IL TERRITORIO E LA SITUAZIONE DEMOGRAFICA

L’ambito territoriale di riferimento dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 comprende trenta comuni, articolati, a decorrere dal 16 settembre 2002, in due distretti socio-sanitari: distretto socio-sanitario n. 1 “ – Castelfranco ” e distretto socio-sanitario n. 2 “”, con sede rispettivamente ad Asolo e Valdobbiadene.

tabella n. 1 : articolazione territoriale dell’unità locale socio-sanitaria n. 8, per distretto socio-sanitario e .

distretto socio-sanitario comuni

Altivole Asolo Fonte n. 1 Loria "Asolo - Castelfranco Veneto" Maser San Zenone degli Ezzelini

Caerano di San Marco Montebelluna n. 2 "Valdobbiadene - Montebelluna" Valdobbiadene

1 La seguente cartina illustra la suddivisione del territorio dell’unità locale socio- sanitaria n. 8 nei due distretti socio-sanitari, con evidenziazione dei comuni appartenenti ad ognuno di essi.

REGIONE DEL VENETO AZIENDA U.L.SS. n. 8 - ASOLO unità locale socio-sanitaria n. 8

DISTRETTO SOCIO-SANITARIO n. 2 "Valdobbiadene - Montebelluna" SEGUSINO

VALDOBBIADENE

VIDOR

PEDEROBBA

CAVASO NERVESA PADERNO DEL TOMBA DELLA BATTAGLIA CORNUDA CROCETTA POSSAGNO DEL MONTELLO

CRESPANO MONFUMO GIAVERA DEL CASTELCUCCO MONTELLO

BORSO VOLPAGO DEL DEL MASER MONTELLO GRAPPA

MONTEBELLUNA FONTE ASOLO CAERANO SAN MARCO

S. ZENONE DEGLI TREVIGNANO EZZELINI

RIESE PIO X

LORIA VEDELAGO

CASTELLO DI GODEGO CASTELFRANCO VENETO

RESANA

DISTRETTO SOCIO-SANITARIO n. 1 "Asolo - Castelfranco Veneto"

2 Il territorio di riferimento dell'unità locale socio-sanitaria n. 8 si estende su una superficie di 801 kmq, con una densità di 308 abitanti per kmq (+6 unità rispetto al 2006 e +9 unità rispetto al 2005). La popolazione, alla data del 31 dicembre 2007, risultava pari a 246.474 unità e distinta pressoché equamente rispetto al sesso: 122.750 maschi (49,8% della popolazione) e 123.724 femmine (50,2 % della popolazione), come riportato nella tabella n. 2.

Sempre dalla stessa tabella, si può osservare che le prime due grandi classi di età sono più numerose, in termini percentuali, nel distretto socio-sanitario n. 1 rispetto al distretto socio-sanitario n. 2 (+1,4% nella prima classe e +1,2% nella seconda). Di conseguenza, la classe degli ultra 65-enni risulta più consistente nel distretto socio-sanitario n. 2 (+2,6%). tabella n. 2 : popolazione residente al 31 dicembre 2007, per distretto socio-sanitario, grandi classi di età e sesso.

classi distretto socio-sanitario maschi femmine totale % di età 0_14 11.931 11.241 23.172 16,5%

15_64 49.230 45.957 95.187 67,9% n. 1 "Asolo – Castelfranco Veneto" 65 e oltre 9.111 12.736 21.847 15,6% totale 70.272 69.934 140.206 100,0%

% 50,1% 49,9% 100,0%

0_14 8.279 7.784 16.063 15,1%

15_64 36.414 34.414 70.828 66,7% n. 2 " Valdobbiadene - Montebelluna" 65 e oltre 7.785 11.592 19.377 18,2% totale 52.478 53.790 106.268 100,0%

% 49,4% 50,6% 100,0%

totale unità locale socio-sanitaria n. 8 122.750 123.724 246.474

% 49,8% 50,2% 100,0% fonte: anagrafe comunale e anagrafe sanitaria

Per una maggiore analisi di dettaglio della situazione demografica della popolazione, si riporta, di seguito, la tabella n. 3 riepilogativa della popolazione residente al 31 dicembre 2007, suddivisa per distretto socio-sanitario, comune e sesso.

3 tabella n. 3 : popolazione residente al 31 dicembre 2007, per distretto socio-sanitario, comune e sesso.

distretto socio-sanitario n. 1 maschi femmine to tale % "Asolo – Castelfranco Veneto"

Altivole 3.297 3.287 6.584 4,70% Asolo 4.552 4.516 9.068 6,47% Borso del Grappa 2.818 2.844 5.662 4,04% Castelcucco 1.126 1.035 2.161 1,54% Castelfranco Veneto 16.372 16.989 33.361 23,81% Castello di Godego 3.489 3.514 7.003 5,00% Cavaso del Tomba 1.451 1.494 2.945 2,10% Crespano del Grappa 2.303 2.418 4.721 3,37% Fonte 3.035 2.970 6.005 4,29% Loria 4.502 4.247 8.749 6,17% Maser 2.411 2.491 4.902 3,50% Monfumo 748 734 1.482 1,06% Paderno del Grappa 1.074 1.044 2.118 1,51% Possagno 1.126 1.117 2.243 1,60% Resana 4.543 4.440 8.983 6,41% Riese Pio X 5.455 5.271 10.726 7,66% San Zenone degli Ezzelini 3.800 3.541 7.341 5,24% Vedelago 8.170 7.982 16.152 11,53% totale 70.272 69.934 140.206 100,00%

distretto socio-sanitario n. 2 maschi femmine totale % "Valdobbiadene - Montebelluna"

Caerano di San Marco 3.875 3.950 7.825 7,36% Cornuda 3.017 3.133 6.150 5,79% Crocetta del Montello 2.924 3.018 5.942 5,59% Giavera del Montello 2.500 2.554 5.054 4,76% Montebelluna 14.909 15.4 43 30.352 28,56% Nervesa della Battaglia 3.513 3.487 7.000 6,59% Pederobba 3.649 3.703 7.352 6,92% Segusino 1.030 995 2.025 1,91% Trevignano 5.126 5.153 10.279 9,67% Valdobbiadene 5.199 5.574 10.773 10,14% Vidor 1.860 1.884 3.744 3,52% Volpago del Montello 4.876 4.896 9.772 9,20% totale 52.478 53.790 106.268 100,00%

totale unità locale socio-sanitaria n. 8 122.750 123.724 246.474

4 Vengono riportati, di seguito, alcuni indicatori demografici, riferiti alla popolazione residente nel territorio dell'unità locale socio-sanitaria n. 8 al 31 dicembre 2007 e confrontati con quelli relativi all’anno 2006. tabella n. 4 : indici di struttura per età della popolazione residente al 31 dicembre 2007 e al 31 dicembre 2006.

variazione variazione anno 2006 anno 2007 assoluta relativa indice di vecchiaia (1) 105,35% 105,70% -0,28% -0,27%

indice di invecchiamento (2) 16,67% 16,73% 0,06% 0,33%

indice di dipendenza anziani (3) 24,69% 24,83% 0,14% 0,57%

indice di dipendenza giovani (4) 23,44% 23,63% 0,19% 0,83%

indice di dipendenza totale (5) 48,13% 48,46% 0,33% 0,70%

Gli indici riportati nella tabella n. 4 permettono di trarre alcune osservazioni, relativamente alla struttura per età della popolazione residente al 31 dicembre 2007. Gli anziani ultra 65-enni costituiscono oltre il 16% della popolazione complessiva (indice di invecchiamento = 16,73%) e superano di 5,70 punti percentuali la fascia dei giovanissimi (indice di vecchiaia = 105,70%). Inoltre, il carico relativo dei giovanissimi (età ≤ 14 anni) e degli anziani (età ≥ 65 anni), sulla collettività attiva (età 15_64 anni), risulta pari a circa il 24% e 25%, rispettivamente (indice di dipendenza giovani = 23,63% e indice di dipendenza anziani = 24,83%). Da queste osservazioni, si può desumere che la classe dei giovanissimi e quella degli anziani pesano con uguale intensità sulla classe lavorativa attiva.

popolazione residente ≥ 65 anni (1) indice di vecchiaia :  x 100 popolazione residente ≤ 14 anni

popolazione residente ≥ 65 anni (2) indice di invecchiamento :  x 100 popolazione residente

popolazione residente ≥ 65 anni (3) indice di dipendenza anziani :  x 100 popolazione residente 15_64 anni

popolazione residente ≤ 14 anni (4) indice di dipendenza giovani :  x 100 popolazione residente 15_64 anni

popolazione residente ≤ 14 anni + popolazione residente ≥ 65 anni (5) indice di dipendenza totale :  x 100 popolazione residente 15_64 anni

5 Di seguito, si riportano la tabella ed il grafico della popolazione straniera residente al 31 dicembre 2006 nell’unità locale socio-sanitaria n. 8, distinta per distretto socio-sanitario, comune e sesso (fonte: ISTAT). tabella n. 5 : popolazione straniera residente al 31 dicembre 2006, per distretto socio-sanitario, comune e sesso.

% stranieri residenti distretto socio-sanitario n. 1 maschi femmine totale sulla popolazione ”Asolo-Castelfranco-Veneto” al 31/12/2006 Altivole 337 282 619 9,4% Asolo 690 542 1.232 13,6% Borso del Grappa 231 163 394 7,0% Castelcucco 195 113 308 14,3% Castelfranco Veneto 1.528 1.219 2.747 8,2% Castello di Godego 295 269 564 8,1% Cavaso del Tomba 210 171 381 12,9% Crespano del Grappa 428 331 759 16,1% Fonte 567 433 1.000 16,7% Loria 460 366 826 9,4% Maser 160 136 296 6,0% Monfumo 31 16 47 3,2% Paderno del Grappa 154 112 266 12,6% Possagno 207 172 379 16,9% Resana 485 374 859 9,6% Riese Pio X 503 370 873 8,1% San Zenone degli Ezzelini 596 454 1.050 14,3% Vedelago 791 566 1.357 8,4% totale 7.868 6.089 13.957 10,0%

% stranieri distretto socio-sanitario n. 2 maschi femmine totale sulla popolazione residente ”Montebelluna-Valdobbiadene” al 31/12/2006 Caerano di San Marco 512 391 903 11,5% Cornuda 318 269 587 9,5% Crocetta del Montello 296 230 526 8,9% Giavera del Montello 266 199 465 9,2% Montebelluna 1.517 1.308 2.825 9,3% Nervesa della Battaglia 374 306 680 9,7% Pederobba 447 339 786 10,7% Segusino 97 82 179 8,8% Trevignano 454 371 825 8,0% Valdobbiadene 465 400 865 8,0% Vidor 211 186 397 10,6% Volpago del Montello 327 257 584 6,0% totale 5.284 4.338 9.622 9,1%

totale u.l.ss. n. 8 13.152 10.427 23.579 9,6% fonte : elaborazione dati ISTAT (demo.istat.it)

6 LE STRUTTURE OPERATIVE

L’OSPEDALE

le funzioni e l’organizzazione

L’ospedale è la struttura tecnico-funzionale mediante la quale l’unità locale socio- sanitaria garantisce la soddisfazione dei bisogni di salute in situazioni di urgenza ed emergenza, di acuzie, di post-acuzie, lungodegenziale e riabilitativa, le quali, per la loro natura, non possono essere affrontate in modo ugualmente efficace ed efficiente da parte dei servizi dei distretti socio-sanitari e del dipartimento di prevenzione.

L’assistenza ospedaliera viene erogata in regime di ricovero, ordinario e diurno, ed ambulatoriale, in forma coordinata ed integrata con i servizi dei distretti socio-sanitari e del dipartimento di prevenzione.

All’ospedale è attribuita autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria, con contabilità separata all’interno del bilancio dell’unità locale socio-sanitaria. La funzione ospedaliera deve svolgersi in condizioni di equilibrio economico.

L’ospedale dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 è unico e si articola nei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna.

Particolare importanza riveste l’organizzazione dell’ospedale in dipartimenti, quali aggregazioni di unità operative, complesse o semplici, divenuti forma ordinaria di gestione operativa di tutte le attività sanitarie.

Nel modello organizzativo di tipo strutturale, il dipartimento aggrega unità operative omogenee, sotto il profilo delle attività o delle risorse umane e tecnologiche impiegate o delle procedure operative, per la gestione ed utilizzo in comune delle stesse. Questo modello garantisce, con la sua trasversalità, integrazione fra i professionisti che, pur operando in ambiti diversi e con diversa competenza, obbediscono a una mission comune, confrontandosi e adattando gli aspetti organizzativi al miglior servizio per il paziente.

Le tabelle seguenti riportano le unità operative dell’ospedale, distinte per ciascun presidio ospedaliero, attive nel corso di tutto l’anno 2007, e la loro articolazione in dipartimenti strutturali e funzionali. Vengono indicati, inoltre, i dirigenti responsabili delle stesse alla data del 31 dicembre 2007.

7

OSPEDALE

direzione medica di ospedale - Lorena Sandonà f.f..

direzione amministrativa di ospedale - Aldo Munaretto presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto presidio ospedaliero di Montebelluna direzione medica di presidio – Simone Tasso direzione medica di presidio – Luigi Rollo

unità operative complesse di presidio ospedaliero anestesia e rianimazione Giorgio Zanardo anestesia e rianimazione Moreno Agostini cardiologia Leopoldo Celegon cardiologia Gianfilippo Neri chirurgia generale Carlo Augusto Sartori chirurgia generale Antonio Caminiti chirurgia maxillo facciale Maurizio Franco lungodegenza Emanuele Rizzo gastroenterologia Domenico Madia medicina generale Ernesto De Menis lungodegenza Alessandro Attanasio neurologia Gianfranco Micaglio medicina generale Luigi Lusiani oculistica Massimo Curato medicina nucleare Franca Chierichetti odontoiatria Giuliano De Polo neurologia Gianfranco Micaglio ortopedia Piergiorgio Pasquon ortopedia Gianfranco Del Borrello f.f. ostetricia-ginecologia Giuliano Zanni ostetricia-ginecologia Sante Tosetto f.f. otorinolaringoiatria Riccardo Kirn pediatria Luigi Pavanello pediatria Paolo Brisotto pedodonzia Antonio Passi psichiatria Anna Vallerini f.f. radiologia Guido Liessi radiologia Francesco Spigariol urologia Vincenzo Gramegna

8

unità operative complesse con attività su entrambi i presidi ospedalieri

anatomia patologica Antonio Rizzo f.f.

farmacia Michele Ragazzi

laboratorio analisi Giampaolo Piaserico medicina fisica e Roberto Silvestrin riabilitazione nefrologia - emodialisi Massimo De Luca

oncologia Paolo Manente

pronto soccorso Maurizio Sacher trasfusionale ed Giuseppe Tagariello immunologia

unità operative semplici dipartimentali angiologia Adriana Visonà diabetologia Antonio Volpi centro regionale per le Ercole De Biasi geriatria Emanuele Rizzo malattie del sangue chirurgia toracica Lamberto Toniolo reumatologia Maria Pia Agostinetto chirurgia vascolare Sandro Irsara day surgery oculistica Tarcisio Sibilla diabetologia Loris Confortin emodinamica Alessandro Desideri endocrinologia Pietro Gasparoni fisica sanitaria Biagia Saitta otorinolaringoiatria Elio Caon terapia del dolore e cure Leopoldo Tessaro palliative

9

dipartimenti strutturali interospedalieri

accettazione e pronto soccorso anestesia e rianimazione – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto cardiologia – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto anestesia e rianimazione – presidio ospedaliero di Montebelluna area critica cardiologia – presidio ospedaliero di Montebelluna (Giorgio Zanardo) unità operative semplici dipartimentali: emodinamica – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto terapia del dolore e cure palliative – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto

radiologia – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto medicina nucleare - presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto diagnostica per immagini radiologia - presidio ospedaliero di Montebelluna (Guido Liessi) unità operative semplici dipartimentali: fisica sanitaria – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto

pediatria – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto materno infantile ostetricia-ginecologia – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto (Luigi Pavanello) pediatria - presidio ospedaliero di Montebelluna ostetricia-ginecologia - presidio ospedaliero di Montebelluna

laboratorio analisi servizio trasfusionale medicina di laboratorio istologia e anatomia patologica

unità operative semplici dipartimentali: centro regionale malattie del sangue

medicina fisica e riabilitazione riabilitazione lungodegenza riabilitativa - presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto (Roberto Silvestrin) lungodegenza riabilitativa - presidio ospedaliero di Montebelluna

chirurgia maxillo facciale – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto pedodonzia – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto otorinolaringoiatra – presidio ospedaliero di Montebelluna cervico – facciale oculistica – presidio ospedaliero di Montebelluna e malattie odontoiatria – presidio ospedaliero di Montebelluna odontostomatologiche

unità operative semplici dipartimentali: day surgery oculistica – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto otorinolaringoiatra – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto

10 dipartimenti strutturali del presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto

chirurgia generale ortopedia e traumatologia urologia chirurgico (Carlo Augusto Sartori) unità operative semplici dipartimentali: chirurgia toracica chirurgia vascolare

gastroenterologia medicina generale neurologia nefrologia e dialisi medicina clinica oncologia (Paolo Manente) unità operative semplici dipartimentali: angiologia diabetologia endocrinologia

dipartimenti strutturali del presidio ospedaliero di Montebelluna

chirurgico chirurgia generale (Piergiorgio Pasquon) ortopedia e traumatologia

medicina generale neurologia servizio psichiatrico di diagnosi e cura medicina clinica (Gianfranco Micaglio) unità operative semplici dipartimentali: diabetologia geriatria reumatologia

11 l’attività ospedaliera

La descrizione delle attività erogate dall’ospedale consente di delineare una parte importante dei servizi sanitari che l’azienda fornisce ai cittadini del proprio territorio e, in parte, ad altri utenti, all’interno della programmazione regionale contenuta nella deliberazione della giunta regionale del Veneto n. 3223 dell’8 novembre 2002, di modifica delle schede di dotazione degli ospedali.

Il documento programmatorio regionale suggerisce di adottare criteri e modalità di erogazione delle prestazioni che soddisfino il principio di appropriatezza come “razionale” strumento di governo clinico, e in tal senso si è operato, ponendo particolare attenzione ad un uso appropriato dell’ospedale, favorendo per quanto possibile il ricorso a prestazioni ambulatoriali, limitando la permanenza in ospedale al tempo necessario per le attività per acuti, favorendo la dimissione protetta ed il passaggio in cura alla medicina territoriale.

i ricoveri

L’indicatore che più correttamente fotografa il bisogno di cure ospedaliere di un territorio è il tasso di ospedalizzazione che considera i ricoveri dei cittadini residenti avvenuti sia nelle strutture dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 che presso altri ospedali.

L’andamento temporale del tasso di ospedalizzazione costituisce una sintetica valutazione del grado di raggiungimento dei principali obiettivi di programmazione sanitaria, regionale e nazionale.

Il tasso di ospedalizzazione nel 2007 è risultato di 145,9 ricoveri per 1000 abitanti e l’analisi della sua variazione negli anni (tab.n.1.a) consente di monitorarne la tendenza e testimonia la buona riuscita dei programmi di contenimento dei ricoveri attuato nella nostra azienda.

12

tabella n. 1a: numero di ricoveri, popolazione residente e tasso di ospedalizzazione per distretto socio- sanitario e unità locale socio-sanitaria, dal 2002 al 2007.

distretto socio-sanitario anno 2002 2003 2004 2005 2006 (2) 2007 n° ricoveri 21.505 21.337 21.608 21.876 21.151 19.970 n. 1 popolazione 128.658 130.280 132.879 134.953 136.747 138.884 "Asolo-Castelfranco Veneto" residente (1) tasso di 167,1 163,8 162,6 162,1 154,7 143,8 ospedalizz. n° ricoveri 16.929 16.460 17.404 17.348 16.554 15.681 n. 2 popolazione 99.912 100.602 101.969 103.273 104.320 105.505 "Valdobbiadene-Montebelluna" residente (1) tasso di 169,4 163,6 170,7 168,0 158,7 148,6 ospedalizz. n° ricoveri 38.434 37.797 39.012 39.224 37.705 35.651 totale u.l.ss. n. 8 popolazione 228.570 230.882 234.848 238.225 241.067 244.389 residente (2) tasso di 168,1 163,7 166,1 164,7 156,4 145,9 ospedalizz. (1) a decorrere dal 2003 il dato della popolazione residente si riferisce al valore medio annuo; per gli anni precedenti il dato è al 31 dicembre; (2) i dati del 2006 sono stati aggiornati a seguito delle rettifiche intervenute nel corso del 2007.

Nel distretto socio-sanitario n. 1, a fronte di un graduale costante aumento della popolazione residente, il numero di ricoveri nel 2007 si è ulteriormente ridotto di n. 1181 unità rispetto all’anno precedente, giustificando un tasso di ospedalizzazione di 143,8 ricoveri per 1000 abitanti rispetto ai 154,7 del 2006.

Nel distretto socio-sanitario n. 2, analogamente, nel 2007 si sono verificati n. 873 ricoveri in meno rispetto al 2006 con una riduzione del tasso di ospedalizzazione che passa da 158,7 ricoveri per 1000 abitanti nel 2006 a 148,6 nel 2007.

Come si evidenzia dalla tabella n.1b che riporta il piano di riduzione dei ricoveri 2007- 2009 in applicazione della DGR 4449 del 2006, il livello del numero di ricoveri previsto per il 2009 dalla Regione (26.206) è stato ampiamente raggiunto già nel consuntivo 2007 (25.025).

13 tabella n. 1b: numero di ricoveri a consuntivo su residenti dell’ULSS 8 confrontato con il piano di riduzione dei ricoveri 2007-2009 concordato con la Regione in applicazione della DGR 4449 del 2006.

Consuntivo Target Consuntivo Target Target

2005 2007 2007 2008 2009 Ricoveri per residenti ULSS n. 8 28.466 27.713 25.025 26.959 26.206

Questi risultati si sono potuti raggiungere, da un lato, con azioni che hanno coinvolto i medici prescrittori sia della medicina generale, della pediatria di libera scelta ,che ospedalieri, in particolare il Pronto soccorso che ha incrementato l’osservazione breve intensiva e diminuito il numero di ricoveri effettuati su sua richiesta (tab.1c). tabella n. 1c: osservazione breve intensiva e ricoveri dal pronto soccorso per presidio ospedaliero: anni 2006 e 2007

osservazione breve intensiva ricoveri dal pronto soccorso presidio ospedaliero anno 2006 anno 2007 anno 2006 anno 2007 Castelfranco Veneto 1.643 1.849 5.240 5.016 Montebelluna 2.062 2.092 5.598 5.203 totale 3.705 3.941 10.838 10.219

D’altra parte i ricoveri inappropriati effettuati nei due ospedali sono ulteriormente diminuiti nel 2007 passando dal 17% al 15,7% a Castelfranco e dal 12,7% all’11,9% a Montebelluna (tab.1d). tabella n. 1.d: DRG medici ad alto rischio di non appropriatezza – ricoveri ordinari

Presidio di Castelfranco Presidio di Montebelluna ULSS 8 Anno N° N° N° inappr. Totale % inappr. Totale % inappr. Totale %

2001 2.050 11.168 18,4% 1.710 10.191 16,8% 3.760 21.359 17,6% 2002 1.840 10.704 17,2% 1.322 9.200 14,4% 3.162 19.904 15,9% 2003 1.689 10.149 16,6% 1.142 9.177 12,4% 2.831 19.326 14,6% 2004 1.629 9.693 16,8% 1.305 10.007 13,0% 2.934 19.700 14,9% 2005 1.655 9.861 16,8% 1.377 10.149 13,6% 3.032 20.010 15,2% 2006 1.659 9.749 17,0% 1.190 9.360 12,7% 2.849 19.109 14,9% 2007 1.451 9.229 15,7% 1.031 8.658 11,9% 2.482 17.887 13,9%

N.B. sono inclusi anche i ricoveri urgenti

E stata ulteriormente incrementata la presa in carico del paziente in ospedale attraverso gli ambulatori integrati e lo sviluppo di percorsi clinico assistenziali che hanno permesso di dare risposta, al di fuori del regime della degenza, anche a patologie complesse.

Inoltre, seguendo le indicazioni della DGR 2883 del 2003, sono state ricondotte a regime ambulatoriale alcune prestazioni effettuate in Day Surgery –inserzione del cristallino, legatura e stripping di vene varicose, tunnel carpale-con i risultati che si evidenziano nelle tabelle 1e, 1f, 1g.

14 tabella n. 1.e : interventi per inserzione di cristallino artificiale intraoculare per regime anni 2004-2007.

Regime 2004 2005 2006 2007 Ricovero ordinario

Ricovero diurno 1.124 1.069 500 13

Ambulatoriale 622 1.167

totale presidio di Castelfranco Veneto 1.124 1.069 1.122 1.180

Ricovero ordinario 8 2 4 4

Ricovero diurno 568 638 256 118

Ambulatoriale 517 707

totale presidio di Montebelluna 576 640 777 829 tabella n. 1f : interventi per liberazione del tunnel carpale per regime anni 2004-2007.

Regime 2004 2005 2006 2007 Ricovero ordinario 9 20 39 12

Ricovero diurno 98 61 145 28

Ambulatoriale 56 2 172

totale presidio di Castelfranco Veneto 107 137 186 212

Ricovero ordinario

Ricovero diurno 159 204 10 8

Ambulatoriale 168 161

totale presidio di Montebelluna 159 204 178 169 tabella n. 1g : interventi per legatura e stripping di vene varicose dell’arto inferiore per regime anni 2004-2007.

Regime 2004 2005 2006 2007 Ricovero ordinario 24 17 13 11

Ricovero diurno 105 103 76 34

Ambulatoriale 56 113

totale presidio di Castelfranco Veneto 129 120 145 158

Ricovero ordinario 8 6 2 1

Ricovero diurno 268 228 173 108

Ambulatoriale 13 14

totale presidio di Montebelluna 276 234 175 109

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Entrando nel merito dell’attività di ricovero presso i due presidi ospedalieri in relazione al distretto socio-sanitario di provenienza (tabella n. 2), si osserva che nel presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto sono stati ricoverati n. 804 pazienti in meno residenti nel distretto socio-sanitario n. 1 ed è rimasto invariato il numero dei ricoveri dei pazienti residenti nel distretto socio sanitario n. 2, rispetto al 2006.

Nel presidio ospedaliero di Montebelluna sono stati n. 174 in meno i ricoverati tra i residenti nel distretto socio-sanitario n. 1 e n. 645 in meno tra i residenti nel distretto socio- sanitario n. 2, rispetto al 2006 (tabella n.2).

tabella n. 2 : ricoveri per area di residenza e presidio ospedaliero (*) , anni 2006 e 2007.

presidio ospedaliero di presidio ospedaliero di area di residenza Castelfranco Veneto Montebelluna variazione variazione 2006 2007 2006 2007 2006-2007 2006-2007 Asolo 2.577 2.533 -44 2.006 1.921 -85

Castelfranco Veneto 10.184 9.424 -760 1.284 1.195 -89

totale distretto socio-sanitario n. 1 12.761 11.957 -804 3.290 3.116 -174

Valdobbiadene 554 561 7 3.084 2.866 -218

Montebelluna 1.306 1.296 -10 7.374 6.947 -427

totale distretto socio-sanitario n. 2 1.860 1.857 -3 10.458 9.813 -645 (*) non sono stati considerati i ricoveri dei residenti fuori u.l.ss..

I dati sintetici dell’attività di ricovero ordinario e diurno (tabelle n. 3 e n. 4 ) mostrano un calo del numero di dimissioni, accompagnato da una diminuzione del numero di giornate di degenza, con degenza media lievemente aumentata.Aumentato il valore medio dei DRG per i ricoveri diurni.

tabella n. 3 : indicatori di attività ospedaliera – ricoveri ordinari, anni 2003-2007.

ricoveri ordinari 2003 2004 2005 2006 2007 numero medio posti letto 710,9 680,9 671 676,3 672,8 numero dimissioni 27.003 27.725 27.942 27.313 25.481 valvalore medio (euro) 2.420 2.461 2.586 2.677 2.658 % DRG chirurgici 28,4 28,9 28,4 30,0 29,8 numero giornate di degenza 206.648 208.818 201.531 197.777 190.609 degenza media 7,65 7,53 7,21 7,24 7,48 tasso di occupazione (%) 79,64 83,79 82,28 80,12 77,62

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tabella n. 4 : indicatori di attività ospedaliera – ricoveri diurni (day-hospital, day-surgery), anni 2003 - 2007.

ricoveri diurni (day-hospital, day-surgery) 2003 2004 2005 2006 2007 numero dimissioni 9.604 9.831 9.885 8.471 7.401 valvalore medio (euro) 1.454 1.487 1.507 1.471 1.797 % DRG chirurgici 65,6 67,3 67,2 65,5 65,1

Più in dettaglio (tabelle n. 5 e n. 6) si osserva che, rispetto al 2006, complessivamente sono diminuiti sia i ricoveri di tipo internistico che chirurgico, in regime di ricovero ordinario che diurno in tutti e due i presidi ospedalieri.

La riduzione più vistosa dei ricoveri chirurgici è dovuta, in parte, al completo passaggio di alcuni interventi, precedentemente contemplati negli eleggibili alla day surgery ed ora attribuiti all’attività ambulatoriale, ed in parte alla riduzione effettiva, essenzialmente avvenuta nelle u.o.di ortopedia a Castelfranco e di ostetricia a Montebelluna.

tabella n. 5 : numero dimissioni in regime di ricovero ordinario, per presidio ospedaliero, tipo di d.r.g. e trimestre: anni 2006 e 2007.

presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto: regime ricovero ordinario d.r.g. chirurgico d.r.g. medico n. dimissioni n. dimissioni trimestre 2007 2006 var. ass. var. (%) trimestre 2007 2006 var. ass. var. (%) 1° 1.145 1.232 -87 -7,06 1° 2.462 2.486 -24 -0,97 2° 1.111 1.209 -98 -8,11 2° 2.335 2.536 -201 -7,93 3° 933 1.059 -126 -11,90 3° 2.084 2.315 -231 -9,98 4° 1.093 1.240 -147 -11,85 4° 2.348 2.412 -64 -2,65 Totale 4.282 4.740 -458 -9,66 totale 9.229 9.749 -520 -5,33

presidio ospedaliero di Montebelluna: regime ricovero ordinario d.r.g. chirurgico d.r.g. medico n. dimissioni n. dimissioni trimestre 2007 2006 var. ass. var. (%) trimestre 2007 2006 var. ass. var. (%) 1° 898 884 14 1,58 1 2.355 2.433 -78 -3,21 2° 861 881 -20 -2,27 2 2.020 2.347 -327 -13,93 3° 731 820 -89 -10,85 3 2.016 2.292 -276 -12,04 4° 822 879 -57 -6,48 4 2.267 2.288 -21 -0,92 totale 3.312 3.464 -152 -4,39 totale 8.658 9.360 -702 -7,50

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tabella n. 6 : numero dimissioni in regime di ricovero diurno (day hospital e day surgery), per presidio ospedaliero, tipo di d.r.g. e trimestre: anni 2006 e 2007.

presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto: regime ricovero diurno (day hospital e day surgery) d.r.g. chirurgico d.r.g. medico n. dimissioni n. dimissioni trimestre 2007 2006 var. ass. var. (%) trimestre 2007 2006 var. ass. var. (%) 1° 663 882 -219 -24,83 1° 316 432 -116 -26,85 2° 697 749 -52 -6,94 2° 333 419 -86 -20,53 3° 510 616 -106 -17,21 3° 344 397 -53 -13,35 4° 656 775 -119 -15,35 4° 640 685 -45 -6,57 totale 2.526 3.022 -496 -16,41 totale 1.633 1.933 -300 -15,52

presidio ospedaliero di Montebelluna: regime ricovero diurno (day hospital e day surgery) d.r.g. chirurgico d.r.g. medico n. dimissioni n. dimissioni trimestre 2007 2006 var. ass. var. (%) trimestre 2007 2006 var. ass. var. (%) 1° 686 763 -77 -10,09 1° 189 152 37 24,34 2° 612 631 -19 -3,01 2° 189 196 -7 -3,57 3° 430 561 -131 -23,35 3° 195 215 -20 -9,30 4° 565 575 -10 -1,74 4° 376 423 -47 -11,11 totale 2.293 2.530 -237 -9,37 totale 949 986 -37 -3,75

Una valutazione sui principali indicatori di attività chirurgica si può dedurre dalla tabella n. 7, che mostra come nel 2007, a differenza dell’andamento degli anni precedenti, sia diminuito il numero di interventi principali, con un tasso operatorio ed una degenza preoperatoria pressoché invariati. Comune ad entrambi i presidi è la riduzione della percentuale di interventi eseguiti in regime diurno sul totale degli eleggibili, giustificata dalla adozione della delibera regionale 4450 del dicembre 2006 con la quale è stato aggiornato l’elenco delle prestazioni erogabili in regime diurno.

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tabella n. 7: principali indicatori di sintesi dell’attività chirurgica per presidio ospedaliero, anni 2004- 2007

n. di interventi % di interventi degenza media tasso operatorio principali (1) in day surgery pre-operatoria (tra gli eleggibili) 2004 p.o. di Castelfranco Veneto 7.798 84,03% 78,78% 1,99 p.o. di Montebelluna 6.390 87,19% 75,01% 1,24 totale 14.188 85,38% 77,06% 1,67 2005 p.o. di Castelfranco Veneto 7.743 (2) 83,19% 78,84% 1,93 p.o. di Montebelluna 6.317 88,11% 77,86% 1,15 totale 14.060 85,31% 78,37% 1,61 2006 p.o. di Castelfranco Veneto 8.216 86,36% 76,78% 1,76 p.o. di Montebelluna 6.295 88,68% 74,83% 1,42 totale 14.511 87,35% 75,90% 1,62 2007 p.o. di Castelfranco Veneto 8.148 86,03 62,9% 1,94 p.o. di Montebelluna 6.110 88,61% 64,56% 1,23 totale 14.258 87,11% 63,68% 1,63 (1) presso i reparti chirurgici;

Per quanto riguarda i parti effettuati nei due presidi ospedalieri, diminuiscono in entrambi i presidi ospedalieri (-179). La percentuale dei parti cesarei diminuisce al 19%, in linea con i migliori standard regionali.

tabella n. 8 : numero parti per presidio ospedaliero, anni 2004- 2007

n. parti n. parti % cesarei totale cesarei 2004 p.o. di Castelfranco Veneto 992 239 24% p.o. di Montebelluna 1.520 297 19% totale 2.512 536 21% 2005 p.o. di Castelfranco Veneto 1.039 233 22% p.o. di Montebelluna 1.506 295 20% totale 2.545 528 21% 2006 p.o. di Castelfranco Veneto 1.027 232 23% p.o. di Montebelluna 1.539 323 21% totale 2.566 555 22% 2007 p.o. di Castelfranco Veneto 998 209 21% p.o. di Montebelluna 1.389 245 18% totale 2.387 454 19%

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L’analisi delle variazioni di case-mix ospedaliero, intervenute nel 2007, viene evidenziata nelle tabelle 9a, 9b

E’evidente, per i DRG chirurgici, una riduzione molto elevata del DRG 39, a causa del suo passaggio dal regime di day surgery al regime ambulatoriale; lo stesso si può dire, anche se in misura minore, per il DRG 119 (legatura e stripping vene) e per il DRG 6 (decompressione tunnel carpale). La riduzione del DRG 209 è essenzialmente a carico dell’ortopedia di Castelfranco.

tabella n. 9a : d.r.g. chirurgici con variazioni negative 2007-2006 più elevate, in termini assoluti: totale presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna.

DRG chirurgici 2006 2007 Delta 039 – int. cristallino con o senza vitrectomia 760 135 -625 209 – interventi su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inf. 600 386 -214 234 - altri interventi sul sistema muscoloschel. e tessuto connettivo, senza cc 289 141 -148 006 - decompressione del tunnel carpale 194 48 -146 119 – legatura e stripping di vene 264 154 -110 211 - interventi su anca e femore, eccetto articolaz. Magg., eta'>17, senza cc 249 151 -98 364 – dilatazione e raschiamento, conizz. eccetto per neoplasia 654 571 -83 468 - intervento chirurgico esteso non correlato alla diagnosi principale 84 18 -66 371 - taglio cesareo no cc 396 341 -55 370 - taglio cesareo con cc 127 101 -26

tabella n. 9b : d.r.g. chirurgici con variazioni positive 2007-2006 più elevate, in termini assoluti: totale presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna.

DRG chirurgici 2006 2007 Delta 517 - Interventi sistema cardiovascolare per via percut.con inserzione di stent 115 210 95 232 - Artroscopia 79 157 78 63 - Altri interventi su orecchio, naso, bocca e gola 350 399 49 516 - Interventi sistema cardiovascolare per via percutanea con ima 68 109 41 227 - Interventi sui tessuti molli no cc 104 145 41 162 - Interventi per ernia inguinale e femorale, eta'>17 no cc 574 609 35 223 - Interventi maggiori su spalla e gomito o altri interv. su arto sup., con cc 14 47 33 267 - Interventi perianali e pilonidali 55 85 30 503 - Interventi ginocchio senza diagnosi principale di infezione 437 466 29 408 - Alteraz.mieloproliferative. o neoplasie poco differenz. con altri interv. 84 111 27 40 - Interv. Extraoculari, eccetto l'orbita, eta'>17 63 90 27 359 - Interventi utero/annessi, non per neoplasie maligne no cc 657 681 24 116 - Impianto di pacemaker card.permanente con altre patologie 138 161 23 118 - Sostituzione di pacemaker cardiaco 45 67 22 225 - Interventi sul piede 119 140 21 36 - Interventi sulla retina 10 27 17

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Si possono notare, tra i DRG in aumento, il DRG 517 e 516, per l’incremento dell’attività dell’unità operativa semplice di emodinamica e cardiologia interventistica, come viene evidenziato nella tabella n.10.

