L’Alba della Piana

CENNI SULL’ATTIVITÀ DEI CAPPELLANI DELLE CARCERI DI REGGIO , GERACE E PALMI TRA IL 1875 E IL 1892

Letterio Festa

in dalle sue primissime origini, il I CAPPELLANI DELLE CARCERI IN Possiamo, quindi, concludere con FCristianesimo ha preso a cuore la EPOCA POST-UNITARIA uno studioso contemporaneo: cura verso i carcerati. Cristo stesso Una volta ultimato il processo che «Nello Stato liberale, nonostante aveva insegnato: «Ero carcerato e siete portò all’Unità d’Italia, si rese necessa- l’orientamento separatista e anticlericale venuti a trovarmi» (Mt 25, 34-36), iden- rio, tra gli altri provvedimenti, anche del tempo, si rafforzò l’uso disciplinare tificando sé stesso nelle persone dei de- quello di realizzare una più moderna or- della religione in carcere. Al cappellano tenuti per cui, la missione di visitare i ganizzazione delle Carceri, soprattutto si affidò il ruolo di rappresentante di una carcerati fu ritenuta, fin dagli inizi della alla luce delle nuove scuole di pensiero religione intesa al servizio dello Stato e Storia ecclesiastica, come una delle finalizzata alla rieducazione, al con- sette opere di misericordia corporale. trollo e all’attenuazione delle tendenze Le primissime testimonianze dell’at- antisociali dei detenuti ed utile stru- tenzione della Chiesa per la difficile mento al miglioramento del loro carat- realtà delle carceri le troviamo già nei tere e della loro moralità. Tuttavia la più antichi ed importanti testi sacri Chiesa cattolica non subì passiva- della Comunità cristiana (Cfr. At 16, mente tale situazione ma da essa seppe 34-36; 1 Cor 16, 1) e negli Atti dei trarre un proprio vantaggio: sfruttò Martiri dove si parla dell’eroica carità tale situazione per permeare dello spi- dei fedeli pronti anche ad esporsi a rito cristiano le strutture pubbliche sta- gravi pericoli pur di portare il loro soc- tali, proprio dal loro interno»8. corso ai fratelli prigionieri1. In seguito, dopo la fine delle perse- DATI GENERALI SULLE CARCERI cuzioni, le stesse leggi degli Impera- GIUDIZIARIE IN ETÀ LIBERALE tori in materia si ispirarono ai principi Per meglio comprendere il conte- già sanciti nei testi del Diritto ecclesia- sto in cui i nostri protagonisti hanno stico e nei canoni dei Concili. Ad vissuto ed operato, ci sembra utile ri- esempio, il Concilio di Nicea portare alcuni dati generali essenziali. dell’anno 325 aveva istituito i «procu- Ad Unità d’Italia ormai sostanzial- ratori dei poveri detenuti»2 mentre, in mente completata (anno 1871), esiste- epoca medioevale, gli Statuti comu- vano nel giovane Regno 1757 Istituti nali di Genova e Milano, ad esempio, di pena con una popolazione media di prevedevano specifici «protettori ed 64284 detenuti tra uomini e donne, mi- avvocati» preposti alla difesa e al soc- norenni e maggiorenni9. In questi Isti- corso dei carcerati3. ASRC, Decreto prefettizio per le tuti operavano 269 cappellani10. Nel XV secolo, papa Innocenzo dimissioni di don Valentino Marino, I detenuti originari delle Provincie cappellano del carcere di Palmi (1877) VIII fondò a Roma la prima Compa- dell’antico Regno napoletano erano i gnia della Misericordia di San Gio- che, a tal proposito, si andavano diffon- più numerosi rispetto a quelli prove- vanni Decollato, con il pio scopo, in dendo in tutta Europa. Per tale motivo, nienti dal resto d’Italia, per un totale di modo particolare, di assistere i condan- tra il 1860 e il 1862, si formarono speci- 16739 uomini e 1249 donne11. La mag- nati a morte4. fiche leggi e Regolamenti per l’ammini- gior parte dei carcerati proveniva da Nel 1519, invece, il cardinale Gio- strazione delle Carceri del nuovo Regno contesti rurali12, con un’età media tra i vanni De’ Medici, in seguito papa con il d’Italia che precisarono anche il ruolo 26 e i 30 anni13, perlopiù celibi o vedovi nome di Leone X, fondò l’Arciconfra- dei cappellani all’interno degli stessi senza prole14, di professione agricoltori, ternita della Carità, cui venne affidato il Istituti di pena6. Alla luce dei principi garzoni o agenti di campagna15 ma, in buon governo delle Carceri romane stabiliti in questi provvedimenti legisla- larga misura, nullatenenti16, analfabeti17 mentre, nel 1708, Clemente XI fondò tivi, per tutto il periodo oggetto di questo e già segnati da una cattiva condotta pre- nell’Urbe l’Ospedale di San Michele per nostro studio, l’assistenza spirituale cedentemente tenuta18. I reati erano stati la cura dei detenuti5. nelle Carceri fu assicurata, specie nel commessi per la maggior parte contro le Ad ogni modo, la più significativa nostro Territorio, quasi esclusivamente persone19 e la causa principale era data presenza della Chiesa nelle Carceri è co- dall’opera dei cappellani, coadiuvati dalla cupidità20. Per tali colpe furono in stituita dai cappellani, le religiose e i vo- dalle Suore della Carità, dalle Confrater- maggioranza condannati alla reclusione lontari che hanno da secoli operato a nite e dalle Dame della Carità di San (in media tra gli 8 e i 10 anni)21 e ai la- fianco dei carcerati. Vincenzo de’ Paoli7. vori forzati a tempo22.

