Mexzor,r GreNcenro

L'ARCHIVIO PARROCCHIALE E I BENI CULTURALI LOCALI

L'oggetto della relazione è il rapporto intetcottente tta due poli: l'archivio parrocchiale i beni culturali locali; ci chiediamo se esiste un nesso, su quali basi si fonda, quali problemi suscita, quali indi- cazioni possono emergere in materia'r. È opportuno osservare, in via previa, che i due soggetti messi a confronto, put esprimendosi in poche patole, sottendono tealtà composite, se non forse discussioni vivaci e ancora aperte, come quella per esempio che riguarda la identificazione di bene culturale. Per chiarezza mi sofiermo ad esaminarli distintamente.

* Per facilitare le citazioni archivistiche ho usato le seguenti abbreviazioni: a. : anno b. : busta c. : carta f. : foglio p. = pagina v, : verso a.a. : anno accademico ms. : manoscritto doc. : documento [asc. : fascicolo A.P. : fuchivio Parocchiale F.C.C. : Fondo Capitolo della Cattedrale F.C.V. = Fondo Cutia Vescovile A.S.D.Mn. : Atchivio Stotico Diocesano di Mantova A.SMi. : Archivio di Stato di Milano N.B. I riferimenti atchivistici di molti beni culturali esistenti nella diocesi di Man- tova e le notizie su alcune opere inedite mi sono stati gentilmente segrralati dalla dott.ssa Donatella Martelli, preziosa collaborarice dellArchivio Storico Diocesano di Mantova, a cui va tutta la mia profonda riconosceoza anche per aver teso possibile la stesuta della ptesente relazione. 54 G. Manzoli

L'Ancsrvro PARRoCcHIALE

L'archivio parrocchiale, che sappiamo essere costituito da docu- menti prodotti o ricevuti dalla parrocchia nell'esercizio delle sue atti- vità, in diversi casi si presenta fenomenicamente come una realtà complessa, per il fatto che il nucleo di base si è venuto arricchendo di carte provenienti da altri enti ecclesiastici o civili o di famiglie private, per cause dovute all'evoluzione ef o alla trasformazione sto- rica del temitorio. Richiamo, a titolo di esemplificazione, una serie di tipi di archivi, significativi nel Mantovano, ma che ritengo abbiano analogie in alue diocesi.

L Nella parrocchia che è stata un'antica pieve o sede di vicaria nel passato o lo è nel presente, l'archivio non è solo parrocchiale ma o plebano o di zona, di vicaria (decanato), quindi dovrebbe custo- dire documenti (a volte molto antichi) relativi a cappelle o parrocchie giuridicamente dipendenti.

II. In alcuni archivi parrocchiali a volte è confluito materiale documentatio di capitoli cattedrali o di enti ecclesiastici sopptessi, r, t, quali ad esempio patrocchie collegiate', conventi prelature << nul-

1 In conseguetza della ristruttutazione dell'assetto parrocchiale della città di Mantova, voluto dall'imperatore Giuseppe II, nel 1789 vennero soppresse 5 par- rocchie e i documenti furono tasferiti nelle parrocchie viciniori (A.S.D.Mn., F.C.V., serie << Protocollo generale », registro 1784-85, amo 1785 c. 82 ss.; registto 1786- 88 anno 1788, c. 29 ss.; registro 1789-90, anno 1789, c. 2 ss.); nell'anno 1808 in seguito al decreto napoleonico di disttuzione di un borgo petiferico della città, ivi compresa la chiesa dedicata a S. Giorgio, al fine di erigere una fortificazione militare francese, il materiale documentario della locale partocchia è stato assegnato alla parrocchia limitrofa di S. Antonio Abate in (A.S.D.Mn., F.C.V., serie << Protocollo generale »>, registro 1806-09, anno 1808, c. 6v ss.; regisro 1810-12, anno 1810, c. 1; A.P. S. Antonio Abate in Porto Mantovano, serie «Registi canonici della soppressa chiesa di S. Giorgio extra moenia 1579-1808 »). 2 Archivi parrocchiali custodiscono materiale archivistico di collegiate sopptesse (per esempio i documenti della soppressa collegiata dei Ss. Filippo e Giacomo in Mantova sono in Ognissanti, in S. Barnaba e in S. Andrea: i registti canonici e gli stati d'anime sono nell'archivio parrocchiale di Ognissanti, i catastri di rogiti (sec. XVI-XVIII) della compagnia del SS. Sacramento nell'archivio parrocchiale di S. Bar- naba, un libro di entrate e spese (sec. XVIII) della sagtestia nell'archivio patrocchiale di S. Andrea; A.S.D.Mn., F.C.V., serie « Protocollo generale »>, registro 1789-90, anno 1789, c. 21v. per la soppressione della collegiata). 3 Alcuni archivi parrocchiali conservano documenti di conventi soppressi: per esempio nell'archivio della parrocchia di S. Barnaba in Mantova sono custodite cdrte del convento dei Serviti che hanno oficiato la chiesa di S. Barnaba 6no a 1798 e altre dei conventi dei Canonici Regolari di S. Sebastiano e dei Teatini di S. Mautizio L'archivio paruocchiale e i benì culturali locali 55

a. lius >>

III. Di tegola negli archivi parrocchiali si consetvano anche le carte di confraternite, discipline, terz'ordini, associazioni ecc. anche di antica fondazione.

IV. Non mancano esempi di archivi partocchiali che raccol- gono documentazione proveniente da atchivi comunali t o da privati 6.

BBNE curruRALE

In un convegno tenuto a Milano nel marzo 1980, Giuseppe Angelini 7 rilevava che le questioni sollevate dai beni culturali pre- sentano una complessità non solo di ordine tecnico (tutela, valofiz- zazione, competenze ecc.) ma anche di ordine teorico. E afr.etmava: << Immediato sintomo di tale complessità è l'indeterminatezza, subito facilmente riscontrabile, dell'idea stessa di bene culturale, indeter- minatezza che a sua volta deve essere ricondotta a quella più fonda- mentale che afiligge I'idea di cultura nella pubblicistica e in generale

in Mantova, soppressi rispettivamente nel 1781 e 1798 (A.S.D.Mn., F.C.V., serie << Protocollo generale >>, regismo 1798-1802, anno 1798, c. 19, per la soppressione dei Padri Serviti; registro 1782-1785, anno 178), c. 11v. per la soppressione dei Canonici Regolari; regisro 1798-7802, anno 1798, c. 2Iv. per la soppressione dei Teatini); nell'archivio della pattocchia di S. Lazzaro in S. Maria degli Angeli di Mantova si trovano pergamene e memorie dei Domenicani e, in seguito, dei Francescani Riformati di S. Maria degli Angeli, la cui chiesa, cessata la presenza dei Padri (A.S.D.Mn., F.C.V., serie << Relazioni di Enti ecclesiastici », b. 4, fasc. « Padri Francescani Rifor- mati, sec. XVIII »), divenne sede della parrocchia di S. Lazzaro. 4 Per esempio: nell'archivio parrocchiale di Asola (Mantova) ritroviamo atti dei vescovi commendatari che ressero l'Arcipretura-Commenda « nullius » di Asola dal 1697, arrno di costituzione, al 1818, anno della soppressione e del passaggio di essa alla diocesi di Mantova assieme alle sette parrocchie ad essa soggette (A.S.D.MD., F.C.V., setie « Protocollo generale », regisuo 1817-1818, anno 1818, c. 146v. e ss.). s A.P. Asola, b. 7, 10, 11, t2, 14, 15, 16, 17,18,22,23,24,25, )2, )),39, 40, 41. 6 Metita di essere citato (ma non è I'unico) I'archivio parrocchiale di Pozzolo: nel carteggio del paroco don Ubaldo Mogli (inizi sec. XIX) troviamo notizie relative all'erigendo Seminario di Mantova, ai restauri di ville patizie e dei rispettivi otatori pubblici, al palazzo dei nobili Cavriani di Mantova, ad opere edili civiche, ad artisti, ad opere d'arte e d'artigianato, ecc. 7 G. AucrrrNr, L'idea di bene culturale e le questioni di principio sottese in AA.W., I bexi cultwali nello sùluppo e nelle attese della società italiata. Analisi e proposte per la legge di tutela dei beni culturali. Atti del convegno di studio promosso dalle Commissioni per l'arte sacra delle diocesi lombarde, dall'Unione Giuristi Cat- tolici, dalla rivista << Città e Società >>, Milano 28-29 matzo 1980, Milano 1981, p. 20. 56 G. Manzoli nell'uso oggi corrente. La confusione che regna a proposito dell'idea di cultura è a sua volta espressione di problemi... insorgenti dal mutato rapporto ua società e valori ideali, dalle mutate modalità di diflusicne sociale del sapere, con l'intervento e la crescente inci- E. denza delle aget:zie collettive di formazione dell'opinione pubblica »> E proseguiva: < Menue la nozione << umanistica )> suppone la ptesenza di un indice assiologico, una gerarchia di superiore e inferiore, colto ed incolto, quella <( antropologica >> abbandona tale connotazione per abbracciare una concezione più comptensiva e democtatica di cultuta: nella prima accezione bene culturale è riferibile ad opere d'atte eccezionali o ad esptessione di attività superiori dell'uomo, nella seconda è tifetibile a ogni prodotto dell'operosità umana'o, consi- derato nel contesto spaziale-tempotale in cui ebbe origine. Anche la seconda idea di cultura, che si pone a fondamento della nuova concezione di bene cultutale, non è esente da aporie e apre Ia porta a più di un problema, quale per esempio quello della definizione dei criteri di selezione dei beni culturali, affinché siano mezzo di una memotia irinunciabile del passato e non ingom- brante soprawivenza di tutto il passato rr. Il dibattito sulla definizione di bene culturale, compiuto dalle discipline storico-oitiche, non è concluso, e anche il cammino della nuova legge italiana sui beni culturali è iniziato da pochi anni 12. Se esula dai fini del presente lavoro approfondire questo tema',

I lbidem, p. 20. e lbidem, p. 21. ro lbidem, pp. 2G27, passim. \t lbiden, p. 27. 12 Di un certo interesse è il 1" articolo della prima bozzs dl legge sui beni cultutali del ministro Scotti che così descrive i beni culturali: <« le cose che per iI loro intetesse archeologico, storico artistico, stilistico, librario, audiovisivo, ambientale, natutalistico, demoan6opologico, rappresentino sia individualmente sia in aggregazione manifestazioni significative della creatività, della conoscenza e del lavoro umano »> (cfr. G. Pesroxr, Il dibattito sulla nuotta legge: gli interoeili dei pattiti, in « Città e Società »>, anno XIII (nuova serie), l/1982, p. ll). 13 Per una bibliografia, aggiornata al 1980, cfr. G. S.lrrr, Nota bibliografica in AA.W., I beni cultarali nello soilappo e nelle attese della società italiana, ctt., pp. I49-t57. L'archiuio parrocchiale e i beni culturali locali 57 non si può tuttavia ignotate che l'accezione di bene culturale si è allargata e l'interesse oggi è rivolto, per rimanere nel nostro campo, non soltanto al capolavoro di oreficeria o al monumento insigne, ma anche all'ex voto t', all'ombrellino da ptocessione, al piccolo candeliere in legno corroso dal tarlo. Dal punto di vista archivistico l'incidenza è notevole: quante carte degli archivi patrocchiali acquistano valore...; anche gli atti delle fabbricerie dell'Ottocento non dovrebbero più arrossire se sono collocati vicini a pergamene medioevali (magari di un principe o di un papa) o a disegni di un celebre architetto.

