REGIONE AUTONOMA VALLE RÉGION AUTONOME VALLÉE D‘ D‘AOSTE

Comune di Commune de

CHAMPDEPRAZ e MONTJOVET

PROGETTO: Utilizzo a scopo irriguo e idroelettrico delle acque del Rù Chevrère e Montjovet

COMMITTENTE: C.M.F. Ru Chvrère e Montjovet

DATA: settembre 2016

STUDIO DI COMPATIBILITA‘ D.G.R. 2939/2008

GEOLOGO Dr. PITET Luca

Loc. Pont-Bozet n.3 11020 (AO) Tel 328/1507448 @mail: [email protected] C.F. PTTLCU73D19A326P Partita I.V.A. 01046730071 Dott. Geol. Pitet Luca Loc. Pont-Bozet n.3 œ 11020 PONTBOSET (AO) C.F. PTTLCU73D19A326P œ P. Iva 01046730071

Sommario Sommario ...... 1 STUDIO DI COMPATIBILITA‘ ai sensi della DGR 2939/2008...... 2 Premessa ...... 2 Localizzazione dell‘area di intervento ...... 2 Descrizione dell‘intervento in progetto ...... 3 Caratterizzazione dei vincoli presenti ...... 4 Individuazione e illustrazione delle dinamiche e della pericolosità dei fenomeni che caratterizzano il vincolo ...... 7 Valutazione della compatibilità dell‘intervento con il fenomeno di dissesto considerato, con la sua dinamica e con la sua pericolosità...... 8 Valutazione della vulnerabilità dell‘opera da realizzare in relazione anche agli usi alla quale essa è destinata...... 9 Definizione degli interventi di protezione adottati per ridurre la pericolosità del fenomeno e/o la vulnerabilità dell‘opera e valutazione della loro efficacia ed efficienza rispetto al fenomeno di dissesto ipotizzato...... 10 Conclusioni...... 11 STUDIO DI INTERFERENZA VALANGHIVA ai sensi dell‘art. 37 della L.R. 11/98.... 12

Studio di compatibilità ai sensi della DGR 2939/2008 1 Dott. Geol. Pitet Luca Loc. Pont-Bozet n.3 œ 11020 PONTBOSET (AO) C.F. PTTLCU73D19A326P œ P. Iva 01046730071

STUDIO DI COMPATIBILITA‘ ai sensi della DGR 2939/2008 Premessa Il presente Studio di compatibilità accompagna il progetto relativo all‘utilizzo a scopo irriguo e idroelettrico delle acque del Ru Chevrère e Montjovet, nei comuni di e Montjovet, e viene redatto in ottemperanza alla DGR n. 2939 del 10.10.2008. Tale studio si basa su indagini geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche; per meglio caratterizzare il sito dal punto di vista geologico s.l. si è proceduto anche all‘analisi di ortofoto oltre che delle cartografie motivazionali facenti parte delle cartografie degli ambiti inedificabili dei nei comuni di Champdepraz e Montjovet.

Localizzazione dell‘area di intervento L‘area in esame si colloca lungo la bassa Valle d‘Aosta, in destra orografica del fiume Dora Baltea. In particolare, l‘impianto idroelettrico in progetto si sviluppa nei comuni di Champdepraz e Montjovet, sfruttando le acque del Ru Chevrère e Montjovet nel tratto che va dalla presa dello stesso sul Torrente Pialong fino all‘esistente vasca irrigua posta a monte della frazione Le Fiusey, in di Montjovet.

Estratto progettuale Tavola 1a - Corografia.