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Nello specifico, le persone detenute fu nominato cappellano con regio de- Il 18 novembre precedente, intanto, alla data del 1 gennaio 1871 erano 1270 creto datato 3 novembre 1875 «e la retri- poiché probabilmente già a conoscenza uomini e 91 donne nella Provincia di Ca- buzione di lire 200 annue»35. delle intenzioni del confratello, si era tanzaro23, 1259 uomini e 137 donne in Qualche tempo dopo, in una rela- proposto come sostituto don Giuseppe quella di Cosenza24 e, infine, 1026 uo- zione redatta per presentare al Regio Mi- Sansalone, canonico onorario della Cat- mini e 73 donne in quella di Reggio Ca- nistero le «informazioni periodiche sul tedrale42 del quale, l’11 dicembre suc- labria25. In favore di questi carcerati personale religioso ed insegnante cessivo, il sottoprefetto faceva presenti operavano nelle Carceri giudiziarie della dell’Amministrazione delle Carceri», si «le ottime informazioni»43 raccolte sul Provincia di Catanzaro 2 cappellani affermava che il cappellano del Carcere suo conto per cui venne, dopo poco (nelle Carceri di Catanzaro e Monte- di Gerace godeva di buona salute e non tempo, regolarmente nominato, anche leone mentre mancava quello di Nica- aveva alcuna imperfezione fisica; la sua perché, nell’agosto del 1887, il Frago- stro)26; 6 nella Provincia di Cosenza (3 condotta morale poteva essere definita meni assunse il ruolo di parroco della nel Capoluogo e uno nelle Carceri di Ca- «buona» mentre «ottima» era quella po- Parrocchia di Santa Maria del Mastro di strovillari, Paola, Rossano e Rogliano)27 litica; l’istruzione letteraria risultava Gerace. Oltre al prescelto Sansalone e al e, infine, 3 nella Provincia di Reggio Ca- «moltissima» e la sua attitudine alla fun- cennato Ricupero, in quella stessa circo- labria (a Reggio, Gerace e Palmi)28. zione di maestro «molta»36; quindi, per stanza, presentarono la loro candidatura tali ragioni, il sacerdote geracese posse- anche i sacerdoti don Giuseppe Oppedi- I CAPPELLANI DEL CARCERE DI GERACE deva la stima pubblica sia come citta- sano e don Giacomo Audino, entrambi Quindi, nonostante il diffuso anticle- dino che come cappellano. Nello stesso dotati di una buona condotta morale e ricalismo e le visibili tensioni con il testo, si affermava che don Gaetano politica e di una sufficiente stima in mondo ecclesiastico cattolico, lo Stato svolgeva il suo servizio con «moltissima paese ma fu preferito tra tutti il Sansa- liberale non mancò di prestare una certa diligenza» per cui si poteva concludere lone per il fatto di aver già spesso sosti- attenzione verso i cappellani delle Car- che, «tutto ben considerato», egli si po- tuito in precedenza il Fragomeni e per- ceri e la loro importante attività. Ad teva dire «ottimo»37. ché dotato di «maggior istruzione»44. esempio, una lettera del Regio Ministero Più in generale, si ricordava come il Cinque anni dopo, don Sansalone fu dell’Interno, datata 27 agosto 1875 e in- sacerdote Fragomeni, «perché contrario nominato parroco della Parrocchia di dirizzata al prefetto di , sempre alle esagerazioni religiose del Sant’Ilarione abate in Sant’Ilario dello Francesco De Feo, chiedeva informa- Vaticano ed alla politica dei passati go- Ionio, per cui si dimise e, al suo posto, zioni circa il sacerdote Ricupero Si- verni», nonostante le sue ottime qualità fu incaricato del ruolo di cappellano del mone, cappellano del Carcere di Gerace, morali, sacerdotali e culturali, «fu con- Carcere di Gerace il sacerdote Alfarone definito come «dotato di poca istruzione dannato dalla Curia Vescovile a rima- Silvestro. In una missiva al prefetto, il letteraria, con poca attitudine alle fun- nere sempre povero sacerdote». Egli era suo sottoposto di Gerace aveva definito zioni di maestro» e, infine, capace di insegnante di grado superiore normale, gli altri candidati delle «creature del ve- «lasciarsi talvolta prendere dal vino», con una pensione annua governativa di scovo di Gerace», all’epoca mons. Fran- per cui, in conclusione, non in possesso 408 lire come «danneggiato politico cesco Saverio Mangeruva, e, per questo, di sufficiente «stima pubblica»29 per sotto il Governo borbonico», durante il tutti «poco favorevoli all’ordine attuale continuare ad esercitare il suo delicato quale «patì carcere e persecuzioni senza delle cose», tranne, per l’appunto, l’Al- incarico. Riscontrato l’effettivo fonda- fine», e, come cappellano del Carcere di farone che il sottoprefetto raccoman- mento di tali asserzioni, il Ricupero ve- Gerace, «fece sempre il suo dovere con dava perché la sua nomina sarebbe ritor- niva dispensato dal servizio con un regio zelo e fervore» e, quindi, si concludeva nata «assai gradita all’autorità comunale decreto datato 15 ottobre 187530. Egli, che «il sacerdote Fragomeni, distinto pa- locale e alla maggioranza liberale della infatti, si era assentato non solo dal Car- triota e degno prete, per le sue qualità popolazione»45. cere ma dalla stessa Città di Gerace politiche, morali e scientifiche, avrebbe Furono, quindi, scartati don Felice «senza chiedere alcun permesso» e meritato altra sorte ma, essendogli stata Maria Bova che, nonostante la buona senza lasciare un sostituto e, per questa madrigna la fortuna, egli, rimanendo condotta morale e politica tenuta in quel sua «clandestina assenza»31, si ritenne saldo ed affezionato alle istituzioni che momento, nel tempo della sua residenza opportuno dimetterlo. Don Simone era ci governano, campa vita semplice, la- a Roccella, due anni prima, era stato, per stato scelto per questo ruolo, nonostante boriosa e degna»38. un certo periodo, sospeso a divinis per- le sue scarse attitudini, perché, altri- Il 1° dicembre 1885, il sottopre- ché «molto dedito alle donne»46 e don menti, si sarebbe dovuto ricorrere a fetto di Gerace faceva presente che il Pietro Sanci nonostante si fosse definito qualcuno dei sacerdoti «del partito rea- cappellano Fragomeni, dovendosi al- il solo in grado di poter confessare men- zionario», definiti tutti «retrivi ed av- lontanare «per qualche mese»39 dalla tre gli altri erano «sforniti»47 della pre- versi al Governo»32. Un decennio dopo, residenza perché nominato insegnante scritta facoltà canonica. egli tornerà a chiedere di essere reinte- provvisorio nel Seminario di Bova, Don Alfarone, invece, nonostante grato ma venne scartato per gli stessi chiedeva di essere temporaneamente la «grave età» che compensava, del re- motivi della precedente dimissione e per sostituito da un altro sacerdote. Un sto, con una notevole «vigoria fisica e l’aggravarsi dell’età33. mese dopo, lo stesso Fragomeni richie- morale», nel 1860 era stato nominato Dimesso, quindi, il Recupero, il 25 deva al prefetto «la permissione»40 di dalle autorità provinciali sottosegreta- settembre 1875, il sottoprefetto di Ge- farsi surrogare ma già in precedenza rio di quella stessa sottoprefettura e race propose di sostituirlo con don Gae- questi, ritendo «incompatibili» le moti- possedeva, infine, «un’ottima con- tano Fragomeni il quale, oltre ad essere vazioni addotte rispetto alle mansioni dotta morale» e «principi schietta- un buon sacerdote, possedeva anche la per cui il cappellano era stato posto in mente liberali»48. qualifica di «maestro elementare di servizio, chiese la rinuncia del Frago- Don Alfarone aveva già presentato grado superiore» e «ottime qualità poli- meni oppure la sostituzione dello stesso nella precedente vacanza la sua candida- tiche e morali»34. Alla luce di questi dati, con un altro sacerdote41. tura, quando fu preferito il Sansalone e,

