Sud e Unità d’Italia Una dolente ed emblematica “microstoria” risorgimentale La vita e la morte del patriota calabrese Francesco Ursia LA DANNAZIONE

Una veduta del Torre Murata il carcere di Procida nel quale fu rinchiuso Francesco Ursia DELLA MEMORIAdi VITO TETI e memorie frammentate e martoriate del sorgimento italiano, meridionale, calabrese. Spie- non sifosse messa ingioco un’attrezzatae appassio- Risorgimento meridionale. Studiosi revi- gare il “prima” alla luce del “dopo”, è operazione in- nata teoria di studiosi (Lucio Villari, Vittorio Cap- sionisti, impegnati a scrivere una “contro - genua e superficiale. Come se la terribile storia pelli, Giuseppe Caridi, Antonio Iannicelli, Silvestro storia”dell’Unità d’Italia, hanno tentato di dell’Unione Sovietica, con milioni di uccisioni, possa Bressi, RoccoLiberti, Luciano Meligranae bisogne- «buttare con l’acqua sporca anche il bam- cancellare e annullare i sogni, le battaglie, le speran- rebbe ricordare le iniziative di università, bibliote- Lbino». Un’operazione doverosa e legittima, tendente ze di generazioni di uomini e donne, che per secoli che,archivi, comuni)che haavuto ilmerito diripen- a segnalarele storture,le violenze,l’oppressione co- hanno lottato, spesso col sacrificio della vita, per un sare, o a volte di scoprire, senza retoriche, con pro- nosciuta dai meridionali con la “conquista” e la “co - mondo migliore, di uguaglianza edi libertà. I marti- blematicità unita a competenza storiografica, per- lonizzazione”del Sud, ha finito col tradursi nella sot- ri del Risorgimento avrebbero subito, da morti, un tovalutazione, demitizzazione, cancellazionedel Ri- ulteriore e generalizzato martirio storiografico se segue a pagina 16 16 Domenica 25 settembre 2011 Domenica 25 settembre 2011 17 Sud e Unità d’Italia La vita di Ursia finisce il 30 luglio 1894 Le memorie frammentate, martoriate Povero e dimenticato e lacerate del Risorgimento meridionale Non morirà nel suo paese d’origine UN PAT R I O TA D I M E N T I C AT O Pagina a sinistra: Memorie delle carceri borboniche. (Disegno di Spiegare il “prima” Gian Paolo Garcèa) Partecipò a S. Nicola - 1822 (Arch. Stato CZ) Processo alla setta carbonara di alla luce del “dopo” S. Nicola di Vallelonga. ai moti del ’48 è operazione ingenua (Arch. Stato CZ) con Settembrini

e superficiale asgfag e Antonio Garcèa llkj ààlà àòàà continua da pagina 15 ùòà mandante Militare di Firenze, il Generale Mezzacapo e poi partecipa all’avanzata dei ga- sonaggi, storie, eventi, grandi e minuti, nobili ribaldini in Sicilia e in , in Puglia e in e controversi, del Risorgimento, cancellati, ri- Campania. Stocco non si dimentica dei due pa- mossi, ignorati. trioti sannicolesi, che si erano distinti duran- In questo contesto, ho pensato di ricordare te le insurrezioni e gli scontri del Quarantot- (“Il patriota e la maestra”, «Il Quotidiano della to. Calabria», 13 marzo 2011), dopo decenni di si- Nel 1862, Ursia viene nominato giudice, lenzio, la singolare ed esemplare vicenda di ma dopo qualche anno deve dimettersi per Antonio Garcèa e della moglie Giovanna Ber- malattia. La prigionia e le disgrazie familiari tòla (Mondovi 1843-Bobbio 1920), un uomo lo avevano segnato. Possoimmaginare la sua del Sud e una donna del Nord, che hanno scrit- sensazione di “amarezza” e delusione, per co- to una pagina splendida del Risorgimento me sono andate