Allegato 2: “Organizzazione di protezione civile e elementi conoscitivi del territorio”

PIANO SOCCORSO RISCHIO SISMICO di Regione Lombardia

novembre 2020

“Focus sul territorio provinciale cremonese”

Programma Nazionale di Soccorso per il Rischio Sismico (DPCM 14 gennaio 2014)

1 Sommario

Premessa ...... 4 Capitolo 1 - Inquadramento amministrativo e territoriale ...... 5 1.1. Inquadramento del territorio...... 5 1.1.1 Limiti amministrativi ...... 6 1.1.2 Demografia ...... 7 1.2 Inquadramento morfologico e idrografico ...... 10 1.2.1 Reticolo idrografico naturale ...... 11 1.2.2 Reticolo consortile ...... 13 1.2.3 Elenco dei comuni afferenti al “Consorzio di bonifica Dugali, Naviglio, Adda Serio” .....18 1.2.4 Elenco dei comuni afferenti al “Consorzio di bonifica Navarolo Agro Cremonese Mantovano” ...... 24 1.3 Inquadramento viario, ferroviario, aeroportuale e portuale ...... 25 1.3.1 Accessibilità viaria e i dati sull’incidentalità stradale ...... 25 1.3.2 Accessibilità ferroviaria ...... 30 1.3.3 Accessibilità aerea ...... 33 1.3.4 Accessibilità fluviale ...... 33 1.4 Turismo ...... 35 1.4.1 Inquadramento del settore turistico nella provincia di ...... 35 1.4.2 Il turismo nella città di Cremona ...... 42 1.4.3 Il turismo nella città di Crema ...... 45 1.4.4 Il turismo nella città di ...... 47 Capitolo 2 - Pericolosità sismica di strutture e infrastrutture del territorio ...... 51 2.1 Analisi della pericolosità ...... 51 2.1.1 Terremoti recenti ...... 54 2.2.2 “Case study”: la pericolosità sismica nell’area soncinese ...... 57 Capitolo 3 – Vulnerabilità ed esposizione...... 68 3.1 Vie di comunicazione – approfondimento sull’area soncinese ...... 68 3.1.1 Area di interesse...... 68 3.1.2 Analisi delle infrastrutture: accessibilità e criticità ...... 69 3.1.3 Approccio metodologico: i nodi vulnerabili ...... 76 3.1.4 I prodotti dell’approfondimento: servizio di mappa e tabelle ...... 76 3.2 Patrimonio zootecnico ...... 78 3.3 Impianti di trattamento rifiuti ...... 84 3.4 Discariche ...... 85 3.5 Grandi Strutture di Vendita ...... 85

2 Capitolo 4 – Rischi sismoindotti ...... 87 4.1 Aziende a Rischio di Incidente Rilevante ...... 87 4.2 Dighe ...... 88 Capitolo 5 - Elementi conoscitivi - sistema di protezione civile ...... 91 5.1 Inquadramento sulla Pianificazione di protezione civile in provincia di Cremona ...... 91 5.1.1 Piani provinciali: idraulico, sismico ...... 91 5.1.2 Il Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico del Fiume Po ...... 92 5.1.3 Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico area cremonese orientale ...... 93 5.1.4 Il Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico dei fiumi Adda, Serio e Oglio ...93 5.1.5 Il Piano Provinciale Intercomunale di Emergenza del rischio sismico ...... 94 5.1.6 Piano provinciale di emergenza di protezione civile per il rischio sismico ...... 94 5.2 Pianificazione di protezione civile comunale...... 95 5.2.1 Indagine sulla Pianificazione di protezione civile comunale ...... 96 5.3 Organizzazioni di volontariato e risorse logistiche ...... 101 5.4 Centri di coordinamento per l’emergenza ...... 103 5.4.1 Centro Coordinamento Soccorsi - CCS ...... 103 5.4.2 Centri Operativi Misti - COM ...... 103 5.5 Aree di ammassamento soccorritori ...... 108 5.6 ATS Val Padana - Strutture sanitarie del territorio cremonese...... 109

3 Premessa

Nell’ambito dell’aggiornamento dell’ “Allegato 2 - Organizzazione di protezione civile e elementi conoscitivi del territorio”, si è ritenuto opportuno effettuare un approfondimento sul territorio provinciale cremonese, principalmente per due motivi: con la classificazione sismica attuale tutti i comuni cremonesi risultano classificati in Zona 3 di rischio sismico (DGR n. 2129/2014), mentre nella precedente classificazione quattro comuni ricadevano in Zona 2 (DGR n. 14964/2003), quindi a rischio sismico più elevato; la provincia di Cremona è inoltre limitrofa alle province lombarde aventi attualmente i comuni classificati in Zona 2 di rischio sismico, ovvero Brescia e Mantova.

L’impostazione generale del documento segue quello dell’ “Allegato 2 - Organizzazione di protezione civile e elementi conoscitivi del territorio”, nonché del “Focus sui 57 Comuni in Zona 2”, e si basa anche sulla consultazione dei vari strati informativi a disposizione di Regione Lombardia e creati ad hoc; in particolare, sono state introdotte e approfondite alcune tematiche come di seguito riportato.

Sono state innanzitutto effettuate due analisi, la prima inerente le ricadute sul territorio cremonese dei terremoti recenti avvenuti in Lombardia (2004 a Salò e 2012 nel mantovano), la seconda sulla pericolosità sismica che ha portato ad attenzionare i comuni dell’area soncinese. Entrambe sono state effettuate dalla Provincia di Cremona – Settore Ambiente e Territorio, e riportate nel capitolo 2.

Da parte della Unità Organizzativa Sistema Integrato di Prevenzione di Regione Lombardia è stato effettuato uno specifico studio di approfondimento sulle infrastrutture critiche nell’area soncinese, riportato al paragrafo 3.1, il cui metodo è illustrato nel paragrafo 3.2 dell’ “Allegato 2 - Organizzazione di protezione civile e elementi conoscitivi del territorio”.

Per verificare la qualità della pianificazione di protezione civile di livello comunale e avere una ricognizione del suo stato di approvazione e aggiornamento, nel 2019 la Struttura Pianificazione e volontariato di protezione civile di Regione Lombardia ha elaborato un questionario composto da domande tecniche relative al piano di protezione civile comunale che ha sottoposto ai Comuni dell’area soncinese. Si riportano i risultati al paragrafo 5.2.1 del presente documento.

Nel contesto dell’aggiornamento dell’ “Allegato 2 - Organizzazione di protezione civile e elementi conoscitivi del territorio”, la Prefettura di Cremona ha avviato, con la collaborazione della Provincia di Cremona, una rivisitazione delle sedi dei Centri Operativi Misti-COM, la cui definizione è riportata al paragrafo 5.4.2 nel presente documento.

Infine, con la collaborazione di Dipartimento della protezione civile, Prefettura-UTG, Ufficio Territoriale Regionale-UTR, Provincia e Comuni interessati, sono state individuate tre aree idonee per l’ammassamento soccorritori, come descritto al paragrafo 5.5.

4 Capitolo 1 - Inquadramento amministrativo e territoriale

1.1. Inquadramento del territorio

In questa prima parte del documento di approfondimento sulla provincia di Cremona si intendono definire gli elementi geografici e antropici del territorio come la suddivisione amministrativa e la popolazione, la morfologia e l’idrografia, i dati sul turismo e l’accessibilità stradale, ferroviaria e fluviale. Tutti gli argomenti sono analizzati in forma descrittiva e supportati con relativa cartografia tematica.

Figura 1. Inquadramento territoriale della provincia di Cremona nell’ambito del territorio regionale, 2020.

5 1.1.1 Limiti amministrativi

La provincia di Cremona si estende nella zona centro-meridionale della Lombardia. Il territorio occupa la regione più depressa della Pianura Padana e abbraccia 113 Comuni con una estensione territoriale pari a 1.171,277 kmq. La provincia di Cremona è caratterizzata dalla presenza di tre corsi d’acqua principali, i fiumi Adda, Po e Oglio: il primo segna il confine con le province di Milano e Lodi; il secondo con quelle di Piacenza e Parma, il terzo con le province di Mantova, in parte, e di Brescia. Il confine settentrionale con la provincia di Bergamo è l'unico a non svilupparsi lungo un alveo fluviale. Sono presenti numerosi corsi d'acqua minori, naturali e artificiali, che attraversano le aree interne caratterizzando il paesaggio agricolo. Inoltre, l'assenza di limiti geografici consente la ripartizione del territorio in tre aree omogenee (circoscrizioni): a Nord, l'area cremasca, al centro l'area cremonese e, a Sud, l'area casalasca. Esse sono rappresentate dai bacini dei tre principali poli di gravitazione che sono la città di Crema, di Cremona e di Casalmaggiore. Nella parte più settentrionale della provincia si sviluppa l’area cremasca (49 comuni) che ha il suo centro per il lavoro, i servizi e il commercio nella città di Crema. Rispetto ad altre zone del territorio, l'area cremasca è caratterizzata da un elevato indice di sviluppo e da un maggiore tasso di industrializzazione. Nella zona centro meridionale si estende l’area cremonese (46 comuni) con il suo epicentro nella città di Cremona, una delle città della provincia che si caratterizza per la diffusa offerta ricettiva e per l'elevato numero di presenze turistiche (Rapporto sul turismo in Provincia di Cremona, 2018); infine, nella parte meridionale è ubicata l’area casalasca (18 comuni) con il proprio centro economico nel di Casalmaggiore. L'area casalasca presenta un territorio con una maggiore vocazione agricola ed è l'area meno industrializzata della provincia.

Figura 2. Circoscrizioni aree omogenee. Fonte: Provincia di Cremona, 2019.

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Aree Comuni omogenee , , Camisano, , , , Casale Cremasco – Vidolasco, , , , , , , , Crema, , , , Fiesco, , , , , , , Area Cremasca , , , , , , , , , , , , Rivolta d'Adda, , , , Soncino, Spino d'Adda, , , , , ,

Acquanegra Cremonese, , , , , , Cappella de` Picenardi, , , , , , , Corte de` Cortesi Con Cignone, Corte de` Frati, Cremona, Crotta d`Adda, , Gabbioneta Binanuova, Gadesco Pieve Delmona, Gerre de` Caprioli, , Grumello Area Cremonese Cremonese ed Uniti, , , , , , , , , Pieve d`Olmi, , , , Robecco d`Oglio, , , Scandolara Ripa d`Oglio, , , , , , Vescovato,

Calvatone, Casalmaggiore, , Cingia de` Botti, , , , Drizzona, , San Giovanni in Area Casalasca Croce, San Martino , , , , , Torre de`Picenardi, ,

Tabella 1. Comuni delle aree omogenee. Fonte: Provincia di Cremona, 2019.

1.1.2 Demografia

In controtendenza con il dato nazionale, la provincia di Cremona al 1° gennaio 2019 presenta una lieve crescita demografica (+0,12%) registrando un numero di 358.955 residenti. Si rappresenta che alla crescita demografica provinciale ha contribuito l’aumento percentuale della popolazione residente straniera (+12 per cento della popolazione residente totale). Di seguito si riporta l’elenco dei Comuni della provincia di Cremona con i dati della popolazione residente totale, suddivisi per maschi, femmine e stranieri.

Comuni Popolazione totale Femmine Maschi Stranieri 1.173 599 574 111 Agnadello 3.918 1.940 1.978 526 Annicco 2.036 1.034 1.002 221 Azzanello 624 316 308 89 Bagnolo Cremasco 4.885 2.446 2.439 531 Bonemerse 1.503 747 756 51 Bordolano 596 298 298 117 1.194 576 618 108 Camisano 1.245 617 628 89 Campagnola Cremasca 676 346 330 27

7 Capergnanica 2.158 1.085 1.073 119 Cappella Cantone 546 285 261 28 Cappella de' Picenardi 410 209 201 83 Capralba 2.324 1.162 1.162 96 Casalbuttano ed Uniti 3.810 1.960 1.850 529 Casale Cremasco - Vidolasco 1.867 905 962 242 Casaletto Ceredano 1.152 573 579 52 Casaletto di Sopra 541 258 283 49 Casaletto Vaprio 1.802 927 875 183 Casalmaggiore 15.445 7.748 7.697 2.552 Casalmorano 1.622 818 804 218 Castel Gabbiano 445 210 235 123 Casteldidone 570 274 296 52 Castelleone 9.483 4.778 4.705 1.096 Castelverde 5.685 2.852 2.833 462 Castelvisconti 283 138 145 30 Cella Dati 500 246 254 50 Chieve 2.271 1.146 1.125 117 Cicognolo 927 481 446 116 Cingia de' Botti 1.220 609 611 130 Corte de` Cortesi con Cignone 1.082 528 554 221 Corte de` Frati 1.370 672 698 124 Credera Rubbiano 1.572 793 779 56 Crema 34.487 17.854 16.633 4.028 Cremona 72.680 37.646 35.034 11.551 Cremosano 1.753 857 896 71 Crotta d'Adda 650 320 330 88 Cumignano sul Naviglio 437 210 227 48 Derovere 306 148 158 25 Dovera 3.825 1.919 1.906 356 Fiesco 1.200 606 594 68 Formigara 1.047 523 524 125 Gabbioneta-Binanuova 870 436 434 89 Gadesco-Pieve Delmona 1.954 975 979 225 Genivolta 1.175 580 595 136 Gerre de` Caprioli 1.329 663 666 85 Gombito 621 296 325 27 Grontardo 1.487 737 750 184 Grumello Cremonese ed Uniti 1.748 870 878 154 Gussola 2.710 1.378 1.332 335 Isola Dovarese 1.168 590 578 85 Izano 1.988 988 1.000 60 Madignano 2.838 1.422 1.416 207 Malagnino 1.719 881 838 110 Martignana Po 2.069 1.021 1.048 306 Monte Cremasco 2.290 1.154 1.136 215 8 Montodine 2.503 1.261 1.242 150 Moscazzano 753 372 381 55 Motta Baluffi 893 441 452 111 Offanengo 6.084 3.064 3.020 625 Olmeneta 946 503 443 68 Ostiano 2.880 1.449 1.431 328 Paderno Ponchielli 1.407 700 707 216 Palazzo Pignano 3.817 1.891 1.926 386 Pandino 9.033 4.557 4.476 1062 Persico Dosimo 3.389 1.705 1.684 237 Pescarolo ed Uniti 1.525 768 757 171 Pessina Cremonese 632 301 331 95 3.986 2.030 1.956 578 Pianengo 2.519 1.242 1.277 173 Pieranica 1.133 562 571 69 Pieve d'Olmi 1.277 646 631 121 Pieve San Giacomo 1.596 809 787 202 Pizzighettone 6.432 3.311 3.121 559 Pozzaglio ed Uniti 1.470 717 753 156 Quintano 913 456 457 84 Ricengo 1.731 861 870 140 Ripalta Arpina 997 494 503 66 Ripalta Cremasca 3.397 1.697 1.700 217 Ripalta Guerina 532 243 289 17 Rivarolo del Re ed Uniti 1.940 958 982 234 Rivolta d'Adda 8.173 4.166 4.007 979 Robecco d'Oglio 2.332 1.218 1.114 306 Romanengo 3.147 1.594 1.553 417 Salvirola 1.158 578 580 50 San Bassano 2.212 1.139 1.073 295 San Daniele Po 1.347 674 673 115 1.926 985 941 328 San Martino del Lago 408 205 203 27 Scandolara Ravara 1.346 683 663 107 Scandolara Ripa d’Oglio 525 251 274 77 Sergnano 3.537 1.762 1.775 336 Sesto ed Uniti 3.218 1.637 1.581 317 Solarolo Rainerio 939 472 467 142 Soncino 7.608 3.869 3.739 763 Soresina 8.929 4.589 4.340 1.832 Sospiro 3.096 1.535 1.561 239 Spinadesco 1.476 745 731 124 Spineda 611 316 295 763 Spino d'Adda 6.807 3.409 3.398 736 Stagno Lombardo 1.541 773 768 161 Ticengo 429 218 211 24 9 Torlino Vimercati 486 240 246 68 Tornata 458 207 251 69 Torre de' Picenardi 2.081 1.039 1.042 174 Torricella del Pizzo 584 292 292 67 Trescore Cremasco 2.829 1.426 1.403 294 Trigolo 1.697 884 813 158 Vaiano Cremasco 3.697 1.845 1.852 339 Vailate 4.520 2.247 2.273 471 Vescovato 3.934 1.987 1.947 534 Volongo 492 241 251 49 Voltido 341 161 180 15 Totale 358.955 18.2075 176.880 42.963 Percentuale 51% 49% 12% Tabella 2. Dati demografici dei comuni della provincia di Cremona. Fonte: Rapporto sulla popolazione residente al 1° gennaio 2019.

Inoltre, analizzando i dati riportati nel Rapporto sulla popolazione residente al 1° gennaio 2019 risulta che il 61% dei residenti (21.7672 unità) rientra tra la popolazione attiva compresa nella fascia d’età dai 19 ai 65 anni, il 23% (82.507 unità) sono anziani nella fascia di età dai 65 ai 100 anni, l’11% (39.016 unità) sono giovani da 0 a 14 anni, infine, il 6% (19.760 unità) sono bambini. La figura sulla densità di popolazione (Figura 3) rileva una maggiore densità abitativa nella fascia Nord-Ovest della provincia con una netta diminuzione nella fascia meridionale. Questa disomogeneità all'interno dello stesso territorio risente della diversità produttiva tra le due aree, quella a Nord più produttiva e quella a Sud caratterizzata dalla spiccata vocazione agricola. Si rappresenta che i Comuni con la più elevata densità demografica sono: Crema (34.487 ab.), Cremona (72.680 ab.), Vaiano Cremasco (3.697 ab.) e Monte Cremasco (2.290 ab.), Cingia de' Botti (1.220).

Figura 3. Densità di popolazione nei comuni cremonesi. Fonte: elaborazione dati statistici sulla popolazione, 2019.

1.2 Inquadramento morfologico e idrografico 10

1.2.1 Reticolo idrografico naturale

Il territorio cremonese è caratterizzato da una morfologia regolare con lievi ondulazioni che si attenuano progressivamente verso la fascia meridionale. A Nord l'altimetria presenta quote massime che raggiungono in media i 100 m s.l.m. mentre a Sud Est, presso Casalmaggiore, l'altitudine diminuisce fino ai 25 m s.l.m. L'ambiente di pianura si arresta in corrispondenza di rilievi poco elevati e in prossimità di dossi e forti incisioni prodotte dalla rete idrografica. Il territorio pianeggiante è plasmato dalle valli fluviali, sia dei fiumi attuali sia di quelli relitti (Serio Morto, Morbasco, Aspice, ecc.) che hanno modulato la pianura con lievi ondulazioni e piccole depressioni profonde pochi metri rispetto al piano alluvionale. La sola eccezione è costituita da un rilievo isolato della pianura, denominato “Pianalto di Romanengo” (o Melotta), un'area pleistocenica che si eleva per 10-15 metri con ondulazioni e avvallamenti la cui genesi è da imputarsi a cause neotettoniche (Piano sismico provincia di Cremona, 2016). I fiumi Adda, Serio, Oglio e Po rappresentano gli elementi cardine dell'idrografia cremonese in quanto ad essi è collegata, più o meno direttamente, una fitta rete di canali secondari o minori che presenta andamenti e tracciati artificiali o rettificati dall'uomo. Tale rete idrica secondaria permette di soddisfare le diverse esigenze come il drenaggio o il colo in quelle zone dove occorre prevenire fenomeni di esondazione o di alluvione, o di irrigazione laddove occorre meglio distribuire le risorse idriche disponibili, o di drenaggio è colo contemporaneamente quando occorre soddisfare entrambe le esigenze. Inoltre, tale rete idrica viene alimentata dai fiumi principali, nonché da acque meteoriche, di colo e di risorgiva. Nello specifico, queste ultime, definite fontanili rivestono un interessante valore naturalistico e paesaggistico, oltre ad essere elementi di grande importanza ecologica. Tradizionalmente l'idrografia della provincia di Cremona viene divisa in tre grandi bacini idrografici (Adda, Po e Oglio) all'interno dei quali, vengono individuati una serie di sottobacini alimentati da uno o più corsi d’acqua (Piano d’Ambito, 2014).

Figura 4. Idrografia in provincia di Cremona. Fonte: elaborazione banche dati Geoportale di Regione Lombardia. Il Fiume Adda nasce a quota 2150 m s.l.m. dal Monte Cassa del Ferro (Alpi Retiche), in prossimità della Val Fraele, in provincia di Sondrio e rappresenta uno dei principali affluenti del Fiume Po. Il suo bacino

11 idrografico ha una superficie complessiva di circa 7927 kmq e nasce nella zona più settentrionale della Valtellina per confluire, attraverso il bacino del Lario, nel Po nel comune di Crotta d’Adda in provincia di Cremona (per 63 Km). L’andamento del Fiume si presenta essenzialmente sinuoso ed è delimitato da terrazzi che raggiungono anche altezze importanti. Inoltre, in provincia di Cremona, attraversando il territorio da Rivolta d'Adda a Crotta d'Adda, il fiume subisce una serie di immissioni e derivazioni, in particolar modo dovute a canali artificiali di irrigazione e da captazioni e immissioni da parte delle centrali elettriche. Il Fiume Adda è interessato da due sottobacini costituiti dal Fiume Brembo, che incontra nei pressi di Canonica d’Adda (in provincia di Bergamo), e dal Fiume Serio, a pochi chilometri a Nord di Gombito, che rappresenta il suo affluente principale. Sono affluenti dell’Adda anche corsi d’acqua minori che hanno la funzione di colatori e/o irrigazione. I più importanti sono: Roggia Dei Portoni nel comune Rivolta d'Adda; Roggia Melesa, Roggia Bodrio, Roggia Dei Boschi nel comune di Credera Rubbiato; Roggia Roggino nel comune di Casaletto Ceredano; Roggia Colatore Videscola nel comune di Montodine; Colatore Serio Morto, Colatore Fossadone Gombito nel comune di Gombino; Roggia Colatore Salvignana, Colatore Santa Cristina, Roggia Gatta Masera, Mortazza e Roggione nel comune di Pizzighettone; Tombone nel comune di Crotta D'Adda. All’interno della provincia di Cremona, i Comuni lambiti dal Fiume Adda sono 11: Rivolta d’Adda, Spino d’Adda, Casaletto Ceredano, Credera Rubbiano, Moscazzano, Montodine, Ripalta Arpina, Gombito, Formigara, Pizzighettone, Crotta d’Adda dove confluisce nel Fiume Po. Il Fiume Serio nasce dai laghi del Barbellino a circa 2.100 m di quota, tra il Pizzo di Coca ed il Monte Torena (Prealpi Orobiche), in provincia di Bergamo, e si immette dopo circa 124 km nel Fiume Adda nel comune di Montodine, in provincia di Cremona. Il suo corso corre per un lungo tratto parallelo a quello dei fiumi Adda ed Oglio. Confluiscono nel suo alveo, in destra e sinistra idraulica, numerosi canali e corsi minori, tra questi si riconoscono: Roggia Babbiona nel comune di Casale Cremasco; Canale Vacchelli, Roggia Cresmiero e Roggia Rino Fontana nel comune di Crema, Roggia Comuna nel comune di Montodine. All'interno della Provincia cremonese i comuni bagnati dal Fiume Serio sono: Castelgabbiano, Casale Cremasco-Vidolasco, Sergnano, Ricengo, Pianengo, Crema, Madignano, Ripalta Cremasca, Ripalta Guerina, Ripalta Arpina, Montodine dove affluisce nel Fiume Adda. Infine, il Fiume Oglio nasce in provincia di Brescia da due separate sorgenti poste a circa 2.600 m di quota, sui versanti meridionale ed occidentale del Corno dei Tre Signori (Alpi Orobiche). Da esse hanno origine i torrenti Frigidolfo e Narcanello che confluiscono poi presso Pezzo di Ponte di Legno, punto di convergenza di tre bacini idrografici: il bacino dell'Adda, quello del Noce e quello dell'Oglio (Piano di emergenza provinciale speditivo per il rischio idraulico del Fiume Oglio, n.d.). Esso si sviluppa per circa 280 km e lambisce i confini tra le province di Bergamo e Brescia e tra quelle di Brescia e Cremona, terminando in territorio mantovano dove si immette nelle acque del Fiume Po. Il suo bacino idrografico ha una superficie complessiva di circa 6360 kmq si estende in direzione Nord-Sud lungo terrazzi alluvionali dove vi confluiscono una fitta rete di canali artificiali, rogge, fontanili e dugali con funzione sia di colo che di adduzione per l’irrigazione. I suoi principali affluenti sono: Scaricatore di Genivolta nel Comune di Genivolta; Fiumicello Delma nel comune di Azzanello; il Torrente Fratta, Roggia Oneda e Gambalone nel comune di Castelvisconti, Scaricatore Cantonata nel comune di Robecco d'Oglio, Scaricatore Grumone e Diversilio Dei Paduli nel comune di Corte de' Frati; Colo di Scandolara Ripa d’Oglio nell'omonimo comune, Dossello e Colo Daga nel comune di Gabbioneta Binanuova; Dugale Aspice, Colo Re Dei Fossi, Roggia Santantonia e Torrente Seriolazza nel comune di Pessina Cremonese; Laghetto nel comune di Piadena Drizzona. In provincia di Cremona i Comuni lambiti dal Fiume Oglio sono: Soncino, Genivolta, Azzanello, Castelvisconti, Bordolano, Corte dè Cortesi, Robecco d’Oglio, Corte dè Frati, Scandolara Ripa d’Oglio, Gabbioneta Binanuova, Ostiano, Pessina Cremonese, Volongo, Isola Dovarese, Piadena Drizzona, Calvatone. Il Fiume Po è uno dei più importanti fiumi italiani sia per lunghezza del corso (652 Km) sia per il suo bacino idrografico (74.970 kmq). Ha origine nel comune di Crissolo (CN), località Pian del Re nella

12 provincia di Cuneo in Piemonte, sul fianco Nord del Monviso. Partendo dalla sorgente il Po attraversa 13 province: Cuneo, Torino, Vercelli e Alessandria (in Piemonte), Pavia, Lodi, Cremona e Mantova (Lombardia), Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Ferrara (in Emilia-Romagna) e Rovigo per il Veneto, prima di sfociare nel mare Adriatico. In provincia di Cremona, il Po scorre lungo la parte Sud-orientale dell'area provinciale, segnando per gran parte del suo corso il confine della provincia con quelle di Piacenza e di Parma. Lungo il suo percorso, si riversano nel Fiume Po svariati affluenti tra cui i fiumi: Riglio, Morbasco, Canale Navigabile (che convoglia le acque superficiali che deriva da vari canali), canale Mota, Fossadone, Dosolo, Riolo e Canale lrriguo Casalasco Viadanese (apporti idrici residui). Alla destra idrografica confluiscono anche altri corsi d'acqua fra i quali i principali sono il Torrente Arda, il Fiume Taro ed il Torrente Parma, che scorrono in territorio della regione Emilia-Romagna. Da segnalare poi, più a monte, gli impianti della Centrale Idroelettrica ENEL a Isola Serafini. I comuni cremonesi interessati dal Po sono: Crotta d'Adda, Spinadesco, Cremona, Gerre de' Caprioli, Stagno Lombardo, Pieve d'Olmi, S. Daniele Po, Motta Baluffi, Torricella del Pizzo, Gussola, Casalmaggiore. Altri corsi d'acqua attraversano il Nord della provincia e sono i fiumi Gambara, Tormo, Strone e il Mella, quest'ultimo costituisce per un breve tratto il confine con la provincia di Brescia, confine in gran parte segnato dal Fiume Oglio. La presenza dei fiumi, con il ricco ecosistema che li circonda, ha portato all'individuazione di zone sottoposte a vincoli di tutela ambientale e all'istituzione, con leggi regionali, di diversi parchi fluviali: il Parco dell'Adda Sud, il Parco del Serio, il Parco dell'Oglio Nord e quello dell'Oglio Sud, fasce rivierasche dove si è conservato un ambiente pregevole sotto il profilo naturalistico e paesaggistico. Oltre alla salvaguardia delle aree, la gestione delle acque per la sicurezza idraulica del territorio è stata affidata a due comprensori istituiti con DGR n. 5595 del 19/9/2016 che sono il Consorzio Adda Oglio e il Consorzio Navarolo.

