STUDIO TECNICO AGRONOMICO - Dott. Agr.mo Martuccio Giuseppe - Via G. Garibaldi n° 16 - 82024 - (BN) - Tel. 0824/934173

COMUNE DI FOIANO DI VAL FORTORE (Provincia di )

L.R. 11/96

COMMITTENTE: AMMINISTRAZIONE COMUNALE

PIANO DI ASSESTAMENTO FORESTALE Piano di assestamento Forestale relativo alle proprietà silvo-pastorale del OGGETTO: di Foiano di Val Fortore (BN). 2016 - 2025

PIANO DI ASSESTAMENTO FORESTALE

FASI DI PIANIFICAZIONE:

PRELIMINARE

MINUTA

DEFINITIVO INDICE 2 Presentazione 1. Descrizione dell'Ambiente e del Territorio 5 1.1 Inquadramento geografico 5 1.2 Inquadramento Fitoclimatico 6 1.3 Inquadramento Climatico - Diagramma Walter e Lieth 7 1.4 Aspetti Geomorfologici, pedologici e idrologici 11 1.5 Vincoli esistenti 15 1.6 Consistenza del patrimonio silvo- pastorale del Comune 16 2 SIC e ZPS 19 3 Presentazione del Complesso Assestamentale 20 3.1 Aspetti Generale 20 3.2 Presentazione delle Tipologie Forestali 22 3.3 Calcolo dell'Indice di Viabilità Reale 23 3.4 Classi colturale secondo il catasto e copertura del suolo 25 3.5 Particellare da assestare e stato attuale del bosco 25 3.6 Storia del Bosco 25 4 Classi economiche e comprese 27 4.1 Compresa Produttiva di Cerro 27 4.11 Forma di Governo e Trattamento 28 4.1.2 Turno del Ceduo ed Incremento 29 4.1.3. Calcolo della Ripresa 30 4.1.4 Rilievi Dendrometrici Effettuati 32 4.2 Compresa Turistico- Ricreativa 36 4.2.1 Forma di Governo e Trattamento 36 4.2.2 Calcolo della Ripresa e degli incrementi legnosi 38 4.3 Pascoli 39 4.4 Compresa Protettiva 40 5 Miglioramenti Fondiari 41 5.1 Uso e Miglioramento Pascolo 41 5.2 Sistemazioni idraulico- Forestali 42 5.3Opere di presidio alla lotta incendi boschivi 42 5.4 Ricostruzione Boschiva 43 5.5 Uso delle Risorse silvo- pastorali ai fini ricreativi 44 5.6 Interventi Infrastrutturali 45 6 Compartimentazione e Rilievi 49 7 Piano Tagli 50 8 Libro economico 51 9 Conclusioni 52 Allegato 1 "Rilievo Tassatorio" Allegato 2 "Modalità di godimento Usi Civici" Allegato 3 “Regolamento del Pascolo Dott. Agr. Martuccio Giuseppe Via G. Garibaldi, 14, Colle Sannita Tel. 0824/934173

PRESENTAZIONE

Con il presente progetto si intende dare delle direttive all’assestamento di beni silvo- pastorali del comune di Foiano val Fortore, provincia di Benevento.

Il piano di Assestamento Forestale proposto è redatto ex novo. Le finalità che si vogliono perseguire sono:

a) Esame del patrimonio boschivo e la definizione degli interventi da effettuare per la sua corretta gestione; b) favori la funzione produttiva e protettiva del bosco; c) conservazione, miglioramento, incremento della produzione legnosa, valorizzazione delle bellezze naturali e paesaggistiche, tutela e l’incremento della fauna selvatica; d) difesa del suolo e sistemazione idraulico-forestale; e) prevenzione e difesa dei boschi dagli incendi; f) preservare i sistemi forestali che svolgono protezione del territorio; g) favorire ed incentivare i sistemi di gestione che consentono la formazione di ecosistemi di

pregio ambientale o ne garantiscano la conservazione; 2 h) intervenire nei boschi esistenti e/o nelle aree umide, particolarmente sensibili o degradati sul piano ecologico- paesaggistico, per migliorarne le condizioni eco-ambientali a beneficio dell’aumento della biodiversità; i) garantire una migliore fruizione turistico- ricreativa delle risorse forestali ai fini della valorizzazione in termini di pubblica utilità; j) valorizzare la biodiversità attraverso il mantenimento ed il potenziamento degli ecosistemi forestali; k) introdurre appropriate azioni di prevenzione e protezione dagli incendi boschivi compresa la lotta attiva, migliorare le condizioni idromorfologiche delle aree forestali soggette a fenomeni di degrado ambientale, diffondere pratiche forestali e selvicolturali volte alla gestione sostenibile delle risorse forestali e del suolo, con riguardo anche alla qualità dell’acqua ai fini della sua complessiva funzione. Questi obiettivi permetteranno di sostenere da un punto di vista, sia ecologico che economico il bosco impostando una gestione multifunzionalità.

Minuta di PAF dei beni silvo-pastorali del comune di Foiano di Val Fortore (BN)

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In questo PAF si cercherà di gestire il patrimonio boschivo del comune seguendo i criteri di sostenibilità ambientale, tale da trovare il giusto compromesso economico- naturale per non deturpare l’ambiente: garantendo una copertura del suolo continua che assicuri una buona regimazione delle acque, evitando, così, danni dovuti al dissesto idrogeologico. Inoltre si cercherà di dare spazio alle nuove formazioni boschive garantendo una perpetuazione da seme alle specie che costituiscono il soprassuolo.

La gestione del patrimonio boschivo del comune di Foiano di Val Fortore deve assicurare l’evoluzione dei soprassuoli presenti verso forme stabili ed in equilibrio ecologico. Salvo mantenere in efficienza vegetativa e strutturale gli habitat di rilevante valore colturale e paesaggistico come le formazioni a cerro e roverella che sono un segnale tipicizzante dell’Appennino meridionale.

Il mantenimento ed il miglioramento delle cenosi presenti si esplica attraverso il conseguimento di: • conservazione delle fitocenosi di elevato valore; • coltivazione secondo canoni selvicolturali e agronomici a basso impatto ambientale; • tutela e ripristino vegetazionale di aree in fase di alterazione per cause antropiche o “abiotiche”. 3 Si prospetta, quindi, di indirizzare la gestione delle tipologie individuate secondo lo schema di seguito riportato. Conservazione:

• Boschi a riproduzione agamica, misti di caducifoglie,

• Boschi a riproduzione gamica del genere Quercus

• Pascoli.

Tutela e ripristino vegetazionale:

• Gestione dei rimboschimenti di conifere al fine di creare un popolamento misto e disetaneo.

Nelle linee di gestione si propone la conservazione attiva di sei specie tipiche dei boschi di Quercus cerris (L.), Quercus pubescens (Miller), Ostrya carpinifolia, Carpinus orientalis, Acer campestris, Acer pseudoplatanus, sia perché autoctone e sia perché in alcuni contesti sono state riscontrate in condizioni assestamentali e vegetative molto scadenti.

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Conservazione attiva anche alle specie accessorie e ai frutteti minori, che costituiscono un importante riserva per la biodiversità. Dai rilievi di campagna sono stati riscontrati specie importanti come Castanea sativa, Cornus mas, Cornus sanguinea, Pirus pyraste, Malus sylvestre e Corylus avellana.

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1. DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO 1.1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

Le principali caratteristiche del territorio comunale: il territorio di Foiano di Val Fortore, ricade nel contesto geografico più ampio chiamato “Fortore Beneventano”. Questo è localizzato nella parte nord-orientale dell'Appennino campano, tra monti della Daunia e del Sannio, al margine esterno della catena sud-appenninica. L’analisi altimetrica indica la prevalenza delle aree di media-alta collina (39% del territorio) e di bassa montagna (55% del territorio), mentre le aree di bassa collina e media montagna occupano, rispettivamente, soltanto l’1 e 2% del territorio.

Per quanto riguarda le pendenze, le superfici molto inclinate (34% del territorio) e moderatamente ripide (25% del territorio), occupano, insieme, gran parte del territorio.

Una significativa percentuale (12%) di quest’ultimo è caratterizzato da superfici a pendenza ripida.

L’elevata acclività predispone il suolo al rischio di erosione idrica pone seri vincoli alla meccanizzazione agricola. 5

Meno di un terzo (27%) del territorio è caratterizzato da superficie a bassa pendenza, coincidenti, per lo più, con il fondovalle alluvionali, gli altopiani delle formazioni argilloso- marnose quaternarie e le aree sommitali delle formazioni calcarenitiche.

L’esposizione del territorio è più o meno uniformemente distribuita tra Est (20%), Sud (4%), Ovest (25%) e aree pianeggianti (quindi senza esposizioni prevalenti) (24%). Solo un’ piccola percentuale (8%) delle aree di versante è esposta a Nord e, in molti casi, coincide con superfici boscate.

Comune montano in provincia di Benevento con più di millecinquecento abitanti. Sorge alle pendici meridionali del monte Barbato, nel cuore dell'Appennino Sannita, nella val Fortore. Il comune è prossimo ai limiti amministrativi della Regione Puglia. In particolare confina con i paesi: , , Montefalcone di Val Fortore, (FG), (FG), .

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Il comune di Foiano val Fortore si estende per 40 Km2, mentre possiede una superficie agraria utilizzata di Ha 2221,25; l’altitudine media è di 520 m.s.l.m.

Lo studio descrittivo delle proprietà silvo- pastorali di proprietà comunale terrà conto delle caratteristiche topografiche, in particolare la divisione delle superfici per uso del suolo di interesse di pianificazione forestale; Inquadramento fitoclimatico e annesso studio climatico della zona, aspetti geomorfologici, pedologici e idrologici. A questo livello di progettazione l’area è stata studiata con la tecnica della fotointerpretazione utilizzando la tecnologia GIS.

- SUPERFICIE: La suddivisone territoriale in base l’uso del suolo del patrimonio silvo- pastorale del comune di Foiano di Val Fortore è la seguente:

 Superficie Boscata 138,41 Ha

 Prati e pascoli 24, 90 Ha

 Altre Utilizzazioni 22,47 Ha . Totale 185, 78 Ha 1.2 Inquadramento Fitoclimatico 6 Secondo la carta fitoclimatica presentata nel Piano Forestale Generale della regione , la zona geografica di Foiano val Fortore rientra, secondo la classificazione del PAVARI, nella fascia del Lauretum sottozona fredda.

. Sottozona Fredda. Temperature medie di riferimento

media dell'anno media del mese più freddo media del mese più caldo media dei minimi

12-17 °C maggiore di 3 °C maggiore di -9 °C

Con un’analisi di maggior risoluzione, possiamo inquadrare i boschi presenti nel territorio comunale in due fasce fitoclimatiche, infatti si passa dalla zona che può essere inquadrata nella fascia fitoclimatica del laretum e del castagnetum caldo.