le cose dopo l’unificazione ita- italiano. Di Garcèa, protagonista del Quaran- liana. Questa idea del “Risorgimento tradi- totto napoletano e calabrese, condannato dai to”, è comune a tanti patrioti come Garcèa, Pa- Borboni a trenta anni di carcere, prigioniero a lermo, Poerio, Settembrini, Nisco, Stocco. Nisida, Capua, Napoli, Procida, Montefusco, La sua “libretta”, il suo «povero libro nero», Montesarchio, impegnato nella spedizione come veniva chiamato, è stato sfogliato da At- garibaldina (non è uno dei Mille) “girovago” In alto: Il martirio dei patrioti meridionali. tilio Monaco, che ne riceve e ne trasmette pro- per lavoro e sostenitore delle iniziative in cam- Disegno di Gian paolo Garcèa. fonda commozione, anche se non precisa dove po scolastico, culturale ed editoriale della mo- A lato: Atto di nascita di Francesco Ursia l’abbia letto e dove si trovi. glie hanno scritto, oltre alla Bertòla, “Antonio (23 ott. 1817) - Arch. Parrocchiale S. Nicola Ursia muore il 30 luglio 1894, povero e di- Garcea sotto i Borboni di Napoli. Rivoluzione Sopra: Luigi Settembrini menticato. Non muore nelpaese d’origine, al- d’Italia dal 1837 al 1862”di Giovanna Bertòla, meno da quanto risulta negli archivi parroc- (Tipografia Letteraria, Torino, 1862), Nicola chiali e comunali. Con lui termina una inten- Palermo, Sigismondo Castromediano, Nicola sa storia familiare durata solto un secolo, Nisco, Benedetto Musolino, Oreste Dito, Gian “chiude una casa”, scompare da S. Nicola il co- Paolo Garcèa e se qui ritorno sulla vicenda è proveniente dalla città di Soriano, dove il co- sannicolesi, che si uniscono con Ruffo a Mile- ma che, anche con le poche, potrebbe essere prigione nuova (Criminale n. 8), dove come stavo Valente (“Un moderato calabrese alla a Procida realizza un “album” dove raccoglie gnome Ursia anche dalle memorie locali. persegnalare splendori,paradossi,strategie gnome a fine Settecento, è molto diffuso, to, vengono raggiunti da altri venti, prove- uscito dalla pagine di Gabriel Marquez o di un scrive la Bertòla, «trovò Ursia e Fabiani, che galera di Procida”, Atti del XXXVII Congres- dei pensieri scritti col sangue (e qui basti ac- Da Valente sappiamo che il figlio di Ursia, della memoria e dell’oblio. prende possesso della parrocchia di S. Nicola nienti da Monteleone e insieme entrano a Piz- altro scrittore sudamericano. Macondo non è gentilmente gli aveano preparato un pranzet- so di Storia del Risorgimento italiano”, Bari cennare all’idelogia del martirio e della “fra - Guglielmo, sposa Amalia Poerio, apparte- Grazie agli eredi (sia i Garcèa di Padova e di Vallelonga. Diversi atti segnalano che il zo e poi a Marina di Catanzaro e Crotone. Tren- un luogo geografico, ma mentale, simbolico, to». Solidarietà e sostegno tra prigionieri po- 26-30 ottobre 1958, Istituto per la Storia del tellanza”, ai motivi del sangue che fonda me- nente al ramo Poerio di Taverna (il cognome Milano, siagli Olmidi Bobbioe Torino)autori nuovo parroco si era spostato nella nuova se- taquattro persone, sempre con a capo Montal- con le sue storie strambe ed epiche. Francesco litici: le memorie e gli scritti dei patrioti sono Risorgimento Italiano, Roma, 1961, pp. 269- moria, solidarietà, rinascita che caratterizza- Poerio accomuna Garcèa ed Ursia) e che una di scritti, custodi di memorie familiari orali e de parrocchiale con alcuni