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L’Alba della Piana nell’esposto presentato in quella cir- in virtù della Parola di Cristo la disci- costanza, egli stesso ricordava le sue plina non fosse di peso ai detenuti ma «peripezie politiche» e come fosse un invece soave»59, mentre don Bene- «danneggiato politico, carcerato per detto Lacava veniva raccomandato dal ben quindici mesi e perseguitato sem- collega don Cristoforo Assumma, il pre dal Governo borbonico dal 1844 quale, ricordando come egli avesse al 1860»49. Inoltre, si mosse per rac- «per la causa italiana trascinato per comandarlo anche il commendatore ben dieci anni e un mese le catene, rin- Luigi Raffaele Macry, senatore del chiuso nel Castello di Nisida in Na- Regno, il quale, da parte sua, definì il poli», supplicava, da parte sua, il pre- candidato come un uomo «intelligen- fetto di ottenergli un aumento dell’an- tissimo» ed «eminentemente bene- nua pensione di 408 lire che il Go- merito della Nazione avendo patito verno gli dava in qualità d’insegnante pei suoi principi liberali molte perse- calligrafo nel Reale Collegio della cuzioni e il Carcere ancora»50. stessa Città dello Stretto, così da poter Morto don Alfarone il 4 marzo meglio provvedere non solo a se 1892, presentarono istanza al prefetto stesso ma anche ad una sua sorella per la successione i già citati don Ri- «depauperata per questa benedetta cupero, don Oppedisano e don Au- causa italiana»60. dino. Il primo fu escluso per i soliti Presentò, quindi, la sua domanda motivi e anche perché «intransigente anche il sac. Filippo Vitrioli che, in- e sempre avversario del presente or- fine, fu preferito agli altri perché dine di cose»; sulla stessa linea l’Op- ASRC, Foglio informazioni del sac. Agostino aveva offerto gratuitamente la sua pedisano, «appartenente a famiglia Calogero, cappellano del carcere di Palmi (1883) opera dal 1 marzo 1884 al febbraio del notoriamente borbonica e non defe- 188561, nonostante gli indizi a suo ca- rente all’attuale ordine di cose»51. Si periodo, viveva una non facile situa- rico circa il reato di «complicità in ribel- preferì, quindi, l’Audino il quale non zione economica, soprattutto dopo le sop- lione» in quanto «istigatore e provoca- presentava «alcun vincolo diretto col pressioni e l’incameramento di molti beni tore»62 di disordini contro il nuovo Go- vescovo e colla Curia» e possedeva, per ecclesiastici dopo l’Unità d’Italia. Ad verno e la sua «condotta politica avversa di più, «sentimenti piuttosto liberali dei esclusione dei parroci, «gli altri preti che all’attuale ordine costituzionale», in quali diede anche recentemente prova lavoravano in Parrocchia ricevevano in- quanto esponente di spicco del «partito prestandosi non poco e con entusiasmo dennità spesso irrisorie … mentre quelli clericale intransigente che aspira di ri- alla ricerca delle ossa dei cinque glo- che avevano mansioni non parrocchiali tornare ai tempi del potere temporale»63 riosi martiri fucilati lassù dalla reazione dovevano cercare altrove qualche fonte e redattore del giornale reazionario borbonica, la qual cosa mi fu confer- di reddito … anche più poveri quanti “L’Indipendente”, pubblicato a Reggio mata dagli ufficiali di guarnigione a non riuscivano neppure più ad avere le in quegli anni. Gerace superiore»52. Visti questi prece- offerte connesse con la celebrazione Furono, quindi, esclusi l’Assumma denti, don Audino fu nominato con de- della Messa. Si trovavano, così, ancora perché «dedito alle donne»64; l’Angli- creto prefettizio datato 1 luglio 189253. lamentele contro preti che esercitavano sano perché «intrigante e capace di av- le professioni più diverse, come l’alleva- valersi di qualunque mezzo per creare I CAPPELLANI DEL CARCERE DI mento del bestiame o il commercio; an- adepti alle sue opinioni clericali»65; il REGGIO CALABRIA che più frequente, e forse meno sorpren- Germanò perché «giovane di carattere Il 15 febbraio 1884 veniva a man- dente, la presenza dei preti sui mercati, leggiero, vanamente affatto serio e in re- care don Antonio Accorinti, cappel- per svolgere la non facile mansione di lazione, per l’estrazione sociale della lano del Carcere di Reggio Calabria. mediatori»55. sua famiglia, con gente che potrebbe Poco tempo prima, relazionando sul Il primo a presentare la sua domanda avere a che fare con la giustizia»66; il suo conto, il direttore dell’Istituto di ammissione fu, il 16 febbraio 1884, Meduri «per il dissesto delle sue finanze l’aveva definito «infermiccio di oftal- don Santo Meduri il quale associò alla per firme di favore in cambiali»67 e, in- mia»; di «buona» condotta morale e sua supplica un «certificato di nulla te- fine, il Lacava escluso nonostante «l’ot- politica ma di «poca» istruzione lette- nenza» che attestava la sua «deplorevole tima condotta politica e morale, i prin- raria e attitudine alla funzione di mae- condizione» che lo costringeva a «tirare cipi liberali e la buona riputazione stro e altrettanto «poca» era la sua di- innanzi la vita colla sola elemosina della presso il pubblico»68, come avvenne an- ligenza nell’esercizio delle sue fun- Messa e questa scarsissima» e, per la che per don Francesco Giancotto69. Don zioni, per tali motivi, «tutto ben consi- detta ragione, confidava nel «bel cuore» Filippo Vitrioli fu nominato cappellano derato», poteva, in genere, essere defi- del prefetto56. Quindi, «fra i tanti che do- delle Carceri reggine il 2 aprile 188570. nito «infimo»54. manderanno quel posto»57, troviamo, il In seguito, il 20 settembre 1888, il Comunque, morto l’Accorinti, co- 20 febbraio successivo, la richiesta di don Vitrioli chiese di essere temporanea- minciarono a giungere sulla scrivania Giuseppe Anglisano seguito dal sacer- mente sostituito dal sac. Salvatore Mini- del prefetto le richieste dei candidati dote Filippo Assumma che, da parte sua, cucci71 e il prefetto gli accordò la richie- alla sua successione. «sentendosi idoneo e propenso ad eserci- sta per tutto il mese di ottobre72. Quindi, A tal proposito, è importante notare tare tale impegno», presentava la sua ri- il 6 novembre successivo, don Filippo come numerosi preti concorressero al chiesta il 16 marzo 1884, precisando che rinnovò la richiesta «perché sofferente posto di cappellano, nonostante il com- «quanto supplica, tanto spera»58. in salute»73 e, questa volta, fu sostituito penso non fosse altissimo. Non bisogna Don Giuseppe Germanò vantava, in- inizialmente dal sac. Domenico Bosurgi dimenticare, infatti, che il clero, in quel vece, i suoi meriti di predicatore, «onde e, successivamente, da don Giuseppe