1.2.2 Reticolo consortile

In Regine Lombardia il reticolo idrografico di competenza consortile è stato redatto in applicazione dell’art. 85 della l.r. 31/2008 e s.m.i. e identifica i corsi d’acqua facenti parte del “Reticolo Idrico di competenza dei consorzi di bonifica” (RIB). Tale elenco è pubblicato nell’Allegato C della delibera n. 7581 del 18 dicembre 2017, "Riordino dei reticoli di Regione Lombardia e revisione dei canoni di polizia idraulica". Per la provincia di Cremona il reticolo idrografico di competenza consortile interessa 996 corsi d’acqua naturali o artificiali, la cui funzione è in prevalenza irrigua (332 corsi d’acqua), promiscua (495 corsi d’acqua hanno funzione irriguo-idraulica,), e soltanto in parte sono canali di bonifica (169 corsi d’acqua). Peraltro, alcuni corsi d’acqua (229 corsi d’acqua) di competenza consortile sono anche presenti negli elenchi delle acque pubbliche. In Regione Lombardia, i Consorzi che amministrano il reticolo consortile sono 12, dei quali due ricadono nel territorio della provincia di Cremona: il Consorzio "Dugali, Naviglio, Adda Serio" e il Consorzio "Navarolo Agro Cremonese Montavano".

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Figura 5. Suddivisione del territorio regionale lombardo amministrato dai Comprensori di Bonifica.

Figura 6. Reticolo di Bonifica in provincia di Cremona.

14 Il Consorzio di “Bonifica Dugali, Naviglio, Adda Serio”, denominato con l’acronimo di DUNAS, è stato istituito con decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 7173 in data 6 agosto 2012 e nasce dalla fusione di tre differenti comprensori: Dugali e Naviglio-Vacchelli, sui quali svolgevano la loro attività di bonifica ed irrigazione i relativi Consorzi di bonifica per una estensione complessiva di circa 110.000 ettari, e Adda Serio, nella parte cremasca, su cui operava l'omonimo Consorzio di Miglioramento Fondiario di II grado, per altri 55.000 ettari. Attualmente il Consorzio gestisce 441 canali1 per una superficie territoriale complessiva di circa 154.653 ha e interessa 158 Comuni e 6 Province (consultare l’allegato al presente paragrafo per conoscere in dettaglio i Comuni del comprensorio). Un ruolo predominante è ricoperto dalla provincia di Cremona con 110 Comuni gestiti dal Consorzio. Il confine comprensoriale del Consorzio è molto ampio: a Nord-Est è delimitato dal tracciato del Fiume Oglio fino al comune di Piadena Drizzona, e a Nord-Ovest, confina con i fiumi Adda e Po fino al comune di Torricella del Pizzo (per una descrizione dettagliata dei confini si rimanda alla Relazione Generale di Piano del comprensorio, 2018, pp. 24-25). Dal punto di vista organizzativo il Consorzio è distinto in tre distretti operativi: a Sud, il Distretto Dugali interessa le province di Cremona e Mantova con una superficie pari a 540 km²; al Centro, il Distretto Navigli comprende i comuni nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi per una superficie totale di 500 km²; e a Nord, il Distretto Adda Serio che è il più esteso, 620 km², e abbraccia i comuni delle quattro province di Bergamo, Cremona, Lodi, Milano. Per un approfondimento è disponibile in allegato al presente paragrafo l’elenco dei Comuni per ogni Provincia su citata.

Distretti Province Numero di Superficie provinciale Comuni (ha) Dugali Provincia di Cremona 31 39.947 Provincia di Mantova 3 757 Provincia di Bergamo 5 4.490 Naviglio Provincia di Brescia 6 157 Provincia di Cremona 35 53.096 Provincia di Lodi 4 18 Provincia di Bergamo 9 4.554 Adda Provincia di Cremona 47 46.188 Serio Provincia di Lodi 16 4.875 Provincia di Milano 2 571 Totale 158 154.653 Tabella 3. I Distretti del Consorzio di Bonifica “Dugali, Naviglio, Adda Serio”. Fonte: elaborazione di sintesi della Relazione di Piano del Comprensorio, 2018.

I tre Distretti sono stati identificati sulla base di specificità di ciascun comprensorio tale da richiedere le stesse esigenze operative e le medesime modalità gestionali. In particolare:

- nell’area del Cremasco, in destra e sinistra Serio, si osserva un reticolo di numerose rogge, storicamente alimentate dai fontanili e dal Fiume Adda, con percorso tra loro autonomo ma tipologicamente analogo e recapito in Adda o Serio (Piano di Classifica Consortile, 2016, p. 25);

- l’area tra il Soncinese e Cremona fa complessivamente capo alla grande struttura dei Navigli Cremonesi, con presa dall’Oglio ad eccezione del Naviglio Vacchelli. Si tratta di un sistema unico, originato nella pianura bergamasca, a cui appartengono propriamente anche le rogge

1 Per approfondimenti sui canali gestiti è possibile consultare sul sito della Regione Lombardia l’allegato C della delibera n.7581 del 18 dicembre 2017, "Riordino dei reticoli di Regione Lombardia e revisione dei canoni di polizia idraulica”.

15 Sale, Donna e Antegnata, nel comprensorio della Media Pianura Bergamasca. Tale sistema di canali – non tutto in gestione al DUNAS - evolve da monte verso valle: nasce come rete di adduzione irrigua in territorio asciutto, si moltiplica in una rete di rogge alimentate anche dai fontanili e dalle risorgenze, diviene infine reticolo di scolo nella bassa pianura prossima alla città di Cremona. Costituisce comunque un unicum strettamente connesso: a monte tramite collegamenti e scaricatori della rete di alimentazione irrigua, a valle tramite canali di raccordo tra i principali corsi d’acqua, che sono il Riglio, il Morbasco e il Robecco (Piano di Classifica Consortile, 2016, p. 25);

- l’area ad Est dello scolo Robecco costituisce un’area di bonifica piatta e abbastanza uniforme, in un certo senso la più occidentale tra le zone di 27 bonifica che poi si estendono in tutta la bassa mantovana. È caratterizzata da un’organizzazione razionale della rete idraulica, con un doppio reticolo, uno irriguo e uno di scolo. Il secondo fa capo ad alcuni collettori principali, i maggiori dei quali sono contraddistinti dal tipico andamento rettilineo dei collettori artificiali di bonifica, con lunghi canali di scarico che consentono il deflusso a gravità nel Fiume Oglio (Piano di Classifica Consortile, 2016, p. 26).

All’interno di ciascuna delle aree omogenee/Distretti sono stati individuati ulteriori bacini e sottobacini idraulici funzionali ad una migliore caratterizzazione delle peculiari caratteristiche territoriali.

Distretto Bacino Area (ha) Lunghezza rete (km) Alto Adda 2.585 0 Lagazzo 446 0 Sinistra Adda 6.906 40 Tormo 7.450 47 Vailata 883 0 Acquarossa 1.779 0 Medio Cremasco 3.998 12 Alto Cremasco 6.653 34 Basso Cremasco 2.789 29 Adda Serio Destra Serio 1.719 0 Serio Morto 17.484 113 Sinistra Serio 668 0 Fossadone - Falvignana 1.397 0 Ferie 948 6 Pizzighettone 478 0 Vidolasca 403 0 Golena Adda 2.572 0 Golena Serio 2.553 0 Soncinese 11.765 38 Destra Oglio 3.086 0 Oglio 7.071 66 Ferrarola 846 11 Ferrarola Est 1.572 12 Naviglio Riglio 10.427 112 Morbasco 11.232 290 Robecco - Fregalino 2.198 44 Città di Cremona 1.329 0 Golena Oglio 674 0

16 Distretto Bacino Area (ha) Lunghezza rete (km) Golena Adda 276 0 Golena Po 547 0 Golena Riglio 490 0 Golena Cremona 300 0 Interni argine Oglio 1.637 14 Interni argine Oglio Soll 690 13 Aspice 3.540 43 Seriolazza 601 11 Monticelli 247 5 Cidalara 1.168 21 Laghetto 2.517 20 Tagliata 13.510 205 Acque Alte 16.223 188 Dugali Interni argine Po 5.866 64 Fossadone Extra argine 128 5 Esterni argine 1.291 18 Mortino 1.605 18 Cona 802 13 Ciottone 1.008 0 Interni argine Oglio FPC 28 0 Golena Oglio 443 0 Golena Po 1.413 0 Tabella 4. Aree omogenee e bacini idraulici dei Distretti. Fonte: Piano di Classifica Consortile, 2016.

Il Consorzio Navarolo Agro Cremonese Montavano è il secondo Consorzio che interessa la provincia di Cremona. Esso amministra la rete idrica che ricade nell'area altimetricamente più depressa delle Province di Mantova e di Cremona, in prossimità alla confluenza dei fiumi Oglio e Po per un’estensione pari a 47.792 ha. Il Consorzio Navarolo Agro Cremonese Montavano ha origini antiche e interviene in un territorio che è stato profondamente antropizzato nel corso degli anni. Pertanto, le opere di bonifica non hanno più come obiettivo fondamentale lo scolo e l’irrigazione dei terreni agricoli; oggi esse sono indirizzate perlopiù alla manutenzione dei canali per conservare efficienza di infrastrutture quali strade, linee elettriche e impianti di telecomunicazione. Per quanto concerne i confini amministrativi, il comprensorio è delimitato a Sud e a Sud-Ovest dal Fiume Po e dal confine regionale tra Lombardia ed Emilia-Romagna, a Est e a Nord-Est dal Fiume Oglio, a Nord dal canale Delmona Tagliata, a Nord-Ovest dal proseguimento del Canale acque Alte e a Ovest dalla strada provinciale SP8 e da altre strade provinciali e comunali2.

Province Navarolo Numero di Superficie Agro Cremonese Comuni provinciale (ha) ProvinciaMontavano di Cremona 13 21.130 Provincia di Mantova 12 26.662 Totale 25 47.792

2 Per una descrizione dettagliata dei confini si rimanda alla consultazione dello Statuto disponibile sul sito del Consorzio.

17 Tabella 5. Comuni e Province inserite nel Consorzio Navarolo Agro Cremonese Montavano. Fonte: elaborazione per una sintesi della Relazione di Piano Comprensoriale, 2018.

Il comprensorio consortile è stato suddiviso in quattro bacini idraulici. In particolare: - bacino della Regona d'Oglio (Ha 6.450) è formato dalle campagne prospicenti la riva del Fiume Oglio a Sud del Canale Delmona – Tagliata sino a Bocca Chiavica di Gazzuolo per una superficie di 6450 ettari. L’altimetria ha quote da 23 a 19 m s.l.m. ed i lavori di bonifica per la redenzione di queste zone dalle acque stagnanti, hanno interessato e trasformato tutta l’esistente idrografia. - Bacino Medio-Centrale - Ha 18.300. con deflusso misto in Oglio, a S. Matteo delle Chiaviche, in comune di Viadana; - bacino Riolo (Ha 1.700) è formato da terreni posti nella zona Occidentale del comprensorio, in una lingua di terreno che segue il corso del Riolo, scarica a gravità nel Fiume Po alla chiavica Beretta, in comune di Gussola;

- bacino Casalasco-Viadanese (Ha 13.750) è formato dalle campagne a Sud del bacino medio-centrale fino allo sbocco dell’Oglio in Po, su una superficie di 13750 ettari. Anche per questo bacino è stato adottato il principio della ripartizione delle acque (medie e basse) e tutta la rete è stata costruita pressoché nuova. Le acque sparse, raccolte nei canali secondari vennero convogliate, mediante due principali emissari, il canale Ceriana e il canale Fossola, a San Matteo delle Chiaviche dove, assieme al Navarolo, confluiscono all’impianto idrovoro.

- bacino della Regona di Calvatone (Ha 890) costituito dai terreni posti in Sinistra Delmona-Tagliata, si estende per una superficie di 890 ettari. Lo scolo avviene tramite due collettori principali che scaricano entrambi nel Delmona-Tagliata: il Principale Alto, con deflusso a gravità ed il Principale Basso con lo scarico regolato da una Chiavica Emissaria.

Entrambi i Consorzi sono enti pubblici economici e si occupano della sicurezza idraulica del territorio. In particolare, si impegnano nella razionale utilizzazione a scopo rurale delle risorse idriche, della regimazione e della tutela quantitativa e qualitativa delle acque irrigue, del risparmio idrico e della salvaguardia e valorizzazione del territorio e delle sue risorse. Ogni Consorzio nel proprio comprensorio partecipa ad opere urbanistiche e ad opere pubbliche di bonifica, inoltre essi si impregnano nella promozione di attività a carattere conoscitivo, culturale e divulgativo sulla conservazione e difesa del suolo, sulla tutela e valorizzazione del paesaggio rurale e urbano anche ai fini della fruizione turistico- ricreativa e sportiva. Tali finalità dei Consorzi sono disciplinate dalla legge regionale n. 31 del 5 dicembre 2008 "Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale", modificata dalla l.r. n. 25 del 28 dicembre 2011 "Modifiche alla l.r. n. 31 del 5 dicembre 2008 e disposizioni in materia di riordino dei consorzi di bonifica. Per un approfondimento sul retico idrico è possibile consultare lo stato informativo “Reticolo Idrico di competenza dei consorzi di bonifica” (RIB) disponibile sul Geoportale di Regione Lombardia Esso riporta i canali artificiali e corsi d’acqua naturali amministrati dai Consorzi di Bonifica. Invece, per conoscere più dettagliatamente la distribuzione sul territorio dei Consorzi di bonifica è disponibile sul sito del Geoportale di Regione Lombardia servizio di mappa “SIBITER – Comprensori di bonifica ed irrigazione”.

1.2.3 Elenco dei comuni afferenti al “Consorzio di bonifica Dugali, Naviglio, Adda Serio”

Nel presente paragrafo sono riportati i Comuni che afferiscono al comprensorio del Consorzio di Bonifica Dugali, Naviglio, Adda Serio Il comprensorio, come indicato dallo Statuto approvato con deliberazione di Giunta Regionale n. 6828 del 30 giugno 2017, è distinto in tre differenti Distretti. Di seguito vengono riportati, per ciascun Distretto, le Province e i Comuni interessati.

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DISTRETTO DUGALI Comuni delle province di Cremona e Mantova

N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI CREMONA SUPERFICIE COMPRENSORIALE (ha)

1 BONEMERSE 588 2 CA’ D’ANDREA3 1.713 3 CALVATONE 367 4 CAPPELLA DE’ PICENARDI 1.408 5 CASTELDIDONE 205 6 CELLA DATI 1.918 7 CICOGNOLO 695 8 CINGIA DE’ BOTTI 1.437 9 CORTE DE’ FRATI 1.851 10 CREMONA 3.653 11 DEROVERE 992 12 DRIZZONA4 1.151 13 GABBIONETA BINANUOVA 1.545 14 GADESCO PIEVE DELMONA 1.716 15 GERRE DE’ CAPRIOLI 692 16 GRONTARDO 1.217 17 ISOLA DOVARESE 720 18 MALAGNINO 1.082 19 MOTTA BALUFFI 1.320 20 OSTIANO 9 21 PERSICO DOSIMO 1.941 22 PESCAROLO ED UNITI 1.656 23 PESSINA CREMONESE 2.174 24 PIEVE D’OLMI 1.932 25 PIADENA 1.956 26 PIEVE SAN GIACOMO 1.495 27 POZZAGLIO ED UNITI 568 28 SAN DANIELE PO 2.268 29 SAN GIOVANNI IN CROCE 689 30 SAN MARTINO DEL LAGO 927 31 SCANDOLARA RAVARA 62 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI CREMONA 39.947 Tabella 6. Distretto Dugali. Comuni della provincia di Cremona e relative superfici comprensoriali.

SUPERFICIE COMPRENSORIALE N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI MANTOVA (ha) 1 BOZZOLO 269 2 CANNETO SULL’OGLIO 3 3 RIVAROLO MANTOVANO 485 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI MANTOVA 757

3 Nel 2018 questo Comune è stato accorpato con il Comune di Torre de’ Picenardi. 4 Il Comune di Drizzona è stato accorpato con il Comune di Piadena il 1/01/2019.

19 Tabella 7. Distretto Dugali. Comuni della provincia di Mantova e relative superfici comprensoriali.

DISTRETTO NAVIGLIO Comuni delle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Cremona

SUPERFICIE COMPRENSORIALE N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO (ha) 1 BARBATA 168 2 CALCIO 549 3 FONTANELLA 1.793 4 PUMENENGO 981 5 TORRE PALLAVICINA 999 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI BERGAMO 4.490 Tabella 8. Distretto Naviglio. Comuni della provincia di Bergamo e relative superfici comprensoriali.

SUPERFICIE COMPRENSORIALE N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA (ha) 1 BORGO SAN GIACOMO 15 2 ORZINUOVI 27 3 QUINZANO D’OGLIO 6 4 ROCCAFRANCA 40 5 RUDIANO 8 6 VILLACHIARA 61 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI BRESCIA 157 Tabella 9. Distretto Naviglio. Comuni della provincia di Brescia e relative superfici comprensoriali.

SUPERFICIE COMPRENSORIALE N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI LODI (ha) 1 CASTELNUOVO BOCCA D’ADDA 5 2 CORNOVECCHIO 4 3 MACCASTORNA 7 4 MELETI 2 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI LODI 18 Tabella 10. Distretto Naviglio. Comuni della provincia di Lodi e relative superfici comprensoriali.

SUPERFICIE COMPRENSORIALE N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI CREMONA (ha) 1 ACQUANEGRA CREMONESE 923 2 ANNICCO 1.929 3 AZZANELLO 1.051 4 BORDOLANO 796

20 5 CAPPELLA CANTONE 1.294 6 CASALBUTTANO ED UNITI 2.318 7 CASALETTO DI SOPRA 709 8 CASALMORANO 1.214 9 CASTELLEONE 1.429 10 CASTELVERDE 3.095 11 CASTELVISCONTI 964 12 CORTE DE’ CORTESI CON CIGNONE 1.274 13 CORTE DE’ FRATI 160 14 CREMONA 3.378 15 CROTTA D’ADDA 1.248 16 CUMIGNANO SUL NAVIGLIO 660 17 FIESCO 433 18 GENIVOLTA 1.861 19 GERRE DE’ CAPRIOLI 145 20 GRUMELLO CREMONESE ED UNITI 2.227 21 OLMENETA 914 22 PADERNO PONCHIELLI 2.393 23 PERSICO DOSIMO 117 24 PIZZIGHETTONE 2.067 25 POZZAGLIO ED UNITI 1.471 26 ROBECCO D’OGLIO 1.791 27 ROMANENGO 1.289 28 SALVIROLA 506 29 SAN BASSANO 193 30 SESTO ED UNITI 2.645 31 SONCINO 4.478 32 SORESINA 2.852 33 SPINADESCO 2.852 34 TICENGO 804 35 TRIGOLO 1.616 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI CREMONA 53.096 Tabella 11. Distretto Naviglio. Comuni della provincia di Cremona e relative superfici comprensoriali. .

21 DISTRETTO ADDA SERIO Comuni delle province di Bergamo, Cremona, Lodi, Milano

SUPERFICIE COMPRENSORIALE N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO (ha) 1 ARZAGO D’ADDA 944 2 BARBATA 243 3 CALVENZANO 660 4 CANONICA D’ADDA 6 5 CASIRATE D’ADDA 1.039 6 FARA GERA D’ADDA 751 7 ISSO 343 8 MOZZANICA 268 9 TREVIGLIO 300 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI BERGAMO 4.554 Tabella 12. Distretto Adda Serio. Comuni della provincia di Bergamo e relative superfici comprensoriali. .

SUPERFICIE COMPRENSORIALE N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI CREMONA (ha) 1 AGNADELLO 1.217 2 BAGNOLO CREMASCO 1.038 3 CAMISANO 1.082 4 CAMPAGNOLA CREMASCA 463 5 CAPERGNANICA 681 6 CAPPELLA CANTONE 24 7 CAPRALBA 1.270 8 CASALE CREMASCO – VIDOLASCO 903 9 CASALETTO CEREDANO 635 10 CASALETTO DI SOPRA 149 11 CASALETTO VAPRIO 545 12 CASTEL GABBIANO 555 13 CASTELLEONE 3.069 14 CHIEVE 634 15 CREDERA RUBBIANO 1.359 16 CREMA 3.459 17 CREMOSANO 579 18 DOVERA 2.054 19 FIESCO 379 20 FORMIGARA 1.201 21 GOMBITO 863 22 IZANO 626 23 MADIGNANO 1.076 24 MONTE CREMASCO 236 25 MONTODINE 1.154 26 MOSCAZZANO 789 27 OFFANENGO 1.254 28 PALAZZO PIGNANO 889 29 PANDINO 2.219

22 30 PIANENGO 587 31 PIERANICA 276 32 PIZZIGHETTONE 881 33 QUINTANO 284 34 RICENGO 1.255 35 RIPALTA ARPINA 679 36 RIPALTA CREMASCA 1.187 37 RIPALTA GUERINA 296 38 RIVOLTA D’ADDA 2.833 39 ROMANENGO 202 40 SALVIROLA 232 41 SAN BASSANO 1.195 42 SERGNANO 1.248 43 SPINO D’ADDA 1.870 44 TORLINO VIMERCATI 568 45 TRESCORE CREMASCO 589 46 VAIANO CREMASCO 626 47 VAILATE 978 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI CREMONA 46.188 Tabella 13. Distretto Adda Serio. Comuni della provincia di Cremona e relative superfici comprensoriali. .

SUPERFICIE COMPRENSORIALE N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI LODI (ha) 1 ABBADIA CERRETO 611 2 BERTONICO 39 3 BOFFALORA D’ADDA 699 4 CAMAIRAGO 4 5 CASTIGLIONE D’ADDA 1 6 CAVENAGO D’ADDA 25 7 COMAZZO 121 8 CORTE PALASIO 1.124 9 CRESPIATICA 705 10 GALGAGNANO 8 11 LODI 1.432 12 MALEO 5 13 MERLINO 21 14 MONTANASO LOMBARDO 20 15 TURANO LODIGIANO 5 16 ZELO BUON PERSICO 55 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI LODI 4.875 Tabella 14. Distretto Adda Serio. Comuni della provincia di Lodi e relative superfici comprensoriali.

SUPERFICIE COMPRENSORIALE N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI MILANO (ha) 1 CASSANO D’ADDA 555 2 TRUCAZZANO 16 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI MILANO 571 Tabella 15. Distretto Adda Serio. Comuni della provincia di Milano e relative superfici comprensoriali.

23 1.2.4 Elenco dei comuni afferenti al “Consorzio di bonifica Navarolo Agro Cremonese Mantovano”

Nel presente paragrafo sono indicate le Province e i Comuni che ricadono nel comprensorio del Consorzio di bonifica Navarolo Agro Cremonese Mantovano così come riportato nello Statuto adottato con Delibera del Consiglio di Amministrazione n. 27 del 19 Settembre 2012 ed approvato dalla Regione Lombardia con D.G.R. n. IX/4483 del 5 Dicembre 2012.

SUPERFICIE COMPRENSORIALE N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI CREMONA (ha) 1 CALVATONE 986 2 CASALMAGGIORE 6.369 3 CASTELDIDONE 876 4 GUSSOLA 2.515 5 MARTIGNANA DI PO 1.473 6 MOTTA BALUFFI 364 7 RIVAROLO DEL RE ED UNITI 2.729 8 S. GIOVANNI IN CROCE 929 9 S. MARTINO DEL LAGO 116 10 SCANDOLARA RAVARA 1.647 11 SOLAROLO RAINERIO 776 12 SPINEDA 1.031 13 TORRICELLA DEL PIZZO 1.294 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI CREMONA 21.105 Tabella 16. Consorzio di bonifica Navarolo Agro Cremonese Mantovano. Comuni della provincia di Cremona e relative superfici comprensoriali. .

N° COMUNI DELLA PROVINCIA DI MANTOVA SUPERFICIE COMPRENSORIALE (ha) 1 ACQUANEGRA SUL CHIESE 91 2 BOZZOLO 1.615 3 COMMESSAGGIO 1.160 4 DOSOLO 2.564 5 GAZZUOLO 2.233 6 MARCARIA 27 7 POMPONESCO 1.229 8 RIVAROLO MANTOVANO 2.062 9 SABBIONETA 3.737 10 S. MARTINO DALL’ARGINE 1.706 11 SUZZARA 234 12 VIADANA 9.946 TOTALE SUPERFICIE PROVINCIA DI MANTOVA 26.6604 Tabella 17. Consorzio di bonifica Navarolo Agro Cremonese Mantovano. Comuni della provincia di Mantova e relative superfici comprensoriali.

24 1.3 Inquadramento viario, ferroviario, aeroportuale e portuale

1.3.1 Accessibilità viaria e i dati sull’incidentalità stradale

L'accessibilità viaria della provincia di Cremona presenta una capillare rete stradale che comprende l'Autostrada A21 Piacenza – Brescia (km 89 circa), le Strade Provinciali (circa 899 km) di cui 260 km di ex – Strade Statali e le Strade Comunali. Per il collegamento tra i centri abitati, le strade provinciali e quelle comunali costituiscono la rete infrastrutturale più importante per gli spostamenti intercomunali ed extraprovinciali.

È possibile osservare (Figura 7) che la struttura viaria si espande in prevalenza in maniera radiale intorno alla città di Cremona. In particolare, dal capoluogo si sviluppano numerose strade che collegano la città di Cremona con i comuni interni e con altre province. Nella fattispecie, in direzione Nord, Nord- Ovest dalla città di Cremona si sviluppa la SP 234 “Codognese” che unisce Cremona con Pavia; la SP “Paullese” (lunga 54 km) che collega Cremona e Crema alla città metropolitana di Milano; la SP 498 “Soncinese” che arriva fino a Bergamo. Inoltre, in direzione Nord-Est si estende la SP 45BIS denominata “Gardesana Occidentale”, la direttrice che collega Cremona con la città di Pontevico in provincia di Brescia; la SP 83 “Di Persico” che collega Cremona al Comune di Casalromano in provincia di Mantova.

Figura 7. Elaborazione cartografica accessibilità viaria della provincia di Cremona. Fonte: Geoportale di Regione Lombardia.

Invece, in direzione Est-Sud Est cinque sono le strade che collegano Cremona con i Comuni interni e con le altre Province limitrofe. In particolare la SP 10 denominata “Padana Inferiore” (lunghezza di 34

25 km), che unisce Cremona, attraverso la città di Piadena, alla provincia di Modena; la SP27 “Postumia“ che unisce Cremona al comune di San Giovanni in Croce, un paesino che si trova al Sud della provincia cremonese; la SP 85 “Bassa di Casalmaggiore” che unisce Cremona al comune di Casalmaggiore; la SP 87 “Giuseppina” che collega Cremona al comune di Casteldidone in provincia di Cremona. Inoltre, i collegamenti tangenziali tra radiale e radiale sono assicurati solo da strade provinciali di limitato calibro, come ad esempio la SP 40 “Paderno – Gadesco” (3,60 – 4,90 metri di sezione stradale) pur presentando un’elevata tortuosità. Il comune di Casalmaggiore e tutto il territorio casalasco è attraversato principalmente da alcune ex strade statali: SP 358 “Di Castelnuovo”, SP 420 “Sabbionetana”, SP 343 “Asolana” e dalla provinciale 88 “Di Bozzolo”. La SP Bassa di Casalmaggiore consente il collegamento diretto fra le città di Casalmaggiore e Cremona. Infine, dalle strade principali si dirama la capillare rete infrastrutturale delle strade secondarie. Queste ultime interessano principalmente i centri abitati e favoriscono la connessione tra le realtà locali, generalmente con vocazione produttiva, e le piccole realtà agricole tipiche dell'area casalasca. Si rappresenta, inoltre, che la provincia di Cremona è delimitata per gran parte dell’estensione del suo confine da corsi d’acqua che formano una barriera naturale allo sviluppo della rete viabilistica. Difatti, in questo contesto, i ponti di collegamento con le province limitrofe risultano i nodi fondamentali per la rete stradale provinciale, e possono, in caso di inagibilità anche momentanea, comportare notevoli disagi alla mobilità provinciale.

Figura 8. Accessibilità viaria tra Cremona e Casalmaggiore. Fonte: Geoportale di Regione Lombardia.