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Descrizione dell‘intervento in progetto Il progetto in esame prevede l‘utilizzo a scopo irriguo ed idroelettrico delle acque del Ru Chevrère et Montjovet“, realizzando un impianto idroelettrico integrato nelle infrastrutture del Consorzio di Miglioramento Fondiario —Ru Chevrère et Montjovet“, senza variazione delle portate derivate per fini irrigui dal torrente Chalamy, dal Rivo Chieve, dal torrente Val Crosa e dal torrente Pialong. In particolare, si prevede lo sfruttamento idroelettrico di tali acque nel tratto del —Ru Chevrère et Montjovet“ che va dalla presa dello stesso sul torrente Pialong fino all‘esistente vasca irrigua posta a monte della frazione di Le Fiusey, in comune di Montjovet. L‘impianto sarà sviluppato a latere del —Ru Chevrère et Montjovet“ stesso, mediante una soluzione cosiddetta di by-pass, attraverso la posa di una nuova condotta a fianco dello stesso; sia la presa sia la restituzione dell‘impianto saranno sul tracciato del —Ru Chevrère et Montjovet“ e non interverranno modifiche dei punti di restituzione al recettore (il corpo idrico naturale Dora Baltea) rispetto alla situazione esistente prima dell‘intervento. Oltre agli interventi relativi alla realizzazione dell‘impianto idroelettrico sopraindicato sono previsti anche alcuni interventi in corrispondenza delle intersezioni del Ru Chevrère e Montjovet, la cui opera di presa si trova sul torrente Chalamy a quota 1560 m s.l.m., e alcuni torrente tributari di sinistra orografica del torrente Chalamy finalizzati al corretto prelievo dagli stessi ove previsto, così come stabilito dalla relativa concessione, e al rilascio dei relativi D.M.V. richiesti. Nel complesso gli interventi in progetto, procedendo da monte verso valle, consistono in: - intersezione Ru Chevrère Montjovet e Rivo Rialsec œ modifiche ai manufatti esistenti per impedire il carico del Ru da parte del corso d‘acqua; - intersezione Ru Chevrère Montjovet e Valeil Pra Oursie œ modifiche ai manufatti esistenti per impedire il carico del Ru da parte del corso d‘acqua; - intersezione Ru Chevrère Montjovet e Rivo Chieve œ Opera di presa sul Rivo Chieve œ modifiche ai manufatti esistenti per caricare il Ru con parte delle acque dell‘affluente; - intersezione Ru Chevrère Montjovet e torrente Val Crosa œ Opera di presa sul torrente Val Crosa œ modifiche ai manufatti esistenti per caricare il Ru con parte delle acque dell‘affluente;

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- intersezione Ru Chevrère Montjovet e torrente Pialong œ Opera di presa sul torrente Pialong œ modifiche ai manufatti esistenti per caricare il Ru con parte delle acque del torrente; - realizzazione nuovo dissabbiatore/vasca di carico immediatamente a valle dell‘opera di presa sul torrente Pialong (q 993,40 m s.l.m.); - posa nuova condotta di adduzione interrata DN 3000 e MT 2020,00; - realizzazione centralina di produzione fuori terra immediatamente a monte del primo tornante della strada a monte di frazione Le Fiusey, q 504,91 m s.l.m.; - posa cavidotto interrato MT 410,00 per la consegna dell‘energia prodotta; - realizzazione cabina elettrica per la consegna dell‘energia prodotta in frazione Le Fiusey.

Caratterizzazione dei vincoli presenti In riferimento ai vincoli gravanti sulle aree oggetto di intervento si evidenzia quanto segue:

Art.35 œ Lr. 11/98 Art.36 œ Lr. 11/98 Art.37 œ Lr. 11/98

Opere F2 œ F1 F3 Fascia A Fascia B Fascia C Vb Fc2 Intersezione Ru Chevrère x x Montjovet e Rivo Rialsec Intersezione Ru Chevrère Montjovet e Valeil Pra x x Oursie Opera di presa Rivo Chieve x x x Opera di presa t. Val Crosa x x Opera di presa sul t. x x Pialong Dissabbiatore/vasca di x carico Condotta di adduzione x x x x Centralina idroelettrica x Cavidotto interrato x Cabina elettrica x

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Estratto progettuale Tavola 7b - Carta ambiti inedificabili art. 35 œ comma 1.

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Estratto progettuale Tavola 7b - Carta ambiti inedificabili art. 36 œ L.R. 11/98

Per quanto concerne la disciplina d‘uso delle aree sopraindicate si riporta quanto indicato nella D.G.R. 2939 del 10 ottobre 2008 che disciplina gli artt. 35 e 36 della L.R. 11/98 e s.m.i., relativamente alle opere in progetto: Terreni sede di frane - aree a elevata pericolosità (F1): nelle aree a elevata pericolosità sono consentiti gli interventi di nuova costruzione di infrastrutture puntuali (quali opere di presa,), lineari (quali condotte forzate e canalizzazioni idrauliche) … e a rete (quali cavidotti), … non altrimenti localizzabili. I relativi progetti devono essere corredati da uno specifico studio sulla compatibilità dell‘intervento con lo stato di dissesto esistente e sull‘adeguatezza delle condizioni di sicurezza in atto e di quelle conseguibili con le opere di mitigazione del rischio necessarie;