Inoltre, come si può osservare dalla stessa tabella , il numero delle angioplastiche inviate in convenzione nell’unità locale socio-sanitaria n. 15 si è ridotto ,come anche la fuga in altre unità locali socio-sanitarie . Per il 2007, il fabbisogno di procedure interventistiche cardiologiche è stato soddisfatto dall’ospedale, per l’85% per quanto riguarda le coronarografie e per l’80% per le angioplastiche. tabella n. 10 attività di emodinamica intra ed extra unità locale socio-sanitaria n. 8, anno 2006 e 2007.

2006 2007 variazione 2007-2006 n. prestazioni u.l.ss. n. 8 coronarografie 539 643 104 angioplastiche 186 327 141 n. prestazioni in convenzione u.l.ss. n. 15 coronarografie 15 12 -3 angioplastiche 26 17 -9 n. prestazioni fuga extra-u.l.ss. regionale coronarografie 112 102 -10 angioplastiche 78 63 -15 totale fabbisogno coronarografie 666 757 91 angioplastiche 290 407 117

soddisfacimento coronarografie 81% 85% angioplastiche 64% 80%

Per quanto riguarda la valorizzazione economica dei ricoveri (tabella n. 11), per i ricoveri ordinari nel presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto si è registrata una riduzione del valore medio (-1,7%) ed un valore lievemente aumentato (+0,5%) per il presidio di Montebelluna rispetto al 2006. Il valore medio dei ricoveri diurni è aumentato in tutti e due i presidi, soprattutto per i DRG medici per la nuova valorizzazione del DRG 410 (chemioterapia).

21 tabella n. 11 : differenza valorizzazione economica media (in euro), per anno e per regime di ricovero nei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna.

ricoveri ordinari ricoveri diurni tipo DRG 2006 2007 diff. 2006 2007 diff. presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto medico 1.885 1.877 -0,5% 1.069 1.833 7157% chirurgico 4.491 4.446 -1,0% 1.663 1.747 5,0% totale 2.738 2.691 -1,7% 1.431 1.781 24,4% presidio ospedaliero di Montebelluna medico 1.842 1.889 2,6% 1.295 1.918 48,1% chirurgico 4.681 4.532 -3,2% 1.618 1.777 9,8% totale 2.609 2.621 0,5% 1.528 1.818 19,0%

la mobilità sanitaria

Il saldo della mobilità (tabelle n. 12 e n. 13) per l’ospedale nel suo complesso registra un segno negativo, pari ad un valore economico di 3.453.828 ed un numero di ricoveri pari a -917, in misura maggiore dovuto alla minore attrazione.

tabella n. 12: mobilità dei ricoveri ospedalieri (ricoveri ordinari e day hospital), valorizzazione economica, per dipartimento ospedaliero, anni 2006 e 2007.

valore economico dei ricoveri (euro) attrazione (1) fuga saldo differenza 2006 (2) 2007 2006 (2) 2007 2006 (2) 2007 saldo medicina clinica p.o. CF 2.254.345 2.096.143 1.994.655 1.755.664 259.690 340.479 80.788 medicina clinica p.o. MB 820.491 673.115 1.364.191 1.303.171 - 543.700 - 630.056 - 86.3 57 chirurgico p.o. CF 4.955.568 3.681.342 5.532.761 6.553.165 - 577.193 - 2.871.823 -2.294.630 chirurgico p.o. MB 2.556.038 2.473.249 4.569.614 4.602.910 - 2.013.575 - 2.129.661 - 116.086 chirurgia cervico-facciale 3.115.742 2.518.436 1.510.636 1.503.808 1.605.106 1.014.628 - 590.478 e odontostomatologia materno-infantile 2.795.887 2.388.751 4.226.077 4.122.093 - 1.430.190 - 1.733.343 - 303.152 riabilitazione 487.296 324.880 1.844.335 1.883.803 - 1.357.039 - 1.558.922 - 201.884 medicina di laboratorio e 256.304 322.560 291.202 240.260 - 34.898 82.301 117.198 istologia e anatomia patol. area critica 867.268 1.036.868 2.677.918 2.975.706 - 1.810.650 - 1.938.838 - 128.187 totale spec. presenti 18.108.939 15.515.343 24.011.388 24.940.579 - 5.902.449 - 9.425.236 -3.522.786 totale spec. non presenti 10.197.485 10.128.527 - 10.197.485 - 10.128.527 68.958 totale complessivo 18.108.939 15.515.343 34.208.873 35.069.106 - 16.099.934 - 19.553.763 -3.453.828 (1) include i ricoveri degli stranieri; (2) i dati del 2006 sono variati rispetto a quelli forniti l'anno precedente a seguito delle rettifiche intervenute nel corso del 2007.

22 tabella n. 13: mobilità dei ricoveri ospedalieri (ricoveri ordinari e day hospital), per dipartimento ospedaliero, anni 2006 e 2007.

ricoveri ospedalieri attrazione (1) fuga saldo differenza 2005 (2) 2006 2005 (2) 2006 2005 (2) 2006 saldo medicina clinica p.o. CF 1.095 833 951 710 144 123 -21

medicina clinica p.o. MB 356 283 483 467 -127 -184 -57

chirurgico p.o. CF 1.291 1.057 2.023 2.092 -732 -1.035 -303

chirurgico p.o. MB 696 699 1.533 1.467 -837 -768 69 chirurgia cervico-facciale 1.438 1.073 833 755 605 318 -287 e odontostomatologia materno-infantile 2.130 1.798 2.762 2.779 -632 -981 -349

riabilitazione 118 92 466 465 -348 -373 -25 medicina di laboratorio e 85 88 105 81 -20 7 27 istologia e anatomia patol. area critica 177 189 522 506 -345 -317 28

totale spec. presenti 7.386 6.112 9.678 9.322 -2.292 -3.210 -918 totale spec. non presenti - 1.964 1.963 -1.964 -1.963 1 totale complessivo 7.386 6.112 11.642 11.285 -4.256 -5.173 -917 (1) include i ricoveri degli stranieri; (2) i dati del 2006 sono variati rispetto a quelli forniti l'anno precedente a seguito delle rettifiche intervenute nel corso del 2007.

Nel 2007 si è avuto quindi un grado di copertura del fabbisogno interno pari al 74,2% ed un indice di attrazione pari al 18,7 %.

le prestazioni ambulatoriali

L’erogazione delle prestazioni ambulatoriali all’interno dell’unità locale socio- sanitaria n. 8 si è ulteriormente sviluppata nel corso del 2007, rispetto al 2006.

Come si può vedere (tabelle n. 14a e 14b), nel complesso le prestazioni ambulatoriali sono aumentate ed, in particolare, le prestazioni strumentali. In media, l’aumento dell’attività è risultato superiore al 5 % (5,7 %).

In qualche caso si sono registrate delle flessioni che hanno richiesto un approfondimento. A seguito di una più attenta valutazione effettuata sulle unità operative che, in un primo momento, dimostravano riduzioni di attività vistose e non giustificabili, è emerso che la comparazione era, in genere, dovuta a diversa modalità di aggregazione dei dati oppure ad una diminuzione delle risorse (es. assenza improvvisa di personale) o diversa registrazione.

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tabella n. 14a: prospetto sintetico delle prestazioni ambulatoriali effettuate presso alcune unità operative specialistiche dei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna nel corso del 2007 (escluso servizi e medicina fisica e riabilitazione).

anno 2007 prime visite di visite altre totale visite controllo totali prestazioni cardiologia – CF 1.863 1.286 3.149 15.381 18.530 centro per le malattie del sangue - CF 626 2.920 3.546 2.160 5.706 medicina generale – CF 2.458 2.558 5.016 3.116 8.132 s.s.d. diabetologia CF 417 4.943 5.360 32.140 37.500 s.s.d. angiologia 1.046 103 1.149 9.771 10.920 neurologia – CF 2.042 1.096 3.138 6.680 9.818 lungodegenza riabilitativa - CF 417 927 1.344 2.026 3.370 anestesia e rianim. + gruppo op. - CF 93 6 99 12 111 chirurgia generale – CF 1.550 549 2.099 1.979 4.078 s.s.d. chirurgia toracica 90 90 180 69 249 s.s.d. chirurgia vascolare 343 166 509 970 1.479 ortopedia e traumatologia - CF 3.881 4.208 8.089 5.855 13.944 s.s.d. otorinolaringoiatria - CF 3.396 1.095 4.491 6.420 10.911 urologia – CF 2.331 1.539 3.870 2.560 6.430 chirurgia maxillo-facciale - CF 2.010 223 2.233 4.001 6.234 ostetricia e ginecologia - CF 2.878 194 3.072 13.362 16.434 pediatria – CF 4.634 377 5.011 3.070 8.081 cardiologia – MB 4.585 13 4.598 14.105 18.703 medicina generale – MB 759 154 913 1.698 2.611 s.s.d. geriatria 217 16 233 15 248 s.s.d. reumatologia 576 1.886 2.462 46 2.508 s.s.d. diabetologia MB 608 5.541 6.149 25.661 31.810 neurologia – MB 2.214 1.020 3.234 9.557 12.791 lungodegenza riabilitativa - MB 193 420 613 574 1.187 anestesia e rianim. + Gruppo op. - MB 83 0 83 175 258 chirurgia generale – MB 2.307 134 2.441 2.582 5.023 ortopedia e traumatologia - MB 5.760 3.776 9.536 3.385 12.921 otorinolaringoiatria - MB 4.410 1.082 5.492 5.468 10.960 ostetricia e ginecologia - MB 3.949 49 3.998 17.874 21.872 pediatria – MB 5.601 275 5.876 1.120 6.996 odontoiatria - MB+CF 3.396 592 3.988 11.325 15.313 nefrologia e dialisi – CF+MB 451 8.043 8.494 39.931 48.425 oncologia - CF+MB 801 7.332 8.133 6.269 14.402 gastroenterologia - CF+MB 715 378 1.093 5.884 6.977 s.s.d. di emodinamica e cardiol. interv. 336 229 565 93 658 s.s.d. terapia antalgica CF+MB 381 430 811 868 1.679 oculistica CF+MB 8.747 5.547 14.294 11.704 25.998 s.s.d. di day surgery oculistica 0 0 0 1.168 1.168 pedodonzia – UN 2.710 254 2.964 6.463 9.427 totale unità operative ospedaliere 78.874 59.451 138.325 275.537 413.862 poliambulatori 15.208 7.480 22.688 17.994 40.682 totale 94.082 66.931 161.013 293.531 454.544

24 tabella n. 14b: variazioni assolute 2007-2006 delle prestazioni ambulatoriali effettuate presso alcune unità operative specialistiche dei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna (escluso servizi e medicina fisica e riabilitazione).

variazione assoluta 2007 – 2006 prime visite di visite altre totale visite controllo totali prestazioni cardiologia – CF 26 -4 22 3.482 3.504 centro per le malattie del sangue - CF 30 -89 -59 -37 -96 medicina generale – CF -169 -217 -386 -274 -660 s.s.d. diabetologia CF 94 -490 -396 -1.921 -2.317 s.s.d. angiologia 28 27 55 1.160 1.215 neurologia – CF -35 -279 -314 -256 -570 lungodegenza riabilitativa - CF -36 142 106 333 439 anestesia e rianim. + gruppo op. - CF -8 2 -6 -1 -7 chirurgia generale – CF 115 -10 105 411 516 s.s.d. chirurgia toracica 17 -21 -4 -48 -52 s.s.d. chirurgia vascolare 45 9 54 427 481 ortopedia e traumatologia - CF 1.023 1.356 2.379 1.963 4.342 otorinolaringoiatria - CF 267 -56 211 118 329 urologia – CF -111 32 -79 242 163 chirurgia maxillo-facciale - CF -86 -80 -166 -236 -402 ostetricia e ginecologia - CF -410 62 -348 73 -275 pediatria – CF 346 -52 294 1.228 1.522 cardiologia – MB 211 -59 152 -1.149 -997 medicina generale – MB 35 101 136 230 366 s.s.d. geriatria -141 -123 -264 -223 -487 s.s.d. reumatologia 120 1.089 1.209 22 1.231 s.s.d. diabetologia MB 79 481 560 2.986 3.546 neurologia – MB 1 77 78 -556 -478 lungodegenza riabilitativa - MB 77 216 293 283 576 anestesia e rianim. + Gruppo op. - MB 39 0 39 0 39 chirurgia generale – MB -46 -15 -61 -414 -475 ortopedia e traumatologia - MB 153 307 460 71 531 otorinolaringoiatria - MB 194 -145 49 -132 -83 ostetricia e ginecologia - MB -842 -23 -865 -300 -1.165 pediatria – MB 491 20 511 624 1.135 odontoiatria - MB+CF -53 71 18 842 860 nefrologia e dialisi – CF+MB 38 -261 -223 -175 -398 oncologia - CF+MB 413 -4.062 -3.649 53 -3.596 gastroenterologia - CF+MB -33 -67 -100 -807 -907 s.s.d. di emodinamica e cardiol. interv. 17 135 152 -47 105 s.s.d. terapia antalgica CF+MB 11 93 104 128 232 oculistica CF+MB -323 662 339 138 477 s.s.d. di day surgery oculistica 0 0 0 546 546 pedodonzia - UN -47 -53 -100 -839 -939 totale unità operative ospedaliere 1.530 -1.224 306 7.945 8.251 poliambulatori -977 402 -575 2.805 2.230 totale 553 -822 -269 10.750 10.481

25 tabella n. 15 : prospetto sintetico delle prestazioni ambulatoriali verso esterni effettuate anni 2004-2007 (servizi e medicina fisica e riabilitazione).

radiologia – presidio ospedaliero di anno variazione assoluta Castelfranco Veneto 2004 2005 2006 2007 2005-2004 2006-2005 2007-2006 prestazioni verso esterni (esclusi LPA e 54.984 55.390 60.462 61.818 406 5.072 1.356 screening mammografico) prestazioni per il progetto screening 5.207 5.280 5.372 5.947 73 92 575 mammografico – Castelfranco Veneto prestazioni in libera professione 1.508 1.508 1.508 1.508 0 0 0 d’azienda prestazioni verso esterni 5.140 4.666 2.229 1.655 -474 -2.437 -574 distretto socio-sanitario n. 1 totale prestazioni per esterni 66.839 66.844 69.571 70.928 5 2.727 1.357

radiologia – presidio ospedaliero di Anno variazione assoluta Montebelluna 2004 2005 2006 2007 2005-2004 2006-2005 2007-2006 prestazioni verso esterni (esclusi LPA e 46.376 46.665 50.150 48.976 289 3.485 -1.174 screening mammografico) prestazioni per il progetto screening 2.797 2.510 2.706 2.906 -287 196 200 mammografico – Montebelluna prestazioni per il progetto screening 2.441 2.352 2.356 2.823 -89 4 467 mammografico – Valdobbiadene prestazioni in libera professione 780 780 780 780 0 0 0 d’azienda prestazioni verso esterni 8.773 8.997 8.814 8.865 224 -183 51 distretto socio-sanitario n. 1 Asolo prestazioni verso esterni distretto socio- 13.314 13.160 11.621 10.568 -154 -1.539 -1.053 sanitario n. 2 Valdobbiadene totale prestazioni per esterni 74.481 74.464 76.427 74.918 -17 1.963 -1.509 laboratorio analisi – CF-MB anno variazione assoluta 2004 2005 2006 2007 2005-2004 2006-2005 2007-2006 prestazioni verso esterni 1.975.973 1.969.858 1.999.341 2.032.836 -6.115 29.483 33.495 prestazioni per il progetto Screening 10.759 10.759 colon rettale totale prestazioni per esterni 1.975.973 1.969.858 1.999.341 2.043.595 -6.115 29.483 44.254 medicina fisica e riabilitazione – anno variazione assoluta presidio ospedaliero di Castelfranco 2004 2005 2006 2007 2005-2004 2006-2005 2007-2006 prestazioni verso esterni (esclusa LPA) 139.094 133.936 122.706 127.915 -5.158 -11.230 5.209 prestazioni verso esterni 27.222 17.276 35.609 826 -9.946 18.333 -34.783 distretto socio-sanitario n. 1 Asolo prestazioni verso esterni distretto socio- 19.613 16.804 15.066 16.368 -2.809 -1.738 1.302 sanitario n. 2 Valdobbiadene prestazioni in libera professione 1.540 1.698 1.755 1.503 158 57 -252 d’azienda totale prestazioni per esterni 187.469 169.714 175.136 146.612 -17.755 5.422 -28.524

26 istologia e anatomia patologica – anno variazione assoluta presidio ospedaliero di Castelfranco 2004 2005 2006 2007 2005-2004 2006-2005 2007-2006 prestazioni verso esterni 33.820 32.214 44.395 37.551 -1.606 12.181 -6.844 servizio trasfusionale – presidio anno variazione assoluta ospedaliero di Castelfranco Veneto e 2004 2005 2006 2007 2005-2004 2006-2005 2007-2006 prestazioni verso esterni (esclusi 74.656 67.885 39.312 22.171 -6.771 -28.573 -17.141 donatori) prestazioni verso donatori 128.486 134.521 184.361 247.812 6.035 49.840 63.451 totale prestazioni per esterni 203.142 202.406 223.673 269.983 -736 21.267 46.310 accettazione e pronto soccorso - anno variazione assoluta presidio – Castelfranco Veneto 2004 2005 2006 2007 2005-2004 2006-2005 2007-2006 prestazioni verso esterni 53.942 64.446 71.720 71.256 10.504 7.274 -464 accettazione e pronto soccorso - anno variazione assoluta presidio – Montebelluna 2004 2005 2006 2007 2005-2004 2006-2005 2007-2006 prestazioni verso esterni 47.072 56.668 66.886 67.980 9.596 10.218 1.094

tabella n. 16: sintesi delle prestazioni effettuate nel corso del 2007 dalle unità operative del dipartimento di diagnostica per immagini.

radiologia radiologia variazioni prestazioni totale Castelfranco Veneto Montebelluna 2007-2006 prestazioni verso interni (ricoverati) 20.353 17.171 37.524 -569 di cui RM 2.251 1.227 3.478 -351 di cui: TAC 3.597 2.751 6.348 393 di cui: ecografie 2.479 2.196 4.675 -126 di cui: altre prestazioni 12.026 10.997 23.023 -485 prestazioni verso esterni 61.818 48.976 110.794 182 di cui RM 6.901 5.134 12.035 858 di cui: TAC 10.418 6.710 17.128 758 di cui: ecografie 10.010 7.661 17.671 628 di cui: altre prestazioni 34.489 29.471 63.960 -2.062 prestazioni per il progetto screening 5.947 5.729 11.676 1.242 mammografico prestazioni in libera professione 1.508 780 2.288 0 d’azienda prestazioni verso esterni sedi 1.655 19.433 21.088 -1.576 periferiche totale verso esterni 70.928 74.918 145.846 -152 totale complessivo 91.281 92.089 183.370 -721

27 medicina nucleare prestazioni verso interni (ricoverati) 1.205 di cui PET 256 di cui: PET - CT 28 di cui: diagnostica in vivo 920 di cui: terapia 1 prestazioni verso esterni 8.752 di cui PET 3.163 di cui: PET – CT 759 di cui: diagnostica in vivo 4.768 di cui: terapia 62 prestazioni in libera professione d’azienda 668 di cui: PET 228 di cui: diagnostica in vivo 440 totale complessivo 10.625

le innovazioni organizzative

Nel 2007 sono state ulteriormente consolidate le numerose innovazioni informatiche messe in atto dal 2005. In particolare si sono sviluppate le nuove applicazioni relativamente all’area dei ricoveri e cup interno e la cartella ambulatoriale, accompagnate da attività di formazione. Il sistema informativo così strutturato consentirà di gestire in maniera integrata l’attività sanitaria ed amministrativa legata al ricovero del paziente ,dalla fase di accettazione fino alla dimissione ,dall’interazione fra i reparti ed i servizi diagnostici, tramite prenotazioni di prestazioni e produzione dei referti.Si è andato a costituire un “repository informativo” aziendale in cui sono memorizzate tutte le informazioni sanitarie condivise da diversi sottosistemi ed il fascicolo sanitario del paziente.

E’ stata svolta inoltre una sperimentazione nell’U.O. maxillo-facciale sulla prescrizione informatizzata dei farmaci, con l’obiettivo di supportare il personale medico nella fase di prescrizione dei farmaci ai degenti, consentendo di identificare il paziente.

Nel corso del 2007 la direzione medica e le unità operative dell’ospedale hanno proseguito nel percorso di preparazione delle strutture alla realizzazione del project financing, attività che si è concretizzata nel presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto nel mese di novembre con l’inaugurazione del nuovo ospedale e la realizzazione dei primi trasferimenti previsti e, per quanto riguarda quello di Montebelluna, con la progettazione del nuovo ospedale.

28 la formazione

Nel 2° semestre del 2007 ha preso avvio il progetto "percorsi assistenziali per la continuità della cura ospedale-territorio" rivolto a dirigenti ed operatori sanitari di varie u. o. con l'obiettivo di costruire,attraverso la metodologia della formazione -intervento, dei percorsi assistenziali per pazienti colpiti da ictus, broncopneumopatia cronica ostruttiva e neoplasia maligna del colon.

È stato inoltre avviato il progetto "Liverpool-pathway"con lo scopo di migliorare l'assistenza al paziente morente attraverso lo sviluppo e l'applicazione di uno specifico percorso integrato di cura che costituisca una guida nell'individuare le opzioni assistenziali possibili e nell'organizzare l'approcio più appropiato per ciascun paziente nel pieno rispetto delle sue necessità .

L’unità locale socio-sanitaria n. 8 è stata ancora una volta il centro di importanti occasioni di formazione per medici chirurghi provenienti da tutta Italia, attraverso i corsi residenziali di videolaparoscopia organizzati dall’unità operativa di chirurgia del presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto, giunti, nel 2007 alla 18° e 19° edizione.

l’igiene ospedaliera

È continuata l’attività contro le infezioni ospedaliere articolata in diverse fasi:

1. Elaborazione e revisione di linee guida e protocolli

 prevenzione e controllo microrganismi sentinella e patogeni multiresistenti agli antibiotici • linee guida per la prevenzione e controllo dell’MRSA • linea guida per la prevenzione e controllo del VRE • linea guida per la prevenzione e controllo del Clostridium difficile in ambito ospedaliero  le infezioni del sito chirurgico: strategie operative finalizzate alla prevenzione • protocollo di preparazione: cute ed annessi cornei del paziente operando • protocollo per la medicazione di ferite/lesioni

 le infezioni legate all’uso dei dispositivi intravascolari: sorveglianza, prevenzione e controllo • protocollo per la gestione del cateterismo intravascolare periferico • protocollo per la gestione dei dispositivi intravascolari parzialmente impiantabili

 protocollo sull’igiene delle mani

 guida al servizio di sanificazione e sanitizzazione ambientale

29 2. Sorveglianza

E’ stato attuato anche nel corso del 2007 il sistema di sorveglianza basato sul laboratorio con la segnalazione tempestiva dell’isolamento di germi sentinella ed eventuali cluster epidemici. Presso le due unità di terapia intensiva è continuato il sistema di sorveglianza delle infezioni nosocomiali con la partecipazione al “Progetto Margherita” (Giviti), condiviso dalla maggior parte delle analoghe unità di altri presidi italiani, nonché la sorveglianza sull’Igiene delle mani nell’ambito del Progetto OMS “Clean care is safe care”. Presso il centro malattie del sangue è stato sviluppato un sistema di sorveglianza per i cateteri parzialmente impiantabili ( Groshong ).

3. Attività di formazione

In continuazione del progetto di qualità “La prevenzione delle Infezioni è nelle tue mani” e in attuazione con al progetto OMS “Clean care is safe care” si sono tenuti nel 2007: - n. 4 corsi di aggiornamento, accreditati ECM sull’igiene delle mani; - n. 3 incontri di presentazione e divulgazione del manuale di disinfezione e antisepsi in ambito sanitario per i Coordinatori Infermieristici e Tecnici dei due presidi ospedalieri e per il personale delle strutture residenziali per anziani; - n. 2 incontri con il personale delle unità operative di anestesia e rianimazione sul progetto “Clean care is safe care”.

E’ stata fornita inoltre collaborazione: - nella formazione complementare nei corsi per operatori socio-sanitari; - nella formazione per il tirocinio degli studenti del diploma universitario in scienze infermieristiche; - nella formazione dei corsi promossi dal servizio epidemiologico regionale per il personale medico ed infermieristico delle case di riposo della nostra unità locale socio- sanitaria.

4. Attività di consulenza

E’ stata fornita costantemente attività di consulenza e vigilanza sulle varie problematiche relative al rischio infettivo correlato alle pratiche assistenziali, in particolare sulle misure preventive relative all’isolamento di soggetti infetti/colonizzati da germi multiresistenti agli antibiotici, e in altre situazioni di criticità vera o percepita come tale dagli operatori.

A queste attività si debbono aggiungere :

• l’attività di promozione e divulgazione delle varie linee guida elaborate e tuttora in uso; • la collaborazione alla stesura di capitolati e partecipazione a commissioni di gara per l’acquisto di materiali di interesse per la prevenzione delle infezioni e aspetti igienici e

30 ambientali come il servizio di sanificazione e quello di lavanolo, sui quali vengono svolte attività di controllo.

il prelievo d’organi e tessuti

Cornee da cadavere: l’attività di donazione di cornee ha dimostrato un miglioramento in tutte e due le strutture. Questo è in parte legato alla maggiore attenzione dei reparti verso la procedura di donazione, probabilmente a causa delle modifiche attuate nel programma di gestione dei ricoveri: in caso di decesso, infatti, è obbligatorio per il medico ospedaliero indicare una causa di esclusione dalla donazione o, in caso contrario, avviare la proposta di donazione agli aventi diritto. Maggiore attenzione viene prestata anche dal Pronto Soccorso che con sempre maggiore regolarità segnala il potenziale donatore al coordinamento o attua in autonomia il processo di donazione.

Donazioni cornee 2004 2005 2006 2007 Castelfranco 82 cornee 70 cornee 64 cornee 132 2 bulbi Montebelluna 78 cornee 64 cornee 90 cornee 104 6 bulbi

Tessuto da vivente (testa di femore a Montebelluna, vena safena a Castelfranco): l’attività di donazione di testa di femore, come previsto, ha subito una flessione in termini assoluti legata alla riduzione del numero di interventi di artroprotesi d’anca. Va segnalato però che la percentuale di teste procurate rispetto al totale degli interventi è rimasta invariata (47%), e la percentuale di pazienti valutati in totale è aumentata (85% nel 2007 vs 75% nel 2006).

Donazioni da vivente 2006 2007 Castelfranco (safena) 44 48 Montebelluna (testa femore) 47 36

Donazione multitessuto da cadavere: pur con le consuete difficoltà legate alla giovane età dei donatori, alle patologie spesso traumatiche, al coinvolgimento dell’autorità giudiziaria per le procedure sulle salme vittime di incidente stradale, il numero di donatori multitessuto da cadavere si è mantenuto pressoché stabile. Migliorata la collaborazione con il Pronto Soccorso e il SUEM 118 per la segnalazione dei potenziali donatori. Va segnalato il primo donatore di cute (a Castelfranco).

Donatori tessuto da cadavere 2005 2006 2007 Castelfranco 3 1 3 Montebelluna 4 4 5

31 Donazione multiorgano: l’attività di donazione multiorgano presso le due unità operative di anestesia e rianimazione ha sostanzialmente mantenuto i livelli dello scorso anno. Si segnala come nell’anno 2007 l’unità operativa di anestesia e rianimazione del presidio ospedaliero di Montebelluna, a livello regionale, sia, tra gli ospedali non dotati di Neurochirurgia, quella con il maggior numero di donatori effettivi.

Donazioni 2004 2005 2006 2007 multiorgano Castelfranco 1 1 0 1 Montebelluna 3 2 4 4

Sensibilizzazione nelle scuole: nel 2007 è proseguita l’attività di formazione presso le classi 5e delle scuole superiori.

Corsi e-learning: il corso on-line ha preso il via nel secondo semestre 2007, accreditato ECM.

Contatto con la popolazione: sono stati effettuati diversi incontri con la popolazione con il coinvolgimento delle associazioni (Amici del Cuore a Trevignano, AIDO a Vedelago, AIDO a Maser) nonché presentate attraverso la rivista dell’ULSS 8, le attività del gruppo e la possibilità di esprimere la propria volontà in merito alla donazione di organi e tessuti dopo la morte.

il rischio clinico

L’azienda collabora dal 2004 con l’agenzia regionale socio sanitaria del Veneto nella sperimentazione di un modello di scheda di incident reporting come strumento di gestione del rischio clinico.

Nel corso del 2007 il dipartimento chirurgico di Castelfranco ed il dipartimento cervico facciale hanno compilato complessivamente 58 schede di Incident reporting. E’ stata una occasione importante di riflessione e di attuazione di strategie di miglioramento, favorendo l’integrazione fra i diversi attori del processo clinico assistenziale

32 I DISTRETTI SOCIO-SANITARI

le funzioni e l’organizzazione

le funzioni

Il distretto socio-sanitario è la struttura tecnico funzionale mediante la quale l’unità locale socio-sanitaria garantisce la soddisfazione dei bisogni di salute di tipo sanitario, per loro natura affrontabili in modo ugualmente efficace ed efficiente in regime non ospedaliero, e di tipo socio-sanitario, richiedenti unitariamente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale.

L’assistenza distrettuale viene erogata in regime ambulatoriale, semi-residenziale, residenziale e domiciliare, mediante le seguenti attività: attività sanitarie

- assistenza primaria, compresa la continuità assistenziale, attraverso il coordinamento e l’approccio multidisciplinare, in ambulatorio ed al domicilio, tra medici di medicina generale, specialisti pediatri di libera scelta, servizi di guardia medica notturna e festiva ed i presidi specialistici ambulatoriali; - assistenza farmaceutica; - assistenza sanitaria domiciliare; - assistenza specialistica ambulatoriale; - assistenza riabilitativa intensiva extraospedaliera a carattere residenziale e semi- residenziale. attività socio-sanitarie

- prestazioni sanitarie a rilevanza sociale; - prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria; - prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, se delegate dai comuni all’unità locale socio- sanitaria.

In particolare, il distretto socio-sanitario deve:

- essere centro di riferimento per gli utenti, informando ed orientando gli stessi verso tutte le prestazioni erogate dall’unità locale socio-sanitaria, direttamente o indirettamente mediante strutture accreditate; - essere polo unificante dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali a livello territoriale, garantendo una risposta coordinata e continuativa ai bisogni di salute della popolazione, in particolare attraverso l’integrazione socio-sanitaria.

33 Al distretto socio-sanitario è preposto un responsabile che risponde alla direzione aziendale del perseguimento degli obiettivi della struttura operativa, dell’assetto organizzativo e della gestione, in relazione alle risorse assegnate. A tale scopo, si avvale di un ufficio di coordinamento delle attività distrettuali, composto da rappresentanti delle diverse figure professionali operanti nei servizi del distretto socio-sanitario. Alla struttura in questione è attribuita autonomia gestionale ed economico-finanziaria, con contabilità separata all’interno del bilancio dell’unità locale socio-sanitaria. Al fine di valorizzare, unificare e coordinare la risposta ai bisogni di salute della popolazione sul territorio, nonché per la migliore integrazione dei servizi, è istituito il coordinamento dei responsabili dei distretti socio- sanitari, che formula sul punto le sue proposte al direttore generale, oltre che al direttore dei servizi sociali ed al direttore sanitario. l’organizzazione

Alla data del 31 dicembre 2007 i livelli organizzativi e delle responsabilità dei distretti socio-sanitari erano i seguenti:

distretto socio-sanitario n. 1 distretto socio-sanitario n. 2 “Asolo – Castelfranco Veneto” “Valdobbiadene – Montebelluna” direzione direzione Luciano Milani Fulvia Salzani servizio di medicina di comunità servizio di medicina di comunità Angelina Bernardi Alessandro Vanzelli servizio di assistenza domiciliare servizio di assistenza domiciliare Paola Paiusco Paola Paiusco servizio poliambulatoriale distrettuale servizio poliambulatoriale distrettuale Simone Tasso Simone Tasso servizio psichiatrico territoriale servizio psichiatrico territoriale Giuseppe Salce Osvaldo Galvano servizio di neuropsichiatria infantile servizio di neuropsichiatria infantile Andrea Gemma Andrea Gemma servizio di consultorio familiare servizio di consultorio familiare Pasquale Borsellino Maria Teresa Silvestri servizio tossicodipendenze Graziano Bellio servizio riabilitativo per alcolisti Natalino Filippin servizio per l’handicap dell’età adulta Mariacaterina Girardello servizio farmaceutico territoriale Michele Ragazzi servizio amministrativo dei distretti socio-sanitari Silena Tadiotto i servizi e le strutture a valenza socio-sanitaria

Di seguito vengono riportate una serie di cartine geografiche con l’indicazione, per ogni area di intervento del piano di zona, dei servizi e delle strutture presenti nel territorio.

34 REGIONE DEL VENETO AZIENDA U.L.SS. n. 8 - ASOLO

AREA ANZIANI DISTRETTO SOCIO-SANITARIO n. 2 "Valdobbiadene - Montebelluna" SEGUSINO

VALDOBBIADENE

VIDOR

PEDEROBBA

CAVASO NERVESA PADERNO DEL TOMBA DELLA BATTAGLIA CORNUDA CROCETTA POSSAGNO DEL MONTELLO

CRESPANO MONFUMO GIAVERA DEL CASTELCUCCO MONTELLO

BORSO VOLPAGO DEL DEL MASER MONTELLO GRAPPA

FONTE ASOLO CAERANO MONTEBELLUNA SAN MARCO

S. ZENONE DEGLI TREVIGNANO EZZELINI ALTIVOLE

RIESE PIO X

LORIA VEDELAGO

CASTELLO DI GODEGO CASTELFRANCO VENETO

RESANA

DISTRETTO SOCIO-SANITARIO casa di riposo per autosufficienti n. 1 "Asolo - Castelfranco Veneto" casa di riposo per non autosufficienti ed anche per autosufficienti

centro diurno per non autosufficienti

servizio di assistenza domiciliare

35 casa albergo/mini alloggio per anziani REGIONE DEL VENETO AZIENDA U.L.SS. n. 8 - ASOLO

AREA DISABILI DISTRETTO SOCIO-SANITARIO n. 2 "Valdobbiadene - Montebelluna" SEGUSINO

VALDOBBIADENE

VIDOR

PEDEROBBA

CAVASO NERVESA PADERNO DEL TOMBA DELLA BATTAGLIA CORNUDA CROCETTA POSSAGNO DEL MONTELLO

CRESPANO MONFUMO GIAVERA DEL CASTELCUCCO MONTELLO

BORSO VOLPAGO DEL DEL MASER MONTELLO GRAPPA

MONTEBELLUNA FONTE ASOLO CAERANO SAN MARCO

S. ZENONE DEGLI TREVIGNANO EZZELINI ALTIVOLE

RIESE PIO X

LORIA VEDELAGO

CASTELLO DI GODEGO CASTELFRANCO VENETO

RESANA servizio per l’handicap dell’età adulta

DISTRETTO centro di formazione professionale SOCIO-SANITARIO n. 1 "Asolo - Castelfranco Veneto" struttura intermedia

centro di lavoro guidato (CLG)

centro educativo occupazionale diurno (CEOD)

centro disabili motori (CDM)

servizio di neuropsichiatria infantile centro educativo riabilitativo diurno (CERD)

gruppo appartamento per persone con casa alloggio

disabilità 36 RSA per disabili REGIONE DEL VENETO AZIENDA U.L.SS. n. 8 - ASOLO

AREA MINORI DISTRETTO SOCIO-SANITARIO n. 2 "Valdobbiadene - Montebelluna" SEGUSINO

VALDOBBIADENE

VIDOR

PEDEROBBA

CAVASO NERVESA PADERNO DEL TOMBA DELLA BATTAGLIA CORNUDA CROCETTA POSSAGNO DEL MONTELLO

CRESPANO MONFUMO GIAVERA DEL CASTELCUCCO MONTELLO

BORSO VOLPAGO DEL DEL MASER MONTELLO GRAPPA

MONTEBELLUNA FONTE ASOLO CAERANO SAN MARCO

S. ZENONE DEGLI TREVIGNANO EZZELINI ALTIVOLE

RIESE PIO X

LORIA VEDELAGO

CASTELLO DI GODEGO CASTELFRANCO VENETO

RESANA casa famiglia

DISTRETTO comunità educativa per minori (3) SOCIO-SANITARIO

n. 1 "Asolo - Castelfranco Veneto" consultorio familiare équipe affido

équipe adozioni

équipe Piano Infanzia, Adolescenza e Famiglia

37 centro diurno per minori (1) REGIONE DEL VENETO

AZIENDA U.L.SS. n. 8 - ASOLO

AREA DIPENDENZE DISTRETTO SOCIO-SANITARIO n. 2 "Valdobbiadene - Montebelluna" SEGUSINO

VALDOBBIADENE

VIDOR

PEDEROBBA

CAVASO NERVESA PADERNO DEL TOMBA DELLA BATTAGLIA CORNUDA CROCETTA POSSAGNO DEL MONTELLO

CRESPANO MONFUMO GIAVERA DEL CASTELCUCCO MONTELLO

BORSO VOLPAGO DEL DEL MASER MONTELLO GRAPPA

MONTEBELLUNA FONTE ASOLO CAERANO SAN MARCO

S. ZENONE DEGLI TREVIGNANO EZZELINI ALTIVOLE

RIESE PIO X

LORIA VEDELAGO

CASTELLO DI GODEGO CASTELFRANCO VENETO

RESANA

DISTRETTO servizi ambulatoriali SOCIO-SANITARIO

n. 1 "Asolo - Castelfranco Veneto" servizio tossicodipendenze

servizio riabilitativo per alcolisti/ comunità terapeutica residenziale/ comunità doppia diagnosi casa famiglia centro semi residenziale (CSR)

club alcolisti appartamento protetto sede ACAT 38 REGIONE DEL VENETO AZIENDA U.L.SS. n. 8 - ASOLO

AREA

SALUTE MENTALE DISTRETTO SOCIO-SANITARIO n. 2 "Valdobbiadene - Montebelluna" SEGUSINO

VALDOBBIADENE

VIDOR

PEDEROBBA

CAVASO NERVESA PADERNO DEL TOMBA DELLA BATTAGLIA CORNUDA CROCETTA POSSAGNO DEL MONTELLO

CRESPANO MONFUMO GIAVERA DEL CASTELCUCCO MONTELLO

BORSO VOLPAGO DEL DEL MASER MONTELLO GRAPPA

FONTE ASOLO CAERANO MONTEBELLUNA SAN MARCO

S. ZENONE DEGLI TREVIGNANO EZZELINI ALTIVOLE

RIESE PIO X

LORIA VEDELAGO

CASTELLO DI GODEGO CASTELFRANCO VENETO centro occupazionale diurno (COD)/

RESANA centro lavoro guidato (CLG)

DISTRETTO servizio educativo residenziale SOCIO-SANITARIO (gruppo appartamento) n. 1 "Asolo - Castelfranco Veneto" servizio psichiatrico di diagnosi e cura

comunità terapeutica

Ambulatorio territoriale comunità alloggio

Ambulatorio neuropsicologia centro diurno

Atelier centro salute mentale

Day hospital territoriale residenza sanitaria assistenziale (RSA)

ambulatorio adolescenti giovani adulti servizio psichiatrico territoriale

39 i risultati

Nell’insieme delle attività svolte nel corso del 2007 sono da evidenziare alcuni aspetti ai quali i servizi hanno dato un ulteriore sviluppo come il rinforzo della rete con altri enti o strutture, una maggiore attenzione nel semplificare i percorsi sanitari e amministrativi, l’avvio di nuovi progetti per migliorare l’accesso agli utenti.

