REGIONE COMUNE DI CORTINA D'AMPEZZO

DESCRIZIONE: PROPOSTA DI PARTENARIATO PUBBLICO PRIVATO PER L'INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA IN AREE PUBBLICHE NELL'AMBITO DELL'EX STAZIONE FERROVIARIA IN CORTINA D'AMPEZZO ai sensi del comma 19 art. 153 del DLgs 163 del 12.04.2006 e ss. mm. e ii. PROPONENTE: POOL ENGINEERING srl via San Pio X n. 6 31010 Mareno di Piave (TV) P.IVA 02354480267

CONSULENZA TECNICA: CONSULENTI ESTERNI: DIRETTORI TECNICI: ing. M. Gallinaro arch. R. Scaramuzza Venezia | Torre Eva | 30174, Via Bruno Maderna, 7 | +390412682230 terre@terre-srl. com | PEC: [email protected] | www.terre-srl.com

PROJECT MANAGER: 31010 Mareno di Piave (TV) - Via San Pio X, 6 arch. R. Scaramuzza Tel (+39) 0438 492359 - Fax (+39) 0438 492403 dott.ssa A. Gatto www.pooleng.it - e-mail: [email protected] PROGETTISTI: dott.for. C. Piazzi ing. M. Gallinaro (OPERE STRUTTURALI) arch. R. Verdi (OPERE ARCHITETTONICHE) COLLABORATORI: arch. Valentina Furlan arch. Tommaso Melito arch. Cristina Perin

PROGETTO PRELIMINARE AVANZATO VINCA

Data DICHIARAZIONE DI NON NECESSITA' DI VALUTAZIONE DI 30.03.2021 INCIDENZA AMBIENTALE Scala R02

N. Data Descrizione Redazione Verifica Validazione 01 30.03.2021 EMISSIONE C.P. A.G. M.G.+R.S.

CATEGORIA TIPO SUDDIVISIONE CONTENUTO CODICE COMMESSA REV. FILE settore fase elabor. edificio parte tipologia tip./n.progressivo x_rif Cartiglio_VAS_VINCA.dwg PEEIF000731PP0000

A termini di legge il presente documento è di proprietà esclusiva - è vietata la riproduzione o la trasmissione anche parziale a terzi senza preventiva autorizzazione Compendio ex Stazione Ferroviaria di Cortina d'Ampezzo, opera pubblica in variante di PRG Proponente: Pool Engineering S.r.l. PROGETTO PRELIMINARE: Dichiarazione di Non Necessità di Valutazione di Incidenza (VINCA)

Sommario

1 Allegato E D.G.R. n. 1400 del 29 agosto 2017 ...... 2 2 Relazione Tecnica - Dichiarazione di Non Necessità di Valutazione di Incidenza (D.G.R. n. 1400/2017) 6 2.1 Premessa ...... 6 2.2 Caratteristiche della Variante al PRG ...... 8 2.2.1 Ambito di influenza territoriale ...... 8 2.2.2 Lo stato di fatto ...... 11 2.2.3 La Variante urbanistica ...... 17 2.2.4 L’intervento ...... 21 2.3 Localizzazione della Rete Natura 2000 e dell’area interessata...... 34 2.4 Presenza di elementi naturali ...... 35 2.4.1 Aspetti vegetazionali ...... 35 2.4.2 Aspetti faunistici ...... 37 2.4.3 Uso del suolo ...... 38 2.4.4 Specie ...... 40 2.4.5 Habitat di specie ...... 41 2.5 Conclusioni ...... 44 2.6 Bibliografia ...... 45

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1 Allegato E D.G.R. n. 1400 del 29 agosto 2017

PROCEDURA PER LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA

MODELLO PER LA DICHIARAZIONE DI NON NECESSITÀ

DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA

Il sottoscritto ANTONELLA GATTO nata a SALERNO Prov. SA il 15/04/1978 e residente in VIA PAPA LUCIANI 6 nel Comune di SAN DONA’ DI PIAVE Prov. VE CAP 30027 tel. 3357639813 e-mail [email protected] e CARLO PIAZZI nato a TRENTO Prov. TN il 22/02/1990 e residente in VIA A. PRANZELORES 89 nel Comune di TRENTO Prov. TN CAP 38121 tel. 3491952604 e-mail [email protected], in qualità di consulenti della Rete Natura 2000 per il piano denominato “Compendio area ex stazione ferroviaria di Cortina d’Ampezzo: opera pubblica in variante di PRG”

DICHIARANO che per l'istanza presentata NON è necessaria la Valutazione di Incidenza, in quanto riconducibile all’ipotesi di non necessità di Valutazione di Incidenza prevista dell’Allegato A, paragrafo 2.2 della D.G.R. n. 1400 del 29/08/2017 al punto:

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

Alla presente si allega la relazione tecnica dal titolo: Relazione Tecnica - Dichiarazione di Non Necessità di Valutazione di Incidenza (D.G.R. n. 1400/2017).

DATA IL DICHIARANTE Venezia, marzo 2021 ANTONELLA GATTO

CARLO PIAZZI

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Informativa sull’autocertificazione ai del D.P.R. 28/12/2000 n.445 e ss.mm.ii.

Il sottoscritto dichiara inoltre di essere a conoscenza che il rilascio di dichiarazioni false o mendaci è punito ai sensi dell'art. 76 del D.P.R. 28/12/2000 n.445 e ss.mm.ii., dal Codice Penale e dalle leggi speciali in materia.

Tutte le dichiarazioni contenute nel presente documento, anche ove non esplicitamente indicato, sono rese ai sensi, e producono gli effetti degli artt. 47 e 76 del DPR 445/2000 e ss.mm.ii.

Ai sensi dell’art. 38 del DPR 445/2000 ss.mm.ii., la dichiarazione è sottoscritta dall’interessato in presenza del dipendente addetto ovvero sottoscritta o inviata insieme alla fotocopia, non autenticata di un documento d’identità del dichiarante, all’ufficio competente Via fax, tramite un incaricato, oppure mezzo posta.

DATA IL DICHIARANTE Venezia, marzo 2021 ANTONELLA GATTO

CARLO PIAZZI

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MODELLO DI

INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

(ex art. 13, Regolamento 2016/679/UE - GDPR)

DI CUI ALLA DICHIARAZIONE DI NON NECESSITÀ DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA

In base al Regolamento 2016/679/UE (General Data Protection Regulation – GDPR) “ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che la riguardano”.

I trattamenti di dati personali sono improntati ai principi di correttezza, liceità e trasparenza, tutelando la riservatezza dell’interessato e i suoi diritti.

Il Titolare del trattamento, suo rappresentante, che La riguardano è il Comune di Cortina d’Ampezzo, con sede in Corso Italia 33.

La casella mail del Titolare del trattamento, quale punto di contatto a cui potrà rivolgersi per le questioni relative al trattamento dei dati che La riguardano, è: [email protected].

Il Responsabile della Protezione dei dati / Data Protection Officer che il Comune di Cortina d’Ampezzo, con sede in Corso Italia 33.

La casella mail del Titolare del trattamento, quale punto di contatto a cui potrà rivolgersi per le questioni relative al trattamento dei dati che La riguardano, è: [email protected].

La finalità del trattamento cui sono destinati i dati personali è quella di consentire lo svolgimento dei compiti di valutazione dell’incidenza di piani, progetti e interventi sui siti della rete Natura 2000 e di quelli ad esso connessi e conseguenti (es. vigilanza, monitoraggio, …) e la base giuridica del trattamento (ai sensi degli articoli 6 e 9 del Regolamento 2016/679/UE) è l’adempimento di un obbligo legale al quale è soggetto il titolare del trattamento (D.P.R. n. 357/97 e ss.mm.ii.).

I dati, trattati da persone autorizzate, [indicare una opzione e compilare la parte mancante]:

 potranno essere comunicati alla Regione del Veneto – Autorità regionale competente per la valutazione di incidenza o ad altre Pubbliche Amministrazioni ai fini della vigilanza in materia di valutazione di incidenza e non saranno diffusi;

□ potranno essere comunicati alla Regione del Veneto – Autorità regionale competente per la valutazione di incidenza o ad altre Pubbliche Amministrazioni ai fini della vigilanza in materia di valutazione di incidenza e diffusi attraverso ______, ai sensi del ______

Il periodo di conservazione, ai sensi dell’articolo 5, par. 1, lett. e) del Regolamento 2016/679/UE, è determinato in base ai seguenti criteri:

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- per fini di archiviazione (protocollo e conservazione documentale), il tempo stabilito dalle regole interne proprie all’Amministrazione e da leggi e regolamenti in materia;

- per altre finalità, il tempo necessario a raggiungere le finalità in parola.