AncgTvT PARROCCHIALI DELLA DIOCESI DI MANTOVA E I BENI CUL. TURALI LOCALI

Per scelta metodologica la presente relazione non ha carattere teorico-speculativo, ma concreto-pratico; cercherò pertanto di evi- denziarc lo stretto legame che intercorre tra i documenti di un archivio patrocchiale e i beni cultutali, atmaverso esempi tratti dal- l'esperienza e dal contatto diretto con gli archivi ecclesiastici della mia diocesi, che mi permetto di presentare in una scheda molto sintetica.

a) La diocesi di Mantoua

La diocesi di Mantova confina con le ptovincie di Brescia, Cre- mona, Reggio Emilia, , Fettata, Rovigo e e fa parte della regione ecclesiastica lombarda, di cui è l'ultimo lembo a sud. Comprende 170 pamocchie con 340 nila abitanti. Di esse 157 sono di antica fondazione, 14 di recentissima istituzione (dal 1955). Tre partocchie sono senza parroco (abitate da circa 500 persone e servite da un parroco di un paese vicino). A partire dal L970 ho potuto visitare 129 archivi parrocchiali e per ognuno ho steso una bozza d'inventario e annotazioni di notizie che, anche in rapporto alle richieste di studenti e studiosi frequentanti in questi anni l'archivio diocesano, mi sembravano im- pottanti da ricordare.

14 AA.W., Tatolette uotiue belluttesi, Brescia 1979; AA.W., Figura. Calto. Caltura. I dipinti ootioi della eliocesi di Rirnini, 1981; AA.VV., Ex ooto. Taoolette aotioe nel Trentino. Religione, caltura e societA, Trento 1981. 58 G. Manzoli

Mi è stato possibile inventariare, dopo adeguato riordino, una quindicina di archivi parrocchiali dal 1973 ad oggi. Dalle indagini finora fatte risulta l'esistenza di diari o oonache o memorie parrocchiali manoscritte dei secoli XVII-XX (con notizie anche anteriori al secolo XVII) in una trenrina di archivi t5. fn alcune parrocchie memorie storiche sono redatte sui registri canonici (battesimo, matrimonio, morte) 16, su catastri dei possedi- menti 17, su stati della popolazione 18. b) Esempi di beni culturali documerutati in arcbiui parroccbiali Dal materiale documentario conosciuto negli archivi parroc- chiali mantovani si possono trarre utili notizie relative a: urbani- stica, architettura, pittura, scultura-ornato plastico, arredi lignei, organi, paramenti liturgici, oreficeria, reliquiari, beni librari ecc.

1. UnneNrsrrce a) Cbiesa di S. Sebastiano in Mantoua La chiesa, costruita dal 1460 al 7477, su disegno dell'archi- te, tetto Leon Battista Alberti fu chiesa annessa al convento dei Canonici Regolari r. Il monastero, in seguito alla soppressione di Giuseppe II nel 178321 , venne trasformato in caserma e la chiesa, dal 1815, con altetne vicende, fu aperta al culto come sussidiaria della parrocchia cittadina di S. Barnaba 2. Il S. Sebastiano, nel passato, è stato letto solo da un punto

ls In Mantova nelle parrocchie: Cattedrale, S. Apollonia, S. Barnaba, Ss. Gervasio e Protasio; in provincia: Acquafredda, Asola, Brusatasso, Buscoldo, , Car,.iana, Cereta, S. Giovanni del Dosso, S. Martin Gusnago, S. Michele in Bosco, Ostiano, , , Poggio Rusco, Pozzolo, , Riva, , Ro manore, Sacchetta, Sailetto, Solarolo, , , Vasto, Villa Saviola. ,6 Esempi: Piubega, Pozzolo, Pradello, Redondesco, Revere, Setravalle. Analogo fenomeno si rileva in molte altre diocesi (cfr. come esempio G. BlorNr - F. Mrr,enr, I libri parrocchiali della iliocesi ili Reggio Enilia, 1973). 17 Esempi: Polesine, Sustinente. l8 Esempio: Brusatasso. re Leon Battista Alberti, nato a Genova nel 1404, morì a Roma nel 1472; gtande umanista, Iettetato e architetto di fama internazionale. 20 A. Cerzoue, Mantoua cìttò dell'Alberti. ll San Sebastiano: Tomba, Tenpio, Cosmo, L979, pp. 7l-87. 2r A.S.D.Mn., F.C.V., serie << Protocollo generale »>, registro L782-83, c. 11v. dell'anno 1783. 22 A. Cer.zoxl, op. cit., pp, 2l-28. L'archivio parrocchiale e i beni culturali locali 59

8. di vista architettonico e senza una aPprofondita ricerca d'archivio Alcuni fa uno studioso mantovano, consultando le fonti archi- vistiche,^nni compresa quella della parrocchia di S. Barnaba, è tiuscito a trovare un centinaio di documenti inediti dell'Alberti (anche se non tutti relativi al S. Sebastiano) e molti altll- atti posteriori'4, soprat- tutto ottocenteschi, che gli hanno permesso di << ripercorrere all'in- dietro il ptocesso delle superfetazioni e dei restauri fino ad enu- cleare il modello originario, anzi i tre successivi modelli di Leon 5. Battista Alberti » Il nuovo contributo storico-artistico ci Permette di passare da una visione strettamente architettonica ad un discorso d'ambiente, in cui è possibile cogliere la corcelazione tra le due costruzioni alber- tiane nella città (S. Andrea e S. Sebastiano) e il « progetto urbani- b, stico che sta a monte di esse »> per una comprensione del quale rimando alla pubblicazione in oggetto. b) Quartiere di S. Pietro in Mantoaa Il quartiete di S. Pieuo, situato tra la chiesa Cattedrale citta- dina e la sponda del lago che circonda Mantova, si presenta oggi come un agglomerato di edifici in stato di abbandono e di degrado con forti carenze di setvizi, ospitante una popolazione per lo più anziana o persone che svolgono un'attività lavorativa in altre zone cittadine e ivi risiedono in attesa di una migliore sistemazione. Al fine di avanzare ipotesi di intervento urbanistico in un'ottica di utilità sociale e di salvaguardia di strutture che testimoniano la storia del più antico nucleo urbano cittadino, è indispensabile cono' scere l'origine del quartiere, le sue evoluzioni e trasformazioni. Allo scopo ci vengono in soccorso le fonti bibliografiche locali, ma soprat' tutto quelle documentarie ecclesiastiche, del Capitolo e della par- rocchia della Cattedrale. Dalle pergamene del Capitolo veniamo a sapere che nel luogo

a I documenti si trovano sia in Archivio di Stato di Mantova, dato che la costtuzione eta stata commissionata da Ludovico Gonzaga, marchese di Mantova, sia nell'Archivio Storico Diocesano di Mantova e nell'archivo parrocchiale di S. Barnaba, ove è confluito parte del materiale documentario telativo alla chiesa di S. Sebastiano. 2a Il Calzona si è avvalso molto di documenti, pur ottocenteschi, dell'atchivio parrocchiale di S. Barnaba. Nel suo libro vi sono J00 note, il lSVo di esse (n. 36) fanno riferimento all'A.P.; vi sono pubblicati 121 documenti inediti, di essi 1/4 (n. 35) sono dell'4.P. 6 A. CerzoNe, op. cit., pp. LL-12, introduzione di Arturo Carlo Quintavalle. % Ibidem, p. l). 60 G. Manzoli esisteva la medioevale Canonica di S. Pietro (con la scuola sacer- dotale)', che è da identificarsi con la zona dove ancor oggi sono evidenti elementi architettonici e pittorici risalenti ai secoli X-XI di grande interesse storico-artistico che meritano il recupero e la va- lofizzazione. Dagli stati di popolazione della parrocchia della Catte- drale r veniamo a conoscere il motivo per cui le case del quartiere sono basse e si sviluppano per lo più su due piani: dopo il sacco di Mantova del 1630, la città aveva avuro una notevole ripresa politico-sociale e il nosffo quattiere, pur non essendo economica- mente privilegiato, partecipava alla vita cittadina, perché era abitato da numerosi artigiani che adattarono le loro costruzioni alle esi- genze della professione, con a piano terra il negozio e al primo piano l'abitazione della famiglia D. c) Chiesa parrocchiale di Roruanore È possibile ricostruire la vicenda della riedificazione della neo- classica chiesa di Romanore, piccolo cenffo rurale a 10 chilometri dalla città, integrando i documenti dell'archivio parocchiale con quelli dell'Archivio di Stato di Milano $. Nel 1789, pur riconoscendo necessaria l'erezione di una nuova chiesa, dato che la precedente era piccola e cadente, i parrocchiani di Romanore non erano in grado di sostenere la spesa. Questi si rivolsero più volte, anche tramite petizioni dell'architetto Paolo Pozzo3r, al'fntendenza politica, perché concedesse materiale mu- rario di chiese e conventi demoliti o da demolirsi. Fu concesso il materiale di parti diroccate del monastero di S. Paola in Mantova. I lavori di riedificazione cominciarono nell'estate del 1790 e termi- natono nel 1795 32. La documentazione su citata ci permette di co-