Il servizio amministrativo dei distretti ha curato l’attivazione dell’assegno di cura per conto dei comuni, che comprende le provvidenze economiche della legge 28, e dell’assegno badanti. Inoltre ha dato avvio alla nuova procedura per il rilascio della impegnativa di residenzialità per le strutture extraospedaliere. Per portare i servizi più vicini alla popolazione, in 8 sportelli su 9 sono state attivate tutte le funzioni amministrative.

Le linee di sviluppo realizzate dal consultorio familiare hanno riguardato quattro ambiti, in particolare le collaborazioni provinciali nel settore delle adozioni e l’implementazione del protocollo di collaborazione con i comuni nel settore della tutela minori, corsi di formazione e sensibilizzazione territoriale nel settore dell’affido, l’implementazione del consultorio giovani. Proprio in quest’ottica è stato avviato il primo corso di formazione per genitori adottivi, con lo scopo di sensibilizzare le coppie sul tema dell’adozione, e la partecipazione degli operatori del consultorio alle iniziative comunali per la formazione delle coppie che accedono al matrimonio civile. Si è inoltre avviato il primo gruppo di auto aiuto per l’elaborazione del lutto in collaborazione con l’ADVAR.

Nel servizio di neuropsichiatria infantile hanno preso ampio sviluppo gli ambulatori integrati specifici, in particolare l’ambulatorio per la diagnosi tempestiva delle patologie neuropsichiche nel primo anno di vita. E’ stato avviato l’ambulatorio di etnopsicologia, che affronta il disagio sociale dei bambini stranieri.

Molte risorse del servizio per l’handicap dell’età adulta sono state orientate alla costruzione o realizzazione di progetti finalizzati a dare un livello di assistenza alle persone con disabilità grave e alle loro famiglie. E’stato infatti realizzato un percorso di presa in carico della disabilità acquisita, grazie alla collaborazione e il coinvolgimento di alcune Unita Operative: il progetto attuato prevede che le persone con disabilità acquisita vengano prese in carico con continuità assistenziale alla dimissione dall’Unità Operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione al Servizio Handicap Età Adulta. È stato quindi realizzato un protocollo per la trasmissione delle informazioni al Servizio Handicap Età Adulta (Progetto Qualità “Riability Care”).

Nel servizio per l’alcolismo e il tabagismo è avvenuto il cambio gestione della comunità alcologica e di quella per la doppia diagnosi, attraverso l’affidamento alla cooperativa sociale “Sonda”. Anche il centro diurno ha assunto la nuova forma di centro semiresidenziale.

Per il servizio tossicodipendenze è stato avviato un tavolo provinciale di collaborazione tra i tre dipartimenti delle dipendenze che prevede linee guida in collaborazione con la prefettura per la gestione degli aspetti legali. Sono stati aperti due centri

40 di ascolto (Montebelluna e Casella d’Asolo) per la prevenzione del consumo giovanile e della cocaina.

Il Servizio Tossicodipendenze è da alcuni anni impegnato in un lavoro di consolidamento e miglioramento della qualità attraverso la formalizzazione di percorsi di presa in carico differenziati a seconda della tipologia di problemi presenti. In particolare, nel corso del 2007, è stata avviata una revisione del lavoro svolto precedentemente al fine di migliorarne l’applicabilità.

Nuove iniziative sono state altresì attivate nel campo del lavoro con la rete territoriale (soprattutto enti locali) per un più efficace reinserimento sociale dei soggetti tossicodipendenti, come previsto nel piano di zona 2007–2009. Si è posta cura nel mantenere e migliorare i collegamenti operativi a livello provinciale e regionale: nell’ambito del gruppo di lavoro provinciale per i problemi del tossicodipendente detenuto sono state sviluppate e proposte da parte del servizio nuove modalità formalizzate per la valutazione dei soggetti non ancora noti per precedenti trattamenti.

Il centro di salute mentale ha avviato un servizio sperimentale per il trattamento delle persone che mettono in atto comportamenti autolesivi o suicidari. Si è focalizzata l’attività medica sui disturbi di personalità ed in particolare sui disturbi border-line.

Presso la comunità terapeutica “Il gelso”vengono sperimentate nuove attività ludiche e del tempo libero a favore degli ospiti più gravi. Si è rinforzata e ulteriormente qualificata l'assistenza territoriale sia in Comunità (raggiunto il numero completo di utenti ospitabili) che negli appartamenti protetti.

Nel servizio di assistenza domiciliare sono stati attivati due nuclei di cure palliative domiciliari a Montebelluna e a Castelfranco con la presa in carico di utenti terminali oncologici o con altre patologie. E’ stato completato il progetto che prevede incontri periodici, comune per comune, tra operatori dei servizi domiciliari, medici di medicina generale e operatori dei servizi sociali comunali per migliorare l’assistenza ai pazienti seguiti dagli enti locali. E’ stato elaborato e somministrato ai famigliari dei pazienti con nutrizione enterale un questionario etico per valutarne l’appropriatezza e aumentare la consapevolezza sull’attuazione di questa metodica.

Nel servizio di medicina di comunità si è sviluppata l’attività di formazione e di supporto al lavoro medico e infermieristico presso i centri servizio per anziani. Si è inoltre attivato un progetto con il servizio di continuità assistenziale per dare una risposta più mirata all’utente attraverso la selezione delle richieste seguendo linee guida.

Una nuova forma organizzativa dell’assistenza erogata dai medici di medicina generale è stata sviluppata attraverso l’organizzazione delle Unità Territoriali di Assistenza Primaria (UTAP). Si è raggiunto un accordo fra l’Azienda e quattordici medici di medicina generale, sette dei comuni di Crespano del Grappa, Paderno del Grappa e Borso del Grappa e sette del comune di Castelfranco Veneto, per realizzare due UTAP, una collocata nell’ex Ospedale di Crespano, l’altra in locali gestiti autonomamente dai medici nel centro di Castelfranco. L’UTAP è accessibile dalle 8,00 alle 20,00 e, oltre all’assistenza di medicina generale, offre assistenza infermieristica e di carattere amministrativo.

41 Nel corso dell’anno è stato applicato, dai medici di continuità assistenziale, un sistema di rilevazione delle richieste di assistenza presentate dagli utenti. L’obiettivo del progetto è di realizzare un sistema di valutazione delle richieste telefoniche presentate al servizio di continuità assistenziale, paragonabile al sistema di codici usati nei servizi di pronto soccorso, per indirizzare le visite domiciliari e ambulatoriali verso i casi in cui si presenta effettiva necessità.

In alcuni servizi territoriali è stato avviato un progetto regionale per sperimentare un sistema di segnalazione volontaria degli eventi avversi e giungere ad una valutazione del rischio clinico (risk management).

Per quanto riguarda il problema delle liste d’attesa nell’erogazione di prestazioni specialistiche sono stati predisposti, oltre a quelli già disponibili, altri protocolli per l’accesso a tali prestazioni con un’attesa graduata in rapporto alle esigenze sanitarie e all’urgenza clinica.

42 i servizi di medicina di comunità

Ai servizi di medicina di comunità afferiscono le seguenti funzioni assistenziali:

- medicina generale e pediatria di libera scelta; - continuità assistenziale (guardia medica); - assistenza sanitaria residenziale e semiresidenziale ad anziani (case di riposo, centri diurni, residenze sanitarie assistite); - assistenza farmaceutica; - medicina dello sport.

L'operatività dei servizi di medicina di comunità, nel corso dell’anno 2007, è stata impostata sulla linea del mantenimento qualitativo e quantitativo dei livelli prestazionali dello scorso anno, si sono inoltre realizzate attività innovative.

Una nuova forma organizzativa dell’assistenza erogata dai medici di medicina generale è stata sviluppata con le Unità Territoriali di Assistenza Primaria (UTAP). Si è raggiunto un accordo fra l’Azienda e quattordici medici di medicina generale, sette dei comuni di Crespano del Grappa, Paderno del Grappa e Borso del Grappa e sette del comune di Castelfranco Veneto, per realizzare due UTAP, una collocata nell’ex Ospedale di Crespano del Grappa, l’altra in locali gestiti autonomamente dai medici nel centro di Castelfranco Veneto. L’UTAP è accessibile dalle ore 8,00 alle ore 20,00 e, oltre all’assistenza di medicina generale, offre assistenza infermieristica e di carattere amministrativo.

La qualità del servizio ambulatoriale offerto dai medici di medicina generale è stata valutata, per gli aspetti strutturali e organizzativi, attraverso una serie di sopralluoghi negli ambulatori condotti da personale del servizio di medicina di comunità.

Per migliorare la cooperazione fra medici, servizi di assistenza domiciliare e servizi sociali dei Comuni sono stati realizzati incontri nelle sedi comunali cui hanno partecipato i medici di medicina generale, medici specialisti e infermieri del servizio di assistenza domiciliare e operatori e servizi sociali dei comuni. Nel corso degli incontri si sono messe a confronto le esperienze ed evidenziati i bisogni assistenziali del territorio.

I servizi di medicina di comunità hanno partecipato alla costituzione del dispensario funzionale per il controllo della tubercolosi, che ha messo a punto procedure atte a migliorare e condividere i percorsi / protocolli relativi agli accessi alla struttura sanitaria di casi sospetti od accertati di tubercolosi, che coinvolgono dipartimento di prevenzione, unità operative ospedaliere, medici di medicina generale, pediatri e specialisti territoriali.

Il problema delle liste d’attesa nell’erogazione di prestazioni specialistiche è stato affrontato predisponendo, oltre a quelli già disponibili, altri protocolli per l’accesso a tali prestazioni con un’attesa graduata in rapporto alle esigenze sanitarie e all’urgenza clinica.

In alcuni servizi territoriali è stato avviato un progetto regionale per sperimentare un sistema di segnalazione volontaria degli eventi avversi e giungere ad una valutazione del rischio clinico. Per le medicine di comunità sono state coinvolte le due Utap ed un centro

43 servizi. Nel 2007 si è svolta al proposito una attività formativa, sia con incontri che con corsi di e-learning.

Nei Centri Servizi è stato implementato il sistema di rilevazione, tramite indicatori sanitari e assistenziali, che permette il monitoraggio della qualità e l’intervento sulle aree critiche. L’esperienza attuata in precedenza in collaborazione con il Servizio Epidemiologico Regionale con una ricerca epidemiologica nei nuclei ad elevata attività assistenziale sulla presenza e diffusione di agenti infettivi, è stata completata con la realizzazione, a cura del SER, di un manuale dal titolo "guida alle principali misure di prevenzione e controllo delle infezioni complicanti l'assistenza" che è stato presentato agli operatori di tutti i centri servizi nel corso di incontri.

E’ continuata la partecipazione dei Centri Servizi al processo di riorganizzazione della logistica di magazzino, applicato in maniera innovativa nell’Azienda Ulss 8, nell’area della fornitura dei farmaci con ordini inoltrati per via telematica ed approvvigionamento dalla sede unica di Caerano di San Marco. Un percorso simile nei confronti dei presidi, attuato in via sperimentale nell’anno precedente in un’unica struttura residenziale, è stato applicato in tutti i Centri Servizi.

livelli di salute medicina generale e pediatria di libera scelta

Nell’anno in esame si è ulteriormente implementata l’attività con la medicina di assistenza primaria rivolta a rafforzare il ruolo del territorio come punto di forza per la organizzazione della risposta sanitaria e del governo dei percorsi assistenziali, in coerenza con il piano sanitario nazionale 2006-2008, con l’accordo collettivo nazionale per i medici di medicina generale (mmg) e con gli accordi integrativi regionali approvati nel corso del 2005. In questa ottica si sono voluti sviluppare i processi di presa in carico dell’utente a livello territoriale incrementando le azioni che riducono il ricorso all’assistenza ospedaliera e sviluppando la crescita della rete dei servizi territorialicon il potenziamento dell’associazionismo fra i medici di assistenza primaria e la costituzione delle Unità Territoriali di Assistenza Primaria (UTAP).

L’erogazione da parte dei medici di assistenza primaria di prestazioni di particolare impegno, che permettono di evitare ai pazienti l’accesso all’unità operativa di pronto soccorso per prestazioni riconducibili alla tipologia dei codici bianchi e verdi, è stata nel 2007 incrementata.

Per garantire la presenza a domicilio ed il supporto clinico ai pazienti non più autosufficienti o non deambulanti sono stati effettuati accessi di assistenza domiciliare programmata (ADI-C) e, in cooperazione con il servizio di assistenza domiciliare, di assistenza domiciliare integrata (ADI-MED) e di ospedalizzazione domiciliare (ADI-HR). La quasi totalità dei medici ha raggiunto l’obiettivo previsto dal patto aziendale che, in coerenza con la DGR 1888 del 4 maggio 1999, prevede che per gli assistiti ultrasessantacinquenni sia garantita una copertura assistenziale di assistenza domiciliare integrata pari o superiore allo 0,4 %.

44 La complessità crescente dei quadri clinici seguiti a domicilio ha comportato un aumento delle tipologie di assistenza ADI-MED e ADI-HR, ad elevata integrazione con il personale medico e infermieristico del servizio di assistenza domiciliare e con gli specialisti ospedalieri e territoriali, e il numero degli accessi domiciliari è sensibilmente aumentato. tabella n. 1 : numero di utenti e di accessi in assistenza programmata e totale prestazioni di particolare impegno (p.i.p.), anni 2005, 2006 e 2007.

distretto socio-sanitario n. 1 distretto socio-sanitario n. 2 “Asolo – Castelfranco Veneto” “Valdobbiadene – Montebelluna” 2005 2006 2007 2005 2006 2007 numero utenti in 1.623 1.834 1.944 1.869 1.968 1.862 assistenza programmata numero totale accessi in 17.287 18.568 19.809 18.730 18.750 20.865 assistenza programmata totale p.i.p. medici di 4.441 4.690 4.848 4.779 4.631 4.688 medicina generale

L’assistenza territoriale in ambito pediatrico è stata mantenuta ad un buon livello: i pediatri di libera scelta hanno assicurato la loro disponibilità telefonica durante tutto l’arco della giornata, dalle ore 8.00 alle ore 20.00, ed hanno garantito, inoltre, la loro presenza il sabato mattina e nei giorni prefestivi, presso le unità operative di pronto soccorso dei due presidi ospedalieri (dalle ore 8.00 alle ore 13.00). E’ stata svolta una consistente attività di carattere preventivo con la esecuzione dei “bilanci di salute” (visite con controlli periodici il cui obiettivo è quello di monitorare lo sviluppo e la crescita del bambino) che garantiscono un costante controllo della popolazione pediatrica nei primi anni di vita. tabella n. 2: numero di “bilanci di salute”, anni 2005, 2006 e 2007.

distretto socio-sanitario n. 1 distretto socio-sanitario n. 2 “Asolo – Castelfranco Veneto” “Valdobbiadene – Montebelluna” anno 2005 2006 2007 2005 2006 2007 n. bilanci di salute 10.830 11.465 11.481 7.357 8.189 8.058

E’ continuata anche nell’anno 2007 la collaborazione dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale con il servizio di igiene e sanità pubblica nell’attività di prevenzione, attraverso l’educazione sanitaria dei loro pazienti per le vaccinazioni facoltative e per le vaccinazioni antinfluenzali e antipneumococcica. I medici di medicina generale hanno attivamente partecipato alla campagna di vaccinazione antinfluenzale sia somministrando direttamente i vaccini forniti dall’Azienda, sia indirizzando i propri assistiti alle Unità territoriali di sanità pubblica.

Un significativo miglioramento dell’assistenza e del servizio offerto, sia dai pediatri di libera scelta che dai medici di medicina generale, è da attribuire all’associazionismo che coinvolge tutti i pediatri e 142 medici di medicina generale su 167 convenzionati, e prevede

45 quattro forme organizzative: la medicina in associazione, la medicina in rete, la medicina di gruppo e la Unità territoriale di assistenza primaria .

Nel corso dell’anno si sono sempre più consolidate e accresciute la medicina di gruppo e la forma più avanzata di aggregazione fra medici di medicina generale: l’UTAP (Unità Territoriale di Assistenza Primaria). Queste forme organizzative dell’attività dei medici di medicina generale che prevedono l’operatività dei professionisti in un’unica sede con l'ausilio di personale infermieristico e amministrativo, rendono più completa l'assistenza sanitaria e riducono al medico le prestazioni di carattere burocratico, consentendogli di dedicarsi in maniera più completa all'attività propriamente medica. tabella n. 3: associazionismo

distretto socio-sanitario n. 1 distretto socio-sanitario n. 2

“Asolo-Castelfranco Veneto” “Valdobbiadene-Montebelluna” Medicina in associazionismo 7 (31 mmg) 10 (46 mmg) Medicina in rete 2 (5 mmg) - Medicina di gruppo 6 (24 mmg) 6 (22 mmg ) Utap 2 (14 mmg) -

Il progetto per la costituzione di UTAP si è concretizzato in due aree, una comprendente i comuni di Paderno, Borso e Crespano e con sede nell’ex ospedale di Crespano del Grappa, l’altra nel Comune di Castelfranco Veneto, con una sede in centro città. L’attivazione delle UTAP rende possibile: • gestire con efficacia le necessità di salute di una comunità mantenendo la persona nel proprio ambiente di vita; • individuare soluzioni efficaci per garantire la continuità assistenziale e potenziare il ruolo degli operatori sanitari nella gestione della cronicità; • sostenere comportamenti in grado di promuovere stili di vita sani; • mantenere a livello territoriale gli interventi di competenza dell’assistenza primaria.

Ci si propone quindi di creare sul territorio un sistema di servizi che abbia la capacità di governare i percorsi di cura realizzando una forte integrazione socio-sanitaria e attivando processi di riorganizzazione delle cure primarie, con l'attribuzione alla Medicina di Assistenza Primaria della funzione di risposta unitaria e globale ai bisogni di salute della Comunità.

servizio di continuità assistenziale (ex-guardia medica)

Nel corso dell’anno è stato applicato dai medici di continuità assistenziale un sistema di rilevazione delle richieste di assistenza presentate dagli utenti. Questa rilevazione rientra nel progetto qualità “Triage al telefono”, presentato in occasione del 4° concorso aziendale “Vincere in Qualità”, che si propone di riordinare l’attività dei medici di continuità assistenziale, al fine di dare maggiore sviluppo e visibilità alle prestazioni da loro erogate. L’obiettivo del progetto è di realizzare un sistema di valutazione delle richieste telefoniche presentate al servizio di continuità assistenziale, paragonabile al sistema di codici usati nei

46 servizi di pronto soccorso, per indirizzare le visite domiciliari e ambulatoriali verso i casi in cui si presenta effettiva necessità.

Per garantire un'effettiva continuità assistenziale nelle 24 ore per 7gg / settimana ai malati gravi e multiproblematici, è stato avviato un progetto in collaborazione con il Servizio di Assistenza Domiciliare che prevede un corso teorico-pratico di formazione e la successiva applicazione di un protocollo di intervento presso pazienti seguiti in ADI-MED. La coordinazione fra SAD e medici di continuità assistenziale permetterà di seguire in modo completo i pazienti anche negli orari festivi e notturni in cui pazienti e familiari possono avere necessità di una consulenza o di un intervento medico, il passaggio di informazioni e la programmazione di attività da parte del medico di continuità assistenziale permetterà un’assistenza più mirata e completa. assistenza territoriale

Nel corso dell’anno l’attività dei punti prelievo presso le sedi territoriali periferiche di Riese Pio X e Vedelago si è accresciuta con un aumento delle prestazioni erogate, evidenziando il gradimento della popolazione per il servizio offerto. tabella n. 4: prelievi effettuati negli anni 2006 e 2007 presso le sedi territoriali dei distretti.

Punto prelievo Totale prestazioni 2006 Totale prestazioni 2007 Riese Pio X 9.748 10.124 Vedelago 6.630 7.368 Totale 16.378 17.492

Nell’area dell’infanzia è stato avviato il progetto “Asma Bronchiale” che prevede la presa in carico dei bambini di età superiore ai 5 anni da parte dei pediatri di libera scelta. Il progetto viene applicato in tutta la Regione Veneto sulla base di linee guida di buona pratica clinica e con l’ausilio di un programma informatico che guida il pediatra nella gestione dei piccoli pazienti e consente una registrazione dei dati a livello regionale.

La prevenzione delle malattie oftalmiche in età prescolare viene svolta dai pediatri, che nel corso dei bilanci di salute eseguono test di screening specifici e indirizzano alle unità operative di oculistica i casi che richiedono interventi o maggiori approfondimenti.

Uno dei problemi maggiormente sentiti dalla popolazione relativamente ai servizi sanitari, e di conseguenza più seguiti dalle organizzazioni di tutela dei diritti del cittadino e dai mass media, riguarda il fenomeno degli elevati tempi di attesa nell’erogazione di prestazioni specialistiche ambulatoriali. Per tentare di risolvere o almeno limitare il problema, sono state attivate nuove forme di integrazione delle attività territoriali con quelle ospedaliere, tenendo in considerazione il ruolo centrale del medico di medicina generale che governa la domanda e orienta il paziente verso l’appropriatezza nel consumo di beni sanitari.

In questo contesto è stata promossa l’applicazione dei Raggruppamenti di Attesa Omogenei (RAO) con cui ci si pone l’obiettivo di fornire una risposta appropriata e corretta alla richiesta del paziente evitando lunghe attese, prenotazioni senza criteri di appropriatezza e

47 priorità, ridondanze e duplicazioni delle richieste di esami specifici,conflittualità e confusione nelle prescrizioni cliniche terapeutiche tra le varie figure professionali e conseguenze negative sia verso il paziente che verso l’azienda.

Per raggiungere questo obiettivo sono stati realizzati dei tavoli paritetici tra medici di medicina generale e specialisti ospedalieri ed ambulatoriali, direttore di distretto e responsabili delle medicine di comunità, per l’elaborazione dei “criteri di prioritarizzazione” per l’accesso alle prestazioni specialistiche differenziato in base all’urgenza e secondo il reale bisogno dell’utente.

Si è proceduto poi alla verifica sulla corretta attribuzione delle classi di priorità segnalate dal medico prescrittore invitando i direttori delle U.O. interessate a segnalare se la richiesta è risultata appropriata o inappropriata in termini di priorità e cioè adeguata, anticipata o posticipata.

Questo intervento effettuato su tutte le impegnative ha avuto come obiettivo non solo la verifica nell’appropriatezza, ma anche quello di determinare occasione di crescita culturale e scientifica sia tra i medici ospedalieri che territoriali per un più puntuale servizio agli utenti. medicina dello sport

La medicina dello sport ha rivolto particolare attenzione ai ragazzi di età inferiore ai 18 anni che praticano sport, come previsto dalla normativa regionale, ma anche a determinate categorie di utenti che praticano sport a livello agonistico, quali i portatori di handicap, per i quali sono stati riservati degli spazi dedicati, e le persone di età superiore ai 35 anni.

tabella n. 5 : prestazioni della medicina dello sport presso le sedi ambulatoriali di Montebelluna e Castelfranco Veneto, anni 2005-2006-2007.

Montebelluna Castelfranco Veneto prestazioni 2005 2006 2007 2005 2006 2007

Visita medico sportiva di base 31 26 34 16 24 17

Visita medico sportiva ad atleti con età inferiore ai 35 2.036 2.268 2.364 2.262 2.296 2304 anni Visita medico sportiva ad atleti con età superiore ai 35 243 99 61 78 101 72 anni Visita ad atleti portatori di 77 90 86 0 0 0 handicap

totale 2.387 2.483 2.545 2.356 2.421 2.393

48 tabella n.6 prestazioni di cardiologia sportiva presso le sedi ambulatoriali di Montebelluna e Castelfranco Veneto, anni 2005-2007.

sedi ambulatoriali prestazioni Montebelluna Castelfranco Veneto 2005 2006 2007 2005 2006 2007 visite 12 14 6 321 297 344 elettrocardiogramma 9 19 3 9 119 37 test cardiovascolare da 207 174 124 350 255 302 sforzo con ciclo ecocolordopplergrafia 187 143 110 334 333 366 cardiaca elettrocardiogramma 171 130 98 183 158 204 dinamico visita cardiologica di 0 0 1 0 0 11 controllo monitoraggio continuo (24 10 19 3 15 29 15 ore) della pressione totale 596 499 345 1.256 1.191 1.279

N.B. l’apparente diminuzione delle prestazioni cardiologiche presso la sede di Montebelluna è dovuta all’assenza per gran parte dell’anno di una specialista dedicata alla medicina sportiva, le prestazioni necessarie sono state svolte dai cardiologi della cardiologia poliambulatoriale.

assistenza sanitaria residenziale e semiresidenziale ad anziani (case di riposo, centri diurni, residenze sanitarie assistite)

I Centri Servizi in questi ultimi anni hanno compiuto un percorso migliorativo che li ha portati a modificare la propria “mission” e ad assumere un ruolo sempre più orientato all’aumento della qualità di vita degli ospiti e alla riabilitazione intesa sia in senso psico-fisico che sociale e relazionale. Si è passati negli anni da un progetto prevalentemente orientato a mantenere le funzioni vitali, che si traduceva spesso in un “non progetto”, all’adozione di piani riabilitativi sanitari e sociali multidisciplinari che prevedono una fase di valutazione dell’ospite e l’adozione di progetti integrati, orientati al singolo individuo e al nucleo in cui sono inseriti, elaborati all’interno di gruppi di lavoro multiprofessionali (Unità Operativa Interna). La maggiore complessità dei processi assistenziali, in un contesto che vede ospitata nelle strutture una popolazione sempre più anziana e con quadri clinici pluripatologici, ha imposto una rivalutazione dei percorsi di monitoraggio dell’attività e l’implementazione del sistema di qualità. E’ stato quindi elaborato un sistema di indicatori, concordato fra operatori dei Centri Servizi, medici e coordinatori infermieristici dei servizi di medicina di comunità, per la rilevazione di fattori sanitari e assistenziali che, grazie al monitoraggio ottenuto, permetta di intervenire nelle aree critiche.

E’ continuata in ciascuna struttura residenziale l’attività del medico coordinatore, che prevede la partecipazione alle Unità Operative Interne e di staff, la vigilanza sull’applicazione dei piani assistenziali, la collaborazione con i 35 medici di medicina generale che lavorano presso le 12 strutture, la vigilanza sulla fornitura di farmaci, protesi e ausili, prodotti nutritivi artificiali, presidi e disinfettanti. I medici di medicina generale

49 visitano, almeno una volta al mese come previsto dalle disposizioni regionali, ciascun ospite non autosufficiente. Tale attività ha un valore non solo curativo ma anche preventivo e di monitoraggio dello stato di salute di questi pazienti, spesso portatori di più patologie croniche.

Nelle strutture residenziali è stata svolta attività di fisiatria: in collaborazione con i fisioterapisti delle case di riposo lo specialista ha svolto attività sia diagnostico-terapeutica che di individuazione e prescrizione di presidi.

Nell’ottica di migliorare costantemente la gestione dell’anziano, le unità operative interne (UOI) delle struttura residenziale hanno continuato a ridefinire, periodicamente, attraverso una valutazione multidimensionale, il programma assistenziale per ciascun ospite, adattandolo ai bisogni globali dello stesso, sulla base del profilo personale emergente. tabella n. 7 : attività dell’unità operativa interna presso le case di riposo, al 31 dicembre 2007.

n. ospiti valutati n. ospiti rivalutati n. ospiti non case di riposo nelle unità operative nelle unità operative autosufficienti interne interne Umberto 1° - Montebelluna 97 100 32 Guizzo Marseille - Selva del Montello 93 119 65 “D. Sartor” – Castelfranco Veneto 194 170 52 Mons. L. Crico – O.I.C. Vedelago 117 19 10 Villa Prealpina – Cavaso del Tomba 99 81 48 F. Aita – Crespano del Grappa 108 149 73 Convento Imm.di Lourdes - Valdobbiadene 8 80 490 Istituti San Gregorio – Valdobbiadene 219 307 32 Opere Pie d’Onigo – Pederobba 208 78 101 Opere Pie Riunite e Casa di R. – Vidor 31 65 0 Villa Belvedere - Crocetta del Montello 75 120 19 Villa Fiorita - Cornuda 28 25 9 totale 1.277 1.313 931

Si segnala infine l’attività di recepimento, rielaborazione ed invio alla sede distrettuale di Castelfranco delle richieste di materiale per la nutrizione enterale, destinato alle strutture residenziali.

Al processo di riorganizzazione della logistica di magazzino che ha interessato l’Azienda Ulss sono state interessati tutti i Centri Servizi, che utilizzano ora nuove modalità nell’approvvigionamento dei farmaci, con ordini inoltrati per via telematica ed approvvigionamento dalla sede unica di Caerano di San Marco. Il percorso già intrapreso per la farmaceutica è stato proseguito nei confronti dei presidi, per i quali ogni struttura procedeva fino ad ora autonomamente con disuguaglianze in rapporto a costi e qualità. Dopo un processo di verifica dei materiali e dei codici in uso presso ciascuna struttura ed una fase di sperimentazione è stato avviato il processo per l’approvvigionamento diretto di presidi.

Per la prevenzione della diffusione di agenti infettivi nelle strutture residenziali la ricerca epidemiologica realizzata precedentemente in collaborazione con il SER (Servizio Epidemiologico Regionale) ha portato nel 2007 alla realizzazione di un manuale dal titolo

50 "guida alle principali misure di prevenzione e controllo delle infezioni complicanti l'assistenza" che è stato presentato agli operatori di tutti i centri servizi nel corso di incontri.

assistenza farmaceutica

Continua l’azione sinergica per il monitoraggio ed il corretto utilizzo dei farmaci tra il medico coordinatore e i medici che operano nelle case di riposo.

Si evidenzia, rispetto all’anno 2006, un incremento globale della spesa farmaceutica nelle strutture residenziali, dovuto principalmente ad un profilo più elevato di assistenza sanitaria.

tabella n. 8 : spesa farmaceutica relativa alle case di riposo per gli anni 2004, 2005, 2006 e 2007 e variazione di spesa 2006-2007.

importo importo importo importo delta centro di servizi 2004 2005 2006 2007 07-06 casa di soggiorno Prealpina - Cavaso del Tomba 27.797 34.336 31.779 32.152 373 casa di riposo F. Aita – Crespano del Grappa 58.176 63.289 57.021 60.215 3.194 casa di riposo Villa Fiorita - Cornuda 9.679 7.137 7.990 10.177 2.187 casa di riposo per anziani Villa Belvedere – Crocetta del Montello 39.113 27.614 35.163 51.595 16.432 istituzione pubblica di assistenza e beneficenza - Pederobba 85.833 93.036 101.937 83.074 -18.863 istituti di soggiorno per anziani San Gregorio - Valdobbiadene 74.322 79.548 98.453 100.964 2.511 casa di riposo ed opere pie riunite - Vidor 6.471 6.600 6.882 8.506 1.624 convento Immacolata di Lourdes - Valdobbiadene 2.663 2.589 5.101 2.730 -2.371 casa di riposo Umberto I° - Montebelluna 27.964 28.744 32.660 38.532 5.872 casa di riposo Guizzo Marseille - Selva del Montello 35.393 33.900 36.734 39.508 2.774 centro residenziale per anziani Domenico Sartor – Castelfranco Veneto 90.227 85.421 81.466 87.359 5.893 centro residenziale per anziani Mons. Lorenzo Crico – O.I.C. di Vedelago 20.075 49.574 59.531 45.253 -14.278 totale 477.713 511.788 554.717 554.322 5.348

Continua l’attività dei servizi di Castelfranco Veneto e Montebelluna rivolta alla fornitura di farmaci e presidi ai pazienti affetti da fibrosi cistica, seguiti dal centro specialistico dell’ospedale di Verona. Tale attività coinvolge giornalmente gli operatori in quanto questi utenti necessitano di cure e controlli continui. Il numero di pazienti seguiti è pari a 25 a Montebelluna e 15 a Castelfranco Veneto.

E’ aumentato, rispetto al 2005, il numero dei pazienti che si sono rivolti ai servizi delle sedi distrettuali per la somministrazione dei farmaci per i quali è possibile effettuare una somministrazione o distribuzione diretta, inviati dai medici di medicina generale. Nel 2007 tali pazienti sono stati 587 (65 in più rispetto all’ anno precedente), determinando un notevole risparmio sulla spesa farmaceutica per questo gruppo di farmaci. L’acquisto del farmaco

51 attraverso la farmacia ospedaliera e la sua distribuzione diretta, oltre a comportare un notevole risparmio da parte dell’unità locale socio-sanitaria, offre nel contempo un servizio di qualità apprezzato dall’utenza.

Le dosi somministrate nell’anno 2007 sono state 2031, altre 487 sono state consegnate, per un totale di 2518, valore aumentato rispetto al 2006, anno in cui erano state distribuite 2178 dosi.

Un notevole impegno è stato profuso per migliorare il livello di capillarità del servizio, estendendo il decentramento territoriale alle sedi di Riese Pio X e Vedelago con Asolo, Crespano del Grappa, Montebelluna, Valdobbiadene e Castelfranco Veneto.

tabella n. 9 pazienti presi in carico per la distribuzione/somministrazione di farmaci per distretto socio- sanitario , anni 2004-2007.

distretto socio-sanitario 2004 2005 2006 2007 n. 1 “Asolo – Castelfranco Veneto” 160 206 321 356 n. 2 “Valdobbiadene – Montebelluna” 143 146 201 231 totale 303 352 522 587

risorse e progetti i patti aziendali con in medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta

Una risorsa fondamentale è la collaborazione con il medico di medicina generale e con il pediatra di libera scelta; il loro ruolo svolge una funzione di filtro alla domanda dell’utente. Nell’unità locale socio-sanitaria operano 167 medici di medicina generale e 29 pediatri di libera scelta, suddivisi nei 2 distretti socio sanitari. tabella n. 10 : medici di medicina generale e pediatri di libera scelta presenti nei due distretti socio-sanitari.

n. n. distretto socio-sanitario medici di medicina generale pediatri di libera scelta n. 1 “Asolo – Castelfranco Veneto” 90 17 n. 2 “Valdobbiadene – Montebelluna” 77 12 totale 167 29

Sulla base degli accordi integrativi regionali negli anni passati sono stati stipulati i “Patti aziendali”, la cui applicazione è proseguita nell'anno in esame sai per i medici di medicina generale che per i pediatri di libera scelta. Lo scopo di questi patti è quello di migliorare la qualità dell’assistenza, promuovere un uso appropriato delle risorse e rendere partecipi i medici agli obiettivi generali dell’Azienda.

52 L’attività in gruppi è stata confermata come supporto operativo, vista l’ampia adesione alle forme associative previste dalla vigente convenzione, fra medici appartenenti allo stesso ambito territoriale. La costituzione delle associazioni rappresenta un’opportunità per migliorare l’assistenza in quanto viene garantita la risposta ai bisogni assistenziali non differibili, che spesso determinano ricoveri impropri o utilizzo incongruo del Pronto Soccorso. Sono state concordate, all’interno dell’associazione, aperture degli ambulatori in orari prestabiliti, permettendo in questo modo accessi al paziente in fasce orarie diverse da quelle dedicate da ciascun medico alla propria attività ambulatoriale.

La partecipazione al patto è stata sottoscritta da 161 medici di medicina generale, arrivando ad una percentuale di adesione pari al 96%.

Gli obiettivi generali concordati per i medici di medicina generale sono stati:

- copertura assistenziale in ADI-MED per lo 0,4% degli assistiti in carico; - riduzione del tasso di ospedalizzazione al 160 per mille, come da programmazione regionale; - prevenzione antinfluenzale e antipneumococcica; - applicazione di percorsi diagnostico assistenziali; - incremento della spesa farmaceutica inferiore all’incremento medio regionale.

A ciascuno di questi obiettivi sono stati aggiunti dei sotto obiettivi che articolano le modalità e gli indicatori per poterli raggiungere.

La partecipazione al patto è stata sottoscritta da 29 pediatri di libera scelta, arrivando ad una percentuale di adesione pari al 100%, tutti i 29 pediatri si sono raggruppati in 6 associazioni.