La distribuzione della vegetazione forestale nel territorio, conferma simile inquadramento con la presenza di boschi di latifoglie mesofite: cerro, roverella con frammisto di olmo, carpino e frassino, nonché vegetazione cespugliosa formata dalla ginestra, dal

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biancospino, ricca di rovi e spine (Crategus monogina). In buona sostanza le tre formazioni di maggior rilievo possono essere cosi classificate:

Località Fascia Fitoclimatica

Bosco “Frosolone Lauretum sottozona fredda

Rimboschimento località Pisciarelli Lauretum sottozona fredda Sant’Anna

Rimboschimento San Giovanni Castagnetum sottozona calda

1.3 INQUADRAMENTO CLIMATICO

Si arricchisce lo studio fitoclimatico con un analisi climatica la descrizione delle caratteristiche pluviometriche, di temperatura, luce, venti, eliofania e stagione vegetativa della zona. Per lo studio delle precipitazioni meteoriche può essere impostato sulla stazione di San Marco dei Cavoti. Nel area comunale è infatti, installato un pluviografo facente parte della rete pluviometrica del Servizio Idrografico di Stato per il quale sono disponibili dati di 7 precipitazione pubblicati negli annali e relativi a diversi decenni.

- Precipitazione

L’andamento delle precipitazioni sull’area in esame presenta una concentrazione prevalente nell’arco del semestre Ottobre - Marzo, con un massimo di apporti nel periodo Novembre- Dicembre, ed un minimo in Gennaio - Marzo. La piovosità media annua si mantiene al di sopra dei 103 mm.

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Precipitazioni mensili in mm - Anno 2009 - 300,0

250,0

200,0

150,0

100,0

50,0 precipitazioni 0,0 e e e Luglio Marzo Aprile Agosto Giugno Maggio Ottobre Dicembr Gennaio Febbraio Settembr Novembr

Figura 1

- Temperature

Per quanto attiene la termometria, sulla base dei dati disponibili nelle varie stazioni termometriche vicine, la temperatura media annua presente valori di circa 14 °C; nel periodo invernale le temperature minime scendono al di sotto dello 0 °C nei mesi di Gennaio e di

Febbraio (media 3 C°). Le punte di temperatura estiva oscillano tra i 25 ed i 30 °C (media 21 ° 8 C).

Andamento delle Temperature dell'aria misurate a 2 m - Anno 2009-

40 35 30 25 20 15 10 5 0

Temperature -5 g f m a m g l a s o n d Mesi T.Max T.Min

Figura 2

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- Diagramma Walter e Lieth

I dati medi di precipitazione e temperatura rilevati negli anni 2010/2012 sono riportati secondo il diagramma di Walter e Lieth. Il diagramma riporta sull'ascissa i mesi dell'anno, sull'ordinata di destra le precipitazioni medie del periodo di riferimento e a sinistra le medie delle temperature. I valori delle temperature sono riportati a scala doppia rispetto a quelli di precipitazioni (1°C = 2 mm). Quando i valori mensili delle precipitazioni superano i 100 mm il periodo piovoso viene rappresentato, oltre questo valore, in nero e a scala dieci volte più piccola di quella precedentemente adottata per le precipitazioni mensili minori di 100 mm.

Così elaborato, il diagramma consente il confronto grafico fra il regime termico e quello pluviometrico annuale; quando la curva delle precipitazioni scende sotto quella della temperature medie(P < 2T) il periodo interessato deve considerarsi arido.

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Figura 3 - Luce

La quantità di energia solare ricevuta da una certa regione terrestre varia grandemente con l'intensità e la durata della radiazione incidente. Le misure di radiazioni si esprimono in cal/cm2 min.

Eliofania Relativa - misura quanto tempo del giorno il sole è stato visibile al suolo in quanto non occultato da nubi. Nella Tabella seguente è riportato l'andamento annuo dell'eliofania relativa (n/N) a Benevento (da A. Guerrini et ali- "L'Insolazione sull'Italia" - 1977).

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Tab. Andamento annuo- diurno dell’umidità dell’aria relativa a Benevento.

Località G F M A M G L A S O N D

BN 72 66 54 55 52 40 42 42 51 64 72 78

- Venti

Il vento o, più in generale, le correnti aeree si originano per gli squilibri di pressione tra diversi punti dell'atmosfera terrestre: l'aria calda di un luogo tende a sollevarsi e quella più fredda circostante, richiamata dalla pressione formatasi, tende a prenderne il posto.

La zona è battuta da venti provenienti in prevalenza dai quadranti W-SSW per circa il 40% e subordinatamente con il 30% circa dal settore NNE-ENE. Tali venti comunemente conosciuti come Scirocco e Bora, sono entrambi condizionanti delle rese delle colture cerealicole della zona: lo scirocco tipicamente caldo, arriva qui molto freddo, dopo aver attraversato il mare e la catena montuosa che ci separa dal Tirreno. Nel periodo della maturazione, il grano soffre tale vento e le conseguenze molto gravi sono evidenziate dalla 10 stretta fisiologica, riducendo la produzione anche del 40 – 50%.

Nei mesi di Novembre, Gennaio e Febbraio si verifica una inversione di tendenza: infatti il vento dominante è la Bora che soffia da NNE-ENE sempre molto fredda provocando spesso gelate tardive e ricche nevicate.

- Stagione di Crescita

Per stagione di crescita si intende il numero di giorni intercorrenti tra la data d'inizio e quella di cessazione delle condizioni di temperatura idonee per l'accrescimento e lo sviluppo delle piante. Si può, quindi, definire stagione di crescita il numero di giorni consecutivi dell'anno in cui la temperatura media dell'aria è superiore ad un determinato valore soglia. Tenuto conto delle diverse specie vegetali a cicli primaverili estivo coltivate in una zona si può realizzare una Carta della Stagione di Crescita, per una soglia di 15 °C, 10 °C e 5 °C. A tal fine, è necessario determinare le date di inizio e fine di detti periodi con un metodo di calcolo basato sull'assunto che i valori di temperatura media mensile descrivono una curva annuale

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con tratti ascendenti e discendenti, grossolanamente lineari. Per effettuare i conteggi si attribuisce a ciascun giorno dell'anno un numero progressivo da 1 a 365 (data Giuliana).

1.4 Aspetti geomorfologici, pedologici e idrologici

- Caratteristiche geomorfologiche

La descrizione delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche del Fortore beneventano, di seguito riportata, fa riferimento a specifici lavori di Ortolani e Pagliuca (1999-2000) e Pagliuca e Toccaceli (2003), realizzati nell’ambito dei progetti ricerca IPRA e RAISA del Consiglio Nazionale delle Ricerche, coordinati dal CNR-ISAFoM.

II Fortore Beneventano è localizzato al margine esterno della catena sud appenninica costituita, in affioramento, da varie unità stratigrafico- strutturali di età compresa tra il Cretacico inferiore ed il Pliocene medio. In quest’area, lo spessore complessivo della catena è di oltre 4.000 m.

In particolare da tali lavori le principali unità stratigrafico- strutturali che si rinvengono in affioramento nel territorio di Foiano di Val Fortore sono rappresentate da:

11  Unità Molisana rappresentata dai terreni del Miocene medio-superiore (Flysch della Daunia), 11 costituiti prevalentemente da calcareniti e marne. I depositi eluviali costituiscono coperture prevalentemente argillose, includenti piroclastiti rimaneggiate, che si rinvengono su lembi sollevati di antiche superfici peneplanate (altopiani di S. Marco dei Cavoti, Decorata, Lago S. Giorgio, M.te S. Marco, S. Bartolomeo in Galdo). Dalla Carta Geologica elaborata dal GAL Titerno, Tammaro, Fortore, si evince che:  i complessi boscati costituiti da rimboschimenti di conifere sono caratterizzati da unità geologiche argillose;  il complesso boscato denominato "Bosco di Frosolone" è posto su unità geologiche composte da Arenarie e Tufi, nella parte di basso e medio versante. Mentre nella parte di alto versante dello stesso complesso boscato sono presenti unità composte da unità geologiche alluvionate.  Il complesso boscato prossimo al torrente Zuccariello è posto da unità geologia di tipo arenario.

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- Caratteristiche pedologiche

Classificazione: secondo i criteri proposti dalla Soil Taxonomy (Soil Severy Staff, '75) - seguendo la metodologia di ricerca di Buondonno et alii (1989), adottata nella Comunità Montana "Fortore Beneventano" (Buondonno, Danise, Leone, Tedeschi, Terribile, 1989).

La formazione del profilo pedologico è in virtù della matrice litologica e delle caratteristiche della stazione. Dallo studio effettuato è possibile descrivere quali sono le associazioni pedologiche che caratterizzano le particelle forestali e quelle gravate da pascolo, individuate in questo PAF.

In particolare il bosco Frosolone, che è l'entità boschiva di proprietà comunale prevalente, è interessata da una matrice litologica di arenarie e tufi, intervallate da argille e terreni alluvionali.

In particolare queste formazioni sono delimitate da arenacee e più precisamente: “arenarie e conglomerati”; “arenarie con intercalazione di conglomerati e marne”; “arenarie quarzose con intercalazioni di argille policrome”.

I tipi pedologici che si sono sviluppati in questa associazione appartengono agli ordini degli Entisuoli e degli Inceptisuoli, più precisamente ai grandi gruppi degli Xerochrepts, in accordo con le 12 caratteristiche Xeriche del clima. 12

Gli Xerorthents si sviluppano prevalentemente in situazioni di maggiore pendenza, anche su calanchi.

Gli Xerochrepts sono più frequenti in situazioni di sommità e di minore erosione.

In generale, questi Entisuoli sono ben drenati, esenti da fenomeni di idromorfismo, sono sempre cartonatati, saturi, con reazione da neutra a subalcalina, con assenza di problemi di salinità ed alcalinità, come del resto si nota in tutto il territorio. La capacità di scambio cationica si mantiene sui valori meno elevati accertati nel territorio, con il calcio sempre prevalente tra le basi di scambio ed una bassa dotazione di sostanza organica e dei principali nutritivi.

Nella zona prossima a quella cacuminale e quella di valle, del bosco Frosolone, sono presenti terreni di origine alluvionale, da questi si originano suoli sviluppatisi che presentano le caratteristiche morfologiche degli « Alluvial Soils ». Sono generalmente profondi, posseggono una pietrosità localmente anche abbondante, fino a costituire vere fasi a pietrosità elevata. Sono poco estese le situazioni di falda superficiale.

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In questa condizioni sono presenti i suoli appartenenti agli ordini degli Entisuoli.

Negli Entisuoli a differenza di quanto rilevato per i suoli dello stesso ordine delle altre unità, lo scarso sviluppo di orizzonti pedogenetici è imputabile essenzialmente alla loro origine alluvionale. Essi hanno spessore, tessitura e scheletro molto variabile, a causa sia della eterogeneità dei materiali alluvionali, sia della profondità a cui si rinviene il letto di ghiaia, per cui possono avere tessitura da sabbiosa ad argillosa. La loro profondità può variare da qualche decimetro fino a qualche metro. Hanno sempre carattere fluventico e predominano gli Xerofluvents tipici e vertici, con profilo generalmente di tipo A-C, di buona permeabilità, adatti ad un'ampia utilizzazione colturale.

Le altre particelle forestali si generano soprattutto in su matrici litologiche di cui la prevalente componente argillosa è da definire: “argille policrome, leggermente scagliose con sottili intercalazioni di calcareniti, marne ed arenarie”.

Sui substrati argillosi di questa associazione sono stati accertati con maggiore diffusione i vertisuoli, e precisamente Chromoxerents Tipici ed Entici, Pelloxererts Tipici e CHromici. Trattasi dunque sempre di Xererts, in accordo con le caratteristiche climatiche dell’area geografica. 13 Tali suoli sono quindi profondi più di 50 cm ed a tessitura argillosa.

Sebbene la tessitura argillosa comporti relativa difficoltà di drenaggio, tuttavia sono le condizioni del clima e la fisiografia che non fanno insorgere prolungati ristagni di acqua negli orizzonti del suolo.

