LINEE GUIDA PER LO SVILUPPO In collaborazione LOCALE con il Comune di E PER L’ESTETICA DEL PAESE SANTA MARIA DEL PONTE

Comune di Tione degli Abruzzi INTRODUZIONE 3

STATUTO PARTECIPATO DEI LUOGHI 4

DUE PASSI NELLA STORIA DI SANTA MARIA 5

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO 9

QUADRO SOCIO-ECONOMICO 10

LINEE GUIDA - IL PAESE 11

LINEE GUIDA - L’AJA 13

LINEE GUIDA - IL PAESAGGIO 14

LINEE GUIDA - LA SOCIALITà 14

LINEE GUIDA - I SERVIZI 15

INDICAZIONI E CONSIGLI PER UN PAESE PIù BELLO 17

Campane delle sere d’aprile sugli orti freschi di piogge.

Le strade odorano di timo e l’umile luce del sole arriva e si riposa sulle soglie.

Il vento oscilla nel silenzio e cadono fiori dai mandorli e la terra soave li raccoglie.

“Giovanni Titta Rosa”

2 Il WWF per Borghi Attivi Pianificazione e partecipazione sono due temi da sempre al centro dell’interesse del WWF. Lo sviluppo armonico di un ter- ritorio può avvenire solo attraverso una corretta pianificazione che tenga conto della sostenibilità ambientale delle scelte, delle valenze naturali e delle potenzialità dei luoghi su cui si interviene nonché delle esigenze delle comunità che li abitano. L’individuazione di queste esigenze può avvenire attraverso processi di partecipazione che consentano di operare scelte condivise, superare i conflitti tra i vari portatori di interesse e responsabilizzare cittadini, operatori economici ed istituzioni. La volontà di attivare un progetto come “Borghi attivi” in alcune realtà colpite dal terremoto dell’aprile 2009 è nata come reazione a quanto si è visto nella fase post emergenza, quando è prevalsa una volontà, calata dall’alto, che ha portato a creare nuovi nuclei abitativi (le famose “new town”), completamente sganciati dal contesto esistente. Si è così accelerato un processo, in alcune aree già in atto, di perdita delle identità dei paesi e di coloro che li abitano, causato dallo stravolgimento dell’unicità dei luoghi. E così, pur nella piena consapevolezza dei limiti e delle difficoltà di un progetto come quello che si è avviato, abbiamo tentato di dare la parola a chi questi luoghi li vive o vorrebbe tornare a vivere. Abbiamo tentato di dare a chi deve prendere le decisioni uno strumento per ascoltare chi quelle decisioni le vivrà in prima persona. È stata una vera e propria scommessa che per essere vinta necessita però di ulteriore impegno: il lavoro svolto avrà senso solo se si darà seguito alle idee, alle riflessioni ed alle proposte che si sono sviluppate in questo anno di confronto.

INTRODUZIONE I piccoli centri colpiti dal terremoto d’ del 2009 si trovano oggi in un momento chiave della propria storia. Il sisma ha inferto un durissimo colpo alle comunità locali, alla loro economia, alla loro visione del futuro, mettendo ancor più in luce fenomeni già in corso da decenni: declino numerico ed invecchiamento della popolazione, svuotamento dei centri storici, abbandono del territorio rurale. Queste piccole comunità, depositarie di storie e di identità straordinarie, si pongono oggi una serie di domande: quando si completerà la ricostruzione? Lavoratori immigrati e profughi di altri centri, sono estranei o nuovi membri della comunità? I cambiamenti in corso cancelleranno il paesaggio e l’identità locale? Cosa fare dei centri storici e del territorio attorno al paese? Cosa fare, in futuro, dei villaggi “provvisori” sorti a fianco ad esso? Domande cui non è certo facile dare una risposta.

È necessario, quindi, promuovere processi di progettazione partecipata che consentano alle comunità di ri-disegnare il proprio futuro. Per rispondere a questa necessità il WWF di Teramo, sostenuto dal Centro di Educazione al Paesaggio “Torre del Cornone” di (AQ), ha lanciato, come capofila di una rete di associazioni, enti locali e CEA, il progetto “Bor- ghi attivi: Statuto partecipato dei paesi d’Italia” (www.borghiattivi.it) che è stato finanziato dal bando per la Progettazione Sociale “Emergenza Abruzzo” dell’ACRI (Associaizone delle Casse di Risparmio). L’intervento mira a coinvolgere le comunità locali di cinque paesi colpiti dal sisma - Civitella Casanova, Fontecchio, Fano Adriano, Pescomaggiore (L’Aquila) e Santa Maria del Ponte (Tione degli Abruzzi) - in altrettanti percorsi di progettazione partecipata per elaborare il cosiddetto “Statuto dei luoghi” conosciuto in Gran Bretagna come “Village Design Statement” (VDS) che possiamo tradurre come “dichiarazione sulla pianificazione del paese”.

Il VDS nasce per far fronte a problemi ben noti:i cambiamenti economici e demografici e nuove espansioni urbane, tendo- no ad inglobare o viceversa a svuotare - in Inghilterra come qui da noi - le aree rurali e portano alla perdita delle identità locali e del paesaggio rurale, allo sfaldamento delle comunità ed al perdersi della loro visione del futuro. Esattamente come sta accadendo a tanti abitanti del territorio colpito dal sisma che oggi, sempre di più, si sentono “stranieri in casa”. Lo “Statuto dei Luoghi” diventa, quindi, mezzo e fine al tempo stesso: mezzo, in quanto porta le comunità a dichairare le proprie idee per il futuro; fine, in quanto aiuta a ristabilire legami sociali, durante l’elaborazione delle linee guida e la risco- perta della identità locale.

In una prima fase, si coinvolgono gli abitanti nel “raccontare e raccontarsi” il proprio paese, le abitudini, i problemi, i ricordi, l’aspetto degli edifici, storici e moderni. Poi si passa a delinare assieme le azioni che si vorrebbe realizzare per migliorare il paese, il suo aspetto, il suo ambiente, il suo paesaggio e la sua economia. Infine si compone una lista di “suggerimenti”, rivolti a tutti i cittadini, per far sì che le caratteristiche uniche del paese e del territorio vengano considerate, conservate e potenziate. Grazie a questo lavoro condiviso, ogni comunità elabora così una sorta di “Atlante dei Luoghi” (raccolta condi- visa delle caratteristiche del paese e della sua gente) ed il proprio “Statuto dei Luoghi” (linee guida per lo sviluppo locale ispirate all’Atlante) che viene adottato dalle Amministrazioni Locali, quale strumento di indirizzo per il rilancio dei paesi.