Nell’ambito dei dati sull’incidentalità, nel 2019 in provincia di Cremona si sono verificati 941 episodi con lesioni a persone, di cui 1.324 feriti e 19 morti. L’informazione è stata raccolta consultando i dati che la Polizia Locale e altre Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia Stradale) segnalano ogni anno a Regione

26 Lombardia utilizzando l’applicativo INCIDERE. Attualmente il dato è ancora provvisorio, potrebbe subire un lieve incremento se altri 18 incidenti, già approvati dagli uffici dalla Provincia di Cremona, riceveranno nei prossimi anche l’approvazione della Regione Lombardia. Sulla base dei dati analizzati per il 2019 è possibile ravvisare una maggiore frequenza di incidenti nei mesi di marzo (89 incidenti), maggio (101 incidenti), giugno (99 incidenti), dicembre (89 incidenti) e i comuni più interessati sono Crema, Cremona e Casalmaggiore. Da una iniziale osservazione della localizzazione degli episodi, si osserva che il numero di incidenti è maggiore in prossimità della direttrice SP “Paullese”, che unisce Cremona e Crema, e sulla direttrice “SP 85 “Bassa di Casalmaggiore” che collega Cremona con la città di Casalmaggiore. Da una analisi più dettagliata si riscontra che gli episodi incidentali si verificano perlopiù nelle vicinanze di intersezioni come immissioni si carreggiata, rotatorie dove solitamente la velocità è più sostenuta, come confermato da Polis Lombardia nel dossier statistico sull’incidentalità della provincia di Cremona del 2018. Inoltre, raffrontando i dati degli ultimi quattro anni (2016-2019) è possibile evidenziare un lieve decremento (-15%) degli incidenti stradali.

Figura 9. Incidentalità stradale 2019 in provincia di Cremona. Fonte: applicativo INCIDERE.

Comuni n° incidenti n° morti n° feriti Bagnolo Cremasco 11 1 16 Casalmaggiore 39 1 60

27 Castelleone 19 0 27 Crema 140 0 187 Cremona 378 3 480 Dovera 12 0 21 Pandino 11 0 16 Persico Dosimo 13 0 21 Rivolta d'Adda 19 1 31 Soncino 11 0 14 Soresina 15 0 23 Spino d'Adda 14 1 24 Tabella 18. Elenco dei comuni con il maggior numero di incidenti della provincia di Cremona, 2019. Fonte: applicativo INCIDERE.

Alla luce di queste considerazioni, per potenziare la rete viabilistica della provincia di Cremona, il Piano di Mobilità integrato provinciale (PIM) in accordo con il Piano Regionale Trasporti e Mobilità (PRTM) prevede, tra le misure in programmazione, l'apertura di un nuovo corridoio autostradale in direzione Est (l'autostrada Cremona – Mantova) per offrire una valida alternativa alla trafficata autostrada A21. Nella documentazione di progetto la nuova infrastruttura Cremona – Mantova (lunga 60 km) collegherà l’autostrada A21 con l’autostrada A22 (che da Modena arriva al Brennero), prevedendo un tratto comune con il raccordo autostradale Tirreno Brennero Ti.BRE (9 km). Si tratta di un'arteria stradale che consentirà di scardinare quell'isolamento territoriale che rende Cremona come Mantova poco attrattiva dal punto di vista logistico e commerciale. Inoltre, Il progetto sarà completato anche con la realizzazione del tratto Mantova Nord – Castel d’Ario, al fine di garantire la continuità dell’itinerario medio-padano con l’autostrada regionale veneta Nogara-Mare.

Figura 10. Autostrada Cremona-Mantova. Fonte: Geoportale di Regione Lombardia.

Inoltre, per quanto concerne il potenziamento dell'accessibilità viaria della provincia di Cremona, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP, 2003 e 2009) designa come ulteriori interventi infrastrutturali di interesse strategico:

• la costruzione di un nuovo casello di Castelvetro, raccordo autostradale con la SP 10 “Padana Inferiore” e completamento della bretella autostradale tra la SP 10 “Padana Inferiore” e la SP 234 “Codognese” (Terzo Ponte su Po) per favorire una connessione diretta con il porto e con l'area industriale (Figura 11);

28 • il potenziamento della SS 415 “Paullese” con l’ammodernamento del tratto Crema – Castelleone e in tale prospettiva è stato proposto il raddoppio della carreggiata fino alle porte della città di Cremona;

• la variante alla ex S.S. n. 11 “Padana Superiore” che interesserà anche il comune di Castel Gabbiano in provincia di Cremona come opera complementare dell’infrastruttura AV/AC (Alta Velocità, Alta Capacità) Torino-Venezia – Tratta Milano-Verona, lotto funzionale Treviglio – Brescia (Figura 12);

• la realizzazione del collegamento autostradale Tirreno-Brennero (TI.BRE.). Corredate a questa infrastruttura sono la realizzazione della tangenziale N di Casalmaggiore nel tratto compreso tra la SP ex SS 343 Asolana e la SP ex SS 420 Sabbionetana”;

• interventi di riqualificazione (con allargamento della sede stradale) del Trasporto Pubblico Locale (SP 26 “Brazzuoli-Pieve d'Olmi e SP 50 “Cremona-Porto Polesine”.

Figura 11. SP 234 “Codognese” (Terzo Ponte su Po). Fonte: Geoportale di Regione Lombardia.

29 Figura 12. Lavori ferroviari lotto Treviglio-Brescia. Fonte: Geoportale di Regione Lombardia.

Per consultare gli altri interventi in progetto e di futura realizzazione è possibile consultare il “Piano Regionale Mobilità e Trasporti” e il servizio di mappa “Interventi infrastrutturali programmati in Lombardia” disponibile sul Geoportale di Regione Lombardia.

1.3.2 Accessibilità ferroviaria

La città di Cremona per la sua posizione geografica costituisce un nodo strategico della rete ferroviaria padana, in quanto rappresenta un crocevia di itinerari interessanti sia per il trasporto viaggiatori sia per il trasporto merci legato alle esigenze locali. Le linee che convergono verso il capoluogo sono 6 e collegano la provincia cremonese con le altre città lombarde (Bergamo, Brescia, Mantova, Milano, Pavia, Lodi) e con i centri minori.

Figura 13. Rete ferroviaria in provincia di Cremona. Fonte: elaborazione dati Geoportale di Regione Lombardia.

30 In particolare, sulla direttrice longitudinale si sviluppa:

• la linea ferroviaria Cremona-Treviglio (65 km) che comprende 11 stazioni (più un impianto di servizio per l'incrocio dei treni) e attraversa in longitudine tutta la provincia giungendo nei comuni, tra tutti, di Olmeneta, Soresina, Castelleone, Crema;

• la linea ferroviaria Cremona-Fidenza (34 km) che comprende 7 stazioni e unisce la città di Cremona con la regione Emilia- Romagna;

• la linea ferroviaria Cremona-Piacenza (31 km) che comprende 5 stazioni ma non è al momento utilizzata per servizio viaggiatori;

• la linea ferroviaria Cremona-Brescia (51 km) che comprende 8 stazioni (più un impianto di servizio per l'incrocio dei treni). I tracciati tra Brescia e San Zeno e tra Olmeneta a Cremona sono in comune rispettivamente alle linee Parma-Brescia e alla linea Treviglio-Cremona.

Sulla direttrice latitudinale si sviluppa: • la linea Cremona-Mantova (62 km) che comprende 11 stazioni e attraversando il comune di Piadena arriva fino a Mantova;

• la linea Cremona-Codogno (27 km) che comprende 7 stazioni. Attraversa i comuni di Casalpusterlengo e di Codogno, da cui si prosegue per Lodi-Milano (sulla linea principale Bologna- Milano) e per Pavia;

Linee ferroviarie Stazioni

Linea Treviglio-Cremona Treviglio, Caravaggio, Capralba, Casaletto Vaprio, Crema, Madignano, Castelleone, Soresina, Casalbuttano, Olmeneta, Cremona

Linea Cremona-Fidenza Cremona, Castelvetro, San Giuliano Piacentino, Villanova d'Arda, Busseto, Castiglione dei Marchesi, Fidenza

Linea Cremona-Piacenza Cremona, Castelvetro, Monticelli d'Ongina, Caorso, Piacenza

Linea Cremona-Brescia Cremona, Olmeneta, Robecco Pontevico, Verolanuova, Manerbio, Bagnolo Mella, San Zeno Folzano, Brescia

Linea Cremona-Mantova Cremona, Villetta Malagnino, Gazzo-Pieve San Giacomo, Torre de' Picenardi, Pontirolo, Bozzolo, Marcaria, San Michele in Bosco, Ospitaletto Mantovano, Castellucchio, Mantova

Linea Cremona-Codogno Cremona, Cava Tigozzi, Acquanegra Cremonese, Ponte d'Adda, Pizzighettone, Maleo, Codogno

Tabella 19. Rete ferroviaria in provincia di Cremona.

Oltre alla rete ferroviaria sopra indicata, la provincia di Cremona è attraversata nella parte orientale dalla linea ferroviaria Brescia-Parma (18 stazioni) che collega la città di Parma a quella di Brescia giungendo nei comuni di Piadena, San Giovanni in Croce e Casalmaggiore. Infine, particolare rilievo rivestono i

31 collegamenti con Milano sulle linee Mantova-Cremona-Codogno- Milano e Cremona-Treviglio-Milano, con affluenza di viaggiatori decisamente superiore a quella dei servizi locali.

Nonostante l'offerta del trasporto pubblico esistente, come evidenziato nel Piano Integrato sulla Mobilità della provincia di Cremona, si ravvisano delle criticità che riducono l'utilizzo e l'efficienza della linea ferroviaria. In particolare, si sottolineano i limiti strutturali legati alle condizioni della rete: (lunghe tratte a semplice binario, un numero eccessivo di passaggi a livello, stazioni inadeguate per dimensione del fascio dei binari, per la posizione o per la semplice mancanza di sottopassi). A questo si aggiunge un degrado strutturale della sede ferroviaria (dovuto alla condizione geotecnica del terreno), in via di soluzione per la Cremona-Fidenza e ancora da risolvere per la Brescia-Parma). Infine, i limiti relativi al carico assiale ammesso comportano forti riduzioni di velocità per il servizio merci, in particolare sulla Cremona-Mantova (linea in categoria "D4 con limitazioni"), che inevitabilmente aumentano i conflitti con il servizio viaggiatori. Tutto questo comporta la difficoltà ad aumentare la frequenza dei treni e una performance mediamente scarsa in termini di puntualità. Ciò nonostante la ferrovia continua a garantire mediamente tempistiche di minor durata ad esempio nel collegamento tra Cremona e Crema e la città di Milano.

Alla luce di queste ultime osservazioni, e considerata la centralità che riveste la provincia di Cremona, il miglioramento dell'infrastruttura ferroviaria dell'area meridionale lombarda è stato inserito come uno tra gli obiettivi del Programma Regionale Mobilità e Trasporti (PRMT, 2016). Per la provincia di Cremona gli interventi che si annoverano sono:

• la riqualificazione la linea ferroviaria Mantova-Cremona-Codogno;

• potenziamento o adeguamento della linea ferroviaria Cremona-Treviglio (per Milano);

• prolungamento del servizio Brescia-Cremona fino a Piacenza e a Genova (come nuovo collegamento di tipo veloce);

• istituzione di una relazione Pavia-Cremona tramite fusione delle relazioni esistenti (Pavia- Codogno e Codogno-Cremona),

• raddoppio del binario nella tratta Cremona-Olmeneta che viene utilizzata sia per la linea ferroviaria Cremona-Brescia che per la linea ferroviaria Cremona-Treviglio-Milano. Per approfondimenti sui singoli interventi si rimanda alla consultazione del Programma Regionale Mobilità e Trasporti, nonché del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Cremona (Cap. 4 - Indirizzi e le indicazioni per la rete della mobilità 2009).

Infine, si ritiene osservare che la definizione di interventi finalizzati al miglioramento del servizio pubblico risponde all'esigenza di inserire la rete lombarda nel quadro delle grandi reti di trasporto europee e allo stesso tempo di offrire un modello di "mobilità sostenibile". Peraltro, ciò garantirebbe la mobilità di persone e merci con sistemi che riducano progressivamente il consumo delle risorse non rinnovabili (energia, aria, territorio) e in generale l'impatto antropico sull'ambiente.

32 1.3.3 Accessibilità aerea

La provincia di Cremona dispone di un solo aeroporto per attività di Volo da Diporto e Sportivo ubicato a 5 km a Nord della città Capoluogo nella frazione “Migliaro”. L'Amministrazione esercente della struttura è Aereo Club di Cremona e svolge le proprie attività in osservazione delle prescrizioni dettate dall'ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) Direzione Aeroportuale di Milano Linate. L’aeroporto ha una pista in asfalto lunga 650 metri per 30 di larghezza, orientata Sud-Est/Nord-Ovest e dispone di una elisuperficie certificata e illuminata per l’atterraggio e il decollo, anche notturno, di elicotteri e diversi hangar per il ricovero dei velivoli. All'interno dell'area aeroportuale è presente anche un eliporto per mezzi di soccorso, con una piazzola di 20 metri di diametro in cemento, che grazie alla presenza di luci di pista è abilitato anche per atterraggi e decolli notturni. L'aeroporto di “Migliaro” può avvalersi come supporto della struttura aeroportuale di Montichiari (BS) distante km 55, e di Parma, distante km 72. Per il trasporto viaggiatori gli aeroporti di riferimento restano Linate, Malpensa e Orio al Serio. Tuttavia, le connessioni stradali con questi aeroporti soffrono di una generale condizione di congestione delle tangenziali di Milano e della viabilità regionale. Con i lavori di potenziamento della Paullese si ipotizza anche miglioramento del collegamento tra provincia di Cremona e l'aeroporto di Linate. Si rappresenta che nel Piano Integrato di Mobilità, al fine di rispondere al possibile manifestarsi di nuove esigenze delle associazioni economiche ed imprenditoriali cremonesi, sarà effettuato uno studio di fattibilità per la realizzazione di un aeroporto di 3° livello e sulla sua possibile localizzazione. La realizzazione dell’aeroporto è subordinata ad un eventuale esito negativo del progetto di trasformazione in aeroporto militare di San Damiano in provincia di Piacenza, la cui accessibilità da Cremona è agevolmente garantita dall’autostrada A21 (PIM, 2004).

Figura 14. Ubicazione aeroporto di Migliaro. 1.3.4 Accessibilità fluviale

33

In provincia di Cremona lungo l'asse dei fiumi Po e Adda si sviluppano porti fluviali sia pubblici che privati che interessano i comuni di Casaletto Ceredano, Formigara, Pizzighettone, Cremona, Gerre de’ Caprioli, Stagno Lombardo, San Daniele Po, Motta Baluffi, Casalmaggiore. Essi hanno estensioni diverse e offrono infrastrutture per l'attracco di navi passeggeri, diporto e quelle per il trasporto merci.

Comuni Fiume n° approdi Tipo porti Servizi offerti

Casaletto Ceredano Adda 1 pubblico diporto e trasporto passeggeri

Formigara Adda 2 pubblico, privato diporto e trasporto passeggeri

Pizzighettone Adda 4 pubblico, provato diporto, trasporto passeggeri e merci Cremona Po 12 pubblico, privato diporto, trasporto passeggeri e merci Gerre de' Caprioli Po 1 pubblico diporto e trasporto passeggeri

Stagno Lombardo Po 1 pubblico diporto e trasporto passeggeri

San Daniele Po Po 1 pubblico diporto e trasporto passeggeri

Motta Baluffi Po 1 pubblico diporto, trasporto passeggeri

Casalmaggiore Po 5 pubblico, privato diporto, trasporto passeggeri e merci Tabella 20. I porti in provincia di Cremona.

Il porto di Cremona è il più esteso e sorge tra la sponda sinistra del Fiume Po e l'agglomerato urbano del Capoluogo. Esso rappresenta un importante centro intermodale grazie alla connessione con la rete viaria provinciale (la SS 234 “Codognese) la rete autostradale A21 "Torino-Piacenza-Brescia" e la vicinanza alla stazione ferroviaria di Cava Tigozzi. L'area portuale è un polo logistico e commerciale, offre attracchi per navi da di porto e per navi da crociera nei mesi estivi. Dispone di ampi piazzali, capannoni per lo stoccaggio di differenti tipi di merci, banchine pubbliche e due darsene per gli insediamenti del Consorzio Agrario Provinciale (granaglie, mangimi, fertilizzanti ecc.) e dell’Acciaieria Tubificio Arvedi. Il porto di Cremona, inoltre, per la sua ubicazione (il porto più a Ovest del Mar Adriatico) ha un interesse nazionale e si colloca all'interno dell'asse strategico del sistema idroviario padano- veneto che ha tra le finalità quella di collegare le attività produttive della pianura padana con il mare attraverso il potenziamento della rete dei porti fluviali da Ovest verso Est. Peraltro, è stato riscontrato che l'impiego dei corsi d'acqua per il trasporto merci di elevate dimensioni consentirebbe di avere maggiori benefici in termini di costi e di tempi, riducendo il carico inquinante sulle città e i problemi di sicurezza legati alla circolazione stradale (rallentamento della circolazione o addirittura chiusura temporanea di alcuni tratti di strada). Alla luce di queste considerazioni nel Piano generale del sistema idroviario dell'Italia del Nord è prevista la realizzazione sul Fiume Po di un canale Milano-Cremona che possa collegare l'area portuale di Pizzighettone con il comune di Trucazzano (60 km). Il canale è finanziato con fondi comunitari, regionali, provinciali e interesserà 11 comuni lombardi: Pizzighettone, Castiglione d’Adda, Bertonico, Turano lodigiano, Mairago, Muzza Sant’Angelo, Lodi, Tavazzano, Mulazzano, Paullo, Trucazzano. L’uso del collegamento fluviale Milano - Cremona avrà ricadute positive sulla popolazione locale e consentirà di promuovere altri progetti di sviluppo legati all'agricoltura, alla navigazione e al turismo.

34

Figura 15. Presenza di approdi in provincia di Cremona. Fonte: elaborazione dati Geoportale di Regione Lombardia.

1.4 Turismo

1.4.1 Inquadramento del settore turistico nella provincia di Cremona

In Italia il settore turistico rappresenta uno dei principali assi portanti per promuovere lo sviluppo del territorio in un'ottica di sostenibilità e per contrastare fenomeni distorsivi indotti dalla globalizzazione. La provincia di Cremona si inserisce in questo panorama e nell'ultimo decennio ha cominciato a investire nella valorizzazione delle proprie risorse e realtà locali. I centri storici che con maggiore visibilità turistica sono città di Crema e Cremona, ma anche centri più piccoli, tra tutti, Casteldidone, Casalmaggiore, Soncino, Pandino, San Giovanni in Croce, Pizzighettone. Questi conservano alcuni dei capolavori del patrimonio storico lombardo e sono promotori di fiere e iniziative culturali ed enogastronomiche per promuovere le proprie peculiarità territoriali. Alcune di esse sono la manifestazione “Medioevo in castello” nel comune di Pandino, conosciuta come una giornata di rievocazione storica dedicata alla valorizzazione del castello medievale, uno degli esempi meglio conservati di residenza fortificata trecentesca in Lombardia. A Montodine quasi ogni anno è organizzata la mostra espositiva dei prodotti di artigianato del territorio locale e dell’arte presepiale mentre a Rivolta d’Adda, a luglio, vi è la festa per il patrono della città “Festa patronale di Sant'Alberto”. Queste sono soltanto alcuni degli eventi locali che spingono i turisti a visitare anche i centri più piccoli della provincia e a non fermarsi alle città di Crema e Cremona, determinando significato un miglioramento della attrattività provinciale anche nel contesto regionale. Per la cartografia è stato scelto di confrontare i dati del Catalogo regionale Bella Lombardia con la localizzazione di eventi come sagre e fiere organizzate dai Comuni nel 2019. Il Catalogo Bella Lombardia raccoglie le eccellenze del patrimonio culturale lombardo come musei, collezioni e singole

35 opere d’arte, dimore storiche, castelli, chiese, ecc.; tuttavia per approfondimento sui beni culturali in provincia di Cremona è possibile consultare lo strato cartografico “Architetture vincolate MiBACT o segnalate T.C.I.” disponibile sul sito Geoportale di Regione Lombardia, nonché l’allegato sui Beni Culturali oggetto del presente documento di Piano.

Figura 16. Sagre e fiere su aree pubbliche e patrimonio culturale lombardo nel territorio provinciale cremonese. Fonte: Open Data Regione Lombardia, giugno 2020.

Difatti, considerando i dati 2018 pubblicati dall'Istat sul turismo regionale lombardo, nella provincia di Cremona si è registrata una inflessione positiva sia di arrivi che di presenze; tuttavia è da ritenersi ancora bassa attrattività turistica se confrontata con i dati di altre province lombarde come Brescia, Como o Bergamo. Nella tabella che segue sono state raccolte le rilevazioni pubblicate sull'Annuario Statistico Regionale sugli arrivi e le presenze di clienti italiani e stranieri nel complesso degli esercizi ricettivi. Dalla comparazione dei dati emerge chiaramente che la provincia di Cremona, come quella di Lecco e di Lodi, si attesta agli ultimi posti per la percentuale di turisti accolti. Si può supporre, tuttavia, che le policies attualmente messe in campo per la promozione turistica possano innescare una controtendenza positiva nei prossimi anni.

36

Provincia Totale arrivi Totale Presenze Percentuale arrivi e presenze

Varese 1.331.746 2.172.737 8% 6% Como 1.299.698 3.232.668 8% 8% Sondrio 875.195 2.737.604 5% 7% Milano 7.718.958 15.717.859 46% 40% Bergamo 1.169.085 2.201.086 7% 6% Brescia 2.692.481 9.793.280 16% 25% Pavia 237.630 489.794 1% 1% Cremona 220.319 375.620 1% 1% Mantova 299.004 621.190 2% 2% Lecco 240.803 585.238 1% 1% Lodi 139.785 223.255 1% 1% Monza e Brianza 532.924 965.023 3% 3% LOMBARDIA 16.757.628 39.115.354 Tabella 21. Rilevazione dei flussi turistici in Lombardia suddivisi per provincia. Fonte: ASR, 2018.

Provincia Totale arrivi Totale Presenze Percentuale arrivi e presenze

Varese 1.432.502 2.384.706 9% 6% Como 1.218.598 3.088.807 7% 8% Sondrio 647.923 2.320.525 4% 6% Milano 7.552.241 15.468.199 46% 39% Bergamo 1.201.437 2.294.624 7% 6% Brescia 2.808.896 10.463.688 17% 27% Pavia 268.697 535.222 2% 1% Cremona 207.149 359.016 1% 1% Mantova 308.991 626.264 2% 2% Lecco 250.290 601.955 1% 1% Lodi 140.408 220.201 1% 1% Monza e Brianza 520.596 1.022.753 3% 3% LOMBARDIA 16.557.728 39.385.960 Tabella 22. Rilevazione dei flussi turistici in Lombardia suddivisi per provincia. Fonte: ASR, 2017.

37 In provincia di Cremona, sulla base dei dati disponibili degli ultimi cinque anni (2014-2018) vi è stato un aumento complessivo di turisti (italiani e stranieri) sia per il numero di arrivi (220.319 persone, + 36%) che per il numero di presenze (375.620, + 23%).

400000

350000

300000

250000

200000

150000

100000

50000

0 2014 2015 2016 2017 2018

Totale Arrivi Totale Presenze

Figura 17. Totale degli arrivi e delle presenze in provincia di Cremona. Fonte: elaborazione su dati ASR 2020.

Il flusso turistico si è distribuito in maniera differente all'interno della compagine provinciale, i Comuni che più di altri hanno riscontrato un aumento rilevante di clienti nel 2018 sono: Cremona (210.857 unità), Crema (66.401 unità), Pizzighettone (4.633 unità), Casalmaggiore (78.103 unità), Soresina (3.516 unità), Spino d'Adda (15.026 unità), Castelleone (37.465 unità), Rivolta d'Adda (518 unità), Corte de' Cortesi con Cignone (7.247 unità). Come evidenziato dal grafico della figura 15 dal 2016 i comuni di Cremona, Crema e Casalmaggiore hanno visto progressivamente crescere il numero di turisti; a differenza di questi ultimi, i comuni di Soncino, Soresina, Rivolta d'Adda soltanto nel 2018 hanno registrato un incremento turistico. Invece, il comune Corte dei Cortesi con Cignone non compare nel grafico poiché per gli anni 2016 e 2017 esso possedeva un numero di esercizi inferiore alla soglia minima consentita per il rilevamento statistico (Regolamento Ce n. 322/97, art.9 del d. lgs. n. 322/89).

700000 600000 500000 400000 300000 200000 100000 0

2016 2017 2018

Figura 18. Distribuzione dei flussi turistici in alcuni comuni della provincia di Cremona. Fonte: elaborazione su dati della Provincia di Cremona.

Per quanto concerne la domanda turistica, scorporando il numero di arrivi e di presenze di turisti dal 2014 al 2018 si evidenzia un incremento di clienti stranieri del +90% per gli arrivi e del +49% per le

38 presenze. Invece per i turisti italiani la crescita è più lenta: si è registrato un incremento del +15% per gli arrivi e del +11% per le presenze. Questi dati sui movimenti dei viaggiatori fanno ritenere che negli ultimi anni la provincia di Cremona sia stata riscoperta proprio dai turisti stranieri che hanno cominciato a visitarla attratti dalla politica degli eventi e dalle risorse del patrimonio artistico e museale. Contrariamente, il turismo italiano si è conservato stabile nel tempo.

140000

120000

100000

80000

60000

40000

20000

0 2014 2015 2016 2017 2018

Arrivi italiani Arrivi stranieri

Figura 19. Confronto dal 2014 al 2018 degli arrivi di turisti italiani e stranieri Fonte: elaborazione su dati ASR, 2020.

250000

200000

150000

100000

50000

0 2014 2015 2016 2017 2018

Presenze italiani Presenze stranieri

Figura 20. Confronto dal 2014 al 2018 delle presenze di turisti italiani e stranieri. Fonte: elaborazione su dati ASR, 2020.

Peraltro, volendo approfondire più nel dettaglio l'analisi della domanda turistica è stato evidenziato che nel 2018 il 61% dei clienti registrati nelle strutture ricettive provinciali sono italiani e il 39% stranieri. I clienti stranieri provengono per la maggior parte dalla Cina (il 40%), dalla Germania (9%) e dalla Francia (8%). Tuttavia, è da sottolineare che il 74% dei clienti cinesi registrati a livello provinciale, hanno soggiornato una sola notte in una struttura del casalasco utilizzata come tappa intermedia per viaggi organizzati in Italia o in Europa. Nel confronto con il 2017, si rileva nel 2018 un lieve aumento dei clienti

39 provenienti dalla Cina (+3.532 persone, un incremento dell’11%), dalla Germania (+1.113, +16%), dalla Francia (+829, +15%), dal Regno Unito (+661, +26%), dagli Stati Uniti d’America (+496, +20%), dalla Spagna (+470, +23%) e dalla Svizzera (+418, +11%). Invece, per quanto riguarda la provenienza dei turisti italiani, la provincia di Cremona esprime soprattutto un turismo di prossimità, infatti il 42% dei clienti provengono dalla Lombardia, il 10% dall’Emilia- Romagna, il 9% dal Veneto e 7% dal Piemonte. È inoltre, possibile affermare che rispetto all’anno 2017 le Regioni di provenienza dei clienti italiani non sono variate e l’aumento degli arrivi si è registrato soprattutto per la Lombardia (+1.597, +3%). Ad ogni modo, il turismo cremonese si caratterizza per soggiorni brevi che variano da 1 a 3 giorni sulla base della struttura recettiva: negli esercizi alberghieri la permanenza media oscilla da 1,5 giorni per i turisti italiani a 1,6 giorni per i turisti stranieri, mentre per gli esercizi extra alberghieri la permanenza è più lunga e oscilla da 3,3 giorni per i turisti italiani a 2,8 giorni per i turisti stranieri (ASR, 2020).

Province Totale permanenza media (giorni) suddivisa per province

2018 2017 2016

Varese 1,5 1,5 1,6

Como 2,2 2,3 2,3

Sondrio 3,1 3,3 3,3

Milano 1,9 1,9 1,9

Bergamo 1,8 1,8 1,8

Brescia 3 3 3

Pavia 1,9 1,9 1,9

Cremona 1,5 1,5 1,6

Mantova 1,9 1,9 1,9

Lecco 2,2 2,2 2,2

Lodi 1,4 1,4 1,4

Monza e Brianza 1,7 1,7 1,7 Tabella 23. Totale permanenza media in Lombardia suddivisa per province. Fonte: ASR, 2020.

