Notiziario Bibliografico periodico della Giunta regionale del Veneto 22

CMP

n. 22 -luglio 1996 - sped. in abb. postale comma 34 art. 2 Legge 549/95 - taxe perçue - tassa riscossa - Padova Notiziario bibliografico n. 22, luglio 1996 SOMMARIO periodico quadrimestrale d’informazione bibliografica a cura della Giunta regionale del Veneto

Comitato promotore Giancarlo Galan (presidente della Giunta regio- Fonti e ricerca storica per la conoscenza del Veneto (Maurizio Molina) 5 nale), Maurizio Molina (dirigente coordinatore dei dipartimenti per l’informazione-editoria ed attività culturali) Comitato di redazione RECENSIONI E SEGNALAZIONI Claudio Bellinati (direttore dell’Archivio e della Biblioteca Capitolare di Padova), Chiara Finesso, Bianca Lanfranchi Strina (sovrintendente ai Beni Opere generali archivistici del Veneto), Anelio Pellizzon, Silvio Itinerari tra le fonti (Valentina Trentin)7 Tramontin (docente di storia della chiesa) Hieronymi Bonomii Tarvisini Antiquarii libri duo, a cura di F. D’Alessi (Valentina Trentin)7 Direttore responsabile Mille anni di libri: un possibile percorso tra i tesori della Biblioteca Civica di Verona Anelio Pellizzon D. Giri, Il fondo antico ispanico della Biblioteca Civica di Verona Responsabile di redazione (Valentina Trentin 7 Chiara Finesso R. Berveglieri, Inventori stranieri a Venezia (1474-1788) (Valentina Trentin)7 Segreteria di redazione Per una pedagogia della biblioteca giovanile, a cura di A.M. Bernardinis (Donata Banzato)8 Giovanna Battiston, Susanna Falchero Collaboratori alla redazione di questo numero Storia della Chiesa Maria Chiara Aguiari, Donata Banzato, Giovan- D. Rando, Una chiesa di frontiera. Le istituzioni ecclesiastiche veneziane nel secoli VI-XII na Battiston, Marco Bevilacqua, Annamaria (Cecilia Passarin) 8 Bonanome, Sonia Celeghin, Maria Pia Codato, Religiones novae (Ferdinando Perissinotto)8 Giuseppe De Meo, Antonio Fabris, Susanna Falchero, Andrea Franzin, Elio Franzin, Guido Predicazione francescana e società veneta nel Quattrocento: committenza, ascolto, ricezione Galesso Nadir, Barbara Giaccaglia, Marta (Simonetta Pelusi) 9 Giacometti, Cinzio Gibin, Espedita Grandesso, L. Calò, Giulio Gherlandi «heretico ostinatissimo». Un predicatore eterodosso del Cinquecento Gadi Luzzatto Voghera, Giovanni Mari, Mauri- tra il Veneto e la Moravia (Cecilia Passarin)9 zio Molina, Antonio Napoli, Giorgio Nonveiller, P. Gios, Il graticolato romano nel Quattrocento. La visita pastorale di Diotisalvi da Foligno Andrea Nordio, Lina Ossi, Lorenza Pamato, a nord-est di Padova (1454) (Lorenza Pamato)9 Alessandra Pavanello, Luca Parisato, Cecilia Pievi, conventi e monasteri in territorio trevigiano nel Medioevo (Lorenza Pamato)10 Passarin, Simonetta Pelusi, Ferdinando Peris- G. Polo - G. Venturini, I Battuti e l’Ospedale di Mogliano (Luca Parisato)10 sinotto, Anna Pietropolli, Giovanni Punzo, Ma- rio Quaranta, Claudio Rossi, Sileno Salvagnini, La Chiesa di Venezia nel primo Novecento, a cura di S. Tramontin (Giovanna Battiston)10 Valentina Trentin, Anna Vildera, Carlo Zilio L. Lugaresi, Identità e interazione. Salara - S. Croce: una comunità un monastero (Lorenza Pamato)10 Collaboratori alla rassegna bibliografica S. Fornasa, La chiesa campestre di S. Fermo nella storia di Castelgomberto (Lorenza Pamato)11 di questo numero F.S. Cuman, Campodarsego e i suoi “capitei” (Elio Franzin)11 Giovanna Battiston, Susanna Falchero, Isabella F.S. Cuman, Belvedere di Tezze sul Brenta: la chiesa madre dei capitelli. Dalle edicole sacre Orfano, Luca Parisato, Giovanni Plebani alla Chiesa e dalla Chiesa a Dio (Lorenza Pamato)11 Direzione, redazione e amministrazione La devozione antoniana nei cinque continenti. Chiese e santuari dedicati al Santo di Padova, Giunta regionale del Veneto a cura di L. Segafreddo (Marco Bevilacqua)11 Dipartimento per l’Informazione 30121 Venezia - Palazzo Sceriman Scienze sociali Cannaregio Lista di Spagna, 168 Comitati etici. Una proposta bioetica per il mondo sanitario, a cura di C. Viafora tel. 041/2792616 (Susanna Falchero) 12 Periodicità: quadrimestrale Il posto dei bambini, a cura di L. Trevisan (Susanna Falchero)12 Tiratura: 15.000 copie Le strettorie del tempo. I bambini e l’Aids, a cura di C. Giaquinto e S. Casella Distribuzione gratuita (Maria Pia Codato) 12 Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1291 Dieci anni nel segno della differenza (Lina Ossi)12 del 21-6-1991 Natalità e mortalità delle imprese e determinanti dell’imprenditorialità, Spedizione in abb. postale comma 34 art. 2 Legge a cura di F. Belussi e R. Pozzana (Marco Bevilacqua)12 549/95 - taxe perçue - tassa riscossa - Padova CMP Il sistema imprenditoriale della Bassa Padovana, a cura di G. Corò e M. Gambuzza Stampa: Arti Grafiche Padovane Dinamiche delle imprese e dei lavoratori dipendenti nel Veneto, a cura di F. Occari Rapporto 1995 sull’artigianato in Veneto, a cura di B. Anastasia e F. Occari In copertina: Egon Schiele, Ritratto di Hugo Koller, (Marco Bevilacqua) 13 1918, Vienna, Österreichische Galerie G. Imperatori, Il cittadino protagonista. Guida ai diritti e ai doveri (Maria Pia Codato)13 Nel precedente “Notiziario Bibliografico” n. 21 per un errore tipografico la didascalia della foto di Ambiente copertina risultava ancora quella del n. 20. La cor- Sui parchi e sulle aree protette, a cura di F. Viola retta didascalia dell’immagine di copertina del n. 21 è: Wilhelm Leibl, Tre donne in chiesa, 1878-82, Aree protette nella Regione del Veneto, a cura di R. Marzello Amburgo, Kunsthalle. Si ringrazia la dott.ssa Bian- (Alessandra Pavanello)13 ca Ferone Perle dell’Istituto Italiano di Cultura di R. Casarin - M. Franco - L. Passadore, Norme per la tutela dell’ambiente Wolfsburg per la segnalazione. (Alessandra Pavanello)13

2 Il lago S. Croce. Studi limnologici 1993, a cura di M. Zaneti, Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. Arte e devozione, R. Loro, M. Sligardi, P. Turin (Andrea Franzin)14a cura di A. Manno e S. Sponza Geologia, idrogeologia e qualità dei principali acquiferi Chiesa di Santa Maria dei Carmini. Arte e devozione, veronesi, a cura di L. Sorbini (Andrea Franzin)14a cura di L. Moretti e S. Branca Savini (Barbara Giaccaglia)23 T. Magalotti, Marmolda regina. Pagine di storia alpinistica (Alessandra Pavanello)14G. Gottardo - U. Gamba, Monasteri e santuari d’Italia (Lorenza Pamato)23 I. Simolella, Il parco della villa comunale di Portogruaro (Andrea Franzin)15 Architettura - Urbanistica - Paesaggio Tradizioni J. McAndrew, L’architettura veneziana del primo Rinascimento, a cura di M. Bulgarelli (Guido Galesso Nadir)23 A. Manno, I mestieri di Venezia. Storia arte e devozione delle corporazioni dal XIII al XVIII secolo (Carlo Zilio)15H.A. Millon, Filippo Juvarra e Palladio (Guido Galesso Nadir)23 D. Coltro, Parole perdute. Il parlar figurato nella tradizione orale veneta Molino Stucky. Ricerche storiche e ipotesi di restauro, (Annamaria Bonanome)15a cura di F. Amendolagine (Guido Galesso Nadir)24 A. Benetti, Favola, leggenda e realtà nei racconti del “filò” I giardini della Riviera del Brenta, a cura di G. Rallo (Lina Ossi)24 dei Monti Lessini La politica della casa all’inizio del XX secolo, a cura di D. Calabi G. Vedovelli - M.L. Cappellari, ...Fiabe del Garda (Sonia Celeghin)24 (Carlo Zilio)15La laguna di Venezia, a cura di G. Caniato, E. Turri e M. Zanetti L. Galvan, La tragedia. Ricordi di un’antica tradizione in Zugliano (Cinzio Gibin)25 e dintorni (Carlo Zilio)16G.B. Stefinlongo, La laguna restaurata (Guido Galesso Nadir)25 Piazza Ferretto. Progetto esecutivo di riqualificazione Arte e arredo urbano di Guido Zordan (Guido Galesso Nadir)25 G. Tigler, Il portale maggiore di S. Marco a Venezia. Formazione professionale per il restauro. Cinque anni di interventi Aspetti iconografici e stilistici dei rilievi duecentesachi tra Chioggia e Venezia (Anna Pietropolli)25 (Guido Galesso Nadir)16 P. Merlini, Luogo e trasformazione. Esperienza didattica e concorsuale, Il tesoro di San Marco. La Pala d’oro, a cura di H.R. Hahnloser a cura di G. Ferrarese e F. Maragotto (Guido Galesso Nadir)26 e R. Polacco (Maria Chiara Aguiari)16 Il castello di Fratta. Studi, immagini, documenti, Pittura murale esterna nel Veneto. Vicenza e provincia, a cura di A. Battiston e V. Gobbo (Barbara Giaccaglia)26 a cura di A. Pranovi (Anna Pietropolli)16 Vicenza tra architettura e paesaggio (Lina Ossi)26 Ritratti per un Santo, a cura di M. Binotto (Maria Chiara Aguiari)17 Antonio Carneo nella pittura veneziana del Seicento, Musica - Teatro a cura di C. Furlan (Anna Pietropolli)17 V. Bolcato, Leone Leoni e la musica a Vicenza nei secoli XVI-XVII. Antonio Carneo, a cura di G. Bergamini e P. Goi (Anna Pietropolli)17 Catalogo tematico (Anna Vildera)26 L’immagine del Veneto. Luoghi e vita della città, a cura di A. Cornoldi J. Dalla Vecchia, L’organizzazione della cappella musicale (Sileno Salvagnini)18antoniana di Padova nel Settecento (Anna Vildera)26 L’immagine del Veneto. La rappresentazione della città, Antonio Buzzolla. Una vita musicale nella Venezia romantica, a cura di A. Cornoldi (Luca Parisato)18a cura di F. Passadore e L. Sirch (Anna Vildera)27 Luca Carlevarijs. Le Fabriche e Vedute di Venezia, a cura di I. Reale F. Mancini - M.T. Muraro - E. Povoledo, I Teatri del Veneto, (Maria Chiara Aguiari)18I/1: Venezia. Teatri effimeri e nobili imprenditori (Giuseppe De Meo)27 G. Mies, Arte e artisti di Cappella Maggiore (Barbara Giaccaglia)18Problemi di critica goldoniana, a cura di G. Padoan (Giuseppe De Meo)28 Medoro Coghetto, un vedutista trevigiano alla camera ottica M.I. Biggi, L’immagine e la scena. Giuseppe Borsato (Luca Parisato)19scenografo alla Fenice (Giorgio Nonveiller)28 Argenti veneti del ’700 e ’800. Dalla Repubblica Serenissima al Regno Retroscena di “Acciaio”. Indagine su un’esperienza Lombardo Veneto, a cura di F. Pellegrini (Marco Bevilacqua)19cinematografica di G. Francesco Malipiero (Anna Vildera)29 Astolfo de Maria, a cura di G. Dal Canton (Giorgio Nonveiller)19Maschere e mascheramenti. I Sartori tra arte e teatro, Crali Futurista, Aeropittura futurista (Giorgio Nonveiller)20a cura di D. Sartori e P. Piizzi (Giuseppe De Meo)29 Arturo Martini, a cura di N. Stringa (Giorgio Nonveiller)20 Fernando De Filippi. L’enigma metafisico, Storia a cura di G. Cortenova ed E. Crispolti (Giorgio Nonveiller)20Gli atti originali della Cancelleria veneziana, I: 1090-1198, 4a Biennale di incisione Alberto Martini, a cura di M. Pozza (Valentina Trentin)29 a cura di R. Costella e A. Segatto (Luca Parisato)21Statuti di Cittadella del secolo XIV, a cura di G. Citton e D. Mazzon Le immagini della fantasia. 13a Mostra Internazionale (Cecilia Passarin)30 d’Illustrazione per l’infanzia (Marco Bevilacqua)21G. Cracco, Nato sul mezzogiorno. La storia di Ezzelino Segni e sogni. Pensieri e disegni di Toni Benetton, (Marta Giacometti)30 a cura di M. Cabianca (Sileno Salvagnini)21A. Rizzi, Ludus/ludere. Giocare in Italia alla fine U. Franzoi, Itinerari segreti nel Palazzo Ducale (Anna Pietropolli)21del Medio Evo (Anna Bonanome)30 Veneto. Itinerari ebraici. I luoghi, la storia, l’arte Relazioni di ambasciatori veneti al Senato, a cura di F. Brandes (Annamaria Bonanome)22XIV: Costantinopoli. Relazioni inedite (1512-1789), a cura di M.P. Pedani Fabris (Giovanna Battiston)30 F. Barbieri, Il museo di Palazzo Chiericati (Barbara Giaccaglia)22 G. Luzzatto, Storia economica di Venezia dall’XI al XVI secolo Palazzo Ziani. Storia, architettura, decorazioni, (Ferdinando Perissinotto)31 a cura di G. Romanelli (Barbara Giaccaglia)22 M.T. Todesco, Oderzo e Motta. Paesaggio agrario, produzione T. Pignatti, Venezia. Guida ai dipinti nei luoghi di origine. e conduzione di due podesterie nella prima metà del secolo XVI Museo diffuso: la pittura (Marco Bevilacqua)31 A. Salvadori, Venezia. Guida ai principali edifici. Storia dell’architettura e della forma urbana Giornata di studi di storia bassanese in memoria di Gina Fasoli, (Barbara Giaccaglia)23a cura di R. Del Sal (Cecilia Passarin)31

3 La popolazione nel dogado veneto nei secoli XVII e XVIII, S. Residori, Donne in guerra. La quotidianità femminile a cura di M. Etonti e F. Rossi (Maria Pia Codato)32nel Polesine nel secondo conflitto mondiale (Donata Banzato)44 F.P. Favaloro, L’Esercito veneziano del ’700 (Giovanni Punzo)32L. Antonel, I silenzi della guerra. Prigionieri di guerra alleati A. Pretto, La Corte di Stienta. Da Luigi a Paolo Camerini e contadini nel Veneto orientale. 1943-1945 (Giovanni Punzo)44 (1866-1930) (Claudio Rossi)32Tra Liberazione e ricostruzione. A. Lazzarini, Fra terra e acqua. L’azienda risicola di una famiglia Padova, 8 settembre 1943 - 2 giugno 1946, a cura di L. Scalco veneziana del delta del Po, vol. II (Giovanni Punzo)33(Antonio Napoli)45 ° Portogruaro nell’Ottocento. Contesto storico e ambiente sociale, Il 50 della liberazione nel Padovano, a cura di T. Merlin a cura di R. Simonato e R. Sandron (Claudio Rossi)33(Antonio Napoli)45 A. Casellato, Libri per il popolo. Appunti sulle biblioteche popolari Dall’antifascismo alla guerra di liberazione. Elaborati degli studenti e l’organizzazione della cultura a Treviso tra Ottocento e Novecento delle scuole medie e superiori di Padova e provincia (Antonio Napoli)45 (Antonio Napoli)33M. Gecchele - D. Vicentini, Il dolore della guerra. Cornudesi, italiani purissimi! L’utopia risorgimentale del ’48. Vicende e testimonianze in Val d’Alpone e dintorni (Giovanni Punzo)46 Cronaca segreta e integrale di un testimone involontario. M. Lazzaro, Fascismo, antifascismo, Resistenza a Camin di Padova Dal manoscritto di Giuseppe Castagna di Nogaré, (Antonio Napoli)46 a cura di S. Narduzzo (Marco Bevilacqua)33I giorni del dolore. Cronaca dell’eccidio del 28 aprile 1945. E. Acerbi, La Grande Guerra sul Pasubio (Giovanni Punzo)34Saonara-Villatora (Giovanni Mari)46 E. Bucciol, 1915-1918. Foto italiane e austro-ungariche fronte a fronte W. Canna, Ricordi. Ottobre 1943 - Aprile 1945 (Giovanni Mari)46 (Marco Bevilacqua)34V. Marangon, Val Brenta valle partigiana (Antonio Napoli)46 P. Giacomel, 1914-1915. Cortina d’Ampezzo. Dal Tirolo all’Italia P. Giacomel, 1914-1919. Dramma di una famiglia ampezzana P. Giacomel, Giugno-Ottobre 1915. Bombordano Cortina! (Antonio Napoli)34PERCORSI DIDATTICI M. Sacilotto, Annone Veneto (Giovanni Mari)34 Pontelongo. Immagini e documenti (Giovanni Mari)34L’arte contemporanea nella scuola veneta (Lina Ossi) 47 C. Miotto - P. Miotto, Il territorio di Villa del Conte nella storia. L’Abbazia di S. Pietro e S. Eufemia, S. Massimo di Borgetto e la Contea del Restello (Marco Bevilacqua)35RIVISTERIA VENETA A. Moret, Serravalle piccola Firenze del Veneto (Claudio Rossi)35 L. Divari, Barche tradizionali del Golfo di Venezia (Cinzio Gibin)35Spoglio dei periodici di arte (1994-1996): 49 Marineria tradizionale in Adriatico, a cura di M. Marzari Anfione Zeto 49 (Cinzio Gibin)35Architettura Intersezioni 49 Arte veneta 49 Dalla scuola nautica ai transatlantici. 250 anni di cultura e attività Bollettino dei Civici Musei veneziani d’arte e di storia 49 marittima a Trieste (Cinzio Gibin)35Bollettino du - IUAV 49 Ciemme 49 Cronache Ca’ Tron - IUAV 50 Diastema. Rivista di cultura e informazione musicale 50 Informazioni e studi vivaldiani 52 SERVIZIO REGIONALE DI DOCUMENTAZIONE Musica e Storia 53 DEI BENI CULTURALI Naos il luogo abitato 53 Opera e libretto 53 Lapidi cimiteriali ebraiche: una pagina di storia civile Progetto Restauro 53 Qnst. Il giornale degli artisti 53 (Espedita Grandesso) 36 Rassegna veneta di studi musicali 54 Restauri di Marca 54 Cenni per una storia dell’insediamento ebraico nel Veneto Saggi e Memorie di storia dell’arte 54 (Gadi Luzzatto Voghera) 38 Subsidia Musica Veneta 54 Venezia Arti 55 Venezia Cinquecento 56 MATERIALI D’ARCHIVIO Verona illustrata 56 Altre riviste segnalate 57

L’Ospedale dei Derelitti a Venezia (Andrea Nordio) 39 Spoglio dei periodici di lettere e filosofia (1995-1996): 57 Annali di Ca’ Foscari 57 L’EDITORIA NEL VENETO Anterem. Rivista di ricerca letteraria 58 Archivio di filosofia 58 Axiomathes. Quaderni del centro studi per la filosofia mitteleuropea 59 La pittura nel Veneto: il Settecento (Anna Pietropolli) 41 Con-tratto. Rivista di filosofia tomista e di filosofia contemporanea 59 Filologia veneta. Lingua, letteratura, tradizioni 60 La Resistenza nel Veneto: 43 Italia medioevale e umanistica 60 S. Tramontin, La lotta partigiana nel Veneto e il contributo Lettere italiane 60 dei cattolici (Ferdinando Perissinotto)43Lingua e letteratura 61 L’ozio. Almanacco di lettere ed arti 61 Gli ebrei a Venezia 1938-1945. Una comunità tra persecuzione Medioevo. Rivista di storia della filosofia medievale 62 e rinascita, a cura di R. Segre (Marco Bevilacqua)43Quaderni di lingue e letterature 62 “Venetica”, n. 4/1995 (Ferdinando Perissinotto)43Quaderni Veneti 63 Studi novecenteschi. Rivista di storia della letteratura italiana I. Bizzi, La Resistenza nel Polesine (Giovanni Punzo)44contemporanea 63 A. Rondina, Polesine 1944-45. Guerra e Liberazione (Giovanni Punzo)44 Studi Petrarcheschi 63

4 Fonti e ricerca storica per la conoscenza del Veneto (Maurizio Molina)

Nel corso di questo ultimo decennio sono stati approfonditi deliberazione annuale e compatibilmente con la disponibilità molteplici aspetti della ricerca storica e della edizione di fonti finanziaria dell’apposito capitolo di spesa, provvede alla loro per la conoscenza del Veneto. La presenza della Regione si approvazione e alla determinazione dell’ammontare del contri- configura con un ruolo essenzialmente di tipo “istituzionale”, buto finanziario destinato alle iniziative. Il contributo regionale, quasi in risposta alla domanda: quale tipo di intervento ha di norma, corrisponde alla copertura dei costi per la stampa dei operato la Regione del Veneto nel campo della pubblicazione volumi e per l’eventuale campagna fotografica, con riserva a delle fonti? favore dell’Amministrazione di un numero proporzionato di Con la legge n. 9 del 15.1.85 viene promosso un programma volumi, da destinare a fini di pubblica utilità. I destinatari dei di iniziative editoriali finalizzato alla valorizzazione del patri- volumi di fonti sono, oltre agli studiosi e alle Istituzioni italiane monio storico della civiltà di Venezia e del Veneto. In partico- e straniere interessate, a seconda della specificità degli argomen- lare, con tale legge, si è dato avvio alla pubblicazione di fonti ti trattati, le principali biblioteche civiche, universitarie e di relative alla storia del Veneto, mediante la stipula di apposite Istituti culturali del Veneto, nonché, qualora il numero delle convenzioni con vari Comitati ed Istituti: a partire dal 1986, con copie di spettanza regionale lo consenta, le biblioteche naziona- il “Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla storia li, statali ed universitarie d’Italia. di Venezia”, il più antico e da lungo tempo preesistente alla Il bilancio di un decennio di attività può essere valutato, normativa regionale, per arrivare alla recente convenzione, ritengo, in modo decisamente positivo: le pubblicazioni com- stipulata alla fine del 1994, con la giovane “Associazione plessivamente edite, suddivise nei vari filoni di ricerca, sono ben veneta per la storia locale”. I Comitati e gli Istituti interessati da quaranta, mentre altre venticinque opere hanno già ottenuto la convenzioni regionali sono: concessione del contributo regionale e sono ora in corso di Ð Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla storia di edizione. Di molte di esse sono già state presentate le prime Venezia; bozze di stampa. Ð Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla terrafer- Assai numerosi e positivi sono stati i riscontri da parte di ma veneta; ricercatori, studiosi ed Istituti specializzati. Si può, pertanto, – Centro veneto - Studi e Ricerche sulle Civiltà Classiche e ritenere che la legge abbia dato impulso determinante a un’atti- Orientali; vità di pubblicazione davvero considerevole, rispetto alla quale Ð Fondazione Ugo e Olga Levi - Centro di Cultura Musicale i soggetti convenzionati continuano a presentare proposte di superiore; notevole interesse culturale, tali da garantire la prosecuzione del Ð C.I.S.O. - Centro Italiano di Storia Sanitaria e Ospitaliera - programma senza vincoli diversi da quelli posti, purtroppo, dal Sezione veneta; limite dello stanziamento di bilancio. Ð Istituto Veneto per la Storia della Resistenza; Va doverosamente detto che il lavoro regionale, per felice Ð Comitato per la pubblicazione di fonti relative a testi e consuetudine, viene condotto in piena sintonia e sinergia nel- monumenti della cultura musicale veneta; l’ambito di un proficuo coordinamento con gli Uffici dello Stato, – Association Internationale pour l’Historie du Verre - Comita- sia come Amministrazione centrale che periferica. to Nazionale Italiano; Nell’affermare la validità dell’iniziativa ed operando, come Ð Associazione veneta per la storia locale. prima accennato, per garantirne la continuità oltre il decennio Le convenzioni stipulate dalla Giunta regionale sono, quindi, inizialmente previsto, la Regione del Veneto è comunque aperta finora nove e si tratta senza dubbio di un numero “aperto” a ad ogni tipo di suggerimento volto ad inserire nel suo percorso nuove sollecitazioni e impulsi che possano pervenire da parte di programmatorio interventi sempre più idonei (soprattutto in studiosi e ricercatori. Preme, inoltre, ricordare che le prime termini di organicità, e mi riferisco anche alle valide indicazioni convenzioni, a durata decennale, stipulate nel 1986, sono in fromulate nel corso di un prestigioso Convegno in materia, scadenza nel corso di quest’anno e che la Giunta, nell’intento di organizzato nello scorso mese di marzo a Venezia dall’Istituto garantire continuità alle iniziative avviate, ha in corso di Veneto di Scienze Lettere ed Arti), ai fini della migliore com- predisposizione il provvedimento per il loro rinnovo. prensione del proprio territorio, delle proprie comunità, concor- Secondo quanto previsto dalla legge e dalle singole conven- rendo così, con la lettura intelligente del passato, ad una preziosa zioni, i Comitati sono tenuti a presentare annualmente i propri capitalizzazione delle conoscenze scientifiche, come investi- programmi di pubblicazioni alla Giunta regionale che, con mento presente e futuro.

5 Volumi di Fonti editi con il contributo Il fondo musicale dell’archivio capitolare della cattedrale di Adria, a della Regione del Veneto cura di Francesco Passadore, Roma, Torre d’Orfeo, 1989. Il fondo musicale della Biblioteca Capitolare del Duomo di Treviso, a cura di Francesca Ferrarese e Cristina Gallo, Roma, Torre d’Orfeo, 1990. Fonti relative alla storia di Venezia Il fondo musicale dell’I.R.E. Istituzioni di ricovero e di educazione di Codex Publicorum (Codice del Piovego), vol. I, a cura di Bianca Venezia, a cura di Stefano de Sanctis e Nadia Nigris, Roma, Torre Lanfranchi Strina, Venezia, 1985. d’Orfeo, 1990. S. Giorgio Maggiore, vol. IV: Indice, a cura di Luigi Lanfranchi, Le stampe musicali antiche del fondo Torrefranca del Conservatorio Venezia, 1986. Benedetto Marcello, a cura di Andrea Fabiano, Firenze, Olschki, SS. Trinità e S. Michele Arcangelo di Brondolo, vol. III: Documenti 1992, 2 voll. 1200-1229 e notizie di documenti, a cura di Bianca Lanfranchi San Marco: vitalità di una tradizione. Il fondo musicale e la Cappella Strina, Venezia, 1987. dal Settecento ad oggi, a cura di Francesco Passadore e Franco Ragioni antique spettanti all’arte del mare et fabrique de vasselli. Rossi, Venezia, Fondazione Levi, 1994 (vol. II: Manoscritti A-F; Manoscritto nautico del sec. XV, a cura di Giorgetta Bonfiglio vol. III: Manoscritti G-Z; vol. IV: Libri liturgici - Fondo antico - Dosio, Venezia, 1987. Stampe; vol. I: in preparazione). Ambasciata straordinaria al Sultano d’Egitto (1489-1490), a cura di Catalogo dei libretti del Conservatorio Benedetto Marcello, vol. I, a Franco Rossi, Venezia, 1988. cura di Emanuela Negri, Firenze, Olschki, 1994. Benedettini in S. Daniele (1046-1198), a cura di Elisabette Santschi, Catalogo dei libretti del Conservatorio Benedetto Marcello, vol. II, a Venezia, 1989. cura di Sabina Carboni, Firenze, Olschki, 1994. Pietro di Versi, Raxion de Marineri. Taccuino nau-tico del XV secolo, Catalogo dei libretti del Conservatorio Benedetto Marcello, vol. III, a a cura di Annalisa Contiero, Venezia, 1991. cura di Francesca Gatta, Firenze, Olschki, 1994. Consiglio dei Dieci. Deliberazioni miste. Registro V (1348-1363), a Catalogo dei libretti del Conservatorio Benedetto Marcello, vol. IV, a cura di Ferruccio Zago, Venezia, 1993. cura di Livio Aragona, Firenze, Olschki, 1995. Leone Leoni e la musica a Vicenza nei secoli XVI-XVII. Catalogo tematico, a cura di Vittorio Bolcato, Venezia, Fondazione Levi, 1995. Fonti relative alla terraferma veneta

Il Catastico di S. Giustina di Monselice detto di Ezzelino, a cura di Fonti per la storia della sanità Luigi Caberlin, Padova, Antenore, 1988. Il Formulario Vicentino-Padovano di lettere vescovili (sec. XIV), a Dalla scienza medica alla pratica dei corpi. Fonti e manoscritti per la cura di Gilda Mantovani, Padova, Antenore, 1988. sanità, a cura di Nelli-Elena Vanzan Marchini, Vicenza, Neri Pozza, 1993. I documenti del Comune di Bassano dal 1259 al 1295, a cura di Franco Scarmoncin, Padova, Antenore, 1989. I mali e i rimedi della Serenissima, di Nelli-Elena Vanzan Marchini, Vicenza, Neri Pozza, 1995. Le carte dei lebbrosi di Verona tra XII e XIII secolo, a cura di Annamaria Rossi Saccomani, Padova, Antenore, 1989. Le leggi di Sanità della Repubblica di Venezia, vol. I, a cura di Nelli- Elena Vanzan Marchini, Vicenza, Neri Pozza, 1995. Cronicae di Battista Pagliarini, a cura di James S. Grubb, Padova, Antenore, 1990. I monumenta Reliquiarum di S. Corona di Vicenza, a cura di Francesca Fonti per la storia della Resistenza nel Veneto Lamastro Tognato, Padova, Antenore, 1992. Politica e organizzazione della resistenza armata, vol. I: Atti del I “Sermones de Beata Virgine” (1266) di Bartolomeo da Breganze Comando Militare Regionale Veneto. Carteggi di esponenti azio- O.P., a cura di Laura Gaffuri, Padova, Antenore, 1992. nisti (1943-44), a cura di Anna Maria Preziosi, Vicenza, Neri Pozza, Le carte di S. Colombano di Bardolino 1134-1205, a cura di Andrea 1992. Piazza, Padova, Antenore, 1994. Politica e organizzazione della resistenza armata, vol. II: Atti del Co- mando Militare Regionale Veneto (1945), a cura di Chiara Saonara, Vicenza, Neri Pozza, 1993. Fonti per lo studio dei rapporti con le civiltà dell’Oriente Don Luigi Rondin: Diario 1931-1948, a cura di Pierantonio Gios, Il “Canon Medicinae” di Avicenna nella tradizione ebraica, a cura di Vicenza, Neri Pozza, 1994. Giuliano Tamani, Padova, Editoriale Programma, 1988. Oracula Leonis, a cura di Antonio Rigo, Padova, Editoriale Program- Fonti della cultura musicale veneta ma, 1988. Novum Testamentum Bosniacum Marcianum, a cura di Simonetta Rassegna veneta di studi musicali, V-VI, 1989/90, Padova, Cleup, 1992. Pelusi, Padova, Editoriale Programma, 1991. Rassegna veneta di studi musicali, VII-VIII, 1991/92, Padova, Cleup, L’India di Nicolò De Conti, a cura di Alessandro Grossato, Padova, 1994. Editoriale Programma, 1994. Comitato Nazionale Italiano dell’Association Internationale Cataloghi di fondi musicali italiani pour l’Histoire du verre Il fondo musicale Malaspina nell’Archivio di Stato di Verona, a cura Vetri antichi del Museo Vetrario di Murano, a cura di Giovanna Luisa di Emanuele Negri, Roma, Torre d’Orfeo, 1989. Ravagnan, Comitato Nazionale Italiano dell’AIHV, 1994.

6 Recensioni e segnalazioni

OPERE GENERALI di Girolamo e del Cicogna. Il codice II, 36 della di avvicinarsi ai circa settanta tesori bibliografici espo- Biblioteca Capitolare di Treviso, indicato con la lettera sti (accessibili anche ora attraverso le ricche schede C, contiene, oltre al trattatello (compreso un fascicolo descrittive e le belle riproduzioni). Itinerari tra le fonti, Treviso, Comune - Biblioteca tolto dal codice precedente), alcuni componimenti po- Innanzitutto è possibile individuare un aspetto loca- comunale - Archivio di Stato, 4 opere in cartella, 1994, etici autografi. Il codice 1087 della Biblioteca Comu- le, che testimonia il ruolo svolto da Verona nella storia 8°, L. 10.000: nale di Treviso, infine, indicato con la lettera T, è del libro, a partire dallo scriptorium più antico d’Euro- l’unico a premettere al trattato il testo di un componi- pa, quello allestito presso la Biblioteca Capitolare, LUCIO BONORA, Fonti ecclesiastiche vescovili: le visite pastorali, pp. 15, ill. (Quaderno, 5). mento Ad lectorem. Per questi e gli altri testimoni il passando per la produzione di Felice Feliciano per curatore ricostruisce la storia codicologica ed anche arrivare a Giovanni Mardesteig e Renzo Sommaruga. DANIELA RANDO, Archivi di monasteri e conventi: l’età l’utilizzo di essi (e di altri ritenuti scomparsi) da parte Un secondo approccio è quello storico, che segue medievale, pp. 15, ill. (Quaderno, 6). degli studiosi che hanno conosciuto e studiato il l’evoluzione delle forme di produzione del libro, dai FRANCESCA C AVAZZANA R OMANELLI, Archivi di monasteri trattatello. manoscritti pergamenacei ai testi umanistici, dagli e conventi: l’età moderna, pp. 15, ill. (Quaderno, 7). Importante è anche la parte dedicata alla fortuna del incunaboli ai moderni testi stampati a mano con litogra- testo e alla sua trasmissione. D’Alessi individua tra gli fie di grandi artisti. é possibile certamente anche una DAVID B RYANT - MICHELA P OZZOBON - ELENA Q UARANTA, umanisti trevigiani alcune figure rilevanti a questo lettura, forse più consueta, sul filo dell’eccezionale Musica a Treviso nel Cinquecento: le fonti d’archivio, proposito, per esempio quella del giureconsulto Nicolò rarità e pregio artistico di alcuni esemplari. pp. 15, ill. (Quaderno, 8). Mauro (per il quale avanza anche l’ipotesi che si possa La mostra non intendeva certo descrivere completa- Continua con la pubblicazione di questi quattro trattare del copista di T), e di Bartolomeo Burchelati. mente la ricchezza e la varietà dei vari nuclei che fascicoli, proposti assieme in una cartella, l’interessan- Molto importante è stato il lavoro del canonico trevigiano compongono la Biblioteca Civica, ma darne per così te iniziativa della Biblioteca Comunale e dell’Archivio Vittore Scotti (1692-1748), che essendo in contatto con dire un assaggio che inviti anche i non specialisti ad una di Stato di Treviso. Il dichiarato intento propedeutico gli antenati del Bologni poté studiare i manoscritti maggiore frequentazione dei beni librari. rende particolarmente interessante l’iniziativa , in quan- originali, con l’obiettivo di preparare l’edizione critica Un accesso specialistico consente invece il catalogo to risponde a domande date troppo spesso per sconta- di alcune delle opere. Alcuni eruditi settecenteschi dedicato da Donato Ghiri alle edizioni spagnole e di te anche dal mondo universitario. come Jacopo Facciolati e Scipione Maffei non apprez- autori ispanici quattro e cinquecenteschi. Frutto della Tre opuscoli sono dedicati ad un fondo (o ad una sua zarono il lavoro dell’antiquario trevigiano, mentre il collaborazione tra istituzione e ricercatore esterno, il parte) di cui vengono descritti consistenza, strumenti di Muratori fu più interessato. Anche Apostolo Zeno lo repertorio descrive con schede succinte ma complete e corredo e bibliografici, per cui è offerta una lettura giudicò positivamente. biblioteconomicamente valide i 337 esemplari reperiti. storiografica, un itinerario appunto, tra i molti possibili. D’Alessi conclude il corposo saggio premesso al- La ricerca, estesa a tutti i fondi della biblioteca, ha Lucio Bonora ha studiato il fondo delle Visite pasto- l’edizione critica con una complessa analisi delle va- interessato le edizioni antiche di autori ispanici anche rali dell’Archivio della Curia Vescovile di Treviso, e il rianti, operando dove possibile una distinzione tra tradotti, di autori stranieri tradotti in spagnolo, diziona- suo saggio traccia la storia dell’istituzione “visita pa- quelle d’autore e quelle dovute alla tradizione mano- ri e opere anonime ma attribuite a spagnoli. Inserito in storale” e la tipologia dei documenti conservati a testi- scritta del testo. Notevolissimo è poi il lavoro compiuto un più vasto progetto di censimento a livello nazionale, monianza della visita. per identificare le numerosissime fonti epigrafiche e il repertorio è un utile strumento di ricerca, completo di Daniela Rando e Francesca Cavazzana Romanelli ci narrative. Segnaliamo che nel 1990 l’Istituto Veneto ha indici analitici (dei collaboratori e traduttori, dei luoghi introducono nel vasto mondo delle “corporazioni sop- promosso la pubblicazione, a cura di Caterina Griffante, di stampa, editori e stampatori, dei possessori) e di presse”, fondo (o meglio complesso di fondi) formatosi della prima edizione della maggiore opera poetica del numerose riproduzioni. in seguito alle leggi napoleoniche che assegnarono gli Bologni, i Candidae libri tres. Valentina Trentin archivi di monasteri e conventi, assieme agli altri beni Valentina Trentin religiosi, al demanio dello Stato. Daniela Rando illustra per l’età medievale le vicende dei primi istituti religiosi cittadini e propone di utilizzare questi documenti anche per la storia del comune duecentesco. Francesca Ca- Mille anni di libri: un possibile percorso tra i tesori ROBERTO BERVEGLIERI, Inventori stranieri a Venezia vazzana Romanelli invece espone per l’età moderna un della Biblioteca Civica, a cura di Gino Castiglioni, (1474-1788). Importazione di tecnologia e circolazio- Agostino Contò, Alessandro Corubolo, Ennio Sandal, ne di tecnici artigiani inventori. Repertorio, Venezia, panorama più generale dominato soprattutto dai “viag- ° gi”, spesso perigliosi, che le carte dovettero affrontare Verona, Biblioteca Civica, 1994, 8°, pp. 169, ill., s.i.p. Istituto Veneto di scienze lettere ed arti, 1995, 8 , pp. 323, ill., L. 38.000. tra fine Settecento e primo Ottocento. DONATO GIRI, Il fondo antico ispanico della Biblioteca Di genere diverso è il lavoro a tre mani sulla musica Civica di Verona, Verona, Biblioteca Civica - Kassel, Nel 1939 Giulio Mandich scoprì una “parte” del a Treviso nel Cinquecento. Non è infatti dedicato a un Edition Reichenberger, 1992, 8°, pp. 198, ill., s.i.p. Senato Veneto, datata 19 marzo 1494, che abbatté il singolo fondo, ma piuttosto all’individuazione e al- primato fino allora detenuto dall’Inghilterra con lo l’utilizzo delle fonti archivistiche per interpretare le Nel 1994 è stata allestita in un’antica sala settecen- Statue of Monopolies del 1623 nel campo della prote- scarse fonti musicali superstiti. tesca da decenni chiusa al pubblico una bella mostra zione legale delle nuove invenzioni. Valentina Trentin bibliografica significativamente intitolata Mille anni di Fin dalla nascita dei Comuni gli artigiani cercarono libri: un possibile percorso fra i tesori della Biblioteca di ottenere il monopolio delle loro attività organizzan- Civica. Il catalogo della mostra resta a testimonianza di dosi in Corporazioni, che erano naturalmente ostili sia una proposta di conoscenza di un’antica biblioteca alle innovazioni sia agli stranieri. Questo comportava Hieronymi Bonomii Tarvisini Antiquarii libri duo, edi- della nostra regione. Nella sua introduzione il direttore per gli inventori, e per gli artigiani stranieri, la necessità zione critica a cura di Fabio D’Alessi, Venezia, Istituto della Biblioteca Civica di Verona e coordinatore del- di una speciale protezione da parte del governo della Veneto di scienze lettere ed arti, 1995, 8°, pp. LXVII- l’esposizione Ennio Sandal propone tre possibili modi città per consentire l’esercizio delle loro attività. È 185, L. 30.000. questa l’origine pratica della “parte” del Senato Veneto, Girolamo Bologni fu il massimo esponente del- e anche di simili norme presenti negli statuti di città l’umanesimo trevigiano. Notaio dal 1470, lavorò a italiane e straniere. Spesso queste norme comportava- Belluno, Venezia e Roma, prima di stabilirsi defini- no anche incentivi per invogliare gli artigiani stranieri tivamente a Treviso. Fino a poco tempo fa le sue opere a stabilirsi in città, ed il divieto agli artigiani cittadini di erano inedite, anche per le grandi difficoltà incontrate trasferirsi ed esportare la loro arte. Ben presto infatti gli dagli studiosi nello stabilire un testo critico, data l’estre- amministratori si resero conto dei miglioramenti che ma complessità dei manoscritti del Bologni, che aveva nuove invenzioni potevano apportare alla vita econo- l’abitudine di collazionare e riscrivere le sue opere per mica e sociale della comunità. anni. Quest’opera, sia per l’argomento che per la novità La legislazione veneta, oltre che cronologicamente della trattazione, è assai interessante. Si tratta infatti molto precoce, contiene, anche se in forma imperfetta, della prima raccolta sistematica dedicata all’epigrafia molti elementi importanti che sono presenti anche nelle latina. Il Bologni raccolse ed analizzò moltissime iscri- legislazioni moderne: la novità delle scoperte o appli- zioni, fornendo indicazioni metodologiche per la loro cazioni, l’esame preliminare (spesso includente prove interpretazione, la datazione e l’uso come fonti per la pratiche), l’effettiva utilità, la definizione della materia conoscenza del mondo antico. e del contenuto tecnologico, la messa in pratica obbli- Il testo critico è stato stabilito da D’Alessi colla- gatoria delle scoperte, le pene per le imitazioni, le mi- zionando i diversi testimoni codicologici, tra cui mette sure contro l’aumento dei prezzi ecc. in evidenza tre manoscritti. Il codice 2667 del Museo La documentazione relativa alle “patenti” concesse Correr di Venezia, indicato nello stemma codicum con dal Senato Veneto sono conservate presso l’Archivio di la lettera V, esemplato dal figlio Giulio nel 1507, Stato di Venezia in oltre 400 registri corrispondenti a presenta una lacuna che l’ultimo proprietario del mano- quasi 3000 filze, che contengono la minuta dei provve- scritto, Emanuele Cicogna, integrò, e postille autografe dimenti corredata di tutta la pratica istruttoria.

7 Roberto Berveglieri, studioso di storia economica, a no in possesso di modalità di lettura semplici, ingenue; organizzazione, configurandosi in strutture ben distin- partire dalla tesi di laurea ha dedicato oltre un ventennio tale compito acquista ancora più importanza in un’otti- te influenzate più dalla passata cultura bizantina che da all’esplorazione di questa massa di carte, ancora larga- ca di educazione permanente. La biblioteca, con il quella germanico-occidentale (furono rare le chiese mente sconosciuta se si eccettuano alcune ricerche in materiale da lei offerto e con gli spunti culturali e sociali private); fu mantenuta una stretta simbiosi con le istitu- settori specifici (soprattutto per i privilegi di stampa), che può offrire, si presenta quindi come uno dei luoghi zioni civili e fra ceti dominanti e clero, che visse portando a termine la ricerca fino al 1788. Sta attual- privilegiati di tale educazione permanente. Il volume in all’ombra del patriziato di governo. La collocazione fra mente lavorando alle filze fino al 1797, che purtroppo questione offre un’interessante panoramica sugli svi- due mondi e due culture diverse fece di queste zone sono prive di registri. L’obiettivo è la pubblicazione dei luppi delle teorie e ricerche sulla lettura; lettura intesa un’area di circolazione di uomini e di idee: influssi regesti di tutto il fondo. A titolo di saggio presenta i soprattutto come pratica sociale, cioè tentando di co- bizantini si poterono mescolare a influssi provenienti regesti delle “patenti” concesse a stranieri europei, gliere la molteplicità di relazione tra testo e lettore, tra dall’Occidente, facendo della chiesa veneziana un ter- escludendo gli italiani “foresti” (cioè non sudditi della lettore e il suo sapere e comportamento socio-culturale reno d’incontro fra culture e religiosità differenti, ap- Serenissima). Questa scelta è particolarmente interes- in genere. Viene poi ulteriormente definito il campo in punto una “chiesa di frontiera” sensibile e talora dispo- sante per Berveglieri, che intende studiare i modi in cui questione, focalizzando il problema della biblioteca nibile verso nuove correnti spirituali e culturali. Questa il sapere tecnologico si è trasmesso. Nell’ampio saggio giovanile e delle sue implicazioni pedagogiche. Il pro- realtà costituì un terreno fecondo per l’azione di rifor- premesso all’edizione dei regesti il ricercatore analiz- blema del catalogo viene affrontato sotto varie ma che si attuò alla fine del X. Tuttavia i risultati più za, realizzando anche tabelle statistiche, l’andamento angolazioni, con interessanti esempi tratti da gruppi di sensibili del rinnovamento si ottennero soltanto a par- delle concessioni dei brevetti dal punto di vista crono- lavoro delle Università di Firenze, Roma e Padova. tire dal XII secolo, un periodo in cui si ebbe una vera e logico, tipologico e geografico (secondo l’ordine degli Donata Banzato propria svolta pastorale. La ricchezza e la vastità delle inventori). fonti relative a questo secolo offrono un panorama Cinque indici (onomastico, toponomastico, per vivace e vario della situazione ecclesiastica di Venezia tipologia dei brevetti, per mestieri, per materie) con- e delineano il profilo di una chiesa nata con tratti sentono agevole accesso a 108 schede, che illustrano in peculiari e che non ha mai totalmente appiattito la modo completo tutto il materiale presente nella pratica propria natura di chiesa locale, marcata da una certa (in cui si trova tra l’altro la supplica dell’inventore, STORIA DELLA CHIESA debolezza dell’episcopato, attenta alle influenze ester- relazioni richieste alle magistrature competenti, inter- ne, rivolta oltre i confini della laguna e sempre parteci- venti delle corporazioni, disegni illustrativi). Anche se pe di una concezione politico-religiosa tale da non di- parziale, si tratta di un repertorio veramente prezioso e DANIELA RANDO, Una chiesa di frontiera. Le istituzioni videre quasi mai i due poteri, il civile e l’ecclesiastico. ecclesiastiche veneziane nei secoli VI-XII, Bologna, Il utilizzabile per molti studi, sia su personaggi ed eventi Cecilia Passarin specifici che per analisi più generali. Mulino, 1994, 8°, pp. 324, L. 40.000. Valentina Trentin La storia della chiesa di Venezia in età medioevale può contare su un certo numero di ricerche e lavori concentrati, però, su singoli momenti; sembra manca- Religiones novae, “Quaderni di Storia religiosa”, n. 2, re, insomma, alla storia ecclesiastica della città lagunare Verona, Cierre, 1995, 8°, pp. 252, L. 28.000. UNIVERSITË DI PADOVA - DIPARTIMENTO DI SCIENZE DEL- uno studio “globale”, che prenda in considerazione la L’EDUCAZIONE - SETTORE DI RICERCA SULLA PEDAGOGIA realtà della chiesa veneziana nei suoi molteplici aspetti: In questo secondo volume dei “Quaderni di storia DELLA LETTURA E LETTERATURA GIOVANILE, Per una peda- i problemi organizzativi, le esigenze spirituali, il lega- religiosa”, gli autori vogliono approfondire il tema gogia della biblioteca giovanile, a cura di Anna Maria me fra patriziato di governo e gerarchie ecclesiastiche. delle nuove esperienze di religiosità che, sull’onda di Bernardinis, Padova, Imprimitur, 1995, 8°, pp. 267, L. Le motivazioni di queste scelte, nonostante l’enorme una perenne volontà di renovatio coessenziale alla 30.000. disponibilità bibliografica e archivistica, sono state stessa storia del cristianesimo medievale, si concentra- individuate sia nelle tendenze della passata storiografia, no soprattutto fra il XII e il XIII secolo. L’area geogra- Negli ultimi anni, in campo biblioteconomico, l’in- sia nel mito stesso di Venezia, che ha fatto risaltare il fica d’interesse è ancora una volta il settentrione d’Ita- teresse degli studiosi è andato sempre più concentran- suo essere città laica e dedita ai commerci dove la lia con un’attenzione particolare però al Nord Est e alle dosi sul problema della catalogazione per l’importanza Chiesa, sostanzialmente subordinata alle necessità del- esperienze che maturarono fra Verona e Vicenza. che essa riveste nel favorire e sviluppare una corretta lo Stato, era un mezzo per acquisire prestigio sociale. L’interesse dei diversi interventi, che prendono spun- fruizione del patrimonio librario. Il catalogo, infatti, Da queste considerazioni è partito il tentativo di to da una rilettura, curata da Giovanni Merlo, Giusep- quale “immagine simbolica dei materiali offerti dalla analizzare le istituzioni ecclesiastiche altomedioevali pina De Sandre Gasparini e Antonio Rigon, de I frati biblioteca, è lo strumento-chiave che permette di acce- (VI-XII secolo) nella loro complessa realtà di strutture Servi di S. Maria di Franco Dal Pino, non è semplice- dervi”. Non assolvendo solo ad una funzione ordinatrice organizzative e normative nelle quali trova ordine il mente suscitato dalle ricostruzioni attente e documen- o di accesso ai libri, ma evidenziando i principali nuclei sentimento religioso; tralasciando inevitabilmente, però, tate sul pullulare di fermenti di rinnovamento che di interesse, gli argomenti e i possibili raccordi tra i quelle esperienze religiose e spirituali che, per loro attraversò soprattutto il tessuto della nuova urba- materiali presenti, il catalogo diventa un’importante debolezza o per rifiuto istituzionale, non hanno trovato nizzazione nel periodo esaminato, ma scaturisce in strumento di formazione del lettore. Tale aspetto un loro spazio. L’arco di tempo preso in considerazione modo particolare dalla riflessione sul concetto stesso di formativo acquista una valenza ancora più significativa è stato scandito in periodi per la peculiarità delle Novitas. Molto stimolante in questo senso è il testo di e fondamentale nel caso delle biblioteche per giovani. vicende che caratterizzarono la Chiesa e lo Stato vene- Cristina La Rocca, che si interroga proprio sulla perce- Tali biblioteche, rivolgendosi ad una utenza in fase ziano al suo evolversi. zione soggettiva che i contemporanei avevano di quelle evolutiva, con interessi e bisogni diversi da quelli del Il lungo e difficile processo di formazione della esperienze, sulla loro valutazione degli aspetti di rottu- mondo degli adulti, hanno il compito di agevolare al chiesa lagunare (VI-VIII secolo) ebbe il suo avvio a ra o continuità con la tradizione, in altre parole sull’am- massimo la fruibilità del materiale, non solo fornendo seguito dell’invasione longobarda del 568-569 che bigua novità di questi movimenti. Non si tratta qui, ai giovani quanto essi vanno già cercando, ma offrendo determinò una divisione fra l’area soggetta alla domi- come fece in passato certa critica storiografica, di a loro continuamente nuove possibilità di lettura. Un nazione longobarda, con a capo la provincia di Aquileia, retrodatare il concetto stesso di rinascenza per fare catalogo rigidamente modellato su quello della biblio- e la zona rimasta sotto il controllo bizantino con sede a della contrapposizione fra novitas e vetustas il leit teca per adulti rischia di diventare un ostacolo all’in- Grado. A questa primaria divisione politica seguì ben motiv attraverso cui rileggere complessivamente la contro del giovane con il libro, mancando quindi il presto quella religiosa per finire, dopo vari contrasti, dinamica evolutiva dell’intera società, ma di compren- proprio scopo precipuo e, nel peggiore dei casi, scorag- con il profilarsi di Grado quale sede metropolita del- dere che “esiste un profondo iato tra ciò che l’analisi giando la fruizione della biblioteca. l’area corrispondente all’incirca al ducato veneziano. Il storica porta a concepire come lento processo di cam- Tale consapevolezza è uno dei frutti delle ricerche processo che portò alla nascita delle sei diocesi della biamento e il modo attraverso cui gli attori di quel sul processo della lettura e sulle abilità che esso coin- laguna Ð Torcello, Malamocco, Jesolo (Equilo), Caorle, processo più o meno consciamente lo rappresentano”. volge. In questi ultimi vent’anni, in particolare, la Cittanova Eracliana e Olivolo ( poi Castello) – è tuttora In questo senso bisogna giudicare con attenzione ciò psicologia della lettura, occupandosi degli aspetti oggetto di studio e ricerca soprattutto per lo stato delle che i documenti definiscono, a volte con enfasi cognitivo-affettivi di tale attività, ha messo in luce fonti, talora contraddittorie come quelle cronachistiche conclamata, novitas perché spesso l’ostentazione di come l’interesse per la lettura venga determinato da e talora frammentarie come quelle d’archivio. Tuttavia elementi di rottura con il passato è “intesa a celare la competenze cognitive che si sviluppano nel corso del- dalla confusa vicenda delle origini emerge chiaramente sopravvivenza di persone, idee, interessi; così come le l’età, dalle variabili psicologiche dei giovani e dalle il legame fra la dislocazione delle sedi episcopali e gli dichiarazioni di rispetto meticoloso della tradizione, sollecitazioni educative che a loro vengono offerte. Si avvenimenti politico-istituzionali e sociali legati alle contengono in sé novità implicite e striscianti”. In è giunti allo sviluppo di precise metodologie didattiche continue invasioni. Non è stato ancora completamente quest’ottica, fa notare La Rocca, le capacità di attrazio- attraverso le quali è possibile rimuovere i maggiori chiarito, però, come abbiano influito le istituzioni ec- ne di un nuovo ordine religioso, il consolidarsi del suo ostacoli alla capacità di lettura e sviluppare un approc- clesiastiche locali nell’organizzazione delle comunità patrimonio attarverso il meccanismo dei lasciti e delle cio consapevole e maturo al testo. e come queste ultime abbiano determinato a loro volta donazioni, non deve essere tanto inteso come sintomo Compito, comunque, non facile, dato che gli studi e il formarsi di pievi e cappelle. di decadenza e corruzione rispetto ad una originaria le ricerche in psicologia della lettura hanno mostrato Fra il IX e XI secolo le istituzioni ecclesiastiche purezza di costumi, quanto come testimonianza del che anche adulti con livelli scolastici superiori appaio- lagunari perfezionarono la loro fisionomia e la loro successo di una proposta religiosa, di rigore e saldezza

8 morale di una comunità che non dilapidava ciò che rifiutati dalla popolazione, quanto perché avversati conosceva. Controprova di queste indicazioni me- dalla Repubblica di Venezia, meno tollerante verso la todologiche si può ritrovare nella ricerca sul campo predicazione eterodossa sentita ormai come un perico- svolta dal saggio di Mariaclara Rossi dedicato agli loso elemento di sovvertimento sociale. La repressione orientamenti religiosi nei testamenti veronesi del Due- spinse taluni all’esilio, altri alla clandestinità, altri alla cento. L’analisi particolareggiata di circa 300 testa- dedizione al culto cattolico al solo scopo di evitare la mentari giunge infatti alle conclusioni che i testatori persecuzione. Il Gherlandi scelse l’esilio in Moravia, veronesi riconobbero la centralità e l’importanza dei aderendo alle comunità hutterite. Dalle parole del nuovi fermenti religiosi, ma non agirono in modo Gherlandi si deducono, oltre che i temi della sua fede e indiscriminato: privilegiarono invece quelle istituzio- i punti di disaccordo dottrinale con quella cattolica, i ni, quali i canonici di San Marco nella prima metà del motivi che spinsero la Serenissima a retrocedere dalla secolo e i Mendicanti nella seconda, ben inserite nel propria politica di apertura. Nelle teorie del Gherlandi tessuto sociale cittadino e divenute “garanzia di una il Vangelo e le parole di Cristo non restano argomenti struttura e di una organizzazione efficace”. di discussione teologica o di fede, ma acquistano sem- Ferdinando Perissinotto pre una profonda valenza politica, perché indicatori della necessità di una chiesa diversa e autonoma da quella cattolica, libera dalle implicazioni temporali, non corrotta e autoritaria e che agisca in una comunità fondata sull’uguaglianza e sulla tolleranza. Agli occhi Predicazione francescana e società veneta nel Quat- degli inquisitori e dei politici veneziani, i tentativi di trocento: committenza, ascolto, ricezione, Atti del II proselitismo del Gherlandi, in un momento in cui Convegno internazionale di studi francescani (Padova, l’eterodossia era combattuta e rifiutata, costituivano un 26-28 marzo 1987), Padova, Centro Studi Antoniani, pericolo per l’ordine sociale e pertanto venne fatto 1995, 8°, pp. 271, ill., L. 45.000. arrestare e, dopo il processo, primo di una lunga serie, A distanza di otto anni dal convegno viene riproposta condannato alla pena capitale. l’edizione di questi “Atti”, già apparsi nel 1989 nella Cecilia Passarin rivista “Le Venezie Francescane”, che costituiscono un contributo di estrema importanza per l’analisi di mo- delli ed effetti che la predicazione francescana ebbe, in un periodo certamente molto travagliato per la Chiesa PIERANTONIO GIOS, Il graticolato romano nel Quattro- cattolica e per i suoi vertici, su un territorio profonda- cento. La visita pastorale di Diotisalvi da Foligno a nord-est di Padova (1454), Padova, Cleup - Santa mente segnato dall’egemonia politica e culturale di Giovanni da Capestrano, e di O. Visani Ravaioli, che, ° Venezia rispetto alla sua terraferma. Se infatti le figure Maria di Sala (PD), Biblioteca Comunale, 1995, 8 , pp. nel contesto di uno studio sulla predicazione di Roberto 144, ill., s.i.p. di maggior rilievo della predicazione francescana del da Lecce a Padova, pubblica qui per la prima volta XV secolo Ð Bernardino da Siena, Giovanni da Ca- l’edizione critica del suo Sermo de luxuria. Nella zona posta a nord-est di Padova si riscontra pestrano, Alberto da Sarteano e Giacomo della Marca Simonetta Pelusi ancora presente la struttura del graticolato romano, una Ð prese singolarmente sono da decenni oggetto di studi peculiarità che si è conservata nel corso dei secoli e che monografici e convegni, eguale attenzione non è mai ha caratterizzato questo lembo di territorio. Nella pre- stata rivolta alla contestualizzazione socio-culturale sentazione al volume si lamenta però l’assenza finora di della loro attività, e di quella di altri predicatori meno LUCA CALñ, Giulio Gherlandi Çheretico ostinatissi- un piano organico di studi tesi ad individuare e recupe- conosciuti, sul territorio veneto. moÈ. Un predicatore eterodosso del Cinquecento tra il rare appieno l’identità e lo sviluppo storico di questo Come si evince dal sottotitolo del volume, i proble- Veneto e la Moravia, Venezia, Il Cardo, 1996, 8°, pp. territorio. Il lavoro di Gios si propone quindi come mi che i lavori qui raccolti cercano di evidenziare 191, L. 29.000. presupposto e modello metodologico del progetto di scaturiscono dall’intento di rivisitare con criteri ricerca che il Comune di Santa Maria di Sala intende storiografici un fenomeno come la predicazione, che La vicenda di Giulio Gherlandi, originario di avviare in tal senso, anche attraverso la collaborazione per la sua natura articolata richiede un approccio estre- Spresiano, è qui ricostruita attraverso i dati forniti dai con l’Università di Padova. mamente diversificato: dall’occasione che dà spunto al verbali degli interrogatori, dalle testimonianze rese al La fonte storica, l’“osservatorio” da cui è partita sermone, al rapporto fra predicatore e città, alle tecni- processo, dalle lettere ai confratelli e da ogni altra questa ricerca sono le visite pastorali, nello specifico il che e ai contenuti delle prediche, ai loro eventuali testimonianza sulla sua predicazione eterodossa ed diario della visita svolta nel 1454 da Diotisalvi da riflessi concreti nella vita sociale. Si è sentita dunque itinerante condotta attraverso il Veneto e la Moravia. Il Foligno, vicario del vescovo Fantino Dandolo. Un l’esigenza di affrontare la questione nella sua comples- Gherlandi venne arrestato a fine settembre del 1561 in documento che mostra un particolareggiato quadro sità, di sviscerare ed inquadrare socialmente importanti un’osteria di un piccolo borgo della Marca trevigiana della situazione non solo religiosa ma anche sociale ed aspetti sinora trattati in maniera marginale Ð come ad su segnalazione del podestà, con l’accusa di predicare economica del territorio. Allo studio introduttivo, che esempio l’effetto della predicazione in relazione alla dottrine eretiche; all’arresto seguì il carcere, il processo presenta la situazione in cui il Diotisalvi si trovò ad potenziale suggestionabilità delle folle, se è vero che e la pena di morte. Tuttavia la sua vita e la sua attività agire e le modalità ed i contenuti del suo operare, ciò che colpiva l’anima popolare era “meno un messag- superano la semplice biografia, per essere calate nel seguono le tre Appendici: il diario della visita con tappe gio di carattere dottrinale o morale [...] di più una serie periodo storico in cui si è formato il suo pensiero e la sua e spostamenti, i nomi dei rettori delle chiese visitate e di gesti significanti spesso straordinari e in ogni caso fede. La prima metà del XVI secolo, infatti, è caratteriz- la trascrizione del testo latino, a cui hanno collaborato spettacolosi” come miracolose guarigioni (G. De Sandre zata da una forte crisi delle istituzioni ecclesiastiche, don Stefano Dal Santo e don Giuseppe Rigoni. L’indice Gasparini, La predicazione di San Giovanni da che si vedono abbandonate da una popolazione ormai dei nomi di persona e luogo che compaiono nel corso Capestrano a Verona, p. 107). stanca della loro corruzione e della loro ignoranza. della relazione e un altro indice relativo al saggio K. Elm, nel lavoro che funge da introduzione al In questo clima si inserisce la predicazione eterodossa introduttivo concludono il volume. Dodici tavole ac- volume, sottolinea il ruolo di strumento di riforma del Gherlandi: sulla spinta della Riforma protestante si compagnano il testo, con riproduzioni di atti della visita culturale della predicazione francescana, paragonan- faceva portavoce del malcontento popolare, e prima e di illustrazioni del territorio tratte da documenti dola addirittura alle moderne campagne tese all’al- che la reazione della Chiesa cattolica avesse potuto conservati presso l’Archivio di Stato di Padova. fabetizzazione dei paesi in via di sviluppo; mentre le sortite qualche risultato. Le zone del Veneto in cui il Il 1405 è la data che segna la caduta della Signoria potenzialità contenute nella predicazione francescana Gherlandi andò predicando godevano, inoltre, della carrarese e l’inizio dell’espansione veneziana oltre i sono descritte da A. Rigon nei risultati concreti di essa: politica di tolleranza religiosa professata dalla Serenis- confini lagunari, soprattutto verso Padova, con un fondazione di ospedali, chiesette, oratori e modelli di sima; in esse i predicatori trovarono un terreno nel programma di controllo e riforme attuato insediando comportamento civile che riflettevano, pur fra limiti e quale sopravvivevano echi della medioevale pre- esponenti del patriziato veneziano in cariche dell’am- contraddizioni, l’impegno pastorale dei frati predicato- dicazione catara e patarinica e che contribuirono a fare ministrazione civile ed ecclesiastiche, con interventi di ri in quell’epoca efficacemente definita come di pas- del Veneto una zona privilegiata dove divulgare una rafforzamento degli apparati statali e di riassetto eco- saggio “dal deserto alla folla” da G. Merlo, che presenta dottrina diversa da quella cattolica e in aperta opposi- nomico e puntando a dare un’accentrata organizzazio- un’analisi dei contrasti sorti nel movimento francescano zione alla chiesa di Roma. In ambito veneto, infatti, nel ne alle istituzioni e al patrimonio della Chiesa. Si in seguito alle esigenze di adattamento dal romitaggio primo Cinquecento furono molti i predicatori eterodossi esportarono verso la terraferma quei nuovi movimenti all’ambiente cittadino. che batterono piazze e campagne per diffondere la e quelle istanze di riforma religiosa che già si erano Gli interventi di D. Gallo, F. Sorelli, D. Gobbi e G.P. propria fede, forti di un linguaggio diretto, chiaro, espresse entro i confini della laguna. La guida della Pacini si rivelano utilissimi come basi documentali basato su un lessico comune e totalmente privo di ogni diocesi di Padova venne affidata a vescovi veneziani sulla predicazione francescana rispettivamente nella polemica di sapore dottrinale. La loro fortuna, così per raggiungere una integrazione tra le strutture politi- cattedrale di Padova, a Venezia, nel Trentino e a Vicenza; come quella del Gherlandi, cominciò a declinare fra gli che ed ecclesiastiche. Dal 1409 al 1459 si susseguirono più mirati i lavori di R. Rusconi, sull’iconografia di anni cinquanta e sessanta del secolo, non tanto perché infatti quattro vescovi provenienti da famiglie venezia-

9 ne illustri e legate al ceto di governo: Albano Michiel, movimenti, alcuni colti nelle fasi del primo insedia- La Chiesa di Venezia nel primo Novecento, a cura di Pietro Marcello, Pietro Donà, Fantino Dandolo, gli mento e della loro affermazione, altri seguiti fin nelle Silvio Tramontin, Venezia, Studium Cattolico Vene- ultimi tre esponenti dell’umanesimo veneziano, “atten- successive evoluzioni Ð talvolta sino alla soppressione ziano, 1995, 8°, pp. 231, ill., L. 35.000. ti alle necessità della repubblica e della chiesa, in napoleonica che ne ha spesso decretato la scomparsa perfetta simbiosi tra cultura laica e cultura cristiana”. materiale, oltreché la fine come istituto religioso – si Con questo nono volume la collana di “Contributi La diocesi padovana versava in condizioni generali intrecciano con la storia politica e sociale dei vari centri alla storia della Chiesa veneziana” si avvia alla conclu- di miseria, difficoltà e debolezza, con una rilevante della Marca, segnata, fra l’altro, dalla dominazione dei sione (è in preparazione un decimo, ultimo volume su presenza di clero forestiero e impreparato. Nei suoi da Romano nei decenni centrali del XIII secolo e dai La Chiesa di Venezia dal secondo dopoguerra al Con- confronti l’episcopato si servì dello strumento sinodale continui conflitti di interesse con il vicino “colosso” cilio). Il volume dedicato alla Chiesa veneziana del per emanare nuove costituzioni moralizzatrici e tese al veneziano. I relatori si sono occupati degli Ordini primo Novecento, curato da mons. Silvio Tramontin, mantenimento del patrimonio ecclesiastico. L’azione mendicanti, Minori, Predicatori ed Eremitani, del mo- comprende gli episcopati di Cavallari e La Fontaine, un di riforma interessava e coinvolgeva anche la popola- nastero benedettino di S. Maria del Pero, dei numerosi breve profilo delle due nuove Congregazioni religiose zione laica, per dare un maggior ordine alla vita pubbli- ospizi fondati dagli Ordini monastico-cavallereschi, sorte e Venezia in questo periodo (le Ancelle missiona- ca. Le popolazioni vennero quindi sottoposte a verifica Templari e Giovanniti, della storia della diocesi di rie del Santissimo Sacramento e le Suore Domenicane e controllo attento da parte dei vescovi, che agivano sul Ceneda con le sue pievi “cellule”, dell’Ordinamento della Beata Imelda dette più comunemente Imeldine), territorio servendosi di vicari. territoriale diocesano, della “domus hospitali” di l’ampliamento del patriarcato in terraferma (1919- In questo quadro si inserì l’azione del Diotisalvi, Lovadina e della storia della chiesa altomedievale di S. 1927), l’operato della Giunta Grimani sorta dall’alle- vicario del vescovo Fantino Dandolo e giunto a Padova Alberto di Piovesano in Locenigo. anza tra cattolici e liberali moderati per volere del nel 1452. Le sue ispezioni, che datano dal 1452 al 1458, Lorenza Pamato patriarca Sarto, le iniziative sociali dei cattolici in quei sono caratterizzate dal personale coinvolgimento e primi decenni del Novecento. dall’attenzione alla vita del clero, dai suoi contatti con Ma è tutta la vita della comunità ecclesiale venezia- i fedeli che cercò di indurre ad una migliore vita na che viene illustrata, nella liturgia, nella catechesi, cristiana, anche con colloqui ed incontri personali; GIUSEPPE POLO - GIUSEPPE VENTURINI, I Battuti e l’ospe- nella pastorale, nel problematico impegno politico, ottenendo infine risultati quasi migliori di quelli del suo dale di Mogliano, Mogliano Veneto (TV), Comitato per nella crisi e nel successivo sviluppo dell’Azione catto- predecessore, Niccolò Grassetto, raccolti con metodi il millennio - Gruppo di ricerca storica “Astori”, 1995, lica. Sullo sfondo il dramma del modernismo e i grandi ° inquisitoriali. Nel 1454 Diotisalvi visitò il territorio a 8 , pp. 75, ill., s.i.p. eventi della società italiana: l’età giolittiana, la guerra nord-est di Padova, il graticolato romano. Aiutato da di Libia, la fine delle libertà democratiche con l’avven- In questo volume vengono ripercorse le vicende to del fascismo e il suo consolidarsi in regime. Sul collaboratori e con un’attenta indagine verificava lo storiche della Confraternita dei Battuti e dell’Ospedale stato del clero, per lo più forestiero e con un profilo volume Ð che ospita contributi di Bruno Bertoli, Casimira di Mogliano Veneto. Dopo alcuni saggi introduttivi, Grandi, Giovanni Vian, Silvio Tramontin, Antonio umano e spirituale eterogeneo, di formazione piuttosto dove vengono esaminate le antiche forme di religiosità rudimentale ma adeguata alle esigenze dei fedeli che Niero, Giusy Sozza – avremo occasione di tornare più e associazione, gli autori si soffermano sull’evoluzione diffusamente in occasione di un prossimo ampio artico- ricercavano nei loro parroci soprattutto qualità umane. storica avuta dalle confraternite dei Battuti, le quali, Alcuni vennero però richiamati per impreparazione o lo dedicato alla collana. nate intorno al 1260 in Umbria, si spostarono e si Giovanna Battiston per comportamenti non consoni al loro stato, come la affermarono nel Veneto attorno al 1300. Le confraternite frequentazione di taverne e la pericolosa convivenza passarono da una prima fase dove le penitenze e la con donne. Per quanto riguarda i laici si evidenziò il religiosità più spontanea erano i fattori predominanti, progressivo distacco dalla pratica sacramentale, anche ad una fase successiva in cui le “pubbliche penitenze” LUIGI LUGARESI, Identità e interazione. Salara - S. Croce: perché spesso un parroco riuniva in sé più incarichi e gli vennero sostituite da una ricerca della carità verso i era quindi impossibile seguire ogni comunità. L’asten- una comunità un monastero, Salara (RO), Biblioteca “poveri in Cristo”. comunale “A. Bignardi”, 1994, 4°, pp. 113, ill., s.i.p. sione dai sacramenti poteva derivare da comportamenti Le vicende dell’Ospedale di Mogliano Veneto se- contrari al matrimonio, concubinato e adulterio, fre- guono parallelamente quelle della confraternita dei La storia di Salara, piccolo centro della “Traspadana quentazione di osterie e, soprattutto tra le donne, diffu- Battuti. L’ospedale venne fondato nel 1398 su un ferrarese” (territorio veneto ma che è stato strettamente sione delle superstizioni. La visita comprendeva anche terreno preso a livello dall’abbadessa del paese; nel legato a Ferrara attraverso le fondazioni monastiche di l’esame degli edifici sacri: alcuni erano adibiti a ma- 1407 la sua gestione passò ai Battuti e rimarrà alla dipendenza ferrarese), e quella del monastero di S. gazzini, altri erano quasi abbandonati, ma nel comples- confraternita fino alla fine del XIX secolo. Croce si fondono nella storia dei continui contrasti fra so risulta una situazione meno disastrosa di quella Gli autori nel volume si soffermano sull’analisi le due comunità, scontri dovuti alla questione del rilevata nella zona della Bassa Padana dal Grassetto. Il degli articoli di cui era composta la Mariegola dei diretto dominio esercitato e preteso dai monaci e riven- Diotisalvi agì energicamente, convocò assemblee par- Battuti: la confraternita era formata da un gastaldo, due dicato dalla collettività salarese. Gli studi su Salara si rocchiali e mobilitò e coinvolse i massari, incaricati con massari, un numero imprecisato di zappafangi e dal sono fatti più numerosi ed attenti a partire dagli anni i preti di procedere all’inventario dei beni delle chiese priore; nell’ospedale abitava inoltre il capellano, sti- ’70, grazie soprattutto ai diversi contributi portati da e all’amministrazione della parrocchia. Mise in atto pendiato dai fratelli per dire messa nella chiesetta dei Alberto Bignardi, a cui è ora dedicata la Biblioteca provvedimenti fiscali e amministrativi, propose un Battuti. Le vicende della confraternita e dell’ospedale Comunale che ha voluto la presente pubblicazione. Il nuovo modello al clero, promuovendone una migliore sono descritte in modo molto accurato; molto utili Bignardi ha improntato le sue ricerche ad una “serrata formazione spirituale e una maggiore osservanza mo- risultano essere le “tabelle cronologiche” che accom- analisi municipale, fornite però di un respiro che tra- rale e disciplinare. La sua azione continuò anche dopo pagnano la lettura del testo secolo per secolo fino al scendeva l’immanenza del fenomeno per proiettarsi in la conclusione delle visite, seguì infatti da lontano e 1810, anno in cui l’ospedale e la Confraternita dei una visione più ampia e articolata della storia e della negli anni seguenti le vicende delle chiese, del clero e Battuti vennero soppressi. società”, e fornendo un prezioso modello per gli studi dei fedeli. Nel 1459 scomparve il Dandolo e Diotisalvi, Luca Parisato riguardanti le comunità contigue. Il presente lavoro di rimasto senza appoggio, dovette allentare le sue rifor- Lugaresi prende dunque le mosse dagli studi di Bignardi me e poco dopo lasciò l’incarico. Con Diotisalvi, “figu- e li integra con nuovo materiale documentario, partico- ra paradigmatica di vicario vescovile”, scompariva uno larmente attento all’analisi funzionale dei rapporti tra il dei massimi esponenti della “via veneta alla riforma”. dominio temporale dei monaci e Salara, ripercorrendo Lorenza Pamato l’arco diacronico che va dall’insediamento dei monaci sino alla loro espulsione in età napoleonica. Le recenti ricerche hanno portato alla luce, oltre a nuovi partico- COMUNE DI VILLORBA - BIBLIOTECA COMUNALE - GRUPPO lari architettonici della struttura monastica, inediti do- ARCHEOLOGICO TREVIGIANO, Pievi, conventi e monasteri cumenti relativi alla questione della dipendenza di in territorio trevigiano nel Medioevo, Giornata di studi Salara dal diretto dominio monastico: atti delle investi- storici (Villorba, Biblioteca Comunale, 24 settembre ture, i contratti agrari, le relazioni dei processi, la 1994), Villorba (TV), Amministrazione comunale, 1995, toponomastica, documenti iconografici e catastali (ma- 4°, pp. 46, s.i.p. teriale che è stato esposto nel corso della mostra sul Monastero di S. Croce tenutasi a Salara nell’agosto del Un “viaggio nel tempo” per conoscere la propria 1991, in parte presentato nelle appendici che concludo- storia, il proprio Medioevo: così viene introdotto que- no il presente volume). sto volumetto in cui sono raccolte le sei relazioni Salara, sorta entro il comitatus di Ficarolo, è attestata presentate nel corso della seconda giornata di studi autonomamente per la prima volta nel 1084 come indetta dal Gruppo Archeologico Trevigiano in colla- borgo Salares; risale invece agli albori del secolo XII borazione con la Biblioteca Comunale di Villorba. l’insediamento monastico regolare di S. Croce, dipen- La Marca trevigiana, in cui agirono movimenti ed dente da S. Frediano di Lucca fino alla fine del secolo istituzioni caratterizzanti il Medioevo, offre un panora- XV e poi dalla Congregazione di S. Giustina di Padova. ma di notevole vivacità religiosa. Le vicende di tali Il monastero rappresentò un’importantissima presenza

10 economica e politica e fu elemento catalizzatore della to movimento sociale dei cattolici (sindacati agricoli, comunità salarese, secondo un intreccio ben evidenziato casse rurali ecc.), direttamente legato al papa veneto nel corso di questo studio che ripercorre la storia di Pio X. Questo vescovo, più conosciuto a Treviso che in Salara sulla base degli atti economico-giuridici del diocesi a Padova, ha svolto un ruolo importante anche conflitto. Un documento pone il primo procedimento di durante la prima Guerra mondiale. rivendicazione della giurisdizione territoriale da parte Elio Franzin dei salaresi alla fine del secolo XV, ma il culmine si raggiunge nel secolo XVII, con sentenze che però ricu- savano le pretese di Salara. In alternanza agli scontri, i due periodi di cosiddetta pax monastica in seguito alle FIORENZO S ILVANO C UMAN, Belvedere di Tezze sul Brenta: sentenze del 1508 e del 1659 di riconoscimento dei la chiesa madre dei capitelli. Dalle edicole sacre alla diritti del monastero. Chiesa e dalla Chiesa a Dio, Marostica (VI), I.R.S.E.P.S. Lorenza Pamato - Istituto di Ricerche e di Studi sull’Edilizia Popolare Sacra, 1994, 4°, pp. 154, ill., s.i.p. Il lavoro compiuto da p. Fiorenzo Silvano Cuman, SILVANO FORNASA, La chiesa campestre di S. Fermo affiancato ed aiutato dal professor Zorzi e dal professor nella storia di Castelgomberto, Castelgomberto (VI), Tessari, costituisce un’interessante ricerca su quel ric- Biblioteca comunale, 1994, 8°, pp. 310, ill., s.i.p. co patrimonio di pietà popolare, arte e cultura, che sono i capitelli. Questi piccoli “edifici” che racchiudono e Questo lavoro di Silvano Fornasa è dedicato alla custodiscono un’immagine sacra trovano la loro ascen- storia della chiesa campestre dei SS. Fermo e Rustico Chiuse, e quello di Castelgomberto, proprietà dei Da denza nelle edicole pagane, distrutte agli inizi del che si trova a Castelgomberto, nella vicentina valle Castelgomberto, esponenti della piccola nobiltà rurale, cristianesimo e poi risorte ma con raffigurazioni sacre; dell’Agno. Lo studio è avvenuto sulla base di docu- riconducono all’esistenza di due villaggi, fusi in uno nel tempo hanno avuto, ed in parte conservano, anche menti conservati per la maggior parte nel fondo del solo nel secolo XIV. Tra le famiglie di rilievo Ð oltre ai un senso laico e civile quali ad esempio l’indicazione di monastero benedettino di S. Maria in Organo presso Da Chiuse, i Da Castelgomberto ed i Trissino, ed altri un confine territoriale, ma importa qui il loro significa- l’Archivio di Stato di Verona. Le fonti utilizzate sono minori Ð si ricorda la penetrazione fondiaria operata dai to religioso di espressione penitenziale e di fede religio- infatti soprattutto archivistiche, con alcuni contributi Piovene, gruppo molto importante per la storia di sa. Di più, il capitello viene visto come un “grano di dell’epigrafia e dell’archeologia. Di alcuni documenti Castelgomberto sin dal secolo XV. Gli approfondimen- senapa da cui prende avvio la ricerca di Dio”, come un viene data la trascrizione in calce al volume, tra questi ti relativi alla comunità si concludono con il capitolo moderno catechismo per immagini, da sempre luogo di l’investitura del 1191. La monografia tratta le vicende relativo agli anni tra la fine del secolo XVIII ed il primo ritrovo per i fedeli per le celebrazioni religiose. Il storiche della chiesa di S. Fermo, inserite nel più vasto venetnnio del XIX, con la dominazione austriaca inter- capitello rappresenta, quindi, il punto di partenza di un contesto della comunità di Castelgomberto che rimane rotta dalla breve annessione al Regno Italico (1805- percorso che conduce sino alla chiesa, luogo fisico sullo sfondo. A Castelgomberto sono dedicati alcuni 1813) e la grave crisi economica alla fine di questo dell’unità dei credenti e da cui “prende coscienza la approfondimenti di storia locale, relativi all’economia periodo. parte più metafisica del viaggio, quella che conduce e alla società, al succedersi di diverse dominazioni, Lorenza Pamato alle soglie del divino”. Il presente volume è dunque all’andamento demografico in occasione degli volto alla presentazione di tutti questi “granelli”, pregni spostamenti di popolazione sul territorio e del ricorrere di un senso religioso che trascende la pura materialità delle epidemie di peste. dell’edicola, non dunque una semplice catalogazione La chiesa è intitolata ai Santi Fermo e Rustico, di FIORENZO SILVANO CUMAN, Campodarsego e i suoi ma la proposta di un percorso da cui emerge “un modo origine africana ma “trapiantati” nell’Italia settentrio- “capitei”, Marostica (VI), I.R.S.E.P.S. - Istituto di Ricer- povero, innocente ma genuino, di fare Chiesa”. nale, unici destinatari rimasti del culto fino al sec. XVI, che e di Studi sull’Edilizia Popolare Sacra, 1994, 8°, pp. Il territorio preso in esame è quello del comune quando la devozione si è estesa anche a S. Bovo e alla [125], ill., L. 25.000. veneto di Tezze sul Brenta (a cui fanno capo le località Madonna. L’arco cronologico nel quale si snodano le di Belvedere, Tezze, Stroppari, Granella, Cusinati, vicende della chiesa non è precisamente definibile per Un capuccino, padre Fiorenzo Silvano Cuman, è Campagnari e Laghi); nelle prime pagine ne viene le origini; non è nota la data di erezione, ma il ritrova- l’animatore dell’Istituto di Ricerche e Studi sull’Edili- riprodotta la pianta con indicata l’ubicazione delle oltre mento al suo interno di una lapide funeraria romana (I zia Popolare Sacra con sede a Marostica. La collana cento edicole sacre presenti. Ciascuna edicola viene poi sec. a.C. - II d.C.) fa pensare ad una continuità con un dedicata ai cosiddetti “capitei” è arrivata al 28° volume. presentata con l’esatto indirizzo, la descrizione del preesistente luogo di culto funebre. Il primo documento I capitelli Ð di legno sulle biforcazioni degli alberi o in manufatto, eventuali notizie storiche e lo stato di con- è del 1191 e l’edificio vi compare come proprietà muratura ai confini delle proprietà agricole e ai confini servazione; si ricordano le occasioni in cui si svolgono dell’abbazia benedettina di S. Maria in Organo, di delle strade Ð sono stati una delle espressioni, relativa- riti di preghiera e processioni che interessano il capitel- Vicenza. Si tratta dell’investitura del beneficio della mente autonome, se non della religiosità almeno della lo. Particolarmente rilevante è la titolazione delle di- chiesa ad un Trissino; è documentata anche la presenza devozione popolare dei veneti. Chi, a proprie spese, si verse edicole: santi, patroni dei lavori tipici delle zone presso la chiesa di una “fraternità” di penitenti laici, che costruiva il capitello lo dedicava al Santo che preferiva rurali e con delle chiare predilezioni ad esempio per S. peraltro non è più menzionata dopo il 1251. Nel 1444 scegliendo anche lo stile, il pittore, la riproduzione da Antonio (con quasi 20 capitelli a lui dedicati), le S. Maria in Organo passò con tutti i suoi possedimenti, far eseguire. Con l’invasione delle campagne venete da “Madonne”, la madre di Cristo, corredentrice, Regina compresa la chiesa di S. Fermo, nelle mani della Con- parte dello stile piccolo borghese i capitelli sono diven- Coeli, e il Cristo, da Gesù Bambino al Redentore. gregazione dei monaci bianchi di Monte Oliveto. La tati inesorabilmente brutti. Si salvano soltanto quelli Figure che offrono rifugio e protezione, oltre che esor- chiesa ha subìto vari interventi di restauro e conserva- più antichi o quelli che riproducono gli antichi. tazione alla fede. Molte descrizioni sono corredate tivi: nel corso del Seicento, quando la si trova menzio- A Campodarsego la “Crose dei Bani”, quattro pezzi dalla riproduzione fotografica, di alcune viene presen- nata col titolo onorifico di “abbazia nuncupata”, ma di legno con i chiodi, le tenaglie, il partello, il recipien- tata anche la riproduzione grafica realizzata da Zorzi, lavori più importanti furono fatti eseguire dall’abate te, la mano dello schiaffo. Una sintesi essenziale ed una serie di acquerelli accompagnati dalle didascalie Michele Bertazzi, divenuto beneficiario all’inizio del efficace della Passione di Cristo. A Reschigliano l’Im- del Tessari. secolo XVIII. L’edificio venne in parte rifatto e sulla macolata di via Pontarola di cui non si conosce l’età. A Lorenza Pamato facciata venne posto lo stemma che rappresenta la Fiumicello il Crocifisso di un ignoto Madonaro della Congregazione Olivetana e l’abbazia di S. Maria in fine dell’Ottocento. All’invasione dei brutti capitelli, si Organo. Dopo la soppressione degli Ordini Religiosi aggiunge nel caso della frazione di Sant’Andrea (una del 1807 un discendente dei Trissino acquistò la chiesa, delle quattro del Comune di Campodarsego assieme a La devozione antoniana nei cinque continenti. Chiese in nome dell’antico legame con la sua famiglia. Infine, Reschigliano, Bronzola, Fiumicello) l’irritazione che e santuari dedicati al Santo di Padova, a cura di nel 1920, è divenuta Oratorio pubblico della parrocchia provoca il fatto che persino nella nuova toponomastica Luciano Segafreddo, pref. del card. Paul Poupard, di Castelgomberto. Ultima vicenda riguardante la chie- S. Andrea di Codiverno, la località ricordata nel Canto Padova, Messaggero, 1995, 4°, pp. 197, ill., L. 60.000. sa è il restauro compiuto a partire dal 1991 e la succes- tredicesimo dell’Inferno, quello di Pier della Vigna, è siva inaugurazione solenne. stata trasformata in S. Andrea di Campodarsego. é Il 1995, anno delle celebrazioni antoniane, ha messo Della storia di Castelgomberto, trovano qui posto troppo chiedere che gli abitanti di Sant’Andrea ricordi- in luce in modo sorprendente come il culto di questo alcune ricerche circoscritte. Insediamenti umani furo- no il brano della Divina Commedia, uno dei più grandi santo sia ancora il più sentito nel mondo della cristiani- no presenti sul territorio nei due siti di Chiuse e poemi religiosi della storia dell’umanità, almeno con tà. Centinaia di migliaia sono stati i pellegrini che, Castelgomberto sin dall’età preistorica. Per Chiuse si una lapide se non con un capitello? durante tutti i dodici mesi dell’ottavo centenario della pone la discriminante dell’anno 1000 per quanto ri- Sia Campodarsego che la frazione di Fiumicello nascita del grande portoghese, hanno affollato Padova guarda l’esistenza di documenti scritti, per ricordano giustamente la figura di monsignor Andrea e la sua basilica. Per testimoniare la ricchezza e la Castelgomberto la prima data sicura è invece il 1191. Longhin, capuccino e vescovo di Treviso. Longhin è varietà di tale devozione, le Edizioni Messaggero han- La presenza di due castelli, di cui rimangono oggi solo una delle figure più interessanti dell’episcopato veneto, no pubblicato un volume che raccoglie una grande poche vestigia, quello vescovile di Chiuse, dei Da ispiratore dopo la prima Guerra mondiale del cosiddet- quantità di immagini, di documenti, di informazioni.