Le competono i diritti previsti dal Regolamento 2016/679/UE e, in particolare, potrà chiedere al Sottoscritto l’accesso ai dati personali che La riguardano, la rettifica, l’integrazione o, ricorrendone gli estremi, la cancellazione o la limitazione del trattamento, ovvero opporsi al loro trattamento.

Ha diritto di proporre reclamo, ai sensi dell’articolo 77 del Regolamento 2016/679/UE, al Garante per la protezione dei dati personali con sede in Piazza di Monte Citorio n. 121, 00186 – ROMA, ovvero ad altra autorità europea di controllo competente.

Il conferimento dei dati discende dalla necessità di consentire lo svolgimento dei compiti di valutazione dell’incidenza di piani, progetti e interventi sui siti della rete Natura 2000 e di quelli ad esso connessi e conseguenti (es. vigilanza, monitoraggio, …).

L’interessato ha l’obbligo di fornire i dati personali e il mancato conferimento non rende possibile lo svolgimento dei predetti compiti.

f.to IL TITOLARE DEL TRATTAMENTO O SUO RAPPRESENTANTE

DATA IL DICHIARANTE (per presa visione) Venezia, marzo 2021 ANTONELLA GATTO

CARLO PIAZZI

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2 Relazione Tecnica - Dichiarazione di Non Necessità di Valutazione di Incidenza (D.G.R. n. 1400/2017)

2.1 Premessa

Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

L’articolo 5 del Decreto del Presidente della Repubblica del 8 settembre 1997, n. 357 e ss.mm.ii. stabilisce che ogni piano, progetto o intervento, per il quale sia possibile una incidenza significativa negativa sui siti di rete Natura 2000, debba essere sottoposto a valutazione di incidenza, ossia una procedura che individui e valuti gli effetti che ogni piano, progetto o intervento può avere, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei siti medesimi.

Habitat e specie dei siti della rete Natura 2000 interessati sono individuati in quanto localizzati all’interno dell’area di analisi, oppure perché l’area di analisi interessa ambiti in cui possono essere presenti popolazioni di specie per le quali è dimostrata una diretta connessione con tali siti.

La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

Pertanto, i siti rispetto ai quali va effettuata la valutazione di incidenza sono le ZSC e le ZPS; di seguito questi sono denominati siti della rete Natura 2000. La valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obiettivi di conservazione tutelati nei siti della rete Natura 2000: i corridoi ecologici, le cavità naturali e gli altri elementi del sistema delle Rete ecologica definita negli strumenti di pianificazione territoriale regionale e/o provinciale, laddove esterni ai siti della rete Natura 2000, sono considerati unicamente in relazione alle popolazioni di specie di interesse comunitario che siano significative per la coerenza complessiva dei siti della rete Natura 2000.

L’incidenza è definita significativa negativa se il grado di conservazione degli habitat e delle specie, all’interno dell’area di analisi, cambia sfavorevolmente rispetto alla situazione in assenza del piano progetto o intervento che si sta valutando.

Secondo quanto espresso al paragrafo 2.2 del Decreto della Giunta Regionale del 29 agosto 2017, n. 1400, la valutazione di incidenza non è necessaria per piani, progetti e interventi per i quali sia dimostrato tramite apposita relazione tecnica che non risultano possibili effetti significativi negativi sui siti della rete Natura 2000.

La “relazione tecnica” dovrà contenere obbligatoriamente e come elementi minimi: sintetica descrizione del piano, progetto o intervento; localizzazione cartografica-corografica in scala adeguata,

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Compendio ex Stazione Ferroviaria di Cortina d'Ampezzo, opera pubblica in variante di PRG Proponente: Pool Engineering S.r.l. PROGETTO PRELIMINARE: Dichiarazione di Non Necessità di Valutazione di Incidenza (VINCA) dell’area interessata dalle previsioni del piano, progetto, intervento, con riferimento ai siti della rete Natura 2000 considerati; verifica dell’eventuale presenza di elementi naturali quali boschi, zone umide, prati, grotte, corsi d’acqua, ecc., nell'area interessata dalle previsioni del piano, progetto o intervento, con adeguata documentazione fotografica, ove ciò risulti possibile ed applicabile in relazione alle dimensioni e caratteristiche dell’area interessata; sintetica descrizione delle attività previste dal piano, progetto, intervento e di come queste possano, eventualmente, interferire con gli elementi naturali individuati.

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2.2 Caratteristiche della Variante al PRG

2.2.1 Ambito di influenza territoriale Nella cornice delle Dolomiti Orientali, il territorio comunale di Cortina d’Ampezzo si sviluppa nell’Alta Valle del , ai confini con la Provincia Autonoma di Bolzano. Il fondovalle si sviluppa in direzione meridiana con due valli tributarie principali dal Passo Falzarego e dal Passo Tre Croci.

Il fondovalle, in cui si è sviluppato il nucleo urbano più denso, si trova a un’altitudine variabile tra i 1.200 e i 1.300 metri s.l.m.; le cime dolomitiche che rientrano nel perimetro comunale raggiungono invece notevoli altezze, quali 3.243 m la Tofana di Mezzo e 3.205 m il Sorapis.

Il territorio comunale, che si estende con una superficie di 254,4 km2, comprende oltre al centro di Cortina numerose frazioni, riunite in sei sestieri: Alverà, Azzon, Cadin, Chiave, Cortina e Zuel.

Il Comune confina: tra Nord-Est e Nord-Ovest con i Comuni (in Alto Adige) di Braies, Badia, Dobbiaco e Marebbe; a Est con Auronzo di ; a Sud con e ; a Sud-Ovest con il Comune di Livinallongo del Col di Lana.

Il Comune di Cortina d’Ampezzo appartiene, con i Comuni di , Cibiana di Cadore, San Vito di Cadore e , alla Comunità Montana Valle del Boite.

Localizzazione dell’ambito d’intervento all’interno del territorio comunale di Cortina d’Ampezzo

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2.2.1.1 Inquadramento storico-turistico-paesaggistico Dal punto di vista turistico Cortina è sempre stata meta di numerosi visitatori; già nei primi anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il numero delle presenze nella conca ampezzana avevano quasi raggiunto quelle del periodo anteguerra. In tali anni infatti “iniziò il turismo di massa dei ceti borghesi ed anche popolari, che sostituì in buona parte quello precedente, residenziale, di élite. Con il 1948 inizia la terza fase dell’espansione turistica di Cortina” e “la designazione a sede dei Giochi Olimpici Invernali fu perciò provvidenziale”1.

Il grande evento portò a Cortina numerosi investimenti e interventi, permettendole così di affermarsi come centro turistico alpino di portata e fama mondiale; durante la competizione olimpica, infatti, si stima ci fosse una presenza giornaliera di circa 25.000/30.000 persone, di cui 15.000 pendolari.

Gli anni successivi agli eventi olimpici hanno determinato un forte sviluppo edilizio sul territorio di Cortina d’Ampezzo, attraverso la costruzione di numerose case ma soprattutto condomini, molto spesso si è trattato di seconde case per i non residenti. Si stima che dal 1961 al 1971 si costruì il 30% di tutte le case esistenti al 1990 e che nel 1963 lo sviluppo edilizio portò alla realizzazione di 53 fabbricati residenziali, inglobando diverse viles al centro di Cortina e formando così un unico centro urbanizzato con queste.

Cortina d’Ampezzo, pertanto, nella sua evoluzione innescata con il Giochi Olimpici del 1956 risulta meta per il turismo di livello mondiale. In questo senso emerge l’importanza turistica della conca ampezzana non solo per la montagna veneta ma anche per l’arco alpino. Ad oggi questa rilevanza è determinata sia dalle vicende storiche che si sono susseguite nel postguerra che dalla posizione “strategica” in cui si è sviluppata Cortina.

In questi termini, infatti, il contesto paesaggistico in cui si trova la conca ampezzana ha di certo favorito la frequentazione dei monti e delle valli presenti sul territorio comunale. Il paesaggio dolomitico, con le sue pareti-sub verticali in roccia dal tipico colore chiaro-rosato e con forme di sottili guglie e denti oppure di massicci più compatti, le praterie alpine, i boschi fitti di conifere e quelli misti di latifoglie, i prati e pascoli dei fondivalle e dei versanti più dolci, hanno determinato uno straordinario valore naturalistico al territorio ampezzano che tuttora continuano a trasmettere.

In tali ambienti si è pertanto evoluto un turismo influenzato sia delle bellezze naturali presenti, specialmente per gli sport estivi come l’escursionismo, l’alpinismo e l’arrampicata e per quelli invernali grazie ai numerosi impianti di risalita e alle relative piste da sci in ambienti dall’elevato valore paesaggistico, che dal valore storico-turistico che Cortina d’Ampezzo ha acquisito negli anni, dal postguerra ad oggi.

