo H.V.S.R.. La caratterizzazione sismica di un terreno eseguita tramite la tecnica di indagine geofisica di sismica passiva (tecnica dei rapporti spettrali) o H.V.S.R. (Horizzontal to Vertical Spectral Ratio – Metodo di Nakamura 1989), è finalizzata all’individuazione delle frequenze caratteristiche di risonanza di sito, e delle discontinuità sismiche correlabili ai cambi litologici del sottosuolo presenti su una verticale di investigazione. L’utilizzo di algoritmi di calcolo volti ad una modellizzazione sintetica delle spettro H/V, permette di correlare ogni picco spettrale con le discontinuità presenti nel sottosuolo (per es., cambi litologici). Tramite l’elaborazione di modi superiori e l’analisi dell’andamento delle tre componenti del moto, è possibile distinguere i picchi di origine naturale da quelli generati dai modi superiori o da “artefatti”, al fine di garantire una corretta interpretazione dello spettro sismico registrato. Il metodo dei rapporti spettrali è basato sullo studio dei valori medi del rapporto di ampiezza fra le componenti del rumore sismico misurate sul piano orizzontale e verticale, ed in particolare la cosiddetta “funzione H/V” che rappresenta i rapporti spettrali medi in funzione della frequenza di vibrazione. Sperimentalmente si osserva come in presenza di un campo d’onde diffuso, la forma della funzione (ed in particolare la posizione dei suoi valori massimi) risulta stabile nel tempo e fortemente legata alle caratteristiche del sottosuolo al di sotto del sito di misura: andando più nello specifico, in presenza di forti variazioni nel profilo di velocità delle onde S nel sottosuolo (legate ad esempio alla transizione fra sedimenti soffici e substrato rigido), la funzione H/V mostra dei massimi marcati in corrispondenza della frequenza di risonanza fr relativa a quella configurazione strutturale ( dove fr viene calcolata mediante la formula Vs / 4H, con Vs velocità media delle onde S, ed H spessore dello strato litologico superiore e quindi profondità del salto di velocità). Affinchè la misura di rumore sia utilizzabile ai fini dell’applicazione della tecnica H/V a scopi geognostici, sono necessarie tre condizioni:

38 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

• la sensibilità dell’apparato di misura nel campo delle frequenze di interesse (solitamente 0.5 – 20 Hz) sia adeguata alla bassa entità del segnale; • venga garantito un campionamento statisticamente rappresentativo del campo medio del rumore; • la misura sia effettuata in presenza di un campo di rumore diffuso.

Mentre la prima condizione è legata essenzialmente alla tipologia di strumentazione utilizzata, le altre due condizioni sono più specifiche e legate essenzialmente anche alle condizioni di ubicazione della strumentazione. Per ogni punto di misura è stata acquisita una registrazione della durata di 30 minuti, campionate ad una frequenza di 300 Hz. I segnali acquisiti sono stati quindi: 1. corretti per la linea di base (sottraendo a ciascun punto la media effettuata sull'intera traccia); 2. corretti da andamenti (trend) anomali (sottraendo la retta della regressione lineare effettuata su tutti i punti della traccia); 3. filtrati. Per ogni segnale si calcola la trasformata di Fourier e successivamente si effettua il rapporto spettrale fra le componenti orizzontale e verticale. Tale rapporto è stato rimodellato con lisciamento di tipo Konno-Ohmachi ed il risultato di tale operazione è stato assunto come stima delle funzioni di amplificazione locale di Nakamura. I dati ottenuti sono stati elaborati tramite il software GEOEXPLORER HVSR della SARA Electronic Instruments. I risultati che si possono ottenere da indagini sismiche HVSR sono le seguenti: frequenza caratteristica di risonanza del sito, che rappresenta un parametro fondamentale per il corretto dimensionamento delle strutture in condizioni sismiche, adottando adeguate precauzioni nell’edificare strutture aventi la stessa frequenza di vibrazione del terreno, per evitare l’effetto di "doppia risonanza", fenomeno estremamente pericoloso per la stabilità delle opere. Per la microzonazione sismica, è molto importante conoscere gli effetti di sito, in quanto si possono verificare amplificazioni locali delle onde sismiche dovuti a particolari condizioni geologiche e topografiche. L’uso della tecnica dei rapporti spettrali di microtremori può essere usato anche per l’identificazione delle sollecitazioni da traffico 39 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] sugli edifici, identificando i modi di vibrare dei vari piani degli edifici ed i fattori di amplificazione. Entrando nel dettaglio della metodologia utilizzata, premettendo che nel dominio della frequenza, 4 sono gli spettri coinvolti: le componenti orizzontali e verticali del moto in superficie (HS e VS) e alla base dello strato (HB e VB), la tecnica di Nakamura si basa sulle seguenti ipotesi: 1. le sorgenti dei microtremori sono locali, trascurando qualsiasi contributo dovuto a sorgenti profonde; 2. le sorgenti dei microtremori in superficie non influenzano i microtremori alla base; 3. la componente verticale del moto non risente di effetti di amplificazione locale. Sotto queste ipotesi, il rapporto fra le componenti verticali del moto in superficie ed alla base contiene solo termini delle sorgenti locali AS(ω) e delle sorgenti alla base AB(ω) ed è pari a: V (ω) A (ω) R ()ω S == S V V ()ω A ()ω B B mentre il rapporto fra l’ampiezza dello spettro della componente orizzontale del moto in superficie (HS) e alla base dello strato (HB), contiene oltre che il termine di sorgente anche il termine di amplificazione di sito in superficie S(f) e può essere espresso nel seguente modo: H (ω) S (ω)A (ω) R ()ω S == S H H ()ω A ()ω B B Per rimuovere l’effetto di sorgente dai segnali, Nakamura divide i due rapporti R fra loro ottenendo così la seguente espressione per la funzione trasferimento di sito: R (ω) H (ω)V (ω) H S ()ω == S B R ()ω H ()ω V ()ω V B S Ipotizzando infine che alla base dei sedimenti l’ampiezza spettrale della componente verticale e di quella orizzontale siano uguali e cioè: V (ω) B = 1 H ()ω B