zt A.S.D.Mn., F.C.C., sede « Pergamene », b. )o(. 28 A.P. Cattedrale, serie << Stati d'anime », sec. XVIII-)O(. 2e F. ArsrRrNI - G. Cever,rr.ne - L. Gelerr, Mailooa. Ipotesi di ittteruento nel centto storico, tesi di laurea, facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, a.a. 1976-77, depositata in A.S.D.Mn. 30 A.P. Romanore, b. << Catteggio riguatdante la fabbrica della Chiesa pattoc- chiale »; A.S.Mi., fondo Culto, b. DO2, telazioni e suppliche del 1789. 3l L'atchitetto Paolo Pozzo, nato a Verona nel 1741, morì a Mantova nel 1803; fu direttore della scuola di architettura dell'Accademia di Belle Arti di Mantova; lascia ampia testimonianza della sua attività nel Mantovano in edifici civili e religiosi di stile neoclassico. Su P. Pozzo cfr. P. PsnezzoLr, Paolo Pozzo arcbitetlo, tesi di laurea, facoltà di Magistero, Università degli Studi di Padova, a.a. 196748, depositata in A.S.D.Mn. 32 A.P. Romanore, b. « Carteggio » cit., libro << Maesttanza pagata nell'etezione della nova Chiesa di Romanote e casa Parrocchiole L790-1795 ». L'archivio parrocchiale e i beni culturali locali 6l gliere due vafiazioni urbanistiche in due tessuti diversi: l'una riferita alla erezione del nuovo edificio Ia chiesa parrocchiale di Roma- al posto di quella piccola,- vecchia e cadente; l'altra alla demolizione del monastero di S. Paola in città, iniziata dalle parti diroccate, il cui materiale è servito per vatie costruzioni, religiose e non, quali per esempio la patrocchiale suddetta, la chiesa di S. Apol- s. lonia e l'oratorio del Tè a Mantova, \a casa parrocchiale di Vasto

2. AncsrrrrruRA a) Le cbiese ttarrtouafie dell'arcbitetto Giouanni Maria Borsotti Nel Settecento molte furono le chiese nel Mantovano nuova- mente edificate. Consultando carte dell'Archivio Diocesano, nella serie relativa alle parrocchie, ci siamo accorti che in un inventario del 1730 della chiesa di S. Mattin Gusnago s si leggevano notizie di grande impor- tanza stotico-artistica. Il parroco, descrivendo la sua chiesa, la cui riedificazione eru iniziata nel 1726, ci dice il nome dell'architetto, Giovanni Maria Borsotti ticinese ts e, per meglio metter in luce l'artista, indica una serie di edifici religiosi da lui ticostuiti, total- mente o in parte nel territorio mantovano. Da questa indicazione, che si limita a darci uno scarno elenco di luoghi senza determinazioni di tempo, siamo passati ai rispettivi archivi pamocchiali e abbiamo verificato che alcuni di essi (Ca- vtiana s, Portiolo 37, S. Martin Gusnago 38) ci parlano ampiamente

3 A.P. Romanote, b. <,< Carteggio »> cit., lettera di P. Pozzo all'Amministrazione generale del Fondo di Religione, 28 maggio L190. 34 A.S.D.Mn., F.C.V., serie << Benefici », b. 78, fasc. << S. Martin Gusnago 1584- 1928 », Inventaio L7)0. $ Giovanni Maria Borsotti, nato nel 1686 circa, lavorò in Mantova in opere di restauro o completamento di chiese (Cattedrale 7715-19, S. Andrea 1750, S. Simone 17521», S. Barnaba L727, 77)637) e di opere civili e pubbliche (palazzo del Ce mune, vaso di Portoopera idraulica l74l-44); sul Borsotti cfr. F. Serurprcrru, Giooanni Maria Borsotti arcbitetto settece?rtesco nel Mantooano, tesi di laurea, facoltà di Ma- gistero, Università Cattolica del S. Cuore di Milano, a.a. L97L-72, 36 A.P. , b. « Chiesa parrocchiale, S. Rocco e S. Sebastiano >>, fasc. << Fat- ture fabbrica nuova chiesa partocchiale 1716-7729 »; libro <(Entrate e spese dall'anno 1711 a tutto t'anto L727 » (libretto di amministtazione personale del paroco don A.M. Banani con ricevute del Borsotti). , A.P. Portiolo, b. << Miscellanea 1700-1800 », « Libto Enmata e Spesa della chiesa di Portiolo in atto di fabbicaia 1722». 3E A.P. S, Martin Gusnago, « Libro dell'enuata e spesa per la Fabbrica della nuova Chiesa, e desctizione della vecchia Chiesa di Martino. 1725. N. I »; « Libto 62 G. Manzoli dell'edificazione della nuova chiesa e del suo architetto in scritture di contratti, fatture di pagamento e registrazioni di entrate e uscite; *, o') alui archivi ( ", Piubega Vasto in inventari o note di cronache accennano solo all'anno di costruzione senza indicare il nome dell'architetto (in questo caso gli atti d'archivio trovano la loro integrazione con il documento dell'Archivio Diocesano). In {ona al materiale documentario rinvenuto in questi anni, possiamo pertanto stabilire la paternità architettonica della maggiot parte delle chiese del Mantovano, cosuuite nella prima metà del Settecento, e precisarne la datazioneo'. b) La chiesa parroccbiale di Riaa di Suzzara

Anche l'Ottocento vede nel Mantovano chiese riedificate o ri- messe a nuovo. La neoclassica chiesa pamocchiale di Riaa di Suzzara venne eretta negli anni 1823-26 su disegno dell'architetto Luigi Voghera di Cremona a3; la spesa fu paruialmente finanziata dal di Suzzatau. Alcuni anni fa si sono verificate cadute di cornicione e crepe nei muri, che hanno preoccupato il parroco. Questi, ptima di inter- venire con opere di restauro, ha creduto doveroso informarsi sulla storia dell'edificio, cercando inizialmente negli atchivi cittadini, diocesano e di Stato. Non avendo tovato documentazione soddisfa- cente, si rivolse alle carte del suo archivio parrocchiale e individuò un ampio carteggio sulla << vicenda » della chiesa a partire dal L823.

della fabbrica della Chiesa. 1726. N. II »>; frlza << Soitture spettanti alla Fabbrica della Nuova Chiesa et ad altre cose fatte per la medesima. N. III » sec. XVIII. 3e A.P. Goito, b. << Miscellanea I »>, Inventario 1758. € A.P. Piubega, b. XIII « Vari atti di possessi, incatti relativi, visite pastotali, livelli e legati >>, Inventario 1792. ar A.P. Vasto, Libro ms del parroco don Giuseppe Maria Balloni, 2) gennaio 1865, vol. II dal 1714 aI 18L2, carte non numerate, agli anni 1725-26. a2 Nel Mantovano sono riedificate su disegno di Giovanni Maria Borsotti le chiese: parrocchiale di Cavriana (17L6-24), parrocchiale di Vasto (1720-29), patoc- chiale di Portiolo (L72236), oratorio di Rebecco (L722-?), pamocchiale di Borgoforte (1723-29), parrocchiale di Castelgrimaldo (- 1724 chiesa dei Filippini in Mantova (1725; distrutta ael 1945 durante un bombardamento-), aereo); parrocchiale di S. Martin Gusnago (172633), partocchiale di Goito (1729'?), coro della parrocchiale di Casa- loldo (anteriore al l7)0), facciata della chiesa di S. Maurizio dei Teatini in Mantova (1731), parrocchiale di (17)0-45), parrocchiale di Piubega (1738-45). a3 L'architetto Luigi Voghera nacque a Cremona nel 1788; architetto neoclassico. a A.P. Riva, b. 6, fasc. << Carteggio architetto Luigi Voghera » 1822-23. L'archivio parrocchiale e i beni culturali locali 63

La lettura attent^ gli ha permesso di conoscere che l'edificio 4s. presentava delle crepe 91à al momento del collaudo, nel 1824 Queste andarono allargandosi compromettendo la stabilità della co- struzione. Fu nel 1829 che si decise di erigere la facciata6 (opera prima stralciata dal progetto, perché ritenuta di puro abbellimento, nonostante le proteste dell'architetto Voghera a7), com'è attualmente. Le opere di completamento continuatono, a più riprese, negli anni seguenti fino al 1858 48. Ma nel 1887 si riproposero problemi di sicutezza; il Comune fece puntellare 1a cosffuzione, ma non prowide a lavori di sottomuruzione e consolidamentoo'. Solo nel 1925 si iniziò il restauro, rinfrancando le fondazioni dei pilastri e costruendo sproni di sostegno al lato nord della chiesa *, fld attualmente si ripresenta il problema come nel secolo scorso e il giovane sacerdote sta predisponendo con cognizione di causa un adeguato intervento testaurativo. Scotrendo le carte d'archivio, il parroco ha pure constatato che l'altat maggiore, rimosso dal suo predecessore per collocarne uno rivolto al popolo, dopo il Concilio Vaticano fI, era stato pro- gettato dal medesimo architetto della chiesa, il Voghera, e com- . piuto nel 1824 dal matmorino Giovanni Fontana sl, quindi formava una unità stilistica con I'edificio e meritava di essere conservato.