3 Statuto Partecipato dei Luoghi: Santa Maria

STATUTO traverso un semplice questionario con domande aperte, sia attraverso una PARTECIPATO “votazione”, fatta con bollini adesivi co- DEI LUOGHI A lorati da posizionare di fianco alle foto, SANTA MARIA per esprimere cosa piaceva e cosa non piaceva di quanto esposto. A Santa Maria il metodo Village Design Statement/ Le interviste mirate Statuto dei luoghi si è Da gennaio a giugno sono state effet- sviluppato secondo le se- tuate una serie di interviste personali ai residenti di Santa Maria, durante le guenti modalità: fica e dopo un lauto pranzetto sociale, quali è stato chiesto loro di descrive- le foto sono state proiettate ad un pub- re il borgo, mettendone in risalto sia i Incontri con la popolazio- blico che nel frattempo si era infoltito pregi che i difetti. Durante le interviste ne per lanciare il progetto per raccogliere ulteriori commenti ed Per rompere il ghiaccio è stato orga- gli abitanti hanno potuto parlare dei informazioni. nizzato un incontro con i cittadini con problemi di Santa Maria, proporre so- l’aiuto della locale Associazione Cultu- luzioni per migliorare la vita del paese rale Santa Maria del Ponte che ha se- e parlare diffusamente anche dei mo- guito e co-gestito poi l’intero processo. tivi che li legano al borgo. Visto il nu- L’incontro che si è tenuto nella sede mero esiguo di abitanti, il campione di dell’Associazione, ha consentito di illu- persone intervistate è risultato essere strare gli obiettivi e le tappe del proget- molto rappresentativo della realtà so- to e di discutere con i presenti modalità ciale. Sono state ascoltate, infatti, sia le di attuazione e dubbi. persone più anziane, in quanto depo- sitarie della memoria storica del paese, La giornata fotografica sia le più giovani, in quanto maggior- La prima attività che ha consentito di mente interessate alle prospettive fu- far partire il processo di consultazione e La mostra fotografica ture. Attraverso le interviste sono sta- raccogliere le prime opinioni degli abi- te raccolte le idee dei rappresentanti Nel successivo novembre, approfit- tanti di Santa Maria è stata una “giorna- delle associazioni e delle istituzioni, dei tando del ritorno di diversi abitanti ta fotografica” che si è tenuta al termine proprietari di seconde case e di coloro non residenti in occasione delle feste dell’estate. Si è chiesto ai partecipanti che invece risiedono in modo stabile in dei morti, si è allestita una mostra con di fotografare il paese secondo diver- paese. Il risultato è stato un quadro suf- rinfresco finale per mostrare a tutti le se prospettive: un gruppo lo ha foto- ficientemente completo delle diverse foto scattate nella giornata fotografica grafato dall’esterno, da diversi punti di sensibilità presenti a Santa Maria. e raccogliere ulteriori commenti sia at- vista, per vedere come esso si colloca e si “siede” nel paesaggio circostante; Le passeggiate guidate un secondo gruppo ha documentato Il terzo metodo utilizzato nel progetto una serie di percorsi chiave che circon- Borghi Attivi è stato quello delle pas- dano ed attraversano il paese; un ter- seggiate guidate, ovvero percorsi di zo gruppo si è occupato di fotografare riscoperta del paese, durante le quali una serie di dettagli fondamentali per gli abitanti hanno potuto ricordare as- l’identità e la storia di questo borgo . A sieme la storia del borgo e gli aneddoti tutti è stato poi chiesto di fotografare legati a certi luoghi. Durante una pas- cosa a loro piace e cosa no nel paese. seggiata i partecipanti hanno potuto Al termine di questa mattinata fotogra- anche confrontarsi con alcuni esperti

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saggio e in un ultimo tavolo, infine, si fotografica, la mostra, una passeggiata, sono discusse le diverse proposte rela- l’assemblea, il laboratori odi estetica tive ai servizi ed alla situazione econo- ed il questionario hanno avuto un’otti- mica di Santa Maria. ma risposta in termini di partecipanti, ma la stessa cosa non si può dire per il laboratorio conclusivo per realizzare la mappa di comunità. Una parte del- la popolazione, inoltre, non ha preso parte agli incontri a causa dei cronici conflitti inter-personali tipici dei paesi. La mancata partecipazione di alcuni di storia locale così da apprendere ed residenti è stata causata anche da un insegnare il valore del luogo e le sue certo scetticismo manifestato nei con- caratteristiche specifiche. In ciascun tavolo di discussione si è fronti del progetto stesso, non creden- Il questionario parlato anche degli aspetti estetici del do che esso potesse avere esiti concreti borgo. La discussione sulle caratteristi- in un contesto dove la struttura sociale Le informazioni ricavate durante le in- che estetiche di Santa Maria si è svolta ed economica è così fragile. Le reazio- terviste, le passeggiate e la mostra fo- attraverso l’analisi di fotografie che ri- ni scettiche di una parte della popo- tografica sono state infine raccolte in portavano esempi di architettura e ur- lazione sono abbastanza comuni nei un questionario generale, distribuito banistica suddivise per elementi diversi percorsi partecipativi, vista la sfiducia casa per casa. Nel questionario è stato (portoni, tetti, facciate, pavimentazioni generalizzata nella politica e nella pro- chiesto a tutti gli abitanti di esprimersi ecc). Attraverso l’osservazione di esem- prie capacità di incidere. Tali resistenze su ogni questione emersa nei prece- pi concreti, i partecipanti hanno potuto devono comunque far riflettere; è ne- denti incontri, dando la possibilità a così selezionare tanto le caratteristiche cessario individuare metodi più efficaci tutti di indicare anche nuovi problemi di maggior pregio presenti a Santa Ma- per far percepire le possibilità concrete e proporre eventuali soluzioni. Il que- ria, quanto i casi negativi di restauro e rese possibili dal progetto ed evitare, stionario è stato utile per raccogliere le costruzione che sarebbe meglio non così, che lo scetticismo di molti diven- idee di quanti non hanno partecipato replicare in futuro. ga giustificato. agli incontri precedenti; si è potuto sta- bilire così un ordine d’importanza delle Problemi e limiti del cose da fare condiviso da un maggior Due passi percorso partecipativo numero di persone. I risultati del que- nella storia di Santa Maria è una frazione piccola e stionario sono stati infine rielaborati in con un numero di abitanti esiguo; date Santa Maria modo da rendere visibili le varie propo- queste caratteristiche non è stato diffi- ste e valutarne così la priorità. cile entrare in contatto in modo diretto Otto Agosto, sui lunghi sedili di pietra con la maggior parte dei residenti ed del cosiddetto “Ponte”, l’ingresso del L’assemblea conclusiva ed paese ripopolato grazie alle vacanze il laboratorio di estetica ascoltare dalla loro viva voce i problemi e le esigenze maggiormente avvertiti. estive, sosta un nutrito gruppo di per- Gli esiti del questionario e le diverse L’ascolto diretto è certamente un pre- sone. Sta per cominciare una “passeg- proposte raccolte negli incontri e nelle gio per un percorso partecipativo ma giata nella storia antica e recente del interviste, sono state discussi di nuovo spesso non permette alle persone di paese” che tutti i presenti contribuiran- in un’assemblea conclusiva suddivisa mettersi a confronto le une con le al- no a guidare e ad arricchire. in diversi tavoli tematici. In un tavolo si tre. Durante il progetto Borghi Attivi a Quel che segue è il resoconto della pas- è parlato dei problemi relativi alla par- Santa Maria sono stati organizzati mo- seggiata con “salti di tempo e di spazio” te abitata del paese, in un altro si sono menti d’incontro collettivo ma non tut- a seconda di ciò che i partecipanti si affrontate le questioni attinenti al pae- ti sono andati a buon fine. La giornata sono trovati di fronte e di ciò che ha

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stimolato i loro ricordi. Queste notizie a seconda delle stagioni, profumi e ru- sono state integrate con altre, tratte da mori, di stalle, di zafferano, di mosto e fonti “ufficiali”, per rendere più fluido il di tutte le attività e le produzioni che racconto della storia locale. nel paese si tenevano. Il paese nasce probabilmente ad ope- Girando a sinistra e percorrendo la stra- ra dei Normanni attorno al 1050, dato da interna alle mura, entriamo in un che risulta fra i castelli che contribuiro- giardino di pini che un tempo accoglie- no alla fondazione dell’Aquila nel ‘200 va il palazzo dei Baroni Cappelletti che ma non nel precedente “Catalogo dei ora se ne stanno a Rieti. Sotto il palazzo Baroni” Normanno. Fu, come diversi pare ci fossero anche qui delle prigio- altri borghi del territorio, il frutto della ni (ma quante prigioni c’erano a Santa politica dell’incastellamento voluto dai Maria??!) ed ancora oggi c’è una cister- Normanni per difendere la valle e le na che, dice chi vi si è infilato dentro, sue comunità. Più antichi insediamenti mostra pure degli affreschi. sono stati individuati, però, sotto la Col- Nel salone del palazzo Cappelletti, di- legiata di Santa Maria, la chiesa che dà cono si facesse addirittura la trebbiatu- il nome al paese e che pare sia sorta su ra del grano, tant’era grande. Grande a un tempio Romano e nei pressi di una tal punto che nel “Catasto Onciario”, il necropoli Italica. Anche sulla monta- settecentesco registro dei beni da tas- gna di Santa Maria, nel Colle Rischia o sull’aja, luogo centrale, quest’ultima, sare, il palazzo risulta composto di cen- “Monte Tortoregl’”, c’ erano certamente per la vita del paese ed oggetto di mil- tinaia di stanze. insediamenti degli antichi Vestini, po- le discussioni. Il paese, ancor oggi rac- Continuiamo lungo il lato Sud delle polo pre-romano della grande famiglia colto per buona parte dentro la cinta mura e, sullo stipite dell’ingresso ad un dei Sabelli. I Vestini usavano creare i delle mura antiche, era ed è ancora cir- orto, troviamo una misteriosa incisio- loro villaggi fortificati costruendo sem- condato da un fossato che oggi ospita ne. Pare che sia un simbolo antichissi- plici terrazze di pietre a secco tutt’attor- orti e baracche di servizio. Di fianco alla mo diffuso dai Cavalieri Templari che no al cucuzzolo dei colli e sopra di esse suddetta porta (detta “di capo la terra” rappresenta una triplice cinta di mura. ponevano delle palizzate di legno. Sul o semplicemente “il ponte”) con i suoi Internet è prodigo in informazioni in vicino Monte Boria, tale opera è anco- lunghi sedili di pietra, c’è la torre di materia e ci dice che “solitamente scol- ra perfettamente visibile. Anche nella guardia, oggi difficilmente riconoscibi- pito sulla pietra, è stato ritrovato anche chiesetta di Santa Lucia, proprio sopra le come tale perché trasformata in abi- su strutture preistoriche e megaliti- il paese, sono state rinvenute scritte in tazione ed abbassata di due piani dopo che. Spesso era utilizzato dai Cavalieri lingua Osca: questa era, probabilmen- te, come la vicina Sant’Erasmo, un anti- co luogo di culto nei pressi di sorgenti, sul tracciato che collegava la valle con Bominaco e la piana di . Questo tracciato veniva percorso, fino a non molti anni fa, quando – grazie ai diversi periodi di fioritura dello zafferano – file di asini vi passavano per portare i fiori da lavorare alle donne di Santa Maria che già avevano terminato di lavorare i La torre La pietra dei Templari loro (che pure non erano pochi!). il terremoto del ’15. Nel sotterraneo Templari per segnare luoghi sacri in Entriamo nella cinta murata di Santa pare ci fosse la prigione. Appena entra- cui scorrerebbero nel sottosuolo le Maria dalla porta gotica che si affaccia ti in paese, ci raccontano, si sentivano, energie della Terra. Non a caso, questo