Gli obiettivi dei pediatri di libera scelta sono in linea con le direttive regionali ed aziendali, e sono i seguenti:

- prestazioni non differibili con disponibilità per urgenze tramite viva voce o segreteria telefonica e possibilità di eseguire visite in orari di ambulatorio diversi da quelli del proprio medico; - presenza di un pediatra il sabato mattina dalle 8.00 alle 13.00 presso l’unità operativa di pronto soccorso dei due presidi ospedalieri, per visite urgenti e consigli telefonici; - applicazione di tre PDA (percorsi diagnostico assistenziali) relativi a faringo tonsillite acuta, otite media acuta e asma bronchiale.

In entrambi i patti è stata prevista la continuazione dell’utilizzo dello strumento informatico, come mezzo per la comunicazione e l’integrazione con i servizi territoriali e l’ospedale, oltre che per la gestione del paziente. La disponibilità in tempo reale delle informazioni relative alla situazione sanitaria dei pazienti e la gestione automatizzata dei servizi diagnostici, ambulatoriali e terapeutici, consentono una riduzione dei tempi ed una maggiore efficienza operativa. Sono stati, inoltre, inseriti due indicatori per la valutazione dell’utilizzo del mezzo informatico: invio dati giornaliero e apertura della posta elettronica almeno due volte la settimana.

53 i servizi di assistenza domiciliare

livelli di salute

I servizi di assistenza domiciliare, in attuazione degli indirizzi contenuti nel piano di zona e delle prescrizioni del documento di direttive elaborato dalla direzione generale dell’unità locale socio-sanitaria n. 8, ha operato sia per il mantenimento dei livelli di salute già garantiti, che per consolidare gli obiettivi di sviluppo attuati nel 2006. i progetti

Nel corso dell’anno 2007 è stata prestata particolare attenzione alle seguenti tematiche: ottimizzazione dei percorsi assistenziali per utenti in ADI

Per favorire ulteriormente un buon livello di integrazione socio-sanitaria necessario per rafforzare il lavoro comune tra i diversi attori della rete dei servizi domiciliari (medici di medicina generale, servizi comunali, servizi di assistenza domiciliare) sono state calendarizzate delle riunioni in ogni Comune dell’unità locale socio-sanitaria n. 8, durante le quali si è cercato di far emergere le eventuali criticità legate alla sempre maggiore complessità dell’utenza condivisa al fine di evitare sovrapposizioni di interventi e ridotta efficacia nella presa in carico, improprie ri-ospedalizzazioni o eccessivo ricorso alla istituzionalizzazione in Casa di Riposo.

Nel corso del 2007 sono stati completati il 100% degli incontri previsti per quanto riguarda i Comuni del distretto socio-sanitario n. 1 e circa il 90% per il distretto socio- sanitario n. 2.

In ogni incontro sono state discusse le eventuali criticità riscontrate, sono stati ribaditi i criteri di ingresso per usufruire del SAD Sanitario e sono stati discussi congiuntamente (SAD ULSS8, SAD Comunale, MMG) casi di genere. cure palliative

Nel corso dell’anno 2007 i servizi di assistenza domiciliare hanno assistito 337 pazienti affetti da neoplasia in fase terminale. Tutti hanno ricevuto un’adeguata terapia del dolore e degli altri sintomi correlati. A questi sono da aggiungere altri 234 pazienti affetti da malattie neurologiche, cardiologiche e respiratorie in fase di terminalità.

Particolare cura è stata dedicata all’aggiornamento di tutto il personale medico e infermieristico in tema di cure palliative. Si rimanda alla tabella per i dati di attività.

54 soddisfare il bisogno di idratazione (quando bere è impossibile)

La infusione per via sottocutanea è diventata una modalità di normale pratica medica- infermieristica presso i 2 servizi di assistenza domiciliare e viene applicata ogni qual volta non sia disponibile un accesso venoso periferico o le condizioni del paziente o l’affidabilità del nucleo familiare non consentano l’infusione venosa. La attuale stima di utilizzo è superiore al 20% dei casi trattati. tabella n. 1a : utenti con infusione sottocutanea - anno 2007

Utenti Utenti con infusione sottocutanea nel 2007 Sede 2006 2007 Valore assoluto % Castelfranco Veneto 212 245 62 25.3 Montebelluna 293 334 68 20.4 Totali 505 579 130 22.5 le attività

Di seguito è riportata la tabella riepilogativa delle attività dei servizi, successivamente si passa nel dettaglio delle attività a seconda dei diversi profili assistenziali.

Durante il 2007 si è osservato un aumento del 2,5 % rispetto al precedente anno per quanto riguarda gli utenti in assistenza domiciliare integrata. I pazienti con gravi patologie gestiti con forme di assistenza ad alta intensità (ADI-MED e Ospedalizzazione Domiciliare) sono stati 1.014 con un incremento rispetto al 2006 del 3,9%. tabella n. 1b: indicatori di attività dei servizi di assistenza domiciliare anno 2007

Distretto n. 1 Distretto n. 2 Asolo - Valdobbiadene - Totale Castelfranco V.to Montebelluna Utenti 2.685 2.813 5.498 Accessi infermieristici 33.252 34.803 68.055 Prestazioni infermieristiche 85.663 63.299 148.962 Visite specialistiche 3.315 4.955 8.270 tabella n. 2 : indicatori di attività dell’assistenza domiciliare infermieristica (ADI-B)

Distretto n. 1 Distretto n. 2 Asolo - Valdobbiadene - Totale Castelfranco V.to Montebelluna Utenti 1.760 1.735 3.495 Accessi 23.477 22.430 45.907 Prestazioni 49.541 33.816 83.357 tabella n. 3 : indicatori di attività dell’assistenza domiciliare integrata ADI-MED

Distretto n. 1 Distretto n. 2 Asolo - Valdobbiadene - Totale Castelfranco V.to Montebelluna Utenti 351 409 760 Dimessi nell’anno 147 212 359 Utenti al 31/12/2007 147 218 365

55 tabella n. 4 : indicatori di attività per l’Ospedalizzazione Domiciliare (ADI-HR)

Distretto n. 1 Distretto n. 2 Asolo - Valdobbiadene - Totale Castelfranco V.to Montebelluna Utenti 107 147 254 Ricoveri (cicli) 124 153 277 Dimessi 120 147 267

tabella n. 5 : riepilogo accessi specialistici

Distretto n. 1 Distretto n. 2 Asolo - Valdobbiadene - Totale Castelfranco V.to Montebelluna Visite per SVAMA 621 773 1.394 Visite geriatra/palliativista 1.746 2.964 4.710 Visita per presa in carico 233 365 598 delle UU.OO. Ospedaliere Vis. Dietologa 210 326 536 Vis. Anestesista 75 85 160 Vis. Chirurgo 5 2 7 Vis. ORL 60 17 77 Vis. Fisiatrica 501 427 928 Vis. Oculista 3 3 6 Totale 3.454 4.962 8.416

tabella n. 6 : cure palliative

Malati patologia Malati oncologici Malati neurologici cardiaca e/o Totale ULSS respiratoria In assistenza al 1/1/2007 41 78 33 152 Nuovi assistiti 2007 296 93 30 419 Totali 337 171 63 571

tabella n. 7 : malati oncologici deceduti nel 2007 e luogo di decesso

Casa Hospice Ospedale Altro Totale ULSS N. di decessi 189 6 60 5 260

tabella n. 8 : malati oncologici deceduti nel 2007

N° medio di ricoveri Tempo medio di cura Tempo medio di assistenza intercorrenti in Ospedale 137,22 giorni 52,43 giorni 0,27

56 i servizi poliambulatoriali

Il lavoro dei poliambulatori è stato orientato soprattutto sull’abbattimento tempi d’attesa ed, in particolare, nel mettere a regime il sistema delle agende prioritarizzate secondo quanto previsto dalla D.G.R. n. 600 del 13 marzo 2007 e relativi aggiornamenti, che hanno introdotto importanti novità.

In particolare, tra marzo e giugno 2007, si è lavorato con gli specialisti, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, al fine di definire il piano di contenimento dei tempi d’attesa previsto dalla suddetta D.G.R.; tale piano è stato predisposto nei tempi previsti ed approvato con delibera del direttore generale n.692 del 28 giugno 2008.

La D.G.R. 600/07 ha, tra l’altro, introdotto il pagamento del ticket per la mancata disdetta della prenotazione da parte dell’utente e previsto di darne ampia informazione ai cittadini. Inoltr,e ha ribadito l’obbligo di pagamento della prestazione per mancato ritiro del referto. Per questo è stata prodotta specifica cartellonistica affissa nelle varie sedi ambulatoriali in modo da informare i pazienti su suddetti argomenti. Inoltre, tali informazioni sono state riportate anche nel periodico aziendale, nello specifico inserto sulle liste d’attesa.

Tra le attività svolte, collegate alla D.G.R. 600/07, si segnala che sono stati aggiornati i Raggruppamenti di Attesa Omogenei (R.A.O.) della visita oculistica, della visita neurologica, della elettromiografia, della ecografia dei tronchi sovraortici, secondo le indicazioni espresse dalla normativa regionale collegata alla D.G.R. 600 (D.G.R. 2.611 del 7 agosto 2007).

Per la discussione e l’approvazione dei suddetti criteri sono stati organizzati incontri tra medici di medicina generale e specialisti ospedalieri ed ambulatoriali ed organizzati anche specifici incontri del gruppo di lavoro “Ospedale e Territorio” previsto dalla D.G.R. n. 3535/04.

Per fare conoscere ad utenti e personale il processo delle prioritarizzazioni sono stati organizzati incontri con i sindacati dei pensionati ed è stato pubblicato specifico inserto nel periodico aziendale che risponde alle più frequenti domande sulle liste d’attesa.

E’ continuato il lavoro di valutazione della appropriatezza delle richieste di prestazione. La valutazione si è focalizzata sulle specialità con maggiori problemi di tempi d’attesa e precisamente: cardiologia, dermatologia, oculistica. Il grado di inappropriatezza è risultato di circa il 34 %.

E’ stato attivato un sistema di sorveglianza delle impegnative segnalate come improprie dai front-end: sono state raccolte e registrate in uno specifico database n. 745 impegnative. In tale database vengono registrate le variabili più importanti presenti nelle impegnative tra cui il medico prescrittore, il medico che effettua la prestazione, il tipo di prestazione, il tipo di priorità, il quesito clinico, il tipo di errore/problema.

57 Questo sistema permette di archiviare gli errori in maniera sistematica, di classificarli per variabile ed, in particolare, per medico prescrittore in modo da dare un ritorno informativo allo stesso.

Tra i problemi emersi si segnala che il 30,2 % di queste impegnative era senza quesito clinico.

Le impegnative con maggiori problemi sono state fotocopiate e raccolte per essere discusse con i singoli medici prescrittori e, per quanto riguarda aspetti di carattere generale, i risultati sono stati discussi con gruppi di medici. Sono stati programmati due incontri (uno a Castelfranco e uno a Montebelluna) per incontrare i medici di medicina generale sull’argomento.

In aggiunta, da ottobre 2007 i tempi d’attesa, così come inviati in Regione, sono stati pubblicati sul sito internet dell’azienda.

Attraverso i Patti Aziendali è continuata l’attività con tutti i medici convenzionati (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni) e sono state concordate azioni per un utilizzo appropriato delle prestazioni, evidenziando i seguenti obiettivi:

- prioritarizzazione su base clinica coinvolgente il medico prescrittore e l’esecutore; - percorsi diagnostico-assistenziali per l’appropriatezza della gestione del paziente con patologie croniche; - promozione delle forme associative fra i medici di medicina generale e fra pediatri di libera scelta.

E’ iniziata nel luglio 2007 la formazione del personale medico, infermieristico e di segreteria per la realizzazione del progetto della “Cartella Ambulatoriale Informatizzata” (ARCA) che prevede tra l’altro: a) condivisione di una unica cartella tra gli specialisti della medesima specialità ed operanti in sedi diverse; b) disponibilità di condivisione di informazioni contenute nella cartella da parte del medico di medicina generale; c) disponibilità del cittadino dei referti delle visite e prestazioni ambulatoriali su un proprio specifico sito web, debitamente protetto per la privacy; d) registrazione in tempo reale delle impegnative; e) produzione automatica di impegnative/ricette a partire dalle informazioni raccolte nella cartella; f) produzione automatica dei certificati di esenzione ticket a partire dalle informazioni della cartella.

Nel corso del 2007 sono stati formati un centinaio di operatori tra medici, segretari ed infermieri che necessitano di lavorare con ARCA tanto che a novembre 2007 ARCA era attiva nelle seguenti specialità: oculistica, ORL, dermatologia. In tale mese si è attivato anche il sistema di chiamata su monitor collegato ad ARCA, ai fini di tutelare la privacy dei pazienti.

58

Questa attivazione ha comportato una revisione dei processi organizzativi. In particolare, le segreterie dei poliambulatori sono collegate con il TCUP e generano la lista dei pazienti sul personal computer del medico, a mano a mano che i pazienti arrivano. Non è più, quindi, necessario, stampare liste di pazienti il giorno precedente alla prestazione. Non è più necessario per la segreteria/infermieri recuperare al mattino e poi ritirare i cartellini ambulatoriali per archiviarli a fine seduta, con notevole risparmio di risorse.

I dati relativi alla attività specialistica ambulatoriale sono riportati nelle tabelle riepilogative inserite nel capitolo relativo all’attività ospedaliera.

59 i servizi di neuropsichiatria infantile

Le aree di competenza dei servizi di neuropsichiatria infantile sono la patologia dello sviluppo cognitivo, emotivo e neurologico del bambino e l’integrazione nell’ambiente in cui vive.

L’attività è svolta da équipe multiprofessionali composte da neuropsichiatria infantile, psicologo, logopedista, psicomotricista, fisiokinesiterapista, assistente sociale, educatore, addetto all’assistenza, pedagogista, tecnico di neurofisiologia, con la consulenza di fisiatra e foniatra.

Trattandosi di soggetti in età evolutiva, gli interventi sono diversi a seconda dell’età presa in considerazione. livelli di salute

Schematicamente si possono distinguere tre fasce di età: prescolare (0-3 anni), scolare (3-13 anni), adolescenziale (13-18 anni).

Nella prima fascia (0-3 anni), l’intervento prevalente è quello diagnostico-riabilitativo della patologia neuro-motoria, anche con prescrizioni di ausili e protesi atti a favorire l’autonomia dei soggetti disabili.

E’ stato attivato un ambulatorio dedicato al I anno di vita per una diagnosi tempestiva delle patologie neuropsichiatriche ed un ambulatorio integrato per la prevenzione e la cura delle patologie del piede, sempre con riferimento al I anno di vita. Al fine di favorire un invio tempestivo e appropriato, sono stati sensibilizzati i pediatri di libera scelta.

Si è data così una risposta adeguata all’annoso problema dell’invio tardivo di alcune condizioni come per esempio l’autismo, che in passato venivano perloppiù inviate dopo l’accesso alla scuola materna.

Inoltre, funziona un ambulatorio di elettroencefalografia clinica presso il servizio di neuropsichiatria infantile di Castelfranco Veneto per l’elettroencefalografia in età evolutiva.

Nella seconda fascia di età (3-13 anni), il servizio offre un contributo alla scuola per la comprensione del bambino, attraverso una valutazione funzionale e/o il rilascio di certificazione per i benefici previsti dalla legge n. 104 del 5 febbraio 1992 e, su richiesta, un intervento indiretto di consulenza e/o supervisione degli operatori scolastici. E’ possibile, inoltre, una presa in carico diretta dello stesso bambino nelle sedi del servizio sanitario per una valutazione diagnostica e, se necessario, per una terapia medica, riabilitativa e psico- terapica.

E’ in questa epoca della vita che le condizioni di svantaggio socio-ambientale del bambino devono misurarsi con le richieste della scuola, esitando spesso in una grave difficoltà ad apprendere, che va distinta dalle difficoltà secondarie a ritardo mentale o patologia

60 psichiatrica. Va sottolineato che i bambini con svantaggio sociale trarrebbero più beneficio da un intervento socio-educativo piuttosto che ambulatoriale.

Al riguardo dal 2006 è stata attivata una consulenza psicoeducativa presso le scuole. 4 psicologi per 20 ore settimanali ciascuno offrono una consulenza agli insegnanti sulle situazioni di classe più problematiche.

Nel 2007, inoltre, è stato attivato un ambulatorio di etnopsicologia per i bambini extracomunitari con problemi di adattamento correlati al trapianto sociale.

Altre patologie riguardano il ritardo di linguaggio, enuresi, balbuzie, disturbi del comportamento.

Dal mese di maggio 2003, fa parte dell’attività del servizio di neuropsichiatria infantile anche il servizio di addetti all’assistenza, operatori che vengono assegnati a bambini con handicap rilevanti su richiesta della scuola.

Gli adolescenti (terza fascia di età: 14-18 anni ): continua il lavoro di integrazione scolastica e, per i più grand,i di inserimento lavorativo con l’ausilio di un educatore.

Per i soggetti che hanno condizioni di particolare gravità e non autosufficienza l’assistente sociale favorisce l’inserimento in strutture adeguate (centri educativi occupazionali diurni, centri residenziali, ecc.) con interventi di segretariato sociale (informazioni e aggiornamenti alle famiglie su temi quali i diritti, la legislazione ed i servizi relativi ai bisogni dell’utenza).

tabella n. 1 : flusso utenti per figura professionale e distretto socio-sanitario, anni 2006 e 2007.

Flusso utenti per distretto socio sanitario Distretto n. 1 Distretto n. 2 Figura professionale Asolo Montebelluna Totale Castelfranco Veneto Valdobbiadene 2006 2007 2006 2007 2006 2007 neuropsichiatra infantile 995 850 556 601 1.551 1451 foniatra 109 124 47 39 156 163 fisiatra 512 350 191 157 703 507 psicologo 578 588 683 682 1.261 1.270 assistente sociale 165 150 222 229 387 379 educatore 111 115 178 130 289 245 logopedista 396 403 334 344 734 747 fisiokinesiterapista 191 219 178 194 369 413 psicomotricista 155 162 100 102 255 264

61 tabella n. 2 : nuovi casi seguiti dal servizio di neuropsichiatria infantile e dal fisiatra, per distretto socio- sanitario.

n. nuovi casi per distretto socio sanitario Distretto n. 1 Distretto n. 2 Servizio Asolo Montebelluna Totale Castelfranco Veneto Valdobbiadene 2006 2007 2006 2007 2006 2007 Neuropsich. inf. 520 539 448 371 968 910 fisiatra 282 193 62 48 344 241 totale 802 732 510 419 1.312 1.151

tabella n. 3 : utenti del servizio di neuropsichiatria infantile, per fasce di età e distretto

n. utenti per distretto socio sanitario Distretto n. 1 Distretto n. 2 fasce d’età Asolo Montebelluna Totale Castelfranco Veneto Valdobbiadene 2006 2007 2006 2007 2006 2007 0-3 281 277 202 218 483 495 4-6 335 274 241 249 576 523 7-9 367 298 290 283 657 581 10-12 294 240 206 227 500 467 13-15 177 146 150 144 327 290 16-18 58 41 77 69 135 110 >18 46 39 34 32 80 71 totale 1.558 1.315 1.200 1.222 2.758 2.537

tabella n. 4 : n. prestazioni erogate per figura professionale e distretto socio-sanitario.

n. prestazioni per distretto socio sanitario Distretto n. 1 Distretto n. 2 Figura professionale Asolo Montebelluna Totale Castelfranco Veneto Valdobbiadene 2006 2007 2006 2007 2006 2007 neuropsichiatra infantile 4.477 3.946 3.566 3.098 8.043 7.044 foniatra 466 533 153 141 619 674 fisiatra 858 651 1.549 1.409 2.407 2.060 psicologo 4.816 5.767 4.702 4.958 9.518 10.725 fisiokinesiterapista 3.381 2.810 2.422 2.752 5.803 5.562 psicomotricista 1.856 1.694 1.205 1.313 3.061 3.007 logopedista 3.829 4.528 3.224 3.675 7.053 8.203 assistente sociale 1.239 1.233 1.954 1.805 3.193 3.038 educatore 956 1.737 2.490 1.679 3.446 3.416 tecnico di neurofisiolog. 239 195 - - 239 195 totale 22.117 23.094 21.265 20.830 43.382 43.924

62 integrazione scolastica

tabella n. 5 : numero alunni per i quali è stata rilasciata una attestazione scolastica ai sensi della legge 104/92, per ordine scolastico e distretto socio-sanitario.

n. alunni per distretto socio sanitario ordine Distretto n. 1 Distretto n. 2 scolastico Asolo Montebelluna Totale Castelfranco Veneto Valdobbiadene 2006 2007 2006 2007 2006 2007 materna 44 39 28 26 72 65 elementare 214 185 135 147 349 332 media inferiore 128 116 115 117 243 233 media superiore 36 38 44 55 80 93 totale 422 378 322 345 744 723

tabella n. 6 : numero alunni seguiti dagli addetti all’assistenza e numero ore settimanali di assistenza per ordine scolastico e distretto socio-sanitario, anno 2007.

Distretto socio sanitario Distretto n. 1 Distretto n. 2 ordine Asolo - Castelfranco Veneto Montebelluna - Valdobbiadene scolastico n. alunni seguiti n. ore n. alunni seguiti n. ore da addetto settimanali di da addetto settimanali di all’assistenza assistenza all’assistenza assistenza materna 29 394 28 333 elementare 43 518 33 395 media inferiore 23 254 20 237 media superiore 13 146 8 143 totale 108 1.312 197 1.108

risorse, processi e linee guida

L’attività del servizio è svolta con diversi professionisti, pertanto si è avvertita l’esigenza di integrare le loro prestazioni, in particolare per i bambini che richiedono una presa in carico a lungo termine e presentano patologie complesse.

E’ attivo l’ambulatorio dedicato alla cura dei disturbi pervasivi dello sviluppo. L’ambulatorio è costituito da un medico, uno psicologo, una logopedista e una educatrice professionale. Esegue valutazioni integrate di bambini che presentano patologie dello spettro autistico cui fa seguito una restituzione scritta alla famiglia con diagnosi e piano di trattamento.

Con la stessa formula è stato istituito l’ambulatorio dedicato all’epilessia in età evolutiva con l’esecuzione di EEG presso il servizio.

63 E’ attivo l’ambulatorio per i bambini con deficit di attenzione ed iperattività costituito da un medico neuropsichiatra, una psicologa, un educatore, una psicomotricista e una logopedista. Vengono svolte valutazioni diagnostiche e consulenze psicoeducativi per gruppi di genitori ed insegnanti.

L’avvio di un’attività di valutazione specialistica attraverso la realizzazione degli ambulatori integrati dedicati ha dunque come obiettivo:

- una migliore integrazione delle diverse competenze professionali, - la produzione, al termine della valutazione, di una sintesi diagnostica integrata comprensiva di un piano di indicazioni e trattamento; - la riduzione del numero di accessi da parte degli utenti del servizio; - il trattamento presso l’U.L.S.S. di appartenenza.

Sul piano organizzativo è stato approntato il Sistema ARCA per la raccolta delle diagnosi e delle prestazioni che sarà progressivamente esteso a tutto il servizio.

64 il servizio per l'handicap dell’età adulta

mission

Il servizio handicap per l’età adulta è una unità operativa territoriale inserita nella struttura del distretto socio-sanitario dell’azienda, che promuove strategie globali e mirate basate sui principi riconosciuti e condivisi di integrazione e piena cittadinanza delle persone con disabilità intellettiva, motoria e sensoriale. Si rivolge a persone con disabilità adulte fino ai 64 anni.

L’approccio del servizio tende a realizzare una presa in carico globale della persona disabile, considerata non solo nell’individualità della sua condizione ma come parte di un sistema, famigliare, sociale, culturale, ambientale, lavorativo in cui essa è inserita.

vision

L’impegno del servizio handicap età adulta è quello ottimizzare la presa in carico delle persone con disabilità, proponendo due percorsi di presa in carico specifici: uno adatto alla disabilità acquisita, l’altro alla disabilità congenita. In questo modo si riesce a garantire un livello minimo di progettualità a tutte le persone, qualunque tipologia di disabilità presentino.

Il servizio handicap età adulta è articolato in: • unità centrale Handicap Età Adulta, • servizio Integrazione lavorativa • struttura di valutazione intermedia, • strutture diurne, • residenzialità, • progetti alla persona, • promozione rete territoriale.

unità centrale handicap età adulta

L’équipe centrale ha esercitato la funzione della direzione e del coordinamento del servizio integrazione lavorativa, della struttura intermedia e dei centri diurni e residenziali. Ha predisposto tutti i nuovi inserimenti nelle strutture diurne e residenziali implementando gli inserimenti. Nel corso del 2007 vi sono stati 25 inserimenti in totale di cui 7 sono trasferimenti da un centro ad un altro. I trasferimenti sono stati effettuati in relazione alla necessità di cambiamento del progetto non più adatto ai bisogni della persona. Contemporaneamente è stato possibile ridurre in modo consistente la lista d’attesa per l’inserimento nei centri diurni.

È stato implementato il nuovo percorso di presa in carico riferito alle disabilità neurologiche, neurolesioni e traumatizzati cranici non collocabili al lavoro, prima non seguiti in quanto privi di un servizio di riferimento dopo la dimissione ospedaliera. L’intervento

65 realizzato è stato di valutazione dei bisogni e di individuazione del progetto più adatto realizzabile (lavorativo-occupazionale, riabilitativo-assistenziale e socializzante).

E’ continuata la supervisione dei progetti educativi individuali annuali, fornendo alle strutture in convenzione la consulenza psicologica, sociale ed educativa necessaria.

E’ stato realizzato il progetto “Riability care” che ha permesso di realizzare delle procedure collaborative tra unità operative ospedaliere, medicina fisica e riabilitazione e lungodegenza riabilitativa, finalizzate alla continuità di presa in carico tra Ospedale e Territorio. servizio integrazione lavorativa

Il Servizio ha promosso e sostenuto l’integrazione lavorativa dei disabili e delle persone svantaggiate, realizzando interventi di orientamento, formazione e mediazione, favorendo il positivo incontro tra la persona e il contesto lavorativo.

Il Servizio, inoltre, ha continuato la collaborazione con il servizio di medicina legale predisponendo le istruttorie dei casi sottoposti alla commissione L.104/92 ai sensi dell’ex L.68/99. struttura di valutazione intermedia

La progettualità ponte della struttura intermedia preposta all’osservazione, orientamento e supporto per l’inserimento occupazionale ed educativo delle persone disabili, ha consolidato l’alto numero di prese in carico per la valutazione delle capacità relazionali, lavorative e occupazionali.

Particolare attenzione nell’anno 2007 è stata posta ai bisogni relazionali dei disabili più lievi, che devono riconciliarsi con i desideri a fronte delle risorse reali, tramite la realizzazione di gruppi pomeridiani di auto-formazione.

La valutazione in struttura intermedia avviene mediante delle commesse reperite all’interno di vari servizi ospedalieri: unità operativa anziani di Castelfranco Veneto e Montebelluna, endoscopia di Valdobbiadene, dipartimento di prevenzione di Montebelluna, unità operativa medicina fisica e riabilitazione di Castelfranco Veneto, citologia di Castelfranco Veneto, servizi di preospedalizzazione di Castelfranco Veneto e il magazzino di Caerano San Marco. strutture diurne

Le strutture deputate all’inserimento di persone disabili con diverso grado di disabilità (Centro di Lavoro Guidato, Centro Educativo Occupazionale Diurno, Centro Educativo Riabilitativo Diurno) hanno accolto tutte le proposte di inserimento del Servizio che ha valutato per ciascuno il percorso più idoneo.

Nell’anno 2007 è stata posta l’attenzione alla revisione dei progetti già avviati all’interno dei centri che esigevano un cambio di prospettiva. Persone con disabilità che si

66 sono aggravate sono state cambiate di struttura. Persone che presentavano ritardo mentale con disturbo del comportamento hanno trovato collocazione diurna in una struttura più adatta.

In molti casi i progetti sono stati ridefiniti secondo le necessità evidenziate in itinere tenendo conto delle variabili personali e familiari intervenute.

Il Servizio ha inoltre valutato i Progetti Educativi Individuali degli utenti inseriti presso le strutture convenzionate e ha dato una restituzione agli Operatori coinvolti rispetto alle situazione che necessitano una rimodulazione degli obiettivi educativi legata al modificarsi dello stato di disabilità. residenzialità

Sono stati ultimati tutti gli inserimenti presso la comunità alloggio Casa Maria Adelaide di Vidor. L’apertura di questa struttura ha permesso la realizzazione di diversi inserimenti temporanei dando l’opportunità a diversi disabili, anche gravi, di sperimentare periodi di soggiorno fuori casa dando sollievo alle famiglie e iniziando a provare il “dopo di noi”.

Il servizio ha monitorato gli utenti inseriti nelle 4 strutture residenziali presenti nel territorio, e garantito tutti i ricoveri temporanei richiesti sia nelle Comunità Alloggio che nelle Residenze Sanitarie Assistenziali. Inoltre sono stati mantenuti i contatti e la progettualità con le strutture che accolgono i disabili inseriti fuori ULSS 8. progetti alla persona

Il servizio handicap ha costruito, in collaborazione con i servizi sociali dei comuni, con i disabili e le loro famiglie, i progetti 162/98; progetti 162/98 vita indipendente; progetti assegno sollievo; progetti legge 284/97 per i disabili ciechi pluriminorati. Ha inoltre dato supporto per la loro realizzazione.

È stato predisposto un progetto di attività diurne a domicilio che permetterà di dare una risposta educativo-assistenziale a persone con disabilità che non hanno le caratteristiche per essere inserite nei centri diurni e che necessitano di una relazione individuale. promozione rete territoriale

Significativo è risultato lo sforzo rivolto all’integrazione e allo sviluppo della rete territoriale, con i servizi sociali dei comuni, le associazioni di volontariato e sportive, per la promozione e l’attuazione di una cultura dell’handicap.

Vi è una collaborazione attiva tra i gruppi di volontari che seguono le persone disabili nei soggiorni estivi e nelle attività ricreative e sportive.

Motivo di incontro e di scambio per i genitori è lo spazio a loro riservato all’interno dei gruppi di auto-mutuo-aiuto. Sono attivi i gruppi di Montebelluna e di Valdobbiadene.

67 prestazioni unità centrale handicap età adulta

I nuovi utenti presi in carico dal servizio per l’handicap dell’età adulta, durante l’anno 2007 sono stati 211, di cui 108 del distretto socio-sanitario n. 1 (Castelfranco – Asolo) e 103 del distretto socio-sanitario n. 2 (Montebelluna - Valdobbiadene). Molte delle persone che si sono presentate al servizio hanno espletato l’ iter della richiesta di invalidità civile e legge 104, e consulenza socio-educativa per contributi e progetti.

Per le situazioni che, per gravità, necessitavano di tale intervento, è stata effettuata la valutazione psicologica e relazionale, nonché una presa in carico di tipo famigliare.

Nel corso del 2007 sono state effettuate 83 valutazioni psicologiche con relativa relazione per la commissione di prima istanza per l’invalidità civile. Sono stati sostenuti 72 interventi socio- psico-educativi nei centri diurni e residenziali.

Le persone con disabilità viste a domicilio (visite domiciliari) sono state 82.

Sono stati effettuati 1.620 colloqui socio-psico-educativi di sostegno individuale e familiare.

Infine i progetti alla persona realizzati (284, 162, e Vita Indipendente) sono stati 132.

tabella n. 1: prestazioni anno 2007

tipologia prestazione Totale anno 2007 valutazioni psicologiche per la commissione per 83 l’invalidità civile interventi socio-psico-educativi nei centri diurni e 72 residenziali realizzazione di progetti alla persona (284, 162 e vita 132 indipendente) colloqui socio-psico-educativi di sostegno individuale e 1620 familiare

68 tabella n. 2: nuovi utenti presi in carico nell’anno 2007 distinti per comuni di residenza.

comuni distretto n.1 distretto n.2 totale utenti Altivole 2 2 Asolo 12 12 Borso del Grappa 5 5 Castelfranco v. 18 18 Castelcucco 2 2 Caerano s.m. 5 5 Castello di Godego 6 6 Cavaso del Tomba 3 3 Cornuda 6 6 Crespano del Grappa 6 6 Crocetta del Montello 4 4 Fonte 5 5 Giavera del Montello 5 5 Loria 4 4 Maser 4 4 Montebelluna 28 28 Monfumo 2 2 Nervesa della B. 10 10 Paderno del Grappa 2 2 Pederobba 7 7 Possagno 4 4 Resana 4 4 Riese Pio X° 7 7 San Zenone 8 8 Segusino 2 2 Trevignano 10 10 Valdobbiadene 13 13 Vedelago 14 14 Volpago del Montello 7 7 Vidor 6 6 totale 108 103 211

servizio integrazione lavorativa

L’integrazione lavorativa è stata garantita a più aree di utenza dal servizio di integrazione lavorativa. Tale servizio aveva in carico al 1° gennaio 2007 n. 218 utenti ed ha preso in carico nel corso del 2007 n. 97 nuovi utenti. Il totale della presa in carico complessiva è di 315 utenti. Per 150 utenti sono stati attivati 303 tirocini lavorativi.

Per quanto riguarda il servizio per l’handicap dell’età adulta i disabili coinvolti sono stati 46 nuovi casi, più 72 già in carico, per un totale di 118 utenti coinvolti in tirocini. Complessivamente ci sono state 35 nuove assunzioni.

69 tabella n. 3: numero utenti del servizio integrazione lavorativa in tirocinio e tirocini, suddivisi per servizio di appartenenza dell’operatore di riferimento, anno 2007.

utenti tirocini servizio handicap età adulta 61 133 psichiatria 33 66 neuropsicologia 8 22 servizio adolescenti giovani adulti 25 50 servizio tossicodipendenze 5 10 servizio alcologia e tabagismo 10 14 servizio neuropsichiatria infantile 3 3 consultorio 5 5 totale 150 303 tabella n. 4: numero utenti in carico al servizio integrazione lavorativa nel 2007 per tipologia.

già in carico nel 2006 nuove prese in carico totale 2007 2007 servizio handicap età adulta 72 46 118 psichiatria 67 18 85 neuropsicologia 10 0 10 servizio adolescenti giovani adulti 33 8 41 servizio tossicodipendenze 11 3 14 servizio alcologia e tabagismo 16 10 26 servizio neuropsichiatria infantile 5 9 14 consultorio 4 3 7 totale 218 97 315 tabella n. 5: utenti in tirocinio al servizio integrazione lavorativa nel 2007 – distretto socio-sanitario n. 1

utenti adulto adulto tirocini tirocini comuni comuni servizio servizio servizio servizio infantile tabagismo tabagismo psichiatria psichiatria adolescenti. adolescenti. giovani adulti adulti giovani neuropsicologia neuropsicologia consultorio fam. consultorio neuropsichiatria neuropsichiatria servizio handicap handicap servizio servizio tossicodip. tossicodip. servizio servizio alcologia e alcologia servizio Altivole 3 2 0 0 1 1 0 0 0 0 Asolo 9 7 2 1 3 1 0 0 0 0 Borso del grappa 10 6 3 0 3 0 0 0 0 0 Castelcucco 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Castelfranco 47 20 6 7 5 0 0 0 2 0 Castello di Godego 4 2 0 2 0 0 0 0 0 0 Cavaso 4 2 0 0 2 0 0 0 0 0 Crespano del Grappa 2 2 0 0 0 2 0 0 0 0 Fonte 5 3 0 0 3 0 0 0 0 0 Loria 11 4 0 1 2 1 0 0 0 0 Maser 18 5 2 1 2 0 0 0 0 0 Monfumo 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Paderno 4 2 0 0 2 0 0 0 0 0 Possagno 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 Resana 5 3 2 1 0 0 0 0 0 0 Riese Pio x 14 6 4 2 0 0 0 0 0 0 San Zenone degli Ezz. 9 4 2 0 1 0 1 0 0 0 Vedelago 14 8 7 0 0 1 0 0 0 0 totale 160 77 29 15 24 6 1 0 2 0

70

tabella n. 6: utenti in tirocinio al servizio integrazione lavorativa nel 2007 – distretto socio-sanitario n. 2

utenti adulto adulto tirocini tirocini comuni comuni servizio servizio servizio servizio infantile tabagismo tabagismo psichiatria psichiatria adolescenti. adolescenti. giovani adulti adulti giovani neuropsicologia neuropsicologia consultorio fam. consultorio neuropsichiatria neuropsichiatria servizio handicap handicap servizio servizio alcologia e alcologia servizio servizio tossicodip. tossicodip. servizio Caerano san Marco 13 5 2 0 0 0 2 0 1 0 Cornuta 23 9 4 3 0 1 1 0 0 0 Crocetta del Montello 4 2 0 0 0 0 1 0 0 1 Giavera 6 2 2 0 0 0 0 0 0 0 Montebelluna 35 20 7 6 1 2 0 2 2 0 Nervesa 10 4 4 0 0 0 0 0 0 0 Pederobba 4 2 1 1 0 0 0 0 0 0 Segusino 2 2 0 1 0 0 0 0 0 1 Trevignano 9 4 1 1 0 0 1 1 0 0 Valdobbiadene 20 14 5 5 0 1 1 0 0 2 Vidor 3 2 0 1 0 0 0 0 0 1 Volpago del Montello 14 7 6 0 0 0 1 0 0 0 totale 143 73 32 18 1 4 7 3 3 5

tabella n. 7: totale utenti assunti dal servizio integrazione lavorativa anno 2007 divisi per distretto.

neuro neuro adulto adulto servizio servizio servizio servizio servizio handicap handicap psicologia psicologia tabagismo tabagismo alcologia e alcologia tossicodip. psichiatria psichiatria adolescenti. adolescenti. utenti assunti giovani adulti adulti giovani assunzioni distretto 1 13 9 2 2 0 0 0 assunzioni distretto 2 22 9 11 0 1 1 0 totale assunzioni 35 18 13 2 1 1 0

tabella n. 8: riassuntiva del servizio integrazione lavorativa anno 2007.

utenti servizio servizio servizio servizio servizio servizio infantile infantile tossicodip. tossicodip. psichiatria psichiatria adolescenti. e tabagismo tabagismo e giovani adulti giovani neuropsicologia neuropsicologia handicap adulto adulto handicap consultorio fam. consultorio neuropsichiatria neuropsichiatria servizio alcologia alcologia servizio distretto 1 77 29 15 24 6 1 0 2 0 distretto 2 73 32 18 1 4 7 3 3 5 totale 150 61 33 25 10 8 3 5 5

N.B : per gli utenti che hanno cambiato residenza o servizio sono stati considerati i comuni ed i servizi della prima richiesta di presa in carico.