as Ibidem, lettera 22 dicembre 1824. 6 Ibidem, lettete 26 aptile 1828 e 13 giugno 1831. a7 Ibidem, lettere 8 febbtaio L822, lL a,pttle 7822,18 giugno 1823. 4 Ibidem, lettere 2 novembre I$4, 12 ottobte 1857 e 2l giugno 1858. ae Ibidem, lettera 7 giugno 1887, 29 ottobre 1888 e 12 ottobre 1889; b. 15, Note d'archivio di don Giuseppe Baldini (1902), p. B. s0 Ibidem, b. 15, Promemoria del parroco don Giuseppe Baldini; relazione di visita dell'ing. G. Decò del 21 settembre 7925. 51 Ibidem, b. 6, fasc. << Carteggio e nota di spese per l'altar maggio.re )>, no- vembre 1824. 52 Per una esposizione completa del Settecento pittotico mantovano, con nume- rosi riferimenti ai documenti d'archivio anche parrocchiali cfr. D. Menttrrr, L'attioità ttattlooafla del pittorc Giorgio Anselmi e i Pittori minori operanti i?, Mafltooa ?tel secolo XVIII, tesi di laurea, facoltà di Magistero, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - sez. Brescia, a.a. 1969-1970, depositata in A.S.D.Mn. L'apporto degli archivi partocchiali per una approfondita conoscenza di pittori e di dipinti è rilevato anche in pubblicazioni recenti, non mantovane, quale per esempio AA.VV., Giouan Battista lvloroni, Bergamo 1979 (catalogo della mostra del pittore bergamasco vissuto dal l52O al 7578). 64 G. Manzoli

J. Prrrunet a) Afrrescbi e tele a olio della cbiesa parroccbiale di Reuere

La chiesa parrocchiale di Reuere è settecentesca, restaurata di recente (1967-7L), di bell'impianto architettonico ad unica n^v^ta con cappelle laterali stile rococò teso, arabesco, eficace t'. Nell'edi- ficio sono atmonizzati sapientemente tra loro elementi architettonici e decorativi, quali stucchi, tele a olio, afiteschi ecc. La chiesa è decorata ad afiresco in tutte le sue parti (volta, abside, cappelle, lesene, intercoloni...) senza dare impressione di pesantezza; ad af.- fresco ci sono pure 15 grandi riquadti dipinti rafiguranti scene divetse. Le 5 pale d'altare sono tele a olio. Gli autori (Bazzant mantovano, Milani cesenate, Cavedoni emi- liano e Brambilla milanese) e l'epoca si desumono: per la decora- zione a quadratura da un manoscritto dell'archivio centrale dei Car- melitani Calzati in Roma t e per le tele a olio e le figute ad afiresco da alcune memorie coeve poste una a termine del registro dei Mauimoni dell'archivio parrocchiale di Revere s, le alme nel corpo del registro dei Battezzati del medesimo atchivio $. L'interno della chiesa ofire una convergenza felice di stili pit- torici diversi: Bazzaru Giuseppe (Mantova t690-1769) caposcuola del Settecento mantovano, di fotmazione veneta; Milani Giuseppe (Fontanellato di Parma 1716-Cesena 1798) cesenate di adozione, ma parmense di origine e di fotmazione (fu allievo dello Spolverini 1657-1734, parmense, primo pittote della corte farnesiana), e le sue opere rivelano anche in{lussi stilistici << meridionali » dopo I'in- contro del Milani con il pittore napoletano Giaquinto Comado (Mol- f.etta 1703-Napoli 1769), operante alloru a Cesena; Cavedoni Gia-

s3 G. P. S,tvrnr, Sulla cbiesa parroccbiale di Rettere, tesi di petfezionamento, facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Bologna, a.a. L972-I97), depo- sitata in A.S.D.Mn. s Archivio della Casa Generalizia dei PP. Carmelitani Calzati in Roma, « Histo rica continuatio una simul et supplementum ad commentaria Fratrum et Sororum ordinis Beatissimae Virginis Mariae de Monte Carmelo C-ongregationis Mantuanae jam olim studio, ac labore collecta ab admodum Rev. P. Sacrae Theologiae Magistro Carolo Vaghi de Parma eiusdem Mantuanae Congregationis sacerdote professo et anno MDCCXXV Patmae edita... >> manoscritto per l'archivio dell'Ordine di mano di F. Eliseo Maria Giorgi 1905-1906, pp. 3L6'3». s5 A.P. Revete, serie << Registri canonici », << Libro dei Matrimoni L768-179) », memoria nell'ultima pagina. 5o Ibidem, « Libro dei Battezzati 1794-LBL4 », pp. L7)-L74; L%-194, L'archi»io parrocchiale e ì beni culturali locali 65 como emiliano di otigine e di formazione; Brambilla Giuseppe (1706' 1771) con allievi, come quadraturista, milanese di formazione. L'insieme ofire un senso di unità pittorica eccezionale. Si pensava fino a pochi anni fa che i pittori fossero stati sol- tanto due, ma le fonti documentarie (comprese le annotazioni sui registri canonici) hanno dato la possibilità agli studiosi di indivi- duare l'esatta paternità delle opete e di cogliere meglio il connubio ffa afiresco e tele a olio, ua artisti provenienti da diverse aree culturali. b) Pala dell'altor maggiore della cbiesa parroccbiale di Volta Man' touafia

Nella chiesa di Volta Mantouanae la pala d'altar maggiore, l2figurante la Maddalena ai piedi di Ctisto, eta attibuita a Pietro Rotari, pittore veronese; pertanto la paternità rimaneva incetta. Documenti dell'archivio pamocchiale (in particolare pagamenti all'artista e agli artigiani che hanno collaborato per la collocazione del dipinto nel coro) attestano che fu proprio il Rotari $ a compiere e far collocare nella sistemazione attuale I'opera negli anni L748-49; la comunità ha contribuito al pagamento della gtande tela con gli introiti di bozzoli e seta ofierti alla parrocchia per circa tredici anni t'. c) Tela a olio di S. Liberata nella cbiesa parroccbiale di Romanore

Nella parrocchiale di Ronanore, chiesa ricosuuita negli anni ll89-L795 (cfr. scheda terza dell'urbanistica), emerge per imponenza e bellezza t'altarc dedicato a S. Liberata, ornato di dipinto che le fonti bibliografiche locali avevano ignorato o ertoneamente atmi- buito @. Attraverso un'indagine attenta dei documenti d'archivio, ab- biamo rinvenuto un ampio carteggio degli anni L790-1792 tra il partoco e il pittore mantovano Giuseppe Bongiovanni, allora a Roma

t Dimensioni dell'opera cm 400x300. $ P. Rotari, nato a Verona nel 1707, aluono del Balesta (pittore vetonese 1666 1740), lasciò ampia produzione pittorica in città italiane e straniere; mod a Pietro- burgo nel 1762. e A.P. , b. << Chiesa patrocchiale. Inventari e quadri sec. XVII- )O( », fasc. « Pala altar maggiore ». o Dimensioni dell'opera a 340x225. 66 G. Manzoli quale vincitote del primo premio del concorso di pittura dell'Acca- demia di Belle Arti di Mantova 6r. Dalla corrispondenza t, oltre alla datazione e alla paternità dell'opera, possiamo desumere tanti dettagli che aiutano a capire gli elementi compositivi del dipinto: in esso sono ritratte persone e cose che richiamano episodi significativi della vita della Santa, come sono descritti nella biografia inviata dal parroco all'artista. d) Quadri inediti della cbiesa parrocchiale di Vasto A volte dipinti di rilievo, inediti, probabilmente rimartebbero tali se non intervenisseto i documenti a dare l'identità delle figure rimatte e il nome dell'autore. È il caso di alcuni quadti della pattocchiale di Vasto t, che giacciono, pur se ancora posti nella loro presumibile collocazione originaria, in precario stato di conservazione, sporchi e quasi illeg- gibili nell'iconografia, e sono passati inossetvati dagli studiosi locali, che non hanno neppuÌe tentato un'atribuzione. Forse sarebbero stati destinati alla rovina se non se ne fosse conosciuto l'autore; ora speriamo che le autorità competenti ptov- vedano a salvare Ie opere. Un inventario, consetvato nel fondo Curia Vescovile dell'Ar- chivio Storico Diocesano di Mantova, ci descrive nella parrocchiale di Vasto, chiesa eretta negli anni L720-1729 su disegno dell'archi- tetto Borsottis, quattro Evangelisti, opere di Giuseppe Bazzani6. Attualmente nel suddetto edificio sono conservati tre ovali rafi- guranti gli Evangelisti Giovanni, Luca e Marco e un quarto ovale che ritrae S. Giuseppe (di misuta leggetmente diversa, ma pure ritratto secondo i modi bazzarttani): tutte opere finora inedite. Ma quando il quarto Evangelista è stato sostituito o eliminato?

6r G. Bongiovanni, nato a Viadana (Mantova) rcl 1756/57, vi morl rcl 1824. Alunno dal 1776 della scuola di pittura dell'Accademia di Belle Arti di Mantova; perfezionatosi a Roma negli anni 1790-9), ritornò a Viadana dove insegnò disegno d'ornato e di figura. 62 A.P. Romanore, b. « Carteggio riguardante la Fabbrica della Chiesa Parroc- chiale », lettere di Giuseppe Bongiovanni in numero di 10 dal 1" dicembre 1790 all'8 agosto 1792. 6 Dimensioni degli ovali raffiguranti gli Evangelisti cm 120x80; leggetmente più piccolo il S. Giuseppe. 64 A.S.D.Mn., F.C.V., serie <, Inven- tario L762; dr. inolue note n. 35 e 42. os Ibidem; per Giuseppe Bazzani cfr. la prima scheda della pittura' L'archivio parrocchiale e i beni culturali locali 67

Ci vien in aiuto un diario parrocchiale. Nel 1865, il parroco don Giuseppe Maria Balloni, descrivendo la chiesa e i vari lavori in essa compiuti dal L7L4 al 1872, indica i dipinti di S. Giovanni e S. Luca lateralmente al presbiterio, S. Marco sopra la porta d'ac- cesso laterale e S. Giuseppe*. Manca già a quella data, 1865, il quarto Evangelista: S. Matteo. In questo caso l'archivio pamocchiale ci conferma una notizia del secolo precedente (la paternità dei dipinti), ma ci preannuncia già che un'opera, ora inesistente, non risultava più un secolo fa.