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borgo potrebbe essere stato frequen- c’erano le birre Peroni tenute in fresco nominato vescovo di Castellaneta nel tato dai cavalieri dell’Ordine. Diversi in un pozzo profondo, vero frigorifero 1618. Lo stemma mostra nel campo studiosi ipotizzano la presenza di una naturale, prima dell’arrivo dei moder- inferiore i tre archi del ponte sull’Aterno commenderia Templare a Santa Maria ni elettrodomestici. Si diceva, alla fac- di Santa Maria. Nei pressi c’è il grande ed una recente tesi di laurea ha esami- cia dei paesi vicini, “la birra del pozzo”, forno comunale che ha funzionato fino nato i documenti dell’archivio vescovi- freschissima. Entrando nella bottega si al ’75. Dentro, chissà perché, c’è anco- le de L’Aquila relativi ad un processo ad sentiva il profumo delle alici delle gran- ra un quantità di pagnotte dimentica- un Templare. Altra cosa curiosa è che, di scatole di latta mentre dagli scaffali te ed ormai divenute di pietra come il nella chiesetta di Santa Lucia, c’era, fino si affacciava la pasta Spiga di palazzo che le ospita. Di filoni di pane a pochi anni fa e forse c’è ancora, un che si vendeva avvolta nella carta pa- ce ne stavano ben quaranta per volta, mucchio di ossa portate alla luce du- glia gialla. Qui gli anziani raccontavano nel forno. Ogni quindici giorni si face- rante i restauri e abbandonate dietro le loro inverosimili storie di caccia com- va un’informata collettiva e si passava l’altare. Un piccolo teschio porta sulla presa quella di Nazzareno che, riferen- in giro raccogliendo le fascine di casa fronte un foro quadrato perfetto. Forse do del suo incontro col lupo, ne rifece in casa. Per coordinare i tempi di pre- è stato prodotto dal chiodo piantato il verso “Vu vu” al ché il suo cane, che parazione dell’impasto, si domandava dai cavalieri nel corso del loro “tipico” dormiva accucciato ai suoi piedi sotto a vicenda fra massaie “hai messo il lie- rito funebre? Ancora, nella Collegiata il tavolo, si svegliò d’un botto e si mise vito?”. Come mai, nel ricordo di tutti, in fondo valle, è scolpita sulla volta di ad abbaiare al lupo immaginario, fra il pane cotto qui veniva così buono? un arco la croce templare. Del resto la l’ilarità generale. Dietro la bottega c’e- Perché si coceva un’ora con la porta presenza dei cavalieri non sarebbe stra- ra anche il telefono pubblico che co- “panata”, cioè sigillata con la pasta di na dato che Santa Maria si trovava lun- stringeva gli utenti a far sentire a tutti pane, e poi si lasciava un’ora ad asciu- go la cosiddetta Via degli Abruzzi che i fatti propri che poi diventavano, in gare a porta “spanata” cioè aperta. Così collegava nel medioevo Firenze con un attimo, pettegolezzi di dominio ge- il pane cuoceva lentamente e raggiun- Napoli e che ripercorreva il tracciato nerale. Nell’orto della bottega c’era “il geva il giusto punto di umidità. Ma il della via “Campana” dei Romani. bagno” per i clienti mentre al piano di ricordo più bello è senz’altro quello del Rientriamo nel cuore del borgo ed in- sopra trovava posto, in un locale affit- profumo della pizza bianca che cuoce contriamo un luogo chiave per la storia tato dalla famiglia Marchetti, la scuola che si spande per il vicolo… un altro recente del paese. Qui, fino a non molti elementare. Nel cortiletto posteriore, odore che si va ad aggiungere alla lista anni or sono, c’era la bottega di Santina infine, si macellavano gli agnelli che ve- di profumi che vengono evocati, strada meglio nota come “il dopolavoro”. Nel- nivano poi appiccati ai ganci per essere facendo, durante il nostro giro. la bottega si ritrovavano soprattutto venduti. Arriviamo sulla “via Piazza” all’angolo gli uomini sopra i quattordici anni che, Lasciamo il dopolavoro ed i suoi ricordi di un bel palazzo signorile, ormai in ro- vina ed invaso dagli arbusti; pare che in passato avesse un piano in più e che sia rimasto vittima, tanto per cambiare, di un lontano terremoto. Su entrambe le facce esposte di una pietra cantona- le del palazzo, si notano “tre buci” (tre buchi) molto ravvicinati tra di loro che, dice la leggenda, sono stati fatti da San- sone che tentava di sollevare i palazzo con la forza delle mani. Sulla sinistra in-

Il dopolavoro Lo stemma Vescovile vece c’è il bel palazzo de Paolis col suo durante l’inverno, si stipavano nel poco per continuare nel vicolo fino ad un pa- affresco e la scala di pietra. All’incrocio spazio disponibile attorno ai due tavoli lazzo settecentesco con stemma vesco- fra via Piazza e la via che collega le due dove si giocava a carte. D’estate, invece, vile di monsignor Antonio de Matteis, porte del paese, c’è uno slargo prodot-

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La Collegiata di Santa Maria Assunta to dall’incendio e dal successivo crollo del suo paese e della sua gente. Guada- di un edificio. Altro bel problema, gli gniamo l’uscita dal borgo attraverso la incendi, oltre ai terremoti… “porta de jo” o “di piedi la terra” che si Qui notiamo una caratteristica delle apre, col suo arco gotico, verso la valle case di Santa Maria e cioè delle finestri- e consente di raggiugere la Collegiata ne basse con cornice di pietra che con- di Santa Maria, visibile col suo campa- sentivano di buttare l’uva dalla strada niletto sotto di noi. Qui troviamo l’ul- alla cantina dove veniva pigiata. Pas- timo brandello delle mura originarie siamo davanti ad una bella bifora e, at- mentre sull’altro lato della porta sta la traverso una stretta porticina, usciamo chiesa parrocchiale di Santa Maria del- fuori dalla cerchia interna delle mura le Palme, edificata in luogo delle mura re che nasconde una struttura interna sopra “ji scticch’ “, un belvedere che do- crollate col terremoto del ‘700. Sull‘an- altrettanto asimmetrica(foto16). Come mina il fossato e guarda “verso Nord” il golo delle mura spicca una casa bianca detto, pare che sia nata su un tempio ed alta, decorata, qualche anno fa, con pagano del V-VI secolo e forse fu fonda- una quantità di uccelletti e di fiori di pla- ta dai monaci Equiziani cui seguirono i stica di dubbio gusto ma pare che sotto Benedettini. Dell’antica chiesa riman- quella mano di bianco fosse affrescato gono l’abside inglobato curiosamen- un bel paesaggio. Continuiamo il giro te nella chiesa più tarda ed il muro di attorno alle mura sul lato Nord e vedia- fondo . La chiesa, documentata già nel mo la discesa selciata che, andando al 1138, fu rifondata nella seconda metà Codacchio, passa di fianco ad una bella cappelletta affrescata dedicata alla Ma- donna Addolorata. L’Addolorata qui si