- Caratteristiche idrologiche Le aree boschive pubbliche situate nel territorio comunale di Foiano di Valfortore, sono caratterizzate da una tipologia costitutiva univoca, in quanto derivanti da progressivi rimboschimenti da parte della Comunità Montana del Fortore mediante essenze resinose.

Si individuano pertanto tre aree principali rappresentate dal Bosco di San Giovanni, situato alla località omonima, il Bosco Pisciarelli- Sant’Anna, situato in prossimità del nucleo urbano capoluogo ed il bosco Frosolone, collocato al margine orientale del territorio comunale.

Il Bosco di San Giovanni si sviluppa in adiacenza della rotabile che conduce da San Marco dei Cavoti a Foiano di val Fortore. Al suo interno non sono presenti impluvi naturali, ma unicamente dreni superficiali realizzati nelle operazioni di bonifica contestuali al primo impianto del rimboschimento. Minuta di PAF dei beni silvo-pastorali del comune di Foiano di Val Fortore (BN)

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Il carattere antropico della rete di drenaggio non assume carattere di naturalità e solleva da descrizioni di carattere morfologico dell’assetto idrografico superficiale.

Lo stesso discorso è valido per il bosco alla località Pisciarelli- S.Anna, caratterizzato da un assetto poco articolato e dalla presenza di lineamenti di deflusso superficiale artificiali.

Il bosco alla località Frosolone, anche in funzione della sua estensione, può essere interpretato in modo più approfondito in quanto caratterizzato da indici di carattere morfometrico più evidenti.

Il bosco si estende per circa 2350m lungo il versante in destra idrografica del fiume Zucariello, orientato, in questo tratto con direttrice SW-SE.

All’interno dell’area boschiva sono presenti alcuni impluvi secondari, orientati tendenzialmente in modo ortogonale al fiume Zucariello e dunque con direttrice SE-NW.

Il pattern idrografico locale di detti impluvi è di tipo sub-parallelo con ordine gerarchico 1 e con tendenza al dendritico solo al margine occidentale dove si osserva un impluvio con ordine 2.

Questo aspetto denuncia un basso livello di gerarchizzazione e dunque di evoluzione morfologica del sito, peraltro confermato dalle caratteristiche oggettive degli impluvi, nei quali non si evince un 14 vero è proprio alveo con materiale di trasporto e non si rilevano, fatta eccezione come già accennato per il margine posto ad occidente, settori interessati da erosione di fondo, spondale o approfondimento della sede di drenaggio superficiale.

La pendenza media del versante, e contestualmente degli impluvi, è del 25%.

Non si apprezzano repentine rotture di pendenza, anche se nel settore medio-orientale, l’inversione di curvatura delle isoipse denuncia la presenza di fenomeni gravitativi pregressi e localmente in atto, ai cui margini laterali si instaurano le condizioni ideali di drenaggio superficiale occasionale.

Gli impluvi hanno carattere spiccatamente torrentizio con portata limitata ai periodi più piovosi o ad eventi meteorici occasionali di particolare importanza per quanto riguarda l’intensità delle precipitazioni. Il carattere di tendenziale linearità acquisito dagli impluvi è condizionato principalmente da un controllo di tipo tettonico a cui si aggiungono gli effetti derivanti dalle operazioni di regimazione effettuate nell’area che ha chiare origini antropiche in quanto sede di progressivi rimboschimenti con essenze resinose.

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1.5 Vincoli esistenti

La naturalità del paesaggio rappresenta un indice significativo rispetto al grado di pressioni ambientali che insistono sul territorio e che spesso determinano una riduzione del livello di complessità e integrità strutturale degli ecosistemi, insieme alla perdita degli elementi naturali sistemici e individuali. Un ottimo indicatore di integrità e funzionalità in un territorio è la presenza di formazioni forestali ampie e diversificate. I boschi costituiscono infatti la sede di processi biologici e ambientali fondamentali per la qualità naturale complessiva di un territorio. Per una pianificazione efficace ed a opera d’arte è di fondamentale importanza tenere in considerazione la rete di vincoli paesaggistici, idrogeologici, floristici, faunistici ecc. che sono nel territorio da pianificare.

I vincoli che interessano i beni silvo- pastorali del comune sono: a) Vincoli idrogeologico (legge 3267/1923): come è possibile osservare dalla tabella 1 la totalità dei beni silvo- pastorali presi in esame per la pianificazione forestale sono soggetti a questi vincoli; b) Autorità di Bacino (la legge del 18 maggio 1989 n°183 –L.R. n 8 del 07/02/1994): dallo studio del piano Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore, parte del territorio comunale ricade sottoposto a vincoli emessi da tale autorità per il rischio frane ed 15 idraulico (vedi tabella 1); La sovrapposizione della cartografia del rischio idraulico della zona, non evidenzia aree di rischio. Situazione simile per il rischio frane della zona, ove si evidenziano poche aree interessate da rischio moderato individuate nella parte centrale del Bosco Frosolone, mentre una piccolissima a rischio medio ed elevato nella zona ad EST della stessa formazione boschiva. Le utilizzazioni boschive non sono in contrasto con gli artt. 8,10 e 23 delle norme di attuazione del PAI della zona. Ogni prescrizione boschiva prevede un rilascio di matricine che tiene conto della pendenza del soprassuolo e alla sua situazione geologica, inoltre si prescrive che in tutte le utilizzazioni non sono previsti vuoti nella copertura arborea, le chiome sono sempre in contatto tra loro, questo per limitare al minimo i fenomeni di erosione. Si prevede, in aggiunta, il taglio delle specie ad alto fusto morti o pericolanti nelle fasce di rispetto di 10 m dalle sponde dei corsi d'acqua. Inoltre sempre, negli articoli citati si disciplinano che sono ammessi le opere di miglioramento boschivo, rimboschimenti a forma irregolare. c) Area SIC: Parte dei beni silvo pastorali del comune di Foiano di Val Fortore ricadono nell’area protetta SIC " SORGENTI E ALTA VALLE DEL FIUME FORTORE " (Codice Natura

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2000: IT8020010). Il sito di intervento rientra in un area che è stata individuata nel territorio regionale come Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.), in particolare SIC " SORGENTI E ALTA VALLE DEL FIUME FORTORE " (vedi tabella 1). d) Conflitti di proprietà e/o confinazione con i comuni limitrofi: Non sono da segnalare conflitti di proprietà e/o confinazione con i comuni limitrofi e le particelle interessate;

1.6 Consistenza del patrimonio silvo-pastorale del Comune La superficie occupata dalle risorse silvo- pastorali del comune di Foiano di Val Fortore si presenta con una superficie complessiva di Ha 138,41 di bosco e 24,90 Ha di pascolo, per tanto la superficie da assestare totale è pari a 163.31Ha. Inoltre sono da considerare anche altre proprietà del comune di Foiano di Val Fortore che secondo la legge regionale 11 del 1996 (art.14) non rientrano nella definizione di bosco perché con una superficie minore di 2500 m2, né di pascolo montano perché ad un’altitudine minore di 700m s.l.m. Fanno parte di queste superfici coltivi, aree urbane ecc. queste saranno classificate sotto la voce “Altre Superficie” e non saranno oggetto di pianificazione. Nella figura in basso sono ripartite in percentuale tutte le categorie di superficie di proprietà del comune.

bosco - Superficie Boscata 138,41 Ha 16 - Prati e pascoli 24,90 Ha - Altre Superficie di proprietà Pascolo comunali 22,47 Ha - Totale 185.78 Ha

ripartizione del territorio comunale

Totale superficie da assestare:

- Superficie Boscata 138,41 Ha a. Ceduo 100,11 Ha b. Fustaia 38,30 Ha - Prati e pascoli 24,90 Ha - Totale 163,31 Ha

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Tabella 1

Vincoli Esistenti Ha Ha Ha Ha Ha Ha Altra Altra

Foglio (tipologia) Totale Superf. Superf. Superf. Superf. Agraria Pascolo Comune Usi CiviciUsi Superf. a catastale Forestale Particella Particella

- 5 54 1,11 1,11 1,11 Vincolo idrogeologico - Autorità di bacino : Val Frane: rischio moderato Fortore Foiano di

- Vincolo idrogeologico 5 153 2,19 2,19 2,29 - Autorità di bacino :

Val Frane: rischio moderato Fortore Foiano di

- Vincolo idrogeologico 5 60 0,59 0,59 0,59 - Autorità di bacino :

Val Frane: rischio moderato Fortore Foiano di

- 8 9 1,81 1,81 Vincolo idrogeologico - Autorità di bacino : Val Frane: rischio elevato Fortore Foiano di

- Vincolo idrogeologico

9 121 12,47 12,47 - Autorità di bacino :

Val 17 Frane: rischio elevato 17 Fortore Foiano di

- 12 32 0,37 0,37 Vincolo idrogeologico - Autorità di bacino : Val iano di Frane: rischio moderato Fortore Fo

- Vincolo idrogeologico 20 566 25,29 14,89 10,40 19,67 - Autorità di bacino :

Val Frane: rischio moderato- Fortore

Foiano di elevato

- 20 542 0,22 0,22 Vincolo idrogeologico - Autorità di bacino : rtore Val - Frane: rischio moderato Fo Foiano di

- Vincolo idrogeologico - Autorità di bacino : 21 224 1,30 1,30 Frane: rischio moderato

Foiano di Idraulico :rischio moderato Val Fortore - SIC - Vincolo idrogeologico

- Autorità di bacino : Frane: rischio moderato

ore 21 225 0,97 0,97 Idraulico :rischio moderato Fort Foiano di Val SIC

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- Vincolo idrogeologico - 22 29 3,26 3,26 Autorità di bacino : Val Idraulico :rischio moderato Fortore

Foiano di SIC

- Vincolo idrogeologico 23 302 113,3 113,3 113,3 - Autorità di bacino : Val Frane: rischio moderato Fortore Foiano di

- Vincolo idrogeologico 23 310 0,18 0,18 - Autorità di bacino : Val Frane: rischio moderato Fortore Foiano di

- Vincolo idrogeologico - 31 151 0,25 0,25 Autorità di bacino : Val Frane: rischio medio Fortore

Foiano di SIC Superf. Sup. Sup.

Totale Forest. Pascolo -

Ha Ha Ha

- 163,31 138,41 24.90

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2. SIC E ZPS

Il territorio comunale di Foiano di Val Fortore rientra nei confini designati dell’area SIC denominata " SORGENTI E ALTA VALLE DEL FIUME FORTORE " (Codice Natura 2000: IT8020010). Le linee di gestione scelte per questa pianificazione tuteleranno gli habitat segnalati. La loro condizione ecologica sarà indicativa per le scelte gestionali di questa pianificazione.

Tra gli habitat prioritari identificati nel SIC ricopre un'importanza particolare quello denominato "Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavium" (cod. 3250). Tale ambiente spesso è in relazione diretta ad un altro habitat prioritario, identificato con il codice 6220, caratterizzato da percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero- Brachypodietea.

Pur non ricadendo tutte le particelle forestali nel SIC gli habitat qui evidenziati dovranno essere tutelati ad ogni utilizzazione.

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3. PRESENTAZIONE DEL COMPLESSO ASSESTAMENTALE 3.1 Aspetti generali

Il presente progetto di minuta di un piano di assestamento costituisce una soluzione per l’utilizzo delle risorse naturali del comune di Foiano di Val Fortore. Il piano è redatto ex novo, non risulta quindi una forma si soluzione continua di una vecchia pianificazione.