40 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

il fattore di amplificazione del moto orizzontale in superficie potrà essere valutato direttamente nel seguente modo: H (ω) S ()ω = S V ()ω S . Le varie ipotesi sono state verificate dallo stesso Nakamura (1989) con misure di microtremori in superficie e in pozzo. Le stesse assunzioni sono state verificate anche da altri autori confrontando i risultati ottenuti con modelli di propagazione di onde di Rayleigh, modelli di propagazione 1-D di onde S e con modelli di generazione sintetica di rumore. Le conclusioni a cui sono giunti gli studi suddetti sono che il picco visibile nei rapporti H/V ottenuti con il rumore simulato è indipendente dalle caratteristiche della sorgente del rumore e che dipende invece fortemente dalla stratigrafia del terreno. Tale picco è inoltre ben correlato con la frequenza fondamentale di risonanza del terreno soggetto alla propagazione di onde S verticali e con il picco fondamentale delle curve di dispersione delle onde di Rayleigh. La frequenza fondamentale di risonanza dello strato 1 relativa alle onde S è pari alla formula sopra citata. I controlli statistici sono stati verificati con il progetto EU SESAME (http://sesame-fp5.obs.ujf-grenoble.fr). Picchi a più alte frequenze (20-50 Hz) indicano risonanze stratigrafiche, ma collocate a bassissima profondità (< 1-3 m). Per questa ragione (e perché ingegneristicamente parlando hanno poco senso), non sono da tenere in conto nelle operazioni di inversione e di fittaggio delle curva poiché non significativi essendo generati dalla parte più superficiale del terreno. L’ultima osservazione riguarda la difficoltà in alcuni siti dovuta alle caratteristiche intrinseche del luogo, come ad esempio la presenza costante e forte del vento che in alcuni casi ha limitato l’utilizzo non rendendo i dati ottenuti molto attendibili.

Per questo studio di Microzonazione del Comune di Rocca San Giovanni non era presente nessuna misurazione in archivio bibliografico e, quindi, sono state realizzate n. 7 registrazioni HVSR. Le prove sismiche HVSR realizzate sul territorio comunale sono state ubicate sulla base dei seguenti criteri: • Allineamento preferibilmente lungo le sezioni geologiche realizzate; • in differenti Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (ivi possibile); 41 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

• in zone con assetti litostratigrafici differenti; • in zone morfologicamente diverse: area di cresta, versante o a valle. Un elemento essenziale per questo tipo di analisi sismica è la realizzazione di un buon COUPLING, ovvero accoppiamento strumento – terreno: laddove le condizioni lo permettano, i sensori andrebbero saldamente ancorati (per infissione) al suolo dopo l’eliminazione di tutti i possibili elementi di disturbo (erba, ciottoli) tramite la rimozione di un primo sottile strato di terreno di circa 10 cm, mentre, in caso di registrazione su suolo rigido, la distanza tra sensori e terreno deve essere ridotta al minimo. Per quanto riguarda la creazione della funzione H/V a partire da misure sperimentali, solitamente il segnale misurato viene segmentato in una serie di finestre temporali di uguale durata, e su ciascuna di esse viene stimato lo spettro di ampiezza nelle tre componenti, una verticale (V) e due orizzontali (N-S, E-W). La combinazione delle stime ottenute nelle varie finestre temporali viene poi utilizzata per costruire la curva H/V finale e stimare il relativo intervallo di confidenza: tale combinazione può avvenire o calcolando una media dei valori calcolati per ogni finestra temporale, oppure calcolandola a partire dal rapporto fra gli spettri ottenuti come media di quelli relativi alla sorgente. Nel corso della misurazione non sempre è possibile capire se le condizioni necessarie ad una giusta registrazione si sono realizzate o meno, e quindi, oltre alla stima della curva H/V, è risultato necessario valutare sia la stazionarietà, ovvero la stabilità nel tempo della curva H/V, sia la direzionalità, ovvero la presenza o meno di marcate eterogeneità azimutali e/o di variazioni temporali nelle caratteristiche del campo misurato.

Di seguito si riportano le elaborazioni effettuate per ogni singola stazione da cui si ricavano le frequenze di risonanza dei picchi fondamentali (f0) e di quelli secondari (f1), ivi si evidenziano, considerando f1>f0 così come riportato all’interno delle Linee Guida.

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HVSR1 Dati generali Cantiere: Rocca S.Giovanni (CH) Data: 05/08/2014 14:24 Latitudine: 42.267451° Longitudine: 14.495572°

Tracce in input Dati riepilogativi: Numero tracce: 3 Durata registrazione: 1800 s Frequenza di campionamento: 300.00 Hz Numero campioni: 540000

Foto 1. Particolare dell’esecuzione indagine sismica HVSR_1

Grafici tracce con finestre selezionate:

Traccia in direzione Verticale

Traccia in direzione Nord-Sud

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Traccia in direzione Est-Ovest

Finestre selezionate Dati riepilogativi: Numero totale finestre selezionate: 90 Numero finestre incluse nel calcolo: 87 Dimensione temporale finestre: 20 s Tipo di lisciamento: Konno-Ohmachi Segnale coperto: 96.67% Grafici degli spettri

Spettri medi nelle tre direzioni

Mappa della stazionarietà degli spettri

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Mappa della direzionalità degli spettri

Rapporto spettrale H/V Dati riepilogativi: Frequenza massima: 25.00 Hz Frequenza minima: 0.50 Hz

Grafico rapporto spettrale H/V

Rapporto spettrale H/V e suo intervallo di fiducia

Risultati: Nessun picco significativo.