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Morabito74 mentre il 1 dicembre fu inca- qualche estrema unzione oltre che per la Nicola Bagalà. Difronte a tale richiesta, ricato «provvisoriamente» della sostitu- già accennata sostituzione del Vitrioli per il sottoprefetto di Palmi testimoniò come zione il sac. Rosario Cordova75. A gen- la quale era stato indicato dal cardinale don Valentino Marino, «di ottimi co- naio si scoprì che il Vitrioli intratteneva Portanova e incaricato dal prefetto82. stumi e di sani principi politici», prima una «scandalosa relazione con una I candidati furono tutti esclusi: don della nomina a parroco del Rosario, donna di perduta fama, colla quale erasi Giovanni Sergi perché «dedito alle avesse adempiuto, «con assiduità e recato travestito in Napoli»76. Sospeso a donne»; don Salvatore Minicucci perché zelo», ai suoi doveri di cappellano ma, divinis dal cardinale Gennaro Portanova, «clericale e borbonico anche se d’inap- «distratto ormai dalle cure della Parroc- arcivescovo di Reggio Calabria, don Fi- puntabile condotta morale» e don Rosa- chia», non poteva più convenientemente lippo «emigrò all’isola di Malta»77 e da rio Cordova perché «lascia a desiderare assolvere al suo precedente ruolo, nono- La Valletta, appunto, il 31 dicembre in fatto di condotta morale»83. stante l’aiuto di don Bagalà, il quale, da aveva inviato le sue dimissioni motivan- parte sua, pur professando «sentimenti dole con «occupazioni personali»78. I CAPPELLANI DEL CARCERE DI PALMI benevoli verso l’attuale Governo», tutta- Il primo a presentare la domanda al Nel giugno del 1875, il cappellano via aveva «una condotta morale non sce- prefetto per concorrere al posto lasciato del Carcere di Palmi, don Valentino Ma- vra di appunti»89. In ogni caso, qualora vuoto dal Vitrioli fu don Giovanni Sergi, rino, fu nominato parroco della Parroc- il Marino fosse realmente riuscito ad es- cerimoniere del Capitolo della Catte- chia di Maria SS. del Rosario nella sere sollevato dai doveri parrocchiali, drale, il quale, abitando «nella casa più stessa Città, per cui sorse la necessità di l’ufficiale non aveva alcuna riserva a vicina alle suddette Carceri», pensava «surrogarlo per meglio sopperire alle ne- che potesse continuare a svolgere il che «per conseguenza, più d’ogni altro cessità dei detenuti»84. A tal fine, il sot- ruolo di cappellano. Tale temporeggia- sacerdote» poteva essere «pronto ad ac- toprefetto propose il sacerdote Agostino mento prolungò la pratica fino alla metà correre a somministrare tutto ciò che il Calogero, persona dotata di «buoni sen- del novembre successivo quando don suo ministero richiedesse»79 e, per tale timenti politici e di ottima morale» che, Agostino Calogero, ormai stanco ragione, dovesse essere preferito agli al- in quel momento, aveva 45 anni e appar- d’aspettare, scrisse al prefetto per dirgli tri candidati. come, a suo giudizio: «questo pre- Segue la richiesta del sac. Sal- testo è stato preso da Marino per vatore Minicucci il quale, da parte temporeggiare, onde, se fosse pos- sua, «non per vana gloria», fece sibile, mangiarsi tutte e due le en- presenti «le fatiche ed i servizi pre- trate mentre io la posso assicurare stati al pubblico» nel corso della che finora nessuna rinuncia fece sua pluridecennale carriera eccle- presso il vescovo, ne è così buono siastica come parroco per un de- a rinunciare al pingue ed onorifico cennio della chiesa dei SS. Filippo beneficio della Parrocchia per la e Giacomo, quindi «prestò l’opera cappellania del Carcere e perciò il sua in tutto il tempo del colera sottoscritto, appartenente ad una dell’anno 1867» non solo per i par- famiglia nota per i suoi principi li- rocchiani ma per tutti i bisognosi berali manifestati nel 1848 e nel come l’intera Città poteva testimo- 1860, prega la S.V. inviare al Mi- niare e lo stesso fece nella succes- nistero il suo incartamento pria che siva epidemia dello stesso male nel entri l’anno novello, avendo ri- 1887 come i giornali reggini «con- guardo a’ bisogni in cui versa la tro ogni suo merito gliene hanno vo- ASRC, Sottoscrizione per il funerale sua persona e la sua famiglia»90. luto nominatamente prodigare gran del sac. Agostino Calogero (1889) Inoltre, nel frattempo, anche lodi» e, infine, fu curato della Par- don Nicola Bagalà presentò la sua rocchia Protopapale di Reggio e, quindi, teneva a famiglia «dabbene e piuttosto istanza al Ministero per chiedere di «so- coadiutore della più volte accennata Par- civile» ma «decaduta dal primiero stato stituire definitivamente»91 il Marino nel rocchia dei SS. Filippo e Giacomo, per di fortuna»85, al punto tale che lo stesso ruolo di cappellano. Venuto a cono- cui credeva che «nessuno meglio di lui sacerdote doveva provvedere a due so- scenza di questi fatti, il sottoprefetto, ri- potrebbe aver cura dei prigionieri»80. relle nubili di 30 e di 40 anni di età. Don chiamando quanto già aveva affermato Infine, abbiamo don Rosario Cor- Calogero, inoltre, era stato cappellano in precedenza, rigettava la candidatura dova il quale ricordò come era stato «al- del locale Cimitero e, poco tempo prima, di don Bagalà e tornava a raccomandare lontanato dall’ordinazione a sacerdote» era stato rimosso da tale incarico «non quella di don Calogero92 che, final- dall’arcivescovo Mariano Ricciardi come avversione di partito» quanto «per mente, con regio decreto datato 9 feb- «perché appartenente a famiglia liberale favoritismo verso il nominato in sur- braio 1876, veniva nominato cappel- e sospetto lui stesso di liberalesimo, per roga»86. Qualche tempo dopo, secondo lano delle carceri di Palmi93. Ma qual- lo spazio di nove anni»81 e, per gli stessi le indicazioni del Ministero, don Valen- che tempo dopo, poiché don Calogero motivi, fu privato del beneficio della tino Marino presentò la sua rinuncia e le «non disimpegnava diligentemente i contribuzione corale della Collegiata di sue dimissioni87. Ciononostante, qual- suoi obblighi in ispecie per quanto si at- San Lorenzo. Fece presente, inoltre, che che settimana dopo, giunse a Roma un tiene alla scuola pe’ detenuti»94, le au- per sei anni era stato vice parroco della “memoriale” del Marino il quale, «desi- torità consentirono il ritorno del Marino Parrocchia dei Santi Apostoli Filippo e derando conservare il posto», avrebbe che, da parte sua, aveva promesso «di Giacomo nel territorio della quale rica- «iniziato pratiche presso il suo vescovo disimpegnare personalmente alle cure deva il Carcere per cui era già entrato in per essere sciolto dall’obbligo della cura religiose e scolastiche dei detenuti» e, contatto con l’ambiente carcerario per le parrocchiale»88, facendosi, nel frat- per questo, fu nuovamente nominato il confessioni del periodo pasquale e per tempo, aiutare in Carcere dal sacerdote 15 maggio 187795.