71

struttura intermedia

La struttura intermedia, nel corso del 2007 ha inserito, nel percorso che va da pochi mesi ad un anno, 26 disabili adulti per svolgere una fase di osservazione, formazione e valutazione in vista dell’identificazione del percorso più adatto. Di questi 19 hanno terminato il percorso: 13 sono stati valutati per il centro educativo occupazionale, 1 per il centro di lavoro guidato, 5 sono passati al servizio di integrazione lavorativa.

La media dei giorni frequentati per ciascuna persona con disabilità è stata di 61,74.

tabella n. 9: utenti presi in carico dalla struttura intermedia, anno 2007.

struttura intermedia distretto n.1 distretto n.2 totale utenti presi in carico nel 2007 19 7 26

tabella n. 10: percorsi individuati dopo la struttura intermedia, anno 2007.

percorsi dopo la struttura distretto n.1 distretto n.2 totale intermedia totale utenti inviati al Servizio 3 2 5 Integrazione Lavorativa totale utenti valutati per il Centro di 1 0 1 Lavoro Guidato totale utenti valutati per il centri 9 4 13 educativo occupazionali diurno utenti formazione in corso 6 1 7 totale utenti 19 7 26

strutture diurne

Per quanto riguarda l’attività svolta nel corso del 2007 nelle strutture diurne per disabili, si evidenzia quanto segue:

- i 3 centri di lavoro guidato (CLG), tutti gestiti in convenzione, hanno seguito n. 78 disabili medio lievi, i quali, per ridotta produttività e/o per compromesse capacità di socializzazione, incontrano difficoltà nel collocamento al lavoro; - i 10 centri educativi occupazionali diurni (CEOD), tutti gestiti in convenzione, si sono occupati complessivamente nell’anno di n. 207 disabili medio gravi; - i 2 centri educativi riabilitativi diurni (CERD), entrambi in gestione a cooperative sociali, hanno accolto nell’anno complessivamente n. 90 utenti disabili gravi e gravissimi, assicurando anche prestazioni di carattere sanitario, sia di tipo medico infermieristico che di tipo fisioterapico. - per il dettaglio riguardo alla provenienza degli utenti dai due distretti si rimanda alla tabella qui di seguito riportata.

72 tabella n. 11: utenti disabili inseriti nei centri diurni al 31/12/2007.

distretto n. 1 distretto n. 2 totale utenti al 31.12.2007 Struttura intermedia * 19 7 26 Centri lavoro guidato 52 26 78 Centro educativo occupazionale diurno 100 107 207 Centro educativo riabilitativo diurno 63 27 90 Centro disabili motori 16 2 18 totale 250 169 419 * i dati della struttura intermedia riguardano le presenze annue

tabella n. 12: riassuntiva utenti presenti al 31/12/2007 nelle strutture diurne dell’u.l.ss. n. 8, divisi per comune di appartenenza.

centro struttura centro di centro educativo centro educativo Comuni intermedia lavoro occupazionale disabili totali riabilitativo * guidato diurno motori diurno Altivole 1 4 4 0 0 9 Asolo 0 4 5 3 0 12 Borso del Grappa 2 3 3 3 0 11 Castelfranco 3 6 19 16 4 48 Castelcucco 0 2 2 0 0 4 Caerano S. M. 1 1 6 0 0 8 Crespano del Gr. 1 0 6 2 0 9 Crocetta del M. 1 1 15 1 0 18 Cornuda 1 3 3 1 0 8 Castello di Godego 0 4 4 5 2 15 Cavaso del Tomba 0 2 1 0 0 3 Fonte 0 1 5 4 2 12 Giavera del Mont. 0 1 5 3 0 9 Loria 3 2 9 4 2 20 Montebelluna 0 12 24 9 0 45 Maser 0 2 4 2 1 9 Monfumo 0 0 1 2 0 3 Nervesa 1 3 10 3 0 17 Paderno del Grappa 1 1 0 0 0 2 Pederobba 1 2 14 1 0 18 Possagno 0 1 3 1 0 5 Resana 1 5 3 4 0 13 Riese Pio X° 1 4 13 5 2 25 San Zenone degli E. 1 2 10 2 1 16 Segusino 0 0 1 0 0 1 Trevignano 1 2 11 4 0 18 Valdobbiadene 0 0 10 1 0 11 Vidor 0 0 3 2 1 6 Volpago del Mont. 1 1 5 2 1 10 Vedelago 5 9 8 10 2 34 totali 26 78 207 90 18 419

* i dati della struttura intermedia sono riferite alla presenza annua

73 tabella n. 13: nuovi inserimenti presso centri diurni, anno 2007.

distretto n. 1 distretto n. 2 totale Utenti inseriti presso il Centro di 3 3 Lavoro Guidato utenti inseriti pressoil centro 8 6 14 educativo occupazionali diurno Utenti inseriti presso il centro 1 1 educativo riabilitativo diurno totale utenti 12 6 18

tabella n. 14: utenti trasferiti.

distretto n.1 distretto n.2 totale Utenti trasferiti da ceod a ceod 1 1 2 Utenti trasferiti da ceod a clg 0 1 1 Utenti trasferiti da clg a ceod 0 3 3 Da Sil a clg 0 1 1 Totale utenti 1 6 7

strutture residenziali

L’accoglienza residenziale è stata assicurata nel corso dell’anno 2007 a n. 63 utenti disabili nel territorio dell’unità locale socio-sanitaria n. 8, n. 53 utenti disabili fuori u.l.ss., per un totale complessivo di 116 utenti. Gli inserimenti residenziali sono stati fatti all’interno delle strutture dell’unità locale socio-sanitaria senza ricorrere a strutture esterne.

Inoltre sono stati realizzati 34 inserimenti temporanei.

tabella n. 15: utenti disabili inseriti nelle strutture residenziali dell’u.l.ss. n. 8 per distretto di appartenenza alla data del 31.12.2007.

Distretto socio sanitario

n. 1 n. 2 totale utenti struttura residenziale Asolo Montebelluna al 31.12.2007

Castelfranco Valdobbiadene Oami “Casa Giulia Martini” 0 8 8 Giavera del Montello RSA c/o Opere Pie d’Onigo 7 8 15 Pederobba RSA Centro Atlantis 17 3 20 Castelfranco Veneto Comunità alloggio Casa Maria 12 8 20 Adelaide da Sacco di Vidor totale 36 27 63

74 tabella n. 16: utenti disabili inseriti nelle strutture residenziali fuori u.l.ss. per distretto di appartenenza alla data del 31.12.2007.

Distretto socio sanitario struttura residenziale n. 1 n. 2 totale utenti Asolo Montebelluna al 31.12.2007 Castelfranco Valdobbiadene Istituto “Costante Gris” - TV 12 8 20 Opera Provvidenza S. Antonio Sarmeola di 9 16 25 Rubano – PD Istituti Palazzolo Rosa’ – VI 6 1 7 Istituto “Piccolo rifugio” - TV 1 0 1 totale 28 25 53

tabella n. 17: ricoveri temporanei realizzati nelle strutture residenziali dell’unità locale socio-sanitaria n. 8, anno 2007.

Distretto socio sanitario Distretto socio sanitario n. 1 n. 2 RSA c/o Opere Pie d’Onigo 5 2 Pederobba – TV RSA Centro Atlantis 4 3 Castelfranco Veneto – TV Comunità alloggio Casa Maria Adelaide da 6 14 Sacco di Vidor - TV totale 15 19

tabella n. 18: utenti presenti al 31/12/2007 nelle strutture residenziali dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 divisi per comune di appartenenza.

residenza comunità ricoveri totali Comuni sanitaria alloggio temporanei utenti assistenziale Altivole 1 1 Asolo 2 1 3 Borso del Grappa 1 2 3 Castelfranco 1 8 1 10 Castelcucco 1 1 2 Caerano S. M. 0 Crespano del Grappa 0 Crocetta del M. 1 2 2 5 Cornuda 0 Castello di Godego 1 1 Cavaso del Tomba 1 1 Fonte 1 1 Giavera del Montello 8 1 9 Loria 1 1 Montebelluna 2 2 6 10 Maser 0 Monfumo 0 Nervesa 0

75 Paderno del Grappa 0 Pederobba 1 6 7 Possagno 0 Resana 0 Riese Pio X 1 1 2 San Zenone degli E. 1 1 Segusino 0 Trevignano 2 2 Valdobbiadene 1 1 Vidor 1 1 3 5 Volpago D. M. 0 Vedelago 3 5 4 12 totali 22 33 22 77 progetti alla persona

Nel corso dell’anno 2007 sono stati realizzati un numero inferiore di progetti 162/98 in quanto si è scelto di privilegiare interventi domiciliari di sostegno alla famiglia, realizzando progetti di assistenza più consistente e con maggior durata. Da n. 118 progetti predisposti nell’anno 2006 siamo passati a n. 48 progetti nell’anno 2007. Tali progetti però danno una risposta assistenziale equiparabile all’inserimento diurno nei Centri.

Questa risposta è stata molto importante sia per le persone con disabilità, sia per i loro familiari in quanto il carico assistenziale grava totalmente sul nucleo familiare.

Sono stati realizzati n. 48 progetti 162/98 Vita Indipendente rivolti a persone con disabilità motoria in stato di gravità cognitivamente integri.

Altri n. 63 progetti sono stati realizzati con l’assegno di sollievo, mentre con il contributo L.284/97, ciechi pluriminorati, è stato possibile realizzare n.36 progetti.

tabella n. 20: utenti progetti alla persona anno 2007.

Tipologia progetti numero L. 162/98 48 Vita indipendente 48 Progetti sollievo 63 L. 284/97 ciechi pluriminorati 36 Totale 195

76

Nella tabella seguente viene riassunta la situazione relativa agli utenti in carico al servizio nell’anno 2007. tabella n. 21: utenti in carico al servizio handicap età adulta, anno 2007 nuovi utenti presi in carico dal servizio 211 utenti già in carico al servizio 127 utenti servizio Integrazione lavorativa handicap età adulta 118 nuovi e già in carico utenti struttura intermedia 26 strutture diurne 419 utenti residenziali Ulss n. 8 63 utenti diurni fuori Ulss 1 utenti residenziali fuori Ulss 53 Utenti già inseriti Utenti a domicilio nei centri utenti ricoveri temporanei 30 4 utenti disabili in gravità progetti L. 162/98 10 38 utenti progetti Vita Indipendente L. 162/98 2 46 utenti progetti sollievo 52 11 utenti progetti ciechi/pluriminorati L. 284/97 36 totale 1.117

risorse e processi

Nell’anno 2007, per quanto riguarda il nucleo centrale del Servizio Handicap per l’Età Adulta, l’attività è stata coordinata da un responsabile a tempo pieno con funzione anche di psicologo, un’assistente sociale a tempo pieno, un’educatrice a metà tempo, un operatore addetto all’assistenza a tempo pieno e un’addetta all’assistenza a part-time.

Per quanto riguarda la Struttura Intermedia, l’attività è svolta da un educatore responsabile con funzioni di coordinamento a metà tempo, un educatore a tempo pieno e un operatore addetto all’assistenza.

Per quanto riguarda il Servizio di Integrazione Lavorativa, l’attività è svolta da un educatore responsabile con funzioni di coordinamento a tempo pieno, 3 educatori professionali e un operatore addetto all’assistenza, con funzioni di segreteria. Da maggio il servizio si è avvalso di una risorsa aggiuntiva di supporto a tempo pieno.

Con la riunificazione del servizio handicap età adulta nella nuova sede di Montebelluna è stato migliorato il servizio offerto alle persone con disabilità, che ora possono trovare nella stessa sede tutte le prestazioni necessarie. Ha permesso il miglioramento dell’aspetto organizzativo e il rafforzamento dello spirito di squadra. Sono infatti così facilitati i momenti di équipe funzionale sui casi e il passaggio di informazioni verbali e scritte, anche grazie alla vicinanza con il servizio territoriale psichiatrico.

Accedono al servizio tutte le persone con disabilità congenita ed acquisita residenti nei due distretti dell’unità locale socio-sanitaria n. 8, la richiesta di appuntamento viene

77 soddisfatta subito o entro qualche giorno dal contatto, e la persona sia vista entro otto – dieci giorni.

Anche la procedura di avvio dei tirocini di formazione e orientamento, di integrazione lavorativa e progetti di integrazione sociale (delibera n° 819 del 18/08/05), è stata resa snella delegando al responsabile del servizio handicap età adulta la sottoscrizione delle convenzioni e la relativa comunicazione.

Continuano gli incontri con i genitori dei ragazzi inseriti presso i corsi di formazione professionale di Fonte e gli istituti superiori in collaborazione con i CTI, con lo scopo di far conoscere i percorsi di inserimento lavorativo occupazionale, e la relativa documentazione necessaria per l’accesso al servizio al termine del percorso scolastico.

Il servizio ha avuto un ruolo importante all’interno dei gruppi di lavoro per la stesura del Piano di Zona 2007/2009.Questo momento è stata una grande opportunità per andare a programmare nuovi interventi, tesi a migliorare l’offerta dei servizi utili a soddisfare i nuovi bisogni. metodologia

La metodologia di lavoro ha consentito la funzione della direzione e del coordinamento delle seguenti attività:

- raccolta e analisi della domanda delle persone con disabilità congenita ed acquisita; - valutazione e stesura del progetto di vita individuale; - presa in carico psicologica individuale/familiare; - attività del servizio di integrazione lavorativa; - attività della struttura di valutazione intermedia; - valutazione e inserimento in strutture diurne e residenziali; - supervisione centri di lavoro guidato, centri educativo occupazionali diurni e centri educativo riabilitativi diurni; - collaborazione e lavoro di rete per la continuità di presa in carico tra U.O.ospedaliere e territorio; - valutazione e presa in carico dei casi: équipe settimanale, incontri di supervisione, - convocazione di équipe funzionali allargate per i casi più problematici; - presentazione e accompagnamento dei nuovi utenti per favorire l’accoglienza nei centri; - incontri di verifica dei progetti individualizzati (PEI) con tutti i centri; - progetti di aiuto alla persona; - promozione della rete territoriale; - partecipazione di una figura tecnica dell’équipe alle sedute della commissione integrata per gli adempimenti della legge 68/1999; - conduzione gruppi auto – aiuto. progetti innovativi anno 2007

- Nel corso dell’anno 2007 è stato realizzato il percorso di presa in carico della disabilità acquisita, grazie alla collaborazione con le Unita Operative ospedaliere coinvolte. Il progetto attuato prevede che le persone con disabilità acquisita vengano prese in carico

78 con continuità assistenziale alla dimissione dall’Unità Operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione al Servizio Territoriale Unità Operativa Handicap Età Adulta. È stato quindi realizzato un protocollo per la trasmissione delle informazioni al Servizio Handicap Età Adulta (Progetto Qualità “Riability Care”). - Realizzazione di un progetto affinché le persone con grave disabilità possano avere un livello minimo di assistenza con conseguente sollievo alla famiglia, attraverso un nuovo programma di interventi economici (Progetto Qualità “Dalla 162 all’Assegno di Cura”). - Messa a regime del sistema di valutazione dei bisogni della persona con disabilità che richiede un intervento da parte del Servizio, allo scopo di realizzare una presa in carico della persona con disabilità che avvenga con tempi diversi in relazione al bisogno. A tale scopo è stato realizzato un protocollo per la prioritarizzazione degli interventi (Progetto Qualità “Attendere il giusto”). - Attivazione del gruppo di terapia multifamiliare con cadenza mensile presso la Struttura di Valutazione Intermedia, al fine di condividere con le famiglie il percorso proposto dal Servizio Handicap Età Adulta per il proprio famigliare, aiutandole a superare la frustrazione legata alla non coincidenza di quanto proposto con quanto sperato o immaginato per il proprio famigliare. È stato quindi realizzato un questionario di gradimento per le famiglie partecipanti agli incontri multifamiliari, per valutare l’effettiva validità del progetto (Progetto Qualità “Niente è come sembra”). - È stato costruito un progetto per la realizzazione della Struttura Intermedia di Valutazione alla Disabilità Acquisita, allo scopo di continuare la riabilitazione nella fase degli esiti. Attraverso la predisposizione del progetto lavorativo – occupazionale della persona con disabilità acquisita, si vuole realizzare il massimo recupero possibile.

79 il servizio per le tossicodipendenze

mission

Il servizio tossicodipendenze dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 è una unità operativa territoriale interdistrettuale inserita nella struttura del distretto socio-sanitario n. 1 “Asolo- Castelfranco Veneto”. È parte del dipartimento per le dipendenze e si coordina sul piano tecnico-operativo con i servizi e le strutture a questo afferenti, in particolare il servizio di alcologia, le comunità terapeutiche pubblica e private, le cooperative sociali.

Il servizio ha la finalità di assicurare assistenza e di migliorare la qualità della vita delle persone che abusano o sono dipendenti da sostanze psicotrope o che presentano una dipendenza da gioco d’azzardo, di offrire supporto alle loro famiglie e di promuovere inoltre la salute psicologica e fisica nella comunità locale.

Fornisce prestazioni di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo, perseguendo il soddisfacimento dei bisogni di salute dei pazienti e la riduzione della mortalità, delle complicazioni psichiche e fisiche, nonché delle malattie infettive correlate, in coerenza con la normativa nazionale e regionale. Le prestazioni vengono erogate nel rispetto della riservatezza, della dignità e della libertà della persona umana, senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.

Direttamente, o tramite il dipartimento per le dipendenze, stabilisce rapporti e collaborazioni con gli altri servizi sanitari e socio-sanitari dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 territoriali ed ospedalieri, con i servizi per le tossicodipendenze e comunità terapeutiche della Regione del Veneto, con i comuni dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 e loro aggregazioni, con la Provincia di , con le cooperative sociali e il volontariato attivi nel reinserimento delle persone con problemi di abuso/dipendenza, con gli istituti di scuola media superiore dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 e con il centro servizi amministrativi di Treviso e, infine, con il carcere. Il servizio si rapporta, inoltre, con l’ufficio prevenzione delle devianze della Regione del Veneto e i relativi organismi tecnici, quali il centro di documentazione e ricerca sulle dipendenze e l’osservatorio regionale sulle dipendenze e le marginalità sociali. È attivo un tavolo di consultazione e coordinamento tra i dipartimenti della provincia di Treviso.

Nell’anno 2007 il servizio è stato sede del referente del coordinamento veneto dei responsabili dei servizi tossicodipendenze e del gruppo di ricerca veneto sul gioco d’azzardo patologico; operatori sono inoltre presenti negli organi istituzionali nazionali di società scientifiche del settore. bisogni di salute

I bisogni di salute cui il servizio risponde primariamente sono relativi a problemi di abuso o dipendenza da sostanze stupefacenti; vanno, inoltre, aggiunti i problemi di gioco d’azzardo patologico e l’abuso o dipendenza da alcool e tabacco, ma per questi ultimi due limitatamente a situazioni ed attività particolari.

80 Il consumo di sostanze stupefacenti, alcool e tabacco ha un impatto importante sugli individui in termini di danno per la salute fisica e psichica e per i livelli di funzionamento psicologico e di adattamento familiare e sociale. La società è costretta a sopportare elevati costi economici relativi sia all’assistenza socio-sanitaria erogata, sia alla mancata produttività e agli anni di vita perduti. Da sottolineare, inoltre, le importanti conseguenze sulla convivenza sociale, fra le quali anche quelle di tipo legale.

Le questioni individuali, familiari e sociali relative al consumo di sostanze non possono essere limitate al solo fenomeno della tossico-alcooldipendenza, in quanto ogni livello di consumo rappresenta un fattore di rischio per le persone e la comunità locale. Va inoltre considerato il grosso peso esercitato dai fattori culturali nella genesi e mantenimento delle problematiche correlate all’uso di sostanze: se un tempo la tossicodipendenza si proponeva come modalità estrema di rifiuto della cultura dominante, oggi essa rappresenta la punta altrettanto estrema del conformismo culturale. In un tale contesto l’azione di prevenzione e di contrasto all’uso di sostanze è compito della comunità locale nel suo insieme e richiede cambiamenti degli assetti valoriali e delle finalità ultime del nostro stile di vita.

La dipendenza da eroina rappresenta da sempre il principale carico assistenziale sopportato dal servizio: circa il 70% degli utenti presi in carico nel corso dell’anno presenta infatti problemi primari con questa sostanza. La maggiore offerta di terapie con farmaci sostitutivi attivata dal servizio a partire dalla seconda metà degli anni ’90 ha portato negli anni dapprima ad un rapido e rilevante aumento dei pazienti in carico e successivamente ad una loro stabilizzazione, con conseguente maggiore permanenza in trattamento. Poiché la tossicodipendenza per molti soggetti è una patologia cronica recidivante, il prolungarsi delle cure ha un positivo impatto sul recupero dei livelli di benessere fisico e psichico e sull’adattamento sociale e relazionale. Tempi lunghi di trattamento non sono tuttavia indice automatico di irreversibilità del disturbo: se da un lato, in un certo numero di casi, le terapie appaiono destinate a protrarsi per tempi non definibili, dall’altro è possibile in certi altri casi pervenire alla conclusione positiva del percorso di recupero. Sia la cronicità che l’efficacia delle terapie in termini di sopravvivenza stanno peraltro facendo emergere progressivamente diverse problematiche rilevanti e di non facile soluzione relative all’età sempre più avanzata, all’isolamento sociale e al disagio economico dei “vecchi” pazienti.

I problemi fisici correlati al consumo di eroina rimangono una priorità: l’epatite virale da virus C ad esempio è una importante causa di morbilità e di potenziale mortalità per la sua naturale tendenza a cronicizzate in questi pazienti e a sviluppare gravi complicanze quali la cirrosi epatica e il cancro. Le presenza di vaccini efficaci ha invece ridotto progressivamente l’impatto delle epatiti da virus B ed A. L’immunodeficienza acquisita appare interessare sempre più marginalmente la popolazione di tossicodipendenti e i nuovi casi di sieropositività per HIV che giungono alla nostra osservazione sono assai rari.

Nel 2007, il 9,5% dei pazienti pervenuti nell’anno, e il 18,9% dei pazienti visti per la prima volta, ha presentato un problema primario con la cocaina. Rispetto all’anno precedente, nel 2007 si è avuta una significativa riduzione dei nuovi pazienti cocainomani: il dato è interessante, ma al momento non è possibile darne alcuna interpretazione.

Le tipologie dei consumatori di sostanze sono divenute più articolate e l’uso di cocaina o di droghe da discoteca è per lo più compatibile con una vita sociale normale. Ciò comporta

81 che l’abusatore di cocaina tende a differenziarsi nettamente dal tradizionale tossicodipendente da eroina, si mimetizza nella normalità sociale, e spesso giunge all’attenzione attraverso canali esterni (es. famiglia, prefettura, commissione medica per le patenti di guida) piuttosto che con una richiesta personale di aiuto. In una realtà come quella del nostro territorio, priva di agglomerati urbani e con una struttura sociale conservata, il classico tossicodipendente deviante sociale rappresenta una piccola minoranza nell’ambito del popolo dei consumatori, mentre sono sempre più frequenti coloro che usano sostanze senza venire mai a contatto con strutture socio-sanitarie specialistiche.

Un fenomeno che interessa molti soggetti con dipendenza da stupefacenti è rappresentato dalla presenza di quadri complicati con altri disturbi psichiatrici (la cosiddetta doppia diagnosi). L’elevata frequenza di casi con patologia mista sembra essere l’espressione di molteplici fattori, e richiede al servizio una cura particolare al lavoro di rete con altre unità operative dell’azienda sanitaria, in primo luogo con il dipartimento di salute mentale e il servizio di alcologia.

Un ulteriore campo di lavoro e di interesse per il servizio per le tossicodipendenze è rappresentato dai quadri comportamentali di tipo impulsivo non correlati all’assunzione di sostanze come ad esempio il gioco d’azzardo patologico. Il comportamento di questi soggetti ricalca molto da vicino quello delle persone dipendenti da sostanze, tanto da far ritenere utile l’applicazione di analoghe strategie di intervento. Il gioco d’azzardo fuori controllo é molto più diffuso di quanto non si creda comunemente e produce una elevata quota di sofferenza e problemi personali, familiari e sociali: anche se non esistono ricerche epidemiologiche specifiche nel nostro territorio, si può prudenzialmente stimare sulla base di dati esistenti che nella nostra unità sociosanitaria risiedano almeno 750 giocatori patologici. Riassumendo, il dato epidemiologico e clinico evidenzia la necessità che il servizio per le tossicodipendenze eroghi interventi complessi per persone con problemi sempre più diversificati. Sebbene il nucleo centrale delle attività sia ancora incentrato sull’assistenza ai tossicodipendenti da eroina, la tipologia di persone che si rivolge al servizio è ben più articolata e richiede percorsi di intervento molto differenziati. Oltre ai tradizionali programmi terapeutici, di riabilitazione e reinserimento, particolare attenzione va posta anche a percorsi specialistici per soggetti con doppia diagnosi, giocatori d’azzardo, consumatori di cannabis e cocaina. Molte di queste situazioni sono di difficile trattamento, soprattutto perché la motivazione dell’interessato è labile o assente e manca la percezione diretta e personale di uno stato di asservimento alla sostanza. Nell’ambito di questi programmi vengono, inoltre, approntati interventi su bisogni specifici come, ad esempio, il sostegno alla famiglia, alla genitorialità del tossicodipendente con figli minori, al reinserimento socio-lavorativo. prestazioni

Le due finalità strategiche che il servizio tossicodipendenze ha perseguito nel corso dell’anno 2007 sono: a) erogazione di prodotti in tempi e livelli quantitativi sufficienti a garantire una pronta accoglienza delle domande di assistenza e consulenza, mantenendo l’azzeramento della lista d’attesa; b) rafforzamento, consolidamento, razionalizzazione e miglioramento della qualità dei programmi diagnostico-terapeutici e riabilitativi, delle attività di prevenzione e di collegamento con il territorio.

82 La tabella n. 1 riporta alcuni dati relativi al numero di pazienti in carico stratificati per tipologia e per provenienza. Si è osservato un aumento del numero di giocatori d’azzardo patologici presi in carico nel corso del 2007 rispetto all’anno precedente (43 vs 37); per volume di utenza l’ ambulatorio è risultato uno dei più attivi del nostro . Molti giocatori provengono da altra ulss, tuttavia non vi sono motivi per supporre che il fenomeno del gioco eccessivo sia meno presente nel nostro territorio.

Tra i pazienti in carico al servizio esiste una piccola quota di alcooldipendenti che è essenzialmente costituita da persone seguite da molti anni e per le quali si è ritenuto di assicurare continuità nella presa in carico, anche nella considerazione che molti di loro sono portatori di doppia diagnosi e necessitano di terapie mediche specialistiche. Molti di loro di fatto non bevono più da anni. Di norma i soggetti alcooldipendenti che pervengono al servizio vengono indirizzati al competente servizio di alcoologia. tabella n. 1: numero pazienti in carico per tipologia e per provenienza, anno 2007.

tossicodipendenti giocatori alcoolisti soli tabagisti persone in familiari carico totali nuovi totali totali totali totali totali arrivi distretto 324 44 11 9 12 0 356 socio- sanitario n. 1 distretto 214 46 8 4 5 0 231 socio- sanitario n. 2 fuori ulss 53 16 24 0 4 1 82 totale 591 106 43 13 21 1 669

La tabella n. 2 mostra alcuni indicatori di attività relativa ai soli soggetti consumatori di stupefacenti e li confronta con quelli relativi al precedente anno 2006. Gli indicatori mostrano una sostanziale stabilità dei valori. Per il secondo anno consecutivo il numero medio dei pazienti in carico è superiore al valore di 400 indicato dai criteri di accreditamento. Ciò significa che le possibilità di far fronte ai bisogni di salute emergenti dal territorio sono giunte al limite, e che ogni ulteriore incremento sarà verosimilmente pagato in termini di riduzione della qualità delle prestazioni. L’aumento progressivo del carico medio di pazienti è stato costante negli ultimi 15 anni. tabella n. 2 : indicatori di attività relativi ai soli pazienti tossicodipendenti, anni 2006 e 2007.

2006 2007 totale pazienti pervenuti 575 591 nuovi pazienti 102 106 rientri 96 64 in carico dall’anno precedente 402 421 n. medio pazienti in carico 414 412

83

La tabella n. 3 riassume le prestazioni complessive prodotte (n. = 10304), stratificate per territorio di provenienza del paziente. tabella n. 3 : numero pazienti e prestazioni complessive* per provenienza.

totale pazienti n. medio prestazioni numero prestazioni totali u.l.s.s. pervenuti per paziente unità locale socio-sanitaria n. 8 587 9331 15.9 distretto socio-sanitario n. 1 356 5498 15.4 distretto socio-sanitario n. 2 231 3827 16.6 altra ulss 82 973 11.9 * prestazioni complessive per tossicodipendenti, alcolisti, giocatori e soli familiari (escluse prestazioni infermieristiche)

La tabella n. 4 mostra i dati relativi ai programmi residenziali nelle comunità terapeutiche accreditate, stratificati per territorio di provenienza del paziente. I valori sono sensibilmente inferiori a quelli dell’anno precedente e ciò ha permesso al servizio di rispettare ancora una volta il budget di spesa assegnato per questa tipologia di trattamento. Tuttavia vale la pena di notare che negli ultimi anni gli invii in comunità ha subito oscillazioni più ampie che nel periodo precedente, pur avendo gli operatori mantenuto gli stessi criteri ed indicazioni per l’inserimento residenziale. È probabile che queste oscillazioni rappresentino cambiamenti nel bisogno e nell’accettabilità di questa forma di assistenza da parte dei pazienti. Il mutamento dell’utenza, delle sue caratteristiche cliniche e sociodemografiche, e dei bisogni di salute espressi, richiederanno probabilmente uno sforzo di riorganizzazione dei trattamenti residenziali, forse nella direzione di una maggior flessibilità e personalizzazione dei programmi. tabella n. 4 : n. programmi residenziali per tossico/alcooldipendenti che hanno utilizzato le comunità terapeutiche (CT) e di pronta accoglienza (PA) del privato sociale accreditato, anno 2007.

2007 2007 2007 non

totali d.ss. n. 1 d.ss. n. 2 residenti nuovi programmi avviati (CT+PA) 41 22 19 0 programmi abbandonati (CT+PA) 22 13 9 0 programmi conclusi (CT+PA) 20 14 6 0 totale programmi (CT+PA) 68 40 28 0

totale programmi (solo CT) 42 presenze al 31 dicembre (CT+PA) 26

84 La tabella n. 5 riassume le tipologie dei trattamenti ambulatoriali erogati dal servizio per i tossicodipendenti. Anche nel 2007, così come si era verificato nel 2006, si è rilevato un sensibile e globale aumento del numero di trattamenti, farmacologici e non farmacologici, erogati. tabella n. 5: trattamenti per tossicodipendenza effettuati nel corso degli anni 2006 e 2007.

trattamento 2006 2007 metadone (MTD) 268 282 breve termine 39 36 medio termine 45 54 lungo termine 187 189 psicologico/riabilitativo 222 269 counselling 51 94 psicoterapia 40 39 interventi sociali 131 136 naltrexone (NTX) 2 1 buprenorfina (BUP) 112 122 altre terapie farmacologiche 153 186

La tabella n. 6 infine illustra e quantifica la tipologia delle droghe primarie e secondarie nei pazienti tossicodipendenti in carico tabella n. 6 : diffusione delle principali sostanze tra i tossicodipendenti in carico nell’anno 2007.

uso primario uso primario nei uso secondario nuovi pazienti eroina e altri oppiacei 415 39 20 cannabis 94 42 90 cocaina 56 20 216 ecstasy e analoghi 4 1 42 amfetamine 1 0 3 altre / non noto 21 4 56 alcool* - - 34 * non previsto come sostanza primaria nelle statistiche ministeriali sui tossicodipendenti in carico ai servizi.

85 risorse e processi funzioni ed organizzazione

Il servizio per le tossicodipendenze prende in carico persone e famiglie che presentano problemi di abuso/dipendenza da sostanze stupefacenti o di gioco d’azzardo patologico. Incentra, inoltre, la propria attenzione sugli aspetti problematici relativi a: 1) comorbidità psichiatrica (la cosiddetta doppia diagnosi); 2) patologie mediche droga-correlate; 3) reinserimento sociolavorativo; 4) funzione genitoriale dei tossicodipendenti con figli minori. utenti

Il servizio tossicodipendenze offre servizi di tipo clinico e preventivo sia a utenti individuali che a clienti istituzionali. Utenti individuali Per utente individuale si intende il soggetto o la famiglia che sperimenta difficoltà o problemi relativi all’uso di sostanze o al gioco d’azzardo. In particolare le principali tipologie di persone afferenti al servizio sono: 1. Persone che presentano uso, abuso o dipendenza da stupefacenti 2. Persone che presentano uso incongruo o dipendenza da psicofarmaci 3. Soli familiari di soggetti che abusano di stupefacenti 4. Persone che presentano problemi di abuso o dipendenza da alcool 5. Persone e famiglie che presentano un gioco d’azzardo patologico 6. Persone che chiedono trattamento per il fumo di tabacco 7. Persone che richiedono certificazioni di assenza di tossicodipendenza

Più in dettaglio: 1. l’abuso e dipendenza da stupefacenti rappresenta il problema centrale affrontato dal SerT e ne giustifica l’esistenza come servizio sociosanitario. Vengono attivati interventi di accoglienza e rinforzo della motivazione, diagnosi, trattamento, riabilitazione sociolavorativa (in collaborazione con cooperative e altri servizi) e reinserimento. I trattamenti offerti sono multidimensionali e multiprofessionali, secondo le possibilità e le disponibilità del paziente. Quando possibile viene coinvolta la famiglia, intesa come risorsa. Quando opportuno è predisposto l’invio presso altre strutture residenziali o semiresidenziali, presso le quali il paziente prosegue il programma terapeutico stabilito con il servizio; 2. più raro, ma non eccezionale, il ricorso al servizio per problemi di abuso e dipendenza da psicofarmaci. L’approccio terapeutico in linea generale non si discosta da quello per i tossicodipendenti; 3. in alcuni casi è la famiglia che si rivolge al servizio, non essendo sempre il paziente motivato sufficientemente. Il SerT offre consulenza e, se necessario, percorsi di supporto e rinforzo educativo; 4. poiché esiste l’autonomo servizio di alcologia, l’intervento del SerT nell’alcooldipendenza è di solito assai limitato. Solitamente si tratta di:

86  pazienti “storici” che hanno mantenuto il proprio terapeuta dopo la separazione delle competenze alcoologiche  ex tossicodipendenti già noti  casi particolari in cui si è ritenuto opportuno trattare direttamente il paziente; 5. i giocatori d’azzardo patologici rappresentano ormai la seconda popolazione clinica del servizio. Le attività a favore dei giocatori vengono erogate a titolo sperimentale da parte del servizio, e la presa in carico del giocatore e della famiglia prevede interventi di consulenza, sostegno familiare, diagnosi e cura del giocatore; 6. i fumatori rappresentano per il SerT una categoria “residua” in cui collocare soggetti che occasionalmente e in via del tutto eccezionale vengono trattati presso questo servizio anziché essere inviati presso l’ambulatorio tabaccologico esistente presso il servizio di alcologia. Il trattamento diretto del fumo di tabacco non rappresenta una attività istituzionale del SerT; 7. sempre più spesso vengono richieste al servizio prestazioni diagnostiche al fine di escludere uno stato di tossicodipendenza in alcune categorie di persone. Lungi dall’essere un intervento meramente puntuale, talora la diagnosi di esclusione richiede una osservazione prolungata e ripetuti esami tossicologici.

Utenti istituzionali Per utente istituzionale si intende l’ente, l’organizzazione, l’associazione o il gruppo che richiede al servizio prestazioni ed interventi di natura informativa, preventiva, consulenziale, formativa o programmatoria in tema di abuso e dipendenza da sostanze stupefacenti. Possibili tipologie di utenti istituzionali sono rappresentate da: scuole, enti locali, associazioni, circoli culturali, gruppi formali e non formali, cooperative o altre organizzazioni attive sul versante sociale e/o preventivo, altri servizi sociosanitari di questa o altre ulss. Le attività svolte dal servizio possono essere sia stabili, programmate con regolarità, sia su progetto, sia ancora sporadiche ed occasionali: tra le prime ricordiamo: a) i CIC – centri di informazione e consulenza delle scuole medie superiori, in cui il SerT è operativo dal 1991; tra le seconde: b) i progetti di prevenzione in ambito scolastico; c) la formazione per docenti; d) gruppi di lavoro e coordinamento nell’ambito del lavoro dipartimentale. Esempi di attività che vengono programmate su richiesta sono: serate di sensibilizzazione ed informazione; programmazione di interventi congiunti di prevenzione e contrasto a forme di disagio; consulenze su problematiche specifiche. logistica

Il servizio ha sede in una palazzina adiacente al vecchio ingresso del presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto. Oltre agli ambulatori e agli studi professionali, l’edificio ospita una sala riunioni attrezzata con una capienza di circa 35 posti. È funzionante una rete informatica locale che accoglie la piattaforma multifunzionale regionale mFp per la gestione del sistema informativo e gestionale; ogni operatore può inoltre contare sulla dotazione di un computer collegato alla rete locale e aziendale.

87

Nel corso del 2007 è continuata positivamente la pratica del regime di affido del farmaco sostitutivo per i giorni festivi. Purtroppo però la dispensazione e la gestione del registro del metadone vengono effettuati ancora manualmente, non essendo disponibile alcun erogatore automatico con annesso software per lo scarico automatico e calcolo della giacenza.