11 Partendo dal Portogallo, dove Antonio nacque nel rapporto caratterizzato da peculiarità che non si riscon- ancora portano la loro soggettività costruita in espe- 1195, l’itinerario della devozione antoniana nel mondo trano in altri momenti della vita. Infatti, troppo spesso rienze politiche e sindacali varie [...]. La condizione si snoda attraverso i cinque continenti, fino a giungere e troppo a lungo si sono trascurate le differenze tra storica che permette l’incontro è dovuta ad una serie di in Australia e nell’estremo Oriente. Il volume – curato bambino e adulto nel confrontarsi con l’ambiente cir- coincidenze. Fondamentale è il congresso del 1982 in da Luciano Segafreddo, direttore dell’edizione italiana costante: il bambino – specie quando è molto piccolo – cui l’UDI si autoscioglie come struttura organizzativa, per l’estero del Messaggero di Sant’Antonio – fornisce ha una serie di bisogni da soddisfare che sono fonda- leggendo nell’organizzazione centralista l’impossibili- una ricca documentazione storica e fotografica dei mentali per il suo sviluppo, così come ha un approccio tà di far emergere risorse e differenze. Ma pesa altret- luoghi in cui si è radicato il culto del Santo di Padova con gli spazi e gli oggetti che per forza di cose è diverso tanto, nel desiderio di cercare strade nuove, la crisi di e delle manifestazioni (celebrazioni, processioni, feste da quello di un adulto. Nel bambino sono più sentiti il partecipazione e militanza dei gruppi femministi degli popolari) che ancora oggi, nel suo nome, animano i bisogno di continuità, di appartenenza, di coerenza, nei anni ’70”. Nelle linee programmatiche originarie il quattro angoli della terra. suoi primi spostamenti dal nucleo familiare alla più Centro patavino si propone di: documentare la storia Marco Bevilacqua grande comunità degli altri bambini e degli altri adulti, delle donne; promuovere ricerche ed iniziative per così come sono qualitativamente diverse le sue capaci- approfondire la conoscenza della condizione femmini- tà cognitive (per esempio orientamento e memoria). le; sperimentare nuove forme di rapporto con le istitu- Ecco allora che Ð suddivisi in paragrafi brevi, chiari, zioni pubbliche ed in particolare con le amministrazio- ricchi di disegni, illustrazioni, schemi e fotografie Ð ni locali; costituire una biblioteca specialistica. SCIENZE SOCIALI vengono presentati gli approcci teorici e le applicazioni La riflessione iniziale dell’attività del Centro si è pratiche sul ruolo psico-pedagogico dell’“ambiente- concretata in una mostra e in un dibattito pubblico sul nido”, nella sua duplice accezione di ambiente fisico e tema La donna e il parto; successivamente l’interesse Comitati etici. Una proposta bioetica per il mondo ambiente umano. Particolarmente interessanti sono le si è focalizzato su Il disagio mentale della donna, sanitario, a cura di Corrado Viafora, Padova, Fonda- riflessioni su “come” strutturare uno spazio adeguato mentre in parallelo veniva avviata e si consolidava la zione Lanza - Gregoriana, 1995, 8°, pp. 262, L. 40.000. alle necessità dei più piccoli, e sugli oggetti, i materiali pratica della lettura collettiva. Alle Sette rassegne cine- e i giocattoli che aiutano i bambini a crescere e maturare matografiche degli anni successivi si sono affiancati gli La riflessione e l’approfondimento sulla bioetica le proprie esperienze. Incontri con l’autrice nei quali si sono avvicendate, tra promossi dalla patavina Fondazione Lanza proseguono Susanna Falchero le altre, Franca Ongaro Basaglia, Luisa Muraro, Rina con il volume Comitati etici, curato da Corrado Viafora. Gagliardi, Silvia Vegetti Finzi, Lidia Menapace, Fran- Con questo testo – così come per altre precedenti ca Bimbi, Maria Luisa Boccia, Alessandra Bocchetti. pubblicazioni della Fondazione Lanza – l’attenzione è La più recente iniziativa – Auto-bio-grafia. Il sè, la vita, centrata sull’importanza assunta dalla bioetica in Italia Le strettoie del tempo. I bambini e l’Aids, a cura di la scrittura – è nata con l’obiettivo di affermare la e all’estero. In particolare, viene qui presentata una Carlo Giaquinto e Silvia Casella, Padova, Calusca, dignità letteraria dei generi di scrittura considerati serie di interventi che ripercorrono le tematiche affron- 1995, 16°, pp. 122, L. 15.000. minori: lettere, diari, biografie. Tutto questo viene tate nei corsi di formazione sui Comitati etici in ospe- documentato anche nelle difficoltà personali e politi- dale, all’interno del Progetto “Etica e Medicina” coor- Il libro raccoglie le testimonianze, in forma epistolare, che che via via sono emerse nella realizzazione pratica dinato dallo stesso Viafora. di parenti di bambini sieropositivi e di operatori sanitari delle varie iniziative, dando conto di un’esperienza Ma quali sono le linee base della bioetica? In- che dal 1984 li seguono al Dipartimento di Pediatria storica nella quale il vissuto ha intrecciato soggettività nanzitutto l’assunto che sia la scienza a dover servire dell’Università di Padova. Parlano di pregiudizi, paure, e politica, bisogni individuali e collettivi. l’uomo e non viceversa, in secondo luogo la necessità indifferenza, dolore e morte. Ma anche di generosità, Lina Ossi di estendere a livello universale diritti e doveri, control- solidarietà, amore. Quando si contrae il virus dell’Aids lare gli abusi, evitare le discriminazioni, creare nuovi è una lotta “grande, terribile, impari”, accompagnata comitati bioetici, il tutto nel rispetto della trasparenza. dall’angoscia per chi si lascia solo e indifeso. Ecco perché i comitati etici sorgono dapprima nell’am- “Muoio io, e i bambini? Si troverà una famiglia che Natalità e mortalità delle imprese e determinanti bito della ricerca e della sperimentazione Ð dove le li prenda tutti e tre? Sentiranno la mia mancanza? dell’imprenditorialità, a cura di Fiorenza Belussi e esigenze di protezione dei soggetti umani coinvolti Riusciranno a perdonarmi? Da grandi, chi spiegherà Roberto Pozzana, Milano, Franco Angeli, 1995, pp. sono maggiori – per estendersi in seguito a strutture più loro che cos’è la gioia e il dolore, l’amore e l’odio, che 265, 8°, ill., L. 28.000. limitate territorialmente (comitati etici nazionali) o per cosa è giusto e che cosa è sbagliato?” (Luisa). Nel libro competenza (comitati etici ospedalieri). è testimoniata la generosità di chi adotta un bambino L’attuale sistema economico occidentale, caratte- Come ci viene fatto notare nel testo, alla luce delle sieropositivo: “Quando l’abbiamo adottata la nostra rizzato da alti livelli di concorrenzialità, innovazione nuove procedure tecnologiche e terapeutiche i codici speranza era che la piccola rientrasse in quell’80% che tecnologica e mobilità produttiva (sia delle merci e dei deontologici classici sono diventati obsoleti, in quanto si negativizza entro il primo anno di vita. Non è stato servizi prodotti, sia della forza lavoro), ha nella grande sono mutate le domande a cui rispondere. Infatti “l’ac- così. Ma è nato dentro di noi un legame viscerale con natalità e mortalità delle imprese uno dei suoi elementi cettazione a livello mondiale del diritto all’auto- questa creatura, senza che la sua sieropositività offu- costitutivi. Il mercato, così come esso è concepito e determinazione è espressione dello spostamento verso scasse in qualche modo quelle semplici e intense gioie funziona nelle società capitalistiche, sembra favorire il pluralismo morale e verso la conflittualità morale che ogni genitore prova per il proprio figlio” (Roberta). una diffusa imprenditorialità, ma elimina rapidamente laddove prima esisteva omogeneità etica basata sulla Il dolore della perdita: “Quando si perde uno di loro, si e senza possibilità di appello le imprese caratterizzate religione” (p. 41). In sostanza è cambiato il rapporto perde un affetto e si vive una sconfitta. I medici aveva- da cattiva o scarsa propensione all’investimento o da medico-paziente-istituzione e le svariate opportunità no bisogno di sentirsi un po’ meno medici e più uomini. cicli produttivi desueti. terapeutiche richiedono da un lato un più ampio Questo, di sicuro l’Aids ce lo ha insegnato” (Susanna). Questo libro, frutto delle ricerche di studiosi di coinvolgimento del paziente nelle decisioni e dall’altro E alla fine una riflessione per tutti: “L’uomo, a mio scienze economiche e statistiche, offre Ð attraverso una maggiore necessità di divulgazione da parte del avviso, deve rendersi conto che le sue decisioni e le sue indagini di taglio empirico – uno spaccato dell’attuale sistema sanitario. scelte sono strettamente legate al futuro della società. situazione economica, mettendo in relazione nuova Nella convinzione che la base per lo sviluppo dei Diviene così il diretto responsabile di tutto ciò che sarà imprenditorialità e nuove imprese, due realtà non omo- comitati etici sia un’adeguata attività formativa, la il domani, che grida alla vita e richiama ad una maggio- genee (cioè non sempre riconducibili alle stesse deter- Fondazione Lanza offre ai lettori l’opportunità di avere re responsabilità” (Stefano). minanti), ma in stretta interconnessione. Su questo sia una panoramica dello stato della disciplina in Italia Maria Pia Codato punto, in sede di introduzione, sono molto chiari i e all’estero, sia un valido strumento di conoscenza, curatori del volume, secondo i quali “le stesse capacità approfondimento e metodologia di quella che è la di tenuta” di un sistema produttivo locale, il suo sapersi discussione etica dei casi clinici. riarticolare e riaggiustare, in risposta ai segnali di Susanna Falchero CENTRO D OCUMENTAZIONE D ONNA “LIDIA C REPET”, Dieci mercato e al cambiamento delle condizioni del contesto anni nel segno della differenza, Padova, 1995, 8°, pp. socio-economico, “si basano non solo sulla vitalità e 101, ill., s.i.p. dinamicità delle imprese esistenti, ma anche sulle potenzialità espresse dalla nuova imprenditorialità che, Il posto dei bambini, a cura di Lucia Trevisan, Verona, Il volume presenta le tappe fondamentali del primo in itinere, si presenta come il futuro non ancora realiz- Comune - Settore Pubblica Istruzione - Unità Asili decennio di attività del Centro Documentazione Donna zato di ogni sistema economico”. Nido - Cierre, 1996, 8°, pp. 358, ill., s.i.p. “Lidia Crepet” di Padova, affiancando alla documenta- Il libro presenta un’analisi dettagliata dei processi di zione delle varie iniziative una serie di testimonianze mortalità e natalità delle imprese industriali della pro- A dispetto della mole non indifferente, Il posto dei raccolte nella forma dell’intervista alle protagoniste vincia di Venezia utilizzando due fonti statistiche di bambini è un volume scorrevole e assai poco pesante da che hanno animato il dibattito sulla differenza di gene- sicura affidabilità per lo studio dei fenomeni della leggere: è il frutto di un intenso lavoro pluriennale – re. Il Centro è nato “ dall’incontro di donne con storie demografia industriale: i dati provengono infatti da iniziato nel 1989/90 Ð di formazione per e con le ed esperienze diverse che si sono trovate insieme nelle Cerved e Inps. Il lavoro è organizzato in sei capitoli, educatrici degli asili nido di Verona. battaglie sull’aborto, per la legge contro la violenza alcuni dei quali dedicati specificamente alla realtà Come sottolinea il titolo, il tema centrale del testo è sessuale, per i consultori. Alcune provengono dall’UDI, produttiva veneziana. I primi due (“Indagine sulla il rapporto bambino-spazio fisico e spazio psicologico, altre dal movimento femminista degli anni ’70, altre natalità e mortalità delle imprese industriali nella pro-

12 vincia di Venezia” e “La demografia imprenditoriale DM10 che le imprese presentano mensilmente all’Inps ad essere come prima. Finalmente, anche se in ritardo, secondo le fonti Inps e Cerved: un confronto”) descri- per la denuncia del personale dipendente) Ð sono ha capito che continuando ad adottare questa politica è vono la situazione industriale in quella zona, sulla base disaggregati per provincia, classe di attività, classe di il suo stesso benessere ad essere compromesso, la di analisi di stock e dei flussi di entrata e uscita dai vari addetti e anno di riferimento. qualità della sua vita e ancor più quella delle generazio- settori produttivi. Il primo capitolo, in particolare, La terza pubblicazione (Rapporto 1995 sull’artigia- ni future ed ha iniziato a proteggere, invece che a esamina i flussi di mortalità e natalità imprenditoriale nato in Veneto. Profili settoriali ed articolazioni terri- sfruttare, alcune porzioni del territorio. é in questo per tutti gli anni ’80 e per i primi anni ’90 (disaggregati toriali delle dinamiche occupazionali) è una ricerca ambito che la Regione Veneto si sta muovendo e le due per settore produttivo) in una provincia Ð quella di condotta utilizzando una gran mole di dati provenienti pubblicazioni in questione ne sono testimonianza. Venezia – caratterizzata sì da una forte presenza di da fonti diverse e qualificate: Istat, Cerved - Camere di Il quinto volume della serie “Quaderni” edito pochi grandi gruppi industriali, ma anche dalla commercio, Ministero del Lavoro, Inps. Lo scopo di dall’ARF, Azienda Regionale Foreste, costituisce la coesistenza di un rilevante numero di piccole e medie questo lavoro è quello di aggiornare e aumentare il sintesi di due anni di corsi di formazione per nuove aziende collocate in settori quali l’alimentare, il tessile, grado di conoscenza delle dimensioni, delle caratteri- professioni addette alla gestione dei parchi e delle aree le calzature, le pelli, la carta e la stampa. Dai dati stiche e dell’incidenza dell’artigianato nel sistema eco- protette. Non è infatti sufficiente istituire i parchi e le emerge come, nel corso dell’ultimo decennio, la dina- nomico veneto. Particolare spazio è stato riservato alle aree protette, bisogna gestirli e curarli in tutti i loro mica demografica delle imprese industriali abbia avuto imprese artigiane, di cui il testo riporta interessanti aspetti e per far ciò sono necessarie professionalità nel complesso un saldo largamente positivo, grazie per disamine di stock e di flusso. adeguate. Il volume, a stesura del quale hanno collabo- lo più al notevole tasso di espansione (vicino al 40%) Com’è nella tradizione dell’Ires, anche queste tre rato personalità come il direttore dell’Azienda Regio- delle imprese di piccole dimensioni. In seguito, nei pubblicazioni, proponendosi come strumento di analisi nale Foreste, professori universitari e i direttori dei primi anni ’90, questa dinamica espansiva si è esaurita, e di lavoro per insegnanti, amministratori pubblici e Parchi della Regione, tocca argomenti e questioni di sia per la cattiva congiuntura economica, sia per ragioni privati, giornalisti e sindacalisti, contribuiscono nello notevole interesse e, partendo dalla storia dei parchi, strutturali (perdita di competitività della struttura indu- sforzo di rendere quantificabili e comprensibili i pro- affronta le politiche di gestione perseguite nel tempo, striale locale). Incentrato sulla realtà economica locale cessi socio-economici in atto nella nostra regione. fino ad arrivare alla moderna concezione naturalistica. del veneziano è anche il quarto capitolo (“Lo sviluppo Marco Bevilacqua Affronta problemi che da sempre accompagnano la di nuove imprese nell’area veneziana: le determinanti storia dei parchi, come l’avversione delle popolazioni dell’imprenditorialità”), che offre una lettura qualitativa locali alla loro costituzione e la scarsa informazione su dei fenomeni rilevati statisticamente e prende lo spunto vincoli, divieti e facilitazioni. da una rilevazione condotta Ð attraverso interviste e Se affianchiamo a questa pubblicazione il volumetto GABRIELLA IMPERATORI, Il cittadino protagonista. Gui- questionari Ð su un campione casuale di 200 nuove da ai diritti e doveri, Padova, Comune, 1995, 8°, pp. curato dal Dipartimento Regionale per i Parchi e le imprese. Tra le conclusioni emerse da questo lavoro, 138, s.i.p. Riserve Naturali Aree protette nella Regione del Veneto interessanti sono le ipotesi formulate circa l’esistenza il quadro risulterà completo. Qui vengono presentati di barriere extra-economiche all’ingresso di nuove Il volumetto di Gabriella Imperatori fa seguito a un esaurientemente i singoli ambiti naturali protetti del imprese nel mercato e alla crescita delle neonate picco- Convegno tenutosi a Padova nel marzo ’95 e costituisce Veneto (Parco Regionale dei Colli Euganei, delle Do- le industrie. “una tappa intermedia nell’ambito di un progetto che lomiti d’Ampezzo, della Lessinia e del Fiume Sile, Marco Bevilacqua mira a istituire in città dei sistemi di educazione civica Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e zona umida permanente”. Vuole guidare il cittadino a prendere di Valle Averto), i criteri che hanno portato alla loro coscienza dei propri diritti e dei propri doveri. Per la scelta e la legislazione, sia regionale che statale, che li costruzione di una società più democratica. Il cittadino disciplina, con particolare riguardo al PTRC (Piano Il sistema territoriale della Bassa Padovana. Identità e deve abbandonare l’idea che tutto gli sia dovuto, riser- Territoriale Regionale di Coordinamento), del quale sviluppo di un’area in transizione, a cura di G. Corò e vandosi il diritto di critica, di lamentela, di protesta; riporta ampi stralci, per concludere con la famosa M. Gambuzza, Venezia Mestre, Ires Veneto, 1995, 4°, deve trasformarsi da “portatore di problemi a portatore “legge quadro sulle Aree Protette” n. 394 del 1991. pp. 33 + all. statistici, ill., s.i.p. di soluzioni”. Farsi protagonista del cambiamento. Alessandra Pavanello Dinamiche delle imprese e dei lavoratori dipendenti Convincendosi che solo attraverso un’azione “di con- nel Veneto 1989-1993 sulla base dei dati di fonte Inps, trollo, di partecipazione e di suggerimento” potrà ren- a cura di Fabio Occari, Venezia Mestre, Ires Veneto, dere la pubblica amministrazione più moderna, snella, 1995, 4°, pp. 10 + all. statistici, ill., s.i.p. efficiente e trasparente e muoversi “non più in un ROBERTO C ASARIN - MARCELLO F RANCO - LUCA P ASSADORE, misterioso universo labirintico, in balia di forze scono- Norme per la tutela dell’ambiente. Legge Regionale 16 Rapporto 1995 sull’artigianato in Veneto. Profili sciute, ma in un territorio aperto e ispezionabile”. aprile 1985 n. 33 e successive modifiche e integrazioni, settoriali ed articolazioni territoriali delle dinamiche Ogni cittadino deve attivarsi, anche quello che si Mogliano Veneto (TV), Arcari - SIAV, 1995, 8°, pp. 174, occupazionali, a cura di B. Anastasia e F. Occari, sente solo ed emarginato, inutile e impotente perché L. 30.000. Venezia Mestre, Ires Veneto, 1995, 4°, pp. 22 + all. possiede risorse da sfruttare e può contribuire a rendere statistici, ill., s.i.p. il rapporto fra amministratore e utente un rapporto Uno sforzo non indifferente quello compiuto dalla “inter pares”, in uno spirito di reciprocità, di solidarietà. SIAV, Società di servizi delle Federazione e delle Si tratta di tre pubblicazioni dell’Istituto di ricerche Dal canto suo, la pubblica amministrazione, fornendo Associazioni degli Industriali del Veneto, per racco- economiche e sociali del Veneto, uscite nel corso del servizi più accessibili e attenti alla persona, creando le gliere e ordinare la normativa vigente in campo am- 1995. Il primo fascicolo (Il sistema territoriale della figure del “responsabile di procedimento”, del “difen- bientale. Non è infatti semplice neanche per gli addetti Bassa Padovana. Identità e sviluppo di un’area in sore civico”, attivando “l’ufficio per le informazioni ai lavori addentrarsi in materia e orientarsi tra leggi, transizione) analizza la realtà economica e sociale del cittadino”, si sta adoperando (le leggi 142 e 241 del modifiche e integrazioni che continuano a proliferare dell’area presa in esame, al fine di pervenire all’identi- 1990 danno utili indicazioni per il cambiamento) per la in modo piuttosto disordinato. La salvaguardia del- ficazione di linee di sviluppo che valorizzino le speci- creazione di una città “amica” in cui la qualità della vita l’ambiente dall’inquinamento è senza dubbio uno dei ficità e le vocazioni locali. La Bassa Padovana è “tradi- diventi migliore. compiti fondamentali a cui la nostra società non può zionalmente considerata nel contesto veneto come Maria Pia Codato sottrarsi. Ma un problema di tale entità necessita, un’area di frontiera con espliciti segnali di ritardo innanzitutto, di una legislazione adeguata, chiara e relativamente al resto della regione”. I curatori della completa in tutti i suoi aspetti. Basti invece pensare che, ricerca, partendo da un tentativo di definizione geogra- solo in materia di rifiuti, esistono in Italia, tra leggi fica e culturale della Bassa, intendono offrire un’analisi statali, regionali, decreti, regolamenti e sentenze, oltre realistica delle prospettive di sviluppo dell’area, pro- 700 norme, in attesa dell’approvazione del progetto di spettive legate non solo a un ritorno alle vocazioni AMBIENTE legge-quadro sulla gestione dei rifiuti che, se verrà economiche locali Ð un settore agricolo ancora forte, un approvato, metterà finalmente ordine. quadro ambientale di qualità elevata “proprio in virtù La presente pubblicazione si propone di offrire, in della relativa marginalità rispetto ai processi di diffu- Sui parchi e sulle aree protette, a cura di Franco Viola, attesa del riordino della normativa, un valido strumento sione di attività antropiche (produttive e insediative)”, Venezia, Regione Veneto - Azienda Regionale Foreste, a coloro che lavorano nel settore, e lo fa partendo dalla la ricchezza delle bellezze artistiche Ð, ma anche a una 1994, 8°, pp. 183, ill., s.i.p. legge regionale del 16 aprile 1985 n. 33 che rappresenta maggiore identità territoriale e a una crescita qualitativa Aree protette nella Regione del Veneto, a cura di l’oggetto primario del volume. Tale legge sulle “norme delle forme di autorappresentazione e delle idee di Rodolfo Marzello, Venezia, Giunta Regionale del per la tutela dell’ambiente” è infatti riportata integral- sviluppo degli individui. Veneto - Segreteria Regionale per il Territorio - Dipar- mente, inserendo direttamente nel testo modifiche e Il secondo fascicolo (Dinamiche delle imprese e dei timento Regionale per i Parchi e le Riserve Naturali, integrazioni che si sono succedute negli anni e annotan- lavoratori dipendenti nel Veneto 1989-1993 sulla base 1994, 4°, pp. 160, ill., s.i.p. do a pié pagina tutti gli opportuni riferimenti. Vengono dei dati di fonte Inps) consiste nella pubblicazione di successivamente proposte le leggi modificative e di una serie di dati statistici provenienti da un’analisi L’uomo, che per far fronte alle sue necessità ha completamento della 33/85, mentre la terza parte della amministrativa costruita sulla base dei dati dell’Osser- sfruttato per secoli l’ambiente e le sue risorse ritenendo pubblicazione contiene schemi di sintesi, tabelle e vatorio imprese e lavoratori dipendenti dell’Inps. I dati che fosse un suo diritto, si è reso recentemente conto quadri sinottici chiari e facilmente comprensibili sulle Ð particolarmente attendibili data la fonte (i modelli che molto di quello che si è “preso” non tornerà mai più competenze, gli adempimenti e le procedure ammini-

13 strative, l’elenco di tutta la normativa statale e regiona- di notevole entità. Durante la fase iniziale del lavoro le e altro. furono impostati sistemi automatici di controllo dei Addentriamoci ora solo un attimo nella materia e principali caratteri chimici e chimico-fisici, e una cam- scopriamo quanti singoli argomenti su cui la 33/85 dà pagna di indagini geognostiche e geofisiche, allo scopo disposizioni: dalle emissioni nell’atmosfera di fumi a di definire la struttura e la “geometria” degli acquiferi quelle di rumori, onde e vibrazioni, dall’uso delle acque in profondità. Lo studio idrochimico e idrogeologico, allo scarico dei reflui di qualsiasi tipo, dallo smaltimento con la definizione dei caratteri dell’acquifero alluvio- dei rifiuti all’impatto ambientale di opere di vario tipo. nale dell’alta pianura veronese, infine, ha permesso di Infine l’ultima parte della pubblicazione è, proprio per avere un quadro abbastanza ampio e particolareggiato gli addetti ai lavori, un concentrato di dati e codici: per rispondere ai quesiti che avevano dato avvio al riporta parametri relativi ai limiti di accettabilità degli lavoro. Gli autori hanno riscontrato una situazione scarichi idrici, delle emissioni in atmosfera, nonché la generalizzata di inquinamento fecale (coliformi fecali classificazione e codifica dei rifiuti e dei residui e streptococchi fecali), senza essere in grado di relazio- utilizzabili. Bastano questi accenni per rendersi conto nare i dati chimici e microbiologici che lo caratterizza- della fondamentale importanza degli argomenti trattati vano con quelli relativi alle varie attività produttive e dell’attuale valore di queste 170 pagine anche se, potenzialmente inquinanti. Tali attività sono state come auspicano gli autori, diventeranno obsolete non evidenziate in un’utilissima “Carta dell’Impatto appena verrà riordinata tale normativa. con il tasso di inquinamento, sono state effettuate Antropico”, anche questa allegata al lavoro. Alessandra Pavanello analisi fitoplanctoniche, zooplanctoniche e macro- La conoscenza delle dinamiche che regolano la bentoniche. Anche lo stato di salute delle specie ittiche ricarica dei corpi idrici e il deflusso dalle zone collinari del lago è stato ampiamente studiato e documentato, e montuose alla falda idrica dell’alta pianura veronese, mettendo in evidenza le notevoli modificazioni avve- può permettere alle Amministrazioni competenti di nute nei decenni, dovute all’azione dell’uomo sul- effettuare una buona perimetrazione delle aree da sal- Il lago di Santa Croce. Studi limnologici - 1993, a cura vaguardare. Essa potrà consentire di individuare in di Marco Zanetti, Roberto Loro, maurizio Sligardi, l’ecosistema lacustre. Andrea Franzin modo tempestivo (attraverso la creazione di stazioni di Paolo Turin, Belluno, Amministrazione Provinciale - rilevamento continuo dei parametri chimici, micro- Assessorato Caccia e Pesca - APS Bacino di pesca n.7 biologici e piezometrici) eventuali fonti di inquina- Alpago, Bioprogramm (Padova - Oderzo), s.d., 4°, pp. mento, permettendo una rapida circoscrizione a salva- 102, ill., s.i.p. Geologia, idrogeologia e qualità dei principali acquiferi guardia del bene ambientale. La risorsa idrica diventerà veronesi, a cura di L. Sorbini, “Memorie del Museo in futuro sempre più importante, essendo sottoposta ad Se chiedessi a molti miei concittadini quali sono le a Civico di Storia Naturale (II Serie) - Sezione Scienze una pressione antropica sempre maggiore. L’aumenta- loro conoscenze del lago di S. Croce, riceverei le della Terra”, n. 4, 1993, Verona, Comune - Assessorato risposte più disparate: “Non è quello che si incontra ta sensibilità del settore pubblico e privato e un rapido all’Ecologia - Museo Civico di Storia Naturale, 1994, moltiplicarsi della legislazione in campo ambientale quando si va in Cadore?”, “Sì, è quello che si vede dalla 8°, pp. 150, ill., carte allegate, s.i.p. nuova autostrada dell’Alemagna”. Altri lo ricordereb- (purtroppo non sempre ancora supportata da un’effet- bero come il luogo in cui, superata la “fastidiosissima” Questa pubblicazione a partecipazione multidi- tiva azione di tutela), sia in ambito europeo sia stretta- mente nazionale, permettono un certo ottimismo per il sella del Fadalto, hanno spesso potuto dare gas alle sciplinare, che vede coinvolti specialisti universitari e macchine e superare gli immancabili mezzi lenti che tecnici comunali, sviluppa in modo rigoroso lo studio futuro. rallentavano la corsa verso le vacanze. Qualcuno, con delle maggiori riserve idropotabili del Comune di Vero- Andrea Franzin la coda dell’occhio, avrà anche osservato sfugge- na, allo scopo di definire in modo completo i caratteri volmente la distesa d’acqua, quieta e malinconica, idrici, idrogeologici ed igienici di tali acquiferi. Lo come solo i laghi a volte sanno essere. Poco sotto la studio ha preso spunto dalla necessità di definire in modo strada avrà intravisto una serie di piccole spiagge univoco l’impatto dagli innumerevoli allevamenti TOMMASO MAGALOTTI, Marmolada Regina. Pagine di storia alpinistica, Cavallermaggiore (CN), Gribaudo, ciottolose, con gli immancabili e colorati turisti tede- zootecnici presenti in Lessinia e la relazione tra eventuali ° schi. Un vecchio compagno di università girava per le forme d’inquinamento idrico e le diverse situazioni 1993, 4 , pp. 489, ill., L. 86.000. cime sovrastanti il lago per la sua tesi di laurea e me ne antropiche (industrie, agricoltura, insediamenti civili) Ogni persona che si avvicini alla montagna senza parlava come di un posto isolato e selvaggio. E pensare della zona. Si è voluto quindi controllare, mettendo in pregiudizi, disponibile ad accogliere nuove sensazioni che veniva dallo Zimbabwe... atto una proposta dell’Assessorato all’Ecologia del Co- ed emozioni, non può non rimanere rapita dalla Ricordo che spesso, passando nelle vicinanze del mune di Verona (a cui hanno aderito il presidio maestosità delle cime, dai loro colori e dal loro silenzio. lago, mi sono soffermato ad osservare per deformazio- multizonale di prevenzione dell’ULSS 25 di Verona e Ed ecco che la montagna diventa parte dell’uomo, le ne professionale le nicchie di distacco sulle pareti dei l’Azienda Generale Servizi Municipalizzati), se l’inqui- sue pareti diventano una sfida e la conquista di una cima monti Faverghera e Costa. A prima vista quegli specchi namento delle falde di pianura dimostrato dalle analisi la sua passione. di scivolamento sembravano senz’ombra di dubbio i chimiche effettuate in alcuni pozzi era imputabile a Tommaso Magalotti, pittore di professione e colla- diretti responsabili dell’accumulo del materiale caotico queste cause, ovvero se esisteva una connessione boratore giornalistico, ha raccontato e dipinto tante che costituisce lo sbarramento del Fadalto e che ha dato dimostrabile tra allevamenti ed inquinanti. Si rese quindi storie di montagna, ma con Marmolada Regina ha origine al lago. Lo sbarramento, che potrebbe essere interessante verificare se anche l’acquifero di fondo voluto andare oltre scrivendo la storia alpinistica, e anche di origine fluvioglaciale, causò la deviazione del dell’Altopiano lessineo subisse, com’era evidente per le contemporaneamente la storia della letteratura al- corso del Piave che dirottò verso la Val Belluna, proba- sorgenti a quote elevate, l’impatto degli allevamenti pinistica, della regina delle Dolomiti. Ma non si può bilmente uno dei suoi rami secondari. dislocati nelle aree di montagna. parlare di Marmolada e tralasciare quello che accadde é la seconda volta che mi capita di recensire una Il lavoro inizia con una completa e ampia carat- a pochi chilometri da lei, nelle cime vicine, perché la serie di studi sul lago di S. Croce. Le amministrazioni terizzaztione geologica del territorio, che culmina nella sua storia è intimamente legata a quella delle altre vette locali e provinciali sembrano tenere in una certa consi- stesura di una carta geologica in cui si evidenziano le dolomitiche: ecco quindi che questa storia esce dai suoi derazione questo piccolo lago alpino, non bello come il formazioni litiologiche e il quadro tettonico dell’area. confini geografici e diventa la storia dell’alpinismo. Sì, lago di Braies né famoso come quello di Carezza. Nella Questo studio, affrontato da specialisti di varie discipli- perché sulla Marmolada si sono fermati tutti i grandi, realtà montana, generalmente povera, un lago rappre- ne pertinenti alle scienze della terra, evidenzia l’aspetto dai primi scalatori che raggiunsero la cima nel secolo senta un bene in più da sfruttare e di conseguenza da carsico del territorio e più precisamente uno stile scorso, a quelli che si sono cimentati e si cimentano con tutelare. Ai nostri giorni il lago non è più una vera e fluviocarsico per il predominio delle forme fluviali spigoli o vie dirette, fino alla moderna arrampicata propria fonte di sostentamento per le popolazioni che impresse. La frequenza delle linee di faglia e fratture sportiva. Tutte le avventure, i tentativi, le vittorie e le abitano intorno alle sue rive, ma continua a dare il suo rendono importante anche una morfologia tectocarsica. sconfitte sono fedelmente riportati in ordine cronologi- apporto vitale all’economia attraverso un utilizzo a Le discontinuità rocciose sono in questa zona comune- co in queste cinquecento pagine; non si tratta di un scopi idroelettrici delle sue acque. Esse sono convo- mente allargate da fenomeni di dissoluzione carsica e romanzo, non è una guida per lo scalatore né, tanto gliate a tale scopo alle centrali a valle del Fadalto. Le permettono il deflusso veloce delle acque verso il meno, per l’escursionista, non è neppure un libro tecni- sue acque sono utilizzate anche a scopi turistico-ricrea- basso. Esse diventano quindi essenziali nello sviluppo co: è la storia dell’alpinismo narrata sì dall’autore ma tivi. Questo lavoro è inserito in un progetto di salva- del carsismo dell’area e la privano di un’idrografia anche, ove sono stati rinvenuti diari e annotazioni, guardia e controllo che la Provincia di Belluno ha superficiale. Nel lavoro sono delineate le varie sorgenti direttamente dai protagonisti. Il grande pregio di iniziato da tempo sui diversi laghi del proprio territorio. in quota e il comportamento idrologico delle varie Magalotti sta anche, o soprattutto, in questo: essersi Lo stato trofico delle acque e la sua evoluzione sono formazioni litiologiche presenti, allo scopo d’inqua- immedesimato nella parte a tal punto da parlare di ogni stati analizzati attraverso lo studio di innumerevoli drare i corpi idrici e le loro dinamiche di deflusso e epoca e di ogni alpinista con il linguaggio proprio del parametri chimico-fisici e biologici, ricavando interes- scambio. Il regime delle sorgenti, in stretto sincroni- periodo e del personaggio. santi dati sulla sua dipendenza dagli interventi naturali smo con l’andamento pluviometrico dell’area monta- Ampio spazio viene dato all’epoca eroica, all’epoca e antropici. Oltre allo studio dei parametri, che servono na, rivela un carsismo per condotti particolarmente delle grandi imprese compresa tra il 1930 e il 1970, a delineare il carattere dei sedimenti e il loro rapporto sviluppato, in relazione alla presenza di circuiti carsici all’epoca del 6° grado sulla parete sud, per arrivare al

14 nostro tempo con l’arrampicata sportiva e la sua nuova TRADIZIONI denominate colonnelli. Il gastaldo era il direttore della filosofia. Ma gli “eroi” della Marmolada non sono solo confraternita, numerose erano comunque le cariche coloro che hanno sfidato le sue pareti: queste rocce all’interno di un gruppo. L’autore sottolinea spesso il sono state teatro di guerra, tanti alpini hanno combattu- ANTONIO MANNO, I mestieri di Venezia. Storia, arte e saldo legame che esisteva tra le scuole di devozione, le to e sono morti, e l’autore affronta la tragicità di questi devozione delle corporazioni dal XIII al XVIII secolo, chiese e le corporazioni veneziane. In nome del santo racconti con immensa umanità e discrezione. E quel fotografie di Piero Codato e Massimo Venchierutti, patrono si facevano feste, si edificavano ospizi, piccoli che rimane al termine di questa lettura è la consapevo- Cittadella (PD), Biblos, 1995, 4°, pp. 189, ill., L. 85.000. ospedali, altari e soprattutto si facevano affari. Per lezza che la storia delle Dolomiti, quella con la “esse” questo Martin Lutero, rivolgendosi alle confraternite maiuscola, la fanno sempre e solamente gli uomini. La potenza di Venezia stava nella sua autosufficien- veneziane, lanciava anatemi definendole luoghi di cor- te economia. Per garantirsi una tale autonomia il gover- Alessandra Pavanello ruzione dello spirito, dove “ci si riunisce per satollarsi no veneziano rendeva omaggio ai ceti produttivi preoc- e cioncare, si fa dire messa o alcune messe e poi si cupandosi di emanare leggi che regolavano la vita delle dedica al diavolo tutto il giorno e la notte e il giorno corporazioni. In quest’opera Antonio Manno ci parla seguente”. E concludeva affermando: “ciò che si chia- dell’importanza delle confraternite dei mestieri svelan- ma una confraternita, è piuttosto una combriccola, ed è IVO SIMOLELLA, Il parco della villa comunale di doci l’intreccio indissolubile che esisteva nella Vene- proprio una costumanza pagana, anzi maialesca”. Portogruaro. Guida al riconoscimento degli alberi e zia medievale tra lavoro, etica e religione. Il libro degli arbusti, Portogruaro (VE), Nuova Dimensione - Carlo Zilio ° raccoglie varie notizie delle professioni praticate al- Ediciclo, 1993, 8 , pp. 111, ill., L. 16.000. l’epoca, suddividendole per capitoli dedicati all’edili- Riaprire gli occhi ed osservare quello che ci circonda zia, alla salute, al vetro, all’arte e decorazione ecc., narrandoci episodi relativi allo statuto di corporazione, focalizzando con un nuovo interesse le cose a cui siamo DINO COLTRO, Parole perdute. Il parlar figurato nella ormai abituati, è un’operazione non sempre facile per alle sedi, alle chiese e al Santo Patrono di riferimento. ° Ciò che risulta è un colorato affresco che mette in tradizione orale veneta, Verona, Cierre, 1995, 8 , pp. noi uomini moderni. é capitato ad ognuno di noi 285, L. 29.000. comunque di sollevare per caso la testa nel bel mezzo luce una città estremamente interessante e viva, che già della propria città, quella in cui viviamo da trent’anni e nel XIII secolo annotava ben 203 arti dotate di statuto Il mondo veneto, si sa, ha profonde radici contadine che riteniamo di conoscere come il giardino di casa autonomo (il più antico di cui si ha notizia nell’anno che la lingua per prima rivela in modo vario e consisten- nostra, e scoprire un mondo completamente nuovo: 1219 è quello dei sarti). Dal 1300 al 1500 le corporazio- te. La tendenza conservativa della società contadina, scorci inaspettati ed insoliti colpiscono infatti i nostri ni prolificarono soprattutto nei settori della cantieristica, prevalentemente chiusa in se stessa, caratterizzata da occhi se per un attimo entriamo in questa “quarta dei tessuti, dell’alimentazione, dell’abbigliamento e modi di vita uniformi e da una cultura popolare preva- dimensione”, che per accoglierci aspetta solo che innal- della mercatura. Fino al Seicento Venezia è grande nel lentemente orale, ha prodotto nel tempo una sorta di ziamo di poco il nostro campo visivo. Se trasportiamo mondo grazie soprattutto ai traffici commerciali, ga- “koiné veneto-padana” di tradizione secolare. queste considerazioni sull’immenso palcoscenico del- rantiti dalla poliedrica attività dei suoi artigiani. I Convinto che la lingua rappresenti uno strumento la natura amplifichiamo enormenente le nostre possibi- conflitti e le problematiche tra le confraternite veniva- conoscitivo di una civiltà e delle sue espressioni, Dino lità di stupire davanti alla sua splendida complessità. no assorbiti dal tessuto sociale e dai progetti ambiziosi Coltro, esperto studioso della realtà veneta, ha voluto Non occorre però intraprendere a tutti i costi la strada di una città autarchica che sapeva comunicare e com- qui raccogliere un vasto repertorio di quel linguaggio di dei boschi per godere di qualche affascinante scoperta battere per imporre il proprio commercio nel mondo tradizione orale: una ricca documentazione di quelle o per potere imparare, divertendosi, qualcosa di nuovo. fino ad allora conosciuto. La disgregazione delle cor- “parole perdute” prima che esse vadano completamen- Il parco descritto in questo libro, piccola oasi natu- porazioni avverrà nel ’700 con il declino stesso di te dimenticate. Una raccolta di modi di dire, proverbi, rale nella zona, è proprio uno di quei luoghi in cui Venezia, la loro definitiva soppressione avverrà tra il locuzioni che nella straordinaria forza creativa del potremmo cominciare ad osservare con occhi nuovi 1806 e il 1807. dialetto trovano tutta la loro pregnanza. L’autore li quello che ci circonda. Il parco descritto ha una esten- Per ogni confraternita l’autore ci fornisce singolari raggruppa volutamente secondo tipologie non rigorose sione di circa 3 ettari ed è la cornice della Villa Comu- informazioni tra il buffo e il serioso, ne segnaliamo o scientifiche ma legate ai modi di vita e alle abitudini nale di Portogruaro, già Palazzo Marzotto, realizzata alcune. Nell’ordinamento dei forneri c’erano gravi contadine, estraendole di volta in volta dal quotidiano, intorno al 1530 ad opera probabilmente di Guglielmo sanzioni contro chi nominava il diavolo: probabilmen- dal costume, dalle credenze religiose o pseudo-religio- de Grigi detto il Bergamasco. Valorizzare e rendere te, per coloro che tutti i giorni dovevano fare il pane e se, dalla topografia, dalla storia e così via. La traduzio- abbordabile a tutti un bene comune come questo parco vedevano fiamme continue ardere la legna, Lucifero ne letterale di queste espressioni, di questo “parlar è uno degli scopi di questa agile pubblicazione, nata doveva essere un fantasma sempre presente da tenere curioso”, come la gente veneta definiva il parlare come risultato di un censimento completo delle specie lontano il più possibile. Nello statuto degli orefici, figurato, è arricchita sapientemente dall’analisi etimo- arboree ivi residenti, effettuato dall’autore tra il 1992 e invece, s’interdiva agli ebrei il commercio di ori, argen- logica e da un’interessante ricerca storica e culturale. ti e gemme. Una notizia interessante l’apprendiamo il 1993. Annamaria Bonanome Uno spazio verde pubblico come questo, normal- leggendo il capitolo sui medici generici: una volta i mente frequentato dai cittadini di Portogruaro, può barbieri non si limitavano a fare la barba, ma praticava- consentire di svolgere molte attività legate all’osser- no pure il salasso e l’estrazione dei denti. E sempre dei vazione diretta dei fenomeni naturali e raggiungere barbieri facevano parte le categorie dei conzaossi (gli ATTILIO BENETTI, Favola leggenda e realtà nei racconti quindi alcune finalità proprie della didattica. Il libro aggiustaossi) e i norsini (gli addetti alla cura degli organi genitali). del “filò” dei Monti Lessini, s.e. [Verona, Coop. lito- sembra essere diretto infatti principalmente a studenti tipografica Novastampa], 1995, 8°, pp. 168, ill., s.i.p. ed alunni di asili e scuole che possono trovare, nella La vita delle corporazioni era molto comunitaria. dettagliata descrizione di tutte le specie presenti nel Ognuna di queste era suddivisa in specifiche categorie GIORGIO VEDOVELLI - MARIA LUISA CAPPELLARI, ’Na parco, un valido supporto per il lavoro di campagna. volta gh’era... Fiabe del Garda, disegni di Elisa Questo potrebbe e dovrebbe coronare lo studio teorico Vedovelli, Torri del Benaco (VR), Centro studi per il effettuato in aula delle specie presenti nel nostro terri- territorio benacense, 1995, 8°, pp. 123, ill., L. 20.000. torio. L’autore con questo intento, oltre alle schede Raccontare storie, far passare il tempo narrando descrittive delle varie specie, corredate da disegni in vicende fantastiche o reali, socializzare e nello stesso bianco e nero che possono essere colorati dagli studenti istante trasmettere il sapere ai bambini per avvicinarli direttamente in campagna, fornisce delle proposte di- ai casi della vita. Queste cose si facevano con estrema dattiche legate ad obiettivi naturalistici abbastanza semplicità nella Padania, nelle stalle dei contadini agevoli da raggiungere, come il riconoscimento delle veronesi, tra la zona del Garda e i monti Lessini fino a specie arboree e lo sviluppo della capacità di osserva- 30 anni fa. Durante i filò, le veglie serali nelle stalle, con zione. Il raggiungimento di questo obiettivo viene l’ambiente illuminato da una lampada ad olio, le donne proposto attraverso alcuni semplici giochi che possono filavano la lana sul fuso, gli uomini sistemavano gli aiutare a stimolare l’apprendimento dei ragazzi delle attrezzi agricoli e nel frattempo si parlava molto, si scuole materne, elementari e medie inferiori in modo esorcizzava l’oscurità con un immaginario che prende- naturale e non prettamente scolastico. Cenni di va forma tramite parole magiche e ossessive a cui tutti nomenclatura e di regolamentazione dell’uso dei par- i bambini prestavano la massima attenzione. Spesso le chi e dei giardini comunali concludono il volume. storie erano raccontate da appositi cantori, cioè dai Andrea Franzin contafole che passavano di stalla in stalla in cambio di un posto per dormire o di una scodella di minestra. Questi due libri ci introducono nel mondo incantato degli orchi, delle fade, delle strie che secondo le leg- gende abitavano le grotte dei monti Lessini nel verone- se e così pure negli ambienti vivaci dei paesini del Garda, nelle novelle popolate di animali, angeli, diavo-

15 li, bambini e contadini. Queste ultime non parlano arricchito in occasione delle celebrazioni per il nono quasi mai del lago famoso perché le storie narrate erano centenario marciano, tenutosi nel 1994, dai contributi soprattutto patrimonio dei contadini e non dei pescato- di studiosi quali Renato Pedrocco, Elisabeth Tabinet- ri, i quali non avevano l’abitudine dei filò: andavano a Delahaye, Rona Goffen, Antonio Niero. Il volume letto troppo presto per potersi alzare alle due del mat- presenta, oltre ai saggi di Hahnloser Le oreficerie della tino. Il lago di Garda come soggetto ha quindi ispirato Pala d’oro, di Valbach Gli smalti della Pala d’oro, di la diffusione delle resarie, cioè le storie che narravano Petrusi e Bischoff Le iscrizioni della Pala d’oro, alcuni vicende realmente accadute, raccontate dai pescatori contributi che evidenziano le ricerche successive rela- nelle osterie tra una partita di carte e l’altra durante i tive sia alla Pala d’oro che a quella feriale. Per la prima giorni di burrasca, i periodi di non lavoro. Bisogna dare sono stati inseriti gli scritti recenti di Renato Polacco e atto agli autori dei due testi di aver svolto un ottimo di Elisabeth Delahaye, mentre per la seconda è stato lavoro di ricerca, utile pure per un progetto didattico incluso lo studio di Rona Goffen su La pala di Paolo interculturale che metta a confronto riti e cerimonie di Veneziano. L’opera è completata dal censimento di culture diverse proprio partendo dalle fiabe. Antonio Niero sulle pale lagunari. Carlo Zilio In una nuova lettura della Pala d’oro, Renato Polac- co riesce a dimostrare come “...ogni elemento dell’ope- ra... risponda senza nulla di casuale a un programma ben definito che imposta la grande sacra rappresenta- zione secondo una precisa scala di valori gerarchici”, LUIGI GALVAN, La tragedia. Ricordi di un’antica tradi- zione in Zugliano e dintorni e noterelle di storia paesa- rivelando inoltre come la parte inferiore della pala riveli un’assoluta identità di esecuzione. Un ordine na, Battaglia Terme (PD), La Galiverna, 1994, 8°, pp. 93, ill., s.i.p. gerarchico riproposto anche nelle iscrizioni greche e luogo all’esame distinto del programma iconografico, latine, talora coesistenti in alcuni degli smalti. Secondo Il teatro come rito catartico di un’intera popolazione in modo da poter poi finalmente esaminare sepa- la rigorosa regola bizantina, il registro inferiore greco che ritrovava la propria identità in un modo particolare ratamente gli aspetti stilistici. I confronti operati nel- è riservato ai sovrani delle corti celeste (La Vergine) e di stare insieme, interpretando i quadri importanti della l’indagine hanno posto in evidenza come sia spesso terrena (Irene e Alessio Comneno), ai due profeti-re “Passione” di Gesù Cristo. Il paese di Zugliano, nel assente una perfetta corrispondenza fra riferimenti Salomone e Davide. Il latino richiesto dal committente, vicentino, ha iniziato a rappresentare tale cerimonia nel contenutistici e formali. L’omogeneità simbolica così doge Oldelaffo Falier, contraddistingue quest’ultimo, e 1873 e la spettacolare catarsi è durata fino agli odierni cercata viene riconosciuta, anche sulle tracce di prece- gli altri profeti. Mosé ed Isaia recano “legende” in anni ’50. Gran parte della popolazione partecipava alla denti autorevoli ipotesi, nel soggetto del perduto mo- greco e profezie in latino; a Cristo al centro della pala recita indossando costumi d’epoca. La rappresentazio- saico, costituito al centro del portale Ð noto solo indiret- e nel secondo registro spetta il latino, in quanto rivelato ne avveniva durante le domeniche pomeriggio di Qua- tamente grazie al telero di Gentile Bellini Ð raffigurante alle genti attraverso gli Evangelisti e gli Apostoli; nelle resima, durava 4-5 ore e si svolgeva sotto i portici delle la Processione della Croce in Piazza S. Marco. L’ipo- sfere più alte della corte celeste, ricompare il greco fattorie e di altri grandi edifici del paese. Gli attori tesi così formulata potrà essere confortata solo dal- (Etimasia, Cherubini, angeli e arcangeli). recitavano gratis e il pubblico che arrivava da paesi l’esame complessivo, oggi parziale, della facciata Il contributo di Elisabeth Taburet Delahaye I gioielli vicini e lontani era sempre molto numeroso. Gli oboli duecentesca, alla quale spera di potersi dedicare lo della Pala d’oro, in particolare la parte che concerne la richiesti all’entrata dello spettacolo servivano, di soli- studioso. montatura delle pietre preziose, che arricchirono la to, per finanziare opere edilizie per la chiesa. Il fascino della lettura è determinato dal procedi- Pala d’oro tra il 1342 e il 1345, ripercorre in modo Il libro La tragedia si presenta come una raccolta di mento indiziario che ci conduce nell’intreccio della personale l’intervento di Hahnloser nella prima edizio- ricordi vissuti in prima persona dai diretti protagonisti simbologia medievale, nutrita dal crogiolo di culture ne del Tesoro di San Marco, non mancando di soffer- della sacra rappresentazione, un rito teatrale che in confluite nell’opera dei maestri del portale. Negli esiti marsi sulle ricerche degli ultimi venticinque anni e questi ultimi anni è stato riscoperto e riproposto in di questa confluenza Tigler vede la sintesi di un pro- apportando nuove considerazioni alla storia del gioiel- chiave folcloristica (e turistica) in varie parti d’Italia. gramma iconografico enciclopedico ed etico-religioso lo europeo del Trecento. che avvicina, e indirettamente fa dipendere, l’opera Carlo Zilio In Le pale feriali, di Rona Goffen e G. Fiocco, viene veneziana alle precedenti esperienze francesi dell’Ile fornita un’interpretazione completa sotto ogni singolo de France. Viceversa tende ad escludere una inten- aspetto storico e iconografico della Pala feriale di Paolo zionalità politica, già in precedenza accreditata, mentre Veneziano che consente “...una vera e propria riscoperta ritiene plausibile siano stati conferiti a posteriori altri del capolavoro”, che va collocato “...tra i grandi stru- ARTE significati. Il contesto scultoreo così concepito risulte- menti di comunicazione utilizzati dal doge Dandolo per rebbe pienamente complementare rispetto alla Parousia, affermare la legittimità del potere della Repubblica riconosciuta nello scomparso mosaico, nella quale tro- Veneta in quanto erede di Roma e di Bisanzio... La Pala verebbe compimento il piano teologico-escatologico. GUIDO TIGLER, Il portale maggiore di S. Marco a feriale diventa in questo senso complementare alla Pala Venezia. Aspetti iconografici e stilistici dei rilievi La separazione dell’analisi stilistica, posta al termi- d’oro, alla cappella di sant’Isidoro e ai mosaici del duecenteschi, Venezia, Istituto Veneto di scienze, let- ne dell’indagine iconografica, non consegue da un Battistero, grandi opere tutte volute dal doge in questa tere e arti, 1995, 8°, pp. 579, ill., L. 68.000. tentativo, sulle orme crociane, di separare i due ambiti, stessa prospettiva”, come evidenziano nell’introduzio- ma semmai di evitare di travasare riconosciute ne Alessandro Bettagno ed Enrich Steingraber. Le ambizioni e l’altezza del compito assunto dal ascendenze pertinenti alla seconda nella prima. Questa Il volume si conclude con il Censimento delle Pale giovane studioso nel confronto con il capolavoro vene- premessa risulta indispensabile per condividere l’ipo- nell’area lagunare, di Antonio Niero, che prende in ziano sono stati premiati dalla presente pubblicazione tesi ulteriore di questo lavoro, secondo la quale, in un esame le Pale d’oro e d’argento veneziane e lagunari, di che ne sancisce il successo. Il volume traduce in un arco di tempo inferiore a quello finora ritenuto Ð com- cui sono noti almeno sedici esemplari. Il volume è articolato percorso di lettura i risultati delle indagini preso fra il quarto e il quinto decennio del Duecento Ð corredato da un apparato iconografico che facilita la condotte dall’autore in occasione della elaborazione , un unico cantiere abbia realizzato l’intera opera. Le lettura artistica della Pala d’oro, che per la prima volta della tesi di dottorato presso l’Università della città riscontrate differenze di stile e di qualità sarebbero è stata smontata, analizzata, fotografata pezzo per pez- lagunare. Tigler ci guida con sicurezza ad un attento allora giustificate da interventi della bottega accanto a zo. Ricco è infatti nel volume l’apparato fotografico. La esame dei rilievi duecenteschi del grande portale mar- quelli dei maestri caposcuola, aggiornati rispetto a maggior parte degli smalti bizantini è riprodotta a ciano, confortato dagli esiti dei recenti restauri, grazie quanto di nuovo avveniva ad Occidente. La ricerca colori a grandezza naturale. L’ultima parte del materia- ai quali si è giunti alla riscoperta della doratura e della via di apertura, in particolare alle esperienze le iconografico riguarda la Pala feriale, gli acquerelli policromia originali. La consapevolezza dell’estrema francesi, conduce Tigler a sostenere la mediazione di ottocenteschi inediti raffiguranti il ciborio duecentesco complessità dell’obiettivo, in assenza di documenta- maestranze emiliane, di derivazione antelamica, che dell’altare maggiore e le pale delle altre chiese della zione archivistica diretta, è presente nello studioso, egli divennero fattore essenziale della sintesi veneziana. laguna di Venezia. anzi sa farne un prezioso strumento d’argine ad ogni Guido Galesso Nadir Maria Chiara Aguiari pretesa di velleitaria esaustività. Offre al lettore l’ac- cesso alle condizioni entro le quali ha potuto egli stesso operare; propone con determinazione e chiarezza le ipotesi interpretative, esibendo, per altro, i limiti, le Il tesoro di San Marco. La Pala d’oro, a cura di H.R. Pittura murale esterna nel Veneto. Vicenza e provin- esigenze e le possibilità di integrazione. Hahnloser e R. Polacco, Venezia, Canal & Stamperia cia, a cura di Alessandra Pranovi, Venezia, Giunta ° Nel presentare il punto di partenza del proprio lavo- Editrice, 1994, 4 , pp. XXI-215, ill., L. s.i.p. Regionale del Veneto - Bassano del Grappa (VI), ro, l’autore dichiara la convinzione iniziale, posta a Ghedina & Tassotti, 1995, 8°, pp. 263, ill., L. 80.000. verifica, di trovarsi di fronte ad un “organismo unitario, Il volume costituisce una riedizione del libro sulla progettato insieme”, che emerge nonostante l’appari- Pala d’oro precedentemente curato da Hans Hahnloser La collana regionale sulla pittura murale esterna nel scente differenza fra gli arconi. Per comprendere e Ð primo dei due volumi, usciti rispettivamente nel 1965 Veneto è giunta, con la realizzazione del volume dedi- spiegare tale contrasto ritiene utile procedere in primo e 1974, del Tesoro di San Marco Ð, aggiornato ed cato al territorio del Vicentino, al suo quinto appunta-

16 mento, dopo quelli su Padova, Venezia, Verona e Ritratti per un Santo, a cura di Margaret Binotto, Belluno. La ricerca, iniziata ancora nel 1991 e conti- Padova, Centro Studi Antoniani, 1995, 8°, pp. 101, ill., nuata anche se con interruzioni fino al 1995, ha portato L. 30.000. all’individuazione e alla conseguente schedatura di più di 1200 testimonianze di decorazione esterna ad affre- Il volumetto, pubblicato in occasione dell’VIII cen- sco, ben più numerose delle 4-500 che inizialmente tenario della nascita di sant’Antonio di Padova, illustra erano state preventivate, come sottolinea Fernando i dipinti antoniani che si trovavano nel tempio Rigon nell’Introduzione, costringendo così a mutare e francescano di San Lorenzo a Vicenza e altri reperibili rivedere le dimensioni editoriali stesse del volume e a nel centro storico cittadino. L’iconografia di sant’An- ridurre in alcuni casi drasticamente l’estensione delle tonio, discepolo di san Francesco, è presentata nell’in- schede. Si è deciso perciò di dare la priorità alla teressante pubblicazione in tutti i suoi vari aspetti, pubblicazione completa del censimento, anche a costo contribuendo in qualche modo a fare chiarezza attorno di apparire solo un piano di indagine piuttosto che il alla figura di un Santo così tanto amato e venerato. frutto di una lunga e faticosa ricerca. Dal tema iconografico antico in cui i santi Antonio Come puntualizza la curatrice del libro, Alessandra e Francesco appaiono molto simili, ambedue sorreg- Pranovi, nella Presentazione, le indagini svolte hanno gendo la croce o il vangelo Ð dove comunque san confermato le diverse caratteristiche dei due principali Francesco si distingue per la presenza delle stimmate e centri urbani della provincia, Vicenza e Bassano, che, per la rada barba Ð, si passa, verso la fine del Trecento, pur essendo topograficamente vicini, hanno sviluppato alla raffigurazione del Santo padovano con il giglio, modalità culturali ed artistiche differenti. Infatti se d’ora in poi suo simbolo. Al di là del giglio, quasi Vicenza, che nel XV secolo si caratterizza come urbs onnipresente, sant’Antonio viene raffigurato in forme picta non molto diversamente dalle altre città del Veneto, e tipologie differenti: con l’abito vile cinto di corda a denonismo e a schemi tintoretteschi; ma l’ambiente va poi progressivamente perdendo questa peculiarità piedi nudi; con un cuore umano nella mano; con il viene vivificato in primis dalla presenza di Alessandro nei secoli successivi a causa della preponderante im- fuoco; con il libro. A partire dal Cinquecento, compare Varotari detto il Padovanino, che lascia in Friuli alcune portanza dell’architettura e della purezza del linguag- anche sant’Antonio in estatica contemplazione o in opere fondamentali proprio per la formazione del Carneo gio architettonico Ð a scapito quindi di interventi deco- dialogo affettuoso con Gesù Bambino, contribuendo, e per il rinnovamento di alcuni artisti locali, quali rativi ad affresco, giudicati superflui Ð, a Bassano come sottolinea padre Ludovico M. Bertazzo nel suo Giuseppe Cosattini, anch’egli importante per gli anni invece si assiste non solo fin dal XIV secolo ad una intervento, a rendere più vivace un’immagine altrimen- giovanili del pittore concordiense. é comunque inte- produzione pittorica ad affresco ben più prestigiosa di ti stanca e statica. Nell’Ottocento sant’Antonio viene ressante notare che nella seconda metà del Seicento la quella vicentina, grazie ai contatti con la pittura pado- raffigurato come promotore della distribuzione del personalità del Carneo è circondata solamente da pitto- vana del Guariento prima e dello Squarcione poi, ma pane ai poveri. ri locali di scarso interesse: l’unico evento degno di anche, in seguito, alla continua utilizzazione della Il catalogo comprende splendide opere di autori nota è la decorazione del soffitto della navata della decorazione esterna ad affresco quale elemento quali- prestigiosi attivi tra il XIV ed il XVIII secolo, quali Paolo chiesa del Carmine a Udine, dovuta a due pittori ficante per un tipo di architettura semplice e in molti Veneziano, Giulio Carpioni, Pietro Liberi, Antonio “foresti”, il lucchese Pietro Ricchi ed il quadraturista casi modesta. Zanchi, Antonio De’ Pieri, Antonio Arrigoni e Co- bolognese Pietro Antonio Torri. Per comprendere più chiaramente le differenti ten- stantino Pasqualotto. Le schede, ricche e precise, sono Ai saggi segue il catalogo delle opere presenti in denze dei due nuclei urbani, basti pensare che mentre accompagnate nell’ultima sezione del catalogo da mostra, riprodotte tutte a colori, comprendenti sia di- Vicenza nel ’500 è caratterizzata dall’opera archi- altrettante tavole a colori. pinti del Carneo (qualche dubbio sulla sua autografia tettonica del Palladio, Bassano è invece indissolubil- Maria Chiara Aguiari rimane per il Buon samaritano alla scheda 18) sia opere mente legata ai Da Ponte, che, con Jacopo, lasciano di artisti fondamentali per l’arte veneta del Seicento: anche nella decorazione murale degli esempi notevoli, Luca Giordano, Bernardo Strozzi, Domenico Fetti ed come gli affreschi di Casa dal Corno. altri. Chiude il volume l’utile raccolta di documenti Molte novità sono emerse anche per quanto riguarda Antonio Carneo nella pittura veneziana del Seicento, sulla vita e sulle opere dell’artista finora venuti alla la decorazione delle ville, dove si sono scoperti alcuni catalogo della mostra (Portogruaro, Palazzo Vescovile, luce, curata da Paolo Goi. dipinti inediti, come in Villa Thiene alla Ca’ Salbeghe 6 maggio - 6 agosto 1995), a cura di Caterina Furlan, Anna Pietropolli di Monticello Conte Otto o gli affreschi di Cosroe Dusi Milano, Electa, 1995, 4°, pp. 220, ill., L. 70.000. a Molvena, senza contare che molto spesso, come La bella mostra su Antonio Carneo tenutasi a scrive Alessandra Pranovi, non è stato possibile acce- Portogruaro nell’estate del 1995 è stata affiancata da un dere direttamente alle proprietà private per verificare Antonio Carneo (1637-1692), Atti della Giornata di catalogo che ben rispecchia la ricchezza e l’importanza l’esistenza di dipinti e che in questi casi non vi è quasi studio (26 marzo 1993), a cura di Giuseppe Bergamini dell’esposizione, sicuramente una delle più interessan- mai una bibliografia specifica che possa consentire di e Paolo Goi, Città di Portogruaro, 1995, 4°, pp. 161, ill., ti e scientificamente valide dello scorso anno. La prima sapere in anticipo dove e cosa cercare. s.i.p. idea della realizzazione di una mostra dedicata al Carneo La veste editoriale, ovviamente del tutto simile agli (nato a Concordia Sagittaria nel 1637 e morto a Porto- altri volumi della collana, comprende un apparato Questo volume dalla elegante veste grafica racco- gruaro nel 1692) venne all’Amministrazione Comuna- fotografico che è pari a circa il 30% di quello esistente. glie gli Atti della giornata di studio dedicata al pittore le di Portogruaro in occasione del terzo centenario della La scelta delle foto è caduta sugli esempi più rilevanti, concordiense Antonio Carneo, voluta dal Comune di morte dell’artista, ed è stata infine attuata nel ’95, dopo ma deve essere qui sottolineato che il resto del materia- Portogruaro per ricordare il terzo centenario della mor- che si era tenuta nel 1993 una Giornata di Studio le è comunque disponibile presso la Biblioteca te dell’artista, avvenuta a Portogruaro il 16 dicembre sull’artista e che l’interesse su di lui era finalmente Bertoliana di Vicenza. L’opera infine è completata da 1692, e che, come sottolineano i due curatori del libro parso tale da giustificare un’esposizione a lui dedicata. un’accurata bibliografia. Giuseppe Bergamini e Paolo Goi, è servita a fare il Il catalogo, curato con attenzione da Caterina Furlan, Anna Pietropolli punto della situazione sul pittore e ad aprire nuove offre, oltre ovviamente alle schede delle opere esposte, prospettive di studio. alcuni interessanti saggi: nel primo, dedicato alla Pittu- I contributi dei vari studiosi sono stati suddivisi in tre ra del Seicento a Venezia, Stefania Mason ripercorre le sezioni a seconda del loro contenuto: nelle parti dedica- vicende artistiche a Venezia nel corso del XVII secolo, te alla Storia e alla Cultura vengono infatti raggruppati necessarie per comprendere i riferimenti artistici del interventi che illustrano la situazione storica e culturale Carneo negli anni della sua formazione, avvenuta attor- nel Friuli del XVII secolo, tra i quali particolarmente no alla metà del ’600 e trascorsa presumibilmente in interessanti per la novità della prospettiva sono quelli di frequenti spostamenti da Portogruaro a Venezia, dove Gilberto Pressacco su Musica e pittura nell’opera di poteva trovare molteplici novità e occasioni di stimolo. Antonio Carneo e di Fabio Metz sulla Storia musicale Caterina Furlan ha invece tracciato il Profilo di di Portogruaro nel ’600. Ma è la sezione Arte quella Antonio Carneo, dove, dopo un’attenta rilettura della ovviamente più ricca, con contributi che vanno da un fortuna critica del pittore, ne ripercorre la carriera, Profilo di Antonio Carneo di Aldo Rizzi, che opera una risistemando la cronologia delle opere e mettendo risistemazione completa della vita e della produzione finalmente nella giusta luce l’importanza delle fonti a dell’artista, a quello sulla Committenza di Antonio stampa – soprattutto nordiche – all’interno della produ- Carneo di Giuseppe Maria Pilo, dedicato soprattutto ad zione del pittore, quali strumenti di continuo aggiorna- opere di soggetto profano e di devozione privata, com- mento artistico. pletato in parte dalle pagine di Giuseppe Bergamini su Giuseppe Bergamini dedica invece il suo saggio alla Da Bellunello al Carneo: quadri udinesi di committenza Pittura del Seicento in Friuli: allo scadere del Cinque- pubblica. Interessante è inoltre il contributo di Paolo cento e ai primi anni del secolo successivo vige una Goi su Carneo e Carneadi, che, oltre a rileggere criti- situazione stagnante rivolta ancora ad un tardo por- camente i numerosi dipinti più o meno validamente

17 attribuiti al Carneo negli ultimi decenni, cerca di isolare innumerevoli leggende sorte soprattutto in epoca me- alcuni pittori minori, che possono facilmente essere dievale: “La più nota vuole che l’arena sia opera del passati sotto il nome del Carneo, come Camillo Lorio demonio: un ricchissimo gentiluomo condannato a e Giacomo Carneo. morte, chiese ai giudici di avere a qualunque prezzo Chiude il libro la segnalazione di Daniele Pinni sul salva la vita: questi gli offrirono la grazia solo se avesse ritrovamento di un dipinto rappresentante il Suicidio di eretto l’Arena in una sola notte. Questi non si scorag- Catone al Museo Archeologico di Portogruaro, la cui giò, e stipulò un patto con Satana, al quale offrì l’anima attribuzione viene lasciata aperta per le cattive condi- in cambio dell’opera compiuta...” (p. 62). In base ad zioni in cui si trova, ma che comunque può ragionevol- un’altra leggenda, continua Nico Bolla, “non fu l’Are- mente porsi tra il Langetti ed il Carneo. na ad essere costruita a Verona, bensì Verona ad esser Anna Pietropolli costruita intorno all’Arena, eretta, vera cattedrale nel deserto, da una profuga di Troia...” (ib.). Si potrebbe continuare a lungo, ma non si farebbe altro che confer- mare quanto in profondità essa sia piantata nell’imma- L’immagine del Veneto. Luoghi e vita della città, a cura ginario dei veronesi. In tutti, indipendentemente dal- di Adriano Cornoldi, Padova, Cassa di Risparmio di l’estrazione sociale: e non solo per quanto riguarda gli Padova e Rovigo - Limena (PD), Signum Arte, 1995, 4°, spettacoli (o i supplizi: altra forma, purtroppo, di “spet- pp. 109, ill., s.i.p. tacolo”), ma anche, come provano documenti più vicini a noi, “esposizioni di animali esotici e di prodotti locali, L’obiettivo che si pone il volume è al contempo benedizioni di pontefici in visita, voli di mongolfiere, Luca Carlevarijs. Le Fabriche e Vedute di Venetia, ambizioso e affascinante: testimoniare, partendo da un gioco del pallone e della tombola, scalata di alberi della catalogo della mostra (Udine, Soprintendenza ai documento, un monumento, un dipinto, “gli aspetti più cuccagna...” (p. 68). Una fama maggiore di quella – BBAASS, 4 dicembre 1995 - 20 gennaio 1996), a cura di significativi che caratterizzano le città venete”. Minie- cambiando città – che ebbero, a Vicenza, monumenti Isabella Reale, Venezia, Marsilio, 1995, 4°, pp. 155, ra inesauribile di tale passato è ovviamente, in primis, non meno eccelsi come il Palazzo della Ragione, la ill., L. 40.000. la grande pittura veneta. La quale sovente presenta una Torre del Territorio, il Teatro Olimpico. I quali furono caratteristica assai particolare, osserva nel suo saggio il e sono bensì amatissimi dai propri cittadini, ma anche Il volume costituisce il catalogo della mostra che si curatore: quella di presentarsi come una sorta di feno- vissuti come momenti utopici appartenuti ad una cultu- è tenuta a Udine dal 4 dicembre 1995 al 20 gennaio meno filmico della realtà veneta, di emozionante ra aulica, lontana ancorché vitale. Non a caso, scrivono 1996, in collaborazione e con il patrocinio della Soprin- montage di luoghi e suggestioni differenti. “Un dipinto Guido Beltramini e Susanna Slossel, “Una Vicenza tendenza ai BBASS del Friuli Venezia Giulia. I due di Carpaccio conservato al museo di Avignone mostra all’antica, così come la immaginavano Palladio e i suoi saggi d’apertura Luca Carlevarijs, pittor nostro e ma- un paesaggio urbano fantastico, dove sono riconoscibi- committenti, sarà possibile solo fra le quinte dell’ulti- tematico e Le Venete magnificenze di Carlevarijs, li tuttavia il ponte di Castelvecchio a Verona, motivi di mo progetto palladiano: il teatro Olimpico” (p. 21). rispettivamente di Ennio Concina e Isabella Reale, mura e di torri che richiamano sicuramente Vicenza e Sileno Salvagnini presentano e chiariscono i contenuti e gli “intenti” forse Marostica, Soave e Montagnana e, su uno sperone dell’opera incisoria di Luca Carlevarijs, che apre e roccioso, il monastero dei Santi Vittore e Corona a indirizza la grande stagione del vedutismo veneziano. Feltre”. In tal modo, conclude Cornoldi, “vengono La serie delle Fabriche e Vedute, come sottolinea ricomposte in un unico mosaico tessere allusive delle L’immagine del Veneto. La rappresentazione della Ennio Concina, “...costituisce una rappresentazione ‘diversità urbane’ della terraferma veneta” (p. 9). È città, a cura di Adriano Cornoldi, Padova, Cassa di sistematica della veneta magnificenza rivolta anzitutto possibile naturalmente elencare molti altri artisti, da Risparmio di Padova e Rovigo - Limena (PD), Signum alla circolazione esterna del tutto coerente con la poli- Giorgione, a Bellini, a Tiziano, a Lotto, prosegue Arte, 1995, 4°, pp. 221, ill., s.i.p. tica della Repubblica Serenissima, ridotta ormai al l’autore. Tutti tesi a inventare spazi, a sperimentare ruolo di ‘piccola potenza’ e a maggior ragione quanto soluzioni, a disfrenare al massimo grado la fantasia. Si tratta di uno splendido volume, riccamente illu- mai attenta al configurarsi dell’opinione di sé presso gli C’è un perché, osserva Cornoldi: la pittura offre possi- strato, dove la rappresentazione della città viene affron- ambienti culturali”. bilità che l’architettura non può offrire, limitata com’è tata, in vari saggi, da diverse prospettive. Apre il Nel volume le vedute di edifici e luoghi della città da vincoli pratici. In altre parole, queste miscellanee di volume l’affascinante intervento di Adriano Cornoldi, seguono un rigoroso ordine per così dire “narrativo”, paesaggi e favolosi edifici mostrano, dell’architettura, che cerca di riportare alla luce la forma urbis delle città che parte dalle opere di architettura religiosa, seguite da “la dimensione utopica” (p. 12). attraverso l’accostamento di brani di letteratura e testi- quelle civili, per culminare in quelle private. In tal Leggendo il testo di Claudio Rebeschini sul Prato monianze dipinte. Ne esce un saggio interessantissimo. modo “...le Fabriche e le Vedute oltre che apparire un della Valle viene una certa malinconia nel pensare cosa Vengono descritti gli elementi sui quali la letteratura si elogio per immagini della Serenissima, si propongono avrebbe voluto Ð e potuto Ð essere questo mirabile sofferma nelle descrizioni delle città e confrontati con come una sorta di compendio storico dell’architettura intervento del grande illuminismo veneto, e non è stato. quelli tipici della rappresentazione per immagini, e veneziana...”, come suggerisce Ennio Concina. Andrea Memmo, che l’aveva concepito, anni dopo nell’ambito di quest’ultima vengono analizzate le di- Le centotre architetture veneziane disegnate dal ebbe a scrivere sconsolato: “...un’impresa per la quale verse tecniche di descrizione della città: l’affresco, la vero e incise all’acquaforte avevano quindi il “compi- rischiai il mio interesse, la mia fortuna, per la quale scultura e l’incisione. Queste considerazioni sono ac- to” di circuitare l’immagine delle “Venete magnificen- tante immense fatiche feci per ogni aspetto ed ebbi tanti compagnate da una vera e propria antologia di testi ed ze” architettoniche-urbanistiche di una città meta indi- disturbi e incomodi e tanti nemici sol perché sperai immagini. Il secondo intervento di Adriano Verdi ana- scussa del Grand Tour. D’altra parte lo stesso messag- sempre che potesse essere utile ai miei Padovani lizza i limiti delle città, i loro confini in un excursus gio affidato dal Carlevarijs ai posteri, nel frontespizio amatissimi...” (p. 38). storico che va dall’impero romano fino al primo Cin- dell’opera, è senza dubbio esplicito: “...rendere più Dire che Verona si identifica con l’Arena è come quecento. Emanuela Verger studia, nel suo breve sag- facile alla notizia de Paesi stranieri le Venete magnifi- dire che Roma è impensabile senza il Colosseo o Parigi gio, due aspetti caratteristici della realtà urbana: il cenze”. Questi i temi centrali trattati nell’intervento di senza la Tour Eiffel. Fatto tanto più vero se si pensa alle fiume e la piazza, mentre Gabriele Cappellato ci infor- Isabella Reale, ai quali si accompagnano precise indi- ma sulle diverse tecniche e forme di rappresentazione cazioni tecnico-scientifiche sull’arte incisoria di Luca delle città venete. Molto interessante il saggio di Carlevarijs che non mancano di considerare le varie Mariaromana Quendolo e Amelia Trevelani: le due edizioni e stati delle Fabriche e Vedute di Venezia. studiose affrontano l’argomento della diffusione del- Il catalogo presenta la seconda edizione delle l’immagine delle città venete per mezzo di vedute o Fabriche e Vedute di Venezia che si compone di piante a stampa sugli atlanti editi in Europa tra il XVI e centouno tavole numerate progressivamente in basso a il XVIII secolo. Le immagini delle città escono così dai destra. Tutte le incisioni sono all’acquaforte e recano la confini nazionali e contribuiscono a costruire alcuni firma dell’autore in basso a destra: “Luca Carlevarijs stereotipi relativi alle città venete: Venezia marciana, del et inc”. Verona romana e Padova antenorea. Conclude il volu- Maria Chiara Aguiari me il saggio di Franca Pivetta che attraverso le imma- gini della città ne segue le trasformazioni, i mutamenti. Ogni saggio è affiancato da una ricchissima appendice iconografica; le illustrazioni sono tutte accompagnate GIORGIO MIES, Arte e artisti di Cappella Maggiore, da schede che in molti casi diventano dei veri e propri Cappella Maggiore (TV), Comune, 1995, 8°, pp. 108, piccoli saggi. Il volume è scritto, illustrato e organizza- ill., s.i.p. to per poter raggiungere un vasto pubblico ed ha il grande merito di contribuire alla conoscenza di quegli Il volume si presenta suddiviso in due sezioni, di cui elementi che hanno concorso a formare l’immagine la prima rappresenta il catalogo dei luoghi più signifi- delle città del Veneto. cativi, dal punto di vista artistico, del Comune di Luca Parisato Cappella Maggiore, in provincia di Treviso. La secon-