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HVSR2 Dati generali Cantiere: Rocca S.Giovanni (CH) Data: 05/08/2014 09:36 Latitudine: 42.252575° Longitudine: 14.466317°

Tracce in input Dati riepilogativi: Numero tracce: 3 Durata registrazione: 1800 s Frequenza di campionamento: 300.00 Hz Numero campioni: 540000

Foto 2. Particolare dell’esecuzione indagine sismica HVSR_2

Grafici tracce con finestre selezionate:

Traccia in direzione Verticale

Traccia in direzione Nord-Sud

46 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Traccia in direzione Est-Ovest

Finestre selezionate Dati riepilogativi: Numero totale finestre selezionate: 90 Numero finestre incluse nel calcolo: 77 Dimensione temporale finestre: 20 s Tipo di lisciamento: Konno-Ohmachi Segnale coperto: 85.56%

Grafici degli spettri

Spettri medi nelle tre direzioni

Mappa della stazionarietà degli spettri Mappa della direzionalità degli spettri 47 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Verifica dei Criteri SESAME

Rapporto spettrale H/V Dati riepilogativi: Frequenza massima: 25.00 Hz Frequenza minima: 0.50 Hz

Grafico rapporto spettrale H/V

Rapporto spettrale H/V e suo intervallo di fiducia

Risultati: Frequenza del picco fondamentale f0 del rapporto H/V: 10.22Hz Ampiezza del picco f0: 2.37

48 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

HVSR3 Dati generali Cantiere: Rocca S.Giovanni (CH) Data: 05/08/2014 10:27 Latitudine: 42.240243° Longitudine: 14.455666°

Tracce in input Dati riepilogativi: Numero tracce: 3 Durata registrazione: 1800 s Frequenza di campionamento: 300.00 Hz Numero campioni: 540000

Foto 3. Particolare dell’esecuzione indagine sismica HVSR_3 Grafici tracce con finestre selezionate:

Traccia in direzione Verticale

Traccia in direzione Nord-Sud

49 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Traccia in direzione Est-Ovest

Finestre selezionate Dati riepilogativi: Numero totale finestre selezionate: 90 Numero finestre incluse nel calcolo: 85 Dimensione temporale finestre: 20 s Tipo di lisciamento: Konno-Ohmachi Segnale coperto: 94.44%

Grafici degli spettri

Spettri medi nelle tre direzioni

Mappa della stazionarietà degli spettri Mappa della direzionalità degli spettri 50 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Verifica dei Criteri SESAME

Rapporto spettrale H/V Dati riepilogativi: Frequenza massima: 25.00 Hz Frequenza minima: 0.50 Hz

Grafico rapporto spettrale H/V

Rapporto spettrale H/V e suo intervallo di fiducia

Risultati: Frequenza del picco fondamentale f0 del rapporto H/V: 13.77Hz Ampiezza del picco f0: 2.08

51 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

HVSR4 Dati generali Cantiere: Rocca S.Giovanni (CH) Data: 05/08/2014 12:08 Latitudine: 42.261560° Longitudine: 14.434286°

Tracce in input Dati riepilogativi: Numero tracce: 3 Durata registrazione: 1800 s Frequenza di campionamento: 300.00 Hz Numero campioni: 540000

Foto 4. Particolare dell’esecuzione indagine sismica HVSR_4

Grafici tracce con finestre selezionate:

Traccia in direzione Verticale

Traccia in direzione Nord-Sud

52 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Traccia in direzione Est-Ovest

Finestre selezionate Dati riepilogativi: Numero totale finestre selezionate: 90 Numero finestre incluse nel calcolo: 85 Dimensione temporale finestre: 20 s Tipo di lisciamento: Konno-Ohmachi Segnale coperto: 94.44%

Grafici degli spettri

Spettri medi nelle tre direzioni

Mappa della stazionarietà degli spettri 53 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Mappa della direzionalità degli spettri

Rapporto spettrale H/V Dati riepilogativi: Frequenza massima: 25.00 Hz Frequenza minima: 0.50 Hz

Grafico rapporto spettrale H/V

Rapporto spettrale H/V e suo intervallo di fiducia

Risultati: Nessun picco significativo.

54 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

HVSR5 Dati generali Cantiere: Rocca S.Giovanni (CH) Data: 05/08/2014 12:51 Latitudine: 42.259231° Longitudine: 14.436542°

Tracce in input Dati riepilogativi: Numero tracce: 3 Durata registrazione: 1800 s Frequenza di campionamento: 300.00 Hz Numero campioni: 540000

Foto 5. Particolare dell’esecuzione indagine sismica HVSR_5

Grafici tracce con finestre selezionate:

Traccia in direzione Verticale

Traccia in direzione Nord-Sud

55 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Traccia in direzione Est-Ovest

Finestre selezionate Dati riepilogativi: Numero totale finestre selezionate: 90 Numero finestre incluse nel calcolo: 77 Dimensione temporale finestre: 20 s Tipo di lisciamento: Konno-Ohmachi Segnale coperto: 85.56%

Grafici degli spettri

Spettri medi nelle tre direzioni

Mappa della stazionarietà degli spettri Mappa della direzionalità degli spettri 56 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Verifica dei Criteri SESAME_F0 Verifica dei Criteri SESAME_F1

Rapporto spettrale H/V Dati riepilogativi: Frequenza massima: 25.00 Hz Frequenza minima: 0.50 Hz

Grafico rapporto spettrale H/V

Rapporto spettrale H/V e suo intervallo di fiducia

Risultati: Frequenza del picco fondamentale f0 del rapporto H/V: 5.63Hz Ampiezza del picco f0: 3.06 Frequenza del secondo picco f1 del rapporto H/V: 18.56Hz Ampiezza del picco f1: 4.99

57 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

HVSR6 Dati generali Cantiere: Rocca S.Giovanni (CH) Data: 05/08/2014 11:07 Latitudine: 42.249426° Longitudine: 14.458529°

Tracce in input Dati riepilogativi: Numero tracce: 3 Durata registrazione: 1800 s Frequenza di campionamento: 300.00 Hz Numero campioni: 540000

Foto 6. Particolare dell’esecuzione indagine sismica HVSR_6

Grafici tracce con finestre selezionate:

Traccia in direzione Verticale

Traccia in direzione Nord-Sud

58 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Traccia in direzione Est-Ovest

Finestre selezionate Dati riepilogativi: Numero totale finestre selezionate: 90 Numero finestre incluse nel calcolo: 78 Dimensione temporale finestre: 20 s Tipo di lisciamento: Konno-Ohmachi Segnale coperto: 86.67% Grafici degli spettri

Spettri medi nelle tre direzioni

Mappa della stazionarietà degli spettri 59 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Mappa della direzionalità degli spettri

Rapporto spettrale H/V Dati riepilogativi: Frequenza massima: 25.00 Hz Frequenza minima: 0.50 Hz

Grafico rapporto spettrale H/V

Rapporto spettrale H/V e suo intervallo di fiducia

Risultati: Nessun picco significativo.