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- aree a media pericolosità (F2): nelle aree a media pericolosità sono consentiti gli interventi di nuova costruzione di infrastrutture puntuali (quali centraline idroelettriche senza presenza umana continuativa), lineari (quali condotte forzate e canalizzazioni idrauliche) … e a rete (quali cavidotti), … non altrimenti localizzabili. I relativi progetti devono essere corredati da uno specifico studio sulla compatibilità dell‘intervento con lo stato di dissesto esistente e sull‘adeguatezza delle condizioni di sicurezza in atto e di quelle conseguibili con le opere di mitigazione del rischio necessarie. - Terreni a rischio di inondazione: - aree a elevata pericolosità (Fascia A): nelle aree della fascia A sono consentiti gli interventi di nuova costruzione di infrastrutture puntuali (quali opere di presa), lineari (quali condotte forzate e canalizzazioni idrauliche) … e a rete (quali cavidotti), … non altrimenti localizzabili. I progetti degli interventi … devono essere corredati anche da uno specifico studio sulla compatibilità dell‘intervento con lo stato di dissesto esistente e sull‘adeguatezza delle condizioni di sicurezza in atto e di quelle conseguibili con le opere di mitigazione del rischio necessarie che dovrà essere valutato dalla struttura regionale competente ; - aree a media pericolosità (Fascia B): nelle aree della fascia B sono consentiti gli interventi di nuova costruzione di infrastrutture puntuali, lineari (quali condotte forzate e canalizzazioni idrauliche) … e a rete (quali cavidotti), … non altrimenti localizzabili. I progetti degli interventi … devono essere corredati anche da uno specifico studio sulla compatibilità dell‘intervento con lo stato di dissesto esistente e sull‘adeguatezza delle condizioni di sicurezza in atto e di quelle conseguibili con le opere di mitigazione del rischio necessarie che dovrà essere valutato dalla struttura regionale competente .

Individuazione e illustrazione delle dinamiche e della pericolosità dei fenomeni che caratterizzano il vincolo Il versante in esame è caratterizzato da ampie falde detritiche intervallate da balze rocciose sub verticali. I vincoli per frana relativi alle aree oggetto di intervento sono legati in parte all‘acclività del versante in esame e in parte alla presenza di aree caratterizzate da substrato roccioso

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Per quanto riguarda i vincoli per inondazione si evidenzia che il tracciato della condotta in progetto attraversa due impluvi, il torrente Chevrère e una incisione priva di riferimento toponomastico. Si tratta di due incisioni prive di corso d‘acqua permanente impostate parte su substrato roccioso e parte su depositi detritici di falda che si attivano a seguito di importanti precipitazioni e durante il periodo di fusione delle nevi.

Valutazione della compatibilità dell‘intervento con il fenomeno di dissesto considerato, con la sua dinamica e con la sua pericolosità Buona parte del tracciato della condotta in progetto seguirà il tracciato del Ru esistente. Si evidenzia, inoltre, che per la realizzazione di quanto in progetto non sono previsti importanti fronti di scavo né rilevanti movimenti terra. Si ritiene, pertanto, che se le lavorazioni verranno eseguite a regolare d‘arte, a seguito della realizzazione delle opere in progetto il grado di pericolosità dell‘area resterà invariato.

Per quanto attiene i corsi d‘acqua presenti nella zona, relativamente all‘opera di presa, si evidenzia che tale infrastruttura risulta già esistente e che sono previsti solo lievi interventi in adeguamento ai prelievi autorizzati al CMF. Tali interventi sono di entità limitata e non comporteranno sostanziali modifiche all‘attuale deflusso delle acque di scorrimento superficiale lungo il torrente Pialong. Analoghe considerazioni valgono per gli altri interventi sempre di entità limitata previsti in corrispondenza delle intersezioni tra il Ru Chevrère et Montjovet e gli affluenti del torrente Chalamy oltre che per l‘opera di presa esistente sul Chalamy stesso. Anche negli attraversamenti da parte della condotta in progetto degli impluvi sopraindicati non si ravvisano particolari interferenze in quanto non si prevedono manufatti che creino ostacolo al naturale deflusso delle acque di scorrimento superficiale né modifiche sostanziali alla conformazione dell‘alveo.