La finestrella per l’uva celebra la seconda la Domenica dopo quartiere esterno del “Codacchio”. Uno dei suoi abitanti, fra l’ironia di quelli del “castello”, ricorda come i veri abitanti di Santa Maria siano quelli del Codacchio dato che là si insediarono i sopravvis- suti alle devastazione del terremoto del 1703 che distrusse anche l’Aquila. Al Codacchio nacque il più illustre dei del sec. XII e subì ulteriori modificazioni cittadini di Santa Maria: lo scrittore nel 1400 e nel 1600. Qui trovava posto contemporaneo Giovanni Titta Rosa il celebre “trittico di Beffi” che, ospitato che raccontò con passione e nostalgia la Madonna Addolorata fino al terremoto del 2009 al museo Pasqua con la “festa della cicoriella”, la nazionale dell’Aquila, ha poi fatto da prima cicoria selvatica della primave- ambasciatore, in giro per il mondo, ra, con cui si cucina una ricca minestra dell’Abruzzo ferito ed è poi tornato a amarognola che richiama l’amarezza casa per attendere un degna sistema- patita da Maria per la morte del figlio. zione all’Aquila. Il giro ci riporta nella Scendiamo verso la collegiata lungo la bella casa antica di Mariano dove, fra strada che, fino a non molti anni fa, i ra- un bicchiere di vino ed una chiacchera, gazzi che andavano a scuola all’Aquila si chiude il nostro bel giro nelle tante facevano di corsa per prendere il treno storie di Santa Maria del Ponte. in arrivo alla stazione. La collegiata si

Giovanni Titta Rosa presenta con la sua facciata irregola-

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Inquadramento reca in paese l’acqua della fonte Recoll’ (che forse significa “raccogliere” o for- geografico se “ del colle”) che sgorga in località ju puzz’ (il pozzo) sulla montagna. Diverse Santa Maria ed il suo territorio occu- altre fonti e affioramenti d’acqua inte- pano il versante sinistro della valle ressano questo versante carsico che è dell’Aterno nel comune di Tione degli perforato da un’infinità di grotte, cu- Abruzzi. I due paesi si fronteggiano nicoli e pozzi scavati dall’acqua stessa fin dalle loro origini normanne e con- nel calcare. Rivelatori sono i nomi di pi- dividono, nel fondo valle, la Collegiata scina, pandan’, valle acquer’, pelell’ (dal di Santa Maria Assunta. La montagna termine “pila”, vasca di pietra ed in sen- di Santa Maria è quella della “solagna” questo nome richiama la tipica dispo- so più ampio “raccolta d’acqua”) , che che, esposta a Sud, è da sempre quella sizione delle coltivazioni che in epoca compaiono qua e là nella montagna. A più vocata alle coltivazioni e più povera medioevale vedevano gli orti sotto le tre quarti della costa del monte si nota di boschi. mura o anche dentro di esse, gli arbo- una nettissima linea orizzontale di fa- Santa Maria si caratterizza per la cintura reti nel primo anello uscendo dal pa- glia sotto la quale sul terreno sciolto, di orti che occupano l’antico fossato e ese, poi i seminativi infine il bosco ed eroso a monte, si trovano alberi, arbusti che ospitano una gran varietà di piante i pascoli. Poco più a monte dell’Erbrit e coltivi mentre sopra di esso è il regno infatti i toponimi (nomi dei luoghi) ri- della pietra nuda e dilavata. chiamano alle diverse specie di piante forestali che accerchiavano un tempo come ora il paese: Urcit’ (querceto), Cerret’, Defenza (difesa) cioè bosco- pascolo con gli alberi potati alti (ji moz- zon’) per evitare che gli animali potes- sero brucare i ricacci. Più in là, ai confini con Bominaco, incontriamo la località “la ginebbràra” che richiama il nome di uno degli arbusti più diffusi in zona e da frutto (meli, ciliegi, mandorli, noci) cioè il ginepro che assieme alle gine- di carciofi e di verdure annuali. Un val- stre ripopolano rapidamente i pascoli I terreni agricoli tutt’attorno, segnati lone separa il borgo murato di Santa ed i coltivi abbandonati, preparando il qua è là dalle “macerine” (mucchi di sas- Maria dal cosiddetto Codacchio e dalla ritorno del bosco. Il fondo valle lungo si derivati dallo spietramento secolare Valle e più o meno sulla testa di questa il fiume Aterno anch’esso in gran par- dei campi), sono oggi in buona parte incisione si trova la bella fontana che te inselvatichito, pure mostra ancora abbandonati ed occupati dalla bosca- glia che sta rapidamente evolvendo a bosco inghiottendo luoghi, campi e sentieri. Il paesaggio che oggi vedia- mo è drasticamente diverso da quello del dopoguerra, quando ogni singolo pezzetto di terra era sfruttato. Un’area agricola ancora utilizzata si trova nel pianoro che collega Santa Maria a San Lorenzo verso Est ed è attraversato da una carrareccia che tocca la zona det- ta “Erbrit’ ” (arboreto). La presenza di

9 Statuto Partecipato dei Luoghi: Santa Maria

qualche area coltivata e qualche nuova dell’anno il numero dei residenti resta cale sezione della Protezione Civile ed coltivazione di tartufi che stanno pro- pressoché invariato. Non vi è, ad oggi, il punto informativo dell’Ente Parco Si- gressivamente espandendosi in tutta alcuna attività economica e produttiva rente Velino. Nella struttura è presente la valle. presente sul territorio; la maggioranza anche una cucina ed un piccolo cortile Salendo la montagna si percorrono i degli abitanti è composta da pensio- che rendono possibile l’organizzazio- sentieri che seguono principalmente nati mentre la popolazione attiva si ne di cene e piccoli eventi ricreativi. Di le incisioni e le vallicelle come il Vallone sposta quotidianamente per lavoro rilievo è la presenza di tre strutture di Rann’ (grande) che costeggia la chie- nei comuni limitrofi o all’Aquila. L’agri- volontariato che per un borgo così pic- setta di Santa Lucia e risale verso il col- coltura è legata a piccole coltivazioni colo sono una grande risorsa e quasi le Rischia detto, secondo il nome loca- di orti, situati soprattutto intorno alla un miracolo: la Protezione Civile, l’As- le, Tortoregl’, che domina la valle. Qui in vecchia cinta muraria, e le produzioni sociazione Culturale, la Confraternita. alto oltre la bella chiesa di San Pancra- riguardano prevalentemente ortaggi Purtroppo questi tre organismi sono zio si raggiunge la fond’ castegl’, che ci per uso personale. Negli ultimi anni al- spesso indeboliti nella loro importante ricorda col suo nome, assieme al vicino cuni terreni agricoli sono stati riconver- attività dal poco ricambio dei soci atti- prat’ castellan’ che da queste parte sor- titi a tartufaie con l’impianto di querce vi e dalla stanchezza di chi si impegna geva probabilmente un insediamento e noccioli innestati con la micorriza del di più. Nel complesso il borgo di Santa antico precedente all’attuale Santa Ma- tartufo. Nel borgo non c’è alcuna riven- Maria sconta le difficoltà di ogni pic- ria, forse un castelliere italico, analogo dita di beni di prima necessità o di uso colo centro rurale, dove il progressivo a quello del vicino monte Boria. quotidiano ma con cadenza periodica spopolamento ed invecchiamento vi arrivano venditori ambulanti di ge- della popolazione, ha portato ad una neri alimentari. L’arrivo di venditori am- mancanza di servizi di base essenziali. bulanti supplisce solo in misura minima La struttura urbanistica del paese, per le esigenze degli abitanti, che pertanto lo più pianeggiante e con molti spazi devono spostarsi nei comuni limitrofi verdi, ne fa comunque un luogo par- per l’acquisto di merci o generi di pri- ticolarmente adatto per le persone ma necessità. Data la presenza di molti anziane, le quali possono contare sulla anziani senza auto e la quasi assenza di rete di assistenza personale e coopera- mezzi pubblici, uno dei problemi mag- zione tipica dei piccoli borghi rurali. La giormente sentiti è legato alla possibi- distanza modesta dal capoluogo e l’ab- QUADRO lità di spostarsi per le spese quotidiane bondanza di abitazioni vuote potrebbe SOCIO-ECONOMICO o le visite mediche. Tale problema è consentire agevolmente l’insediamen- oggi superato solo attraverso la coo- to in paese di nuove famiglie ma la perazione tra i paesani che si aiutano scarsità di servizi di base costituisce a Santa Maria del Ponte è una frazione a vicenda negli spostamenti. Da alcu- questo fine un notevole handicap. del Comune di Tione degli Abruzzi, da ni anni è inoltre chiuso l’ambulatorio cui dista appena tre chilometri, che medico, una volta presente nel borgo, ospita ad oggi 59 abitanti. Il numero anche se ve n’è uno attivo nella vicina di persone che frequenta il borgo, tut- Tione. Lo spazio dell’aja, collocato im- tavia, varia nel corso dell’anno poiché mediatamente fuori alla parte vecchia l’abitato è costituito da un alto numero del borgo, è il luogo di ritrovo principa- di seconde case, i cui proprietari vivo- le del paese, almeno nelle stagioni che no in paese solo in determinati periodi consentono alle persone di stare insie- dell’anno; Santa Maria, di conseguen- me all’aperto. L’altra struttura pubblica za, ha un picco di presenze soprattutto importante è la ex scuola elementare nei mesi estivi od in concomitanza del- dove hanno sede oggi l’associazione le festività tradizionali, mentre nel resto culturale “Santa Maria del Ponte”, la lo-