OBIETTIVI ED INDIRIZZI TECNICO- PROGRAMMATICI

 Valorizzare la proprietà pubblica in senso generale.

 Gestire il patrimonio silvo-pastorale.

 Selvicoltura su base naturalistica.

 Proseguire il governo a ceduo laddove le condizioni di fertilità e di struttura sono tali da non garantire nel tempo e nello spazio significativi cambiamenti legati ad una diversa gestione dei soprassuoli cedui, In particolare, laddove vi sono indicatori stazionali (pedologici, climatici ed edifici) che non aiutano il cambiamento della forma di governo.

 Favorire la biodiversità. 20

 Gestione delle essenze arbustive, mediante interventi legati alla prevenzione incendi.

a) Analisi delle tipologie e dei complessi forestali

La condizione silvo- pastorale del territorio di Foiano di val fortore si presenta con una buona biodiversità floristica, inoltre poco frammentata che ne fa acquisire un valore ecologico.

La vegetazione presente è legata alle particolari condizioni edafiche e morfologiche dell’area.

La maggior parte della copertura vegetazionale è composta da specie forestali, le tipologie forestali maggiormente presenti sono:

 Querceti mesofili di cerro, roverella e farnia, identificato con il nome “bosco Frosolone”. Questo è una distesa forestale di circa 114 Ha posizionata nella zona EST del territorio comunale. Il sottobosco è costituito soprattutto da uno strato arbustivo molto fitto, la composizione specifica vede come le specie di massima presenza il biancospino, arbusti del genere Robur sp., ligustro, prugnolo, corniolo e sanguinella.

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 Popolamenti artificiali di Pinus nigra e Cupressus arizonica (Greene) , questi presenti in due aree del territorio comunale. In questi popolamenti il sottobosco è costituito soprattutto da uno strato erbaceo formato da sesleria e graminacee.

 Formazioni ripariali composte da specie quercine, carpini, pioppi, salici. Il sottobosco è costituito soprattutto da uno strato arbustivo è presente su di 1/3 della superficie, la composizione specifica vede come le specie di massima presenza il biancospino, arbusti del genere Robur sp., ligustro, corniolo e sanguinella. b) Pascoli Oltre alle tipologie forestali è da segnalare la presenza importante di pascoli. In molti casi, essi, costituiscono uno un soprassuolo favorevole per la colonizzazione forestale di aree abbandonate dalla precedente destinazione di uso del suolo, altri casi sono considerabili incolti. La maggior parte di essi non sono classificabili pascoli montani perché sono ad una altitudine inferiore ai 700 m s.l.m.

I pascoli montani sono costituiti in genere da praterie a "Sesleria Nitida" (Sesleria dei macereti) e "Carex Kitabeliana" (Carice laevis), a "Festuca violacea" (Festuca delle Alpi Giulie), mentre sui brecciai attivi compare la vegetazione discontinua a "Festuca laxa, dimorpha" (Festuca appenninica) e nei luoghi pietrosi più umidi e freschi il "Brachypodium pinnatum glabrum" (Pareo comune). Sono 21 distribuite nella zona nord del comune di Foiano di Val Fortore, la maggior parte delle superficie individuate sono state colonizzate con il tempo da specie arbustive e arboree ed ora lasciate all’evoluzione naturale fino a che si insedi una coltura arborea da gestire.

Conservare i pascoli garantirà una soluzione di continuità anche per le specie animali selvatiche, oltre a quelle domestiche, che usano queste fasce ecotonali come loro habitat.

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3.2 Presentazione delle Tipologie Forestale

SITUAZIONE ATTUALE

Tipologie forestali presenti nel territorio appartenente al Comune di Foiano di Val Fortore

Categoria Tipo, chiave descrittiva e unità fitosociologiche di riferimento CERRETA MESOXEROFILA

Presente sui versanti caldi dei rilievi interni e sulle conche intermontane in substrati calcarei e arenacei. La tipologia è caratterizzata dalla presenza del Cerrete cerro con sporadici aceri, roverella e carpino nero. Il sottobosco è rado e comprende specie mesoxerofile o termofile. Strutturalmente si avvicina molto alla fisionomia dei querceti a roverella, ma in questo caso prevale il cerro che si sviluppa meglio a quote più alte.

LATIFOGLIE DI INVASIONE MISTE E VARIE Popolamenti a prevalenza di aceri, olmo campestre, ciliegio, noce, perastro e, in minor misura, latifoglie mesoxerofile, in particolare cerro e roverella. Si tratta di formazioni pure o in mescolanza, non ricollegabili ad alcun tipo, Formazioni di latifoglie originati su expascoli o coltivi abbandonati (anche oliveti o alberi da frutto pioniere ormai invasi da vegetazione forestale). Si tratta di cenosi pressoché ubiquitarie, più frequenti in quelle aree dove le tradizionali forme di 22 sfruttamento del suolo (agricoltura e pastorizia) sono in crisi e l’abbandono è in atto.

PIOPPO-SALICETO RIPARIALE Formazioni riparie Boscaglie a prevalenza di salici e pioppi, puri o in mescolanza tra loro con robinia e ontano come specie sporadiche. Localizzati in prossimità dei corsi d’acqua, su alvei e nei fondo valli. Le specie arboree caratteristiche sono per lo più salici e pioppi.

RIMBOSCHIMENTO SUBMONTANO DI CONIFERE

Rimboschimenti Popolamenti artificiali a prevalenza di conifere (principalmente pino nero, abeti, cedri e cipressi) nell'ambito della vegetazione dei querceti caducifogli e degli ostrieti.

ARBUSTETO A GINESTRE

Arbusteti Arbusteto denso a ginestre con presenze sporadiche di ginepri ed altre specie spinose, localizzato su ex-pascoli e coltivi abbandonati, soprattutto in esposizioni calde.

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3.3 CALCOLO DELL’INDICE DI VIABILITÀ REALE (IVR) E CONFRONTO CON L’INDICE DI

VIABILITÀ OTTIMALE (IVO).

Nella tabella di seguito riportata è riportato il calcolo dell’Indice di viabilità reale (IVR) e il confronto con l’Indice di viabilità ottimale (IVO). Tale calcolo è stato elaborato per tutte le comprese.

Superficie Densità viaria Metri lineari di Particelle Forestali Forestale Ha ml/ha strada

1 3.9 115.38 450

18 3.05 229.51 700

2 11.84 84.63 1002

3 5.53 126.40 699

19 0.26 0.00 4 13.72 120.55 1654 5 5.97 75.88 453 6 11 34.00 374 7 8.16 26.35 215 8 8.69 77.10 670 23 9 5.18 105.60 547 10 4.73 52.22 247 11 7.08 152.54 1080 12 5.89 58.06 342 13 9.39 78.49 737 14 8.38 185.80 1557 15 10.49 47.00 493 16 7.78 134.45 1046 20 7 71.43 500 17 0.37 0.00 0

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Dalla comparazione dei tre Indici di Viabilità Reale stimati con misurazioni di tipo prettamente digitale, si è in grado di condurre a termine l’analisi quantitativa inerente la viabilità, in termini di accessibilità all’interno del comprensorio forestale del Comune di Foiano di Val Fortore.

INDICE DI VIABILITÁ COMPARTO VIABILITÁ TOTALE SUPERFICIE (ha) REALE - IVR (m/ha) COMUNALE (metri) media ponderata

Viabilità principale e 138.41 1775.89 92 secondaria

Dal confronto tra Indice di Viabilità Reale pari a 92 m/ha e Indice di Viabilità Ottimale pari a 50 m/ha è palese che la viabilità forestale è ottimale in relazione alla consistenza. Le strade secondarie che attraversano alcune particelle, pur essendo presenti, sono comunque dissestate per causa degli agenti meteorici. Quasi tutto il comprensorio è servito da strade percorribili con i mezzi da lavoro ma la viabilità è carente per quanto riguarda la manutenzione.

24 Per garantire una buona percorribilità delle strade presenti e per far si che tutto il comprensorio possa essere raggiunto attraverso mezzi meccanici, è importante programmare anno per anno, una fase manutentiva in modo da tenere tutta la rete viaria sgombra da ogni ostacolo.

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3.4 Classi Colturali secondo il catasto e copertura del suolo.

Dai rilievi effettuati in campo e dalla documentazione esaminata negli uffici comunali, si hanno le seguenti classi colturali:

COMPRESA SUPERFICIE % COMUNE* % BOSCO

TURISTICO RICREATIVA 32.51 0.68 23.48

PRODUTTIVA DI CERRO 100.11 2.09 72.33

PROTETTIVA 5.79 0.12 4.18

TOTALE BOSCO 138.41 2.88

PASCOLO 24.9 0.52

TOTALE SUPERFICIE DA ASSESTARE 163.31

*le percentuali delle superficie comunali sono rappresentate sulla totale superficie del territorio di Foiano di Val Fortore di 4800 Ha .

3.5 Particellare da assestare e stato attuale del bosco

Il patrimonio silvo- pastorali del comune di Foiano di Val Fortore è stato suddiviso in particelle forestali individuate con il metodo fisiografico. Per la costruzione del particellare si è tenuto conto dell’omogeneità del soprassuolo in termini di specie prevalente, forma di governo, trattamenti 25 passati e fertilità del suolo.

3.6 Storia del bosco ed interventi passati

La storia selvicolturale delle risorse silvo- pastorali del comune mostra come per molti decenni fino agli anni ’80, come nel bosco “Frosolone”, queste sono state utilizzate con una certa regolarità, anche se le utilizzazioni erano saltuarie e non pianificate. Negli ultimi anni, infatti, il patrimonio boschivo ha subito utilizzazioni occasionali, trattasi di piccoli interventi per la rimozioni di piante morte o deperienti nei soprassuoli artificiali, o di tagli di piccoli volumi di biomassa legnosa per il bosco “Frosolone”.

Il bosco “Frosolone”, che risulta il soprassuolo forestale di maggior rilievo per il comune, è stato sempre utilizzato periodicamente, con tagli sopra descritti. Solo una piccola porzione del bosco è stato utilizzato nel 2001. Attualmente quasi tutto il soprassuolo ha superato il turno minimo di quattordici anni previsto per il ceduo semplice matricinato. Sono presenti negli archivi comunali i dati relativi ai tagli effettuati nelle annate silvane passate. Sono presenti dati relativi agli anni 1954 al 2001, i quantitativi di biomassa prelavata dalle utilizzazioni sono espressi in canne di legna per

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sezione boschiva, anche se non esiste nessuna cartografia che rappresenti tale divisione. La quantità media utilizzata è pari a 180 canne di legna

Una buona pianificazione futura sarà anche l’alternativa all’abbandono del bosco e alla utilizzazioni “rapina”, che sono visibili e frequenti, creano un prospettiva del prodotto forestale di maggior pregio.

Oltre al corpo boschivo “Frosolone” sono da segnalare anche la presenza di due rimboschimenti a Pinus nigra e Cupressus arizzonica. Gli impianti sono stati effettuati in momenti differenti, indicativamente il primo risale al 1975 eseguito dal Corpo Forestale Dello Stato e il secondo eseguito dalla Comunità montana nel 1994. Relativamente ai rimboschimenti i passiti interventi hanno riguardato esclusivamente utilizzazione di manutenzione con tagli intercalari. Tale situazione descritta vale per le particelle forestali n° 1-2-18 del nuovo particellare proposto

.