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Appena giunta la nomina, però, il stima come sacerdote e come cittadino, Circa la retribuzione stabilita per i cappellani leg- Marino chiese di essere sostituito da un aveva una sempre discreta diligenza giamo, invece, nell’Ordinamento degli impiegati 106 dell’amministrazione degli Stabilimenti carcerari altro sacerdote perché impegnato per le nell’esercizio delle sue funzioni . e dei Riformatori governativi nonché del perso- funzioni parrocchiali del mese di mag- Qualche anno dopo, nella notte tra l’11 nale ad essi aggregato promulgato con Regio De- gio, tradizionalmente dedicato al culto e il 12 ottobre 1889, egli moriva improv- creto del 6 luglio 1890. della Vergine Maria, pur cominciando visamente e, visto che era il «principa- Art. 64. I cappellani non hanno carattere di impie- 107 gati governativi né diritto a pensione ed agli altri subito a fare scuola ai detenuti «tre volte lissimo sostegno» della sua povera fa- vantaggi come congedi, aspettative, etc. etc. Essi alla settimana»96. Anche in seguito, ve- miglia, tutti i funzionari governativi, vengono incaricati delle rispettive funzioni con nendo meno all’impegno iniziale, poi- compreso il prefetto, parteciparono alle Decreto ministeriale e colla retribuzione che in ché obbligato alla celebrazione festiva in spese per il «modesto funerale»108. ciascun caso, verrà stabilita, avuto riguardo alla popolazione ed alle particolari condizioni dello Parrocchia, don Marino si limitò alla Stabilimento carcerario». sola scuola per i detenuti, suscitando 7 Il Parente ricorda come in Monteleone, nuove perplessità nelle Autorità prepo- l’odierna Vibo Valentia, i frati Domenicani apri- ste e una nuova richiesta da parte di don Note: rono, nello stesso periodo, in un loro convento, 1 Cfr. Atti dei martiri, Introduzione, traduzione e un Istituto agrario per i giovani sbandati ed orfani Agostino Calogero il quale, da parte sua, note di GIULIANA CALDARELLI, Edizioni Paoline, della zona, ai quali insegnavano a leggere e a ricordò, ancora una volta, che «l’uffizio Milano 1985. scrivere e a formarsi nelle arti della tipografia, di cappellano carcerario è incompatibile 2 Concilia generalia et provincialia, graeca et la- della rilegatura, della tessitura e della sartoria e con la qualità di parroco»97 ed allegava tina quaecunque reperiri potuerunt, item epistolae calzoleria ma, «sin dalla sua apertura, l’Istituto decretales, et romanorum pontificum vitae. Omnia fu gestito con sistemi duri: basti pensare che le alla sua rinnovata istanza un certificato studio et industria reverendissimi domini Severini celle di punizione erano di dimensioni ridottis- di “sana e robusta costituzione politica” Binii, SS. Theologiae doctoris et professoris, Me- sime. Alla fine del secolo scorso, a seguito di una redatto dal sindaco di Pami98. trop. Eccles. Colon. canonici et presbyteri. Tomus rivolta, i giovani tentarono di uccidere il diret- Difronte a tali difficoltà, il prefetto primo, pars prima, Ioannis Gymnici sub Monoce- tore. La rivolta fu sedata, ma in quella favorevole rote, Coloniae Agrippinae MDCXVIII, p. 364. circostanza ottanta ragazzi fuggirono dall’Isti- chiese la proposta di altri sacerdoti che 3 BARTHOLOMEI DE TURRE, Statutorum civilium tuto» (Ivi, p. 123). Inoltre, in seguito alle leggi potessero assumere l’incarico di cappel- serenissimae Reipublicae Ianuensis, libri sex, Siccardi-Rattazzi dette “anticlericali”, sulle gua- lano delle Carceri di Palmi99. Il sottopre- Ioannis Baptistae Scionici, Genuae MDCCVII, p. rentigie, la manomorta e la perdita dei beni ec- fetto affermò, quindi, che altri possibili 426. Cfr. GABRIELIS VERRI, De ortu et progressu clesiastici, furono soppressi gli Ordini religiosi Iuris Mediolanensis prodromus, Joseph Richini con la conseguente appropriazione da parte dello candidati erano don Francesco Lopresti Malatestae Regii Typographi, Mediolani Stato dei loro possedimenti e beni e la chiusura e e don Giuseppe Puntillo. Il primo era MDCCXLVII, p. 93. confisca di Conventi e Monasteri, molti dei quali però ritenuto «un fervido clericale» 4 Cfr. VINCENZO PAGLIA, La Pietà dei carcerati: furono immediatamente riadattati a Prigioni. 