10 Linee Guida - Il Paese

Foto2 IL PAESE asfalto, o vicoli selciati interrotti da asfalto o cemento. Dato che non è più La cinta muraria pensabile rifare la pavimentazione con selci sbozzati, come erano una volta e Il borgo di Santa Maria del Ponte ha un visto che comunque la pavimentazio- impianto urbanistico tipicamente me- ne in blocchetti calcarei squadrati, che dievale, con un nucleo storico centrale oggi viene proposta nei restauri, non è circondato da mura di cinta ancora in quella originale ma solo una sua imita- parte presenti. La cinta muraria è una zione, si ritiene più opportuno lasciare delle caratteristiche estetiche più par- e completare l’attuale pavimentazione ticolari del borgo ma necessita oggi di con blocchetti di basalto denominati un’opera di recupero e manutenzione. l’aspetto secondo i seguenti standard: “bastardoni”, che sono un compromes- Gli interventi sulle vecchie mura sono - La dimensione della baracca deve essere so accettabile e più praticabile. (foto3) difficili e spesso costosi, tuttavia occor- proporzionale alla superfice dell’orto: indi- re intervenire almeno là dove possono cativamente non più del 10%. essere più fattibili. Durante gli incontri, - Potrebbe essere consentita, esclusiva- gli abitanti di Santa Maria hanno indi- mente ai residenti, una sola baracca come viduato nel tratto murario della “via rimessa per gli attrezzi agricoli e piccolo del mattone”, cioè dalla chiesa di Santa magazzino di sgombro. Maria verso sud, il luogo da dove è pos- - Si potrebbe proporre una compensazione sibile cominciare l’opera di recupero fra la regolarizzazione della baracca sotto il (foto1). profilo urbanistico e la sua riduzione in su- perfice, oltre al miglioramento estetico. - Dovrebbero avere, prevalentemente:

• Struttura in legno Foto3 • Tetto ad una falda • Altezza non superiore di 240 cm I cavi e le antenne - Tutto ciò vale solo per baracche già esi- paraboliche stenti: non devono esserne fatte di nuove! La presenza di cavi a vista è un elemen- - Non deve essere cambiata la destinazione to che contribuisce al peggioramento d’uso: devono rimanere depositi per attrez- estetico del paese (foto4). Un’altra esi- zi ed altri materiali domestici e agricoli. genza emersa nel corso del progetto - Quindi no alla trasformazione delle barac- Foto1 che in garage. Gli orti intorno al paese Le vecchie mura di Santa Maria sono Le pavimentazioni circondate da un fossato dove oggi delle strade e dei vicoli trovano spazio una serie di orti in par- L’abitato storico di Santa Maria si ca- te ancora coltivati. Questa cintura di ratterizza per la presenza di una rete di orti è una caratteristica importante del piccole strade e vicoli lastricati, in ori- paese che contribuisce in modo deter- gine, prevalentemente con selci sboz- minante alla sua identità. Tale cintura zati. Nel corso degli anni, una scarsa è però stata poco alla volta colonizza- manutenzione, alcune scelte sbagliate Foto4 Borghi Attivi è quindi di mettere i cavi ta da baracche in gran parte abusive ed il progressivo abbandono del pa- sottotraccia sfruttando l’occasione di (foto2). Molti residenti hanno quindi ese, hanno determinato un crescente eventuali lavori pubblici. L’inserimento, manifestato la necessità di migliorarne degrado delle pavimentazioni. Oggi si trovano, infatti, sezioni di strada in in queste circostanze, di tubi passacavi

11 Linee Guida - Il Paese

Foto8 è sicuramente un’altra possibilità che I Pannelli solari termici consentirebbe di non dover smantella- e fotovoltaici. re sempre il selciato in caso di successi- Un altro aspetto che potrebbe risulta- vi adeguamenti tecnologici. re problematico in futuro è quello dei Un discorso analogo va fatto per le an- pannelli solari termici e fotovoltaici. tenne paraboliche che dovrebbero es- L’impiego di queste nuove tecnologie, sere installate in modo da non essere che consentono di produrre energia troppo d’impatto sull’abitato e quindi pulita e meno costosa, è auspicabile non visibili da terra (foto5). anche a Santa Maria, purché sia fatto in modo regolato e con indicazioni pre-

sotto il controllo dei responsabili delle iniziative che ne cureranno anche la pulizia. Normalmente possono essere messi a disposizione i bagni della ex scuola.

Linee guida • Evitare la costruzione di nuove baracche • lungo le mura e migliorare quelle Foto5 • esistenti secondo un regolamento da Foto7 • seguire. I Parcheggi cise su dove e come installarli (foto7). • Mettere sottotraccia i cavi elettrici, Per quanto il paese non abbia molti In altre zone, infatti, la mancanza di • telefonici ed ottici, in occasione dei residenti, è necessario anche a Santa • lavori pubblici. regole chiare su questo argomento, ha • Installare le antenne paraboliche in Maria individuare e delimitare aree di portato alla diffusione di impianti spes- • modo che non siano visibili da terra. parcheggio, affinché si eviti la sosta sel- so troppo impattanti sull’estetica dei • Ripristinare i bagni pubblici ed utilizzarli • solo in occasione delle manifestazioni, paesi e dei territori. Per evitare che ciò • sotto il controllo dei responsabili accada anche a Santa Maria sono state • dell’iniziativa che ne curino anche la individuati i seguenti accorgimenti da • pulizia. • Recuperare le mura di cinta del vecchio seguire. • borgo a partire dal tratto della via del - Devono essere istallati solo sui tetti e • mattone. non in campagna a terra • Realizzare parcheggi nella zona tra la • fonte dell’aia ed i bagni pubblici. - Devono essere integrati nei tetti e non • Realizzare dei bagni pubblici di fianco appoggiati sulla falda • alla Chiesa Collegiata. - I boiler devono trovar posto sotto il tetto • Realizzare un regolamento per • l’installazione dei pannelli solari e • e non devono essere visibili dall’esterno • fotovoltaici. Foto6 - La visibilità dei pannelli dalla strada vaggia in aree non idonee (foto6). deve essere minimizzata. Alcune aree possibili di parcheggio sono state individuate nella zona Nord I bagni pubblici dell’aja di fronte e di fianco ai bagni Un’altra questione emersa nel progetto pubblici. Altri potrebbero essere situati Borghi Attivi è quella dei bagni pubbli- in un pezzo esterno e delimitato dell’a- ci, oggi chiusi ed in stato di abbandono ja stessa e nell’area dei Moduli Abitativi (foto8). Si ritiene opportuno rimetterli Provvisori (MAP). in funzione ed aprirli magari solo in occasione di manifestazioni pubbliche

12 Linee Guida - L’Aja

L’A J A

In quanto elemento caratteristico di Un discorso a parte, nella tutela del Santa Maria, la maggior parte degli abi- paese, deve essere fatto per l’aja, che tanti ritiene che non debba essere tra- costituisce per molti versi il luogo più sformata ma restare uno spazio libero, importante di Santa Maria, sia per il le- con prato “spontaneo” curato col taglio game affettivo che la lega a molti abi- dell’erba. Alcune migliorie tuttavia po- tanti, sia perchè è ancora oggi il punto trebbero essere fatte. di ritrovo principale del borgo (foto9).