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4. CLASSI ECONOMICHE O COMPRESSE

Il patrimonio forestale del comune di Foiano di Val Fortore verrà diviso in quattro comprese individuate in base alla funzione prevalente. Le particelle sono state individuate in campo e delimitate con la simbologia indicata nella legge regionale forestale L.R.11/96. A seguito del sopralluogo in campo con i tecnici regionali, eseguito in data 21/05/2014, sono stati intensificati i segni di confine, intensificando i segni ognuno ogni 10-15 m dall'altro.

4.1 COMPRESA PRODUTTIVA DI CERRO

Compresa con funzione prevalente produttiva, la composizione specifica del soprassuolo è dell’80% o più formata da Cerro, mentre il soprassuolo accessorio è formato da Roverella, carpinella e acero campestre. In questa compresa sono state effettuate n°26 aree di saggio delle dimensioni di 400m2, con cavallettamento totale e misura delle altezze con ipsometro elettronico . È caratterizzata dalle particelle n°14 dell’estensione complessiva di ha 100,11, con una superficie utile boscata pari a 100,05 Ha

Particella Superficie Superficie Utile Tipologia forestale Età* Foglio Particella forestale n. Totale (ha) boscata (ha) Catastale 27

10 23 302-310 5 5,97 5,97 Cerreta mesoxerofila 36 23 302 6 11,00 11,00 Cerreta mesoxerofila 36 23 302 7 8,16 8,10 Cerreta mesoxerofila 34 23 302 8 8,69 8,69 Cerreta mesoxerofila 34 23 302 9 5,18 5,18 Cerreta mesoxerofila 30 23 302 10 4,73 4,73 Cerreta mesoxerofila 29 23 302 11 7,08 7,08 Cerreta mesoxerofila 29 23 302 12 5,89 5,89 Cerreta mesoxerofila 24 23 302 13 9,39 9,39 Cerreta mesoxerofila 24 23 302 14 8,38 8,38 Cerreta mesoxerofila 23 23 302 15 10,49 10,49 Cerreta mesoxerofila 23 23 302 16 7,78 7,78 Cerreta mesoxerofila

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29 23 302 20 7,00 7,00 Cerreta mesoxerofila 15 12 31 17 0,37 0,37 Cerreta mesoxerofila * L’età dei soprassuoli è stata calcolata dall’ultimo taglio registrato in comune.

Non sono presenti cartografie della vecchia divisione in sezioni, le dimensioni delle loro superfici e le loro ubicazioni sono state desunte tramite indagine in campo e tramite sopraluoghi con operai e ex tecnici comunali che hanno partecipato alle utilizzazioni precedenti. Con la formazione del nuovo particellare si è tenuto conto anche della vecchia divisione in sezione in modo da avere una linea cronologica omogenea nel taglio.

4.1.1 Forma di governo e trattamento

È la classe economica più diffusa appartenente al bosco “Frosolone”, si sviluppa su una superficie di circa 100 ha, estendendosi tra una quota minima di 420 m s.l.m. e una quota massima di 580 m s.l.m., ed una pendenza media del terreno di circa 30%.

Gli attuali cedui composti a prevalenza di cerro sono costituiti da cedui matricinati utilizzati fin ora senza un criterio organizzativo e di pianificazione valido. La struttura è di tipo coetaniforme, con età 28 che oscillano da un minimo di anni 10 a un massimo di circa 30 anni.

I terreni sono esposti per la maggior parte a N-O. Si conferma per tale compresa la forma di governo a ceduo composto. La presenza diffusa di ceppaie e polloni su quasi tutta la superficie, anche sulle superficie non coinvolte dal taglio negli ultimi venti anni, fa pensare che il soprassuolo non è ancora pronto per la conversione in alto fusto. Trattare il bosco a ceduo composto sarà l'algoritmo per una futura conversione all'altro fusto.

In linea generale, sulla scorta delle indicazioni programmatiche e della bibliografia ufficiale il trattamento selvicolturale da applicare si basa essenzialmente sul taglio a raso del ceduo con rilascio di matricine di età che varia da un turno (T), fino a quattro turni (4T).

Il profilo arboreo di un ceduo composto può essere raffigurato da un piano inferiore denso e formato dagli individui di origine agamica e un piano superiore costituito dalle matricine delle diverse età, che sono distribuite più o meno uniformemente sul terreno.

Al momento del taglio del ceduo la scelta delle matricine deve ricadere sui soggetti più vigorosi. Devono essere preferite le piante nate da seme e se queste sono rare o danneggiate dalla

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concorrenza dei polloni cresciuti più velocemente, bisogna ripiegare su polloni dominanti, radicati su ceppaie piccole, con chioma alta, equilibrata e priva di rami troppi grossi o troppo espansi. Le matricine di vigore insufficiente si incurvano per l’azione del vento, oppure si coprono di rami epicormici e, alla lunga, vengono sorpassate in altezza dai più vitali fra i nuovi polloni.

Nella scelta delle matricine si dovranno riservare al taglio i frutteti minori, le specie rare quali, aceri, tigli, frassini ecc. Tale operazione sarà utile per la conservazione della biodiversità.

Gli scopi di questa forma di trattamento sono quelli di non scoprire troppo il terreno al momento del taglio e di aumentare il prodotto dei tagli con una aliquota di prodotti più grossi.

In ogni particella si prevede, tra una ceduazione e l'altra, sfolli per la pulitura di lupi, che possono interferire con il normale accrescimento del soprassuolo arboreo.

Per compatibilità alle norme di attuazione del PAI della zona si prevede il taglio delle specie ad alto fusto morti o pericolanti nelle fasce di rispetto di 10 m dalle sponde dei corsi d'acqua.

Le modalità di esbosco sono esplicitate nel capitolo 5.6, insieme al calcolo dell'indice di viabilità (paragrafo 3.2). 29

4.1.2 Turno del ceduo ed incremento

I cicli produttivi dei cedui composti sono solitamente più elevati dei turni che si adottano per i cedui semplici, tanto più quanto è intensa la matricinatura. Per la parte a ceduo del soprassuolo si adotterà il turno fisiocratico che coincide con il l’anno di massimo incremento medio del soprassuolo.

Dalla verifica delle tavole alsometrica risulta che l’incremento medio -im- culmina a 12-14 anni con 5,3 mc relativi alla massa principale e 6,7 per la massa totale.

Per la ottimale gestione del bosco si ritiene di fissare il turno in 14 anni a ripresa annua, in quanto con tale lunghezza, la matricinatura non ha inconvenienti sullo strato dei polloni ed è soddisfatto lo scopo di piante eventualmente reclutabili. Invece per quanto riguarda il numero di matricine da rilasciare ad ettaro, le Prescrizioni di Massima di Polizia Forestale della provincia di Benevento prevedono, per i cedui composti, il rilascio di un numero minimo di matricine pari a 140 per ettaro da distribuire nelle quattro classi di età. Visto che la compresa ricade in una zona sottoposta a vincolo idrogeologico, per cui c’è il rischio di innestare fenomeni franosi con un’utilizzazione

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eccessiva e per favorire una transizione verso una forma di governo a fustaia si prevede il rilascio di 150 matricine ad ettaro così distribuite:

- 80 matricine di 14 anni (T);

- 40 matricine di 28 anni (2T);

- 20 matricine di 42 anni (3T).

- 10 matricine da 56 anni (4T).

La presenza di matricine di 4 T non deve superare le 5 unità per ettaro, quindi una ogni 40 metri circa, questo perché così facendo si favorirà una disseminazione uniforme e nel ed i semenzali di cerro potranno svilupparsi velocemente. Le matricine di terzo e quarto turno (oltre 50 anni di età), assolveranno altresì a funzioni bioecologiche, per aumentare la biodiversità a carico della entomofauna. Per le zone a pendenza superiore al 35%, sarà opportuno distribuire la ramaglia perpendicolarmente alla linea di massima pendenza in modo da favorire processi di colonizzazione da parte della vegetazione erbacea ed arbustiva e rallentare i fenomeni di ruscellamento e dilavamento.

4.1.3 Calcolo della Ripresa 30 Per l’assestamento di questa compresa viene adottato il metodo planimetrico, cioè, la superficie produttiva “S” della compresa è stata suddivisa in tante particelle, con superficie similari, quanti sono gli anni del turno di età scalare da 1 a T anni. Ogni particella avrà pertanto una superficie “s” pari al rapporto tra S e T. In questo caso particolare, considerato che la superficie della compresa non è particolarmente estesa non si considera utilizzare il bosco con tagli solo negli anni dispari del piano di taglio, in modo che la superficie delle particelle siano doppie la metà. In questo modo si garantirà un giusto grado di utilizzazione in particelle economicamente vantaggiose.

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Cedui a prevalenza di cerro: distribuzione normale e reale della superficie dei boschi di Foiano di Val Fortore in classi cronologiche

Classi cronologiche ordinarie Situazione 1 2 3 4 (0-5) (6-10) (11-14) (> 15) Totale Reale 0 5.97 037 93.77 100.11 Normale 25.03 25.03 25.03 25.03 100.11

Differenza -25.03 -19.06 -24.66 68.74 -0

Dal grafico sovrastante è possibile notare la distribuzione della superficie della compresa da ceduare e come essa si discosta dalla quota normale di distribuzione. Da tale grafico si evince, inoltre, che circa 30 Ha sono in linea con la "normalità" del bosco mentre altri 70 Ha sono completamente dissociati ad essa. Questo è indice di mancata pianificazione fino a questo momento. Lo scopo del PAF è quello di distribuire in maniera omogenea la superficie in base alle classi cronologiche esistenti.

Distribuzione reale e normale della seperficie 31 in classi cronologiche

100 80 60 40

Superficie (Ha) 20 0 1 2 3 4 Reale 0 5,97 0,37 93,77 Normale 25,03 25,03 25,03 25,03

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Lo stato reale per età, riscontrato nella primavera del 2011, è il seguente:

Età Superficie 10 5.97 15 0.37 23 18.27 24 17.77 29 19.97 30 4.73 34 13.87 36 19.16 37 0.00 Età media reale = 28; Età media normale = 14 Dal confronto tra lo stato reale e quello normale, appare evidente che la nonostante la pianificazione dei tagli e la mancanza di un piano di assestamento negli anni precedenti, la situazione reale del bosco non è molto discordante da quella nomale. Dalle stime sull’età dei soprassuoli possiamo inquadrare tutte le particelle di questa compresa a fine turno e pronte al taglio. Ai fini dell’assestamento del ceduo è conveniente rispettare la regolare periodicità dei tagli che si andranno a realizzare dalla prossima stagione silvana 2016-2017, prevenendo nel tempo alla 32 normalizzazione planimetrico – spartitiva Ripresa normale = Superficie (Ha)/ Turno (anni) = 100,05 / 14 = 7,15 Ha Dalla tabella riassuntiva di pagina 35 vengono riassunti i dati dendrometrici, di provvigione e di ripresa reale di tutte le particelle. Considerando il periodo di pianificazione si calcola: Ripresa reale pari a 76.54 ha.