1 Richebuono G., 1993. Storia d’Ampezzo.

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2.2.1.2 Inquadramento dell’area L’area in esame è collocata in via Guglielmo Marconi a Nord-Est rispetto a Corso Italia ed è delimitata a Nord dalla strada regionale 48 delle Dolomiti (SR 48) che porta al Passo Tre Croci, a Sud-Ovest dalla strada statale 51 di Alemagna, a Sud-Est dalla stazione di partenza della funivia Faloria e a Nord-Est da una zona residenziale.

Ortofoto con evidenziata l’area d’intervento

L’ex stazione ferroviaria di Cortina d'Ampezzo, situata lungo l’antico tracciato ferroviario che collegava Calalzo a Cortina d’Ampezzo, iniziato a costruire nel 1916 per esigenze belliche e completato nel 1921 dal Genio Militare Italiano, è costituita da un insieme di fabbricati, accessori e locali di servizio risalenti ad epoche diverse a partire dagli anni Venti e Trenta del XX secolo.

Attualmente, l’area dell’ex-stazione, sebbene dal punto di vista ideologico sia intrinsecamente pregna di valore storico architettonico quale esempio di archeologia industriale innestata in un tessuto urbano, si presenta come un insieme di preesistenze architettoniche purtroppo disgregato dalle numerose funzioni che col tempo sono state assegnate alla vasta area urbana, e che ne hanno via via limitato la percezione globale.

La superficie scoperta dell’area svolge ad oggi sostanzialmente la funzione di parcheggio a raso per autovetture ed ospita le aree di stallo per i veicoli del servizio urbano ed extraurbano di mobilità via corriera/autobus. Al contempo, i locali interni dei vecchi edifici di quello che fu il comparto ferroviario - ove non dismessi completamente - trovano ora destinazioni d’uso diverse da quelle originali, generando disomogeneità di carattere sociale che precludono quella che era la percezione unitaria del comparto urbano.

L’area oggetto della riqualificazione è stata la fonte di accesso a Cortina, in passato grazie alla linea ferroviaria e in tempi più recenti grazie al Trasporto Pubblico Locale e in parte a quello privato. Grazie alla nuova riconfigurazione, l’area della ex stazione ferroviaria sarà la nuova porta di ingresso per la Cortina olimpica, dei grandi eventi sportivi e del turismo della montagna veneta. A tal fine l’intervento si delinea nella riconfigurazione dell’area di proprietà pubblica denominata “Compendio dell’ex Stazione Ferroviaria di Cortina d’Ampezzo” con l’obbiettivo di ricondurla ad un ruolo di centralità all’interno del nucleo storico del comune ampezzano.

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2.2.2 Lo stato di fatto Il complesso dall'ex stazione ferroviaria di Cortina d'Ampezzo è costituito da un insieme di fabbricati, accessori e locali di servizio risalenti ad epoche diverse a partire dagli anni '20 e '30 del XX secolo: il nucleo originario del compendio era originariamente costituito da una prima porzione della stazione vera e propria e da una prima rimessa successivamente eliminata.

Planimetria del piazzale della ferrovia dopo il 1929, tratta dal libro "Ferrovia delle Dolomiti" di E. Gaspari, edizioni Athesia

Foto del piazzale della ferrovia negli anni '20 del secolo scorso, prima dell'elettrificazione degli anni 1927-1929

La linea ferroviaria venne utilizzata come collegamento alpino fino al 1964, anno in cui cessò definitivamente di essere utilizzata. L’intera ferrovia venne smantellata, i binari disarmati, la linea elettrica abbattuta e tutti i ponti in metallo smontati ad eccezione di quello sul rio Felizon. Delle strutture dell’antica ferrovia restano oggi pochi segni, sparsi lungo il tracciato, oggi utilizzato come pista ciclabile in estate e pista da sci di fondo in inverno.

All’interno dell’ambito di intervento esistono degli edifici vincolati ai sensi del Provvedimento della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto del 25 marzo 2013 protocollo 5663, il quale riconosce l'"interesse culturale" ai sensi dell'art. 13 del D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004 - in esito alla procedura di verifica di cui all'art. 12 D.Lgs. 42/2004 cit. - al vasto compendio immobiliare dell'ex stazione ferroviaria.

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Gli edifici tutelati sono: edificio “A” foresterie, depositi e uffici ex stazione ferroviaria, edificio “B” bagni e locali ad uso abitativo, edificio “C” Skipass, edifici “D” depositi e magazzini, edifici “E” ex officine, edificio “F” ex rimessa.

Planimetria con evidenziati gli edifici vincolati e il perimetro del compendio "piazzale stazione" del PRG

Di seguito si riporta una descrizione degli edifici presenti all’interno dell’ambito di intervento e del relativo stato dei luoghi.

Edificio “A - Foresterie, depositi e uffici ex Stazione Ferroviaria”

Si tratta dell'edificio principale, un lungo fabbricato in stile eclettico con forti ispirazioni ai caratteri stilistici alpini e mitteleuropei, a due piani e sottotetto con una parte di interrato, in cui sono presenti varie destinazioni d'uso, costruito in muratura portante in pietra con copertura lignea e manto in lamiera metallica, contornato sui lati est e nord da una pensilina con struttura lignea.

L'edificio presenta una sagoma planimetrica piuttosto composita, in cui prevale la forma rettangolare arricchita sul fronte principale da un piccolo corpo di fabbrica coperto da un tetto a sagoma trapezoidale con pendenza molto accentuata, che si interseca in senso diagonale al parallelepipedo principale sul lato Sud-Ovest, mentre a Nord-Ovest si trova in aggetto un portico sormontato da un bow- window e da un terrazzo con parapetto analogo ai balconi. L’aspetto compositivo finale è il risultato di una serie di aggiunte successive che però hanno conservato un impianto compositivo unitario e di buon valore architettonico.

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Foto e prospetti degli edifici "A" e "B"

La distribuzione interna del fabbricato è suddivisa a piano terra tra due destinazioni d'uso: una parte a ristorante, con due ampie sale e una cucina con servizi, l'altra a uffici e locali accessori; il piano superiore ospita invece alloggi, sedi di associazioni e servizi per i viaggiatori (biglietteria, taxi ecc.).

Edificio “B - Bagni e locali ad uso abitativo”

L'edificio, a servizio del fabbricato principale appena descritto, in ampliamento del corpo principale, è un piccolo corpo di fabbrica annesso al precedente tramite un collegamento a un piano con portico passante. Esso è composto da una parte su due livelli che ospita i servizi igienici della stazione al piano terra ed un'unita immobiliare abitativa al primo piano, ed una parte terminale ad un unico livello con una terrazza soprastante a cui si accede dalla cucina dell'alloggio.

Edificio “C - Skipass”

È l'edificio adibito a ufficio skipass e sede del Consorzio Turistico: qui le finestrature sono tutte centinate e profilate da un'importante doppia ghiera semicircolare in mattoni a vista poggiata su conci lapidei squadrati, tutti uniti tra loro da una cornice anch'essa in mattoni posti in tre file sovrapposte. Il fabbricato, di dimensioni contenute, originariamente destinato a sottostazione elettrica della linea ferroviaria, ha sagoma rettangolare ed è distribuito su due piani più sottotetto, tutti adibiti ad uffici e locali di servizio. Il tetto, a due falde, è coperto da un manto in lamiera metallica su struttura lignea di foggia analoga a quella dei fabbricati sopra illustrati. L’edificio è sostanzialmente integro.

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Foto e prospetti dell'edificio "C"

Edificio “D - Depositi e magazzini”

Questo edificio risulta costruito in epoca successiva al primo impianto, probabilmente tra le due guerre, e risulta suddiviso in due porzioni: quella Nord a due piani fuori terra, quella Sud distribuita su tre piani, con un piano terra molto ampio e i due piani superiori di ampiezza identica con lievi differenze dal punto di vista planimetrico, l'uno illuminato da finestre, l'ultimo da abbaini.

Al piano terra della porzione Nord si trova un grande salone rettangolare destinato ad autorimessa, con due portoni lignei d'accesso sul lato Est, diviso in due da una partizione di pilastri portanti che reggono la copertura a due falde; la parte superiore del salone era destinata ad alloggi- foresteria del personale ferroviario. La sala è finestrata sui lati Sud e Nord con grandi aperture semiquadre dotate di inferriate, che corrispondono in copertura ad otto abbaini triangolari leggermente aggettanti dalle falde. Una parte del salone è inglobata nel corpo di fabbrica adiacente, a tre piani, e comunica con esso tramite due porte poste in modo simmetrico rispetto al lato Nord della sala stessa. Tutti i locali sono adibiti a magazzini o ripostigli.