8 mentre il secondo possedeva «senti- Confraternite e Società a Roma nei secoli XVI- AGOSTINO ZENERE, Il ministero del cappellano XVIII, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1980. penitenziario nelle Carceri del Triveneto. Un’in- menti piuttosto liberali» e, inoltre, era in 5 Cfr. ivi. dagine conoscitiva, tesi di Licenza in Teologia Pa- possesso della patente di maestro ele- 6 Gli articoli dei diversi Regolamenti riguardanti storale presso la Facoltà Teologica del Triveneto, mentare100, per tale motivo, con apposito l’attività dei cappellani si possono trovare citati in Biennio di specializzazione in Teologia Pastorale, ANTONIO PARENTE, La Chiesa in Carcere, Ufficio Anno Accademico 2008-2009, pp. 32-33. decreto, il prefetto assegnò a lui l’inca- 9 101 Studi del Dipartimento Amministrazione Peniten- REGNO D’ITALIA, MINISTERO DELL’INTERNO, rico il 7 agosto successivo . Ma la ziaria del Ministero della Giustizia, Roma 2007, DIREZIONE GENERALE DELLE CARCERI, Statistica vexata quaestio non era ancora giunta pp. 127-138. Circa il ruolo dei cappellani nel pe- delle Carceri per l’anno 1871, Tipografia Artero e alla fine. Pochi giorni dopo, il Puntillo riodo oggetto del nostro studio, leggiamo ad Comp., Roma 1873, p. XVII. Singolare è il dato di rinunciava l’incarico e, dopo di lui, lo esempio: Regolamento generale per le Carceri mobilità dei detenuti registrato nella nostra Re- giudiziarie del Regno promulgato con Regio De- gione ad opera della Legione dei Reali Carabinieri stesso fecero altri sacerdoti, nonostante creto del 27 gennaio 1861. di Catanzaro: 7417 detenuti per una distanza chi- le insistenze del sottoprefetto, a motivo Art. 11. Il servizio del culto e l’istruzione religiosa lometrica percorsa di Km 98554 complessivi, il della «tenuità dello stipendio», per cui, sono affidati in ogni carcere ad un cappellano, dato più alto d’Italia (Ivi, p. XXIII). Tali trasporti il 14 settembre, tornava alla carica don salvo i diritti inerenti alla giurisdizione del parroco furono eseguiti tramite le Ferrovie calabro-sicule, locale … Dell’insegnamento elementare è incari- i carri o vetture a uno o più cavalli o le bestie da Agostino Calogero, ancora una volta ri- cato, secondo le circostanze locali, o un apposito sella o da soma (Ivi, p. XXIV-XXV). cordando il fatto di essere «l’unico libe- maestro o il cappellano stesso. 10 Ivi, p. XIV. rale prete di questa Città» ed in più ca- Art. 114. Il cappellano celebra la Messa nel Car- 11 Ivi, p. 148. 12 ratterizzato da «un bisogno estremo»102 cere tutti i giorni festivi e quando ne riceve l’or- Ivi, pp. XXX-XXXI. dine, fa l’istruzione religiosa il mattino di ogni do- 13 Ivi, p. XXXIII. in ambito economico. Per facilitare le menica e giorno festivo e a sera il catechismo a 14 Ivi, p. XXXVI. cose, il direttore generale delle Carceri tutti i detenuti diretta a richiamare loro alla mente 15 Ivi, p. XXXVIII. innalzò a 300 lire il compenso annuo le massime della Religione e della Morale. 16 Ivi, p. XXXIX. 17 del cappellano103, pochi giorni prima, Art. 115. Le visite periodiche del cappellano nel Ivi, p. XL. Carcere hanno luogo due volte la settimana, oltre 18 Ivi, p. XLI. infatti, il prefetto aveva affermato la i giorni festivi e le circostanze straordinarie in cui 19 Ivi, p. XLIII. difficoltà a trovare un sacerdote dispo- venisse chiamato a recarvisi. Però visita giornal- 20 Ivi, p. XLV. nibile «vuoi per la tenuità dell’annuo mente i detenuti in cella di punizione, ed oltre le 21 Ivi, p. XLIX. 22 emolumento, vuoi perché non adatti al volte che possa venirvi straordinariamente chia- Ivi, p. XLVIII. mato, visita tre volte la settimana gli ammalati 23 Ivi, p. 148. posto di maestro elementare ed infine nell’infermeria, e possibilmente negli stessi 24 Ibidem. perché retrivi in gran parte ad ogni sen- giorni ed ore. Visita pure giornalmente i condan- 25 Ibidem. timento di libertà»104. nati a morte. 26 Ivi, p. 5. 27 In conclusione, fu nuovamente inca- Art. 116. Il cappellano nelle sue visite ai detenuti Ibidem. ed in occasione di qualsiasi rapporto con essi, deve 28 Ivi, p. 8. ricato don Agostino Calogero il quale, il astenersi scrupolosamente da ogni atto o parola 29 ARCHIVIO DI STATO DI REGGIO CALABRIA 7 marzo 1883, fu definito «sano, senza relativi alla loro causa, o che possa riguardare (ASRC), Prefettura, Inventario 34, Busta 83, Fasc. alcuna imperfezione fisica»105, di buona personalmente qualche detenuto, debbe pure ri- 4090, Recupero Simone, cappellano del Carcere di condotta politica e morale ed in possesso cusare di accettare qualunque commissione da Gerace, Lettera del Ministero dell’Interno-Dire- essi, o per essi, che se gli volesse dare sia per zione generale delle Carceri al prefetto, Roma, 27 di una discreta istruzione letteraria ed at- l’interno del Carcere che pel di fuori. Egli si uni- agosto 1875, f. 1r. titudine alle funzioni di maestro. Inoltre, formerà in tutto agli ordinamenti generali e par- 30 Ivi, Lettera del prefetto al sottoprefetto, Reggio il Calogero, che godeva della pubblica ticolari che reggono il Carcere». Calabria, 15 novembre 1875, f. 1r.