familiari. to, giungono a Napoli, ricevendo lodi e ricono- Ursia, come si legge nel primo dei due volumi densi di questi motivi. Ursia parte per la gale- 274), cominciail suo calvario, cheracconta in no la cultura risorgimentale) dai compagni di loro figlia, Isabella, sposa Francesco Ripoli di di preziosi documenti, è possibile costruire Nel 1795 il parroco di Vallelonga, don Giu- scimenti. dell’opera “I galeotti politici napoletani dopo ra quasi un anno dopo la condanna, il 6 otto- trentaquattro lettere scritte, dal 2 dicembre prigionia a lui dedicati. Nell’album “Care me- Celico. Valente ipotizza che il quadernetto di una vicenda poco nota. Gian Paolo Garcèa seppe Galati, battezza nella chiesa della SS. Un ventennio dopo, però, nel gioco di con- il Quarantotto” (Treves, Treccani, Tuminelli, bre 1851, assieme ad altri 32 condannati, tra 1851 al 20 settembre 1853, alla moglie, al fi- morie di Nicodemo Palermo: Bagno di Proci- Romano sia arrivato a Ripoli tramite questa (1912-1987), in particolare, è autore di nume- Annunziata di S. Nicola «l’infante nato dal trasti locali e tra famiglie, tra giacobini e san- Roma 1932, pp. 346-347) è professore di lette- cui Garcèa, condannato a 30 anni di ferri duri: glio, al parroco, al cugino Michele Torquato, da”, 1857 (cfr. EmilioBarillaro, “I Palermo da nipote di Ursia. Oppure che sia finito in casa rosi manoscritti sulla figura del nonno Anto- magnifico Filippo Ursia», quasi certamente fedisti, un Ursia è schierato sul fronte libera- re e filosofia a Catanzaro, dove esercita la pro- aveva otto gravi capi d’imputazione. un proprietario di San Mango d’Aquino, car- Grotteria. Una famiglia di patrioti”, Brenner, del barone Sellia Perrone, che aveva sposato nio Garcèa (“Un calabrese per la Costituzione fratello del parroco, e ad donna Anna Floren- le. All’interno della famiglia, che nel frattem- fessione di avvocato. In quel periodo a Catan- Raggiunge a piedi, «ammanettato e mal- cerato come lui a Procida e poi trasferito (come , 1966, pp. 40-41), Palermo ricorda, Popa Poerio, sorella di Amalia, cognata per- e per l’Unità d’Italia. Vita di Antonio Garcèa zano, sposi, che prende il nome di Giacinto Ni- po si è estesa erano maturate posizioni “nazio - zaro troviamo Antonio Garcèa e Luigi Settem- trattato», sfinito, al Carmine, dopo 17 tappe, Garcèa) a Montefusco, il 7 febbraio 1852, dove tra l’altro le pene e il coraggio del «tenerissi- tanto di Guglielmo Ursia. Da una o dall’altra nelle cospirazioni, insurrezioni, carceri e bat- cola Ursia. È il padre del nostro, che prende il nali”. Nell’Archivio di Stato di Catanzaro un brini, che dal novembre 1835 tiene la catted- compiute in 15 giorni. La partenza da Catan- muore dicolera il4 novembre1855. Inqueste mo compagno di guai Nicola Romano». L’al - provenienza il libretto giunge in casa Ripoli e taglie dal 1837 al 1867”), ma anche dello zio nome dello zio prete. Tommaso Mannacio, ne interessante fascicolo (“Sotto-Intendenza del dra di retorica e lingua greca nel locale Liceo, zaroper Napoli,conglialtri condannatiecon lettere - riunite in un quadernetto di 47 pagi- bum è andato smarrito, e, per fortuna, Marco poi a Valente. Sono impegnato a leggere le let- Graziano (morto ventenne nel 1849 per la di- “La confraternita del Crocifisso. Vita e cultu- Distretto di Monteleone. Riunioni Settarie a fino all’8 maggio 1839, quando su denuncia Urisa, è