60 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

HVSR7 Dati generali Cantiere: Rocca S.Giovanni (CH) Data: 05/08/2014 13:39 Latitudine: 42.275671° Longitudine: 14.491051°

Tracce in input Dati riepilogativi: Numero tracce: 3 Durata registrazione: 1800 s Frequenza di campionamento: 300.00 Hz Numero campioni: 540000

Foto 7. Particolare dell’esecuzione indagine sismica HVSR_7

Grafici tracce con finestre selezionate:

Traccia in direzione Verticale

Traccia in direzione Nord-Sud

61 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Traccia in direzione Est-Ovest

Finestre selezionate Dati riepilogativi: Numero totale finestre selezionate: 90 Numero finestre incluse nel calcolo: 78 Dimensione temporale finestre: 20 s Tipo di lisciamento: Konno-Ohmachi Segnale coperto: 86.67% Grafici degli spettri

Spettri medi nelle tre direzioni

Mappa della stazionarietà degli spettri 62 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Mappa della direzionalità degli spettri

Rapporto spettrale H/V Dati riepilogativi: Frequenza massima: 25.00 Hz Frequenza minima: 0.50 Hz

Grafico rapporto spettrale H/V

Rapporto spettrale H/V e suo intervallo di fiducia

Risultati: Nessun picco significativo.

63 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

In conclusione, si osserva che i risultati ottenuti dalle elaborazioni delle misure dei microtremori realizzate all'interno delle aree in studio, presentano valori similari in corrispondenza delle stesse microzone, indicando in generale una buona correlazione con i dati cartografici e di sottosuolo. Nello specifico, nella zona 1, che caratterizza gran parte del territorio esaminato, sono state effettuate diverse registrazioni denominate HVSR1, HVSR2, HVSR3 e HVSR5, dalle quali si sono ottenute rispettivamente i seguenti risultati: nessun picco significativo; f0 10,22 - A0 2,37; f0 13,77 - A0 2,08; f0 5, 63 - A0 3,06, f1 18,56 - A1 4,99. Si evince che la seconda e la terza misurazione mostrano un unico picco fondamentale (f0, A0), alle alte frequenze caratterizzate da ampiezze modeste e similari, compatibili probabilmente con le profondità (5-10 m) a cui avviene il passaggio litostratigrafico tra la formazione delle Argille e Conglomerati di Ripa Teatina e l'associazione sabbioso-conglomeratica della formazione Mutignano. La registrazione HVSR5 mostra due picchi, di cui f1 - A1 presenta le stesse caratteristiche attribuite alle due misurazioni appena descritte, mentre f0 - A0 dello stesso, indica una frequenza più bassa tale da evidenziare un contrasto di impedenza a profondità maggiori (di 20-25 m). Al contrario, entrambi i risultati ottenuti dalle elaborazioni del segnale acquisito in zona 3 (HVSR4 e HVSR6) e zona 4 (HVSR7), non hanno evidenziato picchi significativi. Ciò si può correlare con l'assetto stratigrafico e topografico di queste aree, caratterizzate da coltri eluvio-colluviali poste su versanti o valli, che non si differenziano litologicamente dal sottostante substrato.

64 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

8. ELABORATI CARTOGRAFICI

8.1 CARTA DELLE INDAGINI

La Carta delle Indagini, realizzata in scala 1:5.000, deriva dalla raccolta, archiviazione e rappresentazione cartografica di tutte le indagini preesistenti eseguite nel territorio di interesse e messe a disposizione dall’Amministrazione comunale, siano esse geognostiche, geotecniche, idrogeologiche o geofisiche. Tra le indagini pregresse, in numero esiguo, sono presenti sondaggi geognostici a carotaggio continuo; per ognuno è stata riportata sulla carta la profondità dal p.c. del substrato raggiunto dal sondaggio e la profondità dal p.c. della falda, dove rilevata. I sondaggi sono caratterizzati in alcuni casi anche da altre indagini, come prove S.P.T. in foro e prelievo di campioni indisturbati per analisi di laboratorio, e per rappresentarli sulla stessa verticale è stato utilizzato il simbolo per le indagini multiple, riportando la rispettiva sigla in alto a destra del simbolo del sondaggio a carotaggio continuo che intercetta il substrato. Tutti i sondaggi a disposizione, numerati in modo progressivo in riferimento all’archivio originario, intercettano il substrato. Inoltre, è stata riportata in carta la sezione stratigrafica di Chiocchini et alii (tratto da "I depositi del Plesitocene tra Ortona e la stazione ferroviaria di Casalbordino", 2006), per acquisire le informazioni di carattere stratigrafico derivanti dal relativo studio, pur non avendo a disposizione le colonne stratigrafiche dei sondaggi ivi realizzati ed indicati sulla stessa sezione. Sono state riportate sulla carta alcune prove penetrometriche dinamiche DPSH e lo stendimento sismico di tipo M.A.S.W.. L’ubicazione delle indagini può presentare, in generale, margini di incertezza. Inoltre sono state ubicate con precisione le indagini sismiche H.V.S.R. realizzate ex- novo. Sono stati rappresentati sulla carta delle indagini, per maggior chiarezza, dei poligoni che delimitano le aree da sottoporre a ulteriore approfondimento e analizzate nel cap. 6 (in verde: aree che necessitano di ulteriori approfondimenti per carenza di indagini in centri abitati e/o in zone commerciali-industriali; in viola: aree che necessitano di ulteriori approfondimenti per presenza di importanti fenomeni franosi).