18 da sezione, invece, è costituita dalle notizie principali Treviso. Attraverso questi dipinti, Danilo Gasparini, riguardanti alcuni artisti che sono nati e vissuti a Cap- autore del saggio di apertura, può “leggere” una città pella Maggiore. caratterizzata da piazze deserte, vie solitarie e poche L’opera ha inizio con la storia della Parrocchiale di barche che stancamente risalgono il Sile, evidenziando, Cappella Maggiore, la cui costruzione ebbe termine il nel pieno del Settecento, un irreversibile declino eco- 22 luglio 1494, come si deduce da una lapide murata nomico. Spetta a Eugenio Manzato tracciare un profilo sulla parete della navata destra. In origine, stando a artistico di Coghetto; veniamo così a conoscenza di un quanto si evince dai documenti antichi, le chiese pote- suo alunnato presso lo Zompini, di cui già aveva scritto vano essere due: una dedicata a S. Maria Maddalena ed il Federici nelle sue Memorie trevigiane, informandoci una a S. Tiziano. Successivamente venne consacrata anche di un suo prematuro abbandono della pittura per una chiesa intitolata ad entrambi i santi, dalla quale è intraprendere la carriera ecclesiastica. derivata l’attuale parrocchiale. In essa si trovano diver- Il pittore utilizza per le sue vedute la camera ottica, se opere d’arte, tra le quali spiccano una statua in legno realizzando così delle vedute minuziose, con un punto policromo raffigurante una Madonna col Bambino in di vista rialzato, caratteristiche queste che rimandano trono di autore ignoto, una pala d’altare barocca in alla conoscenza del Canaletto. Lucio Bonora ha il legno dorato suddivisa in tre nicchie con una statua merito di fare un po’ di luce sulla biografia dell’artista della Madonna col Bambino affiancata da S. Maria grazie ad una approfondita ricerca sulle fonti documen- Maddalena e da S. Tiziano, pala attribuibile ad Antonio tarie. Chiude il volume un contributo di Carlo Alberto Pigatti; vi sono poi vari affreschi, tra cui ad esempio I Zotti Minici sull’uso della camera ottica. Le sette Silvestro a Venezia). Tra i calamai, di grande effetto quattro Evangelisti sulle pareti della navata centrale, vedute di cui si compone la mostra dedicata a Medoro quello a sarcofago di Giuseppe Brusa (attivo a Milano La Trasfigurazione e Il sacrificio di Abramo sul soffit- Coghetto sono state acquistate dall’Amministrazione tra il 1820 e il 1876), che ben rappresenta un certo gusto to, attribuibili a Demetrio Alpago (1870-1908). Il volu- comunale di Treviso nel 1951. per l’antico presente nelle tendenze decorative del me prosegue con un breve catalogo di altre opere Luca Parisato primo Ottocento. Ma la palma dell’originalità spetta custodite nella parrocchiale. certamente all’insolita coppa costituita da un guscio di Si parla poi dell’Oratorio di S. Francesco d’Assisi in noce di cocco legato, con gusto di ispirazione fiammin- Borgo Villa, abbellito con opere moderne; della Chiesa Argenti veneti del ’700 e ’800. Dalla Repubblica Sere- ga e germanica, da una decorativa struttura in argento, della Santissima Trinità, di origini altomedievali, nella nissima al Regno Lombardo Veneto, catalogo della opera del padovano Antonio Montin. quale di trovano un grande affresco rappresentante mostra (Padova, Pedrocchi, 16 dicembre 1995 - 3 Marco Bevilacqua L’Ultima Cena risalente al primo Trecento ed un ciclo marzo 1996), a cura di Franca Pellegrini, Padova, La di affreschi quattrocenteschi che costituisce uno degli Garangola, 1995, 8°, pp. 119, ill., s.i.p. esempi più interessanti delle cosiddette Bibbie dei Poveri, incentrate sul tema cristologico; della Parroc- Questo volume costituisce il catalogo di uno dei più Astolfo de Maria 1891-1946, catalogo della mostra chiale di S. Vito di Anzano, la cui costruzione nella recenti e apprezzati appuntamenti espositivi del Piano (Venezia, Palazzo Fortuny, 23 marzo - 19 maggio forma attuale venne terminata nel 1787, che conserva Nobile del Caffé Pedrocchi di Padova. Le splendide 1996), a cura di Giuseppina Dal Canton, Milano, Electa, diverse opere pregevoli, tra le quali la più nota è la pala sale dell’edificio jappelliano hanno ospitato questa 1996, 8°, pp. 126, ill., L. 60.000. con la Madonna col Bambino in gloria e i SS. Vito, volta un affascinante excursus nel mondo dell’argente- Rocco, Sebastiano e Tiziano di Francesco Pagani da ria da tavola e da decoro che i Musei Civici e l’Asses- La mostra di Astolfo de Maria, figlio del più noto Milano, morto dopo il 1552; dell’Oratorio di S. sorato alla Cultura del Comune di Padova hanno alle- Mario de Maria (Marius Pictor), apre uno squarcio su Apollonia in Borgo S. Apollonia, costruito agli inizi del stito selezionando tra centinaia di rari manufatti del un ambito poco conosciuto della pittura veneziana tra ’700; infine dell’Oratorio della Madonna delle Grazie, Settecento e dell’Ottocento, di produzione veneta. le due guerre che si è mossa tra “Realismo magico” e che custodiva fino a qualche decennio fa un’icona con Il testo si apre con il contributo di Franca Pellegrini “Nuova oggettività” tedesca. La pittura di Astolfo de la Madonna col Bambino, dipinta con tutta la probabi- Ð curatrice della mostra Ð che ricostruisce opportuna- Maria si forma entro una cultura raffinata e aristocrati- lità nella prima metà del XVII secolo, ora spostata in mente, sia pure con la necessaria concisione, le vicende ca, vicina all’ambiente dannunziano, fra tardo simboli- luogo più sicuro. storiche della produzione nel Veneto di manufatti in smo e secessionismo (che guarda più a Monaco che a Nella seconda sezione del volume l’autore ci pone a argento, produzione che nacque e si sviluppò a Venezia Vienna): basta vedere due dipinti estremamente sofisti- conoscenza delle vicende biografiche degli artisti di grazie all’attivita di artigiani orefici iscritti alla Scuola cati come Allegoria erotica del 1917 e Dogaressa del Cappella Maggiore e delle opere da loro realizzate nel dei Oresi, la cui origine risale al X secolo e la cui attività 1917-19, entrambi conservati al Vittoriale degli Italia- corso degli anni. Essi sono: Erminio Soldera (1874- si concluse nel 1806, quando furono soppresse le Cor- ni. Il pittore ha fatto parte dell’ala più “moderata” delle 1955), Luigi Cillo (1920-), Giuseppe Garbellotto (1896- porazioni d’arti e mestieri. La loro produzione era mostre di Ca’ Pesaro vicina a Guido Cadorin, condivi- 1925), Antonio Furlan (1913-1980), Mario Dal Fabbro caratterizzata dall’apposizione sull’oggetto di un bollo dendo non pochi tratti artistici e culturali con Bortolo (1913-1990). Segue la bibliografia. (detto anche punzone) che doveva recare il simbolo Sacchi, Dino Martens e Cagnaccio di San Pietro: da Barbara Giaccaglia dell’insegna della bottega e quello dell’orefice che quelli ideativi e stilistici a quelli più legati al mestiere l’aveva eseguito. Successivamente, l’oggetto doveva in senso “artigiano” e fabbrile (si pensi alle ricerche essere sottoposto Ð presso la Zecca Ð al controllo sulle tecniche pittoriche antiche). De Maria ha ufficiale di due “sazadori” o “toccadori”, che dovevano coadiuvato Cadorin nelle decorazioni pittoriche delle Medoro Coghetto (1707-1793) un vedutista trevigiano ° garantire sulla bontà della lega utilizzata e quindi, in chiese parrocchiali della Marca trevigiana di Col San alla camera ottica, Treviso, Canova, 1995, 8 , pp. 55, caso di esame positivo, apporre a loro volta un bollo di Martino nel 1921 (assieme a Sacchi) e di Moriago della ill., L. 15.000. garanzia. Un altro capitoletto – “Considerazioni su Battaglia nel 1925, sicuramente due tra gli episodi più Il volume vuole testimoniare l’attività di un pittore alcune opere del Tesoro della Cattedrale di Padova”, di rilevanti di arte religiosa degli anni Venti. trevisano poco conosciuto, Medoro Coghetto, che nella Piero Pazzi – è riservato a uno dei più importanti nuclei De Maria guarda sempre ad un realismo nordico sua breve attività pittorica ha lasciato delle interessanti di oreficeria sacra del Veneto. piuttosto secco che negli anni Trenta verrà “stemperato prove di vedute che hanno come soggetto la città di Nella vera e propria sezione del catalogo, ottanta da un certo edonismo”, anche se la sua pittura sarà sono i manufatti presentati in sintetiche schede corre- spesso caratterizzata da un “iperrealismo oltranzista, date di fotografie; alcuni sono autentici gioielli, altri di sul punto di trapassare nell’esatto suo contrario” – non eccelso valore artistico, ma comunque rappresen- come scrive giustamente la Dal Canton Ð e che a mio tativi di un’epoca. Si tratta di piatti, candelieri, calamai, avviso tende verso una visione allucinata del mondo. teiere, zuppiere, posateria, vassoi provenienti da case Ciò accade soprattutto nei ritratti: si vedano quelli nobili e alto-borghesi e oggi di proprietà dei Musei dedicati a D’Annunzio (che la curatrice propone di Civici d’arte medievale e moderna di Padova e di datare 1921-22), al Signor Cesati di Brescia (1931) o collezionisti privati. Il pezzo forte è sicuramente una alla Signora Baggio (1942). Ma anche nei paesaggi spilla di Antonio Cortellazzo, che raffigura, con una troviamo la stessa tendenza: si vedano Campo Bandie- raffinata incisione a cesello e bulino, il mito di Anfitrite. ra e Moro (1932) e In attesa di padroni (Villa Veneta) Altro oggetto importante è un vassoio attribuito ad (1935), tra i cui antefatti non vedrei tanto l’enigmaticità Anzolo Scarabello (o comunque alla sua bottega), il più delle Ville romane dechirichiane Ð come propone la famoso e apprezzato argentiere veneto dell’ultima età curatrice – ma appunto l’allucinarsi stesso della visione barocca, autore, tra l’altro, di un consistente numero di in una pittura di diretta ascendenza tedesca, affine a opere del Tesoro della Cattedrale di Padova. Allievo certi esterni di Bortolo Sacchi. Questa perfetta lucidità, dello Scarabello fu Sante Benato – che operò a Padova nella sua assoluta freddezza, è del tutto estranea a tra il 1780 e il 1816 –, presente all’esposizione con un qualsivoglia matrice espressionista; semmai de Maria originale versatoio, prezioso anche dato l’esiguo nu- si avvicina in Duello all’alba (1942) e in Favola (1944) mero di opere del Benato ancora visibili (una di queste a una dura e surreale rarefazione narrativa, con venature è un grande ostensorio custodito nella chiesa di san naïve e persino magrittiane (come opportunamente

19 e che oggi, con la pubblicità applicata ai satelliti, 27; La Forza e gli Eroi, bronzo del 1934; Morte di conferma le proprie intenzioni”. Saffo, gesso patinato del 1936 ca.; Il pittore Della Ma se “la cosa più affascinante dell’Aeropittura è Torre, bronzo del 1943 ca.; Deposizione, gesso patinato che in essa non esistono regole, grammatica o sintassi del 1944; Atmosfera di una testa, disegno del 1943-44. pittorica: per ciò che riguarda la forma ognuno è libero Del tutto inedito è il ritratto di Cavour, una piccola di cercare di esprimersi in base alle proprie esperienze terracotta del 1908 ca., forse la vera sorpresa di questa ed emozioni” (Rebeschini), è anche vero d’altro canto esposizione, che mostra benissimo il perspicace rap- che tutto ciò deve restare entro i limiti della pittura, porto del giovane Martini con la scultura soprattutto senza “rompere le regole dell’arte”, come scrive Crali. veneta tardo ottocentesca e d’inizio del nostro secolo. Che questo possa costituire un limite o un pregio è Veramente notevole per qualità plastica è il bronzo questione che qui non è possibile analizzare e valutare. Amanti del 1941-42, strettamente imparentato con un é il caso invece di ricordare come sia stato Marinetti in capolavoro del grande artista trevigiano come L’am- persona a suggerire a Crali di scrivere un libro plesso, un marmo del 1941. Amanti è una scultura che sull’Aeropittura futurista probabilmente già nei primi viene esposta per la prima volta, seppure già pubblicata anni Trenta, e come l’artista abbia discusso e redatto da Guido Perocco nel suo Catalogo delle sculture e assieme all’inventore del Futurismo due manifesti: nel delle ceramiche di Arturo Martini, edito da Neri Pozza 1942 il “Manifesto dell’illusionismo plastico” e nel nel 1966. Una terza scultura affatto inedita è Amazzone, 1944 “Parole musicali - Alfabeto in libertà”. terracotta del 1944 ca., che presenta un carattere più Il volumetto di Crali ha tutta l’eleganza del reprint sperimentale: una ricerca di morfemi plastici e di piani anche nelle scelte tipo-grafico-impaginative, sobria- giustapposti, soprattutto nella veduta posteriore, cui mente futuriste, e sembra quasi l’adempimento di un’an- non nuoce una certa incompiutezza. segnala la Dal Canton), su ciò varrebbe la pena di tica promessa che è insieme uno sguardo retrospettivo Ma un aspetto interessante dell’operazione espositiva indagare ulteriormente, dato che tale caratteristica ap- sull’Aeropittura futurista e la testimonianza di una consiste nel fatto che alle opere di Martini è stato pare come una polarità della pittura dell’artista. propria linea coerente di sviluppo pittorico dal 1929 ad affiancato un omaggio al grande scultore, identificando Il catalogo di questa mostra, a cinquant’anni dall’ul- oggi. alcune “sintonie” tra la sua opera e quella di artisti tima personale veneziana di Astolfo de Maria, si segna- Giorgio Nonveiller d’oggi, giovani e meno giovani. Con impostazioni e la per la scelta delle opere Ð ristretta ma significativa Ð risultati diversi Mirella Bentivoglio, Bruno Conte, e per l’attenta ricostruzione delle circostanze delle Michael Burke, Anna Torelli e Mino Trafeli producono committenze nonché dei contesti storici e artistici dei una serie di opere che prendono spunto dal famoso dipinti e dei disegni esposti, individuandone acutamen- Arturo Martini. Opere edite e inedite 1908-1944 e “libro muto” di Martini: Contemplazioni (edito a Faenza te le ascendenze culturali e stilistiche, costituendo per Sintonie: omaggio a Martini, Alimonti, Bentivoglio, nel 1918), antesignano di tanti successivi “libri d’arti- merito di Giuseppina Dal Canton un’utile premessa a Burke, Conte, Dituri, Frare, Meo, Torelli, Trafeli, sta”. Alessandra Alimonti, Giancarla Frare e Gisella ulteriori approfondimenti di talune vicende pittoriche catalogo della mostra (Bassano del Grappa, Galleria Meo producono opere che traggono ispirazione dalla veneziane tra gli anni Venti e gli anni Quaranta, tuttora Dieda, 27 gennaio - 10 marzo 1996) a cura di Nico Fontana ideata da Martini per Anticoli Corrado nel non molto frequentate dalla storiografia artistica con- Stringa, con uno scritto di Enrico Crispolti e testimo- 1926, mentre invece Frank Dituri prende spunto dal temporanea. nianze di Antonio Muzi e Luciano Gaspari, Milano, Monumento ai Pionieri di Worcester. L’intento è quel- Giorgio Nonveiller Electa, 1996, 8°, pp. 79, ill., s.i.p. lo di registrare la più recente “irradiazione martiniana” (che Stringa identifica con una terza fase, tra gli anni Una mostra di Arturo Martini quando è intelligente- ’70 e ’90) mediante una problematica che solo margi- mente condotta, come è il caso dell’esposizione e del nalmente può avere a che fare con la critica, in una ri- CRALI FUTURISTA, Aeropittura futurista (plastica catalogo curati da Nico Stringa per conto della nuova valutazione diretta che va da Martini agli artisti d’oggi. spaziale), con una post-fazione di Claudio Rebeschini, Galleria Dieda di Bassano del Grappa (VI), fornisce Padova, Signum Arte, 1996, 16°, pp. 110, ill., L. sempre – al di là di una certa reperibilità occasionale Giorgio Nonveiller 30.000. delle opere – qualche spunto per l’approfondimento del complesso pensiero scultoreo dell’artista. Le singole é curioso che un artista come Tullio Crali (nato in opere presentate, legate ad alcune riscoperte grazie alla Dalmazia nel 1910), tuttora operante, concluda e dia magnanimità di qualche collezionista, hanno dato luo- Fernando De Filippi. L’enigma metafisico, catalogo alle stampe un volume di teoria e poetica di Aeropittura go al chiarimento di talune circostanze creative e di della mostra (Verona, Palazzo Forti, novembre 1995 - futurista, quasi sessantasette anni dopo il primo mani- gravitazione di idee martiniane sia riferibili a opere gennaio 1996), a cura di Giorgio Cortenova ed Enrico festo di quel movimento, pubblicato il 22 settembre Crispolti, con contributi dei curatori e di Antonio note, sia riferibili a quelle poco o per nulla conosciute. ° 1929 sulla “Gazzetta del Popolo” di Torino, firmato da Si tratta in tutto di 24 opere tra scultute, terraglie, d’Avossa, Milano, Fabbri, 1995, 4 , pp. 160, ill., s.i.p. Balla, Benedetta, Depero, Dottori, Fillia, Marinetti, disegni e opere grafiche dal 1908 al 1944, coprendo in “Più che classico, in realtà l’accento evocativo [in Prampolini, Somenzi e Tato, evidentemente nel dupli- una sorta di breve spaccato quasi tutta la carriera di ce intento di dare una testimonianza personale e di fare De Filippi] appare nostalgicamente neoclassico. Ma Martini, mostrando alcuni momenti del suo travaglio De Filippi... non crede ad una possibile restituzione, ad il punto sul nucleo ideologico-poetico della propria artistico e teorico. ispirazione pittorica. Crali comincia infatti a esporre a un’anabasi sentimentale anacronistica. Gli preme so- Gioverà subito ricordare alcune delle opere più Gorizia nel ’29 con una pittura che trova i suoi riferi- prattutto la restituzione di una possibile lirica della importanti presenti nell’esposizione e nel catalogo: menti in Balla, Boccioni e Prampolini, partecipando memoria, che non è di eventi ma di qualità di pensie- Icaro, terraglia del 1910; Paesaggio-Uragano, regolarmente dal ’31 alle mostre di Aeropittura futu- ro...” (p. 18). Per chi non conosca l’ultima produzione cheramografia del 1913; Testa di Fanciulla, disegno rista, acquisendo via via declinazioni più personali, del pittore leccese Ð ma da molti anni ormai milanese del 1920; Formella per il Monumento ai Pionieri di effettivamente legate a esperienze di volo a partire dal d’adozione – queste parole di Enrico Crispolti paiono Worcester, gesso del 1925; Orfeo, terracotta del 1926- 1928 (nel Campo d’aviazione di Gorizia). In pittura, illuminanti. Le oltre duecento opere presenti a Verona come scrive Crali, “non è tanto il soggetto aeronautico dicono infatti questo: un uso continuo e quasi ossessivo che interessa quanto ‘la vita dell’uomo nello spazio’ di motivi architettonici classici come timpani, archi, [...]: è l’incontro dell’uomo col cosmo che attira la lunette, edicole, serliane e via discorrendo, ritagliati su nostra attenzione”. Tale incontro si apre al “meravi- tele sagomate, talvolta Ð ad esempio, Il tempio abitato, glioso”, “di fronte alla grande incognita dell’Infinito”, 1986 Ð culminanti in vere e proprie istallazioni. Sareb- cioè uno stato di “costante mobilità” dove i riferimenti be facile ricorrere ad uno stereotipato genius loci: De fissi legati alla terra si alterano notevolmente suggeren- Filippi, meridionale, per ciò stesso avvertirebbe influs- do uno spazio mobile e fluttuante dove il boccioniano si provenienti da un lontano tempo greco. In realtà, dinamismo e la conmpenetrazione dei piani e degli come ben avverte Crispolti, più che l’idea di classico in oggetti debbono includere, attraverso la sintesi plasti- De Filippi alita la nostalgia di quello: e dunque, un co-pittorica, anche le “alterazioni emotive e sensitive” approccio al medesimo che assume i contorni del legate alla velocità (elemento su cui aveva insistito rimpianto neoclassico. O, se si preferisce, manieristico, Marinetti). attribuendo all’aggettivo il senso vitale che gli davano Negli anni 1929-30 Crali tende a individuare “alme- storici dell’arte come Dvorák e Hauser, vale a dire no quattro tendenze con relative varianti e trasforma- l’impiego labirintico di linguaggi che il tempo ha zioni” nelle avanguardie artistiche, di cui la quarta mutato di senso, e che l’autore in un sovrumano ma sarebbe “una tendenza dinamica che dal Futurismo altresì inane sforzo tenta di ripristinare. Più che a investe l’orfismo e l’estetica della macchina per giun- monumenti della Magna Grecia dunque, o di Roma, le gere all’Aeropittura e puntare verso un’arte orbitale da architetture dipinte di De Filippi evocano una Francia me preannunciata – scrive l’artista – vent’anni or sono al suo declino nei modelli del Petit Trianon, e quindi di

20 un’epoca ancora una volta neoclassica; o ancora, gli Remo Wolf è forse il maggiore xilografo italiano, il suo Segni e sogni. Pensieri e disegni di Toni Benetton, a improbabili spazi di un tempo esso pure al tramonto, segno espressionista sembra scavare nel legno tratte- cura di Marina Cabianca, Mogliano Veneto (TV), Han- quello degli encausti del quarto stile pompeiano. nendo a stento una violenza espressiva che riflette gar Edizioni, 1995, pp. 56, ill., L. 18.000. Quanto all’evoluzione stilistica, Crispolti individua un’intransigenza morale, un bisogno di denuncia, che tre fasi fondamentali nella produzione di De Filippi. La sono propri di questo grande artista. Le sue opere sono Presentando, sul finire dell’anno scorso, questo li- prima è quella della “preistoria”, dei primi anni che il di forte impatto visivo, suscitano emozioni e riflessio- bro del vecchio amico alla Libreria Canova di Treviso, pittore trascorre a Milano. Negli anni Sessanta, la ni. Da segnalare, infine, il saggio di Giorgio Trentin, stigmatizzava una delle caratteristi- metropoli lombarda suggerisce al giovane leccese “i che tratteggia con notevole efficacia la personalità che principali dell’indole dello scultore, recentemente modi di un aggrovigliato organicismo postinformale, artistica di Tramontin e Wolf. scomparso, vale a dire la continuità fra il suo operare e fondato sul ‘relazionismo’ da pochissimo pronunciato, Luca Parisato l’innocenza, la spontaneità dei bambini. Vicinanza e in breve consumato, di Romagnoni, come di Aricò, e peraltro dichiarata dallo stesso artista, che in uno di di Vaglieri...” (p. 11). Un secondo momento, intorno questi “pensieri”, prossimi alla confessione di tipo alla metà dello stesso decennio, vede De Filippi orga- lirico, scrive: “Ho osservato i movimenti / dei bambini, nizzare immagini “entro riquadrature paratatticamente Le immagini della fantasia. 13a Mostra Internazionale i loro giochi / con i cerchi e ne ho trattop delle compo- connesse, quale evidente sistema di articolazione strut- d’Illustrazione per l’infanzia, catalogo della mostra sizioni / equilibrate, ma anche vivaci, / in cui appaiono turale costituito, dunque, in filtro figurale organizzato, (Sàrmede, Palazzo Municipale, 4 novembre - 17 di- palloncini / o bolle di sapone”. Tuttavia l’aspetto del- d’una dimensione di memoria” (p. 12). È in questa fase cembre 1995 - Treviso, Casa dei Carraresi, 20 gennaio l’infanzia, ludico, non è assimilabile alla naiveté, al che si possono notare motivi palindromi, inversioni di - 25 febbraio 1996), Sàrmede (TV), Comune - Provincia primitivismo di maniera che talvolta ostentano artisti senso che contribuiscono a rendere intellettualmente di Treviso, 1995, 4°, pp. 207, ill., s.i.p. scaltri o che si ritengono tali, ma ha motivazioni più più complesso il ricorso alla memoria di de Filippi. Alla profondamente autentiche. Si può percepire questo fine degli anni Sessanta, infine, comincia un terzo La Mostra Internazionale dell’Illustrazione per l’in- leggendo qualche altra lirica di commento alle imma- periodo, che prosegue sostanzialmente fino ai nostri fanzia di Sàrmede, giunta alla sua tredicesima edizione, gini: “Mi piace, col bronzo / ritrarre i bambini, / perché giorni, dove il pittore affina quanto di sperimentale ha saputo coniugare anche nel 1995 un impegno cultu- non è nella loro / natura nascondere / la verità”. E ancora aveva eseguito in precedenza, facendo sì che il riscon- rale, divenuto ormai di importanza internazionale, con “Per fare un ritratto devo / prima giocare, parlare, tro memoriale s’avvicini “sempre più oggettivato, ad l’interesse e la grande partecipazione del pubblico e dei diventare coetaneo / del bambino. / È solo così che occasioni di carattere esplicitamente politico civile” mezzi d’informazione. Come tradizione, sono conve- perde le / difesa e diventa trasparente”. Il desiderio di (ib.). Chiudiamo osservando, con d’Avossa, come que- nuti nel piccolo paese trevigiano i migliori artisti mon- sincerità si riflette anche sulla tecnica usata; in questo sto cammino di De Filippi rievochi l’illuminismo set- diali, che hanno esposto le loro opere dedicate alle più senso, quanto dice a proposito dell’acquerello illumina tecentesco; rivissuto, modernamente, perseguendo da belle favole tradizionali del mondo. Il catalogo, come di luce nuova la sua produzione scultorea: “Mi diverto un lato “la non separazione tra i generi intesi tradizio- sempre, è l’occasione per poter ammirare la loro produ- ad usare / gli acquerelli. / Non ho mai usato / altri colori. nalmente come separati ma confinanti territorialmente; zione anche dopo la conclusione della manifestazione. Traccio il disegno con / la penna che poi sparisce / con dall’altro l’idea [...] di una fine dei generi e di una loro l’acqua”. In effetti quello che colpisce di questi acque- inevitabile fusione sul piano teorico” (p. 21). relli è una certa consonanza con la leggerezza di opere in ferro o acciaio realizzate dallo stesso. Si pensi alla Sileno Salvagnini Grande sfera: possente, stagliantesi nello spazio quale figlia di un moderno Vulcano, ma al medesimo tempo eterea, evocante l’arabesco, la misura mentale più che 4aBiennale di incisione Alberto Martini, catalogo della il prodotto di un plastikos. Perciò, ci sia concesso di mostra (Oderzo, Palazzo Foscolo, 24 marzo - 19 mag- avvertire consonanze, benché ne sia stato grande allie- gio 1996), a cura di Roberto Costella e Aldo Segatto, vo, più che con l’Arturo Martini che sosteneva “Anche solo stringendo la creta uno scultore autentico può fare Oderzo (TV), Comune, 1996, 8°, pp. 192, ill., s.i.p. scultura”, con un grande pittore come Birolli, per il La Biennale dell’incisione “Alberto Martini”, giun- quale il segno della matita all’inizio era come “un seme ta alla sua quarta edizione, si è ormai guadagnata amorfo, incorrotto, presagio di forme non ancora siste- un’importante spazio nell’ambito delle manifestazioni mate nell’iconografia della natura”. Parole che sembra- italiane dedicate all’arte dell’incisione. Con quest’ulti- no ritornare in quest’altro pensiero di Benetton: “Al- ma edizione Oderzo diventa sicuramente un punto di l’origine c’è sempre / un’immagine che mi / colpisce e riferimento culturale per quanti amano questa antica che cerco / di fissare con pochi segni, / veloci ed arte. Il catalogo della mostra bene documenta l’impor- essenziali. / In questo modo ricordo / più tardi tutte le tanza assunta da questa manifestazione, sono infatti sfumature / di colore, di forma, / di movimento”. riprodotte gran parte delle duecentocinquanta opere dei Sileno Salvagnini maggiori maestri contemporanei esposte a Palazzo Foscolo, sede dell’esposizione. Ne emerge un panora- ma artistico estremamente vario e valido. Vengono presentati 40 artisti italiani che, come scrive Raffaele UMBERTO F RANZOI, Itinerari segreti nel Palazzo Ducale Costa nel suo saggio, si potrebbero dividere in due di Venezia, Treviso, Canova, 19952, 4°, pp. 269, ill., L. grandi gruppi: “quelli che sono più sensibili ai fatti del 55.000. quotidiano e quelli che vi rinunciano per amore della indistinta vaghezza di un’emozione lirica fine a se Giunto alla seconda edizione, questo volume Ð che stessa”. L’internazionalità della Biennale opitergina è Accanto alle belle riproduzioni a colori di tutti i mate- ha visto la luce per la prima volta nel 1983 Ð illustra dimostrata dalla presenza di 15 maestri incisori della riali esposti in mostra, il volume contiene anche le dettagliatamente i cosiddetti “itinerari segreti” del Pa- Repubblica ceca scelti da Jirí Machalicky, direttore schede biografiche degli artisti che hanno preso parte lazzo Ducale di Venezia. Con questa definizione si della Galleria Nazionale di Praga, che li introduce con alla manifestazione e che hanno saputo arricchire le intende una numerosa serie di spazi non compresi nel un ottimo saggio dal quale emergono le forti “mesco- “immagini della fantasia” di “innumerevoli idiomi con normale percorso museale, più “aulico”, ripristinati lanze” culturali che da sempre hanno caratterizzato tutta la loro ricchezza”, dando dignità e interesse – negli anni scorsi dopo un lungo periodo in cui erano quell’area geografica. scrive la critica d’arte Judita Krivec Dragan nella sua stati purtroppo completamente dimenticati. Questi per- La Biennale, dopo aver organizzato nelle precedenti bella introduzione – a quegli “accattivanti dettagli corsi consentono al visitatore di accostarsi ad un’altra rassegne delle retrospettive dedicate a Giovanni Viviani, racchiusi nell’irripetibile individualità di popoli, cultu- parte della vita pubblica veneziana, meno “ufficiale” di Giovanni Barbisan, Neri Pozza, Lino Bianchi Barriviera, re e persone, senza la quale anche l’idea più seria di quella espressa per esempio dalla Sala del Consiglio dei e delle personali di Mario Calandri, Enzo Faraoni, questo mondo perderebbe ogni fascino”. X o dalla Porta della Carta, ma non per questo meno Gianfranco Ferroni, Walter Piacesi, Armando Pizzinato, Gli eroi immortali dell’infanzia rivivono nei colori e vitale per il buon funzionamento della Repubblica. Luigi Spacal e Giuseppe Zigania, quest’anno rende nei tratti di questi artisti, che, utilizzando le tecniche più In questi spazi avevano luogo svariate attività con- omaggio a due grandi artisti: Virgilio Tramontin e diverse (acquerello, tempera, collage, acrilico, china, nesse con la vita politico-giudiziaria di Venezia, molte Remo Wolf. Tramontin, nato a San Vito al Tagliamento pastello, guache), hanno trasferito su tela o su cartonci- delle quali estremamente delicate: si andava dall’Uffi- nel 1908, è un poeta dell’acquaforte e sicuramente fra no il loro mondo immaginario. Un’attenzione partico- cio del Savio alla Scrittura, a cui facevano capo tutta i maggiori esponenti italiani di questa tecnica incisoria. lare è stata riservata anche in questa edizione della l’amministrazione e la giustizia militare, agli Uffici di Le sue opere sono estremamente raffinate, riproducono mostra e del catalogo agli autori provenienti dall’Oriente, Cancelleria, presieduti da un Cancellier Grande, quasi principalmente le atmosfere della campagna veneta e in particolare da Cina, Iran e Ucraina. Tra i tanti nomi, un moderno archivio generale dove si preparavano, friulana, nelle sue incisioni emerge il senso della me- va segnalato quello del cinese Feng Jiannan, cui Sàrmede rubricavano e archiviavano gli atti pubblici e quelli moria, la nostalgia, l’esigenza di tramandare gli umori, ha dedicato anche una personale che attesta il suo interni delle Magistrature della Repubblica. Sicura- le suggestioni di un paesaggio che viene continuamente valore internazionale. mente più importante rispetto al settore della Cancelle- aggredito dalla civiltà senza memoria del consumismo. Marco Bevilacqua ria fu Ð come sottolinea Umberto Franzoi, autore del

21 La regione viene geograficamente suddivisa secon- lavori di ristrutturazione e di restauro. Nel volume sono do tre itinerari, illustrati da piantine essenziali: Venezia successivamente ricordate le vicende che portarono e il Veneto nord-orientale nel primo, Padova e il alla formazione delle raccolte artistiche del Museo Veneto centro-meridionale nel secondo, Verona e il Civico di Vicenza, che si costituirono a partire dal Veneto centro-settentrionale nel terzo. La successione 1820, e i criteri in base ai quali si è giunti all’attuale delle località segue poi però un ordine alfabetico che allestimento espositivo, inaugurato nel marzo del 1994. rende più agile e immediata la consultazione della La guida prosegue e si conclude con l’itinerario di visita guida, attenta ai diversi aspetti artistici, storici e di nel quale si parla delle opere esposte nei vari ambienti, costume di queste comunità. Si cerca, dove possibile, di opere consistenti in dipinti, sculture, incisioni, stampe, ricostruirne la consistenza numerica, le occupazioni numismatica, bronzetti, mobili. prevalenti, talvolta le persecuzioni subite. Da segnalare Barbara Giaccaglia il ricco apparato fotografico che accompagna un testo esauriente ma non pesante. Curiosa l’attenzione rivolta alla tradizione culinaria ebraica, a volte tanto radicata nel costume veneto da essere all’origine di numerosi Palazzo Ziani. Storia, architettura, decorazioni, a cura piatti tipici, come le sarde in saor, i bigoli in salsa, i di Giandomenico Romanelli, Venezia, Albrizzi, 1994, bussolà, a conferma di come secoli di frequentazione 4°, pp. 164, ill., L. 80.000. abbiano creato una sorta di “simbiosi” tra le abitudini alimentari dei veneti e le vere e proprie regole Palazzo Ziani, situato a Venezia tra le chiese di San gastronimiche degli ebrei. Salvador e di San Zulian, è divenuto la sede della Annamaria Bonanome Veneziana Gas, che ha promosso i lavori di restauro e di ristrutturazione del prestigioso edificio ed ha raccol- to nel presente volume, composto da tre diversi saggi, libro nonché Direttore di Palazzo Ducale – quello dei i lodevoli risultati di uno studio approfondito riguar- grandi Tribunali, cioè le due Magistrature del Consi- dante il palazzo e le sue complesse vicende storiche. glio dei X e dell’Inquisizione. Si entra per primo FRANCO BARBIERI, Il museo di Palazzo Chiericati. Gui- Il primo saggio si deve a Irmgard Fees, che ci illustra nell’Ufficio degli Avogadori di Comun, addetti al da breve, Vicenza, Fondazione Giuseppe Roi, 1995, 8°, la storia della famiglia Ziani e della parrocchia di San Consiglio dei X, il cui compito fondamentale era quello pp. 144, ill., s.i.p. Zulian nel medioevo. Nell’agosto del 1164 Enrico di tutelare le leggi e controllare che venissero osservate Nel 1995 la Fondazione Giuseppe Roi di Vicenza ha Michiel cedeva a Sebastiano Ziani un terreno edificato ed applicate. Più avanti si entra nella Sala dei Tre Capi curato la pubblicazione della prima guida breve del collocato nella parrocchia di San Zulian; tale terreno del Consiglio dei X, riccamente decorata e dove sono museo di Palazzo Chiericati, allo scopo di divulgare la edificato altro non era che l’attuale Palazzo Ziani. I conservate due fondamentali opere di Jheronimus storia del palazzo stesso e favorire, da parte del pubbli- membri della famiglia Ziani, secondo le notizie ricava- Bosch, il Trittico di Santa Liberata e il Trittico degli co, una conoscenza dettagliata ed approfondita dei te dalle fonti archivistiche, appertenevano presumi- Eremiti. La Magistratura dei Tre Capi, organo ristretto molti tesori artistici in esso conservati. bilmente al ceto medio, non ricoprirono cariche impor- del Consiglio dei X, si occupava di tutti i processi in Palazzo Chiericati rappresenta uno dei capolavori tanti e non svolsero nulla di particolarmente rilevante corso e di tutti i carcerati, con il compito di ascoltarli e della prima maturità del Palladio. Il sommo architetto fino all’XI secolo. Le cose cambiarono notevolmente di decidere sull’andamento dei processi. Per questo ne consegnò i disegni al committente, Girolamo con la personalità di Sebastiano Ziani, nato, come si motivo i Tre Capi vennero confusi e sovrapposti agli Chiericati, nel 1550; i lavori per la costruzione dell’edi- suppone, nel 1102. Sebastiano aveva intrecciato rap- Inquisitori, che invece avevano altri e ben più gravosi ficio ebbero inizio nel 1551 e proseguirono negli anni porti commerciali con Costantinopoli e con Alessan- compiti. Essi infatti, ai quali era riservata la Sala degli successivi, nonostante la morte di Girolamo Chiericati dria d’Egitto ed era divenuto in breve un uomo molto Inquisitori, dovevano occuparsi della repressione degli avvenuta nel 1557. Suo figlio Valerio, tra il 1557 e il ricco; nel 1150 il doge lo inviò come ambasciatore alla attentati contro lo Stato (tradimento, spionaggio ecc.). 1558, provvide a far decorare gli ambienti dell’ala sud corte di Bisanzio e dopo alcuni anni divenne stretto Strettamente collegati all’attività dei Tre Capi e degli del palazzo, che venne così terminata; nel proprio consigliere del doge Vitale Michiel. Nel 1171, a quasi Inquisitori sono i cosiddetti “Piombi”, cioè le celle testamento destinò, poi, un lascito di 400 ducati annui settant’anni, venne eletto doge egli stesso e cercò di destinate a sistemare i prigionieri, suddivise in tre affinché la costruzione venisse proseguita. Nonostante risollevare le sorti di Venezia, allora in grave crisi con gruppi distinti. Dai “piombi” si arriva poi alla Camera questo generoso lascito, però, i lavori furono interrotti Bisanzio. Il 12 aprile 1178 Sebastiano Ziani morì e i del Tormento, dove i prigionieri venivano interrogati e per un lungo periodo; qualche intervento venne realiz- suoi due figli, Giacomo e Pietro, ottennero una vastis- sottoposti a tortura, strumento che comunque fu usato zato nel 1626, ma l’edificio venne completato in tutte le sima eredità. Nel 1192 morì anche Giacomo e Pietro molto poco dagli Inquisitori, fino quasi a scomparire sue parti solo verso la fine del XVII secolo. Parallela- rimase erede dell’immenso patrimonio; nel 1205, quan- già a partire dal XVII secolo. mente alla decadenza della famiglia Chiericati si assi- do era decisamente l’uomo più facoltoso e potente di Un altro aspetto della vita di Palazzo Ducale è quello stette, nel ’700, al progressivo degrado del palazzo, che Venezia, Pietro Ziani fu eletto doge. Durante il suo che affiora dalle stanze delle Cucine, situate al piano fu poi venduto attorno al 1838 al Comune di Vicenza. dogado Venezia conobbe una fortissima ripresa econo- terra, di cui però si possono oggi ammirare solamente Nel 1853 ebbero inizio i restauri necessari a far sì che mica ed egli seppe guidare la città come un vero e l’ampiezza e le robuste volte. l’edificio potesse divenire la sede del Museo Civico proprio doge-monarca. Il suo figlio minore, Marco, si Il libro non è comunque solo una guida agli “Itinerari cittadino. Tra il 1866 ed il 1867 fu realizzato un dedicò poco all’attività commerciale e condusse invece Segreti”, ma fornisce numerose notizie storiche e de- ampliamento della fabbrica, allo scopo di ottenere più una brillante vita mondana. Morì nel 1253 e con lui scrive alcuni avvenimenti salienti per la vita della sale da dedicare all’esposizione delle raccolte museali; scomparve l’ultimo esponente della famiglia Ziani. Serenissima, quali le congiure ordite da Baiamonte questo purtroppo provocò un grosso squilibrio nei é opera di Marta Tortorella il secondo saggio del Tiepolo e successivamente da Marin Faliero. Inoltre le rapporti architettonici voluti dal Palladio. Dal 1893 volume che, in base all’analisi di numerosi documenti illustrazioni riproducono – oltre agli ambienti così fino ai giorni nostri si sono poi susseguiti numerosi archivistici, descrive dettagliatamente i cambiamenti come li possiamo ammirare oggi Ð numerose stampe e avvenuti in Palazzo Ziani nel corso dei secoli ed i suoi testimonianze dell’epoca, che fanno rivivere ancora svariati passaggi di proprietà. Dopo gli Ziani ne entra- meglio l’atmosfera che si respirava in Palazzo Ducale rono in possesso i Surian e successivamente gli Zorzi; nei secoli dello splendore di Venezia. il 30 gennaio 1743 una certa Fontana Zorzi sposò Anna Pietropolli Nicolò I Erizzo del ramo di San Martin e dalle fonti risulta che già nel 1748 alcune proprietà degli Zorzi, tra le quali il palazzo di San Zulian, erano passate proprio Veneto. Itinerari ebraici. I luoghi, la storia, l’arte, a agli Erizzo del ramo di San Martin. Di eredità in eredità cura di Francesca Brandes, Venezia, Marsilio - Regio- si giunge fino al 1806, anno in cui alla morte dello zio ne del Veneto 1995, 8°, pp. 191, ill., L. 32.000. il nipote Nicolò I Erizzo divenne proprietario del suo ingente patrimonio ed anche di Palazzo Ziani. Guida turistica e progetto di tutela e valorizzazione Secondo Giandomenico Romanelli, autore del terzo ambientale, questo volume intende offrire una detta- ed ultimo saggio dell’opera, presumibilmente proprio gliata ricostruzione e una visione d’insieme dell’inse- in tale data va collocato l’intervento di decorazione ad diamento ebraico nel Veneto attraverso i secoli. Se- affresco del “casino” situato al secondo piano del guendo questo obiettivo, l’attenzione non viene limita- palazzo; l’erede commissionò, infatti, una decorazione ta alle città maggiori, Venezia, Padova e Verona, dove neoclassica dell’appartamento seguendo i dettami di un pure ancor oggi risiedono le comunità più numerose, gusto e di una moda che si erano andati diffondendo già ma si allarga ai centri minori, tanto quelli nei quali la a partire dagli ultimi decenni del ’700 e che nei primi presenza ebraica fu appena avvertibile, come Lendinara anni dell’800 raggiunsero l’apice del successo. L’arti- o Cittadella, quanto quelli dove essa ha lasciato segni sta che eseguì tali affreschi fu verosimilmente Pietro preziosi d’arte come Conegliano e Ceneda. Moro, che aveva già lavorato per gli Erizzo in un

22 seconda la Chiesa di Santa Maria dei Carmini. Illustrate ARCHITETTURA - URBANISTICA da fotografie in bianco e nero, entrambe le guide si PAESAGGIO aprono con la pianta dell’edificio religioso analizzato corredata di un elenco delle opere d’arte che impre- ziosiscono l’edificio stesso. Seguono le notizie storiche JOHN MCANDREW, L’architettura veneziana del primo e l’accurata descrizione dell’esterno e dell’interno del- Rinascimento, a cura di Massimo Bulgarelli, Venezia, le due chiese. Il volumetto che ci parla della Basilica dei Marsilio, 1995, 8°, pp. XV-493, ill., L. 96.000. Santi Giovanni e Paolo si conclude con la storia delle numerosissime opere ivi conservate, mentre quello che La scelta di ristampare questo testo appare immedia- ci illustra la Chiesa di Santa Maria dei Carmini termina tamente opportuna alla luce dei risultati che presenta. con uno studio dell’iconografia in essa presente. Nonostante la sua prima edizione in lingua originale, risalente al 1980, avvenisse due anni dopo la morte Barbara Giaccaglia dell’autore, senza che questi potesse curarne la revisio- ne, il volume costituisce una tappa fondamentale nello studio dell’architettura veneziana del primo rina- scimento. La seconda edizione italiana Ð la precedente GIUSEPPE GOTTARDO - ULDERICO GAMBA, Monasteri e fu nel 1983 – è stata realizzata apportando modifiche santuari d’Italia. Un viaggio alla ricerca dei più bei relative solo agli apparati complementari, con l’elimi- monumenti sacri del nostro Paese sorti in epoche nazione delle appendici, l’aggiornamento delle ripro- diverse e nei luoghi più suggestivi, Roma, Newton ° duzioni rispetto alle opere restaurate nel frattempo e Compton, 1994, 8 , pp. 400, ill., L. 30.000. l’utile bibliografia aggiornata agli anni trascorsi. appartamento alle Procuratie Vecchie a Venezia e in “Itinerari turistici e pagine di storia” è quanto si L’importanza dell’opera si comprende tenendo con- una villa a Pontelongo presso Padova. Egli non fu certo to dello stato degli studi al momento del suo concepi- un artista di grande rilievo nel ricco panorama della propongono di offrire al lettore gli autori con il loro sguardo gettato su una buona parte della rete di mona- mento, quando la scarsità di materiale fotografico sem- decorazione neoclassica veneziana, ma svolse un co- brava precluderli, mentre fu merito di McAndrew ri- spicuo numero di lavori in palazzi veneziani e in ville steri e santuari presenti in Italia, un patrimonio cultura- le, storico e artistico di notevolissimo interesse e valore volgersi al patrimonio di opere esistenti, sottoponendo- della terraferma; veneziano di nascita, fu attivo tra il le alla sua diretta osservazione. Proprio da questo inizio 1774 ed il 1819. Nel “casino” degli Erizzo egli decorò e molto spesso misconosciuto, se si escludono i grandi e più famosi centri di culto. Il criterio guida nella scelta prese forma, almeno in parte, la sua impostazione, che diversi ambienti con scene mitologiche, figure di divi- privilegia il momento descrittivo, fino a farlo assurgere nità, grottesche, segni dello zodiaco, e tali affreschi dei centri da presentare è stato quello di includere i monasteri che furono, o sono, sede di vita contemplativa a base metodologica. D’altronde la descrizione risulta sono giunti fino ai nostri giorni abbastanza integri. costantemente avvertita del rischio di una pericolosa Bellissime foto a colori riguardanti tale decorazione ed i santuari espressione di fede e devozione concreta, di cui molti sono luoghi di culto mariano. ridondanza delle parole rispetto alle immagini. illustrano il volume, che si chiude con un’appendice La constatazione dell’esigua redazione in lingua documentaria a cura di Marta Tortorella e con la Nella parte dedicata alla descrizione di questi luoghi si procede da Nord a Sud, dalla Lombardia alla Sarde- inglese di testi articolati sull’architettura veneziana del bibliografia. tardo Quattrocento, ad opera dei primi costruttori Barbara Giaccaglia gna; ogni regione è preceduta da una breve sintesi storico-artistica e da una cartina con indicati i luoghi lombardi che vi introdussero le innovazioni toscane, considerati, di ciascuno si delineano la storia, dalla portò l’autore ad un’indagine minuziosa, consapevole fondazione ai giorni nostri, l’attuale destinazione (al- della continuità strutturale, sia nell’edilizia religiosa cuni non ospitano più comunità religiose ma sono che civile, propria delle fabbriche della città lagunare TERISIO P IGNATTI, Venezia. Guida ai dipinti nei luoghi di divenuti proprietà dello Stato o private) e le parti dal XV al XVIII secolo. Le novità, come recentemente ha origine. Museo diffuso: la pittura, Venezia, Canal & comunque visitabili, le opere di pregio conservate, per sostenuto Wladimiro Dorigo, riguardarono esclusiva- Stamperia, 1995, 8°, pp. 158, ill., L. 28.000. finire con le indicazioni stradali per giungervi. Accom- mente le scelte stilistiche. Ad esse si rivolge lo studioso ANTONIO SALVADORI, Venezia. Guida ai principali edi- pagnano il testo disegni e riproduzioni di incisioni che riconosce all’architettura veneziana la capacità di fici. Storia dell’architettura e della forma urbana, antiche. Nelle pagine dedicate al Veneto trovano posto assimilare il nuovo traducendolo in lingua specifica. Il Venezia, Canal & Stamperia, 1995, 8°, pp. 160, ill., L. accanto ai maggiori luoghi di culto anche altri meno saggio di McAndrew coglie, a partire dalla loro genesi, 24.000. conosciuti. I monasteri e le fondazioni di Venezia e gli aspetti peculiari della prima sintesi fra tradizione delle isole della laguna, i grandi centri padovani del veneziana e contributi foresti, facendo precipitare nella Entrambi i volumi fanno parte della collana “Le Santo e di S. Giustina, poi la zona settentrionale del sapiente descrizione di ogni singolo edificio, nel suo Guide Canal”. Il primo rientra nella serie sulla pittura, Veneto e quella meridionale, in cui si trova il maggior modo di proporsi allo sguardo dell’osservatore, la il secondo nella serie sull’architettura; tutti e due, però, numero dei luoghi di culto, fra le province di Padova, complessa dialettica che ne fu all’origine. parlano di Venezia, curando ognuno l’aspetto suddetto. Vicenza e Rovigo. Fra i santuari e monasteri veneti Guido Galesso Nadir Il volume di Terisio Pignatti è una guida ai musei presentati: S. Giorgio Maggiore, S. Zaccaria, la Ma- cittadini, che raccolgono esempi stupefacenti della donna dell’Orto, S. Clemente, S. Michele in Isola, S. grande pittura veneziana dal ’300 al ’700, a cui si Nicolò al Lido, S. Lazzaro degli Armeni, Torcello per aggiungono le opere dei pittori moderni e contempora- HENRY A. MILLON, Filippo Juvarra e Palladio, Pro- Venezia, l’abbazia di S. Maria a Follina (TV), S. Pietro nei. Segue una serie di itinerari riguardanti i sei sestieri lusione al XXXVII Corso sull’architettura di Andrea di Felletto, S. Eustachio a Nervesa, S. Maria in Sylvis Palladio (Vicenza, Teatro Olimpico, 4 settembre 1995), di Venezia e le isole. presso Portogruaro, la Madonna dei Miracoli a Motta Il volume di Antonio Salvadori intende, invece, Vicenza, Centro Internazionale di Studi di Architettura (TV), il Santo e S. Giustina a Padova, S. Maria delle Andrea Palladio, 1995, 16°, pp. 66, ill., s.i.p. essere un aiuto per il visitatore interessato all’architet- Grazie a Piove di Sacco, l’Abbazia di Candiana... tura della città e descrive da questo punto di vista tutti i principali e più noti monumenti di Venezia, tenendo Lorenza Pamato Il volumetto raccoglie la prolusione presentata da presente anche l’aspetto urbanistico. H.A. Millon il 4 settembre 1995 e comunica gli esiti Barbara Giaccaglia degli studi condotti dall’autore sull’attività dell’archi- tetto messinese nel decennio trascorso a Roma all’ini- zio del Settecento, prima come allievo e successiva- mente come insegnante, presso l’Accademia di San Luca. La ricognizione esamina il materiale costituito Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. Arte e devozione, dalla significativa mole di disegni prodotti dagli archi- testi di Antonio Manno e Sandro Sponza, Venezia, tetti attivi nella capitale dello Stato Pontificio e da Marsilio, 1995, 8°, pp. 71, ill., L. 10.000. Filippo Juvarra negli anni che precedettero la felice Chiesa di Santa Maria dei Carmini. Arte e devozione, esperienza di quest’ultimo come interprete delle ambi- testi di Lino Moretti e Simona Branca Savini, Venezia, zioni sabaude. Da essa emergono le particolarità delle Marsilio, 1995, 8°, pp. 47, ill., L. 8.000. scelte dell’architetto, colto nelle sue meditazioni sugli autori del passato Ð in particolare nei confronti di I due volumetti appartengono entrambi alla collana Andrea Palladio Ð nel periodo del compimento del suo “Venezia. Dal museo alla città”, edita dalla Marsilio percorso formativo. L’indagine di Millon pone in luce Editori; tale collana, realizzata a cura del Ministero per come le riflessioni di Juvarra fossero condotte su pub- i Beni Culturali e Ambientali unitamente alla Soprin- blicazioni e disegni, originali e coevi, ma anche attra- tendenza ai Beni Artistici e Storici di Venezia e alla verso la diretta conoscenza dell’assimilazione dell’opera Curia Patriarcale di Venezia, è costituita da guide del maestro veneto, disponibile nelle realizzazioni ro- monografiche dedicate alle chiese veneziane. mane del XVII secolo, soprattutto di Bernini. La prima delle due pubblicazioni qui prese in esame riguarda la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, la Guido Galesso Nadir

23 reinserimento nell’ambito della vita della città. Il pro- ganizzazione interna degli spazi, gli aspetti produttivi e getto deve quindi rispondere all’ardua esigenza di ornamentali, gli arredi, la presenza dell’acqua, le integrare le nuove destinazioni d’uso – abitazioni, recinzioni ecc. Paolo Semenzato prende in esame La albergo, centro commerciale, centro congressi Ð con il componente vegetazionale, analizzandone la composi- ripristino integrale delle strutture, dei materiali, delle zione botanica, l’assetto compositivo, i particolari pro- forme complessive della costruzione. blemi di gestione e di salvaguardia. Guido Galesso Nadir La seconda parte del volume è dedicata al giardino di Villa Pisani a Stra. Giuseppe Rallo e Patrizio Giulini ne ripercorrono le vicende dalle origini alla configura- zione attuale, negli aspetti architettonici e botanici; di MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI - UFFICIO questi ultimi esiste una straordinaria documentazione CENTRALE PER I BENI AMBIENTALI ARCHITETTONICI relativa al periodo compreso tra il 1818 e il 1908, ARCHEOLOGICI ARTISTICI E STORICI - SOPRINTENDENZA PER I costituita da ben tre inventari che elencano con preci- BENI AMBIENTALI E ARCHITETTONICI DEL VENETO ORIENTA- sione le presenze vegetali del parco. Nella parte conclu- LE, I giardini della Riviera del Brenta. Studi e cataloga- siva, dedicata ai metodi e strumenti di catalogazione, zione delle architetture vegetali, a cura di Giuseppe Anna Fornessa e Raffaella Vendramin passano in ras- Rallo, Venezia, Marsilio, 1995, pp. 231, ill., L. 75.000. segna i caratteri esemplari dei giardini più importanti e completano la documentazione con un Catalogo dei Il volume si segnala per la ricchezza dei contributi e giardini del Brenta. Molino Stucky. Ricerche storiche e ipotesi di restauro, per il prezioso apparato iconografico, bibliografico e Lina Ossi a cura di Francesco Amendolagine, Venezia, Il Cardo, documentario. Il giardino sul naviglio, “indispensabile 1995, 4°, pp. XIII-117, ill., L. 90.000. corredo della villa, scena ideale per la villeggiatura goldoniana, sede delle evasioni oziose dalla città e L’imponente manufatto che si affaccia al termine contemporaneamente luogo legato all’agricoltura e alla La politica della casa all’inizio del XX secolo, Atti del Canale della Giudecca, inquietante per la sua alterità produzione [...] è ancor oggi una parte sostanziale del della prima Giornata di studio “Luigi Luzzatti” per la rispetto all’orizzonte veneziano, versava fino a poco paesaggio fluviale tra Venezia e Padova”. Guglielmo storia dell’Italia contemporanea (Venezia, 3 dicembre tempo fa in uno stato di completo degrado a causa del Monti osserva, in apertura, che il sito storico oggi 1993), a cura di Donatella Calabi, Venezia, Istituto suo totale abbandono; da tempo era oggetto d’attenzio- “compresso tra la disordinata periferia padovana e Veneto di scienze lettere ed arti, 1995, 8°, pp. 295, ill., ne, ma solo ora si sta procedendo al suo reintegro l’arrogante industria di Porto Marghera [...] rischia di L. 50.000. funzionale nella città. Questo volume offre la possibi- perdere gradualmente la propria identità. Eppure, an- lità di esaminare quanto è emerso dalle indagini che che così isolato in un territorio che la emargina, la Il volume, che raccoglie gli atti della prima giornata hanno preceduto l’intervento attualmente in corso e gli Riviera presenta una ricca gamma di stratificazioni di studio dedicata all’illustre statista veneziano Luigi stessi piani che lo informano. Il recupero di Molino culturali che attendono solo di essere valorizzate”. Luzzatti su iniziativa dell’Istituto Veneto di scienze Stucky è voluto dalla proprietà, Acqua Pia Antica L’uso conservativo del territorio, tuttavia, presuppone lettere ed arti, riporta numerosi documenti inediti fa- Acqua Marcia, ed ha coinvolto l’Istituto universitario scelte lungimiranti e coordinate che portano, ad esem- centi parte dell’archivio e della biblioteca luzzattiana, della Facoltà di Architettura di Hannover e i pubblici pio, a modellare il flusso di visitatori, a incentivare la che vengono analizzati e proposti al lettore a testimo- amministratori di Venezia, consentendo l’allestimento conoscenza della storia dei luoghi, a moltiplicare i nianza della sensibilità e dell’impegno politico che della mostra dedicata alla Scuola architettonica della percorsi per evitare la concentrazione, a garantire la ebbe il parlamentare veneziano nel settore della casa e città tedesca. permanenza degli abitanti contro i fenomeni di del credito edilizio. Il testo si articola in due parti, la prima dedicata alle musealizzazione spinta ecc. La rete di interventi fina- L’interesse della politica della casa ai primi del ’900 ricerche storiche, la seconda alla presentazione del lizzati alla conservazione e alla tutela tocca interessi da parte del Luzzatti si esplica Ð come scrive la curatrice progetto di restauro. Gli attuali studi hanno preso le consolidati e frustra attese di arricchimento. È perciò Donatella Calabi – “in un lungo lavoro di studio e mosse da uno stadio ampiamente lacunoso e quindi necessario divulgare i vantaggi derivanti dalla conser- documentazione che ha inizio il 22 settembre 1901 nel rispondono alla necessità di una ricognizione estesa vazione e valorizzazione e, insieme, adoperare i vincoli discorso di Lodi ed in un primo disegno di legge che all’osservazione del sito – l’isola della Giudecca – che permettono all’istituzione pubblica di dialogare sarà alla base dei successivi provvedimenti del 1903 e rivolta ai preesistenti insediamenti lì installati, alla loro positivamente con l’iniziativa privata e, in caso di del 1904 fino al Testo Unico che li comprende”. Il destinazione funzionale, e alla storia della macinazione contrasti, di far valere le esigenze della collettività, volume esaustivamente ripercorre, analizzando la per- a Venezia. Silvano Onda, che ha curato il primo capi- nella consapevolezza che l’eredità culturale è sì una sonalità del ministro e il suo metodo, gli aspetti legisla- tolo, estende il suo interesse alla presentazione del risorsa pianificabile e una straordinaria ricchezza, ma tivi, i contatti , le collaborazioni, le esperienze con i vari quadro dell’attività industriale veneziana nell’Otto- che non è rinnovabile alla pari delle futili merci. paesi europei e gli incontri che lo stesso ebbe con alcuni cento per poi innestare in essa e descrivere le vicende Vincenzo Fontana si sofferma sulle forme peculiari tra i più illustri esponenti del movimento per la politica che portarono all’iniziativa degli Stucky, imprenditori dei giardini del Brenta e ricostruisce, sulla base delle delle abitazioni, in un periodo in cui è fortemente di origine svizzera già presenti precedentemente fonti, l’immagine delle ville con l’originale sistemazio- avvertita la realtà del problema abitativo per i cittadini nell’entroterra. I successivi capitoli, redatti a più mani, ne delle architetture vegetali. Giuseppe Rallo ed Elisa- a basso reddito. affrontano ampiamente la storia dell’architettura della betta Salvi riflettono sulla rete di relazioni che struttu- Il contributo di Susanna Magri richiama i lineamen- Scuola di Hannover, dalla quale proviene Ernst rano e qualificano il paesaggio fluviale e osservano ti della prima legislazione francese relativa alla casa Wullekopf, che nel 1894 intraprese la progettazione del come nell’architettura delle ville il rapporto primario è popolare, nata tra la fine del secolo scorso e il 1914, in molino veneziano. La sua attività si svolse al margine sottolineato in molti casi dall’asse compositivo del cui si tendeva sia a promuovere la proprietà dell’allog- ultimo della storia dell’esperienza neogotica tedesca complesso, perpendicolare al corso d’acqua. Molti gio abitativo sia ad “incentivare la costruzione di case iniziata con Conrad Wilhelm Hase e affermatasi nel elementi contribuiscono alla definizione formale: l’or- in affitto destinate alle famiglie meno abbienti confe- secondo Ottocento oltre che ad Hannover, segnandone rendo, alle autorità locali, la possibilità di costruire profondamente il volto, nei paesi scandinavi, in Svizze- direttamente ed attraverso un nuovo ente autonomo: ra, in Austria e negli Stati Uniti. Le ambizioni dei l’Office public des habitations à bon marché”. committenti e le relative risposte progettuali di Bruno De Meulder evoca la legge relativa alle abi- Wullekopf vengono esaminate ponendo in evidenza il tazioni “ouvrières” del 9 agosto 1889 emanata in Bel- tentativo di sintesi fra le esigenze propriamente gio a favore di prezzi a buon mercato e basata, come funzionali e rappresentative richieste dagli Stucky, altri provvedimenti legislativi europei, su interventi sintesi che dovette affrontare notevoli difficoltà ad pubblici. Sia dall’esempio belga che dalla legge inglese essere accettata dalle autorità locali. Conclude la prima del 1890 sarà ispirata la stessa legge Luzzatti la quale parte del volume la presentazione dell’interessante – scrive Heleni Porfyriou – “promuoverà la costruzione materiale emerso dagli archivi della società Acqua Pia di case popolari come investimento modesto, ma sicu- Antica Acqua Marcia, costituito da disegni e progetti ro, affidato alle cooperative edilizie, riprendendo quin- attinenti l’attività degli Stucky. di le esperienze degli altri paesi europei”. L’autrice La presentazione dei progetti di restauro, da parte di passa in rassegna l’influenza che ebbe il movimento Francesco Amendolagine e Giuseppe Boccanegra, di- cooperativo inglese sul pensiero luzzattiano, propo- chiara le premesse metodologiche dell’intervento, che nendo un’excursus sulla politica della casa in Inghilter- assume i vincoli posti dal riconoscimento del carattere ra dal 1840 al 1914. di monumento storico del complesso industriale della Gerhard Kuck relaziona il sistema della casa nel Giudecca da parte della Soprintendenza di Venezia nel Reich tedesco, tra il 1870 e il 1918, rievocando le 1988. Il restauro conservativo intende risolvere al immagini dei casermoni di Berlino, i Mietskasermen, contempo i problemi di compatibilità con un pieno che costituivano una risposta alla crisi degli alloggi in reimpiego dell’insediamento e del suo organico quel periodo. Attraverso l’analisi delle iniziative e delle

24 alternative di edilizia popolare, avviatisi dopo il 1880, Piazza Ferretto. Progetto esecutivo di riqualificazione l’autore illustra l’attività edilizia e gli interventi legisla- e arredo urbano di Guido Zordan, a cura di Paolo tivi del Reich e dei singoli stati tedeschi. Ceccon e Pisana Posocco, Venezia, Marsilio, 1995, 4°, La proposta di legge che presentò Luigi Luzzatti alla pp. 63, ill., L. 25.000. Camera, il 14 maggio del 1902, con la quale si intende- va “favorire la costruzione e l’assegnazione di abitazio- Il volume risponde alla sentita esigenza di rendere ni a coloro che ne erano sprovvisti facendo leva sulle pubblico il progetto esecutivo di un intervento di arredo cooperative”, viene esaminata da Giovanni Zalin, che urbano, mirato a riqualificare il centro depauperato di sottolinea l’importanza della campagna informativa una città come Mestre, che vive il controverso connubio che il ministro iniziò alla fine dell’800 a favore della con l’imponente realtà di Venezia. Il secolare e irrisolto cooperazione e la cui validità di idee ebbe esito positivo problema di ridefinire le funzioni e le forme della nella legge organica sulle case popolari varata il 31 piazza per eccellenza del vitale centro veneto risulta maggio del 1903. L’intervento di Vincenzo Fontana esposto nella sua complessità. Vengono conseguente- propone un excursus tipologico di alcuni dei principali mente illustrate le varie possibilità e i limiti delle insediamenti di case popolari nelle città di Torino, soluzioni perseguibili, dalle quali sono scaturite le Milano e Roma. All’indomani della Legge Luzzatti del scelte operative. Dalla constatazione dell’impossibilità 1903 e qualche anno più tardi i provvedimenti sulle di un restauro conservativo, che ripristinasse la funzio- case popolari – afferma Zucconi – “appaiono l’occasio- ne di snodo stradale, come di una soluzione assoluta- ne per mettere in essere alcuni ipotesi di riordino mente nuova ed estranea alla storia della città, discende sociale ed economico... elaborate da tempo”. Il proble- GIOVANNI BATTISTA STEFINLONGO, La Laguna restaura- la scelta “del recupero dei valori, dei significati e dei ma delle abitazioni a basso costo “non rappresenta – ta. Materiali per il Restauro Urbano, a cura di Andrea sapori storici con una progettazione libera e con l’uso continua l’autore – che un tassello di una più ampia Venturini e Maria Cristina Vecchi, Venezia, Il di materiali nuovi”. prospettiva riformatrice”, e deve essere affrontato Campiello, 1995, 4°, pp. 212, ill., L. 21.400. Guido Galesso Nadir unitamente al problema dell’espansione urbana. Il participio contenuto nel titolo riassume efficace- A conclusione del volume si segnala la preziosa mente l’intenzione provocatoria compresa nella rac- guida-inventario di una sezione dell’archivio Luzzatti, colta che questo volume presenta. Lungi dall’essere curata da Elena Svalduz. Formazione professionale per il restauro. Cinque anni restaurata, la Laguna di Venezia versa in uno stato di Sonia Celeghin di interventi tra Chioggia e Venezia (1991-1995), dire- abbandono rispetto al quale, come giustamente notato zione di Renzo Ravagnan, coordinamento scientifico dal promotore dell’iniziativa qui presentata, le ricor- di Vasco Fassina, cura editoriale di Marina Daga, renti denunce dei giornali locali nelle pagine ferra- Venezia, Centro Formazione Maestranze Edili e Affini gostane appaiono irrisorie. Di fronte alle sterili di Venezia e Provincia, 1995, 4°, pp. 135, ill., s.i.p. La laguna di Venezia, a cura di Giovanni Caniato, lamentazioni, il presente lavoro, prodotto nell’ambito Eugenio Turri e Michele Zanetti, introd. di Angelo ° degli insegnamenti presso la Facoltà di Architettura Questo volume, come già preannuncia il titolo, Marzollo, Verona, Cierre - Unesco, 1995, 4 , pp. 527, dell’Università di Venezia, intende esemplificare al- illustra gli interventi di restauro effettuati dagli allievi ill., L. 149.000. l’opinione pubblica e agli amministratori della città ciò dei primi due corsi biennali per la formazione di Ope- Volume ponderoso, edizione elegante per un argo- che potrebbe essere effettivamente fatto, indipendente- ratori del restauro, svoltisi tra il 1991 e il 1995, organiz- mento storico-attuale molto corposo il cui ingresso mente dalla validità di ogni singolo progetto qui edito. zati dal Centro per la Formazione Maestranze Edili e nella storia, rileva Wladimiro Dorigo, è dovuto a Tito Il volume raccoglie le schede della ricerca e della Affini di Venezia e provincia, sotto la direzione di Livio nel I secolo a.C.: la laguna di Venezia. Un elaborazione sistematica prodotte nel corso delle eser- Renzo Ravagnan. Lo scopo di questi corsi, come sotto- ecosistema che si è retto nei secoli, fino ad assumere la citazioni Ð svolte per il Corso di Restauro Urbano negli lineano nella Presentazione il Presidente del Centro configurazione di oggi, conciliando l’agire della natura anni accademici 1990/91 e 1991/92 Ð sul tema del Alberto Franchini e il Vicepresidente Paolo Pozzobon, con l’intervento umano. L’interazione di questi due restauro, del recupero e del riuso dell’ambiente e del è quello di preparare con le giuste competenze teorico- elementi, antropico e naturale, rende il tema complesso paesaggio della Laguna. L’iniziativa aveva trovato una pratiche giovani intenzionati ad operare per la conser- e suggestivo perché richiede di focalizzare l’attenzione prima esposizione pubblica nella mostra e nelle confe- vazione del patrimonio artistico, con particolare riferi- su una molteplicità di aspetti: l’azione dei fiumi e del renze svolte nell’inverno 1994/95 presso la Sala S. mento al restauro di pietra, dipinti murali, stucchi. mare, la flora e fauna lagunare e le sue variazioni nel Leonardo della stessa città, posta al centro del territorio Uno dei momenti più importanti dei corsi sono stati tempo, la laguna come fonte di vita per l’uomo perché esaminato; vuole essere il prodotto dei due momenti i cantieri-scuola, dove gli allievi si sono impegnati nel vi trova le risorse alimentari e perché rappresenta una che, come sostenuto dal professor Stefinlongo, costitui- recupero di manufatti di notevole pregio storico-artisti- difesa naturale, quindi l’etnografia quale rappresenta- scono la ragione dell’attività accademica: la ricerca e la co, seguiti direttamente dalle due Soprintendenze ai zione del pulsare interiore dei singoli individui che didattica. Il docente, al cospetto della condizione di Beni Ambientali e Architettonici e Artistici e Storici di trapela attraverso leggende e storie orali. Da qui la degrado complessivo di un paesaggio così vario – sotto Venezia. Il libro infatti ripercorre in ordine cronologico necessità di affrontare il tema “laguna di Venezia” da l’aspetto urbanistico, architettonico e naturalistico – gli interventi effettuati: per il primo Corso (1991-93) punti di vista diversi, suddividendolo in varie sezioni che trova la propria origine nella caduta degli equilibri nella città di Chioggia (ad esempio, restauro delle lapidi riguardanti l’ecosistema lagunare, l’origine, l’evolu- generati dalla Repubblica Serenissima, nell’ambito nella cattedrale o degli altari della chiesa di San Giaco- zione e l’archeologia della laguna, l’ambiente lagunare della quale erano radicate le ragioni della sua esistenza, mo), per il secondo (1993-95) a Venezia (restauro delle e l’economia, le esigenze di difesa militare, per finire si dice consapevole dell’ambizione implicita in ogni cappelle absidali minori della chiesa di Ognissanti e con l’immagine che i viaggiatori stranieri si sono fatti progetto rigenerativo del territorio, del suo carattere degli altari della chiesa delle Eremite). Ogni restauro del paesaggio lagunare. Una tale impostazione non utopico. Tuttavia, o forse anche per questo, ha saputo viene preceduto da una breve nota storica introduttiva, poteva avere che il contributo di più specialisti: i sollecitare gli entusiasmi degli studenti partecipi del- seguita dalla relazione dettagliata sui lavori che sono geografi Pierre George, Denis Cosgrove e Francesco l’iniziativa “in forme che attraverso il processo cono- stati necessari per il recupero dell’opera – tecniche e Vallerani; il fisico Silvia Cavazzoni, i biologi Giovanni scenza-progetto garantiscono il permanere della me- materiali impiegati, indagini scientifiche compiute Ð Caniglia e Luca Mizzan, gli storici Ennio Concina, il moria e delle cose in uno con le ineluttabili innovazioni, già citato Wladimiro Dorigo e Salvatore Ciriacono, il nella continuità del mutamento, ovvero: nell’unica dialettologo Manlio Cortelazzo, e poi Marilla Battilana, forma possibile di conservazione”. D’altronde questo Ernesto Canal, Alessandro Calzavara e Gabriele Zanetto atteggiamento nei confronti della questione del restau- fino al premio nobel per la letteratura Joseph Brodskij ro architettonico si fonda sulla convinzione della speci- che ha curato la presentazione. ficità di una disciplina che deve confrontarsi con Il testo e il vasto apparato iconografico sono arric- l’utilitas. chiti da numerose schede riguardanti località lagunari I progetti presentati sono informati ad una me- (Chioggia, Burano, Murano ecc.) e aspetti di costume todologia che esclude la via di un restauro conservativo (il lutto e le feste sull’acqua, le regate ecc.). Un volume elusivo dell’esigenza del riuso; si confrontano con la che parla della laguna e che ha costantemente presente necessità di inventare una nuova funzione per luoghi Venezia e la sua salvaguardia, che mette in evidenza destinati altrimenti a scomparire, almeno nella loro quanto dialettico sia il rapporto uomo-natura così come identità sedimentata nella storia e già profondamente lo aveva intuito ed espresso Cristoforo Sabbadino in un segnata proprio dalla pretesa di una conservazione suo sonetto riportato da Caniato: “Venetia / li fiumi, e assoluta, in assenza di reali nuove prospettive. Al ’l mar e gl’huomen tu hai per inimici / e ’l provi, e non funesto pericolo rappresentato dall’atrofia funzionale i lo credi / Non tardar, apri gli occhi e muovi i piedi / che progetti sembrano rispondere con proposte che ribadi- volendol poi far, tu non potrai / Scaccia i fiumi da te / scono la vocazione della Laguna come luogo di una le voglie ingorde degl’huomeni raffrena”. città diffusa. Cinzio Gibin Guido Galesso Nadir

25 con numerose fotografie e vari grafici e rilievi, che positore veronese che nel 1586 viene affidata la realiz- illustrano le successive fasi degli interventi. zazione delle musiche per i cori della tragedia Tamar di La ricchezza e il valore dei risultati ottenuti dai Giovan Battista di Velo, rappresentata a Vicenza nel- giovani impegnati in questi Corsi – con l’aiuto con- l’ambito delle iniziative dell’Accademia Nova. Il mon- giunto dei docenti, dei tecnici e degli Enti pubblici e do delle accademie appare dunque determinante ai fini privati Ð sono sicuramente di alto livello tecnico-scien- di una prima amplificazione della fama del Leoni in tifico e fanno ben sperare per i prossimi anni, soprattut- quella che diverrà la sua città d’adozione. Non a caso V. to se si pensa all’ampliamento dei corsi in programma Bolcato inizia il suo studio introduttivo con un’illustra- al Centro Formazione Maestranze Edili e Affini di zione dell’attività musicale delle istituzioni culturali Venezia e Provincia. laiche sorte tra il 1556 e gli inizi del XVII secolo, Anna Pietropolli proseguendo poi con l’attività della cattedrale, sino a soffermarsi, alla fine, sul protagonista del volume. Le istituzioni sono dunque rappresentate dall’Acca- demia dei Costanti, dalla Nova, da quella degli Inviati PAOLO MERLINI, Luogo e trasformazione. Esperienza e dall’Olimpica, che fu la meno esclusiva tanto da un didattica e concorsuale, a cura di Giuliano Ferrarese e punto di vista sociale quanto, soprattutto, culturale: Filippo Maragotto, Venezia, Il Campiello, 1995, 4°, pp. l’unica, dunque, a manifestare già da allora una netta 134, ill., L. 14.500. predisposizione alla longevità. Anche il capitolo della cattedrale, tuttavia, derogando da qualsiasi norma Il testo scaturisce dalla volontà di esporre alcuni canonica, nel 1588 s’adopera per far ottenere al Leoni tentativi di intervento architettonico in contesti urbani. la direzione della cappella musicale; sarà però attraver- Alcuni, costituiti da tesi di laurea, si confrontano con so la Pia Opera dell’Incoronata, istituita nel 1610, alter luoghi molto problematici della città di Padova – in recuperati durante gli scavi archeologici e l’arch. Paolo ego della cappella del duomo presso il quale adempiva particolare le aree degli Eremitani, di Porta Molino e De Rocco propone un progetto di ricomposizione ai suoi obblighi statutari, che Leoni potrà offrire perso- del Bassanello Ð, gli altri propongono specifici progetti paesistica del sito del castello. nali saggi del nuovo stile compositivo noto come “se- per concorsi relativi a Torreglia, Maserà, Rovigo e Concludono il volume una genealogia delle famiglie conda pratica”. Nel frattempo egli continuava la colla- Berlino. Le proposte sono accomunate dalla esplicita Fratta, Squarra e Valvason, che si sono succedute nel borazione con l’Accademia Olimpica, che nel 1599 gli ricerca, dichiarata da Paolo Merlini nei capitoli feudo di Fratta e la trascrizione del testo di un documen- aveva conferito, con voto unanime, la nomina di acca- introduttivi, di fondare la progettazione nell’accurato to molto importante riguardante Fratta. demico ordinario. L’apprezzamento universale della rilievo dei caratteri propri dei siti, dai quali devono Barbara Giaccaglia sua arte, peraltro, non riesce a supplire l’inadeguatezza emergere le organiche risposte progettuali. All’interes- dei compensi assegnati al veronese, il quale manifesta se per l’argomento del volume non fa sufficiente ri- apertamente il proprio disagio nelle dediche premesse scontro il controllo redazionale dei testi. ad alcune raccolte di madrigali e mottetti pubblicate tra Guido Galesso Nadir Vicenza tra architettura e paesaggio, fotografie di il 1595 e il 1612; tra le righe traspare una palese Tommaso Cevese, testi di Alessandra Pranovi, Bassano disponibilità ad accettare un incarico più consono alle del Grappa (VI), Ghedina & Tassotti, 1994, 4°, pp. 104, proprie aspettative presso alcune tra le più note corti ill., L. 90.000 (edizione italiana-inglese). europee: Ferrara, Mantova, Salisburgo e Trento. Riu- Il Castello di Fratta. Studi, immagini, documenti, a scirà invece ad ottenere solo una maggior notorietà, cura di Andrea Battiston e Vincenzo Gobbo, pref. di Il volume propone, sostanzialmente, una raccolta di come attesta anche la diffusione di esemplari delle sue Stanislao Nievo, Latisana (UD), Edizioni La Bassa - immagini fotografiche a colori di Vicenza e dei suoi musiche in tutta l’Europa nordorientale. All’indisso- Fossalta di Portogruaro (VE), Biblioteca Comunale, dintorni, accompagandole con un breve testo sulle lubilità del suo legame con Vicenza Leoni cede infine 1995, 4°, pp. 248, ill., s.i.p. vicende storiche della città. Giuseppe Faggin firma una con rassegnazione, trascinato da un altro rapporto esclu- presentazione in forma epistolare. L’ obiettivo fotogra- sivo, quello con la “Musica”, che allontana dalla sua Il volume, che fa parte della collana “La bassa”, è fico documenta le architetture urbane con un particola- mente amarezze e rancori per far posto ai “dolcissimi opera principalmente di Andrea Battiston, Vincenzo re interesse per gli effetti di luce e per gli aspetti accenti” ispiratigli dalla dedicataria della sua ultima Gobbo e Paolo De Rocco; altri saggi si devono a Pier scenografici che mutano con l’ora del giorno, le condi- raccolta di mottetti (cfr. la dedica al quarto libro dei Carlo Begotti, Francesco Dainese, Maurizio Gobbato, zioni climatiche, il variare delle stagioni. Scrive Ales- Sacri fiori, 1622). Marco Pasian, Giorgio Bivi. Scopo del volume è quello sandra Pranovi: “Chi non conosce Vicenza, e anche chi La ricerca di Bolcato non pretende di esaurire l’argo- di ricostruire la storia dell’ormai scomparso castello di la conosce troppo da vicino, sarà condotto dalle imma- mento sul Leoni e l’ambiente musicale vicentino nel Fratta, esaminandone l’antica struttura e dando rilievo gini [...] attraverso un percorso artistico e storico tra le Cinquecento e nel Seicento, tuttavia documenta in all’indagine archeologica recentemente compiuta. contrade, gli antichi palazzi, le chiese, i parchi e i modo inequivocabile il ruolo assunto dal compositore, Nel comune di Fossalta di Portogruaro sono visibili morbidi pendii dei Colli Berici [...]. é vero quanto anche a livello europeo, quale esponente della nuova oggi un casale e un campo circondato da alberi e sostengono alcuni studiosi che Vicenza è tra le più tendenza musicale che sottolinea le valenze drammati- cespugli, siti in quella che un tempo era l’area su cui importanti città italiane come continuità e qualità di che della parola e del suono, tanto vocale quanto sorgeva il castello. Le notizie storiche riguardanti il segno architettonico, subito dopo Roma, Firenze, Ve- strumentale. Noto agli stampatori di musica e agli castello partono dal 1244 fino ad arrivare al 1587. nezia e Napoli. Poche altre città possono vantare uno autori teorici almeno sino alla fine del Settecento, fu Inizialmente il manufatto ebbe una funzione difensiva sviluppo di tale livello per almeno cinquecento anni; successivamente dimenticato, per essere infine ri- e militare; in seguito, con disfacimento del potere questo costante e rigoglioso fiorire di architetture, e scoperto dalla storiografia musicale degli ultimi decen- feudale di cui era simbolo, divenne una residenza dunque di sguardi, dal Quattrocento all’Ottocento, fa di ni: offrire il catalogo delle sue opere significa ridare signorile, simile alle ville padronali così diffuse nelle Vicenza un vero e proprio museo a cielo aperto”. vita non solo ad un personaggio che ha una definita campagne venete. La totale distruzione della costruzio- Testo e didascalie sono accompagnati dalla tradu- collocazione storico-musicologica, bensì fornire delle ne avvenne solo alla fine del XVIII secolo. zione in lingua inglese, a conferma della destinazione motivazioni atte a suscitare l’interesse di esecutori ed Tre diversi saggi ci parlano della struttura fortificata prevalente ad un pubblico di turisti. editori musicali. del castello. Il primo analizza le fonti storiche (docu- Lina Ossi Anna Vildera menti e testimonianze) riguardanti il castello di Fratta, dalle quali è possibile trarre indizi sulla sua antica conformazione. Il secondo, corredato di illustrazioni a colori e in bianco e nero, è uno studio accurato delle JOLANDA DALLA VECCHIA, L’organizzazione della cap- fonti iconografiche (disegni, mappe e quadri) che MUSICA - TEATRO pella musicale antoniana di Padova nel Settecento, evidenzia le trasformazioni subite nel tempo dalla Padova, Centro Studi Antoniani, 1995, 8°, pp. 186, ill., costruzione, fino alla graduale scomparsa delle struttu- L. 30.000. re murarie. Il terzo è costituito dall’elaborazione grafi- VITTORIO BOLCATO, Leone Leoni e la musica a Vicenza ca computerizzata del castello di Fratta. nei secoli XVI-XVII. Catalogo tematico, Venezia, Fon- Già pubblicato nella rivista “Il Santo” (XXXV, 1995, L’opera esamina successivamente i risultati preli- dazione Levi, 1995, 8°, pp. LXXX-306, s.i.p. pp. 5-181), il saggio che J. Dalla Vecchia ha tratto dalla minari delle ricerche archeologiche compiute nel sito sua dissertazione di laurea si è guadagnato anche una del castello, che si presenta attualmente come un’area Un vento favorevole accompagna l’esordiente car- collocazione indipendente, inaugurando un filone di di circa 10.000 mq dalla pianta pressoché rettangolare: riera del giovane chierico Leone Leoni (ca. 1560- ricerca che mira allo studio sistematico delle fonti seguono il catalogo di alcuni frammenti di vasellame 1627), approdato a Vicenza dalla vicina Verona forse documentarie conservate presso l’Archivio Antico del- ritrovati mediante una ricerca di superficie e gli esiti prima dei vent’anni, ma già considerato musicista di la Veneranda Arca del Santo. Tutti i dati raccolti, che in delle prospezioni geomagnetiche eseguite e dei saggi grande talento da qualche personaggio assai influente questa sede sono sintetizzati in tavole cronologiche stratigrafici. Un catalogo dettagliato descrive poi, pez- in entrambe le città venete, con tutta probabilità il noto (pp. 77-180), erano stati precedentemente archiviati zo per pezzo, i frammenti di ceramiche e di vetri mecenate Mario Bevilacqua; infatti è proprio al com- mediante tecniche informatiche: di tale archivio il