Foto9 Foto9 L’Aja è costituita oggi da un prato non regolare e poco curato attorniato da panchine e con una piccola area giochi. Su due lati è costeggiata dalla strada ed è accessibile su un lato anche dalle auto che, ad oggi, possono parcheg- giarvi liberamente .

Linee guida • Mantenere l’Aja come uno spazio libero, con terreno livellato e prato spontaneo curato • nel taglio dell’erba • Migliorare ed aumentare le panchine, eventualmente prevedendo delle porzioni di selciato • al di sotto di esse. • Installare più cestini per i rifiuti • Migliorare la fontanella • Evitare di trasformare l’Aja in un parcheggio per auto, camion o scuolabus, prevedendo un • altro spazio più adeguato a questa funzione: ad esempio in alcune aree lungo il perimetro. • Migliorare e ammodernare l’area giochi per i bambini. • Apporre un cartellone informativo (magari corredato di foto antiche), che spieghi il senso • ed il ruolo dell’Aja nella storia di Santa Maria. • Completare la cortina arborea. • Evitare che, con l’avvio dei cantieri per la ricostruzione, l’Aja diventi una zona di sosta e • stoccaggio dei materiali edili o dei mezzi dei cantieri.

Foto9

13 Linee Guida - Paesaggio e Socialità

Foto12 PAESAGGIO SOCIALITÀ

Il paesaggio intorno a Santa Maria è A Santa Maria, come in tanti altri picco- caratterizzato da un progressivo ab- li paesi, non c’è oggi nessuna struttura bandono dei campi ed un conseguen- pubblica nella quale gli abitanti si pos- te avanzare del bosco. La prima con- sano ritrovare, specialmente nel perio- seguenza di ciò è la perdita di tutta la do invernale. Nel periodo primaverile rete di sentieri che caratterizzavano la ed estivo, il luogo principale di ritrovo campagna intorno al borgo e che oggi è l’Aja del paese ma anche in questo sono interrotti, quando non del tutto caso, tuttavia, sarebbe necessario ren- scomparsi (foto10). Altri elementi del coriella. L’elemento di maggior spicco dere più fruibile lo spazio, aumentando del paesaggio che circonda il paese è e mettendo le panchine una di fronte certamente la Collegiata di Santa Maria all’altra,come già detto nella preceden- del Ponte che, danneggiata dal terre- te sezione (foto14). moto del 2009, attende ancora di esse- re restaurata (foto13).

Foto10 paesaggio rurale che si stanno progres- sivamente perdendo sono i muri a sec- co che si stanno sgretolando a causa dell’incuria e della scarsa manutenzio- ne (foto11). La perdita dei muri a secco,

Foto14 Viste le esigue dimensioni del borgo,

Foto13 la maggior parte degli abitanti non ri- Linee guida tiene necessario creare un nuovo luo- • Sistemazione e mantenimento dei sentieri go di ritrovo da tenere sempre aperto nell’arco dell’anno. Nel periodo inver- Foto11 • da realizzarsi attraverso l’istituzione di • oltre ad un danno per l’estetica e la sto- • campi estivi di lavoro da organizzare con nale ed autunnale, infatti, non vi è una ria del paese, può causare altresì pro- • associazioni ambientaliste con supporto presenza di persone tale da giustifica- blemi di ordine geologico per la tenuta • tecnico del comune. I principali sentieri da re e rendere utile una struttura simile. dei greppi montani. Gli alberi da frutto, • recuperare sono: il sentiero per S. Lorenzo, Nella tarda stagione primaverile e nel ed in particolare i meli, sono tipici della • il sentiero tra Santa Maria e Bominaco periodo estivo, invece, almeno limita- campagna intorno a Santa Maria, an- • Caporciano; il sentiero di Fonte del Colle e che se un tempo ben più diffusi; oggi • Santa Lucia; il sentiero da San Pancrazio essi compaiono solo negli orti o spora- • a Succiano; il sentiero della Collegiata • della Madunnella, il sentiero tra Santa dicamente, nelle vecchie terre coltivate • Maria ed il Cimitero. (foto12). Nei grandi prati che circonda- • Recupero dei muri a secco e dei vecchi no il borgo vi è ancora una forte pre- • pagliai. Il recupero dei vecchi edifici senza di erbe selvatiche commestibili, • dovrebbe essere pensato sopratutto a ed in particolare la cicoria, ancora oggi • scopo turistico. raccolta e cucinata in occasione della • Il restauro della Collegiata è una priorità • festa popolare della Madonna della Ci- • per i il paese.

Foto15

14 Linee Guida - Servizi

Foto16 SERVIZI ha in uso un mezzo di questo tipo che condivide con altri Comuni locali come Fontecchio. Occorre che questo furgo- Vista l’alta età media degli abitanti e la ne venga però messo a disposizione scarsità di servizi pubblici di traspor- almeno un giorno la settimana per gli to, uno dei problemi maggiormente abitanti di Santa Maria. Anche un mer- avvertiti nel paese riguarda gli sposta- cato periodico nell’aia è difficile da rea- tamente ad alcuni giorni della settima- menti. Molti residenti, infatti, dipen- lizzare, in quanto non vi è un bacino di na (week end) si potrebbe tenere aper- dono dall’aiuto di altre persone anche utenza tale da giustificarlo. Si potrebbe to uno spazio dove le persone possano solo per andare a fare la spesa, com- però esporre un cartello in cui siano ri- ritrovarsi e magari organizzare qualco- prare i prodotti necessari di uso quo- portati i giorni e le ore in cui i venditori sa (corsi, giochi carte, tv, cene o altro). tidiano o medicine. In passato c’era, a ambulanti arrivano in paese (foto18). In Il luogo idoneo per questa struttura Santa Maria, un negozio di alimentari questo cartello informativo, potrebbe- è senz’altro l’ex scuola elementare in cui era possibile acquistare almeno i ro essere riportate anche gli orari delle (foto15). beni di prima necessità. Oggi un nego- farmacie di turno e degli ambulatori Per supplire all’assenza di un bar nel zio di questo tipo è difficile da riaprire, medici aperti. paese, potrebbe essere realizzato un perché non vi è in paese una presenza Sulla base di quanto emerso dal que- chiosco nell’aja con apertura stagiona- di persone tale da renderlo redditizio. stionario “Borghi Attivi”, molti abitanti le o in occasione di visite di gruppi o di di Santa Maria vorrebbero che fosse ri- eventi pubblici (foto16). attivato l’ambulatorio medico una vol- Per favorire l’aggregazione giovanile, ta presente nel borgo. Il problema di infine, si potrebbero acquistare due questo servizio porte da calcio mobili, che all’occorren- è come coprire za si possono portare nell’Aja per per- il suo costo. La mettere ai giovani di giocare (come già messa a disposi- avveniva tempo fa). Infine sarebbe au- zione di un bus spicabile organizzare nell’Aja, almeno Foto19 navetta per an- in estate, un maggior numero di even- Foto17 dare all’ambulatorio di Tione, tuttavia, ti anche piccoli come la proiezione di Per risolvere questi problemi, molti potrebbe ovviare anche a questo pro- qualche film. abitanti ritengono invece utile dotare blema. (foto19) il borgo di un piccolo bus navetta che Linee guida possa accompagnare le persone a fare Linee guida • Utilizzare la ex scuola elementare come spesa o in farmacia o negli ambulatori • Attivare un Bus-navetta che, almeno in • luogo di ritrovo aperto anche solo in • medici più vicini in determinati giorni • certi giorni della settimana, porti le • primavera-estate. della settimana (foto17). Il Comune • persone a fare spesa, in farmacia od a • Fare un regolamento chiaro, per l’utilizzo • svolgere visite mediche. • dei locali della ex scuola da parte di chi • Mettere nell’aia un cartello in cui siano • voglia organizzare eventi. • riportati gli orari ed i giorni di arrivo • Verificare la possibilità di aprire un • dei venditori ambulanti, le farmacie e gli • chiosco nell’aia da tenere aperto almeno • ambulatori medici aperti. • in primavera-estate, con funzione di bar. • Ripristinare dell’ambulatorio medico un • Rendere più fruibile l’Aja, magari met- • giorno alla settimana. • tendo panchine una di fronte all’altra per • facilitare il ritrovo. • Organizzare più piccoli eventi nell’Aja • (film, piccoli mercatini), almeno nel mese • di agosto. Foto18