È, inoltre, possibile aggiungere che l'inflessione positiva del flusso turistico cremonese ha beneficiato, tra le altre cose, anche dell'aumento dell'offerta di strutture ricettive. Infatti dal 2014 al 2018 vi è stato un aumento del 56% (+89 unità) delle strutture per l'accoglienza e del 6% (+238 unità) dei posti letto (ufficio Statistica Provincia di Cremona, 2018). Differenziando il dato emerge che è aumentata in particolare la disponibilità di “altri alloggi privati” (+46 unità pari a +164%), ovvero quasi tutte case e appartamenti per vacanze non gestiti in forma imprenditoriale, viceversa si mantiene pressoché invariato il numero di esercizi alberghieri (41 unità nel 2018), mentre sono lievemente in calo gli esercizi come B&B (- 4 nel 2018), agriturismi (- 9 unità nel 2018) e gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale (-14 unità).

40 250

200

150

100

50 Strutture ricettive 0 2014 2015 2016 2017 2018

Figura 21. Numero di strutture ricettive in provincia di Cremona. Fonte: elaborazione su dati dell'Ufficio statistico della Provincia di Cremona, 2018.

4100

4000

3900

3800

3700 posti letto 3600 2014 2015 2016 2017 2018

Figura 22. Confronto tra strutture ricettive e posti letto in provincia di Cremona. Fonte: elaborazione su dati dell'Ufficio statistico della Provincia di Cremona, 2018.

Inoltre, l'indagine sul numero dei pernottamenti dimostra che il turismo in provincia di Cremona è stagionale. I mesi in cui si registrano più arrivi e presenze sono maggio, settembre e ottobre mentre vi è un forte calo nei mesi invernali: dicembre, gennaio e febbraio. Dai censimenti risulta che nonostante la disponibilità di alloggi privati, i turisti continuano a privilegiare il pernottamento nelle strutture alberghiere (483.035 clienti), anziché negli eserciti complementari (112.904 clienti) o negli agriturismi (40.228 clienti). L’analisi sino ad ora condotta ha consentito di focalizzare l’attenzione su alcuni punti di rilievo aventi ad oggetto caratteristiche e dinamiche dei flussi turistici all’interno del territorio provinciale, su scala comunale il comparto turistico trova riscontri interessanti soprattutto nelle città di Crema e di Cremona per cui si ritiene opportuno soffermarsi per un’indagine più dettagliata.

41 1.4.2 Il turismo nella città di Cremona

La città di Cremona oggi si conferma capace di attrarre e polarizzare buona parte del turismo provinciale. Nel complesso nell’ultimo decennio i flussi turistici sono lievemente cresciuti, benché ad un tasso inferiore rispetto a quanto è avvenuto nello stesso periodo in altri capoluoghi lombardi. Consultando i censimenti degli arrivi e delle presenze pubblicati dall'Ufficio statistico della Provincia, dal 2014 al 2018 il numero complessivo (arrivi e pernottamenti) di viaggiatori è cresciuto del 20% (+34.745 unità) ed in particolare a incidere su questo indicatore è stato il tasso di turisti italiani + 31% dal 2014 al 2018 attratti dall'offerta monumentale e museale della città.

220000

210000

200000

190000

180000

170000

160000

150000 2014 2015 2016 2017 2018

Figura 23. Numero aggregato di turisti (italiani e stranieri) nella città di Cremona. Fonte: elaborazione su dati dell'Ufficio statistico della Provincia di Cremona, 2018.

Figura 24. Numero aggregato per arrivi e presenze nella città di Cremona. Fonte: elaborazione su dati dell'Ufficio statistico della Provincia di Cremona. Inoltre, disaggregando i dati per numero di arrivi e il numero di pernottamenti è possibile osservare quanto già si evince nel dato aggregato, ovvero che il tasso di pernottamenti è superiore a quello degli arrivi: per i turisti italiani è stato calcolato un aumento degli arrivi pari al +37% e un aumento dei pernottamenti pari a +28%, invece per i turisti stranieri è stato calcolato un aumento per gli arrivi del +8%

42 e per i pernottamenti del +6%. Questo risultato constata che l'industria turistica di Cremona non è ancora in grado di intercettare la domanda degli stranieri.

Figura 25. Numero disaggregato per arrivi e presenze turistiche nella città di Cremona. Fonte: elaborazione su dati dell'Ufficio statistico della Provincia di Cremona, 2018.

Sulla base dei dati dichiarati dalle strutture ricettive nel 2018, emerge che i turisti stranieri che arrivano a Cremona provengono da paesi come la Germania (il 15%), la Francia (il 13%), la Svizzera (8%), il Regno Unito (7%), gli Stati Uniti (6%) l’Austria (5%) e la Spagna (5%). Invece le Regioni di provenienza dei turisti italiani sono la Lombardia (10.366, il 24%), il Veneto (4.266, il 10%), il Piemonte (4.247, il 10%), il Lazio (3.819, il 9%) e l’Emilia-Romagna (3.539, l’8%). Inoltre, il movimento dei flussi turistici evidenzia un turismo per lo più stagionale con i picchi durante il periodo estivo, probabilmente attratti dalla concentrazione degli eventi che animano la città. I mesi che registrano una maggiore affluenza sono maggio (7.431 arrivi e 14.058 pernottamenti), giugno (6.714 arrivi, 13.753 pernottamenti), settembre (6.991 arrivi e 13.288 pernottamenti) e ottobre (7.565 arrivi e 14.628 pernottamenti). Contrariamente, nei mesi invernali da novembre fino a marzo, il flusso complessivo di visitatori italiani e stranieri ha un calo significativo. Ciò, tuttavia, potrebbe costituire un elemento propulsore per potenziare le risorse della città e intercettare un turismo che si caratterizza per essere sempre più dinamico e destagionalizzato. Dal raffronto dei dati 2018 tra arrivi e pernottamenti, emerge un dato positivo e cioè che mediamente il 66% dei turisti (italiani e stranieri) giunti in città decide di pernottare.

43

Figura 26. Andamento annuale dei visitatori negli anni 2014-2018 nella città di Cremona. Fonte: elaborazioni su dati dell'Ufficio statistico della Provincia di Cremona, 2018.

Figura 27. Andamento annuale di arrivi e pernottamenti di turisti italiani e stranieri nella città di Cremona nel 2018. Fonte: elaborazioni su dati dell'Ufficio statistico della Provincia di Cremona.

I giorni di permanenza media dei turisti sono invece diminuiti, passando da 2,1 a 1,9 giorni per turisti italiani e 2 giorni per i turisti stranieri evidenziando un andamento decrescente all’interno delle strutture di tipo alberghiero (Rapporto sul turismo in provincia di Cremona, 2018). Dal punto di vista dell'offerta turistica, dal 2014 al 2018 si è registrato un trend molto positivo per quanto riguarda la disponibilità di strutture ricettive (+69 unità) e di posti letto (+334 unità). Nel dettaglio, le tipologie di strutture ricettive maggiormente rappresentate sono: gli alloggi in affitto (53 unità), i B&B (21 unità) e gli esercizi alberghieri di 3* e 4* (9 unità). Se ci confrontano i dati di Cremona con altre città capoluogo, è possibile osservare che la capacità ricettiva risponde adeguatamente alla domanda di ospitalità, ciò che rappresenta un vero ostacolo al decollo dell’industria turistica è l'elevata stagionalità e la bassa permanenza del turista in città. La sfida per Cremona potrebbe essere quella di mettere in capo strategie e politiche per destagionalizzare i flussi turistici e attrarli per permanenze più durature.

44 1.4.3 Il turismo nella città di Crema

Il comune di Crema proprio come Cremona sta investendo nella promozione e valorizzazione del proprio territorio considerando il settore turismo come un'opportunità sulla quale indirizzare le risorse economiche e politiche per i prossimi anni. Crema ha beneficiato dell'indotto positivo generato dal Capoluogo e negli ultimi anni ha visto crescere anch'essa l'attrattività della città. Dal 2014 al 2018 il flusso turistico complessivo (arrivi e pernottamenti) è aumentato del +61% e su questo dato ha avuto un'incidenza positiva il numero di arrivi di turisti stranieri. Inoltre, per lo stesso periodo è stato evidenziato un aumento complessivo degli arrivi pari a +56% e dei pernottamenti pari a +63%. In generale chi decide di arrivare a Crema sceglie di accompagnare la visita con un pernottamento, infatti nel 2018 circa il 69% dei turisti ha acquistato un pernottamento.

70000

60000

50000

40000

30000

20000

10000

0 2014 2015 2016 2017 2018

Figura 28. Numero aggregato di turisti (italiani e stranieri) nel comune di Crema. Fonte: elaborazione su dati dell'Ufficio statistico Provincia di Cremona, 2018.

Figura 29. Numero aggregato di turisti per arrivi e presenze nel comune di Crema. Fonte: elaborazione su dati dell'Ufficio statistico Provincia di Cremona, 2018.

45 Disaggregando il dato complessivo dei pernottamenti e degli arrivi, emerge che un comportamento differente rispetto al turismo di Cremona. Nel dettaglio, dal 2014 al 2018, per i turisti italiani si registra una crescita degli arrivi del +51% e dei pernottamenti del +64%, invece per i turisti stranieri la crescita degli arrivi stranieri è stata del +64% e dei pernottamenti del +61%. Il quadro che emerge dai dati su menzionati mostra che a Crema vi è un maggior numero di arrivi stranieri che non scelgono di pernottare a differenza di quanto accade per i turisti italiani. Probabilmente la città di Crema per i turisti stranieri rappresenta una città di passaggio per altre destinazioni.

Figura 30. Variazione annuale di turisti italiani e stranieri nel comune di Crema. Fonte: elaborazione su dati dell'Ufficio statistico della Provincia di Cremona, 2018.

Inoltre, sulla base dei dati messi a disposizione dalle strutture ricettive è possibile capire il movimento dei flussi turistici e la loro provenienza. Nel Rapporto 2018 sul turismo della provincia di Cremona si riporta che i turisti stranieri arrivati a Crema provengono per lo più dalla Germania (1.199, il 14%), dalla Francia (1.118, 14%), dagli Stati Uniti (616, 7%), dal Regno Unito (565, 7%) e dalla Cina (429, 5%). I turisti italiani provengono per la maggior parte dalla Lombardia (2.543, il 21%), dal Veneto (1.437, 12%), dal Piemonte (1.141, 9%), dall’Emilia-Romagna (1.119, 9%) e Lazio (1.070, 9%). Il turismo di Crema dal 2014 si caratterizza per essere stagionale con una concentrazione maggiore nei mesi estivi: maggio (7.556 clienti nel 2018), giugno (7.534 clienti nel 2018), settembre (6.659). Ad agosto si registra un calo complessivo di visite, ma la percentuale di stranieri che scelgono Crema e più alta (arrivi 52%, pernottamenti 62%) rispetto a quella degli italiani (arrivi 48%, pernottamenti 38%). Come per Cremona, anche a Crema si evidenzia un calo significativo di visite nei mesi invernali.

46

Figura 31. Andamento annuale dei visitatori nel comune di Crema dal 2014 al 2018. Fonte: elaborazioni su dati dell'Ufficio statistico della Provincia di Cremona, 2018.

Figura 32. Andamento annuale di arrivi e presenze di turisti italiani e stranieri nel comune di Crema nel 2018. Fonte: elaborazioni su dati dell'Ufficio statistico della Provincia di Cremona.

Per quanto concerna la dotazione di strutture ricettive nel dicembre 2018 gli esercizi attivi sono 34 e rappresentano il 14% del totale provinciale. Le strutture alberghiere sono 4 e quelle extra-alberghiere 30 per lo più rappresentati da 11 altri alloggi privati. Invece, i posti letto sono 436 e la maggior parte dei quali si trova nelle strutture alberghiere.

1.4.4 Il turismo nella città di Casalmaggiore

Il comune di Casalmaggiore rappresenta una delle mete più interessanti della provincia cremonese. Dopo le città di Crema e Cremona, Casalmaggiore è il comune più popolato della provincia e la terza realtà più importante per numero di visitatori. La sua posizione strategica per il controllo dei traffici fluviali e la vicinanza alle province di Mantova e di Parma hanno giocato sicuramente un ruolo fondamentale per lo sviluppo del comparto turistico. Nel 2018 le strutture alberghiere hanno registrato 34.897 arrivi e 47 43.206 pernottamenti, il 16% del totale provinciale, del numero complessivo di visitatori, sebbene si riscontri un lieve decremento nell’ultimo anno (-4 per cento). Confrontando i dati dal 2014 al 2018 emerge un costante aumento di turisti, circa del 61 per cento, dovuto probabilmente alla presenza di turisti cinesi che fanno tappa presso una struttura ricettiva di Casalmaggiore durante viaggi organizzati, pernottando in media 1 notte (Rapporto sul turismo in provincia di Cremona, 2018).

Figura 33. Numero totale di turisti nel comune di Casalmaggiore dal 2014 al 2018. Fonte: elaborazione dati statistici Provincia di Cremona, 2019.

45.000 40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 - 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Arrivi Pernottamenti

Figura 34. Numero totale di arrivi e di pernottamenti nel comune di Casalmaggiore dal 2013 al 2018. Fonte: elaborazione dati statistici Provincia di Cremona, 2019.

48 Disaggregando i dati è possibile sottolineare che a fronte di una diminuzione complessiva degli arrivi del 4%, i turisti italiani sono diminuiti del 15% (-1.120) mentre quelli stranieri sono diminuiti dell’1% (-306). Per quanto concerne la provenienza dei visitatori, si evidenzia che i turisti italiani arrivano perlopiù dalle vicine regioni di Lombardia (1.725, il 27%), Veneto (975, 15%) e Emilia-Romagna (619, 10%), Piemonte (529, 8%), mentre i visitatori che arrivano dalle regioni centro meridionali come Toscana (5%), Campania (4%), Puglia (3%) sono soltanto una minima parte. Invece, per i turisti stranieri circa il 90% è di nazionalità cinese, pochi sono i turisti tedeschi (2%), francesi (1%), svizzeri (1%).

Figura 35. Numero totale di arrivi e di pernottamenti nel comune di Casalmaggiore dal 2014 al 2018. Fonte: elaborazione dati statistici Provincia di Cremona, 2019.

Parimenti a Cremona e Crema, il turismo di Casalmaggiore si caratterizza per essere stagionale. Considerando quindi solo il dato totale di arrivi e pernottamenti risulta che i mesi con il maggior numero di arrivi sono aprile (3.621) e settembre (3.444). Inoltre, aprile si conferma anche il mese con il più alto numero di pernottamenti (4.577) insieme a giugno (4.287). Invece l’arrivo e il pernottamento di turisti calano drasticamente nei mesi di gennaio e dicembre.

49

Figura 36. Andamento annuale dei visitatori nel comune di Casalmaggiore nel 2018. Fonte: elaborazione dati statistici Provincia di Cremona, 2019.

I giorni di permanenza media sono 1,2. Nel dettaglio: 1,7 per gli italiani e 1,1 per gli stranieri. La disponibilità di strutture alberghiere è ancora bassa, si contano complessivamente 7 strutture alberghiere, il 3% del totale provinciale. Di queste 5 sono strutture alberghiere e 2 sono strutture extra alberghiere (Bed & Breakfast).

50 Capitolo 2 - Pericolosità sismica di strutture e infrastrutture del territorio

2.1 Analisi della pericolosità

L’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia - INGV definisce la pericolosità sismica, “intesa in senso probabilistico, come lo scuotimento del suolo atteso in un dato sito con una certa probabilità di eccedenza in un dato intervallo di tempo”. E aggiunge “questo tipo di stima si basa sulla definizione di una serie di elementi di input (quali catalogo dei terremoti, zone sorgente, relazione di attenuazione del moto del suolo, ecc.) e dei parametri di riferimento (per esempio: scuotimento in accelerazione o spostamento, tipo di suolo, finestra temporale, ecc.). Nel 2003 in Italia, la comunità scientifica nazionale coordinata dall’INGV ha intrapreso in seguito all'Ordinanza PCM 3274/2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” un lungo dibattito per la stima della pericolosità sismica al fine di convenire a dati, metodi e approcci condivisi. Tale confronto ha prodotto la realizzazione della Mappa di Pericolosità Sismica 2004 (MPS04) che descrive la pericolosità sismica attraverso il parametro dell'accelerazione massima attesa con una probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni su suolo rigido e pianeggiante.

Dopo l'approvazione della Commissione Grandi Rischi del Dipartimento della Protezione Civile, nella seduta del 6 aprile 2004, la mappa MPS04 è diventata con Ordinanza PCM 3519/2006 la fonte ufficiale “ai fini dell'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone (per approfondimenti si rimanda alla pagine dell’INGV http://zonesismiche.mi.ingv.it/). Inoltre, nella suddetta Ordinanza, si legge che l'aggiornamento delle zone sismiche spetta alle Regioni e alle Province Autonome sulla base di criteri condivisi a livello nazionale, considerando i valori di accelerazione proposti dalla mappa di pericolosità sismica MPS04 per individuare le soglie che definiscono il limite tra una zona sismica e un'altra.

La Regione Lombardia, nel rispetto degli indirizzi e criteri stabiliti a livello nazionale, con DGR n. 2129/2014 ha provveduto all’aggiornamento delle zone sismiche invalidando la classificazione sismica approvata con DGR n. 14964/2003 (per approfondimenti e per consultare la cartografia si rimanda al Capitolo 2 del Piano Soccorso Rischio Sismico, paragrafo 2.1 Classificazione Sismica). Dal raffronto dei due documenti regionali si ravvisa che i quattro Comuni della provincia di Cremona classificati nel 2003 in Zona sismica 2 (Romanengo, Soncino, Casaletto di Sopra, Ticengo), zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti, nel 2014 sono stati riclassificati in Zona sismica 3. La Zona 3 è caratterizzata da una bassa sismicità, che però in particolari contesti geologici può vedere amplificati i propri effetti implicando un rischio sismico maggiore. Ciò spiega il motivo per il quale si è emersa l’esigenza di inserire nel Piano Soccorso Rischio Sismico anche un affondo sulla provincia di Cremona. Per approfondimenti sulla pericolosità sismica del territorio cremonese si rimanda

51 al Piano del Rischio sismico 2016 (https://www.provincia.cremona.it/territ/?view=Pagina&id=5709). Si segnala che per informazioni speditive in merito agli studi di Microzonazione Sismica e CLE si rimanda ai risultati ottenuti dall’indagine sullo stato della pianificazione trattata al paragrafo 4.2.1 Indagine sulla Pianificazione di protezione civile comunale. Al momento non sono disponibili dati sufficienti per ulteriori approfondimenti.

Prendendo come riferimento il Comune di Cremona, in qualità di capoluogo di Provincia, per la ricostruzione storica degli eventi sismici che ne hanno interessato il territorio è stato utilizzato il Database Macrosismico Italiano (DBMI15) redatto dall’INGV (Fonte: Rovida A., Locati M., Camassi R., Lolli B., Gasperini P. (2019). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15), versione 2.0. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.13127/CPTI/CPTI15.2). Il Database fornisce un set di dati di intensità macrosismica relativo ai terremoti italiani aggiornato alla finestra temporale 1000-2017. Il grafico di seguito riportato rappresenta l’intensità di tutti i terremoti catalogati nel Database riferiti all’area di Cremona.

Figura 37. Area di Cremona - Intensità dei terremoti dall’anno 1000 al 2017. Fonte: DBMI15 – INGV, 2019.

Nella tabella seguente viene invece riportata l’estrazione degli eventi sismici registrati più recentemente, e precisamente dal 1900 al 2017, con relative intensità epicentrale e magnitudo, di cui il territorio dell’area di Cremona ha risentito.

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INTENSITA' DATA ORA AREA EPICENTRALE MAGNITUDO EPICENTRALE 30 10 1901 14 49 Garda occidentale 7-8 5,44 10 06 1904 11 15 Frignano 6 4,82 25 08 1906 03 11 Parmense 5 4,25 25 04 1907 04 52 Veronese 6 4,79 13 01 1909 00 45 Emilia-Romagna orientale 6-7 5,36 23 01 1910 01 50 Piacentino 5 4,39 01 10 1912 18 10 Piacenza 4 3,7 25 11 1913 20 55 Appennino parmense 4-5 4,65 07 12 1913 01 28 Valle Scrivia 5 4,57 27 10 1914 09 22 Lucchesia 7 5,63 07 09 1920 05 55 Garfagnana 10 6,53 19 04 1929 04 16 Bolognese 6-7 5,13 20 04 1929 01 10 Bolognese 7 5,36 22 04 1929 08 26 Bolognese 6-7 5,1 11 05 1929 19 23 Bolognese 6-7 5,29 18 10 1936 03 10 Alpago Cansiglio 9 6,06 15 05 1951 22 54 Lodigiano 6-7 5,17 23 03 1960 23 10 Vallese 7 5 15 07 1971 01 33 Parmense 8 5,51 25 19 1972 21 56 Appennino settentrionale 5 4,87 06 05 1976 20 00 Friuli 9-10 6,45 09 02 1979 14 44 Bergamasco 6 4,78 23 12 1980 12 01 Piacentino 6-7 4,57 09 11 1983 16 29 Parmense 6-7 5,04 06 12 1986 17 07 Ferrarese 6 4,43 31 10 1991 09 31 Emilia occidentale 5 4,33 15 10 1996 09 55 Pianura emiliana 7 5,38 26 03 1998 16 26 Appennino umbro-marchigiano / 5,26 18 06 2000 07 42 Pianura emiliana 5-6 4,4 24 11 2004 22 59 Garda occidentale 7-8 4,99 23 12 2008 15 24 Parmense 6-7 5,36 17 07 2011 18 30 Pianura lombardo-veneta 5 4,79 Tabella 24. Area di Cremona – Eventi sismici dall’anno 1000 al 2017. Fonte: DBMI15 – INGV, 2019.

53 2.1.1 Terremoti recenti

Prendendo come riferimento l’arco temporale 1986 – 2020, si constata come si sono avuti ben 24 terremoti registrati dalla Rete Sismica INGV-CNT (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Centro Nazionale Terremoti) che hanno avuto epicentro nel territorio cremonese: si tratta di eventi sismici con magnitudo comprese tra 2,0 e 3,4 e profondità ipocentrali variabili da pochi km ad alcune decine di km (fonte dati: INGV – Progetto ISIDe - “Italian Seismic Instrumental and parametric Data- basE”). Il territorio cremonese è stato inoltre recentemente interessato da due eventi sismici che, nonostante gli ipocentri degli stessi fossero localizzati al di fuori del territorio provinciale, hanno determinato danni ad edifici situati in comuni cremonesi.

Legenda Eventi sismici 1985-2019 Magnitudo 1,5 < M < 2,0 2,1 < M < 2,5 2,6 < M < 3,0 3,1 < M < 3,5

Figura 38. Eventi sismici avvenuti in territorio cremonese tra gli anni 1985 e 2019. Fonte: INGV – Progetto ISIDe.

Evento sismico del 24 novembre 2004 Salò - Lago di Garda (BS) alle ore 23.59 ora locale un evento sismico di magnitudo 5.2 (MW = 5.0), profondità stimata fra i 5 e 10 km ed epicentro a circa 3 km da Toscolano Maderno (BS) ha colpito la riva sinistra del Lago di Garda (al confine tra le province di Brescia, Trento e Verona. L’evento principale è stato poi seguito da alcune piccole repliche non avvertite dalla popolazione.

A seguito di tale evento sismico, nonostante la relativa distanza e la magnitudo certamente non particolarmente elevata, diversi comuni del territorio cremonese hanno segnalato ed hanno visto riconosciuti danni ad edifici; nello specifico i comuni cha hanno riportato danni sono i seguenti:

54 - Acquanegra Cremonese (fraz. Fengo) - Bordolano - Casalmaggiore (fraz. Quattrocase) - Casteldidone - Grumello Cremonese ed Uniti - Motta Baluffi - Rivarolo del Re (fraz. Brugnolo) - San Daniele Po - San Giovanni in Croce - Scandolara Ravara (compresa fraz. Castelponzone) - Stagno Lombardo - Tornata

Va notato come i danni abbiano sostanzialmente riguardato edifici storici e, in particolare, antichi edifici di culto.

Evento sismico del 29 maggio 2012 – Pianura Padana Alle ore 09.03 ora locale un evento sismico di magnitudo 5.9 (MW = 5.96), profondità stimata intorno agli 8,1 km ed epicentro nella zona di Medolla e Cavezzo (MO) ha colpito la pianura padana emiliana compresa tra le province di Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Bologna. L’evento è stato seguito, sempre nello stesso giorno, da altre tre scosse di rilevante intensità, cui ha poi fatto seguito un lungo sciame sismico contraddistinto anche da scosse di forte intensità (es. 3 giugno). Il terremoto del 29 maggio era stato preceduto da una forte scossa, sempre di magnitudo 5.9 (MW = 6.11,) avvenuta alle ore 04.03 ora locale del 20 maggio. Tali eventi rientrano in quello più ampio che viene definito come “Terremoto dell’Emilia” (2012), che ha causato ingenti danni, soprattutto nella pianura padana emiliana (ma anche nella parte lombarda, mantovana in particolare), e decine di morti.

A seguito di tale evento anche il territorio cremonese ha segnalato danni ad edifici nei seguenti comuni:

- Casalmaggiore - Casteldidone - Cicognolo - Piadena - Robecco d’Oglio - San Daniele Po - Soncino

Anche in questo caso i danni hanno riguardato edifici storici e di culto.

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Figura 39. Comuni che hanno segnalato danni ad edifici a seguito del sisma del 2004. (in viola la Macroarea Soncinese, in azzurro i comuni colpiti dal sisma).

Figura 40. Comuni che hanno segnalato danni ad edifici a seguito del sisma del 29 maggio 2012. (in viola la Macroarea Soncinese, in azzurro i comuni colpiti dal sisma).

56 2.2.2 “Case study”: la pericolosità sismica nell’area soncinese

Dal 2004 la Provincia di Cremona si è dotata di una pianificazione di protezione civile specifica per il rischio sismico, a seguito dell’OPCM n. 3274/2003 (recepita dalla Regione Lombardia con DGR n. 14964/2003). Il “Piano di Emergenza Provinciale ed Intercomunale per il rischio sismico” del 2004 riguardava i soli quattro comuni cremonesi classificati in Zona sismica 2 (rispettivamente: Casaletto di Sopra, Romanengo, Soncino e Ticengo) mentre i restanti centoundici comuni cremonesi, ricadenti in Zona sismica 4, non erano oggetti di pianificazione. Tale pianificazione aveva la finalità di individuare, limitatamente a quell’ambito territoriale, gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta ad un’emergenza sismica che lo avesse colpito, definendo contestualmente anche un idoneo modello di intervento. Successivamente la DGR dell’11/07/2014 – n. X/2129 (in vigore dal 10 aprile 2016) ha aggiornato la classificazione sismica del territorio regionale, con la conseguenza che tutti i comuni della provincia di Cremona sono risultati ricadere in Zona sismica 3, modificando in maniera sensibile la precedente classificazione (vedi Fig. 41).

Figura 41. Confronto tra le due differenti classificazioni sismiche della Regione Lombardia: 2003 a sx. e 2014 a dx.

L’approvazione della nuova classificazione regionale (basata sull’OPCM n. 3519/2006) ha determinato la necessità di redigere una pianificazione provinciale che riguardasse tutti i comuni del territorio cremonese e non più solamente i quattro precedentemente considerati. A fronte della nuova zonazione sismica, omogenea ed indistinta per tutto il territorio provinciale (Zona sismica 3), da parte dell’amministrazione provinciale è stata attuata la scelta di predisporre una pianificazione in cui potessero venire definite delle macroaree omogenee, tra loro distinte, che consentissero una migliore gestione delle conseguenze di un possibile sisma impattante il territorio provinciale (rif. “Piano provinciale di emergenza di protezione civile per il rischio sismico” approvato con Delibera del Consiglio n. 41 del 04/11/2016). L’identificazione di tali macroaree è stata realizzata integrando e facendo sintesi di dati di natura geologica e di dati relativi all’organizzazione amministrativa del territorio, così da poter definire un “modello di intervento” il più possibile efficace. Per poter operare la suddivisione territoriale in macroaree sono stati presi in considerazione i seguenti due criteri: 1) Criteri di carattere geologico – valutazioni di dettaglio della pericolosità sismica esistente; 2) Criteri di carattere amministrativo e di soccorso – valutazioni sulle gestioni amministrative presenti.