ricordata da Giovanna Bertòla: «Nel ne (dato a Valente da Francesco Ripoli, figlio e Lupis MacedonioPalermo custodiscereligio- tere di Romano e a cercare di rintracciare (se fesa di Venezia) e del padre Roberto ra di un sodalizio calabrese. San Nicola da Vallelonga”) custodisce gli atti di un processo di un delatore, è arrestato, portato a Napoli, numero della prima spedizione trovavasi pu- nipote di patrioti di Celico) - Romano descrive, samente nell’Archivio di famiglia di Grotte- esiste) il dolente libretto di Ursia presso qual- (www.unical.it/portale/strutture/diparti - Crissa, dal 1669 ai nostri giorni” (postafazio - relativo all’illecita organizzazione in San Ni- carcerato, processato e condannato. Settem- re col Garcèa […] l’Avvocato Francesco Ursia anche con attenzione letteraria, il mondo del- ra, due volumi di “Memorie della mia vita” di cuno degli eredi, che mi auguro abbia modo di menti/filologia/archivio/). ne di V. Teti, Mapograf, , 1993), cola di Vallelonga nell’anno 1822. Un lungo brini appartiene, inizialmente, alla setta dei con moglie e due figli e tanti altri che dovette- la galera, «dipinto con carattere icastici, con Nicodemo Palermo (1889), un manoscritto leggere quest’articolo. La memoria è una co- Gian Paolo Garcèa, ingegnere dell’Alfa Ro- ricorda che il 15 dicembre 1795 l’arciprete Ur- elenco di nomi (oltre quaranta) di «complot- “Figliuoli della Giovane Italia”, fondata nel ro lasciar persone che più care tenevano al una efficacia e un’immediatezza nuove, per- prezioso per ripensare l’ambiente, le figure, le struzione sociale: esiste nella misura in cui meo, vissuto tra Padova e Milano, non ha l’esi - sia, ricevuto un decreto vescovile atteso da tanti», fermati, processati, graziati, tra i quali 1932 da Benedetto Musolino a Napoli, dove i cuore». Giunto al Carmine, il 22 ottobre 1851, ché scritte tra le mura del bagno, al cospetto di vicende dei patrioti calabresi. viene alimentata; è labile, tendenziosa, selet- genza di autoaffermazione e rappresentazio- tempo dalla comunità, effettua la benedizione troviamo D. Nicola Ursia (Capo Carbeneria - due si erano frequentati. È nell’ordine delle maltrattato a ammanettato, Ursia viene tra- altri sofferenti, nel caldo e nell’unido di una Prima della grazia (tramutata in esilio) ai tiva, inclusiva o esclusiva: ubbidisce a strate- ne familiare di tipo localistico, della chiesa Annunziata, restau- carcerato). Il padre di Francesco possibilità che Settembrini, Ur- sferito dopo otto giorni a Proci- prigione», tra mille angherie e sessantasei patrioti, tracui Gar- gie identitarie e a “interessi” so - ma soltantola passionedi conse- rata quasi interamente, dopo i viene processato, assieme ad al- sia, Garcèa avessero stabilito a da, imbarcato, assieme a Garcèa sotto il pensiero assillante del fi- cèa, Poerio, Settembrini, Castro- ciali e comunitari ben precisi. gnare agli eredi memorie degli gravissimi danni del terremoto tri, per costituzione di setta car- Catanzaro rapporti personali e su una “scorridoia”. gli. Lo stesso assillo ha Ursia, che mediano, che poi sbarcano in Ir- Garcèa e Ursia, con idealità ed antenati, inserendoliin unacor- Fu professore del 1783. Il parroco fa un detta- bonara. I reati contestati vanno Arr estato “politici”, anche perché rivelano Le vicende familiari di Ursia Fu tradotto raccomanda a Romano i suoi fa- landa, con la nave