15 Linee Guida - Turismo ed Attività Produttive

TURISMO esempi di successo imprenditoriale in ospitalità diffusa soprattutto per turisti ED ATTIVITÀ borghi con caratteristiche simili a Santa interessati ai trekking ed alle passeg- PRODUTTIVE Maria. giate o per turisti anziani. La stampa La potenzialità economica più promet- di locandine e volantini promozionali tente di Santa Maria è tuttavia indivi- del borgo o di mappe dei sentieri circo- Per parlare di attività produttive a San- duabile nel turismo. Il piccolo borgo, stanti potrebbe inoltre agevolare l’arri- ta Maria, occorre anzitutto tener conto infatti, può essere (ed in parte già è) un vo di turisti. delle dimensioni del borgo e del nu- luogo attraente per i turisti, data la bel- Un’idea da poter sviluppare nel me- mero dei suoi abitanti. Non è pensabi- lezza estetica dell’abitato e della natura dio periodo può essere relativa all’uso le, né del resto auspicabile, che il paese circostante. Perché questa potenziali- dei Moduli Abitativi Provvisori (MAP) diventi sede di grandi insediamenti tà divenga una risorsa effettiva, però, costruiti in seguito al sisma del 2009. produttivi; attività legate al piccolo ar- è necessario che il paese si doti delle tigianato, tuttavia, potrebbero trovare strutture necessarie. qui un contesto favorevole. A Santa Maria, oggi, non esiste alcu- na struttura ricettiva come Locande o Bed&Breakfast, ma esistono, però, mol- te case che potrebbero essere usate per questo scopo. Sono gli abitanti, prima di tutto, a doversi attivare in questo set- tore e quindi creare un’adeguata stra- tegia di promozione turistica (foto44).

I MAP, infatti sono destinati a rima- Per far questo sarebbe necessario anzi- nere anche dopo la ricostruzione e si tutto far conoscere ai possibili interes- potrebbero quindi riconvertire in una sati le disponibilità di case o terreni a sorta di residence turistico da dare in prezzi contenuti, in cui nuove attività gestione a qualche privato. potrebbero insediarsi; in secondo luo- go, si potrebbero attivare una serie di Nel questionario e nelle discussioni corsi di formazione per diffondere le avute durante il progetto Borghi Attivi conoscenze necessarie sul “come fare” è emersa la consapevolezza che San- le attività artigianali ed agricole, ma- ta Maria potrebbe essere un luogo di Linee guida gari portando gli interessati a vedere • Fare una mappatura di terreni ed immobili • a prezzi accessibili che potrebbero • ospitare mico-attività produttive. • Creare percorsi formativi attraverso cui • s’insegni a chi è interessato “come fare” le • attività artigianali ed agricole. • Promuovere la cultura del turismo, con • diffusione di informazioni sulle cose da • fare per aprire bed and breakfast e • locande. • Migliorare la promozione del borgo • attraverso depliant e mappe dei sentieri • circostanti. • Riconvertire i MAP in un residence • turistico da affidare in gestione a privati.

16 Linee Guida - Estetica del paese

INDICAZIONI E Finestre CONSIGLI PER UN Per le finestre sono da evitare gli infissi in alluminio color bronzo/oro (vedi foto PAESE PIù BELLO 10 e 11) ma, oltre a quelli in legno, pos- sono andar bene quelli in pvc ed allu- Facciate minio purché di color legno. Evitare le Gli intonaci esterni devono essere a tapparelle e le finestre colorate (come base di calce aerea idrata che riprenda in foto 12 e 13 ) mentre vanno benissi- i colori tenui storici. Non devono mai mo portelloni e scuri (foto14) ma non essere utilizzati due colori diversi sullo nel caso di finestre antiche decorate stesso edificio. I colori delle case into- tipo bifore che ne verrebbero coperte. nacate del paese devono essere simili, L’imbotto delle finestre deve essere in pietra oppure, anche nelle case nuove, Balconi deve simulare la pietra con un bordo Non devono essere realizzati balconi bianco (foto15). in cemento armato (foto 6 e 7) e con una sporgenza superiore ai 50-60 cm. Devono essere utilizzati mensoloni di pietra con capitello (foto 9) La ringhiera deve essere di ferro lavorato con bac- chette sottili, in ferro pieno e lineare senza troppi fronzoli.

ma non tutti identici per non avere un paese completamente omogeneo. Il cemento è da evitare assolutamente negli intonaci perché attacca la calce sottostante sgretolandola (foto1). Dove la pietra è a vista, realizzare le stilature con malte a base di calce idrata come era nella tradizione (foto 2 e 3) . Dove presenti, valorizzare le belle pietre ed i cantonali (foto4) che non devono mai essere riquadrati come nella foto 5

17 Linee Guida - Estetica del paese

Porte Tettoie Nel caso vi siano portoni antichi, biso- La foto 22 può essere un buon model- gna restaurarli e conservarli eventual- lo di tettoia fatta di moraletti, tavole e mente cercando di eliminare gli spiffe- coppi senza i ferri. Le tettoie nel centro ri, montando i due battenti su telai di storico vanno invece evitate dove i vi- legno. Se ciò non è possibile i portoni coli sono stretti perché creano proble- esterni devono essere comunque rifat- mi alla viabilità. ti in legno, ispirandosi ai modelli tradi- zionali come quelli mostrati nelle foto (un esempio negativo è rappresentato dalla foto 16 mentre esempi da segui- re possono essere quelli delle foto 17 Tetti e Sporti di Gronda e 18). Il portone tradizionale ha, nel- E’ auspicabile che sia usato il legno la maggior parte dei casi, il tavolame tanto per i tetti quanto per gli sporti esterno (doghe) orizzontale, “alla mer- di gronda. In ogni caso devono essere cantile” (vedi foto 19). realizzati così da rispettare il contesto dell’edificio in cui si trovano. La foto 20 rappresenta il modello tipico di sporto Comignoli dei tetti di Santa Maria. Da evitare sono I vecchi comignoli a coppi (foto23) invece tetto e sporti in cemento armato sono sicuramente più belli ma hanno come nella foto 21 sia perché estetica- un problema di tiraggio e c’è il rischio mente non in linea con le architetture di che facciano entrare gli animali. Anche Santa Maria, sia perché, se realizzati su i comignoli come nella foto 24, quindi, edifici di pietra, rischiano di appesantirli possono essere usati, sarebbe meglio e metterli a rischio in caso di terremoti. tuttavia che fossero fatti con colori non appariscenti e meglio se ricalcano il co- lore dei coppi. L’altezza dipende dalla pendenza del tetto, in ogni caso è au- spicabile che dove possibile, non siano molto alti.

Ringhiere e Recinzioni Le recinzioni devono essere come quel- le originarie, semplici e poco lavorate, in ferro pieno, senza alterare il colore come nella foto 25. Le recinzioni degli orti dovrebbero essere mantenute in pietra locale (foto 26); i muri più alti

18 Linee Guida - Estetica del paese

I sedili di fianco alla porta di accesso al paese, che possono anche andar bene come sono, dovrebbero però avere la parte superiore rifatta, se possibile, in pietra locale (vedi 30). Pare che le pie- tre originarie dei sedili del “ponte” sia- no state seppellite sotto la fonte. Le panchine dovrebbero essere mante- nute in legno e ferro, come quelle già presenti (foto 31).