Per accedere al servizio tossicodipendenze non esistono liste di attesa: i pazienti che richiedono un intervento urgente vengono di norma visti immediatamente o, comunque, entro un massimo di 24 ore. L’appuntamento per situazioni non urgenti viene di norma fissato entro qualche giorno dal contatto.

Complessivamente il servizio è aperto tutti i giorni feriali e prefestivi; è inoltre attivo, al momento per un pomeriggio la settimana, un centro d’ascolto presso l’ospedale vecchio di Montebelluna. formazione del personale

Anche per l’anno 2007 l’azienda ulss ha finanziato 3 seminari di supervisione clinica, formazione obbligatoria e trasversale per tutto il personale del servizio: i seminari sono stati curati dal dr. Mosconi di Padova. La formazione del personale si avvale anche di altre iniziative formative interne all’azienda, in particolare quelle congiunte con il servizio di alcologia e di salute mentale. Non sono mancati infine i convegni e congressi nazionali e internazionali cui i singoli operatori scelgono di volta in volta di partecipare come formazione facoltativa individuale. Molto spesso operatori del servizio hanno partecipato ad eventi congressuali e formativi come docenti o relatori. progetti attivi nel 2007

Dal 2006 il servizio non ha più potuto contare su fonti regionali di finanziamento di progetti sperimentali nell’ambito del piano triennale di intervento. Il ruolo del servizio è divenuto pertanto essenzialmente programmatorio e di coordinamento, di concerto con gli altri servizi specialistici del dipartimento. Si riassumono, di seguito, attività e programmi di rilievo che il servizio ha reso operanti nel corso del 2007:

1. revisione dei percorsi terapeutici, delle procedure e della modulistica; 2. prevenzione della tachicardia ventricolare da allungamento dell’intervallo QT (torsione di punta) in soggetti in trattamento con metadone; 3. miglioramento della qualità della valutazione diagnostica dei soggetti tossicodipendenti in carcere; 4. lavoro di rete per il miglioramento dei livelli di collaborazione tra i servizi sociali per il reinserimento dei tossicodipendenti; 5. trattamento ambulatoriale e residenziale della doppia diagnosi;

88 6. “progetto S.a.K.! – search and know!” per l’informazione e la sensibilizzazione in tema di sostanze psicotrope degli studenti della scuola media superiore; 7. C.I.C. – centri di informazione e consulenza per le scuole medie superiori: attività di consulenza alla scuola per la promozione della salute e la prevenzione del disagio.

Forme di collaborazione ed integrazione con altri enti o servizi, sono di seguito citate:

1. tavolo di consultazione e coordinamento tra i dipartimenti della provincia di Treviso – dipartimenti per le dipendenze di Treviso e ; 2. integrazione degli interventi di pronta accoglienza - CeIS di Treviso e altri servizi per le tossicodipendenze della provincia: 3. tavolo dipartimentale di coordinamento per la prevenzione nel territorio (piano triennale per le dipendenze) – dipartimento per le dipendenze, aree intercomunali; 4. gruppo di coordinamento provinciale per gli interventi nel carcere – dipartimenti per le dipendenze della provincia, casa circondariale di Treviso, ufficio di esecuzione penale esterna di Venezia, comunità terapeutiche della provincia di Treviso; 5. gruppo di coordinamento degli interventi territoriali per i consumatori di droghe eccitanti – ACAT, servizio di alcologia, cooperativa Olivotti; 6. gruppo di coordinamento per i trattamenti residenziali della doppia diagnosi – servizio di salute mentale, servizio di alcologia, cooperativa Sonda; 7. gruppo di coordinamento dei progetti di prevenzione nel territorio – servizio di alcologia, cooperativa Libera, cooperativa Il sestante, cooperativa Sonda; 8. gruppo di ricerca veneto sul gioco d’azzardo patologico – altri servizi pubblici e privati per le tossicodipendenze del veneto; 9. redazione della rivista di studi psicosociali NOUMEN – ACAT e servizio di alcologia; 10. coordinamento dell’associazione dei responsabili dei servizi tossicodipendenze del Veneto – CoVeSerT; 11. ricerca scientifica e collegamenti con società scientifiche.

89 il servizio riabilitativo per alcolisti

Il servizio riabilitativo per alcolisti (serat) si occupa delle problematiche legate all’uso di alcol e tabacco sia a livello di prevenzione che per quanto riguarda la cura e riabilitazione.

L’approccio privilegiato del servizio è di tipo familiare, “drug-free” e territoriale, in quanto tende ad attivare le risorse delle comunità locali.

Per affrontare in modo completo e articolato i problemi legati all’uso di alcol e tabacco vengono attuate collaborazioni, a vario titolo, con altri servizi dell’unità locale socio-sanitaria e, in particolare, con l’associazionismo (ACAT – associazione dei club degli alcolisti in trattamento e “Spazio blu” associazione di ex-tabagisti), con il privato sociale (cooperative “Sonda”, “Una casa per l’uomo”) e il mondo della scuola.

Il servizio ha la sede principale presso l’Ospedale di Castelfranco Veneto e uno sportello periferico (aperto un giorno la settimana) presso il distretto socio-sanitario di Valdobbiadene.

livelli di salute epidemiologia

L’alcol è uno dei più importanti fattori di rischio per la salute dell’uomo e rappresenta, insieme con il fumo, una delle principali cause di morte e morbilità.

Consuma alcol circa il 75/80% della popolazione (il 90% dei maschi e il 60/70% delle donne) 1. Il consumo pro-capite è in costante diminuzione, e negli ultimi 40 anni è praticamente dimezzato 2. Malgrado la diminuzione, i problemi causati dall’alcol rimangono notevoli; i danni, oltre che al bevitore, si estendeno alle famiglie e alla collettività, gravando sull’intera società: si stima infatti che i prodotti alcolici siano responsabili del 9% della spesa sanitaria nella regione Europea (OMS) 3. Per l’istituto superiore della sanità l’età di avvio al consumo alcolico nel Veneto è la più bassa di tutta l’Europa, 11 anni circa, in Italia è di 12 anni.

I fumatori in Italia sono, nel 2007, il 27.9% dei maschi e il 19.3% delle donne, in diminuzione negli ultimi anni. nuovi contatti

Nella tabella n.1 viene riportato il numero di nuove persone che hanno preso contatto con il servizio alcologia per la prima volta negli ultimi due anni. Le persone sono suddivise per zona di residenza e per problematica presentata.

1 Dati CNR (istat multiscopo) e DOXA (assobirra) 2 Dati Assobirra : da 13.7 litri procapite nel 1970 (alcol puro) a litri 6.9 nel 2006. 3 OMS Piano d’azione europeo sull’alcol 2000-2005

90 tabella n.1 : nuovi contatti distinti per problematica primaria presentata e provenienza , anni 2007

Anno 2007 Distretto 1 Distretto 2 Fuori Ulss Alcol - dipendenza 58 38 37 Alcol - abuso, altro 97 63 60 Tabacco 24 13 5 altre problematiche 5 0 3 Totale 184 114 105 Totale anno 403

La nuova utenza del servizio alcologia e tabagismo negli ultimi anni sta cambiando.

C’è una diminuzione delle persone con dipendenza alcolica, c’è invece un aumento degli abusatori e delle persone sanzionate per guida in stato di ebbrezza. persone seguite nell’anno

Nella tabella n. 2 sono quantificate le persone seguite con attività ambulatoriale e residenziale. Ogni anno sono circa 500 le famiglie seguite per problemi di dipendenza alcolica,: altre 350 persone hanno problemi di abuso o sono state sanzionate per guida in stato di ebbrezza. tabella n.2 : utenti seguiti a livello ambulatoriale e residenziale per problematica primaria presentata e provenienza, anni 2007

anno 2007 Distretto 1 Distretto 2 Fuori Ulss Alcol - dipendenza 239 183 65 Alcol - abuso, altro 198 121 54 Tabacco 30 14 5 altre problematiche 12 3 3 Totale 479 321 127 Totale anno 927

problemi complessi nelle persone con dipendenza alcolica

Alcune persone che prendono contatto con il servizio presentano problemi complessi associati al bere alcolico. Esse richiedono una presa in carico integrata, di solito con più figure dello stesso servizio o attraverso contatti con servizi diversi. E’ importante notare l’andamento di tali situazioni in quanto queste richiedono un maggior uso di risorse.

91 tabella n.3 : % di problematiche complesse in pazienti con dipendenza alcolica, anno 2007

anno 2007 uso passato o attuale di eroina 11% uso attuale tabacco 60% problemi psichiatrici documentati 30% usa psicofarmaci 43% disoccupazione 21% senza fissa dimora 1% precedenti penali 13% almeno un genitore con problemi alcolcorrelati 48% più di due ricoveri alcolcorrelati 7%

La popolazione con problemi di dipendenza alcolica ha alcune caratteristiche che vanno sottolineate (anno 2007):

- una prossimità all’uso di sostanza tossiche: l’11% ha usato eroina, il 60% fuma tabacco; - una possibilità di combinazione con problemi di tipo psichiatrico: il 30% ha problemi psichiatrici documentati; il 43% usa psicofarmaci; - spesso ci sono delle problematiche di tipo sociale: il 21% è disoccupato; il 13% ha avuto procedimenti penali; l’1% è senza fissa dimora; - una familiarità con problemi alcolcorrelati: il 48% ha o ha avuto un genitore con problemi d’alcol; - una situazione precaria dello stato di salute generale: il 7% ha già avuto più di due ricoveri ospedalieri per problemi legati all’alcol. prestazioni

Le attività del servizio alcologia sono riconducibili, a grandi linee, ai seguenti filoni:

- il lavoro diretto con i singoli o le famiglie a livello ambulatoriale: colloqui, visite mediche, psicoterapie individuali e familiari, consulenze, relazioni per patente o porto d’armi, prese in carico sociali, educativa; - la gestione indiretta della comunità residenziale alcologica con un programma breve e della comunità che si occupa delle “doppie diagnosi” per persone con comorbidità psichiatrica (programma medio-lungo); - la gestione indiretta del centro diurno per persone con problemi d’alcol; - l’attività specifica per i fumatori di tabacco: ambulatorio tabacco, corsi per smettere di fumare, attività di prevenzione, collaborazione con l’associazione di ex tabagisti “Spazio blu”; - il lavoro di prevenzione e di supporto alla comunità locale; - le attività in collaborazione con le varie cooperative e con il SIL per l’ergoterapia e per l’inserimento lavorativo; - le attività in collaborazione con la coopertiva “Sonda” per l’inserimento abitativo nelle case famiglia e con la cooperativa “Una casa per l’uomo” per la mediazione linguistico- culturale; - le attività di supporto e di collaborazione con i gruppi di auto-aiuto dell’associazione dei club degli alcolisti in trattamento e degli alcolisti anonimi; - l’attività di formazione di operatori socio-sanitari di figure specifiche del territorio.

92 prodotti

Nel tentativo di descrivere e quantificare il lavoro svolto dal servizio, da alcuni anni è stato definito un nomenclatore dei "prodotti sanitari finali" dei servizio, in pratica delle attività socio-sanitarie offerte alla popolazione e alla comunità locale.

Nella tabella seguente sono riportati i prodotti del 2007 e dei primi sei mesi del 2008. tabella n.4 : “prodotti” erogati dal servizio - anno 2007.

Prodotti 2007

1. Valutazione diagnostica (nuove persone con problemi d’alcol) 353 2. Persone seguite da anni precenti l’ultimo 524 3. Persone seguite per guida in stato di ebbrezza 458 4. Partecipanti ai corsi “guida sicura” (almeno un inc.) 111 5. Persone seguite a livello medico (non comunità e non patenti) 162 6. Presa in carico psicoterapeutica individuale e/o familiare 4 16 7. Presa in carico psicologica individuale o familiare 103 8. Presa in carico sociale o educativa 98 9. Sostegno psicologico all’inserimento in gruppo di auto-aiuto 60 10. Numero tabagisti corsi fumo 102 11. Attività ambulatoriale per fumatori di tabacco (nuovi tabagisti) 42 12. Persone in stage lavorativo 9 13. Reinserimento abitativo (in casa famiglia) 5 14. Nuovo percorso in comunità terapeutica alcologica 68 15. Nuovo percorso in comunità terapeutica “doppia diagnosi” 14 16. Nuovo percorso in centro diurno 37 18. Inserimento in altre comunità 3 19. Trattamento gruppale di club o AA (nuovi) 68 20. Progetti di prevenzione e formazione 12

Da alcuni anni i modelli di consumo di bevande alcoliche in Italia stanno cambiando: da un modello in cui prevale il vino, considerato sostanza alimentare, si sta passando ad un modello più Europeo dove l’alcol acquista un valore principalmente psicoattivo, consumato spesso fuori dai pasti e fuori dalla cerchia familiare.

Tali cambiamenti stanno portando ad un cambiamento della tipologia di utenza che si rivolge al servizio, con meno alcolisti e più abusatori o persone segnalate per guida in stato di ebbrezza.

Le tipologie delle persone prese in carico per problemi d’alcol sono quindi principalmente quattro:

- le persone con classica dipendenza alcolica che necessitano di una presa in carico medio- breve con inserimento in gruppi di auto-aiuto;

93 - le persone con problematiche sociali pesanti, disoccupazione, mancanza di abitazione, espulsione dalla cerchia familiare e quindi isolamento sociale, che necessitano di un intervento di rete e di un reinserimento quasi globale alla vita comunitaria; - le famiglie multiproblematiche con complicanze psichiatriche o di poliabuso, che richiedono un inserimento in comunità residenziale, prese in carico lunghe, spesso con problematiche profonde in più componenti della famiglia; - persone con abusi più o meno evidenti, spesso giovani, con difficoltà di vario tipo, spesso negate per problemi legali.

Negli ultimi tempi, stanno aumentando le richieste di intervento nelle comunità locali di gruppi di genitori preoccupati per questi nuovi modelli del bere degli adolescenti.

Tale fenomeno si interseca con i problemi legati alla guida: gli incidenti stradali infatti sono la prima causa di morte in adolescenti e giovani adulti; ogni giorno in Veneto muoiono 2 persone e 6 rimangono invalide gravi 5. Si calcola che un terzo dei morti sia diretta conseguenza dell’uso di alcol.

Un’ultima nota riguarda le attività dell’area del tabagismo: i servizi offerti alle persone che decidono di smettere di fumare stanno aumentando anche per le richieste che provengono dal territorio. Oltre ai classici corsi serali ora il servizio offre l’opportunità di prese in carico ambulatoriali di tipo medico e psicologico e gruppi di auto-aiuto nel territorio.

Va notato però, che il tabagista porta con sè una serie di problematiche spesso non semplici da affrontare di cui il tabacco rappresenta solo l’aspetto più manifesto, e quindi solo con l’investimento di maggiori risorse tale problematiche saranno adeguatamente affrontate.

5 SER – Servizio Epidemiologico Veneto http://www.ser- veneto.it/public/File/documents/relazione_convegni/TraumiTrafficoVeneto20071126.pdf.pdf

94 i servizi di consultorio familiare

Il consultorio familiare è il servizio di assistenza, sostegno e consulenza all’individuo e alla famiglia, che rappresenta il nucleo portante della comunità locale; il benessere di entrambi, individuo e famiglia, è il risultato di un equilibrio dinamico tra fattori sanitari, psicologici, sociali e affettivi.

La struttura organizzativa dei servizi di consultorio familiare vede la presenza di un consultorio familiare per ciascun distretto socio-sanitario, articolato nelle seguenti sedi:

- distretto socio sanitario n.1 sedi di Castelfranco V.to ed Asolo; - distretto socio-sanitario n.2 sedi di Montebelluna, Giavera del Montello e Valdobbiadene.

Negli ultimi anni nei documenti di direttive dell’u.l.ss. l’attenzione è stata posta sulla centralità della famiglia e i suoi bisogni nelle varie fasi del ciclo vitale. Mettere al centro la famiglia significa sviluppare una serie di servizi che danno delle risposte ai diversi livelli quali la prevenzione, la diagnosi, e la cura. Inoltre, la Regione del Veneto ha approvato con DGR n 392 del 11.02.05 l'Atto di indirizzo e organizzazione dei Consultori Familiari Pubblici e con DGR n. 389 del 11.02.05 il Progetto Regionale sui Consultori Familiari.

L’u.l.ss. n. 8 ha deliberato un piano consultori che prevede l’implementazione di undici diverse aree di intervento che vanno dal sostegno della genitorialità biologica ed adottiva all’affido, alla tutela minori, al consultorio giovani, al consultorio stranieri ecc..

Il piano di zona dei servizi alla persona del territorio di riferimento dell’u.l.ss., nel tentativo di articolare i piani di intervento, parte dal presupposto che la famiglia, nelle molteplici forme che la caratterizzano, è il luogo privilegiato per le relazioni affettive ed educative. E’ l’unità primaria di riferimento per i suoi membri e per la società. Svolge funzioni indispensabili nella formazione, nella cura, nella promozione del benessere della persona, nei rapporti di solidarietà intergenerazionali e nel perseguimento della coesione sociale. E’ il luogo delle relazioni primarie in cui i figli trovano risposta ai bisogni di accudimento e di protezione, che garantisce loro il diritto a crescere in un ambiente che favorisca lo sviluppo armonioso e completo della loro personalità. Le politiche nazionali, regionali e locali per la famiglia mirano a:

 promuovere e sostenere la libera assunzione di responsabilità familiari;  sostenere e valorizzare le capacità genitoriali;  aiutare le famiglie nelle difficoltà di ordine relazionale, educativo, economico;  promuovere e sostenere l’armonioso sviluppo delle relazioni di coppia, delle funzioni educative, dei rapporti di solidarietà intergenerazionali;  promuovere l’integrazione delle famiglie immigrate nel territorio;  rendere la famiglia non solo soggetto di servizi sociali, ma sempre più protagonista della vita della comunità, capace di individuare e agire le proprie risorse e metterle in rete con le altre famiglie per contribuire alla crescita delle persone, della famiglia stessa e della comunità locale;  sostenere e tutelare i minori provenienti da nuclei in difficoltà.

95 Altro provvedimento regionale importante è stato il Piano infanzia adolescenza e famiglia (Piaf) che rappresenta lo strumento più evoluto di cui si è dotata la Regione del Veneto per poter realizzare delle politiche sociali a favore della famiglia e delle fasce di età infantili e adolescenziali.

Per la prima volta si intravede un tentativo di connessione tra le diverse aree di intervento dove il punto focale è rappresentato dalla famiglia: “il luogo per eccellenza del legame affettivo della crescita è luogo di responsabilità conferita ed assunta, è il luogo dove le generazioni generano reciprocità”. Mettere al centro delle politiche la famiglia con i suoi bisogni e le sue risorse che si differenziano a seconda delle fasi del ciclo di vita in una dimensione di generatività sociale.

Le politiche della Regione del Veneto quindi riconoscono alle famiglie un ruolo fondamentale sia nei momenti critici e di disagio, sia nello svolgersi della vita quotidiana. Con questa logica si tenta di favorire le relazioni, la corresponsabilità e la solidarietà fra le generazioni, e la responsabilità genitoriale. In un tentativo di continuità la Regione ha accolto il mandato della legge 285/97 protraendo ben oltre la sua scadenza la progettazione da essa scaturita, facendo diventare l’infanzia e l’adolescenza punti di forza sui quali costruire la programmazione sociale.

L’esperienza e gli interventi fino ad oggi realizzati hanno fatto maturare delle “politiche per l’infanzia che rispondono a requisiti di unitarietà e globalità e dove i diversi attori e soggetti che popolano i mondi di vita, siano tra loro in dialogo”.

“L’eredità lasciata dalla L.285/97, sia in termini di finalità che di risorse ad esse destinate, va ricondotta alla programmazione specifica delle politiche sociali regionali, impegnando risorse, all’interno del piano sociale regionale dettagliatamente destinate all’area minori e della famiglia, mediante un Piano Infanzia Adolescenza Famiglia, da ora denominato PIAF”.

Fondamentali appaiono i rapporti con il volontariato per poter attivare interventi rivolti ai soggetti in crescita ed alle loro famiglie partendo dall’idea che nel territorio bisogna creare una forte integrazione ed alleanza delle diverse risorse esistenti.

Il piano regionale infanzia adolescenza e famiglia integrato con gli obiettivi e le azioni previste dal Piano di Zona può rappresentare un momento di programmazione centrale per il nostro territorio, se il tutto viene condiviso con le risorse rappresentate dalle realtà associative presenti nella comunità locale.

Per il biennio 2008-2009, il PIAF si compone di quattro aree differenti:

• piano di Zona (inteso come sostegno ad alcune progettualità definite dalla conferenza dei sindaci); • consolidamento del sistema di reti di famiglie, reti di solidarietà per l’infanzia e l’adolescenza; • riconoscimento e valorizzazione dell’adolescenza; • sviluppo e consolidamento delle iniziative a favore della coppia che intende adottare e per il sostegno del bambino adottato e della sua famiglia in tutte le fasi dell’iter

96 adottivo. (La Regione del Veneto è molto impegnata con diverse iniziative in questo settore, ci riserviamo di trattarlo in uno spazio specifico).

La famiglia rappresenta l’organismo primario della comunità e i meccanismi che la generano e la fanno evolvere sono allo stesso tempo delicati e complessi. Affiancarsi al ciclo vitale della famiglia significa offrire uno spazio e un luogo in cui attivare risorse in alcuni momenti importanti di evoluzione (nascita e adolescenza dei figli, relazioni affettive intrafamiliari, crisi di coppia, malattie gravi, istituzionalizzazione dei genitori anziani, lutti, …) ciò rappresenta una importante sfida, per affrontare la quale il nostri servizi devono sapersi attrezzare. Come tutti abbiamo modo di sperimentare, tutte le famiglie nel loro evolvere attraversano momenti di difficoltà. Riuscire ad intervenire in un preciso momento può significare fare un grande lavoro di prevenzione prima che le situazioni diventino croniche.

I consultori, per meglio dare risposte complesse alle problematiche altrettanto complesse che la famiglia pone, hanno una struttura organizzativa che prevede che in ogni sede sia presente un equipe multidisciplinare che lavora in maniera autonoma sia nella programmazione che nella presa in carico dell’utenza, oltre a contribuire alla realizzazione di progetti specifici. Le richieste possono essere sanitarie o psicosociali o richiedere un’alta integrazione tra queste due aree.

L’esempio più calzante è rappresentato dal percorso nascita integrato fra ospedale e territorio che comprende:

1. I CORSI INTEGRATI DI PREPARAZIONE ALLA NASCITA. L’obiettivo dell’intervento è valorizzare l’evento nascita e renderlo sempre più umano. A partire dalla considerazione che il concepimento, la gravidanza, il parto ed il dopo parto sono eventi biologici emozionali, sociali e relazionali, il progetto valorizza ogni aspetto della maternità. Il corso di preparazione alla nascita è a conduzione attiva, parte dalle donne e dai loro bisogni ed è quindi basato sulle sensazioni e sulle esperienze delle donne. E’ strumento di prevenzione primaria del disagio fisico e relazionale. L’intervento si fonda sulle stesse variabili che accompagnano l’evento nascita: • la base fisiologica; • la base biologica; • la base emozionale; • la base sociale; • la base culturale.

2. L’ASSISTENZA SPECIALISTICA durante la gravidanza. Nell’ambito della presa in carico della donna in gravidanza, il consultorio familiare fissa gli appuntamenti della donna con il ginecologo entro la 13a settimana di gestazione, programmando fin dall’inizio tutti i controlli successivi.

3. SOSTEGNO ALLA RELAZIONE MAMMA/BAMBINO E ALLA GENITORIALITA’ NEL PRIMO ANNO DI VITA Si tratta di uno specifica area di lavoro, le cui finalità consistono nel prevenire situazioni di rischio cui possono andare incontro, nel periodo della nascita, le relazioni parentali,

97 nonché nell’offrire spazi di ascolto e accoglienza, realizzando una presa in carico precoce se dovessero presentarsi situazioni di particolare problematicità. I punti di forza del progetto sono: • la precocità dell’intervento, • l’integrazione tra gli operatori con compiti diversi e appartenenti a servizi diversi. L’accesso alle attività progettuali avviene tramite contatto delle mamme con le educatrici durante la degenza ospedaliera per parto, oppure con le ostetriche e le assistenti sanitarie del punto di ascolto “pronto mamma” presso i consultori familiari.

4. “PRONTO MAMMA ”. Si tratta di uno spazio telefonico gestito dalle ostetriche e dalle assistenti sanitarie dei consultori, a cui le donne possono rivolgersi per ricevere consulenze su svariati problemi riguardanti il post partum e il bambino.

5. SPAZIO MAMMA . E’ uno specifico ambito progettuale che prevede l’avvio di gruppi quindicinali post partum con neo-mamme con l’obiettivo di contenere la loro ansia di fronte a problemi legati all’accudimento e di aiutarle ad affrontare con maggiore tranquillità e consapevolezza le emozioni conseguenti. Appare molto significativo evidenziare come si siano realizzate, a partire dai gruppi “Spazio mamma”, forme di aggregazione spontanea con finalità di mutuo aiuto , che trovano nella struttura consultoriale il loro luogo d’incontro, sulla cui base avviene la costruzione di una rete di supporto tra mamme.

L’idea di base nell’ideazione, la progettazione e la realizzazione di tutte queste attività è quella che i bisogni delle persone sono così complessi che occorre integrare i diversi approcci e i diversi operatori per dare risposte altrettanto complesse.

Metodi e processi produttivi

I metodi e i processi produttivi prevedono che le prestazioni degli operatori dei consultori vengano fornite per appartenenza territoriale e su appuntamento. Le richieste che arrivano al consultorio vengono accolte da un operatore che fa da filtro e a seconda della tipicità della richiesta può attivare la collaborazione dell’ équipe multidisciplinare.

Per una buona espansione dei processi produttivi nel settore dei servizi consultoriali è fondamentale l’attività di front-office che, oltre a fissare gli appuntamenti richiesti costituisce il punto di riferimento per il primo contatto dell’utenza con il servizio. Trattandosi di utenza spesso problematica, il primo contatto assume una valenza estremamente delicata.

Gli operatori assistenti sociali, psicologi, educatori e, in parte, ostetriche (v. ad esempio visite domiciliari puerperali), si programmano autonomamente la propria attività. In sede di équipe (nelle riunioni formali o con scambi tra colleghi) vengono concordati gli interventi e le prese in carico nei casi che richiedono l’intervento di più operatori contemporaneamente. Le attività di educazione alla salute e di promozione vengono concordate e programmate in sede di riunione di équipe. L’uniformità degli interventi e le modalità di approccio alle problematiche comuni ai 2 ambiti distrettuali sono oggetto delle riunioni di inter-équipe.

98 bisogni di salute

I bisogni espressi dalla società e dalla comunità locale cambiano con il mutare dei tempi. Le nuove sfide che i consultori sono chiamati ad affrontare sono tante, soprattutto se il consultorio si pone l’obiettivo di affrontare e rispondere all’evoluzione costante di queste esigenze. La sfida più grande è quella di evolvere da servizio di consulenza generica a servizio per la famiglia. Ciò significa lavorare con la normalità delle famiglie, affiancandole nei momenti cruciali delle loro tappe, promuovendo situazioni di benessere relazionale, evitando quindi che il consultorio sia etichettato come servizio che, occupandosi di tutela sociale minorile, interviene solo sulle realtà familiari “sfortunate”.

Le famiglie maggiormente esposte al rischio che le fasi cruciali di passaggio e di evoluzione della famiglia e dei singoli membri si trasformino in crisi esplosive, sono quelle con minor integrazione sociale, con scarso appoggio della rete parentale allargata, di più recente immigrazione nel contesto della comunità locale, con riferimenti culturali diversificati.

Nell’ambito della rete dei servizi collocati nel territorio, e nell’ambito della più vasta rete degli organismi istituzionali e non, il consultorio deve giocare un ruolo di riferimento preciso, per i cittadini e per le organizzazioni, sulla famiglia, sui suoi momenti di evoluzione, sui problemi e sulle emergenze sociali ad essa connessi.

I bisogni di salute afferenti ai servizi consultoriali sono originati sia dalle fasi cruciali della vita individuale, di coppia e familiare, sia da situazioni di patologia.

Le principali fasi cruciali della vita familiare dove emergono dei bisogni di salute importanti sono: l’adolescenza, la separazione ed autonomia dalla famiglia di origine e inizio della vita di coppia (convivenza e/o matrimonio), la nascita di figli, l’adolescenza dei figli, le modificazioni significative del ruolo sociale (inizio dell’attività lavorativa, cambiamento di lavoro, pensionamento), la morte dei genitori o di altre persone significative della cerchia familiare, la separazione /divorzio, l’uscita dei figli dalla famiglia, l’assunzione di nuovi ruoli familiari (suoceri, nonni, …).

Le situazioni di patologia possono essere rappresentate in tre macro aree integrate tra loro. tabella n. 1: situazioni di patologia distintamente per macro aree.

ambiente sociale patologie fisiche patologie mentali disturbi relazionali (disturbi conflittualità di coppia e familiare malattie sessualmente trasmissibili nevrotici lievi) abuso, maltrattamenti e violenze sui sterilità minori trascuratezza familiare abortività spontanea difficoltà di integrazione tra culture e stili di vita diversi (mediazione natimortalità culturale) ambienti familiari multiproblematici stili educativi e cure parentali inadeguate

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le aree di intervento

Le macro aree d’intervento dei servizi consultoriali si possono così riassumere:

 fornire l'assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabili, sia biologica che adottiva, e per i problemi della coppia e della famiglia;  intervenire, in collaborazione con gli organi giudiziari, nelle situazioni di tutela minorile;  mettere in atto tutte le necessarie procedure operative nel campo della tutela della nascita e della prevenzione delle situazioni patologiche collegate all’evento nascita;  intervenire in collaborazione con le risorse territoriali e con programmi mirati nel settore della prevenzione e promozione della salute;  intervenire con attività di formazione, sostegno e cura dei nuclei familiari.

Per meglio rispondere ai bisogni di salute espressi dalla comunità locale e descritti sopra, i servizi consultoriali si sono organizzati con interventi articolati in diverse aree specifiche. Inoltre, i consultori tendono ad organizzare la propria attività “per progetti”, che possono riguardare trasversalmente più aree specifiche. l’informazione, la sensibilizzazione e l’educazione alla salute

Rappresentano gli obiettivi generali dei servizi di consultorio familiare. La diffusione di conoscenze scientifiche sanitarie e psico sociali riguardanti problematiche relazionali e sessuali della coppia, del singolo e della famiglia, accresce la possibilità di una maternità e paternità responsabili e di una vita adulta e familiare stabile e soddisfacente per i componenti della famiglia. Un’attività di formazione genitoriale permette la diffusione di conoscenze educative che possano accompagnare i genitori nelle varie fasi del ciclo vitale della famiglia, contribuendo a prevenire situazioni di violenza e di abuso sui minori. Tale attività di promozione viene svolta nei diversi contesti vitali della comunità locale e in collaborazione con scuole, enti locali, associazioni, ecc.. la presa in carico diretta, rivolta al singolo o al gruppo familiare

Altra area d’intervento è costituita dall’assistenza e dalla presa in carico diretta, rivolta al singolo o al gruppo familiare, sotto il profilo psicologico, sociale, sanitario e legale, per problemi insorgenti dallo sviluppo psicosessuale, da rapporti di convivenza, da gravidanza o da interruzione della stessa. Sotto il profilo medico, l’intervento è centrato sul benessere della donna e del prodotto del concepimento, attraverso consulenze, visite specialistiche e controlli. Rientra, inoltre, tra i compiti dei servizi consultoriali la prevenzione dei tumori e dei fattori patologici connessi alla sessualità, alla sterilità, alla menopausa e alla gravidanza, e la somministrazione dei mezzi necessari a promuovere e a prevenire la gravidanza stessa. il percorso nascita

Il percorso nascita comprende: - corsi di preparazione alla nascita: vengono tenuti in 4 sedi consultoriali, con cicli di incontri in cui sono presenti vari specialisti (pediatra, psicologo, ostetrica ecc.). Tali corsi

100 sono organizzati in stretta collaborazione con il progetto di “sostegno alla relazione mamma/bambino nel primo anno di vita”, che comprende l’attività di “benvenuta mamma”. In particolare, nell’ambito del progetto “ Il percorso nascita integrato fra ospedale e territorio ” è stata elaborata una proposta tipo di corso di preparazione al parto comune a tutto il territorio dell’unità locale socio sanitaria e tutti i corsi di preparazione al parto si sono uniformati in tal senso; si evidenzia che la collaborazione si è ulteriormente rafforzata con l’ospedale di Castelfranco V.to. Oltre a ciò, è stata realizzata una formazione specifica nella conduzione dei corsi di preparazione al parto, cui hanno partecipato con notevole soddisfazione le ostetriche degli ospedali e del territorio. - l’assistenza specialistica durante la gravidanza: gli appuntamenti vanno fissati entro la 13 a settimana di gestazione. Fin dall’inizio vengono fissati tutti i controlli successivi con cadenza mensile; - il sostegno alla relazione mamma/bambino nel primo anno di vita . Si tratta di uno specifico progetto, le cui finalità consistono nel prevenire situazioni di rischio cui possono andare incontro, nel periodo della nascita, le relazioni parentali, nonché nell’offrire spazi di ascolto e accoglienza, realizzando una presa in carico precoce se dovessero presentarsi casi limite. I punti chiave degli interventi sono: a) la precocità dell’intervento, b) l’integrazione tra gli operatori con compiti diversi e appartenenti a servizi diversi. L’accesso alle attività progettuali avviene tramite contatto con le educatrici, durante la degenza ospedaliera per parto, oppure con il punto di ascolto “pronto mamma” presso i servizi di consultorio familiare. la collaborazione con gli organi giudiziari

Fondamentale è la collaborazione con gli organi giudiziari (tribunale dei minori e ordinario, giudice tutelare, ecc.), in particolare per adozioni, affidi, separazioni conflittuali con presenza di minori, inserimento di minori in strutture sostitutive o integrative del nucleo familiare, devianza minorile, nonché nei casi di interruzione volontaria della gravidanza, matrimoni o violenze che interessano i minori.

Va ricordata l’istituzione dell’ufficio tutela sociale minorile, ubicato presso il consultorio familiare di Castelfranco Veneto, al quale sono state assegnate le sottoindicate funzioni di responsabilità e coordinamento in materia di tutela sociale minorile: a) assicurare metodologie di intervento uniformi sul territorio dell’unità locale socio- sanitaria, a fronte dei diversi bisogni espressi dai minori, ed ispirate ai migliori criteri di efficacia ed efficienza; b) garantire e coordinare l’assolvimento dei compiti di intervento, in particolare di quelli assegnati dagli organi giudiziari; c) assicurare uniformità di approccio metodologico nelle relazioni interistituzionali; d) assumere i provvedimenti di affidamento familiare proposti dai servizi; e) fungere da unico punto di riferimento per le comunicazioni con le altre istituzioni.

l’équipe adozione

I servizi consultoriali delle sedi di Castelfranco (per il distretto n. 1) e di Montebelluna (per il distretto n. 2) curano la preparazione e la valutazione della coppia aspirante all’adozione che ha fatto richiesta al tribunale per i minori. In seguito, viene seguito dagli

101 operatori il primo periodo post-adottivo, di durata variabile (un anno per le adozioni nazionali, da uno a tre anni per le adozioni internazionali, a seconda del paese di origine del bambino); si offre sostegno/consulenza alle famiglie adottive che attraversano difficoltà o momenti critici e che fanno spontaneamente richiesta (aldilà del periodo istituzionalmente definito).

Gli interventi si svolgono con la forma del colloquio, della visita domiciliare, dell’incontro con gruppi di utenti. L’intera attività viene coordinata da un’équipe provinciale sia per quel che riguarda il calendario dei corsi di sensibilizzazione all’adozione, sia la costruzione e/o promozione di progetti che rispondono a bisogni specifici delle famiglie adottate (ad esempio rapporti con la scuola e/o servizi).

Oltre a ciò, nell’ambito del progetto “Gruppi di sostegno alla relazione educativa per neo-genitori adottivi” sono stati attivati due gruppi di genitori adottivi, a Castelfranco V.to e a Montebelluna, che effettuano incontri mensili o bimestrali; ogni gruppo è composto da 6/7 coppie.

Il centro per l’affido

Il Centro Affido ha la finalità di formare famiglie o singoli idonei ad accogliere minori i cui genitori siano momentaneamente, e per vari problemi, impossibilitati ad occuparsi di loro. Il Centro ha, nello specifico, il compito di: promuovere una cultura dell’accoglienza (attraverso incontri dibattiti ecc.); reperire nel territorio famiglie disponibili; selezionare e formare queste famiglie attraverso corsi di formazione; creare una banca dati di famiglie per offrire ad ogni minore in difficoltà la famiglia maggiormente idonea; attivare momenti di équipe funzionale con gli operatori del territorio per individuare, in base alle situazioni, i possibili abbinamenti. Collabora alla formulazione del PEI per i minori in affido e alle verifiche periodiche dei singoli progetti. Sostiene le famiglie affidatarie durante l’affido .

il progetto tutori

Avviato per iniziativa della Regione, il progetto prevede la selezione, la formazione e la supervisione di persone disponibili ad assumere la tutela legale di un minore di età, privo dei genitori o i cui genitori non hanno l’esercizio della potestà. I tutori volontari rientrano in un database a cui in caso di necessità gli organi giudiziali attingono. Tale database viene gestito a livello territoriale. Il progetto consta di diversi livelli di coordinamento (regionale, provinciale, di territorio ULSS). Negli ultimi mesi del 2004 è stata realizzata l’attività progettuale, di preparazione e di pubblicizzazione, il cui esito ha consentito di realizzare, il primo corso nel 2005, e il secondo a marzo del 2007. consultorio giovani

Tale progetto, attivato in forma sperimentale da quattro anni ha acquisito una sua stabilità. Il progetto si rivolge all’utenza giovanile, offrendo consulenze ed interventi relativi principalmente agli aspetti affettivi e sessuali.