26 Centro Studi Antoniani e l’Università di Padova con- Lodo (pp. 47-63), delineando un quadretto in cui appa- riconoscimenti professionali per lui più importanti, servano una copia. L’a., pur avendo consultato anche i re comprimaria l’animazione dei sentimenti primo fra tutti la nomina a maestro della Cappella di tomi dei Giornali di cassa, i Mandati di pagamento, le municipalistici della cittadina polesana. San Marco, ottenuta straordinariamente senza concor- Suppliche ai presidenti dell’Arca e le Polizze dei pre- Quando Buzzolla giunse a Venezia per studiare con so nel 1850: in realtà era un incarico di supplenza, senza ventivi di spesa, da cui trae un certo numero di informa- il maestro Pizzolato (o Bizzolati), si ritrovò in una città alcuna retribuzione, al posto di Giovanni Agostino zioni supplementari, procede in realtà con lo spoglio in piena crisi, per la quale il peggio doveva ancora Perotti, ormai in congedo permanente; esso compren- sistematico dei soli registri delle Entrate e delle Spese, arrivare: l’influenza di un inarrestabile declino politico deva però un’esplicita promessa di assunzione alla dove le voci relative ai musicisti ed alla musica possono ed economico già si ripercuoteva sull’espressione arti- morte dell’anziano collega, avvenuta nel 1855. Nel essere individuate con minore difficoltà; l’omissione in stica e letteraria, mentre difficoltà sempre maggiori 1869, quale ultimo tributo (morirà nel 1871), gli giun- questi volumi del numero di mandato ha reso tuttavia avrebbero dovuto affrontare le istituzioni culturali e gerà infine l’invito ad essere uno dei compositori della necessaria una successiva metodica indagine sui Libri musicali veneziane, a favore delle quali sempre genero- messa funebre in memoria di Gioacchino Rossini, del cassiere. L’addentrarsi in modo così analitico nei so fu il contributo operativo di Buzzolla, tra i promotori iniziativa promossa da Giuseppe Verdi (Francesco registri relativi alla prassi gestionale della Veneranda del futuro conservatorio “B. Marcello” (Franco Rossi, Passadore, pp. 253-273). Arca ci fornisce notizie fondamentali sulla qualità e pp. 65-91). Fu dunque in un clima di grande instabilità Buzzolla sembra quindi configurarsi come un punto sulla durata del servizio dei singoli musicisti: la Dalla che iniziò la sua carriera il giovanissimo musicista, di riferimento significativo per la vita musicale della Vecchia si propone principalmente, attingendo ad un’ag- divenuto ben presto “primo violino” del teatro La città, di cui vive tutte le aspirazioni religiose, politiche giornata bibliografia, di descrivere la cappella antoniana Fenice, ma l’accoglienza riservatagli si rivelò più che e sociali, nonché le tendenze culturali: lo denotano nei suoi aspetti amministrativi, normativi e disciplina- cordiale: furono infatti proprio gli amici veneziani, infatti la sua produzione di musica sacra (Michele ri. Fondamentale risulta quindi la consultazione della dopo la rappresentazione della sua prima opera teatrale, Girardi, pp. 275-295), le composizioni patriottiche raccolta di ordini e di regole attinenti alla gestione il Ferramondo, che tanto colmò di speranze i suoi (Pietro Zappalà, pp. 403-423), le canzoni in dialetto patrimoniale dell’Arca del Santo (compilata dal notaio sostenitori, a spingerlo ad un approfondimento della veneziano (Licia Sirch, pp. 327-369), la musica vocale Pietro Saviolo) che dal 1653 al 1765 vanta tre edizioni. propria tecnica compositiva, seguendo per un anno (il da camera (Carlida Steffan, pp. 327-369) e quella Da un punto di vista metodologico l’opera si confi- 1835), presso il conservatorio di Napoli, gli insegna- strumentale (Maria Girardi, pp. 371-401). gura dunque come premessa necessaria, nella previsio- menti di Donizetti e di Mercadante. E così, com’era già Il dotto esordio di Giovanni Morelli all’intero volu- ne di un immediato, si spera, seguito (la pubblicazione avvenuto per le sue doti umane, ispirate a solidi principi me (pp. 11-32) prospetta, attraverso la testimonianza di delle delibere relative alla cappella musicale, grazie al quali l’amicizia e la famiglia, anche le sue qualità letterati “storici” (Leopardi, Foscolo, Manzoni, lavoro svolto da Maddalena Pietribiasi per la sua tesi di musicali trovarono stabile alimento nei valori della Mazzini), alcuni modelli d’artista ideale e idealista, laurea, che consentirà di ricollocare nella giusta pro- “tradizione” (Carlida Steffan, pp. 115-125). veri figli dell’Ottocento romantico italiano. Accanto a spettiva avvenimenti e personaggi parzialmente consi- Il gusto per la bellezza statica della forma musicale queste figure d’“eroi” della cultura il musicista adriese derati o trascurati del tutto): introduce infatti lo sfondo rende ragione inoltre delle sue scelte compositive, che appare nello stesso tempo piccolo e grande, soverchiato istituzionale e le forze laiche ed ecclesiastiche che in manifestano una piena adesione a una certa mentalità da una parte dal sentimento spicciolo della quotidianità, esso interagiscono, delineando un quadro dettagliato musicale dell’epoca, annuente al neoclassico equili- dall’altra legato profondamente alla concretezza della che permette di dare una prima corretta valutazione del brio di Rossini, Bellini e Donizetti, piuttosto che all’im- vita reale nei suoi aspetti più nobili, tanto da divenire peso della cappella del Santo nella Padova settecente- peto e alla complessità drammatica di Verdi; se dunque comunque per i suoi contemporanei una figura sca e presso la stessa Repubblica Veneta. da una parte le aspettative furono un po’ deluse, dall’al- emblematica. L’introduzione di Francesco Passadore e é inoltre da porre in evidenza la trascrizione di tre tra l’affidabilità dell’uomo e del musicista ispirarono ai Licia Sirch (pp. 33-41) evidenzia in sintesi le qualità del lettere di Giuseppe Tartini (già riconosciute autografe suoi contemporanei solo rispetto (si vedano le appro- maestro adriese, senza dimenticarne i limiti: per un da Leonardo Frasson nel 1972) in cui il violinista fondite analisi testuali, drammaturgiche e/o musicali giudizio definitivo sulla sua arte non si può tuttavia che istriano apparirebbe nell’insolita veste di interprete delle opere di Buzzolla per il teatro: Flavio Arpini per indicare una rilettura personale della sue composizioni, (ovviamente cointeressato) delle rivendicazioni sala- Ferramondo e Mastino I dalla Scala, pp. 127-169; elencate nell’inventario compilato da Emanuela Negri riali dei musicisti del Santo, che nel 1758 il governo Guido Salvetti, Claudio Toscani e Paolo Bergamaschi (pp. 441-460), che chiude a tono l’ineccepibile veneziano aveva gravato di una nuova tassa. Nelle per l’Amleto, pp. 171-219; Paolo Pinamonti, pp. 219- orchestrazione di questa biografia a più mani. prime due egli si rivolge alle autorità civili e ai presi- 229, e Gianni Ruffin, pp. 231-251, per l’Elisabetta di Anna Vildera denti dell’Arca con quel tono formalmente ligio a Valois; il contributo del Nostro all’opera comica, gra- deferenza che era proprio delle lettere ufficiali del- zie al sistema dei cosiddetti “spartiti-centone”, viene l’epoca; tuttavia non manca di sostenere con decisione sottolineato da Emanuela Negri, pp. 425-439). e chiarezza le ragioni dei musicisti, né di sottolineare Analoga stima gli fu probabilmente accordata anche FRANCO MANCINI - MARIA TERESA MURARO - ELENA l’ingiustizia del provvedimento governativo nei loro all’estero: dal dicembre 1842 al novembre 1843 fu POVOLEDO, I Teatri del Veneto, vol. I: Venezia, tomo I, confronti. Tale ingiustizia era del resto palese alla infatti direttore del Königsstädtisches Theater di Berli- Teatri effimeri e nobili imprenditori, Venezia, Regione stessa Presidenza dell’Arca la quale, per risolvere la no (Roberto Calabretto, pp. 93-107), quindi proseguì il Veneto - Giunta Regionale - Corbo e Fiore, 1995, 4°, questione, invia al Consiglio dei Dieci una richiesta suo viaggio in Polonia, in Russia, e ancora in Germania. pp. XXXII-435, ill., s.i.p. finalizzata all’aumento del budget che la basilica pote- Alcuni tra i maggiori dizionari musicologici e biogra- va destinare alle spese musicali, limitato da un provve- fici, attribuiscono a Buzzolla la direzione del Théâtre Con l’uscita del primo tomo del volume riguardante dimento governativo: ma è Tartini a vergare di suo Royal Italien di Parigi nel 1847: tuttavia la mancanza di i teatri di Venezia sta per concludersi la pubblicazione pugno anche questa lettera, continuando così a mante- prove documentarie farebbe presumere piuttosto un dedicata agli spazi dello spettacolo del Veneto, risulta- nere un ruolo di primo piano nella questione, quale semplice passaggio del compositore per la capitale to di un lavoro decennale che ricostruisce sistematica- personaggio ufficiosamente designato a “concertare” francese, e non l’assunzione di tale incarico (Andrea mente la storia e le caratteristiche strutturali dei teatri di siffatta azione legale, volta a dirimere le incongruenze Fabiano, pp. 109-113). Solo a Venezia, però, ottenne i tradizione della regione (si veda, per maggiori raggua- della pubblica amministrazione. gli, l’articolo apparso sul n. 18 del “Notiziario”). Nella Anna Vildera parte introduttiva al presente volume gli autori esami- nano la vita teatrale veneziana e i suoi luoghi deputati dal Quattrocento al Settecento, senza ambire, avverto- no, ad una sintesi definitiva, che lo stato attuale delle Antonio Buzzolla. Una vita musicale nella Venezia ricerche non consente ancora di produrre. Tipicamente romantica, a cura di Francesco Passadore e Licia Sirch, veneziana fu la presenza capillare dello spettacolo sul Rovigo, Minelliana, 1994, 8°, pp. 476, ill., ess. mus., L. territorio cittadino, a formare un “continuo decen- 70.000. tramento”, che costituiva un fenomeno inverso rispetto a quanto accadeva in terraferma nel corso del Rinasci- Il volume offre una nutrita silloge di studi sul com- mento. Alla tendenza unificante delle corti e all’affer- positore al quale è intitolato il conservatorio di Adria, marsi dei teatri di sala quali simboli di prestigio, si nel ventesimo anniversario del suo riconoscimento sostituiva a Venezia, date le differenti strutture politi- quale scuola di musica statale. Antonio Buzzolla, nato che, la molteplicità delle occasioni e dei luoghi di ad Adria nel 1815, fu praticamente figlio d’arte, essen- spettacolo. Le recite e le feste che si tenevano ovunque, do stato iniziato agli studi musicali dal padre Angelo, in Piazza e in Campo, nei palazzi patrizi come nei personaggio chiave dell’Accademia Filarmonica loca- conventi, nei circoli accademici e nelle scuole private, le e contemporaneamente maestro di cappella presso la formavano “una tipologia fluida nei generi e nei luoghi cattedrale adriese: benché a diciassette anni spiccasse il teatrali, difficile da rapportare a modelli di categoria”. volo dalla sua Adria per stabilirsi a Venezia, i legami Priva di architettire stabili, la vita ludico-teatrale vene- affettivi e professionali con la città natale, se pure meno ziana si avvaleva di apparati provvisori (“teatri effime- frequenti, mantennero sempre la medesima intensità (si ri”, nella terminologia adottata dagli autori), rapportabili pensi all’amicizia fraterna con il concittadino e collega a cinque tipi ricorrenti: teatri di Piazza, in Campo, in Giovanni Battista Casellati), come documenta Antonio corte, in portego, ossia teatri di palazzo, e teatri galleg-

27 no”, in un momento in cui la rivista di riferimento per recato a Roma entrando in contatto con Antonio Canova questo settore di studi rischia di scomparire. e la sua cerchia. Nei primi due anni dell’Ottocento Aprono il volume due ricerche sull’editore Pasquali. alterna l’attività di vedutista a quella di decoratore, Nella prima, “Per il catalogo dei testi stampati da dipingendo a Trieste, Treviso, Castelfranco e Spilim- Giovan Battista Pasquali (1735-1784)”, Monica bergo affreschi per abitazioni signorili. Nel 1806 torna Donaggio ricostruisce in 454 schede l’intera produzio- a Venezia ed erige un arco di trionfo per il genetliaco di ne del libraio-stampatore veneziano (1702-1784) e ne Napoleone. L’anno successivo elabora le decorazioni offre un nitido ritratto biografico e culturale. In partico- per l’arco eretto da Giannantonio Selva in Canal Gran- lare, vengono posti in evidenza i punti di forza del de per il solenne ingresso dell’imperatore a Venezia. prestigioso editore: preziosità della veste formale, alto Nel 1908, sempre “sotto la diretta sorveglianza del livello delle proposte editoriali sia in campo letterario Selva”, elabora gli ornamenti dei palchi e, con alcuni che scientifico, sapiente progettualità. La ricerca di aiuti, la decorazione pittorica del soffitto del Teatro La Laura Rossetto, “Per un profilo dell’edizione goldoniana Fenice. Dal 1809 diventa di fatto lo scenografo del del Pasquali”, entra nel vivo dell’impresa editoriale a teatro veneziano, attività che il volume di Maria Ida cui Goldoni, avviandola alla vigilia della sua partenza Biggi documenta riproducendo più di duecento disegni per Parigi, guardava come al “coronamento della pro- Ð per quanto possibile in ordine cronologico Ð conser- pria attività drammaturgica”. L’edizione, prefigurata vati per buona parte alla Biblioteca del Teatro del- come Opera omnia e mirante ad una diffusione euro- l’Opera di Parigi, mentre altri sono in varie raccolte pea, beneficiò all’inizio della stretta collaborazione fra pubbliche e private. Da questi disegni emerge la figura l’autore e l’editore, via via scemata a causa della lon- di uno scenografo estremamente scaltrito negli effetti tananza di Goldoni: dopo una lunga interruzione essa fu prospettici, dove è intravvedibile una qualche continui- gianti. In questi luoghi opportunamente attrezzati si infatti portata avanti dal solo Pasquali, fino al diciasset- tà con il capriccio settecentesco e l’impianto di certi svolsero tanto i generi tradizionali quali momarie e tesimo tomo. L’autrice esamina le differenze fra i due dipinti di veduta del Visentini, ma con un gioco forte- intrattenimenti conviviali, quanto le proposte nuove, blocchi dell’edizione conseguenti al passaggio di mano, mente contrastato di luce e ombra, non solo in senso estranee alle accademie, di Ruzante e Calmo, di Zuan soffermandosi sul lavoro di riscrittura effettuatovi dal plastico-architettonico, capace di sottolineare opportu- Paolo e di Burchiella. E vi dominava l’attività delle drammaturgo, a riprova di come “la Scena e il Torchio” namente gli effetti drammatici dei balli e dei melo- influenti Compagnie della Calza, emanazione di fami- fossero i due piani interagenti sui quali si andava drammi composti da vari autori. é bene rimarcare che glie veneziane tra le più potenti, che dal 1441 al 1542 sviluppando l’intricato percorso della riforma. l’immaginario scenografico di Borsato si giova di una organizzarono feste e recite nei palazzi patrizi a nei In “Fra ‘negozio’ e ‘villa’. Crisi della morale bor- cultura architettonica piuttosto aggiornata che ha alcu- Campi della città. Altro momento cardine della diffusa ghese dal Prodigo alla trilogia della Villeggiatura”, ni capisaldi in Soufflot e in Giambattista Piranesi, teatralità veneziana erano le feste di Carnevale, fra cui Michele Bordin mette a fuoco il tema della villeggiatu- conosce bene il neoclassicismo inglese (e i suoi effetti popolari e frequentissime furono le Cacce di tori che si ra come appare nel teatro goldoniano del decennio pittoreschi) e naturalmente quello francese. tenevano nei campi antistanti le chiese principali, con 1751-61, periodo nel quale il commediografo matura Non si è mancato di sottolineare l’eclettismo del accompagnamento di balli, giochi e fuochi d’artificio. una visione critica della borghesia mercantile, i cui Borsato nell’uso disinvolto dei più svariati stili, ma va Ai teatri provvisori, che in qualche caso furono tratti positivi aveva fino ad allora compendiato nella pur detto che certi repentini passaggi da un neo- progettati da architetti celebri e uno di essi dal Palladio, ben definita figura di Pantalone. Non più personaggio classicismo greco-romano a forme di orientalismo neo- il libro riserva un terzo della trattazione, prima di esemplare dei “valori costitutivi di una coscienza di egizio o arabo, al goticismo, sono legati alle diverse addentrarsi nella storia dei teatri stabili seicenteschi. classe paleo-borghese”, il Pantalone della crisi si ri- esigenze degli spettacoli, dove tuttavia l’artista dimo- Questi ultimi, superato il secolare interdetto sui pubbli- frange in una molteplicità di eteronimi e di atteggia- stra una straordinaria capacità d’invenzione che dà ci spettacoli che, seguendo le indicazioni del Concilio menti contraddittori ai quali si rivolgono le serrate un’impronta unitaria a tutta la sua attività scenografica. di Trento, il Consiglio dei Dieci imponeva alla vita analisi di Bordin. Il contributo di Maddalena Agnelli “Il Il Borsato sa passare dalla Roma piranesiana dei boz- teatrale della città (ostacolandola ma non impedendola pubblico veneziano di Carlo Goldoni” prende le mosse zetti per l’Idomeneo (1811-12) di Rossi e Fanelli al del tutto), sorsero sul finire del Cinquecento per inizia- dai connotati socioculturali di quel pubblico etero- goticismo grandioso e a volte solenne del Tancredi tiva privata. Insieme al Teatro Michiel (1581), che ebbe geneo a cui lo scrittore riservò ogni attenzione al fine (1812-13) e del Sigismondo (1814-15), entrambi breve vita, fu eretto il Teatro Tron, detto anche Teatro di educarlo al gusto e alla cultura richiesti dalla rifor- musicati da Gioacchino Rossini, alle scenografie tra di San Cassan (1580), destinato a durare fino al 1804 e ma ed illustra i punti salienti della sua strategia peda- grecità dorica e grandiosa spazialità romana del Sacri- che nel 1637 diveniva, in assoluto, il primo teatro per gogica. ficio d’Epito (1819-20) di Tindario e Carafa di musica pubblico a pagamento. A “I tempi e le stratificazioni testuali del Goldoni Colobrano, all’arabismo del Maometto secondo (1822- Uscita da un confuso periodo di assestamento, la vita francese: le ‘spie’ del Matrimonio per concorso” è 23), alle invenzioni neo-egizie della Semiramide (1823), teatrale veneziana aveva intanto raggiunto una com- dedicata l’indagine di Alessandro Zaniol sui procedi- entrambe opere di Rossini tanto splendidamente alle- plessa fisionomia organizzativa, che gli autori ricon- menti drammaturgici e stilistici dell’ultimo Goldoni. stite da costituire dei fondamentali modelli per succes- ducono a “quattro vertici”, costituiti dai proprietari, dai Dall’esame delle varianti di tre diverse edizioni della sive riprese. Non a caso la Biggi ha intitolato il saggio conduttori, dagli artisti e dai protettori. I proprietari commedia in questione lo studioso trae suggestivi sul Borsato “Lo scenografo di Rossini”. In molti altri talvolta assumevano in proprio la gestione del teatro, elementi di conoscenza riguardo agli orientamenti poe- bellissimi disegni l’artista eccelle nel delineare i luoghi mentre in altri casi si limitavano a riscuoterne l’affitto, tici goldoniani sullo scorcio del secolo. Con “Goldoni di pena, sotterranei tombali o interni di mausolei (si affidando la conduzione agli impresari. Una voce in e la Comédie Italienne” Andrea Fabiano compie accu- vedano i disegni riprodotti a pp. 108-10). capitolo nella politica teatrale ebbero i capocomici, rati accertamenti al fine di stabilire la natura e l’effetti- L’attività scenografica di Borsato resta caratterizza- così come non trascurabile, seppure sommersa, deve va portata del ruolo svolto dal commediografo in veste ta da un gusto straordinariamente raffinato, spesso essere stata l’azione dei protettori “nell’intricata realtà di direttore di quell’istituzione teatrale-musicale, ruolo sontuoso, mantenendo alto il livello dell’invenzione economica dell’organizzazione teatrale veneziana”. che attende di essere “ancora adeguatamente valutato con una propria fisionomia originale, nel difficile cri- Riccamente documentata, pur con le limitazioni che si nella sua poliedricità”. Anna Scannapieco, infine, ritor- nale tra la cultura neoclassica e quella romantica Ð è detto, è la ricostruzione che gli autori effettuano della na in margine alla sua ampia ricerca, apparsa nel mostrandone non pochi aspetti di continuità. storia e delle strutture degli altri teatri pubblici sorti nel volume precedente, dedicata a Giuseppe Bettinelli, Giorgio Nonveiller Seicento, fra i quali il Teatro di S. Moisé, il Vendramin editore di Goldoni. La studiosa offre puntualizzazioni (attuale Goldoni), il Teatro Grimani (poi Camploy), che precisano il quadro già tracciato e sgombra “il destinati a svolgere una lunga ed essenziale funzione campo dell’osservazione critica dalla perdurante pre- nella vita teatrale di Venezia. senza di dati documentari insussistenti ed equivoci”. Giuseppe De Meo Giuseppe De Meo

Problemi di critica goldoniana, vol. II, a cura di Gior- gio Padoan, Ravenna, Longo, 1995, 8°, pp. 292, L. MARIA IDA BIGGI, L’immagine e la scena. Giuseppe 49.000. Borsato scenografo alla Fenice 1809-1823, Venezia, Marsilio, 1995, 4°, pp. 143, ill., L. 80.000. Strettamente collegato ai contenuti del precedente (cfr. “Notiziario” n. 19, pp. 30-32), questo secondo Giuseppe Borsato (Venezia 1771-1848) è stato un volume curato da Giorgio Padoan presenta ulteriori pittore e decoratore tra i più significativi della sua contributi intorno all’editoria goldoniana del Settecen- generazione, ma l’attività che lo distacca di più è stata to, accanto a saggi riguardanti aspetti noti e meno noti quella di scenografo che, grazie a questo volume della della produzione del commediografo e intende inoltre Biggi, comincia ad essere sottoposta alla ricognizione “attestare con forza la necessità di una pubblicazione che essa effettivamente merita. Dopo aver frequentato specifica dedicata al maggior scrittore teatrale venezia- nel 1791-92 l’Accademia di Belle Arti di Venezia si è

28 Retroscena di “Acciaio”. Indagine su un’esperienza portatrici di una delle più feconde intuizioni dell’artista cinematografica di G. Francesco Malipiero, con una padovano. Questa sezione, arricchita da cenni storici premessa di Giovanni Morelli, Firenze, Olschki, 1993, sulla maschera teatrale e da una parte riguardante le 8°, pp. XII-251, ill., L. 49.000. tecniche di costruzione, affianca le creazioni di Amleto a quelle di Donato il quale, alla scomparsa del padre Il 2 marzo 1991 la Fondazione Malipiero promosse avvenuta prematuramente nel 1962, proseguì l’opera l’organizzazione di un seminario di studi su un’evento paterna, al tempo stesso creando nuove prospettive alla isolato della carriera di Malipiero, la collaborazione maschera nel mondo contemporaneo. con la casa cinematografica Cines-Pittaluga per la La terza sezione del volume documenta tale ricerca, realizzazione della colonna sonora del film Acciaio percorsa dalle tensioni ideologiche ed estetiche delle (uscito il 1 aprile 1933): commissionato da Mussolini avanguardie degli ultimi vent’anni. Nel 1979 Donato su un soggetto originale filmato da Pirandello (ma Sartori fonda, con Paola Piizzi e Paolo Trombetta, il probabilmente opera a due mani in cui parte non secon- Centro Maschere e Strutture Gestuali, e da allora va daria ebbe il figlio Stefano), risultò infine plasmato proponendo in tutto il mondo, attraverso laboratori, sulla volontà del regista prescelto (dal direttore artisti- mostre e performances, originali estensioni del concet- co Emilio Cecchi, però), il tedesco Walter Ruttmann. to di maschera quali, appunto, le “strutture gestuali” Un film da dimenticare, si dovrebbe dedurre dalle (mascheramenti corporei) e i “mascheramenti urbani”, appassionate dichiarazioni di Malipiero, che si era visto coinvolgenti installazioni di piazza dal forte impatto a poco a poco “smontare” la propria musica, e lasciarla spettacolare. in parte inutilizzata; il compositore, invece, ad onta L’ultima parte del catalogo riproduce la sezione delle sue affermazioni, non dimenticò affatto, e tale antropologica ed etnologica della mostra, costituita da circostanza, fra le altre, spinge gli autori del presente maschere teatrali e rituali, costumi, oggetti tribali e altri volume a ripercorrere le fasi di quella che si presenta reperti raccolti dai Sartori nei diversi continenti e che come un’intricata vicenda di amore-odio. completano un’esposizione straordinaria, preludio al Sergio Miceli (pp. 1-15) dà uno sguardo alle incoe- CENTRO MASCHERE E STRUTTURE GESTUALI, Maschere e Museo Vivente della Maschera che verrà ospitato nella renze che si manifestano in un’epoca, quella intercorsa Mascheramenti. I Sartori tra arte e teatro, a cura di Villa Savioli-Trevisan del comune di Abano Terme, e tra le due guerre, in cui si stava ancora cercando di Donato Sartori e Paola Piizzi, presentazione di Dario che si preannuncia come uno dei più ricchi ed importan- definire il ruolo della musica nel pensiero estetico e del Fo, Padova, Il Poligrafo, 1996, 4°, pp. 181, ill., L. ti al mondo nel settore. cinema dell’arte, mentre il musicista, legato ad una 60.000. Giuseppe De Meo concezione aristocratica ed individualistica dell’arte, mal si adattava alle esigenze propagandistiche della La mostra dedicata all’opera dei Sartori allestita al committenza (il regime fascista, in questo caso), ed Palazzo della Ragione di Padova (16 febbraio-12 mag- ancor meno a quelle commerciali del commissionario gio 1996), omaggio della città a due dei suoi artisti più STORIA (la casa di produzione), prendendo le distanze da tutto rappresentativi, ha offerto l’occasione di ammirare le ciò e, nello stesso tempo, lasciandosene progressiva- straordinarie creazioni e le collezioni di questi celebri mente sedurre. scultori e mascherari e di ripercorrere, attraverso di Gli atti originali della Cancelleria veneziana, I: 1090- Fabrizio Borin (pp. 17-50), nel proseguire un perso- esse, alcuni momenti memorabili del teatro europeo da 1198, a cura di Marco Pozza, Venezia, Il Cardo, 1994, nale itinerario di ricerca che è qui alla sua seconda cinquant’anni in qua. Il contributo dei Sartori alla 8°, pp. 146, ill., L. 32.000. tappa, ripropone il soggetto originale di Landi-Pirandello rinascita della Commedia dell’arte tramite il segno per confrontarlo con quello effettivamente realizzato inconfondibile delle loro maschere è riconosciuto ovun- Gli studi sugli antichi documenti pubblici veneziani nel film; individuato il punto focale della trama que, così come il loro apporto alla rivitalizzazione e sono pochi e piuttosto datati. Considerata la diversità pirandelliana, l’antitesi gioco/lavoro, collocata però su all’ampliamento del significato e dell’uso del masche- delle istituzioni e del diritto veneziano rispetto alle altre un piano narrativo che avrebbe dovuto assecondare uno ramento, dentro e oltre i confini del teatro. Il catalogo città, diversità che si riflette anche nella redazione dei sviluppo della recitazione e dunque dell’interpretazio- della mostra si articola in quattro sezioni, tre delle quali documenti, si avvertiva un’esigenza comparativa, che ne (sia poetica che musicale), Borin mette in evidenza corrispondono ai principali filoni di ricerca dei Sartori poteva essere soddisfatta con il riunire insieme atti la contrastante lettura di Ruttmann, guidato da una e del Centro Maschere e Strutture Gestuali: la maschera sparsi in archivi e fondi diversi per studiarne i caratteri concezione puramente oggettiva che punta tutto sulle teatrale storica, dal mondo classico al teatro contempo- intrinseci ed estrinseci. é questo lo scopo del lavoro analogie tra immagine “visiva” e immagine “sonora”, raneo, la maschera etno-antropologica mondiale e la compiuto da Marco Pozza, ricercatore di Storia medie- conservate nel loro stadio primigenio. ricerca, tra arti visive e teatro, sul mascheramento vale presso l’Università di Venezia. In questa prima Paolo Pinamonti (pp. 51-126) e Paolo Cattelan (pp. corporeo e i “mascheramenti urbani”. parte ha trascritto trentatré documenti, datati dal 1090 127-244) si suddividono i compiti nella problematica La prima parte, preceduta dalla presentazione di al 1198, pervenuti in originale, completando l’edizione ricostruzione filologica della partitura originale delle Dario Fo e da scritti di Donato Sartori e di Caterina critica con regesto e bibliografia. é questo il momento musiche di Acciaio. Giostrandosi tra le varianti della Barone, comprende un ritratto autobiografico e foto- di massima originalità della cancelleria veneziana, sceneggiatura e le affermazioni del compositore vene- grafico su “Amleto Sartori scultore poeta” e immagini prima del suo uniformarsi, sia pure mantenendo alcune ziano, talora in contraddizione con se stesso e con i e testimonianze critiche sull’opera scultorea di suo caratteristiche peculiari, agli usi diplomatici dell’Italia documenti rappresentati in gran parte dal ricco figlio Donato (“Donato Sartori: la scultura sociale”), a settentrionale. Non si può infatti parlare dell’esistenza epistolario che lo riguarda, si muovono alla ricerca suggerire la continuità ideale fra due artisti interpreti di una cancelleria vera e propria prima dell’inizio del della verità sulla vicenda, lavorando su una base docu- del proprio tempo. XII secolo, nonostante il titolo di cancellarius occa- mentaria d’un certo calibro: gli abbozzi autografi ine- La seconda parte introduce nel ricchissimo mondo sionalmente attribuito ai redattori dei documenti dogali. diti; la partitura delle Sette invenzioni per orchestra da delle maschere create dai Sartori per il teatro in mezzo In seguito cominciò a formarsi una struttura con sede cui solo in seguito, pareva, era stata tratta la colonna secolo di attività. Le splendide riproduzioni delle ma- stabile nel palazzo ducale e il frequente uso della sonora di Acciaio, e la partitira delle Quattro invenzioni schere e degli studi, la preziosa documentazione foto- qualifica di notarius ducalisque aule cancellarius, strut- (già La fiera degli indolenti), che comprendeva i brani grafica, insieme alle testimoniznaze di Jacques Lecoq tura che può dirsi formata con l’istituzione nel 1261 scartati dal regista (tutto ciò secondo la versione fornita e di Giorgio Strehler, ai ricordi di Amleto e Donato, della carica di cancellier grande, capo dell’intera am- da Malipiero nel catalogo delle sue opere datato 1952); rievocano il clima che, nell’immediato dopoguerra, ministrazione. infine la colonna sonora del film, unica testimone delle vide rivivere la Commedia dell’arte dopo due secoli di Questa prima produzione pubblica consiste in atti musiche realmente utilizzate. quasi totale abbandono. Iniziata nel 1947 la collabora- separati e vari sia per forma che per contenuto, che In questi due ultimi saggi appare evidente che il zione con Gianfranco De Bosio e, di lì a poco, con la possono essere però definiti come ducali maggiori, risultato più ambìto da parte degli autori è rappresenta- scuola del Piccolo Teatro di Milano, Amleto si getta secondo una terminologia ottocentesca che fa riferi- to da una traduzione immediata della loro ricerca in con passione in un’avventura che lo porta, dopo innu- mento alla presenza di formule solenni. Pozza analizza partitura, nella prospettiva di trasformarla in prodotto merevoli tentativi, a reinventare la tecnica della ma- dettagliatamente tutti gli elementi caratterizzanti gli musicale verosimilmente coerente con le primitive schera in cuoio al modo dei mascherari antichi. L’in- atti, riportando le formule usate e le varianti. Quattro intenzioni dell’autore, e proponibile in alternativa a contro con Strehler per la ripresa dell’Arlecchino servi- documenti non rientrano negli schemi individuati: due quelli “ufficiali” dietro i quali l’impermalosito Mali- tore di due padroni nell’interpretazione del grande commissioni agli ambasciatori a Zara e Costantinopoli, piero, timoroso a torto di salvaguardare la propria Marcello Moretti è il capitolo centrale di un’esperienza e due trattati, rispettivamente con Capodistria e Pisa dignità artistica, si era ritratto, deciso a non lasciar esaltante che si aprì a tutti i generi di teatro, da Eschilo (per l’analisi degli atti pattizi si vedano le edizioni, a trasparire nulla dell’ingenuo zelo da dilettante con cui a Ruzante, da Shakespeare a Pirandello a Ionesco, in cura dello stesso Pozza e di altri autori, già segnalate sul lui, artista affermato, si era lasciato coinvolgere nella allestimenti diretti dai maggiori registi europei. La “Notiziario Bibliografico”, n. 13, giugno 1993, p. 22 e composizione di musica originale per il cinema. collezione comprende maschere e studi realizzati in n. 15, dicembre 1993, p. 27). Conclude l’opera la materiali diversi, come ad esempio l’impressionante bibliografia e l’indice analitico delle persone, delle Anna Vildera serie di maschere ruzantiane in legno che Giovanni cariche e dei luoghi. Calendoli (“Una nuova era della maschera”) ritiene Valentina Trentin

29 Statuti di Cittadella del secolo XIV, traduzione e com- Giorgio Cracco, professore di Storia della chiesa presso i nobili, per i quali suo compito era cimare le erbe alte: mento di Guerrino Citton e Daniela Mazzon, introd. di l’Università di Torino, apre finalmente nuovi, e per così, un giorno, gli aveva metaforicamente suggerito Giorgetta Bonfiglio Dosio, Cittadella (PD), Biblos, certi versi impensati, spiragli di luce, e rischiara aspetti Federico II, tranciando con la spada le cime di alcune 1995, 4°, pp. 170, ill., L. 38.000. del carattere e motivazioni dell’agire di Ezzelino – erbe del giardino durante una tranquilla passeggiata. anche dell’agire che portò guerre e morti efferate – “Gigante tra i giganti” lo definisce Cracco ponendo- L’opera si presenta articolata in due momenti: uno rimasti finora pressoché non indagati. lo accanto ad altri due “giganti” di quell’epoca di studio introduttivo curato da Giorgetta Bonfiglio Dosio Attraverso queste pagine, che lungo tutto il loro tempeste e grandi cambiamenti: Federico II e San e una parte, curata da Guerrino Citton e da Daniela snodarsi conservano la serietà dell’indagine scientifica Francesco. Certo Ezzelino non fu né imperatore, né Mazzon, dedicata alla traduzione e al commento degli e dell’accurata documentazione e insieme la piacevole tanto meno un santo. Ma fu un grande, e come i due statuti di Cittadella e corredata da un corposo apparato leggerezza della narrazione che si fa qua e là anche dedicò la vita al sogno che impossesatosi di lui lo rese fotografico. Questa fatica non comune in ricerche sto- aneddotica, Cracco scava nella storia e nella tradizione suo servo. Fino alla fine. riche, dove si preferisce lasciare al lettore la compren- restituendo Ezzelino alla sua epoca, quasi sapientemente Marta Giacometti sione delle testimonianze riprodotte in lingua originale, “liberato” da facili pregiudizi e manipolazioni d’imma- è giustificata dall’esigenza di fornire a tutti gli abitanti gine. Un uomo, alla fine, per taluni aspetti figlio del suo di Cittadella, ma in particolare agli insegnanti e agli tempo, per altri “diverso”, impavido guerriero, quasi studenti, uno strumento per iniziare a conoscere e condannato dal destino a inseguire un sogno che si ALESSANDRA RIZZI, Ludus/ludere. Giocare in Italia alla approfondire il proprio passato e infine per rispettare impadronì di lui per tutta la vita. Non più soltanto il fine del Medio Evo, Roma, Viella - Treviso, Fondazio- maggiormente le testimonianze a noi pervenute. Infatti terribile e sanguinario tiranno, dunque, ma anche, per ne Benetton, 1995, 8°, pp. 235, L. 42.000. il ricco archivio del Comune di Cittadella aspetta anco- quanto la storia e i documenti permettono di ricostruire ra di essere adeguatamente ordinato, schedato, e dedurre, uomo grande e deciso. Sostenuto da un costante e consistente rinvio a fonti inventariato e di trovare uno spazio idoneo e funzionale La storia, in effetti, fu con lui grande giustiziera. E storiche e documentarie, il volume ci accompagna in un alla sua consultazione. Sono proprio gli statuti del quando a braccetto operano pure memoria collettiva e viaggio attraverso il gioco e il giocare nell’Italia tardo- Comune, nati in età carrarese, che qui vengono utiliz- fantasia popolare, gli effetti sono amplificati. Alla sua medievale, in un periodo in cui fortissima era la preva- zati per avere una chiave d’accesso all’archivio comu- damnatio memoriae diedero man forte le trame più lenza nella vita dell’uomo dell’aspetto spirituale su nale (così recita parte del titolo dell’introduzione). terribili tessute nei secoli dalla fantasia del popolo. quello materiale e fisico. Fu in questa età che l’attività Lo statuto, universalmente inteso, è un complesso di Insieme, contribuirono a creare intorno a Ezzelino una ludico-ricreativa, sempre e dovunque connaturata al- norme redatte e volute da una istituzione per disciplina- incontrastata “leggenda nera”, che lo disegna come uno l’esperienza umana, conobbe le più numerose e insi- re la propria vita e le proprie attività e se debitamente dei personaggi più crudeli e disumani mai esistiti nella stenti proibizioni da parte sia delle autorità laiche che di studiato offre preziose indicazioni sul mondo rurale, storia. Suo padre certo un diavolo, sua madre una quelle religiose, anche se diverse appaiono le ragioni sulla vita artigianale, sulla gestione della giustizia, del strega. Lui, minimo, un “tiranno” senza pietà, un gigan- della condanna e degli interventi sanzionatori. Da un sistema fiscale e politico di una comunità, così come le tesco malfattore, “belva sanguinaria in sembianze di lato, numerosi erano i rischi a carattere sociale e poli- sue modificazioni ci indicano come è evoluta e cambia- uomo”, “eretico manifesto”, “nemico del genere uma- tico attribuiti al gioco: la bestemmia, la violenza e la ta la comunità nel tempo. Dagli statuti cittadellesi no”, “Hitler medievale”. E, dulcis in fundo, “figlio di dissipazione delle ricchezze erano, secondo le autorità emerge come l’archivio comunale fosse ritenuto di Belial”: figlio di Satana. comunali, quelli ritenuti più direttamente derivanti dal massima importanza, tanto che precise norme statutarie Ezzelino da Romano fu tra coloro che si dicono “nati gioco di fortuna e d’azzardo; ma spesso è possibile regolavano la gestione e la custodia dei documenti. sotto una buona stella”: la congiuntura degli astri al riconoscere un legame pericoloso anche tra il gioco e Nulla, invece, viene precisato in merito agli interventi momento della nascita gliene dava esatta conferma. l’usura. In un’età caratterizzata inoltre da frequenti di modifica e di adattamento che si verificarono durante Agli astri, puntualmente, egli si rivolgeva prima di ogni scontri politici tra le parti, il gioco diviene facilmente gli anni, a prova, forse, di quanto fosse usuale adattare grande impresa. é uno degli elementi ricorrenti del occasione per vendette private e familiari e quindi la normativa al cambiare della società e della realtà; mithos di Ezzelino: che il suo destino fosse tutto già pretesto per sommovimenti politici, inducendo così le soltanto alcune disposizioni, che sono chiaramente scritto nelle stelle, fin dalla nascita. Così accade spesso autorità a interventi repressivi attraverso proibizioni precisate, non potevano essere toccate. In quanto per i “grandi”. Ma chissà se agli astri era già noto quanto statutarie. Dall’altro lato si abbatte sul gioco la condan- depositario delle regole che riguardavano la vita della triste sarebbe stata la fama del tiranno presso i posteri. na morale della Chiesa, furono anzi proprio i rappresen- comunità e le istituzioni ad essa preposte, lo statuto Scritto pure nel destino del grande Ezzelino doveva tanti dell’ordine ecclesiastico a pronunciarsi per primi prescrive in modo molto preciso la formazione del essere il suo incontro, nel 1232, con l’imperatore Fede- contro l’azzardo, infame vizio ed emanazione diaboli- consiglio e i compiti ad esso spettanti, quali persone rico II di Svevia. Fu l’inizio di un periodo nuovo: per la ca, riconoscendo in esso addirittura un pericolo di potessero ricoprire cariche pubbliche, i doveri e le vita di Ezzelino, senza dubbio, ma anche per quella scristianizzazione della società: esso sottraeva tempo funzioni del podestà, del sindaco del Comune (gestione della Marca e addirittura dell’Impero. Si trattò di un alle pratiche di vita cristiane, portava a dilapidare dei beni comunali), del massaro (tesoriere e custode del incontro per lui “totalizzante”, che lo rese humilis ricchezze anziché a devolverle in elemosine, induceva patrimonio comunale, redattore dei libri contabili), dei serviens et fidelis et subiectus, votandolo interamente alla bestemmia e quindi alla perdizione. Nel corso del “cattaveri” (vigilanti il patrimonio comunale) e in ge- alla causa dell’Impero. E al di là dei comuni interessi Trecento la predicazione di Bernardino da Siena contro nere di tutte quelle figure che intervenivano alla gestio- politici, segnò anche l’inizio di un’amicizia tra i due. il gioco assunse in tal senso un valore esemplare. ne del Comune. Per l’imperatore, Ezzelino divenne uomo fidato, consi- Ma l’uso dilagante delle attività ludiche e l’impossi- Dal buon numero di norme inerenti la tutela della gliere, familiare, alter ego. Molte le cose in comune tra bilità di reprimerle, nonostante i ripetuti interventi proprietà terriera da ogni tipo di minaccia (passaggio di i due. Prima tra tutti... i nemici. Poi, certo, gli obiettivi statutari, spinge le autorità più che nel senso di una greggi, spigolatura, questioni di confine, ferimento del politici, ma anche taluni aspetti del carattere, taluni totale e difficile proibizione del gioco, verso una sua bestiame) risulta chiara la natura “agraria” di Cittadella, gusti e passioni (non da ultimo quello per l’astrologia). regolamentazione in luoghi e tempi stabiliti, arrivando ma non mancano le disposizioni riguardanti le catego- Così da signore di una domus, di una famiglia, Ezzelino talvolta all’introduzione di case da gioco pubbliche e rie professionali (es. notai). La gestione finanziaria di si ritrova “servo dell’Impero”. Ed è una vera e propria discriminando tra comportamenti ritenuti del tutto ille- questa “quasi città” era imperniata sull’estimo, adotta- conversione, indotta da un sogno che lo guiderà per citi ed altri accettati o tollerati. to poi anche dallo stato veneziano. Ogni cittadino, ogni tutta la vita, facendogli ottenere innumerevoli successi Altrettanta attenzione è riservata alle attività fisiche, due anni, presentava una dichiarazione della propria e infine, ormai solo contro tutti, perso pure l’appoggio ugualmente cariche di una valenza ludica: se vennero situazione patrimoniale sulla quale, opportunamente di federico II (morto nel 1250), portandolo anche alla chiaramente proibite tutte le pratiche pericolose per la verificata dagli “estimatori”, venivano calcolate le im- disfatta. Fu, in verità, molto più che un sogno: una vera sicurezza interna e l’incolumità fisica, vennero invece poste. Tuttavia soltanto l’intero archivio debitamente missione, per lui. Salvare l’umanità tramite l’Impero, dapprima tollerate e poi via via incoraggiate quelle studiato potrà fornire un quadro preciso sull’assetto l’unica via di salvezza che Dio avesse dato agli uomini, pratiche che avessero una qualche utilità o vantaggio istituzionale, politico e finanziario della società cit- il “remo provvidenziale che guidava la nave in mezzo per il Comune, quali ad esempio l’addestramento mili- tadellese in quest’epoca. alle tempeste, la briglia capace di domare quel cavallo tare compiuto tirando d’arco o di balestra. Sembrereb- Cecilia Passarin selvaggio che è il mondo”. Gli si diede del miscredente, be, suggerisce l’autrice, quasi la scoperta della stru- dell’eretico (Innocenzo IV lo scomunicò nel 1254): ma mentalità del gioco. Così Venezia, con una deliberazio- Ezzelino – come d’altronde Federico – era nemico non ne del Consiglio dei Dieci, arriva ad istituire, nella di Dio, né della Chiesa, bensì della Chiesa del suo seconda metà del XIV secolo, i palii delle balestre, GIORGIO CRACCO, Nato sul mezzogiorno. La storia di tempo, di quel Papa e di molti suoi ecclesiastici, ossia incoraggiando i veneziani all’esercizio delle armi e Ezzelino, Vicenza, Neri Pozza, 1995, 8°, pp. 176, L. di quanti non capivano o negavano il suo ruolo. Un alimentando la naturale tendenza al gioco e alla sfida 28.000. ruolo in fondo religioso, salvifico, non diverso da con l’attribuzione di premi allettanti. Infatti arcieri e quello dell’Imperatore. balestrieri rappresentavano per Venezia la parte più Intorno alla grande figura di Ezzelino da Romano Dall’incontro tra i due, le sorti della Marca trevigiano- cospicua dell’esercito di terra e già alla fine del Due- (1194-1259), grande signore della Marca Trevigiana, veronese si legano inscindibilmente a quelle dell’Impe- cento, in coincidenza con le sconfitte patite ad opera dei la tradizione nota è sempre apparsa piuttosto unanime ro e viceversa. E nonostante tutto ciò che sempre si è Genovesi, si avvertì tutta l’importanza di preparare e univoca. E difficile, d’altronde, sarebbe negare le detto di Ezzelino, certo per ottenere il forte potere e adeguatamente le truppe, ma si volle che questa sorta di atrocità commesse da Ezzelino e il sangue versato. Ma l’influenza che ebbe, dovette pur raccogliere dei con- esercitazioni collettive mantenesse il carattere dello su questa cupa leggenda il recente volume dello storico sensi da qualche parte. Almeno tra il popolo, se non tra spettacolo ludico. Oltre che per scopi addestrativi, alla

30 fine del Medioevo il gioco venne utilizzato anche con fotografare con precisione la situazione del territorio. Il finalità propagandistiche attraverso il palio e in seguito paesaggio uniforme, fortemente antropizzato, in cui si con le grandi feste cavalleresche del Quattrocento. Il susseguono senza soluzione di continuità piatti arativi, palio in particolare, la manifestazione tipica del Comu- prati e broli risulta decisamente frammentato se riletto ne italico del Duecento, divenne via via un mezzo per secondo il reticolo degli assetti proprietari. Nella tramandare la memoria collettiva, il senso della co- podesteria di Motta il 44% dei proprietari possedeva munità cittadina. Corso spesso in onore di un santo, fu meno di due ettari di terra, mentre a Oderzo la cifra per questo ben tollerato dalla Chiesa e oggetto di saliva al 51%. D’altra parte alla dispersione della normative precise e dettagliate da parte delle autorità piccola proprietà si contrapponeva l’iniziale concen- laiche. Fu così che la riflessione sulla liceità del ludus, trazione della grande proprietà, per cui, ad esempio, sollecitata dall’attenzione dell’Umanesimo verso l’uo- nella podesteria di Oderzo centosei proprietari, corri- mo, portò ad una classica riconciliazione tra anima e spondenti al 7,5% del numero complessivo, deteneva- corpo, restituendo al gioco un posto sicuro nella scala no più del 57,1% dei beni fondiari. Fra questi proprie- dei valori riconosciuti. tari, prevalenti, sia nell’area di Oderzo che in quella di Annamaria Bonanome Motta, erano i “forestieri”, soprattutto veneziani, a riprova dell’ormai operante trasferimento di ricchezze che si stava attuando, all’interno della Serenissima, dagli investimenti commerciali a quelli fondiari. La Relazioni di ambasciatori veneti al Senato, vol. XIV: differenziazione stridente fra piccola proprietà diffusa Costantinopoli. Relazioni inedite (1512-1789), a cura spazza via gli ultimi dominî cristiani in Palestina. e grande proprietà concentrata comportava anche evi- di Maria Pia Pedani Fabris, Padova, Ausilio, 1996, 16°, Dimostrando una flessibilità vincente, i traffici vene- denti conseguenze sul piano dell’utilizzazione della pp. 1058, L. 275.000. ziani spostano l’asse del loro baricentro dalle coste forza lavoro. La Todesco fa notare che, anche se non c’è siriane e palestinesi, cadute sotto l’influenza mamelucca, pieno accordo fra gli storici sul problema, probabil- Fin dai primi decenni dell’Ottocento sulle relazioni nuovamente verso Costantinopoli e da qui attraverso la mente la soglia di superficie di terra necessaria ad una presentate dagli ambasciatori veneziani al Senato si è Cilicia riguadagnano i mercati della Persia, mentre famiglia per assicurarsi l’autosufficienza si aggirava costruita gran parte della storia d’Europa. Proprio per la diventa decisivo il controllo di Candia per il sostegno fra i tre e i cinque ettari d’ampiezza. Se queste stime loro grande importanza, oltre vent’anni fa Luigi Firpo delle rotte veneziane. La stessa devastante crisi di metà sono corrette si deve concludere che gran parte dei ne promosse la riedizione anastatica, che oggi viene Trecento è per Luzzatto facilmente riassorbita e segna piccoli proprietari della zona dovevano ricorrere al- ulteriormente ampliata con l’uscita di questo volume più una fluttuazione negativa che un ristagno effettivo l’occupazione come lavoratore salariato per integrare i dedicato alle relazioni inedite da Costantinopoli, rin- degli scambi, tanto che, alla fine del secolo, nonostante magri profitti delle proprietà: l’analisi dei contratti di tracciate dalla curatrice a Venezia, Roma, Trieste e la guerra distruttiva con Genova, il volume dei traffici locazione delle aziende più estese mostra del resto Parigi, che sfuggirono all’attenta ricerca di Barozzi, aumenta, sottolineato dalla fervente attività degli arse- come fosse pressante la richiesta di manodopera. Ana- Berchet e Albéri, i promotori dell’opera. nali per incrementare la flotta mercantile del Levante. loghe considerazioni si possono trarre dall’esame dei Si tratta di 26 inediti che dal 1512 al 1789 offrono Se quindi il XV secolo si apre, per Luzzatto, nel tipi di conduzione: la gestione diretta era quella preva- nuovi importanti documenti agli storici. Vi si può segno di una economia mercantile ancora florida e lente per numero di aziende, ma occupava una percen- leggere tra l’altro la descrizione della morte del giovane redditizia, che collega i lauti proventi dei commerci con tuale relativamente minore per quanto concerneva la Osman II, il primo sultano ucciso (1622) in seguito a l’Oriente con le solide entrate sul monopolio del traffi- distribuzione della rendita; poco sviluppate risultavano una rivolta di giannizzeri, oppure ripercorrere attraver- co del sale nell’entroterra padano, saltano le tesi le conduzioni moderne di affitto in denaro o miste so le pagine di un anonimo diario i lunghissimi mesi di storiografiche che interpretano la nuova politica espan- (denaro e generi), mentre le colonie parziarie, forme di prigionia del bailo Marcantonio Barbarigo, confinato sionistica veneziana verso la terraferma come indice di mezzadria diversamente caratterizzate, occupavano la nella casa bailaggia durante la Guerra di Candia (1571- una involuzione della Serenissima nel suo ruolo di quota più consistente sia per ciò che riguarda la produ- 1573), o ancora leggere una nuova e affascinante rela- emporio internazionale e di finestra verso il Levante. zione della rendita, sia per quanto riguarda la forma di zione sull’assedio di Vienna (1683), che il dragomanno Per tutto il Quattrocento non si dà ancora, per Luzzatto, conduzione indiretta. veneziano Tommaso Tarsia visse in prima persona dal un massiccio trasferimento di capitali dal commercio Dall’esame dei contratti di proprietà, attraverso cui campo ottomano. Ben otto sono inoltre gli inediti verso la rendita agraria, né si avverte alcun timore di la Todesco ci restituisce, nell’intreccio dei dati statisti- settecenteschi, periodo quasi non considerato nelle vedere tagliati dalle conquiste turche i rifornimenti ci, la trama del tessuto sociale dell’area esaminata, precedenti edizioni delle relazioni, che permettono di annonari, ché questi affluivano ancora copiosi dal l’indagine transita alle forme di coltura privilegiate. Si comprendere con chiarezza quanto ormai marginale Ferrarese e dal Mantovano oltre che dall’altra sponda evidenzia così la predominanza dei cereali, nella loro fosse considerata la politica estera veneziana anche in dell’Atlantico e dalla Sicilia. La spiegazione del mutato differenziazione tra il frumento, destinato alla produ- quella Costantinopoli che per secoli proprio di Venezia interesse nei confronti della terraferma della Serenissi- zione del pane bianco per le mense dei ricchi, e i cereali fece il suo caposaldo per le trattative diplomatiche con ma è da ricercarsi invece sul piano politico, nella inferiori, meno costosi, legati all’alimentazione conta- l’intero Occidente. necessità di impedire la formazione, alle spalle della dina; la centralità della produzione viticola e della Giovanna Battiston laguna, di un potente stato regionale che avrebbe potuto coltura promiscua; la larga presenza di leguminose, minacciare Venezia e strangolare le vie di traffico verso segno di forme di rotazione delle colture ormai genera- la pianura padana e l’Europa centrosettentrionale. lizzate; l’incidenza non secondaria degli alberi da frut- Se non si può parlare di un’incipiente decadenza to (pomari, susinari, nogare, marescheri, persegeri, GINO LUZZATTO, Storia economica di Venezia dall’XI al veneziana nel XV secolo, ugualmente, come nota armelinieri) che ombreggiano gli spazi circoscritti dei XVI secolo, introd. di Marino Berengo, Venezia, Berengo nell’introduzione, si assiste però ad una stri- broli. Partita da un’analisi topologica dello spazio nelle Marsilio, 1995, 8°, pp. XXV-265, ill., L. 45.000. sciante mutazione di mentalità: in questo secolo non si sue caratteristiche morfologiche, climatiche, idro- trovano più le figure avventurose di spregiudicati ed grafiche, l’autrice ritorna così, attraverso l’analisi do- A più di trent’anni dalla sua stesura, la Storia econo- intrepidi mercanti che, utilizzando esigui capitali e cumentata e solo apparentemente fredda dei dati ar- mica di Venezia, scritta in pochi mesi tra il 1959 e il rischiando di prima persona, avevano aperto nei secoli chivistici, alla dimensione del paesaggio, riconse- 1960 dall’autore ormai ultraottantenne, mantiene an- precedenti i mercati del Mediterraneo alla penetrazione gnandoci l’immagine di un ambiente unitario in cui la cora intatto il suo interesse per l’originalità della pro- veneziana. La prima fase eroica dello sviluppo capita- presenza dell’uomo, dei suoi manufatti, del suo lavoro spettiva d’analisi e la brillante capacità di stringere in listico che Luzzatto, attento traduttore di Sombart, segna profondamente ma armonicamente l’articolarsi uno sguardo unitario il complesso processo di sviluppo identificava con l’inventiva imprenditoriale, ma anche dei luoghi. e consolidamento della potenza veneziana nell’arco di con il gusto per il rischio, sembra essere definitivamente Ferdinando Perissinotto quattro secoli decisivi, tra l’XI e il XVI. conclusa. Sintesi di una vita di lavoro e ricerche, il testo di Ferdinando Perissinotto Luzzatto parte dall’assunto fondamentale di una conti- nuità, verificata sulle lunghe durate, che lega la lenta Giornata di studi di storia bassanese in memoria di fase del decollo iniziale, a cui si accenna nei primi Gina Fasoli, Atti del Convegno (Bassano, Museo Civi- paragrafi, e la crescita più accelerata ed imperiosa che MARIA TERESA TODESCO, Oderzo e Motta. Paesaggio co, 23 ottobre 1993), a cura di Renata Del Sal, numero inizia a determinarsi nei decenni immediatamente pre- agrario, proprietà e conduzione di due podesterie nel- monografico del “Bollettino del Museo Civico di cedenti alla quarta crociata, protraendosi per tutto il la prima metà del secolo XVI, Treviso, Canova - Fonda- Bassano”, n.s., 13-15 (1992-1994), Bassano del Grap- periodo preso in questione. L’assenza di fratture mar- ° zione Benetton, 1995, 8 , pp. 253, L. 33.000. pa (VI), Museo-Biblioteca-Archivio, 1995, 8°, pp. 292, cate è per Luzzatto un segno distintivo dell’ascesa ill., s.i.p. veneziana, la cui economia mercantile dimostra una Punto di riferimento costante della ricerca dell’au- particolare capacità ad adattarsi, senza subire dramma- trice è l’estimo generale compilato nel XVI secolo, in Il Convegno dedicato alla memoria di Gina Fasoli ha tici contraccolpi, alle mutate condizioni politiche e due scansioni, prima nel 1518, poi nel 1542; la scrupo- visto riuniti storici e studiosi della cultura e dell’arte territoriali del Levante, quando alla fine del XIII secolo losità e l’accuratezza che caratterizzano soprattutto la bassanese e veneta. A Bassano La storica era nata e il rinnovarsi della spinta espansionistica dell’Islam seconda stesura dell’estimo permettono alla storica di aveva iniziato la sua lunga attività di ricerca in ambito

31 medioevale. Gli atti si aprono con l’intervento di Giu- e, soprattutto, con un periodo di quiete brevemente ma fierezza dei granatieri piemontesi alla Cosseria o lo seppe Frasson (Il mito di Bassano) che affronta e poi bruscamente interrotto dal periodo rivoluzionario del slancio dei napoletani a Tolone. spiega il mito della nascita di Bassano da Antenore e 1848 che, pur non scuotendo efficacemente i bassanesi, La realtà che sta emergendo dai rinnovati studi sulle prima ancora dagli Euganei. I secoli medioevali (XII- riuscì a far emergere la netta divisione fra i gruppi filo- forze armate venete sta delineando comunque un qua- XIII) sono illustrati da Sante Bortolami (La difficile austriaci e le forze liberali (Giampiero Berti, Il 1848 a dro diverso e più complesso delle immagini piuttosto “libertà di decisione” di una città mancata: Bassano Bassano). L’ultimo intervento è curato da Gabriele riduttive che hanno rappresentato fino ad oggi masse nei secoli XII-XIII), che minutamente cerca di analizzare Ferronato e riguarda L’Archivio storico dell’Unità lo- poco combattive di contadini (come nel caso delle la dinamica fra il desiderio autonomistico del grosso cale socio-sanitaria n. 5 di Bassano che è stato sistema- cernide) o di indisciplinati schiavoni, non addestrate e centro economico, privo di una sede vescovile che ne to e ordinato recentemente (1990). L’archivio, che si è mal condotte da titubanti ufficiali poco preparati. Un sostenesse le aspirazioni, e l’espansione dei poteri andato formando e stratificando su materiali pre- piccolo ma interessante contributo in tale direzione è comunali e signorili ad essa vicini come Verona, Vicenza ottocenteschi, riveste notevole interesse perché per- costituito appunto dal volumetto di Favaloro che viene e Padova. Restando nel periodo medioevale Giorgio mette di individuare le iniziative private a sostegno ad arricchire un panorama non molto vasto di altre Pegoraro (“Loco certo non ci è posto”. Sordello nella delle Opere Pie e le vicende che trasformarono l’ospi- pubblicazioni dedicate all’esercito veneziano nel seco- pedemontana bassanese e asolana, tra mito e storia. I zio di ricovero per forestieri in servizio ospedaliero in lo della decadenza; il punto di maggiore interesse luoghi della poesia e della cronaca) delinea la figura di favore dei poveri. dell’opera sta nelle ricostruzioni uniformologiche (frutto Sordello da Mantova, così come è descritto da coloro Cecilia Passarin di attente quanto laboriose ricerche iconografiche) e che lo citano, Dante, Folengo e Robert Browning, e nei pur sintetici accenni all’organizzazione generale come poi la cronaca lo ritrae. Al periodo medioevale va della difesa con numerosi riferimenti archivistici. Dopo ascritto anche il contributo di Maria Elisa Avagnina, Campoformido uno degli obiettivi principali dell’Au- che descrive i resti di un affresco del XIII secolo rinve- La popolazione nel dogado veneto nei secoli XVII e stria fu quello di far dimenticare il governo veneto e nuto durante i lavori di restauro di un palazzo del centro XVIII, a cura di Mirto Etonti e Fiorenzo Rossi, Padova, probabilmente tra le vittime più illustri di questo silen- storico di Bassano. Gian Maria Varanini (Un fascicolo Cleup, 1995, 8°, pp. 224, L. 28.000. zio storico si devono ricordare proprio le forze armate; di provvisioni del consiglio del comune di Bassano del ne deriverebbero in parte, secondo chi scrive, alcune 1349-50) dedica il suo studio ai registri delle deli- È il primo volume della collana “Materiali di delle difficoltà nel reperire anche materiali per le ricer- berazioni consiliari, una fonte spesso tralasciata rispet- demografia storica”, che si propone di raccogliere che. L’organizzazione militare della Serenissima, pro- to ad altre fonti come gli statuti, ma non meno impor- studi, documenti, contributi metodologici e saggi ope- prio nel secolo della decadenza e del crollo, poteva tante per la ricostruzione della storia bassanese medio- rativi relativi ad una disciplina a cui in questi ultimi anni invece vantare due solidissime istituzioni militari quali evale. Ancora all’età di mezzo e in particolare alle si è rivolta l’attenzione di demografi e storici. Il volume l’Arsenale di Venezia e il Veneto Militar Collegio di famiglie nobili e alle dinamiche politiche, familiari e che qui si presenta nasce da un’indagine accurata svolta Verona (come ricorda anche l’autore), perfettamente a sociali interne alla gestione del comune in questo negli Archivi delle parrocchie del Dogado veneto e livello con altre analoghe istituzioni europee se non, per periodo, è dedicato il contributo di Franco Scarmoncin nelle Anagrafi della Repubblica Veneta e prende in certi aspetti, più avanzate. (Famiglie e ceto dirigente a Bassano tra ’200 e ’300). esame il periodo che va dal 1601 al 1800. Enorme la Il problema di fondo, comune del resto ad altre Corrado Pin (Per la storia della vita religiosa a Bassano: quantità di materiale tratto dai registri dei matrimoni, organizzazioni militari europee dello stesso periodo, reazioni nel Bassanese all’interdetto di Paolo V contro dei battesimi e dei decessi, registri divenuti obbligatori risiedeva nella comprensione del nuovo ruolo di tutta la la Repubblica di Venezia) indirizza il suo intervento per le parrocchie a partire dal Concilio di Trento (1545- compagine militare. Se infatti, in Piemonte, la riflessio- alla storia ecclesiastica di Bassano, in particolare alle 1563), anche se si sono voluti anni perché tutte le ne sulle forze armate (che si era svolta in parallelo alle conseguenze politiche e religiose che ebbe l’interdetto parrocchie si adeguassero alle norme. riforme) aveva già iniziato a porre l’accento sia di papa Paolo V (17 aprile 1606) contro Venezia, e I dati nei primi anni appaiono lacunosi e approssima- sull’enfatizzato legame con il sovrano sia sulla quindi contro tutti i territori soggetti al suo dominio, e tivi e solo col passare del tempo si fanno meno impre- professionalizzazione dell’esercito (che doveva costi- alle tensioni che questo provocò sul clero. Un altro cisi, per questo è stata fissata al 1° gennaio 1601 la data tuire una vera e propria massa mobile in grado di aspetto della vita religiosa seicentesca di Bassano è di inizio della loro raccolta e analisi. infliggere seri colpi all’avversario, come aveva sugge- illustrato da Giambattista Vinco da Sesso nel suo studio Il Dogado comprendeva, procedendo da nord-est a rito l’acuta analisi della lezione federiciana), i pur sulla biografia scritta da Mario Sale della beata Giovan- sud-ovest, nove Podesterie: Grado, Caorle, Torcello, lodevoli sforzi della Serenissima a metà del XVIII na Maria Bonomo, una monaca benedettina vissuta fra Murano, Gambarare, Malamocco, Chioggia, Cavarzere, secolo di dotarsi di corpi tecnici ben preparati, alla pari il 1621 e il 1670 nel monastero di San Girolamo di Loreo. Per ciascuna Podesteria viene presentata una dei vani tentativi di riforme più generali, sono da Bassano. Un corposo contributo è dato dall’intervento breve storia, seguita dai dati relativi ai matrimoni, ai considerarsi in ritardo già in partenza e solo di mera a tre voci riguardante la famiglia Stecchini di Bassano battesimi, ai decessi verificatisi in ciascuna delle sue facciata, come anche i richiami allo stile “prussiano” lungo il XVII e XVIII secolo; attraverso lo studio di due parrocchie, nel periodo preso in esame. Vengono quin- delle uniformi. “catastici” della famiglia e di altri documenti ad essa di le tabelle che riportano la popolazione di ciascuna Giovanni Punzo inerenti, Giamberto Petoello ha ripercorso la trasfor- podesteria del dogado fra XVII e XVIII secolo, con i tassi mazione di casa Stecchini in “villa” a Romano d’Ez- di incremento medio annuo. La popolazione totale del zelino. Fabio Sbordone passa in rassegna le proprietà Dogado, tra il 1761 e il 1790, oscilla tra le 74.000 e le urbane che compaiono nel catastico Stecchini del 1728. 80.000 unità circa, registrando un andamento irregola- ANNA PRETTO, La Corte di Stienta. Da Luigi a Paolo Infine Livia Sbordone Vinco da Sesso, confrontando i re. Nel 1766 passa a 75.000 unità, nel 1771 scende a Camerini 1866-1930, Rovigo, Minelliana, 1995, 8°, due archivi del ’700 con i dati ricavati dall’archivio 72.00 per aumentare gradualmente fino ad arrivare a pp. 167, ill., L. 25.000. privato della famiglia Stecchini, ha potuto analizzare il 80.000 unità nel 1790. patrimonio dei dipinti e degli oggetti d’arte. Maria Pia Codato Nel 1842 Silvestro Camerini si trasferisce da Ferrara L’intervento di Nadir Stringa ci porta all’età moder- a Padova, dando vita nell’arco di un decennio alla na e in particolare alla necessità di salvaguardare attra- nascita di un patrimonio fondiario valutato in più di verso un museo zonale le testimonianze a noi pervenute 5.000 ettari (che farà capo a Villa Contarini di Piazzola della operosità industriale del passato. I monumenti FRANCESCO P AOLO F AVALORO, L’Esercito Veneziano del sul Brenta). È questa vicenda che dà il via allo sviluppo dell’archeologia industriale, depositari di una cultura ’700. Ricerche e schizzi, Venezia, Filippi, 1995, 8°, pp. di una sorta di saga familiare dei Camerini, che si materiale da non trascurare, riguardano in particolar 146, ill., L. 43.000. pongono in evidenza come potentato economico, quin- modo le fabbriche, i macchinari e gli utensili usati per di anche socio-politico, tra i più importanti della storia la lavorazione della ceramica, ma anche antiche La caduta della Repubblica Veneta è stata paragona- padovana sino agli inizi del nostro secolo. Anna Pretto, falegnamerie, sellerie, officine per la lavorazione del ta al crollo di un muro pieno di crepe e già pericolante nel suo volume che conduce a felice conclusione una ferro, del rame e del pellame. Fernando Rigon nel suo da tempo: di fronte al giovane Bonaparte l’aristocrazia fase di ricerca storica iniziata con la propria tesi di intervento descrive l’apparato iconografico e decorativo veneta tremò spaventata e abdicò in maniera incruenta. laurea, concentra invece la sua attenzione sulla nascita della chiesa della Santissima Trinità di Angarano con- Tali aspetti poco gloriosi, soprattutto se messi a con- e sviluppo del grande latifondo Camerini non padova- sacrata nel 1761. Gli avvenimenti che segnarono gli fronto con le più antiche e nobili tradizioni militari dei no, che pone le sue radici nell’Alto Polesine, ed avente anni fra Settecento e Ottocento e che videro il progres- secoli passati, furono sottolineati sovente da più parti e il suo centro direzionale sin dagli albori del secolo sivo declino della Repubblica veneta con il successivo lo stesso Bonaparte, come dichiarò più tardi a Sant’Ele- nell’Agenzia di Stienta. La vicenda storica riveste una alternarsi delle dominazioni francese e austriaca, ven- na, in generale, con l’eccezione dei piemontesi e dei sua peculiare importanza perché riassume in sé le nero registrati da cronisti e memorialisti del bassanese; napoletani, non stimava affatto gli italiani come buoni caratteristiche tipiche di quel processo di margina- i loro diari sono stati letti e opportunamente vagliati da soldati. Per la verità la Repubblica di Venezia dispone- lizzazione economica che ha condannato per anni il Federico Seneca (Bassano e i cronisti bassanesi del- va sì di forze armate relativamente consistenti ma Polesine, e le aree ad esso affini, all’arretratezza e al l’età napoleonica) per la ricostruzione del travagliato anche queste, di fronte alla determinazione dei francesi sottosviluppo. Silvestro Camerini e suo nipote Luigi periodo napoleonico. Alle conseguenze della riforma e nell’assenza più totale di una ferma guida politica e (protagonista dei moti del 1848 e che succede al ca- del notariato voluta da Napoleone (1806) e all’impor- militare, non poterono compiere prodigi di valore in pofamiglia) non si allontanano da questa dinamica: il tanza dell’Archivio Notarile di quest’epoca è dedicato difesa di San Marco; altrettanto vero fu però che pochi latifondo polesano per loro è, secondo l’autrice, una l’intervento di Giovanni Marcadella. La fine dell’età eserciti dell’ancien régime della penisola furono in sorta di “zona di prelievo capitali”, gestito in un’ottica napoleonica coincise con il ritorno austriaco a Bassano grado di vantare, combattendo i francesi, la stessa di “conservatorismo terriero”, che contribuisce all’im-

32 poverimento del territorio, allo sfruttamento non fina- vapore, destinata alla regolazione delle acque e alla ALESSANDRO CASELLATO, Libri per il popolo. Appunti lizzato allo sviluppo, e che vede addirittura la stessa trebbiatura del risone, e attraverso l’impiego di prodotti sulle biblioteche popolari e l’organizzazione della cul- opera dei Consorzi di bonifica (avviata a partire dagli chimici, avviene il passaggio all’amministrazione ita- tura a Treviso tra Ottocento e Novecento, Treviso, anni Settanta) come un’ennesima occasione per allar- liana con ripercussioni soprattutto sui prezzi e sui Istituto per la storia della Resistenza e della società gare le proprietà familiari. mercati del riso, mentre la progressiva integrazione dei contemporanea della Marca trevigiana, 1995, 8°, pp. L’autrice descrive con fermezza critica le dinamiche mercati internazionali si fa sentire sull’andamento dei 47, s.i.p. di una famiglia protagonista di quella forma di prezzi provocando una crisi negli ’80. Un altro impor- parassitismo economico che è stato il grande latifondo tante aspetto è quello del controllo dei proprietari sulla La collana “Promemoria” dell’Istituto per la Resi- padano; infatti anche Paolo Camerini, ultimo esponen- tenuta; praticamente completo sino a quando perdura- stenza di Treviso intende, con ricerche mirate, effettua- te della dinastia e figlio di Luigi, anticlericale e liberal- no condizioni e tecniche di lavoro arretrate unite al re divulgazione. Il presente volumetto studia i rapporti progressista, si contaddistingue per la gestione delle carattere difficile e assolutamente unico delle terre del tra cultura dominante e subalterna tramite un’indagine proprietà familiari come si trattasse di un “autarchico Delta. L’evoluzione delle tecniche e quella del rapporto sulle biblioteche. feudo agro-industriale [...] impedendo la nascita di con l’ambiente non riducono però il controllo, che si Il lascito spirituale della lotta di Liberazione è stato imprenditorialità locali e non permettendo altre forme adatta e si integra alle nuove forme amministrative anche quello del bisogno dell’affrancamento delle masse di accumulazione ed investimento diverse dal rispar- unitarie attraverso una forte influenza sui comuni e una popolari dall’ignoranza. Nell’Ottocento e nel primo mio familiare”. Anche la lotta contro le leghe agrarie presenza diretta e decisa allorquando gli elettori si Novecento, prima dell’avvento della televisione, “fare (fortissime in Polesine fra fine ed inizio secolo), la recano alle urne, ricordando un modello tipico e famoso gli italiani” secondo le aspettative e promesse risorgi- disoccupazione cronica, l’emigrazione, rappresentano dell’Italia meridionale. mentali si coniuga con la pratica della lettura, con fattori marginali in questa volontà accentratrice e fonte Oltre a questi fattori economici e sociali giocano poi appropriate biblioteche e con un rapporto proficuo con di passività, che si configura come una sorta di un ruolo rilevantissimo le frequenti inondazioni e la la comunità di appartenenza, secondo il paradigma manomorta laica. L’autrice dimostra grande coraggio, scarsa disponibilità dei proprietari, per non dire a volte paternalistico-democratico: la cultura è del popolo e sulla base di un indubbio lavoro archivistico e docu- l’aperta opposizione, ad accettare gli interventi pubbli- per il popolo. La Società Operaia di Mutuo Soccorso mentale, nel tracciare le linee direzionali di un fenome- ci, se non richiesti espressamente, a difesa della pro- “G. Garibaldi”, l’Università popolare, le biblioteche no tipico di tanta parte della terra veneta di un tempo, prietà (come nel caso del vangativo), rivolti a regolare scolastiche (dell’Istituto Tecnico “Riccati” e del Liceo riuscendo a cogliere da una prospettiva particolare e coordinare il regime delle acque. “Canova”), la Biblioteca popolare “G. Pascoli” si isti- l’insieme di una struttura socio-economica che vedrà il Giovanni Punzo tuzionalizzano per distinguersi dall’organizzazione della suo tramonto solo a Novecento inoltrato. Si tratta cultura popolare cattolica e per radicare quella liberale dunque di un ulteriore valido contributo alla ricerca e postrisorgimentale, la quale tende a ridurre gli attriti storica dato dalla collana “Economia e società”, patro- tra classe e classe. Ne esce una campionatura interes- cinata dalla Camera di Commercio di Rovigo. Portogruaro nell’Ottocento. Contesto storico e am- sante dell’“aspirazione trevigiana a fare della cultura Claudio Rossi biente sociale, a cura di Ruggero Simonato e Roberto per il popolo un’occasione di cittadinanza” (p. 8). Sandron, Portogruaro (VE), Nuova Dimensione - Antonio Napoli Ediciclo, 1995, 8°, pp. 219, L. 25.000.