David Ste- Liberato nel ’59 esperienze simili, nati nello stes- nice più generale. A livello loca- gliato “notamento”degli oggetti dallo stupro violento al tentato tutti e tre posizioni mazziniane. sono tra le più toccanti e anche miliari, «quasi presago della or- wart, Ferdinando II aveva ema- so luogo e nello stesso tempo, co- le, in un periodo di grande tra- e avvocato sacri e delle cappelle esistenti stupro, dal mancato omicidio da latitante Ursia partecipa ai moti del tra le meno “ricordate” da una nel carcere renda condizione cui saranno ri- nato da Foggia un decreto (27 ot- ebbe forzoso noscono undiverso destino.Cer- sformazione, acavallo tragli an- nella chiesa. Don Ursia non è te- premeditato all’«illecita segreta Quarantotto, come Settembrini certa retorica risorgimentale. dotti dopo che la morte della ma- tobre 1858), col quale, in occa- to hanno avuto ruoli e responsa- ni venti e gli anni trenta del No- a Catanzaro nero con il malcostume che ri- unione a forma di setta organiz- nel 1849 e Garcèa. Come quest’ultimo, nel Mentre è a Procida perde due so- di Procida dre per colera e la distruzione del- sione delle nozze imminenti del domicilio bilità, caratteri diversi. Per il pri- vecento, a Garcèa è stata dedica- scontra nel paese e non rispar- zata». giugno e nel luglio 1848, è attivo relle, la madre, una figlia e la le masserizie li pone fuori casa, Duca di Calabria, riduceva di mo ha agito, meritoriamente, in taunalapidee unavia(cfr.docu- mia, in una sua missiva al Vica- Un testimone, Francesco Co- nel Circondario di Monterosso e moglie, che, scrive Attilio Mo- soli, piccoli, abbandonati, tali che quattro anni di ferri ai galeotti maniera positiva e felice, l’orga - menti, lettere, giornali Archivio Garcèa e Ar- rio Generale del Vescovo (16 dicembre 1797), sentino, dichiara che la «combriccola», l’anno nella famosa battaglia dell’Angitola, che vede naco (op. cit., vol. II, pp. 346-347) «finì di ma- il padreli rivedrà ridottiin statoquasi selvag- politici che si trovavano in maggioranza a nizzazione della memoria; per il secondo è chvio Olmi anche presso Unical e delibera Co- il sacerdote don Vito Fera di Vallelonga, che si precedente, si recò davanti alla casa di Anna la fine delle illusioni di rivoltosi, poco orga- lattia infettiva, forse colera, per cui furono gio» (Valente, cit., p. 272). Romano parla di Procida, probabilmenteconsiderati trai “non prevalsa una sorta di «dannazione della me- munale del 27 febbraio 1931). Anche in pre- intrometteva nelle faccende della sua parroc- Marchese e incominciò a cantare «delle Can- nizzati e senza una comune strategia militare bruciati tutti i mobili e le masserizie di casa, e i Ursia con stima fraterna, a volte adopera pericolosi”. Il21 marzo 1859venivano libera- moria». senza di puntuali e mirate strategie della me- chia, e chiede che venga allontanato «sendo zoni assai uscene, ed offensive del pubblico co- e politica (così scrivono Musolino, Betòla, suoi tre bambini rimasero nell'abbandono». espressioni “poetiche”. Nella lettera del 17 ti trentatre prigionieri tra cui Ursia (con la pe- Ursia, certo, resta, allo stato delle ricerche, moria, il nome Garcèa è noto, non sempre in Confessore che niente mi piace, sendo troppo stume»: «delle villanie contro l’Imperatore». Oreste Dito e Nicola Nisco). Viene arrestato Notiziedi Ursiaa Procidaciarrivano