Negli ultimi due anni di attività il consultorio giovani ha sviluppato le seguenti fasi:

102 - ideazione e creazione di volantini pubblicitari per sensibilizzare il territorio sulla nascita del progetto; - distribuzione del materiale informativo agli enti interessati e coinvolti nell’attività con i giovani; - realizzazione di conferenze stampa e articoli pubblicati sulla stampa locale; - ideazione e realizzazione di un sito web; - costruzione di una rete con gli altri Servizi dell’Azienda Ulss n. 8; - consulenza alle agenzie territoriali che operano con gli adolescenti (scuole, centri di aggregazione giovanile, parrocchie, centri sportivi); - collaborazione con le équipes consultoriali; - ideazione e realizzazione di progetti di educazione sessuale e relazionale affettiva nelle scuole superiori; - attività di consulenza ginecologica agli adolescenti; - attività di consulenza psicologica agli adolescenti e ai loro genitori; - ideazione e organizzazione di un convegno a tema in collaborazione con il Consultorio Giovani di Conegliano e Treviso, che coinvolgerà gli analoghi progetti presenti nel territorio regionale. la mediazione familiare

E’ un percorso per la riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in seguito alla separazione o al divorzio: è un ambito che i servizi stanno cercando di implementare, visto l’aumento di separazioni conflittuali che vedono i figli come vittime, potendo contare su alcuni operatori consultoriali che hanno conseguito una specializzazione ad hoc in questo ambito di intervento il sostegno alla relazione genitoriale del tossicodipendente

Si tratta di un progetto avviato nel 2004 e andato a regime nel 2005 che coinvolge le équipe del Sert, dei Consultori familiari e del Dipartimento Materno-Infantile. Nella prima fase di realizzazione del progetto si sono tenuti incontri inter-servizi, nel corso dei quali sono stati sviluppati i seguenti contenuti: • presentazione reciproca e confronto sulle metodologie di intervento nelle situazioni di utenti, su problematiche di dipendenza da sostanze in attesa di un figlio o neo-genitori; • analisi delle caratteristiche d’intervento comuni nelle diverse équipe ; • analisi di alcune situazioni problematiche di utenti, per la condivisione di strategie; • focalizzazione dei contenuti del previsto protocollo di lavoro.

Il suddetto protocollo di lavoro è stato presentato all’interno di un incontro con i Servizi interessati. Il progetto si è realizzato nel tempo con la sperimentazione di percorsi terapeutici integrati e a tutt’oggi attivati. Si è potuto constatare che l’attivazione di un approccio multimodale integrato e la definizione fra servizi delle reciproche competenze da spendere con una utenza così specifica, ha permesso all’utenza stessa di orientarsi in modo chiaro durante il percorso di aiuto recuperando la propria identità genitoriale con le relative fragilità ma anche possibili risorse.

103 l’équipe di secondo livello

L’équipe di secondo livello nella tutela minori ha il mandato di compiere un percorso di valutazione della recuperabilità delle risorse genitoriali. Gli operatori del consultorio che verificano la presenza di difficoltà importanti da parte di alcune famiglie nel garantire un benessere psicofisico sufficiente dei propri figli, possono chiedere all’èquipe di secondo livello di prendere in carico tali situazioni nella misura e nella forma atte ad un doppio obiettivo: quello di stimolare dei cambiamenti in favore dei minori e nel contempo misurare la compatibilità dei tempi di tale evoluzione con le necessità di crescita dei bambini.

Il vantaggio della presenza di tale équipe sta, oltre che nella opportunità di una competenza specialistica, anche nella possibilità di offrire agli utenti un confronto con operatori diversi da quelli che hanno attestato la loro inadempienza genitoriale: ne consegue la riduzione dello scontro simmetrico che inibisce la collaborazione più costruttiva. ulteriori attività specifiche di competenza consultoriale

- visite ginecologiche: questa prestazione viene erogata a tutte le donne che ne fanno richiesta. Particolare attenzione viene data ai controlli preventivi. Per le situazioni patologiche conclamate è necessario rivolgersi ad altri servizi; - certificato di interruzione di gravidanza (I.V.G.): vengono svolti i compiti previsti dalla legge 194/78, con consulenze mediche, psicologiche e sociali; vengono, inoltre, fornite tutte le informazioni utili alla situazione e nei casi previsti la certificazione di avvenuta richiesta di interruzione della gravidanza; - i consultori fanno parte della rete dei servizi dell’azienda sociosanitaria coinvolti nella realizzazione del Progetto Nefertari. specializzazione delle équipes

Come già descritto, all’interno dei consultori esistono numerose funzioni che vengono assegnate a specifico personale. La modalità organizzativa vede il coinvolgimento di tutti gli operatori, ciascuno per la propria professionalità, nei compiti istituzionali dei consultori. In generale, gli operatori dedicano a ciò una parte del proprio tempo lavorativo, dedicandone un’altra parte alla realizzazione di una o più funzioni specifiche, qui richiamate:

Prevenzione • educazione alla salute • progetto madre-bambino • consultorio giovani • percorso nascita • progetti PIAF • formazione future coppie

Famiglia e genitorialità • équipe adozioni • équipe affido • spazio neutro • mediazione familiare

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Tutela minorile • progetto tutori • progetto Azimut relativo ai minori stranieri non accompagnati • tutela minori

I protocolli di collaborazione interni all’azienda ulss sono: a) protocollo sul percorso nascita (che coinvolge i consultori, i reparti ospedalieri di ginecologia e pediatria e i PLS). b) protocollo sul progetto mamma-bambino (che coinvolge i consultori, il dipartimento di prevenzione e i reparti ospedalieri di ginecologia e pediatria e i PLS). c) collaborazioni per l’educazione alla salute con l’Ufficio educazione alla salute, in particolare per quanto riguarda il piano annuale di interventi nelle scuole. d) collaborazione con il servizio di neuropsichiatria infantile per la tutela sociale minorile (collaborazione da trasformare in protocollo operativo). e) gli interventi del consultorio in materia di tutela delle lavoratrici madri (che devono diventare oggetto di un protocollo operativo che coinvolge i consultori, il dipartimento di prevenzione). f) progetti condivisi con il Servizio Tossicodipendenze. g) progetti condivisi con il Servizio Riabilitativo per Alcolisti. h) Progetti condivisi con il Servizio Adolescenti Giovani Adulti. i) collaborazioni con i Centri di Salute Mentale. j) integrazione con le progettualità realizzate nell’ambito dei piani territoriali attuativi della L. 285/97.

I progetti condivisi con altre istituzioni pubbliche e private sono: a) Educazione alla sessualità: collaborazioni con gli istituti scolastici superiori, collegate con l’Ufficio di Educazione alla Salute dell’Az. ULSS. b) Progetto “Resolfai” finanziato dalla Regione attraverso il Bando “Reti di Famiglie, Reti di solidarietà per l’infanzia e l’Adolescenza (Dgr 4237/03) il cui obiettivo prioritario è la formazione di famiglia disponibili a creare reti di solidarietà, realizzato in collaborazione con le tre ulss della Provincia e con l’Associazione Famiglie Italiane. c) Intesa con i Comuni del territorio nell’ambito della tutela sociale minorile (collaborazione nell’individuazione delle strutture di accoglienza, nell’assistenza economica, nell’erogazione dei contributi agli affidatari, nell’inserimento di minori in strutture e servizi educativi territoriali. d) Progettazione e avvio in collaborazione con la coop. Sonda di un centro diurno per minori in difficoltà familiare e sociale. e) Le complesse e varie attività di tutela sociale minorile si realizzano anche grazie ad una collaborazione costante con le AA.GG. (Tribunale Civile, Tribunale per i Minorenni, Giudice Tutelare), nel rispetto delle indicazioni e dei protocolli regionali.

Istituzione UVMD

Tutti i casi di tutela sociale minorile, la cui presa in carico viene assicurata dalle équipes consultoriali, fanno capo all’Ufficio Tutela Sociale Minorile.

105 La valutazione, la decisione e la verifica dei casi complessi che possono comportare costi diretti gravanti sull’area sanitaria del bilancio dell’Azienda ULSS viene effettuata a livello di Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale, secondo le indicazioni di cui alla DGR n. 3972 del 30.12.2002.

Risorse e processi

Dal 2006 un grande tante energie sono state investite per la stesura di un piano di riorganizzazione dei consultori come da delibera della giunta regionale del Veneto n. 389 e n.392 dell’11 febbraio 2005. All’interno di tale ambito sono stati finanziati dei progetti che reputiamo utile citare brevemente insieme alle linee direttrici che sono state seguite.

La presentazione della situazione attuale e della prospettiva di medio lungo periodo che è stata fin qui esposta si inquadra nel contesto di una visione d’insieme delle linee direttrici dell’innovazione e dello sviluppo dei consultori, che possono essere riassunte nelle seguenti linee:

1. sussidiarietà con la comunità locale Il consultorio familiare è tanto più radicato nella comunità locale ed elemento importante per incrementare i livelli di benessere sociale e familiare della comunità locale, quanto più sa promuovere lo sviluppo delle risorse di aiuto e di auto-mutuo-aiuto che la stessa comunità locale può offrire. Il progetto affido e il progetto tutori costituiscono chiari esempi di questa funzione di promozione territoriale; 2. consulenza breve sul caso in situazioni critico-problematiche che si presentano nel corso della normale evoluzione delle famiglie. Es.: grave lutto di una persona cara, figlio adolescente con problemi di dipendenza/autonomia dalla famiglia, coppia in crisi, un figlio adolescente con particolari problematiche, presenza di un anziano che diventa non- autosufficiente o demente con conseguente compromissione delle relazioni familiari tra conviventi o nella famiglia estesa, sostegno alla famiglia con malati terminali; 3. promozione del benessere con consulenze brevi di gruppo nelle fasi cruciali del percorso familiare. Es gravidanze, corsi per pre-parto, corsi post parto, accompagnamento con modalità gruppali durante le varie fasi della vita; 4. prestazioni di alta specialità nella presa in carico di situazioni e bisogni specifici. Es. Terapie familiari, terapie di coppia ecc.; 5. risposta alle richieste di tutela sanitaria nelle diverse situazioni connesse alla vita della famiglia: tutela di una vita sessuale serena (educazione alla sessualità, contraccezione), tutela nelle fasi procreative, tutela nella sessualità adolescenziale e nella menopausa.

106 le prestazioni

Nelle tabelle seguenti vengono riportati alcuni dati relativi alle attività e agli utenti dei servizi di consultorio familiare.

tabella n. 2: principali indicatori di attività – anno 2007

Distretto n. 1 Distretto n. 2 Asolo Indicatore Montebelluna Totale Castelfranco Valdobbiadene Veneto consistenza intervallare assistiti 3.140 2.441 4.260 incidenza intervallare assistiti 2.560 1.988 1.077 totale prestazioni socio-sanitarie 48.413 31.164 35.592 - erogate da dirigenti 29.822 18.631 21.355 - erogate da comparto 18.591 12.533 14.237 prestazioni per assistito 14,4 12,0 8,4

Fonte: gestionale INFOCLIN

tabella n. 3: prestazioni per sede – anno 2007

Asolo Castelfranco Totale Montebelluna Valdobiadene Totale

Prestazioni erogate 14.727 15.075 29.441 11.970 6.661 18.631 da dirigenti Prestazioni erogate 5.468 13.123 15.814 7.519 5.014 12.533 dal comparto

tabella n. 4: affidi – anno 2007

Corsi attivati Famiglie Affidi attivi Affidi iniziati per famiglie affidatarie affidatarie partecipanti Anno 2007 80 30 2 17

107 tabella n. 5: Incontri di promozione/informazione e formazione/sostegno

Area tematica Numero cicli Totale incontri Totale partecipanti

Educazione socio-affettiva e sessuale 0 231 1.786

Percorso nascita 43 600 1.958

Percorso 0-3 anni 36 1.486 3.139

Tematiche relative alla coppia 0 77 5.199

Tematiche relative all’adozione 3 23 24

Tematiche relative all’affido 2 36 18

Tematiche relative alla tutela minori 0 141 1.719

Tematiche adolescenziali 0 38 535

Altre tematiche 0 6 24

Tematiche relative alla genitorialità 3 30 300

Totale 87 2.668 14.702

tabella n. 6: Prestazioni area ostetrico-ginecologica

Area prestazioni Totale prestazioni Numero utenti di cui nuovi utenti

Area procreazione 15.588 1.591 791

Area contraccezione 6.829 1.819 576

Area menopausa 1.937 549 147

Area IVG (visita) 134 0 0

Area IVG (consulenza senza visita) 422 252 174

Area IVG (rilascio certificazioni) 195 194 131

Area IVG (controllo post IVG) 30 29 12

Totale 25.135 4.434 1.831

108 tabella n. 7: Utenti per cittadinanza

Italiani Stranieri Totale Nuovi Singoli maschi 173 37 210 121 Singoli femmine 3.538 953 4.491 1.945 Coppie (n. di componenti) 482 58 540 216 Nuclei familiari (n. di componenti) 641 98 739 248 Totale 4.834 1.146 5.980 2.530

tabella n. 8: Utenti per classi di età

Maschi Femmine Italiani Stranieri Fino a 17 anni 210 417 527 100 18-24 anni 49 762 558 253 25-34 anni 106 1.807 1.359 554 35-44 anni 232 1.265 1.296 201 45-59 anni 206 816 986 36 60 anni e oltre 27 83 108 2 Totale 830 5.150 4.834 1.146

tabella n. 9: Utenti per titolo di studio

Maschi Femmine Italiani Stranieri Nessun titolo 17 132 149 68 Licenza elementare 90 293 266 117 Licenza scuola media inferiore 318 1.994 1.842 470 Diploma scuola media superiore 158 1.904 1.860 202 Laurea 39 382 371 50 Dato non conosciuto 208 445 346 239 Totale 830 5.150 4.834 1.146

109 i servizi psichiatrici territoriali

livelli di salute

L'impegno dei servizi psichiatrici territoriali per il 2007 è stato, oltre a quello di mantenere il numero e migliorare qualitativamente il livello delle prestazioni dell’anno precedente, di implementare i programmi riabilitativi per i pazienti affetti dalle patologie più gravi e/o disabilitanti.

E' stato implementato il lavoro di ramificazione dell’informazione (scuola, medici di base, etc.) per la presa in carico precoce degli esordi psicotici.

E’ stato svolto un lavoro molto articolato con le famiglie che, partendo dallo strumento della psicoeducazione, è passato alla presa in carico globale dei nuclei più problematici.

Molta energia è stata dedicata al trattamento dei disturbi alimentari. Confermata la stretta collaborazione multidisciplinare in chirurgia bariatrica dell'obesità per la selezione e il supporto psicoterapico delle persone candidate al trattamento chirurgico e per la presa in carico post-chirurgica che ha confermato l' efficacia nel favorire l'adesione alla dieta e ad una corretta alimentazione.

Per ampliare l'offerta delle risposte verso i disturbi del comportamento alimentare e, in particolare, verso l'anoressia sono state previste nuove attività che saranno svolte nel nuovo centro di salute mentale aperto a Montebelluna nel corso del 2007.

prestazioni

Si riportano, di seguito, i dati relativi all’attività psichiatrica territoriale svolta nell’anno 2007, sia totali che separatamente per distretto socio-sanitario. Si segnala che due posti nelle comunità terapeutiche sono stati riservati all'emergenze socio-assistenziale in campo psichiatrico, come richiesto dai piani di zona, lasciando un posto libero a Valdobbiadene e e uno a Castelfranco V.to, riducendo il numero complessivo di prestazioni.

110 tabella n. 1: numero prestazioni per distretto socio-sanitario, anno 2007.

distretto socio-sanitario distretto socio-sanitario totale n.1 n.2 visita psichiatrica di controllo 5.153 1.351 6504 colloquio informativo e/o di sostegno 6.299 2.603 8902 somatoterapia psichiatrica 4.210 1.914 6124 intervento.terapeutico. riabilitativo strutturato 1.933 1.193 3126 colloquio psichiatrico terapeutico 16 380 396 riunione di equipe 2.039 281 2320 prima visita psichiatrica 466 224 690 psicoterapia individuale 432 152 584 incontri op.vi multiprofessionali 1.932 127 2059 colloquio psicologico clinico 294 111 405 consulenza specialistica 189 407 596 relazione clinica 179 74 253 esame testistico pluridiagnostico 29 2 31 psicoterapia della coppia e/o famiglia 2 - 2 segretariato sociale 35 5 40 anamnesi e/o valutazione breve 13 1 14 psicoterapia di gruppo 7 345 352 attività educativo occupazionali 378 - 378 altro 41 1 42 giornata di presenza in struttura 3 1.681 1684 attività strutturata di prev. e tutela s.m. 821 8 829 visita collegiale 1 - 1 totale 24.472 10.860 35.332

Risorse e processi a - Struttura organizzativa

Distretto socio-sanitario n. 1

1. centro di salute mentale sito a Castelfranco dove viene svolta attività specialistica per i comuni dell’area castellana e dove si coordinano ed organizzano tutti gli interventi di salute mentale territoriale 2. ambulatorio psichiatrico sito ad Asolo 3. ambulatorio psichiatrico sito a Crespano del Grappa

111 4. ambulatorio adolescenti giovani adulti sito ad Asolo che si occupa delle patologie inerenti questa fascia di età per tutta l’area dell’ULSS 8 5. ambulatorio di neuropsicologia sito ad Asolo ed operante per tutta l’area dell’ULSS. 6. comunità terapeutica residenziale protetta “Il Gelso”, sita a Salvarosa di Castelfranco V.to, che ospita 20 pazienti 7. tre appartamenti a vario livello di assistenza che ospitano complessivamente 14 pazienti

Distretto socio-sanitario n. 2

1. comunità terapeutica residenziale protetta, sita a Valdobbiadene, in cui sono inseriti 16 pazienti psicotici gravi 2. struttura residenziale “la casetta”, sita a Valdobbiadene in cui vi risiedono 7 pazienti 3. centro di salute mentale, sito a Valdobbiadene 4. centro diurno, sito a Montebelluna, dove vengono svolte attività diurne con 10 pazienti affetti da patologia grave 5. ambulatorio psichiatrico sito a Montebelluna 6. ambulatorio psichiatrico sito a Giavera del Montello.

Distribuiti sul territorio operano vari centri occupazionali diurni all’interno dei quali sono occupati piu' di 100 pazienti.

b.- Metodologia e Processi Produttivi

La necessità di organizzare e coordinare le varie figure che si occupano delle molteplici componenti della malattia mentale rimane una peculiarità fondamentale dell' attività della psichiatria.

Il processo si articola attraverso vari steps: decodificazione della domanda, risposta sanitaria, strutturazione di un programma terapeutico individualizzato, coinvolgendo non solo il personale dell’ULSS ma anche tutte le risorse umane presenti sul territorio, monitoraggio costante del processo avviato.

L'attivazione dei vari programmi che hanno come scopo la presa in carico, la cura e la riabilitazione dei pazienti necessita dell’utilizzazione di varie risorse:

 Attività ambulatoriale;  Danze Popolari, per esempio per i pazienti della 3° età del “Gruppo Arcobaleno” di Giavera e di Valdobbiadene;  Attività riabilitativa nelle comunità;  Attività di pittura;  Psicomotricità;  Pallavolo, gestita dal Centro Diurno di Montebelluna;  Attività specifiche come la musicoterapia, a Valdobbiadene, arteterapia a Montebelluna e la musicopedagogia a Castelfranco Veneto;  Soggiorni estivi;  Laboratorio di teatro a Valdobbiadene e Castelfranco Veneto;

112  Attività di socializzazione per pazienti adulti;  Psicoterapia di gruppo ed individualizzato;  Psicoeducazione e presa in carico familiare;  Visite domiciliari sia infermieristiche che mediche;  Incontri con altre figure professionali disseminate nel territorio (personale dei Comuni, del Distretto, delle Scuole, ecc.);  Trasporto degli utenti che non dispongo di mezzi propri fino alle strutture riabilitative;  Day Hospital Territoriale per i pazienti che necessitano di importante terapia somatica;  Dispensazione diretta di farmaci specifici (antipsicotici atipici);  Inserimenti lavorativi presso le cooperativa sociali;  Educazione sanitaria;  Attività di consulenza presso le Case di Riposo.

c.- Criteri di distribuzione del lavoro

Il lavoro dei servizi psichiatrici territoriali segue i principi della continuità terapeutica e della personalizzazione dei progetti di cura. La distribuzione del lavoro avviene sulla base di una specializzazione degli interventi degli operatori senza venir meno al principio del lavoro in équipe.

d.- Processi informativi, comunicativi, partecipativi:

Nelle varie sedi ambulatoriali si tengono riunioni di équipe settimanali per la valutazione dei casi seguiti e per la discussione di problemi di tipo organizzativo. Vengono inoltre effettuati regolari incontri multiprofessionali con il personale delle cooperative sociali, con le assistenti sociali dei comuni, con gli operatori di altre unità operative dell’U.L.SS. e con i medici di medicina generale. e.- Sistemi di controllo

Costantemente personalizzati, permettono un continuo monitoraggio dei casi presi in carico attraverso la comunicazione all’interno dell’equipe. f.- Formazione ed Aggiornamento

Nel 2007 sono stati organizzati: - corso di formazione incentrato sul Burn-out, con il prof. Alfredo Canavaro; - Convegno presso la Comunità “Il Gelso” sul disturbo borderline di personalità tenutosi il 13 dicembre 2007.

113 g.- Sistema informativo

Attualmente si utilizza un sistema regionale per il conteggio delle prestazioni e delle impegnative. h.- Investimenti

Non vi sono state novità nel 2007.

Programmi e criticità

Per quanto riguarda il distretto n. 1 è prevista la collocazione del centro di salute mentale di Castelfranco Veneto presso una sede più idonea strutturalmente e per ampiezza. Dovrebbe essere avviata a breve una struttura riabilitativa/lavorativa diurna per la zona della pedemontana.

Nel 2007 l'organico medico ha avuto un decremento numerico soprattutto nel distretto 1. Questo decremento ha aumentato il numero di coperture ospedaliere del personale anche del distretto 2, riducendo i livelli prestazionali.

Nel futuro si prevede l'apertura di un nuovo Centro Diurno a Montebelluna e di una struttura abitativa per pazienti psichiatrici.

114 il servizio farmaceutico territoriale

Nell’unità locale socio-sanitaria n. 8 sono aperte e convenzionate a norma di legge con il servizio sanitario nazionale per l’assistenza farmaceutica n. 53 farmacie. Sono inoltre presenti 13 Residenze Protette e una RSA.

L'attività svolta nell'anno 2007 dal Servizio Farmaceutico Territoriale è stata la seguente:

- accettazione mensile delle ricette farmaceutiche, ricette stranieri e ricette relative all'Assistenza Integrativa Regionale (A.I.R.) consegnate dalle farmacie operanti nel territorio. Le ricette farmaceutiche consegnate sono state in totale n.1.523.450 per una spesa di euro 38.112.215 e n. 38.534 ricette AIR per una spesa di euro 2.367.417; - controlli contabili per la relativa liquidazione (mensile); - controllo tecnico mensile di tutte le ricette AIR, con estrapolazione e contabilizzazione delle ricette prescritte a pazienti di altre Az. ULSS per il relativo rimborso; - attività ispettiva e vigilanza e di controllo sulle farmacie: sono state eseguite le ispezioni ordinarie previste dalla normativa vigente per tutte le farmacie nel territorio. - attività istruttoria nella materia di pertinenza del Direttore Generale in tema di farmacie. Attività particolarmente impegnativa per le frequenti richieste di cambio di titolarità e trasferimento locali; - ritiro specialità medicinali stupefacenti scaduti delle Farmacie, dei Reparti Ospedalieri e delle Residenze Protette e successiva distruzione. - codifica e successive eventuali modifiche dei codici dei Medici dipendenti e specialisti. Predisposizione dei relativi timbri. - controllo sulla fornitura di presidi alle Residenze Protette: controllo fatture al fine di verificare l'erogabilità in base a quanto stabilito dalla convenzione; - partecipazione alla Commissione Farmaceutica Consortile della Provincia di Treviso relativamente all'esame delle ricette presentate dalle Aziende ULSS consorziate. - riunioni con i Responsabili dei Distretti socio-sanitari e con i Coordinatori delle Residenze Protette convenzionate; - riunioni con il personale infermieristico delle strutture territoriali e Residenze Protette al fine di evidenziare e risolvere le problematiche relative alla logistica del farmaco; - riunioni con i Responsabili dei Servizi Farmaceutici di altre Aziende ULSS, anche a livello regionale; - predisposizione ed invio, a tutti i medici operanti nel territorio e presso le U.O. dell'azienda ULSS n. 8 d ai Titolari e Direttori di Farmacie, delle note informative relative alle disposizioni legislative Ministeriali e Regionali; - valutazione rilascio delle autorizzazioni per l'erogazione gratuita dei prodotti dietetici previsti per particolari patologie di cui al D.L. 1° luglio 1982 e per i pazienti affetti da insufficienza renale cronica previsti dalla D.G.R. n. 2661 del 12.9.2003, Decreto Dirigenziale n. 1221 del 20.09.2003; - rilascio dei ricettari per la prescrizione degli oppiace;. - erogazione diretta di farmaci inserirti nel PHT a pazienti del territorio; - elaborazione trimestrale della reportistica relativa alla spesa di ciascun Medico e predisposizione per il suo invio al singolo medico;

115 - adempimenti relativi alla farmacovigilanza; - nell'anno 2007 il Servizio Farmaceutico ha continuato a collaborare al programma di screening del carcinoma colorettale, per le attività di competenza (rapporti con le farmacie, informazione, acquisto materiale e distribuzione).

Nel corso dell'anno 2007 è stata effettuata la riorganizzazione delle attività in seguito alle variazioni del personale ed in particolare sono state revisionate le procedure legate all'attività amministrative delle farmacie.

116 IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE

le funzioni e l’organizzazione

Il dipartimento di prevenzione è la struttura tecnico funzionale, dotata di autonomia organizzativa e contabile, mediante la quale l’unità locale socio-sanitaria garantisce la soddisfazione dei bisogni di salute connessi ad interventi di promozione e di prevenzione relativamente agli stati e comportamenti individuali delle persone, all’ambiente fisico e sociale della comunità di riferimento.

Tale struttura garantisce le seguenti funzioni di prevenzione collettiva e sanità pubblica, anche a supporto dell’autorità sanitaria locale:

- profilassi delle malattie infettive e parassitarie; - funzioni di medicina legale; - tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita, anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali; - tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli ambienti di lavoro; - tutela igienico sanitaria degli alimenti; - sorveglianza e prevenzione nutrizionale; - sanità pubblica veterinaria, che comprende: a) sorveglianza epidemiologica delle popolazioni animali e profilassi delle malattie infettive e parassitarie; b) farmacosorveglianza veterinaria; c) igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche; d) tutela igienico sanitaria degli alimenti di origine animale.

Il dipartimento di prevenzione contribuisce, inoltre, alle attività di promozione della salute e di prevenzione delle malattie cronico degenerative in collaborazione con l’ospedale ed i distretti socio-sanitari.

Al dipartimento di prevenzione è preposto un responsabile che risponde alla direzione aziendale del perseguimento degli obiettivi della struttura operativa, dell’assetto organizzativo e della gestione, in relazione alle risorse assegnate ed in condizioni di equilibrio economico.

117 l’organizzazione e l’attività

Al 31 dicembre 2007, i livelli organizzativi e delle responsabilità del dipartimento di prevenzione erano i seguenti:

sub struttura centro di responsabilità Responsabile direzione del dipartimento di direzione Antonio D’Alba prevenzione servizi di sanità umana igiene e sanità pubblica Gianluigi Lustro

igiene degli alimenti e della nutrizione Renato Ranieri

medicina legale Aldo Piccioni

prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di Tomaso Tidei lavoro

educazione e promozione della salute Massimo Melloni

unità territoriali dei servizi di sanità umana Erminio Bonsembiante servizi veterinari sanità animale Stefano De Rui

igiene degli alimenti di origine animale Gianfranco Martini

igiene degli allevamenti e delle produzioni Antonio D’Alba zootecniche

Nel corso dell’anno 2001, il dipartimento di prevenzione ha definito, secondo criteri che tengono conto della quantità standard di risorse impiegate, il nomenclatore e il pesario delle prestazioni equivalenti erogate da ciascun servizio.

Tale nomenclatore e pesario, recepito con delibera n. 1185 del 12 dicembre 2002, viene applicato da tutti i servizi del dipartimento di prevenzione e ad esso si fa riferimento per calcolare gli indicatori di efficacia ed efficienza, basati, per l’appunto, sulla produzione equivalente, ai fini di affinare ulteriormente il sistema di controllo previsto dalla metodica di budget.

La procedura di standardizzazione delle prestazioni è stata realizzata calcolando i costi medi di ciascuna prestazione, i quali sono stati successivamente rapportati ad una unica unità equivalente di prodotto, convenzionalmente pari al costo standard di 100 euro, per determinare il peso di ciascuna prestazione.

In questo modo, è stato possibile esprimere con la stessa unità di misura, “unità equivalente”, il volume delle prestazioni di ciascun servizio e, quindi, del dipartimento di prevenzione nel suo complesso.

118 Per quanto concerne il servizio di igiene degli alimenti di origine animale, è stato aggiornato l’esistente nomenclatore e pesario delle prestazioni, recepito con delibera n. 1185 del 12 dicembre 2002. Tale aggiornamento, adottato con delibera n. 1199 del 27 novembre 2003, ha comportato l’introduzione di cinque nuovi prodotti, per cui le voci del nomenclatore delle prestazioni equivalenti sono passate da 34 a 38.

Complessivamente, nel 2007 sono state prodotte 79.342 prestazioni equivalenti, registrando un decremento di 7.014 rispetto al 2006 e di 8.311 rispetto al 2005. grafico n. 1 : distribuzione % delle prestazioni equivalenti prodotte dai servizi del dipartimento di prevenzione, anno 2007.

servizio veterinario di servizio di igiene e sanità animale sanità pubblica servizio veterinario di 14,8% 11,5% igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche 10,1% unità territoriali dei servizi di sanità umana 28,7%

servizio veterinario di igiene degli alimenti di origine animale 12,0% servizio di medicina legale servizio per 9,2% l'educazione e servizio di prevenzione servizio di igiene degli promozione della e sicurezza negli alimenti e della salute ambienti di lavoro nutrizione 1,8% 7,9% 3,9%

119 la programmazione i piani triennali della prevenzione

Negli ultimi anni, il rapido cambiamento della società ha messo in crisi il ruolo degli operatori della prevenzione che si trovano costretti ad applicare leggi e regolamenti talvolta privi di reale efficacia sanitaria.

La necessità di superare queste difficoltà ha condotto la Regione a rivedere la propria programmazione, individuando per ogni specifico settore della prevenzione attività innovative da sviluppare, attività efficaci da standardizzare e attività da dismettere.

Tale processo è iniziato nel 2002 con l’approvazione dei piani triennali della prevenzione, documenti in cui sono state definite le nuove linee d’indirizzo della programmazione:

- d.g.r. n. 2093 del 2 agosto 2002: “piano triennale servizi di igiene e sanità pubblica afferenti ai dipartimenti di prevenzione delle aziende ulss del Veneto”; - d.g.r. n. 2224 del 9 agosto 2002: “piano triennale per la sicurezza alimentare”; - d.g.r. n. 2200 del 9 agosto 2002: “approvazione piano triennale 2002-2004 di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro”; - d.g.r. n. 3932 del 30 dicembre 2002: “piano triennale regionale per la sanità animale e igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche per la sorveglianza epidemiologica”.

La d.g.r. n. 3846 del 3 dicembre 2004 ha, infine, completato questo processo, pianificando in un unico documento, per la prima volta congiuntamente e con la medesima impostazione, l’intero settore della prevenzione, definendone gli obiettivi, le azioni, gli strumenti e gli indicatori di risultato per il triennio 2005-2007.

La direzione del dipartimento in linea con questa impostazione ha promosso la partecipazione dei servizi alle attività dei piani. In particolare l’unità locale socio-sanitaria n. n. 8 ha svolto il ruolo di capofila nel collaudo dei nuovi sistemi informatici gestionali dei servizi veterinari “GesVet” e della medicina del lavoro “PrevNet”.

i progetti dipartimentali

Nel 2007 nell’ambito di un convegno regionale sugli indicatori di qualità nei dipartimenti di prevenzione organizzato dall’unità locale socio-sanitaria n. 8 sono stati presentati i risultati del progetto dipartimentale: “fattori indicatori e standard per verificare la qualità percepita dall’utente dei servizi del dipartimento di prevenzione”. Il lavoro ha condotto all’elaborazione di circa 100 indicatori per misurare la qualità dei servizi offerti, i più significativi sono stati adottati nella carta dei servizi e nella scheda di budget.

Si è anche affrontata la complessa problematica della valutazione di efficacia degli interventi di educazione alla salute nell’ambito di uno specifico progetto, concluso con la

120 produzione di linee guida aziendali in tema di progettazione e valutazione degli interventi di educazione alla salute.

attività e risultati

Si elencano sinteticamente i risultati e le attività più rappresentative svolte dai servizi di sanità umana e di sanità veterinaria. prevenzione dei tumori

- nel corso del 2007 è stato attivato il programma di screening per la diagnosi precoce del carcinoma del colon retto, coordinato ed organizzato dal servizio di igiene e sanità pubblica. Sono stati invitati a sottoporsi gratuitamente al test per la ricerca del sangue occulto 17.397 residenti di età compresa tra 50 e 69 anni, con un’adesione corretta complessiva pari al 66 %. Nel primo anno di attività hanno eseguito una colonscopia di approfondimento oltre 600 persone;

- relativamente allo screening mammografico il tasso corretto di adesione ha raggiunto nel 2006 valori pari a 77,2 %, in aumento rispetto all’anno precedente (68,5%). Una prima stima dei dati del 2007 conferma gli elevati valori raggiunti;

- anche per lo screening citologico è confermato un aumento dell’adesione nell’anno 2006 rispetto all’anno precedente pari a 67,1% contro il 47,7%. prevenzione delle malattie infettive

- i tassi di copertura per i vaccini dell’età evolutiva contro Difterite-Tetano-Pertosse, Polio, Epatite B, Haemophilus influenzae nei nati nel 2007, mostrano il mantenimento degli elevati valori raggiunti negli anni scorsi;

- i tassi di copertura per le vaccinazioni antipneumococcica, antimeningococcica, antivaricella nell’età evolutiva sono in linea con i risultati regionali; in particolare per la vaccinazione antipneumococcica per i nati nel 2007, la copertura è stata superiore al 90%, per la vaccinazione antimeningococcica la copertura, calcolata sui nati della coorte 2006, è stata pari a 88,70%, per la vaccinazione antivaricella la copertura, calcolata per l’anno 2006 è risultata pari al 67,34%;

- è continuata l’offerta gratuita delle vaccinazioni previste per alcune categorie di persone a rischio quali ad esempio l’antinfluenzale per la quale sono stati mantenuti gli alti livelli di copertura dell’anno precedente (70,6%);

- l’unità locale di crisi, attivata dal servizio igiene e sanità pubblica, in coordinamento con la Regione del Veneto, ha fatto fronte all’epidemia di meningite verificatasi nella Provincia di Treviso nel mese di dicembre 2007 (7 casi di età compresa tra 17 e 33 anni, di cui 2 riguardanti il territorio dell’azienda socio sanitaria n. 8, con 3 decessi) attraverso: l’identificazione dei contatti e la chemioprofilassi dei contatti stretti (n. 241 profilassi), e la successiva vaccinazione (n. 155 vaccinazioni) e la vaccinazione delle persone di età

121 compresa tra i 15 e i 29 anni residenti nei 2 Comuni dell’Azienda socio sanitaria dove si sono verificati i casi (totale 3.205 vaccinazioni). sistema di sorveglianza della popolazione

- è stato attivato nel territorio dell’azienda socio sanitaria un sistema di sorveglianza della popolazione il cui obiettivo è la rilevazione continua di informazioni sulle condizioni di salute e sui comportamenti a rischio delle persone di età compresa tra 18 e 69 anni, per orientare gli interventi di prevenzione messi in atto nell’azienda. Sono state garantite 40 interviste telefoniche mensili da parte di personale sanitario appositamente formato. igiene degli alimenti e nutrizione

- sono stati effettuati tutti i campioni di alimenti previsti dal piano regionale di campionamento anno 2007, per un totale di 208, prelevando diverse tipologie di alimenti per l’analisi chimica e/o batteriologica; alcuni prodotti alimentari di origine vegetale sono stati prelevati per la ricerca dei residui di prodotti fitosanitari e del contenuto di O.G.M. I campioni sono risultati regolamentari dal punto di vista analitico nella totalità dei casi, confermando una tendenza già in corso negli anni precedenti; - sono stati emessi n. 261 pareri per il rilascio di autorizzazioni sanitarie e nulla osta degli esercizi di produzione, deposito, confezionamento e vendita di alimenti e bevande, nonché l’attività di vigilanza sugli stessi. La percentuale di ditte che applicano tutte le prescrizioni connesse alle attività di vigilanza entro i tempi previsti, è risultata essere dell’80,30%. Sono stati erogati inoltre n. 170 pareri preventivi su attività produttive, riscontrando che la percentuale di pareri erogati entro 15 giorni è risultata essere del 98%; - per quanto attiene ai controlli sull’acqua destinata al consumo umano è stato effettuato il monitoraggio delle fonti di approvvigionamento e dei tratti della rete acquedottistica del territorio di competenza. E’ stato sottoposto a controllo di verifica il 100 % dei 70 pozzi e sorgenti individuati, mentre in rete acquedottistica sono stati monitorati 254 punti. Le analisi chimiche e batteriologiche confermano nel complesso, rispetto ai parametri limite previsti dalla normativa vigente, la buona qualità dal punto di vista organolettico, chimico e batteriologico delle acque, andamento che si rileva costante nel tempo; - l’attività nutrizionale del servizio è proseguita svolgendo interventi di educazione alimentare, in particolare presso le scuole superiori, pareri sui menù scolastici, controlli nutrizionali sulle tabelle dietetiche e sugli aspetti igienico sanitari dei pasti serviti nelle scuole. I menù esaminati sono nel complesso apparsi bilanciati dal punto di vista nutrizionale; - nell’ambito del progetto regionale F.A.S. “fitosanitari, ambiente, salute”, si è svolto un progetto mirato all’attività di monitoraggio e supporto ai Comuni e agli Enti che effettuano attività di diserbo in aree pubbliche extragricole. Il servizio ha inoltre collaborato agli esami di verifica rivolti agli utilizzatori dei prodotti fitosanitari ed ha svolto controlli ispettivi presso alcuni esercizi di deposito e vendita dei prodotti fitosanitari.