L’edificio si presenta in condizioni statiche discrete (alla luce di una recente perizia statica) anche se con danni strutturali rilevanti. Gli eventi metereologici del febbraio 2014 hanno generato nuove lesioni (attualmente monitorate) e hanno evidenziato l’estrema semplicità costruttiva dell’immobile che richiederà significativi interventi strutturali.

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Foto e prospetti degli edifici "D"

Edificio “E - Ex Officina”

L'edificio “E” e l'edificio “F” sono i fabbricati con caratteristiche morfologiche più spiccatamente industriali. Qui, infatti, parte della struttura di copertura non è in legno ma è costituita da capriate di tipo Polonceau in carpenteria metallica con tiranti, catena e contraffissi molto leggeri. L'edificio è composto da due corpi di fabbrica disposti in senso ortogonale tra loro a formare una sorta di "L": il primo, più piccolo, a due piani, con tetto a struttura lignea; il secondo, molto lungo rispetto alla larghezza, a piano unico e coperto dalla struttura metallica appena analizzata. Il fabbricato è per circa metà pubblico e per la rimanente parte insiste su un mappale privato.

Quest'ultima parte privata è crollata nel febbraio 2014 a causa delle nevicate straordinarie: il crollo ha evidenziato l’estrema inconsistenza delle murature portanti, composta da laterizi ad una testa lavorati in modo approssimato.

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Foto e prospetti degli edifici "E"

Edificio “F - Ex Rimessa”

L'edificio denominato ex rimessa condivide integralmente la tipologia costruttiva dell’edificio E: basamento lapideo, struttura laterizia con tamponamenti intonacati, forometrie, Polonceau, manto metallico. Si tratta di un lungo corpo di fabbrica con orientamento prevalente Nord-Sud che mostra la facciata Sud interamente finestrata mentre la Nord presenta scarse aperture ed è attualmente destinato a bocciofila.

Per il fabbricato, sotto il profilo statico, valgono le stesse considerazioni di cui ai fabbricati “D” ed “E” e a seguito degli eventi meteorologici dell’inverno 2014 è stato sottoposto anch’esso a perizia statica.

Per l’edificio G di proprietà esclusivamente privata, valgono sostanzialmente le stesse considerazioni del fabbricato E. Ad oggi presenta uno stato di conservazione discreto con caratteri compositivi perfettamente omogenei con il resto del compendio.

Come evidenziato in precedenza e come si può notare dalle fotografie precedenti, le aree a superficie scoperta dell’area svolgono ad oggi sostanzialmente la funzione di parcheggio a raso per autovetture ed ospitano le aree di stallo per i veicoli del servizio urbano ed extraurbano di mobilità via corriera/autobus.

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2.2.3 La Variante urbanistica Come accennato in precedenza, l’area dell’intervento rientra nelle “Zone di Trasformazione C/2”, individuata nel dettaglio con la “Scheda Normativa C/1 – Area ex stazione in via Marconi” e allegata alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Cortina d’Ampezzo.

In quest’ambito il Piano prescrive tra le modalità di intervento sull’area la redazione di un Piano Urbanistico Attuativo (PUA) o un Programma integrato di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale di cui alla L. R. 23/99, applicando la procedura del “Project Financing” per la sua attuazione.

All’interno del suddetto ambito lo strumento urbanistico ammette la realizzazione di attrezzature pubbliche o di interesse pubblico (centro congressi e funzioni connesse, edifici pubblici), attività commerciali e direzionali, terminal dei servizi di trasporto urbani ed extraurbani, parcheggi pubblici nei piani interrati, residenza e attività alberghiere, con un indice di edificabilità territoriale di 2 mc/mq e un massimo di 3 piani.

La proposta di riqualificazione dell’area della ex stazione ferroviaria di Cortina d’Ampezzo oggetto di valutazione prevede la ridefinizione dell’area in coerenza con le previsioni della pianificazione comunale vigente, mantenendo le previsioni urbanistiche attuali e differenziandosi per:

- modifica del perimetro in tre “Comparti”: uno totalmente di proprietà pubblica, oggetto della presente valutazione, uno relativo alla sede stradale di Via Marconi e il terzo di proprietà privata di dimensioni minori. La modifica del perimetro è inferiore al 10% e quindi assentita dall’art. 48.1 bis della L.R. 11/04; - modifica della modalità attuativa: per il Comparto 1, relativo alla proprietà pubblica oggetto della presente valutazione, viene rimossa la modalità di intervento prevista, ovvero quella del Piano Urbanistico Attuativo (PUA) o del Programma integrato di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale, e sostituita con quella del Project Financing. Il Comparto 2, potrà attuarsi attraverso il Project del Comparto 1 o con specifico progetto di opera pubblica; mentre il terzo comparto sarà attuato con un PUA; - modifica del limite di tre piani: per i Comparti 1 e 3 si introduce la possibilità di un ulteriore sottotetto in aggiunta al terzo piano; - le altre modifiche riportate sulla scheda comparativa non sono di fatto delle varianti, bensì delle semplici specificazioni di destinazioni d’uso e tutele degli edifici derivanti dal Provvedimento della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto del 25 marzo 2013 protocollo n. 5663. Si riporta di seguito l’Allegato C del PRG contenete la “Scheda Normativa C/1 – Area ex stazione in via Marconi” vigente e la scheda di variante, evidenziando in rosso le modifiche apportate alla scheda urbanistica.

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Scheda Normativa C/1 - Area ex stazione in via Marconi del PRG vigente

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Scheda Normativa C/1 - Area ex stazione in via Marconi variante

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Inoltre, si riporta in seguito la suddivisione del compendio dell’area della ex stazione, proposta dalla variante, in tre Comparti e le relative destinazioni, gli edifici da conservare e quelli da demolire individuati all’interno della Scheda Normativa C/1 dei Comparti.

Suddivisione in destinazioni d’uso dell’ambito di intervento (scala 1:2000)

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2.2.4 L’intervento La soluzione progettuale prescelta può essere suddivisa in tre sotto comparti:

- il comparto nord-occidentale, che definisce l’area di intervento fino all’attuale incrocio tra la SS51 e via Cantore verso Misurina; - il comparto centrale, che articola i rapporti funzionali e percettivi dell’area compresa tra gli edifici dell’ex stazione e skipass; - il comparto sud-orientale, caratterizzato dal maggior numero di preesistenze edilizie, che chiude il sistema. Sotto il piazzale ex stazione sono previsti 2 livelli interrati che formano la griglia all'interno della quale sono stati collocati i nuovi fabbricati; di seguito vengono descritti in sintesi gli aspetti funzionali previsti per i tre comparti e i 2 piani interrati.

In generale, se la composizione dei nuovi edifici varia a seconda delle funzioni in essi ospitate, i materiali di finitura sono sempre gli stessi: rivestimento del basamento in pietra, rivestimento in legno a doghe ai piani superiori e sulla copertura, serramenti in legno.

Questa scelta “minimale” intende distinguere chiaramente i fabbricati esistenti, caratterizzati da facciate con finitura ad intonaco e coperture con rivestimento in lamiera, dai fabbricati di nuova costruzione. Al contempo questa unitarietà formale tra gli edifici esistenti e tra quelli di nuova costruzione concorre a formare quell’unicum che il piazzale dell’ex stazione ha sempre rappresentato come luogo all’interno del nucleo urbano di Cortina.

Assonometria da Sud. Si notino la distribuzione fortemente longitudinale dell’impianto. I numeri blu indicano gli edifici di nuova realizzazione, mentre le lettere in rosso indicano gli edifici vincolati esistenti e oggetto di ristrutturazione

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Planivolumetrico del progetto con la suddivisione in comparti

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2.2.4.1 Livelli interrati Il progetto prevede la realizzazione di due livelli interrati che occupano gran parte della superficie del comparto e sono adibiti a parcheggi, attività commerciali e servizi per gli edifici soprastanti. La capacità complessiva è di 632 posti auto e 22 posti moto: i 2 livelli hanno ingresso ed uscita alla stessa quota direttamente dal piazzale della autostazione.

Il livello -1 è di utilizzo prevalentemente pubblico per un totale di 295 posti auto, di cui pubblici a rotazione 237 posti auto, 5 posti auto pubblici ad uso esclusivo del commissariato di Polizia e i rimanenti 53 posti sono privati di cui 17 doppi.

Il livello -2 è misto pubblico e privato per un totale di 337 posti auto, di cui pubblico a rotazione 143 posti auto, 109 in sub-concessione per 30 anni, 9 posti auto pubblici ad uso esclusivo del commissariato di Polizia e 76 posti auto privati di cui 9 doppi.

Il livello -1 oltre ai parcheggi ospita vani accessori alle residenze (cantine), locali tecnici, spazi del commissariato di Polizia Locale direttamente collegati con il piano terra e i vani scale di risalita ai piani, il livello -2 oltre ai parcheggi ospita vani tecnici e i vani scale di risalita ai livelli superiori.