ANTONIO LAZZARINI, Fra terra e acqua. L’azienda Le celebrazioni del Centenario della morte di Padre risicola di una famiglia veneziana nel delta del Po, vol. Bernardino da Portogruaro è stata l’occasione di riapri- Cornudesi, italiani purissimi! L’utopia risorgimentale II, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1995, 8°, pp. re, da un punto di vista storico, la discussione e il del ’48. Cronaca segreta e integrale di un testimone IX-[389], ill., L. 70.000. dibattito sulle vicende ottocentesche della stessa comu- involontario. Dal manoscritto di Giuseppe Castagna di nità. Ruggero Simonato e Roberto Sandron curano un Nogaré, pref. e note a cura di Sisinio Narduzzo, Con la pubblicazione del secondo volume della volume che non vuole avere alcuna pretesa esaustiva Valdobbiadene - Cornuda - Crocetta del Montello (TV), collana “Terra Acque Montagne - Studi, testi e docu- dal punto di vista della ricerca storica, ma che si Amministrazioni e Biblioteche Comunali, 1994, 8°, menti sull’ambiente”, l’opera di Antonio Lazzarini contraddistingue all’opposto per la volontà di porre pp.127, ill., s.i.p. dedicata all’azienda risicola della famiglia veneziana sotto nuova luce argomenti che, affondando le proprie Sullam nel delta del Po è conclusa, anche se, come radici in un passato più o meno recente, coinvolgono ed Tra i problemi più sentiti in storiografia vi sono osserva argutamente l’autore nell’Avvertenza al secon- influiscono sull’attuale sistema socio-economico e cul- l’attendibilità e la pluralità delle fonti. Spesso questa do volume, solo mancando la documentazione, la ste- turale del comune e della sua gente. L’umiltà che ne disciplina ha patito la scarsità dell’una e dell’altra, sura di un terzo volume, che copra l’arco temporale caratterizza la nascita e lo sviluppo, esplicitata dai comprese nella sequenza diacronica di date e nomi dalla fine della Grande Guerra ad oggi, non appare curatori in fase introduttiva, è anche la forza maggiore forniti unilateralmente dai vincitori. Tutto ciò almeno possibile. del volume; la metodologia utilizzata conduce il lettore fin quando la scuola di L. Febvre e M. Bloch, e in tempi Il limite del primo dopoguerra non segna comunque attraverso due distinti approcci interpretativi, che han- più recenti anche di F. Braudel e J. Le Goff, quella delle soltanto l’inizio delle trasformazioni dei rapporti socia- no però il pregio di garantire una visione completa “Annalés”, non si schierò apertamente contro la storia li ed economici, ma rappresenta soprattutto il passaggio dell’insieme degli avvenimenti storico-politici e socio- événementielle Ð in una parola la cronaca, che si limita dalla coltivazione del riso (scelta quasi obbligata date economici dell’epoca. È il passaggio da una prospettiva a catalogare gli avvenimenti senza spiegarne le cause Ð le caratteristiche ambientali della proprietà) alle colture quasi macrostorica ad una privilegiante la descrizione che tanto ha offuscato la comprensione dei processi e asciutte, grazie alla completa bonifica dei terreni. La della vita quotidiana e popolare, una sorta di rivisitazione delle dinamiche epocali, mettendo in luce la necessità risaia stabile e la sua gestione (non solo dal punto di del particolare vista attraverso gli occhi delle dinami- di fonti alternative di storia materiale ai fini di una più vista esclusivamente produttivo) avevano occupato che generali. é questa infatti anche la struttura stessa corretta ricostruzione e comprensione delle coordinate tutti i terreni per un secolo circa, partendo cioè dal dell’opera, che divide i saggi ivi contenuti in due dell’evoluzione umana. lontano 1818 (quando si era costituito il patrimonio apposite sezioni: contesto storico e ambiente sociale. Nel suo piccolo, anche questo libro, che offre una fondiario della famiglia Sullam), e attraverso varie fasi Gli autori si incaricano di analizzare la storia della ricostruzione dei fatti risorgimentali del tutto inedita e storiche, dall’annessione al Regno d’Italia sino alla fine città dal momento della caduta della Repubblica di personale, fornisce un contributo per rendere noti alcuni della Prima guerra mondiale, avevano influito profon- Venezia (eccellente, anche per l’appendice documen- aspetti di quelle vicende che potrebbero essere stati damente sul tessuto ambientale, economico e sociale di tale, il lavoro di Franco Rossi), per poi spaziare dagli trascurati dai testi storici “canonici”. Si tratta del diario, una vasta area del delta del Po. Uno studio significativo, anni dell’occupazione austriaca sino alla riunione di compilato nel corso del 1848, di Giuseppe Castagna dunque, come ricordava nella Premessa alla collana Portogruaro con il Regno d’Italia. Giampaolo Romanato (1785-1866), nobile veneziano che si trovò coinvolto, nel primo volume Gabriele De Rosa, destinato ad si occupa della problematica del modello religioso suo malgrado, in uno dei primi avvenimenti bellici che iniziare la riflessione storica sull’evoluzione dell’am- cattolico che fa quasi da continuum sfondo storico a caratterizzarono il Risorgimento: la battaglia di Cornuda, biente e sui fattori di impatto ambientale. L’autore tutto il periodo. Questo contributo chiude la prima parte che costrinse il nostro autore e la sua famiglia lontano da inoltre, nell’Introduzione al primo volume, sottolinea- del saggio, che affida poi la prospettiva microstorica a Venezia. L’originalità del contributo storico ricavabile va tra l’altro quanto era già stato affermato da Witold Roberto Barbuio, Gianfranco Costini e Imelde Rosa dalle note stese dal Castagna nel corso dei mesi trascorsi Kula a proposito della proliferazione di monografie Pellegrini, che si occupano di tematiche quali l’analisi nella residenza di Nogaré, consiste non tanto nella dedicate alla storia delle singole imprese e cioè quanto dei flussi demografici, la storia delle scuole comunali, descrizione delle operazioni militari Ð delle quali si fosse inesatto (oltre che irrealizzabile) sostenere la l’associazionismo laico e cattolico. Il taglio inter- sono occupati, più autorevolmente, diversi autori e che necessità di moltiplicare le singole monografie per pretativo, “volto a inserire le vicende locali in un più comunque non sono mai al centro del precipuo interesse trarre conclusioni generali. Tuttavia, attraverso tali ampio contesto regionale e culturale”, è supportato da descrittivo di Castagna Ð, ma nella narrazione di tutto studi, resta la possibilità di “porre una serie di problemi un lavoro di ricerca archivistica e documentale di quanto stava ai margini di esse: i patimenti e le paure altrimenti insospettabili” e “avanzare ipotesi interpre- grande spessore, che contribuisce a far sì che si possa della gente, il crescente coinvolgimento della popola- tative nuove e diverse”; in tal senso si è colto nel segno. esprimere un complessivo positivo giudizio sull’opera, zione civile nella causa dell’unità nazionale, i diversi Il secondo volume delinea il quadro dalla seconda specialmente vista come utile corollario ai futuri lavori sentimenti che albergavano nei popolani, nel clero e nei metà dell’Ottocento agli anni Venti di questo secolo; in storici sull’area, che non potranno non fare di questo benestanti, i rapporti fra le truppe e i civili. Castagna, parallelo agli albori della meccanizzazione agricola, lavoro un prezioso punto di partenza. pur convinto sostenitore dell’Austria e dell’inferiorità soprattutto attraverso l’introduzione della macchina a Claudio Rossi italiana non solo militare, ma anche di mentalità e di

33 organizzazione amministrativa, fornisce un’immagine no ecc. usati nella corrispondenza tra le madri di pregnante dell’italiano di quest’epoca, qui considerato famiglia e i mariti e/o figli al fronte.Importante è in opportunista e intrallazzatore; in questo senso Castagna merito il volume Dramma di una famiglia ampezzana, definisce i nogaresi “italiani purissimi”. Anch’egli, che si addentra nella vita vissuta da una famiglia sotto comunque, si rende conto dell’importanza storica del il controllo dell’autorità militare occupante. momento, e così decide di scrivere, con un linguaggio Un buon esempio è il diario di don Isidoro Alverà, semplice ma incisivo, per tramandare ai posteri la sua scritto in prigionia con lo strumento della stenografia, personale visione dei fatti. Una visione sicuramente il quale ripropone il valore della famiglia e della corri- manichea, che la storia avrebbe successivamente smen- spondenza quale spia della solitudine sia di chi vive il tito, ma che proprio per questo aggiunge oggi qualcosa dramma della guerra in comunità sia del prigioniero di nuovo alla ricostruzione e alla comprensione dei che non vuole spezzare il legame che, unendolo alla contrasti, delle idee e delle azioni che portarono all’uni- famiglia, lo stringe alla comunità della quale la singola tà nazionale. famiglia fa parte. Vige quasi una legge del contrappasso. Marco Bevilacqua La guerra è la prova dell’incapacità dell’uomo al dialo- go, mentre la corrispondenza esaminata esprime, inve- ce, l’esatto contrario: l’interrogazione continua sulla dignità umana, la sofferenza comune, la solidarietà del dolore, l’amore verso ideali comuni. La memoria re- ENRICO ACERBI, La Grande Guerra sul Pasubio 1915- 1918, Novale di Valdagno (VI), Gino Rossato, 1994, 4°, cupera il tempo della vita, sicché, come scrive Giacomel, pp. 22, ill., con videocassetta, L. 35.000. “si desidera conoscere i fatti accaduti in un passato che non passa mai, soprattutto quando non viene meno Il rinnovato interesse storiografico a vari livelli sulla ganda bellica dei due paesi. Immagine che, attraverso le l’imperativo del dover ricordare”. Prima guerra mondiale ne sta riportando in luce gli cartoline illustrate e le fotografie diffuse a mezzo Antonio Napoli aspetti più disparati ma, al di là della ricostruzione più stampa, tende già a soppiantare la parola, anticipando o meno puntigliosa degli eventi bellici, sia attraverso la così in qualche modo il processo di rappresentazione e memorialistica che altre fonti materiali, la maggior re-invenzione della realtà che, nei decenni successivi, MARIA SACILOTTO, Annone Veneto, Udine, Arti Grafi- attenzione sembra concentrarsi sui luoghi e sulla hanno completato Ð e non solo in periodo bellico Ð il che Friulane, 1994, rist. anast. Udine 1972, 8°, pp. 247, quotidianità al fronte, nelle retrovie o nelle città. cinema, prima, e la televisione, poi. ill., s.i.p. Le riprese cinematografiche effettuate durante il La seconda sezione, più corposa, ospita una selezio- conflitto acquistano inoltre una duplice valenza: accan- ne di fotografie che raffigurano, in situazioni diverse, la Promossa dal Comitato di Annone Veneto, la ri- to alla testimonianza storica del conflitto convive un condizione dei soldati al fronte e della popolazione stampa anastatica di questo saggio di Maria Sacilotto importante, e diremmo quasi paritario, momento civile nelle retrovie: ricorrono ad ogni pagina, nei volti costituisce un utile excursus sulla storia del paese dalla evolutivo della storia del mezzo cinematografico; né va delle persone impressi sulla pellicola, siano le immagi- preistoria all’epoca attuale. Dai cenni storici, l’autrice dimenticato infine che la stragrande maggioranza di ni relative all’uno o all’altro contendente, “le stesse passa ad un’analisi artistica degli edifici e dei monu- tale materiale filmato venne realizzata con intenti pro- forzate euforie lontane dal fronte, il medesimo sgomen- menti di rilevante importanza. Di seguito approfondi- pagandistici (valga per tutti ricordare la celebre proie- to di uomini in trincea, di donne e bambini in fuga [...] sce l’aspetto antropologico parlando delle famiglie, zione a Pietroburgo del filmato girato sull’Adamello, in una assoluta identità di rovine e di morte”. istituzioni e personaggi locali, tradizioni, linguaggio. cui assistette anche il granduca Alessio). Sotto questa Le tradotte, le file di profughi, gli ammassi di muni- Nel proporre questi aspetti, la Sacilotto non si limita luce vanno pertanto visti anche i filmati realizzati dagli zioni, le marce faticose di truppe e animali, le stragi, i ad una descrizione cronologicamente asettica degli operatori austriaci sul Pasubio durante un inverno di bombardamenti, ma anche la toilette in trincea, le feste avvenimenti, dei luoghi, delle persone. Utilizza studi e guerra; l’originale, proveniente appunto da un archivio in piazza per i liberatori, i momenti di svago nelle libere testimonianze per entrare nel particolare; come per d’oltralpe, è stato riversato nella videocassetta allegata uscite, i volti ignari dei figli dei combattenti: sempre, si esempio nelle vite delle persone che hanno scritto la al fascicolo curato da Enrico Acerbi dedicato alla tratti di vita quotidiana degli individui o di grandi eventi storia di Annone. Particolare attenzione viene dedicata Grande Guerra sul Massiccio del Pasubio. collettivi, da queste immagini sbiadite affiora l’anor- alla presentazione di proverbi vecchi e nuovi, molti La realtà bellica che vi appare non è quella dei malità, l’emergenza di una condizione, quella dei po- inediti e praticamente sconosciuti, specchio di saggez- combattimenti furiosi, che pure non mancarono, ma poli che si combattono, che sconvolge per sempre la za popolare. L’esposizione di questa cultura popolare quella della vita quotidiana, della dura lotta dei prota- vita e le coscienze delle persone. E forse, la funzione viene arricchita da racconti e leggende anche in “lin- gonisti Ð che pare far ricordare anche le popolazioni principale di pubblicazioni come questa, al di là del gua”, accattivanti e splendenti nella loro semplicità. coinvolte Ð con condizioni ambientali a dir poco estre- contenuto agiografico Ð pur legittimo Ð sulle gesta delle A corollario del volume è posto un insolito diziona- me che mieterono anche un elevato numero di vittime. generazioni che vissero sulla loro pelle un evento rio Annonese-Italiano, nonché l’albero genealogico di In una sola giornata della primavera del 1916 si ebbero, traumatico come il primo conflitto mondiale, è proprio una delle famiglie più rappresentative del luogo: i Conti da ambo le parti, lungo il settore alpino del fronte, circa quella di illuminare con efficacia il lettore sulla triste e Frattina. Alcune carte toponomastiche sulla antica con- un migliaio di vittime. Ne deriva un’altra importante insostenibile condizione dell’uomo in guerra. formazione del territorio, a corredo della parte storica, considerazione, ricordata anche da G. Rochat nel corso Marco Bevilacqua chiudono il testo. di un convegno dedicato alla Prima Guerra mondiale: Giovanni Mari in genere le perdite per malattia, che non furono affatto trascurabili, sono state rimosse dalle celebrazioni uffi- ciali dei caduti, dove contava l’esser “caduti sul campo PAOLO GIACOMEL, 1914-1915. Cortina d’Ampezzo. Dal dell’onore”, e sono oggi rintracciabili nella loro dram- Tirolo all’Italia, Cortina d’Ampezzo (BL), Biblioteca Pontelongo. Immagini e documenti. 1880-1950, maticità solo tra le pieghe delle statistiche ufficiali. Civica - Comune, 1994, 8°, pp. 99, ill., s.i.p. Pontelongo (PD), Biblioteca Comunale, Maserà (PD), Editrice Maseratense, 1995, 4°, pp. 139, ill., s.i.p. Giovanni Punzo PAOLO GIACOMEL, 1914-1919. Dramma di una famiglia ampezzana, Cortina d’Ampezzo (BL), Biblioteca Civi- La sensibilità delle Amministrazioni Comunali ver- ca - Comune, 1994, 8°, pp. 94, ill., s.i.p. so il recupero della propria memoria storica, è diventa- PAOLO GIACOMEL, Giugno-Ottobre 1915. Bombardano to, specie nel Veneto, un avvenimento abbastanza EUGENIO BUCCIOL, 1915-1918. Foto italiane e austro- Cortina!, Cortina d’Ampezzo (BL), Biblioteca Civica - frequente. Il Comune di Pontelongo ha voluto ripercor- ungariche fronte a fronte, Portogruaro (VE), Nuova Comune, 1995, 8°, pp. 132, ill., s.i.p. rere, con questo volume, settant’anni della propria Dimensione - Ediciclo, 1995, 8°, pp. 191, ill., L. 44.000. esistenza. Coinvolgendo anche i cittadini in una fruttuosa I fatti storici, quando vengono raccontati, possono ricerca di materiale utile, si è riusciti a presentare un Questo testo tenta un ulteriore passo in avanti rispet- essere ricostruiti anche con documentazione minore, prodotto articolato e puntuale. Corredato da numerose to alle fonti storiche tradizionali sulla guerra del ’15- come nel caso dei lavori di Giacomel, il quale usa foto d’epoca e da documenti emessi nel corso degli anni ’18. Ricorrendo ai ricchi materiali conservati nella cartoline, diari, lettere per intessere la trama di paura, dalle diverse autorità succedutesi nel tempo, il testo Fototeca della Regione Veneto e nell’Archivio di Guerra ansia e insicurezza generale determinata dalla guerra. propone a corollario testimonianze del periodo bellico. di Vienna sull’invasione dell’Italia nord-orientale, l’au- Gli ampezzani, travolti dalla violenza degli eventi Il risultato è un percorso visivo prima che scritto. Uno tore mette a confronto le testimonianze fotografiche di bellici, si appellano alla forza interiore data dalla spaccato “ad immagini” della quotidianità, stravolta entrambe le parti, qulla italiana e quella austro-ungarica, religiosità, dalle radici della tradizione per reagire alla periodicamente da eventi imprevedibili. La semplicità per ricavarne uno spaccato storico che rivela, spesso tragedia del trionfo della forza bruta. Le testimonianze di fruizione rende quest’opera accessibile a tutti. Primo meglio di molte testimonianze scritte, analogie e diffe- scritte ed orali raccolte esprimono anche sotto l’aspetto risultato dell’iniziativa promossa dalla Biblioteca Co- renze che caratterizzavano due popoli in guerra tra loro. storiografico un percorso della guerra effettuato luogo munale e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Il testo è diviso in due sezioni. La prima fornisce per luogo (ponti, strade, case ecc.) ed intrecciato con i Pontelongo, intitolata “Ricostruiamo la nostra storia”. qualche breve indicazione sul nuovo ruolo assunto sentimenti della nostalgia, della memoria, della soffe- Giovanni Mari dall’immagine rispetto alla parola scritta nella propa- renza; non sono rari i sostantivi calvario, strazio, infer-

34 CLAUDIO MOTTO - PAOLO MIOTTO, Il territorio di Villa famiglie. L’autore propone inoltre una serie di cinque porre, in continuità con l’opera di Angelo Marella, la del Conte nella storia. L’Abazia di S. Pietro e S. itinerari, che potremmo definire “turistico-culturali”, raccolta di tutte le informazioni relative alla vela. Una Eufemia, S. Massimo di Borghetto e la Contea del basati su quelli che sono i più importanti siti architettonici attività di recupero e di valorizzazione che il Comune Restello, Villa del Conte (PD), Comune di Villa del ed urbanistici della cittadina (supportato in ciò da di Grado promuove da alcuni anni e che ha voluto Conte, 1994, 8°, pp. XIII-953, ill., s.i.p. ricostruzioni e disegni originali dell’epoca). Un’opera incentivare anche con questa Conferenza internaziona- accattivante, frutto di un grande lavoro di ricerca, alla le organizzata con la collaborazione dell’Istituto Italia- Si tratta dello studio storico più organico e completo quale si deve aggiungere l’elegante veste grafica del no di Archeologia e Etnologia navale di Venezia e che sia mai stato scritto sulla storia del comune di Villa volume e la certosina completezza delle ricostruzioni l’Associazione Aldebaran di Trieste. Oltre agli inter- del Conte (Padova). La stessa mole del testo autorizza storiche. venti di Marzari, sulle vele e sulla tipologia delle a pensare a un lavoro di ricerca pluriennale, caratteriz- Claudio Rossi imbarcazioni, vi sono stati quelli di Kostas Damianidis zato da una sistematica consultazione di tutte le possi- e Velimir Salomon; delle fonti d’archivio si sono occu- bili fonti, da quelle orali a quelle scritte, e da un attento pati Maria Lucia De Nicolò e Corrado Garbuglia; sul esame dei materiali archivistici: ne è testimonianza la naviglio minore, costruzione e modelli tradizionali rilevante presenza di un apparato di note completo di LUIGI DIVARI, Barche tradizionali del Golfo di Venezia, sono intervenuti Ugo Pizzarello, Marco Bonino e Flavia numerosi e dettagliati rimandi bibliografici. Il testo Ð Chioggia (VE), Il Leggio, 1995, pp. 120, ill., L. 30.000. Moimas; Grazia Tatò ha invece parlato del movimento scritto a quattro mani dai fratelli Miotto, da anni impe- marittimo tra la Grecia e Trieste. gnati in ricerche e studi di storia locale Ð analizza le Quando si parla di gondola immediatamente si pen- Cinzio Gibin articolate vicende del paese soprattutto in relazione ai sa alla celebre imbarcazione ammirata dai turisti a coevi accadimenti storici dei territori e delle città limi- Venezia, protetta e conservata da un apposito ente. trofi, superando una lettura rigidamente localistica che Luigi Divari invece ricorda che nel sedicesimo secolo poteva rappresentare un limite della ricerca. si parlava di una “misteriosa gondola alla chioggiotta” Dalla scuola nautica ai transatlantici. 250 anni di Il lavoro dei Miotto si apre con annotazioni di e che fino ai primi del Novecento si poteva vedere cultura e attività marittima a Trieste, catalogo della carattere idrografico e toponomastico che delineano ancora una gondola, più semplice e priva di fregi, mostra (Trieste, Biblioteca Civica “A. Hortis”, Civico con precisione l’area territoriale in oggetto. Grande impiegata soprattutto per il trasporto di merci. Era museo del mare, con la collaborazione dell’Istituto spazio viene poi riservato all’epoca romana, quando chiamata gondola bastarda o gondola fàlcada. Anche tecnico nautico “T. di Savoia”, Sala Costanzi, 22 di- Villa del Conte cominciò ad assumere una sua prima la barchéta, impiegata per servizio di polizia, postale e cembre 1995-10 marzo 1996), Trieste, 1995, 16°, pp. fisionomia urbana, sociale ed economica. Il percorso di soccorso, viene considerata una “parente stretta” 80, ill., s.i.p. degli autori segue Ð come possibile chiave di lettura della gondola. Divari, con il suo studio sulle imbarca- delle vicende del territorio Ð la falsariga dei mutamenti zioni tradizionali, accompagna il lettore in una sorta di L’8 giugno 1912 il transatlantico “Kaiser Franz avvenuti nell’appartenenza diocesana: sotto Treviso viaggio nella civiltà delle acque. Sono circa cento- Josef I”, partito il 25 maggio da Trieste, entra nel porto nell’alto Medioevo, sotto Vicenza dal basso Medioevo cinquanta le imbarcazioni elencate. Non una fredda di New York. La stampa ne dà ampio risalto, infatti il fino al 1818, Villa del Conte passò poi definitivamente schedatura, ma una descrizione piana e piacevole che fatto è dimostrativo dell’alto livello tecnico raggiunto sotto la diocesi di Padova. fornisce cenni storici, indica le funzioni delle imbarca- dalla cantieristica austriaca nelle costruzioni navali. Alcuni capitoli approfondiscono vicende storiche zioni e il modo di condurle. Così l’autore spiega l’ori- Ma esso è indicativo anche di un altro fenomeno, quello delle quali spesso si è persa la memoria o si conservano ginalità della gondola riconducendola alle particolari secondo cui Trieste divenne, nella prima metà del solo pochi dati approssimativi. Il libro documenta, ad condizioni ambientali caratterizzanti la laguna circa Novecento, la città dei transatlantici. Un tale risultato esempio, come il paese, che fino al XV secolo mantenne mille anni fa: “Per poter circolare agevolmente in fu la conseguenza di una politica economico-culturale la sua unità, negli ultimi anni del Quattrocento fosse quell’ambiente serviva una barca manovrabile da una che nei due secoli precedenti intese Trieste come porta strutturato in due distinte realtà territoriali e civili, Villa sola persona, abbastanza veloce per le lunghe distanze dell’Adriatico: Carlo VI aveva stabilito la libera navi- del Conte e Villa S. Giuliana (quest’ultima sarà e contro corrente, col conducente che vogava in piedi e gazione nell’Adriatico e aveva istituito il porto franco “riassorbita” solo dopo più di un secolo). Alle attuali in alto per individuare il percorso nei canali tortuosi, di Trieste; mentre Maria Teresa diede avvio nel 1754 frazioni del territorio comunale (S. Pietro e S. Eufemia capace di pronte e facili evoluzioni sulle curve e le alla Scuola di matematica e nautica. Oltre a ciò, fu di Villanova) gli autori dedicano la dovuta attenzione e, strettoie dei ghebi e anche di trasportare un discreto favorito, con allettanti offerte economiche e in un partendo dall’analisi delle titolature, affrontano le vi- carico e di poter atterrare con le estremità sulle basse momento in cui la Serenissima si trovava in difficoltà, cende legate alle due famiglie comitensi degli Ezzelini rive fangose senza incagliarvi”. l’afflusso di manodopera specializzata dalle località e dei Camposampiero, così importanti nella storia La civiltà delle acque non è rappresentata solo dalla della laguna di Venezia. L’apice raggiunto dalla civile e religiosa del territorio. Particolare spazio viene laguna ma anche dal mare e dai fiumi, pertanto il cantieristica triestina nel Novecento lo si deve quindi riservato poi alla toponomastica territoriale tra l’XI e il discorso dello studioso è scivolato a descrivere le anche a quesi maestri d’ascia, calafati, squerarioli che XX secolo. Il testo è sostenuto da un apparato icono- imbarcazioni marinaresche e fluviali. Un viaggio, quel- dalle cittadine della gronda lagunare emigrarono verso grafico di grande impegno lo proposto da Divari, che attraverso le barche tradizio- i cantieri di Fiume, Capodistria, Grado. Non solo, le Marco Bevilacqua nali racconta “la storia viva di uomini e donne – scrive radici del successo della cantieristica navale sono da Giorgio Supiej, presidente dell’Associazione per lo ricercare nell’insegnamento di quei docenti che si sono studio e la conservazione delle imbarcazioni veneziane succeduti nelle cattedre della “I.R. Scuola Reale di Ð e dei loro mestieri, con le barche al lavoro, con le nautica in Trieste” che dal 1820 ebbe il titolo di “Acca- ANTONIO M ORET, Serravalle piccola Firenze del Veneto. proprie mercanzie di ortaggi o cacciagioni sul trasto, demia”. Tra i docenti si distinsero Gaspare Tonello, che Alla ricerca dello spirito di un Popolo antico e nobilis- con le reti e gli equipaggi intenti al lavoro di pesca, le aveva raccolto i frutti della “cultura nautica” di Simone simo, Conegliano Veneto (TV), Cassa rurale ed artigia- vele al vento, e le scotte in manovra e, talvolta, il mare Stratico di Padova e di Gianmaria Maffioletti di Vene- na delle Prealpi Venete, 1994, 8°, pp. 1243, ill., s.i.p. in burrasca”. zia. Il Tonello, che fu socio degli Istituti di scienze, Cinzio Gibin lettere ed arti di Padova e Venezia, partecipò ai Con- L’attuale Vittorio Veneto nasce nel 1866, a seguito gressi degli scienziati italiani di Padova (1842) e Vene- della ricongiunzione plebiscitaria all’Italia del Lom- zia (1847) dove relazionò sul modo di sfruttare la bardo-Veneto e alla fusione delle due cittadine di propulsione a vapore nei piroscafi e promosse una Serravalle e Ceneda. È proprio su Serravalle, “la picco- Marineria tradizionale in Adriatico, Atti della confe- commissione per la stesura di un “Dizionario di Mari- la Firenze del Veneto” come definita dall’autore, che il renza internazionale (Grado, 3-5 marzo 1994), a cura di na”. presente saggio si incentra: trattasi di un paese di Mario Marzari, Monfalcone (GO), Edizioni della Lagu- A questa cultura nautica Trieste ha dedicato una millenaria storia, nato come “Castrum”, acropoli della na - Comune di Grado, 1995, pp. 112, ill., s.i.p. mostra i cui testi sono stati curati da Mario Marzari per città romana di Ceneda all’epoca delle campagne di la sezione “A scuola di nave” e da Valerio Staccoli per Cesare ed Augusto, separatasi urbanisticamente dal Una grande scarpa marrone contraddistingueva la la sezione “Trieste, città dei transatlantici”. villaggio d’origine nel X secolo. Serravalle vive nel vela del bragozzo chioggiotto di Luigi Scarpa Sorsegno, Medioevo il suo periodo di massimo splendore, viene mentre la vela del bragozzo di Sante Botela aveva come Cinzio Gibin aggiunta alle preesistenti una terza cerchia di mura, si soggetto una botte da cui usciva del vino. Sono questi gettano le basi di una configurazione viaria, archi- gli elementi decorativi che caratterizzavano le vele tettonica e paesaggistica rimasta in modo miracoloso delle imbarcazioni di Chioggia e più in generale del- intatta sino ai nostri giorni (l’attuale struttura trova l’Adriatico. Una usanza diffusa già nel XVIII secolo e completa attuazione nel Rinascimento, tra il 1450 e il definita da uno dei suoi principali studiosi, Alessandro 1550). Il lavoro di Antonio Moret propone un accurato Pericle Ninni, “araldica pescatoria”. La colorazione studio su tutto quello che, in quel secolo in particolare, delle vele serviva a proteggere il tessuto e quindi a rappresenta cultura ed arte: rilevante il numero di renderlo più resistente alle intemperie, inoltre i colori incisioni lapidarie censite, la ricerca sulle opere di permettevano l’avvistamento dell’imbarcazione du- maestri rinascimentali disseminate qua e là tra i vari rante i periodi di nebbia. L’avvento del motore ha reso palazzi, la raccolta di miti e tradizioni popolari legate superflua la vela, da qui l’interesse degli appassionati di alla storia del paese, delle sue chiese e delle principali marineria e degli studiosi come Mario Marzari a pro-

35 Servizio regionale di documentazione dei Beni culturali considerazioni e spunti di ricerca dalle schede di catalogo)

Nel Cimitero israelitico del Lido di Venezia gli Lapidi cimiteriali ebraiche: stemmi familiari appaiono poco visibili in fotogra- una pagina di storia civile fia perché sono per lo più graffiti o eseguiti a rilievo assai basso, mentre a Padova stemmi ed insegne (Espedita Grandesso) sono scolpiti a medio rilievo e con molta evidenza, quindi più facilmente leggibili. Le lapidi cimiteriali vanno certo annoverate tra i lavori artigianali e tuttavia, percorrendo un campo- santo di origini antiche, hanno il pregio di consen- tire la lettura, a distanza ravvicinata, di tutti i model- Con il presente articolo, necessariamente breve e li scultorei caratteristici delle epoche che si sono non esaustivo, si intende segnalare l’importanza succedute; ciò permette dei confronti immediati tra delle schedature di lapidi cimiteriali ebraiche di i vari stili che una città, invece, offre assai più Padova e di Venezia che, a partire dal 1992, sono dilazionati nello spazio e nel tempo di percorso. state eseguite per conto del Servizio Documenta- Forse, nel caso in questione, un interesse ancora zione della Regione del Veneto ad opera di Gadi maggiore è suscitato dai dati storici che si possono Luzzatto Voghera e Tobia Ravà della cooperativa ricavare dalla lettura dei testi, concisi ma significa- A.C.R., che hanno elaborato questo materiale con tivi, posti a memoria dei defunti; da essi emergono, cura e larghezza di annotazioni preziose. assieme alle doverose professioni di fede, titoli e La schedatura risulta quanto mai interessante sia occupazioni più o meno rilevanti, che caratterizza- sotto il profilo artistico che sotto il profilo storico, rono in vita l’individuo commemorato e la società in anche in considerazione del fatto che, a partire dal cui si trovò ad agire. Cognomi e insegne indicano i XIX secolo, si legge chiaramente nelle lapidi la contatti e gli spostamenti che famiglie intere o loro storia di un’integrazione, con ogni probabilità già membri ebbero sul territorio del Veneto e dell’Ita- avvenuta in precedenza, tra le comunità israelitiche lia. Indicano altresì la provenienza dalle varie parti e la popolazione locale, ma che nel secolo scorso d’Europa e suggeriscono i motivi, spesso dramma- può finalmente esprimersi senza impedimenti sotto tici, che indussero tante persone a sradicarsi da un il denominatore comune della cittadinanza italiana. Sepoltura di Yehoshua Haim Penso (Salvatore Vita Penso). Stemma con insegne di hidalgo: “torre merlata sorretta da due leoni luogo per trapiantarsi in un altro, imparando nuove Gli scambi culturali tra la comunità ebraica e controrampanti. Sui merli una figura regge lo scudo col braccio lingue e adeguandosi a nuovi costumi. quella veneziana, ad esempio, ci furono indubbia- sinistro, il tutto tra le lettere H e P”. Forse i nomi propri femminili che si ricavano da mente e non soltanto a livello economico. Può queste schedature, più di quelli maschili, danno essere interessante osservare quanto siano stati “baro” (da cui “barena”) che, come illustra il Boerio, conto delle varie ondate di migrazione ebraica, capillari, partendo “dal basso” ossia da alcuni scam- definisce sia un terreno incolto ricoperto d’erbe avvenute dalle nazioni europee a Venezia e a Pado- bi linguistici tra dialetto veneziano e parlata ebraica, spontanee quanto una grande mole, una massa vo- va. Alcuni nomi propri, ad esempio, sembrano come si rileva dal volume di U. Fortis e P. Zolli, La luminosa. Sempre dal dialetto veneziano derivano i piuttosto significativi, in quanto segnalano proba- parlata giudeo-veneziana (Roma, Carucci). Si pre- termini “bisa” e “luganegoto” che indicano, rispet- bilmente un’onda migratoria dal Nord-Est d’Euro- mette che anche le parole che verranno citate sono tivamente, un dolce a forma di esse, “bissa” (biscia), pa, avvenuta nella metà del XVII secolo e, nel con- reperti archeologici, poiché appartengono ad un e il salame d’oca da “luganega” (salsiccia). tempo, suggeriscono un cambiamento di sensibilità linguaggio doppiamente perduto, sia come “parlata Il dialetto veneziano, a sua volta, ha mutuato più e di abitudini che avviene, col passare del tempo, del Ghetto” che come dialetto veneziano, ormai di un termine dalla parlata del Ghetto. Uno di questi, nelle comunità ebraiche prese in considerazione. conosciuto e fruito da una minima parte della popo- tuttora usato, sia pure raramente, è “tananai” e A partire dalle epoche più antiche le sepolture lazione di Venezia. Ebbene, la parlata “giudeo- significa confusione, putiferio; un altro, caduto or- riportano nomi femminili tradizionali: Rachel, Hana, veneziana” conia un aggettivo da un sostantivo mai in disuso, come “baro” ed altre parole dialettali, Ester, Giuditta (piuttosto raro), Malka (che signifi- mutuato dal dialetto locale: “baroso”. Questo termi- è “tandan”, che significa uomo grossolano e rozzo. ca Regina), Tova (che è tradotto in Bona anche nelle ne viene attribuito al petto di tacchino, ottimo per Questi termini, ancora verso il 1950, venivano usati lapidi più antiche). E, ancora, si riscontrano alcuni ottenere un polpettone consistente. “Baroso”, dun- correntemente dalle persone più anziane. nomi femminili che, col passare del tempo, vengo- que, significa all’incirca gonfio, voluminoso, Il Si è accennato a questi sia pur fragili punti di no sempre meno ripetuti: Luna, Perla, Bella, Dolce sostantivo che ha dato origine a questo termine è contatto fra due culture non certo perché abbiano a che vedere con le scritte che appaiono sulle lapidi dei cimiteri ebraici di Venezia e di Padova, bensì per evidenziare il filo tenue, ma consistente, che unisce due culture tanto diverse e, in fondo, tanto orgoglio- se entrambe della loro unicità e della loro storia. Sia in Venezia che in Padova esistono aree cimiteriali ebraiche importanti per la loro antichità, con sepolture che partono dal XIV-XV secolo. La schedatura dei cimiteri ebraici di Padova appare più completa di dati, trattandosi di una precatalogazione, mentre le schedature riguardanti l’area cimiteriale del Lido di Venezia sono più scarne, trattandosi di schede d’inventariazione, con tutti i limiti che ciò comporta, anche se la sensibilità e la cultura dei catalogatori le hanno arricchite di notizie che esulano dallo schematismo inventariale. A tali materiali si fa riferimento nelle note che seguono. Va detto subito che, purtroppo, l’area cimiteriale ebraica del Lido di Venezia versa in condizioni molto precarie. Le lapidi e i coperchi di sarcofago sono in parte rovinati dai fattori atmosferici e, in parte, dalla mancanza di spazio, nonché dall’usanza ebraica che non prevede l’uso dell’ossario, e, quin- di, la creazione di nuovi spazi cimiteriali mediante l’esumazione ciclica delle salme. L’incrociarsi di Stemma di appartenente alla famiglia Ashkenazi: “due pesci contrap- questi fattori ha indotto nel passato a stratificare le Stemma della famiglia Levi, con insegne di hidalgo: “una mano posti, sopra onde marine, uniti per la bocca con un filo a esse”. dall’alto regge una brocca nell’atto di versare l’acqua in un calice” sepolture, per cui alcune lapidi sono finite sotto i Stemma simile o similare è adottato di solito dalle famiglie Jona ed (più spesso in un bacile). I Levi svolgevano funzioni sacerdotali. sepolcri più recenti. Errera.

36 e Dolcetta, Gentile, Stella, Diamante, Smeralda, palma (in seguito di ulivo), uno di mirto e uno di Zoia (Gioia). Mentre i nomi propri maschili sem- salice, a significare le fondamentali tipologie uma- brano seguire rigorosamente la tradizione, per le ne. Forse questo simbolo merita una breve illustra- sepolture delle donne si ha l’impressione che spesso zione: sembra che la palma o l’ulivo raffiguri l’uo- siano stati usati i diminutivi con cui furono cono- mo naturalmente dotato di una bontà costruttiva, sciute in vita e comunque questi nomi sembrano che opera attivamente in favore del prossimo (pal- conservare le inflessioni dell’idioma dei paesi da ma e ulivo, infatti, vivono e producono frutto anche cui proveniva la portatrice o la sua famiglia. Ad in ambienti difficili); il mirto rappresenta probabil- esempio: Reizele, Reitzele; Tilzele, Tulzella, mente l’uomo più volto alla contemplazione e alle Tzeltzele; Brunele, Geimele, Yentele, Metele sem- opere di pensiero che all’aiuto materiale dei suoi brano di derivazione nordica. Questi nomi propri simili; il salice è simbolo dell’uomo fragile, che può femminili si attestano all’incirca tra la fine del XVI ugualmente incamminarsi sulla via del bene, ma ha secolo e il XVIII, mentre il secolo XIX lascia intende- bisogno di cure e di un ambiente ottimale per re che sia avvenuta una più profonda integrazione sviluppare le proprie qualità migliori. Verso la fine tra la comunità ebraica e la popolazione locale. del secolo XIX il ramo di salice viene sostituito con I nomi maschili, come si è detto, rimangono una spiga di frumento e la presenza della fronda di nell’ambito della tradizione ebraica ma, a partire mirto si alterna con quella di alloro. A Venezia la dalla metà circa del secolo XIX, vengono tradotti in Confraternita di sepoltura “Shemesh Tzedaka” (Sole italiano, mentre quelli femminili subiscono un cam- della beneficienza) reca come emblema un sole biamento più radicale. Permangono i nomi tradizio- Secolo XVII. “Lo stemma è attribuibile alla famiglia Merari”: antropomorfo tra due cerchi, entro i quali sono nali, tra cui: Noemi, Gali, ma a “Beracha” si avverte “Sansone apre le fauci al leone”. distribuite le lettere: “A” e “V” e “S.D.F.E.M.M.”. In la necessità di aggiungere “Ermellina”. Persistono i una lapide del XVIII secolo si incontra anche un sole nomi: Bona, Perla, Diamante, ma appaiono improv- antropomorfo, dotato di ali e di corna, che sovrasta visamente alcuni nomi interscambiabili col resto un albero; sempre al XVIII secolo risale un emblema della popolazione: Rosa-Rosina, Elena, Silvia, Flo- della Confraternita consistente in un albero sopra un ra, Sofia, Vittoria, Emma e, nel territorio di Padova, monte, incorniciato dalle lettere: “S.D.F.R.E.M.M.”. Marianna e addirittura Giustina (scelta alquanto Le schedature di Padova, offrono un percorso inconsueta, se si considera che santa Giustina, mar- storico di interesse unico perché arrivano a coprire tire cristiana padovana, non soltanto è protettrice tutto il secolo XIX, mentre quelle di Venezia hanno della città, ma è assai venerata in tutto il Veneto). finora riguardato i secoli che vanno dal XIV al XVIII, I nomi propri e, naturalmente, i cognomi (Ash- con una preponderanza di schede che interessano kenazi, Todesco ecc.) sembrano di per sé testimoni sepolture del secolo XVII, dalle quali sono meno delle ponderose migrazioni di Ebrei verso il Veneto, rilevabili i cambiamenti avvenuti nei rapporti tra le dovute alle forti persecuzioni poste in atto, verso la comunità ebraiche e le popolazioni locali a cavallo metà del secolo XVII, sia in Germania che in Polo- tra lo scorso secolo e l’attuale. nia, mentre duecento anni prima, circa nella metà Nelle lapidi ebraiche padovane del XIX secolo è del secolo XV, ci furono le ondate migratorie di incisa la cronaca dei contributi individuali allo Ebrei espulsi dalla Spagna e dal Portogallo. Questi sviluppo economico e sociale di tutto il Veneto, non portarono con sé le insegne di hidalgo, ricevute soltanto di una comunità. Naturalmente non è pos- prima del loro allontanamento, e tali insegne si sibile percorrere in questa sede tutte le tappe che incontrano, ancora due o tre secoli dopo, tanto in portarono varie famiglie di origine e di religione sepolture di Padova che di Venezia. ebraica ad emergere in modo prestigioso in vari Nel cimitero ebraico del Lido di Venezia insegne settori; si cercherà invece di segnalare come, attra- nobiliari sono ostentate sulle tombe delle famiglie: verso i testi che corredano le lapidi, si rilevi l’inte- Caravaglio, Ribeiro, Baruch, Franco d’Almeida, grazione e l’interscambio avvenuti tra le due comu- Stemma appartenente alla famiglia Cohen: “due mani unite per i Penso, Vega. Ad esempio, un “Salvatore Vita Penso pollici in atto benedicente, sormontate da una corona e sovrastanti nità conviventi ormai da secoli sullo stesso territo- - Yehoshua Haim Penso”, defunto nel 1720, presen- una colomba”. I Cohen svolgevano funzioni sacerdotali. rio e, dal 1866, nella stessa Nazione. ta sulla lapide il suo stemma famigliare (torre, Con l’avvento del Regno Lombardo-Veneto alla sorretta da due leoni controrampanti, sui cui merli Considerando le varie schedature si nota un mo- famiglia Treves de Bonfil (scheda n. 7004CO) viene una figura solleva lo scudo col braccio sinistro) vimento nei simboli che formano gli stemmi, una concesso titolo di nobiltà nella persona di Giuseppe inscritto entro insegne di hidalgo. Un consimile specie di rimaneggiamento continuo o, almeno, Treves (Padova 1759 - Venezia 1825), fondatore esempio si può trarre in uno dei cimiteri ebraici di frequente. Gli unici che rimangono sostanzialmente della Camera di Commercio di Venezia, il quale Padova: lo stemma della famiglia Ben Porat, consi- gli stessi attraverso il tempo sono quelli dei Cohen viene insignito del titolo di barone. Circa vent’anni stente in un leone rampante accompagnato da tre e dei Levi, famiglie appartenenti entrambe al rango dopo un altro israelita, membro della Camera di stelle e una mezzaluna, sormontante una stella di sacerdotale e per questo motivo presenti in tutte le Commercio veneziana, Lazzaro Vittorio Sacerdoti David, è sormontato a sua volta da un elmo da comunità israelitiche, almeno per quanto riguarda i (Eliezer Chaim Hacohen, defunto nel 1841 - scheda hidalgo. La famiglia Ben Porat (che significa “Fi- Cohen. n. 700546), sostiene l’incarico di Vice Prefetto nella glio del frutto”), che muterà il proprio cognome in Lo stemma dei Cohen consiste in uno scudo che direzione veneta della “Ferdinandea”, primo tronco Bemporad, risulta presente nell’Italia del Nord dal contiene due mani benedicenti, unite per i pollici, ferroviario che unisce la città di Venezia all’en- XV secolo, proveniente da Roma e ancor prima, si nude. Questo stemma subisce qualche lieve varia- troterra. Nel 1862, il re d’Italia Vittorio Emanuele II presume, dalla Penisola iberica. zione: a volte le mani benedicenti sono sormontate concederà titolo nobiliare alla famiglia Corinaldi e, Gli stemmi offrono spunti notevoli di ricerca e da una corona, in un caso almeno sotto di esse sempre nel XIX secolo, Isaia Ghiron sarà Prefetto sarebbe interessante confrontarli con l’araldica ita- appare una stella a cinque punte (Lido di Venezia). del Regno e storico di Casa Savoia. Ancora: nello liana per sapere come vengono fruiti i simboli che li Esiste un altro stemma che presenta le mani benedi- scorso secolo i Wollemborg si applicarono nello compongono, quali sono gli eventuali punti di con- centi sormontate da una corona (però vestite, ossia sviluppo del Credito popolare nelle aree rurali venete, tatto e le divergenze. In molti stemmi appare il leone con le maniche ai polsi) e appartiene alla famiglia mentre Marco Sullam fu il primo membro di questa e l’aquila bicipite, in altri draghi o pesci (è curioso Chazan (anche Mehachazanim), i componenti della famiglia ad impegnare parte dei suoi capitali nella osservare che le famiglie Jona ed Errera di Padova quale erano “servitori del Tempio” e utilizzavano lo bonifica di aree rurali nel Basso Polesine (scheda n. presentano nello stemma il simbolo zodiacale dei stemma sacerdotale dei “kohanim”. 7004D5). L’apporto della Comunità israelitica di pesci contrapposti, uniti da un filo per la bocca). In Lo stemma della famiglia Levi consiste in un Padova non si limita però al settore economico- altri stemmi appare il cervo (stemma Aziz da Zara, braccio che regge una brocca nell’atto di versarne finanziario e non investe soltanto persone dotate di Nechama), ma anche lo scoiattolo (famiglia Conian, l’acqua dentro a un bacile. ingenti patrimoni. Una notizia di notevole interesse Gentilli, Montereal). Appaiono però anche animali Anche gli emblemi delle Confraternite di sepol- sociale si ricava dall’iscrizione presente sulla sepol- piuttosto inusitati: gru, colombe, gatti, scorpioni. E tura variano nel tempo. A Padova l’emblema della tura della signora Elena Coen Porto, deceduta nel poi, forse assai più che nelle insegne araldiche Confraternita di sepoltura “Chevrat Sovvegno” si 1846: “Qui giace / Elena Coen / Porto / ferrarese / italiane, trovano posto negli stemmi il sole, la luna contraddistingue con il simbolo del “Lulav”, che prima fra le / levatrici ebree / approvata / dall’Uni- e le stelle: a quattro, cinque, sei e otto raggi. consiste in una corona intrecciata con un ramo di versità / di Padova...” (scheda n. 700481). Non è

37 irrilevante sapere con quanta serietà venissero pre- ceneri / di / Guglielmo Levi / consacrò il braccio alla tale” (scheda n. 7005F4). Forse a questa famiglia parate le ostetriche nella città di Padova, ebree o Patria / nelle battaglie dell’indipendenza...”. La appartenne il Rabbino Eude Lolli, morto nel 1904, meno, nello scorso secolo. E, per quanto riguarda la seconda riguarda Abramo Giacomo Alpron, morto sulla cui lapide è incisa una frase altamente spiritua- professione medica, la famiglia Morpurgo, di origi- nel 1900, ed è altrettanto significativa: “Nei Caccia- le ed ecumenica, poiché vale veramente per ogni ne goriziana e di tradizione ashkenazita, tra il 1623 tori degli Appennini / fra i leggendari Mille di uomo, qualunque sia la sua fede: “Molto desiderai- e il 1799 ha avuto ben dieci componenti che fre- Marsala / Abramo Giacomo Alpron / fu valoroso bramai e poco feci / Siatemi indulgenti fratelli / così quentarono gli studi di medicina all’Università di soldato / dove / si decisero le sorti d’Italia...” (sche- mi sia indulgente Iddio” (scheda n. 700560). Padova (schede nn. 700429 e 700431). Tradizione de nn. 7005K4 e 7005H9). Come si può rilevare da queste annotazioni, il che do-vette continuare nel tempo, dato che la Non meno interessanti sono le notizie che si materiale inventariato a Venezia e precatalogato a scheda n. 700558 riporta i dati riguardanti il prof. possono ricavare circa la vita religiosa delle comu- Padova è di grande interesse, offre sicuri spunti di Edgardo Morpurgo, medico psichiatra, libero do- nità israelitiche di Venezia e di Padova; le lapidi ricerca sotto vari profili e c’è da augurarsi che gli cente presso l’Università di Padova, Maggiore della rivelano i nomi di alcuni rabbini, che furono illustri argomenti da esso proposti vengano ripresi e appro- C.R.I., morto a 70 anni, nel 1942. e noti anche in settori diversi da quello religioso per fonditi. Per concludere, si auspica che venga effet- Due lapidi risultano illuminanti a sottolineare un la loro cultura, nonché di altri personaggi famosi, tuato un restauro delle lapidi e dei coperchi di processo di integrazione ormai concluso tra le due come la poetessa secentesca veneziana Sara Copio- sarcofago che ancora lo consentono, poiché la di- comunità. La prima riguarda la sepoltura di Sullam. Per curiosità si farà cenno alla famiglia spersione di questo materiale storico o un suo degra- Guglielmo Levi, deceduto nel 1893, che riporta la Lolli di Padova, di origine friulana, “figlia di con- do irreversibile rappresenterebbero una grave per- seguente iscrizione: “Questo tumulo / ricopre le versioni all’Ebraismo avvenute in età rinascimen- dita e un vuoto documentario forse non colmabili.

era fortemente ostacolata dalla Chiesa, divenne secolo vennero erette nel Ghetto e organizzarono Cenni per una storia progressivamente, a partire da quest’epoca, prero- attività di piccolo commercio e di studio, le uniche dell’insediamento ebraico gativa degli ebrei. I piccoli centri rurali, general- concesse agli ebrei dalla severa “condotta” stipulata mente non attraversati da forti flussi di denaro, si con la Serenissima al di fuori della gestione dei tre * nel Veneto trovavano infatti spesso in difficoltà nel reperire i banchi feneratizi. pur limitati mezzi finanziari necessari al pagamento Nell’area veneta, come nel resto d’Italia, il ’600 (Gadi Luzzatto Voghera) di transazioni e gabelle, e richiedevano con sempre fu il secolo in cui tutta la popolazione ebraica si vide maggior frequenza la presenza in loco di uno o più di colpo rinchiusa fra mura e portoni, perdendo la prestatori. A datare dal XIV secolo troviamo così le possibilità di condurre una vita normale. Nel 1599 prime Condotte (concessioni emanate generalmen- a Verona, nel 1601 a Padova, nel 1612 a Rovigo, nel te dalle autorità comunali locali, che permettevano 1637 a Conegliano, nel 1666 a Este e nel 1695 a Le Comunità ebraiche oggi esistenti nel Veneto agli ebrei di risiedere in un determinato luogo per un Trieste, gli ebrei videro istituzionalizzata una segre- sono solo tre: Venezia – la più grande – Padova e certo numero di anni). Questo tipo di contratto gazione che non mancò di avere le sue conseguenze Verona. In tutto questi tre nuclei non superano le segnò profondamente le caratteristiche dell’inse- e ripercussioni nel loro modo di vivere. L’attività mille anime, ma portano sulle loro spalle il peso di diamento ebraico. Possiamo infatti trovare, nello economica venne fortemente limitata, la vita e lo una storia millenaria e attendono con cura alla studio della storia degli ebrei in Italia – e nell’area scambio sociale forzatamente ridotti, perfino la salvaguardia dei monumenti e degli oggetti che veneta –, comunità ebraiche di una certa rilevanza lingua parlata iniziò a differenziarsi, e nei ghetti hanno ereditato dalle generazioni dei loro avi: alcu- stanziate in centri relativamente minori, come ad nacquero delle parlate giudaico-italiane del tutto ne importanti sinagoghe, numerosi cimiteri con esempio Asolo, Ceneda, Conegliano, S. Daniele del particolari. Attraversato un periodo di forte crisi e interessanti monumenti funebri, archivi e bibliote- Friuli ed altri ancora. declino nel secolo XVIII, con la progressiva emanci- che, arredi e oggetti rituali che assolvono al duplice Anche nelle grandi città come Padova e Venezia pazione (a partire dal 1797) si aprì un nuovo capito- ruolo di vitali strumenti utilizzati nelle normali la vita e la residenza delle comunità ebraiche veniva lo nella vita degli ebrei. In Veneto, come altrove, cerimonie di culto e preziose testimonianze della regolata dalle Condotte. Venezia, in special modo, venne definitivamente abolita l’odiosa istituzione ricca e articolata storia delle comunità ebraiche del resistette qualche tempo prima di concedere ai dei ghetti. Gli ebrei iniziarono rapidamente ad inte- Veneto. Può essere a questo proposito interessante prestatori ebrei il permesso di lavorare in città. grarsi nella società in cui vivevano, cambiando ripercorrere velocemente la lunga vicenda di questo Risale infatti solo al 1366 la concessione ai banchie- radicalmente il loro modo di vita nel tentativo di antico insediamento. ri ebrei che risiedevano a Mestre di aprire tre banchi allontanarsi il più possibile dai modelli di compor- Abbiamo scarsissime notizie su una possibile in città, dietro pagamento di un canone molto alto. tamento che per secoli avevano dovuto subire nella presenza ebraica in età antica e alto medievale. A Padova, dalla metà del ’300, si iniziò a formare il segregazione. Si andò così via via sviluppando un Alcune fonti ci parlano della presenza di un nucleo primo nucleo di una comunità ebraica che fu di fenomeno di assimilazione che ebbe come primo di ebrei ad Aquileia e Grado in epoca romana, nei grande importanza per l’ebraismo italiano. Anche effetto la rapida scomparsa delle piccole comunità primi secoli dell’era volgare. Le prime notizie certe l’entroterra patavino venne interessato, verso la fine ebraiche dei centri minori. Dopo l’Unità d’Italia la su una presenza ebraica in area veneta risalgono del ’300, dall’attività feneratizia ebraica, e si ha storia degli ebrei, fatta salva la loro peculiarità solamente al IX secolo nel trevigiano. Anche per notizia certa dell’apertura di banchi in località quali religiosa e l’organizzazione delle varie comunità, questo periodo, però, scarseggiano le testimonian- Cittadella, Monselice, Este, Montagnana e Piove di non può essere distinta dalla storia del resto della ze. Certamente risiedeva nel 1146 a Verona un certo Sacco, dove nel secolo successivo sarà segnalata popolazione. L’integrazione degli ebrei nella socie- nucleo di ebrei: sappiamo infatti che in quei tempi anche la presenza di una stamperia ebraica. tà era totale, e sfogliando gli archivi è possibile fece visita a quella comunità il celebre poeta ed Il secolo XVI rappresenta senza dubbio un mo- trovare ebrei impegnati in tutte le attività professio- esegeta Abraham Ibn Ezra e che verso la fine del mento decisivo per la storia degli ebrei in Italia, e nel nali. I rari episodi di intolleranza e antisemitismo secolo il rabbino Eleazar ben Samuel fu particolar- Veneto in special modo. Nel 1516 Venezia destinò non intaccavano la sostanziale parità che era stata mente attivo in quella città. la zona del “Ghetto nuovo”, nel sestiere di Can- raggiunta. Nel XIII secolo la presenza di ebrei nel territorio naregio, quale residenza coatta degli ebrei in città. Fino alla II Guerra mondiale in Veneto conti- veneto si fa più certa e articolata. Non siamo ancora Nacque così il primo ghetto d’Europa, che doveva nuarono ad esistere quattro comunità ebraiche: Ve- in grado di delineare la conformazione e la consi- in seguito divenire il simbolo di qualsiasi segrega- nezia, Padova, Verona e Rovigo. Quest’ultima scom- stenza dei nuclei ebraici che progressivamente si zione nei secoli. Nel ghetto veneziano si stabilirono parve dopo la guerra e passò sotto la giurisdizione di stabiliscono in queste zone, ma abbiamo alcune in un primo tempo ebrei di origine tedesca (aske- Padova. Questa proficua integrazione di culture notizie più dettagliate sulle loro attività. A Bassano naziti) ed ebrei italiani, ai quali si aggiunsero in un venne bruscamente interrotta e sconvolta dall’ema- troviamo un Aicardo giudeo occupato in mutui di secondo momento ebrei spagnoli e levantini (se- nazione delle Leggi razziali del 1938. Con esse, terreni; sul finire del secolo sappiamo della presen- farditi); con l’arrivo di questi ultimi si dovette dopo centoquarant’anni di integrazione, il regime za di ebrei prestatori a Treviso e a Cividale del ampliare la zona di residenza ebraica all’area del fascista imponeva una serie di pesanti di- Friuli. Più dettagliate appaiono le notizie relative “Ghetto vecchio” (1542) e successivamente – nel scriminazioni che impedivano agli ebrei una vita all’apertura di banchi di prestito su pegno a partire ’600 – anche del “Ghetto novissimo”. Queste diver- normale e preludevano al tragico epilogo della dai primi anni del ’300. Questo tipo di attività, che se comunità ebraiche articolarono la loro vita attor- deportazione nei campi di sterminio nazisti dove * A cura di A.C.R. Arte, Cultura e Restauro. no alle splendide sinagoghe, che proprio in questo perirono diverse centinaia di ebrei veneti.

38 Materiali d’archivio

In pochi giorni i Provveditori all’Arsenale e poi trice dell’istituto durate l’epidemia del 1528, così L’Ospedale dei Derelitti quelli alla Sanità costruirono le prime baracche e come erano state delle donne le prime a fondare con a Venezia * fornirono la paglia per i giacigli dei poveri. Il il Thiene nel 1522 gli Incurabili. primato di morti ai Derelitti (115 a marzo, 137 ad La presenza di personaggi come Postel o come il (Andrea Nordio) aprile, 41 a maggio), rispetto a quello degli altri domenicano fra Sante Marmocchini, che alla fine ricoveri, indica le dimensioni che la struttura in degli anni ’30 insegnava ad alcuni orfani latino, pochi mesi aveva assunto. Ancora in luglio un greco e anche l’ebraico, testimonia che l’ambiente interessante elenco nominativo di poveri alloggiati umano sul quale poggiava l’ospedale era intriso di arrivava a 103 persone e un decreto del patriarca nel uno spregiudicato evangelismo popolare, tipico dicembre dello stesso anno ne contava circa 180. dell’epoca pretridentina che considerava l’assi- Nell’inverno dell’anno 1528, quando fame e Secondo le intenzioni della legge del 13 marzo stenza ai poveri momento fondamentale del- pestilenza si unirono al freddo della stagione, Vene- 1528, i ricoveri dovevano essere provvisori fino al l’apostolato del cristiano nella società. In conso- zia visse uno dei momenti più difficili del XVI mese di giugno, nel qual tempo siano posti tutti dicti nanza con la tradizione veneziana, questa partico- secolo. La carestia perdurava da mesi in gran parte poveri sopra barche et mandati in terra ferma. Dei lare religiosità era tuttavia accompagnata da una dell’Italia settentrionale. Torme di contadini delle quattro luoghi prescelti solo quello dei SS. Giovan- marcata laicità (solennemente dichiarata fin dai campagne della terraferma e delle isole lagunari ni e Paolo si trasformò in ospedale permanente: a primi statuti del 1537) che garantiva l’autonomia cercavano con ogni mezzo di raggiungere Venezia giugno il patriarca diede licenza di costruire un da qualsiasi intromissione ecclesiastica. Ciò non nella speranza di trovare nella grande città del cibo altare interno e nominò un cappellano secolare. impedì nel ’500 l’intrecciarsi di legami con alcuni e un ricovero per sopravvivere. Ma ben presto i loro L’ospedale nasce quindi come un comune luogo dei più importanti nuovi ordini religiosi, in primis corpi debilitati divennero facile preda delle malattie di concentramento dei mendicanti, dalla misura con i Somaschi, che in memoria di Girolamo Miani e alla carestia seguì l’epidemia (probabilmente di provvisoria e d’emergenza per fronteggiare la dram- si occuparono costantemente del reparto degli orfa- tifo petecchiale): al problema dell’approvvigiona- matica situazione creatasi con la carestia e l’epide- ni, ma anche con Ignazio di Loyola e i suoi primi mento annonario e del mantenimento dell’ordine mia del 1528; esso diviene presto il secondo ospe- compagni, presenti ai Derelitti nel 1537, e soprat- pubblico si aggiunse così la paura del contagio. dale veneziano d’età moderna (cronologicamente il tutto, verso la metà del secolo, con i Barnabiti e le Testimone di questi drammatici eventi fu Marin primo è quello degli Incurabili fondato nel 1522); si “Angeliche” (ramo femminile della congregazio- Sanuto che descrisse nei suoi Diarii l’invasione di trasforma in istituto permanente per necessità, visto ne), che ebbero un grande ascendente su governa- “villani” che, provenienti fin dal Piemonte e dal il lento scemare della crisi che dura fino alla fine del tori e governatrici, ma che in alcuni momenti con il bresciano, accalcavano le calli e le chiese veneziane 1529 e le frequenti ricorrenze negli anni seguenti, loro fervore religioso portarono anche un certo chiedendo la carità. Le donne con i bambini si ma anche perché intorno ad esso si va costituendo turbamento nella vita dell’Ospedaletto, tanto che riunivano a Rialto nella speranza di vendere i pochi un ambiente di sostenitori e simpatizzanti uniti e nel 1551 furono banditi dai territori dello Stato stracci che avevano portato con sé, aspettando un profondamente motivati nella pratica della carità. Veneto. piatto di minestra distribuito dal vicino Fondaco dei La legge sui poveri del 1528 è decisiva per la nascita Ai Derelitti si ricoveravano generici malati non Tedeschi, spesso fino a sera tardi vagavano e bussa- dell’ospedale, ma altre fonti non sono concordi contagiosi, soprattutto febbricitanti e feriti, sia ve- vano alle porte gridando “muoro di fame”. nell’attribuirle il primato della fondazione. Una neziani che non: un documento del 1542 ricorda che Il cronista veneziano criticava aspramente l’iner- breve rassegna di testimonianze, pur non univoche, ai tempi dell’epidemia c’erano poveri, sì terrieri, zia del governo, ma sul finire dell’inverno (13 è comunque utile a segnalare alcune caratteristiche come et de quelli che venivano di fuora, zoè galleotti marzo 1528), quando l’epidemia aumentò la sua peculiari dell’origine e dei primi anni di vita di et schiavi, marinari, infermi, et altri poveri della virulenza e l’arrivo continuo di poveri divenne questo istituto. città come d’ogni qualità et sestiero. Uomini e minaccia per l’equilibrio della città, il Senato prese Il giorno 2 aprile 1528 Sanuto segnalava a capo donne alloggiavano in infermerie separate, spezieria finalmente alcuni provvedimenti drastici: blocco dell’ospedale Girolamo Cavalli e Girolamo Miani, e dormitori; ricevevano le cure di un medico, di un dell’accesso in città per nuovi mendicanti forestieri, due patrizi generalmente ritenuti primi fondatori. Il cerusico e di inservienti; per qualche giorno l’ospe- pene per i barcaioli che trasportandoli contravveni- più famoso dei due, il Miani – poi istitutore della dale poteva ospitare pellegrini di passaggio e per vano al divieto di immigrazione, tassa ai cittadini Compagnia dei Servi dei poveri (Somaschi) e di malattie come la tigna si offriva un servizio ambu- per sostenere quelli che erano bisognosi di cure e innumerevoli altre opere assistenziali –, inaugurò latoriale aperto anche all’esterno (agli inizi dell’800, raccolta di elemosine per i “poveri vergognosi” proprio in quei mesi ai Derelitti la sua esperienza per un breve periodo, vi fu anche la sede di una veneziani. Ma i punti salienti di questa legge erano caritativa verso i poveri e in particolare verso gli importante scuola di clinica diretta dai professori il divieto assoluto di mendicare e la concentrazione orfani; gli agiografi parleranno quasi di una conver- Aglietti e Ruggeri e di una chirurgica tenuta dal dei poveri in appositi ricoveri, prevedendo severe sione improvvisa, dopo una vita trascorsa tra le armi Pajola). pene per coloro che si allontanavano; era quest’ul- al servizio della Serenissima. In realtà recenti studi In luoghi separati dagli altri reparti venivano timo un provvedimento simile alle leggi sui poveri dimostrano che sia il Cavalli che il Miani erano inoltre accolti orfani e orfane e, similmente a quanto promulgate negli stessi anni in molte città del Nord legati già alcuni anni prima, per parentela, amicizia avveniva negli altri ospedali, veniva loro impartita Europa e che incontrava sempre molte resistenze e sensibilità comuni, ai governatori e alle governatrici una minima alfabetizzazione, l’insegnamento del nei poveri: “Tamen molti villani et done et femene dell’Ospedale degli Incurabili. All’origine dei De- catechismo e i primi rudimenti di semplici mestieri. non voleno andar [negli ospedali], et vanno per la relitti vi sarebbe quindi un’atmosfera spirituale vi- Ad una certa età gli orfani potevano essere affidati terra zercando elemosina”, osservava Sanuto. cina al Divino Amore e determinata dalla persona- a famiglie artigiane all’esterno dell’ospedale, rigi- Uno dei quattro luoghi prescelti era a “San Zane lità di Gaetano Thiene. damente protetti da contratti di circa sette anni che Polo”, vicino all’omonimo convento domenicano Il 27 giugno dello stesso anno il citato decreto stabilivano condizioni di vita e salario e che i dei SS. Giovanni e Paolo, in una zona periferica di patriarcale indicava invece tra i principali fondatori governatori erano tenuti a controllare, oppure pote- Venezia, prospiciente la laguna Nord, dove vi era dei Derelitti un causidico, un merciaio e un mercan- vano essere imbarcati nella flotta mercantile vene- ancora possibilità di edificare e disponibilità di te di legname. Accanto alla presenza del Cavalli e ziana come mozzi. Anche le ragazze erano impiega- legname per costruzioni, essendovi poco distante del Miani, fin dalle origini traspare quindi una te in piccole manifatture svolte all’interno del- l’Arsenale e alcune botteghe di falegnameria. Lo spiccata componente popolare e artigiana che nel l’ospedale e conducevano una vita molto rigida, spiazzo, che già nell’inverno 1506 era stato adibito XVI secolo distingue i Derelitti dall’Ospedale degli quasi da religiose; alcune di queste (le celebri “figlie a ricovero per poveri, era una discarica e normal- Incurabili, molto più controllato dal ceto patrizio. di coro”) potevano godere di un certo prestigio mente veniva usato per l’esercizio del tiro al bersa- Negli anni seguenti faranno parte della congrega- sociale nella florida attività musicale presente ai glio. Da ciò deriva una delle denominazioni più zione dei governatori personaggi famosi come il Derelitti dalla fine del ’500 che in occasione di caratteristiche che l’ospedale poi assunse, “al pittore Lorenzo Lotto o Gianmaria Zonta, della messe solenni attirava nella chiesa moltissimo pub- Bersagio”; altri nomi, oltre al toponimo “SS. Gio- famiglia dei tipografi fiorentini Giunti. blico e conseguenti elemosine. Il loro destino era vanni e Paolo”, furono “Ospedaletto”, giacché nel Un ultimo contributo nella ricerca dei fondatori è comunque quello di entrare in monastero o di mari- XVII secolo era il più piccolo dei quattro maggiori dato dall’umanista francese Guillame Postel, che tarsi (in entrambi i casi veniva loro assegnata una ospedali veneziani (Pietà, Incurabili e Mendicanti), alla fine degli anni ’40 giunse nell’ospedale vene- ragguardevole dote), mentre alcune restavano a e soprattutto ospedale “dei Derelitti” ovvero “degli ziano come cappellano. Postel, nell’opera Le prime lavorare nell’istituto come educatrici delle orfane abbandonati”, manifestando così palesemente la nove del altro mondo (1555), identificava una misti- più piccole o con altre mansioni. propria destinazione originaria. ca “Vergine veneziana”, portatrice di una nuova età Una breve relazione storica presentata in Senato dello spirito, con una umile cuoca dell’Ospedaletto, nel 1776, oltre ad un imprecisato numero di generici * La presente scheda viene realizzata per iniziativa del tale suor Zuana, sublime esempio di carità, che infermi e pellegrini, elenca 125 figlie orfane (segui- Centro Italiano di Storia Sanitaria e Ospedaliera del Veneto. secondo Postel era stata la prima ispiratrice e anima- te da una priora, da maestre e da insegnanti di canto

39 e musica), 40 orfanelli (educati da 3 somaschi con 3 ospitalità verso gli orfani; mantenne la funzione di A.S. DE KIRIAKI, La beneficenza di ricovero a Venezia conversi), 40 tignosi, vari assistenti e impiegati che centro di assistenza per anziani anche in questo nel passato e nei nostri tempi, Venezia 1900. si occupavano della complessa amministrazione e secolo, quando nel 1939 passò definitivamente al- A. BOSISIO, L’Ospedaletto e la chiesa di S. Maria dei un sagrestano alla direzione della chiesa (nella l’amministrazione dell’I.R.E. (Istituzioni di Ricove- Derelitti, Venezia 1963. quale si celebravano dalle 11.000 alle 12.000 messe ro e Educazione). M. TENTORIO, S. Girolamo Miani primo fondatore delle mansionarie all’anno). In quell’anno l’Ospedaletto scuole professionali in Italia. Documenti inediti, Ge- era diretto da una cinquantina di governatori e nova 1976. sopravviveva grazie a legati testamentari, affitti, rendite di beni posseduti nelle campagne e, per la I.R.E., Arte e musica all’Ospedaletto. Schede d’archi- maggior parte, con gli interessi di titoli pubblici. Fonti archivistiche vio sull’attività musicale degli ospedali dei Derelitti e dei Mendicanti di Venezia (sec. XVI-XVIII), Venezia Dal punto di vista architettonico il primo inter- Nell’archivio storico dell’I.R.E. (Venezia) sono con- 1978. vento di un certo rilievo fu l’altare della chiesa, servati circa 236 buste e 19 registri provenienti dai realizzato su progetto di Andrea Palladio, amico di G. ELLERO, Un ospedale della Riforma cattolica vene- Derelitti e suddivisi in capitolari, notatori, catastici, ziana: i Derelitti ai SS. Giovanni e Paolo, tesi di laurea Giovan Battista Contarini, uno dei più illustri go- libri contabili, commissarie e miscellanea; tra questi si vernatori del secondo ’500. Altre modificazioni presso l’Università degli Studi di Venezia, a.a. 1980- segnala il Libro di parti et determinationi diverse... 81, rel. prof. G. Cozzi. cinquecentesche furono eseguite da Antonio Da (DER B 1), prezioso perché riporta i verbali delle sedute Ponte, che probabilmente era già stato autore di dei governatori dal 1547 al 1605, mentre ben nove PULLAN B., La politica sociale della Repubblica di interventi all’Ospedale degli Incurabili, ma i mag- registri simili, che documentavano i secoli seguenti, Venezia, 1500-1620, Roma 1982. giori cambiamenti e ampliamenti risalgono al XVII sono andati dispersi. Presso l’Archivio di Stato di C. PELLEGRINI - G. ELLERO - A. NIERO - S. LUNARDON, San secolo, con Antonio Pagiarol, Giuseppe Sardi e Venezia è interessante esaminare i fondi: Provveditori Girolamo Miani e Venezia, Venezia 1986. soprattutto Baldassarre Longhena, che diede alla sopra ospedali e luoghi pii e Ospedali e luoghi pii (in G. SCARABELLO - S. TRAMONTIN - G. GULLINO [et al.], San chiesa una esuberante facciata barocca. Nel ’700, su particolare bb. 910 e 921), oltre agli archivi delle Girolamo Miani nel V centenario della nascita, Vene- disegno dell’architetto e governatore Matteo magistrature che avevano competenza in materia di zia 1987. ospedali e sanità. Riguardo a S. Girolamo Miani e alla Lucchesi, fu costruita l’elegante sala della musica L’archivio IRE. Inventari dei fondi antichi degli ospe- (affrescata da Giacomo Guarana) nella quale le presenza dei Somaschi nella vita dei Derelitti, occorre consultare i documenti raccolti nell’Archivio dei Padri dali e luoghi pii di Venezia, a cura di G. Ellero, Venezia “figlie” potevano esibire la loro arte separate dal 1987. pubblico. Somaschi di Genova (fondo Ven.). Dopo la caduta della Repubblica, le notevoli G. ELLERO, G. Postel e l’ospedale dei Derelitti (1547- 1549), in Postello, Venezia e il suo mondo, Firenze trasformazioni della fisionomia architettonica dei 1988, pp. 137-161. Derelitti e del suo ragguardevole arredo artistico Bibliografia essenziale furono la conseguenza dei mutamenti istituzionali Nel regno dei poveri. Arte e storia dei grandi ospedali che anche questo ospedale subì come molti altri Si omettono le opere di carattere generale già segnalate veneziani in età moderna (1474-1797), a cura di Aikema antichi istituti veneziani. nella scheda dedicata all’Ospedale degli Incurabili B. e Meijers D., Venezia 1989. (“Notiziario Bibliografico”, n. 20, settembre 1995, pp. I.R.E., I maestri di musica all’Ospedaletto, Venezia Nel 1807, con la riorganizzazione dell’assistenza 40-42). cittadina per opera della Congregazione di Carità, 1995. l’Ospedaletto divenne Casa di Ricovero per vecchi P. BEMBO, Delle istituzioni di beneficenza nella città e N.E. VANZAN MARCHINI, I mali e i rimedi della Serenis- bisognosi, interrompendo una lunga tradizione di provincia di Venezia, Venezia 1859. sima, Vicenza 1995.

Luca Carlevarijs, Chiesa e Ospedale dei Derelitti, incisione.

40 L’Editoria nel Veneto

te attorno alla città lagunare, ebbe uno sviluppo La pittura nel Veneto: sostanzialmente indipendente. Inoltre il Pallucchini il Settecento non si occupa di altre forme di espressione artistica se non la pittura, senza alcuna menzione a disegno (Anna Pietropolli) ed incisione, se non quando indispensabile. Ciò ha portato all’esclusione dallo studio della figura di Giambattista Piranesi, che ha trovato nell’incisione e poi nell’architettura le sue espressioni artistiche d’eccellenza. Il metodo seguito da Pallucchini nell’esposizio- Nella collana editoriale dedicata dalla Regione ne delle vicende artistiche veneziane del XVIII seco- Veneto e dall’Electa alla “Pittura nel Veneto” attra- lo è, come già accennato prima, per raggruppamenti verso i secoli, i due volumi sul Settecento – pubbli- stilistici degli artisti: in ogni raggruppamento ven- cati a distanza di un anno l’uno dall’altro, nel 1994 gono collocate personalità più o meno importanti, e nel 1995 – devono essere collocati in una posizio- ma che per la loro vicenda pittorica e la loro sensi- ne speciale sotto diversi aspetti. Essi infatti non solo bilità artistica possono essere accostati, al di là delle sono forse i più impegnativi di tutta la collana per troppo rigide e schematiche suddivisioni di genere. ampiezza di argomenti e per vastità del numero di In questo modo lo studioso, superando anche le artisti considerati, ma sono anche – anzi, soprattutto definizioni tradizionali, ha potuto dare altre e più – un doveroso e giusto omaggio alla memoria e al espressive descrizioni per i diversi raggruppamenti valore di uno studioso come Rodolfo Pallucchini, da lui proposti: troviamo così, accanto alle normali uno dei più importanti esperti di pittura veneta già a definizioni e suddivisioni, un capitolo dedicato alla partire dal periodo tra le due guerre fino alla sua Reazione al rococò: la corrente patetico chiaro- scomparsa, avvenuta il 9 aprile del 1989. scurale, un altro al Rococò patetico, un altro ancora Lo studio dell’arte veneziana del XVIII secolo a Fantasia e Arcadia nella veduta e nel paesaggio. aveva già occupato il Pallucchini negli anni ’50, Tutti gli artisti che vengono menzionati dal Pal- portandolo alla realizzazione del libro sulla Pittura Rosalba Carriera, Allegoria della Pittura, lucchini, seppure minori, sono comunque maestri la veneziana del Settecento (1960). Gli interessi dello Washington, National Gallery of Art. cui identità è supportata da precisi dati di fatto e le studioso si sono poi rivolti verso altri periodi del- cui opere possono esservi attribuite con sicurezza, l’arte veneziana, portando alla pubblicazione del mentre non sono state prese in considerazione le volume sul Trecento (1964) e di quello sul Seicento personalità artistiche delle quali non vi siano cono- (1981); ma all’inizio degli anni ’80 Pallucchini si è sibilità consentite dalle tecniche della riproduzione tipografica. I curatori del testo, proprio per non scenze sufficienti per poterle definire con una certa nuovamente rivolto al Settecento, lavorando alla precisione, riducendo quindi al minimo nel testo la revisione, aggiornamento e arricchimento della sua cadere nella tentazione di manipolare in qualche modo l’opera del Pallucchini, hanno inoltre deciso problematicità di ricostruzioni eseguite solamente prima opera sulla pittura lagunare settecentesca. su indizi. Nonostante egli non abbia potuto fare una revi- di interrompere il repertorio bibliografico al 1988, lì dove era stato lasciato dallo studioso stesso. Ovviamente la struttura portante dei due tomi è sione complessiva del suo nuovo e purtroppo ultimo data dalle figure dei principali maestri del Settecen- lavoro, la sua stesura era comunque terminata. Da Rispetto al volume sulla Pittura veneziana del Settecento edito nel 1960, il Pallucchini non ha to veneziano, a cominciare da Sebastiano Ricci, qui la decisione dell’Electa, in accordo anche con le l’artista che meglio rappresenta il passaggio dalla figlie di Pallucchini, di affidare la delicata opera di voluto mutare l’impostazione generale, adottando anche qui la suddivisione per raggruppamenti se- pittura tardosecentesca a quella rococò dei primi messa a punto per la stampa a quattro importanti anni del secolo successivo, al quale si aggiungono studiosi, nonché amici di Pallucchini: Adriano condo le diverse direzioni di gusto, inserendo in ognuno le personalità artistiche che li rappresenta- via via gli altri protagonisti: Giannantonio Pellegri- Mariuz, Giuseppe Pavanello, Franca Zava e Mauro ni, Giambattista Piazzetta, Giambattista Tiepolo, il Lucco. Essi hanno affrontato il compito nel rispetto no. La differenza sta ovviamente nel materiale, che in questi due tomi è aumentato notevolmente grazie Canaletto, la cui trattazione occupa quasi tutto il assoluto del testo, mirando soprattutto alla verifica primo dei due tomi, assieme al gruppo dei paesaggisti della immensa documentazione iconografica, alla sia al procedere degli studi personali dell’autore, sia ai sempre più numerosi contributi di altri studiosi e vedutisti (Luca Carlevarijs, Marco Ricci, Bar- luce anche dei restauri che hanno apportato notevoli tolomeo Pedon ecc.) e ai ritrattisti, prima fra tutti cambiamenti a numerosi dipinti e delle nuove pos- sul periodo, molto spesso stimolati dal Pallucchini stesso nella sua feconda attività di docente univer- Rosalba Carriera. sitario. Come ricorda infatti lo studioso nell’Intro- duzione, ove ripercorre le vicende della critica d’ar- te sul Settecento veneziano, la pittura di questo periodo è stata recuperata e finalmente valorizzata solamente con la moderna storiografia, che ha do- vuto faticosamente riparare ai danni causati dalla critica ottocentesca, che aveva provocato, a partire dal periodo neoclassico, una vera e propria distru- zione dell’arte del Settecento, per poi quasi dimen- ticarla. Già nella prima metà del ’900, con studiosi quali il Fiocco, l’Arslan, il Moschini, si iniziano a cogliere i primi frutti del faticoso lavoro filologico e documentario sul Settecento veneziano, ma è con il Longhi e il suo Viatico per cinque secoli di pittura veneziana – pubblicato nel 1946, ad un anno di distanza dalla mostra sulla pittura veneta organizza- ta proprio dal Pallucchini e scritto dal Longhi come riflessione su di essa – che si ha la vera e propria scossa per una più decisa coscienza critica sul periodo e sui suoi interpreti, preparando quindi il terreno per una serie più densa di studi e ricerche, che infatti si sono via via moltiplicati negli anni successivi. Come sottolinea il titolo stesso dell’opera, l’in- dagine è rivolta alla pittura veneziana e alle sue dirette emanazioni nella terraferma, mentre viene tralasciata la cultura artistica veronese del Settecen- Giambattista Tiepolo, Sacrificio di Ifigenia (part.), to, che, a parte il caso di Antonio Balestra, gravitan- Sebastiano Ricci, Trionfo della Sapienza sull’ignoranza, Vicenza, Villa Valmarana. Parigi, Musée du Louvre.

41 Il secondo volume – che apre con il capitolo Camerata - Ludovico de Vernansal - Jean Raoux) • Nuovi Colore e atmosfera, interamente dedicato a Gian- aspetti della veduta e del paesaggio (Luca Carlevarijs - Johan (Giovanni) Richter - Marco Ricci - Bartolomeo Pedon - Antonio nantonio e Francesco Guardi, giustamente trattati a Marini - Antonio Stom - Pietro Brancaleone) • Il ritratto parte – può essere suddiviso in due parti distinte: la tradizionale ed il ritratto rococò (Pietro Uberti - Rosalba prima è dedicata alla descrizione dei numerosi arti- Carriera - Marianna Carlevarijs - Felicita Sartori - Bartolomeo sti la cui personalità può essere ricondotta, a secon- Nazzari - Francesco Pavona) • La reazione al rococò: la da dei casi, al raggio di influenza dei grandi maestri. corrente patetico-chiaroscurale (Federico Bencovich - Giambattista Piazzetta fino alla svolta del 1735 - Giulia Lama Incontriamo così per primi i seguaci Tra Piazzetta - La giovinezza di Giambattista Tiepolo - Gli inizi del Canaletto) e Ricci, poi quelli Tra Sebastiano Ricci e Giam- • Il trionfo dei maestri e la conquista della luce (La maturità e battista Tiepolo, più avanti ancora vi è la folta il tramonto del Piazzetta - Lo sviluppo trionfale del Tiepolo e il schiera rappresentante della Scuola e il raggio di suo esilio madrileno - La maturità del Canaletto e la sua attività londinese) • Il rococò patetico (Nicola Grassi - Giambattista influenza di Giambattista Tiepolo, infine il meno Pittoni - Anton Kern - Angelo Trevisani - Vincenzo Damini - fecondo gruppo al seguito di Canaletto. Nella se- Silvestro Manaigo - Santo Piatti - Giambattista Mariotti - conda parte la trattazione si sofferma sui numerosi Giuseppe Nogari). artisti che, nella seconda metà del Settecento, si dedicarono al vedutismo e al paesaggismo, come INDICE DEL II TOMO: Colore e atmosfera (Gian Antonio Guardi Michele Marieschi e Francesco Zuccarelli, sulla - Francesco Guardi figurista - I fiori di Francesco Guardi) • Al seguito dei grandi maestri (Tra Piazzetta e Ricci: Francesco pittura di costume di Pietro Longhi e sui ritrattisti. Polazzo - Al seguito di Sebastiano Ricci: Francesco Migliori - Con l’avvicinarsi della fine del secolo ci si avvia Girolamo Brusaferro - Gaspare Diziani - Jacopo Marieschi - anche verso la crisi accademico-neoclassica, che Giuseppe Zais, Paesaggio con lavandaie, Gaetano Zompini - Flaminio Grapinelli - Antonio Gabrieli - Tra porterà alla fine del rococò veneziano. A conclusio- Vicenza, Museo Civico. Sebastiano Ricci e Giambattista Tiepolo: Francesco Fontebasso ne del lavoro il Pallucchini pone non a caso il - La scuola del Piazzetta: Egidio Dall’Oglio - Giuseppe Angeli - Domenico Maggiotto - Francesco Cappella - Antonio Marinetti capitolo dedicato a Bernardino Bison, un artista che detto il Chiozzotto - La scuola e il raggio d’influenza di incarna e rappresenta al meglio il passaggio tra Giambattista Tiepolo: Lorenzo Tiepolo - Francesco Zugno - neoclassico e romantico, nel rispetto della tradizio- Giovanni Raggi - Michelangelo Schiavoni - Fabio Canal - ne pittorica veneziana. Giambattista Canal - Giustino Menescardi - Francesco Lorenzi - Jacopo Guarana - Costantino Cedini - Cesare Ligari - Valentino Diversamente dagli altri volumi della collana – Rovisi - Giovanni Scajaro - Il raggio d’azione dell’insegnamen- per le peculiarità prima ricordate – quelli dedicati al to canalettiano: Giovanni Battista Cimaroli - Francesco Tironi Settecento non sono corredati dalle schede biogra- - Bernardo Canal e Vincenzo Costa - Jacopo Fabris) • Fantasia fiche sugli artisti. L’apparato fotografico è però e Arcadia nella veduta e nel paesaggio (Michele Marieschi e ricchissimo ed illustra alla perfezione il testo. La Francesco Albotto - Francesco Zuccarelli - Francesco Simonini - Giuseppe Zais - Antonio Diziani - Andrea Urbani - Gabriele bibliografia, suddivisa in due parti distinte corri- Bella) • La pittura di costume (Pietro Longhi - La diffusione spondenti ai due tomi, come si è detto corrisponde della pittura di costume longhiana) • I prospettici e l’avvio della a quella effettivamente utilizzata dal Pallucchini ed crisi (Francesco Aviani - Antonio Visentini - Antonio Jolli - è stata curata da Chiara Ceschi. Antonio, Giovanni Paolo e Pietro Gaspari - Giuseppe Moretti - Francesco Battaglioli - Francesco Chiarottini) • Il ritratto nella seconda metà del Settecento (Alessandro Longhi - Fortunato Pasquetti - Nazario e Gacomina Nazzari - Bernardino Castelli - RODOLFO PALLUCCHINI, La pittura nel Veneto. Il Ludovico Gallina - Francesco Gallimberti - Domenico Pellegri- Settecento, a cura di Mauro Lucco, Adriano Mariuz, ni) • I pittori di storia e la crisi accademico-neoclassica (La Giuseppe Pavanello, Franca Zava, Milano, Electa - nuova sensibilità e Antonio Canova - Antonio Zucchi - Michelangelo Morlaiter - Pier Antonio Novelli - Francesco Venezia, Giunta Regionale del Veneto, tomo I, 1994, Maggiotto - Giambattista Mengardi - Vincenzo Guarana - 4°, pp. 579, tomo II, 1995, 4°, pp. 626, ill., s.i.p. Giuseppe Diziani - Giovanni Faccioli) • Il vedutismo bellottiano da Venezia alle corti del Nord • Le ultime voci del rococò INDICE DEL I TOMO: Introduzione • La pittura rococò a Venezia veneziano (La poesia vedutistica di Francesco Guardi - Giaco- (Sebastiano Ricci - Antonio Pellegrini - Jacopo Annigoni - mo Guardi - La vena satirica di Giandomenico Tiepolo) • Tra Giambattista Crosato - Mattia Bortoloni) • Continuità della Gaspare Diziani, Sagra notturna di Santa Marta (part.), neoclassico e romantico (L’avventura stilistica di Giuseppe tradizione e presenze «foreste» (Bortolo Litterini - Giuseppe Venezia, Ca’ Rezzonico. Bernardino Bison) • Bibliografia.