65 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

8.2 CARTA GEOLOGICO-TECNICA

Nella stesura della Carta Geologico – Tecnica sono state rappresentate, in primo luogo, le informazioni geologiche e litotecniche attraverso l’utilizzo di due livelli sovrapposti: le UNITA’ GEOLOGICHE (U.G.), rappresentative del substrato rigido, non rigido e dei terreni di copertura, e le UNITA’ LITOTECNICHE (U.L.), rappresentative delle caratteristiche meccaniche dei terreni presenti; a queste unità verranno sovrapposti gli elementi tettonico-strutturali, geomorfologici ed idrogeologici.

UNITA’ GEOLOGICHE (U.G.) Le unità geologiche saranno, a loro volta, distinte in Unità Geologiche Marine (U.G.M.), corrispondenti al substrato geologico rigido o non rigido, e Unità Geologiche Continentali (U.G.C.), corrispondenti ai depositi continentali e di transizione Quaternari, ovvero ai terreni di copertura. Si andranno di seguito ad esaminare le U.G.M. e U.G.C. rilevate nel territorio in studio. Le U.G.M. rilevate nel territorio in studio sono caratterizzate dalla Formazione delle Argille e conglomerati di Ripa Teatina (unità di transizione dal marino al continentale) e dalle associazioni della Formazione di Mutignano, rappresentate a partire dalla meno antica: • Associazione sabbioso-conglomeratica (FMTd); • Associazione sabbioso-pelitica (FMTc); • Associazione pelitico-sabbiosa (FMTa). Tra le Unità Geologiche Continentali sono presenti: • Depositi antropici (ant); • Coltre eluvio-colluviale (col); • Depositi di frana (fra). Le U.G.C. presenti corrispondono in prevalenza alle coltri eluvio-colluviali (col), ai diversi depositi di frana (fra) ed in misura minore ai depositi antropici (ant).

UNITÀ GEOLOGICHE MARINE (U.G.M.) (FONTE: FG 372 “VASTO” PROGETTO CARG) SUCCESSIONE DI TRANSIZIONE DAL MARINO AL CONTINENTALE Argille e conglomerati di Ripa Teatina (RPT) - Conglomerati poligenici, prevalentemente calcarei, eterometrici, clastosostenuti con matrice sabbiosa da bianca

66 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] a giallastra, in assetto prevalentemente massivo. I clasti sono generalmente ciottoli e ciottoli grossolani di calcari mesozoici con forme per lo più lamellari embriciate, sferiche e sferiche allungate. Localmente si intercalano livelli cementati con litotipi conglomeratici o corpi lenticolari di sabbie gialle o di arenarie medio-grossolane; inoltre sono presenti all'interno della formazione corpi lenticolari di peliti di colore grigio-verde, che contengono resti vegetali carbonizzati, resti di paleosuoli rossastri e patine di ossidazione. Creano quasi sempre degli estesi plateau, a copertura della sottostante Formazione Mutignano. Si mostrano in contatto erosivo sui sedimenti marini. L'età è Pleistocene medio-superiore. Spessore: 5-35 m. Dal punto di vista geomorfologico le estese superfici pianeggianti che si rinvengono lungo tutto il territorio comunale rappresentano le originarie superfici di deposizione di tale formazione, le quali a seguito dell’Uplift regionale, si rinvengono oggi terrazzate. I migliori affioramenti sono visibili infatti proprio ai margini di questi estesi terrazzi, ovvero sul bordo delle scarpate (v. figg. 8.1 e 8.3).

Fig.8.1: affioramento conglomeratico della Formazione delle Argille e Conglomerati di Ripa Teatina (vedi Foto 1 su carta degli affioramenti).

F.NE MUTIGNANO Associazione sabbioso-conglomeratica (FMTd) - Costituiscono i depositi di chiusura del ciclo sedimentario marino, con una facies variabile da litorale a fluvio- deltizia. Tali depositi sono stati smantellati dai più recenti processi di modellamento del paesaggio e costituiscono i lembi residui. La litofacies sabbioso-conglomeratica si presenta stratificata e giace a tetto della successione sabbioso-pelitica con contatto erosivo e discordante. E’ costituita in prevalenza da sabbie ed arenarie gialle medio-fini, 67 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] con intercalazioni di livelli di ghiaie e conglomerati o di peliti verdastre. Le sabbie, in genere a granulometria medio-grossolana, si rinvengono in strati a laminazione p.p. ed incrociata a basso angolo. Talvolta si presentano fortemente cementate (arenarie cementate) (Figg. 8.2-8.3-8.4). Gli spessori sono variabili da 5-10 m fino a 35-40 m. L'età è riferibile al Pleistocene inferiore p.p. (biozona a nannofossili calcarei).

Fig.8.2: affioramento sabbioso-arenaceo del membro FMTd della F.ne Mutignano (vedi Foto 2 su carta degli affioramenti).

Fig.8.3: contatto stratigrafico ed erosivo tra le due formazioni: RPT (conglomerati sopra) e FMTd (arenarie sotto) in Loc. Piano Favaro (fanno parte di un corpo di frana complessa, vedi Foto 3-4 su carta degli affioramenti).

68 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Fig.8.4: altri affioramenti fuori area MZS che mostrano il contatto stratigrafico ed erosivo tra le due formazioni: RPT (conglomerati) e FMTd (arenarie) (vedi Foto 5-6-7 su carta degli affioramenti).

Associazione sabbioso-pelitica - FMTc - E' caratterizzata da alternanze di sabbie e sabbie siltose, a diverso grado di cementazione, con argille ed argille siltose grigiastre, ben stratificate ed internamente laminate. Spessore variabile da 30 m a 70 m. L'età è riferibile al Pliocene superiore - Pleistocene inferiore p.p.