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Valutazione della vulnerabilità dell‘opera da realizzare in relazione anche agli usi alla quale essa è destinata In relazione al tipo di opere in progetto si evidenzia che si tratta di infrastrutture di tipo lineare e interrato e di tipo puntuale senza presenza umana continuativa. In relazione al contesto geologico riscontrato, si evidenzia quanto segue: - opere di presa e intersezioni Ru con i tributari del torrente Chalamy œ tali infrastrutture risultano già esistenti e saranno oggetto solo di lievi interventi. Per quanto riguarda le aste torrentizie intersecate dal Ru, si evidenzia che si tratta di piccole incisioni, in alcuni casi prive di corso d‘acqua permanente. Non si esclude, tuttavia, la possibilità che le infrastrutture sopraindicate possano essere danneggiate in caso, a seguito di forti precipitazioni, dovesse venire mobilizzato del materiale lapideo in alveo; - vasca di carico/dissabbiatore œ tale infrastruttura è prevista in corrispondenza della piazzola al termine della pista forestale del CFM. Sul lato monte di tale piazzola è presente un affioramento roccioso da cui possono staccarsi blocchi lapidei che possono insistere sulla soletta di copertura della vasca; - condotta œ lungo alcuni tratti della condotta in progetto sono presenti affioramenti rocciosi che risultano superficialmente fratturati o allentati da cui possono staccarsi blocchi lapidei. Meno probabile si ritiene, invece, che la condotta possa essere interessata da veri e propri fenomeni di crollo; - centralina œ l‘edificio centrale è previsto in corrispondenza di un settore caratterizzato dalla presenza di depositi detritici a blocchi di varia pezzatura ( da 0.5 mc a oltre 10 mc) rivegetati da una fitta copertura arborea ed arbustiva. Nell‘area non si sono riscontrati indizi di crolli recenti. Si ritiene, nel complesso poco probabile che l‘appezzamento di terreno ove è prevista la nuova centrale possa essere raggiunta da blocchi di crollo provenienti dalle pendici rocciose presenti nella parte alta del versante considerata la fitta copertura boschiva che caratterizza lo stesso e la presenza dei numerosi tornanti della viabilità comunale a monte della prevista centrale che contribuirebbero all‘arresto dei blocchi; - cavidotto interrato e cabina elettrica œ tali infrastrutture sono previste lungo la viabilità comunale in un settore di raccordo tra falde detritiche a grossi blocchi, a monte, e un piccolo terrazzo di origine glaciale, a valle. In relazione a quanto sopra, si ritiene il cavidotto scarsamente vulnerabile in quanto interrato. Per quanto

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riguarda, invece, la cabina elettrica non si esclude che la stessa possa essere danneggiata da fenomeni di crollo. Si ritiene, tuttavia, tale evenienza poco probabile considerata la fitta copertura boschiva presente e l‘elevata rugosità del pendio a monte data dalla presenza di un accumulo in blocchi ciclopici che contribuirebbe a far arrestare eventuali blocchi di crollo.

Definizione degli interventi di protezione adottati per ridurre la pericolosità del fenomeno e/o la vulnerabilità dell‘opera e valutazione della loro efficacia ed efficienza rispetto al fenomeno di dissesto ipotizzato In relazione al contesto geologico riscontrato, al fine di mitigare la vulnerabilità delle infrastrutture e preservare la stabilità del versante in esame bisognerà adottare i seguenti accorgimenti: - prevedere l‘utilizzo di valvole di sicurezza che interrompano il flusso in caso di perdite della condotta al fine di evitare che le acque defluiscano lungo il versante e che si inneschino fenomeni di scivolamento; - nello scavo delle trincee, procedere per tratti, facendo seguire, per ogni tratto, la posa delle condotte e l‘immediato reinterro, riprofilando il terreno senza modificare l‘attuale morfologia; - nei tratti a maggiore pendenza, posizionare diaframmi ogni 15-20 m da abbattere quando verranno posate le condotte, per evitare lo scorrimento delle acque meteoriche; - interrare adeguatamente la condotta e il cavidotto e curare particolarmente la sistemazione dei materiali di reinterro mediante accurato costipamento del terreno di riporto al fine di evitare fenomeni di erosione superficiale e/o ristagni d‘acqua; - nei settori soggetti a crolli, si raccomanda di approfondire il più possibile la posa della condotta e di curare particolarmente il reinterro delle trincee al fine di limitare la possibilità di danneggiamento da parte di blocchi di crollo; - in corrispondenza dell‘attraversamento dell‘impluvio, anche se privo di corso d‘acqua permanente, in ragione di possibili colate detritiche che vi si possono verificare, approfondire il più possibile la posa della condotta e prevedere una camicia di protezione; - nell‘attraversamento dell‘incisione del torrente Chevrère, che avverrà in subalveo, prevedere una camicia di protezione della condotta e una platea in pietrame e malta