42 mazioni partigiane. A questo fine l’autore fa notare del settembre di quello stesso anno), dall’esclusione La Resistenza nel Veneto che l’azione di resistenza contro l’oppressore non si dei “giudei” dalle scuole e dagli uffici pubblici alla misura solo nel numero di azioni militari compiute, confisca dei beni e delle proprietà, dall’espulsione ma anche nella quotidiana attività di difesa delle dal centro storico fino all’inizio della vera e propria comunità, dei rifugiati, dei ricercati in cui si distin- tragedia: le prime deportazioni del dicembre del se, talvolta fino al sacrificio estremo, una parte non ’43, i rastrellamenti delle brigate nere, l’occupazio- Vengono qui riunite e presentate alcune pubbli- marginale del clero veneto. ne tedesca e l’avvio verso la “soluzione finale” dei cazioni uscite nel corso del 1995/96 promosse, Ferdinando Perissinotto campi di sterminio. Preziose e talvolta inedite le tutte, in occasione del cinquantesimo anniversario testimonianze che riguardano il periodo della clan- della Liberazione. Già sui numeri precedenti del destinità, che vide molti ebrei, soprattutto ragazzi e “Notiziario” si erano recensiti alcuni volumi dedi- bambini, nascosti presso istituti o impegnati nella cati alla Resistenza nel Veneto e altri ancora se ne Gli ebrei a Venezia 1938-1945. Una comunità tra Resistenza. Il resto è storia nota, anche se, come si segnaleranno sul prossimo fascicolo della rivista. persecuzione e rinascita, a cura di Renata Segre, è detto, non sempre messa in relazione con la realtà Venezia, Il Cardo, 1995, 8°, pp. 247, ill., L. 50.000. dei fatti accaduti nelle nostre terre, nelle nostre città, e non soltanto a Dachau o ad Auschwitz. Nel 1995, nel quadro del programma di manife- stazioni celebrative del cinquantesimo anniversario Marco Bevilacqua SILVIO TRAMONTIN, La lotta partigiana nel Veneto e il contributo dei cattolici, Venezia, Giunta Regio- della Resistenza e della Liberazione nazionale, la nale del Veneto, 1995, 8°, pp. 78, s.i.p. Regione Veneto ha finanziato e patrocinato una serie di iniziative storico-culturali, tra le quali un “Venetica. Annuario di storia delle Venezie in età Il testo di Silvio Tramontin nasce con l’intento progetto espositivo e didattico ideato dalla Comuni- contemporanea”, a. XII, n.s., n. 4, Verona, Cierre, ben preciso di porre in luce il ruolo non secondario tà ebraica veneziana, in collaborazione con la Fon- 1995, 8°, pp. 391, L. 28.000. della partecipazione cattolica alla lotta di Resisten- dazione Querini Stampalia. Scopo del progetto – za nel Veneto, cercando quindi di sfatare il pregiu- sfociato nell’allestimento di una mostra e nella Umberto Dinelli nel suo testo del 1986 Le libere dizio, per l’autore del tutto infondato, di una Resi- preparazione di un filmato e di una serie di iniziative città del Veneto ricorda la tragedia del Grappa nel stenza animata, controllata, vissuta solo dalla com- editoriali, tra cui la pubblicazione che qui presentia- settembre 1944 come il più grande disastro militare ponente comunista. Una sottile vena polemica nei mo – è ricostruire la memoria delle comunità ebrai- della Resistenza italiana. La tarda estate del ’44 confronti della storiografia di matrice marxista at- che in Italia durante il periodo fascista e bellico, segnò infatti per la Resistenza veneta la tappa più traversa infatti il testo di Tramontin. Pur utilizzando fornendo nel contempo alle generazioni più giovani buia. Dopo l’euforia per i successi di luglio e agosto, nella sua ricerca l’importante contributo di questa materiale storico-critico per comprendere più da che avevano apparentemente sbandato le forze fa- linea storiografica, l’autore veneto non manca di far vicino le vicende di un popolo così tragicamente al sciste, i grandi rastrellamenti di settembre infersero notare come, soprattutto negli anni immediatamen- centro della storia dell’Occidente. un colpo gravissimo non solo alla struttura militare te successivi alla liberazione, si sia cercato di mini- Questo volume, che raccoglie documenti e testi- dell’esercito partigiano, ma anche alle speranze di mizzare, se non proprio occultare, il ruolo della monianze dell’epoca, sfata innanzitutto il luogo una prossima fine del conflitto. Si incrinò pericolo- componente cattolica nella lotta contro il nazi- comune secondo cui la persecuzione degli ebrei in samente, a quel punto, la rete di solidarietà che fascismo per costruire il mito di una “Resistenza Italia è stata molto più blanda, e meno “scientifica”, legava le popolazioni civili al movimento partigia- rossa” e per delegittimare di conseguenza la funzio- di quella condotta nella Germania nazista. E invece, no sia a causa del terrore suscitato dalla feroce ne del mondo cattolico nell’atto di fondazione del proprio a Venezia, le epurazioni, le violenze, le repressione, sia soprattutto per la disillusione co- nostro stato democratico. Solo in questi ultimi anni, prevaricazioni contro la comunità ebraica – lenta- cente prodotta dalla disfatta fulminea delle milizie superato il clima di contrapposizione frontale della mente ma inesorabilmente esautorata non soltanto partigiane, la cui audacia, forza, capacità di control- guerra fredda, fa notare Tramontin, si è notata una dei propri legami con la realtà sociale, economica, lo del territorio erano state sopravvalutate nei mesi inversione di tendenza, un nuovo e più obiettivo intellettuale della città, ma anche della propria stes- estivi. interesse per la partecipazione cattolica. È il caso, sa identità – furono all’ordine del giorno. Anzi, Ma se il rastrellamento del Cansiglio, pur causan- ad esempio, di Silvio Lanaro, che riconosce nel suo nell’opera di pulizia etnica dimostrò “uno zelo do lo sbandamento delle formazioni partigiane e la testo del 1978 Società civile, mondo cattolico e straordinario l’intera struttura della pubblica ammi- distruzione delle loro basi non provocò né la distru- democrazia cristiana nel Veneto tra fascismo e nistrazione e non da ultimo brillò una campagna zione, né la disarticolazione delle forze della resi- postfascismo il ruolo decisivo svolto da Carlo antisemita condotta con la stupida protervia di tutte stenza, che seppero sganciarsi e ricostruirsi lenta- Perucci, delegato diocesano dell’azione cattolica le crociate della stampa locale”. E il tutto nella quasi mente in pianura, la tragedia del Grappa fu totale: dal 1936 al 1939, nell’organizzazione della Resi- indifferenza della società e dell’opinione pubblica dei 1000 difensori del massiccio più di 300 furono stenza nel veronese, area di decisiva importanza veneziane, che accolsero senza grossi traumi la uccisi in combattimento, 171 giustiziati in pianura strategica per l’amministrazione fascista e gli allea- distruzione del ghetto e della sua comunità e, con nella mattanza succeduta allo scontro, 400 deportati ti nazisti e per questo sottoposta ad una massiccia essi, di parte integrante della storia e del tessuto nei lager in Germania. militarizzazione del territorio. sociale veneziani. Un incisivo saggio di Egidio Ceccato ricostruisce, Tramontin non nasconde le difficoltà della sua Dunque, un periodo, quello fascista, che anche in nell’ultimo numero monografico della rivista indagine: la relativa mancanza di fonti e docu- questa città ha lasciato molte zone d’ombra, che “Venetica” dedicato a La resistenza in area veneta, le mentazioni accertate, il fatto che spesso nelle stesse pubblicazioni come questa aiutano a illuminare. Il cause di questo tracollo individuate primariamente brigate garibaldine operasse una percentuale stima- testo, che ospita anche brevi scritti introduttivi di nella scelta suicida, contraria ai principi stessi della ta fra il 15% e il 30% di cattolici, rendono proble- Elio Toaff, Liana Millu e Angelo Ventura, fa partire guerriglia partigiana, di attuare una difesa rigida nei matica una ricostruzione che, come quella dello la sua ricostruzione storica dalla campagna di stam- confronti delle preponderanti forze nazifasciste. Il storico veneto, voglia delineare per settori geogra- pa della seconda metà degli anni Trenta, prima della lavoro di Ceccato, rinunciando programmaticamente fici ben precisi l’attività delle forze cattoliche. In promulgazione delle leggi razziali. Esemplificativo ad ogni dimensione commemorativa o apologetica, questo senso il testo, più che produrre nuovi dati, del clima in cui veniva maturando il razzismo fasci- cerca soprattutto di fare luce sulle ragioni che porta- frutto di un’indagine sul campo, fa il punto sullo sta il titolo a tutta pagina della “Gazzetta di Vene- rono alla scelta disastrosa di fare del Grappa la stadio della ricerca storiografica attuale cercando di zia” del 31 luglio 1938 sul discorso di Mussolini a “Verdun italiana”. Si scopre così un intreccio di mettere in luce, oltre al contributo militare diretto Forlì: “Perentoria dichiarazione del Duce: Noi tire- motivi su cui pesano considerazioni di opportunità contro il regime nazifascista, le motivazioni ideali remo dritto anche sulla questione della razza”. Inte- strategica generale, nella volontà di controllare le vie che animano questa ribellione e il dissidio interiore ressanti anche le pagine dedicate all’uso delle cari- di ritirata tedesca in caso di uno sfondamento alleato che lacera le coscienze dei partigiani cattolici, com- cature nella propaganda antisemita. Tra queste, un sulla linea gotica, ma anche componenti emozionali. battuti fra l’urgenza di contrapporre la lotta armata non molto originale ma efficace disegno che ritrae Emerge, nella ricostruzione di Ceccato, l’eccessivo all’oppressione e il richiamo cristiano ai valori del un vecchio ebreo incartapecorito che si trasforma, sentimento di sicurezza che dominava i difensori del perdono, dell’amore, della sopportazione. se rivoltato sottosopra, in un bolscevico dal ghigno Grappa, dovuto a un’irresponsabile sopravvalutazione Del resto a Tramontin preme la necessità di minaccioso. Entrambe le figure sono caratterizzate delle proprie forze, la fiducia nell’inconsistenza or- allontanare dai cattolici il sospetto di un prudente, dal naso rubizzo, tipico dei beoni, e dall’aspetto mai manifesta dell’avversario nazifascista, che por- se non accondiscendente, attendismo, soprattutto ovviamente poco rassicurante. tava a scambiare le proprie speranze con la realtà dei dopo la svolta dell’inverno del 1944 quando, a Il testo si sofferma poi su altri capitoli dolorosi fatti, ed ancora il timore dei comandi partigiani seguito dell’arresto dell’avanzata alleata, la repres- della vicenda degli ebrei veneziani. Dal censimento d’essere accusati di vigliaccheria, dopo le esplicite sione nazifascista colpirà in modo terribile le for- del ’38 all’emanazione delle leggi razziali (i decreti accuse della Missione militare inglese di inattività e

43 scarso spirito combattivo. A cementare poi tutto (soprattutto dal punto di vista iconografico), sugli guerra sia stata “combattuta” anche dalle donne, con questo complesso fascio di sentimenti interveniva la avvenimenti e sugli aspetti storici che si incardinano la quotidiana lotta per la sopravvivenza, e che da tale forte valenza simbolica che esercitava nell’immagi- sulle vicende della Resistenza nel Polesine. I prin- esperienza le donne ne siano uscite con uno status nario di comandanti e gregari la leggenda del Grappa, cipali argomenti trattati riguardano l’azione del sociale diverso, conquistando nuovi ruoli e quindi un baluardo contro lo straniero nell’epopea del primo CLN, la situazione della popolazione civile, gli maggior grado di emancipazione. conflitto mondiale. eccidi nazifascisti, le missioni militari alleate, i Il libro di Sonia Risidori, partendo da questa Ispirati allo stesso rigore di ricerca e al rifiuto di bombardamenti e la fase ultima della liberazione a consapevolezza, si concentra sulla realtà femminile qualsiasi componente oleografica sono anche gli cui partecipò un reparto italiano a fianco degli del Polesine durante la Seconda Guerra mondiale, altri saggi della rivista: lo scritto di Ezio Maria alleati. Tra le figure dei patrioti del CLN, attivi anche per indagare fino a che punto questa regione sia stata Simini rivolto allo studio dell’attività partigiana dopo la Liberazione, assumono rilievo quella di investita, e quanto profondamente, dai cambiamen- nella città di Schio, quello di Manzati, che rievoca Riccardo Malfatti, vittima di un reparto tedesco ti sociali innestati nella società italiana dall’ultimo il clima del 1945/47 a Verona, dopo la smobilitazione mentre si apprestava a raggiungere Adria da poco conflitto. È un prezioso documento di tradizione dei partigiani e l’amnistia dei fascisti, ed infine lo liberata, e quella di Umberto Merlin, politico già orale, dato che il volume riporta le interviste a trenta scritto di Luigi Urettini dedicato alla figura di Aldo noto prima del fascismo, primo sindaco di Rovigo donne polesane, che narrano con grande imme- Damo, già presidente del CLN veneto nel 1946. liberata e personaggio di spicco della vita politica diatezza e ricchezza di commenti personali la loro Interessante, nella parte conclusiva della rivista, la veneta e nazionale, non solo del dopoguerra. vita durante la guerra. Ne esce un affresco assai completa bibliografia sulla Resistenza nel Triveneto Soprattutto nei giorni della fine di aprile del 1945 interessante, anche per le contraddizioni che ne introdotta dal saggio di Paladini sullo stato attuale la partecipazione alla lotta si fece quasi generale e emergono. La guerra ha rappresentato senza dubbio della ricerca storiografica. non pochi furono i casi di iniziative assunte da un’esperienza centrale nel vissuto di molte di queste Ferdinando Perissinotto semplici cittadini per comunicare con gli Alleati al donne. Alcune, ci fa presente l’autrice, hanno dimo- di là del Po e favorire il passaggio del fiume alle strato reticenza a parlare di quanto avvenuto, come truppe, fornendo informazioni o addirittura imbar- se la guerra fosse ancora un fenomeno vicino, di cui cazioni per traghettare uomini e mezzi. Il volume aver paura, e non tanto per gli strascichi dolorosi che IVES BIZZI, La Resistenza nel Polesine. Documenti e ricorda come, nella zona occupata, fossero attive essa può aver comportato, quanto per il giudizio testimonianze, present. di Valentino Zaghi, Susegana numerose missioni alleate con vari compiti e obiet- sociale e per la paura di possibili ritorsioni. (TV), Giacobino - Istituto Polesano per la Storia tivi, ma soprattutto quanto temuto fosse il proposito Sentimenti comprensibili, se si considerano i della Resistenza, 1995, 8°, pp. 314, ill., L. 25.000. germanico di allagare vaste zone – facendo saltare terribili racconti che queste donne fanno di quanto gli argini dei fiumi Po ed Adige – per ritardare accadde alla fine della guerra alle collaborazioniste, Il sottotitolo del volume Documenti e testimo- l’avanzata alleata (cfr. C. Saonara, Le missioni racconti che ritornano spesso nelle conversazioni di nianze rende solo in parte il carattere vivo della militari alleate e la Resistenza nel Veneto, Venezia, queste donne. Eppure l’autrice mette in luce come narrazione fatta dai protagonisti dei fatti o dai testi- Marsilio, 1990). per molte delle polesane da lei intervistate la guerra moni di eccidi, torture o atti di grande coraggio. Ne Le incursioni aeree alleate sono illustrate ampia- non abbia comportato significativi mutamenti di risulta un quadro corale, dove numerose figure e mente da numerose immagini tratte dagli archivi vita o di mentalità. Si trattò di un periodo duro, di fatti si intersecano e, per quanto lo storico di profes- storici dell’U.S. Air Force a conferma, ove mai fosse stenti, di solitudine affettiva per la mancanza dei sione debba sempre trattare con il necessario distac- necessario ribadirlo, di quanto determinante fu l’as- mariti o dei compagni spediti al fronte, ma conglobato co testimonianze rese a decenni di distanza, l’ampia soluta superiorità aerea alleata sul fronte italiano. all’interno di un universo femminile che concepisce sistematicità delle narrazioni presenta comunque L’importanza del Polesine emerse in particolare per la donna una vita comunque difficile e, soprat- un carattere di veridicità unico. nella fase conclusiva della guerra, quando venne a tutto, abbastanza isolata. Dalle interviste, infatti, Le testimonianze raccolte da Ives Brizzi (autore costituire l’immediata retrovia del fronte. Alla fase appaiono chiari i livelli di miseria in cui vivevano la di altre opere dedicate alla storia della Resistenza e conclusiva delle operazioni per il forzamento del Po maggior parte delle famiglie polesane, ma anche dell’antifascismo nel Veneto e che ha impiegato a parteciparono le unità italiane del gruppo di combat- come questo tipo di vita venisse accettato con gran- sua volta molti anni per raccogliere il materiale che timento “Cremona”, un reparto del R. Esercito che si de rassegnazione e naturalità. Rassegnazione che compone il volume) appartengono a persone di era ricostruito nell’Italia liberata e che combatteva non portava certo queste donne a forme di ribellione vario orientamento politico e di strati sociali diver- ormai in prima linea a fianco degli Alleati per la o di partecipazione politica, tutte cose riservate agli si; a fattore comune il forte risentimento contro i liberazione del paese. Il ruolo svolto fu di rilievo, uomini. Si trattava però di un isolamento che garan- fascisti repubblicani ed in parte una minore compo- come testimoniano le perdite subite nella fase del- tiva alle donne certe forme di difesa e di libertà. nente antitedesca. La natura dei rapporti di produ- l’ultimo sforzo. Da gennaio del 1945, con una breve Anche la Chiesa, vera autorità locale, influiva poco zione, soprattutto agricola, che risultavano più arre- interruzione per l’avvicendamento delle truppe, il con i suoi dettami sul comportamento delle donne, trati del resto del paese, determina nel fenomeno gruppo aveva partecipato agli scontri più aspri come dimostra l’alto numero di nascite illegittime, resistenziale polesano una forte spinta sociale, come (Alfonsine), meritando gli encomi dei superiori co- considerate però dalle intervistate come un fenome- sottolinea nella Presentazione anche Valentino mandi alleati che si dimostrarono però più prodighi no diffuso e in fondo abbastanza naturale. Zaghi, che datava al periodo le lotte agrarie. L’au- di elogi che di sostegni materiali visto che, nella fase La guerra, quindi, pare avere influito individual- tore tende quindi principalmente a sottolineare la finale, per varcare il fiume, il gruppo non disponeva mente sulla storia delle donne polesane, ma non sul partecipazione alla Resistenza come diretta conti- degli equipaggiamenti da ponte idonei e fece ricorso loro status sociale, condizionato da un atavico ruolo nuità del movimento antifascista maturato negli alla popolazione civile. Prescindendo comunque di sottomissione, aggravato dalle condizioni di arre- anni Venti e prima ancora nell’opposizione alla dalle operazioni militari, il semplice fatto che a tratezza economica e sociale peculiare della campa- Grande guerra e nelle lotte contadine successive. varcare il Po fossero anche soldati italiani, sia pure gna polesana, i cui equilibri sarebbero stati mutati Emerge con frequenza il ricordo della figura di con uniformi e (scarso) equipaggiamento inglese, solo dai più complessi cambiamenti avvenuti nella Giacomo Matteotti nel suo particolare e stretto assunse un notevole significato politico, come viene seconda metà del nostro secolo. legame con il Polesine. ampiamente sottolineato dal volume. Donata Banzato Di grande drammaticità sono soprattutto le scar- Giovanni Punzo ne testimonianze relative all’eccidio di Villamar- zana, dove nell’autunno del 1944 furono fucilati dalla Guardia Nazionale Repubblicana e da altri LUCIA A NTONEL, I silenzi della guerra. Prigionieri di reparti fascisti quarantatre tra partigiani ed ostaggi; SONIA RESIDORI, Donne in guerra. La quotidianità guerra alleati e contadini nel Veneto orientale. è addirittura raccapricciante la macabra conta dei femminile nel Polesine nel secondo conflitto mon- 1943-1945, Portogruaro (VE), Nuova Dimensione - cadaveri e la caccia all’ultimo uomo mancante. diale, present. di Nadia Filippini, Rovigo, Minellia- Ediciclo, 1995, 8°, pp. 110, ill., L. 18.000. Giovanni Punzo na, 1996, 8°, pp. 154, L. 24.000. L’assistenza ai prigionieri di guerra alleati da Ribadire il concetto che la Seconda Guerra mon- parte della popolazione italiana tra il 1943 e il 1945 diale, come del resto ogni tipo di guerra moderna, non rappresenta un capitolo a parte nelle vicende della ha avuto semplicemente una dimensione politico- guerra in Italia. Resta ancora difficile spiegare per- ALDO R ONDINA, Polesine 1944-45. Guerra e Libera- zione. Dossier, Taglio di Po (RO), Arti Grafiche militare, e in quanto tale di esclusivo appannaggio ché molte famiglie, nella stragrande maggioranza Diemme, 1995, 4°, pp. 361, ill., L. 60.000. maschile, ma ha influito profondamente e radical- contadine e nei luoghi più disparati, sfidando i bandi mente sul tipo di vita e sulla mentalità di tutti, germanici o repubblichini, abbiano dato asilo ai Il volume offre una documentazione ampia ed coinvolgendo in primo luogo la popolazione civile, prigionieri alleati fuggiti dopo l’8 settembre 1943 articolata, di taglio giornalistico ma approfondito suona ormai cosa scontata. Nessuno nega che la dai campi in territorio italiano. Un fattore determi-

44 nante fu indubbiamente il generale e radicato rifiuto politiche dell’epurazione, con l’aiuto delle ordinan- Il 50° della liberazione nel Padovano, a cura di della guerra da parte della popolazione civile e il ze generali e dei proclami (pubblicati nel testo), i Tiziano Merlin, numero monografico della rivista parallelo sentimento antitedesco, ma spiegare poi quali mostrano con la pochezza amministrativa del “Materiali di storia del movimento operaio e popo- come in qualche caso, in certi casolari del Veneto momento la liquidazione di alcuni timidi tentativi di lare veneto”, n.s., n. 3-4/ giugno-settembre 1994 orientale, abbiano convissuto sotto lo stesso tetto, democrazia di base della sinistra (si pensi allo (annale n. 1), 1995, Padova, Centro Studi Ettore ospitati dalle stesse famiglie, disertori tedeschi ed svuotamento dei consigli di gestione, delle commis- Luccini, 1995, pp. 196, L. 20.000. ex-prigionieri alleati è ancora più complesso. sioni interne in fabbrica). La sinistra sconta La ricerca svolta da Lucia Antonel ha come l’impreparazione “teorica e politica adeguata a co- La nuova serie (annale) del Centro Studi Ettore oggetto le vicende individuali di alcuni dei numero- struire e a dirigere un nuovo stato dell’economia, Luccini di Padova intende offrire spunti di riflessio- si prigionieri alleati che, all’indomani del settembre nell’amministrazione e nella cultura” (p. 145). ne, indicare possibili materiali, porre l’attenzione sugli scontri tra varie ideologie. In questo primo 1943, vennero ospitati da famiglie contadine nel I provvedimenti del Sindaco Schiavon s’impron- ° portogruarese, dove condivisero la durezza dell’oc- tano all’urgenza e per fronteggiare solo l’emergen- “annale”, dedicato al 50 della liberazione nel Pado- cupazione, le paure della cattura e quasi regolar- za. Il clima generale è quello della saturazione vano e curato da Tiziano Merlin, gran parte del mente il poco cibo disponibile. Una stima esatta psicologica da parte della popolazione nei confronti materiale presentato è inedito ed è della GNR (Guar- delle dimensioni del fenomeno non è facile, ma della guerra, non solo nel 1945, ma anche negli anni dia Nazionale Repubblicana, Archivio Micheletti, basti ricordare che, secondo una stima dei servizi più strettamente legati alla Resistenza. È Tiziano Brescia). Sono riprodotti episodi fondamentali an- americani (OSS), nel solo Veneto, anteriormente al Merlin a metterlo in evidenza tramite un’attenta che con accenti letterari (Camon, p. 60), ma il settembre 1943, i prigionieri alleati assommavano a lettura della raccolta documentaria della GNR che turning point è negli studi di Vittorio Marangon e 3.500 unità circa mentre nell’agosto 1944 ben 1.600 scrive a Mussolini. Vi si può avvertire l’isolamento Tiziano Merlin (i notiziari stilati dalla GNR, dicem- non risultavano né riparati in Svizzera o comunque rispetto alla popolazione, la convinzione dell’im- bre ’43 - luglio ’44). L’avversario ha voce tramite i in altri paesi, né ricatturati, né uccisi, né morti per minente sconfitta, la difficoltà a mantenere l’ordine giovani fascisti, entusiasti, animati da motivi ideali: malattia. Approssimativamente, quindi, circa 1.600 pubblico, mentre vanno formandosi le bande parti- la bella morte, l’onore, lavare l’onta del tradimento, ex-prigionieri alleati trovarono protezione nelle giane, poi sconfitte. Tuttavia, la stessa sconfitta la fiducia cieca in Mussolini, il legame sentimentale campagne venete. La cifra è tutt’altro che trascu- partigiana, originata dalla feroce determinazione con la grande guerra ecc. La Resistenza nelle zone rabile. Aiutare un prigioniero non era cosa facile né repubblichina, dall’atto di sottomissione ecc. (già Nord (sabotaggio) e Sud (requisizioni) del padova- di breve durata; molti infatti restavano per pochi preavvertita peraltro dallo stesso Schiavon nei suoi no appare differenziata: il sociale lo si coglie nella giorni; ma altri si trattenevano per un periodo abba- diari, proprio mentre forma ed organizza le bande in Bassa (egemonia comunista), mentre l’Alta (ege- stanza lungo inserendosi nel gruppo familiare; alcu- provincia), non è enfatizzata dalla GNR. monia cattolica) fa emergere un clima di saturazio- ni restarono a lavorare con i contadini, altri ancora La popolazione è contro i fascisti e i nazisti ne psicologica (p. 105) che genera danni e fiaccatura si unirono ai partigiani o tentarono la fuga, molti (sinonimo della continuazione della guerra), ma nell’avversario (pp. 106-107). Tuttavia, qui conta ancora furono catturati in seguito a delazioni. Ri- non è neppure con i partigiani per paura delle considerare che viene smentito De Felice (i parti- guardo l’organizzazione delle fughe viene ricordata rappresaglie (si veda il rifiuto di Marchesi e Biggini giani sono pochi!), in quanto Marangon dimostra in particolare la figura di Arch Scott “Arturo”, che a creare il movimento partigiano, per giungere alla che l’ambiente circostante è loro favorevole, sicché ottenne un riconoscimento al valor militare per la fine della guerra con il minor danno possibile) di fatto sono tanti i resistenti... L’unica battaglia sua attività e collaborò per breve tempo ma intensa- (Borghi). Le conclusioni di Merlin non inducono a ricostruita è quella di Castelbaldo (26-27 luglio mente al Governo militare alleato instaurato dopo la giudicare presente la cosiddetta “zona grigia” (né 1944), ma con un’ottica demitizzante: è preparata in Liberazione proprio nel Portogruarese, dove era coi fascisti né coi partigiani), in quanto il sentimen- modo sbagliato e condotta peggio. Lo stesso stato ospitato durante la guerra. to comune contro la guerra non è automaticamente Schiavon lo ammette (p. 53), il che evidenzia la Nel quadro più generale della storia militare solo afascismo ed equidistanza tra fascismo e Resisten- divaricazione presente nella Resistenza tra gli aspetti recentemente si sono avviati degli studi più appro- za. È la speranza il sentire di tutti, sicché i nazisti, militari dello scontro armato (Camin, pp. 23-28) e fonditi sulla tematica dei prigionieri di guerra (vor- che avvertono la convivenza tra autorità e Resisten- quelli politici di salvataggio dell’organizzazione rei ricordare il convegno che si è svolto a Firenze nel za, lamentano l’assenza dei fascisti, i quali, non della rete di protezione (Este, pp. 11-22). Il lavoro di 1994 dedicato a “I militari italiani prigionieri di riuscendo a bloccare i partigiani, che sono italiani don Gios (studio sul diario di don Galzignan di guerra (dalle guerre napoleoniche alla Seconda guer- (Rossi), sono costretti a prendere in mano la situa- Crespano) e di Naccarato (lotta operaia alla Stanga), ra mondiale)” e il libro di G. Procacci Soldati e zione. In questo contesto, laica si potrebbe definire sono le variazioni di tale leit-motiv e ne emerge “uno prigionieri italiani delle Grande guerra); uno stu- la prospettiva avanzata da Silvio Lanaro circa la spaccato di quella ‘guerra civile’ che la storiografia dio italiano più ampio ed accurato – ad esempio su nascita della Repubblica: fu il fascismo il 25 luglio resistenziale ha da tempo iniziato ad indagare, pur alcuni casi di maltrattamenti ai prigionieri alleati o a spaccare il fascismo!, ma è stata la Resistenza a con le cautele che l’assunzione di un tale concetto di veri e propri crimini di guerra commessi – oltre ad legittimare una Repubblica che oggi soffre d’iden- richiede” (Roverato, VIII). essere auspicabile potrebbe ampliare notevolmente tità nazionale, di crisi dell’ideologia, dei guasti pro- Antonio Napoli le conoscenze. vocati dal professionismo partitico e non politico e Giovanni Punzo che abbisogna della riforma della cultura politica. Antonio Napoli Dall’antifascismo alla guerra di liberazione. Ela- borati degli studenti delle scuole medie e superiori Tra Liberazione e ricostruzione. Padova, 8 settem- di Padova e provincia per il 50° della Liberazione. bre 1943 - 2 giugno 1946, a cura di Lino Scalco, Poesie, racconti, ricerche, interviste, grafica, introd. Padova, Editoriale Programma, 1996, 8°, pp. 255, di Guido Petter, Padova, Centro Studi Ettore Luccini, ill., L. 40.000. 1996, 8°, pp. 248, ill., L. 30.000. Ricostruzione, non restaurazione, per evidenziare Il volume raccoglie le poesie, i racconti, le ricer- la globale e sostanziale rottura tra l’Italia fascista e che, le interviste, le opere grafiche realizzate dagli postfascista, anche se Scalco, il curatore del volume studenti di Padova e provincia nel 1995 per parteci- (si veda il saggio centrale), è visibilmente condizio- pare al concorso bandito dal Centro Luccini in nato da Pavone (1974), laddove il focus del suo collaborazione con il Provveditorato agli Studi di lavoro s’incentra sulla mancata applicazione delle Padova in occasione del 50° anniversario della sanzioni contro il fascismo (epurazione). Negli otto Liberazione. Scopo principale dell’iniziativa è stato mesi (maggio-dicembre 1945) dell’Amministrazio- quello di evitare l’oblio sia nei confronti del quadro ne alleata, con il disconoscimento del CLN da parte sociale di riferimento relativo alla nascita della della triade Sindaco-Prefetto-Governatore, la pre- Repubblica Italiana sia nei riguardi di un periodo senza degli inglesi a Padova imposta l’orientamen- che la memoria dei contemporanei nel Veneto giu- to politico in maniera più qualificata sotto il profilo dica non all’unanimità negativo, in quanto molto della sovranità limitata della libertà; personaggio consistente è la percentuale di coloro che sono chiave resta il brigadiere generale J.K. Dunlop, equidistanti nella valutazione storica sia del Fasci- governatore inglese. smo sia della Resistenza. Pochi, va da sé, giudicano La ricostruzione è pacata: segue il filo degli positivo quel passato. I testi prodotti sono attenti avvenimenti, i quali frustrano le aspettative storico- alla memoria locale, come previsto dalle finalità

45 statutarie del Centro Luccini, che ha bandito il (Internati Militari Italiani, catturati dopo l’8 settem- deschi, in ritirata, mantenevano intatta tutta la loro concorso; l’intersezione tra metodologie diverse bre 1943) e costretti al lavoro obbligatorio in Ger- pericolosità. La popolazione, specie nei piccoli cen- riproduce le caratteristiche di un testo a più voci di mania o tenuti in campi di concentramento; due sole tri, abbandonò anche le più elementari precauzioni Educazione Civica, ma con un denominatore comu- testimonianze tra gli oltre 600.000 appartenenti alle e, incoscientemente, pretese di disarmare i nazi- ne: far venire alla luce “il lato umano di un’epoca forze armate italiane catturati dai tedeschi ma che fascisti, disponendo di armamento scarso o addirit- storica difficile e carica di odio e violenza” (Petter, forniscono un quadro completo dei drammi dell’in- tura nullo. La conseguenza di tutto ciò furono stragi p. VIII). La partecipazione numerosa degli studenti ternamento: la propaganda per l’adesione a Salò, il ed eccidi, alla luce dei fatti, inutili. Non per questo (473) con 299 opere ha visto impegnati 52 docenti, lavoro nelle campagne o nelle fabbriche, il senti- bisogna sminuire l’eroicità di quegli italiani che 31 scuole ed istituti e 24 sono stati i premi consegna- mento nei confronti del Paese e la prolungata assen- persero la vita per riconquistare la propria terra e la ti (3 per ognuna delle 8 sezioni, più un premio za di notizie. propria speranza, ed è proprio questo il senso di tale speciale della Giuria ed un premio aggiuntivo); 7 Giovanni Punzo pubblicazione, per non dimenticare. sono stati i premi ex-aequo e sono state segnalate Giovanni Mari opere di studenti di 4 istituti superiori e 5 scuole medie. Chi scrive vuole segnalare in particolare tre lavo- MAURIZIO LAZZARO, Fascismo, antifascismo, Resi- ri: a) l’ipertesto (intreccio tra ricerca ed informati- OIDO stenza a Camin di Padova, in Appendice: Z WANDA CANNA, Ricordi. Ottobre 1943 - Aprile ca) realizzato dalla Scuola Media “don Milani” di MASSARO, I comunisti caminesi nel venetennio fa- 1945, present. di Marisa Gardoni, Susegana (TV), Vigonza sul 25 aprile, la Costituzione e il suo scista, Padova, Centro Studi Ettore Luccini, 1996, Giacobino, 1995, 8°, pp. 57, L. 10.000. significato; b) gli scritti e poesie varie; c) il calenda- 8°, pp. 149, ill., L. 18.000. rio partigiano della Scuola Media “Giovanni XXIII” In questo volume memorialistico l’autrice rac- di Vescovana. Il primo favorisce la motivazione Il testo è una microstoria (1916-1946) e segue il conta, con una tenerezza che travalica la drammati- all’apprendimento, l’organizzazione delle conoscen- filo logico dei tempi del fascismo, dell’antifascismo, cità degli avvenimenti, la sua esperienza come ze e la riutilizzazione dei prodotti cognitivi in tempi della Resistenza nella periferica Camin, tradiziona- “staffetta” tra le file dei partigiani “garibaldini” di e modi diversi, il che garantisce allo studente l’uso le puntello della sinistra nella città di Padova. Una Moscatelli. La serenità quasi incosciente di fronte al delle informazioni risultanti utili. Il secondo lavoro mostra sul tema (fotografie, documenti, cimeli ecc.) pericolo la rendeva quasi invisibile, inafferrabile. In raccoglie poesie anche molto originali, riecheggianti realizzata nel settembre 1974 presso la Casa del questo suo entusiasmo fu supportata da una fami- modelli letterari conosciuti, create su spunti di cro- Popolo (tra le più antiche d’Italia) è l’abbrivio della glia, la sua, tutta impegnata nella Resistenza, all’in- naca storicamente verificabili. Il terzo lavoro (I ricerca: il successo di pubblico spinge l’autore, terno della quale trovava conforto e sostegno. premio della sezione) associa ad ogni mese un allora studente, ad approfondire l’argomento (il È l’esempio di quanto le donne furono decisive commento poetico sugli avvenimenti accaduti in focus particolare è il periodo 1943-45) con la tesi di nel risollevare il morale della nazione, seppellito zona. Sono modi eterogenei (informatico-postmo- laurea (1979). Le testimonianze orali, la documen- dalla guerra, aiutando anche i più confusi a in- derno e lirico-classico) e personali di presentare la tazione inedita (archivio parrocchiale) trova nei travvedere uno spiraglio di luce oltre il buio di poetica del frammento. diari (in appendice) di Zoido Massaro (barbiere, PCI quegli anni. Se la Resistenza restituì un po’ di Antonio Napoli locale) il modello esplicativo di fatti difficilmente dignità agli italiani, molto fu merito delle donne: del collocabili. Al lettore si consiglia di leggere subito, loro coraggio, della loro forza senza fine. Il percorso perciò, l’ultima parte per capire poi il testo comple- dell’autrice termina con la grande festa della libera- to. Il microambiente, con una forte presenza di zione. Qui l’intreccio diventa sempre più tumultuo- MARIO GECCHELE - DELIO VICENTINI, Il dolore della artigiani ed operai al confine con la città e la campa- so, in un alternarsi di paure e speranze per il futuro, guerra. Vicende e testimonianze in Val d’Alpone e gna, è sopravvissuto, sicché l’autore, con mirata con la preziosa consapevolezza di essere stati pro- dintorni, Amministrazioni Comunali di Veste- ricerca catastale, ne ricostruisce nei dettagli l’iden- tagonisti, e non passive comparse, di un grande nanova, San Giovanni Ilarione, Montecchia di tità sociale. I personaggi sono tanti (i Sorgato, i evento. Crosara, Roncà, Monteforte d’Alpone (VR), 1995, Barzon, la famiglia Tombola, i morti di Villa Bauce Giovanni Mari 8°, pp. 378, ill., s.i.p. ecc.), viene data una parola definitiva su di loro e, sulla scia della tesi di laurea del ’79, si approfondi- Il volume dedicato alla Resistenza in Val d’Alpone sce il revisionismo storiografico (conflitti tra parti- inizia con una sintetica cronologia sui fatti più giani, delazioni, differenziata partecipazione e col- VITTORIO MARANGON, Val Brenta valle partigiana, significativi del fascismo in Italia, sui principali laborazione della popolazione ecc.). Emerge la di- Padova, Centro Studi Ettore Luccini, 1996, 8°, pp. eventi della Resistenza armata in Val d’Alpone e versa maturità socio-politica delle comunità esami- 126, ill., L. 20.000. con una prima parte dedicata alla breve ma efficace nate a proposito della conduzione della lotta armata. ricostruzione delle ripercussioni delle vicende della Camin, consapevole del contesto operativo, teorizza La Val Brenta da Capese a Cismon (circa 28 km) guerra in Italia dal 10 giugno 1940, punteggiata di un’azione più modesta, ma efficace, a differenza di è stata oggetto di una ricerca minuziosa su morti, riferimenti locali tratti dai diari dei parroci, dalle Villatora. Ad esempio, l’eccidio di Villa Bauce partigiani, caduti nelle valli dell’Agno, del Piave, note dei podestà o da semplici annotazioni di prota- (interruzione della trattativa tra partigiani e nazisti Belluno. L’elenco dei caduti (comune per comune), gonisti. Delle giornate del 25 luglio e dell’8 settem- per la resa e conseguente rastrellamento-rappresa- le testimonianze orali e scritte inedite, gli 11 impic- bre 1943 si sottolinea la grande esplosione di gioia glia nazista), apparentabile per logica e ferocia a cati da Pove sui 31 di Bassano, la tragedia della popolare, seguita poi da un senso di smarrimento, quello di Boves, Marzabotto, Fosse Ardeatine, di- famiglia Todesco (Mario Todesco, docente del Li- abbandono e delusione e dal brusco ed atroce risve- mostra le contraddizioni di una errata valutazione ceo Tito Livio, ucciso a Padova; lo studente di glio con i tedeschi come occupanti. Tra cronaca e sulla forza dell’esercito nazista (in ritirata, non in Medicina Ludovico, suo cugino, caduto sul Grappa, storia, testimoni attenti e sensibili sono soprattutto rotta): a) informazioni poco attendibili; b) soprav- sua madre e sua sorella sparite nel nulla) sono i parroci, che rendono in particolar modo il forte valutazione delle proprie forze. alcune delle vicende presentate da Marangon. La senso di angoscia di quei giorni. Antonio Napoli testimonianza sorprendente è quella su 150 mongoli, Entrando nel vivo della ricostruzione del ruolo e disertori dell’esercito nazista, entrati nella Resi- degli atti di alcune contrastate figure (ad esempio G. stenza italiana, e guidati da Giovanni Smaniotto, Marozin, comandante del battaglione “Danton”), I giorni del dolore. Cronaca dell’eccidio del 28 nativo di S. Nazario. emergono soprattutto la violenta spirale di azioni aprile 1945. Saonara-Villatora, Saonara (PD), Am- Il lavoro di Marangon si potrebbe considerare partigiane e rappresaglie nazifasciste (che causaro- ministrazione comunale, 1995, 8°, pp. 32, ill., s.i.p. una microstoria, sotto forma di catalogo, che no un elevato numero di vittime civili, di saccheggi ripercorre la storia di una zona, fatta di protagonismi e di incendi nell’estate del 1944) e il difficile rappor- Il resoconto dettagliato di un episodio tragico, anarchici e socialisti, ceppo “di gente fiera e granitica to con le altre formazioni partigiane dipendenti dal accaduto a Villatora di Saonara (Padova) negli come le rocce che incombono sul fiume, decisa a CLN fino al successivo riconoscimento da parte del ultimi giorni della II Guerra mondiale, è stato lo non tollerare soprusi” (p. 7). L’indice dei nomi e dei governo del Sud come parte operante del R. Eserci- spunto per far conoscere alle nuove generazioni un luoghi sono ricchi di indicazioni per risalire a fatti, to e dipendente quindi dal Comando supremo. Me- momento particolare nella storia del proprio paese. personaggi ed episodi che trovano nei disegni di rita una certa attenzione anche l’attenta ricostruzio- Il testo presenta la cronaca vera e propria dell’avve- Lazzarotto, nelle poesie dei ragazzi di Valstagna ne delle trattative tra la GNR e la Divisione “Pasubio”. nimento minuto per minuto. composte in occasione del 25° anniversario della A conferma dell’ampio respiro del volume nello Nel periodo immediatamente successivo al 25 liberazione, l’opportunità d’intrecciarsi con le testi- sforzo di fornire testimonianze da più parti sulla aprile 1945, mentre le grandi città del Nord erano monianze dei sopravvissuti. Resistenza, sono da segnalare i due diari di I.M.I. ormai state liberate dall’occupazione nemica, i te- Antonio Napoli

46 Percorsi didattici

della popolazione scolastica, si può notare che solo L’arte contemporanea una piccola parte – un terzo circa – ha l’opportunità nella scuola veneta di studiare una qualunque materia artistica. In ag- giunta, nei pochi indirizzi in cui essa è prevista, la produzione contemporanea non ha una facile acco- (Lina Ossi ) glienza perché molti fattori, di natura diversa, con- IRRSAE Veneto - Sezione Scuola Media Superiore vergono a sminuirne il significato. Ad esempio, nell’insegnamento tradizionale le discipline di ca- rattere storico, naturalmente, collocano il capitolo riguardante la realtà contemporanea nell’ultimo trat- La straordinaria ricchezza del patrimonio artisti- to della sequenza temporale, proponendolo allo co del Veneto e l’entità dei problemi di conservazio- studio alla fine dell’ultimo anno del ciclo scolastico. ne, di tutela, di gestione che esso evidenzia, pongo- I problemi di orario, di calendario, di organizzazio- no alla scuola e, in realtà, ad ogni altra agenzia ne, non di rado contraggono e rendono affrettato il educativa, una domanda di formazione la cui impor- lavoro docente nella conclusione annuale. Si som- tanza si precisa se nell’insieme più ampio del patri- ma, alla fine del triennio superiore, l’effetto dell’at- monio artistico si comprende anche la produzione tuale ordinamento dell’esame di maturità, che indu- del nostro secolo. Lo studio dell’arte contempora- ce a concentrare il lavoro solo sulle materie oggetto nea, infatti, svolge nella scuola una funzione d’esame. Ciò rende quasi scontato che lo studio paragonabile, per certi aspetti, a quella dell’educa- venga trascurato assai per tempo, quando lo svolgi- zione civica: è simile il rapporto con la corrispon- mento del programma tradizionale, di solito, è giun- dente disciplina storica – rispettivamente storia to, sì e no, all’Ottocento. dell’arte e storia – e analoghe sono le finalità Pablo Picasso, Les demoiselles d’Avignon, 1907. Le case editrici, dal canto loro, propongono una educative generali in relazione ai comportamenti tipologia di manuali che non è mirata direttamente collettivi ed individuali. Tuttavia, nel pensiero co- vio Storico per le Arti Contemporanee (ASAC), della né al lavoro del docente né a quello dello studente, mune l’arte del nostro secolo è un oggetto pressocché Collezione Peggy Guggenheim, a Venezia; della ma ad un generico studioso non meglio identificato. sconosciuto: le conquiste di Picasso o di De Chirico, Galleria d’arte moderna e contemporanea del Co- Dal punto di vista storico, i testi in adozione più per citare qualche nome famoso, sono note ai più mune di Verona; della Biennale di scultura del diffusi nelle superiori chiamano “contemporaneo” come provocazioni che vanno contro il buon senso, Comune di Padova. Tali manifestazioni, tuttavia, il periodo che si fa iniziare indifferentemente alla mentre la comprensione della portata intellettuale pur lontanissime tra loro per qualità e per risonanza, fine o all’inizio dell’800 o, con pari frequenza, della loro ricerca visiva appartiene a pochi studiosi. ci evidenziano che i contenuti dell’arte, per quanto all’inizio del nostro secolo. Dal punto di vista della La complessità della materia non basta a spiegare la siano mostrati in modi anche spettacolari, non sono comunicazione, il taglio temporale non è determi- situazione; vi sono molti altri fenomeni, più o meno altrettanto comunicati. Succede così che le conqui- nante poiché, come ben sa ogni insegnante, temi di attualità, che sono complessi quanto un quadro ste dei primi decenni del nostro secolo, benché nate lontani tra loro e diversamente distanti da noi pon- astratto ma che sono meglio noti nella sostanza, cioè per rispondere al nuovo pubblico che entrava allora gono lo stesso problema di metodo, sia per la nei fondamenti non specialistici, mentre non è facile in scena, oggi sembrano aver esaurito la carica collocazione storica, sia per le forme della comuni- trovare un settore altrettanto affollato di banaliz- vitale, prima ancora di essere diventate una tappa cazione. Per il resto, è certo che dire contempora- zazioni e di malintesi. Il problema non sta tanto conoscitiva consolidata. Sembra definitivamente neo, nella scuola, non significa riferirsi all’attualità nella conoscenza mancata di questo o quell’autore messo in ombra il dato sostanziale e cioè il fatto che in divenire perché ciò oscurerebbe la dimensione quanto nell’impossibilità di utilizzare gli strumenti quelle opere hanno dato corpo ad un pensiero che, a storica, costringendo il docente ad inseguire la cro- concettuali nuovi che inducono a ristrutturare criti- ben vedere, fa tutt’uno col fare scuola poiché affer- naca. E il significato dell’espressione va precisato camente e ad apprezzare l’intero patrimonio artisti- ma, primariamente, che i contenuti da trasmettere anche in senso geografico: ad esempio, se si consi- co sia antico sia recente. non possono essere scissi dalle modalità e dai per- dera l’artigianato del terzo mondo o i graffiti metro- corsi della comunicazione. politani o la computer art, per indicare solo alcuni Le forme della comunicazione L’attenzione per le forme della comunicazione dei fenomeni presenti nel nostro orizzonte, il con- Nel Veneto non mancano le iniziative rivolte al non è un fatto che compete solo all’insegnamento temporaneo obbliga a molti distinguo e rende chia- grande pubblico o le occasioni di divulgazione; dell’arte. È noto che comunicare nella forma orale ro che si tratta di una categoria critica utile per basti ricordare l’attività della Biennale, dell’Archi- o scritta o figurativa o multimediale non sortisce connotare una realtà che riguarda, a grandi tratti, i mai un identico effetto ed altrettanto diversi sono gli esiti a seconda del destinatario: una classe, una singola persona, un gruppo di turisti hanno modalità e tempi di elaborazione differenti e ciò riguarda, naturalmente, più di una materia, e forse tutta la scuola. Tuttavia, nel campo dell’educazione all’arte più che in qualunque altro, è necessaria la parteci- pazione, l’esserci – delle opere, delle cose, dei luoghi, delle persone – perché è proprio la qualità delle relazioni che si instaurano a determinare il riconoscimento di valore e, in definitiva, la possibi- lità stessa dell’esistenza dell’arte. La mediazione, quindi, rappresenta un aspetto cruciale per l’intero patrimonio artistico e, in ogni caso, precede e rende possibile – o altrettanto impossibile – qualunque forma di comprensione. Come dire che la scuola rappresenta l’anello che congiunge fruizione e pro- duzione, cultura ed economia.

Ostacoli dentro la scuola Le potenzialità educative dell’arte contempora- nea non hanno uno sviluppo adeguato nella scuola perché l’insegnamento si trova collocato in una struttura che lo confina in spazi e tempi esigui, ma prima ancora perché nella formazione iniziale, uni- versitaria, dei docenti, manca l’attenzione necessa- ria per la professione. L’arte è presente in un numero ridotto di indirizzi Georges Braque, Natura morta con l’asso di fiori, 1911. della scuola media superiore: considerando il totale Max Ernst, La vestizione della sposa, 1940.

47 Le modalità abituali con cui il sapere dell’arte viene trasmesso, anche quando sia riferito ai feno- meni del nostro tempo, contribuiscono ad allonta- nare l’oggetto di studio dalla quotidianità, ad appartarlo rispetto alle forme visive che popolano il paesaggio consueto, urbano o domestico. E fuori della scuola, le opere di cui più spesso parlano i media sono segregate in spazi raramente visitati, controllati e limitati, per necessità o per scelta; a questo si aggiunge il fatto che il più delle volte i mezzi di informazione trattano i fenomeni artistici con un’enfasi che guarda agli indici di ascolto piuttosto che agli esiti educativi. La scuola sembra andare, distrattamente, nella stessa direzione e, assecondata dall’esterno, sceglie gli oggetti di stu- dio tra quelli collocati in una graduatoria che nulla ha a che fare con il processo di insegnamento- apprendimento. Così, i più frequenti esempi propo- sti sono individuati tra i capolavori, tra i fatti straor- dinari documentati sul manuale, mancando la con- sapevolezza che privilegiare in ogni situazione l’ope- ra eccezionale può essere una scelta monotona che rende banale ed immotivato perfino lo studio delle opere eccelse. Vi sono invece altre operazioni che precedono la scelta dell’oggetto di studio e che sono indispensabili per individuare i destinatari: bambini René Magritte, La condizione umana, 1935. e bambine e, via via, ragazze e ragazzi non sono Joan Mirò, Donne e uccello al chiaro di luna, 1949. omologabili ai “fruitori di massa”, né agli studiosi o paesi di più marcato sviluppo economico. In defini- ai visitatori di altre categorie. Basta questo cenno adattare il sapere dell’arte agli obiettivi primari tiva allora, dal punto di vista educativo, il concetto alla individualità delle persone implicate, alle molte della comunicazione didattica: facili o difficili che appare vago ai fini dell’individuazione di un tempo differenze che esprimono, per sottolineare il fatto siano, essi cambiano continuamente perché metto- o di uno spazio ben circoscritti, ma serve piuttosto che nella scuola il nesso tra qualità e quantità si no in gioco le persone implicate nel processo, i loro a dire “vicino a noi, vivo”, nel senso che esprime la presenta in tutta chiarezza se solo si osserva che i affetti ed interessi, il loro ambiente di vita e di nostra condizione esistenziale. In effetti, la produ- contenuti non sono separabili dalle forme che li lavoro. zione del ’900, nel suo insieme, ha messo a punto un trasmettono e che forme e contenuti agiscono in un dispositivo critico nuovo ed articolato che ci risulta rapporto circolare di causa-effetto. Per quanto attie- Una proposta educativa ne all’arte, si tratta allora di recuperare il significato indispensabile per riflettere sulla collocazione del- Gli “Itinerari Educativi” del Comune di Venezia, l’arte – antica o recente – e sul ruolo del pensiero primario del gusto che, prima di diventare buon gusto e semmai anche senso critico, non può che in collaborazione con l’Istituto Regionale di Ricer- visivo nella trasformazione della realtà. Si pensi, ca, Sperimentazione, Aggiornamento Educativi per esemplificare, all’estensione dei concetti di sel- essere, in origine, il gusto delle cose buone, indivi- duate lì dove più spesso esse si trovano, e cioè (IRRSAE) del Veneto e della Collezione Peggy vaggio e primitivo, di autentico/seriale, di irrazio- Guggenheim, hanno dato una prima risposta ai nale, di aperto e progettuale... Sono categorie criti- nell’ordinario, nelle forme a portata di mano, negli oggetti e negli spazi di uso comune. bisogni della Scuola Media Superiore, offrendo ai che che hanno trovato largo spazio negli esiti forma- docenti di tutti gli indirizzi un’opportunità di forma- li del nostro secolo, e che nel loro insieme configu- L’arte contemporanea non rappresenta solo un cambio di forme: quello che più conta è il cambia- zione e di aggiornamento sui temi dell’arte contem- rano anche il nuovo modo di definire l’oggetto poranea. A questo scopo sono stati individuati alcu- artistico, di pensarlo come tale e, appunto, di comu- mento del ruolo e della funzione di tutto ciò che oggi chiamiamo arte. Impossibile allora trattarne senza ni percorsi di carattere esemplificativo che mettono nicarlo con gli strumenti adeguati. In definitiva a fuoco, all’interno della Collezione veneziana, un ciascuno di noi, in qualche modo, fa ricorso alle riconoscere la inadeguatezza di quello che si pratica ancora nella scuola: la rincorsa dei secoli fino al piccolo numero di opere, collegandole ai grandi forme contemporanee per trovare la sua risposta temi della ricerca artistica del nostro secolo: alle domande più personali: a cosa mi serve l’arte? traguardo della contemporaneità, fatta solo sulle pagine di un manuale che, per sua natura, non può Cubismo, Surrealismo, Arte astratta e gestuale, come entra nella mia vita? come posso renderne Alberto Giacometti danno il titolo ad altrettante adoperabile il sapere? quali problemi mi aiuta a proposte di visita. risolvere? Per questa via l’arte ci parla di relazioni L’iniziativa è mirata specificamente all’attività più che di gerarchie, di emozioni più che di norme, dei docenti, per i quali sono stati messi a punto di vicinanza-uso più che di lontananza-contempla- strumenti utili allo svolgimento di unità di lavoro a zione; scarta quindi di molto rispetto all’assetto carattere interdisciplinare. Il piano di intervento tradizionale delle discipline insegnate. Ne nasce un formativo si sviluppa, sostanzialmente, nella dire- punto di vista nuovo, che ci porta non a verticalizzare zione delle pratiche che valorizzano l’ascolto, il in pochi esemplari sublimi ma piuttosto ad estende- confronto, la documentazione didattici. Questo re la base, allargando la comprensione a tanti diversi orientamento ha portato a curare le modalità di momenti del fare arte, fino a comprendere tutto presentazione delle opere, ad inquadrarle in uno quanto appartiene al nostro gusto, indipendente- spazio-tempo diradato al fine di concentrare l’atten- mente dal fatto che l’oggetto sia antico o recente, zione, di motivare a scelte personali, di avviare maggiore o minore, raro o diffuso. all’esplorazione degli ambienti vissuti e, in defini- tiva, di prolungare l’interesse degli studenti oltre la Contemporanea, perciò insegnabile visita fatta con la classe. L’arte contemporanea, si potrebbe dire, nel mo- Il progetto, avviato nel 1995, si articola in varie mento in cui è nata come categoria della storia parti. Sono stati rivolti ai docenti: un corso di dell’arte, ci mostra nelle sue forme che la quantità di formazione, propedeutico alla visita con le classi; utenti è la più importante tra le circostanze dell’ope- una visita guidata alla Collezione; un volume-guida ra ed è parte essenziale del suo contesto. Su questa contenente indicazioni e materiali utili al lavoro strada ci troviamo a riflettere sulla implicazione insegnante. Per gli studenti sono stati realizzati della scuola e sulle finalità educative che non stanno materiali illustrativi di ogni percorso; la visita delle solo nell’introduzione dei temi più recenti nel classi accompagnate dai docenti; un percorso di curricolo, quanto nel cambiamento dei percorsi verifica dell’apprendimento e di documentazione della comunicazione. Alberto Giacometti, Testa d’uomo (part.), 1964. degli esiti educativi.

48 Rivisteria veneta

a. I, n. 1, 1995 margine alla mostra del 1992 ¥ ENRICO MARIA GUZZO, Spoglio dei periodici AUGUSTO ROMANO BURELLI, Un auspicio per la nasci- Museo Canonicale di Verona, pittura del Rinascimento (1994-1996) ta di una nuova rivista ¥ VITTORIO SPIGAI, Il Progetto restaurata ¥ ETTORE MERKEL, Le portelle di Andrea di arte come ricerca ¥ IGNAZIO GARDELLA, Il progetto d’archi- Vicentino per l’antico organo di San Zulian: un recupero tettura è sempre ricerca ¥ ALDO ROSSI, Il museo, una avventuroso ¥ MARIA AGNESE SOLERO (a cura di), ricerca ¥ JOSE RAFAEL MONEO, Il mestiere dell’archi- Bibliografia dell’arte veneta: 1992. tetto ¥ LUCIANO SEMERANI, Con tutto rispetto ¥ GIANUGO POLESELLO, Architettura come ricerca ¥ VITTORIO n. 47, 1995 Il precedente spoglio dei periodici del settore SPIGAI, Fernand Pouillon ÇMon oeuvre me defendraÈ IVAN MATEJCIC, Contributi per il catalogo delle scultu- “arte” era stato presentato sul “Notiziario Biblio- ¥ FRANCESCO GAROFALO, Luigi Moretti e ÇSpazioÈ ¥ re del Rinascimento in Iatria e nel Quarnero ¥ FABRIZIO grafico” n. 14 e prendeva in considerazione gli anni GINO MALACARNE, Progetto per l’Università Cattolica MAGANI, 1692: Antonio Bellucci da Venezia a Vienna. 1992-1993. Il presente aggiornamento si riferisce di Giovanni Muzio ¥ ARMANDO DAL FABBRO, Il padi- Note sull’esordio veneziano e la prima attività austria- pertanto alle riviste uscite nel periodo 1994-1996, a glione UVI all’E42 di Giuseppe Terragni ¥ LUCIANO ca ¥ SIMONE GUERRIERO, Profilo di Alvise Tagliapietra partire dall’ultimo fascicolo segnalato sul “Notizia- TESTA, Della ricerca in architettura ¥ FRANCA PIT- (1670-1747) ¥ ADRIANO MARIUZ - GIUSEPPE PAVANELLO, rio” n. 14. Delle riviste nuove si è cercato di dare lo TALUGA, La ricerca interotta ¥ ALBERTO CLEMENTI, Il Per la giovinezza di Giambattista Tiepolo: un affresco spoglio, dove possibile, dal primo numero uscito. progetto come volontà di trasformazione ¥ GIANCARLO e un disegno ¥ PIERRE ROSENBERG, Un capolavoro di CARNEVALE, Inutilitas, infirmitas, foeditas ¥ NICO BOL- Gian Antonio Guardi ¥ BOZENA ANNA KOWALCZYK, Il LA, Esprit dr finesse géométrique. Bellotto veneziano nei documenti ¥ ANDRÉ CORBOZ, Guardare Canova oggi ¥ MAURO LUCCO, Noterelle Anfione Zeto vicentine: per Giovanni Speranza ¥ PIERLUIGI LEONE quadrimestrale di architettura e arte DE CASTRIS, Un disegno di Giovanni De Mio ¥ MARIA Arte veneta OLIMPIA TUDORAN, Quattro dipinti inediti di Andrea Il periodico ha cessato le pubblicazioni. rivista di storia dell’arte Celesti al Muzeul Brukenthal di Sibiu ¥ MARIA TERESA CARACCIOLO, Per il “Salomone che sacrifica agli ido- direttore: Alessandro Bettagno li” di Valentin Lefèvre ¥ MASSIMO DE GRASSI, Per il redazione: Alessandro Bettagno, Adriano Mariuz, Ste- catalogo di Gian Maria Morlaiter: una precisazione ed Annali di architettura fania Mason, Giuseppe Pavanello, Paola Rossi, Chiara una aggiunta ¥ FRANCESCA DEL TORRE, Due disegni per rivista del Centro internazionale di studi Ceschi l’incisione di Francesco Maggiotto ¥ NICO STRINGA, di architettura “Andrea Palladio” periodicità: annuale Antonio Canova: il testamento olografo del 1809 ¥ editore: Electa, Milano SERGEJ ANDROSSOV, Tamara Fomiciova ¥ CLIFFORD BROWN - DOUGLAS LEWIS - DEBRA PINCUS, Carolyn direttore: James S. Ackerman sede della redazione: Istituto di Storia dell’arte - Fon- Kolb ¥ MARIA AGNESE SOLERO (a cura di), Biblografia vicedirettore: Guido Beltramini dazione Giorgio Cini - Isola di San Giorgio Maggiore dell’arte veneta: 1993. comitato di redazione: Howard Burns, Jean Guillaume, - 30124 Venezia - tel. 041/5289900 Fernando Marìas, Manfredo Tafuri†, Christoph Thoenes redazione: Silvia Moretti n. 45, 1993 periodicità: annuale AMY NEFF, Miniatori e “arte dei cristallari” a Venezia editore: Electa, Milano nella seconda metà del Duecento ¥ JOHANNE WRIGHT, Bollettino dei Civici Musei veneziani sede della redazione: Centro internazionale di studi di Antonello in formazione: un riesame della “Crocifis- d’arte e di storia architettura “Andrea Palladio” - Basilica Palladiana - sione” di Bucarest ¥ ENRICO MARIA DAL POZZOLO, Piazza dei Signori - 36100 Vicenza - tel. 044/546188 Osservazioni sul catalogo di Lorenzo Lotto. 1503-1516 direttore resp.: Giandomenico Romanelli ¥ JACQUELINE BISCONTIN, Problemi iconografici: il redazione: Attilia Dorigato n. 6, 1994 fregio decorativo del Pordenone nella cappella del- periodicità: trimestrale l’Immacolata Concezione di Cortemaggiore ¥ DEBORAH In memoriam Manfredo Tafuri 1935-1994 ¥ JAMES S. editore: Stamperia di Venezia, Venezia HOWARD, Pietro Foscarini e l’altar maggiore della ACKERMAN, Palladio: in che senso classico? ¥ DEBORAH sede della redazione: Museo Correr - San Marco, 52 - chiesa della Pietà a Venezia ¥ WILLIAM L. BARCHAM, Il HOWARD, Responses to Ancien Greek Architecture in 30124 Venezia - tel. 041/5225625 “Trionfo di Flora” di Giambattista Tiepolo: una Pri- Renaissance Venice ¥ RICHARD J. TUTTLE, Urban Design Strategies in Renaissance. Bologna: Piazza Maggiore mavera per Dresda ¥ GIUSEPPE PEVANELLO, Johann L’ultimo fascicolo uscito è il n. 1-4, 1991, segnalato sul Heinrich Tischbein, un pittore tedesco del Settecento a ¥ FREDERIQUE LEMERLE, La théorie architecturale à la “Notiziario” n. 14. Venezia ¥ ADRIANO MARIUZ, Opere sacre di Giam- Renaissance: le tracé du tailloir corinthien ¥ GERET TH. battista Crosato ¥ JEAN BOYER, Un dipinto ritrovato di MADER, Metodi di misurazione e proiezione grafica dei Andrea-Gottardo Rems ¥ PIERRE ROSEMBERG, Bison al monumenti, esame dei reperti ¥ PAOLO NICOLOSO, La museo Rouen ¥ ENRICO MARIA GUZZO, Contributo per “Carta del restauro” di Giulio Carlo Argan ¥ MANUELA Bollettino du Antonio Giarola ¥ ANNALISA PERISSA TORRINI, Una MORRESI, Giangiorgio Trissino, Sebastiano Serlio e la IUAV - Dipartimento di Urbanistica villa di Cricoli: ipotesi per una revisione attributiva ¥ Trinità di Giovanni Mansueti ¥ ETTORE MERKEL, Quat- tro allegorie di Dario Varotari a Ca’ Corner della Ca’ URSULA SCHÄDLER-SAUB, Intonaci storici sugli esterni direttore resp.: Giorgio Piccinato delle ali palladiane di palazzoThiene a Vicenza. Risul- Grande: “L’Architettura”, “Il Tempo”, “La Fortez- direttore: Franco Berlanda tati dell’indagine conoscitiva eseguita in collaborazio- za”, “La Vanità” ¥ MARIA AGNESE SOLERO (a cura di), redazione: Giulio Ernesti, Alberto Cecchetto, Enrico ne con la restauratrice Elke Tiessen e l’architetto Bibliografia dell’Arte Veneta: 1991. Fontanari, Daniela Mazzotta Reinhold Winkler ¥ TOMASO FRANCO, Un’altra croce periodicità: annuale greca per la storia della basilica di Monte Berico ¥ n. 46, 1994 editore: Cluva, Venezia LIONELLO PUPPI, Segnalazioni per il censimento delle CAROLINE KARPINSKI, Il “Trionfo della Fede”: l’“af- sede della redazione: IUAV - Dipartimento di Urbani- edizioni degli scritti di Palladio ¥ MARTINA FRANK, fresco” di Tiziano e la silografia di Lucantonio degli stica - S. Croce, 1957 - 30125 Venezia - tel. 041/ Longhena in Brenta. Uberti ¥ PAOLA CESCHI LAVAGETTO, Una “Pietà” del 2572215 Pordenone ritrovata ¥ W.R. REARICK, Una “Maddalena” incompiuta di Paolo Veronese ¥ PAOLA ROSSI, La deco- L’ultimo fascicolo uscito è il n. 10 [giugno 1991] e razione scultorea dell’altare maggiore della chiesa di supplemento, segnalato sul “Notiziario” n. 14. Architettura Intersezioni San Cassiano ¥ ADRIANO MARIUZ, Luca Carlevarijs: rivista di architettura e progettazione urbana “L’ingresso solenne dell’abate de Pomponne” ¥ IRINA ARTEMIEVA, Alcune precisazioni sulla storia di un rivista del Dipartimento di Progettazione architettonica ciclo di Giovanni Battista Pittoni dell’Ermitage ¥ Ciemme dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia MARISA DARIO, Il monumento funebre ai procuratori ricerca studio e informazione direttore: Vittorio Spigai Priamo, Giovanni e Andrea da Lezze, nella chiesa dei sulla comunicazione di massa comitato di redazione: Renato Bocchi, Adriano Cor- Gesuiti a Venezia. Nuove considerazioni per un’attri- noldi, Armando Dal Fabbro, Giovanni Fraziano, Fran- buzione a Jacopo Sansovino ¥ EMAUELA ZUCCHETTA, direttore resp.: Fiorenzo Viscidi cesco Garofalo, Pierluigi Grandinetti, Massimo Iori, Due soffitti inediti di Costantino Cedini ¥ GIUSEPPE redattore capo: Renato Candia Claudio Lamanna, Claudio Panerari, Luciano Testa PAVANELLO, Antonio Canova per il re di Spagna ¥ redazione: Camillo Bassotto, Antonio Covi, Neda periodicità: semestrale CATERINA FURLAN, Collezioni venete di antichità al Furlan, Renato Rizzo, Ilaria Serra, Michele Serra editore: Il Cardo, Venezia tempo della Serenissima ¥ VINCENZO MANCINI, Su un periodicità: trimestrale sede della redazione: IUAV - Dipartimento di Proget- recente volume monografico dedicato a Paolo Pino, editore: Cinit Cineforum Italiano, Venezia - Mestre tazione architettonica - S. Croce 191 - 30135 Venezia artista e teorico d’arte ¥ ALBERTA DE NICOLÓ SALMAZO, sede della redazione: Cinit - C.P. 289 - 30170 Venezia - tel. 041/5204543 - fax 041/5287348 Per gli anni padovani di Andrea Mantegna: appunti in - Mestre

49 n. 105, luglio - settembre 1993 donne dell’altro mondo ¥ GIUSEPPE BARBANTI, Valdarno Sperimentazione/citazione: il fumetto americano ¥ ENNIO CASTALDINI, Introduzione alla massmediologia Cinema Fedic 1994 ¥ RENATO CANDIA, Bologna 1994: Dossier Animazione: MARCO VANELLI - GUIDO ¥ GIUSEPPE BETTONI, Il mercato della comunicazione ¥ il cinema ritrovato ¥ PAOLO MICALIZZI, Salerno: 46° MICHELONE - BOTTERI GIACOMO, Il Re Leone ¥ GUIDO GIORGIO MANGINI, Scrivere per lo sguardo ¥ ENZO Festival del Cinema ¥ Rossini, Donizetti e Massenet MICHELONE - FABIO FRACAS - GIUSI PARISI, The Mask ¥ KERMOL, Complotto di famiglia: i figli e i nipoti di alla Scala di Milano ¥ ANTONIO GARBISA, Samuel IRENE SOLLAZZO - GUIDO MICHELONE, Nightmare Before Alfred Hitchock ¥ DOSSIER VENEZIA: Di questo non si Ramey e Cecilia Gasdia in concerto alla Scala ¥ ILARIA Christmas ¥ LUCIA TOSO, Due marinai e una ragazza ¥ parla ¥ Qui sulla terra ¥ Un due tre, stella ¥ La madre SERRA, Preferirei di no. Cinque stanze fra arte e RENATO CANDIA, L’eroe dei due mondi ¥ E.V., Piccolo morta ¥ Il giorno di San Sebastiano ¥ Oreste a Tor Bella depressione ¥ ALDO RESMINI, Il giocattolo in legno ¥ Nemo ¥ E.V., Pagemaster. L’avventura meravigliosa ¥ Monaca ¥ Lest ¥ Succede un quarantotto ¥ I pantaloni BARBARA DI MAIO, Due culture a confronto: Italia e ANTONIO COVI, Il cinema potrà avviarci alla contempla- sbagliati ¥ Sirga ¥ In cerca di Bobby Fischer ¥ Bocaccia Islam ¥ NEDA FURLAN, Parlando di libri in televisione zione? ¥ CRISTINA MONTI, Intervista a Wim Wenders ¥ ¥ Bad Boy Buddy ¥ L’ albero, il sindaco, la mediateca ¥ SERGIO VITALE, La nuova scommessa di Rai3: Pickwick FABIO ROSSI, Mifed ¥ FABIO ROSSI, Cartocomics ¥ FABIO ¥ Trentadue brevi film su Glenn Gould ¥ Jurassic Park ¥ ILARIA SERRA, Pickwick ¥ Dennis the Menace ¥ RENA- ROSSI, Compleanno con Barbie ¥ ALVARO FABRIZIO, ¥ Tre film di diverse culture ¥ PARERI DIVERSI: L’età TO CANDIA, Arcipelaghi. Nei mari del mondo con Folco Nella terra di Francesco, Monicelli fa lezione di cinema dell’innocenza ¥ Ombra del dubbio ¥ Youcef, o la Quilici. ¥ ALESSIO LUCAROTTI, Scrivere di cinema alla Holden ¥ leggenda del settimo dormiente ¥ Portagli i miei saluti MASSIMO ROSIN, Che Guevara siempre ¥ ANTONIO ¥ Blu ¥ “Immagine e musica” alla 50a Mostra ¥ Il Cinit n. 109, luglio - settembre 1994 GARBISA, Barbiere ’95 per Claudio Abbado. Un altro alla Mostra ¥ Gorizia “Film Video Monitor” ¥ PAOLO RENATO CANDIA, Per un’eredità wellesiana ¥ GIORGIO trionfo ¥ ANTONIO GARBISA, Far West in scala: duello di MICALIZZI, XIa Rassegna retrospettiva di Pesaro ¥ ALES- CREMONINI, Bigger than life. Il cinema di Orson Welles voci nel nome di Puccini ¥ EDOARDO NARDI, La sponta- SANDRO GRIECO, Dylan Dog Horror Fest 4 ¥ MARILENA e la tradizione del noir ¥ ILARIA SERRA, L’arte del falso neità in Tv: Amici ¥ EDOARDO NARDI, La rassegna di ZANE, Mystfest ovvero lo splendore del falso ¥ ILARIA in Orson Welles ¥ GIORGIO MICHELONE, Orson Welles: cinema in versione originale proposta da Raitre ¥ RENA- SERRA, Pesaro: Mostra internazionale del nuovo cine- l’Orgoglio degli Amberson ¥ DOSSIER VENEZIA 1994. TO CANDIA, Totò. Film classici e inediti. ma ¥ ANNA DI MARTINO, Tawfiq Salih ¥ NINO GENOVE- FILM IN CONCORSO: A la folie - Before the rain (Prima SE, Taormina Arte ¥ FRANCESCO PAGANO, I senza della pioggia) - Dichiarazioni d’amore - Giorni di sole n. 112-113, aprile - settembre 1995 budget ¥ Locarno ’93 ¥ FLAVIA BIANCHI, “Recidak”: - Heavenly creatures (Creature di sogno) - Il branco - GIUSEPPE CORALLO, Neo media e cinema ¥ Rock e riflessioni sul cinema africano ¥ MARIA COLñ, Peter Magic Hunter (Il cacciatore magico) - Il toro - Lamerica Media 2: GUIDO MICHELONE, Rock e cinema ¥ CORRADO Greenway alla Biennale d’Arte di Venezia ¥ GIUSEPPE - Le avventure del soldato semplice Ivan Chonkin - Le cri ORI TANZI, Rock e TV ¥ PAOLO FONTANA, Rock e aggre- BARBANTI, Prix Italia 1993 ¥ “Fedora” alla Scala di du coeur - Little Odessa (Piccola Odessa) - Somebody to gazione ¥ MARCELLO PECCHIOLI, Rock e video ¥ ILARIA Milano ¥ Un ottimo “Rigoletto” a Bologna ¥ ANTONIO love (Qualcuno da amare) - Vive l’amour (Viva l’amore) SERRA, Il diavolo suona il rock? ¥ MAURIZIO FASOLO, GARBISA, Ferrara, non solo musica. ¥ FILM FUORI CONCORSO: Aguilas no cazan moscas (Le Cinema rock: lo spaccio del mito ¥ MARCO VANELLI - aquile non vanno a caccia di mosche) - Anni ribelli - La ALESSIO LUCAROTTI, Pulp fiction ¥ BARBARA BERENGO, n. 106, ottobre - dicembre 1993 vera vita di Antonio H. - Au pays des oranges (Il paese Il gioco come strumento interpretativo del quotidiano GIUSEPPE BARBANTI, Giustizia e fede nel teatro di Ugo degli aranci) - Best Wishes (I migliori auguri) - Du fond ¥ GIANNALBERTO BENDAZZI, Emanuele Luzzati: l’uo- Betti ¥ ILARIA SERRA, Lee Strasberg: da Stanislavskij du coeur (Dal fondo del cuore) - Forrest Gump - Genesi. mo, la creazione... ¥ CRISTINA PUCCI, Intervista a Mario all’Actors’ Studio ¥ Scrivere per lo sguardo ¥ GIORGIO La creazione e il diluvio - Il postino - Jason’s Lyric - Monicelli ¥ MICHELE SERRA, Al 1° Medfilm Festival: MANGINI, Capire la sceneggiatura ¥ OMAGGIO A FELLINI: Martha - Mil e Uma - Tom e Viv - Veja esta cancao “Ambiente Pace Tolleranza” ¥ MICHELE SERRA - MA- “...Amarcord...” La testimonianza di Alvaro Fabrizio, (Guarda questa canzone) - Wolf ¥ FRANCO ROGNI, I RIA ZANE, Il CINIT e Ciemme al 1° Medfilm Festival ¥ presidente del Cinit ¥ ANTONIO COVI, Ricordo di Fede- periodici illustrati per ragazzi di ispirazione cattolica ¥ MICHELE SERRA, Cattolica: cinema del mistero ¥ rico Fellini, l’Ariosto del cinema d’oggi ¥ GIUSEPPE LUCIA DE POLO, Jim Sheridan ad Agrigento ¥ STEFANO PIERPAOLO ZURLO, Spazi carcerali. Milano: Festival BARBANTI, Bicentenario goldoniano. Verso la conclu- SALVETTI, Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di del Cinema africano ¥ GIACOMO BOTTERI, Un forzato sione ¥ FEDERICA VEDOVA, “Le massere”, riscoperta Pesaro ¥ MICHELE SERRA, Taormina Cinema 1994: un alle proiezioni di Cannes ¥ ALESSANDRA SPECIALE, del bicentenario ¥ FERDINANDO MARCHIORI, Il teatro festival sui generis ¥ GIUSEPPE CORALLO, Taormina Arte Presenza africana e asiatica a Cannes... ¥ Carmen di de “Los Andes” ¥ RENATO CANDIA, Cinema per ragazzi 1994. Note a margine ¥ MARILENA ZANE, Comunicare la Roland Petit e Mefistofele di Arrigo Boito ¥ Benvenuto a Bellinzona ¥ PAOLO MICALIZZI, Sanremo Finmare ’93 pace per insegnare la pace. Intercultura in action ¥ Musical! Claudio Abbado e la sua Ferrara ¥ ANTONIO ¥ PAOLO MICALIZZI, Informazione e garanzia democra- ERMANNO OLMI, Le origini dell’Universo nel racconto GARBISA, Cala il sipario sulla stagione del teatro alla tica a San Marino ¥ ANTONIO GARBISA, Felice ritorno di Ermanno Olmi ¥ ANTONIO GARBISA, Gran finale di Scala... ¥ CRISTINA PUCCI, Giornalisti oggi: le radici de “Lo schiaccianoci” al Teatro alla Scala ¥ ANTONIO stagione alla Scala di Milano ¥ NEDA FURLAN, Rinasci- della crisi ¥ ALDO RESMINI, Conegliano ’95: i Media... GARBISA, Antica civiltà musicale. L’autunno musicale mento: da Brunelleschi a Michelangelo ¥ NEDA FURLAN, Crescono ¥ MICHELE GIANNASI, Il sipario di celluloide: trevigiano 1993 ¥ ANNA DI MARTINO, Il cinema dell’in- Henri de Toulose-Lutrec ¥ RENATO RIZZO, I fumetti Peter Greenway ¥ STANLEY TETRO, Breve exscursus sul fanzia: Abbas Kiarostami ¥ RENATO CANDIA, nerbini della Marucelliana ¥ RENATO CANDIA, Sesta cinema di Roger Corman ¥ MICHELE SERRA, S. Marco: Shakespeare in animazione ¥ RENATO CANDIA, L’edu- Biennale Donna 1994 ¥ ILARIA SERRA, Quando l’arte un cuore per la città ¥ FRANCESCO MOISIO, Cinema in cazione ambientale in animazione ¥ Nella casa di un sposa la comunicazione di massa. cassetta: l’iniziativa dell’Unità. “Uomo Prudente” ¥ NEDA FURLAN, Carlo Goldoni in visita alla famiglia Querini. n. 110, ottobre - dicembre 1994 n. 114, ottobre - dicembre 1995 Rock e Media: RENATO CANDIA - GUIDO MICHELONE, Dossier Radio: NEDA FURLAN, Premessa ¥ ALVARO n. 107, gennaio - marzo 1994 Introduzione ¥ GUIDO MICHELONE, Rock e storia ¥ FABRIZIO, Cento anni di radio ¥ MARIO PINZAUTI, Un GIORGIO CREMONINI, Idea e struttura del racconto nel STEFANO BIANCHI, Rock e dischi ¥ MANUELE CEC- futuro per una radio “non televisiva” ¥ FRANCO cinema neorealista ¥ RENATO CANDIA, Lo spazio filmico CONELLO, Rock e clip ¥ GIANNI MILAZZO, Rock e radio MONTELEONE, La radio nell’era della televisione ¥ come conoscenza del reale ¥ CORRADO ORI TANZI, Wim ¥ ENZO KERMOL, La nuova frontiera del Western ¥ ENZO NERINO ROSSI, Oltre la Tv c’è la radio ¥ ANGELA Wenders e il rock ¥ LORENZO DE ROSSI, Claustrofilia. KERMOL, Wyatt Earp ¥ RENATO RIZZO, Ai confini BIANCHINI, Il romanzo radiofonico negli anni ’90: Tre contemplazioni del limite e tre film di Derek Jarman dell’Arizona ¥ GUIDO MICHELONE, Posse ¥ RENATO intreccio e cultura ¥ MARCO VANELLI, La radio nel ¥ STEFANO SALVETTI, Francesca Archibugi e il “real CANDIA, Geronimo ¥ RENATO CANDIA, Tombstone ¥ cinema ¥ RITA PARDINI, “Il microfono è un amico”. minimalismo” ¥ GIULIA CORONARO, Conversazioni sul GUIDO MICHELONE, F.T.W. ¥ GIUSI PARISI, Bad Girls ¥ Orson Wells e la radio ¥ Norme per la redazione di un cinema brasiliano ¥ Il teatro e la parola ¥ GIUSEPPE FABIO PESARESI, Maverik ¥ PAOLO GIROLAMI, Johnny testo radiofonico: GAIA CARAMELLI, Gadda e l’aspira- BARBANTI, La lettura del Vangelo di Marco ¥ ILARIA Guitar ¥ LUCIA DE POLO - MICHELE SERRA, Garry Lane: zione all’ordine ¥ GABRIELE BRUNINI, L’opera alla SERRA - MICHELE SERRA, 4° Festival del cinema africa- un regista coraggioso. Trilogia d’acqua ¥ RENATO radio, ieri e oggi ¥ NEDA FURLAN, Radio pubblica e no di Milano ¥ ANTONIO GARBISA, La stagione del CANDIA, 6° Fano Video Festival ¥ RENATO CANDIA, radio privata: due modelli a confronto ¥ G. MASSIMO Teatro alla Scala di Milano prende quota ¥ ILARIA RiminiCinema ’94 ¥ GIUSI PARISI, XII Rencontres d’An- CICALA, Memorie di un d.j. ¥ M. DE FRANCESCO - NICOLA SERRA, Angeli e demoni ¥ RENATO CANDIA, Tintin a necy. Incontri col cinema italiano ¥ LUCIA DE POLO, Le PENELLI, La radio, un’esperienza educativa. “Mi man- Rimini. giornate del cinema muto di Pordenone ¥ ALESSANDRA da la scuola” ¥ SPECIALE VENEZIA ’95. FILM IN CONCOR- SPECIALE, Festival di Cartagine ¥ MARCO DEL VAGLIO, SO: Nel bel mezzo di un gelido inverno - Senza mittente n. 108, aprile - giugno 1994 La Popolorum Progressio ¥ ANTONIO GARBISA, Una - Il buio nella mente - Pasolini un delitto italiano - GIORGIO MANGINI, Scrivere con lo sguardo. 3. Sce- Boheme storica fa rivivere la Parigi ottocentesca a Guantanamera - Kardiogramma - Det, vuol dire ragaz- neggiare a scuola ¥ RENATO RIZZO, Il ritorno di Indiana Milano ¥ ANTONIO GARBISA, Natale in... Scala ¥ COR- za - Il fabbricante di mostri - Illusioni - Clockers - La Jones ¥ MANUELE CECCONELLO, Il suono dentro. Andrej RADO ORI TANZI, Jean Pierre Melville: Adieu Monsieur commedia de Deus - Niente di personale - The crossing Tarkosky e il fuoricampo sonoro ¥ GIULIA CORONARO, Noir ¥ CLAUDIA BERALDO, Siodmak, il noir in TV. guard - Il romanzo di un giovane povero - L’olandese Conversazioni sul cinema brasiliano (parte seconda) ¥ volante - L’uomo delle stelle - Cyclo ¥ NOTTI VENEZIA- GIUSEPPE BARBANTI, La scomparsa di Eugene Jonesco n. 111, gennaio - marzo 1995 NE: Apollo 13 - Bravehart - I buchi neri - Il giorno del ¥ FEDERICA VEDOVA, Lettera verosimile a Carlo Goldoni GIUSEPPE CORALLO, Mass media tra pubblico e privato diavolo - Peccato che sia femmina - Jade - Strange days ¥ PIERPAOLO ZURLO, 4° Festival del cinema africano di ¥ Dossier Fumetti: RENATO PIZZO, Il Vittorioso nell’an- - L’ultima eclissi - Waterworld ¥ FUORI CONCORSO: Al Milano 1994. Una porta sui cieli della diversità ¥ teguerra fascista ¥ RITA DE GIULI, Big in Japan ¥ BARBA- di là delle nuvole ¥ Allarme rosso - La dea dell’amore CORRADO ORI TANZI, Alcuni film significativi ¥ ALES- RA PEREGO, Prometeo in kimono ¥ GABRIELE BRUNINI, - La settima stanza ¥ PANORAMA ITALIANO: Bidoni - Io SANDRA SPECIALE - VINCENZO SPIEZIA, Cannes ’94: La sceneggiatura nel fumetto ¥ MARCO CAVALLERI, e il re - Marciando nel buio - Palermo-Milano sola