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1) Criteri di carattere geologico: sono stati considerati i seguenti dati ed informazioni derivanti dalla ricerca scientifica e noti in letteratura (es. sismicità storica, sorgenti sismogenetiche ecc…):

a) I dati storici riportati dal Database Macrosismico Italiano (DBMI11 – 2011, a cura dell’INGV), che contiene dati di intensità relativi a 1681 sismi avvenuti tra l’anno 1000 ed il 2006, attestano che i terremoti significativi che hanno interessato il territorio cremonese sono stati almeno 52. La Tab. 25 riporta un estratto del DBMI11 nella quale figurano gli eventi con intensità macrosismica di sito IMCS ≥ 4 relativi al territorio provinciale, con indicata: la località del sisma, la sua intensità espressa sia nei termini della Magnitudo momento (Mw) che della sua Intensità (Scala Mercalli- Cancani-Sieberg); in essa sono stati evidenziati i due sismi maggiormente significativi per il territorio cremonese: l’evento del 3 gennaio 1117 (è il più forte sisma avvenuto in Pianura Padana) responsabile di ingenti e diffusi danni, tra cui anche del crollo del Duomo di Cremona allora in costruzione e l’evento sismico del 12 maggio 1802, responsabile di ingenti danni nell’area soncinese (con fenomeni di liquefazione di depositi fini attestati proprio nella zona soncinese). In generale si ritiene che il territorio cremonese potrebbe essere interessato da eventi sismici la cui magnitudo massima potrebbe raggiungere il valore di Mw = 6,60 (rif. Zonazione sismogenetica ZS9 – vedi oltre).

Data I Località Mw (aa/mm/gg/hh:mm) [MCS] 1117 01 03 15:15 Veronese 6.69 ±0.20 8 1280 01 25 Val Padana 4.51 ±0.34 5-6 1522 10 05 00:10 Pianura Padana 4.80 ±0.54 4 1653 04 19 04:40 Pianura Padana 4.30 ±0.72 5 1786 04 07 00:25 Pianura Padana 5.05 ±0.56 4 1799 05 29 19:00 CASTENEDOLO 5.01 ±0.51 5 1802 05 12 09:00 VALLE DELL’OGLIO (Orzinuovi) 5.64 ±0.22 5 1829 09 06 19:30 CREMONA 4.51 ±0.34 6-7 1832 03 13 03:30 Reggiano 5.53 ±0.18 6 1885 02 26 20:48 SCANDIANO 5.19 ±0.15 4 1891 06 07 01:06:14 Valle d'Illasi 5.86 ±0.06 5 1901 10 30 14:49:58 Salò 5.70 ±0.10 4 1909 01 13 00:45 BASSA PADANA 5.53 ±0.09 4 1951 05 15 22:54 LODIGIANO 5.39 ±0.14 6 1971 07 15 01:33:23 Parmense 5.64 ±0.09 5 1979 02 09 14:44:17 CAPRIATE S. GERVASIO 4.85 ±0.13 4 1980 12 23 12:01:06 Piacentino 4.60 ±0.09 5 1983 11 09 16:29:52 Parmense 5.06 ±0.09 4-5 1991 10 31 09:31:18 Parmense 4.45 ±0.14 4 1996 10 15 09:56:02 Correggio 5.41 ±0.09 4-5 2004 11 24 22:59:38 Lago di Garda (Salò) 5.06 ±0.09

Tabella 25. Eventi sismici con IMCS ≥ 4 che hanno colpito il territorio cremonese a partire dall’anno 1000. Fonte dati: DBMI11.

b) Si è considerata la distribuzione dei valori attesi di ag riportati dalla Mappa di Pericolosità Sismica di riferimento per il territorio nazionale (rif. OPCM PCM n. 3519/2006 che ha approvato la mappa di pericolosità sismica in base all’accelerazione massima del suolo con eccedenza del 10% in 50 anni calcolata su suoli rigidi – vedi Figura 42).

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Figura 42. Particolare della Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale.

Analizzando nel dettaglio la distribuzione dei valori di ag sul territorio cremonese si può constatare che esistono delle differenze tra i vari comuni, con ag che nel territorio cremonese presenta la seguente variabilità: 0,065 < ag < 0.125 (vedi Fig. 43). Si osservano trend crescenti di ag muovendosi verso N/Nord-Est e, in particolare, si riscontra come i valori maggiori ricadono sostanzialmente in corrispondenza dell’areale dei quattro comuni classificati in Zona sismica 2 dalla precedente normativa. Debole trend di crescita di ag è inoltre presente anche nella porzione centro-meridionale muovendosi verso Sud/Sud-Ovest (seppure con minore evidenza).

Figura 43. Mappa della distribuzione dei valori di ag nel territorio cremonese(Fonte: INGV).

59 c) Secondo il quadro conoscitivo fornito dalla Zonazione sismogenetica ZS9 (rif. Progetto ZS9 - INGV 2004) il territorio provinciale è prossimo alle seguenti sorgenti sismogenetiche: Zona Sismogenetica 907 (Bergamasco), Zona Sismogenetica 906 (Garda Veronese), Zona Sismogenetica 913 (Appennino Emiliano Romagnolo) e Zona Sismogenetica 911 (Tortona- Bobbio - vedi Figura 44). In tale quadro la convergenza tra la placca Adria e la placca europea risulta essere il principale meccanismo responsabile della tettonica attiva in Italia settentrionale e il territorio della Provincia di Cremona si colloca in posizione di “cerniera” tra le sorgenti sismogenetiche dell’arco alpino (a N) e quelle della catena appenninica (a S).

Figura 44. Le zone sismogenetiche ZS9 limitrofe al territorio provinciale cremonese. Fonte: INGV – Progetto ZS9 - 2004.

Il Progetto ZS9 ha definito, per ognuna delle sorgenti sismogenetiche da questo individuate, la profondità media dei terremoti (stimata), il meccanismo di fagliazione prevalente e la sismicità caratteristica; nello specifico del nostro territorio, sono le seguenti: - Zona sismogenetica 907: zona legata alla convergenza tra la placca tettonica “Adria” e la placca tettonica “Southern Alps” con meccanismi misti di strutture a pieghe Sud-vergenti e faglie inverse associate (thrusts prevalenti); i terremoti storici non hanno raggiunto valori superiori a M > 6; il valore massimo rilevato è pari a Md = 4,2; le zone ipocentrali si verificano generalmente a profondità comprese tra 5 e 8 Km con profondità efficace di 8 km; nella Zona Sismogenetica 907 è previsto, sulla base dei meccanismi focali, un valore di massima magnitudo pari a Mwmax = 6,14. È la zona sismogenetica più prossima al territorio provinciale. - Zona sismogenetica 906: zona legata alla convergenza tra la placca tettonica “Adria” e la placca tettonica “Southern Alps” con strutture a pieghe Sud-vergenti e faglie inverse associate (thrusts prevalenti); i terremoti storici hanno raggiunto valori superiori a M > 6; il valore massimo rilevato è pari a Md = 4,7; le zone ipocentrali si verificano generalmente a profondità comprese tra 5 e 8 km

60 con profondità efficace di 8 km; nella Zona Sismogenetica 906 è previsto, sulla base dei meccanismi focali, un valore di massima magnitudo pari a Mwmax = 6,60. - Zona sismogenetica 913: zona legata allo sprofondamento passivo della litosfera adriatica (placca tettonica “Adria”) sotto il sistema di catena nell’Arco Appenninico Settentrionale (placca tettonica “Northern Apenninic Arc”) con cinematismi attesi di sovrascorrimenti e faglie trascorrenti aventi assi SW-NE; i terremoti storici raramente hanno raggiunto valori molto elevati di magnitudo; la massima magnitudo rilevata è Md = 4,8; le zone ipocentrali si verificano generalmente a profondità comprese tra 12 e 20 Km con profondità efficace di 13 km; nella Zona Sismogenetica 913 è previsto, sulla base dei meccanismi focali, un valore di massima magnitudo pari a Mwmax = 6,14. - Zona sismogenetica 911: zona di trasferimento Alpi-Appennino e Mar Ligure con cinematismi attesi di faglie trascorrenti sinistre in strutture crostali superficiali e sovrascorrimenti in quelle più profonde; i terremoti storici hanno raggiunto il valore massimo pari a Md = 4,1; le zone ipocentrali si verificano generalmente a profondità comprese tra 8 e 12 Km con profondità efficace di 8 km; nella Zona Sismogenetica 911 è previsto, sulla base dei meccanismi focali, un valore di massima magnitudo pari a Mwmax = 6,14.

Dette sorgenti sismogenetiche rappresentano pertanto degli aereali in cui risulterebbero potenzialmente localizzati gli ipocentri di eventi sismici che potrebbero poi coinvolgere in varia misura il territorio cremonese.

Si osserva infine come proprio a partire dalla zonazione sismogenetica effettuata dal Progetto ZS9 è stata costruita la mappa di pericolosità sismica nazionale (vedi punto b) e, di conseguenza, la distribuzione dei valori di ag sul territorio provinciale (come su quello nazionale) risente proprio di tale zonazione.

d) Sono state prese in considerazione le potenziali sorgenti sismogenetiche note presenti nel sottosuolo cremonese e nel suo immediato intorno (rif. Progetto DIIS - vedi Fig. 44). A partire dal 2000 l’INGV mediante il Progetto DISS (Database of Individual Seismogenic Sources) ha realizzato un database che contiene dati relativi alle “sorgenti sismogenetiche individuali” ritenute responsabili di eventi sismici di magnitudo ≥ 5.5. Il database utilizzato (v. 3.2.0 – 06/2015) contiene 126 sorgenti sismogenetiche singole, 167 sorgenti sismogenetiche composite derivate da una combinazione di informazioni geologiche, geofisiche, storiche e strumentali. Esso integra il quadro conoscitivo fornito dalla Zonazione sismogenetica ZS9.

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Figura 45. Sorgenti sismogenetiche individuali e singole presenti nel territorio provinciale cremonese. Fonte: INGV – Progetto DISS.

In territorio provinciale (e nel suo immediato intorno) risultano essere complessivamente presenti le seguenti sorgenti sismogenetiche individuali/composite: - Sorgente ITCS002 “Western S-Alps external thrust deep”: si tratta di una sorgente sismogenetica composita sudvergente, situata tra 6,0 e 13,0 km di profondità; è la più profonda e più grande delle strutture esterne. Il suo grado di scorrimento è stato desunto dai dati geodinamici regionali (0,1-0,5 mm/a), mentre la magnitudo massima è stata desunta da dati sismologici regionali (Mw 6.0). - Sorgente ITCS044 “Portalbera-Cremona”: si tratta di una sorgente sismogenetica composita nordvergente, situata tra 2,0 e 7,0 km di profondità; fa parte del fronte di spinta dell’Appennino settentrionale. Essa segna la cessazione verso Nord della sismogenesi appenninica. Il suo grado di scorrimento è stato desunto dai dati geodinamici regionali (0,48-0,54 mm/a), mentre la magnitudo massima è stata desunta da dati sismologici regionali (Mw 5.5). - Sorgente ITCS072 “Capriano-Castenedolo back-thrust”: si tratta di una sorgente sismogenetica composita nordvergente, situata tra 1,0 e 6,0 km di profondità, fa parte del fronte più meridionale ed esterno del thrust sudvergente del sistema alpino lombardo meridionale. Il suo grado di scorrimento è stato desunto dai dati geodinamici regionali (0,1-0,5 mm/a), mentre la magnitudo massima è stata desunta da dati sismologici regionali (Mw 6.0). È localizzata in un’area immediatamente confinante col territorio cremonese. - Sorgente ITCS112 “Piadena”: si tratta di una sorgente sismogenetica nordvergente posta nel centro della Pianura Padana, situata tra 2,5 e 6,0 km di profondità. Rappresenta una delle due strutture più isolate ed esterne delle strutture compressionali dell’Appennino settentrionale. Tale struttura sarebbe stata attiva anche in tempi geologicamente recenti (< 450.000 anni). Nonostante ciò va segnalata l’assenza di un riscontro di tale attività nella sismicità storica e strumentale. Il suo grado di scorrimento è stato desunto dai dati geodinamici regionali (0,23-0,91 mm/a), mentre la magnitudo massima è stata desunta da dati sismologici regionali (Mw 5.5). - Sorgente ITCS115 “Western S-Alps external thrust shallow-west”: si tratta di una sorgente sismogenetica composita sudvergente, situata tra 2,0 e 6,0 km di profondità; è la più occidentale

62 e la più grande delle due strutture superficiali (vedi Sorgente ITCS116). Il suo grado di scorrimento è stato desunto dai dati geodinamici regionali (0,1-0,5 mm/a), mentre la magnitudo massima è stata desunta da dati sismologici regionali (Mw 6.0). Al suo interno è localizzata anche la sorgente sismogenetica individuale responsabile terremoto del 12 maggio 1802 nella Valle dell'Oglio (vedi Sorgente ITIS104). - Sorgente ITCS116 “Western S-Alps external thrust shallow-east”: si tratta di una sorgente sismogenetica composita sudvergente, situata tra 2,5 e 5,5 km di profondità; fa parte del fronte di spina più meridionale ed esterno, sepolto nella pianura, del sistema alpino meridionale. È la più orientale e piccola delle due strutture superficiali (vedi Sorgente ITCS115). Il suo grado di scorrimento è stato desunto dai dati geodinamici regionali (0,1-0,5 mm/a), mentre la magnitudo massima è stata desunta da dati sismologici regionali (Mw 5.5). È localizzata in un’area esterna al territorio cremonese. - Sorgente ITIS104 “Romanengo”: si tratta della solo sorgente sismogenetica individuale localizzata nel sottosuolo cremonese. È situata tra 2,5 e 4,7 km di profondità ed appartiene al sistema di spinta lombardo; rappresenta la sorgente più meridionale del fronte di compressione della catena alpina attivo che si scontra con i fronti di deformazione appenninici sepolti (vedi Fig. 46). È stata indicata come la responsabile terremoto del 12 maggio 1802 nella Valle dell'Oglio (Soncino – Orzinuovi). La magnitudo massima ad essa attribuita è ripresa dal catalogo dei terremoti storici CPTI04 (Mw 5.7). La stima dei tempi di ritorno degli eventi sismici per questa sorgente fornisce un arco temporale compreso tra 1.000 e 5.000 anni.

A differenza degli ipocentri di eventi sismici determinati dalle sorgenti sismogenetiche definite dalla Zonazione sismogenetica ZS9, gli ipocentri di eventi tellurici determinati dalle sorgenti sismogenetiche definite dal DISS sopra descritte, risulterebbero pertanto localizzati nel sottosuolo cremonese o in immediata prossimità ad esso.

2) Criteri di carattere amministrativo e di soccorso: in particolare sono state censite le modalità di gestione amministrativa in essere sul territorio (es. gestione associata dei servizi ecc.); in particolare, sono state prese in considerazione le GAO (Gestione Associata Servizi) e le unioni dei Comuni esistenti (anni 2014-2015). In tal modo si è cercato di definire aree amministrativamente omogenee, il più possibile conglobanti comuni in una qualche misura amministrativamente collegati. Sono state contemporaneamente considerate anche le suddivisioni esistenti in ordine alla gestione del soccorso, in particolare le diverse competenze delle Forze dell'Ordine, le competenze del 118 ed i distretti sanitari.

A partire da questo set di informazioni tra loro molto differenti, avendo come obiettivo principale quello di redigere una pianificazione funzionale alla gestione «ottimale» di eventi sismici che potrebbero colpire il territorio, sono state individuate quattro distinte macroaree che tengono conto sia dei dati di natura geologica e sismica sia di quelli di natura amministrativa - gestionale (vedi Figure 46 e 47).

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Figura 46. Le macroaree individuate dal “Piano provinciale di emergenza per il rischio sismico” (2016).

Figura 47. Le quattro macroaree individuate nel presente piano (dati popolazione: ISTAT 2015); i colori indicano le aggregazioni funzionali.

Delle quattro macroaree identificate dal piano (area: “Cremasca”, “Soncinese”, “Cremonese” e “Casalasca”) la “Soncinese” è quella che, come di seguito più dettagliatamente illustrato, presenta la maggiore pericolosità sismica potenziale all’interno del territorio provinciale, considerando globalmente: distribuzione dei valori di ag, sismicità storica, segnalazione di sorgenti sismogenetiche.

“Macroarea Soncinese”: dati salienti 64 La “Macroarea Soncinese” comprende 25 comuni per un totale di 64.268 persone (dati ISTAT al 31 dicembre 2015); quattro dei 25 comuni risultavano precedentemente classificati in Zona sismica 2 (comuni in barrato diagonale rosso in Fig. 48: Casaletto di Sopra, Romanengo, Soncino e Ticengo).

Figura 48. La “Macroarea soncinese”: i comuni e l’area ex-Zona simica 2 (barrato diagonale rosso).

Sulla base dei dati precedentemente esposti, dal punto di vista geologico la macroarea risulta così caratterizzata: • Valori di ag: risultano essere variabili da un minimo di 0,0797 (nel Comune di Castelleone, a SW) al valore massimo pari a 0,1222 (nel Comune di Soncino, a NE): quest’ultimo valore rappresenta il più elevato ricadente su tutto il territorio cremonese (vedi Fig. 50). • Zonazione sismogenetica ZS9: l’area è connotata dall’essere lambita dalla Zona ZS9 n° 907 “Bergamasco” (vedi Fig. 50). • Sorgenti sismogenetiche individuate nel sottosuolo (DISS – vedi Fig. 51): - sorgente sismogenetica composita ITCS002 “Western S-Alps external thrust deep” - sorgente sismogenetica composita ITCS115 “Western S-Alps external thrust shallow-west” - sorgente sismogenetica individuale ITIS104 “Romanengo”. Quest’ultima è indicata come responsabile del sisma del 1802. NB: risultano individuate in prossimità dell’area anche le sorgenti sismogenetiche composite ITCS072 ““Capriano-Castenedolo back-thrust”” ed ITCS116 “Western S-Alps external thrust shallow-east”). • Sulla base delle diverse sorgenti sismogenetiche nell’area è previsto un valore di massima magnitudo pari a Mwmax = 6,14 ed Imax pari ad 8 (da: CPTI11).

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Figura 49. “Macroarea soncinese”: valori di ag e Zonazione ZS9.

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Figura 50. “Macroarea soncinese”: sorgenti sismogenetiche (fonte: DISS) e localizzazione eventi sismici. Fonte: DBMI11.

Il contesto geologico della macroarea risulta pertanto connotato da: forte prossimità ad una delle zone sismogenetiche definite dal progetto di Zonazione sismogenetica ZS9 dell’INGV, da cui derivano i maggiori valori di ag di tutto il territorio provinciale. Nel suo sottosuolo risultano presenti numerose sorgenti sismogenetiche identificate dal progetto DISS dell’INGV, tra cui la sorgente sismogenetica singola che sarebbe responsabile del forte evento sismico del 12 maggio 1.802. Tale terremoto ha interessato almeno una ventina di paesi (tra cui: Soncino, Casaletto di Sopra, Romanengo e Ticengo) e prodotto danni significativi, con crolli di chiese ed abitazioni, segnalazione di diversi feriti (non è certa la presenza di deceduti); danni vennero segnalati anche a Crema. Contestualmente al terremoto vennero segnalati fenomeni di liquefazione e fagliazione superficiali dei terreni.

Considerando l’insieme di tali informazioni si ritiene che la “Macroarea soncinese” presenti una pericolosità sismica potenziale più rilevante (almeno in linea teorica) rispetto alle rimanenti tre macroaeree, ponendola quindi in situazione di maggiore possibile criticità.

67 Capitolo 3 – Vulnerabilità ed esposizione

3.1 Vie di comunicazione – approfondimento sull’area soncinese

Nel contesto dell’affondo che si ritiene opportuno operare sulla provincia di Cremona, viene inserita questo specifico allegato, contenente analisi di approfondimento e tabelle, riguardante la porzione Nord- orientale del territorio cremonese. Coerentemente con quanto indicato nel paragrafo 2.2.2 “Case study”: la pericolosità sismica nell’area soncinese, che individua nella macroarea Soncinese una pericolosità sismica potenziale più rilevante rispetto ad altre porzioni del territorio provinciale, si ritiene opportuno sviluppare su di essa, individuando al suo interno un areale ulteriormente ridotto rispetto ai confini della macroarea, un focus di approfondimento riguardante specificamente la tematica delle Infrastrutture Critiche. Tali analisi vogliono fungere da linee guida per gli enti locali del territorio, che potranno applicare detta metodologia nella pianificazione di loro competenza. Per questo motivo si è deciso di operare a due differenti scale. Alla scala vasta, con il fondamentale contributo dei Gestori aderenti al Protocollo d’intesa, vengono segnalate e, dove possibile, approfondite le criticità infrastrutturali che hanno ricadute a livello regionale (cfr. 3.2 Infrastrutture Critiche (IC) del documento ALLEGATO 2 - ORGANIZZAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE E ELEMENTI CONOSCITIVI DEL TERRITORIO - Relazione); alla scala locale (area focus Soncinese), sono identificate e censite le infrastrutture fondamentali per la mobilità della zona, fornendo, come esito dell’analisi e output, un servizio di mappa dedicato e delle tabelle aventi ruolo di appendice e approfondimento locale rispetto a quelle di scala vasta.

3.1.1 Area di interesse

• Punto di partenza L’obiettivo è quello di operare un approfondimento sui quattro comuni della provincia di Cremona precedentemente classificati in Zona sismica 2 (DGR n. 14964/2003), che sono stati riclassificati in Zona sismica 3 (DGR n. 2129/2014), come tutta la provincia: Casaletto di Sopra, Romanengo, Soncino e Ticengo, che rappresentano la core area dei comuni dell’area focus. A prescindere dalla riclassificazione operata, che colloca ora in Zona sismica 3 tutto il territorio cremonese, l’area “Soncinese” è quella che presenta la maggiore pericolosità sismica potenziale all’interno del territorio provinciale, considerando globalmente la distribuzione dei valori di ag

68 (accelerazione orizzontale massima attesa), la sismicità storica, la segnalazione di sorgenti sismogenetiche.

• Definizione dell’area focus Soncinese Area estesa formata da diciassette municipalità. Ai quattro comuni sopra elencati, si aggiungono Camisano, Casale Cremasco-Vidolasco, Crema, Cumignano sul Naviglio, Fiesco, Genivolta, Izano, Offanengo, Pianengo, Ricengo, Salvirola, Sergnano e Trigolo, collocati nell’immediato intorno della core area.

Fattori che hanno determinato la definizione di tale areale: - Fattori geologici e sismici: microsismicità crescente procedendo in direzione Nord/Nord-Est del territorio provinciale. - Criteri di continuità territoriale: necessità di definire, attorno ai 4 comuni della core area, un areale continuo e omogeneo in grado di includere anche il comune di Crema, che, pur essendo esterno alla Macroarea Soncinese, rappresenta un fondamentale riferimento (territoriale, amministrativo, economico, funzionale) anche per le municipalità del Soncinese. - Considerazioni amministrative: presenza di rapporti amministrativi consolidati, soprattutto in ordine alla gestione dei soccorsi, alle Forze dell’Ordine, ai distretti sanitari. - Considerazioni infrastrutturali: “continuità infrastrutturale” legata ai principali assi della viabilità locale e sovralocale.

• Aspetti geografici rilevanti L’area focus Soncinese occupa una superficie totalmente pianeggiante di circa 240 kmq, la cui popolazione complessiva ammonta a poco più di 70.000 abitanti (di cui quasi la metà ospitati nella sola municipalità di Crema). L’intero territorio provinciale cremonese si caratterizza per la presenza di un fitto reticolo idrico, che ne definisce anche buona parte dei confini amministrativi, disegnati a Ovest/Sud-Ovest dal fiume Adda, a est dal Fiume Oglio e a Sud dal Fiume Po. Similmente, il tema dell’acqua rappresenta una costante anche dell’area focus Soncinese, che, oltre ad essere delimitata ad est dalla presenza del Fiume Oglio e ad Ovest dal tracciato del Fiume Serio, si contraddistingue per la presenza fitta e ramificata, nelle sue porzioni orientali e meridionali, di canali artificiali aventi sia scopi irrigui che di alleggerimento della pressione sui fiumi principali in caso di rischio di esondazione. Tali corpi idrici (Canale Vacchelli, Naviglio Civico di Cremona, Naviglio Grande Pallavicino, Naviglio Nuovo Pallavicino) hanno talvolta sezioni e portata d’acqua tutt’altro che trascurabili e si trovano spesso ad intersecare il tracciato della magliatura stradale principale, che li può oltrepassare con l’ausilio di manufatti che possono diventare fattori di vulnerabilità al verificarsi di eventi sismici. Risulta pertanto fondamentale, nel contesto di un approfondimento sulle Infrastrutture Critiche dell’area, considerare lo stato di salute di tali manufatti, valutando la loro localizzazione sulle direttrici principali della mobilità e il tipo di intersezione che interessano. Conoscere le modalità di gestione e funzionamento dei canali artificiali, le possibilità di intervento e i tempi di risposta risulta altresì fondamentale per far fronte ad eventuali criticità emergenti in uno scenario post-sismico e per pianificare la fornitura dei soccorsi. Marginale, invece, la presenza del Serio Morto, facente parte del sistema idrico minore e costituito perlopiù da tronconi visibili, equiparabili a piccole rogge, che non sembrano interferire in maniera significativa con la rete stradale e ferroviaria della zona.

3.1.2 Analisi delle infrastrutture: accessibilità e criticità

69 • Aeroporti, eliporti e aviosuperfici Nessun aeroporto è presente all’interno dell’area focus Soncinese. Tuttavia, in un’ottica di pianificazione e gestione dei soccorsi della fase post-sisma, risulta utile inquadrare la localizzazione dell’area in un contesto più vasto, che tenga conto della sua prossimità con alcuni aeroporti di rilievo nazionale ed internazionale e della possibilità di raggiungere questi ultimi attraverso la rete stradale principale presente nell’area focus.

Nel dettaglio: - Aeroporto civile "Il Caravaggio" di Bergamo Orio al Serio. Situato verso Nord, risulta essere il più importante per rilevanza e facilità di collegamento; raggiungibile attraverso la SP 498 “Soncinese” – dir. Bergamo (circa 45 km, prendendo come punto di riferimento il comune di Soncino) o il tratto Nord-cremasco della SP 591 “Cremasca” – dir. Bergamo (circa 40 km, prendendo come punto di riferimento il comune di Crema). - Aeroporto civile "E. Forlanini" di Milano Linate. Situato verso Ovest, distante circa 40 km dal comune di Crema, risulta raggiungibile facilmente attraverso la SP 415 “Paullese” o, in alternativa, l’autostrada A35 Brebemi. - Aeroporto civile "D'Annunzio" di Brescia – Montichiari. Situato verso est, dista circa 40 km dal comune di Soncino, dal quale può essere raggiunto attraverso la SP 235 “di Orzinuovi” in combinazione con la SP 668 in territorio bresciano.

Esternamente all’area focus, in prossimità del capoluogo, si rileva la presenza del piccolo aeroporto di Cremona – Migliaro, distante circa 30 km dal comune di Soncino e da esso raggiungibile attraverso la SP 498 “Soncinese” – dir. Cremona (in alternativa, da Crema, attraverso la SP 415 “Paullese”), ordinariamente destinato ai soli aeromobili da turismo. Nonostante la proprietà privata della struttura (Aeroporto Migliaro srl), se ne segnala la presenza, potenzialmente utile in sede emergenziale, rimandando a futuri approfondimenti la possibilità di coinvolgere il soggetto gestore.

Altre aviosuperfici o campi volo presenti nell’intorno dell’area focus: verso Ovest, i campi volo di Crespiatica (LO) e Dovera (CR), distanti circa 30 km e raggiungibili attraverso la SP 235 e la SP 415; verso Nord-Ovest, l’aviosuperficie dell’Ospedale di Treviglio (BG); verso Sud il campo volo di Castelverde (CR) e l’aviosuperficie di Acquanegra Cremonese (CR). Infine, si segnala la presenza di eliporti in corrispondenza dell’Ospedale Maggiore di Crema e dell’Ospedale di Orzinuovi (BS), quest’ultimo esterno all’area focus, ma confinante col comune di Soncino.