Associazione pelitico-sabbiosa - FMTa - Tale associazione è caratterizzata da argille e argille marnose grigio azzurre, con sporadici orizzonti sabbiosi di spessore millimetrico o centimetrico. Lo spessore è variabile da poche decine di metri fino a qualche centinaia (da letteratura). L'età è riferibile al Pliocene superiore. Queste associazioni non affiorano quasi mai nell’area studiata (facendo eccezione per quelle zone non accessibili, per le quali non si ha assoluta certezza); sono riportate solo nelle sezioni geologico-tecniche, in base a quanto emerso dai sondaggi geognostici consultati e da dati di bibliografia. 69 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

UNITÀ GEOLOGICHE DEL QUATERNARIO (U.G.C.) OLOCENE

Coltre eluvio-colluviale - col - materiale detritico a sedimentazione gravitativa e/o da ruscellamento diffuso e/o concentrato; si concentrano lungo i fianchi e alla base di molti versanti; la litologia è variabile dall’interno verso la costa: da sabbie limose localmente ghiaiose a limi argillosi e sabbiosi, che a luoghi possono inglobare ghiaie e ciottoletti centimetrici arenacei. Spessore estremamente variabile da 3 m a 10 m (Fig. 8.5).

Fig.8.5: versante interessato da coltri eluvio-colluviali ad Ovest del capoluogo (vedi Foto 8 su carta degli affioramenti).

Depositi antropici – ant - materiale derivante dall’attività antropica, caratterizzato prevalentemente da terreni di riporto. Si fa riferimento in particolare al rilevato autostradale ed al riempimento del F.sso Rocca San Giovanni. Spessore: 3-30 m.

Depositi di frana - fra - materiale detritico proveniente da movimenti gravitativi lungo i versanti e dal conseguente accumulo a valle; si rinvengono varie tipologie di 70 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected] movimenti franosi nelle aree che circondano l'abitato di Rocca San Giovanni ed in particolare lungo la costa; la litologia è variabile e dipende dal tipo di deposito da cui ha avuto origine, ma in prevalenza è caratterizzata da sabbie limose e limi sabbiosi, alterati, con presenza più o meno abbondante di ghiaiosi. Spessore ipotizzato: 1-6 m. Si rinvengono varie tipologie di movimenti franosi, di seguito descritti.

Scorrimenti rotazionali - Si tratta di movimenti franosi piuttosto diffusi e generalmente abbastanza estesi. I fenomeni di scorrimento rotazionale (rock-slump) consistono in movimenti rotazionali lungo superfici di forma arcuata e con la concavità rivolta verso l’alto. Si manifestano con la retrogressione di un singolo fenomeno e si compongono di più blocchi caratterizzati da superfici di scorrimento, curve e concave verso l’alto, raccordantisi in profondità. Risultano prevalentemente quiescenti e diffusi soprattutto lungo i versanti nell'area interna del territorio comunale.

Deformazioni superficiali lente - Movimenti gravitativi lenti e continui (Creep o Soliflusso) che coinvolgono le coltri di copertura e di alterazione superficiali e si sviluppano su poche aree non molto estese.

Frane complesse – Alcuni fenomeni franosi si presentano connessi verso valle a movimenti gravitativi di diversa natura (in particolare frane rotazionali), alle quali convergono laddove avvengono bruschi cambi di pendenza. Vista la difficoltà nel distinguere in maniera netta il termine tra le due tipologie di dissesto, esse sono state raggruppate insieme in un’unica campitura indicata come “Frana Complessa”. Sono molte diffuse nel territorio in studio, sia attive che quiescenti, ed in particolar modo concentrate nella fascia costiera a causa di fenomeni di scivolamento o di crollo a partire dalle scarpate sovrastanti, attraverso probabili riattivazioni e movimenti differenti nel tempo, fino ad arrivare alla linea di costa (Figg. 8.6-8.9).

71 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Fig.8.6: versante a Nord-Ovest del capoluogo interessato da frana complessa attiva (vedi Foto 9 su carta degli affioramenti).

Fig.8.7: versanti interessati da frana complessa quiescente a Nord di Loc. Piano Favaro (vedi Foto 10-11 su carta degli affioramenti). 72 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Fig.8.8: versante prospiciente il mare interessato da frana complessa quiescente ad Est di Loc. Piano Favaro (in prossimità di Punto Cavalluccio, vedi Foto 12 su carta degli affioramenti). )

Fig.8.9: versante prospiciente il mare interessato da frana complessa quiescente a Nord-ESt di Loc. Piano Favaro (a Sud della foce del F.sso Valle Grande, vedi Foto 13 su carta degli affioramenti). )

Nelle Linee Guida viene richiesto di indicare con un soprassegno specifico i caratteri litotecnici dei terreni affioranti, distinti per granulometria (e quindi per tipologia di comportamento, che sia esso prevalentemente “coesivo” o “granulare”) e per stati di addensamento o consistenza.

UNITÀ LITOTECNICHE DI SUBSTRATO Alle unità geologiche di substrato sopra descritte sono state associate le seguenti unità litotecniche:

73 Comune di Rocca San Giovanni (CH) – MZS Livello 1 Caterina VELLANTE geologogeologogeologo Via San Salvatore, 13 – PENNE (PE) tel. 3205705241 Posta certificata: [email protected] E-mail: [email protected]

Argille e Conglomerati di Ripa Teatina (RPT): C1 – Ghiaie e conglomerati clasto- sostenuti Associazione sabbioso-conglomeratica della f.ne Mutignano (FMTd): C3 – Sabbie cementate ed arenarie deboli Tali terreni rappresentano il substrato geologico locale ma, in quanto non raggiungono Vs=800m/s, a favore di sicurezza, nella carta delle MOPS, si identificheranno come aree stabili suscettibili di amplificazione locale.

UNITÀ LITOTECNICHE DI COPERTURA I terreni di copertura sono stati classificati con le seguenti categorie granulometriche:

Terreni granulari: E6 - Sabbia limosa localmente ghiaiosa Addensamento: caratterizzati da valori di addensamento moderatamente addensato, con la seguente sigla: II – Moderatamente addensato

Terreni coesivi: F3 - Limo-argilloso e sabbioso Consistenza: caratterizzati da valori di consistenza bassi, con la seguente sigla: V – Coesivo poco consistente

Vengono inoltre riportate con la simbologia corrispondente i terreni di riporto: G – Terreni di origine antropica (riporti).