4. Arrenr rN MARMo 67 a) Cbiesa parrocchiale di Volta Mantooana L'altar maggiore della chiesa di Volta Mantoaana, in marmi intarsiati policromi, opera di marmorini di Rezzato (Brescia), è edi- ficato nel 1731, come si legge nella data incisa sul retro del dorsale. L'archivio pamocchiale ne conserva il disegno a colori 6, in cui venivano proposte due possibili versioni messe a confronto, una delle quali è quella poi eseguita. b) Chiesa parroccbiale di Cereta

Opera di un marmorino di Rezzato, Vincenzo Baroncini, è I'altar maggiore della parrocchiale di Cereta, ornato di tabernacolo e ciborio pure in marmi policromi finemente intarsiati, eretto negli anni 1736-40, a spese dei fedeli che, come dicono le note di regi u', strazione hanno ricavato i proventi dalla coltura del baco da seà, a quel tempo molto difiusa nelle zone collinari dell'Alto Mantovano. Prima che fossero individuati e studiati i regisui di entrate e spese,

6 A.P. Vasto, libro ms del parroco don Giuseppe Maria Balloni, 2) gennaio 1865, vol. I dal 1400 al l8D, carre non numerate, all'anno 1729; vol. II dal 1714 al 1812, carte non numetate, all'anno 1126. 67 L'apporto degli archivi parrocchiali peÌ una approfondita conoscenza di mar- motini, di scultori e delle loro opere è rilevato anche in pubblicazioni recenri non ale per esempio R. Mlsse, AJtari marnorei baroccbi in AA.W., Ie Barocco, Architettura e condizione urbana a Brescia xella prirua metà Brescia 1981, pp. 369399. d A.P. Volta Mantovana, b. « chiesa parrocchiale. Inventari e quadri sec. xvII- )O( »>, fasc. « Altar maggiore »>. 6e A.P. Cereta, b. , << Chiesa parocchiale. Oratori. Confraternite sec. XVII-)O( », « Filza della fabbrica della chiesa e parrocchia di ceredda » sec. xvIII e « Libro della compagnia del SS, Sactamento di Cereta. Entrate e spese, L7L7-t780 », pp, 3644. 68 G. Manzoli non si conoscevano né la data, né la fattuÌa, né l'autore; le fonti bibliogtafiche locali tacevano. c) Chiesa parrocchiale di S. Martino Gusnago Altro esempio di altare, molto bello, ma completamente avvolto nell'oscurità dal passato fno a poco tempo fa, è l'altate maggiore della chiesa parrocchiale dt S. Martin Gusnago, nuovamente eretta a PartiÌe dù, L726. Tra le <.t scritture di conuatti »>, ne abbiamo rinvenute due, datate L732 e 1738, dei matmorini Gamba di Rezzato, che ci hanno permesso di sapere che l'opera, inziata da Andrea, è stata completata da Francesco e Sante Gamba, che hanno usato vari trpl di marmo, provenienti da Rezzato, Botticino, Verona, Genova, accostati secondo modalità ben precise illustrate nel disegno (oggi perduto) e desctitte nell'atto di accordo controfumato dal parroco rc. Regisrazioni di spese del medesimo archivio ci indicano i tempi di esecuzione e il costo complessivo dell'altare ". 5. Scur.rune a) Statue di bottega del Canoua nella Basilica di S. Andrea in Mantoua L'altare del Preziosissimo Sangue nella cripta della basilica di S. Anlrea in Mantoua è ornato di due statue in matmo di Carrata rappresentanti la Fede e la speranza. Le fonti bibliogtafiche locali, con sfumatute più o meno simili, le dicevano eseguite a Roma nello studio dello scultore Canova, da suoi allievi. Nel 1972, in occasione del convegno di studi nel quinto cen- tenario della basilica di S. Andrea e della morte dell'Albeti, una ricerca accurata nell'archivio della basilica ha permesso di trovare, relativamente alle statue suddette, un disegno a m tita e un carteggio degli anni 1816-1818, tra la fabbriceria del Preziosissimo e gli scul- tori Kaufmarìn e Biglioschi ?2, discepoli del Canova.

70 Cfr. nota n. 18, zt Ibidem. z A.S.D-N,In., Fondo Basilica S. Andrea, b. 8 « Pteziosissimo e sotterrao@ » [N.B. = la patte più antica dell'archivio parrocthide di S. Inrenzo in S. Andtea di Mantova, che contiene anche carte dell'ex monastero benedenino (L$7-L472) e dell'ex collegio canonicale (1472-L»8), è stata trasferita nel 1970 oell'fuchivio Storico Do L'archivio paruocchiale e i beni culturali locqli 69

La corrispondenza ha reso possibile stabilire con cefiezza la datazione e la paternità: una delle due statue è interamente opera del Biglioschi, I'altra è stata da lui solamente portata a termine, essendo già, iniziata dal Kaufmann e lasciata incompleta, perché par- tito per la Sassonia.

b) Scalture della chiesa panoccbiale di Pozzolo La chiesa parrocchiale di Pozzolo si è rivelata, dopo il riordino dell'archivio avvenuto nel 797 6, riccamente documentata. Ricosffuita nel secolo XVIII e completata della f.acciata agliinizi del secolo XIX, è stata ornata di sculture, lsffguranti i profeti Isaia e Davide, due Sibille e gli apostoli Pietro e Paolo, eseguite dal veronese L,orenzo Muttoni ?3 nel 1836: ciò è testimoniato dalla corrispondenza inter- corsa tra il parroco e lo scultore 7a.

c) Statua di S. Giorgio della cbiesa patoccbiale di Roruanore La facciata della chiesa parrocchiale di Ronanore è otnata di una statua, rafigurante S. Giorgio, là collocata in occasione della erezione del nuovo edificio 7s. Una nota di pagamento del L795, rcgisuata in un libro di spese della fabbrica della chiesa 76, ci dice che il S. Giorgio è opera dello scultore torinese Vittorio Bernero 7, pure autore nello stesso anno di due statue rafiguranti Mosè ed Aronne, poste nella f.acciata interna della Cattedrale di Mantova'8.

cesano di Mantoval; AA.W., Il Sant'Anilrea di Maatooa e Leot Battista Alberti, Mantova L974. 73 L. Muttoni è figlio d'arte: sia il padre, Gaetano, sia il nonno erano valenti scultoti. 7a A.P. Pozzolo,b. 27, <.rChiesa partocchiale e oratotio di S. Isidoro, Documenti sec. XVII-XIX », fasc. << Corrispondenza Muttoni ». 7s Cfr. la teza scheda dell'urbanistica. 7o Cfr. nota n. )2, pagamento 27 settembre 1795. 7 V. Bernero, nato nel l7D o ^l75 a Torino, lasciò opere di scultura in piemonte e nel Mantovano. Il suo nome figura nel 7794 in un elenco degli scolari che hanno operato con profitto nella scuola di pittura dell'Accademia di Belle Atti di Mantova. 78 A.S.D-i\,{n., F.C.C., serie « Filze di fatture e pagamenti »>, b. 595, f, 109. 70 G. Manzoli

6. OnNetr PlAsrrcr A srucco "

Mantova ha conosciuto nel 1500 la presenza validissima di stuccatori, operanti con Giulio Romano in Palazzo Ducale e in palazzo Tè, tra i quali il celebre Primaticcio. La città ha continuato ad awalersi dell'opera di eccellenti stuc- catori anche nei secoli successivi, soprattutto nel Settecento.

a) Cbiesa parroccbiale di S. Barnaba in Mantoaa La chiesa di S. Barnaba (primo edificio saoo ticostruito a Man- tova nel sec. XVIII, per commissione dei Serviti) venne tutta deco- r^ta stucco in due periodi diversi: nel coro, nel presbitetio e nella cupola^ nel L720 ad opeta di ignoti artisti; nella navata e alle cap- pelle nel 7768 ad opera del ticinese Stanislao Somazzim, come si legge nel libro di memorie conservato nell'atchivio parrocchiale 8r.

b) Chiesa parroccbiale di Cauriana Testimoniati atttaverso pagamenti sono i lavori a stucco (altari e decorazioni nella n^vata e nelle cappelle laterali) della chiesa par- rocchiale di Cauriana, ricostruita negli anni l7L6-I724 e su disegno dell'architetto ticinese Giovanni Maria Borsotti 8. Essi sono opera degli stuccatori Carlo Costa, Marco Antonio Patini, Paolo Bona, Giambattista Galli, Paolo Vittorio Bolla nell'arco di tempo che va dal L719 al 7767 u.

D L'apporto di archivi parocchiali per una approfondita conoscenza di artisti e di opere d'ornato plastico è rilevato anche in pubblicazioni recenti, non mantovane' quale per esempio: M. L. FsnRAnr, ll tempio di S. Sigismondo a Cremona, Milano t974. m S. Somazzi, nato a Montagnola di Lugano nel l7)4 e mo.rto circa il 1810; fu attivo a Mantova dal 1768 al 1788; è il più tinomato tra gli stuccatori della regione comasco-ticinese che dal 1600 afluirono a Mantova; fedele interprete dello stile rococò, dopo alcuni anni diventa esecutore di rigorose decorazioni neoclassiche, disegnate dal- l'architetto veronese Paolo Pozzo (1741-180r), cfr. V. MrnrrNr, Stanislao Somazzi uno stuccatorc a Mantooa, tesi di lautea, facoltà di Magisteto, Università degli Studi di Padova, a.a. 1969-1970, depositata in A.S.D.Mn. 8l A.P. S. Barnaba, Libro di annotazioni storiche della Chiesa del Convento di S. Barnaba in Mantova (sec. XVIII): il libto è composto da due parti: < e « Memorie delle cose notabili del Monastero di S. Batnaba principiando dal 1662 >>. E2 Cfr. nota n. J6. ts Cfr. note n. 35 e 42. e A.P. Cavriana, b. « kgato Malpetti. Inventari. Questione campane. Docu- menti vari sec. XVIII-)O( »>, libro « Amministrazione dell'Etedità del fu sig. Don An- L'archivio patocchiale e i beni culturali locali 7t

c) Cltiesa parrocchiale di S. Martin Gasnago Carlo Costa in collaboruzione con Andrea Carnevali e Fran- cesco Bari, tutti stuccatori di origine comasca, esegue, al seguito dell'architetto capomastro Borsotti, gli stucchi della navata, delle cappelle e del coro della chiesa parrocchiale dt S. Martin Gusnago (nuovamente eretta negli anni 1726-L733), mentre Giuseppe Sola, pure comasco, orna i capitelli del medesimo edificio. Gli autori e le loro opere sono testimoniati da << scritture »> di contratti fra il par- roco e/o il massaro della compagnia del SS. Sacramento s ivi eretta e da pagamenti registrati in appositi libri di entrate e uscite, con- servati nell'archivio parocchiale e.

d) Cbiesa parroccbiale di Nuaolato Catte d'archivio ci hanno permesso di individuare i nomi degli esecutori degli stucchi e della pittura dell'altare di S. Fiorentino, patrono della chiesa di Nuaolato: si tratta di un contratto stipulato nel 1792 ta lo scagliolista stuccatore Stanislao Somazzi e il pittore Pietro Soresina t con la compagnia della SS. Trinità eretta nella parrocchiale e di fatture di pagamento, sottoscritte dai due artisti per il compimento delle opere s.