Al livello -1 sono presenti due percorsi sotto la SS51 Alemagna che consentono un accesso diretto ai parcheggi interrati per chi proviene dal centro storico di Cortina; un ulteriore percorso di attraversamento è previsto a livello -2 in corrispondenza dell’innesto con via XXIX Maggio.

I livelli -1 e -2 sono entrambi suddivisi in tre compartimenti, e la compartimentazione dei due piani interrati è garantita da strutture conformi con le norme antincendio vigenti.

2.2.4.2 Il comparto nord-occidentale Il comparto nordoccidentale prevede il mantenimento del vuoto centrale dove erano presenti i binari della ferrovia e la costruzione di due nuovi fabbricati con asse principale parallelo ai binari stessi.

Il primo edificio (edificio 1), posto lungo la strada principale, si spezza in due parti nel punto in cui intercetta il percorso pedonale ortogonale proveniente dal centro storico di Cortina; il secondo edifico (edificio 2), più a Nord, ricalca la posizione di un fabbricato - oggi non più esistente - che risulta dalle fotografie storiche risalenti all’epoca di attività della linea ferroviaria.

Tra i due fabbricati è collocata una grande scalinata che conduce ad una nuova piazza pedonale posta ad un livello superiore che consente di ammirare il panorama circostante da una posizione privilegiata e di raccordare i diversi percorsi pedonali provenienti dalle aree residenziali limitrofe, mantenendo al contempo il principio insediativo del vuoto centrale.

Il comparto nordoccidentale al piano terra ospita nuovi spazi commerciali tra cui il supermercato, con il relativo magazzino e spazi per il carico scarico; al piano terra sono presenti anche i vani scale di accesso alle residenze che si sviluppano ai piani primo, secondo e sottotetto e contengono 24 appartamenti di varie metrature.

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Render del fabbricato residenziale lungo la strada Alemagna

Il sistema proposto per le facciate Sud con lame verticali lignee trova diversi riferimenti nell’architettura tradizionale alpina italiana, così come la distinzione di materiale tra il basamento delle abitazioni e i piani superiori.

Vista da Sud Est: sulla destra il fabbricato dell’ex stazione, in primo piano il nuovo edificio residenziale lungo la strada Alemagna

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Vista verso il Faloria e il Sorapiss dalla nuova piazza pedonale posta ad un livello superiore

2.2.4.3 Il comparto centrale Nel comparto centrale sono collocati l'ingresso e l'uscita dal parcheggio interrato per autovetture, 3 parcheggi per il carico scarico e ulteriori 8 stalli per lo stazionamento degli autobus pubblici; i 3 parcheggi per il carico scarico sono previsti lungo la pensilina esistente dell'ex stazione, mentre una nuova pensilina con struttura in acciaio e copertura in legno, accoglie i passeggeri lungo i rimanenti 9 stalli.

Il comparto comprende gli edifici esistenti “A” ex stazione ferroviaria, “B” e “C”, che verranno recuperati e destinati a funzioni pubbliche ai piani terra e primo, mentre residenze ad uso foresteria nei sottotetti.

L’edificio “A” dell’ex stazione ferroviaria contiene al piano terra e primo le funzioni commerciali e di appoggio a questo nodo di interscambio e al piano sottotetto dei locali ad uso foresteria.

Al piano terra sono collocate le attività commerciali e gli uffici turistici, skypass, biglietterie, infopoint, etc., i due vani scale laterali collegano direttamente il piano terra con il primo e secondo livello.

Gli interventi previsti per i prospetti esterni, similmente alle altre preesistenze, riguardano principalmente il ripristino degli intonaci originari di colore bianco, il restauro delle pensiline in ferro e dell’apparato decorativo attorno alle finestrature e sui marcapiani, oltre alla sostituzione e/o sistemazione degli infissi in legno.

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Vista dell’edificio ex stazione ferroviaria dal piazzale degli autobus

Nell'edificio dei bagni pubblici sono previste al piano terra e primo ulteriori funzioni pubbliche di appoggio al piazzale degli autobus, mentre i bagni pubblici vengono spostati al primo livello interrato per servire anche gli utenti del parcheggio.

Completa il comparto l’edificio "C" attualmente dedicato agli uffici skypass, localizzato a ridosso del limite Nord e centrato rispetto l'area d'intervento; esso contiene al piano terra e primo gli uffici del Commissariato di Polizia di Stato, mentre nel sottotetto sono collocati 2 appartamenti per i dipendenti del Commissariato.

I collegamenti verticali sono garantiti da 2 vani scale: il primo collega direttamente il piano terra con il livello -1, il secondo connette tutti i livelli con scala e ascensore. Tale scelta di duplicazione dei vani scale risponde a particolari esigenze della Polizia di Stato.

2.2.4.4 Il comparto sudorientale Il comparto sudorientale funge da testata dell’intero sistema, in quanto è il primo a scorgersi seguendo la direzione di marcia della Strada Statale. Il progetto prevede di attestare due nuovi edifici (edifici 3 e 4) a due piani e ad uso commerciale lungo il bordo della statale Alemagna: i fabbricati sono disposti in senso longitudinale come tutti i fabbricati esistenti nel compendio ex stazione.

La natura precipuamente pedonale di questo comparto fa sì che la percezione dei luoghi e degli edifici storici avvenga anche dall’interno del compendio, e non più solo dalla strada: per questa ragione gli edifici di nuova realizzazione sono bifronti, rivolgendosi da un lato verso la strada pedonale, e dall’altro verso la Statale.

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Il livello terra gestisce le differenti quote di imposta dei due fronti: dal lato pedonale la permeabilità agli edifici è diretta mentre verso la strada si ha un innalzamento di quota di circa 1m, una sorta di plateatico esterno di pertinenza delle destinazioni commerciali dei due edifici di nuova realizzazione.

Vista da Sud-Ovest: in primo piano i nuovi fabbricati commerciali e il plateatico rialzato, sullo sfondo il Faloria e il Sorapiss

Il fronte verso strada si caratterizza per la presenza di un plateatico al piano terra, mentre il fronte interno che si affaccia verso gli edifici esistenti ad uso pubblico è caratterizzato al piano terra da una pensilina che unisce i due fabbricati e che con un sistema di vetrate sporgenti e rientrati individua le possibili zone di accesso agli ambienti interni.

Vista da Sud-Est: in primo piano i nuovi fabbricati commerciali con la pensilina di collegamento

L’esistenza in questo comparto dei corpi di fabbrica "D" ed "E" di valore storico ha suggerito la proposta di un riuso degli stessi con funzioni di carattere pubblico: non solo questi edifici vanno ammirati dall’esterno, ma devono essere anche visitati e scoperti dal di dentro: in un certo senso, una eredità culturale viene restituita alla collettività.

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L'elemento attrattore (edificio 5) di questo comparto è la nuova sala polivalente, collocata in testa ai fabbricati storici "D" ed "E" con affaccio sul piazzale delle corriere e ingresso dalla nuova strada pedonale; al piano terra oltre al foyer, alla sala polivalente da 355 posti e ai servizi igienici è posizionato un vano scale che conduce al primo piano dove è presente una galleria per ulteriori 50 posti a sedere e una terrazza panoramica. Sul lato opposto all’ingresso degli spettatori è collocato al piano terra l’ingresso degli attori/musicisti, etc., mentre ai due livelli superiori sono previsti rispettivamente gli spogliatoi e una sala prove.

Dal nuovo foyer è possibile accedere direttamente al piano terra degli edifici "D" che contengono una sala polifunzionale e una cucina.

Sul fronte Sud degli edifici “D” sono collocate delle attività commerciali di piccola dimensione con accesso diretto dal percorso pedonale, mentre sul lato Est è presente un ingresso indipendente che conduce ai due livelli superiori dell’edificio “D2” con funzione di uffici a supporto delle attività del nuovo polo culturale.

Gli edifici "E" terminano il sistema delle funzioni pubbliche con il nuovo polo musicale costituito da una sala concerti da circa 100 posti più lo spazio per il palco e due aule didattiche al piano terra, mentre al primo piano sono collocati un ufficio, i servizi igienici ed un ulteriore aula didattica.

Vista dell’area da Sud: in primo piano il nuovo auditorium, sullo sfondo il Cristallo

Gli interventi previsti per i prospetti degli edifici "D" ed "E", come in generale per tutte le preesistenze, hanno lo scopo di mantenere il più inalterato possibile il profilo ed i prospetti originali dell'edificato. Quindi per l'ex deposito e magazzini e per le ex officine gli interventi esterni riguarderanno principalmente la bonifica e manutenzione dell'intonaco e la tinteggiatura bianca come finitura.