dallelet- febbraio 1852 alla moglie scrive che l’«asprez - na ridotta di altri quattro anni, con provvedi- una frammento di memoria e bisogna essere maniera critica e puntuale, nel paese di origi- confidenziale con donne, prende rigalie dalli Questi «facinorosi hanno la stessa audacia dopo una lunga latitanza il 18 settembre del tere scritte alla famiglia da Nicola Romano, za della catena è sensibilmente alleviata dalla mento del 10 gennaio 1859); il 6 luglio 1859 riconoscentiaGarcèae aisuoifamiliari,aRo- ne e tra pochi addetti ai lavori: quello della penitenti, e dopo non si sazia mai di esse. Gio- dei tempi rivoltosi quando si riunivano tutti 1849. Il26 novembre 1850(probabilmente te- suo compagno di catene. Nicola Romano, na- luce, dalla quiete e soprattutto dalla dolce e ca- (dopo un altro provvedimento del precedente mano e a Monaco, se il il suo nome torna, ades- Bertòla è praticamente sconosciuto (salvo ra- ca alle carte nelle botteghe paesane con i seco- nella Setta Carbonaria». stimoniano a suo sfavore, come capita a Gar- to a Sellia, nel 1805 da Filippo e Teresa Zun- ra compagnia d’otto sventurati, fra’ quali ho 10 gennaio) è la volta di Romano. Questi torna so, come un “rimorso”e un “rimosso”, che me- re eccezioni) anche a quanti si occupano di lari;escein piazzaconlacalzetta inmanofati- Storie di rivalità e denunce, di conflitti fa- cèa, alcuni suoi compaesani) è condannato groni. Romano si laurea in farmacia, resta la ventura di tenere al mio fianco D. Francesco a Sellia, resta fedele alle sue idee, ma vive con riterebbe altro ascolto. Documenti di archivi donne del Risorgimento. gando». miliari e di contrasti paesani: non è difficile dalla Gran Corte Speciale di Catanzaro a 19 qualche tempo a Catanzaro e poi torna in pae- Ursia,che solosarebbebastatoa convertirein distacco gli eventi successivi e si ritira dalla pubblici e privati aiuterebbero ad assegnare Lo spostamento della famiglia Ursia da Dalla Santa Fede supporre che ormai la “setta carbonara”, così anni di ferri per attentato contro la sicurezza se, dove non nasconde le sue idee moderate di giardino il mio deserto, in ghirlande di fiori politica. un posto nella storia regionale e locale ai tanti Soriano a S. Nicola di Vallelonga alle sette carbonare: diffusa, anche nei piccoli centri non fosse al- dello Stato e per aver armato i ribelli contro il libertà e di mutamento per gradi. La sua ansia olezzanti le ritorte che circondano questa vita Ursia, quando viene liberato e inviato a do- Ursia sconosciuti e magari nella toponoma- (fine Settecento) sanfedisti e giacobini nei paesi tro che una “fazione politica” che si inseriva Sovrano nel giugno e nel luglio 1848 nel Cir- per il mutamento gli provoca la gelosia e la ri- infelice» (ivi, pp. 272-273). micilio forzoso, fa «venire presso di sé i suoi fi- stica dei loro paesi. Un risarcimento forse inu- Rivelatore di una memoria smarrita, fram- Un tipo tenace e deciso, che ritroviamo (cfr. nelle aspre lotte tra famiglie. È difficile imma- condario di Monterosso. Il 30 marzo 1851 la valità dei galantuomini del paese. I moti del A Procida Ursia incontra, tra gli altri, Nico- gli, sfigurati, sparuti, irriconoscibili dopo tile, ma non irrilevante nel periodo in cui i mentata, lacerata, è il caso di Francesco Ursia, Mannacio, che utilizza un manoscritto di fa- ginare che oltre quaranta persone avessero pena viene