7. Oncexr P Gli organologi parlano di presenza a Mantova di organari, originari o trasferitisi, sin dal secolo XV. Una vera oficina aftigianale di organi fu allestita nella città di Mantova dalla dinastia dei Montessanti, i quali operarono per chiese della diocesi e delle zone limitrofe nei secoli XVIII e XIX. Ricordiamo Andrea (1725 circa-L799), Luigi (1758 circa-l830), Fetdinando (1787-1883?), dei quali troviamo memoria nei registri

drea Ranzoli e del legato Ranzoli dell'altare s. Angelo custode, Entrata e spesa », c.24; libti di «Entrata e Spesa» anni 1711-1727; 1728-17)4; 175?.-18$. s Cfr. nota n. 38. e Ibidem. 87 P. soresina nel 1794 è tra gli alunni della scuola di pittuta den'Accademia di Belle Arti di Mantova che hanno operato con profitto. 88 A.P. Nuvolato, fasc. << Miscellanea », foglio di contratto del 26 agosto 1792; « Libro delle spese occorse per l'erezione dell'Altare maggiore e di ciò chà si è ritro vato >> anno L792. & M, Lnvnr, Gli organi a Mantoua. Ricerche d'arcbiaio, Trento 1976. 72 G. Manzoli canonici e negli stati di popolazione della chiesa parrocchiale di S. Barnaba in Mantova s. a) Cbiesa parrocchiale di Reuere L'organo della chiesa parrocchiale di Reuere, oggi notevol- mente danneggiato a causa di testauri e dell'impianto elettrico appli cato nella prima metà del Novecento, è opera di Giuseppe Serassi, membto della nota famiglia di costtuttori di organi di Bergamo. er, Si sa, da note del parroco su un registro di battesimi che la chiesa, ormai ricostruita e abbellita attorno alla metà del Settecento, man- cava di nuovo otgano. Il patroco e i fedeli decisero di afidare al Setassi l'incarico dell'opera, che venne portata a termine nel 1805 e collocata nella cassa e cantoria, appositamente preparata, da Catlo e Alessandro Setassi, figli di Giuseppe. In occasione della festa di S. Alberto (7 agosto), pattono di Revete, l'organista mantovano Facci suonò l'otgano alla presenza di professori di musica, oltre che dei teveresi e. b) Chiesa panoccbiale di Redondesco Pure da annotazioni del partoco sui registri canonici e da un cronicon e3 veniamo a conoscere che l'organo della parrocchiale di Redondesco, opera di un Antegnati (non sappiamo quale della fa- miglia), bresciano, costruttore d'organi del secolo XVI, ha subito almeno due testauri che l'hanno in parte modificato: il primo nel 1763 per intervento di Giuseppe Bonatti, organaro di Desenzano che vi aggiunse vari registti, il secondo per intervento di funaldo Bavelli di Ctemona nel l9)4, che ha rispettato i registri esistenti, ha tolto il tamburo e le ttombe e vi ha aggiunto un concetto di viole e un nuovo mantice.

$ A.P. S. Barnaba in Mantova, serie « Registri canonici », « Liber baptizatorum 1757-7790 » e « Liber mottuorum 1796-18.,l »>; serie « Stati di popolazione », anni 1790, 1817, 1888. el A.P. Revere, serie << Registi canonici »>, tegisro XIII « Nati 1794-1814 », pp. 174; l»-t94, 214-215, 27r. e2 Nella basilica di S. Andrea in Mantova si tova un altro « Setassi » del 1850, testimoniato nelle catte d'ardrivio conservate in A.S.D.M1., Fondo Basilica S. Andtea, b.7,2,3, <, p.59; Liber Cronicon del sacerdote-pamoco don Mario Ragazzi, p. L2. L'archivio parrocchiale e i beni culturali locali 73

8. OpenB Dr INTAcLTo rN LEGNo e{ a) Cbiesa parroccbiale di Barcbi Nella parrocchiale dr Barcbi, trazione di Asola, è esposto un crocefisso di notevole irnpofianza artistica: è in legno di pero inta- gliato dal bresciano Giovanni Matia Piantavigna nel 1575. Da docu- menti dell'atchivio comunale di Asola si sa che la Comunità ne1 1565 deliberò di far eseguire un Crocifisso da porre <( in Giesa grande in mezo al coto » e che fu intagliato dal Piantavigna%. Ma quando e perché la scultuta passò da Asola a Barchi? Il Crocifisso, timosso dalla Cattedrale di Asola (non si sa esat- tamente in quale data), fu abbandonato in una stanza supetiore della sagrestia. La fabbriceria parrocchiale di Barchi domandò a quella di Asola il Crocifisso pet la propria chiesa, lo ottenne a modico prezzo nel 1854. Gli Asolani accortisi, successivamente, del valore dell'opera venduta, cercafono di riavere il capolavoro ligneo, ma inutilmente. Quanto su esposto, relativamente alla vicenda ottocentesca, è documentato nel carteggio degli archivi parrocchiali di Barchi s e di Asola e. b) Chiesa parroccbiale di S. Barnaba in Mantoua Anche gli artedi lignei trovano frequenti testimonianze in docu- menti panocchiali. Nei libti di memorie della chiesa di S. Barnaba in Mantoua si ha notizia dell'autore delle cantorie, degli stalli del coro, della cassa dell'organo eseguiti ua 11 7724 e 1l L726 dall'ottimo intagliatote mantovano Antonio Prestinari $. c) Cbiesa parroccbiale di Redondesco Nelle annotazioni sul tegisro dei battesimi di Reilondesco dla fine dell'anno 1752 si sa che a spese del parroco e dei suoi colla-

q L'apporto degli archivi parocchiali per una approfondita conoscenza di scultori del legno e delle loro opere è iilevata anche in pubblicazioni recenti non mantovane, quale per esempio, AA.W., I Fantoni. Quattro secoli di scultura in Europa, Vicenza 1978 (catalogo della mostra sulla famiglia Fantoni, scultoti bergamaschi). s A. Bpsurtr, l-a Chiesa Cattedrale di Asola, Brescia 1915, pp. 15 e 68. s A.P. Barchi, b. « Miscellanea »>, lettera del 7 dicembre 1854 della fabbriceria di Asola a quella di Batchi. e A.P. Asola, b. 7, fasc. 12 << Crocefisso del Piantavigna a Barchi ». e8 A.P. S. Battaba, libto II << Memorie della chiesa e convento di S. Barnaba », parte seconda « Memorie delle cose notabili », c. 26. 74 G. Manzoli botatori fu completato il coro nuovo con sedie e inginocchiatoi, ad opeta di Angelo Bettinardi (probabilmente un artigiano locale), che eseguì pure i banconi della sagrestia e. Il coro di noce intagliato ha i seggi divisi da pilasuini con capitelli di stile composito e specchi ornati di disegni geometrici. Il tutto forma una armonica composizione artistica. d) Cbiese parroccbiali di Goito, Cereta e Bascoldo

Il coro ligneo, il mobile e il dossale in noce della sagrestia della parrocchiale di Goito, presumibilmente opera del XVII secolo, rimangono di ignoto artefice, dato che non abbiamo rinvenuto, al- meno finora, testimonianze precise. Sappiamo, però, attraverso docu- menti dell'archivio parrocchiale, che i suddetti arredi lignei proven- gono dall'Eremo dei Frati Camaldolesi di Bosco Fontana (Marmi- rolo) e furono comperati dal parroco di Goito nel L79i '@, dopo Ia soppressione del medesimo convento e la demolizione della chiesa 10t, e là trasferiti e adattati. Documentati sono pure i cori in noce di Cereta, opera del 1771 del falegname Andrea Casnighi di Cavriana ''; di Buscoldo, com- piuto da Carlo Bielli tra il 1760 e il 17761ts. e) Cbiesa parrocchiale di S. Martin Gusnago Altri arredi lignei, quali confessionali e pulpiti, possono tro- vare documentazione. Cito, per esempio, quelli in noce di S. Martin Gusnago, eseguiti dal marangone Nicola Bonomi di Cavriana negli anni l7)O-17)l per la pamocchiale rs. e A.P. Redondesco, serie « Registri canonici >>, << Libro dei Battezzati, vol. IV L736-1756 »>, anno 1752, p. 118; cfr. anche M. Rtetzzt, Redondesco, Mantova 1960, p. 89. tm A.P. Goito, b. « Miscellanea n. 1 », lettera dell'amministrazione delegata al fondo di Religione a don Baldassare Sattorio priore di Goito in data 25 gerrnaio 1793. 10r L'eremo, fondato nel 16)3 pet la congregazione dei Benedettini Camaldolesi su ordine del duca di Mantova Carlo I, fu soppresso nel 1782; la chiesa, ptotanata, soprawisse frno al I79), anno in cui venne demolita (Cfr. E. Menaxr, Gli edifci del bosco della Fontalta in AA.W., Il Bosco della Fontana presso Mantooa, Mantova 1975, pp. 45-46). 102 A.P. Cereta, b. 5 << Chiesa parrocchiale. Oratori. Confraternite secoli XVII- )Q( »>, Inventatio 1776 al n. 42. 103 A.P. Buscoldo, b. << Chiesa parrocchiale e restauri »>, << Memoria di alcune spese fatte per questa Chiesa e de Benefattori date, in quest'anno 7776>> e documento datato 7 dicembre 1767. 104 A.P. S. Martin Gusnago, « Libro dell'enmata e spesa per la Fabrica della L'archivio parrocchiale e i beni culturali locali 75

Della stessa f.arniglia, probabilmente il figlio, che lavora già nel 1730 in collaborazione col padte pet S. Martin Gusnago, è Gio vanni Bonomi che compie il coro della parrocchiale di Cavriana nel 1738 16.

t) Cbiese parroccbiali di Nuaolato, S. Andrea in Mantoaa e Rod,igo Particolarmente interessante mi pare la documentazione di Nuuolato, da cui veniamo a conoscere opere dello scultore in legno Gaspare Troncavini 16, che nel 7737 compie per la chiesa parroc- chiale suddetta l'altat maggiore con tabernacolo e un intero corredo di oggetti liturgici, cioè candelieri, carte glorie, portapalme, << let- terino per il missale » (leggio) e quatmo reliquiari 1m. Dello stesso Troncavini sono documentati per la basilica di S. Andrea in Mantoua una croce con Crocifisso, candelieri grandi e piccoli, un fionino per l'esposizione del Santissimo, tre carteglorie, dal ll52 1774 tm; per la parrocchiale di Rodigo un intero cotedo ligneo per^l l'altar maggiore negli anni 1772-1773tc'.