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L’Alba della Piana

31 Ivi, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Gerace, Gerace, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Ge- 87 Cfr. ivi, Lettera di dimissioni di don Valentino 12 settembre 1875, ff. 1r-1v. race, 1 aprile 1892, ff. 1r-1v. Marino da cappellano del Carcere, Palmi, 13 ago- 32 Ivi, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Gerace, 52 Ibidem, f.1v. sto 1875. 9 settembre 1873, ff. 1r-1v. 53 Ivi, cfr., Decreto di nomina di don Giacomo Au- 88 Ivi, Lettera del direttore generale delle Carceri 33 Cfr., ASRC, Prefettura, Inventario 34, Busta 85, dino, cappellano del Carcere di Gerace, Reggio al prefetto, Roma, 24 settembre 1875, f. 1r. Fasc. 4155, Nomina del cappellano del Carcere di Calabria, 18 giugno 1892. 89 Ivi, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Palmi, Gerace superiore, Lettera del sottoprefetto al pre- 54 ASRC, Prefettura, Inventario 34, Busta 84, Fasc. 30 settembre 1875, ff. 1r-1v. fetto, Gerace, 12 settembre 1887, f. 1r. 4117, Servizio religioso nelle Carceri, Informa- 90 Ivi, Lettera di don Agostino Calogero al prefetto, 34 ASRC, Prefettura, Inventario 34, Busta 83, Fasc. zioni periodiche sul personale religioso ed inse- Palmi, 13 novembre 1875, f. 1r. 4090, Recupero Simone, cappellano del Carcere di gnante dell’Amministrazione delle Carceri, Reg- 91 Ivi, Lettera del direttore generale delle Carceri Gerace, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Ge- gio Calabria, 10 marzo 1883, ff. 1r-1v. al prefetto, Roma, 11 dicembre 1875, f. 1v. race, 25 settembre 1875, f. 1r. 55 MAURILIO GUASCO, Storia del Clero in Italia 92 Ivi, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Palmi, 4 35 Ivi, Lettera del Ministero dell’Interno-Direzione dall’Ottocento a oggi, Editori Laterza, Bari 1997, gennaio 1876, f. 1r. generale delle Carceri al prefetto, Roma, 3 no- pp. 108-109. 93 Cfr. ivi, Lettera del direttore generale delle Car- vembre 1875, f. 1r. 56 ASRC, Prefettura, Inventario 34, Busta 84, Fasc. ceri al prefetto, Roma, 9 febbraio 1876. 36 ASRC, Prefettura, Inventario 34, Busta 84, Fasc. 4133, Vitrioli Filippo, cappellano del Carcere di 94 Ivi, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Palmi, 4117, Servizio religioso nelle Carceri, Informa- Reggio Calabria, Lettera di don Santo Meduri al 15 giugno 1877, f. 1r. zioni periodiche sul personale religioso ed inse- prefetto, Reggio Calabria, 16 febbraio 1884, f. 1r. 95 Ibidem. gnante dell’Amministrazione delle Carceri, Ge- 57 Ivi, Lettera di don Giuseppe Anglisano al pre- 96 Ivi, f. 1v. race, 8 marzo 1883, ff. 1r-1v. fetto, Reggio Calabria, 20 febbraio 1884, f. 1r. 97 Ivi, Istanza di don Agostino Calogero al prefetto, 37 Ivi, f. 1v. 58 Ivi, Lettera di don Filippo Assumma al prefetto, Palmi, 1 giugno 1877, f. 1r. 38 Ivi, f. 2r. Di «sensi italianissimi» (VITTORIO Reggio Calabria, 16 marzo 1884, f. 1r. 98 Cfr. ivi, Attestato del sindaco in favore di don VISALLI, Lotta e martirio del popolo calabrese 59 Ivi, Lettera di don Giuseppe Germanò al pre- Agostino Calogero, Palmi, 19 maggio 1877. Ecco (1847-1848), Edizioni Brenner, Cosenza 1987, p. fetto, Reggio Calabria, 11 marzo 1884, f. 1r. il testo completo, utile per una comprensione del 390), il Fragomeni fu tra i firmatari di una peti- 60 Ivi, Lettera di don Cristoforo Assumma al pre- contesto: «Il sottoscritto sindaco del di zione dei preti “liberali” al papa Pio IX (Cfr. Peti- fetto, Reggio Calabria, 13 marzo 1884, ff. 1r-1v. Palmi, certifica che il sacerdote Calogero Agostino zione di novemila sacerdoti italiani a sua santità 61 Ivi, Lettera del Ministero dell’Interno al pre- Longo di questo Comune e cappellano delle Car- Pio papa IX ed ai vescovi cattolici con esso uniti, fetto, Roma, 3 ottobre 1887, f. 1r. ceri, tenne sempre un'ottima condotta morale e po- Stamperia dell’Unione Tipografico-Editrice, To- 62 Ivi, Lettera del capitano comandante dei Reali litica che fra tutto il clero di questa Città si può dire rino 1862, p. 105. Cfr. I Martiri di Gerace. Narra- Carabinieri al prefetto, Reggio Calabria, 29 otto- sia stato l'unico che abbia mostrato attaccamento zione del sig. Gaetano Fragomeni, Pancallo, bre 1884, f. 1r. alla costituzione italiana, dandone delle pubbliche 2008, stampa di un manoscritto del Fragomeni da- 63 Ivi, Lettera dell’ispettore di Pubblica Sicurezza prove, celebrando sempre egli le feste nazionali tato settembre 1890; FRANCESCO FAVA, Il moto al prefetto, Reggio Calabria, 27 aprile 1884, f. 1r. che dagli altri preti vennero guardate con ripu- calabrese del 1847, Tipografia F. Nicastro, Mes- 64 Ivi, Lettera del capitano comandante dei Reali gnanza. Si certifica infine che la condotta politica sina 1906, p. 81; DOMENICO DE GIORGIO, «Fer- Carabinieri al prefetto, Reggio Calabria, 29 otto- di questo sacerdote non ha lasciato, come non la- menti rivoluzionari a Gerace nel 1848. Docu- bre 1884, f. 1r. scia, nulla a desiderare, essendosi sempre contrad- menti», in Historica, LII (1999) 3, pp. 107-108. In 65 Ibidem, f. 1v. distinto per il suo attaccamento al Governo, per l'a- questo testo si parla anche del suo successore, don 66 Ivi, Lettera dell’ispettore di Pubblica Sicurezza mor di Patria e la condotta morale, come sopra Silvestro Alfarone; VINCENZO CATALDO, Cospi- al prefetto, Reggio Calabria, 21 aprile 1884, f. 1r. detto, fu ed è ottima e in tutta la latitudine della razioni, Economia e Società nel Distretto di Ge- 67 Ibidem, ff. 1r-1v. parola. In fede di che se ne rilascia il presente a race e in Provincia di Calabria Ultra Prima dal 68 Ibidem, f. 1v. richiesta del suddetto. Palmi, 19 maggio 1877, il 1847 all’Unità d’Italia, Arti grafiche GS, 69 Cfr., ivi, Lettera del capitano comandante dei sindaco f.f., Rosario Salvo». Marina, 2000. Anche in questo testo ci sono riferi- Reali Carabinieri al prefetto, Reggio Calabria, 29 99 Cfr. ivi, Lettera del prefetto al sottoprefetto, menti a don Silvestro Alfarone e su don Giuseppe ottobre 1884, f. 1v. Reggio Calabria, 6 luglio 1877. Sansalone). 