ridotta a 15 anni. Quarantotto lo vedono pronto all’azione nei demo Palermo, Antonio Renda, Vincenzo tanti anni di strettezze» (Monaco, cit., p. 347). «piccioliluoghi», conlaloroavvincente econ- patriota, compaesano, coetaneo, amico e com- miglia) impegnato con le truppe del cardinale ideali carbonari o “patriottici”: le scelte sono La sua vicenda incrocia quella di Garcèa. luoghi in cui i compagni catanzaresi avrebbe- Saccà Plutino, Pasquale Miceli. Nicodemo Pa- Nel Sessanta Ursia viene incaricato dal ge- troversa storia, rischiano di essere chiusi per pagno di Garcèa. Nel suo paese, di lui non si sa Ruffo. Il 20 gennaio 1799 il sindaco Tommaso legate a fattori locali e traducono in episodi di Quest’ultimo infatti, ricorda, come al suo ar- ro potuto chiamarlo. Diventa il capo degli in- lermo (Grotteria 1825-1901) e il fratello Nico- nerale Francesco Stocco (Decollatura 1806- legge. Le memorie locali sono sacre: vanno nulla. Nessuna via lo ricorda. Francesco Ur- Boragina chiama alle armi i cittadini per an- criminalità ordinari e in comportamenti pro- rivoda Napolinellaprigionedi Catanzaro(24 sorti di Sellia, ma le sue speranze e il suo entu- la (Grotteria 1826-Siderno Marina 1876), so- Catanzaro 1898) - che lo aveva apprezzato du- custodite e organizzate, anche per la loro fun- sia di Nicola e Teresa Madonna nasce a S. Nico- dare a sostenere l’Armata della Santa Fede. Al pri della tradizione carnevalesca di cui la co- dicembre 1850) venga accolto da numerosi siasmo si concludono nel dolore con la repres- no figli di Giovambattista (Grotteria 1786-Ge- rante i moti del Quarantotto e la battaglia zione di resistenza all’omologazione in atto. la di Vallelonga il 23 ottobre del 1817. Il co- comando del Dr. Don Francesco Montalto e munità è ricca. amici che lo attendono in prigione e da altri sione borbonica che opera in maniera indi- race 1861), capitano di cavalleria nell’esercito dell’Angitola - di organizzare la rivolta nel Interrogate con rispetto e amore, pensando gnome Ursia compare in paese, con una certa del sottocomandante Dr. Stefano Ceniti, il 22 La storia dolente e sperduta che, da fuori, tra cui Ursia, che gli inviano let- scriminata. Condannato il 31 ottobre del 1850 napoleonico, che combatte nella battaglia di suo distretto per spianare la strada a Garibal- che milioni e milioni di memorie, luoghi, no- assiduità, a partire dalla fine del Settecento. Il febbraio, partono per Mileto sessantaquattro del povero Francesco Ursia tere e doni. Dopo la condanna Garcèa (è il 9 presso la Corte Costituzionale di Catanzaro a Waterloo, protagonista del Risorgimento ca- di. Una vicenda simile a quella di Garcèa, che, mi, saperi, donne e uomini del mondo sono 15 settembre 1793 (cfr. Archivio parrocchia- persone, con in testa l’arciprete Francesco Ur- Confesso la mia istintiva simpatia per questo giugno 1951) non è più portato nel vecchio 25anni diferri, vieneportatoa Napolie aPro- labrese. Nicodemo, che come il fratello tra- di ritorno dall’Inghilterra, viene segnalato da quotidianamente cancellati. le, S. Nicola Da Crissa) don Francesco Ursia, sia, in qualità di Cappellano. I “sanfedisti” personaggio, di cui sappiamo ancora poco, carcere con i prigionieri comuni, ma in una cida assieme a Ursia. E qui, come ricorda Gu- scorre alcuni anni nelle prigioni borboniche, Stocco (con una lettera del 19 maggio) al Co- Vito Teti