9. Suppnr-lETTrlr, rARAMENTT, DoNr vorlvl...

Adeguata attenzione meritano altri beni esistenti nelle nostte chiese, quali teliquiati, oggetti di oreficetia, paramenti, ricami, bal- dacchini per le processioni, ex voto ecc.

a) Cbiesa parroccbiale di Pozzolo Un reliquiario in ebano decorato in argento, oggi conservato nella partocchiale di Pozzolo, stilisticamente atttibuibile alla prima metà del secolo XVII, di elegante e preziosa fattua, ttova nei docu-

nuova Chiesa, e descrizione della Vecchia Chiesa di S. Martino. N.I. 1725 », pp, 14-15 e « Libto della fabtica della Chiesa. N. II. 1726 »>, p. 17 ss. ros A.P. Cavriana, libretto << Funzioni comunali lD0-1747 »>, scrittura tta il pat- roco e il marangone Giovanni Bonomi e pagamenti al Bonomi. 16 G. Troncavini, di origine mantovana, menzionato dagli studiosi locali come uno dei migliori intagliatori e scultori in legno del Settecento mantovano. Cominciò ad esercitare la professione d'intagliatore nel 1734. ral A.P. Nuvolato, b. 19, Inventatio 1762. lG A.S.D.Mn., Fondo Basilica di S. Andtea, 6lza di ticevute 175l-1761, doc. 57 del 10 novembrc 1752; «Filza della Cassa della sagrestia 1768-1779»>, doc.33 del 22 ottobre 1771 e doc. 115 del J settembre L77), doc.130 del L5 gennaio 1774. 10e A.P. Rodigo, « Libro masro dell'amministrazione dal L764 (3 giugno) e note con tutte le spese per l'edificazione dell'attuale pattocchia di Rodigo », ù 26 gennaio e L9 maggio L77). 76 G. Manzoli menti d'archivio la probabile provenienza: in una lettera del 1826 il sacerdote mantovino don Àlessandro Sordi comunica al parroco dr Pozzolo, don Ubaldo Mogli, che due reliquiari in ebano con fregi d'atgento, da lui visti presso la chiesa di S. Orsola in Mantova, sono disponibili per l'acquisto "o. Non conosciamo la risposta di don Mogli, però è possibile l'ipotesi che il suddetto reliquiado provenga da quella chiesa, che sappiamo ererta dalla duchessa Mar- gherita Goruaga nel 1609 e da lei riccamente dotata ul. Nella cortispondenza, custodita nell'archivio parrocchiale di Poz- zolo, alcune lettere di Pieffo Cesari, orefici e cesellatore veronese, e del già citato don Ubaldo Mogli, ci parlano di un ostensorio << so- Ienne »>, fatto a Roma, e anicchito di pietre preziose e in qualche particolare adattato dal Cesari a Verona nel 1812 1r2. Il suddetto ostensotio dovrebbe identificarsi con quello in argento sbalzato, ornato di piccoli diamanti, di stile ottocentesco, estremamente curato nei particolari, ancora oggi usato per l'esposizione del Santissimo. Il Cesari ha pure eseguito altri oggetti per la chiesa di Pozzolo, quali per esempio un calice nel 1812, un turibolo nel 1824 r8. E per concludere con la pamocchiale di Pozzolo, citiamo l'ampio carteggio ivi conservato tra don Mogli e la marchesa Maria Teresa Peyri Cavriani di Mantova lra in cui, ua l'alffo, vengono menzionati pùati, broccati, damaschi, donati dalla nobildonna alla chiesa sud- detta nel primo ventennio dell'Ottocento 1É. I documenti ttovano ampia cortispondetua nei tessuti, la maggior parte ancora in uso, di rilievo sia in entità che in qualità, databili dal secolo XVII al XIX.

1r0 A.P. Pozolo, b. 27 « Chiesa parrocchiale e Oratorio di S, Isidoro. Docu- menti sec. XVII-XIX », fasc. « Notizie sulla Chiesa patrocchiale », lettera del 4 gen- naio 1826. rrr Margherita (1564-16L8), figlia del duca di Mantova Guglielmo, rimasta vedova di Alfonso II d'Este, duca di , ricchissima si ritirò a Mantova, dove si dediò soprattutto ad opere di religione. Cfr. C. Correrevr, I-a Chiesa di S. Orsola tn Mantus 1936, a. IV, pp. 9-11; G. Arvreorr-E. Menem, I ritratti gonzaghescbi della Collezione di Ambras, Mantova 1978, pp. 101-102. rr2 A.P. Pozzolo, b. 27 cit. nella nota 110, lettere del Cesari a don Mogli del 1812. rr3 Ibidem, Iettere degli anni 1812, 1824-26, l$9. 1r4 l\ilaria Teresa Peyri Cavriani, nata nel 1765 e morta nel 1836, nobildonna mantovana, si distinse per opere di pietà, di catità e di o.rlto. ll5 A.P. Pozzolo, b. 4 « Comispondenza marchesa Cavriani-don Mogli 1804-1815; b. 5 «Corrispondenza marchesa Cavtiani-don Mogli 18161829»; b. 6 «Corrispon- denza marchesa Cavrianidon Mogli 1830-1816 e Testr-ento e corrispondenza vatia ». L'archivìo parrocchiale e i beni culturali locali 77 b) Cbiesa parrocchiale di Caariaxa Nella chiesa partocchiale di Cauriana è ammirato uno dei pochi baldacchini (soprawissuti all'usura del tempo e a un falso spirito tiformatote imperante all'indomani del Concilio Vaticano II) usati pet la processione del SS. Sacramento. È in raso rosso, ricamato in oro, probabilmente eseguito intorno al 1780: pare, infatti, dalle fonti bibliografiche locali "u, sia stato commissionato per la basilica di S. Ambrogio di Milano e, poiché la consegna sarebbe stata intempestiva, la chiesa milanese avrebbe declinato l'impegno di ritirarlo. Ma quando giunse il parato a Cavfiana? Dai documenti dell'archivio parrocchiale veniamo a conoscere che il baldacchino portatile è stato acquistato nel 1829, come si rileva da un decreto del Pretore di Castiglione dello Stiviere di rt?, quell'anno ttilizzando i redditi del lascito Francesco Malpetti che nel testamento del 1827 aveva disposto di dotare la chiesa di un nuovo baldacchino per la processione del SS. Sacramento rr8. c) Cbiesa parroccbiale di Canicossa Presso la chiesa parrocchiale di Canicossa è in uso un calice ci'argento sbalzato con piede lobato, ornato di cartigli, sostenuti fta teste di cherubini, con nodo e coppa ornati di mazzetti di fiori e teste d'arcangeli. Sotto il piede sono incisi la data <<1765 >> e lo stemma della famiglia Ramesini Luzzara di Mantova. La datazione e la somiglianza stilistica con altri calici conservari in diocesi, quale per esempio quello commissionato dal vescovo Pergen a Giovanni Bellavite e nel L779 consegnato al Capitolo della Cattedrale di Man- rre, tova ci permette di attribuire l'esecuzione del calice di Canicossa al Bellavite. Questi, oltre che abile orefice e cesellatore, era pro- fessore d'ornato all'Accademia di Belle Arti di Mantova '' e la sua

116 V. I\dArrEuccr, Le Cbiese artisticbe del Mantouano, Mantova 1902, p. )12. 1r7 A.P, Cavriana, b. << Compagnia del SS, Sacramento »>, secoli XVI-XIX, doc. del 1' febbraio 1829. 118 A.P. Cavriana, b, « Legato Malpetti, Inventari. Questione Campane. Docu- menti vari sec. XVII-XX », fasc. « Lascito Malpetti », testamento del 24 meggjo l82l relazione fabbricetia di Cavriana del 18 aprile 1823. lle A.S.D.Mn., F.C.C., serie Miscellanea, b. 2. 1, G. Bellavite, nato a Vetona nel L7)9, morì a Mantova nel 1821, Nonostante I'incatico di maesro d'ornato all'Accademia di Belle Arti di Mantova, non ttascuta l'atte di fondete i metalli. Lascia nel Mantovano ampia testimonianza della sua attività di cesellatore e di pittore d'ornato. 78 G, Manzoli

perizia era nota soprattutto negli ambienti culturali e nobiliati del tempo, dove aveva trovato il maggior numeto di committenze, non solo a favore di edifici pubblici e dimore signorili, ma anche di chiese: frequenti erano i nobili che donavano suppellettili di pregio ad ornamento di un altare. Ciò è avvenuto anche per Canicossa: il marchese Antonio Ra- mesini Luzzara !21, là possidente, donò alla chiesa il calice in oggetto, come ci attestano i documenti dell'archivio parrocchialelz. d) Cbiesa parroccbiale di Portiolo