50 andata - L’uomo proiettile - Vindravan Film Studios ¥ a. I, n. 2, 1993 CORSIA DI SORPASSO: Pallokaville - Miss Magic - I.D. - FRANCO BERLANDA, Dall’Advocacy Planning al City Antartida ¥ FINESTRA SULLE IMMAGINI: Flamenco - Marketing ¥ GIULIO ERNESTI, Che cos’è, dove va, a chi Viaggio nella colpa - Stonewall - The doom generation giova l’Urbanistica? Della circolarità conoscenza - - Una carrellata sulle principali proiezioni ¥ ALESSAN- mondo - pianificazione: una sfida alla ricerca in urba- DRO TIBERINI, Un itinerario all’interno del festival nistica in un Dipartimento di Urbanistica ¥ FRANCA veneziano ¥ MICHELE SERRA, La Fenice ¥ GABRIELE MATASSONI - MARIO SPINELLI, Insulae. Studio di BRUNINI, Ricordo di quattro grandi del fumetto ¥ fattibilità. Sintesi dei risultati di ricerca ¥ CRISTINA GIANNALBERTO BENDAZZI, Lo sguardo nomade di BIANCHETTI, Dottorati in Urbanistica e Pianificazione Nanny Loy ¥ RENATO CANDIA, Festival nel centenario Territoriale: confronti intersede ¥ FABRIZIO PAONE, Lumieriano ¥ Pesaro Film Festival ’95 ¥ Riminicinema L’urbanistica ed i saperi contigui: figure parziali per ¥ Taormina arte ’95 ¥ Premio Libero Bizzarri ’95. Le una topografia visibile ¥ DOMENICO PATASSINI, Pro- giornate del cinema muto ¥ ANNA DI MARTINO, Locarno gramma didattico speciale per studenti non frequen- di laurea in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Festival ’95 ¥ ANNA DI MARTINO, Anteprima per il LUIGI DI PRINZIO tanti ¥ , Aula informatizzata per la Ambientale ¥ PIER LUIGI CROSTA (a cura di), Il dottorato Cinema indipendente italiano ¥ MICHELE SERRA, VI PAOLO didattica del territorio “Giovanni Astengo” ¥ di ricerca tra accademia e professione ¥ PIER LUIGI rassegna internazionale del cinema archeologico ¥ PERULLI , Pubblico/privato: Summer school di Scienze CROSTA, Il sindaco, l’albero e la mediateca. Un film FABIO FRACAS, XIII festival internazionale del cinema Sociali Applicate 1993. come “caso” di politica pubblica ¥ IGOR JOGAN - giovane ¥ ALESSIO LUCAROTTI, A Lucca Comics ’95 (La DOMENICO PATASSINI, Scuola Pvs. Stage Etiopia su rosa di Bagdad) ¥ MICHELE SERRA - MARILENA ZANE, Il a. II, n. 3, 1994 leasing fondiario e gestione dei suoli urbani ¥ FRANCE- Festival del futuro: Cinema dell’Europa centro-orien- FRANCESCO BANDARIN, Planning in USA: cresce la SCO INDOVINA, Nuove procedure di finanziamento del- tale ¥ VI Festival del cinema africano 1996 ¥ ANTONIO domanda di formazione, chiudono le scuole ¥ ARNALDO la ricerca: autonomia e responsabilità dei dipartimenti GARBISA, Teatro alla Scala, terra di conquista per CECCHINI, Nouvelle Vague: il gioco delle Venezie pos- ¥ ARMANDO BARP - AURELIA DE BENEDETTI - GUIDO mezzosoprani in carriera ¥ ANTONIO GARBISA, Joaquin sibili ¥ CLAUDIO CALVARESI, Esperienze di pianifica- ZORDAN, La laguna di Venezia: un’analisi percettiva ¥ Cortes incanta Milano ¥ MICHELE SERRA, Beppe Gril- zione strategica in alcuni contesti europei ¥ GIORGIO FRANCESCA ARTICO - LICIA CASARIN, Il museo: dalla lo: tra impegno e spettacolo, incontrando Cacciari ¥ LOMBARDI, L’area urbanistica nel nuovo ordinamento difesa della memoria alla produzione continua di cul- NEDA FURLAN, Clayman: l’eroe in jeans. ¥ DOMENICO PATASSINI, Programma didattico speciale tura ¥ FRANCESCO BANDARIN, La qualità e il tempo. Il 1994 ¥ NICOLA SINOPOLI, C’è domanda di tecnici contributo scientifico di Giovanni Ferracuti alla cultu- dell’Industrial Design? ¥ PAOLO PERULLI, Professioni- ra dell’ambiente costruito ¥ BERTRAND BELLON, L’Etat sti nelle organizzazioni: una ricerca sul progettista structure les proximités dans économie globalisée ¥ Cronache Ca’ Tron Industrial Designer nell’industria veneta ¥ LUCIANO CLIFF HAGUE, Planning Education and The Planning IUAV VETTORETTO, Note sull’attività del Dottorato di ricer- Profession: the British Experience ¥ Le “Tre Giornate ca in Politiche pubbliche del territorio ¥ UGO ISCHIA, di Ca’ Tron”. direttore resp: Francesco Indovina Dottorato di ricerca in pianificazione territoriale: pro- comitato di direzione: Ugo Ischia, Chiara Mazzoleni, gramma di attività 1994 ¥ MARCELLO BALBO, Un nuovo a. III, n. 6, 1995 PVS DOMENICO Gaddo Morpurgo, Liliana Padovani statuto per la Scuola di Specializzazione ¥ MICHELANGELO SAVINO, Il Laboratorio introduttivo PATASSINI coordinamento: Liliana Padovani , Stage Etiopia 1993: riqualificazione urba- del Primo anno ¥ LUIGI DI PRINZIO, Il Diploma univer- redazione: Monica Zabotto na e catasto ¥ ALBERTO MARESCOTTI - PAOLA sitario in Sistemi informativi territoriali ¥ Programmi ZOCCARATO periodicità: quadrimestrale , Riorganizzazione dello spazio stradale: di formazione dell’Unione Europea ¥ MARCELLO BALBO, editore: IUAV, Venezia l’esperienza degli erven olandesi, un manuale, un’ap- Un progetto di Upgrading della Scuola Pvs ¥ ENRICO PIA MICCOLI sede della redazione: IUAV - Istituto Universitario di plicazione progettuale ¥ , Analisi e classi- FONTANARI, Pianificazione locale in aree non urbane. architettura - Ca’ Tron - S. Croce 1957 - 30125 Venezia ficazione di immagini da satellite per lo studio del Un’esperienza di formazione e assistenza tecnica in - tel. 041/2572102 - 2572103 territorio: approcci statistici, strutturali e neurali ¥ centro America ¥ ARNALDO CECCHINI, Mondi artificiali CRISTINA BIANCHETTI , Comparazione e biografie nel- e analisi territoriale ¥ LUDOVICA SCARPA, Miracolo a a. I, n. 1, 1993 l’analisi della dispersione territoriale ¥ EZIO MICELLI, Berlino. Un caso di mutuo soccorso di vicinato nella ex LILIANA PADOVANI, Perché Ca’ Tron e a che cosa Alcune note intorno al rapporto tra pianificazione e Berlino Est ¥ ROBERTO ERCH TREVISIOL, Sviluppo loca- dovrebbe-potrebbe servire ¥ PIER LUIGI CROSTA, Il valutazione. le autosostenibile e città dei Paesi in via di sviluppo ¥ nuovo ordinamento del Corso di laurea in Pianifica- VIRGINIO BETTINI, Metodologie per la definizione della zione territoriale, urbanistica ed ambientale: la re- a. II, n. 4, 1994 significatività degli impatti della pratica della Via istituzionalizzazione della pianificazione territoriale CROSTA PIER LUIGI, Ordinamento nuovo e vecchi pro- (Eia, Fonsi, Masaqhe, Eis) ¥ VITTORIO MANFRON - come area di formazione indipendente ¥ FRANCO blemi: la prima attuazione del progetto Iuav per il PIETRO ZENNARO, Nuova tecnologia significa manu- MANCUSO, L’insegnamento dell’urbanistica nel Corso Corso di laurea in Pianificazione territoriale, urbani- tenzione postnatale? ¥ STEFANO TASSETTO, L’evoluzio- di laurea in Architettura (alla luce del nuovo ordina- stica ed ambientale ¥ MARCELLO BALBO - BRUNO ne del modello insediativo e del paesaggio: la mento) ¥ DOMENICO PATASSINI, La ricerca nel Daest ¥ CASETTI, Lo Iuav e il programma Med-Campus ¥ IGOR centuriazione a nord-est di Padova ¥ ANTONIO GIUSEPPE LONGHI, 1942-1992 Cinquantanni dalla leg- JOGAN, I sit a Ca’ Tron ¥ GADDO MORPURGO, Centro MASSARUTTO, Sì, no, dipende: cause, effetti e rimedi ge urbanistica ¥ PAOLA SOMMA, La modernizzazione interdipartimentale “Giovanni Astengo” ¥ Bozza del dell’alluvione ¥ EZIO MICELLI, La valutazione del patri- dell’urbanistica e l’opera dei grandi monopoli ¥ PAOLA piano triennale 1994-1996 ¥ Proposta di progetto monio immobiliare pubblico. VIGANÓ, Una ricerca europea ¥ GIOVANNI FERRACUTI, Archivio Venezia ¥ FRANCESCO INDOVINA - FRANCA Scuola di Specializzazione PVS: perché e come ¥ Stage MATASSONI, Daest Osservatorio Venezia ¥ BRUNO della scuola di specializzazione: ENRICO FORNARI, Stage DOLCETTA, Modello organizzativo e rete di relazioni 1991 - Colombia: risanamento di un’area urbana a del centro di servizio Interdipartimentale di Cartografia Diastema Cartagena de Indias ¥ DOMENICO PATASSINI, Stage e Fotogrammetria (CICaF) ¥ MARISA SCARSO, La strut- rivista di cultura e informazione musicale 1993 - Ethiopia: gestione e riqualificazione urbana tura del CICaF ¥ ROSA BONETTA, La Sezione di nelle città secondarie ¥ LAURA PETRELLA, L’attività cartografia del CICaF ¥ ALBERTA BIANCHIN, La Sezio- resp. editoriale: Paolo Troncon seminariale della Scuola di Specializzazione ¥ IGOR ne di telerilevamento del CICaF ¥ ANDREINA ZITELLI, direttore resp.: Mara Zia JOGAN, Si istituisce allo Iuav il Diploma sui Sistemi Intervento pilota sperimentale per il recupero biologi- comitato di redazione: Marcello Conati, Teresa informativi territoriali ¥ SILVIO GRIGUOLO, Addati: un co della Laguna veneta: Palude della Rosa. Il progetto Camellini, Carlo De Pirro, Stefano Mazzoleni, Gian pacchetto per un’analisi esplorativa dei dati ¥ MANUELA Daest ¥ Cooperazione allo sviluppo: uno studio socio- Guido Mussomeli, Gianni Ruffin, Guido Salvetti, Pao- SAVOIA, La documentazione statistica. Panoramica su economico nel Tagant (Mauritania) ¥ PAOLO SAN- lo Troncon, Mara Zia TACROCE, Un sistema di “allerta rapida e di sicurezza alcune principali fonti internazionali. periodicità: quadrimestrale alimentare” per il Corno d’Africa ¥ MARTINO PESARESI, editore: Associazione Musicale Ensemble ’900, Treviso Immagini da satellite, applicazioni territoriali ¥ PAOLA sede della redazione: piazza ex Convento Cappuccine, DEKLEVA, Inquinamento da rumore: normative, tecno- 6 - 31100 Treviso logie e politiche di intervento ¥ EVA CASANOVA - GUIDO FABBRICA, Ravenna: un parco, un territorio ¥ EZIO n. 1, gennaio 1992 MICELLI, La valutazione dei beni ambientali ¥ GADDO MATTEO SEGAFREDDO (a cura di), Franco Donatoni, la MORPURGO, Tra le immagini del territorio. figura del compositore oggi ¥ ELISABETTA FERRARI (a cura di), Il ruolo del Maestro sostituto ¥ GIANFRANCO a. II, n. 5, 1994 MUSSOMELI, Antonio Carlos Gomes, un musicista tra EDOARDO SALZANO, Questioni del Corso di laurea in scapigliatura e verismo ¥ ELISABETTA PIROLO, Debussy Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale ¥ e il balletto: differenti aspetti del rapporto col testo e ANNA MARSON, Il nuovo istituto del tirocinio nel Corso con l’azione coreutica ¥ PAOLO TRONCON, L. van

51 Beethoven: Sonata op. 111. Apporti analitici all’inter- musicali al Teatro Anatomico dell’Università di Pado- l’interpretazione delle opere atonali di Arnold pretazione musicale. Parte II: Arietta ¥ CARLO DE PIRRO, va tra la fine del XVI e l’inizio del XVIII secolo ¥ ARKAIJ Schönberg ¥ CLAUDIO BOLZAN, La seduzione mortale. L’automemoria di una composizione: due soluzioni in GEORGEVIC MICHAJLENKO, Sergei Taneev: un “Padre simboli e tematiche musicali nella Montagna incantata Debussy e Webern ¥ MICHELE POZZOBON, Polifonia Matini” russo. di Thomas Mann ¥ ROBERTA BORTOLOZZO, Tracce di rinascimentale veneta e trevigiana in un microfilm di Illuminismo scientifico nella tecnica musicale del Set- Knud Jeppesen ¥ MARIO PAOLINI, Il centro di n. 5, giugno 1993 tecento veneto ¥ MARIA GIRARDI, Gino Tagliapietra ¥ Musicoterapia sonologico-cognitiva di Mestre ¥ MARA CD - Domenico Scarlatti: Sonate a due cembali. Ilario TERESA CAMELLINI - MARCELLO CONATI, Storia della ZIA, Lineamenti di storia dell’acustica dalle origini Grigoletto - Elena Modena. musica. Una proposta rivolta alla scuole medie supe- all’epoca moderna. Il Trattato di William Holder ¥ SPECIALE LUIGI NONO: PHILIPPE ALBERA, Conversazio- riori, ai Conservatori, ai Licei sperimentali annessi ai GIANNI RUFFIN, L’implosione dello stile. Riflessioni sul ne con Luigi Nono ¥ CARLO DE PIRRO, Intervista ad Conservatori ¥ LUCA ZOPPELLI, Eros e Trasfigurazione. rapporto tra forma e sostanza musicale in Mozart ¥ Alvise Vidolin ¥ HEINZ-KLAUS METZGER, Il Quartetto, Ancora su Tristan Schopenhauer e la drammaturgia GIANNI RUFFIN, Sinfonia K550 in Sol minore di W.A. ovvero il punto di rottura? ¥ PAOLO TRONCON, J. wagneriana ¥ GIUSEPPE LI VOLSI, Breve itinerario Mozart ¥ GILBERTO GIUSTO, Jazz: Presentazione della Brahms: le 16 variazioni op. 9 per pianoforte su tema gouldiano. rubrica ¥ FRANZ ELSEN, Softly as in a morning sunrise. di R. Schumann (I parte) ¥ ELENA MODENA, Il tratta- mento della dissonanza nelle Sonate K 81, 88, 89, 90 e n. 10, maggio 1995 n. 2, aprile 1992 91 di Domenico Scarlatti realizzate a due clavicembali GIOVANNI UMBERTO BATTEL, Analisi dell’interpreta- PAUL HESS (a cura di), E. Furtwängler, moglie di ¥ GUIDA AL CD: ELENA MODENA, Guida al Cd. Le sonate zione. Le nuove metodologie (I parte) ¥ MAURIZIO Wilhelm Furtwängler: la figura di compositore del K81, 88, 89, 90 e 91 di D. Scarlatti per due clavicembali BIONDI, L’intermezzo sinfonico dei Troyens: questioni marito ¥ LUIGI LERA, Le funzioni tonali della fuga: a che ¥ MARCELLO CONATI, Il linguaggio musicale di Giaco- storiche, musicali e drammaturgiche ¥ LUCIA MORATTO, cosa serve la mutazione? Soggetto e risposta ¥ GUIDO mo Puccini (a proposito di Madama Butterfly) ¥ TERE- Fra tradizione e riforma: il Telemaco di Coltellini e SALVETTI, Le dieci sonate per pianoforte di Alexander SA CAMELLINI, Teoria e prassi dell’educazione sonoro/ Gluck ¥ FEDERICO MARIA BARNABA, Basi midi per la Skrjabin ¥ LUIGI VERDI, Aspetti del linguaggio armoni- musicale. Un compendio di nuove idee, o una diversa musica classica ¥ ROBERTO FAVARO, L’ascolto del co di Alexander Skrjabin. Sguardo alla produzione sistemazione ed elaborazione di idee già affermatesi? romanzo ¥ ROBERTA BORTOLOZZO, La musica nel film pianistica ¥ FRANCESCO SCARPELLINI PANCRAZI, Intro- ¥ PAOLO ROTILI, A. Webern: la Sinfonia op. 21 ¥ MARIA A midsummernight’s sex comedy di Wooody Allen ¥ duzione all’analisi Shenkeriana. Principi teorico pra- GIRARDI, Gli studi per pianoforte di A. Skrjabin ¥ LUIGI TERESA CAMELLINI, “Nicchia, ovvero il locale è l’uni- tici ¥ EMILIO PAPPINI, Da Broadway a Hollywood. VERDI, La musica sinfonica in Russia nel periodo 1850- versale”. Intervista a Walter Zimmermann. Teatro musicale negli Stati Uniti tra palcoscenico e 1914. schermo. ROBERTO FAVARO, La categoria del Brutto: n. 6, novembre 1993 n. 11, 1995 dal pensiero estetico all’ambito musicale (parte I) ¥ Intervista a Nuria Schonberg Nono (a cura di Carlo de CD - Adriano Banchieri. Il Festino del giovedì grasso. LUCA ZOPPELLI, Strutture narrative nel teatro musicale Pirro) ¥ GIOVANI UMBERTO BATTEL, Analisi dell’inter- ottocentesco ¥ GIANNI RUFFIN, L’implosione dello stile. La Pazzia senile. Ottetto polifonico Patavino. Dir. Bruno Pasut. pretazione. Un sistema di regole quantitative per l’edu- Riflessioni sul rapporto tra forma e sostanza musicale cazione musicale (parte II) ¥ MARIO MUSUMECI, Didat- MARA ZIA, Intervista a Giovanni Acciai ¥ ANTONIO in Mozart (parte II) ¥ PAOLO FURLANI, Monteverdi: tica dell’analisi musicale: luoghi comuni e categorie ANICHINI, Gli artifici contrappuntistici nel finale della Sestina “Lagrime d’amante al sepolcro dell’amata” ¥ metodologiche. La Corrupta lectio ¥ ANTONIA PIVA, La Sinfonia in Do magg. K.V. 551 di W.A. Mozart ¥ PAOLO MARA ZIA, F.J. Haydn: Quartetto op.76 n. 3 “dell’im- musica greca: viaggio dell’anima tra mito e tragedia ¥ TRONCON, J. Brahms: le 16 variazioni per pianoforte peratore” ¥ STEFANO MAZZOLENI, Carl Orff: “Carmina MICHELE BIANCHI, E diedi il canto agli astri, al ciel. La op. 9 su tema di R. Schumann (II parte) ¥ CLAUDIO Burana” ¥ MAURO STOCCO, Ricordo di Miles Davis. luce naturale nei libretti musicati da Giacomo Puccini BOLZAN, E.T.A. Hoffmann: gli anni di apprendistato ¥ ¥ LUIGI LERA, Le sorgenti della polifonia: una ricerca n. 3, luglio 1992 CARMINE MOSCARIELLO, Modernità e tradizione nella avventurosa ¥ TERESA CAMELLINI, Walter Zimmermenn: CARLO DE PIRRO (a cura di), Aldo Ciccolini ¥ MARA ZIA, poetica musicale di Mieczyslaw Karlowicz ¥ GIANNI Selbstvergessen, composizione per voci [femminili o Tullio De Piscopo e Massimiliano Damerini ¥ JEREMY RUFFIN, Wolfgang Amadeus Mozart: Idomeneo Re di bianche] con strumenti obbligati (II parte) ¥ ROBERTO NORRIS, Il primo e l’ultimo preludio di Sergej Creta - K 366 ¥ FIORELLA CAPPELLI, La formazione CALABRETTO Rachmaninov ¥ GIULIANO FURLANETTO, La didattica professionale del musicista nelle istituzioni europee e , Considerazioni su un musicista inattua- le: Nino Rota ¥ GIULIANO FURLANETTO, “Al flauto del flauto “traversieère” in Francia tra ’700 e ’800 ¥ americane ¥ PAOLO AITA, La Rinascita di un genere. Gli traversiere composizioni per violino?” “Sì è possibi- ELENA MODENA, Il concetto di coerenza secondo la Stabat Mater di A. Part e S. Satoh ¥ LUIGI LERA, Ottave teoria schenkeriana. Appunti per una verifica analitica e quinte parallele. Considerazioni in margine a un le”. Alcune osservazioni di una prassi esecutiva. O meglio, legittimazione di una scelta artistica. ¥ PAOLO TRONCON, Ricordo di Oliver Messianen. Lin- antico divieto. guaggio e tecnica compositiva in Technique de mon langage musical. Introduzione all’analisi del Quatuor n. 7, marzo 1994 pour de mon la fin du temps ¥ ALESSANDRA DE CD - Francesco Cavalli. Messa Concertata (1656). SALVADOR, L’ambiente culturale veneto nel Rinasci- “Cappella Sine Nomine”. Dir. Carlo Rebeschini. Informazioni e studi vivaldiani mento e le relazioni tra armonie musicali ed archi- FRANCO ROVESTI, Aspetti strutturali del silenzio in tettoniche ¥ GIANGUIDO MUSSOMELI, Andrea Chénier: musica ¥ RENATO CALZA, L’ultimo degli esteti. M. direttore: Antonio Fanna appunti e considerazioni ¥ ROBERTO FAVARO, La cate- Ravel e il Decadentismo francese ¥ MARIA GIRARDI, condirettore: Michael Talbot goria del Brutto: dal pensiero estetico all’ambito mu- Boris Pasternak e la musica ¥ MARIO PIATTI, Didattica periodicità: annuale sicale (parte II) ¥ PAOLO AITA, Sacro e Poetico nelle della musica: tra presente e futuro ¥ ELISABETTA PIROLO, editore: Ricordi, Milano messe di Ludwig van Beethoven ¥ GIANNI RUFFIN, Il giovane Stravinskij a Parigi ¥ VENIERO RIZZARDI, K. sede della redazione: Istituto Italiano Antonio Vivaldi L’implosione dello stile. Riflessioni sul rapporto tra Stockhausen e L. Nono. Teoria e invenzione musicale - Fondazione Giorgio Cini - Isola di S. Giorgio Maggio- forma e sostanza musicale in Mozart (parte III) ¥ 1952-59 ¥ WOLFANGO DALLA VECCHIA, Critica ogget- re - 30124 Venezia - tel. 041-5289900 tiva, analisi e didattica della composizione ¥ CARLO DE ELISABETTA PIROLO, Richard Strauss: Josephlegende ¥ n. 15, 1994 MARA ZIA, Frederic Chopin: Fantasia op. 49 ¥ STEFA- PIRRO, Il mosaico del comporre. Influenza formale e PETER RYOM, Les doubles dans les partisions d’opéra NIA NESO, Gabriel Fauré: Una Sainte et son auréole. significante delle figure retoriche ¥ RITA PEIRETTI, Mitridate Re del Ponto, storia di un “prestito”. de Vivaldi ¥ LIVIA PANCINO, “Arsilda regina di Ponto”: per una ricostruzione della versione primitiva ¥ n. 4, gennaio 1993 n. 8, ottobre 1994 GASTONE VIO, Ancora sull’ultima residenza vivaldiana CD - Gesualdo da Venosa I o II libro di madrigali. CD - Niccolò Paganini. Sonate per violino e chitarra. ¥ JUTTA WENDE, Ein Porträt Don Antonio Vivaldis? ¥ Quintetto vocale italiano. Giuliano Carmignola - Massimo Scattolin. FEDERICO MARIA SARDELLI, Ciuffi rossi ed altri detta- SPECIALE ROSSINI: PAOLO PINAMONTI, Un Sigismondo TERESA IDA BOTTA, Improvisations (?) sur Mallarmé ¥ gli. Per una riconsiderazione dell’iconografia vival- in tre agnizioni ¥ ANGELO FOLETTO, Un genio medio- LUCA CONTI, Strategie analitiche per le opere di Edgar diana ¥ M. TALBOT (a cura di), Miscellany ¥ R.C. TRAVERS cre? ¥ GIANNI RUFFIN, Valenza storica del comico in Varèse ¥ ALESSANDRA LAZZERINI BELLI, Hegel e Listz: (a cura di), Discographie Vivaldi n. 15 - 1993. Rossini in margine all’“Italiana in Algeri” ¥ LUCA un incontro sulla musica ¥ CARMINE ESPOSITO, Michael ZOPPELLI - CARLIDA STEFFAN, Appunti su Semiramide. Nyman. Il protagonista di una rinascita ¥ CRISTINA n. 16, 1995 Valenze progressive di un’opera “passatista” • GIAN- GRACIS - BRUNO BETTINELLI, ...Raccontando Ettore LIVIA PANCINO, Le opere di Vivaldi nel raffronto fra GUIDO MUSSOMELI, Le opere di Rossini, discografia Gracis ¥ DONATA PADERNI, ...Passeggiando... I primi libretti e partiture. I: “Ottone in villa ”; “Orlando finto ragionata ¥ GUIDA AL CD: LUIGI LERA, Gesualdo da anni di studio del pianoforte: chiusura o apertura di pazzo”; “Arsilda regina di Ponto”; “L’incoronazione Venosa. Madrigali ¥ LUIGI LERA, Il raddoppio della orizzonti? ¥ RENATO CALZA, Osservazioni sul Finale di Dario” ¥ CARLO VITALI, I nove “principi di altezza” terza: un’analisi funzionale ¥ PAOLA DATO, J.S. Bach: del IV Atto delle Nozze di Figaro ¥ ENZO FANTIN, Anno corrispondenti di Vivaldi e la dedica enigmatica del la fuga V in re maggiore del Clavicembalo ben Tempe- liturgico ed espressione musicale. Concerto RV 754. Alla ricerca dell’indirizzario perduto rato ¥ CAMILLO LO SURDO, Gli strumenti musicali a ¥ KEES VLAARDINGERBROEK, Venetian Echoes on controllo numerico e l’espressività esecutiva ¥ FABIO n. 9, dicembre 1994 Northen Canals: Some Observations on Vivaldi’s Music FERRUCCI, Il Metodo per pianoforte di Klaus Runze: CD - Musiche del Barocco italiano. in the Netherlands ¥ GASTONE VIO, Antonio Vivaldi Two hands-Twelve notes ¥ STEFANO DA ROS (a cura di), Intervista a Pierre Amoyal (a cura di Dimitri Romano) chierico veneziano ¥ M. TALBOT (a cura di), Miscellany Brian Ferneyhough ¥ ELISABETTA PIROLO, Esecuzioni ¥ SUSANNA PASTICCI, Fra analisi musicale e storia: ¥ R.C. TRAVERS, Discographie Vivaldi n. 16 - 1994.

52 Musica e Storia Teatro! Note sul teatro anatomico di Padova ¥ LINO Conservazione dei Beni Culturali: quali prospettive ¥ SCALCO, Per una storia sanitaria del Padovano. I patri- BENIAMINO PONTE, I corsi di laurea in Conservazione direzione: Lorenzo Bianconi, Giulio Cattin, F. Alberto moni ospedalieri fra degrado e salvaguardia ¥ ATTILIO dei Beni Culturali in Italia ¥ GUGLIELMO MONTI, Dove Gallo, Giovanni Morelli CECCARELLO, L’opera di Daniele Calabi per le cliniche finisce il vecchio e comincia il nuovo? ¥ PAOLA SARTORI, redazione: Patrizia Dalla Vecchia, Antonio Diano, universitarie e il nuovo ospedale di Padova ¥ ROBERTO Gli enzimi nella pulitura dei dipinti. Paolo Russo TOSATO - ATTILIO CECCARELLO, Intervista a Donatella periodicità: annuale Calabi ¥ ANTONIO SUSANI, Alcune considerazioni sulla editore: Il Mulino, Bologna - Fondazione Ugo e Olga progettazione dell’ospedale per la città di Padova ¥ Levi, Venezia CRISTINA PALLINI, Milano Niguarda: Protesi Connes- Qnst sede della redazione: Fondazione Ugo e Olga Levi - S. sione Innesto ¥ GABRIELE CAPPELLATO, Il progetto del- il giornale degli artisti Vidal 2893 - 30124 Venezia - tel. 041/786711 l’Istituto Neuropsichiatrico di Vienna di Boris Podrecca. direttore: Giorgio Nonveiller n. I, 1993 direttore resp.: Simonetta Pento WILLIAM WEBER, Toward a Dialogue between Histo- redazione: Riccardo Caldura, Massimo Donà, Silvestro rians and Musicologist ¥ F. ALBERTO GALLO, Musica e Opera e libretto Lodi, Luigi Viola, Francesco Correggia, Carlo Togno- storia nel Medioevo. Appunti da tre letture ¥ JUDITH P. lina, Piergiorgio Colombara AIKIN, Heinrich Schütz and Martin Opitz. A New basic Collana “Studi di musica veneta” promossa dalla Fon- editore: Grafiche Veneziane, Venezia for German Vocal Music and Poetry ¥ RICCARDO dazione Cini sede della redazione: Dorsoduro, 3499 - 30123 Vene- CARNESECCHI, La sovranità in scena fra Piovoso e a cura di: Maria Teresa Muraro e Giovanni Morelli zia - tel. 041-5205428 Termidoro: fortune e censure ¥ WILHELM SEIDEL, editore: Olschki, Firenze Instrumentalmusik und Hörer. Anmerkungen zur sede della redazione: Istituto per le Lettere, il Teatro e n. 4, settembre-dicembre 1993 Problemgeschichte und ein Versuch über die zweite il Melodramma - Istituto per la Musica - Fondazione GIORGIO NONVEILLER, Quale cultura per Venezia? ¥ Ballade in F-dur, op. 38, von Chopin ¥ ANTONIO Giorgio Cini - Isola di San Giorgio Maggiore - 30124 UMBERTO CURI, Identità e futuro della Biennale di SERRAVEZZA, Max Weber: la storia della musica come Venezia - tel. 041-5289900 Venezia ¥ RICCARDO CALDURA, Theatrum artis: note processo di razionalizzazione ¥ Dai seminari della sulla Biennale ¥ MASSIMO DONË, Un pomeriggio di Fondazione Levi: KONRAD J. BOSSARD, Il canto L’ultimo fascicolo uscito è il vol.II, 1993, segnalato sul settembre alle Corderie ¥ ALVISE VIDOLIN, Musica monodico ‘Stolp’ (Znamennyi-Rospev) nella tradizio- “Notiziario”, n. 14. nello spazio ¥ VENIERO RIZZARDI, Luigi Nono e la ne della chiesa russo-ortodossa. La salmodia ¥ PHILIPPE continuità ¥ LUIGI VIOLA, Insularità dell’Arte ¥ CARLO BERNARD, Le cantique des Trois Enfants (Dan. III, 52- SINI, Il paradosso dell’isola ¥ ACHILLE BONITO OLIVA, 90) et les répertoires liturgiques occidentaux, dans Il critico, l’artista e le isole dell’Arte ¥ SILVESTRO LODI, l’Antiquité tardive et le haut Moyen Agc ¥ OLIVER Progetto Restauro Arte punto zero ¥ FRANCESCO TOMATIS, L’immagine CULLIN, La psalmodie directe romaine et grégorienne. quadrimestrale per la tutela dei Beni Culturali della singolarità nell’estetica di Pareyson ¥ PIERGIORGIO Relations culturelles et modes d’echenges musicaux: COLOMBARA, La centralità del perché ¥ FRANCESCO l’exemple des cantica et des traits ¥ BONIFACIO direttore: Giulio Bresciani Alvarez CORREGGIA, Il corpus dell’Arte ¥ VASCO BENDINI, La BAROFFIO, I versetti antifonici nei libri gregoriani. Una vicedirettore: Anna Pietropolli libreria di Parolini ¥ GIORGIO GRIFFA, Dalla memoria particolare forma di tropo? ¥ ALBERTO TURCO, Forme redazione: Maria Sole Crespi, Luca Parisato, Paola che ricorda alla memoria che costruisce ¥ FABIO MAURI, di salmodia nel canto milanese. Sartori Introduzione a “Un appartamento” ¥ EMILIO ISGRÓ, periodicità: quadrimestrale “Dalla cintola in su tutto il vedrai” ¥ ALIK CAVALIERE, n. II, 1994 editore: Il Poligrafo, Padova Le leggi eterne dell’Arte ¥ UGO CARREGA, Elogio della BONIFACIO G. BAROFFIO - SOO JUNG KIM, Una nuova sede della redazione: via G. Cantore, 8 - 31100 Treviso marginalità ¥ LUCA MUSCARË, Tecnologie della libertà testimonianza beneventana. Frammenti di graduale - - tel. 0422/424246 e rituali della creazione ¥ ROBERTO FERRUCCI, Accade- tropario - sequenziario a Macerata ¥ GIOVANNI MO- mia. RELLI, Prima che l’ultimo osso di svegli. Le musiche di a. I, n. 0, maggio 1995 Venezia prestate alla querelle antistorica nella Bildung ANNA PIETROPOLLI, Perchè “Progetto Restauro” ¥ n. 5, gennaio-aprile 1994 retrospettiva di Rousseau ¥ Dai seminari della Fonda- GIULIO BRESCIANI ALVAREZ, Per una filosofia del re- LUIGI VIOLA, Un Museo d’Arte Contemporanea a Mestre zione Levi: ENZO DEGANI, Ricordo di Giovanni Comotti stauro ¥ SERGIO RAVAGNAN, Il restauro degli altari ¥ RICARDO MARIA VIADEL, Le Facoltà di Belle Arti in ¥ GUIDO AVEZZU Papyrus Hibeh I, 13: Anonymi Fra- della chiesa delle Eremite a Venezia ¥ GUGLIELMO Spagna ¥ MASSIMO DONË, Le cose dell’arte ¥ MASSIMO gmentum De Musica ¥ WALTER LAPINI, Ancora su MONTI, Alcuni appunti su una vecchia legge ¥ PAOLA CACCIARI, Isole del male. Riflessioni sull’insularità Papyrus Hibeh I, 13 ¥ ANDREW BARKER, The Daughters SARTORI, Appuntamenti nel Triveneto. ‘estetica’ ¥ CARLO TOGNOLINA, L’intenzione rifondativa of Memory ¥ DONATELLA RESTANI, Orfeo senza Euridi- ¥ VINCENZO VITIELLO, Exaiphnes ¥ GIANFRANCO PARDI, ce: un’indagine su fonti e studi ¥ JON SOLOMON, Apollo a. I, n. 1, ottobre 1995 Accecante trasparenza. Una riflessione su Cézanne ¥ and the Lyre ¥ ELISA AVEZZU - MARIA GRAZIA CIANI, La ANNA PIETROPOLLI, Uno spazio aperto alle opinioni ¥ FABRIZIO PLESSI, Plessi su Plessi ¥ UGO LA PIETRA, cetra di Achille. Melodia e parola nella cultura greca RENZO FONTANA, Il restauro dell’edilizia minore ¥ Nuovi confini altri territori ¥ ENNIO FINZI, Alla ricerca da Omero a Filostrato ¥ FRANCOIS FRONTISI-DUCROUX, GIORDANO ALLEGRO, Il Gattamelata a Padova: ragio- della pittura ¥ GIAN PIERO BRUNETTA, Metamorfosi del Athéna et l’invention de la flûte ¥ FRANCOIS LIS- ni di un intervento ¥ ROBERTO GALEAZZO, Intervento di visibile nel cinema italiano del dopoguerra ¥ PAOLO SARRAGUE, Orphée mis à mort ¥ PAOLO SCARPI, Miti manutenzione del basamento lapideo della statua eque- BIANCHI, L’arte della mostra ¥ MASSIMO DONË, Pro- musicali o musicalità del mito? stre del Gattamelata di Donatello a Padova ¥ RENATO getto Biennale del terzo millennio ¥ RICCARDO CALDURA, PORTOLAN, Il restauro dei restauri. A proposito di un Centro studi per il contemporaneo ¥ GIORGIO NON- intervento nella chiesa di San Leonardo a Provesano ¥ VEILLER, Ricordando Giuliano Briganti. MARINA DAGA, Il restauro della Cappella Battaglia Naos nella chiesa degli Ognissanti a Venezia ¥ MAURO BUFFI, n. 6, maggio-dicembre 1994 il luogo abitato A scuola di restauro ¥ MARIA SOLE CRESPI, Gli affreschi SILVESTRO LODI, Il polo del contemporaneo ¥ CLAUDIO di San Leonardo a Orgnano ¥ RENZO RAVAGNAN, Nota AMBROSINI - PAOLO PINAMONTI, Musica e Ars Topiaria direttore resp.: Antonio Draghi d’archivio a margine di una ricerca documentaria su ¥ PAOLO PIVA - DENYS ZACHAROPOULOS - RICCARDO direttore di redazione: Sergio Ventura Palazzo Grassi di Chioggia ¥ PAOLA SARTORI, I saponi CALDURA, Austria - Arte: Aspetti istituzionali ed inno- redazione: Gabriele Cappellato, Massimo Carta resinosi nella pulitura dei dipinti. vazioni ¥ UMBERTO CURI, Téchne e Poiesis ¥ NICOLA Mantiglia, Attilio Ceccarello, Michele Franzina, Mar- CARRINO, Ancora sul fare: tra concetto e oggetto la co Giralucci, Antonio Mengato, Sandra Paccagnella, a. II, n. 2, marzo 1996 condizione del progetto ¥ RICCARDO GUARNIERI, Qual- Caterina Saccardo, Antonio Susani, Roberto Tosato GIULIO BRESCIANI ALVAREZ, Per la rinascita della che pensiero sul colore ¥ ERNESTO L. FRANCALANCI, editore: Ordine degli Architetti della Provincia di Pado- Fenice ¥ ANTONIO DRAGHI, A proposito di progetto, di Is(t)mi ¥ MAURO SAMBO, L’artista estremo ¥ DIEGO va restauro, di manutenzione ¥ ETTORE VIO, Il convento di ESPOSITO, Sull’Accademia j’accuse ¥ RICCARDO CAL- sede della redazione: Galleria Porte Contarine, 4 - San Bartolomeo e Rovigo. Aspetti del restauro per il DURA, Isole non trovate ¥ CARLO TOGNOLINA, L’inten- 35100 Padova - tel. 049-662340 recupero ad uso museale ¥ NICOLETTA LAZZARINI, Il zione rifondativa ¥ GIANGIORGIO PASQUALOTTO, Sul- monastero di San Bartolomeo a Rovigo. Dal restauro l’apparente insularità dell’opera d’arte ¥ ROMANO n. 1, 1994 alla storia dell’arte ¥ MARINO BALDIN, I restauri della GASPAROTTI, Sei passi nei paradossi dell’arte ¥ SERGIO L’architettura della salute: SERGIO VENTURA, Ci ex chiesa dei SS. Cornelio e Cipriano a Taibon Agordi- GIVONE, Arte e Metafisica ¥ GIORGIO NONVEILLER, riproviamo ¥ SERGIO BRENNA, Storia di una metafora no ¥ VASCO FASSINA - MARISOL ROSSETTI - EMANUELA Un’idea di A-ISM ¥ ALBERTO FOLIN, Appunti sull’ “Im- tipologica. Alle origini dell’ospedale contemporaneo: ZUCCHETTA, Il restauro degli affreschi di J. Guarana magine pensante” leopardiana ¥ MARGHERITA PIERACCI tra Henry Ford e Tony Garnier ¥ ANTONIO SUSANI, nella cappella del SS. Sacramento in San Giacomo HARWELL, La ‘nova virtù’ di creare immagini. Storia dell’Ospedale Civile di Padova. Un cantiere dell’Orio a Venezia ¥ CHIARA SEMENZATO, Laureati in urbano aperto da due secoli ¥ GIOVANNI CAGNONI, A

53 Rassegna veneta di studi musicali a. III, n. 6, estate 1994 GIORDANO PAVAN, Appunti su Francesco Brandolin ¥ ROBERTO FIORETTI, Editoriale ¥ PAOLO GAETANI, Re- LUCIANO SARI, Il progetto di restauro ¥ IMPRESA comitato di direzione e redazione: Anna Laura Bellina, golamentare una professione: situazione e prospettive BRANDOLIN, Il restauro edile dell’osteria Arman. Giulio Cattin, Sergio Durante, Elisa Grossato, Adriana ¥ GIACOMO CASARIL, La cosidetta sanatoria: alchimie Guarnieri Corazzol, Antonio Lovato, Giovanni Morelli, o equità ¥ MARZIA DAINA, L’A.C.R. in Lombardia ¥ ANNA Paolo Pinamonti, Luca Zoppelli PIETROPOLLI, Una Pala inedita di Gaspare Diziani ¥ periodicità: annuale CARLO SPIRONELLI, Aspetti della scultura gotica a Saggi e Memorie di storia dell’arte editore: Cleup, Padova Treviso ¥ ELISABETTA RIVA DE BETTIN, L’arte dise- sede della redazione: Dipartimento di storia delle arti gnativa di Giuseppe Diamantini e nuove acquisizioni ¥ direttore: Alessandro Bettagno visive e della musica dell’Università di Padova - Piazza MARCO MASOBELLO, Intervento di restauro sugli affre- consulta scientifica: Alessandro Bettagno, Vincenzo Capitaniato, 7 - Padova -35139 Padova / Dipartimento schi della chiesa di San Rocco a Conegliano ¥ MARINA Fontana, Decio Gioseffi, Giovanni Lorenzoni, Giuseppe di storia e critica delle arti dell’Università di Venezia - DAGA, Gli affreschi di facciata dell’ex Monte di Pietà Maria Pilo, Marino Zorzi, Renzo Zorzi, Tessie Vecchi Dorsoduro 3199 - 30123 Venezia a Conegliano, oggi Albergo Canon D’oro ¥ MARCO redazione: Tessie Vecchi, Silvano De Tuoni MASOBELLO, Il restauro della facciata dell’ex Monte di periodicità: annuale a. VII-VIII, 1991/92 Pietà a Conegliano ¥ ROBERTO FIORETTI, Il restauro editore: Leo Olschki, Firenze Testimonianze per don Siro Cisilino ¥ VITTORE BRAN- degli affreschi nelle adiacenze della chiesa di San sede della redazione: Istituto di Storia dell’arte - Fon- CA, Testimonianza per Don Siro ¥ MARIO MACCHI, Gaetano: considerazioni e restauro ¥ GIAMPIETRO dazione Giorgio Cini - Isola di S. Giorgio Maggiore - Ricordo di don Siro Cisilino ¥ PIERLUIGI PETROBELLI, MAJERLE, Alcune note sui lavori di ristrutturazione 30124 Venezia - tel. 041/5289900 In friulano vuol dire canarino ¥ MARGHERITA dell’edificio adiacente alla chiesa di San Gaetano a ANTONELLI, Una piccola stanza in un’ala remota a San Treviso ¥ MARIA ANTONIETTA MORO, Restauro con- n. 18, 1993 Giorgio ¥ GIOVANNI MORELLI, Don Cisilino, al servizio servativo di una facciata: Casa Mian a Oderzo ¥ LUCA CAMILLO SEMENZATO, Un ricordo di Rodolfo Palluc- dei servizi musicali della fede ¥ DAVID BRYANT, I BASSO - FRANCESCO BASSO, Relazione tecnica dell’in- chini ¥ CRISTINA PESARO, Michele Giambono ¥ ENRICO ricordi di un “giovane eretico” ¥ GILBERTO PRESSACCO, tervento sulla facciata di Casa Mian ¥ Scienza e Beni DAL POZZOLO, Nella selva di Nicolò de’ Barbari ¥ Siro Cisilino (1903-1987) trascrittore di polifonisti culturali. Bilancio e prospettive ¥ Forma, cromia, pro- RENATO POLACCO, La storia del reliquiario Bessarione veneti e friulani. Appunti per una bibliografia ¥ ANNA getto ¥ Il difficile rapporto evolutivo delle eredità dopo il rinvenimento del verso della croce scomparsa ASSUNTA MASO, Il graduale vaticano Rossi 231: un architettoniche ¥ VITTORIA ROSSI, Costanti storiche nel ¥ MICHEL HICHMANN, Tra Venezia e Roma: il cardinale testimone dell’ambito liturgico-musicale veneziano? ¥ progetto del complesso di S. Artemio a Treviso ¥ LUCA Francesco Corner ¥ MARCELLA VITALI - MARCELLA ALESSANDRA ANDREOTTI, Nuove acquisizioni circa la PARISATO, Ambrogio Rigamonti: la tutela delle opere ANSALDI, La raccolta di maioliche Cini: problemi di vita e le opere di Filippo Nicoletti (1544-post 1623) ¥ d’arte nella provincia di Treviso ¥ DOSSIER MEL: DARIO attribuzione ¥ FEDERICO MONTECUCCOLI DEGLI ERRI, MARIA GIOVANNA FIORENTINO, Preliminari per l’ana- DALL’OLIO, Mel, la storica cittadina della Valbelluna ¥ Analisi di un libro veneziano del ’700. “Gli studi di lisi delle Sonate di Violino a voce sola di Giovanni ARMANDO COMIN, Aspetti geologici nel territorio di Pittura” di Giambattista Piazzetta. Antonio Leoni (post 1590-1670) ¥ NICOLETTA BILLIO Mel ¥ DARIO DALL’OLIO, Un insediamento del neolitico D’ARPA, Documenti inediti su Agostino Steffani, canto- a Farra di Mel ¥ ANDREA FERRAZZI, Un Museo per i n. 19, 1994 re soprano tra Padova e Venezia (1664-1667) ¥ CARLIDA Veneti antichi ¥ ANNA TAZZARA, Fra aquile e leoni ¥ CHRISTOPHER J. WHITE, Per James B. Shaw ¥ LINDA STEFFAN, La dilettevole devozione. Meccanismi musi- EUGENIO PADOVAN, Acropoli addio ¥ DARIO DALL’OLIO, BOREAN, Nuove proposte e interpretazioni per le Storie cali e spettacolari per un triduo camaldolese a San Marco da Mel (1494 ca. - 1583) ¥ ALESSANDRO OLIVIERI, della Vergine di Carpaccio nella Scuola degli Albanesi Michele ¥ GIOVANNI ZANOVELLO, Il clarinetto a Vene- Il mondo simbolico delle grottesche ¥ JACOPO MARCER, ¥ ETTORE MERKEL, I mosaici del cinquecento veneziano zia tra i secoli XVIII e XIX: una ricerca ¥ PAOLO Il ciclo di Sant’Antonio della chiesa di Bardies ¥ AN- (1a parte) ¥ ETTORE VANCINI, Pier Francesco Bertos ¥ PINAMONTI, Il Crociato in Egitto da Venezia a Parigi ¥ DREA MORO, Palazzo della contesse a Mel ¥ FABIOLA DE SIMONE GUERRIERO, I rilievi marmorei della cappella MARIA IDA BIGGI, Valdo Barbey e le scene per le Sette BATTISTA, Quando l’antica casa è nel centro minore. del Rosario ai SS. Giovanni e Paolo ¥ ROBERTA BATTA- canzoni di Malipiero ¥ LAURA ZANELLA, Malipiero GLIA, Le “Diverse maniere d’adornare i cammini...” drammaturgo: genesi ed evoluzione di un testo teatrale a. IV, n. 7, estate 1995 di Giovanni Battista Piranesi. Gusto e cultura antiquaria ¥ SILVIA BALASSO, Trascendentalismo e suggestioni ROBERTO FIORETTI, Editoriale ¥ CINO BOCCAZZI, La ¥ MARINA MAGRINI, Giunte all’Abecedario pittorico di estetiche nella Concord Sonata di Charles Ives ¥ NINO casa risorta ¥ ALESSANDRA TRABUCCHI - MICHELE CO- Pellegrino Antonio Orlandi compilate dal Conte Gia- GARDI - CARLO ODO PAVESE, Sulla musicazione della STI, Indagini sulla casa in via San Parisio ¥ ARCHITET- como Carrara ¥ ADRIANO MARIUZ - GIUSEPPE lirica corale ellenica. TURA: GIORGIO FANTIN, I rilevamenti, il progetto, la PAVANELLO, Disegni inediti di Antonio Canova da un storia. Appunti e considerazioni ¥ FRANCESCA taccuino “Canal”. BRANDOLIN, L’intervento edile ¥ DECORAZIONE: GIACO- MO E ANDREA VOLTAREL, Intonaci esterni ¥ ROBERTO Restauri di Marca FIORETTI, Il contesto storico ed artistico ¥ GIANCARLO semestrale per la conservazione del patrimonio DAVID, Il recupero degli affreschi - Il S. Cristoforo ¥ Subsidia Musica Veneta artistico e culturale ENNIO VANZIN, La Meridiana ¥ GIORGIO FANTIN, Un ritrovamento: il pozzo ¥ LABORATORIO MORSELETTO, direttore resp.: Ivano Cavallini direttore: Roberto Fioretti Pavimenti e terrazze alla veneziana ¥ STRUTTURE ED redazione: Marina Calore, Elena Salvi, Giuseppe Vec- periodicità: semestrale IMPIANTI: TIZIANO BONATO, Elementi strutturali e solai chi editore: Cooperativa Diemmeci, Villorba (TV) ¥ PAOLO E RUGGERO BISETTO, Elementi lapidei ¥ ANGE- periodicità: annuale sede della redazione: via Fontane 87/C, Villorba (TV) LO FANTIN, Delle cose del legno ¥ ALBERTO FERRARI, editore: Antiquae Musicae Italicae Studia (Bologna), - tel. 0422/421054 La progettazione dell’impianto luce ¥ ADRIANO LA- Sezione diVerona GRECACOLONNA, Il sottosistema impianti ¥ ELETTRICI- sede della redazione: A.M.I.S., Centro “A. Salvi” - via a. III, n. 5, febbraio 1994 TË PILON, Impianto elettrico ¥ TERMOIDRAULICA ANGE- Catullo, 4 - 37121 Verona ROBERTO FIORETTI, Editoriale ¥ Protagonisti: Giovanni LO SARAN, Impianti termosanitari ¥ DITTA CIMA DI DE Pegolo, sindaco di Godega di Sant’Urbano ¥ Guglielmo DOMINICIS & C., L’impianto ascensore. vol. I, 1980 Monti, Soprintendente ai Beni Ambientali e Archi- G. BRUNELLO, Il Groto e la musica: le “Lettere tettonici del Veneto ¥ Arti Grafiche Conegliano ¥ Fami- a. IV, n. 8, autunno 1995 famigliari”, le “Rime” ne “I Finti amori” (1585) di F. glia Dal Cin. Un traguardo raggiunto ¥ DON FRANCE- ROBERTO FIORETTI, Editoriale ¥ GIULIANO MARTIN, Nicoletti ¥ I. CAVALLINI, Note biografiche e critiche su SCO DAL CIN, Semplice come la terra: la festa di San Albrecht Dürer ¥ FABRIZIO SCHIAVON, Introduzione Innocenzo Vivarino e i “Madrigali concertati” del Biagio ¥ ROBERTO FIORETTI, Evoluzioni della conser- alle lettere veneziane di A. Dürer ¥ Quattro lettere 1624 ¥ A. GARBELOTTO, Gioacchino Rossini: una “Mes- vazione dell’oratorio di San Biagio ¥ ANGELO RIGO, scritte da Dürer a W. Pirckheimer ¥ GIANCARLO DAVID, sa” adriese ¥ F. PASSADORE, Un manoscritto per “L’oratorio di San Biasio vien custodito da quei populi”. L’attività veneziana di Albrecht Dürer. fortepiano di G.A. Perotti (Ms. Ba 20 Bibl. Cons. Alcune note storiche sulla Chiesa di S. Biagio a Baver Adria) ¥ P. MIOLI, Considerazioni su alcune arie da ¥ ANNA PIETROPOLLI, La pittura veneta nel XV secolo: a. V, n. 9, inverno 1995 camera di Antonio Buzzolla. cenni introduttivi ¥ MARIA SOLE CRESPI, Gli affreschi ROBERTO FIORETTI, Editoriale ¥ UBALDO FANTON, Arte dell’oratorio di San Biagio nel contesto storico-reli- e osterie ¥ LIVIO FANTINA, I luoghi dello spettacolo ¥ vol. II, 1981 gioso dell’area pedemontana ¥ MARINA DAGA, Mae- ANTONIO CHIADES, Una sera, un’osteria senza tempo ¥ E. SIMEON, L’“Intabolatura” di Simon Gintzler liutista stro della Crocifissione di Baver: gli affreschi della GIORGIO FANTIN, Osterie d’artista ¥ ROBERTO FIORET- trentino del Cinquecento ¥ D. PLAMENAC, Su Julije Chiesa di S. Biagio ¥ STEFANO BORLENGHI - CRISTIAN TI, L’Osteria dalla Ettora Arman ¥ MICHELA DE POLI, Skjavetic (Giulio Schiavetti) e i “Motetti a cinque et a FALCIN - ELIA LUNARDELLI, L’indagine strutturale per Luoghi della rappresentazione ¥ MARESCALCHI, Una sei voci” del 1564 (annotazioni bibliografiche) ¥ I. lo studio di un intervento conservativo ¥ ROBERTO singolare manifestazione d’arte a motivi vinicoli ¥ CAVALLINI, La musica nell’opera e nella vita di Luigi FIORETTI, Le fasi di restauro ¥ GIANCARLO DAVID, CARMELO PATTI, La casa del vino ¥ ADRIANO FAVARO, Groto (1541-1585) ¥ G. VECCHI, Su “La Soavissima Conservazione, tecnica e restauro degli affreschi di Le osterie e le vie del traffico ¥ ROBERTO FIORETTI, La Lira d’Orfeo” di Francesco Giuliani (1623) e il bicinium Baver ¥ Analisi chimiche degli affreschi di San Biagio. tradizione artistica trevigiana da Ca’ Pesaro ad oggi ¥ del primo Seicento ¥ D. BERTOLDI, Un “Teatro di

54 meraviglie”: le feste vicentine in onore di S. Gaetano n. 7, 1993 basilica dei Santi Maria e Donato di Murano ¥ M. - Thiene (16-22 agosto 1671). E. VIO, Fondazioni, murature, volte. Ulteriori elementi CERIANA, Considerazioni su Giovanbattista e Lorenzo per la storia della cripta della basilica di San Marco ¥ Bregno ¥ E.M. DAL POZZOLO, Sotto il guanto ¥ M.T. vol. III, 1982 W. DORIGO, Una discussione e nuove precisazioni sulla BINAGHI OLIVARI, Partita doppia milanese per Tiziano M. CALORE, Annotazione sulla scena veneto-ferrarese capella Sancti Marci nel IX-X secolo ¥ R. POLACCO, Note ¥ P. ROSSI, Ritratti funebri e commemorativi di Enrico del Rinascimento ¥ P. FABBRI, Il soggiorno veneziano di all’architettuta e al mosaico absidale della chiesa dei Merengo ¥ F. ZANZOTTO, Collezionismo veneziano del Ladislao principe di Polonia: un incontro con Claudio Santi Maria e Donato di Murano ¥ M. AGAZZI, I granai ’700 ¥ R. RUGOLO, Villa Cornaro di Francesco Maria Monteverdi ¥ P. MIOLI, G.F. Busenello: “La Didone” della Repubblica ¥ F. BERNABEI, Ai margini dell’ico- Preti a Sant’Andrea di Cavasagra ¥ S. SCARFI, L’attivi- per F. Cavalli (Venezia, S.Cassiano 1641) ¥ F. SAB- nologia. A proposito di alcuni libri recenti ¥ S. tà pittorica di Gaetano Zompini ¥ C. FERRI, Leopoldo BADINI, Interventi e polemiche musicali di Giordano MARINELLI, Paolo Farinati a Palazzo Stoppi ¥ E. BASSI, Cicognara e la formazione delle Gallerie dell’Accade- Riccati e Giovenale Sacchi nel “Nuovo Giornale de’ San Simeon Piccolo, Venezia: un problema aperto ¥ P. mia di Venezia ¥ G. TOMASELLA, Bontempelli alla Letterati” di Modena (1787-1788). CORTELAZZO, L’illustrazione del teatro goldoniano ricerca del moderno ¥ F. BIZZOTTO, Carlo Conte. Una nelle edizioni Pasquali e Zatta ¥ C. ALBERTI, L’immagi- prima indagine filologica ¥ R. ELLERO, L’Aria I del vol. IV, 1983-1984 ne e l’utopia di Venezia, città-mondo, nel teatro Goldoni Concerto in Re per violino e orchestra di Stravinsky. M. BEGHELLI, L’eredità veneziana di Georg Friedrich ¥ M. BUOSO, Come muore una primadonna. Le eroine di Ipotesi per un’ambigua compresenza ¥ G. TINAZZI, Händel ovvero “La Partenope” dalla laguna al Tamigi Giuseppina Grassini nelle tragedie musicali della tran- L’argent di Robert Bresson: l’economia della forma ¥ ¥ M. CALORE, Appunti di vita teatrale nel Settecento. sizione sette-ottocentesca ¥ M. TOPPAN, Edizioni e revi- T. ROSSELLI, Désert di Edgard Varèse ¥ MOSTRE, SPET- Francesco Albergati a Verona ¥ I. CAVALLINI, Il Sette- sioni chopiniane di Roul Pugno ¥ P. ZATTI, Le prime TACOLI, CONVEGNI: V. FONTANA, Rinascimento da cento musicale a Rovigo in alcune cronache dell’epoca Biennali veneziane (1895-1912): il contributo di Vitto- Brunelleschi a Michelangelo ¥ L. PUPPI, “Le siècle de ¥ M. GRATTONI D’ARCANO, Di un friulano “nobile dilet- rio Pica ¥ MOSTRE, SPETTACOLI, CONVEGNI: D. RESTANI, Titien”. Un labirinto e fuochi d’artificio al Grand- tante” Pietro Grattoni D’Arcano (1698-1760) ¥ G. Tracce di ‘eventi sonori’ nei miti greci. A margine di un Palais ¥ E.M. DAL POZZOLO, Jacopo Tintoretto. Ritratti RADOLE, Per una edizione delle “Frottole intabulate seminario della Fondazione Levi ¥ F. FACCHIN, La ¥ M. FRANK, Un’occasione perduta. Il IV centenario da sonare organi” (1517) ¥ F. SABBADINI, Andrea salmodia nella tradizione ebraica e cristiana ¥ A. della fondazione di Palmanova ¥ C. ALBERTI, Note per Rubbi e il “Bello Armonico Teatrale” (1792). BELLIENI, Ceramiche antiche a Treviso. Le raccolte dei un consuntivo del bicentenario goldoniano ¥ M.I. BIGGI, Musei Civici: una mostra per un recupero insperato ¥ Buovo d’Antona ¥ M.G. MIGGIANI, Sigismondo da Rossini vol. V, 1985-1986 C. GRIGO, “Ponentini e foresti”. Pittura europea nelle a Rovigo e a Treviso ¥ D. MARANGON, Victor Hugo E. STIPEEVIC, Sull’Opera Scanderberg di A. Vivaldi. collezioni dei Musei Civici di Padova ¥ L. PUPPI, pittore ¥ F. BIZZOTTO, L’arte del vetro ¥ L. BALDIN, Testi e musiche. “Leonardo & Venezia”: un ‘pasticciaccio brutto’ a Roberto Burle Marx. Il giardino come propedeutica Palazzo Grassi ¥ E.M. DAL POZZOLO, Il convegno ecologica ¥ M. BRUSATIN, 45a Biennale Arte, 1993 ¥ F. vol. VI, 1987-1988 “Leonardo & Venezia” ¥ L. PUPPI, Le “cinque manie- BIZZOTTO, Francis Bacon ¥ P. PUPPA, Büchner tra i M. CALORE, “L’attore in scena” e la riforma del teatro re” di Jacopo Bassano ¥ M.A. CHIARI, I disegni veneti sanniti (su un regista pescarese e un’attrice veneziana) a Verona nella prima metà del Settecento, con ristampa del Fitwilliam Museum di Cambridge esposti alla Fon- ¥ RESTAURI, RECUPERI, INVENTARI: R. POLACCO, Re- del “Discorso” di Gianvito Manfredi. dazione Cini ¥ F. MAZZOCCA, Alle origini di Canova. Le stauri e recuperi alla Galleria Franchetti presso la Ca’ terrecotte della collezione Farsetti ¥ F. BIZZOTTO, Anto- d’Oro di Venezia ¥ M. GALUPPO, I calici del Tesoro di vol. VII, 1989 San Marco ¥ E. FILIPPI, Precisazioni su Bernardino G. VECCHI, Premessa ¥ L. OCH, Scipione Maffei. Anno- Benalio ¥ F. PEDROCCO, Un inedito Ritratto di scrittore tazioni sull’arte di comporre in musica (Edizione dal- di Jacopo Tintoretto ¥ P. REVENGA DOMINGUEZ, Pittura l’autografo). e pittori spagnoli a Venezia (secoli XVI-XVII) ¥ R. LAZZARO, Un ritratto inedito di Caffi orientalista ¥ B. vol. VIII, 1990-1991 MAZZA, Disegni inediti di Giuseppe Valeriani tra G. VECCHI, Premessa ¥ C. MORIN, La musica nel Conci- Montréal e Santa Monica ¥ C. MARTIGNON, Dragonetti lio di Trento. Sintesi di una conferenza ¥ M. GIULIANI, e il suo Gasparo da Salò ¥ M.I. BIGGI, Disegni Aut Concilium aut Studium. Considerazioni poetiche e scenografici di Giuseppe Borsato ¥ P. ZATTI, Venezia musicali su una raccolta collettiva di liriche dedicata 1887. Nascita di un’esposizione ¥ S. MARINELLI, Due a Cristoforo Madruzzo principe-vescovo di Trento ¥ F.I. disegni di Giovanni Segantini ¥ M. ZOPPELLO, Libero ZANELLA, L’innodia polifonica di G.M. Asola veronese Pilotto nel teatro veneto tra Ottocento e Novecento ¥ A. ¥ M. PRIVITERA, La canzone villanesca di Giovan Nasco CUOZZO, Un acquarellista: Raffaele Mainella ¥ L. DE nella cultura musicale padana ¥ M.T. ROSA BAREZZANI, GOBBIS, Una scultura inedita di Wildt ¥ S. URBANI, I madrigali spirituali di Giulio Zenaro (1590). L’orge de salon di Albert e Jehan Alain ¥ L. BALDIN, nio Canova ¥ A. MELUCCO VACCARO, La mostra di Contributi recenti al dibattito sui musei. Spunti per una vol. IX, 1992-1993 Antonio Canova: riflessioni di un archeologo ¥ M. riflessione. A. GARBELOTTO, Pietro Nachini organaro veneto. La MAZZA, Arte svizzera da Füssli a Hodler ¥ D. MARANGON, vita e l’opera: catalogo degli strumenti. Arshile Gorky alla Fondazione Guggenheim ¥ L. BALDIN, n. 9, 1995 Galeazzo Viganò e Sergio Bettini. Note in margine a A. GAROFANO, La chiesa di S. Zeno a Castelletto di RECUPERI, RESTAURI, INVENTARI: R. PO- vol. X, 1994 una mostra ¥ Brenzone nel contesto dell’architettura religiosa LACCO, Recupero del reliquiario marmoreo del VI E. SALVI, Premessa ¥ M.C. MAZZI, Retorica letteraria e carolingia del territorio veronese ¥ I. ANDREESCU, musicale nella Controriforma: un esempio in Claudio secolo dei santi Ermolao e Pantaleimone ¥ C. COLAUTTI, Torcello V. Workshop methods of the mosaicists in the Materiali medioevali inediti della chiesa di San Salvador Monteverdi ¥ A. PARASINI, I madrigali di Claudio South Chapel ¥ IVO BABIC, Il sogno di San Giuseppe. ¥ A. AUGUSTI, Un crocifisso duecentesco ai Frari ¥ E. Monteverdi: strategie e percorsi ¥ M. CALORE, Monte- Contributo per Radovan ¥ E. FILIPPI, Paradigmi del verdi e l’opera veneziana a Bologna. ZUCCHETTA, Un affresco ritrovato nella chiesa di San distopico al femminile nella ritrattistica veneta del Zan Degolà di Venezia ¥ E.M. DAL POZZOLO, Due pro- primo Cinquecento ¥ V. FONTANA, Longhena e la Scuo- poste per Giovanni Bonconsiglio ¥ A. SPIRITI, Un nucleo la Grande dei Carmini ¥ S. GUERRIERO, Francesco di dipinti inediti di area veneta nel Collegio degli Bernardoni e l’altare maggiore di Vigorovea ¥ G. Venezia Arti Oblati Missionari di Rho ¥ M.A. CHIARI, Il recupero del STIFFONI, Il Talismano di Goldoni nelle rielaborazioni Bollettino del Dipartimento di Storia e critica Fondo Domenico Fornoni alla Scuola Grande San di Da Ponte e Salieri (Vienna 1788) ¥ P. LUDERIN, La Rocco ¥ P. ROSSI, Notizie d’archivio su Girolamo Pel- delle arti ÇGiuseppe MazzariolÈ Venezia di Felix Ziem tra veduta e impressione ¥ A.L. legrini, Antonio Zanchi e Michiel Maes intagliatore dell’Università di Venezia LEPSCHY, Tintoretto, personaggio drammatico ¥ F. fiammingo ¥ M. PREGNOLATO, Alcune opere scultoree ZANELLA, La ricostruzione delle chiese del Piave nel seicentesche della cattedrale clodiense: notizie d’ar- direttore: Wladimiro Dorigo Primo dopoguerra: la tradizione del revival ¥ S. CIAPPI, chivio e riflessioni ¥ F. SCATTOLIN, I pavimenti scom- comitato scientifico: Carmelo Alberti, Antonio Attanasi, I vetri incisi da Guido Balsamo Stella nel laboratorio parsi della Scuola Grande della Misericordia ¥ F. Franca Bizzotto, Fabrizio Borin, Manlio Brusatin, As- di Firenze (1920-23) ¥ A. MAZZANTI, La maturità di PEDROCCO, Opere inedite o poco note di Alessandro sunta Cuozzo, Wladimiro Dorigo, Vincenzo Fontana, Ettore Tito (1920-1941) ¥ A. GUARNIERI, Un’“amicizia Longhi ¥ G. FERRARI, Il restauro di un organo Piaggia Massimo Gemin, Adriana Guacci, Adriana Guarnieri di tramonto”: Erik Satie e Costantin Bracunsi ¥ M. 1760 ¥ F. VENUTO, La diffusione del giardino paesistico Corazzol, Fernando Mazzocca, Giovanni Morelli, Pao- TIOZZI, L’universo progettuale di Ugo Sissa pittore ¥ F. in Friuli: protagonisti e luoghi ¥ K. BRUGNOLO ME- lo Pinamonti, Renato Polacco, Paolo Puppa, Lionello BORIN, La rana e lo scorpione: il falso secondo Orson LONCELLI, Collezioni poco note del Museo di Palazzo Puppi, Paola Rossi, Angelo Zaniol Welles ¥ MOSTRE, SPETTACOLI, CONVEGNI: M. AGAMEN- Chiericati a Vicenza. periodicità: annuale NONE, Classificazione e analisi dei procedimenti editore: Viella, Roma polifonici ¥ A. GAROFANO, Storia dell’arte marciana ¥ n. 8, 1994 sede della redazione: Dipartimento di Storia e critica G. TIGLER, Le formelle restaurate del portale di San R. POLACCO, Il mosaico absidale della chiesa dei Santi delle arti dell’Università di Venezia - Dorsoduro 3199 Marco ¥ M. MOLTENI, Le metamorfosi del ritratto ¥ B. Cornelio e Cipriano di Murano ora a Potsdam ¥ M.S. - 30123 Venezia - tel. 041/5205317 - 5285953 MAZZA, Paradiso, giudizio o incoronazione della Ver- RINALDI, Il pavimentum sectile e tessellatum della gine? In margine a una mostra dell’IRE ¥ P. ROSSI, Il

55 Convegno su Jacopo Tintoretto ¥ C. BAGOLAN, Pietro VENTURA, Il fascino del noto. Tracce per Domenico NA ERICANI, Problemi di conservazione e di tecnica Marescalchi. Restauri, studi e proposte per il Cinque- Morone e Lorenzo Leonbruno ¥ ISABELLA BOTTI, Tra della Madonna col Bambino di S. Maria delle Conso- cento feltrino ¥ D. MARANGON, Arturo Martini. La Venezia e Alessandria: i teleri belliniani per la Scuola lazioni in Este ¥ EUGENIO MANZATO, Il trittico di San collezione della Banca Popolare Vicentina ¥ G. BIAN- Grande di San Marco ¥ SILVIO D’AMICONE, Apocalypsis Leonardo in Treviso: considerazioni dopo il restauro. CHI, Lucio Fontana. La capacità di fare dell’arte ¥ C. cum mensuris. L’astrologo di Giulio Campagnola ¥ ROMANELLI, Il Cinema e la Resistenza ¥ RESTAURI, AUGUSTO GENTILI, La pala Gozzi di Tiziano: Venezia a. IV, n. 8, luglio-dicembre 1994 RECUPERI, INVENTARI: A. FOSCARI, Tommaso Lombar- tra Ancona e Ragusa ¥ HARULA ECONOMOPOULOS, Cima da Conegliano II, Atti del Convegno Internazio- do da Lugano alla bottega di Jacopo Sansovino ¥ P. Considerazioni su ruoli dimenticati: gli “Amanti” di nale di Studi su Giovan Battista Cima (Conegliano, BATTISTELLA, Notizie biografiche di Andrea Michieli Paris Bordon e la figura del compare dell’anello ¥ Palazzo Sarcinelli, 1-2 ottobre 1993), a cura di Peter detto Vicentino ¥ A. CUOZZO, Le lapidi dell’antico ALESSANDRO CARAVIA, La verra antiga de Castellani, Humfrey e Augusto Gentili. cimitero protestante al Lido di Venezia ¥ L. PUPPI, Canaroruoli e Gnatti, con la morte de Giurco e Gnagni LIONELLO PUPPI, Citazioni nell’opera di Cima ¥ Tasselli archivistici per Giambattista Tiepolo alla vol- (rist. anast. Venezia, 1550). CATARINA SCHMIDT, Icona o close up? Due dipinti ta di Spagna ¥ P. PUPPA, Goldoni e l’antiquariato ¥ G. devozionali nell’opera di Cima da Conegliano ¥ ROBERT CORAZZOL, Baldassare d’Anna, notizie biografiche ¥ G. a. II, n. 4, luglio-dicembre 1992 ECHOLS, Cima and the Theme of Saint Jerome in the PAVANELLO, Costantino Cedini frescante a Santa Mar- Tiziano, contesti e problemi: FLAVIA POLIGNANO, I Wilderness ¥ AUGUSTO GENTILI, Smontando e rimon- gherita ¥ P. ROSSI, La decorazione dei soffitti delle ritratti dei volti e i registri dei fatti. L’Ecce Homo di tando le costruzioni simboliche delle pale d’altare ¥ chiese di Santa Margherita e di S. Barnaba ¥ A. Tiziano per Giovanni D’Anna ¥ NICHOLAS DE MARCO, BERNARD AIKEMA, Avampiano e sfondo nell’opera di BERNARDELLO, Francesco Maria Piave note alla bio- Titian’s Pietà: The Living Stone ¥ AUGUSTO GENTILI, Cima da Conegliano. La pala d’Altare e lo spettatore grafia ¥ F. MAZZOCCA, Un inedito ciclo di Vincenzo Tiziano e il non finito ¥ ROBERTO ZAPPERI, Tiziano, i tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento Giacomelli sull’assedio di Venezia nel 1848-49 ¥ Farnese e le antichità di Roma ¥ MICHELE DI MONTE - ¥ CREIGHTON GILBERT, Savoldo, Cima, Parma and the GIRELLO - VENDRAMIN GIUSEPPETTI - FORNEZZA, Un FRANCESCO MOZZETTI - GIOVANNA SARTI, Pietro Pio Family ¥ HANS-JOACHIM EBERHARDT, Il Giovane metodo per lo studio e la catalogazione dei giardini Aretino 1992. Proposte e propositi ¥ LUCA BARTOLOTTI, con la parrucca: un ritratto dell’ambito di Cima ¥ storici. Il caso della Riviera del Brenta ¥ M. TOSELLO, Jacopo Bassano 1992 ¥ BERNARDINO OCHINO, Predi- BRIGIT BLASS-SIMMEN, Cima da Conegliano: alcune Esperimenti di restauro virtuale mediante la fotografia che Nove: Predica Terza (rist. anast. Venezia, 1541), a riflessioni sui disegni. Il problema dell’utilizzazione digitale ¥ P. PINAMONTI, Un nuovo importante archivio cura di Flavia Polignano. dei disegni “memorativi” e i rapporti con l’opera per la musica contemporanea a Venezia. L’archivio pittorica ¥ LEANDRO VENTURA, Cima da Conegliano: il Luigi Nono. a. III, n. 5, gennaio-giugno 1993 Polittico di Capodistria “ritrovato”. Per la riapertura Sul patrimonio culturale dell’Istria ¥ JOACHIM STRUPP, di un capitolo post-bellico ¥ FRANCESCO ALIPRANDI, The Colour of Money. Use, Cost and Aesthetic Ap- Sulle tracce di un artista “schivo”. La costruzione preciation of Marble in Venice ca. 1500 ¥ CARLO della biografia di Cima delle Ricerche di Botteon e Venezia Cinquecento ALBERTO BUCCI, La Presentazione al Tempio di Barto- Aliprandi. studi di storia dell’arte e della cultura lomeo Montagna per Girolamo Aurifici ¥ ANDREW JOHN MARTIN, Giorgione e Baldassar Castiglione. Pro- a. V, n. 9, gennaio-giugno 1995 direttore/coordinatore: Augusto Gentili poste per l’interpretazione di un passo fondamentale Tintoretto e la Scuola di San Rocco: MARIA ELENA comitato scientifico: Bernard Aikema, Daniel Arasse, del Cortegiano ¥ ENRICO MARIA DAL POZZOLO, Un pro MASSIMI, Jacopo Tintoretto e i confratelli della Scuola Hans Belting, Corrado Bologna, Sylvia Ferino, Giulio memoria giorgionesco di Giovanni Agostino da Lodi ¥ Grande di San Rocco. Strategie culturali e committenza Ferroni, Rona Goffen, Peter Humfrey, Lionello Puppi, ROLAND KRISCHEL, L’armamento di Amore: un’opera artistica ¥ Indice alfabetico dei confratelli di governo David Rosand, Erasmus Weddigen giovanile di Jacopo Tintoretto ¥ TOMMASO CASINI, della Scuola Grande di San Rocco, 1500-1600 ¥ AN- periodicità: semestrale Cristo e i manigoldi nell’Incoronazione di spine di DREA GALLO, Retorica tintorettiana. editore: Bulzoni, Roma Tiziano ¥ PATRICIA MEILMAN, Jacopo Bassano’s St. sede della redazione: Università di Roma La Sapienza John in the Desert Altarpiece. - Facoltà di Lettere - Istituto di Storia dell’arte - piazzale Aldo Moro, 5 - 00185 Roma a. III, n. 6, luglio-dicembre 1993 Verona illustrata Ci rivedremo da Filippi ¥ PAOLO PARIGI, “Pillacorte a. I, n. 1, gennaio-giugno 1991 rivista del Museo di Castelvecchio Venezia Cinquecento, un impegno per il Duemila ¥ faciebat”: il programma iconografico del portale del Duomo di Pordenone ¥ LEANDRO VENTURA, Sul Tritti- CARLO ALBERTO BUCCI, Pietra Porto in due pale di direttore: Sergio Marinelli co di Cavriana di Zenone Veronese ¥ BRUCE D. Bartolomeo Montagna ¥ FRANCESCO COLALUCCI, Lo- comitato di redazione: Gino Castiglioni, Alessandro renzo Lotto, don Pietro da Lucca, Elisabetta Rota e il SUTHERLAND, Nine reasons why Titian’s Il Bravo should Corubolo, Sergio Marinelli, Giorgio Marini, Paola be re-titled The Arrest of Bacchus ¥ COSTANZA BARBIE- tema del Congedo di Cristo dalla Madre ¥ COSTANZA Marini RI, Sicut nebula: il tema dell’Immacolata Concezione BARBIERI, La Nascita della Vergine di Lorenzo Lotto in periodicità: annuale nel ciclo del Pordenone a Cortemaggiore ¥ BERNARD San Michele al Pozzo Bianco a Bergamo ¥ ERASMUS editore: Museo di Castelvecchio, Verona AIKEMA, Savoldo, la Città di Dio e il pellegrinaggio WEDDIGEN, Il secondo Pergolo di San Marco e la sede della redazione: Museo - corso Castelvecchio, 2 - Loggetta del Sansovino: preliminari al Miracolo dello della vita ¥ CAROLYN C. WILSON, Domenico Tintoretto’s 37121 Verona - tel. 045/592985 schiavo di Jacopo Tintoretto ¥ Il contratto per la pala Tancred baptizing Clorinda: A Closer Look ¥ FRANCE- di Lorenzo Lotto in Sant’Agostino ad Ancona presenta- SCA RINALDI, Povertà e assistenzialismo a Venezia nel n. 6, 1993 primo Cinquecento: la Confraternita per i poveri ver- to da Raffaella Micaletti ¥ ALESSANDRO CARAVIA, Il GIAN MARIA VARANINI, Il cantiere della chiesa dei sogno di Caravia (rist. anast. Venezia, 1541), a cura di gognosi. Santi Giacomo e Lazzaro alla Tomba di Verona nel Augusto Gentili. Quattrocento ¥ LANFRANCO FRANZONI, “Tectum a. IV, n. 7, gennaio-giugno 1994 suffictari more Iesuatorum” ¥ FEDERICO DAL FORNO, a. I, n. 2, luglio-dicembre 1991 Cima da Conegliano I, Atti del Convegno Internazio- La galleria dei quadri dei marchesi Sagramoso di San Giovanni Bellini, 1500-1515: EUGENIO BATTISTI, Le nale di Studi su Giovan Battista Cima (Conegliano, Fermo ¥ PIERPAOLO BRUGNOLI, Una lettera di Bernardo origini religiose del paesaggio veneto (ristampa 1980) Palazzo Sarcinelli, 1-2 ottobre 1993), a cura di Peter Canigiani al pittore Felice Brusasorci ¥ SANDRA SICOLI, ¥ AUGUSTO GENTILI, Giovanni Bellini, la bottega, i Humfrey e Augusto Gentili. Un’aggiunta a Pietro Damini ¥ ANGELO MAZZA, Una quadri di devozione ¥ SIMONA CIOFETTA, Il Battesimo PETER HUMFREY, Cima da Conegliano: un decennio di pala di Pietro Novelli a Castiglione delle Stiviere ¥ di Cristo di Giovanni Bellini: patronato e devozione ricerche e un convegno di studi ¥ MAURO LUCCO, Una CHIARA RIGONI, La galleria di palazzo Leoni Montana- privata ¥ DANIELE FERRARA, Il ritratto del doge nuova opera di Cima da Conegliano ¥ ANCHISE ri a Vicenza ¥ ALESSANDRO MORANDOTTI, Paolo Paga- Leonardo Loredan: strategie dell’abito tra politica e TEMPESTINI, L’approccio alla civiltà classica in Cima ni: il ciclo Leoni Montanari e altre suggestioni ¥ JEAN religione ¥ PETER HUMFREY, Two lost St. Jerome altar- da Conegliano e Giovanni Bellini ¥ ENRICO MARIA DAL GUILLEMAIN, Les antiquaires français et l’Albin du pieces by Giovanni Bellini ¥ STEFANO COLTELLACCI, POZZOLO, é tutto Cima? ¥ SERGIO CLAUT, La pala di comte Giusti ¥ SERGIO MARINELLI, La veduta di Verona Oboedite praepositis vestris, et subiacete illis. Fonti Cima da Conegliano nella chiesa di S. Donisio a Zer- di Antonio Joli ¥ GIORGIO MARINI, “Con la propria letterarie e contesto storico della Derisione di Noé di men e la cultura montagnesca nell’area bellunese ¥ industria e sua professione”. Nuovi documenti sulla Giovanni Bellini ¥ DANIEL ARASSE - ORSOLA SVEVA ULRIKE BAUER-EBERHARDT, Cima, Benedetto Bordon giovinezza di Bellotto ¥ PAOLO RIGOLI, Scenografi e BARBERIS, Giovanni Bellini et la mythologie de Noé ¥ e il Maestro delle sette virtù: nuove attribuzioni e ‘apparatori’ a Verona in epoca veneziana ¥ PAOLA RONA GOFFEN, Bellini’s Nude with Mirror ¥ FABRIZIO coincidenze ¥ SANDRO SPONZA, Il restauro della pala di AZZOLINI, Note su Agostino Pegrassi. TORELLA, La Cena in Emmaus di San Salvador. I: Costantino ed Elena ai piedi della Croce in San Giovan- Documenti per la commitenza e la cronologia ¥ ni in Bragora: osservazioni e appunti ¥ JILL DUNKERTON, n. 7, 1994 CORRADO BOLOGNA, Il Theatro segreto di Giulio Il colore nell’Incredulità di San Tommaso di Cima da JASMINKA DE LUIGI POMORISHATZ, Smalti danesi ed Camillo: l’Urtext ritrovato. Conegliano ¥ VITTORIA MARKOVA, Il Compianto sul altri oggetti medievali nel Museo Canonicale di Vero- Cristo morto di Mosca: riflessioni dopo il restauro ¥ na ¥ LUCIANO ROGNINI, Lorenzo da Salò “eccelente a. II, n. 3, gennaio-giugno 1992 GABRIELLA DELFINI FILIPPI, Il trittico di Navolè: antichi intagliatore” ed il coro di Sant’Anastasia ¥ STEFANO FLAVIA POLIGNANO, Maliarde e cortigiane: titoli per restauri, ipotesi di attribuzione, ricostruzioni ¥ GIULIA- LODI, La fabbrica della cappella di San Biagio ¥ AN- una damnatio. Le Dame di Vittore Carpaccio ¥ LEANDRO