122 medicina legale

- gli accertamenti eseguiti sono stati complessivamente 4983 con un incremento del 27.9% rispetto all’anno 2006 durante il quale sono state visitate 3897 persone; - il servizio ha ridotto in modo significativo i tempi di attesa per la visita di accertamento dello stato di invalidità civile. A gennaio del 2007 i tempi di attesa per le visite erano di circa 100 giorni mentre a partire dal secondo semestre sono ridotti a 45 giorni. Il risultato è stato ottenuto attraverso una serie di interventi che hanno riguardato: la revisione delle procedure amministrative, l’implementazione dei sistemi informatici e il potenziamento delle commissioni di invalidità civile. prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro

Nel corso dell’anno 2007, il servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro ha perseguito, per alcuni bisogni di salute , una politica di mantenimento dei livelli di soddisfazione già garantiti, nei termini di seguito descritti:

- il servizio, anche a fronte della carenza di personale medico e tecnico della prevenzione, ha operato mantenendo i livelli prestazionali di attività di vigilanza e controllo degli ambienti di lavoro, visite mediche con accertamenti specialistici, interventi per la tutela delle categorie deboli (gravide, minori e disabili), coordinamento e controllo dell’attività dei medici competenti aziendali, gestione di registri di lavoratori esposti a rischio; l’insieme di tali prestazioni è finalizzato alla riduzione dell’incidenza di infortuni sul lavoro e malattie professionali, in particolare dei decessi per tumori da rischio lavorativo specifico diagnosticabili precocemente; - con riferimento alla presenza di fattori di rischio negli ambienti di lavoro, è proseguita l’attività di vigilanza e controllo e sono stati dati pareri preventivi sugli insediamenti produttivi e sui piani di lavoro amianto; - in modo particolare è ormai pratica permanente il cosiddetto sistema della “vigilanza qualificata” che prevede la preventiva concertazione degli interventi con le parti sociali, l’invito degli imprenditori a riunioni tecniche con diffusione di materiale tecnico operativo e la successiva verifica ispettiva con consegna del verbale in contradditorio tecnico con le aziende; - è stato, inoltre, ulteriormente esteso il sistema di sorveglianza sanitaria nei lavoratori ex esposti ad amianto non più in carico alle aziende, attraverso l’attivazione di un protocollo diagnostico mirato, concordato con la Regione del Veneto e l’università degli studi di Padova. Tale protocollo prevede la presa in carico, da parte del servizio, delle conseguenti problematiche assicurative e medico legali. Sono stati esaminati 248 soggetti nel 2007 che portano a circa 1.200 il numero di lavoratori visitati e sottoposti ad accertamenti specialistici nel periodo 2000 – 2007 completando così la presa in carico di tutti i soggetti ad alta esposizione con estensione del programma anche ad ex lavoratori in comparti atipici o con esposizioni ad amianto fuori dall’unità locale socio-sanitaria n. 8; - relativamente allo scarso livello di percezione dei rischi legati a comportamenti scorretti in occasione di lavoro, sono state ulteriormente incrementate le attività di assistenza, educazione ed informazione sanitaria ed è stato prodotto del materiale educativo; in particolare sono stati realizzati interventi didattico formativi in tutti gli istituti tecnici e professionali dei comuni dell’unità locale socio-sanitaria n. 8;

123 - per quanto concerne i comportamenti scorretti degli imprenditori in riferimento ai fattori di rischio lavorativo, è stata assicurata assistenza sull’applicazione delle norme di prevenzione e sulla soluzione di problemi di sicurezza. E’ stata inoltre attivata in collaborazione con l’INAIL, l’Unindustria e la Regione una rete regionale, accessibile tramite web, composta da aziende con esperienze concrete e condivisibili in tema di prevenzione e sicurezza sul lavoro (Progetto Azienda sana); - il servizio ha completato il collaudo di un software gestionale comune per tutti gli SPISAL del Veneto in qualità di referente tecnico del progetto coordinando un gruppo di lavoro regionale.

Per quanto concerne gli obiettivi di sviluppo che il servizio si è posto per l’anno 2007, si ritiene di evidenziare quanto segue:

- dall’1.9.2007 è stato attivato, presso la sede di Castelfranco Veneto, l’ambulatorio specialistico di allergologia occupazionale finalizzato a soddisfare una esigenza diagnostica del servizio, dare supporto ai medici competenti e curanti del territorio e fornire una prestazione tempestiva in ambito u.l.ss. con ricaduta positiva sulla riduzione delle liste di attesa esistenti. L’attività è integrata con lo specialista dermatologo del poliambulatorio di Castelfranco Veneto per una presa in carico dei pazienti in una unica struttura e sessione ambulatoriale; - il servizio, unitamente a tutte le altre unità operative del dipartimento di prevenzione, ha completato l’implementazione del sistema per il monitoraggio della qualità percepita ed ha proceduto alla revisione ed aggiornamento del nomenclatore e pesario delle prestazioni.

gli infortuni sul lavoro

Viene riportata la serie storica relativa al numero di infortuni sul lavoro accaduti nei comuni dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 nel periodo 1991-2006 e definiti positivamente dall’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.) entro il 2007.

Il fenomeno infortunistico costituisce un tracciante significativo delle condizioni di rischio professionale esistente nelle aziende e nei cantieri del territorio.

Come ultimo anno di osservazione, viene considerato il 2006, ritenuto attendibile dal punto di vista dei dati, trattandosi di casi riconosciuti, a seguito di:

α definizione da parte dell’I.N.A.I.L.; α trasmissione alla Regione del Veneto, ai sensi del d.p.c.m. 9 gennaio1986; α elaborazione e disaggregazione per singola unità locale socio-sanitaria da parte dei “Flussi informativi I.N.A.I.L. – I.S.P.E.S.L. (Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro) anno 2006” e Centro Operativo Regionale di Epidemiologia Occupazionale (C.O.R.E.O.) della Regione Veneto.

124 tabella n 1: serie storica 1991-2006 degli infortuni sul lavoro accaduti nei comuni dell’u.l.ss. n. 8, definiti dall’I.N.A.I.L. – I.S.P.E.S.L. entro il 2007.

infortuni con infortuni con inabilità temporanea anno invalidità infortuni mortali totale o regolari senza permanente indennizzo 1991 4.723 121 3 4.847 1992 4.669 124 3 4.796 1993 4.026 96 3 4.125 1994 3.741 101 5 3.847 1995 3.729 97 1 3.827 1996 3.626 113 3 3.742 1997 3.465 96 2 3.563 1998 3.647 121 0 3.768 1999 3.586 87 2 3.675 2000 3.607 92 0 3.699 2001 3.481 139 3 3.623 2002 3.289 142 6 3.437 2003 3.013 135 3 3.151 2004 2.752 132 3 2.887 2005 2.562 152 1 2.715 2006 2.647 80 4 2.731 i dati riportati nella tabella escludono gli eventi che, pur costituendo infortunio sul lavoro, si sono verificati a seguito di incidenti stradali, incidenti domestici, incidenti sportivi, incidenti scolastici.

I dati sopra riportati vanno valutati come dimensione del fenomeno infortunistico e, stimata come approssimativamente costante la popolazione lavorativa nei comuni dell’ULSS 8, possono costituire l’espressione di una debole ma ormai consolidata tendenza di riduzione dello stesso (figura).

125 ANDAMENTO INFORTUNI AVVENUTI NELL' ULSS 8 DEFINITI POSITIVAMENTE INAIL

5.000

4.500

4.000

3.500

3.000

2.500 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 0 1 1 1 2 1 3 1 4 1 5 1 6 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

L’andamento del decremento degli infortuni sul lavoro nell’unità locale socio-sanitaria n. 8, nel periodo 1991 – 2005, espresso come tasso standardizzato dei casi indennizzati, conferma quanto sopra riportato ed evidenzia una situazione di minor rischio rispetto a quanto riscontrato nella Provincia di Treviso e nella Regione Veneto.

tabella n. 2: andamento infortunistico nella Regione del Veneto per unità locale socio-sanitaria.

tasso standardizzato 2000 2001 2002 2003 2004 2005 infortuni indennizzati Belluno 41,61 40,12 38,62 37,56 37,64 36,63 Feltre 44,87 43,12 45,26 45,16 41,08 39,03 Bassano d.Grappa 37,46 37,23 36,91 36,36 34,02 32,58 Thiene 41,19 39,10 39,71 37,11 36,71 34,14 Arzignano 40,48 44,78 44,85 39,60 36,93 39,25 Vicenza 33,14 32,73 32,80 30,86 30,89 30,02 38,85 38,55 40,65 36,50 32,26 31,38 Asolo 35,20 32,31 32,39 29,36 27,25 26,15 Treviso 38,23 37,43 38,40 34,02 32,40 30,45 S.Donà di Piave 43,84 41,59 41,67 36,44 37,32 32,56 Veneziana 43,69 40,51 39,72 39,07 36,40 39,36 Mirano 36,68 35,73 35,64 37,46 34,05 32,26 Chioggia 43,67 49,93 45,18 40,06 42,03 37,44 Cittadella 38,03 38,29 35,13 33,64 34,66 30,02 Padova 33,76 33,30 33,16 31,68 31,62 28,34 Este 38,59 34,82 34,99 35,42 32,71 31,11 Rovigo 36,02 37,49 38,93 44,89 32,24 32,09 Adria 41,11 37,08 40,51 45,02 37,98 37,75 Verona 38,71 36,15 38,31 33,66 31,85 30,95 Legnago 37,11 40,48 41,00 39,47 35,86 38,18 Bussolengo 33,03 31,18 30,74 39,84 42,83 38,48 Regione del Veneto 37,76 36,36 36,69 34,28 33,39 31,18 Italia 33,03 31,18 30,74 29,02 28,02 26,84

126 Il tasso standardizzato è un indicatore costruito in modo “artificiale” senza corrispondenza con un valore reale, ma è adatto al confronto tra popolazioni diverse. Un valore più elevato del tasso standardizzato in un territorio rispetto ad un’altro, esprime una maggiore occorren za di infortuni in quel territorio indipendentemente dal numero di addetti e dalla suddivisione degli stessi per il rischio di infortunio tipico dell’attività svolta. (n° di infortuni indennizzati su 1000 lavoratori occupati) ∑ Ti × psti Tst = ×1000 ∑ psti Tst = Tasso standardizzato Σ = sommatoria

ni Ti = = tasso nella popolazione in studio nella i esima classe di attività economica pi ni = eventi indennizzati nella popolazione in studio nella classe i esima di attività economica pi = numero di addetti Inail nella popolazione in studio nella i esima classe di attività economica pst i = addetti Inail nella popolazione di riferimento (Italia, 2000) nella i esima classe di attività economica

Il dato evidenzia, nell’ambito dell’unità locale socio-sanitaria n. 8, una situazione che, pur costituendo ancora un importante problema di salute pubblica considerato il peso sociale inaccettabile della patologia professionale in termini di sofferenze umane e di costi economici, rispecchia il miglioramento delle condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro dovuto alla sensibilizzazione, all’impegno di imprenditori, tecnici, lavoratori, associazioni imprenditoriali e sindacali al diffondersi di conoscenze condivise e consapevoli su rischi professionali e prevenzione ed alla maggiore osservanza rispetto al passato delle norme legislative di igiene e sicurezza.

Questo aspetto riveste particolare importanza in un momento in cui è particolarmente aumentata la sensibilità delle istituzioni e dell’opinione pubblica riguardo al tema della sicurezza sul lavoro.

In questo contesto si inserisce l’operato del servizio S.P.I.S.A.L. con le specifiche azioni di vigilanza e controllo, formazione - informazione, assistenza e promozione della salute, costituendo un riferimento concreto per lavoratori, aziende, tecnici, organizzazioni sindacali, associazioni imprenditoriali.

127 educazione alla salute

- il servizio di educazione e promozione alla salute ha collaborato alla realizzazione dei video di educazione alla salute scaricabili su cellulare o iPod denominati “pocket salute”, premiati nel 2007 al Forum P.A. di Roma. La prima serie è stata dedicata ai comportamenti di primo intervento medico;

servizi veterinari

- il territorio è risultato indenne dalle malattie infettive soggette a profilassi di stato;

- i servizi di sanità animale ed igiene allevamenti hanno affrontato le emergenze legate alla diffusione in ambito europeo e nazionale di due malattie degli animali da reddito: la malattia vescicolare del suino e la “blue tongue” (lingua blu) che colpisce bovini ed ovicaprini. Queste affezioni anche se non rappresentano “zoonosi”, cioè malattie trasmissibili all’uomo, sono in grado di determinare ingenti danni economici legati al blocco delle movimentazioni degli animali sensibili. Per la malattia vescicolare sono stati controllati sierologicamente tutti gli allevamenti di suini con esito negativo, mentre per la blue tongue sono stati eseguiti circa 3000 prelievi di sangue con riscontro di cinque positività in due allevamenti. Si è continuato il monitoraggio per la prevenzione dell’influenza aviare effettuando il controllo sierologico degli avicoli al macello;

- in tema di sicurezza alimentare, oltre a garantire la sanità delle carni macellate, si è mantenuto l’alto livello dei controlli sugli stabilimenti di alimenti di origine animale escludendo dal consumo alimentare gli alimenti non idonei o in cattivo stato di conservazione. Inoltre, in base alla recente normativa europea (c.d. “pacchetto igiene”), si è proceduto alla classificazione degli stabilimenti di origine animale in base alla valutazione del rischio. L’applicazione del criterio di classificazione, che associa un maggior numero di ispezioni negli stabilimenti con più alto rischio, ha comportato una riorganizzazione dei controlli negli stabilimenti;

- è stata dedicata una notevole attenzione al controllo dell’uso corretto dei farmaci e al rispetto del divieto di somministazione di sostanze ad effetto anabolizzante negli allevamenti. Oltre alla esecuzione dei campioni previsti dal piano nazionale residui (n. 386) sono stati eseguiti 993 sopralluoghi in allevamento per la farmaco sorveglianza;

- sono stati catturati 735 cani vaganti, di proprietà e randagi, con un incremento del 19% rispetto al 2006. In aumento anche la percentuale di cani affidati che ha raggiunto, il 69% (+7%).

128

IL BILANCIO DI ESERCIZIO 2007

premessa

Il presente documento intende evidenziare l’andamento economico della gestione dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 e fornire alcuni tra i più rappresentativi indicatori economici e patrimoniali basati sui dati del bilancio chiuso al 31 dicembre 2007.

Chiude in perdita l’esercizio 2007 per 8,921 milioni di euro con un miglioramento rispetto al rendiconto del 4° trimestre 2007 di 930 mila euro, dovuti ad un aumento del valore della produzione per 1,306 milioni di euro, ad una riduzione dei costi della produzione per 285 mila euro, ad un aumento degli oneri finanziari per 686 mila euro e ad un incremento sia dei proventi straordinari per 239 mila euro sia delle imposte e tasse per 214 mila euro.

Alla data del 31 dicembre 2007 il bilancio evidenzia un patrimonio netto di 70,543 milioni di euro.

L’esercizio 2007 si è svolto avendo quale importante riferimento di programmazione il monitoraggio trimestrale dei valori di bilancio con i relativi vincoli di bilancio imposti dalla regione. Per quanto concerne questa azienda l’obiettivo di diminuire la perdita di esercizio è stato raggiunto.

I dati consuntivi evidenziano un aumento del valore della produzione dello 0,34% e del 5,73% rispetto al rendiconto riferito al 4° trimestre 2007 e al dato consuntivo 2006 cui fa riscontro una diminuzione dei costi della produzione relativamente al rendiconto del 4° trimestre dello 0,07% ed un aumento dello stesso rispetto al conto consuntivo 2006 del 6,34%.

Ulteriori dettagli ed analisi saranno forniti nel paragrafo relativo all’“Analisi degli scostamenti rispetto al rendiconto trimestrale 2007 e al bilancio consuntivo 2006” di seguito esposto.

analisi scostamenti rispetto alla rendicontazione trimestrale 2007 e al bilancio consuntivo 2006

L’analisi degli scostamenti ha l’obiettivo di individuare ed analizzare le variazioni più rilevanti intervenute tra il bilancio consuntivo al 31 dicembre 2007, il rendiconto del 4° trimestre 2007 e il bilancio consuntivo al 31 dicembre 2006.

Al fine di rendere i dati tra loro confrontabili e meglio intelleggibili, l’analisi degli scostamenti è svolta sulla base di un conto economico che riclassifica ed aggrega le principali componenti dei costi e ricavi operativi e non operativi.

129

Nella pagina che segue sono riportati i conti economici riclassificati relativi al bilancio consuntivo 2007, al rendiconto del 4° trimestre 2007 ed al bilancio consuntivo 2006.

Consuntivo % Rnd % Diff. In % Consuntivo % Diff. In% 2007 2007 Prev/cons. 2006 Cons06/07 Contributi in c/esercizio 339.088 87,6 338.804 87,8 0,08 320.213 87,4 5,89 Proventi e ricavi diversi 37.450 9,7 37.335 9,7 0,31 37.668 10,3 - 0,58 Concorsi, recuperi e rimborsi 3.068 0,8 2.475 0,6 23,96 1.652 0,5 85,71 Compartecipazione alla spesa 7.534 1,9 7.350 1,9 2,50 6.545 1,8 15,11 Costi capitalizzati 130 0,0 - - - 199 0,1 - VALORE DELLA PRODUZIONE 387.270 100,0 385.964 100,0 0,34 366.277 100,0 5,73

Acquisti di beni 45.981 11,9 48.449 12,5 - 5,09 43.755 12,0 5,09 Acquisti di servizi 200.402 51,7 201.321 51,9 - 0,46 186.346 51,1 7,54 Manutenzione e riparazione 6.898 1,8 6.717 1,7 2,69 6.476 1,8 6,52 Godimento beni di terzi 4.032 1,0 4.132 1,1 - 2,42 3.933 1,1 2,52 Costi del Personale 109.243 28,2 108.130 27,9 1,03 109.331 30,0 - 0,08 Oneri diversi di gestione 1.299 0,3 1.427 0,4 - 8,97 1.227 0,3 5,87 Ammortamenti immob. Immateriali 455 0,1 438 0,1 3,88 407 0,1 11,79 Ammortamento immob. Materiali 12.374 3,2 11.997 3,1 3,14 12.301 3,4 0,59 Svalutazione crediti 30 0,0 - - - 53 0,0 - 43,40 Variazione nelle rimanenze 2.412 0,6 856 0,2 - - 1.255 - 0,3 - 292,19 Accanotanamenti tipici dell'esercizio 4.811 1,2 4.755 1,2 - 2.250 0,6 113,82 COSTI DELLA PRODUZIONE 387.937 100,0 388.222 100,0 - 0,07 364.824 100,0 6,34

Proventi ed oneri finanziari - 741 - 55 1.247,27 - 107 592,52 Rettifiche di valore attività finanziarie - - - - - Proventi ed oneri straordinari 1096 857 - -3025- 136,23 - RISULTATO PRIMA IMPOSTE- 312 - 1.456 - 1.679 - 81,42 - Imposte e tasse 8609 8.395 8403 2,45 RISULTATO D'ESERCIZIO - 8.921 - 9.851 - 9,44 - 10.082 - 11,52

I maggiori costi rilevati a consuntivo rispetto al dato previsionale riferito al rendiconto trimestrale, sono principalmente riconducibili alle voci di costo sotto elencate

- manutenzione e riparazione: tale voce evidenzia un aumento di 181 mila euro pari al 2,69%;

- personale: l’aumento rispetto al dato previsionale è stato pari a 1,113 milioni di euro pari al 1,03% ed è riconducibile sia all’aumento dovuto ai rinnovi contrattuali sia all’aumento del costo delle ferie non godute (circa 1.400 giornate in più di ferie maturate e non godute rispetto all’esercizio precedente per un costo aggiuntivo di circa 297 mila euro);

- ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali: lo scostamento rispetto al dato previsionale ammonta a circa 17 mila euro pari al 3,88%;

130 - ammortamenti delle immobilizzazioni materiali: l’incremento di tale voce rispetto alle previsioni ammonta a circa 377 mila euro pari al 3,14%;

- svalutazione crediti: si sono registrati 30 mila euro di svalutazione crediti, voce non prevista nella previsione;

- variazione delle rimanenze: lo scostamento rispetto al dato previsionale è stato di 1,556 milioni di euro pari al 181,74%;

- accantonamenti tipici dell’esercizio; si registra uno scostamento minimo rispetto alle previsioni pari a 56 mila euro (+1,18%);

- interessi passivi: si è registrato un forte incremento rispetto alle previsione per la contabilizzazione di una fattura di interessi di mora oggetto di contestazione da parte di questa Azienda Ulss;

- oneri straordinari: l’incremento registrato pari a 1,700 milioni di euro è riferito a maggiori costi rilevati sia nella mobilità intra ed extra regionale sia nell’acquisizione di beni e servizi;

- imposte e tasse: si evidenzia un aumento rispetto all’esercizio precedente pari a 214 mila euro (+2,54%).

Si sono altresì manifestati dei risparmi in alcune categorie di costi che esponiamo di seguito:

- acquisti di beni: tale voce ricomprende l’acquisto di beni sia sanitari che non sanitari e registra un decremento di 2,468 milioni di euro, pari al 5,09%;

- acquisto di servizi: tale voce evidenzia uno scostamento rispetto al preventivo per 918 mila euro pari al 0,46%;

- godimento beni di terzi: tale voce evidenzia uno scostamento rispetto al dato previsionale di circa 100 mila euro pari al 2,42%;

- oneri diversi di gestione: il decremento di tale voce rispetto alle previsioni è di circa 128 mila euro pari al 8,97%;

Il miglioramento dal lato dei ricavi rispetto al rendiconto trimestrale di 1,305 milioni di euro è sostanzialmente da ricondurre ai ricavi relativi a contributi regionali, al ticket e a ricavi per concorsi e recuperi.

contributi in conto esercizio a destinazione indistinta

I contributi in conto esercizio a destinazione indistinta costituiscono la componente di ricavo più significativa dell’Azienda e rappresentano l’84,8% del valore della produzione.

131 Tale voce accoglie, principalmente, le quote dei livelli essenziali di assistenza destinate dalla Regione alle aziende sanitarie in diretta gestione. Il criterio di ripartizione è basato sui bisogni sanitari e quindi l’ammontare è determinato come quota pro-capite per ciascun cittadino residente, parametrata per fasce d’età e per sesso, secondo standard di frequenza di accesso alle prestazioni sanitarie, rettificata con correttivi che considerano la specificità di situazioni territoriali particolari.

Nel bilancio consuntivo 2007 il valore di tale voce è pari complessivamente a 329,234 milioni di euro di cui 328,291 milioni di euro relativa all’assegnazione del Fondo Sanitario Regionale. Tale valore evidenzia un incremento del 5,68% rispetto al bilancio consuntivo 2006.

Si segnala che l’assegnazione alle aziende viene fatta in base alla popolazione residente al 31 dicembre 2006.

L’analisi della variazione subita da tale voce è integrata, di seguito, con alcune considerazioni sull’andamento della popolazione presente sul territorio di competenza dell’Azienda e delle quote del Fondo Sanitario Regionale assegnate alla stessa.

La popolazione servita dall’Azienda si è incrementata nel corso dell’anno 2006 di altre 2.470 unità rispetto al 31 dicembre 2005.

L’aumento complessivo della popolazione è risultato più significativo nelle fasce di età da 0 a 14 anni e oltre i 65 anni; rimangono tuttavia sostanzialmente inalterate le incidenze delle singole fasce di età rispetto alla popolazione complessiva, come si evince dalla tabella riepilogativa riportata di seguito.

Anno 2006 Anno 2005 Anno 2004 da 0 a 14 anni 38.340 15,82 37.722 15,73 36.845 15,57 da 15 a 64 anni 163.571 67,51 162.599 67,80 161.209 68,13 oltre 65 anni 40.391 16,67 39.511 16,47 38.564 16,30 Totale 242.302 100,00 239.832 100,00 236.618 100,00

L’analisi dell’andamento dell’ammontare complessivo dei contributi regionali a natura indistinta e dei contributi pro-capite nel triennio considerato, evidenzia un aumento costante nel triennio come rappresentato graficamente in una tabella esposta successivamente.

132 Andamento dei contributi regionali a natura indistinta rispetto all'andamento dei contributi pro-capite

1.380 335.000 1.360 330.000 325.000 1.340 migliaia 320.000 1.320 315.000 1.300 310.000 1.280 305.000 300.000 1.260

295.000 Contributi Importo 1.240 290.000 1.220 285.000 1.200 280.000 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007

Contributi pro capite Contributi Regionali complessivi

Al 31 dicembre 2007 l’Unità Locale Socio Sanitaria n. 8 si collocava, nel confronto con le altre aziende sanitarie della Regione, all’ottavo posto per numero di abitanti serviti come pure con riferimento all’importo assoluto dei contributi erogati, mentre a livello di ripartizione pro-capite risulta tra le più basse delle Regione Veneto (al quart’ultimo posto).

considerazioni sulla mobilità

Il fenomeno della mobilità trova rappresentazione nel bilancio d’esercizio nella voce valore della produzione (mobilità attiva) e nella voce costo della produzione (mobilità passiva). Nel conto economico riclassificato tali componenti sono tenute separate; le considerazioni di seguito riportate tuttavia, sono effettuate facendo riferimento, principalmente, al saldo netto della mobilità.

Per l’esercizio 2007 l’azienda presenta un saldo di mobilità negativo pari a -22,396 milioni di euro contro un saldo di -17,433 milioni di euro del 2006.

Si rileva un peggioramento sia della mobilità intraregionale per 3.909 milioni di euro che della mobilità extra regionale per 1,054 milioni di euro.

133 In migliaia di Euro Valori al 31.12.2007 Valori al 31.12.2006 Differenza Mobilità intraregionale -19.702 -15.793 -3.909 Mobilità extraregionale -2.694 -1.640 -1.054 -22.396 -17.433 -4.963

Le analisi che seguono sono focalizzate sulla mobilità intraregionale in quanto il dato della mobilità extraregionale risulta poco significativo trattandosi di un valore comunicato dalla Regione, stimato sulla base dei dati dell’anno 2006.

Il saldo della mobilità intraregionale originato dalla gestione 2007 è pari a -19,702 milioni di euro. Il peggioramento del saldo rispetto all’esercizio precedente pari a 3,909 milioni di euro è dovuto all’aumento della mobilità passiva, come si evince dalla tabella successiva (+3,706 milioni di euro) e alla diminuzione della mobilità attiva (-203 mila euro).

Il risultato negativo è dovuto principalmente alla mancanza di determinati reparti nei presidi ospedalieri dell’Azienda. Dall’analisi dei dati si evince il forte potere attrattivo di aziende limitrofe all’U.L.SS n. 8, quali l’Azienda Ospedaliera di Padova e l’U.L.SS n. 9 di Treviso.

Il saldo netto della mobilità intraregionale per l’unità locale socio sanitaria n. 8 è così composto:

In migliaia di Euro Valori al 31.12.2007 Valori al 31.12.2006 Differenza Mobilità attiva 23.068 23.271 -203 Mobilità passiva 42.770 39.064 3.706 -19.702 -15.793 -3.909

Il tasso della mobilità dato dal rapporto tra mobilità attiva e mobilità passiva ha avuto il seguente andamento che è sintomo della difficoltà di attrarre utenti dalle altre U.L.SS., giustificata dalla vicinanza geografica di ospedali ad alta specialità/specializzazioni.

Anno 2007 Anno 2006 Tasso di mobilità 53,90 59,57

Il valore della mobilità passiva aumenta rispetto all’esercizio precedente, con un peggioramento della mobilità pro-capite.

Importi in Euro Anno 2007 Anno 2006 Mobilità passiva pro-capite 175,15 162,88

134 l’analisi della situazione economica

Il conto economico è stato riclassificato con la finalità di dare evidenza delle due modalità fondamentali con cui le aziende sanitarie pubbliche possono svolgere la funzione di tutela della salute:

- la produzione diretta di servizi; - l’affidamento a terzi, tramite contratti e convenzioni, dell’erogazione del servizio.

Alleghiamo di seguito il conto economico riclassificato relativo agli esercizi 2007 e 2006 .

Importi in migliai di euro Anno 2007 Anno 2006 A) Contributi dalla Regione 334.000.400 315.481.523 B) Costi per assistenza sanitaria di base 63.797.954 63.771.498 C) Costi per prestazioni di assistenza ospedaliera 35.616.672 33.824.306 D) Costi per altre prestazioni di ass.sanitaria non dirett. gestita 59.115.083 50.634.569 E) Contributi Regionali trattenuti per la produzione interna 175.470.691 167.251.149 F) Proventi per prestazioni sanitarie 43.155.506 42.933.736 G) Altri proventi tipici 9.958.350 7.641.016 H) Risorse per produzione interna (RPI) 228.584.546 217.825.901 I) Costi per beni e servizi 104.238.829 93.298.814 J) Costi personale 120.918.541 118.937.510 K) Ammortamenti 12.699.040 12.508.664 L) Accantonamenti 30.251 53.400 M) Risultato operativo gestione caratteristica (RO) - 9.302.114 - 6.972.487 N) Risultato altre gestioni ordinarie - 715.135 - 85.226 O) Risultato gestione straordinaria 1.096.110 - 3.024.935 P) Risultato dell'esercizio - 8.921.139 - 10.082.648

Popolazione (POP) 242.302 239.832

Sulla base dei valori economici sono stati calcolati degli indici; l’indice fondamentale è il Risultato Operativo Unitario determinato come rapporto tra il risultato operativo dell’esercizio e la popolazione:

ROU = RO/POP = RPI/POP* RO/RPI

ROU = risultato operativo unitario RO = risultato operativo dell’esercizio POP = popolazione RPI = risorse per produzione interna

Il rapporto tra RPI e POP indica la capacità dell’azienda di ottenere contributi elevati dalla Regione e di integrarli con altri proventi caratteristici; il rapporto tra RO e RPI esprime la capacità dell’azienda di contenere i costi della produzione interna.

135 Riportiamo di seguito una sintesi degli indicatori determinati sui tre conti economici riclassificati.

Anno 2007 Anno 2006 ROU - 38,39 - 29,07 RPI/POP 943,39 908,24 RO/RPI - 0,04 - 0,03

Confrontando gli indicatori del 2007 con quelli del 2006 emerge peggioramento in termini di risultato operativo per utente. Tale risultato, pur in presenza di un incremento delle risorse da destinarsi alla produzione interna, evidenzia un aumento dei fattori produttivi che portano in negativo il risultato operativo.

La medesima tendenza emerge scomponendo i singoli fattori della formula moltiplicativa esposta sopra e, precisamente:

- rapportando alla popolazione le varie componenti che formano le risorse da destinare alla produzione interna; - determinando le incidenze delle diverse voci di costo per la realizzazione di tale produzione.

Riportiamo di seguito le componenti ritenute, a nostro avviso, più rappresentative nella formazione dei due fattori che determinano l’indicatore principale.

Anno 2007 Anno 2006

Contributi pro-capite 1.378,45 1.315,43 Costi di assistenza di base pro-capite 263,30 265,90 Incidenza dei costi del personale 499,04 495,92 Incidenza dei costi di acquisto per beni e servizi 430,20 389,02

Tali indici confermano i commenti riportati nel paragrafo relativo all’analisi degli scostamenti e precisamente dal lato dei ricavi un aumento dei contributi ricevuti dalla regione, dal lato dei costi un aumento degli oneri sostenuti per il personale, un aumento dei costi per l’acquisto di beni e servizi e una diminuzione dei costi dell’assistenza di base.

A conclusione di questa analisi della situazione economica è giusto sottolineare che la valutazione dei risultati in un’Unità Locale Socio Sanitaria è una problematica non indifferente. Nonostante sia fondamentale per gli operatori sanitari misurare i risultati della gestione sulla base dell’impatto che l’intervento sanitario ha sulle condizioni di salute della collettività, riteniamo tuttavia opportuno verificare anche la capacità di impiegare in modo razionale i fattori produttivi con riferimento alla realizzazione di determinati volumi di servizi offerti, in modo tale da assicurare l’equilibrio di bilancio.

136 l’analisi della situazione patrimoniale-finanziaria

L’analisi della situazione patrimoniale-finanziaria si pone come obiettivo la verifica dell’esistenza di una posizione di equilibrio strutturale (condizione necessaria per la sopravvivenza nel tempo dell’Azienda). Questo studio si sostanzia nell’analisi della struttura degli impieghi e delle fonti, ponendo particolare attenzione alla correlazione esistente tra gli impieghi durevoli e le fonti permanenti e tra gli impieghi a breve e le fonti a breve.

Riportiamo di seguito una tabella riepilogativa della composizione degli impieghi:

Importi in Euro/migliaia Anno 2007 Anno 2006 Liquidità immediate 43.684 23,69% 11.475 5,77% Liquidità differite 11.366 6,16% 68.538 34,44% Rimanenze 7.215 3,91% 9.627 4,84% Totale attivo circolante 62.265 33,77% 89.640 45,04%

Attivo immobilizzato 122.139 66,23% 109.362 54,96%

Tale composizione degli impieghi non è compensata da un’altrettanta netta predominanza delle fonti di finanziamento fisse rispetto a quelle correnti.

Importi in Euro/migliaia Anno 2007 % Anno 2006 %

Passività correnti 106.352 57,67% 123.876 62,25% Passività fisse 7.508 4,07% 1.914 0,96% Totale capitale di terzi 113.860 61,75% 125.790 63,21%

Patrimonio netto 70.543 38,25% 73.212 36,79%

Le passività correnti sono principalmente composte da debiti verso fornitori (comprensivi anche dei debiti per fornitura di immobilizzazioni) e da debiti verso il personale.

A chiusura di queste considerazioni sulla situazione patrimoniale-finanziaria dell’Unità Locale Socio Sanitaria n. 8 proponiamo il rendiconto finanziario generale costruito raffrontando due stati patrimoniali.

Da tale prospetto risulta che nel corso del 2007 l’Azienda ha generato liquidità per circa 32,364 milioni di euro, e tale risultato è frutto soprattutto della consistente diminuzione degli impieghi a breve (crediti).

137 FONTI = CASH INFLOW IMPIEGHI = CASH OUTFLOWS

(Delta+) Utile anno (n) 1.161.510 (Delta-) Perdita anno (n) (Delta+) Fondi ammortamento e svalutaz. 12.765.075 (Delta+) TFR e fondi equivalenti 3.352.435 CASH FLOW OPERATIVO LORDO 17.279.019 22,4% (Delta+)debiti a lunga (Delta-) debiti a lunga (Delta+)capitale netto (Delta-) capitale netto 3.829.970 (Delta+) immoblizzazioni immateriali (Delta-) immoblizzazioni immateriali 440.522 (Delta+) immobilizzazioni materiali (Delta-) immobilizzazioni materiali 25.094.930 (Delta+) immobilizzazioni finanziarie (Delta-) immobilizzazioni finanziarie 7.000 Dividendi e riserve Dividendi e riserve TFR e fondi equiv. nell'anno Totali fonti a lunga 17.279.019 22,4% Totale impieghi a lunga 29.372.422 38,1% (Delta+) fornitori (Delta-) fornitori 15.161.151 (Delta+) altri debiti a breve (Delta-) altri debiti a breve 120.242 (Delta+)crediti 57.326.537 (Delta-) crediti (Delta+)rimanenze 2.412.408 (Delta-) rimanenze Totale fonti a breve 59.738.946 77,6% Totale impieghi a breve 15.281.394 19,8% TOTALE FONTI 77.017.965 TOTALE IMPIEGHI 44.653.816 (Cash flow di periodo<0) utilizzo liquid. 0 0,0% (Cash Flow di periodo>0) liquid. generata 32.364.149 42,0% Totale generale 77.017.965 100,0% Totale generale 77.017.965 100,0%

l’attività di investimento

Nel corso del 2007 è continuata la politica di investimento, anche se in forma ridotta, dell’azienda sia con riferimento ai fabbricati sia ai beni mobili. In particolare gli investimenti sono stati rivolti ad interventi atti a adeguare le strutture alle normative di sicurezza e alle nuove previsioni del Piano Socio Sanitario Regionale in materia ospedaliera e territoriale.

Gli investimenti effettuati suddivisi per categoria, sono:

in migliaia di euro Anno 2007 Anno 2006

Fabbricati (indisponibili) 2.139 532 Impianti generici 1.687 2.256 Attrezzature sanitarie 2.842 1.930 Altri beni 1.285 1.128 Totale 7.953 5.846

Con riferimento ai fabbricati si è proceduto ad effettuare interventi diffusi nelle varie sedi tendenti alla riqualificazione ed ammodernamento degli ambienti.

Relativamente agli impianti, sono stati eseguiti i lavori previsti all’interno del contratto quinquennale di gestione tecnologica integrata e gli interventi di adeguamento normativo e di ammodernamento tecnologico per l’uso razionale dell’energia afferenti i presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e di Montebelluna .

138 l’attività di ricerca e sviluppo

Nell’esercizio considerato si è ulteriormente sviluppata l’attività all’interno del Centro di riferimento per il Servizio Epidemiologico Regionale che ha sede presso l’Unità Locale Socio Sanitaria n. 8.

Nel corso dell’anno 2007 sono stati avviati alcuni progetti di ricerca sanitaria finalizzata finanziati dalla Regione Veneto.

fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio

Dopo la chiusura dell’esercizio, non si sono verificati fatti rilevanti.

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