Analogamente potremmo farc altri esempi: ci limitiamo a citare la chiesa di Portiolo, che pure ha avuto nel secolo XVIII munifiche donazioni di arredi sacri di grande pregio (pianete, reli- quiati, candelieri) da parte dei marchesi Gonzaga, ramo di Vescovato (nobili possidenti della corte di Portiolo), la cui committenza è docu- mentata nell'atchivio parrocchiale'8. e) Basilica di S. Andrea in Mantoua Nella basilica di S. Andrea in Mantova si venera la reliquia del Preziosissimo Sangue di Gesù, custodita in reliquiari d'oro. Eseguiti da Giovanni Bellezza, otafo milanese r24, per incarico del- I'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe, sostituiscono quelli asportati dagli Austriaci nell'aprile 1848, che erano stati compiuti su commissione del marchese Federico Gonzaga da Nicola da Milano su disegno di Benvenuto Cellini nei primi decenni del Cinque- cento'5. La vicenda del secolo XIX, su esposta in sintesi, è ben documentata pafiire dal 1856 fino al 1874 (anno in cui vennero ^ consegnati i sacri vasi) nella corispondenza, intercorsa tra la f.ab- bticeria, l'autorità politica e il Bellezza, conservata nell'archivio par-

r2r [n16ni6 Ramesini Luzzara, nobile mantovano, coprì nel 1775 I'incatico di coilservatore dell'Accademia di Belle Arti di Mantova, soprintendente ai regi teatri nel 1778, tu nel 1791 consigliere del comune di Mantova. t22 A.P. Canicossa, b. «Fabbriceria»>, Inventari 1892, 1»0, l»), l»9. l2r A.P. Portiolo, fasc. « Inventati r>, Inventario dei beni delle compagnie del SS. Sacramento, del Rosario e del Carmine, 1730. t2a G. BelTezz , nato a Milano nel 1807, vi morl nel 1876. Orafo, cesellatore e bronzista, lascia opere disseminate in varie collezioni italiane e straniete. Fu socio onorario delle Accademie di Belle Arti di Milano e di Urbino. r2s L. Bosro, I reliquiari del Preziosissimo Sangue custoditi nella basilica di Sant'Andrea in Mantoua in AA.W., ll Sant'Andrea di Mantoua e Leon Battista Alberti, Mantova 1974, pp. 409424. L'archivio parrocchiale e i beni culturali locali 79

rocchiale della basilica di S. Andreat26, ma trova integrazione negli 127, atti di Rota vescovo di Mantova del tempo, e nella carte della serie Miscellanea dell'Archivio Diocesano r28.

f) Santuario della Madonna della Conuuna di Ostigtia Abitualmente i Santuari hanno un'amminisffazione e un ar- chivio propri; può talvolta avvenire che alcune memorie o carteggi si trovino nell'archivio della parrocchia nel cui teritorio è eretto il santuario. Per noi è il caso della chiesa della beata vergine della Comuna, di cui scrive un cronista locale settecentesco e il cui mano- scritto è conservato nell'archivio parrocchiale di Ostiglia ts. Tra le notizie ivi contenute, segnaliamo un dipinto, oggi con- servato nel santuario suddetto, regalato come segno di riconoscenza nel 1732 alla Madonna della Comuna per gtazia ricevuta ts.

10. BrNr LTBRART

Non è raro il caso nel quale una parrocchia sia dotata di bi- blioteca con fondo antico, formato anche da incunaboli, cinquecentine ecc., pervenuto fino a noi. Asola, , Castelgofiredo, e Ostiano sono le parrocchie che si distinguono nel Mantovano per il numero, Ia qualità e l'antichità delle pubblicazioni conservate nella biblioteca parrocchiale; .per ciascuna di esse abbiamo rinvenuto più di un catalogo di libri (dei secoli xVlll-xu) tra le carte dei rispettivi archivi. A volte (esempio Sermide) c'è il catalogo, ma non la biblioteca. Nell'archivio parrocchiale della basilica di S. Andrea in Man- tova, un registro di sagrestia della seconda metà del secolo XIV,r,

126 A.S.D.Mn., Fondo Basilica S. Andrea, b. « Basilica S. Andrea », fasc. 574 « ospitazione militare 1848, danni cagionati alla chiesa nel 1848. Furto dei Vasi d'oro e loro ricostruzione. Cortispondenza 1848-7 4 >>. l2i A.S.D.Mn., F.C.V., b. << Carte mons. Rota. Aflari pendenti »>, fasc. << Santuario del Preziosissimo in S. Andrea. Atti e carteggio relativi alla costruzione dei Sacri Vasi 1856-1867 ». r28 A.S.D.Mn., F.C.V., serie <, b. anni 1874-1877, fasc. <

Rrrrrssroxr coNcLUSrvE

1. L'arcbiuio parroccbiale tappa obbligata per ilfid coffiPlett cono- scenza del bene culturale locale Le schede presentate in questa relazione mi pare evidenzino suficientemente lo stretto legame che intercorre tra archivi Pauoc- chiali e beni culturali locali. Il documento dell'archivio partocchiale può recar luce sulla provenienza, datazione, autore, materia compositiva, committenza ecc., cioè sugli elementi che setvono alla lettura e alla comprensione del bene culturale; a volte il documento dell'archivio parrocchiale è I'unica e indispensabile fonte per l'esatta conoscenza del bene culturale. L'archivio parrocchiale si pone quindi come taPPa obbligata non solo per le ticerche storiche-demogra6che-socioreligiose, m anche per la completa fruizione, l'utiluzo, La valotzzazione, la tutela, P. il testauto e la consetvazione del bene culturale

2. Laogbi arcbioistici con notizie sui beni culturali Al fine di facilitate la ricerca di notizie sui beni culturali, elenco, in una lista esemplifrcativa e non esaustiva, i documenti degli archivi pattocchiali utili allo scopo: inventari dei beni mobili e immobili; filze di fatture e pagamenti; atti e registri di entrate e uscite della fabbriceria pamocchiale; atti di possesso della patrocchia;

orazioni, 1 libro di sequenze, 1 libto per le benedizioni, I libro per le processioni, I Bibbie. l32 Si vedano come esempio: E. Cezzerru, Arcisate rclla storia e nell'arte, Saronno

rerde, Ctemo11a L977; A. Nrrno, Cbiesa di Saflto Stetarro it Venezia, Venezia 1978; A. Nrrno, Chiesa di S. Giacomo dall'Orio inVenezia, Venezia 1979; AA.W.,Iz Ba' silba ilei Ss. Felice e Fortunato in Vicenza, Yicenzz L972, L'archivio parrocchiale e i beni culturali locali 81 diari, cronicon; lelazione di visite pastorali del Vescovo e del Vicario Foraneo; registri e documentazio1e di amminisffazione ordinaria e sffaordinaria della chiesa e del beneficio pamocchiali; libri di legati, di livelli; testamenti; carteggio con la Curia Vescovile, con l'Auto- rità Civile, con privati; registri di enlate e spese e libri di convo- cazioni delle Compagnie o Confraternite (Ss. Sacramento, S. Ro- sario, Anime Putganti ecc.); catasti; atti notarili; libri mastri di amministrazioni particolari; memorie relative alla chiesa partocchiale, a una cappella, a un oratorio ecc.; relazioni del subeconomo; regis6i canonici di battesimo, matrimonio e morte; stati di popolazione; miscellanea.

3. Nordino e iraentariazione degli archiui Parroccbiali Il riordino e l,inventariazione delle carte degli archivi parroc- chiali costituiscono la ptemessa indispensabile per Ia conoscenza dei contenuti degli archivi parrocchiali stessi in ordine all'individuazione di eventuali notizie riferibili a beni culturali locali. Siamo però consapevoli che 1o stato di abbandono, in cui giace la maggior parte degli archivi parrocchiali, non può essefe supefato facendo ricorso al volontariato episodico di persone, magari oneste

di inventario.

r33 Nel 1965 il catd. Giovanni Colombo decise di afiancare ai suoi delegati, che si recano nelle patrocchie a preparare la visita pastorale, un convisitatore degli archivi ecclesiastici. o In t3 anni f incaricato don Eugenio Cazzani ha visitato 975 archivi: di conoscete la consistenza di conserva- tà'.. tisulta che 431 sono sono dotati sono in via di riotdino or'or"mo' Le one tutela e studio del P Chiesa Am- brosiana, Milano 1979, P. 11). 82 G. Manzoli

4. Strutture di collegaruento a liuello diocesano e stril.ttare di dialogo cot I'ailtotità ciuile

Ritengo utile in questa sede far presenti due problemi, che richiamano soluzioni di tipo strutturale: a) si awerte la necessità che a livello diocesano si stabilisca una struttura che permetta il collegamento tra gli incaricati dei beni culturali e quelli degli archivi ecclesiastici, così da definire insieme le finalità da perseguire, la metodologia da applicare, le priorità da rispettare ecc.134. b) si nota il fenomeno di un crescente interesse e di una più approfondita sensibilità sociale verso i beni culturali; d'altra parte oggi in Italia questi appartengono, nella maggior parte dei casi, alla Comunità Cristiana. Stato e Chiesa non possono ignorarsi in questo settore; tanto più sarebbero da deplorare se enttassero in conflitto per questioni di comperenze o per altro. AI fine di facilitare il dialogo tra le autorità civili e quelle ecclesiastiche nelle sedi decisiona[ ln materia di beni culturali (cioè a livello di organismi regionali e statali), si rende urgente la costituzione di strutture ecclèsiastiche regionali e nazionali che siano in grado di far presente la voce della Chiesa nell'ambito civile interessaro ai beni culturali.

o da fare; il libro corrisponde a un diario, a un cronicon, memo- riale... In esso un parroco del sec. xuII ha scritto invettive contro

pare susciti tensioni o crei situazioni di tipo traumatico; tuttavia i problemi non mancano; confidiamo che non ci lascino il nodo in gola.

134 In diocesi di Brescia, per esempio, nel 1976 è stata istituita la commissione Diocesana per i beni cultutali ecclesiastici, che si articola in tre sottocommissioni, di oti la terza si interessa degli archivi (cfr. Rivista diocesana di Brescia, LlL977),