70 Ivi, cfr., Decreto di nomina di don Filippo Vi- 100 Ivi, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Palmi, 39 ASRC, Prefettura, Inventario 34, Busta 83, Fasc. trioli, cappellano del Carcere di Reggio Calabria, 29 luglio 1877, ff. 1r-1v. 4094, Fragomeni Gaetano, cappellano del Carcere Roma, 2 aprile 1885. 101 Cfr. ivi, Decreto di nomina del sac. Giuseppe di Gerace, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Ge- 71 Cfr., ivi, Lettera di don Filippo Vitrioli al pre- Puntillo a cappellano delle Carceri di Palmi, Reg- race, 1 dicembre 1885, f. 1r. fetto, Reggio Calabria, 20 settembre 1888, f. 1r. gio Calabria, 7 agosto 1877. 40 Ivi, Lettera di don Gaetano Fragomeni al pre- 72 Cfr., ivi, Lettera del prefetto al Ministero 102 Ivi, Lettera di don Agostino Calogero al pre- fetto, Reggio Calabria, 2 gennaio 1886, f. 1r. dell’Interno, Reggio Calabria, 24 settembre 1888 fetto, Palmi, 14 settembre 1877, ff. 1r-1v. 41 Ivi, Lettera del prefetto al sottoprefetto, Reggio f. 1r. 103 Cfr. ivi, Lettera del direttore generale delle Calabria, 26 dicembre 1885, f. 1r. 73 Ivi, Lettera di don Filippo Vitrioli al prefetto, Carceri al prefetto, Roma, 29 settembre 1877. 42 Ivi, Lettera di don Giuseppe Sansalone al pre- Reggio Calabria, 6 novembre 1888, f. 1r. 104 Ivi, Lettera del prefetto al direttore generale fetto, Gerace, 18 novembre 1885, f. 1r. 74 Cfr., ivi, Comunicazione della Curia Arcivesco- delle Carceri, Reggio Calabria, 21 settembre 43 Ivi, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Gerace, vile al prefetto, Reggio Calabria, 26 novembre 1877, f. 1r. 11 dicembre 1885, f. 1r. 1888, f. 1r. 105 Ivi, Informazioni periodiche sul personale reli- 44 ASRC, Prefettura, Inventario 34, Busta 85, Fasc. 75 Ivi, Biglietto del cardinale Gennaro Portanova, gioso ed insegnante dell’Amministrazione delle 4155, Nomina del cappellano del Carcere di Ge- arcivescovo di Reggio Calabria al prefetto, Reg- Carceri, Palmi, 7 marzo 1883, ff. 1r-1v. race superiore, Lettera del sottoprefetto al prefetto, gio Calabria, 1 dicembre 1888, f. 1r. 106 Ibidem. Gerace, 22 agosto 1887, f. 1r. 76 Ivi, Lettera del prefetto al Ministero dell’In- 107 ASRC, Prefettura, Inventario 34, Busta 85, 45 Ivi, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Gerace, terno, Reggio Calabria, 8 gennaio 1889, f. 1r. Fasc. 4162, Nomina del cappellano del Carcere 6 marzo 1890, ff. 1r-1v. 77 Ibidem. giudiziario di Palmi, Telegramma del sottoprefetto 46 Ivi, Lettera di un ufficiale dei Carabinieri al pre- 78 Ivi, Lettera di don Filippo Vitrioli al prefetto, al prefetto, Palmi, 12 ottobre 1889, f. 1r. fetto, Gerace, 23 febbraio 1890, f. 1v. Malta (La Valletta), 31 dicembre 1888, f. 1r. 108 «Sottoscrizione pei funerali del sacerdote Ago- 47 Ivi, Lettera di don Pietro Sanci al prefetto, Ge- 79 Ivi, Lettera di don Giovanni Sergi al prefetto, stino Calogero. Offerta dell’ill.mo sig. prefetto race, 1 marzo 1890, f. 1v. Reggio Calabria, 23 novembre 1888, f. 1r. Giacomelli nob. comm. Angelo, £ 18; cav. avv. 48 Ibidem, ff.1v-2r. 80 Ivi, Lettera di don Salvatore Minicucci al pre- Adriano Trinchieri, sottoprefetto, £ 8; avv. Al- 49 Ivi, Lettera di don Silvestro Alfarone al prefetto di fetto, Reggio Calabria, 15 dicembre 1888, f. 1r. fonso Rende, segretario, £ 3; avv. Carlo Superchi, Reggio Calabria, Gerace 15 settembre 1887, f. 1r. 81 Ivi, Lettera di don Rosario Cordova al prefetto, sottosegretario, £ 1; rag. Enrico Sforzi, computista, 50 Ivi, Lettera del senatore Luigi Raffaele Macry al Reggio Calabria, 4 gennaio 1889, f. 1r. £ 2; sig. Antonio Zuppoli, ufficiale d’ordine, £ 1; prefetto di Reggio Calabria, Gerace, 16 settembre 82 Cfr. ibidem. sig. Francesco Rossi, delegato di Pubblica Sicu- 1887, ff.1r-2r. Su don Alfarone, oltre agli studi ci- 83 Ivi, Lettera dell’ispettore di Pubblica Sicurezza al rezza, £ 3; sig. Francesco De Rose, agente di Pub- tati in precedenza, cfr. SILVESTRO ALFARONE, Let- prefetto, Reggio Calabria, 20 dicembre 1888, f. 1r. blica Sicurezza, £ 1 per un totale di lire 30» (Ivi, tera di Silvestro Alfarone al vescovo di Geraci 84 ASRC, Prefettura, Inventario 34, Busta 83, Fasc. Sottoscrizione pei funerali del sacerdote Agostino Luigi Perrone cavaliere Gran Croce, Tipografia 4096, Valentino Marino, cappellano del Carcere di Calogero, Palmi, s.d., f. 1r.). Giovanni Carrozza, Napoli 1848. Dello stesso Palmi, Lettera del prefetto al sottoprefetto, Reggio sono rimaste inedite numerose poesie in lingua e Calabria, 19 giugno 1875, f. 1r. in vernacolo di tema satiresco. 85 Ivi, Lettera del sottoprefetto al prefetto, Palmi, 51 ASRC, Prefettura, Inventario 34, Busta 85, Fasc. 11 luglio 1875, f. 1r. 4170, Audino Giacomo, cappellano del Carcere di 86 Ibidem.

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