56 DREA BACCHI, Un appunto su Filippo da Verona ¥ Segnocinema Eastern Influences on Margaret Fuller’s Writings ¥ FRANCESCO ROSSI, Una cucina di Jacopo Bassano e il rivista cinematografica bimestrale ARMANDO PAJALICH, Letterature post-coloniali di lin- suo modello nordico ¥ SERGIO MARINELLI, Note su gua inglese: problemi ed esperienze di traduzione ¥ Felice Brusasorci a Pietro Ricchi ¥ ANGELO MAZZA, I direttore resp.: Paolo Cherchi Usai LUCA PANIERI, Il “nipote” gotico ¥ MARCO PRESOTTO, “Giocatori di carte” di Pietro Ricchi ¥ CHIARA RIGONI, comitato direttivo-redazionale: Aldo Bernardini, Ma- Teatro spagnolo e comici italiani nel sec. XVI: un’inda- Pietro Ricchi a Vicenza ¥ ALESSANDRO CORUBOLO, rio Calderale, Gianni Canova, Paolo Cherchi Usai, gine aperta ¥ ANNAROSA SCRITTORI, Le suggestioni del Cuori barocchi: devozione e surrealismo in due edizio- Marcello Garofalo, Roberto Pugliese terrore: Anne Radcliffe e il gotico ¥ DANIELE SERRETTI, ni veronesi del Seicento ¥ CATHERINE WHISTLER, “Her- periodicità: bimestrale Boris Pil’nijak tra Oriente e Occidente ¥ PATRIZIA cules and the Centaurs”: Giambattista Tiepolo’s design editore: Cineforum di Vicenza TIFFI, Il Bovo d’Antona del manoscritto fr. XIV della for the Palazzo Canossa in Verona and a lost fresco by sede della redazione: via G. Prati, 34 - 36100 Vicenza Biblioteca Marciana di Venezia ¥ MARIO L. TOGNI, Domenico Tiepolo in Madrid ¥ LINO VITTORIO BOZZET- - tel. 0444/923856 Simon Suggs, picaro americano ¥ ELIANA VICARI, La TO, Castelvecchio in alcuni disegni ottocenteschi del traduzione letteraria: un esercizio di stile fra coercizione Kriegs Archiv di Vienna. e creatività ¥ ANDREA ZINATO, “El imerio de Nero”: un episodio de la Estoria de España di Alfonso el sabio e i rapporti con le sue fonti ¥ KSENIJA KONSTANTYNENKO, Poesia latina del Rinascimento e mondo classico. Pavlo Rusyn e Sevastjan Klenovyc [in russo]. ALTRE RIVISTE SEGNALATE a. XXXIII, n. 3, 1994 (serie orientale 25) Spoglio dei periodici di GIULIANO TAMANI, La tradizione ebraica del De urina Arte in di Galeno ¥ MAURO ZONTA, Osservazioni sulla tradi- bimestrale di critica e d’informazione lettere e filosofia (1995-1996) zione ebraica dal Commento Grande di Averroè al De delle arti visive anima di Aristotele ¥ TERESA M. ROSSI, Una tipologia del arabismo en el Libro de Alexandre (siglo XIII) ¥ direttore resp.: Giancarlo Calcagni RICCARDO CONTINI, I primordi della linguistica semiti- condirettore: Lorella Pagnucco ca comparata nell’Europa rinascimentale: le Insti- comitato di redazione: Enrico Buda, Luciano Caramel, Il precedente spoglio dei periodici di “Lettere e tutiones di Angelo Canini (1554) ¥ IDA ZILIO-GRANDI, Enrico Crispolti, Marina De Stasio, Salvatore Italia, filosofia” era stato presentato sul “Notiziario Bi- Un miracolo del Profeta: il tronco di palma che pianse Fernando Mazzocca, Pierre Restany, Barbara Rose, bliografico” n. 16 e prendeva in considerazione gli ¥ ANTONELLA GHERSETI, L’utilità della scrittura e la Luigi Serravalli anni 1991-1994. Il presente aggiornamento si rife- lode del libro: testimonianze di alcuni scrittori arabi periodicità: bimestrale risce quindi alle nuove uscite a partire dall’ultimo medievali ¥ ELIE KALLAS, Arabophones ou arabo- sede della redazione: via dell’Atomo, 6 - 30175 Vene- fascicolo segnalato sul “Notiziario” n. 16. Delle scribes? ¥ MARCO SALATI, Un documento di epoca zia-Marghera - tel. 041/937830 riviste nuove, si è cercato di dare lo spoglio, dove mamelucca sul Waqf di ‘Izz al-Din l-Makarim Hamza possibile, dal primo numero uscito. b. Zuhra al-Husayni al-Ishaqi al-Halabi (ca. 707/ 1307) ¥ SIMONE CRISTOFOLETTI, La Georgia antiochena Bollettino prefilatelico e storico postale e il “Lungo viaggio” di Asik Kerib ¥ MANJA SERGEEVNA rivista di studi e ricerche prefilateliche SIRINYAN, Ricerche sulla Storia ecclesiastica di Socrate e storico-postali Annali di Ca’ Foscari Scolastico e sulle sue versioni armene ¥ GIORGIO PIERETTO, La cultura mordvina: note e testi di poesia direttore resp.: Adriano Cattani rivista della Facoltà di Lingue e Letterature straniere popolare ¥ DANIELA MENEGHINI CORREALE, Il capitolo periodicità: bimestrale sulla scrittura nel Rahat al-sudur di Muhammad ibn ali editore: Associazione per lo Studio della Storia Posta- dell’Università di Venezia direttore resp.: Giuliano Tamani ibn Sulayman al-Rawandi ¥ RICCARDO ZIPOLI, Osceni- le, Padova tà poetiche neopersiane: due tarji-band sulla mastur- sede della redazione: C.P. 325 - 35100 Padova comitato di redazione: Serie occidentale: Giuliano Baioni, Costantino Di Pa- bazione ¥ DAVIDE BASTARI, India in the Description of ola, Mario Eusebi, Anco Marzio Mutterle, Lucia Arab Historians and Geographers During IX and X Century ¥ TIZIANA PONTILLO, Parole poliseme nel Ceramica veneta Omacini, Eloisa Paganelli, Giannantonio Paladini, Ser- gio Perosa, Carlos Romero Nirukta ¥ ALBERTO PELISSERO, Carri aerei, dischi vo- direttore resp.: Giandomenico Cortese Serie orientale: Giuliano Bocali, Adriana Boscaro, lanti e sosia irreali: il duello tra krsna e Salva in redazione: Carlo Vedù, Riccardo Bonato, Giuseppe Giovanni Canova, Mario Sabattini, Giuliano Tamani, Mahabharata III 14-23 ¥ TIZIANA LIPPIELLO, An In- Bucco, Sergio Campagnolo, Angelo Pennella, Pompeo Boghos L. Zekiyan troductory Note on Some Historical Sources on Omnes Pianezzola, Angela Rigoni, Tino Scremin periodicità: quadrimestrale in Tang Times ¥ MARIO CERESA, Il tè e i letterati: periodicità: trimestrale editore: Editoriale Programma, Padova Ouyang Xiu e le Memorie dell’acqua del monte Fucha editore: Consorzio Ceramiche Artistiche del Veneto, sede della redazione: Dipartimento di Studi Euroasiatici ¥ FLAVIA SOLIERI, Comunisti coreani e cinesi: cenni su rapporti e collaborazione politico-militare in Cina e Nove (VI) - Università degli Studi di Venezia - San Polo 2035 - sede della redazione: via E. Fermi, 134 - 36100 Vicenza. 30125 Venezia - tel. 041/5287687 - 5287220 Manciuria dal 1917 al 1950 ¥ SILVIA VESCO, Il primo volume del Ryakuga haya oshie di Katsushika Hokusai a. XXXIII, 1-2, 1994 (1760-1849) ¥ BONAVENTURA RUPERTI, Sensualità e estetica nei quartieri di piacere. L’itinerario dell’iki: Circuito Cinema WILLIAM ACHER, Un informateur de Jean-Jacques Rousseau et de l’Ambassade de France à Venise (1743- dal sui allo tsu ¥ GIOVANNI CANOVA, Il serpente della direttore: Roberto Ellero 1745) ¥ MARCO BATTAGLIA, Sulla figura di Attila nelle Ka‘ba. Una nota sulla Mecca preislamica ¥ GIORGIO periodicità: mensile letterature nordica antica e anglosassone ¥ LAURA ROTA, Le favayedo’s-safaviye e la storia della Georgia. editore: Comune di Venezia BONDI, A dialogare con Attia Hosain: la donna e la a. XXIV, n. 1-2, 1995 sede della redazione: Ufficio Attività Cinematografi- scrittrice ¥ ELETTRA BORDINO, Marcel Schwob. GIOVANNI ALBERTI, Discourse as Domain of Linguistic che del Comune di Venezia - Palazzo Carminati - Santa L’ècriture des Vies Imaginaires ¥ LAURA BRUGÉ, La Description ¥ SHAUL BASSI, Indian Poetry in English: Croce 1882 - 30125 Venezia - tel. 041/5241320 struttura del testo: analisi linguistica della struttura some suggestions on how (not) to read it ¥ EUGENIO retorica, funzionale e sintattica di un tipo di testo BERNARDI, Friederich Dürrenmatt e la “drammatur- regolativo ¥ EUGENIO BURGIO, Il riso dell’“enfant gia dell’immaginazione” ¥ MANUELA BRUNETTA, Il Rivista della stazione trouvé”: Vie de Saint Grégoire, vv. 683 sgg. Nota sulle tempo dell’essere: Vico e il neoumanesimo di Pavese ¥ sperimentale del vetro “radici storiche” di un motivo narrativo ¥ SILVANA EUGENIO BURGIO, Ricerche sulla tradizione manoscrit- CATTANEO, Due personaggi senza nome: A e B in ta delle vite antico-francesi di Giuda e di Pilato. I. Le direttore resp.: Fabiano Nicoletti Fulgens and Lucres di Henry Medwall ¥ MARIA TERESA redazioni in prosa della vita di Pilato ¥ ASSUMPTA comitato di redazione: Rosa Barovier Mentasti, Gio- FABBRO, Language, Science and Imagination in CAMPS, G. D’Annunzio i el modernisme català ¥ vanni Bonetti, Giuseppe Clinanti, Piero Ercole, Anna Ephraim Chambers’s Cyclopaedia ¥ ALBERTA FABRIS VALENTINA DI ROSA, Il teatro della scrittura. Su Der Maria Marabini, Gaetano Nicolosi, Piero Pennacino, GRUBE, Strategie di sopravvivenza e di affermazione Mitmacher. Ein Komplex di F. Dürrenmatt ¥ ALBERTA Sergio Pregliasco, Oreste Scaglioni, Giovanni Scarinci, ELENA nelle autobiografie di tre scrittori sud-africani ¥ FABRIS GRUBE, The Unresolved Question of Conflicting Francesco Sebastiano, Antonio Tucci FERRARI, François Poullain de la Barre entre ratio- Loyalties and Allegiances in the Novels of Kamala redazione: Clementina Albano, Mirella Pellegrini nalisme et féminisme ¥ SERGIO LEONE, Una strategia Markandaya ¥ FRANCESCA FAVINO, Respublica: una periodicità: bimetrale per salvare Majakovskij ¥ RENATA LONDERO, José ‘morality’ politica del Cinquecento, attribuita a editore: Stazione Sperimentale del Vetro, Murano (VE) Maria Blanco White y el romanticismo inglés ¥ ROBER- Nicholas Udall grazie al computer ¥ RENÉ LENARDUZZI, sede della redazione: via Briati, 10 - 30141 Murano TA MUSCARDIN, A Note on Pictorialism and Dramatic El operador anche del italiano y sus formas equivalentes (VE) - tel. 041/739422. Effect in Dickens’s Fiction ¥ CRISTINA OSSATO, Two en español ¥ SERGIO LEONE, Il destino di Piero della

57 Francesca in Russia ¥ ANNA MAZZANTI, “Pen and Hapkemeyer - Alessio Larocchi - Cosimo Lerose - BERHANRD CASPER, Offenbarung in Franz Rosenz- Pencil in Italy”: Edith Wharton e Maxfield Parrish Carla Locatelli - Miguel Muñoz - Franco Rella - Cesare weigs “erfahrendem Denken” ¥ HENDRIK JOHAN sentimental travellers nei giardini italiani ¥ CRISTINA Ruffato - Lucio Saffaro - Luca Sala - Stefano ADRIAANSE, Die Pointe aller Pointen. Rosenzweigs OSSATO, James Freeman Clarke: a Contribution to the Strazzabosco - Aldo Tagliaferri - Ranieri Teti - Elémire Offenbarungsverständnis als Herausforderung an die Development of the Oriental Religions in America ¥ Zolla ¥ Premio di poesia Lorenzo Montano. Esito della Religionsphilosophie ¥ FRANCESCO PAOLO CIGLIA, Arte, ARMANDO PAJALICH, Michael Ondaatje’s The Collected nona edizione. profezia della rivelazione. Sulla meditazione estetica Works of Billy the Kid: alla ricerca di una poetica del di Franz Rosenzweig ¥ JEAN-FRANCOIS COURTINE, Les caos ¥ DOMINIQUE PARAVEL, Aspects de l’interrogation n. 51, II semestre 1995 traces et le passage du Dieu dans les Beiträge zur totale en français et en italien ¥ SARA PIZZITOLA, =0. Scritti di: Giorgio Bonacini - Nadia Cavalera - Philosophie de Martin Heidegger ¥ STEPHANIE BOHLEN, Caroline Kirkland’s Magazine Contributions ¥ MARCO Adrian Clarke - Martine Clément - Osvaldo Coluccino Von der Offenheit des Seyns. Heideggers Weg zum PRESOTTO, Vestir y desvestir / apuntes sobre la - Federico Condello - Mario Cresci - Elis Pietro Donda anderen Anfang des Denkens ¥ BEN VEDDER, indumentaria en la dramaturgia del primer Lope de - Christian Doumet - Alexander Garcìa Düttmann - Heidegger’s Notion of the Last God and Revelation ¥ Vega ¥ EDUARD VILELLA, Serenitat, trascendència i Flavio Ermini - Robert Feintuch - Vito Giuliana - STEPHANE MOSES, “Je serai qui je serai”. La révelation alliberament en la poesia de Màrius Torres (a proposit Giuliano Gramigna - Clemens-Carl Härle - Marica des Noms dans le récit biblique ¥ JEAN GREISCH, del poema Calma) ¥ ANDREA ZINATO, Fernàn Pérez de Larocchi - Anna Malfaiera - Francesco Marotta - Raf- Nomination et révélation ¥ VITTORIO MATHIEU, Spunti Guzmàn e le glosse alla traduzione medievale faele Perrotta - Franco Rella - Stefano Strazzabosco - di analisi linguistica della rivelazione ¥ DAVID TRACY, castigliana delle Epistulae morales ad Lucilium: un Ida Travi - Sirio Tommasoli - Andrea Zanzotto. Revelation, Hermeneutics, Criteria ¥ GABRIEL itinerario filologico e filosofico ¥ ANDREA ZINATO, Per VAHANIAN, D’une approche naturaliste à une approche l’edizione critica delle poesie di Macìas (s. XIV). technicienne de la religion. Prolégoménes à une herméneutique de la révélation ¥ GIOVANNI FERRETTI, a. XXXIV, n. 3, 1995 (serie orientale 26) Archivio di filosofia Quale filosofia? Quale rivelazione? Appunti per una GIULIANO TAMANI, I libri ebraici del cardinal Domenico “ermeneutica critica” della rivelazione ¥ RICHARD Grimani ¥ GABRIELLA STEINDLER MOSCATI, Teatro, direttore: Marco M. Olivetti SWINBURNE, The Content of Propositional Revelation potere e censura in Israele ¥ RICCARDO CONTINI, periodicità: quadrimestrale ¥ GEORGE I. MAVRODES, Does Revelation Have a Present Hypothèses sur l’araméen manichéen ¥ TERESA M. editore: Cedam, Padova Tense? ¥ DEWI Z. PHILLIPS, Authority and Revelation ¥ ROSSI, Unas notas lexicològicas acerca del arabismo sede della redazione: c/o Marco M. Olivetti - via Zara, ARMANDO RIGOBELLO, Filosofia e rivelazione: fram- en el Libro de Alexandre (comienzos del siglo XIII) ¥ 13 - 00198 Roma menti di senso e totalizzazione di significati ¥ STANISLAS LEONARDO CAPEZZONE, Turcasso di coppiere. Due BRETON, Philosophie et révélation ¥ THEO DE BOER, The khamriyyat di Abu Nuwas ¥ GIOVANNI CANOVA, Un a. LXXII, n. 1-3, 1994 Rational Position of PositiveTheology ¥ RENE HABACHI, racconto yemenita sulla conquista hilaliana dell’Afri- Filosofia della rivelazione. L’Anthropologie entre philosophie et révélation ¥ ca settentrionale ¥ ELIE KALLAS, Genèse de la littérature MARCO M. OLIVETTI, Avant-propos ¥ MARCO M. ANDRES TORRES QUEIRUGA, Philosophy and Revelation: néo-arabe libanaise: terminus a quo ¥ BARBARA PROFE- OLIVETTI, Philosophie de la révélation ¥ PAUL RICOEUR, the Opportunity of the Enlightenment ¥ MAURICE TI, Tentativo di analisi semiotica del testo teatrale di Théonomie et/ou autonomie ¥ JOSEF SIMON, Offenbarung BOUTIN, Révélation et communication ¥ JOSÉ J. Mu in Bsisu: Al-Asafir tabni a sasaha bayna al-asabi ¥ als kritischer Begriff ¥ MICHEL HENRY, Qu’est-ce qu’une ALEMANY, Bemerkungen zur Philosophie der Of- BARBARA DE POLI, Note critiche a proposito di alcune révélation ¥ ROLF KÜHN, Bedürfen und Offenbarung. fenbarung unter Berücksichtigung der Kommuni- fonti arabe sulla massoneria in Egitto ¥ RICCARDO Eine religionsphilosophiske Skizze ¥ JEAN-LUC MARION, kationstheorie ¥ MIKLOS VETÖ, Plénitude et di- ZIPOLI, I Carmina Priapea di Suzani ¥ CECILIA COSSIO, Esquisse d’un concept phénoménologique du don ¥ scontinuité: de la problématique métaphysique de la Il settimo cavallo del sole: un romanzo, un film, una ANDREA GONZI, “Donation” e parola: per una feno- révélation ¥ LUIGI LOMBARDI VALLAURI, Quando l’Io/ lunga storia ¥ GUIDO SAMARANI, La società cinese tra menologia dell’anteriorità ¥ EDITH WYSCHOGROD, Id che si rivela è inimmaginabile e inconcepibile. Vie passato e futuro ¥ GIOVANNI CARLO SONNINO, Il termi- Memory, History, Revelation: Writting the Dead Other d’uscita apofatiche ¥ HERWI RIKHOF, Revelation. A ne yesod nel Meqor hayyim di Shelomoh ibn Gabirol ¥ MARIE-ANNE LESCOURRET, Voir pour entendre: fides Plea for a Theological Understanding ¥ GIOVANNI nella versione di Shem Tov ibn Falaquera ¥ IMMANUEL quaerens artem ¥ WILLI OELMÜLLER, Wie nicht bzw. MORETTO, Rivelazione e universalità della salvezza ¥ K. OBRJUZOV, Officina ferrarese: l’esotismo difficile, Wie sprechen über und zu Gott in Traditionen der BRUNO FORTE, In ascolto del silenzio: fede filosofica e tra Goncarov e Goncarova ¥ SIMONE CRISTOFORETTI, Aufklarüng, des Bilderverbots und der negativen fede rivelata. Teologia e filosofia della rivelazione ¥ Sul sade di Biruni e di Onsori • Islam e turbe dell’anima, Theologie ¥ VINCENZO VITIELLO, Rivelazione, Ragio- WOLFHART PANNENBERG, Offenbarung als kategorie I: GIAMPIERO BELLINGERI, La perfezione in difetto di ne, Nichilismo ¥ SERGIO QUINZIO, Nichilismo e rivela- philosophischer Theologie ¥ PIETRO DE VITIIS, Il pro- Shah Ismail Khatai ¥ II: FRANCESCO BISETTO, Sul trau- zione ¥ ADRIAAN PEPERZAK, Wonderment and faith ¥ blema della rivelazione nel pensiero di W. Pannenberg ma della circoncisione ¥ III: GIANROBERTO SCARCIA, La ERMENEGILDO BERTOLA, Ragione ed intelletto nella ¥ BERNHARD WELTE, Das Wunder als Kriterium der sindrome sciita. filosofia della rivelazione del medioevo cristiano ¥ Offenbarung (Probevorlesung; hg. von Bernhard JOSEF REITER, Der letzte Schritt der Vernunft. Casper) ¥ CARLA AMADIO, J.G. Fichte: a duecento anni Überlegungen zum Verhältnis von Vernunft und dalla pubblicazione della “Dottrina della scienza” ¥ Galuben bei Blaise Pascal ¥ ANDREA POMA, Le ragioni ALBERTO IACOVACCI, Sulla filosofia pratica di J.G. Anterem della ragione secondo Leibnitz ¥ MARIO MICHELETTI, Fichte ¥ STEFANO SEMPLICI, Gli “Jahrbücher für rivista di ricerca letteraria Shaftesbury e la convergenza fra “ateismo” e wissenschaftliche Kritik” (1827-1846). “rivelazionismo” ¥ ALBINO BABOLIN, Joseph Butler e direttore: Flavio Ermini l’irragionevolezza di proporre criteri a priori per la a. LXIII, n. 1-3, 1995 redattori: Giacomo Bergamini, Davide Campi, Marosia rivelazione ¥ MAURITS VAN OVERBEKE, Révélation, Trascendenza, trascendentale, esperienza. Studi in ono- Castaldi, Mara Cini, Gio Ferri, Giorgio Guglielmino, illumination et transparence: le cas Rousseau ¥ XAVIER re di Vittorio Mathieu. Marica Larocchi, Ranieri Teti, Sirio Tommasoli, Ida TILLIETTE, Raison et révélation chez Lessing et dans ENRICO BERTI, Metafisica e argomentazione in V. Mathieu Travi l’idealisme allemand ¥ JEAN-LOUIS VIEILLARD-BARON, ¥ CARLO ARATA, “Il rapporto con la verità” e il tema periodicità: semestrale Christologie philosophique et révélation intérieure ¥ “io” nella teoresi di Vittorio Mathieu ¥ DARIO ANTISERI, editore: Associazione di cultura letteraria Anterem, WALTER JAESCHKE, Die göttlichen Dinge und der Begriff La metafisica sperimentale di Vittorio Mathieu ¥ EMA- Verona der Philosophie ¥ KLAUS KIENZLER, “Der kommende NUELE SEVERINO, Nota sull’“uso teoretico” e sull’“uso sede della redazione: via Cattaneo, 6 - 37121 Verona Gott” - Die Elegie “brod und Wein” bei Hölderling ¥ pratico” della ragione ¥ JOSEF PIEPER, Über die MARC MAESSCHLCK, Dieu révélé et Dieu caché. Le Schlichtheit der Sprache in der Philosophie ¥ ALAIN n. 49, II semestre 1994 conflit des représentations de Dieu chez Fichte et BESANCON, Variations sue l’Image et le Tableau ¥ NUN- VERSO. Scritti di: Nanni Balestrini - Giuliana Benvenu- Schelling entre 1801 et 1806 ¥ EMILIO BRITO, La critique ZIO INCARDONA, Logos diaphorotetos hermeneia ¥ FRAN- ti - Giacomo Bergamini - Brandolino Brandolini d’Adda schleiermachérienne de la religion naturelle et de la CESCO BARONE, Tradizione e innovazione nella cultura - Pietro Campagner - Davide Campi - Alberto Cappi - théologie naturelle ¥ STEFANO SEMPLICI, Filosofia del- scientifica odierna ¥ EVANDRO AGAZZI, Aspetti Marosia Castaldi - Nadia Cavalera - Osvaldo Coluccino la rivelazione come filosofia della creazione. Hegel e ermeneutici e referenziali del confronto fra teorie scien- - Bruno Conte - Fausto Curi - Francesco Giusti - Maria Solger ¥ LIDIA PROCESI, Psicologia della rivelazione in tifiche ¥ GIORGIO DEROSSI, Oggettività, Scienza e Lin- Larocchi - Giancarlo Leucadi - Grazia Marchianò - Immanuel Hermann Fichte ¥ IRENE KAJON, La “filoso- guaggio ¥ SERGIO RICOSSA, Filosofia e scienza economi- Silvia Pegoraro - Rosa Pierno - Ida Travi ¥ Premio di fia della rivelazione” di Samuel Hirsch. Una discussio- ca ¥ LUIGI LOMBARDI VALLAURI, Modelli speculari di poesia Lorenzo Montano. Bando della nona edizione ¥ ne con Hegel sull’essenza dell’uomo ¥ JAN SPERNA sessualità: libertinismo sadico, cattolicesimo ¥ FRANCE- Bozzetti per il teatro d’opera di Giovanni Agostinucci. WEILAND, Kierkegaard und die Philosophie der SCO D’AGOSTINO, Problemi tipologici del matrimonio Offenbarung ¥ SERGIO ROSTAGNO, Revelatio specialis come sistema ¥ GIANNI VATTIMO, Fine del secolo, fine n. 50, I semestre 1995 vs revelatio generalis: sul paradosso di un’identità ¥ della secolarizzazione? ¥ FULVIO TESSITORE, Esiste an- L’INFINITO ECCESSO DEL VERO. Scritti di: Giuliana Ben- HANSJÜRGEN VERWEYEN, Maurice Blondels cora la Storia della Filosofia? ¥ STELIO ZEPPI, Senofane: venuti - François Bruzzo - Eugenio De Signoribus - Philosophie der Offenbarung im Horizont un metafisico “forte” o un metafisico “debole”? ¥ GIO- Aldo Ferraris - Gio Ferri - Mario Giorgi - Rubina Giorgi “postmodernen” Denkens ¥ CESAR IZQUIERDO, The VANNI REALE, I due assi-portanti del pensiero di Plotino - Cesare Greppi - Roberto Guiducci - Andreas “Philosophy of Revelation” in M. Blondel’s Thought ¥ ¥ SALVINIO BIOLO, Il soggetto o l’a priori trascendentale

58 against the background of traditional logic ¥ VLADIMIR BRENTANO, Dettati sul tempo (1907 e 1915) (introd. di VASYUKOV, A Lesniewskian guide to Husserl’s and Liliana Albertazzi) ¥ DALE JACQUETTE, A Meinongian Meinong’s jungles ¥ LUIGI DAPPIANO, Le parti e l’intero theory of definite description ¥ FRANCESCA MODENATO, nella concezione di Aristotele: la holologia come pro- A. Meinong: fenomeno, noumeno e percezione esterio- getto di metafisica descrittiva (I) ¥ STANISLAV re ¥ RAUL OLVERA MIJARES, Some historical remarks LESNIEWSKI, Collected works (Massimo Libardi) ¥ on Husserl’s theory of multiplicity ¥ W. MARCISZEWSKI, MARCO SANTAMBROGIO, Forma e oggetto (Roberto Logic from a rethorical point of view (Roberto Poli) ¥ Poli). M. MATTEUZZI, La macchia di colore. Appunti per una filosofia della teoria. n.s., a. IV, n. 2, settembre 1993 RYSZARD PUCIATO, Thomism and modern formal logic. Remarks in the Cracow Circle ¥ JOZEF M. BOCHENSKI, On logical ‘relativism’ (1937) ¥ JAN SALAMUCHA, Con-tratto Comparisons between scholastic logical tools and rivista di filosofia tomista e modern formal logic (1937) ¥ JAN F. DREWNOWSKI, di filosofia contemporanea Neoscholasticism and the demands of modern science in S. Tommaso ¥ PIETRO PRINI, Pansofia, neoplatonismo (1937) ¥ LUIGI DAPPIANO, Le parti e l’intero nella direzione: Emmanuele Morandi, Riccardo Panattoni e critica dell’olismo. Nota su Comenio ¥ VINCENZO concezione di Aristotele: la holologia come progetto di comitato di redazione: Giovanni Catellani, Diana Man- CAPPELLETTI, Dopo Galilei ¥ ROBERTO CORTESE, Ragio- metafisica descrittiva (II) ¥ MASSIMO LIBARDI, Robert cini, Enrica Manfredotti, Rita Messori, Marco Prati, ne divina e ragione umana nella filosofia di Nicolas Musil tra letteratura e filosofia ¥ CHIARA TAMANINI, Claudio Testi Malebranche ¥ ANDREA POMA, Il lato notturno della Riflessioni sulla didattica della filosofia ¥ GIOVANNI periodicità: semestrale filosofia di Leibnitz nell’interpretazione metafisica di PIANA, Filosofia della musica (L. Albertazzi). editore: il Poligrafo, Padova Vittorio Mathieu ¥ GUIDO ZINGARI, G.W. Leibnitz. Mondi sede della redazione: via Turazza, 19 - 35128 Padova possibili e musei della verità ¥ DONALD PHILLIP VERENE, n.s., a. IV, n. 3, dicembre 1993 - tel. 049-776986 Vichian Providence ¥ JEAN STAROBINSKI, Le sacrifice et ROBERTO POLI, Nicolas A. Vasil’év (1880-1940) ¥ le couronnement. (Sur le suiet d’Idoménée) ¥ NORBERT NICOLAS A. VASIL’ÉV, Logic and metalogic ¥ NICOLAS n. 0, maggio 1992 HINSKE, “...perché il popolo rivendica con tanta insi- A. VASIL’ÉV, Imaginary (non-Aristotelian) logic ¥ JERZY EMMANUELE MORANDI, Presentazione ¥ RICCARDO stenza la libertà di stampa”. Pluralismo e libertà di PERZANOWSKI, What is non-Fregean in the semantics PANATTONI, L’“altra” presentazione ¥ EMMANUELE stampa nel pensiero di Kant ¥ ECKART FÖRSTER, “Ich of Wittgentein’s Tractatus and why? ¥ WLADIMIR L. MORANDI, Pensare l’essere nell’ente secondo la meta- betrachte die Vernunft als den Anfang des Verstandes ¥ VASYUKOV, Antidiodorean logics and the Brentano- fisica di S. Tommaso d’Acquino: Partecipazione, Dif- MARCO M. OLIVETTI, Simmetria e asimmetria: sull’inter- Husserl’s conception of time ¥ LILIANA ALBERTAZZI, ferenza, Soggettività ¥ RICCARDO PANATTONI, Alterità pretazione mathieuana del Kant pratico ¥ ANTIMO NE- Psicologia descrittiva e psicologia sperimentale: del Soggetto. Scrittura e differenza nell’opera di GRI, Gli alberi e gli uomini; la foresta e la città. Rileggen- Brentano e Bonaventura sul tempo psichico ¥ F.P. Emmanuel Lévinas. do il Kant politico ¥ REINHARD BRANDT, Ein RAMSEY, Philosophical papers ¥ N.E. SAHLIN, The problematischer absatz im “Ersten Stück” von kants philosophy of F.P. Ramsey (Luigi Dappiano) ¥ PETER a I, n. 1, dicembre 1992 “Religion innerhalb der Grenzen der bloßen Vernunft” EMMANUELE MORANDI, Avvertenza ¥ PARTE TOMISTA: ¥ CLAUDIO CESA, Guerra e morale. Considerazioni su un Nichilismo e gnosi, a cura di Enrico Corradi. ENRICO luogo di “Alla pace perpetua” ¥ MARTA VASCOTTO, La CORRADI, Presentazione ¥ GIANFRANCO BASTI - ANTO- deduzione ontologica dell’esistenza nell’Opus postumum NIO PERRONE, Le radici forti del pensiero debole: di Kant ¥ FRANCO CHIEREGHIN, La decisione all’origine Nihilismo e fondamenti della matematica ¥ ENRICO del filosofare in Kant e in Hegel ¥ GERD HELD, L’appa- CORRADI, Nichilismo. Genesi filosofica e riflessi sulla rizione di un’apparenza. L’estetica del fenomeno indi- cultura contemporanea ¥ EMANUELE SAMEK LODOVICI, retto in Kant e Duchamp ¥ SILVESTRO MARCUCCI, L’in- Dominio dell’istante, dominio della morte. Alla ricer- terpretazione meyersoniana del concetto di “deduzione ca di uno schema gnostico ¥ ANDREA PORCARELLI, globale” in Hegel e in Einstein ¥ RAFAEL ALVIRA, Gnosi antica e “sapientia” tomista. Elementi per un Musica sonora e musica silenziosa. Riflessioni sul pen- confronto speculativo ¥ INTERMEZZO. ENRICA siero di F. Nietzsche ¥ GIUSEPPE RICONDA, Mathieu MANFREDOTTI (a cura di), Scrittura e poesia. Conver- interprete di Bergson ¥ ERMEGILDO BERTOLA, La dottri- sazione con Edmond Jabès ¥ PARTE CONTEMPORANEA: na morale di Henri Bergson ¥ SERGIO COTTA, Il diritto tra Ermeneutiche leopardiane, a cura di Alberto Folin. “chiuso” e “aperto”. Una notarella bergsoniana ¥ ALBERTO FOLIN SIMONS, Philosophy and logic in central Europe from (a cura di), Cammino di un lettore. GIANFRANCO MORRA, Mathieu interprete di Rilke ¥ Conversazione con Cesare Galimberti ¥ MASSIMO ARTURO DEREGIBUS, Varisco tra Leibniz e Kant. Il Bolzano to Tarski (Jacek J. Jadacki) ¥ R.L. EPSTEIN, The semantic foundation of logic. Volume 1: propositional CACCIARI, Leopardi platonicus? ¥ RICCARDO monadismo critico di Bernardino Varisco ¥ NYNFA BO- PANATTONI, Indifferenza e natura. Una presenza SCO, La filosofia morale di Augusto Guzzo ¥ GIOVANNI logics (Massimo Libardi) ¥ URSZULA ZEGLEN, Modal- nosc w logice i w filozofii. Podstawy ontyczne [Modality gnostica in Giacomo Leopardi? ¥ ALBERTO FOLIN, SANTINELLO, Augusto Guzzo e la storia della filosofia ¥ “Quasi una finta imago” ¥ ANDREA CALZOLARI - MARIA MARIO FRANCIONI, Dopo Lacan, due sono le in logic and in philosophy. Ontological Bases] (Ryszard Puciato). ROSA TORLASCO, Il segno e il velo della differenza. metapsicologie in Freud ¥ MARZIO PINOTTINI, Tempo, Sull’Indice dello Zibaldone ¥ ANTONIO PRETE, Nottur- eternità, epistrophé in Vittorio Mathieu ¥ ENRICO DI no ¥ GIANNI SCALIA, Etimologie della“Ginestra”. ROBILANT, Scelte e figure nelle teorie ¥ LAURA PAOLETTI, n.s., a. V, n. 1, aprile 1994 Mereologies. LILIANA ALBERTAZZI - MASSIMO LIBARDI, Dall’esistenzialismo all’ermeneutica ¥ MARTA VASCOTTO a.II, nn. 1-2, gennaio-dicembre 1993 (a cura di), Bibliografia di Vittorio Mathieu. Introduction ¥ MASSIMO LIBARDI, Applications and limits of mereology. From the theory of parts to the Heidegger e l’etica. theory of wholes ¥ WILHELM BAUMGARTNER - PETER PARTE TOMISTA, a cura di Emmanuele Morandi: XAVIER SIMONS, Brentano’s mereology ¥ DESMOND PAUL TILLIETTE SJ, Peccato e morte umana in Kierkegaard. NICO HENRY, Impenetrability, overlapping and connu- Alle fonti della meditazione heideggeriana ¥ Axiomates meration ¥ MARGRET KAISER EL-SAFTI, Carl Stumpfs SPROKEL SJ, Essere e abitare a misura ¥ LUIS ROMERA Quaderni del centro studi per Lehre vom ganzen und den Teilen ¥ DALLAS WILLARD, OÑATE, Etica e nichilismo nell’ultimo Heidegger ¥ la filosofia mitteleuropea Mereological essentialism restricted ¥ LILIANA ANNA MARIA TREPPIEDI, Hiedegger: una questione ALBERTAZZI, The psychological whole. I: The temporal ancora possibile? ¥ EMMANUELE MORANDI, Per una direttore resp.: Roberto Poli parts of presentation. comitato di direzione: Liliana Albertazzi, Edgar Morscher, Jerzy Perzanowski, Giovanni Piana, Karl n.s., a. V, n. 2-3, dicembre 1994 Schuhmann, Barry Smith, Jan Wolenski European cities and the birth of modern scientific periodicità: quadrimestrale philosophy. ROBERTO POLI, In itinere: pictures from editore: Il Poligrafo, Padova Central-European philosophy ¥ JAN SEBESTIK, Prague sede della redazione: via Turazza, 19 - 35128 Padova mosaic. Encounters with Prague philosophers ¥ JACEK - tel. 049/776986 JULIUSZ JADACKI, Warsaw: The rise and decline of modern scientific philosophy in the capital city of n.s., a. IV, n. 1, aprile 1993 Poland ¥ LILIANA ALBERTAZZI, Scienza e avanguardia FRANZ BRENTANO, Della sostanza, con una introduzio- nella Firenze del primo Novecento ¥ LUIGI DAPPIANO, ne di Wilhelm Baumgarten e una lettera a Anton Marty L’idealismo di Oxbridge tra Lotze e Meinong. A propo- ¥ ROBERTO POLI, Twardowski’s theory of modification sito delle origini della filosofia analitica ¥ FRANZ

59 ontologia dell’etica: da Heidegger ad Aristotele ¥ Filologia veneta nell’Alberti volgare ¥ BOTTONI, Prologo biografico: CLAUDIO TESTI, Osservazioni critiche: il dibattito me- Lingua, letteratura, tradizioni Bernardo Dovizi commediografo ¥ ORSENIGO, Il cri- dievale sulla povertà e la questione della tecnica mo- stianesimo tragico di Federigo Tozzi ¥ G. GUNTERT, derna in Heidegger ¥ INTERMEZZO: RITA MESSORI, Lo direttore: Gianfranco Folena † Petrarca e i suoi lettori: la canzone CXXVI. Letture spazio dell’intermezzo ¥ PARTE CONTEMPORANEA, a cura comitato di redazione: Antonio Daniele, Gianfranco dell’ultimo trentennio ¥ A. CARACCIOLO ARICÓ, Lo di Caterina Resta: JEAN-LUC NANCY, Lo spazio lasciato Folena †, Marisa Milani, Ivano Paccagnella scrittoio del Sannazaro. Spogli verbali preparatori libero da Heidegger ¥ CATERINA RESTA, L’accordo periodicità: annuale della produzione latina posteriore all’Arcadia ¥ G. della parola ¥ UMBERTO REGINA, La virtù della verità. editore: Esedra, Padova GRIFFANTE, Esopo tra Medio Evo ed Umanesimo. Ras- Heidegger interprete del VI libro dell’‘Etica sede della redazione: c/o Esedra - via Palestro, 8 - PD segna di studi. Nicomachea’ ¥ RICCARDO PANATTONI, Etica e poesia. La voce dell’amico attraverso la lettura di ‘Andenken’ L’ultimo fascicolo uscito è il n. IV, 1993, segnalato sul a. XLVI, n. 3, luglio-settembre 1994 di Martin Heidegger ¥ MARLENE ZARADER, Effetti di “Notiziario” n. 16. G. AGNELLI, Letteratura e industria ¥ J. STAROBINSKI, silenzio ¥ DANIELA BATTINI, La parola annodata. Etica La fabrique sur le riviére ¥ G.A. CAMERINO, Alfieri e scrittura in Heidegger ¥ CARLO SINI, La pietà del- “dalla pubblica virtù” alla “virtù sconosciuta” e al l’esercizio. Quattro pensieri sull’ethos. “dolore immenso e continuo” ¥ F. FINOTTI, Arrigo Italia medioevale e umanistica Boito: il démone dello stile ¥ Notizie di manoscritti: P. a. III, nn. 1-2, ottobre 1994 VITI, Un nuovo codice con postille di Leonardo Bruni PARTE TOMISTA: Metafisica della Comunità: il “bonum direttore resp.: Giovanni Berti ¥ R. D’ALFONSO, La “visio beatifica” del prologo al commune” in San Tommaso d’Aquino e nella scuola periodicità: annuale “Paradiso” nelle tre redazioni del “Comentarium” di tomistica, a cura di Vittorio Possenti: STEPHEN L. BROCK, editore: Antenore, Padova Pietro di Dante ¥ P. VECCHI, Il Quattrocento rivisitato: L’obbligo per legge, il governo e il bene comune: sede della redazione: c/o Antenore - via Rusca, 15 - per tre recenti storie letterarie ¥ R. CASAPULLO, Appun- considerazioni metafisiche in Tommaso d’Aquino ¥ 35124 Padova - tel. 049/686566 ti su un’edizione degli Asolani ¥ C. DELCORNO, Nuovi ROBERTO GATTI, L’idea di Bene Comune nella filosofia studi sull’“exemplum”. Rassegna. politica di J. Maritain ¥ LORENZO PEROTTO O.P., Le a. XXXV (1992) insidie del Bene Comune nel “De Regno” di S. Tommaso L.D. REYNOLDS, The transmission of the “De finibus” ¥ a. XLVI, n. 4, ottobre-dicembre 1994 d’Aquino ¥ VITTORIO POSSENTI, La questione del Bene L. AZZETTA, Un’antologia esemplare per la prosa R. RINALDI, “Sono ora in terra, o sono al Ciel levato?”: Comune ¥ RAIMONDO SPIAZZI O.P., La metafisica del trecentesca e una ignorata traduzione da Tito Livio: il il programma dell’“Orlando Innamorato” ¥ J. ROUSSET, Bene Comune e l’etica della solidarietà ¥ INTERMEZZO: Vaticano Barberiano lat. 4086 ¥ L. GREGORI, Appunti Mon baroque ¥ R. CONTARINO, L’uomo contro natura: EMMANUELE MORANDI, Il “Bonum Commune” nella sulla fortuna dei volgarizzamenti liviani nella Firenze antropofagi e suicidi nella leopardiana “Scommessa “Summa Theologiae”. Brani antologici ¥ CARL del XVI secolo ¥ A. MANFREDI, Nuove postille autografe di Prometeo” ¥ A. BETTINZOLI, Poliziano latino e volga- SCHMITT, La teoria politica del mito ¥ PARTE CONTEMPO- di Lorenzo Valla alle epistole di S. Girolamo (Vaticano re: postille in margine alle “Stanze” ¥ G. JORI, “Tanto RANEA: Carl Schmitt: simbolo tra teologia e politica, a lat. 355-356) ¥ GUIDO e P.M. BILLANOVICH - G.P. la grazia può”. Minima tassiana ¥ A. ZOLLINO, Pascoli, cura di Claudio Bonvecchio: CLAUDIO BONVECCHIO, MANTOVANI - E. NECCHI, Epigrafia a Padova, I: E. d’Insengard e le ciaramelle ¥ A. CALZAVARA, L’“amor “Imperium” e “imperator” in Carl Schmitt: spunti di NECCHI, Una silloge epigrafica padovana: gli soverchio” e lo “sfrenato sdegno”. Rassegna di testi e teologia politica ¥ TERESA TONCHIA, La nudità simbo- “Epigramata illustrium virorum” di Iohannes studi sulla tragedia italiana del Cinquecento (con lica. Un’interpretazione della schmittiana “Ex Hasenbeyn ¥ S. CARRAI, La tradizione manoscritta e a un’appendice secentesca) (1970-1993). captivitate salus” ¥ GIULIANA PAROTTO, Primato e stampa dei “Pastoralia” di Boiardo ¥ N.G. WILSON, rappresentazione: una riflessione su cattolicesimo ro- Greek inscriptions on Renaissance paintings ¥ J.N. a. XLVII, n. 1, gennaio-marzo 1995 mano e forma politica ¥ RICCARDO PANATTONI, Il GRANT, Pietro Bembo as a textual critic of classical E. H. GOMBRICH, La cultura artistica italiana tra romanticismo politico e lo stato fondamentale del latin poetry: “Variae lectiones” and the text of the Umanesimo e Rinascimento ¥ P. ZAJA, “Oscuri velami” filosofare. Heidegger e Schmitt a confronto. “Culex” ¥ R. SEGRE, La tipografia ebraica a Ferrara e in alcuni sonetti di Giulio Camillo ¥ C. DELCORNO, Don la stampa della “Bibbia” ¥ G. BILLANOVICH, Tra i Giuseppe De Luca e gli studi sulla letteratura religiosa a. IV, nn. 1-2, 1995 codici degli “Ab urbe condita” ¥ F. RUGGERI, Il testa- medievale ¥ Notizie di manoscritti: G. DAL LAGO - A. L’esperienza di Dio. Filosofi e telogi a confronto, a mento di Francesco Filelfo ¥ E. SANDAL, Giovanni SCARPARI, Le carte Fogazzaro nella Biblioteca cura di Emmanuele Morandi e Riccardo Panattoni. Battista Refrigerio a Castel Merlino ¥ P. GRIGUOLO, Bertoliana di Vicenza ¥ C. CARBONARI, “Die sirenetta”: PARTE TOMISTA, a cura di Emmanuele Morandi: COR- Notizie sulla scuola pubblica a Rovigo. Lodovico Hofmannsthal traduttore e interprete di D’Annunzio ¥ NELIO FABRO, Senso e struttura esistenziale della pre- Ricchieri ed Ermico Caiado ¥ S. FORTUNA, A proposito E. GIORDANO, Dai “ricordi d’infanzia e di adolescen- ghiera ¥ JOHANNES B. LOTZ, Argomento ontologico ed dei manoscritti di Galeno nella biblioteca di Nicolò za” alle “Ricordanze”: il linguaggio e i percorsi del- esperienza di Dio ¥ DIVO BARSOTTI, Una teologia Leoniceno ¥ D.E. RHODES, The Almadiani of Viterbo. A l’autobiografia ¥ E. PAPPALARDO, Linguaggio e poesia. dell’esperienza di Dio: le “Laudes Dei” di S. 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BALLERINI, stiana in Anselmo d’Aosta ¥ VITTORIO POSSENTI, Carlo Delcorno, Maria Luisa Doglio, Cesare Galimberti, Metamorfosi del testo e testualità della critica ¥ J. Trascendenza Immanente (Note sul rapporto tra Dio e Carlo Ossola, Giorgio Pullini PARZEN, A peculiar reading of the endecasyllable: il mondo) ¥ INTERMEZZO: La domanda su Dio come redattore capo: Gilberto Pizzamiglio Petrarch’s Sestina 22 ¥ P. SPEZZANI, La stratificazione questione del nostro tempo, a cura di Giacomo Coccolini: redazione: Attilio Bettinzoli, Bianca Maria Da Rif, delle “centodiciassette” commedie del Goldoni nei GIACOMO COCCOLINI: Introduzione ¥ GIACOMO Fabio Finotti, Nella Giannetto, Claudio Griggio, Fran- principali “corpus” editoriali settecenteschi e in una COCCOLINI, Homo capax Dei? Note sulla collocazione cesco Spera appendice editoriale novecentesca ¥ G. LANGELLA, La della Gottesfrage nell’epoca presente tra periodicità: trimestrale “dolce malattia”. Intorno a una pagina di Svevo ¥ B. secolarizzazione e silenzio di Dio ¥ EUGEN BISER, Cosa editore: Olschki, Firenze BARTOLOMEO, Storia della metrica e storia della poe- parla in favore di Dio? Fede come cammino di ritrova- sede della redazione: c/o Istituto di Letteratura Italiana sia. Rassegna di studi. mento del senso ¥ JOHANNES BAPTIST METZ, Il discorso - Università degli Studi di Padova - via Beato Pellegri- su Dio di fronte alla storia di sofferenza del mondo ¥ no, 1 - 35137 Padova a. XLVII, n. 3, luglio-settembre 1995 PARTE CONTEMPORANEA, a cura di Riccardo Panattoni: G. LA FACE BIANCONI - A. ROSSI, Serafino Aquilano nelle PIERO CODA, Rivelazione cristologica ed esperienza di a. XLVI, n. 1, gennaio-marzo 1994 fonti musicali ¥ L. GUALDO ROSA, Leonardi Bruni e le Dio ¥ MARIO RUGGENINI, Poesia dell’assenza. F.FINOTTI, La storia finita. Filologia e critica degli sue “vite parallele” di Dante e del Petrarca ¥ R. Hölderling e “il tempo del bisogno” ¥ FERDINANDO “scartafacci” ¥ L. PERTILE, Il nodo di Bonagiunta, le RICORDA, Benedetto Croce, Angelo Conti e “altri LUIGI MARCOLUNGO, Il Dio che viene all’idea ¥ penne di Dante e il Dolce Stil Novo ¥ G. RABITTI, Note estetizzanti” ¥ Notizie di manoscritti: R. BENEDETTI - S. UMBERTO REGINA, S¿ren Kierkegaard. Il felice incon- sulla canzone ‘al Metauro’ con un’appendice leo- ZAMPONI, Frammenti dei Guiron de courtois nell’Ar- tro di ragione e paradosso ¥ RICCARDO PANATTONI, Il pardiana ¥ A. SCARSELLA, Su una lettera del Boiardo ¥ QUAQUARELLI, Felice Feliciano letterato nel nuovo chivio Capitolare di Pistoia ¥ P. VESCOVO, Ardelia, tempo della memoria e la memoria come tempo. Ramusia, Veniexiana. Appunti su una linea della com- Agostino, Monica e la morte ¥ UMBERTO SONCINI, epistolario ¥ R. CUTINELLI-RENDINA, Rassegna di studi media cinquecentesca ¥ O. LONGO, Placide notti (e Prospettive preliminari ad una ermeneutica feno- sulle opere politiche e storiche di Niccolò Macchiavelli tacite selve) ¥ P. POSSIEDI, L’ultimo autoritratto di menologica del testo biblico ¥ LUISA MURARO, Espe- (1969-1992). Leopardi ¥ V. BRANCA - A. STUSSI, Ricordo di Augusto rienza (di Dio) e differenza femminile ¥ BRUNO FORTE, a. XLVI, n. 2, aprile-giugno 1994 Campana (1906-1995) ¥ S. ZANCANELLA, Rassegna di La riscoperta dell’oggetto puro: “Deus dixit”. La D’ASCIA, Tecnica dialogica e tematica politica studi gaddiani 1974-1994. svolta di Karl Barth.

60 a. XLVII, n. 4, ottobre-dicembre 1995 DEBORA LOVILI, La contrapposizione fra mondo cri- M. RICCUCCI, Le “Stanze”: il racconto di una caccia ¥ stiano e mondo arabo nel Principe constante di Calderon A. BATTISTINI, “Un angoletto morto della storia?”. de La Barca ¥ GABRIELLA SCHIAFFINO, L’idée russe di Vico e la cultura europea tra Sei e Settecento ¥ T. Vladimir Solov’ev ¥ FRANCO NOSENZO, Storia di Arletta. O’NEILL, La scoperta dell’America, ovvero ipotesi per La figura della “fanciulla morta” nella Bufera di come scriveva Sciascia ¥ F. CIGNI, Roman de Tristan in Montale ¥ LEONARDO TERZO, Le liste di Miller. Prole prosa e “compilazione” di Rustichello da Pisa in area retorica di una famiglia surreale ¥ GIOVANNI SCI- veneta. A proposito di una recente edizione ¥ S. PRANDI, MONELLO, Follia e letteratura. Il caso di Friederich Sulla Vita di Torquato Tasso di Giambattista Manso ¥ Hölderlin ¥ FRANCO MELI, Puccini e l’esotismo: La S. GIUFFRIDA, Per un’edizione critica del carteggio di Fanciulla del West ¥ MARCO FORTI, Il linguaggio della Francesco Milizia ¥ C. GRIGGIO, L’umanesimo friulano. critica d’arte: maturità di un critico ¥ DONATELLA Rassegna di studi. ABBATE BADIN, The Mythical Context of Edna O’Brien’s Short Stories ¥ GUIDO ANDREA PAUTASSO, Berto Ricci, Séver ¥ PAOLO BIANCHI, La mosca ¥ GIOVANNI a. XLVIII, n. 1, gennaio-marzo 1996 il Trotzskij del fascismo ¥ SILVIA ZANGRANDI, L’ultima RUGGIERO, L’appuntamento ¥ MICHELE BOTTALICO, R. BESSI, Le Stanze del Poliziano e la lirica del primo alba di Billy Budd nella traduzione di Montale. Tradurre Middlemarch di George Eliot. Quattrocento ¥ L. BARILE, L’infraordinario in Calvino e Perec ¥ Notizie di manoscritti: O. VISANI, Un ritrovato a. II, n. 3, gennaio-aprile 1987 codice di prediche di Bernardino da Siena e della sua VITEZLAV NEZVAL, Edison (trad. di Alberto di Paola) ¥ scuola ¥ S. BERTI, La “canzone alla Bruna” e l’Ars L’ozio SANDRO PENNA, Brani del diario scelti e trascritti da amatoria di Ovidio ¥ B. DANNA, L’ombra di Voltaire in almanacco di lettere e arti Elio Pecora ¥ BARTOLO CARRAFI, Ipotenusa (a cura di Italia. Fra satira lucianea e poesia sepolcrale tar- Giuliano Donati, con una testimonianza di Luigi dosettecentesca ¥ A. ZOLLINO, Tasso e D’Annunzio direttore editoriale: Antonio Facchin Mormino) ¥ GEORGE BYRON, Tenebra (trad. di Marghe- nella “Siepe” di Pascoli ¥ M. MARCOLINI, La rivo- direttore resp.: Alessandro Russello rita Guidacci) ¥ ROBERTO SANESI, Il ritorno di Alterego luzione consapevole. Rassegna di studi pascoliani comitato di direzione: Franca Bacchiega, Luigina ¥ FILIPPO DE PISIS, da Il romanzo di Assisi (a cura di (1980-1995). Bortolatto, Manlio Brusatin, Arnaldo Ederle, Maurizio Sandro Zanotto) ¥ IVAR IVASK, Lezione di neve a altre Fantoni Minnella, Paolo Lagazzi, Enzo Mandruzzato, poesie (trad. di Margherita Guidacci) ¥ FRANCESCO Roberto Pazzi, Plinio Perilli, Elena Pontiggia, Ivo TENTORI, Quattro dediche ¥ FRANCO BUFFONI, Verso Prandin, Ottorino Stefani, Silvio Ramat, Gabriella Trieste ¥ ENZO MANDRUZZATO, La colpa originaria ¥ Lingua e letteratura Sobrino, Paolo Ruffilli, Marida Tancredi SANDRO ZANOTTO, Sidarma lungo l’argine sinistro ¥ comitato di redazione: Guglielmina Bernardi, Lucia ANDREA MOLESINI, Sandro Penna: l’indifferenza inna- direttore: Carlo Bo Denarosi, Daniela Montanucci, Raffaele Piazza, morata ovvero lo stile del riferimento taciuto ¥ PAOLO direttore resp.: Sergio Pautasso Michelangelo Tomarchio VANELLI, Leopardi ovvero il piacere impossibile ¥ comitato di redazione: Onofrio Carruba, Giordano De periodicità: semestrale MAURIZIO VIVIAN, La scrittura del padre (sull’ultimo Biasio, Milli Martinelli, Gabriele Morelli, Patrizia editore: Nuove Edizioni Amadeus, Cittadella (PD) Bigongiari) ¥ GIOVANNI MANSOLDO, “Giorni d’azzur- Nerozzi, Sergio Pautasso, Giovanni Scimonello sede della redazione: via Roverate, 19 - 35013 Cittadella ro vivo e di tegole rosse” nella poesia di Carlo Betocchi. periodicità: semestrale (PD) - tel.049/9445601 editore: I.U.L.M. - Istituto Universitario di Lingue Mo- a. II, n. 4, maggio-agosto 1987 derne - Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Mila- n. 0, gennaio-aprile 1986 VINCENZO CARDARELLI, Due lettere inedite a Giuseppe no - Feltre Poesia: ATTILIO BERTOLUCCI, da La camera da letto 2 Raimondi (a cura di Clelia Martignoni) ¥ GIORGIO sede della redazione: c/o I.U.L.M. - Via Filippo da ¥ GHIANNIS RITSOS, Emiciclo (trad. di Nicola Crocetti) SAVIANE, La curva di Malvolta ¥ JEAN GENET, Il segreto Liscate, 3 - 20143 Milano - tel. 02/582181 int. 216 ¥ GIACINTO SPAGNOLETTI, L’amore da vecchi ¥ PERCY di Rembrandt (trad. di Giancarlo Pavanello) ¥ GIACIN- BYSSHE SHELLEY, I due spiriti: una allegoria (trad. di TO SPAGNOLETTI, Napoli, la sua poesia nel tempo ¥ a. XI, n. 22-23, primavera-autunno 1994 Giuseppe Conte) ¥ GIANCARLO PAVANELLO, Grisou ¥ ROBERT LOWELL, Per parlare dello strazio che c’è nel CARLO BO, Claudel di fronte a Dante ¥ GIORGIO BARBERI MILO DE ANGELIS, Prima ancora ¥ NADIA CAMPANA, Il matrimonio (trad. di Andrea Molesini) ¥ GREGORIO SQUAROTTI, Satira e burla: la poesia di Fusinato ¥ deserto ¥ MARIO BENEDETTI, Andanti ¥ Prosa: RAF- SCALISE, Il Genio della memoria ¥ KENNET FEARING, PATRIZIA NEROZZI BELLMAN, Angelica via mundi ¥ FAELLO CANTERI, In una verde terra con la ragazza di Portrait (trad. di Marilla Battilana) ¥ GIANCARLO MARIO DAL MOLIN, Tecniche del racconto nel Novelli- paglia ¥ Theoria: MARICA LAROCCHI, Voyelles, je dirai PAVANELLO, Il filobus ¥ REMO PAGNANELLI, Da Rac- no ¥ MARA LOGALDO, Il metaromanzo in David Lodge quelque jour vos naissances latentes: appunti per una colte sparse ¥ ARNALDO EDERLE, Fervida brace (per G. ¥ PAOLO PUPPA, Gli atti unici pirandelliani ¥ SIMONETTA poetica dell’origine ¥ SEBASTIANO ADDAMO, Brevi Piccoli) ¥ SOSSIO GIAMMETTA, Il mistero di Moravia. SANNA, “Isole di disordine”: Medea in Heiner Müller paragrafi per Livio Garzanti ¥ PAOLO VANELLI, Manzoni ¥ MICHAELA BÖHMING, Lo stile “moderno” e il simbo- e il teodramma ¥ DIANA CRISTADORO PARRA, Rispon- a. II, n. 5, settembre-dicembre 1987 lismo nel teatro della “Berlino russa” degli anni ’20 ¥ denze poetiche in Vincenzo Cardarelli. EUGENIO MONTALE, Lettera inedita a Silvio Ramat ¥ MANFRED DURZAK, Es ghet - Wieder einmal - um den GIUSEPPE PREZZOLINI, Traduzioni da Novalis. Fram- Realismus, Zu einer aktuellen deutschen Literatur- a. I, n. 1, maggio-agosto 1986 menti (dai discepoli di Sais) ¥ EZRA POUND, Una canzo- Debatte ¥ RODOLFO ZUCCO, Qualcosa era successo: su ANGELO MARIA RIPELLINO, Di me, delle mie sinfoniette ne per l’impero (trad. di Andrea Molesini) ¥ GINA una possibile fonte pascoliana per Buzzati ¥ MARCO (con un ricordo di Giacinto Spagnoletti e uno scritto LAGORIO, Candomblè ¥ WILLIAM BUTLER YEATS, Da I FORTI, Giudici “vecchio” e “nuovo” ¥ ELDA GARETTO, inedito dell’autore) ¥ THOMAS E. HULME, Quattro poe- cigni selvatici a Cool (trad. di Ariodante Marianni) ¥ Dall’archivio di A.V. Amfiteatrov: cenni biografici e sie (trad. di Giancarlo Pavanello) ¥ LUCREZIO, Le illu- ANTOLOGIA PALATINA, dal libro VII, Lutti, lapidi e materiali sull’emigrazione russa. sioni della vista. De rerum natura, IV, 387-431 (trad. di lamenti (trad. di Vincenzo Guarracino ¥ LUCA GHISELLI, Aldo Piccoli) ¥ HEINRICH HEINE, Il naufrago (trad. di Sei poesie (con una nota di Alesandro Parronchi) ¥ a. XI, n. 24-25, primavera-autunno 1995 Sossio Giammetta) ¥ MARIO BAUDINO, Nel nome d’Ales- GENO PAMPALONI, Il sogno ¥ ROBERTO MUSSAPI, Tre PATRIZIA NEROZZI BELLMAN, Poetica del Settecento. sandria ¥ ANDREW MARVELL, Due poesie d’amore fiori ¥ NINO DE VITA, Quattro poesie ¥ FRANCA MINUZZO Insegnamenti per un’autocoscienza dell’immaginario (trad. di Angiola Sacripante) ¥ MIMNERMO, Poesie BACCHIEGA, Poesia dall’estremo ovest ¥ LUCIANO contemporaneo ¥ CARLO BO, Manzoni e la sua “patria (trad. di Giulio Galletto) ¥ ANNA MARIA ORTESE, La ALLAMPRESE, Perchè non dimenticare Carmen (con francese” ¥ MARILLA BATTILANA, Dante e Pound. misera casa ¥ NINO MAJELLARO, Il tribunale dei furfanti una nota di Laura Lepri). Analogie biografiche e ideologiche ¥ ANTONIO PA- ¥ ERIKA NARDON, Alcune osservazioni sulla letteratura SINATO, Heinar Kipphardt e il “superamento del pas- contemporanea di lingua tedesca in Alto Adige ¥ PAOLO a. III, n. 6, gennaio-settembre 1988 sato” ¥ PAOLO PUPPA, La scena di Anna Christie ¥ VANELLI, La poesia di Lucio Piccolo ¥ GIOVANNI FRANCO FORTINI, Sei autori su carta sensibile ¥ KA- MANSOLDO, Gli occhi azzurri di Saba. THERINE MANSFIELD, Nella luce del fuoco (trad. di Gabriella Sobrino) ¥ VITEZSLAV NEZVAL, Il becchino a. I, n. 2, settembre-dicembre 1986 assoluto (trad. di Alberto di Paola) ¥ HELLE BUSACCA, JOHANN WOLFGANG GOETHE, Massime e riflessioni Muro di rose ¥ PAOLO LAGAZZI, Verso il romanzo ¥ (trad. di Sossio Giammetta) ¥ OMERO, Odissea (libro NINO MAJELLARO, Il tracciato esistenziale nella poesia VI). L’arrivo di Ulisse tra i Feaci (trad. di Giovanna di ¥ GIANCARLO PAVANELLO, Appunti Bemporad) ¥ , Può questo accadere ¥ JOSÉ sula nuova poesia francese ¥ GIULIANA GREGORIO, EMILIO PACHECO, Poesie (trad. di Cesare Greppi) ¥ Fine dell’inverno ¥ PLINIO PERILLI, L’angelo ¥ EGIDIA MARIA LUISA SPAZIANI, Il dopo ¥ JOHN ASHBERY, L’al- D’ERRICO, Il sonno capovolto ¥ INSEL MARTY, L’ultima tra tradizione (versione di ) ¥ EDOARDO lezione ¥ MAURIZIO FANTONI MINNELLA, Canto dell’in- ALBINATI, Alla memoria di John Ashbery ¥ ROBERTO nocenza ¥ MARILLA BATTILANA, Punti di vista ¥ SILVIO PAZZI, L’amore fiore ¥ ERNESTO TRECCANI, Tre poesie BORDONI, Una storia senza senso ¥ DAVIDE BARILLI, Il ¥ ARNALDO EDERLE, Paraphernalia ¥ MARCO CERIANI, tenore.

61 a. IV, n. 7, 1989 visita ¥ ANTONIO SPAGNUOLO, Il cofanetto ¥ LEONARDO d’Aquino e la conoscenza mattutina e vespertina degli JÖE BOUSQUET, Un amour coulleur de thé (trad. di Alda CASTELLANI, Interno di menta ¥ GIACOMO SCARPELLI, angeli ¥ LUDWIG HODL, Die Göttliche Wahrheit im Lombardo) ¥ FRIEDRICH NIETZSCHE, Lettere inedite e La lanterna di Giordano Bruno ¥ RINO ROCCO RUSSO, Verständnis des Thomas von Aquin, des Heinrich von una poesia (trad. di Maria Ludovica Pampaloni) ¥ Due Influsso della cultura orientale nel “dolce stil nuovo” Gent und des Aegidius Romanus ¥ PASQUALE PORRO, poeti arabi del IX secolo (trad. di Viola Cardenas) ¥ e in Dante ¥ FRANCO GALASSI, Pound ed Hemingway. “Possibile ex se, necessarium ab alio”: Tommaso ALFONSO CORTES, da 30 Poemas de Alfonso (a cura di d’Aquino e Enrico di Gand ¥ CONCETTA LUNA, La Maurizio Fantoni Minnella, trad. di Enza Minnella, a. X, n. 12, gennio-giugno 1995 teologia della grazia: Egidio Romano contro Tommaso pref. di Ernesto Cardenal) ¥ ROBERTO PAZZI, Tre poesie Spigolature della poesia araba classica orientale (trad. d’Aquino nella lettura sul libro II delle Sentenze ¥ ¥ MARIANNA BUCCHICH, Il valzer di compleanno ¥ JOSÉ di Viola Cardenas e Viorica Cortez) ¥ JAMES JOYCE, Da MAARTEN J.F.M. HOENEN, The Thomistic Principle of GOROSTIZA, Preludio (trad. di Insel Marty) ¥ VALENTINO Chamber music (Musica da camera) e da Poemes Individuation in 15th Century Thomistic and Albertist ZEICHEN, Compleanno ¥ MARIE FRANCOISE PRAGER, La Penyeach (Poesie da un soldo), trad. di Gabriella Sources ¥ GREGORIO PIAIA, San Tommaso filosofo materia è il silenzio (nota e intervista a cura di Lucia Sobrino ¥ SEBASTIANO ADDAMO, Introduzione alla “italico” e “geometrico”. Un episodio della moderna Denarosi, trad. di Marco Nardi e Insel Marty) ¥ ARNALDO poesia italiana ¥ OCTAVIAN PALER, Prima solitudine. fortuna dell’Aquinate ¥ ANGELO CAMPODONICO, La EDERLE, Paradiso ¥ FRANCO ARMINIO, La donna di Lettera al signor Rilke (trad. di Tatiana Covor) ¥ SILVIO filosofia di Tommaso d’Aquino nell’interpretazione di Arminio (?) ¥ MARIADELE BARBIERI, Stelle di S. Loren- RAMAT, Omero e altri inediti ¥ GIUSEPPE D’ALESSAN- H.U. von Balthasar ¥ In memoria di Mario dal Pra zo ¥ BIANCA GARAVELLI, Occhi invisibili ¥ GIANNI DRO, Otto poesie ¥ VLADIMIR ZVEIBACH, Grido ¥ MARIA (Giovanni Santinello). GARRERA, Furioso ritratto. GRAZIA LENISA, Quattro poesie ¥ LEO ROMERO, Un poeta a Santa Fe (a cura di Franca Bacchiega) ¥ GILDA XIX (1993) a. V, n. 8, gennaio-giugno 1990 MUSA, Rendiconto di fine anno ¥ OTTORINO STEFANI, GUIDO D’ONOFRIO, La concordia di Agostino e Dionigi. ARTHUR RIMBAUD, “Tu vates Eris” (Versi latini) (trad. Trittico montelliano e altre poesie ¥ MARILLA Per un’ermeneutica del dissenso tra le fonti patristiche di Vincenzo Guarracino) ¥ ANONIMO CASTIGLIANO DEL BATTILANA, Cinque poesie ¥ NINO DE VITA, I ru’ nel “Periphyseon” di Giovanni Scoto Eurigena ¥ GIU- XV SECOLO, Danza macabra (trad. di Enza Minnella, minzùdda (I due gemelli) ¥ ANTONIO CORSARO, Rifles- SEPPE SERRA, Due studi arabo-latini. I: Note in margine pref. di Victor Infantes) ¥ SYLVIA PLATH, da Attraver- sioni sul kitsch ¥ INSEL MARTY, Corpo e ombra o il a “anniyya-anitas”. II: Gerardo da Cremona tradutto- sando l’acqua (trad. di Antonietta Consonni) ¥ JOSEF doppio poetico ¥ I poeti e la guerra (poesie di: Alfio re del Flos Alfarabii” ¥ RICCARDO QUINTO, “Scho- KOSTOHRYZ, Tumuli (trad. di Alberto di Paola e Katerina Fiorentino, Donata Passanisi, Vincenzo Ananìa, Maria lastica”. Contributo alla storia di un concetto. II. Secoli Zoufalovà) • , Corno d’Africa ¥ THÉOPHILE Duarte) ¥ ANTONIO SPAGNUOLO, Inedito ¥ LAURA XIII-XVI ¥ ROBERTO PLEVANO, Richard Rufus of Cornwall GAUTIER, Dalla Vita di Honoré de Balzac (a cura di CANCIANI, Il profondo ¥ CRISTANZIANO SERRICCHIO, and Geofrey of Aspall. Two Questions on the Instant of Antonio Facchin, trad. di Antonio Crimi) ¥ GABRIEL Via Campanile ¥ RAFFAELE PIAZZA, Lettera di primave- Change ¥ PAUL VINCENT SPADE, Opposing and Re- MIRO, Del vivere (a cura di Maurizio Fantoni Minella) ra (cinque poesie) ¥ MARIA F. PASOTTI, Lussi ¥ VITTORIO sponding: a New Look at “positio” ¥ WILFRIED KÜHN, ¥ RUSSEL EDSON, Racconti (a cura di Carla Pannoni) ¥ BENINI, The hawk in the rain di Ted Hughes ¥ MARCELLA Le fondement du pouvoir politique d’après Marsilie de ANDRÉ PIEYRE DE MANDIARGUES, Specchio spento (trad. CORSI, Fiori di zucca ¥ CLAUDIO CAMICI, Sirio e il circo Padoue et ses contemporains ¥ MARCO ROSSINI, di Bona de Pisis) ¥ JEAN PAULHAN, Lunga e breve notte ¥ NICOLA BULTRINI, Memoria della partenza ¥ LAURA “Scientia dei conditionata”: Francesco di Meyronnes di maggio (trad. di Adriano Marchetti) ¥ MARIA CLELIA LEONI, La volpe ¥ ANTONIO DI MAURO, Nell’“inferno” e i futuri contingenti. CARDONA, La terza ipotesi ¥ INSEL MARTY, da La della parola. Rileggendo Rimbaud. sottodominante ¥ GIUSEPPE GARRERA, Durante la Pa- XX (1994) squa ¥ PAOLO LAGAZZI, L’arabesco e il vuoto. Fili KURT FLASCH, Wie schreibt man Geschichte der giapponesi nella poesia italiana contemporanea. mittelalterlichen Philosophie? Zur Debatte zwischen Medioevo Claude Panaccio und Alain de Libera uber den a. IX, n. 10, marzo-giugno 1994 rivista di storia della filosofia medievale Philosophischen Wert der philosophiehistorischen INSEL MARTY, Occhio pietra ombra. L’Ungrund della Forschung ¥ MARIA LUISA PICASCIA, Ugo di S. Vittore parola in Paul Celan ¥ GIOVANNI PAPINI, Da opera direttore resp.: Antonio Tognolo e la teologia dei doni ¥ ANDREAS SPEER, “Lux est prima prima (a cura di Antonio Facchin) ¥ AMEDEO comitato direttivo: Franco Alessio, † Mario Dal Pra, forma corporalis”. Lichtphysik oder Lichtmetaphysik MODIGLIANI, Mezzanotte dell’anima (tre poesie) (con Eugenio Garin, † Carlo Giacon, Tullio Gregory, Alfonso bei Robert Grosseteste? ¥ SILVIA NAGEL, Scienze de una nota di Plinio Perilli) ¥ JOHN DOWLAND, Poesie (a Maierù, Mario Mignucci, † Giorgio Radetti, Giovanni rebus e discipline de vocibus nella tradizione delle cura di Maurizio Fantoni Minnella) ¥ GUNNAR EKELÖF, Santinello, Antonio Tognolo, Cesare Vasoli classificazioni del sapere (secoli VII-XIII) ¥ RAYMOND Don Giovanni in Purgatorio (a cura di Maria Cristina redazione: Francesco Bottin, Gregorio Piaia, Ilario MACKEN, The Superiority of Active Life to Contemplative Lombardi) ¥ GIACINTO SPAGNOLETTI, La leggenda di Tolomio Life in Henry of Ghent’s Theology ¥ ZDISLAW KUK- Artaud ¥ GUILLEVIC, Il gabbiano (nota e trad. di Gio- periodicità: annuale SEWICZ, Le problème de l’averroïsme de Gilles vanni Cammelli e François-Michel Durazzo) • ROBER- editore: Antenore, Padova d’Orléans encore une fois ¥ JOKE SPRUYT, Buridan on TO PAZZI, La camera della mente ¥ PLINIO PERILLI, sede della redazione: c/o Centro per Ricerche di Filo- the Existence of Intelligible Species ¥ MARKUS L. FÜHRER, Autoritratto del sogno ¥ ANTONIO FACCHIN, In memoria sofia Medioevale - Università degli Studi di Padova - The Consolation of Contemplation in Cusanus’ De di Luigi Tito ¥ ELIO FIORE, Cinque poesie ¥ STEFANO Piazza Capitaniato, 3 - 35139 Padova - tel. 049/662550 visione Dei ¥ WOUTER GORIS, Prout iudicaverit expedire. LECCHINI, Bertolucci dal carcere al Plen-air ¥ DAVIDE Zur Interpretation des Zweiten Prologs zum Opus BRACAGLIA, Su Mario Luzi ¥ ADRIANO MARCHETTI, XVIII (1992) expositionum Meister Eckharts ¥ GIUSEPPE SERRA, Il Paulhan scrittore grammatico ¥ CETTO ADDAMO, Poe- Tommaso d’Aquino. Proposte nuove di lettura (a cura lessico delle traduzioni filosofiche di Gerardo da sie ¥ GIUSEPPE TITO, Composizioni. di Ilario Tolomio) - Ad Antonio Tognolo. Cemona. ROBERTO BUSA, Ermeneutica e traduzione: prospettive a. 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France- amore ¥ GIAN PIERO REZOAGLI, Stanze del minotauro ¥ sco - 37129 Verona - tel. 045/8098541 MARC LE BOT, La parte del contrabbaso nel trio d’archi (versione di Silvia Alessandri) ¥ KENNETH REXROTH, Il n. 19, 1994 tempo è la pietà dell’eterno (trad. di Francesco D’Ales- P. SPINUCCI, Lezione magistrale del prof. Pietro Spinucci sandro) ¥ JOSÉ MARIA ALVAREZ, Museo de cera (trad. di tenuta a Verona il 13 aprile 1994 ¥ M. AGORNI, La Francesco D’Alessandro) • FRANCISCO CHICA, Passeg- traduzione inglese del Newtonianismo per la Dame di gero (Poesie romane) (trad. di Francesco D’Alessan- Francesco Algarotti e la nascita del lettore moderno ¥ dro) ¥ PEDRO BOSCH GIRAL, Ciccioli (trad. dallo spa- D. BARBIERI, L’estetica di Bodmer tra Gottsched e lo gnolo di Ursel Nahrendorf Porro) ¥ JOSÉ MARTINEZ “Sturm und Drang” ¥ M. BERNARDI, Apories du QUEIROLO, Storia del bambino che voleva diventare naturalisme ¥ R. BERTAZZOLI, Antonio Ranieri tra So- nero (trad. di Roberto Bugliani) ¥ TITI FOLLIERI, La dalizio e Ginevra ¥ V. BERTOLINI, Sbarco dei saraceni

62 in Calabria. Vicende e morte di Galizella ¥ Y. BEZRUCKA, a. XXI, n. 47-48, giugno-dicembre 1994 Assenza, violenza, proliferazione dei sensi in Between Vent’anni dopo La storia ¥ CESARE DE MICHELIS, Pre- the Acts di Virgina Woolf ¥ M.T. BINDELLA, Crossing messa ¥ GABRIELLA CONTINI, Useppe ¥ BRUNA CORDATI, boundaries in David Malouf’s Antipodes ¥ A. CARLI, Aracoeli l’innocenza punita ¥ CONCETTA D’ANGELI, Il Fra scelta linguistica e commutazione di codice. Il paradiso nella storia ¥ ANNA MARIA DI PASCALE, Senza comportamento comunicatico di ladinofoni e plurilingui i conforti di alcuna religione ¥ ELENA FUMI, La Storia ¥ M.A. CIPOLLA, “Poeta” e “Poesia” nel lessico delle negli occhi ¥ MASSIMO FUSILLO, “Credo nelle chiacchere lingue germaniche antiche. Il gotico ¥ H. COULET, Une dei barbari”. Il tema della barbarie in Elsa Morante e Romancière moderne: Isabelle de Charrière. L’exemple in Pier Paolo Pasolini ¥ CESARE GARBOLI, Le finte des premiers romans ¥ S. GENETTI, Molto dopo Chamfort, lettere di Anna ¥ GIACOMO MAGRINI, Gli specialisti Beckett ¥ M. MELI, Un profilo vedico: Matarisvan ¥ F. originari ¥ PIER VINCENZO MENGALDO, Spunti per PIVA, Catherine Bernard co-autrice del Commerce Molière ¥ GILBERTO PIZZAMIGLIO, “Una delle ultime un’analisi linguistica dei romanzi di Elsa Morante ¥ Galant? ¥ E. SCARPA, Due dimenticati sonetti cin- sere di carnovale” tra Venezia e Parigi ¥ ANNA GIUSEPPE NAVA, Il ‘Gioco segreto’ di Elsa Morante: i quecenteschi sul significato dei colori ¥ I. SCHIF- SCANNAPIECO, “Io non soglio scrivere per le stam- modi del racconto ¥ GUIDO PADUANO, La svolta nella FERMÜLLER, Kunst und Wahnsinn in Adalbert Stifers pe...”: genesi e prima configurazione della prassi produzione di Elsa Morante. Domande e ipotesi di Turmalin. Zur figurativen Praxis der Erzählung ¥ P. editoriale goldoniana ¥ Il Convegno del bicentenario lavoro (e una verifica su Aracoeli) ¥ ENRICO PALANDRI, TESTINI, “Pars destruens” e “Pars construens”. L’evo- goldoniano. Pubblicazioni. Alcune notazioni in margine a pro o contro la bomba luzione del linguaggio drammatico di Peter Handke ¥ atomica ¥ GIOVANNA ROSA, Contro i gerghi dell’irrealtà A. ZANONER, Funzione cavalleresca del Conte del Graal n. 21, giugno 1995 ¥ GABRIELLA SICA, Elsa Morante, grande madre del di Chrétien de Troyes e nel Parzival di Wolfram von NOEMI MESSORA, Gli anni universitari di Nicolò Secchi Novecento ¥ WALTER SITI, Elsa Morante nell’opera di Eschenbach ¥ M. CASSA, Osservazioni su Bartleby ¥ A. uomo di diplomazia e di teatro (1530-1537) ¥ SERENELLA Pier Paolo Pasolini ¥ ADRIANO SOFRI, Stanno ammaz- NUZZO, In margine a Le miroir ebloui ¥ A. RIGHETTI, Sul BAGGIO - GLAUCO SANGA - ATTILIO BARTOLI LANGELI, zando Useppe a Sarajevo ¥ MARISA VOLPI, I miei mare non si costruiscono castelli ¥ H. VOGEL, Corso di Novità sull’“Indovinello veronese”, 1: Se pareba (S. Sahara futuri. perfezionamento in interpretariato: resoconto di BAGGIO) - 2: Alla ricerca del bue (G. SANGA) - 3: La un’esperienza didattica. mano e il libro (A. BARTOLI LANGELI) ¥ VALERIO VIANELLO, Il “liber” di Foscolo: l’edizione pisana n. 20, 1995 delle “Poesie” ¥ MICHELE BORDIN, Andrea Zanzotto: Studi Petrarcheschi M.C. BARBETTA, Scissione e ragione: il bisogno di poesia della crisi, ricerca dell’assoluto ¥ ELVIO filosofia. Elementi biografici nell’itinerario filosofico GUAGNINI, Ambiguità del presente e percorsi della rivista promossa dall’Accademia Petrarca di Lettere di Hegel tra Francoforte e Jena ¥ L. BASALISCO, Lettura civiltà europea: l’Istria di Nelida Milani ¥ GIORGIO Arti e Scienze di Arezzo del Del amor y otros demonios, ultimo romanzo di PADOAN, I “veri” calmiani: vetri o vivai di granchi? ¥ direttore resp.: Giovanni Berti Gabriel García Márquez ¥ L. BENAZZI, Stato etico e ANNA LAURA BELLINA, Antichi e moderni a Venezia nel a cura di: Gino Belloni, Giuseppe Billanovich, Giusep- stato estetico nelle Lettere sull’educazione estetica 1640: “Il ritorno d’Ulisse in patria”. pe Frasso, Giuseppe Velli dell’uomo di F. Schiller ¥ V. BERTOLINI, Prime imprese segretari di redazione: Saverio Bellomo, Carla Maria giovanili di Rambaldo (cc. 11r - 21r) ¥ A. CARLI, Il caso n. 22, dicembre 1995 Monti del “Kolonial Deutsch” fra lingua interetnica e xenoletto CRISTINA MICHIELIN, Il processo a Comin da Trino a periodicità: annuale ¥ R. DI GIUSEPPE, Imperialism as Entertainment: Andrea Calmo. Implicazioni e conseguenze di una editore: Antenore, Padova Coppola’s Adaptation of Heart of Darkness ¥ P. KOFLER, sentenza su un testo ancora in tipografia. Appendice: sede della redazione: c/o Antenore - via Rusca, 15 - Quelle piume, bianche e nere... Differenz statt documenti processuali ¥ ANDREA BOMBI, “Una 35124 Padova - tel. 049/686566 Äquivalenz: ein Neunsatz in der Didaktik des satisfation de mezo saor”. La “Musica sopra le Rime bizzarre di Messer Andrea Cadmo” ¥ CRISTINA DONË, literarischen Übersetzens ¥ C. GAGLIARDI, Dal “Co- n.s., n. VII (1990) “Giovanni di Berna” e i giornalisti veneziani a metà herence approach” al “Revelance approach” nell’ana- E. FUMAGALLI - T. PESENTI - P. SAMBIN, Tra gli eredi del Settecento ¥ MONICA GIACHINO, Rovani, Venezia, il lisi del discorso ¥ F. GAMBIN, La traduzione come Petrarca: I. P. SAMBIN, Libri del Petrarca pervenuti ai progetto di un romanzo e i “Cento anni” ¥ LUCIANA servizio. in margine alla prima edizione italiana del Santasofia di Padova - II. E. FUMAGALLI, La biblioteca BORSETTO, Dire la complessità in dialetto. In margine Criticón • G.P. MARCHI, I Colloquii con Giovanni Verga “bolognese” di Daniele Santasofia - III. T. PESENTI, Le di Eugenio Zaniboni ¥ S. NORI, Du conte au roman, alla comunicazione poetica dell’ultimo Ruffato ¥ GIAN “Articelle” di Daniele di Marsilio Santasofia (†1410), PAOLO MARCHI, Due Schede veronesi per Ezra Pound. entre libertinage et sensibilité: Florocourt, histoire professore di medicina ¥ E. FUMAGALLI, Appunti sulla françoise de Claude-Joseph Dorat. biblioteca dei Visconti e degli Sforza nel castello di Pavia ¥ GUIDO BILLANOVICH, La biblioteca viscontea e i preumanisti padovani. Seneca tragico, Ausonio, ps. Studi novecenteschi Quintiliano ¥ GIUSEPPE BILLANOVICH, Quattro libri del Quaderni Veneti rivista di storia della letteratura italiana Petrarca e la biblioteca della cattedrale di Verona ¥ contemporanea GIUSEPPE BILLANOVICH, Nella tradizione dei “Com- edito sotto gli auspici del Centro Interuniversitario di mentarii” di Cesare. Roma, Petrarca, i Visconti ¥ A. direttore: Cesare De Michelis BRUMANA, Pietro Paolo Capelli. Prime ricerche ¥ S. Studi Veneti di Venezia condirettori: Armando Balduino, Saveria Chemotti, direttore: Giorgio Padoan CERRINI, Libri e vicende di una famiglia di castellani a Anco Marzio Mutterle Pavia nella seconda metà del Quattrocento ¥ S. CERRINI, periodicità: semestrale periodicità: semestrale editore: Longo, Ravenna Un copista nel castello sforzesco di Pavia: Bernardo editore: Giardini, Agnano Pisano (PI) dal Pra da Parma. sede della redazione: c/o Longo - via Paolo Costa, 33 sede della redazione: c/o Istituto di Filologia e Lettera- - 48100 Ravenna - tel. 0544/217554 tura italiana - Università degli studi di Padova - via n.s., n. VIII (1991) Beato Pellegrino, 1 - 35137 Padova n. 19, giugno 1994 M.G. ALBERTINI OTTOLENGHI, La biblioteca dei Vi- sconti e degli Sforza: gli inventari del 1488 e del 1490 MELCHIORRE CESAROTTI, Osservazioni su “Arminio” e a. XX, n. 45-46, giugno-dicembre 1993 ¥ S. CERRINI, Libri dei Visconti-Sforza. Schede per una “Annibale in Capua”, tragedie di I. 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Due tracce avantestuali no ¥ MARIA GRAZIA CRISCIONE, Una redazione ignota ZAMBON, Le volpi sotto le stelle: i primi racconti di ¥ CRISTINA DELLA COLETTA, Il teatro della storia e il del commento di Lodovico Castelvetro ai primi quattro montagna di Mario Rigoni Stern ¥ REMO BRACCHI, Le mondo del romanzo: Melodramma di P.M. Pasinetti ¥ sonetti dei “Rerum vulgarium fragmenta” ¥ LUCIA “radici” verso l’alto ¥ Il Convegno del Bicentenario LAURA PISANELLO, La “collaborazione” Montale-Furst GUALDO ROSA, Un nuovo testimone della “Posteritati” goldoniano. Pubblicazioni. ¥ LUISA ZILLE COZZI, Metamorfosi della negazione e ed altri nuovi codici petrarcheschi ¥ DAVID ANDRESON, della morte nella poesia di Andrea Zanzotto ¥ RODOLFO Another english copy of the “Secretum”. n. 20, dicembre 1994 ZUCO, Fonti metriche della traduzione nella poesia di Per il Bicentanario goldoniano. Giovanni Giudici ¥ B. 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63 periodicità: quadrimestrale direzione e redazione Giunta regionale del Veneto - Dipartimento per l’Informazione 30121 Venezia - Cannaregio Lista di Spagna, 168 - Palazzo Sceriman spedizione in abb. postale comma 34 art. 2 Legge 549/95 taxe perçue - tassa riscossa - Padova CMP in caso di mancato recapito restituire al mittente