4.1.4 Rilievi dendrometrici effettuati

I rilievi dendrometrici sono stati effettuati tramite il metodo delle aree di saggio. Sono state condotte n° 31 di aree di saggio di dimensione 20x20 m pari a 400 m2 l'una, ricoprendo una superficie campionata pari a 12400 m2. Per ogni area di saggio sono state misurate altezza e diametro di tutte le piante presenti, oltre a registrare specie e caratteristiche stazionali. Nella tabella seguente sono riportati i dati dendrometrici medi della stazione ed il calcolo dell'incremento (mc/ha/annuo) e la ripresa. L'entità della provvigione è stata desunta con l'utilizzo delle Tavole dendrometriche dell'ISAFA, locali a doppia entrata e ad una sola entrata dei polloni dei cedui di cerro

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dei Comuni di , Colle Sannita e nell’alto bacino del Fiume Tammaro, e dei comuni di Castelvetere V.F., Foiano, S. Bartolomeo in Galdo, Montefalcone V.F. e Castelfranco nell’alto bacino del Fiume Fortore (Campobasso e Benevento). Dette tavole sono state costruite sulla base di 815 alberi modello. Se ne inserisce una copia:

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Di seguito la scheda riepilogativa dei dati pervenuti dalle aree di saggio.

Riassuntivo ceduo

Provvigione mc/Ha 166.83 G= Area Basimetrica Media m2 0.25 Numero di matricine medie /ha 2766.76 Esposizione media N

Pendenza Media % 25-35 %

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CEDUO COMPOSTO

Utile

Totale

m3 [m2/Ha] piante/ Ha piante/ legnosa mc legnosa Forestale Ha Forestale Superficie Superficie Densità Numero Numero Densità Superficie Superficie Area Basimetrica Area Basimetrica Particelle Forestali Particelle Anno Ultimo taglio Ultimo Anno Provvigione mc/ Ha mc/ Provvigione Incremento di massa di Incremento Diametro medio medio [cm] Diametro Provviggione totale mc totale Provviggione Ripresa reale Matricine reale Matricine Ripresa Ripresa reale ceduo /ha reale ceduo Ripresa 5 5.97 5,97 5 19,29 9825 9,0 144 860 5,97 50,40 2004

6 11 11 13 11,28 850 4,2 151 1661 11 67,94 1978

7 8.16 8,16 12 9,73 860 3,7 132 1077 8,16 58,08 1978

8 8.69 8,69 11 11,04 1162 4,6 158 1373 8,69 63,20 1980

9 5.18 5,18 11 20,91 2200 6,8 231 1197 5,18 110,88 1980

10 4.73 4,73 8 18,10 3600 7,4 222 1049 4,73 107,5 1984

11 7.08 7,08 9 7,25 1140 4,6 134 949 7,08 53,6 1985

12 5.89 5,89 9 7,00 1100 5,4 156 919 5,89 59,28 1985

13 9.39 9,39 8 17,34 3450 7,4 178 1671 9,39 67,64 1990

14 8.38 8,38 8 16,84 3350 7,0 167 1399 8,38 75,15 1990

15 10.49 10,49 10 21,01 2675 7,5 172 1804 10,49 60,20 1991

16 7.78 7,78 10,5 22,51 2600 7,5 173 1346 7,78 60,55 1991

20 7 7 10 19,63 2500 5,5 160 1120 7 64,40 1985

17 0.37 0,37 5 2,45 1250 9,7 145 54 0,37 58,00 1999 Dott. Agr. Martuccio Giuseppe Via G. Garibaldi, 14, Colle Sannita Tel. 0824/934173

4.2 COMPRESA TURISTICO RICREATIVA

Compresa con funzione prevalente turistico- ricreativa per via della sua vicinanza a zone ad alta vocazione turistica. In questa compresa sono state effettuate n°6 aree di saggio delle dimensioni di 400m2,con cavallettamento totale e misura delle altezze con ipsometro elettronico . Fanno parte di questa quattro particelle tre costituite da soprassuolo artificiale, e una caratterizzata da latifoglie autoctone. I soprassuoli artificiali sono composti per l’80% o più di Pino nero e Cipresso, si riscontra una scarsa rinnovazione di latifoglie. Sono divise in n° 3 particelle forestali per complessivi ha 18,79.

Tipologia Superficie Foglio Particella Particella forestale Forestale Superficie Utile Catastale n. Forestale 1 3,90 3,90 54 5-153-60 Rimboschimento 18 3,05 3,05 20 566 di conifere 2 11,84 11,84 20 566

L'altra particella è costituita soprattutto da un soprassuolo composto per l’80% o più di cerro, mentre il soprassuolo accessorio è formato da roverella, carpino e acero campestre.

36 Superficie Utile Foglio Particella Particella Superficie Forestale Tipologia forestale Età Catastale forestale n. (ha)

4 13,72 13,72 Cerreta mesoxerofila 37 23 302

4.2.1 Forma di governo e Trattamento

Tipologia forestale: Cerreta mesoxerofila

Appartiene a questa compresa la particella n.4 con una superficie di 13,72 Ha. L’età dei soprassuoli, varia dai trenta ai trentasei anni e la tipologia forestale prevalente è rappresentata dalla cerreta mesoxerofila. Si riscontrano diversi tipi di strutture in ragione del tempo intercorso dalle ultime utilizzazioni legnose; difatti laddove il soprassuolo ha superato i 25-30 anni di età si intravedono strutture in parte stratificate e in parte irregolari, le cui cause probabilmente sono da imputare a tagli irrazionali e disordinati. L’esposizione prevalente di tutta la compresa è Nord- Ovest, varia da quota 420 m s.l.m. a quota 550m s.l.m., Tenuto conto che, già da diversi anni tutte le attività silvane sono state sospese, si ritiene opportuno, in tale contesto, finalizzare gli interventi secondo criteri di tipo conservativi in modo da favorire la biodiversità vegetale ed animale. Inoltre, trattandosi di una

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compresa turistico ricreativa, soprattutto nella zona in cui vi possono essere panchine e tavoli da pic nic, si evidenzierà questo aspetto attraverso tagli selettivi volti a favorire la fruizione del bosco ed a creare una buona visibilità all’interno delle particelle interessate.

In tutta la compresa comunque, si procederà effettuando un diradamento di tipo selettivo di grado debole al fine di eliminare le piante secche, malate, in soprannumero dominate e sottoposte. Poiché tali popolamenti derivano da cedui invecchiati, si favoriranno tutte le piante che provengono dai vecchi turni rilasciando al momento del taglio, un numero di matricine che varia da 400 a 450 esemplari, cercando di variare il più possibile la composizione specifica. Inoltre per garantire la presenza di necromassa per la microfauna necrofila, si lasceranno 5 – 6 piante secche per ettaro. I diradamenti selettivi di grado debole inoltre, favoriranno l’ingresso di luce e l’affermazione di tutte le piante che si trovano in condizioni vegetative non ottimali.

Tipologie Forestale: Rimboschimento di Conifere

Tale tipologia rappresenta 18,79 ha di superficie boscata, ubicata in località San Giovanni mentre il secondo è situato a ridosso nelle località Piscitelli- Toppo Sant’Anna. L’altitudine media del primo complesso è di m 882 s.l.m., quella del secondo invece è di m. 580 s.l.m. I rimboschimenti presenti 37 risalgono rispettivamente nell’anno 1980 e nell’anno 1975 e sono stati effettuati a scopo di protezione idrogeologica. Le specie caratterizzanti tali soprassuoli sono rappresentate per lo più da pino nero e cipresso. La forma di governo è la fustaia monoplana con scarsa rinnovazione naturale. Sarebbe opportuno procedere con interventi di miglioramento volti alla prevenzione contro gli incendi boschivi, eliminazione dei rami basali, eliminazione delle piante malate ed in sovrannumero al fine di facilitare l’ingresso delle latifoglie autoctone. Si andrà ad operare eliminando le piante malformate, secche, deperienti ed in soprannumero fino al 20% del soprassuolo presente tenendo comunque in considerazione, la pendenza delle stazioni e le condizioni generali del suolo stesso. Nei casi in cui si riscontrano piante estremamente “filate” con assenza di rinnovazione naturale allora i diradamenti dovranno essere deboli, sempre di tipo selettivo, in ragione di un graduale processo di insediamento da parte delle latifoglie autoctone. Si ritiene, sulla scorta di casi analoghi e similari di asportare circa il 15-20% dei soggetti presenti sul totale e circa 10%-15% in termini di area basimetrica. In questo caso verranno asportate piante piccole, dominate e sottoposte. Ciò al fine di evitare danni dovuti alle condizioni meteoriche avverse. Una volta realizzati tali interventi ulteriori diradamenti potranno essere ripetuti non prima di 6 - 10 anni. Laddove invece vi è abbondante rinnovazione naturale, tipo Quercus spp. Fraxinus spp. con plantule già affermate e semenzali

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distribuiti uniformemente sulla superficie e il soprassuolo artificiale risulta affermato con chiome simmetriche e fusti dritti (giovane fustaia), allora i diradamenti selettivi potranno essere più “energici” con prelievi di circa il 25-40% dei soggetti presenti e di circa il 15-20% in termini di area basimetrica.

4.2.2 Calcolo della Ripresa e degli incrementi legnosi

Per l'analisi già descritta in precedenza, in previsione di una funzione prevalente dedicato al turismo e alle attività ricreative, e trattamenti atti a rendere il soprassuolo più naturale possibile: si è scelto il metodo colturale con Procedimento Selvicolturale Orientato. Questo metodo mostra più attenzione alle esigenze analitiche della compresa stessa. Gli individui con diametro inferiore a 17,5 cm sono considerati “Fuori ripresa” (Patrone) e quindi le utilizzazioni previste sono a discrezione dell’gestore (Patrone).

Il calcolo degli incrementi è stata utilizzata al Formula di Schneider.

Per favorire l'ecologia derivante dal legno morto si prescrive un rilascio in loco di n° 5-6 piante ad ettaro. Tale operazione favorirà l'incremento del carbonio al suolo, la possibilità di habitat per 38 organismi saprofiti e le condizioni idonee per la rinnovazioni di Abete bianco.

Il saggio di utilizzazione varia da 1 - 2% per i rimboschimenti e di 4% per la fustaia di cerro.

/ha Forestale Forestale restali Totale

Ha Utile ione totale mc totale ione massa legnosa mc Ripresa Superficie Superficie Particelle Fo Particelle Provvigione mc/ Ha mc/ Provvigione Area Basimetrica m2 Area Basimetrica Diametro medio medio [cm] Diametro Provvig Superficie Superficie Incremento percentuale di percentuale Incremento Densità Numero piante/ Ha piante/ Numero Densità Incremento corrente mc/ha Incremento FUSTAIE 1 3.90 3.90 23.00 23,89 575.00 4.35 9,17 211 822 24,00

2 11.84 11.84 25.00 25,00 1075.00 3.33 11.40 342.00 3080.00 51,3

4 13.72 13.72 16.00 16,00 1085.00 6.25 13.19 211.00 2080.00 22,85

18 3.05 3.05 28.00 28,00 1125.00 2.55 10,20 400.00 1200.00 60,00

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4.3 PASCOLI

Le aree pascolive sono presenti soprattutto nella zona Nord, al ridosso del limite comunale con il comune di Baselice. Spesso segnano il confine da una particella forestale all'altra. Tale alternanza di biotipi creano le condizioni idonee per la sopravvivenza di molteplici specie animali. Basti pensare ai rapaci che usano le fasce ecotonali per la ricerca a loro sostentamento. Queste sono una delle motivazioni che spinge l'assestatore a pianificare un uso corretto dei pascoli per evitare che il bosco prenda il sopravvento. Infatti, con la riduzione delle pratiche pascolive, parte del patrimonio pascolivo del comune si è ridotto, con l'istaurarsi di boschi di neoformazione. Di seguito sono riportate le strategie e i trattamenti da eseguire per la tutela dei pascoli: - Gestione degli animali e regimazione dei carichi

 Controllo del movimento degli animali o Concentrazione dei carichi o Eventuale rinfittimento con pascolamento differito (risemina) o Gestione deiezioni controllo attraverso il recupero deiezioni stalline

 Lasciare dopo ciclo pascolamento una copertura vegetale sufficiente a proteggere 39 il suolo dalle precipitazioni - Recupero superficie:

 spietramento

 Controllo delle specie infestanti

 Risanamento idraulico Tutte le opere per miglioramento dei pascoli, potranno essere effettuate con la quota versata dagli allevatori per la FIDA pascolo (regolamentata negli usi civici). Il complesso dei pascoli permanenti e delle superficie boscate assoggettate a pascolo è:

Carico max carico Periodo di Periodo di

Ha bovino max ovino utilizzazione Montificazione (Vacche da mesi

Foglio latte) Particella Uso suolo Uso Superficie Superficie Pascolo 20 566 PASCOLO 10,40 21 125 Maggio- Giugno 15 Mag./15 Ott. 8 9 PASCOLO 1.80 4 22 Mag - Giu 15 Mag./15 Ott. 9 121 PASCOLO 12.48 25 150 Mag - Giu 15 Mag./15 Ott. 20 542 PASCOLO 0.22 0 3 Mag - Giu 15 Mag./15 Ott.