Piante e Fiori Le piante tradizionalmente presenti in Paese erano le piante da frutto ed è sono, tradizionalmente quelli con co- bene mantenere questa caratteristica pertura a coppi (foto 27). Anche le stac- (es. albicocco, mandorlo, melo, ciliegio, cionate di legno possono andar bene, noce ecc). (foto32) tipologia di potatura non risulti troppo ma fuori dal centro storico (foto 28) Erano anche presenti altre piante cadu- invasiva, come in foto 34. cifoglie (non conifere), come ad esem- I fiori tipicamente diffusi in paese sono pio la quercia o i tigli (foto 33) Sedili e Panchine le rose e i gerani (foto 35, 36 e 37) ma Tradizionalmente i sedili di pietra lo- E’ necessario dare indicazioni perché la non i gerani francesini che invece sono cale erano presenti e diffusi in Paese. diffusi ora. Purtroppo la maggior parte è stata È auspicabile la diffusione degli orti asportata e non riutilizzata. Sarebbe purché ben curati (foto38) opportuno che i sedili nuovi fossero re- alizzati come nella foto 29.

19 Linee Guida - Estetica del paese

Arredi urbani come nella foto 39. Le insegne delle vie, Le segnaletiche dei sentieri devono invece, dovrebbero mantenere la strut- essere fatte prevalentemente di legno tura classica della scritta nera su calce come nella foto 40 . Riguardo all’illumi- nazione pubblica i lampioni dovrebbe- ro essere quelli composti da piattelli di metallo porcellanato, sotto bianchi e sopra blu, con braccio portante lavorato (foto 41). SI devono mantenere, infine, rettilineo (foto 46). Ugualmente da evi- gli stemmi ed le chiavi di volta lavorate e tare sono le gronde troppo grandi e vi- decorate dei portali in pietra tradizionali stose o a sezione quadrata, come nella come nelle foto 42 e 43. foto 47. Gronde e Discendenti (Canale) Elementi Antisismici I contrafforti delle vecchie case (foto 48 I discendenti sono generalmente di e 49), anche in caso non fossero più utili rame e di colore scuro come nella foto in funzione antisismica, devono essere 44; si dovrebbero evitate gronde e ca- preservati perché sono comunque te- nale e discendenti in plastica o troppo stimonianza storica dell’architettura del lucidi (foto 45) o con andamento non paese.

20 Linee Guida - Estetica del paese

Scale esterne re, invece dei balconi sporgenti, logge Evitare cemento (foto 54), travertino e interne come se ne trovano in diverse maioliche per i gradini. Vanno benis- case storiche (foto 57). simo, invece sia la pietra che i mattoni (foto 55 e 56).

Calce e intonaci Per il restauro di edifici antichi, l’uso di malte non compatibili con quelle pre- cedenti rappresenta un grande pro- blema. E’ stato dimostrato da ricerche scientifiche che il solo legante vera- mente compatibile con la maggior par- te delle opere realizzate fino agli inizi del Novecento è la calce aerea che, a seconda della formulazione, può esse- re utilizzata anche come grassello cioè calce idrata che viene bagnata alcune settimane prima dell’utilizzo. La calce è un prodotto fortemente basico e come tale ostacola la crescita di muffe e fun- ghi. Gli intonaci così realizzati sono an- che altamente traspiranti e favoriscono il naturale passaggio di vapore acqueo delle murature limitando la formazione di bolle e distacchi come invece acca- de con gli acrilici. Una buona finitura a base di calce permette di ottenere colori caldi e confortevoli. Gli intonaci a calce, senza dubbio i più antichi, pos- sono essere lisciati a cazzuola o frat- tazzati in modo più o meno fine. Sono Lo stesso discorso vale per i capochia- stabili all’acqua ed offrono una buona ve delle catene (foto 50). Per le nuove resistenza al passaggio dell’acqua, ot- catene sarebbe opportuno avere una ti- tima traspirabilità al vapore, elevata pologia come quella esposta nella foto Case Nuove resistenza agli agenti atmosferici e agli 51 che è più affine alle catene caratteri- Eventuali nuovi edifici dovrebbero ultravioletti e sono poco sensibili alle stiche del borgo. Vanno bene anche le avere: - il tetto in legno ad una falda o variazioni dell’umidità dell’aria. Sono anche molto deformabili, e quindi sop- catene fatte con i travi a T di ferro (le co- a padiglione; - avere anche gli sporti in portano bene i movimenti termici. In siddette “rotaie” della foto 52) che sono legno; - non essere più alte di due piani; - avere un colore che si richiama a quelli zone con scarso o nullo inquinamen- un segno della storia recente. Da evitare del centro storico; - avere, come detto to atmosferico e piogge acide, questo invece sono le catene come quelle della sopra, cornici bianche attorno alle fine- materiale è certamente ideale mentre foto 53 perché esteticamente brutte. stre oppure cornici di pietra; - preferi- i silicati si prestano di può per le aree urbane più inquinate.

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IL WWF Nato nel 1961, con sede in Svizzera, il WWF (World Wide Fund for Nature) è la più grande organizzazione mon- diale per la conservazione della natura. Conta 24 organizzazioni nazionali e 5 affiliate, 222 uffici di programma in 96 paesi e più di 5 milioni di sostenitori in tutto il mondo che ogni anno finanziano oltre 2.000 progetti con- creti per la tutela della biodiversità e per creare un mondo dove l’uomo possa vivere in armonia con la natura. In Italia il WWF è arrivato nel 1966 e si è strutturato con uno staff centrale a Roma e 19 sezioni regionali. L’asso- ciazione è fortemente presente sul territorio grazie a più di 300 strutture territoriali, oasi naturalistiche, centri di educazione all’ambiente e nuclei di vigilanza ambientale dove operano eco-volontari che agiscono con una incessante azione di denuncia, vigilanza e sensibilizzazione verso i cittadini. In provincia di Teramo è presente una Associazione locale, oltre all’Oasi dei Calanchi di Atri, il Centro di Docu- mentazione Ambientale di Teramo ed il Centro di Educazione Ambientale “Monti della Laga” a Cortino.

WWF TERAMO Via De Vincentiis - 64100 Teramo | Casella postale n. 46 - Teramo centro Tel/fax: 0861.411147 | E-mail: [email protected] | http://lagramigna.blogspot.com

Coordinamento del progetto: WWF Teramo - Dante Caserta, Pino Furia, Fausta Filippelli. Ideazione e coordinamento operativo del proget- to: Centro di Educazione al Paesaggio “Torre dei Cornone” Alessio di Giulio - Cantone delle Terra 22, 67020 Fontecchio [email protected] www.ilexitaly.com www.torrecornone.com Ringraziamenti: Il Rural Community Council dell’Essex (RCCE) con Michelle Gardiner e Sarah Sapsford che ci hanno aiutato per il viaggio di studio UK ed i gruppi VDS dei paesi di Cignal, Writtle, White Colne, Wickham Bishops e Great Bardfield.

Gruppo di lavoro del progetto a Santa Maria del Ponte: Alessio di Giulio, Marco Capestrani, Marco Polvani, Mirella Cucchiella, Teresa Ciam- bellini, Maria Luisa Graziani, con la collaborazione di Chiara Pirovano. Ringraziamenti: tutti i cittadini di Santa Maria del Ponte che hanno partecipato al progetto, il Sindaco di Tione degli Abruzzi Tullio Camilli ed il Consiglio Comunale; Il Presidente Angelo Giuliani, Mariano Giuliani e tutti i volontari dell’Associa- www.wallacemultimedia.net - stampa grafica SiVA grafica - stampa www.wallacemultimedia.net zione Culturale Santa Maria del Ponte; Ludovica Cicala e Consiglia De Michele per la mappa illustrata; Sandro Coppa per la preziosa collaborazione fotografica e Desirèe Giuliani per la foto di copertina.

www.borghiattivi.it Scarica dal Tuo Smartphone le LINEE GUIDA dei Paesi di Associazione Culturale Centro di Educazione Santa Maria del Ponte al Paesaggio BORGHI ATTIVI in formato PDF 24