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2.2.4.5 Spazi aperti Le sistemazioni e i materiali degli spazi aperti rivestono un ruolo fondamentale per la riqualificazione del compendio ex piazzale stazione e la restituzione di questo spazio ad un ruolo centrale per il Comune di Cortina D'Ampezzo.

Gli spazi aperti di progetto sono posizionati su due quote principali: la quota relativa al piano degli accessi pedonali e veicolari e quella relativa al piano della piazza sopraelevata. Il materiale di rivestimento degli spazi aperti è unico e prevede due diverse tessiture a definire gli spazi carrabili rispetto a quelli pedonali.

2.2.4.6 Cantierizzazione Il cantiere viene suddiviso in tre fasi come di seguito riportato:

- FASE 1: si tratta di interventi che riguardano il comparto centrale e si suddividono in cinque microfasi (A1, A2, A3, A4, A5); - FASE 2: sono gli interventi che interessano il comparto nord-occidentale e si compongono delle microfasi B1 e B2; - FASE 3: ultima fase che comprende il comparto sud-orientale e le microfasi C1 e C2 (contemporanea alla fase precedente).

Suddivisione in fasi dell’area di intervento

2.2.4.6.1 Fase 1 La prima fase si compone di attività propedeutiche all’inizio dei lavori e di interventi che interessano la parte centrale dell’area della ex-stazione. Si tratta nello specifico dei primi interventi di realizzazione del parcheggio interrato e quelli di ristrutturazione degli edifici A, B e C, nonché l’avvio alla costruzione dell’edificio 2 e dei sottopassi pedonali.

In tale fase resta disponibile il parcheggio auto del comparto sud-orientale, mentre quello nord- occidentale può essere utilizzato sia per le auto che per gli autobus. Con questa configurazione restano disponibili 2/3 dei posti auto presenti e il numero di stalli autobus adeguati alle linee esistenti.

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Macro-lavorazioni di progetto:

1. MICROFASE A1

Fase 1: Sottofase A1

2. MICROFASE A2:

Fase 1: Sottofase A2

3. MICROFASE A1+A2:

Fase 1: Sottofase A1+A2

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4. MICROFASE A3+A4+A5:

Fase 1: Sottofase A3/A4/A5

2.2.4.6.2 Fase 2 e Fase 3 Anche la seconda e la terza fase, ovvero quelle che intervengono rispettivamente sul comparto nord-occidentale e sud-orientale, prevedono alcune attività propedeutiche all’inizio dei lavori.

La fase 2 prevede la realizzazione del parcheggio interrato sull’area nord-occidentale, dell’edificio 1, nonché il completamento del sottopasso 1 (A5) e dell’edificio 2.

Per quanto riguarda il mantenimento della funzionalità dei parcheggi esistenti, grazie alla realizzazione degli interventi previsti nella fase 1 è possibile utilizzare il parcheggio interrato per le auto (circa 100-130 posti) e il piazzale del comparto centrale per gli autobus (n. 14 posti tra stalli e sosta).

Contemporaneamente alla fase 2, con la terza fase si interviene sul comparto sud-orientale attraverso la realizzazione dell’interrato (solo area C1), la ristrutturazione dei fabbricati D ed E, nonché la realizzazione dei nuovi edifici 3, 4, 5 e il completamento del sottopasso 3 (A3).

Macro-lavorazioni di progetto:

1. MICROFASE B1 e C1:

Fase 2 e 3: Sottofase B1 e C1

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2. MICROFASE B2 e C1+C2:

Fase 2 e 3: Sottofase B2 e C1+C2

2.2.4.6.3 Sintesi dei dati di scavo Di seguito si riporta una sintesi dei dati dimensionali di scavo suddivisi per le fasi precedentemente esposte.

Pavimentazione Sottofondo Terreno Terreno Terreno Totale camion Totale Totale Superficie bituminosa h= (ghiaia) h=8,30 h=7,60 h=4,40 al giorno per scavo camion* Fase 0,20 m h=1,00 m m m m fase** mq mc mc mc mc mc mc camion camion/giorno A1 3657 731 3657 30353 - - 34742 3474 58 A2 2234 447 2234 18542 - - 21223 2122 35 A3 103 21 103 - 783 - 906 91 2 A4 35 7 35 - - 154 196 20 1 A5 48 10 48 - - 211 269 27 1 B1 1466 293 1466 12168 - - 13927 1393 23 B2 2182 436 2182 18111 - - 20729 2073 35 C1 4284 857 4284 35557 - - 40698 4070 68 C2 2013 403 2013 - - - 2416 242 4 Totale 16022 3204 16022 114731 783 365 135105 13511 227

*: calcolando che ogni camion carica circa 10 mc di materiale a viaggio. **: calcolando che le fasi di scavo da cronoprogramma hanno una durata di 60 giorni e che ogni camion compie 6 viaggi al giorno se l’area di deposito/smaltimento è entro i 10 km dal cantiere.

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2.2.4.7 Cronoprogramma La cantierizzazione appena esposta interessa un periodo di 38 mesi, ovvero di 1140 giorni come sinteticamente riportato di seguito.

Mesi FASI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

Fase 1

A1 A2 A1+A2 A3+A4+A5

Fase 2

B1 B2 B1+B2

Fase 3

C1 C2 C1+C2

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2.3 Localizzazione della Rete Natura 2000 e dell’area interessata

All’interno del territorio comunale sono presenti:

- a nord, la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) IT3230071 “Dolomiti d’Ampezzo”, la quale comprende i più tipici paesaggi dolomitici della zona interna a clima continentale, quali lariceti, arbusteti subalpini, abieteti, pinete endalpiche di pino silvestre, balze erbose rupestri, foreste di conifere, praterie, cenge, dirupi e sfasciumi, detriti di falda, nevai e zone periglaciali, creste rocciose od erbose, sorgenti, ruscelli, forre, greti ghiaiosi, conche lacustri e depressioni torbose, importante per aspetti geologici, geomorfologici e paleontologici e per la presenza di specie rare e minacciate; - a sud, la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) IT3230017 “Monte Pelmo-Mondeval-Formin”, costituita da un’ambiente dolomitico di eccezionale interesse comprendente foreste di conifere, praterie alpine, biotopi umidi, ghiaioni e cime sopra i 3000 m s.l.m. con la presenza di importanti aspetti geologici, paleontologici ed archeologici oltre che di specie floristiche rare; - a sud-est, la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) IT3230081 “Gruppo Antelao-Marmarole-Sorapis”, costituita da foreste di larice e pino silvestre, versanti calcarei alpini e prati pionieri su cime rocciose, di importanza fondamentale per gli aspetti botanici, faunistici e storici e la presenza di specie endemiche rare.

Ricompreso interamente all’interno dei siti IT3230071 e IT3230081 vi è il Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo, affidato in gestione dalla Regione alla Comunanza delle Regole d'Ampezzo, Ente amministratore delle antiche proprietà collettive della comunità.

L’area di intervento non coincide con alcun sito della rete Natura 2000 e si trova alle distanze lineari minime indicate in tabella dai siti sopra citati, ed è esterno all’ambito del Parco.

Cod. Denominazione Tipo Distanza IT3230081 “Gruppo Antelao-Marmarole-Sorapis” ZSC e ZPS circa 2,6 km IT3230071 “Dolomiti d’Ampezzo” ZSC e ZPS circa 3,4 km IT3230017 “Monte Pelmo-Mondeval-Formin” ZSC circa 5 km

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Localizzazione dei siti della rete Natura 2000 più prossimi all’area interessata dalla Variante

2.4 Presenza di elementi naturali

2.4.1 Aspetti vegetazionali Il clima delle Dolomiti d’Ampezzo, di tipo alpino subcontinentale, e la loro posizione sul versante sud-orientale della catena alpina ne improntano una vegetazione dominata da vaste porzioni di foresta di conifere e da importanti estensioni di praterie, naturali alle alte quote e ricavate dall’uomo alle quote inferiori.

Alle quote più basse (1.200m s.l.m.) il bosco, su terreni freschi e profondi, è costituito principalmente da abete bianco (Abies alba), abete rosso (Picea abies) e faggio (Fagus sylvatica); su terreni più aridi è diffuso invece il pino silvestre (Pinus sylvestris), con popolamenti sparsi soprattutto in sinistra orografica della valle, composta di terreni detritici molto permeabili.

Il bosco è tuttavia spesso sostituito dai pascoli diffusi in seguito all’attività foraggero-zootecnica che in passato costituiva la principale forma di sostentamento della comunità locale. I suoli profondi, fertili e con pendenze mai eccessive hanno consentito ai cortinesi di ricavare, nei secoli 1.200 ha di prato, tra circa 1.100 e 1.700 m di quota.