▪ Osservazioni e principali criticità Oltre ad essere l’aeroporto più importante della zona, quello di Bergamo Orio al Serio potrebbe risultare anche il più facilmente raggiungibile al verificarsi di eventi sismici che colpiscano l’area del cremonese e del bresciano. Il percorso diretto più agevole (SP 498, con percorso alternativo rappresentato, per il primo tratto cremasco, dalla SP 591) non rileva la presenza di ostacoli naturali (reticolo idrico principale) da oltrepassare, quantomeno nell’area di interesse. Da considerare, tuttavia, l’attraversamento obbligato delle prime municipalità della provincia di Bergamo, aventi livelli di microsismicità simili a quelli dei comuni di confine del Cremonese, quindi potenzialmente coinvolti nello scenario sismico e nei relativi danneggiamenti. Altrettanto strategica è la posizione dell’aeroporto di Milano Linate, situato a simile distanza e facilmente raggiungibile attraverso la SP 415 “Paullese” (o, in alternativa, la A35 BreBeMi), oltre ad avere il pregio di essere localizzato verso Ovest, in zone caratterizzate da microsismicità inferiore (dove quindi è meno probabile il verificarsi di un evento sismico).

70 Per il motivo opposto, e nonostante la vicinanza, l’aeroporto di Brescia Montichiari potrebbe essere meno utile ai fini dell’organizzazione dei soccorsi, data la sua localizzazione in Zona sismica 2. Infine, facilmente raggiungibile risulta essere il piccolo aeroporto di Cremona – Migliaro, sia da Soncino (attraverso la SP 498) che da Crema (attraverso la SP 415) con percorsi pressoché privi di ostacoli naturali.

▪ Nodi vulnerabili (interni all’area focus) 1) Comune di Soncino, cavalcavia SP 498 – SP 235, categoria C, travi in acciaio con soletta in c. a., luce: 26,3 (dir. Orio al Serio); ID 21 nel servizio di mappa. 2) Comune di Soncino, ponte Canale Nuovo Pallavicino – SP 498, categoria C, ponte in c. a. con spalle rigidamente connesse all’impalcato, luce: 11 (dir. Orio al Serio); ID 18 nel servizio di mappa. 3) Comune di Ricengo, cavalcavia SP 591 – SP 15 (dir. Orio al Serio); ID 26 nel servizio di mappa. 4) Comune di Crema, cavalcavia SP 52 – SP 415 (dir. Milano Linate); ID 27 nel servizio di mappa. 5) Comune di Crema, ponte Fiume Serio – SP 415, categoria C, soletta-spalle-pile in cls, travi longitudinali in acciaio, luce: 785 (dir. Milano Linate); ID 28 nel servizio di mappa. 6) Comune di Crema, cavalcavia SP 591 – SP 415, categoria C, soletta-travi-spalle in cls, luce: 17,1 (dir. Milano Linate); ID 9 nel servizio di mappa. 7) Comune di Crema, cavalcavia SP 415 – SP 43, categoria C, luce: 19 (dir. Milano Linate); ID 8 nel servizio di mappa. 8) Comune di Crema, cavalcavia SP 415 – SP 37, categoria C (dir. Milano Linate); ID 7 nel servizio di mappa. 9) Comune di Crema, cavalcavia SP 415 – via Cazzuli (dir. Milano Linate); ID 6 nel servizio di mappa. 10) Comune di Crema, cavalcavia SP 235 – SP 415, categoria C, travi metalliche, soletta-spalle-pile in cls, luce: 99,45 (dir. Milano Linate); ID 5 nel servizio di mappa. 11) Comune di Crema, cavalcavia via Milano – SP 415, categoria C, soletta-spalle-travi in cls, luce: 15 (dir. Milano Linate); ID 29 nel servizio di mappa. 12) Comune di Soncino, ponte Canale Nuovo Pallavicino – SP 498, categoria C, ponte in c. a. con spalle rigidamente connesse all’impalcato, luce: 11 (direzione Cremona – Migliaro); ID 18 nel servizio di mappa. 13) Comune di Genivolta, Canale Vacchelli – SP 498, luce > 8m (direzione Cremona – Migliaro); ID 30 nel servizio di mappa. 14) Comune di Genivolta, ponte Naviglio Grande Pallavicino – SP 498, categoria C, travi in c.a.p. accostate + soletta in cls, luce: 18 (direzione Cremona – Migliaro); ID 17 nel servizio di mappa.

• Rete ferroviaria L’unica stazione ferroviaria presente nell’area focus Soncinese è quella di Crema, collocata sulla direttrice Cremona-Treviglio (quest’ultimo, snodo ferroviario rilevante a livello regionale). La medesima direttrice risulta lambire l’area focus a Sud e a Ovest, con le vicine stazioni di Capralba, Casaletto Vaprio, Madignano, Castelleone e Soresina. Più distanti dall’area, e passanti per il capoluogo provinciale (altro snodo ferroviario importante per la zona), le linee Cremona-Brescia e Cremona-Codogno (che prosegue poi con la direttrice Codogno- Pavia).

▪ Osservazioni e principali criticità Elemento di maggiore criticità è rappresentato dal fatto che l’unico tracciato ferroviario che attraversa l’area focus, lungo l’intero tratto che collega Cremona con Treviglio, è caratterizzato

71 dalla presenza di un unico binario (con possibilità di incrocio dei treni solo in corrispondenza delle stazioni).

▪ Nodi vulnerabili (interni all’area focus) 1) Comune di Crema, sottopasso via Indipendenza – ferrovia (Cremona-Treviglio); ID 2 nel servizio di mappa. 2) Comune di Crema, sottopasso via Brescia – ferrovia (Cremona-Treviglio); ID 3 nel servizio di mappa. 3) Comune di Crema, sovrappasso ferrovia (Cremona-Treviglio) – SP 235, categoria C, soletta- spalle in cls, luce: 14,32; ID 4 nel servizio di mappa. 4) Comune di Crema, ponte Fiume Serio – ferrovia (Cremona-Treviglio), ponte giudicato adeguato e funzionale sotto il profilo idraulico e tipologico; ID 31 nel servizio di mappa. 5) Comune di Crema, stazione ferroviaria di Crema (Cremona-Treviglio); ID 48 nel servizio di mappa.

• Rete stradale Autostrade Nessun tracciato autostradale attraversa l’area focus Soncinese. Tuttavia, come già specificato nel paragrafo dedicato alle infrastrutture aeroportuali, anche sotto questo aspetto risulta utile inquadrare la localizzazione dell’area in un contesto più vasto, che tenga conto della dislocazione delle arterie autostradali dell’intorno e della possibilità di raggiungerle attraverso la rete stradale principale presente all’interno dell’area focus. L’area di studio, al pari di buona parte del territorio cremonese (dal capoluogo, a salire in direzione Nord- Ovest), risulta inclusa in un grosso triangolo, i cui lati sono rappresentati dalle 3 grandi direttrici autostradali della zona: A35 BreBeMi a Nord, A21 Torino-Piacenza-Brescia a est e A1 Milano-Napoli a Ovest e Sud.

In prossimità: - A35 BreBeMi, raggiungibile con la SP 498 (ingresso da Calcio) o la SP 591 (ingressi da Romano di Lombardia, Bariano o, più distante, Caravaggio); - A21 Torino-Piacenza-Brescia (passante dal capoluogo), raggiungibile con la SP 498 (ingressi da Cremona o Pontevico-Robecco d’Oglio) e con la SP 235, in combinazione con la SP 668 in territorio bresciano (ingresso da Manerbio). A maggiore distanza: - A1 Milano-Napoli, raggiungibile con la SP 235, passando da Lodi (e con ingresso da Lodi); - Tangenziale Est Esterna, raggiungibile con la SP 415 oppure con la SP 235, in combinazione con la SS 9 in territorio lodigiano. Rete stradale principale ▪ Assi principali (tutte Strade Provinciali, a seguito del declassamento delle SS della zona a SP) - SP ex SS 235 “di Orzinuovi”, nelle due direzioni (Crema, verso Pavia, e Orzinuovi, verso Brescia); - SP ex SS 415 “Paullese”, principale direttrice di collegamento di Crema con il capoluogo e con Milano; - SP ex SS 498 “Soncinese”, nelle due direzioni (Bergamo e Cremona); - SP ex SS 591 “Cremasca”, nelle due direzioni (Bergamo e Codogno), comprendente, oltre al tracciato storico, il troncone complementare che collega Pianengo (CR) con Mozzanica (BG). Essendo esse le direttrici principali della mobilità su gomma – indispensabili sia a collegare l’area focus con l’esterno, che a permettere gli spostamenti interni – è bene considerarle, nel loro intero tratto interno all’area focus Soncinese, come “infrastrutture critiche”, il cui danneggiamento (o

72 distruzione) pregiudicherebbe il mantenimento delle funzioni vitali della società, della salute, della sicurezza e del benessere sociale ed economico dei cittadini cui esse assolvono.

▪ Strade complementari - SP 44 Soncino – Casaletto di Sopra; - SP 63 Casaletto di Sopra – Bottaiano; - SP 64 Bottaiano – Pianengo; - SP 20 Castelleone – Casaletto di Sopra; - SP 25 Cumignano sul Naviglio – Bordolano; - SP 39 Soncino – Calcio; - SP 45 Trigolo – Ticengo. La loro rilevanza ha carattere prevalentemente locale, non equiparabile a quella degli assi principali precedentemente individuati, ma comunque utile a sostenerne la funzionalità. In situazioni ordinarie, contribuiscono ad alleggerire i flussi di traffico altrimenti elevati delle direttrici principali; in situazioni di emergenza, a fronte di possibili danneggiamenti dei percorsi privilegiati di mobilità, possono costituirne una valida alternativa.

▪ Nodi vulnerabili (interni all’area focus) 1) Comune di Crema, affiancamento ferrovia (Cremona-Treviglio) – Canale Vacchelli; ID 1 nel servizio di mappa. 2) ID 5, comune di Crema, cavalcavia SP 235 – SP 415, categoria C, travi metalliche, soletta-spalle- pile in cls, luce: 99,45; ID 5 nel servizio di mappa. 3) Comune di Crema, cavalcavia SP 415 – via Cazzuli; ID 6 nel servizio di mappa. 4) Comune di Crema, cavalcavia SP 415 – SP 37, categoria C; ID 7 nel servizio di mappa. 5) Comune di Crema, cavalcavia SP 415 – SP 43, categoria C, luce: 19; ID 8 nel servizio di mappa. 6) Comune di Crema, cavalcavia SP 591 – SP 415, categoria C, soletta-travi-spalle in cls, luce: 17,1; ID 9 nel servizio di mappa. 7) Comune di Casaletto di Sopra, ponte Naviglio Civico di Cremona – SP 44 – SP20; ID 10 nel servizio di mappa. 8) Comune di Crema, ponte Canale Vacchelli – SP 591, categoria C, travi prefabbricate su spalle in c. a., luce: 18,3; ID 1 nel servizio di mappa; ID 11 nel servizio di mappa. 9) Comune di Salvirola, ponte Canale Vacchelli – SP 20, cemento armato con impalcato su travetti accostati, luce: 19; ID 12 nel servizio di mappa. 10) Comune di Cumignano sul Naviglio, ponte Canale Vacchelli – SP 45; ID 13 nel servizio di mappa. 11) Comune di Cumignano sul Naviglio, ponte Naviglio Civico di Cremona – SP 45; ID 14 nel servizio di mappa. 12) Comune di Cumignano sul Naviglio, ponte Naviglio Grande Pallavicino – SP 25; ID 15 nel servizio di mappa. 13) Comune di Romanengo, ponte Naviglio Civico di Cremona – SP 20, categoria C, soletta in c. a. su piedritti in cls, luce: 10; ID 16 nel servizio di mappa. 14) Comune di Genivolta, ponte Naviglio Grande Pallavicino – SP 498, categoria C, travi in c.a.p. accostate + soletta in cls, luce: 18; ID 17 nel servizio di mappa. 15) Comune di Soncino, ponte Canale Nuovo Pallavicino – SP 498, categoria C, ponte in c. a. con spalle rigidamente connesse all’impalcato, luce: 11; ID 18 nel servizio di mappa. 16) Comune di Soncino, cavalcavia via Milano – SP 235, categoria C, travi in acciaio con soletta in c. a., luce: 20,1; ID 19 nel servizio di mappa. 17) Comune di Soncino, cavalcavia SP 235 – SP 44, categoria C, travi in acciaio con soletta in c. a., luce: 21,1; ID 20 nel servizio di mappa.

73 18) Comune di Soncino, cavalcavia SP 235 – SP 498, categoria C, travi in acciaio con soletta in c. a., luce: 26,3; ID 21 nel servizio di mappa. 19) Comune di Soncino, ponte Canale Nuovo Pallavicino – SP 235, categoria C, travi in acciaio con soletta in c. a., luce: 21; ID 22 nel servizio di mappa. 20) Comune di Soncino, cavalcavia SP 235 – SP 39, categoria C, travi in acciaio con soletta in c. a., luce: 23; ID 23 nel servizio di mappa. 21) Comune di Soncino, ponte Naviglio Grande Pallavicino – SP 44, categoria C, cemento armato, luce: 12; ID 24 nel servizio di mappa. 22) Comune di Soncino, ponte Naviglio Grande Pallavicino – SP 498; ID 25 nel servizio di mappa. 23) Comune di Ricengo, cavalcavia SP 591 – SP 15; ID 26 nel servizio di mappa. 24) Comune di Crema, cavalcavia SP 52 – SP 415; ID 27 nel servizio di mappa. 25) Comune di Crema, ponte Fiume Serio – SP 415, categoria C, soletta-spalle-pile in cls, travi longitudinali in acciaio, luce: 785, ponte giudicato adeguato e funzionale sotto il profilo idraulico e tipologico; ID 28 nel servizio di mappa. 26) Comune di Crema, cavalcavia via Milano – SP 415, categoria C, soletta-spalle-travi in cls, luce: 15; ID 29 nel servizio di mappa. 27) Comune di Genivolta, Canale Vacchelli – SP 498, luce > 8m; ID 30 nel servizio di mappa. 28) Comune di Soncino, ponte Fiume Oglio – SP 235, ponte giudicato adeguato e funzionale sotto il profilo idraulico e tipologico; ID 32 nel servizio di mappa. 29) Comune di Soncino, ponte Canale Nuovo Pallavicino – SP 39; ID 33 nel servizio di mappa. 30) Comune di Soncino, ponte di Gallignano SP 498, luce > 8m; ID 34 nel servizio di mappa. 31) Comune di Romanengo, ponte Naviglio Civico di Cremona – SP 235, categoria C, soletta +2 travi + 2traversi + spalle in cls, luce: 15; ID 35 nel servizio di mappa. 32) Comune di Fiesco, ponte Roggia – SP 20; ID 36 nel servizio di mappa. 33) Comune di Casaletto di Sopra, ponte Naviglio Civico di Cremona – SP 44, categoria C, cemento armato, luce: 13; ID 37 nel servizio di mappa. 34) Comune di Pianengo, ponte Fiume Serio – SP 64, categoria C, cemento armato, luce: 19,1, ponte giudicato adeguato e funzionale sotto il profilo idraulico e tipologico; ID 38 nel servizio di mappa. 35) Comune di Crema, ponte Serio Morto – SP 591; ID 39 nel servizio di mappa. 36) Comune di Ticengo, ponte Naviglio Grande Parravicino – SP 235; ID 40 nel servizio di mappa. 37) Comune di Ticengo, ponte naviglio – SP 235; ID 41 nel servizio di mappa. 38) Comune di Ricengo, rotatoria SP 64 – SP 591; ID 42 nel servizio di mappa. 39) Comune di Crema, rotatoria SP 235 – SP 591; ID 43 nel servizio di mappa. 40) Comune di Crema, rotatoria SP 235 – SP 415; ID 44 nel servizio di mappa. 41) Comune di Romanengo, rotatoria SP 235 – SP 20; ID 45 nel servizio di mappa. 42) Comune di Pianengo, rotatoria SP 64 – SP 591 (tratto complementare); ID 46 nel servizio di mappa. 43) Comune di Crema, ponte Fiume Serio – SP 235 (tratto urbano), ponte giudicato adeguato e funzionale sotto il profilo idraulico e tipologico; ID 47 nel servizio di mappa.

• Elettrodotti Presenti due linee di distribuzione principali: 1- Infrastruttura passante per Crema, Offanengo, Romanengo, Salvirola e Fiesco; 2- Infrastruttura passante per Crema, Izano, Salvirola, Fiesco, Trigolo, Cumignano sul Naviglio e Genivolta.

74 Data la scarsità di tempo a disposizione e l’assenza di informazioni riguardanti il posizionamento delle stazioni e delle cabine elettriche primarie e di servizio alle reti ferroviarie e stradali, ogni approfondimento a riguardo è rimandato ad una fase successiva.

• Interazioni con il Piano Gestione Rischio Alluvioni del bacino del Fiume Po (PGRA) Il PGRA fornisce indicazioni relative alle aree soggette a pericolo di allagamento, diversificando il livello del rischio anche in considerazione dei tempi di ritorno degli eventi. Incrociando i dati in esso contenuti con quella che è stata identificata come la magliatura infrastrutturale principale dell’area, emergono le tratte stradali (o ferroviarie) oggetto di possibile allagamento determinato dall’esondazione dei vicini corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico principale. L’obiettivo è quello di identificare possibili pericoli, concomitanti o conseguenti all’evento sismico, che, in aggiunta alle criticità determinate dal sisma stesso, possano rendere inservibili le infrastrutture critiche destinate prioritariamente alla fornitura dei soccorsi.

Infrastrutture a rischio allagamento a seguito di esondazione da parte del Fiume Serio: - Comune di Crema, tratto della SP ex SS 415 posto in corrispondenza del ponte che permette il superamento del corso d’acqua (R2 e R4). - Comune di Crema, cavalcavia di interconnessione tra la SP ex SS 415 e la SP ex SS 591 (R2). - Comune di Crema, tratto della ferrovia Treviglio-Cremona sito in corrispondenza del ponte cittadino che permette il superamento del corso d’acqua (R2 e R4). - Comune di Crema, tratto della SP ex SS 591 che precede l’innesto con la SP ex SS 235. - Comune di Sergnano, tratto della SP ex SS 591 (complementare) che corre in affiancamento al corso d’acqua (R2 e R4). - Comuni di Pianengo e di Ricengo, tratto della SP 64 posto in corrispondenza del ponte che permette il superamento del corso d’acqua.

Infrastrutture a rischio allagamento a seguito di esondazione da parte del Fiume Oglio: - Comune di Soncino, tratto della SP ex SS 235 posto in corrispondenza del ponte che permette il superamento del corso d’acqua (R4).

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3.1.3 Approccio metodologico: i nodi vulnerabili

Attraverso la mappatura della rete stradale principale della zona, differenziata in assi principali e strade complementari, vengono individuati e catalogati i nodi/tratte potenzialmente vulnerabili, laddove per nodo (ovvero tratta) vulnerabile si intende un elemento puntuale (ovvero lineare) del sistema infrastrutturale che sia caratterizzato da un certo grado di vulnerabilità intrinseca o derivante da interazioni con elementi esterni. Sulla base di una stima dell’importanza delle infrastrutture lungo le quali si colloca un nodo vulnerabile, si è cercato poi di definire un livello di potenziale criticità, in una scala da 1 a 4 (dal più basso al più alto), dell’elemento segnalato:

- Livello 1: presenza di un elemento rilevante del settore infrastrutturale (strada o ferrovia) affiancato ad un elemento diverso da un’infrastruttura critica, ma che è in ogni caso potenziale fonte di pericolo (esempio: una strada principale che si sviluppa accanto ad un corso d’acqua); - Livello 2: presenza di un elemento rilevante del settore infrastrutturale (strada o ferrovia) che si interseca con un elemento diverso da un’infrastruttura critica (esempio: un ponte che consente ad una strada principale di bypassare un corso d’acqua); - Livello 3: presenza di due elementi del settore infrastrutturale, di cui uno dotato di primaria e uno di secondaria importanza, caratterizzati da un’interdipendenza fisica o geografica (esempio: intersezione tra una strada principale ed una locale); - Livello 4: presenza di due (o più) elementi del settore infrastrutturale, tutti dotati di primaria importanza, caratterizzati da un’interdipendenza fisica o geografica (esempio: intersezione tra due strade principali).

La proposta “sperimentale” di attribuire un indice di vulnerabilità, definito sulla base di analisi fatte a distanza, con i dati e la strumentazione a disposizione, ha lo scopo di tracciare una linea di indirizzo per opportuni approfondimenti futuri, che gli enti territoriali potranno sviluppare grazie alla conoscenza dei territori alla scala locale e ai dati che potranno essere raccolti nel tempo.

3.1.4 I prodotti dell’approfondimento: servizio di mappa e tabelle

Il risultato finale dell’approfondimento relativo alle Infrastrutture Critiche dell’area focus Soncinese è rappresentato da un servizio di mappa, accompagnato da una serie di tabelle specifiche. Inquadrando l’area di studio in rapporto alla sua localizzazione nel contesto regionale e provinciale, il servizio di mappa permette di visualizzare il sistema infrastrutturale della zona, classificandolo sulla base dell’importanza rivestita dalle singole direttrici dal punto di vista delle Infrastrutture Critiche (ferrovia, assi stradali principali e strade complementari). All’interno della magliatura principale, il layer “nodi vulnerabili” identifica i nodi (o le tratte) caratterizzati da un certo grado di vulnerabilità, categorizzandoli sulla base dei criteri metodologici illustrati nel paragrafo 3.2 Infrastrutture Critiche (IC) dell’ “Allegato 2 - Organizzazione di protezione civile e elementi conoscitivi del territorio – Relazione” e individuandone quindi quattro livelli di vulnerabilità. Il servizio di mappa consente una consultazione interattiva del dato, permettendo l’accesso a tabelle attributo che descrivano le caratteristiche principali del singolo nodo. Grazie all’inserimento di informazioni ricavate dal Piano Gestione Rischio Alluvioni-PGRA, il servizio di mappa consente infine di visualizzare le tratte di Infrastrutture Critiche su cui gravano rischi di esondazione da parte dei vicini corsi d’acqua. Anche in questo caso, interrogando il dato è possibile 76 avere informazioni descrittive sul nodo e in merito al livello di rischio di allagamento cui esso è sottoposto, differenziato sulla base dei criteri metodologici individuati dal PGRA.

Figura 51. Nodi di IC e vulnerabilità nell’area focus Soncinese.

Per quanto concerne la componente relativa alle tabelle specifiche, ecco un elenco dei relativi contenuti: - TABELLA I - ELENCO INFRASTRUTTURE AFFERENTI AI GESTORI INTERESSANTI L'AREA FOCUS SONCINESE: viene riportato l’elenco delle Infrastrutture Critiche relative all’area oggetto di approfondimento, con informazioni generali riguardanti le tratte e indicazioni sui soggetti gestori. - TABELLA II - NODI/TRATTE DI INFRASTRUTTURE CRITICHE NELL'AREA FOCUS SONCINESE: sono riportati nodi/tratte di Infrastrutture Critiche relative all’area oggetto di approfondimento; laddove disponibili, vengono allegate delle schede con informazioni di maggior dettaglio, riguardanti le caratteristiche geometriche e funzionali della tratta. - TABELLA IIIa - PRINCIPALI INTERDIPENDENZE GEOGRAFICHE E FISICHE NELL'AREA FOCUS SONCINESE e TABELLA IIIb - PRINCIPALI INTERFERENZE GEOGRAFICHE NELL'AREA FOCUS SONCINESE: vengono riportate, rispettivamente, le interdipendenze e le interferenze rilevanti, riguardanti la rete infrastrutturale principale definita all’interno dell’areale Soncinese, indicandone i gestori, la localizzazione e la tipologia. - TABELLA XII - NODI/TRATTE DELLA RETE INFRASTRUTTURALE PRINCIPALE ESPOSTI A RISCHIO DI ALLAGAMENTO: vengono riportati i nodi/tratte esposti a rischio di allagamento, fornendone informazioni circa i gestori, la localizzazione, la lunghezza e il grado di rischio del nodo (fonte: Piano Gestione Rischio Alluvioni nel bacino del Fiume Po).

77 Le tabelle sopra descritte sono consultabili su richiesta presso la Direzione Generale Territorio e Protezione civile – Unità Organizzativa Protezione civile.

3.2 Patrimonio zootecnico

Il patrimonio zootecnico rappresenta un elemento di grande vulnerabilità per il territorio in analisi. Pertanto, la conoscenza della dislocazione degli allevamenti sul territorio è una preziosa informazione in caso di emergenza. A riguardo si riportano le cartografie sottostanti che mettono in evidenza la densità degli allevamenti di maggiore interesse economico (Figura 52), la consistenza di allevamenti bovidi (Figura 53), suidi (Figura 54) e ovi-caprini (Figura 55) nei comuni in provincia di Cremona. Per approfondimento sul patrimonio zootecnico su tutta la Regione Lombardia si rinvia alla Tavola 10 e al documento “Strati informativi e tavole cartografiche”.

Si rappresenta che le cartografie sono supportate da ulteriori informazioni decrittive presentate nelle tabelle che si riportano a conclusione del paragrafo. La Tabella 26 riporta per ciascun comune in provincia di Cremona, il numero di allevamenti per le specie più significative dal punto di visto zootecnico. Le Tabelle 27 e 28 evidenziano per ciascun comune la numerosità dei capi e dei relativi allevamenti. Infine, la Tabella 29 riporta la consistenza degli allevamenti ovi-caprini.

Figura 52. Consistenza allevamenti in provincia di Cremona – anno 2019.

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Figura 53. Consistenza allevamenti in provincia di Cremona – anno 2019.

Figura 54. Cartografia consistenza suidi in provincia di Cremona – anno 2019.

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Figura 55. Cartografia consistenza ovini e caprini in provincia di Cremona – anno 2019.

OVI ISTAT COMUNE PV BOVIDI AVICOLI CUNICOLI EQUIDI SUIDI TOTALE CAPRINI

019004 AZZANELLO CR 4 4 1 3 7 2 18 019007 BORDOLANO CR 6 1 1 0 4 3 15 019010 CAMISANO CR 19 1 2 1 10 5 37 CASALBUTTANO ED 019016 UNITI CR 13 1 2 1 5 7 28 CASALE CREMASCO - 019017 VIDOLASCO CR 13 0 1 0 3 2 19 CASALETTO DI 019019 SOPRA CR 8 2 2 0 1 9 22 019022 CASALMORANO CR 10 1 0 0 3 1 15 019024 CASTEL GABBIANO CR 8 0 0 0 2 0 10 019025 CASTELLEONE CR 28 5 2 2 40 21 96 019027 CASTELVISCONTI CR 12 0 1 1 3 3 19 CORTE DE` CORTESI 019032 CON CIGNONE CR 7 4 1 0 6 13 31 CUMIGNANO SUL 019039 NAVIGLIO CR 8 0 0 0 2 6 16 019043 FIESCO CR 6 1 0 0 6 3 16 019047 GENIVOLTA CR 11 3 0 0 11 6 31 019054 IZANO CR 11 3 1 0 12 5 32 019062 OFFANENGO CR 14 6 0 0 18 9 47 019072 PIANENGO CR 4 3 0 1 6 3 16 019079 RICENGO CR 19 6 0 0 13 8 46 019086 ROMANENGO CR 12 0 2 0 6 7 27 019087 SALVIROLA CR 10 4 2 1 5 2 23

80 019094 SERGNANO CR 11 1 0 0 13 8 33 019097 SONCINO CR 64 18 11 3 37 45 175 019098 SORESINA CR 13 6 6 2 23 7 55 019104 TICENGO CR 3 0 0 0 3 4 10 019110 TRIGOLO CR 9 4 2 0 14 13 42 TOTALE 323 74 37 15 253 192 879 Tabella 26. Sintesi del numero di allevamenti, e tipologia, per ciascun comune nella provincia di Cremona. 2020.