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4.4 COMPRESA PROTETTIVA.

Rientrano in questa compresa i soprassuoli con formazione ripariale e di latifoglie di invasioni che sono presenti ai margini del fiume Zucariello. Questi sono formati da specie ripariali quali carpi nella, pippo, rubinia, ontano comune e salici. In queste particelle non sono stati effettuati rilievi quantificativi in quanto non saranno utilizzati nel periodo di validità di questo piano a meno di emergenze fitosanitarie o di altre entità naturali, per le quali si farà una valutazione appropriata al momento. Tutti gli interventi dovranno rispettare le norme di attuazione del PAI della zona, ove si prevede il taglio delle specie ad alto fusto morti o pericolanti nelle fasce di rispetto di 10 m dalle sponde dei corsi d'acqua. Questa compresa caratterizzata dalle particelle n° 2 per un totale di ha 5,79

Particella Superficie (ha) Tipologia forestale forestale n. 3 5,53 Latifoglie di invasione miste e varie- Pippero salicato ripariale

19 0,25 Latifoglie di invasione miste e varie

40 40

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5. MIGLIORAMENTI FONDIARI

Con questo PAF si intende accrescere il valore economico delle foreste mediante la creazione, ripristino sistemazione e miglioramento di infrastrutture di servizio, il miglioramento delle condizioni delle superfici forestali, l’ottimizzazione della gestione delle risorse forestali e l’aumento dell’efficienza della filiera bosco – legno. Il Piano, pertanto, è prioritariamente orientato al perseguimento dell’obiettivo di:

• Rafforzare le filiere produttive agricole e forestali; • Creare le condizioni idonee per aumentare la fruizione degli eco- turisti nei soprassuoli forestali In questo Piano si intende dare valore aggiunto al patrimonio silvo- pastorale del comune di Foiano di Val Fortore indirizzando l’assestamento ad una politica di multifunzionalità dei boschi. Valorizzare queste risorse alle funzioni turistiche - ricreative, protettive, ecologiche e produttive, è l’obbiettivo primario dei miglioramenti fondiari

5.1 Uso e miglioramento dei pascoli (L.R. 11/96 all. A art. 6, lettera a) c), punti II)

41 La superficie destinata ai pascoli è stimata intorno ai 24,90 Ha, pari al 13,49% del patrimonio comunale da assestare. L’attività zootecnico-cerealicola e silvicola, rappresentano da sempre le uniche opportunità che il clima a e il terreno offrono agli addetti agricoli.

Analizzate tutte le condizioni del territorio e le potenzialità produttive che lo caratterizzano, gli obiettivi potenziali che si possono perseguire sono:

- Aumento la produzione di carne; - Razionalizzare gli allevamenti migliorando i foraggi e quindi la qualità delle carni; - Migliorare l’ambiente e ottimizzare l’uso di tutte le risorse. Soprattutto la gestione delle aree pascolive è mirata alla:

- Conservazione dei soprassuoli con cenosi prettamente erbacei, ove il pascolo è ancora regolarmente utilizzato. - Ripristino dei soprassuoli pascolivi non utilizzati, dove la colonizzazione delle specie forestali già è in atto. In questi casi la gestione verrà indirizzata verso lo sviluppo di una formazione forestale definita. In allegato il regolamento dell'uso dei pascoli.

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5.2 Sistemazione idraulico-forestale (L.R. 11/96, all. A, art. 6, lettera “c”, punto III)

Gli interventi previsti, difatti, mirano a limitare i fenomeni d’erosione e a prevenire le frane mediante i miglioramento delle condizioni stazionali e di governo dei boschi esistenti regolando e regimentando il corso delle acque. L’attuazione di tali interventi nelle zone di colline e di montagna non riveste, inoltre, solo carattere locale bensì migliora indirettamente anche le condizioni idrauliche della pianura sottostante. La definizione di tale obiettivo individua proprio nei terreni di proprietà pubblica la sua possibilità d’attuazione in termini di servizi integrati sul territorio a tutela dell’ambiente. Per tanto gli interventi saranno mirati soprattutto a:

 Creazione di canali di scolo, fossi di guardia, ecc. nei sentieri forestali per limitare l’erosione superficiale.  Pulitura periodica dei canali per evitare che materiale eroso provochi ostruzione al deflusso ordinato delle acque.  Consolidamento e sistemazione dei corsi d’acqua a carattere torrentizio, fluviale o nel perimetro dei bacini artificiali e dei versanti a rischio;  Opere di regimazione idraulica forestale- in particolare contenimento (gabbionate o 42 palificate ecc) o opere di ingegneria naturalistica  Sistemazione delle aste torrentizie anche l’uso di opportuni accorgimenti volti al mantenimento della continuità biologica del corso d’acqua tra monte e valle. Gli interventi potranno interessare tutte le aree di confine prossimi a corpi idrici nel territorio comunale. In particolare nella tabella in “Allegato 1” sono indicate gli interventi possibili per questo il miglioramento fondiario.

5.3 Opere di presidio alla lotta agli incendi boschivi (L.R. 11/96 all. A art. 6, lettera a) c), punti I)

Il problema degli incendi boschivi in Italia suscita ormai da qualche anno un interesse non più limitato ai soli addetti ai lavori. Nello specifico per garantire un piano anti incendio boschivo efficace riguardante le proprietà silvo- pastorali del comune di Foiano di Val Fortore, saranno presi in considerazione diversi accorgimenti che appariranno essenziali per una prevenzione contro gli incendi boschivi. Di seguito sono elencati tutti i punti da tenere in considerazione per una lotta passiva ed attiva agli incendi boschivi:

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- Monitoraggio stagionale soprattutto nei giorni più critici. - Monitoraggio aree percorse dal fuoco. - Per quanto riguarda le aree pic-nic, i “punti fuoco” saranno localizzati in aree ben delimitate in maniera tale da poter essere gestiti in totale sicurezza. - Durante le utilizzazioni forestali la ramaglia risultante dovrà essere cippata o asportata completamente dalle sezioni boschive, o accumulata in pochi mucchi. Conservazione e Mantenimento delle radure. - Eventuali focolai per l’abbruciatura della ramaglia dovranno essere realizzati solo nei periodi in cui non vi è una particolare situazione critica e comunque in giorni piovosi e non ventosi. - Nelle aree in cui sussiste i rimboschimenti di conifere, le ripuliture del materiale seccagginoso, sia esso in piedi o in decomposizione a terra insieme con le spalcature dei rami basali, dovranno avvenire regolarmente proprio evitare eventuali propagazioni di incendio. - Relativamente della viabilità esistente è previsto il ripristino per un facile accesso a tutta l’area boscata. Realizzazione di piste di esbosco e fasce taglia fuoco e tutte. - Progressiva sostituzione nei rimboschimenti di specie alloctone altamente infiammabili con essenze autoctone; 43 - Progettazione di piste, fasce taglia fuoco e tutte le infrastrutture necessarie ecc. - Creazione o ripristino punti di approvvigionamento idrico. - Istallazione di tecnologie per il monitoraggio di incendi Nella tabella in “Allegato 1” sono indicate gli interventi possibili per il miglioramento fondiario

5.4 Ricostruzione boschiva (all. A art. 6, lettera c, punto III)

Non sono stati effettuati interventi di ricostruzione boschiva nelle scorse annate silvane.

Interventi importanti saranno effettuati nella compresa turistico- ricreativa a soprassuolo artificiale con l'obiettivo di provocare la graduale sostituzione delle specie alloctono con quelle autoctone. Di intervenire con una piantumazione qual ora i tagli di diradamento non raggiungono tale obbiettivo. In questa pianificazione non si prevedono interventi di ricostruzione boschiva. Tali interventi saranno progettati o pianificati all'occorrenza.

Nell’ambito della sostituzione delle specie alloctone con quelle autoctone sarà possibile intervenire con una piantumazione sotto copertura, a seguito delle aperture post intervento selvicolturale.

Nella tabella in “Allegato 1” sono indicate gli interventi possibili per il miglioramento fondiario

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5.5 Uso delle risorse silvo- pastorali ai fini ricreative (L.R. 11/96 all. A art. 6, lettera c, punto IV)

Gli interventi atti a valorizzare la funzione turistico ricreativa delle proprietà silvo-pastorali del comune di Foiano di Val Fortore, sono stati effettuati in particolare in prossimità dei rimboschimenti.

Per un corretto uso dei soprassuoli pubblici si intende dare un enfasi particolare alla funzione turistico ricreativa in modo da aumentare la fruizione in ambienti forestali, per questo sono programmabili le seguenti operazioni:

 Ripristino di sentieri e creazione di percorsi didattico-educativi, sentieri natura, sentieri attrezzati per esercizi (“percorsi vita”) e per attività di selviturismo, piste ciclabili, ippovie, ortobotanici e giardini botanici;  realizzazione o ripristino di aree dotate di strutture per l’accoglienza (comprensivo della ristrutturazione e/o adeguamento di rifugi o fabbricati e loro attrezzature, anche in termini di autonomia energetica (fonti rinnovabili), realizzazione di fabbricati ex novo o la ricostruzione di ruderi, nonché la vendita di energia), realizzazione di servizi per

l’accoglienza, assistenza ed informazione, realizzazione di servizi per attività didattica, 44 educazione ambientale, laboratori didattici, laboratori per esperienze sensoriali e tattili in relazione all’ambiente forestale (anche per disabili), ecc.;  Realizzazione di piazzole di sosta, di aree picnic, di cartellonistica, di punti panoramici; recupero e restauro di manufatti e/o testimonianze di attività forestali in bosco (aie carbonili, terrazzamenti di impluvi per coltivazione, neviere rivestite in pietra a secco), realizzazione di segnaletica (anche per ipovedenti);  Realizzazione di aree di osservazione della fauna selvatica e per l’accoglienza e la cura di quella in difficoltà (recinzioni, strutture attrezzate per la tutela, l’osservazione, il recupero e la cura della fauna selvatica, nonché di specifica segnaletica in corrispondenza di strutture già esistenti), soluzioni per garantire la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse genetiche ed ecologiche;  Ripulitura per rendere i sottobosco accessibile.  Valorizzazione aspetti botanici.  Mantenere in buono stato elementi tipici come tratturi e tratturelli;

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Nella tabella in “Allegato 1” segnalate le particelle in grado di ospitare opere per sviluppare la funzione turistico- ricreativa nei soprassuoli.