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I prati bassi, posti vicino al paese erano tradizionalmente letamati e tagliati due volte l'anno. Dopo un periodo di diffuso abbandono colturale, la comunità ampezzana ha di recente fatto uno sforzo di recupero di una gestione conservativa dei prati, che rappresentano un importante elemento del mosaico ecologico e paesaggistico montano.

L’intervento si colloca in area urbana, su di una superficie quasi interamente impermeabilizzata. Gli elementi vegetali presenti si trovano all’estremità nord-occidentale dell’area d’intervento, al confine con la Strada statale 51, e sul margine orientale in corrispondenza della scarpata del piazzale esistente dalla vicina area edificata a carattere prevalentemente residenziale.

All’estremità orientale, al margine della strada, vi sono alcune porzioni di una bassa siepe arbustiva e due esemplari arborei ornamentali a foglia caduca. Sul margine orientale la scarpata a copertura erbacea è arricchita da alcuni esemplari di specie arboree e arbustive tra cui si annoverano aceri montani (Acer pseudoplatanus), abeti rossi (Picea abies), larici (Larix decidua), betulle (Betula sp.).

Categorie forestali individuate all’interno della Carta Forestale Regionale 2005

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2.4.2 Aspetti faunistici Le Dolomiti d’Ampezzo, a dispetto della frequentazione turistica, vantano una notevole ricchezza e diversità faunistica, grazie alla varietà di ambienti presenti ed alla gestione silvo-pastorale a basso impatto che le Regole esercitano da secoli su ecosistemi boschivi e prativi molto prossimi alla naturalità.

L’elenco delle specie animali presenti sulle Dolomiti d’Ampezzo comprende la gamma quasi completa della fauna alpina. La biodiversità faunistica è costituita da 160 specie di animali vertebrati, fra cui si contano 31 specie di mammiferi, 113 specie di uccelli e 16 specie di anfibi, rettili e pesci.

Tra le specie che abitano il fondovalle, maggiormente interessato dall’antropizzazione, sono degne di nota l’averla piccola (Lanius collurio), presente nei prati ricchi di insetti e biodiversità, il re di quaglie (Crex crex), uccello simbolo delle praterie da sfalcio gestite in maniera sostenibile, il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), frequentatore dei principali torrenti, la vipera dal corno (Vipera ammodytes), piuttosto rara, frequentatrice degli ambienti ghiaiosi.

Re di quaglie Averla piccola Merlo acquaiolo

Vipera dal corno Capriolo Cervo

Nelle foreste ma anche nelle radure del fondovalle numeroso è il capriolo (Caproleus caproleus) e sempre più massiccia è la presenza del cervo (Cervus elaphus).

L’area d’intervento, collocata all’interno del contesto urbano e costituita da una superficie artificializzata con aree a parcheggio, edifici e viabilità, non risulta idonea alla presenza di specie faunistiche, se non di specie spiccatamente antropofile quali i chirotteri (Eptesicus nilssonii, Eptesicus serotinus, Pipistrellus pipistrellus, Vespertilio murinus).

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2.4.3 Uso del suolo La presenza di elementi naturali è descritta anche mediante l’utilizzo della Carta della copertura del suolo Corine Land Cover (CLC), aggiornamento dell’anno 2018 (Fonte: Regione del Veneto).

Il territorio di Cortina è caratterizzato da un’ambiente montuoso dominato da boschi (circa 40%) e rocce nude (circa 30%). La presenza di aree direttamente connesse al tessuto insediativo è estremamente limitata, con una concentrazione delle aree a uso residenziale e produttivo compresse in corrispondenza dell’area centro-meridionale del territorio comunale, in corrispondenza del corso del Boite. In termini quantitativi la superficie insediativa supera di poco il 5% del territorio comunale. Le aree a uso residenziale rappresentano circa il doppio di quelle produttive.

Come già ricordato, poco meno della metà del territorio comunale è occupata da aree boscate, alle quali vanno sommate le superfici occupate da vegetazione arbustiva (quasi il 13%), con una presenza quindi di suolo occupato da un sistema vegetale consolidato superiore a metà del totale.

La porzione di territorio con vegetazione rada o assente rappresenta la quota più elevata dei rilievi montani e le coste più ripide.

Una buona percentuale è interessata dalla presenza di prati stabili e pascoli (circa 2% e 9% rispettivamente) che rappresentano un elemento significativo per la biodiversità montana. I prati stabili si localizzano prevalentemente in prossimità dell’abitato, in destra Boite, mentre i pascoli si localizzano sia ai limiti del centro di Cortina sia ai piedi dei rilievi maggiori.

Estremamente limitate sono le percentuali di superficie destinati a viabilità o interessate da corpi idrici.

Categoria di Uso del Suolo %

312 Bosco di conifere 39% 332 Rocce nude 32% 322 Lande e cespuglieti 13% 321 Pascoli naturali 9% 231 Superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette a rotazione 2% 333 Aree a vegetazione rada 1% 311 Bosco di latifoglie 1% 313 Bosco misto 1% 112 Tessuto urbano discontinuo 1% 122 Reti ed aree infrastrutturali 0.25% 113 Classi di tessuto urbano speciali 0.17% 511 Corsi d’acqua, canali e idrovie 0.12% 142 Aree sportive e ricreative 0.10%

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Categoria di Uso del Suolo %

121 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 0.08% 335 Ghiacciai e nevi perenni 0.08% 133 Cantieri 0.06% 512 Bacini acquei 0.06% 124 Aeroporti 0.03% 131 Aree estrattive 0.02% 141 Aree verdi urbane 0.01% 132 Discariche 0.005% Percentuali di uso del suolo nel territorio comunale di Cortina d’Ampezzo

L’area dove si colloca l’ambito di Variante è classificata come “Rete stradale veloce con territori associati” (cod. 1221) per quanto riguarda il piazzale dell’Ex-Stazione Ferroviaria, mentre per gli edifici esistenti come “Aree destinate a servizi pubblici, militari e privati” (cod. 1213), in un ambito prettamente urbanizzato.

Estratto Carta dell’Uso del Suolo in prossimità dell’area d’intervento

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2.4.4 Specie Nella seguente tabella è riporta la lista delle specie inserite nell’Allegato I della Direttiva 2009/147/CE e negli Allegati II e IV della Direttiva 92/43/CEE, ricavate dallo “Atlante distributivo delle specie della Regione del Veneto” (Salogni, 2014) per il quadrante in cui ricade la variante (codice 10kmE448N260).

Tabella 1. Specie differenziate negli Allegati delle Direttive Uccelli e Habitat segnalate nei quadranti dell’Atlante regionale

10kmE448N260 Cod. Nome I I-IIA I-IIA-IIIB I-IIB I-IIB-IIIB II II-IV IV

1057 Parnassius apollo 1 1065 Euphydryas aurinia 1 1067 Lopinga achine 1 1177 Salamandra atra 1 1256 Podarcis muralis 1 1295 Vipera ammodytes 1 1309 Pipistrellus pipistrellus 1 1313 Eptesicus nilssonii 1 1327 Eptesicus serotinus 1 1332 Vespertilio murinus 1 1342 Dryomys nitedula 1 1749 Physoplexis comosa 1 1750 Campanula morettiana 1 1902 Cypripedium calceolus 1 5670 Hierophis viridiflavus 1 6265 Phengaris arion 1 6296 Campanula scheuchzeri 1 A072 Pernis apivorus 1 A091 Aquila chrysaetos 1 A104 Bonasa bonasia 1 A106 Lagopus mutus 1 A107 Tetrao tetrix 1 A108 Tetrao urogallus 1 A109 Alectoris graeca 1 A122 Crex crex 1 A215 Bubo bubo 1 A217 Glaucidium passerinum 1

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10kmE448N260 Cod. Nome I I-IIA I-IIA-IIIB I-IIB I-IIB-IIIB II II-IV IV

A223 Aegolius funereus 1 A234 Picus canus 1 A236 Dryocopus martius 1 A241 Picoides tridactylus 1

2.4.5 Habitat di specie L’analisi intende restituire la probabilità della presenza delle specie attraverso l’idoneità degli habitat presenti nell’area di indagine, che sono stati esaminati facendo riferimento alle categorie del III livello (Tabella 2) della Carta della copertura del suolo Corine Land Cover dell’anno 2018 (Fonte: Regione del Veneto)2.