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COMUNE PROVINCIA N. CAPI BOVIDI N. ALLEVAMENTI AZZANELLO CR 525 4 BORDOLANO CR 878 6 CAMISANO CR 6586 19 CASALBUTTANO ED UNITI CR 3327 13 CASALE CREMASCO-VIDOLASCO CR 3849 13 CASALETTO DI SOPRA CR 727 8 CASALMORANO CR 5205 10 CASTEL GABBIANO CR 3682 8 CASTELLEONE CR 9438 28 CASTELVISCONTI CR 3341 12 CORTE DE' CORTESI CON CIGNONE CR 323 7 CUMIGNANO SUL NAVIGLIO CR 2734 8 FIESCO CR 1610 6 GENIVOLTA CR 4154 11 IZANO CR 2858 11 OFFANENGO CR 1439 14 PIANENGO CR 316 4 RICENGO CR 6851 19 ROMANENGO CR 4284 12 SALVIROLA CR 858 10 SERGNANO CR 3222 11 SONCINO CR 11938 64 SORESINA CR 2646 13 TICENGO CR 879 3 TRIGOLO CR 2258 9 TOTALE 83928 323 Tabella 27. Sintesi numero di capi e di allevamenti di bovidi nella provincia di Cremona, 2020.

COMUNE PROVINCIA N. CAPI N. ALLEVAMENTI AZZANELLO CR 17 2 BORDOLANO CR 6182 3 CAMISANO CR 15988 5 CASALBUTTANO ED UNITI CR 12727 7 CASALE CREMASCO-VIDOLASCO CR 0 2 CASALETTO DI SOPRA CR 13831 9 CASALMORANO CR 966 1 CASTEL GABBIANO CR 0 0 CASTELLEONE CR 52881 21 CASTELVISCONTI CR 1919 3 CORTE DE' CORTESI CON CIGNONE CR 24288 13 CUMIGNANO SUL NAVIGLIO CR 29611 6 FIESCO CR 3335 3 GENIVOLTA CR 15709 6 IZANO CR 1226 5 OFFANENGO CR 6897 9 PIANENGO CR 4438 3 RICENGO CR 15364 8 ROMANENGO CR 5609 7 SALVIROLA CR 2731 2 SERGNANO CR 9939 8

82 SONCINO CR 59619 45 SORESINA CR 1800 7 TICENGO CR 10219 4 TRIGOLO CR 16929 13 TOTALE 312225 192 Tabella 28. Sintesi numero di capi e di allevamenti di suini nella provincia di Cremona, 2020.

COMUNE PROVINCIA N. CAPI N. ALLEVAMENTI AZZANELLO CR 4 4 BORDOLANO CR 0 1 CAMISANO CR 6 1 CASALBUTTANO ED UNITI CR 0 1 CASALE CREMASCO-VIDOLASCO CR 0 0 CASALETTO DI SOPRA CR 223 2 CASALMORANO CR 0 1 CASTEL GABBIANO CR 0 0 CASTELLEONE CR 130 5 CASTELVISCONTI CR 0 0 CORTE DE' CORTESI CON CIGNONE CR 5 4 CUMIGNANO SUL NAVIGLIO CR 0 0 FIESCO CR 7 1 GENIVOLTA CR 10 3 IZANO CR 16 3 OFFANENGO CR 78 6 PIANENGO CR 3 3 RICENGO CR 2 6 ROMANENGO CR 0 0 SALVIROLA CR 123 4 SERGNANO CR 0 1 SONCINO CR 598 18 SORESINA CR 29 6 TICENGO CR 0 0 TRIGOLO CR 14 4 TOTALE 1248 74 Tabella 29. Sintesi numero di capi e di allevamenti di ovi-caprini nella provincia di Cremona, 2020.

83 3.3 Impianti di trattamento rifiuti

Nella tabella seguente si riportano gli impianti di trattamento dei rifiuti, suddivisi per tipologia, presenti nei comuni della provincia di Cremona.

ero inerti*** ero ISTAT COMUNE biologico Impianti di di Impianti di Impianti di Impianti di Impianti di Impianti PROVINCIA trattamento trattamento stoccaggio* Discariche** Incenerimento PROGRESSIVO chimico fisico e e fisico chimico veicoli a fine vita fine a veicoli recup 1 Azzanello 0300301 CR ------2 Bordolano 0300302 CR ------3 Camisano 0300303 CR ------4 Casalbuttano ed 0300304 CR ------Uniti 5 Casale 0300305 CR ------Cremasco- Vidolasco 6 Casaletto di 0300306 CR 1 ------Sopra 7 Casalmorano 0300307 CR ------8 Castel Gabbiano 0300308 CR ------9 Castelleone 0300309 CR 2 1 -- 1 1 10 Castelvisconti 03003010 CR -- -- 11 Corte de' Cortesi 03003011 CR ------con Cignone 12 Cumignano sul 03003012 CR ------Naviglio 13 Fiesco 03003013 CR ------14 Genivolta 03003014 CR ------15 Izano 03003015 CR ------16 Offanengo 03003016 CR 1 2 -- -- 1 17 Pianengo 03003017 CR ------18 Ricengo 03003018 CR ------19 Romanengo 03003019 CR ------20 Salvirola 03003020 CR ------21 Sergnano 03003021 CR ------22 Soncino 03003022 CR 1 1 ------23 Soresina 03003023 CR 1 ------24 Ticengo 03003024 CR 1 ------25 Trigolo 03003025 CR 1 ------Tabella 30. Impianti di trattamento dei rifiuti, suddivisi per tipologia, nel territorio provinciale cremonese. Fonte: Direzione Generale Ambiente e Clima, 2020.

84 3.4 Discariche

Nella tabella seguente si riportano le discariche presenti nei comuni in provincia di Cremona.

Attribuire una delle seguenti tipologie: Discariche o impianti di - discarica per rifiuti INERTI incenerimento senza recupero - discarica per rifiuti NON PERICOLOSI energetico o comunque classificati - discarica per rifiuti contenenti esclusivamente come impianti di AMIANTO COMUNE o COMUNI sui smaltimento mediante l'operazione - discarica per rifiuti PERICOLOSI quali ricade l'area "D10 Incenerimento a terra" presso i - INCENERITORI senza recupero dell'impianto

quali sono stati conferiti i rifiuti PROVINCIA energetico o comunque classificati oggetto del tributo nell’anno di esclusivamente come impianti di imposta per il quale viene erogata la smaltimento mediante l'operazione quota D10

ACCIAIERIA ARVEDI CR NON PERICOLOSI CREMONA ACCIAIERIA ARVEDI CR INERTI CROTTA D'ADDA Tabella 31. Discariche presenti nei comuni della provincia di Cremona. Fonte: Direzione Generale Ambiente e Clima,2020.

3.5 Grandi Strutture di Vendita

Le Grandi Strutture di Vendita presenti nel territorio cremonese, censite a settembre 2020, sono 12 e la loro ubicazione è rappresentata in figura 56. Nella tabella seguente è riportato il confronto fra il dato totale delle Grandi Strutture di Vendita, riferito a tutta la regione, e quello relativo al territorio provinciale cremonese; il dato è anche suddiviso nelle due categorie delle suddette strutture, ovvero esercizi singoli e centri commerciali.

Numero GSV

Esercizi Centri Totale singoli Commerciali Regione 479 231 248 Lombardia

Provincia di 12 4 8 Cremona

Tabella 32. Numero delle Grandi Strutture di Vendita in Lombardia e nel territorio provinciale cremonese, settembre 2020.

Nella tabella 33 è invece riportato l’elenco puntuale dei 12 punti vendita presenti nel territorio provinciale cremonese, distinti per esercizi singoli (4) e centri commerciali (8).

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Tabella 33. Dettaglio delle Grandi Strutture di Vendita in provincia di Cremona al 30 giugno 2020.

Figura 56. Distribuzione delle Grandi Strutture di Vendita sul territorio provinciale cremonese, 2020.

86 Capitolo 4 – Rischi sismoindotti

4.1 Aziende a Rischio di Incidente Rilevante Le Aziende a Rischio di Incidente Rilevante sono giuridicamente gli stabilimenti produttivi nei quali sono presenti sostanze pericolose all'interno di uno o più impianti, comprese le infrastrutture o le attività comuni o connesse (art. 3 del Decreto Legislativo n. 105 del 26 giugno 2015). Le problematiche legate al rischio industriale sono al centro del dibattito italiano ed europeo a partire dagli anni Settanta in seguito all’incidente avvenuto a Seveso il 10 luglio 1976 nello stabilimento ICMESA a causa di una esplosione all'interno di un reattore chimico. L'incidente ebbe ripercussioni, di tipo sanitario, sui lavoratori e sugli abitanti della zona esposti alla nube tossica e, di tipo ambientale, per la contaminazione del territorio adiacente. Da questo episodio è iniziato, prima a livello europeo e poi a livello nazionale, il processo di regolamentazione degli aspetti legati alla prevenzione dei rischi di incidente rilevante. Tale rischio è associato alla presenza sul territorio di stabilimenti che utilizzano e/o detengono determinate sostanze pericolose e che potrebbero costituire una fonte di pericolo per la salute umana e/o per l’ambiente. Inoltre, tale rischio risulta addirittura amplificato se si considera i danni che le oscillazioni di un evento tellurico potrebbero arrecare agli impianti e al funzionamento dei sistemi di sicurezza e controllo. Pertanto, risulta fondamentale per gli stabilimenti costruire le proprie strutture adottando misure antisismiche e per le Regioni avere precisa contezza del rischio presente sui propri territori. La prima Direttiva europea - nota come Seveso I - è stata la 82/501/CEE, recepita in Italia con il D.P.R. 175/1988. Successivamente sono state emanate le Direttive 96/82/CE e 2003/105/CE – le cosiddette Seveso II e Seveso II-bis - recepite nella legislazione nazionale rispettivamente dal D.lgs. 334/99 e dal D.lgs. 238/2005. Attualmente la normativa di riferimento in Italia è costituita dal Decreto Legislativo n. 105 del 26 giugno 2015, la Seveso III, relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. Il Decreto stabilisce anche che tutti gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) sono classificati in due soglie di assoggettabilità: di soglia inferiore o superiore in base a dei massimi quantitativi di sostanze e miscele pericolose presenti negli stabilimenti, elencate nell’Allegato 1 al D.Lgs. 105/2015. La Regione Lombardia, sulla base dell’ultimo censimento ISPRA 2019, possiede 331 Aziende RIR attive di cui 16 sono nella provincia di Cremona, di queste 4 ubicate in area soncinese e precisamente nei comuni di Bordolano, Castelleone, Offanengo, Sergnano (tabella 34).

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Ragione Sociale Attività D. Lgs. 105/2015 Comune

Stock House Italia Centri di movimentazione e trasporto Preesistente Fuori Agnadello Logistic S.r.l. (porti, aeroporti, parcheggi per camion, ecc.) Diversey Production Fabbricazione di sostanze chimiche (non Stabilimento di Soglia Bagnolo S.r.l. specificate altrimenti nell'elenco) Inferiore Cremasco Stogit S.p.A Stoccaggio di combustibili (anche per il Stabilimento di Soglia riscaldamento, vendita al dettaglio ecc.) Superiore Bordolano Eurosyn S.p.A Altra attività (non specificata altrimenti Stabilimento di Soglia nell'elenco) Inferiore Capralba Stabilimento di Soglia Azotal S.p.A. Produzione e stoccaggio di fertilizzanti Casalmaggiore Inferiore Stabilimento di Soglia Eurogas S.r.l. Impianti chimici Castelleone Inferiore Tamoil Raffinazione Stoccaggio di combustibili (anche per il Stabilimento di Soglia Cremona S.p.A riscaldamento, vendita al dettaglio ecc.) Superiore Stabilimento di Soglia Nuovabibes S.r.l. Stoccaggio di GPL Cremona Superiore Stabilimento di Soglia Liquigas S.p.A Stoccaggio di GPL Cremona Superiore Stoccaggio e distribuzione all'ingrosso e Stabilimento di Soglia Sol s.p.a. Cremona al dettaglio (ad esclusione del GPL) Inferiore Stabilimento di Soglia C.O.I.M S.p.A Impianti chimici Offanengo Superiore Produzione di sostanze chimiche Stabilimento di Soglia Evonik Italia S.r.l. Pandino organiche di base Inferiore Altra attività (non specificata altrimenti Pescarolo ed Steel Color S.p.A. Preesistente Fuori nell'elenco) Uniti Autotrasporti Ruggeri snc Stoccaggio e distribuzione all'ingrosso e Pozzaglio ed di Mario e Renato Preesistente Fuori al dettaglio (ad esclusione del GPL) Uniti Ruggeri Stoccaggio di combustibili (anche per il Stabilimento di Soglia Ripalta Stogit S.p.A. riscaldamento, vendita al dettaglio ecc.) Superiore Cremasca Stoccaggio di combustibili (anche per il Stabilimento di Soglia Stogit S.p.A. Sergnano riscaldamento, vendita al dettaglio ecc.) Superiore Tabella 34. Elenco delle Aziende RIR. Fonte: Regione Lombardia, Direzione Generale Ambiente e Clima – 2019.

4.2 Dighe

Sul territorio della provincia di Cremona non è ubicata nessuna diga di competenza di Regione Lombardia ai sensi del DPCM 8 luglio 2014. Tuttavia, il territorio lombardo risente degli effetti di una diga ubicata in Regione Emilia-Romagna, quella di Isola Serafini. L'impianto è situato sul Fiume Po, in Comune di Monticelli d'Ongina (PC), nelle vicinanze della confluenza con il Fiume Adda. Lo sbarramento è stato realizzato mediante una traversa mobile, e la sua finalità consiste nella produzione di energia idroelettrica. Il livello normale di ritenuta è a quota 41 m s.l.m.; a tale quota l'invaso non interessa le zone golenali, poiché il livello rimane nell'alveo ordinario del Fiume.

88 I Comuni i cui territori possono essere interessati da un’onda di piena originata da manovre degli organi di scarico (rischio idraulico a valle) ovvero dall’ipotetico collasso della diga per rottura istantanea e totale (dam break) sono i seguenti: • Provincia di Piacenza: Monticelli d’Ongina, Castelvetro Piacentino, Villanova sull’Arda; • Provincia di Lodi: Castelnuovo Bocca d’Adda; • Provincia di Cremona: Crotta d’Adda, Spinadesco e Cremona, Gerre dè Caprioli.

Il Fiume Po, a circa 10 km a valle dello sbarramento è attraversato dalle seguenti infrastrutture viarie, che interessano parzialmente anche il territorio lombardo: • Strada Provinciale n. 10 “Padana Inferiore”; • Ponte ferroviario Fidenza - Cremona; • Ponte autostrada A21.

Ai sensi della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 8 luglio 2014 “Indirizzi operativi inerenti all’attività di protezione civile nell’ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe”, vi è la predisposizione e l’approvazione, da parte di ciascuna regione, in raccordo con le Prefetture - UTG territorialmente interessate, di un piano di emergenza su base regionale (denominato PED) per ciascuna grande diga. Il Piano di Emergenza della Diga di Isola Serafini è stato redatto e approvato, con DGR 523 del 5 aprile 2019, dalla Regione Emilia-Romagna in quanto l’impianto è ubicato sul territorio emiliano. Ai sensi della suddetta Direttiva, a Regione Lombardia spetta, di conseguenza, la redazione e approvazione del Piano di Emergenza Diga per quanto concerne i territori comunali lombardi. Di seguito si riportano alcuni dei dati tecnici relativi alla diga di Isola Serafini come da Documento di Protezione Civile approvato dalla Prefettura - UTG di Piacenza con Decreto Prefettizio n. 32446 del 31 ottobre 2017.

Generalità - Comune nel cui territorio è ubicato lo sbarramento: Monticelli d’Ongina in provincia di Piacenza. - Corso d’acqua sbarrato: Fiume Po - Corsi d’acqua a valle: Fiume Po - Bacino idrografico: Fiume Po - Periodo di costruzione: 1952-1961 - Ente Gestore: ENEL GREEN POWER S.p.A.

Dati tecnici - Tipologia diga (punto B.2. D.M. 26/6/14 o norma precedente): Traversa fluviale - Altezza diga ai sensi L.584/94: 26,50 m - Volume di invaso ai sensi L. 584/94: 19.000.000 m3 - Utilizzazione prevalente: idroelettrico - Superficie bacino idrografico direttamente sotteso: 43.230 km2 - Quota massima di regolazione: 41,50 m s.l.m. - Quota di massimo invaso: 41,50 m s.l.m. - Quota autorizzata: 41,00 m s.l.m.

Autorità idraulica a valle della diga: - AIPO Agenzia Interregionale per il Fiume Po - Ufficio Operativo di Piacenza (sponda emiliana), Ufficio Operativo di Cremona e Milano (sponda lombarda). Ufficio Servizio di Piena.

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Figura 57. Ubicazione diga Isola Serafini. Fonte: elaborazione Direzione Generale Territorio e Protezione Civile, 2020.

Figura 58. Diga di Isola Serafini. Fonte: http://www.giornalemetropolitano.it – Piano Emergenza Diga di Isola Serafini, 2019.

90 Capitolo 5 - Elementi conoscitivi - sistema di protezione civile

5.1 Inquadramento sulla Pianificazione di protezione civile in provincia di Cremona

5.1.1 Piani provinciali: idraulico, sismico

La Provincia di Cremona nell’ambito del Programma Provinciale di previsione e prevenzione di Protezione Civile, introdotto in Regione Lombardia dal Testo Unico delle disposizioni regionali in materia di Protezione Civile (Legge Regionale 22 maggio 2004 n°16) ha individuato i principali rischi, naturali ed antropici, insistenti sul territorio provinciale. I rischi sono quattro, in particolare:

• Rischio Idrogeologico • Rischio Industriale • Rischio Nucleare • Rischio Sismico.

La Provincia di Cremona per i rischi naturali ha approvato i seguenti Piani:

• Il Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico del Fiume Po • Il Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico area cremonese orientale • Il Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico dei fiumi Adda, Serio e Oglio • Il Piano Provinciale Intercomunale di Emergenza del rischio sismico • Il Piano Provinciale di emergenza di protezione civile per il rischio sismico

91 5.1.2 Il Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico del Fiume Po

Il Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico del Fiume Po è stato adottato dal Consiglio provinciale il 23 dicembre 2013 (d.c.p. n.115) è riferito ad un evento per il quale, per estensione e gravità, la risposta locale comunale non è sufficiente, per cui occorre mobilitare le strutture di carattere provinciale e regionale. Il Piano in oggetto tratta il rischio idraulico legato all’esondazione del Fiume Po, comprendendo i comuni rivieraschi eridanei (da Spinadesco a Casalmaggiore) e quelli che, pur appartenendo al bacino idraulico del Fiume Adda, sono interessati dal rigurgito delle piene del Po (Pizzighettone e Crotta d’Adda). La redazione del Piano è avvenuta avvalendosi di competenze e risorse interne alla Provincia di Cremona, partendo dalla base conoscitiva costituita dal precedente Piano di Emergenza (edito nel 2003), con una rivisitazione che ne aggiorna i dati e lo amplia sia nell’analisi territoriale dal punto di vista del territorio indagato (ampliamento verso monte ed alla Fascia C del PAI) sia nella definizione del modello d’intervento. I Comuni caratterizzati da rischio idrogeologico elevato connesso alle possibili esondazioni sono 13 come di seguito indicati in tabella 35.

Comune Superficie comunale Territorio a rischio di Fasce PAI A+B (km2) esondazione (km2)

Pizzighettone 32,10 18,80 2 4,32 Crotta d’Adda 13,00 5,20 4,21 2 Spinadesco 17,20 9,40 9,40 Cremona 70,40 6,20 2 4,55 Gerre de’ Caprioli 8,10 5,00 5,00 ) Stagno Lombardo 40,00 25,10 25,10 Pieve d’Olmi 19,40 6,50 6,50 S. Daniele Po 22,70 13,90 13,90 Motta Baluffi 16,70 11,10 11,10 Torricella del Pizzo 24,30 17,50 17,50 Gussola 25,40 11,60 11,60 Martignana Po 14,70 7,00 7,00 Casalmaggiore 63,70 9,60 7,00 Tabella 35. Comuni interessati da rischio esondazione elevato. Fonte: Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico del Fiume Po, 2013.

Il Piano, inoltre, analizza tre possibili scenari basandosi su tre diverse tipologie di eventi attesi: l’allagamento dell’area golenale del Fiume Po (rif. Scenario 1); l’ipotesi di allagamento delle golene aperte e delle golene chiuse, sino all’argine maestro (rif. Scenario 2); l’ipotesi di sormonto dell’argine maestro, identificando per la Fascia C alcuni elementi di criticità in essa presenti (rif. Scenario 3). L’indagine comprende una parte descrittiva, che traccia la fotografia della golena, con il censimento delle attività e delle abitazioni presenti, una parte cartografica, con l’inquadramento territoriale e della viabilità.

Il Piano è stato aggiornato nella parte dei dati nel 2019.

92 5.1.3 Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico area cremonese orientale

Il Piano è stato approvato nel 2012 con Delibera di Consiglio Provinciale n° 131 allo scopo di individuare le problematiche idrauliche principali area cremonese orientale. Gli accadimenti alluvionali del 2010 hanno messo in evidenza la fragilità del sistema idrico di scolo della pianura cremonese. Le piogge del giugno 2010, che in talune stazioni di misura hanno raggiunto valori storici con TR pari a 200 anni, sono durate per circa una trentina di ore provocando allagamenti in molti comuni della provincia compreso il capoluogo. In seguito a tali episodi è stato predisposto un tavolo tecnico invitando la Prefettura e le amministrazioni locali e sovraordinate a intraprendere un percorso di collaborazione e di coordinamento finalizzato alla riduzione del rischio di allagamento del territorio che interessa 7 comuni (Bonemerse, Cremona, Gadesco Pieve Delmona, Gerre dè Caprioli, Malagnino, Persico Dosimo, Stagno Lombardo). Il Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico area cremonese orientale è corredato da uno studio “Riduzione del rischio idraulico per i territori della provincia di Cremona afferenti al reticolo idrico principale Fregalino – Fossadone”, anch’esso approvato nel 2012 con Delibera di Consiglio Provinciale n° 131, finalizzato a individuare e gerarchizzare le principali criticità idrauliche presenti nello stato attuale sulla porzione orientale del territorio cremonese, a comprendere le cause generatrici di tali criticità allo scopo di poter, in una fase successiva, individuare le possibili soluzioni progettuali. L’indagine si è concentrata nelle aree maggiormente colpite dal fenomeno alluvionale del giugno 2010 ed afferenti al reticolo principale di colo denominato “Fregalino – Fossadone”.

5.1.4 Il Piano di Emergenza Provinciale del rischio idraulico dei fiumi Adda, Serio e Oglio

Il Piano affronta il rischio idraulico dei fiumi Adda, Serio e Oglio e definisce un modello di intervento che è stato predisposto considerando i dati disponibili all’atto della redazione: - Programma di previsione e prevenzione regionale dei rischi - Regione Lombardia (1998); - Piano di Assetto Idrogeologico - Autorità di Bacino 2001; - Studio sull'individuazione delle criticità idrauliche sul reticolo idrico primario nel territorio provinciale di Cremona, per la predisposizione dei piani di emergenza e per le attività di previsione, pianificazione e prevenzione. Commissionato dalla Provincia di Cremona allo Studio Telò – 2003; - Piano Provinciale Intercomunale di Emergenza del rischio sismico. Per la redazione di un Piano di Emergenza che possa dare risposte certe, è indispensabile avere a disposizione delle informazioni dettagliate circa un modello di previsione della piena del Fiume in esame, la vulnerabilità del territorio etc; Tuttavia nel 2004 alcune di queste informazioni, di competenza di Enti superiori (Regione, Autorità di Bacino, etc.), non erano disponibili. Il documento include, inoltre, tre Piani Speditivi per ciascun corso d’acqua (Adda, Serio, Oglio) con le relative relazioni, schede per singolo comune e tavole di analisi disponibili ai seguenti link:

Fiume Adda http://www.provincia.cremona.it/territ/?view=Pagina&id=3366

Fiume Serio http://www.provincia.cremona.it/territ/?view=Pagina&id=3380 Fiume Oglio

93 http://www.provincia.cremona.it/territ/?view=Pagina&id=3381 Da parte del Servizio provinciale di Protezione Civile è stata programmata una revisione complessiva delle suddette pianificazioni, sia relativamente ai dati, sia relativamente all’assetto territoriale (che in alcuni casi nel frattempo è variato: es. nuove arginature realizzate da AIPo sui fiumi Adda e Serio), sia relativamente al livello di dettaglio delle pianificazioni stesse.

5.1.5 Il Piano Provinciale Intercomunale di Emergenza del rischio sismico

Il Piano è stato approvato nel 2004 con d.p.c. n. 29 e ha valenza provinciale ed intercomunale. Esso si articola in tre parti: nella parte generale del piano si raccolgono tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e alla elaborazione di scenari di rischio; nei lineamenti della Pianificazione si individuano gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta all’emergenza, ed infine, nella parte relativa al modello di intervento vengono assegnate le responsabilità nei vari livelli di comando e di controllo per la gestione dell’emergenza. Il Piano definisce la classificazione sismica dei comuni della provincia di Cremona sulla base dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20 marzo 2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” che divide tutto il territorio italiano in 4 zone sismiche, identificate con una numerazione decrescente con l’intensità del sisma atteso. Nel 2004 in provincia di Cremona si classificarono 4 Comuni in zona sismica 2: Casaletto di Sopra, Romanengo, Ticengo, Soncino. Invece, gli altri 111 Comuni furono classificati Zona 4.

Il Piano interessa tutti gli aspetti fondamentali della gestione dell’emergenza: come, l’individuazione delle aree di ammassamento dei soccorsi, delle aree di accoglienza o ricovero e di prima attesa della popolazione, nonché la definizione di procedure di attivazione del sistema di procedura civile a livello provinciale ed intercomunale.

Questa pianificazione risulta superata ed ampliata dal più recente “Piano provinciale di emergenza di protezione civile per il rischio sismico” (anno 2016) esposto nel paragrafo successivo. Resta come utile documento di archivio e consultazione per il livello di dettaglio che in essa è stato raggiunto in quanto riguardante un numero limitato di comuni. A riguardo si precisa inoltre che i quattro comuni oggetto di detta pianificazione, nel 2004 risultavano classificati in Zona sismica 2, mentre a seguito della nuova classificazione sismica del territorio lombardo (rif. D.g.r. 11 luglio 2014 – n. X/2129) risultano classificati in Zona sismica 3.

5.1.6 Piano provinciale di emergenza di protezione civile per il rischio sismico

Il presente elaborato è un aggiornamento del Piano di Emergenza Provinciale ed Intercomunale per il rischio sismico approvato con Delibera di CP n.29 del 25/02/2004; rispetto a quanto in esso definito il quadro normativo nel frattempo ha subito numerose modifiche. Non ultima la D.g.r. 11 luglio 2014 – n. X/2129 pubblicata sul BURL n.29 Serie Ordinaria del 16 luglio 2014, con la quale la Regione Lombardia ha provveduto all’Aggiornamento delle zone sismiche in Regione Lombardia (l.r.1/2000, art.3, c.108, lett d)”: a seguito di tale atto tutti i Comuni della Provincia di Cremona vengono classificati in Zona Sismica 3. I dati illustrati nel Piano attestano per il territorio cremonese l’esistenza di una Pericolosità sismica di base di grado medio-basso. Va precisato che accanto a tale Pericolosità sismica di base bisogna poi

94 considerare, a livello comunale, la cosiddetta Pericolosità sismica locale (PSL) che tiene conto delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, litologiche, idrogeologiche e geotecniche del sito in cui si prevede l’evento sismico (condizioni locali). Quindi a fronte di una innegabile pericolosità sismica (di base e locale), si determina l’esistenza di un concreto rischio sismico per persone ed insediamenti presenti sul territorio.

Si evidenzia, inoltre, che per la documentazione e la cartografia relativa ai Piani su citati è disponibile consultando il sito della Provincia di Cremona al seguente link http://www.provincia.cremona.it/territ/?view=Pagina&id=5211

Per il Rischio Alluvionale del Fiume Po e per il Rischio Sismico è disponibile anche la cartografia on line accedendo al portale cartografico della Provincia. https://www.atlanteambientale.it/emergenza-fiume-po.html https://www.atlanteambientale.it/emergenza-rischio-sismico.html

5.2 Pianificazione di protezione civile comunale

Dalla ricognizione regionale effettuata dalla Direzione Generale Territorio e Protezione Civile si rileva che 104 su un totale di 113 comuni della provincia di Cremona (ISTAT, 2020) si sono dotati di un documento di pianificazione di protezione civile. La ricognizione è stata effettuata il 30 settembre 2020. In particolare, è emerso che:

• 76 sono i Comuni che hanno approvato il PEC con Delibera di Consiglio Comunale;

• 2 sono i Comuni che hanno approvato il PEC con Delibera di Giunta Comunale;

• 11 sono i Comuni che hanno approvato il PEC con altri atti di approvazione;

• 15 sono i Comuni che hanno approvato il PEC ma l’atto di approvazione non è stato trasmesso agli uffici regionali.