In definitiva per ogni unità litotecnica è stata adottata una sigla come la seguente:

Col E6 II Unità geologica Suddivisione Stato di di appartenenza granulometrica addensamento/ consistenza

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Nella carta geologico-tecnica sono indicati i seguenti ulteriori elementi geomorfologici e strutturali:

- Scarpate Vengono distinte con simbologia differente le scarpate morfologiche con altezze differenti: H<10m, 10m20m; - Scarpate di frana Vengono distinte con simbologia differente in base all’attività della scarpata e del movimento franoso; - Zone di cresta Si tratta di rilievi allungati, con i versanti adiacenti che presentano da medie ad elevate pendenze topografiche; - Sondaggi Sono ubicati i sondaggi con indicazione di profondità in metri del substrato rigido raggiunto

Per quanto riguarda i dati idrogeologici, sebbene le indagini a disposizione comprendono anche alcuni dati dei livelli di falda rilevati a profondità inferiore a 15 m dal p.c., si omette di riportare sulla carta Geologico-Tecnica l’indicazione delle aree con falda a profondità inferiore ai 15 m dal p.c., poiché oltre ad avere un numero molto esiguo di dati rispetto al territorio, si ritiene, come già accennato, che per caratteristiche topografiche e stratigrafiche, probabilmente le misure piezometriche riportate non corrispondono a vere e proprie falde, ma potrebbero essere locali accumuli all'interno dei terreni meggiormente permeabili; inoltre la perimetrazione delle aree non sarebbe probabilmente corretta, perché andrebbe ad interessare solo alcune zone, mentre tutto o gran parte del territorio studiato per la MZS, potrebbe presentare falde acquifere, più o meno effimere, nel sottosuolo. Sono allegate alla Carta Geologico-Tecnica, n. 5 Sezioni geologico–tecniche eseguite lungo direttrici rappresentative dell’assetto geologico e geomorfologico, utilizzando i dati di sottosuolo della Carta delle Indagini, dei log stratigrafici e degli spettri del rumore strumentale acquisiti lungo o in prossimità delle sezioni.

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8.3 CARTA DELLE MICROZONE OMOGENEE IN PROSPETTIVA SISMICA

Nella Carte delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS) sono state distinte diverse aree all’interno delle quali si ritiene che sia omogeneo il comportamento in termini di risposta sismica, alla luce delle caratteristiche geologico-geomorfologiche di superficie, della geologia di sottosuolo ricostruita dalle sezioni geologiche, dai dati dei pochi sondaggi, e dai risultati emersi dalle misurazioni strumentali di nuova acquisizione (HVSR). Sono state quindi distinte: 1) zone stabili suscettibili di amplificazione locale per effetti stratigrafici e 2) zone di attenzione per instabilità. Non sono state individuate “zone stabili”, neanche in prossimità del substrato geologico locale affiorante (RPT, FMTd) in quanto detto substrato non raggiunge valori delle velocità di propagazione delle onde S Vs= 800m/s, necessarie a individuare, secondo le Linee Guida, le zone stabili prive di amplificazione dello scuotimento sismico. Di seguito si riporta una rassegna di tutte le zone individuate:

Zone stabili suscettibili di amplificazione locale su bed-rock geologico Ricadono in questo gruppo 2 zone: ‹ Zona 1: comprende le aree in cui sub-affiorano ghiaie e sabbie stratificate e localmente cementate, appartenenti alla Formazione delle Argille e Conglomerati di Ripa Teatina; substrato geologico a carattere granulare; ‹ Zona 2: comprende le aree in cui affiorano terreni arenaceo sabbiosi, appartenenti all’associazione sabbioso-conglòomeratica della formazione Mutignano; substrato geologico a carattere granulare.

Zone stabili suscettibili di amplificazione locale Tutte le restanti microaree sono state tracciate in zone ove affiorano superficialmente terreni di copertura, con spessori variabili sempre >3m. Per una medesima litologia affiorante in superficie sono state distinte microaree differenti in base al tipo di substrato sepolto; in tal modo accade che un medesimo corpo sedimentario, spazialmente omogeneo dal punto di vista litologico e

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Zone di attenzione per instabilità e altri elementi Tra le zone di attenzione di instabilità vengono ricomprese tutte le zone in frana individuate presso la Carta Geologico-Tecnica, con stato attivo e quiescente, distinte per colori, come da Linee Guida. La tipologia del dissesto (frana rotazionale, complessa, ecc.) non viene indicata in questa mappa; tale distinzione è demandata alla consultazione della precedente Carta Geologico-Tecnica. Vengono rappresentate le zone di cresta, di scarpata morfologica, con apposita simbologia differenziata in base alle due classi di altezze 10m20m; tali fasce rappresentano zone in cui si possono verificare fenomeni di amplificazione topografica del moto sismico e sono da mettere in evidenza perché molto diffuse su tutto il territorio comunale. Per la definizione delle MOPS sono riportati degli schemi che identifichino le stratigrafie rappresentative delle varie microzone individuate.

La Carta delle Frequenze di risonanza è realizzata sulla base della carta delle MOPS, introducendo i punti di misura HVSR con una simbologia che è funzione dei valori f0 - A0 ed f1 - A1, secondo la legenda riportata nelle Linee Guida.

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Le misure HVSR, realizzate in numero che è funzione dell’estensione dell’area e delle situazioni geologiche presenti e comunque non meno di una misura di buona qualità per ogni microzona, sono riportate nel relativo Cap. 7, con descrizione della metodologia e delle elaborazioni finali.