La definizione dell’idoneità dell’habitat di specie è avvenuta riportando i valori degli:

- allegato II del “BioScore report: a tool to assess the impacts of European Community policies on Europe’s biodiversity” (Delbaere B., Nieto Serradilla A., Snethlage M., 2009)3 [BIO]; - “Rete Ecologica Nazionale. Un approccio alla conservazione dei vertebrati italiani” (Boitani L., Corsi F., Falcucci A., Maiorano L., Marzetti I., Masi M., Montemaggiori A., Ottaviani D., Reggiani G., Rondinini C., 2002) [REN]. Per tali riferimenti le classi di idoneità sono:

- NULLA (non idoneo) (0): ambienti che non soddisfano le esigenze ecologiche della specie; - BASSA IDONEITÀ (1): habitat che possono supportare la presenza della specie, in maniera non stabile nel tempo; - MEDIA IDONEITÀ (2): habitat che possono supportare la presenza stabile della specie, ma che nel complesso non risultano habitat ottimali; - ALTA IDONEITÀ (3): habitat ottimali per la presenza della specie.

Le specie considerate sono quelle inserite nell’Allegato I Direttiva 2009/147/CE e negli Allegati II e IV della Direttiva 92/43/CEE, ricavate dallo “Atlante distributivo delle specie della Regione del Veneto” (Salogni G., 2014) per il quadrante in cui ricade la variante (codice 10kmE448N260). Qualora non fossero presenti i valori di idoneità ambientale nei due documenti sopra indicati, l’analisi dell’idoneità dell’habitat di specie è avvenuta attraverso la consultazione della bibliografia disponibile. Al fine dell’analisi della variazione di habitat delle specie e della possibilità della significatività delle incidenze negative, sono stati assunti il solo valore di idoneità alto espresso dai due documenti sopracitati e quella individuata con studio bibliografico [BIB].

2 http://idt.regione.veneto.it/app/metacatalog/ 3 www.bioscore.eu e www.ecnc.org

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Tabella 2. Matrice delle idoneità

Cod. Specie 121 122 FONTE

A 1177 Salamandra atra 1 1 REN B A223 Aegolius funereus 0 0 REN B A109 Alectoris graeca 0 0 REN B A091 Aquila chrysaetos 0 0 REN B A104 Bonasa bonasia 0 0 REN B A215 Bubo bubo 0 0 REN B A122 Crex crex 0 0 REN B A236 Dryocopus martius 0 0 REN B A217 Glaucidium passerinum 0 0 REN B A106 Lagopus mutus 0 0 REN B A072 Pernis apivorus 0 0 REN B A241 Picoides tridactylus 0 0 REN B A234 Picus canus 0 0 REN B A107 Tetrao tetrix 0 0 REN B A108 Tetrao urogallus 0 0 REN I 1065 Euphydryas aurinia 0 0 BIB I 1067 Lopinga achine 0 0 REN I 1057 Parnassius apollo 0 0 REN I 6265 Phengaris arion 0 0 BIB M 1342 Dryomys nitedula 0 0 REN M 1313 Eptesicus nilssonii 0 1 REN M 1327 Eptesicus serotinus 0 1 REN M 1309 Pipistrellus pipistrellus 0 0 REN M 1332 Vespertilio murinus 0 0 REN P 1750 Campanula morettiana 0 0 BIB P 6296 Campanula scheuchzeri 0 0 BIB P 1902 Cypripedium calceolus 0 0 BIB P 1749 Physoplexis comosa 0 0 BIB R 5670 Hierophis viridiflavus 1 1 REN R 1256 Podarcis muralis 1 1 REN R 1295 Vipera ammodytes 1 1 REN Stadio fenologico: * = nidificante, ** = migratrice, *** = svernante.

A = anfibi, B = Uccelli, F = Pesci, I = invertebrati, M = mammiferi, R = rettili.

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Tabella 3. Riferimenti bibliografici utilizzati per l'analisi delle specie non individuabili nei documenti sopra menzionati

Specie Descrizione Euphydryas aurinia è un complesso di taxa, di cui tre presenti in Italia. E. aurinia si trova nelle pianure umide del Po, nella regione biogeografica continentale, E. glaciegenita è presente nella regione alpina dai 2000 m e più di quota, mentre E. provincialis è tipica di macchia e pascoli della regione mediterranea. E. aurinia è specie ad ampia distribuzione, I Euphydryas aurinia ma in Italia è presente solo nell'area padanoveneta (Stoch & Genovesi, 2016). E. a. glaciegenita è meso-igrofila, abita le Alpi dai 1700 ai 2500 m, si spinge fino al curvuleto ed è diffusa alle quote maggiori della catena alpina, dal Dipartimento delle Basses Alpes fino alla Baviera (Bonelli et al., 2008). Nel nostro Paese è diffusa in Italia continentale e peninsulare a Sud fino alla Sila, ma assente nelle isole. La specie vive a quote comprese tra 200 e oltre 2000 m sulle Alpi, e può colonizzare una grande varietà di ambienti, da quelli sub-mediterranei a quelli sub-alpini. È parassita obbligata di formiche del genere Myrmica (Stoch & Genovesi, 2016). In Veneto colonizza terreni assolati e asciutti, con condizioni variabili da spiccatamente xerotermiche a montane con clima rigido e intense precipitazioni anche nevose. Fattori limitanti sono la I Phengaris arion presenza di radure e prati gestiti in modo poco invasivo, con sfalcio infrequente o debole carico di pascolo, dove possono svilupparsi sia le piante nutrici, che preferiscono terreni asciutti e assolati, sia le colonie di formiche. I bruchi di Phengaris arion si nutrono inizialmente di Laminacee del genere Thymus od Origanum. Successivamente diventano parassiti di alcune specie di formiche di cui predano le larve all’interno dei formicai (Bonato et al., 2014). La campanula di Moretti è una specie endemica delle Alpi orientali, presente in Trentino- Alto Adige, Veneto e Friuli. Cresce su rupi verticali compatte di rocce dolomitiche, dalla P Campanula morettiana fascia subalpina a quella alpina (Portale sulla flora del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi http://dryades.units.it). La campanula di Scheuchzer è una specie delle montagne dell'Europa meridionale presente, con tre sottospecie, in tutte le regioni d'Italia salvo che in Puglia e Sardegna. Cresce in pascoli alpini (seslerieti, nardeti), brughiere a rododendri, cespuglieti, su substrati P Campanula scheuchzeri sia silicei che calcarei (ma allora su suoli leggermente decalcificati e con accumulo di humus), dalla fascia montana inferiore alla fascia alpina (Portale sulla flora del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi http://dryades.units.it). Il raponzolo di roccia è una specie endemica delle Alpi orientali, relitto della vegetazione alpina preglaciale, in Italia presente dalla Lombardia al Friuli. Cresce in fessure umide ed P Physoplexis comosa ombrose di rupi verticali calcaree e dolomitiche, dalla fascia montana superiore a quella alpina (Portale sulla flora del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi http://dryades.units.it).

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2.5 Conclusioni

Secondo quanto espresso al paragrafo 3 dell’art. 6 della Direttiva 92/43/CEE la Valutazione di Incidenza è necessaria per “qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione” dei siti della rete Natura 2000 “ma che possa avere incidenze significative su tali siti, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti” tenendo conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi siti. In assenza di siti della rete Natura 2000 all’interno dell’area di analisi, le specie interessate sono state individuate fra le specie di interesse comunitario potenzialmente presenti all’interno del contesto analizzato.

La Variante urbanistica al Piano Regolatore Generale vigente del Comune di Cortina d’Ampezzo in riferimento al progetto di riqualificazione del compendio della ex Stazione Ferroviaria prevede la modifica della “Scheda Normativa C/1 – Area ex stazione in via Marconi” dell’area, che comporta:

- la modifica del perimetro in tre “Comparti”; - la modifica della modalità attuativa; - la modifica del limite di tre piani introducendo la possibilità di un ulteriore sottotetto in aggiunta al terzo piano; - altre modifiche riportate sulla scheda comparativa che non sono di fatto delle varianti, bensì delle semplici specificazioni di destinazioni d’uso e tutele degli edifici derivanti dal Provvedimento della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto del 25 marzo 2013 protocollo n. 5663. Tenendo in considerazione l’analisi effettuata nei capitoli precedenti e la zona in cui si colloca l’area oggetto della Variante al PRG non si evidenziano potenziali variazioni di habitat di specie. Anche prendendo in esame le aree esterne e quelle più prossime si ritiene che la modifica della scheda normativa per l’area in oggetto non determini una contrazione di habitat idoneo per le specie potenzialmente presenti.

Pertanto, considerata la tipologia della Variante e la modifica presa in esame, la localizzazione dei siti della rete Natura 2000 all’esterno dell’area di indagine, l’assenza di habitat nell’area di indagine e la distribuzione delle specie di interesse comunitario si ritiene che l’approvazione della Variante al Piano Regolatore Generale del Comune di Cortina d’Ampezzo in riferimento al progetto di riqualificazione del compendio della ex Stazione Ferroviaria non determini possibili effetti significativi negativi sui siti della rete Natura 2000.

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2.6 Bibliografia

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