95 5.2.1 Indagine sulla Pianificazione di protezione civile comunale

La Direzione Generale Territorio e Protezione Civile, con l’obiettivo di ottenere un quadro completo sullo stato di fatto della pianificazione nei territori cremonesi, ha esteso nel corso del 2019 l’indagine, iniziata nel 2017 nei 57 Comuni in Zona 2, anche alla provincia di Cremona. Per eseguire l’indagine è stato preparato un questionario e individuata un’area campione. Nella fattispecie si è scelto di focalizzare l’attenzione sull’area soncinese contraddistinta, sulla base degli studi geologici menzionati nel paragrafo 2.2.2 (“Case study”: la pericolosità sismica nell’area soncinese) del presente documento, da una maggiore pericolosità sismica. Si presenta di seguito l’elenco dei Comuni intervistati:

N° ISTAT Comuni Area Soncinese 1 19004 Azzanello 2 19007 Bordolano 3 19010 Camisano 4 19016 Casalbuttano ed Uniti 5 19017 Casale Cremasco-Vidolasco 6 19019 Casaletto di Sopra 7 19022 Casalmorano 8 19024 Castel Gabbiano 9 19025 Castelleone 10 19027 Castelvisconti 11 19023 Corte de' Cortesi con Cignone 12 19039 Cumignano sul Naviglio 13 19043 Fiesco 14 19047 Genivolta 15 19054 Izano 16 19062 Offanengo 17 19072 Pianengo 18 19079 Ricengo 19 19086 Romanengo 20 19087 Salvirola 21 19094 Sergnano 22 19097 Soncino 23 19098 Soresina 24 19104 Ticengo 25 19110 Trigolo Tabella 36. Elenco dei 25 comuni cremonesi interessati dall’indagine sulla pianificazione di protezione civile.

Il questionario sottoposto ai Comuni è stato diviso in 7 diverse sezioni al fine di approfondire il grado di preparazione e il modello di intervento comunale ad eventuali eventi sismici. Le domande ineriscono i seguenti temi:

96 1. ANAGRAFICA IDETIFICATIVA DEL COMUNE 2. ANAGRAFICA IDENTIFICATIVA DEL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE 3. Il PIANO E LA TRASMISSIONE 4. IL PIANO E IL RISCHIO SISMICO 5. IL PIANO E LA LOGISTICA 6. IL PIANO E LA DIFFUSIONE AL PUBBLICO 7. ANAGRAFICA DEL RISPONDENTE

Il questionario è stato sottoposto a 25 Comuni di cui 17 hanno risposto. Ivi si presentano i risultati.

• Per quanto concerne l’Anagrafica identificativa del Comune non ci sono significativi elementi da segnalare per quanto riguarda lo stato della pianificazione di ciascun comune. In questa sezione sono state piuttosto richieste informazioni amministrative per agevolare il dialogo e la collaborazione tra enti di livello locale e regionale.

• Per quanto concerne l’Anagrafica identificativa del Piano di Protezione Civile dalle risposte ai questionari si ravvisa che sono gli Uffici tecnici che curano la pianificazione di Protezione Civile (tabella 37). Tale dato conferma quanto già emerso in precedenza dai risultati dei questionari sottoposti ai 57 Comuni in Zona 2 (tabella 38).

Ufficio competente n° Comuni Ufficio competente n° Comuni della pianificazione della pianificazione di di Protezione Civile emergenza

Ufficio tecnico 13 Ufficio tecnico 36

Polizia Locale 2 Polizia Locale 14

Comune 1 Ufficio protezione civile 5

Altro (Sindaco) 1 Altro (Sindaco) 1

Tabella 37. Dati inerenti i 25 Comuni Tabella 38. Dati inerenti i 57 Comuni in cremonesi (2020) Zona 2 (2017)

Tabelle 37 e 38. Risposte al questionario nelle prime due sezioni: Anagrafica identificativa del Comune, Anagrafica identificativa del Piano di Protezione civile.

• Per quanto riguarda il terzo punto, ovvero, il Piano e la trasmissione agli Enti competenti, dalle interviste è emerso che non tutti i Piani di protezione civile approvati o/e successivamente aggiornati sono stati trasmessi agli uffici di competenza. Si riportano nella tabella che segue i risultati del questionario.

97 Il PPC è stato Regione Prefettura Provincia trasmesso a:

Sì 11 9 11 No 5 8 5 Senza risposta 1 0 1

Tabella 39. Risposte al questionario - sezione 3.

Si sottolinea che nella nuova piattaforma PPC online i Piani di protezione civile pubblicati dai Comuni sono immediatamente consultabili in lettura anche dalla Regione, dalla Provincia, dalle Comunità Montane e in futuro dalle Prefetture-UTG. Tale scelta è stata motivata dall’esigenza di favorire la condivisione dei documenti approvati e, dunque, migliorare la sinergia tra Enti di livello territoriale differente. Per approfondimenti su PPC online si veda il paragrafo 4.8.2 dell’ “Allegato 2 - Organizzazione di protezione civile e elementi conoscitivi del territorio”.

• Per quanto concerne il Piano e il Rischio Sismico, sezione 4, nel questionario sono state predisposte alcune domande mirante a conoscere il rapporto tra Piani di protezione civile e la nuova classificazione sismica (D.G.R. n. 2129/14 Aggiornamento delle zone sismiche in Regione Lombardia), nonché il rapporto tra Piani di protezione civile e Piani di Governo del Territorio. Di seguito si riportano le risposte ricevute:

Il Piano ha recepito la nuova classificazione sismica (D.G.R. n. 2129/14 Aggiornamento delle zone sismiche in Regione Lombardia)?

Si 8

No 8

Senza risposta 1

Tabella 40. Risposte al questionario - sezione 4.

Il Piano utilizza la componente In particolare, sono state rappresentate le geologica del Piano di Governo del aree di pericolosità sismica locale della Territorio (PGT) per l’individuazione componente geologica del PGT (aree che degli scenari di pericolosità? generano amplificazione, etc.)?

Si 12 9 No 5 7 Senza 0 1 risposta Tabella 41. Risposte al questionario - sezione 4.

98 Nella sezione 4, inoltre, si richiede anche se presso i Comuni siano disponibili studi di Microzonazione sismica (MS) e CLE (Condizione Limite per l’Emergenza).

Sono state recepite le indicazioni E’ stato realizzato Il Piano ha preso in sintetiche conclusive delle uno studio di E’ stata realizzata considerazione gli studi di Condizioni Limite per l’Emergenza Microzonazione l’analisi per le Microzonazione Sismica (CLE) finalizzate a superare le Sismica (MS) ai Condizioni Limite per (MS) e Condizioni Limite criticità presenti nell'attuale sistema sensi dell’ICMS l’Emergenza (CLE)? per l’Emergenza (CLE)? di gestione dell’emergenza 2008? comunale?

Si 4 3 3 2 No 11 12 12 12 Senza 2 2 2 3 risposta

Tabella 42. Risposte al questionario - sezione 4.

• Nella quanto concerne il Piano e la Logistica, sezione 5, si analizza il rapporto e lo scambio di informazioni tra Piani di protezione civile e i Piani di Governo del Territorio (PGT). Si rappresenta che a questo tema è stato concesso più spazio poiché risulta indispensabile istaurare un raccordo tra i diversi documenti di Piano finalizzati a gestire le risorse e prevenire i rischi che sussistono in un territorio. Inoltre, in questa sezione un altro tema su cui si pone l’accento è la presenza presso ciascun Comune dei centri operativi di coordinamento finalizzati ad intervenire in caso di emergenza.

Sono state recepite le indicazioni Le aree di Le aree di emergenza sintetiche conclusive delle emergenza e le Il Piano di Governo e le strutture di ricovero Condizioni Limite per l’Emergenza strutture di del Territorio (PGT) sono collegate allo (CLE) finalizzate a superare le ricovero sono ne tiene conto? scenario di rischio criticità presenti nell'attuale sistema adeguate al sismico? di gestione dell’emergenza rischio sismico? comunale?

Si 4 3 3 2

No 11 12 12 12

Senza risposta 2 2 2 3 Tabella 43. Risposte al questionario - sezione 5.

99 Nel Piano è indicata la sede dell’Unità di Crisi Locale Il Comune ha la sede del Centro (UCL)/Centro Operativo Comunale Operativo Misto (COM)? (COC)?

Si 12 7 No 2 8 Senza risposta 3 2 Tabella 44. Risposte al questionario della sezione 5.

• Nei paragrafi del questionario inerenti il Piano e la diffusione al pubblico, sezione 6, si intende sottolineare l’importanza della trasmissione dei Piani di protezione civile ai cittadini. Infatti, le domande che sono rivolte ai Comuni hanno come obiettivo quello di conoscere se i provvedimenti del Piano di protezione civile sono condivisi con la cittadinanza e con quali strumenti (esercitazioni, formazione alle scuole, incontri, pubblicazioni, ecc.).

Il piano di protezione civile è stato Il Piano di protezione civile viene pubblicato sul sito istituzionale del comunicato alla popolazione? Comune?

Si 10 4 No 6 12 Senza risposta 1 1 Tabella 45. Risposte al questionario nella sezione 6.

Figura 59. Grafico di sintesi sulle modalità di diffusione del Piano di protezione civile comunale.

100 Infine, nella settima e ultima sezione, Anagrafica del rispondente, sono stati richiesti riferimenti personali al fine di favorire il dialogo e la partecipazione alle attività tra Enti di livello differente.

Si rappresenta che i limiti dell’indagine ivi presentata sono legati all’incompletezza delle informazioni fornite e alla mancata partecipazione al questionario di alcuni Comuni selezionati nell’area campione.

5.3 Organizzazioni di volontariato e risorse logistiche

La pubblicazione del Decreto Dirigente di Struttura n. 3696 del 24 marzo 2020 ha presentato il nuovo aggiornamento dell’“Elenco territoriale del volontariato di protezione civile” della Lombardia alla data del 31 dicembre 2019. Di seguito vengono presentati i dati per la provincia di Cremona, riportando in calce l’elenco delle Associazioni e dei Gruppi Comunali e Intercomunali rappresentati in cartografia.

Come rappresentato in figura 60, sono presenti sul territorio cremonese: • 19 Associazioni di volontariato; • 12 Gruppi comunali; • 3 Gruppi intercomunali.

I relativi elenchi sono riportati nelle tabelle 46 e 47.

Figura 60. Sedi Organizzazioni di volontariato nella provincia di Cremona al 31 dicembre 2019. Elaborazione Direzione Generale Territorio e Protezione Civile.

101

Ambito Denominazione Sede Operatività

CASALBUTTANO ED A "I DUE NAVIGLI" si UNITI A ASSOCIAZIONE "LO SPARVIERE" CAMISANO si A ASSOCIAZIONE DI P.C. "LO STAGNO" STAGNO LOMBARDO si ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI - SEZIONE CREMONA- A CREMONA si MANTOVA ASSOCIAZIONE PROVINCIALE N.O.R.E. VOLONTARI DI A MALAGNINO si PROTEZIONE CIVILE ASSOCIAZIONE VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE "IL A SONCINO si GRIFONE" A CIRCOLO ATLANTE CREMONA si GRUPPO A.N.A.I. SAN BASSANO CREMONA - VOLONTARI A SAN BASSANO si PROTEZIONE CIVILE A GRUPPO VOLONTARI DI P.C. "PADUS" GERRE DE' CAPRIOLI si A GRUPPO VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE "GERUNDO" MADIGNANO si A PROTEZIONE CIVILE TERRE DELL'OGLIO OSTIANO si A IL NIBBIO - ONLUS SPINADESCO si A NUCLEO DI PROTEZIONE CIVILE "IL QUADRIFOGLIO" CROTTA D'ADDA si A NUCLEO DI PROTEZIONE CIVILE "LA GOLENA" SAN DANIELE PO si NUCLEO SOMMOZZATORI PROTEZIONE CIVILE A CREMONA si PROVINCIA DI CREMONA ORGANIZZAZIONE NAZIONALE VOLONTARI DI SAN GIOVANNI IN A si PROTEZIONE CIVILE "LE AQUILE" - SEZIONE "LA TORRE" CROCE ORGANIZZAZIONE NAZIONALE VOLONTARI DI A MARTIGNANA DI PO si PROTEZIONE CIVILE "LE AQUILE" - SEZIONE OGLIO-PO A PROTEZIONE CIVILE - VOLONTARI OLMESI PIEVE D'OLMI si A SQUADRA OPERATIVA INTERVENTO CINOFILO CASTELGABBIANO no Tabella. 46. Elenco Associazioni di Volontariato nella provincia di Cremona. Ambito A= Associazione. Fonte: Direzione Generale Territorio e Protezione Civile, settembre 2020.

102

Ambito Denominazione Sede Operatività

GC GRUPPO COMUNALE DI BONEMERSE BONEMERSE si CASALETTO GC GRUPPO COMUNALE DI CASALETTO CEREDANO "SAN MARCO" si CEREDANO GC GRUPPO COMUNALE DI CASALMAGGIORE "IL GRANDE FIUME" CASALMAGGIORE si GC GRUPPO COMUNALE DI CASTELLEONE "CASTRUM LEONIS" CASTELLEONE si GC GRUPPO COMUNALE DI DOVERA "IL PILASTRELLO" DOVERA si GC GRUPPO COMUNALE DI GOMBITO "S. FERMO" GOMBITO si GC GRUPPO COMUNALE DI GUSSOLA "VOLTURNIA" GUSSOLA si GC GRUPPO COMUNALE DI PIADENA "PLATINA" PIADENA si GC GRUPPO COMUNALE DI RIVOLTA D'ADDA "LA TORRE" RIVOLTA D'ADDA si GC GRUPPO COMUNALE DI SOSPIRO SOSPIRO si GC GRUPPO COMUNALE DI SPINO D'ADDA SPINO D'ADDA si TORRICELLA DEL GC GRUPPO COMUNALE DI TORRICELLA DEL PIZZO "VALDORIA" si PIZZO GI GRUPPO INTERCOMUNALE "TERRE DI MEZZO" UNIONE MUNICIPIA MOTTA BALUFFI si GI GRUPPO INTERCOMUNALE "VACCHELLI" PALAZZO PIGNANO si GRUPPO INTERCOMUNALE DI CORTE DE' FRATI, OLMENETA, GI CORTE DE' FRATI si POZZAGLIO Tabella 47. Gruppi di volontariato di protezione civile nel territorio cremonese. Ambito GC=Gruppo Comunale. Ambito GI= Gruppo Intercomunale. Fonte: Direzione Generale Territorio e Protezione Civile, settembre 2020.

5.4 Centri di coordinamento per l’emergenza

Di seguito vengono descritti i Centri di coordinamento per la gestione dell’emergenza di livello provinciale presenti sul territorio cremonese. Si segnala che ad oggi non è risultata disponibile alcun edificio specifico da poter essere utilizzato come sede Direzione Comando e Controllo (DICOMAC).

5.4.1 Centro Coordinamento Soccorsi - CCS Per il territorio cremonese la sede del CCS è presso il palazzo della Prefettura-Ufficio Territoriale di Governo, in Corso Vittorio Emanuele II n. 17 nella città di Cremona.

E’ stata compilata l’apposita scheda tecnica semplificata di rilievo inerente le Indicazioni operative del Capo Dipartimento della protezione civile del 31 marzo 2015, che è a disposizione dell’Unità Organizzativa Protezione civile di Regione Lombardia e consultabile su richiesta.

Per approfondimenti si rinvia alla Tavola 30 e ai documenti “Strati informativi e tavole cartografiche” e “Elementi conoscitivi del Sistema regionale di protezione civile – Tabelle”.

5.4.2 Centri Operativi Misti - COM A seguito di incontri specifici, sopralluoghi e verifiche effettuati tra il 2018 e il 2020 da Prefettura-UTG di Cremona, Provincia di Cremona e Comuni coinvolti, le sedi COM sono state riviste in funzione delle

103 Indicazioni operative del Capo Dipartimento della protezione civile del 31 marzo 2015. In particolare, per l’individuazione dei COM si è tenuto conto di alcuni parametri ritenuti essenziali ai fini della gestione dell’emergenza, quali il bacino di utenza, l’accessibilità, il tempo di percorrenza tra sede COM e Comune afferente, la bassa esposizione a rischi presenti sul territorio e l’idoneità dell’edificio.

La Prefettura di Cremona ha comunicato ufficialmente (lettera del Prefetto rif. prot. 67825 del 19 novembre 2020) le nuove sedi COM (Figura 61), di seguito elencate: • CREMA – scuola primaria “Crema Nuova”; • DOVERA – palestra, mensa e biblioteca della scuola elementare e media; • PIADENA DRIZZONA – area campale di fronte la sede del distaccamento Volontari Vigili del Fuoco; • SONCINO – scuola secondaria di primo grado via Galantino, 36; • VESCOVATO – palestra della scuola elementare.

Figura 61. Localizzazione sedi COM con comuni e numero di abitanti afferenti nel territorio provinciale cremonese. Fonte: Provincia di Cremona, novembre 2020.

Gli elenchi dei Comuni afferenti ad ogni COM, con relativa estensione areale e numero totale di abitanti, sono di seguito riportati.

104

SEDE COM COMUNI AFFERENTI Kmq TOTALE ABITANTI FORMIGARA 12,68 1.055 MONTODINE 11,82 2.542 RIPALTA GUERINA 3,03 531 CREMA 34,63 34.371 CASTELLEONE 45,03 9.455 RIPALTA ARPINA 6,91 1.008 CASALETTO VAPRIO 5,39 1.776 CREMA RIPALTA CREMASCA 11,80 3.426 MADIGNANO 10,77 2.925 CAMPAGNOLA CREMASCA 4,63 673 CAPERGNANICA 6,79 2.137 GOMBITO 9,13 622 CREMOSANO 5,81 1.764 CAPRALBA 13,38 2.362 totale 181,80 64.647 Tabella 48. Elenco dei comuni afferenti al COM di Crema con relative superfici e numero di abitanti.

SEDE COM COMUNI AFFERENTI Kmq TOTALE ABITANTI VAIANO CREMASCO 6,25 3.755 BAGNOLO CREMASCO 10,37 4.798 TORLINO VIMERCATI 5,69 469 QUINTANO 2,84 945 CHIEVE 6,34 2.296 PANDINO 22,24 9.024 VAILATE 9,77 4.596 PIERANICA 2,75 1.162 CREDERA RUBBIANO 14,43 1.621 DOVERA CASALETTO CEREDANO 6,47 1.192 PALAZZO PIGNANO 8,89 3.800 RIVOLTA D`ADDA 29,92 8.114 TRESCORE CREMASCO 5,93 2.883 AGNADELLO 12,14 3.845 MONTE CREMASCO 2,35 2.294 MOSCAZZANO 7,94 810 SPINO D`ADDA 19,87 6.895 DOVERA 20,54 3.889 totale 194,73 62.388 Tabella 49. Elenco dei comuni afferenti al COM di Dovera con relative superfici e numero di abitanti.

105

SEDE COM COMUNI AFFERENTI Kmq TOTALE ABITANTI SAN GIOVANNI IN CROCE 16,14 1.905 SOSPIRO 19,07 3.174 PESSINA CREMONESE 22,10 645 PIADENA DRIZZONA 31,75 4.064 MOTTA BALUFFI 16,66 926 VOLTIDO 12,31 374 RIVAROLO DEL RE ED UNITI 27,29 1.991 CINGIA DE` BOTTI 14,41 1.273 CAPPELLA DE` PICENARDI 14,15 450 SAN MARTINO DEL LAGO 10,36 437 DEROVERE 9,90 290 CELLA DATI 19,13 509 TORNATA 10,27 448 PIADENA - DRIZZONA SPINEDA 10,33 611 TORRE DE` PICENARDI 34,22 2.165 SCANDOLARA RAVARA 17,08 1.413 CASALMAGGIORE 63,69 15.351 TORRICELLA DEL PIZZO 24,32 618 CASTELDIDONE 10,80 586 SOLAROLO RAINERIO 11,45 958 PIEVE SAN GIACOMO 14,92 1.594 GUSSOLA 25,35 2.772 ISOLA DOVARESE 9,44 1.159 MARTIGNANA DI PO 14,73 2.036 CALVATONE 13,47 1.208 totale 473,34 46.957 Tabella 50. Elenco dei comuni afferenti al COM di Piadena-Drizzona con relative superfici e numero di abitanti.

106

SEDE COM COMUNI AFFERENTI Kmq TOTALE ABITANTI PIANENGO 5,87 2.541 TRIGOLO 16,20 1.746 SERGNANO 12,49 3.605 CASTEL GABBIANO 5,81 474 CASALETTO DI SOPRA 8,59 570 ANNICCO 19,25 2.049 IZANO 6,25 2.014 CASTELVISCONTI 9,70 309 CUMIGNANO SUL NAVIGLIO 6,63 444 FIESCO 8,09 1.229 CORTE DE` CORTESI CON CIGNONE 12,79 1.084 PADERNO PONCHIELLI 23,94 1.439 ROBECCO D`OGLIO 18,07 2.365 SONCINO ROMANENGO 14,88 3.090 SONCINO 45,32 7.691 CASALBUTTANO ED UNITI 23,16 3.905 CASALMORANO 12,15 1.622 OFFANENGO 12,52 6.048 CASALE CREMASCO - VIDOLASCO 8,95 1.894 TICENGO 8,06 444 SALVIROLA 7,37 1.160 RICENGO 12,56 1.777 GENIVOLTA 18,67 1.248 CAMISANO 10,84 1.268 BORDOLANO 8,13 606 SORESINA 28,51 8.964 AZZANELLO 11,15 656 totale 375,95 60.242 Tabella 51. Elenco dei comuni afferenti al COM di Soncino con relative superfici e numero di abitanti.

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SEDE COM COMUNI AFFERENTI Kmq TOTALE ABITANTI VESCOVATO 17,42 3.918 CREMONA 70,39 71.901 SPINADESCO 17,22 1.537 OSTIANO 19,41 2.928 PERSICO DOSIMO 20,47 3.408 SAN DANIELE PO 22,68 1.387 SESTO ED UNITI 26,46 3.196 BONEMERSE 5,85 1.531 CORTE DE` FRATI 20,33 1.416 ACQUANEGRA CREMONESE 9,21 1.189 GRUMELLO CREMONESE ED UNITI 22,24 1.789 GRONTARDO 12,17 1.441 OLMENETA 9,17 949 GADESCO PIEVE DELMONA 17,13 1.991 VESCOVATO CICOGNOLO 6,96 982 PIEVE D`OLMI 19,40 1.305 PESCAROLO ED UNITI 16,62 1.583 CASTELVERDE 30,94 5.727 STAGNO LOMBARDO 39,96 1.554 PIZZIGHETTONE 32,06 6.548 CROTTA D`ADDA 13,02 657 MALAGNINO 10,84 1.717 SCANDOLARA RIPA D`OGLIO 5,72 547 POZZAGLIO ED UNITI 20,38 1.486 GERRE DE`CAPRIOLI 8,13 1.319 GABBIONETA BINANUOVA 15,75 852 SAN BASSANO 13,88 2.186 VOLONGO 7,95 530 CAPPELLA CANTONE 13,17 573 totale 544,93 126.147 Tabella 52. Elenco dei comuni afferenti al COM di Vescovato con relative superfici e numero di abitanti.

Per approfondimenti si rinvia alla Tavola 31 e ai documenti “Strati informativi e tavole cartografiche” e “Elementi conoscitivi del Sistema regionale di protezione civile – Tabelle”. La documentazione specifica inerente gli edifici delle sedi COM è a disposizione dell’Unità Organizzativa Protezione civile di Regione Lombardia e consultabile su richiesta.

5.5 Aree di ammassamento soccorritori

Le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse di livello regionale, individuate nel territorio provinciale cremonese, sono tre (Figura 62) e sono il risultato di sopralluoghi e incontri specifici svolti tra il 2018 e il 2020 dai funzionari dell’Unità Organizzativa Protezione civile di Regione Lombardia con la

108 partecipazione del Dipartimento della Protezione Civile, della Prefettura-UTG di Cremona, dell’Ufficio Territoriale Regionale (UTR) di Cremona, della Provincia di Cremona, e dei Comuni interessati. L’elenco delle aree, con il Comune di ubicazione e la relativa denominazione, è di seguito riportato:

BAGNOLO CREMASCO (CR) – LA GIRANDOLA CREMONA – IPERCOOP SONCINO (CR) – VIA 11 MARZO 2004

Figura 62. Ubicazione delle aree di ammassamento soccorritori nel territorio cremonese.

Le suddette aree sono descritte in dettaglio tramite schede tecniche (ai sensi delle Indicazioni operative del Capo Dipartimento della Protezione Civile, 31 marzo 2015) e schede descrittive, riportate nel documento “Aree di ammassamento soccorritori”, nel quale sono comprese anche le aree individuate nel resto del territorio lombardo.

5.6 ATS Val Padana - Strutture sanitarie del territorio cremonese Di seguito, in tabella 53, vengono riportate le strutture sanitarie dell’ATS Val Padana che ricadono nella provincia di Cremona. Si precisa infatti che il territorio di competenza dell’ATS Val Padana comprende anche la provincia di Mantova. Si segnala inoltre che nessuna delle strutture elencate ricade in area soncinese.

109 DENOMINAZIONE LOCALITA' INDIRIZZO DENOMINAZIONE ENTE STRUTTURA TIPOLOGIA CASALMAGGIORE, VIA STAFFOLO, 51 ASST DI CREMONA PRESIDIO OSPEDALE A VICOMOSCANO OSPEDALIERO OGLIO GESTIONE DIRETTA PO PRESIDIO DELLA AO CREMONA VIALE CONCORDIA, 1 ASST DI CREMONA ASST DI CREMONA AZIENDA OSPEDALIERA

CREMONA VIA LARGO PRIORI 1 ASST DI CREMONA ISTITUTI OSPITALIERI OSPEDALE A GESTIONE DIRETTA PRESIDIO DELLA AO CREMA LARGO UGO DOSSENA, 2 ASST DI CREMA OSPEDALE OSPEDALE A MAGGIORE GESTIONE DIRETTA PRESIDIO DELLA AO RIVOLTA D'ADDA VIALE MONTE GRAPPA, 15 ASST DI CREMA OSPEDALE S. MARTA OSPEDALE A GESTIONE DIRETTA PRESIDIO DELLA AO CREMA LARGO UGO DOSSENA, 2 ASST DI CREMA ASST DI CREMA AZIENDA OSPEDALIERA

CREMONA VIA GASPARE ASELLI, 14 ATS DELLA VAL PADANA CASA DI CURA CASA DI CURA ANCELLE DELLA ACCREDITATA A CARITA' CONTRATTO CREMONA VIA MANTOVA, 113 ATS DELLA VAL PADANA CASA DI CURA S. CASA DI CURA CAMILLO ACCREDITATA A CONTRATTO CREMONA VIA FABIO FILZI, 56 ATS DELLA VAL PADANA CASA DI CURA FIGLIE CASA DI CURA DI S. CAMILLO ACCREDITATA A CONTRATTO CREMONA VIA KENNEDY, 2 ATS DELLA VAL PADANA FONDAZIONE HOSPICE BENEFATTORI CREMASCHI ONLUS Tabella 53. Elenco strutture sanitarie ATS Val Padana in territorio cremonese.

Per ulteriori informazioni si rimanda alle Tavole 32 e 34 e alla consultazione dei documenti “Strati informativi e tavole cartografiche” e “Elementi conoscitivi del sistema regionale di protezione civile - Tabelle”.

110 Le informazioni e i dati riportati nel seguente documento sono stati resi disponibili da:

• Regione Lombardia - Direzione Generale Ambiente e Clima • Regione Lombardia - Direzione Generale Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile • Regione Lombardia - Direzione Generale Territorio e Protezione civile • Regione Lombardia - Direzione Generale Welfare • Provincia di Cremona – Settore Ambiente e Territorio

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