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9. CONFRONTO CON LA DISTRIBUZIONE DEI DANNI DEGLI EVENTI PASSATI (CENNI SULLA STORIA URBANISTICA DEL TERITORIO COMUNALE)

Il Comune di Rocca San Giovanni è un piccolo centro in provincia di Chieti disposto sulla sommità di un colle roccioso che si eleva a 155 metri dal livello del mare tra la foce del fiume Sangro e quella del torrente Feltrino. Le prime tracce della cittadina, reperibili in un diploma firmato dall’imperatore Enrico III indirizzato al Monastero di San Giovanni in Venere, risalgono al 1047, ma è il 1076 l’anno che segna la nascita del primo vero nucleo abitato. Di chiara impronta medievale, Rocca San Giovanni, posta su uno sperone roccioso e circondata interamente da campi coltivati, nel tredicesimo secolo, grazie alla volontà dell’Abate Oderisio II, vive un periodo di splendore: la cerchia dell’abitato viene allargata; si costruisce una possente cinta muraria e tre torri quadrangolari con lo scopo di dare rifugio, in caso di assalti, ai monaci appartenenti all’Abbazia di San Giovanni in Venere. Altri accomodi e la creazione di una piazza centrale veramente grandiosa ed armonica, hanno contribuito a dare a Rocca un aspetto accogliente ed invitante, che la rendono uno dei paesi più ben costruiti e più dilettevoli della Provincia di Chieti. L’opera benefica e illuminata di Oderisio II assicurarono a Rocca un lungo periodo di pace e benessere, che durò indisturbato per più di un secolo e precisamente fino al 1346 quando lo stato di pace fu tragicamente interrotto da una lotta funesta con la vicina Lanciano, che non potendo espugnare il castello e catturare l’Abate, rubarono una grandissima quantità di frumento nelle campagne vicine ed appiccarono il fuoco a numerosi edifici. Sulla fine del secolo XIV durante il grande scisma d’Occidente, il conte di Manoppello Ugone Orsini, fedelissimo della Regina e capo degli Scismatici di tutto l’Abruzzo, assalì l’abbazia di S. Giovanni in Venere e i suoi monaci; dopo un assalto furibondo occupò anche Rocca San Giovanni, ma la foga dell’Orsini si infranse contro le munitissime difese del castello di Rocca dove si erano rifugiati l’Abate ed i monaci. L’Orsini non potette far meglio che cingere d’assedio il Castello, ma visti i vani sforzi incendiò tutto l’abitato di Rocca. L’assalto dell’Orsini provocò notevoli danni a Rocca ed alle sue mura ma l’Abate Giacomo Capograsso di Sulmona iniziò l’opera di restauro nel 1400.

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Un nuovo flagello venne ad abbattersi su Rocca nel 1456: un violento terremoto procurò danni notevoli all’abitato. Ma da allora Rocca rifiorì e raggiunse uno stato di floridezza. Un altro terremoto, molto più violento di quello del 1456, colpì Rocca S. Giovanni nel 1672, che distrusse quasi tutta l’abbazia e parte notevole di Rocca. Il terremoto del 5 dicembre 1456, di magnitudo 7.1, con epicentro nella zona di Benevento, viene considerato uno degli eventi più forti dell'ultimo millennio che abbia interessato buona parte del Centro e Sud Italia. Arrecò parecchi danni e crolli da Napoli a Teramo, a L'Aquila, agli Altipiani Maggiori (sono stati stimati dai 20.000 ai 30.000 morti). Potrebbe essere stato costituito da una sequenza sismica di più eventi che avrebbero sommato i loro effetti (epicentri nel Sannio, sul fiume Pescara e nel Matese). Le scosse si susseguirono distruttrici il 15 e il 17 dicembre e lo sciame sismico fu avvertito dalla popolazione sino al 27 dello stesso mese. Il terremoto del giugno 1672, con epicentro tra L'Aquila, Amatrice e Monreale, di cui non si hanno informazioni più dettagliate, risultò più distruttivo per l'abitato di Rocca San Giovanni.

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10. ANALISI DEI RAPPORTI TRA LA CARTA DELLE M.O.P.S. E LO STRUMENTO URBANISTICO

All'interno del territorio comunale di Rocca S. Giovanni sono state definite in totale n. 5 M.O.P.S. descritte nel Par. 8.3. Dando uno sguardo allo strumento urbanistico comunale vigente, P.R.E. (Piano Regolatore Esecutivo) la cui adozione risale al 2011, si nota come per la maggior parte delle aree comunali si prevedono espansioni all'interno o nei pressi di nuclei già edificati, lasciando ampio spazio ad aree sottratte all'urbanizzazione (zone SIC, agricole, a verde pubblico, fasce di rispetto, altro). In definitiva la maggior parte delle zone urbanistiche in espansione e/o comunque ove è prevista edificazione come: completamenti di nuclei originari (centro storico), completamenti residenziali-turistici con o senza lotti convenzionati (periferia ovest del capoluogo, Santa Maria, San Giacomo - Caravaggio, San Giacomo e San Giovanni), l'espositivo-commerciale e ricettivo (svincolo A14), alcune aree di interesse turistico (strada comunale Pisciarelli) ed anche le zone ove sono previste aree di espansione artigianale e per attrezzature di interesse generale (Santa Maria e San Giacomo), rientrano all'interno della MOPS 1. In queste aree i valori di frequenza F0 registrati sono compresi (tranne che in un caso) tra 10 e 18, in un range di valori quindi tale da non destare particolari fenomeni di risonanza nell'ambito edilizio-infrastrutturale. In località Valle Grande, ove sono previsti campeggi ed attrezzature turistiche sovracomunali, ad essere interessata è la MOPS 4 rappresentata da coperture eluvio- colluviali. Anche in questo caso, i risultati ottenuti dalla misurazione HVSR (nessun picco significativo), non comportano particolari situazioni di vulnerabilità per le opere in essere. In alcune aree dove sono previsti completamenti residenziali e turistici, invece, ad essere interessate sono la MOPS 3, nella quale non sono stati rilevati picchi di frequenza fondamentale significativi, e la ZAFR_A (a ridosso della strada comunale

Bocache - Acquarelli) e la ZAFR_Q (a Sud - Est del confine comunale). Discorso a parte merita l'ampia zona ubicata sul lato orientale del territorio comunale a confine con il mare Adriatico (Loc. Vallevò). Tutti gli interventi previsti, ovvero piano di recupero di nuclei marini e completamenti di interesse turistico, vanno a

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ricadere all'interno delle ZAFR_A e della ZAFR_Q , ovvero in aree ove sono presenti instabilità per fenomenologie franose.

Penne, aprile 2015

Il professionista incaricato Dott.ssa Geol. Caterina VELLANTE

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