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al fine di evitare che la condotta possa essere asportata da fenomeni erosivi. Avere, inoltre, cura di ripristinare l‘alveo come allo stato attuale; - adottare le misure necessarie atte a garantire la stabilità dei fronti di scavo; - la piccola parete rocciosa presente sul lato monte della piazzola ove è prevista la realizzazione della vasca di carico/dissabbiatore dovrà essere oggetto di operazioni di disgaggio e pulizia preventivamente all‘apertura dei fronti di scavo. A seguito di tali operazioni si valuterà la necessità di posare eventuali reti addossate nel caso permangano situazioni di instabilità lungo la parete stessa; - se possibile addossare la cabina elettrica in progetto ai blocchi ciclopici presenti nell‘area in maniera tale che gli stessi possano fungere da protezione naturale rispetto a possibili fenomeni di crollo; - inerbire tutte le superfici interessate dalle lavorazioni onde favorire il ripristino dello strato coltivabile. - Conclusioni Sulla base di quanto sopraesposto, si ritiene che l‘opera in progetto sia compatibile con le condizioni di pericolosità indicate sulla cartografia degli ambiti inedificabili ai sensi della L.R. 11/98.

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STUDIO DI INTERFERENZA VALANGHIVA ai sensi dell‘art. 37 della L.R. 11/98 Relativamente alla cartografia degli ambiti inedificabili per i terreni soggetti al rischio di valanghe e slavine, si evidenzia che solo l‘intervento previsto sull‘esistente opera di presa sul Rivo Chieve ricade in aree vincolate per valanghe e più precisamente in aree classificate come Vb.

Estratto Carta ambiti inedificabili art. 37 œ L.R. 11/98 œ Geoportale RAVA. In arancione i punti di intersezione del Ru Chevrère e Montjovet con gli affluenti del torrente Chalamy.

Per quanto riguarda i terreni soggetti al rischio di valanghe e slavine, si riporta quanto indicato dall‘art. 37 della Legge regionale 6 aprile 1998, n. 11 e successive modificazioni e integrazioni: 1. I terreni soggetti al rischio di valanghe o slavine sono distinti, in funzione dell'intensità degli eventi attesi e della loro frequenza, in classi di elevata, media e debole pericolosità. 2. La delimitazione delle aree di cui al comma 1 avviene con le modalità e secondo le procedure di cui all'articolo 38, sulla base di idonei studi realizzati secondo specifiche metodiche di valutazione della pericolosità definite dalla Giunta regionale, con propria deliberazione, su proposta della struttura regionale competente in materia di difesa del suolo. 3. Per le aree di cui al comma 1, la Giunta regionale, sentito il Consiglio permanente degli enti locali, stabilisce con propria deliberazione le trasformazioni, gli interventi, gli usi e le attività consentiti, connessi alla pianificazione urbanistica.

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4. Nelle aree di cui al comma 1 sono ammissibili gli interventi compatibili con un adeguato livello di sicurezza delle aree stesse, gli interventi finalizzati alla difesa, stabilizzazione e consolidamento dei terreni e al miglioramento della tutela della pubblica incolumità dai dissesti, nonché gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e delle infrastrutture esistenti. 5. I progetti relativi agli interventi ammissibili devono basarsi, qualora previsto dalla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma 3, su specifiche analisi di interferenza valanghiva e sulla specifica valutazione dell'adeguatezza delle condizioni di sicurezza in atto o di quelle conseguibili con le opere di difesa necessarie.

In relazione al fatto che l‘opera di presa possa essere interessata da fenomeni valanghivi, si evidenzia che trattandosi di una infrastruttura a raso. Si ritiene, quindi, poco probabile che la stessa possa venire danneggiata a meno che il flusso nevoso non trasporti anche materiale lapideo. Si evidenzia, inoltre, che gli interventi su tale infrastruttura sono di lieve entità e non interferiranno con il naturale deflusso delle masse nevose.

settembre 2016

il tecnico

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