5.6 Interventi infrastrutturali (L.R. 11/96 all. A art. 6, lettera c, punto II e IV)

CONDIZIONI DI VIABILITA', ACCESSO, INFRASTRUTTURE E MODALITA' DI ESBOSCO APPLICABILI

L’operazione di esbosco consiste nella movimentazione di alberi, fusti o toppi dal punto di concentramento fino agli imposti, seguendo vie di esbosco. L’imposto è una superficie libera, adiacente ad una strada camionabile o trattorabile e percorribile dagli automezzi, nella quale viene portato il legname con l’esbosco e dove è possibile effettuare comodamente il carico sui veicoli destinati al trasporto. Il legname può essere trasportato, mediante rimorchi, direttamente ai centri aziendali. Come già descritto in precedenza l’esbosco può coincidere con il concentramento. In relazione all’orografia del terreno studiato, alle caratteristiche della viabilità forestale (strade e piste) ed al tipo degli assortimenti allestiti, possono essere impiegate varie modalità di esbosco: con 45 il verricello e/o trattore, per avvallamento libero, per avvallamento guidato con risine, trasporto a 45 soma.

Nella pianificazione delle utilizzazioni forestali i fattori che determinano la scelta dei mezzi e del sistema di lavoro da impiegare sono molteplici. Le infrastrutture presenti (in particolare viabilità), la professionalità degli operatori, l’efficienza della direzione lavori e le attrezzature disponibili per l’operazione di esbosco possono essere modificate, mentre altre condizioni, quali l’intensità del taglio, le dimensioni del materiale da utilizzare o le caratteristiche del terreno (pendenza e accidentalità) sono piuttosto rigide o non modificabili. Nella valutazione delle caratteristiche del terreno, in particolare per la scelta di mezzi per l’esbosco, e nella quantificazione della rete viaria, può essere utile impiegare sistemi ad alta tecnologia, come GIS (Sistema Informativo Geografico) e SIT (Sistema Informativo Territoriale).

Una buona viabilità è utile per la difesa e la lotta agli incendi, agevolando l’assestamento, la sorveglianza e il controllo dei boschi, gli interventi di soccorso in caso di incidenti e di calamità; perciò le strade devono essere permanentemente percorribili, e sgombre da ogni ostacolo. I

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miglioramenti vanno effettuati a seconda del tipo di strada e devono prevedere in ogni caso il carico cui vengono sottoposte.

Altri miglioramenti consistono nella realizzazione di canalette di scolo per evitare il ruscellamento longitudinalmente alla strada e graticciate vive lungo le scarpate per evitare smottamenti.

La viabilità sopra descritta può essere identificata in vari livelli:

 STRADE CAMIONABILI PRINCIPALI  STRADE CAMIONABILI SECONDARIE  PISTE CAMIONABILI  STRADE TRATTORABILI  PISTE PRINCIPALI PER TRATTORI  PISTE SECONDARIE PER TRATTORI In relazione all’orografia del terreno, alle caratteristiche della viabilità forestale (strade e piste) ed al tipo degli assortimenti allestiti, possono essere impiegate varie modalità di esbosco: a strascico con l’uso dello zappino, per avvallamento libero, per avvallamento guidato con risine, trasporto a soma o con teleferica e tribune, ecc. 46

Gli interventi saranno di tre tipi:

1. Ripristino, sistemazione e miglioramento: i. Sentieristica per implementare la funzione turistico- ricreativa. 2. Ripristino, sistemazione e miglioramento di tutta la rete viaria che è di connessione tra le aree di interesse silvo- pastorale. 3. Infrastrutture ex novo al fine di migliorare le attività di gestione dei beni silvo- pastorali.

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INTERVENTI SULLA VIABILITA'

Gli interventi a favore della viabilità possono essere configurati come: - interventi di ripristino, sistemazione e miglioramento dei tracciati esistenti (viabilità principale) per far fronte nell’immediato alle utilizzazioni boschive dei prossimi anni; - interventi di costruzione di strade e piste ex-novo, per consentire nel medio e lungo e periodo una adeguata gestione della foresta (viabilità secondaria). Nell’ambito della realizzazione dei nuovi tracciati si individua una maggiore urgenza per servire le particelle indicate nel piano dei tagli e quindi sottoposte ad utilizzazione nei prossimi anni, mentre maggiormente dilazionabili sono gli interventi a favore della viabilità di quelle particelle sottoposte di recente a taglio.

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INTERVENTI SUL TERRITORIO

Sulla strada secondaria che attraversa la particella 14 all’interno del bosco Frosolone, sono necessari interventi di rispristino e riqualificazione, anche per fini turistici.

Sulla strada secondaria che fa da confine alle particelle 13, 14 e 15 sono necessari interventi di ripristino, sistemazione e miglioramento, anche per fini turistici.

Sulla pista secondaria adiacente alla particella 15 e 16 e per la strada secondaria che costeggia il bosco nel suo lato SUD, sono necessari interventi di ripristino, sistemazione e miglioramento.

Sulla pista secondaria adiacente alla particella 11 sono necessari interventi di ripristino, sistemazione e miglioramento.

Sulla pista secondaria che fa da confine tra la particella 9 con la 8 e 7 sono necessari ripristino, sistemazione e miglioramento.

Sulle strade principali adiacenti alle particelle 18 e 2 sono necessari interventi di ripristino, sistemazione e miglioramento, anche per fini turistici. 48 Per la pista secondaria della che attraversa la particella 18 sono necessari interventi di ripristino, sistemazione e miglioramento, lo stesso dicasi per la pista secondarie che attraversa la particella 2.

Per la pista principale che attraversa la particella 1 sono necessari interventi di ripristino, sistemazione e miglioramento, anche per fini turistici.

Creazione di pista per operazioni forestali che attraversa la particella 12, e segna il confine tra le particelle 11, 20 e 10.

Creazione di pista per operazioni forestali che attraversa la particella 9,8,7,6.

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6. COMPARTIMENTAZIONE E RILIEVI Il rilievo tassatorio o statistico particellare che verrà adottato fornirà un’analisi qualitativa – quantitativa delle particelle che compongono il patrimonio silvo- pastorale del comune di Foiano di Val Fortore. PREDISPOSIZIONE CARTOGRAFICA

La cartografia è parte integrante del Piano d’assestamento, per la costruzione del particellare e l’organizzazione dei rilievi di campagna è stata predisposta una cartografia utilizzando diverse informazioni:

. Carta Tecnica Regionale scala 1:5000.

. Foto aeree.

. Carta catastale scala 1:2000.

. Carta geologica.

Per la costruzione del particellare si è proceduto sovrapponendo le diverse carte precedentemente elaborate. La carta catastale dopo essere stata georeferenziata è stata sovrapposta alla CTR e eseguendo le linee fisiografiche esistenti (strade, valloni, crinali ecc.) si è identificato quello che è il 49 particolare attuale.

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7. PIANO TAGLI

e Area Ripresa Ripresa Provvigione Provvigione Basimetrica

Utile Utile reale Ha reale mc mc/Ha Totale Silvana

Stagione Stagione m2/Ha massa di Forestale Particella Particella Superfici Intervento legnosa mc legnosa Descrizione Descrizione Incremento Incremento Forestale Ha Forestale Anno del PAF Anno 2016- 1 6 11 Ceduo Composto con rilascio di 150 Matricine / ettaro 11,28 11 11 96,80 151 828 2017 2016- 1 1 3.9 Diradamenti dal Basso 23,89 9,17 123,44 211,00 822,9 2017 2017- 2 7 8.1 Ceduo Composto con rilascio di 150 Matricine / ettaro 9,73 3.67 8.1 53,27 132 1077,12 2018 2018- 3 8 8.69 Ceduo Composto con rilascio di 150 Matricine / ettaro 11,04 4.65 8.69 60,41 158 1373,02 2019

2019- 4 9 5.18 Ceduo Composto con rilascio di 150 Matricine / ettaro 20,91 6.79 5.18 21,47 231 1196,58 2020 2020- 5 10 4.73 Ceduo Composto con rilascio di 150 Matricine / ettaro 18,1 7.17 4.73 17,90 221,8 250 2021 2021- 5 2 11.84 Diradamenti dal Basso 52,77 11,40 607,39 342,00 3080 2022 50 2021- 6 11 7.08 Ceduo Composto con rilascio di 150 Matricine / ettaro 7,25 4.62 7.08 40,10 134 655,5 2022 2022- 7 20 7 Ceduo Composto con rilascio di 150 Matricine / ettaro 10 5.55 7 39,20 160 650 2023 2022- 7 18 3.05 Diradamenti dal Basso 69,27 10,20 183,00 400,00 1200 2023 2023- 8 12 5.89 Ceduo Composto con rilascio di 150 Matricine / ettaro 7 5.38 5.89 27,75 156 415 2024 2023- 8 4 13.72 Diradamento Selettivi per pedali 21,61 9,52 313,43 152,30 2080 2024 2024- 9 14 8.38 Ceduo Composto con rilascio di 150 Matricine / ettaro 16,84 6.96 8.38 56,18 167 555 2025 2025- 10 15 10.49 Ceduo Composto con rilascio di 150 Matricine / ettaro 21,01 7.48 10.49 88,03 172 700 2026 50

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8. LIBRO ECONOMICO

Superficie Particella MASSA LEGNOSA RICAVATA Utile Ditta Prezzo Anno Forestale Cenosi Forestale aggiudicataria pagato n° Ha

Tronchi Tronchetti Legna mc mc q.li

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9. CONCLUSIONI Con la necessità di migliorare le funzioni eco- produttive del bosco è giusto improntare la gestione considerando multifunzionalità del bosco. La consapevolezza che il legno non è la sola produzione del bosco ma è affiancata dalla produzione di servizi sempre più richiesti dalla popolazione dei luoghi ed in generale da tutti coloro che amano l’ambiente naturale, impongono di coltivare il bosco in maniera diversa che in passato. Negli ultimi anni l’idea di un bosco che abbia una multifunzione si è diffusa e i beni silvo- pastorali hanno assunto un valore aggiunto che va oltre la filiera del legno. La conservazione, il miglioramento, l’incremento della produzione legnosa, valorizzazione delle bellezze naturali e paesaggistiche, tutela e l’incremento della fauna selvatica, la difesa del suolo e sistemazione idraulico-forestale, il maggior accumulo di carbonio in relazione alle predisposizioni del protocollo di Kyoto, la protezione del territorio, garantire una migliore fruizione turistico- ricreativa delle risorse forestali ai fini della valorizzazione in termini di pubblica utilità, valorizzare la biodiversità attraverso il mantenimento ed il potenziamento degli ecosistemi forestali ecc. queste elencate, sono solo alcune delle funzioni intrinseche che un ecosistema foresta può donare al territorio. In questo Piano di Assestamento si cercherà di valorizzare tali funzioni per aumentare 52 l’esternalità del patrimonio naturale territoriale. A questo livello di progettazione l’area è stata studiata con la tecnica della fotointerpretazione utilizzando la tecnologia GIS con un primo riscontro in campo.

Tutti gli interventi scritti nella in questa fase saranno dettagliati nel definitivo.

Tanto si doveva

Colle Sannita lì

Collaboratore Il Progettista

Dott. For. Vitale Stefano Dott. Agr. Martuccio Giuseppe

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